Il colore delle emozioni

di luccichio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Auckland ***
Capitolo 2: *** Fiducia? ***



Capitolo 1
*** Auckland ***


Tremai nel cappotto per il freddo. Non volevo pensare a quello che sarebbe accaduto dopo, non avevo più le forze: l'unica cosa che riuscivo a fare era immaginare di trovare un bel bagno caldo nell'appartemento che avrei dovuto dividere con altre studentesse per tutto l'anno. Non potevo pensare all'abbraccio di papà nell'areoporto, o al sorriso di mia mamma, mi sarebbero scese lacrime troppo pesanti da scacciare davanti a tutti: avevo deciso di passare il suo secondo anno di superiori a Auckland, in Nuova Zelanda, progetto creato dalla mia ex scuola per approfondire l'inglese e per cambiare vita. Era proprio questo il punto: volevo incominciare da capo, almeno per una volta.

Con un quarto d'ora di ritardo, il treno arrivò, fischiando e rempiendo di polvere grigia i muri sporchi della stazione. Salii e mi sistemai in un angolo in modo da non poter essere disturbata, amavo l'inglese ma non ero sicura di saper dialogare in quello stato. Mi infilai le cuffiette nelle orecchie e feci partire la mia play-list preferita, ideale per rilassarmi un po'. Presi da una delle valigie il mio quadernino verde a quadretti che fungeva da diario a personale a romazo a seconda dei casi: mi ero messa in testa di stendere per iscritto un sogno avvenuto la notte precedente, ma a differenza del solito mi mancavano le parole e così mi limitai a pensare all'aspetto dei ragazzi anche se neanche quetso mi riusciva.
<< Mi scusi signorina, posso sedermi? >> mi interruppe la voce di un ragazzo in inglese. Mi venne voglia di ridere per il "signorina" ma mi limitai a annuire.
<< Spero di non disturbarla >> parlò di nuovo la voce del ragazzo, che avrà avuto qualche anno in più di me.
<< Si figuri >> risposi, ma non riuscivo a guardarlo, ero vollta verso il finestrino, per assorbire il tepore che rilasciava il sole al tramonto, assieme alla luce dorata. Adoravo i giochi che quella luce creava con i miei capelli e i miei occhi, con colori che difficilmente si sarebbero trovati in natura. I miei boccoli castani scuri assumevano vive sfumature rosso ramate, mentre gli occhi che normalmente erano marroni-verdi, si schiarivano per essere di un verde chiaro luminoso
<< È una ragazza romantica? >> mi domandò per la terza volta. Questa volta mi imbarazzai: non ero mai stata brava a dialogare con le persone, per di più con questo ragazzo inglese sbucato fuori dal nulla  che mi rivolgeva domande simili a quelle che avrebbe chiesto il protagonista di qualche programma televisivo.
<< Ehm... si lo sono. Mi piacciono i tramonti >>
<< Hanno anche un bell'effetto sul tuo viso >> rispose tranquillamente lui. Dopo esser arrosita per la quarta volta, incominciai io a parlare: << Posso sapere come ti chiami, caso ami dovessi scoprire che sei un criminale che affascina le persone? >> Si mise a ridere, ma non rispose. La sua fermata era arrivata, e con inaspettato piacere, era anche la mia.

<< Abita a Auckland, signorina? >> mi domandò il ragazzo mentre scendevamo dal treno. Questa volta alzai gli occhi, quasi di scatto, e mi morsi un labbro nell'eseminarlo. Era molto magro, molto più di me, e incredibilmente muscoloso. Aveva la pelle chiara, quasi diafana, con gli zigomi pronunciati tinti di rosso per il freddo e le labbra piene. I capelli color cioccolato erano disordinati e gli cadevano sulla fronte, mettendo in risalto meravigliosi occhi color azzurro ghiaccio. Era un po più alto di me, e si accorse che lo stavo guardando per la prima volta. Mi si bloccò il respiro: non capivo perchè, ma mi ricordava inconfondibilmente il ragazzo che avevo sognato, anche se quest'ultimo aveva i capelli biondi e gli occhi nocciola. Sbattei le palpebre e mi sistemai il cerchietto, facendo finta di nulla, ma era troppo divertito per illudermi di non aver capito nulla.





Cosa ne pensate? Recensite se vi va, così capisco quello che vi piace ^^ Questa storia è nata nell'ora di matematica, e i sogni a occhi aperti sono i miei preferiti ^^ Spero di aggiornarvi presto, Luccichio.

