Moonlight desentsu: Il risveglio dei cuori di Princess_Mars (/viewuser.php?uid=264126)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La sala giochi ***
Capitolo 3: *** Assidui incontri (corretti i dialoghi) ***
Capitolo 4: *** Ricordi e sogni ***
Capitolo 5: *** La festa di Motoki ***
Capitolo 6: *** Presagi ***
Capitolo 7: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 8: *** Un'amicizia che profuma d'amore ***
Capitolo 9: *** L'amore bussa alla porta ***
Capitolo 10: *** Una giornata indimenticabile! ***
Capitolo 11: *** Sentimenti ritrovati ***
Capitolo 12: *** Vivere l'amore: il futuro è minacciato ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Tengo a
precisare che questo primo capitolo, scritto molto tempo fa,
è solo una sorta
di introduzione a quel che sarà la storia stessa.
Infatti è l’esatta descrizione della fine
dell’episodio 46 di Sailor Moon, in
Italia intitolato “La vittoria delle guerriere
Sailor”.
Detto questo vi auguro buona lettura e mi metto a lavoro per scrivere
il
capitolo vero e proprio della storia.
Buona lettura!!!
Prologo:
“Amiche
mie...
grazie di... tutto!”
Svegliarsi la
mattina con i primi raggi
del sole, la sveglia che suona alle 7.00, sentire la mamma che grida
dal
corridoio: “Alzati Bunny è ora!” e io
mezza addormentata che rispondo: “Ancora
cinque minuti!”.
Correre come una
disperata, senza
nemmeno avere fatto colazione per prendere l’autobus,
arrivare in ritardo, entrare
in classe, essere costrette ad andare in presidenza.
Studiare,
studiare e poi prendere
brutti voti e dopo le lezioni, andare con le amiche a prendere un
gelato,
guardare con occhi estasiati le vetrine dei negozi del centro,
è questa la vita
che voglio!
Voglio una vita
fatta cosi.
Sono queste le
piccole cose che mi
rendono felice,che mi rendono felice!
“E’
un
miracolo! Non solo hanno sconfitto il regno delle tenebre, ma sono
ritornate
sane e salve sulla Terra!”
“Si
hai
ragione, ma c’è una cosa che mi dispiace. Hanno
cancellato ogni ricordo ora,
non sanno più di aver combattuto insieme.”
Artemis sorrise alla sua Luna e le disse
“Non
preoccuparti, si conosceranno di nuovo e torneranno ad essere
amiche!”
“Dici
davvero?” chiese Luna con gli occhietti colmi di speranza
Usagi e Naru
passeggiavano per città appena finite le lezioni.
La bionda,
come al solito aveva preso un brutto voto al compito in classe e
disperata se
ne lamentava con la migliore amica.
Arrabbiata e
desiderosa di non voler più vedere quel foglio, lo
accartocciò e lo gettò alle
sue spalle non rendendosi conto che aveva colpito un giovane, molto
carino che
camminava dietro di lei.
“Ahhhh
non
sopporto i fallimenti!”
“Hey! Stai più attenta testolina buffa! Che brutto
voto, devi applicarti molto
di più, perché non studi?”
“Pensa
agli
affari tuoi!”
E detto questo
gli fece una linguaccia.
Mamoru Chiba!
Odiava quel ragazzo, era da qualche mese che le dava
il tormento prendendola in giro ogni volta che si incontravano.
Naru invece
trovò il ragazzo bellissimo e disse che secondo lei
avrebbero formato una bella coppia, ma Usagi non sembrò
essere d’accordo con la
migliore amica.
La vita aveva
ricominciato a scorrere normalmente, i nemici del
regno delle tenebre erano stati sconfitti e tutti erano tornati alle
proprie
faccende quotidiane, con la differenze che la loro mente aveva
cancellato ogni
ricordo della guerra, della loro amicizia e soprattutto
dell’amore favoloso che
aveva unito Sailor Moon e Tuxedo Kamen.
Allontandosi da
quel tipo cosi maleducato le ragazze si fermarono
al Crown per fare una partita ai video games.
Il poster di
Sailor V era esposto in vetrina e Usagi per un
momento rimase ipnotizzata dalla figura di quella ragazza dai lunghi
capelli
biondi.
Aveva sempre
ammirato l’eroina che dava la caccia ai criminali e a
cui avevano dedicato un video gioco, ma in quel momento stava provando
una
sensazione strana, come se l’avesse conosciuta.
Diede la colpa
alla sua fervida immaginazione ed entrò con Naru in
sala giochi.
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Capitolo 2 *** La sala giochi ***
Capitolo 2
Destinazione
sala giochi
“Crown”.
Era quello il punto d’incontro della maggior parte degli
studenti del quartiere
di Juban, che al termine delle lezioni si concedevano sempre un paio di
ore di
svago per giocare ai video games o per bere semplicemente un
caffè prima di
rincasare.
Della stessa abitudine era anche Usagi, che non perdeva occasione di
passare
per il locale e affogare i dispiaceri per i suoi scarsi risultati
scolastici in
una bella coppa di gelato alla fragola anche se, il motivo principale
era un
altro.
Alto, atletico, dai capelli biondi e gli occhi castani Motoki era il
gestore
della sala giochi preferita di Usagi.
Erano ormai due anni che lavorava li e Usagi ne era follemente
innamorata.
Vuoi per i suoi modo gentili, vuoi per il bell’aspetto aveva
fatto breccia nel
cuore della ragazza che spesso e volentieri si tratteneva li
più del dovuto
facendo tardi a casa e di conseguenza sorbirsi le paternali della mamma
molto
insoddisfatta della figlia.
Motoki
era uno studente
universitario, di conseguenza aveva qualche anno più di lei,
ma Usagi non se ne
curava, era dell’idea che se l’amore deve nascere
non fa troppe distinzioni di
età.
Bastava
che lui la
salutasse con le sue solite maniere gentili, che il suo cuore iniziava
a
battere all’impazzata e a farla sciogliere come burro al sole.
Quel
giorno aveva proprio
bisogno di vederlo e di giocare un po’, sapeva che non se lo
sarebbe meritato
dopo quel vergognosissimo 30/100 che aveva ricevuto al test di inglese,
ma non
se ne curò.
In quel momento vedere Motoki era la cosa più importante, si
disse.
Trascinò
Naru dentro con
sé e si guardò attorno con aria curiosa per
vedere dove fosse Motoki.
Lo scorse dopo pochi istanti mentre conversava molto apertamente con
una
brunetta dall’aspetto diligente e garbato.
Dovevano essere molto in confidenza da come parlavano e lei era davvero
molto
carina.
Una fitta di gelosia pervase Usagi che restò ferma ad
osservarli mentre
ridevano e scherzavano.
Restò ferma ad osservarli mentre si torturava le unghie,
quando Naru,
mortificata nel vedere la migliore amica osservarli in quel modo. La
prese per
un braccio e la trascinò al bancone salutando Motoki con
entusiasmo per
attirare la sua attenzione.
Motoki
distolse lo sguardo
dalla brunetta e guardò in direzione delle due ragazze
salutandole sorridente.
Usagi
ricambiò dolcemente,
arrossendo di colpo.
La vista di Motoki le provocava sempre quel genere di emozioni che non
riusciva
a controllare:
rossore del viso, batticuore, voce tremante, era cotta a puntino.
Restò ad osservarlo estasiata fantasticando di fare una
passeggiata nel parco
con lui.
“Usagi!”
...
“Usagi”
...
“USAGI!!!”
Al terzo richiamo la bionda volse lo sguardo verso Naru ormai
spazientita.
“Usagi è tardi e io devo andare a casa”
sbuffò la brunetta
“Dai Naru-chan, aspetta ancora un altro
po’!”
“Scordatelo! Ti ho accompagnata fin qui, erano questi i
patti. Ora devo proprio
andare a studiare! Domani abbiamo la verifica di matematica, nel caso
te ne
fossi dimenticata.”
“Che noia che sei, Naru!”
“Fa come vuoi, io ti consiglio di andare a casa a studiare se
non vuoi
collezionare l’ennesima insufficienza”
Ottenne come risposta un grugnito, ma furono poi interrotte da una voce
profonda dietro di loro.
“Fossi in te seguirei il suo esempio, biondina!”
Al suono di quella voce si girò come una iena verso colui
che si era intromesso
nel discorso suo e di Naru.
“E tu che cavolo vuoi?”
“Niente, il mio era soltanto un consiglio disinteressato. Con
i voti che prendi
passerei il tempo con la teta china sui libri invece che davanti ai
video
giochi che rincoglioniscono il cervello. Tu l’aria sveglia
non ce l’hai neanche
un po’, vuoi peggiorare la situazione?” rise
beffardo scatenando l’ira di Usagi.
“Fatti gli affaracci tuoi razza di maleducato!
“Come vuoi, ma la prossima volta non gettarmi i tuoi compiti
andati male in
testa, testolina buffa!”
“Come mi hai chiamata? Non permetterti più a
chiamarmi cosi, chiaro???”
“Come desideri! Testolina buffa!” disse ridendo
andando verso Motoki e quella
misteriosa ragazza che appena lo vide, lo salutò
calorosamente.
Usagi osservò la scena da lontano, quando finalmente Motoki
le prestò
attenzione.
“Usagi!!!”
“Ciao Motoki!!!”
“Devi scusare Mamoru, gli piace scherzare, spero tu non ti
sia offesa! E devi
scusare anche me se non ti ho accolta prima. Guarda per riparare al
danno ti
offro una bella coppa di gelato al cioccolato.”
“Accetto molto volentieri!” rispose sorridendo
Prese posto al bancone seduta su uno sgabello e attese che il giovane
le
preparasse il gelato.
Si guardò attorno e casualmente posò gli occhi su
Mamoru e la ragazza del
mistero che parlavano.
Sembrava essere un discorso serio, Mamoru ascoltava attentamente
ciò che la
brunetta aveva da dirgli.
All’improvviso Mamoru alzò lo sguardo per
spostarlo verso la loro osservatrice
che si girò di scatto verso Motoki che nel frattempo le
aveva portato il
gelato.
“Credi che stiano bene insieme?”
“Come?”
“Mamoru e Sara.
Secondo te formerebbero
una bella coppia?”
“Perché mi fai questa domanda? Non li conosco, non
posso esprimere dei
giudizi...” rispose distratta
“Ho notato che li stavi fissando e per questo ti ho domandato
cosa ne
pensassi... “
“Come... oh no no... mi ero distratta guardando nel
vuoto...” si affrettò a
rispondere Usagi
“All’università tutti li considerano una
coppia... sono amici dai tempi del
liceo”
Usagi lo guardò
“Sai io Mamoru e Sara siamo grandi amici fin dai tempi delle
medie, abbiamo
frequentato le superiori assieme e cosi anche
l’università. E Sara è cotta di
Mamoru sin dai tempi del liceo. Ma lui sembra non accorgersene... in
fondo gli
farebbe anche bene una compagnia femminile, ma secondo il mio giudizio
Sara non
è la donna giusta per Mamoru, troppo seria e perbene a mio
avviso. Lui ha
bisogno di vitalità, di allegria...”
Usagi fissò Motoki mentre parlava di Mamoru con aria triste
e poi guardò
Mamoru.
Lei intanto aveva iniziato a ridacchiare e Mamoru continuava ad
ascoltarla
impassibile, li fissò ancora, poi le cadde lo sguardo
sull’orologio appeso alla
parete e trasalì.
“Oh no! È tardissimo! Scusa Motoki devo scappare o
la mamma mi rimprovererà di
nuovo!”
“Va bene, ciao Usagi, a domani!”
“A domani!!!” squittì mentre le porte si
chiudevano dietro di se.
Ma perché si è messo a parlare di
quell’antipatico Motoki oggi? Cosa vuoi che
me ne importi... la vita sentimentale di quello sbruffone non
è affar mio e di
certo con quel carattere che si ritrova dubito fortemente che
riuscirà a
trovare una donna che lo ami!”
***
Aveva
il fiatone, ma
arrivò finalmente a scuola.
Si stava cambiando le scarpe quando un ragazzo la chiamò.
“Usagi!!!”
Doveva aver riconosciuto a chi apparteneva la voce che si
girò scocciata e
rispose al saluto
“Ciao Umino!”
“Pronta per il test di matematica?”
Il test!!! Se n’era completamente dimenticata.
La sera prima al posto di studiare aveva letto i suoi fumetti preferiti
fino a
tarda notte lasciando completamente perdere la matematica.
Sbuffò e depressa si incamminò verso
l’aula.
“Non hai studiato vero Usagi?” le chiese
l’amico dai buffi occhiali
Non rispose, ma sospirò.
“Dai Usa, ti aiuto io oggi. Ti passerò tutte le
risposte!”
“Davvero?”
“Tutto per la mia Usagi!!!”
In fondo non era poi tanto male avere Umino che le faceva la corte,
poteva
rimediare i compiti in classe, lui era cosi bravo.
Aveva la media del 100, un futuro promettente avanti a se ma era di
aspetto
davvero terribile.
Basso, aveva degli occhiali spessi come due fondi di bottiglia e i
capelli
arruffati. Era davvero brutto.
Sospirò ancora. Non poteva essere Motoki a farle la corte?
Depressa prese posto al suo banco, dopo circa cinque minuti
entrò il professore
che intimò la classe a restare in silenzio perché
iniziava il test.
Umino le passò le risposte giuste per raggiungere la
sufficienza, soddisfatta
consegnò il test e pregò che tutto fosse andato
per il meglio.
Quel pomeriggio Naru aveva lezioni di nuoto per cui non sarebbe venuta
con lei
al Crown.
Sospirò, come avrebbe voluto un bel gruppo di amiche per
andare a divertirsi
insieme dopo la scuola.
Non che avesse solo Naru, ma con le altre compagne di classe non si era
instaurato il gran bel rapporto che aveva con l’amica
brunetta.
Decise di andare comunque da sola alla sala giochi, in fondo li
c’era sempre
Motoki, si disse sorridendo.
All’uscita il suo buffo amico le corse dietro, chiamandola a
squarciagola.
Alzò gli occhi al cielo e si fermò.
“Umino, dimmi tutto!” disse sfoderando un falso
sorriso
“Posso accompagnarti?”
“Fa come vuoi” rispose riprendendo a camminare
Prese posto al suo fianco e insieme passeggiavano.
Arrivarono al Crown e come sempre c’era Motoki che
salutò Usagi e osservava il
buffo ragazzino al suo fianco.
“Ciao Usagi! Vuoi provare il nuovo gioco di Sailor?
È arrivato oggi!”
“Mi piacerebbe tanto Motoki, ma ho lasciato il portafogli a
casa...”
“Ma non preoccuparti piccola, offro io” le rispose
facendole l’occhiolino
“Sei gentilissimo, grazie” rispose Usagi con gli
occhi che le brillavano
Nel ringraziarlo le era caduta la cartella dalle mani,si
abbassò per
raccoglierla, stessa cosa fece Umino scontrando la sua testa contro
quella di
Usagi.
“Ahia” gridò
In quel preciso momento entrò Mamoru che vide tutta la
scena, fu più forte di
lui e commentò:
“Che bella coppia di imbranati, state proprio bene assieme,
sapete?” disse
ridendo
Usagi lo fulminò con lo sguardo, poi diede uno spintone a
Umino che si stava
ancora contorcendo per il dolore.
Era evidente che stava esagerando, ma voleva attirare
l’attenzione di Usagi su
di se, senza alcun successo.
“Sei soltanto un brutto idiota”
Brutto no, non lo era di certo, ma di sicuro doveva darsi molte arie
per questo
lo insultò.
Lui rise.
“Attenta testolina buffa, se fai quelle smorfie inizierai a
somigliare al tuo
ragazzo e non è che lui sia tanto affascinante!”
“Per prima cosa non chiamarmi così idiota! In
secondo luogo Umino è solo un mio
amico!” sbuffò spazientita.
Andò poi da Motoki che l’aspettava con
l’aria perplessa davanti al video gioco
mentre Umino deluso la salutò e andò via.
“Testolina buffa, non è modo di comportarsi
questo! Hai lasciato da solo il tuo
accompagnatore...”
“E’ voluto venire lui, non l’ho invitato
di certo io e poi non sono affari suoi
idiota!”
“Mamoru dai lasciala stare!”
lo riprese
Motoki
“A proposito, è venuta per caso Sara? Mi aveva
chiesto alcuni appunti sulla
lezione di anatomia, ha detto che sarebbe venuta qui...”
“Parli del diavolo... eccola che entra..”
“Ciao Mamoru, buona sera Motoki!- salutò
educatamente Sara facendo un inchino
In un niente presero a parlare di lezion, tirocini, lavoro... tutti
argomenti
che Usagi ignorava completamente.
Usagi li osservava... si sentiva leggermente in imbarazzo in mezzo a
quegli
studenti universitari
Guardò l’orario e pensò che si era
fatta ora di rientrare.
“Motoki... io devo andare”
“Oh Usagi la nostra partita?”
“Sarà per la prossima volta... a domani!”
Lanciò una breve occhiata verso Mamoru e Sara e
uscì fuori dal locale.
“Motoki quando finirai di illuderla?” gli chiese
Mamoru
“Ma cosa stai dicendo? È solo una ragazzina delle
medie, è come una sorella per
me.”
“E’ evidente che ha una cotta per te... e con i
tuoi modi di certo non ti fai
odiare. Cerca di farle capire che la vostra è solo
un’amicizia, perché non
credo che lei ti consideri soltanto un
“fratello”.”
Motoki guardò perplesso Mamoru.
“Dai Mamoru secondo me esageri... “
“Fa come ti pare!” gli rispose “Vado a
casa, ciao ragazzi!”
Sara stava per dire qualcosa, ma si bloccò “Ciao
Mamoru”
Intanto Usagi stava tornando a casa e pensava a quello che era successo
al bar.
Si accarezzava la testa ancora dolorante e pensava a come
l’aveva trattata
quell’antipatico di Mamoru.
“Ma come si permette quello stupido! È davvero
odioso!” sbuffò mentre apriva la
porta di casa.
Ed
ecco il
primo vero capitolo di questa fan fiction.
Allora vi spiego alcuni punti:
Usagi è innamorata di Motoki. Si è cosi, in
effetti nella prima serie è pazza
del biondino finché non scopre che Tuxedo Kamen (Milord) non
è altro che
Mamoru, colui che le dava il tormento ogni volta che la vedeva, quindi
ho
deciso di tornare proprio da dove eravamo rimasti.
Umino è innamorato di Usagi... si è vero, lui poi
si invaghì di Naru, ma ho
voluto fare questa modifica solo per rendere più divertente
la storia.
Sara, se ben ricordate ella appare nella quarta serie
nell’episodio 132 “La
coppia perfetta” ed era innamorata di Mamoru.
Nella puntata dicono che erano amici sin dai tempi della scuola e che
frequentavano la stessa università, per cui ho deciso di
inserirla.
Le ragazze arriveranno, state tranquille!
Grazie per l’attenzione, alla prossima!!!
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Capitolo 3 *** Assidui incontri (corretti i dialoghi) ***
Capitolo
2
“Luna, sta vicino alla principessa, non allontanarti mai da
lei, soprattutto in
questo delicato periodo!”
“Cosa vuoi dire Regina Selene?”
“Una nuova battaglia è vicina mia cara Luna,
purtroppo i tempi di pace stanno
per terminare.”
“Devo assolutamente riunire le guerriere allora...e devo
risvegliare i ricordi
di Usagi”
“Con calma Luna, per ora c’è ancora
tempo, ma stai all’erta. Questa battaglia
riguarderà la principessa e il principe e il loro
futuro...”
“Vuoi dire che la prossima minaccia verrà dal
futuro?”
“Non mi è concesso di dire nient’altro...
ma è importante che il principe e la
principessa, ovvero Mamoru e Usagi
si innamorino senza l’ausilio di alcuna magia... solo cosi
riacquisteranno i
ricordi e potranno combattere i nuovi nemici”
“Ma se nemmeno si sopportano... come faranno... non capisco
regina Selene...”
“E’ importante perché la prossima
missione metterà alla prova il loro amore...”
disse con tono di chi non ammette repliche ulteriori.
“Va bene... vigilerò sulla principessa e
farò in modo che i due si incontrino
più spesso... regina Selene... ma credi che
riusciranno...”
“Luna, mia cara gattina ... abbi fiducia nel destino. Li ha
fatti incontrare
una volta, li ha fatti innamorare nelle vesti di Sailor Moon e Tuxedo
Kamen...
sono sicura che sarà gentile... ora vai... il tempo che mi
è concesso si è
esaurito... in bocca al lupo Luna... e veglia su mia figlia!”
disse sparendo in
un bagliore di luce
La gattina rimase sola, poi annuì e corse via nella notte.
Era in ritardo! Ancora! Non l’avrebbe sicuramente passata
liscia stavolta.
Come se non bastasse consegnarono i risultati del compito di inglese,
che aveva
ripetuto nuovamente per il quale non aveva studiato, non volle nemmeno
guardare
il voto, già sapeva che era stato un totale fallimento.
Si... di sicuro la professoressa l’avrebbe trattenuta oltre
l’orario scolastico
a scuola per ripetere il compito.
Infatti andò proprio come temeva, come punizione fu
costretta a trattenersi in
aula dopo le lezioni per studiare ed eseguirlo ancora
un’altra volta.
Usagi non trascorse bene quella giornata, a partire dalla notte
precedente che
l’aveva tormentata con uno strano sogno e per questo motivo
non chiuse occhio
fino alle 6 del mattino, per poi svegliarsi alle 8 in punto!
Finite le lezioni, si recò in un’altra aula per
scontare la sua “pena”; li si
accorse che non avrebbe trascorso quelle due ore da sola, infatti
seduta in
terza fila c’era una ragazza dai capelli castani raccolti in
una coda e che
portava una divisa differente da quella di Usagi e di tutte le alunne
del liceo
di Juban.
Sorridendo nervosamente salutò e si andò a sedere
davanti la ragazza che
rispose al saluto con un cenno del capo, poi tornò a
concentrarsi sul suo
compito.
Usagi che era una chiacchierona, cercò di sciogliere la
tensione iniziando a
parlare:
“Anche tu qui,
eh...!”
La ragazza alzò lo
sguardo
per poi tornare ai suoi doveri, senza degnarla di risponderle.
Usagi tentò ancora:
“Cosa hai combinato tu per stare qui? Io sono arrivata in
ritardo e per giunta
sono andata malissimo al test di
inglese
che mi avevano fatto ripetere, e adesso sono costretta a rifarlo, ma so
già che
sarà un fiasco perché non ho studiato
nulla...”
La ragazza sospirò e disse:
“Ti dispiace? Sto cercando di finire il mio
compito...”
“Oh... scusa... non volevo disturbarti, credimi...
è solo che sono una persona
molto chiaccherona e quando inizio a parlare, lo faccio senza rendermi
conto
di...”
La ragazza emise un grugnito stavolta, Usagi capì,
alzò le mani in segno di
resa e tornò a concentrarsi sull’inglese.
Le due ore passarono molto lentamente, a compito finito, finalmente le
due
ragazze poterono lasciare l’aula.
Nei corridoi ormai deserti si imbatterono in un gruppo di ragazzi che
avevano
appena finito gli allenamenti di calcio,la ragazza che era in classe
con Usagi,
si fermò a salutare uno di loro che per tutta risposta la
scansò dicendo:
“Ma lasciami perdere, lo vuoi capire che a me piacciono le
ragazze e non i
maschiacci?”
L’affermazione ferì la povera ragazza e fu seguita
da una risata di gruppo che
causò l’ira di Usagi che corse in aiuto alla
sconosciuta urlando contro i
maleducati:
“Ma come ti permetti tu di insultare cosi questa ragazza? E
voi come vi
azzardate a ridere di lei? Siete dei caproni e degli idioti... e lei
è troppo
bella per te stupido!” urlò facendo poi una
linguaccia e lasciando i ragazzi
straniti.
“Non dovevi... difendermi!” sorrise la ragazza
“Ma figurati... sono bravi solo in gruppo certi elementi...
presi uno ad uno
non valgono un soldo...”
“Piacere Usagi, io mi chiamo Makoto!”
“Sono felice di conoscerti...” sorrise Usagi
“Cosa fai di bello ora?”
“Non saprei... ho voglia di rilassarmi...”
“Vuoi venire con me alla sala giochi? La mia amica Naru non
c’è... e non mi va
di andare sola... almeno sfogheremo la nostra comune sventura con i
video game!
Che ne pensi?”
“Credo sia un’ottima idea!”
Insieme andarono al Crown: finalmente Usagi poteva vedere Motoki, non
era più
in sé dalla gioia.
Lui era li, dietro il bancone che chiacchierava con un cliente.
Le due ragazze avanzarono verso il biondino, che appena vide Usagi le
sorrise e
le fece un cenno di saluto con la mano.
“Motoki... ciao!!!”
“Oh ciao Usagi... che bella ragazza... chi è una
tua amica?”
Usagi soffocò una fitta di gelosia e fece le dovute
presentazioni: Motoki aveva
fatto un complimento alla sua amica, che era arrossita e gli aveva dato
la
mano.
“Lei è la
mia amica
Makoto, frequenta la mia stessa scuola...”
“Come mai sei venuta cosi tardi oggi? Stai frequentando
qualche corso?”
“No... veramente...”
“Ma cosa dici Motoki? L’hanno punita sicuramente
per qualche insufficienza...”
si intromise un ragazzo che aveva una voce che Usagi conosceva fin
troppo bene
“Tu cosa c’entri? Fatti gli affaracci tuoi, hai
capito?”
“Sei comica testolina buffa, quando ti arrabbi sembri una
palla con gli occhi e
con quei capelli sembri ancora più buffa...” disse
per poi ridere
“Ma ti sei guardato allo specchio? Chi ti credi di essere?
Sei solo un topo da
biblioteca, ecco cosa sei!”
Topo da biblioteca? Questo non glielo aveva detto mai nessuno, rise
divertito e
contrattaccò
“Si, magari lo sono, ma so di essere molto meglio del tuo
amichetto dagli
enormi occhiali...”
Usagi arrossì, gli fece una linguaccia e andò
verso i video giochi seguita da
Makoto che nel frattempo era rimasta ad osservare Motoki estraniandosi
dal
battibecco che si stava manifestando al suo fianco.
“Cavolo che carino, Usagi sai dirmi se è
fidanzato?”
“Lo era, poi la sua ragazza ha scelto di studiare
all’estero, continuarono a
sentirsi tramite lettere e telefono, ma si sono poi resi conto che il
sentimento andava via, via scemando e hanno deciso di troncare... bello
vero?”
“Si è molto carino...”
annui Makoto “E a
quanto pare hai una cotta anche tu...”
“Si... hai indovinato...”
“Sai, salta subito all’occhio, da come diventi
rossa quando lo vedi e quando ti
prende in giro...”
“Makoto, ma di chi stai parlando???”
“Ma di quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi blu...
giusto?”
“Certo che no... io parlavo di Motoki! Non di
quell’antipatico...”
“E allora perché sei arrossita?” rise
Makoto...
“Perché sono furibonda, non lo sopporto, lo odio e
mi è antipatico!!!”
Makoto sorrise e iniziò a giocare con l’amica.
***
Ami Mizuno era la ragazza più intelligente
dell’istituto Juban.
I suoi voti erano sempre altissimi e se non ci fosse stato un limite al
massimo, lei di sicuro lo avrebbe superato.
