Wings

di marty0029
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PREMESSA ***
Capitolo 2: *** 1) NEW JOB ***
Capitolo 3: *** 2) WE'RE CRAZY! ***
Capitolo 4: *** 3) I'M NOT GOING TO CHICAGO! ***
Capitolo 5: *** 4) I LIKE YOU MEGAN! ***
Capitolo 6: *** 5) I WANT ***
Capitolo 7: *** 6) TOGETHER ***
Capitolo 8: *** 7) FLASHBACK ***
Capitolo 9: *** 8) DON'T TELL ME! ***
Capitolo 10: *** 9) NICE TO MEET YOU MRS EVANS! ***
Capitolo 11: *** 10) LET'S GO! ***
Capitolo 12: *** 11) RED LIPS ***
Capitolo 13: *** 12) PARADISE ***
Capitolo 14: *** 13) PASSION ***
Capitolo 15: *** 14) I HAVE TO TELL YOU.. ***
Capitolo 16: *** 15) SURPRISE!! ***
Capitolo 17: *** 16) HALLO MOM! ***
Capitolo 18: *** 17) FRIENDS AND ROMANTIC DINNER ***
Capitolo 19: *** 18) I'M SO SORRY! ***
Capitolo 20: *** 19) NEW ***
Capitolo 21: *** 20) COMPARISON ***
Capitolo 22: *** 21) PHOTOSHOOT ***
Capitolo 23: *** 22) TRANSFER ***
Capitolo 24: *** 23) VIOLENCE ***
Capitolo 25: *** 24) CHRISTMAS EVE ***
Capitolo 26: *** 25) PROPOSALS AND NEWS ***
Capitolo 27: *** 26) IT'S PERFECT! ***
Capitolo 28: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PREMESSA ***



 


PREMESSA


Mi svegliai di soprassalto portandomi una mano al petto e cercando di far tornare il mio respiro regolare. Respira Meg respira. Spostai le coperte, che contribuivano solamente a innervosirmi e mi guardai il piede. Il piede sinistro per la precisione. Sorrisi leggermente leggendo la frase che c’era impressa sopra. “I miss you”. Già. Mi manchi. Mi manchi più di quanto cazzo potessi aspettarmi. Mi manchi più di questa cazzo d’aria che entra nei miei polmoni per evitarmi di morire soffocata. Mi manchi e basta! Scesi dal letto facendo un piccolo sussulto al contatto del pavimento freddo della mia stanza. Accesi la luce e mi guardai intorno. Quella stanza. Quanti ricordi. Ricordi che volevo dimenticare, ma che non ero capace di farlo davvero. Sospirai portandomi all’indietro un ricciolo che era sfuggito dal mio chignon arrangiato. Volevo davvero stare in questo posto? A Boston? Volevo davvero che qualcun altro decidesse così liberamente della mia vita? La risposta era facile. Se ero arrivata a quel punto, si. Si volevo che altri prendessero decisioni sul mio futuro, perché per quanto mi riguardava.. niente aveva più senso..

-Megan svegliati! Devi andare! Non vorrai certo fare tardi al tuo primo colloquio di lavoro!- disse mia madre entrando pimpante e correndo ad aprire la porta, per invadere la stanza di una luce dannatamente accecante che mi portò a nascondere il viso sotto il cuscino.

-oh andiamo! Sai quanto abbia spinto tuo padre per farti fare questo colloquio! Non puoi deluderlo!!-

Sospirai e spostai leggermente il cuscino cercando di abituarmi a quella luce.
-sono sveglia! 10 minuti e scendo!- dissi sperando che capisse che era arrivato il momento che lei uscisse di scena.

-ok! Va bene! Ti aspetto giù! Non riaddormentarti però!- disse uscendo.

Guardai quella donna uscire e un moto di rabbia si impossessò di me. Come cazzo faceva?? Come poteva far finta che non fosse successo niente? Mi alzai di scatto e mi chiusi in bagno. Avevo bisogno di una doccia. Decisamente.

-oh finalmente eccoti! Credevo che sarei dovuta tornare su con le maniere forti!-

-ci sono mamma tranquilla! Non mancherò al colloquio!- dissi sedendomi e prendendo un’abbondante tazza di caffè. Decisamente ne sarebbe servito un bel po’ per sopportare l’intera giornata.

-sai che questo è importante per tuo padr..-

-si lo so! Lo so!! Non c’è bisogno che lo ripeti ogni secondo sai?? L’ho capito! So che papà vuole vedermi avvocato!- dissi finendo la tazza di caffè e lanciando un’occhiataccia a mia madre.

-so è fatto in quattro per pagarti gli studi di giurisprudenza! Glielo devi! Se riesci ad entrare in quello studio, si può dire che avrai trovato il lavoro per tutta la vita!- disse eccitata.

La guardai. È vero. I miei avevano fatto molti sacrifici per mandarmi nelle scuole giuste. Volevano che diventassi un avvocato, ed era quello che ero diventata. Volevano che smettessi con il canto ed era quello che avevo fatto. Volevano far caso che non fosse successo niente.. ed era quello che cercavo di fare. Era difficile. Troppo difficile.

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Capitolo 2
*** 1) NEW JOB ***



 


1)NEW JOB

Guardai il mio orologio da polso. 9:55. Ok. Ero in perfetto orario. Avrei avuto il colloquio con il signor Evans alle 10:00 in punto. Persi un profondo respiro e guardai il grattacielo che avevo davanti. Era il più grande di tutta Boston. Entrai in quel grandissimo edificio che faceva invidia ai più grandi grattacieli di New York.

-salve! Sono la signorina Coper. Avrei un appuntamento con il sig. Evans!- dissi arrivando alla scrivania di una donna decisamente molto impegnata.

-buongiorno! Il signore è occupato al momento, si accomodi pure in quella saletta. Appena è libero l’avvero!- disse gentilmente indicandomi la saletta con la mano.


Mi limitai ad annuire e mi misi seduta in una di quelle poltroncine di pelle bianca, che scoprì essere anche dannatamente comoda. Mi guardai intorno. Erano tutti indaffarati, tutti correvano da una parte e dall’altra. Sospirai al pensiero che se fossi stata assunta sarei stata anche io una di loro. Ma era davvero questo quello che volevo? Essere un avvocato? O meglio essere la schiavetta di un avvocato.. perché certamente all’inizio è questo quello che sarei stata. Non ero sicura che quella fosse davvero la mia aspirazione di vita, ma ormai poco mi importava. Ero qui. Avevo un appuntamento con il padrone di questo grande impero. Non potevo scappare. E poi.. la mia vita.. non è più degna di essere vissuta. Non più almeno. Mi lisciai leggermente la gonna che avevo deciso di indossare quel giorno, abbinata ad una leggera camicetta bianca con le rifiniture nere. Semplice ma elegante. Posai uno sguardo anche sulle scarpe, rigorosamente dal tacco alto e sorrisi notando che si vedeva il mio tatuaggio. Il mio piccolo orgoglio. L’unica cosa che mi permetteva di non dimenticare!


-signorina Coper, il signore la sta aspettando! Quando vuole può entrare! Il suo ufficio è la prima porta a destra!- disse la segretaria venendomi ad avvisare.

-oh perfetto grazie mille! Vado subito!- risposi alzandomi e facendole un sorriso di cortesia.

“coraggio Meg!!” pensai mentre bussai a quella grande porta di legno scuro. Sentì un avanti venire dall’interno, così prendendo un sospiro entrai nel’ufficio.

-buongiorno! Tu devi essere Megan Coper! Piacere di conoscerti! Io sono Alex Evans!- disse un ragazzo venendomi in contro.

Ok era uno scherzo? Era davvero questo ragazzo il capo di tutta la baracca qui?? Avrà avuto si e no 30 anni! E poi.. wow. Era davvero molto bello. Mi presi un attimo per osservarlo mentre avanzava verso di me. Era
biondo, con i capelli leggermente scompigliati, forse dovuti a una doccia mattutina. Aveva gli occhi verdi, veramente favolosi che potevano leggerti nel pensiero da quanto erano limpidi. E poi.. il fisico era.. perfetto. Stretto nel suo completo gessato.

-piacere signor Evans!- dissi riprendendomi e porgendo la mano in avanti.

-Alex! Chiamami Alex! Vieni accomodati!- disse accompagnandomi ad una delle due poltroncine davanti alla sua scrivania. Mi sedetti e vidi lui fare lo stesso dall’altra parte.

-allora! Tuo padre mi ha parlato molto di te!- disse portando le mani chiuse a pugno sotto la testa.

-oh davvero? Beh è un padre molto premuroso. Si interessa al mio futuro!- dissi anche se volevo aggiungere che era anche un padre padrone, dispotico e che voleva comandare sulla vita delle persone.

-mi ha detto che ti sei appena laureata! Complimenti! ho proprio bisogno di persone giovani e fresche di scuola come te!- disse sorridendo e guardandomi negli occhi aggiunse –parlami di te!-

-non c’è molto da dire! Mi sono laureata in diritto penale aziendale! Tutto qui!-

-sei molto giovane! Ho letto il tuo curriculum, hai appena 24 anni!- disse felicemente sorpreso.

Annuì leggermente. –mi sono laureata un anno prima!- dissi con una puntina di orgoglio nella voce.

-beh complimenti! sarei davvero felice se tu lavorassi per la mia azienda!-

-questo vuol dire che mi ha assunta?- chiesi meravigliata. Tutto qui?

-esatto! Sei assunta! Sempre se non hai niente in contrario! Come ti ho detto ho bisogno di persone fresche!- disse sorridendomi.

-n-no! Niente in contrario! Oh.. la ringrazio!-

-non devi ringraziarmi! E puoi anche darmi del tu! Infondo non abbiamo poi tanta differenza d’età! Allora se per te va bene direi che puoi già cominciare Lunedì!-

-questo lunedì? Tra 3 giorni?- dissi meravigliata. Speravo solo di riuscire a fare una buona impressione. Insomma lo studio è una cosa.. ma la parte pratica..  era tutta un’altra cosa.

-si lunedì! E non preoccuparti, è normale avere paura il primo giorno! Ci siamo passati tutti!- mi disse facendomi l’occhiolino.

Questo ragazzo era davvero uno strano personaggio. Insomma si comportava da amico invece che da capo.

-ok! Allora lunedi inizio! Beh credo sia tutto! Sono sicura che avrà molti impegni!- dissi ricordandomi le sue segretarie super-impegnate.

-non ti preoccupare di questo! Piuttosto vuoi fare un giro dell’azienda? Posso accompagnarti se vuoi!- disse sorridendo.

Stavo per rispondere quando qualcuno bussò alla porta.

-avanti!- disse sedendosi meglio sulla sedia. e notai che sembrava quasi incazzato da quella interruzione.

-signore c’è l’appuntamento delle 10:30!- disse la segretaria comparendo nell’ufficio e sorridendomi.

-oh Sarah disdici i miei impegni per le prossime due ore! Voglio far vedere a questa signorina l’azienda!-

-non si preoccupi Signor Evans davvero! Potrò vederla lunedì! Adesso la lascio ai suoi impegni, le ho già rubato anche troppo tempo!- dissi alzandomi e porgendogli la mano.

Lui mi guardò stranito. Sembrava quasi deluso. “oh andiamo Meg.. che film ti fai in testa!!” pensai.

-beh se è questo che vuoi allora ci vediamo lunedi!- disse alzandosi e stringendo la mia mano. Quel contatto mi lasciò senza parole. Ero come incapace di respirare. Non sapevo quello che mi stava succedendo, ma una cosa era certa. Dovevo andarmene da li. Feci un sorriso e voltandomi avanzai verso la porta, che era rimasta leggermente aperta e salutai la segretaria.

-arrivederci signorina Coper! Adesso signore posso far entrare l’appuntamento?- disse con voce efficiente.

Mi allontanai prima di sentire la sua risposta e arrivai all’ascensore. Premetti il  pulsante e aspettai che arrivasse. Ci avrebbe messo una vita. E pregai che si aprisse alla svelta. Avevo bisogno d’aria. Fortuna volle che le mie preghiere si esaudirono e le porte si aprirono lasciandomi entrare dentro. Appena mi voltai alzai lo sguardo e lo vidi. Mi stava guardando appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e le gambe leggermente accavallate. Mi sorrise e io goffamente feci altrettanto. Dovevo uscire di li!! Mantenni il contatto visivo fino a quando le porte dell’ascensore non si chiusero, poi mi lasciai andare ad un sospiro liberatorio.

Entrai in casa gettando malamente la borsa sul divano. Che bello. Non c’era nessuno in casa. Queste erano le poche soddisfazioni della mia vita. Starmene in casa sola, a pensare e pensare. Riuscivo a isolarmi dal mondo senza la voce isterica di mia madre o le urla di mio padre. Ero sola. Sola con me stessa. Entrai in cucina e accesi la macchinetta del caffè. Avevo bisogno di caffeina! Si può dire che era la mia droga. Quella che mi portava avanti. Sorrisi amaramente pensando a quanto gli dava fastidio. Mi sgridava sempre. “un giorno o l’altro diventerai una tazza!” mi disse una volta. Sospirai asciugandomi una lacrima. Non sarebbe mai passato. Avevo perso tutto.

-tesoro sono a casa!!!!-

Eccola! Ecco di nuovo la voce irritante di mia madre.

-sono in cucina!- risposi di rimando bevendo un sorso del mio caffè appena fatto.

-allora?? Com’è andata? Sono stata in ansia tutta la mattina!! Dimmi ti hanno preso vero??-

Tipico di mia madre. Probabilmente era stata dal parrucchiere o dall’estetista a farsi la manicure. Aveva tutto il tempo materiale per pensare a me e al mio colloquio. Che vita di merda!

-è andata bene! Inizio lunedi!- dissi cercando di mostrare un po’ d’entusiasmo.

-oh ma è una cosa bellissima!! Dobbiamo festeggiare!! Stasera ce ne andiamo a cena fuori! –disse battendo le mani.

Finì il mio caffè. Quello era troppo. Addirittura festeggiare! Come poteva essere così dannatamente e fottutamente cieca.

-donne sono tornato!!- disse la voce di mio padre mentre chiudeva il portone di casa.

-Roby caro, nostra figlia è appena entrata a far parte delle Evans Corporation!! Oddio ancora non ci credo!!- disse saltellando mia madre.

-oddio ma è una notizia fantastica! Sapevo che il signor Evans era rimasto colpito da te! Quando cominci?-

-lunedì! Comincia lunedì! Oh caro non è tutto perfetto??- cinguettò felice mia madre.

-NO mamma! Non è un cazzo perfetto lo capisci??- sbottai posando rumorosamente la tazza sul tavolo.

-Megan! Non cominciare per favore!- mi ammonì mio padre.

-non cominciare?? Va bene sto zitta! Tranquilli non vi ricorderò quello che è successo! Godetevi la felicità per il mio nuovo lavoro, ma non venite a cercare sorrisi da me!- dissi correndo in camera mia facendo sbattere la porta.

-le passerà tesoro! Vedrai che prima o poi le passerà!- disse mio padre stringendo mia madre che era rimasta spiazzata dalla mia sfuriata.

Mi gettai sul letto a peso morto e mi tolsi le scarpe. Possibile che non avessero un po’ di rispetto? Possibile che fossero così maledettamente ottusi?


 
Lunedì arrivò, e con lui arrivò anche il mio primo giorno di lavoro. Mi svegliai ancora prima che suonasse la sveglia. A dire la verità non avevo dormito molto bene. Ero riuscita a prendere sonno, ma alle 4:00 dopo l’ennesimo incubo avevo rinunciato a dormire. Decisi di farmi una doccia per togliermi la stanchezza di dosso.
Scesi in cucina e fui felice di vedere che ero sola. Non avrei retto mia madre e i suoi mille discorsi mattutini. Bevvi il mio solito caffè. E tornai in camera per decidere cosa indossare. Non volevo sembrare un avvocato serioso, ma non potevo nemmeno vestirmi da scolaretta. Optai per una gonna semplice nera a vita molto alta e che mi arrivava poco sopra il ginocchio e per dare un tocco di colore abbinai una camicetta fucsia, che misi dentro la gonna. Mi guardai allo specchio e annuì soddisfatta della scelta, indossai un paio di scarpe nere con il tacco alto e passai al trucco. Semplice ma efficace. Nessun ombretto ma una lieve linea di eye-liner e un rossetto color nude. Ok ero pronta. Presi la borsa e cercai le chiavi della macchina. Primo giorno di lavoro sto arrivando!

-salve signorina Coper! La stavamo aspettando! Il signor Evans ha detto che l’avrebbe aspettata nel suo ufficio quindi può andare da lui!- disse tutta pimpante la segretaria che se non mi sbaglio si chiamava Sarah.

-oh la ringrazio! E comunque già che ci siamo, mi chiami Megan!- le dissi con un sorriso.

-certo! Grazie! Allora Megan vai che ti sta aspettando!-

Annuì e mi diressi verso l’ufficio e come la prima volta, bussai e attesi la sua risposta prima di entrare dentro.

-salve signor Evans! Sarah mi ha detto che mi stava aspettando!- dissi entrando completamente dentro il suo ufficio e richiudendomi la porta alle spalle.

-Megan ciao!! Si si ti stavo aspettando! Vieni accomodati! E poi ti ho già detto di chiamarmi Alex e di darmi del tu!- disse alzandosi dalla sedia e venendo verso di me.

Dio com’era bello. Aveva tutto quello che un ragazzo potesse mai sognare e che una ragazza potesse mai desiderare.

-già! È vero, è solo che non credo sia il caso. Insomma lei è il mio capo, non mi sembra corretto!- dissi farfugliando qualche parola a caso.

-ok allora se la vedi così, visto che sono il tuo capo, ti ordino di darmi del tu! Che ne dici? Va meglio così?- disse divertito.

Mi detti mentalmente della stupida e annuì.

-ok! Se lo dite osp cioè volevo dire se lo dici te va bene!-

-ecco brava! Facciamo progressi! Comunque accomodati, voglio spiegarti il piano di lavoro per le prossime settimane!- disse tornando alla scrivania e mostrandomi un foglio.

-fai sul serio?- chiesi dando una lettura veloce.

Lui mi guardò stranito.

-voglio dire davvero inizierò subito a lavorare da avvocato?- dissi sbalordita.

-beh è per questo che ti ho assunta no? Ah sarebbe stato uno spreco se ti avessi preso per fare le fotocopie visto la tua laurea!- disse divertito.

-no è che io pensavo.. niente lascia perdere! Allora qui c’è scritto che avrò un collega, posso conoscerlo?-

-certo! Eccomi qui!- disse indicandosi.

-tu? Davvero? Credevo che non ti occupassi di questo!- dissi meravigliata.

-sono avvocato anche io! Certo è vero che ho accantonato la parte pratica per creare tutto questo - disse aprendo le braccia per indicare il suo impero –ma ora voglio tornare in campo!-

“Oh fantastico! E proprio con me dovevi tornare in campo??????” pensai irritata. Cavolo avrei avuto questo stupendo ragazzo a stretto contatto per settimane, e in più era il mio capo, quindi se facevo qualche sgarro.. ero fuori!!

-che c’è? Non mi vuoi come partner? Beh tranquilla posso sempre rivedere le carte e assegnarti qualcun altro!- disse con un tono che mi sembrò quasi.. deluso.

-no no non ti preoccupare! Mi va benissimo lavorare con te! Davvero!-

-oh menomale!! Beh allora è il caso che ti mostri il tuo ufficio!- disse alzandosi dalla sedia.

-avrò un ufficio??-

Mi strizzò l’occhio.

-benvenuta alla Evans Corporation Megan!-

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Capitolo 3
*** 2) WE'RE CRAZY! ***



 


2)WE’ RE CRAZY!


Oddio ma non avevo un ufficio.. avevo una reggia!! Era più grande della mia stessa stanza! C’era un’enorme scrivania che aveva alle spalle una fantastica vetrata che dava sulla strada più in di Boston. Avevo una sedia in pelle girevole e un enorme divano sulla destra. Lo guardavo a bocca spalancata, mentre sentivo Alex ridacchiare.
-puoi smettere di sbavare adesso Megan!-
 
Mi ripresi arrossendo leggermente e avanzai verso la scrivania dove appoggiai la mia borsa. Adoravo questo ufficio.
 
-allora, come vedi c’è una porta li!- disse indicando una porta nella parete a sinistra.
 
Oddio non l’avevo nemmeno notata presa com’ero da tutto il resto! “basta Meg!! Riprenditi!”
 
-quella porta è comunicante con il mio ufficio! Visto che lavoreremo insieme ho pensato che sarebbe stato meglio per muoverci liberamente!-
 
Annuì leggermente prestandogli attenzione.
 
-per il resto credo sia tutto! Adesso ho un appuntamento e ti lascio ambientarti! Leggi il programma che ti ho lasciato e vedi di tenerti libera per pranzo!-
 
-per pranzo?- domandai confusa.
 
-certo! Ti devo ancora un giro dell’azienda!- disse facendomi l’occhiolino e uscendo dal mio “ufficio”.
 
Scossi la testa sorridendo e presi il foglio che mi aveva dato dalla borsa. Si inizia. Al lavoro Meg!
 
Sentì bussare alla porta.
 
-avanti!- dissi cercando di non urlare. Ehi dovevo ancora farci l’abitudine!
 
-salve Megan! Volevo comunicarti che il signor Evans mi ha assegnato come tua segretaria! Spero la cosa ti faccia piacere!- disse Sarah entrando nella stanza.
 
-cosa? Come mia segretaria? Davvero? Beh è una cosa bellissima! Sono felice che abbia pensato a te! Sembri molto efficiente!- dissi colpita. Era davvero una brava persona.
 
-oh  beh grazie mille! Adesso torno a lavoro, ma se hai bisogno non esitare e chiamami!- disse prima di uscire dalla porta.
 
-addirittura la segretaria.. dove sarà il tranello?- dissi pensierosa. La cosa era troppo bella per essere vera. O meglio, a me sembrava surreale, ma magari per Alex non era così.
 
Stavo concentrata sugli appunti che mi aveva dato Evans. Wow era una bella causa. Da quello che potevo vedere una grande azienda di nome Publishing aveva un debito enorme con un’altra grande azienda, cliente della Evans Corporation. Ero immersa nella lettura quando venni distratta dal classico rumore del legno battuto. Qualcuno stava bussando alla porta, ma non alla porta principale, ma a quella comunicante con l’ufficio di Alex.
 
-avanti! Vieni pure!- dissi alzandomi dalla scrivania e andandogli in contro.
 
Lo vidi fare capolino e mi sorrise. Un sorriso del quale, presto, molto presto, non sarei riuscita a fare a meno.
 
-ehi come va? Ti ho abbandonato mi dispiace!- disse entrando e sedendosi in una poltroncina davanti alla mia scrivania.
 
-oh non ti preoccupare! Va tutto bene! Ah grazie per aver messo Sarah come mia segretaria! Mi piace quella ragazza!- dissi sinceramente riconoscente.
 
-beh mi sembrava giusto che avendo un ufficio, avessi anche una segretaria! Sarah è in gamba e sono sicuro che ti aiuterà! Allora, hai letto i fogli che ti ho dato?-
 
-certo! A quanto riesco a vedere questa Publishing ha un buco enorme con la GreenLand! Anche se non riesco a capire come possa essere arrivata ad avere un simile debito! Insomma non stiamo parlando di qualche dollaro!- dissi sfogliando i fogli.
 
-già! La GreenLand è la ditta del mio migliore amico! Si occupa di abbigliamento e tempo fa ha aveva accettato un incarico proprio da parte della Publishing per una collezione che prevedeva molte ore di lavoro e molta manodopera. Poi all’improvviso è fallita, così dal nulla, lasciando aperti tutti i debiti!- disse portandosi le mani sotto il mento.
 
-mh mi sembra troppo strano che un’azienda di quelle dimensioni possa fallire così, dall’oggi al domani! Ci sarà sicuramente qualcosa sotto!-
 
-infatti! La penso anche io come te, ed è proprio quello che dobbiamo scoprire! È quello che Harry vuole da noi!- dissi concordando con me.
 
-Harry sarebbe il tuo amico della GreenLand giusto?-
 
-esatto! Proprio lui! Dovrebbe venire domani per darci delle informazioni in più, almeno lo conoscerai! E adesso dimmi, sei pronta?- disse alzandosi di scatto.
 
Lo guardai balzare in piedi. –pronta?-
 
-ma come te lo sei dimenticato?? Allora proprio non ti va di fare un giro dell’azienda con me!! La prima volta mi dai buca, la seconda lo dimentichi!- disse fingendosi offeso.
 
-oddio è vero! Me lo avevi anche detto!! Che scema! Certo ci sono! Quando vuoi!- dissi dandomi mentalmente della cretina e alzandomi dalla sedia.
 
-perfetto allora andiamo no? Cosa stiamo aspettando?- disse mentre mi teneva aperta la porta per farmi passare.
 
Certo che questo ragazzo era proprio strano. Non sembrava proprio un avvocato di altissimo livello. E io che pensavo che avrei lavorato per uno stacanovista che pensava solo al lavoro. Invece lui era proprio il contrario. Sorrisi accompagnandolo per tutta l’azienda.
 
-questa infine è la sala pranzo! Vieni andiamo a prendere qualcosa da mangiare, altrimenti non ci tocca più niente!-
 
Annuì e lo seguì prendendo un vassoio. Avevo una fame da lupo, ma non potevo certo fare la sfondata davanti a lui.. così presi solo un piatto di pasta e un petto di pollo. Poi ci mettemmo a sedere ad un tavolino a cui presto si aggiunse anche Sarah dato che essendo la mia segretaria aveva bisogno di alcune informazioni.
 
-passiamo alle chiamate!- disse scarabocchiando qualcosa sul suo taccuino. –quali ti devo passare? Quelle della mamma, del papà, del fidanzato?-
 
Ci pensai su. Effettivamente di ricevere le chiamate di mia madre non era proprio la mia più grande aspirazione. Anche considerando che dopo la mia risposta dell’altro giorno non le avevo più parlato.
 
-beh passami quelle dei miei, ma solo se davvero importanti! Per il resto basta! Non ho un fidanzato quindi..- le dissi sorridendo e mi accorsi che Alex aveva sorriso alla mia risposta. Chissà se per quello che avevo detto dei miei o se per il fatto che fossi single. “BASTA MEG!!!”
 
-come mai non hai un fidanzato?? Andiamo sei così bella!!- disse Sarah smettendo di scrivere.
 
-beh diciamo che.. ecco.. non sono proprio un tipo facile!- dissi sperando che la smettesse con qull’inquisizione spagnola.
 
-mah credo siano tutti pazzi i ragazzi qui! Insomma guardati! Come possono resisterti?- disse come se stessi riflettendo ad alta voce.
 
Vidi Alex che si faceva sempre più attento alla conversazione e io arrossì leggermente. Mi imbarazzava parlare di queste cosa, ma Sarah sembrava partita come un fiume in piena.
 
-Sarah per favore non è che potresti andare a chiamare Harry per dirgli di passare domani alle 10:00?- disse Alex alla ragazza, che annuì e si alzò dal tavolo per poi sparire dalla mensa.
 
-oddio grazie!- dissi sospirando.
 
-ahaha l’avevo notato che avevi bisogno di aiuto! Tranquilla non mi devi ringraziare! Però in una cosa sono d’accordo con lei.. siamo tutti pazzi.. sei davvero irresistibile!- disse prima di alzarsi e tornare nel suo ufficio.
 
Rimasi senza parole, ma un leggero sorriso comparse sulla mia faccia. Ero irresistibile secondo lui? Oddio.. “BASTA MEG!! Non devi pensare a lui in quel senso!! Smettila!!”
 
Tornai a casa alle 18:00. Parcheggiai l’auto del vialetto e entrai in casa. Fui sorpresa di vedere i miei entrambi in casa ed entrambi sul divano a parlare tra loro.
 
-ciao!- dissi avvicinandomi a loro.
 
-ciao Megan! Vieni siediti, dobbiamo parlare!- disse mio padre indicandomi la poltrona davanti al divano dove erano seduti loro.
 
Eccoci.. non era un buon segno.. l’ultima volta che li ho visti così seri è stato quando… quando successe tutto.. presi un respiro e mi sedetti in poltrona.
 
-ecco.. mi hanno dato il trasferimento Meg! Dopo domani dovrò essere alla sede di Chicago! Ci trasferiamo li!- disse velocemente mio padre.
 
Lo guardai sbalordita. Non poteva dire davvero! Non poteva pretendere che io andassi a Chicago! A 1500 kilometri da qui. Non poteva pretenderlo davvero.
 
-mi dispiace per questo papà, ma sappi che non verrò con voi!-
 
-non fare la bambina! Lo so che ho spinto tanto per farti entrare alla Evans Corp., ma adesso è cambiato tutto e non possiamo più stare qui!- disse alzando leggermente la voce.
 
-forse non hai capito! Io non mi muovo a Boston! E non per il lavoro!!-
 
-non alzare la voce Megan!- mi rimproverò mia madre.
 
-voi.. voi non mi potete costringere! Ho 24 anni! Sono grande abbastanza da decidere cosa fare della mia vita!!-
 
-sei tu che non capisci! Non puoi pretendere che ti lasciamo qui! Da sola! Saremo dall’altra parte degli stati uniti!!- disse mia madre.
 
-te lo ripeto! Io non mi muovo da Boston! Mettetevelo in testa!- dissi alzandomi di scatto.
 
-fermati! Lo vuoi capire o no che è meglio anche per te cambiare aria??- rispose mio padre.
 
-oh no! Per me è solo importante stare vicino a lui! Voglio stare qui perché lui e qui! Non posso lasciarlo!!- dissi iniziando a piangere.
 
Vidi mia madre alzarsi e venire verso di me, ma io feci un passo indietro. Non avevo bisogno delle sue moine.. non adesso.
 
-ok! Va bene! Se è questo quello che vuoi.. resterai qui, ma ti avverto Megan, da adesso in poi provvederai a tutto per conto tuo! La casa adesso è tua! Non contare su di noi!- disse mio padre alzandosi e andando verso la camera.
 
-non ho bisogno di voi! Non ho bisogno di nessuno! Le uniche persone che importavano e che mi capivano non ci sono più! E adesso scusate ma sono stanca!- dissi correndo in camera mia e chiudendo la porta a chiave.
 
Non ci potevo credere.. credevano davvero che li avrei seguiti? Davvero?? Ma che cosa assurda! Non potrei muovermi mai da qui! Questa è il mio posto ormai.. è qui che ci sono loro.. è qui che voglio stare!
 
Mi alzai la mattina dopo guardandomi allo specchio.. ero uno schifo! Occhi rossi, capelli arruffati e profonde occhiaie nere intorno agli occhi.. mi passai una mano tra i capelli e sospirai a fondo.. avevo proprio bisogno di un bagno caldo e di un caffè bollente.







_________

ok che ne pensate? come sta venendo la storia? vi piacciono i personaggi?? e poi.. soprattutto.. quale sarà questo segreto che sta nascondendo la notra Megan? curiosi?

vorrei ringraziarvi per leggere la mia storia, ma vi prego... mi lasciate qualche recensione?? qualcuna piccina piccina, mi fareste molto piacere.. dico davvero! vi mando un bacio!

ciao ciao Marty0029
 

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Capitolo 4
*** 3) I'M NOT GOING TO CHICAGO! ***



 
 


3) I'm not going to Chicago!
 

Arrivai alla Evans Corporation con un certo anticipo. Ero certa che non sarei stata la prima, ma sicuramente non ero l’ultima! Salì con l’ascensore fino all’ultimo piano e mi diressi a grandi passi verso il mio ufficio. Quella mattina ci sarebbe stato l’incontro con l’amico di Alex, il capo della GreenLand e io volevo essere super-preparata.
 

 Mi alzai dalla scrivania guardando l’ora. Wow erano già le 9:00… e decisamente avevo bisogno della mia dose di caffè.. non sarei andata avanti molto senza la mia cara droga! Uscì dal mio ufficio e mi stupì di vedere Sarah indaffarata alla sua scrivania.

 
-ehi ciao! Già a lavoro eh?-
 
-Megan ciao! Quando sei arrivata? Non ti ho sentito arrivare!!-
 
-veramente sono qui da un’oretta più o meno! Vado a farmi un caffè! Ti va di unirti a me?- le chiesi gentilmente.
 
-oh.. ho molto lavoro da fare.. sai com’è..- disse un po’ in imbarazzo.
 
-non ti preoccupare! Te lo porto io!- dissi allontanandomi e facendole l’occhiolino.
 
Stavo sorseggiando la mia droga, quando vedo entrare nella caffetteria un ragazzo. Beh la cafferia era dentro la Evans corp. Quindi lui sicuramente lavorava per Alex.
 
-ciao! Sei nuova vero? Non ti avevo mai visto da queste parti!- disse prendendo una tazza e versandoci dentro un po’ di caffè.
 
-ho iniziato ieri!- risposi annuendo appena. Chissà per quanto tempo sarei stata la “nuova arrivata”.
 
-beh io sono Tom! Piacere di conoscerti.. emh..-
 
-Megan! Megan Coper!-
 
-oh.. tu sei quella che lavora a stretto contatto con Evans!- disse leggermente deluso.
 
Lo guardai meravigliata. E lui come faceva a saperlo??
 
-si beh.. tu come lo sai?-
 
-vedi io sono il responsabile della clientela. Alex è solito fare riunioni spesso tra noi responsabili, e quindi ci ha accennato del tuo arrivo!- disse prima di bere un sorso di caffè.
 
-capisco!- dissi prendendomi un attimo per guardarlo. Aveva i capelli mori, corti ma leggermente spettinati con una spazzata di gel.  Notai anche i suoi occhi.. scuri e penetranti, tutto il contrario di quelli di Alex, ma sempre affascinanti. Aveva un fisico da modello, evidenziato ancora di più dai jeans e dalla camicia bianca che portava dentro i pantaloni.
 
-allora credo che ci vedremo molto presto in giro Megan! Resterai dei nostri per un bel po’.. spero!- disse prima di farmi un occhiolino e lasciare la stanza.
 
Rimasi impalata a fissare il punto dove prima c’era il ragazzo. Ma in questo posto un ragazzo brutto e peloso non esiste???
 
-eccola!! Ehi Megan buongiorno!!- disse pimpante Alex vedendomi tornare dalla caffetteria.
 
-buongiorno a te!- dissi salutandolo. Poi spostai lo sguardo su Sarah e le porsi un bicchiere di carta che conteneva il suo caffè. –fai attenzione che scotta!-
 
-oh grazie mille Meg!!!-
 
Le sorrisi e poi concentrai la mia attenzione su Alex. Bello come il sole. Stretto nei suoi jeans scuri nella sua camicia azzurra con sopra una giacchetta blu. Era divino.
 
-ti ricordi che tra meno di un’ora abbiamo la riunione con Harry?- mi disse avvicinandosi.
 
-certo! Mi sono studiata meglio il piano che mi hai dato. Vedremo di tirare fuori qualcosa!-  dissi convita, poi il mio cellulare prese a suonare. –oddio scusate!-
 
-pronto?- dissi cercando di parlare normalmente, anche se sapevo di avere due grandi occhi verdi puntati addosso.
 
-Megan sono io! Senti noi abbiamo finito i bagagli. Ti chiamo per sapere se hai cambiato idea! Se vuoi posso sempre farti le valigie io!- disse la voce squillante di mia madre.
 
-mamma ti ho detto che non ci vengo a Chicago! E che cavolo ma mi ascolti quando parlo??- dissi cercando di mantenere un tono di voce calmo e pacato, anche se in realtà avrei voluto urlare.
 
-come farò senza di te? Non voglio lasciarti qui da sola! Non ci riesco!- disse scoppiando a piangere.
 
Perfetto.. ci mancava solo mia madre e le sue crisi isteriche! Alzai lo sguardo e vidi Alex che mi guardava, decifrando ogni mio movimento.
-ok mamma facciamo così, io ora vado in riunione, ma a pranzo cerco di liberarmi. Ti va se ci vediamo? Così parliamo un po’!- dissi rassegnata.
 
-va bene! Allora ci vediamo allo stesso bar?-
 
-si! Ci vediamo li! Adesso vado ciao ciao!- dissi attaccando la comunicazione. Perché doveva essere tutto così maledettamente complesso??
 
-ehi tutto ok? Hai una faccia..- disse Alex vedendomi tornare da lui.
 
-tutto bene grazie! Beh adesso credo sia meglio se ci prepariamo per questa riunione no?- affermai passandomi una mano tra i capelli.
 
-si hai ragione! Andiamo nel mio ufficio allora! Ah Sarah appena arriva Harry Green fallo entrare nel mio ufficio grazie!-
 
-certo signor Evans!- disse Sarah efficiente come sempre sorridendo a entrambi.
 
Entrai nel suo ufficio e mi sedetti su una di quelle poltroncine nere davanti alla sua scrivania e lui fece lo stesso dall’altra parte.
 
-sicura che non è successo niente? Puoi parlare con me se vuoi sai? So ascoltare!- mi disse sorridendomi.
 
-domani i miei partono per Chicago! Hanno trasferito li mio padre per lavoro! Io non voglio andare con loro. Non posso! Così mia madre da di matto ad ogni ora!-
 
-oh capisco! Però ormai sei grande. Puoi prendere decisioni autonomamente no?-
 
-è infatti quello che ripeto a loro! Rimarrò qui, punto e basta!-
 
Vidi che mi sorrise e istintivamente sorrisi anche io. Quel ragazzo riusciva a calmarmi in una maniera assurda.
 
-sono felice che rimarrai!-
 
Alzai lo sguardo e mi persi in quei meravigliosi occhi verdi. “RIPRENDITI MEG!!”
 
-sai Megan io..- non riuscì a finire di parlare perché entrò nella stanza un ragazzo.
 
-ehilà Lex! Come ti vanno le cose??- disse arrivando dall’amico e dandogli una pacca sulla spalla.
 
Sorrise e si alzò dalla sedia per ricambiare la pacca.
 
-sempre il solito eh Harry? Comunque ti posso presentare Megan Coper? Si occuperà con me del tuo caso!-
 
Mi alzai dalla poltroncina e gli porsi la mano.
 
-piacere di conoscerla signor Green!-
 
-uh no no tesorino non ci siamo! Non mi devi chiamare signor Green! Sono Harry.. solo Harry! E credimi il piacere è mio!- disse facendomi un sorriso mentre stringeva la mia mano.
 
Era un bel ragazzo, alto e biondo con due occhi azzurri che sembravano un mare in tempesta. Cavolo ma un ragazzo brutto no eh??
 
-siediti Harry! Vediamo di trovare una soluzione!-
 
Due ore dopo la riunione era finita. Era bello vedere quei ragazzi insieme. Si dovevano conoscere da molto visto che sapevano tutto l’uno dell’altro.
 
-beh allora io me ne vado! Mi raccomando appena arrivare a qualche soluzione informatemi subito!- disse alzandosi.
 
-non c’è problema! Lo faremo Harry!- gli dissi di rimando.
 
-è stato un piacere conoscerti Megan! E tu Lex mi raccomando non ti stancare troppo perché stasera mi servi in forma!-
 
-ci sarò tranquillo! Sai che senza di me non andresti da nessuna parte!-
 
Harry scoppiò a ridere. E poco dopo anche Alex si aggiunse a lui.
 
-sei sempre il solito presuntuoso! Va beh.. ci vediamo stasera!! Megan a presto!!- disse prima di sparire dietro la porta.
 
Guardai l’orologio. Cazzo avevo un appuntamento con mia madre dall’altra parte di Boston!
 
-vado anche io! Devo pranzare con mia madre! Ci vediamo più tardi!- dissi alzandomi e aggiustandomi la gonna.
 
-certo! Mi raccomando Meg.. non farti convincere!- mi disse facendomi un occhiolino.
 
Io sorrisi e uscì velocemente da quell’ufficio.
 
-mamma! Scusa il ritardo, ma c’è una fila pazzesca!- dissi sedendomi al tavolino.
 
-non ti preoccupare! Piuttosto hai già deciso vero? Non ci seguirai!-
 
-non cominciamo adesso per favore! No non verrò a Chicago, ma non per questo non vi vorrò più bene!-
 
-come faccio da sola Megan? Tu non puoi lasciarmi sola! Non puoi!!!-
 
-ci sarà papà! Io non voglio lasciarti sola, ma non voglio nemmeno lasciare questa città! Insomma mamma.. loro sono qui!!-
 
-sono al cimitero Megan! Al cimitero! Sai che vuol dire? Che non si sposteranno mai di li!!- disse acidamente mia madre.
 
La guardai e mi stupì di provare affetto per una persona come lei. Era solo una stronza se aveva davvero detto quelle parole.
 
-perdonami! So che non avrei dovuto dirtelo!-
 
Brava, almeno hai la decenza di fare marcia indietro.
 
-senti, non voglio litigare, Chicago non è poi dall’altro capo del mondo! Con poche ore d’aereo ci vediamo!-
 
La vidi annuire leggermente.
 
-e adesso mangiamo qualcosa che sto morendo di fame!- dissi aprendo il menù.
 
 
Tornai all’ufficio. Sarah come sempre era indaffaratissima, così la salutai solamente, senza mettermi a chiacchierare. Entrai nel mio ufficio e mi buttai seduta sul divano iniziando a massaggiarmi le tempie. Mi sarebbe venuto un mal di testa da urlo. Sicuro. Sentì bussare alla porta comunicante e balzai in piedi.
 
-vieni pure!-
 
-ti ho sentito rientrare! Allora? Com’è andata?- disse lui sedendosi sul divano dove ero prima seduta.
 
-allora credo che finalmente abbia capito che partiranno senza di me!-
 
-fantastico! Dobbiamo festeggiare allora! Vieni in un posto con me stasera?-
 
Ma non aveva l’impegno con Harry lui stasera??
 
-dove?-
 
-ehh quanti sei curiosa! In un posto! Stasera, come tutti i martedì sera io Harry e altri 3 amici facciamo una partita di calcetto. Se vuoi venire mi farebbe piacere!- disse sincero.
 
-oh.. beh.. io adoro il calcio quindi credo che accetterò la tua proposta!- risposi sorridente.
 
Lo vidi sorridere.
 
-ah.. sappi che dopo la partita, ti porto a cena fuori!!- disse uscendo dall’ufficio sorridente.







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 HI GUYS!!
che ne pensate del capitolo?? viprego ditemi il vostro parere perchè se so che la storia non piace posso sempre cambiarla... fatemi sapere!!!!!

baci Marty0029

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Capitolo 5
*** 4) I LIKE YOU MEGAN! ***



 



4) I like you Megan
 
Mi guardai nuovamente allo specchio. Jeans stretti, polo bianca e cardigan fucsia. Da potevo andare. In fin dei conti mi portava ad una partita di calcetto no? Indossai un paio di stivali che mi arrivavano a metà polpaccio e passai a trucco e parrucco. Lasciai i capelli sciolti. Erano decisamente lunghi. Arrivavano oltre la metà della schiena, ma mi piacevano troppo per tagliarli. Misi un filo di fondotinta e una linea di eye-liner. Non volevo esagerare. Tornai in camera e presi la borsa. Sarebbe arrivato alle 20:00. Gettai un’occhiata all’orologio e notando che mancavano pochi minuti decisi di scendere.
 
-sei bellissima tesoro!-
 
-andiamo mamma.. ho solo un paio di jeans!-
 
-sei bella lo stesso! Voglio lasciarmi questa tua immagine nella mente, così quando non sarò qui ti immaginerò così!-
 
-smettila Tish! L’ha deciso lei! È stata una sua scelta quella di non seguirci quindi lasciala libera!- disse duramente mio padre comparendo dalla cucina.
 
-lo so Robby, ma è pur sempre tua figlia!-
 
-figlia ingrata che non vuole seguire suo padre!-
 
Non ci vidi più. Scoppiai e partì in quarta.
 
-ingrata?? Io?? Devo ricordarti che sono passati due anni da quando non vivo più la mia vita!! Due fottutissimi anni da quando lascio che la gente decida cosa è meglio per me! Due anni che prendi decisioni al posto mio. Scusa tanto se sentirsi dare della figlia ingrata non è il massimo!!-
 
Vidi mio padre cambiare espressione.
 
-devi smetterla ok? Quando ti deciderai a continuare ad andare avanti? Quando capirai che non puoi tornare indietro con il tempo? È successo Megan!!- mi disse duramente.
 
-basta! Smettila!! Non voglio sentirti!! Non voglio vederti!! Tu non puoi  dirmi delle cose del genere! Non puoi cazzo! Che ne sai?? Eh?? Che cosa ne sai tu??- dissi iniziando a piangere.
 
-smettetela! Non credo sia il caso di litigare così la sera prima della partenza! Non voglio ricordare questa scena!- disse mia madre mettendosi in mezzo.
 
-hai ragione mamma! Io infatti esco! E menomale che lo faccio, altrimenti giuro che non sarebbe finita qui!- dissi guardando mio padre.
 
Lui non rispose e io uscì da quella casa. Non potevo credere che mi avesse detto quelle cose. Sentirle dire così apertamente era un dolore lancinante che mi attraversava tutto il corpo. Istintivamente lanciai uno sguardo in basso, verso il mio tatuaggio. Mi mancavano. Tanto.
 
-ehila Meg! Wow come siamo belle!!- disse Alex scendendo dalla macchina e venendomi in contro sorridente.
 
-ciao! E non sono bella.. ho solo un paio di jeans addosso! Tu piuttosto stai proprio bene vestito così!- dissi notando la sua “montatura”. Aveva un paio di calzettoni che gli arrivavano poco sotto il ginocchio, un paio di pantaloncini bianchi e una maglia bianca con la scritta “RENGERS” sul petto. Sorrisi. Stava davvero bene vestito in quel modo!
 
-credimi se ti dico che sei favolosa! e sono felice che ti piaccia il mio vestiario!- disse facendo un giro su se stesso.
 
Nel girare vidi la scritta “Evans” con un numero 10 sulla sua schiena. E scoppiai a ridere.
 
-e così sei l’attaccante eh??-
 
-e come lo sai? –domandò tra il divertito e lo stupito.
 
-come ti ho detto amo il calcio abbastanza da sapere che il numero 10 di solito viene dato agli attaccanti che portano a casa più goal!-
 
Sorrise compiaciuto.
 
-bene bene bene sono molto felice che tu sia così perfettamente preparata!! Vorrà dire che se farai la brava ti dedicherò un goal!- disse con tono superiore.
 
-oh sarebbe un onore Evans!-
 
Scoppiammo entrambi a ridere e poi mi accompagnò alla macchina. Una stupenda macchina. Non mi intendevo molto di auto, ma ero quasi certa che si trattasse di un Range Rover.
 
-hai una macchina bellissima e grandissima!- dissi guardandomi intorno.
 
-beh mi piace essere comodo! E poi questa è la macchina che sognavo da piccolino!!- disse facendomi l’ occhiolino.
 
Sorrisi e mi lasciai portare al campo dove si sarebbe tenuta la partita. Appena entrai nel piccolo stadio vidi 4 ragazzi intenti a parlare con delle ragazze sedute sulle tribune. Riconobbi Harry e anche Tom, il ragazzo della caffetteria con cui avevo parlato quella mattina.
 
-oh finalmente anche il grande capo è arrivato! Cos’è volevi un invito in marca da bollo?? –disse sorridente un ragazzo alto moro e con degli occhi azzurri da favola.
 
-non rompere Fred! Ragazzi, ragazze, vi presento Megan! Meg loro sono i miei compagni di squadra! Harry lo conosci già, e loro sono Tom, Fred e Will. Le ragazze invece sono Hilary e Sue!- disse presentandomi i suoi amici.
 
-ciao Meg! È bello rivederti!!- disse Tom venendomi ad abbracciare e beccandosi un’occhiataccia da Alex.
 
-ci siamo conosciuti stamattina in caffetteria! Credo che lei sia ancora più drogata di me con il caffè!- disse a Alex come giustifica.
 
-che bello conoscerti!! Stavamo appunto chiedendo di te ad Harry, ma devo dire che non ti ha dato giustizia! Sei molto più bella!- disse un ragazzo con i capelli rasati e due grandi occhi verdi. Credo si chiamasse Will.
 
-ok la volete finire per favore???- disse Alex mettendo una specie di broncio che mi fece scoppiare a ridere.
 
-vieni Megan siediti pure con noi, mentre lasciamo andare questi ragazzi a scaldarsi!!- disse una ragazza bionda con gli occhi marroni. Era davvero bellissima!
 
-è bello vedere che anche Alex si lascia andare! Sai lo conosciamo da molto tempo ma non aveva mai portato una ragazza al campo! Significa che gli piaci davvero!- affermò l’altra ragazza. Anche lei bellissima. Aveva dei capelli lunghi e castani e dei favolosi occhi celesti.
 
-oh.. beh..- ero in imbarazzo. Totalmente in imbarazzo.
 
-andiamo Sue non la spaventare poverina! Tranquilla tesoro! E poi si vede lontano un miglio che gli piaci! Insomma guarda.. non ti stacca gli occhi di dosso!!- disse Hilary sorridendo.
 
Voltai lo sguardo e intercettai quello di Alex che mi sorrise per poi continuare il riscaldamento.
 
-visto?? Allora Meg, parlaci un po’ di te!- disse felice Sue.
 
-beh c’è poco da dire. Lavoro con Alex da poco al caso di Harry!-
 
-si Harry me l’ha detto!! È felice che ti occupi anche tu del caso!-
 
-senti ma per caso tu ed Harry??- domandai curiosa a Hilary.
 
-si è il mio fidanzato!- rispose felicemente.
 
-e il mio è Will! Nel caso te lo stessi chiedendo!!-
 
-capisco!- mi sentivo leggermente fuori luogo.. insomma loro erano le fidanzare, e io che cosa ci facevo li? Sapevo però che avevo bisogno di amiche. Erano due anni che non ne avevo. Due anni che non parlavo con nessuno dei miei problemi.
 
-ehi ecco che inizia! Finalmente sono arrivati anche gli altri!- annunciò Sue guardando l’altra squadra entrare in campo.
 
Cercai di concentrarmi sulla partita. Non era difficile perché i ragazzi giocavano davvero bene! Sembravano veri esperti. Fred in porta, Tom e Will cercavano di difendere al meglio mentre Harry e Alex erano i centravanti. Si vedeva che erano affiatati.
 
