Shining energy

di Wasabi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bivio ***
Capitolo 2: *** Sangue impuro ***



Capitolo 1
*** Bivio ***


Questa  one-shot è posta cronologicamente qualche mese dopo la fine del Cell game.
Vi auguro una buona lettura.



Bivio







Si aggirava come una fiera affamata,percorrendo con passo silenzioso e fluido i lunghi corridoi dell’abitazione.
Tale similitudine si addiceva perfettamente al suo stato d’animo, che negli ultimi tempi era pervaso da una strana inquietudine.
Qualcosa lo turbava e lo spingeva a vagare come un’anima dannata nell’oscurità della notte.
Solitario come un lupo dal manto nero che,spinto da una sete incolmabile,scrutava guardingo il suo territorio alla ricerca di una preda con cui placare l’arsura che gli invadeva la gola.
Infatti,era nelle notti come questa che la sua natura di assassino e di spietato guerriero tornava a martellare nella sua mente,ricordandogli colui che era stato un tempo.
In tali momenti il bisogno di combattere e la sua insana passione per il sangue tornavano a fargli visita,piombandogli addosso come una fiammata infernale.
Malediceva se stesso per ciò che era diventato. Non più il fiero principe di una razza invincibile e temuta,ma soltanto l’ombra del guerriero che era stato.
Si era mescolato a degli esseri inferiori,si era addirittura unito ad un’umana ed era diventato simile a loro,alle stesse creature che anni addietro aveva progettato di sterminare.
Tutto questo era patetico.
In realtà la vera frustrazione derivava dal fatto che il suo essere,anche se per un breve attimo,era stato sfiorato da un sentimento,aveva provato qualcosa per quella femmina nel momento in cui avevano unito i loro corpi. Era stata un’emozione fugace come una folata di vento, ma aveva investito il suo cuore indurito dalle troppe vite strappate agli innocenti e dai numerosi anni di continue battaglie.
Era stato solo un errore.
Un errore che non poteva essere cancellato.
Se lo ripeteva ogni giorno,tutte le volte in cui i suoi freddi occhi scuri incontravano quelli chiari e infantili del figlio di pochi mesi.
Era il frutto del suo peccato. Il risultato di una notte in cui, per dei motivi che ignorava persino lui,non era stato se stesso e si era lasciato travolgere dalla passione per quella donna.
Poi,finalmente,si era reso conto del suo improvviso cambiamento.
Era stato nel momento in cui aveva visto il suo obiettivo sacrificarsi con il sorriso sulla labbra.
Il suo rivale era morto per la salvezza del pianeta e non solo...
Così facendo aveva finito per salvare la vita anche a lui.
In quel momento Vegeta aveva percepito ogni singolo muscolo del suo corpo contrarsi per la rabbia e lo sdegno.
Inoltre,aveva dovuto sopportare l’umiliazione derivante dal fatto che a sconfiggere il nemico era stato non solo un ragazzino,ma il figlio di colui che odiava con tutto se stesso.
Piuttosto che essere in debito con quel Saiyan di livello inferiore avrebbe preferito la morte.
Solo allora si rese conto di ciò che aveva provocato in lui lo stare a contatto con la razza umana.
Era diventato debole.
Fu in quel preciso istante che qualcosa in lui si spezzò.
Nello stesso momento in cui si ripromise che non avrebbe più combattuto, la parte distruttiva di se stesso, che per tutto quel tempo aveva accantonato, prese il sopravvento.
Da quel giorno più si istigava a non pensare ai combattimenti più le sue mani prudevano per la voglia di strappare vite e far scorrere del sangue.
Rimpiangeva sempre più l’assassino che era stato un tempo.
Stava lentamente impazzendo.
Anche adesso,mentre avanzava senza una meta precisa tra quelle pareti addormentate cercava invano di placare la sua irrefrenabile passione per la distruzione e la sofferenza.
Però,qualcuno stava per ostacolare i suoi tentativi di non incrociare possibili esseri viventi su cui la parte malata di se stesso si sarebbe volentieri accanita.
Sentì distintamente un rumore di passi avvicinarsi, sapeva che erano quelli dell’ultima persona che avrebbe dovuto sfiorare la sua mente in quel momento.
Non si voltò a guardarla,ma sentiva i suoi insistenti occhi azzurri sulla propria schiena. Erano terribilmente fastidiosi.
Senza dar segno di essersi accorto della sua presenza continuò ad avanzare imperterrito,nel vano tentativo di evitare le sue solite domande irritanti.
Dopo aver percorso l’intero corridoio svoltò in una delle numerose stanze e uscì su un piccolo terrazzo.
Sentì l’aria fredda della notte investirgli il volto,dando solo un lieve sollievo al suo animo consumato dai molteplici conflitti interiori .
Poi,voltò appena lo sguardo,rivolgendo una breve occhiata alla figura che aveva continuato a seguirlo.
Sorvolò gli occhi azzurri puntati su di lui, il volto esile leggermente inclinato e l’espressione pensierosa che segnava i lineamenti della giovane donna,visibile grazie alle sottili sopracciglia appena aggrottate. Spostò lo sguardo sulla leggera camicia da notte che ondeggiava impercettibilmente a causa del vento e notò il piccolo corpo addormentato che lei stringeva al seno.
Vegeta assottigliò appena gli occhi,riportando lo sguardo dinnanzi a sé e si mise a braccia conserte,nella sua abituale posizione.
-È molto tardi…come mai non ti sei ancora coricato?…- Nella voce della donna vi era una leggera nota di stupore.
Lui avrebbe volentieri evitato di risponderle ma sapeva che,qualora non lo avesse fatto,avrebbe attirato maggiormente la sua attenzione.
Allora si limitò a parlare con tono duro e sbrigativo.
-Potrei farti la stessa domanda.-
Bulma si avvicinò maggiormente a lui,nel tentativo di riuscire a guardarlo finalmente in volto ma senza ottenere risultati.
-Dovevo allattare il bambino,dopo una notte quasi del tutto insonne sono finalmente riuscita a farlo addormentare.-
Disse con espressione sollevata,avvicinando il piccolo mezzosangue al padre che non si degnò nemmeno di guardarlo.
La giovane donna rimase qualche minuto a fissare il Saiyan. Lo conosceva perfettamente ormai e aveva capito che qualcosa lo turbava e aveva anche una vaga idea di quale potesse essere il motivo del suo malumore.
- Vegeta,è da un po’ di tempo che non ti alleni più,te ne stai tutto il giorno senza fare niente…-
Era da qualche tempo che aveva in mente di fargli un simile discorso,ma non sapeva da dove cominciare e l’aveva sempre rimandato.
Aveva iniziato con cautela,pronta una sua qualche reazione che,infatti, non tardò ad arrivare.
-Donna,non mi sembra di aver chiesto la tua opinione al riguardo.- La interruppe,acido.
Bulma gli rivolse un’occhiataccia. Non era risentita tanto per la sua reazione,ma per l’appellativo con cui l’aveva chiamata. Ricordava che le si era rivolto in tal modo solo nel periodo in cui era appena stato ospitato in casa sua. Quando erano ancora estranei. Sapeva bene che era uno dei suoi bruschi modi per mantenere le distanze e si sentì profondamente offesa.
-Ora me ne rendo conto maggiormente. Stai cambiato,è da quel giorno che ti stai lentamente lasciando andare…non sei più te stesso.-
Concluse lei,riferendosi alla fine dell’androide perfetto avvenuta qualche mese addietro.
A quelle parole vide il Saiyan voltarsi di scatto.
Fu un attimo.
Gli occhi azzurri si sbarrarono,mentre il respiro era aumentato notevolmente.
Finalmente aveva potuto osservarlo in volto. Si erano guardati a vicenda….
Ma quando aveva puntato i propri occhi nei suoi non era riuscita a riconoscere l’uomo che amava.
Nel suoi occhi neri come il cielo notturno aveva riconosciuto lo spietato principe dei Saiyan che era un tempo.
Lo capì dal momento in cui lo vide squadrarla con sprezzante superiorità. Poteva vedere i muscoli del suo volto tesi per l’espressione severa che aveva assunto,mentre gli occhi brillavano di una luce sinistra e malvagia. La sua postura era diritta,perfetta,regale e le gambe forti, e allo stesso tempo agili, pronte a scattare.
Un turbine di emozioni si facevano spazio sul volto contratto dall’ira,erano fugaci come delle ombre ma le colse tutte.
