Shipmania Regina 2012

di LadyRainbowCaos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regina/Archie ***
Capitolo 2: *** Regina/Ruby ***



Capitolo 1
*** Regina/Archie ***


REGINA&ARCHIE

Era passata una settimana.
Una settimana nella quale alle 15 precise bussava alla porta di Archie Hopper.
Una settimana che lui andava ad aprirle sorridendole e facendole cenno di entrare.
Una settimana che seduti su quel divanetto logoro e vecchio, in mano una tazza di tè bollente, parlavano del passato di Regina e di quello che doveva fare per redimersi.
Una settimana nella quale Archie era riuscito a strappare un paio di sorrisi genuini dalla fredda e disperata Regina.
Una settimana che accompagnandola alla porta Archie le sorrideva, le stringeva dolcemente la mano e le diceva

-Ci vediamo domani alla solita ora-

Una settimana che Regina  che non vedeva l’ora di parlare con Archie.

***************

Tutto era cominciato da quel pomeriggio quando Regina era stata obbligata ad usare la magia per lasciare andare finalmente Daniel.

Archie sentii bussare. Chi poteva essere, si ritrovò a pensare per poi sgranare gli occhi alla vista di Regina in lacrime davanti alla porta.

-è tornata?-

Regina si sentiva stanca.
Non una stanchezza fisica, era qualcosa di più emotivo. Il suo corpo dopo quello che era successo nelle stalle l’aveva portata davanti alla porta del dottor Hopper.
Non si ricordava realmente come ci era arrivata.
Sapeva solo che dopo aver visto scomparire davanti ai suoi occhi Daniel il suo primo pensiero fu parlare con Archie.
Ed eccola li, tremante e più fragile di quanto volesse dimostrare.

Deglutii cercando di fermare un singhiozzo

-Ho usato la magia!-

Archie potè vedere la delusione, la disperazione e il dolore trasparire da quei grandissimi occhi color cioccolato leggermente velati dalle lacrime.
Le sorrise e le fece cenno di entrare mettendole una mano sulla schiena con fare consolatorio

-Venga dentro e mi dica cosa è successo-

Regina si sedette all’angolo del divano verde acido.
Lo sguardo perso davanti a se mentre accanto a lei Archie si sistemava gli occhiali che lentamente erano scivolati sulla punta del naso.

Rimasero zitti per quella che fu un eternità.
Regina seduta compostamente, le mani intrecciate fra di loro, lo sguardo vacuo e perso nei ricordi.
Archie in piedi che trafficava con la teiera, nella mente tanti pensieri su quella donna che si trovava ora nel suo studio.

Archie era felice che Regina fosse ritornata, le era mancata e la cosa gli risultò strana.
Anche se in passato lo aveva offeso e lo aveva maltrattato c’era qualcosa negli occhi della donna che gli suggeriva di aiutarla e di starle accanto.

Dal canto suo Regina, non lo avrebbe mai ammesso, si sentiva al sicuro tra quelle quattro mura con accanto quel uomo occhialuto dai capelli color rame.
Era affascinante.

Regina prese fiato ed iniziò a parlare.
La voce tremolante venne fuori come un lieve sussurro. Archie che nel frattempo aveva poggiato le tazze di tè fumanti sul tavolino di legno davanti al divano, le si sedette accanto osservando il profilo della mora che aveva alzato il capo e tirato dietro le orecchio una ciocca di capelli.

-Whale.. Whale ha riportato in vita Daniel-

Archie sgranò gli occhi continuando però ad aspettare che fosse la mora a spiegarle tutto.

-Non so come abbia fatto. So solo che Daniel non era del tutto.. Daniel-

Regina tirò su con il naso, ringraziando poi Archie che le passava un piccolo fazzoletto di carta.
Si soffiò il naso e poi accartocciandolo su se stesso lo fece sparire nella tasca della giacca.
Si voltò a guardare Archie che continuava a non proferire parola preferendo aspettare.

