My amnesia girl.

di horangeJuicee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** That scene.. ***
Capitolo 3: *** New me, New Stephanie ***
Capitolo 4: *** I'm sorry, who are you? ***
Capitolo 5: *** Mum, can I call you mum? ***
Capitolo 6: *** I'm Screwed... ***
Capitolo 7: *** I'm Free.. ***
Capitolo 8: *** Our Place. ***
Capitolo 9: *** I Have a Hope. ***
Capitolo 10: *** Best Vacation Ever. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Prologo.

 





Ed eccomi qua, da sola a piangere come un cane abbandonato. Dopo aver passato la notte più bella della mia vita, dopo essermi concessa a lui, dopo che mi ha detto quelle due stupide parole... lui mi ha lasciata, confusa e maledettamente triste. Già mi ha lasciata dopo neanche un giorno che stiamo insieme, che essere vile, e perlopiù era il mio migliore amico.
Era una delle persone più care a me, era il ragazzo che amavo più di qualunque altra cosa anche più di me stessa, era così dolce e aveva il sorriso più bello che abbia mai visto in vita mia. La sua faccia era angelica e ogni suo tocco con quelle mani grandi mi faceva sentire protetta e felice, la sua risata era contagiosa ed era così dolce, e mi diceva sempre che “non mi avrebbe mai lasciata sola “… Eppure sono qui dentro in una camera di un hotel, di cui non mi ricordo neanche il nome, a piangere a disperarmi come una cogliona, peggio di una troia che pretende di trovare il principe azzurro anche se si fa tutto il reame. Già e anche la mia finezza mi ha lasciata dando posto al mio essere volgare . Non posso crederci il mio migliore amico mi ha solo usata.









Angolo d’autrice (wow davvero!?) 

Salve a voi gente! Questo è il mio primo ff e parla dei 1D. Non sono molto brava a scrivere e infatti a scuola faccio dei temi osceni, ma era da un po’ che volevo scrivere una storia perciò l’ho fatta. Lo so non è un granché come prologo ma continuando in poi la storia diventerà bella o almeno credo… Beh, spero almeno di avervi incuriosito un po’ e un piccolo recessione non farebbe male, solo per sapere che cosa ne pensate. ;)

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Capitolo 2
*** That scene.. ***


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That scene.





 Ormai è passato due mesi da quel fatidico giorno in cui il ragazzo che amavo mi aveva lasciata sola in un albergo chissà dove. Da quel giorno non avevo più voglia di fare più niente, non volevo mangiare, non volevo uscire dalla mia cameretta, volevo solo piangere e disperarmi come una matta, mi lesionavo il polso, mi faceva sentire meno dolore.
Si, sono un autolesionista da sempre, beh almeno da quando sono morti i miei genitori, cioè quando avevo più o meno 13 o 14 anni. Erano morti in un incidente di aereo, erano in viaggio per l’Italia a trovare i miei nonni, io ero rimasta a casa perché mi ero sentita male e la settimana prossima sarei partita. Ma purtroppo il destino aveva un altro piano. Quando lo saputa ero a pezzi, il mio mondo era crollato, i miei cari genitori erano morti.  
*Flashback*
Erano le 11 di mattina e tra 30 minuti i miei genitori sarebbero partiti per l’Italia. La donna al microfono aveva appena chiamato i passeggeri del volo Londra-Italia e i miei dovevano sbarcare, così mia madre mi abbracciò, mi strinse a se, quasi non potevo respirare.
-Ehi, mà, non devi per forza stringermi così forte, quasi non riesco a respirare- le dissi, ancora attaccata a lei -Tanto la prossima settimana sarò di nuovo con voi.! -
-E dai Matilde lasciala oramai la nostra Steph è grande e poi come dice lei la rivedrai tra una settimana- parlò mio padre.
-Stai zitto, Richard- controbatté mia madre, mentre mio padre sghignazzava sotto  suoi baffi. -Oh, piccola mia, promettimi che ti prenderai cura di te stessa, eh!?- continuò mia madre con un tono di preoccupazione e staccandosi da me.
-Si mà, non ti preoccupare so prendere cura di me stessa e poi mi hai insegnato molto bene a comportarmi da adulta, e poi ci sarà la zia Marian con me, quindi non preoccuparti- le dissi con fare rassicurante e trascinando mia zia vicino a me.
-Già, Mati, non ti preoccupare ci sarò io a proteggere questa creatura meravigliosa accanto a me, ok!?- disse mia zia mentre si stava avvicinando alla sorella per abbracciarla.
Mentre si abbracciavano, mi avvicinai a mio padre per darle un bacio alla guancia e sussurrarle un “ti voglio bene, pà” che lui ricambiò con un sorriso dolcissimo, così lo abbracciai.
La donna al microfono aveva appena fatto l’ultima chiamata così i miei si incamminarono verso il cancello che avrebbe portato loro a quel maledetto aereo, che tolse a loro la vita.
Ed è li che vidi mia madre  con i suoi capelli ramati e lisci e la sua eleganza, e mio padre con la sua altezza inconfondibile e la sua testa rasata, per l’ultima volta.

*Fine flashback*  
Si, quel dolore provocata da quella cosa luccicante e tagliente chiamata ‘lametta’ mi faceva sentire bene, oramai era diventata un’amica per me quella cosa. Lui non sapeva di questo mia dipendenza, era l’unica cosa che non sapeva di me.
Ero persa nei miei pensieri quando qualcuno bussò violentemente alla porta.
-Steph, esci da questa porta- era Amanda, la mia migliora amica l’unica che era rimasta con me al mio fianco dopo che lui mi lasciò.
-Dai, Steph, non puoi fare così tutta la vita, non puoi marcire li dentro, apri questa porta per favore- disse con la voce supplicante e lei sapeva che io non potevo resistere a quella sua voce, così aprii la porta. La trovai li con gli occhi lucidi ma con un sorriso a 32 denti forse perché avevo aperto la porta.
-Oh mio dio, Steph!- esclamò lei -Cioè, guardati sei dimagrita, cazzo! E anche tanto!-
In effetti ero abbassata di qualche kilo, beh, forse anche più di qualche kilo. Ma per me non faceva né caldo né freddo anche perché ero un po’ cicciottella.
-Dai però adesso sei molto sexy, cioè guardati sei una favola!- Sdrammatizzò lei.
-Beh, se per te essere una “favola” vuol dire essere in pigiama con occhiaie molto grandi e i capelli scompigliati, allora si che sono una favola!- disse ironicamente e in men che non si dica scoppiamo a ridere tutte e due come coglione.
-Ah! Mi era mancata la tua risata, mi sei mancata tu!- disse lei aprendo le braccia per accogliermi.
-Anche tu, cogliona. E scusami se non ti ho voluta accanto a me in questa mia sofferenza e che non volevo contagiarti con la mia malinconia.- Dissi abbracciandola
-Non ti preoccupare, posso capirti.- disse lei massaggiando mi la schiena –Però, promettimi che non ti dispererai più per quello stronzo, eh!?- continuò lei staccandosi a me.
La fissai per un po’, pensai che aveva ragione, pensai che non dovevo più continuare a soffrire per lui perché non se lo meritava, anche se infondo il mio cuore non era così.
-Non ti prometto nulla, ma ci proverò- dopo aver detto queste parole le si illuminò il viso e questo di solito non portava a niente di buono.
-Mandy, tu mi fai paura, a che cosa stai pensando!?- le chiese.
-Uhm… beh…- Disse prendendo una ciocca dei miei capelli per giocherellarci –Pensavo di andare in una discoteca stasera, se ti va ovviamente!?- continuò poi, facendo gli occhi dolci che mi fecero ridere.
-E va bene, a patto che tu non faccia più gli occhi dolci! Sembravi un asino in calore!- E detto questo scoppiamo in una risata fragorosa.
Mi farebbe bene distrarmi un po’ da questa sofferenza provocata da quel ragazzo, ed andare in discoteca era più che buono come idea. Lì sarei potuta ubriacarmi e forse usare qualche ragazzo per dimenticare.
Così insieme ad Amanda mi precipitai nel mio armadio in cerca di qualche cosa che avrei potuto mettere. E dopo mezz’ora trovammo un vestito nero, semplice, corto e aderente. Era stupendo. Per le scarpe avevo optato a delle semplice ballerine grigie dato che ero alta e non mi piacevano i tacchi. Al contrario Amanda invece indossava un vestito viola anche essa semplice e corta e dei tacchi alti, altissimi. Ma era stupenda. Ci truccammo leggermente lei arricciò i suoi capelli mentre io li raccolsi in una coda alta. Ci guardammo allo specchio per l’ultima volta e ne uscimmo soddisfatti. Così alle 21:15 Mandy prese le chiavi della macchina e ci incamminammo verso la macchina salutando mia zia Marian che sorrideva perchè finalmente ero uscita dalla mia camera.
Il viaggio era durato più o meno 40 minuti e quando arrivammo davanti la discoteca era piena e la fila per entrare era lunghissima.
Menomale che Mandy aveva dei pass, manco fosse una celebrità, così entrammo senza fare quella dannata fila. Entrati dentro, la discoteca era più piena, menomale che era grande. La gente si strusciava come delle sanguisughe, altri stavano letteralmente scopando nella pista da ballo. Io mi divertivo a guardarli mi sembrava di vedere quei film americani sulla stupidità dei giovani.
Amanda entrò subito nella pista mentre io mi avviai nel bancone del bar per bere qualcosa. Ordinai subito due margherite al barista che me lo diede con un occhiataccia maliziosa come se stesse provando con me. Lo ricambiai con un sorriso alquanto maliziosa anche, beh era un tipo carino, e di sicuro mi avrebbe fatta divertire quella sera.
Stavo tranquillamente bevendo il mio drink, quando vidi una scena che mai nella vita avrei voluto vedere…..


 





Angolo D’autriceee
Beh come dire, grazie ad alcuni per aver visitato il prologo, mi farebbe piacere anche se recensite un po’.
Comunque tornando alla storia, il ragazzo non si è capito ancora chi è ma vi assicuro che nel prossimo capitolo lo si saprà… Spero che il capitolo primo sia di vostro gradimento e per favore fatemi sapere che cosa ne pensate è davvero importante che sia una critica o positivo. Baci xx

-El

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Capitolo 3
*** New me, New Stephanie ***


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Mentre leggete, vi consiglio di ascoltarlo.
Dà un qualcosa che rende tutto vero.
Buona lettura. -El
 
http://www.youtube.com/watch?v=I94hNfXYHaE

 



NEW ME


 



 Avrei voluto scappare via, correre, tornare nella mia cameretta ad lesionarmi con la mia amata lametta per far capire a me stessa che avrei potuto farmi più del male da sola che quella scena, ma i miei muscoli non volevano fare neanche un passo. Così rimasi lì a guardare quella scena, impietrita e dolorante, sentivo gli occhi pizzicarmi e scendere qualche lacrima.
Lui continuava a baciare quella ragazza e lo toccava di continuo, e viceversa.
Il mio cuore ancora una volta si era spezzato per via di quel ragazzo.
Sentii qualcuno picchiettarmi da dietro così mi voltai con il viso bagnato e le lacrime che mi scendevano peggio delle acque del Niagara.
Vidi lei la mia migliore amica, Amanda, l’unica che era rimasta con me sin dall’inizio. Lei capì, con un solo sguardo dai miei occhi, perché stavo in quelle condizioni. Mi attirò a sé per abbracciarmi mentre mettevo la mia testa tra l’incavo del suo collo, affondando la mia faccia tra le sue spalle. Si staccò da me e mi disse
-Dai, andiamo via da questo posto.-
Io annuii e per l’ultima volta mi voltai dalla direzione di lui, loro non c’erano più. Poi sentii di nuovo le lacrime pizzicarmi gli occhi, così mi voltai e uscii da quel maledetto posto.



 
Il viaggio come sempre è durato 40 minuti, ma in quei attimi avevo solo continuato a piangere pensando di nuovo a quella, malinconica e disgustosa, scena. Non riuscivo a smettere di lacrimare tant’è che non mi accorsi di essere arrivata davanti a casa mia.
Mandy fermò la macchina e si voltò verso di me mentre io continuavo a piangere e a tenere la testa fra le mani, lei cominciò ad accarezzarmi la schiena e dire che dovevo smetterla di fare la piagnucolona  perché lui non meritava le mie lacrime. Ed era vero e solo che non riesco, io non ero forte quanto lo era lei.
-Mi dispiace, Mandy e che non riesco se solo potessi essere forte quanto lo sei tu.- dissi tra un singhiozzo e l’altro.
-Steph, tu sei forte, anzi tu sei più forte di me, e solo che con lui diventi vulnerabile, non riesci a controllare le tue emozioni davanti a lui, ma se vuoi, puoi farlo, basta desiderarlo.- disse con un sorriso di compressione come solo lei poteva farlo.
Le sorrise anch’io, pur essendo però forzato, perché sapevo che aveva fottutamente ragione, ero vulnerabile davanti a lui.
Scesi dalla macchina di Amanda e la salutai con un cenno della mano.
Poi mi avviai verso la mia casa e alla mia cameretta. Andai in bagno, eh sì il bagno, l’unico posto che sapeva del mio segreto, quei quattro muri erano gli unici a vedere il male che mi facevo da sola.
Mi avviai verso il lavandino e cominciai a sciacquarmi e pulirmi la faccia, appena tolsi il mio asciugamano dal mio viso, guardai il mio riflesso nello specchio.
Vedevo una ragazza, una ragazza così fragile e insicura di se stessa, una ragazza che ha sofferto e soffre ancora del suo passato, una ragazza che si fa del male da sola perché è l’unica cosa che la fa stare bene, una ragazza cupa, malinconica e maledettamente triste, una ragazza che ha amato e ama tutt’ora ma che è stata solo usata dalla persona che ama di più di se stessa.
I miei occhi, grigi e trasparenti, emettevano fuori di nuovo quelle acque salate che per due mesi interi, mi avevano rigato il viso, con la mano tremolante aprì la casetta che stava di fianco allo specchio e presi quella cosa metallica e pungente, per poi posarlo nel mio polso esitando, mi guardai per l’ultima volta nello specchio, e pensai a quello che stavo per fare, fissai di nuovo il mio polso, e con mia grande sorpresa riuscii a chiudere gli occhi e a lanciare la lametta verso il lavandino.
Dovevo smetterla di tagliarmi, non potevo più far male a me stessa.
No, non potevo, e soprattutto non dovevo più soffrire per lui.
Lui mi ha abbandonata, ha buttato tutto nel cestino la nostra amicizia, i miei sentimenti, la nostra vita passata insieme sin da quando eravamo piccoli.
Lui si era fregato minimamente di tutto quello, e se lo aveva fatto potevo farlo anch’io, e no non avrei mai più sofferto per lui.
Eh, già ho deciso domani sarà un nuovo giorno per me, una nuova vita, una nuova me, più forte e decisa, una nuova Stephanie Smith.
Non mi sarei fatta più inginocchiare da nessuno, tanto meno da lui, da ZAYN JAWAAD MALIK.  

