Fighters Lovers

di Daisy Pearl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wide Pub part one. ***
Capitolo 2: *** Wide Pub part two. ***



Capitolo 1
*** Wide Pub part one. ***




Non vi aspettavate di vedermi così presto vero? Eppure eccomi quì, ho appena finito gli esami e ho avuto due giorni di nullafacenza e... bè questo è stato il risultato.
Si tratta di una piccola long di due capitoli con bassissime pretese. diciamo che è stato più un divertimento per me, spero che vi piaccia.
Un benvenuto a chi non ha mai letto nulla di mio e un bentornato a coloro che invece mi conoscono già.
Enjoy.
Daisy


La gente prendeva posto rumorosamente. La calca era pazzesca questo voleva dire che il combattimento stava per iniziare. Il ring era a qualche metro da me ed ero soddisfatto di essere riuscito ad ottenere una posizione del genere.
“Perché non combatti?” mi domandò Tom per l’ennesima volta.
“Perché non sono così bravo come dici!” risposi alzando gli occhi al cielo.
“Non sei così bravo? Sei cintura nera di karate, judo, pratichi la kick boxing da cinque anni e ancora non sei mai salito su quel ring!”
“Mi piace vederli i combattimenti, non partecipare in modo diretto!” precisai.
“Ma ti pagherebbero!”
“Se vincessi!”
Tom sbuffò rassegnato.
“Lo sai che ti accompagno ogni settimana perché spero che prima o poi salirai su quel ring?”
“Non sei obbligato!”
Sbuffò rumorosamente e si appoggiò allo schienale della sedia. Decisi di ignorare il suo broncio e di osservare i presenti.
Il Wide Pub era un locale malfamato di periferia. Pochi ragazzi della mia età lo frequentavano e, se lo facevano, era perché in questo posto si potevano trovare i migliori spacciatori della città.
Io però ero diverso. Ogni sabato sera invece che andare in discoteca come i comuni ventenni o al posto di andare in giro con i miei amici,  mi recavo in quel luogo per poter assistere ai combattimenti.
Infatti sotto il bar si apriva un’ampia sala fatta ad anfiteatro che poteva contenere al massimo un centinaio di persone. Al centro di essa vi era un piccolo ring nel quale si affrontava chiunque avesse voglia. Il bar forniva i propri ‘campioni’, campioni che qualche pazzo ogni sabato decideva di sfidare.
A me piaceva osservare le strategie di combattimento per apprendere e migliorare la mia tecnica, ma ancora non mi sentivo pronto per quel ring, peccato che Tom non lo capisse.
Proprio in quel momento fece il suo ingresso uno dei ‘campioni’ del Wide Pub, un certo Cortis che amava particolarmente prendere a pugni gli avversari proprio sul viso, naturalmente dopo averli intrappolati in un angolo del ring.
Egli passò al di sotto delle corde blu che delimitavano il ‘campo da gioco’ e iniziò a pavoneggiarsi come suo solito. La folla urlava il suo nome inneggiandolo come un dio, ma io non ci vedevo nulla di divino in lui. Era un uomo alto, pieno di muscoli e con tutti i denti gialli, senza contare che era particolarmente scortese. La prima volta che lo avevo visto combattere ero rimasto estasiato dalla sua bravura e, alla fine del match, mi ero avvicinato per complimentarmi e farmi dare qualche dritta. Mi aveva risposto con un ‘vaffanculo’ non molto velato e da quel momento avevo cercato di non avvicinarmi troppo ai combattenti.
“Uo Cortis, poveretto chi lo sfiderà!” ridacchiò Tom. Scossi la testa.
Cortis non era così forte, era solo grosso, ma era lento e i suoi colpi non erano molto forti, era la sua massa a fornirgli la forza necessaria a mettere ko l’avversario.
Dall’altro lato del ring entrò lo sfidante. Rimasi sbalordito.
Era solo una ragazzino. Portava una tuta piuttosto larga, ma non riusciva a nascondere la sua magrezza. Quel ragazzo era quasi scheletrico e parecchio alto, alto quasi quanto me. portava una maschera che ne copriva il volto fino al naso lasciando invece vedere la bocca. Da quel poco che riuscivo a scorgere non aveva nemmeno un filo di barba il che poteva significare solo due cose: o utilizzava un rasoio perfetto o era talmente tanto giovane da non aver ancora la barba.