Oltre ad essere un’eccellente studentessa era una ragazza
molto gentile,
educata e dal carattere chiuso.
Vuoi per mancanza di tempo, vuoi per invidia di qualcuno, la povera
ragazza non
aveva mai avuto delle amiche con qui chiacchierare alla fine delle
lezioni e
spesso dopo la scuola si chiudeva in biblioteca.
La scuola di Usagi aveva diverse squadre che praticavano alcuni sport.
I ragazzi il calcio e le ragazze la pallavolo, ma, oltre alle squadre
sportive
ce n’era una formata dagli studenti più
intelligenti della scuola.
È inutile dire che tra questi c’era anche Ami.
In squadra c’era Umino, anche lui un bravissimo studente e
Naru che anche se
non sembrava era una ragazza molto diligente.
Naru passava molto tempo con il gruppo dei
“cervelloni”; chiamati cosi da
Usagi, e non aveva più molto tempo da dedicare
all’amica e un po’ le
dispiaceva, così quel giorno propose al gruppo di andare
alla sala giochi per
festeggiare la loro vittoria per aver passato le selezioni scolastiche
per
partecipare al campionato di Matematica per i licei.
Ebbene si, il ministero organizzava queste piccole gare per le scuole
dedicate
esclusivamente a chi studiava tanto e prendeva voti molto alti, premio,
una
borsa di studio per l’Europa e per continuare gli studi in
Germania.
Uno stage che sarebbe durato un anno e che avrebbe dato, per chi lo
avesse
vinto, l’opportunità di conoscere
un’altra cultura e di poter frequentare
università prestigiose come Harvard, Princeton o Yale.
Un sogno che si avvera per una studentessa che desidera seguire le orme
della
madre e diventare un medico.
Naru, Umino e Ami entrarono in sala giochi, presero posto e ordinarono
un tè
caldo per ciascuno.
In quel momento entrarono anche Usagi e Makoto che dopo aver salutato
Motoki
andarono verso il tavolo dov’era seduta Naru.
Naru si alzò e salutò l’amica:
“Oh Usagi, scusa... sono sparita... sono davvero pessima come
amica, però,
questi giorni di studio sono serviti, ho finalmente passato le
selezioni e
parteciperò alle eliminatorie della prossima settimana per
il campionato di
matematica dei licei. Oltre a me parteciperanno Umino ed Ami, e solo
uno di noi
rappresenterà la scuola al campionato.” disse
eccitata “Ti presento Ami... e ho
come l’impressione che sarò proprio lei a vincere
tra di noi”
“Piacere Usagi” disse stringendole la mano
“lei è Makoto.”
“Piacere di conoscervi ragazze” sorrise Ami
“Tu sei la ragazza più brava della scuola,
vero?” le chiese Usagi
“Usagi non essere impicciona... lo sei, vero?” le
chiese Makoto a sua volta
“Senti da che pulpito... Ami benvenuta tra di noi... se
vorrai aiutarmi nei
compiti e ad essere brava come te, sarò ben lieta di
accettare!”
Ami restò senza parole e annuì con
l’aria alquanto imbarazzata
“Usagi... sei sempre la solita... devi studiare per andare
bene a scuola...”
“Dovresti farlo
anche tu,
Makoto...”
“Si ma io vado un po’ meglio di te... tu sei
proprio un caso disperato... oggi
hai preso un’altra insufficienza, ed era un compito che ti
hanno fatto ripetere
ben due volte...” disse Makoto sventolando l’ultimo
test di Usagi andato
malissimo.
Usagi per tutta risposta prese il foglio, lo accartocciò e
lo gettò alle
spalle.
“Ancora... ehi testa bernoccoli, ma mi hai preso per un
cestino della carta
straccia??? Oh no... un’altra insufficienza... che
vergogna... testolina
buffa... di questo passo non solo ti bocceranno, ma ti regrediranno di
livello.”
Era ancora una volta lui, il suo incubo peggiore: Mamoru!
Non solo lo aveva incontrato la sera prima, ma anche quel pomeriggio e
iniziava
a stufarsi.
“Tu sei sempre tra i piedi? Vuoi lasciarmi in pace?”
“Mi chiedo la stessa cosa anche io... testolina buffa, stai
tranquilla non ho
nessuna intenzione di stare con te... studia mi raccomando!”
“Se devo studiare o meno sono affari miei, hai
capito???”
Makoto ed Ami li guardavano e sorridevano nervosamente.
“Facci l’abitudine... se continuerai a frequentare
questo posto li vedrai
spesso litigare... Mamoru la prende sempre in giro e lei si infuria...
ma devo
anche dire che ha ragione...”
“Makoto! Sei mia amica, dovresti difendermi...!”
“Usagi tu gli hai gettato il compito in faccia e non ti sei
nemmeno scusata...
e non deve essere la prima volta, mi pare di aver capito...”
“Infatti... hai sentito te lo dicono anche le tue amiche
testolina buffa!”
“E tu finiscila di chiamarla cosi!” questa volta si
rivolse a Mamoru “su fate
la pace e comportatevi da persone adulte!”
“Testolina buffa da persona adulta?” rise Mamoru
“Come ti permetti?Idiota!”
“Usagi! Basta!” urlò Makoto
“Su, datevi la mano e fate gli adulti, basta
litigare!”
“Sarà ma tanto mi sarà antipatico lo
stesso!”
“E tu resterai sempre una bambina viziata e
immatura!”
“Almeno ho la gioia di vivere e ho delle amiche che mi amano
per quella che
sono, tu cos’hai? Vieni sempre qui da solo. Scommetto che
nemmeno i tuoi
genitori possono sopportarti!” e gli fece una linguaccia
All’improvviso il cuore di Mamoru, provò una
gelida fitta, il volto si fece
scuro e rispose:
“Pensa agli affari tuoi e cresci una buona volta, la vita non
è fatta solo di
gioie.”
Si congedò e se ne andò.
“Usagi... ma cos’è accaduto?”
le chiese Makoto “Appena hai nominato i suoi genitori
si è molto arrabbiato...”
“Ma non li ho mica offesi... ho solo detto che ha un
caratteraccio e che per
questo motivo nemmeno loro lo possono sopportare.”
Motoki che aveva assistito alla scena da lontano, si
avvicinò a loro.
“Usagi... forse non sai una cosa...”
“Dimmi tutto Motoki!!!”
“Mamoru non ha più i genitori... li ha persi
quando era bambino, il giorno del
suo sesto compleanno...è un tasto molto dolente per lui,
perché non ha mai
sfogato quel dolore...”
Usagi si pose le mani sulle labbra e restò ad ascoltare
Motoki
“Erano usciti per fare una passeggiata, quando
all’improvviso suo padre perse
il controllo dell’auto e finì fuori strada. A
nulla valsero i soccorsi, sia lui
che la madre morirono subito dopo in ospedale, si salvò lui
soltanto... da
allora ha sempre vissuto tra una casa famiglia e gli zii che non appena
avevano
qualcosa da fare, che fossero vacanze o feste di Natale lo spedivano in
istituto. Forse è cosi perché non ha mai avuto
gioie nella vita, ormai la pensa
cosi... ma non è un cattivo ragazzo... è solo un
po’ chiuso.”
“Motoki... io non so che dire... mi dispiace davvero tanto...
forse dovrei
scusarmi...”
“No lascia stare, perché capirebbe che ti ho
parlato... tra circa una settimana
si farà rivedere qui e tornerà tutto come
prima...”
“Se lo dici tu...”
“Lo capisco perfettamente...” esclamò
Makoto “Anche io ho perso i miei genitori
da bambina... so cosa vuol dire crescere soli senza l’aiuto o
il sostegno di
una madre e di un padre... è difficile...”
Usagi abbracciò l’amica poi guardò
fuori... non sapeva che quel ragazzo cosi
antipatico con lei avesse un passato così triste, avrebbe
voluto fare qualcosa,
ma non sapeva cosa.
Decise in primis di non cedere alle sue provocazioni e che sarebbe
stata
gentile e soprattutto che avrebbe guardato bene alle sue spalle prima
di
gettare i compiti in classe falliti.
Ci pensò anche a casa, non si sentiva allegra, aveva nel
cuore una strana
malinconia e tutta dovuta a quel ragazzo; se fosse capitata a lei una
cosa del
genere non era sicura che ce l’avrebbe fatta, anzi era certa
che fosse così.
Iniziò ad ammirarlo, non solo aveva subito quel bruttissimo
lutto che
sicuramente ancora lo lacerava dentro, ma aveva vissuto sempre da solo
ed era
arrivato a frequentare l’università con ottimi
risultati.
Adesso sentiva che qualcosa nei suoi confronti era cambiato, non le
stava più
antipatico, adesso capiva cosa provava quel ragazzo tanto solo e
triste, nel
vederla allegra e gioiosa con tanti amici meravigliosi che le volevano
bene.
Lui aveva solo Motoki.
Ma c’era un’altra sensazione che la invadeva ora,
era come se quella storia non
le fosse nuova... le sembrava di averla già sentita...
pensò di avere le
traveggole, poi guardò l’ora e dato che si era
fatto tardi, decise di infilarsi
sotto le coperte e andare a letto.
L’indomani sarebbe iniziata una nuova estenuante giornata!
***
“E’
ora di
ricordare, guerriera della forza e della passione. Devi
risvegliarti”
Quattro ragazze
al suo fianco, un uomo
mascherato e una strega davanti a loro.
Una principessa
dai lunghi capelli
biondi che piangendo, coccolava tra le braccia il suo principe deceduto.
Poi una grande
distesa di neve e i
pianti di una ragazzina disperata. Attorno a lei la morte e la
disperazione.
Una ragazza
dai lunghi capelli corvini aprì gli occhi e urlò
spaventata.
Si mise a
sedere sul letto e guardò verso la finestra, si era
innervosita per cui si alzò
dal letto e uscì dalla sua stanza per andare a prendere un
bicchiere d’acqua.
“Cosa
mai
poteva significare quell’incubo che la perseguitava da
più di un mese ormai?”
se lo chiedeva in continuazione, ma non era riuscita a trovare nessuna
risposta.
Guardò
l’orario: erano le 4.30 del mattino e ormai aveva perso
sonno, decise così di
andare nella stanza del sacro fuoco e cercare di trovare una risposta
alle sue
domande.
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Capitolo 4 *** Ricordi e sogni ***
Capitolo
4
“E’
ora di ricordare, guerriera della
forza e della passione. Devi risvegliarti”
Quattro ragazze
al suo fianco, un
uomo mascherato e una strega davanti a
loro.
Una principessa
dai lunghi capelli
biondi che piangendo, coccolava tra le braccia il suo principe deceduto.
Poi una grande
distesa di neve e i
pianti di una ragazzina disperata. Attorno a lei la morte e la
disperazione.
Una ragazza
dai lunghi capelli corvini aprì gli occhi e urlò
spaventata.
Si mise a
sedere sul letto e guardò verso la finestra, si era
innervosita per cui si alzò
dal letto e uscì dalla sua stanza per andare a prendere un
bicchiere d’acqua.
“Cosa
mai
poteva significare quell’incubo che la perseguitava da
più di un mese ormai?”
se lo chiedeva in continuazione, ma non era riuscita a trovare nessuna
risposta.
Guardò
l’orario: erano le 4.30 del mattino e ormai aveva perso
sonno, decise così di
andare nella stanza del sacro fuoco e cercare di trovare una risposta
alle sue
domande.
Rei era una ragazza molto carina, dolce ma con un carattere particolare
che non
l’aveva mai aiutata nel trovare degli amici sinceri che le
volessero bene, anzi
in molti parlavano male di lei credendo compiesse riti voodoo a causa
del suo
essere una chiaroveggente e una sacerdotessa.
Ma ella
ricordava di non essere stata sempre sola nella sua vita, nel profondo
del suo
cuore conservava una sensazione di calore che le dava un intenso
benessere, ma
non riusciva a capire bene cosa.
Ricordava solo
di essere stata unita a qualcuno da un profondo legame.
Sorrise,
doveva avere le traveggole, lei era sempre stata una ragazza piuttosto
solitaria, non si era mai fermata con le compagne di classe e mangiare
un
gelato o non era mai andata in giro per i negozi con le amiche, ma
quali
amiche?
Lei aveva solo
il nonno e i suoi due corvi al santuario, ma dato che il mondo era
corrotto e
la vera amicizia era così difficile da trovare, aveva
pensato che era meglio
vivere cosi.
Stanca di
cercare risposte che non riceveva, si alzò e andò
a fare una doccia, era
mattina, il sole stava sorgendo e si stava prospettando
l’arrivo di una bella
domenica.
Decise che era
meglio uscire, aveva bisogno di distrarsi.
Ormai le giornate erano migliorate e la pioggia, il vento e le neve
avevano
ormai lasciato posto al sole che pian piano stava riprendendo tutto il
suo
splendore che ha alla fine dell’inverno.
Dopo essersi preparata con molta cura, uscì di casa e
andò alla fermata
dell’autobus, guardò gli orari e notò
con molto disappunto che il suo era già
passato e che sarebbe trascorsa almeno una buona mezz’ora
prima che ne
arrivasse un altro.
Sospirò e decise di continuare il tragitto a piedi.
Passò davanti un cinema e notò una locandina, la
cui figura disegnata le
sembrava familiare.
“Prossimamente
il film di Sailor V” lesse “Eppure
questa ragazza ha un volto, una conformazione che mi sembra
familiare... oh sto
vaneggiando, forse è meglio che vada a prendermi un gelato,
magari incontro
qualche bel ragazzo che mi chieda di trascorrere la giornata con
lui” pensò
divertita, ma mentre era ancora girata
verso la locandina, un uomo la strattonò e le
strappò la borsa dal braccio
correndo via a grande velocità.
Il tempo di
rendersi conto di ciò che era successo, che urlò:
“al ladro, mi ha scippata” e
si mise all’inseguimento del delinquente.
Rei era molto
atletica, riusciva ancora a vedere il ladruncolo che scappava con la
sua borsa
e dentro di se pensava di vivere davvero in un mondo sporco, dato che
nessuno
aveva avuto l’idea di aiutarla a fermarlo.
Usagi e Makoto
camminavano felici e sorridenti venendo dalla direzione opposta, si
stavano
dirigendo al crown per giocare al nuovo video gioco di Sailor e per
vedere
Motoki, di cui si era innamorata anche la bruna.
Avevano deciso
di conquistarlo e la perdente non avrebbe avuto rancori verso
l’amica*.
Erano proprio
davanti la sala giochi, Usagi si girò verso Makoto
sorridendo, quando un uomo
che aveva una borsetta rossa in mano la travolse e le cadde addosso.
La bionda cadde
per terra, batté lievemente la testa e il ladro si
alzò di tutta fretta, per
poi fuggire.
Rei si fermò per riprendere fiato e Makoto aiutò
Usagi ad alzarsi.
“Maledetto... la ... mia... borsa!”
esclamò Rei con il fiatone “ Stai bene? Mi
dispiace... spero non ti sia fatta male, ma quell’uomo mi ha
derubata...”
Makoto guardò in fondo un uomo che correva tra le macchine.
“I miei soldi, i documenti... oh no le chiavi...”
disse disperata “devo
acciuffarlo!”
“Stai qui... ti aiuto io!” esclamò
Makoto ghignando
“Ma no... non devi disturbarti per me!”
“Oh non ti preoccupare, lo fa con piacere...”
rispose Usagi a una Rei
interdetta
Makoto corse verso il ladro e sparì alla vista delle due.
“Dai tra poco ti riporterà la borsetta... Nel
frattempo vieni con me al Crown,
fammi compagnia. Makoto tornerà presto con la tua
borsa!” le confidò facendole
l’occhiolino “Perdonami, ti parlo e non mi
presento, il mio nome è Usagi...
piacere!”
Quei nomi riecheggiarono nella mente di Rei... “Makoto e
Usagi”; “Usagi e
Makoto”...
Li ripeté più volte nelle sua mente, quando, ad
un tratto Usagi la riportò alla
realtà
“Ci sei? Non aver timore, riavrai tutte le tue
cose” le disse sorridendo
accompagnandola a un tavolo “Motoki”
urlò a gran voce attirando l’attenzione
del ragazzo che la salutò da lontano arrossendo
“ci porteresti un frappé al
cioccolato e vaniglia e per la mia amica... Cosa vuoi?” le
chiese
Rei che era ancora assorta nei suoi pensieri alzò lo sguardo
e la guardò
“Prego?”
“Cosa vuoi?” ripeté
“Ah per me... un tè ai frutti rossi,
grazie!”
Rei tornò ai suoi pensieri. Come mai quelle ragazze avevano
dei nomi cosi
familiari? Come mai quello stesso posto dove si trovava non le sembrava
nuovo... come mai quella ragazza che sedeva di fronte a se le ricordava
tanto
qualcuno?
“Tutto bene?”
“Si... si grazie... Sono solo in pensiero... perdonami, non
ti ho ancora detto
come mi chiamo.. il mio nome è Rei, piacere di conoscerti
Usagi”
Nel frattempo arrivò Makoto con la borsa di Rei in mano che
restituì alla
legittima proprietaria.
“Ed eccomi qui! “
“Che ti avevo detto! Makoto è un
portento!”
Rei passò la giornata con quelle due ragazze, e presto i
pensieri che le davano
il tormento andarono via in un battibaleno.
Non sapeva come spiegarselo, ma le sembrava che quelle due fossero sue
carissime amiche...
“Ragazze?” le chiamò Rei attirando la
loro attenzione
“Si?” risposero in coro
“Non so voi... ma ho come l’impressione di avervi
già conosciute... non è che
ci siamo già viste da qualche parte?”
“Non saprei” rispose Makoto “Che scuola
frequenti?”
“La “T.A Girls Accademy”... “
Le due ragazze restarono a bocca aperta. Quella era una scuola molto
facoltosa.
Istituto femminile, religioso che accoglieva ragazze di famiglie
benestanti.
“E voi?” chiese Rei guardandole mentre sorseggiava
il suo tè
“L’istituto Juban” risposero nuovamente
in coro
Quelle due sembravano essere molto amiche, Rei le guardava quasi con
malinconia
e forse un pizzico d’invidia.
Makoto, la ragazza più alta deve volere molto bene a Usagi,
e lei di sicuro la
contraccambia.
Fu distratta nuovamente dalla voce di Usagi che a gran voce richiamava
un’altra
ragazza
“Ami”
Rei si girò e vide una ragazza dal caschetto blu che
sorrideva ad Usagi.
“Vieni qui! Siediti con noi”
“Usagi è inutile che speri di fartela amica, non
migliorerai così i tuoi voti!”
la prese in giro Makoto
“Finiscila! Mi fai così meschina? E’ che
la vedo sempre da sola, assorta nei
suoi pensieri, noi l’abbiamo conosciuta e io per educazione
la invito a
prendere qualcosa con noi!”
Ami intanto si avvicinò e salutò con un inchino
le presenti.
“Ma quanta formalità... dai siedi con noi,
Ami!” esclamò Usagi facendo spazio
affianco a lei
Ami sorrise e si convinse.
Le era simpatica quella ragazza così allegra e dai buffi
codini.
Rei avvertì di nuovo quella sensazione... si convinse che
alla fine della
giornata,avrebbe consultato il sacro fuoco, solo così poteva
trovare delle
risposte a quelle domande.
Decise di rilassarsi e di passare la giornata con quelle ragazze cosi
simpatiche e di rilassarsi.
Tra un tè, un frappé, e qualche dolcetto le
quattro ragazze fecero velocemente
amicizia; nei loro cuori stava esplodendo qualcosa, come una dolce
sensazione
di tepore che ricordavano di aver già sentito.
Mentre le ragazze chiacchieravano, ce n’era
un’altra, che le osservava da
lontano.
Era seduta in un tavolo, in quello stesso bar e sorrideva guardando
verso di
loro.
Aveva dei lunghi capelli biondi che teneva in ordine con un fiocco
rosso, e un
paio di meravigliosi, grandi occhi azzurri.
Minako, questo era il suo nome, le stava osservando da tempo, in
disparte come
lo era sempre stata nella sua vita. In disparte da tutti e da tutto,
aveva due
passioni: la pallavolo, sport in cui era un asso e il canto, un arte in
cui
desiderava sfondare, ma non poteva perché destinata a
compiere una missione di
vitale importanza e a cui avrebbe mantenuto fede per sempre.
Si alzò e dopo aver pagato il conto andò via, non
prima di aver dato un ultimo
sguardo a quelle che erano le sue amiche e che presto avrebbe
rincontrato, in
circostanze purtroppo non allegre.
In quel stesso momento al Crown entrò Mamoru, che si sedette
al bancone.
Usagi se ne accorse e lo seguì con lo sguardo, lo vide
sedersi e salutare
Motoki.
Arrossì, poi distolse lo sguardo. Si sentiva terribilmente
in colpa per le
brutte parole che gli aveva detto due giorni prima, voleva chiedergli
scusa, ma
cosi gli avrebbe fatto capire che Motoki le aveva detto della sua
sventura.
Decise di agire in un’altra maniera, con la scusa di prendere
dei gettoni per
giocare si alzò e avanzò saltellando verso Motoki
seguita da Makoto.
Mamoru alzò lo sguardo e la vide avvicinarsi; Motoki nel
frattempo stava
preparando il caffé.
Usagi era impaziente e nello stesso tempo a disagio, con Mamoru vicino
che
beveva il suo caffè e Makoto che la osservava guardare
Mamoru.
“Motoki” esordì Mamoru
all’improvviso “C’è la tua
amica con gli odango sulla
testa che ti cerca”
Usagi non rispose a quella provocazione, cosa che meravigliò
Mamoru che rincarò
la dose:
“Motoki... c’è la tua amica
somarella...”
Niente, Usagi inghiottiva e continuava ad ignorare
Terzo tentativo
“Motoki... c’è testolina buffa... la
biondina fidanzata con quel nanetto dagli
occhiali grossi e rotondi...”
Colpita e affondata!
“Per tua informazione, Usagi non è fidanzata...
Mamoru” intervenne Makoto
Usagi continuava a non dare retta alle provocazioni di Mamoru che la
continuava
ad osservare e fu li che vide un velo di tristezza nei suoi occhi,
un’espressione che gli era familiare, che ricordava di aver
già visto... ma che
non riusciva a comprendere come.
Arrivò Motoki sorridendo come sempre e servì alle
due ragazze un paio di
gettoni
“Ecco a voi, la prima partita ve la offro io”
Le due ragazze accettarono sorridendo e corsero ai video giochi,
seguite poi da
Ami e Rei.
“Le hai detto qualcosa? Vero?”
“Prego?” rispose Motoki cadendo dalle nuvole
“Dai, non fare il furbo con me... le hai raccontato di me!
È evidente... non mi
ha risposto male stavolta!”
“ Sai era rimasta talmente male dalla tua reazione che ho
voluto dirle come
stanno le cose. È mortificata, poverina. Si sente in
colpa...”
“L’avevo capito... anzi ero sicuro che tu le
dicessi tutto riguardo quella
brutta storia”
“Mamoru, sai, non devi pensare cosi male di Usagi. Lei
può sembrare una
sciocca, in realtà è una ragazza solare ed
allegra. Ad esempio, vedi Makoto, la
sua amica?”
“Veniva sempre qui a giocare sola, perché questa
sala giochi la frequenta un
ragazzo che le piaceva. Non aveva amiche, anzi veniva sempre
emarginata.”
“Quindi?”
“Usagi ha subito legato con lei... tutti la schivavano
perché considerata
violenta e attacca brighe, quando in realtà non è
così!”
Mamoru le osservò e capì cosa voleva fargli
intendere Motoki.
“Non credere che Usagi sia una sciocca... anzi è
una ragazza dal cuore d’oro.
Si a scuola non ottiene grandi risultati, ma ti assicuro che lei non
è la
classica ragazzina viziata che potrebbe sembrare.
Quando le ho detto di te, stava quasi per mettersi a
piangere.”
“Ma dai! È vero?” Mamoru sorrise.
“Giuro!”
“Capisco... cambiamo argomento... allora cosa vuoi fare per
il tuo compleanno?
Diciotto anni sono un traguardo importante!”
“Una bella festa a cui tu devi partecipare, porta anche Sara
se vuoi...”
Mamoru lo interruppe
“Aspetta... cosa vuoi dire?”
“Non c’è del tenero tra voi?”
“Ma che dici...certo che no... siamo solo amici...”
“Come vuoi, dicevo insomma, voglio organizzare una bella
festa per sabato
prossimo, credo che inviterò Usagi e le sue
amiche.”
“Servirai anche il latte caldo con il miele?”
“Quanto sei stupido, Mamoru!”
Mamoru rise, poi si alzò per tornare a casa.
“Io vado a casa, devo finire un’importante
relazione. Ci vediamo domani”
“Ciao Mamoru”
E mentre Mamoru se ne andava via, Usagi guardava verso
l’ingresso e lo vide
scomparire poco dopo.
Il pomeriggio successivo, Makoto chiese ad Usagi di accompagnarla a
fare un
servizio.
Usagi uscì di casa con la sua gattina Luna a seguito, come
al solito.
Si incontrarono al bar e dopo un tè si recarono assieme al
cimitero.
Makoto orfana dei genitori, andava spesso a visitare la loro tomba e lo
faceva
sempre da sola; questa volta chiese alla sua amica Usagi di venire con
lei,
perché voleva condividere con la sua amica quel dolore che
non va mai via e che
ora era pronta ad esternare.
Usagi acconsentì di buon grado e presa l’amica
sottobraccio iniziò a camminare
tra i silenziosi sentieri.
Arrivarono alla tomba, Makoto si inginocchiò e pose un mazzo
di tulipani in
onore dei genitori defunti.
Usagi le posò una mano sulla spalla che la bruna strinse
nella sua.
Restarono li, in silenzio per dieci minuti, Usagi rispettò
quel momento, quando
all’improvviso Luna le scappò e corse via.
“Oh no! Luna!”
“Dai
andiamo a
recuperarla...”
“Makoto, perdonami...”
“Non
preoccuparti... è ora di andare adesso!”
Usagi annuì e insieme si avviarono alla ricerca di Luna.
La videro subito dopo accanto a un ragazzo inginocchiato davanti una
tomba. Gli
faceva le fusa.
Usagi iniziò ad avvicinarsi, ma si bloccò ad un
certo punto perché riconobbe il
ragazzo. Era Mamoru.
Luna non voleva saperne di andare via e nonostante i continui richiami
di
Usagi, restava tra le gambe di Mamoru che curioso osservava la macchia
a forma
di Luna sulla fronte e l’accarezzava piano sul capo.
Poi si alzò in piedi con la gatta tra le braccia e
avanzò verso Usagi:
“Testolina
buffa, non sai che non si grida in un camposanto?”
“Ho solo chiamato la mia micia... non ho urlato!”
“Potevi avvicinarti e riprenderla come ho fatto io...
“ rise “ pare che io gli
piaccia più di te”
“Fa cosi con
tutti, non montarti la
testa!”
“Non è vero, non l’ho mai vista fare
cosi con nessuno... “ intervenne Makoto
Usagi guardò l’amica in modo torvo
“Almeno per il poco tempo che l’ho
vista...”
“Vi saluto ragazze... ciao Makoto... ciao odango!”
Makoto ridacchiò e ricambiò il saluto, Usag gli
fece una linguaccia, poi guardò
in fondo e quando si assicurò che Mamoru se ne fosse andato
si avvicinò alla
tomba e li vide le foto di un uomo e una donna.
