Fratelli

di sesshy94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il rapimento ***
Capitolo 2: *** Al cospetto di Galbatorix ***
Capitolo 3: *** Un nuovo Cavaliere ***
Capitolo 4: *** AVVISO ***
Capitolo 5: *** Decisioni ***
Capitolo 6: *** Eragon,ti salviamo noi! ***
Capitolo 7: *** Galbatorix si arrabbia! ***
Capitolo 8: *** Altro Avviso ***
Capitolo 9: *** Ti amo! ***
Capitolo 10: *** Speranza e Zanna di drago ***
Capitolo 11: *** Il segreto della Rocca di Kuthian ***
Capitolo 12: *** Nuove speranze ***
Capitolo 13: *** L'ultima guerra (prima parte) ***
Capitolo 14: *** L'ultima guerra (seconda parte) ***
Capitolo 15: *** Felicità! ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il rapimento ***


Il rapimento.



Il sole era tramontato da poco e ancora i suoi raggi illuminavano il campo di battaglia. Due figure combattevano sull’altopiano mentre nel cielo due draghi,uno blu e uno rosso si squadravano.
I due cavalieri si fermarono e così fecero i draghi. Uno dei due ragazzi,quello che brandiva la spada rossa, cominciò a ridere.
“Eragon anche se sei migliorato non puoi certo battermi è meglio che ti arrendi subito e ti lasci consegnare a Galbatorix.”
“Mai. Preferisco morire piuttosto che ridurmi come te. Non seguirò mai i piani di un pazzo.”
“Io ti avevo avvertito.”
I due ricominciarono a combattere ma sembrava che stavolta Murtagh avesse la meglio. Infatti riuscì a ferire gravemente Eragon che cadde per terra. Anche Saphira cadde a terra e Castigo le fu addosso. Murtagh rise di nuovo e si abbassò per aiutare Eragon e nel farlo gli sussurrò all’orecchio “Slytha.*” Subito un senso di stanchezza s’impossessò di Eragon che cadde in un sonno profondo.
Saphira invece rimase abbastanza cosciente da poter volare. Murtagh issò Eragon su Castigo e poi salì pure lui. Ordinò a Saphira di seguirli. Entrambi i draghi si alzarono in volo.
Nel frattempo l’esercito dei Varden stava combattendo contro quello reale ma quando si accorsero che il drago rosso se ne andava una nuova forza li animò e cominciarono a combattere con rinnovato vigore. Ma nessuno di loro sospettava che Eragon era stato rapito. Infatti l’esercito reale sapeva che Murtagh aveva compiuto il suo compito e che rimanere a combattere non aveva più senso.
I Varden li stavano spingendo indietro e dopo poco riuscirono a metterli in fuga. Quando si accorsero che avevano vinto i Varden esultarono di gioia. Che purtroppo sarebbe durata poco.

Nasuada stava nella sua tenda con Arya e Orik quando entrò di corsa un soldato.
“Mia signora non riusciamo a trovare Eragon Ammazzaspettri. Abbiamo cercato dovunque ma sembra sparito.”
“ Come sarebbe a dire sparito?” Era stata Arya a parlare.
“Forse, non voglio essere pessimista, ma non potrebbe essere stato rapito da Murtagh?” Questa volta fu Orik a parlare. Tutti i presenti rimasero in silenzio.
Dopo attimi che parvero eterni Arya si alzò, prese una delle bisacce e versò un po’ dell’acqua che contenevano in una ciotola. Poi pronunciò “Draumr kòpa**” Il liquido nella ciotola tremò e poi vi comparve Eragon legato a delle catene. Del sangue gli cadeva da una ferita sul fianco e aveva molti lividi su svariate parti del corpo. L’immagine sparì. Tutti i presenti si guardarono. Fu Nasuada a rompere il silenzio “Dobbiamo liberarlo. Sono sicura che si trova a Urù’baen. Sicuramente Galbatorix vuole Saphira per farla accoppiare con Castigo per avere una nuova generazione di Cavalieri di Draghi al suo servizio. Dobbiamo impedirglielo.” Tutti concordarono di rivedersi l’indomani per decidere un piano. Mentre stavano uscendo entrò Roran. “Cosa è successo a mio cugino?”
“L’hanno rapito. Ma domani organizzeremo un piano per riprendercelo. Ora vai a riposarti ne hai bisogno. Ci vediamo domani.”
“Ok.” *Dormi. **rifletti l'immagine.


Bene come primo capitolo fa un pò schifo ma prometto che migliorerà nei prossimi capitoli. Solo se recensite.

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Capitolo 2
*** Al cospetto di Galbatorix ***


Eragon si risvegliò in una cella: Aveva i polsi legati. Non riusciva a capire come fosse arrivato lì. Si ricordava solo suo fratello che gli sussurrava delle parole all'orecchio e poi il vuoto. Provò a mettersi in contatto con Saphira ma non ci riuscì. Provò anche a liberarsi ma anche quì fallì. "Devono avermi drogato" pensò. Si costrinse ad aspettare nonostantre il dolore al fianco causatogli dalla ferita infertagli da Murtagh. Dopo molto tempo arrivò un soldato che con un ghigno che non prometteva niente di buono gli disse"Galbatorix vuole vederti." A quelle parole Eragon sbiancò. Il soldato un, pò spingendolo, un pò prendendolo a calci, lo condusse in una grande sala cirolare. In fondo c'era un trono dove era seduto Galbatorix.Al suo fianco Murtagh gli stava dicendo qualcosa ma si intarruppe quando vide il fratello. Galobatorix si alzò e il soldato costrinse Eragon a inginocchiarsi. Poi però ad un cenno di Galbatorix ( vorrei scrivere Galbanino è più facile! Nb autrice) lo fece rialzare(sta diventando la mia balia. Nb di Eragon). Galbatorix gli andò vicino e disse"é un onore avere il grande Eragon tra noi. Vado subito al sodo Cavalire perche non ho tempo da perdere. Ho una guerra da preparare contro i tuoi amici Varden. Voglio la tua dragonessa per farla accoppiare con uno dei due draghi." Eragon guardò Galbatorix e poi....gli sputò in faccia. Tutti i presenti trattennero il fiato. Molto lentamente Galbatorix si pulì il volto e poi altrettanto lentamente guardò Eragon. Questi gli disse sprezzante " Mi pare che la mia risposta sia chiara." " Si Cavaliere è chiara. Come sono molto chiare le conseguenze di questo tuo gesto. Murtagh accompagna il caro fratellino nei sotterranei e penso che trenta frustate siano d'obbligo." A queste parole Murtagh sbiancò. "No, non può chiedermi questo non posso farlo." I suoi pensieri vennero interrotti dalla guardia che gli portava Eragon. Per un attimo gli occhi dei fratelli si incrociarono e Eragon lesse la disperazione e il dispiacere in quelli di Murtagh. Poi il fratello lo prese e lo portò nei sotterranei. Quando furono nella sala delle torture e Murtagh tirò fuori la frusta una sola lacrima scese dai suoi occhi e una sola parola pronunciarono le sue labbra."Perdonami." Poi brandì la fsusta. Galbatorix sentì l'urlo di Eragon e sorrise. Quando Murtagh finì Eragon giaceva a terra più morto che vivo. Allora il fratello lo prese e lo portò,tramite una porta secondaria,nelle sue stanze. Lo stese e cominciò a curargli le ferite. Appena Eragon riprese un pò di conoscenza vide il fratello e gli disse"No,non devi farlo, se Galbatorix ti scopre ti farà del male." "Cos'altro può farmi? Mi ha separato da mio fratello, costretto a servirlo, che cosa può farmi ancora? Eargon ti prego non ridurti come me, proteggi Saphira e te stesso. Si libero anche per me." Murtagh sorrise, un sorriso amaro carico di tristezza. " Ti prometto, fratello, che ti libererò. Anche a costo della vita." Murtagh sorrise di nuovo ma questa volta nei suoi occhi brillava la speranza. Sollevò Eragon passandogli un braccio dietro le spalle. Lo attirò a se e lo abbracciò. Eragon ricambiò l'abraccio e sentì Murtagh sussurrare" Grazie." Galbatorix vide tutta la scena e sorrise. Salve rieccomi qui con un nuovo capitolo. Certo che so sfigati sti due ma vedrete che migliorerò la loro vita nei prossimi capitoli. A propisito chissà come sfruttera Galbanino L'affetto tra i due fratelli. Tutto questo e molto altro nei prossimi capitoli. Grazie a chi a recensito.

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Capitolo 3
*** Un nuovo Cavaliere ***


Galbatorix stava seduto sul suo trono e stava ripensando a ciò che aveva visto prima: i due fratelli che si abbracciavano. Poteva sfruttare l'affetto che c'era tra i due a suo favore. "Chiamate Zara" Poco dopo arrivò una ragazza. Doveva avere poco più di vent'anni. I capelli erano lunghi fino alle spalle di un bel biondo scuro quasi castano. Gli occhi erano color nocciola. "Mi avete fatto chiamare Sire?" "Si mia cara, voglio che tu faccia una cosa per me." "Ditemi pure." "Tu e Kieran dovete uccidere Eragon." "Un compito non facile mio signore ma vedrò di non fallire." "Molto bene, sai che mi fido di te." "Si,e vi ringrazio molto, ma perchè non chiederlo a Murtagh?" "No,lui ed Eragon sono fratelli. Non ne sarebbe capace. E poi voglio vederlo soffrire." " Mlto bene. Avrete la sua testa. Un'ultima cosa. Devo uccidere Eragon ma che ne sarà di Saphira?" "A lei penserò io. Tu non ti devi preoccupare." "Ottimo" Zara se ne andò. Arrivò in un cortile e chiuse gli occhi. Un ombra passò sopra il cortile e atterò alle sue spalle. Un possente drago verde smeraldo era atterrato nel cortile.Era più grande di Castigo.Zara si girò con un sorriso. "Come stai Kieran? La caccia è andata bene?" "Si, qui le prede sono molte e difficili da cacciare. Propio come piace a me!" "Galbatorix ci ha affidato un compito. Dobbiamo uccidere Eragon." "Ma così anche Saphira morirà." "Galbatorix a detto che a lei ci penserà lui." Zara salì sulla sella e Kieran spiccò il volo. Finalmente si sentiva bene. Poi improvvisamente avvertì un'altra presenza. In lontananza vide un drago rosso. "Ah bene, Murtagh e Castigo. Un pò di divertimento!" "Sei pronta dolcezza?" "Vai." Anche Murtagh aveva sentito la presenza della giovane. "Castigo guarda è Zara! Finalmente ci divertiamo un pò." "Pronto Lupo?" "Pronto fratellino." I due draghi si incontrarono e Kieran girò intorno a Castigo e partì velocissimo. Castigo raccolse la sfida e lo seguì. I due draghi volavano velocissimi e affiancati quando ad un certo punto Castigo,con due clpi potenti, si porto avanti. Continuarono così per un bel pezzo ma ad un certo punto Zara urlò a Murtagh di fermarsi nella piccola radura che si trovava sotto di loro. Castigo si fermò di colpo e atterrò e così fece Zara. Appena atterrati nella radura, che era abbastanza grande per due draghi, Zara sfilò la sua spada e si pronunciò le parole per smussare la lama. Murtagh la guardò un attimo prima di fare la stessa cosa. I due si misero in posizione e dopo un'infinità di tempo Zara scattò in avanti ma all'ultimo momento girò su se stessa e si portò alla sinistra di Murtagh che però parò il fendente con facilità. I due cominciaròno a battersi. "Non pensavo che fossi così forte. Ti faccio i miei complimenti." disse Murtagh ansimando. "Anche tu non sei male, ma ci vuole di meglio per battermi." gli rispose Zara, anche lei ansimante. Ripresero a combattere ma questa volta Zara combatteva con più forza e infatti riuscì a disarmare Murtagh che cadde in ginocchio. Ma non si arrese e afferò le gambe di Zara che cadde. Murtagh le fu sopra ma lei gli mollò una ginocchiata sull' inguine, senza fargli troppo male, e lui si scanzò. Allora Zara ne approfittò per alzarzi e aspettò che anche Murtagh si rialzasse e gli disse" Non ti conviene sfidarmi oltre alla scherma conosco anche le arti marziali!" "Sei una ragazza a cui voler bene! D'accordo mi arrendo!" "Mossa saggia Murtagh! Che dici credi che dobbiamo tornare a palazzo?" "Si, purtroppo." I due rimontarono sui draghi e scherzando e ridendo ritorarono a palazzo. Salve rieccomi qui con un altro capitolo! Questa volta è andata meglio! Comunque se avete letto attentamente il 2 capitolo Galbanino dice "Ho due draghi con cui farla accoppiare." Quindi diciamo che avevo anticipato qualcosa. Nel prossimo capitolo ne succederanno delle belle! Grazie a chi ha recensito ea chi recensirà (sidice così?)

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Capitolo 4
*** AVVISO ***


Ciao a tutti! Per questa settimana non potrò aggiornare la storia perchè parto ma non vi preoccupate tornerò con tante bellissime sorprese!!!