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Questa è Steph: http://weheartit.com/entry/34920687   

Questa è Amanda:   http://weheartit.com/entry/35041440                                  







Angolo di quella cretina che srive questa storia che farebbe schifo anche alle giraffe che tentano di volare:
Maahh salve a tutti, ok lo so, sono una bastarda, perchè è già passato un mese dall'ultima volta e sono in ritardo molto
moltissimo, anzi, estremamente in ritardo, ma che cosa posso dirvi almeno sono di razza, hahhaha ok, questa era davvero pessima,
non so neanche se il bastardo è di razza...
Comunque ritornando al capitolo avete visto, adesso sappiamo chi è il ragazzo, puhahahah ok va bene, devo smetterla di fumare erba,
Va beh, spero che vi piaccia questo capitolo, anche se è corto ma la prossima volta mi farò perdonare. Ora mi dileguo. 

Addios, las zanohorias hermosas.
-El. xx

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Capitolo 4
*** I'm sorry, who are you? ***


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I'm sorry, who are you?

 






La luce del sole, che entravano sfuggente nelle persiane disposte nella mia camera, mi sfioravano il viso facendomi aprire gli occhi lentamente. Mugugnai qualcosa di incomprensibile finché qualcuno non aprì completamente le tende,  Mandy, e chi se non lei.
-Su dai, dormigliona svegliati!- disse lei tutta elettrizzata. Ma cosa avrà per essere così euforica di prima mattina.
-Calmati, Mandy, ma cos’hai bevuto stamattina!? L’eroina!?- dissi sbadigliando , stiracchiandomi e mettendomi seduta sul letto. Ma come risposta ricevetti solo uno schiaffo sulla nuca.
-Haha, ma come sei “simpatica”- aggiunse facendo le virgolette all’ultima parola.
-Comunque, signorina, volevo solo informarla, che oggi io e lei andremmo in giro per la città, così lei si chiarisce un po’ le idee e non pensa a qualcos’altro, o meglio a qualcun’altro.- Detto questo calcò l’ultima parola.
-Sai, credo che ne avrò bisogno, e devi sapere anche che ho deciso di mettere una pietra a questa storia e andare avanti. Ho deciso che non soffrirò più per lui.- Le dissi sorridendola e anche lei fece lo stesso.
-Finalmente era ora!- Rispose abbracciandomi, e rimanemmo lì, così per qualche secondo finché mia zia Marian non ci chiamò per la colazione.
-Dai, scendiamo che ho una fame da bestia.- Sogghignai, quella ragazza era un pozzo senza fondo ma nonostante tutto, era magrissima, era molto slanciata, insomma anche agli angeli di Victoria Secret proverebbero invidia nei suoi confronti.
-Eh, va bene. Scendiamo.-
Così ci avviamo in cucina dove trovai mia zia occupata a fare dei pancake e cucinare il bacon e le cose tipiche di una colazione britannica.
-Buongiorno- le dissi con entusiasmo entrando in cucina seguita dalla mia migliore amica.
-Buongiorno, Mari- disse la bionda.
-Oh, buongiorno ragazze- disse mia zia, che oramai consideravo la mia seconda mamma, voltandosi nella nostra direzione- i pancake saranno pronti a momenti-
-Oh, si, non vedo l’ora di assaggiare i tuoi pancake. Sono sempre i migliori-
-Già, sono buonissimi- aggiunsi dopo la frase della bionda.
-Grazie, per i complementi ragazze- Detto questo, ci posò i piatti, ricca degli ingredienti di una buona colazione inglese, e ci versò il succo d’arancia nei bicchieri. La ringraziamo e iniziamo a mangiare. -Sai Mari, uhm, Steph, ha deciso di andare avanti e mettere una pietra sopra alla storia che l’ha fatto soffrire-  Cominciò Mandy, masticando.
-Oh, davvero!- disse la rossa rivoltandomi un sorriso di piacere- Oh, mio dio, Steph, io sono, oh mio dio, sono molto contenta di questa tua decisione.-
-Già, ho deciso di smettere di piangermi addosso per lui, che diciamoci la verità, non gli è mai importato di niente…- -
Questo è lo spirito giusto, ragazza dai capelli castani e mossi- Mi interrompe Amanda, e dopo questo scoppiamo tutte e tre a ridere come coglione.
-Comunque- ripresi a parlare dopo aver smesso di ridere, come una demente, come non lo facevo da tempo –io e questa cogliona qui, vorremo andare in giro per la città, e ci chiedevamo se potresti accompagnarci- le chiesi.
-Ma certo che si. E poi sarei molto contenta ad accompagnarvi a fare shopping mi servirebbero dei nuovi vestiti-
-Perfetto. Allora non vi resta che prepararvi perché io sono già pronto così- ci disse la bionda addentando il suo pancake.
-Ok allora io vado a farmi una doccia e prepararmi.- dissi alzandomi dalla sedia per poi dirigermi alle scale e farmi un bagno.
-Va bene, allora, io farò la stessa cosa.- aggiunsi mia zia.
-Ok, vi aspetto qui e intanto mangio- rispose la bionda da sotto.
-Puoi, sparecchiare, per favore Mandy- le urlai da sopra.
-Eh, va bene-




 
 
-Allora, siete pronte ragazze!?- Ci chiese, elettrizzata, mia zia.
-Si!- rispondemmo io e Mandy altrettanto.
Entrammo in macchina e ci dirigemmo verso Oxford Street. Quel giorno Londra era  particolarmente soleggiata e si sentiva caldo, il che è raro, di solito si sente sempre il fresco qui.
Girammo tutti i negozi in quella piazza, passando dai più economici a quelli più costosi. Ovviamente avevamo preso vestiti da tutti quei negozi pure solo un accessorio.
Era quasi mezzogiorno e avevamo fame, ma prima di andare da Ristorante Semplice, un ristorante italiano vicino all’Oxford Street, Amanda voleva passare un attimo da ‘House of Fraser’ a compare un vestito che desiderava da tanto.
-Ma, Mandy io ho una fame bestia e poi sai non è facile prendere un posto al Semplice soprattutto se non è prenotato.- mi lamentai.
-NO! Dai ti prego è solo questione di minuti, e poi lo desidero tanto questo vestito e lo fatto già conservare dalla commessa perciò non faremmo tardi.. Ti prego.- ribatté la bionda facendo gli occhi dolci. -Ti ho mai detto che sei insopportabile e che quando fa gli occhi dolci sembri una che ha appena ricevuto un inculata dal coniglio di Nesquik.- ironizzai.
-Hahahaha. Ma come siamo simpatiche e fine!?- Mi disse la ragazza bionda.
-Dai Steph, accompagnala. Mi occuperò io a prendere dei posti al ristorante. Sai sto uscendo con qualcuno che lavora là. Forse potrai farmi fare un’eccezione.- Aggiunse mia zia sorridendo.
-E va bene- risposi con nonchalance.
-Evvai!- esulta Mandy.
-Allora, io vado ragazze. Vi aspetto là.- ci salutò la rossa.
-Va bene. Ciao, Mari. Ah e voglio un posto vicino alla finestra.- Risi a quella affermazione della bionda per poi salutare mia zia con un cenno della mano mentre svoltava l’angolo scuotendo la testa e sorridendo.
-Eddai, muoviti, vuoi questo vestito o no!?- mi rivolsi alla bionda.
-Oh, certo,  puoi scommetterci.- mi rispose sorridendomi a 32 denti e per poi trascinarmi dentro il negozio. Scossi la testa divertita.
Entrati nel negozio Amanda si avviò verso la commessa.
-Io vado a parlare con la commessa del mio vestito tu fatti un giro. È solo questione di un attimo. Va bene!?-
-Va bene.-
-Perfetto.- mi salutò con un bacio per poi dirigersi nel bancone di prenotazione.
Intanto mi fece un giro nella sezione accessori. Stavo guardando una collana bellissima, quando qualcuno parlò da dietro le mie spalle.
-Ciao, Steph.- Quella voce. La sua voce, lo avrei riconosciuto tra mille, anzi tra un bilione. Sentii un qualcosa al cuore, come se avesse perso un battito anzi togliamo il ‘se’, e avevo un nodo alla gola. Deglutii e mi girai lentamente verso colui che aveva parlato, sperando che non fosse lui, la causa della mia sofferenza. Mi voltai e, si, vidi lui, in tutta la sua perfezione, con gli occhi sbarrati e un sorriso sghembo come se avesse visto un fantasma. Chissà forse anche lui non si sarebbe aspettato di vedermi qui. Ma certo che stupida che sono è proprio così. Dopo essersi ricomposto dallo stato shock di prima, si stava avvicinando a me lentamente. Il mio cuore andava in mille battiti in un secondo, sentivo la terra mancarmi da sotto i piedi. Volevo parlare o scappare, ma poi mi accorsi che se correvo una matta mi avrebbe preso come una pazza che ancora soffre per lui, così senza ragionare aprì la bocca.
-Scusa, ma tu chi sei!?- dissi con indifferenza e facendo finta che non lo conoscessi per davvero. 
Si fermò e si stupii visto la sua reazione e sinceramente anch’io mi stupii di me stessa cioè, WOW, non sapevo di essere così brava a recitare.
-Scusami, cos’hai detto?- mi domandò lui ancora stupefatto.
-Ti, ho chiesto chi sei. Sai perché forse ti conosco ma non mi ricordo, perché…- oh santo cielo, AIUTATEMI, cosa gli dico ora -ho l’amnesia- si brava Steph, si hai l’amnesia. Gli dico sorridendolo sghembo.
Ma che stavo facendo perché gli ho detto che ho una specie di amnesia. STUPIDA, SEI UNA STUPIDA. Ma ormai il danno è fatto, complementi Steph, complementi, continua così e ti rovinerai di certo la tua intera esistenza.
 Lui spalancò leggermente la bocca e calò un silenzio imbarazzante che per fortuna venne interrotta da Amanda. Oh porca carota, io LODERÒ per sempre questa ragazza.
-Steph, ho preso il vestito- disse la mia salvatrice -Possiamo andare ora!- aggiunse facendomi cenno con la mano di andare.
-Beh, scusa io devo andare! Ciao!- dissi tutto d’un fiato e a passo veloce mi avviai verso la mia migliore amica, lasciandolo lì imbambolato e boccheggiando.
Presi a braccetto Amanda e la tirai fuori da quel maledetto negozio in men che non si dica.
-Ehi, piano. Ma perché vai così veloce!? Non pensavo che avessi così tanta fame?- Si lamentò la bionda, scrollando il suo braccio destro dalle mie mani, non appena ci siamo allontanati dal negozio.
-Scusa, e che volevo uscire da quel negozio il prima possibile- dissi scusandomi.
-Non fa niente.- rispose- Dimmi piuttosto chi era quel moro con cui stavi parlando?- mi domandò alzando un sopracciglio con fare curiosa e divertita.
-Era.. era Zayn- risposi titubante e abbassando lo sguardo. Avevo un nodo alla gola, ogni volta che dicevo il suo nome o lo sentivo.
-Oh.- riuscii a dire la bionda che rimase immobile.
-Sai gli ho detto che ho l’amnesia- dissi alzando lo sguardo da terra, che fino a poco fa mi sembrava più interessante, per vedere la sua reazione.
-Oh mio dio, Steph, questa me la devi spiegare- rispose la bionda per poi trascinarmi verso al Ristorante Semplice.
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Completo di Steph per fare shopping: http://www.polyvore.com/outfit/set?id=56808748





 

 Angolo della mongola:
Ok, salve a tutti bella gente. Quello che vi parla è quella cretina che scrive questa storia
Come va!? Io sto bene, beh, almeno non credo mentalmente però si dai.
Allors, riguardante il capitolo avete visto hahaha, Steph ha detto che ha l'amnesia. Cioè quella ragazza è messa male.
Comunque nel prossimo capitolo si vedrà come continuerà la storia. Ma certo IDIOTA, se no come fai.
Ok, sto davvero male cioè parlo e mi insulto da sola. Va beh ora mi dileguo. Scaooo belleeee. :D
-El.

