The darkness to your light

di Rose_97
(/viewuser.php?uid=166380)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** The crypt ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


The darkness to your light

Nel bosco il silenzio regnava sovrano; i raggi del sole penetravano dolcemente nelle parti più fitte della boscaglia. Vicino al ruscello principale una donna dai capelli corvini si rinfrescava; un tempo era una delle dame più rispettate di Camelot, ora è ridotta ad essere una fuggitiva.
Ad un paio di metri di distanza un uomo correva tra gli alberi nella speranza di seminare i banditi sempre più vicini. Più il mago andava avanti verso il ruscello,più la strega andava contro il giovane e i suoi inseguitori, inconsapevole della loro presenza.
-Merlino, ma in che guai vai a cacciarti!- si rimproverò il giovane voltandosi per controllare che gli uomini lo stessero seguendo o se era riuscito a seminarli. La conferma che l’inseguimento continuava arrivò quando un’ascia si conficcò nel tronco appena superato dal mago.
Intanto Morgana continuava ad andare avanti, assorta nei suoi pensieri. Ciò che più l’assillava da giorni era il pensiero della sua vita quando era ancora Lady Morgana; quando non era temuta, ma amata; quando era felice; quando poteva dire di avere una vita perfetta e quando aveva degli amici su cui contare. Ora era senza una famiglia, degli amici e un posto dove stare al sicuro. La donna camminava senza meta, mentre Merlino continuava a correre nella direzione della strega. Un altro gruppo di banditi apparve alla sua sinistra, come se non bastasse erano tutti armati di balestre. Iniziarono a scoccare frecce una dopo l’altra, alcune si conficcarono tra gli alberi, altre andarono perse nel grande manto verde, ma una riuscì ad andare a segno nella gamba sinistra della strega. Subito dopo un’altra ancora colpì Morgana nell’anca destra, dopo pochi secondi la donna si accasciò al suolo ansimante attendendo che un altro colpo mettesse fine alle sue sofferenze. Ma invece che sentire dolore, un dolce calore l’abbracciò. Un bagliore argenteo si espanse, poi silenzio. L’unica cosa che si poteva udire era il canto degli usignoli. La fortuna girava dalla parte della strega. Due braccia calde la sollevarono dal terreno freddo e sporco e la portarono in una casa che un tempo doveva appartenere ad un forestiero. Quando venne posata dolcemente sul letto, Morgana aprì gli occhi e scorse Merlino indaffarato a portare una tinozza piena d’acqua e delle pezze.  La donna non fece in tempo a parlare che le palpebre si chiusero facendola cadere in un sonno profondo. Il mago tolse le frecce dal corpo di Morgana e con una pezza iniziò a fasciarle le ferite.

***

-Morgana.- Merlino provò a richiamarla dal sonno, ma con scarsi risultati.
-Morgana Le Fay.- ritentò,  riuscendo a destarla.
-M… Merlino?- aprì gli occhi e provo a sedersi, ma le ferite glielo impedivano.
-Perché mi stai aiutando?- continuò con un filo di voce.
-Perché ho bisogno di voi, e da morta non potreste aiutarmi.- rispose tranquillamente il ragazzo sedendosi di fianco al letto.
-E perché io dovrei aiutarti?- ritentò di sedersi, ma il dolore la fermò per la seconda volta.
-Siete debole, riposate. Domani parleremo di ciò che potete fare.- così il mago si alzò prese una coperta e si mise comodo su una sedia e dopo poco si addormentò.
Quando i primi raggi del sole illuminarono la casa la donna si svegliò in preda agli incubi. Un piccolo urlo le si bloccò in gola quando si accorse che il giovane mago dormiva ancora beatamente. Morgana pensò che quello fosse il momento giusto per andarsene via e lasciare quello sciocco da solo, così si alzò dal letto dolorante e quando fece per allontanarsi notò che una piccola catenella argentata le cingeva il polso destro legandola alla gamba del letto.  Ma appena tentò di romperla, la catenella fece il rumore di tante piccole campanelle, così facendo Merlino si svegliò trovando Morgana ancora intenta ad armeggiare per rompere il piccolo filo metallico.
-Non potete romperla. È impossibile riuscire a romperla.- spiegò il mago spaventando la strega.
-Che cosa devo fare per farmi liberare?- domandò scocciata Morgana.
- È semplice, devi aiutarmi a trovare la Coppa della vita e distruggerla.- Morgana sgranò gli occhi al solo pensiero di ciò che le era appena stato richiesto di fare.
-Mh… e da quando chiedi aiuto agli stregoni? Pensavo che Camelot e i suoi sudditi fossero contrari alla magia.- lo sfidò Morgana sfoderando un sorrisetto malizioso.
-Io e gli stregoni abbiamo molte cose in comune, più di quanto tu possa immaginare, Morgana. E a Camelot la magia è praticabile, Artù è un Re diverso da suo padre.-
-E io cosa ci guadagno dalla distruzione della Coppa?-
-Un favore da parte mia. Nulla di più- il silenzio calò per un paio di minuti finché la strega non rispose.
-Va bene, ma ti dovrai fidare di me. Altrimenti non ti aiuterò.- concluse la strega.
Così i due uscirono dalla vecchia casa e si diressero verso il ruscello per rinfrescarsi e per mettere qualcosa sotto i denti.