-dai Lex vedi di fare goal!!- urlò Hilary quando lui prese palla.
 
Lo vidi scartare i due difensori e fece goal. Scoppiai a ridere vedendo Harry saltargli in collo. Per poco non caddero entrambi. Poi vidi il resto dei ragazzi andare da lui. Sorrisi e poi vidi che guardò verso di me e mi lanciò un bacio.
 
-uh che dolce!! Ti ha appena dedicato il goal!!- disse pimpante Sue.
 
Io arrossì fino alla punta dei capelli e distolsi lo sguardo. Era stato carino da parte sua, ma non era abituata a tutte quelle attenzioni.
 
-credo proprio che il nostro Lex sia cotto a puntino Sue!!-
 
-ahah credo anche io Hil! Però Meg sei riuscita a conquistarlo!!-
 
Non risposi e tornai a concentrarmi sulla partita.
 
Punteggio finale 1-0, ovviamente vinsero i “RANGERS” grazie alla rete di Alex. Vidi i ragazzi prendere le borse e correre verso gli spogliatoi, mentre io raggiunsi le ragazze fuori dal campetto.
 
-dicci qualcosa di te Meg!- mi chiese curiosa Hilary.
 
-che dirvi.. ho 24 anni e mi sono laureata adesso in giurisprudenza, vivo o meglio vivevo con i miei visto che domani si trasferiranno a Chicago!-
 
-se hai bisogno di qualcosa conta su di noi! Dico davvero ci piacerebbe conoscerti meglio, se Lex si fida di te allora vuol dire che sei davvero una persona in gamba!!-
 
-grazie Sue!- le dissi sorridendo e vidi i ragazzi uscire dallo spogliatoio. Si erano cambiati, non indossavano più la “divisa” e devo ammettere che Alex era sempre pi bello. Aveva dei jeans aderenti che gli fasciavano perfettamente le gambe e una polo blu. Aveva ancora i capelli bagnati e soprattutto aveva un sorriso enorme che aumentò ancora di più quando incrociò il mio sguardo.
 
-allora? Piaciuta la partita??- mi domandò appena mi raggiunse.
 
-molto!! Siete bravi! Devo dire che mi avete stupito! Non credevo poteste giocare così bene!!-
 
-ehi andiamo tutti a mangiare qualcosa vero? Ho una fame che non ci vedo!!- disse Harry prendendo per mano Hila.
 
-andate pure ma senza di noi! Io e Meg ce ne andiamo a cena per i fatti nostri!! Stateci bene!!- disse Alex prendendomi per mano e trascinandomi verso la sua auto.
 
-ciao ciao piccioncini!!- disse una voce che non riuscì a decifrare.
 
-finalmente soli!!- disse salendo in macchina e buttando il borsone sui seggiolini dietro.
 
Scoppiai a ridere.
 
-sono simpatici i tuoi amici sai? Davvero! Anche le ragazze sono davvero in gamba!-
 
-mi fa piacere sapere che non ti hanno risucchiato nei  loro mille discorsi!-
 
-allora mi dici dove mi porti?- chiesi mentre usciva dal parcheggio.
 
-te l’ho già detto che sei troppo curiosa vero?-
 
Feci finta di pensare.
 
-mmh vediamo.. si.. mi sembra che hai accennato qualcosa!-
 
-andiamo in una pizzeria molto carina! Ti piace la pizza vero??- domandò leggermente preoccupato.
 
-amo la pizza! È uno dei miei piatti preferiti! Giuro!!-
 
-perfetto allora!!-
 
Parcheggiò poco dopo in un piazzale e scendendo entrammo nella pizzeria. Il locale era molto carino. Tutto sulle tonalità del giallo e del rosso. Molto caldo. Ci accomodammo ad un tavolo libero e ordinammo le pizze.
 
-allora come vanno le cose? Sono pronti i tuoi per partire?-
 
Annuì leggermente ricordandomi la discussione che avevo avuto poche ore prima con mio padre.
 
-si sono pronti! Oggi hanno ufficialmente chiuso le valigie!-
 
-sappi che se hai bisogno di qualcosa io ci sono! Voglio dire trovarsi a vivere da sola all’inizio non sarà facile!- mi disse premuroso.
 
Avrei voluto dirgli che erano anni che vivevo sola.. erano anni che non avevo un rapporto con i miei da poter definire tale.
 
-ma dimmi un po’ di te.. è tanto che conosci i ragazzi??- domandai cercando di sviare il discorso.
 
-con Harry ci conosciamo dalla superiori, siamo sempre stati molto uniti! Fred e Will li ho conosciuti grazie al calcio. Avevano entrambi voglia di giocare e entrarono nei “RENGERS” circa 2 anni fa, mentre Tom che da come ho capito hai incontrato a lavoro, l’ho conosciuto all’università!- disse cambiando leggermente tono mentre parlava di Tom.
 
-capisco! È bello vedere la vostra sincronia in campo! Sembra che vi conoscete da una vita!- dissi veramente affascinata.
 
-e tu? Amici, amiche, fratelli, sorelle?-
 
Mi gelai di colpo e cacciai indietro le lacrime che volevano uscire a forza dai miei occhi. Non poteva sapere che mi aveva fatto una domanda assurda. E io non volevo raccontargli la storia. Non adesso almeno. Non dopo una serata come quella che avevamo passato..
 
-niente di niente!- dissi bevendo un sorso di coca cola e sperando che troncasse li il discorso.
 
-capisco.. ah senti per prima.. si insomma.. prima quando ho fatto goal.. quel bacio..- era imbarazzato a morte.. e si vedeva!
 
-non ti preoccupare! È stato un gesto così..-
 
-oh no no.. non è stato così per fare.. l’ho fatto perché.. tu mi piaci Megan! Mi piaci davvero tanto!- disse prendendomi in contropiede.
 
Lo guardavo incapace di parlare.. io gli piacevo? Era davvero interessato a me?
 
-lo so che non mi conosci e che sto correndo troppo, ma io voglio davvero conoscerti! Voglio davvero capirti!-
 
-vuoi conoscermi?-
 
-vorrei poter uscire con te! Non mi basta vederti solo a lavoro! Voglio portarti fuori, alle partite, ovunque! Mi darai questa possibilità Meg?- mi chiese guardandomi con quei bellissimi occhi verdi che mi sembravano ancora più favolosi in quel momento.
 
Presi un respiro. In fin dei conti che cosa avevo da perdere? Niente. Al massimo avrei guadagnato una piccola fuga dal mio mondo incasinato.
 
-ok Alex! Anche a me piacerebbe conoscerti meglio!- gli dissi con un sorriso.
 
 
Mi riportò a casa e notai che le luci erano spente. Tirai un sospiro di sollievo. Non avrei retto il secondo round con mio padre.
 
-ci vediamo domani in ufficio!- dissi aprendo la portiera.
 
-aspetta Meg!- mi voltai verso di lui e lo vidi avvicinarsi. Sentì le sue labbra morbidissime posarsi sull’angolo della mia bocca.
 
-buonanotte piccola!- mi disse con una voce irresistibilmente dolce.
 
Gli sorrisi.
 
-notte anche a te! A domani!- dissi scendendo dall’auto. Sarebbe stato interessante vedere l’evoluzione di quella storia.



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ok vi lascio alle foto dei protagonisti! spero che la storia vi stia piancendo e ci terrei a ringraziarvi uno ad uno! e ora.... ecco a voi i personaggi principali e secondari:








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Capitolo 6
*** 5) I WANT ***



 

5) I WANT

 
Balzai seduta sul letto. Cazzo l’avevo rifatto. L’avevo sognato di nuovo. Sospirai. Sarebbe mai finita? Guardai l’orologio e mi consolai vedendo che erano già le sette. Almeno non avrei perso tempo cercando di riaddormentarmi. Mi alzai e andai a farmi una doccia, sperando di far scivolare via l’incubo.
 
-Meg tesoro buongiorno! Credo che sia il momento dei saluti perché noi abbiamo l’aereo alle 10:00!- disse tristemente mia madre.
 
-si! Credo che sia il momento! Anche perché tra mezz’ora devo essere in ufficio!- dissi sorseggiando una tazza di caffè.
 
Vidi entrare mio padre in cucina, ma rimase fermo davanti alla porta con lo sguardo basso. Sapevo che si sentiva in colpa per quello che aveva detto ieri sera.
 
-senti papà.. la smettiamo qui?-
 
Lo vidi sorridere e mi raggiunse con due balzi abbracciandomi.
 
-scusami! Non volevo dirti quelle cose ieri! So che ti ho ferito profondamente e credimi se ti dico che non avrei mai voluto- mi disse tutto d’un fiato.
 
-lo so papà! Vieni mamma fatti abbracciare!- abbracciai stretta anche lei. Una parte di me era triste che se ne andassero, ma dall’altra parte ero felice. Sarei riuscita a prendere in mano la mia vita!
 
-ci sentiamo appena arriviamo!- mi disse mio padre staccandosi.
 
-certo!! Fate buon viaggio! Io adesso vado! A presto!- dissi uscendo dalla porta e respirando profondamente. Sarebbe iniziata una nuova vita per me.. lo sapevo!
 
 
 
-buongiorno Megan!!- mi disse Sarah tutta pimpante sollevando la testa dalla pila enorme di documenti che aveva sotto gli occhi.
 
-ciao anche a te! Guarda ti ho portato un caffè!- dissi porgendole il bicchiere.
 
-sei unica!!-
 
Scoppiai a ridere e mi diressi verso il mio ufficio. Appena entrai trovai Alex seduto sul divano. Wow era ancora più bello con quei capelli scompigliati e quella camicia banca lasciata leggermente sganciata al collo.
 
-ciao Meg!!- mi disse mentre si alzava e veniva verso di me.
 
Gli sorrisi. Era riuscito a farmi passare dalla mente l’incubo. Sono sicura che sarebbe potuto diventare la mia cura!
 
-ciao a te! Che ci fai qui? Hai sbagliato ufficio?- risposi posando la borsa sulla poltroncina di pelle.
 
-oh no no, mi ero solo accomodato aspettando il tuo arrivo! Volevo augurarti il buongiorno!!- disse prendendomi il viso tra le mani e guardandomi negli occhi.
 
Arrossì leggermente spostando lo sguardo.
 
-sei ancora pi bella quando arrossisci!- disse prima di annullare le distanze tra noi e dandomi un bacio.
 
Ok. Avete presente il terremoto, un uragano, un eruzione di un vulcano? Ecco quelle erano le mie sensazioni. Mi sentivo improvvisamente leggera. Libera come l’aria.
 
-era da tempo che volevo farlo!!- mi confessò mentre si staccava da me.
 
Lo guardai. Era così bello. Così dolce. Così perfetto.
 
-beh allora sono felice che tu l’abbia fatto!!-
 
Mi regalò un sorriso mozzafiato. Potevo sentire le farfalle nello stomaco. Possibile che riuscisse a destabilizzarmi così tanto con un semplice sorriso?
 
-ora vado, ti lascio al tuo lavoro, ma se hai bisogno di me non esitare e chiama!!- mi disse facendomi l’occhiolino e lasciandomi sola nella stanza.
 
 
-pronto??-
 
-Mag c’è una chiamata per te, una certa Hilary! Posso passartela?- chiese efficiente la voce di Sarah dall’altra parte del telefono.
 
Hilary?? Perché mi chiamava? Era successo qualcosa?
 
-certo Sarah! Passamela pure!- sentì il suono di un pulsante che veniva premuto e subito dopo la voce di Hila mi rimbombò nelle orecchie.
 
-ciao Meggggg!!!!-
 
-ciao Hila!! A cosa devo l’onore?-
 
-shopping, io, te e Sue!!- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
-beh veramente io sarei a lavoro!-
 
-sciocchezze, avrei pur una pausa pranzo, altrimenti giuro che potrei scrivere una bella lettera di reclamo al tuo principale!!- disse divertita.
 
-ahaha no no ce l’ho la pausa pranzo! Risparmia la lettera!-
 
-perfetto allora! Passiamo alle 12:30 sotto l’azienda, e poi andiamo a pranzare insieme e a fare shopping!!-
 
-ti piace dire la parola shopping vero??- le chiesi divertita.
 
-oddio si nota così tanto??- rispose ridendo.
 
-solo un pochino!! Allora ci vediamo dopo!! Ciao bella!- dissi attaccando.
 
Ero felice. Avrei avuto un’uscita con delle amiche, dovevo sforzarmi per riuscire a ricordare l’ultima volta che era successo.
 
 
Uscì dal mio ufficio correndo come una pazza. Erano già le 12:25. Non volevo fare tardi.
 
-ehi dove corri?- disse Alex afferrandomi per un braccio e trascinandomi nel suo ufficio dove ancora prima i farmi parlare, mi baciò. Sorrisi e risposi al bacio.
 
-ho un appuntamento!!-
 
-cosa??- disse cambiando completamente umore e ringhiando.
 
-Hilary mi ha chiamato e mi ha chiesto se pranzavo con lei e Sue! Insomma è stato carino da parte loro invitarmi!- dissi abbassando leggermente la testa imbarazzata.
 
-oh!! Capisco!! Tranquilla! Questo vuol dire che piaci alle ragazze!! È una bella cosa!! Non ti rubo altro tempo allora, anche se devo dire che un po’ le invidio. Anche io volevo passare del tempo con te!-
 
 
-eccoti finalmente!! Credevo che quel tiranno del tuo capo ti tenesse prigioniera!!- disse Sue vedendomi arrivare di corsa.
 
Scoppiai a ridere. Era troppo bello avere delle amiche così.
 
-credo che il nostro Lex sia cotto a puntino!! Insomma so che Harry l’ha chiamato e lui non ha fatto altro che parlare di te!!- affermò Hilary mentre si incamminavano per le vie del centro.
 
-stamattina ci siamo baciati!- dissi tenendo lo sguardo basso.
 
-COSA??? E che aspettavi a dircelo scusa???- chiese Sue.
 
-beh ecco.. anche se ci siamo baciati.. non so cosa siamo.. insomma..- ero imbarazzata al massimo e non riuscivo nemmeno a parlare.. al diavolo la laurea!!!
 
-dovreste parlarne tesoro! Prendi da parte il signorino e gli chiedi delle spiegazioni! Noi possiamo dirti che da quando sei entrata nella sua vita lui è diverso, felice!- disse Hila sedendosi ad un tavolino di un ristorante poco distante dal centro.
 
-e poi Meg si vede lontano un miglio che anche tu sei interessata a lui! Sareste una coppia perfetta!!-
 
-forse avete ragione.. proverò a parlarci!-
 
-bravissima!! E adesso mangiamo che ho una fame da lupo!- disse Sue facendo scoppiare a ridere me e Hilary.
 
 
Tornai allo studio e come al solito salutai Sarah che mi rispose con un sorriso. Avevo assoluto bisogno di caffè. Scesi in caffetteria e mi riempì un bicchiere. Si stavo decisamente meglio con la mia dose di caffeina.
 
-avevo ragione allora!! Sei peggio di me!! Credevo di essere drogato di caffeina ma tu mi batti!!- disse Tom entrando in caffetteria.
 
Mi voltai e me lo trovai davanti. Gli sorrisi bevendo un sorso di quella bevanda “energizzante”.
 
-ebbene si.. mi hai scoperto! Non dirlo in giro però!!- dissi prima di scoppiare a ridere.
 
-allora.. tu e Alex..- disse facendosi improvvisamente serio.
 
-oh.. noi.. diciamo… che… ci stiamo frequentando!- dissi in imbarazzo. Se non ero a mio agio a parlarne con le ragazze, figuriamoci con lui, un ragazzo e uno dei suoi migliori amici.
 
-ehi tranquilla non ho mai mangiato nessuno! Al massimo pago un killer professionista per farlo!!- disse cercando di smorzare l’imbarazzo.
 
Scoppiai a ridere e mentalmente lo ringraziai per avermi tolto da quella situazione.
Sentì la porta aprirsi e comparve Alex in tutto il suo splendore. Guardò prima me e mi sorrise poi il suo sorriso si spense quando vide che ero con Tom e che per giunta stavamo ridendo insieme.
 
-ehi Lex!! Stavo facendo quattro chiacchere con la tua ragazza!! È forte!!- disse Tom dando una pacca sulla spalla al biondo.
 
Io arrossì fino alla punta dei capelli.. come mi aveva chiamato?? “la sua ragazza”??? era pazzo o cosa??
 
-hai ragione! È uno spasso la MIA ragazza!- disse calcando sulla parola mia.
 
-beh adesso vado a lavoro, non vorrei che il capo mi licenziasse! Ciao Meg! Ciao Boss!!- disse Tom prima di lasciare la caffetteria.
 
Tenevo lo sguardo basso incapace di guardarlo negli occhi. Ero ancora abbastanza imbarazzata per la frase uscita a Tom.
 
-ehi.. che succede?- disse prendendomi dolcemente il mento con le mani e alzandomi il viso così che mi potetti perdere tra il verde dei suoi occhi.
 
-n-niente! Davvero!- dissi cercando di distogliere lo sguardo.
 
-mmh non me la racconti giusta! Però ti posso dire una cosa.. sono maledettamente geloso!- disse poggiando la sua fronte contro la mia.
 
-non devi! Non stavo facendo niente con Tom! È tuo amico!-
 
-io voglio che tu sia mia Meg! Voglio che tu diventi la mia ragazza e voglio che il monda sappia che non deve nemmeno guardarti!- disse prima di rapire le mie labbra con le sue.
 
Lui voleva che fossi la sua ragazza. Voleva che fossi sua. Ero al settimo cielo. Erano proprio le parole che volevo sentirmi dire da lui.
 
 
 __________________________
 
NUOVO CAPITOLO.. SCUSATE L'ATTESA, MA IL LAVORO MI HA COMPLETAMENTE RISUCCHIATO ULTIMAMENTE!! SPERO VI PIACCIA E MI RACCOMANDOOOOOOOO RECENSITEEEEE!!!
 

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Capitolo 7
*** 6) TOGETHER ***



 

 

 
 

6) TOGETHER

 
Tornai a casa e la trovai vuota. Sospirai sorridendo. Entrai in cucina e aprendo il frigorifero presi una bottiglia dell’acqua. Avrei avuto finalmente la mia libertà. Avrei ripreso in mano la mia vita che da due anni non vivevo più e sarei stata felice con Alex. Già. Alex, stiamo insieme. Ancora non ci credo. Mi sembra così assurdo che anche solo il pensiero di lui mi da una scarica di adrenalina che mai avevo provato nella mia vita. Torno indietro con la mente alla scena della caffetteria.
 
-cosa? Vuoi davvero impegnarti con me? Ma non mi conosci!- dissi riprendendomi dallo stupore. Era impazzito per caso? Non sapeva niente di me. Del mio passato.
 
-non mi interessa, ci conosceremo insieme, con il tempo! Voglio stare con te! Ti prego dammi questa possibilità! Non te ne pentirai!- mi disse prima di stringermi in un abbraccio. Dio com’erano calde le sue braccia. Un luogo al sicuro dove rifugiarsi.
 
-Alex io..-  provai a parlare, ma dire qualcosa di sensato, ma il mio cervello era letteralmente in pappa in quel momento.
 
“Oh andiamo!! Perché non riesco a parlare?? Ho trovato un ragazzo fantastico che mi chiede di provare ad avere una relazione e io che faccio?? Sto zitta?? Andiamo Meg!! Tira fuori gli attributi!!”
 
-voglio stare con te Alex!- ce l’ho fatta!! Ho finalmente parlato, e dalla sua espressione deduco che ho detto quello che voleva sentirsi dire. Lo sentì posare le sue labbra sulle mie e il mio amato cervello andò nuovamente in stand-by.
 
 
Sorrisi ripensando alla scena e salì in camera mia per farmi una doccia. Presi la biancheria pulita e mi chiusi in bagno. Ancora non credevo alla svolta che aveva appena preso la mia vita. Ero rimasta sola, i miei erano partiti da poco tempo e il mio capo mi ha appena chiesto di essere la sua ragazza. Sorrido leggermente al pensiero di Alex e mi infilo sotto il getto caldo dell’acqua.
 
Appena uscita sentì suonare il cellulare. Tempismo perfetto chiunque sia. Mettendomi alla meglio un asciugamano addosso corsi un camera e aprendo la borsa presi il telefono.
 
-pronto?- non conoscevo il numero. Ma una voce ormai diventata familiare mi invase l’orecchio.
 
-pronto?? Dovrei ucciderti!! Perché non ci hai detto che vi siete messi insieme??- disse una voce che riconobbi essere quella di Hilary. Oddio quella ragazza ne sapeva una più del diavolo. Come faceva già a saperlo?
 
-perché e appena successo! E poi non avevo i vostri numeri.. un attimo.. e voi come fate a saperlo??-
 
-il tuo bello non sa tenere quella boccaccia chiusa, ha chiamato poco fa Harry e mi ha detto che sembrava felice come un bambino al luna park!- disse scoppiando a ridere.
 
Scoppiai a ridere anche io. Era bello sapere che facevo quell’effetto a qualcuno.
 
-oddio davvero??- domandai cercando di darmi un contegno. Avevo quasi le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
 
-già! Senti ora devo scappare, ma guai a te se non vieni alla partita di domani sera! Abbiamo molto di cui parlare tesoro!!-
 
-ci sarò promesso! Anche se non ne sapevo niente!- dissi leggermente imbarazzata. Insomma se non ero stata invitata, forse era perché Alex non mi voleva alla partita.
 
-porta pazienza! È un po’ scemo e chiaccherone, ma gli si vuole bene anche per questo!! Ciao bella!!!- disse Hila prima di attaccare.
 
Sorrisi scuotendo la testa e memorizzai il numero di Hilary sul cellulare. Mi sarebbe stato utile prima o poi.
Sentì freddo e mi ricordai di essere ancora in asciugamano, scossi la testa e corsi di nuovo in bagno. L’ultima cosa che mi mancava era prendermi un raffreddore.
 
Finì di asciugarmi i capelli e mi infilai una tuta. Il mio principale obiettivo stasera era mangiare qualche avanzo della sera prima e spararmi un bel film romantico alla tv con la speranza di non addormentarmi prima della fine. Ottimo programma starete pensando, ma la verità è che non sapevo come comportarmi con Alex. Oddio ero felice di starci insieme, ma era passato così tanto tempo da quando mi preoccupavo di qualcuno, che non sapevo cosa fare.
Insomma lo dovevo chiamare e chiedergli se voleva passare da me? Dovevo fare la preziosa e non farmi proprio sentire? Oddio quant’è difficile essere una ragazza!
A sollevarmi da ogni dubbio ci pensò proprio lui chiamandomi. Sorrisi come un’ebete leggendo il suo nome sul display del cellulare e abbassando la televisione risposi felice.
 
-ciao!- la mia voce lasciava trasparire tutta la mia voglia di sentirlo. Ero felice.
 
-ciao a te mia bella ragazza! Che stai facendo di bello?- mi domandò con voce curiosa. Dio quanto adoravo quella voce.
 
-mah niente di che! Sto per scegliere un film da vedermi alla tv! Tu?-
 
-io passeggio per la quarta strada sperando che la mia bellissima ragazza mi apra la porta prima o poi!- mi disse divertito.
 
Cosa? Lui era qui? Davvero? Mi precipitai alla porta e in meno di un secondo l’aprì trovandomelo davanti in tutto il suo splendore.
 
-buonasera principessa! Vengo in pace e con due pizze!- disse indicando i due cartoni che aveva in mano e facendo un passo verso di me.
 
Gli sorrisi e lo baciai. Dio potevo stare giorni tra quelle labbra lo sapevo.
 
-arrivi a proposito! Ho una fame che non ci vedo più!!- esclamai facendomi da parte per farlo entrare. Lo vidi posare sul tavolo le pizze, poi si tolse il giacchetto di pelle e lo posò sulla sedia più vicina a lui.
 
-allora che film vuoi vedere?- mi disse mentre tornava da me.
 
-mmh i tre moschettieri? Adoro Orlando Bloom!!- gli risposi con uno sguardo sognante. Ho sempre amato Orlando. Da piccola ero certa che l’avrei sposato e fatto tanti piccolo Bloom che corrono felici per i parco giochi.
 
-Bloom eh? Andiamo tesoro io sono molto meglio di quel manico di scopa!!- mi disse leggermente risentito.
 
-beh diciamo che il signor Bloom mi ha dato buca e mi sono arrangiata!!- ormai mi divertivo da pazzi. Adoravo farlo ingelosire.
 
-ahh quand’è così allora spiacente ma niente moschettieri! Non voglio morire sommerso dalla tua bava!- mi disse facendomi la linguaccia.
 
Gli sorrisi e alzandomi in punta di piedi lo baciai. Lo sentì rispondere subito. Ma venimmo interrotti dalla mia pancia che reclamava cibo. Avevo fame. Troppa fame.
 
-dopo ci dedichiamo a Bloom adesso signorina.. a tavola!!-
 
 
Il giorno dopo in ufficio non so come ma tutti sapevano della mia relazione con Alex. E con tutti intendo proprio tutti. A cominciare dal portinaio che con un sorriso smagliante ancora più grande degli altri giorni mi aprì la porta di’ingresso. Strano. Non l’aveva mai fatto gli altri giorni. Per non parlare delle  persone in ascensore. Mi consideravano quasi la Venere di Botticelli. Ma dico io che cosa hanno da guardarmi tanto?
Arrivata all’ultimo piano la situazione non migliorò anzi.
 
-ehi ciao! quando pensavi di dirmelo?- ed ecco Sarah che cominciava con le sue domande alle 8:30 del mattino. Addio pace e gioia.
 
-ciao Sara!! Dirti cosa?- domandai facendo la finta tonta, magari l’avrei scampata per questa volta.
 
-come cosa? Tu stai con Alex Evans!- disse mostrandomi un sorriso a trentadue denti.
 
Ma oggi era la giornata nazionale del sorriso? Sorridi e tutto è più bello?? Giuro che il prossimo che mi sorride così lo lancio fuori dalla finestra.
 
-stiamo insieme da ieri! Com’è possibile che sia già di dominio pubblico?- dissi guardandomi intorno e vedendo che ero l’oggetto di attenzione di tutto il piano.
 
-beh il signor Evans l’ha detto alla riunione di ieri sera e poi sai com’è in un ufficio.. la gente parla, i discorsi corrono!- mi disse con l’aria di chi la sa lunga.
 
Cioè adesso in poche parole ero la donna del capo e non so perché ma la cosa non mi faceva piacere. Non volevo essere trattata diversamente dagli altri solo perché stavo con Alex. Vidi una stagista, una ragazzina, venire verso di me e porgermi un caffè. La ringraziai con un sorriso. Falso. Era un sorriso falso. Non aveva colpa la ragazzina, ma l’intera situazione! Non volevo qualcuno che mi portasse il caffè e che mi aprisse le porte!
Con questi pensieri mi infilai nel mio ufficio senza rendermi conto di aver sbattuto la porta. Sussultai sentendo il rumore sordo che aveva procurato e sbuffai.
 
-buongiorno splendore!- mi disse il mio bellissimo ragazzo seduto dall’altra parte della mia scrivania. Mi guardava in modo strano, forse per via della mia entrata poco galante nella stanza.
 
-perché hai detto a tutti che stiamo insieme? Non voglio favoritismi, e soprattutto non voglio degli schiavi che mi aprono le porte o che mi portano del caffè!- sbraitai lanciando la mia borsa sul divano sulla destra dell’ufficio.
 
-sapevi che l’avrei fatto! Te l’avevo detto che volevo che il mondo lo sapesse! Ho solo iniziato dall’ufficio! Per il resto non ti preoccupare, prima o poi ci farai l’abitudine!- rispose alzandosi e facendo il giro della scrivania.
 
Era davanti a me, ma stava a distanza. Non sapeva come comportarsi con questi miei improvvisi sbalzi di umore. E non posso dargli torto. Solo tre persone sapevano gestirli.. e io non ero una di quelle tre. Loro tre. Sorrisi amaramente ripensandoci.
 
-senti mi dispiace che ti trattino diversamente e se vuoi posso farli smettere in qualsiasi momento!- mi disse prendendomi il viso tra le mani e massaggiandomi le guancie con i pollici.
 
-voglio che mi trattino come facevano ieri, e il giorno prima! Non voglio essere considerata la ragazza dal capo! Sono qui perché mi sono guadagnata questo lavoro non perché sto con te!- ribattei decisa, anche se sotto il suo tocco mi stavo piano piano addolcendo.
 
-sarà fatto allora! Considerati una dipendente come gli altri qui dentro, ma fuori da quella porta, sappi che sei la mia regina! E adesso ti lascio al tuo lavoro!- disse prima di baciarmi velocemente e lasciare il mio ufficio.
 
Sospirai e smettendo di sorridere alle sue ultime parole mi misi seduta alla mia scrivania e accesi il computer. Dovevo dimostrare che ero un avvocato con le palle.
 
 
Risposi al telefono sulla mia scrivania e la voce squillante di Sarah mi rimbombò nelle orecchie facendomi tornare con i piedi per terra.
 
-Megan c’è tua madre sulla linea due che faccio? Te la passo?-
 
Mia madre? Oddio se n’è appena andata e già rompe i coglioni come e peggio di quando era qui?
 
-passamela pure! Grazie!-
 
-Megan cara come stai?- ed ecco mia madre.
 
-bene mamma! Sono al lavoro perché mi chiami?-
 
-emh tesoro vedi io non so come dirtelo ma.. ecco..- oddio mia madre che non trovava le parole per dirmi qualcosa? Adesso mi potevo preoccupare sul serio.
 
-che succede mamma?-
 
-mi hanno chiamato dal cimitero! E beh.. hanno intenzione di dividere Trace e Brenda!-
 
Booom ecco quello che sto provando. Il mio cuore mi è caduto ai piedi. Che cosa vogliono fare? No loro non possono! Non.. non lo permetterò!
 
-ok mamma grazie per avermelo detto! Ciao!- le riattaccai il telefono in faccia e corsi a prendere la mia borsa. Mi precipitai fuori dall’ufficio e per poco non andai a sbattere contro Alex da come correvo veloce. Non adesso. Non avevo tempo per lui.
 
-Meg che succede? Dove stai correndo?- era preoccupato, lo sentivo dalla voce, ma non mi importava. Lui non era importante in questo momento.
 
-torno presto!- fu l’unica cosa che riuscì a dire prima di essere risucchiata dall’ascensore che mai come in quel momento speravo che scendesse alla velocità della luce.
 
Non potevano farlo. Non l’avrei permesso. Loro staranno insieme per sempre e nessuno, nemmeno delle stupidissime leggi del fottuto cimitero riusciranno a fermarmi.



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SCUSATE L'ATTESA MA AVEVO AVUTO UN BLOCCO CHE FORTUNATAMENTE SONO RIUSCITA A SCIOGLIERE! SPERO CHE VI PIACCIA QUESTO CAPITOLO E VI DICO SUBITO CHE NEL PROSSIMO CI SARA' LA VERITA' E IL PASSATO DI MEGAN!
NEL FRATTEMPO CHE NE DITE DI AIUTARMI A CERCARE UN NOME PER LA COPPIA? COME AD ESEMPIO NILEY O JEMI.. UN NOME COMBINATO INSOMMA... VI LASCIO.. ALLA PROSSIMAAAAA


MARTY0029

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Capitolo 8
*** 7) FLASHBACK ***



 

 

7) FLASHBACK

 
2 ANNI PRIMA
 
-Trace vedi di smetterla! Lo sai che non ti sopporto quando lo fai! E poi chi ti credi di essere?- disse Brenda incrociando le braccia sotto il seno con uno sguardo di pura sfida.
 
-dio quanto la fai lunga Bree! Fatti un sorriso ogni tanto! Non gli abbiamo fatto niente di male a quello.. solo che lo sai.. quando qualcuno tocca Megan io scatto! Non puoi farmi una colpa per questo!- rispose reggendo lo sguardo della ragazza e passandosi una mano tra i capelli.
 
-adesso basta! Trace, Justin io vi ringrazio, ma so badarmela da sola! Cazzo non sono una bambina Tree! Quando te ne renderai conto sarà sempre troppo tardi!- sbuffai sedendomi malamente sul divanetto.
 
-ehi vediamo di non rovinarci la serata! Propongo un nuovo giro di Tequila e questa volta offro io!- esclamò Justin attirando l’attenzione della cameriera che segnò le ordinazioni.
 
Eravamo nella stessa discoteca, nello stesso posto alla stessa ora. Lo so potrebbe sembrare monotono ma invece.. era tutta la mia vita. Loro erano tutta la mia vita. Questi tre pazzi scatenati erano la mia famiglia. Il mio unico orgoglio.
 
Trace Coper, mio fratello. Due anni più grande e si credeva il capo gruppo. Glielo avevamo sempre fatto credere, anche se ci prendevamo il gusto di prenderlo in giro ogni tanto. Era divertente.
Era la mia roccia. Il mio angelo custode! Ovunque fossi e con chiunque fossi lui mi proteggeva. Anche stasera, dopo che uno si era permesso di toccarmi il sedere mentre ballavo con Brenda, lui non aveva esitato e l’aveva massacrato di botte. Tutto normale. Ormai era da copione. Sorrisi al pensiero di quante volte l’aveva fatto ormai.
 
Brenda Stwart, la mia migliore amica e la ragazza di mio fratello. Sono perfetti insieme. Io e Bree ci siamo conosciute alle superiori e non ci siamo più lasciate. È praticamente mia sorella e non la cambierei con niente al mondo. Da tre anni sta con mio fratello e io non potrei essere più felice di così. Adoro averla sempre in casa e adoro il modo in cui sta cambiando Trace. Prima di conoscerla era uno scapestrato che si portava a casa una a sera, ma con lei.. è tutta un’altra persona. Non finirò mai di ringraziarla. Le voglio un bene impossibile da descrivere. Probabilmente è l’unica che sa tutto di me. Ma proprio tutto.
 
Justin Benson, migliore amico di mio fratello e il mio “quasi” ragazzo. Lo conosco da quando andava alle elementari con Trace e si può dire che fino a poco tempo fa lo considerassi come un fratello maggiore, ma alla festa del mio diploma qualcosa cambiò. Iniziai a vederlo con un’altra luce e grazie ai consigli di Brenda scoprì che mi ero presa una bella cotta per lui. Un classico. Innamorata del migliore amico di mio fratello! Grazie a lei e a Tree scoprì che anche lui provava qualcosa per me, quindi eravamo nella fase “ci frequentiamo”, anche se Bree lo sapeva bene che era stato la mia prima volta. Fortuna che mio fratello non lo saprà mai.
 
-voglio ballare!! Juss mi accompagni vero?- dissi mettendo il broncio mentre tracannavo la Tequila appena arrivata in un solo sorso.
 
-ti seguo tesoro!!- mi rispose prendendomi per mano e conducendomi al centro della pista.
 
Mi strinsi a lui. Il resto del mondo spariva. Persino la rissa di poco fa causata da mio fratello passava in secondo piano. Eravamo solo io e lui. Lo sentì posarmi un bacio tra i capelli e mi strinsi ancora di più tra le sue braccia. Decisamente non avrei mai potuto vivere senza loro tre. Erano la mia più grande forza e la mia più grande debolezza.
 

PRESENTE
 
Correvo come una pazza verso l’ingresso di quel maledettissimo posto. Odiavo i cimiteri. L’avevo sempre odiati, ma da due anni a questa parte erano il mio odio era aumentato a dismisura. Erano il mio peggiore incubo. Eppure adesso, eccomi qui, a correre verso uno di questi con la speranza che mia madre si fosse sbagliata. Nessuno poteva dividere Tree e Bree.
 
-signorina si componga! Siamo in un cimitero perdiana!!- disse un uomo sulla sessantina con i capelli completamente bianchi.
 
-chi è che comanda qui? Chi decide di dividere le tombe?- chiesi con voce atona guardando quell’uomo negli occhi. Dovevano essere saettanti perché lo vidi trasalire.
 
-in fondo a quella strada c’è un piccolo ufficio! Li dentro troverà la persona che sta cercando!- rispose distogliendo lo sguardo da me e tornando a annaffiare delle piantine che non avevo nemmeno notato.
 
Mi incamminai in quella direzione. Dovevo parlare con questa persona. Urgentemente.
 
2 ANNI PRIMA
 
-basta sono stanca morta! Domani ho l’università e devo riposarmi altrimenti non riuscirò a capire un cazzo di quello che diranno!!- dissi sedendomi nuovamente sul divanetto accanto a Bree.
 
-andiamo a casa allora!- rispose mio fratello alzandosi piano dal tavolino. Aveva la testa che girava, ne ero sicura. Aveva bevuto troppe Tequila per poter essere lucido.
 
-guido io! Tu non sei nelle condizioni di farlo! Ragazzi vi fermate a dormire da noi vero? Dopotutto siamo con una sola macchina!- esclamai mentre cercavo di togliere le chiavi di mano a Trace.
 
-si dormiamo da voi ma guida Tree! Meglio lui un po’ brillo di te un po’ brilla! Guidi da schifo quando sei sobria, figuriamoci adesso!!- disse divertita Bree beccandosi un bacio da Trace e un’occhiataccia da me.
 
-andiamo tesoro Bree non ha poi tutti i torti.. devo ricordarti che fine ha fatto la macchina di tua madre?- mi disse Juss abbracciandomi da dietro.
 
Sbuffai sonoramente. Ora solo perché avevo “accidentalmente” distrutto la macchina di mia madre dovevano farmi la paternale? Che palle!
 
-oddio ancora vedo la faccia di mamma quando sei tornata a casa con la macchina sfasciata!!- rise divertito mio fratello mettendo un braccio intorno alla spalla di Bree.
 
-a mia difesa dico che stavo ascoltando la mia canzone preferita e mi sono distratta un attimo!- dico mettendo il broncio e incrociando le braccia sotto il seno.
 
-certo che anche tu una canzone più tranquilla non te la potevi scegliere! Proprio “Smells Like Teen Strint” dei Nirvana deve essere la tua preferita?- domandò retoricamente Brenda.
 
-non rompere anche tu per favore! E poi va bene avete vinto.. guida tu, basta che mi riporti a casa sana e salva che non ho voglia di fare tardi domani mattina!-
 
-agli ordini capo!- esclamò Tree mentre uscivamo dal locale. La macchina non era molto distante da noi, ma non so perché mi sembrava che il tempo scorresse al rallentatore.
 

PRESENTE
 
Bussai a quella porta con insistenza e forse anche con troppa forza visto che quando si aprì mi trovai davanti un signore abbastanza accigliato. Poco male.
 
-prego si accomodi prima che mi distrugga l’ufficio!!-
 
Appunto! Mi accomodai alla meglio sulla sedia davanti alla sua scrivania e lo guardai. Anche lui come il signore di prima sembrò intimorito dal mio sguardo perché sussultò leggermente. Oddio ero Hannibal Lecter e non lo sapevo?
 
-che posso fare per lei?- mi domandò cercando di tornare al suo tono di voce normale. Goffo tentativo visto quella che era uscita dalla sua bocca.
 
-ha chiamato Tish Coper di recente?-
 
Prese un foglio e legge qualcosa sopra, dopo di che tornò a guardarmi e lentamente annuì, invitandomi a continuare.
 
-lei non può dividere quei due ragazzi! Non può! Abbiamo pagato l’extra che era stato pattuito quindi non vedo dove sia il problema!- dissi forse alzando troppo la voce.
 
-si calmi! Lo so che avete pagato l’extra, ma vede la quota è molto aumentata e ci siamo sentiti in dovere di annullare questa cosa. Abbiamo deciso di rendere singole tutte le tombe!-
 
Avevo capito bene? Questo qui mi stava dicendo che li avrebbe divisi davvero? Per un attimo la mia laurea andò a farsi fottere e la voglia di spaccare tutto si impossessava di me.
 
-lei NON lo farà! Loro non si toccano! Mi dica la quota quant’è e provvederò a pagarla!- dissi freddamente. Avevo un tono di voce completamente diverso.
 
-mi dispiace ma..-
 
-no forse non mi sono spiegata.. le sto dicendo che non le permetterò di dividere mio fratello e la mia migliore amica! Sono laureata in diritto penale e gli giuro sulla loro tomba che se lo farà io troverò un cavillo, anche solo una bolletta non pagata o un debito da sanare e la manderò sulla strada! Mi ha capito bene?- gli ringhiai contro battendo le mani sulla scrivania.
 
Vidi l’uomo sbiancare e passarsi una mano sui capelli. Avevo reso l’idea evidentemente.
 
-non c’è bisogno di fare tutto questo! Parlerò con chi di dovere e vedrò quello che posso fare! Magari possiamo rivedere i contratti e lasciare le cose come sono!- balbettò vistosamente  impaurito.
 
-perfetto! Vede che con le buone si ottiene sempre qualcosa?- esclamai alzandomi in piedi. E sorridendo diabolicamente a quell’uomo.
 
È stupefacente quanto sia possibile corrompere l’animo umano! Basta una minaccia ben piazzata e Boom.. ottieni tutto.
 
-ci risentiamo tra qualche giorno, e spero per lei che mi dirà buone notizie! Adesso la saluto! Arrivederci!- esclamai prima di uscire da quell’ufficio, potei giurare di aver sentito un sospiro di sollievo da quella stanza e sorrisi leggermente. Ogni tanto gli insegnamenti di Trace tornavano utili. “Metti paura e fai lo sguardo glaciale”. Nessuno saprà dirti di no. Oddio quanto aveva ragione.
 
Ero quasi arrivata all’uscita quando mi voltai verso la sinistra. Scossi leggermente la testa e velocemente salì la piccola scalinata che portava al primo piano. Mi fermai davanti a due tombe apparentemente identiche alle altre e le guardai.
 
2 ANNI PRIMA
 
Trace guidava come un pazzo per raggiungere casa. Sapevo che lo faceva perché non vedeva l’ora di rotolarsi nelle coperte con Bree e sorrisi al pensiero di mio fratello così cambiato. Adoravo il nuovo Tree.
 
-allora domani dopo la lezione all’uni hai tempo per me? Volevo andare a vedere il nuovo negozio in centro!!- mi disse Brenda voltandosi dal seggiolino del passeggero.
 
Io ero dietro con Juss che mi teneva stretta a lui e Bree era davanti al fianco di mio fratello.
 
-certo!! A pranzo sono libera, facciamo che mi passi a prendere alle 13:00?-
 
Non ci fu risposta perché un camion colpì in pieno la macchina. Sentì urla, dolore, uno straziante dolore. Il camion ci aveva colpito dalla parte del guidatore, perciò vidi Tree completamente ricoperto di sangue, così come Juss. Bree era immobile ma anche lei insanguinata. Sentì un urlo agghiacciante che solo dopo un po’ capì di essere stata io a lanciare.
Il resto..
.. è tutto buio.
 

PRESENTE
 
-perché non mi hai ascoltato? Avrei potuto guidare io! Sarei stata attenta e poi se magari il camion sarebbe passato lo stesso con il rosso sarei morta io al tuo posto.. mi sarei risparmiata tutto questo dolore..- dissi guardando la foto di mio fratello che abbracciava da dietro Brenda.
 
Alla loro morte ero riuscita a metterli insieme. Piccola consolazione in quel dolore.
Justin era al loro fianco, d'altronde era sempre stato il braccio destro di Trace, non potevo immaginare altro posto adatto a lui.
Sentivo le lacrime scendere copiose sul mio viso ma non me ne preoccupai. Non era importante. Niente era importante da due anni a questa parte.
 
2 ANNI PRIMA
 
Mi svegliai in un locale bianco da far star male. Dove mi trovavo? Vedevo macchinari e sentivo stupidi segnali ogni due secondi. Era angosciante. Sentì un peso sulle gambe e riconobbi i capelli biondi di mia madre. Alzai leggermente la mano che mi sembrava pesasse un quintale e mezzo.
Lei aprì gli occhi leggermente e incontrò i miei. Scoppiò a piangere e mi abbracciò.
 
-T-t-trace?-
 
La vidi sbarrare gli occhi e scosse la testa. Il sogno che avevo fatto allora.. non era stato solo un orrendo incubo ma era anche la triste realtà. Mio fratello, la mia migliore amica e il mio ragazzo erano davvero morti.
 
-mi dispiace Meg.. credevamo di aver perso anche te, ma i dottori sono riusciti a recuperarti appena in tempo ma sei stata per tre mesi in coma! Oddio che bello che ti sei svegliata!!- disse mia madre buttandosi nuovamente su di me.
 
Volevo piangere anche io ma non ci riuscivo.. perché mi avevano salvato? Perché ero sopravvissuta? Perché?
 

PRESENTE
 
Lanciai un bacio a tutti e tre e asciugandomi con stizza le lacrime mi avviai verso l’uscita. Dovevo tornare a lavoro. Dovevo rifarmi una vita. Loro avrebbero voluto questo per me ne ero sicura, anche se.. anche se faceva male sapere che non sarebbero stati al mio fianco.
 











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ED ECCOCI ARRIVATI A SCOPRIRE IL SEGRETO DELLA PROTAGONISTA.. DICIAMO CHE ALCUNI NODI SONO VENUTI AL PETTINE.. CHE NE DITE? FATEMI SAPERE I VOSTRI COMMENTI, PARERI, CONSIGLI E CRITICHE.. UN GRANDISSIMO GRAZIE A MissNada CHE HA RECENSITO.. UN GRAZIE ANCHE A CHI LEGGE E BASTA ANCHE SE UN COMMENTINO SARA' SEMPRE BEN ACCETTO!!

A PRESTO!

BACI


MARTY0029

 

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Capitolo 9
*** 8) DON'T TELL ME! ***



 


 
 
 


8) DON’T TELL ME!


Aspettai che le porte dell’ascensore si aprissero cercando di ignorare lo sguardo del portinaio che era dannatamente irritante visto il mio umore. Troppi sorrisi alla persona sbagliata.
Appena si aprirono mi fiondai all’interno con la speranza di andarmene il più veloce possibile da quell’uomo dal sorriso facile. Le porte si chiusero e sospirai passandomi una mano tra i capelli. Guardai l’orologio che avevo al polso sinistro e trattenni a stento una smorfia di disappunto. Erano le 14:30 e la pausa pranzo era finita da mezz’ora. Odiavo essere in ritardo, e soprattutto adesso odiavo che le persone pensassero che visto che ero la donna del capo potessi fare come volevo.
Non era così.
Appena arrivai all’ultimo piano la prima cosa che vidi furono proprio i suoi occhi. Bellissimi, di un azzurro infinito. Sapevo che avrei dovuto dargli delle spiegazioni ma in quel momento.. proprio non ne avevo voglia.
Lo vedevo studiarmi. Non sapeva come comportarsi. Leggevo nel suo sguardo una vena di preoccupazione e una di curiosità. Si fece da parte in modo che io potessi uscire dall’ascensore e poi lasciò delle carte sulla scrivania di Sarah.
 
-passale a Laura appena torna dalla pausa! E adesso non voglio essere disturbato per nessun motivo!- disse con tono perentorio mentre tornava a fissarmi negli occhi.
 
Abbassai lo sguardo incapace di reggere il confronto visivo e mi guardai la punta delle scarpe. Lo sentì afferrarmi la mano e mi lasciai condurre nel suo ufficio.
Lo sentì chiudere la porta e mi lasciai andare sul divano. Lui non si mosse dalla sua posizione, e mi guardava come per incitarmi a parlare.
 
-scusami se sono arrivata in ritardo! Non succederà più!- gli dissi continuando a tenere la testa bassa. Perché era così difficile guardarlo negli occhi?
Non volevo parlare di Loro a Alex. Non ancora almeno. Era ancora troppo fresca la ferita per poterlo dire apertamente. Non ne avevo mai parlato a nessuno. Non mi ero mai sfogata con nessuno, anche se più di una volta mia madre, mi aveva costretto ad andare da uno strizzacervelli che però mi considerò un caso perso visto che non aprivo bocca durante le sedute.
Sussultai appena lo sentì sedersi al mio fianco.
 
 
-non mi interessa un cazzo del ritardo! Piuttosto ti va di dirmi il motivo per cui sei scappata così prima? Non ti avevo mai vista in quel modo!- mi disse dolcemente costringendomi a guardarlo in quei bellissimi occhi.
 
-niente! Non c’era nessun motivo in particolare! Mi ero dimenticata che dovevo fare una cosa! Niente di importante!- speravo ci cascasse. Che abboccasse. Sapevo di essere una frana a dire le bugie, Trace me lo diceva sempre, ma speravo di averlo abbindolato lo stesso.
 
-so che quando dici le bugie distogli lo sguardo e ti mordicchi il labbro inferiore proprio come stai facendo adesso!-
 
Quella frase mi spiazzò e tornai a guardarlo. Possibile che avesse capito così tanto di me in così poco tempo?
 
-senti Meg io non posso obbligarti a fare o dire qualcosa se non vuoi, ma spero che quando ti sentirai pronta mi farai entrare nel tuo mondo!- mi disse prima di abbracciarmi. Stretta. Proprio quello di cui avevo più bisogno.
 
-grazie! Non è facile per me parlarne, ma prima o poi lo farò.. lasciami solo un po’ di tempo! Solo questo ti chiedo! Non mettermi fretta!-
 
Lui mi sorrise leggermente e mi baciò dolcemente. Dio il mio cuore batteva talmente forte che avevo paura che potesse sentirlo. Questo ragazzo mi stava entrando dentro in un modo.. forse nemmeno Justin c’era riuscito.
 
 
Alex era tornato nel suo ufficio e io mi ero rimessa a lavorare sulle carte della GreenLand. Dovevo sfogarmi su qualcosa e quella causa era abbastanza elaborata e contorta da permettermelo.
Non riuscivo a capire come un’azienda delle dimensioni della Publishing avesse creato un debito così elevato. Erano troppi soldi da tenere all’oscuro.. a meno che.. a meno che non avesse espatriato parte della società.
Esistono i così detti “paradisi fiscali” che rendono possibile il completo assorbimento del capitale. Se fosse stato così però voleva dire che la Publishing non era fallita, ma era espatriata e continuava la sua attività in un posto fuorilegge e ovviamente a nero.
Oddio questo misteri si infittisce. Come primo caso non potevo aspirare a di meglio. Era complicato e incasinato al punto giusto. Tutto quello che mi serviva.
Sentì la mia voglia di caffè salire a dismisura e dopo essermi leggermente stiracchiata sulla sedia mi alzai diretta verso la caffetteria. Prima però bussai leggermente alla porta comunicante che conduceva all’ufficio di Alex e quando sentì che mi invitò, entrai.
 
