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di mrsreg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

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Alastor Moody non era certo una persona sbadata, anzi. Tutti sapevano che non si era praticamente mai distratto sul lavoro e che, anche se non era sempre uscito illeso dalle sue missioni, fosse praticamente imbattibile. Per questo la maggior parte della gente lo vedeva come un qualcosa di non umano, tipo un robot.

Peccato che non lo fosse, anche se ci andava molto vicino, e essere messo, dopo un giornata di missioni sfiancanti, a guardia del Quartier Generale dell'Ordine della Fenice non era proprio il massimo.

E così, all'alba delle cinque di mattina, dopo tre ore di perfetto sevizio, il nostro Mad Eye aveva messo da parte la sua tanto decantata vigilanza costante e puliva il suo occhio magico, rivolto verso il muro così che se fosse passato un Babbano non avrebbe visto niente di strano.

Di botto, si sentì afferrare il collo da una mano e avvertì la punta del coltello contro la pelle, in prossimità di una vena.

-Girati lentamente.- ordinò perentoria una dolce voce femminile.

Non può avere più di vent'anni” pensò il mago eseguendo gli ordini.

Si trovò davanti una figura ammantata di nero che non doveva superare il metro e sessantacinque, con il viso coperto da una maschera argentata che lasciava intravedere solo i grandi occhi leggermente a mandorla color non ti scordar di me con qualche pagliuzza di uno stupefacente blu mare.

-Se non urli non ti succederà niente.- disse.

-Sappi che non ti darò nessuna informazione.-

-Lo so, infatti tu devi solo stare zitto.-

L'Auror le lanciò un occhiata sorpresa e voltò leggermente lo sguardo per seguire quello della ragazza.

All'inizio del vicolo in cui si trovavano passarono correndo vari Mangiamorte armati di bacchetta che si guardavano intorno per poi sparire silenziosamente.

-Perché mi hai salvato dai tuoi compagni?-

-Non ti interessa. Sono qui solo per darti un'informazione... Dovete cambiare Quartier Generale, immediatamente. Qualcuno che sta dentro la casa ha cantato e tra due giorni gli altri attaccheranno.-

-Perché mi dovrei fidare di te? Come posso sapere che non è solo una trappola?-

-Perché ti ho salvato la vita e perché mi conosci. Non ti ricordi di me, Mad Eye?-

Rimise il coltello all'interno del mantello e lo lascio andare, guardandolo negli occhi prima di Smaterializzarsi con il solito fastidioso schiocco.

Senza saperne il perché, Alastor non poté fare a meno di fidarsi della ragazza e così entrò nel numero dodici di Grimmauld Plase quanto più velocemente gli permise la gamba di legno, mentre sceglieva attentamente le parole con cui raccontare l'accaduto a Silente.

Doveva raccontare di qualche incantesimo alle spalle o di qualche bestia feroce per giustificare la sua mancanza di attenzione.

Infondo, aveva comunque una reputazione da difendere, lui.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

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Dumbledore ascoltò in silenzio il racconto di Mad Eye.

Lo aveva fatto chiamare di urgenza, dicendo che ne dipendeva il futuro dell'intero Ordine della Fenice, che la prossima riunine sarebbe stata troppo tardi e che avrebbe detto quello che aveva da dire al lui e a lui solamente.

Albus, allora, lo aveva accolto nel suo ufficio ed era stato investito da un fiume di parole.

Adesso si lisciava la barba con fare pensieroso.

Varie domande gli affollavano la mente, quindi decise di rispondersi con ordine.

Avrebbe chiesto a Molly e Arthur di spostare il Quartier Generale alla Tana ed era sicuro che loro avrebbero accettato.

Una cosa fatta.

Chi poteva essere a passare informazioni ai Mangiamorte? Mad Eye gli aveva riferito le parole precise della ragazza, perché gli erano sembrate sospette. “ Qualcuno che sta dentro la casa ha cantato” aveva detto. Possibile che un Mangimorte fosse riuscito ad entrare? Aveva già idea di chi... Possibile che Pettigrew fosse riuscito a entrare sotto forma di topo? Si, avrebbe dovuto indagare.

Un'altra cosa fatta.

-Mad Eye, chi era la ragazza? Una Mangiamorte che hai salvato da Azkaban ai tempi dei processi della Prima Guerra Magica?-

Moody scosse la testa lentamente, cercando di ricordare avesse già visto quegli occhi così particolari.

-No, non è possibile. Avrà avuto al massimo vent'anni, anche meno. Sempre se non è stata Mangiamorte a cinque anni, se non meno, non lo vedo possibile.-

-E non ha visto niente a parte gli occhi?-

L'Auror scosse nuovamente il capo.

-Devo andare, Dumbledore. Caitlin si sveglierà tra poco le prenderà un colpo se non mi trova.-

Il preside annui e lo congedò con un cenno della mano, mentre l'altro mago entrò nel camino e se ne andò con una vampata di fiamme smeraldine.

Albus si levò gli occhiali a mezzaluna con la sinistra mentre con l'indice e il pollice della destra si massaggiava la base del naso.

Perché c'erano sempre così tanti problemi? A volte avrebbe desiderato essere un Babbano senza altri pensieri che il lavoro e la pesca, almeno avrebbe avuto tanto tempo libero.

Si alzò e, imitando il collega, prese una manciata di Polvere Volante e la buttò nel camino sparendo in una grande fiammata verde.


