Navigar m'è dolce in questo mare

di ButterflySeven
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Navigar m’è dolce in questo mare”*


Capitolo 1

Mi trovo qui, di fronte a te, siamo così vicini che mi basterebbe alzare un braccio per poterti toccare. Allora perché ti sento così distante?
Nel sottofondo il fischio della nave si mescola con il chiacchierio eccitato dei passeggeri della Astoria, intenti ad ammirare lo spettacolo delle luci colorate che si allontanano pian piano, lasciando lo spazio ad un cielo sempre più stellato, di potersi finalmente liberare della nube della città.
Mi guardo intorno spaesata, la nave ha lasciato ormai da un pezzo il porto, eppure nel mio tempo interiore mi sembra sia trascorso un solo istante. Il mio sguardo si posa nuovamente sul tuo corpo statuario. Sei veramente bello, Masumi Hayami, ma penso che sei talmente tanto abituato a sentirtelo dire, che se te lo dicessi, mi rideresti in faccia. Come sempre, del resto. Sospiro e mi decido a parlarti.
-Signor Hayami, cercavo la sua fidanzata, la signorina Shiori, può dirmi gentilmente dove si trova?-
Cerco di sembrare il più disinvolta possibile, ma non credo ci sia riuscita. Noto il suo sguardo penetrarmi lentamente. Mi sento morire. Non mi guardi così, la prego, non complichi le cose, perché se mi guarda così, sento che potrei impazzire…
-Mi dispiace ragazzina, ma non so risponderle, ne so quanto lei-
Questo complica decisamente le cose. Che buffo, mi trovo in una nave da crociera stupenda, in compagnia dell’uomo che amo, eppure vorrei potermi buttare in acqua e e lasciarmi morire.
Sento il gelo tra di noi, lui continua a fissarmi sperando in no so cosa, ed io sento le mie guance imporporarsi per questa strana situazione. Che cosa posso dire? Devo scusarmi per le ultime cose successe tra di noi? Forse si, ma le parole muoiono in gola, come guidati da una volontà propria.
-Ragazzina, si decide a dirmi il motivo per cui cerca la mia fidanzata? Oppure vuole aspettare fino a domattina, quando la nave attraccherà?-
Ma guarda questo! Che bisogno c'era di marcare tanto su quel “la mia fidanzata”? E poi… Mamma mia non è possibile! La crociera dura un’intera notte! Ecco non c’è più bisogno di buttarmi a mare, sto per avere un infarto!
-Allora ragazzina?-
Alzo gli occhi e li punto dritti ai suoi
-Signor Hayami, le sarei grata di non chiamarmi più “ragazzina”, le ricordo che ho un nome ed è “Maya”! Per quanto riguarda “la Sua Fidanzata”, ero venuta a restituire una cosa che mi aveva dato-
-E non mi è dato sapere di cosa si tratta?-
-Credo di no, signor Hayami, è una questione tra la signorina Shiori e me-
-Capisco, non insisterò oltre…-

Ecco ci risiamo con il silenzio. Mi sento fuori luogo. Decido allora di avvicinarmi alla balaustra e di scorgere il candore delle stelle e il suono del mare. E’ davvero bellissimo, una leggera brezza accarezza il mio viso, lo sbattere delle onde sullo scafo della nave, restituisce una piacevole melodia. In un certo senso, tutto questo mi rasserena. Ogni cosa è risucchiata dal buio della notte, ma in questa oscurità vi sono solo influssi positivi, tutto è avvolto dall’aura del mistero, creato dal tepore della luna e dalla lucentezza delle stelle. Penso alla dea scarlatta: l’acqua, il vento, sento la loro energia scorrere in me. Tutto intorno a me si annulla, tutto escluso lui.
In mezzo a questi suoni ed a questa magia, il suo profumo mi inebria lievemente i sensi. Sento la sua presenza accanto al mio corpo, ma non oso voltarmi, per paura di scoprire che tutto questo è il frutto di un effimero sogno. Che strano, prima ero fragile ed insicura, ma in questo momento sento in me la forza della dea, forse era questa la sensazione che provava in compagnia del suo Isshin. La natura la avvolgeva completamente, ma non era sola, Isshin le teneva compagnia, le donava l’amore di cui aveva bisogno per sentirsi veramente completa.
Un brivido di freddo mi riscuote da questi pensieri, ma continuo comunque ad ammirare il meraviglioso spettacolo della natura. Poi sento qualcosa di caldo avvolgermi dolcemente le spalle. Stavolta non posso far altro che voltarmi. Masumi è ad un soffio dalle mie labbra, il mio volto si tinge di arcobaleno. Ha avvolto la mia schiena con la sua giacca per ripararmi dal freddo, il suo braccio è ancora poggiato sulla mia spalla, sento la pelle bruciare in quel particolare punto, come se anche la stoffa stesse prendendo a fuoco. I nostri sguardi si incontrano e noto nel suo una strana luce. Mi torna in mente la notte passata al tempio, anche allora i suoi occhi brillavano come in questo momento. Ma forse è solo una mia illusione, non può essere che lui provi un minimo di quello che provo io nei suoi confronti. In me vede solo la brillante attrice, che un giorno forse interpreterà la dea scarlatta, un’attrice insicura e quindi da aiutare nel proprio cammino. Un’attrice, nient’altro.
A questi pensieri un lieve singhiozzo mi muore in gola, non devo farmi vedere in questo stato, così, semplicemente, porro fine al contatto delle nostre anime. Abbasso il capo e torno a fissare l’intenso blu del mare. A questo mio gesto, la mano poggiata sulla mia spalla torna al suo posto abitudinale.
Hanno dato l’allarme anti-incendio, gli estintori hanno spento il fuoco e ad avvolgermi, ora c’è solo un’intensa nube nera.


