Never let mego 3
Never
let me go
3.
Che i giochi abbiano inizio
La
sveglia segnava le sei e trenta del mattino, Elena era già
sveglia
da un po' a causa degli incubi che popolavano il suo sonno. Non
poteva andare avanti così, non avrebbe retto, si
voltò su un fianco
mentre sospirava, mise una mano sotto al cuscino e fissò le
mattonelle del pavimento. Ripensò all'incontro fatto due
sere
prima, quegli occhi cerulei avevano una strana aria familiare.
Il
bussare alla porta, la riscosse dai suoi pensieri, timidamente zia
Jenna entrò dentro la cameretta, la donna la guardava in
modo
apprensivo. Elena non parlò, fissava la zia mentre avanzava
verso di
lei.
-Buongiorno.
Ho preparato la colazione- esclamò accennando un sorriso.
-Ok,
tra un po' scendo...- rispose la mora stiracchiandosi leggermente.
Improvvisamente Jenna si fece seria in volto, Elena capì
dove la
donna voleva andare a parare: scuola, vita normale.
Non
affrontavano questo discorso da due settimane, visto che l'ultima
volta avevano finito per litigare pesantemente.
-Elena...non
credi che...sia ora di riprendere in mano la tua vita? Tua madre e
tuo padre avrebbero voluto così, non sarebbero per niente
felici se
loro fossero qui- le disse prendendole una mano, ma Elena la
ritirò
di scatto.
-Ma
loro non sono qui- rispose rabbiosa. -Per favore: lasciatemi in pace-
Jenna
sospirò sconfitta, era come parlare ad un muro. Aveva avuto
un
compito difficilissimo: gestire due adolescenti che avevano perso i
genitori troppo presto. Purtroppo stava fallendo miseramente, Elena
era diventata apatica e Jeremy stava prendendo una strada sbagliata
fatta di alcool e spinelli. Come avrebbe potuto farcela da sola?
-Elena?-
provò ancora una volta. In tutta risposta la nipote si
voltò
dall'altro lato, sconsolata Jenna uscì dalla stanza.
Elena
in quel momento si stava odiando. Aveva trattato malissimo, una
persona che voleva starle vicino, una persona che nonostante la sua
giovane età doveva farle da tutore. Fece un respiro profondo
mentre
stringeva un lembo del piumone bianco che la stava coprendo, sapeva
che si stava auto distruggendo ma non aveva la forza né la
voglia di
uscire da quelle specie di tunnel oscuro che stava percorrendo, dove
non trovava la luce abbastanza accecante per aiutarla.
Damon
osservava la bionda che giaceva moribonda dall'altra parte del letto,
il suo corpo sinuoso era coperto di lividi, morsi e sangue in parte
secco. Forse quella notte aveva esagerato un po', non l'aveva nemmeno
soggiogata per rendere reale il terrore e il dolore nei suoi occhi.
Eppure, quella notte, non aveva mai smesso di pensare ad Elena.
Non
l'aveva più vista da quella sera, il suo obbiettivo era di
portarsela a letto farla diventare vittima dei suoi giochetti
maligni, però quegli occhi così dannatamente
uguali eppure così
diversi da quelli del suo amore, lo avevano frenato ed era molto
strano, perché Damon Salvatore non ha pietà per
nessuno.
No,
aveva deciso. Elena in quel periodo era molto fragile e lui l'avrebbe
avvicinata, e avrebbe fatto in modo che lei si fidasse di lui.
Non
sapeva ancora, se dopo che avrebbe soddisfatto il suo capriccio,
l'avrebbe uccisa o meno, va bé ci avrebbe pensato dopo.
Intanto
la bionda accanto a lui, si stava svegliando, lamentandosi del dolore
che stava provando. Lentamente il vampiro si voltò verso di
lei, e
la guardò piegando la testa, non appena la ragazza vide il
suo
ghigno, urlò allontanandosi più che poteva da lui.
