Reach for me

di somochu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel vicino che non sopporti ***
Capitolo 2: *** Quel vicino con cui cresci insieme ***
Capitolo 3: *** Quel vicino geloso ***
Capitolo 4: *** Quel vicino con cui mia madre mi vedrebbe bene ***
Capitolo 5: *** Quel vicino che sogni tutte le notti ***
Capitolo 6: *** Quel vicino che baceresti per ore ***
Capitolo 7: *** Quel vicino che sparisce improvvisamente ***
Capitolo 8: *** Quel vicino che ci sarà sempre ***



Capitolo 1
*** Quel vicino che non sopporti ***


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Quel vicino che non sopporti

 

 

 

 

 

Sebastian si svegliò da solo, quella mattina. Mancava ancora qualche minuto al suonare della sveglia, così decise di prendersi il suo tempo per fare una doccia.

Prima di finire dritto nel bagno, si girò verso destra, buttando l'occhio sulla casa di fianco: la finestra del vicino era spalancata e poteva chiaramente vedere una sagoma che si muoveva sul letto.

La sua era una casa tipicamente americana, così come il suo quartiere; lì tutti abitavano a pochi passi l'uno dall'altro, era la normalità riuscire a vedere anche ogni movimento all'interno delle abitazioni vicine.

Ancora dorme, lo sfaticato, pensò, mentre perdeva qualche minuto a rimirare la figura del suo vicino di casa.

Una doccia veloce, un bell'ammiccamento allo specchio – perché, diavolo, quella camicia gli stava da favola – e subito a fare colazione; sua madre, ogni mattina, preparava le uova e ogni volta che Sebastian scendeva le scale di casa sua per avvicinarsi alla sala da pranzo, sentiva un profumino semplicemente delizioso.

Sua madre si avvicinò per dargli un bacetto sulla guancia, ma Sebastian si ritrasse. "Mamma, non ho tre anni, per far favore."

Ellie Smythe ridacchiò, ormai abituata a quei sfoggi di acidità di suo figlio.

Fecero colazione parlando del più e del meno con l'aggiunta del padre di famiglia – scendeva sempre per ultimo.

Avete iniziato senza di me,” borbottò quest'ultimo, facendo ridacchiare Ellie e ghignare Sebastian.

Era probabilmente l'unica frase che Sebastian avrebbe sentito da lui durante quel giorno; suo padre avrebbe lavorato da mattina a sera, come sempre.

Non che lui si lamentasse troppo, Sebastian non era certo il tipo da passare il tempo a piagnucolare per problemi famigliari – che, di fatto, veri problemi non erano. O almeno non secondo lui.

Va bene, vecchi, io me ne vado a scuola,” disse, a fine colazione, poco prima di prendere la borsa sul pavimento dell'ingresso. “Non sentite troppo la mia mancanza, mi raccomando.”

Il sopracciglio alzato dei suoi due genitori valeva più di mille parole

Ok, me ne vado, me ne vado.”

La frase di sua madre, però, gli bloccò il sorriso che aveva per quello scambio di battute.

Sebastian ricordati di aspettare che esca anche -”

Sì, mamma, lo so,” la voce secca gli uscì spontaneamente al pensiero dell'altro.

Del suo vicino.

Per specificare, era il suo vicino di casa da quando erano bambini e mai, mai erano andati d'accordo

E, mentre era accostato alla ringhiera che divideva i due giardini, sentì la voce dell'altro chiamarlo da dietro.

Oh, che gentile, mi hai aspettato,” il sarcasmo – che riservava solo per lui – era quasi palpabile.

Beh, Sebastian non voleva altro, di prima mattina. Lo faceva sentire... A casa, quella routine di insulti.

Lo so, sono un'anima così magnanima, non trovi?” rispose, voltandosi verso di lui.

Ed eccolo lì. Blaine.

 

 

 

 

 

 

**

 

 

 

 

Il risveglio di Blaine, quella mattina, fu traumatico.

In effetti lo era ogni mattina, ma quel suono fastidiosissimo quel giorno proprio non voleva andarsene dalla sua testa.

Lanciò uno sbadiglio enorme, mentre si dirigeva in bagno per darsi una sistemata; ora come ora uno Zombie faceva più bella figura e Blaine aveva sempre avuto paura di loro.

Prima di entrare, senza neanche volere, l'occhio gli cadde nella direzione della finestra fuori dalla quale poteva vedere la camera del suo vicino di casa.

Sebastian era già alzato dal letto vuoto poteva dedurlo e Blaine sbuffò, pensando che fosse il solito perfettino che non veniva scalfito da nulla. Lui e la sua media perfetta, aspetto perfetto e arroganza perfetta, si poteva essere più fastidiosi?

Si fece una doccia veloce e si vestì altrettanto di fretta; dando un'occhiata allo specchio, sbuffò contrariato. Dio, di mattina era seriamente inguardabile, secondo lui.

Non avrei dovuto passare la nottata a vedere Game Of Thrones, pensò, passandosi una mano sul viso stanco e decidendo di mettere un altro strato di gel ai suoi capelli, sperando che almeno quelli lo ascoltassero.

Gli ci vollero almeno altri dieci minuti prima che scendesse a fare colazione. Un odore acre di bruciato gli investì le narici.

"Mio Dio, mamma, non dirmi che hai di nuovo bruciato i toast."

Arrivato di fronte alla cucina, vide sua madre voltarsi verso di lui, il labbro sporto in segno di broncio.

"... E va bene, fa niente," sospirò Blaine, troppo debole alla faccia da cucciolo di sua madre, e lasciando che questa si avvicinasse.

Passò almeno altri cinque minuti a essere coccolato da sua madre, e a sentire i suoi scleri su quanto fosse un bel ragazzetto e su quanto stesse crescendo in fretta.

La strinse forte a sua volta, pensando che da qualcuno lui doveva pur aver preso.

Da quando suo padre era morto due anni prima , poi, le scenate d'affetto di sua madre erano aumentate drasticamente; Blaine non si era mai lamentato, né le aveva fatto notare di essere cresciuto, per quelle. La stringeva a sé e sorrideva del suo profumo così famigliare.

"Anche oggi esco senza far colazione: meglio, sono in ritardo e Mister Perfettino sarà già fuori ad aspettarmi."

Detto questo, baciò la guancia di sua madre Alicia – che borbottò un "divertiti" per poi afferare lo zaino per terra; aperta la porta, non si stupì di trovare Sebastian lì, appoggiato alla ringhiera.

Spiò un pochettino la sua sagoma da dietro, trovandola famigliare quasi quanto il profumo di sua madre.

Scosse la testa, infastidito dai suoi stessi pensieri, prima si sbuffare una risata. Non vedeva l'ora di vedere il suo sopracciglio alzato per il disappunto.

C'era un gusto malsano nell'offenderlo.

Oh, che gentile, mi hai aspettato.”

 

 

 

 

 

**

 

 

 

 

 

 

Solo tu puoi fare tardi ogni mattina, senza neanche passare la notte a divertirti come si deve,” stava dicendo Sebastian, con un sorrisino da schiaffi sul viso.

Beh,” rispose Blaine, senza guardarlo. “So che per te il termine “divertirti” comprende orgie e feste da Confraternita. Quindi no, me ne tengo lontano, grazie. E dormo quanto voglio.”

Uh, svegliato col piede sbagliato, stamattina? O la mancanza di sesso ti sta facendo diventare ancora più acido?”

Blaine grugnì con il naso, evitando di rispondere – o eventualmente, di prenderlo a morsi.

Ogni mattina camminavano insieme fino alla scuola: era un lungo tratto, per questo entrambe le loro madri – amiche da una vita – volevano che accanto a entrambi ci fosse qualcuno.

Così loro si sopportavano ogni mattina. O meglio, litigavano ogni mattina.

Allora,” ruppe il silenzio Sebastian, con un ghigno. “Come va con quel Ethan?”

Blaine sbuffò, innervosito dal tono ironico e da presa in giro di Sebastian.

Com'è ti preoccupi tanto di lui? Se la prima cosa che mi chiedi di prima mattina è sul ragazzo con cui esco, allora potrei arrivare a pensare che sei geloso.”

Non sono geloso, solo stupito di come tu possa piacere a qualcuno. E soprattutto sono curioso di vedere quand'è che riuscirai a perdere la verginità,” rispose Sebastian.

Blaine notò che era un pochettino sulla difensiva e ne sorrise.

Ti preoccupi di chi frequento, di come mi sveglio, di quanto dormo e ora anche della mia verginità,” disse Blaine, elencando le parole di Sebastian sulle dita.

Se vuoi posso aiutarti io, con la verginità.”

Il tono malizioso di Sebastian fece sì che il sangue fluisse direttamente sul suo volto, rendendo le sue guance di un rosso acceso.

Sei il solito idiota,” borbottò, guardando fisso davanti a sé per non mostrare il rossore. “Non ti sopporto più, davvero. Non potevo avere un altro vicino? Vorrei non averti mai inco-”

Si bloccò all'improvviso, notando che lo sguardo di Sebastian era su di lui. Era... strano, non riusciva a interpretarlo.

Cos-” ma non riuscì di nuovo a finire di parlare che una goccia, poi due, poi tre, cominciarono a scendere per tutta la sua guancia.

Vide Sebastian alzare la testa verso l'alto, per controllare a sua volta la pioggia.

Cazzo,” ruggì Sebastian, seguito poi da parecchie imprecazioni di Blaine.

Dov'è quel coglione?” Blaine non capì a chi Sebastian si riferisse.

Chi?” chiese, infatti.

Il rumore di un clacson li fece sobbalzare e Sebastian si voltò, per poi sorride furbescamente a Mark, il suo migliore amico.

Si avvicinò alla macchina e, dopo aver spalancato la portiera, si sedette sul posto davanti.

Mark si sporse verso il finestrino, per riuscire a parlare con Blaine. “Blaine, vuoi un pas-”

No, non lo vuole,” lo interruppe Sebastian.

Blaine non fece in tempo ad aprire bocca, che la risposta di Sebastian lo gelò.

Ma...” provò Mark.

No, non lo vuole. E non vuole neanche avermi conosciuto, no? Ora vedrà come sarebbe stato. Possiamo andare.”

Aspetta... Sebastian se l'era presa?

La macchina partì, lasciando Blaine indietro, fermo, scioccato, sotto la pioggia che cominciava a scendere sempre più fitta.

Sentì il gel che colava e si toglieva dai suoi capelli a causa dell'acqua e i vestiti che stavano cominciando ad appiccicarglisi addosso.

E in tutto questo, sarebbe arrivato a scuola bagnato, con i capelli ribelli e umiliato.

