Unspoken Words - Le Parole Mai Dette

di gianpyno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Non si torna indietro ***
Capitolo 3: *** Felicità vera ***
Capitolo 4: *** Vieni con me ***
Capitolo 5: *** Paura ***
Capitolo 6: *** Egoismo ***
Capitolo 7: *** Aria di mezzo carattere ***
Capitolo 8: *** Ciò che tieni nel cuore ***
Capitolo 9: *** Le parole mai dette ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


…Unspoken Words…

Unspoken Words

…Le Parole Mai Dette…

CAPITOLO I

Due uomini…

Due padri…

Due fonti di vita…

Due anime buone…

Lui, Goku, un sayan. Ha raggiunto questo posto per salvare, ancora una volta, il mondo…

Lui, Haro, un essere umano. Ha raggiunto questo posto per salvare, ancora una volta, la sua famiglia…

-Dove sono?- si chiese Haro. Lui, un uomo bassino, robusto, indossava una giacca e dei pantaloni neri. Portava anche degli occhiali con la montatura color oro e due fedi nuziali: una del matrimonio ed una per le nozze d’argento.

Guardava quelle sue dita tozze e robuste e, guardando il polso, si chiese dove mai potesse essere finito il suo orologio.

-Perché non ce l’ho più?- si domandò poi.

Camminò, camminò per un lungo tratto, in una strada deserta, annebbiata…

A stento riuscì a riconoscere un sentiero dissestato che gli indicasse la via…

Era proprio un aratro abbandonato tra il vapor leggiero

-C’è nessuno?- chiese lui, dapprima con tono moderato, aspettando una risposta.

-C’è nessuno?- domandò una seconda volta, stavolta in tono più convicente… ma non ricevette risposta…

-C’è nessuno?- chiese infine, per la terza e ultima volta. Ma la sua voce adesso rassomigliava sempre più ad un pianto di morte, pianto disperato di chi cerca aiuto invano, in mezzo al deserto.

E fu così che, inginocchiatosi, l’uomo si prese il volto tra le mani e cominciò a singhiozzare, disperato.

Che ci faceva, lì? Come c’era finito? Proprio non ricordava…

..::*::*::*::..

L’altro invece, Goku, conosceva benissimo questi posti…

-Ehilà, Re Kaioh!! Come va??

L’ometto, alquanto adirato, non rispose… anzi, mugugnò qualcosa d’incomprensibile…

Era ancora arrabbiato con il sayan per il fatto che l’avesse coinvolto nell’esplosione di Cell, facendogli perdere la vita assieme alla sua adorata Bubbles

Poverini di certo non meritavano di essere coinvolti, per lo meno non in quel modo così brusco!!

-Suvvia, Re Kaioh!! Non faccia così!!- cercò d’incoraggiarlo Goku, dandogli una pacca sulle spallucce. L’altro però, offeso, si scansò, raggiungendo la sua casetta (ricostruita per volere divino)…

-Uff… Che farò adesso??- Osservò Goku, fissando l’infinito cielo che faceva da sfondo al pianetino.

-Ho detto ai miei di non resuscitarmi e che ci saremmo rivisti tra sei anni… Quindi dovrei allenarmi… Ma con chi?- si domandò infine il sayan, poggiandosi sui palmi delle mani rivolti all’indietro…

-Goku…- lo richiamò alla realtà la voce buffa ma seria del piccolo Re Kaioh.

-Sì, Re Kaioh?- rispose lui, scattando come un soldato e raggiungendo subito l’omino.

-Guarda…- riprese l’autorità divina, indicando la direzione del Serpentone; riprese –Per colpa tua e dell’esplosione, l’intero Serpentone è adesso pieno di polvere!! Quasi non si vede più nulla!!

Goku constatò la realtà… In effetti quel Cell aveva combinato un bel danno con il suo patatrac!!

-Eheh…- ghignò Goku, portandosi una mano nella nuca –Cosa vuole che faccia, Re Kaioh?

-Tieni!!- gli porse un gigantesco aspirapolvere, grande quanto la casetta di quel pianetino.

-Che cos’è?- domandò il sayan, esterrefatto.

-Un’aspirapolvere, imbecille!!- sbraitò l’omino, con la bocca più grande della testa di Goku, ora fattosi piccolino.

-D’accordo Re Kaioh…- chiarì lui, cercando di smorzare la tensione. –Ma come si usa??

-Te lo mostrerà Bubbles!!- disse Re Kaioh, lasciando che la scimmia trapassata facesse il suo dovere.

-Uhuhu! Uhuhu!- e tra un mugugno e l’altro del primato, il sayan, la cui intelligenza non era affatto poi così superiore, riuscì a capire il funzionamento di quell’aggeggio.

..::*::*::*::..

Haro continuava a errare, da solo…

Non aveva incontrato ancora nessuno, eppure vagava già da circa mezz’ora…

-Ma perché?...

No, le sue domande non avrebbero trovato risposta…

Nessuno rispondeva oltre quelle porte invisibili, porte che forse non s’aprono più…

-C’è n-nessuno…- il suo grido di dolore era ormai disperato…

Quella nebbia e quella strada dissestata di certo non aiutavano il suo umore, anzi, lo peggioravano maledettamente…

Ma tra un passo e l’altro, quell’uomo robusto e corpulento sentì qualcosa tintinnargli tra le tasche…

-Soldi?...- si sorprese lui, scoprendo di possedere una mezza dozzina di monete da cinquecento lire…

-Ma come?- ancora non si rendeva conto…

Non ricordava di essere defunto, di essere morto…

Forse, più semplicemente, non se ne rendeva conto…

Ma di certo, con sole tremila lire, non sarebbe potuto andare molto lontano. Forse avrebbe potuto provare a chiamare casa, se avesse trovato un telefono pubblico… Ma in un posto desolato come quello, come avrebbe mai potuto sperare di trovare una cabina telefonica??

-Ma questo rumore, cos’è?- improvvisamente, l’uomo fu attratto da un rumore insolito.

Una specie di vortice, un risucchio, proveniva da lontano…

..::*::*::*::..

-Trallalero, trallallà…- frattanto Goku, una volta imparato ad utilizzare correttamente l’aspirapolvere, si affaccendava a sbrigare, con calma, le pulizie domestiche assegnategli da Re Kaioh… tanto non avrebbe avuto niente da fare per i prossimi sei anni!! Cosa c’era di meglio se non spolverare 100 km di Serpentone?

-Chi Chi sarebbe orgogliosa di me se mi vedesse ora!! Eheh…- commentava sarcastico tra sé e sé…

-Ah… Chissà cosa staranno facendo adesso lei e Gohan…- cominciò a meditare il sayan, appoggiandosi al grosso manico dell’aspirapolvere e cadendo in soprappensiero.

-Di sicuro lei lo starà facendo studiare come un matto e lui starà obbedendo da bravo bambino… Eheh!! Il mio Gohan

E, detto ciò, riprese a fischiettare, continuando le pulizie e promettendosi di fare uno spuntino una volta arrivato alla metà del percorso.

Ma lui non diede il giusto peso alle parole dette da lui stesso poc’anzi…

Non riusciva proprio a comprendere il dolore lancinante che la sua improvvisa scomparsa aveva provocato nei cuori dei suoi amici e dei suoi familiari… Ma soprattutto nel cuore della sua Chi Chi

No, non riusciva proprio a farsene una ragione…

Pensava proprio che lei fosse una donna forte e che ce l’avrebbe fatta sicuramente senza di lui al suo fianco…

Non sapeva che quella povera donna in realtà passava insonne le notti, a piangere per suo marito, per quello che non c’era più e che mai più sarebbe ritornato…

Piangeva perché non avrebbe più rivisto il suo Goku fare capolino dall’esterno della porta della camera da letto.

Non sapeva che quegli occhi neri ora bagnavano, inondavano quei cuscini…

Non sapeva che quelle piccole mani di donna ora stringevano quelle lenzuola, cercando un appiglio, un qualcosa che potesse, in un qualche modo, rievocare Goku, compensarne l’assenza…

Ma Goku non ne era al corrente…

Questo lui non lo sapeva

..::*::*::*::..

Frattanto il rumore si faceva sempre più vicino e insistente…

Haro si sforzò ancora di più di carpirne la natura, ma non vi riusciva…

Ma non fu questo il principale dei suoi pensieri…

Immerso in una gigantesca centrifuga mentale, l’uomo cominciò a sentire la mancanza di qualcosa…

-Lily… dove sei?

Quello era il nome di sua moglie.

Quello era il modo con cui lui la chiamava ogni mattina, svegliandosi…

Quello era il modo in cui la salutava, ogniqualvolta lei, appena sveglio, gli faceva avere il caffè

E lui stava male…

E lei come stava??

Lo pensava?

Lo cercava?

O semplicemente si era dimenticato di lui?

E se fosse stata proprio lei ad abbandonarlo lì, in quel postaccio, tutto solo e abbandonato…

Ma in realtà Haro non sapeva che in quel momento Lily era in casa, attorniata dai suoi figli, dalle sorelle e dai nipoti, tutti pronti a darle conforto, a trasmetterle quel calore che Haro, l’amore della sua vita, aveva portato via con sé…

Ma Haro non ne era al corrente…

Questo lui non lo sapeva

..::*::*::*::..

Intento a continuare il suo lavoro, Goku perseverava nell’aspirare e nel tirare polvere qua e là, finché qualcosa non lo destò dal suo spensierato fischiettìo

-Ehi… chi va là?- gridò d’improvviso il sayan, scorgendo la sagoma di un uomo basso e corpulento.

-Chi è?- rispose l’altro, da lontano.

Goku si avvicinò, scese sul Serpentone e, con passi tranquilli e sicuri, raggiunse quell’individuo, che non gli trasmetteva per niente timore.

-Io sono Goku, e tu?

-Io… io mi chiamo Haro…- rispose l’altro, un po’ sconvolto ma contento in cuor suo per aver trovato qualcuno con cui scambiare qualche parola.

-Sai cosa ci faccio qui?- domandò poi l’uomo al sayan, comunicando il suo totale disagio e disorientamento.

Goku allibì a tale affermazione ma poi ci ghignò sopra.

-Eheh… amico, non dirmi davvero che non sai che posto è questo!!- esclamò Goku, con espressione bonaria…

-No, non lo so.- rispose Haro, sottolineando il suo disagio con il gesto d’apertura delle braccia.

-Amico, questo è l’aldilà.- lo informò Goku, con tono più dolce e mite possibile.

-Co-cosa??- l’uomo rabbrividì. Quello strano individuo dagli strani capelli lo stava prendendo in giro? Come poteva essere morto? Non ricordava assolutamente nulla di ciò che altrimenti sarebbe stata la sua morte.

-Come l’aldilà?- continuò poi Haro, completamente sconvolto da quella rivelazione –Io… io non ricordo di essere morto… e poi devo andare a lavorare!! Sono di turno, oggi.

-Eheh… mio caro…- Goku gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla –Come hai detto che ti chiami?

-Haro

-Caro Haro… È normale che tu non ricordi nulla della tua morte, è sempre così quando si finisce nell’aldilà… Poi però, a poco a poco, si ricorda tutto…

-Cosa?? Senti… Goku… ti chiami così vero?- il sayan annuì –Ma quand’è che ricorderò la mia morte?- domandò l’uomo, evidentemente impaziente di ricordare quanto accaduto.

-Allora…- rispose Goku –Un modo ci sarebbe… Vieni!!

E il sayan spiccò il volo…

-Ehi aspetta!!- lo richiamò la voce di Haro.

-Che c’è?- Goku si voltò, rendendosi poi conto –Ah, non sai volare!! Beh, salta pure su!!

E, fatto aggrappare quell’uomo robusto quale era Haro sulle sue spalle, Goku lo condusse da Re Kaioh, dove, con uno speciale specchio magico, si potevano ricordare gli avvenimenti passati, accaduti in vita.

-No, no!!

Haro non poteva ancora crederci…

Quel tizio, Goku, aveva ragione…

Lui era morto!

Ma ciò che lo sconvolse non fu l’essere morto in sé ma il come egli fosse morto…

-Mi sono impiccato… ma perché?