-Ha ferito Whale e stava per far del male anche a Henry. Siamo arrivati in tempo.-

-Lei e chi?
-

Archie interruppe la donna che stava letteralmente crollando davanti ai suoi occhi.
Le mani che continuavano a sfregarsi una contro l’altra come a cercare il calore che mai nella sua vita aveva ricevuto.

-David… James.-

Archie annuii poggiando istintivamente la sua mano su quelle di Regina per farle fermare.
A quel gesto Regina sentii una scossa che la raggiunse fino al cuore.
Lo sguardo che prima si era perso negli occhi del dottore, ora vagava su quella mano grande e  calda che accarezzava le sue.

-Vada avanti-

Regina annuii prendendo un bel respiro e cercando di non far caso alla mano di Archie ancora posizionata sopra le sue.

-Daniel non si ricordava di me. James mi ha chiesto di eliminarlo con la magia. Ma non potevo. Lui era Daniel. Il mio Daniel.. Io…-

Fece una pausa nella quale la mano di Archie che prima sostava sulle sue mani incominciò a massaggiarle la schiena per farla calmare.
Per Archie quei movimenti erano venuti del tutto naturali.
Le mani di Regina erano fredda ma così morbide che Archie si ritrovò a desiderare di poterle sentire sul suo viso.
Scosse leggermente la testa per allontanare quei pensieri ed aspettare che Regina andasse avanti con il suo racconto

Regina chiuse gli occhi cercando di scacciare via quella sensazione di piacere e di protezione che aveva provato sentendo la mano di Archie sul suo corpo.

-Ho convinto James a farmi parlare con Daniel. Sono rimasta sola con lui nelle stalle. Da fuori sembrava lui. I suoi occhi, i suoi capelli. Tutto come l’ultima volta quando mia madre lo uccise. Ma non era realmente lui. Dopo aver tentato di uccidermi è ritornato in se. Voleva.. voleva che lo lasciassi andare e che tornassi ad amare. Io.. sono  stata costretta-

-A fare cosa?-

Archie prese la sua tazza di tè e ne bevve un lungo sorso riflettendo su quello che era appena successo a Regina.
Questo colpo basso da Whale non ci voleva.
Sapeva che per la donna cercare di redimersi era difficile.

-Ha perso di nuovo la ragione. Lui voleva uccidermi.. di nuovo. Ho usato la magia.. L’ho fatto… l’ho fatto scomparire-

Questa volta Regina, sebbene il suo autocontrollo di ferro, non riuscii a trattenere i singhiozzi e le lacrime che velocemente andavano a bagnarle la pelle leggermente ambrata del viso.
Rinchiuse quest’ultimo tra le mani tentando di nascondere i sentimenti che la scuotevano e tentando di riprendersi.

-Calma. Respiri profondamente. È  tutto finito-

Archie seguendo l’istinto la prese tra le braccia incominciando a cullarla ed accarezzandole i capelli.
Erano come seta sotte le sue mani ruvide e callose.
La donna che in passato le sembrava così invincibile, grande e senza paura spariva tra le sue grandi braccia.

Regina sgranò gli occhi sorpresa dell’abbraccio di Archie ma non si scostò.
Aveva bisogno di quel contatto, soprattutto ora che si sentiva sola più che mai.
Si strinse di più al petto dell’uomo aspirandone il profumo.
Era un misto tra camomilla e il profumo delle pagine ingiallite dei libri antichi, qualcosa che andò a calmarla subito.

Archie poggiò il viso sul capo della donna che lentamente si stava calmando.
Sentii il dolce profumo di rose selvatiche entrargli sin nel profondo.

Quel pomeriggio dopo la rivelazione di Regina non parlarono molto. Si limitarono a bere il tè in silenzio.


*******************************************

Regina aveva preso quegli incontri come una dolce abitudine.
Le piaceva parlare con Archie perché stranamente lo sentiva vicino a lei.
In alcune sedute precedenti lui gli aveva raccontato il suo passato, prima di essere la voce della coscienza quando viveva di razzie insieme ai genitori.
Di tutte le persone a Storybrooke non aveva mai pensato di trovare un qualcuno simile a lei proprio nel dottore occhialuto che ora le apriva la porta.