Non pensava che Sebastian potesse essere così stronzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho fatto un casino e ho dovuto rivedere tutti i codici di questo capitolo, e non ricordo più che avevo scritto qui nelle note del primo capitolo...
Comunque.
Sicuramente avevo dato il benvenuto a tutti :3
Questa è una Long nata per far strappare un sorriso. È una commedia senza pretese e fluffosa e romantica. Spero vi piaccia!
Aggionerò ogni sabato, quindi state attente in quei giorni, che arrivo io *posizione da eroe

Non ricordo cosa avevo detto, ma sicuramente avevo ringraziato la Ila per il bannerino a inizio capitolo xbfkdbfkdsbfskd
Sì, insomma, mi piace un sacco.
E lei è bravissima.
E la adoro.
E adoro le sue grafiche.

Avrò sicuramente ringraziato Marti per tutto e Carmen e Marzia per esistere. Ma in caso lo faccio ora :3

E... Niente, ci vedremo ai prossimi capitoli!

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Capitolo 2
*** Quel vicino con cui cresci insieme ***


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Quel vicino con cui cresci insieme

 

 

 

 

 

Sebastian aveva appena sei anni e già la sua macchinetta telecomandata.

Era la Batmobile, per specificare, e il bambino la sfoggiava per la stradina della sua via, incurante del resto; lì le macchine passavano raramente e in quel caso sarebbe stato attento a far sì che non la schiacciassero.

Sua madre era seduta sotto il portico della casa, felicemente sulla sulla sedia a dondolo a controllare che suo figlio non facesse sciocchezze.

Sebastian era al settimo cielo, mentre si portava la mano tra i morbidi capelli che odoravano di balsamo. Per questo neanche si curò di Blaine, il suo vicino, nonché figlio della migliore amica di sua madre, che gli si stava avvicinando.

Indossava un cravattino che Sebastian ritenne stupido, e aveva gli occhi luminosi come lampadine.

O almeno così sembrarono a Sebastian.

"Mi fai provare?" sussurrò Blaine, così piano che Sebastian quasi non lo sentì.

"No," disse, prepotente.

Era il suo giocattolo, perché avrebbe dovuto darlo a Blaine?

"Daaai," insistette Blaine, sbattendo leggermente i piedi. "Su, cosa ti costa?"

Sebastian si voltò a guardarlo, mettendo su un broncio alquanto infantile. "Non voglio!"

Blaine lo guardò male, mentre si avvicinava. Sebastian pensò che volesse rubargli il telecomando dalle mani, invece lo vide solamente tornare indietro, forse ripensandoci.

Lo guardò da dietro e vide che aveva le spalle abbassate, finché queste cominciarono a tremare leggermente. Stava... Stava piangendo?

Sebastian lo chiamò, guardando poi come Blaine aveva gli occhi lucidi.

E da cane bastonato.

E va bene, tieni” disse, porgendogli il telecomando.

Al sorriso radioso di Blaine voltò lo sguardo, nascondendo il leggero imbarazzo.

Si ripromise che era l'ultima volta che avrebbe ceduto agli occhi luminosi di Blaine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giocare a nascondino era sempre stato un must nei Venerdì pomeriggio, col sole che faceva sudare e il terriccio su cui rotolavano che li rendeva talmente sporchi che la sera le rispettive madri avevano i capelli bianchi.

Tutti i ragazzini del quartiere si vedevano davanti casa di Malcom – aveva il giardino più grande della via, così dicevano – e perdevano ore intere a giocare.

Era il turno di Blaine di “accecarsi” e cominciare a cercare gli altri. Modestamente parlando, Blaine si era sempre ritenuto un grande giocatore di Nascondino, e alla veneranda età di 10 anni, lui poteva dire di essere un campione.

Trovò Ethan sotto la macchina del Signor Martini, scovò Micheal dietro la siepe, Marina tra le due ringhiere e Nicholas dietro un albero. Mancava, ovviamente, Sebastian.

Lui era un bravo giocatore, al pari di Blaine, e anche piuttosto esperto a correre: Blaine sapeva si era nascosto nel retro della casa, era riuscito ad arrivarci, a differenza degli altri.

Si avvicinò quatto, muro muro, attraversando tutta la casa, aspettando che Sebastian osasse affacciarsi, oppure che si tradisse in qualche modo.

Non lo fece e Blaine fu costretto a sporgersi un pochetto. Si trovo Sebastian praticamente di fronte e entrambi partirono a raffica la corsa verso la Tana – se Sebastian riusciva a toccarla, poteva liberare gli altri, e sarebbe di nuovo toccato a Blaine, contare.

Mentre correvano, però, Blaine vide Sebastian cadere per terra e subito portare una mano a reggersi il piede. Lo aveva storto, probabilmente, e ora era lì per terra a piagnucolare di dolore.

Blaine rallentò, dapprima, per poi soppesare lo sguardo dalla Tana a Sebastian: sembrava davvero doloroso...

Si piegò in ginocchio, passando una mano sulla gamba di Sebastian.

Ti fa tanto male?” disse, preoccupato.

Non si aspettava la mossa di Sebastian, però, e quello si alzò in fretta, sorprendendolo e partì di corsa verso il luogo dove Blaine si era accecato, urlando “Tana libera tutti!”

Blaine lo guardò con sguardo ferito, allargando la bocca per lo sdegno. “Mi hai ingannato!”

Ah-ah,” rise Sebastian, beffeggiandolo. Aveva le guance tutte rosse e un sorriso giocoso. “Sei il solito scemo!”

Blaine si ripromise che era l'ultima volta che avrebbe ceduto alla voce addolorata di Sebastian.

 

 

 

 

 

 

 

 

La loro prima vera litigata fu a dodici anni, circa.

Era iniziata per una cosa stupida, come Blaine che aveva per sbaglio rotto la boccia di vetro dove Sebastian custodiva il suo amato pesce, facendo così morire l'animale. Sebastian gli aveva gridato contro, Blaine se lo ricordava come se fosse ieri.

Non si erano parlati per una settimana. Blaine era seriamente dispiaciuto, ma non l'aveva fatto apposta e Sebastian aveva esagerato con le parole.

E quando si rividero, qualche giorno dopo, entrambi voltarono la testa dall'altra parte, ignorandosi a vicenda palesemente.

Poi erano arrivati i dispetti: Sebastian che spingeva Blaine, Blaine che al mare – erano andati tutti assieme – metteva un granchio nella maglia di Sebastian, e così via.

Era strano, quando erano abituati a giocare assieme tutti i giorni sin da quando erano in fasce, ma erano troppo orgogliosi per chiedersi scusa per tutto e per quanto si mancassero nessuno dei due aveva l'intenzione di farlo.

Non lo sapevano, ma da quell'anno cominciarono tutte le loro dispute, bisticci, insulti e litigi.

Da un piccolo episodio era nata la loro eterna lotta.

È guerra,” si dissero un giorno.

Erano piccoli, ma del tutto intenzionati a mantenere le promesse.

 

 

 

 

 

 

Sebastian arrivò a un “la” piuttosto facilmente, per poi continuare a cantare distrattamente, la musica altissima.

Da quando gli avevano regalato uno stereo tutto suo – casse incorporate – metteva la sua musica a tutto volume. Lui ascoltava ogni genere, non tralasciava niente, perché ogni canzone, se aveva qualcosa da raccontare, era importante.

Gli sembrò di sentire il suo nome, ma pensò di esserselo immaginato; quando, però, risentì di nuovo di sentire il suo nome urlato, si alzò dal letto e si avvicinò alla provenienza della voce: la finestra.

Blaine, dall'altra parte, era affacciato e sembrava parecchio nervoso.

Che vuoi?” urlò Sebastian, annoiato.

Blaine era la sua piaga da lì a tredici anni, ormai capiva quando c'era qualcosa non andava dal suo viso.

Abbassa!” urlò Blaine, cercando di sovrastare la musica.

Sebastian finse una risata. “Perché dovrei?”

Blaine allargò la bocca, e Sebastian immaginò che stesse ringhiando contro di lui.

Sebastian, abbassa immediatamente!”

Non ci penso nemmeno.”

Non costringermi a fartela pagare.”

Oh, che paura Anderson.”

Vide Blaine rientrare in stanza e sparire dal suo raggio visivo, ma non si fidò a lasciar correre; doveva controllare.

Ben presto, però, si stufò. Erano minuti che Blaine non era più in vista e si era stancato di fissare la stanza con le pareti rosa dell'altro.

Si sdraiò di nuovo sul letto, riprendendo a cantare, non prima di aver alzato ancora un po' il volume.

Oh, come godeva a far imbestialire Blaine.

Sobbalzò, però, quando un rumore improvviso lo costrinse ad alzarsi dal letto per lo spavento. Un pallone – da calcio, forse – era finito dritto sul suo stereo, facendolo cadere a terra e facendolo stoppare all'improvviso.

Improvvisamente in silenzio, Sebastian sentì la rabbia invadere il suo corpo.

Il suo nuovo stereo. Il. Suo. Stereo.

Come aveva osato Blaine?

Si affacciò di nuovo alla finestra e notò che Blaine gli sorrideva con sguardo minaccioso. “Qualche problema, Sebastian?” gli disse, soffermandosi particolarmente sul suo nome.

Fu il turno di Sebastian, di ringhiare. “Questa me la pagherai, lo sai vero?”

Oh, che paura Smythe,” lo imitò Blaine, riprendendo le sue stesse precedenti parole.

Sebastian ghignò. “E guerra sia.”

Il giorno dopo, nessuno nel quartiere era stupito per la musica a volume massimo che proveniva dalla stanza di Sebastian. E neanche delle urla di Blaine.

 

 

 

 

 

Quella sera faceva freddo – Dicembre era sempre gelido, in Ohio – per questo tutti, in casa Anderson, erano ammassati vicino al camino.

L'atmosfera poteva essere dichiarata "tetra" talmente erano scuri i volti dei presenti, mentre Alicia era in un ligio silenzio, ascoltando il chiacchiericcio, ma senza intervenire mai.

Una morte portava sempre dolore, era risaputo.

Il dopo funerale del padrone di casa, Jordan Anderson, erano tutti lì a rivangare i vecchi tempi e gli anni felici dell'uomo; in realtà tutti volevano non far crollare Alicia, volevano starle vicino nell'unico modo a loro possibile.

Sebastian lasciò sbattere di nuovo la mano sul tavolo, dando nuovamente un'occhiata a tutti i presenti.

C'erano tutti – parenti, amici, collaboratori –, ma una persona mancava e lui sembrava l'unico ad essersene accorto. O meglio, sembrava l'unico a cui interessava la sua situazione.

Si avviò per le scale della casa, sentendo le assi di legno scricchiolare sotto il suo peso e sperò vivamente che nessuno lo sentisse.