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Capitolo 5
*** Mum, can I call you mum? ***


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Ho messo il banner,
ma non è un granchè.
Vabboh, vi lascio, Buona lettura.

  




 

Mum, can I call you mum?





 

-L’amnesia!?- urlarono in coro la bionda e la rossa.
-Si, ma abbassate la voce. La gente ci sta guardando- risposi facendole cenno di abbassare le voci.
Eravamo in un tavolo vicino alla finestra, come aveva richiesto Amanda, al Semplice.
Avevo raccontato alle due l’incontro, non gradito, poco fa. Le avevo raccontato di come ero in panico e che la prima cosa che mi venne in mente da dire in quel momento era che avevo l’amnesia.
E dopo quello si misero a urlare, e la gente ci guardavo in un modo strano, come se fossimo tre Cheeta, avete presente il gorilla di Tarzan, ecco ci guardavano così, forse pensavano che eravamo tre selvagge.
-Oh, porca di una trotta inculata come una carota nel tuo culo! Che cos’è hai fatto ragazza mia!?- imprecò Amanda in un batter d’occhio, e detto questo io e la rossa la guardammo sconvolte - Cioè gli hai detto che non lo ricordi e che hai l’amnesia!? Santo cielo. Tu sei messo peggio di Beautiful, Cento Vetrine e Tempesta D’amore messi tutti insieme, tesoro mio.- aggiunsi la bionda alzando gli occhi al cielo.
-Lo so.- risposi -Ma ormai il danno è fatto, e non posso ritornare indietro. E poi non credo che mi cercherà più o si farà vedere, quindi..- -Si, ma, mette che forse vi incontriate di nuovo e lui vuole sapere perché hai l’amnesia.- si intromise la rossa.
-Beh, in quel caso, mi inventerò qualcosa, ma credo sia impossibile.-
-Ricorda Steph, niente è impossibile, cioè a parte leccarsi il gomito, ovvio.- mi disse la bionda che chiamava il cameriere per ordinare. Quella frase mi rimasi in mente, ovviamente non la parte del gomito, e se fosse successo!? Che avrei dovuto fare!? Dovrei formulare una storia credibile!? Magari mi stavo solo complicando la vita, no, lui non si preoccuperebbe neanche minimamente.


 

 
 

 

Zayn P.O.V.
Stavo accompagnando la mia ragazza Perrie a fare shopping nell’Oxford Street. Stavamo già li dalle otto di mattina ed ora era quasi mezzogiorno. Abbiamo comprato di tutto o beh almeno lei ha comprato tutto, io mi sono accontentato solo di due magliette. Mi sento molto stanco, i miei piedi quasi non reggono, ma tengo duro pur solo di vedere la mia ragazza felice.
-Dai, amore. Sei troppo lento.- mi rimproverò.
-Scusami. E che ho molta fame e sono molto stanco. E da ore e ore che siamo qui, avremmo già girato tutti i negozi qui.- mi lamentai. Sbuffò e alzando gli al cielo mi disse -Eh va bene. Passiamo da ‘House of Fraser’ e poi andiamo a mangiare da Chisuo, un ristorante giapponese vicino qui, ok!?-
Giapponese ma io vorrei un pasto italiano.
-Ma perché da Chisuo, perché non andiamo da Ristorante Semplice!?-
-NO! Non mi va l’italiano- disse trascinandomi con forza dentro all’ennesimo negozio. Ma a me va di mangiare italiano. Pensai tra me e me. Girovagò per tutto il negozio, seguito da me, e prese tutte le cose che le piacevano.
-Zayn, amore.- mi chiamò.
-Si?-
-Io vado a provare questi vestiti nel camerino, ci metto solo un secondo, e tu che fai?- Un secondo che equivaleva mezz’ora.
-Ti aspetterò nella sezione accessori. Ok?- le dissi baciandola la fronte.
-Va bene.- detto questo si avviò nei camerini e io nel reparto accessorio.
Mi stavo guardando in giro, volevo trovare una collana per regalare a Perrie, ma l’unica cosa che vide è una ragazza alta, slanciata e dai capelli castani raccolti in uno chignon disordinato.
Ma non era il suo aspetto ad avermi colpito ma bensì il tatuaggio che aveva nel collo e solo una persona che conoscevo aveva quel tipo di disegno. Ma forse mi sbagliavo, forse era un'altra ragazza, anche perché la persona che aveva quel tatuaggio era più formosa. Ma tentai lo stesso così la chiamai.
-Ciao, Steph.-
La ragazza si voltò lentamente e i miei pensieri furono confermati. Era proprio lei. Era Stephanie. Era sempre la stessa, la bellissima Stephanie, quella ragazza che sprizza felicità da tutte le parti.  Ma era più magra e aveva gli occhi spenti, non erano di quel blu profondo che mi piacevano erano cerulei , e sbarrati come se avesse visto un fantasma.
Non so come ma i miei piedi cominciarono a muoversi vero la sua direzione e intanto sentivo uno strano emozione dentro di me un misto di gioia e pentimento. E non so il perché. O forse si.
-Scusa, ma tu chi sei!?- mi disse all’improvviso.
Mi fermai e la guardai confusa e sorpreso. Come chi sono!? Non si ricorda di me!? Ma come può essere? Forse ho solo sentito male, magari aveva detto un’altra cosa, è meglio se gliela chiedo di nuovo.
-Scusami, cos’hai detto?- le chiedo ancora stupefatto. -
-Ti, ho chiesto chi sei. Sai perché forse ti conosco ma non mi ricordo, perché…ho l’amnesia.- mi rispose come se è la cosa più naturale del mondo e sorridendomi. Rimasi pietrificato non si ricorda di me, ha l’amnesia, questo vuol dire che ha avuto un incidente. Non riuscivo a parlare, le parole mi si fermavano nella gola, volevo chiederle com’era successo, come poteva dimenticarsi della sua vita passata, con me. Ma dentro di me avevo un senso di colpa che mi divorava non sapendo il perché, o forse si, forse mi sento così perché in un modo o in un altro centro qualcosa di questa sua amnesia. Anzi togliamo quel “in un modo o in un altro”, io centro qualcosa.
-Steph, ho preso il vestito. Possiamo andare ora.- disse una voce facendomi ritornare nella realtà. Quella voce dove essere sicuramente di Amanda.
-Beh, scusa io devo andare! Ciao!- dissi Steph con fretta per poi avviarsi verso la bionda e prenderla a braccetto e uscire dal negozio.
E mentre tutto succedeva io rimasi lì imbambolato e boccheggiando. Avrei voluto parlarle o almeno salutarla ma invece sono rimasto muto e pietrificato.
-Allora, amore, ho già scelto. Prenderò questo e questo e questo.- disse Perrie armeggiando con alcuni capi, ma non la ascoltavo minimamente ero ancora troppo preso a guardare Steph uscire dall’uscita e a pensare che non si ricordava di me.
-Amore, Zayn, tesoro.- mi chiamò la mia ragazza  -Tutto bene?-
-Eh? Si, uhm, tutto bene. Hai scelto?- le risposi titubante.
-Si, andiamo a pagarla alla cassa?-
-Si, andiamo- dissi sorridendola, un sorriso sforzato. Detto questo ci avviamo alla cassa e paghiamo, per poi andare da Chisou.
Avevo perso l’appetito, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era solo a Steph e a come aveva perso la memoria. Intanto Perrie continuava a mangiare e a parlare ma non la degnavo nemmeno un pezzo di attenzione.
-Ehi, amore. Tutto bene? E da quando siamo usciti da ‘House of Fraser’ che sei pensieroso.- mi chiese lei un po’ preoccupata.
-Cosa, uhm si, tutto bene, e solo che sono stanco.- mentii ritornando alla realtà. Sorrise e feci lo stesso ma forzato. Pensavo solo a una cosa o meglio a una persona Steph, dovevo sapere che cosa le è successo. Si dovevo assolutamente farlo.




 

 
Stephanie P.OV.
Ero appena tornato a casa, insieme a mia zia, dopo aver passato la giornata a girovagare per le strade di Londra e dopo aver incontrato la persona che non volevo rivedere per il resto della mia esistenza. Ero distrutta fisicamente che psicologicamente. Insomma l’ho rivisto dopo due mesi, in cui mi ha fatto soffrire, e poi che fa mi saluta come se non fosse successo niente. Oh mio dio. Quanto avrei voluto prenderlo a schiaffi in quel momento ma non avevo avuto la forza di reagire. Già, ma il tempo di dire una bugia c’è l’hai avuta eccome Steph, eh. Questa era la mia coscienza che mi rimproverava. Porco Nando’s. Ora parlavo e mi rimproveravo anche da solo, eh già, allora quella cogliona della mia migliore amica aveva proprio ragione. Ero messa male ed era solo per colpa di quel ragazzo, come sempre.
-Ahhhh!- urlai come per sfogarmi.
-Tutto bene?- mi chiese mia zia.
-Si, non ti preoccupare. Urlavo per liberarmi.- risposi.
La rossa si avvicinò a me e mi abbracciò. Non so come scoppiai in lacrime mentre mi stingevo a lei.
-Perché?- mi domandai -Perché dovevo rivederlo? Cioè, lo so che dovevo rivederlo prima o poi ma non avrei mai pensato che potesse succedere proprio ora. Proprio ora che ho deciso di andare avanti. Perché?- dissi tra un singhiozzo e l’altro.
-Lo so. Ma sai il destino è imprevedibile non hai mai la certezza che cosa succederà. Ma tutte quelle cose accadono per un motivo.- mi disse accarezzandomi la schiena mentre piangevo ancora.
-Ah, si?- le chiese -Accadono per un motivo? Ma qual è il motivo di questo incontro? Cos’è forse il destino mi vuole far del male, vuol farmi soffrire.- le disse staccandomi da lei e guardarla negli occhi dorati come quella di mia madre.
-Steph, non pensare questo. Pensa che il destino ti voglia solo fortificare, ti vuole far capire che sei più forte di quello che tu credi.- mi disse con una voce così dolce che mi fece tranquillizzare, quelle voce che solo una madre comprensiva ti poteva fare. Perché era così lei era come una seconda mamma per me. La abbracciai di nuovo questa volta come una figlia che ha tanto bisogno di amore. Piansi e anche lei ma erano lacrime di gioia, perché sapevamo che potevamo contare l’una con l’altra. Ci staccammo e ci asciugammo le lacrime a vicenda, sorridendoci.
-Mamma, posso chiamarti mamma?- le chiesi.
-Certo, che puoi figlia mia.- mi sorrise e non potei nemmeno a ricambiarlo.
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Questo è il tatuaggio di Steph: http://weheartit.com/entry/34314260



 

Angolo della mongola:
Allor, danz, uhuh, allor danz, uhhhuh. Ok, Basta.
Come va care lettrice, quello che vi parla è la vostra scritrice demente, che ovviamente ha continuato la storia e ha deciso di pubblicarla nello stesso giorno.
Ok, cioè ho pubblicato già l'altro capitolo, perchè tanto era già scritto quindi ho scritto troppi 'già'.
Comunque che dire ho messo anche il P.OV. di Zayn perchè a me piace avere tanti punti di vista.
(Questa non vi interessa minimamente mah va beh.)
E la parte ultima è veramente sdolcinata, cioè almeno per me, perchè di solito non sono una persona molto smielata quindi...
Va beeh.. Ok, questo sembrava il verso di una capra ma ok, ora mi dileguo. Scaooo belleeee
.
-El xx



       
 

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Capitolo 6
*** I'm Screwed... ***


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I'm Screwed.