Regina però si spaventò allo sguardo di Archie.
Non le sorrise facendola entrare, manteneva le distanze e nella stanza non c’era quel tipico odor di tè alle erbe che di solito preparava un paio di minuti prima del suo arrivo.
Non l’accompagnò al divanetto come soleva far di solito.
Si limitò solo a guardarla mentre Regina si sedeva comoda e lo fissava.

-Qualcosa non va?-

Di solito era lui a iniziare.
Di solito le chiedeva come andava, se aveva sentito Henry o se avesse un argomento specifico da affrontare quel giorno.

Archie sbuffò.
Quello che stava per fare non era giusto nei confronti di Regina.
Quello che stava per fare l’avrebbe delusa e forse tutto il lavoro di quella settimana sarebbe stato gettato alle ortiche.
Ma non poteva più.
Non dormiva la notte e il giorno non riusciva a concentrarsi per causa sua.
Era diventato un chiodo fisso e per lui non era professionale.

Regina deglutii a fatica.
Non aveva mai visto Archie così e francamente le mancava quel sorriso che sembrava ogni giorno proteggerla da qualsiasi tragedia potesse capitarle. Si alzò in piedi incapace di stare ferma e desiderosa di avere una risposta da quell’uomo che tanto le era entrato dentro.
Gli toccò un braccio.

Archie a quel toccò si ridesto dai suoi pensieri e guardo negli occhi  scuri la donna.

-Le sedute devono finire oggi-

Regina spalancò la bocca e indietreggiò.
Lo stomaco le si attorciglio mentre le mani riprendevano a tremare

-Cosa? No.. Perché?-

Balbettava mentre Archie colpevole abbassava lo sguardo.

-Deve sapere solo che per delle buone motivazioni non possiamo continuare-

Regina rimase in silenzio mentre Archie si infilava le mani in tasca e spostava il peso da un piedi all’altro.
Alla mora sembrò di vedere un bambino colpevole di aver mangiato le ultime caramelle.
Si sentii ferita.
Aveva bisogno di quel tempo speso con Archie.
Era importante.
Lui era importante, pensò. 
Una strana consapevolezza che aleggiava nella sua testa.

Archie fissava il pavimento.
Regina non poteva sapere il vero motivo per il quale non poteva più andare avanti.
Lo stesso motivo per il quale non riusciva a guardarla negli occhi, lo stesso motivo che gli faceva fare strane pensieri sulla bruna.

-Quali sono le motivazioni?-

Regina aveva indossato di nuovo la sua maschera fredda e indifferente.
Si era raddrizzata e con tutto il suo autocontrollo aveva smesso di tremare.
Era delusa, delusa e disperata e prima di andarsene a rinchiudersi nella sua casa fredda e vuota voleva sapere almeno il motivo per il quale era stata abbandonata

Archie guardò la donna.
I folti e ormai lunghi capelli neri che ricadevano sulle spalle e gli enormi occhi scuri che lo guardavano con disprezzo.
Chiuse gli occhi massaggiandosi le tempie mentre il viso di Regina continuava a inondargli la mente

-Motivazioni che non devo spiegarle Regina.. Io..-

-.. Voglio saperle.. Me lo devi Archie-

Era la prima volta che gli dava del tu cancellando tutte le formalità di quella settimana.
Era la prima volta che non lo chiamava Dottor Hopper.
Il suono nome detto dalla sua voce sembra più bello e più armonioso di quanto pensasse.
Sospirò consapevole di non poter rispondere a quella donna che nel frattempo si era avvicinata nervosamente

-Rispondimi..-

-Regina.. Io..-

Regina non ci vedette più, una lacrima che scorreva solitaria lungo il suo viso per poi scivolare per il collo e sparire nelle pieghe del colletto della camicia azzurra che indossava.