Aprì qualche porta a caso, prima di trovare quella che cerava: Blaine era lì, sdraiato sotto le coperte, che gli dava le spalle.

"Hey," disse, controllando che fosse sveglio.

Blaine non disse nulla, si voltò solo a guardarlo per qualche secondo, per poi rigirarsi verso la finestra; sembrava un piccolo fagotto, e a Sebastian fece immediatamente tenerezza.

Decise che per quell'occasione tutte le loro dispute erano annullate e senza pensare si infilò sotto le coperte del letto di Blaine, portando poi le braccia ad abbracciarlo da dietro.

Il calore dei loro corpi sembrò rilassare Blaine, che lasciò andare un sospiro tremate, trattenuto da chissà quanto tempo.

"Ma tu non mi odiavi?" sussurrò Blaine, con voce leggermente bassa e roca.

"Shhh," lo zittì Sebastian, stringendolo ancora di più. "Facciamo una pausa, ok? Rilassati."

Rimasero così, abbracciati, per un tempo che parve a entrambi indefinito.

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti :3
Approdo qui con un capitolo di passaggio: mi serviva per far capire nello specifico il loro rapporto e quindi ecco qui tutti piccoli Flashback della loro crescita. Tutto ciò che è accaduto in questo capitolo è avvenuto PRIMA di ciò che invece accade nel primo capitolo, è più che altro il passaggio da "loro bambini" a "loro vicini di casa che si odiano". Piccoli momenti insieme che spero vi siano piaciuti!
Erano deficienti già da bambini.
Ringrazio chiunque abbia messo la storia tra i preferiti/seguiti/ricordate. Per chi recensisce e chi segue anche da lontano. Io vi amo tutti, non scherzo <3

Per chi vuole parlare, per chi vuole spoiler, per chi vuole semplicemente cazzeggiare, mi aggiunga pure qui

 

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Capitolo 3
*** Quel vicino geloso ***


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Quel vicino geloso

 

 

 

 

Stava sognando se stesso da bambino mentre correva e cerava di raggiungere una persona. Era girata e sfumata, non riusciva a capire chi fosse e più allungava la mano, più la figura sembrava allontanarsi.

Improvvisamente gli sembrò di cadere e si ritrovò sul letto, ansimante. La sveglia suonava già da un po', ma, voltandosi, spalancò gli occhi. La sveglia si stava trasformando e un pellicano di gigantesche dimensioni gli apparve davanti.

Blaine spalancò gli occhi, alzandosi a sedere immediatamente.

Ma che accidenti...?

Un figura che doveva raggiungere? Un pellicano?

Si portò una mano sugli occhi stanchi, bloccandosi poi all'improvviso. Perché non sentiva più la sveglia?

Ebbe quasi paura a voltarsi: sia per il pellicano, sia per l'ora.

E infatti.

Era tardissimo e lui stava ancora bello che mezzo addormentato.

Si alzò all'improvviso, agitato e si diresse ad accendere la luce – non prima di aver sbattuto il mignolo sul letto, ovviamente –, ma si bloccò immediatamente.

Lo sguardo era casualmente finito fuori dalla finestra, dritto fino alla stanza di Sebastian e, cazzo, non avrebbe dovuto farlo.

Sebastian, infatti era solo con i pantaloni, e una maglia ferma a metà strada. Si era accorto del suo sguardo e aveva portato gli occhi sui suoi, senza fiatare.

Blaine sentì il cuore in gola e il respiro accelerato, mentre lasciava cadere l'occhio sul corpo del vicino; l'ultima volta che lo aveva visto senza niente addosso, era quando avevano 7 anni, ma ora era decisamente diverso.

E si diede dello stupido, perché non aveva davvero motivo per avere la gola secca e il battito così accelerato.

Insomma, parecchio tempo prima ci aveva fatto persino il bagno con Sebastian!

Riuscì a fermare la mente, prima che questa si mettesse a immaginare loro due ora, mentre facevano il bagno insieme e la creazione mentale non era decisamente adatta al primo risveglio.

Era pur sempre un uomo.

Vide la bocca di Sebastian piegarsi in un sorrisetto, mentre stava per dare fiato per prenderlo in giro. Blaine preferì evitare, lasciando stare la luce.

Meglio chiudersi in bagno per parecchi minuti. E pazienza se era già in ritardo.

 

 

 

 

 

**

 

 

 

 

Mentre camminavo per il percorso casa-scuola, c'era un silenzio quasi surreale.

Se Sebastian si sforzava di ascoltare, poteva addirittura sentire le cicale che frinivano; sembrava di essere in un film con stupidi effetti sonori.

Hai intenzione di non parlarmi?”

Blaine, da quando si erano incontrati alla staccionata, non aveva fiatato. Non lo aveva neanche salutato con le solite parole sarcastiche – nulla.

È per stamattina? Non pensavo che vedermi senza maglia potesse farti questo effetto – cioè, in realtà lo sapevo, ma non pensavo ci volesse davvero così poco.”

Blaine ancora non rispose e Sebastian ghignò.

Se avessi saputo prima che per farti stare zitto bastava spogliarmi, Dio, sarei stato nudo una vita fa.”

Stavolta, nonostante la solita mancata risposta, Sebastian notò che le guance di Blaine si erano di nuovo un po' colorate.

È così, eh-”

Sta zitto,” gli disse Blaine, inviperito. “Sono arrabbiato con te.”

Sebastian alzò un sopracciglio, con l'espressione più innocente del suo repertorio; espressione che faceva andare ancora più sui gangheri Blaine, lo sapeva il bastardo.

Vaffanculo.”

Per far arrivare Blaine a dire le parolacce, evidentemente era una cosa seria.

Non che a Sebastian importasse che Blaine fosse arrabbiato con lui, certo che no. No.

Oh, ma allora le cose sono serie. Che ho fatto stavolta?”

Vide, come a rallentatore, Blaine voltarsi verso di lui con gli occhi ridotti a una fessura.

Mi stai prendendo per il culo?” rispose Blaine, fissandolo. “Ieri mi hai lasciato a camminare per dei chilometri senza ombrello e senza riparo sotto la grandine. Tu avevi un fottuto passaggio e ti sei rifiutato di darmi un aiuto per una frase che avevo detto a casaccio e senza cattiveria? Beh, vaffanculo Sebastian, e stavolta la cattiveria c'è.”

Sebastian rimase un attimo scioccato da quell'uscita: ok, era stato stronzo come al solito, ma mai Blaine se l'era presa così tanto.

Non trovò niente da ridire, e si lasciò andare soltanto a una risata calcolata e fredda, per dimostrargli quanto gli importasse di lui “Oh, almeno una volta – anche se involontariamente – ti sei lavato.”

Blaine accelerò il passo per seminarlo, innervosito, e continuò a camminare davanti a lui, ignorandolo.

Sebastian passò tutta la strada a guardare le sue spalle rigide.

 

 

 

 

 

**

 

 

 

 

 

Non si erano parlati per tutto il resto della mattina. Ed era anche giusto così, nessuno dei due aveva tanta voglia di litigare, quel giorno.

All'uscita Sebastian si infilò nella macchina di Mark, salutando l'amico con una pacca.

Allora, chi è quello che ti stava mangiando con gli occhi?” gli chiese Mark, sinceramente interessato.

Chi?” rispose Sebastian, innocentemente.

Sebastian,” lo ammonì Mark. “Dimmi che non ti sei fatto anche lui.”

Va bene, non te lo dico,” sorrise.

Sorriso che morì sulle sue labbra non appena notò il marciapiede.

Blaine era lì che sorrideva e camminava insieme a Ethan, probabilmente intenzionati a tornare a casa insieme.

Sentì lo stomaco torcere sotto il nervosismo, mentre chiedeva a Mark di fermarsi vicino alle due figure.

Non si era accorto di aver artigliato i suoi pantaloni, fin quando non sentì le nocche doloranti: Blaine era davanti a lui, ora mentre lo fissava confuso attraverso il finestrino abbassato.

Vieni con me, Mark ci dà un passaggio.”

Blaine sembrò indeciso sul da farsi, sia perché era ancora arrabbiato, sia perché non gli sembrava giusto nei confronti di Ethan, sia perché il tono di Sebastian era sin troppo prepotente.

No, non poss-”

Vai pure, Blaine, non preoccuparti. È tanta la strada fino a casa tua e la mia è da tutt'altra parte. La prossima volta facciamo una passeggiata più tranquilla.”

Blaine ricambiò il sorriso di Ethan, grato per la sua gentilezza.

Grazie, Ethan, a domani,” rispose. Ethan gli sorrise a sua volta, prima di incamminarsi dalla direzione opposta.

Muoviti,” la voce di Sebastian lo fece sobbalzare e Blaine si voltò lentamente verso di lui. Sebastian aveva lo sguardo puntato davanti a sé e sembrava non volerlo guardare.

Si può sapere che vuoi?” gli rispose, con un leggero broncio.

Darti un cazzo di passaggio, cos'è che non capisci di questa frase?”

Blaine salì in macchina, innervosito per i modi dell'altro, sbattendo la portiera. Ignorò il flebile “hey” di Mark, preoccupato per la sua bambina – così chiamava la sua macchina – e appoggiò la testa al vetro.

Il viaggio fu in silenzio per un po', fin quando non fu lo stesso Sebastian a interromperlo.

Ora puoi anche smettere di tenermi il muso. Hai ottenuto il tuo passaggio, no?”

Blaine non rispose, e decise di lasciarlo ancora un po' sulle spine.

Non riuscì a impedirsi di sorridere, però.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui, fresca di 4 a matematica – ne vado fiera, eh! -, a ringraziarvi tutti e a lasciarvi questo capitoletto :3
Nello scorso abbiamo visto il cambiamento del loro rapporto, ma si odieranno veramente ora?
Non dico niente, sono muta come un pesce muto (?)
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, abbastanza da far cessare le mie mille pare mentali :3 vi adoro.

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Capitolo 4
*** Quel vicino con cui mia madre mi vedrebbe bene ***


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Quel vicino con cui mia madre mi vedrebbe bene

 

 


 

 

 

Sebastian quella mattina era di malumore, ma dov'era la novità?

Si era svegliato nel modo decisamente sbagliato: pensando a Blaine Anderson.

In realtà il suo primo pensiero della giornata fu per quel capellone del suo vicino solo perché l'aveva sognato. Lui, Sebastian Smythe, aveva sognato il suo peggior nemico.

Ricordava vagamente labbra che s'incontravano, sorrisi maliziosi e mani che s'intercettavano e subito dopo stringevano. Se si sforzava poteva ancora sentire la forma delle labbra di Blaine che si modellavano sulle sue, talmente era stato vivido quel sogno.

