solo uno sopravvive.

di forevah_young
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** dire addio. ***
Capitolo 3: *** che i giochi abbiano inizio. ***
Capitolo 4: *** tifa per i tuoi eroi, piangi quando li uccidono. ***
Capitolo 5: *** winner or loser? ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


solo uno sopravvive.

Non c’è quasi mai amore nelle loro case. Stanno soli con i loro pensieri, leggono e scrivono i loro sentimenti ma niente li distoglie dalla paura di quel giorno che si avvicina inesorabilmente. Altri chiacchierano, stanno con gli amici e flirtano con le ragazze, ma la notte è sempre la cosa peggiore. Non possono scappare da quel pensiero, hanno paura di non riuscire a fare tutto ciò che si erano predisposti nella loro vita se venissero obbligati a partecipare ai giochi. Eppure se le circostanze, le situazioni e la loro provenienza fossero state diverse probabilmente sarebbero anche stati amici, o forse no. Ma loro non l’avrebbero mai saputo.


nome: Niall James
cognome: Horan
sesso: maschio
data di nascita: 13 settembre
distretto di provenienza: distretto 2, estrazione e taglio della grafite.
occupazione: tributo dei settantaquattresimi Hunger Games


nome: Harry Edward
cognome: Styles
 sesso: maschio
data di nascita: 1 febbraio
distretto di provenienza: distretto 4, pesca
occupazione: tributo dei settantaquattresimi Hunger Games


nome: Liam James
cognome: Payne
sesso: maschio
data di nascita: 29 agosto
distretto di provenienza: distretto 3, industria, meccanica e elettronica.
occupazione: tributo dei settantaquattresimi Hunger Games



nome: Louis William
cognome: Tomlinson
sesso: maschio
data di nascita: 24 dicembre
distretto di provenienza: distretto 5, produzione di energia
occupazione: tributo dei settantaquattresimi Hunger Games



nome: Zayn Jawaad
cognome: Malik
 sesso: maschio
data di nascita: 12 gennaio
distretto di provenienza: distretto 7, produzione di legna e carta
occupazione: tributo dei settantaquattresimi Hunger Games







signori e signore: SIGLIAAA !
*lalalala tumtum tsssss*

mi dispiace, dovete aver pietà di me e delle mie fanfiction.
questa sarà breve, solo di alcuni capitoli perché in realtà era nata come una os, ma per motivi di lunghezza è diventata una ff.
*din,don* comunicazione di servizio: le gif e le foto presenti nella storia non sono di mia proprietà.
vi amo tanto, tanto.

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Capitolo 2
*** dire addio. ***


dire addio.

Era il giorno più orribile di tutto l’anno, quello della mietitura. Ogni ragazzo che non avesse come obbiettivo quello di offrirsi come tributo rimaneva in pena per gran parte della mattinata, finche non si svolgeva l’estrazione e tutto finiva. Un altro anno di pace, ma come si riempie il vuoto lasciato da quei ragazzi che avevano una famiglia, fratelli, sorelle e amici ? una famiglia la sera della mietitura chiuderà la porta e le finestre per piangere il proprio dolore. Niente riempirà quel vuoto.
 

Ognuno aveva qualcosa a cui dare addio prima della mietitura, ognuno aveva qualcosa che avrebbe conservato nel suo cuore se fosse dovuto partire. Liam passò due dita sul contorno liscio del suo diario poi lanciò uno sguardo al di fuori della finestra. Era un ragazzo timido, non aveva amici da salutare ma un buon quaderno dove ci appuntava la sua vita. Prima di uscire di casa e dirigersi verso la piazza principale del distretto 3, abbracciò i suoi genitori e baciò le sorelle maggiori che pregavano silenziosamente poterlo ancora vedere per casa il giorno seguente, poi aprì la porta e si mischiò tra la folla.

La folla era la cosa che Harry più odiava della mietitura, tutte quei genitori accalcati l’uno contro l’altro, per non parlare dei curiosi che vengono solo per scommettere sul prossimo tributo. Harry era quasi divertito da quella situazione, ma la verità era che stava solo morendo di paura. Non voleva lasciare il distretto 4, quello era la sua casa. Il mare, quello non era quasi mai presente nelle arene e lui era terrorizzato, perché era lì che lui si sentiva davvero a suo agio. Prima di tornare a casa per togliersi il costume da bagno, Harry guardò per l’ultima volta il mare. Alzò la mano verso la distesa di acqua e cielo e, sperando solo di potervi tornare, gli diede addio.