“Dovevano essere i suoi genitori... la mamma aveva gli occhi
blu, proprio come
i suoi. Chissà quanto deve aver sofferto dopo la loro
scomparsa...”
“Sai Usagi, io un po’ lo capisco... in fondo
abbiamo avuto esperienze uguali.
Non credo sia una cattiva persona... è solo il suo modo di
fare per fare
amicizia con chi gli è particolarmente simpatico.”
“Makoto, cosa vuoi insinuare?”
“Niente, niente!” ridacchiò
“Adesso andiamo che è tardi, forza!”
In tarda
serata Usagi si mise a letto e pensò intensamente a Mamoru e
al suo sventurato
destino che lo ha reso orfano a soli sei anni.
Più ci pensava e più le sembrava di conoscere
quella storia; ma la cosa che più
la lasciava sorpresa era il fatto che pensava a Mamoru e sentiva un
innato
bisogno di stargli vicino.
E con la mente impegnata nel ricordo di quell’incontro chiuse
gli occhi e si
abbandonò al richiamo di Morfeo.
“Non riusciva a vedere bene i loro
volti,
ma era evidente che fossero un uomo e una donna rinchiusi in un
ascensore.
Parlavano e sorridevano, forse si stavano raccontando qualcosa di bello
e si
voltava come imbarazzata dallo sguardo di lui.
All’improvviso qualcosa che proveniva dall’alto
sembrò attirare la loro
attenzione: un vortice infuocato stava per raggiungerli e segnare la
loro fine!
Poi, all’improvviso un fascio di luce rosa, un disco bianco
che volava e
un’esplosione!
E un uomo, dai capelli lunghi raccolti in una coda bassa, vestito con
una
divisa grigia che rideva.
L’uomo si gira, sorpreso dalla voce di qualcuno... un
qualcuno che gli pareva
di conoscere...
Poi tutto si evolve in fretta, l’uomo cattivo aggredisce la
ragazza e l’uomo di
interpone per proteggerla e poi cadere ferito tra le sue braccia,
mentre lei
con le sue lacrime richiamava a se un gioiello con il quale sconfisse
il
perfido uomo e attuò una metamorfosi.”
Aprì gli occhi all’improvviso, si mise
seduto sul letto:
“Ancora quel sogno... ma perché mi sento sempre
agitato quando lo faccio? Cosa
significa??”
Mamoru mise la testa fra le mani, poi si alzò e
uscì fuori al balcone.
Portò lo sguardo al cielo; la luna quella sera era alta e
regnava su nel cielo,
regina della notte incontrastata, bellissima e romantica.
E mentre osservava la Luna si ritrovò senza volerlo a
pensare ad Usagi.
Usagi si risvegliò da quel sonno tormentato
“Ma che sogno ho fatto... e per di più,
perché mi sembra cosi dannatamente
familiare?”
Si sentiva agitata, come se dovesse accadere qualcosa.
Si alzò e andò fuori al balcone ad osservare la
luna, che da sempre le
trasmetteva serenità ogni volta che la osservava.
E senza volerlo anche lei stava pensando a Mamoru.
*mi
riferisco
all’episodio 29 della prima serie di Sailor Moon:
“La ragazza di Moran” ,
quando Usagi e Makoto (Bunny e Morea) entrambe cotte di Motoki (Moran)
decidono
di conquistarlo e promettono di non portar rancore all’altra
se lui avesse
scelto una delle due.
Bene, eccomi qui con un nuovo capitolo.
È
entrata in gioco anche la mia Rei che ha subito stretto amicizia con le
ragazze. Ho ritenuto opportuno farle conoscere grazie allo scippatore,
Makoto
non avrebbe resistito e gliele avrebbe suonate per bene!
Ha fatto capolino anche Minako che ha dato l’impressione di
conoscerle gia...
non vi dico altro, il resto lo saprete nel prossimo capitolo.
Per quanto riguarda Mamoru e Usagi, beh per loro ho una sorpresa in
serbo, ma
la storia è ancora lunga!
Grazie per l’attenzione care lettrici, un abbraccio dalla
vostra
“Princess_Mars” ;)
ps: un saluto speciale va alla mia cara amica e autrice Miss Demy, che
mi da
sempre grandi consigli e ha tanta fiducia in me, e che ha realizzato il brand per la mia storia!
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Capitolo 5 *** La festa di Motoki ***
Capitolo
5
Essere distratto
durante una lezione, non era da lui, ma quella mattina Mamoru non era
particolarmente sveglio, infatti uscì dall’aula
prima della fine delle lezioni.
Sara, che non lo aveva perso di vista per tutto il tempo fece la stessa
cosa e
lo seguì per i corridoi dell’università.
Lo vide che sorseggiava un caffè bollente e guardava fuori
dalla finestra con
aria distratta.
Gli si avvicinò e gli rivolse la parola:
“Non è da te abbandonare una lezione... cosa
c’è? Ti vedo stanco...”
“Si in effetti la notte scorsa non ho dormito quasi per
niente...”
“Hai
qualche
pensiero che ti affligge?”
“Niente di particolare... dai andiamo fuori di qui, oggi
voglio rilassarmi. Ti
va di farmi compagnia?”
Non se lo fece ripetere due volte e acconsentì subito.
Mamoru le piaceva, tanto anche, e riuscire a strappare un appuntamento
con lui
era come vincere alla lotteria.
Era una bella giornata di sole, Sara si mise timidamente sotto braccio
a Mamoru
e insieme iniziarono a passeggiare.
La primavera si faceva ormai sentire in tutto il suo splendore, i
ciliegi erano
in fiore e regalavano ai sentieri dei parchi soffici tappeti di petali
rosa e
le coppiette innamorate si baciavano accoccolate sulle panchine.
Usagi quello stesso pomeriggio, era uscita con Makoto e insieme si
dovevano
recare in un negozio di abbigliamento per acquistare un vestito da
indossare
alla festa di compleanno di Motoki che si sarebbe svolta la medesima
sera.
In quello stesso negozio ebbe la felice idea di recarsi anche Sara per
lo
stesso motivo.
Fare colpo su Motoki! Era questo che volevano entrambe e per
l’occasione
dovevano indossare un vestito che le facesse sembrare un po’
meno liceali,
poiché avrebbero partecipato ad una festa di universitari.
Usagi era
già
al quarto vestito, Makoto non aveva indossato ancora nulla di
ciò che la
commessa le aveva propinato.
Non aveva mai indossato dei vestitini e si vergognava a mettere in
mostra il
proprio corpo.
La simpatica biondina, uscì dal camerino indossando un
abitino bianco, a tubino
che la fasciava perfettamente e metteva in mostra le fresche forme di
ragazza
di quindici anni.*
Makoto la guardò sorridendo:
“Sei bellissima” esclamò
“Dici davvero Mako-chan?”
“Si! Questo abito ti dona parecchio!”
“Allora mi fido di te e lo prendo... sai piace molto anche a
me!” disse
guardandosi ancora allo specchio, poi scrutò
l’amica e notò che non aveva
indossato nessuno degli abiti che la commessa le aveva consigliato.
“E tu?
Non
provi ancora nulla?” le chiese
“Usa-chan io non sono una ragazza che usa abitini del
genere... non mi sentirei
a mio agio...”
“Mmh... secondo me ti sbagli. Dovresti valorizzarti, sei
bella, alta... una
donna deve essere sempre carina e a posto.”
“Che sciocchezze...” rispose una voce maschile alle
sue spalle
“Scommetto di sapere chi è il rompiscatole,
impiccione, che sta sempre tra i
piedi che adesso sta sfidando la mia pazienza, che sta interrompendo il
discorso tra me e la mia amica!!!” esclamò Usagi
visibilmente irritata
“Non sei affatto brava a dare consigli faccia di luna. Una
bella ragazza è una
ragazza che sa essere generosa, che possiede dei forti ideali in cui
credere,
qualità che tu ahimè, sembri di non
possedere...” **
Usagi lo interruppe
“Non sono affari tuoi! Io sono una ragazza piena di amici che
apprezzano il mio
carattere e non ti permetto di offendermi in questa maniera, tu non mi
conosci hai
capito? Lasciami in pace, idiota!”
Usagi grugnì e tornò nel camerino per cambiarsi.
Makoto si avvicinò a Mamoru e gli disse:
“Hai sbagliato a dirle quelle cose... lei è una
ragazza dolcissima e credimi ha
molti più ideali lei di quell’oca che ti porti
dietro alla sala giochi ogni
tanto e che ora è qui e ha osservato tutta la
scena”
Mamoru rimase spiazzato, Makoto prese un abito dalla catasta ed
entrò nel
camerino.
Rimase a guardarla entrare, rifletté che in effetti, aveva
ragione, non
conosceva Usagi e non sapeva com’era fatta dentro.
In cuor suo forse sapeva già che era buona, ecco
perché cercava di stuzzicarla
in ogni modo; quella ragazza cosi solare, gioiosa e perennemente
allegra.
Era capace di far sembrare bellissima anche una fredda giornata di
inverno.
Sospirò e sorrise, poi si voltò verso Sara che lo
vide pensieroso:
“Ogni volta che incontri quella biondina cambi
d’umore.”
“Come scusa?”
“Prima pensavi ai fatti tuoi, dopo che hai incontrato quella
ragazza che prendi
sempre in giro hai un sorriso stampato sul volto che ancora non va
via...”
rispose Sara guardandolo sottecchi mentre ripiegava l’abito
che aveva scelto.
“Ma cosa dici” sorrise nervoso per poi cingerle le
braccia.
Si scontrò con Usagi anche in quel momento, lei
girò il viso dall’altro lato
indignata e andò via dal negozio seguita da Makoto.
Mamoru però doveva togliersi un dubbio e richiamò
l’attenzione della ragazza
castana:
“Makoto!”
“Mh?”
Le si avvicinò e in disparte le chiese:
“Perché hai voluto parlarmi cosi bene di Usagi
facendo un confronto con la mia
amica?”
Makoto sorrise, si schiarì la voce e gli rispose:
“Diciamo che volevo placare la tua curiosità sulla
mia di amica...”
enfatizzando la parola “mia”
Spiazzato! Per la seconda volta!
Una ragazzina del liceo lo aveva messo di nuovo in
difficoltà.
Non che lui fosse un grande uomo, aveva solo diciotto anni ed era al
primo anno
di università, ma si sentiva adulto rispetto a loro, ma
quella volta era stato
battuto.
Usagi era fortunata, era davvero piena di amici che le volevano un gran
bene e
glielo dimostravano sempre.
E si rese conto che la stava pensando ancora e fu li che ebbe come un
flashback, istantaneo, velocissimo di una ragazza bionda, con un lungo
abito
bianco che lo guardava in lacrime.
***
La sera non si fece attendere e cosi la festa di Motoki dei suoi 19
anni.
Un’età normale, non importante come i 18, ma che
meritava comunque di essere
festeggiata.
La festa si teneva in un localino in centro, facilmente raggiungibile a
piedi
per le persone non motorizzate.
Era una specie di discopub, illuminato da luci al neon blu; il dj stava
sistemando i suoi dischi e intanto aveva messo su un po’ di
musica da atmosfera
che accompagnava le chiacchiere degli invitati.
Usagi e Makoto fecero il loro ingresso fasciate nei loro abiti nuovi:
Makoto, per l’occasione aveva scelto un abito nero con
un’unica spallina, lungo
fino al ginocchio e con uno spacco che arrivava a metà
coscia, Usagi il tubino
bianco che aveva provato al negozio.
Poco dopo arrivò anche Mamoru con Sara e Motoki corse ad
accoglierli,
soffermandosi a salutare Makoto più del dovuto.
La ragazza, non abituata a ricevere molte attenzioni arrossì
e si voltò verso
Usagi che li guardava sorridendo.
La musica iniziò subito ad essere movimentata e la festa
iniziò.
Sara cercava i trascinare Mamoru in pista, che visibilmente annoiato,
aveva
preso posto al bancone del bar e sorseggiava un cocktail.
La brunetta sbuffò, poi scorse due amiche di corso e si
lanciò a ballare con
loro.
Usagi ballava con Makoto e Mamoru si rese poi conto che la stava
osservando da
diversi minuti.
Rideva, scherzava con la sua amica, si divertiva; Motoki era giunto e
si era
messo a ballare con entrambe.
Vicino aveva due giovani ragazzi, compagni di corso di Motoki che,
già
abbastanza brilli si spintonavano e buttavano giù cicchetti
di rum.
Sospirò e tornò a guardare il trio che gioioso si
sfrenava in pista.
Motoki incontrò il suo sguardo, congedò le
ragazze e andò dal suo amico.
“Mamoru! Cosa fai qui seduto? Vieni a ballare con noi... Sara
dov’è?”
“Con le sue amiche... e comunque no, non mi trascinerai a
ballare, sai che non
amo le discoteche!”
“Sei noioso... mio nonno è più moderno
di te!”
“Esci con lui allora” rispose ridendo
“Ah ah ah... che simpatico...”
Motoki si sentì spintonato e finì addosso a
Mamoru; i due ragazzi che
ingurgitavano i bicchierini di rum si erano spintonati per gioco e
colpirono il
biondo.
“Scusa Motok...” biascicò uno di loro
dandogli una pacca sulla spalla e alzando
il bicchiere, questa volta sembrava essere un cocktail, e brindando al
ragazzo,
si incamminò con l’amico in pista per ballare.
I due ragazzi, ormai ubriachi fradici si scatenarono in folli balli,
osservati
da Mamoru.
I suoi occhi colsero anche il momento in cui uno di loro fece segno
verso
l’amico indicando Usagi facendo gesti che di signorile
avevano ben poco.
Avvertì una sensazione fastidiosa, che non riusciva a
comprendere, ma non
distolse lo sguardo e continuò ad osservare la scena.
Con lo sguardo cercò Makoto, che si era seduta
perché troppo stanca, fu
raggiunta poi da Motoki che le portò da bere.
Li vide chiacchierare, pensò che erano carini, sorrise e poi
tornò a guardare
Usagi che ballava e quei due ragazzi che la ronzavano attorno e lei
sembrava
non rendersene conto nemmeno.
Si alzò e andò in bagno, guardando sempre verso
Usagi che ballava sola.
Usagi sentiva caldo, per cui smise di ballare e si incamminò
fuori al locale
per prendere una boccata d’aria.
L’aria fresca le fece bene, le sembrava di non riuscire
più a respirare nel
locale camminò un po’ e mentre stava per tornare,
i due ragazzi ubriachi le si
postarono davanti.
Usagi si spostò lateralmente ma questi la bloccarono uno per
lato e prendole le
braccia iniziarono a parlare con lei.
“Ciao biondina...”
Usagi sorrise nervosamente “Chi siete?”
“Ti abbiamo vista ballare... abbiamo visto come richiamavi la
nostra attenzione
con questo vestitino bianco...” disse l’altro
mangiandosela con gli occhi
“Volevamo conoscerti... come ti chiami biondina?”
“U...Usa...Usagi”
“Oh... ma che nome tenero...” disse il primo
accarezzandole i capelli
“Ragazzi... adesso vorrei tornare dai miei amici”
“Calma... che fretta c’è?”
dissero questa volta insieme stringendole le
braccia.
Usagi stava per mettersi a piangere, mentre i due mettendole una mano
alla
bocca la stavano trascinando poco lontano dal locale in un vicolo buio.
Usagi morse la mano del ragazzo che l’aveva ammutolita,
questo di tutta
risposta le diede un ceffone sul viso.
“E’ inutile che urli biondina... non ti
sentirà nessuno”
E cosi le si avvicinarono al collo tentando di levarle
l’abito.
Nella foga le strapparono una bretellina del vestito, e ridendo
trionfanti
stavano per far fare la stessa fine all’intero capo
finché due mani o due
braccia molto forti li presero ciascuno per il collo per sbatterli uno
contro
l’altro.
Uno svenne subito, l’altro rimase a terra e lentamente si
rialzò.
Usagi chiuse gli occhi, in lacrime, con l’abito rotto che le
scopriva parte del
reggiseno, si rannicchiò su se stessa e iniziò a
piangere.
Il ragazzo corse verso Mamoru per attaccarlo, ma il moro prontamente
seppe
difendersi e con un pugno lo stese per terra.
Si massaggiò la mano, poi corse da Usagi che piangeva
disperata e impaurita.
Le si avvicinò quasi timidamente, prese il suo mento con le
dita e le offrì un
fazzoletto per farle asciugare le lacrime.
“Usagi... stai bene? Ti hanno per caso fatto del
male?”
La bionda alzò lo sguardo e fece no con la testa; solo in
quel momento si era
resa conto che a salvarla era stato il suo acerrimo nemico, quel
ragazzo che le
dava il tormento ogni giorno.
Non poteva credere ai suoi occhi!
“Ce la fai ad alzarti?” le chiese preoccupato
Spinta da una forza misteriosa, o forse solo per cercare un
po’ di conforto, si
buttò tra le braccia di Mamoru e pianse stretta al suo petto.
In un primo momento di titubanza il ragazzo restò spiazzato,
la terza volta
quel giorno,ma poi la strinse forte accarezzandole i capelli.
“Grazie... Mamoru... se tu non fossi
intervenuto...” non riuscì a finire la
frase
“Ssh... stai tranquilla adesso... ci sono io. È
tutto finito, non piangere
Usagi”
La strinse più forte e lei si aggrappò al suo
petto, annuendo e mostrando un
timido sorriso fra le lacrime.
“Dai andiamo via di qua, è tardi e non vedendoti
gli altri potrebbero
preoccuparsi”
Usagi si staccò, quasi a malincuore.
Si alzò cercando di sistemare l’abito, Mamoru
dispiaciuto, si tolse la giacca e
gliela mise sulla spalla.
“Tieni, cosi puoi coprirti”
“Grazie... ah Mamoru?”
“Dimmi...”
“Non mi va di restare a questa festa... voglio andare via...
potresti
accompagnarmi...?
Mamoru la guardò e non rispose
“Oh scusa... tu sei in compagnia... dai fa nulla torno da
sola a casa...Oppure,
vado da Makoto”
“Non scherzare... sola non ti lascio andare, Makoto
è con Motoki e io non sono
venuto in compagnia, non preoccuparti”
“Ma quella tua amica...”
“E’ un’amica, non la mia ragazza,
capirà” disse sorridendo
“Va bene... vado solo a prendere il giacchino e la borsa
dentro.”
Mamoru annuì e l’aspettò fuori.
Camminavano insieme, Usagi si sentiva un po’ a disagio.
Mamoru la stava accompagnando a casa, anzi Mamoru l’aveva
salvata da
un’aggressione, era intervenuto appena in tempo, prima che
accadesse il peggio
e lei gliene sarebbe stata grata in eterno sicuramente.
Erano arrivati ormai quasi a casa sua e Usagi, fece un sospiro, si
fermò e gli
disse:
“Mamoru... vorrei dirti qualcosa”
“Dimmi” rispose guardandola curioso
“Innanzi tutto volevo ringraziarti ancora. Il tuo intervento
mi ha salvato da
qualcosa di molto brutto e io te ne sarò grata in
eterno”
“Usagi stai tranquilla, non devi sentirti in debito. Era
dovere mio salvarti da
quei due delinquenti”
“In secondo luogo” lo interruppe “Volevo
scusarmi per averti detto quelle
bruttissime cose quel giorno al Crown, non volevo essere cattiva o
maleducata.
Non sapevo della tua brutta esperienza, non mi sarei mai permessa...
ecco...
scusa”
Mamoru sorrise, e li vide ciò che Makoto e Motoki volevano
fargli notare.
Usagi era una ragazza dolce e sensibile, anche se a volte dava
l’aria di essere
una ragazzina sciocca e viziata, aveva un cuore buono dentro di
sé.
“Stai tranquilla... non lo sapevi... è tutto
passato”
“Capisco... mi dispiace davvero tanto, in ogni caso. E non
arrabbiarti con
Motoki, non voleva esser indiscreto... voleva solo farmi capire
perché quella
volta te l’eri tanto presa... oh che vergogna... scusa
ancora...”
“Usagi... è tutto apposto...se serve a farti stare
più tranquilla, va bene
accetto le tue scuse, ok?”
Usagi sorrise.
“Sai una cosa?”
“Cosa?” le chiese curioso
“Stasera mi ha chiamata per nome...”
ridacchiò
“E’ vero... è grave” rispose
ridendo
Usagi rise con lui
“Stiamo avendo una conversazione normale... che ci sta
succedendo?” chiese la
biondina
“Non ne ho idea...” rise lui
“Forse è l’inizio di
un’amicizia” sorrise Usagi
“Può darsi” rispose Mamoru
Ormai erano arrivati sotto casa di Usagi
“Sono arrivata... beh... grazie ancora... Mamoru!”
“Ok testoli... ehm Usagi!”
“Hey!!!”
“Dai scherzavo... tra amici si scherza, no?”
“Questa te la concedo... beh io entro... allora...
amici?” gli propose
porgendogli la mano
“Amici!” rispose Mamoru prendendo la mano di Usagi
e stringendola.
Usagi lo salutò e sparì dietro la porta di casa
sua, Mamoru sorrise ancora e
poi si avviò verso casa sua.
Salì in camera sua e si ritrovò a pensare
alla serata, ma tutto passò in
secondo piano perché ormai la sua mente era occupata dal
volto di una sola
persona, quel ragazzo dagli occhi cobalto che era intervenuto in suo
soccorso e
l’aveva stretta a lui.
E in quel momento ricordò la sensazione che aveva provato
tra le braccia di
Mamoru ed era come se quella stessa sensazione, l’avesse
già provata, tanto
tempo prima.
*Ho volutamente
aumentato l’età delle protagoniste, so benissimo
che nell’anime
hanno 14 anni.
** Mamoru dice queste
cose a Usagi durante un episodio della prima serie,
perdonatemi ma non ricordo più quale: quando ho preso
l’appunto ho dimenticato
di trascrivere anche il numero dell’episodio dal quale ho
tratto le parole di
Mamo.
Eccomi
qui, finalmente dopo tanto tempo, con il capitolo 5 di questa fan
fiction.
Sono due giorni che scrivo, che spremo le meningi in cerca di
ispirazione e
questo è ciò che ne è tratto.
Spero non restiate deluse dal capitolo.
Vi prometto che d’ora in poi le cose si faranno
più interessanti, per tutti.
Colgo l’occasione per ringraziare tutte voi che mi seguite e
recensite ogni
volta.
Non mi resta che salutarvi e rinnovare l’appuntamento al
prossimo capitolo,
sperando che riesca a pubblicarlo il meno tardi possibile.
Ciao a tutte, Valentina!
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Capitolo 6 *** Presagi ***
Capitolo
6
La
sala illuminata da
tante luci, era gremita di gente allegra, che sembrava stesse
festeggiando
qualcosa.
Apparve poi lei, fasciata da un lungo abito bianco come la neve, era
felice e
il cuore le batteva forte.
Tutto attorno a lei sembrava ricoperto di cristallo splendente, si
sentiva
potente e bella come non mai e al capo portava una corona.
Poi, vide comparirle un uomo davanti. Sembrava essere un principe
bellissimo,
anche se non riusciva a guardarlo bene negli occhi perché
nascosti da una mascherina
bianca.
Poco importò, perché l’uomo misterioso
che sembrava essere davvero molto
affascinante, le sorrise e prendendole una mano la cinse a se per poi
volteggiare nella sala, dando il via a un ballo a cui parteciparono poi
anche
gli altri invitati.
Il
sole del primo giorno di primavera filtrava attraverso le tende
della finestra della stanza di Usagi, che dolcemente dormiva, mentre un
distesa
dorata di capelli biondi era sparsa sul materasso coperto dalle
immancabili
lenzuola rosa.
L’espressione
sembrava serena, evidentemente stava facendo un bel
sogno, ma l’improvviso e tanto odiato suono della sveglia la
riportò alla
realtà.
Aprì
gli occhi blu e si girò verso l’orologio:
Stranamente
quella mattina si era svegliata presto.
Si
portò seduta e si girò verso la finestra mentre
un lieve
sorriso le si dipinse sul volto.
Era
il 21 marzo, era finalmente arrivata la primavera la sua
stagione preferita e anche se era tempo di esami, li avrebbe affrontati
con più
allegria, perché aveva dato l’arrivederci alle
fredde e uggiose giornate
invernali.
Si stropicciò gli occhi e pensò al sogno che
aveva fatto, ripensandoci aveva
sentito nel cuore una strana sensazione di benessere,
un’emozione particolare
che non le era familiare, che aveva già provato, o meglio
che ricordava di aver
già provato.
Guardò verso la finestra di nuovo, si ritrovò a
pensare alla sera prima, a
Mamoru e a come lui l’aveva salvata dai due ragazzacci che
l’avevano puntata.
Si era ricordata di come l’aveva poi stretta a se, forte e il
cuore iniziò a
batterle forte.
Solo in quel momento stava pensando a cosa aveva provato appoggiata al
suo
petto e stranamente si era sentita bene, appagata e non sapeva ancora
spiegarsi
perché, si era anche sentita
felice.
Poi
rivolse la sua attenzione all’abito rovinato posato sulla
spalliera della sedia della sua scrivania.
L’immagine
del viso di Mamoru le comparve all’improvviso avanti
agli occhi e arrossì.
Andò
a farsi la doccia, ma la sua mente era sempre impegnata da un
unico pensiero, o meglio era concentrata a pensare una sola persona:
Mamoru
Chiba!
Lui, il suo acerrimo nemico, il ragazzo che le aveva sempre dato il
tormento,
che la prendeva in giro per le sue numerose insufficienze o per i suoi
atteggiamenti a
detta di lui infantili e
bizzarri.
Si
preparò velocemente, indossando la divisa scolastica, prese
un
toast dalla tavola e scappò veloce fuori casa non curandosi
dello sbigottimento
della madre a vederla in piedi di buon’ora.
A scuola era più distratta del solito, assorta nei suoi
pensieri, non si era accorta
che la professoressa Haruna, l’aveva richiamata
più volte per poi sbatterla
fuori, inoltre aveva preso anche un’insufficienza gravissima
all’ultimo test di
inglese.
Alla fine delle lezioni, l’insegnante la richiamò
per parlare con lei delle sue
lacune.
“Usagi, non ci siamo!”
La biondina, calò la testa e annuì afflitta.
“Dato che sono buona, mi dispiace per te, voglio concederti
l’occasione di
recuperare questo compito.”
“Davvero? Oh professoressa lei è davvero
buona”
“Ovviamente le domande saranno diverse, ma gli argomenti sono
sempre gli
stessi. Studia, fatti aiutare da qualcuno, ma per favore cerca di
prendere
almeno la sufficienza, anzi per alzare la tua media dovresti prendere
almeno 80
su 100. Mi raccomando... hai una settimana di tempo per ripassare.
Adesso vai,
ci vediamo domani.”
“Grazie, arrivederci!” fece un inchino,
aprì la porta e andò via, con
l’ennesima insufficienza da aggiungere alla sua collezione.
L’unico
luogo in cui voleva rifugiarsi in quel momento era la sala
giochi, dove vide Makoto che giocava all’ultimo video gioco
di Sailor V.
Al locale c’era anche Ami concentrata a leggere un libro,
andò a salutarla con
l’intento di chiederle un favore.
“Ami, ciao!”
