xmas 1
A
Christmas Drama
Rose,
social pariah
Oppure
Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di
mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a
simile gente.
Ho
sempre pensato che chiunque avesse avuto la brillante idea di dare
fuoco al Cappello Parlante fosse un maledetto genio: eliminando
Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde avremmo tutti smesso
di stressarci con la Coppa delle Case, le clessidre in Sala Grande o
il Torneo di Quidditch, e ci saremmo anche risparmiati un paio di
Guerre Magiche.
Questo
ovviamente prima di scoprire che il “genio” in questione era
Voldemort. Dettagli.
In
ogni caso, nemmeno il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi è
riuscito ad accopparlo ed il famoso cappello - che con l'età diventa
sempre più stonato - continua a godere di ottima e tarmata salute e
a smistare nelle Case generazione dopo generazione di studenti
gorgheggiando in la minore (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve
pur fare).
Senza
ombra di dubbio potremmo dire dunque che è merito - o colpa - di
quell'accessorio fuori moda se la nobile Casa di Corvonero più che
un'élite di “pronti di mente” assomiglia alla succursale
hogwartiana del reparto psichiatrico del San Mungo.
A
questo punto, a vostro esclusivo beneficio, mi sento in dovere di
precisare che quando il copricapo di cui sopra con la famosa
filastrocca allude a “gente sveglia, ragione e sapienza” non
prende in considerazione Q.I., I.M.U. (Intelligenza Magica Usuale),
P.I.L. (Prodotto Ingegno Lordo) e altra roba circa lì, ma si
riferisce piuttosto ad una genialità dal significato estremamente
complesso e versatile.
Innanzitutto
bisogna sfatare il pregiudizio babbano che “genio” e “persona
intelligente” siano sinonimi, quanto di più errato e fuorviante
per inquadrare gli abitanti della mia torre. Se così non fosse non
si spiegherebbe infatti come possano trovarsi fra le nostre fila
Individui Scarsamente Sapiens tipo Doralice Stewart, che non è mai
andata oltre l'Accettabile nemmeno in Babbanologia ed è una strega
Muggle-born, Matt Corner che ha difficoltà nello scrivere il proprio
nome o i gemelli Scamander, perennemente alla ricerca di Puffi Blu
(mah!). Per finire a Corvonero bisogna avere un talento molto
spiccato per qualcosa, utile o inutile che sia, ovvero essere degli
autentici geni per gli incantesimi di Trucco&Parrucco nel
caso della Stewart, o dei geni del Quidditch come Corner (che ha il
cervello delle dimensioni di un boccino), o un machiavellico genio
della truffa, vedi Lorcan e Lysander Scamander (un nome una
punizione: fa persino rima, ed è addirittura peggio di Albus Severus
e Scorpius Hyperion!).
Insomma,
altro che persone intelligenti, Corvonero è un serraglio, un
autentico zoo che ospita la fauna più stravagante di Hogwarts e chi
ci finisce può dirsi estremamente fortunato perché da noi vige
l'assioma “genio e sregolatezza” e, praticamente, ci teniamo
tutti quelli che se fossero stati smistati in un'altra Casa sarebbero
già stati destinati all'internamento coatto.
La
nostra torre è una specie di laboratorio clandestino di esperimenti
di dubbia legalità e si può sempre contare su qualche ideona
geniale per movimentare l'ambiente e vivacizzare l'atmosfera. Tipo
pendere fuoco o rischiare di morire soffocati da qualche esalazione
tossica. Immancabilmente salta tutto in aria a frequenza
bisettimanale, ma fra le nostre schiere ci sono anche un paio di geni
del design che si divertono a ridecorare tutto, e confesso che è
abbastanza piacevole avere una sala comune che non sembri appena
uscita da un romanzo vittoriano come le altre, sebbene non sempre
l'architettura moderna sia comoda. Ricordo ancora le due settimane
zen-minimal al mio secondo anno: eravamo tutti costretti a sederci
sui tatami sistemati in mezzo alle pietre, mentre intorno a noi
zampillava acqua sorgiva. Perfetto per entrare in sintonia col
proprio karma ma un incubo assoluto per le natiche.
A
tutto questo aggiungeteci che intere schiere di maghi hanno perso il
sonno speculando sul perché per accedere al nostro dormitorio, dopo
essersi sciroppati ben sette piani di scale che cambiano quando ne
hanno voglia, piene zeppe di gradini che fanno lo sgambetto, ai
Corvonero tocca pure rispondere a domande cretine, quando basterebbe
una semplicissima parola d'ordine. Parola che, fra l'altro,
salverebbe innumerevoli matricole dal rimanersene in inverno a
gelarsi le chiappe in corridoio, tentando di indovinare se è nato
prima il calderone o la pozione e altre amenità del genere.
