Inazuma warrior

di Cristo96
(/viewuser.php?uid=183705)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Fughe, centri commerciali e sconosciuti in casa ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: storie assurde, minacce e agguati misteriosi ***
Capitolo 3: *** I primi scontri! CJ contro Wolfy! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Per i compagni! Talisman contro Mark e Celia ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Rivelazioni! La storia di CJ! ***



Capitolo 1
*** Prologo: Fughe, centri commerciali e sconosciuti in casa ***


 Dovevano fuggire.
Dovevano farcela.
Non sapeva neanche come avevano fatto  ad arrivare fin lì e a mandare in confusione il sistema difensivo ma non glene fregava. Voleva solo fuggire.
Aveva sofferto anche troppo, in quella cella infernale, sentiva ancora le corde stringergli le braccia e i tendini soffrire, sentiva ancora le ferite che quelle spade gli infliggevano, sentiva ancora i suoi pugni, ma sarebbe fuggito. E non da solo.
"Ehi, ragazzi di qua!" urlò ai suoi due compagni di fuga, gli unici che erano riusciti a scappare.
Avevano preparato tutto per la fuga, le bombe di fortuna erano state sistemate nei posti giusti, si erano preparati ad affrontare le guardie ed avevano tracciato il tragitto migliore per arrivare alla sala di controllo.
Ma non avevano calcolato che sarebbero arrivati loro. Gli alleati più vicini al Re Oscuro.
Gli Imperatori della Morte.
Si ricordava ancora la faccia dei suoi maestri, dei suoi amici, di coloro che gli hanno insegnato tutto quello che sapeva, distruggere l’unica via d’uscita e prepararsi ad una battaglia persa in partenza.
Ma non dovevano fermarsi, dovevano andare. Dovevano vivere anche per loro.
"Muoviamoci, siamo quasi arrivati ai teletrasporti!!" Urlò, sentendo il tipico rumore di quelle macchine. Erano prototipi sperimentali e, probabilmente, li avrebbe spediti ovunque ma sarebbe stato comunque un posto migliore di quell’inferno.
Una violenta esplosione Lo riscosse dai suoi pensieri. Il muro era ceduto e tra le macerie si vedeva una figura dai capelli lunghi ordinare a delle guardie di attaccarli.
Cazzo, sta per arrivare! Pensò, sapendo che ormai il tempo era agli sgoccioli, e si affrettò verso la sala.
"Aspetta idiota!! Ho solo programmato lo stato, se vai ora finirai in un posto a caso!!"  urlò il suo compagno, intento a programmare la macchina.
"Se non ti muovi, l’unico posto in cui andremo sarà dentro una bara! Muoviti!" rispose furioso, sapendo che il tempo era quasi esaurito. L’altro annuì e insieme si avviarono verso il sistema, dove il terzo e ultimo componente del gruppo aveva messo KO le guardie.
"Tti vuoi muovere !" disse semplicemente e lo prese di peso, poi si recarono verso la piattaforma viola posta sulla collina che in quell’istante si stava caricando di energia, come dimostrato dalle scariche di energia violetta. I tre affrettavano il passo quando un proiettile, sparato dalle guardie, lo centrò ad una gamba. Arrancò, soffrì ma continuò a correre, sorretto dai suoi compagni.
Non aveva nemmeno pensato ad un discorso strappalacrime ed ad incitare i due a lasciarlo lì, tanto sarebbe stato inutile. Siamo arrivati fino a qui insieme e ce ne andremo insieme! Pensò.
Rallentati dalla ferita, i tre si diressero più velocemente possibile verso la piattaforma, sempre più carica di energia, ma sembrava essere sempre troppo lontana.
E se non fossero arrivati in tempo, l’ipotesi più probabile era che li avrebbero uccisi ma, in fin dei conti, era anche la migliore.
Un’ultima esplosione, molto vicina a loro, lo scosse e si girò. La parte della scala dietro di loro era stata distrutta, rendendo quindi impossibile essere seguiti.
Il sistema di teletrasporto, comunemente detto “unica via di fuga da questo fottuto inferno” dai carcerati, poggiava infatti sulla cima di una collina a circa 400 metri, ripida e frastagliata. Le scale, costruite a spirale, attraversano l’intera struttura e sono l’unica maniera per arrivare in cima, a causa del terreno difficile da scalare e dai numerosi parafulmini, necessari al funzionamento della macchina.
L’esplosione, volontaria o no, era stata un colossale colpo di fortuna, infatti così ci avrebbero messo molto più tempo a raggiungerli.
Quasi rincuorati, i tre continuarono la salita e arrivarono, infine alla piattaforma, sul punto di attivarsi, e finalmente si rilassarono, pensando che stava tutto per finire
Fu a quel momento che gli venne il dubbio.
"Aspetta, ma sei sicuro che ci trasporterà tutti nello stesso pos……." non riuscì a terminare la frase che tutto fu avvolto da una luce violetta,e vide ogni cosa sparire.
L’ultima cosa che sentì prima di svenire era il dolore di un ennesimo colpo di pistola, questa volta al braccio.
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
"Ti vuoi muovere, Celia? Ti sto aspettando da mezz’ora!" Sbuffò Mark mentre aspettava che la ragazza uscisse dal negozio dove si stava provando gli abiti da ormai troppo tempo.
Si stava pentendo amaramente di dover accompagnare la ragazza ma era costretto. Era ormai l’unico della vecchia Inazuma che ancora abitava in città e, dato che Celia doveva ancora finire il liceo, era stato “gentilmente convinto” da Jude Sharp, suo fratello maggiore, a tenere d’occhio la ragazza. Nonostante avesse 18 anni e fosse socievole con tutti, suo fratello la difendeva ancora come se fosse una bambina.
"Eccoci, ci abbiamo messo anche troppo poco tempo" commentò la ragazza appena uscita dal negozio. Era alta all’incirca 1.65 con corti capelli blu, un seno di medie dimensioni, gli occhi azzurro-grigio sempre nascosti dai suoi occhiali. Vestita nel 90% dei casi con l’uniforme scolastica della Raimon High. School e ciò la faceva sembrare una classica imbranata, se non fosse per il carattere esuberante, vivo ed estroverso e soprattutto per la katana che in quel momento teneva in mano. Andava infatti ad un corso di kendo ed era diventata esperta di Iaido*, e sarebbe tranquillamente capace di mozzare la mano di ogni ragazzo che si avvicinasse troppo…….
Si decisamente indifesa….. pensò il giovane 19enne al ricordo dell’anno scorso, quando Jude gli aveva fatto promettere di dare un occhio alla sorella.
"Ho bisogno di te Mark! Proteggi mia sorella mentre sono via!!"
"Ehm…. Jude, tua sorella non ha mica problemi di questo tipo, non è mica il tipo da……"
"Zitto tu, che capisci solo di calcio! Se non ci fossi io a proteggerla, a quest’ora sarebbe in mezzo alla strada!"
"Se lo dici tu……. Comunque, lo sai meglio di me che ho smesso di avere la mania del calcio un anno fa e….."
"Adesso non importa! Devi promettermi di proteggere Celia, è chiaro?!"
"E vabbè…… te lo prometto…"
Se avesse saputo che proteggerla implicava doveva sorbirsi le numerose gite nel centro commerciale avrebbe subito rifiutato ma, purtroppo, era tardi per lamentarsi, quindi decise di tornare in sé e prese le chiavi della macchina, sperando che la tortura fosse finita.
Speranza vana.
Infatti bisognava ancora aspettare la ragazza con cui Celia abitualmente andava a fare shopping, quella che Mark chiamava “La rompipalle”, ovvero la ragazza appena uscita dal negozio, Melany Fullfighter. Poco più alta di Celia, aveva lunghi capelli castano chiaro un e un viso ritenuto da molti estremamente carino. Peccato che in combinazione al suo carattere petulante e alla sua retromarcia come taglia di reggiseno la faceva passare per una quindicenne nonostante il 18 anni appena compiuti.
  Disse come al solito la nuova entrata con le braccia piene di buste di praticamente tutti i negozi, dall’abbigliamento ai trucchi.
Rispose rapidamente Mark, beccandosi come al solito un’occhiataccia fulminante dalle due. Poi continuò: "Ok, ma prima Markuccio…. Sai che sei sempre più….." Rispose Melany cercando di mettersi in una posa sexy, ma assomigliando più ad una pornobimba che ad una gnocca, e infatti Mark guardandola con aria delusa risposecome al solito: "Fai prima a chiedermi se ti posso accompagnare a casa, appari sexy come uno scorfano morto."
"COSA?!!" Urlò la ragazza colpendo come al solito Mark con un violento pugno lanciandolo lontano mentre Celia, che in quel momento sembrava l’unica normale, pensava Non cambierà mai……  certo se Mark smettesse di provocarla, sarebbe meglio.
Intanto il castano si era rialzato e, come al solito, prese le due e le, ignorando come al solito le loro lamentele, le trascinò fuori dal negozio.
Si, come al solito un venerdì pomeriggio del cazzo.
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
"Guarda che non è questa casa mia! Casa mia è più avanti! Ma possibile che sbagli sempre strada!!" Sbraitava Melany per il gravissimo errore di Mark, equivalente a 3 metri di camminata.
"Scusa tanto se non mi sono fermato esattamente domani al tuo palazzo, Sua maestà!"
"Eh, no! Non puoi avere torto e ironizzare!!"
"Ah, si? Non lo fai sempre te?"
"Ma come ti permetti, brutto figlio di………"
Mentre i due stavano litigando per le solite cavolate, Celia si scorse ad osservare la casa dell’amica.
L’abitazione di Melany era a due piani e possedeva un piccolo giardino, all’interno del quale vi era un singolo albero, dal quale fiorivano petali di ciliegio, segno della primavera in corso. Le mura, di colore giallo, davano un idea di delicatezza e solidità allo stesso tempo. Al pianterreno c’era la cucina e un piccolo salotto mentre tutte le stanze erano al piano superiore.
La casa è stata acquistata dai genitori di Melany, due ricchi affaristi, che a causa del lavoro non sono mai presenti quindi adesso l’unica stanza praticamente usata è la camera della giovane, inconfondibile date le tende decorate a pony rosa.
Proprio su quest’ultima Celia stava posando gli occhi quando vide un’ombra apparire all’improvviso ed abbassarsi, scomparendo dal suo campo visivo.
"Ccccc-c-c-c’è qualcuno in casa!!!" Gridò attirando l’attenzione dei due.
"Cosa! A casa mia?! AHHHHHHHHHHHHHH!!!"Urlò spaventata Melany mentre Mark, in quanto più grande trai tre, cercò di calmare le due e di mettere a fuoco la situazione.
"Calmatevi, adesso ci penso io! Celia, chiama la polizia! Melany, apri la porta! Vedrò di sorprenderlo!" Disse e poi prese la Katana di Celia, con l’intenzione di usarla a’mo di bastone.
Aveva fatto un po’ di pratica con la spada, ma non era al livello dell’amica quindi aveva deciso di stordirlo col manico.
Silenziosamente aprì la porta e si avvicinò alla camera dove si trovava lo sconosciuto ed entrò nella camera urlando:"FATTI SOTT…. "
Si sarebbe aspettato tutto, ma non un ragazzo ferito e sanguinante disteso svenuto sul letto di Melany.
 
 
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
*Iaido: Stile di combattimento Giapponese: consiste nell’estrarre la spada dal fodero, eseguire un rapido fendente e poi richiudere la lama. Lo stile di Goemon di Lupin III per intenderci.
 
Ehila! Questa è diciamo la prima ff che scrivo ed è praticamente una shonennizzazione ( non so se ho scritto bene ma chissene) di Inazuma Eleven con l’aggiunta di 4 personaggi per far centrare meglio la storia.
Dico subito che, come in tutti gli shonen ci saranno scene comiche, scene serie e soprattutto molte battaglie spesso ispirate a molti altri manga e anime (soprattutto OP e FT, vi consiglio di vederli!) e che la storia è ambientata tra IE e GO e che alcuni personaggi saranno ooc.
Accetto tutte le recensioni, sia positive che negative e….
Al prossimo capitolo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1: storie assurde, minacce e agguati misteriosi ***