Sollevò leggermente le sopracciglia quando,tra queste, gli sembrò di scorgere anche un velo di dolore. Non poteva esserne certa ma gli era sembrato vedere, dietro quelle iridi che sentiva scottare sulla propria pelle, un conflitto di anime. Era come se stesse cercando disperatamente di trattenersi,per non far emergere quella parte di lui che avrebbe potuto facilmente ucciderla.
Poi lo vide distogliere lo sguardo dal suo e rilassarsi leggermente.
-Vegeta…- Mormorò con un filo di voce. Avrebbe voluto disperatamente dirgli qualcosa ma le parole gli morirono in gola quando si accorse con rabbia di stare tremando.
-Taci!- Le sibilò quasi urlando,mentre stringeva una mano sulla ringhiera del balcone con tanta forza da farla accartocciare come se fosse stata carta.
Nel sentire il tono alto e minaccioso dell’uomo,il bambino che era serenamente addormentato contro il petto della madre si svegliò di soprassalto iniziando a piangere.
Solo allora il principe dei Saiyan posò gli occhi su di lui, rivolgendogli un’occhiata tagliente e poco rassicurante.
- Fallo smettere o me ne occuperò io…-
Bulma spalancò maggiormente gli occhi stringendo il bambino contro di sé per coprirlo dalla vista del padre e cominciò ad indietreggiare.
Si rendeva perfettamente conto di quanto poteva essere difficile per lui trattenersi ancora e le urla del piccolo di certo non lo aiutavano a mantenere le calma.
Capì improvvisamente che stava cedendo. Lo intuì non appena lo vide contrarre i muscoli delle gambe e flettendosi leggermente sulle ginocchia,pronto a scattare come un predatore.
Allora Bulma si lasciò guidare totalmente dall’istinto misto alla disperazione. Prese Trunks per una gamba e fece sporgere fuori dalla ringhiera il braccio con lui appeso,per poi urlare- Non ti avvicinare!-
Con suo grande sollievo sembrò funzionare perché Vegeta si fermò immediatamente,rimettendosi diritto e rimanendo immobile ad osservarla con espressione velenosa.
- Cosa pensi di fare?- Le chiese con una punta di schermo che mal si addiceva all’espressione perfettamente seria del suo volto.
-Vattene immediatamente o lo lascio cadere.- Rispose lei,con la voce velata dal dolore. Non avrebbe voluto farlo ma era l’unico modo per dissuaderlo dalla sua furia distruttiva.
-Non ci tieni alla vita di tuo figlio?-Domandò il Saiyan aggrottando le sopracciglia.
-…E tu ci tieni?- Un sussurro appena udibile,mentre abbassava la testa e si imponeva di trattenere le lacrime.
Lui rimase un attimo in silenzio,per poi parlare,sorvolando la domanda che gli era stata posta.
-Non credere di poter fermare il principe dei Saiyan con un simile stratagemma.-
Poi,ricominciò ad avanzare,inesorabile.
Bulma lo guardò camminare verso di lei e spalancò gli occhi per il terrore,mentre il pianto del bambino squarciava l’ostile silenzio che li avvolgeva.
Quando vide che tra pochi passi l’avrebbe raggiunta chiuse gli occhi….
E lasciò la presa sul bambino.
Sapeva che non gli sarebbe accaduto nulla di male perché lui probabilmente era già sceso in picchiata e lo aveva preso al volo.
Non avrebbe mai lasciato che cadesse,ne era assolutamente certa.
Non sarebbe successo nulla di male. Avrebbe aperto gli occhi e se lo sarebbe trovato davanti,col suo solito sorriso arrogante stampato in faccia e il figlio tra le braccia.
Sarebbe tornato tutto come prima.
Il suo cuore perse un battito.
Il piccolo aveva improvvisamente smesso di piangere.
Allora sollevò lentamente le palpebre e vide Vegeta davanti a sé,la stava scrutando con un’espressione di freddo distacco a braccia conserte.
In quel preciso istante tutte le sue speranze andarono in frantumi perché notò che non aveva il bambino con sé.
Lo guardò dritto negli occhi mentre sul suo volto cresceva la disperazione e non vi lesse altro che indifferenza.
Insensibile.
Era come se ciò che fosse appena accaduto non lo avesse riguardato affatto,non gli importava niente di lei e del bambino.
Fu questa l’impressione che ebbe Bulma in quel momento.
A causa del fitto buio di quella notte senza stelle una parte del volto del Saiyan era in ombra e lei non riusciva a scorgere bene la sua espressione,ma le sembrò di cogliere una lieve punta di soddisfazione negli occhi scurissimi di lui.
Una pensiero doloroso si formò nella sua mente.
Che Vegeta avesse voluto la morte di suo figlio?
Imponendosi di scacciare da lei simili domande si voltò,dando le spalle all’uomo e raggiunse velocemente le scale che l’avrebbero portata al giardino sottostante,dove era caduto il bambino.
Il Saiyan la seguì con lo sguardo ma non la fermò,limitandosi a sporsi dal balcone per osservare la scena.
Quando la donna si ritrovò sull’enorme distesa verde scorse un corpicino immobile quasi totalmente invisibile a causa dell’oscurità e seminascosto dalle fitte erbacce.
Si precipitò a soccorrerlo mentre si sentiva invadere dalla nausea e dalla paura.
Non può essere morto,non deve! Pensò con le lacrime agli occhi .
Si avvicinò a lui e allungò le mani per prenderlo.
Esitò un attimo,poi lo strinse finalmente a sé,sperando che fosse soltanto svenuto.
Nel momento in cui chiuse le sue manine nelle sue notò che era molto freddo e temette il peggio, ma il piccolo iniziò lentamente a muoversi per poi spalancare la piccola bocca e ricominciare a piangere forte per lo spavento causato dalla botta.
Lo osservava agitare la testa e contemporaneamente le manine,mentre il suo visino paffuto era rigato dal pianto e il suo piccolo corpo era scosso dai singhiozzi. Stava bene.
Era visibilmente terrorizzato,aveva avuto paura ed era svenuto ma non riportava ferite.
Bulma sollevò le sopracciglia,chiedendosi come fosse possibile per un bambino di pochi mesi sopravvivere dopo essere precipitato dal quinto piano.
Si rese subito conto che vi era un’unica spiegazione: Trunks era un mezzosangue. Probabilmente la sua natura Saiyan lo rendeva molto più forte e resistente di qualsiasi neonato.
Abbracciando calorosamente suo figlio che era scosso dai brividi per il freddo e la paura, si rese conto di tremare anche lei.
Sentiva i suoi occhi diventare liquidi per il pianto,mentre le sue lacrime trasparenti e salate cadevano sull’erba umida della sera.
-Perdonami…- Sussurrò all’orecchio del piccolo per calmarlo, e subito dopo iniziò a cullarlo tra le sue braccia rilassandosi impercettibilmente.
Ma il breve momento di tranquillità venne interrotto dall’incombere di una presenza..
Il principe dei Saiyan aveva scavalcato la ringhiera ed era piombato a terra con l’agilità di un felino.
La donna,che si era inginocchiata per prendere il bambino,alzò di scatto gli occhi per l’inaspettato movimento dell’uomo.
Avrebbe voluto poter almeno scorgere il suo sguardo ma non gli fu concesso,poiché il volto del Saiyan era totalmente in ombra.
Allora abbassò la testa,rassegnata,e strinse maggiormente il corpo del piccolo attendendo una qualche mossa del Principe,che scrutava entrambi immobile.
Ne era certa,il suo colpo sarebbe arrivato da un momento all’altro. Nessuna emozione avrebbe tradito il volto del Saiyan.
Avrebbe semplicemente alzato la mano e li avrebbe polverizzati con una bomba di energia. In fondo, quante volte lo aveva osservato compiere atti del genere?
Era quello il suo stile,si muoveva in quel modo quando dava il colpo di grazia alla vittima.
Lo sguardo deciso e la mano alzata,mentre la solita increspatura delle sue labbra,simile ad un sorriso storto,si trasformava in una linea diritta e dura.
Era questa l’espressione del suo volto mentre si preparava ad uccidere.
Lei lo sapeva.
Chiuse gli occhi,stringendo spasmodicamente le palpebre.
Per alcuni minuti nessuno si mosse mentre il tempo,ostile,andava avanti rubando i suoi ultimi istanti di vita.
Poi,accadde qualcosa di inaspettato.
Vegeta si mosse,ma al disopra di ogni aspettativa della donna la sua mano non si alzò,né la sua presenza sembrò incombere sulle due figure tremanti rannicchiate sul terreno.
Attese un attimo,per poi voltarsi di spalle e scomparire nel silenzio della notte,come lo scivolar via di un’ombra nel momento in cui viene inghiottita dal buio più intenso.