Continua...

*il titolo è ispirato ad un pezzo dell'"Infinito" di Leopardi, anche se ho modificato la frase ai fini della ff

NOTE:

Questa è stata la prima long fic che ho scritto in vita mia, inoltre risale come minimo a 2 anni fa, qualche tempo prima che uscisse anche solo il capitolo narrante le vicende di Maya e Masumi sull'Astoria. Ma io adoro le navi da crocera ed appena mi sono appassionata alle vicende di Maya e Masumi, ho sentito la necessità di scriverne una ff. Spero vi piaccia, mi ci è voluto un gran coraggio a pubblicarla qui, come prima long fic ho sempre temuto non piacesse a nessuno. Fatemi sapere che ne pensate! Ovviamente la ff è colclusa, state tranquilli!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

- Ragazzina, ha fame?- mi domanda ad un certo punto.
Effettivamente chissà da quanto tempo siamo qui a contemplare il mare. Il porto è ormai lontano. Le luci della città sono ridotte a piccoli punti. Sì, deve essere passata qualche ora, ma ancora dei mille discorsi che ci sarebbero da affrontare, non ne abbiamo accennato nemmeno uno. Ma in questo momento non mi importa, dopotutto avremo un’intera notte da passare insieme e qualcosa la dobbiamo pur fare...* Mi volto dunque verso di lui, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi.
-Sì, signor Hayami, in effetti avrei una gran fame, sa ultimamente le prove sono molto dure e poi…-
Ma non continuo, non posso mica dirgli “e poi mi trovo in una profondissima crisi, perché l’amo, singor Hayami, l'amo dal profondo del mio cuore. Inoltre so che è lei il mio ammiratore dalle rose scarlatte e ne sono felice. Desidero lasciasse per sempre la signorina Shiori, perché vorrei che quell’amore fosse rivolto a me signor Hayami, a me soltanto”.
No, decisamente non si poteva fare…

- E poi cosa? Che mi voleva dire, ragazzina?-
- E poi le volevo dire di non chiamarmi più ragazzina, perché sono “cresciuta”! E questa è la seconda volta nella stessa sera che glielo ripeto- E cerco di sembrare il più offesa possibile.
Vedendomi in questo stato veramente penoso, lui inizia a ridere. Quanto è bello quando ride.
-Sa signor Hayami? Credo che ridere non le faccia affatto male-
Accenno un sorriso e senza aspettare una risposta inizio ad incamminarmi verso il ponte. Solo che…
- Signorina, lei sa per caso dove sia il ristorante?-
Ecco, lo sapevo che mi sfuggiva qualcosa.
-Veramente non saprei, signor Hayami-
-E allora mi spiega perché è lei a fare strada? Può dire quanto vuole che è cresciuta…-
Si sta avvicinando, avanza piano mentre la sua voce crea una strana melodia, com’è dolce questo suono... Ed anche se non l'ho mai sentito, credo che un piffero incantatore produca lo stesso effetto. Si ferma ad un passo da me, il suo volto si abbassa fino a far incrociare i nostri occhi.
-… ma nella realtà lei rimane ancora una RAGAZZINA-
Rimaniamo giusto un secondo a contemplarci e poi riprende a camminare. Stavolta sono io a dargli le spalle e ne approfitto per poterlo ammirare ancora. Che uomo meraviglioso, essere abbracciati e coccolati da quel corpo robusto deve essere una sensazione bellissima. Effettivamente quelle braccia mi hanno sostenuto diverse volte: quei balli maldestri in cui mi sono cimentata da ragazzina, senza contare le volte in cui sono stata male. In quei momenti le sue braccia mi hanno trascinato in casa sua, inoltre, il calore del suo corpo mi ha cullato per una notte intera nella valle dei susini. Eppure sento che non è abbastanza, vorrei che i suoi abbracci fossero rivolti soltanto a me ed a nessun’altra, ma so che questi sono solo sogni. E’ un uomo di undici anni più grande, e poi non si interesserebbe mai ad una come me, non avendo Shiori come “fidanzata”. Ah ma basta, non faccio altro che ripetermi le stesse cose 24 ore su 24! La testa mi esploderà se continuo così. Sì, per stasera devo dimenticarmi dei pensieri negativi e cercare di rimanere il più possibile in sua compagnia, perché so che non ci saranno occasioni come queste una volta che si sarà sposato… Sposato, che tristezza…
-Sig. Hayumi aspetti, non mi lasci indietro-
E così correndo lo raggiungo.
Camminiamo e camminiamo, ora che ci penso ma quanto stiamo camminando?
- Signor Hayami, dista ancora molto il ristorante?-
- No Maya, veramente non distava molto nemmeno da dove ci siamo incontrati-
- E allora perché ci impieghiamo così tanto?-
Si ferma bruscamente, tanto che vado a finire praticamente tra le sue braccia.
- Perché volevo continuare ad ammirare le stelle con lei, ragazzina-
Le sue braccia mi cingono piano la schiena, poi noto che il suo tocco si fa più forte, tanto da ritrovarmi schiacciata contro il suo petto.
Il suo profumo, ancora il suo profumo… Non credo di esserne mai sazia, ha l’effetto di una droga sul mio corpo. Come due automi, le mie braccia si fanno spazio tra il suo corpo, cerco di afferrarlo saldamente, prima che quest’attimo mi sfugga tra le dita.
Questo abbraccio racchiude tante cose non dette, vorrei che il mio cuore potesse anche solo sfiorare il suo. Non mi sento più padrona di me, mi lascio solo cullare da questo corpo, che stretto al mio, pare formino una cosa sola, come due pezzi di un puzzle finalmente ricongiunti. So che tutto questo non durerà per molto, ma voglio imprimerlo nel cuore per sempre. Se possibile ti stringo ancora di più e senza che riesca a controllarmi, due piccole lacrime solcano il mio viso.