-vado a prendermi un caffè! Ti unisci a me?- domandai comparendo alla sua visuale. Appena mi vide mi fece il suo solito sorriso che era dannatamente contagioso.
 
-vorrei tanto ma sono troppo incasinato con queste carte! Non posso fare tardi stasera c’è la partita.. a proposito verrai vero??- mi domandò come se cadesse dalle nuvole. Dal suo sguardo capì che si stava dando mentalmente del coglione per non essersene ricordato prima.
 
Gli sorrisi e poi ripensai alle parole di Hilary. Aveva ragione. Mi aveva invitato davvero. Scema io a pensare il contrario. Pazza Meg!!
 
-certo che vengo! Poi andiamo a mangiare con i ragazzi vero? Sue e Hilary hanno così insistito che non ho saputo dirgli di no!- esclamai ricordandomi la faccia da cucciolo che aveva Hila durante la nostra uscita di shopping.
 
-non sia mai che disdiciamo un impegno preso con quei pazzi.. potrebbe essere l’ultima cosa che facciamo! Comunque non mi dispiacerebbe se mi portassi un caffè sai?- mi disse con la stessa espressione a cucciolo di Hilary.
 
Scoppiai a ridere e dopo avergli dato una risposta affermativa, mi chiusi la porta alle spalle. Decisamente quel ragazzo sarebbe potuto essere la mia cura. Riusciva a scacciarmi via i brutti pensieri con solo un sorriso. Con solo un disarmante e perfetto sorriso.
 
Finì di vestirmi (http://www.travelingfashionista.com/wp-content/uploads/2010/06/mileycyruslaguardia.jpg) e mi guardai allo specchio. Si potevo andare. Adoravo mettere quei pantaloni e di sicuro non sarei stata troppo elegante per una partita di calcio, ma nemmeno troppo sportiva per una cena.
Stavo controllando la borsa quando il mio occhio cadde su una delle tante foto appesa al muro.
Ritraeva Tree, Bree, Juss e me su una panchina che facevamo le smorfie più idiote mai inventate dal genere umano. Sorrisi ripensando alla scena.
Dio quanto mi mancavano. Sospirai e mi lasciai perdere nei ricordi, ripensando alle scazzottate di mio fratello e di Justin e alle giornate di shopping e risate con Brenda. Mi sembravano così lontane, così distanti anni luce.
Menomale che la mia vita stava ricominciando piano piano a ripartire, e di questo dovevo solo ringraziare Alex. Mi aveva fatto conoscere persone stupende e mi aveva accolto nel suo mondo senza chiedere niente in cambio.
Dopo la scenata di oggi pensavo che avrebbe voluto delle spiegazioni, invece no. Mi è stato vicino al punto giusto e non ha insistito quando mi ha visto giù di morale.
In certi aspetti mi ricordava Trace. Pronto a tutto per aiutarti, ma capace di lasciarti i tuoi spazi dove rifugiarti.
Finì di controllare la borsa e scesi al piano di sotto. Appena in tempo perché Lui arrivasse.
Sentì il campanello suonare e corsi fuori. Avevo voglia di vederlo anche se erano passate solo poche ore da quando l’avevo lasciato a lavoro.
 
-ehila principessa ma come siamo belle!!- mi disse sorridendomi e baciandomi velocemente sulle labbra. Contatto troppo breve per i miei gusti visto che lo riportai su di me e prolungai il bacio. Adoravo quelle labbra così morbide.
 
-wow! Dovrei farti complimenti più spesso se ottengono questo risultato! Devo ricordarmelo!!-
 
Scoppiai a ridere e salì in macchina.
 
-andiamo va.. voglio proprio vedere se riesci a vincere anche questa volta!- gli dissi in tono di sfida. Speravo che vincesse.
 
-ti stupirai di vedere che vincerò e soprattutto ti stupirai di vedere la mia dedica!- mi rispose facendomi l’occhiolino e mettendo la retromarcia uscì dal vialetto di casa mia e si immise nel traffico di Boston. Erano le 20:00 e la gente tornava a casa dal lavoro. Questo spiegava il traffico che c’era per le vie della città. Tutti erano ansiosi di tornare a casa dopo una lunga giornata.
 
-un dollaro per i tuoi pensieri!- mi disse Alex mentre mi guardava di sfuggita. Alternava lo sguardo tra me e la strada. Poi arrivato ad un semaforo rosso, concedette a me tutta la sua attenzione.
 
-pensavo alla gente! Insomma al traffico che c’è a quest’ora e alle persone ansiose di tornare a casa dai proprio cari!- sapevo di essere una frana con le bugie, quindi che senso aveva dirle? Mi avrebbe sgamato lo stesso, tanto valeva essere sinceri.
 
Mi guardò sbalordito poi distogliendo nuovamente lo sguardo da me ingranò la prima ripartì.
 
-mi stupisci ogni secondo di più! Sei più unica che rara!- esclamò scuotendo leggermente la testa. Lo impressionavo davvero così tanto? Ero davvero così strana?
 
-sono un po’ strana lo so.. sono anche lunatica e dannatamente testarda! Sono piena di difetti e ho pochissimi pregi, ma nonostante tutto sono qui, in questa macchina bellissima, con te, diretta a una partita di calcetto!- esclamai mentre lui parcheggiava nel piccolo parcheggio dedicato allo stadio.
 
-ascoltami bene, sarai anche lunatica, strana e testarda, ma sei anche dolce, sensibile, altruista simpatica e dannatamente bella se devo dirla tutta! Non mi sognerei di essere con nessun’altra in questo momento, in questa macchina, e soprattutto non mi sognerei minimamente di portare qualcuna che non sei tu alle mie partite di calcetto!- mi disse prima di prendermi il viso tra le mani e baciarmi.
 
Sorrisi nel bacio e lo resi ancora più passionale, la sua lingua non tardò ad arrivare e insieme alla mia danzavano felici.
Eravamo così intenti a baciarci che appena qualcuno bussò al vetro sussultammo e io cacciai anche un mezzo urlo, portandomi la mano al petto.
Scoppiai a ridere, poi, notando la faccia simpatica di Harry appiccicata al finestrino. La mia risata si fece ancora più forte quando vidi l’espressione di Alex.. era tutt’altro che amichevole. Sembrava sull’orlo di uccidere il suo migliore amico.
 
-ma sei completamente uscito pazzo? Mi hai tolto dieci anni di vita con questo spavento!! Dillo che non mi sopporti più e mi vuoi morto!!- sbraitò Alex scendendo di macchina.
 
-oh andiamo Lex.. era uno scherzetto innocente.. vero Meg? Innocentissimo!!- esclamò cercando nel mio sguardo un segno di appoggio.
 
-meno male ci ha interrotti, altrimenti non arrivavi alla partita!- esclamai uscendo anche io dalla macchina e mettendomi dietro a Alex.
 
-Meg!! Ma da che parte stai?? Cercavo di fargli paura e poi arrivi tu che lo difendi! Ma non si fa così eh!!- reclamò Alex girandosi verso di me e mettendo il broncio.
 
Oddio e questo ragazzo avrebbe 30 anni? Wow averli e non sentirli proprio..
 
-avanti andiamo dentro! Avete una partita da vincere e una cena da pagare!- dissi entrando dentro e lasciandoli un po’ indietro. Volevo trovare Hilary e Sue. Volevo delle amiche con cui parlare.
 
 
 
-oddio ancora non ci credo del goal a papera che hanno preso! Si può dire che il merito non è di Harry ma del vostro avversario!- esclamò Sue addentando un pezzo della sua pizza.
 
-giusto! Erano forti in attacco, ma in difesa facevano proprio pietà!!- disse Fred cercando di rubare un pezzo di pizza a Sue che lo infilzò con la forchetta.
 
-provaci di nuovo e ti castro!!-
 
Scoppiai a ridere seguita da tutto il resto del gruppo e per un attimo mi sembrò di tornare indietro nel tempo. Le risate fatte in compagnia, la spensieratezza, l’allegria. Erano tutti sentimenti che avevo accantonato nel mio cuore ma che stavano piano piano riaffiorando.
 
-allora Megan perché non ci parli un po’ di te? Insomma adesso che sei la donna del boss, vogliamo sapere i dettagli!!- mi disse Tom sorridendomi. Era seduto di fronte a me e mi guardava aspettandosi una risposta.
 
-c’è poco sa sapere Tom! Anzi praticamente niente.. la mia vita è troppo piatta!- dissi distogliendo lo sguardo e tornando a guardare la mia pizza. Ovviamente vegetariana.
 
-oh andiamo.. avrai pur fatto qualcosa in questi 24 anni no?-
 
-basta Tom! Piuttosto che ne dite di andare? Si è fatto tardi e sinceramente io domani ho un casino di appuntamenti!! Che palle!- borbottò Alex stringendomi le spalle. Mi aveva tolto da quella situazione imbarazzante e mentalmente lo ringraziai.
 
-ma sentitelo lui.. ha molti appuntamenti.. povero piccolo!!- lo prese in giro Will, beccandosi un’occhiataccia dal mio ragazzo.
 
-Meg allora facciamo così domani pranziamo insieme ok? Passiamo sotto l’impero Evans alle 12:30 in punto! E tu vedi di non farle fare tardi altrimenti ti uccido!!- disse Hilary puntando un dito verso Alex che alzò le mani in segno di resa.
 
-non sia mai che mi metto contro di te e Sue! Voglio vivere ancora qualche anno sai?-
 
-perfetto allora ci siamo decisi!! Ci vediamo domani bella! Ciao ragazzi!!- esclamò Sue andando via con Will.
 
Salì in macchina di Alex e mi lasciai accompagnare a casa. Alla radio trasmettevano delle vecchie canzoni e il mio cuore mancò un battito quando sentì intonare i primi versi di “Smells like teen sprint”. Un tempo era la mia colonna sonora. Parte della mia vita, ma da due anni a quella parte non ce l’avevo fatta ad ascoltarla.
Con un gesti stizzito cambiai stazione radio e lui ovviamente se ne accorse, ma fortunatamente per me non fece domande.
Adoravo questo suo lato. Non farmi domande sul mio passato. Probabilmente mi sarei aperta presto con lui. Volevo farlo. L’avrei fatto.
 
-tesoro siamo arrivati! Sicura che non vuoi venire a dormire da me? Almeno domani andiamo insieme in ufficio!- mi disse con voce gentile.
 
-tranquillo! Sono stanca e tutto quello che voglio è il mio letto caldo che mi aspetta! Domani vedrò di arrivare con una colazione abbondante per farmi perdonare!-
 
-non hai niente da farti perdonare! Quando ti sentirai pronta io ci sarò! Tel’ho detto Meg, tu mi piaci, e anche molto! Non voglio fare le cose di corsa! Voglio vivermi questa relazione con tutto me stesso! Voglio viverti al massimo!- disse poggiando la fronte sulla mia.
 
Potevo sentire i nostri respiri sincronizzati. Si potevano benissimo confondere da come eravamo vicini, ma non c’era nessun altro posto dove volessi essere. Finalmente ricominciavo a vivere.
Lo baciai dolcemente. Il più dolcemente possibile e lui fece altrettanto. Potevo perdermi in tutte quelle emozioni che stavo provando.
 
-ci vediamo domani principessa!-
 
Gli sorrisi e regalandogli un ultimo e fugace bacio scesi dalla macchina. Aprì la porta e me la chiusi alle spalle. Sentì la macchina ripartire e istintivamente sorrisi tra me e me ripensando al bacio dolce che ci eravamo appena scambiati.
 
-ah Megan cara mi sa che ti sei presa una cotta colossale per il tuo capo!- bisbigliai mentre mi trascinavo per le scale alla ricerca del mio letto.
 
Quella notte, come quella precedente, non ebbi incubi. A dire la verità da quando Alex era entrato nella mia vita erano diventati più radi. Forse mi faceva davvero bene cambiare vita. Forse aveva ragione mio padre dopotutto.. dovevo solo trovare una ragione per andare avanti.. e forse l’avevo trovata.

 

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ciao bella gente!! ecco a voi un nuovo capitolo dove vediamo una Megan decisamente più stabile.. forse la vicinaza con il nostro Lex la sta davvero cambinando? chi lo sa.. lo scopiremo solo vivendo!
vi lascio il link yuotube della canzone dei Nirvana cantata da Miley Cyrus.. adoro questa versione della canzone!!
un abbraccio e ci vediamo al prossimo capitolo!!

http://www.youtube.com/watch?v=ySsbkLVuYOs

Marty029

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Capitolo 10
*** 9) NICE TO MEET YOU MRS EVANS! ***



 



9) NICE TO MEET YOU MRS EVANS!

 
Era passato un mese da quando stavo con Alex.
Un mese da quando i miei erano partiti per Chicago.
Un mese da quando conoscevo quelle due pazze scatenate che erano diventate molto importanti per me.
Un mese da quando non facevo più incubi.
Un mese da quando avevo ripreso in mano la mia vita.
Insomma un mese dalla mia rinascita.
Con Alex le cose andavano a meraviglia. Era il ragazzo che tutte le donne sognano. Buono, gentile, dolce. Mi faceva ridere e aveva il sorriso contagioso.
Non avevo ancora avuto o meglio trovato il coraggio per parlargli del mio passato e di Trace, ma nonostante questo lui non faceva domande. Mi lasciava il mio spazio e io ero felice di questo.
Sapevo che avrei potuto benissimo contare su di lui in qualsiasi momento ma sapere che lui non era a conoscenza di tutto mi rendeva un po’ più libera.
Libera di isolarmi ogni tanto come ero solita fare senza che lui conoscesse il reale motivo.
Libera di perdermi nei dolci ricordi che riguardavano mio fratello o Brenda e Justin senza che nessuno potesse brontolare per questo.
Con i miei la situazione in quel mese era radicalmente cambiata. Certo li sentivo costantemente, ma mi sentivo davvero rincuorata dal non averli intorno. Grazie a questo stavo smettendo piano piano di far decidere a loro la mia vita e la stavo ricominciando a vivere.
Certo le telefonate strappa lacrime di mia madre nel bel mezzo della notte erano dure da digerire, ma erano un piccolo prezzo da pagare per avere questa tanto cercata libertà.
Con mio padre non avevo un vero e proprio rapporto. Era più mia madre a chiamarmi, con lui mi limitavo a parlare una o due volte la settimana. Anche troppe. Secondo il mio punto di vista.
Per quanto riguardava il lavoro, tutto andava bene.
Alex aveva parlato con l’intero staff e adesso nessuno mi trattava come la donna del capo, ma ero semplicemente Megan Coper l’avvocato intento a trovare un cavillo nel caso della GreenLand..
A proposito di GreenLand, sembra che finalmente qualcosa si sia smosso. Ho parlato ad Alex e Harry della mia idea del “paradiso fiscale” e entrambi sembravano d’accordo con me su questa ipotesi. Certo era ancora tutto da scoprire, ma almeno avevamo fatto un passo avanti.
Mi stupisco sempre di come vadano a rilento le cose. Insomma per avere delle informazioni ci vogliono anche giorni e giorni di attesa. Insomma ci credo che ci mettiamo così tanto tempo per trovare un singolo indizio.
Mi finisco di sistemare la sciarpa e mi guardo allo specchio. Si posso andare.(http://mamasarollingstone.com/wp-content/uploads/2010/06/steal-her-style-060810-2.jpg) oggi non devo andare a lavoro quindi posso vestirmi come voglio. Come nel mio stile.
Devo incontrarmi con quel bravissimo uomo del cimitero che a quanto sono riuscita a capire ha trovato un misterioso modo per risolvere il mio problema.
Ma dimmi te la voce grossa e una minaccia che possono combinare al giorno d’oggi. Esiste gente sempre più codarda!
Mi passo una veloce linea di matita nera sotto l’occhio e mi specchio nuovamente. Si. Va bene. Sorrido pensando che magari quel signore penserà che io si una specie di boss visto l’ultima visita, ma scollo le spalle. Non mi interessa quello che pensa. Basta che faccia quello che dico io!
 
Scesi dalla macchina e pigiai il secondo pulsante della chiave e l’auto si chiuse emettendo un veloce segnale acustico. Camminavo velocemente verso l’interno del cimitero, come avevo già fatto in precedenza e senza tanti preamboli mi diressi verso l’ufficio. Credo di aver avuto un appuntamento con quel tizio.
Bussai con meno veemenza dell’altra volta, e dall’interno sentì una voce che mi fece entrare.
Era lo stesso uomo e appena mi vide balzò in piedi dalla sedia e mi invitò “gentilmente” ad accomodarmi su una delle due sedie davanti alla sua scrivania.
 
-salve signorina Megan Coper!-
 
Dio che patetico! Adesso sapeva pure il mio nome? Che ci può essere di peggio della paura? Io l’ho provata due anni fa quando quel camion ha centrato in pieno la nostra macchina. Quella è paura, terrore puro, non una minaccia fatta da una ragazzina di 24 anni.
 
-buongiorno! Allora a telefono mi ha detto di aver trovato una soluzione! Mi sono presa la briga di venire di persona a conoscerla!- gli dissi ritornando ad avere il mio tono di voce normale. Non volevo spaventarlo più del normale. Si vedeva che quest’uomo era emotivamente instabile.
 
-si.. certo.. ho parlato con i miei superiori, e loro hanno acconsentito a non rimuovere le tombe del signor Coper e della signorina Stweart! Rimarranno così come sono, solo che l’extra che ha pagato due anni fa è leggermente aumentato, quindi con una spesa di 100 dollari lasceremo tutto così com’è! Come desiderava!-
 
100 dollari? Sorrisi trionfante. Me l’ero cavata con poco. Annuì convinta e per la prima volta vidi quell’uomo lasciarsi andare ad un leggero sorriso. Sembrava quasi.. sollevato.
 
-va benissimo! Sapevo di poter contare su di lei!- presi la borsa e tirai fuori il portafoglio. Posai due banconote da 50 dollari sulla sua scrivania e vidi che scarabocchiò qualcosa su una ricevuta.
 
-questa la conservi! Non si sa mai che un domani risorgano problemi! Con quella è tutelata!-
 
-non si preoccupi.. la terrò come l’oro! Adesso se vuole scusarmi, avrei dei giri da fare! È stato un piacere conoscerla signor..-
 
-Anderson, Paul Anderson! Beh allora arrivederci signorina Coper!- mi disse porgendomi la mano che non esitai a stringere.
 
Perfetto. Quella situazione era stata risolta. Tree e Bree erano insieme, e questo era quello che importava. Sorrisi al pensiero di mio fratello.
 
-se mi senti Tree, sappi che mi devi 100 bigliettoni!!-
 
 
Passai con la macchina davanti alla Evans Corporation e istintivamente guardai in alto. Che sciocca che sono. Come posso sperare che si accorga di me da lassù?
Trovai un posto poco distante e scesi dalla macchina. Erano le 10:30. Avevo fatto in fretta con il signor Anderson quindi.. che male c’era a portare la colazione al proprio fidanzato?
Mi guardai un attimo da capo a piedi e convenni di non avere il vestiario adatto, ma ormai ero li e sinceramente di tornare a casa nemmeno se ne parlava quindi.. prendere o lasciare.
Entrai nel bar davanti all’edificio e ordinai un caffè per me e un cappuccino per Alex. Poi presi un cornetto alla nutella e me lo feci incartare. Pagai il tutto e entrai nell’edificio.
Il portinaio aveva smesso di mostrarmi i denti ogni volta che mi vedeva e si limitava a un sorriso accennato e un cenno del capo. Era l‘ora!
Presi l’ascensore e pigiai l’ultimo pulsante. Poco prima che le porte si chiudessero entrò una signora. La guardai sottecchi. Era davvero bella. Bionda, distinta, con un fisico davvero niente male per avere l’età che dimostrava. Doveva avere si e no una cinquantina di anni ma li portava alla grande.
Mi salutò con un gesto della testa e fece per pigiare anche lei l’ultimo pulsante. Forse era una cliente di Alex.
Sorrisi leggermente in segno di saluto e per un secondo mi maledì per l’abbigliamento decisamente troppo azzardato che avevo deciso di mettere quella mattina.
Le porte si aprirono e la donna uscì velocemente fermandosi alla scrivania di Sarah.
 
-Alexander è dentro?- domandò alla mia segretaria che sollevando la testa dalla pila di fogli che aveva davanti annuì.
 
Alexander? Non conoscevo nessuno che lo chiamasse così! Anche i suoi clienti erano solito chiamarlo Alex o al massimo signor Evans. Nessuno lo aveva mai chiamato con il nome completo.
La donna bussò e entrò nel suo ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
Io ero ancora li, come una pera cotta con la colazione in mano, poco avanti alle porte dell’ascensore.
 
-ehila Meg! Wow sei bellissima oggi, ma che ci fai qui? Oggi hai il giorni libero!- mi disse Sarah alzando lo sguardo verso di me.
 
-ero venuta a portare una colazione a Alex ma vedo che è impegnato!- dissi riferendomi alla donna di prima che adesso era dentro al suo ufficio.
 
-oh.. beh.. ecco..-
 
Oddio che avevo detto? Perché adesso Sarah balbettava e non sapeva che dire? Sarah sa sempre cosa dire e come dirlo. C’era da preoccuparsi?
 
-che succede? Ho detto qualcosa che non va?-
 
-quella signora che è appena entrate nell’ufficio del signor Evans, è la signora Patricia Evans, la madre di Alex!-
 
Spalancai la bocca, e come nei cartoni animati avevo paura che avesse toccato il pavimento. Oddio avevo appena conosciuto la madre di Alex. In quelle condizioni poi.
Ti prego fai che la terra si apra come nel film 2012 e che mi inghiottisca velocemente.
 
-ehi ma che faccia fai? Tranquilla è una donna in gamba!! E poi devo dire che mi piaci vestita così! Sei sexy!!- mi disse Sarah alzandosi dalla sedia per guardarmi meglio.
 
Oddio questo non mi aiutava di certo. Non volevo essere sexy. Soprattutto non adesso che insieme a Alex c’era sua mamma.
Stavo per rispondere a Sarah per le rime quando la porta si aprì e mi trovai davanti il mio bellissimo fidanzato seguito a ruota da sua madre. Ok non siamo ancora troppo in ritardo per quella questione della terra che mi inghiottisce.
 
-Meg!! Tesoro ciao! che bello vederti!!- esclamò felice Alex venendo verso di me e baciandomi velocemente sulla bocca.
 
Risposi al bacio e pensai che dovevo stare sulle scatole a qualcuno lassù perché ero sempre li, in quell’ufficio e non sotto terra.
 
-ero venuta a portarti la colazione, ma se sei impegnato vado via! Ci vediamo dopo ok?- credevo di poterla scampare così piano piano mi diressi nuovamente verso l’ascensore.
 
-aspetta tesoro già che ci sei ti presento una persona!!- disse prendendomi per mano. E riportandomi davanti alla donna.
 
-mamma questa è Megan, la mia ragazza! Tesoro lei è Patricia mia madre!-
 
Studiai le mosse della donna. Mi stava squadrando da capo a piedi e nei suoi occhi potei leggere uno sguardo di disappunto. Non piacevo a quella donna questo era poco ma sicuro.
Era solo l’abbigliamento o ce l’aveva con me per altro? Non riuscivo a decifrare bene le sue mosse o il suo sguardo. Era abbastanza criptica.
Allungai la mano verso di lei sorridendo.
 
-piacere di conoscerla signora Evans!-
 
Lei guardò la mia mano ma non la strinse, anzi spostò lo sguardo su suo figlio.
 
-adesso vado Alexander, ci vediamo domani alla cena! vedi di essere puntuale e non arrivare tardi come il tuo solito!- disse sorpassandomi e dirigendosi verso l’ascensore. Pigiò il pulsante e le porte si aprirono subito, in due secondi sparì dalla nostra vista.
 
-scusami, è che va saputa prendere, e oggi non era in giornata! Comunque che ci fai qui? Wow tesoro sei davvero molto sexy oggi!!- mi disse Alex posandomi un braccio intorno alle spalle.
 
Sospirai. Non avevo fatto una bella impressione su sua madre e la cosa mi mandava in bestia. Avevo immaginato il nostro incontro, ma mai avrei pensato che sarebbe stato così.. freddo.
 
-te l’ho detto ti ho portato la colazione, se solo avessi saputo che non eri solo me lo sarei risparmiato! Dio che imbecille che sono!-
 
-ehi tranquilla! Conosco mia madre, all’inizio può sembrare burbera, ma poi ti assicuro che diventa un agnellino! E poi andiamo nel mio ufficio così facciamo colazione!- mi rispose facendomi l’occhiolino e sorridendomi.
 
Mi sforzai di sorridere e salutando Sarah entrai nel suo ufficio, seguita da lui. Mi sedetti sul divanetto in pelle bianca e mi massaggiai le tempie. Mi stava entrando il mal di testa. Che palle!
 
-eddai tesoro però.. ti ho detto che è tutto ok! Domani alla cena parlerò con la mamma e vedrò di portarla dalla nostra parte ok?- domandò sedendosi accanto a me e prendendomi il viso tra le mani, per costringermi a guardarlo negli occhi.
 
Annuì leggermente. Accidenti non era proprio da me preoccuparmi de giudizio delle persone. Non l’avevo mai fatto.. perché cominciare oggi?
Sapevo la risposta.. ormai volevo troppo bene a Alex per deluderlo. Volevo che fosse sempre allegro e felice, senza nessun tipo di problema.
Credo di essermi innamorata di lui. Non lo so spiegare.. non provavo un sentimento così nemmeno per Justin. Eppure credevo di essere innamorata di lui, ma sento che con Alex tutto è elevato alla massima potenza.
Mi sento in dovere di renderlo felice, e sapere di non rientrare tra le grazie di sua madre non mi aiuta in tutto questo.
 
-in compenso mio padre ti adora!!-
 
Cosa? Come faceva a conoscermi suo padre? L’avevo già conosciuto senza rendermene conto? Oddio che cappero di situazione!!
 
-come mi conosce?- domandai lasciando che la mia voce trasparisse tutta la mia ansia e la mia frustrazione.
 
-gli ho parlato molto di te e poi ha visto una tua foto sul cellulare, ha detto che sei bellissima! Come dargli torto! Sei stupenda! Mi piace questo look!- mi disse prima di baciarmi.
 
Sorrisi nel bacio. Si decisamente ero innamorata. Cotta e stracotta come una pera. Speravo solo che la questione “mamma” fosse risolvibile, perché io un ragazzo così non me lo sarei fatto scappare per niente al mondo.
 
 

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Capitolo 11
*** 10) LET'S GO! ***



 

 





 
 
10) LET’S GO!
 

Ero a casa a rimpinzarmi di dolci e gelato davanti a “TITANIC”. Ok posso capire che può sembrare che io sia un tantino disperata a spararmi quel film da sola e con un kilo di gelato al cioccolato, ma ho i miei buoni motivi, anzi buonissimi motivi!
Primo fra tutti il fatto che domani sarà il terzo anniversario della morte di Trace, Brenda e Justin. Non avevo ancora trovato il coraggio di parlare di loro a Alex, ma dovevo farlo, anche perché non era giusto che stesse all’oscuro di una parte molto importante della mia vita. Era diventato parte di me e non volevo che ci fossero segreti tra di noi.
Alex.. già.. proprio adesso era alla famosissima cena a casa dei suoi. Mi aveva promesso che avrebbe parlato con sua madre.
Ecco un altro validissimo motivo per rimpinzarsi di gelato al cioccolato. La madre del mio attuale fidanzato mi odia.
Prendo con stizza una cucchiaiata di gelato e la mangio. Odio il pensiero di stare antipatica a qualcuno che non mi conosce. Mi manda davvero fuori di testa.
Insomma so di essere una ragazza un po’ particolare, ma cerco in tutti i modi di farmi ben volere. Accidenti a me e quando sono andata in quell’ufficio!!
Sento il telefono suonare e mi allungo per afferrarlo dall’altra parte del divano. Mando giù un boccone di gelato e rispondo.
 
-pronto?- dico cercando di sembrare una persona indaffarata. Non sapevo chi c’era dall’altra parte e l’ultima cosa che volevo era un Alex che sentisse il mio tono triste e melenso. Non volevo che pensasse che fosse una delle casalinghe disperate. Dignità insomma.
 
-ciao tesoro che fai di bello?-
 
Sorrido tirando un sospiro di sollievo. Hilary. Se non ci fosse quella ragazza andrebbe inventata! Grazie a lei e Sue stavo piano piano riscoprendo la gioia di avere delle amiche.
Ovviamente nemmeno loro sapevano tutta la mia storia, mai me l’avevano chiesta e io mai avevo voglia di raccontarla. Nonostante tutto però erano sempre pronte in prima fila per me. Erano le amiche perfette che in quel momento della mia vita mancavano.
 
-mi riempio di gelato davanti a Titanic!- perché dire una bugia? Tanto vale dire la verità, e poi diciamocelo, sono una frana con che bugie. Dovevo imparare da Tree!
 
-vestiti! Ti portiamo a vivere!- mi disse con voce squillante tanto che dovetti allontanare leggermente  il telefono dall’orecchio altrimenti ci avrei rimesso il timpano.
 
Guardai distrattamente l’orologio alla parete di fronte a me. Erano le 22:30. E la voglia di uscire era pari a zero.
 
-ma..-
 
-niente ma Megan! Tra mezz’ora siamo da te! Andiamo a ballare, senza ragazzi ovviamente! Ci sarebbero troppo di impiccio!! A dopo!!- dichiarò prima di interrompere la chiamata.
 
Rimasi due secondi a fissare il telefono. A ballare? Erano tre anni che non ci andavo. E poi che avrebbe detto Alex? Si sarebbe incazzato?
Al diavolo i problemi. Sarei andata e mi sarei anche divertita. Riprendere in mano la propria vita. E avrei ricominciato proprio oggi.
 
Ero davanti allo specchio da dieci minuti buoni.
Avevo indossato un vestito color panna con una cintura in vita. I capelli lasciati sciolti ovviamente. Una volta Tree mi disse che ero ancora più bella con i capelli sciolti. Sorrisi appena guardandoli. Erano lunghi, ma li adoravo troppo per decidermi a tagliarli.
Ai piedi avevo le mie scarpe preferite, un paio di Giuseppe Zanotti che mi sono costate una fortuna. Ancora ricordo quanto si era incazzata mia madre perché le avevo comprate.
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sentì suonare il campanello e afferrando una piccola clutch, mi diressi verso la porta.
 
 
-wow tesoro sei una bomba!! E tu che volevi restare a casa! Stasera ci divertiamo!!- disse Sue appena mi vide scendere le scale.
 
Sorrisi e corsi ad abbracciarle. Se non le avessi le dovrei inventare.
 
-io sono una bomba? E voi? Dio ragazze siete bellissime! Facciamo conquiste stasera?- domandai facendo l’occhiolino.
 
Erano bellissime davvero. Hilary aveva un vestitino attillato color pesca che faceva risaltare ancora di più i suoi bellissimi capelli biondi. In piedi aveva delle scarpe con il tacco alto oro che le stavano divinamente.
Sue invece aveva un abitino leggermente più largo, ma corto e irresistibile. Aveva una fantasia floreale sul davanti e in piedi indossava un paio di scarpe gialle con la zeppa.
 
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-è una vita che non faccio un’uscita solo tra ragazze e me la voglio godere a pieno!! Allora hai preferenze dove andare o scegliamo noi?-
 
-fate voi! Mi fido del vostro gusto!!- dissi rispondendo a Hila che mise in moto la macchina.
 
-come va Meg? Hai visto tutto il film? È morto anche questa volta Di Caprio vero?- mi domandò prendendomi in giro Sue avvicinandosi al sedile anteriore.
 
-davvero.. tutte le volte che lo guardo penso a quanto è stata pazza Rose! Andiamo diciamoci la verità, io mi sarei fatta da parte e l’avrei fatto salire a forza!-
 
-beh non hai mica tutti i torti!! Io una bella bottarella gliela darei volentieri al bel Leonardo!!- affermò Hilary mentre si fermava ad un semaforo.
 
Scoppiai a ridere, seguita a ruota da Sue. Era troppo buffa quella ragazza. Capivo perché Harry l’amava tanto, era impossibile annoiarsi con lei. Risollevava il morale a tutti.
 
-beh che ho detto? E voi non fate tanto le santarelline che lo so.. il caro e vecchio Leo piace anche a voi!!-
 
-questo è poco ma sicuro!-
 
-ma io preferisco Orlando Bloom!- affermai convinta annuendo con la testa.
 
-beh si anche Orly è passabile.. diciamo che non butto via niente! Accetterei molto volentieri anche Bloom!-
 
-dio Hila ma datti pace!! Povero Harry, secondo me in sogno è peggio di un cesto di lumache da tutte le corna che gli hai fatto!!- disse ridendo Sue.
 
-beh quello che succede in sogno resta in sogno! Nella realtà non lo farei mai!!-
 
-a proposito di Harry, che ha detto del fatto che siamo uscite sole stasera?-
 
-hai paura della reazione di Lex vero? Tranquilla, ho detto a Harry di comunicarlo di persona al tuo bel ragazzo, dovrebbe andare da lui appena torna dalla cena di sua madre!-
 
Sospirai. Già. Sua madre. Quella donna bellissima che mi odiava. Senza nemmeno rendermene conto misi il broncio e incrociai le braccia sotto il seno.
 
-ok questo cambiamento di umore è dovuto a?-
 
Guardai distrattamente Sue che mi aveva fatto la domanda, poi tornai a guardare la strada davanti a me.
 
-la madre di Alex mi odia! Ieri l’ho conosciuta e pensate che non mi ha nemmeno stretto la mano!! Perché? Ho qualcosa che non va?- domandai quasi più a me stessa che a loro.
 
Vidi le ragazze scambiarsi uno sguardo dallo specchietto retrovisore. Ok adesso ero certa che ci fosse qualcosa sotto. Qualcosa che io proprio ignoravo.
 
-sputate il rospo da sole o devo farlo io con la forza?-
 
-ecco.. alla madre di Lex non è andato giù il fatto che lui abbia lasciato Emily! Da quando si sono mollati sua madre ha fatto di tutto per farli tornare insieme.. diciamo che era diventato il suo lavoro a tempo pieno!- disse Sue cercando di captare ogni mia singola reazione.
 
Emily? Chi era questa Emily? Perché io non ero a conoscenza della sua esistenza? Perché non sapevo che Alex aveva avuto una ex che, a quanto hanno detto le ragazze, doveva essere molto importante visto che l’aveva presentata alla famiglia.
 
-chi è Emily?- domandai con una voce quasi glaciale.
 
-è stata la prima e unica ragazza di Lex! Sono stati insieme quasi 5 anni, poi lui improvvisamente l’ha lasciata, nessuno sa il motivo, nemmeno Harry lo sa! Lui non ha più voluto parlarne e noi non abbiamo mai indagato oltre!- disse Hilary parcheggiando la macchina fuori dalla discoteca.
 
Mi guardai intorno e tirai un sospiro di sollievo. Non era la NOSTRA solita discoteca. Scesi dall’auto seguita dalle ragazze e dopo aver fatto la fila entrammo dentro.
Alex aveva un’ex e non me lo aveva mai detto. Beh certo non potevo fare la paternale a nessuno. Nemmeno lui sapeva di Justin o del mio passato quindi non ero la persona adatta per dare giudizi, ma la cosa mi dava leggermente fastidio.
Sua madre quindi mi odiava a priori, perché io non ero questa Emily.
 
-c’è un tavolino libero con il nostro nome inciso sopra!!- affermò Sue prendendomi a braccetto e spingendomi a sedere.
 
-Meg adesso basta logorarsi! Serata donne! Quindi archivia tutto quello che hai appena sentito, adesso non è il momento per pensarci! Ora ci divertiamo e basta!!- mi disse Hilary sedendosi accanto a me.
 
Annuì sorridendo e cercai di accantonare tutte le informazioni che mi erano state date.
 
-il primo giro lo offro io! Che prendete?-
 
-oh grazie Sue! Per me una Caipiroska!! Tu Meg?- disse pimpante Hila canticchiando la canzone che era appena stata messa.
 
Che prendere? Non avevo più buttato giù un sorso di alcool da quando era successo l’incidente. Forse dovevo continuare a non farlo.
Potevo però sentire una vocina nella mia testa che mi diceva di riprovare. Un semplice drink per sciogliere il ghiaccio.
 
-una Tequila! Grazie Sue!-
 
La ragazza mi fece un occhiolino e si allontanò per prendere i drink.
Due minuti dopo era di ritorno con i nostri ordini e dopo aver buttato giù tutto d’un sorso la mia Tequila, mi era presa la voglia di ballare.
 
-ci scateniamo?-
 
-ti seguiamo a ruota sorella!!-
 
Eccoci li, a ballare come pazze urlando o canticchiando le canzoni in sottofondo. Mi sentivo più libera e spensierata.
Adoravo quella sensazione. Adoravo stare così. Senza un solo pensiero al mondo.
 
All’improvviso sentì delle braccia che mi circondarono i fianchi.
Mi irrigidì di botto e voltandomi ero già pronta a dare un pugno a chiunque avesse provato a toccarmi.
Appena mi girai mi persi in degli occhi blu. Occhi che anche volendo non riuscirei mai a dimenticarmi. Occhi che mi portavano al largo.
I suoi occhi.
Era bellissimo stasera. Aveva dei jeans attillati scuri e una camicia blu portata dentro i pantaloni. In piedi aveva delle scarpe da ginnastica, ma la cosa che mi fece andare in tilt era il suo viso.
Era divino con quei capelli perennemente scompigliati di un biondo infinito e quegli occhi che meriterebbero un capitolo a parte.
 
-ciao tesoro!-
 
-ciao a te! Ma che ci fai qui?-
 
Alzò le spalle e mi strinse ancora di più a se. Potevo sentire i nostri respiri confondersi. Il suo profumo mi inebriava e mi portava lontano.
 
-sono con i ragazzi! Guarda un po’ li!-
 
Mi voltai leggermente e vidi Hilary avvinghiata ad Harry, così come dall’altra parte della pista lo era Sue a Will. Erano venuti tutti e tre.
 
-e poi scusami ma non potevo lasciare che tutti ti guardassero.. cazzo sei irresistibile stasera, dovevo per forza intervenire e marcare il territorio! È bene che questi allupati capiscano che non ti possono squadrare da capo a piedi perché tu sei mia!-
 
Sorrisi e annullai la distanza tra noi baciandolo. Adesso era tutto ancora più perfetto.
Al diavolo la madre del mio ragazzo che non mi sopporta.
Al diavolo la ex che si chiama Emily e che nessuno sa che fine ha fatto.
Al diavolo domani. Il giorno più brutto dell’anno.
Al diavolo tutto e tutti.
Adesso ero li, con il mio ragazzo e con le mie amiche a divertirmi ballando e cantando. E non c’era niente di meglio al mondo.
 
 


______________________________________________________________

ciao a tutti...
che ne dite di questo capitolo?
ma la storia sta piacendo?? non ricevo commenti e non so se piace o no.. :((
grazie mille a tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite, prefeite o da ricordare!!
a prestoooooooooooooooooooooooooooooooo

MARTY0029

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Capitolo 12
*** 11) RED LIPS ***



 

 
 
11) RED LIPS


Ero consapevole.
La mia convinzione si fece maggiore quando mi svegliai nel mio letto completamente sola.
Ero consapevole.
Non so il motivo, ma qualcosa mi frenava al lasciarmi andare completamente a Alex. Stavamo insieme da più di un mese. Ma niente. Non avevo mai fatto in modo di trovarmi in una situazione ambigua con lui.
Forse penserà che sono una sciocca bambina che non è ancora pronta, ma non è così. Dannazione non è così. Io credo di starmi innamorando di lui e lo desidero. Davvero.
Ma qualcosa mi blocca tutte le volte che penso di andare oltre il bacio. Qualcosa che non so cos’è mi frena.
Ho iniziato anche a sognare come sarebbe farlo con lui. Inutile dire che è stato il sogno più bello della mia vita.
Ho voglia di farlo con lui, ancora più voglia di quando lo feci per la prima volta con Justin.
Già.. Justin.. sarà lui il vero motivo che mi blocca? Il pensiero di lui che è stato la mia prima volta e che non c’è più?
Sbuffai alzandomi dal letto e dirigendomi sotto la doccia. Al diavolo i miei monologhi interni alle 8:00 di mattina!
 
Uscì dalla doccia e mi asciugai i capelli con il phon.
Adesso che ci penso a mente lucida, non sono mai stata a casa di Alex. Lui qui c’è stato qualche volta, ovviamente non a dormire, ma io da lui mai.
Dovrebbe essere un campanello d’allarme questo? Forse anche lui non ha interesse sessuale verso di me. Ma chi vado a prendere in giro, io interesse sessuale verso di lui ce l’ho.. e anche parecchio, visto che lo sogno un giorno si e l’altro pure!
Gettai con stizza l’asciugamano a terra e mi misi la biancheria intima.
Perché non potevo essere come le altre ragazze della mia età? Perché vedevo sempre tutto dannatamente bianco o nero? Esistono mille sfumature in mezzo!
Uscì dal bagno e andai all’armadio per scegliere qualcosa da indossare.
Passai davanti al calendario che ovviamente aveva questo giorno cancellato dal pennarello nero indelebile. Come ogni anno passato e come sicuramente ogni anno futuro.
Sorrisi amaramente guardandolo di sfuggita.
Oggi era il terzo anniversario della loro morte e io stavo cercando di pensare a tutt’altro. Dovevo pensare a tutt’altro.
Poi un pensiero balenò nella mia mente.
Forse non potevo vivere felice con Alex, concedermi a lui anima e corpo perché non ero mai stata sincera con lui.
Forse se avesse saputo la verità, tutta la verità, tutto sarebbe stato più facile.
Forse avrei potuto innamorarmi incondizionatamente di lui.
Lanciai di nuovo uno sguardo al calendario e mi concentrai su quel quadratino dipinto di nero.
Forse dovevo dire la verità.
Forse sarei stata libera dopo averlo fatto.
Aprì velocemente l’armadio e presi qualcosa da mettermi. Mi guardai allo specchio e lentamente annuì. Ok potevo andare.
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Avevo deciso di parlare con Alex. Doveva sapere il motivo per cui ero così.. e poi forse, finalmente avrei potuto vivere al meglio quella relazione.
 
Come al solito al mio arrivo il portinaio mi apre la porta con un gran sorriso a cui rispondo. Inutile arrabbiarsi, e poi quell’uomo alla fine mi stava anche simpatico. Certo mi mostrava i denti un po’ troppe volte, ma in fin dei conti era una bravissima persona.
Salgo in ascensore e premo l’ultimo pulsante. Il viaggetto dure circa due minuti.
Due minuti nei quali cerco di fare mente locale su quello che devo dire a Alex.
Insomma non posso andare da lui e dirgli..
“ciao Alex sai che stavo pensando? Non abbiamo mai fatto sesso e forse è dovuto al fatto che mio fratello, la mia migliore amica e il mio ex ragazzo sono morti!”
Certo che non posso dirgli così. Mi prenderebbe per una pazza appena uscita dal manicomio più vicino.
Faccio un sospiro e mi passo una mano tra i capelli. Non ci riuscirò mai.
“basta Megan!! Devi farlo! Non puoi continuare a piangerti addosso come una quindicenne! Prendi in mano la tua vita cazzo!!”
Le porte si aprono e noto subito il suo ufficio lasciato a porta leggermente schiusa. Forse mi sta aspettando.
 
-ciao Megan!!- mi saluta un’iperattiva Sarah alzando la testa dalla scrivania appena aveva sentito il campanello che l’ascensore di solito fa quando si apre.
 
-ciao a te Sarah! Alex è in ufficio?- domando avanzando verso di lei.
 
-emh no.. a dire il vero è uscito! Ha ricevuto una chiamata ed è corso fuori, non so dirti però dove sia andato!-
 
Oh.. avevo dato per scontato che ci fosse. Merda. Proprio adesso che trovo il coraggio di parlare? Sbuffo leggermente.
 
-ok grazie! Io vado in ufficio! Ci vediamo dopo!!- dico superandola e raggiungendo a grandi falcate il mio ufficio e chiudendomi dentro.
Lavoro. Ho bisogno di lavoro. Tanto lavoro.
 
Alzo lo sguardo dalle pratiche che stavo leggendo stiracchiandomi leggermente. Fisso l’orologio del computer che grazie al salva schermo è bello grande. Sono le 10:30. Wow mi sono proprio lasciata inghiottire da tutte queste pratiche. Dio benedica i lavori che ti prendono così tanto!
Fisso distrattamente la porta comunicante con l’ufficio di Alex e istintivamente mi alzo e arrivando busso.
Nessuna risposta.
Apro leggermente la porta e misi il viso dentro. È tutto come l’aveva lasciato. Chi sa chi l’ha chiamato. Forse sua madre. O forse un cliente importante.
Già. Sua madre. Altro argomento da un milione di dollari..
Tornai indietro e chiusi la porta tornando a isolare il suo ufficio dal mio. Proprio adesso che avevo preso il coraggio.
Caffè. Avevo bisogno di caffè. Disperato bisogno.
Lascio tutto e mi dirigo a grandi passi verso la caffetteria.
Ad aspettarmi però ho una brutta notizia che mi dice che la macchinetta è andata a farsi benedire. Cazzo.
Sbuffo. Adesso sembro uno di quei drogati che stanno andando in astinenza. Doppio cazzo. Non me ne va bene una stamattina.
Torno al mio ufficio. Magari se faccio una corsa alla caffetteria qui sotto non se ne accorge nessuno.
Arrivo all’ascensore silenziosamente e miracolosamente riesco a sfuggire anche allo sguardo di Sarah che è indaffarata al telefono. Dio benedica chi la sta intrattenendo.
Premo il pulsante del piano terra e spero che si sbrighi ad arrivare. Odio fare le cose di nascosto. Non sono mai stata brava. Vengo sempre scoperta.
Ora che ci penso.. sono una frana in parecchie cose. Forse troppe.
Alzo le spalle cercando di mettere fine ai miei discorsi e pensieri interi.
Appena arrivo al piano terra mi fiondo in strada senza nemmeno prestare attenzione al povero signore che mi sorride.
Caffè.
Entro velocemente nel bar e ordino la mia droga sedendomi un secondo sullo sgabello davanti al bancone.
Ho deciso che domani mi prendo un termos da casa.
Mi guardo distrattamente intorno fino a che non trovo una figura familiare. Forse anche troppo familiare.
C’è Alex con una ragazza, avrà la sua stessa età. La posso vedere bene data che l’ho davanti, mentre di lui vedo solo le spalle e i capelli. Quei capelli che adoro.
È una bellissima ragazza. Ha i capelli lunghi lisci biondi. Gli occhi sono celesti da quello che riesco a vedere. È davvero stupenda forse un po’ troppo truccata, dato che ha delle labbra rosse e una linea un po’ spessa di eyeliner. Un moto di gelosia mi parte da dentro.
Magari è una cliente. Una semplice amica. Una parente.
Perché devo sempre pensare male delle cose che vedo? Pensa positivo Meg!
Il barista mi porge il bicchiere di carta.
 
-faccia attenzione signorina! Scotta!!- mi avverte porgendomelo.
 
Gli sorrido e pagandolo mi avvio verso la porta per uscire. Volgo un ultimo sguardo a Alex e preferirei non averlo mai fatto.
Quella ragazza gli prende la mano e si avvicina un po’ troppo a lui che non sembra nemmeno un minimo turbato. Nemmeno quando le sue labbra vengono sfiorate da quelle belle e dannatamente rosse della donna.
Sento gli occhi completamente umidi e portandomi una mano sulla bocca mi allontano da quella caffetteria e da loro.
Non posso credere a quello che ho appena visto.
Non posso credere che mi stia tradendo.
Improvvisamente tutto si fa più chiaro e nitido nella mia mente.
Ecco perché non ero mai stata a casa sua, ecco perché non gli importava se non lo facevamo, ecco perché ogni tanto lo sentivo distante.
Aveva un’altra.
E io che mi sono davvero innamorata di lui. Cogliona.
Mi siedo un secondo sulla panchina davanti alla Evans Corporation e mi lascio andare alle lacrime, senza pensare di essere vista o di essere scambiata per pazza. Non mi interessava un emerito cazzo in quel momento.
Ancora non ci potevo credere. E io che credevo che si stesse innamorando anche lui di me. Cogliona due volte. Mi asciugai le lacrime con la manica del cardigan maledicendomi per non essermi portata dietro la borsa con i fazzoletti.
Afferro il cellulare e chiamo Hilary. Ho bisogno di lei e di Sue in questo momento. Sono fragile oggi. Troppo fragile per quello che ho appena visto.
 
Sento la porta aprirsi di colpo e Sue e Hilary fanno la loro entrata nel mio ufficio.
Da quando ho visto quella scena mi sono rintanata qui dentro, chiudendo a chiave la porta comunicante e avvisando Sarah di non far entrare nessuno. Nemmeno Alex. Soprattutto Alex.
 
-tesoro che è successo?- dissero in coro precipitandosi sulle poltroncine davanti alla mia scrivania.
 
Cercai di riprendere fiato. Non era facile visto che avevo praticamente sempre pianto. Dovevo essere inguardabile.
 
-ho visto A-Alex che baciava un’altra!- dissi cercando di non balbettare. Dovevo restare calma.
 
-cosa?????-
 
-calmati tesoro! Ti va di raccontarci perbene quello che è successo? E tu vedi di controllarti!!- disse Sue a Hilary che stava rodendo di rabbia.
 
Annuì leggermente e mi asciugai le lacrime. Ce la potevo fare.
 
-sono scesa al bar qui sotto e l’ho visto con una ragazza bionda con gli occhi chiari. Era bellissima. Io credevo che fosse una cliente, o al massimo un’amica, ma poi mentre stavo uscendo mi sono voltata e ho visto che lei si era avvicinata a lui e l’aveva baciato.. e lui non si è tirato indietro!! Capite?? Non l’ha respinta!!- dissi quasi urlando. Ero incazzata e triste. Brutta accoppiata.
 
-bionda con gli occhi chiari.. credo proprio di sapere chi era quella ragazza..- disse Hilary lanciando un’occhiata d’intesa a Sue che ricambiò lo sguardo.
 