***

Appena riuscirono a bere, Morgana si cambiò le fasciature e ricordandosi di quanto aveva fatto Merlino poche ore prima, si avvicinò a lui, si sedette di fianco e stette a guardare il paesaggio che le si parava davanti.
-Merlino.- cercò di sembrare il più gentile possibile.
-Si?- rispose sorpreso dalla gentilezza dimostrata dalla donna.
-Volevo… ringraziarti per avermi salvata.- la risposta che Merlino ottenne lo sorprese ancora di più.
- Bhè diciamo che ti stavo cercando, quindi…- si interruppe per via dei lamenti che la sua pancia stava provocando a causa della fame.
-Meglio se vado a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.- così Merlino si alzò e si diresse verso il cuore del bosco.

***

Passò una buona mezzoretta e del mago neanche l’ombra. Morgana iniziò a preoccuparsi visto che non era ancora tornato e lei doveva ancora guarire dalle ferite, quindi non poteva difendersi da eventuali attacchi. Per fortuna non dovette aspettare ancora molto dato che Merlino si fece vivo con un bel po’ di bacche dai colori viola e rosso.
-Ci hai messo un bel po’. Cominciavo a pensare che fossi morto.- disse Morgana.
-Stai tranquilla, prima distruggo la Coppa e poi posso morire tranquillamente.- scherzò Merlino iniziando a mangiare una delle bacche raccolte.
-Sei sicuro che non sono velenose?. Chiese la donna girandosi tra le dita una di quelle palline dal gusto dolce.
-Più che sicuro. Quando ero piccolo andavo a raccoglierle per mia madre e poi lei le schiacciava e le spalmava su una fetta di pane.-
-Mmh… se lo dici tu.- poco convinta ne mangiò una.

***

Molte bacche dopo i due, sazi, si misero in cammino per trovare un villaggio dove poter comprare due cavalli.
-Il villaggio più vicino è a tre ore di cammino da qui. Arriveremo al tramonto.- affermò convinta la strega.
-Bene allora sbrighiamoci. Non vorrei mai rimettermi a correre inseguito da un gruppo di banditi.- ma non furono i banditi a sorprenderli, bensì due belve con il corpo da leone, una testa serpentina e le zampe d’aquila, che apparvero dopo un’ora di cammino, quando i due stregoni erano quasi a metà strada. Morgana e Merlino non si accorsero subito della loro presenza, ma dopo pochi minuti le due fiere gettarono degli urli agghiaccianti e iniziarono a correre verso di loro.
-Diamine!- imprecò il giovane.
-Merlino! Non posso correre!- disse Morgana cercando goffamente di stare dietro a Merlino. Non riuscendo a correre si girò verso le belve e alzando un braccio verso di loro si preparò per lanciare un incantesimo, ma poco prima di pronunciare la formula venne spinta a terra da Merlino. I due erano uno sopra l’altro, con neanche pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro.
Merlino cercò di rimproverarla -Volevi farti uccidere?-.
-No, ma se non ti sposti mi uccidi tu. Ti ricordo che sono ferita e schiacciarmi non credo che sarà molto d’aiuto.- lo sbeffeggiò la strega.
Così il mago si alzò, tese una mano che venne subito stretta da quella della donna. Per fortuna quelle bestie sembravano non aver visto dove erano caduti e il loro olfatto sembrava molto limitato. Ma bastò un attimo a dimostrare che avevano sbagliato; infatti dopo neanche due passi, tornarono correndo verso di loro, questa volta però molto più velocemente di prima. Per fortuna un pensiero balenò nella mente di Merlino.
“Forse quelle due belve possono essere controllate come i draghi!” così si girò e iniziò a recitare le solite parole. Ma prima di ubbidire, le belve sputarono due specie di frecce intrise di veleno. Una colpì il tronco di un albero, mentre una sfiorò il braccio sinistro del mago, provocandogli una ferita. Ma quando stavano per sferrare un altro attacco vennero fermate dalla voce del signore dei draghi che li richiamava all’ordine.