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Capitolo 2
*** Fiducia? ***


<< Allora? >> sembrava divertito.
<< Ehm no, cioè sì. Mi sono trasferita dall'Italia per approfondire i miei studi: mi fermerò a Auckland fino alla fine dell'estate prossima, poi tornerò e finirò la scuola a casa mia >> non riuscivo a dargli una spiegazione migliore, sperai si accontentasse di quella. Si passò una mano fra i capelli, mentre camminavamo lungo i corridoi sotterranei illuminati della stazione, io con passi veloci stringendomi gli appunti con una mano e le valige nell'altra, lui a suo agio con le mani nella tuta grigia, che dovevo ammetterlo, gli donava molto.
<< Dall'Italia fino a qui? E chi te l'ha fatto fare? >> benissimo, non gli bastava la risposta più banale. Respirai lentamente e mormorai.
<< Volevo cambiare vita, ricominciare da capo, oltre a ricevere crediti, anche se, sinceramente, è come trovarsi in mezzo ad un oceano senza sapere le coordinate >> Lui annuì invece di guardarmi con la faccia da pesce lesso che assumevano tutti i ragazzi della mia età quando parlavo.
Ormai eravamo usciti dalla stazione e mi preparai a salutarlo, quando lui mi precedette con un << Ti andrebbe di mangiare qualcosa? >>. Arrossii immediatamente e questa volta per nascondermi affondai il viso nella sciarpa. Cavolo, ci conoscevamo da poco più di mezz'ora e mi invitava a uscire? Sperai fossero tutti così i ragazzi neozelandesi e che lui non ci stesse affatto provando con me, che tutto questo fosse prova di quanto erano aperti e socievoli con gli stranieri.
<< Non credo sia una buona idea... >>
<< Ma...? >> insistette lui
<< Dalle mie parti non si parla con gli sconosciuti >>
<< Neanche se non sa orientarsi e ha bisogno d'aiuto, signorina? >>
Mi misi a ridere, e per la prima volta da quando ero arrivata in Nuova Zelanda mi sentii meglio, glielo dovevo.
<< Posso almeno sapere come ti chiami? >>
<< Peter, tu? >> finalmente rispose. Peter, che bel nome.
<< Azzurra >> pregai non facesse le solite battutine, ma per fortuna era abbastanza maturo da prendermi sul serio.
<< Bel nome! Dunque è un sì? >>
<< Non saprei... non conosco ancora questa città e non mi piace il buio, preferisco di no. E poi devo sistemare le valige nel mio appartamento, mi dispiace >> mi sembrò di intravvedere una nota di delusione sul suo volto, ma non lo diedi a vedere. Feci per andare, ma il ragazzo si fermò toccandomi una spalla. Era la prima volta che ci sfioravamo, non che fosse un avvenimento importante, ma sprofondai ancora di più nella sciarpa.
<< Mi hai detto che non conosci Auckland, come fai a sapere dov'è il tuo appartamento? >>
<< Me l'hanno spiegato, è in una parallela di via Rain al numero 11 >>
<< Si, ma sai trovarlo? >> aveva vinto lui. Feci segno di nego u una smorfia apparve sul mio volto: mi avevano sempre messa in guardia sugli sconosciuti.
<< Ho capito, ti accompagno. Passami quel trolley >> mi ordinò con un sorriso. Non sapevo cosa fare, poteva davvero essere un delinquente tanto quanto il bravo ragazzo che appariva, ma aveva un sorriso meraviglioso e alla fine cedetti.
Ci incaminammo e piano piano potevo osservare quella stupenda città verde, con tutti i suoi parchi, i suoi bar, le sue strade, la sua gente; mi dava un senso di gioia e libertà, o forse tutto dipendeva dal fatto che era l'inizio della mia vita da indipendente.
<< Cos'è che ti rende così felice? >> mi domandò. Mi piaceva il suo essere loquace.
<< Sai, è tutto così strano. Sono sempre vissuta in ambienti tristi o agitati, tutto era già stato pianificato, io dovevo solo percorrere una strada asfaltata. Ora tocca a me >>
<< Sembri più matura della maggior parte delle ragazze che conosco... Comunque se vuoi io ci sono >>
<< Ah si? >>
<< Sì >>
<< Abiti qui vicino? >> gli chiesi d'impulso, sperai di non apparire troppo sfacciata.
<< Non è importante, ma se starai a Auckland ci vedremo >>
<< Sinceramente non mi sembra una piccola città >>
<< No, non lo è, ma so orientarmi molto bene. Comunque, se non te ne sei accorta siamo arrivati. E' questa? >>
 
 
 
Sinceramente non mi piace questa parte..... tranquilli ho dovuto metterla per forza perchè altrimenti il racconto non stava in piedi, ma non saranno tutti così ;)eh eh, ve lo prometto! Se non sapete cosa fare una recensione non mi offende ;) A presto, Luccichio ^^

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