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Capitolo 5
*** Decisioni ***


Roran camminava avanti e indietro per la stanza. Ormai aveva preso La sua decisione: sarebbe andato ad Urù’bean e avrebbe liberato sia Eragon che Katrina. Come non lo sapeva neanche lui. Sapeva solo che li avrebbe liberati anche a costo della vita. Sarebbe partito l’indomani mattina all’alba e avrebbe raggiunto la capitale all’alba. Certo ci avrebbe impiegato molto tempo ma non importava. Ancora assorto nelle sue riflessioni non si accorse che qualcuno era entrato nella sua tenda. Solo quando Ayra e Nasuada lo salutarono si accorse delle due donne. “Ciao Roran. Come stai? Vedo che ti stai preparando per partire. Salvare Eragon e Katrina non sarà facile. Come non sarà facile arrivare e entrare ad Urù’bean. Hai un piano?” “No Lady Nasuada. Non ho un piano. E penso di raggiungere la capitale a cavallo. Se avete dei suggerimenti li accetto tutti.”Ayra lo guardò un attimo prima di dire “Come prima cosa ti aiuterò a raggiungere la capitale. Poi entrare non sarà difficile. Io incanterò le guardie e gli ordinerò di aprire i cancelli. Insieme entreremo nella città e, una volta dentro il palazzo non mi sarà difficile localizzare la cella di Eragon. Conosco quel posto per esserci stata.” “ No, no,no tu verresti con me? Avevo deciso di andare da solo. E poi penso di cavarmela anche da solo. No tu resterai qua.” “Non ti conviene rifiutare il mio aiuto Roran. Potrebbe rivelarsi prezioso. E poi come pensi di arrivare in una città il più presto possibile quando ci vuole quasi un mese? Come pensi di eludere la sorveglianza che sarà composta da almeno un migliaglio di guardie? Fidati di me.” “ Va bene. Come andremo?” Ayra sorrise misteriosa. “A dorso di drago ovviamente.” Saphira osservava la ragazza che era entrata nel suo rifugio. Aveva una strana aura anche se era un Cavaliere. Poi capì. Non era una ragazza normale. Le sue orecchie dicevano tutto. Ma solo un attento osservatore come potevano essere i draghi poteva notarlo. Erano leggermente a punta. “Sei una mezzelfa vero?” gli chiese Saphira. “Hai indovinato Saphira. Sono una mezzelfa. Ma solo un attento osservatore come voi draghi poteva vederlo.” Gli rispose Zara. “ Mio padre era un umano e mia madre un Elfa. Quando morì mio padre lei risposò un elfo ed ebbero un'altra figlia. Sicuramente la conosci. Ma ora passiamo ad altro.” detto questo Zara chiuse gli occhi e sì unì mentalmente a Kieran. Pronunciò delle parole nell’antica lingua. Saphira sentì una fitta alla testa così anche Eragon nelle stanze di Murtagh. Cavaliere e Drago sentirono come una specie di taglio e in quel momento il loro legame si spezzo. Il piano di Galbatorix era andato in porto. Ora Saphira ed Eragon erano divisi. Zara sorrise. Ora non gli restava che uccidere Eragon. Bene gente eccomi tornata con un nuovo terrificante capitolo. Ora il povero Eragon non ha più il legame con Saphira. Cosa succederà? Non ho messo le parole perche non le sapevo. Dovrebbero essere queste: Che tu sia separata dal tuo cavaliere. Una cosa semplice. Grazie a chi ha recensito.

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Capitolo 6
*** Eragon,ti salviamo noi! ***


Roran camminava nervosamente per la tenda. Ayra gli aveva detto che fra poco sarebbe arrivato il drago che li avrebbe condotti a Urù’bean. Ma Roran non capiva quale drago. Facendo mente locale dei draghi che ricordava nessuno poteva portarli fin lì. Saphira era con Eragon, Castigo era il drago di Murtagh e questo diceva tutto e Gleader di certo non poteva. Roran non sapeva dell’esistenza di Kieran ma comunque lui non li avrebbe aiutati. Ma allora chi era questo drago? Gli interrogativi di Roran avrebbero avuto presto risposta. Infatti un ruggito potente scuarciò il silenzio che regnava nell’accampamento dei Varden. Roran schizzò fuori dalla tenda e lo vide. Un possente drago viola. Il suo aspetto esteriore faceva capire che era giovane ma i suoi occhi parlavano da soli, nascondevano una saggezza che solo un drago anziano poteva avere. Accanto al drago c’era Ayra che sorrideva. “ Questo è Arabel. Il mio drago. Per tutto il tempo, da quando il suo uovo si è schiuso per me, fino ad oggi, è stato nascosto nella Du Weldenvarden affinché nessuno sapesse della sua esistenza. Ma ora è arrivato il momento di uscire allo scoperto e se Galbatorix ci darà la caccia peggio per lui.” Arabel fece un verso gutturale per assentire alle parole di Ayra. Dopo di questo Ayra aiutò a salire Roran che però aveva ancora una domanda. Come leggendogli nel pensiero Ayra gli disse “ Il Gedwey ignasia l’ho nascosto con un piccolo incantesimo.” Detto questo salì anche lei. Arabel spiccò il volo e cominciò a volare velocissimo. Durante il viaggio Roran ebbe modo di scoprire molte cose sul piano che aveva in mente Ayra. Arrivarono a Urù’Bean in una settimana. Si fermarono alle porte della città e decisero che avrebbero agito nella notte. Si accamparono in una piccola radura poco distante dalla città e prepararono una piccola cena. Intanto che mangiavano Ayra parlava con Arabel del piano. “ Non dovrai farti vedere Arabel a meno che non ci serva il tuo aiuto. Ma sarò io a dirti di intervenire. Non voglio correre rischi inutili.” “D’accordo ma se succede qualcosa dovrai chiamarmi subito ok? Ora dormi piccola mia. Veglierò io su di voi. Buona notte.” “ Buona notte cucciolo!” Ayra sistemò il suo sacco e si preparò a dormire almeno qualche ora. Così fece Roran. A notte fonda furono svegliati da Arabel che li avvertiva che era ora. Ayra prese arco, frecce e spada, Roran invece si limitò al suo inseparabile martello. Si avvicinarono alle porte della città dove trovarono due guardie e fu facile per Ayra metterle fuori gioco. Così entrarono. Ma ora veniva la parte difficile. Entrare nel palazzo e liberare Eragon e Saphira. Decisero che prima avrebbero liberato la dragonessa. Ayra chiuse gli occhi e si concentrò. Sentì le presenze di tre draghi. Due le conosceva perfettamente: erano quelle di Castigo e Saphira, ma l’altra non riusciva a capire di chi fosse. Poi però capì che il terzo uovo doveva essersi schiuso. Disse a Roran “ Saphira è tenuta prigioniera nell’ala ovest della città.” Cominciarono a correre e in un quarto d’ora arrivarono nelle stalle dove era tenuta Saphira. “Stai indietro Roran.” Ayra raccolse la magia fece scattare la serratura della porta. Dentro era buio e Ayra pronunciò “ Brisinger” e un piccolo fuoco si accese nelle sue mani. Tanto quanto bastava per illuminare la stanza. In un angolo dormiva Saphira. Le ali incatenate alla parete. Ayra si guardò un attimo intorno per vedere se c’era qualcuno ma vedendo che erano soli si diresse verso Saphira. La dragonessa dormiva e quando Ayra le toccò la zampa emise un ringhio basso ma aprì gli occhi e riconobbe Ayra. “ Cosa ci fai qui?” “Sono venuta a liberarvi. C’è anche Roran. Libereremo anche Katrina. Ma ora lascia che rompi queste catene.” Roran che fino a quel momento si era tenuto in disparte si fece avanti e con il suo martello ruppe una catena. Poi guardò Ayra e anche lei, usando la magia, ruppe un'altra catena. Andarono avanti così per diversi minuti fino a che tutte le catene furono per terra. Saphira voleva uscire al più presto da quel buco e così senza aspettare Roran e Ayra si alzò in volo e poi atterrò in mezzo ai rottami. Fece salire sia Roran che Ayra sul suo dorso e spiccò il volo in direzione del palazzo. “Ayra devi sapere molte cose. In primo che c’è un altra Cavaliere al servizio di Galbatorix. Poi che questa ragazza mi ha fatto un incantesimo. Io e Eragon…siamo divisi. Non c’è più nessun legame tra noi. Eragon si trova nelle stanze di Murtagh che pare sia dalla nostra parte.” “ Mi dai delle notizie terribili Saphira. Conosco l’incantesimo di cui mi hai parlato. Ma non posso spezzarlo. Solo chi l’ha pronunciato può farlo. Per quanto riguarda Murtagh sono contenta ma anche lui è legato a Galbatorix. Come può essere dalla nostra parte?” “ Infatti sta rischiando la vita da molti giorni pur di proteggere Eragon.” “Capisco.” Intanto erano arrivati davanti al palazzo a Saphira si rialzò in volo ma sarebbe tornata non appena avrebbero portato fuori Eragon. Così Ayra e Roran entrarono. Roran si diresse a destra mentre Ayra andò a sinistra. A quanto aveva detto Saphira in quelle direzioni c’erano la cella di Katrina e le stanze di Murtagh. Roran arrivò senza problemi alla cella di Katrina e con un po’ di difficoltà riuscì ad aprire la porta. Dentro era buio ma Roran vide un lume e con una torcia che c’era fuori lo accese. La stanza era quadrata e piccola. Dentro c’erano un letto e una coperta e un piccolo tavolino con una brocca. Sul letto c’era Katrina. Dormiva ma Roran vide sul suo corpo diversi segni di torture. “Bastardi,figli di scicalli. Gliela farò pagare cara.” Prese Katrina in braccio e uscì dalla stanza. Tornò indietro per la stessa strada dell’andata e si ritrovò fuori. Ora doveva solo aspettare. Intanto Ayra percorreva dei lunghissimi corridoio. Ma non si perdeva perché sentiva la presenza di Eragon sempre più vicina. Finalmente arrivò davanti alla porta della stanza di Murtagh. Apri la porta con la magia. Murtagh si svegliò di soprassalto. Qualcuno stava entrando nella sua camera. A quell’ora di notte poteva essere soltanto una guardia. E se Galbatorix avesse scoperto che teneva nascosto Eragon nelle sue stanze? Prese un pugnale da sotto il cuscino. Era pronto a tutto pur di proteggere il fratello. Ayra entrò nella stanza e accese un lume che stava lì vicino. Ma non fece in tempo a guardarsi in torno che si ritrovò un coltello alla gola. “ Mettilo via Murtagh sono qui per Eragon. Voglio salvarlo.” Murtagh riconobbe la voce e le fattezze di Ayra. “ Sono contento che tu sia venuta. Eragon si trova in quella stanza.” E gli indicò una porta. “Grazie.” Ayra sorrise e suo malgrado Murtagh ricambiò. Ayra si diresse verso la stanza di Eragon. Aprì la porta e lo vide. Dormiva profondamente. Ayra lo sveglio con un bacio sulla guancia. Eragon aprì gli occhi e ancora impastato di sonno non riconobbe Ayra. Che gli sussurrò “ Eragon sono io Ayra. Vieni andiamo via. Roran ci sta aspettando.” Eragon si svegliò di colpo a quelle parole. Scese dal letto e seguì Ayra nella stanza di Murtagh che li stava aspettando. “Verrò con voi. O perlomeno vi aiuterò a scappare.” “ Non devi farlo Murtagh se Galbatorix ti scoprisse ti ucciderebbe. Hai già fatto molto per me. Ti prego non rischiare ancora.” “ Grazie Eragon ma non voglio lasciare il mio fratellino di nuovo solo.” Disse Murtagh con un sorriso “ Andiamo.” Nella voce di Ayra si sentiva una voce di impazienza. Eragon e Murtagh raccolsero velocemente le loro cose e uscirono dalla stanza. Proprio in quel momento un gruppo di soldati passavano davanti alla camera di Murtagh. Ayra eragon e Murtagh trattennero il fiato. Un po’ troppo perchè uno dei soldati urlò “ Allarme il prigioniero sta scappano.” Murtagh si riscosse e trafisse il soldato con Za’Roc. Ma ormai era troppo tardi, altri soldati richiamati dalle grida del primo arrivarono e presto i tre si trovarono circondati. Subito Ayra e Murtagh cominciarono a combattere mentre Eragon si teneva in disparte. Purtroppo lui non aveva una spada né tanto meno poteva usare la magia, visto che non era più legato a Saphira. Intanto Murtagh e Ayra erano riusciti ad aprirsi un varco tra i soldati e tutti e tre riuscirono a scappare. Ma il frastuono della piccola battaglia aveva svegliato anche Zara che avendo le stanze vicino a quelle di Murtagh pensò subito che fosse successo qualcosa a lui. Così corse fuori e vide la scena: Eragon Ayra e Murtagh che scappavano. Non ci pensò troppo e chiamò Kieran con il pensiero. Intanto si lanciò all’inseguimento dei tre fuggitivi. Ayra si accorse che erano inseguiti e si fermò. Sguainò la sua spada e si preparò a combattere. Zara vide che una dei tre si era fermate e si preparò anche lei al combattimento. Le due si fronteggiarono un attimo e poi si lanciarono. Le loro lame si incontrarono un attimo a mezz’aria per poi riprendere a volteggiare. Entrambe erano molto brave ma ayra pensava “Solo una persona può tenermi testa ma non può essere lei.” Girarono entrambe su se stesse e le loro spade si incrociarono a mezz’aria. Entrambe poterono vedere l’altra in faccia. Ayra sgranò gli occhi e cosi fece Zara. Poi in coro dissero “ Zara!” “Ayra!” “Che ci fai qui…sorella?” chiese Zara. “Potrei dire lo stesso di te…sorella.” Disse Ayra Ma un urlo di murtagh la distrasse da quello che stava dicendo. “ Scusa ma devo andare.” “ Tu non vai da nessuna parte.” Entrambe cominciarono a correre nella stessa direzione ma Ayra essendo un Elfa pura era più veloce di Zara. Infatti arrivò prima. La scena che vide la lasciò di stucco. Roran e Murtagh impegnati con un gruppo di soldati Castigo e Arabel impegnati contro Kieran e…Shruikan. Si il re in persona era sceso sul campo di battaglia. Intanto Saphira e eragon dall’alto osservavano la scena. Ma Saphira sebbene non fosse più legate e Eragon poteva comunque sputare fuoco e combattere. Così lanciò un potente ruggito e si lanciò nella mischia lanciando fiammate e mordendo chiunque le capitasse sottotiro. Intanto Ayra era salita su Arabel,Zara su Kieran e Murtagh su Castigo. Tutti quanti si alzarono in volo. murtagh aveva un piano. “Ayra, io distraggo Zara e Galbatorix, voi scappate. Non posso farcela per molto ma vi posso dare il tempo di scappare.” “ Murtagh sei sicuro?” “Si recupera Eragon e Roran e andate.” “Grazie.” Ayra parlò a Saphira che atterrò vicino a Roran che non ci pensò due volte e salì con Katrina in braccio. Saphira spicco il volo e così fece Arabel. Intanto Murtagh fronteggiava Galbatorix e Zara. Quando vide Eragon e Ayra al sicuro attaccò. Zara si parò davanti al re e i due draghi si attorcigliarono tra loro ma Murtagh riuscì a librarsi e volò verso il re che non battè ciglio. Si limito ad alzare un braccio e pronunciò alcune parole nell’antica lingua. Murtagh sentì una fitta alla testa e poi lui e Castigo caddero rovinosamente a terra. Ringrazio chi continua a recensire, ma anche chi legge e basta. Finalmente sono riusciti a liberare il povero Eragon ma… Ayra ha una sorellastra? Ed è un cavaliere? Queste sono le pazzie che escono dalla mia mente criminale. Comunque ora cosa succederà a quello sfigato di Murtagh? Lo scoprirete solo leggendo