***

Non sapeva nemmeno il perché lo stesse facendo, ma Morgana stava aiutando Merlino ad arrivare al villaggio più vicino che trovarono. Quando arrivarono, andarono subito nella taverna per affittare una camera, dato che due separate non potevano permettersele. La donna portò Merlino nella stanza e lo adagiò sul letto, gli fece togliere la maglia e con una benda presa da una vecchia cassa abbandonata gli fasciò la ferita. Prima che il ragazzo si addormentasse riuscì a chiedere a Morgana un favore.
-Potresti dormire con me per questa sera?- così chiuse gli occhi e aspettò che la donna si sdraiasse di fianco a lui. Non dovette attendere più di pochi minuti, poi si addormentarono tutti e due sfiniti dalla fuga di quel pomeriggio.
Quando si  svegliarono si ritrovarono l’uno abbracciato all’altro, tutti e due avevano passato una notte tranquilla anche se un po’ dolorosa per via delle ferite che tutti e due avevano.
 Morgana aveva passato una notte senza incubi, per quanto la cosa la potesse sorprendere e Merlino dormì abbastanza serenamente anche se aveva ancora del veleno in corpo. Per fortuna la strega ne aveva fatto fuoriuscire gran parte prima di andare a dormire, così che la ferita non si infettasse facendo morire il mago in poche ore.
Quando tutti e due si svegliarono decisero si andare a comprare i cavalli che gli sarebbero poi serviti per andare a distruggere la Coppa della vita.
-Non mi hai ancora detto perché vuoi distruggere la Coppa.- disse Morgana aspettando che Merlino finisse di cambiarsi la fasciatura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti, prima di iniziare con il lancio dei pomodori o di qualsiasi vegetale abbiate scelto vi dico in mia difesa che questa è la prima storia su Merlin che io abbia mai scritto. E si, è una Mergana. comunque fatemi sapere che ne pensate lasciandomi una recensione :3
Al prossimo capitolo.
Ciau ciau :) :) 

 

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:

 

Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.

Farai felici milioni di scrittori.

 

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The crypt ***


The crypt.