Ancora Haro, non ricordava…

Ma sotto gli occhi rattristati e muti di Re Kaioh e del sayan, l’uomo cominciò a ricordare…

-Il lavoro… Il licenziamento… Il matrimonio di Tagara… La liquidazione che non arrivava…

L’uomo corpulento, cominciava pian piano a riprendere coscienza su ciò che era stato…

Non l’aveva fatto per egoismo…

Non l’aveva fatto per il semplice voler farla finita con la vita…

Non l’aveva fatto con l’intento di separarsi da una brutta famiglia…

No, niente di tutto questo…

Era stata la malattia a ucciderlo…

Sì, era stata la più brutta delle malattie a trascinarlo, lì, in quel posto…

La depressione…

Ma, pur essendo stato trascinato dalla malattia, il suo gesto fu accompagnato da un’immensa carica di amore per la sua famiglia: facendo così, lui infatti avrebbe salvato la sua famiglia dalla fame.

I suoi familiari avrebbero ricevuto la pensione sulla morte del capofamiglia e con la liquidazione si sarebbe potuto pagare l’occorrente per il matrimonio di Tagara, la sua primogenita…

Sì, avrebbero vissuto certamente meglio…

Ma un sussulto egli percepì in cuor suo…

-No… Io ho sbagliato…- riconobbe Haro, portandosi una mano al petto…

Con quelle parole lui riconobbe il suo errore…

Aveva sì, garantito sostegno economico alla sua famiglia… ma chi avrebbe preso le redini al suo posto?

Il figlio maggiore? Poteva darsi, ma non era di certo una figura stabile e poi era sempre di umore irascibile…

La madre? Era succube del figlio maggiore, di certo poteva comandare sugli altri quattro figli ma non sul maggiore…

-Io devo parlare con loro…

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Capitolo 2
*** Non si torna indietro ***


…Unspoken Words…

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CAPITOLO II

Non si torna indietro

 

 

-Come? Come?- chiesero sbalorditi Goku e Re Kaioh.

-Questo non è possibile…- chiarì dispiaciuto Re Kaioh.

-Vi prego, io devo!!- li supplicò Haro, con occhi lucidi –Io ho lasciato cinque figli… non posso permettere che la loro vita vada a rotoli.

-Signor Haro…- prese parola Re Kaioh, sistemandosi gli occhialetti neri –Comprendo perfettamente il suo dispiacere per aver lasciato, e in modo alquanto brusco, la moglie e i suoi cinque figli… Ma mi creda, ormai non si può più tornare indietro!!

 

-Ma io…

Haro s’interruppe da solo…

Lasciate cadere le braccia penzoloni, abbassò lo sguardo e, triste, contrasse le palpebre e si morse il labbro inferiore.

 

“Che padre snaturato che sono stato!

Li ho abbandonati, così… il mezzogiorno di un otto marzo…

Li ho lasciati, appeso con una corda, nella casa di mia cognata…

Li ho lasciati, in un giorno simbolo per Lily e per tutte le donne…

Mi dispiace amore mio, perdonami se puoi…

Potresti anche non farlo mai, ma sappilo: io ti amerò per sempre.

Starò qui ad aspettarti e, se vorrai, qui mi troverai amore…”

 

-O forse sì!!...- la voce di Re Kaioh spezzò improvvisamente il silenzio. Evidentemente aveva scoperto qualcosa.

-Re Kaioh… che le succede?- domandò Goku, stranito da quella reazione dell’ometto.

-Goku, Goku…- continuò festante Re Kaioh –Ti ricordi di quel Bosco di cui ti parlai tempo fa?

-Quale bosco?- cercò di ricordare Goku, portandosi una mano dietro la nuca.

Frattanto in Haro, la speranza cresceva.

-Il Bosco di Diamante… Quello in direzione della Galassia del Sud Est!!- spiegò l’autorità, indicando la direzione.

-Ah…- rimembrò Goku –E io cosa dovrei fare?

-Accompagnerai il nostro amico Haro!! Poi basterà che tu dica che ti mando io e ti faranno entrare.- comunicò sorridente l’indigeno del pianetino.

-D’accordo!!- esclamò Goku –Haro, salta pure su!!

-Oh… io… non so veramente come ringraziarvi!!- proferì umilmente l’omino corpulento e spaesato.

E, salito in groppa alla possente schiena di Goku, Haro prese la strada per il Bosco di Diamante.

 

Durante il volo, il sayan e Haro conversarono.

Goku raccontò delle sue imprese eroiche e di suo figlio Gohan, mentre Haro parlò del suo lavoro e della sua numerosa famiglia.

-Io ho lavorato come guardia giurata per 25 anni. Ho lavorato in molti posti del mio paese, l’Italia… lo conosci?

-Italia?- domandò Goku cercando di racimolare qualche conoscenza perduta… -No, mi dispiace!!

-Ah, pensavo fosse più conosciuta nel mondo!!- spiegò allibito Haro, ma evidentemente ignorava il fatto che lui e Goku venivano da mondi e dimensioni differenti.

-Comunque, come ti spiegavo, ho lavorato con le forze dell’ordine per quasi trent’anni…- riprese Haro, interrotto però dal sayan.

-E perché hai smesso? Non sei così anziano!!- osservò Goku, rivolgendogli lo sguardo.

-E…- Haro quasi quasi non riuscì a pronunciare quelle parole, ma credette giusto dare una risposta alla gentile persona quale era il sayan. –Mi hanno licenziato… E come me hanno lasciato in mezzo a una strada altri 365 dipendenti…

Le parole di Haro erano cariche di dolore.

Per lui aver perso quel lavoro era stata la causa principale della sua morte.

Per l’avidità di certi “ricchi” lui ha dovuto aspettare, aspettare troppo tempo che quei quattro soldi, quella “liquidazione” arrivasse…

Ma quel tempo fu troppo!!

Haro non era riuscito a resistere a quella prova, all’ennesima prova che il tempo traditore gli poneva innanzi…

Ma Goku non riusciva a capire

 

-E perché non ti sei cercato un altro lavoro?- domandò il sayan con aria sbarazzina.

Haro rispose, ma nella sua voce spiccava un sottile velo di malinconia e tristezza…

-Perché ho quarantotto anni, Goku…

-E allora??- soggiunse il sayan, non capendo.

-Come “e allora”?- asserì sbalordito l’omino corpulento che frattanto stava in groppa al sayan –Goku, caro mio, a quarantotto anni non sei più un ragazzino!!

-Ma non sei neanche tanto vecchio!!- aggiunse Goku, cercando di mettere in difficoltà l’omino.

-Ecco, è questo il punto!! Non tanto vecchio per non lavorare più né tanto giovane per trovare lavoro con facilità… Tutte le porte ti si chiudono, anzi, nella maggior parte dei casi, nemmeno ti si aprono… Ma ora dimmi, Goku, cosa hai fatto tu nella vita?

-Io? Io ho sempre combattuto…

-Combattuto?- domandò Haro, sconcertato.

-Sì, amico…- continuò Goku, schivando una nuvoletta gialla –Da quando mi ha allevato mio nonno Gohan io sono sempre stato un ottimo combattente. Amo lottare per difendere i più deboli o per il solo piacere di farlo.

-E di cosa vivevi?- chiese l’omino corpulento sulla sua schiena, evidentemente incuriosito da quello strano stile di vita.

-Di cibo!- delucidò Goku, con tono più spigliato possibile.

-No… non mi riferivo a quello!!- chiarì Haro –Dico… come ti procuravi i soldi per mangiare??

-Aahhhh, quelli?? Non ne ho mai avuto bisogno… Mia moglie mi ha sempre preparato da mangiare e non mi ha mai fatto mancare nulla. Ah, se ti riferisci al lavoro, no… sappi che io non ho mai lavorato…

-Ah, capisco…- proferì Haro, comprendendo finalmente il perché di certe risposte ingenue del sayan sbarazzino.

 

-Stiamo atterrando, Haro… Fa attenzione!!- gli raccomandò Goku.

Una volta atterrati sulla piattaforma bianca all’ingresso del Bosco di Diamante, i due s’incamminarono a passi silenziosi verso la radura.

 

-Haro, Goku!- una voce familiare richiamò i due…

Ma era… la voce di Re Kaioh.

-Toh, Re Kaioh!! Che piacere rivederla così presto!!- esclamò baldanzoso Goku.

La grossa faccia dell’autorità della Galassia del Nord si era materializzata su un gigantesco pannello bianco…

-Come potete vedere qui non c’è nessuno…- sottolineò Re Kaioh, facendo risaltare agli occhi di Haro e del sayan il paesaggio triste, annebbiato e desolante che caratterizzava quella zona –Quindi vi spiegherò io cosa fare…

-Perché non c’è più nessuno, Re Kaioh?- chiese Goku, naturalmente incuriosito.

-I Ghimel sono scappati dopo l’invasione dei mostri degli specchi…

-Che cosa?!?- domandò allibito il sayan –E chi sarebbero questi mostri??

-I mostri degli specchi!!- ripeté irritato Re Kaioh –Si nascondono dentro le superfici riflettenti e sbucano fuori quando meno te l’aspetti…

Goku annuì alla gigantesca faccia, comunicando di proseguire la spiegazione.

-Questi mostri non consentono pertanto di utilizzare gli Specchi del Sogno e quindi vanno scacciati da essi. Goku, tu ascolta quello che ti dirò e fallo, intesi?- troneggiò Re Kaioh.

-Agli ordini!!

 

E così, incamminatisi per quella folta vegetazione, Haro e Goku scalarono il gigantesco Bosco di Diamante.

Era un paesaggio triste, invernale.

Ad Haro ricordò vagamente il suo primo approccio all’aldilà, quando si era smarrito nel Serpentone, prima di essere ritrovato da Goku.

Ma nonostante adesso ci fosse Goku, lì con lui, Haro si sentiva di nuovo solo, abbandonato…

Forse era la nebbia?

Forse era quel bianco pallido che riempiva tutto?

Forse era quel terriccio così maledettamente friabile?

Beh, in qualunque caso non era questo il momento di pensare a risolvere certi dubbi emblematici…

Doveva parlare con i suoi cari, per un’ultima volta…

Questo, Haro lo desiderava con tutto il cuore.

 

-Eccoci qua… il primo specchio!!- esclamò Goku, avvicinandosi alla superficie riflettente. –Che c’è di strano? A me sembra sia tutto a posto!

-No Goku… guarda bene… Ti somigli?- lo invitò ad osservare meglio Re Kaioh…

-La tunica, i pantaloni, le scarpe, i capelli…- cominciò a controllare Goku, esplorandosi in lungo e in largo –Sì, Re Kaioh!! Sono decisamente io!! Eheh!!- concluse festante

-L’aureola…- non fece a meno di osservare Haro –Nello specchio non viene riflessa l’aureola!!

-Urca, è vero!!- concordò Goku –Ma che strano… come mai?

-ATTENTO GOKU!!- gridò Re Kaioh, notando quando stava accadendo…

 

-Ma cos… gh…- sibilò Goku, che adesso si trovava la gola stretta dalla morsa della sua sagoma riflessa allo specchio.

-AhAhAhAhAh…- ghignò il mostro dello specchio che adesso aveva in pugno il potente sayan.

Goku cercò di divincolarsi dalla presa, ma con scarso successo.

Ogni suo movimento era inutile. Quello specchio era resistentissimo e così quella creatura era fortissima.

-Oddio… cosa posso fare??- gridò disperato Haro, evidentemente impreparato di fronte ad una situazione del genere…

-HARO!!- lo richiamò Re Kaioh.

-Eccomi!!- rispose sull’attenti l’omino.

-Aiuta Goku!! Stacca un ramoscello da quell’albero dietro di te, presto!!

Haro eseguì, staccando diligentemente un ramoscello appuntito dall’albero indicato.

Goku invece era ancora in preda alla morsa letale del mostro insito nello Specchio del Sogno, rischiando, di lì a poco, il soffocamento.

-Re Kaioh, cosa faccio adesso?- domandò l’omino col ramoscello in mano, evidentemente in preda al panico.