 


 

Erano ormai le otto e quella mattina, a Grimmaul Place numero dodici, gran parte dei membri dell'Ordine si era riunita per una delle grandi colazioni che Molly pretendeva di fare ogni tanto soprattutto per coinvolgere Sirius che non poteva allontanarsi dalla casa da lui tanto odiata.

Tutti sapevano, però, che Dumbledore non sarebbe potuto venire perché aveva tanto da fare tra l'organizzazione dell'Ordine e il Ministero che cerca di controllare la scuola.

Fu infatti una sorpresa veder spuntare il vecchio mago dal camino della cucina senza la solita espressione benevola, anzi, con lo sguardo duro che aveva solo quando si trovava di fronte i Mangiamorte.

-Scusate l'interruzione.- disse. -Continuate pure a mangiare. Io devo fare una cosa.-

Uscì velocemente lasciando un silenzio teso nella stanza, rotto dopo poco dai primi bisbigli.

Sirius guardò dubbioso la porta, senza unirsi alle chiacchiere, determinato a chiedere informazioni al vecchio preside il prima possibile.

-Sono sicura che ci spiegherà tutto quando tornerà.- disse Molly all'uomo notando il suo sguardo.

Quello annui distrattamente, con una brutta sensazione di chi sente che sta per trovarsi davanti qualcuno di indesiderato.


 


 

Intanto, in un grande maniero di campagna apparentemente abbandonato, una graziosa diciottenne alta circa un metro e sessantacinque, con grandi occhi azzurro non ti scordar di me e capelli castani mossi lunghi fino alle spalle, era accasciata sul pavimento di un'angusta saletta delle segrete.

Bellatrix Lastrenge era impiedi davanti a lei, la bacchetta stretta nella mano sinistra e un coltello bagnato di sangue nella destra, con un ghigno sadico e pazzo quanto lo sguardo scuro.

-Non abbiamo trovato alcuna guardia nelle vicinanze della piazza, ma neanche loro sono abbastanza stupidi da non mettere nessuno a controllare. Quindi tu li hai fatti scappare tu, vero?-

La ragazza per terra, nonostante fosse estremamente malridotta, si sedette e guardò la bruna facendo la faccia da schiaffi.

-No.-

Bellatrix emise un verso a metà tra un grugnito e un ringhio.

-Tuo padre non sarebbe stato per niente fiero di te. Comunque sarò buona.-

La prese per un braccio e la trascinò fino ad una pesante porta d'acciaio che aprì con un semplice Alohomora, tanto aveva levato la bacchetta alla sua prigioniera, e la buttò in una piccola cella che puzzava di feci, urina e sudore.

La Mangiamorte chiuse la porta con un botto e poi si allontanò ancheggiando.

Nella cella, intanto, regnò il silenzio per qualche minuto.

-Ti sei fatta beccare?- disse una voce maschile roca per lo sforzo.

-No, ma hanno capito che c'era il mio zampino visto che non hanno trovato nessuna guardia. C'era solo Mad Eye, oggi.-

-E sei sicura che solo per questo piccolo gesto, anche senza nessuna informazione su dove ci troviamo, verranno a liberarci?-

-Si, soprattutto perché, anche se non mi ha riconosciuto, Mad Eye mi si era un po' affezionato, infondo.-

L'uomo mugugno muovendosi con rumore di catene spostate come sottofondo e tornò il silenzio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

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Mad Eye tornò a casa sfinito, pronto ad utilizzare il suo giorno di riposo per farsi una sana dormita di quelle che ti potrebbe scoppiare una bomba sotto casa e non te ne accorgeresti.

-Dove sei stato?- senti dire da una voce alle sue spalle.

-Ho avuto il turno di notte, Caitlin. Ti prego, lasciami dormire almeno oggi.- supplicò l'uomo.

Caitlin era l'unica che riusciva a fargli fare praticamente sempre quello che voleva lei, ma infondo era la sua piccola principessa.

La madre, altra famosa Auror, era morta in un esplosione quando aveva appena due anni ed era da vent'anni che Mad Eye era l'unico genitore che aveva.

Questo l'aveva cresciuta come una piccola Auror e la ragazza faceva quel mestiere ormai da un anno.

Caitlin era alta, bella, con il seno abbondante, i capelli marroni lisci e lucenti che le arrivavano ai fianchi e gli occhi di un bel verde chiaro. Molti le andavano dietro, ma lei, a parte qualche storiella che era durata poco, non vi badava, preferendo concentrarsi sul lavoro.

Sapeva dell'esistenza dell'Ordine della Fenice, ma il padre le aveva proibito di prendervi parte e su questo era stato rigidissimo.

-Ma non dovevamo uscire? Dai, papà, usciamo!- disse con voce pimpante.

-Caitlin, ti prego...- gemette Alastor.

-Vabbè, non fa niente, tu dormi. Io mi farò accompagnare da un qualche ragazzo... C'è un biondino carino che mi gira intorno da un po', forse è disponibile...-

-No! Vengo!- scattò subito Alastor improvvisamente sveglio.

-Bene!-

E intanto che chiudeva la porta di casa capì di essersi fatto fregare.

Di nuovo.


 


 

Sirius aspettava impaziente il ritorno del preside, quando sentì un rumore di vetro spaccato provenire dal piano di sopra.