Qualcosa non andava.

Quindi a colazione era silenzioso e desideroso di venir improvvisamente risucchiato da qualche parte nell'entroterra.

Sua madre ovviamente non ne voleva sapere di aiutarlo a superare quello stato di incazzatura epica, uscendosi con domande che erano del tutto inappropriate.

Mi spiegheresti perché odi così tanto Blaine?”

Sebastian dapprima si strozzò con i cereali, poi con l'acqua mentre cercava di mandarli giù.

Mamma, che domande? È ovvio il motivo per cui lo odio!”

Ellie ridacchiò, guardandolo con sfida.

Allora sentiamo.”

Beh, lui...”

Perché cazzo non gli venivano in mente motivi, ora?

Sentì una miriade di insulti passargli davanti al viso, ma nessuno di questi gli sembrava appropriato.

Lui è... basso.”

Sua madre alzò un sopracciglio, guardandolo come se fosse ovvio quanto era stupida questa risposta.

Solo questo? Anni di rappresaglie, insulti, rancore per uno stupido episodio accaduto da ragazzini, soltanto perché lui è basso?”

È questione d'orgoglio, mamma. Ci siamo dichiarati guerra e non è che ora possiamo diventare amichetti tutto d'un tratto. E poi è insopportabile.”

Ecco, perché l'aggettivo 'insopportabile' non gli era venuto in mente prima?

Secondo me, invece,” cominciò sua madre, un sorriso malizioso sulle labbra. “Non riuscite a stare l'uno senza l'altro, ma bisticciate come due scemi solo per non ammetterlo.”

Sebastian non poteva essere più scandalizzato.

 

 


 

 

Siete come quei bambini che quando hanno una bambina che gli piace gli tira i capelli per farle i dispetti e attirare la sua attenzione.”

Blaine si strozzò con i cereali, ignaro che una scena simile era appena accaduta alla casa a fianco. Sentì sua madre dargli dei colpetti forti alla schiena per farlo respira.

Mamma!” la sua voce si era alzata di qualche ottava. “Non dire queste cose mentre sto mangiando!”

Alicia scoppiò a ridere rumorosamente, soddisfatta del rossore che ora era presente sulle guance di suo figlio.

Oh, sei così carino,” gli disse, andando a stringergli la guancia come fosse un bambino.

Mamma, non sono più un poppante,” disse, imbronciato, ma con un sorriso. “e no, io non provo nulla per Sebastian se non un intenso e simpatico rancore.”

Secondo me dovresti parlargli e chiarirvi. Andreste molto d'accordo se solo non foste così duri di comprendonio e orgogliosi.”

Blaine non voleva parlare di Sebastian un altro minuto di più – non dopo aver rifatto quel sogno strano. Aveva di nuovo sognato di inseguire qualcuno, ma non riuscire mai ad afferrarlo; l'unica differenza era che quando quel qualcuno si era voltato Blaine aveva riconosciuto i tratti di Sebastian Smythe e quando la sveglia-pellicano aveva di nuovo suonato era sobbalzato e urlato.

Si alzò dalla sedia e prese il cappotto di fretta e furia, cercando di togliere quell'essere dalla sua mente.

Borbottò un mezzo saluto prima di uscire. Mentre era sul pianerottolo, la prima cosa che notò fu Sebastian sul marciapiede che lo aspettava, i capelli leggermente spettinati. Pensare che di solito era sempre così impeccabile...

Non notò, quindi, sua madre che era uscita dietro di lui e aveva fatto l'occhiolino alla signora Smythe.

 

 

 

 

 

Durante la camminata furono stranamente silenziosi.

Entrambi si lanciavano degli sguardi obliqui, cercando un qualche dettaglio dell'altro che odiavano.. Insomma, doveva pur esserci qualcosa che dava i nervi all'altro, no?

E perché accidenti non rinunciavano mai a quella passeggiata? E perché non si stavano insultando, soprattutto?

Sebastian aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente dopo, non avendo idea di come poter rompere il ghiaccio.

Doveva rompere il ghiaccio?

Infondo aveva solo sognato l'altro, che c'era di male? Ok, era una sogno piuttosto movimentato e se la sveglia non avesse suonato probabilmente sarebbe diventato un sogno erotico, però insomma! Poteva accadere di peggio. E non importava se ora cominciava a notare cose come il culo di Anderson è favoloso, ha una camminata affascinante, ha una bocca invitante.

Era solo colpa di quel maledetto sogno. E Sebastian non sapeva che l'altro si stava facendo le sue stesse e identiche pare mentali – insomma, la persona che aveva sempre sognato di rincorrere era davvero Sebastian?

Alla fine non si dissero nulla e furono stranamente educati per tutto il resto della mattina a scuola; quando s'incontrarono per i corridoi addirittura si salutarono.

Qualcosa non andava, lo sapevano entrambi.

Sembravano due conoscenti alla lontana che evitavano di parlarsi per non incorrere a strani imbarazzi e entrambi maledirono le loro madri per insinuare il dubbio nelle loro menti.

 

 

 

 

 

 

 

Stavano entrambi camminando per il ritorno e di nuovo c'era quel silenzio a dir poco imbarazzante.

Allora...” disse Blaine, cercando di rompere il silenzio. “Come è andata storia?”

Sebastian si fermò all'improvviso.

No, ok, poteva capire il silenzio, ma l'amicizia no.

Anderson, non credere che mi metterei a raccontarti la mia giornata come se fossi un tuo amichetto.”

Blaine si risentì.

Stavo soltanto cercando di essere cortese, devi essere per forza così antipatico?”

Sentendo il tono inacidito di Blaine, Sebastian ghignò.

Sì,” rispose quasi immediatamente. “È sempre divertente quando sei in fase broncite.”

Beh, ora lo sono e spero vivamente tu possa finire sotto a un autobus.”

Blaine avanzò il passo, incrociando le braccia al petto e esibendo la 'broncite' nel migliore dei modi. Sentiva Sebastian accelerare il passo e non poté trattenere la soddisfazione.

Così poco, Anderson? Hai finito la scorta d'insulti?”

Mi basterebbe guardarti per cinque minuti in viso per farmene venire almeno un'ottantina.”

Dovresti prima alzarti in punta di piedi per farlo.”

Sta zitto, Smythe.”

Sta zitto tu, Anderson.”

Guardarono ognuno dall'altra parte, ignorandosi a vicenda e insultandosi mentalmente.

Tutto era tornato alla normalità e non potevano trattenere i sorrisi che stavano sorgendo spontanei al pensiero che potevano non sopportarsi a vicenda anche senza un motivo preciso.

Ci avrebbero pensato in futuro a quella fitta che provavano l'uno in presenza dell'altro, per ora l'importante era essere i loro stessi di sempre.

E soprattutto sforzandosi d'ignorare la verità. Cioè che nessuno dei due riusciva più a trovare un motivo per odiare l'altro.

 

 

 

 



 

Oggi è la mia giornata di Relax e aaaa, risponderò a tutti e mi butterò a scrivere il nuovo capitolo (tanto qui manca ancora qualche settimana prima di raggiungere il punto in cui sto scrivendo). Vi adoro tutti.
E non pensavo avrebbe avuto così tanto successo. Mi sento come una specie di cumulo di fluff, in questo momento :3
E così i nostri due eroi cominciano un po' a cedere... Staremo a vedere. Non spoilero u.u
Grazie ancora a tutti :3

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Capitolo 5
*** Quel vicino che sogni tutte le notti ***


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Quel vicino che sogni tutte le notti


 

 

 

Quel giorno Blaine si svegliò con un mal di testa allucinante.

Si sedette sul letto senza fretta, spegnendo la sveglia e grugnendo di fastidio; svegliarsi era sempre un trauma.

Si alzò, distrattamente e quando arrivò davanti alla porta del bagno, si girò a dare un'occhiata alla casa di Sebastian, come solito. Col tempo era diventato come una specie di riflesso condizionato: semplicemente, anche senza volerlo, lanciava uno sguardo all'altra casa, cercando di adocchiare cosa stesse facendo il suo vicino – alcune volte lo aveva anche beccato con le mani nei pantaloni di qualche sconosciuto, altre lo aveva visto sdraiato sul letto a leggere, gli occhiali addosso e lo sguardo concentrato.

Però la mattina loro avevano tempi diversi, quindi si voltò con la consapevolezza di trovare una stanza vuota, come tutti i giorni, ma al contrario, alzando lo sguardo, trovò Sebastian a sua volta in piedi davanti alla porta del suo bagno, a guardare verso di lui; per un attimo Blaine credette di star immaginandosi il tutto, ma lo sguardo stralunato di Sebastian era così esplicativo che capì che si stavano davvero fissando di prima mattina.

Ogni dubbio scomparve del tutto quando incontrò i suoi occhi verdi – non sono belli, Blaine, si disse tra sé e sé – e Blaine fu costretto a distogliere immediatamente lo sguardo. Notò con la coda dell'occhio Sebastian fare la stessa cosa.

Sembravano due ladri colti in fragrante.

Blaine sentì le guance arrossire al pensiero che Sebastian stesse guardando proprio verso di lui. Stava tramando qualcosa? E perché accidenti lui stava arrossendo?

Mentre si sistemava, in bagno, non riusciva a smettere di pensare al sogno ormai ricorrente: tutte le notti lui correva e ancora correva e finalmente, dopo ore di corsa, riusciva a vedere l'oggetto del suo volere in lontananza. Si avvicinava, ma il ragazzo gli sfuggiva; era frustrante, ma ancora più frustrante era quando si voltava e il ghignetto di Sebastian compariva nella sua visuale facendolo arrestare bruscamente. Allungava la mano, ma il ragazzo gli sfuggiva e...

E poi niente, un pellicano/sveglia lo costringeva ad aprire gli occhi di scatto.

Continuò a rimuginare anche a colazione, tanto che sua madre non osò parlare o fermarlo mentre sbriciolava senza senso alcuno i suoi cereali.

Arrivò ad una conclusione piuttosto tragica, mentre usciva di casa e si guardava intorno – di Sebastian nessuna traccia - : lui non odiava per niente Sebastian.

 

 

 

 

Anche per Sebastian quella mattina fu traumatica.

Prima di tutto si sentiva nervoso senza un motivo preciso, la testa martellava e il suo primo pensiero era stato “chissà se Blaine si è svegliato.”

Come se sognarlo non fosse abbastanza, ora si metteva anche a pensarlo di prima mattina.

Era stato orribile il suo sogno – e non era neanche la prima volta che accadeva.

Anche se, in effetti, fare cosacce sul divano di Blaine con Blaine sempre Blaine, con sua madre al piano di sopra non era propriamente un sogno catastrofico. Non era stata una cosa brutta, ecco.