-Semplice: punzecchia quello specchio!!

-Come??- domandò Haro stupito.

-Hai capito benissimo!! Usa quel ramoscello per dare i pizzicotti a quella creaturaccia… Sbrigati, o Goku ci lascia le penne per l’ennesima volta!!!

E, seppur ancora incredulo, Haro ascoltò Re Kaioh e, con evidente sorpresa, notò che la cosa infastidiva quella creatura mistica.

Tanto che, mollato Goku, lo spiritello insito nella superficie riflettente saltò fuori, rivelandosi come un diavoletto bianco di circa 40 cm.

-Ughh… certo che ne prendono di forza una volta che entrano in quegli specchi, eh?- constatò Goku, massaggiandosi il collo.

-NON LASCIATELO SCAPPARE!!- urlò Re Kaioh, notando l’imminente fuga di quella piccola creatura demoniaca che andava raggiungendo i cespugli.

Zacc!!

Improvvisamente, un ramoscello appuntito trapassò il corpicino del diavoletto bianco che, rimasto senza vita, si polverizzò dopo pochi secondi…

Chi aveva lanciato quel ramo?

-Ehi, Haro!! Hai un’ottima mira!! Complimenti!!- osservò Goku, notando l’abilità da lanciatore dell’omino corpulento.

-Grazie, Goku…- rispose l’altro, scrocchiando le dita.

 

-Allora Haro… vedi questo Specchio?- disse Re Kaioh, con l’intento di spiegarne il funzionamento –Posizionatici davanti!

Haro eseguì, riflettendo la sua immagine tozza.

-Ora poggia delicatamente il palmo della mano destra su di esso…

E, indugiando un attimino, l’omino robusto portò l’arto superiore destro alla posizione desiderata…

-Chiudi gli occhi…

Lo ascoltò

 

-Papà…

-Oh… Gary?

 

Haro aveva aperto gli occhi…

Era in un posto diverso… Era strano, non c’era mai stato lì…

C’erano tanti abiti da sposa appesi in quella stanza…

Era una stanza piccola, dalla cui finestra penetrava la luce crepuscolare.

 

-Papà!!

Il ragazzo che gli era comparso dinnanzi improvvisamente lo raggiunse, saltandogli addosso per abbracciarlo.

-Papà, oh papà… Quanto mi sei mancato!!

-Oh, figliolo… Ma tu sei Gary? Ma come sei cresciuto!!

 

Haro riconobbe, in quel ragazzo, suo figlio Gary, il suo ultimogenito che aveva lasciato quando ancora questi aveva soli 11 anni.

Adesso gli pareva di riconoscere un diciottenne: alto, di buona salute e con i tipici occhi verde-castano che proprio da suo padre aveva ereditato.

 

-Papà… Che cosa stai facendo qua? Quando ce la facciamo una vacanza tutti insieme?- domandò Gary, sorridente e luminoso in volto.

-Una vacanza?? Ah sì… Quando mi arriva la pensione, Gary… Ti prometto che faremo un bel giro del mondo insieme!! Ok?

-Ok papà!!

 

Padre e figlio, incamminatisi, raggiunsero una porticina sulla sinistra, ove entrarono, trovando altri abiti da sposa appesi.

Gary s’arrestò improvvisamente…

 

-Papà…

-Che c’è Gary?

-Anche questo… anche questo è un sogno, vero?- proferì il ragazzo guardandolo dolcemente negli occhi.

-Sì, Gary… anche questo lo è!

 

-Oh, papà!

E, senza indugiare oltre, il ragazzo riprese a riabbracciare il padre defunto, stringendolo a sé più forte che potesse.

-Ti voglio bene, papà…

-Anch’io ti voglio bene…

 

 

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

SonSara, majiannetta, emyc, Tequila Pit la maga bianca, DolceMella, SerenaChichi

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Capitolo 3
*** Felicità vera ***


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CAPITOLO III

Felicità vera

 

 

-Allora?- domandò Goku ad Haro, appena reduce dall’incontro con l’ultimogenito –Com’è andata? Chi hai incontrato?

Sistemandosi e controllandosi, Haro, prima di dare una risposta a Goku, si accertò che tutto fosse a posto.

Si sentiva strano, scombussolato, come “centrifugato”…

-Mio figlio Gary… il più piccolo…- rispose poi, con un filo di tenerezza nella voce, come per sottolineare il legame sottile e nascosto che ci fosse stato tra lui e Gary in vita.

Non gli aveva mai detto “Ti voglio bene…” né tantomeno l’aveva mai picchiato, no.

Haro era sempre stato un buon’uomo, verso la moglie, verso i figli, verso la società.

Tutti lo ammiravano e rispettavano.

Era conosciuto da buona parte del suo paese e le persone che incontrava non gli negavano mai il sorriso.

Era simpatico. Dove c’era lui l’ambiente si riempiva di felicità e allegria.

Non esistevano i momenti morti con lui.

C’era sempre da divertirsi e farsi quattro risate.

 

Anche Goku, più o meno, era così…

 

Goku non era mai stato un padre modello.

Aveva avuto soltanto un figlio e l’unica cosa che gli abbia mai insegnato era combattere.

Sua moglie non è mai stata molto d’accordo con le sue scelte e spesso lo sgridava o minacciava di privarlo del cibo (cosa che lui temeva tantissimo!!).

Tante volte si è cacciato nei guai e tante volte ha rischiato grosso…

Altre volte, invece, la situazione gli è proprio sfuggita di mano…

Ricorda ancora, con amarezza, i due avvenimenti principali che hanno segnato definitivamente la sua esistenza materiale: l’uccisione di suo fratello Radish (in cui fu coinvolto) e il sacrificio di fronte l’esplosione di Cell.

Nella prima occasione, se n’è andato in silenzio, così, senza dire niente.

Ma nella seconda, quando stava per teletrasportarsi con Cell, ha avuto modo di rivolgere a qualcuno delle dolci parole…

Dille che mi dispiace… Sono stato un egoista…”

Pensò che questo sarebbe bastato per consolare sua moglie.

Pensò che darla vinta a quella donna sarebbe significato avere uno sconto sulle sue colpe…

No, Goku non pensava proprio che in realtà ciò non sarebbe affatto bastato…

Non poteva mai immaginare che quella donna ora si disperava sotto gli occhi impotenti di Gohan.

Non poteva mai immaginare che Chi Chi aveva quasi completamente perso la voglia di vivere.

Goku non lo poteva sapere

 

-Haro, andiamo?- riprese poi il sayan, invitando l’omino a seguirlo nel suo cammino.

Proseguendo per le impervie vie della boscaglia, i due conversarono, confrontando le loro famiglie e i loro stili di vita.

 

-Quindi Goku hai un figlio… come si chiama?

-Gohan!!- rispose il sayan, con voce atona.

-Gohan? Che bel nome… L’hai scelto tu?

-Sì… L’ho chiamato così in onore del mio nonnino.

-E quanti anni ha?

-Uhm… vediamo…- Goku prese a conteggiare sulle dita –Pressappoco… otto!!

Haro restò sbalordito. Quell’uomo aveva un solo figlio e a malapena ne ricordava l’età!!

-Ma Goku… Hai un solo figlio e non ricordi quanti anni ha? Non è che vada poi così bene, eh!

-Eheh!- sorrise il sayan imbarazzato, portandosi una mano dietro la nuca –La verità è che ho qualche problemino nel farmi i conti, ehehe!!

L’omino corpulento, rinunciando completamente a ragionarci su, si portò una mano sulla fronte. “Santa pazienza…”

 

-Io, invece, non so se te l’abbia già detto, ho cinque figli…- riprese a narrare Haro.

-Come si chiamano?- chiese giustamente Goku, rivolgendogli uno sguardo.

-Allora… la più grande si chiama Tagara, ha 24 anni e si dovrà sposare a settembre… ma non so se quel giorno è già arrivato… Qui è tutto così strano… Il tempo vola… Ho rincontrato il mio ultimogenito che già aveva 18 anni e quando l’ho lasciato non ne aveva compiuti neppure 12!! Ma vabbé, ormai… tutto è fatto. Poi c’è il secondo, Lauren… Ha un carattere ombroso e dispotico. È un ragazzo molto introverso, poco socievole e, se qualcosa gli va storto, si chiude in camera sua e non né esce neppure per mangiare!!

-Un vero folle!!- commentò Goku, portandosi una mano allo stomaco. Evidentemente, per lui l’argomento “cibo” era un tasto molto delicato!!

-Sì, così sembra… Ma intanto non ha problemi psichici di vario genere… Cioè, è questo il suo carattere… È chiuso nei confronti del mondo esterno… Non ha una ragazza e non credo ne abbia mai avuta una e, francamente, dubito che se continua così l’avrà mai… Io spero solo che non tartassi eccessivamente quella poverina di mia moglie. Lei fa di tutto per accondiscendere alle sue richieste, spesso andando contro anche agli quattro figli… Talvolta ha pure litigato con me per via di Lauren… “Lo sai com’è lui, Haro!!” mi diceva sempre quando gli obbediva incondizionatamente… E io mi sentivo, così, così…- Haro contrasse i pugni e gli occhi. Quella situazione che tanto l’aveva fatto dannare in vita, proprio non gli andava giù!!

-…impotente!!- pronunziò forte alla fine, quasi a voler sottolineare quella parola.

 

Passarono sotto un ramo carico di fronde diamantine. Riflettevano la luce in un gioco di colori fantastico: blu, indaco, rosso, verde… tanti colori, che parevano non limitarsi ai soliti sette colori dell’arcobaleno, anzi, più ne cercavi, più di nuovi ne scoprivi!!

Haro continuò il suo discorso…

-Poi c’è Tisy, la terza dei miei figli… Ha 20 anni - li ha fatti da poco -, ed è fidanzata. Spero solo per lei che sia felice e che trovi il vero amore nel ragazzo che sta con lei… Il quarto si chiama Kalex, ha 16 anni. Per il bene della famiglia ha abbandonato gli studi al secondo anno di superiore. Ha cominciato a lavorare anche lui, per sopperire ad una mia carenza…- le parole di Haro, qui, si velarono di una profonda tristezza.

Goku, parve capire, e gli poggiò una mano sulla spalla, senza però intervenire verbalmente.

Trattenendo un pianto, Haro tornò a raccontare…

-Poi, infine, come ti ho già spiegato, c’è Gary, che quando l’ho lasciato aveva 11 anni… Quel bambino è sempre stato diverso dai quattro fratelli più grandi. Lui è quello che ha dimostrato affetto. Mi abbracciava quando era felice, mi chiedeva sempre cose nuove sulla vita, voleva sapere sempre di più, su tutto e su tutti… Mi diceva che da grande voleva fare l’astrofisico o l’astronauta!!

-Che ambizioso!!- commentò Goku, entusiasta.

-Eh sì!! E poi è sempre stato il primo della classe a scuola, regalando a me e mia moglie delle grandi soddisfazioni!! Spero solo che non sia cambiato…- l’omino terminò il discorso, reclinando leggermente in avanti la testa; poi continuò –Goku

-Sì?- domandò il sayan, senza però voltarsi.

-Che tipo è tuo figlio?

-Chi? Gohan? Ah, lui è un bambino coraggioso. Sono sempre stato orgoglioso di lui!!- comunicò fiero il sayan, portando lo sguardo al cielo.

-Ah sì? Era un bambino ubbidiente??

-Non solo… Ha sempre avuto una tenacia e una forza di volontà che personalmente ho ammirato. Ha ereditato la forza caratteriale da sua madre e quella fisica da me. Nonostante agli inizi ci fossero stati degli inconvenienti, data la sua età e il suo essere nato in un ambiente “familiare”, poi però grazie al mio amico Piccolo è riuscito a tirare fuori e dare il meglio di sé… Infatti è stato lui ha sconfiggere Cell!!

-Cell?- domandò curioso Haro –Scusa, posso chiederti chi è?

-Un mostro, o meglio dire, un androide che si serviva dell’energia dei corpi di altri esseri viventi per diventare sempre più forte!!

-Ma è terribile!!- osservò Haro, attonito.