Subito scattò seguito dagli altri membri e addirittura Tonks, la sbadataggine fatta persona, riuscì a non intralciare nessuno.

Arrivarono davanti alla stanza da dove avevano sentito arrivare il rumore e spalancarono la porta con un botto, trovando Dumbledore in piedi davanti alla finestra spaccata.

Li guardò e disse -Dobbiamo cambiare sede immediatamente, i Mangiamorte attaccheranno questa tra due giorni, ma ci è stata fatta una soffiata da una sconosciuta. Molly...-

Lei annui insieme al marito.

Avevano capito che la sede prescelta era casa loro e non avrebbero avuto problemi a farla utilizzare per questi scopi.

-Sirius, va bene se andrai a vivere da loro?-

L'uomo lanciò un occhiata ai coniugi Weasley che annuirono sorridendo e quindi annui.

Per lui era una liberazione uscire da quella sottospecie di galera che era diventata per lui la casa di Grimmaul Place e l'avrebbe lasciata anche immediatamente.

-Bene, mi occuperò io stesso di mettere le adeguate protezioni alla Tana. Intanto dobbiamo dobbiamo trovare un modo per tirare fuori questa ragazza dal covo dei Mangiamorte, perché in questo momento la staranno torturando, probabilmente. L'unica cosa che so sul suo aspetto è che ha gli occhi grandi, leggermente a mandorla coloro non ti scordar di me con pagliuzze blu mare.-

Tutti annuirono.

Il vecchio sorrise soddisfatto, sul volto di nuovo la solita espressione benevola, e si congedo con un cenno della mano prima di dirigersi verso la cucina per utilizzare la Polvere Volante per tornare nel suo ufficio.


 


 

Intanto, ad Hogwarts, il dormitorio di Gryffindor era vuoto e silenzioso.

Essendo domenica mattina, tutti dormivano. O meglio, tutti a parte uno dormivano.

Harry Potter si era svegliato circa mezzora prima a causa di un forte dolore alla cicatrice, ma non quella sulla fronte, quella sulla mano, che si era guadagnato durante le varie punizioni della Umbridge.

Ormai, anche se era solo inizio Ottobre, il Bambino Sopravvissuto aveva un appuntamento fisso con la professoressa di Difesa contro le Arti Oscure tre pomeriggi alla settimana, che sommati agli allenamenti della squadra di Quiddich e ai compiti esagerati a causa dei G.U.F.O. che lui e i suoi coetanei affronteranno alla fine dell'anno danno un mix perfetto per impazzire.

Sperava di poter dormire almeno la domenica mattina, ma quella maledetta cicatrice che aveva sulla mano destra aveva deciso che le sette e mezzo di mattina erano il momento giusto per rompere e quindi ormai non riusciva più a riaddormentarsi.

Stanco di stare li a non fare niente, si alzò e si vestì in fretta per poi uscire velocemente dal dormitorio con libri e pergamene sotto il braccio.

Tanto valeva avvantaggiarsi i compiti che non sarebbe riuscito a fare durante la settimana.

Così cominciò a scrivere il tema di Trasfigurazione: erano ad un argomento importante e complicato che con tutta probabilità avrebbero avuto anche negli esami e non riusciva proprio a capirlo.

-Ti serve una mano?- gli chiese una voce conosciuta facendolo sobbalzare.

-Oddio, Hermione, mi hai fatto prendere un colpo! Comunque si, proprio non capisco...-

-Ok, dammi qua, che ti scrivo l'introduzione e poi continui tu, va bene?- disse filandogli gentilmente la piuma dalle mani.

Harry annui rabbrividendo al tocco delle mani della ragazza.

Non ricordavo avesse delle mani così morbide...” pensò mentre quella si chinava e iniziava a scrivere. “... e neanche che avesse un profumo così buono.”


 


 

La ragazza dagli occhi azzurri e l'uomo si erano rimasti in silenzio fin quando non buttarono dentro la cella una bottiglietta d'acqua e una pagnotta di pane vecchia.

-Chi beve prima?- chiese lei come se fosse naturale essere rinchiusi in una cella o dover dividere quella poca roba con qualcuno.

-Tu, io sarò pieno di malattie. Se vuoi tieni anche tutto il pane.-

Lei gli lanciò un'occhiataccia, bevve ed arrivò circa a metà della bottiglietta e gliela porse insieme a metà pagnotta.

L'altro prende la roba con un grugnito che dovrebbe essere un ringraziamento e poi trangugiò il suo misero pasto.

Lei, intanto, sbocconcellava il suo pezzo di pane in un angolo della cella e guardando fuori dalla piccola finestrella della cella, aspettando con impazienza il salvataggio dell'Ordine, perché di una cosa ne era certa: lei e il suo migliore amico, cioè l'uomo con cui da circa due anni condivideva la cella quando si comportava male, non potevano più vivere così. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 

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Erano ormai passati un paio di giorni e, soprattutto grazie alle informazioni che Snape era riuscito a raccogliere, erano riusciti a capire dove si trovava il covo dei Mangiamorte, dove avevano messo la ragazza e che anche il compagno di cella di lei, un uomo di trentatré-trentaquattro anni, era da salvare e che ci stava recluso senza mai essere uscito da più di quindici anni.

Quando i membri dell'Ordine lo erano venuti a sapere erano rabbrividiti dispiaciuti per la sorte di quell'uomo che si era perso tutta la giovinezza in una cella.