Ma come sempre le cose belle non sono destinate a durare per molto, con gentilezza mi allontani dal tuo corpo ed io ne approfitto per asciugarmi velocemente le lacrime. Con una mano mi alzi il volto e per la terza volta nella stessa sera, i nostri sguardi si incontrano. Le tue labbra si increspano in un lieve sorriso, che non posso non contraccambiare e senza dirmi niente mi prendi per mano e continuiamo a camminare.
Devo ammetterlo, questa non l’ho davvero capita. Perché mi hai abbracciato in una maniera tanto ardita? Tu sei fidanzato… Che c’è, la tua donna non ti basta? Devi per forza farmi scervellare? Giuro, più credo di capirti, più invece mi allontano dalla verità. Come vorrei che mi confessassi tutto… che mi dicessi:”Maya, sono io il donatore di rose” con magari anche: “e lo faccio perché ti amo!”, credo di chiedere troppo ora, dopotutto ho appena scoperto che non è davvero male ritrovarsi a navigare con la persona che si ama…

Continua...

*ogni riferimento a cose o fatti è puramente casuale

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Stavolta sembra che al fatidico ristorante ci stiamo arrivando per davvero. Dopo aver percorso l’intera circonferenza della nave, ci ritroviamo esattamente al punto di partenza, dove io ed il signor Hayami ci siamo incontrati. Non so se essere arrabbiata per essere stata presa in giro, o sentirmi lusingata perché infondo, se non avessimo fatto questa strada in più… A ripensarci divento di mille colori, non so perché, ma sento che questa crociera mi porterà infinite sorprese. E' una sorta di sesto senso, anche se non riesco a valutare se l’esito possa essere positivo o negativo.
Il signor Hayami mi conduce all’interno della nave ed i neon tornano ad abbagliarci come fossimo in città.
La prima cosa che mi colpisce è lo sfarzo. Ci troviamo all’interno dell’atrio della nave, composta da tre piani fasciati da un’elegante scala a chiocciola che li unisce; il poggiamano che vi fa da contorno, è un enorme ghirigoro che accompagna con eleganza lo scorrere della scalinata; le scale stesse sono un vero gioiello: ogni mattonella è decorata con colori brillanti resi vivaci da motivi floreali, mentre tra uno scalino e l’altro vi sono ad alternanza luci blu e viola che rendono il tutto ancora più sofisticato. Al centro dell’atrio sono posti vari tavolinetti in vetro i cui piedistalli erano vari fiori stilizzati, così come le poltrone, decorate con tessuti di velluto blu e viola. Ma il vero spettacolo era il soffitto: da esso pendevano vari lampadari de “la murrina”, con forme particolari che rassomigliavano a filamenti di medusa, la cui particolarità era il mutare di colore a pochi pochi secondi di intervallo*.
Mi sento… non so come spiegarlo, ma è come se un povero venisse catapultato nel mondo dei ricchi (cosa che tra l’altro era per me). Mi sento una principessa, e rimango incantata ad osservare tutte queste luci e questi decori, tutto questo mondo così “magico”. Volto lo sguardo verso lui, che mi guarda sorridendo lievemente. Senza sapere come, ho interrotto il contatto delle nostre mani e come una bambina a cui regalano la sua barbie preferita, mi metto a saltellare per tutta la sala e ad osservare ogni pezzo di magia che mi venisse sott’occhio. Riguardo l’uomo che amo e gli corro incontro.