La ragazza dai capelli corti alzò lo sguardo e
ricambiò con un sorriso il saluto.
“Ciao Usagi! Come stai?”
“Non mi lamento... come te la passi tu invece?”
“Non mi lamento neanche io... hai bisogno di
qualcosa?”
“Beh... ecco”
“Posso aiutarti in qualche modo?”
“Ero solo passata a salutarti... e si a chiederti un
aiuto!”
“Dimmi pure!”
“Ecco, tu sei un genio e io sono una somara... ho bisogno di
una mano con
l’inglese! Potresti darmi delle ripetizioni?”
“Oh Usagi, per quando ti servono?”
“Da subito...” rispose mesta la biondina
“Ti aiuterei con tutto il cuore, ma mi sto preparando per
quel famoso concorso
per ricevere quella borsa di studio*,
potremmo anche farcela ma potrei dedicarti solo poche
ore... e a quanto
vedo tu hai bisogno di un grosso aiuto... e poche ore non
bastano!”
“Ho il recupero di questo test la prossima settimana... se
non lo passo è la
fine...” rispose ancora con le lacrime agli occhi
Ami guardò il test e quel misero 25 su 100 conseguito, e
deglutì imbarazzata.
“Non voglio toglierti del tempo prezioso... scusa”
“No aspetta Usagi... dai potremmo farlo la sera tardi, se ti
va...”
Usagi stava per rispondere, quando qualcuno arrivato
all’improvviso alle sue
spalle, interruppe le ragazze ed esclamò:
“Che brutto voto!...”
Usagi, che aveva riconosciuto quella voce, si girò e
fulminò con lo sguardo
Mamoru, che prese in mano il compito e lo esaminò
attentamente.
“Certo che dovrai farne di ore di studio per
recuperare...Usagi.”
“Ce la metterò tutta... e smettila di prendermi in
giro!”
“Non ti sto sfottendo, al contrario... ti sto dando un
consiglio!”
“Ami ha detto che potrebbe aiutarmi, ma non voglio
disturbarla, non siamo
grandissime amiche, ma lei è un genio e magari
può darmi qualche ripetizione...
ma...”
“Ma?”
“Ha un concorso per vincere una borsa di studio da utilizzare
in Europa, e
aiutare me significherebbe per lei distrarsi dai suoi doveri. Non
voglio che
per colpa mia, non si concentri abbastanza per il suo test”
Mamoru si accarezzò il mento, ascoltandola. Vide che era
realmente disperata,
per questo motivo, prese una decisione, augurandosi di non pentirsene.
“Ti aiuto io!”
“Come???”
Anche Makoto si era avvicinata e incredula aveva sentito Mamoru che con
gentilezza si offriva di aiutare Usagi a studiare.
“Ho
detto che ti aiuto io. Ti
va?”
Usagi, sorpresa dall’atteggiamento di Mamoru,
sgranò gli occhi, per poi
rispondere positivamente alla sua proposta.
“Non ti vorrei disturbare, io sono davvero un caso
disperato...”
“Amo le sfide... allora che ne dici?”
“Se non supero il test, sono davvero nei guai... la mia
risposta non può che
essere positiva, Mamoru”
“Va bene, allora inizieremo domani...”
“Di sabato???” protestò Usagi
“Si di sabato!” rispose Mamoru con il tono di chi
non ammette repliche
Usagi chinò la testa e si arrese, l’indomani
avrebbe fatto lezioni con lui, il
suo peggior nemico, anzi nuovo amico...
Lo osservò mentre salutava Motoki:
“Devo ammettere che è davvero un bel ragazzo:
spalle larghe, alto, un bel viso,
occhi blu, capelli neri come l’ebano...”
Sgranò gli occhi... “non può essere
continuò a pensare... a me non piace quel
ragazzo, assolutamente NO!”
“Testolina buffa?”
“Eh... si?” le sembrò di svegliarsi da
una sorta di torpore
“Allora domani inizieremo le nostre lezioni. Ti voglio
sveglia, mi raccomando!”
rise Mamoru
“Non mi prendere in giro e non chiamarmi in quel modo,
altrimenti non se fa più
nulla!”
“Guarda che non devi fare un favore a me, bensì a
te stessa. Se non vuoi, vorrà
dire che domani mi terrò libero e mi
riposerò.”
“Va bene, va bene... dove ci vediamo domani?”
“Vieni alle 2 di domani pomeriggio a casa mia.”
“Si... va bene... hai detto casa tua???”
“Perché vorresti per caso studiare qui al centro
di ogni distrazione?”
“Potremmo andare in biblioteca...”
“In biblioteca c’è l’obbligo
di stare in silenzio, io devo spiegare e per farlo
devo usare la voce, a meno che tu non sappia il linguaggio dei segni,
ma avrei
dei problemi perché io non lo conosco.”
“Va bene, va bene... come sei pesante...”
“Non preoccuparti, non sono un malintenzionato... a
domani”
le disse con un sorriso disarmante che le fece mancare un battito.
Perché si sentiva cosi attratta da quel ragazzo, e
cos’erano quelle sensazioni
cosi particolari, strane che avvertiva da quando lui l’aveva
stretta al suo
petto... non riusciva più a levarsi dalla mente il suo viso
e soprattutto il
ricordo di quando l’aveva salvata.
Era notte fonda ormai, due gatti e una ragazza bionda dai lunghi
capelli si
erano riuniti nel parco cittadino.
Dovevano discutere di un’importante e delicata decisione,
quella di svegliare o
meno i ricordi delle altre ragazze.
Minako, da capo del gruppo era rimasta l’unica che ricordava
tutto della
precedente vita e delle battaglie contro il Dark Kingdom e dal futuro
aveva
ricevuto un ordine:
“Devi risvegliare i ricordi delle
altre
combattenti, Sailor Venus”
“Ma tu chi sei... cosa vuoi e soprattutto perché
devo richiamare le mie compagne?”
“Devi salvaguardare la principessa e il principe... il loro
futuro è in serio
pericolo...”
“La principessa e il principe? Vuoi dire Sailor Moon e
Milord? Cosa vuoi dire
parlando del loro futuro?”
“Tutto sarà spiegato a tempo debito, Sailor Venus
prendi questo ciondolo e con
esso risveglia le altre, meno che la principessa della Luna; non
è il caso di
metterla in pericolo già da adesso”
“Pericolo? Non ci sto capendo più nulla... Usagi
corre dei rischi? Voglio
capire cosa sta accadendo!Dannazione”
“Il principe e la principessa dovranno combattere per
salvaguardare il loro
amore, la prossima missione è concentrata soltanto su di
loro e sul futuro che
li aspetta...è giusto che adesso si conoscano di nuovo senza
essere influenzati
dai ruoli che avevano nelle loro vite precedenti. Questa
sarà la prova del loro
amore... una prova che dovranno affrontare da soli. Presto la
principessa
verserà molte lacrime, ma il destino ha deciso
cosi.”
“Dobbiamo tornare a combattere molto presto, vero?”
“Si... tenetevi pronte e mi raccomando devono innamorarsi
come esseri umani
normali, solo chi ricorderanno tutto e saranno pronti per la prossima
guerra”
“Va bene, allora farò come hai detto... ma posso
sapere chi sei?”
“Io sono Sailor Pluto!”
Minako prese un lungo sorso d’aria, poi la
buttò fuori e annuì.
In pochi secondi si trasformò e balzando sui tetti dei
palazzi corse a fare ciò
che le era stato ordinato.
In quel preciso istante Rei, Ami e Makoto si svegliarono di soprassalto.
*Ami durante la seconda serie dell’anime, decide di partire
per la Germania
perché ha vinto una borsa di studio. Viaggio che poi non
farà più per restare
con le sue amiche. Ho voluto inserire questa parte, di sicuro lei in
quei
giorni stava studiando molto.
Ed
eccomi
qui, di nuovo tra di voi con questo nuovo capitolo.
Intanto, ringrazio tutte voi che avete recensito e vi prometto che
risponderò
presto alle vostre recensioni.
Questo capitolo ho voluto dedicarlo sia al nuovo sentimento di amicizia
nato
tra Mamo e Usa che alle ragazze e alla missione futura, che voi
conoscete
perché si tratta della Luna Nera; vi avviso già
da ora che sono intenzionata a
modificare qualcosa.
Se credete che non farò lasciare Mamo e Usa, vi sbagliate,
quella parte la
seguirò fedelmente, ma cercherò di non essere
troppo cattiva!!! J
Adesso vado, spero che il capitolo vi piaccia. Un bacione a tutte voi
mie care
lettrici! J
|
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Capitolo 7 *** Di nuovo insieme ***
Capitolo
7
Si era
trasformata ed
era andata di corsa al santuario di Rei Hino; il loro quartier
generale, dove
si riunivano per discutere delle battaglie e per rilassarci davanti un
buon tè
caldo.
Sorrise la guerriera di Venere ripensando a quei dolci momenti
trascorsi in
compagnia delle sue migliori amiche, pregustando il momento in cui le
avrebbe
riabbracciate anche se in circostanze poco felici.
Certo una nuova minaccia avrebbe sconvolto le loro vite tornate da poco
normali, ma ci sarebbe voluto ben altro per distruggere quel legame
tanto
solido quanto unico e che le avrebbe aiutate in ogni momento no,
donando loro
nuova forza.
Le guerriere Sailor, quella
notte
sarebbero tornate, ma ciò che contava era che presto
sarebbero di nuovo tornate
amiche.
Aprì il ciondolo a forma di stella, lo stesso ciondolo di
Sailor Moon,
quell’amuleto magico che in una vita precedente Serenity
aveva donato a Milord
come pegno di un amore infinito, lo stesso che aveva salvato Mamoru
ormai preda
della regina Beril.
La melodia partì e una luce bianca si diffuse attorno a
sè.
Come ipnotizzata Rei si alzò dal letto e si diresse fuori il
Santuario, con gli
occhi fissi verso un punto vuoto si incamminò verso Sailor
Venus che commossa
la osservava.
Nello stesso momento, scorse le teste di Makoto e Ami, che sempre in
trans
avanzavano verso di lei, attratte dalla musica che proveniva dal
ciondolo.
“Avete fatto in fretta ragazze!” esclamò
sorridendo la guerriera di Venere.
Luna e Artemis erano appena sopraggiunti, dopo aver compiuto la
missione di
portare la ragazze da Rei.
Trasportate da una strana forza, le tre ragazze sfiorarono il carillon
e in un
lampo, una luce fortissima invase i loro corpi fino a mostrar loro dei
flashback delle loro passate gesta.
Cinque youma create apposta per
eliminarle una dopo l’altra, ognuna con le stesse
caratteristiche di ogni
guerriera, una per ognuna di loro e di una forza di gran lunga maggiore
dei
mostri a cui erano abituate.
Ma nulla era troppo per la coraggiosa Sailor Jupiter, la prima che si
batté
contro tutte loro, sacrificando si la propria vita, ma riuscendo
comunque ad
eliminare una di loro grazie al potere del fulmine.
“Non c’è tempo per le lacrime
principessina, per favore fa come ti ho detto!”
Spirò.
“Devo farlo ora finché sono ancora in
tempo...” e morì anche la guerriera di
mercurio, dopo aver distrutto il diadema di uno dei quei youma grazie
al quale
riusciva a creare illusioni per confonderle.
“Sta attenta...”
“Lasciatela andare... vi darò il cristallo
d’argento, ma lasciatela andare...”
“NON DEVI DIRLO NEANCHE PER SCHERZO, BUNNY!”
E anche lei, la guerriera di venere fu eliminata, lasciando Sailor Mars
e
Sailor Moon da sole...
“Sai... anche se litighiamo è bello
conoscerti...”
“No aspetta ascoltami! Questa volta tocca a me affrontare i
mostri...”
Rei sorrise, sapeva che doveva sacrificarsi anche lei e lo avrebbe
fatto senza
paure...
Ne erano rimaste due, due contro una, fino alla fine... e allo stremo
delle
forze le finì tutte e due...
“Non ho ancora finito... pronta a fare fuoco...
azione!”
Con le lacrime agli occhi, Ami, Rei, Makoto e Minako si
guardarono negli
occhi, sorrisero poi si unirono in un unico abbraccio fatto di
singhiozzi e
sussulti, di pianti di gioia e tristezza.
Erano finalmente riunite, ora dovevano solo aspettare che il destino
compiesse
il suo dovere, senza interferire in nessun modo con la magia: Erano
questi gli
ordini venuti dal futuro.
Il giorno dopo si erano riunite al solito bar.
“Ma queste guerriera di cui ci hai parlano la notte scorsa,
Sailor Pluto, chi è
e da dove viene?” chiese Makoto mentre sorseggiava un
tè
“Non so dirvi altro, mi ha solo comunicato di risvegliarvi e
di proteggere in
incognito Usagi. Ha aggiunto che i suoi ricordi li deve riacquistare da
sola
come è già accaduto prima della grande
battaglia.”
“Perché?”
chiese Rei sempre più curiosa
“Non tenerci sulle spine!”
“Vuoi davvero saperlo?” chiese Minako
“Si, allora?”
“Sei sicura? La risposta potrebbe turbarti!”
“Minako, ci siamo appena ritrovate e ho già voglia
di strangolarti! Sputa il
rospo, dai!” chiese stizzita Rei non curandosi dei risolini
divertiti delle
amiche
“Perché deve prima nascere l’amore tra
lei e Mamoru...”
“Immaginavo...” sorrise Rei ricordando dei suoi
pianti notturni dopo aver
scoperto il mistero che legava Milord e Sailor Moon.
Ma ormai era storia chiusa.
“Di questo non dobbiamo preoccuparci ragazze! Da oggi Usagi
prenderà lezioni
private di inglese da Mamoru. Per una settimana si vedranno
assiduamente...”
disse Makoto
“Povero Mamoru, non avrà giorni facili davanti a
lui!” esclamò Rei ricordandosi
degli scarsi risultati di Usagi a scuola.
“Sono sicura che tutto andrà bene e che i due si
riavvicineranno ... anzi credo
sia già successo... oh eccola che entra!” rispose
Minako
Usagi entrò al Crown, si girò attorno e scorse
Makoto seduta al tavolo con le
altre.
Conosceva Ami, poiché frequentava la sua stessa scuola,
ricordava Rei perché la
sua amica Makoto l’aveva aiutata con lo scippatore ma la
ragazza bionda col
fiocco rosso non aveva idea di chi fosse.
Per educazione, dopo aver salutato si presentò a Minako e si
ripresentò a Rei.
Tutte e quattro avevano gli occhi lucidi, morivano dalla voglia di
riabbracciarla, ma non potevano fare passi falsi, la invitarono a
sedersi con
loro, per mangiare un gelato.
“Ragazze, per quanto mi piacerebbe, non posso... ho lezioni
private di inglese.
Sto aspettando il mio insegnante.”
“Chi Usa-chan? Mamoru?”
Usagi arrossì.
“Beh si... lui si era offerto di aiutarmi...”
“E tu hai accettato... ma sbaglio o ti stava molto
antipatico?” la stuzzicò
ancora Makoto divertita
“Mako-chan per favore... si è impietosito dei miei
bruttissimi voti e dato che
la professoressa mi ha dato una seconda possibilità, avevo
urgente bisogno di
lezioni perché ho il compito tra una settimana
e......”
“Ho capito , ho capito.. il tuo ragazzo... oh scusa, il tuo
insegnante è li...”
“Makoto!”
“Testolina buffa? Devi stare a chiacchierare ancora per molto
tempo? Forza
andiamo, saluta le tue amiche! È ora di studiare!”
“Arrivo... e non chiamarmi cosi, ho detto!” gli
urlò dietro facendogli una
linguaccia
“Ciao Makoto, ciao a tutte ragazze, a presto!”
Sorrisero,
ricordando la loro preziosa amica.
Non era cambiata affatto la loro cara Usagi, lo spirito del gruppo,
anche se
nei suoi occhi avevano scorso una luce diversa.
Si erano ricordate, poi di quando con i loro spiriti avevano aiutato la
principessa Serenity a debellare per sempre Queen Metaria, in quel
momento lei
era cresciuta, era maturata un po’ e il loro sacrificio era
valso a qualcosa.
Adesso, però un altro pericolo stava per minacciare la
quiete e loro erano
tornate per quel motivo e presto sarebbe tornata anche Sailor Moon.
Mentre camminavano, Usagi notò che Mamoru aveva un casco
sotto il braccio,
curiosa gli chiese come mai, ma non fece in tempo a sentire la risposta
che lui
la scortò davanti una moto di grossa cilindrata e le
prestò un secondo casco
preso da uno scomparto sotto la sella.
“Sei impazzito? Io non ci salgo qui con te, ci tengo alla mia
vita!” – esclamò
contrariata incrociando le braccia
“Come vuoi... – disse sogghignando – ci
vediamo a casa mia allora “ e – sotto
gli occhi di Usagi salì sulla moto e partì
sgommando.
“Come ci arrivo se non so nemmeno dove abiti???”
gli urlò dietro.
Tornò dopo qualche istante: “Piaciuto lo
scherzetto?” – le domandò ridendo e
porgendole nuovamente il casco – da testolina buffa,
andrò piano, non
preoccuparti, monta su!
Sorrideva: quanto era bello quel sorriso, e si era stampato nella mente
di
Usagi, suo malgrado.
Un po’ intimidita dal trovarsi cosi vicina a lui, si mantenne
leggermente ai
suoi fianchi, lui sorrise ancora con il suo sguardo accattivante e
Usagi pensò
che Mamoru fosse ancora più sexy con il casco.
Fece sparire subito quei pensieri, mentre lui le prese le braccia e la
tirò
verso di sé:
“Reggiti forte - le disse con quel tono rassicurante che
aveva – abbracciami”
Usagi obbedì e arrossì ancora con il cuore che le
batteva a più non posso.
Mamoru sfrecciava veloce per la città, ma lei sembrava non
accorgersi nemmeno
della rapidità con cui il ragazzo spingeva
sull’acceleratore, si era appoggiata
alla sua schiena e lo stringeva forte, ed era la seconda volta che si
sentiva
cosi bene; era già successo quando Mamoru l’aveva
salvata dai due ragazzi
ubriachi.
Anche Mamoru, dal canto suo non era estraneo a certe sensazioni che
Usagi gli
regalava e mentre lei lo teneva stretto, lui pensava a come si sentiva
in sua
presenza e soprattutto a come si era sentito quella sera che
l’aveva difesa.
Ormai se ne era reso conto, quella ragazza buffa lo aveva colpito in
qualche
modo, anche quando credeva fosse una stupida immatura senza valori.
Era la sua vitalità che lo aveva colpito e quando
c’era lei si sentiva allegro
come non lo era mai stato in vita sua, anzi non ricordava molti momenti
felici,
ma quel rapporto con Usagi lo rallegrava sempre tanto.
In un certo qual modo le piaceva, le era simpatica e prenderla in giro,
era
l’unico modo per attirare la sua attenzione e ci era riuscito
in pieno.
Poi la famosa sera del compleanno di Motoki: quando la vide in balia
dei due
ragazzi malintenzionati non era riuscito a trattenere la voglia di
rompergli la
faccia e correre a salvarla.
Si avrebbe difeso qualsiasi ragazza, ma vedere
“lei” in quelle condizioni lo
aveva particolarmente scosso.
Si ridestò dai suoi pensieri appena si accorse di essere
arrivato a casa sua.
Scese nei box, parcheggiò la moto.
“Andiamo? - disse rivolgendosi ad Usagi – ci
aspetta un intenso pomeriggio di
studio.
Salirono in casa sua e il ragazzo l’accompagnò in
salone – “accomodati – fece
mettiti comoda, prepara le tue cose mentre io vado a prendere qualche
libro che
può aiutarti”
I suoi modi erano gentili, era diverso da come si comportava di solito
quando
si incontravano.
Certo erano diventati amici, ma lui non aveva mai smesso di prenderla,
bonariamente in giro, cosa che non fece a casa sua.
Usagi mise sul tavolo, fogli, quaderni i libri e il suo test di inglese
andato
male; mentre attendeva il suo insegnante si guardò attorno a
se.
L’appartamento di Mamoru era semplice, pulito, molto ordinato
e con una
libreria piena di libri di argomenti diversi.
Un bel divano, una televisione, mobili da salotto sui quali erano
poggiati diversi
soprammobili, un vaso di fiori, e un portafoto.
Usagi, incuriosita da quell’unica foto presente in quella
casa si avvicinò per
guardarla meglio.
La foto ritraeva un bambino sorridente avanti una torta di compleanno che aveva sei candeline, e
accanto a se un
uomo e una donna.
Lui aveva i capelli castani e gli occhi neri, lei era bionda e aveva
gli occhi
azzurri.
“Che bella donna” esclamò, non
accorgendosi della presenza di Mamoru alle sue
spalle.
Si girò e vide che la stava osservando –
“ Oh... scusa non volevo ficcare il
naso nelle tue cose...”
“Non fa nulla, testolina buffa. Loro sono i miei genitori,
abbiamo scattato
questa foto il giorno del mio sesto compleanno... - si fermò
un momento – dai
ora andiamo a studiare che è meglio.
“Va bene” – rispose
Le ragazze erano riunite al santuario di Rei, con Luna e Artemis.
“Ragazze – la gatta nera incominciò a
parlare – è un vero piacere per me
rivedervi tutte e potervi parlare di nuovo. Spero stiate tutte
bene.”
Le ragazze annuirono, Artemis continuò:
“Avremmo preferito ritrovarci in circostanze più
piacevoli, ma abbiamo dovuto
risvegliarvi per parlarvi di un pericolo che si sta per avvicinare. Non
sappiamo bene di cosa si tratti, ma temiamo che questa minaccia venga
da
futuro.”
“Temo che questa sarà una battaglia più
dura di quella contro il regno delle
tenebre – mormorò Ami pensierosa –
tuttavia, io sono pronta a combattere di
nuovo e ad adempiere ai miei doveri di guerriera. Anche se
dovrò studiare la
notte per recuperare il tempo perso.”
Le ragazze restarono a guardarla allibite; no la loro Ami non sarebbe
mai
cambiata.
“Ragazze – continuò poi ancora Luna
– presto tornerete a combattere, la cosa
più importante ora è che il principe e la
principessa riacquistino i ricordi da
soli. Non posso dirvi altro”
“Si innamoreranno di nuovo, io ne sono sicura”
– esclamò Rei.
“E presto torneremo a prendere in giro la nostra
Usa-chan!” - continuò Minako
Le ragazze annuirono ancora e risero, unendo le loro mani una sopra
l’altra e
guardandosi complici.
Le guerriere Sailor erano tornate!
Buonasera a
voi mie amate e fedeli lettrici.
Come avete potuto constatare dai numerosi aggiornamenti, ho una forte
carica
ispiratrice in questo periodo e come dice la mia amica Baby, potrebbe
essere
l’aria di primavera.
Ed eccomi qui con questo nuovo capitolo dedicato maggiormente alle
ragazze e ai
loro ricordi ritrovati, finalmente si sono riunite e presto saranno
pronte per
la nuova battaglia che le aspetta, che come potete benissimo
immaginare, si
tratta della “Luna Nera” del principe Demando.
Mamoru e Usagi studieranno assieme e si vi prometto che nel prossimo
capitolo
dedicherò loro più tempo.
Mi scuso se spesso non rispondo alle recensioni o se rispondo in
ritardo, per
cui colgo l’occasione per ringraziarvi tutte qui, grazie per
il vostro sostegno
e per complimenti che mi fate. Siete dolcissime!
Adesso vi saluto e vi do l’appuntamento al prossimo capitolo.
Auguri di Buona Pasqua a tutte voi, Valentina!
|
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Capitolo 8 *** Un'amicizia che profuma d'amore ***
Capitolo
8
Gli invitati a
quella splendida festa sembravano felici, con i
volti coperti da una maschera ballavano sorridenti un valzer.
Una principessa, dall’espressione malinconica guardava nel
vuoto, finché non le
si avvicinò un principe affascinante, con gli occhi nascosti
da una mascherina
che le prese una mano e le chiese di ballare con lui.
Si sentiva felice stretta a lui...
Si era di nuovo
svegliato, nel cuore della notte e ancora a causa di quel sogno strano
che gli
sembrava tanto familiare; cosa che lo rendeva ancora più
singolare era il fatto
che gli sembrava di aver davvero vissuto quei momenti.
Nello stesso momento anche Usagi si era svegliata di colpo, dopo aver
fatto il
medesimo sogno.
Era una settimana ormai che studiavano.
Sbuffò e mentre si preparava sbirciava fuori dalla finestra;
un timido sole
splendeva nel cielo contornato da poche nuvole, sembrava che il
pomeriggio si
presentasse abbastanza buono.
Pomeriggio che avrebbe preferito trascorrere in compagnia di Makoto,
Naru e
altre amiche, invece le toccava studiare, ma il pensiero che il suo
insegnante
non era affatto male l’aveva rasserenata.
Arrossì mentre faceva quel pensiero e finiva di prepararsi,
questa volta
scegliendo una maglietta un po’ più scollata del
solito.
Uscì di corsa da casa verso il Crown, voleva concedersi una
partitina ai video
giochi prima di recarsi da Mamoru e li incontrò Makoto, in
compagnia delle
ragazze della volta scorsa.
Andò a salutarle.
“Makoto!!!”
“Usa-chan, siedi con noi”
Usagi si sedette e salutò le altre ragazze che la guardavano
sorridenti.
“Anche oggi hai lezione, vero?”
“Eh si... – rispose sospirando – ultimo
giorno... Oggi rifarò il compito che ho
sbagliato la volta scorsa.”
“Cosa hai ripassato?” – le chiese Ami
“Il simple present, poi mi ha fatto tradurre alcuni piccoli
brani... paradigmi,
passato... una faticaccia!”
“Forza Usagi, sono sicura che ce la farai!”
– la incoraggio Minako con un
sorriso solare
Usagi la guardò e sorrise di rimando “Lo spero
tanto, grazie... “
“Minako... mi chiamo Minako!”
“Ecco, Minako. Sembri molto simpatica... – le disse
– ragazze voi come
trascorrerete questo pomeriggio?”
“Abbiamo deciso di andare a fare spese... peccato che tu non
possa venire
Usagi!” – le rispose Makoto
“Eh... già!”
“Non sembri molto amareggiata...”
mormorò Rei che nel frattempo era rimasta
zitta.
“Come, scusa?”
“Ho detto che non sembri molto dispiaciuta...”
ripeté mentre sorseggiava il suo
caffè
Usagi arrossì.
“Beh... e ci credo... la prenderei anche io
un’insufficienza per avere
ripetizioni da un insegnante come Mamoru... come sei fortunata
Usagi!” concluse
la mora
Usagi avvertì una lieve fitta di gelosia, Mamoru era un
bellissimo ragazzo e
aveva sicuramente un mare di ammiratrici e a volte era come se non
potesse
sopportarlo.
Le ragazze la
guardarono, avevano già capito che Rei moriva dalla voglia
di punzecchiarla
come aveva sempre fatto in passato, ma data la delicata situazione con
uno
sguardo eloquente, la invitarono a smettere.
Rei obbedì e concluse:
“Dai Usagi, non fare quella faccia, stavo solo scherzando!
E’ solo che mi sei
molto simpatica e volevo giocare un po’ con te... ”
“Usa-chan, credo che si stia facendo tardi, è ora
che tu vada... – intervenne Makoto
tempestiva e prendendo dalla sedia di fianco la sua un pacco
– ecco Usagi,
questo è un dolce che ho preparato stamattina, portalo a
Mamoru per
ringraziarlo.
