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Inutile dirlo,
gli inglesi soffrono il caldo. Tutti, indistintamente. Basta poco mandarli k.o. Una giornata con un paio di gradi di afa superiori
alla mediae il loro organismo collassa,
il cervello si confonde e per risposta si ammassano in gelaterie, caffè,
parchi, ovunque pur che ci sia una minima fonte di refrigerio a cui attingere.
Harry Potter non faceva eccezione. Anche lui pativa il caldo, anche lui avrebbe
fatto carte false perché l’estate avesse la stessa temperatura mite della
primavera e che lui non fosse costretto a sudare tutte le camice del proverbio
solo per uscire di casa e andare a gettare la spazzatura. Che poi il suddetto
sacco di spazzatura fosse più o meno grosso quanto lui era relativo, faceva
caldo, dannatamente caldo, per questa ragione credette
di sognare quando con la coda dell’occhio intravide una sagoma ferma dall’altro
lato della strada. A Privet Drive durante le ore
calde della giornata non usciva nessuno e figuriamoci poi se qualcuno si fosse
azzardato a mettere piede fuori di casa con una specie di palandrana nera a
coprirlo per intero e un cappuccio calato sul capo. Sobbalzò quindi e si volse
di scatto, lasciando cadere le cocche del sacchetto che cadde a terra in un
fragore di vetro che si spacca e di ferro che vibra. L’ennesimo progetto
scolastico di Dudders che era finito con un
insufficienza.
Si guardò attorno, prima a destra, poi a sinistra, poi passò la mano fra i
capelli spettinati -Sparito.- mormorò sorpreso e alla fine si volse a
raccogliere il sacchetto da terra e a rimetterselo in spalla con uno sbuffo. Ad
undici anni era piccolo come unbambino
di otto, e vederlo caracollare sotto il peso dei lavori domestici che Petunia e
Vermont lo costringevano a fare per ripagarli dell’ospitalità che gli offrivano
non era una novità. Dalle finestre basse della casa vicina a quella dei Dursley una donna scosse piano la testa, mentre poco più in
là, da dentro un garage con la bascula sollevata, un uomo borbottò l’ennesima
imprecazione verso quella specie di tricheco con le bretelle e quella cavalla
che aveva per moglie. Se proprio non avevano voglia di fare le faccende, potevano
appiopparle a quelle specie di palla di grasso viziata a piagnona che avevano
per figlio e non a quel povero bimbetto che aveva sì undici anni
anagraficamente parlando, ma era piccolo smilzo come un bimbo di otto. L’uomo
incappucciato che si era ritirato nell’ombra di una casa abbandonata dai suoi
abitanti per l’estate si volse prima ad osservare l’espressione crucciata di
quel viso grinzoso che spuntava da dietro il vetro della finestra abbassata e
poi quel borbottio scontento. Scosse brevemente il capo, poi si volse verso la
donna alle sue spalle.
-Caro…-
-Andiamocene…-
mormorò l’uomo rimboccando il cappuccio del mantello su quella testolina che a
malapena gli arrivava alla spalla. - Non sappiamo per quanto l’incantesimo.- E
qualcuno aspettava il loro ritorno. Sospirò, cercando di abbozzare un
espressione rassicurante per quegli occhi verdi che lo fissavano. - Lo rivoglio
anche io.-
-Andiamo a
prendercelo James!-
-Ancora poco
Lily. Dobbiamo aspettare solo un altro poco.-
Due anni dopo.
-Perché devo andare da solo?- borbottò il bambino voltandosi imbronciato verso
i genitori. Vedeva gli altri attraversare il muro magico e portava al Binario 9 ¾ accompagnati dai genitori
e non riusciva a rassegnarsi all’idea che lui doveva invece affrontare quell’importante
passo da solo.
-Tesoro, cerca di capire…- mormorò Lily piegando un ginocchio a terra e
tendendo le mani verso di lui per
infilargli la maglia nei pantaloni e pulirgli le mani con un lembo del suo
mantello. - …Non possiamo farci vedere.- LorienCharlus Potter
volse lo sguardo verso il padre che sospirò. James era sempre stato quello più
facile da convincere usando le sue espressioni sofferte, ma stavolta, era
irremovibile quanto Lily.
-UFFA!-
-Lorien, non renderci le cose ancora più difficile.- passò una mano sulla
zazzera spettinata del piccolo etirò su
gli angoli delle labbra in un piccolo sorriso. Gli dispiaceva, il cielo solo
sapeva quanto di perdere la partenza per Hogwarts
anche del suo secondo figlio, ma non potevano correre il rischio, lui e Lily,
di venire individuati.Si chinò anche
lui, appoggiando il sedere sui talloni, portandosi allo stesso piano del
piccolo che lo fissava scocciato.
Assomigliava a lui, assomigliava ad Harry, per questa ragione gli avevano
riempito il baule di pozione, per mantenere la sua capigliatura bionda e
ricciuta e gli occhi azzurri.
-Ricordati… Nessuno oltre Silente deve sapere chi
sei.-
Lily Potter sospirò pesantemente osservando la
cameretta vuota di Lorien. Non si era mai accorta di
quanto fosse grande quella stanza . Si guardò attorno,stringendo al petto ilpeluche a forma di leone che aveva appena raccolto
dal pavimento.Aveva due figli e al
momento nessuno dei due era con lei, non importava che fossero entrambi a
scuola, per la prima volta assieme dopo dodici anni. non erano con lei, ed era
questo la sola cosa che riusciva a pensare.
Della notte che aveva cambiato la sua vita ricordava ben poco. Sapeva di
essersi trovata intrappolata nella cameretta di Harry, di aver messo il bambino
nella culla e di aver implorato per la sua vita, e poi? James si era avventato
alle spalle dell’Oscuro Signore sbattendolo a terra e le aveva gridato di
scappare. Non aveva mai chiesto al marito cosa fosse successo al piano
inferiore della casa, come avesse fatto a sopravvivere, quella ferita alla
gamba che lo aveva lasciato offeso alla gamba sinistra era stata più che sufficiente
a capire cosa erano stati quei tonfi e quegli urli sommessi che aveva sentito.
Aveva sopportato una seduta di Crucio ,Voldemort aveva
giocato con lui e nel momento di finirlo, forse James aveva perso conoscenza,
il mago l’aveva creduto morto, e l’aveva lasciato lì.
Grosso errore per lui, salvezza per lei.
Chiuse la porta della camera di Lorien e andò in
quella che divideva con James. La luce del sole filtrava dallo scuro non del
tutto abbassato illuminando a malapena l’uomo sdraiato sotto al lenzuolo color
crema. Appoggiò il leoncino di pezza sulla cassapancaaccanto a lei, e andò a sedersi sul bordo del
materasso, abbassandosi per infilarsi sotto il braccio destro dell’uomo, per
scroccare un po’ di coccole a gratis.
-Uhn…- mormorò James con la bocca fra i suoi capelli. -Dormi è presto.- Dovevano essere
attorno alle cinque, non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte e
alla fine si era alzata in preda ai nervi e si era messa a girare per casa a
riordinare, anche se, non c’era nulla da riordinare. Quel piccolo appartamento
sigillato dalla magia per essere introvabile era tenuto come una bomboniera.
-Manca anche a me.- borbottò James stringendo la presa sulla moglie,
facendosi di lato, per farle spazio e permetterle di girarsi verso di lui. Adorava
tutto di lei, pure i suoi capelli, ma in quella posa se ne stava mangiando un
bel po’. Tirò indietro il viso, socchiudendo gli occhi, intanto che Lily gli si
accucciava fra le braccia.
-Non riesco più a dormire.-
-Lo so…- lui per dormire doveva prendere pozioni su
pozioni.
-Rivoglio la nostra vita. Rivoglio Harry. Rivoglio tutto…-
James le accarezzò il centro della schiena con
una mano - Lo so piccola. Lo so…-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien era fermo davanti alla vetrinetta che portava tutte le coppe di Quidditch vinta dai Grifondoro già da qualche minuto. Aveva passato a rassegna
tutti i volti dei componenti della squadra del ’75 soffermandosi soprattutto sulla
faccia sorridente di James e di quella che faceva smorfie di SiriusBlack, accanto a lui. Il
bambino mordicchiò il labbro inferiore, da quello che sapeva nessuno aveva più
avuto notizie di Sirius dalla nottedi Hollween dell’81,
tutti i maghi che erano partiti alla sua ricerca non erano più tornati indietro,
e quelli che ce l’avevano fatta a rimettere piede al Ministero, erano convinti
di essere volatili (tacchini, galline, pappagalli, doveva essere un tipo
piuttosto fantasioso) ed erano finiti a far la muffa al St. Mungo. Spostò gli occhi verso il fondo del corridoio
e sollevò entrambe le sopracciglia alla vista di Harry che usciva dallo
spogliatoio in tenuta da Quidditch
con la scopa nella mano sinistra. Inclinò la testa verso la spalla destra,
osservandolo. La sera prima, preso com’era dallo Smistamento e dal pregare di
non finire fra i Serpeverde, non gli aveva rivolto
non più di un’occhiata quando invece si era ritrovato a tavola con i Grifondoro.Lo
studiò crucciato ed Harry, probabilmente infastidito dal suo sguardo, si volse
verso di lui.
“Mamma.”
Quella tonalità di verde l’aveva vista solo negli
occhi di sua madre, Lorien sentì le labbra
socchiudersi leggermente intanto che Harry, ricambiava il suo sguardo, fra il
curioso e il perplesso. Ormai era abituato ad essere continuamente fonte di
occhiate e di mormorii, ma era la prima volta che veniva guardato come se fosse
un fantasma.
-Problemi?- chiese inarcando un sopracciglio.
Lorien scosse pronto la testa, voltandosi e mollando lì la discussione.
Harry lo seguì con gli occhi, prima di venir preso per un braccio da Ron a
trascinato praticamente a forza verso il campo. Come al solito sembrava sempre
più eccitato di lui per gli allenamenti e le partite. Cercò di stargli dietro e
di non cadergli sopra per via della spinta esagerata al suo braccio, maallo stesso tempo, si volse ancora a guardare
il ragazzino biondo che si stava allontanando di gran carriera.
“Chissà che diavolo aveva da
guardare…”
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Non era di certo il lavoro dei suoi sogni, però
gli dava da vivere. Remus Lupin non aveva che
ripeterlo. Suonare in quella bettola di
quarta categoria e poi restare oltre l’orario di chiusura gli permetteva di
mettere assieme il pranzo con la cena, e per uno come lui, non era poco.
Il pianoforte si trovava su una specie di pedana rialzata che dominava l’ampio
spazio che in teoria era per ballare, ma che di solito era teatro di
scazzottate pazzesche, da lì, poteva tenere d’occhio sia la porta che il
bancone, per questa ragione, quando quella persona entrò nel locale, poté
seguirla fino al bancone e guardarla
sedere. Sbagliò una decina di accordi, gli avventori meno ubriachi si lanciarono
sguardi perplessi e quando lo vedere scendere dal palchetto a rompicollo, si
scambiarono grasse risate e commenti poco carini.
-Così al damerino piacciono le
bionde.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Andrea Moody non aveva
fatto in tempo a mettere mano al boccale di birra che il barista aveva fatto
scivolare verso di lei, che si era strattonare per il cappuccio della felpa che
indossava e tirare a forza verso l’uscita posteriore del locale.Chinata in avanti, a guardarsi i piedi aveva
attraversato la pista, finendo pure col beccarsi pure qualche pizzicotto
molesto sulle sue belle guance posteriori e alla fine, con un saltelloche le permise di non spaccarsi i denti sui
tre gradini che portavano alla sreada, si era
ritrovata libera dalla presa di Remus e finalmente
capace di drizzare schiena e capo.
-Anche io sono felice di vederti Remus.-
-Che diavolo ci fai tu qui.- disse l’uomo chiudendo con una manata la porta
accanto a lui. Si trovavano dietro al locale, in un vicolo che sapeva di pipì
di gatto e birra.Guardò la ragazza osservare il rigagnolo che le scorreva fra le
scarpe con una mezza smorfia sul bel viso e sospirò - Sì lo so, non è il massimo della vita, ma io ci sto bene.-
-E’ per
questa merda che hai rifiutato un posto
di archivista al Ministero?-
Remus
si passò una mano sulle labbra, probabilmente nel vano tentativo di nascere un
sorriso. perché, chissà per quale ragione, quella ragazzina lo aveva sempre
divertito. Bionda, non molto alta, con intelligenti occhi grigi che al momento
lo fissavano furiosi, gli ricordava il periodo più bello della sua vita. Gli anni
della scuola, gli anni dei Malandrini, gli anni in cui non era ancora solo, ma
voltandosi, poteva trovare un cervo, un cane e un topolino a fargli compagnia
nelle notti di Luna Piena.
-Andiamo Andie,
secondo te quanto potrebbe durare?-
Andrea aggrottò le sopracciglia -Non ti ho
chiesto di sposarmi.-
Lupin la ignorò scoccandole però unocchiataccia -Dopo la prima assenza in concomitanza con la Luna Piena, la Umbridge firmerà la mia lettera di licenziamento…- Quella
vecchia megera vestita di rosa confetto era famosa per la sua lotta alle razze
magiche considerate pericolose. Secondo lei chi era affetto da licantropia
doveva essere rinchiuso da qualche parte, per evitare che sbranasse e
infettasse il suo prossimo. Si appoggiò al muro dietro di lui, tenendo una mano
sul petto - E per quanto questo lavoro
sia lontano dai sogni che avevo da ragazzo, mi permette di campare più che
onestamente.-
-Remus…-
-Lasciami in pace Andie…- si
tirò, girandosi per andare ad afferrare la maniglia della porta. si bloccò però
allo strattone alla manica della camicia infertogli dalla ragazza. -Che vuoi?-
-Non ti posso permettere di
seppellirti qui con le tue mani.-
-Ho già deciso.-
-Sei un idiota.-
-Grazie.-
Andrea gonfiò le guance prossima all’esplosione,
sollevò il ginocchio destro al petto e mirò all’incavo della gamba sinistra di Remus. Il licantropo senti la gamba cedergli di schianto e
si ritrovò in ginocchio con la sensazione di avere la rotula sinistra in
quattro pezzi.-Andrea
sei impazzita!?- Si volse a guardarla da sopra una spalla, intanto che si
reggeva la coscia con entrambe le mani, e si bloccò alla vista della ragazza
che lo guardava con gli occhi resi enormi dalle lacrime mal trattenute.
-Ehi, ma stai piangendo?-
-NO!- Andrea si strofinò gli occhi come una forsennata.
-Oh che dolce che sei.- fece Remus sempre
inginocchiato.
-Fottiti!- si lamentò la ragazza voltandosi e tirando su col
naso.
-Andiamo ammettilo dietro quella
scorza dura, sei una dolcezza…- si
tirò su, con una smorfia di dolore, per poi avvicinarsi alla ragazza che si
frugava nella tasche della felpa alla ricerca, probabilmente, di un fazzoletto
da naso.
-Remus alla
prossima che dici, ti crucio!-
Si volse verso il Malandrino che la fissava
ridacchiando, esoffiò forte nel
fazzoletto, provocando un buffo rumore a risucchio. Remus
non potè trattenersi. Scoppiò a ridere chinando la
testa in avanti sul petto - Oddio, ma sei
sicura di essere una donna?- le chiese. Andrea si guardò addossò, facendo
una piroetta su se stessa.
-Ti chiederei se vuoi la
dimostrazione…- scosse la testa con
il naso lievemente arricciato - Ma non
voglio farti arrossire.-
-Ehi ragazzina.- Remus portò il capo in avanti guardandolo da sotto la
frangia castana, strigliata di grigio -Porta
ris...- Sgranò gli occhi, Andrea gli aveva appena
mollato un bacio a schiocco sulle labbra zittendolo come nessun altro era mai
riuscito a fare prima. La fissò perplesso, e poi le appoggiò un colpetto in
mezzo alla fronte con l’indice della mancina. -Non per niente eri la mascotte dei Malandrini.-
Rientrarono nel locale, senza accorgersi del Cane
Lupo Nero che li osservava dal giardino della casa di fronte. di quegli occhi
azzurri che per un momento sembrarono dannatamente tristi.
Fine capitolo.
*Inochan osserva perplessa i suoi lettori svenuti per lo shock*
E su per un bacetto da nulla,
non fate i puritani * prende ad
allontanarsi lentamente camminando all’indietro per non fare le spalle alla
folla* Ancora non avete visto nulla.
Se non dissotterro qualcuno dalla bara non sono
io, chi ha già letto qualcosa di mio lo sa fin troppo bene. Ho in mente due
percorsi per questa storia, e ognuno di questo è identificato da un personaggio
da ricacciare dal sepolcro. Ora, visto che non so quale scegliere, come Ponzio Pilato me ne lavo le mani e lascio a voi la patata
bollente.
Chi rivolete a voi?
Frank e Alice PaciockRegulus Black
Capitolotre.
La prima cosa che Andrea Moody
avvertì aprendo gli occhi fu quel braccio di traverso sul suo corpo.Socchiuse gli occhi e dopo un momento,volse il capo di scatto tenendo gli occhi
sgranati. Era di Remus il braccio che la stringeva,
il letto su cui era sdraiata, la stanza in cui si era svegliata, la casa… Trattenne
il fiato, tirandosi su a sedere“Merlino…”
si coprì la bocca con una mano “Non è
che…” Si guardò addosso, era completamente vestita, alzò la coperta e
ringraziò il cielo, oltre i pantaloni indossava pure con le scarpe… Sollevò gli
occhi al soffitto e poi si lasciò cadere all’indietro con un sospirò di
sollievo. Per un momento aveva avuto paura che , causa sbronza da birra babbana, fosse finita a letto con Remus
Lupin.
Si sfilò dalla presa dell’uomo e allontanando la coperta appoggiò entrambi i
piedi a terra. La camera era piccola, stipata di libri, tanto che attorno al
letto c’era fatto solo un piccolo corridoio, giusto per passare.
Attenta a non tirarsi addosso niente, Andrea uscì dalla camera e gettò uno
sguardo alla matassa di lenzuola, che si volse mormorando qualcosa nel sonno. Alla
fine non era riuscita a cavare un ragno dal buco e Remus
sarebbe rimasto a suonare in quel piccolo pub in riva al Tamigi che puzzava di
pipì di gatto e vomito di birra. Sospirò passando la mano sinistra sulla zona
renale, e visto che quella era una casa babbana,
quindi lontana dalla linea della Metropolvere, dopo
essersi rassettata davanti ad un basso specchio dalla cornice scrostata, uscì
dalla casa alla luce del primo mattino. A giudicare dall’altezza del sole
dovevano essere le sette, massimo le otto, la ragazza sbadigliò abbondantemente
prima di sentire qualcosa strattonarle la gamba sinistra del pantalone. Abbassò
il capo eun paio di occhioni
azzurri si sollevarono verso di lei. -Ca…- mormorò abbassando lentamente la mano e
indicando il cane lupo di taglia gigante che scodinzolava nella sua direzione -
Can…- arretrò di due passi e il cane avanzò verso di lei di altrettanti -CanEEEEEEEEEEEEEEEH!-
E sì, Andrea Moody,
figlia di AlastorMoody,
soffriva di cinofobia, ovvero aveva paura dei cani, fossero stati questi di
grossa taglia o dei chihuahua, non faceva nessuna differenza. In
presenza di un cane iniziava a sudare freddo, andava in iperventilazione,
espesso sveniva. Si coprì il viso con
le mani intanto che il cane, un bestione nero, con la muscolatura di un orso si
drizzava sulle zampe posteriori e le appoggiava le anteriori sulle spalle. si
sentì spingere verso la porta dietro di lei.
-Oddio non mi mangiare.- chiuse gli occhi intanto che le ginocchia le tremavano
tanto da rischiare di farla finire sedere a terra da un momento all’altro - Non
mi vedi, sono magra, pelle e ossa, praticamente niente ciccia…-
Quelle zampe enormi
appoggiate sulle sue spalle erano simili a mani che la stringevano, la ragazza
strizzò gli occhi con più forza prima che un brandello di lucidità la spingesse
a chiedersi “ Ma da quando i cani hanno
i pollici opponibili?” sollevò il viso dalle palme delle mani e…
-Lo sai che sei
diventata davvero bella Pagnottella?-
Andrea sentì la bocca
spalancarsi contro il suo volere -Sirius ?- riuscì a
dire prima di ritrovarsi la mano destra del mago contro la nuca e la sinistra
contro la bocca. Cercò di ribellarsi, ma sentì i piedi abbandonare il terreno “Maledizione!”
La porta del civico 22 di RottenRow
si spalancò e Remus si guardò attorno insonnolito. Eppure
avrebbe potuto giurare di aver sentito Andrea gridare…
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La ragazza atterrò su un pavimento di legno
sudicio sollevando una nuvola di polvere. Portò immediatamente la mano destra verso la
tasca posteriore dei pantaloni, ma si sentì bloccare il braccio a metà
movimento e voltare con forza. Si ritrovò stasa a terra con entrambi i polsi
bloccati da SiriusBlack
che la fissava dall’alto.
C’era poca luce in quella stanza e un insopportabile odore di muffa che le
attanagliava la gola. Tossì un paio di volte, strizzando gli occhi. Riusciva a
vedere poco del viso dell’uomo. Quegli occhi azzurri erano l’unica cosa che si
staccava dall’insopportabile penombra che regnava nella stanza -Lasciami!-
-Non ho mai fatto del
male ad una donna. Non farmi iniziare con te, Andrea.- Aveva un tono di voce
basso, roco, come chi non è più abituato a parlare e sta facendo un grande
sforzo. La ragazza smise immediatamente di fare resistenza e la presa ai suoi
polsi si affievolì appena.
A quanto pareva non voleva farle del male.
-Avete fatto presto a
affibbiarmi il marchio di assassino.- disse avvicinandosi al viso della
ragazza, quasi a sfiorarle il naso con il suo -… Remus,
che diceva tanto di volermi bene, non ha esitato un momento a puntare il dito
verso di me.- Strinse la presa ai polsi sottili della
ragazza, ma qualcosa colpì la sua attenzione. Si tirò su, afferrò il braccio
destro di Andrea e le scoprì il polso.
-E questa?- le chiese…
Una profonda cicatrice
da taglio segnava la carne candida della ragazza.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien alzò prima il braccio destro, poi il sinistro, odorandosi poco
finemente la porzione di stoffa sotto le ascelle e chiedendosi se per caso,
puzzasse di Potter. Per qualche strana ragione, SeverusPitonsembrava
avercela con lui tanto quanto detestava Harry. Aveva starnutito in classe e adesso si trovava
seduto su una panca di fronte all’aula di pozione, con le braccia incrociate e
le guance gonfie.
-Tu che hai combinato?-Lorien sollevò gli occhi di un innaturale , per lui,
azzurro cielo. Harry lo superò e si sedette accanto a lui con uno sbuffo,
appoggiando la schiena al muro di pietra dietro di loro. - Non hai la lingua?- Lorien imbronciò le labbra fissando un punto del
pavimento fra i suoi piedi. Gli avevano detto di non rivolgere la parola ad
Harry, di non attirare la sua attenzione in nessun modo, ma visto che erano lì,
ma non poteva di certo mettersi a fare il muto.
-Ho starnutito un po’ troppo rumorosamente a quanto sembra.-
Harry sollevò un sopracciglio e poi ridacchiò divertito - Ti capisco, a me mi è
caduta la piuma sul pavimento.- tese la mano verso il biondino che guardò prima
lei, poi il viso dell’altro studente - Io sono Harry. Harry Potter.-
Lorien avrebbe voluto
scoppiare in una grassa risata e un “So
perfettamente chi sei.” Ma si limitò ad abbozzare un sorriso stringendo la
mano del fratello maggiore - Lorien… - tacque un
momento -LorienDoyle.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Alastor Malocchio Moody sollevò gli occhi dalla copia della Gazzetta del
Profeta che stava leggendo e si volse verso NinfadoraTonks stesa all’ingresso del suo ufficio. Chiuse il
giornale e lo piegò contro il braccio destro – Che succede?- le chiese
tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
Ok, piccola confessione. A me SiriusBlack ispira sconcezze, non ci posso fare nulla. O_O Senza contare che nella parte del carceriere, beh , ha
un suo dannatissimo perché, non trovate?? xD
Capitolo quattro.