-Signor Hayami, vorrei ringraziarla per avermi condotta qui dentro, non ho mai visto niente di più bello in vita mia!-
-Si, si ragazzina, va bene, ma ora andiamo, la prego, credo che abbia dato spettacolo a sufficienza.-
Mi guardo intorno ed effettivamente noto che parecchia gente mi fissa in modo anomalo, quasi… Ma certo, che illusa, come posso pensare di sentirmi una principessa, quando non indosso che semplici vestiti e mi comporto, sì mi comporto come una ragazzina. La gente non può che provare pena per me, forse anche lui come loro sta deridendo interiormente di me. Sorrido, non sarebbe comunque la prima volta.
-Allora signorina, andiamo?-
Mi ripete porgendomi la mano, la afferro, ma stavolta sento che la presa non è spontanea, dolce e appagante come qualche minuto fa. Che ironia, il mondo magico ha infranto la mia piccola magia.
Saliamo le scale fatate, ed al primo piano dell’atrio varchiamo una porta (che dire porta è dire poco). All’ingresso un cameriere con un registro in mano si inchina lievemente a noi.
- Lei è il signor?- chiede educatamente
- Masumi Hayami-
L’uomo fa scorrere una penna tra le lunghe pagine in cerca della prenotazione, presumo.
- Si, tavolo sette, seguitemi prego.-
Il cameriere ci fa strada attraverso un’immensa sala, anche questa sapientemente decorata con motivi floreali e sfavillanti luci colorate ad esaltarne lo sfarzo. Finchè arriviamo ad un tavolo apparecchiato per due.
- Prego accomodatevi-
E con fare teatrale allarga leggermente la soffice poltrona e mi fa accomodare. Poi lascia i menù e fa un ultimo inchino, e sono quasi sicura che nel farlo mi lancia un’occhiata di disprezzo.
Decido di non farci caso ed apro il menù. Ma allora è destino che non possa sopravvivere in questa sfarzosa gabbia d’oro. Dell’intero menù conosco testa e croce tre portate, esclusivamente tra gli antipasti. Inclino il capo rassegnata, poggio il menù sul tavolo e sospiro. Quasi mi dimentico della presenza del signor Hayami, se non continuasse a fissarmi e sorridere… Ma dico ci si mette pure lui? Non è forse l’ammiratore che mi “salva” dai guai?
- Qualche problema, ragazzina?-
Le mie guance si tingono di un rosso ancora più intenso, ma non demordo.
-Assolutamente no, signor Hayami, ero solo dispiaciuta per lei, poteva essere qui in compagnia della sua fidanzata ed invece si ritrova come unica compagnia la mia!-
- Capisco- Risponde abbassando il proprio menù, sporgendosi in maniera pericolosa vicino al mio volto, molto vicino al mio volto -Onorevole da parte sua, signorina Kitajima, preoccuparsi in maniera così amorevole della mia relazione sentimentale. Eppure mi era parso che la sua difficoltà fosse dovuta alla scelta del menù-
Glielo leggo negli occhi, sta trionfando. Ed io non posso far altro che imbronciarmi e voltare il capo; ma poi noto che qualcosa nel suo sguardo cambia, si fa improvvisamente serio e di riflesso anche io lo divento. Sento che finalmente stiamo per sciogliere uno dei mille quesiti che ci separano. Mi prende una mano da sotto il tavolo ed io tremo a quel semplice contatto, ma torno subito seria.
-Maya- inizia lui, poi fa una pausa fissando a intervalli la sua mano stretta nella mia ed i miei occhi persi nei suoi.- Maya, io ho bisogno di sapere perché sei qui stasera - poi fa un’altra pausa senza mai staccare gli occhi dai miei – cosa dovevi dire a Shiori di tanto importante da non poter aspettare domani mattina?-
Il suo sguardo è serio, forse è la prima volta in questi anni che assume uno sguardo così serio di fronte a me. Continuo a guardarlo e arrivo alla conclusione che è ora di dire la mia sulla sua “fidanzata”. Anche se con ribrezzo, interrompo il contatto visivo-corporale, prendo la borsetta poggiata sulla spalliera e da esso ne estraggo un piccolo pezzo di carta, è solo una striscia rettangolare, ma in esso è racchiuso il profondo odio che una donna può provare. Fisso per un attimo il foglietto, giusto per ridarmi quell’indignazione che mi ha portata dritta in questa nave da crociera, poi lo passo a Masumi ed aspetto che sia lui a pormi domande.