Mark stava fermo immobile mentre guardava il ragazzo svenuto sul letto di Melany chiedendosi come ci fosse arrivato.
Era all’incirca poco più alto di lui, quindi sopra al metro e ottanta, con capelli castani, simili ai sua ma di un coloro più chiaro, disordinati di cui un ciuffo in mezzo agli occhi e aveva gli zigomi alti e la pelle chiara, ma abbronzata. Essendo vestito solo con un paio di pantaloni, Mark notò che aveva un corpo magro e pieno di cicatrici ma atletico e che possedeva un tatuaggio a forma di drago sul braccio sinistro. Il drago stilizzato era blu, partiva dalla spalla e si avvolgeva in spirale fino alla mano.
Ironico, erano simili in tutto tranne che nella faccia, quindi non se ne sarebbe accorto nessuno.
Nel frattempo erano arrivate anche Celia e Melany, la quale subito esclamò: “M--m-m-ma…. Chi cavolo è questo tizio?!”
“Il fantomatico ladro visto da Celia, suppongo.” Rispose Mark cercando di darsi un contegno, anche se dalla faccia si vedeva che stava per scoppiare dalla tensione.
“Bel lavoro Mark!L’hai stordito!- Disse invece, entusiasta, Celia-Tutto merito della mia spada!” aggiunse, sempre più allegra.
“No, in realtà l’ho trovato svenuto, non ho fatto nulla.”
“Ma allora come….. “
“EHI! STA SANGUINANDO!!” Urlò Melany accorgendosi del liquido rosso gocciolante dalla spalla destra dello sconosciuto.
Subito Mark andò alla ricerca di qualcosa per fermare il sangue mentre Celia, dopo aver notato che perdeva sangue anche dalla gamba, si avvicinò ad essa cercando di vedere quale fosse la ferita.
Non si accorse, però, di aver messo il suo sedere direttamente davanti alla faccia dello sconosciuto.
Il quale, disgraziatamente, si svegliò in quell’istante.
Infatti, mentre Mark era alla ricerca di garze e qualcosa per disinfettare sentì un urlo.
Non un urlo di paura né un urlo di guerra bensì il peggior tipo di urlo possibile.
L’urlo della ragazza furiosa.
Preoccupato, tornò subito nella stanza, e ciò che vide lo lasciò traumatizzato.
Lo sconosciuto era sveglio e in piedi mentre cercava disperatamente di schivare tutti i fendenti che una furiosa Celia li stava lanciando mentre Melany li guardava mezza traumatizzata.
“COME TI PERMETTI DI TOCCARMI IL SEDERE BRUTTO PERVERTITO!!! TI ABBIAMO ANCHE SALVATO LA VITA!” Urlava intanto la sempre più furiosa Celia verso il ragazzo ancora senza nome che in quell’istante stava disperatamente cercando di capire cosa era successo.
Si era svegliato senza ricordarsi nulla e la prima cosa che aveva visto era il sedere di una bella ragazza.
Sì, era decisamente il suo tipo di risveglio preferito, peccato che lei non fosse d’accordo, e, infatti, urlando qualcosa di incomprensibile aveva preso una katana e stava cercando di infilzarlo.
Quando vide Mark sperò che almeno lui fosse normale e, tra un fendente e una minaccia in quello che pensava fosse aramaico sconnesso con influenze vietnamite, riuscì ad arrivare sano e salvo dal giovane.
Salvo venire messo giù da un rapido pugno di quest’ultimo.
“Si può sapere cosa sta succedendo?” Domandò confuso Mark.
“Sta succedendo che QUEL PERVERTITO si è svegliato e mi ha toccato il sedere!”
“Vorrei vedere, me lo hai messo davanti come una puttana, azzurrina.” Rispose quasi istantaneamente lo sconosciuto.
“AHHHHH!!! SA PARLARE!!!” Urlarono invece in coro i tre, convinti che non conoscesse il giapponese e che, soprattutto, fosse di nuovo svenuto.
“Si so parlare, e vi stupirà sono anche capace di sentire, tranne quando le ragazze si mettono ad urlare come pazze. In quale dialetto africano stavi parlando prima? Adesso se magari mi date una mano potrei anche mettermi a sedere, se non dispiace.” Disse di nuovo lo sconosciuto mentre cercava di mettersi in piedi, ostacolato dalle ferite.
Subito i tre lo aiutarono a mettersi a sedere sul letto, mentre facevano ciò Melany si accorse che aveva gli occhi color verde acqua, colore tutto tranne che comune in Giappone.
Messosi a sedere, il ragazzo cominciò a parlare: ”Quindi siamo in Giappone, eh?! Ci avrei scommesso che quell’idiota ci avrebbe portato dove è nato, sempre il solito.”
Sempre più confusa, Celia disse:”Scusa ma di che stai parlando, poi come fai a saper parlare giapponese, e soprattutto chi sei?!”
“Punto uno, l’avrò imparato no, genio? Dovresti vedermi a parlare italiano e inglese, sembra che sia nato a Firenze o a Yale!
Punto due, sto parlando di quegli altri due coglioni che erano con me, ovvio no? A proposito, dove sono?” Rispose lo sconosciuto, forse anche troppo ironicamente per i gusti di Mark.
I tre si guardarono a vicenda, ricordandosi che oltre a lui non c’era nessuno, ma non sapevano come dirglielo.
Rimasero quindi in un imbarazzante e lungo silenzio interrotto proprio dallo sconosciuto:” Avete trovato solo me, vero?”
“Si…. Ma come fai a….”
“Mi era venuto il dubbio che non ci avrebbe portati tutti nello stesso posto , poco prima che quella maledetta macchina mi sparasse in quaggiù!”
A quel punto Mark, che voleva definitivamente capirci qualcosa, chiese:“Ok, ci sto capendo sempre meno, che ne dici se ci racconti ogni cosa da capo con calma?”
“Dico che mi va bene, ma magari se vi foste ricordati che ho due bei buchi fatti coi proiettili nel corpo a quest’ora non starei soffrendo come un cane.”
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Disteso e bendato in più di metà corpo, lo sconosciuto stava per rivelare la sua storia ai tre:
”Allora innanzitutto mi chiamo CJ e sono italoamericano, mezzo toscano e mezzo newyorkese per essere precisi.
Sono orfano e se non fosse stato per un anziano cuoco giapponese a quest’ora ero al meglio della situazione con altri tre buchi in testa, ma sono dettagli. La cosa che conta è che mi ha cresciuto e mi ha insegnato a tirare di spada, oltre ad avermi fatto fare questo tatuaggio estremamente fico- sollevò il braccio sinistro per fortuna non bendato per farlo vedere alle due- Insomma,  lo considero mio padre ed è così che ho tre origini insieme e so parlare giapponese. Fine dell’infanzia di CJ.
Purtroppo questo periodo rose e fiori andò a puttane quando dei tizi vestiti in una maniera ridicola entrarono nel ristorante di mio padre con l’intenzione di rapirlo. Avevano calcolato tutto, anche che si sarebbe difeso, ma non avevano tenuto conto di un quindicenne che non si faceva mai i cazzi sua e che aveva visto tutto, io.
Quando vidi mio padre portato via non ci vidi più e mi avventai contro di loro. Ma avrei dovuto ricordarmi che avevo solo 15 anni  e che avrei fatto meglio a stare fermo, infatti il vecchio morì per salvarmi la vita da un affondo di spada e i suoi aguzzini decisero di prendere me.
Mi portarono in un isola sconosciuta sulla quale c’era una prigione, governata da un misterioso Re Oscuro e dai suoi alleati, gli Imperatori della Morte.
Purtroppo hanno tenuto fede al loro nome, infatti mi torturavano con strane macchine e mi picchiavano tutti i giorni, volevano sapere dove era la Dragon sword, una spada di cui non avevo mai sentito parlare prima. Peccato che ogni volta che glielo dicevo, passavano dai pugni ai ferri ardenti.
Fortunatamente non ero l’unico sfigato condannato in quell’inferno, infatti c’erano altre persone come me intrappolate senza motivo, e alcuni di loro avevano una cosa in comune con me.
Avevano tutti un tatuaggio uguale al mio.      
Fortunatamente la maggior parte di loro era qui da molto tempo e così aiutarono me e altri due pivelli a sopravvivere in quell’inferno. Inferno che, dopo tre anni di torture non potevamo più tollerare.
Così decidemmo di scappare, sfruttando della polvere da sparo rubata per far saltare in aria le porte delle celle, prendemmo di sorpresa le guardie e decidemmo di andare verso il sistema di teletrasporto usato per trasportare viveri e armi senza dare nell’occhio…..”
“Aspetta, come cavolo può esistere un teletrasporto? Per far funzionare un prototipo serve una quantità colossale di energia!! Secondo me sta solo dicendo una enorme serie di cazzate!”Lo interruppe Melany che, nonostante l’aspetto, era un’appassionata di tecnologia. Dal tono si capiva che era ancora convinta che quest’ultimo fosse un ladro che considerava tutto quello che aveva detto fino ad adesso un’enorme serie di cazzate, pensiero in parte condiviso da Mark e Celia.
Visibilmente irritato dall’intervento della ragazza, CJ rispose:” Ma te da quando sei qui, bimbaminkia?! Comunque per far funzionare un teletrasporto serve si moltissima energia, ma quell’isola è praticamente sempre dentro una tempesta e hanno avuto l’idea geniale di usare i fulmini per generare la potenza elettrica. Ovvio, no bim….”
Venne di nuovo interrotto da Melany, questa volta in una maniera meno delicata, infatti lo colpì violentemente in testa con un possente pugno urlando:” CI SONO DA QUANDO TI SEI SVEGLIATO, RAZZA DI COGLIONE, E COMUNQUE NON SONO UNA BIMBAMINKIA, GUARDA CHE SIAMO COETANEI IO E TE!!”
Massaggiandosi la testa, CJ ignorò le grida di quest’ultima che lo stava insultando nelle peggio maniere e riprese il discorso:”Ma davvero siamo coetanei io e lei? Avrei giurato che avesse al massimo dieci anni, mah…….
Comunque, dove ero rimasto? Ah si ecco.
Eravamo riusciti a eliminare le guardie e ci stavamo avviando verso la sala di controllo, per impostare le coordinate e non finire in un punto a caso nel mondo, ma purtroppo abbiamo trovato un imprevisto.
Gli imperatori della Morte erano venuti in anticipo per potersi divertire di più ad ammazzarci e, ovviamente, quando hanno scoperto della fuga non sono rimasti con le mani in mano.
Ci hanno attaccato e, per sopravvivere, i nostri compagni hanno distrutto l’unica via di fuga, sacrificandosi per salvare me e gli altri due più giovani.
Nella fretta quello che si era incaricato di programmare la macchina è riuscito solo a delineare lo stato, e quindi eravamo pronti a finire spediti ovunque.
Purtroppo avevamo dato per scontato che andassimo tutti nello stesso posto, invece adesso loro due sono chissà dove in Giappone mentre io sono finito in casa di una bimbaminkia che ama i gatti con le  code nelle orecchie…:” Finì il discorso indicando un pupazzo a forma di gattino bianco con due estremità simili a code che partivano dalle orecchie. Se non fosse stato per gli occhi rosso sangue CJ l’avrebbe considerato il giocattolino di una fata.
Di nuovo  Melany, sempre più incazzata, lo colpì con violenza in testa ri-urlando:”COME TI PERMETTI, IDIOTA!!!!! POI NON OSARE OFFENDERE PIÙ KYUUBEY* IN VITA TUA CI SIAMO CAPITI?!!”
“Ma porca puttana sai solo colpire in testa, bimbaminkia? Poi non è mica colpa mia se quell’espeon** con la faccia al posto del culo è così ridicolo! Comunque sia, se non so i vostri nomi è un’po’ dura che vi chiami no?” Disse beffardo CJ, distendendosi senza neanche aspettare una risposta.
Prima che Melany lo ammazzasse definitivamente, Mark si mise trai due e disse: “Io sono Mark Evans, l’azzurrina come la chiami te è Celia Hills e la bimbamin….-si interrompe mentre Melany lo guardava storto- eh, la ragazzina si chiama Melany Fullfighter.”
“Ok, allora Cliff Williams, Spring Mountain e Sarah Middlewarrior*** giusto?” Ripetè i nomi CJ, sbagliandoli tutti e tre  contemporaneamente nonostante li avesse appena sentiti.
Osservando l’istinto omicida presente sui volti di Celia, Mark e Melany, CJ si affrettò a rimediare spiegando, non senza il suo classico tono di voce ironico,  che era sempre stato completamente sdatto nell’imparare i nomi e che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per impararli.
“Sarà meglio che li impari in fretta, è chiaro?!” Sibilò Melany, manifestando apertamente l’intenzione di squartare appena possibile CJ.
Invece Mark guardò negli occhi CJ e stava per dire qualcosa ma si fermò, probabilmente perché non sapeva come dire quello che tutti e tre pensavano, ovvero che tutto quello che avevano sentito  non fosse per loro nient’altro che un’enorme cavolata.
Come se gli avesse letto nella mente, CJ disse in tutta tranquillità:” Non mi credete minimamente vero?”
“Eh? No! Cioè ehm….” Provò a farfugliare Celia mentre invece Melany, che aveva ormai intrapreso una crociata contro CJ, gli urlò contro:”Certo che non ti crediamo! Come potremmo, è una storia così ridicola e impossibile! Tanto per dirne un paio, mi spieghi perché parli quasi con divertimento dei tuoi amici e di tuo padre adottivo che in quest’istante potrebbero essere quasi tutti morti e, soprattutto, perché in tutto il tuo discorso non hai mai detto il nome di qualcuno dei tuoi compagni, o semplicemente descritto qualcosa?!”
La risposta non si fece attendere:”Facile, non mi lamento perché so che non serve a nulla, li conosco e so che sono ancora vivi e, in ogni caso, lacrime e monologhi drammatici non servirebbero a niente, e non ho detto il loro nome perché non me lo ricordo.”
“COOOSA?!!!” Gridarono di nuovo insieme i tre, che si aspettavano ogni risposta possibile tranne questa.
“Come sarebbe a dire che NON TE LO RICORDI?! Cioè, hai spiegato ogni cosa per filo e per segno tutta la tua vita, hai descritto la probabile morte di quasi tutte le persone a te care ma NON RICORDI neanche una faccia o un volto?!” Urlò furioso Mark, trai tre era l’unico che credeva di più alla storia del ragazzo ma, dopo quest’ultima affermazione, si era anche lui convinto che fosse solo una colossale cazzata.
“Non ricordo significa non ricordo, non penso serva un genio per capirlo. Penso che sia colpa del teletrasporto, se non si è protetti a sufficienza c’è la probabilità che le zone della memoria vengano colpite.” Sbuffò quasi scocciato CJ dalla reazione degli altri.
Intanto Mark si era messo a sedere sulla scrivania di Melany e stava pensando su come comportarsi con questa situazione.
Di sicuro non è un ladro,stava intanto pensando anche se la sua storia è inverosimile non avrebbe mai potuto inventarsela in due secondi, come avrebbe fatto altrimenti a provocarsi tutte quelle ferite e due fori di proiettile? Ci sono troppe cose che non tornano ed è meglio avvisare la polizia. Ma cosa ne facciamo nel frattempo di CJ?Uno di noi potrebbe restare qui a controllarlo… No, l’unica che potrebbe rimanere sarebbe Melany e sarà già tanto se quando torniamo ci sia ancora la casa.  Non c’è altra scelta, dobbiamo metterlo KO finché non saremo tornati.
Riferì quello che aveva pensato a Celia e Melany e, nonostante quest’ultima fosse più per ucciderlo direttamente che per farlo semplicemente svenire, decisero che era la cosa migliore.
Stordire CJ fu estremamente facile: Celia si avvicinò a CJ e cominciò a spogliarsi, il ragazzo non si accorse quasi minimamente di Mark che lo colpì con violenza alla testa, ri-mandandolo nel mondo dei sogni. Dopodiché lo legarono con delle corde utilizzate da Melany per esercitarsi.
La ragazza ha, infatti, fatto fino all’inizio delle medie ginnastica ritmica e grazie a questa e al fisico comunque non prosperoso che dimostra molti meno anni di quelli che ha.
I tre poi chiusero CJ dentro lo sgabuzzino, sperando che rimanga svenuto fino al loro ritorno.
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
In macchina, mentre Mark stava guidando verso il commissariato, Celia e Melany discutevano su cosa rivelare alla polizia.
“Secondo me dobbiamo dire che l’abbiamo trovato fuori da casa tua almeno così si salva la denuncia.”
“Si può sapere perché lo difendi, Celia?! Quel bastardo va semplicemente sbattuto in galera!”
“Solo perché ti ha chiamata bimbaminkia? Non è che stai esagerando?”
“Macché! Si vede lontano un miglio che è un poco di buono! Non dirmi che credi alla sua storia!”
“Non ci credo, ma dubito che si sia sparato da solo in una gamba e in un braccio no?”
Mark ascoltava distrattamente, ma era convinto che CJ aveva detto, seppur distorcendola parecchio, la verità.
M quello che non sapeva era perché avesse fatto ciò, l’unica idea che aveva in mente era che magari fosse coinvolto con la yakuza**** o qualcosa del genere.
Improvvisamente sentì un rumore sul tetto della macchina e, prima che potesse chiedersi cosa fosse stato, una mano pelosa e dotata di artigli ruppe il vetro davanti a lui e lo afferrò lanciandolo fuori dal finestrino.
Atterrò dolorante per terra e poco dopo anche Celia e Melany furono lanciate vicino a lui.
A colpirli era stato un uomo di grandi dimensioni che assomigliava in maniera preoccupante ad un lupo, aveva infatti lunghi capelli disordinati viola che gli donavano un’aria selvaggia, oltre a ciò mostrava anche dei canini a punta e degli strani segni simili a baffi sulle guancie.
Ma la cosa più terrorizzante di lui erano le braccia e le gambe, se mai si potessero chiamare con termini umani.
Erano molto più grandi del normale ed erano ricoperte da una fitta peluria di colore viola, le unghie erano lunghissime e anch’esse di colore violetto, mentre le gambe erano allungate e somigliavano più a quelle di un animale.
Visto alla luce del tramonto, sembrava un vero demone.
“Bene, bene… Cosa abbiamo qui, due bei bocconcini… Mhh..”  Ringhiò l’uomo-lupo guardando Melany e Celia e accarezzando il viso di quest’ultima. Le due ragazze erano pietrificate.
Mark invece non perse tempo, sapeva che quel mostro era sicuramente molto più forte di lui ma aveva intenzione di provarci, anche solo per guadagnare un po’ di tempo.
Si alzò rapidamente in piedi, ignorando il dolore alla schiena, e scattò verso la creatura con l’intenzione di colpirla con una violenta spallata.
Ma, dopo pochi passi, un pugno sbucato dal nulla lo colpì con violenza ri-lanciandolo a terra.
Sofferente, Mark provò a  rialzarsi ma una forza invisibile  lo teneva a terra.
Non riusciva a capire cosa stesse succedendo quando sentì una risata provenire dal nulla.
D’improvviso apparve un’altra persona che in quell’istante stava pressando sul petto di Mark col piede.
Aveva un altezza nella norma, ma la pelle cadaverica e l’enorme benda viola che gli copriva gli occhi  lo rendevano non meno spaventoso del compagno.
“SHISHISHISHISHI! Davvero pensavi che fosse da solo?! Non mi sembri il tanto decantato guerriero che gli Imperatori della Morte dicevano che fossi! Giusto, Wolfy?” Ghignò con una voce spettrale il nuovo arrivato, aumentando la pressione col piede su Mark, impedendogli di respirare.
L’altro invece cinse col braccio Celia e Melany e urlò con voce cavernosa:” AHUAHUAHUAHUAHUAHU! Hai proprio ragione, Talisman! Però devo dire che come seduttore ci sa fare, è qui da neanche due ore e ha già due belle ragazze, AHUAHUAHU!” avvicinandosi pericolosamente con la bocca al viso di Celia.
Ma di chi stanno parlando? Perché mi sembra di aver già sentito il nome di Imperatori della Morte? Pensò Mark mentre tentava disperatamente di togliere il piede dal petto.
Purtroppo la forza era tale che l’unica parte del suo corpo capace di muoversi erano le braccia.
Disperatamente tentò più volte di afferrare il piede di Talisman per cercare almeno di diminuire la pressa.
Ma la vista di quello che accadde lo lasciò senza parole.
Quando sembrava che fosse riuscito ad afferrare il piede vide la sua mano passare attraverso la caviglia come se fosse un illusione.
Per tutta risposta Talisman lo colpì con un calcio in faccia, rompendogli il labbro che cominciò a sanguinare.
Poi riprese a ridere, divertito dagli sforzi di Mark:”SHISHISHISHISHI! Non hai ancora capito quale è il mio potere? Posso diventare invisibile e intangibile! Tu non puoi colpirmi, CJ il drago di fuoco! SHISHISHISHISHI!”
L’aver sentito il nome CJ fece venire qualcosa in mente a Melany, mentre tentava disperatamente insieme a Celia di allontanare la sua bocca da quella del mostro conosciuto come Wolfy.
Non p-p-uò essere! Non possono essere QUEGLI Imperatori della Morte, non può essere QUEL….
I suoi pensieri furono interrotti da una violenta esplosione, e due vampe di fuoco colpirono contemporaneamente i due aggressori senza però recare alcun danno a Melany e agli altri.
Wolfy si rialzò subito in piedi e guardò furioso verso il punto dove erano partite le fiamme urlando:” CHI HA OSATO?!”
Lì vi era solo una persona.
Un giovane alto, dai capelli castani disordinati e gli occhi verdi acqua, vestito solo con un paio di pantaloni e bendato in buona parte del torso.
Melany, più stupita dei rapitori, riuscì solo a balbettare:”N-on può essere….”
CJ invece si spostò il ciuffo e disse semplicemente:”Eccomi, chi mi vuole?!”
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Kyuubey: personaggio di Puella Magica, è un gatto magico gran figlio di puttana, vedete l’anime per scoprire che al confronto Aizen è un santo (immagine http://moarpowah.com/wp-content/uploads/2012/03/Kyubey.jpg)
**Espeon: Pokemon di tipo psico, è un evoluzione di Evee, ha due code ed è di colore viola, se non lo conoscete fatevi regalare Pokemon Heart gold o USol silver per natale (immagine http://img.pokemondb.net/artwork/espeon.jpg)
*** Quando CJ sbaglia i nomi (cioè quasi sempre) non li storpia bensì li chiama con parole che hanno somiglianza o opposizione di significato coi nomi (esempio Mark Evans è il nome di un bassista degli ACDC e CJ lo chiamerà coi nomi di bassisti famosi)
****Yakuza: La mafia giapponese, quindici volte più bastarda della nostra.
Eccomi (con un ritardo di circa 6 ere geologiche ma sono dettagli) con un nuovo capitolo. Ci ho messo tutto sto tempo perché è un capitolo di passaggio e la storia di CJ è narrata a cazzo di cane per un motivo che scoprire + avanti.
Detto questo il nuovo capitolo arriverà a breve insieme ai primi profili dei personaggi.
Ciao e al prossimo capitolo mi raccomando recensite!!
 Cristo96
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I primi scontri! CJ contro Wolfy! ***