Dormire con le mani legate dietro la schiena non
era certo comodo. Andrea aprì gli occhi con un gemito sofferto e puntando i
piedi, cercò di girarsi, per trovare una posizione appena più comoda. La sera
prima Sirius si era limitato a legarla come un salame,
polsi e caviglie e a lasciarla lì, senza domandarle ancora il perché avesse
entrambi i polsi segnati da cicatrici da taglio. Batté le palpebre un paio di
volte e sgranò gli occhi alla vista della schiena nuda di Sirius,
scendendo poi con gli occhi più in basso - MA CHE FAI!?- urlò facendo voltare
il mago che si stava infilando i boxer -NON TI GIRARE!- Sirius imbronciò le labbra in una smorfia perplessa -
Mi sto semplicemente vestendo.-osservò
Andrea rotolare dopo aver puntato i piedi puntati allapediera del letto,
e ridacchiò - Non ti facevo così puritana.- fece schioccare l’elastico delle
mutande ai fianchi - Sta tranquilla non ho intenzione di farti nulla…- sollevò
gli occhi al soffitto - Anche sé…- Tornò a guardarla e si accorse che aveva
voltato il viso verso di lui - Sono dodici anni che non vedo una donna.-
Sali carponi sul malandato letto dove aveva buttato Andrea la sera prima, e
ghignò alla vista della ragazza che cercava di allontanarsi da lui, strisciando sulla pancia. Quella ragazzina
aveva sempre avuto il potere di divertirlo e a distanza di anni, eccolo lì a
sorridere nonostante avesse i muscoli del viso rattrappiti. Staccò la mano
destra e afferrò la spalla sinistra della ragazza, la rivoltò e le salì sopra,
appoggiando le ginocchia ai lati dei suoi fianchi.
-Sai che sei cresciuta davvero bene?- le chieseosservandola dall’alto. L’aveva lasciata a tredici anni,così magra e piccola da non avere ancora
forme, e adesso invece. Però, la natura sa fare miracoliquando decide di essere benigna con qualcuno.
-E tu invece sei invecchiato male.- Sirius sollevò un sopracciglio - Davvero?-
Era un bugia. Un orrenda bugia. Gli anni e la vita ai margini della legalità
avevano dato un aura selvaggia all’aspetto di SiriusBlack, rendendolo, incredibile ma vero,ancora più desiderabile di quanto fosse mai
stato da ragazzo. Sirius si tirò su, sedendosi sulle
gambe di Andrea - Quindi non ti piaccio!?-
-Nemmeno un po’.-
-E non mi trovi nemmeno un poco attraente…- Andrea scosse il capo, arricciando
il naso in un espressione di disgusto. Sirius socchiuse leggermente gli occhi, sorrise
e si chinò di nuovo in avanti verso Andrea, appoggiando le mani ai lati della
testolina bionda della ragazza. Affondò il viso nell’incavo del collo, inspirando
ed espirando profondamente. Andrea chiuse gli occhi strizzandoli. Si impedì di
palesare la minima reazione a quella vicinanza, ma doveva ammetterlo. Non la
lasciava indifferente. Lo sentì risalire verso il suo orecchi, sfiorandole la
pelle con le labbra. Sembrava che la stesse assaggiando -… Peccato…- le
sussurrò -Che il tuo odore ti tradisca…- Sollevò il capo e Sirius
dopo un occhiata sbarazzina, si alzò da lei scrollando il capo ßNon c’è fretta, posso aspettare-- Afferrò una
maglietta a maniche corte da una sedia e la infilò - La pazienza è diventata
una delle mie migliori virtù.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Invece la pazienza non aveva mai albergato nell’uomo
chiamato AlastorMoody. Dopo
essere stato a casa di Andrea, aveva iniziato a girare per Londra in compagnia
di Tonks, visitando ogni indirizzo riportato nella
rubrica della ragazza. Era quasi mezzogiorno quando si ritrovarono al civico
22° di RottenRow, una
casetta nei pressi di Hyde Park e per la prima volta NinfadoraTonks vide Remus Lupin . L’aveva incontrato solo un’altra volta, a Grimmauld Palace,quando si era sparsa voce che Sirius fosse
tornata a casa per cercare chissà cosa. Ma vista la scarsa illuminazione di
Casa Black non era riuscita a vedere molto di lui. Che
era ancora piuttosto giovane l’aveva capito dal tono di voce, ma solo adesso,
alla luce del giorno, si era resa conto che quella capigliatura strigliata di
grigio l’aveva ingannata e che non poteva avere più di trent’anni. Indossava un
paio di pantaloni di tuta grigi, e una maglietta a maniche corte bianca ,
piuttosto larga. Dora lo guardò appoggiarsicon una mano al battente della porta e strizzare gli occhi intanto che
Malocchio gli parlava.
Doveva avere la febbre, faceva caldo per essere Londra, ma non tanto da sudare
a quel modo.
- Andrea l’ho vista ieri sera. -
-Davvero?-
Remus
annuì spostando il braccio per farli passare –E’ venuta al locale dove lavoro…-
spiegò intanto che Malocchio entrava in casa e Ninfadora
inciampava nello scalino e atterrava di faccia sul pavimento –Ehi!- esclama chinandosi in avanti e appoggiando
le mani sulle ginocchia – Fatta male?- Tonks ridacchiò tirandosi su e portando entrambe le
mani a coprire il naso. Sollevò lo sguardo e, cavolo, quel tipo poteva anche
sembrare malato, ma aveva un viso da togliere il fiato. I lineamenti,
nonostante le cicatrici che lo segnavano, non erano stati alterati, ed erano
quanto di più semplice, ma allo stesso tempo perfetto, avesse mai visto in
tutta la sua vita.
-NinfadoraTonks.- si presentò senza rendersene
conto. Remus sorrise intanto che le porgeva una mano per
sollevarla - Remus Lupin.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-L’hai sentita gridare?-
Malocchio artigliò i braccioli della poltrona con entrambe le mani e Tonks nascose lo stupore dietro una mano. Andrea era uno di
quei tipi capaci di morire mordendosi la lingua piuttosto che dare
soddisfazione al nemico di emettere un suono. Era così che Malocchio l’aveva
educato, doveva essere successo qualcosa. Non era stata attaccata da un Mangiamorte. I due Auror si
scambiarono un occhiata, a quanto pareva erano arrivati alla stessa deduzione .
-Hai visto qualcosa di strano?- continuo
Malocchio, intanto che Tonks appoggiava sul
tavolinetto da tea di fronte a lei il piattino e la tazza da tea che Remus aveva offerto loro e si alzava, prendendo a misurare
a passi la stanza. Sospirò incrociando le braccia al seno . Remus
scosse il capo, lui almeno non si era accorto di niente di strano, e Andrea gli
era parsa tranquilla, quindi nemmeno lei, probabilmente, aveva notato niente di
preoccupante.
-Maledizione.- imprecò Moody
-Che facciamo Malocchio?- Ninfadora
si avvicinò di un passo. Alastor si era fissato a
guardare fuori dalla finestra, anche lei e Remus
fecero altrettanto. Dall’altro lato della strada una donna stava raccogliendo
con l’apposita palettina la cacca del suo cane. Dora si volse verso Remus e l’uomo sollevò le spalle. che diavolo c’era di
tanto interessante.
-Cani.-
-EH?-i
due si volsero verso il vecchio ancora seduto - Andrea ha paura dei cani.- Parlava lentamente osservando la bestiola al guinzaglio
- Era piccola quando fu morsa dal cane del nostro vicino, e le è rimasto il
terrore…- si volse verso gli altri due - E’ l’unica cosa che la perdere il
controllo.-
Remus
si sentì agghiacciare… “Un cane…nero.”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Come al solito darsi della vigliacca, promettersi
coraggio per la prossima volta, non era valso a niente. Come al solito, quando
James iniziava a lamentarsi, lei trovava una scusa per uscire di casa e non
dover sentire quei continui lamenti che venivano da davanti alla tv.Si odiava ogni volta che usciva di corsa
dalla loro casa, che si lasciava cadere contro la porta e si raccoglieva in
posizione fetale con le mani premute sulle orecchie. Dio, stavolta non c’era
nemmeno Lorien a far compagnia a James sempre più
accartocciato sulla poltrona .
Avrebbe pagato oro per avere lei le ferite di James. Per essere lei quella a
soffrire a fine di ogni giornata un pelo più stressante del solito, ad avere la
gamba sinistra ridotta ad un sacco di carne gonfio e pulsante di dolore e
invece … Sollevò il capo quando si sentì chiamare da attraverso la porta.
Sgranò gli occhi e si volse, per appoggiare l’orecchio contro il legno.
-Lily…-
si lamentò James - Non mi lasciare solo.-
MIO DIO, ma che razza di persona era? Lo stava
lasciando da solo a soffrire, quando doveva essere vicino a lui, a cercare di
alleviargli la sofferenza al meglio della sua possibilità. Si alzò,
sistemandosi la gonna di tessuto leggero che indossava, afferrò la maniglia
della porta, ma si volse di scatto quando un ondata d’aria gelida le sollevò i
capelli. Si volse eriuscì a vedere, un
uomo correre con la mano premuta a forza sulla spalla sinistra, inseguito da
due uomini.
-Non sono babbani…-
mormorò ferma sui due uomini - Maghi!- avevano delle bacchette in pugno. Si
spinse di più contro la porta, quando la sua attenzione si portò di nuovo sull’uomo
inseguito che le passò proprio davanti, anche se separato da lei, dal giardino
della casa.
Weee bimbe non è che
sto aggiornando troppo in fretta? xD Di solito quando
sono in pace con la mia musa ispiratrice tendo ad aggiornare una volta al
giorno, ma posso capire che potrebbe mettere in difficoltà chi segue la storia.
Ditemi voi …xD
Capitolo cinque.
-Che facciamo?-
era più o meno la quinta volta che Lily lo chiedeva.
James scosse la testa. Non lo sapeva maledizione, erano anni che si
nascondevano dalla comunità magica tutta e ora avevano un mago ferito sotto il loro
stesso tetto - Hai detto che erano Mangiamorte.-
disse senza staccare gli occhi dal viso sofferente del ferito - E’ ricercato.- Spostò
lo sguardo verso Lily che si mordicchiava il labbro inferiore - Però non
possiamo abbandonarlo.-
La donna annuì pronta - Allora?-
James strinse la radice del naso fra due dita, strizzando gli occhi in un
espressione sofferta - Cambieremo casa. - iniziò intanto che l’ennesimo piano
per far perdere le loro tracce gli si delineava in testa -… In caso ti abbiano
seguita.-Lily guardò verso la finestra alle loro
spalle – E speriamo di avere fortuna.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien ridacchiò. A quanto
parevaper essere un Potter degno di
questo nome bisognava appartenere ad un ristretto gruppo di amicizie.In principio c’erano stati i Malandrini, poi
il Trio, così come venivano chiamati a scuola Harry, HermioneGranger e Ron Weasley e adesso loro che ancora non avevano un nome, ma se
continuavano a passare tutto il tempo libero assieme sarebbero stati
ribattezzati a breve. GinnyWeasly
, Luna o Lunatica Lovegood, Neville Paciock e lui, il piccolo del quartetto. Lo sfiga quartet
magari.Lorien non sapeva dire come esattamente
avesse iniziato a passare tutti i pomeriggi con quei tre, ma stava di fatto che
stavano diventando una tappa fondamentale della sua giornata tanto che, le
poche volte che si trovava da solo, si metteva a gironzolare per il castello
nella speranza di trovare uno dei tre con cui passare i pochi momenti liberi. -Devi
semplicemente fargli gli auguri per la partita.- disse con uno sbuffo
osservando Ginny che faceva due passi avanti verso l’uscita
degli spogliatoi di Grifondoro.La ragazzina scosse il
capo, appoggiando al petto il biglietto di auguri preparato il pomeriggio
prima. -Coraggio.- esclamò Luna appoggiandole le mani sulle
spalle e cercando di spingerla verso la porta da dove era appena spuntato Baston -Dopo vedrai come ti sentirai orgogliosa di te
stessa.- Ginny sgranò gli occhi, per un momento
persuasa dalle parole dell’amica, poi si volse a guardarla, scalza e con un
paio di spettroccoli in testa a mo di cerchietto e
scosse di nuovo la testolina rossa. Lorien si premette una mano in faccia, intanto che
Ron lo superava tirandosi dietro Hermione per una
mano. La ragazza teneva, come sempre il naso ficcato in un grosso libro e visto
che Ron non faceva molta attenzione, causa fretta di accaparrarsi i posti
migliori per la partita, Hermione si ritrovò a
cozzare contro la schiena di qualcuno più basso e mingherlino di lei e a
rovinargli addosso. -Ahia.- si lamentò tirandosi su , tenendosi una mano
sul naso.Lo sapeva lei che doveva rimanere a studiare
per la miseria. Tanto Grifondoro avrebbe battuto Tassorosso, così come succedeva sempre quando Diggory non poteva giocare. Sollevò gli occhi e si ritrovò
al centro dell’attenzione di Luna, Ginny e Neville. Sorrise imbarazzata, prima di avvertire un
movimento sotto di lei, abbassò gli occhi su una nuca bionda.
-Se ti togli, Granger, mi fai un favore.-
-Oh scusa.-
Si tirò su,spolverandosiil davanti della gonna con le mani, per poi
tendere la sinistra verso Lorien che era rimasto sul
pavimento a massaggiarsi la fronte. Il ragazzino l’afferrò senza farsi troppi
problemi, e aggrottò le sopracciglia all’espressione improvvisamente attenta di
Hermione.-Cosa?-
La ragazza lo fissò ancora per un momento, prima di tirare su gli angoli delle
labbra in un espressione amichevole - Niente.- disse lasciandogli la mano e
voltandosi a prendere il libro che Ron le stava porgendo. Seguì l’amico verso
il lato del giardino che dava sul campo daQuidditch dopo aver salutato Ginny e Neville con un cenno della mano. Quando fu abbastanza lontana, si girò ad
osservare Lorien un ultima volta.
-Come si chiama quel bambino?-
Ron si volse a guardare il gruppetto da sopra una spalla - Il biondino?-sporse il labbro inferiore in un espressione pensosa
- Lorien mi pare che mi abbia detto Ginny …Perché?- Hermione infilò il libro sotto il braccio - No
niente. Mi sono accorta di non conoscere nessuno dei piccoli…- ovvero degli
studenti del primo anno - Della nostra casata.- Raccolse i capelli su una
spalla sistemando il cravattino sotto il colletto della camicia della divisa,
Ron parve convinto della sua spiegazione, tanto che riprese di nuovo a
cianciare sulla difesa dei Tassorosso.
“E’ strano però… Quel viso mi pare di
conoscerlo.”
.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Minerva McGranit socchiuse gli occhi verdi dietro le
lenti degli occhiali e reclinò il capo all’indietroper osservare il cielo sopra di lei. Che in
Scozia il tempo fosse pessimo era un dato di fatto, ma era la prima volta che
vedeva le nuvole addensarsi tanto velocemente. A qualche scranno di distanza da
lei, Piton si massaggiò il braccio destro
meditabondo. C’era qualcosa di strano nell’aria, lo sentiva chiaramente. Come un
mormorio di centinaia di voci che si sollevava e si abbassava come se venissero
da una radio mal sintonizzata. Premette due dita sull’orecchio destro, poi
scosse il capo, aveva una pessima, pessima sensazione.
-Professor Piton?- chiese la vocina della
professoressa Sprite -Si sente male?-
Il capo casa Serpeverde fece di no con un cenno -No,
sto bene…- riportò gli occhi alla partita, proprio su un Harry che si premeva
la mano destra sulla fronte, proprio sulla cicatrice a forma di saetta che l’Oscuro
Signore gli aveva lasciato.
-Che diavolo…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Che ha Harry?-
-Non lo so.-
-Sembra sofferente.-
Ron socchiuse
gli occhi nella speranza di capire cosa diavolo stava succedendo all’amico. Lo
vedeva accucciato sulla scopa, con una mano a premere sulla fronte e un
espressione più che sofferente stampata in faccia. Si volse a guardare Hermione e la trovò con le mani premute sulla bocca e gli
occhi sgranati. –Così rischia di cadere.-
Detto fatto, Harry senti la scopa vibrare paurosamente e si ritrovò a roteare
in aria a causa di un bolide che aveva colpito la coda della sua Ninbus. Cacciò uno strillo di paura e dal basso della
tribuna porpora e oro, sentì levarsi un mugolio sofferto.
-Assassini, rischiate di ammazzarlo così!- si lamentò Dean Thomas due o tre
posti di distanza da Ginny aveva abbassato il viso
per coprirselo con le mani.
-Che mi prende?-
si chiese Harry non appena non ebbe più l’impressione di trovarsi su un toro
imbizzarrito –Chi diavolo è che urla ?- Aveva come l’impressione di udire , in
lontananza, il grido disperato di una donna. Si girò a destra, poi a sinistra,
non stava succedendo niente, era forse impazzito? Sollevò gli occhi, attirato
da una ventata di aria gelida e intanto che il Cercatore avversario si infilava
sulla scia del Boccino, lui si ritrovò ad osservare una figura ammantata che
volava verso di lui.
-Che cavolo è
quello?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Un Dissennatore?- Piton si tirò in piedi di scatto, assieme alla McGranit che pareva stupita quanto lui. Quelle orribili
creature erano confinate nell’isola prigione di Azkaban,
che diavolo ci facevano ad Hogwarts? I due misero
mano alla bacchetta quasi contemporaneamente, intanto che Hagrid
indicava un punto verso le tribune - Guardate!-. Un secondo Dissennatore
era apparso estava dirigendo verso le tribune Grifondoro.
-Da dove diavolo vengono?-si lamentò Vitious
anche lui con la bacchetta in pugno. Piton si fece largò attraverso gli insegnanti e si
sporse per metà dal parapetto della tribuna, puntò la bacchetta verso il
secondo Dissennatore apparso, ma quello che videlo bloccò per un momento. Si era fermato,
davanti al ragazzino che qualche giorno prima aveva punito , quello che gli
aveva suscitato, chissà perché, una subitanea avversione. Lorien
fissava l’apparizione ad occhi sgranati, intanto che attorno a lui si creava il
vuoto.-Che roba è?- ebbe il tempo di
chiedersi il bambino prima di ritrovarsi la testa invasa da voci che si
accavallano. Si premette le mani alle orecchie intanto che il Dissennatore gli si avvicinava tenendo le braccia verso di
lui.
[Papà
perché la tua gamba non si muove?]
[Mamma perché piangi?]
[Hai un fratello maggiore. Si chiama Harry.]
Sentì le
ginocchia piegarsi, il mondo farsi oscuro e intanto che Harry cadeva dalla
scopa svenuto, lui si accasciava su se stesso perdendosi l’arrivo del suo
salvatore. Un uccello di pura luce, una visione strabiliante che lasciò tutti i
presenti senza parole. Questo si avventò prima sul Dissennatore
che aveva aggredito Lorien, poi su quello che si era
gettato in picchiata per afferrare Harry. Silente emerse dall’ombra creata
dalle due tribune e tenendo con una mano, la palandrana che indossava color oro
che indossava. Si avvicinò ad Harry, di cui aveva pilotato la caduta a terra, e
poi volse gli occhi verso la tribuna dove Lorien era
stato soccorso da Ginny e Neville.
-... Che cosa
sta succedendo?- si disse facendosi di lato per lasciare libero il passaggio a
Madama Chips e alla sua barella volante.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
[Lily
Potter?]
L’uomo aprì gli
occhi con un ansito sofferto. Una lama di luce lunare filtrava dalla finestra
accanto a lui, creando strani giochi di luce sul soffitto intonacato. Batté le
palpebre un paio di volta il mago, portando una mano al petto alla ricerca del
suo tesoro. Sotto la maglia che indossava, avvertì i contorni del medaglione
che da anni era compagno della sua vita da vagabondo…Sorrise, allora non erano
riusciti a prenderlo. Volse il capo verso la porta e alla vista dell’uomo che
lo osservava pensieroso, sollevò un sopracciglio –A quanto pare non sono stato
il solo a preferire la fuga alla battaglia.- sussurrò con un filo di fiato,
abbassando subito le palpebre sfinito.
Secondo sondaggio, visto che io ODIO, DETESTO,
ABBORRO, RIFIUTO la coppia Ron/Hermione, vi lascio
delle possibilità, giusto non dare vita a pairing
sgraditi che potrebbero indurvi a disaffezionarvi dalla fic.
Hermione/DracoHermione/LorienHermione/Fred
Capitolo sei.
Lorien aprì gli occhi con un sospiro e immediatamente si accorse di non
essere nella sua camera.Il letto su cui
era steso non aveva il baldacchino e la luce del nuovo giorno gli stava ferendo
gli occhi. Doveva essere in infermeria, che diavolo gli aveva fatto quella …
cosa? Il piccolo si volse ad osservare il sole spuntare lento oltre le montagne
per poi voltarsi a guardare il suo vicino di letto. Harry teneva la mano destra
di traverso sul viso e respirava pesantemente sotto di esso. - Russa come papà.- si disse Lorien, prima di
realizzare che era passato un giorno e portare una mano al capo. Tirò davanti
al viso una ciocca di capelli neri e si ritrovò a sbiancare con le labbra
lentamente si socchiudevano - Maledizione!-
Aveva
ripreso il suo aspetto!
-Porca vacca!- scese dal letto con un saltello,
bloccandosi poi quando sentì Harry mormorare qualcosa nel sonno. Rimase
immobile, come se questo potesse consentirgli di confondersi con il mobilio
dell’infermeria, per poi correre verso l’uscita dalla sala. Puntò i piedi
quando vide la porta dell’ufficio di Madama Chips e
impotente osservò l’infermiera voltarsi verso di lui e lanciargli uno sguardo
perplesso - E tu chi sei?-
-James.- il primo nome che gli era venuto in mente.
-E che ci fai qui?-
-Mi sono perso.- Sorrise angelico e la donna allargò leggermente gli occhi,
avvicinandosi a lui per osservarlo bene. Lo avevano messo a letto con tutta la
divisa, per fortuna, e la donna pareva domandarsi per quale ragione quel
piccoletto spettinato le sembrasse allo stesso tempo sconosciuto e familiare
assieme.
-Alle cinque del mattino?-
-Che fa fare il sonnambulismo, eh?-
Non c’era che dire la lingua lunga e la risposta pronta l’aveva ereditata da
suo padre. L’espressione sul volto di Madama Chips si
fece ancora più attenta - Assomigli a…- fece a tempo a dire, prima che Lorien sgranasse gli occhi e indicasse un punto dietro di
lei spingendola a voltarsi -PER GODRIC, GUARDI Lì!- esclamò il ragazzino.
Non appena la donna si girò a guardare la porta del suo ufficio, che ovviamente
non aveva nulla di strano, Lorien e il suo metro e
cinquanta scarso (l’altezza dei Potter la doveva ancora sviluppare) l’aggirarono
di corsa e uscirono dall’Infermeria prima che questa potesse afferrarlo per un
lembo del maglione.
-Per la miseria…- esclamò l’infermiera - L’unico
che è riuscito a fregarmi così è stata la buon anima di James Potter.- tornò a
guardare i letti e alla vista di Harry che la osservava confuso appoggiato
malamente ad un gomito , sorrise abbandonando per un momento l’aria bellicosa.
-Chi era quello?- chiese il ragazzo. -James di Grifondoro.-
Harry sollevò gli occhi verso di lei, intanto che
la donna gli appoggiava una mano sulla fronte, come per misurargli la temperatura.
- E chi sarebbe?- Non conosceva nessuno con quel nome nella sua casata. Nemmeno
fra i piccoli, se non errava, c’era qualcuno che si chiamava come il suo
defunto padre. Si volse a guardare il letto accanto al suo e aggrottò la
fronte. nel corso della notte, gli era parso di aver visto qualcuno accanto a
lui, ma magari stava solo sognando.
-E Doyle dove diavolo è
finito?!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien aveva rischiato di morire una decina di volte durante il tragitto
dall’infermeria ai dormitori . Stordito,era caduto dalle scale un paio di volte, visto che le bastarde come al
solito decidevano di mettersi in movimento quando lui c’era sopra, era finito
addosso una armatura, aveva battuto la testa contro un paio di libri che dalla
biblioteca stavano flottando allegramente verso l’ufficio di Silente e inutile
raccontare la sonora culata dopo essere finito addosso al quadro della Signora
Grassa che non si era aperto. -Te l’ho detta la parola d’ordine!- si lamentò
dal pavimento, intanto che il quadro lo studiava curiosa.
-Chi sei!?- -Lorien per la miseria!- tenendosi con una mano la
guancia posteriore sinistra dolorante per lo scontro con il pavimento - Apriti,
che mi staranno cercando!-
Ma la morte più brutta la sfiorò quando di ritorno , verso l’infermeria, si
ritrovò davanti SeverusPiton
che lo fissava truce. Il ragazzino deglutì a vuoto da sotto la sua chioma di
nuovo bionda.