-chi era? La conoscete?- domando con la voce spezzata. Quella rivelazione proprio non me l’aspettavo. Chi cazzo era quella bionda?
 
-quella era Emily, l’ex fidanzata di Lex!-
 
 








__________________________________________________________________________

hy guys!!
che svolta prenderà adesso la storia?
Megan riuscirà a venire a capo della verità?
Alex l'avrà persa per sempre?
che vuole questa Emily?

tutto questo nel prossimo capitolo!!!!!

baci

MARTY0029

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Capitolo 13
*** 12) PARADISE ***



 
 
 
 

12) PARADISE
 
Sono qui, in camera mia con lo sguardo perso nel vuoto.
Fisso distrattamente un puntino, un dannato puntino nel muro che mi da leggermente ai nervi.
Sospiro passandomi una mano tra i capelli che so già che sono inguardabili e probabilmente anche sporchi.
Sono sette giorni che non li lavo.
Sono sette giorni che sono chiusa qui. In camera mia.
Sono sette giorni che penso che forse dovrei andare a Chicago, dai miei, almeno quando loro decidevano della mia vita andava tutto ok.
Sono sette giorni che non vado a lavoro e sette giorni che non rispondo alle chiamate di Alex.
Ho ancora nella mente le parole di Hilary.
Quella ragazza era la sua ex fidanzata.
La stessa ex fidanzata che sua madre adorava e che spingeva per farlo tornare con lei.
Chiudo gli occhi e getto la testa all’indietro incontrando il legno della testata del letto. Fa freddo. Forse dovrei farmi una doccia calda per buttarmi tutto alle spalle, ma non riesco a muovermi da questa posizione.
Sono sette giorni che penso a quanto fottuto il mondo possa essere con me.
Ancora non ci posso credere che ho beccato Alex con quella. Ancora non ci posso credere che l’ho beccato proprio il giorno che avevo deciso di parlarci.
Ancora non ci posso credere che l’ho beccato proprio il giorno dell’anniversario della morte dei ragazzi. Dovrebbe essere un segno questo?
Sobbalzo sentendo il telefono suonare. La SUA suoneria. Sa che non risponderò.
Mentalmente mi congratulo con me stessa per averli messo la suoneria personalizzata, così non devo nemmeno alzarmi per controllare chi mi stesse chiamando.
La melodia continua a suonare distraendomi dal mondo silenzioso in cui ero finita. Sa che non risponderò. Non ha senso che continui.
Ho saputo da Sue, che lei e Hilary gli hanno parlato. Gli hanno detto il vero motivo per cui sto in questo stato. All’inizio mi ero incazzata. Parecchio incazzata, infondo non ero tenuta a dare spiegazioni, non ero certo io quella che si doveva scusare. Poi però mi sono resa conto che forse hanno fatto bene. Adesso che sa tutto almeno ci penserà due volte prima di presentarsi qui.
Non vado a lavoro da quel giorno. Grazie al mio dottore di famiglia sono riuscita a mandargli un certificato di malattia per una decina di giorni. Cazzata. Enorme cazzata.
Soprattutto adesso che conosceva il vero motivo, il certificato poteva andare a farsi benedire, ma meglio essere corretti.
Sospiro sentendo che la suoneria ha finalmente smesso di suonare. Sposto lo sguardo dal puntino sul muro e noto che dalle persiane esce una luce tenue. Perfetto. Ennesima notte passata in bianco. È l’alba del mio ottavo giorno senza Alex.
È l’alba di un giorno che mi sarà utile per dare una svolta alla mia vita. Sorrido amaramente pensando che nella mia vita ce ne sono state anche troppe di svolte, ma non si finisce mai di imparare.
Con un gesto di stizza mi tolgo le coperte di dosso e cautamente, rabbrividendo per il pavimento freddo a contatto con i miei piedi scalzi, mi avvicino alla finestra. Lentamente apro le persiane e lascio che una leggera luce entri nella mia stanza. Aspiro a pieni polmoni quell’aria, forse anche troppo fredda. Devo assolutamente uscire da questa casa. Devo ricominciare di nuovo a prendere in mano la mia vita e magari chissà, potrei anche riuscire a passare sopra a tutto questo.
Vado in bagno e senza guardarmi allo specchio mi fiondo sotto la doccia.
Mezz’ora dopo esco profumata alla lavanda. Ispiro quel profumo. L’ho sempre amato.
Mi vesto cercando di restare abbastanza casual. Non ho voglia di sembrare provocante o di mostrare troppo. Non adesso. L’unica cosa che voglio è un po’ di caffè, magari davanti a un buon cornetto alla marmellata.
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Entro in un bar qualunque.
L’ultima cosa che volevo era farmi vedere nei pressi del’ Evans Corporation.
Ordino un caffè e un cornetto mentre mi metto seduta al bancone e aspetto il mio ordine.
Mi sembra una scena familiare. L’ultima volta che ho visto Alex ero nella stessa situazione. Mi passo una mano tra i capelli mentre cerco di riprendere il controllo.
Sento lo sgabello al lato del mio mentre viene trascinato leggermente indietro per permettere alla persona alla mia destra di sedersi.
 
-ciao Megan!-
 
Alzo distrattamente lo sguardo e per un attimo vorrei che il mondo si fermasse e inghiottisse la persona che ho davanti.
Come fa a conoscere il mio nome? Come fa a sapere chi sono? Controllati Meg! Rispondi per le rime a questa puttanella.
 
-ciao Emily!- dico con foce fredda. Degna della regina dei ghiacci e soprattutto degna di Trace.
 
La vedo sgranare leggermente gli occhi. Forse è sorpresa di sapere che la conosco. Ebbene si tesoro.. so chi sei.
 
 
-possiamo passare sopra alle presentazioni allora! Tu sai chi sono io e io so chi sei te!- disse prima di ordinare un cappuccino al cameriere che nel frattempo mi aveva portato la mia colazione.
Peccato che adesso il mio stomaco fosse troppo sotto sopra per poter mangiare anche solo un morso di quel coretto alla marmellata.
 
-sono qui per scusarmi.. sono stata io a baciarlo.. avevo visto una tua foto, ti ho subito riconosciuto l’altro giorno al bar.. per questo mi sono avvicinata a lui, speravo di poterlo riavere.. purtroppo per me però non è possibile.. lui ama te!- disse giocando distrattamente con una bustina di zucchero.
 
-cosa? Vorresti farmi credere che hai organizzato tutto? Vi ho visti con i miei occhi.. ho visto che lui non si è staccato! Non sono nata ieri!- ero fuori di me..
 
-si è staccato subito! Ci hai visti nel momento che l’ho baciato io, ma due secondi dopo mi ha staccato.. credo di non avere più un posto nel suo cuore!-
 
Che vuole questa da me? Il mio perdono, la mia compassione?
Tutto quello che provo per lei è odio.. puro odio che mi porto dentro da otto lunghi e snervati giorni. Solo questo. Solo odio.
 
-perché mi dici queste cose? Che vuoi da me?-
 
Smise di giocare con la bustina e mi guardò negli occhi. Erano leggermente velati di lacrime, ma ero troppo incazzata per lasciarmi corrompere da delle finte lacrime di coccodrillo.
 
-voglio che lui sia felice! Credevo che potesse esserlo con me ma mi sbagliavo.. credevo di poter tornare a vivere come se non fosse successo niente ma non è stato così! Lui non prova più niente per me se non odio e rancore..-
 
All’improvviso mi ricordai che Hilary mi aveva detto che nessuno era a conoscenza del vero motivo per cui si erano lasciati. Sapeva solo che era stato lui a lasciare lei.
 
-perché è finita tra voi?-
 
La sentì sospirare e bevve un sorso del cappuccino che le era appena arrivato.
 
-sono stata cattiva con lui.. stronza e manipolatrice.. gli ho fatto credere di essere incinta.. e lo ero davvero, ma il bambino non era suo, era di uno dei tanti con cui avevo delle scappatelle.. quando lo scoprì mi lasciò e pochi giorni dopo ebbi un aborto!-
 
La guardai, se possibile, con ancora più odio.. dio esistevano davvero persone così stronze e meschine a questo mondo?
 
-hai ragione a definirti stronza.. sai qual è la cosa che mi fa più schifo? Il fatto che la madre di Alex stravede per te.. se solo sapesse la troia che sei..-
 
Lei scoppiò a piangere portandosi le mani sopra la faccia.
 
-non dirmi queste cose.. non le merito!-
 
-non le meriti? Hai fatto  credere al tuo ragazzo che eri incinta di lui, poi come se non bastasse ci hai fatto lasciare montando una recita assurda.. perciò si.. ti meriti di essere tratta così.. anzi forse ti meriti anche peggio!!-
 
-voglio che sia felice.. per questo sono venuta a cercarti.. per questo mi sono aperta e ti ho detto la verità.. non pensare a me! Non cercherò mai più di mettermi tra voi!- mi disse con una voce e mi sembrava sincera, ma dopo tutto quello che aveva combinato questa ragazza, mi sentì libera di avere qualche riserva.
 
Finì il mio caffè e mi feci incartare il cornetto. Decisamente non ce l’avrei mai fatta a mandarlo giù. Non adesso. Non dopo quello che mi aveva detto.
 
-se non hai altre cazzate da dirmi io me ne andrei.. spero davvero di non aver mai più a che  fare con la tua brutta faccia!- dissi posando le banconote sul bancone.
 
-torna con lui..-
 
Non risposi e mi diressi a passi svelti fuori da quel bar.
Ispirai a fondo e espirai.
Adesso di andare da Alex non se ne parlava. Dovevo ancora metabolizzare quello che avevo sentito. E poi secondo me lui ancora aveva un po’ di colpe. Doveva parlarmi di lei. Doveva dirmi che si era fatta viva.
Salì in macchina partì mettendo lo stereo a tutto volume.
Smells like teen spirits.
Ecco quello che mi mancava. Quella canzone mi era mancata talmente tanto da farmi dimenticare anche lo spirito e l’adrenalina che mi procurava.
Avevo bisogno di sfogarmi. Bisogno di staccare un po’ la spina da tutto e da tutti.
Sorrisi guardando dallo specchietto retrovisore la città che piano piano si allontanava facendosi sempre più piccola.
 
Scesi dall’auto stiracchiandomi per le ore passate a guidare e guardai il panorama davanti a me.
Ero al lago dove ero solita scappare per avere un po’ di libertà.
Mi sedetti sull’argine e guardai di sfuggita i pescatori intenti a portarsi a casa più pesci possibile.
Quel posto era la mia ancora di salvezza. Mi completava.
Potevo dimenticarmi del resto del mondo quando ero li. Tutto passava in secondo piano. Tutto. Anche Alex e la sua fidanzata biondo platino.
Avevo scoperto questo lago la settimana dopo la morte dei ragazzi.
Mi ricordo che salì in macchina e partì. Nessuna meta e nessuna destinazione, solo la voglia irrefrenabile di scappare.
Arrivai a questa piccola città dopo tre ore di guida. Seguendo le indicazioni poi trovai questo laghetto. Qui potevo essere me stessa. Nessuno mi conosceva, nessuno sapeva niente di me.
Per un periodo sono venuta qui tutti i giorni. Era il mio modo per staccare la spina.
Con il tempo le visite sono state sempre più sporadiche. Poi da quando conobbi Alex, il mio angolo di paradiso andò a farsi benedire. Credevo di aver tutto quello che potevo desiderare con lui al mio fianco.. non mi interessava altro se non lui.
Accarezzai distrattamente il prato sotto di me e mi distesi. Guardavo il cielo. Avrei fissato per ore le nuvole, cercando di decifrare le forme più strane e buffe che avevano.
 
-signorina salve!-
 
Mi alzai tornando a sedere e sorrisi ad un pescatore che si era seduto vicino a me. Era intento a gettare la lenza nel lago.
 
-buongiorno a lei!-
 
-mi è sembrata pensierosa! Vuole pescare un po’ con me? Io quando sono pensieroso o triste lo faccio.. e mi aiuta sempre!- mi disse sorridendomi gentilmente.
 
Gli sorrisi anche io e leggermente annuì.
Lo vidi passarmi la canna che aveva appena buttato in acqua. La afferrai un po’ titubante e lui mi disse di rilassarmi.
 
-problemi di cuore?-
 
Senza distogliere lo sguardo dall’acqua annuì. Incredibile come viene bene parlare dei proprio problemi con gli estranei.
 
-è così bella signorina! Chi mai sarebbe quel pazzo che le farebbe del male?-
 
-è complicato!-
 
-sa cosa mi disse una volta mio padre? “le cose non sono mai complicate.. siamo noi che rendiamo impossibile le cose più semplici!”-
 
Lo guardai. Ehi aveva ragione. All’improvviso sentì la lenza tirare. Oddio avevo davvero preso un pesce?
 
-cosa devo fare???-
 
-tenga ben salda la canna e lentamente si alzi in piedi.. brava così! Adesso giri questa levetta per far uscire il pesce dall’acqua!-
 
Grazie alle indicazioni di quel signore, riuscì a pescare il mio primo pesce. Un senso di orgoglio si impossessò per un attimo di me. Adoravo imparare le cose nuove. Erano parte del mio bagaglio di vita.
 
-complimenti signorina!-
 
-grazie! Mi chiamo Megan!- dissi porgendo la mano al signore, il quale ricambiò la stretta.
 
-io sono Paul piacere! Adesso devo andare, ma lei si ricordi che se nella vita incontriamo qualcuno che ci fa star male, ma senza il quale stiamo peggio, allora abbiamo trovato l’amore della nostra vita!- disse prima di ributtare il pesce in acqua.
 
Riflettei sulle sue parole. Aveva ragione. Completamente ragione.
Alex mi aveva fatto male.. molto male, ma non era quasi paragonabile al male che faceva stare senza di lui.. era come se mi avessero tolto una parte di me.. come se non riuscissi più a respirare.
Salutai il pescatore Paul e tornai alla macchina.
Mi lasciai il lago e il mio paradiso alle spalle mentre tornavo a casa.
Avevo deciso che avrei parlato con Alex. Avevo bisogno di sentire le sue ragioni. Di sapere se aveva ragione Emily.. dovevo sapere se mi potevo fidare di nuovo di lui.
 
Parcheggiai nella via al lato della società di Alex.
La voglia di vederlo era tanta, ma tanta era anche la paura. Insomma e se lui in questa settimana si fosse già messo l’animo in pace?
Oddio Megan basta pensare a queste cose altrimenti la dentro non ci vai sul serio. Devo entrare in quel palazzo accidenti!
Mi incammino nella direzione dell’azienda. Devo farcela. È come un cerotto. Devo strapparlo velocemente senza perdere tempo.
Arrivo all’ingresso e come al solito il signore, che ho scoperto chiamarsi Hank, mi apre la porta, sorridendomi.
Gli sorrido di rimando e mi avvicino all’ascensore. Perfetto sono sola. Almeno posso pensare a come iniziare il discorso.
Premo l’ultimo pulsante e le porte si chiudono.
Non posso andare da lui e dirgli “ciao.. ti ricordi di me?”
Le porte si aprono improvvisamente. O meglio non improvvisamente, ma mi prendono alla sprovvista. Non sono pronta. Non ho ancora pronto il discorso da fare.
Alzo la testa e incontro subito la sua figura.
È di spalle, rivolto verso la scrivania di Laura, intento a parlare.
Improvvisamente mi sento anche un po’ stronza per non aver continuato il mio lavoro. Ho abbandonato il caso così.. senza nemmeno pensare.
Ho fatto una cavolata. Potevo prendere gli appunti e studiarmeli a casa. Stupida Megan!
È ancora intento a parlare, così sono quasi decisa a girare i tacchi e tornarmene a casa, in modo da studiarmi un discorso e un piano migliore.
Stavo quasi per scappare quando sento una voce che mi chiama.
 
-Megan ciao!! come stai? Sei guarita?- mi domanda Sarah alzandosi dalla sedia e  vedendomi davanti all’ascensore.
 
Ecco. Anche a non volerlo vedere.
Lo vidi immobilizzarsi e girarsi di scatto verso di me.
Sorrisi leggermente a Sarah che poverina non aveva nessuna colpa. E spostai lo sguardo verso di lui. Mi guardava con uno sguardo che non riuscivo nemmeno a decifrare. Stupore, dolore, incredulità, gioia? Non sapevo cosa pensare.
Fece un passo verso di me e io istintivamente ne feci uno indietro.
Rivederlo li, bello come il sole con quei pantaloni gessati e quella camicia nera infilata dentro i pantaloni.
I capelli erano scompigliati come al solito. Gli occhi però erano contornati da delle occhiaie abbastanza evidenti. Probabilmente come le mie.
Feci un sospiro e tornai a fissarlo negli occhi.
 
-ciao!- mi disse con un tono quasi insicuro, come se non sapesse come comportarsi con me.
 
-ciao!-
 
Senza pensare camminai verso il suo ufficio e entrai. Due secondi dopo era dentro anche lui e si chiudeva la porta alle spalle.
Era arrivato il momento della verità.




___________________________________________________________________

ciao belle gente!
che ve ne pare di questo nuovo capitolo?? mi è piaciuto tanto scriverlo...
cosa succederà adesso??
un grazie speciale a Minelli che ha recensito la storia!

a presto!
baci

Marty0029

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Capitolo 14
*** 13) PASSION ***



 

 
 
13) PASSION
 
Ero li. Immobile come una cretina che ha pure perso il dono della parola.
Ci stavamo fissando. Dio com’era bello. Anche con quell’espressione preoccupata e ansiosa, per me rimaneva comunque bellissimo.
Mi morsi il labbro inferiore distogliendo lo sguardo e concentrandomi sulle poltroncine davanti alla sua scrivania. Forse non era stata una buona idea quella di presentarsi così.. all’improvviso.
Magari lui non era pronto per un confronto. Magari non ero pronta nemmeno io. Mentalmente mi detti della stupida per essere li.
 
-mi sei mancata!-
 
Tre parole.
Tre semplici parole che mi regalarono una gioia immensa.
Gli ero mancata. Anche lui mi era mancato. Tutto di lui mi era mancato.
La sua voce, così soavemente dolce.
I suoi occhi, come un mare in tempesta che ti fanno affondare al primo sguardo.
I suoi capelli, scompigliati e sempre fuori posto.
Le sue mani, con cui era solito accarezzarmi prima di baciarmi.
Tutto mi era mancato.
 
-Meg io.. io ti devo delle scuse! So che hai assistito a quella scena pietosa e credimi se ti dico che mi odio per averti fatto del male!- mi disse facendo un passo verso di me.
 
Era timoroso. Aveva paura di un nuovo rifiuto da parte mia. Sorprendendo sia lui che me stessa, rimasi ferma in quella posizione. Non indietreggiai. Lui sospiro e lo prese come un piccolo segno di resa da parte mia. Riprese a camminare verso di me, lentamente.
Tenevo lo sguardo basso, ma lo sentì chiaramente. Era vicino a me. Venivo invasa dal suo profumo. Profumo che amavo e che lo avevo costretto a comprare.
Gucci.
Stava da dio su di lui. Gli calzava a pennello. Lo rendeva se possibile ancora più perfetto.
Lo sentì afferrarmi il viso e mi trovai a fissare quei bellissimi occhi.
 
-perdonami! Ti chiedo solo questo.. riprendimi nella tua vita, perché la mia, da quando non ci sei più, non ha più senso!- aveva la voce leggermente spezzata. Sembrava sul punto di crollare.
 
No. Non ce la potevo fare a vederlo piangere. Non avrei retto il colpo. Cercai di distogliere lo sguardo dai suoi occhi lucidi, ma non me lo permise. Ero ancorata al mare in tempesta.
Mi aveva davvero detto quelle cose? Mi considerava così importante fino a quel punto?
 
-Alex.. io..- non riuscivo a parlare. Era come se tutta la mia voce non volesse uscire fuori. Come se non volesse venir fuori.
 
-dimmi quello che devo fare.. dimmi come fare per riaverti e lo farò!- disse deciso continuando a puntare lo sguardo su di me.
 
Scossi leggermente la testa e sentì la sua presa sul mio viso allentarsi, così potei staccarmi da quel contatto. Continuai a guardarlo e lo vidi abbassare le braccia lungo i fianchi e stringere le mani a pungo. Stava soffrendo. Troppo.
 
-ho parlato con Emily!-
 
Lo vidi sobbalzare e fece un passo indietro per guardarmi meglio. La notizia l’aveva visibilmente sconvolto. Non so se per il fatto che io conoscessi la sua ex, o per il fatto che ci fossimo parlate.
 
-mi ha detto la verità! So che è stata lei a baciarti, e so che tu l’hai scansata subito..-
 
-perfetto!! Allora possiamo tornare insieme vero? Adesso che sai la verità è tutto risolto!- sembrava felice come un bambino la vigilia di Natale. Peccato però che mi sentissi come la mamma cattiva che lo priva dei regali da scartare.
 
-no Alex.. adesso so che non l’hai baciata tu, ma rimane il fatto che mi sono sentita tradita da te! Perché non mi hai mai detto della sua esistenza? Perché mi hai tenuto all’oscuro del fatto che l’hai sentita?- ero partita in quarta. Niente mi avrebbe fermato. Nemmeno i suoi occhioni da cucciolo indifeso.
 
-sapevo che avremmo litigato! Quando c’è di mezzo Emily io tendo a perdere il controllo e non rispondo di me.. provo così tanta rabbia per lei.. sapevo che se te ne avessi parlato, avrei finito per dirti cose sbagliate al momento sbagliato! L’ultima cosa che volevo era litigare per colpa sua!- mi disse passandosi una mano tra i capelli e voltandosi verso la vetrata che dava la visuale completa del panorama di Boston.
 
-tu non capisci.. forse se mi avessi detto di lei.. si sarebbe sistemato tutto..- adesso non ero più tanto combattiva. Ero troppo fragile. Dannatamente fragile. Asciugai di stizza una lacrima bastarda che mi solcava la guancia.
 
-io ti amo Megan! Il mio passato da quando ci sei tu l’ho dimenticato! Non mi importa di nessuno quando so che ci sei tu al mio fianco! Tutti passano in secondo piano! Il mio lavoro, la mia famiglia, i miei amici, tutto svanisce se non ci sei tu con me!- mi disse tornando a guardarmi dritto negli occhi.
 
Mi aveva detto che mi amava.
Quanto volevo sentirmi dire quelle parole? Quanto avevo sperato di sentirle uscire dalla sua bocca? Tante volte. Forse troppe volte.
Lo amavo anche io. Immensamente. Tanto da non respirare. Era quell’amore che ti impedisce di respirare e di parlare razionalmente. Quel tipo di amore che non ti fa mangiare ne dormire se non hai al tuo fianco quella persona.
Improvvisamente mi sentì una stronza. Lui mi amava ma non sapeva niente di me.. non sapeva che nascondevo un segreto dentro di me. Non poteva amarmi quando non sapeva del pezzo più importante della mia vita.
 
-non amarmi Alex! Non farlo.. tu non sai niente di me! Non puoi amarmi.. non sono mai stata sincera con te!- dissi portandomi una mano sulla faccia.
 
Sentì uno spostamento e poi fui nuovamente invasa dal suo profumo. Era di nuovo davanti a me. Però questa volta a differenza di prima non mi abbracciava. Si limitava a guardarmi.
 
-so che hai qualcosa nel tuo passato che non mi hai detto.. ma credimi quando ti dico che ti amo! Amo tutto di te, la tua gentilezza, la tua pazzia, la tua risata, il tuo lato sexy, la tua voglia di vivere, il fatto che adori i miei migliori amici, il modo in cui ti mordi il labbro quando sei nervosa e il tuo sorriso quando incontro i tuoi occhi! Perciò non dirmi che non posso amarti, perché lo sto già facendo! Non ti ho mai dato fretta.. ho sempre rispettato i tuoi tempi, consapevole che prima o poi mi avresti reso partecipe del tuo passato..ma sappi che indipendentemente da quello io ti amo!-
 
Finì il suo monologo e mi baciò. Era un bacio che di casto aveva ben poco. Sentivo la sua lingua cercare la mia e non tardai a farle incontrare. Era quasi violento, disperato. Avevo bisogno di lui. Bisogno di sentirlo vicino a me.
Con un movimento veloce allacciai le gambe intorno al suo bacino. Lui con due grandi falcate raggiunse il divano e mi distese, sempre continuando a baciarmi. Con un movimento repentino gli tolsi la camicia dai pantaloni e iniziai a sbottonarla. Ad ogni bottone tolto dall’asola potevo ammirare il suo bellissimo fisico. Notai anche di sfuggita un tatuaggio sul petto destro, ma ero troppo eccitata per prestarci molta attenzione.
Lui mi tolse la felpa e la canottiera, per poi passare a baciarmi il collo scendendo sempre più in giù, fino al mio reggiseno, che in due secondi era insieme agli altri indumenti sul pavimento.
Armeggiai con la sua cintura e riuscì a liberarlo dai jeans che rivelarono un rigonfiamento nei boxer. Sorrisi soddisfatta. Era eccitato quanto lo ero io.
Lo sentì sfilarmi i leggings e le mutandine, io feci lo stesso con i suoi boxer e prima di entrare dentro di me mi baciò.
Faceva leggermente male.. dopotutto erano tre anni che non avevo rapporti, ma l’eccitazione per quel momento e l’amore che stavo provando per Alex, spazzarono via ogni dolore lasciando spazio al piacere che cresceva sempre di più.
Le sue spinte erano veloci ma delicate alle stesso tempo.. era stupendo. Avevo sempre pensato a come sarebbe stato farlo con lui e devo dire che dal vero era ancora meglio.
Raggiungemmo l’apice insieme e lo sentì uscire da me per posizionarsi al mio fianco cingendomi la vita con le sue forti braccia.
Che svolta avremmo preso adesso?
Se prima ero incerta sul poter vivere senza di lui, adesso ne ero certa.. senza la sua presenza, la mia vita sarebbe piatta, monotona, schifosa.
Lui mi completa.
 
-è stato fantastico! Tu sei fantastica!- mi disse con il fiato ancora leggermente corto, mentre mi baciava i capelli.
 
-riproviamoci Alex.. dopo quello che è appena successo, non credo di poterti stare lontano o di poter far finta di niente! ti voglio nella mia vita!- risposi alzando la testa e guardandolo negli occhi.
 
Lo vidi sorridermi e il mio cuore fece una capriola. Dio era stupendo. I capelli ancora più arruffati del solito, le labbra leggermente più gonfie, gli occhi più penetranti che mai. Era bellissimo. Era mio.
 
-ti amo!-
 
Solo questo. Due parole. Cinque lettere. Poco più che un sussurro che aveva la capacità di farmi toccare il cielo con un dito.
 
-ti amo anche io.. anche se.. vorrei poter essere del tutto sincera con te!-
 
-ehi amore.. niente pensieri tristi! Siamo appena tornati insieme.. abbiamo fatto l’amore ed è stato meraviglioso.. non voglio musi lunghi.. non ho fretta.. ho tutta la vita per ascoltare il tuo passato!- mi disse baciandomi dolcemente.
 
Come potevo non amarlo? Come avevo potuto credere che quella biondina me l’avrebbe portato via?
Sorrisi ripensando alla sua faccia quando aveva capito che sapevo chi era. Una piccola rivincita infondo me l’ero ripresa anche io.
 
-stasera ti rapisco.. andiamo a cena fuori e poi ti porto a casa mia! Se non mi sbaglio non ci sei mai stata!- mi disse il dio greco al mio fianco distraendomi dai miei pensieri.
 
Scossi leggermente la testa e tornai a guardarlo.
 
-mai stata! Confessa.. non è che sei come Enrico 8° e non vuoi che vengo a casa tua perché hai paura che scopra i cadaveri delle ex mogli vero?-
 
Lui scoppiò a ridere trascinando anche me nella sua gioiosa risata. Ok forse a volte parlavo senza pensare, ma era anche per questo che mi si voleva bene no?
 
-sei completamente pazza.. ma è il motivo per cui ti amo! E tranquilla, la stanza dove sono i cadaveri la chiudo sempre a chiave, non posso rischiare che la mia governante la apra!!- rispose divertito reggendo il gioco e beccandosi una piccola sberla sul braccio ancora intorno alla mia vita.
 
-credo sia meglio rivestirsi.. dio che vergogna se penso che sarebbe potuto entrare chiunque qua dentro!!- dissi alzandomi leggermente e ricercando la mia biancheria in mezzo a quel caos.
 
-tranquilla, ho chiuso a chiave la porta prima.. e amore.. cerchi per caso queste?- mi domandò mostrando le mie mutandine nella sua mano.
 
Arrossì fino alla punta dei capelli. ok adesso fai che la terra si apra e mi inghiottisca. In tutto quel tripudio di eccitazione e sensualità mi ero completamente dimenticata della biancheria che indossavo.. forse dovevo dar retta a Hilary e Sue che mi dicevano che dovevo osare di più.. nella sua mano spiccavano le mie mutandine con le fragoline rosse.. dio che vergogna!!
 
-dammele!! È già abbastanza imbarazzante che sono nuda nel tuo ufficio, ti prego non rendere le cose più difficili!!- dissi cercando di arrivare alle sue mani. Cazzo ero proprio bassa in confronto a lui.
 
Lo sentì ridere e mi baciò velocemente. Appena si staccò mi passò la biancheria e subito la indossai. Promemoria per me.. comprare un completino intimo decente.. possibilmente senza fragoline o orsacchiotti.
 
-sei bellissima!-
 
Mi voltai e me lo trovai davanti. Si era già rimesso i jeans e aveva la camicia sbottonata.  Era una visione. Dalla camicia sganciata potevo intravedere il suo tatuaggio. Sorrisi. Anche lui ne aveva uno. Anche io avevo il mio piccolino. Eravamo uguali anche in quello.
Lo vidi seguire il mio sguardo e si guardò il petto. Sorrise e poi tornò a guardare me.
 
-ti piace?-
 
Passai una mano su quella croce celtica e sorrisi annuendo. Era davvero bella e fatta bene.
 
-anche tu ne hai uno no?-
 
Lo guardai stupita e annuì leggermente.
 
-l’ho notato subito.. quando sei entrata per la prima volta nel mio ufficio! È sul piede sinistro e c’è scritto “I miss you” con un cuore rosso!-
 
-mi hai guardata parecchio Evans!!- dissi facendo la finta offesa, anche se in realtà la cosa mi faceva molto piacere.
 
-ovvio! Sappi che ancora maledico Sarah per aver interrotto il tuo colloquio.. avrei voluto passare tutto il giorno con te!- mi confessò mentre si riabbottonava la camicia.
 
Sorrisi e lo baciai. Ricordo come se fosse ieri il nostro primo incontro. Come dimenticarselo.
 
-adesso vado tesoro! Ci vediamo dopo.. passi a prendermi a casa?-
 
-alle 20:00 sono da te! Mi raccomando.. portati un cambio per la notte e uno per domani.. ho intenzione di rapirti per bene!!-
 
-oh Enrico 8° la vendetta! Ok mi preparerò!! Ciao e buon lavoro!- dissi sorridendo mentre uscivo dalla porta del suo ufficio.
 
Lanciai uno sguardo a Sarah e le sorrisi, avvicinandomi a lei.
 
-è bello vedere che stai meglio.. qualunque cosa avessi, stava male anche lui!- mi disse guardandomi amichevolmente.
 
-adesso è tutto risolto non preoccuparti.. domani vedrò di tornare a romperti le scatole!- le dissi facendole l’occhiolino.
Lei ricambiò e mi diressi verso l’ascensore. Appena le porte si aprirono entrai e mi voltai.
Lui era li, in piedi poggiato allo stipite della sua porta con le braccia incrociate al petto. Esattamente la stessa posizione del primo giorno in cui l’ho conosciuto.
Sorrisi e senza farmi vedere gli lanciai un bacio e lui mi rispose con un occhiolino.
Le porte si chiusero e mi lasciai andare a un sorriso a trentadue denti.. avevo fatto bene a venire qui. Avevo chiarito con Alex. Avevamo fatto l’amore. Dio com’era stato.. ancora meglio che con Justin.
Mentre le porte si aprivano e mi dirigevo verso la macchina presi una decisione, e questa volta sarei andata fino in fondo.. avrei detto la verità ad Alex e mi sarei goduta la vita.
 
___________________________________

ecco a voi il nuovo capitolo di questa storia!
alluora... che bello si sono chiariti!! sono una bella coppia vero?
un grazie speciale a Minelli e Ele che hanno recensito, e grazie mille alle persone che mettono questa serie tra i preferiti/seguite/da ricordare!!
ci vediamo in settimana!
baci

MARTY0029

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Capitolo 15
*** 14) I HAVE TO TELL YOU.. ***



 
 


 
 
14) I HAVE TO TELL YOU..
 
http://www2.pictures.stylebistro.com/bg/Miley+Cyrus+Dresses+Skirts+Little+Black+Dress+b2rXSu3YsB5l.jpg
Ero pronta da cinque minuti e continuavo a fissarmi allo specchio. Mi piaceva abbastanza il risultato. Ero soddisfatta di aver comprato quel vestito.. prima o poi mi sarebbe stato davvero utile. Indossai un paio di sandali a tacco alto e feci una giravolta. Ok forse era un po’ provocante, ma mi sentivo bella con quello addosso. E forse lo avrebbe pensato anche Alex.
Presi dall’armadio una borsa grande e ci misi un completino intimo, decente questa volta, un cambio per il giorno dopo e il mio pigiama.
Oddio se pigiama si poteva definire.
Dormivo da sempre con una canottiera bianca e con delle culottes. Volevo stare comoda. Almeno a letto volevo essere semplice.
Sentì il campanello suonare e afferrando la borsetta e la borsa grande con il cambio, mi fiondai al piano di sotto.
Appena aprì la porta per poco non ebbi un collasso. Dio com’era bello.
http://www1.pictures.zimbio.com/pc/Alex+Pettyfer+Alex+Pettyfer+Arrives+Chateau+I9iEuccmoGal.jpg
adoravo il modo in cui si vestiva. Era dannatamente attizzante, e mi per un attimo sperai che mi dicesse che la cena era rimandata e mi trascinasse in camera da letto.
 
-ciao amore! Wow sei una meraviglia!- mi disse dandomi un bacio all’angolo della bocca.
 
Ok andiamo in camera!!
 
-ciao a te! Sei bello anche tu! Allora andiamo?- “ti prego dimmi di si, altrimenti ti stupro!”
 
Sorrise prendendomi per mano e portandomi alla sua macchina. Gli sorrisi anche io e salì sull’auto, lui fece lo stesso dall’altra parte e dopo avermi preso la mano e avermi baciato il dorso, mise in moto.
 
-domani torno a lavoro.. mi dispiace essere assente in questa settimana!- dissi giocando distrattamente con una ciocca di capelli.
 
-no domani non torni a lavoro, e non ti preoccupare.. è tutta colpa mia.. sapevo che non sarebbe stato facile per te tornare li.. dopo tutto quello che è successo!- disse senza distogliere lo sguardo dalla strada.
 
Notai che stava stringendo forte il volante, tanto che le nocche erano quasi bianche. Mi odiai mentalmente per aver intavolato quell’argomento.
 
-ehi tranquillo.. va tutto bene! Siamo insieme adesso no? Questo è quello che conta! Ma che vuol dire che domani non torno a lavoro? Voglio tornare!-
 
Si fermò al semaforo e con un sorriso smagliante mi fece l’occhiolino.
 
-domani ti rapisco! Mi sono preso un giorno libero, e anche tu ce l’hai, perciò andiamo al mare!!- disse felice come un bimbo piccolo.
 
Lo guardai alzando un sopracciglio.
Stare con il capo aveva dei vantaggi.
Molti vantaggi.. mi venne alla mente quella mattina e al sesso in ufficio. Cazzo. Adoro stare con il capo!
 
-al mare? Davvero? Wow che bello!!- dissi battendo le mani davanti al viso e scacciando i pensieri poco casti che popolavano la mia mente.
 
-davvero! Voglio una giornata solo per noi!-
 
-ehi un attimo!! Non ho il costume! Potevi dirmelo che volevi andare al mare, almeno mi attrezzavo meglio!!- dissi leggermente infastidita. Non avevo un costume decente!!!!!
 
-no problem! Domani appena arriviamo ci diamo allo shopping sfrenato e compriamo il necessario!- mi rispose come se fosse la cosa pi ovvia del mondo.
 
Ok lo ripeto. Adoro stare con il capo!
 
___
 
-dio quanto ho mangiato!! Adesso se inciampo rotolo, ne sono sicura!- dissi finendo il caffè, che ovviamente non mi poteva certo mancare a fine pasto.
 
-ti recupero io tranquilla! Sai che ancora non ci credo che sei tornata? Pensa che oggi ho chiamato Harry e gli ho detto che eravamo tornati insieme e lui mi ha risposto che non si ricordava l’ultima volta che ero stato così felice!! Ma che mi fai?- mi domandò posando la testa sulle mani e poggiando i gomiti sul tavolo.
 
Gli sorrisi mentre alzavo le spalle.
 
-potrei farti la stessa domanda! Pensa che Sue e Hilary mi sono state di grande aiuto in questi giorni.. erano sempre pronte per me.. non mi ricordavo fosse così l’amicizia!- dissi spensierata senza rendermi conto che mi ero sbottonata un po’ troppo. Cazzo.
 
Lo vidi scrutarmi con i suoi occhi e giurai di poter percepire il suo sguardo dentro l’anima. Forse era arrivato il momento di essere sinceri?
 
-Alex io..-
 
-volete altro signori?- domandò il cameriere interrompendo il mio discorso e di conseguenza il mio coraggio.
 
Alex alzò la testa e fulminò il cameriere con lo sguardo. Evidentemente anche a lui l’interruzione aveva dato fastidio.
 
-il conto grazie!-
 
Il povero cameriere si congedò con la coda tra le gambe. Poverino, in fin dei conti non era colpa sua, ma cazzo.. una volta tanto che prendo il coraggio.
Vidi Alex che mi guardava, quasi ansioso che io continuassi il discorso. Alzai gli occhi al cielo per ricacciare indietro due lacrime che minacciavano di uscire fuori.
Gliene avrei parlato a casa sua, sperando di riuscire a trovare le palle per farlo.
 
-ecco il conto signore!- disse sempre lo stesso cameriere portando un foglietto sopra un piattino d’argento.
 
Senza staccare gli occhi da me, Alex prese il portafoglio e porse la carta di credito al cameriere senza nemmeno guardare il conto.
Lo guardai anche io e cercai di sorridergli, anche se mi rendo conto che possa essere uscito un mezzo ghigno, che del sorriso aveva poco o nulla.
 
-andiamo a casa mia!- disse mentre rimetteva la carta che il cameriere gli porse nel portafoglio.
 
-aspetta.. devo pagarti la mia parte!- dissi cercando il portafoglio nella borsa.
 
Possibile che anche quando la borsa è piccola, noi donne riusciamo lo stesso a perdere le cose? Facciamo un corso per caso? Com’è possibile?
 
-lascia perdere per favore! Non voglio un centesimo.. con me non devi nemmeno portarlo dietro il portafoglio!- disse prendendomi per mano e portandomi fuori dal ristorante.
 
Lo guardai a bocca aperta.
 
-ma io..-
 
Si  fermò di colpo prima della macchina e io andai a sbattere contro la sua schiena. Questo ragazzo aveva gli stop rotti!
Si voltò e mi prese il viso tra le mani.
 
-lasciami fare! Io ti amo e voglio darti il mondo! I soldi non sono un problema per me!-
 
Non seppi cosa dire e mi limitai ad annuire guardandolo negli occhi. Cazzo mi stava ipnotizzando con quei bellissimi occhi.
 
-ti amo anche io!- riuscì a dire.
 
Lo vidi sorridere e mi baciò. Finalmente un bacio come si deve. Sentì la sua lingua cercare la mia, che non tardò a fare la sua comparsa. Sarei stata tutta la vita in quel modo.
 
-andiamo a casa!-
 
____
 
Ommiodio..
Non è una casa questa.
È una reggia.
Vidi Alex cercare il telecomando per aprire il cancello nel portaoggetti della macchina. Era un grande cancello di ferro battuto.
Appena si aprì ci accolse un ampio viale con conduceva a questa enorme casa. Ero convinta che la mia piccola casetta gli potesse entrare tranquillamente in garage.



 
-ma.. ma.. è enorme.. che ci fai tutto solo in questo castello??- domandai continuando a tenere la bocca aperta per lo stupore.
 
Lui scoppiò a ridere e parcheggiando la macchina nell’ampio viale, mi fece segno di scendere.
 
-quando l’ho comprata ho pensato che un giorno avrei avuto una famiglia da metterci dentro!- mi disse prendendomi per mano e guardandomi con ovvietà.
 
Cazzo aveva intenzione di avere tanti figli quanto una squadra di calcio?
 
-vieni entriamo!-
 
Aprì la porta e se possibile spalancai la bocca ancora di più. C’era un enorme atrio con due scale che dai due lati portavano al piano di sopra.
Alla destra c’era un grandissimo soggiorno con una televisione che prendeva una parete e un divano ad elle in pelle bianca.
A sinistra invece c’era una sala da pranzo con una porta scorrevole immensa che credo che nascondesse una cucina altrettanto grande.
 
-ok Enrico 8°, qual è la porta che devo evitare?-
 
-tranquilla, è nel sotterraneo.. non potevo fare la stanza delle ex qui a bella vista.. ti pare?-
 
Gli sorrisi e dopo essermi ripresa dallo stupore iniziale mi tolsi il cappotto e lo poggiai sul divano, insieme alle due borse che avevo in mano.
 
-vado a prendere un po’ d’acqua vuoi nulla?- mi domandò togliendosi la giacca.
 
Scossi la testa e lo vidi sparire oltre quella porta scorrevole. Avevo ragione allora. C’era davvero la cucina.
Mi sedetti sul divano che nemmeno a dirlo era super comodo e mi guardai intorno. Sembrava tutta un’altra vita. Mi sentivo quasi fuori posto.
Posai lo sguardo sulla sua giacca e sorrisi. No non ero fuori posto. Il mio posto era al suo fianco.
 
-amore vieni qua un attimo?- lo sentì urlare dalla cucina.
 
Sorridendo per come mi aveva chiamata, mi alzai e andai da lui.
Nemmeno a dirlo la cucina era cinque volte la mia casa. Strano.
 
-che succede?-
 
-la mia domestica ha fatto una torta al cioccolato.. guarda qui che bella.. ti va un morso?- disse indicando la torta che gocciolava cioccolato da tutte le parti.
 
Annuì lentamente e lo vidi prendere la cioccolata con un dito e portarselo alla bocca, proprio come un bambino.
Sorrisi e lo imitai. Cazzo adesso la mia voglia di lui era aumentata a dismisura. Possibile che fosse irresistibile anche quando mangiava una torta?
Lo vidi guardarmi e lessi nei suoi occhi lo stesso desiderio che c’era nei miei. Mi voleva. Almeno quanto io volevo lui.
Posò la torta e in due falcate mi raggiunse baciandomi passionalmente. Risposi felice a quel bacio e mi lasciai trascinare lungo le scale per raggiungere quella che credo fosse la sua camera.
Distrattamente mi accorsi che era una grande stanza con un letto messo al centro della parete davanti alla porta.
Sinceramente in quel momento della posizione del letto me ne fregava il giusto.
Lo sentì chiaramente posarmi sul letto facendo aderire i nostri corpi, sorrisi sentendo la sue erezione pulsare sul mio interno coscia.
Lo liberai della maglia e dei pantaloni e lui mi lasciò scivolare il vestito addosso, rivelando il mio intimo di pizzo nero. Mi guardò meravigliato e mi congratulai con me stessa per averlo indossato.
Ci togliemmo anche le ultime cose e facemmo l’amore, li, sul suo letto che sera così dannatamente comodo.
 
Mi accoccolai meglio a lui che mi teneva in collo, con un braccio sotto il mio collo e con l’altro che mi cingeva la pancia. Sarei potuta morire in quella posizione. Avevo tutto quello che mi serviva.
 
-ogni volta è sempre meglio..-
 
Alzai la testa per guardarlo negli occhi e lo sorrisi baciandolo leggermente.
 
-Alex io voglio parlarti.. prima al ristorante.. stavo per dirti una cosa..-
 
Lo sentì irrigidirsi e stringermi di più a se. Forse voleva farmi sapere che lui c’era. Che era presente, qualsiasi cosa gli avessi detto.
Presi un sospiro e iniziai a raccontargli di Tree, Bree e Juss.
 
-mio fratello aveva due anni in più, eravamo molto uniti.. forse anche troppo! Conoscevo Justin da quando ero piccola, lui e mio fratello erano fratelli di asilo. Brenda invece l’ho conosciuta a scuola e siamo diventate inseparabili. Loro tre erano la mia famiglia. La mia forza!-  mi asciugai una lacrima che bastarda, era uscita contro il mio volere.
 
-tesoro se non te la senti.. non sei costretta!-
 
-no! Devo parlarti.. sto male al pensiero che tu non sai niente di loro!-
 
Lo vidi annuire leggermente e dopo avermi dato un bacio tra i capelli mi fece continuare.
 
-piano piano iniziai a provare dei sentimenti per Justin, Brenda ovviamente se n’era accorta, e anche Tree sospettava qualcosa. Loro nel frattempo si erano fidanzati, e io ero strafelice! Mio fratello, così come Justin, era una testa calda.. ma grazie a Bree era davvero cambiato! Una sera stavamo in un pub. Era il 10 settembre di tre anni fa. Me lo ricorderò come se fosse adesso..
Trace aveva bevuto, così come Brenda e Justin. Io ero la più lucida, volevo guidare, ma non me lo permisero.. durante il viaggio un camion passò con il rosso e.. beh.. travolse in pieno la nostra macchina.. tutto quello che ricordo era il sangue! Sangue di Trace, di Justin e di Brenda.. svenni e mi risvegliai dopo mesi in ospedale.. ero stata in coma.. seppi da mia madre che loro erano morti e una parte di me è morta con loro il 10 settembro! Non parlai per settimane.. i dottori dicevano che fisicamente ero guarita, ma le ferite che avevo dentro non mi sono guarite per molto.. ho lasciato che mio padre comandasse la mia vita! Ero convinta che la mia fosse già stata vissuta. Mi sentivo un robot, incapace di provare sentimenti.. poi sei arrivato tu.. mi hai fatto ridere, sorridere, piangere, gioire.. grazie a te ho ripreso in mano la mia vita.. adesso la sto vivendo e me la sto godendo! Grazie a te sono tornata ad amare!- ormai avevo il volto completamente coperto di lacrime, ma non mi importava.
Adesso finalmente lui sapeva la verità!
 
-hai dovuto affrontare tante cose da sola piccolina.. adesso mi prendo io cura di te! Adesso non devi preoccuparti di niente! Sei mia!- mi disse alzandomi la testa e asciugandomi le lacrime con i pollici.
 
Lo guardavo profondamente. Mi baciò di nuovo stringendomi forte a se.
Mi sentivo protetta e felice.
Ero riuscita a parlare di loro a Alex. Da adesso in poi tutto sarebbe stato perfetto! Tutto sarebbe stato in discesa.. l’ostacolo più grande l’avevo superato!
 
 
 
 
 __________________________________

eccomi tornata con un nuovo capitolo!!
domani non riuscirò a postare un nuovo capitolo perchè lavoro tutto il giorno, quindi ci vediamo tra qualche giorno!!
un grande bacio a tutti grazie mille a chi mette la storia tra i preferiti/seguite/ da ricordare.. dio aumentate sempre di più che bello!
un grazie speciale alle mie carissime Minelli e Ele che commentano i miei capitoli rendendomi gonfia di orgoglio!!
un bacio alla prossima....

Marty0029

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Capitolo 16
*** 15) SURPRISE!! ***



 
 
 
 
15) SURPRISE!!
 
-che ne dici di questo?- mi domandò uscendo dal camerino.
 
Lo guardai e per poco non scoppiai a ridere. Scossi la testa e lo sentì sbuffare mentre richiudeva la tenda del carino.
Era bravissimo a vestirsi casual o elegante, aveva quasi tutti capi belli e pregiati, ma quando si trattava di costumi.. apriti cielo e spalancati terra!!
Quello che aveva appena provato era hawaiano lungo fino al ginocchio.. carino se non fosse per il colore.. era color khaki, o meglio color cacca.
Sorrisi. Oddio devo dire che il mio ragazzo era bellissimo anche con quel costume.
Lo vidi uscire e mi si piazzò davanti con le mani sui fianchi. Ok forse fargli provare 8 paia di costumi non era stata una buona idea.
 
-questo?? E non dire che è brutto perché non sai che ti faccio!!!-
 
Scoppiai a ridere alla sua faccia. Era fantastico, con lo sguardo un po’ accigliato e con le mani sui fianchi di chi, dopo un’ ora di prove non ce la fa più.
Lo guardai e dovevo ammettere che il costume era davvero carino.
Era blu, con delle sfumature azzurre e celesti che gli arrivava poco sopra il ginocchio.
Annuì soddisfatta e alzai i pollici nella sua direzione.
Lo vidi sorridermi e lanciandomi un bacio afferrò la propria maglietta e se la mise, lasciandosi il costume e andando a pagare.
Anche io avevo lasciato il costume sotto la vestitino a fiori che avevo sopra. Erano appena le 10:00 e ci saremmo goduti il mare.
Anche se era metà settembre, il tempo era perfetto. C’era il sole e faceva molto caldo. Era proprio una giornata adatta per il mare.
Lasciai che Alex pagasse i costumi e poi uscimmo insieme dal negozio, diretti sulla spiaggia.
Respiravo l’aria di salsedine e pensai a quando era stata l’ultima volta che avevo fatto il bagno. Probabilmente era stato un giorno quando c’erano ancora i ragazzi.
Arrivammo alla spiaggia e distesi gli asciugamani.
 
-cazzo che onde che ci sono!! Sono perfette per un po’ di surf!!- disse posizionandosi meglio gli occhiali da sole.
 
-perché non lo fai? Guarda li affittano le tavole!- gli indicai un gazebo dove c’erano montagne di tavole da surf.
 
-non ti dispiace?- mi domandò quasi sorpreso.
 