****



Era nuovamente sera,l’orologio del monitor nella gravity room segnava le due di notte.
Il silenzio assoluto che regnava nella stanza era spezzato solo dal respiro quasi impercettibile,ma lievemente affannato, del Saiyan.
Il suo torace possente e muscoloso era imperlato di sudore,e vibrava ogni volta che le sue braccia si allungavano per tirare una violenta scarica di pugni.
Tirò un calcio preciso ed equilibrato,colpendo nell’aria un nemico immaginario. Poi,con uno scatto improvviso saltò in aria, facendo un’acrobatica capriola, e lanciò una serie di bombe di energia che distrussero gran parte della stanza,provocando un grande boato. Rimase per un breve periodo di tempo sospeso in aria,compiaciuto dei suoi notevoli miglioramenti. Tutto il suo corpo era avvolto da un’aura abbagliante,di un giallo intenso e i suoi capelli dorati vibravano di energia ed erano ancora più luminosi,segno inequivocabile di un super Saiyan che aveva superato il limite.
Fece saettare i vigili occhi azzurri sui buchi che si erano creati sul pavimento e con un sospiro velato di noia si rilassò,facendo calare progressivamente il suo livello di combattimento.
La sua capigliatura si fece più morbida,riprendendo il suo solito colore corvino e anche gli occhi avevano assunto una tonalità scura.
Era tornato al suo stato normale.
Adesso era soddisfatto e si sentiva meglio. Dopo la scorsa notte,si era reso conto di dover sfogare in qualche modo il proprio malumore.
Ci aveva riflettuto a lungo e,infine,era tornato ad allenarsi,nonostante avesse promesso a se stesso che non avrebbe più combattuto.
Si era finalmente reso conto di non poter vivere senza combattere,faceva parte della sua natura di Saiyan.
L’aveva capito quando,la sera prima,a causa del suo nervosismo stava per uccidere la donna e il bambino.
Alla presenza di lei era riuscito a trattenersi,ma nel momento in cui aveva visto il piccolo mezzosangue tra le sue braccia aveva perso il controllo.
Sì,aveva cercato di ucciderlo. Per un breve istante fu davvero tentato di farlo,perché rappresentava il risultato della sua debolezza,gli rammentava quella notte di passione che avrebbe voluto cancellare.
Era soltanto un errore, quel bambino non sarebbe dovuto nascere. Aveva pensato che eliminandolo sarebbe stato finalmente libero di lasciare quella donna e sarebbe tornato quello di un tempo.
Già una volta,quando l’androide-scienziato aveva tentato di eliminarli non aveva mosso un dito ed aveva visto l’espressione incredula sul volto del ragazzo proveniente dal futuro.
Anche in quell’occasione l’idea della morte del moccioso aveva sfiorato la sua mente.
L’ulima volta,però,aveva fallito clamorosamente nel suo intento.
Quando se li era trovati davanti,aveva sentito l’odore della loro paura e non era riuscito ad arrivare fino in fondo al suo progetto.
Con un’espressione infastidita Vegeta uscì dalla gravity room. Tutto quello di cui aveva bisogno era una lunga dormita.
Dopo essersi fatto una doccia veloce che sciolse i suoi muscoli spossati a causa di ore ed ore di allenamento,si diresse verso la sua camera.
Quando giunse sull’uscio della porta non potè fare altro che correggersi,era la loro camera pensò,osservando la figura di Bulma profondamente addormentata sul lato destro del letto.
Assottigliò gli occhi,rimanendo per diversi minuti appoggiato alla porta a bracca conserte.
Dopo quello che era successo non aveva minimamente voglia di guardarla negli occhi e osservare l’espressione delusa sul suo volto.
Tuttavia lui era il principe dei Saiyan e di certo non sarebbe stata la presenza di una donna ad impedirgli di entrare nella stanza.
Oltrepassò l’uscio della porta e con un gesto brusco e stizzito sollevò la coperta,scivolando nel letto.
Subito il piacevole calore del corpo immobile accanto a lui lo invase,sorrise internamente nel vedere che lei era immersa nel mondo dei sogni.
Sapeva bene che quando Bulma dormiva potava anche crollarle la casa addosso perchè non se ne sarebbe accorta.
Non lo avrebbe seccato con la sua voce insistente,bene.
Rimase per un periodo di tempo indefinito ad osservare quel volto rilassato e sfiorato dalla bianca luce lunare,poi lasciò che i suoi occhi si chiudessero e,spossato per il duro allenamento, sprofondò anche lui nel sonno.


****


Era in un luogo imprecisato,non riusciva a vedere nient’altro che il buio. Un’ampia distesa scura. Si era accorto di non avere più il controllo sul proprio corpo che stava avanzando nell’oscurità.
Era come se la sua mente si fosse assopita e lui fosse un semplice spettatore. Osservava senza prendere alcuna iniziativa. Era tutto così maledettamente simile ad un sogno…
“Stai sognando.”
Sentì una voce nella sua testa. Oppure proveniva dall’esterno? Non riusciva a rendersene conto. Era astratta come tutto il resto che lo circondava.
Sentì l’impulso di abbassare lo sguardo e di osservare il proprio corpo,ma il pensiero che aveva appena formulato non venne recepito dalla sua mente ormai priva di volontà.
“Vegeta.”
Lo stavano chiamando,ne era consapevole. La sua mente non si sforzò di domandarsi a chi appartenesse quella voce. Sarebbe stato troppo faticoso e lui si sentiva incredibilmente stanco.
Si lasciò semplicemente trasportare dalle sue gambe e si voltò,incontrando due iridi color cremisi.
Spalancò leggermente gli occhi,puntandoli in quelli della creatura non troppo distante.
Non riusciva ad identificare i contorni della figura che aveva di fronte,appariva tutto sfocato,tipico di un sogno.
Soltanto quegli occhi,che lo fissavano maligni.
“Alla fine cosa sceglierai?”
Capì immediatamente che era l’essere* che aveva davanti,ad averlo chiamato precedentemente.
-Chi sei?- Con suo grande stupore il corpo gli obbedì,permettendogli di formulare la domanda.
In risposta ricevette una risata sgradevole e malvagia.
La creatura assottigliò gli occhi,che ora apparivano simili a due tagli insanguinati.
“Dovrai sacrificare te stesso o la tua famiglia. Allora,Principe,quale sarà la tua decisione?”
Vegeta in risposta fece una un ghigno crudele.
-Tu pensi che potrebbe mai capitarmi una situazione tanto assurda? Non farmi ridere.- Rispose,orgogliosamente.
“Non hai risposto alla mia domanda.”
Il tono dell’essere si fece improvvisamente serio. Non aggiunse nient’altro. Stava attendendo.
L’espressione del Saiyan era visibilmente infastidita a causa di tutta quell’insolenza.
-Non mi sacrificherò mai per qualcun altro.- Disse,quasi urlando,con tutta la convinzione di cui disponeva.
In quel preciso momento Vegeta vide.
Osservò il la bocca del nemico contrarsi in un sorriso carico di soddisfazione.
“Bene.”
Lo sentì sibilare,mentre si voltava di spalle e si avvicinava ad una culla.
Come era possibile che in quel luogo ci fosse un simile oggetto non lo sapeva.
Ma in quel momento aveva questioni più importanti a cui pensare, perché riconobbe la piccola figura che dormiva al suo interno. Era Trunks,suo figlio.
Poi fu un attimo.
Senza avere il tempo di reagire vide l’essere alzare il braccio sulla culla e con un unico,rapido colpo affondarlo nella morbida carne al suo interno.
Nello stesso istante in cui vide la fine di suo figlio,i contorni sfocati della creatura si fecero improvvisamente nitidi e riuscì a distinguerne i tratti.
Osservò per alcuni secondi il volto del nemico,lo strano colore della sua pelle,di un rosa più vivido rispetto ad un semplice essere umano.
I suoi occhi rossi come il sangue e quello strano segno sulla fronte…
Subito dopo tutto si fece buio,mentre venne travolto con orrore da un’ondata di sangue.
Annaspò,mentre stava lentamente soffocando.
Annegava nel sangue del suo stesso figlio,nel liquido rossastro che aveva lo stesso sapore del suo.