Anzi, tutt'altro che orribile.

Il punto era che ora aveva un problema mattutino – un problema lì sotto – da sistemare e quando, andando verso il bagno, spostò lo sguardo verso la casa del suo vicino fu anche peggio.

Blaine era lì, i capelli scompigliati, gli occhi pieni di sonno e in boxer e canottiera. Cazzo, perché improvvisamente si sentiva ancora più su di giri?

Decise di farsi una doccia, possibilmente fredda.

Uscì di casa una mezz'ora dopo, bello che pronto per andare a scuola. Si bloccò un attimo sul pianerottolo, osservando il profilo di Blaine mentre lo aspettava. Per un attimo rimase lì a fissarlo, riconoscendo la sua figura – quei capelli ingellati, il Papillon, i vestiti sgargianti e orrendi – come una figura famigliare. C'era qualcosa di così unico in lui che Sebastian sentì che lo avrebbe riconosciuto anche tra mille.

Questo lo fece un attimo vacillare: insomma, lui e Blaine si conoscevano meglio di chiunque altro, nonostante tutto, e Sebastian aveva visto ogni singola crescita nel carattere e nel corpo di Blaine, era normale conoscerlo così bene in ogni suo particolare. Si disse che non c'era niente di male in questo, dandosi mentalmente dell'idiota per quei pensieri cretini.

Sei pronto per la scuola, Nanetto?” gli chiese, guardando i suoi occhi stupiti mentre si giravano verso di lui.

Subito quelli si fecero divertiti e così Sebastian si sentì a sua volta divertito.

Sono nato pronto.”

Oh, dai, questa era così alla me.”

E ora perché accidenti pensava che la risata di Blaine era fantastica, con la voce roca del mattino?

 

 

 

 

 

 

Per il resto della camminata continuarono a bisticciare come due bambini delle elementari, ma qualcosa di diverso nell'aria c'era.

I loro corpi vicini – eppure lo erano sempre stati, accidenti – erano come una molla tesissima. Una molla attivata a causa della loro vicinanza e che scattò quando si sfiorarono per sbaglio.

Blaine si allontanò, bruscamente, fermando questa specie di... tensione sessuale che si era formata tra loro due e no, cazzo, non andava per niente bene tutto quello.

Non era un bene che improvvisamente avesse voglia di sentire la sensazione del corpo di Sebastian sul suo, o che, quando Sebastian camminò più velocemente superandolo e dandogli le spalle – sembrava volesse nascondergli la sua espressione – avesse un'insana voglia di allungare una mano e toccarlo.

Voleva vedere se si allontanasse come nel suo sogno o se si sarebbe lasciato accarezzare...

Che accidenti gli prendeva?

Non voleva che le cose tra loro cambiassero. Avevano già provato a non insultarsi, né parlarsi per un giornata intera, ma non aveva assolutamente funzionato. Era che... Uno come Sebastian era impossibile da ignorare.

S'insinuava nella mente di Blaine senza che lui potesse farci niente, e, litigi o meno, parlare con lui, sapere che faceva parte della sua vita, gli era come necessario.

Per questo sentì improvvisamente il bisogno d'insultarlo. “Sai, i tuoi denti oggi sporgono particolarmente.”

Sebastian si voltò verso di lui, le sopracciglia arcuate in un cipiglio così tipico di Sebastian, che – si accorse Blaine – lo avrebbe riconosciuto tra mille.

E tu perché continui a vestirti come mio nonno?” gli chiese, la voce innervosita.

Era il solito Sebastian incazzoso e sempre con la risposta pronta.

Sono contento che almeno tuo nonno abbia stile, a differenza tua.”

Ha così stile che ha sessanta anni ed è solo come un cane. Gli assomigli, in effetti.”

Blaine non poteva credere alle sue orecchie, Sebastian gli stava davvero dicendo che sarebbe morto tutto solo?

Era tutto nella normalità, insomma, ora poteva esserne certo. Eppure non riusciva a fermare il sorriso che stava nascendo spontaneo sulle sue labbra.

 

 

 

 

 

Per Sebastian, invece, fu molto più difficile trattenersi dal lato fisico.

Certo, Anderson che andava alla lavagna e lui che passava tutta la sua interrogazione a fissargli il culo non poteva definirsi “trattenersi”.

Soprattutto quando non poteva far a meno di ripensare al sogno e a quando aveva fatto scendere le mani su Blaine...

Aveva chiesto al professore di andare al bagno e si era sciacquato il viso con l'acqua gelida. Di nuovo.

Sapeva che qualcosa non andava e perché si sentiva così maledettamente attratto da Blaine, quel giorno?

Prima quella mattina, poi a scuola...

Le cose peggiorarono quando Blaine stava di nuovo per tornare a casa con quel Ethan. Sebastian grugnì e si stupì di se stesso allo stesso tempo; insomma, perché avrebbe dovuto dargli così tanto fastidio?

Anderson poteva uscire e pomiciare con chi voleva, non era di certo il suo ragazzo.

Continuava a dirselo mentalmente anche mentre prendeva Blaine per un braccio e lo trascinava lontano dall'altro senza dire una parola. Blaine protestò per un po' per i suoi modi, poi si limitò a mettere il broncio.

Vederli insieme era ... Fastidioso e Sebastian non gli parlò per il resto della camminata, sentendosi nervoso, scazzato e... Sì, anche geloso.

Continuò fino a quando non furono di fronte alle loro case, finché Blaine, forse intuendo il motivo della sua rabbia, non lo fermò per il braccio e non lo costrinse a voltarsi.

Fissò lo sguardo nel suo, scioccato da quel cambiamento di umore e quella serietà improvvisa.

Io e Ethan siamo solo amici, davvero, sei solo tu che pensi che abbiamo una storia o chissà che.”

Gli occhi di Blaine erano fottutamente sinceri.

Erano sinceri, così luminosi e, cazzo, così belli che Sebastian arrivò a una tremenda conclusione.

Era ora di ammettere che aveva una voglia pazzesca di baciarlo, e decise anche che l'avrebbe fatto lì e subito.

 

 

 

 

 

 

 

 

Oggi un po' tardi perché mia madre non voleva cedermi il PC (la testardaggine è di famiglia), ma alla fine arriva anche questo :3
Lo so, lascio il tutto sul più bello e... Boh, non ho scusanti, ma so che nel prossimo mi farò perdonare (spero!).
Che vi adoro già lo sapete, no?

 

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Capitolo 6
*** Quel vicino che baceresti per ore ***


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Quel vicino che baceresti per ore

 


 

 

Il primo ad aprire gli occhi, quella mattina, fu Sebastian. Grugnì per qualche secondo, sentendo una leggera fitta alla schiena.

Il letto quel giorno sembrava particolarmente scomodo e i suoi muscoli e le sue ossa cominciavano a risentirne: ok, lo ammetteva anche da solo, era viziato e per lui solo il meglio dei materassi, per questo era abituato a dormire come un pascià. Eppure quel giorno gli sembrava aver dormito su un altro letto.

Quando fece per alzarsi per andare a sciacquarsi la faccia – ma che accidenti di ore erano, poi? – sentì un brivido di paura attraversare il suo corpo quando toccò con la mano qualcosa di caldo. La pelle di qualcuno, più precisamente e, voltandosi, notò dei capelli ricci sparsi sul cuscino.

Ovviamente capì subito a chi appartenevano.

Allargò le palpebre, scioccato, non credendo ai suoi stesso occhi. Blaine era lì, pancia in sotto, a russare come una vecchia zitella e come se loro non avessero appena dormito nello stesso letto.

Spostò immediatamente la sua mano dalla pelle di Blaine, adocchiando le spalle dell'altro lasciate scoperte dalla canottiera che indossava.

Ah però.

Si costrinse a ragionare e, non appena il suo cervello si risvegliò abbastanza per farlo, gli tornò improvvisamente tutto in mente.
 

Si era abbassato abbastanza perché il respiro di Blaine gli lambisse le labbra.

Rilasciò a sua volta un respiro forte, trattenuto per molto, guardando come l'altro avesse chiuso gli occhi alla sensazione della loro vicinanza.

E fu a distanza di un bacio che Sebastian si soffermò per qualche secondo a pensare che... Beh, era stato un perfetto coglione ad aspettare per tutto quel tempo per sentire Blaine così vicino.

E quando si baciarono, unendo le labbra come due calamite che si attraevano senza via di ritorno, poté finalmente lasciar scorrere tutto ciò che aveva trattenuto fino a quel momento.

Strinse a sé l'altro, muovendo le labbra sulle sue, imprimendosi nella memoria il suo sapore e godendosi il movimento delle loro lingue. Movimento che li stava quasi facendo impazzire e che costrinse Sebastian a portare le sue dita sotto il mento di Blaine per alzargli ancora più il viso, così da avere maggior accesso alla sua bocca. Continuarono a mordicchiarsi le rispettive labbra, a esplorare con la lingua, a godersi quel contatto fantastico.

Gemettero entrambi per l'intensità di quel bacio, staccandosi solo pochi secondi per riprendere fiato, per rincorarsi con le bocche dopo pochi secondi, già soffocati dalla lontananza.

Vuoi... Sebastian vuoi...”

Blaine non fece a finire che Sebastian lo coinvolse in altro bacio mozzafiato che lasciò Blaine un attimo disorientato.

Sebastian lo sentì ricambiare con la stessa intensità di prima; quel trasporto che lo stava facendo impazzire lentamente e inesorabilmente.

Allora, vuoi...” non continuò, Blaine, ma indicò con un dito casa sua.

Cazzo, sì,” rispose Sebastian, lasciando un leggero bacio alle labbra di Blaine, leggero e sfuggente. Lo prese per mano, mettendosi quasi a correre verso casa sua. Sentì dietro di lui Blaine ridere per la sua fretta di entrare in casa, ma infondo anche l'altro stava correndo e ghignò. Neanche Blaine riusciva a ragionare del tutto, allora.

Entrarono in casa, mentre Blaine gli sussurrava che non c'era nessuno visto che sua madre lavorava, e salirono le scale gradino per gradino, scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio e completamente di corsa , - cosa che non riuscì a Blaine, che invece inciampò disgraziatamente portandosi quasi dietro l'altro. Sebastian scoppiò a ridere forte, beffandosi di lui e Blaine gli diede una leggera spinta, portandolo a finire con la schiena sul muro del corridoio del primo piano. Sebastian sentì le mani di Blaine bloccargli i polsi, mentre si alzava sulle punte per baciarlo.