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Capitolo 7
*** Galbatorix si arrabbia! ***


Galbatorix fissava Murtagh. Il ragazzo era stato portato al suo cospetto non appena aveva ripreso i sensi. “Cosa devo fare con te Murtagh? So che per te la parola fedeltà non esiste, ma un minimo. Ti ho aiutato quando eri un ragazzo. Ti ho permesso di diventare un Cavaliere dei Draghi e tu mi ripaghi con questa moneta. Con l’infedeltà? L’ingratitudine?” “Mi hai permesso di diventare un Cavaliere dei Draghi e un tuo schiavo vorrai dire!” ormai il tono di Murtagh era sprezzante. Non gli importava niente. Galbatorix poteva fare di lui quello che gli pareva ma Murtagh non l’avrebbe mai più servito. Gli dispiaceva solo per Castigo. Il suo drago non meritava tutto questo. “Neanche tu lo meriti.” la frase di Castigo gli arrivò come un sussurro. Suo malgrado Murtagh si ritrovò a sorridere. Galbatorix lo stava guardando poi il suo volto si illuminò di una luce crudele. “Guardie!” chiamò. Arrivarono tre guardie e Galbatorix con un cenno della testa indicò Murtagh. “ Nelle sala delle torture. Fategli il più male possibile.” Il volto di Murtagh sbiancò. Ancora torture? No, a questo non avrebbe resistito. ******** Eragon camminava su e giù per la tenda nervosamente. Sapeva che Galbatorix avrebbe fatto del male a Murtagh perchè li aveva aiutati a scappare e lui avrebbe voluto aiutarlo e sapeva anche come. Chiamò Saphira con la mente. Anche se non avevano più il loro legame potevano comunque parlarsi con la mente. “Dimmi piccolo mio. Cosa c’è?” “Ho intenzione di andare a prendere Murtagh. Mi puoi accompagnare?” “Dovresti chiedermi se voglio accompagnarti ma comunque la mia risposta è si!” “Grazie!” Eragon prese la sella e cominciò a sellare Saphira. Arrivò di Ayra e lo guardò con un enorme punto di domanda stampato sulla faccia. “Vado a prendere Murtagh.” “Cosa?eragon è una pazzia.” “Se Zara si trovasse in pericolo lo faresti anche tu. E poi lui mi ha aiutato tantissimo. Perché non dovrei farlo anch’io?” “E se ti ri-catturano?” “Non succederà!” Eragon salì su Saphira ma Ayra lo fermò. “Aspetta!” Eragon scese e Ayra prese il suo volto tra le mani. Lo guardò con affetto e poi gli diede un leggero bacio sulla guancia. Poi sorrise. “Vai a salvare tuo fratello.” Eragon salì su Saphira che spiccò subito il volo. ************************* Murtagh guardava terrorizzato il soldato che brandiva la frusta. Aveva già subito le tenaglie arroventate non poteva resistere ancora. Ma il soldato non aveva intenzione di smettere. Alzò la frusta e cominciò a frustarlo. Le sue grida risuonarono per tutto il palazzo. Se non fosse stato perché era legato per i polsi sarebbe caduto per terra. Dopo trenta frustate il soldato poté ritenersi soddisfatto. Gli slegò i polsi e Murtagh cadde per terra. Il suo corpo era scosso dai brividi di dolore. La schiena e anche il petto erano segnati dai numerosi colpi ricevuti. Molti erano ancora sanguinanti. Il soldato lo alzò di peso , senza pietà, e Murtagh gemette di dolore. “Soffri eh? Questo è solo il minimo. Ti aspettano molte altre torture. Il re ha detto di farti il più male possibile, senza arrivare ad ucciderti. Ho ancora tante cose in serbo per te.” Il soldato scoppiò in una perfida risata. Dopodichè sbattè Murtagh contro il muro e gli fu addosso brandendo un coltello. Solo per un attimo i loro occhi si incontrarono e Murtagh poté leggervi freddezza e perfidia. Ma poi non vide più niente. Il soldato lo aveva colpito allo stomaco col coltello e lui aveva perso i sensi dal dolore. ************ Erano arrivati. Eragon disse a saphira di atterrare. Entrambi sentivano nell’aria qualcosa di terribile. Entrò di soppiatto da una porta secondaria e si diresse direttamente nelle segrete dove sapeva si trovava Murtagh. Aprì la porta con la magia. Quello che vide lo lasciò di stucco. Murtagh giaceva a terra in una pozza di sangue. Era semi cosciente. Tanto quanto bastava per guardare chi era appena entrato e rendersi conto che era Eragon e non il soldato. Cercò di parlare ma non ci riusciva. Eragon si chinò per aiutarlo ad alzarsi. Poi chiamò sia Saphira che Castigo con la mente. Trovò entrambi i draghi che lo aspettavano davanti alla porta. “Scusa Castigo ma è meglio se porto Murtagh con me. Così non cade. Ok?” “Si non ti preoccupare.” Eragon mise Murtagh su Saphira e salì dietro di lui. Quando Murtagh capì di avere dietro Eragon si girò appena e riuscì a sussurrargli “Grazie.” Prima di svenire. Eragon guardò un attimo prima Castigo e poi Saphira. Dopodichè entrambi i draghi spiccarono il volo. Volarono tutta la notte e all’alba arrivarono all’accampamento dei Varden. Eragon fece in tempo a scendere e a levare Murtagh dalle sella che già si ritrovava nella sua tenda. Adagiò Murtagh sulla sua branda a cominciò a curargli le ferite. Ma ben presto si rese conto che erano troppe e che non avendo più il legame con Saphira non poteva curarle tutte. Si alzò da terra in preda all’ira. Dannata quella mezz’elfa che aveva separato lui e Saphira. Proprio in quel momento entrarono nella tenda Roran seguito da Ayra. Che come vide Murtagh sul letto e lanciando una veloce occhiata ad Eragon si fiondò ad aiutarlo. Eragon osservava l’elfa che aiutata dal suo drago Arabel guariva suo fratello. Dopo minuti che parvero ore Ayra si alzò a disse “ Io ho fatto il possibile. Ora sta a lui e a Castigo. Le ferite erano molte e profonde. Alcune anche infette. È strano che non abbia febbre. Ma ora deve riposare. Roran vieni andiamo via” i due uscirono dalla tenda di Eragon però prima Roran si avvicinò al cugino e lo abbracciò. “ Non lo conosco bene come lo conosci tu, ma dopo che abbiamo combattuto insieme quando ti abbiamo liberato ho capito che è un buon amico. Se ti serve qualcosa non hai che da chiedermelo,fratello.” Con queste parole Roran gli aveva espresso tutto il suo affetto. “Grazie, fratello.” Eragon gli era riconoscente per quell’abbraccio e perché capiva il suo stato d’animo ma infondo erano cresciuti insieme. Uscirono dalla stanza. Eragon si sedette accanto al letto di Murtagh e si preparò ad una lunga notte di veglia. Era notte fonda quando si svegliò di soprassalto. Murtagh si agitava nel sonno e urlava di dolore. Evidentemente le ferite, anche se rimarginate, continuavano a fargli male. Ma da quelle urla Eragon riuscì a cogliere alcune frasi “No, lasciami in pace, non ti voglio servire… lascia in pace Eragon non fargli del male…bastaaaa!” Dopo questo ricadde in un sonno agitato. Eragon lo guardò con angoscia. Anche a quella distanza l’influenza di Galbatorix era forte. Lo avrebbe aiutato in qualunque modo. Si riaddormento poggiando la testa sul petto di Murtagh che sentendo quel peso caldo si calmò. La mattina li sorprese. Eragon si svegliò abbastanza presto. Aveva bisogno di tirare di spada con qualcuno, doveva sfogarsi e il solo modo per farlo era quello. Andò sul campo di allenamento e vi trovò Ayra intenta ad allenarsi con l’arco. La osservò un po’ e nonostante lei si ostinasse a sostenere il contrario Eragon sapeva che provava qualcosa per lui. Altrimenti perchè quel bacio? Ayra si accorse di essere osservata e smise di tirare con l’arco. “ Buongiorno Eragon come stai? Come sta Murtagh?” “Io bene. Murtagh purtroppo stanotte e stato “attaccato” da Galbatorix che voleva riprendere il controllo su di lui. Ma poi ha smesso. Senti ti andrebbe di duellare con me?” “Certo ma sai che perderai vero?” “Certo, ma forse non come l’altra volta!” entrambi sorrisero poi presero le rispettive spade (Eragon se ne era fatta prestare una non avendo più Za’Roc) e si misero in posizione. La prima ad attaccare fu Ayra. Eragon schivò il colpo e poi attacco. Ayra parò e i due iniziarono a combattere seriamente( mi sono dimenticata di dire che avevano smussatole lame!) fino a che in una serie di attacchi a parate le loro lame si incrociarono in aria. I loro volti erano vicini ,molto vicini. Eragon non resistette. Ma poi ricordandosi di come aveva reagito alla prima volta che lui le aveva rivelato il suo amore si fermò. Ma Ayra lo sorprese. Avvicinò la sua bocca alla sua e lo baciò. Eragon all’inizio fu sorpreso ma poi rispose al bacio. Si fermarono solo per riprendere fiato. Le spade caddero a terra e così fecero loro. Eragon era sopra di lei. Il campo era vuoto. Eragon era un pò timoroso ma Ayra gli sorrise e lo invitò a proseguire. Lui la baciò di nuovo e poi scese lungo il collo per poi risalire verso la sua bocca. Nel frattempo le slacciava il corpetto. Lei intanto gli stava levando la tunica. Dopo che ebbe litigato non poco con i lacci del corpetto di Ayra, Eragon riuscì a levarglielo. Si ritrovò così ad ammirare i seni di Ayra. Era bellissima! Anche ayra ammirava il corpo del suo bel Cavaliere. Era riuscita a levargli i pantaloni. Eragon le sorrise poi le allargo leggermente le gambe. “Pronta?” Ayra gli sorrise. Consumarono il loro amore lì sul campo di allenamento. Quando finirono Eragon si spostò al suo fianco. Si guardarono e poi con tacito accordo si alzarono e si rivestirono. Entrambi si diressero verso le loro tende. Allora gente! Finalmente mi sono fatta viva, scusatemi se ultimamente non ho aggiornato ma non mi andava. Eh eh. Comunque finalmente quello sfigato di Murtagh è stato liberato! Ma ayra e Eragon? Hanno fatto l’amore? Sono pazza lo so. Nel prossimo chap parlerò anche di Roran e Katrina che poverini ho un po’ trascurato. Cmq non temete anche Murtagh troverà l’amore della sua vita. Indovinate chi? Vi lascio col tarlo del dubbio fino a domani cioè fino al prossimo chap! Ciao ciao!

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Capitolo 8
*** Altro Avviso ***


Scusate ma per altri 10 giorni non posso aggiorare perchè parto di nuovo ma prometto che non appena tornerò scriverò tutti i giorni.