L'unico a non aver avuto grandi reazioni era stato Sirius che, si, era dispiaciuto per l'uomo, ma non pensava che ci fosse così tanto da fare i drammatici perché lui ce ne aveva passati dodici ed era vivo e vegeto, ormai anche in forma, sebbene meno tonico di prima.

Per fare incursione nel maniero dove i Mangiamorte si riunivano avevano formato una squadra mista di Auror e membri: Mad Eye (che coordinava l'operazione), Sirius (che si era fatto includere per forza), Remus (che con la trasformazione alle porte aveva forza, velocità e riflessi maggiori), Nynphadora Tonks (che, anche se lo negava in continuazione, aveva iniziato a pedinare Remus), Caitlin Moody (che voleva a tutti costi seguire la coetanea ex compagna di scuola), Hestia (idem come sopra) e Kingsley (perché uno normale serviva sempre).

Dumbledore, guardandoli, credeva che tutti (a parte Mad Eye che era paranoico, naturalmente) stessero prendendo la missione un po' sottogamba, ma, volendo riporre fiducia nei suoi uomini, non lo faceva notare loro.

Ma, naturalmente, aveva ragione.

Caitlin, Hestia e Nynphadora ne parlavano come se fosse una passeggiata al centro all'insegna dello shopping. Quest'ultima, inoltre, pedinava Remus che, stanco, cercava di stare per conto suo, e nel farlo si trascinava le altre due, mentre Sirius iniziava letteralmente a sbavare dietro a Caitlin, che, non accorgendosene lo snobbava completamente, e Moody Senior fulminava con lo sguardo l'evaso ogni volta che si avvicinava troppo alla figlia. Intanto, Shacklebolt li ignorava conducendo una vita normale da persona normale.

Diciamo che la parola “caos” li descriveva al meglio.


 


 

Quella sera la Umbridge era stata piuttosto cattiva con Harry: la mano sanguinava copiosamente ed era già la terza fasciatura che doveva cambiare perché ormai sporca.

Lui, però, non si lamentava: gli sarebbe quasi sembrato di dargliela vinta, facendolo.

Stava cercando di scrivere il tema di Incantesimi, ma proprio non ce la faceva con quella mano così dolorante, così buttò la penna d'oca sul tavola e, appoggiandosi allo schienale della sua poltrona, si lascio andare un gemito di frustrazione mista dolore, che attirò subito l'attenzione della ragazza che stava scendendo le scale del dormitorio femminile con un libro molto voluminoso sottobraccio.

Lei si avviò a passo di marcia verso Harry e si sedette accanto a lui, osservandolo.

-Ti fa male la mano, Harry?-

Harry scosse la testa, mettendo involontariamente su un adorabilissimo broncio da cucciolo, accompagnato dagli occhi leggermente lucidi a causa del dolore della mano e che non si era accorto di avere.

Hermione sorrise dolce e corse nella sua camera e tornando a sedersi con lui con un contenitore tra le mani.

-Levati quella benda.-

Harry scosse nuovamente il capo guardando dubbioso il contenitore.

La riccia sbuffò sonoramente e poi gli prese la mano e gli levò la benda, provocandogli un brivido.

-Pizzicherà un po', ma dopo si sarà cicatrizzata per bene.-

Aprì il contenitore, prese un po' di crema con il medio e l'indice della mano destra e la applicò sulla scritta. Pizzicava davvero, ma presto il dolore cominciò a sparire, quindi quel piccolo fastidio era ben accetto.

Dopo un paio di minuti Hermione gli lasciò la mano e lui guardò la scritta ormai curata.

-Grazie, Hermione.-

Lei scrollò le spalle con un sorriso, aprì il suo bel tomo circa a metà e cominciò a leggere mentre Harry, dopo averla osservata un po', torno al tema chiedendosi che era quella strana sensazione che sentiva alla bocca dello stomaco.


 


 

Era l'alba e il gruppo scelto per la spedizione si trovava difronte al maniero in cui sarebbero dovuti entrare senza farsi notare per tirate fuori l'uomo e la ragazza.

Mad Eye, grazie al suo occhio magico, stava controllando se ci fossero Mangiamorte nei paraggi e al suo via libera entrarono dirigendosi velocemente dove Snape aveva detto trovarsi la cella dei due.

Nel giro di poco tempo erano riusciti ad arrivare alla meta senza farsi notare (cosa strana, visto chi era presente) e ad aprire la cella con un semplice Alohomora.

Li dentro c'era una puzza orribile, che segnalava l'assenza del permesso di usare il bagno dei prigionieri (cosa che fece rabbrividire i sette dell'Ordine), e il pavimento era tutto sporco.

I due abitanti, che prima stavano dormendo, si erano svegliati per il cigolio fuori orario, che solitamente significava torture, ed avevano emesso un sospiro di sollievo notando che non erano Mangiamorte.

-Le nostre bacchette sono nel mobile qua davanti.- si limitò a dire la ragazza alzandosi.

L'uomo, che aveva barba e capelli lunghi che lo rendevano irriconoscibile, era rimesto seduto a causa delle catene che lo tenevano legato ormai da sedici anni, ma muoveva le pesanti catene in modo che fossero più facili da rompere.

Sirius lo fissava con particolare interesse: gli ricordava qualcuno, ma non riusciva a capire chi...