Noto che il colorito del suo volto si sbianca per qualche secondo, la sua soffice bocca si apre appena, giusto per poter accelerare il processo di inspirazione ed espiazione. Continua a guardare il piccolo foglietto e man mano i suoi occhi si sgranano dallo stupore.
- Cosa significa questo? E voglio solo la verità, Maya-
I suoi occhi, non li ho mai visti così, sembrano pronti a scatenare fulmini e saette. Deglutisco, so che non sarà facile affrontare tutto il discorso, ma lo devo fare, per me, ma soprattutto per lui, perché è giusto che sappia chi sta per sposare.
-Signor Hayami, prima di arrivare alla spiegazione dell’assegno, le devo spiegare come sono andate veramente le cose negli incidenti tra me e la signorina Shiori in questi giorni - faccio una pausa, solo per prendere fiato, stringo con forza le mani tra la stoffa della gonna, tanto forte che noto le nocche tingersi di bianco, ma devo essere forte, te lo devo mio ammiratore. Così mi carico di una nuova forza e continuo – Vede, ci tenevo a spiegarle che la situazione dell’anello, così come quello della macchia nel vestito, siano un terribile malinteso- mi fermo per fargli capire con lo sguardo che non sto mentendo – sia nel caso dell’anello, che in quello del vestito, non sono dipesi da me, ma è solo frutto di fraintendimenti anche se, mi scusi se glielo dico, dopo oggi non credo che siano stati opera di semplici malintesi.
Quando io e la sua fidanzata siamo andate al bar, tenendo a sottolineare che è stata lei ad invitarmi, in quella circostanza mi ha mostrato il “prezioso” anello, poi la borsetta mi è scivolata per terra e dopo quell’episodio ho trovato l’anello nella borsa. Per il vestito, invece, il succo è caduto sul vestito in quanto la sua ragazza ha accusato un malore; maldestramente, per afferrarla, ho finito per macchiarle l'abito, ma le giuro, io non avrei mai fatto niente di simile…-
Guardo negli occhi l’uomo che amo ed ogni fibra di me spera che lui possa credere alle mie parole, i secondi passano, ma il suo sguardo rimane fermo. A quella reazione i miei occhi si riempiono di lacrime, ma non voglio piangere davanti a lui, almeno non prima di aver concluso il discorso. Con fermezza ricaccio indietro le lacrime, in attesa di una sua risposta.
- E questo assegno invece?-
Il suo sguardo continua ad essere agghiacciante, ma non mi arrendo.
-La signorina Shiori ha mandato la sua anziana cameriera con l’assegno durante le prove di oggi pomeriggio, riferendomi di non avvicinarmi più a lei, signor Hayami… Se non mi crede, può chiedere conferma al regista, era presente con me quando me l’hanno consegnato-
Ora sono io a sfidare lui, lo guardo con forza, lascio trapelare dalla mia anima tutto il dolore provato in questi giorni a subire, subire, subire, con la consapevolezza che lui non mi credeva più, ma ora i fatti parlano chiaro, spero solo che lui possa capire.
Poi improvvisamente la tensione si scioglie come neve al sole, il suo sguardo torna a regalarmi quello strano luccichio che mi hanno fatto innamorare di lui. Si alza dalla sedia e si inginocchia davanti a me. Rimango sorpresa da quel gesto; mi guardo intorno timorosa, ma sembra che nessuno badi tanto all’uomo ed alla ragazzina, troppo presi dalle loro futili chiacchiere. Sollevata poso lo sguardo su di lui, e torna la magia. Un filo invisibile torna ad unirci e mentre gli occhi parlano per le nostre anime, mi afferra le mani delicatamente, le porta sempre più vicino alla sua bocca fino a posarvi un lieve bacio. Sento il cuore scoppiare, un tremito colpire la colonna vertebrale, che vibra come trapassata da un fulmine, improvvisamente sento caldo, di nuovo e sempre a causa dello stesso uomo… Poi, senza interrompere il contatto con le nostre mani, si alza lievemente, i nostri visi sono di nuovo pericolosamente vicini, la terra intorno a me trema, tutto sta tremando, ma non è il terremoto, o forse sì, sei tu il mio terremoto. Ma la tua meta non è la mia bocca perché ti fermi all’angolo del mio viso, soffi dolcemente nel mio orecchio e con voce languida e carica di tante cose, mi sussurri:
- Perdonami se non ti ho creduto prima-
E così come ti sei avvicinato torni al tuo posto, sistemandoti il tovagliolo sopra le gambe, lasciandomi completamente esterrefatta.