Niall amava gli addii. Oh, tutto quel dispiacere negli occhi altrui, tutte quelle lacrime di sua madre e le raccomandazioni di suo padre. Niall non sorrideva neppure, guardava tutta quella disperazione con aria curiosa e si domandava cosa si provasse quando si è tristi. Lui era apatico, completamente estraneo ai sentimenti. Era stato addestrato e continuava ad addestrarsi perché aveva il sogno di offrirsi come tributo per la sua ultima mietitura. Sarebbe tornato trionfante, tutti lo avrebbero invidiato. Niente lo scalfiva, ma avrebbe salutato solo una persona prima dell’evento. Jake si stava lustrando le costose scarpe al di fuori di casa sua. Niall si sedette accanto a lui ed iniziarono a parlare degli allenamenti, ancora qualche anno e Niall si sarebbe offerto come tributo, l’anno successivo lo avrebbe fatto Jake. Passavano gran parte della giornata insieme ma nessuno dei due se la sarebbe sentito di ritenere l’altro amico. Erano solo compagni di... vita ? prima di dividersi e di raggiungere la piazza principale in assoluta solitudine si augurarono buona fortuna. Niall camminò veloce per tutto il tragitto. Un pensiero lo assillava adesso: lui non ci aveva mai riflettuto, la vittoria per lui era assicurata, ma se avesse misteriosamente perso quel gioco, se fosse... morto ?

La sua morte era certa, se fosse stato chiamato come tributo. Insomma, Louis era simpatico, un tipo a posto ma non era certo tipo da coltelli, asce e spade ! Era uno dei più popolari nella sua scuola e otteneva sempre voti piuttosto alti. Il giorno della mietitura si ritrovò con alcuni amici e sbeffeggiarono gli Hunger Games dicendo di non aver affatto paura di quell’evento. Ma Louis dentro di sé era completamente terrorizzato. Quando si allontanò dal suo gruppo di amici per andare ad indossare il completo che sua madre gli aveva preparato per la mietitura si abbandonò in un pianto silenzioso. Non voleva partecipare, voleva fuggire dal suo distretto e soprattutto non volevo più vedere morire ragazzi per divertimento. Prima di entrare in casa si asciugò le lacrime ma quando aprì la porta fu subito sull’orlo di scoppiare nuovamente in singhiozzi: Lottie se ne stava in piedi di fronte a lui, accarezzandosi con uno sguardo triste il vestitino rosa pallido che le stava un po’ grande. La chiamò a sé e la abbracciò forte. Ancora più forte della paura di perdere la sua vita, aveva paura di perdere quelle delle sue sorelle.

Le sue sorelle erano già andate via da un po’ ma lui non voleva ancora abbandonare la casa. Mancava poco alla mietitura, ma Zayn decise che avrebbe fatto un ultimo giro con Boris prima di andar via. Fischiò qualche volta prima che il cane si presentasse assonnato ai suoi piedi. Ci volle qualche biscotto per convincerlo a rinunciare al pisolino che stava schiacciando prima che lui lo disturbasse, ma alla fine uscirono e si diressero verso il bosco, laddove estraevano il legno. Boris gli stava al fianco e annusava ogni centimetro di terreno, Zayn non lo teneva al guinzaglio e l’animale non si allontanava mai più del limite consentito dal padrone. Poi all’improvviso, Boris scomparve per qualche minuto. Zayn lo chiamò un paio di volte, finché non lo vide tornare con un legno in bocca. Lui si sedette su una roccia e il cane gli posò il legno sulle gambe. Quando Zayn lo prese vide che esso gli aveva macchiato i pantaloni di terra; avrebbe dovuto rimproverarlo, ma come poteva ? forse sarebbe stata l’ultima passeggiata con il suo unico amico.


- e ora passiamo al tributo maschio... – l’inviata di Capitol City infilò la mano con le lunghe unghie color verde pistacchio nella boccia, e poi estraesse un bigliettino. Lo mostrò al pubblico e poi lo aprì. Un piccolo sorriso nacque sulle labbra visibilmente innaturali della donna. La sua voce trillante risuonò nella piazza e il nome del tributo maschio della settantaquattresima edizione degli Hunger Games si propagò per tutto il distretto.


signori e signore: SIGLIAAA !
*lalalala tumtum tssss*
secondo capitolo decisamente pessimo. non sapevo nemmeno se pubblicarlo oppure no ma alla fine ho deciso di postarlo, soprattutto perché non ho la forza fisica di riscriverlo.
diciamo che con questo ci saranno massimo altri due capitoli in cui ci sarà la svolgimento degli Hunger Games eeee niente c:
*din,don* le gif presenit nel capitolo non sono di mia proprietà.
ADIOSSSSSSS AMIGOSSSSSSS !


 

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Capitolo 3
*** che i giochi abbiano inizio. ***


piccola premessa per schiarirvi le idee se la lettura risultasse un po' contorta: generalmente le alleanze vengono stipulate tra i tributi dei distretti uno e due, talvolta il quattro poiché sono quelli più nutriti e più forti. Niall, che è del distretto due, decide diversamente e stringe un alleanza con Harry e Zayn. Seconda cosa, spesso e volentieri accenno al fatto che i protagonisti non sanno nuotare (ma alcuni si) poiché non tutti i distretti si affacciano sul mare, e quindi non hanno la possibilità di imparare. 

che i giochi abbiano inizio.