-Eh sì… però per fortuna ha incontrato chi era più forte di lui, e cioè mio figlio Gohan che l’ha ridotto in frantumi!! Eheh!! È forte quel giovanotto!! Sì, sì. Lo è!

-Come pensi che se la stia cavando adesso con tua moglie?- domandò Haro al sayan, rivelando malinconia nel tono di voce.

-Eh…- sospirò GokuChi Chi è una donna forte, ma quanto difficile!! Spero solo che non se la prenda con Gohan per quanto è successo… In fondo io ho detto a mio figlio di dirle che mi dispiaceva lasciarli da soli per un’altra volta…- raccontò Goku, bruscamente interrotto però dalle parole di Haro.

-Per un’altra volta, hai detto?- chiese Haro, meravigliato.

-Sì…- rispose Goku, ignorando lo stupore dell’uomo.

-Vuol dire… Vuol dire che li avevi già abbandonati in passato?- decifrò l’omino corpulento, pensando che Goku non fosse in realtà stato un buon padre. Pensò che il sayan avesse abbandonato i suoi familiari in balia al loro destino alla ricerca di qualcosa di nuovo in vita, di una nuova relazione, di un nuovo amore… Ma Haro non poteva sapere

-Beh, sono morto durante un combattimento e poi sono risuscitato grazie alle Sfere del Drago!!- spiegò Goku, con aria tranquilla, contrariamente allo shock di Haro nell’ascoltare una simile e straordinaria rivelazione.

-Le… Sfere… del Drago?- domandò l’omino stupito.

-Sì… ma come non lo sai?? Sono sette in tutto e, se riunite, ti consentono di esaudire un desiderio a tua scelta!!- illustrò diligentemente Goku, con entusiasmo.

-Anche… anche resuscitare qualcuno, hai detto?- chiese Haro, con un filo di speranza mista a illusione nella sua voce.

-Sì!!

 

E così, tra una discussione e l’altra, i due giunsero al secondo specchio, detto “Metempsy”.

Si racconta che anticamente questo specchio servisse per far transmigrare le anime dall’ingresso dell’aldilà al Paradiso o all’Inferno.

Era completamente blu al centro, in alto, recava la testa di un Gargoyle con gli occhi fiammeggianti.

-RE KAIOH!!- gridò Goku, invocando l’attenzione dell’autorità della Galassia del Nord.

-Dimmi, Goku!!- rispose l’omino, apparendo di riflesso su alcune piante di diamante.

-Questo specchio?? Ha qualcosa che non va?- domandò il sayan, osservando l’oggetto in questione.

-Hmm… fammi controllare…- mugugnò Re Kaioh, scrutando la superficie riflettente. –No, mi sembra sia tutto a posto!!

-Bene!! Quindi… prego Haro!!- disse il sayan, invitando l’omino a poggiare il palmo della mano sullo specchio. Ma…

-ATTENZIONE!!- esclamò Re Kaioh, puntando lo sguardo sulla parte superiore dello specchio.

La testa di Gargoyle che lo decorava ora fuoriusciva lentamente sempre di più, finché un intera, gigantesca, creatura alata non ne venne fuori. Sembrava un drago alato… Un drago blu e nero, con qualche sfumatura giallastra.

-Ma che cosa diavolo è?- domandò Goku, mettendosi subito in posizione di combattimento.

Tiamat!! Uno spirito malvagio. Fa attenzione figliolo, perché il fuoco nero che sputa dalle narici è devastante!!- lo mise in guardia Re Kaioh, conoscendo la gravità del pericolo che il sayan correva.

-Haro, va a nasconderti!! Qua ci penso io!- riferì Goku, trasformandosi in super saiyan.

Haro, non sapendo cos’altro fare, preferì ascoltare le parole del saiyan, rifugiandosi dietro una roccia.

 

Iniziò un violento scontro tra la creatura alata e il saiyan.

“È molto potente.” pensò Goku “Devo fare attenzione al fuoco che sputa… È più incandescente della lava. Dubito che resterò con il corpo se ne vengo beccato. Devo escogitare qualcosa!”

E così il saiyan, evitando i getti di fiamme che provenivano dalle narici di Tiamat, andava escogitando e ogni tanto colpiva con qualche calcio o pugno. Nonostante tutto però, quel drago pareva essere un osso duro.

Ci sarebbe voluta una bella Kamehameha al momento giusto… sì, ma dove?

“È dotato di una robusta corazza!! I miei colpi sembra non sentirli a volte… Dubito che gli farei qualcosa anche se utilizzassi la Kamehameha… Qui ci vorrebbe una Genkidama o roba del genere... Ma è necessario troppo tempo!!”

Goku continuò a ragionare sul da farsi, mentre andava perdendo alcuni trafiletti della tuta da combattimento, bruciati dalle vampe nere di quel mostro.

Ma ad un certo punto gli venne in mente come un lampo di genio: notò che il mostro, dopo aver sputato la sua razione di fuoco, impiegava tanto tempo per riprendere fiato e risputare altro fuoco, ossia circa nove secondi…

Tra l’altro poi, prima di sparare fiamme addosso al sayan, teneva la bocca spalancata per circa due secondi…

E se…”

E uniti i polsi, Goku si posizionò davanti al mostro, che frattanto si ricaricava per una successiva fiammata.

-KAMEHAME…- pronunciò Goku, creando la sfera d’energia con l’unione dei polsi.

Il mostro frattanto si era già ricaricato e, spalancata la bocca, gettò su Goku l’ennesima scarica di fiamme oscure.

-GOKU, FIGLIOLO, TOGLITI DI LÌÌÌ!- urlò Re Kaioh, temendo per le sorti del saiyan.

-…HAAAAA!!!- Goku, liberando tutta la sua energia, riuscì a contrastare il potente getto di fiamme proveniente dalle fauci di Tiamat, ingaggiando un appassionante duello tra Energia e Fuoco.

Tale contrasto durò per molti attimi, sotto gli occhi sbalorditi di Re Kaioh e Haro, e quelli concentratissimi di Goku.

Ma alla fine il saiyan ebbe la meglio.

Contrastando con superiorità le fiamme di Tiamat, Goku riuscì a penetrargli la bocca, facendolo esplodere dall’interno, con l’immane energia della sua Kamehameha.

 

In uno spettacolo di luci e fiamme, il drago malvagio finì polverizzato e, fiero di stesso, Goku tornò allo stato normale, lasciando che Haro facesse ciò che doveva fare.

-Grazie Goku…- ringraziò umilmente l’omino, inchinandosi al saiyan.

-Figurati, amico…- rispose Goku, sfoderando un lucente sorriso.

 

E, poggiato il palmo della mano sullo specchio, anche stavolta, Haro chiuse gli occhi

 

-È buio pesto, qui!!

Haro si ritrovò in una stanza buia, oscura ma a lui stranamente familiare.

-Ma questa è…

Riconobbe in tale stanza quella dei figli maschi. La stanza di Lauren, Kalex e Gary

Notò che però essa era molto cambiata rispetto a quando l’aveva lasciata l’ultima volta…

Qualche mobile era stato spostato, qualche porta appariva diversa…

C’era qualcos’altro… un PC…

Un uomo, sui 25-30 anni, stava seduto davanti ad esso

 

-Lauren?- domandò Haro, sorpreso.

-Non ho bisogno di te, papà… Vattene!- esclamò l’uomo seduto davanti al computer.

-Lauren…- ripeté Haro, triste e deluso da quella reazione del figlio.

 

-Papà, ti rendi conto del male che ci hai fatto o no?- riprese Lauren, con tono duro e tagliente nella voce, senza voltarsi per guardare in volto il padre defunto.

-Sì, LaurenHai proprio ragione…- Haro, non trovando parole più adatte, si limitò a rispondere con queste parole, abbassando il volto.

Poi però riprese coraggio…

 

-Lauren… Voglio solo chiederti una cosa, però… Un’ultima cosa

E l’uomo seduto al PC, arrestò per un attimo il suo lavorio tecnologico, prestandosi ad ascoltare il padre.

-Sei felice?

 

Il silenzio piombò più che mai in quella stanza…

Lauren non aveva parole, non sapeva cosa rispondere.

Si avvertirono dei singhiozzi provenire dalla sua direzione.

No, lui non lo era… Lauren non era felice.

 

-Papà…- riprese lui, alzandosi e mostrando il volto al padre.

-Come sei cresciuto, Lauren!! Quanti anni hai?

-Papà!...- rispose Lauren, senza collegarsi alla domanda rivoltagli dal padre.

-Non so cosa fare ormai… Io… io sono solo…- spiegò il figlio, accompagnando il suo disagio interiore con la gesticolazione delle mani.

-Nessuno mi vuole più bene, tutti mi odiano!! E io odio il mondo, odio questa famiglia, odio tutto ciò che per gli altri è bene!! Papà, io faccio il bene e nessuno mi capisce… Mi rispondono sempre tutti male. Non capiscono quando ho ragione!! Pretendono sempre di fare i loro porci comodi!! Non lo capiscono che io ci sto male per loro, no papà, non lo capiscono!!- la voce di Lauren era ormai completamente rotta dai pianti. Aveva da sempre desiderato sfogarsi in quel modo, non l’aveva mai fatto e di certo non l’avrebbe rifatto in vita sua con altre persone.

Aveva trovato il coraggio di confessarsi solo con suo padre, ch’era defunto.

 

-Lauren…- Haro riprese parola, cercando di diminuire le distanze col figlio –Sei felice?

 

Lauren tergiversò. Ma poi si lasciò andare e si gettò alle braccia del piccolo padre corpulento.

-No, papà… Non lo sono… Non sono felice!!- comunicò il figlio, ormai piangente.

 

-Figlio mio, tu sei il fratello più grande… Tagara si è sposata?

-Sì, papà… E anche Tisy… E hanno un figlio ciascuna.

-Oh, davvero? E come si chiamano i miei nipotini?

-Alexis e Simon…

 

Haro non badò molto alla questione dei nipotini e riprese dove aveva interrotto poco prima…

-Lauren

-Sì, papà?

-Devi essere forte e coraggioso. Devi imparare a voler bene e rispettare. Ama i tuoi fratelli, onora tua madre e, soprattutto, te lo chiedo con il cuore: comincia a Vivere! Cerca la felicità vera, che è l’amare la Vita. Fallo per me, per la mia memoria!

-Papà…

-No, figliolo. Io non sono più di questo mondo. Ora sei tu che tieni le redini della famiglia. Ti prego: sii forte, fiero e coraggioso. Ma soprattutto, sii felice ragazzo mio!

 

 

 

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

majiannetta, CamyllaSsj5, emyc

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Capitolo 4
*** Vieni con me ***


…Unspoken Words…

Unspoken Words

…Le Parole Mai Dette…

 

CAPITOLO IV

Vieni con me

 

 

-Lei, rimane soltanto lei…

Haro, reduce dell’incontro con Lauren, suo secondogenito, invocava adesso la possibilità d’incontrare l’ultima persona a cui desiderava ardentemente parlare: sua moglie Lily.

-Vuoi incontrare tua moglie, eh?- domandò Goku, con espressione benevola.

-Sì Goku. Era con lei che desideravo parlare più di altri.- disse Haro, con tono incalzante.

-Bene. Allora raggiungiamo l’altro specchio.

 

“Che tipo!!

Vuole a tutti i costi parlare con la moglie… Ma perché mai, dico io?

Non è così bello essere liberi dall’oppressione isterica delle donne?

Dico io!! Se parlassi ora come ora con Chi Chi mi rimprovererebbe dalla testa ai piedi.

Comincerà ad urlare e non la smetterà più…

SEI UN IRRESPONSABILE!!

SEI UN PESSIMO PADRE!!

SEI ECC. ECC. altre parole che non mi vengono… Urca!! Quella donna a volte è peggio di Vegeta!!

Ma che dico… Vegeta è un dilettante a suo confronto!!

Se penso a tutte le volte che ci siamo detti qualcosa di carino… è stato… quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta… e quando l’abbiamo fatto prima del Torneo di Cell

Sì… erano quelle le uniche occasioni!!