-Non mi hai ancora detto perché vuoi distruggere la Coppa.- disse Morgana, aspettando che Merlino finisse di cambiarsi la fasciatura.
-È un potere troppo grande, e se mai cadesse in mani sbagliate, l’equilibrio dell’universo verrebbe stravolto.- affermò allarmato.
-Hai ragione. E come hai intenzione di distruggerlo?- domandò, curiosa della risposta.
-Non lo so, è per questo che ho chiesto il tuo aiuto.- commentò Merlino.
-E se ti dicessi che non ho la minima di idea di come aiutarti a distruggerlo?- affermò la strega.
-Prima di pensare a come distruggere un tale potere è meglio pensare a come trovarla. So che non si trova sull’isola dei beati. I druidi mi hanno avvertito.- terminò il ragazzo che venne subito ripreso da Morgana.
-Per druidi intendi Mordred? Non ti fidare di lui.- e così si incupì la strega.
-Non ho chiesto a lui. Anche perché è partito in missione. Comunque è meglio se ci sbrighiamo.- concluse Merlino. Così i due uscirono dalla taverna dove avevano passato la notte, e cercarono qualcuno da cui comprare i cavalli. Per fortuna non ci misero molto a trovare cavalli in buone condizioni. Ci misero un po’ per contrattare il prezzo dei due destrieri, dato che il costo era troppo alto e l’oro non bastava. Ma dopo un buon quarto d’ora di discussioni e grazie all’insistenza di Merlino il mercante accettò di vendere i cavalli a metà del prezzo; così dopo aver preso le provviste di cibo (che consistevano i un bel po’ di bacche, acqua, carne secca e un paio di erbe commestibili), le bende e tutto il necessario per medicare ferite, e la mappa del territorio, i due partirono.
-Di preciso, sai dove stai… anzi, dove stiamo andando? Perché mi sembra che stia improvvisando la strada. Morgana? Mi stai ascoltando? Uff… Pendragon.- blaterò il mago.
-Secondo te? Certo che so dove stiamo andando! Ora stai zitto o ti faccio disarcionare!- sbuffò Morgana, tutta scocciata dal chiacchiericcio del compagno.
-Uff… ok! Scusa. E quanto manca? Si può sapere?- insistette Merlino.
-Un po’. C’è altro che vuoi sapere?- cercò di mantenere un tono pacato e dolce, ma con Merlino che parlava senza sosta era quasi impossibile così accelerò la cavalcata.
-Ehi aspetta! Morgana! Ma che diamine!!- imprecò il ragazzo.
-Sbrigati! Non abbiamo tempo da perdere!- lo avvertì la ragazza. Allora Merlino accelerò anche lui la cavalcata fino a raggiungere la compagnia di viaggio.
-Ma si può sapere dove stiamo andando? O meglio da chi stiamo andando?- continuò con la sfilza di domande. Possibile che non avesse nient’altro a cui pensare? O doveva per forza continuare?
-Aspetta e lo vedrai. Abbi un po’ di pazienza.- lo rimproverò Morgana. Per più di venti minuti il mago non proferì parola.
-Finalmente silenzio. Come mai non parli più? Il gatto ti ha mangiato la lingua? O hai finito con la tua sfilza di domande?- lo sbeffeggiò la strega.
-Se insistiti tanto posso anche ricominciare.-
-No, grazie. Preferirei non rincominciare ad ascoltare i tuoi monologhi di domande.- disse la ragazza. Allora passò un altro quarto d’ora senza una parola, poi quando Morgana si fermò e scese da cavallo, anche Merlino fece lo stesso. Erano di fronte ad un piccolo laghetto, costeggiato da fiori dai mille colori e libellule che volavano da una parte all’altra senza una meta.  Attraversarono un piccolo ponticello che portava dritto verso una parete d’acqua cristallina. Morgana lo guadò e si ritrovò in una grotta illuminata da tante piccole lucciole. Quando venne finalmente raggiunta dal mago, proseguì uscendo da un arco di pietra che si affacciava su un giardino immenso, dai colori sgargianti. I fiori ricoprivano il manto verde, e verso nord si intravedeva un piccolo tempio dalla pianta circolare. Era per metà distrutto, mancava tutta la parte superiore, mentre le colonne erano all’incirca intatte, se non per alcune crepe.
-Dove siamo finiti?- domandò Merlino, guardandosi intorno, cercando di capire dove la strega l’avesse portato.
-A cercare informazioni. Prima di distruggere la Coppa, dobbiamo sapere dove si trova la Coppa. Capito?- rispose Morgana guardandolo con interesse.
-Giusto, ma la domanda è sempre la stessa. Dove siamo?- insistette. “Certo che è cocciuto!” fu il primo pensiero che attraverso la mente di Morgana.
-Uff… questo è il vecchio tempio delle sacerdotesse dell’antica religione. Ora dobbiamo solo andare nella cripta e trovare la chiave.- alla parola ‘cripta’ un brivido scese lungo la schiena del ragazzo.