Quando Liam vide per la prima volta l’arena, ebbe un tuffo al cuore. Non riusciva a credere di trovarsi in quella situazione. Lui non avrebbe mai ucciso nessuno, non avrebbe potuto ! C’erano bambini e bambine con loro, era una cosa così orribile. Si guardò intorno e scrutò con attenzione il paesaggio, evitando di soffermarsi sulla dodicenne che tremava impaurita alla sue destra. Si trovavano disposti in un cerchio regolare su una pianura verdeggiante, e a breve distanza da loro si innalzavano delle montagne la cui vetta era oscurata dalla foschia. Ma l’elemento principale era il lago. Era precisamente al centro del cerchio che creavano i ventiquattro tributi, e all’interno di esso vi era un isoletta decisamente innaturale. La cornucopia scintillava sotto il sole che aveva appena fatto capolino dalle nuvole, e illuminava la grande vastità di armi presenti. Liam pensò che sarebbe morto subito se avesse tentato di attraversare a nuoto il lago per raggiungere la cornucopia, soprattutto perché non sapeva nuotare. Perciò aveva solo una chance: scappare.

Non appena gli fu possibile lasciare la piattaforma senza saltare in aria, Niall si fece largo tra le piante alte che nascevano sulla riva del lago e vi si buttò a capofitto. Aveva preso qualche lezione di nuoto, così non si spaventò per niente quando vide la distesa d’acqua dolce di fronte a sé, ma anzi, a forza di bracciate raggiunse l’isoletta mentre gli altri ancora arrancavano deboli sulla riva. Niall scelse subito tutto ciò che gli avrebbe fatto comodo come arma e aspettò che i suoi alleati lo raggiungessero sulla terra ferma. Si era comportato in modo molto anomalo e benché generalmente le alleanze si stipulassero tra i distretti uno e due, aveva deciso di stringere ‘amicizia’ con i due che gli sembravano i più temibili tra gli altri tributi. Uno era un ragazzo del distretto quattro, che era veramente troppo chiacchierone e di cui Niall non ricordava nemmeno il nome, e Zayn, del distretto sette, che gli sembrava molto in forma e capace di utilizzare qualsiasi tipo di arma. Niall vide il ricciolino raggiungere l’isoletta, così gli passò un paio d’armi e lo incaricò di tornare sulla riva del lago per poterle portare a Zayn, il quale sarebbe rimasto lì poiché non sapeva nuotare. Harry annuì e si rigettò in acqua con un coltello tra i denti. Niall sentì dei rumori alle sue spalle e notò con piacere che qualcuno aveva raggiunto la cornucopia oltre a lui. Lo bloccò con un colpo di spada assestato all’addome ed egli ricadde gemendo nell’acqua che si tinse di rosso. Il ragazzo sogghignò guardando perire la sua prima vittima, prima che il corpo venisse accerchiato da alcuni strani pesci. Niall si avvicinò per osservarli da più vicino: erano molto scuri, si notavano appena sull’orlo dell’acqua, avevano una strana forma tondeggiante e orribili musi innaturali dai quali spuntavano denti sproporzionatamente appuntiti. Niall indietreggiò disgustato. Guardò il lago e notò i i primi tributi vittime di quegli strani pesci nuotare svelti cercando di tornare a riva; alcuni non ce l’avevano fatta. Per la prima volta in vita sua, Niall fu colpito dal terrore: come poteva sopravvivere, se l’unico davvero in trappola su un isolotto era lui ?

Zayn guardava la scena con sguardo inquisitore, aspettava che Harry, il suo nuovo alleato, gli portasse alcune armi per poter iniziare la sua ascesa verso la vittoria. Molti dei tributi se l’erano squagliata velocemente, mentre altri stavano tentando di raggiungere la cornucopia. Lui non ci aveva nemmeno provato. Odiava l’acqua e quindi aspettava il suo alleato sulla sponda, osservando la situazione, memorizzando le varie direzioni che prendevano i suoi nemici entrando nel bosco. Subito dopo aver ripulito la cornucopia sarebbero andati in cerca di loro e gli avrebbero fatti fuori velocemente, senza timore. Zayn vide Harry dare le ultime bracciate, stava raggiungendo la sponda portandogli le armi. Era rallentato dal peso, ma rimaneva comunque il più veloce tra tutti. Ad un certo punto Harry riaffiorò per prendere una boccata d’aria e all’improvviso fu bruscamente tirato verso il fondo del lago. Zayn non lo vide riaffiorare.