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Capitolo 9
*** Ti amo! ***


Roran camminava avanti e indietro per la stanza. Solo poche ore prima aveva parlato con Eragon. Insieme avevano deciso che l'indomani all'alba sarebbero andati insieme a salvare Katrina. La cosa si rivelava abbastanza difficile ma ci sarebbero riusciti. Non avevano un piano preciso ma sapevano solo che avrebbero vendicato Garrow e salvato Katrina. Si fece notte nell'accampamento dei Varden che si erano spostati nei pressi del castello di re Orrin. Eragon camminava per i lunghi corridoi alla ricerca della stanza di Ayra. Ricordava perfettamente quello che era successo il pomeriggio precedente. Lui e Ayra si erano amati intensamente e per lui era il realizzarsi di un sogno. Arrivò davanti alla porta. Bussò e senza attendere un risposta entrò. Ayra si voltò di scatto ma appena riconobbe Eragon si rilassò. < Eragon non ti aspettavo, mi hai fatto spaventare. > Eragon sorrise e poi avanzò verso di lei e facendolo indietreggiare fino a che lei non si ritrovò con le spalle al muro. Allora appoggiò le mani al muro e la baciò con passione. < Questo te lo aspettavi? > < No, ma è ben accettato. > Allora Eragon la baciò con passione e Ayra rispose fino a che non ebbero più fiato. Allora Eragon le cinse i fianchi con le braccia e la portò sul letto. Una volta lì cominciò a levarle i vestiti. Anche lei cominciò a spogliarlo e quando furono completamente nudi Ayra si accocolò tra le sue braccia. < E così domani sarai di nuovo in viaggio? Andrete a salvare Katrina. > < Si. > < Eragon, io ho paura che non tornerai più. Se dovessero catturarti di nuovo? Mia sorella sarà furiosa e anche Galbatorix. Ti prego fa attenzione. > < Si farò molta attenzione non voglio essere catturato di nuovo. Non resisterei senza di te! Stai tranquilla. > Ma in realtà anche lui era preoccupato. < Eragon ti prego dimmi che mi ami. > < Ti amo Ayra. Più della mia stessa vita. > Ayra sorrise poi lo baciò. < Anch'io ti amo > ***** Zara camminava nervosamente per i corridoi. Aveva fallito! < Dannazione! > Pensò. Ora Galbatorix l'avrebbe punita sicuramente. E poi pensava a Murtagh. < Quel traditore! > Eppure non poteva fare a meno di pensare che non era male stare con lui. E poi era veramente bello. (Chiamala scema la ragazza!) No! doveva assolutamente levarsi dalla testa quei pensieri. Intanto era arrivata alla meta. Aprì la porta. Davanti a lei stava una ragazza addormentata. I polsi erano legati con delle catene. Il viso era incorniciato da lunghi capelli ramati. Zara si avvicinò e le prese il volto tra le mani. < Mi dispiace,che tu sia separata dal tuo amore, ti posso capire. Ma devo compiere il mio dovere. Gli ordini del Re sono legge e vanno rispettati. Perdonami se puoi. > le sussurrò. Poi la scosse leggermente e Katrina si svegliò. Ci mise un po’ a capire chi si trovava davanti,ma quando riconobbe il volto di Zara desiserò non essersi mai svegliata. < Cosa vuoi Zara? Non ti basta quello che gia mi hai fatto? Che altri ordini ti ha dato il GRANDIOSO e INTELLIGENTE Re che così fedelmente servi? E… > < Non ti permettere di parlare così del nostro sovrano Katrina. Dovrei ucciderti solo per quello che hai detto ma al nostro Re servi viva quindi ti è andata bene. > < Lui non è il mio Re. Non lo sarà mai. Non intendo servire un pazzo. > < Fa come ti pare. > Zara slegò le catene che legavano i polsi di Katrina e l’aiutò a camminare ma Katrina con una mano la scansò < So camminare anche da sola. > Allora Zara si mise davanti a lei e la scortò fino alla sala del trono. Arrivate davanti alla porta Zara la aprì. Come al solito Galbatorix stava seduto sul suo trono ma questa volta stava sbraitando contro alcune guardie. < Come è possibile che ve lo siate lasciato scappare!? E poi un Cavaliere senza il suo Drago non vale niente ma voi come dei veri imbranati ( Pure lui furbo a circondarsi di guardie incapaci eh! Però meglio per i buoni ND dell’autrice.) (Vuoi continuare a scrivere!ND tutti) (Scusate io…) (Scrivi!) ve li siete lasciati sfuggire. Vi farò uccidere! > Quando vide Zara e Katrina si fermò di botto. < Ringraziate le ragazze. Prego signorine entrate. > Entrambe impaurite per la sfuriata di prima di prima si guardarono un attimo poi si fecero avanti. < Zara tu puoi andare, e anche voi. > disse rivolto alle guardie. < Katrina vieni pure avanti. > Katrina fece qualche passo verso il trono e arrivata al centro della stanza si fermò ma senza inginocchiarsi. Galbatorix notò questo gesto ma fece finta di niente. < Per cosa mi avete convocata signore? > disse gelida. < Volevo sapere come stavi. Se venivi trattata bene. Insomma mi sto solo preoccupando per te ecco tutto. > < Se è un metodo per farvi entrare nelle mie grazie sappiate che non funzionerà. Vi odierò sempre e comunque. > < Molto bene allora. Sappi che hai sprecato un opportunità. Guardie! > Arrivarono tre guardie. < Portatela nella sua cella. E poi mandatemi Zara. > Le guardie presero Katrina e la portarono fuori. Poco dopo arrivò Zara. Il re la guardò per un attimo prima di cominciare a parlare. < Zara sono molto deluso e arrabbiato con te. Ti sei fatta sfuggire dalle mani non una ma DUE Cavalieri. Ed Eragon è anche separato da Saphira. Mi hai veramente deluso. Ma ho fiducia in te e confido che in questa nuova missione non fallirai. Voglio che tu vada a riprendere Murtagh. > < Grazie della fiducia mio signore. Giuro che questa volta non fallirò. > < Molto bene. Allora parti quando vuoi e riportami quel traditore. > ******* Murtagh si era svegliato da poco. Ci mise un po’ a capire dove si trovava. Poi cominciò a focalizzare una piccola sedia vicino alla branda dove dormiva. Un tavolino con una bacinella dentro vicino all’entrata della tenda e un baule con dei vestiti dentro. Provò ad alzarsi ma un dolore allo stomaco glielo impedì. Allora ricordò: era stato Eragon a portarlo lì. Ma ora dove era? Qualcuno entrò nella stanza. Murtagh si coprì il volto con le mani. < Ti sei svegliato finalmente! > < Eragon? > < Si,fratello. In carne ed ossa. Sono due giorni che dormi. Cominciavo a preoccuparmi. > Murtagh sorrise. Finalmente, dopo tanto tempo si sentiva a casa e felice. Suo fratello si non lo vedeva come un traditore. Eragon si avvicinò al letto e osservò la fasciatura intorno al torace di Murtagh. < Ho fatto del mio meglio per curarti ma erano ferite profonde e… > < So che senza l’aiuto di Saphira è molto più difficile. Grazie mille per quello che hai fatto Eragon. > < Mi sembrava il minimo visto quello che tu hai fatto per me. > < Bè visto e considerato che ho cercato di costringerti a far accoppiare Saphira con Kieran aiutarti quando eri prigioniero era il minimo. > < Senti è Galbatorix che ti ha costretto tu non ne hai colpa. E quindi… > < E quindi siamo pari, perciò smettiamola, continuiamo a litigare per che ha aiutato di più l’altro sembriamo scemi. >Entrambi si guardarono un attimo e poi scoppiarono a ridere. Proprio in quel momento entrò Roran. < Finalmente ti sei svegliato. Non ce la facevo più ha sopportare Eragon. Mi ha fatto un testa così > Eragon lanciò un occhiata di fuoco a Roran. Poi tutti e tre scoppiarono di nuovo a ridere. Ma Murtagh dovette fermarsi perché la ferita alla pancia gli faceva ancora molto male. < Non sei ancora guarito del tutto. > dissero Eragon e Roran quasi in coro. < Già. > < Bè comunque tu e Roran non vi siete conosciuti molto bene a parte il fatto che avete combattuto insieme. Quindi Roran ti presento Murtagh, Murtagh ti presenti l’altro tuo cugino! > < Ci arrivavo da solo che era mio cugino! > < Va bene. Ho capito. Roran quanto ti manca? Ti ricordo che dobbiamo andare a salvare la tua bella. > Murtagh guardò senza capire Eragon. Che si affrettò a spiegargli. < Un po’ di tempo fa i Ra’zac hanno rapito Katrina. Ed è dalla battaglia nelle Pianure Ardenti che ho promesso a Roran che l’avrei aiutato a liberarla. > < E quindi partiremo fra un po’. Ma non ti preoccupare nessuno ti tratterà come un traditore. Ho già parlato con Lady Nasuada. Ti puoi muovere tranquillamente e quando ti sarai ripreso completamente ti potrai trasferire nella stanza che ti abbiamo fatto preparare nel palazzo di re Orrin. > < Grazie. > < Bene. Roran sei pronto? > < Sono pronto da qualche ora. Sei tu che sei lento.> < Ok allora andiamo. Ci vediamo al ritorno. > Così Eragon e Roran erano di nuovo in viaggio per Urù’ Bean. < Bene gente rieccomi con un altro capitolo. Ne sono successe di cose è? E finalmente ho dato un po’ di spazio a Katrina. Chissà cosa avrà voluto dire Zara con quella frase eh? Bè lo scoprirete, forse nel prossimo capitolo. Eh eh eh sono crudele. Un grazie a chi continua a seguirmi e soprattutto a Stafy_81 che con i suoi consigli mi aiuta tantissimo. Al prossimo capitolo! >

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Capitolo 10
*** Speranza e Zanna di drago ***


Ayra camminava nell'accampamento in direzione della tenda di Eragon. Prima di andare a salvare Katrina dovevano andare a Ellasmera perchè Eragon aveva bisogno di una spada. Ne avevano parlato il giorno prima anche con Roran e lui era d'accordo. -Inizio flash back - Eragon e Roran si accingevano a partire quando arrivò. " Scusate, ma come pensate di sconfiggere i Ra'Zac se tu Eragon non hai neanche una spada? Io vi consiglierei di partire prima per Ellasmera. Tu Eragon se non mi sbaglio hai un appuntamento con l'albero di Meona." " Si hai ragione Ayra. Va bene andremo prima a Ellasmera. Tu Roran sei d'accordo?" "Si certo. " "Bene allora partiremo domani mattina." -Fine flash back- Era arrivata davanti alla tenda. Fortunatamente quella di Roran si trovava vicino a quella di Eragon. Entrambi avevano preferito dormire insieme hai soldati. Mentre Murtagh era stato portato all'interno del palazzo. " Eragon! Roran!" urlò Ayra. I due si catapultarono fuori dalla tenda ancora mezzi assonnati ma comunque vestiti per il viaggio. " Bene vedo che perlomeno siete pronti. Vogliamo andare?" " Certo!" risposero in coro i due ragazzi. Il trio si avviò verso sud e presto si ritrovarono fuori dall'accampamento. Lì li aspettavano Saphira, Arabel e...Castigo e Murtagh. "Che diavolo ci fai tu qui? Mi pare che ero stato chiaro sul fatto che tu non avresti dovuto muoverti del palazzo di Orrin!" "S, hai ragione ma tra i due chi è il maggiore? Io quindi decido io. Sono abbastanza autosufficiente e so badare a me stesso." " Si ma..." " Niente ma. Ho deciso che vengo con voi e basta. Finita la discussione." Murtagh guardò Eragon per un attimo poi entrambi scoppiarono a ridere. e infine tutti quanti salirono sui rispettivi draghi: Ayra su Arabel, Eragon e Roran su Saphira e Murtagh su Castigo. Si misero in viaggio e dopo due giorni di volo, durante i quali si diedero il cambio per portare Roran, arrivarono a Ellasmera. Atterrarono davanti a casa di Oromis, l'unico posto dove potessero stare tre draghi insieme. Quest'ultimo uscì dalla casa e il suo sguardo si indurì quando vide Murtagh. Intuendo quello che passava per la testa del suo maestro Eragon si afrrettò a spiegare " Maestro vi presento mio fratello Murtagh. Passato dalla nostra parte." " E così adesso sono tre i Cavalieri che combattono dalla nostra parte. Molto bene Murtagh avremo modo di conoscerci meglio ma ora siete attesi dalla Regina. Saphira, Arabel e..." "Castigo." gli rispose mentalmente quest'ultimo. "Onorato di fare la tua conoscenza. Bene dicevo andate appresso a Gleader. Lui vi indicherà il posto dove potrete riposarvi." "Il piacere è mio. Vi siamo molto grati per la gentilezza offertaci." fu Castigo a parlare. Dopodichè i tre draghi spiccarono il volo. Quindi Eragon,Ayra, Roran e Murtagh si avviarono verso il palazzo di Islandazi. Arrivati si fecero annunciare da una guardia che li condusse all'interno,non prima di aver lanciato un'occhiataccia a Murtagh. quando furono all'interno la guardia li congedò. Poco dopo arrivò Islandazi. Tutti fecero il saluto tradizionale anche Roran e Murtagh a cui Eragon avevano fatto una lezione su l'etichetta degli Elfi. Islandazi salutò prima Eragon e poi Ayra con un caloroso abbraccio ( Strano da parte di quel manico di scopa vivente! Nd sesshy) e poi si fermò a guardare prima Roran e poi quando vide Murtagh il suo sguardo divenne di ghiaccio (é tornata l' Islandazi di sempre! Nd Sesshy) poi alzò una mano e nel giro di pochi secondi Murtagh si ritrovò dall'altra parte della stanza. (Povero!) La regina stava per pronunciare un altro incantesimo quando sia Eragon che Ayra gli si pararono davanti. "Ma cosa...?" "Lasciatemi spiegare mia signora. Murtagh è mio fratello e anche se era al servizio di Galbatorix ora è passato dalla nostra parte. Velo posso assicurare dicendovi che mi ha aiutato a scappare quando ero prigioniero" Poi aggiunse " Vel einradhin iet ai Shur'tugal." ( La mia parola di Cavaliere.) Islandazi si convinse e poi andò ad aiutare Murtagh ad alsarzi. "So perchè siete qui. Andate pure all'albero di Meona." Eragon annui poi tutti quanti si avviarono verso l'albero. Arrivarono e eragon si inginocchiò dopo un attimo di esitazione. Allargò la mente e cercò di sfiorare quella dell'albero. Subito fu invaso da una entità vastissima. Il primo istinto fu di ritrarre la coscienza ma sentì una musica così dolce che si fermò. Una voce cominciò a cantare. " Salve Eragon, Cavaliere dei draghi, so perché sei qui. Ma prime di donarti la spada che è nascosta sotto la mie radici voglio raccontarti la sua storia. Essa apparteneva ad un'Elfa Cavaliere dei Draghi che S'innamoro di un umano. Purtroppo quest'ultimo morì e l'Elfa presa dal dolore atroce si cantò all'interno di un albero. Ma prima decise che avrebbe seppellito la spada all'interno delle radici di quest'albero. Fu così che essa divenne l'albero o almeno una parte di esso. Ti chiederai e il Drago di quest'Elfa, che sicuramente avrai capito sono io, essa non morì perchè il suo cavaliere non era morto ma bensì tornò ad essere una creatura selvaggia e si accoppiò con un altro della sua specie. Il suo nome era Vervada." Eragon rimase spiazzato da quella rivelazione. Ma la voce continuò "Non ti stupire Eragon se il mio drago era la madre di Saphira. Bene ma ora ti darò quello per cui sei venuto e anche qualcosa di più. Ti dirò il tuo vero nome. Speranza è il tuo vero nome perchè speranza dovrai portare e perchè speranza porti e porterai. Bene e ora eccoti Zanna di drago la mia spada ed ora la tua spada." Davanti ad Eragon si schiusero le radici e rivelarono il loro segreto custodito per secoli. Una spada di fattura elfica. Nell'elsa era incastonato un zaffiro splendente e la lama era blu come le squame di Saphira. " Un ultima cosa Eragon Ammazzaspettri: questa spada ha il potere di sciogliere e creare legami. Usala per ciò che ti serve." " Grazie grazie veramente. Il tuo dono è prezioso." "Vai Eragon e porta speranza." Dopo di questo la musica si fermò e la voce smise di cantare. Eragon si ritrovò hai piedi dell’albero di Meona. Era certo di aver sognato ma la spada tra le sue mani gli confermava il contrario. Tutti quanti lo guardavano con curiosità e attenzione sempre crescenti fino a quando Murtagh sbottò “Allora fratellino ci vuoi far vedere che cosa hai trovato?” riscosso dai suoi pensieri Eragon si alzò e mostrò a tutti la spada. E poi spiegala sua storia “ Questa spada è appartenuta a Linnea che era un Cavaliere dei Draghi e quando morì il suo compagno e lei si cantò dentro l’albero la sua dragonessa divenne selvatica e trovò un drago con cui accoppiarsi. Il nome della dragonessa era…Vervada.” Di tutti i presenti solo Saphira trasalì. Poi chiese mentalmente a Eragon “ Dici sul serio?” “Perché dovrei mentirti? Si tua madre era un Drago dei Cavalieri. Non è morta perché Linnea è diciamo viva. Almeno la sua coscienza.” Saphira emise uno sbuffo di fumo. Era contenta. “Almeno le mie squame erano uguali alle sue!” Eragon riprese ha spiegare “ La spada,mi ha spiegato Linnea, ha il potere di spezzare e di creare legami. Voglio vedere subito se funziona.” La estrasse dal fodero. “ Signori e signore vi presento Zanna di Drago.” Poi la puntò su Saphira e subito la lama divenne rossa e incandescente. Entrambi sentirono una scossa all’altezza del cuore e poi come se dei fili li stessero legando insieme. Entrambi sapevano che il loro legame era riallacciato. Quando la lama ridivenne blu eragon si voltò verso Murtagh. Subito la lama divenne dal blu intenso che era color ghiaccio. Murtagh sentì uno strappo provenire dal ventre, era come se la spada avesse tranciato un filo. Quello che lo legava a Galbatorix. Anche quest’ultimo sentì la stessa cosa e seppe che non aveva più controllo su Murtagh. Eragon guardò Murtagh e sorrise. “Ora sei libero fratello!” Murtagh non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere. E poi abbracciò Eragon. “ Era da tanto che aspettavo questo momento. Ora grazie a te sono libero.” “ Ringrazia Linnea.” Disse Eragon ricambiando l’abbraccio. Poi tutti quanti si diressero verso hai loro draghi ( mi sono dimenticata di dire che Saphira era andata con Eragon) e una volta raggiunti si prepararono a partire. Direzione Dras-Leona. " < Salve gente dopo una lunga attesa ho capito che forse era meglio se continua vo questa storia! Finalmente tutto è tornato al suo posto. Visto anche senza l’aiuto di Zara. Che nel prossimo capitolo si farà viva. A proposito nel prossimo chap Eragon rivelerà a poche persone il suo nome vero. A proposito se qualcuno trova Speranza in Elfica gli sarò molto grata se me lo dicesse. Per favore per favore per favore. Grazie grazie grazie. Comunque nel prossimo ne succederanno delle belle anzi delle bellissime. Perciò tenetevi forte! Ci vediamo. E ovviamente lasciate un commentino please! >"