“Eccomi, chi mi voleva?”
Quasi Melany non riusciva a credere che quello di fronte a lui, il giovane trovato agonizzante nel suo letto appena tre ore prima, fosse lo stesso che in quell’istante le aveva appena salvato la vita.
Ma era lui, non c’erano dubbi.
Intanto, seppur con fatica per colpa del dolore al petto, Mark si stava rialzando per vedere anche lui in faccia chi gli aveva salvato la vita.
Riuscì solo ad articolare uno stentato:”M-m—ma tu s-s-ss-sei CJ?”
“Indovinato Oliver Hutton”
“M-m-ma tu non eri Sv….”
“No, ho semplicemente fatto finta. Se evitavate di parlare ad alta voce non avrei sentito il vostro piano. Per la cronaca, hai un pugno forte.
Poi mi sono slegato e vi ho seguito.” Rispose CJ, col suo solito tono ironico, ma che in quel momento sembrava la voce di un angelo per i tre attaccati.
Nel frattempo Talisman e Wolfy si erano ripresi dal colpo, ciascuno soltanto con qualche scottatura e si stavano avvicinando furiosi verso CJ.
“Grrr… Chi è questo tizio?!”
“CJ il drago di fuoco, quello vero! Il tuo fiuto ha sbagliato Wolfy!”
“Vacci piano! Il mio fiuto non ha mai sbagliato! E poi hanno tutti e tre l’odore del fuggiasco!”
“Non importa! Facciamoci dire dove si trova la Dragon Sword e uccidiamoli tutti!”
Di fronte ai due mostri, CJ non si spaventò ma si mise in posizione da battaglia, dopodiché disse a Mark: ” Mi dispiace se vi ho infilati in’sto casino, ma probabilmente vi ho bagnato con un po’ del mio sangue. Vi spiegherò tutto dopo, adesso ho solo bisogno che mi facciate un favore.”
“Eh?! Cioè, cosa?” Rispose sorpreso Mark mettendosi in piedi.
“Cercate di distrarre il fantasmino mentre mi occupo del lupetto, non penso di potermeli reggere tutti insieme. Mi raccomando, fate attenzione e, se si leva la benda, non guardatelo mai negli occhi, è chiaro?!”
“AHUAHUAHU! Se pensi di potermi sconfiggere da solo ti sbagli di gro…” Wolfy non riuscì a finire la frase che CJ, messosi precedemente in una posizione accucciata, sussurrò:” Turbo flame*(Turbo fiammata) ” e partì come un razzo grazie a delle violente fiamme partite dai piedi, investendo l’enorme lupo mannaro e lanciandolo al di là del ponte per poi seguirlo.
Nel frattempo anche Celia, precedentemente svenuta, si era risvegliata e aveva visto la scena con aria meravigliata.
Mark invece si mise davanti a Talisman con i pugni alzati, sperando di resistere almeno qualche secondo
“Pensi veramente di riuscire a tenermi testa senza poteri? Ma non farmi ridere pivello! SHISHISHISHISHI!” Sghignazzò Talisman, zittito prontamente da Mark, che deciso affermò:”No, non penso di tenerti testa, mi accontento di bloccarti fino a quando CJ non sarà tornato!!”
 //////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Lanciati entrambi a folle velocità verso il terreno, CJ cercava a tutti i costi di evitare i morsi della creatura e allo stesso tempo di restare attaccato ad essa.
Mai ebbe idea migliore, infatti quando caddero a terra CJ sfruttò il corpo di Wolfy per attutire la caduta, riuscendo ad atterrare relativamente incolume.
Cosa che invece non si può dire del suo avversario visto il cratere formatosi con l’impatto, col diametro lungo circa due metri.
Tuttavia CJ sapeva che, nonostante fosse caduto da almeno 20 metri con un peso aggiunto, la creatura poteva dirsi tutto tranne che vinta. E infatti si era appena rialzata
“Umpf! Mi hai solo colto di sorpresa, draghetto!” latrò rabbioso Wolfy, subito risposto dal sempre sarcastico CJ:”Si, certo, come no….  Perché fra tutti i tipi di Cacciatori mi hanno mandato contro proprio il classico pompato sicuro solo dei muscoli?!”
“Grrrr! NON TI PERMETTERE DI OFFENDERMI! WOLF’S BITE!(Morso del lupo) ” Urlò a pieni polmoni la creatura per poi lanciarsi verso CJ  a zanne spalancate, con l’intenzione di morderlo.
Quasi con noncuranza, il ragazzo evitò il colpo spostandosi semplicemente di lato commentando il tentativo:” Non solo è un attacco lento, ma ha anche un nome di merda! Come era, Doggy’s Smack**?”
“ADESSO BASTA! WOLF’S CLAWS!!(Artigli del lupo)” Urlò sempre più furioso l’enorme lupo, cercando di colpire CJ con i suoi affilatissimi artigli delle ancor più forzute braccia.
Per tutta risposta, quasi come se neanche avesse voglia di impegnarsi, CJ li schivava muovendosi pochissimo, giusto con dei rapidi passi indietro, e approfittò dei colpi falliti per colpirlo con un violento calcio sul mento, allontanandolo e schernendolo di nuovo:” Ragazzi che nomi diversi e originali….. Dì un po’, ma sei un uomo lupo o un uomo bassotto? Sai perché a giudicare dagli attacchi….”
“MUORI!”  Lo interrupe Wolfy, ormai in preda all’ira, che lo attaccò per l’ennesima volta.
Ma era diverso dal solito.
La furia gli aveva reso gli attacchi più veloci, ma anche molto più scoordinati, esattamente quello che voleva CJ.
Bene, adesso che è infuriato sarà più facile attaccarlo, mi basterà allontanarlo un’ultima volta e potrò iniziare a fare sul serio pensò il giovane, preparandosi per il contrattacco definitivo.
Era stato tutto un piano, si era subito accorto che il cervello del gruppo era il bendato, e separandoli avrebbe potuto facilmente provocare l’altro, decisamente più ingenuo.
Perché un avversario furioso attacca peggio e non sa difendersi.
Approfittò di una breve rallentamento nella furia di attacchi di Wolfy per allontanarsi e prima di essere raggiunto passò all’offensiva.
Prima che la creatura lo raggiungesse infatti CJ la compì con un violento pugno circondato da fiamme vorticanti, spedendola a un paio di metri di distanza con una violenta scottatura sul petto, dove era stato colpita.
Si era aspettato un effetto simile, il suo Fire rifle(Fucile infuocato) non lo aveva mai tradito.
Tuttavia non perse tempo, e prima che Wolfy si fosse rialzato scattò verso di lui e lo calciò violentemente in aria con un piede infuocato al mento gridando:” Diable Jump(Calcio volante del diavolo)!” per poi finire la combo con un ultimo colpo, una mezza rovesciata di tacco con lo stesso piede, scatenando con il movimento dello stesso un incendio di forma ovale sulla schiena del lupo. Questa volta urlò:” Reverse Diable Spear (Lancia inversa del diavolo)!”
Con il petto, la schiena e il mento ustionati a livelli estremi, Wolfy fu scaraventato lontano e si schiantò contro uno dei piloni che reggevano il ponte, apparentemente svenuto.
CJ invece si rilassò e disse:”Come avevo detto, tutto fumo e niente arrosto. Sono bastati tre colpi per….”
“PER FARMI IL SOLLETICO AHUAHUAHUAHU!!” Gridò l’enorme lupo appena rialzato come se i violenti tre colpi appena subiti non fossero nulla.
“Beh, sembra che forse non sei tutto sta schifezza… Vabbè, adesso ti faccio male sul serio.” Rispose il ragazzo, pensando che una serie di colpi simile a quella già fatta sarebbe bastata e avanzata.
Per tutta risposta, il lupo mannaro si mise a quattro zampe e disse:”Adesso ti mostrerò il mio vero potere: il Bestial instict(Istinto bestiale)! AUUUUUUUUUUUUU!” ululando con forza.
Il per nulla intimorito CJ stava per provocare nuovamente la creatura quando si accorse che gli artigli e i denti si stavano allungando e inscurendo. No, l’intero corpo stava crescendo e assumendo una tonalità più scura.
Fu un processo orribile e lo stesso CJ, che fino a quel momento non aveva mostrato la minima paura, cominciava a spaventarsi.
Quando poi vide l’enorme mostro nero che Wolfy era diventato seppe dire solo quattro parole:”Oh, cavolo. Sono fottuto.”
//////////////////////////////////////////////////////////////////////////
“Dici che puoi tenermi testa fino a quando non tornerà il tuo amico, e allora provaci! SHISHISHISHISHI!” Sghignazzò Talisman mettendosi in posizione di sfida, pronto a ricevere un attacco di Mark.
Attaccò che si manifestò con una carica, che non dovette neanche schivare.
Infatti gli bastò rendersi intangibile per far schiantare il suo avversario a terra.
Rapido, Mark si rialzò e cercò di colpirlo con dei pugni, senza riuscire mai a danneggiarlo realmente.
Continuando a ridere, Talisman lo colpì col palmo in pieno petto, mozzandogli il fiato e facendolo cadere rovinosamente a terra.
Nonostante ciò, si rimise subito in piedi e tentò di nuovo, questa volta con un calcio circolare.
Nonostante il suo carattere amichevole, Mark si era fatto negli anni del liceo molti nemici a causa dell’invidia e dell’abitudine a difendere gli attaccati dai bulli e grazie a ciò aveva una discreta conoscenza di come si lotta, oltre a poter contare sulla forza di mani e piedi accumulate con l’intenso addestramento eseguito nell’Inabikari prima e nell’isola di Liocott*** dopo.
Ma se il tuo nemico non può essere toccato era tutto inutile.
E, come era prevedibile, Talisman schivò il calcio diventando per l’ennesima volta intangibile, e decise di mettere fine a quello che considerava una farsa.
Afferrò infatti Mark per la maglietta, lo sollevò con facilità e gli disse con fare allegro:”Ops, mi sa che qualcosa non torna, eh? SHISHISHISHI!”
“Grrr, maledetto se non fossi intangibile…”
“Oh, ma io sono tangibile, ti sto tenendo  con una mano, no? SHISHISHISHI! Adesso muori!Yūrei Punch!(Pugno fantasma) ” E, mentre pronunciò queste parole, la mano destra di Talisman si illuminò di una luce color bianco pallido pronta a trafiggere Mark.
Quest’ultimo stava disperatamente provando a divincolarsi ma la presa del fantasma era troppo forte per lui.
Così chiuse gli occhi in attesa del colpo letale. Che non arrivò.
Sentì infatti la forza che lo teneva in aria svanire e cadde a terra.
Lì decise di riaprire gli occhi e quello che vide lo sorprese.
Il braccio di Talisman che doveva colpirlo era a terra, in una pozzanghera di sangue, e il suo proprietario si teneva il moncherino guardando furioso a destra.
Dove c’era solo una ragazza che in quel momento stava rinfoderando la sua katana.
Celia sorrise e disse rivolta a Mark:” Pensavo che avrei usato questa mossa solo per fare impressione nelle esibizioni.Surasshu no sakura!(Fendete del fiore di ciliegio)”
“Tu… brutta puttana come hai fatto a colpirmi?!” Gridò furioso come non lo era mai stato nel resto dello scontro Talisman.
“Sei stato tu a dirci come.” Rispose Melany, uscendo dalla carcassa della macchina, il suo nascondiglio.
“COSA?!” Urlarono sorpresi sia Mark che Talisman.
“Semplice,- spiegò la ragazza- fin da quando CJ ci ha salvato siamo state a osservare lo scontro vicino alla macchina e mi ero accorta che qualcosa non andava. Come facevi a colpire Mark se lui non poteva colpire te? Avevo già un’ipotesi ma me l’hai confermata te stesso. Chi è che ha detto Io sono tangibile ti sto tenendo con la mano?
Ciò voleva dire solo una cosa, sei te che decidi con la volontà se essere tangibile o no e per colpire devi per forza tornare tangibile! Quando me ne sono accorta mi è bastato dirlo a Celia perché ci pensasse lei .”
Carico di rabbia omicida, Talisman partì con l’intenzione di colpire le due con la stessa tecnica precedente, lo Yūrei Punch con la mano rimasta.
  Salvo essere bloccato di nuovo, questa volta da Mark, che prima colpì al gomito paralizzandogli temporaneamente il braccio e poi in piena faccia mandandolo a terra.
Poi commentò:”Adesso sì che cominciano i giochi”.
//////////////////////////////////////////////////////////////////////////
In poco tempo l’aspetto di Wolfy era cambiato fino a farlo diventare un vero e proprio mostro.
Tutto quello che aveva di umano, cioè già poco prima, era mutato in qualcosa di mostruoso.
Il viso era ormai quello di un lupo, e i canini stavano raggiungendo lunghezze assurde.
Era diventato quadrupede, e gli artigli su entrambe le zambe erano cresciute ulteriormente.
CJ non riusciva a capire il motivo del terrore che sentiva, era solo diventato del tutto un lupo.
Si un lupo nero lungo più di 5 metri, ma pur sempre un lupo.
Eppure c’era qualcosa in lui che terrorizzava CJ a morte, senza che però lui stesso riusciva a capire cosa.
Era così tanto spaventato che non riusciva a muoversi, così fu l’enorme mostro ad attaccare per primo, investendolo con una violenta carica.
CJ tentò di evitarlo con una capriola ma non riuscì ma muoversi in tempo e fu travolto.
L’impatto lo spedì a una decina di metri di distanza, quasi sul fiume.
Il ragazzo tentò subito di rialzarsi ma un fortissimo dolore alla schiena glielo impedì.
Capì subito che le ferite ottenute nella fuga si erano riaperte, e a quelle se ne era aggiunta un'altra, una lunga e slabbrata linea rossa che andava da una clavicola all’altra.
Oltre a ciò CJ aveva ancora quel terrore incondizionato verso Wolfy senza poter riuscire a capire come sia possibile.
Ma non aveva tempo per pensare visto che il suo avversario stava correndo verso di lui per fargli fare un altro volo, con tutta probabilità l’ultimo della sua vita.
Dato che non poteva muoversi, la sua unica speranza per evitare il colpo era nel Turbo flame ma per poterlo controllare al meglio doveva essere in piedi e col corpo verso la direzione scelta, non mezzo disteso mentre un lupo gigante tentava di arrotarlo.
Decise comunque di usare la tecnica pochi secondi prima di essere di nuovo colpito e, pur riuscendo a schivare l’attacco, quasi si schiantò verso i pali di un campo da calcio, aggrappandosi a uno di essi per evitare di perdere del tutto il controllo.
In quell’istante CJ avrebbe voluto sapere il nome di quell’idiota che ha messo un campo da calcio sulla riva di un fiume, ma decise invece di allontanarsi per poter elaborare una strategia e soprattutto per eliminare quell’opprimente terrore che gli impediva di lottare al meglio fin da quando il lupo si era trasformato.
Frattanto l’enorme creatura non era riuscita a fermarsi in tempo ed era arrivata al centro del fiume, dove l’acqua era più profonda, e stava cercando di raggiungere la riva a nuoto.
CJ ne approfittò per far riposare un secondo le membra doloranti e per ragionare sulla situazione, conscio che a causa dell’eccellente fiuto di quel bestione una fuga sarebbe stata inutile.
Ok, ammetto di averlo sottovalutato, ma questa trasformazione ha qualcosa di strano.
Ha solo liberato del tutto la parte bestiale, ho perso il conto di quante volte ho visto altri Cacciatori fare qualcosa di simile. Eppure riesce a terrorizzarmi e mi impedisce di muovermi correttamente. Come fa?
Non mi ha mai colpito prima della trasformazione e ho comunque sempre evitato artigli e zanne, quindi non è stato un veleno.
Ma allora come…. Aspetta un secondo….
“L’ULULATO!” Urlò il giovane, che aveva finalmente scoperto la causa del terrore.
“Ma centro, quell’ululato doveva avere qualche effetto mentale! Ecco perché avevo difficoltà a muovermi! Sento ancora l’eco in giro, probabilmente è quello che prolunga gli effetti! In tal caso…”
In quel momento Wolfy era finalmente riemerso dal fiume e aveva subito puntato CJ, leccandosi le zanne al pensiero di poterle affondare nel corpo di quel pivello.
In quel momento non gliene fregava niente della missione, voleva solo vendicarsi delle offese e l’unica maniera che conosceva per farlo era fare a pezzi il suo corpo.
Stava per lanciarsi una terza volta, quando notò che il ragazzo stava facendo qualcosa di strano.
CJ aveva infatti strappato alcuni pezzi di benda e se li era infilati nelle orecchie a mo’ di ovatta.
Pensando che fosse l’ennesima, insensata provocazione, non ci badò e partì alla carica, ma rimase sorpreso quando CJ, aiutato dalle fiamme, saltò in aria senza alcuna difficoltà, quando il suo ululato ipnotico avrebbe dovuto paralizzarlo.
CJ invece non perse tempo e, dall’alto, incrociò le mani infuocate e poi le aprì verso terra, lanciando così una croce fatta di fiamme contro il nemico.
Sceso a terra, valutò il danno e quando si accorse che non lo aveva neanche scottato imprecò a voce più alta del normale per colpa delle bende:” Merda! Adesso è più resistente, pensavo che la Croce infuocata facesse più danni! “
Cercò subito di riattaccare il suo avversario ma quest’ultimo era già pronto a colpirlo a sua volta.
Riuscì ad evitare anche questa carica ma di poco, e aveva capito che se non avesse vinto in fretta, sarebbe morto.
Era sempre più stanco e le ferite pulsavano sempre di più, in più avendo rinunciato al senso dell’udito doveva tenerlo sempre sotto il suo campo visivo, altrimenti sarebbe stato vulnerabile agli attacchi a sorpresa.
Decise quindi di tentare il tutto per tutto e quando il lupo caricò per l’ennesima volta non lo schivò.
Bensì decise di fare una cosa molto più stupida e rischiosa, ma allo stesso tempo efficace.
Saltò infatti in aria ed atterrò esattamente sulla schiena del mostro, lì aveva subito cominciato a tempestarlo di pugni infuocati.
Ma smise subito dovendosi attaccare al collo di Wolfy per evitare che lo buttasse di sotto.
Mentre CJ stava cercando in ogni maniera di restare attaccato a “quel fottutissimo collo sempre troppo corto” come stava pensando in quel momento, Wolfy invece lo muoveva nelle direzioni più disparate.
“M-m-a p-p-ppp-or-ca put-t-tana! V-v-uoi st-t-are fermo?!” Urlò sempre più incazzato il ragazzo che stava per perdere la presa, pensando per quale cazzo di motivo ha avuto quell’idea così ridicola.
Ma, quando l’ennesimo movimento del collo di Wolfy lo lanciò quasi del tutto in avanti, decise di provare il tutto per tutto e di attaccarlo con una delle sue tecniche migliori.
Urlò:”Adesso è ora di finirla!” e alzò entrambe le gambe, le incrociò, e le ribattete infuocate sul collo del mostro :”Diable crox!(croce infuocata del diavolo)”.
Questa volta il lupo accusò il colpo e subito cercò di afferrare CJ, che grazie allo slancio era salito in aria.
Qui mise le mani come se volesse utilizzare la Croce infuocata ma a differenza di prima, le mani ricordavano più una croce romana che una greca****.
Poi aprì le mani, e invece di una croce come prima ne creò molte di più dalla forma latina, che si posero tutte davanti a CJ, il quale urlò:” Karyū no Hissasu(arte segreta del drago di fuoco)
CROCIATA!!” A quel punto diresse le mani verso Wolfy e tutte le croci si diressero rapidamente verso di lui, bombardandolo senza pietà.
Non ne potette schivare neanche una, da quanto erano veloci.
Quando CJ interruppe l’attacco e scese a terra, Wolfy, tornato normale, era gravemente ferito e ustionato in più punti, totalmente incapace di muoversi.
Ansimante, CJ si avvicinò di fronte a lui e disse, col suo classico tono ironico:” Io sapevo che il fuoco e le croci funzionassero solo coi vampiri, ma mi sembra che anche coi lupi non si comportano male, a te sembra?! Non aspetto una tua risata, adesso dimmi, come avete fatto a trovarci?”
Nel rispondere, lo sconfitto adoprò un tono da animale ferito e sputò sangue ad ogni parola:”COF COF! Trovarvi è stato facile, quando hanno analizzato il teletrasporto hanno scoperto che eravate in Giappone, a quel punto è bastato vedere le zone dove c’era stata un forte passaggio di energia per trovarvi. COF COF!”
“Quindi sapete dove si trovano gli altri due eh? Dimmelo subito o altrimenti..” Il ragazzo aveva adottato un tono serio e violento alla scoperta di quelle informazioni
“COF COF! Abbiamo registrato grandi energie nella zona di Okinawa e laggiù c’erano anche voci di un guerriero abile col fuoco, credevamo fossi te….”
“Quindi uno è a Okinawa, eh? E l’altro? RISPONDIMI SUBITO O….” Non riuscì a finire la frase che un forte lampo di luce proveniente dal ponte esplose verso l’alto.
CJ si girò e si accorse che la zona da dove proveniva il fulmine gigante era dove aveva lasciato Mark, Celia e la bimbaminkia di cui non si ricorderà mai il nome.
A malincuore decise di andare a scoprire cosa fosse successo, sperando che, al suo ritorno, Wolfy non fosse scappato, per scoprire dove si trova l’ultimo evaso.
//////////////////////////////////////////////////////////////////////////
*= I nomi delle tecniche saranno colorati del colore che più le contraddistingue, per esempio per CJ il rosso.
**= Doggy’s smack vuol dire bacio del cagnolino, parodia del Wolf’s bite che invece vuol dire morso del lupo
***= Inabikari è la palestra speciale dove si allenarono quelli della Raimon nel primo gioco/stagione, mentre l’isola di Liocot penso la conoscete tutti
**** La croce latina o romana è la croce dove un braccio è a due terzi dell’altro( la croce “classica” quella dove hanno ammazzato il figliolo di un falegname 2000 anni fa in palestina) mentre la croce greca è una croce dove i bracci si incontrano a metà.
 