 

Zayn P.O.V.
-Come non si ricorda di te?- mi chiese il riccio ancora una volta.
-Si.- risposi per l’ennesima volta.
-Ma davvero non si ricorda di…-
-Giuro che un’altra parola e ti castro.- lo interruppi seccato.
-Te.-
-Comincia a correre, Styles o se no ti prendo e ti rompo i coglioni, nel vero senso della frase.- Dopo questo lo rincorsi per tutta la casa, finché Liam non ci chiamò dicendo che era ora di colazione.
Entrai in cucina seguito dal riccio, dove trovammo gli altri tre. Liam stava porgendo i pancake ai piatti di ognuno, Niall stava sbavando come al suo solito e aspettava impaziente il suo turno, Louis invece armeggiava con il telefonino suppongo che stia messaggiando con Eleanor la sua ragazza.
Mi sedetti di fianco al biondino e al Papà della casa mentre di fronte a me c’era il riccio e il romanticone.
-Allora, moro, veramente Steph ha l’amnesia?- mi chiese Louis, lasciando il telefonino e mangiando il pancake.
-Oh porca carota! Ma quante volte ve lo devo dire si e si.-
-Weh, calmati pakistano. Non imprecare usando le mie bellissime carote.- mi rispose a sua volta.
Da quando ho raccontato a loro dell’incontro, strano,di ieri con Steph non hanno più smesso di chiedermi se era vero.
Loro sapevano della mia storia con Steph fatto sta che anche loro erano suoi amici, soprattutto il biondino era quello più vicino a lei dopo di me, che ero il suo migliore amico. E loro sapevano anche perché ho fatto quello che ho fatto, due mesi fa.
-Comunque mi sembra strano, che Steph abbia avuto un in incidente. Insomma sennò Amanda mi avrebbe chiamato.- disse il biondino.
-Ma come poteva chiamarti se hai cambiato il numero di telefono, il quartiere e la casa. Aggiungiamoci l’email e poi lo hai tolto da tutte le possibile social network qui in questo mondo.- ribatté il riccio.
-È vero.-rispose il biondo e il riccio batté una mano sulla fronte e alzando gli occhi al cielo. Gli altri due sghignazzavano divertiti a quella scena.
-Comunque, Zayn, sei proprio sicuro che sia Stephanie?- mi domandò Liam che fin ora era stato zitto.
-Si, anche se ora è più magra e non sprizza più felicità da tutti i pori.- dissi abbassando lo sguardo e guardando il pancake che non avevo neanche toccato -E i suoi occhi sono anche essi spenti, non sono più di quel blu oceano che mi piacevano e che ogni volta che li guardavo mi perdevo nelle sue immensità. Adesso sono di un colore cerulei tendenti al grigio.-
-Perché non la seguiamo?- disse Louis dal nulla. Ci voltammo tutti verso la sua direzione.
-Come, scusa?- chiesi.
-Oh, andiamo ragazzi. Avete sentito benissimo. Ho detto di seguirla per capire veramente se ha l’amnesia. Non che ne dubiti.- disse alzando le brace al cielo.
-Secondo me, è una buona idea.- disse il riccio seguito poi a ruota dal biondino
-Si. Anche secondo me.-
-Allora è deciso. La seguiremmo, tanto abiti sempre a casa sua, no!? Non si è trasferita, vero?- chiese il più serio di noi.
-No, credo di no. Credo che abiti sempre lì.- rispose Niall.
-Perfetto. Allora partiamo per questa missione si o no? Tu Zayn che ne pensi?- dissi Harry addentando l’ultimo morso di pancake e rivoltandomi lo sguardo curioso in cerca di una risposta.
-Beh, avete già deciso, se non sbaglio.- risposi mostrandomi indifferente, ma in realtà ero felicissimo. 
-Meraviglioso, sono molto eccitato di questa mia idea, sono così intelligente.- si complimentò da solo Louis.
 Eravamo parcheggiati davanti a casa Smith, era proprio come me lo ricordavo, era ancora bellissima e le piante che attraversano il vialetto erano rigogliose e magnifiche.
-Sapete ragazzi credo non sia stata una buona idea. Insomma se ci scoprisse che siamo dentro questa macchina?- mi lamentai
-Stai zitto, pakistano. Non ci scoprirà, guarda che questi vetri sono oscuratissimi quindi non ci vedrà.- rispose Harry, il proprietario della Range Rover che stiamo usando per spiare Stephanie.
-Sarà, ma non sono tranquillo.-
-Volete stare zitti voi due, se non vi foste accorti sono molto concentrato su quello che sto facendo.- ci rimproverò il più grande ma che ha una mentalità di uno di cinque anni.
-Zitti, zitti. Sta per uscire. Eccola.- ci disse il biondo.
Mi precipitai subito vicino alla finestra e strappai il cannocchiale dalle mani di Harry.
-Hei, era mio.- imprecò quest’ultimo ma non gli diede ascolto ero troppo preso ad ammirare la bellezza di Stephanie. Adesso era molto più bella dall’ultima volta che la vidi, esclusa quello dal negozio, è più magra anche se mi piaceva già quando era ancora formosa. Poi i miei occhi caddero alle sue gambe. Erano lunghe e magre, chiunque le avessi visti nei loro menti si formerebbero delle idee poco caste, e non importava se sei maschio o femmina. Ma io non ero chiunque a me non piacevano solo le sue gambe a me piaceva tutto su di lei. E in quel completo sembrava una modella anche se aveva i capelli arruffati raccolti in uno chignon ma che gli davano quel tocco da bella e dannata.
-Ma, siete sicuri che sia lei?- chiese mr. Carota. - Insomma questa ragazza che abbiamo davanti è magra come una stecca di bambo e Steph è un po’ più in carne.-
 -Si, ma Zayn aveva detto che adesso è più magra, non te lo ricordi.- rispose il biondo.
-Oh, no.-  
Si stava dirigendo verso la sua macchina, stava andando da qualche parte, ma dove?
-Seguila.- ordinai ad Harry che era al volante.
-Si, signore.-
E fu così la seguimmo ma mantenendoci a distanza così da non farci scoprire. Finalmente si fermò, eravamo nel parcheggiò dì un supermercato, doveva fare la spesa, si era così, altrimenti cos’altro sennò non poteva scoparci dentro con qualcuno di sconosciuto. STUPIDO, SEI UNO STUPIDO. Mi ridestai da questi pensieri quando la vidi scendere dalla macchina, con la sua solita grazia, per poi andare incontro a una bionda, Amanda. Si abbracciarono e entrarono dentro il magazzino.
-Allora, ragazzo dalla pelle ambrata vuoi rimanere lì imbambolato o andare a spiare cosa compreranno quei due ragazze lì?- mi chiese Louis scendendo dalla macchina seguita a ruota da tutti.
-Si, ok. Scendo- risposi scendendo dalla macchina. Sembravamo dei coglioni, cioè seguivamo Steph e Mandy, da dietro e ogni volta che si voltavano ci guardavamo altrove, visto che abbiamo gli occhiali da sole ma credo che ci riconosceranno anche avendo questi aggeggi.      
 
 


Steph P.O.V.
Ero al supermercato a fare la spesa con Amanda, prendevamo qualunque cosa si potesse mangiare. Stavamo discutendo che carne, prendere quando mi accorgo che dei 5 tipi strani ci seguivano. Avevano degli occhiali da sole pur essendo dentro un supermercato. Uno di questi ragazzi aveva un ciuffo alto 6 cm e dei meches biondi, e conoscevo soltanto una persona che aveva questo tipo di acconciatura, LUI. Era Zayn e suppongo che gli altri 4 siano quei cretini dei suoi e miei amici. E i miei pensieri furono confermati dal biondino, Niall, che non riusciva a non sbavare davanti a tutto quel cibo.
-Ci stanno seguendo.- mi rivolsi alla bionda.
-Cosa?-
-Ho detto che ci stanno seguendo.- ripetei .
-Ma chi!?-
-Zayn e la banda dei tonti ci stanno seguendo.-
-La banda de che?- -Harry, Niall, Louis e Liam.-
-Cosa ma dici sul serio?- domandò la bionda sbarrando gli occhi.
-Si, e sono dietro di te.- Amanda fece per girarsi ma la fermai.
-Ferma. Ma che vuoi fare?-
-Voglio andare da loro e dire che sono dei perfetti idioti, e che se mai volessero fare le spie non ci riuscirebbero mai.- mi rispose come se è la cosa più ovvia.
-No, lasciali fare. Sono sicura che mr. Ciuffo gli abbia già raccontato la mia balla sull’amnesia.-
-Quindi cosa facciamo?-
-Non lo so, ma in caso si avvicinano e mi chiedono dell’amnesia ho già una risposta.-
-Allora vuoi proprio continuare questa storia dell’Alzheimer?-
-Si, perché tanto il danno è già fatto e non posso ritornare indietro, e poi non ho l’Alzheimer ho l’amnesia. Che è una cosa diversa.- le spiegai mentre cominciai a camminare verso la direzione opposta dei ragazzi seguita da Mandy.
In quella camminata le spiegai della mia idea su come ho avuto questi vuoti di ricordi. Che lo ho avuta mentre guidavo per tornare a casa dopo esser stata abbandonata da lui in quel squallido hotel, piangevo non ero in me stessa e non ero in grado di guidare quindi andai incontro ad un camion e ne fu rimasta ferita, gravemente ferita, tant’è che sono andati in coma per un mese e mezzo. Poi mi risvegliai e non mi ricordavo niente neanche chi ero. E solo una settimana fa ero ritornata a casa e mi stavo appena ambientando.
-Allora, che ne pensi?- le chiesi la sua opinione.
-Penso che sei malefica. Cioè è così triste e lo farai sentire molto in pena.-
-È proprio quello il punto. Voglio farlo penare, voglio farlo soffrire tanto quanto ne ho fatto io.-
-Sarà, ma sta attenta. Le bugie hanno le gambe corti.- mi disse per poi allontanarsi da qualche altra parte come parte del piano.
Non diede tanto ascolto alle sue parole, il che è strano perché io le davo sempre tanto ascolto, ma non questa volta perché io ero decisa ero deciso di farglielo pagare, di fargli capire il dolore che ho provato facendolo stare, molto ma molto, in pena.
Mi diressi nel reparto gelato, e prese un vassoio di amarena, il mio gusto preferito, e feci finta di leggerlo mentre, come speravo, uno di loro si avvicinò a me. Era mr. Ciuffo. Continuai a leggere l’etichetta del gelato facendo finta di non vederlo. Dopo un po’ di giro vagamento si avvicinò a me e disse
-Ciao.-
-Ciao- ricambiai il saluto, guardandolo e sorridendolo, per poi posare di nuovo gli nel vassoio dell’amarena.
-Come stai?- mi chiese.
-Bene. Credo.- dico facendo la vaga.
-Non ti ricordi me?-
-Uhm, no.- dissi con incertezza così da fargli capire che non avevo la vaga idea di chi era.
-E se faccio così?- si mise di profilo.
-Uhm.. no- rispondo titubante -o forse si.-
I suoi occhi si illuminarono magari pensava che adesso mi ricordassi di lui, ma avrei spento subito quella speranza.
-Tu sei il ragazzo che mi ha salutato al ‘House of Fraser’, se non sbaglio.- continuai.
Come pensavo il luccichio dei suoi occhi dorati si erano spenti.
-Oh.- rispose semplicemente. Fummo raggiunti dagli altri.
-Hei.- mi disse il riccio. -Hei.- rispondo altrettanto. Poi finalmente venne raggiunta anche da Amanda.
-Hei, Mandy- lo saluta anche il riccio.
-Li conosci?- mi rivolsi alla bionda con uno sguardo di complicità.
-Si, uhm, erano nostri amici di vecchia data- ripose la bionda titubante. Caspita io e lei siamo delle meravigliosi attrici.
-Oh, allora, perché non me li hai raccontati o almeno fatto un cenno.-
-E che sai, pensavo fosse troppo presto, insomma sei appena uscita da una settimana dall’ospedale dopo il tuo incidente che ti ha fatto perdere la memoria, e ti stai appena ambientando e non mi sembrava il caso. Ma te lo avrai detto prima o poi.- disse la bionda in fretta e in furia e gesticolando.
-Quale incidente?- chiesero in coro i cinque deficienti.
-Uhm.. Sapete cosa ragazzi è una lunga storia.- disse semplicemente Mandy.
-Ma noi abbiamo tutto il tempo che ci vuole.- disse il pakistano guardandomi dritto negli occhi.
Sentii l’anima spezzarsi, e il mio cuore battere all’impazzata, perché, perché ogni volta che mi guarda mi sento indifesa?
-Si, ma noi, no.- ritornai nella realtà dopo aver sentito la voce della mia migliore amica che mi trascinava verso la cassa.
-Potremmo, sempre andare a farvi una visita a casa Smith. Tanto voi abitate sempre lì no?- chiese il biondino.
-Uhm..- balbettai.
-Ok, la prendiamo per un si.- aggiunse il castano con gli occhi color cielo.
-Allora, ci si vede dopo a casa Smith alle cinque.- aggiunse Liam.
Io e Mandy ci guardammo sconvolte non sapevamo cosa dire perché come al solito loro si erano autoinvitati a casa mia senza chiedere il nostro parere.
-Ciao belle.- ci salutarono per poi uscire. E ora cosa avremmo dovuto fare. Perfetto, siamo fottuti. Io ero FOTTUTA.
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Questo è il completo di Steph: http://www.polyvore.com/steph_outfit/set?.locale=it&id=56800005 


 



Angolo della mongola:
PUTS YOUR HANDS UP IN THE AIR. PUT YOUR HANDS UP: PUTS YOUR HANDS UP.
Ok, va bene, mi sono ripresa dallo stato di pura pazzia.
Allors, ok spero che vi piaccia questo capitolo anche se fa schifo pure alle trotte inculate nel culo di una mucca. 
Va beh, mi dileguo. Scaooo, belle. MI RACCOMANDO RECENSITE. Per favore, mi farebbe tanto piacere sapere.  E grazie per chi ha messo la mia storia tra i preferiti, seguiti, e ricordati. Grazie tanto.  

-El xx 

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Capitolo 7
*** I'm Free.. ***


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Salve, vi consiglio di sentire
questo mentre leggete la parte dove
Steph racconta dell'incidente.
http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=wdGZBRAwW74




 



I'm Free.


 

Steph P.O.V.