Poi… aspetta… vediamo

No. Proprio non riesco a trovare una volta in cui ci siamo detti qualcosa di carino…

Boh, forse quando lei mi faceva i complimenti per i giri nel letto…

Ma si possono definire cose «carine» parole come «sei uno stallone» e «fammi avvampare»?

Boh, non lo so… Forse lo sono e forse se fossi stato come Vegeta mi sarebbero piaciute…

Però io non le capisco certe cose e quindi non so se sono cose carine o meno…

Comunque, c’è da riconoscerlo… Quest’uomo ha coraggio!!”

 

Goku cadde nei suoi ingenui pensieri.

Era inutile: per quanto si sforzasse di comprendere il comportamento di Haro, non riusciva a capirci molto.

Ma forse la colpa non era sua.

Forse era stato il suo impervio destino a condizionargli anche il modo di ragionare.

Forse la sua vita frenetica l’aveva portato a coglierne gli aspetti essenziali: il cibo, il combattimento, l’essere sempre attivi e vitali…

Forse per questa ragione non era mai riuscito a cogliere gli aspetti interiori della vita: i sentimenti, le paure, le emozioni vere…

Non poteva quindi essere colpevole per non sapere ciò che non avrebbe mai capito!

Ma era davvero così?

Davvero Goku non ha avuto la possibilità di “capire”, di “comprendere”?

O forse si tratta di un puro e semplice “rifiuto”?

Un rifiuto delle cose inutili, troppo complicate da capire…

Cosa sono i sentimenti? E le emozioni??

No, sono cose troppo difficili da capire!!

Sono cose che non puoi vedere, non puoi toccare con mano… Quindi sono astratte, incomprensibili e inutilizzabili.

Era forse questa la teoria di Goku?

In qualunque caso, lui continuava a non capire

 

-Goku…- intervenne Haro, mentre che i due percorrevano un sentiero in leggera pendenza, ove svolazzavano alcune farfalle blu e rosse.

-Sì, Haro

-Ti manca?

-Chi??- chiese Goku sorpreso.

-Lei…- disse l’omino con tono dolce.

-“Lei” chi?- domandò il saiyan, esterrefatto.

-Come “lei chi”?- si stupì Haro; evidentemente non aveva ancora capito con chi avesse a che fare –Tua moglie, Goku!

-Ahhh!!- esalò Goku, lieto di aver capito –Chi Chi? Beh… Vuoi sapere la verità? Non lo so…

-Come non lo sai?- Haro strabuzzò gli occhi. Non poteva crederci: Goku non era sicuro se sua moglie gli mancasse!!

-Goku… posso farti un’altra domanda?- riprese Haro, leggermente curioso ma molto stupito.

-Sì, caro…- confermò il sayan, portandosi le due mani dietro la nuca e guardando avanti.

-Ma tu l’hai amata tua moglie?

-Cos… come?? Se l’ho amata?? Beh… certo… io… e...- Goku in realtà non sapeva cosa rispondere.

 

Cosa significava la parola “amore”?

Qualcuno glie lo aveva mai spiegato?

Che lui ricordasse… no!!

Forse se l’avrebbe chiesto a sua moglie glie lo avrebbe di certo spiegato…

Forse anche Vegeta avrebbe saputo spiegarglielo…

Ma la verità era soltanto una: lui non ne conosceva il significato!!

Che valore avrebbe avuto rispondere “sì” a quell’uomo quando in realtà non sapeva nemmeno quello che diceva?

Ma che rapporto aveva quindi con sua moglie? Su cosa si basava? Sul semplice affetto? Forse…

In questo caso comunque Goku non avrebbe avuto tutti i torti.

In effetti lui ha sposato Chi Chi solo per rispettare una sciocca promessa fatta da bambini e per non farla restarci male.

Ecco la risposta: l’aveva accontentata.

E lei, da brava donna e moglie, l’ha sempre amato, incondizionatamente promettendo di dare la vita per lui e per loro figlio.

Una donna forte, di carattere roccioso, incrollabile.

Ha saputo reggere qualsiasi avversità, qualsiasi fatica che la vita le ponesse innanzi.

Ha saputo sopravvivere anche quando suo marito non c’era.

Ha saputo lottare anche quando Goku si feriva ed era fuori gioco.

Ha saputo stringere i denti di fronte al dolore che quell’uomo, quel saiyan, con la sua attività pericolosa, riusciva a procurarle.

Ma lei lo amava.

Ne amava la solarità, la spontaneità, lo gioia ingenua di vivere.

Queste tre cose erano la sua forza eterna, la sua continua carica di energia e di speranza per il futuro, suo, di suo figlio e del mondo intero.

Ma tutto questo ora non c’era più…

Goku non sarebbe più tornato…

Mai più

 

-Allora Goku?- domandò Haro, in attesa di una risposta che tardava ad arrivare.

-Beh… ecco…- i grattacapi di Goku continuavano ma poi, stanco di continuare a rimuginarci su, diede una risposta secca –Non lo so.

-Ah… d’accordo Goku!- sentenziò Haro, evitando di perseverare su certi discorsi. Di certo sarebbero serviti soltanto a confondere il povero saiyan e questo Haro non lo voleva, soprattutto perché lo stava aiutando.

Non sarebbe stato giusto!!

 

-Eccoci qua!! Il terzo specchio.

Arrivato di fronte alla terza superficie riflettente magica, Haro sperò con il cuore che quella potesse essere la volta buona per incontrare lei: sua moglie, la sua dolce Lily.

“Speriamo…

Speriamo che questa sia la volta buona.

Lily, amore mio, voglio poterti dire per un’ultima volta quanto ti ho amato, quanto ti amo e quanto ti amerò in eterno.

Amore mio, come starai adesso?

Ti sarai già risposata?

Avrai già conosciuto la felicità presso qualcun altro?

In qualunque caso, sappi che tu e solo tu sei stata la donna più importante della mia vita e non mi vergogno a gridare al mondo, all’universo intero quanto ti amo!!

Aspettami, amore mio.

Anche se sono morto, io non sarò mai troppo lontano.

Io sarò sempre al tuo fianco.

Mentre che tu continuerai a vivere…”

 

-RE KAIOH!!- Goku richiamò l’attenzione dell’autorità della Galassia del Nord, con l’intento di chiedere se fosse tutto a posto.

-Goku…- Re Kaioh comparve di riflesso su una pozzanghera trasparente –Fammi controllare…

L’autorità controllò… sì, strano ma sembrava essere tutto a posto!

-Allora io vado!!

 

E Haro andò

 

-Lily!!

L’aveva trovata!!

Era lei, sua moglie Lily!

Era la donna della sua vita!

Lei si voltò…

Era così bella, così angelica in quel suo viso perennemente dolce e innocente.

 

-Haro…- rispose lei, con tono più dolce possibile.

-Lily, amore mio, quanto mi sei mancata!

 

A passi delicati, leggeri, quasi come se a muoversi fossero delle foglie portate dal vento, lui raggiunse lei, senza cessare di fissarsi l’un l’altro.

 

Al che, lui la raggiunse…

La toccò…

Era così meravigliosamente bella.

Bella come la prima volta che l’aveva vista.

Conservava ancora il fascino misterioso dei suoi vent’anni, nonostante avesse passato i cinquanta.

Ma il segreto del suo fascino era proprio il suo tendere a celarlo.

Il suo fascino erano la sua innocenza e la sua castità.

 

Haro l’aveva sempre amata per questo.

Era una donna speciale, la madre dei suoi figli.

Donna di buon cuore ma anche forte e determinata, pronta a qualsiasi cosa per la sua famiglia.

Aveva saputo resistere per tutto questo tempo senza Haro.

Aveva saputo portare avanti una famiglia con cinque figli, ognuno con problemi differenti, grandi o piccoli che fossero.

Questo era senz’altro da ammirare.

E Haro la ammirava.

 

-Lily

-Haro

 

Un abbraccio.

Un tenero abbraccio.

Un delicato e forte abbraccio.

Un non volersi mai più lasciare.

 

-Haro, amore mio, come stai?

-Lily… era come dicevi tu: qua c’è il bene e c’è il male!

-Oh, Haro!...

 

Non altre parole furono scambiate, finché i due non ripresero a fissarsi e ad abbracciarsi… a baciarsi…

In quel momento un’unica parola era in grado di descrivere ciò che legava profondamente i due: Appartenenza.

Sì, appartenenza dell’uno all’altra.

Eterna appartenenza sigillata da un patto di Amore.

Una promessa di Amore eterno.

Eternità destinata a non conoscere ostacoli né vincoli.

 

No…

Anche per Lily, Haro era e sarebbe stato l’unico uomo della sua vita.

Non sarebbe mai riuscita ad amare qualcun altro come o più di lui.

No!!

Il suo cuore ormai non aveva più spazio per una nuova vita.

No!!

Tutto era finito con Haro e solo con Haro era destinato a continuare dopo la morte.

Per sempre.

 

Haro si staccò…

La fissò negli occhi…

Schiuse dolcemente le labbra…

Sussurrò…

 

-Vieni con me!

 

La donna, senza esitare, rispose, ma con tutta la dolcezza che portava in cuore.

-No, Haro

 

L’omino, lì per lì, restò spiazzato e non seppe cosa rispondere…

Ma poi, raccolte le idee, abbozzò una domanda.

-Ma… perché?

 

Lily, donna dolce ma di carattere, trovò subito le parole per controbattere.

Non avrebbe voluto mai ferirlo, ma in cuor suo sentiva che ciò che stava per rispondergli era senz’altro la risposta più giusta.

-Perché i nostri figli hanno ancora bisogno di me. Perdonami, amore mio…

 

-Oh, Lily… - Haro sorrise bonario.

-Ti amo.

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

majiannetta, emyc

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Capitolo 5
*** Paura ***


…Unspoken Words…

Unspoken Words

…Le Parole Mai Dette…

 

CAPITOLO V

Paura

 

 

-Ti ringrazio, Goku.

-E di cosa?

 

Si abbracciarono.

Haro fu molto felice di aver avuto un’altra possibilità nel rivedere i suoi familiari e sua moglie per un’ultima volta.

Fu molto riconoscente nei confronti del sayan.

 

-Addio, Goku!

-Macché addio!! Arrivederci, semmai!

 

Dopo questo breve dialogo, Haro poté salire in cielo, avvolto da un fascio di luce.

Goku lo salutò, agitando la mano callosa.

Haro scomparve tra le nuvole…

 

-Ah…- sospirò il saiyan soddisfatto –Adesso si ritorna al lavoro!!

 

Armatosi di vigore, stava per abbandonare il bosco, quando quello strano specchio di cui prima si era servito Haro, catturò la sua attenzione.

 

E se ci provassi io?” pensò tra sé.

-Ma sì!! Vediamo chi incontro!!- esclamò, desideroso di capire cosa succedesse oltre quella superficie vetrosa.

 

Appoggiò la mano.

Chiuse gli occhi.

 

Una foresta compariva davanti ai suoi occhi.

Una foresta nera, scura. Di così nere lui non ne aveva viste mai.

 

-Ma dove mi trovo?- domandò a se stesso, girandosi a destra e a manca.

 

Un vento forte ora scuoteva, ora spezzava i fragili rami di quegli alberi di pino.

 

Una tempesta, un forte acquazzone gli scompigliava i folti capelli neri.

 

-C’è nessuno?- urlò il saiyan, in cerca di una risposta. Niente…

 

-C’è nessuno?- urlò ancora più forte Goku, coperto però dal rombo della tempesta.

 

-C’è nessuno?- urlò per la terza volta Goku.

 

Ecco…

 

Ora un potentissimo fulmine squarciava quel silenzio assordante.

 

-Ouh?- restò molto sorpreso da quell’avvenimento tanto improvviso quanto fragoroso.

 

-Ehi!! Tu!!

 

Un’ombra si materializzò in lontananza.

 

Un bambino…

 

-Ehi! Aspetta!! Sai dirmi dove…- il saiyan avrebbe voluto chiedere informazioni sul posto, ma quell’ombra scomparve alla stessa velocità con la quale era comparsa.