Come
non menzionare poi la nostra assurda Capocasa? Quando, dopo la
seconda Guerra Magica, gli insegnanti hanno eletto all'unanimità
Vitious Preside, il suo posto è rimasto vacante e in tutto il corpo
docente l'unica che ai suoi tempi aveva nutrito le fila di Corvonero
era la professoressa Cooman che quindi è diventata Capocasa in
contumacia. Non credo possa esserci persona meno adatta a ricoprire
un ruolo simile, ma confesso che per noi è una vera pacchia: non ci
controlla mai, convinta che se stessimo per commettere qualche
infrazione al regolamento scolastico l' “occhio” la avvertirebbe
in anticipo. Questo, per la somma gioia dei geni del party planning e
gli organizzatori di eventi, si traduce in feste rinomate in tutta la
scuola, visto che con l'età che avanza non solo l'occhio interiore
non funziona come dovrebbe - ammesso abbia mai funzionato - ma anche
l'altro paio è vessato da cataratta senile, uno dei tanti mali che
affliggono la professoressa, insieme a sordità, soglia di risveglio
elevatissima, abitudine di coricarsi alle sette di sera...
Dopo
questa lunga ma doverosa parentesi, torniamo a noi e al Maledetto
Cappello. Già, non mi è molto simpatico. Errata corrige: lo
detesto!
A
undici anni me lo hanno poggiato sui riccioli e dieci secondi dopo
quello ha preso a intonare beato Il Barbiere Di Siviglia al grido di
“Corvonero di qualità, di qualità, di
qualitàààààààà”,
senza neppure avvedersi della disgrazia che si sarebbe abbattuta su
di me non appena qualcuno lo avesse scritto a casa.
Che
sia chiaro, non c'è l'ho con quell'infeltrito accessorio a tesa
larga per avermi ridotta ad esemplare da zoo, so bene di essere una
Corvonero fatta e finita: col mio carattere chiuso e introverso e la
stipsi verbale cronica da cui sono congenitamente affetta non avrei
avuto vita facile in nessun altro posto, mentre invece sulla mia
torre posso coltivare in santa pace il mio spettro autistico, lontana
dall'orda selvaggia dei miei parenti. La mia Casa mi piace, e poi ci
sono quasi tutti i miei amici, anche se nel mio caso, non parlando
praticamente con nessuno, è un po' difficile usare il termine
“amicizia” in senso convenzionale.
Generalmente
sono una personcina mansueta e pacifica, che va d'accordo con tutti e
sfoggia la gamma emozionale di qualcuno in overdose da camomilla
shakerata nella felix felicis, ma quell'affare (sempre il Maledetto
Cappello) riesce a suscitarmi un sentimento d'odio che normalmente
riservo solo ai discorsi in pubblico e la verza ripassata. Per colpa
sua sono la prima Weasley di tutto l'albero genealogico ad aver
“disertato Grifondoro”, e mio padre e tutti gli altri familiari
dopo cinque anni non sono nemmeno lontanamente riusciti a
razionalizzare la cosa, mia cugina Dominique in testa, con la sua
assurda tesi che blu e nero sbattano troppo con il mio incarnato.
Il
motivo di tanto astio verso il Cappello, per farla breve, è che a
causa di questo mio primato ho ancora gli occhi di tutto il parentame
addosso e Merlino solo sa quanto poco mi piaccia essere al centro
dell'attenzione!
Noi
Weasley-Potter siamo una delle famiglie più prolifiche del Mondo
Magico e nella sola scuola la succursale giovanile del clan è in
grado di riempire almeno un vagone dell'espresso per Hogwarts. Papà
ha cinque fratelli e mezzo (mezzo perché zio Fred è un fantasma e
non posso considerarlo una persona intera) ognuno dei quali ha avuto
a sua volta in media due figli e trequarti a testa, e anche il resto
della famiglia di nonno Arthur e nonna Molly è piuttosto feconda
(con l'eccezione di zia Muriel che nessuno a memoria di mago, nemmeno
Godric in persona, sarebbe mai tanto coraggioso da impalmare), quindi
fra zii e cugini di primo e secondo grado, siamo così tanti che
raggiunta la maggiore età dell'ultima generazione, potremmo da soli
eleggere il Ministro della Magia.