Quando Harry sentì migliaia di affilatissimi denti penetrargli nel polpaccio, rimase senza fiato. E il che era molto preoccupante, poiché se rimani senza fiato quando sei sott’acqua devi muoverti a mettere fuori la testa sennò sei spacciato. Harry sentì uno strattone più forte e lo stesso animale che aveva infilato i denti nella sua carne tentò di trascinarlo verso il fondo. Non gli rimaneva molto tempo, così prese il coltello che aveva sistemato tra la cintura e il pantalone e pregando di non recidersi per sbaglio un muscolo colpì alla cieca in direzione dell’animale più volte. Dopo un tempo che gli sembrò infinito, il pesce smise di far forza e si staccò dalla carne di Harry, che finalmente riuscì a mettere la testa fuori e a respirare.
- Harry ! – urlò Zayn vedendolo ricomparire nel mezzo del lago. Egli era stremato, ma non poteva permettere che altri pesci come quello che lo avevano attaccato lo finissero a suon di morsi, così diede le ultime bracciate e si accasciò sulla riva. Zayn lo tirò su di peso e lo mise steso sull’erba esaminandogli la ferita. Non era estesa, ma era molto profonda.
- Riesci ad alzarti in piedi ? – gli chiese lui freddo, pronto a liberarsene se non fosse state più capace di essergli utile.
- Si, credo... – Harry traballò qualche secondo ma poi si mise in piedi e gli passò le armi.
- Alla ferita ci pensiamo non appena troviamo un modo di arrivare all’isolotto senza morire mangiati da quegli esseri. Sicuramente nella cornucopia ci sarà qualcosa per curarti e...-
- Attento ! – Harry si precipitò sopra di Zayn e atterrarono sull’erba fresca. Il ricciolo si alzò velocemente e, puntando un coltello contro la ragazza che li aveva quasi uccisi, la colpì alla gola. Zayn lo guardò riconoscente e si alzò. Guardando il lago Harry sentì una fitta allo stomaco: era così felice di avere l’acqua vicino a sé, ma se non poteva nemmeno avvicinarcisi con il rischio di morire mangiato si sentiva veramente frustrato. E in più Niall era rimasto sull’isoletta, come lo avrebbero raggiunto ?

Louis correva a perdi fiato nel bosco, senza una meta, senza cibo, né acqua. Completamente solo e terrorizzato. Non aveva nessun’arma e comunque non si sarebbe certo addentrato nel lago dal momento che non sapeva nuotare. Dopo alcune ora passate alla ricerca di acqua, pertanto senza successo, Louis salì agile su un albero e cercò di riprendere fiato. Non aveva idea di come poter passare la notte senza niente nello stomaco e per di più avrebbe sicuramente sofferto il freddo quella notte. Dall’alto dell’albero scrutò  il suolo, facendo attenzione alle piante e alle erbe che riusciva a riconoscere dall’addestramento. Ad un certo punto vide uno strana apertura nel terreno, così saltò giù e vi si avvicinò circospetto. Spostò delle foglie che gli impedivano di vedere all’interno e constatò che era vuota. Era una tana di qualche strano e grosso animale, sicuramente abbandonata da mesi a giudicare dalle condizioni. Louis, non vedendo altro modo, vi si calò all’interno e coprì l’entrata con dei rami e delle foglie secche; infine si tolse la giacca impermeabile e l’adagiò sul suolo. Non era spaziosa, né tanto meno accogliente, ma era calda e non avrebbero mai potuto scovarlo da lì dentro. Louis si accasciò sull’impermeabile e strinse le gambe al petto. Chiuse gli occhi e iniziò a pregare, pregare di tornare sano e salvo a casa
.



signori e signore: SIGLAAA !
*lalalala tumtum tsss*
gli Hunger Games sono iniziati gente !
beh niente, nel prossimo ci saranno le prime vittime, quindi mi sto preparando psicologicamente :c
alla prossima pipol 

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Capitolo 4
*** tifa per i tuoi eroi, piangi quando li uccidono. ***


tifa per i tuoi eroi, piangi quando li uccidono.
 
Dopo quattro giorni erano rimasti solo sei tributi su ventiquattro. Era stata una strage. Louis era ancora rintanato nel rifugio, usciva raramente per procacciarsi qualche piccolo animale o per andare a bere nel piccolo laghetto che aveva trovato a poca distanza dalla sua tana. Era felice di aver trovato quel buco abbandonato, molti degli altri tributi soffrivano il freddo e correvano il rischio di essere scovati dagli altri, ma non lui. Quando si svegliò era quasi tranquillo, si infilò la giacca sulla quale aveva dormito e liberò l’entrata dalle foglie per uscire. Prima di andare al laghetto, Louis si fermò a controllare la trappola per conigli che purtroppo era vuota quella mattina. La risistemò e andò a bere con lo stomaco che brontolava dalla fame. Si lavò il viso e le braccia, poi riempì anche uno strano recipiente che aveva confezionato lui stesso unendo delle foglie. Successivamente, se ne tornò svelto verso la tana, ma fu subito costretto a fermarsi. Tre tributi maschi se ne stavano in piedi di fronte a lui, lisciando le loro armi luccicanti, con uno strano sorriso sulle labbra. La primitiva ciotola colma d’acqua finì a terra e il contenuto si disperse sui vari ciuffi d’erba.