 

-Ehi!! Dove sei finito?- Goku cercò con lo sguardo quello strano essere, ma non capiva assolutamente dove potesse essersi cacciato.

 

Una terribile sensazione d’angoscia pervase per intero il corpo del saiyan.

 

Non si era mai sentito così… così MALE!

 

Si raggomitolò su se stesso… Aveva paura…

 

Provava di nuovo quella strana sensazione

 

Paura…

 

Ma perché?

 

 

Non piangere.

 

 

-Eh? Uh? Dove sei?

Aveva sentito una voce. Forse si trattava di quella strana ombra che aveva intravisto poc’anzi.

 

Nessuno.

 

Si alzò e volò alla ricerca di un segnale di vita.

 

 

Goku

 

 

-DOVE SEI?

 

Ecco, quella voce lo richiamava…

 

-Ah!! Eccoti finalmente!!

 

La vedeva. Finalmente quella strana ombra si rivelava nei suoi dettagli.

 

Osservò ed ebbe conferma: un bambino.

 

Noncurante della situazione corrente, il saiyan domandò informazioni.

 

-Ehi, piccolino, sapresti dirmi dove mi trovo?

 

-FORESTA DI PIETRA. CERCHIA DEI DANNATI.- rispose il bambino, mostrando due occhi fiammeggianti.

 

Goku s’intimorì non poco a quest’affermazione, se non altro per la durezza con aveva risposto quella creatura.

 

-Ehi!! Mi hai fatto prendere un grosso spavento sai!!- lo ammonì il saiyan che riprese –Comunque senti, sai per caso dove posso trovare i miei amici?

 

 

Hicta nore dobus naSaki dise diva raha

 

 

Quella creatura cominciò a pronunziare delle strane formule…

 

-Ehi!!- gridò Goku, reclamando attenzione –Dico a te! Non parlavamo la stessa lingua?

 

L’esserino continuò. Probabilmente si trattava di una maledizione.

 

Il cielo si trasformò… Era color rosso fuoco.

 

-Ehi, ma che…?- Goku non ebbe il tempo di finire la frase che dalle nuvole fiammeggianti uscì una creatura demoniaca.

 

-Urca!! Che aura pazzesca!!!- commentò il saiyan, tutt’altro che spaventato da quell’entrata.

 

 

Ciò che è caro all’uomo in terra è qui ripudiato e gettato nei più profondi abissi.

 

 

Declamò così la strana creatura alata generatasi dalle nuvole.

Era un demone. Un demone rosso dall’aspetto inquietante.

 

Senza che nemmeno se ne accorgesse, Goku si ritrovò il petto scavato da graffi, con una stella a cinque punte disegnata su di esso col sangue.

 

-Ma cosa…?- non riusciva a capire; ma ecco che quell’essere lo assaliva –Ehi!! Aspetta… ouch!

 

Pugni ritmici e veloci lo colpivano al petto.

 

Quel volto gli compariva davanti.

 

Era impotente. Non riusciva assolutamente a reagire.

 

Un burrone.

 

Il saiyan cadeva, in un coro di lamenti e gemiti di profondo dolore.

 

Il buio.

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

emyc, majiannetta, sirenis

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Capitolo 6
*** Egoismo ***


…Unspoken Words…

Unspoken Words

…Le Parole Mai Dette…

 

CAPITOLO VI

Egoismo

 

 

Svegliati, Goku!

 

Quella voce, era di nuovo quella voce.

Il saiyan aprì gli occhi… Dov’era?

Tutt’intorno era buio. Soltanto una luce non fisica lo circondava.

Poi era la notte.

 

-Ma dove sono?- si domandò guardandosi attorno.

Si alzò.

Accusò forti dolori al petto, ricoperto da numerosi lividi e da quella strana stella scavata sulla sua pelle.

Poteva sentire l’odore del suo sangue effondersi nell’aria.

Avvertiva il sapore del dolore in bocca: aveva il labbro tumefatto.

-Mi ha proprio conciato male quello strano essere… Se lo prend

Non terminò di dire la frase che un forte boato lo interruppe.

Un’esplosione.

-Hey, chi c’è?- gridò lui, voltandosi verso la fonte del rumore.

 

Nessuno.

 

Imperterrito, il saiyan corse verso quella direzione, sperando di trovare anima viva.

 

Goku!

 

-Chi è?

 

Goku!

 

-Dove sei?

 

Goku!

 

-INSOMMA TI DECIDI O NO AD USCIRE FUORI?

 

-Eccomi!- una voce conosciuta ma lontana gli rispose.

-F-Freezer?

 

Rimase colpito da ciò. Il nemico che quattro anni prima aveva sconfitto sul pianeta Namecc, si ripresentava adesso davanti a lui.

-Che ci fai qui?- domandò il saiyan minacciosamente, mettendosi in posizione d’attacco.

Il mostricciatolo blaterò qualcosa che Goku non riusciva a sentire.

-Non ti sento, parla più forte!!

Al che il distruttore del pianeta Vegeta-Sej alzò il braccio e scagliò contro Goku una lama tagliente.

 

Il saiyan si scansò e scappò in volo, seguito dalla lama rossa.

Ma ecco che un’altra lama lo inseguiva. Doveva escogitare immediatamente qualcosa; di certo Freezer non ci sarebbe cascato un’altra volta e non si sarebbe fatto tagliare a fettine quindi adesso occorreva sperimentare qualcos’altro.

 

-Ka..me..ha..me..HAAAAAAA!!!- con una potenza inaudita, Goku disintegrò i due cerchi con la sua tecnica micidiale.

 

Ce l’ho fatta!” pensò.

Ma accadde l’imprevedibile.

Un terzo cerchio girava e, ignorandone la presenza, Goku vide tranciarsi di netto il braccio sinistro.

 

Il dolore fu atroce.

 

A nulla bastarono le sue grida liberatorie. Faceva troppo male.

 

Si poteva morire da morti? Goku si domandò se questo fosse possibile perché, in effetti, era questa la sensazione che stava provando.

 

Cadde in ginocchio, non riuscendo a trattenere le lacrime mentre osservava quella sua parte del corpo staccata da lui.

Ecco che però una forza estranea lo tratteneva in piedi.

Non riusciva a muoversi; era bloccato.

 

Si contorceva inutilmente poiché più opponeva resistenza, più la morsa si faceva stretta.

Avrebbe voluti essere privato degli occhi nel momento in cui vide il suo destino farsi avanti minacciosamente.

 

Con passo tranquillo, Freezer si avvicinò, ghignando sadico e tendendo il braccio dopo aver creato un altro cerchio tagliente.

-Pagherai per te e il figlio di Vegeta! Ahhhh!!

In preda alla disperazione Goku urlò, ma ciò non bastò.

 

Sofferente, fu decapitato dal cerchio che, rallentando di proposito, piano piano, gli tranciava il collo: il pomo d’Adamo, la carotide, la colonna vertebrale, la nuca.

Ad una ad una riusciva a sentire queste parti del corpo venire recise.

Riuscì ancora a vedere per qualche secondo.

Freezer rideva davanti alla sua sofferenza.

 

La sua testa cadde, rotolò.

Ormai non sentiva più niente.

Chiuse gli occhi.

 

È questa la fine?

 

 

Qualche attimo dopo, non capì come, aprì gli occhi.

Non era più lì

Non era più in quel posto terrificante.

 

Adesso aveva di nuovo la testa attaccata al suo corpo.

Non aveva più lividi o ferite addosso.

 

Ma dov’era?

Era un giardino. Anzi no.

Era una gigantesca collina. Un’immensa distesa di verde e fiori.

Era bellissima. Si poteva respirare a pieni polmoni.

 

“Io non ci sto a capire più niente.” Pensò giustamente Goku, grattandosi il capo e scrutando l’infinito.

Dietro di lui stava un albero, un melo, verdissimo.

Agguantato un frutto, sedette, con la schiena appoggiata alla corteccia, e gustò con piacere quella mela dal profumo e aspetto deliziosi.

Poteva percepirne e gustarne l’essenza farinosa.

Quella mela lo conquistò: ad essa ne seguì un’altra, poi un’altra e un’altra ancora…

Come di consueto, Goku ne mangiò fino a scoppiare ma, stranamente, non riuscì a spogliare completamente l’albero che, anzi, pareva producesse continuamente frutto.

 

Ma il saiyan non fece caso a ciò.

Sazio, si appisolò, facendo dolci sogni.

 

Un po’ dopo, fu svegliato da un colpo ricevuto in testa.

-Ouch!! Ehi, ma dove sono?

 

Aveva cambiato di nuovo. Adesso non era più in quella distesa enorme. Era, era…

-Scusa papà, non l’ho fatto apposta!

-Gohan!

 

Era a casa sua. Suo figlio, dedito agli studi, per sbaglio gli aveva lasciato cadere un grosso dizionario sulla testa.

Con tanti quaderni sparsi sulla scrivania, Gohan approfondiva le proprie conoscenze, cosa alquanto contrastante con la visione del mondo di Goku. Comunque il saiyan accettava ciò, per via di sua moglie.

 

-Che c’è papà?- domandò indifferente il figlio.

-Gohan

 

Goku ci restò male.

Suo figlio non era corso ad abbracciarlo come si aspettava dovesse essere. Ma perché?

Cosa aveva mai fatto lui per meritarsi un trattamento del genere?

Si era sacrificato per la salvezza sua e di tutta l’umanità.

Si era sacrificato per l’amore di un padre verso il figlio.

E Gohan non lo capiva?

No, era Goku a non capire.

Ma questo lui non poteva saperlo.

Non è forse la vita qualcosa di complicato, Goku?

 

-Gohan…- riprese, più triste, il saiyan.

-Uffa, papà! Insomma che c’è? Devo studiare io!- sbottò l’erede Son, intento a studiare un brano di letteratura.

-Ma come “che c’è”?- protestò tristemente Goku –Io vengo a trovarti e tu mi tratti così?

-Perché- riprese Gohan –come andrebbero trattati gli egoisti?

 

Goku sentì raggelarsi il sangue nelle vene.

Suo figlio, il suo unico figlio, lo ripudiava.

Non riconosceva la grandezza del sacrificio che suo padre aveva compiuto per lui?

Non si ricordava più del sostegno datogli durante lo scontro con Cell, durante la Kamehameha finale?

E gli allenamenti nella Stanza dello Spirito e del Tempo?

E i giochi all’aria aperta?

Possibile Gohan non ricordasse più niente?

 

Goku trattenne le lacrime. Era diventato molto più sensibile in quelle ultime ore.

Ma non capiva il perché.

-Gohan… ma tu…

Lo interruppe con veemenza il figlio.

-PAPÀ, DEVO STUDIARE! ESCI FUORI DALLA MIA STANZA!

 

Non gli aveva mai risposto così.

Ma era Gohan?

Goku, perciò, in preda ad emozioni fortissime, che non riusciva neppure lui a comprendere, perse il controllo.

Alzatosi, e raggiuntolo, gli diede un forte schiaffo, facendolo cadere dalla sedia.

Si pentì subito dopo e si osservò la mano, comprendendo di aver agito troppo impulsivamente.

-Gohan, scusa… io…- non sapeva cosa dire.

 

Il figlio, rialzatosi, si portò una mano sulla guancia arrossata, tenendo lo sguardo abbassato.

Goku lo implorò di perdonarlo, con la voce rotta dai singhiozzi e, con la tenerezza di un agnellino, gli domandò chiarezza sentimentale.

-Gohanperdonami… io… io… tu… mi vuoi b-bene? S-sono io… il tuo papà!...

 

Per un momento il ragazzino fece il forte. Non voleva dimostrare di commuoversi di fronte ad un pianto.

Poi, alzato lo sguardo, una lacrima gli rigò il viso, viso che però rimaneva duro.

 

Un forte grido, squarciò il silenzio.

 

-PERCHÉ LO HAI FATTO PAPÀ?- Gohan, che adesso non riusciva più a celare le emozioni, si sfogò con la causa del dolore suo e di sua madre.