Crescere
in mezzo a questo tripudio di parenti è un po' traumatico, e bisogna
farsi largo a spallate per ricevere un po' di attenzione, sopratutto
perché le signore Weasley più giovani non sono tipe da restare a
casa a fare la calzetta, ma dopo aver partorito i due figli e tre
quarti di ordinanza ci hanno praticamente abbandonati nel giardino
della Tana e sono corse ad inseguire ognuna la propria folgorante
carriera da giocatrice di Quidditch (zia Ginny e zia Angelina), a
catturare draghi (la prima e la terza moglie di zio Charlie) o a
tentare la scalata ai vertici del Ministero (mamma, zia Audrie, zia
Fleur e la nuova compagna dello zio... o era la penultima? Bah, ho
perso il conto).
Credo
che sia questo il motivo principale per cui nonna è sempre più
sclerotica ogni giorno che passa e che bene o male tutti i miei
cugini siano affetti da una forma ingravescente di egomania. Non
esiste Weasley-Potter che non sia malato di egocentrismo e tutti, ma
giuro tutti i miei parenti non fanno altro che reclamare attenzioni
facendo di tutto per mettersi in mostra. Persino Teddy, che non è
esattamente un consanguineo, non passa di certo inosservato con la
chioma ogni volta di un colore più assurdo.
Insomma,
mia madre e mio padre sono due eroi di guerra, mio zio George con le
succursali dei Tiri Vispi ha surclassato il McDonald's fra le piaghe
metropolitane, zia Ginny e zia Angelina giocano titolari nella Lega,
zio Charlie cambia moglie con la frequenza con cui gli altri cambiano
i calzini, e dulcis in fundo c'è zio Harry, l'unico essere umano
sopravvissuto ad un Avada Kedavra. Due volte... Con genitori
del genere non potevano che venire fuori figli dall'ego ipertrofico e
serie turbe mentali: James e Fred sono l'incubo di Gazza e gli eroi
indiscussi dei bulletti della scuola, Hugo è stato il più giovane
battitore di Grifondoro in quattrocento anni, Lily è la reginetta
del gossip della scuola, Dominique trova il Vero Amore con una
cadenza bisettimanale comportandosi come fosse affetta da febbre
quartana (nel senso che all'inizio ha palpitazioni, brividi e
sudorazione fredda ma al quarto giorno le è già passata e via tutto
da capo), Molly è la persona più rompiscatole dell'intero universo,
e così via a seguire per tutti gli altri.
Poi
ci sono io, la Weasley atipica. Ho gli occhi azzurri e i capelli di
famiglia ma per il resto potrebbe tranquillamente essersi sbagliata
la cicogna a recapitare il fagottino: io odio essere al centro
dell'attenzione, non sono capace di rompere le scatole, non
confesserei ad anima viva (o fantasma, o dipinta che sia)
nessunissima cotta, non salirei mai su una scopa se c'è tutta la
scuola a guardarmi e scoprirei che due persone stanno insieme solo se
mi mandano le partecipazioni di nozze. Non mi piace fare chiasso, non
mi hanno mai messa in punizione, non ho cercato di entrare nella
squadra della mia Casa, non dico mai quello che penso, sopratutto se
nessuno me lo chiede... non parlo quasi mai, e non perché non abbia
un'opinione o delle idee, ma non vedo perché dovrei condividerle se
agli altri non interessano. Mi limito a collezionare in silenzio
“Eccezionale” e a farmi i fatti miei. Non mi sembra ci sia nulla
di male, ma più io rifuggo la popolarità e il mettermi in mostra
più i miei parenti fanno di tutto per scaraventarmi sotto i
riflettori ogni volta che se ne presenta l'occasione, sin da quando
ero piccola. “Rose perché non reciti la poesia di Natale?”,
“Rose perché non fai vedere a tutti il vestitino nuovo?”, “Rose
perché non vieni a giocare con noi a Quidditch?”, “Rose perché
non metti una gonna? Hai delle gambe così belle”... Insomma ci si
impegnano proprio e non vuole entrare in testa a nessuno che io sto
benissimo nella mia condizione di sfigata pseudotrasparente,
invisibile e al sicuro.
Purtroppo
nemmeno ai miei professori piace il mio isolamento e cercano in ogni
modo di farmi parlare e socializzare, invitandomi a rispondere alle
domande (giuro, non ho mai, mai e poi mai alzato la mano) o
costringendomi a partecipare alle attività di gruppo. L'anno scorso
per evitare di andare al ballo di Primavera (una variante del ballo
del Ceppo che però adesso si tiene tutti gli anni) mi è toccato
nascondermi in quel che resta della Stanza delle Necessità e dopo
esserci rimasta per nove ore filate mi hanno dovuta ricoverare
d'urgenza in infermeria. Secondo il Preside ho respirato tutte le
sostanze tossiche liberatesi nell'incendio causato da Vincent Tiger,
visto che ero la prima persona abbastanza disperata da riuscire a
far aprire la stanza dopo che i miei l'hanno distrutta.