Erano le 4:30 e tra mezz’ora sarebbero arrivati. Io non mi ero ancora preparata. Ero troppo nervosa.
Si erano autoinvitati a casa mia, e io non avevo avuto neanche il tempo di rifiutare e in più non c’era Amanda con me, aveva avuto un emergenza famigliare, sua sorella stava per partorire. Lei voleva rimanere con me ma io la mandai a calci in culo nell’ospedale ma con affetto ovviamente, cioè quello che era successo a sua sorella era più importante della mia stupida, STUPIDISSIMA, balla. E così avrei dovuto affrontare da sola quei cinque carissimi deficienti. E soprattutto avrei dovuta affrontare da sola LUI.
-Steph, ma non sei ancora pronta?- mi chiese una voce da sopra la casa. La zia o meglio la mamma, era intenta a far scendere la valigia che aveva presso con sé ed era vestita dal suo uniforme da assistente di volo.
-Si, ora vado a vestirmi, mamma.- mi alzai dal divano dove ero seduta poco fa. Dopo aver sceso le scale lei si fermò davanti a me e mi sorrise.
-Sai che mi è ancora difficile credere che tu mi chiamasti mamma.- mi disse accarezzandomi i capelli. Le sorrisi e fu ricambiato.
-Beh, ora vado o mi perdo il mio volo. Torno domani mattina. Fai la brava, eh. E buona fortuna per il tuo incontro.- disse camminando verso la porta e aprirla. La seguii.
-Va bene. E grazie mi serverebbe davvero tanta fortuna e anche tanto coraggio.- le disse mentre mi appoggiavo allo stipite della porta.
-Steph, stai attenta però. Loro sono tuoi amici non dovresti dirgli queste bugie.-
-Lo so, ma come ho detto non posso più ritornare indietro.-
-Steph, tu PUOI ritornare indietro e soltanto che non VUOI, e sono due cose completamente diverse.-
-No, non credo.-
-Fa come vuoi, ma sappi che anche se non sono d’accordo con questa falsa io ti starò sempre accanto.-
-Grazie.- -Prego, figlia mia.- Sorrisi a quelle parole, erano da anni che non sentivo quelle parole e mi fecero rabbrividire, in senso positivo.
-Va bene, io ora vado, ciao. Ci vediamo domani mattina. Ti voglio bene. Ciao.- mi salutò.
-Va bene. Ci vediamo domani. Te ne voglio anch’io le risposi mentre si avviava verso la macchina.
La salutai con il cenno della mano mentre si allontanava con la macchina, rientrai dentro casa e guardai l’orologio attaccato alla parete. Erano le 4:35 ciò vuol dire che tra poco sarebbero arrivati. Mi precipitai verso le scale e andai correndo nella mia camera. Presi le cose che mi capitarono a tiro e le indossai. Mi passai un filo di mascara e lucci da labbra, lasciai i capelli sciolti e naturali, cioè mossi. E in men che non si dica ero pronta. Mi guardai per l’ultima volta nello specchio e sorrisi soddisfatta.
“Sii fredda, indifferente, passiva e non farti abbindolare di nuovo da lui. Parla con gli altri fai finta che ti interessa sapere cos’eri per loro. E non rimanere MAI sola con lui, MAI, o se no sono guai.” Dissi a me stessa.
Oh mio dio, stavo così male, cioè parlavo da sola. Mi ridestai da questi pensieri quando la campanella suonò, segno che erano arrivati. Corsi giù per le scale e arrivai alla porta. La aprii. Ma invece di trovare cinque ragazzi ne trovai solo uno, Lui.
-Ciao.- mi salutò con una voce dolce.
-Ciao.- risposi altrettanto
-Ci sei solo tu?-
-Si, cioè gli altri quattro si sono ritirati hanno avuto delle emergenze famigliari. Tu? C’è Amanda con te?- mi chiese. E menomale che non dovevo rimanere da sola con lui, secondo me quei quattro l’hanno fatto apposta a non venire.
-Si, anche Amanda ha avuto un contrattempo.-
-Oh, quindi siamo soli. Suppongo?- Annuii.
-Eh, già. Supponi bene.- Detto questo calò un silenzio assoluto, finché non fu interrotto da Zayn.
-Vuoi andare al parco?- mi chiese.
-Sai c’è un parco vicino qui è molto bello e grande. C’è anche un laghetto.-
-Come se non lo sapessi.- dissi a bassa voce, quasi un sussurro, da non farglielo sentire.
-Come scusa?-
-Uhm… Ho detto che sarebbe perfetto. Non sapevo che ci fosse un parco vicino qui.- mentii.
-Oh si. E se vuoi possiamo andare anche a prendere un gelato, se ti va?-
-Uhm. Ok. Perfetto. Vado a prendere la borsa e andiamo?-
-Si, certo.- Gli chiusi la porta in faccia e mi diressi in camera a prendere la mia borsa e metterci dentro quello che mi capita a tiro.
Scesi le scale e andai ad aprire la porta, e lo vidi appoggiato nel cofano della macchina.
Mi incamminai nella sua direzione, sorrideva. Dio, quel sorriso, era capace anche di sciogliere il sole. Ma basta io non mi devo far più abbindolare da lui e dal suo sorrisetto, così raggiante, dolce, stupendo e… basta. Steph riprendi il controllo di te stessa, ma con un dio greco davanti a me, è così diffici… STUPIDA, lui ti ha usato. FREDDA. È così che devi essere. Arrivai di fronte alla portiera che lui, gentilmente, me lo aprii.
-Grazie.- gli dissi indifferente. BRAVA. Così si fa Steph. FREDDA E DURA.
-Di niente.- risposi abbozzando, di nuovo, un sorriso. E smettila di sorridere coglione o sclero.
Entrò in macchina e fece partire. Il parco non è molto lontano da noi ci vollero 10 minuti per arrivarci, ma furono i 10 attimi più lunghi della mia vita. Durante quel breve tragitto ci fu solo il silenzio di tomba, neanche una mosca che volava. Arrivammo al posto, lui parcheggiò e scendemmo dalla macchina e dirigerci al cancello del parco. Camminavamo da circa 10 minuti senza neanche parlarci. Ogni tanto ci guardavamo ma niente di più, finché non mi senti stanca e lo fermai.
-Andiamo a sederci su quella panchina? Sai mi sento un po’ stanca.- gli chiese con i piedi che mi facevano un po’ male.
-Oh si, certo. Andiamo.- risponde lui impacciato. Ci sedemmo e mi voltai per guardarlo.
-Allora, tu chi eri nella mia vita?- cominciai.
-Beh, io, ero.. Io ero il tuo..- rispose titubante.
-Tu eri il mio cosa?- -Io ero il tuo migliore amico.- disse abbassando lo sguardo.
-Oh. Beh allora saprai tutto di me.-
-Beh, si diciamo di si.-
Coglione tu non sapevi tutto di me. Non sapevi che ogni volta che eri con la putanella di turno mi si contorceva lo stomaco, o che ogni volta che mi chiamavi ‘amore della mia vita’ per scherzare vorrei che fosse vero, o meglio ancora non sapevi che mi facevo male da sola per colpa tua.
-Oh, benissimo. Allora sai anche chi è lo stronzo che ha mi fatto soffrire e mi ha fatto perdere la memoria.- gli dissi dura. Alzò lo sguardo per poi incontrare i miei occhi, che una volta furono di un colore blu oceano, grigi.
-Non ti hanno detto chi è?- mi chiese senza distogliere gli occhi dai miei.
-No. Non l’hanno detto dicevano che mi farebbe troppo male, ed che era meglio così perché se no l’avrei solo preso a coltellate nel culo.- lo guardai dritto negli occhi.
-Non ti hanno fatto vedere neanche delle foto o qualcosa che ti abbia dato?-
-No. Niente di niente. È forse era meglio così. Perché anche se mi sono scordata di tutto, il dolore c’è ancora.- le mie lacrime minacciavano di scendere, ma li fermai, non volevo mostrarmi debole a lui.
-Sai hanno detto che mi aveva abbondonato in uno squallido hotel, dopo che io mi ero dichiarata e aperta a lui. Mi hanno detto che non aveva neanche lasciato un bigliettino per spiegare perché se ne era andato. Niente di niente. Poi da lì cominciai a bere e a piangere, dissero anche che chiamai Mandy ma non le dissi dov’ero. Poi l’ultima volta che mi videro ero distesa su un lettino dell’ospedale lottando contro la morte. Ero andata sotto un camion aveva detto il dottore a loro ed ero davvero messa male c’era l’80 % che morissi, ero pure andata in coma per un mese e mezzo, ma alla fine il 20% sopravvalse. Ed eccomi qua viva e vegeta.- gli dissi la mezza verità. Già la mezza verità perché una parte era vero, stavo per andare veramente sotto un camion ma questo si fermò in tempo.
-Secondo te perché l’ha fatto?- gli chiesi ma questa volta spostando lo sguardo da un’altra parte. -Insomma quale persona in questo mondo abbandonerebbe una ragazza dopo essersi dichiarata e aperta a te? Facevi prima a rifiutarla e dire che non ti interessava invece di spezzarle il cuore.-
-Forse perché ha avuto paura.- disse abbassando lo sguardo, mentre continuavo a fissarlo. 
-Ma porca di quella puttana. Solo quello?-
-Forse pensava di non essere abbastanza per te.-
-E allora è uno stronzo perché mi sarei dichiarata a lui se sapevo che non mi bastava?.-
-Sono sicuro che avrà avuto delle motive valide. Insomma anch’io al suo posto avrei avuto paura?-
-Di cosa?-
-Di te.-
-Di me. E adesso e anche colpa mia?-
-No, no. Aveva paura per te. Perché forse soffriresti di più se avesse continuato.-
-Ma che cagata. Perché pensa che adesso non sto soffrendo.-
-Forse aveva troppi dubbi per la testa, forse era confuso, temeva che non gli bastassi, temeva di farti felice abbastanza, temeva che un giorno tutto finisse e non dimenticarsi di te.-
-E adesso i suoi dubbi sono stati tutti risolti per caso?- gli chiesi mentre qualche gocciolina ricadevano nel mio viso.  Annuì.
-Si è rivelato che non poteva farcela senza di te, che non era niente se non ti aveva accanto.- Ci guardammo dritti negli occhi per alcuni minuti.
-Steph. Sono sicuro che in qualunque posto si trovassi questa persona si sta pentendo, per averti lasciata, per averti ferita.  Ma se tu l’avessi davanti ora sono sicuro che l’unica cosa che vuole da te è il tuo perdono.- rimasi li a fissarlo.
-Forse è meglio andare.- dissi mordendomi il labbro inferiore per non scoppiare a piangere. Mi alzai.
-Scusami se sono stato un codardo.- sussurrò da non farmelo sentire ma lo sentì lo stesso.



 
Zayn P.O.V.
Era quasi morta per colpa mia. Non riuscivo a non pensare ad altro questa era la frase che mi girava ormai nella mente. Era fissa. Non potevo crederci. Ma perché diamine mai l’avevo lasciata in quel hotel senza dirle nulla. Ah, già è vero, e perché sono un codardo. E grazie a questa mia codardia la avevo quasi persa per sempre. Ma grazie al destino non successe e mi aveva dato un’altra opportunità. E questa volta non me la dovevo far scappare più. Sarei rimasta al suo fianco mi sarei fatto perdonare e quando ci saremmo riavvicinati gli avrei raccontato la verità, ok forse prima si arrabbierà con me ma poi la corteggerai di nuovo finché non mi avrebbe perdonata del tutto. Ma per far che tutto ciò succeda devo prima lasciarmi con Perrie, la ragazza che ho usato per dimenticare Steph ma che non ci riuscii perché non potrei mai dimenticarmi di lei della sua semplicità, della sua bellezza e di tutto ciò che amo di lei. Mandai un messaggio a Perrie e dirle che dovevamo parlare.
“Ci vediamo da Starbucks. Adesso è urgente. Ti devo parlare. Zayn.”
“Okei, tesoro. Perrie xx.”
.

-Allora di che cosa volevi parlarmi amore?- mi chiese la bionda ossigenata.
-Ecco, io, vedi, Perrie…- tentennai.
-Cosa c’è? Dimmelo.-
-Ecco, non è facile.-
-Cos’è vuoi lasciarmi?- chiede lei alzando un po’ il tono della voce. Annuii e abbassai lo sguardo.
-Cosa, ma io credevo che andasse tutto bene tra di noi?-
-Lo so. Pensavo che tu mi piacessi, ed era così ma poi ho rivisto..- -Steph?- mi interruppe.
-Si, ma come lo sai?-
-Una volta quando tu eri rimasto a dormire da me, dicesti il suo nome nel sonno.-
-L’ho fatto veramente?- -Si e da questo deduco che tu lo ami veramente.-
-Si è proprio così non posso farne a meno da lei. È come una droga per me.-
-Allora che aspetti? Perché sei ancora qui, con me. Va da lei.- mi disse trattenendosi dalle lacrime.
-Grazie e mi dispiace. Tu non meriti questo. Sono sicuro che troverai uno migliore di me.- le dissi sorridendola.
-Andrò avanti, ma ora vai.-
E lo feci mi alzai dal tavolo e corsi verso la macchina per poi dirigermi a casa Smith. Ora ero libero e potevo fare finalmente quello che dovevo fare due mesi fa. Stare con Steph. La donna la mia vita. Certo prima però mi dovrei prima far perdonare ma per lei farei di tutto.
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Questo è il completo di Steph per andare nel parco:  http://www.polyvore.com/park/set?.locale=it&id=56806776






Angolo della mongola:
Salve popolo. Ed eccomi qua con la continuazione della mia storia.
Beh, come avete visto gli altri quattro deficienti non sono voluti venire. 

Comunque, ora mi dileguo. E come sempre vi ringrazio per aver letto le storie. E RECENSITE.
Scaoo belle. 

-El. xx      

 

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Capitolo 8
*** Our Place. ***


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Our Place.
 

Can we pretend that airplanes in the night sky like shooting stars 
I could really use a wish right now 
Wish right now 
Wish right now 
Can we pretend that airplanes in the night sky like shooting stars 
I could really use a wish right now 
Wish right now
Wish right now
{Airplanes -B.o.B. feat. Hayley Williams.} 





Steph P.O.V.