Cosa ci faceva un ragazzino su quel ring a sfidare quel pazzo di Coter. Quest’ultimo guardò lo sfidante con odio digrignando i denti prima di scoprirli in un orrendo sorriso. L’arbitro si avvicinò al giovane e gli confabulò qualcosa nell’orecchio, probabilmente gli stava solo chiedendo il nome.
“Signori questa sera vedremo battersi il mitico e possente Coter…” iniziò il cronista mentre la folla incitava il loro idolo “… con Josef!” si levarono fischi e insulti da tutti gli spettatori, era ovvio che Josef non riscuoteva un grande successo. Probabilmente la sua corporatura scoraggiava chi sperava di vedere un combattimento mozzafiato. Mi parve di intravedere il ragazzo sorridere impercettibilmente così mi chiesi se era pazzo o talmente sicuro di se da non rendersi conto delle pochissime possibilità che aveva di battere Coter. Mentre i due avversari si studiavano iniziarono i giri di scommesse.
“Sta volta partecipo anche io!” gongolò Tom agitandosi sulla sedia per farsi vedere dall’uomo che raccoglieva le puntate.
“E perché?”
“Perche quel Josef non ha speranze!”
“E con quali soldi hai intenzione di scommettere? Con i cinque euro che hai in tasca?” gli ricordai. Il sorriso sparì dal suo volto e mi guardò aggrottando le sopracciglia. Doveva sembrare arrabbiato, ma io lo trovai solo incredibilmente buffo.
Scossi la testa e puntai lo sguardo sul ring.
L’arbitro diede il via al combattimento. Immediatamente Coter cercò di sferrare un pugno al ragazzo che però, muovendosi con estrema agilità lo schivò abilmente. Il gigante rise e cercò di tirare un altro pugno, ma anche questa volta mancò Josef.
La folla lo incitava e lui, carico, continuava ad attaccare, il problema era che nessuno dei suoi tentativi andava a segno.
Josef poteva essere mingherlino, ma era decisamente veloce, riusciva ad evitare con maestria ogni colpo e non sembrava neppure troppo stanco di tutto quel movimento. Eppure, nonostante il gigante avesse ormai abbandonato la posizione di difesa, concentrato com’era ad attaccare, il ragazzo non aveva provato a colpirlo nemmeno una volta, era come se le stesse studiando. Vedevo i suoi occhi attenti precedere tutte le sue mosse, studiare le sue posizioni e osservare le sue espressioni, ma a cosa gli serviva se non contrattaccava?
Il primo round si concluse così, con Coter che ansimante si posava l’asciugamano sulle spalle e con Josef che pigramente si appoggiava alle corde del ring. Come faceva ad essere così tranquillo? Probabilmente aveva una strategia. Secondo me voleva far stancare l’avversario in modo tale da poterlo colpire e fargli male. Poteva però non essere una grande strategia perché Coter aveva una buona resistenza.
Quel combattimento che sembrava annoiare tutti mi stava incuriosendo da morire. Volevo proprio vedere come se la sarebbe cavata quel ragazzo così tanto gracile, ma allo stesso tempo talmente coraggioso da affrontare un gigante.
Il secondo round ebbe inizio e i due combattenti si avvicinarono l’uno all’altro. Josef sorrise nuovamente prima di dire qualcosa. Dalla mia distanza non riuscii a sentire, ma dal labiale captai le parole ‘arrenderti’ e ‘ancora in tempo’.
Rimasi sbalordito, come poteva avere il coraggio di dire una cosa simile? Doveva essere davvero un ragazzo montato, peccato che ben presto avrebbe abbassato la cresta. Coter si mise a ridere e un secondo dopo sferrò un pugno. Josef lo schivò spostandosi di lato dopo di che avvenne quello che nessuno si aspettava.