Si trovavano davanti alla porta dello studio.
Archie con le mani a penzoloni lungo i fianchi e Regina con uno sguardo ferito

-Lo sapevo.. Lo sapevo. Pensavo veramente di aver trovato qualcuno che mi potesse aiutare. Ma sei come tutti gli altri. Volevi sapere qualcosa di me solo per studiarmi e insieme a tutta la città sconfiggermi vero?-

-Regina no!-

-Volevo solo fermare tutto questo. E tu sembravi .. tu sembravi la persona giusta. Mi sentivo bene a chiacchierare con te. Bene come non mai. Ma era tutto in inganno-

Regina piangeva.
Era distrutta.
Tutto quello che aveva rincominciato a provare, le emozioni che pensava non poter più sentire erano solo un inganno.
Una presa in giro.
E come a farla stare male, l’inganno proveniva da quell’uomo al quale aveva riposto la sua fiducia.

Alzò il braccio pronta a schiaffeggiare Archie quando quest’ultimo esausto la fermò stringendogli delicatamente il polso nella sua mano.

-Perché? Voglio sapere il perché-

Archie non ne potè più di quella scena.
Chiuse le orecchie a tutte quelle vocine che gli dicevano che era sbagliato e unii le sue labbra a quelle di Regina che sconvolta rimase immobile.
Fu solo un leggero sfiorarsi di labbra  che però racchiudeva tante domande, tante paure e tanti desideri.

Quando Archie si staccò guardo Regina che immobile si portò una mano alla bocca cercando di metabolizzare cosa era successo.
Si lasciò andare stancamente contro la porta e abbassò lo sguardo

-Per questo. Per questo che non possiamo più continuare, non è professionale Regina io..-

La frase gli morii in gola quando Regina inaspettatamente si fiondò  sulle sue labbra premendo il suo piccolo corpo contro quello possente di Archie.
Regina aveva finalmente compreso quello che la spingeva ad amare le sedute di Archie.

Archie sorrise sulle labbra carnose della donna quando comprese che forse quello che stava succedendo non era sbagliato.

Mise le sue mani sui fianchi minuti della donna mentre quest’ultima stringeva convulsamente il maglioncino che indossava.
Con un movimento ribaltò la situazione schiacciando contro la porta Regina che emise un gemito divertito mentre circondava con le lunghe braccia il collo del dottore.
Poi la lingua di Regina bussò alle labbra di Archie che l’accolse facendola incontrare con la sua in una danza senza fine.
Si assaporarono per un  paio di minuti fino a quando la mancanza di ossigeno non li obbligò a staccarsi e poggiarono le fronti una contro l’altra.
Poi Regina scosse la testa per spostare i capelli dalla faccia e sorrise timidamente

-Non voglio che mi abbandoni. Non tu. Ti prego-

Archie sospirò posizionando un bacio sul naso della mora e annuii

-Scusami. Non ti abbandono Regina. Mai e poi mai.-

Le loro bocche si rincontrarono così come i loro cuori.

Consapevoli della verità che tra quei dolori, quella rabbia e quella disperazione stava nascendo qualcosa.
Consapevoli che tra quel divanetto logoro e quei quadri vecchio stili, sotto gli occhi amorevoli di Pongo che sostava nella sua cuccia, stava nascendo l’amore.

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Capitolo 2
*** Regina/Ruby ***


REGINA&RUBY

Le notti di luna piena incominciavano a sortire il loro fascino su Regina.
Forse quel piccolo cumolo di peli che le dormiva accanto era la causa di tutto ciò.
O forse era la verità nascosta dietro a quel calore che la faceva sorridere, una volta al mese, di pura gioia.
Regina precisamente non lo sapeva da dove sgorgasse quella sensazione di benessere che la invadeva ogni volta che la luna piena spuntava brillante nel cielo.
La sua unica certezza era che, accarezzando quella creatura, si sarebbe addormentata senza incubi.
E dire che tutto era cominciato solo pochi mesi prima.
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In quel periodo Regina era un vero zombie, soprattutto dopo la “seconda morte” di Daniel.
Si era ripromessa di non usare più la magia, per Henry, così per occupare le sue giornate passava il tempo a sfogliare vecchi libri impolverati per poter aiutare David a far tornare indietro Emma e Biancaneve.
Non mangiava quasi niente se non i biscotti che Archie le offriva assieme al tè in ogni seduta.
Non dormiva perché appena chiudeva gli occhi, i sensi di colpa le provocavano incubi orrendi.
Così si ritrovava a sonnecchiare leggermente sul divano per poi svegliarsi di soprassalto spaventata.
Archie le voleva prescrivere dei farmaci ma lei non voleva far sapere in giro anche che non riuscisse a dormire.
Si sentiva già troppo esposta ogni volta che per andare alle sedute di Archie si doveva sorbire gli sguardi maligni della gente che incontrava per strada.
Così si limitava a nascondere le occhiaie con il trucco e a tentare di sonnecchiare per qualche minuto sul divano di casa.