-Eccolo qui il nostro fuggitivo.-
Lorien sorrise timoroso.
-Cosa ci fai qui, Doyle?-
Il bambino si guardò attorno. Da piccolo, suo padre, non aveva fatto altro che
raccontargli leavventure dei
Malandrini, e a ripetergli come un disco rotto, come fare per cavarsi di
impiccio quando un professore ti becca -Non ci vedo!- si coprì il viso con una
mano -Per Morgana non ci vedo.-
-EH?- sì, SeverusPiton stava fissando un membro di Grifondoro
con un espressione semplicemente basita. Non indifferente, non sprezzante, non
disgustata, ma basita. Come se non riuscisse a credere alla faccia tosta di
quel soldo di cacio. -Doyle!- fece per prendere per
un braccio il ragazzino che fingeva di tastare l’aria per capire dove andare
quando il Professor Silente, comparve da dietro un angolo del corridoio alle
sue spalle del piccoletto. Osservò prima Lorien, poi
il professore e alla fine, si avvicinò al ragazzino - Vieni figliolo.-
Lorien smise subito di sbracciare.
-Erano tutti molto preoccupati.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Dove sei stato?- Lorien stava cercando di non morire per troppo stress
accumulato, steso sul letto accanto a quello occupato da Harry. Era stato
riaccompagnato in infermeria da Silente e mollato con la scusa poco probabile
che si era svegliato per un bisogno e in preda alla confusione, non era
riuscita a trovare la porta giusta. Si chiuse nelle spalle alla domanda di
Harry e il ragazzo sospirò un sorriso stanco - Giusto , non sei un tipo
loquace.- torno steso massaggiandosi la fronte. Lorien si volse a guardare il fratello, girando il
capo verso di lui. A pensare che sua madre più di una volta gli aveva detto che
aveva la strada spianata verso l’avvocatura visto che era in grado di rigirarsi
le persone come voleva con quella sua linguaccia lunga. -Secondo te cos’era
quella cosa?- chiese.
-Non lo so.- Harry si strinse nelle spalle osservando
il soffitto - E’ stato orribile però.- abbassò le palpebre e Lorien lo vide ritirare il labbro inferiore fra i denti con
una smorfia sofferta - Ho sentito una donna piangere, gridare forte, credo che
fosse mia madre poco prima di morire…-
[L’incanto che uccide mi colpì in piena
schiena. Caddì a terra, ma poi mi rialzai subito.
Credo di non essere morta perché eravamo in due nel corpo di uno, Lorien. Non so. Sinceramente, non me lo sono mai chiesto.
Siamo vivi, è questo quello che conta.]
Lorien udì la voce di Lily lontana nella testa, sfocata
dal ricordo. Lui aveva sempre pensato che non era stato solo questo a salvarla,
il fatto di essere incinta di lui, e anche suo padre più di una volta aveva
provato a far ricerche sui libri magici che nel corso degli anni erano riusciti
a radunare. Ma aveva finito con l’arrendersi per via della mancanza di
materiale. -Vieni con me.-
Harry sollevò il capo dal cuscino - Dove?-
-Io ho fame.- disse Lorien
guardando la porta crucciato. La Chips li aveva
confinati in infermeria per tutto il giorno, con l’obbligo di consumare
cioccolata come se fosse l’unico cibo - Specifico.- il bambino sollevò l’indice
della sinistra conuna smorfietta del naso - Ho fame di qualcosa di sostanzioso.-
si tamburellò il labbro inferiore - Tipo uova, salsicce, ste
cose così.-
Harry fece schioccare la lingua contro il palato - Effettivamente, pure io ho
un languirono.- disse pensieroso osservando la porta dell’infermeria - Ma anche
volendo, come usciamo?-
Lorien si tirò su, non poco spettinato , ed Harry si ritrovò a venire
attraversato da una violenta sensazione di conosciuto. Perché quella faccetta
da schiaffi gli suonava dannatamente familiare? Si alzò anche lui, osservandolo
meditabondo.
-A gattoni!- Lorien indicò
il pavimento.
-E se ci beccano?-
-Gli diciamo che ho avuto un’altra crisi e tu mi hai seguito.-
Harry sollevò le sopracciglia - A gattoni?- ripeté Lorien ridacchiò - O andiamo, si vive una volta sola
e da quello che si dice, te rischi di non vivere l’adolescenza…- scese dal
letto e si accucciò sul pavimento - Vieni?-
Harry lo osservò ancora per un momento, poi allontanò le coperte dalle gambe e
scese anche lui sul pavimento, prima in ginocchio, poi appoggiò le mani sul
pavimento.
-Dove siamodiretti almeno?- Lorien si volse a guardarlo da sopra una spalla –Alle
cucine.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Intanto, nei pressi della Foresta Proibita, Sirius stava ancora cercando di convincere il suo nuovo
amico ad aiutarlo. Il gatto, un micione dal folto
pelo rosso, che aveva prelevato da un serraglio stregato qualche mese prima,
spostò gli occhi gialli verso Hogwarts, poi tornò al
cane accanto a lui. -Cosa dovrei fare di preciso?- ronfò stendendo una delle
zampe anteriori, leccandola con cura.
-Entrare nel Dormitorio di Grifondoro…-
-E’ perché dovrei farlo?-
-Perché sono un cane. Un cane MOLTO grande.- Grattastinchi glissò con una sorta di borbottio di
gola -Credi davvero che qualcuno vorrà adottarmi?- quell’umano sarebbe stato
davvero capace di mangiarselo dopo averlo comprato. O meglio , dopo averlo
avuto praticamente in regalo dalla padrona del serraglio. Meglio non
stuzzicarlo troppo. Sirius fece spaziare lo sguardo fra le studentesse
presenti al momento. Era una bella giornata per essere settembre, in Scozia,
molte erano stese sull’erba a prendere un po’ di sole intanto che studiavano, o
facevano un piccolo spuntino. Sirius indicò al gatto
accanto a lui, una ragazzina seduta su una panchina a leggere un enorme libro
con la copertina in pelle rossa.
-Prova con lei.- Grattastinchi ronfò qualcosa.
-Oh andiamo non essere maleducato.- Sirius si spostò
per spingere il sedere del gatto con un colpetto del muso. Grattastinchi
si alzò, sbattendogli la folta coda rossa sul tartufo, per poi iniziare a
trotterellare verso la ragazza indicatagli da Sirius.
HermioneGranger che come
al solito, invece di far amicizia, socializzare, comportarsi come una normale tredicenne,
se ne stava da sola in un angolo a far la gobba sui libri.
-Certo che con quelle zampette tozze, cammina veramente male.- ridacchiò Sirius con il capoccione sporto per metà da un cespuglio.
Si udì una specie di ansimo che pareva una risata e un piccolo bagliore
argenteo attirò l’attenzione di Hermione. La ragazza osservò
il cespuglio dal quale Sirius era sparito, poi
aggrottò la fronte. Stava iniziando a studiare tro…-FRED,
GEORGE, LASCIATE STARE QUEL GATTO!-
I due gemelli Weasley avevano afferrato Grattastinchi e se lo stavano passando nemmeno fosse stato
una pluffa fatta di pelliccia rossa. La ragazza si
alzò, chiudendo il libro che aveva in mano e a parso di marcia attraverso il
prato per andare a recuperare quella povera bestiola che miagolava impazzita
per la paura- Siete dei vandali!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry osservò il piccoletto che gli trotterellava
accanto, storse il naso e quando questo gli offrì un morso del panino che stava
mangiando, si allontanò con un verso disgustato - Stai lontano da me con quella
roba!- si lamentò sollevando anche una mano. Lorien
lo guardò offeso e lui socchiuse gli occhi - Hai dei gusti orribili per il
mangiare…- indicò il panino che il bambino stringeva con entrambe le mani - Mi
spieghi come diavolo fai?-
-Perché ? E’ buono!-
-Formaggio e pere!?-
-Al contadino non far sapere, quanto è buono il formaggio con le pere.- Harry lo fissò come se fosse pazzo - E’ un proverbio
babbano.- gli allungò ancora il panino - Provalo dai!-
-HO DETTO DI NO!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-
SeverusPiton osservò pensoso i due Grifondoro di ritorno dalla cucina,gli occhi socchiusi e la fronte aggrottata. La faccia tosta mostrata da Lorien gli aveva scatenati brutti ricordi. ricordi di una
persona che ancora odiava con tutto se stesso. Sospirò voltandosi , ma per poco
non cadde all’indietro, a rotoloni giù per le scalein cima cui era fermo, quando si rese conto
che dietro di lui,c’era Silente a
fissarlo in silenzi - Preside!-
Il Preside gli sorrise dolcemente - Ti ho fatto paura?-
-Che succede?- gli chiese Piton, ricomponendosi.
-Dovresti venire con me…-
FINE CAPITOLO.
Anticipazione capitolo sette.
Augusta
Lupin, vedova Paciock si coprì il viso con le mani,
intanto che l’enorme serpente le si avvicinava strisciando sul pavimento
lucido. Accucciata in un angolo della stanza, pregò non per venire salvata, ma
che Neville non soffrisse troppo la sua scomparsa. Non aveva paura di morire. Aveva
perso tutti quelli che aveva amato, il marito adorato, il figlio avuto dopo
anni di sterilità e l’amata nuora. Il nulla, la pace, era questo che desiderava
da sempre, e ora che Neville era abbastanza grande poteva… -Mam…- una voce. Un sibilo bestiale- Mamma.-
Spazio
autrice.
Un Lorien dannatamente simile a James in questo
capitolo. Nella speranza che sia stato di vostro gradimento un saluto e un
grazie a tutti coloro che leggono, recensisconoquesta mia storia. Inochan
Se non mi do’ una regolata, va a finire che dovrà
mettere raiting rosso… :Q___ Siriusss.
Capitolo sette.
Andrea Moody ormai
aveva perso il conto dei giorni. Non sapeva più da quanto tempo fosse in quella
stanzetta scura, e sentiva che sarebbe scoppiata se non fosse uscita entro
breve da quelle quattro mura . Seduta su una seggiola, con le mani legate
dietro la schiena, era riuscita a portarsi a saltelli verso il camino e a
cadere primo vicino all’attizzatoio. -Ahia!Ahia!Ahia! - si lamentò intanto che cerca di tendere le mani
verso la punta affilata dell’arnese, e prese a sfregare forte per cercare di
liberarsi. -Maledizione, ma di che…- borbottò cercando di avvicinarsi ancora un
po’, puntando un piede a terra e facendo forza per scivolare all’indietro
assieme alla seggiola - FATTO!- Si tirò su, a sedere, osservando soddisfatta i
polsi finalmente separati. Si tirò su, appoggiandosi con entrambe le mani alla
mensola del caminetto, quando la porta della stanza si aprì e Sirius entrò tenendo sotto il braccio un fagottino.
-Che cavolo?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Un Potter non dimentica.
Mai. In qualsiasi situazione si trovi, se qualcosa colpisce la sua attenzione,
la chiude a chiave in qualche cassettino della memoria e la ripesca quando meno
uno si aspetterebbe. Hermione lo fissò perplessa,
intanto che Ron faceva il giro del tavolo e si sedeva accanto a lui, lontano
dalla bestiola ronfante che la ragazza teneva accoccolata in grembo. Dopo
averlo salvato dai gemelli, Hermione aveva deciso di
tenere Grattastinchi, che lei aveva ribattezzato Melin, con sé. Ma stranamente, il caro animaletto aveva
sviluppato una tremenda avversione per Ron, tanto da provare a saltargli
addosso, quasi ogni volta che lo vedeva.
-Sai….- fece la ragazza intanto che il rosso cavava dalla tasca della borsa un
sacchettino di Api frizzole e lo apriva con uno
strattone - Quel ragazzino ha un viso familiare.- Harry sollevò le sopracciglia
intanto che pensava un paio di dolcetto da Ron e se li portava alla bocca -…Me
ne sono accorta il giorno della partita. Quando gli sono caduta addosso.- “Quindi
non è solo secondo me ad avere una faccia familiare.”Si disse Harry intanto che Ron si
girava in modo da avere il sacchetto di Api solo a sua portata. -Avido.- gli soffiò
contro mandando giù il dolcetto, e quindi atterrando sulla seduta della
seggiola con un leggero tonfo che gli sollevò la frangia - E’ che…- fece
tornando ad Hermione - Non sono mai stato portato a
far amicizia in fretta…- Ron era l’unico a cui riusciva a dare confidenza senza
starci troppo a pensare, con Hermione, forse perché era
una ragazza, era più tirato nei comportamenti certe volte. -Eppure con lui…-
“Mi
sono trovato bene …”
-Ti sta simpatico…- fece Ron a una decina di centimetri dalla sedia - …Che
problema c’è?- si chiuse nelle spalle pescando un altro paio di api - Ginny lo adora, probabilmente è uno di quei tipi che suscitano
subito simpatia.- Hermione gli lanciò uno sguardo e
si ritrovò ad annuire alla sua spiegazione - Senza contare che è piccolo...-
continuò intanto che Ron inghiottiva aiutando con un paio di colpetti sul petto
- …Magari, ti fa anche tenerezza.-
Harry scosse il capo , no, non era per quello. Appoggiò le mani sul tavolo e si
alzò, cercando lo sguardo prima di Ron, accanto a lui, poi di Hermione - Mi aiuterete o no?- chiese. I due si scambiarono
una faccia perplessa e alla fine si limitarono ad annuire - Giusto per aiutarti
a mettere il cuore in pace.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Anchilosata com’era dal periodo di immobilità a
cui era stata costretta, Andrea non era riuscita a reagire quando si era vista Sirius piombarle addosso e senza poter fare niente, si era
ritrovata schiacciata fra l’uomo e il muro con le braccia sollevate verso l’alto
e i polsi serrati tanto da farle male. -Andrea…Perché non mi vuoi ascoltare?-
Erano giorni che provava a parlare e che quella maledetta testona lo rifiutava
con il piglio di una tigre. Digrignò i denti in una smorfia irata, la staccò dal
muro e con uno spintone la buttò sul letto. Aveva detto che la pazienza era
diventata la migliore delle sue virtù, beh, aveva mentito. Da quando, tredici
anni prima, era scampato alla cattura e aveva iniziato a vivere da fuggiasco,
la sua scorta di pazienza si era lentamente andata esaurendo.
Odiava il fatto di essere stato additato come assassino dalle persone che
dicevano di conoscerlo meglio di chiunque altro che lui aveva amato più di
chiunque altro. Si avvicinò al letto, dove Andrea stava spostandosi a gattoni e
quando la ragazza si volse, l’afferrò per un piede e la tirò verso di lui. La
ragazza si ritrovò di spalle al materasso , e un secondo dopo, bloccata dall’animagus.
-Che vuoi fare?-
Sirius la fissò. Respirava a fatica tanta era la rabbia che sentiva in
corpo.
Le strinse la mano destra attorno al collo, e la guardò portare le mani al suo
polso per cercare di fargli mollare la presa - Non sono stato io a vendere
James e Lily a Voldemort.- mormorò e Andrà gli
rivolse uno sguardo sbalordito. Non gli credeva
- … Se tu mi lasciassi parlare, potrei provarti quello che dico.-
Andrea ancora non pareva convinta. Sirius ritirò il labbro inferiore fra i denti, le
mollò il collo e poggiò le mani ai lati del capo della ragazza, la fronte sul
suo petto - Ti pregò.- bisbigliò - Un tempo, dicevi di volermi bene.-
-Sirius.-
-Aiutami…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ron si battè una mano sulla fronte, intanto che
Crosta spuntava con il musetto baffuto dalla tasca interna del suo mantello. Lo
diceva lui che Harry stava esagerando, ed infatti. Si era infilato nella camera
che Doyle divideva con altri tre del suo anno e dopo
dieci minuti ancora non usciva. “Se ci beccano, sai che figura?”
disse al topolino che ricambiò con uno sguardo. a volte quella bestiola
sembrava umana.
Si avvicinò alla porta, bussò un paio di volte e ficcò la testa dentro - Che
diavolo stai facendo?-
Harry era accucciato ai piedi dell’ultimo letto da sinistra e teneva sulle
gambe una scatola di metallo con un cervo intarsiato. Sollevò gli occhi verso
Ron e con un cenno della mano gli fece segno di avvicinarsi a lui -…Sono piene
di pozioni.-
Ron si affacciò da sopra la sua testa - Magari si è allontanato dall’infermeria
per queste…- disse afferrando una provetta dalla scatoletta e rigirandola fra le dita -
Forse sono medicine.- abbassò gli occhi verso Harry.
-No Ron, se fossero medicine, Madama Chips se le
sarebbe fatte portare…-
Ron sollevò le sopracciglia - Effettivamente.- disse inclinando leggermente il
capo. Stappò la provetta, annusò arricciando comicamente il naso e si ritirò
con una smorfia -Ew..- sibilò - Se il sapore riflette
l’odore, poveraccio.-
-Dici che se glie la portiamo…-Harry fissava la
provetta nelle mani di Ron - Hermione potrebbe capire
che c’è dentro?- guardò l’amico chiudersi nelle spalle e decise lui per
entrambi. Chiuse la cassetta, la infilò di nuovo sotto al maglione dove si
trovava e afferrò il coperchio del baule con entrambe le mani. Fu in quel
momento che notò una piccolo strappo nella stoffa che ricopriva il coperchio. Infilò
due dita della destra, intanto che con la sinistra continuava a tenere il baule
aperto e tirò fuori una foto spiegazzata. Babbana, visto che i personaggi li ritratti non si
lamentarono per via del brusco strattone, mostrava unragazzino di cinque o sei anni, seduto fra
mamma e papà. Lorien? No. IL bambino aveva i capelli
neri, corti, spettinati come se si fosse
alzato dal letto in quel momento (o come lui) e gli occhi nocciola. Harry lo
fissò interdetto, per poi passare ai genitori.
-Oh mio…-
-Harry?- chiese Ron da vicino alla porta. Harry sollevò verso di lui uno
sguardo prima confuso, poi costernato e alla fine dannatamente ferito e un
secondo dopo, Ron vide due grosse lacrime formarglisi
agli angoli delle ciglia e cadere lungo le guance. In un secondo si dimenticò
della paura di venire beccato e gli si avvicinò, gettandosi con forza sulle
ginocchia, vista la foga. -Harry, che c’è? Perché piangi?-
la testa dell’amico gli atterrò sul petto. Lo strinse a sé per riflesso,
poggiandogli una mano sul capo e allungandosi gli strappò la foto di mano.
-Questi assomigliano…- disse osservando gli
adulti nella foto - Più grandi, ma sembrano proprio…-
-…Mio
padre e mia madre.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
“Chissà
se sono veramente fratelli.”
Nonostante fossero molto simili fisicamente
parlando, RegulusBlack
sembrava l’antitesi perfetta di Sirius. Tanto il
fratello maggiore era chiassoso nei modi fare, il minore pareva posato e
controllato. Bastava guardare i due differenti modi di mangiare. Lily sorrise
appoggiata al battente della porta con una spalla. Regulus
che sorseggiava la minestra senza far rumore, era lontano anni luce da Sirius che faceva volare briciole in ogni direzione. L’uomo
sollevò gli occhi verso di lei, fermando il cucchiaio a metà strada e sollevò
un sopracciglio -Cosa?- gli chiese e con il dorso della mano libera si strofinò
la bocca - Sono sporco?-
“Sono,
davvero fratelli.”
Lily si avvicinò al letto in mezzo al quale Regulus era seduto e afferrò la pediera
con entrambe le mani - Ti credevo morto.- disse osservandolo. Il ragazzo, perché
sembrava davvero giovane nonostante quella barba e la chioma con qualche
capello grigio, scoppiò a ridere - Senti da che pulpito Evans.- disse
affondando di nuovo il cucchiaio nella minestra - Tu dovresti essere morta da
dodici anni.- Crucciò con la fronte - O sbaglio?-
Lily arrotondò le labbra - Touché.- per poi tornare a
guardarlo - Cos’è il medaglione che hai al collo?- Regulus
abbassò gli occhi - Lo tenevi in mano quando ho fatto fuggire i Mangiamorte , e anche nella febbre, non l’hai mai mollato.-
tanto che non era riuscita a vedere bene come fosse fatto.
-La nostra fine, se non troviamo il modo per distruggerlo, Lily.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Occorrevano sacrifici. Occorrevano morti, per
questa ragione Nagini era stata lasciata libera e
portata fra i maghi. Per questo motivo non era più confinata nel sotterraneo di
MalfoyManor e si trovava
accanto a Lucius. Il magole indicò la casa di fronte alla quale erano
fermi con un cennoeil serpente prese piano a muoversi sull’erba.
Augusta Lupin, vedova Paciock
si coprì il viso con le mani, intanto che l’enorme serpente le si avvicinava
strisciando sul pavimento lucido. Accucciata in un angolo della stanza, pregò
non per venire salvata, ma che Neville non soffrisse troppo la sua scomparsa.
Non aveva paura di morire. Aveva perso tutti quelli che aveva amato, il marito
adorato, il figlio avuto dopo anni di sterilità e l’amata nuora. Il nulla, la
pace, era questo che desiderava da sempre, e ora che Neville era abbastanza
grande poteva… -Mam…- una voce. Un sibilo
bestiale- Mamma.-
Rivelazione sconvolgente. Capitolo corto,
mami son fatta paura da sola quando l’ho
riletto O___O Inizio a pensare che ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato
in me…
Nb: La canzoncina fischiettata da Lorien NON mi appartiene. @ Disney. Bianca e Berny
Aiuto!
Capitolo otto.
Augusta si irrigidì, le mani strette apugno premute sugli occhi. Quella voce. Mai nella
sua vita avrebbe potuto dimenticarla.Prese
fiato, epiano volse il capo verso quel
lento respirare. Nagini era di fronte a lei, la
osservava con quegli occhi azzurri che per molti erano stati specchio di morte.
La donnasi allungò leggermente verso di
lei,quel colore, quella tonalità di
azzurro. Mai nella sua vita l’aveva più rincontrata. Nemmeno negli occhi di
Neville, l’unico bene prezioso che la teneva ancora legata a … -Non può essere
vero.-
Tese le mani, tremando, verso il muso del rettile che la fissava. Riusì a sfiorarlo con le punte delle dita, prima che questo
si ritirasse econ guizzo si avventasse
verso il servo di casa. Julias che venne sbattuto a muro
emorso ripetutamente al collo. La donna
mandò un secondo urlo di orrore, e cadde svenuta sul pavimento, mentre il
povero vecchio stramazzava al suolo ferito mortalmente. Il serpente, volse il
capo verso Augusta, poi prese a strisciare di nuovo verso l’entrata della casa,
attraverso la porticina del cane che aveva usato come ingresso.
-Bravissima.- disse Lucius intanto che puntava la
bacchetta verso la casa. Una voluta di fumo argenteo filtrò da sotto un imposta
e lesto il Mangiamorte cavò da una tasca del mantello
una provetta e la privò del tappo. -Lo spirito vitale di Augusta Paciock.- disse osservando il serpente che si stava
acciambellando accanto a lui. Nessuno ancora poteva immaginare quanto
più potente della magia fosse l’amore che lega la madre al proprio figlio. Nessuno.
Nagini,
continuò ad osservare la casa da dove era uscita e poi si volse assieme a Lucius…
-E ora … Da Lupin.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sirius osservava con ansia cosciente il viso di Andrea.
Le aveva appena spiegato tutto, di come fosse diventato Animagus
al quinto anni di scuola assieme a James e Peter, dei suoi sospetti su Remus dopo Hogwarts, e di come
lui e Peter si fossero scambiati di posto come custode dell’incanto Fidelius. - Allora?-
la incalzò ritirando il labbro inferiore fra i denti -Mi credi?-
-…Comehai scoperto dov’era Peter?-
Sirius infilò la mano nella
tasca delgiaccone ebatté sul tavolino una foto magica che pareva
tratta dal “Profeta” La ragazza si allungò a prenderla. Mostrava tutta la
famiglia Weasley al completo e il piccolo della casa
aveva sulla spalla un ratto bello cicciotto. Andrea se la rigirò fra le mani,
studiandola con le sopracciglia aggrottare - Come hai fatto ad averla?- chiese
sollevando lo sguardo verso di lui. -Sono
un drago negli incantesimi di Memoria…-
…Era così che aveva avuto Grattastinchi.
La ragazza annuì con un sospiro , e poi, lentamente molto lentamente,Sirius vide un
sorriso spuntarle sul viso. Sentì il cuore alleggerirsi di una decina di chili, gli credeva. Finalmente
gli credeva - Cosa posso fare?- la sentì chiedere e prima che se ne rendesse
conto, si era allungato verso di lei, l’aveva presa per le braccia e se l’era tirata addosso.