“Mako-cha grazie, sei dolcissima!!!” la
ringraziò Usagi abbracciandola forte
“Buona giornata Usagi” – la
salutò Rei e cosi fecero tutte le altre
“Ciao ragazze, spero di passare una bella giornata tutte
insieme, cosi ci
conosceremo meglio!”
E cosi andò via e si incamminò da Mamoru.
Motoki si avvicinò al tavolo delle ragazze: “
E’ vero allora?” – chiese curioso
“Cosa?” rispose Makoto
“Che Usagi prende lezioni da Mamoru?”
“Eh si... strana la vita eh?” rispose Makoto senza
guardarlo negli occhi
“Eh si... quei due sono come due calamite secondo me... non
me la raccontano
giusta... va beh, fatti loro! Desiderate qualcos’altro
signorine?”
Makoto sorrise di rimando, poi si fece seria.
Aveva riacquistato i ricordi legati al passato e ad Usagi, di
conseguenza aveva
anche ricordato che Motoki era fidanzato con Reika e ciò la
rese triste.
Le amiche capirono e la confortarono con un solo sguardo complice e lei
ne fu
felice; aver riavuto le sue amiche del cuore era stata la cosa
più bella che le
fosse potuta capitare, per l’amore ci sarebbe stato tempo.
Restano a
scherzare e ridacchiare, poi si resero conto che il sole aveva pian
piano
lasciato il posto a dei grossi nuvoloni, decisero quindi, di andare
alle
multisala per vedere se davano un film interessante.
Era bello, molto bello essere di nuovo unite e se Usagi non fosse stata
impegnata sarebbero state complete, come ai vecchi tempi.
“Un
po’ di mi
dispiace per Usagi. Noi al cinema e lei costretta a studiare, per
giunta
inglese, materia che odia” - esclamò Ami.
“Ma va... sono sicura che con Mamoru non sarà
così terribile studiare... anzi!
- rispose Makoto – io avevo già notato
un’attrazione prima di riacquistare i
ricordi. Forse erano anche rimembranze dei vecchi tempi... “
“Fatto sta che lei adesso è in compagnia di un bel
ragazzo, noi siamo qui da
sole!” disse Rei
“Io propongo di andare alla ricerca di qualche bel ragazzo
– fece Minako che
poi si rivolse a Rei – ma tu poi non ti eri innamorata di
Yuchiro?”
“Ma cosa dici, Minako?” urlò la mora
mentre arrossiva
“Dai, dai scherzo...” squittì la bionda
“Ragazze vogliamo scegliere un film e smettere di fare questo
baccano? Ci
stanno guardando tutti!”
“Ami dai... siamo di nuovo insieme... è giusto che
riprendiamo a fare le cose
che facevamo prima!!!”
Ami sorrise, era vero... aveva ritrovato le sue amiche e con esse la
felicità.
Nel frattempo, Usagi si era ritrovava sotto la pioggia, senza ombrello,
bagnata
fradicia e anche arrabbiata.
Era entrata di corsa nel palazzo di Mamoru e aveva bussato alla sua
porta.
Quando lui l’aprì non poté trattenere
un sorriso divertito.
“Cos’è successo? Hai fatto la doccia
vestita?” le chiese ridendo
“Ah ah ah... molto divertente Mamoru!” spingendolo
di lato per farsi spazio ed
entrare.
“Dai, non te la prendere stavo solo scherzando... forza vai
in bagno, fatti una
doccia calda e asciugati. Ora ti do un asciugamano e qualcosa di
asciutto da
indossare.”
“La doccia??” urlò la biondia
“Si , testolina buffa... se non vuoi prenderti una polmonite!
– le gridò dalla
camera da letto, tornando poi con un grande asciugamano e una tuta
– Tieni
– disse – ti aspetto... ma cos’hai in
mano?”
“E’ il dolce che ha preparato Makoto, spero non si
sia rovinato sotto
l’acqua...”
“Non credo... dai vai ad asciugarti!”
Usagi annuì e si chiuse in bagno.
Sotto il rilassante getto caldo della doccia, la bionda si
lasciò andare ai
pensieri.
La settimana di studio a stretto contatto con Mamoru le era servita,
era
migliorata molto nello studio, forse perché il suo
insegnante era un bel
ragazzo, ma anche perché doveva ammetterlo, lui era un
bravissimo e molto
paziente e con un’inaspettata dolcezza le aveva spiegato
tutto per filo e per
segno.
Si perse cosi tanto nelle sue riflessioni che non si rese conto che la
mente si
era soffermata alla fisionomia di Mamoru, ai suoi occhi blu e i capelli
d’ebano;
di colpo si fece porpora.
Dopo circa un quarto d’ora uscì dal bagno, si
asciugò e si vestì, poi rifletté
sulla possibilità di legarsi i codini ma avrebbe perso
troppo tempo e lasciò i
capelli lunghi sulle spalle.
La tuta di Mamoru le andava larga, ma non se né
curò, anzi le piaceva indossare
i suoi abiti e chiudendo gli occhi si strinse le mani attorno al corpo.
Senza rendersene conto si ritrovò a pensare a Mamoru nel
momento in cui l’aveva
stretta quando la salvò dalle grinfie dei due maniaci e un
lieve sorriso si
dipinse sulle labbra.
Si decise poi a uscire dal bagno, ma udì delle voci
provenire dal salone e si
fermò ad origliare:
“Allora Mamoru... cosa ne dici? Una cenetta noi quattro.
È tornata anche Reika
che vuole riallacciare i rapporti con Mokoti, potremmo divertirci tutti
insieme
senza pensare all’università.”
“Sara te l’ho detto ho degli impegni, non posso
proprio... sarà per un’altra
volta”
“Mah... sei sempre impegnato... hai saltato anche la gita lo
scorso weekend,
per far cosa, non so... eppure sei solo, non hai nessuno... potresti
anche
evitare di fare sempre l’asociale!”
Mamoru, a quelle parole strinse i pugni, Sara si rese conto della gaffe
e si
scusò.
“Perdonami... – mormorò poggiando il
capo sul suo petto e sfiorandogli il viso
continuò – dai Mamoru, pensaci... e poi potremmo
restare un po’ soli” ammiccò
sfiorandogli i capelli
Un rumore li fece girare.
“Oh vi
chiedo
scusa... non volevo... disturbarvi... e che è caduto questo
libro... –
Usagi non sapeva che dire, si sentì molto
imbarazzata e forse anche molto delusa dalla scena che aveva visto.
– Me ne
vado via subito... Mamoru... potevi dirmi che avevi ospiti
oggi...”
Si girò di spalle, aveva gli occhi lucidi. Non capiva
perché, non erano fatti
che le riguardavano dopotutto, ma si sentiva inspiegabilmente triste.
Chiuse
gli occhi, tirò su col naso e espirò.
“Usa, stai tranquilla – disse Mamoro fermo
– Sara è venuta qui di sua spontanea
volontà, io non l’avevo invitata, se ne sta per
andare – esclamò poi alla fine
dopo essersi tolto con forza le sue mani di dosso.
“Sara, come ti ho detto, non sono interessato alla tua
proposta, adesso puoi
andare, ho da fare”
“Non sapevo ti interessassero le liceali ora,
Mamoru”
“Non sono affari tuoi, credo di essere stato già
abbastanza chiaro con te!”
“Vaaaa beneee!!! – esclamò Sara, poi
guardò Usagi e continuò – Non piangere
Usa, Mamoru nonostante le mie avances non ha mostrato alcun
interesse... “
“Vattene Sara!” sbraitò Mamoru
Lei ridacchiò mettendo le mani avanti - “Va bene,
va bene... me ne vado...
Ciao, ciao!!!”
Andò via sbattendo la porta che Mamoru chiuse a chiave
dietro di se.
Calò il silenzio attorno a loro, fu lei a interromperlo:
“Non... non pensare male... mentiva... non stavo piangendo...
mi sentivo solo
in imbarazzo...”
“Testolina buffa, stai tranquilla... dai non ci pensare...
sei pronta a
ripetere il compito?”
“Si...” sorrise e andò a sedersi accanto
a Mamoru.
Le ragazze intanto si erano riunite al santuario di Rei
perché Luna le aveva
convocate per parlar loro di una cosa importante.
La gatta non si fece aspettare troppo e arrivò sempre in
compagnia del fedele
Artemis.
“Ragazze... purtroppo non sono belle notizie quelle che vi
porto” iniziò la
gattina
“Le nostre indagini ci hanno portato a scoprire che la nuova
minaccia si sta
insidiando sul nostro pianeta.”
“E’ terribile! – esclamò Rei
– cosa possiamo fare ora?”
“Non temete... vi ho già avvisate in modo da farvi
allenare prima” continuò
Luna
“Io sono pronta... gliele suonerò per bene a
questi mostri mangia energia”
disse Makoto scrocchiandosi le dita
“Ecco le vostre nuove penne, ragazze”
Con una capovolta la gattina nera fece comparire le penne magiche a
forma di
stella.
“Tenetevi pronte... presto ci riattaccheranno!”
La ragazze annuirono e si trasformarono, l’addestramento
stava iniziando!
Usagi stava
finendo il compito, Mamoru che nel frattempo si era alzato, la
osservava dalla
cucina mentre preparava il tè e tagliava due fette di torta.
La vedeva concentrarsi e mordicchiare la matita, e sorrise, poi si rese
conto
di essere rimasto imbambolato a fissarla mentre studiava.
I capelli sciolti le stavano benissimo ed erano lunghissimi.
Si era appena reso conto di quanto fossero belli quei capelli che
morbidi sfioravano
la spalla appena scoperta di Usagi.
Quella t-shirt troppo lunga le scopriva un po’ le spalle,
quelle candide spalle
che lui aveva stretto quella sera.
Si ridestò dai suoi pensieri e tornò in cucina
prima che lei potesse accorgersi
che la stava fissando.
“Cosa mi sta succedendo... perché tutto
d’un tratto mi sono messo a fissare
Usagi in quel modo? Certo che quei capelli sono davvero bellissimi...
ha ma che
sto dicendo... lei è testolina buffa, una
ragazzina...”
Quando tornò nel salotto con il vassoio in mano , vide che
si era alzata e
stava di nuovo guardando la foto che lo ritraeva bambino assieme ai
genitori.
“Quella foto l’ho scattata il giorno del mio sesto
compleanno...”
“Oh Mamoru.. scusami ... ho di nuovo ficcato il naso tra le
tue cose... perdonami...”
“E’ la seconda volta che la guardi... dai vieni a
bere il tè prima che si
fredda.”
Usagi obbedì
“Quella sera, il 3 agosto, io, mia madre e mio padre uscimmo
per fare una
passeggiata in auto. Mentre percorrevamo una curva, l’auto
sbandò e finì fuori
strada. Loro morirono sul colpo, io finii in coma. Mi risvegliai dopo
una
settimana e non ricordavo nulla... sapevo solo che mi chiamavo Mamoru
Chiba e
che avevo perso i genitori... pensa non ricordavo nemmeno le loro
facce... se
non fosse per questa foto, non saprei nemmeno
com’erano...” – sorrise
amaramente
“Mamoru...
mi
dispiace tanto... anche per quelle terribili cose che ti dissi quella
volta al
crown, dev’essere stato bruttissimo vivere cosi. “
“Beh... bello non è stato e non preoccuparti, come
potevi sapere?”
“Si è vero... ma è stato maleducato da
parte mia. Spero tanto che la vita ti
ripaghi un giorno, anzi ne sono sicura... anzi devo dirti la
verità, prima
credevo fossi un buffone e ti consideravo una persona meschina e
antipatica...
adesso penso proprio di aver cambiato opinione sul tuo
conto.”*
“Grazie Usagi... anche tu sai... avevo scambiato la tua
irruenza e allegria per
immaturità e infantilismo, invece devo dire che non lo sei
affatto. Mi hai
fatto ricredere...”
Risero, forse anche per esorcizzare l’imbarazzo del momento.
“Sai, non so perché ti ho raccontato queste
cose... di solito non parlo mai di
me... solo Motoki conosce quel capitolo della mia vita...”
“Mamoru... è bello che tu abbia cosi tanta fiducia
in me e sappi che rispetterò
queste tue confidenze... alla fine siamo amici, no? –
esclamò sorridendo –
adesso, mi controlli il compito?
Mamoru sorrise e annuì, poi prese il foglio e lo lesse.
Usagi mangiava la torta di Makoto a piccoli pezzetti, per il
nervosismo, poi
finalmente dopo cinque minuti Mamoru distolse lo sguardo dal compito e
lo diede
nuovamente ad Usagi:
“Bene testolina buffa, bravissima. Hai superato
l’80 % del compito e lo hai
fatto tutto da sola!”
“Davvero??? È grandioso!!!” –
esultò saltandogli al collo per abbracciarlo –
“Grazie
mille Mamoru... devo soltanto ringraziare te... “
D’istinto anche lui l’abbracciò, poi si
staccarono e lui continuò: “Sono sicuro
che domani andrà bene e se lo passerai andremo a
festeggiare, ti porto al parco
giochi... ma devi fare la brava bambina!”
“Il parco giochi?? Che bello......... hey... ma cosa mi fai
dire... sono troppo
grande per queste cose!!!”
“Dai anche a me piace andare e poi c’è
un nuovo gioco di azione simulata da provare.**
“Ossia?” chiese Usagi curiosa
“Una roba con le pistole laser... se vuoi puoi invitare anche
le tue amiche...
io chiamo Motoki... che ne dici? Andiamo domenica!”
“Grandioso!”
“Ma solo se passi il test!”
“E se non ce la faccio?” – chiese triste
“Ce la farai, stai tranquilla!” le rispose
facendole l’occhiolino.
La sera a casa, Usagi non faceva altro che pensare a Mamoru, alla
giornata
trascorsa con lui, alle sue confidenze. Un turbine di emozioni aveva
invaso la
sua mente, non era tanto nervosa per il compito
dell’indomani, quanto per
l’appuntamento con Mamoru.
Non riusciva ancora a spiegarsi il perché di tutte quelle
sensazioni strane che
avvertiva quando lo aveva vicino,ma una cosa era chiara , si sentiva
felice,
soprattutto dopo che aveva cacciato Sara di casa.
Mamoru, nel suo letto rifletteva.
Si era ritrovato a pensare ad Usagi, soprattutto ai capelli che
ricadevano
sulle sue spalle appena scoperte dalla sua maglietta.
Le aveva parlato di lui con tanta naturalezza di cui persino lui si era
meravigliato, non capiva più nulla in quel periodo, quando
era con lei il cuore
gli batteva forte e si sentiva bene, si quella ragazza dal carattere
spumeggiante lo faceva stare bene.
E si era anche reso conto che non vedeva l’ora che arrivasse
la domenica per
passare del tempo con lei.
Qualcosa vibrava nell’aria ed era qualcosa di bello, cosi
chiuse gli occhi e si
abbandonò tra le braccia di Morfeo.
Piaciuto il capitolo??? Spero proprio di
si... Ebbene le cose si fanno più interessanti a quanto pare.
Come avevo già detto nel precedente capitolo, avrei dedicato
questo ad Usagi e
a Mamoru.
Avete visto che ho saltato l’intera settimana di studio, ma
ho riflettuto e per
non sembrare ripetitiva e noiosa, ho deciso di saltare direttamente
all’ultimo
giorno, anche perché credo che mi avvicinerò
presto alla conclusione di questa
prima parte della storia.
E cosi si sono avvicinati, non vedo l’ora di leggere cosa ne
pensate, siate
docili!!! J
Chiariamo alcuni punti:
*nella prima serie, episodio 34 “La principessa della
luna”, Mamoru parla con
Usagi mentre sono chiusi nell’ascensore e lui le racconta dei
genitori morti
nell’incidente. La storia che fossero morti il giorno del suo
compleanno l’ho
presa dal manga, se non ricordo male l’avevo proprio letta li.
** durante la prima parte della seconda seria, durante la saga
dell’albero
dell’oscurità, Mamoru e Usagi si incontrano al
luna park e vanno al Laser droom
con Michelle (Narumi) e François (di lui non ricordo il nome
originale). Credo
che ricorderete quella puntata, episodio 50 intitolato
“Realtà virtuale o
vera?”, dove Usagi e Mamo passano del tempo insieme! ;)
Detto questo, vi lascio e vi do l’appuntamento al prossimo
capitolo! A
presto!!!
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Capitolo 9 *** L'amore bussa alla porta ***
Capitolo
9
Era
andata!
Aveva consegnato il compito e adesso stava pregando, stava sperando che
fosse
andato bene o che avesse almeno raggiunto la sufficienza.
Si era ricordata dei consigli di Mamoru “stai
tranquilla, guarda il foglio e affronta le domande con
determinazione... non
lasciarti intimorire, le cose che possono sembrare difficili
all’apparenza,
sono sempre facili da risolvere... è normale che il test ti
sembrerà difficile,
ma è tutta una questione psicologica... ora che lo sai
partirai avvantaggiata!”
Mamoru, che per una settimana le aveva dato una mano.
Che paziente le aveva spiegato ogni singola regola,
irregolarità, curiosità e
modi di dire inglesi.
Spiegato e rispiegato.
Sorrideva felice mentre rifletteva su quel ragazzo e arrossì
ancora; era dura
ammetterlo ma Mamoru le piaceva e se ne era accorta dal momento in cui
si era
sentita triste perché non avrebbero più studiato
assieme, ma il fatto di dover
passare una domenica con lui l’aveva un po’
rallegrata, certo sempre se avesse
passato quel compito maledetto.
La professoressa Haruna le aveva detto che le avrebbe consegnato il
compito
corretto entro la fine delle lezioni; il suo cuore scalpitava e si
meravigliò
di se stessa anche quando non finì il suo pranzo, sotto gli
sguardi sbalorditi
di Ami, Makoto e Naru.
Nella sua testa balenava milioni di pensieri, per distrarsi
alzò lo sguardo
verso il cielo terso e splendente, azzurro come il mare profondo,
profondi come
erano gli occhi di Mamoru mentre lo fissava durante le lezioni private,
e cosi
la mente riprodusse il bel viso del moro che prese il primo posto tra
tutti i
pensieri di Usagi.
Era inutile, più cercava di non pensarlo e più le
tornava alla mente, con il
suo sorriso disarmante e i capelli d’ebano morbidi e setosi.
Si alzò di scatto cacciando un piccolo urlo.
“Usa-chan, ma cos’hai?” le chiese Naru
preoccupata
“Sei in pensiero per il test, vero?” fece Ami
“Si... ho la tremarella... spero che sia andato bene...
sapete sbadata come
sono...” rise nervosa Usagi
Ami e Makoto si scambiarono uno sguardo d’intesa, non era il
test che
preoccupava Usagi, bensì qualcos’altro ed esse
avevano ben capito di cosa si
trattava, o meglio “di
chi”.
“Sapete... – aggiunse poi –
Mamoru ha detto che se il test va bene per
festeggiare potremmo andare al luna park dove hanno aperto un gioco di
realtà
virtuale... roba di azione e sparatutto... ovviamente ha esteso
l’invito a
tutte...” si affrettò poi ad aggiungere
“Bel modo per festeggiare... – rispose Makoto
– sarà divertente giocarci... io
ci sto!”
“Verrà anche Motoki...”
Makoto si fece scura in volto e si ammutolì improvvisamente,
si era ricordata
del male che provava e di essersi invaghita del gestore del Crowm.
“Bene... porterà Reika?”
“Reika... tu sai di Reika?”
“E’ la sua ragazza, no?”
“Ex ragazza... si sono lasciati... pare che lei si sia data
alla pazza gioia
durante i suoi vari viaggi di studio... lo so perché me lo
ha detto Mamoru...
Sara, la loro amica voleva organizzare un’uscita a quattro ma
lui non ha
accettato... cosa che voleva anche Reika per riavvicinarsi a Motoki.
Non so nei dettagli i motivi, ma so per certo che non sono
più insieme.”
Il volto di Makoto si illuminò per un secondo.
“Mako-chan so che ti piace Motoki... potresti approfittarne
domenica pomeriggio
per trascorrere del tempo con lui...”
“E tu lo trascorrerai con Mamoru, vero Usagi?”
– la riprese Ami saccente
“Cosa dici Ami...???” rise imbarazzata
“Si vede lontano un miglio che hai una cotta per lui, ma non
c’è niente di
male... anzi vi vedo bene insieme, sai?” rispose ancora
l’amica dal caschetto
blu
Usagi sorrise amaramente “Ami, amica mia... non credo che a
lui piacciano
quelle come me...”
“Usa-chan... un ragazzo non perde una settimana dietro una
ragazza che non gli
piace per farle ripetizioni di inglese tantomeno la invita a passare il
pomeriggio insieme...”
“Si ma ha esteso l’invito anche a voi...”
“Ma lo ha detto a te... noi potremmo anche non
venire...”
“No Makoto, ti prego... dovete venire, anzi chiamate anche
quelle altre due
ragazze... più siamo meglio è... poi cosa fai ti
lasci scappare la possibilità di
passare un pomeriggio con Motoki?”
“Non me la perderei per nulla al mondo” rispose
ridendo contagiando le amiche.
L’ora del pranzo trascorse come al solito, tra chiacchiere e
scherzi finché la
campanella non ricordò loro di tornare tra i banchi e
soprattutto il risultato
del test di Usagi.
Alla fine delle lezioni, la professoressa Haruna chiamò
Usagi mentre l’aula si
svuotava; Makoto che passò per la sua aula le disse
all’orecchio che
l’avrebbero aspettata fuori per andare poi insieme al Crown.
“Bene Usagi... volevo parlare cinque minuti con te riguardo
al compito... devo
dire che sono rimasta molto sorpresa...ma sono anche molto
arrabbiata!!!”
Usagi sorrise nervosa, non riusciva a capire in che modo
l’insegnante era
rimasta meravigliata, sperava in positivo.
“Mi vuoi dire come hai fatto ad andare cosi
bene???” le urlò sventolandole
davanti gli occhi il compito con un bell’85 su 100 che fece
restare di sasso
Usagi stessa... non avrebbe mai creduto di prendere un voto cosi alto,
soprattutto
in quell’odiata materia.
“Beh... ecco durante tutta la settimana ho preso
ripetizioni... un amico mi ha
dato un grande aiuto” disse poi abbozzando un sorriso.
La professoressa la scrutò e rispose: -“ beh
questo tuo amico ha compiuto un
miracolo... dovresti studiare di più con lui...
bravissima... e adesso cerca di
fare sempre cosi... ora puoi andare ... buona serata Usagi!”
“Buona serata professoressa Haruna...”
Usagi fece un inchino e uscì fuori chiudendo la porta dietro
di sé.
Corse spruzzando felicità da tutti i pori e
abbracciò forte Makoto
“Mako-chan!!! – Urlò -
ce l’ho fatta...
ho preso 85... è andata benissimo!!! “
“Brava Usa-chan... sono molto contenta per te... adesso
dobbiamo solo andare a
festeggiare questo bel voto...” le disse facendole
l’occhiolino, poi si
affrettarono per andare al Crown.
Alla sala giochi era tutto come al solito, Usagi si guardò
attorno e scorse
Motoki, ma non vide Mamoru.
Un piccolo velo di delusione le si era dipinto sul volto, poi
sentì le porte
aprirsi dietro di sé e lo vide entrare.
Era entrato Mamoru e gli occhi di Usagi si illuminarono dalla
felicità e
dall’emozione.
Lui la vide e sorrise di rimando, avanzando verso di lei per salutarla.
“Allora biondina, come è andato il test? Vedi che
sei hai preso un’altra
insufficienza non ti aiuto più!”
“Come sei antipatico... per tua informazione è
andato benissimo... ho preso
85!”
“Ma come può essere... non ci credo!!!”
Mamoru sgranò gli occhi scherzando
“Essere gentile non è proprio da te, vero? Guarda
un po’ qui e dimmi se questo
non è un buon risultato!” gli rispose facendo la
finta offesa sventolandogli
sotto al naso il test con il bel voto in bella mostra.
Mamoru sorrise... Usagi esultò saltellando.
“Bravissima Usagi... sono fiero di te e di me!!!”
disse ridendo
“Sono contenta... ed è tutto grazie a
te!!!” strillò saltandogli addosso e
abbracciandolo sotto gli occhi di tutti.
Un colpo di tosse li ridestò, Makoto ridacchiava e Ami era
arrossita.
“Allora dobbiamo organizzare l’uscita di
domenica... – riprese Mamoru – ci
siete anche voi ragazze?”
“Mah... non so... avrei da fare...” rispose vaga
Makoto
“Io devo studiare...” replicò Ami
“Ragazze... avevate promesso che sareste venute con
me!!!”
Le amiche ridacchiarono e Makoto le disse: “Sicura di volerci
tra i piedi quel
giorno?”
Usagi grugnì e le guardò in modo torvo.
“Dai stavamo scherzando... oh ecco arrivano Rei e Minako...
che ne dici se
invitiamo anche loro per l’uscita di domenica?”
“Si, certo!!!”
rispose Usagi eccitata.
Poi guardò negli occhi Mamoru e un brivido le percorse la
schiena, ed entrambi
ebbero un flashback istantaneo.
Un principe e una principessa che si
abbracciavano felici, poi dietro di loro fuoco e fiamme che li fece
perdere di
vista...
Usagi chiuse e aprì gli occhi, stessa cosa fece Mamoru... si
guardarono
complici, come se avessero capito di aver avuto la stessa visione, ma
per paura
di fare la figura dei pazzi non ne parlarono.
Mamoru cambiò subito espressione e disse:
“Ragazzi, io adesso devo scappare... ci vediamo dopodomani
allora... ciao a tutti!!!”
Usagi restò ferma a fissarlo andare via salutandolo con un
sorriso e un cenno
della mano, anche un po’ delusa poiché sperava di
passare del tempo con lui, ma
si rincuorò pensando alla domenica successiva.
Intanto le ragazze si erano sedute per trascorrere il pomeriggio
insieme.
Era strano essere riunite tutte di nuovo, ricordare tutto con Usagi
unica
ignara del passato, anche se lo sarebbe stato solo momentaneamente.
Erano emozionate e felici ma anche lei iniziava a sentire qualcosa
dentro in
compagnia delle sue amiche, certe sensazioni non l’avevano
abbandonata mai e si
sentiva serena in loro compagnia.
Lo stesso pensavano le altre felicissime di riavere Usagi con loro,
entusiaste
di essersi ritrovate anche se in circostanze non belle.
Sapevano che dovevano affrontare una battaglia più
difficile, ma unite nessuno
le avrebbe battute.
“Oggi dobbiamo festeggiare il successo di Usagi a scuola,
ragazze!!!” – esordì
Makoto
Usagi sorrise mostrando le dita in segno di vittoria.
“Dato che a scuola è una somara, per un colpo di
fortuna e grazie a Mamoru ha
avuto un bel voto in inglese...” continuò ancora
la castana non curandosi
dell’atteggiamento contrariato di Usagi nei suoi confronti
“Vuoi farmi fare brutte figure con le nostre nuove amiche,
Mako-chan???” le
rispose irritata
“Ma è vero che a scuola vai male e che oggi hai
avuto un bel voto... e poi
guarda impareranno a conoscerti... col tempo... anzi credo che ti
conoscano già
molto bene!!!” replicò ancora
Usagi non capì l’ultima frase
dell’amica, ma si guardò attorno e un altro
veloce flash back le partì in mente.