-perché dovrebbe? Anzi mi farebbe piacere vederti fare surf!-
 
Mi sorrise e si chinò a baciarmi, poi corse a prendere una tavola e sparì in mare.
Sorrisi mettendomi i suoi occhiali da sole che mi aveva lanciato.
Lo guardavo prendere le onde e fare surf. Era davvero bravo. Mentalmente pensai che non c’era niente che non gli riuscisse fare. Mi sorprendeva sempre. Era pieno di risorse.
Non staccavo gli occhi da lui. Era come una droga per me vederlo.
Si preparava, aspettava l’onda poi la cavalcava alla perfezione. Con gelosia vidi due ragazze che si erano fermate a guardarlo e lo indicavano con un dito.
Ehi cocca quello è mio!
Mi diedi della stupida e scossi la testa. Mi amava, ne ero certa, non dovevo essere gelosa. E poi è così bello che è normale che lo guardino.. mi basta sapere che sono l’unica che è nel suo cuore.
Ero così presa da guardare Alex fare surf, che non mi resi conto che qualcuno si era seduto al mio fianco, sul mio asciugamano.
Distolsi lo sguardo da Alex e vidi un ragazzo.
 
-ciao! ti ho vista tutta sola e ho pensato che avessi bisogno di compagnia!-
 
Patetico. Modo patetico di attaccare bottone.
 
-oh tranquillo non sono sola! Adesso arriva il mio fidanzato! Grazie dell’interessamento!- dissi sperando che avesse capito l’antifona e che si togliesse dalle scatole.
 
-sei fidanzata? Ma che peccato.. va beh io non sono un tipo geloso!- mi rispose avvicinandosi ancora di più.
 
Ok questo voleva morire giovane. Mi presi un attimo per guardarlo. Non era nemmeno brutto, ma in confronto al mio ragazzo.. beh.. ce ne passava!
Mi feci più in la con fare indifferente.
 
-ma lui si.. è davvero molto geloso!-
 
-sarà anche geloso, ma è anche incosciente a lasciarti da sola! Sei davvero bellissima!!- mi disse mentre mi guardava dall’altro in basso.
 
Mi sentivo a disagio, soprattutto perché ero coperta da un misero costumino arancione. Stavo per rispondergli per le rime quando sentì una voce. La SUA voce.
 
-qualche problema qui??- domandò fulminando quel ragazzo che era troppo vicino a me.
 
-smamma amico.. sto facendo conoscenza!-
 
Vidi Alex fumare dalle orecchie e per poco non scoppiai a ridere. Era una situazione esilarante. Sapevo che Alex era un tipo geloso. Mi aveva dato modo di notarlo in più occasioni.
 
-conoscenza la vai a fare con la tua sorella e lascia in pace la mia fidanzata!- disse furente.
 
Il ragazzo alzò gli occhi e lo guardò negli occhi. Evidentemente aveva recepito il messaggio perché nel giro di pochi secondi era sparito.
Alex posò la tavola e si mise seduto accanto a me, proprio dov’era seduto quello prima.
 
-ricordami di non lasciarti più sola, specialmente in costume! Attiri come se avessi il miele addosso!!- mi disse leggermente imbronciato.
 
Sorrisi e lo baciai. Lo sent’ rilassarsi e rispose al mio bacio.
Con la coda dell’occhio vidi le due ragazze di prima che lo fissavano dispiaciute. Feci un ghigno di vittoria. Adesso sapevano che eravamo proprietà privata tutti e due.
 
-sai che sei bravissimo con il surf? Dove hai imparato?- domandai curiosa.
 
-autodidatta! Ho imparato da solo.. provando e cadendo e rialzandomi! Pensa che qualche anno fa ho dato lezioni a Harry.. oddio che ridere.. non c’era proprio portato!- mi disse scoppiando a ridere perdendosi nei ricordi.
 
Sorrisi anche io con lui.
Era bello che avesse degli amici così. Il mio sorriso si spense ricordandomi che anche io avevo insegnato a suonare la chitarra a Brenda una volta.. era risultato un mezzo disastro, ma almeno ci eravamo divertite molto.
 
-ehi amore che succede? Perché quel faccino triste?-
 
Scossi la testa come se potessi scuotermi anche dal pensiero che avevo appena fatto e guardai il mare. Adesso lui sapeva la verità, e sapeva anche che se mi escludevo un po’ a volte, era dovuto ai ricordi del mio passato.
 
-botto d’assenza! Adesso è passata tranquillo!-
 
Si alzò leggermente e venne dietro di me. Allungò le gambe sulle mie e mi abbracciò a dietro poggiando il mento sulla mia spalla destra.
Sorrisi. Sapevo che voleva farmi sapere che lui c’era. In tutti i momenti della mia vita. Quando ero triste, felice, arrabbiata, entusiasta.. lui ci sarebbe stato.
Mi strinsi a lui annusando il suo profumo misto alla salsedine. Era da droga.
 
____
 
Era passato un mese da quando avevamo fatto quella giornata al mare.
Andava tutto alla grande. Amavo la mia vita e amavo Alex soprattutto.
Eravamo tornati più uniti di prima e non potevo essere più felice.
Era un mese quasi che dormivo da lui praticamente tutte le sere. Ormai tornavo a casa per cambiarmi o per pranzare. Devo dire che un po’ mi dispiaceva che la casa fosse sempre vuota e sola, ma da Alex avevo tutto quello di cui avevo bisogno. Avevo lui!
A lavoro andava molto bene, avevamo finalmente trovato un cavillo che risultava molto utile nelle indagini sulla ditta che aveva un enorme debito con la Greenland. Presto ci sarebbe stato il processo.
Altro particolare molto importante è che ho finalmente trovato il coraggio di dire anche alle ragazze il mio passato. Ricordo ancora le facce sconvolte di Sue e Hilary quando gli dicevo di Trace, Brenda e Justin.
Ero felice di poterne parlare finalmente. Era un peso troppo grande per poterlo portare da sola.
Nell’ultimo mese ero stata a tutte le partite di calcio di Alex, che per l’occasione mi aveva fatto fare una maglietta uguale alla sua. Stesso numero e stesso cognome sulla schiena.
Ricordo ancora come sono stata felice quando me l’ha data. Adesso è diciamo un portafortuna, la indosso a tutte le partite, e devo dire che porta anche bene, visto che vincono sempre.
Sono due mesi e mezzo che sto con Alex, ma mi sembra di conoscerlo da una vita intera. Sono addirittura arrivata a pensare che se Justin fosse ancora in vita, probabilmente l’avrei lasciato dopo aver conosciuto Alex. Sento che lui è il mio destino.
Negli ultimi giorni specialmente è tutto praticamente perfetto. Facciamo l’amore tutte le sere e tutte le sere ci addormentiamo abbracciati, ci svegliamo, avvolte rifacciamo l’amore e poi partiamo insieme per il lavoro.
Hilary e Sue mi prendono in giro dicendomi che sembriamo una coppia di sposini novelli e forse non hanno nemmeno tutti i torti, ma per adesso mi piace troppo la piega che ha preso il nostro rapporto per pensarci.
 
Il telefono del mio ufficio squillò distogliendomi dal mio monologo interno e scuotendo leggermente la testa risposi.
 
-Meg c’è tua madre sulla linea 2! Te la posso passare o le dico che sei in riunione?-
 
Eccola li. Mia madre.
Era qualche giorno che non avevo loro notizie. L’ultima volta che l’ho sentita era disperata perché aveva appena visto il musical “Cat’s” e non le era piaciuto.
Scossi la testa. Quella donna doveva rivedere le sue priorità.
 
-passamela pure! Grazie Sarah!-
 
Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno.
 
-Megan!!! Tesoro!!-
 
-ciao mamma!-
 
-sono giorni che non ti sento! Ero in pensiero.. come va tesoro? Mangi? Dormi?-
 
Inizio seriamente a pentirmi di essermi fatta passare la chiamata.
 
-sto bene mamma! Stai tranquilla! Tu piuttosto? È successo qualcosa? Ti sento strana!- domandai svogliata. Sapevo che se mia madre avesse attaccato la spina, mi avrebbe tenuto al telefono anche due giorni di seguito.
 
-ho una bella notizia per te!! Indovina un po’??-
 
-hai incontrato Jhonny Depp?-
 
-ma no sciocchina!! Tu padre non può, ma io torno a Boston la prossima settimana per il tuo compleanno!! Sei contenta? Starò da per una settimana!!- disse gioendo come una pasqua.
 
Datemi una lametta che mi taglio le vene.
Mia madre torna qui? A Boston? Per il mio compleanno? Per una settimana?
Oddio ma che ti ho fatto di male per punirmi così tanto?
 
-d-davvero? Wow ma è una notiziona!! E quando arriveresti?-
 
-oggi è giovedì, quindi arriverò sabato, tra due giorni, e ripartirò sabato prossimo!! Tanto il tuo compleanno è venerdì quindi ce la faremo a festeggiarlo!!- disse pimpante.
 
Allegria!!
Fortuna che Alex voleva passare il mio compleanno insieme.
Io odio festeggiare il compleanno. Ho sempre odiato festeggiarlo, dopo la morte di Bree che se ne occupava sempre, la mia voglia di festeggiarlo è andata a farsi fottere.
Alex era riuscito a convincermi a festeggiarlo con una cenetta romantica a lume di candela in cui sono sicura che mia madre non era compresa, almeno che non facesse la parte della candela.
 
-ci vediamo sabato tesoro! Alle 16:00 all’aeroporto! Mi raccomando ti aspetto!!- disse attaccando il telefono senza nemmeno aspettare una risposta.
 
Rimisi con stizza la cornetta sul telefono e sospirai. Calma Megan!
Mi alzai dalla scrivania e mi voltai per guardare il piccolo squarcio della città che si vedeva dalla mia finestra. Certo non era come quella del “capo” ma era pur sempre una bella vista.
Presi un respiro e uscì dalla porta. Caffè.
Dopo una telefonata con mia madre e la notizia del suo momentaneo ritorno, avevo proprio bisogno di un po’ di caffè.
Scesi in caffetteria e come al solito trovai Tom. Inizio a credere che quello sia il suo nuovo ufficio. È praticamente sempre li.
 
-oh che strano! Guarda un po’ chi si vede!!- gli dissi cogliendolo di sorpresa dato che gli arrivai alle spalle.
 
-ciao Meg!! Dio mi vuoi far morire di paura? Avverti la prossima volta!-
 
Sghignazzai leggermente e andai alla macchinetta, presi un bicchiere di quelli grandi, ovviamente, e lo riempì di quella bevanda calda e marrone.
 
-potrei dirti la stessa cosa.. se mi vedi spesso qui vuol dire che ci sei spesso anche tu!- mi disse trionfante sorseggiando il suo caffè.
 
-touchè!-
 
-allora.. come vanno le cose con Lexy?-
 
Sorrisi pensando a quanto odiava essere chiamato in quel modo, Lex lo poteva sopportare, ormai Harry erano anni che lo chiamava così, ma Lexy proprio non gli andava giù.
 
-benissimo! Va tutto alla grande!- gli risposi bevendo il mio caffè.
 
-sono felice di vederlo così spensierato! Erano anni che non lo vedevo così! E brava la nostra Megan!!-
 
Gli sorrisi.
 
-non ho fatto niente di speciale, e poi credimi, anche lui mi ha aiutato molto!-
 
Presi un altro bicchiere e ci versai dentro un po’ di caffè, poi lo chiusi con un tappo di plastica che aveva sopra il beccuccio.
 
-adesso vado sennò lo senti il capo come brontola! Ci vediamo Tom!-
 
Mi salutò con la mano.
Uscì dalla caffetteria con due bicchieri in mano, uno per me ovviamente. L’altro era per il mio bel ragazzo che erano ore che era chiuso nel suo ufficio, sommerso dalle pratiche.
Oggi era una di quelle giornate di burocrazia che almeno due volte al mese gli toccavano.
Bussai alla porta e dopo aver sentito un avanti quasi urlato da dentro, entrai.
Era a capo chino sulla scrivania con una penna nella mano destra. Firmava fogli senza prestare attenzione a chi fosse entrato. Feci un passo dentro lo studio e il rumore dei miei tacchi attirò la sua attenzione.
Appena mi vide si rilassò un poco e si alzò dalla sedia stiracchiandosi leggermente.
 
-ti ho portato il caffè! Ne hai bisogno, sono ore che sei qui dentro!- gli dissi allungando il braccio con il bicchiere verso di lui.
 
Afferrò il bicchiere e prese anche il mio braccio, portandomi a pochi centimetri da lui e dalla sua bocca. Mi baciò dolcemente. Dio quanto amavo il suo profumo.
Mi staccai e gli sorrisi.
 
-ho una notizia.. abbastanza brutta direi!- dissi abbassando lo sguardo.
 
Bevve un sorso di caffè e mi guardò negli occhi.
 
-sono tre ore che firmo scartoffie, credo che peggio di così non possa andare.. perciò.. sputa il rospo!- mi disse divertito.
 
-sabato arriva mia madre da Chicago, starà qui una settimana e riparte sabato prossimo.. vuole festeggiare il mio compleanno!- dissi sconsolata lasciandomi cadere sul divano.
 
Lui scoppiò a ridere e si beccò un’occhiataccia da me che avevo i nervi a fior di pelle e gli occhi lampeggianti. Rideva? Arrivava mia madre e lui rideva?
 
-andiamo amore, non è poi così brutta come notizia! Non sei felice di rivederla?-
 
Annuì leggermente. In fondo, ma proprio in fondo, mi mancava un po’.
 
-volevo festeggiare con te! E poi non sa nemmeno che stiamo insieme! Dio non ci voleva proprio! Posso sempre inventarmi una scusa!- dissi felice di aver trovato una qualunque soluzione.
 
Si sedette al mio fianco e mi abbracciò le spalle con un braccio, portandomi vicino a se.
 
-festeggeremo il giorno dopo! Non preoccuparti per questo! In quanto al fatto di conoscere tua madre, io sono favorevole! Anzi era l’ora! Voglio che anche i tuoi sappiano che stiamo insieme!- disse felice, facendomi un sorriso di incoraggiamento.
 
Lo guardai alzando un sopracciglio.
In quel mese mi era capitato di conoscere suo padre perché si era presentato qui in ufficio. Era un uomo molto simpatico, avevo capito da chi aveva presto Alex.
Appena mi vide mi corse incontro e mi abbracciò ringraziandomi di aver reso così felice suo figlio. Era una strana sensazione, ma mi stava davvero simpatico quell’uomo.
Sua madre invece era il mio incubo peggiore. Non l’avevo più vista da quella volta in ascensore e francamente ne ero felice.
Avevo paura di non essere abbastanza per lei. Per suo figlio. Infondo ero una semplice ragazzina che usciva dal college.
Annuì poco convinta e mi lasciai baciare.
Ah mio carissimo Alex.. non sai proprio in che guaio ti sei cacciato.. stai per conoscere Tish Coper.. poveri noi!!


_____________________

NON ERA PREVISTO QUESTO CAPITOLO, MA HO VOLUTO METTERLO LO STESSO PER RINGRAZIARVI DI CUORE!
grazie mille alle persone che mettono la storia tra i preferiti/seguite/da ricordare.
grazie infinite a Ele e Minelli senza le quali non saprei fare a meno!!
grazie mille a chi legge soltanto, anche se un commentino farebbe piacere!

scappo a lavoro!
un bacione

Marty0029

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Capitolo 17
*** 16) HALLO MOM! ***



 


16) HALLO MOM!
 
Calma. Ci vuole calma.
Calma e sangue freddo.
Non è successo niente.
Sto facendo su e giù per questo aeroporto  da mezz’ora cercando di ripetermi che va tutto bene. Tutto alla grande.
Alex non è qui con me, ovviamente, aveva un’importante riunione con dei collaboratori per un caso top secret.. traduzione? “Vai da sola a prendere tua madre, avrete molto di cui parlare, gli accenni di me e poi mi presenti!”
Bastardo.
Andiamo Megan ce la puoi fare. Sono due mesi che non vedi tua madre, pensa che sta qui solo una settimana e poi riparte.
Una settimana.
Solo una settimana. Sette giorni. 168 minuti. 10080 minuti. 604800 secondi. Che ci vuole?
Dannato Alex. Se lo prendo lo strangolo.
 
-i passeggeri del volo appena atterrato da Chicago sono allo sbarco numero 5!- avvisò una voce femminile attraverso uno dei mille altoparlanti dell’aeroporto.
 
Eccoci. Ci siamo.
Controllai l’orologio. Le 16.00 in punto.
Scrollai le spalle.
Prima inizia prima finisce. Fatti coraggio Megan!
Mi diressi allo sbarco numero cinque e le prime cose che vidi furono le quattro valigie fucsia di mia madre. Quattro valige?
Oddio si stava ritrasferendo per caso?
 
-Megan tesoro mio che bello vederti!! Amore ma mangi? Mi sembri dimagrita molto! Oddio non starai diventando anoressica? Lo sai che può portare alla depressione o peggio al suicidio? Ti prego tesoro non farmi questo! Dio non farlo!!-  disse sull’orlo di piangere come una fontana.
 
Avevo la bocca spalancata. Cioè ma si può?
604800 secondi.
 
-ciao mamma! Sto benissimo tranquilla! Ho solo perso un paio di chili, ma lo sai che li riprendo velocemente! Non ti devi preoccupare! Papà?- domandai cercando di svagare argomento, in modo da riprendermi dallo shock.
 
Cazzo quella donna era fuori sodo.
Iniziò a parlarmi di papà. Sinceramente non la stavo ascoltando. Ero troppo occupata a trascinarmi dietro le quattro valige che pesavano come un bisonte incinto.
Ma c’era tutto l’equipaggio dell’aereo morto qui dentro?
 
-emh mamma non credi di aver esagerato con tutte queste valigie? Per una settimana sono un po’ eccessive non ti pare?-
 
-sciocchina certo che no!! Una è di scarpe, una di borse e accessori e due di vestiti! Oh andiamo tesoro siamo donne!- mi disse continuando a camminare portandosi dietro il piccolo beauty che sarà pesato si e no 50 grammi..
 
Arrivammo alla macchina e mentalmente ringraziai Alex per avermi prestato la sua, altrimenti tutte queste valigie nella mia non ci sarebbero mai state.
 
-hai cambiato macchina tesoro? Ma non è troppo da maschio? Oddio non dirmi che hai deciso di cambiare sponda! Ti prego ripensaci, hai tutta la vita davanti, vorrei diventare nonna sai?-
 
Uccidetemi.
Vi prego uccidetemi e mettete fine alle mie sofferenze.
 
-no mamma non sono lesbica tranquillizzati! Questa macchina è di Alex, il mio.. il mio ragazzo!- dissi bisbigliando l’ultima parola.
 
Mia madre aveva un udito finissimo, specialmente per i pettegolezzi, quindi era come se avessi urlato. Aveva capito perfettamente.
 
-ti sei fidanzata? Uh che bello!! Quando lo conosco? Sai avevo paura che saresti rimasta zitella con 41 gatti! Dio quanto ero in pena.. pensa che ne parlavo l’altro giorno con tuo padre! Gli dicevo.. ma la nostra Meggy non trova nessuno.. ma poverina..-
 
Iniziai a cantare nella mia mente Smells like teen spirits. Adesso avrete capito perché era la mia canzone preferita.
 
Arrivammo a casa mia, o meglio nostra, in una mezz’oretta. Accidenti ai vecchietti che guidano quando hai fretta.
Il viaggio era stato un parto. Non si era zittita un attimo e io iniziavo a sperare che nella macchina di Alex ci fosse uno di quei pulsanti alla James Bond, che mi avrebbero permesso di spedirla con il seggiolino da qualche parte nel cielo.
Parcheggiai l’auto e lei si precipitò alla porta, aprendola e entrò in casa.
 
-tesoro ma questa casa è un disastro! Da quanto non la pulisci? Guarda qui.. c’è almeno un millimetro di polvere sulla televisione.. andiamo Megan puoi curare di più questa casa, e anche te stessa! Quanto tempo è che non vai dal parrucchiere? Quei colpi di sole sarebbero da rifare..-
 
Entrai trascinandomi dietro le valigie.
Fortuna avevo appena sentito l’ennesimo monologo di mia madre, altrimenti l’avrei davvero mandata a farsi benedire con le sue mille valigie.
 
-quando conoscerò Alex? Viene a cena qui vero? Rimarrà anche a dormire? Fate sesso?-
 
Per poco non mi andò di traverso la saliva e il piccolo beauty mi cadde dalle braccia aprendosi sul pavimento.
Ma dico io è normale?? Dio che vergogna!!
Inizio a credere di nascondermi al polo nord fino a che lei resta qui. Sono sicura che un esquimese gentile che mi ospita lo trovo.
 
-ma che discorsi fai? Non sono affari tuoi mamma! Lo conoscerai presto, ma ti prego evita di parlare! Fai il mimo!- dissi esasperata.
 
-ma dai sciocchina!!-
 
Se mi richiama sciocchina un’altra volta la do in pasto al pesce rosso. Non sto scherzando.
 
___
 
Ero un fascio di nervi.
Alex aveva insistito per portare me e mamma a cena fuori, in uno dei migliori ristoranti di Boston tanto per cambiare.
Non avevo detto a mia madre chi era il mio fidanzato, non so il motivo ma volevo evitare ogni genere di pregiudizio.
http://www.disneydreaming.com/wp-content/uploads/2011/02/Miley-Cyrus-Grammy-Awards-Salute-To-Icons-3.jpg
scesi le scale e trovai mia madre già pronta, con tanto di giacca.
Ero in ritardo forse?
 
-andiamo tesoro? Non vedo l’ora di conoscere questo ragazzo!!- disse pimpante.
 
Tirai fuori uno dei miei più falsi sorrisi e uscimmo di casa, Alex era venuto a riprendersi la sua macchina e a ridarmi la mia mentre lei era sotto lo doccia.
Dio ti ringrazio per questo.
Misi in moto e ci dirigemmo al ristorante. Vidi in lontananza la Sua macchina e capì che doveva essere già arrivato. Feci un sospiro e entrammo nel locale.
Lo vidi seduto al tavolo e appena si accorse di noi mi fece un sorriso a trentadue denti e porse la mano a mia madre.
 
-piacere di conoscerla signora Coper! Io sono Alexander Evans!-
 
Vidi mia madre tentennare, ma poi afferrò la mano del mio bellissimo e garantissimo ragazzo e gli sorrise timidamente.
 
-lei è Alex Evans? Il capo di mia figlia?-
 
Eccola la. La frittata è stata fatta.
 
-si signora! Prego si accomodi!- poi si voltò verso di me e mi fece l’occhiolino dandomi un bacio veloce all’angolo della bocca.
 
-non mi avevi detto niente Meg, perché?-
 
-perché non mi sembravano cose  da dire per telefono mamma! E poi adesso l’hai conosciuto no? Meglio tardi che mai!- dissi sedendomi al mio posto.
 
Sentì la mano di Alex posarsi sulla mia gamba, era come una specie di incoraggiamento. Lo ringraziai con un sorriso e presi un respiro.
Sarebbe stata una lunga cena.
 
_____
 
Ero li, in piedi, e fissavo il calendario davanti ai miei occhi.
23 novembre. Oggi era il 23 novembre. Oggi era il mio compleanno.
Ero particolarmente felice perché il mio compleanno veniva di venerdì, e mia madre se ne sarebbe ripartita il giorno dopo, sabato appunto.
Sorrisi gongolando che finalmente domani se ne sarebbe andata. Era troppo pensante reggerla una settimana intera. Troppo.
Dalla cena con Alex era diventata tutta cicì e cocò con lui. Lo considerava quasi un figlio, e povero lui, si trovava sempre in mezzo alle nostre conversazioni.
Da una parte ero sollevata che gli piacesse, avevo paura dei pregiudizi che si sarebbe potuta fare perché lui è il mio capo, ma finalmente è andato tutto bene.
Guardai la finestra. Era mattina, ma non dovevo andare a lavoro, oggi mi aveva dato la giornata libera per passarla sola con mamma visto che domani mattina alle 7:00 sarebbe partita.
Mi dispiaceva non festeggiare il mio compleanno sola con lui, ma mi aveva promesso che lo avremmo festeggiato come si doveva domani, quindi ero impaziente che quel giorno finisse.
 
-Megan cara sei pronta? Andiamo a fare shopping!!!!!!!!!!-
 
Solo 24 ore e poi sarebbe tornata a casa. Si. Potevo farcela.
 
 
-mamma ti prego tregua! Possiamo fermarci a prendere un caffè?- domandai facendo capolino dalle mille scatole che avevo in mano.
 
Mi sentivo tanto il facchino del film Pretty Woman. Povera a me. Ovviamente nemmeno a dirlo, la maggior parte di questa roba era sua. Incredibile lo spirito shopping di quella donna. Quasi quasi mi veniva voglia di presentarla a Sue e Hilary.
 
-ok prendiamoci un caffè! Guarda li c’è uno starbucks!- disse attraversando la strada e sedendosi a un tavolino.
 
Mi sedetti anche io e ordinammo un caffè nero per me e un cappuccino per lei. Avevo doppiamente bisogno di caffè dopo questa calvario.
 
-sai tesoro, mi piace molto Alex! Sono felice che tu abbia trovato la persona giusta, poi si vede che è innamorato cotto di te!-
 
Le sorrisi. Era il primo discorso serio che faceva da quando era arrivata.
 
-grazie mamma! È vero, mi sento bene con lui! Pensa che ho trovato anche il coraggio di parlargli di Trace, Brenda e Justin! Non credevo che ce l’avrei fatta!-
 
La vidi trasalire. Forse non se l’aspettava questa mia confessione, effettivamente non me l’aspettavo nemmeno io. Non era da me parlare così apertamente con loro di quello che era successo tre anni prima.
 
-mi fa piacere questo! Vuol dire che hai trovato la persona di cui ti fidi! Sai ero preoccupata a lasciarti qui, da sola, ma adesso parto più tranquilla!-
 
Il cameriere ci portò le nostre ordinazioni e sorseggiai il mio amato caffè. Ero felice di quella uscita. Mi piaceva parlare così con mia madre.
È vero a volte, diciamo quasi sempre, era insopportabile e con delle priorità completamente diverse dalle mie, ma adesso sembrava una vera mamma che da consigli alla propria figlia.
 
-vedrai quando lo dirò a tuo padre! Vorrà conoscerlo di sicuro! Tu li conosci i suoi genitori?-
 
Annuì leggermente. L’argomento Patricia Evans era un tabù per me.
 
-suo padre mi adora, mentre sua madre mi odia! Vedessi come mi ha guardato male quando ci siamo presentate.. pensare a lei mi fa venire i brividi!!-
 
La vidi alzare un sopracciglio e fare una smorfia di disappunto.
 
-e perché mai?-
 
Alzai le spalle e bevvi un altro po’ di caffè.
 
-secondo me pensa che io non sia abbastanza per suo figlio.. forse si immaginava qualcuno di meglio al suo fianco.. lei adorava la sua ex, ma ragazza prima di me!- dissi guardando il bicchiere.
 
Ero a disagio a mettermi a nudo così, ma dovevo parlarne con qualcuno. Dovevo farlo ,altrimenti sarei scoppiata come una bomba.
 
-ricordati tesoro che tu sei Megan Coper! Nessuno può permettersi di considerarti non all’altezza! Tuo padre si è creato da solo, e ha cresciuto due figli fantastici! Nessuno può farti sentire inferiore, ricordalo sempre Megan!-
 
Guardai mia madre negli occhi e una lacrima scivolò sulla mia guancia.
Era un discorso serio e perfettamente perfetto. Aveva ragione cazzo. Io sono Megan Coper, non sarò la padrona di una ditta e un grattacielo non avrà il mio nome, ma sono pur sempre una persona, e posso aggiungere che di sicuro sono migliore di quella sciacquetta di nome Emily che la madre di Alex venera tanto.
 
-ha ragione mamma! Nessuno mi farà sentire inferiore! Grazie!-
 
Lei mi sorrise.
 
-adesso andiamo a comprare il tuo regalo!-
 
La guardai stupita.. mi avrebbe preso un regalo?
 
-oh andiamo.. so che domani festeggerete tu e Alex da soli.. voglio che tu sia perfetta quella sera!-
 
Sorrisi e la seguì per i negozi..
Dopo tutto mia madre non era poi così male. Presa una settimana ogni tanto ovviamente.
 
 
 
 __________

ECCOCI QUA!!!!!!!!!!

allora? che ne dite di questo capitolo? anche voi avete una mamma un pò strana come Megan?
grazie infinite a quelle due anime buone di  ELE  e MINELLI che recensiscono ogni capitolo.. vi ADORO! 
grazie mille anche a chi mette la storia tra le preferite/seguite/ da ricordare.. siete sempre di più.. che bello!!
vi lascio e vi do appuntamento a tra qualche giorno!!
un bacione

Marty0029

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Capitolo 18
*** 17) FRIENDS AND ROMANTIC DINNER ***



 

 


17) FRIENDS AND ROMANTIC DINNER
 
-ultima chiamata per il volo diretto a Chicago! Ripeto ultima chiamata per il volo diretto a Chicago, i passeggeri che non sono già a bordo sono pregati di affrettarsi!-
 
Sciolsi l’abbraccio con mia madre e le sorrisi.
Probabilmente quella pazza scatenata mi sarebbe mancata più di quanto mi aspettassi.
 
-devo andare! Ci sentiamo presto tesoro!- disse prima di sparire oltre il muro.
 
La salutai con la mano fino a che la vidi, poi lentamente abbassai la mano e me la misi in tasca dei jeans.
Tutto era tornato come prima. Avrei tenuto ben in mente le parole che mi aveva detto qualche giorno prima mamma.
Sorrisi pensando alla cena che mi aveva preparato ieri, per festeggiare il mio compleanno.
Mi aveva fatto una sorpresa bella e buona. Aveva invitato tutti i miei amici.
Hilary, Sue, Tom, Harry, Will, Fred e ovviamente lui.. Alex.
Era stata una bella festa, con tanto di torta sul finale. Mia madre aveva pensato proprio a tutto. Avevo anche avuto modo di parlare con mio padre tramite Skype, visto che era rimasto imbottigliato a Chicago per lavoro.
Odiavo i compleanni ma devo dire che questo mi era particolarmente piaciuto.
Uscì dall’aeroporto e mi portai una mano tra i capelli respirando a pieni polmoni l’aria fresca di quella mattina di fine novembre. Era davvero presto.
Mia madre aveva l’aereo alle 7:00, quindi le strade di Boston erano poco affollate, fatta eccezione delle persone che andavano a lavoro o a scuola.
Avevo ancora un paio di ore prima di entrare a lavoro. Anche se oggi era sabato, avevo deciso di andare lo stesso allo studio. Volevo trovare finalmente una soluzione al problema di Harry, anche se la sera prima mi aveva detto che stava iniziando a smuoversi qualcosa dato che la società fallita aveva iniziato a pagare a poco a poco i debiti.
Passai davanti ad uno Starbucks e ne approfittai per prendermi il mio secondo caffè della giornata. Dopotutto ero in anticipo no?
Mi sedetti al tavolino vicino alla vetrata e assaggiai anche un pezzo di torta alla cioccolata. Massì già che c’ero non mi ero fatta mancare niente.
Pensavo a quello che mi sarebbe aspettato quella sera.
Una cena soli io ed Alex.
Certo non era la prima volta che succedeva, anzi.
Era successo spesso di andare a mangiare qualcosa insieme in un ristorante. Ma non so il motivo, questa sera ero molto agitata. Troppo agitata.
Bevvi un sorso di caffè e afferrai il telefono che stava squillando. Fortuna che l’avevo in tasca.
 
-pronto? Ehi ciao dimmi tutto!-
 
-ciao tesoro! Senti Sue si è beccata un raffreddore con i controfiocchi e io devo assolutamente andare dal dottore oggi ma non voglio andarci da sola.. ti prego mi accompagni??- la voce squillante di Hilary mi rimbombò nelle orecchie.
 
Come faceva quella ragazza ad essere così maledettamente attiva alle 7:00 di mattina?
 
-certo che ti porto io! Senti facciamo che ti passo a prendere tra dieci minuti a casa? Sono vicino, finisco il caffè e arrivo!-
 
-perfetto! Va bene tanto l’appuntamento è alle 8:00! Ti aspetto tesoro! Grazie mille! Baci!-
 
Chiusi la comunicazione dopo aver salutato Hilary e mi rimisi il telefono in tasca.
Dottore? Perché Hila doveva andare da un dottore?
Alzai le spalle e finendo il caffè pagai il conto e mi diressi alla macchina parcheggiata ancora davanti all’aeroporto.
 
____
 
Arrivai davanti a casa di Hilary e parcheggiai nel piccolo vialetto. Suonai e la porta si aprì quasi subito, facendomi vedere una Hila già vestita ma anche tremendamente pallida.
 
-ehi tutto bene? Hai una faccia!-
 
Lei mi fece la linguaccia e si sedette sul divano per allacciarsi le stringhe delle scarpe.
 
-sul serio Hila.. che succede? Sei bianca come un cencio!-
 
-forse sono incinta!- mi disse senza tanti giri di parole e passandosi una mano sulla faccia bianca.
 
Rimasi immobile. Ecco perché doveva andare dal dottore. Ecco perché non voleva stare sola.
Mi sedetti accanto a lei e le presi le mani.
 
-ehi ma è una bella notizia no? Non sei felice di avere un figlio con Harry?-
 
La vidi annuire leggermente ma capivo che c’era dell’altro.
 
-vieni.. mi racconterai tutto per strada!-
 
 
 
-capisci? Io non ho mai avuto una madre! Cazzo Meg e se sono come lei? Se lascerò mio figlio solo senza una figura materna che ne sarà di lui??- era disperata. Piangeva a dirotto.
 
-ehi stammi a sentire, tu non sei come lei! Tu sei buona e gentile! Tuo figlio sarà il più fortunato del mondo ad averti come mamma! Non lo abbandonerai Hila, come Harry non abbandonerà te! Ti ama davvero!-
 
La vidi asciugarsi le lacrime e io parcheggiai la macchina nel parcheggio dell’ospedale. Lei scese con me e insieme entrammo dentro.
 
-ti prego stammi vicino! Non ci riesco da sola!-
 
-non ti lascio! Tranquilla!- le dissi prendendole la mano per rassicurarla e per farle capire che c’ero. E che non l’avrei mai abbandonata.
 
La sentì stringermi la mano mentre si sedeva nella sala d’attesa della ginecologa.
 
-Harry lo sa?-
 
Scosse velocemente la testa.
 
-lo sai solo tu! Volevo che ci foste tu e Sue con me quando l’avrei saputo.. ho troppa paura Meg! E se lui non lo vuole?-
 
-smettila Hila! Ha 30 anni, non è un ragazzino! Ti ama e sono più che sicura che sarà molto felice di questa notizia! Vedrai!-
 
La porta del dottore si aprì e una giovane dottoressa uscì.
 
-Signorina Hilary Morgan prego! Si accomodi pure nel mio ufficio!-
 
Hila continuava ad essere un fascio di nervi così presi parola anche io.
 
-scusi dottoressa, non potrei entrare anche io?-
 
La dottoressa guardò prima me, poi Hilary al mio fianco e annuì leggermente.
 
-non si potrebbe, ma viste le condizioni della signorina faremo un eccezione! Accomodatevi!-
 
La ringraziai e mi sedetti sul una delle due poltroncine davanti la scrivania della dottoressa. Hilary invece rimase in piedi vicino alla porta.
 
-venga avanti Hilary, nessuno qui vuole farle del male! Dunque quando mi ha chiamato mi ha detto che voleva fare un test di gravidanza e possibilmente anche delle analisi giusto?- disse la dottoressa sedendosi alla scrivania e leggendo da un foglio davanti a lei.
 
-esatto! Voglio essere sicura!-
 
Mi alzai, andai verso di lei e prendendola per mano la portai a sedere sulla poltroncina che prima occupavo io.
La dottoressa mi sorrise e iniziò a fare alcune domande a Hila che rispondeva a monosillabi. Sembrava quasi sotto schock. Non l’avevo mai vista così e la cosa mi spaventava non poco.
 
-perfetto allora direi che possiamo procedere alla visita! Si tolga i vestiti e venga qua sopra.
 
 
La visita durò una mezz’oretta, in cui la dottoressa Gray, questo era il suo nome, fece a Hilary anche gli analisi.
Adesso eravamo nella stanza d’attesa che stavamo attendendo i risultati degli analisi. Cercavo in tutti i modi di rassicurare Hila, ma era abbastanza impossibile tranquillizzarla.
 
-se sono incinta castro Harry.. te lo giuro!!-
 
Scoppiai a ridere e le regalai un bacetto sulla guancia.
 
-Harry sarà molto felice credimi! Secondo me sarete una coppia di genitori stupendi!!-
 
-signorina Hilary abbiamo i risultati! Ecco a lei! Arrivederci!- disse la dottoressa Gray porgendo a Hila una busta bianca.
 
-leggili te!! Io non ci riesco!-
 
Mi passò la busta e inghiottendo la saliva aprì la busta.
 
-Hila..-
 
-oddio lo sapevo.. sono incinta! Cristo santo non sono pronta! Non lo sono!!-
 
-Hila!! Non sei incinta! Hai solo un disturbo che ha un nome impronunciabile per noi comuni mortali!- dissi sorridendo.
 
-ahhhhhh oddio grazie!!- disse iniziando a saltellare.
 
L’abbracciai e saltellai insieme a lei.
Sarebbe stato bello se fosse stata incinta, sarei stata felice per lei, ma vederla così.. era molto meglio.
 
 
___
 
Era mezz’ora più o meno che ero davanti al mio armadio.
Avevo passato tutta la giornata con Hilary e nel pomeriggio avevamo fatto un salto da Sue e ci eravamo sparate “Colazione da Tiffany”.
Era uno dei miei film preferiti insieme a Titanic.
Adesso era quasi l’ora X, in qui sarebbe arrivato Alex, e io non sapevo ancora che mettermi.
Sbuffai e lanciai un’occhiata alla porta.
Un attimo.
Mia madre mi aveva regalato il vestito perfetto!!
Dove cazzarola l’avevo messo?
Perché devo perdere sempre tutto?
Cercai nell’armadio e alla fine, dopo tante e tante peripezie il vestito balzò fuori.
Era perfetto.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/id/archive/9/90/20110707000852!Miley-cyrus-grammy-awards-2010.jpg
Lo indossai e appena in tempo, Alex suonò alla porta.
Misi velocemente un paio di scarpe con il tacco e scesi di sotto.
Appena aprì la porta rimasi senza fiato. Wow. Era davvero bellissimo.
http://cdni.condenast.co.uk/592x888/a_c/apettyfer_gl_25feb11_PA_592x888.jpg
 
-dio Meg.. sei una favola! Oddio mi vuoi morto per caso?-
 
-io?? E tu? Sei da urlo!!-
 
Mi sorrise e in due secondi posò le sue labbra sulle mie.
Ah che bello. Adesso si che tutto andava bene. Era incedibile come potesse essere diventato indispensabile Alex nella mia vita.
 
-andiamo amore!-
 
Arrivammo ad un ristorante bellissimo. Da fuori era davvero molto carino.
Entrammo e la prima cosa che notai era il fatto che non ci fosse nessuno.
Per terra c’erano milioni di candele e petali di rosa.
Era un sogno.
 
-ti piace?-
 
-hai affittato tutto il ristorante?-
 
Annuì semplicemente.
Io gli saltai addosso e lo baciai. Era tutto perfetto.
 
-wow allora ti piace davvero!!-
 
Gli sorrisi e mi sedetti al tavolino centrale. Mi guardai intorno e non potevo credere a quello che vedevo. Era così romantico.
 
Mangiammo benissimo. Pesce. Io amo il pesce.
Come regalo Alex mi ha regalato una catenina con una letterina “A” in brillantini. Era favolosa.
 
-avrai speso un capitale! Non dovevi fare tutto questo!-
 
-ahh non dire cazzate per favore! Adesso sei pronta per il dolce?-
 
Stavo per rispondere quando incrociai i suoi occhi.
Erano pieni di eccitazione e voglia.
Improvvisamente capì il tipo di dolce a cui si riferiva e annuì felice.
Lo vidi lasciare i soldi sul tavolo e in meno di 10 minuti eravamo a casa sua.
 
 

________________________________________________

CIAO RAGAZZE E CIAO RAGAZZI!!
ECCO IL CAPITOLO 17, DOVE FINALMENTE VEDIAMO LA FAMOSA CENA DI COMPLEANNO ORGANIZZATA DAL NOSTRO CARISSIMO ALEX.
CHE NE DITE DI QUESTO CAPITOLO?
VI DICO GIA' DA ADESSO CHE NEL PROSSIMO CI SARA' UN COLPO DI SCENA NON INDIFFERENTE.. QUINDI ATTENZIONE!
VOGLIO COME SEMPRE RINGRAZIARE LE PERSONE CHE METTONO LA STORIA TRA I PREFERITI/SEGUITE/DA RICORDARE.. GRAZIE MILLE GENTE!
POI IN FINE, MA NON PER IMPORTANZA, UN MEGA GRAZIE A   ELE   E  MI NELLI CHE  RECENSISCONO CON VOGLIA E ALLEGRIA OGNI MIO CA PITOLO!! VI ADORO RAGAZZE DAVVERO!
CI VEDIAMO TRA QUALCHE GIORNO CON IL COLPO DI SCENA.. BACI

MARTY0029
 

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Capitolo 19
*** 18) I'M SO SORRY! ***



 

18) I’M SO SORRY!
 
Sorseggiavo caffè davanti ad una fetta di torta, che di fetta aveva proprio poco. Diciamo che ormai era rimasto solo il fondo che stavo ancora decidendo se mangiare o no.
Hilary e Sue sedute al tavolino stavano parlando ma sinceramente non le sto ascoltando molto. Con la mente sono ancora alla conversazione che avevo fatto pochi giorni prima con Alex. Mia madre è partita una settimana fa e come mi aveva promesso il mio ragazzo, mi aveva organizzato un compleanno con i controfiocchi.
Aveva affittato un intero ristorante solo per noi e lo aveva tempestato di candele. Una vera e propria cena a lume di candela.
Era stato così perfetto. Così unico.
Ovviamente la cena era finita nella sua camera da letto, e mi era andata bene così. Lo desideravo dalla prima volta che l’avevo visto.
Purtroppo pochi giorni dopo mi era arrivata, dritta come una pugnalata la notizia. Suo padre ci voleva a cena da loro. Ovviamente suo padre, perché sua madre  mi odiava sempre di più.
Addirittura ero venuta anche a sapere che c’era stata una dura discussione nella famiglia, naturalmente per colpa mia.
Alex era incazzato con sua madre e lo ero pure suo padre.
Una famiglia incazzata.
Questo era il clima che si prospettava stasera. Già. Perché stasera c’era questa famosa cena.
Credetemi se vi dico che preferirei ballare l’alligalli con un branco di pitoni affamati piuttosto che andarci.
 
-terra chiama Meg! Andiamo tesoro non sarà così male! Vedrai che andrà tutto bene! Infondo è solo una cena!- disse Hilary prendendo l’ultimo pezzetto di dolce dal mio piatto.
 
-solo una cena? è un disastro, un cataclisma, uno scempio, decidi tu il termine!!- sbraitai rischiando anche di buttarmi tutto il caffè addosso.
 
-ok forse Hila ha sbagliato le parole..- disse Sue fulminando l’amica con lo sguardo –però cerca di vederla come una buona occasione per dimostrare a Patricia che sei la donna adatta a suo figlio!-
 
Annuì poco convinta. Perché cazzo devo preoccuparmi così tanto? Alex mi ama, e qualsiasi cosa dirà sua madre me la lascerò scivolare addosso.
Posso farcela! Coraggio Meg!
 
____
 
 
-wow tesoro sei favolosa!!- mi disse Alex appena mi vide uscire di casa.
 
http://www3.pictures.stylebistro.com/gi/Miley+Cyrus+Dresses+Skirts+Day+Dress+62j54qBG6Gcl.jpg
 
Anche lui era bellissimo. Aveva un paio di jeans chiari e una camicia grigia infilata dentro i pantaloni. Sopra aveva un giacchetto di pelle e in piedi un paio di converse nere. Era dannatamente eccitante.
Dovevo contenermi.
 
-grazie! Stai benissimo anche tu!- dissi salendo in macchina e mettendomi la cintura.
 
Ti prego fa che ci sia tanto ma proprio tanto traffico.
Credo che Alex percepì il mio stato abbastanza traumatico perché mi prese una mano e se la portò alla bocca. Mi baciò il dorso e me la accarezzò.
 
-andrà tutto bene! Amore non voglio costringerti in nessun modo, se vuoi possiamo benissimo dare buca e andare a cena io e te!-
 
Per quanto mi allettasse quell’idea, sapevo che sarebbe stato da codardi disdire, e poi sapevo che per lui era molto importante, anche se cercava di non darlo a vedere, avevo capito che ci stava male per quella situazione.
 
-tranquillo, adesso mi passa! Non possiamo disdire.. andrà tutto bene!- sembrava che stessi convincendo più me di lui, ma infondo era così.
 
Lo vidi annuire e mise in moto.
Ovviamente per strada non incontrammo anima viva quindi arrivammo in perfetto orario.
Scesi dall’auto e sentì la stretta di Alex farsi più forte. lo vidi suonare il campanello e una signora che doveva essere la governante, venne ad aprirci.
 
-signor Evans ben arrivato! Se volte darmi i capotti, i suoi la attendono in salotto per l’aperitivo!-
 
Alex sorrise alla donna e le porse il suo giacchetto. Io feci lo stesso e lei mi sorrise gentilmente.
Seguì Alex fino al salotto, ma quando entrai e vidi chi era seduto sul divano accanto a Patricia mi bloccai. No. Non poteva essere. Non lei.
 
Emily.
Era vestita come una troia ovviamente. Aveva un vestito che probabilmente lasciava poco all’immaginazione. Le gambe erano praticamente scoperte.
Menomale che poi la signora Patricia si era scandalizzata di me.
 
http://www1.pictures.fp.zimbio.com/Spike+TV+2009+Guys+Choice+Awards+Arrivals+q1qnMy_RaQkl.jpg
 
-mamma, papà! Che ci fa lei qui?- disse con tono arrabbiato Alex.
 
-non essere sciocco Alexander, lei è parte della famiglia, l’ho invitata a cena visto che ci saresti stato anche tu..- rispose sua madre, poi spostò lo sguardo su di me.
 
-Megan cara è bello rivederti! Vieni accomodati, vuoi qualcosa da bere?- mi disse il padre di Alex pendendomi sotto braccio.
 
Vodka. Tequila. Rum. Qualsiasi cosa che mi avrebbe fatto dimenticare al più presto questa serata.
Emily se la gongolava accanto alla mamma di Alex. Sembravano davvero in sintonia. La suocera e la nuora perfette. Peccato che quella donna non sapesse che in realtà quella non era altro che una troia con la T maiuscola.
 
-ciao Alex, ciao Megan è bello rivedervi!- disse Emily guardando sia Alex che me.
 
Vorrei poter dire lo stesso.
 
-ciao Emily!-rispose educatamente il mio ragazzo sedendosi sul divano accanto a me e davanti alle due donne.
 
-vi conoscete? Come mai conosci quella li cara?- domandò la mamma di Alex a Emily posandole una mano sul ginocchio.
 
Quella li?
Dio santo dammi la pazienza perché se mi dai la forza faccio una strage.
 
-quella li ha un nome mamma!- disse furente Alex al mio fianco.
 
Non sentì la risposta di Emily. Ero troppo sotto shock. Capisco di non stare simpatica a Patricia, ma addirittura invitare questa stronza a cena.. era un colpo basso. Troppo basso.
 
-Alex ha ragione Patty! E poi ho conosciuto Megan un giorno per caso in un bar!- rispose con finta educazione la bionda.
 
Patty? Ok adesso ho sentito tutto.
Vidi entrare la cameriera che ci aveva preso i cappotti all’entrata.
 
-signori la cena è pronta! Vogliate seguirmi nella sala da pranzo!-
 
Mi alzai e sentì Alex circondarmi la vita con un braccio. Era proprio quello di cui avevo bisogno. Sentire la sua stretta. Sentire che lui mi stava vicino.
Ci sedemmo e nemmeno a dirlo io ero davanti a Emily. Avevo Alex alla mia destra e suo padre, il signor James alla sinistra.
 
-allora Emy cara, che fai in questo momento?- domandò ovviamente Patricia.
 
Credo di sapere con precisione come si svolgerà questa serata. Parleremo solo di lei e di quanto sia dannatamente perfetta per Alex.
 
-lavoro come modella Patty! Ultimamente ho fatto molti servizi fotografici importanti! Sono molto emozionata!-
 
Falsa. Falsa e bugiarda.
Secondo me il lavoro di modella era una copertura. Aveva un palo fisso in qualche sobborgo di Boston dove la dava via a pochi dollari.
 
-hai sentito Alexander? Lavora come modella.. non è bellissimo? Certo lei è davvero favolosa quindi mi immagino quanto venderanno le riviste con te in copertina!- disse veramente ammirata Patricia.
 
Sentì Alex ringhiare.
Stava decisamente superando il limite quella donna. Non capiva che così facendo peggiorava solo le cose? Voleva bene davvero a suo figlio?
 
-si mamma lavora come modella.. molto interessante! Davvero!- disse distrattamente mentre mi guardava e mi faceva l’occhiolino.
 
Sorrisi leggermente e abbassai lo sguardo. Quando mi faceva quegli occhioni non potevo resistere e lui lo sapeva.
Sua madre seguì tutta la scena ovviamente e la sentì sbuffare leggermente.
 
-Megan ti chiami così vero?-
 
Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi. Era la prima volta nella serata che parlava direttamente con me.
Annuì leggermente.
 
-cosa ti fa credere di essere quella giusta per mio figlio? Sei troppo piccola per lui! E poi non sei all’altezza di uno come Alexander! Credimi carina sarebbe meglio se ti facessi da parte! Non sarai mai della famiglia!- disse con tono quasi disgustato. Le si leggeva negli occhi che mi considerava una poco di buono attaccata ad Alex solo per i suoi soldi e la sua posizione sociale.
 
Stavo per rispondere quando Alex al mio fianco balzò il piedi battendo le mani sul tavolo e facendo sussultare tutti noi presenti.
 