Quella sera però fu diverso.
Regina aveva appena finito di risistemare i suoi vecchi libri posizionandoli sulla mensola in ordine alfabetico, tutto uno stratagemma per prolungare l’attesa prima di andare a letto.
Si stava guardando attorno cercando il telefonino e sperando in un messaggio di Henry o uno di David dove le chiedeva di badare al ragazzino per un po’.
Era capitato solo una volta e lei si era ritrovata a sopportare altri sensi di colpa per aver immischiato il figlio nella magia.
Regina prese in mano il cellulare schiacciando un tasto per illuminare il display, niente.
Lo poggiò stancamente sul tavolo della cucina per poi voltarsi a guardare l’enorme scala che portava ai piani superiori.

Non voleva dormire.
Dormire significava incubi e lei non ce la faceva proprio più.
Sognava di strappare il cuore ad Henry, sognava lo sguardo disgustato di Daniel, sognava la folla che la metteva al rogo e sognava i suoi occhi che ardenti la guardavano con rabbia.
Poi ogni volta che si svegliava quegli occhi la perseguitavano per tutta la giornata.

Si massaggiò le tempie per poi prendere coraggio e salire il primo gradino della enorme scala in legno.
Fu allora che quel piccolo rumore le arrivò all’orecchio.
Si girò di scatto verso la porta.
Il rumore in questione era un lento grattare verso il basso della porta.
Regina era preoccupata, non sembrava il rumore delle intemperie.
Si avvicinò lentamente all’ingresso strisciando i piedi e tentando di non fare rumore. Il pomello della maniglia era freddo, freddo come la sua vita vuota, in quel dannato periodo.

Apri lentamente la porta sentendosi subito investita da un venticello fresco.
Spalancò gli occhi quando vide ciò che le si presentava sull’uscio.

Un lupo.
Un enorme lupo dal manto nero dai riflessi chiari la guardava curioso.
Regina sapeva ma non disse nulla.
Si limitò a perdersi in quegli occhi chiari che sembravano riflettere l’animo buono del lupo.
Quest’ultimo era seduto composto, la testa leggermente storta e la lingua a penzoloni.
Un espressione buffa che fece intenerire subito Regina.

La mora si fece piccola piccola facendo passare il lupo che come se fosse a casa sua aveva già imboccato le scale ed era salito al piano di sopra.
Regina era allibita, non solo perché il lupo sembrava così tanto a suo agio in casa sua , ma anche per la sua reazione fin troppo tranquilla alla vista di un enorme animale che sostava davanti a casa sua.
Anche se lei sapeva.
Ma giusto per quello avrebbe dovuto essere ancora più allibita eppure senza tanta difficoltà chiuse la porta e iniziò a salire le scale.

Trovò il lupo dove se lo aspettava, sebbene aveva perso più di un quarto d’ora a cercarlo nelle varie camere del secondo piano.
Era tranquillamente seduto sul palquet di camera sua, ai piedi del letto, con uno sguardo interrogativo sul volto come a chiederle “perché ci hai messo così tanto?”.
Regina un po’ timorosa si avvicinò al letto stando però alla larga dal lupo.
Si sdraiò e incominciò a contemplare il soffitto fino a quando un corpo caldo non le si accoccolò accanto.
Alzò lentamente la testa osservando il grande lupo nero fatto su a ciambella che già dormiva, il muso accanto alla sua mano.
Poteva sentire il suo respiro infrangersi sulle sue dita.
Poteva sentire un profumo di menta piperita provenire dal suo morbido pelo.
Fu quella leggera brezza a farla addormentare per una prima notte senza sogni.
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Due volte al mese così, Regina si ritrovava a dormire sonni tranquilli.
Una mano ad accarezzare il pelo folto del lupo.
Il muso di quest’ultimo poggiato sul suo ventre.