Hola ed ecco a voi il terzo capitolo!
Finalmente un’po’ di lotte, sennò che cavolo di shonenizzazione sarebbe?
Accanto ad ogni nome di tecnica ho messo la traduzione in italiano e i più otaku si saranno accorti che tutte le tecniche di CJ riguardanti i calci hanno stranamente la parola diable nel nome (ogni riferimento al cuoco biondo di una ciurma di pirati è puramente e totalmente casuale) e mi scuso se alcuni termini giapponesi sono scritti male ma più di metà di quello che so del giapponese lo so solo parlare e non scrivere quindi mi sono fidato di google traduttore……
Ogni volta che un personaggio finisce la sua prima “vera” lotta scriverò il profilo qua sotto quindi cominciamo bene con 2 profili, CJ e Wolfy!
 
Nome: Christopher Geremia Wilsok, detto CJ per ovvi motivi (ve li lascio indovinare)
Età: 19
Aspetto fisico: Alto(1.87) e con i capelli castano chiaro quasi sempre spettinati, ha gli occhi verde acqua, un fisico secco ma atletico e gli zigomi alti. Possiede un vasto numero di cicatrici sulla schiena, derivate dalle torture subite, e un tatuaggio a forma di drago, che partendo dalla spalla sinistra è avvolto su tutto il braccio, con la testa sul dorso della mano, di colore blu.
Carattere: Impulsivo e sicuro di sé, ha uno spiccata vena ironica ed è sempre stato bravo a far incazzare le persone, soprattutto ragazze, ma è sempre pronto a sacrificarsi per gli amici, sostiene che con la forza di volontà tutto è possibile, curiosamente è completamente incapace nel ricordarsi i nomi, spesso confondendoli pochi secondi dopo averli sentiti.
Poteri: è abile con la spada (ora non ce l’ha ma aspettate….) e se la cava bene nel corpo a corpo. Può emanare fiamme da ogni parte del corpo e controllarle con estrema facilità, è inoltre molto più resistente del normale al fuoco e alle temperature alte in generale. Non possiede forza e velocità sovraumane ma sfruttando le fiamme riesce a muoversi velocemente e a potenziare i suoi attacchi.
Tecniche: Turbo flame: violenta fiammata partita dai piedi utile per muoversi rapidamente, è però poco controllabile
Fire rifle: un pugno potenziato da delle fiamme a vortice, ottimo per attacchi rapidi e diretti
Diable Jump: Calcio infuocato verticale, usato per spedire in aria il nemico
Reverse diable spear: colpo di tacco fiammeggiante eseguito dopo un mezzo giro su se stessi, genera una scottatura ovale ed è usato spesso in combinazione col Diable Jump
Croce Infuocata: CJ mette le mani a croce davanti a se, dopodiché le apre liberando una fiammata a forma di croce sul nemico, a lungo raggio ma non molto potente.
Tecniche segrete (praticamente le mosse migliori) precedute sempre da Karyū no Hissasu
Crociata: un vasto numero di croci fiammeggianti di forma latina è posto davanti a CJ, ad un segnale di quest’ultimo le croci attaccano in massa il bersaglio.
Basato su: Me stesso( carattere e aspetto fisico), Nastu Dragnell (Fairy Tail), Monkey D. Rufy (One piece) e Dante (devil may cry) per tecniche combattimento.
Canzone simbolo (la canzone che identifica il personaggio,a volte perchè il carattere o la storia del personaggio rispecchiano il significato della canzone, altre volte perchè semplicemente mi hanno ispirato per crearlo): Time of dying dei Three Days Graces (link http://www.youtube.com/watch?v=g9skUH9rSD8)

 
 
Nome: Jacob Cornell,nome in codice Wolfy
Età: ??? si suppone intorno ai 20
Aspetto fisico: molto più alto della media,intorno ai due metri e dieci, nell’aspetto ricorda un lupo.Le sue braccia e le gambe, molto più sviluppate del normale e artigliate, sono ricoperte da una peluria violetta, e i capelli, lunghi, scompigliati e simili ad una criniera, sono dello stesso colore ma di una tonalità più scura. Quando si trasforma appare come un enorme lupo di colore nero, con zanne e artigli blu scuro.
Carattere: Molto violento, adora far soffrire la gente, è ingenuo e si infuria facilmente se viene provocato, si considera invincibile
Poteri: Ha forza, velocità, olfatto e resistenze sovraumane, in più ha artigli e zanne capaci di perforare l’acciaio, in casi di emergenza può liberare del tutto la sua parte di lupo.
Tecniche:
Wolf’s bite: un morso rapido, semplice e violento
Wolf’s Claws: raffica di artigliate a gran velocità
Bestial instict: Wolfy ulula libera la parte animale di lui e si trasforma in un lupo nero di dimensioni colossali, così le sue capacità fisiche aumentano a dismisura, inoltre chi sente il suo ululato si sente improvvisamente terrorizzato e ha difficoltà di movimento, se però l’avversario perde l’udito o si ottura le orecchie l’effetto svanisce.
Risata(si come One piece alcuni personaggi hanno una risata particolare): AHUAHUAHUAHU!
Basato su: Jacob Black (da degli stupidi film su vampiri e licantropi) e Cornell (un personaggio di Castlevania, mezzo lupo mezzo uomo) per il nome, sui miti comuni dei licantropi per il resto.

 
 
Perfetto! Al prossimo capitolo, dove scopriremo per bene i poteri di Mark, Celia e Melany!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3: Per i compagni! Talisman contro Mark e Celia ***


“Adesso sì che cominciano i giochi.”
Fu questa semplice frase, detta da Mark dopo esser riuscito per la prima volta a colpire Talisman, a causare nelle persone presenti le più potenti emozioni dell’ambito umano.
Gioia da parte di Melany, conscia di essere stata l’artefice di ciò.            
Serenità per Celia, che finalmente aveva trovato un qualche segno di umanità del loro aggressore, fino a quel momento considerato una sorta di fantasma o spirito.
Coraggio di Mark, più che mai pronto a combattere ispirato dalle sue stesse parole e dallo scoperto punto debole del suo avversario.
Ma tutta l’energia congiunta di quelle emozioni non erano niente rispetto a quello che stava provando Talisman in quell’istante, a terra e menomato.
Rabbia, si, rabbia per l’orgoglio ferito e voglia di vendicarsi, ma anche paura: paura per il fatto che avevano scoperto il suo unico difetto in battaglia, paura perché adesso sa di essere colpito, paura per la punizione in cui incapperà se fuggirà o se non riuscirà nella missione, paura degli Imperatori della Morte, i suoi signori.
Non aveva altra scelta.
Doveva usare quel potere.
Dovevaliberarsi.
Loro non l’avevano sentito per la grande distanza, ma lui sì grazie al suo corpo più potente e aveva chiaramente sentito l’ululato di Wolfy, segno che si era anche lui trasformato.
Ma, anche se sapeva che liberarsi era l’unica possibilità di salvezza e vittoria, esitò e rimase un secondo a terra.
Non voleva usarlo, non voleva.
Non gli importava affatto di quello che sarebbe successo a i suoi nemici, a tutta la gente che non si era minimamente accorta di ciò grazie ai sensori illusori messi nel perimetro, non gli importava neanche di quello che sarebbe successo al suo compagno, tanto al massimo Vamp gliene darà un altro.
Ma aveva paura, paura di quello che sarebbe potuto succedere a sé stesso.
Perché lui era un vile, sapeva che senza quel potere era certo che a quell’ora sarebbe già stato ucciso anni fa, ma sapeva anche che il suo potere si indeboliva, seppur di poco, ogni volta che lo usava ed era terrorizzato dall’idea di perderlo.
Intanto Mark aveva approfittato del secondo di smarrimento del suo avversario per ordinare a Melany e a Celia di scappare.
“No! Non ti lasciamo qui da solo!” Protestarono le due ma fu tutto inutile.
D’altro canto Mark sapeva che l’intelligenza di Melany e l’abilità e velocità con la spada di Celia sarebbero serviti molto ma si fidava di sé abbastanza da poterlo affrontare da solo.
Prima di averle mandate via però, si era fatto dare da Celia la sua katana per avere una chance in più.
“Mi raccomando Mark, fai attenzione! Questa è la Hanabira sekketsu (petalo rosso sangue), se usata male ha più possibilità di uccidere te che lui!”
“Non ti preoccupare, non sarò bravo con lo Iadio ma una spada la so mulinare.”
“Mi raccomando, non morire.”                                                                                                                                
E con quelle parole le due ragazze si allontanarono dal ponte, lasciando Mark da solo contro il nemico, anche se il ragazzo era convinto che un avversario colpito e mutilato non fosse un così grave pericolo.
Ma si sbagliava, si sbagliava di grosso.
Infatti Talisman si alzò in piedi e cominciò una lenta litania :”MeusDaemon , donas mihi vim ut ego delem tuae magnificientiae hostem*.  MeusDaemon , donas mihi vim ut ego delem tuae magnificientiae hostem. Meusdaemon , donas mihi vim ut ego delem tuae magnificientiae hostem. Meus Daemon…” e mentre lo faceva, prese un coltello che fino a quel momento aveva tenuto nascosto tra le pieghe delle lunghe vesti da sacerdote che indossava.
Mark cominciava a spaventarsi di fronte a quelle parole che considerava senza senso. Gli ricordava la lingua parlata da Paolo Bianchi, il suo amico italiano incontrato ai tempi del FFI**, e dedusse che probabilmente era latino.
Comunque sia, indipendentemente dalla lingua usata, Mark decise di attaccare, sia perché il nemico era concentrato a tal punto in quella preghiera da disinteressarsi di tutto il resto, sia perché non voleva neanche sapere cosa sarebbe successo se lo avrebbe lasciato proseguire.
Prese la spada a due mani e si lanciò contro il nemico a spada tratta, cercando di colpirlo con un affondo.
Ma gli passò attraverso come se avesse attaccato dell’aria.
La cosa lo stupì non poco Mark, dato che riteneva Talisman completamente insensibile al mondo esterno in quel momento.
Ma si accorse anche di qualcos’altro di strano che stava succedendo.
Infatti il corpo di Talisman aveva cominciato a sanguinare copiosamente dalle braccia mentre quest’ultimo continuava a pregare col coltello in mano, avvicinandolo lentamente alla  testa.
Era un pugnale con la lama bianca e l’elsa nera, entrambe ricoperte con finezza da delle linee decorate che, dal pomolo arrivavano fino alla punta, avvolgendosi a spirale.
Muovendosi in maniera meccanica, Talisman mosse il pugnale e si tagliò esattamente a metà la maschera, senza mai fermare la sempre più orribile e spaventosa preghiera.
Mark, ricordandosi di quello che gli aveva detto CJ su non gli guardare mai gli occhi quando si toglieva la maschera, si girò d’istinto per non vederlo in volto.
Tentò comunque, per quanto fosse improbabile colpirlo, di attaccare con una mezza girata di spada, un colpo difficile per un maestro samurai, ancora peggio per un diciannovenne che avrà tenuto in mano una katana si e no tre volte in vita sua.
E infatti l’attacco lo mancò del tutto, non disturbandolo minimamente.
Sbilanciato, cadde e cercò subito di rimettersi in piedi, allontanandosi in fretta sebbene Talisman non si era neanche accorto del tentativo di attacco.
Ma quel tentativo era comunque servito a qualcosa, infatti mentre si rialzava Mark era riuscito a scorgere, anche solo per un secondo, la faccia di Talisman.
Quasi urlò quando la vide.
Dagli occhi, grigi e senza espressone, uscivano fuori grandi quantità di sangue che si riversarono sulla pelle pallida, inoltre in mezzo agli occhi e sul petto si stava formando col sangue una strana figura simile ad un cerchio.
Spaventato, fece un salto indietro quando si rese conto che un simbolo simile era presente anche sulla schiena.
Mentre cercava di capire cosa stesse per succedere, la litania aumentò di velocità e volume:” MeusDaemon , donas mihi vim ut ego delem tuae magnificientiae hostem, MeusDaemondonasmihivimutego delemtuaemagnificientiaehostem***, MEUS DAEMON, DONAS MIHI VIM!- Urlò a pieni polmoni trapassandosi esattamente al centro del cerchio col pugnale ed esplodendo in una luce grigia- SOURUITA NO MEZAME!(risveglio del mangiatore di anime)”.
La luce investì con violenza l’area e lo stesso Mark decise, imprudentemente, di girarsi per scoprire cosa è successo.
Solo in quell’istante capì che il Talisman che aveva combattuto fino a quel momento non era altro che un guscio.
Il suo vero avversario era lì ed era la creatura più terribile che avesse mai visto.
L’unica cosa che rimaneva del corpo precedente era la pelle pallida, per il resto era totalmente diverso.
Era muscoloso e gli era ricresciuto il braccio, ma era coperto di ferite, e perdeva in continuazione sangue.
Aveva due enormi ali di pipistrello anch’esse bianco pallido che provenivano dal cerchio rosso, adesso pulsante di energia e coperto da due membrane che si incontrano a metà.
Si girò, e Mark poté vedere quello che probabilmente era l’orrore incarnato.
La faccia era, infatti, completamente distrutta, con la mandibole divisa in due parti che penzolavano ai lati del viso, perdendo gocciole di sangue. Gli occhi, invece, erano ancora intatti ma completamente vuoti, dai quali si vedeva chiaramente dentro la usa testa, mentre le due figure su faccia e petto avevano anch’esse delle membrane a coprirle verticalmente.
D’un tratto queste si aprirono, mostrando ciascuna un enorme occhio rosso sangue dalla pupilla verticale.
Istantaneamente dalla sua schiena, per la precisione dal terzo occhio, fuoriuscirono un’enorme numero di pallidi tentacoli che si disposero intorno al demone.
Adesso proverai la vera potenza del Souruita(mangiatore di anime)..... Mortale!” Disse l’orribile creatura con una voce che sembrava provenire dagli inferi, pur non avendo una bocca da cui far uscire dei suoni.
E fu in quel momento che il coraggio finora posseduto da Evans sparì, e quest’ultimo capì che neanche se CJ sarebbe arrivato in quel momento ce l’avrebbero fatta.
Ma ci fu in altro suono in quel momento, un grido ch proveniva da oltre la creatura, un grido saturo di terrore, un grido di chi non avrebbe mai voluto sentire in quel momento:”AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! E QUELLO COSA È?”
 
(spazio per far leggere meglio awawa, visto che ci penso ai miei recensori?!)
 