Goku non seppe trovare risposta. Pensava fosse evidente. Ma comunque cercò di spiegarlo… -Gohan. I-Io l’ho fatto per voi…

-PER NOI, PAPÀ? PER NOI? SE DAVVERO CI AVESSI VOLUTI BENE, A QUEST’ORA TU AVRESTI ACCETTATO DI RITORNARE IN VITA, VIVENDO QUI CON ME E LA MAMMA.

-Gohan

 

Di fronte a tanta rabbia, Goku non riuscì a cogliere le espressioni adatte per controbattere al figlio. Chiuse le labbra.

Abbassata la testa, raggiunse l’uscita, dando le spalle al figlio.

-Ho capito, figliolo… Me ne vado. Addio.

Appoggiato il palmo della mano sulla maniglia, un richiamo lo arrestò.

-PAPÀ!

Il saiyan si voltò.

Il figlio, corsogli incontro, gli si gettò al collo, abbracciandolo.

-Oh, Gohan…- Goku, nonostante non riuscisse a capire il perché di quell’improvviso cambiamento nell’umore dell’erede, fu felice.

-Papà, mi sei mancato tanto! Come fai a non capirlo?!- confessò il figlio, tra le lacrime.

-Gohan

-La mamma è triste. Non ce la fa senza di te…

-Dov’è adesso?

 

Ma una terza voce, si aggiunse.

-GOKU!

-RE KAIOH!

-NON PUOI INCONTRARE CHI CHI, QUI! DEVI USCIRE!

-AH! CAPISCO! GRAZIE!!

 

Dopodichè, rivolse di nuovo l’attenzione al figlio, grondante di lacrime.

-Figliolo…

-Papà!

I loro sguardi non si staccarono un solo istante. Goku gli carezzò la guancia.

-Sappi che io veglierò sempre su di te e la mamma, di questo stanne certo!

-Oh, papà… Ti voglio bene!

-Anch’io te ne voglio, figliolo, anch’io te ne voglio

 

E rimasero così…

 

Abbracciati…

 

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

sirenis, dbvane92, majiannetta

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Capitolo 7
*** Aria di mezzo carattere ***


…Unspoken Words…

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…Le Parole Mai Dette…

 

CAPITOLO VII

Aria di mezzo carattere

 

 

Anch’io te ne voglio, figliolo, anch’io te ne voglio…

 

Così Goku si congedò da suo figlio, il suo unico figlio.

Uscito da quello specchio, Goku s’incamminò per la radura, salendo quel bosco misterioso e sfavillante, fatto di fiori e foglie di diamante.

Non aveva mai visto spettacolo più bello in tutta la sua vita: farfalle color zaffiro e rosso rubino svolazzano qua e là raccogliendo polline dorato da fiori sconosciuti.

Una meraviglia per gli occhi.

Il saiyan, fino ad allora, non provò mai tanta curiosità nell’osservare lo spettacolo della natura che gli si presentava innanzi; ma stavolta era diverso: tutto era bello e Goku, per un momento, provò stupore nel vedere quanto grande e bella potesse essere la Creazione.

 

Con la folta chioma, sfiorò il tronco sporgente di un ebano, facendo spiccare il volo a due piccoli usignoli che cominciarono a cinguettare armoniosamente.

Che melodia bellissima!” pensò il saiyan.

Qualcosa nasceva in lui.

Una maggiore sensibilità? Una maggiore attenzione per le piccole cose di tutti i giorni?

Ciò che mai aveva provato in vita, lo provava adesso, nel luogo ove si può ciò che si vuole.

Che strano il destino, eh Goku?

 

Gohan, Gohan

Il mio piccolo Gohan. Il mio ometto!

Quanto è cresciuto!! Quanto è diventato forte il mio Gohan!

Ricordo ancora quando Chi Chi partorì… È stato bellissimo quel momento!

Ma lo capisco soltanto adesso… perché?

Perché allora non fui in grado di manifestare tutta la mia felicità?

Perché allora non piansi di gioia?

Perché allora la mia unica preoccupazione fu soltanto quella di allenarmi?

Avrò mai una risposta? Qualcuno me lo spiegherà mai?

Perché adesso tutto si fa così chiaro?”

 

Dubbi, Goku, dubbi.

La mente è piena di dubbi. Dubbi che, nella maggior parte dei casi, non avranno mai una risposta.

Ma chi lo sa, Goku, chi lo sa… Forse tu questa risposta la troverai!

 

Mentre che la coscienza del saiyan maturava, egli si ritrovò adesso, di fronte ad un altro specchio.

Questo specchio però era molto più grande degli altri. Era color oro ed aveva delle gemme preziose incastonate nella cornice.

Goku ne sfiorò la superficie con la mano ma, appena fece ciò, un temporale pervase la zona.

Lampi e tuoni sprigionarono dalla parte alta di quello specchio.

Illuminato da un forte lampo, Goku rimase accecato da quella luce che dovette ripararsi con le braccia.

Frattanto, dietro di sé, la sua ombra prendeva forma.

La parte oscura di Goku prendeva forma.

 

Al che, il saiyan, percepita una presenza negativa, si voltò: un essere, identico a lui nella struttura corporea, gli si parava innanzi.

-E tu chi diavolo, sei?- esclamò Goku, stupito da quell’apparizione.

-L’hai detto.- esclamò l’ombra, ghignando sadica.

-Che c-cosa?

Il saiyan, attonito, si trovava innanzi il Male insito nell’Oscurità: il Diavolo lo affrontava adesso in un combattimento corpo a corpo.

-Ma cosa vuoi da me?- protestò il saiyan, senza però perdere la concentrazione.

-Semplice.- rispose il Maligno –La tua anima.

-Eh?!?- Goku fu sconvolto da tale affermazione –Ma tu sei fuori di testa!! È troppo quello che mi chiedi, lo sai?

-Ahahahahaha!- rise diabolicamente lo Spirito.

-D’accordo!!- sentenziò Goku -Se vuoi la mia anima, dovrai strapparmela di dosso. Coraggio, fatti sotto!- lo invitò il saiyan, assumendo una posizione di combattimento.

L’Ombra non ci pensò due volte. Con fierezza si scagliò con un pugno contro Goku. Ma…

-Ehi!! È tutta qui la tua forza?- declamò Goku, sorpreso dal non aver sentito nulla.

-Ma cos-cosa…- il Diavolo restò stupefatto: perché il saiyan non s’era fatto nulla? Eppure aveva preso le sue sembianze, tutta la sua essenza malvagia.

-PERCHÉÉÉÉÉÉÉÉÉ?- urlò Satana, squarciando le nubi e facendo uscire una luce solare scintillante.

 

SEMPLICE…

Una terza voce intervenne.

-RE KAIOH?- domandò il Maligno meravigliato.

-Satana, Satana… Sarai pure il seduttore, il serpente, l’ingannatore… Ma a volte ti perdi proprio in una goccia d’acqua!!... IN UNA GOCCIA D’ACQUA!! Ahahah!!!- il rettore della Galassia del Nord cominciò a ridere su una battuta fatta per caso da lui stesso e che, come al solito, capiva soltanto lui.

-NON RIDERE!!- gridò lo Spirito del Male facendo tremare il terreno –E SPIEGAMI IL PERCHÉ DI CIÒ!

Ripresosi, ma con ancora le lacrime agli occhi, Re Kaioh tirò un respiro e spiegò –Semplice: Goku non ha del male in corpo! Quindi è chiaro che non ti potrai mai servire di lui, e tanto meno della sua forza spirituale malvagia. Per cui sei pregato di girare al largo. Grazie!!

-CHE COSA???- il Diavolo non poteva crederci. –NOOOOOO!!!!!

Dopo aver gridato per l’ennesima volta, l’Ombra, come comparve, sparì.

 

-Ragazzi!! Che spavento!- disse Goku tirando un sospiro di sollievo.

Per un attimo, aveva temuto il confronto con qualcosa di così grande. Ma poi, grazie al Cielo, la fatalità ha voluto che le carte girassero in suo favore.

Terminato ciò, Goku posò la mano sullo specchio, chiudendo gli occhi…

 

 

Un castello.

Stavolta si ritrovò in un castello.

Sembrava una fortezza abbandonata in mezzo ad una grande pianura.

Il cielo era grigio. Era pomeriggio.

Ma la situazione sembrava tranquilla.

Per questa ragione, Goku si limitò ad esplorare quel castello, notando che, però, tutto era in ordine e spolverato.

“C’è qualcuno?” pensò il saiyan nella sua mente, notando anche le torce accese nei corridoi.

Proseguì per le stanze di quella fortezza.

Percorse un lungo corridoio. Una porta stava alla fine di esso.

Uscito da quella porta, trovò un balcone.

Affacciatosi, si appoggiò alla ringhiera, respirando la brezza marina che ventilava in quel momento.

 

Una voce…

Una dolce voce soave addolcì l’atmosfera.

Un canto femminile…

-Ehi!! C’È NESSUNO???- domandò Goku, udendo ciò…

Su un balcone più in alto, scorse la sagoma di una donna dai tratti angelici e dai capelli biondi.

-SCUSA!!- urlò Goku coi suoi soliti modi sgraziati e volando in direzione della donna –Sai dirmi dove sono?

La donna però, non lo degnò di una risposta; quasi non si accorgesse di lui.

-Ehi, dico a te!!- insistette Goku ma senza successo.

Ella cantò…

 

Amor mio, caro bene
Perché vai lontan da me?
Giurasti un amor, che mai non dovea
Aver fine per noi

Una fitta al cuore colse Goku.

Poteva sentire distintamente il pianto di una donna… Sua moglie.

-Chi Chi!- esclamò lui, fissando un punto indefinito nel cielo e stringendosi il petto con la mano.

Cosa stava provando in quel momento?

Perché si sentiva in quel modo?

-Oh, Chi Chi! Che cosa ho fatto?- il saiyan, pentitosi improvvisamente del suo gesto, ma senza capirne la ragione, chiuse gli occhi.

Nei momenti di tristezza
Nei momenti di dolor
A te, mia stella, penso
Con infinito ardore

Ecco, poteva vederla, sua moglie.

Era su un letto. Piangeva.

E accanto a lei suo figlio che, pur lottando con tutte le sue forze, cedeva allo sconforto.

Il suo papà non c’era più. E la sua mamma era tanto triste.

Goku! Oh, Goku! Dove sei?” ripeteva la donna, disperata, senza ricevere risposta.

Si era spenta, in casa Son, quella luce di speranza e di gioia che era Goku.

Goku poté sentire distintamente i singhiozzi provenire da quella stanza da letto.

Una lacrima rigò anche il suo volto.

Un legame senza speme
Perché mai dovrei aver?
Che cosa tu vuoi ch'io faccia oramai
Mi devi dire tu

Chi Chi aveva perso ogni riferimento.

A cosa si poteva più aggrappare?

Che cosa poteva fare ormai senza di lui.

Non aveva più un appiglio, una roccia salda su cui fare affidamento.

Doveva lottare sola, con le proprie forze… Forze che ormai non aveva più.

Doveva difendere se stessa e suo figlio.

Sì. Doveva difendere Gohan!

Ti ringrazio, caro bene
Amor mio, vita mia
Al grave doler, al buio timor
Che il cuore mi turbó

Sì, Gohan!

L’unica cosa che gli restasse di Goku.

L’unica cosa

-Mamma…- la chiamava lui.

Coraggiosamente, lei aprì gli occhi.

Lo guardò.

Scrutò negli occhi il frutto dell’amore suo e di Goku.

Gli sorrise… Dolcemente gli scosse la frangetta nera che gli ricopriva la fronte.

-Piccolo mio…- gli intimò dolcemente.

Dolcemente, con amore
Hai risposto al mio gridare
Per sempre ognor, per sempre ognor
Qui a me, t'attenderò
.

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

majiannetta, sirenis, LORIGETA, dbvane92, SonSara

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Capitolo 8
*** Ciò che tieni nel cuore ***


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CAPITOLO VIII

Ciò che tieni nel cuore

 

 

-Celes. Mi chiamo Celes…- rispose con voce angelica la donna dai capelli biondi che aveva appena cantato. –Tu piuttosto, giovane uomo: quale pensiero turba il tuo cuore?