Quando gli occhi dell'uomo incatenato incontrarono i suoi, però, spalancò la bocca per lo stupore.

Due occhi grigi quasi identici ai suoi stavano ricambiando il suo sguardo con quella scintilla di ironia e sarcasmo che li aveva sempre caratterizzati.

-Regulus...- mormorò correndo a liberare il fratello.

Da quando aveva saputo che era morto, sedici anni fa, gli era sempre pesato di non aver mai chiarito con il fratellino.

Per Sirius, la scomparsa dello Slytherin era stata l'inizio di una discesa che diventava sempre più ripida, trasformata in una caduta senza fine alla morte di James e Lily.

La cosa che più lo aveva straziato, di queste morti, era stato il fatto che i cadaveri non furono mai stati ritrovati.

Ma il cadavere di Regulus, evidentemente, non era mai stato trovato perché lui era ancora vivo, anche se incatenato.

Appena Sirius finì di liberare il fratello, i due si abbracciarono forte mentre si tiravano vigorose pacche sulle spalle, o meglio, quelle del maggiore vigorose, quelle del minore un po' meno, diciamo.

Tutti, a parte Remus e la ragazza, assistettero alla scena straniti, poi scrollarono le spalle e dissero loro di darsi una mossa.

Così il gruppo, ora di nove, si avviò verso l'uscita.

Non sapevano ancora che il bello stava per arrivare.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

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Non sapevano ancora che il bello stava per arrivare.

Ad un tratto si senti una voce provenire da un punto indefinito alle loro spalle.

-Ma guardali, si sono fatti liberare dai loro amichetti! Adesso ho una nipote e tre cugini traditori del loro sangue da torturare!- disse Bellatrix ghignando.

Dopo fu il caos.

I Mangiamorte erano più del doppio di loro e lo scontro non era minimamente equo.

Bellatrix provò più volte ad infierire sui parenti, ma era sempre stata anticipata.

-Hennie, Hennie... Cosa direbbe tuo padre se fosse qui?- ripeteva ogni volta che trovava difronte alla ragazza dagli occhi azzurri.

-Non lo so, ma di sicuro qualche cazzata, esattamente come te!- rispondeva.

Dopo un po' di lotta erano riusciti a scappare e a seminare i Mangiamorte.

Tutti ansimavano con le mani portate sul cuore o sul fianco sinistro mentre continuavano ad avanzare tra gli alberi e i cespugli per uscire dal campo Anti-Materializzazione poter andare alla Tana.

Erano quasi arrivati quando si diffuse nell'aria un fruscio.

Tutti impugnarono le bacchette e inziarono a guardarsi intorno, aguzzando la vista.

E dai cespugli uscì veloce un serpente enorme che faceva schizzare la lingua biforcuta di qua e di là, mirando a loro.

A nulla servirono Schiantesimi o Immobilus, il serpente continuava ad avanzare troppo veloce per essere fermato.

Remus era appena schizzato avanti a tutti per permettere agli altri di scappare a costo della propria vita quando, con un balzo, due Manticore si misero davanti al gruppo, ringhiando e sbattendo leggermente le ali, la coda che si muoveva a scatti.

Erano diversi tra loro: la più grande aveva il corpo di un leone maschio, la coda più lunga, le ali più larghe, gli occhi grigi e la pelliccia di un nero brillante sotto alla quale si intravedevano le ossa; la più piccola aveva il corpo di una leonessa, era, appunto, più minuta, aveva gli occhi azzurri e la pelliccia castana sotto la quale, però, non si vedevano le ossa come sotto quella dell'altra.

Il serpente, alla vista dei due animali così pericolosi, sibilò e si ritirò veloce come era venuto.

Ma, ora, al posto di grosso pitone, avevano a che fare con due Manticore adulte e, diciamo, quello non era un gran salto di qualità. Proprio no.

Inoltre Regulus e Hennie (la ragazza) non si vedevano più.

Aspetta...

Addirittura Mad Eye si lasciò andare ad un sospiro di sollievo quando le due Manticore lasciarono il posto ai due dispersi.

-Andiamo via prima che arrivi qualcos'altro.- si riprese subito Mad Eye tornando al suo ruolo di capo.

Superarono la linea Anti-Materializzazione e si Smaterializzarono alla Tana dove furono accolti calorosamente.


 


 

Manticora:


 


 


 


 

Harry era irrequieto, quel giorno.

La cicatrice era a posto, prudeva giusto un po', ma aveva una chiusura alla bocca dello stomaco che non aveva niente a che vedere con quella che provava sempre, ormai, quando Hermione gli era vicino, perché aveva capito che con la ragazza era colpa di di un sentimento molto forte che non riusciva a controllare bene, ma che era bellissimo, come lei.

Questa era la sensazione che stesse per avvenire l'ennesimo brusco cambiamento nella sua vita.

Intanto, la Cooman si era avvicinata alla sfera di Harry per leggervi il suo futuro sotto lo sguardo scettico di Ron.

-Oh, guarda, Potter.- disse indicando un punto dentro la sfera. -Non la vedi? E' così ben definita... Una freccia, notizie improvvise.-

E la cosa fece preoccupare Harry ancora di più non perché la professoressa avesse confermato i suoi sospetti vedendo la freccia, infondo con lui riusciva sempre a ficcare il coltello nella piaga, ma tanto perché la freccia la vedevano anche lui e Ron che non avevano visto mai niente in quelle stupide sfere di cristallo.