Un’unica nitida immagine, che ritraeva una donna altissima,
enorme e una
principessa, la stessa ragazza dei sogni e delle allucinazioni
dell’ultimo
momento e le due erano una di fronte all’altra pronte forse a
battersi.
Quell’immagine le sembrava troppo reale che restò
a pensarci su per un po’ di
tempo senza rendersi conto che il suo gelato stava sciogliendosi nel
bicchiere.
“Usagi!!!”
“Usagi!!!”
“Usagiiiiiiiiiii - la richiamò stavolta Rei
– il tuo gelato si sta
sciogliendo... stai bene?”
“Oh... si si... – disse ridendo – stavo
solo pensando se Mamoru vorrà darmi
lezioni di matematica, magari mi farà prendere un bel voto
anche in quella
disciplina! - disse trangugiando il gelato
rimasto per poi alzarsi – adesso devo scappare a casa, non
vedo l’ora di far
vedere ai miei questo bel voto!”
Scappò per poi salutarle velocemente.
Le ragazze sorrisero, la loro Usagi non sarebbe mai cambiata, ma loro
l’adoravano proprio per questo suo carattere sbarazzino e
contagioso e
l’avrebbero protetta altre infinite volte.
Usagi bussò alla porta di casa impaziente di mostrare il
test alla mamma.
La donna aprì la porta e si ritrovò sul naso il
foglio con il bel voto in alto
a destra e il sorriso a trentadue denti si Usagi che saltellava felice
sul
pianerottolo di casa.
“Figlia mia, sei stata miracolata???” le chiese
incredula Ikuko che aveva
ancora gli occhi appiccicati al foglio.
“Mamma... dai... invece di farmi i complimenti ti metti a
fare stupide
battutine? Non sei felice?”
“Sono molto fiera di te, figlia mia! Per premiarti ti preparo
la torta di
limoni che ti piace tanto, contenta?”
“Contentissima!!! Grazie mammina – le disse
abbracciandola e baciandola – ora
corro di sopra, faccio la doccia e torno giù ad
aiutarti.”
“Va bene tesoro” rispose sorridendo Ikuko.
La cena con la famiglia filò liscia come l’olio,
Ikuko era una grandissima
cuoca e Usagi adorava la cucina di sua madre.
Il dolce fu il tocco di grazia finale per completare quella succulente
cena che
la mamma aveva preparato per festeggiare il bel voto della figlia.
“Tesoro – esordì suo padre Kenjii
– spero che questo non sia un caso isolato,
vogliamo vedere altri bei risultati come questo... – si
pulì le labbra con il
tovagliolo e riprese – a proposito, come hai fatto ad avere
un bel voto in cosi
poco tempo? Hai preso ripetizioni?”
“Beh... si papà... un mio amico mi ha dato un
grande aiuto!”
“Benissimo... e dimmi un po’, chi è
questo giovanotto? È un bel ragazzo per
caso?”
“Si papà è un bel ragazzo che frequenta
il primo anno di università... ed è
davvero un bel ragazzo” disse Usagi con occhi sognanti.
“Devo dedurre che questo ragazzo ha fatto colpo... vero
figlia mia? Hai gli
occhi che brillano come due stelle!” disse Ikuko
“Colpo? Quale colpo? Usagi devi dirmi qualcosa?”
Kenjii sembrò come impazzito
“Ma caro, la nostra Usagi ha 15 anni, è giusto che
conosca qualche ragazzo... –
poi si rivolse sottovoce alla figlia – cosa
c’è tra di voi?”
“Siamo amici... e domenica usciremo, ma con le nostre amiche
e Mokoti” rispose
Usagi sempre a voce bassa
“Ho capito.. hai via libera... è tutta meritata
questa uscita per te... ma
lunedi devi rimetterti a stdiare sodo e se questo ragazzo ti sa
trascinare in
maniera positiva è giusto che tu lo frequenti!”
“Grazie mamma”
Kenji stava rosicchiando il tovagliolo - “cosa avete da
confabulare voi due?”
“Oh caro, quante storie per un amico... d’altronde
non ha fatto che bene a
nostra figlia frequentarlo dato che le ha dato ripetizioni tutta la
settimana... e non mangiarmi i tovaglioli” sbraitò
alla fine dandogli uno
scappellotto dietro la nuca.
Usagi rise di gusto... immaginò lei e Mamoru in quel momento
prendersi in giro
e scherzare... poi arrossì vergognandosi di quel pensiero...
cosa avrebbe mai
potuto vedere di buono in lei un ragazzo come Mamoru Chiba?
Lei era solo una liceale e lui era uno studente universitario, un
abisso li
separava e Mamoru non avrebbe mai avuto altri interessi oltre
all’amicizia nei
suoi confronti; sorrise pensando a come era nata la loro amicizia, poi
tornò
cupa perché sapeva che non avrebbe avuto altro da lui... ma
forse si stava
sbagliando... non aveva fatto i conti con il destino.
Mamoru solo nella sua casa, si iniziava a sentire un po’
vuoto.
Certo che dovette ammettere che Usagi alla sua casa aveva regalato
un’aria
nuova.
Abituato a stare sempre solo, con lei quei pomeriggi si era sentito
come non si
sentiva da tempo, allegro, spensierato proprio come era lei...
dopotutto lei
con il suo carattere contagiava tutti.
Sorrise pensando di essere un pazzo a pensare quelle cose di lei, ma
poi si
rese conto che pazzo non era ma era felice di conoscere una ragazza
cosi e si
sentiva ansioso di rivederla la domenica per trascorrere
l’intera giornata
insieme.
L’unica cosa che non riusciva a spiegarsi era come mai quando
lei gli era
vicino aveva quelle allucinazioni e perché faceva quegli
strani sogni che tanto
gliela facevano tornare alla mente.
Sbuffò... poi i suoi pensieri furono interrotti dal citofono
che suonava.
“Si,
chi è?” rispose scocciato
“Oh Mamoru... sono Usagi... volevo darti una cosa, ma se
disturbo vado via...”
“Ma quale disturbo testolina buffa... Sali dai.”
Usagi
trovò la porta già aperta quando salì
a casa di Mamoru: “è
permesso?” chiese
“Si... entra, entra”
“Ciao Mamoru... sai mia madre per ringraziarti di avermi
aiutata ti ha
preparato una torta ai limoni, spero che ti piaccia... beh ne ha fatte
due, una
per la famiglia e una per te...”
“Io adoro i dolci... grazie Usagi!” disse Mamoru
sorridendo
“Allora io vado... ci vediamo domenica?”
“Dove vai?”
“Torno a casa... tra l’altro la gatta è
scappata e sono in pensiero per lei...
ci vediamo allora” disse Usagi intimidita.
“Ok... come vuoi... comunque se hai bisogno di altre
ripetizioni sarò ben
felice di dartele... – addentò un pezzo di torta,
poi continuò – mmmh a patto
che mi porti ancora torte cosi buone!”
concluse ridendo
“Affare fatto” – rispose Usagi sorridendo
di rimando – ora vado a cercare
Luna... ciao Mamoru...”
Usagi corse per le scale e si diresse verso il parco alla ricerca di
Luna.
Ormai si era fatto buio e il parco era deserto, per cui Usagi decise di
sbrigarsi.
“Luna... Luna... dove sei ???”
Si guardava attorno, stringendosi le braccia poiché la
temperatura era calata.
Poco dopo scorse due figure che camminavano insieme e riconobbe la sua
gatta
nera assieme a un gatto bianco che curiosamente aveva la stessa macchia
a forma
di mezzaluna sulla fronte.
Usagi corse dalla sua micetta e la prese in braccio: “Dove te
ne sei andata???
Non vorrai farmi trovare dei cuccioli in casa?” –
le disse ridendo
Artemis arrossì, poi una voce lo chiamò: era
Minako.
Usagi la riconobbe e la salutò:
“Ciao Minako... non mi dire che questo gatto bianco
è tuo? Sai che l’ho visto
gironzolare nei pressi di casa mia? Secondo me è innamorato
della mia Luna...
vedi sono anche uguali...”
“E’ vero, credo che tu abbia ragione... lui
è Artemis, il mio gatto bianco...
ti va di fare due chiacchiere Usagi?”
“Si ... altri dieci minuti posso ancora restare in
giro...”
Sorrisero entrambe.
Chiacchierando con Minako, Usagi riconobbe tanti lati di se stessa, a
parte la
somiglianza fisica, ma anche caratteriale, parlarono di tante cose e
nel cuore
delle due ragazze si risvegliò qualcosa che si era assopito
da tempo.
Minako sentiva tanto la mancanza della sua gemella Usagi, aveva
organizzato il
tutto per incontrarla e darle una cosa che le spettava di diritto.
“Usagi... lo sai... del nostro nuovo gruppo tu sei quella che
più sta
simpatica... perché mi somigli!” – disse
ridendo – “Per questo voglio regalarti
questo ciondolo... è un pegno di amicizia, perché
sento che noi diventeremo
grandissime amiche... tu non pensi la stessa cosa?”
“Sai Minako... io la penso come te... e ti ringrazio per
questo dono, anche se
non capisco il motivo che ti spinge a darmelo...”
mormorò Usagi maneggiando il
ciondolo a forma di stella.
“Diciamo solo che presto lo capirai... dai ora si
è fatto tardi... corri a
casa, va bene?”
“Si mamma!!!”
Risero e si salutarono e ognuna con il proprio felino prese la strada
di casa,
in de sensi opposti della strada.
Nella strada del ritorno, Usagi si rese conto di essere seguita da
qualcuno.
Accelerò il passo senza girarsi, ma sentì che
anche la persona che era dietro
di lei aveva accelerato.
Iniziò a sudare freddo, finché il suo inseguitore
la fermò prendendola per un
braccio.
“Usa-chan!”
Era solo Umino!
“Umino, ma cosa ci fai qui a quest’ora? Mi ha messo
paura, stupido!”
“Oh Usa-chan mi dispiace... ma ti seguo da quando sei uscita
da quel palazzo
li...” disse indicando il condominio di Mamoru, dove si
vedeva perfettamente il
suo balcone chiuso.
Usagi sospirò sconsolata, forse stava già
dormendo... come avrebbe voluto che
ci fosse stato lui con lei in quel momento al posto di Umino.
“Umino... come ti è saltato in mente di seguirmi?
Cosa vuoi?”
“Ti
ho vista e volevo vedere cosa facevi... oh Usa-chan il parco
è
cosi romantico a quest’ora... che ne dici di tenerci la mano
e passeggiare
abbracciati?”
“Ma cosa ti dice la testa??
Umino non ho
nessuna intenzione di passeggiare con te mano nella mano... e ora fammi
andare
a casa, che è tardi!”
“Dai bambola... resta con me, ti prego... il tempo di un
bacino” la implorò con
le labbra protuse...
Usagi fece un’espressione alquanto schifata e lo
scansò... “Umino, vai a casa e
lasciami stare!”
“Dai Usa-cha... una passeggiatina mano nella mano fino a casa
tua!!!”
“Umino ho det...” non terminò la frase
che una voce che conosceva fin troppo
bene anticipò quello che lei voleva dire.
“Mi pare che la ragazza ha detto che vuole essere lasciata in
pace... che ne
dici di girare al largo?”
“E tu chi sei?” chiese Umino con sfrontatezza
“Sono un suo caro amico che tra poco ti prenderà a
sberle se non le lasci
subito il braccio!”
Umino lo sfidò con lo sguardo, ma poi si arrese subito
notando che Mamoru era
molto più alto di lui, poi si girò verso Usagi e
la vide intenta a guardarlo
con gli occhi che le brillavano.
“Ah... ora capisco... - calò la testa e
iniziò a frignare come un bambino –
come sono sfortunato!!!” urlò per poi scappare via
sconsolato sotto gli sguardi
allibiti di Mamoru e Usagi.
“Ti cacci sempre nei guai... meno male che ci sono io e che
il rospo del tuo
spasimante è innoquo...”
Usagi arrossì quando Maoru disse “meno
male che ci sono io” e rise della battuta su Umino.
“E’ amore non corrisposto...” poi
arrossì ancora quando lui le fu più vicino e
le prese una mano:
”Stai bene?” le chiese serio
“Certo!”
“Lo sai che potevi incontrare qualcuno di più
pericoloso?”
“Si è vero... mi dispiace...”
chinò il capo
“Non devi scusarti sciocchina - le disse sorridendo dandole
un piccolo buffetto
sulla fronte – è solo che è pericoloso
camminare a quest’ora per una ragazza...
dai ti accompagno a casa, la passeggiata con me vuoi farla? O mi cacci
anche?”
“Per questa volta può andare, ma non prendere il
vizio!” sorrise Usagi
felicissima di camminare di fianco a Mamoru.
Luna li precedeva, come se avesse voluto dar loro un po’ di
privacy, era
effettivamente cosi, ma loro non lo sapevano ma fu quella
l’impressione che
ebbero.
Mamoru le porse il braccio “Prego miss, puoi appoggiarti se
vuoi!
Usagi sorrise ancora, più emozionata che mai e si mise
sottobraccio a Mamoru.
“Mamoru?”
“Si?”
“Come mai eri in giro a quest’ora?”
“Non avevo sonno... poi mi sentivo agitato e sono sceso per
fare una
passeggiata... e pare che sono capitato nel posto giusto al momento
giusto... è
destino che debba salvarti dai cretini!”
Risero e si fissarono per un secondo, per poi continuare la loro
passeggiata.
Entrambi in quel momento si sentivano sereni e appagati, forse anche
felici.
Mamoru non ricordava nemmeno quale fu l’ultima volta che si
sentì cosi tranquillo
e sereno in vita sua, stare con Usagi gli faceva bene, ormai lo aveva
capito e
forse si era anche accorto che quello che iniziava a provare per lei
non era
semplice amicizia e gli parve di capire che anche Usagi la pensava come
lui.
Non era uno sciocco, era abituato agli sguardi languidi delle sue
compagne di
università, capiva quando una ragazza era cotta di lui; ma
con Usagi era
diverso, in lei riuscì a leggere l’innocenza di
una ragazza alle prese con i
primi amori, la purezza di una quindicenne che non aveva mai nemmeno
baciato
nessuno, la dolcezza che pian piano lui aveva scoperto in lei studiando
insieme.
Decise che avrebbe continuato a frequentarla come amico, non voleva
fosse solo
un momento e avrebbe penato nel vederla soffrire.
Ma solo quel pensiero gli fece capire che da lei non voleva solo
amicizia.
Senza rendersene conto Usagi appoggiò la testa alla spalla
di Mamoru e cosi
stette finché non arrivarono a casa sua.
Ci rimase un po’ male, avrebbe voluto restare ancora con lui,
ma era tardi e
doveva rientrare.
“Allora... grazie ancora Mamoru...”
“Dovere” le rispose
“Ci vediamo domani... ?” chiese titubante
“Certo... ci vediamo al Crown, cosi organizziamo la giornata
di domenica... va
bene?
“Si è perfetto...” rispose ancora lei
emozionata
“Bene... dai entra e chiudi la porta cosi vado via
tranquillo...”
Usagi annuì sorridendo, poi colta da un’improvvisa
follia lo abbracciò.
“Grazie di tutto... sai prima credevo tu fossi un antipatico,
odioso e
viziato... mi sono ricreduta... sei un ragazzo bravissimo... grazie per
le cose
che hai fatto per me, non eri tenuto...”
“Figurati... sono contento che tu abbia cambiato opinione su
di me, anzi ti
dirò... ho capito perché tanta gente di vuole
cosi bene e da un po’ di tempo a
questa parte ti apprezzo anche io per queste tue
qualità”
Sorridevano entrambi ancora abbracciati, finché la voce di
una donna
l’interruppe da dentro casa.
“Usagi... saluta il tuo fidanzato prima che tuo padre si
svegli... conosci bene
com’è geloso, poverino, non vorrai farlo piangere
di nuovo...”
Mamoru arrossì, Usagi imbarazzata rispose:
“Mamma... Mamoru è un mio amico...
non è il mio ragazzo...”
“Ah ma lui è il tuo insegnante privato???
Complimenti... – disse guardandolo da
capo a piedi - caro quando vuoi sei invitato qui a cena, ovviamente
quando mio
marito è fuori per lavoro... sai è cosi geloso di
nostra figlia... hai gradito
la torta?”
“Mamma non tempestarlo di domande... “ si
affrettò a rispondere Usagi
imbarazzata
“Si signora, la torta era deliziosa... - si limitò
a rispondere Mamoru – beh
ora devo andare... ci vediamo domani in sala giochi, Usa!!! Buonanotte
signora
Tsukino!!!”
“Buonanotte Mamoru... ti aspetto!!!”
Mamoru salutò con un cenno della mano da lontano, Usagi
rientrò preceduta da
sua madre che tutta eccitata voleva sapere i dettagli su Mamoru.
“Allora vi siete baciati?”
“No mamma... forse prima se tu non ci avessi interrotti
magari... “ non finì la
frase perché iniziò a vergognarsi.
“Figlia mia.. vi vedo bene insieme... stai tranquilla, se
è destino
qualcosa di bello tra di voi succederà!”
Ikuko abbracciò sua figlia e le diede un bacio sulla fronte
– “Dai ora vai a
letto, o domani mattina non ti sveglierai in tempo per comprare un
vestito
nuovo da indossare domenica...” le sussurrò la
madre facendole l’occhiolino.
“Grazie mammina, sei stupenda!!!”
“Buonanotte piccola!!!”
“Buonanotte mamma, ti voglio bene!”
Nel letto, Usagi faticava a prendere sonno, si rigirava continuamente
nel letto
e pensava intensamente a Mamoru.
Si mise seduta a guardò fuori dalla finestra; le stelle
brillavano nel cielo
notturno di primavera e la mente le faceva apparire su nel cielo blu il
volto
di Mamoru che le sorrideva dolcemente... si era appena resa conto di
essersi
innamorata del suo ex nemico, ma lui avrebbe mai ricambiato?
Si ributtò sul letto continuando a pensare a lui e coccolata
da questo dolce
pensiero si abbandonò al sonno.
Mamoru, stava invece pensando a lei e alle sensazioni speciali che
provava in
sua presenza, l’allegria che era capace di espandere e con la
quale contagiava
tutti quelli che le erano vicino.
Non ricordava di essersi sentito cosi bene in vita sua e
pensò che il merito
doveva essere per forza di quell’uragano biondo che tanto
prendeva in giro.
Sorrise pensando ancora all’ultima settimana trascorsa
insieme e decise che le
avrebbe offerto altro aiuto per i compiti, sia per darle una mano e
soprattutto
per restare un po’ con lei.
Qualcosa di nuovo era nato nei cuori di quei due giovani, anzi stava
germogliando, poiché il seme era stato piantato tempo
addietro.
E dopo tanto, ma tanto, tanto, tanto
tempo sono tornata. Non me ne vogliate, ma sono state settimane
intense; ho
lavorato moltissimo (per fortuna) e non avevo tempo e forze di mettermi
al
computer per scrivere.
Ora che sono momentaneamente di nuovo libera ho potuto scrivere e
pubblicare
questo nono capitolo, che spero vi piaccia.
Si avrei dovuto raccontare della giornata al parco, ma avrei fatto un
salto
troppo grande escludendo parecchi punti importanti.
Ed ecco che i nostri protagonisti si stanno scoprendo sempre
più affezionati; è
evidente che il destino li sta aiutando moltissimo.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto e soprattutto spero di
scrivere e
pubblicare il capitolo 10 al più presto.
Vi devo avvisare però, che non credo che riuscirò
a completare la storia
presto; il 4 giugno parto per lavorare come animatrice e non
potrò portare il
pc con me, tantomeno scrivere.
È ovvio che appunterò su carta tutte le idee,
cosi a settembre potrò completare
la fan fiction per poi dedicarmi al seguito.
Mi dispiace moltissimo dovervi lasciare con l’amaro in bocca,
ma vi prometto
che entro la fine del mese leggerete il prossimo capitolo.
Grazie a tutte voi per le belle recensioni e scusate se non rispondo a
tutte,
ma sappiate che sono felicissima di sapere che la mia storia vi sta
coinvolgendo e lavorerò sodo per farvela amare ancora di
più.
Vi abbraccio e rinnovo l’appuntamento al prossimo capitolo...
un bacione,
Valentina!
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Capitolo 10 *** Una giornata indimenticabile! ***
Capitolo
10
La
domenica non si fece attendere troppo.
Erano le 11 del mattino e Usagi era in piedi, avanti al letto, con in
dosso il
solo telo e umida di doccia, indecisa su cosa indossare per
l’appuntamento con
Mamoru... o meglio l’appuntamento con Mamoru e tutti gli
altri, corresse il suo
pensiero storcendo un po’ il naso.
Avrebbe desiderato che tutti dessero loro buca, ma Makoto stava per
arrivare a
casa sua e lei non era ancora pronta.
La giornata era abbastanza calda, cosi decise di mettere una gonnellina
con un
top a collo alto senza maniche, mise un giacchetto e
completò il tutto con un
trench.
Si guardò allo specchio, non del tutto soddisfatta, decise
quindi di mettere un
delicato rossetto e due gocce di profumo.
Certo che passare tutta la giornata da sola con lui era
un’idea che avrebbe
gradito molto, ma era sicura che sarebbe riuscita a ritagliare dei
momenti con
lui, dopotutto due sere prima si era stretti in un abbraccio molto
affettuoso e
dolce e chissà, forse un prossimo sarebbe durato di
più, o sarebbe sfociato in
altro.
Arrossì ancora... poi riflettè: lei non aveva mia
dato un bacio a un ragazzo e
il pensiero che il primo potesse essere quel promettente studente di
medicina
che prima tanto odiava la metteva in agitazione.
Lui era più grande, forse aveva avuto altre esperienze nella
sua vita e lei era
l’imbranata di turno che si era infatuata di un bellissimo
ragazzo più grande
di lei.
Decise di non pensarci più e uscì dalla sua
stanza.
In quello stesso momento la madre la chiamò:
“Usagi! È arrivata la tua amica
Makoto!!!”
“Va bene mamma... scendo subito...” urlò
dandosi un ultimo sguardo allo
specchio prima di uscire.
Per strada con Makoto era silenziosa, guardava in basso e sentiva il
cuore
batterle forte.
“Allora... sei felice di uscire con Mamoru oggi?”
“Sono felice di uscire tutti insieme! Dopo tanti giorni di
studio intenso
questo è quello che ci voleva...” rispose Usagi
nervosa e rossa come un
pomodoro maturo.
“Certo... come no... Usa-chan siamo grandi amiche ormai...
con me puoi
confidarti... si vede lontano un miglio che sei cotta di Mamoru... non
essere
nervosa, sono sicura che lui non ti abbia chiesto di vederti solo per
trascorrere una domenica diversa... non gli sei indifferente se
è questo che
vuoi sapere... - le rivelò la bruna guardandola sottecchi
– ti sei messa in
ghingheri... e hai messo anche il profumo, furbona! “ rise
ancora la ragazza
dagli occhi verdi.
“Tu pensi Mako-chan? – rispose con un sorriso
– A quanto vedo mia cara amica,
non sono l’unica che oggi si è voluta valorizzare
un po’ di più” – rispose alla
provocazione ammiccando al lucidalabbra e all’appena
accennato rimmel sulle
ciglia di Makoto che regalavano ai suoi occhi verdi uno sguardo
più intenso.
“Se mi prendi in giro, non t lo faccio provare”
disse ridendo
“Lo hai qui con te? Ti prego mettimene un
po’”
“Come mai? Devi fare colpo su qualcuno Usa-chan?”
“Mako-chan ti prego...”
“Dai scherzo... andiamo al Crown cosi te ne metti un
po’” le rispose facendole
l’occhiolino.
Erano tutti riuniti alla sala giochi, le ragazze erano pronte, Motoki
era stato
sostituito da un collega e anche Mamoru era appena arrivato.
Usagi era emozionatissima e iniziò a sentire le farfalle
nello stomaco appena
Mamoru le si era avvicinato per salutarla.
Makoto li osservò e sorrise, felice per la sua amica; poi
rivolse lo sguardo a
Motoki che scambiava due parole con le sue amiche.
Volse lo sguardo verso di lei e le si avvicinò:
“Makoto!!!”
“Ciao Mokoti!!!” rispose timida
“Mi hanno detto che sei un portento negli sport e che hai
talento anche in questi
tipo di action games; che ne dici di giocare in coppia?”
“Beh... ecco...”
“Hai paura di perdere per caso?” la
provocò il biondino
“Io??? Ma cosa dici... certo che giocherò con te
caro!” gli rispose
sogghignando
Anche Mamoru e Usagi chiacchieravano delle stesse cose:
“Pronta testolina buffa?”
“Beh... io non sono una grande amante di questi giochi
violenti!!”
Mamoru scoppiò in una fragorosa risata.
“Cos’hai da ridere?”
“Non li ami o non sai giocarci?”
“Non è importante... ora andiamo prima che cambi
idea!!!”
“No... te ne vai lasciandomi da solo?”
Usagi lo guardò, sorrise e poi rispose:
“Vedi resto solo per farti compagnia... io sono una
signorina, non mi
attraggono queste cose!”
“Hey biondina cosa vorresti dire???” la voce di
Makoto la fece trasalire
“Niente... non arrabbiarti...” rispose Usagi
ponendo le mani avanti a una
Makoto finta arrabbiata.
“Dai ragazze – fece poi Mamoru placando le risate
generali – andiamo perché
sono sicuro che troveremo molta folla al luna park... cammina,
testolina
buffa!”
“Arrivo... e non chiamarmi in quel modo irritante! E
soprattutto... non darmi
ordini!!!”
“Dai che scherzo!!!”
La passeggiata verso il luna park fu allegra e divertente, i ragazzi
ridevano
assieme, ignari del destino che presto li avrebbe travolti di nuovo.
Ma quello sarebbe venuto più tardi, era giusto ora
divertirsi e svagarsi anche
perché avevano tutti sgobbato sui libri e meritavano una
giornata cosi.
Usagi si sentiva felice e non vedeva l’ora di giocare in
coppia con Mamoru
sperando chissà di arrivare a uno nuovo stadio del loro
rapporto che già
sembrava navigare in ottime acque.
Finalmente arrivati, il gruppo si apprestò a fare la fila
che purtroppo era
infinita.
Lamenti di disappunto di manifesteranno, ma non tutto fu perduto, per
fortuna
Motoki conosceva un addetto ai giochi che non curante del disappunto
della
gente che c’era prima fece passare la comitiva che vergognosa
e rossa, a testa
china varcò l’ingresso del plesso.
“Vedete cosa vuol dire fare un caffè al volo a un
ragazzo che sta facendo
ritardo al lavoro? – sghignazzò Mokoti –
poi quando hai bisogno ti ricambia!”
“La tua gentilezza ci ha salvato gran parte della domenica...
mitico Motoki!!!”
esultò Usagi
In quel momento passarono accanto a loro Sara con Reika che si
fermarono a
salutare Mamoru e Motoki, quest’ultimo molto freddo nei
riguardi della ex, le
fece un breve cenno per poi tornare vicino a Makoto e infilarsi gli
strumenti
di gioco indosso.
“Motoki, se vuoi andare con lei, va pure... magari risolvete
i vostri
problemi...”