Continua...


* questi "lampadari" esistevano realmente e si trovavano nell'atrio di "Costa Concordia", dove ho avuto il piacere di fare la mia prima crociera. Rileggendolo adesso, provo infiniti brividi e l'ho trovato un pò raccapricciante. Nel 2010 (quando ho scritto la ff), costa Concordia era in piena salute ed era una delle mie navi preferite tra la schiera della Costa. Ho deciso di lasciare i riferimenti architettonici, per il semplice motivo che lo trovo giusto, questa ff è stata scritta due anni fa, allora non potevo sapere cosa sarebbe accaduto da lì a due anni.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Signor Hayami, con lei uno psicologo impazzirebbe. Come può una persona racchiudere in se tante cose contrastanti? Come puoi portarmi nella cima del paradiso e contemporaneamente catapultarmi all’inferno? Non che in questo caso sia infelice, ma non capisco come tu possa mantenere quell’ immancabile sangue freddo dopo aver scoperto che la tua futura moglie ricatta la tua “adorata” prima attrice, la stessa che in una sola sera hai abbracciato per due volte e a cui hai sussurrato parole di scuse in modo molto languido. Dalla tua espressione, sembra che fino ad ora abbiamo amabilmente conversato sui nostri film preferiti.
Non so se interpretare la tua reazione come un segnale positivo: osservandoti meglio, il tuo sguardo non mi sembra indifferente, ma piuttosto… Sì, appari quasi sollevato.
Mi sento in imbarazzo, stringo nuovamente le mani tra la gonna, abbasso il capo, non voglio che percepisca quanto importante sia stato il gesto di poco fa. Mi sono sentita come in paradiso, in verità non so cosa si prova realmente, ma il mio corpo, in quegli attimi, ha annullato ogni cattivo pensiero, per lasciare spazio al “noi”. Ma infondo un “noi” non esiste, sicuramente hai agito guardando non Maya Kitajima detta la “ragazzina”, ma Maya la candidata a ricevere il ruolo della dea scarlatta. Tu sei l’ammiratore e sono sicura che hai agito per amore della mia “arte”.
- Ragazzina, che ti prende? Ti hanno forse tagliato la lingua?- mi dici ridacchiando.
Ma dico, quest’uomo c’è o ci fa?
- No signor Hayami, fortunatamente ce l’ho ancora la lingua. Potrò ancora interpretare la dea scarlatta, se è di questo che si preoccupa –
E metto su uno dei miei immancabili bronci. Lui scatta in una risata cristallina, che mi fa voltare nuovamente. E’ quel che è, ma non si può certo negare che ha un fascino davvero invidiabile. Il suo sorriso rompe ogni cattiveria inferita contro di lui, spero non se ne accorga di questa mia debolezza o mi avrebbe in pugno.
Il flusso infinito dei miei pensieri, viene interrotto dal ritorno del cameriere. Ops! Con tutto questo trambusto ho dimenticato la causa di qualche imbarazzo fa. E adesso cosa faccio? Mamma mia, che vergogna!
- Allora signori, avete deciso cosa ordinare? – Chiede il cameriere, e noto con piacere un’altra occhiata di disprezzo rivolta a me.
- ehm…- apro disperatamente il menù, ma non so che fare… Ammiratore, SALVAMI!!!- ecco… dunque….- perfetto ci mancava la risposta a monosillabe.
- Signorina, ha mai mangiato cucina italiana?- Mi domanda Masumi.
Cucina italiana? Pasta, pizza, cannelloni, prosciutto, pesto alla genovese, pasta con le sarde ed il finocchietto selvatico…. Uhm tanta roba buona! Che stia venendo in mio soccorso? Ma si, abbocchiamo pure.
- Qualche volta si, signor Hayami e mi piace molto!- rispondo cercando di ricompormi dall'imminente figuraccia!
- Molto bene, allora possiamo ordinare cucina italiana?- chiede al cameriere
- Ma certo signore, il nostro ristorante è famoso per la flessibilità del menù e la sua attitudine ad una cucina multietnica. –
- Perfetto. Che ne dici come antipasto un’insalata di polipo, ragazzina? –
- Veramente, preferirei di no, sa è pesante per la digestione… -
- Ha ragione e allora cosa?-
Ci fermiamo a pensare, poi a me viene in mente un piatto letto per caso in un libro di cucina.
-Che ne dice di cozze gradinate al forno?-
- Mi dispiace, ma sono allergico alle cozze… Magari potremmo fare qualcosa di più caratteristico dell’italia, si, per me faccia : un classico antipasto all’italiana, poi come primo pasta col pesto alla trapanese e scaloppine al limone per secondo, per te Maya?-
- ehm va bene lo stesso menù –
- Perfetto…- rispose il cameriere annotando tutto in un piccolo notes – e come dolce, cosa posso offrirvi? Trovate i vari tipi nell’ultima pagina dei menù…-
Apro la fatidica pagina e noto dolci di ogni tipo… torte ricoperte da ogni bontà, con strati infiniti di creme diverse… mi perdo in quella lista, ma il mio sguardo viene attirato da un dolce in fondo alla pagina… Sì, c’è il mio dolce preferito! Chiudo soddisfatta il menù, stavolta so cosa voglio.
- Per me una fetta di ciambella al cioccolato –
Mentre riferisco la mia ordinazione al cameriere, Masumi, che stava bevendo del vino si affoga.
- Tutto bene signor Hayami?- gli chiedo guardandolo preoccupata.
- Ma certo ragazzina, va tutto bene- poi guardandomi un po’ imbarazzato (imbarazzato? No, sicuramente mi sbaglio) mi chiede: - Sei sicura di volere una fetta di ciambella? Ci sono tanti altri dolci che sicuramente ti possono piacere –
- La ringrazio signor Masumi, ma vede…- le mie guance si imporporano per la 300° volta- ecco… Preferisco le torte fatte in casa e di fattura semplice a quelle più elaborate, quindi vorrei quella –
I suoi occhi sgranano dallo stupore, dopotutto lo posso capire, solo una sciocca “ragazzina” può preferire la ciambella ad una torta crema e panna con fragole…
- Sa ragazzina, anch’io amo le torte fatte in casa. Credevo di essere uno dei pochi rimasti a preferirle a quelle più elaborate. Inoltre le confesso che le torte fatte in casa, mi ricordano un pò lei, ragazzina... - mi guarda per un attimo in modo molto intenso, quelle parole mi risuonano in modo piuttosto strano, noto un significato retorico appena accennato, di quelli che vanno letti tra le righe.
Un attimo dopo, è serio come prima e da la sua ordinazione al cameriere – porti lo stesso dolce anche per me-