-Cosa
vuoi farmi? Sei un mostro!- singhiozzò mentre le lacrime
scendevano
rovinandole ulteriormente il trucco. Damon la fissò
sbattendo le
palpebre.
-Così
mi ferisci...tesoro.- disse fintamente dispiaciuto, in uno scatto la
prese per un polso e l'attirò a se', la sentiva tremare come
una
foglia, si beò di quel terrore che la ragazza stava
provando.
-Per...per
favore. Lasciami andare...- supplicò la bionda con un filo
di voce.
Damon non rispose. -Ti prego...non dirò niente a nessuno,
per
favore!-
Il
vampiro inarcò le sopracciglia e ghignò. -Oh,
dolcezza. Questo è
sicuro-
Con
sommo orrore della ragazza, i canini di Damon si allungarono e si
avventò su di lei prosciugandola completamente. Non appena
finì la
lasciò ricadere sul letto.
Bene.
Adesso doveva solamente cercarla ed attuare il suo piano.
Teneva
un mazzo di rose rosse in mano, erano i fiori preferiti di sua madre
e anche i suoi. Ricordava ancora, quando il padre ogni domenica
portava i fiori alla moglie, poteva ricordare i dolci occhi della
madre commossi mentre brillavano.
Elena
scosse la testa cercando di scacciare via quei nostalgici ricordi.
Entrò al Cimitero, oramai passava più tempo
lì che a casa sua.
Posò i fiori sulla lapide, fissando le fotografie che
ritraevano i
genitori sorridenti. Cercò di reprimere le lacrime, si
lasciò
cadere sotto un grande albero a fissare quella maledetta tomba.
Sul
suo volto comparve una smorfia sbalordita quando sentì una
strana
folata di vento che le fecero svolazzare i suoi lunghi e lisci
capelli.
Strano.
Il cielo era completamente sereno, nonostante l'autunno era in corso
e quella era davvero una mattinata calda.
-Ciao-
una voce calda e bassa la fece sobbalzare. Alzò lo sguardo
spaventata e fu sorpresa di vedere lì, quel ragazzo che
l'aveva
salvata dall'aggressione. Che ci faceva lì?
Indugiò sui suoi occhi
color del ghiaccio che la fissavano intensamente, inspiegabilmente il
suo cuore perse un battito, quindi cercò di ricomporsi.
-Ciao
– rispose semplicemente.
Damon
piegò la testa di lato avvicinandosi ancora di
più alla ragazza.
Sorrise sghembo, la recita stava per iniziare.
-Non
volevo disturbarti- esclamò in tono affabile.
Elena
si mordicchiò il labbro inferiore, muovendo distrattamente
le mani.
-Non
mi hai disturbata...-
Damon
senza farsi vedere dalla ragazza ghignò e si sedette accanto
a lei.
Elena ebbe una stranissima sensazione, che non sapeva spiegarsi, non
sapeva che cosa stesse provando in quel momento, sapeva solamente che
si sentiva a disagio. Estremamente a disagio.
-Niente
scuola?- chiese Damon leggermente divertito. Elena scosse la testa.
-Non
ti ho mai visto da queste parti, a parte l'altra sera...-
mormorò la
ragazza cambiando discorso.
-Oh,
in effetti sono un tipo a cui piace viaggiare...- spiegò
vago il
vampiro. -Ma sono originario di qui-
Il
vampiro osservò il viso malinconico della ragazza segnato da
occhiaie profonde, il suo sguardo era vuoto e privo di qualsiasi
sentimento, per un attimo deglutì, ma poi scosse la testa.
-Come
mai, così triste?- chiese stupidamente, visto che la sua
presenza lo
destabilizzava un po'. Elena si voltò a guardarlo quasi con
stizza.
-Mi
pare che l'altra volta ti dissi che ho perso i miei genitori e siamo
in un cimitero..- rispose offesa.