- Sei spacciato distretto  5. – sogghignò Niall dando un ultimo buffetto alla sua spada appena lustrata, Harry e Zayn fecero altrettanto con le proprie armi. Il ragazzo indietreggiò terrorizzato, finché non sbatté contro la corteccia di un albero, e lì rimase, senza fiato. Niall gli si avvicinò, si gustò quel momento cruciale in cui era responsabile della vita o della morte di una persona. Che gioia, tutto quel terrore. Niall lo percepiva ovunque quando trovavano un nuovo tributo, quando lo scovavano come avevano fatto con quel ragazzo del distretto cinque.
- Come ti chiami distretto cinque ? – gli chiese incollandolo all’albero, avvicinandosi sempre di più.
Inizialmente il ragazzo non rispose, ma visto che Niall e la sua spada gli erano sempre più vicini, decise di fare uno sforzo : - Lo-Louis. –
- Piacere Louis, hai qualche parola di addio per tua madre ? immagino ti stia guardando proprio in questo momento dalla vostra casa nel distretto cinque, non è così ? – il ragazzo iniziò a gemere di paura, una lacrima gli scorse sullo zigomo e atterrò sul terreno. Niall strinse gli occhi compiaciuto.
- Questo è mio. – si rivolse a Zayn e Harry, i quali rinfoderarono le armi e continuarono a guardare la scena distaccati dalla parte pratica.
- Non vuoi dire niente alla mamma ? immaginati: starà piangendo guardandoti, non vuoi dirle proprio niente ? – Una nuova lacrima cadde dall’occhio destro di Louis.
- Ti voglio bene mamma. – sussurrò infine, mentre il biondo alzava il braccio e la spada ridendo. Ma poi Niall lo sentì nella schiena, sentì ghiaccio, gelo. Si voltò in tempo per vedere il secondo coltello infilarsi nell’addome, alzò lo sguardo e vide anche Zayn.
- Non meriti di vincere. – gli disse il moro, che fino a pochi minuti fa era suo compagno, suo alleato. Niall si accasciò sui ginocchi e chiuse gli occhi per evitare di vedere il terzo coltello infilarsi dritto nel suo cuore.
 
Harry lo guardò pietrificato. Zayn aveva appena ucciso Niall, cosa gli saltava per la testa ?
- Ma sei impazzito ? – gli urlò contro, raccogliendo velocemente tutte le sue armi, pronto a fuggire. Se aveva ucciso Niall, cioè significava che presto avrebbe ucciso anche lui.
- Hai sentito cosa ha detto ? meritava di morire. – Zayn fece altrettanto con le sue armi, come se non fosse successo niente.
- Ti ricordi quanto ci abbiamo messo per recuperarlo dall’isoletta in cui era confinato ? due giorni, due giorni per costruire una maledetta zattera per portarlo sulla terra ferma ! –
- Ti sarebbe piaciuto se ciò che ha detto a lui, - Zayn indicò furente Louis che se ne stava ancora immobile attaccato all’albero : - lo avesse detto a te ? immaginati tua madre, e dimmi come ti senti. –
- Uno schifo, d’accordo. Ma questo non ha risolto nulla perché ora lo dobbiamo uccidere comunque. – Harry si voltò verso il ragazzo del distretto cinque, ma notò interdetto che non c’era più : - Quell’infame se l’è svignata ! E’ tutta colpa tua Zayn, se non avessi ucciso Niall ora saremmo ancora un gruppo. –
- Fai e pensala come ti pare, credo che sia l’ora di sciogliere l’alleanza. – Zayn gli porse la mano, ma Harry la rifiutò disgustato : - Spero che non tocchi a me ucciderti, mi stai troppo simpatico. –
Zayn entrò nella boscaglia dalla parte in cui era fuggito Louis, e Harry rimase vari minuti fermo a osservare il corpo immobile di Niall. Quando si allontanò era furioso, stringeva in una mano il suo tridente e nell’altra un coltello e giurò a sé stesso che avrebbe ucciso chiunque gli si fosse parato davanti. E la fortuna quella volta fu dalla sua parte. Mentre attraversava il bosco diretto verso il lago della cornucopia, vide la ragazza del distretto tre raccogliere delle bacche da un cespuglio silenziosamente. Harry allora si nascose dietro un albero e lentamente, mentre la ragazza gli dava ancora le spalle, le si avvicinò. Quando fu a un passo da lei, sentì una terribile sensazione nello stomaco. Se prima era guidato dalla rabbia, adesso non riusciva proprio a capire come avesse anche solo potuto pensare di uccidere quella ragazza. Semplicemente non poteva. I giorni passati nell’arena erano stati un incubo per lui, aveva sempre lasciato che Zayn e Niall uccidessero gli altri tributi, lui non ce la faceva proprio.
- Ehi. – le disse cercando di non spaventarla, ma ricevette l’effetto opposto. La ragazza si voltò di scatto e cadde sul sedere. Tremava dalla paura poiché era disarmata e vedeva il possente tridente nelle mani di Harry. Quando lui se ne accorse cercò di nasconderlo, ma lei aveva già iniziato a urlare.
- No, no. Non voglio farti del ma... –
- Liaaaam, Liaaaaaaaam ! –
- Smetti di urlare, ti posso aiutare ! – ma la ragazza non lo ascoltava, urlava con tutto il fiato che aveva in corpo chiamando questo Liam di cui Harry non ricordava nemmeno il volto. Cercò di tranquillizzarla ma non ce la faceva, lei era nel panico e anche lui, perché se continuava ad urlare qualcuno sarebbe venuto a salvarla. E Harry non sapeva se questo Liam avesse delle armi, e non poteva rischiare di morire per mano di una stupida ragazzina. Era costretto a fare la cosa peggiore del mondo, e lui sapeva che non se lo sarebbe mai perdonato, eppure un momento prima tentava di salvarla, un momento dopo la uccideva piangendo.