“Ma se tu l’avessi davanti ora sono sicuro che l’unica cosa che vuole da te è il tuo perdono.” Era questo la frase che vagava nella mia mente ormai da quasi quattro ore. Non riuscivo a non smettere a pensarlo, a le cose che mi ha detto.
Aveva ammesso di essere stato un codardo e che non mi aveva abbandonata perché mi aveva solo usata ma perché temeva di non essere abbastanza per me. E aveva anche chiesto il mio perdono. Non esplicitamente, ma fa lo stesso.
Io volevo perdonarlo, ma non sarei stata buona, doveva riconquistarmi, lo farò sudare sette camicie. No, va beh, forse sette sono tante considerando che gli ho detto una, un grosso, bugia. Forse quattro ne bastavano, si quattro ne bastavano.
Mi ridestai da quei pensieri al suonare del mio cellulare. Mandy. 
-Pronto?-
-Pronto. Hei sacco di patate, come va?- disse l’altra persona dall’altro capo del telefono.
-Bene, carotina. E tu? Com’è andata il parto.-
-Uhm.. un disastro.-
-E perché mai?- chiesi sghignazzando.
-Per poco quel cretino del mio cognato non si ritrovava a terra accasciato quando è uscito il bambino. E dovevi vedere la sua faccia quando cercava di spingere anche lui insieme a Lexi. Cioè sembrava un lupo in calore.- Risi per minuti interminabili.
-Tu. Dimmi piuttosto com’è andata l’incontro con quei cinque testa di cavoli.-
-Uhm.. vorresti dire una testa di cavolo. È venuto solo Zayn. Diceva che gli altri avevano un altro impegno all’ultimo minuto. Secondo me hanno fatto apposta a lasciarlo solo con me.-
-Ah, capisco.- disse semplicemente.
-E che avete fatto tu e il pakistano, eh?- aggiunse.
Così le raccontai cos’era successo senza tralasciare nessun particolare. -…E poi mi ha chiesto il perdono ma non esplicitamente, e si è scusato per essere stato un codardo.- finì il mio racconto.
-E tu sei pronta a perdonarlo?-
-No, per ora no. Ma se vuole che lo perdoni deve fare molto, anzi moltissimo.-
-Quindi hai intenzione di perdonarlo.-
-…Beh, si. Sai che non riesco a tenere rancore per una persona tanto meno se è lui.-
-Ah, Steph, cara Steph. Lo sai però che questa cosa dell’amnesia prima o poi lui lo scoprirà.-
-Lo so. Ma penso che ci penserò quando arriverà, per adesso mi goderò per un attimo le cose che lui è disposto a fare per farsi perdonare.-
-Va beh, contenta tu. Beh, senti Steph io ora devo andare hanno portato il mio nipotino alla sua mamma e voglio tenerlo in braccio. Ciao patatona. Ti voglio bene.- mi disse e potei sentire che stava sorridendo.
-Va bene, carotona. Te ne voglio anch’io. Ciao.- chiusi la chiamata e mi precipitai in bagno per preparami a dormire.
Dopo dieci buoni minuti uscii dal bagno pronta a immergermi tra le mie coperte e tra le brace di Morfeo. Erano le nove di sera, si era troppo presto per dormire, almeno per me che sono anche abituata a dormire alle tre di mattina. Comunque sia, ero finalmente a mio agio nel mio letto bel calduccio, perché di notte Londra fa veramente freddo anche se è estate, quando sentii dei rumori provenire dalla finestra. Qualcuno stava lanciando sassi contro il mio vetro, ma chi? Mi alzai e andai verso la finestra, mi affacciai e vidi Zayn.
-Che ci fai qui?-
-Visito la mia migliore amica.-
-Beh migliore amico, si da il caso che mi abbia svegliato.-
-Scusa. Mi fai entrare?- mi sorrise a 32 denti. Ricambiai il sorriso.
-Scusa ma sono da sola e non faccio entrare un ragazzo, incontrato in un negozio di vestiti e in un supermercato, che dice di essere il mio migliore amico.-
-Oh.- disse con delusione.
-Su dai. Stavo scherzando. Entra dai.- I suoi occhi si illuminarono e si guardò in giro.
-Scusa ma che cosa stai cercando?- gli chiese.
-Una scala.- mi rispose facendo le spallucce.
-E a che ti serve?-
-Per arrampicarmi ed entrare nella tua finestra.-
-Fammi capire una cosa vuoi entrare nella mia finestra?-
-Si, perché?-
-Perché? Beh mio caro Romeo si dia il caso che abbiano inventato le porte per far entrare le persone e le finestre per far cambiare aria una stanza.- rispose ridacchiando e scuotendo la testa.-
-Lo so. Ma entrare nella finestra è più romantico, mia cara Giulietta.- rispose facendomi l’occhiolino.
-Haha, ma smettila e fai il giro che ti apro la porta.-
-Eh va bene, ma preferivo comunque la finestra.- Scesi le scale e gli aprii la porta.
-Allora quale buon vento la porta qui?- gli chiesi appena varcò la porta.
-Beh, mi annoiavo a casa e visto che la notte è ancora giovane avevo pensato di fare un giro con te.-
-Ah, ma si dia il caso che io stavo per addormentarmi e poi sono già in pigiama.- dissi indicandomi.
-Si, ma come vedi anch’io lo sono perciò.. E poi non serve essere eleganti dove andremmo.- sorrise. Lo guardai ancora titubante, chissà dove andremmo? Beh, non mi resta altro che scoprire.
-E va bene.- dissi e subito dopo lui si aprii in un sorriso che va da un orecchio ad un altro.
-Prendo la giacca e andiamo.- proposi e lui annuì. Così presi la giacca e il mio telefono per poi avviarmi da Zayn che mi aspettava appoggiato nello stipite della porta.
-Pronta- mi chiese mentre ci avviavamo nella macchina.
-Si.- risposi sorridendo, che fu ricambiato. Oh, santo cielo forse questa notte avevamo sorriso un po’ troppo, insomma appena parliamo finiamo sempre a sorriderci a vicenda, non che la cosa mi dispiaccia. Il suo sorriso è così bello e rassicurante, lui la sempre odiato diceva che era infantile, ma per me era ed è PERFETTO.
Mi aprì la portiera della macchina e mentre salivo i nostri occhi erano incatenati l’una con l’altra. Gli sorrisi. E minchia dovevo smetterla di sorridere sennò mi farà male la mascella e non riuscirò più a parlare, il che è difficile per me visto che non sto mai zitta e la mia bugia ne è la conferma. Salì anche lui.
-Allora, signorino. Dove mi porta?- gli chiesi appena si era messo comodo nel sedile del guidatore.
-A vedere le stelle.- rispose.
-Uhm.. mi sa tanto di Titanic.- detto questo scoppiamo a ridere.
-Comunque, come fai a sapere del film Titanic.- riprese dopo aver smesso di ridere. Oh cacchio carotino, e ora?
-Uhm.. Beh, Amanda mi disse che era il mio film preferito e appena uscita dall’ospedale me la fece vedere.- mentii, e con questo un’altra mezza bugia è detta.
-Già, mi ricordo. La prima volta che lo hai visto, hai pianto per una settimana e mi assillavi sempre con la storia che c’era posto anche per Jack. - disse rivoltando lo sguardo a me. Mi mordicchiai un labbro come faceva a ricordarselo?
-Davvero?- chiesi stupita.
-Si- risposi e ci guardammo negli occhi per dei secondi interminabili, mi persi completamente nei suoi occhi cioccolato fondente. Forse in fondo non merita questa mia stupida bugia.
-Possiamo partire?- mi chiese ridestandomi da quei pensieri. Annuii.
E così partimmo, la strada che stavamo percorrendo lo conoscevo a memoria anche se lui è convinto che non lo sappia a causa della mia “ perdita di memoria”. Stavamo andando nel nostro posto.
 





Zayn P.O.V.

La sto portando nel nostro posto. Un parco non tanto distante dalla città. Nessuno conosceva quel parco, solo io e lei, ogni volta che volevamo allontanarci da tutti e da tutto andavamo lì. L’avevamo scoperto per caso  un giorno quando abbiamo marinato la scuola. *Flashback*  
-Malik!- qualcuno mi stava chiamando da dietro. Mi volto per vedere chi è, e vidi Steph, la mia migliore amica, in lontananza.
-Hei, Smith!- la saluto anch’io. Appena si è avvicinata mi abbracciò, e in quel momento dentro il mio stomaco stava succedendo la terza guerra mondiale. Non so cosa mi succedeva in questi ultimi momenti so solo che qualvolta si avvicinava a me, gli elefanti e gli ippopotami insieme a dei giganti cominciavano a dare festa dentro la mia pancia con tanto di fuochi d’artificio.
-Come va, migliore amico?- già migliore amico, quanto vorrei essere di più.
-Bene, migliore amica.- come non vorrei non chiamarti così ma “amore mio”.
-E tu?-
-Sto bene, a parte che non ho dormito per niente perché dovevo fare una ricerca per il professore Carter ma che non lo manco finito.- rise con quella sua risata cristallina e contagiosa, è stupenda anche quando ride.
-Idem.- risposi ridendo facendomi contagiare da lei.
-Ci prenderemmo una bella sgridata e una bella nota.- aggiunsi.
-Già. Oppure..- disse facendo la vaga  -possiamo non andare a scuola, cioè marinarla.- mi rivolge un occhiata di che ne sa lunga.
-No! Steph ma sei impazzita!? E se ci scoprissero? Eh? Ci hai pensato? Lo sai che l’ultima volta rischiavamo di essere beccati.- le dissi rimproverandola.
-Lo so, lo so. Ma questa volta staremmo più attenti, e dai ti prego.- mi disse facendo gli occhi dolci. E NO! Non vale. Non riesco a riesisterla quando fa così.
-Uhm.. va bene.-
-Davvero?- mi chiese spalancando gli occhi e sorridendo a 32 denti. È così bella.
-Si.-
-Si?-
-Si.-
-Sul serio?-
-Vuoi che dica no? Posso farlo se vuoi.-
-NO! Cioè si, cioè no! Argh… lasciamo perdere e andiamo.- mi prese a braccetto e ci incamminammo verso la fermata d’autobus.
-Dove andiamo?- gli chiesi.
-Andiamo al London eye voglio vedere tutta Londra.-
-Cosa? Lo sai che ho le vertigini.- gli chiesi spaventato.
-Oh, dai, andiamo che sarà mai. Poi sei con me non ti lascerò solo sarò sempre vicino a te.- mi sorride rassicurante e non potei fare a meno di ricambiarlo.
-E va bene.- acconsentii, solo perché ci sarà lei vicino a me.
Arrivò l’autobus e ci salimmo sopra. Durante il tragitto parlammo del più o meno. A volte ridevamo anche ad alta voce che la gente ci guardava male. Ci eravamo divertiti per tutto il tragitto che non ci eravamo accorti che abbiamo trapassato la fermata dove dovevamo scendere e in men che non si dica arrivammo al capolinea un po’ fuori dalla città. Scendemmo e spaesati cominciammo a camminare per non so dove. Continuavamo a camminare già da 5 minuti. Finché non arrivammo a un parchetto con tanto di laghetto. -Oh mio dio, Zayn, guarda.- disse Steph mentre stava correndo verso il laghetto. La seguii.
-Non è bellissima?- aggiunse, aveva un ‘espressione  meravigliata, gli occhi emanavano un luccichio brillante e sorrideva dolcemente.
Guardai il verso il laghetto e poi verso di lei. -Si, è bellissima.- rispose.
-Ho un idea.-
-Sentiamo, qual è?- le domandai curioso.
-Potremmo farlo diventare il nostro posto, con tanto di casetta sull’albero, vedi quello -mi indicò un albero dove c’era una casetta sull’alto con la scala  -potremmo usarlo noi, tanto credo che sia abbandonata e che nessuno ci viene più qui.- aggiunse e mi guardò con aria interrogativa per sapere che ne penso.
-Sai, Steph, per una volta credo che il tuo cricetino si sia deciso di lavorare.- detto questo ricevetti un pugno nel braccio.
-Stupido.- le sorrise.
*Fine Flashback*

 Arrivammo al nostro parchetto parcheggiai la macchina e la feci scendere. La sua faccia era come la prima volta che la vedemmo. Era meravigliata.
-Ti piace?- le chiesi.
-Si, è stupendo.-
-È il nostro posto.- Si voltò verso di me. -Andavamo sempre qua, ogni volta che volevamo allontanarci da tutti e da tutto. Solo io e te sappiamo della sua esistenza, beh forse tra quelli che conosciamo, perché quella casetta sull’albero laggiù - indicai la nostra casetta, si perché anche se non l’abbiamo fatta noi e comunque nostra perché abbiamo passato i momenti più belli lì -lo abbiamo già trovato tutto intero segno che qualcuno è stato qui prima di noi.- continuai.
-Possiamo salire sulla casetta?-
-Certo, vado a prendere il cesto da picnic.-
-Hai portato un cesto da picnic?- mi chiese stupita.
-Si, perché? Pensavo che avresti avuto fame e sete, quindi ho preso qualcosa da mettere su.-
-Perspicace il ragazzo.- Sorrisi.
-Vado e torno.-
-Ok.-
Corsi a prendere il cesto nel di dietro della macchina e alcune coperte per poi avviarmi verso lei, che si dirigeva nella cassetta.
La raggiunsi e salimmo le scale. Le aprii la porticina e varcammo la soglia.
Si guardò intorno come per ambientarsi, poi il suo sguardo si fermò ad un tronco che serviva a tenere su la casa. Era il tronco dove abbiamo inciso le nostri iniziali dentro il simbolo dell’infinito.
-L’abbiamo inciso, la prima volta che siamo venuti qui.- le dissi mentre sistemavo le coperte sulle sedie a dondolo fuori nel balcone della casetta. Sorrise e ricambiai.
-Dai vieni a sederti. C’è gran bel panorama qui. Puoi vedere le stelle, che oggi sono di più del solito.- aggiunsi.Si sedette vicino alla mia destra.
-Vuoi un po’ di birra?- gli porsi la bottiglietta che accettò.
Rimanemmo un po’ così a guardare le stelle senza proferire una parola, di tanto in tanto la guardavo e rimanevo sempre perplesso dalla sua bellezza.
-Sai i ragazzi hanno deciso di fare una vacanza alle Maldive…- interruppi il silenzio - e mi chiedevo se tu e Amanda volevate venire.- aggiunsi facendo il vago.
-Certo, perché no. Dopo chiamerò Mandy per sapere la sua opinione.- sorrise.
Ero al ottimo cielo quando accettò. SI! Così sarei potuto avvicinarmi di più a lei.
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 Il parco e la casetta sull'albero. 
 