Un abbraccio attraverso il tavolino che li separava, le appoggiò il viso sulla
spalla e la sentì tremare leggermente. “Per Godric, avevo
dimenticato il suo buon odore di…” finì il pensiero con un urlo di
dolore -…MIELEEEEE!!!- visto che Andrea se lo levò di dosso spingendolo con la
sua solita grazia. Sparì oltre il bordo del tavolo e si ritrovò a fissare il
soffitto con un dolore allucinante alla nuca che cadendo aveva battuto - Sempre
la solita violenta, Pagnottella!-
-NON MI CHIAMARE PAGNOTTELLA, CAGNACCIO!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
“…La
fede è un uccellino blu
Che vedi distante
Non puoi averlo o comprarlo
Non si fa catturare
Però c’è ed è proprio lui
Che fa tutto avverare…”
***
SeverusPiton
chiuse gli occhi con un sospiro e appoggiò la tempia contro la paretesu cui aveva trovato sostegno.Era appena uscito dall’ufficio di Silente.
Ancora una volta nell’arco di un paio di giorni lo aveva obbligato a ripetergli
che Lily era viva, che in quegli anni l’aveva pianta senza motivo e, nemmeno a
farlo di proposito si era imbattuto in Lorien.
Quellacanzoncinafischiettata, Severus
l’avrebbe riconosciuta ovunque. Era stata Lily ad insegnargliela, tanti, tanti
anni fa. Quando ancora erano dei bambini, quando ancora James Potter non era
entrato nella loro vita.
“Allora è veramente figlio di Lily.”
Harry non era stato un errore . un incidente di
percorso . Harry, così come quel ragazzino , era l’ennesimo no di Lily al suo
amore. Ai suoi sentimenti per lei. strinse i denti e fissò lo sguardo sul
ragazzino che fischiettando gli passò di fronte. Lorien
avanzò di altri due passi dopo averlo superato, si bloccò, e si volse a
guardarlo da sopra una spalla - Buon pomeriggio.- lo salutò.
“Arrogante come il padre.”
Lorien si guardò attorno, stranito dall’espressione di puro odio che
rattrappiva i lineamenti dell’uomo. Ok, si era comportato male con lui, quando
era scappato dall’infermeria e lui l’aveva beccato. L’aveva preso in giro, ma …
Guardarlo come se volesse voluto ucciderlo era un po’ troppo, no? - Che…-
deglutì a vuoto - Che ho fatto?- chiesecercando allo stesso tempo di capire se magari il pipistrellone
(Severus) fosse arrabbiato per fatti suoi magari.
-La stessa faccia tosta di tuo padre…- Lorien sentì la mascella frantumarsi per quanto aveva
spalancato la bocca . come diavolo faceva a sapere? Per la miseria, Silente lo
voleva morto avvelenato a quanto pareva. Visto che non era il prezioso Bambino Sopravvissuto,
Piton non avrebbe avuto nessuno scrupolo a farlo
fuori.
Correva troppo con la fantasia? Forse…
Stava di fatto che sentiva le ginocchia tremargli.
Lo guardò voltargli le spalle e si portò una mano
sotto al mantello, per controllare lo stato della stoffa dei pantaloni. Oh bene,
era stata un impressione, non se l’era fatta addosso. “ Porca miseria.” Recuperò
il libro che aveva fatto cadere per la sorpresa “…Che brutta giornata …”
…E ancora non aveva visto niente.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Rassicurato dal fatto di essere creduto da
qualcuno, Sirius si era addormentato con un
sorrisosul viso. Aveva rivelato ad
Andrea dove si trovavano ( ovvero nella Stamberga Strillante) e che se voleva
andarsene, ormai era libera di farlo. Gli bastava avergli instillato il dubbio.
Andrea , dal tavolino, lo guardò voltarsi sul materasso e appoggiò il viso nel
palmo della mano destra. La storia che Sirius le
aveva raccontato, quadrava, le aveva detto anche che aveva un amico che
lavorava per portargli Minus, che doveva solo avere
fiducia in lui. Ma non era tranquilla “Un reato l’ha commesso…” sbuffò
tamburellando il tavolino con l’indice della mano libera “ Mi ha rapita.” E AlastorMoody non avrebbe avuto pace fino a che non glie l’avrebbe
fatta pagare cara ed amara per questo. Tirò versò il basso la manica destra e scoprì il polso. Una profonda ferita da
taglio le segnava il polso , proprio come l’altro, anche se quella al braccio
sinistro, era più vecchia rispetto all’altra.
“Mi ha fatto male…”
…però gli credeva.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La prima cosa che Lorien
aveva visto entrando in camera, stranamente, non era stato Harry seduto sul suo
letto. O Ron, che lo fissava come se fosse un mostro. No, era stato il baule aperto
e le pozioni rovesciate sul pavimento.Solo
dopo aver inquadrato quel macello, si era resto conto del resto, e della foto
stretta fra le mani del giovane Cercatore “Lo
sapevo che non avrei dovuto portarla.” Si disse con la mano destra ancora
al pomolo della porta.
-Come ti chiami?- gli chiese Harry mortalmente
calmo, nonostante quegli occhi rossi che suggerivano tutt’altro stato d’animo. Lorien abbassò lo sguardo in colpa. -Come.Ti.Chiami?-
-Lorien.-
Ron si avvicinò al letto dove Harry era seduto - Lorien,
come?- -Lorien Potter.-
Commenti. Critiche. Consigli. Richieste sono ben graditi. :D
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Capitolo nove.
Mai mettere nella stessa stanza due
Potter incazzati. Mai.
Questo era l’appunto mentale che Ron Weasley era
riuscito a prendere, un secondo prima di venire spedito sul pavimento con le
costolequasi incrinate per via di una
pedata di Harry econ la mascella
spostata di qualche centimetroper via
di una gomitata di Lorien. Si strinse il mento fra
due dita della mano destra, facendo smorfie con la bocca, poi si alzò,
toccandosi il fianco indolenzito, palpandolo come per assicurarsi che nessun
osso sporgesse. Per la miseria, quei due erano proprio uguali, quando erano
arrabbiati non guardavano in faccia nessuno! -Harry!- che poi era stato quello ad attaccare briga,
visto che aveva iniziato a vomitare improperi verso i suoi genitori. Liaveva appellati con aggettivi davvero
offensivi e Lorien gli era saltato al collo come una
iena - SMETTILA MALEDIZIONE!-
Girò attorno ai due fratelli,attese che
i due rotolassero in una posizione a lui favorevole e si chinò ed afferrò il
più piccolo del due, Lorien, che iniziò a scalciare
per farsi mollare, ma era talmente basso e smilzo, che non poté fare altro che
farsi portare via da Ron. - Non osare
più dire quelle cose su mamma e papà!- sbraitò verso il fratello che si tirò a
sedere - MAI !-
Harry lo fissò come se avesse voluto ucciderlo e per un momento Ron temette che
mettesse mano alla bacchetta, colpendo entrambi. Si limitò invece a digrignare
i denti e a soffiare verso il fratellino - E’ vero! Si sono liberati di me!-senti di nuovo le lacrime montare e con gli
occhiali di traverso sulla faccia, piantò gli occhi a terra - Si sono liberati
del figlio maledetto, e si sono fatti il bimbo perfetto che meritavano fin
dall’inizio.-
I presenti alla scena, ovvero gli studenti che si erano accalcati all’entrata
della stanza per seguire la scazzottata fra Potter e Doyle
parvero rabbonirsi, anche se non sapevano che cosa stava succedendo,
quell’espressione sofferente avrebbe intenerito anche un blocco di cemento. Lorien lo fissò ad occhi sgranati -FA SILENZIO!-
Harry tornò a guardarlo, strabiliato.
-NON CAPISCI MALEDIZIONE!- agitò i pugni il piccoletto, scalciando
furiosamente, stavolta per nervi e non per farsi mollare da Ron che ancora lo
teneva a sé - Io sono il figlio di ripiego!- gridòcon tutto il fiato che aveva in corpo- SONO
IOOO!-
Harry sentì le labbra socchiudersi per la sorpresa - Mamma piange ogni notte,
io la sento dalla mia camera…- gli occhi di Harry si spalancarono -…E papà, mi chiama Harry quando la ferita alla
gamba gli da febbre.- Ron finalmente si decise a mollarlo e il bambino si
strofinò la faccetta con le mani, per poi andarsene verso la porta, dove si fece
largo fra la folla di curiosi a suon di spintoni.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Una rissa al
dormitorio di Grifondoro era già un pettegolezzo
succulento, figuriamoci se addirittura Silente che si porta via uno dei due
contendenti, sotto lo sguardocosternato
dell’intera Casata.
Harry sollevò gli occhi verso Silente che gli teneva paternamente un braccio
attorno alle spalle e sospirò un - Lei sapeva che i miei genitori sono vivi?-
gli chiese aspettandosi ovviamente una risposta affermativa. Era impossibile
che quell’uomo fosse all’oscuro di una notizia di simile portata. Infatti il
Preside annuì con un lieve cenno del capo - E perché non me l’ha detto?-
-Perché ci sono molte cose che nemmeno io so.-
Harry lo guardò perplesso, erano arrivati nell’ufficio di Silente e il mago si
era chinato ad afferrare una manciata di Polvere Volante dal secchio accanto al
camino.
-Come tua madre si sia salvata, nonostante incassò davvero un Anatema che
Uccide, al posto tuo.- ad esempio. Erano anni che Silentecercava di capire come Lily e Lorien
fossero sopravvissuti, cosa avesse impedito all’AvadaKedavra di uccidere entrambi o magari solo il
bambino.
-Vieni?- chiese Silente, voltandosi verso di lui.
-Dove?- chiese Harry allargando gli occhi.
-Dai tuoi genitori.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sirius aprì gli occhi con un sospiro e
immediatamente tese il braccio attraverso il letto. Si era steso vicino ad
Andrea per riposare un poco, e invece si era fatto una bella dormita. Tirò su
la testa e batté le palpebre osservando lo spazio vuoto accanto a lui. -Dov’è?- si chiese e istintivamente guardò verso il camino.
L’aveva slegata, dopo che gli aveva detto di crederlo, ma forse gli aveva
mentito. Lo aveva solo assecondato per poter fuggire. Maledizione, a poco si
sarebbe ritrovato assediato da Auror incazzati neri.
Si tirò su e come in un incubo avvertì dei rumori fuori la porta. Fruscii di
una persona che cammina in punta di piedi per farsi beccare“Mi ha
tradito!” si disse in un sibilo afferrando la bacchetta.Si addossò al muro accanto alla porta e
osservò la maniglia abbassarsi. Doveva attaccare prima lui, sfruttare l’elemento
sorpresa. Prese fiato e si avventòsulla
persona che entrò spiccicandola fra lui e il muro .
Era bionda, non molto alta ed emanava un vago profumo di miele.
-Andrea?-
-E chi altri
se no?Hagrid in perizoma?-
La fissò a occhi spalancati. L’aveva presa per il collo con la mano destra e per
un braccio con la sinistra, le stava completamente appiccicato e beh, sentiva
che la piccola sotto quegli abiti troppo larghi doveva avere un corpicino
niente male. Né troppo magro, né troppo grasso, proprio come piaceva a lui.
-No cioè, pensavo…- guardò in basso in preda alla confusione e sollevò un
sopracciglio alla vista delle gambe scoperte della ragazza - Perché indossi la
mia maglietta?- correzione - Perché indossi SOLO la mia maglietta.-
Andrea anche abbassò gli occhi . Aveva infilato una maglietta che aveva trovato
a cavallo dell’anta dell’armadio. Grigia con una scritta sulla schiena,
chiaramente di foggia babbana - Ho fatto la doccia,
ho visto che il bagno funzionava ancora, così…- In quei giorni al massimo Sirius l’aveva accompagnava al bagno, non l’aveva fatta di
certo lavare e aveva un odore buono per rivaleggiare con un
troll .
-OH…- Sirius tornò a guardarla, con una stranissima faccia fra il
deluso e il sollevato - Allora non abbiamo fatto roba e l’ho dimenticato.-
Andrea
letteralmente avvampò -CERTO CHE NO,
MALEDIZIONE!!!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Nonostante il
carattere poco incline al raziocinio, AlastorMoody non era mai statoavventato sul lavoro. Non si era mai fatto prendere dai sentimenti e dai
desideri di vendetta. Nonostante , negli anni, avesse visto cadere maghi a lui
caro, suoi amici, suoi discepoli, ma stavolta era diverso….
Stavolta era SUA figlia ad essere in pericolo .
Stavolta avrebbe ucciso chiunque gli fosse capitato davanti, anche a costo di
finire ad Azkban per abuso di potere. -Malocchio.- esclamò Tonks
accanto a lui.
-…- nessuna risposta.
-Malocchio!!!-
Solo una breve occhiata data con l’Occhio Magico. Quindi abbastanza
inquietante, se vogliamo. Il giovane Auror, si ritirò
leggermente, ma poi riprese coraggio. Puntò un dito verso il basso e disse
tutto d’un fiato - Togligli la testa dall’acqua, se lo affoghi non saprai nulla!-
Malocchio
sbuffò, strinse la presa attorno alla spalla del mago che si dibattevacon la testa infilata in un secchio di acqua
putrida e lo tirò su. questo, si passò
due dita sugli occhi per ripulirli dalla melma.
-Sei un
assassino, Alastor!-
-Poche chiacchiere
Mundungus.- disse questo aggrottando le
sopracciglia - Ti abbiamo beccato a casa di Lupin e sappiamo tutti come lavori.
Tieni d’occhio la preda per giorni prima di tentare il colpo.- ma visto che non
era a conoscenza della vera natura di Remus, l’aveva
trovato a casa a smaltire i postumi della trasformazione in licantropo, quando
invece sarebbe dovuto essere già al locale - Quindi, facendo i dovuti calcoli,
dovevi essere appostato nei pressi di casa di Remus,
quando Andrea è stata rapita.-
Tonks rispose con un mezzo sorrisetto allo sguardo di
aiuto di Dug - Se ci dici quello che sai…- lo blandì
chinandosi su di lui, le mani appoggiate sulle ginocchia - Ti prometto che
passeremo sopra al tentativo di furto ai danni del nostro amico.- Malocchio
annuì strizzando la spalla di Mundungus fra le
sue dita tozze e callose - Ma altrimenti…- La strega si tirò su alzando le mani
- Ti lascio solo con lui.-
-NO!-
-Allora dicci quello che sai…- disse Dora incrociando le bracciaal petto -Perché sai qualcosa, solo uno molto
spaventato sputa la Veritaserum addosso a Malocchio.-
-Black.- esclamò all’improvviso il Mago a terra.
I due Auror si fecero attenti - Come scusa?-
chiesero quasi in coro.
-Se l’è presa SiriusBlack tua figlia, Alastor!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
A pensare che
si era scapicollata da Remus in cerca di aiuto. Tonks osservò il Licantropo sbiancare, tanto da far
concorrenza al muro dietro di lui e cercare a tentoni lamaniglia della porta dietro di lui, in un
disperato tentativo di tenersi in piedi. - Sirius?-
ripeté ancora una volta - Sirius ha rapito Andrea?-
Abbassò gli occhi sul pavimento. Una volta SiriusBlack sarebbe stato totalmente innocuo per Andrea, ma
adesso, dopotutto quello che era
accaduto. Non sapeva dire con certezza che fine avesse fatto la ragazza.
-EHI!- esclamò Tonks sventolandogli una mano davanti
al viso. -Co…Cosa?- chiese l’uomo sollevando lo sguardo color
miele verso di lei.
-Sai dove potrebbe nascondersi?-gli ripetè ancora una volta, pregando che stavolta le
rispondesse…
-No, ma…- Remus si lisciò il mento con due dita - Forse, potrebbe
essere passato da lì…-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Intanto che
Lorien, nascosto in guferia osservava i suoi capelli tornare neri e i suoi
occhi nocciola. Harry atterrò in un piccolo salotto arredato nelle tinte del
rosa con mobili di legno chiaro. Silente gli appoggiò una mano sulla spalla -
Coraggio, andiamo.-
Dopo i primi
secondo di smarrimento dovuti all’uso della Polvere Volante, Harry si guardò
attorno, abbacinato dal brusco cambio di illuminazione.Una lampada con il paralume in vetro
colorato, una poltrona di pelle consunta, un televisore vecchio di anni. Non
c’erano bei mobili in quella piccola stanza, ma c’era un buon odore di pulito,
questo sì. Harry mise a fuoco le due finestra spalancate, una alla sua sinistra
che dava su un piccolo orticello, e un’altra su una stradina lastricata con
ciottoli di diverse dimensioni - Siamo a Londra?- chiese a Silente,
stropicciandosi gli occhi con due dita della sinistra a strofinare sulle
palpebre.
Silente annuì avanzando nella stanza - Siamo nei pressi del Porto.- pose la
mano destra a coppa accanto all’orecchio - Sentì? Una nave sta attraccando.-
guardò il ragazzo aggrottare la fronte e poi girarsi verso la finestra a nord,
quella che dava sull’orto che Lily curava di persona per passare il tempo - Privet non è lontana da qui.-
-Lo so…- fece Silente spostandosi da davanti al camino.
Sembrava che tutte le finestre della casa fossero state spalancate. Harry non
aveva mai visto stanze più luminose e arieggiate. Zia Petunia, a Privet non faceva altro che urlargli di chiedere, per non
fare corrente ! Seguì Silente guardandosi bene attorno stavolta, c’erano solo
un paio di foto alla parete. Una del matrimonio, con Lily che sorrideva al
braccio di James, il capo appoggiato alla sua spalla e un’altra di Lorien in divisa da calcetto accanto a James.
Erano davvero loro, i suoi genitori.
Erano vivi!
“Perché non mi hanno tenuto con loro?”
-James!-
Harry sgranò gli occhi. Quella voce, l’aveva sentita solo una volta, urlata
nella sua testa quando quella cosa incappucciata l’aveva avvicinato in volo
durante la partita di Quiddicht - Per quale motivo
c’è solo un calzino qui?!- La voce veniva dal piano superiore della casa, Harry
sollevò gli occhi verso le scale e inconsciamente arretrò quando un paio di
pantofole spuntarono attraverso i pioli della ringhiera seguite da un pantaloni
di stoffa di colore nero. Tirò ancora più su gli occhi e con la stessa
espressione sconvolta, rispose allo sguardo di James che era rimasto inchiodato
sul pianerottolo.
-Harry?-
Aveva un tono
di voce basso, leggermente roco.Gli
donava. Harry annuì con un cenno del capo, senza riuscire a far altro che
guardarlo, studiare ogni particolare del suo viso. Sembrava davvero giovane, le
foto non gli rendevano per niente giustizia, dal vivo, si vedeva proprio che
era quasi un ragazzino. James scese un gradino, reggendosi al corrimano, lo
sguardo ora verso Harry, ora verso Silente. Si volse e -Lily,
vieni qui!-
-Che vuoi?-
gli rispose la donna.
-VIENI QUI!-
Lily spunto dalla prima rampa di scale. Harry la seguì mentre la scendeva
muovendo il capo, fino a quando non arrivò accanto al marito. La guardò mollare
la cesta dei panni e portarsi le mani alla bocca alla sua vista-Harry!- Scese
tregradini di corsa, ma si arrestò
quando il figlio ritirarsi per portarsi alle spalle di Silente, gli occhiali a
metà naso per via di quel brusco movimento all’indietro. - Caro…- si volse
verso James e questo scosse il capo. Si vedeva lontano un miglio che Harry non
era felice di vederli quanto loro erano di vedere lui.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Harry!Harry!- Hagrid
agitò la manona verso il ragazzino che stava
scendendo la scaletta in pietra che dalla scuola portava alla sua casetta. Si
bloccò, però quando questo si bloccò e si volse verso di lui a guardarlo da
sopra una spalla. Il mezzo gigante fece cadere il braccio -James?-
disse sorpreso, avvicinandosi per vederci meglio. Lorien
rimase ad osservarlo da metà scale e quando Hagrid
socchiuse le labbra in un espressione sbalordito, si strinse nelle spalle con
un sorriso. -Ciao.- lo salutò.
“Dovrò farci l’abitudine, credo, a
questo tipo di reazioni.”
-Tu chi sei?-
la voce dell’uomo era appena udibile da sopra la brezza che sempre spirava in
quel particolare punto del prato. Lorien socchiuse
leggermente gli occhi nocciola, prima di voltarsi i due che l’avevano seguito -Lorien. - rispose comunque. Hermione
e Ron si bloccarono strattonandosi a vicenda, il ragazzo tentò un sorriso verso
quella faccetta imbronciata.
Cavolo, era proprio piccolo, pure per uno di undici anni, ma come diavolo aveva fatto Harry a pestarlo a quel
modo? - Senti, perché non vieni con noi?- gli chiese scendendo altri due
gradini - Quei lividi lì.- lo indicò al viso con un
cenno della testa - Non sono belli da vedere.-
-Che vi
importa dei miei lividi ?- gli chiese Lorien, lo
sguardo color castagna ora verso i lui, ora verso Hermione.
Non era uno sciocco, lo sapeva che quei due l’avevano seguito per sapere come
fosse possibile che i Potter fossero ancora vivi.
TUTTO il mondo magico sapeva che erano morti la notte di Hallowen
dell’81. Hermione si mordicchiò il labbro inferiore. Era meno
ingenuo di quanto pensasse per essere un bambino di undici anni - Vogliamo
parlare un po’, vuoi?- gli chiese materna.
-NO.-
-Lorien.-
-Fatevi gli affari vostri!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
A differenza
del fratello, Harry avrebbe pagato oro perché Ron e Hermione
fossero con lui in quel momento. Voleva sapere la verità, per quale ragione i
suoi genitori lo avevano lasciato dai Dursley se
erano ancora vivi ,ma ogni volta che
James provava ad aprir bocca, lo zittiva con un imprecazione. -SIETE VIVI!
SIETE VIVI E MI AVETE
LASCIATO CON QUELLI!-
Lily si avvicinò al figlio, tenendo le mani una dentro l’altra - Lo so, che sei
arrabbiato.- cercò di prenderlo per le spalle, ma il ragazzino si divincolò e
camminò all’indietro di una decina di passi. Lanciò uno sguardo a Silente, che
osservava la scena senza dire una parola, poi a James, appoggiato ad una mano
al tavolino.
-Come è andata!? LO SO COME E’ ANDATA!- Harry sentì la rabbia montare, gli
occhi scivolarono ancora sulla punta del naso e stavolta non li spinse indietro
con un colpetto sulla montatura. Li afferrò e li sbatté a terra con una forza
micidiale - Vi siete liberati di me! Avete avuto Lorien,
e vi siete scordati di me!-
James lo fissò scioccato, Lily si portò una mano al petto, quasi le avesse dato
un pugno in quel punto -NO!- risposerò praticamente in coro. Lily si avvicinò
ancora al figlio e cercò ancora di prendergli le spalle fra le mani. Ma Harry
la respinse ancora. Era talmente fuori di sé , da non capire che stava
rifiutando quello che per anni aveva desiderato…
…Il tocco di sua madre.
-Ascolta,
prima di odiarci…- James avanzò facendo scorrere la mano sul tavolino. - Facci
spiegare che è successo.- si chinò a raccogliere da terra gli occhiali di Harry
e continuò osservandoli crucciato - Lo so che le apparenze sono contro di noi,
ma ti prego…- tornò a guardarlo supplice - Devi sapere come è andata.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Anche se aveva
rifiutato l’aiuto dei due del magnifico Trio, Lorien
non poteva negare di aver bisogno di aiuto. Aveva un male assurdo al labbro
inferiore e poco sopra l’occhio destro. Harry gli aveva tirato due pugni e due
volte aveva fatto c’entro.
Era accucciato sul lavabo del bagno, attorno a lui Mirtilla
svolazzava urlacchiando. Sollevò la testa reggendosi
il labbro inferiore fra due dita - Ma tu non infesti il bagno delle ragazze?-
le chiese strizzando gli occhi in risposta allo schizzo d’acqua provocato dal
fantasma che s’era appena tuffato nello scarico del lavandino accanto al suo. O
almeno così suo padre gli aveva raccontato da piccolo.