 /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
 
Intanto le due ragazze, consigliate da Mark, si stavano a malincuore allontanando il più velocemente possibile.
“Puff, puff. Secondo te abbiamo fatto bene a lasciare Mark da solo, Celia?” chiese Melany, ansimando per lo sforzo della corsa.
Non era mai stata una grande sportiva e sicuramente non poteva tenere il conto con una ragazza allenata come Celia, quindi quest’ultima rallentò per far respirare l’amica.
“Sì, mi fido di lui. Sarà anche un po’ ingenuo ma sa il fatto suo. Ti ricordo che quando andava alle medie ha addirittura affrontato angeli, demoni e mafiosi.” Rispose la ragazza ripensando ai tempi dell’FFI, in particolar maniera alle ore di prigionia di Deasta****, salvata in seguito dal fratello prima e da Mark dopo.
“Si ma gli è bastata una partita di calcio, non uno scontro all’ultimo sangue!”
“Lo so, ma conosco Mark da 5 anni, e sono più che sicura che ce la farà. Fidati se ti dico che sono più le volte che si è rialzato di quante sia caduto!”
“Sarà….. Sbrighiamoci e chiamiamo la polizia!” Concluse la castana e le due ricominciarono a correre più velocemente.
Stettero zitte per quello che Melany ritenne una decina di minuti , ripensando entrambe a quelle poche ore e soprattutto a quel ragazzo che gli aveva stravolto in poco tempo la vita.
D’un tratto Melany si accorse che c’era qualcosa di strano.
Era passata almeno un’ora da quando avevano lasciato CJ a casa sua ed era il tramonto, se lo ricordava bene.
Ma il cielo aveva ancora le stesse sfumature arancioni, come se non fosse passato un secondo.
Nel cielo c’erano ancora i segni del passaggio di un aeroplano. Fatto normale, se quel giorno non ci fosse stato lo sciopero dei piloti.
Fermò Celia e le rivelò i propri dubbi.
Al contrario dell’amica, quest’ultima non si era accorta di niente e pensando fossero uno scherzo dell’immaginazione di Melany disse:” Ehm, sei sicura di stare bene? Sai sono successe così tante cose in così poco tempo, ne sarai rimasta sconvolta. Io stessa sto ancora cercando di convincermi che ho tagliato il braccio ad un mostro e non ad un uomo!”
“Sto benissimo, e sono sicura che c’è qualcosa di strano! Guarda il cielo, come fa ad essere ancora tramonto se quando abbiamo lasciato casa erano le sette? Poi non ti sembra che stiamo camminando da tro….. “ Si interruppe un secondo e guardò verso un punto sotto alla ringhiera del ponte.
Celia diede un’occhiata ma non vedeva nulla di strano.
Poi, d’un tratto, un luccichio attirò la sua attenzione.
Sul bordo, appeso, c’era un piccolo oggettino sferico che luccicava riflesso dal sole.
Melany si avvicinò e fece per prendere l’oggetto, fermandosi però improvvisamente come paralizzata.
Preoccupata, Celia si avvicinò all’amica.
Il corpo di Melany era fermo, ma il viso della ragazza mostrava la tipica espressione infastidita di chi non riesce ad eseguire il più semplice dei comandi.
Mentre era vicina sentì  Melany borbottare:”E che palle! Non riesco a prenderlo!”
“Ehm, Melany,- chiese sempre più preoccupata Celia, ormai convinta che la ragazza era partita del tutto di testa- si può sapere che stai facendo?”
“Sto cercando di prendere quella sfera, non lo vedi?!”
“MA SE SEI FERMA IMMOBILE!!” Sbottò la ragazza, credendo fosse una presa in giro.
Vedeva anche lei adesso quella sfera, ma almeno non si era messa a fissarla incantata!
“Che cavolo dici? Sto provando a prendere quella sfera, se ti lamenti tanto provaci tu!” Detto ciò, si alzò  e lasciò il posto a Celia.
Sospirando, la ragazzi si sedette sulle ginocchia e tese una mano per prendere la sfera.
Ma, per quante volte provasse, non riusciva a prendere l’oggetto, scivoloso e incastrato.
Stava provando da qualche secondo, quando una Melany furiosa si spazientì e urlò:”Ti ho detto di provarci, non di guardarlo come se fosse Light Yagami***** nudo!”
“Ma che stai dicendo! Punto uno, Elle****** è mille volte più bello; punto due, guarda che io ci sto provando a prenderlo, solo che è difficile!” Rispose per le rime la ragazza, più offesa dal fatto che aveva paragonato quel maniaco omicida al suo Elluccio che dalla critica in sé.
 “No, IO ci stavo provando prima, TU lo stai guardando inebetita! Almeno prova…… Aspetta…. CI SONO!!” Urlò come faceva sempre quando gli veniva un idea, assordando Celia.
“Ehi fai attenzione!” Gridò la praticamente diventata sorda ragazza, per altro completamente ignorata da Melany, che invece prese il fodero tenuto fino a quel momento in mano.
Tenendolo come se fosse un bastone, la ragazza colpì lo starno oggetto cercando di dosare la forza.
Presa in pieno, la strana sfera si illuminò un secondo e poi si spense. E contemporaneamente il cielo si oscurò istantaneamente. Con sommo disappunto di Celia, a giudicare dal suo:                                  ”AHHHHHH! COSA CAZZO È SUCCESSO?!!”
Melany invece sogghignò:”IHIHIH! Sapevo che aveva funzionato!”
“FUNZIONATO COSA? COSA CAZZO HAI COMBINATO?!”
Ridendo di gusto per la reazione dell’amica, Melany si diede un contegno e rispose:”Era quella macchina con degli ologrammi a ingannarci! Con delle illusioni ha impedito a chi passava di accorgersi di noi e ha usato lo stesso trucco per ingannarci. Peccato che funziona solo su chi ha un cervello quindi questo fodero, o anche quel CJ se c’era, non avrebbero subito il minimo effetto!”
“Quindi stai dicendo che è stato tutto un miraggio?” Domandò l’incredula ragazza, pensando di aver tagliato il braccio a nient’altro che un illusione.
“No- rispose la ragazza- quei due tizi erano veri, ma hanno usato questo congegno per nascondersi e impedire a qualcuno che sarebbe passato per qui di aiutarci! E scommetto che in realtà non ci siamo affatto allontanati da dove Mark sta affrontando quel mostro!”
Quasi ad avverare l’ipotesi di Melany, le due ragazze sentirono la voce di Talisman urlare.
Subito Celia scattò verso la direzione
“Ehi, ma dove vai?!” le chiese Melany, per niente attratta dall’idea di tornare da quel mostro.
“Ad aiutare Mark, questo grido non è normale!”
“Ma che… Ahhh, lasciamo perdere! Comunque penso che questo coso potrebbe tornarci utile. Teniamolo!” Detto ciò, si infilò la sfera in tasca e corse verso il luogo da dove era scappata poco prima, carica di tutte le emozioni fuorché il coraggio.
Raggiunse in fretta Celia e tornarono in poco tempo al luogo di partenza, mettendoci massimo 4 minuti contro la decina abbondante dell’andata, segno che il congegno aveva manipolato anche la loro sensazione di tempo.
Arrivate, Melany scorse subito Mark e fece per chiamarlo, ma quello che doveva essere un semplice avvertimento divenne un orribile grido di paura quando vide l’orribile mostro in cui si era trasformato Talisman:” AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! E QUELLO COSA È?!”
Appena accortosi della presenza delle due, Mark le urlò contro, più spaventato per l’idea che il  mostro le potesse ferire che arrabbiato per non averlo ascoltato:”Che ci fate qui? Vi ho detto di andarvene e di chiamare aiuti!” poi, tornato pieno di energie alla vista delle amiche in pericolo, corse verso Talisman con l’intenzione di distrarlo per permette alle due di rifuggire.
Era sempre stato così, pronto a tutto per gli amici. Magari con l’età era diventato meno ingenuo, ma in fin dei conti era sempre e comunque il buon vecchio stupido, energetico e sempre sorridente Mark Evans dei tempi della Raimon.
Però il demone, per tutta risposta, non si importò minimamente del suo precedente nemico e si voltò verso le due ragazze, scrutandole con l’occhio sul petto.
Accorgendosi che non era minimamente interessato, Mark cominciò a provocarlo:”Ehilà, sottospecie di fantasma pallido! Ho visto dei mostri da hentai tentacle rape******* più pericolosi di te!
Cosa? Hai per caso paura di….” Ma fu colpito con violenza da un tentacolo al fianco e spedito verso la macchina.
Perse la spada che si infilzò vicino a Celia che fu lesta a prenderla, ma non abbastanza.
Infatti in quei pochi secondi un tentacolo era partito velocemente verso Melany, che provò goffamente a schivarlo.
La prese in pieno petto. Ma successe qualcosa di strano.
Non fu gettata indietro dal colpo, e neanche trapassata. Anzi il tentacolo era rimasto lì, immobile e attaccato al corpo della giovane.
All’inizio Celia , resa immobile dalla paura, pensò che Melany avesse bloccato con le mani il tentacolo, per quanto fosse improbabile la ragazza non aveva emesso alcun grido quando colpita.
Poi però il tentacolo si mosse all’improvviso e cominciò a tornare indietro, ma molto lentamente come se una forza stesse cercando di tenerlo attaccato a Melany.
Ma fu solo quando riuscirono a distanziarsi un poco da Melany che si accorse cosa era realmente successo.
Infatti il tentacolo stava sfilando dal corpo di Melany una strana luce grigia e che, mano a mano che ne prendeva, più il corpo dell’amica sbiancava e si afflosciava.
Non sapeva cosa fosse quel mostro e cosa stava togliendo a Melany, ma non poteva stare ferma a guardare.
Così con la katana colpì il tentacolo con la stessa mossa usata per mozzare il braccio, il Surasshu sakura, sperando di aver fatto in tempo. E così fu.
Infatti il tentacolo mozzato cadde a terra e si seccò in poco tempo, diventando polvere, mentre Melany riguadagnò il suo colorito e si mise a sedere, mormorando:”L-l-la mia a-a-an-an-ani-anim-anima…”
Celia, rinfoderata la katana, fece per avvicinarsi a Melany per aiutarla ma si vide arrivare contro un enorme serie di tentacoli.
Conscia che essere colpita una sola volta sarebbe stato letale, sfoderò la sua arma e si diresse contro l’orda di tentacoli.
Si muoveva con leggiadria e schivava ogni attacco con grazia, senza far cadere una singola goccia di sudore come in una danza.
Ma allo stesso tempo puniva ogni singolo colpo fallito con fendenti e affondi, e non ci fu in quella dimostrazione di abilità neanche un tentacolo di cui la Hanabira sekketsu non assaggiò la carne.
E mentre distruggeva uno ad uno i tentacoli il suo corpo riusciva ad essere calmo nonostante tutto quello che aveva passato, e l’unica nota di emozione, rabbia pura per quello che è successo a Melany e Mark, la si poteva riconoscere solo nel tono con cui disse, una volta distrutti tutte le disgustose protuberanze del mostro e rinfoderata la katana, il nome della tecnica usata:” Dansu hanabira gekido(Denza del petalo furioso)!”
Per nulla impressionato dalla violenza e bellezza della mossa, il mostro incrociò le braccia, posizionandole esattamente tra i due occhi, e cominciò a parlare con una voce che sembrava provenire dall’oltretomba:”Tu…. Sei quella mortale che mi ha colpito….”.
Celia tuttavia lo ignorò e corse subito verso Melany per controllare come stava.
Fortunatamente non sembrava avere ferite di sorta, ma era svenuta e la bava le colava dalla bocca.
Furiosa, la ragazza si girò verso Talisman e, a voce innaturalmente calma, chiese:”Tu…. Cosa gli hai fatto?”
Oh, la sua anima….. aveva un buon sapore,, siiiii la VOLEVAMO! Ma la tua……… o SIII! La tua anima……… è ancora più buona…….. così riavremo ciò che è NOSTRO SIIIIII!”
Pronunciate queste parole, il mostro cominciò a ridere e aprì le mani, che si illuminarono di un energia grigia, e i tentacoli cominciarono a rigenerarsi in quantità maggiore, raddoppiandosi di numero.
Celia lo guardò mentre la rabbia cresceva sempre di più.
Gli avevano insegnato a sopprimerla, a ignorarla, a non ascoltare la sua voce tentatrice, a vivere sempre col sorriso.
Ma in quel momento non poteva ignorarla. Non ce la faceva.
Non voleva.
In quell’istante tutta la rabbia per le condizioni di Mark e di Melany esplose, e Celia, rinunciando a tutto quello che aveva imparato, partì alla carica con la katana sguainata e lasciò cadere il fodero a terra, dimenticandosi di tutti gli insegnamenti che il dojo le aveva insegnato.
In quel momento la ragazza non percepiva altro oltre che a Talisman, e l’unica cosa che voleva, l’unica sua ragione di vita in quel momento, era uccidere quel mostro fermo lì immobile, coi tentacoli in posizione da battaglia.
Nonostante l’enorme numero di arti, nessuno di essi riuscì a colpire Celia, che invece li tempestava di tagli forse meno belli e veloci, ma almeno tre volte più potenti di quelli della Dansu hanabira gekido.
L’ira la rese molto più veloce, ma meno attenta, e pagò per questo.
Infatti non fu un tentacolo a colpirla, ma fu Talisman stesso che le afferrò il collo con una mano. Per poi colpirla con un pugno allo stomaco e poi gettarla a terra.
Senza più fiato per il pugno, Celia provò a rialzarsi, ignorando il dolore e il sangue che stava sputando dalla bocca.
Ma la creatura la calciò, e finì contro i resti della macchina, perdendo i sensi.
Fu solo in quel momento che Talisman smise di ridere.
Aveva esagerato e adesso nessuna delle loro anime era gustosa a sufficienza.
Già, un’anima svenuta è un anima che non può provare paura, e la paura era per lui il miglior condimento.
Nooo….. ho….. hai….abbiamo….. ESSAGERATO! Ora…. Ora……Ora CHI MANGIAMO?!”Urlò furiosa con se stessa la creatura.
Ma il suo folle monologo venne interrotto dalla katana, che sbucò letteralmente dal suo occhio sul petto, esplodendo in un mare di sangue.
Non fece un singolo lamento, ma in compenso lanciò i tentacoli dietro di sé per colpire l’aggressore, che li schivò tramite un balzo all’indietro.
Fu solo in quel momento che i due si videro in faccia.
Da una parte il mostro provò quasi sorpresa per l’identità del suo nuovo avversario, considerato fino a quel momento morto.
Dall’altra Mark sorrise e disse:”Si, sono io. Allora, perché non provi ad assaggiarmi?!”
L’unica reazione di Talisman di fronte alla provocazione di Mark fu un semplice tremito.
Un tremito provocato non dalla paura, ma dall’eccitazione.
Eccitazione per aver finalmente trovato un anima forte e viva, un anima che avrebbero mangiato con piacere, o meglio AVREBBE mangiato con piacere, dato che l’altro era troppo debole per poter assaporare il piacere di un anima.
Però stavolta decise di prendersi subito la sua anima, per evitare di farlo svenire di nuovo.
Per questo motivo lanciò, incurante della spada ancora infilzata nel corpo,  rapido e diretto un tentacolo contro di Mark, esattamente come aveva fatto precedentemente con Melany.
Il mostro era sicuro che anche se la sua vittima avesse schivato il primo assalto, il tentacolo lo avrebbe seguito e colpito comunque.
Invece Mark non tentò di schivare il colpo, bensì si mise in posizione da parata, allargando le gambe e mettendo le mani di fronte a sé; pronto all’impatto.
Che avvenne con una velocità impressionante.
Talisman credeva di distruggere senza problemi la disperata difesa di Mark, vista l’estrema disparità di forze.
Ma, inspiegabilmente, il ragazzo resisteva alla forza travolgente dell’attacco.
Fece un passo indietro, poi un altro. Sembrava che non ce la facesse più, che era ormai finita.
Ma poi riuscì a fermarsi, poi a fare un passo in avanti, e poi un altro ancora.
Era riuscito a bloccare l’attacco, mai successo fino a quel momento.
“Non mi importa se sei un mostro.”  Sussurrò il giovane, poi ripetendolo a voce più alta, strappò con una torsione del torso l’orribile protuberanza.
Per la prima volta in assoluto, Talisman o meglio il mostro che lo aveva posseduto capì che doveva realmente mostrare tutto il suo potere.
Sempre con la katana infilzata nel petto, richiamò a sé tutti i suoi tentacoli e li rigettò contro Mark.
Che li schivò uno ad uno con dei passi laterali, avvicinandosi nel frattempo a velocità spaventosa verso il mostro per poi colpirlo con un destro in pieno volto urlando:” Non mi importa se puoi diventare intangibile!”
Caduto a terra, il mostro era sempre più terrorizzato dal ragazzo che stava dimostrando un potere nuovo, sconosciuto e inarrestabile.
In fretta, cercò di rimettersi in piedi e di allontanarsi da Mark.
Che intanto si avvicinava sempre di più al nemico.
Disperato, il mostro cercò un ultima disperata difesa con la sua tecnica migliore.
Caricò tutti i suoi tentacoli di una strana e misteriosa luce grigio-bianca prima di lanciarli di nuovo verso il suo avversario.
Ma in quel momento Mark sentiva qualcosa di strano dentro di sé, una nuova energia.
La sentiva pulsare dentro di sé, viva e carica di energia, come aveva già sentito più volte in passato, nei momenti più critici come portiere prima della Raimon e poi della Japan.
Solo che in quei casi non era mai riuscito a prendere del tutto i potere.
Ma in quel momento sentiva che poteva farcela. No, che ce l’avrebbe sicuramente.
Ed è per questo motivo che non si mosse minimamente bensì stette fermo immobile di fronte all’attacco sussurrando semplicemente:”Mi importa solo che hai colpito i miei amici…..”
Sfidò la morte, ma sapeva che ci sarebbe riuscito.
E ci riuscì.
Proprio mentre i tentacoli carichi di energia stavano per avventarsi ed ucciderlo, Mark urlò:”E NON TI POSSO PERDONARE PER QUESTO!!!” e liberò in un colpo solo tutta l’energia che sentiva dentro.
In poco tempo partendo da Mark un enorme scarica elettrica inondò l’area e fulminò letteralmente Talisman che, distrutti tutti i tentacoli, cadde a terra e ritornò alla forma normale.
Prima di svenire, Mark fece solo in tempo a pensare che era riuscito a proteggere tutti.
 