 


 


 

Noticine del Muffin.

Ciao a tutti!

Scrivo queste note solo per dire alcune cose.

Uno: scusate per il tempo infinito che vi ho fatto aspettare per questo capitolo anche un po' corto, ma sono rimasta senza internet (Yuuuup!!).

Due: scusate se ci sono eventuali errori, ma sto pubblicando in fretta, prima che la rete si rompa di nuovo, perché so che lo farà.

Tre: che ne dite di lasciarmi un piccolo parere? Anche piccolo piccolo?

Ora vi saluto e vado a coccolare la mia bacchetta di Narcissa e la mia sciarpa Slytherin.

Un bacio!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

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La signora Weasley, dopo aver notato le condizioni dei due prigionieri appena salvati dalle grinfie dei Mangiamorte, li sequestrò in una stanza urlando agli altri che le informazioni per l'Ordine potevano aspettare e che la salute dei due nuovi ospiti era più importante, imbarazzando moltissimo i due, a disagio tra tutte quelle attenzioni che mai erano state dedicate loro.

Alle urla della padrona di casa, solo Mad Eye e Sirius avevano avuto il coraggio di protestare, entrambi impazienti di poter parlare da soli con i due ospiti.

Il ricercato voleva chiarire al più presto con il fratello, voleva chiedergli scusa per come si era comportato e chiedergli perdono con la speranza di riuscire a recuperare il loro rapporto fraterno perso ormai da tanti anni.

Mad Eye, invece, aveva riconosciuto la diciottenne dagli occhi azzurri: era Hennie Rosier.

All'epoca della sconfitta di Lord Voldemort era stato proprio Alastor ad arrestare, e poi uccidere dopo un attacco troppo violento, suo padre, liberandola dalla prigionia a cui era stata costretta. Lei, infatti, era nata dopo una storia di una notte da madre Sanguesporco, quindi il padre l'aveva rinchiusa per nasconderne l'esistenza. Quando l'aveva trovata, Mad Eye l'aveva tenuta con se per qualche mese prima di lasciarla in un orfanatrofio e da allora andò a trovarla una volta al mese fino a che, quel luglio, non era sparita. Ora sapevano che cosa le era successo: era stata costretta a diventare Mangiamorte.

Per l'Auror era stato un duro colpo: si era affezionato tanto a quella piccola serpe, era infatti una Slytherin, e saperla chissà dove lo aveva distrutto.

E ora che l'aveva ritrovata era costretto a starle lontano? Non riusciva proprio a sopportarlo eppure eccolo con il cagnaccio che sbava dietro alla sua piccola Caitlin che da pugni alla porta e strattona la maniglia urlando per riuscire ad entrare.

Gli altri, soprattutto Caitlin e Nynphadora, guardavano la scena ridendo chi più e chi meno forte senza far niente per farli smettere. Quante volte avrebbero potuto assistere ad uno spettacolo del genere?

Dopo dieci minuti, però, la cosa iniziò ad essere fastidiosa.

-Sirius, che ne dici se ci sediamo mentre aspettiamo Regulus?- disse Remus prendendo l'amico per le braccia e, dopo vari tentativi, portandolo fuori.

Alle urla dell'Animagus si sentì arrivare una risata roca da dentro la stanza, seguita poi da una più leggera e dolce.

Sentendola, l'Auror sguainò la bacchetta, pronto a sfondare la porta con la magia se non avessero aperto.

-Papà, metti via la bacchetta e smettila di fare baccano, immediatamente!- urlò Caitlin guardando minacciosa il padre.

Quello non ascoltò il richiamo della figlia, urlando di star per sfondare la porta.

-Se non la metti via vado a cercare il biondino!- aggiunse alloro la mora fissando gli occhi del padre con aria di sfida.

Lui sbuffò, rinfoderò la bacchetta e uscì in giardino a passo di marcia maledicendosi perché si lasciava sempre incastrare da quella pivellina di sua figlia.

Lei, intanto, ghignava soddisfatta sotto lo sguardo ammirato di tutti, mettendosi poi lei stessa a urlare per farsi aprire: infondo, anche lei voleva rivedere Hennie, quella che ormai considerava una sorellina.


 


 

Dopo qualche ora, la porta della stanza si aprì, lasciando uscire una Molly seguita da una fila di pozioni, garze, bende e unguenti.

Aveva dovuto faticare molto, per curarli del tutto, soprattutto Regulus che non aveva più visto un medico ormai da anni e si vedeva da come era conciato.

La prima ad entrare fu Caitlin: capendo che urlare non serviva a niente, si era accampata davanti alla porta armata di libro e non si era mossa di li neanche per andare al bagno.

La ragazza fu immediatamente seguita da Nynphadora, che aveva visto la castana poche volte accompagnando l'amica, ma che, visto che si affezionava facilmente, voleva rivederla subito.

Non si degnarono, naturalmente, di avvertire Mad Eye e Sirius che si poteva entrare.

Le due abbracciarono l'infortunata e salutarono anche l'uomo, presentandosi e trascinandolo a forza nella loro conversazione con grande divertimento di quest'ultimo.