-Hai…hai detto cripta? Perché penso che non ci troveremo nulla di buono lì? Sei sicura che non ci sia nessun altro modo per avere le informazioni che ci servono?- la paura cresceva nel giovane mago, e Morgana non poteva fare a meno di pensare che avesse ragione. In fondo, l’unica arma che avevano per proteggersi era la magia della strega. O così lei pensava, non essendo messa al corrente dei poteri straordinari del compagno.
-Purtroppo non posso fare altro che darti ragione riguardo alla cripta. Ma l’unico modo che abbiamo per trovare la Coppa è andare lì sotto e prendere ciò che ci serve. Puoi seguirmi lì sotto o aspettarmi qui.- così si girò, attendendo una risposta da Merlino.
-Non ti lascio andare lì sotto da sola. E poi quattro mani sono sempre meglio due.- Merlino rivolse un sorriso a Morgana, poi le passò avanti dirigendosi verso il tempio diroccato dove venne subito raggiunto dalla ragazza.
-Ora la mia domanda sorge spontanea, come entriamo nella cripta? Non vedo delle scale e nemmeno una porta o qualcosa di simile ad essi.- intervenne il mago, ma quando guardò Morgana notò che non lo aveva minimamente ascoltato. Era intenta a leggere delle iscrizioni sulle colonne consumate dal tempo.
-Mmh…- fu l’unica risposta che ottenne Merlino, ma poi Morgana rispose decentemente alla domanda.
-La religione antica necessita un patto di sangue…- si interruppe un momento.
-È il problema dov’è?- chiese curioso il moro.
-Che il patto di sangue deve essere fatto tra due creature della religione antica e qui solo io faccio parte della religione antica, quindi possiamo anche tornare da dove siamo venuti.- così dicendo Morgana fece per andarsene ma Merlino le afferrò il braccio e la fermò.
-Ecco, c’è… c’è una cosa che dovrei dirti prima di andare avanti in questa missione…-  Morgana aggrottò le sopracciglia.
-Che cosa vuoi dire? Di che stai parlando?- chiese la sacerdotessa.
-Che io ho un segreto che nessuno, a parte pochissime persone conoscono, dovrebbe sapere.-
-Merlino di cosa stai parlando?- insistette la strega.
-Io sono come… come voi.- confessò Merlino abbassando lo sguardo. Morgana era l’ultima persona che doveva essere a conoscenza del suo dono, ma in questo caso doveva dirglielo.
-Merlino stai scherzando? Perché non me l’hai detto anni fa? Potevamo allearci! Sai quante cosa potremmo fare insieme con i nostri poteri? Grandi cose. Nemmeno Artù con il suo esercito potrebbe sconfiggerci!- esclamò avvicinandosi a Merlino, fino ad avere pochi centimetri di distanza l’uno dall’altra.
-Questo è sbagliato Morgana. Non bisogna abusare del proprio potere, ma bisogna farne buon uso. – commentò il mago guardando negli occhi verdi di Morgana.
-Visto che per adesso non riesco a farti ragionare passiamo a ciò che ci interessa di più al momento. Il patto di sangue.- così dicendo, prese dalla sua borsa di pelle un coltello che aveva trovato nella taverna. Poi si mise al centro esatto della circonferenza del tempio e con il coltello si fece un taglio sul palmo della mano e fece cadere il sangue scarlatto sulla pietra candida. Dopo prese la mano di Merlino e con un movimento veloce face un taglio sul palmo della mano del mago, e così anche il sangue di Merlino cadde sul pavimento bianco del tempio. Subito dopo, il sangue che era stato appena versato, iniziò a ribollire e del fumo cominciò ad espandersi nell’aria, il sangue evaporò e la pietra che fino a pochi secondi prima era intinta di rosso ritornò bianca. Una piccola scossa, fece aprire un passaggio segreto esattamente nella parte destra del tempio. Senza indugi Morgana scese nella Cripta subito seguita da Merlino.
La grotta era buia e le torce erano tutte spente. Di sicuro quel luogo non era più stato visitato da un bel po’ di anni. Con un battito di ciglia la strega fece accendere tutte le torce presenti in quel posto umido.
-Cosi va meglio. Ora sbrighiamoci a trovare ciò che ci serve, e poi ce ne andiamo.- allora Morgana prese una torcia e iniziò a guardarsi intorno. Merlino fece lo stesso fin ché un rumore serpentino alle loro spalle, non li fece trasalire e spaventare allo stesso tempo. Un brivido percorse la schiena della strega, mentre il mago si girò e iniziò ad indietreggiare spaventato.