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
 
Finalmente, l’esausto CJ riuscì a tornare al ponte, seppur molto lentamente a causa sia delle vecchie e nuove ferite sia dei congegni messi a difesa del posto.
E proprio dei congegni si stava lamentando il ragazzo mentre cercava di andare alla velocità più alta che il dolore gli permetteva:” E che cazzo, ma proprio tutti quelle cazzo di macchine illusorie dovevano mettere?! Ho perso mezz’ora solo per capire dove erano! Speriamo che i ragazzi stiano bene, un fulmine in quella maniera non promette niente di….. Oh, cazzo!”
Smise di parlare quando arrivò al luogo dello scontro.
Era tutto bruciato come se ci fosse appena stato un incendio, ma non era quello a preoccupare il ragazzo.
Un uomo vestito con una strana tuta e una sciarpa nera attorno al collo aveva sulle spalle il corpo di Talisman, e in quel momento si stava illuminando di una luce violetta.
L’uomo era alto poco più di CJ, aveva la pelle pallida e gli occhi rossi, il ragazzo lo avrebbe considerato un albino se non fosse per i lunghi e ondulati capelli, neri come la pece.
CJ non badò a indugi e infuocò subito i pugni per combattere, ma si fermò improvvisamente quando l’uomo fece comparire una lunga lancia viola dalla mano, decorata finemente.
Sapendo che affrontare uno sconosciuto armato senza né armi né energie non fosse una buona idea, CJ chiese furioso verso lo sconosciuto:” Chi sei e che stai facendo? Ti manda il Re Oscuro eh? Rispondimi!”
Ma l’unica risposta alle domande di CJ fu una risata :”SHUSHUSHUSHUSHU! E pensi che io risponda ad un essere così insignificante? Sei già fortunato che mi hanno ordinato di non ucciderti! Ma oggi mi sento buono e qualcosa ti dirò: il Re Oscuro non è l’unica forza in campo! E ora, teleportation!(teletrasporto)” e detto ciò, schioccò le dita e cominciò a svanire insieme allo svenuto Talisman.
“Cosa?! Non è l’unica forza? Dimmi di più!” Gli urlò contro CJ ma non poté fare niente, dato che i due sparirono in poco tempo.
Era talmente scosso dalle ultime informazioni che quasi si dimenticò di Mark e gli altri, e solo la fitta di una ferita lo risvegliò dal tepore.
SI guardò intorno e rapidamente trovò i tre ragazzi, tutti svenuti.
Quella nelle condizioni migliori era Melany, senza ferite apparenti di sorta, ma invece Mark era messo male: non aveva solo lividi e magari pure qualche costola lotta, ma era debolissimo e il cuore batteva a malapena, come se avesse letteralmente perso ogni energia.
CJ non ci mise molto a capire quello che è successo:”A quanto pare pure lui è un Guerriero Elementare, e ha pure scatenato tutti i suoi poteri in un colpo solo! Ok, questa non me la sarei aspettata, ma adesso la cosa più importante è salvarli! Mi pare di aver visto una clinica privata mentre li seguivo, sarà meglio portarli lì!” e, detto ciò, si mise sulle spalle Mark e si incamminò verso la clinica, con la mente piena più di domande che di risposte.
 
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
*= è latino la lingua che taaanto amo (ma anche no) e tradotto vuol dire: mio demone donami la forza affinché io distrugga i nemici della tua magnificenza
**=lo metto perché non si sa mai, comunque l’FFI è il mondiale giovanile della 3 stagione/ 3 gioco e Paolo Bianchi è il nome dub di Fideo Ardena.
***=è la frase in latino di prima, solo detta tutto attaccato per far capire che la pronuncia velocemente
****=il demone che cattura Celia nella 3 stagione: ho messo il nome giapponese perché quello originale era osceno
***** e ******= L e Light Yagami sono i personaggi principali di Death Note, nonché due dei sogni erotici più comuni tra le fungirl (è solo uno stereotipo non voglio offendere nessuno)
*******= fumetti porno giapponesi in cui dei tentacoli stuprano delle ragazzine. Non chiedetemi come faccia ad essere sexy, me lo chiedo pure io
 
Benvenuti al 4 cap con un “lieve” ritardo. Ho scommesso con me stesso che entro la fine dell’anno ce l’avrei fatta e infatti il 31 mattina ho completato il capitolo!
Ci ho messo tutto sto tempo perché è un capitolo importante e volevo farlo bene, non sono soddisfatto al 100% ma penso comunque di averlo fatto bene.
Penso abbiate tutti capito chi fosse l’uomo di fine capitolo e se non l’avete capito beh, aspettate e lo scoprirete!
E adesso mettiamo 2 nuovi profili, Talisman e Celia!
 
 
Nome: Celia Hills
Età: 18
Aspetto fisico: non è particolarmente alta (1.65) ed ha capelli blu ed occhi azzuro-grigi, è magra e ha un seno di medie dimensioni. Spesso indossa la divisa scolastica della sua scuola anche quando è in giro.
Carattere: allegra ed energetica, ha sempre il sorriso sulle labbra e spesso si comporta in maniera sconsiderata e poco femminile. Ama molto leggere i manga e si diverte a scrivere fan fiction yaoi sui vari personaggi. Quando invece si allena al suo dojo è sempre concentrata e odia essere distratta.
Poteri e abilità: Non ha poteri di sorta, ma è molto abile con la sua katana, la Hanabira sekketsu e ha inventato, seppur solo per esibizione, tecniche di laido particolarmente veloci e potenti. Inoltre è molto veloce e agile.
Tecniche: Surasshu sakura: un fendente verticale eseguito estraendo velocemente la spada, colpendo e rifoderandola subito dopo. Tecnica estremamente veloce ed efficace contro nemici distratti oppure bloccati
Dansu hanabira gekido: una lunga e complessa serie di colpi simile ad una danza che allo stesso tempo schiva e colpisce, punendo ogni colpo mancato del nemico con attacchi precisi e letali.
Basata su: la celia di Inazuma Eleven (ma và) per aspetto fisico e parte del carattere, sullo STEREOTIPO (non voglio offendere nessuno) della fungirl per il resto del carattere, su un personaggio del videogioco No More Heroes per lo stile di lotta.
Canzone simbolo: Innocence di Hatsune Miku
(linkhttp://www.youtube.com/watch?v=PY-A0Bt1fUg )
 
 
Nome: sconosciuto, ma è chiamato da tutti Talisman
Età: 17 in apparenza, ma in realtà 4017
Aspetto fisico: magrolino e di bassa statura, indossa vesti sacerdotali e una benda viola intorno agli occhi che gli copre gli occhi grigi. Trasformato in demone invece è molto più alto (intorno ai 2 metri e mezzo) ed è muscoloso, la faccia è completamente stravolta con gli occhi vuoti e la mascella spezzata in due e penzolante, non ha i capelli. Per vedere usa due enormi occhi rossi fatti di sangue, uno in mezzo al viso e l’altro sul petto. Da un terzo occhio sulla schiena escono dei tentacoli grigi di lunghezza infinita.
Carattere: è molto arrogante, ma solo con chi sa di poter battere. In realtà è vile e codardo e pensa solo a sé stesso. Ha paura del suo stesso potere. Come demone è una creatura malvagia, selvaggia e violenta, che vuole solo mangiare le anime di chi sta intorno.
Poteri: Talisman sa controllare la sua densità, potendo così diventare intangibile oppure estremamente denso, aumentando così la sua forza. Inoltre la sua anima è legata per un antico patto al Souruita, un demone, e può scatenarne il potere. Quando è attivo, può controllare a piacimento i tentacoli e usarli per assorbire le anime dei nemici, guadagna anche forza e resistenza sovraumane ma perde la ragione.
Tecniche: Yūrei Punch: Talisman rende il suo pugno molto più denso, e con quello colpisce il nemico. Grazie alla densità il pugno è più forte ma può essere fermato da armi da taglio.
Souruita no mezame: Cominciando una lugubre preghiera, Talisman afferra un pugnale decorato e prima si taglia la maschera, poi si infilza con violenza nel petto, liberando del tutto il demone dentro di sé
Il demone ha una sola tecnica ma non ne dice il nome: carica tutti i suoi tentacoli di energia demoniaca e li lancia verso l’avversario, distruggendolo senza pietà.
Risata: SHISHISHISHISHI!
Basato su: il Talisman vero sui miti sui fantasmi, il mostro è stato suggerito da una partita a Dark souls (qualcosa tipo il + difficile gioco della storia)e a Slender (giocateci e vi cagherete addosso)

 
 
Beh, ringrazio awawa e Torchina per le recensioni, buon anno e al prossimo capitolo, dove ci sarà la vera storia di CJ!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4: Rivelazioni! La storia di CJ! ***