“Arriverà anche la tua ora,stanne certo…
E in quel momento ti troverai davanti ad un bivio.
Dovrai compiere una scelta.
Ricordalo,Principe…”


****


Vegeta aprì improvvisamente gli occhi,ritrovandosi nel suo letto,bagnato di sudore.
Aveva ancora addosso la sensazione di sprofondare in un mare rosso.
Nessun incubo era mai riuscito a turbarlo,non come questa volta.
Con il respiro mozzato,scostò le coperte,mettendosi a sedere sul bordo del letto.
Si passò una mano sugli occhi,la testa sembrava stesse per esplodere da un momento all’altro tanto gli faceva male.
Senza avere in mente una meta precisa si alzò e uscì dalla camera,inoltrandosi nel corridoio per niente illuminato.
Mentre girovagava a causa del terribile attacco di insonnia da cui era affetto sentì un rumore in lontananza che lo spinse a fermarsi.
Era un susseguirsi di vagiti.
In un lampo gli tornò in mente la scena del sogno e,spinto da un pessimo presentimento,si diresse verso la camera del piccolo.
Non che si fosse preoccupato per la sua incolumità. Una simile apprensione non gli si addiceva.
Era semplicemente attratto da quell’improvviso agitarsi che spezzava il silenzio assordante che lo circondava.
Entrò nella camera con passo felino. Un’ombra che,silenziosa,si muoveva veloce mimetizzatasi ai colori freddi di una notte altrettanto gelida.
Adesso era davanti alla culla e osservava con espressione grave e infastidita il piccolo Saiyan che aveva osato invadere anche i suoi sogni, oltre alla sua vita.
Aveva la bocca spalancata e le palpebre serrate,mentre si agitava convulsamente. Sembrava spaventato.
Era rumoroso,maledettamente irritante.
Lo squadrò ancora per un attimo,ma quando si rese conto che non accennava a calmarsi la sua pazienza vacillò.
- Silenzio. – Le sue labbra si erano mosse appena. Era solo un lieve sussurro,quasi impossibile da udire poiché sovrastato dal pianto del bambino.
Tuttavia,nello stesso momento in cui suo padre finì di parlare,il piccolo si zittì all’istante, attratto da quel mormorio familiare che forse a lui sembrava perfino dolce.
Vegeta sollevò lentamente un sopracciglio,incuriosito da quella strana reazione e si chiese quale potesse essere il motivo che avesse spinto il bambino a destarsi dal sonno.
Hai avuto un incubo anche tu?
Lo pensò davvero. Forse lui e suo figlio erano stati svegliati dallo stesso sogno,tanto insolito da spingere il piccolo a svegliarsi con le lacrime agli occhi.
Trunks era un Saiyan,e per quanto conoscesse poco il figlio sapeva bene che erano rare le volte in cui l’aveva visto in uno stato simile.
Ma quel breve momento di apprensione terminò subito perché Vegeta aggrottò le sopracciglia nel pensare che la causa della sua recente inquietudine era proprio quel bambino,lo stesso che aveva davanti e che avrebbe potuto eliminare con un solo dito.
Sarebbe ripartito subito per lo spazio aperto,non aveva più nulla da fare sulla terra.
Ora che Kakaroth,il suo nemico,il suo obiettivo era morto non aveva nessuna motivazione che lo spingesse a rimanere il questo misero pianeta che chiamavano Terra.
Se ne sarebbe andato.
Sarebbe tornato quello di sempre.
Ma c’era ancora una cosa che ostacolava i suoi piani,gli rammentava le sue debolezze,ciò che era diventato a contatto con gli umani. Era quel bambino,Trunks.
Vegeta ridusse gli occhi a due fessure mentre faceva scivolare la sua mano,incredibilmente forte, sulla gola del piccolo che si era riaddormentato beatamente.
Sarebbe stato rapido.
Ma nell’istante in cui le sue dita iniziarono a stringersi sulla gola candida,Trunks aprì gli occhi,puntando lo sguardo nel suo.
Qualcosa di simile a un brivido attraversò il principe dei Saiyan,quegli occhi azzurri,maledettamente espressivi,sembravano volergli dire qualcosa.
Erano velati da un sentimento a lui quasi sconosciuto. La stessa emozione che lo aveva sfiorato quella notte a lui tanto difficile da rammentare.
Era evidente che il bambino non si era reso conto della sua malvagia intenzione,perché alla vista del padre aveva allungato le manine per poterlo toccare e instaurare un contatto.
A quel semplice e ingenuo gesto Vegeta ritirò di scatto la mano,guardando il figlio con occhi sbarrati.
Mai si sarebbe aspettato una simile reazione.
Non avrebbe potuto sopportare che il calore emanato da quelle piccole mani lo invadesse.
Né sarebbe resistito ancora alla vista del bambino Saiyan che sembrava felice di vederlo.
Vegeta sentì un dolore invaderlo lentamente. Era diverso da quello causato dalle ferite riportate in battaglia. Non aveva mai provato nulla di simile.
Faceva male,terribilmente.
Spinto da una forza a lui sconosciuta si allontanò dalla culla e,dopo avergli rivolto un ultimo e imperscrutabile sguardo, sparì nell’oscurità dell’abitazione.

****


Era trascorsa un’ora. Guardava la tele, seduto sul divano,con una lattina di birra in mano.
In realtà guardare non era proprio la parola esatta,poiché stava semplicemente lasciando che le immagini scivolassero sui suoi occhi, senza seguirle.
La sua mente era rivolta altrove.
Stava riflettendo.
Non era un’operazione degna di un Principe?
Forse.
A cosa stesse pensando non era facile dirlo,poiché stava meditando contemporaneamente su diverse cose.
Però la sua espressione era dura,segno che lo strano turbamento dei giorni precedenti non lo aveva ancora abbandonato.
Aveva ancora quelle parole impresse nella sua mente.
“Alla fine cosa sceglierai?”
Strinse maggiormente la presa sulla lattina,visibilmente irritato.
“ Arriverà anche la tua ora,stanne certo…
E in quel momento ti troverai davanti ad un bivio.
Dovrai compiere una scelta.
Ricordalo,Principe…”
Si alzò in piedi e,con uno scatto improvviso,lanciò la bibita contro il muro,che si schiantò con un rumore metallico.
La latta argentea si accartocciò all’impatto e cadde a terra riversando il liquido biondo,che si allargava sul pavimento in un mare di bollicine.
Restò qualche istante ad osservare la lattina rotolare per terra,del tutto ammaccata.
La parola che rifiutava di conoscere martellava la mente e l'anima,senza dargli tregua.
[Amore]
Un posto dove qualcuno lo attendeva,a prescindere da qualunque parte dell'universo lui avesse deciso di scappare,allenarsi,sparire per mesi.
[Famiglia]
Un cuore martellante di bambino,che batteva senza sosta.
[Vita]
Strinse i pugni.
[La vita di suo figlio]
Con uno sbuffo irritato,lasciò che qualsiasi tipo di pensiero gli scivolasse addosso assieme alla stanchezza di quei giorni per poi dirigersi in camera da letto,dove scivolò in un sonno questa volta calmo e profondo.
Sarebbe rimasto.






* La misteriosa creatura è Majin Bu.

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Capitolo 2
*** Sangue impuro ***



Ciao! Sono tornata con una nuova one-shot. È ambientata sul pianeta Vegeta,prima della sua distruzione.
Grazie a tutti i lettori!