Appena stavano per approfondire quel contatto, però, Blaine si allontanò, ridacchiando del leggero rossore d'eccitazione sulle guance di Sebastian. Gli fece l'occhiolino, per poi avviarsi lentamente verso la sua stanza. Sebastian non gli staccò gli occhi di dosso per nemmeno un secondo, deglutendo l'emozione e l'eccitazione che improvvisamente cominciavano a farsi sentire anche troppo, visto la situazione dentro i suoi pantaloni.

Si riscosse dai suoi pensieri soltanto quando vide Blaine aprire gli occhi a sua volta.

 

 

 

 

 

Blaine non era mai stato un tipo mattiniero, ma quella mattina era peggio.

Perché appena aperti gli occhi, si era trovato davanti il suo vicino di casa che lo guardava scioccato quanto lui. Trovarsi Sebastian nel letto non era cosa di tutti i giorni, insomma.

Lì per lì pensò di star ancora sognando e gli uscì un triste “Perché non sei un pellicano?” che fece allargare ancora di più gli occhi di Sebastian di sorpresa.

Si diede un pizzicotto e no, decisamente quello non era un sogno.

In realtà ricordava quello che era successo la notte prima, ma non pensava che Sebastian sarebbe rimasto davvero.

Gli aveva chiesto di restare senza pensarci, lasciandosi andare ai sentimenti...

 

Sebastian era sopra di lui, le labbra gonfie per i troppi baci e un sorrisetto sulle labbra.

Blaine riusciva a sentire i brividi che l'altro riusciva a provocargli anche solo con quello sguardo. Perché in quel momento Sebastian era lì a osservarlo senza dire una parola e Blaine si sentiva quasi indegno sotto quegli occhi verdi che lo sondavano.

I suoi capelli probabilmente erano sottosopra in maniera incontrollabile ed era probabile che anche le sue di labbra fossero gonfie.

Non doveva essere un bello spettacolo, ma i suoi dubbi si annullarono, quasi, appena Sebastian si abbassò a lasciargli un altro bacio leggero.

Avevano passato l'ultima ora a pomiciare, ridere e rotolarsi sul letto come adolescenti in calore quali effettivamente erano –, senza approfondire nulla.

Sebastian non aveva accennato a toccarlo, ma Blaine era contento lo stesso, perché già tutto quel... sentire lo stava devastando, tanto era intensa la presenza di Sebastian nella sua vita.

Fu in quel momento, forse, che si accorse di essere irrimediabilmente cotto di lui.

Si chiese da quanto tempo, ma non fu capace di darsi una risposta. Forse da quando Sebastian era stato con lui in un momento difficile, o da quando erano bambini e passavano giornate intere assieme, o forse quando aveva riconosciuto la sua trasformazione da bambino a ragazzo affascinante, o forse da quel bacio... Chi lo sapeva?

Sapeva solo che quel sentimento esisteva già e stava solo aspettando il momento giusto per eruttare e farlo sentire così... Perso. Sentiva il cuore al mille, ma non era quello il sintomo che gli aveva fatto capire tutto – e neanche la gola secca. Era qualcosa di non descrivibile, come la voglia di fermare un attimo per restare per sempre felici come si sentiva lui in quel momento. Era qualcosa che sentiva al tatto della pelle di Sebastian e al sapore delle sue labbra.

Esisteva già, e lui doveva solo capirlo.

Ora Blaine capiva il significato di “ti amo da una vita intera” e non credeva che un sentimento simile potesse coinvolgere proprio lui. Ma non riusciva a non pensarci mentre si riperdeva negli occhi di Sebastian.

Devo andare, ” sussurrò Sebastian, contro le sue labbra.

No,” borbottò Blaine, prendendolo per il colletto. “Tu resti qui.”

Blaine...”

Tu. Resti. Qui.”

Sebastian sbruffò e si mise a sedere sul letto. “Mia madre si preoccuperà e poi non credo di resistere ancora qui senza toccarti più del dovuto...”

Dai,” sussurrò Blaine, osservandolo con occhi da cucciolo bastonato. Forse qualcosa nel suo sguardo, o qualcosa nella testa di Sebastian, fece sospirare il ragazzo. “E va bene.”

Blaine sorrise, abbracciandolo e ributtandosi con lui sul letto.

Quindi... Resti qui?”

Questa volta non era più un imposizione, ma una domanda e quasi una preghiera.

Preghiera che Sebastian accettò e approvò con un altro – l'ennesimo e bellissimo – bacio a fior di labbra.

 

 


 

Si fissarono per qualche minuto, in silenzio tesissimo.

Blaine non sapeva precisamente che cosa dire per far cessare quel momento parecchio imbarazzante.

Insomma, tra litigi e spinte – e persino baci -, tra loro due non c'era mai stato quel tipo di tensione ed era come se nessuno dei due sapesse bene cosa fare.

Blaine ripensò alle conclusioni a cui era arrivato il giorno prima, e sentì un brivido attraversargli la schiena.

Lui era cotto di Sebastian.

QUEL Sebastian.

Lo stesso che in quel momento lo fissava come fosse un alieno, evidentemente ripreso da quella specie di “oblio eccitato” in cui era caduto il giorno prima a causa del trasporto.

Lo vide alzarsi dal letto e guardarsi intorno come a ponderare sul da farsi: era evidente che voleva fuggire. Magari per pensare in tranquillità o forse solo perché non voleva tutto quello. Non voleva loro.

Rimase a guardarlo senza dire una parola e pensò che voleva di nuovo baciare quelle labbra e che per risentire il sapore di Sebastian avrebbe anche rinunciato a quel poco di orgoglio che gli rimaneva.

Resti qui?” disse, stavolta senza giocosità nella voce.

E non era neanche una preghiera, era soltanto una richiesta che serviva per capire...

Scusa, devo andare.”

Per capire che era tutto a senso unico.

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo carico, direi, quindi spero vi abbia soddisfatte almeno un po' :) E di nuovo cliffhanger... Sono bastarda, lo so.
Ma vedrete che si risolverà tutto e... Aaah, non vedo l'ora che la smettono di comportarsi da bambini.
Comunque come al solito vi ringrazio tutti. Siete gentilissimi e ci sentiremo al prossimo :)

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Capitolo 7
*** Quel vicino che sparisce improvvisamente ***


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Quel vicino che sparisce improvvisamente

 

 

 

 

Blaine ormai odiava quattro cose nella vita.

La prima cosa era quella che lo perseguitava da una vita: le verdure. Qualsiasi cibo verde ci fosse nel piatto andava evitata come la peste; persino quel poco d'insalata negli amati Hamburger.

Fortuna che in America il problema era un altro: troppe schifezze, che al contrario lui amava come fossero l'unica cosa giusta sulla terra. Poi lui era anche di corporatura piccola e nessuno avrebbe mai detto che mangiava sempre come se non ci fosse un domani.

Insomma, niente verdure, niente cose verdi – o gialle, arancioni che fossero – e assolutamente niente di tutto ciò che faceva bene, faceva dimagrire ecc ecc.

La seconda erano le canzoni moderne. Lui amava la musica dei tempi di sua madre, ncora era innamorato di quelle canzoni che suo padre gli faceva sentire quando era piccolo: gli mancava da morire stare seduti sul divano con il suo Papà a sentire i Queen o i Pink Floid.

E più di tutto gli mancava suo padre, e questo era certo.

La terza cosa che odiava era appunto quella mancanza che sentiva ogni giorno e quel vuoto che suo padre gli aveva lasciato nel suo cuore andandosene e lasciandolo solo; vuoto che non poteva essere riempito in nessun modo, ma che lui si faceva forza per mascherare e per andare avanti lo stesso.

La quarta cosa... Quella era difficile.

Era sempre stato convinto che Sebastian fosse nella sua lista dell' “odio”, ma ora non sapeva esattamente dove classificarlo, visto che aveva scoperto da poco di essere pazzo di lui.

Non odiava il suo sorriso perennemente ironico, il suo cipiglio quando non approvava qualcosa, il suo sguardo malizioso o la sua voce sempre scazzata e estremamente sensuale.

E invece avrebbe dovuto e questo lo uccideva.

Soprattutto dopo che lo aveva piantato su un letto dopo una notte stupenda e a dir poco perfetta. E più di tutto, dopo non essersi fatto vedere per quasi quattro giorni.

Quando Blaine si alzava e sbirciava nell'altra casa, Sebastian era già fuori dal letto, non avevano fatto la strada insieme come erano abituati da sempre e addirittura l'altro non era più venuto a scuola.

Ok, capiva la sua paura verso i sentimenti o qualsiasi cosa ci si avvicinasse, ma non andare a scuola per non incontrarlo era un po' troppo, no?

Continuava a chiederselo, mentre il suo cuore veniva ogni giorno stretto un po' di più dalla delusione di non lo trovarlo tra le staccionate delle loro case ad aspettarlo e non poter vedere il suo profilo così familiare. E odiava che Sebastian gli mancasse così tanto.

 

 

 

 

 

 

 

Quel giorno era tutto normale: si era svegliato male, aveva sognato il pellicano, non aveva trovato l'altro ad aspettarlo e si era diretto a scuola per un'altra giornata passata a pensare a cosa stesse facendo Sebastian in quel momento.

Era sparito dalla circolazione e Blaine non pensava che un vicino di casa potesse diventare improvvisamente come un estraneo.

Le cose cambiarono solamente quando a scuola Blaine vide che in classe erano tutti intorno al banco di Michael e si avvicinò curioso al gruppo.

Che succede?” disse, cercando di sbirciare oltre le persone.

Oh, Blaine,” gli disse Jeff, suo compagno di classe dal primo anno per le le lezioni di storia. “Dove hai lasciato il tuo compare?”

Blaine sentì lo stomaco rivoltarsi al pensiero di Sebastian e fece finta di essere tranquillo e annoiato.

Non lo so e non lo voglio sapere.”

Jeff alzò le spalle, segno che non gli interessava e si sporse verso di lui con occhi eccitati. “Michael ha un libro fantastico che interpreta i sogni.”

Blaine alzò un sopracciglio, un attimo stupido di tutta quell'emozione per un semplice libro.

E voi ci credete?” disse, ridacchiando.

Fino ad adesso ha sempre azzeccato ogni cosa, ieri ha letto a Mariah che avrebbe preso un brutto voto e subito dopo ha preso una D in biologia.”

Oh, allora sarebbe stato carino vedere.

E come funziona?” chiese, sempre più incuriosito.

Basta raccontare un tuo sogno, o comunque un elemento importante di questi,” poi Jeff si girò verso il banco, “Michael, vediamo cosa esce a Blaine. Su, Blaine raccontaci.”

Un elemento importante dei suoi sogni? Beh... Sebastian.

Ma non poteva rispondere così, altrimenti chissà cosa avrebbero pensato i suoi compagni, quindi si limitò a dire:“Un pellicano. C'è sempre un pellicano nei miei sogni, la maggior parte delle volte mi sveglia.”