“No... ormai non abbiamo più nulla di cui parlare
e poi sono venuto qui per
giocare e non per alterarmi... e sarebbe maleducato lasciarti sola, non
trovi?”
– le rispose dolcemente provocandole un leggero rossore sulle
gote.
Usagi nel frattempo era andata in bagno e quando era tornata aveva
visto
nuovamente Sara civettare con Mamoru; le mani e la testa di Sara erano
dolcemente poggiate sul petto di Mamoru, poi aveva alzato lo sguardo e
gli
aveva detto qualcosa.
Mamoru sembrava tranquillo; Usagi rimase talmente delusa da quella
vista cosi
melensa e falsa da parte della brunetta, che per istinto
scappò via.
Mamoru la vide correre con la coda dell’occhio, per un
momento rimase
interdetto, poi comprese e si mollò dalla presa di Sara:
“Sara, come ti ho già detto, questi sono
atteggiamenti che non mi piacciono se
mirati a ferire qualcuno o solo per ottenere qualcosa. Un abbraccio
deve venire
dal cuore e io non li do a chiunque. Ora se vuoi scusarmi devo andare a
cercare
una mia amica, buona giornata!”
Sara sentì un brivido gelido nel cuore. Mamoru
l’aveva ancora rifiutata, eppure
aveva sempre sperato di riuscire ad avere una possibilità
con lui.
Si era accorta che a Mamoru quella ragazzina dai lunghi codini biondi
era molto
simpatica, ma non credeva al punto tale da rifiutarla in quel modo.
Si rassegnò e richiamò Reika che intanto guardava
da lontano Motoki e Makoto
che scherzavano tra loro.
“Sai Reika, io non capisco ancora come certi uomini siano
cosi attratti da
squallide ragazzine...”
“Stai attenta grande donna che la ragazzina te le
suona!” – la voce furibonda
di Makoto fece fermare le due universitarie
“Come hai detto?”
“Hai capito bene... di sicuro la mia amica ha molte
più qualità di quanto tu
possa immaginare e sappi che se tenterai ancora di metterle i bastoni
tra le
ruote, dovrai vedertela con me... hai capito?” Makoto le
avvicinò il viso al
suo guardandola dritto negli occhi e scrocchiandosi le dita.
Motoki ridacchiando la trascinò via tra
l’imbarazzo generale delle amiche che
era da tanto che non vedevano una delle classiche reazioni di Makoto.
“Beh... le serve da allenamento!” fu il commento di
Minako che si mise una mano
alla bocca dopo lo sguardo interrogativo di Mamoru
“Beh... sai... una piccola scarica di adrenalina prima di
giocare!!!” squittì
la bionda
“Dai ragazze avviamoci, anche perché Usagi
è scappata via... dobbiamo dividerci
e cercarla...”
“Iniziate... la cerco io... ci vediamo tra un
po’!” – rispose Mamoru che prese
correndo la direzione di Usagi.
Le ragazze annuirono sorridendo. Tutto stava andando perfettamente,
Mamoru e
Usagi si erano avvicinati senza l’ausilio di alcuna magia, il
destino stava
correndo nel verso giusto e questa era forse l’unica cosa che
le teneva serene
in vista della nuova battaglia.
L’orologio radiotrasmittente di Minako suonò.
La ragazza nascosta dietro una colonna rispose subito; erano Luna e
Artemis con
delle notizie.
“Minako!”
“Dimmi Luna!”
“Abbiamo fatto un giro del Luna Park e abbiamo avvertito
un’energia sospetta,
allerta le altre!”
“Sarà fatto!”
Chiuse la
conversazione e corse ad avvisare
le amiche.
“Luna mi ha appena detto che dobbiamo stare molto attente...
potrebbe esserci
già un attacco oggi.”
“Sicura... io non ho avvertito nulla!” rispose Rei
stringendosi le braccia
“Uhm... forse i tuoi poteri si sono affievoliti...”
rispose ancora Minako
“Cosa vorresti dire?” tuonò
“Che forse i tuoi poteri non sono più un
granché!” ridacchiò la bionda
“Vuoi provarli su di te??? Sei molto più irritante
di Usagi, lo sai?”
Minako rise – “Dai sto scherzando...”
Rei non la rispose, si limitò a incrociare la braccia e ad
avanzare nella
grande sala. – “ Anche in coppia con te dovevo
capitare... meno male che con
noi c’è anche Ami”
“Grazie... se vuoi vado anche sola!”
“Ne saresti capace?”
“Beh... in realtà potrei perdermi in questi
labirinti... “ ridacchiò ancora
mettendosi un braccio dietro la testa
“A proposito, chissà se Mamoru e Usagi si sono
incontrati...” disse Ami
“Spero di si... in ogni caso noi vigileremo” fu la risposta sicura e
matura di Rei.
Tutte e tre annuirono e continuarono a camminare.
Il gioco della realtà virtuale era un mondo nuovo per Usagi
che sola, si
aggirava per i lunghi corridoi della grande sala.
“Che stupida... ma come mi è saltato in mente di
fissarli e scappare via
piagnucolando... Cosa avrà pensato Mamoru... che brutta
figura... non posso
pensarci...”
“Che stai confabulando? – una voce la interruppe
– “Parli da sola adesso?” rise
poi
“Mamoru!!!”
“Come ti è saltato in mente di correre via? Questi
sono labirinti e ti saresti
potuta perdere... sei proprio una testolina buffa!”
Usagi tacque felice di rivederlo affianco a sé, gli corse
incontro.
“Meno male che sei arrivato... iniziavo a sentirmi strana qui
da sola...”
“Non ti posso lasciare sola un momento che scappi
via...” le rispose
Per tutta risposta Usagi annuì, poi continuò:
“Dai... andiamo a sparare a
questi mostri virtuali!”
Mamoru annuì e insieme corsero.
Usagi osservava Mamoru sparare indistintamente tutti i bersagli del
gioco,
senza muovere un solo dito poiché incapace di farlo, ma per
lei l’importante
era partecipare, ovviamente partecipare con Mamoru.
Ormai era fatta, se ne era innamorata, la vista di Sara con lui
l’aveva
sconvolta e la sua sola presenza le scatenava una tempesta ormonale di
cui si
vergognava enormemente.
Poi il pensiero tornò all’episodio precedente e si
fece scura in volto, Mamoru
la notò e le chiese il motivo.
“Cos’hai biondina?” con il suo solito tono
“Niente... lascia stare”
Mamoru che aveva capito che era diventata triste a causa di Sara le si
avvicinò
posandole una mano sulla spalla che le fece partire un brivido lungo la
schiena.
“Usagi, ti sei per caso offesa perché la mia amica
mi ha abbracciato?” le
chiese ridendo per prenderla un po’ giro.
Sentendosi toccare nel profondo, gli mostrò la lingua e
disse:
“Ma cosa vuoi che mi interessi? Va pure da lei e non
disturbarmi!” gridò senza
rendersi conto che stava piangendo e che lui l’aveva vista.
“Usagi! Ma cosa ho detto di male?”
Ma lei era scappata via in lacrime, rossa di vergogna mentre dentro
sé
continuava a maledirsi per le ripetute brutte figure della giornata.
Adesso si che si era giocata ogni possibilità con lui!
Possibilità? Ma quando ne ha mai avute... si
portò le mani alla testa e chiuse
gli occhi e nello stesso momento una forte scossa di terremoto la fece
cadere a
terra mettendo all’erta Mamoru e le altre ragazze che si
guardarono negli occhi
comprendendo bene che poteva non trattarsi di una normale scossa di
assestamento, bensì qualcosa di più grave.
Infatti la prima fu seguita da una ancora più forte,
rumorosa e spaventosa che
costrinse la gente a scappare via spaventata e lo staff e cercare di
tenere la
calma.
Makoto, Minako, Ami e Rei corsero via lasciando solo il povero Motoki.
“Makoto, dove vai???”
“Devo trovare Usagi... lei ha paura dei terremoti... tu vai
fuori... ci vediamo
tra poco, non preoccuparti per me!” gli urlò
dietro seguita dalle altre.
La terra continuava a tremare ad intermittenza, disturbando anche la
corsa
delle ragazze alla ricerca di Usagi che nel frattempo si era seduta,
con le
ginocchia al petto a piangere spaventata.
Mamoru finalmente la raggiunse di nuovo e le andò vicino
abbracciandola e
stringendola forte.
“Hei, non avere paura... ci sono io qui con te...”
“Oh Mamoru... cosa sta succedendo?”
“Stai tranquilla... adesso smette... o almeno spero”
Un nuovo forte boato fece urlare di paura Usagi che si strinse alle
spalle di
Mamoru.
“Aiutami... ho paura... portami via di qua...”
piagnucolò.
Nel frattempo si erano accese le luci di emergenza e l’aria
si era fatta più
scura, poi all’orizzonte comparve una figura che non sembrava
fare parte del
gioco.
Rei si fermò all’improvviso.
“Rei, cosa succede” – chiese Ami
preoccupata
“Ragazze, avverto delle strane presenze... dobbiamo stare
molto attente...”
“Io credo che sia arrivato il momento di trasformarci ... di
nuovo!”
Le ragazze si scambiarono uno sguardo d’intesa, pronunciarono
le rispettive
formule e poi corsero a salvare la loro principessa.
La figura misteriosa stava avanzando verso Usagi e Mamoru, dalla mano
fece
partire un’ondata di energia che li investì in
pieno ferendoli e
scaraventandoli per metri.
Mamoru e Usagi si rialzarono frastornati, la figura si stava
avvicinando sempre
più e mentre stava per dar loro il colpo di grazia una scia
di nebbia la fermò
per poi essere avvolta da una forte scarica elettrica che la fece
cadere a
terra urlante di dolore.
Le guerriere Sailor erano arrivate finalmente e in quel momento,
qualcosa nella
mente di Usagi si mosse.
Le ragazze si posero avanti a Usagi che continuava a stringersi tra le
braccia
di Mamoru tremante e spaventata.
Usagi osservava le quattro ragazze muoversi e scattare per infierire
attacchi
alla figura maligna che li aveva attaccati e ogni movimento sembrava
ricordarle
qualcosa.
Anche a Mamoru sembrava di aver già visto e conosciuto bene
quella quattro
ragazze nelle fuku colorate e con la mente cercava di riflettere, di
capire
dove e in che occasione avesse già visto le misteriose
combattenti.
La figura misteriosa fece un balzo e si avventò su Usagi che
restò impalata a
fissare il suo aggressore, ma Mamoru pronto di interpose prendendosi un
colpo
sulla schiena e svenendo tra le sue braccia.
“Mamoru!!!” urlò Usagi piangendo
Mamoru sembrava essere molto sofferente.
Usagi gli accarezzò il volto e iniziò a
singhiozzare.
“Mamoru... perché lo hai fatto?”
“Testolina... buffa... non piangere... io ho la pelle dura
sai?”
“Mamoru... - riuscì soltanto a dire –
perché ti sei beccato quel colpo per
me...?”
“Perché sentivo che dovevo farlo...–
rispose con un sorriso per poi catturarle
una lacrima con il dito – va tutto bene piccola... non
piangere...”
“Io... io... mi sento cosi in colpa... io... questa
situazione l’ho già
vissuta...”
“Le guerriere erano in difficoltà, si erano
distratte dalla drammatica
situazione e il mostro le aveva legate.
Sailor Venus allora fu costretta a richiamare l’attenzione di
Usagi:
“Usa-chan”
Usagi la fissò, come faceva a conoscerla?
“Usagi... prendi il carillon a forma di stella che ti ho
regalato!!!” – le urlò
contro
“Il ciondolo... ma quello me lo ha regalato la mia amica
Minako... tu come fai
a sapere di quel monile?”
“Usagi... non fare troppe domande... apri il ciondolo.. fallo
subito!!!”
Usagi, intimidita dal tono di Sailor Venus obbedì
all’istante, prese il
ciondolo dalla borsa e lo aprì.
E una luce invase l’intera stanza facendo capitolare Usagi e
Mamoru ormai privo
di sensi all’interno di un palazzo, un enorme palazzo che si
trovava niente
poco di meno che sulla Luna!
Ed
eccomi qui, a distanza di pochi giorni ad
aggiornare ancora questa storia che sta per finire e che so
già che mi
mancherà.
Devo dire che sono stata fortunata, perché sono stata colta
da una forte
ispirazione che mi ha permesso di terminare questo decimo capitolo.
Posso quindi dirvi che ne sono rimasti due, di cui uno sarà
soltanto conclusivo
di non troppe pagine, per concludere spero di riuscire a finire questa
storia
prima di partire per il lavoro estivo, per poi tornare a settembre con
il
seguito che ovviamente prenderà spunto dalla saga della Luna
Nera e li vi
anticipo che ne vedremo delle belle.
Renderò la storia diversa anche questa volta, ma se ne
parlerà prossimamente.
In sostanza, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, che vi abbia
colpito e
che soprattutto non vi abbia deluso.
Spero di finirla prima di partire, ma se tutto andrà bene
conto proprio di
riuscirci.
Colgo l’occasione adesso di ringraziarvi tutte per le
bellissime recensioni che
mi lasciate e per le belle parole che leggo ogni volta nei vostri
commenti,
siete fantastiche e mi date sempre la voglia di scrivere, grazie a
tutte voi
ancora.
Soprattutto in questo periodo che non sto bene e sono due settimane che
sono
chiusa in casa a deprimermi a causa di una terribile bronchite
assassina!!!
(GRRRR)
Adesso vi lascio e aspetto di conoscere le vostre opinioni, e scusate
se non ho
risposto alle vostre recensioni, prometto che recupererò...
beh care guerriere
della luna... vi abbraccio a vi do l’appuntamento al prossimo
e penultimo
capitolo... un bacione a tutte voi, la vostra Princess_Mars!!! J
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Capitolo 11 *** Sentimenti ritrovati ***
Capitolo
11
Usagi
riaprì
gli occhi. Il forte bagliore l’aveva quasi accecata
tant’è vero che aveva
ancora le braccia sul viso per proteggersi.
L’improvviso silenzio la fece tranquillizzare, si
alzò da terra e iniziò a
guardarsi attorno.
Si trovava in un luogo che non aveva mai visto prima, ma che
stranamente le
sembrava familiare.
L’aria era ferma, il cielo era blu e trapuntato di stelle
luminose che Usagi
osservava estasiata ed anche un po’ in ansia, visto e
considerato che si era
ritrovata in quel posto misterioso senza sapere come.
Attorno a lei rovine di qualcosa che una volta doveva essere stato un
palazzo
reale; colonne portanti distrutte, macerie ovunque, desolazione e
solitudine.
Un senso di abbandono e inquietudine pervase il suo animo in quel
momento;
ricordava di aver già visto quel luogo, addirittura quando
era ancora intero e
splendente.
Si girò dietro di se e vide Mamoru riverso per terra.
“Mamoru!!!
–
urlò correndo e chinandosi verso di lui –
Mamoru... ti prego svegliati!”
Sentiva le lacrime pungerle gli occhi, mentre cercava di risvegliare
Mamoru con
dei colpetti sul viso, poi strinse la sua mano e iniziò a
piangere:
“Mamoru... ti è successo questo per colpa mia, tu
hai difeso me e ti hanno
fatto del male... ti prego... – tirò su col naso
– svegliati... svegliati
Mamo-chan”
Mamoru non si svegliò.
Usagi urlò con tutte le sue forze, poi il carillon si
riaprì e una intonò una
melodia.
Il suono attirò la sua attenzione,poi una voce la
chiamò:
“Principessa Serenity”
Usagi si girò verso la voce misteriosa.
“Ce l’hai con me? Mi dispiace, ma hai sbagliato
persona, il mio nome è Usagi e
non Serenity...” rispose poco convinta di quello che stava
dicendo e
meravigliata di questo.
Pian piano quella voce prese un’identità. La
regina Selene apparve in tutto il
suo splendore.
“Lo so piccola mia, ma sei anche Serenity la principessa
della Luna, nonché mia
figlia”
Usagi si sentì ancora più confusa, ma sempre
più meravigliata del fatto che
quelle parole, quella donna e quei luoghi le sembravano dannatamente
familiari.
“Ti senti confusa, è normale, ma adesso ricorderai
tutto... sfiora il
ciondolo...”
Usagi la osservò, la regina Selene le sorrise dolcemente.
La ragazza obbedì, sfiorò il ciondolo e davanti a
lei si proiettarono le
immagini del suo passato più recente.
“Ora mi presento: Il mio nome
è Luna ed è
tutto il giorno che ti sto cercando...
Potere del cristallo di luna, vieni a me...!
Sei stata
davvero fantastica. Ci
incontreremo ancora... arrivederci Sailor Moon...” *
“Come mai ti interessano i cristalli
dell’arcobaleno? Oh scusa se è un segreto
non sei tenuto a rivelarmelo...
I cristalli dell’arcobaleno e il cristallo
d’argento mi servono per
ricordare...”
“Non
c’è
tempo per le lacrime principessina, per favore fa come ti ho detto!
Spirò.
Devo farlo ora
finché sono ancora in tempo...” e
morì anche la guerriera di mercurio, dopo aver distrutto il
diadema di uno dei
quei youma grazie al quale riusciva a creare illusioni per confonderle.
Sta attenta...
Lasciatela andare... vi
darò il cristallo
d’argento, ma lasciatela andare...
NON DEVI DIRLO NEANCHE PER
SCHERZO, USAGI!
E anche lei, la guerriera
di venere fu eliminata,
lasciando Sailor Mars e Sailor Moon da sole...
Sai... anche se litighiamo
è bello conoscerti...
No aspetta ascoltami!
Questa volta tocca a me
affrontare i mostri...
Rei sorrise, sapeva che
doveva sacrificarsi anche
lei e lo avrebbe fatto senza paure...
Ne erano rimaste due, due
contro una, fino alla
fine... e allo stremo delle forze le finì tutte e due...
Non ho ancora finito...
pronta a fare fuoco...
azione!”
“Le mie amiche...!”
“Non posso baciarti Mamoru, le mie amiche non hanno potuto
baciare i loro cari
prima di andare via e non è giusto che io abbia questo
privilegio...”
Calde lacrime
bagnavano il viso di
Usagi che si era appena trasformata nella principessa Serenity e
singhiozzava
abbracciata alla regina Selene.
“Bentornata
figlia mia...”
“Come ho potuto dimenticare tutto? Mamoru, Luna... le mie
amiche... oh no sono
in pericolo, devo correre a salvarle!”
“Stai tranquilla... – fece comparire una spilla
– ecco, qui è custodito il
cristallo d’argento. D’ora in poi lo utilizzerai
per trasformarti. La tua nuova
formula sarà “Potere del cristallo
d’argento, vieni a me”
Usagi annuì, poi osservò Mamoru.
“Non ti preoccupare, lui sta bene. Adesso devi tornare sulla
Terra e aiutare le
guerriere Sailor”
E improvvisamente sparì.
Ad Usagi non rimase che recitare la formula e trasformarsi.
Una grande luce li riportò sulla Terra; le guerriere erano
stremate, la figura
misteriosa sembrava essere davvero molto forte.
Avevano bisogno di Sailor Moon e del suo potere; non si fece desiderare
di più.
Si tolse il diadema e colpì in pieno il mostro al cuore che
finì per terra
ferito.
“Sailor Moon” gridarono in coro le ragazze
“Amiche mie!” rispose Usagi commossa correndo verso
di loro per abbracciarle –
“Mi siete mancate... come ho potuto dimenticare... oh ragazze
che bello
rivedervi... dopo quello che è successo...” disse
singhiozzando
“Usagi, ora non è tempo per le lacrime, finisci il
mostro, adesso!”
Comparve davanti a se un nuovo scettro e udì nuovamente la
voce della regina
dirle:
“Questo è il tuo nuovo scettro, sconfiggi il
nemico principessina!”
Decisa Sailor Moon puntò lo scettro e scatenò il
suo potere contro la figura
malvagia che appena colpita fin’ disintegrata.
Le ragazze si unirono in un grandissimo abbraccio per festeggiare, poi
Usagi
corse verso Mamoru che finalmente riaprì gli occhi.
“Mamoru... ti prego svegliati... dimmi che stai
bene...” chiese preoccupata
“Si... sto bene... ma tu chi sei e dov’è
Usagi? Cos’è successo???”
Sailor Moon sgranò gli occhi, Mamoru non si era ricordato,
restò bloccata per
un attimo finché arrivo Sailor Mars a trascinarla via
lasciando il ragazzo
perplesso.
Mamoru correva
per i labirinti disperato alla ricerca di Usagi.
“Usagi... testolina buffa dove sei???”
“Mamo...ru” – stava per chiamarlo Mamo-chan
ma si fermò per tempo.
“Usagi... - corse da lei e l’abbracciò
– come stai? Sei ferita?”
“No... no sto bene... voglio soltanto andare a casa...
è stata una giornata
dura...”
“Hai ragione... vedrai ci rifaremo... anche se vorrei capire
cosa sia
accaduto...”
“E’ stato di sicuro un corto circuito... un
problema loro... non ne parliamo
più...va bene?”
“Sarà... ma ti vedo strana... sei sicura di stare
bene?”
“Si... sto bene... sono solo un po’ stanca, tutto
qui” disse sforzandosi di
sorridere
Le ragazze li raggiunsero, Minako notò subito lo sguardo
triste di Usagi.
“Mamoru, tu stai bene? È il caso che anche tu vada
a riposare, dopotutto sei
svenuto... accompagneremo noi Usagi a casa.”
Mamoru non rispose, non voleva di certo lasciare una ragazza da sola
dopo
quello che era accaduto, di certo non sapeva ancora chi erano quelle
ragazze e
che non sarebbero di sicuro andate a casa, almeno in quel momento.
“Non vorrei essere maleducato... accompagnerò
Usagi, e poi tornerò a casa mia.”
disse serio
“Mamoru... sei un ragazzo stupendo –
mormorò Usagi abbracciandolo e poggiando
la testa sul suo petto – ma sei stato ferito a causa mia, non
voglio che ti
preoccupi ancora per me. Tanto sono in compagnia delle mie amiche e io
apprezzo
tantissimo il tuo gesto, ma adesso ti prego, vai a riposare... anzi
Motoki
assicurat che torni a casa sano e salvo, va bene?”
Motoki annuì: “Certo Usagi, lo accompagno io, non
preoccuparti!”
“Ci vediamo domani ragazzi... buona serata”
– esclamò Ami poi si allontanò con
Usagi che a malincuore si staccò dall’abbraccio di
Mamoru e Minako che si erano
già avviate seguite da Rei e Makoto.
Come ai vecchi tempi, si erano riunite al santuario di Rei.
“Ragazze... è bellissimo riavervi di nuovo qui...
amiche mie... non vi ho mai
ringraziato per quello che avete fatto per me...”
“Dovere...” rispose Makoto sorridendo e
abbracciandola
“Dai Usa-chan ora basta piangere! Siamo tutte qui riunite,
felici, in salute e
pronte a suonarle anche a questi nuovi mostriciattoli
ultraterreni!” squittì
Minako
“E se... e se dovesse accadere di nuovo... “
“Beh... adesso siamo sicure che il cristallo
d’argento ci proteggerà come ha
già fatto dopo la battaglia con il Regno delle Tenebre.
Adesso però è ora di
pensare al presente. La Terra è in pericolo di nuovo e
dobbiamo combattere per
salvarla.” – sentenziò Rei
Usagi annuì sorridendo; era felice di averla ritrovata anche
se con lei
litigava spesso, le voleva un mondo di bene e sapeva che anche Rei
ricambiava
il suo affetto allo stesso modo, non lo dava a vedere ma le voleva
tanto bene.
Aveva ritrovato le sue amate amiche e quel pensiero per un momento le
fece
dimenticare il fatto che Mamoru non aveva ricordato.
Tornò ad essere triste.
“Usa-chan, cos’hai?” le chiese premurosa
come sempre Minako
“Mina-chan... secondo te come finirà tra me e
Mamoru?”
“Amica mia, devi solo avere fiducia... hai visto cosa ha
fatto oggi per te?”
“Si...”
“E non è un gesto che farebbe qualsiasi uomo...
lui prova qualcosa per te come
tu provi qualcosa per lui... vi eravate gia innamorati prima che tu
ricordassi... ora aspetta che lo capisca lui e non preoccuparti, il
destino vi
è amico!”
“Grazie amica mia... – mormorò
abbracciandola – adesso però mi è
venuta fame,
che ne dite di ordinare una pizza?”
“Sei sempre la solita mangiona, Usagi! Non cambierai
mai!” – la rimproverò Rei
“Ricominci? Cosa posso farci se ho fame?”
“Tu hai sempre fame testolina buffa che non sei altro!
Diventerai una cicciona
e non sarai più in grado di combattere... e non è
che tu sia una grande
guerriera...!”
“Cosa vorresti insinuare?”
“Quello che ho detto!”
“ADESSO TI STRANGOLO REI!”
“Prova a prendermi... “
Le ragazze si guardarono tra loro rassegnate, con i ricordi erano
tornate anche
i litigi che tenevano vivo il rapporto tra tutte e cinque.
“Ragazze basta o ve le suono! - urlò Makoto. Rei e
Usagi si fermarono e
la guardarono – finitela... in ogni caso...
ho fame anche... Ami chiameresti la pizzeria?”
Rei e Usagi restarono ferme a guardarla, poi Makoto rise –
“Almeno vi ho fatto
smettere di bisticciare!”
Le cinque ragazze risero e ordinarono finalmente la cena.
Tornata a casa in serata, Usagi corse in camera sua.
“Luna!”
“Finalmente sei tornata... domani devi andare a scuola lo
sai? Corri a letto!”
“Luna... amica mia... finalmente possiamo tornare a fare le
nostre
chiacchertate...” mormorò abbracciando la sua
gattina e fece le fusa
“Anche io sono felice di poterti parlare di nuovo amica
mia... adesso però vai
a dormire, hai avuto una giornata stressante e devi riposare”
“Si... vado subito...”
Nel frattempo
Mamoru era steso sul letto a riflettere.
“Perché Usagi era cosi strana oggi? Cosa le
sarà accaduto? È cambiata dopo
quello strano episodio...testolina buffa... quando ti sei stretta a me
prima di
salutarmi mi sei sembrata cosi triste... mi sono sentito male nel
vederti in
quel modo. – sorrise -
non è
possibile... testolina buffa credo proprio di essermi innamorato
di te... “
Si addormentò subito dopo con Usagi regina dei suoi pensieri.
Un luogo lugubre e tetro, una donna
meschina alta dai lunghi capelli rossi e un principe, lui stesso che le
bacia
il dorso di una mano.
Una ragazza, dolce, bionda e con gli occhi azzurri e lui che
l’aggredisce senza
alcun ritegno.
“I nemici del regno delle tenebre devono essere
distrutti...”
“Il poter del male è troppo radicato in Endymion
ragazzina... mi dispiace per
te... lui è mio!”
“Ti prego Mamo-chan, non farlo... sfioralo...”
La ragazza bionda che tanto gli ricordava la ragazza che aveva visto
quello
stesso pomeriggio al luna park e stranamente anche Usagi lo implorava
di
sfiorare quel ciondolo.
Obbedì.
Una luce invase il suo corpo e vide avanti a se altri momenti della sua
vita:
un compito andato male sulla testa; un uomo mascherato che salvava da
un
pericolo quella stessa ragazza; quei due stessi che si scambiavano un
dolce
bacio sotto la romantica luce della luna.