Consegniamo i menù al cameriere, che mi lancia un’altra “amorevole” occhiataccia e se ne va.
Torno a guardare il signor Hayami, è un uomo davvero dalle mille sorprese… E chi se l’aspettava che i suoi dolci preferiti fossero le ciambelle fatte in casa?
Devo tanto a quest’uomo, nel bene e nel male è sempre qui, pronto a sostenermi, anche quando ogni cosa è contro di me, come questa sera. Ripensandoci, non ha esitato a credermi una volta raccontata la mia versione, né tantomeno ha cercato di “coprire” la sua fidanzata con banali scuse. Ha creduto a me e non a lei… Maya 1-Shiori 0, almeno in questa singola battaglia ho vinto io, ma so da tempo di aver perso la guerra… Signor Hayami, non si sposi, o sento che potrei morire…
Ma in questo momento, mi importa solo di averti accanto, ma soprattutto che hai capito la mia posizione senza esitare.
- Signor Hayami…– cerco il coraggio di dirgli ciò che provo, cosa significhi realmente per me la fiducia che mi ha dato, i miei occhi si illuminano come polvere di stelle e li specchio nei suoi, non posso che aprirmi in un caldo sorriso -… grazie –
Vedo i tuoi occhi spalancarsi dalla sorpresa, ma poi anche il tuo sguardo si fa languido ed il sorriso che ti ho rivolto, ora è contraccambiato da uno altrettanto luminescente. Come sempre in questa strana serata, a parlare non sono le parole, che possono scorrere infinite, ma non essere mai comprese nella loro reale essenza. Ma quando a parlare sono le anime, uno sguardo, un sorriso, un semplice gesto, assume tutto un altro significato. Stavolta non ci sono incomprensioni, perché il linguaggio del cuore conosce una sola lingua: l’Amore. Non so tu, ma la mia anima si sta rivolgendo a te con questa unica chiave; non so se coincide al tuo lucchetto, ma dammi la speranza che la chiave del tuo cuore possa avercela io. Se ti osservo dentro, giù nel profondo, vedo tanta tristezza e solitudine, ma poi noto un puntino, lì al centro. E' una piccola luce, sono io quella luce? Dimmi di si, te ne prego. Anima mia, aiuta questo cuore desolato, spazziamo per sempre la spessa fuligine che ne ricopre il reale splendore. Forse più che sapermi la proprietaria della chiave che un giorno ti aprirà, preferirei essere colei che ti facesse brillare intensamente. In fondo, a cosa serve essere ricambiati da un cuore buio? Meglio essere la luce di quel cuore. E’ questo che i miei occhi ti stanno dicendo, spero che anche il tuo cuore conosca il linguaggio dell’”amore” o sarebbe come parlare ad uno straniero.

Continua...

*Ebbene si, amo le torte fatte in casa XD

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

La cena trascorre in modo amorevolmente anomalo. Tra il cameriere a cui ogni portata corrisponde una fulminata (e solo a Dio è dato sapere il perché), Masumi che si alterna da occhiate che potrei definire “Provocatorie? Sensuali? o semplicemente da mozzare il fiato?”, a momenti di massima ilarità in cui si beffa di me. Ma devo dire che tutto questo non mi procura fastidio, tutt’altro. La cena è “intima”, ad occhi esterni non sembriamo un uomo e una donna accomunati dal lavoro, non dico una coppia, sarebbe troppo bello, ma almeno persone in stretta confidenza. E l’aria che respiro è così dolce ed appagante, forse per la prima volta dopo tanto tempo, posso dire di essere “serena” e in pace col mondo. Tu poi sei davvero un galant’uomo… Mi versi dolcemente il vino o l’acqua non appena noti che il bicchiere si svuota, addirittura quando passa un uomo di colore che vende rose, me ne regali una. Nel mazzo c’erano tutti i tipi di rose: gialle, rosse, bianche, rosa, blu ed anche scarlatte.
Ripenso alla scena…