Vide Michael sfogliare distrattamente le pagine finché non gridò un “ah-ah!” che fece sobbalzare visibilmente tutti i presenti. “Pellicano, eccotelo qui,” ridacchiò, indicando più volte un punto sul libro.

E cosa dice?” chiese Blaine, stranito.

Coloro che sognano un pellicano ripetutamente è perché al momento stanno vivendo un grande amore. Il pellicano di solito cerca di dirvi qualcosa per aiutare a realizzare quest'amore, ma sta a voi capire cosa.”

Quel libro era miracoloso: come in un flash, improvvisamente Blaine capì tutto.

 

 

 

 

 

 

Quando suonò al campanello di casa Smythe non sapeva perché, ma si sentiva pieno di adrenalina.

Sebastian che spariva, il libro, il sogno, il pellicano, tutto doveva essere collegato: non riusciva ad afferrare Sebastian nel sogno e per questo il pellicano lo svegliava, o meglio, gli diceva di svegliarsi, di fare qualcosa, di muoversi per riuscire ad afferrare la maglietta di Sebastian nel sogno, come nella realtà. Perché accidenti non ci aveva pensato prima?

Lui doveva soltanto correre da Sebastian e il suo destino si sarebbe compiuto.

Avrebbe confessato i suoi sentimenti a Sebastian, si sarebbe aperto con lui una volta per tutte e lo avrebbe di nuovo baciato, finalmente. Le sue labbra gli mancavano già, così come il suo profumo e tutto di lui. Gli avrebbe parlato, lo avrebbe stretto e-

Blaine.”

La madre di Sebastian lo sorprese non poco, non appena aprì la porta: aveva due occhiaie tremende e uno sguardo davvero dispiaciuto.

Come mai qui?”

Blaine tossicchiò leggermente, un pochino imbarazzato. “Sono qui per parlare con Sebastian, signora Smythe, è in casa?”

Sperò vivamente di sì.

Ellie però non rispose, limitandosi a guardarlo in silenzio. Sembrava indecisa sul da farsi e Blaine s'incuriosì.

Che succede?”

Blaine.”

Di nuovo il suo nome sussurrato in quel modo e di nuovo Blaine sentì che c'era qualcosa che decisamente non andava.

Prima che tu vada a parlare con Sebastian, devo dirti una cosa importante, ma promettimi di non rimanerci male.”

Lo prometto,” rispose distrattamente, già preoccupato.

Purtroppo è successo quello che temevamo. Bill è stato licenziato e ora noi non possiamo permetterci di tenere la casa.”

Blaine quasi non riusciva più ad ascoltare. Pensava che Sebastian fosse sparito per ignorarlo, non pensava ci fosse successo questo. Lui non...

L'affitto costava troppo, per questo ho dovuto provvedere a comprare un'altra casa a molto meno con i risparmi che avevo, dove, tra l'altro, ho anche trovato un piccolo lavoro in una Lavanderia. Andrà tutto bene, spero, quella casa possiamo permettercela, ma purtroppo non possiamo più vivere qui e avevo paura a dirlo a tua madre... ”

Blaine voleva che il terreno si aprisse in quel momento e lo inghiottisse esattamente lì dov'era.

Ci trasferiamo, Blaine.”

 

 

 

 

 

 

Blaine entrò nella stanza di Sebastian piano, incerto sul da farsi.

Non si aspettava di trovarla quasi vuota, ormai, con solo degli catoloni a terra pieni degli oggetti di Sebastian, con il loro proprietario in piedi intento a fissare una foto; non appena si accorse di lui, la posò dentro lo scatolone in fretta e si voltò dandogli le spalle.

Blaine deglutì. Vedere come in effetti il trasferimento era già cominciato e come la camera di Sebastian era improvvisamente spoglia, gli fece realizzare il tutto per la prima volta: Sebastian stava davvero andando via per sempre.

Si voltò verso il muro per nascondere le lacrime e posare lo sguardo dove c'era un poster – uno di quelli di Bon Jovi - che avevano attaccato insieme da piccoli non lo aiutò nell'intento. Si stava sentendo male.

Perché non me l'hai detto?”

Sebastian non gli rispose, iniziando a mettere i suoi CD ordinati nello scatolone, senza guardarlo nemmeno per un secondo.

Blaine voleva improvvisante fargli male: avrebbe potuto aiutarlo, consolarlo... Qualsiasi cosa, ma quel silenzio lo aveva ferito più di tutto.

Sebastian, perché non me l'hai detto? Da quando lo sapevi?”

Ancora niente.

Lo sapevi prima di...”

Non riuscì a completare la frase. Non sapeva trovare una parola che si adattasse bene a quello che era successo tra di loro quella notte di qualche giorno prima: per Blaine non erano stati soltanto baci, non era stata soltanto una notte.

No.”

Quella risposta gli bastò per un po'. Almeno non lo aveva preso in giro, almeno questo.

E quindi... Voi... andrete... Via?

Già.”

Cominciava a stancarsi di quelle risposte brevi e concise.

E cambierai anche scuola?”

Sì.”

Qualcosa dentro di lui si spezzò, improvvisamente, mentre un groppo in gola quasi gli impediva di respirare.

Potremmo comunque vederci... Non so... Nel fine settimana o durante le vacanze, verrei io per non farvi spendere inutilmente soldi, o...”

Sebastian si voltò verso di lui, finalmente, guardandolo davvero per la prima volta; Blaine notò che aveva lo sguardo acceso come se fosse ferito o arrabbiato o stanco. O forse tutti e tre insieme, non sapeva.

No, Blaine, io tra pochi giorni andrò via perché devo farlo e questo comporta che, se non l'hai capito, noi non ci vedremo mai più. Mai più. Sai quanto è lungo il 'mai'?”

Sì, purtroppo Blaine lo sapeva.

E finalmente lasciò che quelle lacrime che stava trattenendo cadessero liberamente.

 

 

 

THE END.

 

 


 

 

 

.

.

.

.

.

Ci siete cascati, eh?
O forse, no? Ok, probabilmente il mio tentativo da trollona è fallito, ma lasciatemela passare, oggi ho avuto una giornata che dire pesantissima è poco.
Oppure potete venire a cercarmi a casa e uccidermi u.u
Ma quale fine?
Questo è solo il penultimo capitolo. Ebbene sì, la fine si avvicina ç__ç ed è evidente che questo sia più che altro di transizione per preparare il tutto al prossimo, che invece sarà invece bello carichetto.
So già che nelle note del prossimo aggiornamento ci saranno piagnucolii vari da parte mia, e pensare che è anche una mini-long, questa. Ma ci sono così affezionata lo stesso ç__ç
Quando inizierò la mia bestiola (la mia mente sta producendo Long lunghissime u.u) sarà anche peggio.
Comunque vi ringrazio tutti, come al solito. Vi adoro <3

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Capitolo 8
*** Quel vicino che ci sarà sempre ***


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Quel vicino che ci sarà sempre

 

 

 

 

Blaine, esci da lì.”

No.”

La voce arrivò a Alicia ovattata, come fosse lontana, a causa del piumone sotto al quale Blaine si era rannicchiato da quasi tre giorni.

Blaine, vuoi riprendere un po' di vita, per favore?” riprovò, avvicinandosi al letto dove il bozzolo-Blaine era

No.”

Gli sembrò per un attimo di essere tornata ai vecchi tempi, quando Sebastian rubava per scherzo un gioco a Blaine e quest'ultimo si chiudeva in camera per ore per la rabbia. Per farlo uscire all'epoca bastava un po' di odore di cioccolata calda e Alicia vedeva prima i piedini e poi successiva la testa di Blaine china per l'imbarazzo.

Era la cosa più dolce e tenera del mondo, e non poteva fare a meno di chinarsi e baciargli le guancette colorate di rosso e gli occhietti arrossati per il pianto.

Il giorno dopo lui e Sebastian facevano pace e tornavano a giocare contenti.

Stavolta non era così e lo capiva anche dalla voce rotta di Blaine: non era uno scherzo da bambini, quando c'era l'amore di mezzo non bisognava mai scherzarci sopra.

Blaine,” sussurrò, con voce un po' più dolce.

Lo vide uscire fuori dalla coperta, mentre guardava in alto probabilmente in un impeto di orgoglio per non farsi vedere così depresso da sua madre.

Tu devi passare sopra questa cosa, ok?”

La sua voce era sempre carica d'affetto, e vide Blaine abbassare gli occhi su di lei, quasi arrabbiato.

Non posso passarci sopra, mamma,” gli rispose, il tono duro.

Se n'è andato, mamma, se n'è andato.”

Stavolta non trovò niente da replicare, mentre vedeva gli occhi del figlio riempirsi di nuovo di lacrime.

Se n'è andato e io sono qui senza poter fare niente per impedirlo. Non lo rivedrò mai più e probabilmente lui avrà già trovato un altro ragazzo con cui provarci.”

Forse dirgli che lei sapeva che Sebastian era pazzo di lui avrebbe peggiorato la situazione, Blaine non le avrebbe mai creduto.

Lui sarà via per sempre e io non posso passare sopra questo, ok?

 

 

 

 

Tornare a scuola era stato il primo passo per tornare alla sua vita di sempre.

No, forse il primo vero e proprio era stato farsi una doccia, ma quello più che un passo verso la vita comune, lo era verso l'umanità.

Però non poteva rimanere per sempre a casa e, per quanto facesse male, doveva darsi una regolata e riprendere in mano quella che era la sua vita.

Capì di aver sbagliato ad alzarsi dal letto solamente quando una chioma riconoscibilissima anche da dietro attraversò il suo campo visivo.

No.

No.

Sebastian non poteva essere davvero lì. Non poteva.

Aveva detto “mai” e lui si era rassegnato: non era pronto ad affrontarlo di nuovo. Non così presto, non in quel momento in cui si sentiva sin troppo vulnerabile.

Stava già per nascondersi dietro a un primo passante per il corridoio, quando quegli occhi verdi – che, Dio, gli erano così mancati – si posarono sui suoi con una forza sovra umana.

Maledizione.

Lo vide avvicinarsi e pensò di buttarsi a capofitto in una stanza rotolando come in un film di Indiana Jones. Capì che era impossibile quando sentì la sua voce familiare sin troppo vicina.

Ciao Blaine.”

Blaine aveva sempre pensato che il corpo fosse composto da leggi naturali: ogni organo era al posto giusto per eseguire quelle esatte funzioni di cui l'organismo ha bisogno.

Quindi, davvero, non sapeva spiegarsi perché gli sembrava di avere il cuore in gola.

Ciao,” rispose, senza saper bene cosa dire. Non aveva neanche il coraggio di aggiungere 'Sebastian' per non correre il rischio che quel che stava accadendo fosse davvero reale.