Prestò particolare attenzione alla cugina, notando che, nonostante entrambi i genitori fossero pacati, lei era una vera forza della natura e che era anche molto sbadata: gesticolando era riuscita a rompere il bicchiere d'acqua di Hennie rovesciandone il contenuto e a far cadere una foto dal comodino.

Dopo più di venti minuti che parlavano (anche Regulus si era fatto coinvolgere, alla fine) alla porta comparirono i volti indignati dei due uomini che erano stati cacciati dal corridoio, che suscitarono molte risate fragorose.

I due, dopo qualche attimo di sgomento, entrarono nella stanza scuotendo la testa e iniziarono ad ascoltare la conversazione, senza esserne però interessati, troppo impegnati a guardare i due malati.


 


 

Dopo l'arrivo dei due Mangiamorte costretti, la vita continuò a scorrere velocemente, mentre Hennie aiutava la signora Weasley, che l'aveva praticamente adottata, a cucinare e a mantenere in ordine la Tana e Regulus chiariva con il fratello maggiore.

Dopo sedici anni di distanza avevano deciso di mettere da parte le divergenze e ricominciare da capo, scoprendo di avere molto in comune e anche che entrambi avevano sofferto tantissimo a non parlarsi, ma che per orgoglio non si erano mai avvicinati.

Era ormai dicembre e mancava poco più di una settimana alle vacanze natalizie, i Mangiamorte sembravano spariti e l'Ordine non aveva niente di importante di cui occuparsi.

Non vedevano l'ora dell'arrivo dei ragazzi perché avrebbero portato un po' di novità e di vita alla Tana in cui, ormai, dominavano la fiacca e la noia.

Durante una colazione come le altre in una mattina come le altre, arrivarono notizie che sconvolsero quella calma che tutti rimpiangeranno molto presto.

Sulla Gazzetta del Profeta due titoli attirarono l'attenzione dei membri dell'Ordine:

Augusta Longbottom trovata morta.”

Spariti Frank e Alice Longbottom.”

Tutti capirono che la calma era finita.


 


 

Quella mattina, Harry, non si sentiva bene.

Quella sensazione di cambiamento imminente lo tormentava più del solito.

Iniziò a guardarsi intorno per istinto e quando notò che Neville non era a tavola lo stomaco gli si strinse dolorosamente.

Fu distratto dalla copia della Gazzetta del Profeta di Hermione, che sedeva alla sua destra, che cadeva sul tavolo con un tonfo.

La ragazza aprì il giornale bevendo il suo the mattutino, quando lasciò cadere la tazza con uno schianto, tossendo dopo avere guardato i due titoli principali della prima pagina.

Ron e Harry si scambiarono una sguardo stranito e poi sfilarono la rivista dalle mani dell'amica che continuo a guardare dove prima c'era il giornale.

I due ragazzi, leggendo, ebbero reazioni simili alla ragazza.

Attirarono, infatti, la loro attenzione due titoli:

Augusta Longbottom trovata morta.”

Spariti Frank e Alice Longbottom.”

Ecco perché Neville non c'era.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 

Just a detail...


 


 

Frank (uomo alto con capelli biondo grano e occhi azzurri che lo facevano sembrare un angioletto anche se era un vero e proprio bastardo, quando ci si metteva) e Alice (donna di media statura con capelli castano-biondi e occhi castani) si svegliarono quasi contemporaneamente in una stanza poco illuminata a causa delle finestre quasi chiuse, distesi uno di fianco all'altra su un letto matrimoniale e con un sapore amarognolo in bocca.

I loro sguardi, dopo essersi incontrati, iniziarono a vagare per la stanza, finalmente coscienti.

Erano stati rinchiusi in una sorta di limbo dal quale vedevano tutto, ma non potevano controllare i loro corpi per circa quattordici e ora era un sollievo riuscire a controllarsi.

I loro occhi inciamparono in una figura che si trovava in un angolo, facendo sparire con un colpo di bacchetta quello che sembrava un calderone.

Era una donna e aveva lunghi capelli rosso fuoco mossi che le coprivano il volto.

Quando si alzò ed incontrò gli occhi dei coniugi Longbottom, quella sorrise in un sorriso che contagiò anche gli occhi verde smeraldo da cerbiatta.

I due si sedettero a fatica sul letto fissando la donna, poi Alice disse -Ma tu... Tu non e-eri... Morta?-

Scosse la testa in risposta, la donna.

-E voi non eravate pazzi? Comunque si, sono io e c'è anche lui, in soggiorno. Non vi preoccupate, qui siamo al sicuro...-

-E Neville? E Harry?-

-Non ci siamo ancora potuti avvicinare, ma proveremo la sera della vigilia, tra dieci giorni. Venite?-

Alice e Frank annuirono iniziando a sorridere e poi si fecero guidare fino al soggiorno.


 


 

Harry, Ron ed Hermione, dimentichi delle lezioni, corsero a cercare Neville sotto lo sguardo comprensivo della McGollan che si diceva che, per una volta, avrebbe fatto saltare una lezione ai tre ragazzi senza troppe storie.

Il trio aveva perlustrato gran parte del castello quando trovarono Neville nella gufiera che, appoggiato a una finestra, lasciava andare lacrime e singhiozzi incurante che qualcuno potesse vederlo.

Per il ragazzo quella era la fine: ormai non aveva più una famiglia.