-Oh...scusa.
A volte sono un'insensibile- rispose il vampiro che per poco non
scoppiò a ridere, per l'assurdità che stava
dicendo.
-Sai
anche io ho perso i miei molto tempo fa. Ma si supera, Elena. Il
tempo guarisce le ferite, anche quelle più profonde- e Damon
ne
sapeva qualcosa. Ricordava ancora, quando suo fratello lo aveva
costretto a trasformarsi, quando Damon non era così malvagio
e
sanguinario. Il tempo cambia. Cambia i sentimenti, cambia gli
obbiettivi, cambia tutto. Elena lo guardò quasi meravigliata.
-Io
non riesco a superare- disse di getto. E si sorprese, era la prima
volta che parlava con qualcuno di come si sentiva. Non capiva
perché
si stesse confidando con un perfetto sconosciuto, forse
perché
percepiva una sorta di sintonia tra di loro, forse perché
lui poteva
capirla.
-C'è
qualcosa in particolare che ti blocca, Elena?- incalzò il
vampiro
con voce ammaliante. Aveva centrato in pieno, l'umana si stava
confidando con lui e quello voleva dire solo una cosa: fiducia.
Si
complimentò con se stesso.
-Non
so cosa mi blocca, ma so solamente che non sono più io. Mi
sento uno
schifo quando tratto le persone che vogliono starmi vicine, con
rabbia. Le allontano sempre di più. E poi mi sento
fastidiosamente
in colpa e tutto questo si aggiunge al dolore che provo ogni santo
giorno, a volte vorrei spegnere tutto.-
Damon
rimase sconvolto dal ragionamento della ragazza, in quella ragazza
rivedeva se stesso. Poteva vedere la solitudine, il dolore, la
rabbia. Per la prima volta in vita sua rimase senza parole. Certo,
lui sensi di colpa non ne aveva ma, poteva capirla a fondo.
-Non
puoi spegnere tutto come se niente fosse, Elena. I sentimenti sono
sempre lì. Fastidiosi e invadenti- Per gli umani era
così, perché
Damon i sentimenti li aveva spenti già da tempo. Provava
solo
infinito amore per Katherine, la donna che lo aveva reso pazzo e
schiavo di lei.
Elena
annuì e fu colpita dallo sguardo serio e profondo del
ragazzo.
-Anche
tu stai soffrendo?- chiese titubante. Perché quella ragazza
insisteva sempre con delle domande sconvenienti per lui?
Damon
deglutì a vuoto. Soffrire? No, aveva smesso. Anche se non
avrebbe
mai rinunciato al suo vecchio amore. Perché Katherine lo
aveva
abbandonato? Perché non lo cercava come lui faceva con lei?
-Tutti
soffriamo, Elena- rispose in tono freddo. La bruna sussultò
ed
abbassò immediatamente lo sguardo. Quel tono le aveva messo
una
certa inquietudine, forse era stata troppo invadente, ma per la prima
volta sentiva che poteva parlare con qualcuno che riusciva a
comprenderla. Il cellulare della ragazza squillò, era zia
Jenna.
-Devo
andare..- mormorò alzandosi, Damon fece lo stesso.
-Bene.
Che ne dici di rivederci?- le chiese il vampiro sforzandosi a non
ridere. Elena alzò lo sguardo su di lui, era stupita. Ma non
sapeva
se accettare o meno. Damon sperava fortemente in un sì,
voleva
studiarla ancora di più, capire i suoi punti deboli per
poi...ecco
bella domanda: poi? Cosa avrebbe fatto? Normalmente si sarebbe
divertito e poi l'avrebbe dissanguata. Però in quel momento
mentre
guardava attentamente il suo piccolo viso, non sentiva l'istinto di
rovinarla.
-Ehm...aspetta.
Ti do il mio numero- esclamò la ragazza scrivendo il suo
numero in
un pezzettino di carta presa dalla sua borsa.