-Sì, ma tu sei
così carinoooooooo.-
Lorien sollevò gli occhi al soffitto- Oh fantastico, ho fatto colpo!-
Tornò a buttare acqua sulla ferita al labbro, bagnandosi il cravattino e il davanti
del maglione a chiazze. Il fantasma sbucò solo con la testa sopra di lui - Con
chi ti sei picchiato?-
-Harry Potter.-
-IL MIO HARRY!?-
-Oh Godric…- mormorò il bambino - Un’altra innamorata
di quello scemo…- Mirtilla si ficcò di testa in un
water , alzando uno sbuffo d’acqua alto almeno un metro - Oh miseria…-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Intanto, nella
Stamberga Strillante, Remus era stato appena buttato
per terra. Socchiuse gli occhi con una smorfia e mise a fuoco il viso di Sirius ad una manciata di centimetri dal suo. -Hai
intenzione di baciarmi?- disse in un fiato - Oppure…- tossicchiò per via della
bacchetta dell’Animagus premuta con forza al suo
collo - Vuoi uccidermi?-
-No!-
Il grido di Harry si era levato assordante nella casa. Lily aveva chiuso gli in
risposta e James aveva visto il suo nasino, arricciasi leggermente, segno che
si stava trattenendo dallo scoppiare a piangere. Si volse, di nuovo verso il
figlio e sorrise mestamente al suo sguardo astioso. Non poteva arrendersi, Harry doveva sapere la
verità… Gli si avvicinò, reggendo ancora nella mano sinistra gli occhiali che
nell’impeto della rabbia aveva scagliato a terra e glie li tese -Sei miope, come me?-
Conosceva perfettamente la risposta,e
colse l’occasione di avvicinarsi di un altro passo quando Harry borbottò un “sì.” a mezza bocca -Anche tuo fratello sai?- disse e un secondo dopo, si sentì
spingere indietro dal figlio. Nominare Lorien
era stata una pessima idea .
Cacciò un urlo di dolore e Harry lo vide piegarsi in avanti e incrociare le
braccia sulla pancia, mentre Lily correva a sostenerlo.
Il ragazzo si tirò indietro, sorpresoda
quella reazione e bisbigliando un -Non
ti ho spinto forte.- a fil di voce. Sentire nominare Lorien
e reagire era stato un tutt’uno. James abbozzò un espressione rassicurante,
intanto che Lily cercava di facilitargli la respirazione massaggiandogli poco
sopra la parte del fianco sinistro che stava reggendo con la mano destra -Lo so, Harry …- sospirò scrollando il
capo - Tranquillo.- -Che cos…- -Il tuo vecchio è ridotto una discarica.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Remus si tirò su con una mezza smorfia di
dolore e la convinzione di avere tutta la cassa ridotta a pezzi. Sirius oltre che sbattuto a terra aveva avuto la
meravigliosa idea di salirgli con le ginocchia sul petto per tenerlo giù.. - Sei impazzito?- gli chiesenon senza una traccia di ironia nella voce - Mi hai fatto male.- si massaggiò la
parte ammaccata e Sirius, dall’altro lato della
stanza, lo fissò con le braccia incrociate in una lieve smorfia. -Devi ringraziare che non ti ho accolto
con una pistola caricata a proiettili di argento…- tacque un momento e poi
sputò fuori l’ultima parola con una rabbia che per un momento lo meravigliò-Moony.- - Oh beh , allora grazie…- si volse
verso il letto alla sua destra e abbozzò un sorriso verso Andrea , che aveva
seguito la scena con i polsi legati alla colonna del baldacchino-… A
quanto pare ti piacciono ancora i giochetti.-
Andrea arrossì furiosamente. Sirius l’aveva legata,
Merlino sapeva solo per quale ragione, quando aveva sentito nell’aria l’odore
di Remus. -Come stai Pagnottella?-
-Benissimo grazie.- anche se stava meglio prima di avere la carne tenera
dei polsi segata dal cordino delle tende, per la miseria - Ti dispiace, cane?- disse allargando le mani con una piccola
smorfia delle labbra - Inizio a perdere
sensibilità alle dita.- Sirius le lanciò uno sguardo, ma non si mosse
verso di lei. Tornò da Remus che si massaggiava il
petto con una mano - Che diavolo ci fai
tu qui?- gli chiese con un sibilo -
Ti sei venuto a riprendere la ragazzina?-
-Anche…- disse Remus, senza cogliere il doppio
senso della domanda che fece storcere il naso di Sirius- Ma soprattutto per impedire che tu
venga ucciso da Malocchio Moody.- si volse a
guardare oltre la cornice della porta alle sue spalle - Sa che sei stato tu a prenderesua figlia e ti farà pentire di essere nato…-
Sirius ridacchiò - Oh, quello è successo anni fa.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Che hai?-
Harry si avvicinò ai genitori, osservando il fianco sui cui James premeva forte
la mano. L’uomo sollevò gli occhi verso Lily e questa annuì, scostandosi un
poco. -E’ successo la notte del trentuno.- spiegò
l’Animagus dopo aver preso un bel respiro e sfilando
la camicia dai pantaloni -Vedi…- disse
afferrando il primo bottone fra due dita
e facendolo passare per l’asola -Non è propriamente andata come ti hanno raccon….-
Harry lo aveva interrotto con un -CERTO CHE NO, VOI SIETE VIVI!- detto proprio di cuoreche fece sorridere Lily. Lo guardò sbottonarsi la camicia e sgranò
gli occhi - COSA … - si portò una
mano alla fronte - Che ti è successo?-
-Sono tutte ferite da Cruciatus.- James si passò
una mano sul petto a occhi bassi -Le ho
qui e sulla coscia sinistra…- tornò a guardare il figlio e ridacchiò - I pantaloni non me li abbasso però.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Andrea diede un paio di strattoni al
legaccio che le stringeva le mani, nella vana speranza di far sciogliere il
nodo o di almeno, allentare la stretta delle cordeattorno alla pelle. -Maledizione Cagnaccio!- esclamò in preda ai nervi - Mio padre ti farà fuori! Liberami scemo!-scambiò uno sguardo con Remus e questo cercò di avvicinarsi a lei -CHE MERLINO…- Remus si era bloccato alla vista della bacchetta
di Sirius puntata contro il suo petto, della luce
verde che brillava in punta - Saresti
davvero capace di uccidermi?- gli chiese con un sussurro - Me…- con la coda dell’occhio captò
Andrea menare un altro paio di strattoni alle corde - SARESTI CAPACE DI UCCIDERMI SIRIUS!?-
Non odio Severus, ma diciamo che mi sta venendo l’orticaria con
tutte le Severus/Lily che stanno vedendo la luce in
questo periodo… Quindi, perdonatemi se ogni tanto sfogherò questo mio malessere
nella fic ._.
_________________________________________________________________________
Capitolo dodici.
Non era stato
facile convincere Harry ad ascoltare la loro storia, e anche adesso sembrava
tutto tranne che ben propenso ad ascoltare le loro ragioni. James sbuffò
sedendo sul divano vicino a Lily,che
gli rivolse uno sguardo sconfortato. Le battè una
mano su una coscia e strinse leggermente -
Racconto io o tu?- le disse intanto che Harry sedeva sulla poltrona a
sinistra del divano e Silente sull’altra.
-Io…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Dire che la
scena che si stava svolgendo di fronte ad Andrea era degna di un film
surrealista era poco. Da una parte c’era Sirius con
la bacchetta sollevata e l’AvadaKedavra
pronta da lanciare e dall’altra Remus, chelo sfidava tenendosi la giacca aperta sul
petto. Diede un potente strattone al cordino che le teneva legati i polsi e
batté un piede a terra - SIRIUS ORION
BLACK!-tirò le braccia indietro
nella speranza di far cedere il nodo che le teneva i polsi uniti a forza, ma
tutto quello che riuscì a fare fu crearsi una piccola ferita -Smettila maledizione!- Non poteva credere che Sirius, per quanto furioso
per essere stato creduto un assassino potesse fare del male a Remus, ma in quei giorni si era ampiamente resa conto che
del ragazzo che era conosciuto a scuola c’era rimasto ben poco.
Guardò Remus e lo trovò che stringeva con forza
maggiore i lembi della giacca-Remus spostati per Morgana…- il licantropo portò lo
sguardo color miele verso di lei - Non
lo capisci? E’ furioso, potrebbe ucciderti sul serio!- Lupin socchiuse bonariamente gli occhi
- Lo so…-tornò a Sirius che non aveva cambiato né espressione , né posizione
- E mi meriterei davvero di morire…- scrollò
la testa - Sirius,
ti ho abbandonato e mi dispiace…- Sirius abbassò
leggermente la bacchetta intanto che Remus continuava
a parlare - Ero arrabbiato con te, Peter
mi aveva detto che mi credevi una spia del nemico, che secondo te ero io a
passare informazioni a Voldemort e …- infilò una
mano in tasca - Lo ammetto…-Sirius recuperò la posizione di attacco - Sono venuto qui per ucciderti…- Il licantropo tirò fuori dalla tasca della giacca un ampolla colma di
liquido azzurro
-Veleno da disperdere in aria .- disse Sirius,
scambiando uno sguardo con Andrea - E
perché non l’hai usato?-
-Perché lei…- fece Remus indicando la biondina - E’ ancora viva…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry conosceva
bene le vicende del 31 ottobre 1981 . Hagrid era stato il primo a raccontargli che era
successo ai suoi genitori, ma più di una volta aveva letto, sentito parlare
della notte cheaveva cambiato la sua
vita… La gente tendeva a dimenticare il tatto davanti alla sua cicatrice e a
ripetere come una favoletta comeJames e Lily Potter si fossero immolati per
salvare il loro bambino e a dare a tutti loro un Salvatore … Il neonato che
aveva spedito all’inferno la fonte di ogni male.
Per questa ragione ,si era ritrovato ad
annuire più volte alle parole di Lily, prima che la donna arrivasse alla parte
di storia che lui non conosceva, che nessuno nel Mondo Magico conosceva . -…
Tuo padre mi disse di scappare con te, andai nella tua cameretta e non appena
mi allungai per prenderti,lo sentii mandare un urlo atroce…-
Lily portò gli occhi verso il marito accanto a lei - Per minuti interi ho sentito
botte, tonfi,gemiti sommessi. Sapevo
che stava succedendo , che Voldemort lo stava
torturando…- Lily si asciugò una lacrima e poi tirò su col naso intanto
che James le prendeva una mano e se la portava alle labbra per baciarne il
dorso-
..Ma non ho potuto fare nulla per aiutarlo…E’ stato orribile. ORRIBILE!-
-Mamma…- bisbigliò Harry. -Poi c’è stato silenzio e li ho pensato
che fossimo rimasti soli tesoro…- Lily scosse la testa, se pensava a
quel momento, sentiva ancora la disperazione scorrerle nelle vene. Si
vedevaaggrappata alla sponda della
culla di Harry, si sentiva dargli le ultime raccomandazioni, sentiva le lacrime
scorrerle sul viso e quel morso secco al petto. - Ero convinta di morire, ma quando Voldemort
sfondò la porta non riuscii a darmi per vinta e mi posi davanti alla tua culla anche se
sapevo…-sospirò chiudendo
gli occhi -…Sapevo di aspettare un bambino e che sarebbe morto anche lui se mi
fosse successo qualcosa.- -Eri incinta di Lorien.-
-Sì, lo avevo scoperto proprio quella mattina…-
Lily strizzò
gli occhi in una smorfia sofferta - …L’ho implorato, ho cercato di contrattare
per la tua vita, in quel momento non pensavo ad altro. Per un momento, credetti di esserci riuscita, ma poi lo vidi rinsaldare la
presa alla bacchetta e mi resi conto di essere perduta.- Si volse verso
il marito e sorrise guardandolo - Chiusi gli occhi, in attesa del colpo
mortale, chiesi scusa al mio bambino non ancora nato e pregai per quello che
rimaneva senza di me, quando sentì un tonfo e la voce di papà che mi urlava di
darmi una mossa…-un sorriso e Lily strinse la presa alla mano di James
che aveva trattenuto nella sua - Riaprii gli occhi, e vidi Voldemort per
terra e tuo padre mezzo sdraiato sulla sua schiena.-
-Come mai non ti ha ucciso Voldemort?-
James si chiuse nelle spalle - Credo che
mi abbia creduto morto dopo l’ultima Crucio, quando
non mi sono più mosso e non più cercato di appellare la bacchetta dal cassetto
della cucina…- ridacchiòsollevando
un sopracciglio verso la moglie - Certo
che passerò alla storia per essere l’unico idiota che va a scontrarsi disarmato
col Signore Oscuro.- Lily ridacchiò - Credo proprio di sì
…-
Harry riuscì a sorridere guardandoli - E poi?-
-… -LILY SVELTA, PRENDI HARRY E SCAPPA!
IO CERCHERO’ DI TRATTENERLO!- mi gridò papà mentre io cercavo di riavermi dalla sorpresa
di vederlo ancora vivo, anche se in pessime condizioni fisiche.-
-Lo hai semplicemente atterrato salendogli sopra?- Harry era incredulo.
James scosse il capopronto - L’ho accoltellato.- mimò il gesto del
ferimento con la mano libera -Presi da
un cassetto le forbici da cucito da tua madre e glie le piantai nella schiena.
Spinsi così forte che lo ancorai praticamente al pavimento.-
Silente annuì da vicino Harry-
Per quanto forte è pur sempre un uomo e le ferite le patisce anche lui..- indicò
Lily con un cenno della mano - Prego
cara, continua pure…-
-Mi volsi, ti presi dalla culla escavalcai Voldemort
che urlava di rabbia a terra e tuo padre che lo teneva giù. Arrivai fino a metà
corridoio e …- -E mi disse -Non posso lasciarti qui idiota, mi hai fregato un'altra volta..- -
interloquii James - Bel modo di sapere
di stare per diventare padre una secondavol…Preside?- Silente era balzato in piedi e fissava oltre le teste di James e Lily con
le labbra spalancate. I due si volsero, Harry si alzò in piedi e Regulus ridacchiò toccandosi la nuca - Scusi preside non volevo spaventarla.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Andrea si
sentiva ad un passo dall’implosione, quei due non erano mai stati in grado di
comunicare come due persone normale, ma per la miseria, arrivare aminacciarsi con la bacchetta era un po’
troppo - SIRIUS, PER MERLINO !- strillò con tutto il fiato che aveva in corpo - SMETTILA PER LA MISERIA!- Sirius si volse a guardarla, poi tornò a Remus - Che
significa, secondo te, che lei sia ancora viva?- abbassò il braccio che
reggeva la bacchetta e inclinò la testa verso la spalla sinistra.
-Se tu avessi voluto colpire uno degli Auror incaricati della tua cattura, non l’avresti rapita. L’avresti
uccisa e lasciata davanti la mia porta o…- Remus si strinse nelle spalle - … Magari avresti fatto in modo che il
padre la trovasse, per dargli un avvertimento coi fiocchi…- si appoggiò l’indice
della mancina contro le labbra e tamburellò quello inferiore. Sirius aggrottò le sopracciglia -Magari volevo solo estorcerle delle informazioni importanti.- - Rapirla per estorcerle informazioni? Sì, c’ho
pensato, ma no, lo sai meglio di me che
gli Auror tutti vengono immunizzati al Veritaserum…- Sirius lo fissò stupefatto… Il cervello di Remus era sempre uno spettacolo…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Per quanto ci
provasse, SeverusPiton non
riusciva davvero a capacitarsi che quel bambino era davvero il figlio di Lily e
James. si era sempre raccontato la favoletta che
Lily, la sua piccola e adorata Lily, si fosse data a quel troglodita per
riflesso al suo allontanamento. Sì, infondo al cuore era sempre stato convinto
che anche lei lo amasse, che non lo avesse mai dimenticato, e che quel
ragazzino, Harry, fosse nato per sbaglio.
Ma lì ce n’era un altro coi geni Evans/Potter e questo non poteva ignorarlo… Lorien assomigliava a James, ma aveva tutte le
espressioni facciali di Lily. Dal modo in cui arricciava il naso quando pensava,
a quello strano vezzo di stiracchiare una ciocca di capelli alla nuca con quando
leggeva… -COME! COME HAI POTUTO
DIMENTICARMI A QUESTO MODO!- lanciò un libro contro la parete e sussultò
quando udì una risata levarsi alle sue spalle. si volse di scatto e si tirò
indietro quando vide l’immagine di BellatrixBlackosservarlo
dallo specchio che teneva al muro accanto alla porta…
-Quindi i Potter sono vivi…- disse la donna pensosa.
-Sì…- si ricompose - Tu dove
sei?- Come Sirius, Bellatrix
e suoi marito erano latitanti da tredici anni, nonostante avessero sulla testa
una condanna a morte …
…Augusta Lupin Paciock era una donna
potente,
e il suo unico desiderio era lavare col sangue
l’aggressione subita dal figlio e dalla nuora.
La strega si strinse nelle spalle - Sono
molto più vicina di quello che pensi…-gli lanciò uno sguardo torvo -
Trova dove sono…- Severus socchiuse le labbra - Ci prenderemo il padre e i figli e ti
lasceremo la tua preziosa Lily…- si volse e si allontanò dallo specchio e prima che l’immagine svanisse, Severus vide sul fondo della stanza un enorme serpente nero,
la terribile Nagini, sibilare desolata…
-Tu dovresti essere
morto ragazzo.- Regulus si strinse nelle spalle e rispose allo sguardo
sinceramente costernato di Silente con un sorriso furbo -Lo so.-annuì con un piccolo cenno del
capo muovendosi dal battente della porta a cui era andato ad appoggiarsi - Me lo dicono in molti.- Silente lo guardò sedersi sulla piccola ottomana addossata ai piedi dell’alta
finestra che dava sul giardino di erbe mediche di Lily, prima di tornare a
guardare James e Lily, stavolta con la faccia di uno che pretende una risposta.
James sollevò le mani - Io pure lo
consideravo morto e stra-morto.- disse per poi indicare l’uomo con un cenno
del pollice della mano destra - E invece…-
sghignazzò socchiudendo appena gli occhi nocciola - Sembra che da tredici anni a questa parte l’inferno sia dotato di
porte girevoli.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Metti giù la bacchetta Pad tu non vuoi uccidermi…-
-Non credi che sia capace di farti fuori?-
-Non sei mai stato capace di uccidere qualcuno a sangue freddo tu.-
-Vuoi dire che non pensi più che sia stato io a vedere James e Lily a Voldemort?
-Ehm.-
Nessuna riposta. -Ragazzi?- Niente di niente. -Lo so che il momento è topico, ma
cagatemi un attimo.- Dopo uno sbuffo Andrea si sedette sul bordo del letto e sollevò la gamba
destra facendo passare il piede fra Sirius e Remus, più o meno ad altezza delle loro facce. -Sì?- esclamarono in coro i due
voltandosi verso di lei.
-Mi dispiace rovinare il momento magico
, ma…- indicò sollevando gli indici di entrambe le mani la porta alle
spalle di Remus-
Ma qualcuno sta per fare irruzione nella stanza.- inclinò il capo verso la
spalla destra socchiudendo gli occhi - E
a giudicare dall’ombra , direi che è mio pa…BLACK
CAZZO FAI?- Sirius se l’era caricata su una spalla e Remus aveva tagliato il cordino che la teneva legata alla colonna
del letto, senza però liberarle i polsi. La ragazza menò qualche botta a mani
unite sulla schiena delmago,
prendendogli pure a ginocchiate il petto.-Ahia.Andrea.Buona-si lamentò Sirius prima di scaricarla a terra in malo modo, e voltarla
per farle aderire la schiena al suo torace. Quando la porta della camera
letteralmente saltò dai cardini, Andrea sentì la punta della bacchetta dell’uomo
premerle contro la carne tenera del collo. -BLAAAAAACK!- fra la polvere
sollevata la sagoma di AlastorMoody
appariva ancora più inquietante. avanzò facendo ticchettare la gamba di legno
sul pavimento - Tu hai qualcosa di mio e
io lo rivoglio.- Remus tirò fuori la bacchetta e sorrise comicamente
dolce allo sguardo sbalordito che il mago gli
rivolse - Alastor,
fatti spiegare.- l’uomo strinse la presa al suo bastone tanto da far
sbiancare le nocche e Lupin arretrò di un passo -Non è come pensi.- Stretta a Sirius Andrea sospirò - Questi sono idioti.- -Malocchio ascolta un momento.- fece
Sirius sempre mantenendo la presa alla bacchetta e su
Andrea che teneva a sé con il braccio destro - Se ti calmi cinque minuti, ti spieghiamo tutto quello che è successo.-
sentì il capo della ragazza muoversi contro il suo petto, segno che si era
girata a guardarlo e abbassò gli occhi anche lui - Cosa?-
-Sei morto.-
-Non essere così drastica.-
-No sul serio sei morto.- Andrea indicò il padre sollevando le mani - Guardalo bene.- Alastor era letteralmente ammutolito dalla
rabbia, e quella vena che gli pulsava in fronte aveva la stessa portata idrica
del Tamigi praticamente. Andrea non aveva tutti i torti a dire che erano morti
lui e Remus.
-Porca puttana.- esclamarono in coro.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Credo che il ragazzo
sia curioso di sapere come va avanti la storia.-
Gli sguardi si spostarono da Regulus che se ne stava
comodamente seduto in ottomana con il mento appoggiato nel palmo della mano
destra, a Harry che si mordicchiava il labbro, visibilmente innervosito dall’interruzione
del racconto - E se devo essere sincero,
anche io sono parecchio curioso…- Lily si strofinò il centro della fronte con due dita e tornò al figlio,
anche James si girò sulla sedia per tornare a rivolgere la sua attenzione ad
Harry e Silente, da vicino il ragazzo, emise un lieve sospiro allentando la
tensione sorpresa che gli aveva incordato le spalle alla vista di Regulus.
Harry, rivolse uno sguardo ancora a Regulus e si
ritirò imbarazzato quando questo gli fece un occhiolino sfoderando un sorriso
reso sghembo da una piccola ferita ad un angolo della bocca.
Era decisamente un bell’uomo, conlunghi
capelli neri raccolti in un gonfio
codino e una simpatica frangia spettinata che gli copriva a tratti gli occhi
azzurro cielo. Aveva tratti precisi, un velo di barba a scurirgli la mascella e
una decina di lividi in via di riassorbimento sparsi per il volto, di cui uno
gli aveva creato una gobbetta al naso.
Assomigliava vagamente all’uomo presente nelle foto del matrimonio dei suoi,
quello accanto a James e che suo padre stringeva forte a sé con un braccio attorno
alle spalle, ma allo stesso tempo era diverso.
Tornò a Lily scrollando il capo -
Continua.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Andrea si
sentì trascinare e si ritrovò a strofinare i talloni delle scarpe intanto che Sirius arretrava per cercaredi sottrarsi allareazione che si stavagonfiando nel corpo di AlastorMoody.
Facendo forza sul bastone che reggeva nella mano , l’Auror
avanzò verso il centro della stanza, Remus si ritrovò
a battere il braccio sinistro contro quello destro di Sirius
che si volse a guardarlo da sopra una spalla - Qua finiamo male Remmie.- sibilò questo
rinsaldando la presa alla bacchetta. -Malissimo.- concordò Remus senza staccare gli occhi dal vecchio mago di fronte a
loro.
La ferocia di AlastorMoody
in battaglia eraleggendaria, loro, per
quanto portati per i duelli e in superiorità numerica, non potevano sperare di
potersela cavare senza un danno. A furia di arretrare si ritrovarono a battere
la schiena contro il muro di fondo della stanza e videro un sorriso malato
spuntare sulle labbra sottile di Alastor.
-OCCAZZO…- -Siete morti.- ripeté Andrea. -Invece di sottolineare l’ovvio aiutaci!-
Andrea sbuffò sollevando le mani che nessuno dei due aveva pensato di liberarle
e afferrò Remus per il bavero della giacca - Scusa papà.-
esclamò guardandolo con il capo inclinato vista la posizione a schiena inarcata
per afferrare il licantropo. -Cosa?-
I due
maghi vennero avvolti da una nuvola di fumo bianca che li fece sparire nel
nulla, Andrea, privata dal sostegno di Sirius dietro
di lei, cadde a gambe all’aria e Malocchio le si avvicinò ondeggiando per via
della gamba di legno - Li hai fatti
scappare.-
-Lo so.-
-Perché?-
-Perché sono innocenti.-
FINE CAPITOLO.
Nella speranza che vi
ricordiate di questa storia, un saluto dalla vostra devotissima Inochan
UN GRAZIE ENORME A CHI HA RECENSITO LO SCORSO
CAPITOLO.
CAPITOLO
QUATTORDICI.
Quando Andrea aveva inarcato la
schiena fra le braccia di Sirius, li aveva afferrati
entrambi per la giacca, e sottratti all’ira funesta di Malocchio in corner, li
aveva smaterializzati nel primo luogo che le era venuto in mente, ovvero il
vicolo alle spalle del locale dove da qualche mese Remus
lavorava come pianista.