Nonostante la cosa lo turbasse, non era troppo triste per la scomparsa dei genitori visto che erano impazziti da tempo, ma la morte della nonna per lui significava essere affidato a chissà chi e perdere ogni collegamento con la sua vera famiglia.

Si senti abbracciare e quando si girò vide Hermione che lo guardava con le lacrime agli occhi e i due ragazzi che, con lo sguardo pieno di dispiacere, gli tiravano pacche sulle spalle per dargli forza.

Non riuscì ne a sorridere ne a dire niente per ringraziarli, ma loro parvero capire gli sorrisero incoraggianti.

Poi Harry parlò.

-Senti, visto che non hai un posto dove andare... Vuoi venire da noi? Se andiamo da Dumbledore gli chiediamo il permesso.-

Neville, confuso, annui chiedendosi come mai dovesse chiedere il permesso a Dumbledore per andare a casa di uno dei suoi amici.

Li seguì fino all'ufficio del preside che, quasi come si aspettasse una loro visita li attendeva sorridente.

-Se siete venuti per chiedermi se Neville può venire a passare le vacanze di Natale nella sede dell'Ordine, la mia risposta e si, ma gli dobbiamo spiegare qualche cosa prima di farlo venire.-

Il vecchio preside spiegò al Gryffindor tutto quello che doveva sapere per poter passare le vacanze con i compagni e poi, dopo avergli lanciato uno sguardo di incoraggiamento, li congedò con un cenno del capo.

I quattro ragazzi non si presentarono a lezione quel giorno, ma, invece, parlarono tra loro mentre Neville si calmava lentamente e le sue paure scivolavano via.

Gli dissero che erano membri del vecchio Ordine anche i suoi genitori, che Sirius Black era assolutamente innocente, che per la Tana giravano due persone, una ragazza poco più grande di loro e il fratello di Sirius, erano state costrette a diventare Mangiamorte e che erano riusciti a salvarli trovandoli rinchiusi in una cella.

Così Neville accantono il suo dolore.


 


 

Alla Tana, nonostante le brutte notizie, la vita continuava e in quel momento si stava svolgendo una scenetta quotidiana da quando Caitlin era entrata a far parte dell'Ordine.

Caitlin, dimentica della bacchetta, era armata di mattarello e correva, urlando come una banshee, dietro un Sirius Black ridacchiante ormai prossimo a una morte lenta e dolorosa se non per mano di Moody junior, per mano di Moody senior.

Infatti Sirius, da bravo incosciente che non pensa, aveva pensato bene di toccare le preziose natiche di Caitlin che, da quello che urlava, aveva dato la notizia all'intero vicinato.

Ma concentriamoci sui toni soavi della ragazza.

-Cagnaccio maledetto! Come ti permetti anche solo di guardarmi? Sei un pervertito, un porco! Non ci provare mai più o giuro che sarà l'ultima cosa che farai!-

-Significa che morirò felice.- fu la brillante risposta dell'Animagus, seguita da un ghigno malizioso.

-Aaaargh!-

Intanto, seduti sul divano a godersi lo spettacolo, Regulus e Hennie si abbottavano di cioccolata, lui a gambe incrociate come un ragazzino nonostante ormai avesse quasi trentacinque anni e lei appoggiata alla sua spalla in cerca di calore.

A molti sembrava strano che, nonostante i sedici anni di differenza che correvano tra i due, andassero così d'accordo, ma solo perché loro non avevano mai diviso la cella con una persona.

Per l'uomo, infatti, Hennie era il raggio di sole che lo salvava dalla solitudine della sua cella e per la ragazza Regulus era il suo compagno di disavventura, quello che ogni volta che veniva rinchiusa in quella cella le dava la forza di andare avanti.

Ormai non potevano immaginare una vita senza l'altro, ma non si aspettavano che qualcuno capisse davvero, solo Sirius aveva capito qualcosa.

-Hennie, secondo te quando si mettono insieme quei due?-

-Quando Caitlin smetterà di pensare che lei è un robot che non può provare niente e quando tuo fratello smetterà di fare il coglione.-

-Difficile, mio fratello è coglione.-

-Mmmh, hai ragione. Infondo siete parenti.-

Regulus tirò una ciocca dei capelli castani della ragazza ridacchiando, poi l'abbracciò schioccandole un bacio tra i capelli.

Lui, dopo qualche settimana in cui negava tutto, aveva capito di essersi innamorato di lei, del suo raggio di sole, ma non aveva intenzione di dirglielo: lei era così giovane, si sarebbe rovinata stando con uno che aveva passato gli ultimi sedici anni della sua vita in una cella e, secondo lui, si meritava molto di più. Non aveva intenzione di accalappiare una ragazzina come cercava in tutti i modi di fare suo fratello.

Lei, invece, era ancora nella fase della negazione totale. Aveva iniziato a pensarlo ad ogni ora e le ispirava sicurezza, dolcezza e... sconcezze. Non riusciva a capire cosa le stava succedendo, quindi cercava di comportarsi come al solito, sperando che le sarebbe passata. Non riusciva a concepire un qualcosa come una relazione tra lei e Regulus, ma non perché fosse più grande o altre frivolezza, ma perché le sembrava strano che proprio lei potesse innamorarsi.

Nessuno dei due sapeva che, presto, Hennie avrebbe capito che proprio lei si era innamorata e che non sarebbe stato Regulus ad accalappiare lei, ma lei ad accalappiare Regulus.

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