... Che...” si schiarì la gola. “Che ci fai qui?”

Prendo alcuni documenti a scuola,” gli rispose, la voce bassa. “Sai, il trasferimento e tutto.”

Blaine deglutì il magone che improvvisamente gli stava impedendo di respirare. In tutto questo Sebastian non la smetteva di fissarlo con quegli occhi caldi e sembrava quasi volergli chiedere qualcosa.

Decise di filarsela prima di dire o fare qualcosa di cui si sarebbe pentito, visto che non riusciva a dire bugie e nascondere niente a quello sguardo.

Stava per voltarsi per andarsene, quando una mano gli afferrò il polso.

Aspetta, non andartene,” gli disse in un sussurro e Blaine credette di morire.“È stato bello rivederti, Blaine.”

Non ce la faceva a nascondersi. Non più. Quindi lo disse di getto, non pensando bene alle conseguenze.

Mi piaci.”

Gli occhi sgranati di Sebastian erano sin troppo esordienti: aveva capito di aver fatto un passo falso. Ora stare senza di lui avrebbe fatto più male, perché il saper di non aver mai avuto una possibilità di stare con lui era forse peggio di lasciarlo andare perché non si avevano altre alternative.

Eppure non voleva tirarsi indietro. Ormai era in ballo e i suoi sentimenti erano lì, pronti a esplodere.

Tanto lo avrebbe comunque perso, no?

Io credo di amarti,” disse a bassa voce, sentendo la stretta sul polso di Sebastian lasciarlo andare completamente.

Lo so, sono sdolcinato per i tuoi gusti, ma è quello che sento davvero.”

Vide Sebastian titubare, forse indeciso sul come rispondere a quella vera e proprio dichiarazione.

Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa, e tutto potrà tornare come prima. Anche i litigi, mi basta riparlarti. Io... Sebastian, ti prego dimmi qualcosa.”

Non sapeva se a fargli capire che era davvero finita fosse stato il silenzio di Sebastian o il suo sguardo basso e sfuggente.

Ma questa volta lui aveva chiuso, davvero.


 

 

 

 

Blaine stava male.

Ormai non poteva più nasconderlo, visto che si era messo a piangere durante Flashdance, poi durante il Titanic e persino durante Jurrassic Park. Ed erano due settimane che non usciva di casa.

Si era chiuso nel suo dolore e non aveva intenzione di uscire da quella stanza per nessun motivo al mondo.

Sentiva dolore a ogni parte del corpo, ma sua madre aveva detto che era il classico sintomo del mal d'amore e che prima o poi gli sarebbe passato.

Blaine odiava sentirsi in quel modo: sembrava che qualsiasi cosa dicesse gli facesse tornare in mente Sebastian.

Erano giorni interi che non parlava con nessuno, mangiava poco e a stento dormiva.

Non era neanche in vena di fare quelle cose stupide come mangiare quintali di gelato o andare al Karaoke a cantare I will always love you uccidendo di tristezza tutti i presenti in sala.

Voleva soltanto sparire dalla faccia della terra e smetterla di sentire tutta quella tristezza e solitudine. Voleva smettere di soffrire, ma gli sembrava impossibile mentre ripensava a Sebastian e al suo sguardo mentre gli diceva che gli aveva fatto piacere rivederlo.

Ci aveva quasi creduto, ci aveva quasi sperato che gli fosse mancato come Sebastian era mancato a lui. E invece...

Era un coglione a sentirsi così male per qualcuno che davvero non lo meritava.

Il fatto che la sua stanza fosse di fianco a quella di Sebastian non aiutava: sentiva che da un momento all'altro bastava voltarsi per vederlo di nuovo lì, a deriderlo con lo sguardo o con qualche parola mirata.

 

 

 

 

E quando si affacciò verso la finestra di fronte per la milionesima volta in una settimana, sicuro di trovarsi davanti una stanza fredda e vuota, quasi gli prese una sincope.

Sebastian era lì, mentre ghignava verso di lui.

Probabilmente la sua faccia doveva essere un misto tra lo stupito e il ridicolo, perché ciò spiegava le risate di Sebastian.

Ero venuto qui per farti una sorpresa, ma non mi aspettavo di farti così tanto sorprendere.”

Si sentì improvvisamente arrabbiato con lui.

Che vuoi? Sei qui per ferirmi ancora?”

Oh, Blaine, dovresti vedere la tua faccia,” ridacchiò ancora Sebastian

Sebastian. Cosa. Ci. Fai. Qui.”

Forse il suo tono ferito e arrabbiato lo convinse, perché lo vide tremare per un momento. Solo un momento.

Sono qui perché sono stato un idiota a lasciarti andare,” gli sentì dire, quegli occhi che sembravo così maledettamente sinceri.

Maledizione.

Tu non stai parlando seriamente,” gli disse, serio. “Hai bevuto per caso?”

Sebastian sbuffò, sembrava innervosito anche lui, ora.

Blaine... Io... Forse... Cazzo,” imprecò tra i denti e lo fissò ancora più intensamente. “Mi piaci ok? Sono fottutamente cotto di te e vorrei fare con te quello che stavamo facendo l'altra sera ancora e ancora e ancora.”

Dire quelle cose sembrava essere costato a Sebastian tantissimo. Aveva la stessa espressione di Ercole durante le dodici fatiche, solo che per Blaine Sebastian era anche più bello.

Io... ti piaccio?” ripeté, anche piuttosto stupidamente.

Il suo cuore stava martellando nel petto così tanto che Blaine sentiva dolore alla cassa toracica.

Da morire,” gli rispose Sebastian. “L'ho capito da un po', ma... Ecco tutto questo... Sentire e provare non fa per me. Soltanto ora ho capito che ho bisogno di te.”

Blaine non rispose e Sebastian si lagnò. “Ti prego, non farmi diventare più sdolcinato così, già sto sentendo le mani prudere per il mia dignità che sto calpestando venendo qui a strisciare ai tuoi piedi - metaforicamente.”

Non ti credo,” lo interruppe quasi Blaine, lo sguardo attonito, mentre i suoi neuroni lavoravano in fretta per fargli assimilare bene quel che gli stava dicendo Sebastian.

Aspetta, vengo lì a dimostrartelo.”

 

 

 

Si stava arrampicando sull'albero che era tra le loro finestre e Blaine spalancò gli occhi.

Ma sei scemo? Se cadi ti spezzerai l'osso del collo!”

Sebastian non lo ascoltò, ma attraversò con piccoli passetti il ramo, restando poggiato con il braccio sul tronco e Blaine lo vide davvero già pronto per essere portato all'ospedale.

Se il solito esagerato,” gli rispose Sebastian, la voce piena d'adrenalina e con un ghignetto sul volto.

Bene, si sarebbe fatto ammazzare e se la rideva.

Sebastian si arrampicò sulla sua finestra e Blaine lo aiutò a entrare dentro casa sua senza fratturarsi nulla.

MA SEI FUORI DI TESTA?” urlò, preoccupato.

Sebastian non rispose, limitandosi a sorridergli, senza togliersi di dosso quello sguardo enigmatico.

Tu sei pazzo,” ripeté Blaine, le mani che ancora gli tremavano per la preoccupazione, l'emozione per averlo così vicino e l'eccitazione per averlo visto rischiare solo per lui. “Completamente pazzo.”

Sì, pazzo di te.”

Blaine rimase in silenzio qualche secondo per assimilare bene quelle parole.

Dio, Sebastian, questa fa così tanto anni settant-”

Non riuscì a finire di parlare che Sebastian lo baciò, bloccandogli le parole, il respiro e il cuore.

Blaine si trovò a ricambiare come se non avesse via di scelta, la sua bocca che ben accoglieva la lingua di Sebastian e il sorriso che stava nascendo sulle sue labbra per la felicità di quel contatto così tanto agognato.

Si baciarono di nuovo come se fosse la prima volta, le mani che si cercavo e intrecciavano automaticamente, come se invece già si conoscessero alla perfezione.

Ora Blaine capiva il significato del suo sogno, quello che il pellicano voleva dirgli e del perché della sveglia: l'animale stava soltanto cercando di farlo svegliare. Di dirgli “apri gli occhi, Blaine, basta che allunghi la mano e Sebastian è lì. Puoi afferrarlo” .

E lui lo fece.

Lo fece a tentoni, allungando la mano e sentendo la stoffa della camicia dell'altro sotto i polpastrelli. Anche attraverso i vestiti avvertiva il calore della sua pelle e sospirò nel bacio, mentre si aggrappava alla camicia e la tirava verso di sé per attirarlo più vicino, grato di averlo davvero afferrato.

Si baciarono ancora e ancora e ancora, fin quando entrambi si dovettero staccare per mancanza di ossigeno.

Sei tutto pazzo,” gli ripeté Blaine, quando Sebastian posò la fronte sulla sua.

Blaine, io sono un pazzo, un vigliacco e uno sconsiderato. Sono scappato dai miei sentimenti una volta e chissà quante altre volte lo farò. Sono così di natura: non so affrontare le cose. Non so perdere, sono fastidioso, stronzo, arrogante, pazzo e idiota,” era partito, e Blaine quasi non riusciva a seguirlo, troppo occupato a mangiarsi ogni parola usciva dalla bocca di Sebastian. “Mi piaci da morire, ma non cambierò mai. Sarò il solito bambino viziato che conoscevi da piccolo e lo stesso ragazzo che si crede Dio che conosci adesso. Sarò sempre Sebastian... Ti basto anche così?”

Gli occhi di Sebastian erano luminosi e stupendi come Blaine non li aveva mai visti. E sembravano ancora più belli mentre gli si riavvicinava per sussurrargli sulle labbra.

Tu non mi basti mai.

 

 

 

THE END.

 

 

 

 

 

 

E stavolta davvero ç__ç
MA PENSAVATE DAVVERO CHE VI LASCIAVO SENZA LIETO FINE?
Ok, oggi devo avere qualche problema con il maiuscolo, non fateci caso. Comunque, era ovvio che questi due sarebbero finiti insieme. E anche nella maniera più sdolcinata possibile, ma insomma, se lo meritano <3
Comunque davvero vi ringrazio per essere arrivati tutti fin qui ed è ora di dire ciao a questa mini-long. Mi mancherà ç____________________ç
E non mi soffermo troppo altrimenti comincio a piagnucolare e per voi e per me risparmio questa situazione imbarazzante.
AH, e andate a vedere nella mia pagina che bella la nuova cover che mi ha fatto Ilarina. È bellissima, vero, vero, vero? *sparge cuori per Ilarina

Dopo questo... Niente, spero che come finale vi piaccia quanto spero e... Arrivederci alla prossima long <3

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