-Beh
allora. Ciao Damon-
Sì
doveva essere impazzita. Negli ultimi mesi aveva rifiutato i suoi
amici, aveva detto di no alle loro uscite era uscita solo una volta e
stava per essere anche violentata da tre maniaci. Perché
aveva dato
il suo numero a quel misterioso sconosciuto senza pensarci due volte?
Va
bene che l'aveva salvata, ma non era una buona giustificazione. Una
strana sensazione si faceva largo dentro di lei mentre era con lui.
Forse
perché Damon era misterioso, troppo misterioso, ed era
questo che
l'affascinava. O forse perché Elena, nella voce di Damon
apparentemente sicura aveva captato una sorta di malinconia e
tristezza.
Non
appena arrivò a casa, scosse la testa, troppi forse in
quella
giornata.
Aprì
la porta di casa, era ora di pranzo, ma come al solito aveva lo
stomaco chiuso.
-Elena...-
la voce malinconica di Matt la sorprese. Si guardò attorno
stranita:
Caroline, Bonnie, Matt e Tyler erano seduti sul divano e
probabilmente la stavano aspettando da un po'. Cavolo.
Perché quella
improvvisata?
-Ciao...-
mormorò sorpresa.
Caroline
guardò i suoi amici, visto che non proferivano parola
iniziò a
parlare, prendendo prima un lungo respiro profondo.
Elena
era loro migliore amica, non potevano lasciarla da sola, che razza di
amici erano sennò?
-Elena...probabilmente
ci manderai a quel paese ma..noi non ce ne andremo di qui fino a
quando..non accetterai di tornare a scuola-
Elena
abbassò lo sguardo. La sua amica era un tipetto che non
mollava
facilmente, sospirò e poi li osservò attentamente
uno per uno.
Bonnie
sembrava meno determinata della bionda, Tyler e Matt invece forse lo
erano ancora di più.
-Non...non
me la sento ancora...-
-Non
è vero! Sei tu che non vuoi! Devi superare questa cosa,
sennò ti
autodistruggerai e lì veramente sarà troppo
tardi!- l'ammonì
Caroline mentre la raggiungeva.
-Noi
ti aiuteremo...te lo prometto- continuò Matt accennando un
sorriso.
Chissà
forse se avesse ascoltato i suoi amici, avrebbe superato la cosa.
Forse non ritornava ad essere l'Elena di una volta, ma era
già un
passo avanti. Si portò indietro un ciuffo ed
annuì lentamente.
-Va
bene ragazzi. Domani mattina torno a scuola-
Caroline
sorridendo l'abbracciò forte, Elena strinse forte la sua
amica.
Tuttavia in quel momento il calore che sentiva, non la rendeva felice
come un tempo.
Non
aveva mai visto una casa del genere. Era molto bella, grande ed
arredata con mobili dal legno finissimo ed antico. Il camino era
acceso ed il legno scoppiettava di continuo, Elena fissò
meravigliata tutto ciò che la circondava.
Ad un
tratto, un profumo pungente ma dolce e intenso allo stesso tempo le
solleticò le narici, chiuse gli occhi per qualche secondo
beandosi
di quella fragranza.
Quando
li riaprì, si ritrovò davanti due zaffiri che le
perforarono
l'anima.
-Sapevo
che saresti venuta, Elena- le sussurrò Damon con voce roca,
avvicinandosi con un espressione maliziosa.
La
ragazza non stava capendo nulla, non sapeva perché si era
ritrovata
lì, ma sapeva che voleva restare, anche perché
andare via sarebbe
stato impossibile. Damon l'aveva ammaliata con i suoi occhi e la sua
voce così....calda.
Non
riusciva a distogliere lo sguardo, si sentiva follemente eccitata.
Damon le posò le mani sui fianchi e l'attirò a
se' facendo
scontrare i loro bacini.