Ogni luna piena senza fare domande
Regina lasciava aperta la porta di casa e si infilava a letto aspettando il lupo.
Quest’ultimo ogni notte di luna piena grugniva allegro ogni volta che trovava una ciotola di acqua e gli avanzi della cena accanto alla porta aperta.
Mangiava e beveva per poi correre nella stanza di Regina, inebriarsi del suo profumo e accoccolarsi accanto.

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Quella sera il lupo era arrivato presto trovando così la porta chiusa.
Si fece sentire facendosi aprire da Regina che lo guardava divertita.

-Sei in anticipo!-

Il lupo sbuffò passando incurante tra le gambe di Regina che in tutta risposta gli diede una pacca sul sedere.
Non andarono direttamente a letto.
Regina aveva acceso il camino e vi si era posizionata accanto sul un cumulo di cuscini con un buon libro da leggere.

-Ehi quello è il mio posto-

Regina spinse leggermente il lupo, che si era posizionato proprio al centro dei cuscini.
Con quel gesto se lo ritrovò praticamente addosso, gli occhi chiari e curiosi di quest’ultimo che si perdevano nei riflessi del fuoco del camino.
Regina si incantò a guardare l’animale continuando a chiedersi perché proprio quel lupo aveva incominciato a farle visita.
Poi quest’ultimo intuendo i pensieri della donna si girò a guardarla per poi accucciarsi tra le sue gambe e sfregare il muso sul petto della mora.

-Perché?-

Era un flebile sussurro ma le orecchie del lupo si tesero recependolo.
Gli occhi chiari dell’animale si scontrarono con quelli cioccolato di Regina.
Rimasero per un lungo istante fermi a guardarsi.

Entrambi sapevano ma non ne avevano mai parlato.
Entrambi sentivano ma non lo avevano mai ammesso.

Il lupo scrollò le spalle nascondendo il muso tra i cuscini ed addormentandosi mentre Regina paralizzata da quello sguardo rimaneva ferma immobile.

In quegli occhi aveva visto qualcosa? Come se quel lupo aveva tentato di risponderle.
“Sono preoccupato per te”, “Tutti si meritano una seconda possibilità”.
Qualcosa di simile.
Si addormento al caldo del camino e di quell’enorme pelliccia che le dormiva tra le gambe.
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Il mese dopo Regina si era convinta di capirne di più.
La sera il lupo sarebbe tornato da lei.

Verso le cinque scese in città cercando di passare inosservata ed entrò nella locanda della signora Lucas per un caffè.
Sorrise sorpresa nel vedere Ruby che le si avvicinava con un caffè caldo in mano.

-Buongiorno Regina-

-Buongiorno Ruby-

Regina perplessa indicò il piccolo contenitore di cartone che teneva in mano la giovane.
Quest’ultima annuii porgendoglielo.

-Si è per lei. L’ho vista mentre parcheggiava e ho pensato di prepararglielo-

Regina sorrise mentre sfiorava le mani della ragazza per prendere il caffè

-Non è che si vuole liberare di me il prima possibile?-

Ruby strabuzzò gli occhi visibilmente arrossita

-Perché dovrei?-

-Beh non sono ben accetta qui. Non vorrei provocarle dei problemi con gli altri clienti-

-Che si fottano!-

Entrambe spalancarono la bocca.
Regina piacevolmente sorpresa per quella presa di posizione mentre Ruby imbarazzata per aver appena usato una parola abbastanza colorita.
Incominciò a balbettare mentre con una mano indicava un tavolino in disparte.