“Usako...scappa da questo brutto posto, trovati un bravo
ragazzo e dimentica
questa brutta avventura”
“Io l’ho già trovato i ragazzo che fa
per me...”
Morì tra le sue braccia.
Mamoru si svegliò di soprassalto. Si portò seduto
sul letto e con la testa tra
le mani riflettè.
“Usagi...Io. Sailor
Moon...Milord. La
principessa Serenity... Endymion... come ho potuto dimenticare tutto?
Devo correre da lei... – poi guardò
l’orario – meglio di no... sono le 4.00 del
mattino. Domani mi farò trovare all’uscita di
scuola, le farò una bella
sorpresa...” pensò sorridendo “ Il
nostro amore finalmente potrà vivere senza
più alcun contrasto... speriamo solo che questa nuova
minaccia non ci faccia
più soffrire...”
La giornata di scuola sembrava lunga e interminabile.
Usagi fremeva dalla voglia di andare al Crown per incontrare Mamoru che
era
sempre presente nei suoi pensieri.
“Usa-chan ma cos’hai?” le chiese Naru
sottovoce
“Naru-chan ... ho una commissione importante da fare dopo...
e sono molto in
pena...”
“Dai... tra poco è finita... stai tranquilla... ma
cosa devi fare?”
“Oh niente di particolare...” disse sorridendo
“C’è di mezzo un ragazzo, vero? Quel bel
fusto di Mamoru? Ah beata te...”
“Beh ecco...”
“Dai tra poco lo vedi... vai al Crown?”
“Si... spero di trovarlo li...”
“Si... ne sono più che sicura!” rispose
l’amica sorridendo
Finalmente le
lezioni finirono e Usagi corse fuori dall’aula, ma fu fermata
da Makoto e Ami.
“Usagi! Cosa stai facendo, dove corri?”
“Devo uscire di scuola, ho da fare!”
“Devi andare al Crown?” – le chiese
maliziosa Ami
“Beh... si... voglio vedere Mamo-chan.”
“Mi dispiace, ma dobbiamo andare in riunione da Rei... niente
Mamoru per te. È
una distrazione... forza andiamo!” –
esclamò Makoto
“Makoto, ma cosa dici???”
L’amica scoppiò a ridere –
“Avresti dovuto vedere la tua espressione... –
continuò a ridere – ti ho fatto uno scherzetto,
che c’è di male?”
Anche Ami rise – “Dai Usa-chan, stavamo
scherzando... forza usciamo di scuola,
sembra che stai scappando da una prigione...”
Le ragazze uscirono fuori, furono raggiunte da Umino e Naru che corse
da Usagi
e darle una pacca sulle spalle.
“Usagi... andiamo alla sala giochi?” le chiese con
tono eloquente
“Di corsa...”
“Ehm... Usa-chan, non credo ci sia bisogno che tu venga con
noi...” – disse Ami
“E perché?”
“Guarda li...” rispose indicando dritto davanti a
loro.
Mamoru con due caschi in mano, appoggiato alla sua moto e
un’orda di ragazze
riunite attorno a lui con gli occhi a cuoricino.
Qualcuna lo aveva anche implorato di portarla a fare un giro.
“Mi dispiace, sto aspettando la mia
ragazza... “
Restarono deluse e incuriosite. Chi era la fortunata?
Usagi che osservava la scena fu presa da una grande fitta di gelosia
mista a
manie assassine nei confronti delle ragazze riunite attorno al suo Mamo-chan, come osavano avvicinarsi
a lui?
Mamoru poi la notò e le sorrise facendole segno di
avvicinarsi.
“Ciao ragazza innamorata - la prese in giro Naru –
Ci vediamo domani a
scuola... e non fare troppo la monella, anche se con uno come lui
è difficile
trattenersi...”
“Naru-chan! Ma cosa dici!!!” – rispose
Usagi
“Devi ammettere che ho ragione... cos’è
preferiresti Umino?”
“Certo che no! - rispose Usagi – comunque si, il
mio Mamo-chan è bellissimo...
è un principe!”
Salutò le amiche e corse da Mamoru. Non poté
trattenersi e gli saltò in
braccio.
“Ciao... ma che sorpresa bellissima... oh scusa, non volevo
essere cosi
irruente... mi dispiace...”
“Non ti preoccupare... mi fa piacere che sei felice di
rivedermi...”
Usagi notò qualcosa nel suo sguardo. Aveva gli occhi lucidi.
“Mamoru stai bene?”
“Certo... – disse mettendo il casco – dai
infila questo e salta su, ti porto in
un posto”
Non se lo fece ripetere due volte.
Lo abbracciò e poi partirono.
Appoggiò la testa contro la sua schiena e chiuse gli occhi
inebriandosi del suo
profumo.
La vicinanza di Mamoru le regalava sempre sensazioni dolci e emozioni
forti,
era innamorata pazza di lui, se ne era innamorata prima di riacquistare
i
ricordi e anche se non sapeva se lui ricambiava, il fatto che lui era
andato a
prenderla a scuola l’aveva resa felice e dato quella speranza
che riposava nel
suo cuore.
La moto sfrecciava veloce sfidando il vento, Usagi si strinse ancora di
più a
Mamoru, lui sorrise rallentando leggermente.
Si fermò in un parco.
Parcheggiò la moto, poi prese Usagi per mano e la
portò a fare una passeggiata.
Usagi era arrossita, ma strinse con piacere la sua mano.
“Usagi...”
“Si... dimmi”
“Scommetti che indovino qual è il tuo fiore
preferito?”
Usagi restò interdetta, non capiva quella domanda, guardava
Mamoru sorriderle e
continuava a non capire.
“E come indovineresti, scusa?”
“La vuoi vedere una magia...?”
In quel momento Usagi sgranò gli occhi.
“Non può essere...sarebbe troppo bello”
pensò
Poi lo vide far comparire dal nulla una rosa
rossa e capì.
“Ma... Mamo-chan... “
“Dimmi...”
“Non voglio dirlo... dimmelo tu ti prego...”
“Dirti cosa?” disse sorridendo mentre le si
avvicinava sempre di più
“Che ti ricordi tutto?”
“Innanzi tutto, cosa più importante, volevo dirti
che ti amo Usako... - Usagi
avvampò – in secondo luogo, si... ho ricordato
tutto piccola mia. Stanotte ho
fatto un sogno.”
“Oh Mamo-chan... cosa hai sognato?”
“Tutte quelle brutte cose che ti ho fatto quando ero succube
di quella strega
di Beryl... mi dispiace piccola mia. Ti ho fatto soffrire
tanto!”
“No, non devi scusarti. Non eri in te, eri sotto il potere
malvagio di quella
megera. Ma tu che potevi uccidermi, non lo hai fatto, ti sei fermato e
mi hai
ascoltato.”
“Era il mio cuore che ti ha sentito, il mio cuore che ti
è sempre appartenuto”
– mormorò prendendole le mani nelle sue.
“Mamo-chan... ti amo tanto!”
“Ti amo tanto anche io...”
“Che bello poterlo dire finalmente!”
Mamoru la guardò incuriosito.
“È ora di confessarti che io mi ero già
innamorata di te prima di ricordare
tutto ieri... ti amavo già”
“E tu lo sai che anche io mi ero già innamorato di
te prima che stanotte
sognassi tutto?”
“Da... davvero?” gli chiese. Ormai le lacrime le
avevano rigato il volto
“Hey perché piangi ora? – le chiese
asciugandole il viso con i pollici – su
smettila, adesso è ora di sorridere ed essere felici,
finalmente!”
“Sono lacrime di gioia, amore mio!” rispose
affondando il viso sul suo petto.
Lui la strinse forte e le baciò la testa.
“La mia amata testolina buffa... “ disse sorridendo
Lei sorrise guardandolo negli occhi, lui le si avvicinò
sempre di più e strinse
il suo corpo tra le braccia, cingendole la schiena con un braccio
mentre con
l’altra mano le prese il viso e lo avvicinò al suo
per poi sfiorarle le labbra
prima dolcemente poi unirono le loro bocche in un bacio che avrebbero
ricordato
per tutta la loro vita.
E
finalmente si sono
baciati!!! Siiiiiiiii *fuochi d’artificio, spumante, festoni
e musicaaaaaaa*
Finalmente sono arrivata al fatidico punto che tutte aspettavate,
quello del
bacio, del loro risveglio ma soprattutto della confessione reciproca
dei loro
sentimenti.
Questo capitolo l’ho scritto in una sola giornata, anzi
pomeriggio, avevo
promesso e l’ho fatto.
Non voglio lasciarvi con le cose in sospeso, non potrei mai!
Tre mesi sono troppi e poi quando torno voglio dedicarmi al seguito. ;)
Posso dirvi dunque che la fan fiction è conclusa e che il
prossimo capitolo
sarà solo conclusivo e in ogni caso introduttivo alla
prossima serie.
Molto probabilmente finirà con l’arrivo di
Chibiusa.
Spero di riuscirlo a scrivere prima del 4 giugno, giorno della mia
partenza, ma
anche se non dovessi riuscirci, non disperate, come ho già
detto è un capitolo
conclusivo, sarà corto come il prologo.
Ringrazio tutte voi che recensite, anzi devo rispondervi per
ringraziarvi
personalmente tutte.
Inizio col farlo qui, siete fantastiche e grazie per le belle parole
che
riservate sempre per me, grazie anche alle lettrici silenziose.
Beh spero che questo capitolo vi sia piaciuto, aspetto i vostri
giudizi... e vi
lascio al prossimo appuntamento.
Se non dovessimo “risentirci” auguro già
da ora a tutte voi delle vacanze
grandiose e spensierate!
Un bacione a tutte voi e alla prossima!!! J
Ps:
Una dedica particolare a
Rosa, la carissima Red85 che recensisce ogni capitolo. Il capitolo che
tanto
aspettavi è finalmente arrivato, spero che la scenetta tra
Rei e Usagi ti sia
piaciuta e ti abbia fatto sorridere un po’! Ci si vede sul
gruppo, un abbraccio!
J
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Capitolo 12 *** Vivere l'amore: il futuro è minacciato ***
Capitolo
12
Era
una splendida giornata di primavera e una bambina di circa
cinque anni, correva allegramente tra i sentieri dei giardini della sua
grande
casa.
Usagi amava correre per quelle stradine immerse nei prati verdi e
inebriarsi
del profumo dei fiori che la sua amica Sailor Jupiter curava
amorevolmente.
I suoi genitori la guardavano giocare da lontano sorridenti e stretti
in un
abbraccio, amavano la loro principessina più di ogni altra
cosa al mondo e
l’avrebbero protetta ad ogni costo.
Le guerriere Sailor arrivarono da loro, Sailor Mars guardò
negli occhi la
donna, si compresero.
“Usagi... vieni subito qui!” gridò la
donna rivolgendosi alla bambina
“Ma mamma, voglio giocare un altro pochino...”
implorò la piccola
“Non fare storie... giocherai domani, adesso vieni da
“
Non fece in tempo a finire la frase che un boato la fece sussultare; la
bambina
si spaventò e corse a gambe levate dalla madre che con occhi
ricolmi di terrore
guardava su nel cielo che nel frattempo si stava facendo sempre
più scuro.
Da una navicella che si piantonò proprio in mezzo ai
maestosi giardini, scese
un uomo, molto affascinante, dai capelli argentei e gli occhi viola.
Un sorriso beffardo era dipinto sulle sue labbra mentre si stava
dirigendo
verso la donna che stringeva la piccola tra le braccia.
Le si era parato davanti e cercò di toccarle il viso,
prontamente la donna si
spostò e gli schiaffeggiò la mano.
L’uomo non si arrese, la prese con violenza per il braccio e
le prese il viso
con una sola mano.
“Che piacere rivederti, regina Serenity, mio sogno proibito,
mia fantasia più
desiderata. Sei davvero bellissima lo sai?” sibilò
alle sue orecchie
stringendola a se e cercando il suo fondoschiena.
“Non mi toccare... lasciami... lasciami stare!”
“Quando fai cosi mi piaci ancora di più... diventi
più desiderabile mia dolce
regina della città di cristallo...”
“Sei un maiale... Demand non mi toccare, o sarò
costretta a...”
“Sarai costretta a fare cosa, a usare il cristallo
d’argento contro di me
rischiando poi la vita?”
Nel frattempo la bambina era scappata nel castello e si aggirava per le
stanze.
“Eccola, deve trovarsi qui... aiuterò io la mamma
da quel brutto cattivone” si
disse mentre entrava nella stanza e si dirigeva verso una teca di
cristallo.
La aprì e restò affascinata nel vedere il
prezioso gioiello che vi era
custodito, allungò le mani per toccarlo, ma fu avvolta da un
forte bagliore e
il monile sparì.
“Oh no... il cristallo d’argento è
scomparso... è tutta colpa mia... come farò
adesso ad aiutare la mia mamma?”
“Eccoti... piccola Lady devi venire subito con
noi...” urlò Sailor Mars
correndo verso la bambina
“Sailor mars, devo dirti una cosa importante!”
“Non c’è tempo bambina... adesso devi
ascoltarmi, va bene?”
La bambina annuì.
“Ti accompagno da Sailor Pluto, tu devi restare con lei
finché non torneremo a
prenderti, va bene?”
“Ma cosa sta succedendo? Dimmelo, ti prego... dove sono i
miei genitori?”
“Non pensare a loro, stanno bene... – rispose la
guerriera di marte poco sicura
di quello che stava raccontando alla bambina – ma
c’è della gente cattiva che
dobbiamo sconfiggere e tu potresti correre dei pericoli stando qui...
non
temere, li sistemiamo e ti veniamo a riprendere”
La bambina si fidò di lei, e le sorrise.
Prima di entrare nello spazio di Sailor Pluto diede un bacio e un
abbraccio
alla guerriera che le sorrise
“E’ un bacio portafortuna... a dopo amica
mia!”
“A dopo piccola lady...” le rispose guardandola con
occhi tristi.
Non sapeva perché ma quello le sembrò un addio.
Demand aveva ancora la regina Serenity tra le sue grinfie.
“Sto già pregustando il momento in cui sarai mia e
dovrai esaudire ogni mio
desiderio...”
“Te lo puoi scordare!” gli sbraitò
sputandolo in faccia
Demando sorrise ancora, ripulendosi con la manica del vestito.
“Oh no... a meno che non vuoi vedere la tua bambina morta,
devi fare tutto
quello che ti dico... ti dovrai piegare a me, diventare la mia donna,
l’oggetto
dei miei desideri.”
Le baciò il collo. Serenity avvertì la sua lingua
umida, chiuse gli occhi, poi
lo spinse via.
Finalmente una rosa rossa lo colpì in pieno viso.
“Tu non avrai proprio nulla e guai se osi toccare mia figlia,
ti ammazzerò con
le mie mani!”
“Oh...è arrivato il valoroso principe che salva la
sua principessa dall’orco
cattiva... il cavaliere senza macchia e senza paura... hai
finito?”
Endymion cacciò la spada
“Ho appena iniziato... come hai osato toccare mia
moglie?”
“E’ davvero bella... e presto sarà mia.
E’ davvero irresistibile!”
“Dovrai passare sul mio cadavere!”
“Sarà un vero piacere fare l’amore con
lei proprio davanti al tuo corpo senza
vita...”
Serenity tremò al solo pensiero, Endymion lo
fissò negli occhi furibondo e si
parò davanti la moglie.
“Illuso... non accadrà mai, te lo puoi
scordare!”
“Preferisco morire piuttosto che donarmi a te!”
aggiunse Serenity protetta dal
marito.
Finalmente arrivarono le guerriere Sailor che si misero in posizione
d’attacco
per difendere il re e la regina.
In quello stesso momento arrivò correndo la piccola Usagi,
curiosa di vedere
cosa stesse accadendo, mentre Sailor Pluto la stava rincorrendo
disperata.
La bambina vide davanti a se il padre con la spada in mano, le
guerriere Sailor
pronte a combattere e la mamma disperata.
“IL CRISTALLO D’ARGENTO! E’ SPARITO IL
CRISTALLO D’ARGENTO!”
Un maligno sorriso si dipinse sul volto del principe Demando e dei suoi
guerrieri.
“Il coniglio!” disse una donna dalla voce stridula
“Ammazziamolo!” disse un uomo dai capelli blu come
la notte.
“La bambina... Endymion la bambina!”
Urlò Serenity con tutte le sue forze
Ednymion non riuscì a proteggerla perché un
raggio nero lo colpì
scaraventandolo dentro il palazzo a una velocità assurda.
“Endymion... amore mio!” urlò Serenity
disperata
Le guerriere Sailor erano state attaccate da quattro perfide donne che
si
presentarono come le “Quattro sorelle persecutrici”.
E poi c’era Demando che si stava preparando ad uccidere la
bambina
terrorizzata.
“Usagi, ti avevo detto di stare nascosta, perché
sei tornata qui?”
“Sailor Mars... io io...” scoppiò a
piangere
“Troppo tardi.. adesso morirai e tua madre sarà
mia.. tutto questo sarà mio!”
concluse poi ridendo perfidamente.
Le scagliò contro un raggio nero, ma Serenity prontamente la
coprì con il suo
corpo restando colpita.
Le guerriere Sailor si girarono all’improvviso e fondendo i
loro poteri
crearono una barriere protettiva che salvò la regina, ma la
fece cadere in un
letargo che sembrava morte.
Gli occhi della bambina si riempirono di lacrime, Demando
sussultò, poi preparò
un altro attacco ma fu fermato da una voce spettrale.
“Fermati altezza”
“Grande saggio... cosa vuoi?”
“Qui ormai non c’è più nulla
da fare...”
“Io voglio quella donna, voglio quel regno...”
urlò stringendo i pugni
“E lo avrai!”
“Come?”
“Li attaccheremo dal passato... e sono sicuro che li
ritroverai anche la tua
amata regina...”
Endymion ferito uscì fuori dal palazzo.
“Non l’avrai mai... il nostro amore è
forte... tu... tu non riuscirai mai a
distruggerlo...”
Demando lo guardò con sufficienza e rise beffardo.
“Staremo a vedere, caro principe della Terra... Staremo a
vede quanto vi amata
nel passato... sono
sicuro che la
conquisterò prima di te”
“Re... io sono un Re... tu sei un misero principe, di un
misero pianeta...”
rispose a fatica, ormai le forze lo avevano abbandonato
Demando strinse i denti, voleva attaccarlo, ma il grande saggio lo
fermò
“Tutto a suo tempo, sua altezza...”
“Papà” urlò la bambina
“Piccola mia... non preoccuparti per me... scappa via...
Sailor Pluto...”
“Sua maestà... Endymion... “ si
inginocchiò verso di lui
“Occupati della mia bambina... sai già quello che
devi fare... mandala nel passato,
mandala da noi, la proteggeremo... fai presto... deve avvisare le
guerriere
Sailor del passato della minaccia, prima che arrivino loro...
“
Pluto con gli occhi lucidi, annuì.
“Mi sono sempre fidato di te, sei il nostro braccio destro e
ami mia figlia
come se fosse tua... aiutala...” disse per poi chiudere gli
occhi.
Pluto controllò le sue pulsazioni, erano molto deboli.
Le guerriere Sailor a capo chino avevano preso la regina e si erano
volatilizzate.
Anche i nemici erano spariti e lei sapeva benissimo dove si erano
recati.
“Piccola lady”
“Pu...”
“Adesso devi fare una cosa... tieni, prendi questa!
“Cos’è?”
“E’ la chiave del tempo che ti
permetterà di viaggiare nel mondo spazio
temporale e di andare nel passato”
“Nel passato?”
“Si piccola mia... devi andare nel passato e cercare il
cristallo d’argento,
Sailor Moon e le guerriere Sailor, loro ti aiuteranno”
“Ma Pu... io...”
“Non fare storie... adesso devi andare... vattene!”
le urlò quasi
La piccola obbedì, prese la chiave tra le mani, chiuse gli
occhi e partì per
quel viaggio che avrebbe ricordato per tutta la vita.
“Pluto...” sussurrò Endymion
“Sua maestà...”
Endymion sorrise
“Siamo stati amici per tanto tempo... sono ancora
Mamoru...”
Sailor Pluto arrossì e continuò “Adesso
sei il Re della Terra...”
“Ero... ero il Re della Terra... adesso è tutto
finito per noi. Dobbiamo solo
sperare che nel passato riescano a combattere questa minaccia, in modo
da non
far ripetere tutto questo”
“Sono sicura che riusciranno
nell’intento...”
“Ora devo pensare a me e Serenity...”
“Cosa vuoi fare?”
“Devo mettere alla prova il loro amore, Demando ci ha
minacciati, devo
prepararli per la battaglia che li vedrà protagonisti in
prima linea.
Provocherò degli incubi al me stesso del passato dove gli
intimerò di lasciare
Usagi altrimenti morirà. Se la lascerà, ma nello
stesso tempo continuerà ad
amarla e se lei continuerà ad amarlo allo stesso modo anche
se lui la eviterà,
allora si che saranno davvero pronti e che il loro amore
sarà un amore vero e
puro.”
Pluto annuì, poi lo aiutò a rientrare.
Era il giorno del loro matrimonio,
finalmente. I loro amici stappavano le bottiglie di spumante e si stavano
recando
alla sala ricevimenti per festeggiare insieme a loro. Sorridevano e si
guardavano, non resistettero, dovevano scambiarsi un altro bacio.
Le labbra non fecero in tempo a sfiorarsi che un forte boato e un
terremoto che
squarciò la terra da sotto i loro piedi e
inghiottì tutti gli invitati. Una
voce dal tono profetico li fece trasalire.
“Mamoru se sposerai Usagi una serie di catastrofi si
abbatterà sulla Terra e la
tua amata morirà tragicamente... devi lasciarla se tieni
alla sua vita...”
Mentre Usagi cadeva in un baratro profondo chiamando il suo nome per
poi perire
e lasciarlo solo nella più completa oscurità.
Mamoru si svegliò di soprassalto.
“Che razza di sogno... – si girò verso
l’orologio – oh sono le 9 del mattino e
alle 10.30 ho appuntamento con Usako.”
Aveva promesso che l’avrebbe portata a fare un giro in barca,
dato che quando
frequentava Rei fece lo stesso.
Usagi non sopportava questa cosa e gli intimò di fare questa
cosa romantica con
lei.
Sorrise pensando alla sua gelosia e ai suoi modi di fare.
L’avrebbe amata fino alla fine, per tutta la vita, finalmente
il destino
crudele che gli aveva tolto i genitori troppo presto, gli aveva
restituito
quella felicità che gli aveva sempre negato.
Usagi con il suo carattere, la sua allegria gli aveva fatto riscoprire
la gioia
di vivere.
Gli tornò alla mente l’incubo che aveva fatto,
pensò che erano soltanto paure
nascoste di perdere l’amore della sua vita e la
felicità ritrovata.
Andò a fare una doccia calda, il getto dell’acqua
sul corpo lo fece rilassare e
non pensare più al sogno spaventoso di quella notte; finito
mise un asciugamano
alla vita e andò a prepararsi un caffè.
Suonarono alla porta.
“Ma chi sarà di domenica mattina, a
quest’ora per giunta?”
Andò ad aprire.
“Mamo-chan!” una testolina bionda gli si
fiondò sul petto ancora un po’ umido.
“Usako, come mai sei venuta qui?”
“Stamattina mi sono svegliata molto presto, ho fatto i
biscotti e non vedevo
l’ora di vederti amore mio”
Mamoru sorrise e la invitò ad entrare.
Usagi entrò saltellando e si recò in cucina.
“Piccola, vado a vestirmi, torno subito”
“Ma no, perché?” gli urlò
Avrebbe potuto benissimo restare cosi, bello com’era e con il
fisico che si
ritrovava era davvero uno spettacolo per occhi... lo avrebbe ammirato
per tutta
la giornata.
“Usako?!” rispose Mamoru guardandola stralunato
Usagi arrossì e si chiuse nel silenzio, Mamoru sorrise e
andò in camera sua.
Si, il suo fidanzato era davvero bellissimo e aveva un fisico scolpito
e cosa
più importante era tutto suo, sorrise sorniona ripensando al
suo Mamo-chan con
soltanto l’asciugamano legato in vita.
Mamoru tornò vestito dalla sua camera.
Due tazze di caffè fumanti erano già sul tavolo e
in piattino erano stati messi
un po’ di biscotti.
“I biscotti li ha fatti la mamma... io non sono brava in
cucina... ma prenderò
lezioni da Makoto, cosi imparerò qualcosa e ti
preparò tanti manicaretti!”
Mamoru sorrise e l’abbracciò.
Finiti i caffè e mangiati i biscotti uscirono di casa per
dedicare del tempo a
loro stessi e fare un giro in barca, come era stato stabilito.
Il sole splendeva alto e caldo nel cielo, Mamoru remava e Usagi si
godeva il
paesaggio circostante.
Arrivati al ponte, scesero dalla barchetta e si abbracciarono
sorridenti,
felici di stare insieme e di amarsi, finalmente.
Un sorriso, uno sguardo e due labbra che si incontrarono in un dolce
bacio che
venne poi interrotto dall’arrivo di una piccola peste dai
capelli rosa, che
avrebbe portato non pochi guai alla povera Usagi, che ancora non lo
sapeva ma
c’erano ad aspettarla tanti problemi e molta sofferenza.
Fine... per ora!
Ed
ecco, in tempo record l’ultimo
aggiornamento della mia fan fiction.
Ho raccontato, a modo mio gli avvenimenti del futuro, come Chibiusa
è arrivata
a Tokio e cosa è successo prima di
quell’appuntamento. È inutile dirvi che il
sogno di Mamoru è il famoso incubo che lo
spingerà a lasciare Usagi, ma il
tutto sarà approfondito nel seguito che arriverà
a settembre.
Adesso credo proprio che non scriverò più, anche
perché devo dedicare gli
ultimi giorni nella mia città agli amici e a preparare tutto
l’occorrente per
la partenza che sarà il 4 giugno, alle 7.15 del mattino...
(urla
disperataaaaaaaaaaa :D)
Scherzi a parte, tornando alla storia, beh adesso è
terminata, spero che vi sia
piaciuta, di non avervi deluse e che questo capitolo vi sia piaciuto,
soprattutto la parte riguardante Mamoru con l’asciugamano...
ehehehe bello
vero? :P
Beh ragazze mie, io vi saluto e rinnovo l’appuntamento a
settembre quando
pubblicherò il seguito di questa storia...
“Moonlight Desentsu 2... la luna
nera!”
Uno spoiler? Mamo lascia Usagi ma lei... lei sarà ben
più forte di come
l’abbiamo vista nell’anime... si
stravolgerò la trama e creerò una storia tutta
nuova che spero amiate come avete amato questa storia,
chissà magari anche di
più!
Dato che parto, vi auguro buone vacanze, anche se il clima di questi
ultimi
giorni non sembra essere propriamente estivo... ma noi siamo fiduciose,
no?
Arrivederci a settembre e grazie a tutte voi che mi avete recensito,
letto e
inserito la mia storia tra le preferite.
Grazie a tutte voi e a presto!
Valentina!!!
Grazie a:
Bunny_SmallLady
cate_s
cri88
Geco
Giuliii
Kitri
love candy 77
Marisa92
Miss Selenity
Princess Emma
red85
serenity82
stella93mer
per aver inserito la mia storia tra le preferite
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Zonami84
_Sofia_
per aver inserito la storia tra le seguite.
Grazie a tutte voi!!! Alla prossima!!! J
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