Sangue impuro









Erano giorni che attendeva quel momento.
Il giovane Saiyan osservava con sguardo vacuo il cielo rossastro al disopra della pista d’atterraggio.
Mancava poco ormai, e avrebbe finalmente visto le scie luminose delle navicelle sfrecciare nel buio e piombare a terra come una pioggia di meteoriti.
Cosa lo avesse spinto a restare su quella piattaforma desolata e ad attendere pazientemente era il desiderio di rivedere suo padre.
Era da quasi un anno che non aveva sue notizie,da quando era andato in missione con la sua squadra per conquistare un pianeta lontano di cui non rammentava neanche il nome.
Ricordava perfettamente l’espressione di suo padre nel momento in cui gli era stato ordinato di sterminare l’intera popolazione di quel luogo lontano,le sue labbra si erano piegate in un ghigno raggelante e i suoi occhi del colore delle tenebre avevano brillato di una luce sinistra.
-Spero ci sia la luna piena…- Aveva sibilato,sorridendo malignamente.
Il loro era un popolo di combattenti e,per la precisione,di spietati assassini. Suo padre non faceva eccezione e anche lui,sebbene fosse ancora un ragazzino,aveva già imparato ad uccidere.
I suoi lineamenti,anche se infantili,erano duri come tutti quelli della sua razza. Aveva un volto ovale non troppo marcato,i suoi occhi erano scuri e attenti,inoltre aveva la fronte spaziosa e un naso diritto. Il fisico era muscoloso e scolpito nonostante avesse solo quattordici anni. Non era affatto male,paragonato ad altri Saiyan che avevano il volto rude e un corpo massiccio. In lui vi era solo una cosa che stonava con la sua natura di combattente: i capelli. Erano piuttosto lunghi,gli ricadevano disordinatamente sulla tuta da combattimento e arrivavano a metà schiena. Nonostante molti dei suoi compagni li ritenessero per niente virili e d’intralcio nelle battaglie lui ne andava fiero.
Improvvisamente gli occhi color pece si erano allargati,mentre in essi si rifletteva la luce delle scie luminose che solcavano il cielo.
Iniziò ad avanzare velocemente,percorrendo a grandi passi la pista d’atterraggio,mentre vedeva le navicelle sferiche atterrare.
Soltanto alcune ore prima aveva ricevuto la notizia del ritorno della pattuglia ma non si aspettava un arrivo così imminente. Aveva riconosciuto subito la navicella di suo padre ed ora era fermo dinnanzi ad essa.
Voleva vederlo ma sentiva un lieve disagio all’imboccatura dello stomaco. Aveva una profonda ammirazione nei suoi confronti ma anche una sorta di timore. Era sempre stato severo con lui,spietato a volte. Durante gli allenamenti non aveva mai avuto nessuno scrupolo nel colpirlo tanto duramente da frantumargli le ossa e lasciare che il suolo si ricoprisse del sangue che colava lentamente dalla sua bocca.
Gli occhi vigili del ragazzo osservavano lo sportello della navicella sollevarsi lentamente e nel momento in cui vide una sagoma imponente uscire trattene il respiro.
Era lui.
Era come lo ricordava. Forte e fiero. Gli anni di dure battaglie non lo avevano scalfito.
Lo vide voltarsi dalla sua parte ed avanzare lentamente. Il giovane Saiyan rimase immobile ad attenderlo,il suo volto non tradiva alcuna emozione. Anche se l’uomo che aveva di fronte era suo padre non corse ad abbracciarlo,non sarebbe stato decoroso per uno della sua razza e tra loro non vi era tutta questa confidenza .
Quando gli fu di fronte l’uomo si fermò improvvisamente,iniziando a scrutarlo con espressione severa da capo a piedi .Infine,gli occhi color pece incontrarono finalmente i suoi.
Avevano lo stesso sguardo,sprezzante come ogni Saiyan e anche i tratti del viso erano simili,nonostante avesse ripreso più da sua madre.
Il ragazzo inspirò profondamente. Poteva sentire l’odore del sangue delle vittime mescolatosi a quello dell’uomo,gli arrivava a zaffate. Aveva sicuramente compiuto una strage…
-Padre…-
Lo salutò con voce decisa,attendendo una sua qualche reazione.
Il guerriero rimase in silenzio ancora per qualche secondo,mentre continuava a scrutarlo con espressione distaccata,come se non riconoscesse più il suo primogenito.
Poi,lentamente,uno dei lati della sua bocca si piegò in una sorta di terribile sorriso.
-Sei cresciuto molto,Radish…-
Poi,alzò lentamente una mano per posarla sulla spalla del suo erede,in segno di riconoscimento.
-Questa volta hai impiegato più tempo. Era una popolazione tanto difficile da sottomettere?-
Disse il ragazzo,con una leggera nota di arroganza tipica della sua giovane età,indicando con un cenno della testa la cicatrice che segnava uno degli zigomi del padre.
Il Saiyan adulto si toccò la guancia sfregiata con una mano,mentre lanciava al figlio una breve occhiata assassina.
-Da dove viene tanta insolenza?Non ti consiglio di rivolgerti a me con questo tono…perché la prossima volta te ne farò pentire amaramente…-
Radish distolse lo sguardo con fare stizzito ma non replicò,sapeva bene che le minacce del padre venivano sempre applicate.
-…Comunque quegli esseri inferiori hanno pagato con la vita…- Continuò il guerriero con un’espressione soddisfatta stampata sul viso.
-Li ho ammazzati uno ad uno.- Disse,infine, marcando con il tono della voce ogni singola parola.
Il ragazzo fece un mezzo sorriso. Suo padre era forte. Un vero Saiyan,adorava la sua furia distruttiva e il suo modo di combattere, era rapido e letale.
Lasciò vagare i suoi occhi sul volto del guerriero,nonostante fosse un uomo maturo i suoi lineamenti erano giovanili poiché i Saiyan invecchiavano molto più lentamente delle altre razze e conservavano un corpo atletico e scattante consono alla loro natura combattiva.
Poi si soffermò sui suoi capelli neri,in quel momento sporchi di terra e sangue,umidi per il sudore delle battaglie e notò che erano molto simili a quelli di un altro Saiyan.
No. Non solo i capelli,l’intero volto del padre era identico a quello del piccolo…
L’espressione di Radish si fece più dura.
-Dopo che sei partito sono successe molte cose…- Disse evitando il suo sguardo.
L’uomo ridusse gli occhi a due fessure,chiedendosi a cosa si stesse riferendo, ma nel momento in cui aprì la bocca per domandarglielo sentì che qualcuno lo chiamava.
-Comandante Bardack!- Voltò appena la testa,osservando uno dei suoi uomini correre verso di lui.
-Avete fatto ritorno,vedo.- Disse il vecchio Saiyan,salutandolo con un lieve sorriso.
Bardack annuì,salutandolo a sua volta.
-Ho delle notizie importanti da riferirvi,signore-Continuò l’uomo facendosi improvvisamente serio.
L’altro guardò di sottecchi prima lui e poi il figlio,infine gli fece cenno di continuare.
-Prima di tutto vorrei congratularmi con voi…per la nascita del vostro secondogenito…-
Mormorò il vecchio con un lieve sorriso alla vista dell’improvvisa espressione di sorpresa sul volto del suo comandante.
Con uno scatto il Saiyan afferrò l’anziano per il collo e iniziò a scuoterlo con forza ,desideroso di avere maggiori spiegazioni.
-Cosa significa? Spiegati meglio!- Urlò mentre gli stringeva il collo in una morsa ferrea.
Il vecchio non riusciva a parlare,stringeva le mani tremolanti su quella di Bardack,mentre stava lentamente soffocando.
-È nato qualche giorno fa…- Il Saiyan adulto voltò la testa verso Radish che aveva attirato la sua attenzione e allentò la presa,lasciando cadere a terra l’uomo che aveva iniziato a tossire convulsamente.
Ricordava vagamente che prima della sua partenza aveva giaciuto con la stessa femmina che aveva dato alla luce il suo primogenito,ma non immaginava di averla ingravidata nuovamente.
- La madre è morta subito dopo…- Disse il vecchio con voce strozzata,strisciando sul terreno.
Un lampo di dolore attraversò per un brevissimo istante gli occhi di Bardack,ma durò breve tempo perché il suo sguardo tornò subito freddo e privo di sentimenti.
-Era una femmina debole e il suo sangue Saiyan era impuro,la tua notizia non mi stupisce.-
Disse con distacco. Radish all’affermazione del padre non aveva fatto una piega,il suo volto era una maschera di freddezza,ma stava stringendo i pugni con forza.
Lui,benché molto giovane,lo sapeva bene. Nella loro società vi era una severa gerarchia. Al primo posto vi erano i Saiyan di sangue purissimo,posseduto solo dalla famiglia reale. Al secondo posto vi erano i Saiyan di sangue puro,appartenente a guerrieri forti come suo padre che godeva di una buona posizione all’interno della classe sociale. Poi vi erano i Saiyan di sangue impuro,che avevano un livello piuttosto scarso ed erano considerati inferiori.
Radish e suo fratello avevano una metà del sangue puro, ereditato dal padre, e l’altra impuro come la madre.
Molte volte il ragazzo era stato disprezzato dai suoi coetanei ed era stato chiamato bastardo,ma aveva giurato a se stesso che si sarebbe vendicato.
-Come è il suo livello di combattimento?- Gli chiese il padre con tono velenoso riferendosi al nuovo nato.
Il giovane in un primo momento esitò,poi si decise a guardare l’uomo negli occhi e a rispondergli.
-Scarso.-
Bardack digrignò i denti per la rabbia e l’umiliazione. Poi con uno scatto d’ira allungò il braccio verso il vecchio guerriero disteso a terra e lo trapassò con una bomba di luce che si era formata nella sua mano,finendolo con quell’unico e rapido colpo.
Con gli occhi lampeggianti d’ira scattò davanti al figlio e senza dargli il tempo di reagire lo prese per i capelli, tirandoli all’indietro, per spingerlo ad alzare il volto e a guardarlo direttamente negli occhi.
-Spero per la tua incolumità che ti sia allenato durante la mia assenza.-
Radish,nonostante provasse dolore per via della stretta,sostenne coraggiosamente lo sguardo del padre per poi rispondere con decisione…
-Certo. Ogni giorno.-
Vide che l’espressione di Bardack si stava lentamente ammorbidendo e sentì la presa sui suoi capelli allentarsi.
-Almeno tu,Radish,non deludermi.-
Il ragazzo in quella frase percepì tutta l’amarezza e lo sdegno che gravavano sul padre. Poi,lo vide lasciarlo e dargli le spalle.
-Riguardo a tuo fratello…si chiamerà Kakarot.- Disse con distacco per poi incamminarsi verso uno dei numerosi edifici dove si stavano dirigendo i guerrieri atterrati con lui, probabilmente per rifocillarsi e farsi una lunga dormita.
Il giovane Saiyan rimase immobile,guardando la schiena del padre allontanarsi. Quando vi fu una notevole distanza tra loro decise di recarsi nella sua stessa direzione.