Atterrarono come sacchi, uno sopra l’altro, prima di rotolare , uno da una
parte e uno dall’altra, tenendosi uno la testa e l’altro la spalla destra con
la mano sinistra che probabilmente si era lussato per la brutta caduta. Remus rotolò di pancia , poi si sollevò carponi, stringendo
la presa tanto da intrappolare fra le dita ciuffi di capelli corpo miele. Sentiva
bagnato sotto al palmo, probabilmente si era ferito - Pad stai bene?-farfugliò,
ma gli bastò un occhiata per capire che doveva essersi fatto più che male -Ehi…-gli gattonò accanto e quello rispose alla sua
domanda con una decina di imprecazione smangiucchiate, prima di socchiudere un
occhio e guardarlo rosso in faccia. -Andiamo…- Remus
gli afferrò la mano sinistra al polso e, beh Sirius
era talmente magro che riuscì a tirarlo su senza sforzo. Aprì con una pedata la
porta in legnoche dava sul retro del
locale e facendo attenzione a non essere visto dal cuoco che stava facendo inventario in dispensa, si diresse
verso la scala che dava sul piano superiore dello stabile.
Era una palazzina vecchia, molto probabilmente dei primi del novecento, con
pavimenti in legno che scricchiolavano ad ogni passo e finestre troppo piccole
per illuminare bene. Una costruzione come tante altre nella zona del porto, che
probabilmente Sirius nel suo girovagare aveva anche
frequentato, senza sapere che era il luogo di lavoro di Remus.
L’Animagus si lasciò trascinare senza fare
storie,guardandosi attorno, fino a che Remus non aprì una seconda porta a pedata e si lasciò
sfuggire un sorriso divertito. Era una stanza lunga e stretta, con un lettino
che occupava quasi tutto lo spazio calpestabile e un armadietto stipato sotto
la finestra. -Siediti.- gli ordinò Remus intanto che chiudeva la porta dietro di loro. -Cos’è questo posto?-
- Il pub dove lavoro.- Remus ignorò l’espressione
sorpresa di Sirius, a quanto pareva anche lui come
Andrea non ce lo vedeva in quel posto. -
In posti come questo capita che ci si picchi anche per uno sguardo storto,
quindi…- dall’armadietto tirò fuori una cassetta del Pronto Soccorso babbana che buttò sul letto vicino all’amico, chinandosi a
cercare altro .
-Sanguini infatti.-
-Non è per me.- Sirius aggrottò la fronte. -Togliti la camicia Pad, e vediamo come
rimetterti a posto la spalla. -Remus si sollevò
tenendo in mano un pezzo di legno, una specie di mattoncino che Sirius ricordava di aver avuto come giocattolo da bambino. Con
tanti di quei cosi ci si costruiva una torre e poi, bisognava togliere un pezzo
alla volta partendo dal basso. - Ci stai provando con me?-
-Ammetto che sei sempre una gioia per i miei stanchi occhi…-Remus gli si sedette accanto facendo inclinare il letto
verso di lui. Incredibile , ma vero, il piccolo Lupin era più pesante e ben
messo fisicamente di lui - …Ma lasciamo
la nostra relazione su un piano platonico, non potrebbe mai funzionare.- Sirius ingoiò una risata con un colpo di tosse, e
si tirò indietro quando Remus cercò di togliergli la
camicia che teneva aperta sopra ad una maglia a maniche corte verde bottiglia - Non voglio…- borbottò guardando Remus torvo.
-Che ti aiuti?- finì il licantropo. Remus appoggiò le mani sulle ginocchia e prese un bel
respiro - Ascolta Sirius,
hai tutto il diritto di avercela con me, ti ho tradito, non sono stato un buon
amico, ma adesso voglio rimediare.- passò due dita sulla ferita alla
tempia, strizzando gli occhi per il male per riflesso. Probabilmente aveva
bisogno di punti , ma non potendo andare in un ospedale babbano
visto il suo sangue infetto non riscontrabile dalle normali analisi e nemmeno
al St.Mungo, avrebbe dovuto pensarci da solo. -… Dieci ad uno Andrea non è riuscita a calmare il padre. La prossima
volta Alastorcercherà di prendersi le nostre palle per trofeo, e visto che sappiamo tutti e due
quanto può essere spietato Malocchio in battaglia, vuoi dargli pure il
vantaggio di non riuscire a tenere in mano una bacchetta perché hai una spalla
fottuta?- Sirius fece
per rispondergli, ma poi scosse il capo e si lasciò togliere la camicia gemendo
penosamente ad ogni movimento della spalla destra. Remusgli lanciò un occhiatacome per cercare di capire, di quanto fosse
sottopeso, prima che il suo sguardo si posasse sui suoi avambracci.
Segni di punture, vecchie e nuove, lividi in via di riassorbimento. Dimenticando
la lussazione alla spalla Remus afferrò il polso
destro di Sirius e gli sollevò il braccio destro a
forza, l’animagus urlò per riflesso e Remus lo fissò orripilato. - Ti fai?-
-…- -Sirius!-
-Non guardarmi con quella faccia Remus, avrei voluto
vedere te al mio posto.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sirius non poteva sapere che, dall’altra parte di
Londra, il fratello che credeva morto da anni era sbottato alla volta dell’amico
che allo stesso modo credeva morto e sepolto, additandolo come uno schifoso
vigliacco. Regulus aveva ascoltato il racconto di
James e Lily in silenzio, il modo in cui erano scappati insieme dalla casa,
come Voldemort li avesse raggiunti visto che James
era troppo debole per smaterializzarsi e lei troppo spaventata e come l’avesse
colpita con quell’AvadaKedavra. “Come diavolo ha fatto Lorien a sopravvivere, almeno lui avrebbe dovuto morire…
Lily non la racconta giusta.” si era detto, facendo eco alla smorfia
perplessa che era comparsa anche sul volto di Harry, prima di non riuscire più
a trattenersi e sibilare alla volta di James - Un racconto avvincente, ma questo non spiega, perché avete lasciato
il vostro primogenito …- Harry aveva annuito alla sua volta, per poi tornare a
guardare il padre e la madre -…E
abbandonato un innocente al suo destino.-
Lily sospirò osservando Harry, intanto che James sembrava rimuginare sull’osservazione
di Regulus che era seguita con un “Sei un vigliacco Potter…” che era
stato prontamente ammonito da Silente -
Vedi, è successo che, quando mi sono ripresa c’era una squadra di Auror attorno a noi…- Lily si mosse nervosa sulla
seggiola stringendo la presa sulla mano di James - Uno di loro ti aveva in braccio e gli altri stavano facendo bere una
pozione curativa a tuo padre che stava morendoper emorragia.-
James si guardò la gamba sinistra, Harry non poteva sapere quali e quanti
cicatrici ci fossero lungo la coscia fino al fianco - Ho allungato le braccia verso di te, ma loro mi hanno detto che eri
un affare dello Stato Magico, il Bambino che aveva sconfitto Voldemort, andavi protetto…- -Vuoi dire che mi hanno…- Harry li fissò
stordito -…Rapito?- -Praticamente sì…- Lily annuì
disperata, gli occhi resi lucidi dalle lacrime che stava cercando di trattenere
in gola - Ho cercato di riprenderti, ma
mi hanno detto cheuna buona madre
avrebbe capito che era la cosa migliore da fare, farti vivere lontano dalla
magia, in casa dei miei, sotto lo sguardo attento di una squadra di Auror che ti ha sorvegliato ogni giorno della tua vita.- Harry morse il labbro inferiore, gli occhi fissi sul tavolo che lo separava
dal padre e dalla madre. Infondo, non era proprio tutta colpa loro se era
cresciuto in quella specie di girone dell’inferno. -Non neghiamo che abbiamo sbagliato,
avremmo dovuto lottare per te, anche a costo di finire ad Azkban,
ma…- Lily lanciò uno sguardo al marito che sembrava ancora perso in chissà
quale pensiero, per poi tornare al figlio, senza riuscire a spiccicare una
parola.
-Avevate paura che vi togliessero anche Lorien?- Lily annuì mestamente - Abbiamo
accettato tutto questo, per evitare che anche lui ci venisse tolto…- lasciò
la mano di James e cercò di prendere quella di Harry appoggiata al bordo del
tavolo - Perdonaci Harry…-
-Che significa un innocente lasciato al suo destino?- Lily volse il capo verso James, anche Harry guardò il padre e Silente
chiuse gli occhi intanto che James voltava il capo verso Regulus.
Il mago più giovane, gli scoccò uno sguardo stranito, poi, vedendolo sinceramente
perplesso , spiegò stupefatto -Sto
parlando di Sirius, James.- -Sirius?- fece eco Lily intanto che Harry
osservava le sue mani attorno alla sua. Regulus spostò gli occhi da uno all’altro, non
sapendo se scoppiare a ridere o a piangere -
Ragazzi, ma mi state prendendo per il culo?- guardò Silente - Non sapete che Sirius
è accusato di essere un Mangiamorte? Di essere QUELLO
che vi ha venduto a Voldemort?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
C’era stato un momento di
stallo, poi la tempesta prevista da Silente a quella notizia si era abbattuta
sul piccolo salone con la potenza di un uragano. James era scattato in piedi e
si era avventato su Regulus, scrollandolo avanti e
indietro, come per fargli sputare la verità a forza - Non sei divertente!- aveva gridato, prima di capire che non era
stato lui a mentire, ma Silente, in tutti quegli anni.
-Preside…- aveva esalato Prongs- Lei ha detto che i miei amici stavano
bene, che Remus lavorava come Archivista al Ministero
e Sirius come Auror.-
-La verità è un po’ diversa, James.-
Fine capitolo.
Regulus ha ragione, Lily non è stata sincera.
Cosa è successo davvero quella notte? Lorien come ha
fatto a sopravvivere? u.u quando vedere Supernatural
fa troppo male
Come avrete capito,
leggendo le mie storie, tendo a far migrare i miei personaggi originali da una
storia all’altra (vedi Lorien, vedi il personaggio
che verrà presentato in questo capitolo) spero che la cosa non vi crei troppa
confusione .
CAPITOLO QUINDICI.
Ci sono
momenti nella vita di una persona in cui tutto, ma proprio tutto, sempre andare
per il verso storto e a nulla serve sperare che domani andrà meglio, perché
quasi sicuramente, andrà molto peggio di quantochiunque possa immaginare. E’ come dice la legge di Murphy, se qualcosa
deve andare male lo farà, anche a costo di invertire la polarità della terra e
la sua rotazione. Per questa ragione Andrea Moody non
fu per nulla sorpresa di ritrovarsi fra le mani l’ordine di assassinio di SiriusBlack e di Remus Lupin. Sapeva perfettamente che suo padre non l’aveva
creduta,e che voleva la testa dei due
maghi suun piatto. Sospirò sollevando
gli occhi al soffitto e accartocciò il mandato fra le mani, gettandolo nel
secchio accanto alla scrivania.
-L’ordine seicentotrenta.-
si disse in uno sbuffo - Permesso di utilizzo a vista di Maledizioni senza
Perdono.-
Era un
enorme problema. Era un enorme, gigantesco, apocalittico problema. Tutti gli Auror di Inghilterra avevano adesso il potere di colpire
quei due con l’intenzione di uccidere, e niente li avrebbe dissuasi a non
farlo. Vista la bella reputazione di Sirius. Sì
lasciò cadere seduta sulla seggiola con le ruote dietro la sua scrivania e
osservò crucciata le carte radunate sul tavolo.Costringerla al lavoro in ufficio era un maledetto spreco, lo sapevano
tutti, se proprio non si fidavano più di lei -visto che suo padre era stato
così gentile da dire a TUTTI che era stata plagiata da SiriusBlack- perché non la licenziavano? Chiuse le braccia
in una stretta sullo stomaco - Semplice…- mormorò prendendo a dondolarsi
sfruttando le molle della seggiola - Così possono tenermi meglio sott’occhio.-
-Come
diavolo li avverto?- mormorò massaggiandosi la fronte con una mano.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La domanda
che invece si stava ponendo James Potter, dall’altra parte di Londra era -Come
diavolo li trovo?- Erano passati due giorni da quando Silente si era finalmente
deciso a dire la verità, che gli aveva sempre mentito per evitare che uscisse
allo scoperto, e lui aveva perso la pace! Aveva provato a cercarli per
divinazione, a perlustrare la zona del porto assieme a Regulus,
ma niente. Sembra che la terra se li fosse inghiottiti con tutte le scarpe e
lui, come già detto,non sapeva più dove
sbattere la testa. aveva saputo da vie traverse del rapimento di Andrea, e del
fatto che fossero fuggiti assieme equesto sé da una parte lo tranquillizzava, dall’altra lo scoraggiava da
moire.
Per
trovarli avrebbe dovuto battere in astuzia Remus , e Remus John Lupin era senza dubbio una delle persone più
furbe che aveva mai avuto la fortuna di incontrare. Sospirò lasciando cadere le
spalle e Regulus, accanto a lui, gli rivolse un
sorriso incoraggiante - Vedrai che domai andrà meglio, e li troveremo.-
-Già…-
brontolò l’animagus - Speriamo però che intanto
qualcuno dei nostri amici…- gli fece segno delle virgolette volanti -… Non
trovi noi.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Erano
passati due giorni e Lorien ed Harry non si erano
ancora rivolti la parola. Lorien continuava ad essere
ancora LorienDoyle e
soltanto le persone più vicine ad Harry si erano accorti di quanto gli
somigliasse senza quagli occhi azzurro cielo e quei capelli biondi. Aveva
motivato quel travestimento come uno scherzo e nessuno, visto il suo carattere,
lo aveva messo in dubbio.
Il problema
erano quelli che sapevano chi era. I due leccapiedi di Harry, ovvero Ron Weasley ed HermioneGranger e i suoi cosiddetti amici. Quelli più fastidiosi
erano i due del dinamico Trio, Hermione che sembrava
sempre volerlo piazzare sotto una lente di ingrandimento per studiarlo meglio,
e Ron che sembrava essere geloso di che, lo sapeva solo lui. Ginny aveva preso ad andare in confusione anche con lui,
Neville aveva bofonchiato un “ Quando si saprà, ti sentirai troppo figo per parlarmi” o qualcosa del genere. Solo Luna
continuava a trattarlo come al solito, ma Luna aveva la testa fra le nuvole
ventitre ore su ventiquattro e non faceva testo.
Sbuffò
innervosito e si grattò dietro l’orecchio destro con un piglio decisamente
canino. Era scappato dalla Sala Comune, visto che Fred Weasley
aveva iniziato a fissare prima lui e poi Harry, poi lui poi Harry,ed era
mezz’ora che vagava senza meta, sbuffando come una locomotiva a vapore peri nervi.
-La
cravatta.-
-Eh?-
Lorien si volsee sollevò
entrambe le sopracciglia verso Harry che lo osservava da un aula aperta. Aveva
un libro sotto il braccio e la fronte corrugata a creare una minuscola
espressione nel mezzo della fronte. -Come?- gli chiese - Che ci fai qua?-
Harry provò
a sorridere alla volta del fratellino. Nonostante tutto non riusciva a sentirsi
totalmente in collera con qualcuno che gli assomigliava così tanto -Hai il nodo
della cravatta allentato e…- sollevò il libro con una mano - Hermione aveva dimenticato questo in classe.-
Gli si
avvicinò, fino a portarglisi di fronte , si chinò per
infilare il libro fra le ginocchia e tenerlo stretto con quelle e sollevò le
mani verso il colletto della camicia di Lorien. Il
bambino abbassò lo sguardo imbarazzato sulle dita di Harry che stringevano il
cravattino porpora e oro e poi ridacchiò toccandosi la testa -Grazie, non lo so
fare il nodo io.-
-E questo
chi l’ha fatto?-
-Papà, io
mi limito a stringerlo quando infilo la cravatta e poi ad allentarlo quando la
devo togliere. Non lo disfo mai.-
Harry tirò
indietro le mani e abbassò gli occhi sul pavimento - Abbiamo iniziato male,
però una cosa voglio dirtela.- Lorien lo guardò
perplesso, inclinando come al suo solito la testolina verso la spalla destra -
Ho sempre desiderato un fratello minore.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Andrea mi
ascolti?-
-EH?- Andrea sollevò gli occhi dal suo piatto esi strinse nelle spalle -No, non lo se Caramell
c’ha il parrucchino o meno .- Hestia e Kingsley si scambiarono
uno sguardo e la ragazza si chiuse nelle spalle - Cosa?- chiede guardando prima
uno e poi l’altra.
-Non so Andie, sembri strana.- cominciò Hestia con un sorriso.
-Strana?- le fece eco il mago menando un pugno al tavolo - Sembri sotto
sostanza, che ti ha fatto quel porco di Black?- Kingsley non fece a tempo a finire la frase che Andrea
scattò in piedi battendo le mani ai lati del tavolo. Più di una testa, nella
popolata mensa si volse verso di lei intanto che berciava alla volta dell’amico
-NON CHIAMARLO PORCO! NON MI HA FATTO NU…-
Uno dei tanti visi voltati verso di lei oltre ad essere particolarmente bello,
era particolarmente conosciuto. Una giovane donna sui venticinque anni, folti
capelli nerimossi in riccioli naturali
e occhi nocciola. Era in piedi accanto alla porta di ingresso e la stava
osservando con le sopracciglia aggrottate a creare una minuscola ruga nel
centro della fronte.
-Quella non è Cecily Potter?- Kingsley si volse - Sì, è lei.-
-Che diavolo ci fa qua? Non era uno degli Inquisitori?-
-Tuo padre l’ha richiamata al servizio attivo, ora è a capo delle ricerche di Black e Lupin.-le spiegò Hestia e
Andrea si sentì agghiacciare.
-La sorella di James Potter a capo delle ricerche di Black,
ma sono impazziti? Quella lo ucciderà!- si volse a prendere a giacca dalla
spalliera, e la infilò intanto che correva verso la porta.
FINE CAPITOLO…
u.u chi
sono gli Inquisitori dite? Bella domanda XD
Davvero un splendido inizio del mese, non c’era davvero che
dire.Prima veniva rapita, poi le
segavano le gambe a lavoro, e adesso questo. Ancora una volta Madre Sfiga
l’aveva eletta a sua figlia prediletta,non vi era il minimo dubbio! Senza alzarsi, Andrea Moody,
sollevò il piede destro dalla pozzanghera melmosa in cui l’aveva
accidentalmente infilato,lo scrollò cercando di ripulirlo e alla fine buttò
fuori una parolaccia con uno sbuffo fra i denti.
Se da una parte seguire Cecily nelle sue ricerche era
stata l’idea vincente per riuscire a scoprire dove si trovavano Sirius e Remus, da una parte la
cara ragazza era fin troppo sveglia e Andrea era riuscita a non farsi beccare
solo tirando fuori il meglio del contorto bagaglio educazionale lasciatole dal
padre.
Quando gli altri padre, a tutte le bambina del mondo , insegnavano ad
allacciarsi le scarpe e ad andare in bici, Malocchio Moody
instillava nella testolina bionda della sua unica figlia tutto il suo sapere di
Cacciatore, e quindi su come seguire una preda senza venire scoperti.
Cacciò un gemito disgustato e si mosse con cautela per spiare il fare della
ragazza a qualche metro da lei. Mentre Andrea era accucciata accanto ad un
cassonetto della spazzatura, accanto ad un gatto quasi sicuramente affetto da
qualche malattia alla pelle che si grattava come un forsennato, Cecily era ferma di fronte ad un supermercato, le mani
infilate nella tasca della giacca e il cappuccio della maglietta tirato sul
capo a coprire i capelli.
-Non mi piace.- si disse Andrea e le piacque ancora meno la faccenda quando
vide chi stava aspettando la strega, un Remus Lupin
con una busta della spesa fra le braccia. Andrea vide il licantropo guardare a
destra poi a sinistra lungo la strada, prima di incamminarsi verso la zona del
porto. Remus non aveva mai avuto un addestramento Auror, e si vedeva visto che non s’era accorto di Cecily incappucciata benché facesse più che caldo per
essere a Londra -Porca zozza, lo
ucciderà!- Gli Inquisitori, ovvero il gruppo di maghi scelti fra gli Auror più valenti, erano un corpo a parte del ministero. A
differenza dei Cacciatori, squadra di cui Andrea faceva parte, non avevano
alcun bisogno di ordini dall’alto, non avevano obbligo di riportare a casa viva
la preda e usare maniere brutali era all’ordine del giorno.
Erano i figli del Cancelliere Cramer, un uomo losco,
salito al soglio del potere del Wizengamot con la
macchia di essere un Mangiamorte pentito all’ultimo
momento per evitare Azkban.
Cecily non
avrebbe solo ucciso Remus, l’avrebbe massacrato per
farsi dire dove si trovava Sirius, seviziato in una
maniera orribile prima di fargli il favore di ucciderlo. Se essere Cacciatori,
a volte, voleva dire tramutarsi in demoni, essere Inquisitore significava
esserlo trecentosessantacinque giorni all’anno.
Remus si
stava avvicinando verso un complesso di casupole che s’affacciavano sul porto,
bettole più o meno ripulite, case di piace camuffate, e chissà che altro.
Andrea socchiuse gli occhi e Cecily si fermò un
attimo, guardandosi attorno.
Erano state stupide in due a non cercarli subito lì, fra i
dimenticati di Londra, erano sempre stati sotto al loro naso, nascosti in bella
vista. -Anche tu ti senti stupida eh,
piccolo genio?- fece Andrea alla schiena dell’Inquisitore intanto che
lentamente portava mano alla bacchetta. Doveva stendere Cecy
e cercare quei due scemi per dirgli di scappare in culo al mondo, proprio per
essere delicati, ma quello che Andrea non sapeva è che non era la sola a
seguire i movimenti di Cecily.
Poco lontano dalle due, un enorme cane lupo nero stava
osservando la scena. Grosso quanto un orso, il pelo folto che al sole mandava
riflessi blu come le ali di un corvo e gli occhi grigio cielo. Era davvero una
bestia enorme che volse il capo prima verso Andrea poi verso Cecily.
-Wooof.- latrò,
ma quando Andrea si volse, era già sparito.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Nonostante Remus si fosse intestardito
a farlo mangiare tre volte a giorno pasti degni di questo nome, Sirius non aveva messo su un etto. Affogava nei vestiti su
cui riusciva a mettere le mani e stranamente, impediva a Remus
di sistemarglieli con la magia, quasi avesse impressione di vedersi allo
specchio tanto magro.
In quel momento si trovava sulla banchina, seduto su un attracco con le mani
appoggiate sulle ginocchia e il capo chino verso l’acqua, stava osservando il
galleggiante della canna da pesca che aveva a lato e pareva ponderare sul
buttarsi lui a mollo e non quello stupido coso. Remus
lo vide sculettare come un gatto che prende la mira e si ritrovò a ridacchiare
intanto che si fermava ad osservarlo dall’altro lato della banchina, anche Cecily lo osservò intanto che una folata di vento le si
insinuava fra i lunghi boccoli castani che le contornavano il viso,
sollevandoglieli e abbassandole il cappuccio.
La reazione di Sirius, a poco da lei, fu istantanea!
Anche Andrea dal suo cantuccio lo vide drizzare il capo di scatto e voltarlo
verso la giovane che lo osservava. -Sono passati molti anni, ma vedo che
non mi hai dimenticata Sirius.- Il mago scosse
debolmente il capo, intanto che Remus realizzava che
era stato seguito, si voltava anche lui e cercava di mettere mano alla
bacchetta - Lupin non ce l’ho on te, ma
se tocchi quella bacchetta ti cavo le budella dalla gola.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Merda. Merda. Tanta merda dal cielo. Andrea si sporse a
controllare la situazione e poi si ritirò nel suo cantuccio con gli occhi
strizzati. Batte una capocciata indietro, al muro della casa dove aveva trovato
riparo e poi sbuffò come un mantice. La sua carriera era prossima ad andare a
donne di malaffare, tanto per parlare pulito, perché una volta ingaggiato
battaglia con quella piccola stronza, anche lei sarebbe finita nella lista dei
ricercati. - Ma chi me lo fa fare…- bisbigliò
sfilando dalla tasca la bacchetta e stringendola nella mano sinistra - Mamma, dammi una mano che quella è forte.-
sussurrò prima di alzarsi in piedi con un colpetto di reni.