 

Angolo della Mongola:
Salve Popolo. Come state? Io sto bene. Ma a voi non importa. Comunque, scusate il ritardo ma ho avuto da fare perciò non ho potuto aggiornarlo prima. Spero che mi perdoniate e niente ora mi dileguo. Ah, e p.s. I Love You. No scusate e colpa della mia mentalità storta, insomma volevo dirvi di passare sulla mia altra storia Deep Desires. Un altra mia cagata. E grazie ancora e mi raccomando RECENSITE.
Ciaooooo. 
-El. xx 

          

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Capitolo 9
*** I Have a Hope. ***


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Isn't she lovely 
Isn't she wonderful 
Isn't she precious 
Less than one minute old 
I never thought through love we'd be 
Making one as lovely as she 
But isn't she lovely made from love.
{Isn't she lovely.- Stevie Wonder} 




I Have a Hope.
 








Steph P.O.V.
“Certo, perché no. Dopo chiamerò Mandy per sapere la sua opinione.” Ma come diavolo mi era venuto in mente di rispondergli così, potevo rispondere con un ‘no’ secco o con un ‘mi dispiace ma non posso ho un altro impegno’, ma no, gli ho risposto ‘certo, perché no’. Ma cosa diamine avevo in testa quando l’ho fatto.
Speravo almeno che Amanda rifiutasse, ma come sempre il destino è crudele con me, infatti quando le disse che partiremmo per le Maldive è saltata in aria peggio di quei cartoni animati del Walt Disney, non ascoltando le mie imprecazioni. E, quindi sono qui  a preparare la mia valigia (non)pronta per partire. Almeno in questo viaggio spero di sapere cos’è capace a fare per farsi perdonare quel coglione ritardato ma dolce allo stesso tempo.
Vengo interrotta dai miei pensieri al suono del citofono. CHE LA TORTURA ABBIA INIZIO!
Sono sicura che questa vacanza non sarà tanto piacevole, mi riempiranno di domande su questa mia presunto “vuoto di memoria”, poi ricorderanno i momenti passati convinti che io non li ricordassi. Poi mi chiederanno dell’incidente e poi io le risponderò “Non sono molto in vena a parlarne.” E voilà, in men che non si dica ho aggiunto delle nuove bugie alla mio invito per l’inferno. No, ma seriamente, io merito l’oscar e il premio Nobel per essere la ragazza più bugiarda dell’intero universo. Dico universo perché non credo che i marziani o qualunque altra forma di vita siano più bugiardi di me.
Comunque sia andai ad aprire la porta e mi ritrovai in faccia un Dio Greco in persona sceso con tanto di luce universale, cioè il sole, che mi stava accecando.
-Ciao.- mi dice allegro.
-Ciao.- dico con voce appena udibile.
-Pronta?- mi chiese facendo apparire il suo meraviglioso sorriso. BOOM! Aspettate ma che cosa è stato!? Ah, è vero, erano le mie ovaie, sono appena esplose. Dio, gli salterai addosso e ci farei sesso, lì, proprio in quel istante, in mezzo alla strada.
-Si, aspetto che scenda Amanda e poi…-
-Eccomi!- mi interruppi la bionda correndo come un razzo verso la macchina che ci avrebbe portato all’aeroporto.
-…e andiamo.- continuai scuotendo la testa per la mongola che mi ritrovavo come migliore amica.
Lui rise con quella sua risata cristallina. E BOOM! Adesso ho decisamente perso le mie ovaie.
Zayn mi prese la valigiona che mi ritrovavo dietro, stavo per chiudere la porta quando sentii Amanda urlare -Aspetta, non chiudere!-.
-Perché?- le chiese.
-Ho dimenticato la valigia di sopra.- detto questo si fiondò di sopra a recuperare il suo armadio, perché dire valigia era troppo poco visto quello che si è portata. Sbattei la mano alla mia fronte e sospirai un sospiro rassegnato, ma quanto è COGLIONA quella ragazza.
Dopo un po’ usci con le sue cose, e si fiondò dentro la macchina, lasciando il povero Harry armeggiare con i suoi bagagli che pesavano tonnellate.
-Ciao, mamma.- salutai la mia seconda mamma con tanto di abbraccio.
-Ciao, tesoro mio. E sta attenta, ok?-
-Lo farò.- Ci abbracciamo per l’ultima volta.
-Ritorno tra due settimane.-
-Io aspetterò, intanto ti trovo un padre.- scherzò lei. Risi e la salutai di nuovo per poi avviarmi verso la macchina.
La macchina era piena a causa delle valigie di Amanda, e sono dovuta sedere sopra le gambe di Zayn. CAZZO!
Appena mi sedetti sulle sue gambe lo sentì irrigidirsi e il suo amichetto alzarsi. Sobbalzai un po’ ma per (s)fortuna nessuno mi notò.  
Il tragitto durò più o meno 40 minuti fino all’aeroporto di Heathrow. Durante quei attimi, che mi sembrarono un eternità, il viaggio era stato animato dalle battute squallide di Louis.
-Quale il colmo per dei piccioni?- chiese quest’ultimo.
-Qual è?- rispondemmo tutti per l’ennesima volta.
-Fare i PICCIONCINI.- rise. Oh, mamma quanto è stupido questo ragazzo?
-Uh, ne ho un'altra!- aggiunse dopo. Oh, no! Non un’altra. Non avevo ancora finito di imprecare mentalmente che eccolo partire con uno dei suoi stupidissimi barzellette. -Perché il pomodoro non va mai dal barbiere?-
-Perché?- rispondemmo all’unisono tutti.
-Perché è pelato!- disse scoppiando a ridere come un matto.
Scuoto la testa, pensando quanto fosse stupido quel ragazzo, lui e Mandy starebbero proprio bene insieme, uno stupido e una mongola. Però a pensarci bene non avevo sentito Amanda ridere alle sue battute , lo faceva sempre anche se erano squallidi perché la verità è che la mia migliore amica era innamorata da un bel pezzo a quel ragazzo.
Guardai verso la direzione di Mandy e la vidi cupa e triste. Non era più come prima quando stavamo per partire che era sorridente e raggiante. Poi guardai Louis che era intento a smettere di ridire, poi vidi una ragazza, che non avevo notato minimamente poiché sono cieca,  che stava cercando di farlo smettere e lo abbracciava. Era davvero una bella ragazza alta e slanciata, poi capii, era la ragazza di Louis, ecco perché quel espressione sul volto della mia migliore amica, era gelosa.
Presi il cellulare e mandai un messaggio ad Amanda.
-Mongola! Tu e io dobbiamo parlare dopo all’aeroporto. -Steph  xx- Invio.
Alzai lo sguardo verso di lei e la vidi domandarmi con gli occhi “Perché?” e di risposta gli mandai uno di quelle occhiate “Te lo dico dopo.”  Sospirò e annuì.
Mi voltai verso il finestrino per guardare il panorama, ma l’unica che mi ritrovai era la faccia di Zayn che mi fissava con aria sognante.
I nostri occhi si incrociarono e mi persi nel color cioccolato dei suoi, e lui lo stesso nei miei che pian piano stavano ritornando nel color mare profondo che avevo. Ci fissammo per un bel po’ e sorriderci a vicenda. E senza proferire parola mi circondò la vita con le sue braccia e mise la sua testa nell’incavo del mio collo.
Non sapevo il perché di quel gesto sapevo soltanto che mi piaceva.




 
 
Zayn’s P.O.V.
Mi accoccolai tra l’incavo di Steph, mi piaceva farlo, sentivo il suo respiro, sentivo il suo battito cardiaco, e soprattutto sentivo la sua pelle contro la mia.
Quello era il paradiso per me, accanto a lei, a contatto con la sua pelle morbida e delicata. Nulla mi avrebbe rimosso da quella posizione. Il suo profumo di dolce alla fragola mi inebriava le narici e mi mandavano in tilt. Le sue mani accarezzavano i miei capelli, che non ho mai fatto toccare a nessuno se non me, mori. Mi sentivo davvero felice eccome se fossi rinato accanto a lei, come se nel mondo esiste solo lei ed io e nessun’altro.
Rimanemmo così finché non arrivammo all’aeroporto e malincuore mi staccai da lei. Facemmo il check-in e varie cose. Avevamo ancora due ore prima che l’aereo arrivi, così decidemmo di girovagare per i negozi. Camminavo mano nella mano con Steph, e non potevo desiderare altro, di tanto in tanto la guardavo di sottocchio e non potevo non pensare a quanto potesse essere bella.
-Steph- la chiamai.
-Si?- rispose rivolgendomi l’attenzione.
-Pensi di poter perdonare un giorno chi ti ha fatto del male?- le chiese dritto negli occhi, volevo sapere se avevo una possibilità di essere perdonato.
-Non lo so. Forse. Chi lo sa? Ma come potrei perdonarlo dopo tutto il dolore che mi ha causato.- deglutii. Non volevo perdere la speranza.
-Ma se è pentito? Ma se pensa che abbia fatto l’errore più grande della sua vita lasciandoti andare?-
-Se è pentito, allora si. Ma dovrà dimostrarmelo e dovrà fare di tutto per riconquistarmi.- mi rispose con un sorriso dolcissimo capace di sciogliere anche l’iceberg più grande del mondo. Sorrisi anch’io, ora sapevo che ho una speranza.  
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Angolo della mongola:
Let's go crazy, crazy, crazy till we see the sun,
i know we only met but let's pretend it's love,
and never, never, never stop for anyone.
Tonight let's get some and Live while we're young.
Salve bella gente, lì, sono ancora io, la ragazza demente che scrive questa storia.
Lo so mi avevate dato per morta, ma non lo sono.
Sono risuscitata, per vostra sfortuna, a rompervi le palle. Comunque mi scuso per l'immenso ritardo e solo che tra la scuola e altre cose non avevo tempo e ispirazione per scirvervi il capitolo e di certo non volevo far uscire una merda ma è venuta lo stesso, quindi...
E scusate il capitolo corto ma volevo farmi perdonare, anche se non ci riuscirai con questa cagata che ho scritto di sopra.
E adesso mi rendo conto di aver scritto un romanzo.
Ma comunque sia, grazie a tutti a quelli che la seguono, a quelli che ricordano e a quelli che lo preferiscano(? ma esiste, boh, bah, io mi invento delle cose...)
Grazie davvero, e mi raccomando recensite, non importa se è una critica o anche un semplice 'Ciao'.
Va beehhh, ok, questa era il verso di una capra, ma va beh... D'altronde io sono veramente una capra... 

E ricordate 'HORAN the world? CURLS'!
 Puhahahhahahhha (risata malefica) Non so neanche perchè rido, boh, io sono stramba...
Ahhhh, e volevo chiedervi un parere, avevo pensato di fare anche uno spin-off su 
Louis e Amanda. Qualcuno la leggerebbe? Beh fattemelo sapere per favore.
I vostri opinioni sono molto importanti. :D
Mah, ora mi dileguo.
Sciaoooo, belle.
P.s. come sempre vi consiglio di passare qui  
Deep Desires.       

-El xxx


      

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Capitolo 10
*** Best Vacation Ever. ***


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Best Vacation Ever.


 

Cause I remember every sunset 
I remember every word you said 
We were never gonna say goodbye 
Singing la da da da da 
Till we had to get back to 
Back to summer paradise with you 
And I'll be there in a heartbeat 
Oh-oh 
I'll be there in a heartbeat 
Oh-oh 

{Summer Paradise - Simple Plan.}







 

 Steph P.O.V.