-S..Scusi. comunque se si vuole sedere le porto anche un cornetto alla crema. Che ne dice?-

Regina annuii prendendo posto e guardando la cameriera sparire in cucina.
Rimase li ad osservare il cielo dall’enorme vetrata della locanda.
Mancavano solo poche ore all’arrivo della luna piena e già nel cielo spuntava un piccolo quarto dell’enorme e brillante palla luminescente.
Regina sospirò per poi girarsi verso l’interno della locanda.
Non vi era molta gente per sua fortuna.
Brontolo stava cenando dandogli le spalle mentre poco più in la una coppietta, Cenerentola e il suo principe, stavano tentando di imboccare il loro bambino che , puntualmente, sputava tutto sul tavolino.

-Ecco qui-

Sussultò quando accanto a lei spuntò Ruby che le passava un piattino con la brioches.
Il profumo della cameriera le accarezzò le narici: Menta piperita.

-Grazie-

Regina tirò fuori il portafoglio dalla borsa per pagare per poi sentire una mano calda poggiata sul suo braccio

-No questa la offre la casa-

Ruby le sorrideva.
Sapeva che per logica doveva accettare i soldi, girare i tacchi e tornare a lavorare ma lei in fondo non era mai stata una persona logica.
Osservò la mora che rimetteva il portafoglio in borsa.
I capelli ormai lunghi le ricadevano sulla giacchetta blu mentre una piccola collana con un pendente a forma di chiave di sol poggiava sul suo petto prosperoso.

-Stasera c’è la luna piena-

Regina ammiccò verso la ragazza che non si era allontanata nemmeno un millimetro da lei.
Quest’ultima si perse a guardare il cielo

-Già!-

-Qualche programma stasera?-

Ruby schivò la frecciatina incominciando a giocare anch’essa con la mora che le sedeva davanti

-Mmm si. Credo proprio di si. E lei?-

-Spero di si. Anche se ..-

Ruby si avvicinò di più alla mora aspettando che finisse la frase

-Anche se?-

Regina si girò catturando lo sguardo di Ruby e sorridendo

-Mi dica, lei crede nelle seconde possibilità?-

Ruby si raddrizzò perplessa. Aveva cambiato discorso o quello che le stava chiedendo ne era direttamente collegato?

-Si, ci credo-

-E nell’amore?-

Ruby questa volta annuii con slancio continuando a sorridere a Regina che non aveva smesso un secondo di guardare la giovane cameriera

-E lei Regina?-

Regina sembrò pensarci su un momento portandosi un dito alle labbra e sorridendo mentalmente quando la giovane ragazza, osservandola, si morse un labbro.
Poi tornò seria

-Non lo so. Più che altro ci spero-

Ruby rimase perplessa a quella risposta

-Ci spera?-

-Quelli come me non si meritano l’amore non crede?-

Ruby scosse violentemente la testa come a rimarcare il suo essere totalmente contro a quello che Regina aveva appena sussurrato

-Tutti se lo meritano-

-Lei crede?-

-Io ne sono sicura. Magari lo sta già provando o qualcuno lo prova nei suoi confronti senza che lei se ne accorga-

Regina sorrise a quelle parole

-Non sono mai stata brava ad accorgermi delle cose-

Ruby annuii tornando a contemplare il cielo che piano piano si oscurava.
Regina si alzò dal tavolo recuperando la borsa e avvicinandosi all’ingresso. Non aveva nemmeno toccato, ne il cornetto, ne il caffè.
Ma in fondo entrambe sapevano che non era quello l’importante.

-Arrivederci Ruby e buona serata-

Ruby alzò la mano per salutarla

-Arrivederci e buona serata anche a lei-
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Quella sera il lupo non arrivò ma Regina dormii lo stesso beatamente stretta in un caloroso e nudo abbraccio.
Si girò scoccando un sonoro bacio sulle sue labbra piene e sorrise.

-Ci credi nell’amore?-

Sussurrò tra le lenzuola.

Un respiro profumato le solleticò l’orecchio

-Io? Sempre-

Il profumo sapeva di menta piperita.

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