Si sporse ancora a guardare e non potè
non soffermarsi sull’espressione di Sirius alla volta
di Cecily. Più che spaventato di trovarsi di fronte
alla futura causa della sua morte, perché la sorella di James Potter
sicuramente non si sarebbe fermata ad ascoltarlo come aveva fatto lei e lo
avrebbe levato dal mondo con un AvadaKedavra, pareva rapito dal suo aspetto. L’aveva lasciata
mocciosa e la ritrovava donna, pareva affascinato.
-Moody ti pare il momento di essere gelosa?- si
disse la ragazza - Sii uomo maledizione!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sirius non
aveva la forza di portare la mano all’arma che sentiva aderire alla pelle della
schiena. Di tutti i maghi del Ministero, erano solo due quelli su cui non
avrebbe mai osato levare l’arma una era Andrea, l’altra era Cecy.
Inspirò profondamente e sollevò entrambe le mani verso la giovane che lo
fissava- Cecy ascolta, è una storia lunga posso
spiegarti.- -Spiegarmi cosa?- gli chiede la
ragazza - Come hai deciso di vendere mio
fratello a Voldemort?- tirò fuori la bacchetta
dalla manica destra della giacca -Tira
fuori la bacchetta Sirius. - Sirius
scosse il capo debolmente. Era la sorella di James quella, la bambina che aveva
anche considerato un po’ sua. Il suo corpo si rifiutava anche solo di pensare
di farle del male - Sirius
tira fuori la bacchetta.-
-SIRIUS TIRA FUORI LA BACCHETTA!- strillò Remus-SIRIUS!-
-NO!-
Chiunque probabilmente si sarebbe commosso, ma Cecily era irremovibile. Voleva la testa di SiriusBlack su un piatto, la
voleva ad ogni costo. Gli puntò contro la bacchetta -SIRIUS INGAGGIA BATTAGLIA!- gli ordinò, ma quello scosse di nuovo
la testa. Andrea uscì dal suo nascondiglio, ma qualcuno la superò in corsa e si
getto su Sirius buttandolo a terra.
L’animagus vide un incanto a luce verde,
probabilmente un Anatema che Uccide sfilargli ad un soffio dalla testa, poi una
pezzo di testa della persona che era stesa su di lui. Capelli scuri raccolti in
codino, si volse a guardare chi era il suo salvatore e James fece altrettanto
tirando su il capo e le spalle.
*Il cagnolone dell’altro capitolo era proprio Regulus nella sua forma animale :D E’ stato lui ad
avvertire James del pericolo che Sirius e Remus stavano correndo.
CAPITOLO DICIASSETTE.
Di certo
non erano quelle le espressioni cheaveva desiderato vedere sul viso degli amici e della sorella, ma James
non si sentiva proprio di biasimare nessuno dei quattro che lo stava fissando
con gli occhi sgranati. Sapeva perfettamente di essere un cadavere
disseppellito ai loro occhi, ed era già tanto che nessuno gli aveva puntato la
bacchetta contro al grido di “Infero!” Si alzò da Sirius,
mettendosi in ginocchio e lo guardo strisciare indietro usando le mani e i
calcagni, sospirò e portò gli occhi verso Remus che
aveva una mano premuta al petto. Volse il capo verso la spalla destra e le due
ragazze presenti erano nella stessa situazione,Cecily si teneva la bocca coperta con una mano
e Andrea spostava lo sguardo da lui alla bacchetta, come se fosse indecisa se
attaccare o meno.
Si alzò, poggiando le mani sulle ginocchia e si mise di tre quarti per essere
visto da tutti - Ragazzi…- disse con
voce rasserenante - Sono io, state calmi
e vi spiego tutto.- Si guardò attorno e nessuno ebbe reazioni, evidentemente
era troppo sconvolgente la sua vista perché avessero tempi di reazioni brevi. -Sirius.-
si volse verso l’amico, ancora seduto per terra, e gli sorrise - Sono io, sono James.- Era l’unico fra
i quattro a poterlo riconoscere dall’odore da che sapeva lui, allungò una mano
voltata con il palmo all’aria e gli sorrise bonario - Annusami, sono io, sono James.- Sirius pareva troppo scombussolato anche solo per
ricordarsi come si respirava, figuriamoci se aveva la presenza di spirito di
prendere e annusare la mano che James gli stava offrendo, l’animagus
si volse verso Remus e si alzò poggiando le mani
ancora sulle ginocchia - Remie.- disse -
Sono io.- -James?- bisbigliò il licantropo - Sei…- lo guardò da capo apiedi - Sei…- non riusciva
nemmeno a dirlo -…Sei tu?- James lo
vide spostare la testa a sinistra e sgranare gli occhi -SIRIUS!-
James non fece a tempo a girarsi che si senti agguantare una spalle e voltare
di forza, un attimo per guardare in faccia Sirius con
gli occhi iniettati di sangue per la rabbia che si sentì lo zigomo destro
scricchiolare dolorosamente al punto dell’amico. Cadde come un sacco,
portandosi entrambe le mani alla faccia, e in men che
non si dica, l’altro gli fu addosso. -SIRIUS!- gridò cercando di pararsi
la faccia, ma Sirius sembrava posseduto dal demonio!Benché
fosse parecchio sotto peso , aveva una tale frenesia addosso, che James non
riusciva a levarselo di dosso,e neanche
ad afferrargli le braccia per impedirgli di massacrarlo di pugni -SIRIUS TI PREGO!-
-NO!NO! NO! BASTARDO!- sollevò il braccio per caricare l’ennesimo pugno al
volto del mago steso sotto di lui, che si sentì afferrare il braccio da qualcuno
che glie lo tirò indietro ancora di più. Cadde sbilanciato e si ritrovò a
venire stretto da qualcuno che mandava un conosciutissimo odore di miele.
Sollevò la testa e incrociò lo sguardo con Andrea che lo teneva a sé tenendogli
entrambe le braccia attorno al collo. Per un momento ebbe l’istinto di togliersela di dosso a suon di gomitate
per tornare a lanciarsi su James, che Remus aveva
tirato via, e che stava tirando a tirarsi in piedi, ma quell’odore di miele gli
piaceva. Era fin troppo rasserenante. -Dovete andare.-
La voce di Cecily, poco lontano da loro, colse tutti
di sorpresa. La ragazza era girata a guardarsi le spalle - Loro sanno dove sono, dovete andare.- James si tolse dalla presa
alle spalle di Remus e fece per andarle incontro, ma
la strega sollevò entrambe le mani per trattenerlo - No, vai .-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
A rischio
di sembrare ripetitivo James si ritrovò a pensare ancora che quella di certo
non era la riunione che aveva sperato. Sirius aveva
cercato di ammazzarlo di botte, Remus faticava a
guardarlo, Cecily non l’aveva voluto nemmeno che le
si avvicinasse. L’unica che pareva relativamente felice di vederlo era Andrea.
-Va meglio?- gli chiese appunto la ragazza intanto che l’incantesimo
curativo che aveva evocato prendeva a scaldarle deliziosamente le palme delle
mani che teneva ai lati del viso dell’animagus, poco
più in là Remus stava impacchettando la mano sinistra
di Sirius in diversi giri di garza. -Va meglio.- mormorò James mogio mogio, lo sguardo fisso al pavimento fra i piedi di Andrea,
sospirò e volse un pochino la testa verso Sirius, che
come previsto, si girò ancora di più per evitare di incrociare il suo sguardo
manco per sbaglio.
Si trovavano nella piccola camera da letto che Sirius
e Remus occupavano dall’inizio della loro latitanza,
una stanzetta con le mura ammuffite con un solo lettoe con un sacco a pelo, spinto sotto la finestra.
I due feriti erano seduti sul letto, alle due estremità, e Sirius
si era pure girato per fare in modo di dare la schiena all’ex amico. -Senti, mi fai spiegare?- chiese
James muovendo il capo fra le mani di Andrea - E’ una storia lunga e complicata e…AHIA!- Lo zigomo destro gli
aveva appena scricchiolato paurosamente prima di tornare a posto - Vacci piano ragazzina!-
-Dovresti ringraziarla invece…- soffiò Sirius
girandosi per un momento - Se non fosse
per lei saresti morto sulla banchina e io sarei finalmente ricercato per un
omicidio che ho commesso.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Quella non
era decisamente una novità per Neville Paciock. Solo,
in mutande, nel bel mezzo della Foresta Proibita, questa volta i Serpeverde si erano davvero superati. Lo avevano
bloccatoad un soffio dai dormitori,
spintonato fino a fuori il Castello poi lasciato là, dopo avergli fatto sparire
i pantaloni di dosso. Si guardò attorno, stiracchiandosi la camicia per cercare
di coprirsi mentre la luce del sole calava oltre il profilo degli alberi.
Aveva un pessimo senso dell’orientamento, non aveva idea di che parte era
arrivato assieme agli altri, visto che l’avevano fatto girare su se stesso come
una trottola , prima di mollarlo. Tirò su col naso e mosse qualche passo verso
destra.
Un fremito nel basso fogliame però lo convinse a cambiare strada, si girò verso
sinistra, ma il fremito alle sue spalle, si fece molto più forte e voltando la
testa verso la spalla destra cercò con gli occhi il cespuglio in questione.
Cacciò un gridò terrorizzato quando vide un enorme serpente nero spuntare e
puntarlo con degli incredibili occhi azzurri. Il piccolo grifondoro,
si volse di scatto e cadde di schianto fra le foglie secche, arretrando con i
talloni e i piedi.
Era un enorme pitone scuro, la bestia più grossa che avesse mai visto in tutta
la sua vita.
Quello che
Neville non sapeva che al St.Mungo, Augusta Paciock,
stava ascoltando suo figlio mormorare sotto voce - Amore, come sei cresciuto.-
Un grazie ENORME a chi ha
recensito lo scorso capitolo.
Capitolo diciotto.
La vita di RubeusHagrid era quanto di più semplice e metodico ci
potesse essere ad Hogwarts. Per questa ragione, nessuno
si sorprese a vederlo passare di corsa seguito da Thor, tutti lo sapevano che a
quell’ora era solito andare da Silente per bere con lui una buona tazza di tea.
Ma quello che aveva fra le braccia e che teneva coperto con la sua giacca di
code di tasso, beh, era un altro paio di maniche.
La testolina scura di Neville Paciock spuntava in
quel groviglio di pelame, gli occhi azzurri erano spalancati e fissi, tremava
in maniera convulsa, e passando molti riferirono, fra cui l’immancabile DracoMalfoy sempre in prima fila
nel diffamare i Grifondoro, di aver sentito puzza di
pipì provenire dalui. Benchè il mezzo gigante berciasse di tornare in
classe, di non seguirlo, s’era ritrovato con una coda di studenti a tenergli il
passo e quando s’era affacciato in infermeria, aveva dovuto minacciare Colin Cannon, di lasciargli il naso nella porta, se non si fosse
tirato indietro lui e la sua macchina fotografica. -Che gli è successo?- i presenti al
fatto, accalcati dietro la porta, riuscirono a sentire dalla stranitaMadama Chips, prima
che una cortina di silenzio calasse su tutta la faccenda.
Nello stesso momento, a Londra, BellatrixBlack osservava
sorpresa il grosso pitone nero acciambellato ai piedi delle scale. Nagini sollevò gli occhi azzurri verso di lei e la donna
tirò le labbra in un sorriso - Sai sei eccezionale, nessuno nelle tue
condizioni sarebbe riuscito a mantenere la sua identità…-
Il serpente sibilò fendendo l’aria con la lingua biforcuta…
-…Ed è per questo che mi piaci, Frank.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Come al solito le notizie,
soprattutto seavvolte dal manto della
segretezza, fanno in fretta a passare di bocca in bocca, e così, a capo di
qualche giorno tutta la scuola sapeva di Neville e di come era stato ritrovato
da Hagrid a vagare in stato confusionale al limite
della Foresta Proibita.
Nessuno degli studenti aveva avuto il permesso di visitarlo e CalìPatil aveva giurato di aver
vistoil Ministro della Magia in persona
dirigersi verso l’infermeria seguito da Silente e un accigliato Piton.
Harry sbuffò appoggiato alla sua scopa e Lorien
sollevò le sopracciglia in risposta al suo sguardo. A quanto pareva la notizia
di un secondo Potter in giro per la scuola non era niente rispetto ad un
ragazzino traumatizzato, trovato con i pantaloni bagnati di pipì . -A quanto pare i nostri cinque minuti di
popolarità sono finiti.- disse infatti il più piccolo dei due, intanto che
portava alla bocca un ape frizzola e la masticava
pensieroso. Per effetto del dolce si sollevò un poco dal muretto su cui era
appoggiato e Harry si chiuse nelle spalle -
Meglio così fratello. Non so te, ma io ero stufo di trovarmi a venire fissato
come un…- si allungò a pescare dal sacchettino che Lorien
teneva sulle ginocchia - …Fenomeno da
baraccone.-
Non si poteva definire un normale rapporto fraterno il loro. si stavano
conoscendo, si stavano trovando bene assieme, ma nessuno dei due si era ancora
fermato a pensare quanto era cambiata la sua vita. Soprattutto Harry, si era
rifiutato di porgersi la domanda e si godeva la compagnia del fratellino che
aveva sempre desiderato. Lorien aveva un carattere stupendo, un indole allegra
e mattacchiona.
Secondo Hagrid somigliava a James caratterialmente
tanto quanto lui gli somigliava fisicamente e questo, in qualche modo, lo aveva
spinto a mettere un pochino da parte il risentimento che sentiva verso i
genitori per averlo lasciato in mano ai Dursley per
tredici anni, per un vago desiderio di conoscerli e sapere qualcosa di loro . -Tu sei sempre guardato come un fenomeno
da baraccone.- osservò Lorien crucciando la
faccetta e gonfiando le guanciotte- Sono io quello che non sono abituato a
venire guardato come se fossi un nano bicefalo.- Era piccolo per la sua età Lorien, più basso di
Harry di almeno tutta la testa e smilzo abbastanza da sembrare uno scheletrino vestito. Aveva i capelli neri, come quelli di
Harry, tenuti spettinati con la frangia comicamente alzata a scoprire la
fronte, e gli occhi nocciola. Harry gli rivolse uno sguardo fra il divertito e
l’amorevole, prima di alzare le spalle -
Sì, ma ormai le occhiate alla mia cicatrice mi rimbalzano…- Lorien pescò una nuova apetta
zuccherosa dal sacchetto e aggrottò la fronte. Harry lo vide guardarsi attorno
con una faccia perplessa, prima di girarsi e buttare un occhio oltre la sua
spalla destra. Harry si sporse a guardare oltre il muretto. Qualcuno,
appoggiato ad un albero in giardino, stava agitando la mano destra verso di
lei. Da dove si trovava Harry poteva vedere solo un lembo di gonnellina di
panno e una treccia rosso fuoco - GinnyWeasley?-
-Già, chissà che vuole.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Ehi.-La
figura accoccolata sotto le coperte non si mosse e Remus
sollevò gli occhi al soffitto alla ricerca di divina pazienza. -Ehi.-ripeté. Sirius si volse sotto le coperte e si schiacciò
il cuscino sulla testa masticando un paio di imprecazioni alla volta del
licantropo che, attraversando la stanza al buio, era andato a sollevare
l’avvolgibile della finestra. Si tirò su di scatto, poggiando le mani sul
materasso e rivolse uno sguardo irato alla figura sfocata che doveva essere Remus.
-Giorno a te raggio di sole.- chiocciò quest’ultimo, arricciando un angolo
delle labbra in un sorriso sbarazzino. Erano passati quattro giorni da quando James Potter era ripiombato nelle
loro vite e Sirius non aveva più spiccicato mezza
parola. Dopo avergli intimato di non farsi più vedere, perché altrimenti si
sarebbe guadagnato l’accusa di omicidio che pendeva sulla sua testa, era
sprofondato in una depressione cupa fatta di grugniti e ringhi difficilmente
capibili. Remus era dotato di una bella scorta di
pazienza, ma dopo quasi una settimana di quella vita, si sentiva prossimo ad
abbandonare la sua politica di non-violenza, per afferrare la testa dell’amico
e sbattergliela al muro fino a ridargli il dono della parola.
-Ha intenzione di tenere il broncio ancora a
lungo?-
-Non sto tenendo il broncio.-
-MIRACOLO!-Remus
sollevò entrambe le mani sopra la testa -
SI RICORDA ANCORA COME SI FA A PARLARE!-
Sirius afferrò il cuscino e lo lanciò verso la
cieca, era ancora mezzo accecato dal brusco cambio di illuminazione, e il
guanciale sbattè contro la finestra, mancando
clamorosamente Remus che era appoggiato lì accanto.
Si trovavano nella vecchia casa di Remus,quella
doveva aveva vissuto da ragazzino assieme alla madre, Emmie.
Avevano deciso di nascondersi in piena vista, in un luogo ovvio che erano quasi
sicuri che Malocchio avrebbe scartato a priori.
Erano passati quattro giorni, e il tempo pareva dare loro ragione. -Se non parlo, significa che non ho
nulla da dire, no?- Sirius allontanò le coperte con un calcio e si
alzò, tirandosi su i boxer. In passato era stato dotato di un fisico
estremamente tonico e prestante. Ora pareva che la prima folata di vento se lo
doveva portar via. Remus non poté fare a meno di studiare la pelle tesa
sulle costole, le braccia esili segnate da quelle cicatrici di iniezioni.
Sospirò mentalmente sollevando gli occhi al soffitto prima che Sirius potesse rendersi conto come lo stava guardando e con
gli occhi metaforicamente al cielo - Perché non provi a sentire le sue
ragioni?- Ovviamente era inutile dire a chi si stesse riferendo - Era…- mormorò
- Era così disperato.- Remus fece appena a tempo a finire la frase che si
sentì afferrare malamente per la camicia e sbattere con forza contro il muro
dietro di lui . Non oppose resistenza e strizzò semplicemente l’occhio destro
mentre portava l’altro verso l’amico - Sirius.-
-La disperazione di James Potter non è più un mio problema.-
FINE
CAPITOLO:
Nella speranza che vi
ricordiate ancora di questa storia, un saluto dalla vostra devotissima Inochan.
X Faith_San:
Ho amato i film, ma una cosa che non sono mai riuscita a digerire è stata la
scelta degli attori. Cinquantenni per interpretare dei trentenni. In questa
fiction l’aspetto dei personaggi è uniformata alla loro età, Gary Oldman e Co, arriveranno fra molti capitoli, quando la
storia procederà negli anni e i protagonisti invecchieranno.
Sirius:IanSomerhalder (lo so che è un cliché, ma
io lo immagino così Sirius da ragazzo) Remus: James McAvoy
James: Henry Cavill
Lily: Deborah AnnWoll
Andrea: Kristen Bell Cecily: EmmyRossum Regulus: Orlando Bloom Lorien: LiamAiken Severus:Matthew
MacFadyen. Per la precisione, in questa veste: http://2.bp.blogspot.com/-de-daFH4aZ0/TqZq6hzxPBI/AAAAAAAARpo/FvylqFZIW9k/s1600/Matthew_Macfadyen_004.jpg
Svegliarsi in compagnia, per quanto le fosse
capitato raramente, non era una sensazione del tutto sconosciuta per Andrea Moody, il problema era che era più che sicura di essersi
coricata da sola la sera prima. Per
questa ragione era schizzata a sedere con un gridolino fra il sorpreso e lo
spaventato, ed era arrancata fino al bordo del materasso, facendo forza con i
calcagni e le mani per scivolare sulle lenzuola.
Inutile dire il picco d’odio che le era schizzato in testa non appena si era
resa conto, che non era uno sconosciuto pervertito quello che le si era
infilato nel letto. O meglio, che era un pervertito sì, ma che la conosceva fin
troppo bene quella canaglia che le sorrideva amabile. Una vena le si gonfiò in
fronte -SI-SIRIUS BLACK!- strillò paonazza in volto -CHE DIAVOLO CI FAI NEL MIO LETTO!?- Sirius si guardò attorno intanto che Andrea
recuperava le coperte e le usava per coprirsi. Sì, perché lei aveva l’abitudine
di dormire in canottiera a mutandine, visto che teneva il camino acceso anche
la notte. L’uomo si chiuse nelle spalle - Era presto quando sono arrivato, mi
dispiaceva svegliarti.- le scoccò un sorriso adorabile - Sei carina quando
dormi. Senza contare che come mi sono steso, ti sei girata e mi hai abbraccia…-
sgranò gli occhi e sollevò entrambe le mani per ripararsi -…ANDREA METTI GIU’
QUELLA LAMPADA!-
Andrea era balzata in piedi sul materasso, brandendo la lampada che aveva al
comodino, reggendola con entrambe le mani, l’aveva portata oltre la testa,
tremando di rabbia e di vergogna - IO TI UCCIDO STUPIDO COSO!- strillò un
secondo prima che dal corridoio risuonassero nella stanza dei passi affrettati.
La ragazza lanciò uno sguardo allarmato alla porta, poggiò la lampada sul
comodino e dopo aver buttato il piumone addosso a Sirius
gli si lanciò bella sdraiata addosso.
Malocchio aprì la porta ancora in camicia da notte e Andrea sollevò il capo - ‘Giorno.-
lo salutò con una vocina da sonno niente male - Che succede?-
-Hai urlato.- rispose il mago guardandosi attorno - Perché?-
-Brutto sogno.- sentiva Sirius muoversi sotto di lei,
e per farlo star fermo, gli piantò un ginocchio a far peso fra le gambe,
intanto che fingeva di allungarsi per vedere l’ora sulla sveglia - Sono le
sette papà, non dovresti andare a preparati per andare a lavoro?- Malocchio le
rivolse uno sguardo accigliato - Che c’è?-
-Sento puzza di maschio.- Sirius, sotto Andrea,
ingoiò una risata, girandosi quel tanto che bastava per avere la bocca premuta
contro il collo della giovane. Però, che buon odore… -Ho bevuto una birra con Kingsley ieri sera.-
Malocchio parve riappacificarsi. Fortunatamente, per dormire toglieva il suo
occhio magico, e con il solo occhio naturale, non era in grado di accorgersi
dei minimi movimenti che Sirius, infagottato nelle
coperte, compiva per respirare. -Kingsley…- lo sentì ripetere il Malandrino - Vorrei
proprio sapere quando ti deciderai ad accettare la sua corte Pagnottella.-
Andrea avvertì Sirius irrigidirsi sotto di lei,
probabilmente per trattenersi dal ridere. Avrebbe riso anche lei, se solo non
avesse saputo quanto forte fosse il desiderio di suo padre di vederla accasata
con il suo pupillo. E non poteva di certo mettersi a litigare con lui, con SiriusBlack che le faceva da
materasso, no? -…E’ così un bravo ragazzo e ti vuole tanto bene.-
-Non mi pare il caso di parlarne adesso, papà.-
tagliò corto Andrea -Su vai a prepararti.- Il Mago sospirò prima di chiudere la
porta e Sirius si scoprì la faccia - Cosa?- gli chiese
Andrea che gli stava ancora sdraiata addosso.
-Tu e Kingsley?-
Andrea si chiuse le spalle.
-Non per dire nulla Moody, ma sei troppo gnocca per uno così.-
-Non per dire nulla Black, ma io non ho la profondità
di una pozzanghera.- Sirius sollevò le sopracciglia - Vuoi dire che sono
superficiale?-
-La schiera di ragazze che ho visto passare al tuo fianco non era di certo
degna del premio Merlino *- chiocciò Andrea con aria innocente.
-Touché
Pagnottella, ma continuo a sostenere, che sarebbe uno
spreco vederti con Kingsley.- da quello che aveva
potuto sentire nelle ore in cui se l’era tenuta addosso addormentata, e anche
adesso che c’era solo il piumone a dividerli, aveva un corpicino piccolo, ma
ben proporzionato. Quasi armonioso. Uno spreco per un gigante come l’erede al
trono di Malocchio Moody -… E poi Moony
che direbbe?-
Andrea aggrottò la fronte - Remus? Che diavolo c’entra
Remus?-
Andrea se l’era dimenticato quel bacino scherzoso che aveva dato a Remus quella sera nel vicolo dietro al locale dove il
licantropo lavorava. Sirius che aveva assistito alla
scena, no.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
A differenza del fratello maggiore, Lorien non sembrava essere venuto al mondo con il gene
pozioni, proprio come Lily, per questa ragione si erano sorpresi tutti quando Piton gli aveva intimato di rimanere dopo la fine delle
lezioni e di seguirlo nel suo ufficio. Aveva risposto bene a tutte le domande,
facendo guadagnare quattro punti a Grifondoro, ma
forse il Professore, dopo il primogenito di James Potter, aveva deciso di
odiare anche il secondo. Lorien sbuffòintanto che osservava il professore rovistare nell’armadietto accanto
alla scrivania e aggrottò la fronte perplesso quando lo vide tirare fuori una
collanina con il cordino in caucciù e un pendente in argento e pietra
trasparente come vetro a forma di…Era un triangolo quello?