-adesso basta mamma! Noi ce ne andiamo! Ho sentito abbastanza e non voglio tenerla qui a tuo stretto contatto un minuto di più! Adelaide i cappotti per cortesia!- disse poi diretto alla cameriera che era appena entrata nella stanza.
 
-andiamo Alex tua madre ha esagerato, ma ti prego non andate via!- disse suo padre visibilmente dispiaciuto da quello che aveva combinato sua moglie.
 
-mi dispiace papà ma ho deciso! Non restiamo qui un secondo i più!- poi afferrò i giacchetti che Adelaide gli porse e mi mise il mio sulle spalle.
 
-ciao a tutti!- disse trascinandomi fuori da quella porta.
 
Feci in tempo a dire un leggero arrivederci e mi trovai in macchina. Alex era furioso. Si vedeva molto bene. Si poteva avvertire la tensione che provava e mi detti mentalmente della cogliona per non aver accettato l’offerta di disdire la cena.
Gli presi la mano dal volante e la strinsi. Lo sentì ricambiare la stretta e prima di mettere in moto mi guardò negli occhi.
 
-mi dispiace! Mi dispiace davvero per tutto quello che è stato detto stasera! Ti prego non pensare nemmeno per un attimo a tutte le cazzate che ha detto mia madre! Io ti amo e voglio stare con te, non con quella bionda tinta, con te!-
 
Sforzai un sorriso e annuì leggermente. Ero rimasta un po’ male di tutto quello che era appena successo, ma con lui al mio fianco forse sarebbe passato tutto velocemente.
 
-adesso andiamo a mangiare qualcosa! Non so te ma io avrei proprio voglia di un panino del Mc Donald’s!- dissi passandomi una mano sulla pancia che gorgogliava.
 
Infondo non avevamo toccato cibo visto che la adorabile signora Evans non aveva aspettato la fine della cena per inveire contro di me.
Lo sentì scoppiare a ridere e risi anche io. Ah quella si che ci voleva. Una bella risata che portava via tutta la tensione accumulata in quella casa.
 
-e che Mc Donald’s sia!- disse prima di mettere in moto e lasciarsi quella villa alle spalle.
 
____
 
Mi svegliai quando un raggio di sole mi arrivò dritto sugli occhi. Sbuffai e aprì leggermente un occhio, poi anche l’altro. Alex al mio fianco se la dormiva alla grande e era un peccato svegliarlo. Sembrava proprio un bambino piccolo.
Con la mente tornai alla sera precedente e un nodo mi si formò allo stomaco. Nonostante Alex me lo avesse ripetuto più volte quella sera, io aveva iniziato a provare dei seri dubbi sulla nostra relazione. Voglio dire.. sua madre era stata abbastanza chiara. Non mi voleva nella famiglia. Mi considerava una rovina e minaccia per Alex.
Era vero che non venivo da una famiglia extra-ricca come la loro. Era ero che avevo bisogno di lavorare per mantenermi e non come lei che non faceva un emerito cazzo dalla mattina alla sera.
Era questo il tipo di donna che Alex voleva al suo fianco? Voleva una incapace di avere un pensiero proprio e incapace di vivere serenamente? Una che si doveva solo preoccupare di che colore farsi le unghie o di tenersi stretto il marito per via di uno stupido contratto prematrimoniale?
Mi alzai e andai in bagno con l’intento di farmi una bella doccia che potesse mandarmi via tutte queste ansie e paure.
Mi tolsi la canottiera e gli slip dopo di che entra nel box e lasciai che la calda acqua mi scivolasse addosso.
Appena uscì avevo capito quello che dovevo fare.
Forse era giusto che Alex trovasse quella giusta nel suo mondo. Io non appartenevo al suo mondo. Ero una semplice ragazza da un passato disastroso e da una stramba famiglia.
Tornai in camera e mi rivestì. Lui dormiva come un sasso e non si accorse di niente. Sorrisi amaramente e gli accarezzai leggermente una guancia.
Presi un foglio e scrissi una lettera in cui aprivo me stessa e i miei dubbi. La rilessi due volte perché a metà iniziai a piangere e la vista mi si annebbiava sempre di più.
 
“caro Alex,
quando leggerai questa lettera io sarò già andata via, probabilmente via da Boston.
Lo so. Sono una codarda che non è capace di lasciarti guardandoti negli occhi e che ti scrive due righe in croce. Ti chiedo scusa per tutto. Hanno ragione Loro Alex. Io non vado bene per te!
Non sono la persona giusta al tuo fianco. Non sarò mai come tua madre e forse è di quello che tu hai bisogno. Una donna accondiscendente. Io sono ribelle. Anche troppo. Tua madre forse aveva davvero ragione a dirmi che non sono quella giusta per te. Ti prego non cercarmi. Da oggi lascio anche la Evans Corporation. Non resisterei mai a vederti ogni giorno. Troverò qualcos’altro ma ti prego.. te lo chiedo in ginocchio.. non fare niente. Non cercami, non provarci. Ti amo e spero che troverai qualcuno che possa amarti di più di quanto ti amo io!
Megan.”
 
Posai la lettera sul cuscino dove fino a poco prima c’era la mia testa e lo guardai un’ultima volta prima di sparire oltre la porta di camera e oltre la sua vita.
 

 

__________________________

AHH COLPO DI SCENA.. CHE SUCCEDERA' ADESSO SECONDO VOI? DOVE SARA' SCAPPATA MEGAN?
CHE DITE DELLA MAMMA DI ALEX? CHE BELLISSIMA PERSONA VERO?
VI LASCIO E VI DO APPUNTAMENTO AL PROSSIMO CAPITOLO CHE E' IN FASE DI CORREZIONE!


UN MEGA ABBRACCIO ALLE MIE  MINELLI  E ELE PER IL SUPPORTO E LA PAZIENZA.. G RAZIE!
UN RINGRAZIAMENTO DOVEROSO ANCHE A CHI METTE QUESTA STORIA TRA LE PREFERITE/SEGUITE/DA RICORDARE.. THANKS!

UN BACIO

MARTY0029

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Capitolo 20
*** 19) NEW ***



 
 

 


 

 

 
19) NEW “HAPPY” LIFE IN CHICAGO
 
-ecco a lei!- dissi porgendo un bicchiere colmo di caffè al signore seduto dal’altra parte della scrivania.
 
Eccomi qui. A Chicago. Da quei pazzi dei miei genitori che hanno accolto bene la mia idea di tornare a vivere con loro.
Ero scappata da Boston da due settimane ormai e avevo trovato da poco un lavoro in uno studio di avvocati. Peccato che fosse completamente diverso dal lavoro che facevo alla Evans Corporation. Qui portavo caffè e smistavo la posta agli avvocati. Meglio di niente.
Avevo sentito recentemente Sue e Hilary. Loro erano il mio unico aggancio a Boston. Mi davano della cogliona patentata, ma almeno mi erano rimaste il più vicino possibile. Erano le uniche a sapere dove mi trovassi davvero.
Alex non lo sapeva. Alex non lo doveva sapere.
I primi giorni ricordo che mi chiamava a ogni ora. Mi hanno detto le ragazze che non si è rassegnato e che si è messo in testa di volermi ritrovare a tutti i costi.
Aveva anche chiamato mia madre, ma grazie ad una chiamata intercettata era riuscita a fargli dire che non sapeva dove fossi.
Ero venuta anche a sapere che aveva chiuso i contatti con sua madre. Questa cosa mi fece male e ringraziai di essermene andata. Non volevo essere la causa di tutto questo. Sapere che non parlava più con sua madre per me mi faceva venire da piangere. Avevo rovinato una famiglia che prima del mio arrivo era felice.
Se c’era una cosa che detestavo era perdere le persone. Io avevo perso Tree e non volevo che lui perdesse sua madre smettendo di parlarle.
Purtroppo o per fortuna però quello che al momento combina Alex non è affare mio. L’ho lasciato due settimane fa. Ho cambiato numero di telefono e non ho lasciato tracce in giro. Anche Hilary e Sue mi hanno giurato che avrebbero tenuto le bocche cucite.
All’inizio non volevo dirlo nemmeno a loro. Volevo solo scappare e basta. Poi però ho dovuto parlare con loro. Avevo bisogno di amiche e loro erano le uniche che consideravo tali. Erano le mie migliori amiche e rispettarono la mia decisione. Non l’approvarono, ma la rispettarono.
Lasciai l’edificio dell’Union, il mio nuovo luogo di lavoro, e tornai a casa. Non era lontano. Con una ventina di minuti a piedi ero arrivata.
Entrai e buttai la borsa distrattamente sul divano. Quella casa era molto simile a quella di Boston. Era sue due livelli. Al piano terra c’erano un salotto, una cucina e un bagno, al piano di sopra invece c’erano due stanze da letto e un altro bagno. Semplice ma efficace.
Appena entrai vidi Happy correre felice verso di me.
Sorrisi abbassandomi e prendendolo in braccio. Era un cagnolino allegro. Ricordo quando la settimana scorsa mio padre me lo portò a casa. Aveva pochi giorni e qualcuno l’aveva abbandonato in un parcheggio sotterraneo. Era diventato il mio piccolino. Ogni giorno non vedevo l’ora di tornare a casa per stare con lui. Era così piccolo.
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Il nome che avevo scelto era semplicemente dovuto alla sua vitalità. Non stava mai fermo e aveva sempre l’espressione felice sulla faccina. Da li Happy appunto. Eravamo inseparabili.
Gli accarezzai leggermente il pancino e presi il guinzaglio per portarlo a passeggio. Lui abbaiò contento e così presi il cellulare e mi chiusi la porta alle spalle.
 
___
 
Balzai a sedere sul letto. Happy al mio fianco aveva avuto paura e mi si strinse di più addosso. Lo accarezzai leggermente e provai a distendermi di nuovo.
Da quando ero andata via da Boston erano ripresi gli incubi e se possibile erano ancora peggiori degli altri.
Quando stavo con Alex non avevo incubi. Questo era un dato di fatto. Nei mesi che siamo stati insieme non c’è mai stata una notte dove io ho sognato Trace.
Adesso eccoli qui. Ricomparsi come un brufolo.
Continuavo ad accarezzare Happy. Era quasi un anti-stress. Cercai di tornare a dormire dato che la sveglia segnava le 4:30 di notte.
Stavo per riprendere sonno quando un rumore catturò la mia attenzione. Era il cellulare. Era un messaggio. Scostai leggermente le coperte e lo afferrai dal comodino.
Mittente sconosciuto.
Aprì l’icona del massaggio e rimasi mezz’ora buona a fissare quelle parole.
 
“ho trovato il modo di avere il tuo nuovo numero e troverò anche il modo di riavere te!!”
 
Inutile anche solo cercare di capire chi fosse il mittente. Era chiaro come il sole. Lui. Alex. Mi passai una mano tra i capelli e sospirai. Come aveva fatto a trovare il mio numero? Oddio era uno stalker per caso?
Adesso che ci pensavo però lui era ricco.. tremendamente ricco. Sono certa che trovare un nuovo numero di telefono era uno scherzo per lui o la sua squadra.
Accarezzai Happy cercando di trovare una soluzione. Sicuramente adesso che sapeva il mio numero, non ci avrebbe messo molto a rintracciarmi.
Una parte di me voleva che lo facesse. Era quella parte che voleva ancora vivere la storia d’amore con lui. Era quella parte che l’amava incondizionatamente da sua madre. Era quella parte che da due settimane a questa parte cercavo di fare tacere.
Guardai l’ora e con orrore mi accorsi che erano le 7:00. Come cazzo era passato questo tempo? Da quanto pensavo a lui? Scostai leggermente Happy e andai in bagno per lavarmi e pettinarmi. Iniziava una nuova giornata di lavoro per Megan Coper a Chicago.
 
Entrai nell’edificio lasciando che il rumore dei miei tacchi risuonasse sul parquet. Era prevalentemente un posto frequentato da uomini quell’ufficio quindi mi sentivo sempre un pesce fuor d’acqua. Erano tutti abbastanza duri con me. Ero l’assistente. In confronto al lavoro che avevo alla Evans, avevo fatto un crollo abbastanza traumatico professionalmente parlando.
L’unica cosa positiva è che sicuramente non avrei mai potuto innamorarmi del capo visto che ad occhi e croce aveva più o meno 70 anni.
 
-signorina Coper il mio caffè? Me lo porti nel mio ufficio e poi vada a stamparmi tutte queste fotocopie.. mi servono entro le 10:00!!- disse duramente il signor Hunter, il mio capo, il capo di tutti li dentro.
 
Annuì alle sue parole e mi precipitai al bar al lato dell’ufficio per prendergli il suo caffè, decaffeinato, leggermente macchiato con due cucchiaini di zucchero di canna. Dico io più pretese no?
Tornai nell’ufficio e bussai alla sua porta, appena mi rispose aprì e avanzai portandogli il caffè. Mi accorsi con stupore che non era solo, ma era in compagnia di un ragazzo. Doveva avere più o meno una trentina di anni. Era alto, moro con degli occhi celesti molto penetranti. Per un attimo mi sembrò di rivedere Alex in lui. Scossi leggermente la testa e posai il bicchiere sulla scrivania.
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-vado a fare le fotocopie signore!-
 
Stavo per congedarmi quando lo sentì chiamarmi.
 
-Coper lascia che ti presenti mio figlio! Lui è Christian, figliolo lei è Megan Coper, la nuova assistente dell’ufficio!-
 
Vidi quel ragazzo porgermi la mano sorridendomi e risposi alla stretta.
 
-piacere di conoscerti Megan! Chiamami pure Chris!-
 
-piacere Chris! Adesso se volete scusarmi vado a fare le fotocopie! Arrivederci!- dissi uscendo velocemente da quell’ufficio.
 
Mi passai una mano tra i capelli e respirai a fatica.
Per un attimo negli occhi di quel ragazzo avevo rivisto i suoi occhi. Azzurri come il mare in tempesta. Cazzo dovevo assolutamente smettere di pensare a lui altrimenti ne avrebbe risentito anche il mio lavoro. Non potevo lasciarmi condizionare così tanto dai sentimenti.
Eppure.. avevo avuto un flashback di quando ci eravamo incontrati per la prima volta. Stessa circostanza. Stessa posizione.
Scossi la testa e afferrai le carte dalla mia piccola scrivania e corsi nella copisteria a fare le fotocopie. Dovevo distrarmi.
 
Era quasi finita anche questa giornata di lavoro e tra poco più di un ora avrei riabbracciato il mio piccolino. Incredibile da pensare ma da quando avevo Happy sentivo meno la nostalgia di casa.
Stavo per riordinare le carte quando mi sentì chiamare dal signor Hunter che mi voleva nel suo ufficio.
Appena entrai mi fece accomodare su una delle poltroncine davanti alla scrivania. Ahia. Non è un buon segno.
 
-è successo qualcosa signore?-
 
-perché ha mentito sul curriculum?- mi domandò senza tanti giri di parole.
 
Spalancai la bocca. Cosa? Mentito? Io? Ma è pazzo?
 
-mentito? Non la seguo! Sono stata onesta sia sulla scuola sia sul punteggio. Non vedo dove sia la menzogna!- dissi risentita.
 
-per quale motivo non ha riportato che ha lavorato per la Evans Corporation? Sa che se l’avessi saputo avrei trovato un posto migliore per lei? È un privilegio lavorare per il signor Evans, chiunque conosca un minimo il nostro mestiere lo considera il migliore! Se lei me lo avesse detto l’avrei rispettata di più!-
 
Ok adesso ero davvero incazzata come una scimmia. Cioè visto che non sapeva niente del mio precedente lavoro mi trattava come una schiava e se avesse saputo di Alex mi avrebbe trattata con i guanti bianchi?
E poi lui come cazzo faceva a saperlo!? L’avevo omesso volontariamente dal mio curriculum!
 
-come lo sa? Come sa dove lavoravo prima?-
 
-sono stato contattato dal signor Evans! Sapeva del suo impiego qui e mi ha chiamato per chiedermi sue notizie.. si più immaginare il mio imbarazzo quando gli ho riferito che è una semplice assistente! È andato su tutte le furie!- disse con voce alterata.
 
Mi aveva trovata. Alex mi aveva trovato.
Mi lasciai scivolare sullo schienale della poltroncina e sospirai.
Lo stalking non conosce limiti proprio.
Guardai l’uomo di fronte a me. Sembrava sudasse freddo. Forse aveva seriamente paura che Alex combinasse qualcosa a lui e al suo studio.
Tranquillo vecchietto.. non è te che vuole.
Mi ha trovato.
Cazzo.
 
-da domani avrà un ufficio e ovviamente dei casi e dei clienti!- concluse il signor Hunter.
 
-no grazie! Non voglio casi o clienti solo perché ha paura di quello che il signor Evans può fargli! Non voglio comprare nessuno io! Non sono quella persona che vuole il mondo di Alexander Evans! Da domani continuerò il mio lavoro di assistente avvocato, proprio come ho fatto oggi e come feci i giorni addietro!- dissi alzando leggermente la voce.
 
Vidi l’uomo oltre la scrivania sobbalzare leggermente e mi affrettai a far tornare il mio tono di voce normale. L’ultima cosa che mi serviva era farmi licenziare.
 
-ma- ma- ma signorina il signor Evans ha detto..-
 
-non mi interessa quello che ha detto! Non è più lui che mi paga, è lei! Per lei ero un’assistente e un’assistente voglio rimanere! Adesso se vuole scusarmi devo finire di spillare della pratiche!- dissi alzandomi e uscendo dalla stanza furiosa.
 
 
____
 
Rientrai in casa e stranamente trovai i miei già a casa. Che buffo. Di solito ero io a rincasare prima. Sorrisi a Happy che corse verso di me. Era felice di nome e di fatto quel cagnolino.
 
-Meg tesoro com’è andata?-
 
-bene mamma! Come sempre! È duro il lavoro di un’assistente! Hai sempre la paura di spillarti insieme due dita da quanto usi la spillatrice!- dissi sarcastica buttandomi a peso morto sul divano.
 
-ha chiamato Meg.. qui. A casa! Ho risposto io e gli ho detto che non sei qui, ma lui lo sa! Sa dove sei e credo che sappia anche dove lavori!- disse mia madre cercando calibrare bene le parole per paura di una mia reazione.
 
Sbuffai e posai la testa sulla testata del divano.
 
-forse lasciare tutto e tutti non è stata una grande idea dato che il passato sembra tornare a bussare alla mia porta!- dissi riflettendo a voce alta.
 
-devi decidere tu adesso Megan! Puoi lasciare che lui ti trovi e affrontarlo, oppure puoi continuare a scappare trovando un nuovo posto e magari un nuovo lavoro! Nessuno può decidere al tuo posto!- mi disse mio padre posandomi una mano sulla spalla.
 
Lo guardai e lentamente annuì. Aveva ragione. Dovevo prendere una decisione.
 
 
Avevo preso Happy e stavo facendo una bella passeggiata.
Con stupore mi accorsi che era quasi Natale. Con tutto quello che era successo non ci avevo nemmeno fatto caso. Era già metà dicembre.
Me ne accorsi dalle luci e dal grande albero decorato che avevano messo in mezzo al parco. Era un tripudio di colori e buon umore.
Il Natale era così. Portava gioia. Almeno a me. È la mia festa preferita per eccellenza. Adoravo quel calore quando fuori nevica.
Diciamo che era la mia festa preferita. Erano due anni che non festeggiavo più. Il motivo era saputo. Era anche la preferita di Trace. Sorrisi pensando a quella volta che si travestì da babbo natale. Era uno spasso.
Happy correva felice per quelle viuzze del parco che era proprio illuminato a giorno.
Camminavo distratta guardandomi intorno, cercando di farmi trasportare dallo spirito natalizio dopo tanto tempo quando andai a sbattere contro qualcuno.
 
-oddio mi scusi!! Non guardavo dove andavo!-
 
Lo vidi alzare lo sguardo e mi sorrise. Era il ragazzo che avevo conosciuto quel giorno. Christian.
 
-ti perdono solo se mi dai del tu Megan!-
 
Gli sorrisi.
 
-scusami! Seguivo il cane non guardavo la strada troppo presa dalle luci!- dissi sincera.
 
-tranquilla.. sei scusata! Adesso però devo scappare! Ci vediamo domani in ufficio! Ciao ciao!- disse prima di sparire oltre il parco.
 
Lo seguì con lo sguardo. Che strano ragazzo.
 
-andiamo a casa Happy?-
 
Lo vidi scodinzolare e abbaiò. Dio quanto amavo quel cane!
 
 
Tornai a casa e mi accorsi che c’erano ancora le luci accese. Che strano, credevo che i miei genitori fossero già a letto.
Alzai la spalle e presi le chiavi di casa. Aprì la porta e sciolsi Happy dal guinzaglio.
 
-ciao Megan!-
 
Mi immobilizzai. La sua voce.
Era la sua voce. Era davvero qui? In casa mia? Nel mio soggiorno?
Alzai leggermente la testa e lo vidi. Era di fronte a me. Bello come il sole con i suoi jeans scoloriti e un maglioncino blu.
Mi guardava. Non distoglieva lo sguardo dai miei occhi.
Cazzo che situazione.
La parte di me che da due settimane cercavo di sopprimere si rianimò. Ero felice che lui mi avesse trovata, ero felice di rivederlo, ma non era cambiato assolutamente niente!
Presi un sospiro e continuai a sostenere il suo sguardo. Ci sarebbe stata una guerra qui. Ne ero sicura.
 



_____________________

HOLA!!
che succederà adesso??
lui l'ha trovata.... riusciranno a chiarirsi o le strade rimarranno divise?
grazie mille a    ELE   ,   MIN ELL I, C IC INA e LET YPOLLY che hanno recensito lo scorso capitolo.. non ci credo che sono arrivata a quattro recensioni in un capitolo solo.. ahhhh vi adoro davvero tanto!!
un bacio enorme anche a chi mette la storia tra le seguite/preferite/ da ricordare.. grazie!
ci vediamo al prossimo capitolo dove finalmente la nostra Meg tirerà fuori gli attributi!!
ciao tesori!!


ahh mi cercate un nome per la nostra coppia? cioè come Niley, Jemi questi qui.. con Alex e Megan.. vediamo che ne esce fuori!!

vi bacio!!


Marty0029
 

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Capitolo 21
*** 20) COMPARISON ***



 




 
 
20) COMPARISON
 
-ciao Megan!-
 
-ciao Alex!-
 
Lo vidi fare un passo verso di me e io istintivamente ne feci uno indietro. Lui si fermò e continuò a fissarmi. Mi guardava con quei suoi occhi dannatamente perfetti e sicuri. Era così bello. Troppo. Era bello da stare male.
 
-ti ho trovato visto? Te l’avevo promesso che ti avrei trovato e così è stato! Basta nascondersi!-
 
-come hai fatto? Come mi hai trovato? Hilary e Sue non mi avrebbero mai tradito!- dissi duramente.
 
-loro lo sapevano?? Davvero? Ecco perché evitavano di parlarmi ultimamente!- disse facendo un sorrisino finto. Era alterato si vedeva lontano un miglio.
 
-come mi hai trovato? Sei diventato uno stalker adesso?-
 
-dovresti saperlo che quando si tratta di te non rispondo delle mie azioni! Sono bastate poche telefonate e ti ho rintracciato! L’assistente di un avvocato.. che spreco!-
 
-non sono affari tuoi Alex! Dico davvero! Lasciami in pace!- dissi spostandomi e sedendomi sul divano con le mani sulla faccia.
 
-non posso lasciarti fare! Lo capisci che ti amo?- disse sedendosi accanto a me e prendendomi le mani tra le sue.
 
Distolsi lo sguardo da lui e fissai un punto indistinto nel muro davanti a me. Ero troppo in imbarazzo a guardarlo negli occhi. Mi sentivo.. così.. così.. stronza ad averlo lasciato.
 
-ti prego Meg torna a Boston! Torna con me!-
 
Continuavo a fissare il muro incapace quasi di respirare. Lui mi amava e mi rivoleva. E io?
Ah inutile prendermi in giro anche io lo amavo. Dio solo sa quanto lo amavo. Era indispensabile per me. Come l’aria. Però se fossi tornata con lui, non avrei risolto niente. Sua madre mi avrebbe sempre odiato. Sarebbe rimasto tutto come prima.
 
-Alex io.. non è cambiato niente.. è tutto come prima.. non.. non voglio rovinare niente! Io.. non voglio che tu soffra per la perdita di tua madre.. non voglio!- dissi iniziando a piangere.
 
Le lacrime scendevano senza nemmeno rendermene conto. Cercai di asciugarle con la manica della felpa. Cercando di non mostrare la mia fragilità.
 
-non mi interessa di mia madre Megan! Non ci parliamo da quella sera! Non voglio parlarci, almeno per adesso, l’unica che non voglio perdere sei tu!- esclamò asciugandomi con il pollice una lacrima.
 
Scossi la testa e balzai in piedi.
 
-tu non capisci! Io non voglio che con il tempo tu possa arrivare ad odiarmi per aver rotto il tuo rapporto con lei! Non voglio!- urlavo quasi.
 
Stavo dando sfogo a tutta la rabbia repressa che avevo accumulato in quei giorni ero consapevole che probabilmente i miei avrebbero sentito tutto, ma in quel momento sinceramente, non me ne importava affatto.
Si alzò anche lui e si passò una mano tra i capelli. ormai lo conoscevo abbastanza da sapere che era un gesto che faceva quando era nervoso.
 
-mi hai trovata..ok.. adesso però lasciami libera!-
 
-NO! Lo capisci o no che non vivo senza di te? Lo capisci o no che non riesco nemmeno a fare un movimento, anche il più semplice, senza di te? Cazzo Megan io ti amo davvero!!- dissi sbraitando e alzando la voce.
 
Faceva quasi paura vederlo così. Non l’avevo mai visto perdere il controllo. Era sempre stato super controllato in tutto. Dai gesti alle parole. E adesso? Avevo mandato tutto a puttane!
 
-torna a Boston! Io vedrò il da farsi.. forse tornerò, forse no.. devo essere io a deciderlo!- dissi tornando calma e respirando a pieni polmoni.
 
Lo vidi abbassare le braccia e stringere le mani a pugno. Aveva le nocche quasi bianche. Si stava arrendendo. Arrendendo alla mia testardaggine e al mio cazzo di orgoglio.
 
-testarda! Sei testarda quanto bella! So che non otterrò niente più di questo.. almeno adesso però so dove stai e ti ho rivisto!- disse tristemente.
 
Volevo rispondere ma non trovavo le parole da usare. Era come se la voce non volesse uscire. Non volevo che se ne andasse in quel modo, ma era giusto che lo facesse. Ero io a dover decidere cosa fare. Avevo già preso la mia decisione ma lui non doveva ancora saperla.
 
-ciao Alex!-
 
Lui alzò lo sguardo e lo incatenò al mio. Potevo anche perdermi in quella tempesta ma sapevo che sarei stata comunque al sicuro.
Afferrò il giacchetto dall’attaccapanni e se lo mise. Sentivo un vuoto dentro.
 
-ciao Megan!- disse prima di uscire da quella casa e per l’ennesima volta dalla mia vita.
 
Mi buttai sul divano e scoppiai a piangere.
Ero crollata.
Lo avevo mandato via. Lo sapevo. Era stata una stronza. Ma era tutto studiato per il suo bene.
 
-tesoro..-
 
Alzai la testa e trovai mia madre in ginocchio davanti al divano. Mi lasciai accarezzare la testa e per un attimo mi persi in quei massaggi.
 
-l’ho cacciato mamma! Io respingo le persone che mi vogliono bene! Ho respinto te e papà e adesso anche Alex!-
 
-tu sei la persona più altruista che ci sia in questo mondo tesoro! Il tuo destino è stato scritto ed è con Alex. Lo sai anche tu!-
 
-torno a Boston mamma.. prima di tutto però voglio parlare con lei! Devo parlare con lei.. ho lasciato che mi insultasse, ma adesso basta! Adesso comando io!- dissi asciugandomi le lacrime.
____
 
Atterrai a Boston alle 15:00. Perfetto orario. Andai diretta verso il banco informazioni e chiesi dove scaricavano le cucce con gli animali.
Ovviamente ero venuta con Happy. Ormai era parte di me, non avrei mai potuto vivere lontano da lui. Mi dissero che le avevano appena scaricate al gate 9, così correndo riuscì a prendere il mio amico peloso e a uscire da quel posto dopo aver afferrato al volo le mie due valigie.
La prima sosta era casa mia. Fortuna che non l’avevano venduta. Entrai e la trovai esattamente come l’avevo lasciata. Mi lasciai trascinare dai ricordi e disfeci le valigie mentre Happy cercava di prendere confidenza con quel nuovo ambiente.
Mi cambiai e indossai un paio di jeans, una canottiera bianca e un cardigan panna sopra. In piedi misi un paio di scarpe con la zeppa e raccolsi i capelli in uno chignon arrangiato.
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L’ultima cosa che volevo era sembrare volgare, anche se riconosco e preferendo Emily a me era lei la volgare e non il contrario.
Coccolai un po’ Happy, come per trovare la forza di uscire e prendendo il cappotto e la borsa uscì di casa. Presi la macchina dal garage e mi diressi a tutta velocità verso quella casa. Non potevo permettermi di cambiare idea. Il mio futuro dipendeva da quell’incontro.
Arrivai e trovai aperto il cancello. Senza pensarci due volte entrai e parcheggiai la macchina nello stesso posto in cui l’aveva parcheggiata Alex quella sera di qualche settimana fa.
Scesi e prendendo un sospiro di incoraggiamento suonai alla porta.
Mi aprì la stessa cameriera dell’altra sera che riconoscendomi mi sorrise.
 
-salve signorina! Come posso aiutarla?-
 
-cerco la signora Evans! È in casa?- “ti prego dimmi di si! Dimmi di si! Dimmi di si! Quando cazzo lo ritrovo il coraggio?”
 
-certo! La signora è nel roseto! Se vuole seguirmi le faccio strada!- disse facendosi da parte e indicandomi una porta finestra che dava sul giardino.
 
La seguì e me la ritrovai davanti, mi guardava malissimo.
Coraggio Meg! Forza e coraggio.
 
-salve signora Evans!- dissi educatamente facendole un cenno con la testa.
 
Vidi la cameriera dileguarsi e probabilmente andò a togliere gli oggetti contundenti dalla casa visto che si prospettava la terza guerra mondiale.
 
-che ci fai qui? Non ti è bastato aver portato mio figlio contro di me? Sei venuta ad umiliarmi?-
 
Cazzo questa donna non rende le cose facili.
 
-io ho lasciato suo figlio per non metterlo nella condizione di scegliere! Sono appena tornata in città! Lui non sa che sono qui!-
 
-hai lasciato Alexander? Perché non lo sapevo?- domandò sorpresa.
 
-l’ho lasciato la mattina dopo la cena! sono stata Chicago fino a questa mattina!-
 
La vidi sgranare leggermente gli occhi. Perfetto avevo catturato la sua attenzione. Adesso non mi restava altro che catturare anche il suo cuore. Impresa molto più ardua.
 
-io voglio molto bene ad Alex, ma non volevo che si dovesse trovare tra due fuochi, lei è pur sempre sua madre e mi creda, per esperienza so che perdere le persone care è traumatico!-
 
-parli come se avessi perso chissà che! Sei solo una bambinetta.. che ne vuoi sapere dell’amore e delle persone care?- mi disse duramente.
 
Incassai il colpo e dovetti far appello a tutti i santi in paradiso per non scoppiare a piangere e prenderla a pugni.
Lei non sa un cazzo di me come cazzo si permette di parlarmi così?
 
-senza offesa signora ma lei non mi conosce! Non sa il mio passato quindi non si permetta di darmi giudizi! Sarò anche piccola come mi definisce lei, ma mi creda che ho abbastanza esperienza!-
 
La vidi guardarmi con astio e ressi il suo sguardo.
 
-come le dicevo prima, non volevo che Alex la perdesse, così avevo deciso di farmi da parte. Di lasciarlo libero di vivere la sua vita vicino a lei e perché no.. anche con Emily o con chi volesse!-
 
Era dura dire quelle cose.
Era difficile lasciare il ragazzo che ami ad un’altra.
 
-vorresti farmi credere che tu l’hai lasciato per non farmi soffrire la perdita di un figlio? Tentativo invano cara, mi ha abbandonato lo stesso!- disse tristemente guardando le rose.
 
-io non credevo che l’avrebbe fatto. Non era quello che volevo e poi no signora io non l’ho fatto per lei, l’ho fatto perché Alex non soffrisse la perdita di sua madre!- ribattei decisa.
 
La vidi riposare lo sguardo su di me. C’era sfida nei suoi occhi.
 
-e che cosa vorresti? Soldi?-
 
-non mi sono mai importati! È vero che vengo da una famiglia non agiata come la vostra, ma non ho mai dovuto chiedere l’elemosina a nessuno, ne ad Alex ne tanto meno a lei!- dissi disgustata dalle sue parole.
 
-che ci fai qui allora?-
 
Sospirai e mi portai dietro una ciocca uscita dallo chignon.
 
-voglio il suo consenso a frequentare nuovamente suo figlio! Qualche giorno fa è venuto a Chicago da me, ma l’ho rimandato via senza risposte.. prima dovevo parlare con lei! Non pretendo che mi accetti nella famiglia, vorrei troppo, ma pretendo rispetto, quello che io non le ho mai fatto mancare!-
 
Distolse lo sguardo dal mio e la presi come una piccola vittoria personale. Le parole che le avevo detto l’avevano in qualche modo scossa.
 
-mio marito mi ha detto che Alexander in questo periodo è stato davvero male per colpa tua! Non sapevo che fossi scappata, ma sapevo che senza di te lui stava male! Come sai da quella sera non vuole avere contatti con me.. forse sapere che sotterriamo l’ascia di guerra lo farà tornare!-
 
-sono sicura che sarà così! Suo figlio ci tiene a lei! Mi creda che sta male quanto lei signora Evans!-
 
Lei mi guardò qualche minuto che a me sembrò una vita intera.
 
-chiamami Patricia!- disse prima di porgermi la mano.
 
La guardai e le sorrisi stringendole la mano. Avevo ottenuto la mia rivincita e forse anche Alex.
____
 
Tornai a casa e presi Happy in braccio facendolo volteggiare.
Ero troppo felice.
Ancora non ci potevo credere che avevo trovato una specie di tregua con la mamma di Alex. Finalmente sarei potuta tornare da lui e sperare che mi riprendesse nella sua vita.
Lasciai andare Happy e controllai l’orologio appeso alla parete della cucina. Erano le 18:00. Forse Alex era ancora allo studio.
Forse era maglio controllare.
Composi il numero e camuffando un po’ la voce riuscì ad ingannare perfino l’astutissima Sarah.
 
-buonasera! Posso parlare con il signor Evans?-
 
-mi dispiace ma l’ha mancato per poco! È appena tornato a casa! Se vuole però può lasciare un messaggio! Glielo riferirò!- efficiente come sempre.
 
-non importa grazie!- attaccai il telefono e mi sentì un po’ stronza nei confronti di Sarah. Potevo anche dirle la verità, ma poi chi l’avrebbe staccata dal telefono?
 
Salutai Happy e corsi di nuovo in macchina diretta verso casa sua. Ormai dovevo risolvere questa questione.
Arrivai al cancello e suonai. Un uomo dall’altra parte mi ripose. Forse era il maggiordomo di Alex. Gli dissi che dovevo urgentemente parlare con il signor Evans e probabilmente capendo che era davvero importante dal mio tono di voce mi fece entrare.
Parcheggiai alla meglio peggio la macchina e mi precipitai dentro.
Il signore che mi aveva aperto mi sorrise. Evidentemente mi aveva riconosciuto. L’avevo già incrociato qualche volta in quella casa.
Sorrisi anche io e mi lasciai indicare la porta dello studio. Alex era li. Lo ringraziai e con due falcate raggiunsi la porta.
Bussai.
Dopo aver ricevuto un avanti dall’altra parte aprì la porta.
Alex era di spalle intento a parlare a telefono con chissà chi. Mi presi un momento per guardargli le spalle. Dio era favoloso anche da dietro.
 
-non lo so Harry! Non ho voglia di uscire! Facciamo un’altra volta!-
 
Non si era ancora voltato verso la porta.
Harry.
Probabilmente anche lui, come gli altri ragazzi mi odiava. Mi avevano detto Hilary e Sue che non aveva più giocato in quelle due settimane.
L’avevo davvero rovinato.
Sospirai e feci un passo in avanti lasciando che i miei tacchi risuonassero sul pavimento.
A quel rumore si voltò di scatto verso la porta e sgranò gli occhi vedendomi.
 
-devo andare Harry!- dissi attaccando il telefono e continuando a guardarmi negli occhi.
 
-ciao Alex!-
 
-ciao Megan!-
 
Sorrisi. Certe abitudini era dure a morire.
Si alzò dalla sedia e mi venne incontro. Non indietreggiai questa volta. Mi guardava meravigliato.
 
-che ci fai qui? A Boston?-
 
-sono stata a parlare con tua madre! Abbiamo sotterrato l’ascia di guerra e adesso vengo a chiedere il tuo perdono e il tuo cuore!- dissi sorridendogli dolcemente.
 
-cosa? Hai parlato con mia madre? Ma quando?- era meravigliato. Come dagli torto?
 
-poco fa! Mi ha offerto anche un caffè pensa un po’!-
 

Con due balzi fu da me e si impossessò delle mie labbra. Finalmente.
 
-non mi scappi Megan Coper! Mai più!- disse ad un soffio dalle mie labbra.
 
-mai più!- risposi prima di annullare di nuovo la distanza.
 
Lo baciai di nuovo e nemmeno a dirlo facemmo l’amore li. Su quella scrivania piena di fogli importanti che in quel momento non avevano senso.
 


_________________________________________

eccoci qua!
finalmente la nostra bella Megan ha tirato fuori le cosiddette "pallette" e ha messo a cuccia la suocera.. ci voleva.. voi che dite?
questa storia mi piace sempre di più.. a voi?

un grazie doveroso a tutte le persone che mettono questa storia tra le preferite/seguite/da ricordare... cazzarola siete sempre di più e io vi adoro uno per uno!!

un abbraccio fortissimo a   ELE  ,  MINEL LI e AAAA ANNIE che hanno rece nsito! non smetterò mai di adorarvi e di ringraziarvi!!

ci vediamo presto con un nuovo capitolo della coppia ALGAN!! (soprannome gentilmente offerto da aaaaannie!!)

bacioni

Marty0029

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Capitolo 22
*** 21) PHOTOSHOOT ***



 


 


 
 
 
21) PHOTOSHOOT
 
-dimenticatevelo! Non la farò mai una cosa del genere!- dissi sbraitando contro le mie due migliori amiche. Erano completamente fuse.
 
-andiamo Meg.. non farti pregare! Tu lo farai e basta! Sarà una grande opportunità per me non lo capisci?- disse esasperata Sue.
 
-ma perché io? Perché non può farlo Hilary?-
 
-perché tu sei molto più bella di me! Andiamo sappiamo che con te ci sarà molta più gente! Non essere egoista Megan!!-
 
-egoista? Io? Ma guardate che siete strane forte! io non lo farò, e poi anche se volessi non potrei! Alex è molto geloso lo sapete meglio di me!- dissi giocando la carta di Alex. Lui almeno non mi avrebbe tradito ne ero sicura.
 
-veramente ho sentito che ne parlava con Harry, ha detto che è geloso ma sarebbe anche orgoglioso!- affermò convinta Hila.
 
Oddio vi prego no. Non voglio fare una cosa del genere. Non posso fare una cosa del genere. Non solo il tipo io.
 
-andiamo che ti mostro la location!- disse Sue prendendomi sotto braccio e trascinandomi in una stanza con un telo sullo sfondo.
 
-dovresti sistemarti li ed essere te stessa! Dai Meg mi servono degli scatti per la mostra che faccio sabato.. ti prego!!-
 
Guardai Sue negli occhi e preferirei non averlo mai fatto. Aveva gli occhioni del gatto con gli stivali di Shrek. Dannazione a lei e a quel gatto. Lo odiavo.
 
-ok ok basta! Farò questa cosa, ma sia chiaro che è la prima e l’ultima volta che acconsento! Perciò segnalo sul calendario Sue!-
 
Lei iniziò a saltellare come una bambina e Hilary mi fece l’occhiolino e un sorriso di incoraggiamento. Oddio in che casino mi ero messa?
Da qualche giorno Sue era preoccupata. Finalmente aveva trovato una galleria disposta a farle postare alcuni dei suoi scatti ma all’improvviso tutti i paesaggi che aveva disegnato le sembravano monotoni e scialbi. Voleva qualcosa di nuovo e diverso. Ecco che scendo in campo io.
Volevo che posassi per lei per qualche scatto da aggiungere alla scaletta per la mostra.
 
-li ci sono i vestiti! Dai Meg vai a cambiarti! Prima iniziamo meglio è!- esclamò Sue indaffarata a caricare l’attrezzatura.
 
-cosa? Adesso? Ma non sono pronta..-
 
-non preoccuparti tesoro! Penso io a trucco e parrucco!!- disse sorridendo Hilary trascinandomi dietro un separè.
 
-adesso forza Meg.. vedi di tirare fuori il meglio di te!!-
 
Mi guardai distrattamente allo specchio. Il vestito era corto. Troppo corto per i miei gusti. Mi sembravo quasi Emily. Bleah.
Mi misi in posa e click.
Il primo scatto era andato. Mi aveva accennato a cinque foto quindi quella tortura sarebbe presto finita. Mi lasciai andare e scoppiai a ridere vedendo Hilary alle spalle di Sue che mi faceva le smorfie. Era unica.
Finì per divertirmi davvero a fare tutte quelle strane pose da rivista di moda. Oddio non lo avrei confessato nemmeno sotto tortura intendiamoci!
 
-sei stata perfetta!! Sembri quasi nata per questo lavoro.. sei sicura di voler continuare a fare l’avvocato?- mi domandò sarcastica Sue.
 
Le feci la linguaccia e corsi dietro il separè per cambiarmi e per rimettermi i miei abiti che mi sembravano così stranamente normali.
 
-Meg vieni a vedere! Ho scelto queste cinque foto per la mostra che ne dici?-
 
Arrivai al computer e mi sedetti accanto a Hilary mentre Sue ci faceva vedere le immagini.
Mmh devo dire che era davvero brava. Aveva fatto degli scatti davvero belli. Certo ero imbarazzata a vedermi li, sullo schermo, ma le foto erano ben fatte.
 
-sei bravissima Sue!-
 
1)  2)3)
4)           5)

 

___
 
-allora? Com’è andata la sessione fotografica?- mi disse Alex prendendomi in giro e abbracciandomi da dietro.
 
Ero a casa sua. Tanto per cambiare. Credo che ormai quella fosse la mia seconda casa. Avevo portato qui anche Happy. Non volevo lasciarlo troppo solo a casa e visto che qui c’erano sempre il signore e la signora Higgings, il maggiordomo e la domestica di Alex, che gli tenevano compagnia.
Tra Alex e Happy c’era subito stata sintonia, tanto che avvolte mi domando se si fossero già conosciuti in qualche modo.
 
-lasciamo perdere.. Sue è davvero molto brava a fotografare, ma non credo che renderò la sua mostra stupenda..-
 
-oh andiamo non dire cazzate per favore! Sei bellissima.. ancora non so come mi sono lasciato convincere a tutto questo! Insomma sono gelosamente possessivo di te!! Non sono sicuro di riuscire a frenarmi se qualcuno Sabato farà troppi apprezzamenti su di te!-
 
Scoppiai a ridere e mi voltai, trovandomi così il suo bellissimo viso davanti.
 
-andrà tutto bene! E poi non so se lo sai, ma c’è anche un’asta. I quadri di Sue saranno tutti messi all’asta e acquistati dal miglior offerente!- dissi divertita.
 
-cosa??? Io non permetterò a nessuno di averti appesa nel suo salotto o peggio nella sua camera! Perché non ne sapevo niente?- disse arrabbiato.
 
-io l’ho saputo solo oggi.. gli altri penso che non te l’abbiano detto apposta, perché sanno che sei gelosamente possessivo!-
 
Ringhiò.
 
-migliori amici del cazzo!-
 
Sorrisi e lo baciai. Lui rispose al mio bacio rendendolo più passionale. Lasciai che mi prendesse in braccio e velocemente ci trovammo in camera dove nuovamente facemmo l’amore.
 
____
 
Ero nel bagno di Alex a finire di asciugarmi i capelli quando sento il cellulare vibrare sulla mensola dello specchio. Lo afferro e leggo il messaggio appena arrivato.
 
“ehi tesoro sono arrivata alla mostra.. aspettiamo tutti voi!! Hila”
 
Sorrisi e finì di asciugarmi.
Mi misi velocemente il vestito e mi detti una veloce truccata. Non volevo esagerare.
Indossai un giacchetto di pelle nero e in piedi un paio di scarpe con il tacco nere anche quelle.
http://4.bp.blogspot.com/-43Aanxe-Trw/Tl_FU6H4cAI/AAAAAAAAFF0/rk9Tq1_WFJo/s1600/99999-niki-hannah-montana-wrap-pty-3-123-783lo.jpg
 
Alex era di sotto che giocava con Happy.
Scommetto che era già pronto.
Possibile che fossi sempre l’ultima?
Scesi le scale e lo vidi. Era seduto sul divano con il mio cagnolino sulla pancia che gli mordicchiava le mani. Erano così carini insieme. Sorrisi e comparì davanti a lui facendo una giravolta.
 
-che dici? Posso andare?-
 
Mi fissò a bocca aperta poi annuì leggermente. Era ancora incazzato per la storia dell’asta credo.
 
-andiamo tesoro smettila di tenere il muso!-
 
Mi afferrò la mano e salutando Happy salimmo in macchina.
 
-non vedo l’ora che questa serata finisca.. mi è già venuta a noia ancora prima di iniziarla!-
 
Scossi leggermente la testa. Bello il mio fidanzato gelosamente possessivo.
 
 
-alla buon’ora!! È vero che i vip si devono far attendere ma voi siete anche troppo!!- disse Will vedendoci entrare.
 
-scusatemi.. colpa mia!- dissi sorridendo angelicamente.
 
-ehi amico burbero togliti quel ghigno dalla faccia e divertiti!!- esclamò Harry dando una pacca sulla spalla ad Alex che lo fulminò con lo sguardo.
 
-eccola finalmente!! George lei è la musa!! Megan ti presento George, il proprietario della galleria e il direttore dell’asta che ci sarà stasera!- disse Sue arrivando accompagnata da un signore sulla cinquantina.
 
-piacere conoscerla signore!-
 
-piacere mio Megan! Le tue foto hanno riscosso molto successo, credo saranno quelle più gettonate!!- disse sorridendo.
 
Sentì Alex ringhiare ancora più forte e vidi Harry e Tom allontanarlo verso il bando del buffet. Oddio che strana situazione.
 
-tesoro vieni a vedere le foto?- mi disse Hila prendendomi sotto braccio e trascinandomi in un’altra stanza.
 
Rimasi a bocca aperta. C’ero solo io in quella stanza.
Solo le mie foto.
Erano appese alle pareti con una luce soffusa che si accentuava in corrispondenza degli scatti.
Però. Aveva ragione Sue, erano davvero begli scatti.
 
-tutti non vedevano l’ora di conoscerti! Sei una celebrità quasi quanto Sue qua dentro!!-
 
-ho paura.. Alex partirà in quarta dopo all’asta ne sono sicura!-
 
-tranquilla il tuo bello è potente e ricco, dubito che qualcuno si voglia mettere contro di lui..-
 
-lo spero bene! Torniamo dagli altri? Mi sento osservata qui dentro.. è come se mi vedessi allo specchio!!-
 
Hilary scoppiò a ridere e abbracciandomi mi portò fuori da quella stanza.
 
Cercavo Alex tra la folla ma non lo vedevo. Erano spariti anche Harry, Tom, Fred e Will quindi probabilmente erano indaffarati in qualcosa da uomini.
Alzai le spalle e posai il mio bicchiere ancora colmo di champagne. Non mi andava molto in quel momento.
 
-oddio Megan ciao! che bello vederti qui!!-
 
Mi voltai e mi trovai due occhi azzurri davanti. Non erano come quelli di Alex ma erano bellissimi comunque. Christian.
 
-ciao Chris!! Che ci fai qui? A Boston?- chiesi sorpresa.
 
-un mio amico è di queste parti e mi ha invitato a questa mostra stasera! Complimenti ho visto i tuoi scatti.. sono stupendi!!-
 
-io ho solo prestato l’immagine, è la mia amica Sue la vera artista!!-
 
-sono sicuro che all’asta ne vedremo delle belle!- disse sorridendomi.
 
-speriamo di no.. sono agitata!! Insomma non è da me tutta questa popolarità! Credimi scapperei volentieri da qualche parte!- dissi sincera.
 
-non dire cazzate Meg! Sei bella è giusto che tu abbia il tuo momento di gloria!-
 
Arrossì leggermente alle sue parole e distolsi lo sguardo.
 
-eccoti finalmente!! Vieni Meg sta per iniziare l’asta!!- disse Sue arrivando in quel momento e spezzando il silenzio che si era creato.
 
-beh ci vediamo Megan!!- mi disse Chris prima di sparire chissà dove.
 
-tutto bene? Chi era quello?-
 
Scossi la testa.
 
-tutto bene! Andiamo va.. prima finisce questa cosa meglio è!-
 
Arrivammo in un’altra sala. Quante cazzo ne aveva di sale questa galleria?
Potevo vedere le mie foto in dimensioni più piccole su uno schermo alle spalle del signor George che come immaginavo, sarà il battitore dell’asta.
Cercavo Alex con lo sguardo e finalmente lo trovai. Era circondato dai ragazzi. Oddio mi venne da ridere. Sembrava una celebrità con i suoi bodyguards.
Lo vidi cercarmi con lo sguardo e quando incrociò i miei occhi si rilassò. Gli sorrisi e senza farmi vedere gli mandai un bacio e lui mi rispose con un occhiolino altrettanto indiscreto.
 