Li aveva sentiti tutti quegli urli, dal primo all’ultimo. Aveva lasciato che Emma si allontanasse per prendere delle bacche, ma non doveva farla andare da sola. Mio Dio, erano alleati da due giorni e già l’aveva messa in pericolo. Liam seguì gli urli e pregava solo di riuscire a trovarla in tempo, ma ad un tratto, quando gli era vicinissimo, essi si spensero lentamente. Arrivò in tempo per vedere il ragazzo del distretto quattro guardare il suo tridente insanguinato e iniziare a piangere. Liam non si curò nemmeno di lui, e si accasciò ai piedi di Emma.
- Emma, Emma, mi senti ? – lei respirava debole, emetteva strani gemiti. Lui le guardò la ferita, nel punto n cui il tridente le aveva perforato la pelle. Le dita gli si tinsero di rosso.
- Emma, non puoi lasciarmi. – le disse mentre alcune lacrime scendevano sulle sue guance. Lei alzò un braccio debolmente e gli asciugò uno zigomo, le labbra si piegarono in un sorriso debole. Poi il braccio ricadde a terra e il sorriso scomparve. Liam iniziò a piangere, piangere come non aveva mai fatto in vita sua. Non poteva crederci.
- Io... io non so cosa ho fatto. – disse il ragazzo alle sue spalle.
-L’hai uccisa ! – gli urlò contro lui, guardandolo furente negli occhi. Il ragazzo del distretto quattro lasciò cadere a terra tutte le armi e si accasciò sul suolo. Liam lo guardava colmo di rabbia. L’aveva uccisa, ma poi se n’era pentito? Che idiota che era, aveva privato una madre e un padre della loro figlia. Dei fratelli di una sorella e un distretto di una giovane ragazza. Non aveva il diritto di ucciderla, proprio no. Liam raccolse il tridente e le armi del ragazzo, le guardò a lungo mentre l’altro singhiozzava ininterrottamente. Mai era stato più convinto di quello che stava per fare in vita sua, e anche se poi se ne sarebbe pentito, Liam adesso doveva vendicare Emma. Ad ogni costo.
- Mi dispiace. – disse al ragazzo che alzò lo sguardo verso Liam, poi chiuse gli occhi e fece quello che gli sembrava giusto.



 

signori e signore: SIGLAAAA !
*lalalala tumtum tsss*
bene, siamo giunti alla fine (lo so che avete detto 'finalmente', io vi osservo ʘ‿ʘ)
comunque niente, avevo detto precedentemente che sarebbe durata solo pochi capitoli, ma siamo già a quattro quindi sono una bugiarda.
non mi dilungherò più di tanto, il prossimo sarà veramente la fine.
quindi spero che il capitolo vi sia piaciuto e basta.
ah, quasi dimenticavo: vi amo tanto tanto 
 
forevah_young
@justHOTcherson

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Capitolo 5
*** winner or loser? ***


winner or loser ?

Erano ore che Zayn era sulla pista di Louis. Tanto era spaventato, il ragazzo stava lasciando migliaia di tracce, e per lui era facile stargli dietro, se non fosse che cambiava direzione continuamente. Prima lo aveva seguito verso nord, poi verso est, poi verso sud e poi nuovamente verso nord. Stava cercando di non perdere l’orientamento ma era davvero difficile. Ad un certo punto credette di averlo in pugno, sentiva alcuni gemiti provenire da una radura, così immagino che si fosse ferito e che adesso si fosse fermato. Ad ogni modo vi entrò silenziosamente, e si sorprese di vedere ben altro. In prossimità di un masso, Harry si lamentava incosciente premendo le dita sulle ferite che aveva sul petto. Zayn gli si avvicinò subito allarmato.
- Cosa... come è successo ? Chi è stato ? – gli chiese, sperando che riuscisse ancora a parlare. Le ferite erano leggere, ma aveva perso troppo sangue. Harry aprì gli occhi e ansimò.
- Distretto... – borbottò debole; Zayn avvicinò l’orecchio alle sue labbra.
- Di quale distretto è ? – chiese ancora.
- Distretto... tre. –
- Lo ucciderò. –
- Dì... a mia madre... che le volevo bene... e che mi dispiace... se non sono stato un buon figlio. – Harry gemette più forte per lo sforzo.
- Lo farò. – Zayn non riusciva a piangere, era terribilmente triste ma non riusciva a piangere. Voleva e doveva vincere a tutti i costi, tutto ciò che gli rimaneva da fare per Harry era solo aiutarlo. Prese il coltello dai pantaloni e cercando di non tremare, lo finì. Gettò per terra l’arma e la lasciò lì, sull’erba. Si voltò e iniziò a correre tra i boschi. Liam Payne era il ragazzo del distretto tre. Zayn lo doveva uccidere.