La prima cosa che Mark vide quando si svegliò fu il viso di un infermiera che lo guardava con attenzione.
Provò a dire qualcosa ma era talmente stanco che a malapena riuscì ad aprire bocca.
L’infermiera gli sorrise e con voce gentile gli chiese:”Buongiorno signor Evans, come sta? Deve essere stato un incidente molto duro, non è vero?”
Il ragazzo riuscì ad articolare un mezzo “si” e sorrise, poi chiese con dei gesti se poteva avere un bicchier d’acqua.
Mentre l’infermiera eseguiva la richiesta ne approfittò per guardarsi intorno.
Era in una sala d’ospedale, su un letto e circondato da tende.
Provò a rialzarsi ma un forte dolore al petto glielo impedì.
Sospirando, si rassegnò e tornò disteso, anche se aveva notato che gli stavano ritornando le forze.
Prese il bicchiere d’acqua e lo sorseggiò lentamente, pensando agli avvenimenti precedenti.
Se l’infermiera ha detto che è stato un incidente vuol dire che…. Non può essere ma forse mi sono sognato tutto?
Quel pensiero gli diede gioia, anche solo ricordarsi quei mostri gli faceva venire la pelle d’oca.
Peccato che una voce proveniente da al di là di una tenda, come se gli avesse letto nella mente, gli rispose:”No amico, non ti sei sognato un bel niente!”
“Ma chi….. CJ?” Domandò Evans che stava capendo sempre meno di quello che stava succedendo.
“Indovinato- gli rispose la voce e il familiare viso di CJ sbucò tra le tende- come va, Buffon?”
“Non mi chiamo Buffon, idiota! Comunque sia, si può sapere cosa è successo? L’ultima cosa che ricordo è un’enorme luce e poi più nulla!”
Prima di parlare, CJ uscì dalla tenda e  si mise a sedere sul letto di Mark. Nonostante fosse vestito con una veste ospedaliera, Mark si accorse che era fasciato in quasi tutto il corpo.
Messo a sedere, CJ cominciò a parlare:”Beh, dovrai aspettare un altro po’ per sapere tutto. Dovrò pur informare anche le tue amichette, no? Ah, una cosa però devo dirtela subito: quella che hai visto non è luce, ma elettricità.”
“Elettricità? Vuol dire che noi siamo sopravvissuti ad un fulmine e quel mostro no?” Domandò l’incredulo ragazzo, non potendo credere ad un così assurdo colpo di fortuna.
E infatti CJ scosse la testa, ma la sua risposta mandò più in confusione il ragazzo:”Non dire queste cazzate, idiota. Non è stato un fulmine, sei stato tu a produrre l’elettricità!”
“COOOOSA!!” urlò Mark, facendo cadere per la sorpresa CJ e attirando tutte le infermiere del reparto.
“Se non mi buttavi di sotto si capiva uguale coglione!” gli gridò a sua volta contro CJ mentre un’infermiera di bell’aspetto lo aiutava a rimettersi in piedi.
Però, una volta visto il viso della ragazza, CJ si mise subito in ginocchio, le prese la mano e con voce suadente le disse:”Finora stavo soffrendo ma è bastata la tua angelica presenza a curarmi da ogni dolore, mia amata!”
Peccato che la sua poesia romantica sia stata rapidamente interrotta da un calcio della suddetta infermiera in pieno viso, ri-scaraventandolo a terra.
Ma che cavolo fa, ci prova con una sconosciuta adesso? Pensò Mark guardando la scena mentre una goccia di sudore gli scendeva lungo la testa.
Ritenendo meglio tornare seri, Mark approfittò della presenza dell’infermiera e le chiese notizie su Melany e Celia.
“Ah, le vostre amiche? Stanno entrambe bene, solo una di loro era ferita e comunque erano solo qualche livido, una costola incrinata e una caviglia slogata. Tra poco dovrebbero anche venire qui… Ah, eccole!” Rispose la donna proprio nel momento in cui Melany entrò nella stanza aiutando Celia, che si reggeva con delle stampelle.
La vista delle due rallegrò Mark sia perché adesso era certo che stavano bene sia perché CJ poteva finalmente spigare tutto quello che è successo.
Non fece in tempo ad aprire bocca che Melany gli saltò letteralmente addosso abbracciandolo e urlando: ”SII! ALLORA STAI BENE!! ERO IN PENSIERO PER TE! GRAZIE PER AVERCI SALVATO!!!”
Dato che senza accorgersene la ragazza stava strozzando Mark, CJ con aria infastidita la prese letteralmente di peso e la “posò gentilmente a terra”, per non dire la lanciò sul pavimento, concludendo la scenetta con una delle sue solite battute ironiche:”Se eviti di ammazzarlo magari lo ringrazi meglio, no? E poi anch’io vi ho salvato il culo e prima di lui, mia cara Louise!”
Solo l’intervento pacificatore di Celia evitò che Melany prendesse CJ a stampellate, ma nessuno poteva bloccare la carica di insulti lanciati dall’offesa al ragazzo, offese per altro ignorate visto che CJ si era completamente disinteressato di lei ed era tornato alla carica con l’infermiera, aumentando così l’ira della ragazza mentre Mark rideva di gusto di fronte alla scena.
Per fortuna a bloccare la situazione arrivarono due infermieri dall’aspetto molto simile a membri degli All Blacks* e bastò la loro presenza a calmare gli animi.
Finalmente con Celia e Melany sedute e calme, Mark decise che era il momento per CJ di rivelare tutto quello che sapeva, e per questo motivo congedò l’infermiera.
Quest’ultima accettò a patto che sarebbero potuti stare soli solo per 10 minuti e che in caso di problemi dovevano avvisarla subito. “Mi raccomando, basta chiamare “Kyoko!” e subito arrivo!” Ripetè allegramente prima di andarsene.
Non appena uscì dalla stanza, Mark non perse tempo e subito con fare deciso chiese spiegazioni esaurienti a CJ.
Il ragazzo allungò un secondo le braccia e poi cominciò a parlare:”Beh, per prima cosa sappiate che per i tizi di questo ospedale noi abbiamo fatto un incidente a causa di un fulmine che ha colpito la macchina mentre guidavamo ed io sono fratello di coso…. Come si chiama… Mirk…. Michel…Mike……. Insomma di Mister fascetta!”
Venne interrotto dal destro di Mark, che lo colpì in piena testa mentre urlava: ”SONO MARK!”
CJ, ormai abituato ai colpi subiti mentre spiegava, lo ignorò e continuò: ” In realtà, come dicevo prima a MARK,-scandendo bene con astio il nome a presa ironica del citato- non c’è stato alcun fulmine, ma se andate a vedere il ponte sembra che sia stato bersagliato da una tempesta magnetica!”
“Come? Ma se hai appena detto che non c’è stato un fulmine!” Protestò Melany con veemenza.
“Se aspetti un secondo spiego ogni cosa!” Le ribatté contro CJ pensando nel frattempo È una mia impressione o mi sembra di vivere un Dejà Vu? Poi continuò:             ”Infatti ad elettrizzare ed incendiare il ponte non sono stati dei fulmini, e nemmeno quei due Cacciatori o mostri come li volete chiamare. È stato Mark.”
“COOOSA?!” Urlarono le due ragazze in coro mentre Mark, che aveva già sentito la notizia, si limitò a sospirare.
“Eh, già.- sogghignò CJ rivolgendosi poi al ragazzo stringendogli la mano-Complimenti ragazzo, adesso sei un Guerriero Elementare!”
Questa volta anche Mark si unì al “COOOSA?!!” in coro delle due ragazze.
“Puoi cominciare a spiegare veramente qualcosa, invece di dire queste cazzate?! Cosa cazzo è un guerriero elementare? E perché chiami quei due mostri Cacciatori?! RISPONDI!” Si intromise furiosa Melany, cominciando a pensare che CJ stesse dicendo di nuovo un enorme serie di sciocchezze.
Per tutta risposta CJ la colpì in piena testa col tallone mandandola faccia a terra.
“Sai che cominci veramente a farmi incazzare?! Ti conviene stare zitta e ascoltare una volta ogni tanto!” Gli fece poi, sempre più scocciato ad ogni intervento della suddetta.
Poi continuò la spiegazione, ignorando di nuovo la carica di insulti e imprecazioni della ragazza: ”Beh, prima di andare avanti dovrò spiegarvi cosa è o meglio chi è un Guerriero Elementare. Ecco, vedrò di farvelo capire al meglio:
Avrete certo sentito parlare nel corso degli anni di incidenti inspiegabili, di morti certe evitate all’ultimo secondo e di uccisioni impossibili. Beh, tutto merito o colpa a seconda dei casi dei Guerrieri Elementari. Si tratta di uomini e donne dotati di capacità fisiche e psichiche superiori al livello umano e spesso posseggono anche dei poteri particolari. Capito?”
Quasi scoppiò a ridere vedendo la faccia di Mark, che annuiva con aria convinta ma si vedeva lontano un miglio che non aveva capito niente, e di Melany , dato che guardava CJ come se avesse appena detto la più grande serie di cazzate di tutti i tempi.
Solo Celia sembrava aver realmente capito tutto. Una su tre, mi sarei aspettato peggio. Pensò il ragazzo.
Pensiero completamente distrutto dalla ragazza stessa che, con gli occhi sbrilluccicosi, si lanciò letteralmente verso CJ cominciando ad abbracciarlo e a deformargli il viso in smorfie urlando:”MA ALLORA SEI UN EROE! KAWAIIIIIIIIII!!!!! NON VEDO L’ORA DI SCRIVERE UNA BELLA FICCINA YAOI SU TE E ACE-KUN**! TROOPPO KAWAII!!!”
Tre secondi dopo un infuriato CJ la spedì con un diretto in pieno viso sul letto, commentando sarcasticamente: ”Perfetto, su 120 milioni di giapponesi, sono finito tra un coglione elettrico, una bimbaminkia isterica e una fungirl che ha visto troppo One Piece***. Che gioia….”
Mentre Melany aiutava Celia a rialzarsi e a programmare un sistema per ucciderlo nella maniera più dolorosa possibile, CJ notò che Mark si era stranamente incupito.
Non poteva sapere cosa stesse pensando, ma lo intuiva. Si ricordava ciò che aveva provato quando aveva scoperto i suoi poteri, e non erano dei bei ricordi.
Ma non si aspettava la domanda che Mark gli pose: “Non ho capito bene tutta questa storia, ma c’è una cosa che vorrei sapere. Chi sono? O meglio, cosa sono? Sono uguale a quelle creature che ci hanno attaccato, no? Quindi sono un mostro? Rispondimi!”
Forse, per la prima volta in assoluto da quando lo avevano trovato mezzo morto in casa di Melany, i tre videro CJ serio.
E, incredibile ma vero, lo sentirono parlare senza il suo solito tono di voce sarcastico: “No, tu non sei un mostro, come non lo sono io e come non lo è nessun’altro dei prigionieri fuggiti con me.
Sono onesto, sappiamo pochissimo su noi stessi, addirittura non conosciamo l’origine dei nostri poteri! C’è chi pensa che siamo l’evoluzione della razza umana, altri invece dicono che siamo incarnazioni di potentissimi guerrieri di un epoca lontanissima. E si ritengono perciò superiori e quindi autorizzati a uccidere e a tentare di dominare il mondo. Ma io non sono d’accordo.
Non so nulla della nostra origine e francamente non me ne importa!
So soltanto che io ho questo dono, e che conosco il valore della vita, dato che ho perso due volte mio padre.
Ed è per questo che ho deciso di combattere per salvare le vite invece di spazzarle via.
Ed è per questo che quando lotto non mi arrendo mai.
Ed è per questo che non mi considero un mostro ed è per lo stesso motivo per qui non devi considerarti tu stesso un mostro!”
Poi si zittì, lasciando i tre sgomentati di fronte agli argomenti del ragazzo, considerato fino a quel momento un perfetto idiota.
Ci fu poi un lungo silenzio, nonostante tutti avrebbero avuto qualcosa da dire nessuno ne aveva il coraggio.
Alla fine fu Celia la prima a prendere la parola: ”Quello che hai detto…. Lo pensi davvero?”
“Non lo penso soltanto, è una delle ragioni della mia vita. L’ho promesso al mio vecchio ed io, le promesse, le mantengo sempre, costi quel che costi.”
Melany era rimasta sorpresa dalle affermazioni di CJ, e in quel momento capì chi fosse realmente quel ragazzo.
Non un idiota, impulsivo e senza il senso della misura, bensì una persona che ha perso tutto ma allo stesso tempo ha saputo rialzarsi sempre, ad ogni difficoltà.
“Ma allora… Quale è la tua vera storia? Chi sei tu veramente? Quello che ci hai detto a casa mia era una cazzata, ma ora voglio sapere la verità!” Si intromise quest’ultima.
Un lungo, ennesimo sospiro precedette di poco la risposta del giovane:”Intendi quello che vi ho detto in quella casa? Non era tutta una cazzata, anzi era la storia vera, solo un po’ romanzata. Ok lo ammetto, parecchio romanzata ma non potevo certo dirvi che sono capace di sparare fiammate a mio piacimento e che stavo scappando da dei mostri, no?”
I tre annuirono in silenzio anche se qualche risolino si era sentito nell’aria.
CJ lo ignorò e continuò a parlare:”Volete la mia vera storia? Bene, ve la darò ma preparatevi: non sarà né corta né divertente.”
/////////////////////////////////////////
Correva da ormai mezz’ora trai vicoli, inseguito da un poliziotto.
La sua solita fortuna, era riuscito a prendere tre portafogli di fila senza farsi scoprire, ma è stato beccato mentre contava i soldi nascosto in un angolo.
E grazie a quel colpo di fortuna adesso stava scappando disperatamente tra la folla di New York City.
Rapido, passò sotto i tavoli di una pizzeria mandando a gambe all’aria un paio di clienti e allontanando l’inseguitore, che però non demorse e, grazie alle sue gambe lunghe recuperò in fretta lo svantaggio.
Disperato, il ragazzino svoltò a destra e si diresse verso un quartiere dove non era mai stato.
Finché fosse stato a Little Italy****, avrebbe potuto farcela perché conosceva la zona, ma era appena finito chissà dove e le sue speranze erano praticamente sparite.
Non avendo altra scelta, si mise a correre più veloce nella speranza di seminarlo.
Aveva anche un’altra possibilità, ma non l’avrebbe mai usata.
Non a cuor leggero.
Ma sembrava l’unica speranza.
L’unica maniera per non finire nel carcere giovanile, dove non sarebbe durato due minuti, era usare quel potere, lo stesso che anni fa gli aveva rovinato la vita.
Stava per girarsi e scatenare il suo demone represso quando si scontrò con qualcuno.
Un uomo, un semplice uomo anziano come mille altri che aveva incontrato o derubato nei suoi dodici ma intensi anni di vita.
Non era molto alto, e aveva pochi capelli bianchi insieme a dei lunghissimi baffi che arrivavano fino al petto.
Indossava una veste strana, sembrava uscito da un negozio di souvenir giapponese.
Nel complesso un semplice vecchio, senza nulla di speciale.
Ma quell’anziano era diverso, lo sentiva.
Ma, in quei pochi ma decisivi frangenti, il poliziotto lo aveva raggiunto e lo prese al collo con violenza urlando: ”Bene, bene, guarda un po’ chi abbiamo qui! Il  piccolo delinquente è piuttosto in forma per farmi stancare così tanto! Hai mosso bene le tue gambine, ma sono troppo corte! UHUHUHUHUH!”
“Ecco, è finita” pensò il giovane, credendo che il suo destino era segnato.
Invece successe qualcosa di inaspettato.
Il vecchio si mise in mezzo tra lui e il poliziotto e con voce pacata gli disse: ”Mi scusi, può spiegarmi perché ha preso questo ragazzino?”
Aveva un accento strano, simile a quello che sentiva ogni tanto da alcuni turisti che fotografano ogni cosa. Lo trovava buffo, ma in quel momento non aveva niente da ridere.
“Vuoi sapere perché, vecchio?- gli rispose l’agente di polizia- Beh, perché questo piccolo teppista ha rubato tre portafogli e mi è toccato inseguirlo da Little Italy fino a qui!”
Sempre con voce calma e pacata, l’anziano disse: ”Rubato, dice? Ma si sbaglia di certo! Vede, io mi chiamo Ryu Ueshiba e posseggo un ristorante qui vicino. Alcuni clienti si erano scordati il portafogli e ho mandato il mio assistente a cercarli.”
Il ragazzino non riusciva a credere alle sue orecchie.
Per la prima volta qualcuno lo stava difendendo!
Sbuffando, l’ancora furioso poliziotto gettò il giovane per terra e gli strappò di mano i portafogli, poi sbottò: “Allora se il santarellino qui è il suo assistente gli dica di non comportarsi come un ladruncolo, chiaro?!” e se ne andò.
“Non si preoccupi signore, non succederà mai più.” Gli disse quest’ultimo ottenendo nient’altro che un grugnito dallo sbirro.
Nel frattempo il ragazzino cercò di approfittare di quel momento per scappare, ma l’uomo, fin troppo velocemente per l’età che dimostrava, lo bloccò con una mano alla spalla.
Sempre con voce pacata e gentile, Ryu disse: ”Ciao ragazzino, lo sai che non si ruba? Sei stato fortunato che ho convinto quell’idiota! Suvvia, dove sono i tuoi genitori?”
Il solo sentire la parola genitori fece quasi venire una crisi di pianto al ragazzino,  perché gli faceva tornare in mente i ricordi più terribili della sua vita.
Si fece forza, riuscì ad evitare di piangere e rispose cercando di essere allo stesso tempo gentile e serio: “Non ho dei genitori, sono orfano.”
L’uomo non sembrava sorpreso dalla risposta e continuò a parlare: ”Avrai qualcuno che si occupa di te,no?”
“No,- rispose rapido- non ho nessuno. Neanche l’orfanotrofio mi vuole.”
Al sentire quelle parole Ryu fu quasi sul punto di infuriarsi, se ne era accorto dal brevissimo scatto delle mani, ma ciò che disse dopo fu per le  orecchie del ragazzo come un miracolo divino: “Se non hai nessuno, allora vieni da me! Sempre meglio di dover vivere sulla strada, no? Allora, che ne dici?”
No, non ci credeva. Doveva essere un sogno.
Si diede anche un pizzicotto per convincersi che era del tutto reale e voleva quasi esultare quando si accorse che era sveglio.
Quando si decise a rispondere lo fece ad una voce così alta che tutti lo sentirono: “SI! VOGLIO VENIRE CON TE!!”
Ryu sorrise e accarezzò i capelli castani e spettinati del ragazzino e poi disse:” Ben fatto, ora seguimi così ti mostro la tua nuova casa. A proposito, come ti chiami?”
Prima di rispondere, il ragazzo tirò fuori un medaglione nascosto dal cappotto logoro che portava.
Era un medaglione in bronzo a forma di W, con una pietra esattamente al centro. Non si sapeva con precisione quale pietra fosse, somigliava ad un incrocio tra il rubino e il topazio e se illuminata risplendeva di rosso e arancio a seconda dell’angolo di incisione.
Era l’unico ricordo che aveva di suo padre, morto in un incidente prima che nascesse, e di conseguenza anche di sua madre che era spirata di parto.
Per questo lo teneva ancora con sé dalla notte in cui fuggì dall’orfanotrofio.
Contemplò per un istante il medaglione, poi rispose: ”Mi chiamo Christopher. Christopher Jeremia Wilsock.
“Beh, Christopher Jeremia è un nome troppo lungo, non trovi?- commentò Ryu, facendo ridere il diretto interessato- Dobbiamo accorciarlo!”
Ci pensò un po’, poi propose: “Uhm… che ne dici se ti chiamo CJ?”
Christopher annuì con convinzione. Aveva sempre considerato il suo vero nome, affibbiato dal proprietario dell’orfanotrofio, pomposo e complicato mentre CJ dava un aria di semplicità e allegria.
“Allora CJ- lo richiamò dal mondo dei sogni Ryu - seguimi, ti mostrerò la tua nuova casa!”
“Subito!” Rispose CJ seguendo Ryu verso un ristorante su un angolo della strada.
“Se è un sogno - pensò il ragazzo- Non svegliatemi”
///////////////////
“Ecchecazzo! Proprio così pesanti dovevano essere quelle casse!” Urlò CJ tastandosi il bernoccolo appena procurato.
“Ti sarebbe bastata più attenzione per evitare quel bernoccolo, si vedeva che erano pericolanti!” Gli rispose contro Ryu, facendo infuriare il ragazzo.
Era ormai passato un anno da quando Ryu Ueshiba aveva adottato Christopher Geremia Wilsock, rinominato CJ.
E in quell’anno i due si erano molto uniti ed agli occhi dei clienti del ristorante sembrava che fossero sempre stati padre e figlio, tali erano anche i numerosi litigi trai due.
“Ma devi sempre tirare fuori una delle tue massime, Vecchio?” Disse il ragazzo ancora furioso e dolorante.
“Ufff… ti è proprio impossibile chiamarmi papà o padre, vero?” Sbuffò Ryu, che non sopportava venir chiamato vecchio dal figlio adottivo.
“Ma certo che si!- gli rispose il ragazzo cambiando di punto in bianco la lingua dall’inglese al giapponese- Già ci hai messo mesi a farmi imparare sta lingua del cavolo, non posso certo cominciare di colpo a chiamarti papà!”
L’anziano uomo, ormai abituato alle risposte sarcastiche di CJ, lo colpì ridendo con un buffetto in testa ed uscì dalla cucina.
“Ah ah ah. Molto divertente vecchio!” Gli rispose il giovane prima di tornare al suo compito, ovvero prendere i cibi andati a male per buttarli.
Non era mai stato una cima in cucina, e per rendersi utile aiutava con piccoli lavoretti e servendo ai tavoli, ma non in quel caso.
Prese una cassa di cipolle marce ed uscì verso il vicino vicolo.
Mentre camminava ripensò che ormai era passato quasi un anno da quando Ryu lo aveva adottato, da quando aveva ricominciato a vivere.
Finalmente poteva mangiare senza dover rubare il cibo, poteva dormire sapendo che si sarebbe svegliato, poteva vivere senza aver timore della morte.
E per questo doveva ringraziare solo una persona: Ryu Ueshiba, l’uomo che lo ha salvato dalla strada.
Mentre pensava tra sé quasi non si accorse che era arrivato al bidone dell’immondizia.
Buttò i rifiuti e fece per andarsene, ma una voce lo interruppe: ”Ma guarda un po’ chi si rivede!”
Si girò di scatto.
Di fronte a lui c’erano circa otto persone, tutte intorno ai 18 anni e armati con delle catene.
Avevano tutti quanti la pelle chiara e il viso pieno di cicatrici, soprattutto un ragazzo dai lunghi capelli rossi che ne aveva una sull’occhio, e ciascuno di loro possedeva un giubbotto di pelle con uno strano simbolo sul petto, un teschio ghignante avvolto dalle fiamme, simbolo che purtroppo ben conosceva.
Al centro del gruppo stava il capo, con tutta la probabilità quello che aveva parlato.
Era il più alto del gruppo, con dei capelli argentei che luccicavano anche  alla poca luce del lampione.
Come gli altri, indossava una giacca di pelle nera ma, invece di una catena, teneva in una mano un coltello a serramanico.