Senza
dire nulla, il ragazzo le accarezzò una guancia trovandola
accaldata
e più colorita del normale.
-Sei
bellissima...- le soffiò sulle labbra. Elena si
lasciò scappare un
gemito e quando lui la baciò, perse completamente la testa.
Rispose
al bacio come non aveva mai fatto in vita sua, sapeva che era
sbagliato, ma sbagliare in quel modo era appagante. Sentiva
l'adrenalina scorrere nel suo sangue, le mani di Damon vagavano
freneticamente sul suo corpo, soffermandosi più volte sui
punti più
sensibili.
Elena
si aggrappò di più a lui, ritrovandosi ad
ansimare sulle labbra
morbide e carnose del ragazzo.
Damon
però si staccò da lei, Elena lo guardava
stranita, perché si era
staccato? Pensò con disappunto.
-Dimmi
che mi vuoi Elena- le ordinò il vampiro maliziosamente.
La
bruna corrugò la fronte, non sapeva cosa rispondere.
-Avanti...sono
solo tre parole e poi...- lasciò la frase a metà
accarezzandole la
schiena da sotto la maglietta.
-Io...-
-Sì?-
incalzò Damon avvicinando il suo viso.
-Io...-
Elena
si svegliò ansante con la fronte madida di sudore. Si
vergognò per
quello che aveva sognato, in quel momento le sembrava così
reale,
poteva ancora sentire la sua eccitazione. Era la prima volta, non
aveva mai fatto sogni del genere...neanche quando stava con Matt che
lo conosceva da una vita.
Per
quale motivo allora, aveva sognato Damon?
Istintivamente
si girò verso la finestra e giurò di vedere
un'altra volta quel
corvo che vide al cimitero. Si lasciò cadere sul cuscino,
sospirando
e cercando di calmarsi.
Nel
frattempo Damon stava appena lasciando la via in cui stava Elena, con
un ghigno stampato in faccia, era stato molto divertente e doveva
ammettere anche parecchio eccitante.
I
giochi erano appena iniziati...
Buonasera
a tutte **
Eccomi
qui con il terzo capitolo** Spero che non sia stato deludente o noioso.
Ma in questa storia non mi posso permettere di andare veloce, non ci
sarebbe gusto
Comunque sia, Elena tornerà a scuola e cercherà
di fare una vita "normale". Però Damon
sconvolgerà la sua normalità, a partire da questo
sogno che lui ha indotto nella sua mente.
Ringrazio tutte le fantastiche ragazze che recensiscono la storia e che
mi hanno spronata ad andare avanti! :D Ma chiedo ancora scusa se non
rispondo per mancanza di temp :(
Fatemi sapere che ne pensate **
Baci Morgana <3
P.S me lo scordo sempre **
vorrei fare un po' di pubblicità ;)
-Cause
you'll always be my only destiny di Iansom. Una Damon/ nuovo
personaggio davvero avvincente. Leggetela, non ve ne pentirete!
-La
scelta sbagliata di Tess 36. Una Delena davvero mooooolto
originale e scritta divinamente **
Today
my life begins di Esperanza97. Una storia bellissima,
incentrata sulel mie due coppie preferite: Damon/ Elena e Klaus/
Caroline. Tutti umani
Le
zanne della principessa di Kitsune4573. Una Damon/nuovo
personaggioe molto belle e romantica :)
The
vow -Our silent love di All my Darkness. Storia Delena con
una trama originale e ben dettagliata :)
The
cold light of the day di Love bites. Storia ambientata nell'
800. Davvero molto bella e scritta in maniera impeccabile ;)
Ritorno
al futuro di meiosestusna. Volete ridere a crepapelle, fino a
quando la vostra pancia vi chiede pietà? Passate di qui!
Sono certa che non ve ne pentirete.
Spazio
pubblicità finito ** Non appena mi ricorderò di
altre storie le inserirò baci Morgana <3
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