Il ragazzo saltò e sferrò un colpo sulla clavicola dell’avversario distraendolo. Dopo di che gli tirò una gomitata nello stesso punto. Iniziò poi a tirare una serie di ganci sul petto di Coter che lo guardava esterrefatto e incapace di reagire. Il ragazzo sorrise prima di chinarsi e tirare un calcio sullo stinco del gigante facendolo cadere a terra con un sonoro tonfo.
La sala invece piombò nel silenzio più totale, Josef si alzò dalla su postazione e si incamminò verso il bordo del ring con tutti gli occhi puntati addosso, tese la mano verso l’arbitro il quale, con la bocca spalancata, diede al ragazzo una manciata cospicua di banconote. Josef sorrise prima di alzare il pugno verso il cielo in segno di vittoria. Fu in quel momento che la folla esplose in un boato. Partirono gli applausi, gli inni e le urla, tutti inneggiavano al loro nuovo dio. Com’erano volubili.
Il mio sguardo si posizionò su Coter che ancora era disteso al centro del ring, incapace di muoversi  e con un’espressione furente dipinta sul volto.
Quando cercai nuovamente con gli occhi Josef questi era sparito tra la folla.
 
“Una birra!” ordinai al barista del pub.
Tom tossicchiò come per attirare l’attenzione su di se.
Alzai gli occhi al cielo sapendo perfettamente cosa voleva.
“Due birre!” mi corressi.
“Guarda chi c’è!” bisbigliò Tom tirandomi una gomitata. A qualche sedia dalla nostra c’era proprio Josef. Era intento a bere anche lui una birra e fissava distrattamente il muro di fronte a se.
“Devo parlargli!” dissi semplicemente.
“E se ti fa la mossa che ha messo ko Coter? Fossi in te non lo farei!” mi ammonì Tom.
“Come sei fifone!” lo resi in giro. Senza aggiungere altro afferrai la mia bevanda e mi avvicinai a lui, sedendomi nel posto di fianco al suo.
“Ciao!” lo salutai. Lo vidi sussultare leggermente prima di voltarsi verso di me. Era ovvio che fino ad un istante prima era immerso nei suoi pensieri.
Si voltò verso di me fulminandomi con lo sguardo, portava ancora la maschera con la quale aveva combattuto. Per esperienza sapevo quanto i combattenti potessero essere poco inclini alle chiacchiere amichevoli così cercai di  rendermi il più simpatico possibile.
“Prima sei stato a dir poco fantastico, insomma tutti all’inizio credevano che tu non ce l’avresti fatta e invece, tu l’hai messo al tappeto in un modo fantastico! Ho così tanto da imparare, che tecnica usi? Chi te l’ha insegnata?”
Immediatamente mi diedi dello stupido per quel fiume di parole che mi era uscito dalle labbra, ma mi accadeva sempre di straparlare quando era un po’ agitato.
Vidi il ragazzo sorridere impercettibilmente.
“So cosa stai cercando di fare!”
Disse semplicemente. Lo guardai senza capire e lui venne in mio aiuto.
“Non sono gay, mi dispiace!”
Rimasi un attimo di sasso, giusto il tempo che serviva al mio cervello per immagazzinare l’informazione ed elaborarla.
“Ma io non sono gay!” dissi con la voce leggermente più acuta.
“Allora perché ci stai provando con me?”
“Perché sei un ottimo combattente!”
“Quindi ci stai provando!”
“No, no no! Assolutamente!” corsi ai ripari dandomi ancora una volta dello stupido per non connettere il cervello alla bocca.
“Guarda se fossi gay ci starei anche, ma non lo sono!” continuò Josef.
“Ma io non sono gay!”
“Dovevi pensarci prima di provarci con me!”
“Ma ma ma non è vero!”
Josef sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“Sei proprio un cascamorto, io non ci avrei mai provato con uno di cui non ho nemmeno visto la faccia!”
Feci per ribattere ma lui mi interruppe “E non provare a dire fresi come ‘ma io sono convinto che sei bello lo stesso’ oppure ‘i tuoi muscoli mi bastano’!”
“Tu non hai muscoli!” orami non sapevo più che dire. Josef rimase un attimo in silenzio.
“Ma io ho i muscoli solo che ho una tuta talmente larga che me li nasconde!”
Alzai un sopracciglio incredulo prima di ricordarmi che quel ragazzo aveva appena steso uno che era almeno il doppio di lui, forse era meglio non farlo arrabbiare.