Goku, con la mano nel petto e gli occhi contratti, versava lacrime amare.

Piangeva anche lui adesso.

Anche lui adesso comprendeva la grandezza di quel distacco.

Adesso percepiva quanto forte potesse essere il sentimento che lo legava alla sua donna.

 

-Goku…- riprese l’angelo biondo.

Il saiyan non rispose; preferì meditare nella solitudine della sua tristezza.

Ma Celes, con dolcezza, gli poggiò una mano sulla guancia destra, facendogli aprire gli occhi.

-Uh?- mugolò il saiyan, sorpreso.

-Goku, oh Goku… Adesso non comprendi il perché di questa emozione… Ma lo capirai.

-C-che c-cosa… vuol dire… l-lo capirò?- domandò Goku con la voce rotta dai singhiozzi.

-Piccolo saiyan…- riprese lei, con tono solenne e divino –Nella tua vita ciò che ti è sempre interessato è stato solo ed esclusivamente combattere.

Goku fece cenno di sì con la testa, per confermare tale verità.

-Adesso però, comprendi che c’è qualcosa di superiore, di talmente grande, che nemmeno il tuo coraggio e la tua forza di guerriero  possono contrastare… Questa cosa ha un nome: Amore.

-A-amore?- balbettò Goku, in preda ad una forte emozione che gli fece venire la pelle d’oca.

-Sì, Goku: Amore.

 

Il saiyan non poteva crederci ancora: stava avendo una conferma dei suoi sentimenti verso Chi Chi?

Era quello l’amore? Era quello il sentimento che più di altri ti univa ad una persona.

Ma era questo ciò che si doveva provare? Dolore, sconforto, mancanza?
Allora non doveva essere una bella cosa…

Se l’amore fosse stato tutto ciò allora non avrebbe avuto senso lottare per una causa che, alla fine, ti avrebbe solo fatto star male.

Perché lottare per il dolore?

Perché lottare per ciò che ti fa star male?

Queste erano le domande che affollavano la mente di Goku.

Egli però, ancora non capiva.

 

-Non sia turbato il tuo cuore, Goku.– Riprese Celes, con voce divina.

Il saiyan sgranò gli occhi: perché sarebbe dovuto rimanere calmo? Qui si parlava di qualcosa di grande come l’amore, una cosa che ti sconvolge la vita per sempre. Ha senso restare calmi?

-Hai compreso che c’è qualcosa di più che una semplice promessa che ti lega a tua moglie. Questo è il sentimento che sgorga dalla più alta delle sorgenti celesti e che sfocia nel più ampio dei mari dell’eternità. È espressione magnifica dell’Anima. Non temere ciò per cui il tuo cuore annega. Sii felice. Vivi sotto questa grande luce. Irradia con il tuo Sole tutti coloro che ti stanno attorno. Da calore e conforto a chi ne ha bisogno. Non reprimere questo sentimento. Effondi nella persona che più ti è vicina questa meravigliosa sensazione…

-Celes…- la interruppe Goku.

-Sì, Goku…

-Io nella vita sono sempre stato felice. Non ho mai negato un sorriso a nessuno. Ho sempre fatto forza e coraggio a tutti coloro che mi erano intorno. Non ho mai odiato nessuno. Ho sempre voluto bene a mia moglie e mio figlio… Perché, adesso, tutto questo?

Dolcemente, Celes accennò un sorriso e, dopodichè, prese la mano al saiyan che, scosso, attendeva una risposta.

-Goku… Hai ragione nel dire tutto ciò. Tu sei sempre stato un uomo e un padre meraviglioso. Hai sempre saputo guidare tuo figlio nelle sue scelte, l’hai sempre consigliato nel modo giusto, hai addirittura dato la tua vita per lui, tua moglie e il mondo intero. Hai sempre lasciato che gli altri si comportassero a loro piacimento ma, per questo, non li hai mai odiati. Hai sempre amato la vita, hai lasciato che anche i tuoi avversari più crudeli vivessero. Ma, nonostante tutto, mancava ancora qualcosa, qualcosa che, non per tuo volere, si celava dietro la tua spensieratezza e gioia di vivere…

-L’amore per Chi Chi…- completò Goku abbassando lo sguardo.

-Giusto, Goku.- confermò Celes con tono incalzante. –Ed è adesso che puoi dirle ciò che provi!

-Ma…- domandò il saiyan attonito –Come faccio?

Presolo per mano, l’angelo biondo guidò Goku per i meandri del castello, mostrandogli una grande camera da letto con un baldacchino.

Inizialmente, Goku non capì.

Perché mai quella donna l’aveva portato in una camera da letto?

E tutti i discorsi sull’amore?

 

Invitatolo a spogliarsi delle sue vesti, Celes ricoprì Goku con una soffice e candida coperta bianca e perlata.

Per ciò, nessuno dei due provò imbarazzo.

Sedutasi di fianco il sayan, la cantante bionda lo accarezzò in viso, addormentandolo con una dolce melodia.

Chiusi gli occhi, Goku potè raggiungere la pace.

 

Rimasta sveglia, seduta di fianco al saiyan, Celes lo baciò in fronte, congedandosi da lui con passo lento e aggraziato.

-Va’ Goku. Va’ e ama ciò che tieni nel cuore.

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

LORIGETA, SonSara, dbvane92, sirenis, majiannetta

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Capitolo 9
*** Le parole mai dette ***


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CAPITOLO IX

Le parole mai dette

 

 

Goku! Apri gli occhi, Goku!

 

Una voce.

Una voce amica ma lontana lo svegliava.

 

-Uh?- riuscì a dire il saiyan.

 

Gli occhi impastati. La bocca impastata.

Sembrava avesse dormito un’eternità!!

-Ma…

Goku restò come interdetto…

 

Quella era casa sua!!

 

La casa dove aveva vissuto per quel po’ di tempo.

La casa dove si ritirava dopo ogni allenamento e si spogliava e si abbuffava…

La casa dove aveva condiviso gioie e dolori e litigi con la sua Chi Chi.

 

La sua Chi Chi

 

Sì. Per la prima volta pensò a Chi Chi come sua.

Sua e di nessun altro.

 

Ma dov’era?

Dov’era la madre di suo figlio.

 

Moglie e madre… Sì. Era tutto questo Chi Chi.

 

Chi Chi

 

Un raggio di sole trapelava per le sottili e trasparenti tende ondeggianti al vento.

La stanza era illuminata solo da quella debole luce.

 

Una debole luce… Era questo ciò che era rimasto di Goku?

 

Giratosi, Goku sedette sul fianco del letto, meditando.

Era completamente nudo. Era proprio come quando Celes lo ha fatto addormentare.

-Perché?...- si domandava guardando le proprie mani.

 

In realtà, però, non sapeva neppure lui che domanda stesse facendosi.

Cosa gli mancava?

Cosa non gli era chiaro?

Cosa gli pungeva tanto il cuore?

 

Un pianto… Un gemito…

 

-Uh?

 

Goku si girò di scatto…

 

-Chi Chi!- esclamò lui con tono dolce e triste.

 

La donna, di spalle, sedeva all’altro lato del letto.

 

-Chi Chi…- ripeté lui, raggiungendola…

Le poggiò una mano sulla spalla.

 

-Goku!!- gridò lei, piangente.

-Uh?- Goku, arretrato, restò attonito.

 

-Goku, perché?- domandò ancora lei.

Goku, però, non capiva…

 

-Chichina, sono qui!- disse lui, cingendola interamente per le spalle, abbracciandola.

 

-Perché te ne sei andato, Goku?- piangeva lei.

-Ma adesso sono qui, Chichina!- cercò di consolarla lui.

 

Ma lei non si girò…

 

-Chichina!...- la chiamò lui, dolcemente.

 

Ma lei continuava a piangere.

 

Sceso dal letto, Goku le si parò innanzi, stringendole entrambe le mani.

 

-Chichina, sono io, Goku!! Sono qui!!- insistette lui, con il pianto quasi alla gola.

 

Ma il pianto continuava a sopraffarla. Povera donna!!

 

-Chichina

La raggiunse in viso…

Strettole dolcemente il mento tra il pollice e l’indice, Goku le sollevò il viso singhiozzante, invitandola a raggiungerlo negli occhi.

I loro sguardi, fissando quel momento per l’eternità, si incontrarono.

Chi Chi smise di piangere.

Si avvicinarono…

Si avvicinarono le loro labbra…

Si baciarono…

 

Un bacio tenero… Il più tenero di tutta la loro vita insieme. Forse proprio come il loro primo bacio…

-Goku…- soffiò lei, con quel poco di forza rimastogli.

Lui preferì non rispondere ma a fissarla…

-Dormi con me… Per l’ultima volta

Goku non rispose…

Le si riavvicinò

Un altro bacio…

 

La passione, ora, travolgeva gli amanti.

Non si erano mai sentiti così uniti, così l’uno parte dell’altra…

 

 

Era così bello sapere che quelle sensazioni sarebbero rimaste impresse per sempre!

 

Era così triste sapere che quelle sensazioni sarebbero rimaste impresse per sempre…

 

 

La sua pelle…

Le sue labbra…

Le sue mani…

 

Possessivi che non contano…

Possessivi che non hanno bisogno di specificazione.

Sue di chi? Non importa…

 

Basta solo sapere che la sua Essenza è lì, presente, vicina…

Vicina.

Vicina come la luce del giorno.

Vicina come il vento che ti scuote i capelli.

Vicina come la pioggia che ti rinfresca.

 

Lui vicino a lei.

Lei vicina a lui.

Elementi complementari.

 

 

 

Dissetati, di quella sete che si prova solo quando si vaga per un tempo infinito in un deserto senza fine, i due amanti si stesero, senza mai staccarsi, abbracciati, come una madre abbraccia un bimbo, come un padre abbraccia la sua bimba, e restarono a guardarsi negli occhi.

 

Chi Chi, ora sorrideva.

Goku era felice, adesso. Veramente felice.

 

Dolcemente, le scostò dalla fronte un ciuffo, per poterle fissare meglio lo specchio dell’anima.

-Chi Chi…

-Goku

 

-Volevo dirti una cosa…- sibilò dolcemente il saiyan.

-Goku… mi mancherai… lo sai…- gli ricordò la donna, senza però piangere, ma trattenendo il dolore, come Anima grande e posata anche nelle più forti passioni.

 

-Sì… Chi Chi… questo lo so… Anche tu mi mancherai…

 

Si baciarono, avvolti dalle fiamme della passione e dell’innocenza.

Posatale una mano sul ventre, Goku le fece un delicato massaggio, capendo che la debole luce che di lui era rimasta, non poteva che ivi celarsi.

Delicatamente, Chi Chi strinse quella mano, che ora cercava il contatto con la sede della Vita, di una futura Vita.

 

-Chi Chi…

-Goku

 

-Non nutrire rancore verso di me…- implorò il saiyan, trattenendo le lacrime.

-No, Goku… Non potrò mai nutrire rancore per l’uomo che mi ha resa la più felice fra tutte le donne.

Dolcemente, lo accarezzò in volto, sorridendo.

 

Goku, chiusi gli occhi, lasciò che una lacrima gli rigasse il volto.

In quella piccola goccia d’emozione umana, si celava tutto l’Amore di un marito verso sua moglie.

Raggiunta la mano di Chi Chi, Goku la strinse.

 

Adesso era lui a commuoversi…

Adesso la aveva accanto…

Aveva capito.

 

-C-Chi Chi…- balbettò lui, emozionato.

-Goku

 

-Devo dirti due parole… Due parole che non ti ho mai detto…

-Goku… Oh, Goku…

 

-Sono emozionatissimo…- Goku arrossì come un bambino. Si trovava a disagio, eppure voleva proprio dirgliele quelle due parole…

-Goku… Sei sempre il solito!!- ghignò dolcemente lei –Ti perdi in queste piccole cose… Ed è per questo che…

 

Goku la interruppe, poggiandole un dito sulle dolci labbra femminee.

 

-Chi Chi… io… io… Ti amo.

 

 

 

Al mio caro papà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

SonSara, sirenis, dbvane92

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