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Capitolo 11
*** Il segreto della Rocca di Kuthian ***


La cella era buia tranne che per un piccolo spiraglio di luce. Uno spiraglio piccolo ma abbastanza fastidioso se ti colpiva in faccia. Questo pensava la ragazza della cella. " Piccolo stupido raggio, proprio ora dovevi spuntare?" Katrina aveva gli occhi chiusi ma era ben cosciente. E sapeva che le torture per quel giorno non erano finite. Galbatorix voleva assolutamente sapere qualche cosa in più sul conto di Eragon e magari, perchè no, anche dei Varden. Ma lei che ne poteva sapere? Non sapeva neanche dove fossero. Ma il re non ne voleva sapere di crederle e così si ostinava a torturarla una qualsiasi informazione. Katrina non sapeva per quanto sarebbe resistita. *** " < br > " Roran aveva il respiro affannoso. Erano arrivati a Uru'Bean la sera e avevano deciso di attendere la notte per entrare in azione. Lui aveva il compito di distrarre le guardie dell'entrata laterale. abbastanza facile visto che a quell'ora erano ubriache. Aspettava solo il segnale. *** "< br > " Murtagh attendeva nell'ombra il segnale di Eragon. Poi sarebbe entrato nelle segrete e avrebbe iniziato a cercare Katrina. Se avrebbe incontrato qualche guardia il sangue sarebbe scorso a fiumi. Era ancora assetato di vendette per quello che gli avevano fatto. *** " < br > " Ayra attendeva nell'oscurità. Il piano prevedeva che lei avrebbe dovuto entrare nell'armeria e dare fuoco a tutto. Così chiunque avrebbe voluto delle armi non le avrebbe trovate. Aspettava solo il segnale di Eragon. *** " < br > " Eragon stava aspettando che le due guardie dell'ingresso alle segrete dell'ala ovest si addormentassero. Poi avrebbe dato il segnale agli altri. E se non si addormentavano ci avrebbe pensato lui. Per sempre. Passarono alquni minuti ma le guardie non sembravano volersi addormentare. " Va bene" disse sospirando. E poi mormarando una delle dodici parole della morte che gli aveva insegnato Oromis le uccise. Poi lanciò il segnale un semplice "Ora" detto col pensiero. Tutti e quattro scattarono nello stesso isante. Roran fece fuori le due guardie ubriache ed entrò nel castello. Murtagh trovò l'ingresso sgombro e dopo aver forzato la serratura con la magia entrò. Ayra aprì la porta esterna dell'armeria e mormorando " Brisinger" diede fuoco a tutto. Eragon entrò nelle segrete e iniziò a cercare. Così fecero gli altri tre. Ma nessuno sembrava trovare Katrina. Ad un certo punto Murtagh avvertì una presenza familiare. Troppo familiare. Era... Ayra si fermòdi colpo. Quella che sentiva sembrava l'aura di Katrina. Così si guardò intorno per cercare di capire da dove venisse e la individuò in una cella. Si avvicinò e apri la porta con la magia. Dentro era buio ma i suoi occhi si abituarono presto all'oscurità. Comimciava a distinguere le ombre. Vide la sagoma di una donna. Era sdraiata su un fianco e dormiva. Ayra le si avvicinò e cominciò a scoterla dolcemente. La ragazza mugolò nel sonno e pian piano cominciò ad aprire gli occhi. Katrina vide una sagoma china su di lei ma non sembrava un soldato. Anzi era una donna. Che le stava dicendo qualcosa. "Katrina non ti preoccupare sono venuta a liberarti. Ci sono anche Murtagh , Eragon e Roran. A quelle parole Katrina si ridestò. Roran era lì? Si alzò sveglissima come non mai. Le varie ferite non gli facevano più male. Prese la sue poche cose le avvolse in una coperta e, fatto un fagotto se lo legò in spalla e disse semplicemente " Sono pronta ". Poi le due ragazze si diressero verso l'uscita. *** " < br > " Murtagh non poteva muoversi era come paralizzato. Davanti a lui Zara si stagliava più minacciosa che mai. Non l'aveva mai vista così. " Come hai osato? Come hai osato tradire il re? E non me ne frega niente del re tu mi hai lasciata sola!" Ma poi si pentì delle sue parole. No non poteva rivelargli che l'amava che si era innamorate di lui. Prese invece la spada e si scagliò contro di lui. Murtagh ebbe appena il tempo di scanzarsi che subito Zra ripartì con un altro attacco.Ma questa volta non lo trovò impreparato. Aveva estratto Za'Roc appena in tempo per parare il colpo. I due cominciarono così a lottare ferocemente. Ayra camminava davanti a Katrina e le afceva strada. Ma all'improvviso avverti due presenze conosciute. Una era quella di Murtagh e l'altra, l'altra era quella di Zara. "Barzul" se Zara si trovava lì significavano solo guai. Murtagh e Zara continuavano a combattere fino a che le loro lame si incrociarono in alto. I loro volti erano vicini molto vicini. Murtagh non resistette e...la baciò. Le loro lame caddero a terre mentre loro si stringevano in un appassionato bacio. Ayra arrivò propio in quel momento. " Scusatemi piccioncini ma Katrina l'ho trovata e quindi possiamo andarcene." " Sempre col tuo tempismo eh Ayra?" " Si non sono cambiata mia cara." Murtagh guardava sorpreso le due. " Quindi voi vi conoscete?" "Ti spieghiamo tutto dopo ora andiamo. " dissero quasi contemporaneamente le due. Così il quartetto cominciò a correre. Intanto i tre Cavalieri chiamavano i rispettivi draghi. E poi murtagh chiamò anche Eragon e Roran. Si trovaron tutti all'esterno e saliti sui draghi. Roran diatro a Eragon e Katrina dietro a Ayra. Quindi i draghi spiccarono il volo. Quando furono molto lontani atterrarono in una radura abbastanza grande da ospitarli tutti. Draghi compresi. Appena scesi Eragon si precipitò addosso a Zara ma non fece in tempo a colpirla che si ritrovò immobilizzato da Murtagh. "Sei pazzo? Lasciami." " é dalla nostra parte." "Murtagh mi vuoi lasciare?" "Ti ho detto che sta dalle nostra parte." "Che... cosa? Ah sta dalla nostra parte? Ehm...scusami." " Non fa niente figurati. Stavo dalla parte del re prima di rendermi conto che la mia vita senza Murtgah non ha senzo. Comunque anche io ho giurato ha Galbatorix e quindi adesso dovrò torenare al palazzo." "Io non credo." disse Eragon che estrasse Zanna di Drago. Subito la lama divenne color ghiaccio. Anche con Zara successe la stessa cosa che con Murtagh. E anche lei era libera dal legame con Galbatorix. "Adesso vi voglio spiegare un pò di cose. Per primo il fatto che Ayra è la mia sorellastra. Islandazi amò un uomo e con quest'ultimo ebbe una figlia. Io. Poi quest'uomo morì e Islandazi si risposò questa volta con un Elfo ed ebbero un'altra figlia." "Io." disse Ayra. E poi continuò " Anche mio padre è morto. Nella guerra contro Galbatorix. Anche lui era un Cavaliere e...fu ucciso da Morzan" A quel nome Murtagh trasalì. "é stato tuo padre a ucciderlo non tu. E non sei tu che hai scelto tuo padre. Non ti accuso di niente. " "Grazie. Le tue parole sono degne del più saggio degli Elfi Ayra Svit-kona." Ayra sorrise. " Bene, mi pare il caso di andare a dormire visto che siamo tutti molto stanchi. Quindi buona notte a tutti. Domani torniamo dai Varden." "No Eragon non credo proprio. Domani andremo alla Rocca di Kuthian, mi sembra che tu debba scoprire il suo segreto no?” “ Hai ragione Ayra. Bene cambio di programma. Domani partiremo per la Rocca di Kuthian. Buona notte.” Era l’alba quando quattro draghi, uno rosso, uno azzurro, uno verde e uno viola, spiccarono il volo. Destinazione: Rocca di Kuthian. Dopo una settimana di viaggio arrivarono. La Rocca si trovava su un isola. Era immensa e le pareti erano spesse ma allo stesso tempo sembravano fragili come se anche un soffio di vento potesse abbatterle. I sei ragazzi scesero. Eragon si avvicinò alla porta principale. Poi però si voltò verso gli altri. Roran gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. “ Forza cugino! Noi ti aspettiamo qui. Tu però riportaci il segreto di questo posto.” disse sorridendo. Ayra gli si avvicinò e lo baciò con passione ma non disse niente. Murtagh invece lo abbracciò e gli sussurò in un orecchio “ Ti voglio bene fratellino. Fa attenzione.” Poi Eragon andò da Saphira che lo salutò con un “Ti voglio bene piccolo mio.” Eragon era pronto. Si voltò un attimo verso Zara e Katrina che gli sorrisero. Poi andò verso la porta e pronunciò “Speranza.” Subito la porta si aprì ed Eragon poté vedere quello che l’aspettava. L’oscurità più totale. Vi entrò deciso ma prima che le porte si chiudessero alle sue spalle si girò per vedere ancora una volta i sui amici. Aveva il pessimo presentimento che non li avrebbe più rivisti. Si trovava immerso nell’oscurità ma in lontananza vedeva una luce. Vi entrò ma non appena vi mise piede un dolore lo pervase su tutto il corpo. Sentiva le ginocchia piegarsi ma non si inginocchiò. Rimase dritto in piedi anche se il dolore era fortissimo. Poi all’improvviso una voce parlò “ Chi sei tu che non ti pieghi al dolore dei Draghi? Perché vuoi svelare il Segreto che da secoli custodisco? Chi sei, dimmi il tuo nome.” Era una voce femminile. “Mi chiamo Eragon e sono un Cavaliere dei Draghi.” “Non è possibile, i Cavalieri dei Draghi si sono estinti molto tempo fa. Stai mentendo.” “No ti giuro che è la verità. Guarda.” E alzò il palmo col Gedwei ingasia. Il dolore smise all’improvviso così come era venuto. “ Hai detto la verità. Ti credo. Ma ora lascia che ti mostri chi sono.” Qualcosa si mosse nell’oscurità e Eragon rimase a bocca spalancata. Davanti a lui c’era un drago. Le sue squame erano nere e molte erano di altri colori così da creare un arcobaleno. Il drago parlò di nuovo. “Piacere Eragon. Io sono Saphira. O, meglio, sono il suo spirito. Mi trovo qui perché quando venni uccisa da Morzan un drago bianco, che mi disse di essere il drago del primo Eragon, mi disse che il mio destino era quello di proteggere il segreto di questa Rocca fino a che non sarebbe giunto qualcuno degno di scoprire questo segreto. Mi disse anche che mi avrebbero aiutato le anime di tutti i draghi uccisi. Infatti questa è la Volta delle Anime proprio perché qua si trovano tutte le anime dei Draghi. E il dolore che hai sentito è il dolore di tutte le anime che si trovano qui. Ma tu sei il primo che non si è piegato e anche il fatto che porti il nome del primo Eragon mi dice che sei degno di avere il segreto. Ma dimmi come si chiama il tuo drago?” “è una dragonessa. Si chiama…Saphira. Ho conosciuto Brom il tuo Cavaliere. È stato il mio maestro per un po’ di tempo e poi in un attacco dei Ra’Zac è morto. Era anche un mio grande amico.” “ Ha vissuto così a lungo anche dopo che io ero morta? Aveva una buona ragione per andare avanti.” “Si voleva vendicarti. E ci è riuscito. Ha ucciso Morzan.” “Per vendicarmi non doveva solo uccidere Morzan ma anche il sangue del suo sangue. Vale ha dire suo figlio Murtagh.” “Murtagh è mio fratello. Si anche io sono figlio di Morzan. Ma nessuno dei due ha seguito le orme di nostro padre. Anzi entrambi lo odiamo.” “Anche tu sei figlio di Morzan? Non sapevo che avesse un altro figlio. Ma ora basta con le chiacchiere. È ora di mostrarti il segreto di questa Rocca. Ma prima ti dirò come sono finite qui. Le portò qui Eragon poco prima di morire. Sapeva che sarebbero servite in un futuro. Ed ore sono tue Eragon. Abbine cura.” Porse ad Eragon un sacchetto e poi gli sfiorò la mente col muso e disse “ Hai la benedizione di tutti i draghi. Ora vai.” Detto questo Saphira sparì. Eragon fece appena in tempo ad urlare un “Grazie” che la Rocca cominciò a crollare. Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa,un passaggio per poter uscire. E lo trovò. Era un passaggio stretto ma poteva passarci. Si mise a correre in quella direzione e una volta raggiunto vi si infilò e senza mai voltarsi lo percorse tutto. *** “ < br >” Murtagh fu il primo ad accorgersene. E lo urlò agli altri “ Sta crollando!” tutti salirono sui rispettivi draghi Roran e Katrina su Saphira. Si alzarono in volo ma Murtagh si diresse verso l’isola ma fu bloccato da Ayra che gli si parò davanti con Arabel. “ Levati Ayra. Eragon è ancora lì dentro.” “Lo so. Ma resta qui.” La Rocca finì di crollare e tutti scesero. Fra la polvere e le macerie nessuno si accorse che Eragon era riuscito a salvarsi. Fu Murtagh a sentire la sua presenza. E quando la polvere se ne andò gli corse incontro e lo abbracciò. Arrivarono anche gli altri ma non vollero interrompere i due fratelli. Murtagh si stacco da Eragon e gli sorrise. “ Allora fratellino cosa hai trovato?” “Bè prima di dirvi cosa ho trovato vi dico chi ho incontrato. La prima Saphira. La dragonessa di Brom. Che mi ha detto che dopo che è stata uccisa il drago del primo Eragon gli ha detto che lei era la guardiana del segreto della Rocca di Kuthian. Mi ha spiegato che lei lo custodisce insieme alle anime dei draghi uccisi ed è per questo che si chiama la Volta delle Anime. Mi ha anche detto che queste le aveva portate eragon poco prima di morire e mi ha detto che avrebbe dovuto darle solo a chi ne era degno. Io.” “Bè mi sembra il caso di vedere questo segreto che dite?” disse Roran. “Giusto” concordarono tutti. Eragon si fece avanti in modo da mostrare il contenuto del sacchetto a tutti. Lo aprì e, fra lo stupore generale, ne tirò fuori il contenuto. Due uova di drago. Bene gente eccomi con un altro sconvolgente capitolo. Giusto la mia mente malata poteva partorire un capitolo del genere. Sono pazza vero? Ed ora per chi si schiuderanno queste due uova? Secondo voi? Vi è piaciuta la sorpresa della coppia Murtagh/Zara? Chi se lo aspettava? Immagino tutti. Vabbè al prossimo capitolo e grazie a tutti quelli che recensiscono. “ < br >”