Quest'anno
la tortura che quei perfidi professori hanno escogitato ai miei danni
si chiama teatro.
Ogni
anno, per Natale, la scuola mette in scena uno spettacolo. Di solito
si tratta di un'opera babbana e siccome siamo inglesi, Shakespeare va
per la maggiore: in cinque anni di scuola hanno rappresentato tre
volte Romeo e Giulietta e una volta Amleto. Quest'anno però, al
momento di decidere la piéce teatrale, qualcuno - il solito razzista
nostalgico di Serpeverde scommetto - ha fatto presente che è più o
meno dall'epoca dei fondatori che si portano in scena esclusivamente
opere babbane (e ci credo, i maghi smettono di studiare grammatica e
letteratura in quinta elementare! Avremmo pure i poteri magici ma
rasentiamo l'analfabetismo...) e quella mente illuminata di Vitious
ha lasciato che fosse uno studente democraticamente eletto a scrivere
la trama. A furor di popolo ha vinto Dominique, più che altro perché
chiunque avesse almeno un cromosoma Y ha votato per la reginetta di
bellezza della scuola, anche se le letture di Domi sono di solito
piuttosto insulse tipo Streghella 2000 e altre riviste dal
nome idiota (Cioè, Perché, Ohibò). Quello
che ne è venuto fuori “Calderoni Roventi - Tre Mesi Sotto
Imperius” ricalca
più che altro le sordide vicende di una telenovela messicana di
quart'ordine, dove un chico mui caliente - con una bacchetta
magica da 20 pollici nelle mutande - deve superare mille avversità
per sposare la sua guapa Della Vega aiutato
da una fata buona, che se ne va in giro seminuda. La Sprite e la
McGranitt hanno censurato quasi tutte le battute, ma quello che ne è
venuto fuori è comunque abbastanza pietoso, e mia cugina ci ha
ficcato un po' tutto quello che ha visto alla TV: pirati che
diventano scheletri alla luce della luna, amanti che scoprono di
essere fratelli, eroine tisiche, una canzone delle Spice Girls e
altre cose affastellate insieme senza alcuna logica.
Di
solito non mi importerebbe nemmeno poi tanto di cosa reciteranno i
miei compagni, visto che normalmente mi guardo bene dal prendere
parte ad una cosa imbarazzante come la recita scolastica per ovvi
motivi (tipo che quando tutto il tavolo di Corvonero allo smistamento
mi ha fatto l'applauso di benvenuto sono svenuta finendo faccia
dritta nel pasticcio di rognone) ma due settimane fa la Cooman ha
predetto che un giorno diventerò un talento del palcoscenico e mi
ha obbligata a partecipare. La notizia mi ha quasi fatto secca! Ora
che ci penso credo di dover allungare la lista delle cose che mi
suscitano sentimenti ostili, in questo momento la Cooman batte la
verza con un distacco di almeno venti punti.
Per
fortuna Lorcan mi ha aiutata ad escogitare una via di salvezza
(dietro lauto compenso, chiamasi amicizia disinteressata) e dovrei
cavarmela interpretando un albero durante l'ultima scena (quella in
cui i due protagonisti si baciano, ovviamente). Mi ha suggerito di
offrirmi volontaria per stare dietro le quinte e ho scoperto che come
macchinista, scenografa e tecnico del suono me la cavo davvero bene,
senza contare che Aurelia, la mia migliore amica, mi darà una mano
con disegni e colori.
Aurelia
McMillan è la migliore compagnia che potessi desiderare: come me non
parla mai e non perché sia muta o timida, semplicemente non ne
alcunissima voglia. Da piccola i suoi genitori hanno speso fior fior
di galeoni facendole fare avanti e indietro fra guaritori e
specialisti babbani, ma il verdetto è stato unanime: pigrizia maior
incurabile. Poi ad undici anni è stata smistata a Corvonero e
nessuno si è più posto il problema, liquidandolo come una delle
tante stranezze di un temperamento genialoide. Adesso c'è persino
qualcuno che pensa che fare lo sciopero della parola sia cool. In
ogni caso Aurelia, anche senza parlare, non rinuncia affatto a dire
la sua, anzi, è un tipo piuttosto deciso e ciarliero ed è difficile
che nel caso in cui abbia qualcosa da dire (in senso metaforico,
ovviamente) se ne stia zitta (sempre in senso metaforico). E' per
questo che va in giro portandosi perennemente sotto il braccio una
lavagnetta rosa di Barbie dove scrive quello che pensa. Può sembrare
folle - e in effetti sotto molti punti di vista lo è - ma mandare a
quel paese qualcuno scrivendoglielo a caratteri cubitali invece che
urlandoglielo dietro risulta sempre di grande effetto.