Liam stava piangendo silenziosamente all’ombra di un albero. Aveva appena ucciso un ragazzo... come aveva potuto ?
- Payne! – sentì un ruggito propagarsi nella foresta. Era una voce maschile. Liam iniziò a tremare di paura. Qualcuno lo stava cercando, sicuramente voleva vendicare la morte del ragazzo del distretto quattro che aveva ucciso. Era spacciato, ma il suo senso di sopravvivenza aveva ancora una volta la meglio. Così iniziò a correre verso il lago, verso la cornucopia. Mentre la foresta si faceva sempre più rada, mentre gli alberi diminuivano e il sole scendeva lentamente segnando il tramonto, Liam sentiva i passi e gli urli di Zayn sempre più vicini. E lui correva, correva come il vento e non importava quante volte inciampasse, lui si sarebbe sempre rialzato. Quando finalmente intravide il lago, Liam assistette allo spettacolo più mozzafiato della sua vita: il sole, che ormai era già dietro le montagne, proiettava lunghe ombre sull’erba mentre come in una pentola la cui acqua sta bollendo, l’acqua del lago iniziò fremere. Prima si increspò, poi iniziò ad innalzarsi oltre la sponda ed infine crebbe di centimetro in centimetro diventando l'onda più alta che si fosse mai vista in un’arena. Liam assistette allo spettacolo a bocca aperta, incapace di muoversi o di scappare. Poi sentì un paio di braccia serrarsi attorno al suo collo e il terrore prese piede nei suoi occhi.

Louis fissava entrambe le scene shoccato. L’onda però, era quello che lo impauriva di più. Si era issato sull’albero non appena aveva visto il ragazzo del distretto tre e Zayn, così gli sembrava di aver capito che si chiamasse, che lo rincorreva furente: Louis era in parte felice che egli non fosse più sulle sue tracce, ma era dispiaciuto per quello che avrebbe fatto il moro a quel povero ragazzo. Ma questo prima che l’acqua si innalzasse a formare un’onda ci sette metri. E fu allora che abbandonò completamente l’interessante lotta tra i due tributi per iniziare a saltare da un albero all’altro, ringraziando il cielo di non essere affatto alto, ma anzi piccolo di statura e forse anche un po’ troppo mingherlino per la sua età. Balzava come un animale, usufruendo di un equilibrio che si riscoprì di avere e allontanandosi sempre di più dal lago. Era quasi giunto ai piedi delle montagne che circondavano l’arena quando si sedette per massaggiarsi i piedi doloranti e le mani scorticate dalle cortecce ruvide. Fu allora che sentì un fortissimo sibilo ed il rumore dell’acqua che si infrangeva contro la vegetazione. Louis si rimise in piedi e pregò che l’onda non fosse così devastante da colpire fino alle montagne. Dopo vari minuti tutto ciò che era arrivato del fenomeno anomalo erano qualche centimetri di acqua che si era subito ritirata lasciando il terreno umido. Louis tirò un sospiro di sollievo ma si accorse di non aver sentito nemmeno uno scoppio di cannone. Nessuno dei due tributi era morto perciò. Dopo pochi minuti il ragazzo iniziò a preoccuparsi perché era calato un silenzio più che innaturale, ma niente era più inumano dell’urlo che sentì pochi secondi dopo. Louis si aggrappò con più forza all’albero che lo ospitava e iniziò a tremare. In un barlume di lucidità riuscì a pensare che non poteva essere un grido quello che aveva sentito. Gli si gelò il sangue nelle vene. Infatti non era un urlo, era un ululato.

Liam e Zayn erano entrambi a terra, bagnati fradici e sostanzialmente immobili come statue. Il primo a muoversi e a sputacchiare acqua fu Liam, che iniziò a battersi convulsamente le mani sullo sterno e ogni respiro che faceva era come se milioni di spade gli perforassero i polmoni. Aveva battuto contro un sasso quando l’acqua gli aveva travolti, poi aveva perso i sensi e sicuramente non si era accorto di avere una costola rotta. Quando tossì per l’ennesima volta e iniziò a sputare sangue capì che la costola rotta gli doveva aver perforato un polmone. Gli venne voglia di rimettere alla vista del sangue, ma non aveva già più niente in corpo. Si voltò verso destra e vide a poca distanza da lui Zayn, che di botto iniziò a tossire e a soffocare sputando tutta l’acqua ingerita. Zayn si mise a sedere ma fu subito colto dai capogiri; si toccò la testa e avvertì un liquido caldo colargli tra le dita. Quando si guardò la mano sanguinante e il tronco su cui aveva sbattuto la testa ebbe la sensazione che sarebbe svenuto di nuovo, ma non poteva. Guardò il suo nemico a pochi metri da lui, sputacchiare sangue e anima sull’erba e decise che in ogni caso era l’ora di farla finita. Raccolse l’unica arma che trovò a non molta distanza dalla sua posizione e gattonò faticosamente verso un albero alle spalle di Liam. Mentre il ragazzo non guardava si issò lentamente fino a mettersi in piedi e gli si avvicinò: alzò l’ascia con tutta la forza che aveva in corpo e la calò sulla schiena di Liam. Ma il colpo non si assestò. Liam si era voltato di scatto e lo aveva colpito con la spada che un tempo apparteneva a Harry e che lui gli aveva sottratto dopo averlo ferito a morte. Lo colpì nel basso ventre e sogghignò credendo finalmente di avere Zayn in pugno.