“Comunque piacere io sono Mattew!” mentre gli porgevo la mano accidentalmente urtai contro il suo bicchiere facendolo rovesciare. Tutto il contenuto finì sulla felpa di Josef che alzò gli occhi al cielo bisbigliando qualcosa come ‘che imbecille’.
Mortificato presi dei fazzolettini dal bancone con l’intenzione di eliminare la macchia che si era formata sui suoi indumenti. Stavo giusto per avvicinarmi quando lui afferrò il mio polso con presa salda.
“Non mi toccare!” sibilò.
“Ma io volevo solo…"

“Non mi toccare!” ripetè socchiudendo gli occhi e fulminandomi con essi. Ammutolii.
Lui si alzò e si diresse verso i bagni. Poggiai i gomiti sul bancone scuotendo la testa e autoinsultandomi pesantemente. Fu allora che con la coda dell’occhio vidi che Josef stava entrando nel bagno delle donne.
Doveva essere parecchio sconvolto per fare una cosa del genere. Pensai che mi sarei potuto far perdonare per avergli rovesciato tutta la birra addosso se magari gli avessi evitato una pessima figura come quella che avrebbe fatto se qualcuno si fosse accorto che era entrato nel bagno sbagliato.
Velocemente mi incamminai verso la porta del bagno femminile, abbassai la maniglia e dischiusi la porta. In quel momento mi bloccai.
Josef era di spalle in canottiera e cercava di eliminare la macchia con un po’ d’acqua. Non capivo perché non avesse combattuto in canottiera perché stava davvero bene. Ma che razza di pensieri stavo facendo? Io non ero gay. Dovevano essere stati tutti i suoi discorsi di prima.
Il ragazzo sbuffò e gettò con rabbia la felpa nel lavandino prima di portarsi una mano sulla nuca. Fu allora che notai che su di essa vi era una sottile cerniera che il ragazzo stava lentamente aprendo. Senza volerlo trattenni il respiro, stavo per vedere il volto di uno dei migliori combattenti che avessi mai avuto la fortuna di incontrare.
I capelli del ragazzo fuoriuscirono dalla maschera. Erano lunghi e lisci legati in una coda alta. Poi la stoffa scivolò via dal suo viso rivelando duo gote dolcemente arrossate e degli occhi azzurri come il ghiaccio. Le ciglia che li contornavano erano lunghissime e il mio cuore si fronte a quella visione si fermò per un istante.
Josef era davvero bello.
Sì, una bellissima ragazza. Delle più belle che avessi mai visto in vita mia.


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Ci tengo a dedicare questa storia ai 22 pazzi che mi hanno messa tra gli autori preferiti! 

1 - aleinad93 [Contatta] 
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Credo di aver finito!
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo!!
Enjoy your life!
Daisy




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Capitolo 2
*** Wide Pub part two. ***


“Non mi hai ancora detto di cosa avete parlato tu e Joseph lo scorso sabato!” iniziò Tom.
Alzai gli occhi al cielo ripensando a ciò che era successo la settimana prima. Avevo visto un combattimento mozzafiato che mi aveva fatto scoprire che il campione in questione era una donna, una strabiliante e meravigliosa donna.
Avevo aspettato quel sabato come un bambino aspetta il giorno di natale, ma una volta che il giorno era giunto non sapevo come comportarmi. Il meglio che riuscii a fare fu di trovarmi un posto il più vicino possibile al ring.
Non sapevo nemmeno come rispondere alla domanda di Tom. Decisi di tentare con la verità.
“Mi ha chiesto…” feci un mezzo sorriso ricordando quell’assurda conversazione “Se ero gay!”
Tom sbarrò gli occhi.
“E perché lo avrebbe fatto?”
Aggrottati le sopracciglia.
“Perché credeva che ci stessi provando con lui!” più lo dicevo più mi sembrava assurdo.
Solo una ragazza poteva pensare che un ragazzo appassionato di box le parlasse per provarci. Le donne e le loro stupide convinzioni che tutto il mondo rivolga loro la parola per provarci.
“Che tipo strano! E poi?”