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Capitolo 12
*** Nuove speranze ***


Due uova di drago. Ecco il contenuto del sacchetto che Saphira,la prima Saphira aveva dato a Eragon. Tutti i presenti, draghi compresi, guardarono in un silenzio stupito le due uova. A chi erano destinate? I cuccioli erano maschi o femmine? O magari entrambe. Bè tutte queste domande avrebbero avuto presto una risposta. La prima a riprendersi fu Zara. “Bè, ragazzi direi proprio che la razza dei draghi non è destinata ad estinguersi. Con queste due uova stiamo a sei draghi. E anche se non si schiuderanno sono sempre qui. E poi in ogni caso ci sono sempre la uova che, spero, Saphira deporrà. Non fare finta di niente signorina. Si vede chiaramente quello che c’è tra te e Castigo. A proposito Murtagh quand’è che ti deciderai a cambiargli nome? Castigo è orrendo.”
“Presto…ma a cosa ti riferivi quando parlavi di Castigo e Saphira?”
“Già,sono curioso anch’io?” disse Eragon
“Idem” disse Roran.
“Ma come fate a non vederlo siete ciechi?” disse Ayra
“Ayra ci vedono benissimo ma certe cose le capiamo prima noi donne.” Disse Katrina con tutta calma. “In effetti Katrina ha ragione. Comunque quelli che devono dirvelo sono gli interessati. Quindi Castigo, Saphira a voi la parola.” disse Zara.
I due draghi si guardarono un attimo poi fu la voce del drago rosso a rompere il silenzio.
“ Bè io e Saphira abbiamo capito che…”
“Siamo fatti l’uno per l’altra. E…” continuò Saphira
“ Zara ha ragione Saphira deporrà delle uova un giorno di questi” finì Castigo.
SBOOM. Due corpi a terra svenuti. Eragon e Murtagh erano svenuti non appena i due draghi avevano finito di parlare. Era troppo per loro.
Ci pensarono Ayra e Zara a farli rinvenire. Appena Eragon riprese i sensi chiese la conferma a Saphira “Io non posso crederci. Tu e lui…bè ecco è bellissimo ma…oh insomma tu sei…tu aspetti…”
“ERAGON!” l’urlo di Saphira lo zittì di colpo. “Si aspetto dei cuccioli. E il padre è Castigo. Tu sei contento?” disse quest’ ultima frase la disse un po’ esitante come se avesse avuto paura. “ Certo Saphira è una bellissima notizia. E sono contentissimo per te!” Murtagh non aveva ancora aperto bocca. Castigo lo sfiorò colo muso sulla spalla. Murtagh si girò e si ritrovò a fissare gli enormi occhi rossi del drago. “Bè? Non dici niente? Non sei contento?” “ Cosa dovrei dire? Certo che sono contento!”
“Ma?”
“Ma mi sembra un po’ presto per parlare di cuccioli e poi abbiamo sempre una guerra da combattere. E senza contare che Galbatorix potrebbe venire a saperlo e…” “Murtagh! Se non ti va bene questa decisione puoi dirlo senza tanti giri di parole. Sappi però che se un drago sente che ha trovato il compagno giusto non perde tempo e semplicemente si accoppia. Io e Saphira abbiamo capito che eravamo giusti l’uno per l’altro e quindi.” “Si bè potevi almeno dirmelo no? Visto che sono il tuo Cavaliere un minimo di comunicazione dovrebbe esserci no?Comunque fai come ti pare. Sei libero di farlo.” “Murtagh ma che ti prende?” “ Niente. Lasciami in pace.” “Ma…” “Vattene!” Castigo restò di sasso a queste parole e poi guardò Murtagh con uno sguardo di fuoco. Il ragazzo resse per poco lo sguardo infatti si voltò. Poi Castigo si girò e spiccò il volo. Murtagh lo guardò allontanarsi poi andò a sedersi su un masso lontano dagli altri. Aveva bisogno di solitudine. E di pensare e tanto anche. Si sedette e abbracciò le gambe con le braccia. Vi nascose la testa e rimase così. Gli altri intanto avevano assistito alla sua sfuriata con Castigo e non avevano fatto nulla. Tutti sapevano che quel che succedeva tra un Drago e il suo Cavaliere era strettamente riservato fra i due. Era per questo che non erano intervenuti. Ma quando avevano visto Castigo ringhiare contro Murtagh e andarsene erano rimasti veramente stupiti. “Ragazzi ma secondo voi cosa gli è preso? Non ho mai visto Castigo così arrabbiato. E dire che li conosco da parecchio. Ma tra lui e Murtagh c’è sempre stato un bel rapporto. Non hanno mai litigato. Ma io non so proprio cosa pensare.” Disse Zara. “Io andrei a parlarci.” Propose Ayra. “Io, perché io?” “Perché tu sei la sua ragazza. E poi forse lo conosci meglio di me che sono il fratello. Vai.” “Ok.” Zara si avviò e trovò Murtagh nella stessa posizione di prima. “Ti prego vattene.” Murtagh non aveva neanche alzato la testa ma sapeva che era Zara. Che gli rispose “Col cavolo che me ne vado. E se hai intenzione di litigare anche con me bè sappi che non ne ho intenzione. Quindi ora ti calmi e mi racconti cosa ti è preso. Ok?” “è che non riesco a credere che Castigo abbia trovato una compagna. Cioè sono molto contento ma non riesco ad abituarmi all’idea. E poi è ancora piccolo. Voglio dire se non ci fosse stato Galbatorix lui sarebbe poco più che un cucciolo. Insomma io…” “Murtagh devi capire che non puoi proteggerlo. Lui è un drago e, anche se è più piccolo di te, è lui il più forte dei due. È lui che protegge te. E poi è una scelta sua. E tu devi rispettarla.” Murtagh si stupì della perspicacia della ragazza. Aveva intuito perfettamente i suoi pensieri. Sorrise. “Hai ragione. Credi che mi perdonerà?” “Se c’è una cosa di cui sono capaci i draghi è perdonare. Dai richiamalo.” Murtagh no se lo fece ripetere due volte. “Castigo? Senti mi dispiace di averti trattato male. Puoi perdonarmi?” “L’ho già fatto piccolo mio. Sto tornando indietro.” “Bene!” Murtagh si voltò verso Zara e insieme tornarono dagli altri proprio quando Castigo atterrava. Murtagh gli corse incontro e gli abbracciò il collo. “Bè io dico che è ora di tornare dai Varden. Abbiamo una guerra da combattere. Che dite ragazzi?” “Hai ragione Eragon.” Dissero tutti in coro,più o meno. Poi tutti quanti salirono sui loro draghi. Stavano tornando dai Varden.
Bene gente rieccomi con un altro chap. Mi scuso tantissimo con tutti per la troppo lunga attesa. Ringrazio quelli che continuano ha seguirmi e a recensire. Ma anche quelli che leggono e basta. Un grazie particolare a Stefy_81 e ad Elva95. Ci vediamo al prossimo chap e scusate se questo è un po’ corto. P.S.: Ce l’ho fattaaaaaaaaaaaaaaaa. Ho scaricato l’ HTML. Alleluia alleluia! Ma ovviamente non riesco usarlo nonostante i consigli di Stefy_81. Sono una franaaaaaaaaaaa.