Abbiamo
buttato giù parecchie idee interessanti e anche i bozzetti sono
pronti. Disegnare mi è sempre piaciuto e sono
abbastanza soddisfatta dei miei piccoli schizzi a matita. Se Domi
troverà il modo di racimolare abbastanza soldi per comprare i colori
penso che i pannelli delle scenografia potrebbero essere abbastanza
belli, in particolare dopo che li avrò incantati come si deve. Ho
già scelto qualche brano per la colonna sonora e ho scovato in
biblioteca almeno tre incantesimi per migliorare l'acustica della
sala grande e amplificare la voce.
Dominique
e le sue amiche hanno tenuto le audizioni ed hanno assegnato tutte le
parti: la protagonista femminile Donna Iolanda, è Lin
Chang, una tipa molto carina della mia Casa, mentre invece la fatina
sexy - ma che ve lo dico a fare? - sarà mia cugina Lily, l'ennesima
Weasley-Potter con un patologico bisogno di attenzioni. Il
protagonista maschile, Don Diego Suarez Pedroso Santillan etc
etc, invece è Scorpius Malfoy, più o meno l'unico maschio in tutta
la scuola ad avere sufficiente faccia di deretano per salire su un
palco fasciato da una calzamaglia antracite moooolto attillata.
Malfoy
è un Serpeverde piuttosto belloccio, a sentire Lily nemmeno
lontanamente figo come suo cugino Liam Nott (anche lui è stato
scritturato, visto che le ragazze del casting lo hanno giudicato
troppo bello per poter stare senza, ma al momento non si è ben
capito quale sia la sua parte) ma comunque anche Scorpius è
parecchio apprezzato per il suo spirito allegro e un naturale talento
nel fare amicizia.
Ah,
più o meno per tutto il primo anno ho avuto una cotta mostruosa per
lui, ma non sono mai stata abbastanza audace da rivolgergli la parola
e la cosa è finita lì insieme alla mia vita sentimentale, con
l'eccezione degli sporadici scambi di fluidi salivari fra me Lysander
l'anno scorso. Essere fidanzati non risultava economicamente
vantaggioso per lui e troppo imbarazzante per me quindi abbiamo
lasciato perdere.
Suppongo
quindi di non dover avere nessuno scrupolo di coscienza se,
rintanandomi in un angolino molto buio e molto isolato dell'aula che
il Preside ha messo a nostra disposizione per le prove, ogni tanto mi
metto a fissare Scorpius Malfoy. Anche perché adesso sono un po'
troppo cresciuta per potermi innamorare di qualcuno a cui non ho mai
rivolto la parola: non mi piace più in quel senso, ma l'ho
segretamente eletto - e se Ronald Weasley lo sapesse questa volta
sarei davvero, davvero morta - a mio eroe personale. In altre parole,
vorrei essere come lui. Cioè, non proprio come lui che a
Babbanologia quando ci hanno spiegato fax, stampanti e scanner si è
fotocopiato le chiappe, ma lo ammiro sinceramente per la sua abilità
di essere come i piccioni: in grado di mangiare gli avanzi,
accoppiarsi sulle grondaie e defecare in testa alle persone senza
porsi nessun problema al mondo. Non che Malfoy si accoppi o espleti
le proprie funzioni corporali in pubblico, sia chiaro. Più che altro
è un tipo che sta bene ovunque lo metti, sempre perfettamente a suo
agio e col sorriso sulle labbra. E' amato e benvoluto da tutti, va
discretamente bene a scuola e non l'ho mai sentito ferire
intenzionalmente qualcuno o dire una cattiveria gratuita. Se non gli
sta bene quello che dici o fai scambia con te un paio di cortesie in
forma di pugni e il giorno dopo ti ha già perdonato. Quando dico che
vorrei essere come lui non intendo più estroversa e ciarliera!
Contrariamente a quel che pensano i miei cugini sto bene con me
stessa e se mai avrò voglia di essere diversa da ciò che sono
cambierò, ma mi piacerebbe che gli altri si sentissero a proprio
agio intorno a me come si sente chi sta intorno a Malfoy, e non
continuamente in dovere di fare qualcosa per il mio bene, nemmeno
fossi malata o bisognosa di cure.
Detto
questo sono perfettamente felice di ammirare Scorpius a distanza e in
silenzio, e non ho nessunissima intenzione di cambiare le cose.
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