“Gli ho rovesciato la birra addosso ed è sparito!”
“Magari salirà di nuovo sul ring stasera!”
“Spero proprio di no!” sussurrai. Tom non mi sentì e si perse a guardare l’anfiteatro mentre si riempiva. Il vociare crebbe lentamente fino a diventare quasi assordante. Fu in quel momento che entrò il cronista. La folla ammutolì all’istante ansiosa di assistere ai combattimenti di quella serata.
Il pub offriva i suoi campioni e dei pazzi osavano sfidarli finendo a terra con qualche ossa rotte, nessun combattimento fu entusiasmante come quello della settimana precedente.
“Andiamocene!” sbuffò Tom dopo un’ora buona.
“Dai! C’è l’ultimo combattimento della serata!” gli risposi.
Lo vidi sbuffare e incrociare le bracci al petto prima di rivolgere lo sguardo verso il ring in attesa.
“L’ultimo campione della serata…” annunciò la voce del cronista “…credo sia conosciuto da tutti voi!”
“Scommetto che si tratta che si tratta di Coter!” sussurrò animandosi Tom.
Ridacchiai.
“Dubito! Dopo la figuraccia della scorsa volta credo non si farà vedere per un po’!”
“Si tratta di Joseph!” urlò il cronista. La folla esplose in un boato mentre il combattente saltava con agilità le corde che delimitavano il ring.
Mi parve di vedere la scena al rallentatore. Le sue ginocchia si fletterono leggermente, le dita affusolate si poggiarono sulla corda superiore. Dopo che si diede la spinta e giunse dall’altra parte. Senza nemmeno pensarci mi alzai dalla mia postazione per vederla meglio. Come avevo fatto a non capire che era una donna?
Quella grazia con la quale agitava la mano in segno di ringraziamento nei confronti dei tifosi, il sorriso limpido e un po’ compiaciuto che spicca va su quel mento del tutto privo di mascolinità. Riuscivo persino a intravedere la leggera rotondità dei seni nascosti sotto la tuta larga e antifemminile che esistesse.
Eppure mi sentivo attratto da lei. In quel momento era la donna meno sexy del pianeta, anzi, non era nemmeno una donna, eppure non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Ero come un serpente di fronte al suo ipnotizzatore, avrei seguito ogni movimento fatto da quel corpo.  
“Fantastico abbiamo uno sfidante!” urlò nel microfono il cronista. Molti visi si girarono verso di me per scrutarmi, senza che io ne capissi il motivo.
Aggrottai la fronte e mi girai verso Tom che mi guardava esterrefatto.
“Avanti vai!” mi spronò.
Non capivo.
“Dove devo andare?”
“Sul ring amico!” si lasciò andare a un sorriso “Sapevo che prima o poi non avresti resistito e che ti saresti offerto per combattere!” sembrava quasi orgoglioso.
“Combattere, io?”
“E chi se no? Vai! Stanno aspettando solo te!”
Solo in quel momento le mie orecchie riuscirono ad udire le urla, le incitazioni, gli insulti che il pubblico, ansioso di vedere lo spettacolo, mi stava lanciando.
Un po’ stordito riuscii a muovere le mie gambe per raggiungere quel dannato ring.
La folla fischiava e rumoreggiava ansiosa di godersi lo spettacolo, eppure io sentivo tutto ovattato. Perché stavo per combattere? Com’era accaduto? Non avrei mai combattuto contro una donna, per principio. Eppure continuavo a muovere un passo dietro l’altro verso di lei, sapendo già di dover perdere.
Considerate le sue doti avrei perso ugualmente, ma il pensiero di non provare nemmeno a vincere mi dava fastidio.
Com’ero finito in quella situazione? Probabilmente era solo colpa della mia stupidità.
Attratto dalla ragazza, mi ero alzato in piedi per poterla vedere meglio e la folla doveva aver interpretato quel gesto come un atto di sfida, come se io mi fossi fatto avanti per quel combattimento.
Alzai le corde e mi posizionai sul lato opposto rispetto a quello dove si trovava lei.
La vidi alzare gli occhi al cielo e sbuffare, non era proprio felice di vedermi. Probabilmente mi ricordava come il ragazzo gay che le aveva rovesciato addosso la birra.