-chiamerei sul palco la fotografa e la modella! Prego Sue, Megan prendete posto al mio fianco!-
 
Sgranai gli occhi e maledissi Sue per avermi incastrato in questa storia. Accidenti a me e a quando non so dire di no.
Salì sul palco e mi rassicurai tenendo lo sguardo fisso su Alex che adesso non guardava più me, ma le mie foto. Sembrava quasi rapito da quello che vedeva.
Non le aveva viste prima?
Dubito. Conoscendo i ragazzi ce l’avevano portato di certo nella stanzetta.
 
-iniziamo con l’asta signore e signori! Per prima foto direi di prendere questa!- disse prendendo un telecomando e puntandolo sul proiettore vidi una delle mie foto farsi grande quanto lo schermo.
 
Era la foto in primo piano, dove io con un palmo mi copro un occhio. Devo dire che adoro quella foto perché mi risalta gli occhi. Inutile dirlo che Sue aveva fatto un ottimo lavoro.
 
-bene questa foto come sapete è stata scattata da Sue Sunders e vede come protagonista la signorina Coper. Partiamo l’asta da 100 dollari!-
 
-100 dollari!- disse una voce che avrei riconosciuto tra mille. Alex.
 
Lo guardai e gli sorrisi.
 
-150 dollari!-
 
Mi voltai di scatto verso la mia destra e notai Christian sotto il palco. Era stato lui a puntare di nuovo. Ne ero certa.
Oddio adesso che succede? Una lotta all’ultimo colpo di martelletto? Ti prego fai che questa serata passi velocemente!!
 
-200!!-
 
-250!-
 
-300 dollari!!-
 
Mi portai le mani sulla faccia. Dio che vergogna assurda!!
 
 
Dopo due ore di asta Alex era riuscito, nemmeno a dirlo a portarsi a casa tutte le cinque foto, devo dire che Chris gli ha dato molto filo da torcere, ma alla fine le ha comprate tutte.
Dio solo sa quanto ha speso. L’unica consolazione è che la metà dei soldi andrà a Sue. Almeno a qualcosa di positivo questa serata è servita.
 
-amore eccomi! Andiamo a casa?-
 
Annuì e salutai gli altri dirigendomi con Alex verso la macchina. Aveva preso accordi con quello della galleria, il signor George, per farsi portare le foto il giorno dopo.
Mentre stavo per salire mi sentì chiamare e voltando la testa vidi Christian salutarmi con la mano mentre si dirigeva verso la sua macchina.
Lo salutai anche io con la mano e salì nell’auto di Alex.
 
-ancora non mi hai detto chi è quel coglione! Come lo conosci?-
 
-è il figlio del signor Hunter, quello per cui lavoravo a Chicago! Non so cosa ci faccia qui!- risposi sincera mentre mi allacciavo la cintura.
 
-che bastardo! Ha rilanciato ad ogni foto.. peccato per lui che io ho sia l’originale che gli scatti!- disse divertito prima di baciarmi.
 
Sorrisi anche io. Ero felice che alla fine le avesse comprate lui. Mi imbarazzava troppo che le avesse qualcun altro.
 
-e dimmi un po’ Evans, dove le metterai quelle foto?-
 
Lo vidi alzare le spalle.
 
-non ci ho ancora pensato.. vedremo domani quando arrivano.. per il momento mi accontento della modella!!- mi disse dandomi un bacio veloce e mettendo in moto, diretto verso casa.
 
 

_____________________

CIAO RAGAZZE E CIAO RAGAZZI!
capitolo abbastanza leggero, dove però vediamo tutta la gelosia possessiva di Alex.
voi che ne dite? vi piace? finalmente la nostra coppia sembra essere tornata in sintonia!!

thanks a tutte le persone che mettono la storia tra preseriti/seguite/da ricordare.. non mi stancherò mai di ringraziarvi.
un grazie speciale alle mie due eroine Ele e Minelli che commentano la storia ogni capitolo!! siete uniche!

ci vediamo al prossimo capitolo che caricherò lunedì credo.. non penso di farcela domani perchè lavoro tutto il giorno!
un bacione!!

Marty0029
 
 
 

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Capitolo 23
*** 22) TRANSFER ***



 



22) TRANSFER
 
-Alex basta! Adesso vedi di smetterla per favore! Devo finire di vestirmi e dobbiamo andare a lavoro quindi ti consiglio di alzare il tuo bellissimo culo dal letto e fiondarti in bagno se non vuoi fare tardi!- dissi cercando di essere abbastanza convincente.
 
Non mi riuscì bene perché la risposta che ottenni fu una risata grassa sopra le mie parole. Sbuffai mentre venivo nuovamente trascinata sul letto con Alex sopra di me che mi teneva fermi i polsi sopra la testa.
 
-che palle che fai Meg! Tra gli scatti e le riunioni non stiamo insieme da un sacco di giorni!! Sento la tua mancanza sai?-
 
Sorrisi. Come poteva essere così dannatamente disarmante anche solo con le parole?
Effettivamente aveva ragione. Io ero stata bloccata da Sue per la storia delle fotografie, mentre lui aveva avuto circa due riunioni al giorno che lo portavano a chiudersi in un ufficio anche per ore.
 
-credo che tu debba rassegnarti bello mio! Sei un uomo di affari e per di più anche molto famoso, è logico che le persone ti desiderino come suo legale! Ti vorrei anche io!!- gli dissi prima di fargli un ‘occhiolino.
 
Mi sorrise e portò le sue labbra sulle mie. Dio quanto amavo quel contatto. C’era qualcosa di più bello? Io e lui a letto a farci coccole e dispetti. Ah amo la mia nuova vita.
Venimmo interrotti da un abbaio che ci fece capire che non eravamo più soli, e Happy fece il suo ingresso salendo sul letto e iniziando a baciarci entrambi.
Incredibile quanto fosse affettuoso quel cagnolino.
 
-Happy basta smettila devo ancora farla la doccia!!- sbraitò Alex cercando di spostarlo.
 
Scoppiai a ridere e presi in collo il cucciolo che iniziò a mordicchiarmi le dita. Oddio fai che metta presto i dentini almeno evita di ridurmi le mani come un colabrodo.
Alex si alzò dal letto e dandomi un bacio fior di labbra corse in bagno per farsi la doccia.
Io rimasi li con Happy ancora mezza nuda.
 
-che mi metto? Mi aiuti piccino?-
 
Lo vidi scodinzolare e abbaiò leggermente. Io amavo questo cane.
 
Mi stavo finendo di allacciare le scarpe quando vidi Alex uscire dal bagno con solo un asciugamano. Oddio adesso svengo.
È normale pensare a quanto tempo posso impiegare per togliermi gli abiti e rotolarmi di nuovo nel letto con lui? No perché lo farei molto volentieri.
Lui se ne rende conto e mi guarda con un sorrisino troppo erotico per i miei gusti. Happy attaccalo!!
 
-che c’è signorina Coper hai cambiato idea? La mia proposta di ozio e sesso è ancora valida se vuoi!- mi disse tutto allegro.
 
Guardai le goccioline d’acqua che scivolavano lungo il suo petto. Dio ma lo faceva apposta? Cercai di distogliere lo sguardo, ma mi si era come ancorato addosso a lui e al suo dannatissimo e bellissimo fisico.
Al diavolo il lavoro.
Tanto non credo che al capo sarebbe dispiaciuto se non mi fossi presentata oggi in ufficio.
Con un balzo fui davanti a lui che mi guardò con un sorriso di vittoria sulla faccia.
 
-ah Megan Megan Megan… ti porto sulla strada sbagliata..- disse prima di annullare la distanza tra noi e togliermi i vestiti.
 
Chi se ne frega del lavoro o della strada sbagliata? Eravamo io e lui.. e non c’era niente di meglio al mondo.
 
___
 
Entrammo nell’Evans Corporation di primo pomeriggio, dopo aver passato a letto la maggior parte della mattina e dopo aver fatto un salto dal Mc Donald’s per un pranzo veloce.
L’uomo all’ingresso ci accolse con un grande sorriso e come al solito ricambiai. Ormai era la norma, anzi dirò di più.. se non mi avesse salutato ci sarei rimasta quasi male.
Salimmo in ascensore e sentì Alex cercare e afferrare la mia mano per poi portarsela alla bocca per baciarla. Gli sorrisi.
Mi piaceva quando lo faceva.
Mi sorrise anche lui mentre le porte si aprivano e ci mostravano l’ultimo piano del suo grande impero.
Vidi subito Sarah scattare sull’attenti e le sorrisi.
 
-ciao Sarah!-
 
-ciao Megan, ciao Alex!- rispose pimpante come sempre. Ma quella ragazza era una molla per caso? Non era mai ferma.
 
-messaggi per me Sarah?- domandò Alex avvicinandosi alla scrivania sempre tenendomi per mano.
 
-mmh si! Hanno chiamato per confermare quella convention! Sarà a New York tra tre giorni!-
 
New York? Cazzo è lontano.
Che ti aspettavi Meg? È logico che si sposti spesso per lavoro. Anzi era andata anche troppo bene che non fosse mai andato via in quei mesi.
 
-ho capito! Mi puoi dare il nome dell’organizzatore? Lo devo contattare per definire i dettagli!-
 
-certo!- cercò tra i suoi mille fogli un cartoncino che sembrava un bigliettino da visita e lo porse ad Alex che lo prese con un sorriso.
 
-grazie!- poi entrò in ufficio trascinando dentro anche me.
 
New York.
Chissà per quanto ci sarebbe stato. Giorni? Settimane? E io? Che avrei fatto nel frattempo?
 
-che succede? Una botta d’assenza?- mi domandò preoccupato prendendomi il viso tra le mani.
 
Scossi leggermente la testa e lo guardai.
 
-vieni con me a New York!-
 
Cosa?
Avevo sentito bene?
Voleva che andassi con lui.. beh certo che sarei stata di sicuro più tranquilla a stargli vicino, ma era anche vero che non potevo permettermi di non avere fiducia in lui.
Andava a NY per lavoro cazzo. Non c’era assolutamente niente di cui avere paura. Sarebbe partito e sarebbe tornato. Semplice.
 
-mi piacerebbe, ma no! Rimango qui!-
 
Mi guardò stralunato. Non si aspettava quel genere di risposta.
 
-non mi fraintendere, venire con te è una proposta che mi alletta molto, ma tu vai li per lavoro non per piacere, non avrebbe senso per me venire! Ti aspetterò qui quando ritornerai!-
 
-starò via una settimana Meg! Non credo di poter resistere una settimana senza di te!-
 
Gli sorrisi leggermente e passai una mano tra i suoi capelli così perfettamente imperfetti.
 
-non è giusto che io ti segua ogni volta che ti allontanerai per lavoro Alex! E poi non voglio lasciare Happy solo una settimana!-
 
Lo vidi annuire. Ero riuscita a farlo ragionare. Infondo una settimana passa veloce no?
 
______
 
Eccomi qui. All’aeroporto a salutare il mio bellissimo ragazzo che stava per partire per New York per una settimana.
Ero stretta nel suo abbraccio e lo tenevo vicino a me. Avevamo bisogno di stare vicini.
Inspirai il suo profumo. Gucci ovviamente. Il mio e il suo preferito. Sorrisi pensando a quando l’avevo costretto a comprarlo e adesso non ne poteva più fare a meno.
 
-devi andare tesoro! Mi raccomando chiamami quando arrivi!-
 
Lui annuì e mi regalò un bellissimo bacio degno da telenovelas spagnole.
 
-mi raccomando, se hai qualche problema vai a casa mia! Gli Higgins ci sono sempre!-
 
-vai tranquillo! Approfitterò del fatto che non ci sei per riappropriarmi di casa mia! Non ci sono quasi più il dentro!-
 
-vieni a vivere con me quando torno? Ufficialmente dico!- mi disse di botto.
 
Botto.
Come quello che fece la mia mascella a contatto con il pavimento.
Io e lui. A vivere insieme.
Oddio non era un sogno vero?
 
-ripetiamo che l’imbarco per il volo diretto a New York è il numero 8! Affrettarsi al Ceck In!- disse una voce metallica interrompendo il MIO momento magico e romantico. Dannata voce.
 
-ne riparliamo quando tornerai! Adesso ti conviene andare!-
 
-ti chiamo dopo!- disse prima di avviarsi verso l’imbarco.
 
Cazzo Megan non va in guerra. Puoi anche evitare di fare queste scenate da finale tragico di un film d’amore tormentato!
Lo vidi voltarsi proprio mentre cercavo di asciugarmi velocemente un lacrima.
In due falcate fu da me e mi abbracciò di nuovo.
 
-ti amo Meg! Ricordatelo!-
 
-ti amo anche io!-
 
Mi baciò dolcemente poi corse verso l’imbarco dove recuperò il bagaglio a mano e dove mi salutò con un bacio e con il suo immancabile occhiolino. Il suo marchio di fabbrica.
Lo guardai fino a che non scomparve dalla mia vista e mi alzai in punta di piedi per vederlo meglio. Si, decisamente quel fondoschiena mi sarebbe mancato, così come tutto il resto.
 
____
 
-Meg tesoro vieni a mangiare con noi? Dai facciamoci una serata tra amici, anche se Lex non c’è!- mi disse Hilary dall’altra parte del telefono.
 
Guardai distrattamente il cellulare che ancora non aveva suonato. Alex era partito da qualche ora e probabilmente non era ancora atterrato visto che non avevo sue notizie.
Ero ancora su di giri per la proposta che mi aveva fatto. Vivere con lui. Ero pronta? Oddio non che ora fosse molto diverso. Praticamente ero sempre a casa sua.
Sentirselo dire però.. non so era strano. Mi sembrava un impegno bello e buono.
 
-MEGAN!!!!!!-
 
Oh cazzo mi ero dimenticata che avevo il cordless all’orecchio. La voce di Hilary mi ha trapassato il timpano. Cazzo.
 
-scusami!! Ehi ma che cazzo urli? Mi hai rotto un timpano!!-
 
-non mi rispondevi più!! A che pensavi?-
 
-niente.. lascia perdere te lo dico quando ci vediamo!-
 
-hai pensato alla proposta della cena?-
 
-te la prendi se ti dico di no? Alex non è ancora atterrato e aspetto la sua chiamata per fiondarmi a letto. Sono un po’ stanca! Facciamo domani a colazione?- domandai sperando che non se la prendesse per il mio rifiuto.
 
-stesso posto stessa ora! A domani tesoro! Salutami Lex! Buonanotte!!-
 
Sorrisi chiudendo la comunicazione. Era più unica che rara quella ragazza. La adoravo sempre di più. Posai il telefono sul tavolino e prendendo Happy in braccio dato che si era addormentato sulla mia pancia, mi diressi in camera. Ero davvero stanca. Chissà perché poi. Non avevo fatto praticamente nulla in tutto il giorno.
Misi il telefono sul cuscino e mi sdraiai. Accesi la tv e con mio immenso piacere, scoprì che davano a ripetizione gli episodi di Gossip Girl. Esattamente quello che mi serviva per restare sveglia aspettando la chiamata di Alex.
Adoravo quel telefilm. Ricordo che con Brenda quando eravamo più piccole facevamo finta di essere i personaggi. Io Blair Waldorf e lei Serena Van der Woodsen. Dio si poteva essere più rintronate?
Accarezzavo il piccolo Happy che ormai era già nel mondo dei sogni.
Perché non chiama?
Oddio non è che è successo qualcosa al suo aereo?
Cazzo Megan vedi di calmarti. Che vuoi che sia successo?
Sobbalzai appena sentì il telefono suonare. Era lui! Dio ti ringrazio!
 
-ehi!-
 
-amore mio! Ciao! stavi dormendo? Facendo due calcoli da te dovrebbero essere le 23:00!- disse premuroso come sempre.
 
Scossi la testa come se lui potesse vedermi e mentalmente mi detti della cretina patentata.
 
-no no tranquillo! Ti aspettavo.. non avrei potuto dormire senza sentirti!-
 
Lo sentì sorridere leggermente.
 
-sei arrivato in hotel?-
 
-ancora no! Sto uscendo adesso dall’aeroporto! Ora cerco un taxi e mi faccio portare all’hotel! Sai che mi manchi un casino?-
 
-anche tu! Dai che una settimana passerà veloce vedrai! Venerdì prossimo sarai di nuovo qui a farti rompere le scatole dalla sottoscritta!- dissi cercando di essere calma anche se in realtà mi veniva quasi da piangere.
 
Cazzo quanto mi mancava.
Da quando era andato via avevo pensato a tutto. Avevo capito che ormai la mia vita a Boston dipendeva da lui. Se lui non c’era, non aveva senso che io stessi qui.
Tutto girava intorno a lui e alla sua figura. Tutto il mio mondo.
 
-che farai domani?- mi domandò.
 
-colazione con le pazze, poi essendo sabato, vedrò di andare a combinare qualcosa in ufficio.. sai com’è no? Quando il gatto non c’è i topi ballano!!- dissi divertita.
 
Lo sentì ridere dall’altra parte. Dio potevo drogarmi di quella risata.
 
-fai benissimo!! Attenta però che quando torna il gatto potrebbe rapirti!!-
 
-mmh farò la brava topolina allora!!-
 
-ti amo Meg!- mi disse serio, smettendo di ridere.
 
-anche io ti amo Alex! Adesso ti lascio alle tue faccende! Buonanotte amore!-
 
-mi chiami domani quando ti svegli?-
 
-ma da te sarà notte fonda! Chiamami te quando ti svegli!-
 
-no no chiamami te! Voglio essere la prima voce che senti! Ti prego!!- odiavo quando faceva quella voce. Era quasi peggio degli occhioni del gatto con gli stivali di Shrek.
 
-ok va bene hai vinto! Ciao tesoro!-
 
-buonanotte amore mio!!- mi disse prima di attaccare la comunicazione.
 
Sorrisi e misi il telefono sul comodino. Mi accoccolai ad Happy e sprofondai nel mondo di sogni, fatto di Alex Evans in tutte le misure.
 
 
Fui svegliata da Happy che ancora prima della sveglia iniziò a baciarmi il viso.
Oddio io amo quel cane, ma non quando mi fa il risciacquo.
 
-Happy basta!! Vedi di smetterla sennò niente colazione!!-
 
Smise di leccarmi e mi guardò scodinzolando.
Scossi la testa e andai in bagno a farmi una doccia dato che ormai ero stata svegliata.
Tornai in camera e presi il telefono.
Facendo due calcoli, a New York erano le 3:00 di mattina e di svegliare Alex non ne avevo nessuna voglia, specie dopo il viaggio.
Gli mandai un messaggio.
 
“ciao tesoro, scusa ma non mi andava di svegliarti! Chiamami dopo.. ti amo!!”
 
Posai il telefono e scelsi dall’armadio qualcosa da mettermi.
Mentre sceglievo il mio sguardo si spostò sul calendario. Alex sarebbe tornato venerdì. Cazzo sabato era la vigilia. Domenica era Natale.
Merda santa non me lo ricordavo.
Cosa regalo ad Alex?
Fui distratta dal telefono che prese a squillare. La SUA suoneria. Meravigliata risposi. Erano passati pochi minuti dal messaggio.
 
-amore che ci fai sveglio?-
 
-ti conosco!! Sapevo che non avresti voluto svegliarmi e mi avresti mandato un messaggio quindi ho messo la suoneria anche agli sms! Non mi freghi tesoro!-
 
Sorrisi. Mi conosceva davvero troppo bene.
 
-scusami.. comunque hai ottenuto quello che volevi.. sei la prima voce che sento!-
 
-onorato che sia così! Avevi messo la sveglia?-
 
-già.. peccato che Happy mi abbia svegliato prima.. pensa che mi ha leccato tutto il viso.. fortuna che esistono le docce!!-
 
-ah io l’ho sempre detto che quel cane ha gusto! Devo dire che un po’ lo sto invidiando però!-
 
-scemo!! Torna a letto adesso! Ci sentiamo dopo!- dissi cercando di fare la voce grossa.
 
-agli ordini! Ciao amore!-



_________________________________________

 

NOOOOOOOOOOO  Alex è partito!!!
niente paura che tornerà.. e chi lo molla più?!? ihihi

scherzi a parte grazie mille a tutte le persone che leggono questa storia! davvero GRAZIE!

thanks a chi mette questa gabbia di matti tra le preferite/seguite/da ricordare...

ma sopratutto thanks a quelle due fantastiche persone che mi commentano con costanza...ELE e MINELLI... non ci sono parole per dirvi grazie... anzi mi sembra troppo poco dirvi grazie.. vi adoro!!

ci vediamo tra qualche giorno..
MASSIVE THANK YOU!!

Marty0029

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Capitolo 24
*** 23) VIOLENCE ***



 



23) VIOLENCE
 
Ero il alto mare. Ma che dico alto mare.. ero proprio disperata!
Ovviamente i consigli di Hilary e Sue non tardavano ad arrivare, ma mi sembrava tutto banale o scontato.
Che cazzo si regala a Natale al proprio fidanzato??
Un attimo rettifico, che cazzo di regalo si fa al proprio fidanzato ricco e che ha tutto il mondo ai suoi piedi per Natale?
Istintivamente mi accarezzai il collo, dove c’era la catenina che mi aveva regalato per il compleanno. Non l’avevo mai tolta, nemmeno nel periodo in cui siamo stati separati. Quella piccola “A” voleva dire tutto per me.
Alex.. quanto mi mancava.
Era mercoledì e tra due giorni sarebbe tornato finalmente. Mi mancava davvero tanto. Troppo.
Ci sentivamo mille volte il giorno ma almeno per me, non erano abbastanza.
Hilary e Sue erano le amiche perfette. Praticamente non mi mollavano mai. Erano sempre a casa mia o io a casa loro.
“Ordini di Alex” mi risposero quando una volta gli chiesi perché non mi lasciavano in pace.
Non avevo ancora preso una decisione sull’argomento “convivenza”.
Le mie amiche mi davano della pazza cretina a non accettare, forse avevano anche ragione, ma.. non lo so.. lo sento come un passo importante, dannatamente importante.
Io non sono mai stata così legata a qualcuno come lo sono con lui, ma penso che se vivessimo insieme cambierebbe tutto. Voglio dire.. e se non dovessimo andare d’accordo? Vengo rispedita al mittente come un pacco?
Mi passai una mano tra i capelli guardando l’orario. Erano le 12:00 e ancora in ufficio non avevo combinato un piffero.
Accidenti ad Alex che riesce a distrarmi anche quando non c’è.
Sentì bussare alla mia porta e mi drizzai meglio a sedere. Non potevo certo farmi trovare mezza penzoloni sulla scrivania.
 
-avanti!-
 
Vidi la porta aprirsi e rimasi sorpresa quando vidi chi entrò nel mio ufficio. Che ci faceva lui ancora qui? E soprattutto che ci faceva nel mio ufficio?
Mi alzai a sedere e gli rivolsi un sorriso di cortesia.
 
-ciao Megan! È bello rivederti!- mi disse mentre si sedeva davanti a me. In una delle due poltroncine.
 
-ciao Christian! Credevo fossi tornato a Chicago!- dissi mentre mi risedevo nella mia comodissima e bellissima sedia girevole.
 
-fretta di liberarti di me?-
 
Distolsi lo sguardo imbarazzata e fissai la scrivania. Cazzo che figura di merda! Complimenti Meg!
 
-ehi scherzavo!! Comunque ho l’aereo dopo domani! Volevo solo passare a farti un saluto e magari ad offrirti il pranzo!- disse sorridendo.
 
Io e lui a pranzo? Insieme? Se l’avesse saputo Alex gli sarebbe venuto un mezzo infarto.. meglio evitare di rimanere vedova ancora così giovane.
 
-veramente ho un sacco di lavoro in arretrato.. non credo avrò molto tempo per mangiare.. mi dispiace!- dissi cercando di essere il più convincente possibile.
 
Lo vidi alzare un sopracciglio e mi guardò attentamente. Ok aveva capito che mentivo?
Accidenti a Trace che non mi ha insegnato a dire le bugie! Eppure lui era così bravo!! Fanculo!
 
-sicura? Pranzo veloce?- insistette lui guardandomi negli occhi.
 
Cazzo che occhi.
Erano leggermente più chiari di quelli di Alex, ma altrettanto penetranti. Ma che cazzo pensi Meg? Mandalo via e torna a fare quello che facevi prima!
 
-sicurissima! Mi dispiace, sarà per la prossima volta che capiti a Boston!-
 
-ok allora me ne vado.. ti lascio al tuo lavoro.. sai, ho avuto una discussione con mio padre su di te!- mi disse mentre si alzava.
 
Distrattamente mi alzai anche io. Discussione? Che genere di discussione?
 
-perché? Mi sembrate molto affiatati tu e tuo padre!-
 
-io non ti avrei mai lasciato andare via così velocemente! Ti avrei obbligata a restare, magari offrendoti di più!- disse mentre si avvicinava facendo il giro della scrivania.
 
D’istinto indietreggiai ma trovai il muro alle mie spalle e sussultai leggermente.
 
-non mi avresti convinto! Dico davvero, qui ho tutto quello che mi serve!-
 
Si fermò un momento e mi guardò. Ok adesso mi sento tanto come un topolino in gabbia e il gatto è vicino. Troppo vicino.
 
-già.. Evans! Non sapevo della vostra relazione, non fino alla mostra fotografica almeno!- affermò prima di avvicinarsi di nuovo a me.
 
Sentivo i nostri respiri confondersi. Sentivo il suo profumo che non aveva niente a che fare con il SUO profumo. Era troppo vicino.
 
-forse.. forse è meglio se te ne vai!-
 
Non ci fu risposta. Si avventò sulle mie labbra. Non aveva il SUO tocco. Non aveva il SUO sapore. Non era LUI.
Cercai di spostarlo da me ma era forte, maledettamente forte.
Mi ripresi e gli morsi la lingua. Forte.
Lo sentì staccarsi e gemere di dolore. Esultai internamente per la mia piccola vittoria e mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo.
Christian si riprese dal dolore e mi guardò duramente. Sostenni il suo sguardo. Aveva aria di sfida negli occhi. Lo leggevo bene.
 
-vattene!- dissi con un filo di voce, ma che ero certa che lui sentisse benissimo.
 
-perché? Perché sei tornata con lui? Cazzo potevi restare a Chicago!!- sbraitò tornando davanti a me con un balzo.
 
Questo è completamente pazzo.
 
-tu non sai quello che dici! Ti ripeto di andartene via da questo ufficio e da questo edificio!!-
 
Lo sentì afferrarmi i capelli e mi tirò a se. Cazzo che male assurdo.
Mi baciò di nuovo e questa volta era feroce, incazzato, brutale. Mi faceva male. Davvero male. Dovevo trovare un modo per allontanarlo da me. Cercai di spingerlo via ma in tutta risposta mi trovai intrappolata tra il muro e il suo corpo.
Potevo sentire anche la sua eccitazione oltre i jeans. Dio questo di disgustava non poco. Che schifo.
Gli piazzai una ginocchiata nella pancia e lui finalmente indietreggiò.
Avevo il fiato corto e le labbra che andavano a fuoco. Accidenti a lui. Mi pulì la bocca con la manica della felpa e lo guardai schifata.
 
-esci da questo ufficio o ti caccio a calci in culo!!- ringhiai.
 
Facevo paura perfino a me stessa. Ero stata gelida. Come mi aveva insegnato Trace e come non ero mai stata in gradi di essere.
Lo vidi trasalire e senza dire una parola uscì dalla porta e anche dalla mia vita.
Sentì le gambe smettere di reggermi e mi trovai in ginocchio. Scoppiai a piangere e mi strinsi forte. Era stato traumatico. Il suo sguardo. Le sue parole. Quelle labbra.
Singhiozzavo.
Sentì il telefono suonare. Era la suoneria di Alex. Sapevo che mi chiamava per sentirmi, per sapere come andava e come stavo, ma non ce la facevo a muovermi da quella posizione.
Ero immobilizzata.
Avevo avuto davvero paura. Leggevo una strana luce negli occhi di Christian. Troppo strana da riuscire a capire anche se non era difficile fare due più due. Era palese dove volesse andare a finire. Dio che cretina che ero stata a farlo entrare.
Il cellulare continuava a suonare.
Mi portai le mani sulle orecchie per non sentirlo e mi isolai di nuovo nel mio mondo.
 
 
Sentì la porta aprirsi di scatto e alzai leggermente la testa dalla mia posizione.
Da quanto ero rimasta in quel modo?
Minuti? Ore?
Non lo so. So solo che non avevo ancora la forza di alzarmi.
 
-Megan!! Oddio Meg che è successo?-
 
Vidi Sarah accucciarsi di fronte a me. Mi guardava negli occhi. Potevo leggere che era preoccupata. E lo credo. Non dovevo avere un bell’aspetto!
 
-ehi.. vieni ti aiuto ad alzarti!- mi disse porgendomi una mano.
 
Esitai un attimo ma poi la accettai e mi alzai da quella posizione che mi aveva fatto da cuscinetto.
Distolsi lo sguardo dai suoi occhi indagatori. Non ero in grado di reggere un confronto adesso.
 
-ha chiamato Alex! Ha detto che non gli rispondevi al cellulare, ti ha chiamato diverse volte, così ho pensato che ti fossi addormentata, non avrei mai pensato di trovarti così! Che è successo?-
 
Diverse volte?
Io avevo sentito solo una chiamata.
Afferrai il telefono. 5 chiamate perse. Tutte da Alex.
Perché non avevo sentito il cellulare?
Dannato Christian!
 
-niente Sarah tranquilla sto bene! Devo solo andare a casa!- dissi cercando di essere credibile mentre mettevo il telefono in borsa.
 
-non mentirmi Meg! Non a me, ti conosco ormai! Passo ogni giorno a stretto contatto con te, so quello che preferisci e quello che detesti, non trattarmi da estranea!-
 
Quel discorso mi dette una fitta al cuore.
Io che non la consideravo se non professionalmente, non sapevo niente di lei.. che razza di persona ero?
 
-ho avuto una discussione con l’uomo che è entrato qui prima.. tutto qua! Tranquilla che adesso va tutto meglio! Ho solo bisogno di una doccia e di un pomeriggio sereno!- dissi sorridendole dolcemente.
 
La vidi annuire leggermente e mi sorrise anche lei.
Era buona. Troppo buona per essere trattata da semplice segretaria come facevo ultimamente.
Mentalmente mi detti della stronza.
 
-ok ho capito! Vai tranquillamente a casa, qui ci penso io! Ah avverti Alex, era davvero in pena!-
 
Annuì leggermente e sorprendendo lei, ma soprattutto me stessa, l’abbracciai. Stretta. Come io avevo bisogno. La sentì tentennare un po’, ma poi ricambiò il mio abbraccio.
Lentamente mi staccai e le sorrisi.
 
-ci vediamo domani!- dissi prendendo la borsa e camminando verso la porta.
 
 
______
 
Arrivai a casa e strinsi Happy a me mentre mi dirigevo in cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Avevo la gola secca.
Sentì il telefono suonare e lo presi dalla borsa che avevo ancora a tracolla.
 
-ciao Alex!-
 
In quel momento presi la mia decisione.
Glielo avrei detto.
Non volevo che la cosa venisse scoperta dopo creando più problemi che altro.
E poi sapevo il mio rapporto con le bugie e non sarei durata un giorno.
Glielo avrei detto.
Ma al suo ritorno. Non aveva senso dirlo adesso. Lui era lontano. Non volevo preoccuparlo di più del necessario.
Conoscendolo sarebbe tornato e il convegno sarebbe andato a puttane.
 
-amore ciao!! ma che è successo? Non mi hai risposto oggi alle chiamate! Mi stavo preoccupando davvero!- disse con una voce mista tra il preoccupato e il sollevato.
 
Ecco appunto.
Meglio dirglielo quando torna a Boston.
 
-avevo il telefono silenzioso! Non mi chiedere come è successo perché non lo so!! E non sono riuscita a sentirlo, mi dispiace averti fatto preoccupare!- “ti prego bevitela, ti prego ti prego!”
 
Lo sentì sospirare e poi scoppiò a ridere.
 
-ma che mi combini? Oddio tu e la tecnologia non viaggiate sulle stessa lunghezza d’onda!!- mi disse prendendomi in giro.
 
Sorrisi anche io.
Aveva la capacità di calmarmi e di farmi tornare serena e felice.
Bevvi un sorso d’acqua e continuammo a parlare per un’altra mezz’oretta abbondante.
Quando chiusi la comunicazione mollai Happy e mi diressi verso il bagno e verso la doccia che in quel preciso momento aveva il mio nome scritto sopra.
 
 
______
 
Era venerdì finalmente.
Oggi tornava Alex.
Anzi mi correggo. Tra poco sarebbe arrivato Alex, visto che ero all’aeroporto ad aspettarlo.
Ancora non ci credo che sarebbe tornato. Mi era mancato come l’aria. Impossibile da descrivere.
Alla fine avevo anche deciso il regalo da fargli per Natale.
Sotto suggerimento delle mie due inseparabili ragazze, gli avevo comprato un nuovo giubbetto di pelle, stile motociclista, davvero molto carino.
Nessuno però sapeva che c’era un secondo regalo. Infatti avevo finalmente preso una decisione. Avevo deciso di andare a vivere con lui. Al diavolo i miei monologhi interni sul non farlo.
Dopo quello che era successo con Christian avevo deciso di non perdermi nemmeno un momento in sua compagnia. Lo volevo sempre al mio fianco.
 
-i passeggeri del volo AS13209 atterrato da New York, sono arrivati al gate 3!- disse una voce metallica.
 
È il suo volo!
Veloce come una saetta corsi al gate 3 e mi alzai sulle punte per riuscire a individuare quella chioma bionda perennemente spettinata che tanto amavo.
Lo vidi e fu un attimo.
I nostri occhi si incrociarono e lo vidi correre verso di me.
In due istanti eravamo fusi in un bacio mozzafiato.
Queste erano le labbra che volevo.
Questo era il profumo che volevo sentire confondersi con il mio.
Questo era il mio uomo.
 
-ciao amore mio!- mi disse accarezzandomi il viso con i pollici mentre si apriva in un bellissimo sorriso a trentadue denti.
 
-ciao tesoro!-
 
Lo vidi prendere il bagaglio a mano che era una semplice trolley, poi mi afferrò la mano e insieme uscimmo dall’aeroporto, diretti nemmeno a dirlo, a casa sua.
 
 
Entrammo in casa e ci fiondammo subito in camera da letto.
Ok lo so. Può sembrare che siamo arrapati, ma ragazzi era una settimana che non vedevo quel gnocchetto del mio fidanzato.
Facemmo l’amore e poi mi accoccolai al suo petto mentre lui giocava con una mia ciocca di capelli. adoravo quando lo faceva.
 
-dio che bello essere tornato! Mi sei mancata tanto tesoro!!-
 
-anche tu! Non credevo di sentire così la tua mancanza.. era come se ti fossi portati via qualche parte di me..- ammisi sinceramente.
 
Lo vidi sorridere poi mi posò un bacio sulla testa.
Adesso Meg! Parlagli adesso!
Mi alzai a sedere sul letto mentre mi coprivo il corpo con il lenzuolo. Lo vidi guardarmi stranito e presi un bel respiro.
 
-ti devo dire una cosa che è successa..-
 
Si alzò a sedere anche lui e mi guardò. Avevo la sua completa attenzione in quel momento, lo potevo capire dai suoi occhi e dai suoi muscoli tesi.
 
-mercoledì ti ho detto una bugia, non ti ho risposto non perché avessi il silenzioso, ma perché era successa una cosa..-
 
Continuava a fissarmi. Non diceva una parola ma aveva stretto la mascella, segno che era alterato.
 
-Christian è venuto nel mio ufficio, all’inizio mi ha invitato a pranzo, ma quando mi sono rifiutata si è infuriato.. io non volevo ti giuro che non volevo- dissi scoppiando a piangere come una bambina.
 
Alex mi prese il viso tra le mani e mi asciugò le lacrime con i pollici.
 
-che è successo Megan?-
 
-mi ha baciato.. due volte.. dio è stato disgustoso.. mi si strusciava addosso come un viscido.. dio che orrore!- dissi facendo un brivido.
 
Ripensarci era anche peggio.
Vidi Alex spalancare gli occhi e alzarsi di scatto dal letto.
Si rimisi velocemente i pantaloni.
 
-A-Alex ti prego.. che vuoi fare? Lasciarmi? Non è stata colpa mia!!- dissi piangendo forte.
 
Lui mi guardò e si mise seduto sul letto dalla mia parte. Mi prese nuovamente il viso tra le mani e mi obbligò a guardarlo negli occhi.
 
-non lo pensare nemmeno che io voglia lasciarti amore mio!! Non potrei mai! Voglio dare una lezione a questo maniaco del cazzo che si è permesso di toccarti!-
 
-NO! Ti prego non fare niente! Ho sistemato io! Ti giuro che non tornerà più ma ti prego non fare niente! Stai come me!- dissi stringendomi a lui.
 
Lo sentì stringermi a sua volta.
Forse si era arreso davvero.
Troppo facile. Era stato troppo facile, ma in quel momento pensai davvero che lui avrebbe rinunciato. Che sciocca.



__________

 

HOLA CHICAS Y CHICOS!

tadà colpo di scena.. che bastardo Christian eh? lo odio da morire!!
che ne pensate del capitolo?
vi è piaciuto quello precedente? non ha ricevuto molte visualizzazioni, forse aveva qualcosa di sbagliato? aiutatemi a capire!!
un grazie doveroso a quelle due sante ragazze di ELE e MINELLI che commentano ogni benedetto capitolo... vi adoro!!
thanks a chi mette la storia tra i preferiti/seguite/da ricordare.. siete importanti anche voi!! :)

vi lascio e vi do appuntamento a fra qualche giorno.. non so quando aggiornerò, se riesco domani, ma non prometto niente perchè sono a casa solo la sera tardi!
vi abbraccio!

Marty0029

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Capitolo 25
*** 24) CHRISTMAS EVE ***



 



24) CHRISTMAS EVE
 
Aprì gli occhi e subito sorrisi.
Oggi era la vigilia di Natale. Il mio primo Natale da sola, senza i miei genitori. Il mio primo Natale con Alex.
Alzai la testa e lo vidi mentre continuava a dormire. Poverino in fuso orario si faceva sentire. Ieri era crollato mentre guardavamo la televisione.
Ancora non gli ho detto niente riguardo alla faccenda della convivenza, ieri dopo che gli ho rivelato quello che era successo con Christian, non mi è sembrato ne il luogo ne il momento adatto per dirglielo. Probabilmente lo farò oggi.
Mi alzo sbadigliando leggermente attenta a non fare rumore e scendo in cucina.
So che Alex ha dato le vacanze al signor e la signora Higgins, così siamo soli. Ha anche portato qui il piccolo Happy che dorme tranquillo e beato nella sua cuccia a forma di osso. Che tenero.
Ho deciso di portare la colazione a letto ad Alex, confidando nel fuso orario e sperando che non si svegli prima.
Prendo la macchinetta e la prima cosa che faccio è un bel caffè.
Decisamente mi serve un caffè se voglio affrontare bene questa giornata. Sarà lunga. Molto lunga.
Riscaldo nel microonde due cornetti e prendo i miei biscotti preferiti.
Sorrido pensando che sono riuscita a portarli anche qui. I Pan di Stelle ormai regnano nel mio mondo e fanno tutti gli spostamenti che faccio io. Non sia mai che non ne mangio almeno un paio a colazione. Potrei uccidere per molto meno.
Mentre aspetto che il caffè sia pronto, metto sopra un vassoio due tazze, lo zucchero, i cornetti e la scatola di biscotti. Faccio un passo indietro e ammiro il mio operato.
Però niente male!
Il caffè è finalmente pronto e il suo profumo si estende nell’aria facendomi sognare ad occhi aperti. Drogata. Ecco quello che sono.
Ne verso un po’ nella tazza di Alex e ci aggiungo un velo di latte tiepido, proprio come piace a lui. Per me invece riempio la tazza grande. Niente latte, sciuperebbe il sapore e basta.
Sposto la macchinetta nel lavabo e prendo il vassoio intenzionata a portare a termine quella mia follia mattutina.
Ho deciso che Evans avrà la colazione a letto e così sarà.
Percorro le scale facendo fatica a non fare un danno irreparabile e mi congratulo con me stessa quando raggiungo la camera indenne. Faccio passi da gigante proprio.
Il bello addormentato è ancora li che se la dorme alla grande. Che tenero. Quasi quasi mi sento una stronza a svegliarlo.
Poggio il vassoio sul comodino e mi prendo un secondo per guardarlo.
È straiato a pancia in giù. Il piumone lo copre solo dalla vita in giù, ma nonostante indossi solo una canottiera nera, non sembra per niente infreddolito. La testa è poggiata malamente sul cuscino mentre tiene un braccio lungo schiena e uno sotto il cuscino. I capelli come al solito sono più scompigliati che mai, sorrido pensando che non l’ho mai visto con i capelli in ordine. Forse lo amo anche per questo.
La bocca è leggermente aperta e quelle labbra.. dio quelle labbra sono la fine del mondo. La fine del mio mondo. Mi fanno impazzire.
Lentamente vado verso di lui e mi siedo sul bordo del letto. Gli accarezzo una guancia con la mano. Lui si sveglia con il mio tocco, ma continua a tenere gli occhi chiusi. Credo sia un invito a continuare il mio massaggino.
Gli accarezzo anche i capelli e poi gli do un piccolo bacio fior di labbra. Mentre sto per scostarmi, lui mi attira a se e rende il bacio molto più passionale, più ardente, per un attimo mi dimentico della colazione e dei miei buoni propositi per mangiare tranquillamente a letto.
Sorrido e quando il bacio finisce lo accarezzo di nuovo.
 
-buongiorno amore!-
 
-ciao principessa!! Mmh lo voglio tutti i giorni un buongiorno così!- disse mentre si stiracchiava leggermente.
 
-colazione?- gli domando posandogli davanti il vassoio.
 
Lo vedo sgranare gli occhi e sorrido. Sorpresa riuscita.
 
-colazione a letto? Ma io ti sposo!!!-
 
Scoppiai a ridere mentre afferravo un biscotto. Era forse arrivato il momento di dirglielo? Dovevo fargli sapere che avevo preso una decisione?
Da una parte volevo che fosse lui a intavolare di nuovo il discorso. Avevo paura ad affrontarlo.
Mi guardò e mi sorrise regalandomi un bacio dolce fior di labbra.
 
-che ti frulla in quella testolina? Sai che a volte vorrei poterti leggere nel pensiero?-
 
Gli sorrido e mentalmente ringrazio dio che lui non possa farlo. Se mi leggesse nel pensiero sarebbe proprio un bel danno. Addio ai miei monologhi interni alle ore più pazze del giorno.
 
-pensavo ad una cosa.. tranquillo va tutto ok! Adesso mangiamo altrimenti si fredda tutto!!- dissi prima di portare il vassoio sul letto nel mezzo a noi.
 
Lui annuì e afferrò uno dei due cornetti.
 
-hai pensato? Alla mia idea di venire a vivere qui.. io ci ho pensato tanto e ho anche deciso che continuerò a pagare anche la tua casa, ma tu starai qui.. con me!- mi disse tra un boccone e l’altro.
 
Per poco non mi strozzai con il caffè che stavo bevendo.
Avevo capito bene? Lui voleva pagarmi la casa? No no era completamente fuori discussione, non avrei mai permesso che lo facesse.
 
-io voglio venire a vivere con te Alex, ma non ti lascerò pagare la casa al mio posto! Quella casa è mia e dei miei, non è giusto che la paghi tu! Continuerò a farlo io, come ho fatto in questi mesi!- dissi decisa.
 
-oh andiamo Meg sai che non è un problema per me! Lasciami fare ogni tanto no? Che vuoi che sia pagare quella casa?-
 
Adesso mi sentivo ferita.
Ero lontano anni luce dal suo mondo.
Lui era ricco. Poteva permettersi di pagare una casa dove non ci stava nessuno solo per lo sfizio di farlo.
E io? Io ero pronta ad accettare tutto questo?
 
-ho vissuto gli ultimi tre anni della mia vita a farmi comandare Alex! Adesso basta! Ti ho detto che quella casa è mia e la pago e gestisco io, se non ti sta bene dimenticati che io venga a vivere qui!!- dissi alzandomi di scatto e andando verso la finestra.
 
Sentì un rumore e due secondi dopo le sue mani erano sulle mie spalle. Voleva che mi voltassi, ma non potevo. Non volevo mostrargli le lacrime che mi scendevano giù dagli occhi. Non volevo che mi vedesse così fragile.
Alla fine riuscì a voltarmi e mi strinse forte a se. Avevo le braccia lungo i fianchi e non risposi subito all’abbraccio.
 
-scusami! Ti prego non litighiamo, odio quando succede! Voglio davvero che tu venga a stare qui Megan! Dico sul serio! Se vuoi la casa puoi pagarla da sola ma ti prego, permettimi di farti entrare nel mio mondo! Voglio che tu capisca che per me non è un problema spendere, poi se spendo soldi per te non è mai uno spreco!-
 
Aveva fatto centro.
Io l’avevo fatto entrare nel mio mondo da quando gli avevo raccontato dell’incidente, di Trace e degli altri.
Era ora che entrassi anche io nel suo. Era ora che anche io mi lasciassi andare a lui e alla sua vita.
Lo strinsi a me e affondai la testa nel suo petto coperto solo da quella canottiera nera.
 
-io ti amo Megan! Voglio vivere con te!- mi disse sussurrandomelo all’orecchio.
 
Sorrisi e mi sciolsi dall’abbraccio per guardarlo negli occhi.
 
-ok, va bene, proviamoci! Proviamo a vivere insieme, ma sappi che non sarà facile Evans!!- gli dissi prendendolo un po’ in giro.
 
Lui mi sorrise e mi asciugò meglio le lacrime.
 
-buona vigilia amore mio!!-
 
Già! Me l’ero completamente dimenticata.. eppure avevo anche preparato la colazione per festeggiare la nostra prima vigilia. Dio che scema che sono.
 
-buona prima vigilia insieme tesoro!-
 
_____
 
Passeggiavamo mano nella mano per le vie di Boston intenti a finire i regali di Natale.
Cavolo che freddo che faceva. Mi ero vestita pesante, ma nonostante tutto si gelava.
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Ormai per me era quasi tradizione trovarmi all’ultimo momento a fare i regali.. ovviamente non c’era molta scelta e spesso mi accontentavo. Non potevo certo pretendere la luna la vigilia di Natale.
Alex era uguale a me a quanto pare dato che si era dimenticato il regalo per Harry, Fred, Tom e Will.
Quest’anno sarebbe stato un Natale completamente diverso per me. I miei non erano riusciti a liberarsi così sarebbero rimasti a Chicago. Un po’ mi dispiaceva. Avevo festeggiato il Natale con loro per 23 anni. La sentivo un po’ una tradizione.
Alex lo avrebbe festeggiato in famiglia, ovviamente, e mi aveva invitato. Addirittura ieri mi aveva chiamato Patricia Evans in persona per chiedermi di partecipare. Oddio, quando avevo sentito la sua voce credevo di morire.
Il 26 invece ce lo prendiamo per noi! Alex mi ha detto che mi porterà in un luogo speciale dove saremo solo io e lui.
Mmh sinceramente non vedo l’ora.
Per stasera, ci troveremo a casa di Hilary e Harry per scambiarci i regali e fare stupidi giochi da tavolo. Ci sarà da divertirsi, soprattutto perché abbiamo saputo che Fred ha trovato la ragazza. Siamo molto curiosi di conoscerla, io in primis.
 
-che cavolo gli regalo? Amore aiutami!-
 
Vedere Alex sul punto di crollare per i regali natalizi non aveva prezzo. Era affannato a cercare qualcosa, qualsiasi cosa pur di non presentarsi a mani vuote.
 
-tesoro li conosci tu i tuoi amici! Io devo fare i regali a Sue e Hilary ma vado tranquilla perché so quello che vogliono!-
 
-ah si? E che vogliono?-
 
-Hilary vuole il nuovo profumo di Burberry, sono giorni che passa davanti alla vetrina della profumeria e se lo spruzza addosso, mentre Sue ha adocchiato un set di cappello e sciarpa da Walmart! Ecco questi sono regali che farò alle mie amiche, anche se..-
 
-anche se??-
 
Smisi di camminare e lo guardai. Si fermò anche lui.
 
-credi che dovrei fare un regalo anche alla ragazza di Fred? Insomma non la conosco, ma stasera lo farò, ed è molto brutto non avere niente da scartare!!-
 
Lui mi guardò dolcemente e annuì mettendomi un braccio sopra la spalla e costringendomi a continuare a camminare.
 
-gli faremo un pensierino allora! Ah lo sai che ti amo??-
 
Scoppiai a ridere. Avevo capito dove voleva andare a parare.
 
-ok va bene, i regali li facciamo a mezzo!-
 
-oddio grazie!! Mi salvi! Non saprei mai che regalare a quelle pazze scatenate!!- mi disse baciandomi la tempia.
 
Sorrisi stringendomi di più a lui. Come potevo non amare questo ragazzo?
 
-che ne dici di un una sciarpa anche per i ragazzi? Da quello che ho potuto vedere, sia Fred che Will le portano!!- dissi allegra di aver trovato qualcosa da regalare.
 
-dico che è perfetto!! Vada per quello per loro! Manca solo Tom e Harry poi siamo liberi finalmente!-
 
-qualcosa mi dice che tu non ami fare regali di Natale!- dissi sorridendo.
 
Lui scosse la testa sistemandosi meglio il cappotto grigio.
 
-amo il Natale ma odio fare shopping! Mi dispiace amore ma non sarò uno di quei ragazzi che ti viene dietro portandoti le borse!-
 
Mi finsi oltraggiata e mi staccai da lui.
 
-e me lo dici adesso? Oddio se lo avessi saputo prima..- affermai mettendomi le mani sulla faccia.
 
Lui scoppiò a ridere e mi riprese sotto braccio.
Era caldo. Proprio quel calore di cui avevo bisogno.
 
-andiamo va pazza!! Stai troppo con Hilary e Sue!!-
 
_____
 
Mi guardai allo specchio e feci una giravolta. Perché no. Era molto carino questo vestito.
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Sapevo che probabilmente Alex non avrebbe gradito, era troppo corto per i suoi gusti, ma a me piaceva e stranamente ci stavo anche bene.
Mi piegai verso lo specchio e mi feci un leggero trucco, non volevo esagerare tanto.
Mentre mi passavo il mascara vidi dallo specchio Alex che entrava in camera. Wow era la fine del mondo da quanto era bello.
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-non credi sia un po’ troppo corto questo vestito?- disse arrivando al mio fianco e accarezzandomi le braccia.
 