****


Radish picchiettava nervosamente le dita della mano su un ginocchio,mentre era seduto fuori dalla sala dedicata alla mensa,dove i Saiyan tornati dalle battaglie potevano mangiare a sazietà.
Inizialmente aveva deciso di entrare e sedersi vicino a suo padre,ma dopo quanto era successo qualche minuto prima si era reso conto che era più saggio stargli alla larga,almeno per il momento.
Così si era ritrovato ad aspettare che uscisse da quella dannata stanza per chiedergli di allenarsi un po’ insieme a lui con l’intento di mostrargli quanto era migliorato. Si stava annoiando terribilmente quando sentì delle sgradevoli risate alle sue spalle.
Si voltò e incontrò dei volti molto familiari,appartenenti a cinque Saiyan che avevano la sua stessa età e che osavano spesso schernirlo.
-Salve,Radish,ho saputo che tuo padre è finalmente tornato. Cosa starà facendo ora? Si sta leccando le ferite?- Disse il più grande con tono derisorio,iniziando a ridere sguaiatamente,seguito dagli altri quattro.
Il figlio di Bardack scattò in piedi con i pugni serrati per la rabbia,mentre nella sua mente stava delineando un piano per come uccidere ognuno in maniera diversa.
Il maggiore continuò a parlare.
-Sai che il principe Vegeta ha dato l’ordine a tutti i giovani Saiyan di sangue puro di recarsi nella sala degli allenamenti? Dovrà sceglierne uno abbastanza forte da seguirlo come scorta speciale sul prossimo pianeta da conquistare. Questi sono gli ordini del grande Freezer. Uno lo ho già scelto,è un colosso enorme…ma non ricordo il suo nome…-
In quel momento intervenne un altro ragazzo,anche lui con la tuta da combattimento e l’armatura,aveva dei lineamenti pesanti e gli mancava un dente.
-Mi pare che si chiami Nappa…se non sbaglio.- Disse rivolgendosi al maggiore.
Il volto del Saiyan si illuminò.
- Sì,era quello il nome. Noi tutti siamo stai convocati dal Principe,in quanto purosangue. Tu,invece,mio caro Radish a causa del tuo sangue bastardo dovrai restartene qui come un miserabile…-
-Taci!- Urlò il Saiyan in questione,interrompendo con foga il discorso dell’altro.
Uno dei ragazzi si avvicinò improvvisamente al più grande sussurrandogli qualcosa nell’orecchio,allora questo fece un sorriso maligno e puntò gli occhi in quelli di Radish.
-Vuoi dimostrare a tutti di non essere un debole?-
Il figlio di Bardack assottigliò gli occhi come se avesse voluto incenerirlo con lo sguardo.
- …Allora seguimi…-

*****


Lo sapeva,lo aveva sempre saputo. Doveva dare retta al suo istinto e non accettare.
Se ne rese conto subito,nel momento in cui si ritrovò davanti all’incubatrice di Kakarot,che emetteva dei vagiti assordanti.
Guardò il neonato che piangeva disperatamente per poi spostare il suo sguardo sul gruppo di ragazzi che odiava con tutto se stesso.
-Se non sbaglio questo moccioso è tuo fratello. Guardalo,è talmente debole e indifeso che fa quasi pena…uccidilo e dimostraci che sei un vero Saiyan. Non sarà una grave perdita,con un livello di combattimento così scarso lo avrebbero spedito su qualche pianeta lontano.-
Radish restò impassibile,si aspettava qualcosa del genere da parte loro.
Osservò il volto del bambino contratto per il pianto,la piccola bocca spalancata,le manine paffute che si agitavano senza sosta. Era la fotocopia di suo padre,identico in tutto. Il ragazzo non potè non notare anche un’altra cosa: Kakarot assomigliava molto anche a lui. Avevano lo stesso colore di capelli e la stessa espressione combattiva.
Radish chiuse per un istante gli occhi.
Ormai aveva deciso. Quando li riaprì il suo sguardo era privo di incertezza.
Guardò negli occhi il ragazzo davanti a sé ,increspando le labbra in un ghigno malefico.
-Hai perfettamente ragione,questo moccioso è poco più di una nullità.-
Iniziò a parlare,mentre l’altro Saiyan sorrideva soddisfatto,per poi continuare.
-Sai,se c’è una cosa che detesto è questo pianto assordante,mi fa venire il voltastomaco e stimola il mio istinto omicida. Inoltre,odio dal profondo Kakarot,perché è uno smidollato ed è il disonore della famiglia. Però…c’è un cosa che detesto ancora di più…vuoi sapere di cosa si tratta?-
Il capo del gruppo aggrottò lievemente le sopracciglia,sorpreso dalla piega inaspettata che stava prendendo quel discorso.
Radish si fermò un attimo,continuando a fissarlo con il suo sorriso storto. Poi,si fece improvvisamente serio,scrutando l’intero gruppo con sguardo truce.
-Sono quelli come voi!-
Urlò l’ultima frase con tutto il fiato che aveva in corpo e veloce come un fulmine si portò davanti al capogruppo sferrandogli un calcio talmente forte che lo fece sbattere contro una parete,sfondandola,mentre dalla sua bocca usciva un gemito di dolore.
Poi accadde tutto molto velocemente. Gli altri quattro Saiyan si accanirono contro Radish che tentò in tutti i modi di schivare i loro colpi,ma invano. Erano in maggioranza numerica e non si facevano scrupoli a colpirlo alle spalle. Dopo aver sfogato la loro rabbia lo lasciarono tramortito sul pavimento,agonizzante,e andarono finalmente via.


Non sapeva quanto tempo fosse passato,ma impiegò molto prima di riuscire ad alzarsi e uscire barcollante dalla stanza, mentre i vagiti di Kakarot lo inseguirono fino al corridoio. Iniziò a percorrerlo lentamente,sbattendo alle pareti,sotto lo sguardo esterrefatto dei vari Saiyan che passavano.
Sapeva bene dove si stava dirigendo. Aveva in mente un piano preciso. Si trascinò fino all’ultima stanza in fondo,isolata da tutte le altre. Rimase per un attimo a fissare la grande porta bianca. Poi prese tutto il coraggio che gli restava e la aprì con un calcio,facendo rimbombare il pesante rumore in tutta la sala. L’unica in cui non sarebbe potuto entrare…
La sala degli allenamenti.