Scossi la testa per cercare di togliermi dalla mente quell’immagine.
L’arbitro si avvicinò a me per chiedermi il nome.
“Joseph sarà sfidato da Mattew!” annunciò ad alta voce. La folla impazzi intrepida e ansiosa.
Mi sfilai la felpa e rimasi la gettai fuori dal ring rimanendo in canottiera, la temperatura si stava alzando.
Sentii il gong che annunciava l’inizio del primo round e mi ritrovai immobile senza sapere cosa fare. Se dovevo perdere tanto valeva che facesse lei la prima mossa.
Joseph o come cavolo si chiamava, mosse un paio di passi nella mia direzione prima di fermarsi e mettere le mani sui fianchi osservandomi.
“Non attacchi?” mi domandò con una finta voce profonda.
Mi venne da sorridere automaticamente per il suo buffo tentativo di avere un tono virile.
“Non combatto contro le donne!” risposi.
Senza nemmeno farsi cogliere impreparata rise.
“Mi stai dicendo che combatto come una donna?”
La folla iniziò a rumoreggiare. Non stavamo dando spettacolo e questo a loro non andava bene.
“Hei mi sta dicendo che combatto come una donna!” urlò Joseph alla folla sempre con la falsa voce. Una risata generale partì dagli spalti. Buona parte degli spettatori erano presenti il sabato prima quindi sapevano perfettamente di cosa era capace quel combattente mascherato.
“Io sto dicendo che sei una donna!” alzai la voce anche io catturando l’attenzione della folla. I suoi modi di fare facevano smuovere qualcosa in me, una specie di grinta, o forse era semplicemente la volontà di non dargliela vinta.
“Lui è gay!” urlò Joseph alla folla.
“No, a me piacciono le belle ragazze, come te!” un’altra risata partì dalla folla. Quel gioco iniziava a divertire anche me.
Con un agile scatto si avvicinò a me e ad un palmo dal mio viso disse “Dimostralo!”
“Togliti la maschera!”
“Mi sta dicendo di togliermi la maschera!” urlò in direzione della folla orami spazientita. Gli insulti ormai erano talmente tanti da non riuscire a sentire altro che parolacce.
“Vogliono spettacolo e noi non glielo stiamo dando!”
“Conosco la tua tecnica, tu vuoi che io ti attacchi per poter studiare le mie mosse, poi nel secondo round mi metterai al tappeto!”
“Sei perspicace!”
“Ma non ti farò vedere le mie mosse per non combatto contro le donne!”
Ridacchiò. Sorrisi anche io abbagliato dalla curva delle sue labbra. Un attimo dopo mi ritrovai contro le corde con la testa piegata di lato. Ci misi qualche frazione di secondo per capire cos’era appena successo, raggiunsi al consapevolezza quando sentii dolore sulla guancia destra e vidi lei con il pugno ancora serrato mentre assumeva la posizione di difesa. Si aspettava un mio contrattacco.
“Non combatterò contr…”le parole mi morirono in gola perché lei mi aveva sferrato un pugno sul diaframma mozzandomi il respiro. Mi piegai su me stesso e annaspai in cerca d’aria.
“Hai davvero bisogno di qualcuno che ti insegni a combattere!” sussurrò in modo che solo io la udissi.
“Ti ho vista, in bagno l’altra sera!” ansimai.
Finalmente un lampo di paura attraversò i suoi occhi. aveva capito quanto la mia intenzione di non combattere fosse seria.
“Tu non hai visto nulla!” sibilò avvicinandosi a me e prendendomi per il collo della canottiera. Mi spintonò all’indietro e finì di nuovo contro le corde. Sentivo la folla che fischiava e mi sentii un verme. Nei miei sogni io salivo su un ring ed ero acclamato e lodato dalla folla, lì ero solo ridicolo.
“Combatti.
Da.
Uomo!” scandì ogni singola parola guardandomi con sguardo determinato.
I fischi che sentivo mi bastarono per decidere che avrei fatto sul serio. Avevo un orgoglio, dopotutto e lei non mi sembrava un sprovveduta.
“Combatterò da uomo, solo se lo farai anche tu!”
La ragazza fece un mezzo sorriso.