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Capitolo 13
*** L'ultima guerra (prima parte) ***


Eragon e gli altri erano tornati dai Varden da ormai una settimana. E avevano appreso le ultime novità sull'impero.
Galbatorix, molto arrabbiato per come erano andate le cose, aveva mandato piccoli eserciti a fare incursioni nei ranghi dei Varden che li avevano respinti ma ormai cominciavano a stancarsi di questi giochetti. Ma ora che i Cavalieri erano tornati la vera battaglia poteva cominciare.
Queste erano state le chiare parole di Nasuada. E poi aveva chiesto cosa avevano trovato alla rocca di Kuthian. Quando Eragon gli mostrò il contenuto del sacchetto il volto di Nasuada si allargò in un sorriso a trecentosessanta gradi. E poi quando le dissero di Saphira e Castigo, solo il fatto che doveva mantenere una certa dignità gli impedì di mettersi a saltare come una bambina.
Ora le uova erano esposte a tutti e tutti tra Varden e elfi potevano fare la prova dell’uovo. Ma sfortunatamente nessuno dei delle due uova si era ancora schiusa. Quel giorno toccava a Roran e Katrina. Tutti erano curiosi di sapere se per loro le uova si sarebbero schiuse. I due ragazzi erano eccitatissimi e non riuscivano a stare fermi.
Il pilastro con le uova sopra si trovava davanti a loro. Una delle due uova era di un bel arancione brillante striata di rosso. Sembrava un fuoco. L’altra era color rame. Dava l’impressione che il drago che ne sarebbe nato sarebbe stato imponente, maestoso e forte!
Il primo che tocco le due uova fu Roran. Il ragazzo tocco entrambe e attese. Attese e attese. Le uova erano immobili e il ragazzo cominciava a perdere le speranze quando l’uovo color rame si mosse. Sulla sua superficie cominciarono a formarsi delle crepe e alla fine una testolina minuta uscì dall’uovo. Un “Ohhhhh” di eslcamazione si levò tra la folla. Roran sembrava paralizzato, ma Eragon gli piombò addosso e felice come una pasqua gli fece i complimenti. Roran prese in braccio il piccolo drago che gli sfiorò la mano sinistra colo muso. Subito Roran fu invaso da una sensazione di freddo e di dolore. Ma passo abbastanza in fretta. Ora anche lui aveva il gadwei ingasia ed era un Cavaliere a tutti gli effetti.
Era il turno di Katrina ora. La ragazza si avvicinò all’uovo rimasto e eccitata lo tocco. Anche lei aspetto e con lei aspettarono tutti i presenti. Poi ad un certo punto sull’uovo apparve una crepa. E poi un'altra e un’altra ancora. Qualcuno stava tentando disperatamente di uscire. E ben presto ci riuscì perché una testina minuta spuntò dall’uovo. Katrina sorrise a si avvicinò al piccolo drago. Questo gli annusò entrambe le mani poi sfiorò col muso la destra. Anche Katrina fu invasa dal dolore e dal freddo ma anche per lei durò poco e anche lei poté ammirare il gadwei ingasia stampato sul palmo della sua mano.
Katrina andò vicino a Roran che le sorrise. Ora entrambi erano Cavalieri!
***
Un lampo. Una luce. Lampi rossi e argentati. Un dolore lancinante al fianco e gli impediva il respiro. Rumore… “Eragon!” l’urlo di Saphira lo riportò alla realtà.
“Presto, Eragon sali. Cerca di guarirti.” Eragon si affrettò a salire sulla schiena di Saphira che spiccò il volo. Eragon riprese fiato e si guarì. Poi guardò Saphira che si buttò in picchiata sull’esercito dell’Impero che si trovava sotto di loro. Eragon menava fendenti a destra e a manca e Saphira distruggeva tutto ciò che aveva intorno con artigli, zanne e fuoco. Ma presto si rialzò in volo. Entrambi erano stanchi e dovevano recuperare le forze. Mentre sorvolavano il pianoro dove si stava svolgendo la battaglia Eragon ripensò agli ultimi eventi. Ormai erano quasi cinque mesi che erano tornati. E che Roran e Katrina erano diventati Cavalieri. Avevano cominciato l’allenamento, Katrina con Eragon, e Roran con Murtagh. Ma poi le spie dei Varden avevano informato questi ultimi che gli eserciti dell’Impero si stavano muovendo. Ed era iniziato un’altra assurda battaglia. Che andava avanti da più di un’ora quasi. Eragon guardò alla sua sinistra dove Murtagh e Roran e Ayra erano impegnati a difendere i varden. Dall’altra parte invece Katrina e Zara stavano attaccando l’Impero. Ma sembravano in difficoltà.
“Saphira, andiamo ad aiutare le ragazze!” Saphira non rispose ma si buttò in picchiata sull’esercito con un tremendo ruggito. Fuoco e artigli, zanne e spade. Tutto era confuso nell’orrore della battaglia.
Ma poi un’ombra avvolse l’esercito nemico e un ruggito ancora più forte di quello di Saphira squarciò l’aria. Eragon non aveva il coraggio di guardarsi alle spalle. Sapeva perfettamente cosa avrebbe visto. Si voltò invece verso i suoi amici. Ma nei loro occhi lesse solo voglia di vendetta verso la persona che solo ora osava farsi vedere sul campo di battaglia. Improvvisamente Eragon sentì che la paura svaniva e il terrore si trasformò presto in ferocia. Eragon non era più Eragon ma era diventato un tutt’uno con Saphira che irradiava energia e voglia di combattere da tutti i pori. Si voltarono e lanciarono un ruggito tremendo che fece tremare la terra sotto di loro. Furono imitati da Murtagh, Zara, Roran,Katrina e Ayra. Anche loro si erano uniti ai loro draghi e adesso seguivano Eragon come un sol uomo e un solo drago. Diretti verso l’odiato nemico.
Nasuada guardò verso il cielo e quello che vide la lasciò stupefatta: i suo amici nonché Cavalieri dei Draghi volavano verso il comune nemico. Ma non sembravano un gruppo di Cavalieri allo sbaraglio, no quello che aveva davanti era qualcosa di più grande e…potente. Quello era l’Ordine dei Cavalieri dei Draghi, rinato dopo quello che era successo al vecchio. E ora, Nasuada lo sapeva, avrebbe sconfitto per sempre l’odiatissimo nemico appena sceso sul campo di battaglia. Galbatorix.
Puf, puf, pant, pant! Eccomi qui con un altro chap. Ok forse ho un po’ esagerato con l’attesa e vi chiedo umilmente perdono. Ok immagino che se l’erano aspettato tutti che Roran e Katrina sarebbero diventati i nuovi Cavalieri. Stavo anche pensando di cambiare il nome a quel poveraccio di drago rosso: Castigo! Non mi piace per niente e stavo pensando di ribattezzarlo Narsil. Che ne dite? Vi piace? A me si. Però anche il vostro parere conta. E per finire una grazie a stafy_81 che continua a seguirmi nonostante tutto. Grazie grazie mille.
P.S tra pochi chap questa storia finisce sigh sigh.

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Capitolo 14
*** L'ultima guerra (seconda parte) ***


“Ahahahahah!” la risata era di Galbatorix che guardava il gruppetto che gli stava davanti.
“E voi sareste coloro che mi sconfiggeranno? Che gruppetto patetico! Anche se siete di più non riuscirete mai a sconfiggermi. Comunque sono contento di poter eliminare personalmente due traditori in un solo colpo. Zara, Murtagh è un piacere avervi incontrato sul campo di battaglia. Addio.” Detto questo Galbatorix partì all’attacco spronando Shruikan che lanciò una fiammata pazzesca. Ma i Cavalieri erano pronti. Spiccarono il volo e il drago nero,che volava troppo basso, non fece in tempo a rialzarsi ad alta quota in tempo. Si ritrovò a cadere in picchiata per il pianoro. Ma era un drago allenato e prontamente riaprì le ali per frenare il volo. E poi riprese quota. Si voltò a fronteggiare i due draghi, Narsil ( alias Castigo) e Kieran.
Zara diede si lanciò in avanti e sguainò la spada. Lo stesso fece Galbatorix. Shruikan si lanciò contro Kieran che essendo più piccolo e quindi più agile schivò il colpo con facilità. Zara affondò la spada e fortunatamente colpì Shruikan all’ala destra. Il drago ruggì di dolore. Ma il volto di Galbatorix rimase impassibile. Murtagh che guardava la scena da lontano ebbe un’illuminazione. L’unico modo per sconfiggere Galbatorix era… “Eragon! Eragon usa la tua spada per creare un legame tra Galbatorix e Shruikan. Così se uccidiamo il drago muore anche lui!” disse Murtagh andando vicino al fratello.
“Hai ragione! Andiamo Saphira!” la dragonessa virò e volò in direzione di Galbatorix.
“Sei venuto a dare manforte alla tua amichetta. Anche in trecento non ce la fareste a battermi!”
“Guarda caso noi, esercito compreso, siamo molti più di trecento. Quindi male che vada ti uccideranno comunque. E in ogni caso,si sono venuto ad aiutare Zara. Ma in un modo che non gradirai per niente.” Urlò Eragon mentre la lama di Zanna di Drago diventava rossa e incandescente. Saphira virò su se stessa e si portò al di sotto di Shruikan. Mentre passavano Eragon alzò la spada che brillò. Ora anche Galbatorix e Shruikan erano un tutt’uno. Ma ora dovevano fare in fretta prima che se ne accorgessero. Eragon, Murtagh e Zara attaccarono contemporaneamente Galbatorix che purtroppo si difese bene. Era fortissimo! Forze avevano sbagliato a legarlo al drago. Ma poi successe qualcosa che non si aspettavano. Kieran era riuscito a mordere Shruikan sul collo lasciandogli una ferita molto profonda. Subito sia Saphira che Narsil si buttarono sul drago che non sapendo più difendersi subiva i ripetuti attacchi. Galbatorix non capiva: perché anche lui sentiva dolore? Ma poi la risposta arrivò. La spada di Eragon. Ordinò a Shruikan di atterrare su un pianoro che si trovava li distante.
Anche Eragon e gli altri atterrarono e circondarono Galbatorix. Il drago nero era ferito gravemente e respirava a fatica per via della ferita che aveva sul collo. Ma Galbatorix non se ne preoccupava minimamente. Voleva vendicarsi solo dello sgarro che gli aveva fatto Eragon. Non aveva intenzione di colpire Ayra perché l’Elfa gli serviva. Ne tanto meno Murtagh della quale si sarebbe occupato più tardi. Rimaneva solo Roran. Galbatorix sorrise e puntò la mano su di lui. Raccolse le energie e scagliò un globo di energia nero.
Nel silenzio che seguì si udì solo l’urlo di Eragon e di Zara “Nooooo!”
Roran era rimasto impietrito. Ma si riscosse quando sentì la presa di Murtagh farsi più leggera. Infatti il ragazzo si era buttato tre Roran e la sfera appena aveva capito il pericolo. E la sfera lo aveva colpito in pieno. Si accasciò tra le braccia di Roran. Aveva il respiro affannoso e non riusciva a tenere gli occhi aperti. Eragon e Zara gli furono subito accanto. Il primo non riusciva a dire niente e la seconda aveva gli occhi pieni di lacrime.
“Certo che è da pazzi. Io che ho sempre detto che la mia vita era troppo preziosa per sacrificarla, mi sono buttato tra Roran e la sfera. Pazzo no?” disse Murtagh con un filo di voce.
“Murtagh ti prego no parlare. Risparmia le energie.”
“E perché, Zara? Ormai non me ne rimangono molte. Mi dispiace solo che i coccoli di Saphira rimarranno senza padre.” Ormai Murtagh era allo stremo delle forze.
“Ti prego fratello, non lasciarci. Abbiamo ancora bisogno di te. Ti possiamo curare.”
“No Eragon non potete. È una ferita crudele e profonda. Addio. Sappi che ti voglio bene.
Zara…ti amo tanto.” Con queste parole il Cavaliere chiuse gli occhi e morì. Ma Narsil non era morto. Infatti Eragon come “regalo” al fratello aveva troncato il suo legame con Narsil.
Sopraffatto dal dolore scoppio a piangere. Si guardò intorno e vide sul volto di tutti dolore e rabbia. Rabbia verso colui che era stato l’artefice di troppo morti.
Saphira e gli altri draghi lanciarono un ruggito in onore di Murtagh. Mentre i draghi ruggivano ancora Eragon si lanciò su Galbatorix che però schivò il colpo.
“Sei patetico Cavaliere. Siete tutti patetici. Non capite che è inutile combattermi? Io sono invincibile.”
“Lo credi davvero?” disse Eragon. Galbatorix lo guardò meglio e vide che la spada del cavaliere era puntata sul cuore di Shruikan. Galbatorix impallidì.
“Non lo farai. Non ucciderai…”
“Non ucciderò l’ultimo drago maschio? Bè mi dispiace ma ti sbagli. Non è l’ultimo della sua specie. E poi perché non dovrei ucciderlo? Perché TU dovresti vivere?” detto questo Eragon alzò la lama che brillò negli ultimi bagliori del sole che stava tramontando e trafisse il cuore di Shruikan.
“Grazie Cavaliere per avermi liberato. Per aver soddisfatto la mia richiesta.” Furono queste le parole che risuonarono nella mente di Eragon prima che il grande drago nero crollasse a terra. Morto. Shruikan aveva chiesto a Eragon di ucciderlo. Non voleva più essere sotto il controllo di quell’essere spietato. Già proprio lui. Ormai giaceva per terra,svuotato. Anche questo drago era morto. Ma ne avrebbe rubato un altro. Lui non sarebbe morto. No, non potevano ucciderlo. Lui era Galbatorix il potente re di Alagaesia. Eppure la figura che troneggiava sopra di lui sembrava dire il contrario. Una figura femminile reggeva in mano una spada dalla lama rossa. E fu proprio quel bagliore rosso l’ultima cosa che vide Galbatorix prima che Zara gli tagliasse la testa. La ragazza aveva raccolto Za’Roc da terra. E poi era andata verso Galbatorix che ormai era privo di forze. E con la spada di Morzan l’aveva ucciso. Ora guardava un punto indefinito e lasciava cadere le lacrime piangendo il suo amato Murtagh.
Ok ora tutti voi mi ucciderete. Vi prego no fatelo. Non è finita qui. Ci sono ancora altri chap che devo scrivere. Grazie a chi recensisce. Me ne vado perché se no dico troppe cose. Ciao al prossimo chap. Un bacione Sesshy.

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Capitolo 15
*** Felicità! ***


Pioveva

Pioveva. Perché doveva sempre piovere? Quella stramaledetta pioggia li aveva inzuppati tutti. Eppure sembrava che il tempo avesse centrato in pieno il comune sentimento. Rabbia tristezza e un generale senso di sconforto. Murtagh era morto per salvare Roran. Lo era anche Galbatorix ma questo non importava a nessuno. La guerra era finita. Dopo la sconfitta del tiranno l’esercito dei Varden aveva cominciato a combattere con rinnovato entusiasmo. E in poco tempo aveva sconfitto i nemici.

Eppure nessuno sul pianoro sembrava rallegrarsi di quella vittoria che avrebbe segnato la pace in tutta Alagaesia.