****


La porta si spalancò causando un rumore sordo che attirò l’attenzione della folla. Infatti tutti i Saiyan presenti si erano voltati verso di lui,poteva distinguerne le espressioni. Alcuni lo guardavano semplicemente con disprezzo,altri lo scrutavano interessati da quella improvvisa intrusione.
Radish notò che al centro della sala c’era un grande spazio vuoto,probabilmente era il luogo in cui i guerrieri si scontravano nella speranza di essere scelti,infatti intorno ad esso si aggiravano molti Saiyan che indossavano la tuta da combattimento e lo scouter,pronti alla lotta.
In tutta la sala era percepibile un’atmosfera tetra e di tensione. Vi erano pochissime luci e quasi tutto lo spazio era in ombra. Il suo sguardo sorvolò i guerrieri per posarsi,infine,su due figure vicine,dall’altra parte della stanza. Erano separati dal resto della folla e sedevano su due grandi sedie:uno dei due era sicuramente Vegeta,il principe.
Non lo aveva mai visto in volto,aveva soltanto sentito parlare del suo orgoglio e della sua forza,inoltre dicevano che era un assassino senza scrupoli,il più temibile dei Saiyan.
Scrutò attentamente le due figure che si erano voltate anch’esse a guardarlo.
Uno dei due era un ragazzino più piccolo di lui che lo osservava a braccia conserte con un’espressione annoiata e infastidita. L’altro era un colosso enorme,un vero e proprio ammasso di muscoli,probabilmente superava i due metri. Radish studiò la sua espressione prima incredula e poi irata. Si avvicinò speditamente a lui,percorrendo l’intera sala che era invasa dal mormorio dei Saiyan,e lo sentì distintamente grugnire. Doveva essere lui il Principe. Naturalmente era andato per esclusione,poiché non aveva neanche preso il considerazione il ragazzino che gli sedeva accanto. Un uomo forte,grande e imponente,era così che lo immaginava.
Quando gli fu davanti si inginocchiò e iniziò a parlare con tono deciso.
-Grande Vegeta,permettetemi di partecipe ai prossimi scontri,sconfiggerò qualunque nemico.-
Nel momento in cui terminò di parlare e alzò la testa vide che il gigante davanti a lui lo guardava con occhi spalancati e sul volto vi era un’espressione allibita. Radish si limitò a guardarlo a sua volta,chiedendosi il perché di quella strana reazione. Finalmente si rese conto che qualcosa non andava. Lo capì nel momento in cui si accorse del silenzio tombale che era piombato improvvisamente nella sala. Era come se tutti avessero timore di qualcosa,anche se non riusciva ancora a capire di cosa potesse trattarsi. Forse aveva detto qualcosa di sbagliato? Certo. Aveva commesso un tremendo errore. Lo intuì nel momento in cui il colosso che lui stesso aveva chiamato “Vegeta” voltò appena lo sguardo per posarlo sul ragazzino accanto a lui. Solo in quel momento Radish si voltò a guardare colui che prima non aveva neanche considerato. Era un bambino più piccolo di lui,aveva i capelli a fiamma e sedeva con una postura perfetta e le braccia conserte. Inoltre, non potè non notare che lo stava scrutando con un’espressione talmente velenosa da mettere i brividi. Il figlio di Bardack guardò prima il Saiyan più grande,che scrutava il ragazzino con il volto velato dal terrore,poi spostò lo sguardo sul bambino in questione,che lo stava osservando con un’espressione raggelante.
Per diversi minuti nessuno osò parlare. Poi,improvvisamente,quel silenzio assordante fu squarciato dalla risata inaspettata del ragazzino. Radish sbarrò gli occhi,era la risata più arrogante che avesse mai udito.
-Nappa,l’hai sentito?Non sapevo che tu fossi improvvisamente diventato principe!- Disse con tono derisorio,rivolgendosi all’altro,sempre continuando a ridere.
L’espressione di Nappa divenne meno tesa,vedendo che l’altro non era infuriato come invece temeva,poi si voltò verso Radish e lo guardò con odio perché grazie al suo errore era stato schernito davanti a tutti.
Il giovane Saiyan aveva finalmente capito. Allungò il dito verso il ragazzino e prima di parlare cercò disperatamente di sciogliere il nodo che gli si era formato in gola.
-No…non è possibile. Questo significa che Vegeta sei…sei…-
Non ebbe il tempo di finire la frase che vide l’espressione del ragazzino farsi improvvisamente seria, poi con un movimento veloce e improvviso lo vide scattare in avanti e si sentì afferrare il collo e sollevare da terra.
Durò tutto qualche secondo,i movimenti del ragazzo erano talmente rapidi che non lo aveva neanche visto muoversi. Radish si ritrovò sollevato da terra,sotto gli occhi sbarrati del pubblico,con una mano del ragazzo che gli stringeva pericolosamente la gola e gli occhi puntati in quelli scuri e tetri di lui. Improvvisamente il ragazzo avvicinò il viso al suo,assottigliò gli occhi e con voce tagliente disse - Sono io,idiota.-
Subito dopo,Vegeta lasciò la presa su di lui e nel momento in cui stava precipitando al suolo lo colpì allo stomaco con un pugno talmente forte che lo scaraventò al centro della sala,lontano alcuni metri,nel punto in cui avevano luogo i combattimenti.
Radish per un attimo vide nero,tanto forte era il dolore. Mentre cercava di rimettersi in piedi sentì nuovamente la voce del Principe.
- D’accordo,ti concedo l’onore di partecipare,ma sarò io a scegliere il tuo avversario. Mi stavo annoiando terribilmente ma osservare il tuo volto in agonia sarà uno spettacolo più che appagante.-
All’improvviso Nappa si intromise -Vegeta,lascia che sia io a distruggerlo.- Ruggì con voce grottesca.
Il Principe dei Saiyan senza degnarsi di rispondergli alzò una mano per fargli segno di tacere,poi sul suo volto comparve un sorrisetto storto.
- Vieni avanti, Dume.-
A quell’ordine,si fece strada tra la folla un Saiyan orribile. Aveva delle spalle enormi,il suo corpo era un ammasso di muscoli. Inoltre,Radish notò che gli mancava un occhio,al cui posto vi era un’orrenda cicatrice e l’altro era coperto da uno scouter verde. Facendo scorrere gli occhi sul suo corpo, vide che aveva una tuta da combattimento nera e una pesante armatura che gli copriva il torace. Era l’uomo più orripilante che avesse mai visto. Il suo unico occhio lo stava scrutando con un’espressione terribile,mentre faceva scricchiolare le ossa delle mani per prepararsi al combattimento.
Vegeta si voltò verso di lui.
-Uccidilo.-
Un ordine sussurrato con un tono tagliente e lapidario. Radish si mise in posizione di difesa mentre vedeva Dume avvicinarsi pericolosamente. Probabilmente sarebbe stato l’ultimo scontro della sua vita,ma non poteva tirarsi in dietro. Era troppo tardi ormai. Lasciò per un breve attimo che il suo sguardo scivolasse sulla folla che osservava il combattimento,la sentiva urlare quasi impazzita all’idea dell’imminente scontro.
All’improvviso,in un angolo,vide colui che non si sarebbe mai aspettato di vedere: Bardack,suo padre. Lo stava osservando da lontano. In quel momento Radish si voltò verso di lui e per un breve istante i loro occhi si incontrarono.
Poi,sollevando le braccia al cielo urlò con forza mista alla disperazione.
-Guardami, padre!!-.
Con uno scatto improvviso si voltò verso il nemico e si precipitò su di lui,colpendolo con calci e pugni a raffica. Dume,intanto,era rimasto impassibile come se i colpi del ragazzo non gli facessero neppure il solletico. Poi,alzò una mano e lo colpì violentemente ad un braccio,scaraventandolo lontano da lui. Il giovane Saiyan iniziò a far leva sulle braccia per rialzarsi,ma in quel momento un dolore lancinante gli provocò un brivido lungo tutta la spina dorsale. Il braccio sinistro si era rotto. Si morse il labbro inferiore per impedire a un gemito di uscire dalla sua bocca e si alzò lentamente in piedi. Ricordava perfettamente gli insegnamenti del padre….
Un vero Saiyan non mostra mai la propria debolezza.
Guardò il suo avversario dritto negli occhi.
Un vero Saiyan si batte sempre a testa alta.
Spinto da una nuova forza scattò alle spalle di Dume e prima che lui potesse reagire gli piantò una violenta gomitata alla spina dorsale,che lo fece piegare in avanti.
In quell’istante, Radish alzò la mano destra e gli scagliò contro una grande bomba di luce che lo fece rotolare sul terreno.
Nel momento in cui l’orribile Saiyan venne scaraventato a terra la folla si zittì,sorpresa dall’improvvisa forza del giovane.
Per un breve istante,l’unico suono udibile fu il respiro accelerato di Radish,che osservava il suo avversario a terra con il sorriso sulle labbra.
Poi,un ruggito ferale ruppe l’improvviso silenzio e Dume con gli occhi iniettati di sangue per la rabbia si alzò, ringhiando come un animale.
- Maledetto moccioso,ti farò a pezzi e offrirò la tua sudicia testa al Principe!-
Radish sgranò gli occhi,mentre vedeva la furia dell’avversario abbattersi su di lui.
Senza avere il tempo di reagire venne sbattuto per terra e si sentì improvvisamente debole.
Realizzò cosa gli stesse accadendo non appena vide la propria coda nella mani dell’avversario e si sentì svenire.
Dume,tenendolo stretto per la coda lo fece sbattere con impeto sul terreno una,due,tre volte.
Radish non era più cosciente,sentiva un liquido caldo e denso colare da una tempia lungo tutto il volto. Vedeva il soffitto della stanza girare freneticamente e sentiva la nausea percorrere la sua gola,mentre l’odore del sangue gli invadeva le narici.
Con un pugno feroce Dume lo colpì sul petto,sfondandogli l’armatura che si ruppe in mille pezzi.
Poi,si sentì tirare la testa all’indietro e scoprire la gola,mentre il suo corpo era invaso dagli spasimi.
- Ti staccherò la testa dal collo a morsi.-
Il giovane Saiyan non sentì le ultime parole di Dume,gli fischiavano le orecchie.