-M… Morgana forse è meglio se… andiamo via da qui.- disse Merlino facendosi piccolo piccolo. Così la donna si girò, e rimase paralizzata alla vista del basilisco che si avvicinava. La creatura era sempre più vicina a Morgana, e Merlino non poteva lasciarla morire, così la prese per il braccio e corse verso la porta davanti a loro. Per fortuna il basilisco non aveva possibilità di passare da quella uscita.
Ma per loro grande sfortuna, l’avventura era appena iniziata, infatti non appena entrati in un'altra sala, Morgana decise di passare prima lei, e posando il piede sulla mattonella davanti a sé, il pavimento iniziò a tremare molto forte. Pietra dopo pietra, il pavimento iniziò a sgretolarsi, e Merlino con un movimento lesto prese Morgana per mano e iniziò a correre verso destra dove un'altra porta si ergeva. Ma esattamente un attimo prima di entrare nella nuova sala, Morgana inciampò, e cadde su una pietra del vecchio pavimento che si stava sgretolando. La pietra cedette e Morgana si ritrovò appigliata ad una sporgenza.
-Merlino!- richiamò il mago nella speranza che non fosse troppo lontano per sentirla. Passarono minuti che alla donna parvero eterni. La mano le iniziava a sudare e la sporgenza a rompersi. Non restava molto tempo, la mano iniziava a scivolare giù, sempre più giù. Era la fine.
-Merlino!- un attimo prima di scivolare giù nel buio pronunciò il nome del mago, poi la mano mollò la presa, e lei chiuse gli occhi. Uno strattone, una presa un po’ brusca per i suoi gusti, una mano le salvò la vita.
-Presa!- appena in tempo. Quando aprì gli occhi, Merlino era lì a stringere la presa sul braccio di Morgana. Poi le tese l’altra mano e l’aiutò a risalire. Erano in salvo, per ora, e non si potevano permettere il lusso di ferirsi nella cripta perché non sarebbero mai più riusciti ad uscirne vivi altrimenti.
-È l’ennesima volta che ti salvo.- disse ansimando Merlino.
-Non prenderci l’abitudine.- rispose la strega, cercando di prendere aria.
-Però potresti ringraziarmi.- continuò il mago.
-È già tanto se non ti uccido. Ti ricordo che non sono io che devo distruggere la Coppa della vita.- insistette.
-Si, ma non sono io che si mette nei guai ad ogni occasione. In ogni caso dobbiamo sbrigarci, non intendo rimanere qui un altro istante.- terminò Merlino. Così dicendo si alzò, e si diresse verso un'altra porta subito seguito da Morgana.
Varcate varie porte si trovarono in una sala illuminata da candele e con dei lunghi stendardi color viola. Al centro si trovava un altare in marmo nero, e di fianco all’altare, un piccolo tavolo di legno con sopra un bicchiere in peltro, una cartina e un piccolo vassoio con dentro delle rune e un libricino rilegato in pelle.
-Finalmente.- disse soddisfatta Morgana che si stava dirigendo verso il tavolino.
-No! Ferma!- così Merlino le afferrò il braccio facendola fermare.
-Che cosa c’è?- sbottò scocciata.
-Questo posto è pieno di trappole. E preferirei che nessuno dei due ci perdesse la vita.- così dicendo prese una pietra che sporgeva dalla parete, e la fece rotolare fino ai piedi dell’altare. Per fortuna nessuna trappola era scattata. Morgana percosse la strada fatta dalla pietra ed arrivò dritta all’altare. Si sporse verso il tavolino e prese il libricino rilegato e le rune. Le mise in tasca e tornò indietro.
-Bene ora usciamo da qui.- disse Merlino soddisfatto. Così tornarono indietro fino alla porta che conduceva alla stanza con il pavimento crollato.
-E ora? Come torniamo indietro?- chiese spaventata Morgana, guardando il mago.
-Lì! C’è una porta- indicò Merlino, girandosi verso la sala precedente. Così oltrepassarono la sala e si trovarono davanti alle scale che li avrebbero riportati all’aria aperta. Salirono le scale, e finalmente uscirono da quella trappola infernale.
-Ora possiamo prendere la Coppa e distruggerla.- esclamò Merlino.
-Già, ma prima torniamo ai cavalli.- rispose Morgana sorridendo.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Nuovo capitolo! Finalmente! Bene, che dire. Mi sento sadica dopo questo capitolo, spero solo che non mi uccidiate. Comunque ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente e  spero che recensiate anche questo  :D
Baci.

 
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
 
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.


 
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1380100