Era circondato da lupi mannari che saltavano, ringhiavano, sbavavano e mordevano l’aria cercando di azzannarlo dall’alto dell’albero su cui si trovava. Erano cinque, ma Louis non avrebbe potuto ucciderne nemmeno uno quindi si accovacciò piangendo sul più alto ramo dell’albero. Era finita, pensò. I mannari a forza di spinte avrebbero buttato già anche quell’albero così resistente e lo avrebbero sbranato come se fosse una bambolina. E lui non aveva nemmeno un’arma. Pensando a quanto fosse stata bella e fugace la sua vita, chiuse gli occhi e consumò tutte le lacrime che poteva piangere.

Liam era accasciato a terra, con la testa poggiata sull’erba umida e guardava Zayn barcollare reggendosi il ventre dove lui l’aveva colpito. Eppure non era destino: Liam non doveva vincere. Dopo aver ferito Zayn e forse anche creduto che sarebbe potuto tornare a casa, il moro gli aveva piantato l’ascia nel costato, rompendo un infinità di altre costole. Adesso non riusciva nemmeno a muovere il busto, ma Zayn aveva preferito non finirlo, ma lasciarlo morire dissanguato. Liam lo vide raccogliere qualche arma superstite e voltarsi un’altra volta per sbeffeggiarlo.
- La prossima volta andrà meglio, distretto tre. Ops, non ci sarà una prossima volta. – Zayn si mise a ridere fino a che non ricevette una fitta dalla ferita, così si voltò ed iniziò a camminare.
- Ehi Zayn ! – urlò con tutto il fiato che aveva in corpo Liam e il moro si fermò scocciato.
- Cosa c’è distretto tre ? perché non ti decidi a crepare e bas.. – Zayn tirò un urlo, Liam gli aveva lanciato un coltello che si era infilato nella gamba. Lo guardò e si domandò come facesse ridotto in quello stato ancora a lottare. Liam gli sorrise : - Non ci sarà una prossima volta neppure per te. –
E il secondo e ultimo coltello di Harry sfrecciò fendendo l’aria e la carne di Zayn, che si gettò stremato a terra consumando tra singhiozzi e gemiti gli ultimi minuti della sua vita. Poi venne buio per entrambi e due scoppi di cannone riempirono l’aria quasi nello stesso istante.

Lui però non gli aveva sentiti: teneva le mani sugli orecchi per non udire i denti dei mannari che sbattevano contro di loro e i loro ululati, e così non aveva sentito nemmeno gli scoppi dei cannoni. Però avvertì che le scosse all’albero si erano attenuate, così aprì gli occhi e vide che i lupi si erano arrestati di colpo e che se ne andavano correndo come il vento verso la montagna. Louis non poteva crederci, smise di piangere e guardò l'ultimo mannaro scomparire dalla sua vista. Il ragazzo si asciugò gli occhi e l'unico pensiero concreto che si formò nel suo cervello fu che era tutto finito, finalmente. Ma nel cuore sapeva che niente sarebbe mai stato come prima, che avrebbe portato la morte con se' per tutta la sua esistenza. Era quindi un vincitore o un vinto ?
- Signori e signore, ecco il vincitore della settantaquattresima edizione degli Hunger Games. –

fine.





signori e signore: SIGLAAAA
*lalalala tumtum tss* 
mi viene da piangere. sì avete letto bene: mi viene da piangere.
il primo motivo è perché è finita, e il secondo motivo è che non ho pubblicato per un bel po' di tempo e mi sento in colpa.
sono una cacchetta orribile lo so..
che cosa posso dirvi ? avevo una crisi inventiva e porprio non sapevo come chiudere la ff.
ma ce l'ho fatta, ho vinto la mia crisi interiore e sono tornata !
e quindi basta, inutile dilungarsi.
amo le persone che l'hanno recensita, ma anche le persone che l'hanno solamente letta, amo chi l'ha messa tra le ricordate ma anche coloro che l'hanno messa tra le seguite 
e se non si è capito vi amo tanto, tanto, tanto 


 

forevah_young
@ehiantonoff

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