La sua mente era invasa dai ricordi,lo stavano colpendo come se fossero lampi.
Almeno tu non deludermi…
Radish strinse i denti.
Sangue impuro…
Non poteva morire così,doveva difendere l’onore della famiglia.
Bastardo…
La testa di Dume si avvicinò pericolosamente al suo collo,sfoderando dei denti aguzzi e taglienti come lame.
Tu e tuo fratello…
Il giovane Saiyan facendo ricorso a tutta la forza che gli era rimasta,allungò la mano destra e prese un pugno di terra sabbiosa che vi era sul pavimento.
Siete solo dei bastardi…
Alzò improvvisamente la testa e gettò la terra sull’unico occhio di Dume,che si portò le mani al volto,urlando,e lasciò la presa sulla sua coda.
Approfittando di quel momento Radish si alzò,barcollando,e squadrò per un attimo il suo avversario.
Doveva eliminarlo prima di perdere del tutto i sensi.
In un momento di lucidità vide una delle schegge della sua armatura sul terreno e scattando in avanti la prese.
Poi si precipitò su Dume,che si era ripreso e aveva alzato il pugno per colpirlo duramente.
Accadde tutto in pochi secondi. Radish,veloce come una saetta,schivò il colpo del Saiyan e gli conficcò la scheggia acuminata nella gola. Dalla bocca di Dume uscì un rantolo strozzato mescolato al sangue,poi cadde pesantemente sul terreno. Radish aveva vinto.
Con un sorriso vittorioso sulle labbra si lasciò cadere in ginocchio,sfinito dal duro scontro.
Gli occhi puntati in quelli dei Bardack,che lo osservava fiero da un angolo della stanza.
Sentì levarsi le urla degli altri Saiyan,miste agli applausi. Molti urlavano il suo nome per festeggiarlo come vincitore.
Ma…
Accadde una cosa che non si sarebbe aspettato nemmeno nei suoi peggiori incubi.
Vide,improvvisamente,la sagoma di Dume alzarsi e avventarsi su di lui. Era ancora vivo,nonostante il sangue scendesse copioso dalla sua gola.
Nel momento in cui era convinto di essere ormai spacciato e sentiva un gemito di frustrazione gli invadergli la gola,vide la sagoma di Vegeta comparire davanti al nemico.
Radish sbarrò gli occhi.
Con una velocità che aveva dell’inverosimile il Principe dei Saiyan trapassò Dume con un braccio,colpendolo dritto al cuore.
Il figlio di Bardack osservò con orrore la mano di Vegeta sbucare dalla schiena del Saiyan,ormai morto.
Dal volto del carnefice non trapelava alcuna emozione. La sua espressione risultava fredda e distaccata,come se avesse appena schiacciato un miserabile e patetico insetto.
In seguito, il Principe ritirò il braccio grondante di sangue e il corpo privo di vita dello sconfitto cadde pesantemente a terra.
Rimase un attimo ad osservare il cadavere che giaceva sul terreno. Poi,un angolo della sua bocca si sollevò leggermente in quello che poteva anche definirsi mezzo sorriso e si voltò verso Radish.
Nel momento in cui gli occhi del Saiyan incontrarono quelli di Vegeta un brivido di terrore lo avvolse in spire velenose.
In quegli occhi vi lesse la propria morte.
Infatti vide il sorriso del Principe trasformarsi in un vero e proprio ghigno,mentre lo osservava avanzare verso di lui.
Quando gli fu davanti,Vegeta alzò il braccio portatore di morte,ancora sporco di sangue, e avvicinò al suo volto la mano in cui si era formata una sfera di energia .
Il giovane guerriero sentiva la pelle del volto bruciare,per la vicinanza di quella letale fonte di calore. Nei suoi occhi si rifletteva la luce gialla e abbagliante. Poteva vederla assumere sfumature più chiare verso il centro,dove era concentrata la sua potenza distruttiva. Tuttavia non cedette al timore. Era deciso a resistere fino alla fine.
-Vuoi dire qualcosa prima che ponga termine alla tua miserabile vita?-
In quel momento odiò Vegeta con tutto se stesso. Vide l’espressione soddisfatta sul suo volto. Si stava indubbiamente divertendo nel vederlo soffrire,ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di sentirlo implorare pietà. Sarebbe morto a testa alta,come un vero Saiyan.
-Avanti,finiscimi.-
Disse,con tono deciso ma velato dalla rassegnazione.
Nel sentire quelle parole,il sorriso sul volto di Vegeta scomparve.
Lo guardò per un breve attimo negli occhi.
Sì.
Lo guardò non come un Principe osserva un patetico suddito,ma come un Saiyan guarda uno della sua stessa razza,lo osservò quasi con rispetto.
Nel suo sguardo vi era una leggera una leggera sfumatura di sorpresa,probabilmente non si aspettava una simile reazione da parte di un patetico ragazzino di livello inferiore.
Poi,voltò leggermente la testa,attirato dalla folla che gli urlava di ucciderlo e il suo sorriso arrogante si allargò.
Riportò nuovamente gli occhi sul giovane e sollevò lievemente un sopracciglio.
-Come vedi il popolo è impaziente di assistere alla tua fine. Devo accontentarlo?-
Radish strinse i denti. Lo stava indubbiamente provocando e si divertiva ad allungare la sua agonia,ma si limitò a non rispondere. Si sentiva troppo debole,le forze lo stano lentamente abbandonando. Lo percepiva,stava per crollare.
-Qual è il tuo nome?- Chiese il Principe,ignorando che l’altro non aveva risposto alla domanda posta precedentemente..
-...Sono Radish,figlio di Bardack…-
Vegeta lo guardò negli occhi ancora per un istante. Poi,mentre dalla folla si levava un urlo di stupore,abbassò il braccio.
Il giovane Saiyan lo osservò con occhi spalancati. Tuttavia mantenne la guardia,temendo che potesse esserci qualche altro colpo di scena.
In quel momento,una parte della folla cominciò a protestare,desiderosa di assistere ad un altro spargimento di sangue.
Allora,Vegeta,vagamente infastidito,sollevò il braccio verso coloro che avevano osato contestare una sua decisione e gli scagliò contro una grande bomba di luce, compiendo una vera e propria strage.
- Silenzio!- Urlò, riportando l’ordine nella sala.
Lentamente,si avvicinò al cadavere di Dume e gli diede un calcio, voltandolo supino, per poi sfilargli dal volto lo scouter verde e lanciarlo a Radish, che lo prese al volo.
In seguito si voltò verso Nappa.
-Appena usciremo da questa topaia informerai il grande Freezer che ho trovato il secondo membro della scorta speciale.-
A quella scioccante rivelazione Nappa sgranò gli occhi,non riuscendo a trattenere la propria incredulità.
- Ma…Vegeta…è un misero moccioso di livello inferiore,il suo sangue è impuro…-
Si fermò improvvisamente, quando vide che l’espressione del suo Principe non prometteva niente di buono.
-Nappa,osi opporti ad una mia decisione?- Sibilò con tono velenoso,fulminandolo con una breve occhiata.
Il Saiyan, che teneva alla propria incolumità,si limitò a tacere.
Il Principe,allora,si voltò verso Radish e gli fece cenno di seguire entrambi, per poi dargli le spalle e incamminarsi con Nappa verso l’uscita.
Tuttavia,si fermò improvvisamente quando udì la voce del ragazzo richiamare la sua attenzione.
-Aspetta…perché mi hai risparmiato?-
Vegeta attese un attimo. Poi,senza degnarsi a guardarlo in faccia,gli rispose con voce atona,sempre girato di spalle.
-…Hai coraggio…-
Subito dopo ricominciò ad avanzare,affiancato alla sua destra da Nappa.
In un primo momento Radish restò a fissarlo con occhi sbarrati,incapace di credere alla proprie orecchie. Poi raggiunse i due Saiyan ponendosi alla sinistra del Principe.
Vedeva la folla spostarsi e lasciare uno spazio vuoto e lungo fino alla porta,per lasciare i tre guerrieri liberi di muoversi. Inoltre osservava i sudditi inchinarsi al passaggio di Vegeta che camminava dinnanzi a lui a testa alta e con immensa maestosità .
- Partiremo immediatamente.-
Disse per informare gli altri due.
Radish si voltò un attimo ad osservarlo,sorvolando l’espressione omicida con cui aveva preso a guardarlo Nappa,che non era affatto entusiasta del suo ingresso nella squadra.
Inizialmente non aveva neppure pensato all’eventualità di poter essere scelto come scorta del Principe. Si era battuto semplicemente per dimostrare a tutti,e più che altro a se stesso,di essere forte. Sì,voleva conservare l’onore della famiglia,essere considerato un vero Saiyan,alla pari di un sangue puro.
Fece un profondo respiro,mentre sentiva il popolo urlare,come impazzito, lunga vita al Principe.
Lasciò,semplicemente, che le urla e gli applausi lo avvolgessero,lasciando la stanchezza scivolare via dal suo corpo.
Si lasciò inebriare da quel momento,con le grida che gli riempivano le orecchie e il nome del Principe che rimbombava in ogni parte della stanza.
Poi…
Per un solo attimo gli sembrò di sentire un suono lontano,più simile ad un urlo ferale. Aveva sentito il suo nome mescolarsi a quello di Vegeta. In quel momento ebbe l’impressione che qualcuno lo stesse chiamando. Sapeva bene chi era colui che invocava il suo nome,tuttavia non si girò. Era troppo tardi,ormai. Aveva preso la sua decisione. Sapeva che se si fosse voltato a guardare il volto di Bardack non sarebbe più riuscito a partire. Si concentrò semplicemente sulle altre voci ignorando quella del padre. Radish non avrebbe mai potuto immaginare che quella sarebbe stata la sua ultima occasione, concessagli dal destino,per guardare negli occhi suo padre prima della distruzione del pianeta…
E lui,semplicemente,se l’era giocata.
Ignorò tutto ciò,continuando ad osservare le spalle di Vegeta che camminava imponente.
Poi,abbassò lo sguardo sullo scouter verde che aveva in mano e lo accostò al viso,indossandolo.
Chiuse un istante gli occhi.
Avrebbe detto addio al ragazzo che era un tempo.
Si sarebbe allenato duramente,per arrivare al livello degli altri due.
Avrebbe spento molte vite,per raggiungere i suoi obiettivi.
Sarebbe diventato spietato.
Degno di essere chiamato Saiyan.
Li riaprì.
Il suo sguardo era cambiato.

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