Eragon sedeva su una roccia, distanziato dagli altri. Aveva la testa tra le mani e in silenzio, piangeva. Piangeva per Murtagh, per suo fratello e amico. Piangeva talmente tanto che non sapeva più se erano le lacrime a bagniargli il volto o la pioggia. Alzò leggermente la testa e vide Ayra e Zara affianco del corpo di Murtagh. Zara piangeva e non faceva nulla per nasconderlo. Ayra stava in silenzio con gli occhi fissi nel vuoto. E pensava. Pensava a quando Galbatorix aveva inferto quel colpo a Murtagh. C’era qualcosa che non la convinceva. Quel colpo era violento ma non fatale. Chi ne veniva colpito moriva molto tempo dopo. Ayra si rianimò di colpo.

“Non è morto.” disse. Ma nessuno parve sentirla. Così lo ripete più forte.

“Murtagh non è morto!” eppure anche questa volto nessuno l’aveva sentita troppo chiusi come erano nel loro dolore.

“MUTAGH NON é MORTO!” disse urlando. Questa volta la sentirono. Tutti si voltarono verso di lei.

“Finalmente vi degnate di ascoltarmi! Penso che mi abbia sentito tutta Alagaesia. Comunque Murtagh è vivo. Il colpo che Galbatorix gli ha inferto non è letale. Possiamo fare ancora qualcosa. Se però agiamo tutti insieme draghi compresi. Dobbiamo unire la nostra magia.”

“Ayra cosa stai dicendo? È impossibile che si sia salvato. Quel colpo era mirato ad uccidere. Non  c’è più niente che noi possiamo fare.”

Ayra si alzò e andò di fronte a Zara. E senza preavviso le tirò un ceffone che le lasciò cinque dita stampate sulla faccia.

“Ora ascoltatemi bene,tutti! Murtagh è ancora vivo ma per poco se non agiamo in fretta. Ma se credete che sia morto, bene siete liberi di farlo. Ma lo state condannando. E personalmente parlando non voglio avere la sua vita sulla coscienza. Anche perché sarei un’assassina. Però non c’è problema se volete vivere con il rimorso per tutta la vita fate pure. Non ve lo impedirò ma sappiate che vi odierò a morte se nemmeno ci provate.” La voce era calma, ma gelida e tagliente come una lama affilata.

“Bene!”

Ayra si voltò. Katrina e Roran erano inginocchiati accanto al corpo di Murtagh. Ayra sorrise e si mise accanto a loro. Poi si voltò verso Eragon e Zara che si guardarono. Poi anche loro si misero accanto a Murtagh. Tutti e quattro i Cavalieri si unirono ai rispettivi draghi. Narsil invece si unì a Murtagh stesso. Infatti il Cavaliere e il Drago erano ancora uniti nonostante Eragon li avesse separati con Zanna di Drago.

La magia scaturì dalle mani dei Cavalieri. I colori viola, azzurro ,verde, bronzo, e arancione si fusero insieme creando una luce bianca che avrebbe accecato chiunque si fosse trovato nei paraggi.

Passarono i minuti, forze ore e finalmente i Cavalieri smisero di usare la magia. Erano tutti stanchi e sconvolti per quello che avevano appena appreso. Unendo la magia si erano uniti anche loro, erano diventai una cosa sola. Ricordi e pensieri  erano stati condivisi da tutti, Draghi e Cavalieri. E non sapevano dire se fosse stata una bella esperienza oppure no. Era stata solo molto strana.

“Ehi ragazzi tutto a posto? Avete una faccia!” tutti i presenti si riscossero dai loro pensieri e si voltarono verso la fonte della voce. Murtagh si era tirato su sui gomiti e li guardava sorridendo. La prima a reagire fu Zara che lo abbracciò con tanta foga che i due si ritrovarono per terra. Si ritirarono su e Zara gli scoppiò a piangere sulla spalla. Lui la teneva stretta a sé e le dava delle pacche sulla spalla. Intanto sorrise a Ayra e Katrina mentre con Eragon e Roran si scambiarono un più maschile cinque.

 

 

                                                                    ***

Da quel giorno è passato un anno. Molte cose sono cambiate. Alagaesia stessa è diventata un posto migliore da quando Galbatorix è morto. Ora il governo è affidato ai Varden che con l’aiuto dell’ Ordine dei Cavalieri amministravano il popolo con giustizia e lealtà.

“Oggi è un anno preciso che Galbatorix è morto. È un anno che siamo liberi! Anche se questa libertà è costata molti morti, tre qui quella di mio padre. Ma ora brindiamo a loro, a loro che sono morti combattendo valorosamente per la nostra libertà! A voi morti vittoriosi!*”disse Nasuada levando il calice. Fu subito imitata de Eragon, Murtagh,Roran, Katrina Zara e Ayra. E poi da tutta la popolazione che era riunita nella piazza più grande di Ilirea proclamata capitale di Alagaesia.

Ma in tutta quella confusione solo due persone riuscirono a sentire i lamenti di due bambini di tre mesi tenuti in braccio rispettivamente da Ayra e Zara. Eragon e Murtagh si avvicinarono a le loro amate e  sorrisero.

Poi Nasuada parlò di nuovo.

“Bene e ora vorrei che Eragon, Murtagh, Ayra e Zara venissero qui.”

I quattro salirono sul pianoro.

“Bene. Siamo riuniti anche per celebrare il loro matrimonio. Islandazi vuoi venire?”

La regina degli Elfi si fece avanti e si mise di fronte alle coppie.

“Il frutto del vostro amore è ben visibile agli occhi di tutti. Ora se lo date alle balie così possiamo celebrare le nozze senza troppi impicci.” Disse con un sorriso da orecchia a orecchia. Le dirette interessate fecero come aveva detto.

 “Murtagh, Eragon accanto a voi ci sono le donne che amate. Giurate di farlo fino alla fine dei vostri giorni? E di proteggerle anche a costo della vostra vita? Penso che non ce ne sia bisogno visto la forza di queste due comunque. La vostra risposta?”

I due ragazzi si scambiarono un sorriso prima di rispondere in coro “Lo giuriamo.”

Poi Islandazi si rivolse alle ragazza.

“Ayra, Zara, figlie mie, accanto a voi ci sono gli uomini che amate. Giurate di farlo fino alla fine dei vostri giorni? E di proteggerli? Spero di si visto l’innata capacità di questi due di cacciarsi nei guai!”

Questa volta i quattro trattennero le risate a stento. Comunque le ragazze riuscirono a rispondere “ Lo giuriamo.”

“Bene, con questo giuramento avete confermato il vostro amore. Io vi dichiaro marito e moglie. Potete baciare la sposa.”

Eragon e Murtagh si voltarono verso Ayra e Zara e le baciarono a lungo e appassionatamente. Tutta la popolazione esplose in applausi e grida di gioia. Katrina e Roran salirono sul pianoro e abbracciarono gli sposi. Persino i piccoli ridevano e battevano le mani come se capissero la felicità collettiva. Saphira, Narsil, Kieran Arabel, Nikita e  Kassan (Nikita la dragonessa di Katrina e Kassan di Roran) lanciarono un ruggito. Insomma quel giorno niente e nessuno poteva turbare quella grande felicità.

Ma ad un certo punto Saphira e Narsil spiccarono il volo e se ne andarono.

“Tranquillo piccolo mio, torneremo presto. Ma anche io devo mostrare a tutti il frutto dell’amore tra me e Narsil.”

Eragon ci mise un attimo a capire le parole di Saphira ma poi un sorriso gli si stampò sulle labbra. Si voltò verso Murtagh anche lui sorridente. Sarebbero tornati presto. E con altra felicità!

 

 

 

 

 

Ok perfetto. E questo è il penultimo chap. Non so nemmeno cosa scrivere. Fra un po’ mi metto a piangere. Sono affezionata a questa storia.  E concluderla…vabbè direi che è anche meglio. Vi prego recensite. Perché non avete recensito l’altro chap? Mica perché ho ridotto un po’ male Murtagh? Ma vi pare che faccio morire il mio personaggio preferito? Vabbè un bacione a tutti sesshy

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


Da quel giorno erano passati dieci anni

Da quel giorno erano passati dieci anni.

Ora anche Roran e Katrina avevano una bambina di nome Akita.

Anche Murtagh e Zara avevano avuto una bambina di nome Aledis. Mentre Eragon e Ayra avevano avuto un bel maschietto chiamato Oskan.

Erano cresciuti tutti e ora avevano rispettivamente 9, 10 e 10 anni.

Ora stavano giocando in cortile Oskan e Aledis con due spade Akita raccogliendo fiori.

Furono interrotti dall’arrivo dei genitori. Zara e Murtagh si guardarono con un sorriso. Aledis aveva ereditato tutto il loro sangue e la voglia di combattere. A dieci anni sapeva già usare la spada come un veterano e tirava con l’arco manco fosse stata un Elfa pura. Ma la cosa più sorprendente era che Aledis non era un maschiaccio anzi. A volte i suoi genitori si chiedevano da dove le venisse fuori tutta quella bravura e passione per le armi. Ma poi bastava che si guardassero a vicenda per capirlo.

Eragon e Ayra erano fieri del loro Oskan. Era un mezz’elfo. E questo diceva tutto. Con le spade era bravo. Ma quello che preferiva di più era tirare con l’arco cosa in qui non aveva pari.

E che dire di Akita? Era una ragazzina calma e tranquilla. Non amava particolarmente le armi anche se non se la cavava male con l’arco. Con le spade era negata. Ma Roran e Katrina sapevano che aveva un debole per le piante, anche se lei faceva di tutto per nasconderlo. Ed erano contenti di questo. Almeno,se non voleva diventare una guerriera poteva diventare un guaritrice. Il  mondo aveva bisogno si degli uni che degli altri.

Ma quel giorno era un giorno speciale per tutti e tre.

Sarebbero andati a trovare Islandazi a Ellasmera. Anche perché era lì che si trovarono le uova di drago che Saphira aveva deposto dieci anni fa. Quasi tutti tra Varden e elfi avevano fatto la prova ma per nessuno si era schiusa. Così avrebbero provato i tre bambini.

I rispettivi genitori chiamarono i loro draghi e fecero salire i bambini. Aledis su Kieran, Oskan con Ayra e Akita con Roran.

I draghi spiccarono il volo e dopo un giorno di viaggio arrivarono a destinazione.

Era ormai troppo tardi per fare la prova dell’uovo e così andarono tutti a letto.

La mattina dopo i tre ragazzini si svegliarono prestissimo. Erano eccitatissimi e non riuscirono a dormire. Così uscirono e cominciarono a parlare tra loro.

“Uffa. Ma quanto dormono i grandi? Io voglio vedere se si schiuderà l’uovo. Vorrei che fosse quello indaco. È bellissimo quel colore. E vorrei che fosse un maschio forte e coraggioso come quello di mia mamma.” Disse Oskan.

“Io invece vorrei quello arancione-rosso. Sembra color del fuoco. Però anche a me piacerebbe che fosse maschio. Come quello di mia mamma!” disse Aledis

“Io invece vorrei quello bianco-argento ma femmina. Gentile e affettuosa come quella della mamma.” Disse la sognante Akita.

“Ecco dove eravate finiti! Ci avete spaventato piccole pesti. Forza filate dentro che dovete prepararvi!” disse Ayra che era stata spedita alla loro ricerca. Voleva sembrare arrabbiata eppure sorrideva.

I tre ragazzini andarono nelle loro camere e si prepararono.

Due ore dopo si trovarono tutti, elfi Varden e si anche nani, nello spiazzo davanti l’albero di Meona dove era stato posizionato un porta oggetti dove erano state posizionate le uova di Saphira. Erano cinque in tutto. Una indaco, una arancione-rossa,una bianca-argento,una gialla ocra e una incredibilmente era nera.

La prima che si fece avanti era proprio Akita. Toccò tutte e cinque le uova e poi attese. Dopo pochi secondi e poi con sua grande sorpresa si schiuse davanti agli occhi stupiti di tutti proprio quello  argento-bianco. Prese il cucciolo tra le braccia e tornò al suo posto.

Poi si fece avanti Oskan e anche lui toccò tutte le uova. Anche lui attese e anche per lui si schiuse un uovo. Ma non era quello indaco bensì quello nero. Oskan dubitò un minuto poi però un sorriso a trecentossessanta gradi gli si stampò sul volto. Prese anche lui il cucciolo tra le braccia e corse dai suoi genitori.

Mancava solo Aledis. La bambina si avvicinò alle uova. Toccò le tre rimanenti e con sua grande sorpresa si schiuse proprio quella arancione-rossa. Prese il cucciolo tra le braccia e corse dai suoi genitori.

 

 

 

 

Non so dirvi di quello che succederà a questi tre ragazzi. Forze diventeranno dei Cavalieri dei Draghi  pari ai loro genitori, oppure no. Quello che so è che l’altro giorno ho visto otto draghi volare e otto cavalieri cavalcare le possenti creature. Non so dove stessero andando ne perché. So solo che si dirigevano oltre le montagne della Grande Dorsale. Forze in cerca di nuove avventure,forze per annientare altri nemici. Forze un giorno torneranno o forze no. Chi lo sa? Chi lo potrà mai sapere?

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Sigh sigh. Sto per piangere. Questo è l’epilogo. Io vi giuro che è stata una vera fatica scrivere questo ultimissimo chap. Però le ultime frasi vi dovrebbero suggerire quello che ho in mente.

 Si ho una mezza idea di scrivere un seguito.

Però non illudetevi troppo anche perché sto scrivendo un’altra storia. Bè in ogni caso vorrei ringraziare di cuore stefy_81 che mi ha seguito fino in fondo. Spero che questo chap ti sia piaciuto.

 Bè un bacione a tutti anche quelli che hanno solo letto.

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