Camminavo mano nella mano con Zayn da mezz’ora e non potevo desiderare altro di tanto in tanto lo guardavo di sottocchio e non potevo non pensare a quanto potesse essere bello e meraviglioso con quei suoi lineamenti da un dio Greco.
Prima mi aveva chiesto se aveva una possibilità di essere perdonato, e gli ho risposto che una speranza c’è l’aveva ma doveva riconquistarmi. Sorrise e a quel punto capii che farà di tutto per farlo, ma nonostante sia felice per la sua reazione avevo un nodo alla gola. Era il senso di colpa che mi divorava, lui era convinto che avevo l’amnesia quando non era così, ora farà qualunque cosa per me e più lo farà più il groppo allo stomaco si allargherà.
Maledetto il giorno in cui ho deciso di avere questo specie di vuoto di memoria.
-Zay!- lo richiama Louis -Puoi venire un attimo qui?- continuò.
Louis, Louis, mi ricordava qualcosa che devo fare… Amanda! Ecco che cosa, dovevo parlare con la mia mongola.
-Senti, Zayn vai pure da loro.- gli dissi.
-Sei sicura?- mi chiese premuroso.
-Si, vai. Io intanto vado da Mandy.- sorrisi.
-Va bene, torno subito.-
-Tranquillo, fai pure con calma.- detto questo lo vidi allontanarsi, così mi avviai verso Amanda che se ne stava in un piccolo angolo in una caffetteria all’aeroporto ad ascoltare la musica. Mi sedetti di fronte a lei, che prontamente si voltò verso la mia direzione. Le sorrisi e ricambiò.
-Che ti succede, Mans?- Sapevo esattamente cosa le succedeva ma volevo sentirlo da parte sua.
-Louis.- fu l’unica cosa che mi disse, sorrisi soddisfatta.
-Lo sapevo, volevo solo sentirtelo dire.- alzò lo sguardo, guardandomi.
-Come lo sai?-
-L’ho notato quando eravamo in macchina, non eri Amanda la raggiante, eri la Amanda cupa. Di solito ridevi alle stupide battute di Louis.-
-Lo so.- rispose semplicemente. Odiavo vederla così senza allegria, senza gioia.
-Come si chiama?-
-Eleanor. Già dal nome non posso vincere.-
-No, Mands. Non dire così anche tu sei bellissima.-
-Si, ma hai visto quella. Sembra la Dea Venere in persona, poi quelle gambe e quel sorriso. No, non ho proprio speranze contro di lei.-
-Cosa stai farneticando? Si è bella, ma anche tu lo sei. E poi si sa che Venere è bionda e non castana, quindi tu ci avvicini molto di più.-
-Grazie, per l’incoraggiamento, Steph. Davvero. Ma purtroppo la mia autostima è andata a farsi benedire dalle caprette pedofili che fanno ciao ad Heidi, insieme alle montagne sorridenti.- mi disse alzando e sistemandosi il vestito -Non credo che ad uno come Louis piacerà una come me, insomma guardami non ho un briciolo di stile e sono piena di difetti, invece la sua ragazza è perfetta sembra una modella anzi lo è.-  Mi alzai anch’io e andai ad abbracciarla.
-Tu sei maledettamente perfetta, e sono i tuoi difetti a renderti così. Non pensare che gli altri siano migliori di te perché non  è così, tu sei la persona migliore che possa esistere sulla terra.- le dissi ancora abbracciata.
-Grazie. Grazie d’esistere.- Ci staccammo e ci sorridemmo a vicenda.
-Dai ritorniamo dagli altri.- proposi. Annuì e ci incamminiamo verso i nostri amici.
-Dobbiamo prepararci l’aereo è atterrata un ora prima.- disse un Harry indaffarato. Così io e Amanda prendemmo le nostre valigie e raggiungemmo gli altri.
-Vuoi una mano?- mi chiese un premuroso Zayn.
-Uhm, beh, più che a me in realtà ne serverebbero di più a Mandy.- mi giro la bionda intenta di mettere le valigie nel carello mentre un Louis, irritato, lo aiuta.- Oh, vedo che non ne ha bisogno. Ok, beh allora mi porti questa valigia, sempre se l’offerta è ancora valida.- mi rigirai verso il moro, che sorrise e prese la valigia che gli avevo indicato.
Insieme ci incamminiamo al cancello del volo F18. Durante il viaggio io ero vicina a Eleanor e Niall, quest’ultimo dormiva, bene così potevo conoscerla meglio.
-Quindi tu sei la fidanzata di Louis?- gliela chiedo con un tono di voce che bassa coì da non sembrare un impicciona.
-Beh, si.- mi risponde gentile.
-Ah, e da quanto tempo state insieme?-
-Uhm, beh… ci siamo frequentati per quasi 6 mesi e poi quasi 3 settimane fa mi ha chiesto di essere la sua ragazza.- sorrise.
Forse starà ricordando di come Louis ha fatto la proposta che conoscendolo sarà stato in un modo molto romantico.
-Tu invece da quand’è che tu e Zayn state insieme?- mi chiese facendomi diventare rossa in viso.
-Ah…io…uhm…noi…noi non stiamo .-
-Oh, uhm, mi dispiace.- si scusò imbarazzata.
-Non fa niente.-
-E solo che sembravate così tanto una coppia che beh, ho pensato che voi stavate insieme, ecco.-
-Davvero, sembriamo veramente una coppia?- chiesi con un mezzo sorriso.
-Una coppia molto felice.- disse convinta.
Mi voltai verso il ragazzo della conversazione, che come Niall stava dormendo, e non poté fare a meno di sorridere.
Il tragitto era stato tranquillo a parte per qualche turbolenza e lo ammetto un po’ di paura c’è l’avevo perché era la prima volta dopo la morte dei miei genitori che presi di nuovo l’aereo.
Mandy era vicino a Louis e un signore paffutello che ti ispirava molto Babbo Natale. Zayn invece era vicino a Liam e Harry, e quest’ultimo stava disegnando con un pennarello indelebile dei disegni sconci sulle facce dei due poveri mal capitati. Sogghignai divertita.
-BUH!- mi spaventò Niall appena mi voltai.
-AH!- sobbalzai. Quest’ultimo rise a crepapelle.
-Dovevi vederti. Avevi una faccia davvero buffissima. Disse tra una risata all’altra.
-Haha si, molto divertente.- dissi sarcastica.
-E dai. Fattela una risata ogni tanto. Comunque non sei cambiata per niente.- corrugai la fronte.
-Cosa vuoi dire con questo?-
-Voglio dire che anche se hai perso la memoria, certi aspetti della tua personalità non sono cambiati. Ti spaventi facilmente, come sempre.- sorrise e ricambiai. Dopo Zayn, Niall era quello con cui ho legato di più, era il fratello che non ho mai avuto. Mi confidavo sempre e fu anche lui per primo a capire quello che provavo per Zayn, molto più prima di me. Io ero un libro aperto per lui e viceversa, ci capivamo, mi sapeva leggere negli occhi e nella mente, e mi meravigliavo che non si è ancora accorto della mia grandissima menzogna.
-Anzi in verità, sei cambiata, sei diventata più bugiarda.- come non detto. Mi guardò dritto negli occhi cosicché non avessi via di scampo. -Che cosa vuoi dire?- stavo andando a fuoco.
Si guardò intorno per vedere se qualcuno stava origliando la nostra conversazione, Eleanor era andato vicino a Louis facendo scambio di posto con il signor Paffutello.
-Steph, sei un libro aperto per me e tu sai a che cosa mi riferisco.-
-Ero andata in panico, ok? Non lo avevo visto da due mesi e poi si ripresentò con quella sua faccia come se non fosse successo niente. Non volevo fare la figura dell’ipocrita che ha sofferto perché lui lo ha lasciato in uno squallido Hotel immerso nel nulla, così il mio cervello andò in tilt e allora ho detto la prima cosa che mi è passata per la mente.- dico ormai esausta da tutta questa storia. Storia che ho creato io.
-Ti capisco, anch’io avrei fatto la stessa cosa. Beh, a parte la storia dell’amnesia perché io non sono così intelligente da far venir in mente una genialata come la tua.- sorrise comprensivo.
-Glielo dirai?-
-No. Sarai tu a farlo, quando sarai pronta. E poi un po’ sofferenza non farebbe male anche lui per essere stato così vigliacco.- -Grazie.- Lo abbracciai d’istinto e ricambiò.
-E di che. Se per questo sei la mia migliore amica, no?-






Zayn P.O.V.



-Signori e Signore, si prega di allacciare le proprie cinture. L’aereo sta per atterrare. E ancora una volta grazie per aver scelto di viaggiare con British Airways. Speriamo di aver compiaciuto le vostre esigenze e buona permanenza alle Maldive. Alla prossima, grazie e arrivederci.- disse la voce metallica della hostess che ci avvertiva di essere arrivati.
Mi stiracchiai visto che per tutto il viaggio avevo dormito, e mi alzai aprendo il portabagagli sopra di me.
Dietro di me c’era Harry e Louis che stavano ridendo. Mah, cosa avranno da ridere non so. Poi svegliai Liam senza però notare che aveva disegnato su entrambi le guance dei seni. Niall stava aiutando Steph a prendere la valigia sopra di lei.
-Ei, vi serve una mano?- chiesi.
-No, grazie. C’è l’abbiamo fatta. - mi risponde Steph sorridendo. Dio, che bella. -Allora andiamo?- continuò.
-Si certo, stavo solo aspettando gli altri.-
Mi voltai e vidi che loro invece se ne stavano andando senza di noi, wow che spirito di gruppo, così li raggiungiamo. Mentre camminavo la gente continuava a guardare me e Liam che era davanti, oppure era solo una mia impressione. Ci fermammo a fare il check out e ad aspettare le valigie. Andai un attimo da Liam per chiedergli quanti valigie mancavano ancora, e quando si voltò vidi i disegni di prima, e scoppiai a ridere e lo stesso fece anche lui. Ma non capivo il perché.
-Lee, guarda che tu hai dei seni disegnati su entrambi le guance.-
-Zay guarda che tu hai un pene disegnato sulla fronte.- dicemmo insieme.
-Cosa?- chiedemmo all’unisono ancora una volta. E poi, ci venne in mente Harry, quel co….
-Harry.- chiamammo quest’ultimo che si giro lentamente e vedendo le nostre facce cominciò ad indietreggiare.
-Comincia a correre.- urlammo e dopodiché lo rincorriamo per tutto l’aeroporto beccandoci la sgridata da parte della sicurezza.
Uscimmo dall’aeroporto e ci dirigemmo verso il nostro hotel. Quel posto era fantastico, certo era a quattro stelle, andammo verso il reception dove ci accoglie una giovane ragazza.
-Salve, benvenuti al Residence Palace. Come posso aiutarvi?- ci chiese gentilmente.
-Uhm, ecco noi avevamo prenotato quattro stanze al nome del signor. Tomlinson.- rispose Lou.
-Ok, aspetti un attimo che controllo.- la ragazza fece qualche mossa sul computer per poi prendere quattro chiavi dai appendi chiavi, situato dietro il bancone, e tornare da noi.
-Ecco qua, signore. Avete i numeri 59, 60, 68 e 69. Il fattorino vi condurrà alle vostre rispettive stanze. Grazie mille, per aver scelto Residence Palace e buona permanenza.- ci sorrise per poi indicarci un ragazzo che caricava le nostre valigie in un carello.
-Aspettate un momento, come ce li dividiamo le stanze?- chiede il biondino.
-Io sto con te.- aggiunge Liam. -Bene, siccome Louis starà con Eleanor, io starò con Amanda.-  afferma il ricciolino facendo l’occhiolino alla bionda che sembrava essersi appena svegliata.
-Eh?- chiede infatti.
-Io e te staremmo in stanza insieme.- risponde Harry avvicinandosi a Mandy e spostandole qualche ciocca ribelle.
-Oh, ho qualche altra scelta? Perché non posso stare con Stephanie?- chiede quest’ultima.
-Indovina un po’.- rispose il riccio facendo il vago.
Già, indovina un po’ lei starà con me. E così sono sicuro che la potrò riconquistare.
-Senti io non vengo in stanza con te.- afferma sicura la bionda.
-E invece sì.- Hazza lo prese a sacco di patate e la caricò alle spalle. La ragazza voleva dimenarsi ma lui era più forte.
-Noi prendiamo la 69.- dice quest’ultimo per poi strappare da Louis le chiavi della stanza.
-Mi sa che tra quei due nascerà qualcosa.- affermai divertito strappando un sorriso alla ragazza vicina a me.
-Io credo di no.- risponde quest’ultima.
-Sarà, ma di sicuro alla fine di questa vacanza ci sarà una nuova coppia.- affermo sicuro sorridendola. Lei si limitò ad abbassare lo sguardo e a guardarsi in giro imbarazzata. 
-Noi allora il 59.- dicono all’unisono Liam e Niall.
-Noi prendiamo la 60.- affermo finalmente. Presi le chiavi e trascinai Steph con me nella stanza.
Prevedo che questa vacanza sarà la migliore di tutta la mia vita. 

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Angolo della mongola ritardatona:
Comincio dal presoppusto che vi devo delle scuse.
Quindi, vi porgo le mie più sincere scuse per non aver mai aggiornato prima
e di aggiornare sempre ad ogni morte di papa.
(evviva @pontifex, qualcuna di voi lo segue?)
Tornando a noi, non avevo molta ispirazione
quindi scusate se ho sfornato una bella
merda. D:
Ancora un capitolo di passaggio e poi, BOOM! Colpo
di scena!
Ma siccome sono crudele
non vi anticipo nulla. MUHAHAHA *tossisce*
Volevo anche ringraziare le persone che la
seguono, ricordano e preferiscono.
Mille grazie anche a quelli che recensiscono. 
Mi fa sempre piacere, sapere cosa pensate quindi 
per favore,
RECENSITE!
Bon, io vado che vi ho già scassato.

Ciaoooooooooo, bedde. (^3^)

-El xx

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