“Non credo ai miei occhi, il mocciosetto ha lasciato la sua nuova casa per tornare da noi! Ti mancavamo, eh? YAHAHAHAHAH!”
“Vattene, ormai sono fuori dalla tua gang!” Gli rispose CJ, adottando un tono serio.
“YAHAHAHAHAHAH! Non ti ricordavo così deciso! Il tuo nuovo paparino ti ha per caso ispirato ad essere più forte?! Sarai anche cresciuto in altezza, ma rimani sempre il solito moccioso di un anno fa!”
CJ non rispose, ma si scosse.
Sapeva che era vero, che nonostante fosse cresciuto molto e non solo in altezza in quell’anno rimaneva comunque un moccioso tredicenne, un moccioso tredicenne che aveva appena incontrato il suo vecchio capo.
Quando rubava per le strade, sapendo che da solo non ce l’avrebbe mai fatta, era entrato in una baby gang, i Teschi del Dolore, guidata da un diciassettenne conosciuto per la ferocia e l’abilità col coltello, chiamato da tutti Silver Tyrant, tiranno d’argento, per via dei capelli argentati.
E quello stesso Silver Tyrant era davanti a lui in quel momento.
Sapeva che ci avrebbe rimesso solo la pelle se si fosse scontrato con lui, per questo decise di ignorarlo e si voltò con l’intenzione di tornare al ristorante il prima possibile.
Era appena riuscito a fare due passi che uno dei gregari di Silver, il rosso dalla cicatrice vistosa, lo colpì con la catena sulla schiena.
Rapido, approfittò del fatto che CJ era a terra per avvolgergli la catena intorno al braccio sinistro per poi trascinarlo indietro, mentre il ragazzo non poté fare altro che contorcersi dal dolore.
“YAHAHAHAHAAHAH! Pensavi di scappare, eh?! Ma ti è andata male, e adesso devi essere punito!” Gongolò Silver cominciando a prendere a calci CJ, accompagnando ogni calcio con una risata.
Continuò per dieci minuti, ma che sembrarono a CJ anni interi.
Quando si fermò, aveva quasi perso conoscenza, sputava sangue e si era rotto tre costole.
“Che questo ti serva di lezione. Non si abbandonano mai i Teschi del Dolore! E ora andiamo.” Ordinò Silver.
Fece per andarsene, quando notò un piccolo luccichio proveniente dal petto di CJ.
Incuriosito, si avvicinò per vedere.
Disperato, CJ cercò di nascondere il medaglione col proprio corpo, ma fu tutto inutile.
Silver strappò il medaglione e lo guardò luccicare ghignando:” E questa meraviglia? La tenevi nascosta? Così non si fa! Va diviso tutto con i compagni di squadra, no? YAHAHAHAHAH!”
E in quel momento CJ decise di scatenarsi.
Non usava quel potere da prima di incontrare Ryu, ma non gli importava.
In quel momento l’unica cosa che importava era farla pagare a quel mostro.
A fatica si rialzò in piedi.
Quando Silver se ne accorse si preparò subito a schernirlo e a buttarlo a terra, ma si fermò improvvisamente.
Dalle braccia di CJ cominciarono a comparire delle fiamme prima piccole, poi sempre più grandi.
Intanto la temperatura stava cominciando a salire velocemente, ed i rifiuti nel cassonetto presero fuoco.
In mezzo all’incendio che si era ormai formato, c’era la faccia di CJ.
Una maschera di rabbia e odio aveva deformato i lineamenti del ragazzo, facendolo apparire molto più spaventoso di quanto sia in realtà.
Ormai le fiamme che lo circondarono erano cresciute a tal punto che la catena che era stata legata al suo braccio si sciolse.
Ma non sentì il minimo dolore quando il metallo fuso gli bruciò la pelle.
“Co-o-o--cosa sta succedendo, Capo?” Chiese spaventato uno degli uomini di Silver.
“Niente! Quel marmocchio sta semplicemente usando un qualche effetto speciale! Non comportarti come un pollo!” Gli rispose il rosso, prendendo un tubo di ferro da terra e correndo verso CJ. Che lo aveva riconosciuto.
Era il secondo in comando di Silver Tyrant, il suo assassino personale, Needless “Graffio Letale” Capone.
“Ora vedrai bamboccio!- gli urlò contro mentre si avvicinava a gran velocità brandendo il coltello - sono capace di uccidere un uomo solo con un graffio! Ecco perché sono Graffio Let....”
Non finì neanche la frase.
A CJ bastò un semplice movimento in avanti del braccio ed una colonna di fuoco si diresse contro di lui, incenerendolo.
Silver non poté credere ai suoi occhi quando vide il suo braccio destro cadere completamente bruciato, forse morto.
Sarebbe svenuto, se in quell’istante non si fosse accorto che CJ si stava dirigendo verso di lui, e molto velocemente anche.
Disperato, provò a fuggire, ma inciampò e cadde.
Quando si girò era troppo tardi.
CJ, sempre circondato di fiamme, lo aveva inchiodato a terra e lo stava tenendo dal colletto.
Nonostante la differenza di stazza fosse molto più a vantaggio suo che di CJ, non riusciva a muoversi e non sapeva se sudava per il caldo, o per la paura.
Poi arrivò il primo pugno, che colpì in pieno viso, poi un altro e poi un altro ancora, finché i pugni non si trasformarono in una vera scarica di colpi.
Quando CJ si fermò, Silver era quasi svenuto, la faccia irriconoscibile per la violenza dei colpi e per le scottature causate.
Cercò disperatamente con gli occhi qualcuno che potesse aiutarlo, ma non c’era nessun’altro oltre a loro due.
Erano tutti scappati.
Con rabbia CJ strappò dalla mano di Silver il medaglione, poi preparò un ultimo pugno, con la mano sinistra infuocata.
In quel momento non era capace di pensare, agiva in base all’istinto, e l’istinto gli diceva di ucciderlo.
La visione di quel sinistro fatto di fuoco e colante di ferro fuso fece svenire dalla paura Silver.
Ma non fu quella patetica visione a fermare CJ.
Bensì fu Ryu.
Con una sola mano, bloccò il pugno a CJ e poi, con rapidità, lo colpì alla testa mandandolo KO.
Prima di svenire CJ riuscì a pensare una parola. “Grazie, vecchio.”
///////////////////
Si risvegliò nel suo letto, nella sua stanza.
Aveva ancora in testa i ricordi della notte nel vicolo.
Sperò fosse un sogno, ma mentre si guardava attorno, un improvviso dolore al braccio lo fece ricadere nella realtà.
Si accorse che era fasciato e provò a togliersi le bende.
La vista quasi non gli provocò un conato di stomaco.
Lungo tutto il braccio, disposta a spirale, vi era un’ustione di terzo grado che aveva bruciato la pelle nel profondo.
Era talmente tanto estesa che arrivava anche sul dorso della mano, dove aveva formato macchia.
Ripensando, capì che era stata colpa della catena fusa che gli avevano legato al suo braccio sinistro.
“No, non era colpa della catena” pensò “ma mia. Se non avessi attivato quel potere non sarebbe successo nulla, invece ora eccomi, punto e accapo.”
“Avevano ragione, quelli dell’orfanotrofio, a non volermi da quando ho accidentalmente dato fuoco alla cucina, anche se ero solo un neonato. Io sono un....... mostro.”
“Non pensarlo neanche!” Sentì urlare da fuori la porta, e poco dopo uscì Ryu.
Il ragazzo notò subito che aveva la mano fasciata, probabilmente aveva attaccato anche lui.
Si sarebbe aspettato ogni cosa da lui, in quel momento.
Un tentativo di esorcismo o di omicidio, un terrore più assoluto, una lavata di capo nelle teorie più positive.
Ma non si sarebbe aspettato un abbraccio.
Mentre lo abbracciava, Ryu gli disse alcune parole, parole che rimarranno sempre impresse nella mente di CJ: “Tu non sei un mostro, CJ, non lo sei affatto.”
“M-m-ma se mi hai visto anche tu cosa sono diventato!” Gli urlò contro singhiozzando CJ.
“Si, ho visto ma lo sapevo. Anzi l’ho sempre saputo fin dal nostro primo incontro.”
“COSA?” si stupì il ragazzo. Aveva sempre pensato che nessuno oltre a lui e alle persone dell’orfanotrofio lo sapessero.
“L’ho scoperto subito. Quelli che hanno un dono come te si riconoscono subito. Dalle persone che hanno lo stesso dono, come me.”
Accompagnò la frase muovendo la mano ed incendiandola, tra lo stupore di CJ, per poi spengerla con facilità.
Poi continuò il discorso: “Si, siamo uguali, io e te. E non devi vergognarti dei tuoi poteri, perché non puoi usarli solo per far del male agli altri, ma anche per salvare la vita delle persone.
Ora ti chiedo, CJ.- fece una piccola pausa, mentre il ragazzo si asciugò le lacrime- se vuoi usare il tuo potere per distruggere o per salvare. Non importa cosa sceglierai, io ti addestrerò comunque.”
Prima di rispondere CJ ci pensò un secondo.
Da una parte, avrebbe voluto vendicarsi. Di chi lo aveva sfruttato ed adirato come un mostro, di chi lo aveva più volte umiliato invece di aiutarlo.
Avrebbe potuto vendicarsi della sua vita da orfano.
Orfano.
Di colpo ripensò a tutto quello che gli era successo nella sua infanzia da reietto della società.
La paura di venire arrestato, il timore dei più forti, il dover rubare per non morire di fame.
Era la cosa più vicina all’inferno che avesse mai visto.
E lo aveva provato sulla sua pelle.
Dapprima a bassa voce poi quasi gridando, CJ rivelò la sua scelta: ”Ho deciso. Combatterò, ma non per me stesso bensì per tutti gli altri. Per non far provare ad altre persone ciò che ho provato io!”
Ryu approvò con un cenno del capo.
Poi prese il braccio fasciato di CJ e con calma cominciò a togliere le bende, facendo attenzione a non toccare le parti ustionate.
“Non ti preoccupare- gli disse vedendo le ferite- il tuo corpo è molto più resistente alle ustioni e alle temperature alte in generale, non ne rimarrà nient’altro che una cicatrice.”
“Una cicatrice a forma di spirale- sbuffò CJ- non proprio del tipo più comune..... Come al solito devo sempre essere originale...”
L’uomo squadrò ancora una volta la ferita poi propose:” Se non piace avere il braccio ridotto in quello stato possiamo coprire il segno con un tatuaggio! Uhm.... che ne dici di un bel drago blu a spirale?”
Stavolta CJ ci impegnò pochi secondi a rispondere.
Si guardò prima il braccio, poi ripensò a quella sera, e infine decise.
Con lo sguardo deciso, disse:” Vada, per il drago, così chiunque mi vedrà il braccio capirà che dovrà combattere contro CJ il drago di fuoco! Anzi no.... il drago di fuoco suona male, ho un altra idea!”
Si spostò un ciuffo di capelli e alzò il pugno:” Sarò.... Karyu no CJ!”
/////////////////////////////////////////////////////////
Conclusa questa affermazione, CJ tacque mentre i tre rimasero stupiti dal racconto, questa volta sicuramente reale.
L’unico suono che si udì per qualche minuto fu un mormorio di Mark:”Quindi è per questo che hai quel tatuaggio....”
Come al solito, a rompere i silenzi fu Melany che esordì con un:” E poi? Continua, non ci hai detto come sei finito in quella prigione!”
“Non ve l’ho detto perché non me lo ricordo!- gli rispose frustato CJ -Quel cavolo di teletrasporto deve avermi fatto qualcosa alla mente, ve l’avevo già detto!
Ho solo dei ricordi confusi: uomini che sono entrati per cercare il vecchio, uno scontro, io che urlo il suo nome, la prigione, l’incontro con gli altri prigionieri, le torture e la fuga. Il primo ricordo certo che ho è stato in casa tua.”
Mark si sentiva in colpa per aver dubitato di lui.
La storia era vera, e soprattutto aveva appena scoperto cosa aveva sofferto CJ nella usa vita.
“Senti.....- cominciò a dire - noi, ecco, ti vorremmo chiedere s......” ma fu interrotto da CJ:”Non ti preoccupare, neanche io avrei creduto ad una storia del genere se non l’avessi provata sulla mia pelle. Anzi, mi dispiace avervi coinvolto.”
Quella frase riuscì finalmente a rincuorare i tre.
Vedendo che la situazione si era finalmente resa serena, CJ annunciò:” Beh, visto che vi siete appena goduti la visione del capolavoro artistico La mia vita, vi conviene riposarvi. Domani dobbiamo essere in forma quando partiremo!”
Ovviamente aspettò il “COOOSA?!” emesso contemporaneamente dai tre prima di spiegare tutto: ”Prima che tu fulminassi tutto, ho avuto l’occasione di chiedere informazioni al lupetto e quel coso mi ha risposto che ad Okinawa c’è un potente guerriero del fuoco e che era il loro prossimo obiettivo. Dato che finalmente ho una pista per trovare gli altri due dispersi, dobbiamo recarci lì in fretta! E poi, - disse guardando Mark - devi pur cominciare ad allenarti!”
“Allenarmi? Perché, si ricomincia a giocare a calcio?!” chiese ingenuamente venendo colpito contemporaneamente da CJ e Melany: ”No, deficiente! Devi imparare a controllare i tuoi poteri!”
“Controllarli? Ma devo proprio?” domandò Evans che tutto voleva tranne dover riusare quei fulmini.
“Beh,- gli disse CJ recuperando il solito tono ironico- a te la scelta: o impari a sparare i tuoi fulmini a mo’ di Luxus*****, o verrai picchiato a sangue da chi incontreremo finora oppure elettrizzerai per errore uno di noi. Fai un po’ te..”
/////////////////////////////////////////////////////////
La sala era scura, illuminata solo da un candelabro che, per quanto grande, non faceva intravedere nient’altro che cinque sagome di figure sedute su altrettanti troni.
Tra di essi quello centrale spiccava per dimensioni, quasi il doppio di un normale essere umano, e la sua mole nonostante fosse semioscurata troneggiava su tutti.
Ma tutto ciò non impressionò minimamente l’uomo di fronte ad essi.
Teneva su una spalla Wolfy, mentre Talisman era disteso a terra sul pavimento. Erano entrambi stremati e feriti, ma coscienti
“Ecco fatto vi ho portato i vostri due amichetti- disse lo sconosciuto lanciando a terra Wolfy che atterrò con un gemito- ora dovete mantenere il patto. SHUSHUSHUSHUSHU!”
Ad un cenno di una delle figure sul trono, comparvero trascinate da alcuni uomini due pesanti macchinari. Somigliavano a dei motori giganti, ma avevano un incavo vuoto in cima come se mancasse qualcosa.
“SHUSHUSHUSHU! Grazie, e poi si dice che non bisogna fidarsi del Re Oscuro!” gongolò l’uomo avvicinandosi ai macchinari per esaminarli.
Poi, una volta accorto che erano perfetti, li toccò entrambi con una mano per poi illuminarsi di energia viola.
Prima di sparire, disse: ”Ah, e ringrazia il tuo schiavetto bendato per avermi detto tutto! SHUSHUSHUSHU! Ed ora,  teleportation!”
Una volta andato, nella sala tornò il silenzio.
Ma quel silenzio valeva più di mille parole per Talisman.
Perché aveva fallito, e ben due volte.
Non era riuscito a catturare il fuggitivo e non aveva resistito alle brevi ma violente torture.
E aveva finito per rivelare tutto a Loro, ai loro unici rivali.
D’un tratto il silenzio venne interrotto dalla voce dell’uomo sul trono centrale, il Re Oscuro, con tutta probabilità, che disse con voce apparentemente calma:”Talisman, Talisman, Talisman. Sai vero quanto ci è costata il tuo errore?”
Disperato il citato cercò disperatamente di scusarsi: ”Mi perdoni, mio signore, non volevo! Uno dei ragazzi insieme al fuggitivo, quello castano, era un Superiore e mi ha colto di sorpresa!- si toccò il moncherino al posto del braccio - E poi quella ragazza con la katana....”
“Taci. Almeno abbi la dignità di accettare le tue colpe!- Tuonò il Re Oscuro, interrompendo la sua patetica difesa- Non solo sei stato sconfitto, ma hai anche rivelato tutto a Loro! Devi essere punito per questo!”
Talisman capì subito il significato di quelle parole. Venire torturato ininterrottamente per chissà quanti anni. Ed era l’alternativa migliore.
Ormai erano due anni che era al servizio del Re Oscuro, e aveva visto le pene che subiva chi tradiva o scappava. Avrebbe preferito morire.
Aveva cominciato a tremare, ed una delle figure situate a fianco del Re Oscuro si alzò in piedi, commentando: ”Forse ha cominciato a capire, visto che sta tremando dalla paura.”
Talisman si spaventò ulteriormente quando si accorse di chi aveva parlato.
Come per tutti gli Imperatori della Morte, non se ne conosceva né il viso né la voce, che modificavano con un congegno, ma la silhouette era inconfondibile.
Era Honō(la Fiamma), il più potente dei quattro, capace di staccare la testa ad un uomo con un calcio.
Con passi rapidi e aggraziati, si avvicinò a Talisman, ancora chino.
Non riusciva a credere che quell’essere capace di muoversi in maniera tanto dolce fosse allo stesso tempo quel mostro capace di orribili torture.
Rapida, Honō si avvicinò a Talisman e gli sussurrò  nell’orecchio: “Se fossi in te, non urlerei troppo. Sai, almeno puoi morire con un po’ di dignità....”
Ma Talisman non l’aveva ascoltata.
Fin da quando l’aveva vista alzarsi dal suo trono, aveva capito che era finita e che aveva un’unica speranza di salvarsi.
Il Souruita no mezame.
E infatti aveva cominciato la sua lugubre cantilena, seppur a voce più bassa, non appena Honō si era alzata.
Le ferite e le scottature già presenti in gran quantità coprirono l’altrimenti evidente sanguinamento di tutto il corpo
E quando la ragazza finì di sussurrare al suo orecchio, lui urlò: “SOURIUTA NO MEZAME!” liberando il demone.
Nonostante sia stata investita in pieno dall’enorme esplosione di sangue, Honō non si mosse minimamente e non dimostrò il minimo segno di paura o di stupore.
Il demone era lì, di fronte a lei.
Era furioso, furioso perché un misero mortale lo aveva sconfitto, aveva sconfitto LUI.
Lui, uno dei demoni più potenti dell’Inferno, sconfitto da un misero mortale.
E quando si risvegliò, perfettamente carico di energie come se non avesse mai lottato, doveva scatenare la sua furia.
E la scatenò su la persona più vicina a esso, Honō.
Lanciò un tentacolo verso di essa, urlando: ”WHAAAA! DAMMI LA TUA ANIMA!”
Ma l’Imperatore, per niente spaventato, non scappò o schivò, bensì fece l’impensabile.
Bloccò il tentacolo con una sola mano.
Poi commentò sarcasticamente: ”Beh, potevi almeno chiedermi se volevo darti la mia anima, invece di attaccarmi come un ossesso, no? Comunque sia, bello spettacolino Talisman, hai dimostrato coraggio. Peccato che sarà tutto inutile.”
Con una velocità sovraumana, scattò verso il mostro e vi appoggiò la mano sul petto.
Poi disse: ”Ciao ciao.”
Un potentissimo raggio d’energia partì dalla mano dell’Imperatore, distruggendo completamente il demone.
Quando interruppe l’attacco, al posto del mostro c’era solo un mucchietto di ceneri, mentre il Souruita tornava all’inferno portando l’anima di Talisman come promesso dal patto stipulato millenni or sono.
Come se non fosse successo niente, Honō si avvicinò a Wolfy, che era ancora svenuto, e lo risvegliò con un calcio.
L’uomo, dapprima frastornato, si guardò intorno e quando vide gli occhi degli Imperatori che lo fissavano quasi ri-svenne.
Prima che potesse perdere veramente i sensi, Honō lo afferrò alla gola e gli sibilò, diventando improvvisamente minacciosa: ”Ti conviene dirci come è andata e vogliamo tutti i dettagli, anche i più inutili. E non cercare di svenire che non ti risveglierai mai più!”
Spaventato come non mai, Wolfy disse tutto quello che aveva visto, compreso l’aspetto dei tre che avevano aiutato il fuggitivo.
Poi si preparò mentalmente al colpo letale che stava per prendere. Ma che non arrivò.
Honō si limitò a lanciarlo lontano dalla sala e l’uomo, non aspettandosi tanta pietà, fu lesto a scappare.
Una volta uscito, Honō tornò al suo trono mentre il suo compagno, Tsurī (L’albero), gli chiese: ”Beh, adesso che sappiamo tutto, spiegaci perché hai voluto a tutti costi recuperare quei due, anche se ci è costato offrire due Generatori a Loro, se poi hai addirittura ucciso uno di loro!”
Prima di concedersi e rispondere, Honō tornò al suo trono e si sedette accavallando le gambe.
Solo in quel momento si concesse di sciogliere la vicenda: ”Beh, prima di tutto per impedire a quel Wilsock di sapere troppo, diventerebbe troppo pericoloso. E poi, era importante sapere chi lo ha trovato e soprattutto chi è il Superiore tra di loro e quanto fosse forte. E adesso grazie a quei due rifiuti non solo sappiamo la loro identità, ma anche il loro prossimo obiettivo! Preparati, Mark, troverai una bella sorpresa a Okinawa!”
////////////////////////////////////////////
*= gli All Blacks sono la nazionale neozelandese di rugby. Rettifico, la migliore nazionale di rugby di tutti i tempi e i suoi giocatori più “piccoli” sfiorano i due metri...
**= non dico cosa vol dire ficcina (che penso “forse” la conoscerete tutti) ma dico che ace-kun è Ace di One piece (il fratello di Luffy, quello che more a Marineford) col suffisso kun che fa tanto giapponesata. Per chi si sente offeso ripeto che è SOLO UNO STEREOTIPO!
***= Se non sapete cosa è One Piece smettete di vedere questa storia. Un manga come quello è un capolavoro e mezza ff mia sarà ispirata alle sue scene più celebri.
****=  Un quartiere tipico di New York ma di altre città americane, è tipicamente abitato dagli immigrati italiani di tutte le regioni e per questo viene chiamato Little Italy ovvero Piccola Italia
*****= è un personaggio del manga Fairy Tail, che è praticamente un porno con battaglie e draghi in mezzo. Precisamente Luxus è uno stronzo di prim’ordine che controlla l’elettricità. Per questo CJ lo paragona a Mark.
 Si lo so, non commento più nemmeno i ritardi....
Vabè pensiamo più al 5 capitolo, dove è spiegata parte della storia di CJ. “E il resto?” direte voi. Beh, siamo al 5 capitolo cavolo, aspettate un po’ di tempo!
In ogni caso, abbiamo per la prima volta “conosciuto” i cattivi principali di tutta la storia e se vi interessa, i soprannomi Honō e Tsurī derivano dai 4 elementi del gioco, rispettivamente Fuoco (ma fiamma è più fico) e Albero.
Cosa succederà a Okinawa? Beh, ci sta che non uno, non due ma ben tre “nuovi” personaggi entreranno nella squadra!
Detto questo spero che almeno una volta possiate recensire (cavolo solo 2 recensioni, scusate se non è yaoi!) e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1367173