“Lo faccio sempre!”
Detto ciò sferrò in direzione del mio viso una altro pugno, ma sta volta il colpo andò a vuoto perché io mi spostai di lato. Contrattaccai cercando di tirarle un pugno in pancia, ma lei parò il colpo con l’avambraccio. Fece un salto indietro per allontanarsi un po’ da me. Colsi l’occasione per avvicinarmi a lei. Tentai con un altro pugno, questa volta diretto al viso. Lei lo parò. Approfittai del momento di distrazione per farle lo sgambetto. La vidi cadere a terra con rapidità.
Ansimai. Cosa stavo facendo? Combattevo davvero contro una donna?
Preoccupato mi inginocchiai accanto a lei per vedere come stava. Prontamente Joseph mi circondò i fianchi con le proprie gambe e ribaltò le posizioni facendomi finire sotto di lei.
Nella foga del momento il suo viso era così vicino al mio che persi la lucidità.
“Allora ti arrendi?” sussurrò.
“Mai!”
Con queste ultime parole unii le mie labbra alle sue, iniziando a baciarla con passione. Nella sala cadde il silenzio più totale, questo prima che realizzassero quello che stava succedendo sul ring. Dopo il vociare divenne assordante, ma non seppi mai quello che dissero, perché i miei sensi si annebbiarono. Riuscivo a concentrarmi solo su di lei. Sulle sue labbra che ricambiavano con passione il mio bacio, sul suo corpo che sentivo sotto il palmo delle mie mani. Ci staccammo per riprendere fiato entrambi ansanti. Fu in quel momento che lei mi tirò un sonoro schiaffo sul viso.
“Sapevo che ci stavi provando!” cercò di dire con tono offese, ma abbandonando del tutto quella finta voce maschile che le donava così poco.
Sorrisi.
“Hai vinto tu!” dissi prima di rituffarmi sulle sue labbra.
 
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“E’ andata così” dice Mattew intrecciando la dita con quelle della moglie Natalie.
“E’ una storia formidabile!”
“Sì, lo è!” Mattew è d’accordo con me.
“Una storia d’amore nata su un ring!”
Ridono entrambi lanciandosi sguardi complici.
“Già!”
“Poveri gli spettatori, volevano un combattimento, uno spettacolo e voi gli avete dato una commedia romantica!”
“Diciamo che lo spettacolo gliel’abbiamo dato!” interviene Natalie “Credo che Matt si sia dimenticato che eravamo in pubblico cosi diciamo che ha tirato giù la zip della mia bellissima tuta. Credo di non essermene nemmeno accorta almeno finchè non ci siamo alzati in piedi entrambi!”
“Perché cos’è successo in quel momento?”
“Bè, trovandomi in presenza di un pubblico prettamente maschile hanno iniziato a urlare’tette’ o cose come ‘faccele vedere’, insomma, cose da voi uomini!”
“So che sei scappata dal ring!”
“Ero abbastanza imbarazzata. Ero abituata ad essere trattata come un uomo, tutti ignoravano che io fossi una donna, quindi è stato come passare da un universo ad un altro, tutto perché quello stupido ragazzo mi aveva baciata!” dice sorridendo al marito.
“E così sarei stupido eh?” ribatte Mattew.
“Terribilmente!”
“E poi cos’è successo?”
“Il proprietario del pub mi ha detto che ero licenziata, stando a quello che diceva lui se mi avesse continuata a far combattere ci avrebbe perso la faccia!”
“Che sciocco, secondo me avrebbe guadagnato spettatori e soprattutto tanti sfidanti per te, tutti avrebbero voluto concludere il combattimento come ho fatto io!” Mattew ammicca nei confronti della moglie facendomi sfuggire una risatina. Natalie gli tira uno schiaffetto sulla spalla.
“Avrei voluto ucciderlo!” continua Natalie “Mi aveva fatto perdere il lavoro e la faccia!”
“Ma?”
“Ma l’amore è più forte!” interviene Mattew ridendo. Ho l’impressione che non prende l’intervista seriamente, lo vedo molto divertito dalla cosa. Ma proprio questo lo rende simpatico e di compagnia, mi sto davvero divertendo a fare questa intervista.