Scossi la testa leggermente. Finì di truccarmi e mi voltai verso di lui.
 
-è carino no? Mi piace un sacco!!-
 
-piace anche a me, ma.. va beh lasciamo perdere tanto perderei la battaglia! Sei pronta?- mi domandò arrendendosi al mio sguardo.
 
Gli sorrisi e lo baciai. Era raro come il sole che si arrendesse. Forse eravamo davvero in ritardo.
 
 
Appena arrivammo a casa di Hilary e Harry, vidi le mie migliori amiche saltarmi addosso. Alex al mio fianco scoppiò a ridere mentre io rischiavo di perdere l’equilibrio. Erano proprio pazze.
 
-ciao tesoro!! Credevo che non ti avrebbe portato questo buzzurro! Non arrivavi più!!-
 
-ehi Hilary.. buzzurro vedi di chiamare il tuo ragazzo!! E poi fatti i cazzi tuoi!!- ribattè Alex facendomi scoppiare a ridere.
 
-siete peggio del cane e del gatto voi due! Ma dimmi Hil, è arrivata?-
 
Sapeva a chi mi riferivo quindi mi fece l’occhiolino e annuì leggermente. Cristo ero impaziente di conoscere la ragazza di Fred.
Alex doveva conoscerla già perché mi guardava in modo strano, quasi come se aspettasse una mia reazione a qualcosa.
Alzai le spalle e entrai nel salone dove c’erano tutti i ragazzi e dove c’era.. Sarah? Che ci faceva li la mia segretaria?
OMMIODDIO aspetta un attimo. Era Sarah. Era lei la nuova ragazza di Fred!
Corsi verso di lei e l’abbracciai forte. stretta.
Adoravo quella ragazza e meritava il meglio dalla vita. Era la prima persona che avevo conosciuto all’Evans Corporation e la prima che mi aveva sorriso. Era importante per me.
 
-Meg così mi strozzi!!-
 
Mi staccai e le sorrisi. Lei ricambiò il mio sorriso poi vidi Fred che le posò una mano sulla spalla stringendola a se. Che carini.
 
-credo che per te non abbia bisogno di spiegazioni!- mi disse sorridente.
 
Scossi la testa ridendo.
 
-sono felice per voi, ma trattamela male e ti castro!- dissi seriamente.
 
Fred scoppiò a ridere beccandosi un’occhiataccia da parte mia.
 
-guarda che sono seria signorino!!-
 
Smise di ridere e annuì leggermente. Bravo bambino.
 
-bene adesso che le minacce sono state fatte io direi che possiamo anche andare a tavola!!- disse Harry prendendo Alex a braccetto.
 
Scoppiai a ridere vedendo la faccia del mio ragazzo. Harry era così. Imprevedibile. Faceva una coppia perfetta con Hilary.
 
-che palle però adesso sono l’unico zitello!! Non è mica giusto!!- sbraitò Tom sedendosi tra Sue e Alex.
 
-datti da fare e trova una bella donzella!- gli dissi spostando leggermente Alex per permettermi di vederlo in faccia.
 
Lui mi rispose con una linguaccia e la cena cominciò.
Cazzo avevo proprio fame.
 
 
 

   


______________

HOLA CHICAS Y CHICOS!!!

come va? io ODIO il freddo!!!!!!!!!!!!!!!!!
la storia vi piace? avete visto che abbiamo sistemato anche la segretaria Sarah.. che carina!! ci tengo ad avvisarvi che mancano circa un paio di capitoli alla fine di questa storia.. tranquilli che ho già altre idee, non vi libererete mai di me!!!!!!!

THANKS A TUTTE LE PERSONE CHE METTONO LA STORIA TRA LE PREFERITE/SEGUITE/DA RICORDARE... VI ADORO!!

GRAZIE SPECIALE SOPRATTUTTO ALLE MIE ELE, MINELLI E LETYPOLLY CHE HANNO RECENSITO E CHE MI DIMOSTRANO FEDELTA'... NON SAPREI COME FARE SENZA VOI!!

caricherò il prossimo capitolo tra qualche giorno..
vi lascio al freddo e al gelo :)
un abbraccio caldo..

Marty0029

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Capitolo 26
*** 25) PROPOSALS AND NEWS ***



 



 

25) PROPOSALS AND NEWS

 
Natale.
Oggi è Natale.
Il mio primo Natale con Alex.
Sono felice.
Finalmente dopo tanto tempo posso dire di essere felice come una bambina al parco giochi.
Sono anche curiosa.
Alex non ha voluto dirmi niente riguardo al regalo e devo dire che non sto più nella pelle.
Che cosa sarà?
Ieri c’è stata la cena da Harry e Hilary ed è stato tutto perfetto. Adoro tutti quei ragazzi. Ognuno di loro mi ha dato tanto e spero di aver dato tanto anche io a loro.
Ancora non riesco a smettere di sorridere perché Sarah finalmente ha trovato un ragazzo. E che ragazzo. Sono felice per lei. Fred è in gamba e poi sennò sa che lo castro quindi.. farà il bravo di sicuro.
Oggi è Natale.
Sono qui davanti all’armadio di camera mia alla ricerca di qualcosa da indossare per il pranzo/merenda/cena a casa di Alex.
Mi ha detto che i pranzi di Natale di sua madre non finiscono mai, quindi mi sono premunita saltando la colazione.
E credetemi che ho fatto un enorme sacrificio. Non ho mangiato i pan di stelle. Disonore.
Con Alex abbiamo deciso che il 27 dicembre lo dedichiamo al trasloco. Dopotutto qualcosa da lui la devo pur portare.
Sento il telefono che fa uno squillo poi si zittisce subito. Sorrido. Alex è partito da casa sua.
Cazzo Alex è partita da casa sua e io sono ancora in mutande. Sbrigati Meg!!!!!
 
 
-ciao amore!! Wow come siamo belle!!- disse Alex mentre salivo sulla sua macchina, o meglio mentre mi arrampicavo sulla sua macchina dato i tacchi alti che avevo messo.
 
http://www1.pictures.gi.zimbio.com/Miley+Cyrus+Premiere+Walt+Disney+Pictures+9iZwdUJf2l7l.jpg
 
-ciao a te! Pronto per la full immersion nel mondo natalizio di tua madre?- domandai divertita mentre mi allacciavo la cintura.
 
Mise la prima e uscì dal vialetto di casa mia, diretto verso la casa dei suoi.
Era bello.
Bello da star male.
Aveva dei jeans neri e una camicia bianca con una cravatta nera fine e lunga. Sopra indossava una giacchetta nera e potevo giurare che in piedi avesse le sue immancabili converse bianche.
 
-pronto? Oddio per quello non credo che sarò mai pronto.. preparati a conoscere tutti i parenti, vicini o lontani che siano.. sai mi sto chiedendo se ho fatto bene a invitarti!- mi disse scostando un secondo lo sguardo dalla strada.
 
Gli sorrisi e guardai oltre il finestrino.
Il mio primo Natale senza quella pazza di mia madre e quel folle di mio padre.
Mi mancavano. Inutile negarlo. Mi mancavano tanto. Erano gli unici che mi ricordavano che la mia vita non era iniziata mesi fa con Alex.
Non fare Natale con loro sarebbe stata una nuova sfida. Avrei superato anche questa.
Avevo un po’ di timore a vedere la madre di Alex. Dal “confronto” di qualche settimana fa, non l’avevo più vista.
E se avesse cambiato idea su di me? E se non volesse più la tregua?
Ah basta Megan!! Troppi se e troppi ma. Andrà tutto bene.
 
-attento Evans.. probabilmente oggi scopriremo i tuoi altarini.. ci sono fotografie in pannolone che devo vedere per caso?-
 
Lo vidi sgranare gli occhi e scoppiai a ridere per la sua espressione. Buffa. Molto buffa.
 
-evita ti prego! E no.. le ho bruciate tempo fa quelle foto!!-
 
 
Arrivammo a casa dei suoi genitori e notai che c’erano già alcune macchine parcheggiate nel vialetto. Segno che forse, stranamente, eravamo in ritardo.
Riuscirò mai nella mia vita ad arrivare in anticipo, o al massimo puntuale?
Sentì Alex al mio fianco e mi prese la mano portandomi davanti al portone. Il maggiordomo che avevo visto qualche settimana prima, ci aprì con un sorriso, ci prese i giacchetti e ci disse che i signori erano già in salotto a prendere l’aperitivo.
Feci un sospiro e seguì Alex fino al salotto dove c’erano circa una decina di persone che chiacchieravano tranquillamente.
 
-Alex, Megan che bello che siete arrivati!!- disse James, il padre di Alex, alzandosi in piedi e venendo verso di noi.
 
Gli risposi con un sorriso e sentì la stretta di Alex farsi più decisa. Era nervoso, si vedeva. Era una cosa nuova anche per lui credo.
 
-ciao papà!-
 
Vidi sua madre alzarsi e venire verso di noi. Iniziai a trattenere il fiato, e lo trattenni fino a quando non arrivò da noi. Con mio enorme stupore, mi abbracciò.
Un po’ impacciata risposi all’abbraccio lasciando la mano di Alex che ci guardava stralunato. Forse era ancora più meravigliato di me.
Patricia si staccò da me e mi fece un sorriso, al quale risposi sincera, poi abbracciò anche il figlio e vidi che gli sussurrò qualcosa che però non riuscì a decifrare.
 
-adesso che ci siamo tutti possiamo andare a tavola!- annunciò la donna tornando verso gli ospiti.
 
____
 
Dire che ero piena era una cazzata.
Ero una palla.
Probabilmente se qualcuno mi avesse messo lo sgambetto sarei volta in terra e sarei rotolata per l’impossibilità di tornare dritta.
Avevo mangiato quanto un’animale. Ultimamente avevo una fame da leoni che non riusciva a passarmi. Forse sarei diventata una balena nel giro di qualche settimana.
Mi passai una mano tra i capelli affondando nel divano super comodo di Alex mentre lui preparava un the leggero per cena.
Ovviamente il pranzo di sua madre era terminato alle 18:00.. tra saluti e bacetti vari eravamo arrivati a casa alle 19:00.. di mangiare non se ne parlava, allora Alex aveva proposto un the caldo davanti ai vecchi film di Audrey Hepburn. Mai stata più felice visto che “Colazione da Tiffany” e “Sabrina” sono i miei due film preferiti.
Avevo Happy sulla pancia che se la ronfava alla grande mentre gli accarezzavo distrattamente la pancia. Oggi era stato solo tutto il giorno e un po’ ero dispiaciuta, infondo è così piccolo.
Vidi Alex tornare e posò la tazza di the sul tavolino di cristallo davanti al divano.
Si mise seduto accanto a me e lo vidi cercare qualcosa nella tasca dei jeans.
 
-perso qualcosa?-
 
Scosse la testa e mi sorrise tirando fuori una scatolina dalla tasca dei pantaloni.
La scatolina era riconoscibile dal colore che aveva. Acquamarina. Solo una cosa in questo mondo poteva avere quel colore..
Tiffany e Co.
Spalancai la bocca e lo guardai cercando di ricacciare indietro le lacrime che bastarde minacciavano di scendermi dagli occhi.
Lui si inginocchiò davanti a me, e mi prese la mano tra le sue. Mi guardò e mi sorrise prima di parlare.
 
-Meg.. io ti amo e lo sai.. non posso immaginare la mia vita senza la tua presenza dentro.. sei diventata in poco tempo parte di me e sei troppo importante per continuare ad aspettare.. voglio che tu sia mia in tutti i sensi.. per questo ti chiedo.. Megan Coper, mi vuoi sposare?- mi disse aprendo la scatolina e mostrandomi l’anello che conteneva.
http://theknot.ninemsn.com.au/wp-content/uploads/2012/09/Tiffany-Setting-Ring-235x235.jpg
era favoloso.
Alzai lo sguardo da quella meraviglia e guardai Alex, ancora in ginocchio che aspettava la mia risposta. Sorrideva, ma si vedeva che aveva paura. Paura di un mio rifiuto?
Volevo rispondere, ma proprio mentre stavo per farlo mi sentì male. Improvvisamente mi sentì debole.. tremendamente debole e l’ultima cosa che ricordo era la voce di Alex mentre cadevo svenuta sul divano.
 
 
Mi svegliai in un letto che non riconoscevo. Non era il mio. Nemmeno quello di Alex. Dov’ero? Poi mi ricordai di essere svenuta durante la proposta di Alex.
Cazzo che idiota che sono stata. Svenire quando il tuo ragazzo ti chiede di sposarlo.. si può essere più cretini?
Ero in ospedale a giudicare dal bianco intorno a me e dalla puzza di purè.
Odiavo gli ospedali. Non credo di dover spiegare il motivo. C’ero stata fin troppo li dentro negli anni scorsi.
Feci per alzarmi ma sentì una fitta alla testa. Cazzo che male.
Mi rimisi sdraiata e mi guardai intorno.
C’era Alex. Oddio fino a prima non l’avevo notato. Dormiva su quella poltroncina, che dava l’aria di essere scomodissima.
Doveva essere notte fonda perché non c’erano rumori nell’ospedale e le finestre erano chiuse.
Mi presi un secondo per guardarlo. Era ancora vestito come dal pranzo di sua madre, ma aveva tolto la cravatta. Sorrisi pensando a quanto la odiava e mi massaggiai le tempie cercando di far passare quell’assurdo mal di testa che mi uccideva il cervello.
Vidi Alex muoversi e aprire leggermente un occhio. Appena si incrociarono i nostri occhi, lui balzo in piedi e corse verso il letto dove ero sdraiata.
 
-che è successo? Perché sono qui?- domandai un po’ titubante.
 
Lo vidi sorridermi e mi baciò la testa, poi prese la poltroncina dove era seduto prima e l’avvicinò al letto, si mise seduto e mi prese la mano.
 
-è successo che da adesso in poi devi stare attenta a quello che fai signorina!! Niente più colpi di testa!- mi disse continuando a sorridere.
 
Non ci capivo gran che. Perché continuava a sorridere?
Era un sorriso strano.. sollevato, ma anche di felicità. Era felice?
 
-io-io non capisco..-
 
-sei incinta Meg!-
 
Tre parole. Tredici lettere.
Io sono.. sono incinta? Io? Megan? Sono incinta? Cosa?
 
-io.. non posso essere incinta! È uno scherzo??- mi agitai.
 
Vidi Alex cambiare espressione e diventò quasi.. deluso. Lui lo voleva davvero questo bambino?
Come.. come poteva volerlo?
Io.. non lo volevo.. non volevo un figlio.. non adesso.
Io non ero pronta ad essere madre! Avevo solo 25 anni cazzo.
Non posso essere incinta! Io.. non voglio essere incinta.
Non voglio essere come mia madre..
Io non sarò una brava madre..
 
-non credevo che ti shoccasse tanto questa notizia Megan! Ti dirò che io ero anche contento!!- disse alzandosi e comminando verso la finestra.
 
Perfetto. Adesso ci manca solo di litigare noi due per questo.
Lui vuole davvero un figlio? Da me?
E se io non fossi all’altezza?
Se mi comportassi come hanno fatto i miei genitori? Se non lo lasciassi libero di decidere la sua vita? Io non voglio che mio figlio mi odi come io ho odiato i miei.
 
-mi shocca parecchio Alex! Tu non capisci.. io.. io non posso essere incinta!- effettivamente ero quasi sotto shock.
 
Mi sentivo in trappola.
Lui si voltò e mi guardò, poi tornò verso il letto, ma non mi sfiorò nemmeno. Era arrabbiato. Si poteva leggere benissimo nel suo sguardo.
 
-io non voglio essere come mia madre Alex!!-
 
Lui sembrò rilassarsi un attimo e si rimise seduto sulla poltroncina.
 
-andrà tutto bene tesoro! Saremo bravi! Abbiamo la possibilità di diventare una famiglia perfetta! Sarai una madre fantastica, perché sei una persona fantastica!- mi disse prendendomi la mano destra.
 
Scossi la testa.
Lui che ne sapeva? Non poteva saperlo!
 
-Meg ascoltami.. i dottori devono farti un ecografia per vedere a che punto è la gravidanza, non potevano farla da svenuta..-
 
Lo ascoltavo, ma sentivo la sua voce lontana. Lontana anni luce.
Io.. madre.. non era una bella accoppiata.. ce l’avrei fatta davvero? Sarei davvero stata in grado di crescere un figlio?
Annuì ad Alex che pigiò il pulsante di chiamata, e dopo pochi minuti entrò un’infermiera che mi sorrise, cercai di ricambiare il sorriso, ma credo che mi uscì solo un mezzo ghigno.
La vidi prendere un monitor e trasportarlo vicino al letto, dall’altra parte da dov’era Alex.
Presi un respiro e strinsi la sua mano. Lui mi posò un bacio sulla fronte e mi guardò con quei suoi occhi tremendamente penetranti da far star male.
 
-ok Megan adesso procediamo con l’ecografia! Sentirai un po’ di freddo!- mi disse l’infermiera prima di mettermi del gel sulla pancia.
 
Cazzo che ghiaccio!
Era freddissimo. Rabbrividì e feci due respiri profondi, forza e coraggio.
L’infermiera prese uno strumento e me lo passò sul gel mentre premeva leggermente sulla mia pancia.
Dal monitor proveniva uno strano rumore.. sembrava quasi.. un battito.
Oddio quello era il battito di mio figlio?
Era.. era davvero così reale?
 
-allora Megan questo che senti è il battito del piccolino, da quello che posso vedere, sei appena entrata nella nona settimana di gravidanza, quindi sei appena a due mesi! Congratulazioni!!-
 
Non ascoltavo lei.
Ero troppo concentrata ad ascoltare quel rumore. Quel battito.
Veniva da qualcosa dentro di me che stava crescendo.
Spostai lo sguardo verso Alex e lo vidi che fissava il monitor con uno sguardo di pura felicità. Mi lasciai scappare un sorriso e lo vidi spostare lo sguardo e guardarmi negli occhi. Mi sorrise e mi dette un bacio fior di labbra.
 
-devo dirtelo perché è la legge Megan, se vuoi interrompere la gravidanza puoi farlo nelle prossime tre settimane, basta che prendi un appuntamento! Purtroppo non è possibile interrompere la gravidanza oltre il terzo mese!- mi disse l’infermiera al mio fianco mentre mi aiutava a ripulirmi dal gel freddo.
 
Vidi la mascella di Alex contrarsi e il suo sguardo incupirsi.
Volevo ucciderlo?
Non avrei mai potuto fargli del male.. è vero che mi terrorizzava l’idea di diventare madre, ma era anche una cosa che ci eravamo cercati io e Alex non facendo attenzione.
Quella piccola creatura non c’entrava niente in tutto questo. Non era giusto che ci rimettesse la vita per colpa nostra.
 
-grazie infermiera!- le dissi mentre usciva dalla stanza, lasciandomi di nuovo sola con Alex.
 
Lui si alzò di nuovo e iniziò a fare avanti e indietro per la stanza. Sembrava quasi indemoniato da come andava veloce.
 
-Alex..-
 
-no Meg.. non puoi pensarlo davvero!! Ti prego ripensaci.. io.. io ti amo e voglio stare con te, ma non posso credere che tu voglia ucciderlo!! Cazzo è parte di noi!- mi disse quasi disperato.
 
Gli sorrisi e lo feci tornare a sedere accanto a me. Gli accarezzai i capelli ovviamente spettinati, e lo baciai sulla guancia.
 
-non potrei mai ucciderlo! Non è colpa sua!- feci un sospiro e continuai –andremo avanti e ce la faremo, insieme! Solo.. ti chiedo di starmi vicino.. adesso più che mai!- dissi scoppiando a piangere.
 
Lo sentì abbracciarmi e sussurrarmi un “ti amo” all’orecchio. Mi persi in quell’abbraccio e istintivamente pensai che lui sarebbe stato un padre fantastico.
Lui era fantastico. Aveva tutti i pregi che una donna può desiderare.. certo era gelosamente possessivo, ma era anche buono e gentile.
 
-ehi un attimo!! Io non ti ho risposto!!-
 
Lui si staccò da me e mi guardò un secondo negli occhi, poi finalmente capì e mi sorrise scuotendo la testa leggermente.
 
-posso riprovare?-
 
Lo vidi cercare di nuovo qualcosa nella tasca dei jeans e tirò fuori la scatolina color acqua marina.
 
-mi vuoi sposare Megan Coper?-
 
Gli sorrisi e annuì annullando la distanza tra noi e unendo le nostre labbra in un bacio dolcissimo e profondo.
 
-si Alex Evans! Voglio essere tua moglie.. ad una condizione però!-
 
Lui mi guardò attentamente e annuì.
 
-dimmi tutto.. ti ascolto!-
 
-dobbiamo sposarci prima che lui o lei, nasca! Voglio che abbia i genitori sposati!- dissi guardandomi istintivamente la pancia.
 
Lo vidi seguire il mio sguardo e gli presi una mano che gli posai sulla mia pancia.
Lui sgranò gli occhi e mi sorrise dolcemente.
 
-ok! Sarà così! Ci sposeremo nei prossimi 7 mesi! Scegli una data!-
 
Ci pensai un po’.. beh eravamo quasi a gennaio e il tempo finiva a luglio. C’era una data importante nel mezzo, ma sarebbe stato troppo a ridosso. Era quasi impossibile preparare tutto per quella data.
 
-qualsiasi data Meg.. anche tra un mese, non è importante! Troveremo modo di rendere tutto pronto!- mi disse come se potesse leggere nella mia mente.
 
-24 febbraio!-
 
Lo vidi sorridere e annuì baciandomi.
 
-sapevo che avresti detto quella data! Ne ero quasi certo! E 24 febbraio sia! Diventerai la signora Evans!- mi disse con un sorriso.
 
Ricambiai il sorriso e lo baciai di nuovo.
24 febbraio. Il compleanno di Trace. Sarebbe stato presente anche lui. Dopotutto si sarebbe sposata la sua sorellina incinta!
 
 
 
 _______________________________

HOLA CHICAS Y CHICOS!!
allora come va con questo freddo pungente?? avete notato che voi i pinguini che ballano la salsa fuori in giardino? brrrrrr..

allora prima di tutto ci tengo a precisarvi che il prossimo sarà l'ultimo capitolo, seguito da un piccolo Epilogo. siamo arrivati alla fine di questa storia e il merito è tutto vostro!! vi voglio bene!

voglio bene ad ogni singola persona che legge,
voglio bene ad ogni persona che ha messo questa serie tra le preferite/seguite/da ricordare,
voglio bene a Minelli e Ele che mi commentano con costanza in ogni capitolo che faccio,
voglio bene a tutti quelli che hanno questa storia nel cuore..

ci vediamo presto per l'ultimo capitolo..
vi mando un bacio grande grande!

Marty0029
 

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Capitolo 27
*** 26) IT'S PERFECT! ***



 

 
 
 
 
26) IT'S PERFECT!
 
Ahhh mi stava scoppiando la testa.
Ero qui. Seduta a gambe incrociate davanti al tavolino di cristallo completamente sommerso da fogli di ogni genere.
Alex mi aveva proposto di affidare tutte le beghe ad un esperto, un wedding planner, ma io volevo occuparmi in prima persona del mio matrimonio, quindi eccomi qui, stressata al massimo e con un valanga di cioccolata bianca al mio fianco.
Ero già abbastanza nervosa perché mi avevano abolito il caffè dalla mia vita da quando avevo scoperto di essere incinta.
Cioè.. mi avevano tolto il caffè. Non so se capite quale grave bestemmia era stata lanciata.
Come cazzo avrei resistito un anno senza caffè?? Avrei potuto uccidere per molto meno!
Fortuna, o sfortuna, dipende dai punti di vista, Alex aveva assunto a tempo pieno Hilary, Sue e Sarah che praticamente erano sempre in tutti i luoghi dove stavo io.
Erano diventate peggio dell’edera, spuntavano da tutte le parti senza nemmeno rendersene conto.
Anche adesso.. erano qui insieme a me a scegliere i rivestimenti delle sedie.. ma dico io.. mi importa un piffero a me di come saranno rivestite le sedie?? NO!
 
-io punto per un bel neutro! Bianche!!- disse Sarah mostrandomi una foto di una sedia bianca.
 
-banale!! Andiamo Sarah.. ci vuole colore! Io le farei rosse!!-
 
-nah Sue rosse vengono a noia presto!! Blu!!- ribattè Hilary
 
Mi stava entrando il mal di testa. Fanculo a chi mi dice che non posso bere il caffè.
Sto seriamente prendendo in considerazione l’idea del wedding planner. Accidenti a me e a quando non ascolto nessuno.
 
-Meg tesoro tutto ok?-
 
Alzai la testa e incrociai gli occhi di Hilary che mi guardava sorridendomi dolcemente.
 
Accidenti a lei e a quando non so resistere a quel sorriso.
 
-va tutto bene e le sedie le voglio chiare.. beige! Niente di troppo acceso! Come centrotavola voglio girasoli.. tanti girasoli!-
 
-girasoli a febbraio??- esclamò Sue sorpresa.
 
-si! Ce l’avranno pure da qualche parte in questo fottuto mondo dei girasoli a febbraio!!-
 
Sue si zittì subito e annotò qualcosa su un blocchetto a quadretti.
 
-poi devo ancora scegliere il vestito! Cazzo questa lista non finisce mai!!- dissi esasperata poggiando la testa sulle mani e facendo un piccolo urlo.
 
Le mie amiche trasalirono e Sarah mi rubò la lista dalle mani per darle un’occhiata.
 
-allora.. fiori, abbiamo deciso! Sedie.. deciso, musica.. mmh che musica vuoi?-
 
-“Smells Like Teen Spirits” a ripetizione!!-
 
Le vidi sgranare gli occhi e scoppiai a ridere alle loro facce. Erano troppo divertenti quelle tre messe insieme. Uno spasso.
 
-scherzavo!! Tranquille scherzavo! Certo è la mia canzone preferita, ma la eviterò quel giorno!! Musica.. normale, la solita da chiesa durante il matrimonio e il classico cantante alla cerimonia! Te ne occupi tu?- domandai rivolta a Sarah che annuì strizzandomi l’occhio.
 
-ci penso io! Dunque, poi c’è il vestito che dovresti scegliere velocemente dato che il tempo stringe.. manca poco più di un mese!-
 
-lo so! E so anche il modello che vorrei, solo che non lo so.. mi vengono i brividi ad entrare in un negozio di abiti da sposa!-
 
Hilary scoppiò a ridere, beccandosi un’occhiataccia da me e dalle altre che a quanto pare avevano capito il mio punto di vista.
 
-scusa tesoro ma sei uno spasso quando ti ci metti!! È ovvio che non puoi vestirti in jeans e camicia!! Stasera andiamo all’atelier della cugina di Harry, vedrai che troveremo qualcosa!-
 
Annuì poco convinta ed esortai Sarah a continuare la lista.
 
-poi.. ah poi c’è il catering!-
 
-ah per quello ha detto che se ne occupa Patricia! Dice che lei conosce il miglior catering di Boston! Non sia mai che io mi metto contro quella donna!!- dissi velocemente.
 
-beh almeno quella cosa te la sei tolta no? Pensa positivo!sei un po’ troppo musona ultimamente!- disse Sue dandomi una piccola spinta.
 
Le sorrisi e annuì.
Effettivamente aveva ragione.
Da quando avevo preso in mano quella dannata lista e avevo realizzato che avevo poco tempo, mi ero lasciata trasportare dalla frenesia e mi stavo dimenticando la parte migliore del matrimonio.
Alex.
Lo stavo trascurando.
Poverino, tornava a casa per lavoro e le uniche cose che gli dicevo riguardavano il matrimonio.. lo stavo stressando con i miei guai.
Mi ripromisi di organizzare qualcosa di romantico solo per noi.
 
-beh allora direi che non ci resta altro che andare a vedere quest’abito!- dissi alzandomi.
 
Le tre pazze annuirono felici e insieme ci dirigemmo all’atelier della cugina di Harry.
 
 
 
Ero circondata.
Non vedevo altro che pizzi e merletti da tutte le parti.
Per un attimo maledissi le mie amiche per avermi trascinato in quel posto.
Una ragazza, di qualche anno più grande di me, venne verso di noi e abbracciò Hilary. Ok quella doveva essere la cugina di Harry.
 
-ciao tesoro! Tu devi essere Megan giusto? La fidanzata di Alex!- disse venendo verso di me.
 
-si sono io! Piacere di conoscerti!-
 
-allora dimmi un po’ cosa vuoi?-
 
Ok adesso non prendetemi per pazza, ma io ho sempre tenuto nel portafoglio un ritaglio di giornale con un modello di abito da sposa.
Fin da quando ero piccola, insieme a Brenda, avevo deciso che quello sarebbe stato il mio abito. Aveva tutto quello che cercavo. Era perfetto per me.
Presi il ritaglio di giornale e glielo mostrai.
Lei lo studiò bene poi mi sorrise.
 
-ne ho uno quasi identico! Vieni che te lo mostro!!-
 
La seguì con il fiato corto. Stavo per provarmi un abito da sposa per il mio matrimonio. E non stavo più nella pelle.
 
-guarda un po’! questo modello è quello che si avvicina di più alla fotografia!-
 
Lo fissai a bocca aperta.
Era lui.
Era il mio sogno. Era.. perfetto!
 
-provatelo!!-
 
Mi infilai in un camerino e lo provai. Era unico. E stranamente mi stava anche bene.
Appena uscì dal camerino, vidi le ragazze spalancare la bocca.
http://theknot.ninemsn.com.au/wp-content/uploads/2012/09/Tiffany-Setting-Ring-235x235.jpg
-è bellissimo Meg! Tu sei bellissima!!- mi disse Hilary prima di correre ad abbracciarmi. Le sorrisi e la ringraziai.
 
Mi specchiai e per poco non scoppiai a piangere per l’emozione.
Era lui.
Era sicuramente lui.
 
 
Tornai a casa e per fortuna Alex non era ancora tornato, così mi misi subito ai fornelli per preparargli i suoi piatti preferiti.
Lasagne e parmigiana con pollo. Adorava quei piatti, e io mi sentivo in dovere di fare qualcosa per lui. Da quando avevo scoperto di essere incinta e avevo deciso la data, l’avevo trascurato non poco. Lui non era un tipo rancoroso e non mi faceva pesare nessun mio comportamento, ma sapevo che ci rimaneva male.
Preparai le lasagne e le infornai. La parmigiana con il pollo era più facile da fare così in mezz’ora riuscì a finirla. Misi anche quella nel forno e preparai la tavola.
Ovviamente apparecchiai bene, con tanto di bicchieri di cristallo e posate d’argento. Se si deve fare una cosa bisogna farla bene.
Accesi anche due candele e le misi al centro della tavola. Sorrisi soddisfatta del mio operato e mi buttai esausta sul divano.
Ma com’è che da quando sono incinta mi resta più faticoso fare tutto? Mah..
Piccolino mi stai spompando tutte l’energie!
Posai la testa sul cuscino e tornai indietro al pomeriggio, a quando avevo provato il vestito. Cavoli, era proprio quello che avevo sempre sognato.
Brenda mi diceva che non l’avrei mai trovato, e invece.. ce l’avevo fatta.
Sentì squillare il telefono e risposi senza leggere il nome di chi mi chiamava.
 
-pronto?-
 
-sei una puttana!! Perché hai detto al tuo bello quello che è successo?? Dovevo farti molto più male!- disse una voce arrabbiata.
 
Christian. Era lui. Tremai leggermente.
Era a chilometri di distanza. Non avrebbe mai potuto farmi del male. Dovevo stare tranquilla e soprattutto dovevo mantenere la calma.
 
-che vuoi ancora da me?-
 
-tu hai detto a Evans quello che è successo e lui se l’è rifatta con la società!! Ci ha mandato il benservito! Puttana!-
 
Stralunai gli occhi e mi portai una mano alla bocca.
Sapevo che si sarebbe vendicato. Lo conoscevo bene da capire che non si sarebbe fermato ad un avvertimento, ma  non pensavo che avrebbe fatto chiudere la “Union”.
 
-non parli è? Fai bene! Pensa che per la tua boccaccia adesso mio padre è costretto a chiudere la sua azienda che mandava avanti da generazioni!!- mi urlò contro talmente forte che dovetti allontanare il telefono dall’orecchio.
 
-te la sei cercata Christian! Se tu non mi avessi..-
 
-piantala di fare la frigida! Per un bacio hai messo sulla strada delle persone!! Vergognati!!- disse chiudendo la comunicazione.
 
Guardai il telefono e senza rendermene conto scoppiai a piangere.
Era davvero colpa mia?
Dovevo stare zitta.. non dovevo dire niente ad Alex. Avrei dovuto sapere la sua reazione.
Mi passai una mano tra i capelli.
Chiudere la Union per il signor Hunter sarà stato come un colpo al cuore. Era tutta colpa mia. Accidenti a me e a quando non sto mai zitta.
Cosa succederà adesso?
Christian tornerà per farla pagare ad Alex?
No.. improbabile. Sa che lo manderebbe in galera.
Continuavo a piangere e non mi accorsi che la porta si stava aprendo.
Fu così che mi trovò Alex al ritorno dal lavoro. Lasciò la giacca e si precipitò da me.
In quel momento ero in collera con lui. Non so se era dovuto agli ormoni del cazzo o alla scoperta della sua vendetta.
 
-tesoro che succede? Perché piangi?-
 
Tirai su con il naso e lo guardai dritta negli occhi.
 
-perché? Perché l’hai fatto? Mi avevi detto, anzi no.. mi avevi promesso che non avresti mosso un dito!! Perché l’hai fatto??-
 
Mi guardò accigliato. Aveva capito a cosa mi riferivo. Sapevo che aveva capito.
 
-come lo sai? Ti ha contattata??- domandò incazzato.
 
-non è importante questo! Ti rendi conto che adesso molte persone sono per la strada per una tua vendetta??- dissi urlando.
 
Si alzò e iniziò a fare avanti e indietro per la stanza.
 
-cazzo ti ha rintracciata!! Eppure quello vuole proprio morire!- ringhiò.
 
-ALEX!! Cazzo ti sto dicendo che hai appena chiuso una società con molte persone a carico e tu continui con la tua vendetta??-
 
-non sono sulla strada Meg!! Ovviamente ero accecato dalla rabbia e ho fatto chiudere la Union, ma pagherò per le persone che erano dentro fino a che non troveranno un nuovo lavoro!- disse pacato passandosi una mano tra i capelli.
 
Cosa? Questo cambiava le cose.
Certo ero sempre incazzata perché non mi aveva detto quello che aveva in mente  e soprattutto perché mi aveva giurato che non avrebbe fatto niente, ma almeno i lavoratori avevano ancora un tetto sopra la testa.
 
-non sono così stronzo da far finire le persone sulla strada Megan! Credevo che mi conoscessi un po’!- mi disse accusandomi.
 
-ehi non rigirare la frittata adesso!! Non puoi farmi sentire stronza per questo! Non puoi Alex!!-
 
Sbuffò e si buttò malamente sul divano accanto a me.
 
-non avevo voglia di litigare con te stasera! Volevo solo tenerti stretta e sentire la tua giornata!-
 
Oh cazzo.
Le lasagne e la parmigiana!
Balzai in piedi e corsi in cucina. Aprì il forno e feci appena in tempo.
Si era bruciacchiata solo la parte sopra. Niente di irreparabile.
Vidi Alex seguirmi e spalancò la bocca appena vide la tavola apparecchiata e i suoi piatti preferiti.
 
-anche io non volevo litigare con te.. volevo scusarmi per come mi sono comportata in queste settimane! Sono stata una pessima fidanzata! La telefonata di Christian però.. mi ha shoccato!-
 
Lo vidi camminare verso di me e mi abbracciò forte.
Potevo sentire il suo cuore battere forte, proprio come il mio.
 
-io ti amo Megan! So che queste settimane sono state difficili, il bambino, il matrimonio, ma non pensare nemmeno un attimo che tu sia una pessima fidanzata perché non è così! Sei perfetta!-
 
Sorrisi e mi strinsi di più a lui.
 
-promettimi che non farai più una cosa del genere senza prima avvertirmi! Promettimelo Alex!-
 
Mi guardò negli occhi e annuì.
 
-te lo prometto!-
 
-bene! E adesso mangiamo perché ho fame e le lasagne si freddano!-
 
 
_______
 
Guardai il calendario appeso in cucina, accanto al frigorifero e sorrisi.
Mancava una settimana al matrimonio e tutto finalmente andava per il verso giusto.
Avevo parlato il giorno prima con Patricia che mi aveva detto che il catering era stato avvertito e dovevo solo andare a scegliere il menù.
La torta l’avevo prenotata alla pasticceria della città che faceva torte speciali. Era una specie di cake disigner la direttrice, quindi gli ordinai una torta a più piani del colore più bello del mondo.
L’acquamarina.
Avevo riprovato il vestito e mi stava bene nonostante avessi preso un paio di chili dall’ultima prova. Il bambino o bambina, cresceva a vista d’occhio. Ero al quarto mese e oggi avevo la visita per conoscere il sesso.
Ero emozionata come una bambina a Natale.
Lo so.. prima non lo volevo questo bambino, ma adesso, la sento come una parte di me. Ormai non credo che potrei vivere senza.
Alex sfortunatamente per me e per lui, aveva una riunione importante con dei collaboratori, mi ha promesso che avrebbe fatto il possibile per esserci, ma dubito che ci riesca visto che l’ambulatorio della dottoressa Turner è dall’altra parte della città.
Ad accompagnarmi saranno le mie due migliori amiche che come al solito sono in ritardo.
Finisco di bere il bicchiere di acqua e sento il campanello suonare.
Ok forse le ho giudicate male. Sono in perfetto orario. Sono io quella perennemente in ritardo.
Apro la porta e le saluto con un bacino sulla guancia, poi salgo sulla macchina di Hilary e insieme andiamo all’ambulatorio.
 
-oddio ancora non ci credo che stiamo per scoprire se si tratta di Hilary o Harry!!- disse eccitata Hilary battendo le mani.
 
-dimenticatelo che do il tuo nome a mia figlia, o il nome di Harry.. li dobbiamo ancora scegliere e non saranno i vostri!!-
 
Vidi Hilary mettere il broncio e Sue scoppiò a ridere come una pazza.
 
-figurati se poi viene come te!! Poveri noi!!-
 
Hilary le fece la linguaccia dallo specchietto retrovisore e parcheggiò nel parcheggio dell’ambulatorio. Presi un bel respiro e insieme entrammo dentro.
La dottoressa Turner era anche la dottoressa che mi aveva visitato quella sera in ospedale quando svenni, quindi ormai mi conosceva.
Mi fece accomodare nello studio e mi salutò con un sorriso.
 
-possono venire anche loro?- domandai indicando Hila e Sue.
 
-certo! Venire! Megan togli la maglietta e sdraiati sul lettino. Vediamo un po’ chi abbiamo qui!!-
 
Rabbrividì al contatto del gel ghiaccio. Credo che non mi abituerò mai a quello.
La dottoressa passò quell’arnese sulla mia pancia poi si avvicinò allo schermo per vedere meglio.
 
-dunque.. abbiamo proprio..- non fece in tempo a finire la frase che qualcuno bussò alla porta.
 
Vidi i capelli che tanto amavo fare capolino dalla porta e sorrisi.
Ce l’aveva fatta.
 
-scusi dottoressa!! Non mi sono perso niente vero??- disse con una voce leggermente affannata, mentre veniva verso di me.
 
-no tranquillo Alex! Abbiamo appena iniziato, ancora non ho detto niente nemmeno a Megan!!-
 
Sentì la stretta di Alex farsi più forte e mi baciò la testa.
 
-allora.. dicevamo.. si tratta di.. una bella bambina! Complimenti ragazzi!-
 
Era femmina.
Era una femminuccia.
Sarebbe stata bella come il papà e magari pazza come la mamma.
Alex al mio fianco aveva le lacrime agli occhi per la felicità.
Qualche giorno prima mi confessò che li avrebbe preferito una bambina. Il suo sogno si era avverato.
Mi baciò dolcemente e mi sorrise.
 
-una bambina!!-
 
-già una bambina! Adesso dobbiamo solo trovargli il nome e poi è perfetto!!- dissi emozionata.
 
-l’abbiamo già il nome! Brenda Evans! Che ne dici?-
 
Sgranai gli occhi e senza volerlo una lacrima mi scese la guancia.
Brenda Evans.
 
-è perfetto!-
 
 
 

____________________________________________

HOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

ecco qua l'ultimo capitolo.. come vi avevo accennato, a questo seguirà un piccolo Epilogo.
i ringraziamenti finali ve li rimando al prossimo capitolo, per adesso vi abbraccio forte e vi auguro un perfetto fine settimana (tempo permettendo ovviamente!)

thanks a Ele, Minelli e LetyPolly che hanno recensito i capitoli.. vi adoro!!!

a presto per la conclusione!!
un bacio!

Marty0029
 
 

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Capitolo 28
*** EPILOGO ***



 

 
 
 
 
EPILOGO
 
Non ci credo.
Oddio non ci posso credere.
Sono qui. In piedi davanti allo specchio mentre mi guardo con l’abito da sposa indossato.
Mi sto per sposare.
Mi sto per sposare con l’uomo che amo e dal quale tra cinque mesi avrò una splendida bambina.
 
-Meg tesoro sei pronta?- mi disse mia madre entrando nella stanza.
 
Annuì leggermente e la vidi commossa.
 
-sei bellissima! Oh tesoro sono così fiera di te!-
 
La strinsi e insieme a lei mi diressi al piano terra, dove mio padre, insieme alle mie tre damigelle di onore, mi aspettava.
 
-Megan sei perfetta!! Dico davvero! Sei un sogno!!-
 
-grazie papà! E voi? Siete pronte?-
 
-ancora no!! Dobbiamo darti delle cose! Allora questa è una cosa blu!- mi disse Sue porgendomi un reggicalze blu.
 
La guardai male ma lei insistette così me la misi senza fare storie. Oddio adesso ci mancavano solo le leggende metropolitane.
 
-questa invece è una cosa prestata!- disse Sarha porgendomi un braccialetto di perle che mi fece indossare alla mano destra.
 
-questa è una cosa regalata!!- affermò mia madre prima di mettermi al collo un filo di perle.
 
La guardai spalancando la bocca. Era la sua collana preferita. Adorava quelle perle, non se le toglieva mai.
 
-è giusto che ce le abbia tu tesoro! Ti stanno divinamente!- mi disse abbracciandomi.
 
-allora, qui ho il ciondolo che avevi regalato a Brenda per il compleanno. Questa è la cosa vecchia!- mi disse mio padre porgendomi un piccolo ciondolo a forma di B, che nascosi dentro il corpetto del vestito.
 
-la cosa nuova invece te la do io! Ecco a te tesoro!!- disse sorridendo Hilary mettendomi un braccialetto accanto a quello di perle prestato da Sarah.
 
Era davvero bello. In oro bianco semplice, ma molto fine.
Mi veniva da piangere. Ero circondata da persone fantastiche.
 
-sarà meglio muoversi, è vero che la sposa deve farsi attendere, ma se ritardiamo ancora un po’, al povero Alex gli viene un infarto!!- disse Sarah porgendomi il buquet.
 
-sono pronta! Possiamo andare!-
 
Durante il tragitto verso la chiesa, mi chiusi in un mutismo, quasi insolito.
Pensavo a come l’avrebbe presa Trace se fosse qui oggi.
Probabilmente non bene, visto che aveva sempre creduto che sarei finita con Justin per tutta la vita. Brenda invece mi avrebbe appoggiato e sono sicura che avrebbe fatto ragionare anche quella testaccia dura di mio fratello.
Posso ancora sentire la sua risata sguaiata se chiudo gli occhi.
Cristo santo quanto mi mancano.
Sono certa di una cosa però.. probabilmente una volta incontrato Alex, avrei lasciato Justin. Lui non era il mio futuro. Credevo di amarlo, ma la mia era solo infatuazione.
Era attratta da lui. Molto attratta, ma non ero innamorata. Io l’amore, quello vero, l’ho provato con Alex. Solo con lui.
Ho sofferto, pianto, sorriso, riso, combattuto.. tutto questo perché sono innamorata di lui e ci tengo a vivere al suo fianco.
Probabilmente Trace non l’avrebbe accettato subito, ma sono certa che sarebbero andati d’accordo. Infondo avevano me in comune.
Vidi la macchina passare davanti al cimitero e senza farmi vedere lanciai un bacio. Indirizzato a tre persone. Quelle stesse tre persone che mi conoscevano meglio di me stessa e che sono certa che mi vorrebbero bene anche adesso, che sto per sposarmi.
Sentì Sue stringermi la mano e le sorrisi.
Finalmente stava per succedere.
Ero un fascio di nervi. Anche Alex stava così?
Sfortunatamente ieri sera sono stata rapita da queste pazze e sono stata costretta a passare la notte a casa di Hilary.
“l’ultima notte prima del matrimonio dovete essere separati!!!” aveva sbraitato quella pazza.
Sorrisi leggermente e posai la testa sul vetro del finestrino.
Mi sto per sposare.
Vidi in lontananza la chiesa e prendendo un sospiro scesi dalla macchina.
Alex era già dentro e sentì la musica partire.
Sarah, Hilary e Sue andarono avanti, erano davvero belle. Avevano tutte e tre un vestito color, nemmeno a dirlo, acquamarina, e portavano un buquet di rose bianche.
Dopo di loro entrò mia madre che si mise a sedere nella prima fila a sinistra e poi sentì la musica cambiare.
Mio padre alla mia destra mi strinse il braccio.
 

-sono fiero di te Megan! So che non te l’ho mai detto, ma tutto quello che ho fatto nella mia vita, l’ho fatto con le migliori intenzioni per te e per il tuo futuro!- mi disse commuovendosi leggermente.
 
Mi commossi anche io e l’abbracciai forte.
 
-ti voglio bene papà! Dico davvero, scusa se non sono stata la figlia perfetta che avresti voluto!-
 
-tu sei perfetta così come sei! Non avrei mai potuto chiedere di meglio! E anche Trace sarebbe fiero di te!-
 
Mi strinsi al suo braccio e mi lasciai condurre all’altare, dove Alex mi stava aspettando, bello come il sole.
http://img.spokeo.com/public/900-600/alex_pettyfer_2010_03_17.jpg
Arrivai davanti a lui e mio padre mi tolse il velo dandomi un leggero bacio sulla guancia, poi guardando Alex, gli sorrise e andò a sedersi al fianco di mia madre.
Guardai il mio futuro marito e gli sorrisi.
Lo vidi mimarmi un “sei bellissima” con le labbra e poi mi fece l’occhiolino.
Adoravo quando lo faceva.
 
 
A fine cerimonia finalmente il prete disse ad Alex che poteva baciarmi.
Dio che liberazione.
Mi era mancato da morire.
Lo vidi sorridere, evidentemente era della mia stessa opinione e mi baciò dolcemente. Ovviamente, dovemmo regolarci entrambi e sfruttare il nostro autocontrollo per non lasciarci andare, li davanti a tutti.
 
-sei un sogno amore mio!!- mi sussurrò all’orecchio prima di staccarsi da me.
 
Gli sorrisi e dopo aver fatto le foto di rito, uscimmo dalla chiesa e come da tradizione, fummo invasi dal riso. Giuro che potevo benissimo cuocere una paella per tutti da tutto quel riso che mi era finito addosso.
Alex mi strinse e mi portò verso la macchina, ma lo fermai e mi guardai il buquet tra le mani. Prima dovevo fare una cosa.
 
-ragazze pronte?? Adesso lancerò il buquet!- dissi mettendomi di spalle e lanciando in aria il mazzo di fiori.
 
Sentì un gran frastuono, poi il silenzio. Mi voltai e vidi che l’aveva preso proprio lei. La mia bellissima migliore amica bionda. Hilary.
 
-ah preparati Harry!! Ti sposerai entro l’anno!!- gli urlò Alex mettendomi un braccio sulla spalla.
 
Hilary guardava il buequet, poi alzò lo sguardo verso il fidanzato che le sorrise.
 
-tutto è bene quel che finisce bene!-
 
Alex mi fece voltare verso di lui e mi baciò come si deve. Era l’ora.
 
-no amore mio.. non è tutto finito.. deve ancora iniziare!- mi disse trascinandomi verso la macchina e partendo.
 
Mi guardai indietro e vidi tutti i miei parenti e amici sparire piano piano.
Non sarebbero spariti dalla mia vita, ma adesso avevo una nuova avventura da vivere e l’avrei vissuta alla grande, con il mio bellissimo marito e con questa piccolina che cresceva dentro di me.




__________________________________
 



HOLAAAAAAAAAAAA

SIAMO ARRIVATI ALLA FINE DI QUESTA STORIA.. E OVVIAMENTE DA INGUARIBILE ROMANTICA NON POTEVO NON FINIRE CON IIL "VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI".. SONO FATTA COSI'!

ci tengo a ringraziare uno per uno le persone che mi hanno seguito nell'arco della storia.. siete stati davvero fantastici!

-grazie alle persone che hanno messo la storia tra i preferiti:
1 - acido clorico
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Opalina
30 -
paci
31 -
piccolamusica
32 - Queenala
33 -
robertine33
34 - romina_cullen
35 - rosaa93
36 -
saxbasy
37 -
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38 -
Shanimallina87
39 - sissiniessie
40 - Sobrev
41 - Stefania 1409
42 - stezietta w
43 - titty27
44 - True or Vero
45 - Veronica91
46 -
zia Bettina
47 -
_life

-grazie a tutte le persone che hanno messo la storia da ricordare:
1 - andry15
2 -
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3 -
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sissiniessie
5 - tay labellaelabestiia
6 -
VaLe1D 


-grazie alle mie:

*MINELLI
*ACE12 (ELE)
*LETYPOLLY
*AAAAANNIE
*CICINA
che hanno commentato i miei capitoli.. senza di voi non saprei come fare!

SPERO CHE SEGUIRETE ANCHE LA MIA PROSSIMA STORIA CHE E' GIA' IN FASE DI BATTITURA E SI INTITOLERA' : "DON'T CALL ME A LOLITA"

CI VEDIAMO PRESTO RAGAZZE!!!
VI ABBRACCIO..

Marty0029

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