Nel silenzio della stanza letteralmente foderata di libri, Severus
osservò il ninnolo che teneva fra le dita, e poi il ragazzino che lo osservava.
A differenza di Harry, che era il ritratto del padre, Lorien
aveva anche qualcosa di Lily. La forma del viso, rotonda e con le guanciotte come la Lily bambina che viveva nei suoi
ricordi. Il modo in cui arricciava il
naso quando ponderava una domanda, o di come si grattava il retro dell’orecchio
sinistro quando era confuso.
Erano tutte scaglie di Lily che vivano in lui, e che Harry non aveva.
-Professore?- Severus sollevò gli occhi e Lorien inclinò la testa - Doveva parlarmi?- -No.-Severus fece il giro
della scrivania e gli andò di fronte - Dovevo darti questo.- Si chinò in avanti
, era anche piccolo per la sua età, proprio com’era stata sua madre. Per anni,
la più piccina della classe, prima di fiorire in donna quasi all’improvviso - E’
una Pietra Emostatica.- Lorien corrugò la fronte - E che devo farci?-
-Quando avrai la sensazione che si stia riempiendo di sangue, dovrai correre in
infermeria. Madama Chips saprai che fare.-passò le braccia attorno al collo del bambino
e gli assicurò la collanina al collo. Lorien pareva
più che confuso - Fidati di me.-
-Mi fi-fido.-
Severus sospirò lanciando uno sguardo allo specchio
a muro che Bellatrix usava per mettersi in contatto
con lui “…Almeno a te, posso salvare la vita.” si dissescrollando mentalmente il capo e alzandosi -
E ora vai pure.-
FINE PRIMA PARTE.
Come potrete vedere nel corso della fiction, Severus avrà
un ruolo più che positivo. Questo capitolo è l’inizio della redenzione di cui
il suo personaggio sarà protagonista.
Un uomo inginocchiato,
voltato di spalle. Non ha su la camicia, e la schiena è aperta da numerose
ferite. James lo osserva, sa di conoscerlo, ma non ha idea di dove l’ha già
visto.
Frammenti di immagini.
Urla. Sangue.
L’uomo sembra giovane,
ha i capelli biondi, lunghi tanto da poter essere afferrati in una manciata da
chi lo sta seviziando. James può vedere i muscoli della sua schiena tendersi
fra il sangue che scende. Sa di conoscerlo, ma deve vederlo in volto.
Frammenti di immagini.
Urla. Sangue.
Il punto di vista si
sposta. Come in un film la telecamera sembra ruotare. James aggrotta la fronte
intanto che il volto dell’uomo si delinea nell’ombra assieme a quello del suo
creatore. Vent’anni, o qualche anno di più, capelli biondi e occhi dannatamente
blu. -FrankPaciock.- e la
donna che lo tiene per i capelli è BellatrickBlack.James sente
formicolare la schiena, un brivido che gli fa stringere le braccia attorno al
corpo per riflesso. Una donna singhiozza piano, Alice riversa nel suo sangue,
gli occhi strizzate e la bava alla bocca
-Ho un destino
peggiore della morte per te Frank…- mormora una voce nel buio - Una premio per
la tua testardaggine a non voler morire.- l’espressione da animale braccato di
Frank è tremenda, James non riesce a guardare - Diventerai il primo dei miei
servi.-
James emerse dal sonno con un
grido agghiacciato e immediatamente, portò la mano destra alla gola, per tastare
la consistenza del collo.Il sogno si
era spento in una nuvola scura che aveva preso la forma di un pitone nero che
gli si era avventato alla gola . Si volse e Lily, accanto a lui, lo fissò con
una mano premuta sul petto - Ho fatto un
brutto sogno.- si passò ancora la mano sulla gola, tastando la carne in
maniera quasi ossessiva - Un brutto
sogno.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Quella era la quinta mattina che Andrea Moody
si svegliava appoggiata al petto di SiriusBlack, e per la prima volta il mago non si ritrovò a venire
scaraventato giù dal letto, né preso a sberle. Tenendo le braccia sotto la
testa, osservò la testolina bionda di Andrea ancora appoggiata alla sua spalla,
e quando questa la tirò indietro per rivolgergli un assonnato -’Giorno cane.-si
ritrovò a sorriderle,sereno - Un giorno mi devi spiegare perché ti
infili nel mio letto tutte le notti.- -Di mattina presto in realtà.- precisò
Sirius sollevando gli occhi.
-Quello che è.-borbottò Andrea senza alzarsi.
Era strano. Quasi intimo.Sirius aggrottò la fronte intanto che ascoltava il respiro
lento della ragazza. Ne sentiva il colore contro il panno leggero della
camicia, e ora che ci pensava. Era più calda del normale. Sposta la mano destra
e girando il braccio attorno alle spalle di Andrea, la porta ad appoggiare
sulla fronte della giovane - Scotti.- disse
-Pozione
venefica.- mormorò la biondina chiudendo gli occhi -Avrò la febbre per qualche giorno.- si chiuse nelle spalle senza
accennare a cambiare posizione -
Inconvenienti del mestiere.- sentiva freddo e Sirius
emanava un bel calduccio. -Tuo padre l’ho sentito uscire.- Sirius guardò verso la porta della camera. -Mio padre non è uno di quelli che ti
prepara la minestrina quando sei malato.- Sirius arricciò il naso intanto che spostava la
mano dalla fronte di Andrea alla spalla, sfiorandole con le dita la curva
morbida della guancia e quella graziosa del collo. Non la sentì reagire come al
suo solito –ovvero urlando e maledicendolo-
quindi doveva strare davvero male - Vuoi
che te la prepari io?- le chiese tornando a guardarla, ma aveva chiuso già
gli occhi . Sirius la osservò pensoso e sorprendendo anche sé stesso,
strinse la presa attorno alle spalle della ragazza, tirandosela meglio contro e
poi sollevò di nuovo il piumone per coprirla. Oggi niente giochi, si disse, ma
coccole fino a che non torna a capirci qualcosa.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Neville non era ancora riapparso per i corridoi della scuola e
la piccola truppa che si era radunata davanti alla porta dell’infermeria, ora
pretendeva di sapere per quale ragione. A volte, lo si sentiva gridare come un
dannato, altre piangere rabbonito da Madama Chips. Molti
dicevano che fosse sul punto di diventare pazzo, altro che lo fosse già, ma
nessuno sapeva dire il perché di questo crollo e ora Harry Potter e isei che gli sgomitavano alle spalle
pretendevano una risposta.
Madama Chips, sollevò gli occhi al soffitto in un
moto di esasperazione e poi si fece di lato per indicargli il letto dove la
figuretta paffuta di Neville era accomodata. Era dal giorno del ritrovamento
che non parlava, e nemmeno Piton con la sua Legimanzia era riuscito a capire cosa fosse successo.
I suoi ricordi erano un confuso gorgogliare blu -Provateci voi a sbloccarlo.- sbottò stizzita l’infermiera ei ragazzini avanzarono a blocco. Lorien aveva Ginny aggrappata al
braccio destro e Harry lo sentì sbuffare come un mantice intanto che cercava di
liberarsi della sua presa spacca ossa e con uno scrollone.
La prima a parlare, dopo il momento di silenzio in cui tutti si meravigliarono
delle condizioni di prostrazione in cui verteva Neville, fu l’immancabile Hermione. Dopo essere avanzata di un passo e aver buttato
indietro i crespi riccioli color castagna con un colpetto della mano, si
avvicinò al letto - Neville, possiamo
parlarti?- Neville spostò gli occhi chiarissimi verso di lei e Hermione,
per la prima volta, si rese conto che aveva gli occhi di un blu fantastico - Neville che ti è successo?- Il ragazzino non le prestò attenzione, l’attraversò con lo sguardo per
andare ad Harry -Il serpente.-bisbigliòe Madama Chips , dopo un momento di sgomento,
corse in corridoio alla ricerca di Silente
- Il serpente mi ha parlato.-
-Di che serpente parli?- gli chiese Harry -Il pitone nero.- specificò Neville
con aria assente. -E che cosa ti ha detto?- In un frusciare di vesti multicoloreSilente comparve sulla soglia assieme ad un ansante Piton
che appoggiò una mano al battente della porta. I due si scambiarono uno sguardo
prima di avvicinarsi. Avevano provato di tutto per far parlare il piccolo Paciock,
e ora si sbloccava solo perché aveva visto Harry?
-Io non voglio uccidere ancora.-
La frase
riecheggiò fra le mura dell’infermeria, poi Neville mandò un gemito -IO NON VOGLIO UCCIDERE ANCORA, TROVA REMUS LUPIN.- gridò afferrandosi la testa e iniziando a
dondolare -SONO PAPA’NEVILLE. IO NON
VOGLIO UCCIDERE ANCORA. TROVA REMUS LUPIN.-
Harry si
volse verso Silente che ascoltava atterrito il delirio di Neville -Preside.-
-Dobbiamo
trovare Nagini.- mormorò questo voltandosi
verso Piton che pareva agghiacciato - Severus.-
-Non è possibile.-
-Nemmeno io lo credevo possibile. Ma a quanto pare, nessuno in questo mondo
resta morto a lungo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Il
pitone si acciambellò sfinito sul pavimento, appoggiando il capo sul suo stesso
corpo. Aveva speso le sue ultime energie per inviare quel ricordo mentale a
James Potter. Sollevò gli occhi e li puntò verso l’uomo che lo fissava dall’alto.
LuciusMalfoy
-Sveglia principessa, abbiamo del lavoro da fare.-
Il lavoro che Naginidoveva compiere era aggredire una delle poche
persone che mai, e poi mai,avrebbe
avuto il coraggio di attaccare. Bellatrix lo sapeva e
sorrise nello scorgere quel lampo di orrore negli occhi azzurri del pitone nero
accanto a lei.Remus
Lupin era appena uscito in cortile, reggendo nella sinistra un sacchetto per la
spazzatura e gli occhi dell’animalemandavano unatale pena, che la Mangiamorte si sentì ad un passo dal ridere soddisfatta. -E’ lui il tuo obbiettivo.-
Il serpente fendette l’aria con la lingua biforcuta. -Sai bene che se ti rifiuti ancora di
uccidere un obbiettivo,questa volta a
pagare il fio delle tue colpe sarà la dolce Alice.-Bellatrix
vide il panico affiorare negli occhi del pitone. Lo sentì fremere per l’odio, e l’impotenza e si chinò in avanti appoggiando
le mani sulle ginocchia - Allora?-
lo incalzò indicandogli la casa con un cenno del capo scarmigliato - Ci sbrighiamo?-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Andrea mormorò qualcosa nel sonno e dopo
un momento aprì gli occhi. Si guardò attorno e si alzò a sedere nel letto.
Sola. Eppure era convinta che pure quella mattina, Sirius
si fosse presentato . Si grattò la testa confusa, primadi udire una lieve risata arrivare dalla
porta. Si volse di scatto e Sirius entròtenendo fra le mani un vassoio che le
appoggiò in grembo. -Eri delusa?-
-IO?- fece eco Andrea alternando lo sguardo dal viso dell’uomo al piatto di minestra calda - Delusa di cosa?-
-Che non fossi accanto a te.-la guardò arrossire -Ho indovinato.-
-Affatto, avevo paura che avessi rubato l’argenteria e fossi scappato.- Andrea
prese il cucchiaio da vicino il piatto,e tirò su un bel sorso di minestra. Ci soffiò sopra gonfiando le guancie
rosse e lustre per via della febbre e vide Sirius
sorridere quasi intenerito. Per un momento,perché quando ebbe sollevato lo sguardo di nuovo verso il suo volto,
aveva la stessa espressione idiota di sempre. -L’ha fatta Remus?-
-No, io.- Andrera sfoderò un espressione scettica, appoggiò di
nuovo il cucchiaio sul fondo del piatto, e tirò su un secondo sorso di
minestra, ma invece di indirizzarlo verso di sé, lo allungò a Sirius - Bevi.- -Io sto benone .-
-Bevi.-
-Certo che sei diffidente, Moody.-
-Bevi.- Sirius chinò in avanti la testa e buttò giù tutto
la cucchiaiata di minestra. Si leccò il labbro superiore con un aria da
birbante che era tutto un programma, e la ragazza si fidò, finalmente a
mangiare a sua volta. Abbassò leggermente il capo, spalancò la bocca e bloccò
il cucchiaio a metà strada a sentire la mano di Sirius
tirale indietro il capelli dal viso. Sollevò gli occhi verso di lui, e anche se
sarebbe stato il momento migliore per un qualcosa di romantico, con la mano di
lui ferma sulla sua gota e i loro sguardi incatenati… Da bravo soldatino
allevato da Malocchio Moody ad essere parca nei
sentimentalismi, strillò imbarazzata a morte -NON PRENDERTI TROPPE CONFIDENZE CON ME, CANE!- prendendolo a calci
da sotto la coperta.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Poche volte nella sua vita Remus Lupin aveva benedetto il morso che l’aveva reso
Licantropo, e mai prima di quel momento, s’era ritrovato a ringraziare
sentitamente madre Luna per aver dotato i suoi figli di cotanta tempra fisica.
S’era buttato dalla finestra aperta, di spalla e rotolato fra i cocci rotti, ma
a parte qualche graffio stava benissimo. Anche il pitone pareva sorpreso
intanto che lo osservava per metàancora
in casa e per metà in giardino. Remus si tirò indietro, spingendo sui calcagni per
mettere spazio fra lui e l’enorme rettile emormorando a bassa voce, appellò la bacchetta dal cassetto della
scrivania. Si udì un tonfo e l’armaarrivò roteando su se stessa tipoboomerang, cozzando contro il palmo della mano dell’uomo.
-Avevi otto anni e io dieci
quando ti sei fatto quella cicatrice.- Remus sentì tutto il sangue nel suo corpo evaporare.
Stava impazzendo o il pitone aveva…? Lasciò cadere il braccio, la mano stretta
attorno alla bacchetta, il fiato ansante per la sorpresa. Anche se a fatica,
quella che usciva dal corpo del serpente, era quella di una persona. Una
persona che conosceva fin troppo bene.
-Quella sotto l’occhio destro.-
specificò l’animale
-CHI DIAVOLO SEI ? COME
DIAVOLO FAI A SAPERLO?- che
da piccolo, invece di prendere un boccinoin mano , gli era finito addosso di faccia. Remus stropicciò la
parte con il pugno destro.
-Sono Frank…-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Neville sembrava terrorizzato, accucciato
sotto le coperte sembrava così piccolo e indifeso. Harry si avvicinò ancora al
suo letto e cercò di toccargli il capo -
Neville.- mormorò e il bambino sollevò gli occhioni
blu verso di lui - Chi è Remus Lupin, tu lo sai?- gli chiese.
Il bambino premette le labbra una contro l’altra, serrandole con forza,e fu Lorien a
rispondere al posto suo - E’ uno dei migliori amici di papà.-
spiegò al fratello e i bambini accanto a lui - Licantropo infettato, e cugino
da parte di padre di Frank Paciock il padre di
Neville.- che a quanto pareva era vivo sì, ma nel corpo di un pitone lungo
metri e metri.
Remus sapeva di stare per svenire, ma non aveva
idea di quanto tempo ancora avrebbe retto il suo cervello prima del blackout
che sentiva arrivare. Sentiva la testa leggera,il mondo farsi sempre più lontano, ovattato da una nebbiolina ai margini
del suo campo visivo, e sapeva bene che quel ronzio che sentivaallargarsi nelle orecchie non aveva nulla a
che fare con il cielo carico di nubi sopra la sua testa.
Non era un tuono, anche se un lampo illuminò per un momento la figura del
Pitone di una luce fredda prima di farlo ripiombare nella penombra del
temporale. -Maledizione.-
scattò.
Si alzò, facendo forza sui calcagni per tirare le ginocchia al petto, recuperò
la posizione di guardia e arretrò di due passi - Maledizione.- ripeté tra i denti.
La pioggia aveva preso a battere insistente, il licantropo strizzò un occhio per cercare di vedere fra l’acqua che
gli scorreva a rivoli lungo il viso scendendo a gocce lungo il mento. Arretrò
ancora di un passoe il Pitone fendette
l’aria con la lingua biforcuta avvicinandosi ancora. Visti da fuori sembravano
impegnati in uno strambo balletto -…Cosa
posso dire perché tu mi creda Remus ?- Remus credeva, credeva eccome.
Credeva di essere diventato pazzo. Ecco cosa credeva.
Perché ricordava bene quella voce. La ricordava benissimo e non poteva essere
vero.
Frank Paciock giaceva in coma irreversibile al St.
Mungo.
Cercò di mettere ancora spazio fra sé e il serpente,scivolando a causa della
fanghiglia che si stava creandoalzò la
bacchetta puntando contro il muso del pitone che sibilò come spazientito.Evocò nella testa una Stupeficium, ma fu troppo lento.
Il licantropo vide tutto come in un lampo confuso. Naginiche
scattava verso di lui, allungandosi di colpo come unafrusta,la casa che ondeggiava davanti a lui, il cielo che prendeva tutto il suo
campo visivo.Portò entrambe le mani al
collo per cercare di allentare la presa del serpente, che strinse
facendoglistrofinare la scheda contro
il prato . -MALEDIZIONE.-sputò sbracciando per cercare di
arrivare alla bacchetta che gli era volata di mano durante la caduta -ACCIO BACCHETTA.-
urlò tendendo le dita della mano destra.
L’arma volò verso di lui, roteando,Remus la strinse, ma l’incantesimo gli morì in gola per via
di una stretta furiosa del pitone attorno al suo collo.
Un pensiero incoerente si fece strada verso di lui, una richiesta di aiuto che
riuscì a mandare con le ultime forze sotto forma di patronus
che scattò nella pioggia e si misein
ricerca tenendo il muso e la coda bassa.
Il pitone lo trascinò verso la casa, sotto lo sguardo di Bellatrix
che aveva assistito allo scontro da dentro un auto incantata, probabilmente l’avrebbe
divorato con calma, penso laMangiamorte mettendo in moto.
Il momento
di ragione, stavolta, non era durato a lungo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Il Patronus di Remus
Lupin era un lupo di piccole dimensioni, simile a Moony. Sirius socchiude gli occhi, per un momento abbagliato
dalla luce che esso portava prima di alzare la testa dal guanciale, sfilando il
braccio da sotto il capo di Andrea che gli dormiva addosso.
Era riuscito a convincerla a mangiaredopo essersi beccato una decina di calci sotto al letto e quando
finalmente si era appisolata, a pancia piena, non aveva avuto il coraggio di
lasciarla sola, e si era steso di nuovo vicino a lei. Deliziandosi quando, dopo
una ventina di minuti, fra il dormiveglia, l’aveva sentita voltarsi verso di
lui, per accoccolarsi contro il suo fianco.
Afferrò un lembo della coperta che copriva il Cacciatore fino al seno e la tirò , su rimboccandogliela fino al collo
. La osservò per un momento, prima di fare il giro del letto, e dedicarsi al
lupettodi fumo argento che sembrava
abbaiare nella sua direzione.
Si accucciò di fronte a lui, sedendosi sui calcagni e il Patronus
si gettò in lui, nel suo petto, lasciandogli sulla punte delle labbra le
coordinate dove trovare Remus. Si alzò , poggiando le
mani sulle ginocchia e si volse per lanciare un ultima occhiata ad Andrea che
dormiva.
Sorrise fra sé e sé prima di sparire in un turbine di fumo azzurro.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Remus si volse sul pavimento,la mano destra premuta alla gola e la sinistra contro il torace.
Il dolore che sentiva alla gola era tutt’uno a quello che sentiva alla nuca, gemette
fra la saliva che gli colava dalle labbra socchiuse e sollevò gli occhi verso
la sagoma scura del pitone che lo osservava con quegli innaturali occhi azzurri. -Vuoi uccidermi?- gorgogliò - Sono infetto.-
Il pitonesi avvicinò, strisciando il
ventre sul pavimento di legno,per
strofinare la testa rettangolare contro la fronte del licantropo. Una mossa strana
da parte di un rettile , simile alla coccola di un gatto al suo padrone - Mi dispiace Remie,
madovevo farle credere di averti
ucciso.- Remie. Erano passati anni da quando qualcuno, che
non era Sirius o James, l’aveva chiamato a quel modo.
Sgranò gli occhi color miele arrossati e iniettati di sangue, annaspando con la
mano verso la testa di Nagini che non si sottrasse al
tocco. -Frank?- chiese,con un filo di convinzionenella
voce rauca. -Non volevo stringere tanto forte.- Voleva solo stordirlo, ridurlo all’impotenza fisica per evitare di volare
via per qualche stupecium.
Si acciambellòaccanto al corpo del
mago, che cerca di riprendere a respirare,poggiandogli la testolina su una spalla. Remus si guardò attorno, erano dietro casa, nella
capanna degli attrezzi.Remus videbaluginare
nella penombra le lame di cesoie arrugginite e di forbici da potatura. -Com’è possibile?-
-Ti spiegherò, adesso cerca di respirare.- -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Tenendo le mani in tasca, Sirius fece il giro
del palazzo, osservando il buco della finestra sfondata dalla caduta di Remusin giardino
ele tracce del trascinamento a sedere
del licantropo alla vista dell’enorme pitone nero.
Arricciò il naso, pensoso,avvicinandosi
al capanno degli attrezzi.
A causa della pioggia battente il suo olfatto, potenziato grazie alla sua
capacità di mutare in cane, era pressoché inutile. Se in condizioni normali,
sarebbe stato capace di trovare la scia di Remusfra mille,con tutta quell’acqua era un altro paio di maniche.
Si avvicinò al capanno,studiandolo con
la fronte aggrottata,dal tetto fino
alla porta, fermandosi a quella scarpa da passeggio di cuoio marrone che
spuntava oltre il vano.
Portò mano alla bacchetta e si mosse per poter guardare e essere visto da chi
era all’interno. -Cazzo!- Remus sdraiatoimpegnato a tossire e a sbavare come un vecchio era già un colpo per
lui.
Figuriamoci la vista di Nagini che lo vegliava quasi
amorevole.
Ci mancò poco che mollasse la presa alla bacchetta per tirarsi indietro terrorizzato. ODIAVA I SERPENTI. LI
ODIAVA. Remus si tirò a sedere mantenendo la mano al collo - Sirius.-mormorò a bassa voce.
-Re…Re…Re…- Remus aggrottò la fronte, prima di ricordare - Soffre di ofidiofobia.-
disse al Pitone che si fermò dall’avanzare. Sirius siaddossò al muro dietro di lui, comico come poche volte lo era stato
nella sua vita, gli occhi blu sgranati e le labbra tremanti. Remus tossì, stavolta per mascherare la risata. -REMUS JOHN LUPIN, SE STAIRIDENDO E’ LA VOLTA BUONA CHE TI SPACCO LA FACCIA.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Sei sicuro di stare bene?-
Per la quinta volta nel giro di dieci minuti, Lorien
Potter annuì rigido, il collo bloccato da una strana morsa dalla nuca sembrava
prendergli la gola impedendogli di parlare.
All’improvviso, senza ragione apparente, la testa aveva preso a dolergli da
matti e il collo gli era diventato rigido come quello di una bambola.
Era dovuto uscire dall’Infermeria, per evitare di cadere a terra come una pera
cottaaccanto al letto di Neville, e ora
non sapeva come fare per tornare dentro e dire allaChips che era tutto
machismo alla Potter, che non stava bene per nulla.
Osservò il primino che l’aveva avvicinato
allontanarsi sentendo uno strano calore avvampargli nel petto.
Si portò la mano destra al torace,e
subito si rese conto che era la pietra che gli aveva donato Piton
abruciare a quel modo. La sentiva sotto
la stoffa della camicia e del maglione.
Afferrò il cordino tirandolo da dietro il collo e si appoggiò la pietra nel
palmo della mano.
Qualcosa sembrava gocciolare a suo interno.
Sangue. -Maledizione.- mormorò.
Si mise in piedi, o almeno tentò di farlo.
Le mani poggiate all’indietro contro il muro contro la quale era addossata la
panca su cui era andato a sedersi,
-Madama Chips.- mormorò con una voce spaventosamente
impastata -MADAMA CHIPS.-
Al secondo urlò senti come se qualcuno gli avesse afferrato la gola. Come se
una mano lo stesse stritolando dall’interno. Si piegò in avanti e senza un
gridò cadde sul pavimento.
FINE
CAPITOLO. Nella speranza che vi ricordiate ancora di
questa storia, un saluto dalla vostra devotissima Inochan.