“Ma smettila!” lo zittisce la moglie divertita “In realtà abbiamo dato spettacolo e quindi un sacco di gente ci ha ripresi, telefonivi, videocamere. Il giorno dopo eravamo già sul web e avevamo raggiunto tantissime visualizzazioni! Ci chiamavano i Fight Lovers!” ride.
“Ancora non so come sia venuto in mente un nome del genere!” interviene Mattew scuotendo la testa.
“Fatto sta che i Fight Lovers attirarono l’attenzione di molti guru della box e così uno di loro, Clin Rifer ci propose un contratto.”
“Il mio sogno si realizzava e anche il suo!” interviene Mattew. I due si sorridono persi in quei ricordi in comune.
“Avremmo gareggiato sia come singoli, che come squadra!” continua.
“Già, la box a squadre, come funziona?”
“Bè fondamentalmente entrambi combattiamo duelli diversi, ma si sommano vittorie di entrambi così come i punteggi ottenuti. È un po’ come il campionato di calcio, vince chi  fa più punti!”
“Voi siete stati campioni nazionali per ben due volte! Qual è il vostro segreto?”
“L’allenamento e il focalizzarsi sull’obbiettivo!” risponde prontamente Natalie.
“L’amore!” dice Mattew.
La moglie ride “Ma smettila!” gli tira un altro schiaffo sulla spalla. Lo fa talmente spesso che credo che il nostro Mattew abbia un bel livido in quella parte del corpo!
“Quindi voi vi siete reincontrati grazie a Clin Rifer!”
“Esatto! All’inizio Nate non voleva fare squadra con me, ma dopo l’ho convinta!”
“E come?”
Ride e ammicca.
“Vuole proprio saperlo?” la pacca stavolta gli arriva sulla gamba. Natalie sorride e scuote la testa, credo si stia domandando perché l’ha sposato.
“Quando l’ho visto avrei voluto metterlo KO, davvero!” precisa lei sorridendo amorevolmente nei confronti del marito.
“E così nascono i Fight Lovers, è vero che volete ritirarvi?”
“Per un paio di anni sì, vogliamo mettere su famiglia!” risponde Natalie lanciando uno sguardo ricco d’amore a Mattew. Sono proprio una coppia perfetta.
“Altre due domande, la prima è per Mattew: Natalie è una gran bella ragazza, non temi che facendo box qualcuno con un pugno possa rovinare il suo viso?”
Ride di gusto.
“Prima devono riuscire a colpirla e la mia topolina è molto veloce!”
Non riesco a trattenere una risata sentendo il nomignolo con la quale l’ha chiamata.
“Vuole assistere a un combattimento in diretta?” mi domanda Natalie sorridendo mentre con una mano afferra l’orecchio di Mattew e glielo tira.
“Ok, mi arrendo, non t chiamerò più ‘topolina’!” promette ridendo. La moglie gli lascia l’orecchio.
“Ultima domanda: chi è il più forte dei due?”
Entrambi ridono prima di rispondere “Io!”.
Sono davvero fantastici. I Fighter Lovers si amano profondamente e sono davvero una coppia splendida. La loro storia non è la classica storia d’amore, forse è una delle meno romantiche in assoluto eppure la gente crede che sia speciale proprio perché è solo loro. Non si è mai sentita una storia del genere e questa la rendo loro in tutto e per tutto. Spero possano viverla appieno e spero che Mattew rimanga integro, con una moglie come la fantastica Natalie non si sa mai!

Ecco qui. come vedete non è nulla di che, solo una cosina che ho scritto.
Ci sono rimasta un po' male dal momento che nessuno di coloro che hanno letto ha recensito, ero abituata a un modesto numero di recensini e vedere quello zero non è stato proprio bello, ma sono cose che capitano, lo capisco.
Grazie a chiunque è arrivato a leggere fino a qui, se volete leggere qualcos'altro di mio fate pure, diciamo che so fare di meglio!!
Graznie anche a chiunque vorrà recensire, anche per criticare!!
Daisy

Il grassetto nell'ultima parte è voluto. Se avete mai letto un'intervista allora paprete che spesso le domande del giornalista vengono riportate in grassetto!

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