Mentre alla nostra tavola viene portato il secondo piatto, un uomo di colore si avvicina a te. In mano porta un grosso mazzo di rose e noto che ha veramente tutti i tipi di rose, comprese le “nostre”. Poi si rivolge a te, dicendoti:
- Signore, vuole donare una di queste splendide rose a questa giovane fanciulla?-
Eh? Lui regalarmi una rosa? Davanti a tutta questa gente? Che imbarazzo!
- Perché no? Vediamo… quale prendere?-
Ma fa sul serio? Tu-tum, tu-tum, sento il battito del cuore accelerare… Avvicina la mano alle rose… Ci siamo, sta scegliendo il colore della rosa… Forse ha deciso di rivelarmi l’identità dell’ammiratore? Si avvicina sempre più al mazzo… TU-TUM TU-TUM TU-TUM TU-TUM il mio cuore non reggerà per molto, sbrigati Masumi, cosa ti costa rivelarti!?
Hai scelto la rosa e me la porgi gentilmente
- Per te, ragazzina, spero che la mia compagnia non ti stia infastidendo…-
Già, RAGAZZINA, hai fatto la tua scelta. Rigiro tra le mani la rosa blu che mi hai appena donato. Hai deciso di portare avanti la strada della menzogna, hai preferito non esporti.
L’uomo di colore ti ringrazia mentre tu gli offri il denaro, vedo che conversate, ma le mie orecchie non possono sentirvi. Odo solo un forte fischio, il calore nel mio corpo non si è ancora gelato del tutto, troppo forte il desiderio, l’ansia, ed infine la delusione…
Sospiro a questi pensieri ed ammiro la rosa posta accanto al piatto del dessert. Ora, a sangue freddo, non sono più tanto delusa, interiormente sapevo che non avresti mai fatto una mossa tanto azzardata, almeno non in mezzo ad una sala affollata. Mettendomi nei tuoi panni capisco perché l’hai fatto. Intanto non potevi certo sapere se la mia reazione sarebbe stata positiva o negativa, e poi credo che per l’importanza che la questione “ammiratore” ha per entrambi, è un argomento da affrontare con più tranquillità… Parliamoci chiaro, non si parla più di un assegno dato da una povera pazza, ma della questione più delicata della mia esistenza, e, non voglio essere eccessiva nel dire che forse, è anche la tua. Quindi per ora mi faccio bastare il gesto molto principesco e cerco di far entrare il colore blu tra il colore di rose più bello dopo lo scarlatto.
Usciamo dal ristorante, mi sento piena, ho mangiato davvero tanto, ma per la cucina italiana questo ed altro. Ci ritroviamo nuovamente nell’atrio e tu prendi un giornale posto su un grande tavolo.
- Allora ragazzina, cosa vogliamo fare ora? –
Mi volto non capendo.
- Come che vogliamo fare?-
Devo aver fatto una faccia molto buffa, perché scoppia a ridere in maniera tanto chiassosa da far voltare parecchia gente. Ma lui non se ne accorge neanche.
- Ragazzina, prenda questo…- mi dice porgendomi il giornale appena preso.
Sulla cima spunta la grande scritta “Today”* , poi osservo il resto, ci sono tanti riquadri con varie scritte: “ Volete scatenare la vostra voglia di fantasia? Venite all’imperdibile Festa Fantasy, caffè-bar la Tartaruga alle 22:30, ponte 7 ” e poi “ Voglia di ballo? Malinconia del passato? MITICI 80! La festa che si terrà sul ponte 9 al bar sul Mare a partire dalle 23:00” e ancora “Tenta la fortuna con noi… BINGO! Bar la Conchiglia al ponte 8, orario no-stop” e ancora “ Le Avanguardie Storiche, collettiva degli artisti di spicco tra le sette avanguardie del 900 occidentale, galleria d’arte al ponte7, orario continuato” e seguivano tanti e tanti altri annunci, ma quello che mi colpì era l’inserto posto a fine pagina, vi erano due maschere rappresentate con accanto una bacchetta magica, lo leggo “ una delle più belle fiabe trasformata in un musical affascinante e travolgente, Cenerentola, Teatro le sirene ai ponti 7, 8 e 9, orari: 22:00, 23:30, 2:00” uhau!! Gli occhi mi si illuminano e un enorme sorriso si apre tra le mie labbra.
- Allora ragazzina, ha notato qualcosa d’interessante? –
- Sì, guardi qui sotto…- gli dico porgendogli il giornale ed indicando un punto preciso.
Legge attentamente e poi sorride anche lui, in una maniera davvero dolcissima *.*
- Ma bene, noto con piacere che al teatro non sa mai dire di no –
Il mio sorriso si allarga sempre più.
- No, signor Hayami, non mi stanco mai del teatro…- Già, come te… nonostante ti sappia lontanissimo, non riesco a fare a meno di te, non mi stanchi mai, ma anzi, più sto con te e meno vorrei lasciarti… Vorrei davvero che questa notte non finisse mai, questi momenti di tranquillità tra di noi, vorrei durassero per sempre…
- Ragazzina?...- una voce risuona in lontananza, ma sono ancora avvolta dai miei pensieri, una mano mossa davanti agli occhi mi risveglia dallo stato di trance – ragazzina, ci sei?-
- … Eh?- Mi ritrovo con i suoi occhi di fronte ai miei, arrossisco a questa vicinanza improvvisa, facendo poi un piccolo passo indietro – eh, mi scusi signor Hayami, ero distratta… Mi stava dicendo qualcosa? – gli rispondo cercando di eliminare il rossore dalle guancie.
- Le stavo dicendo che lo spettacolo inizierà a momenti, quindi è meglio incamminarci…-
- Si si, va bene…-
Si avvia dandomi le spalle, lo vedo scuotere la testa. Povero Masumi… Ce ne vuole di pazienza con me…
Camminiamo dritto per un po’, finché dinnanzi a noi spunta una grossa arcata, la varchiamo e per la seconda volta mi ritrovo con la bocca spalancata dallo stupore. Di per se il teatro, non è più grande di quelli cui sono abituata esibirmi, ma il design è completamente diverso. Sembra la riproduzione degli antichi teatri greci, ha infatti la struttura ad anfiteatro; i posti a sedere sono distribuiti in tre piani: la platea e due piani rialzati; i sedili sono rivestiti da un motivo a texture marino, con di fronte posti dei piccoli tavolinetti orizzontali ; nel soffitto vi è affrescato un fondale marino con splendide sirene e fiori marini, al centro del soffitto, il mare crea un piccolo vortice, al cui centro è collocato un lampadario, da cui da un’unica estremità spuntano tante rose, ognuna con il proprio colore. I miei occhi si puntano prima su quella scarlatta e poi inspiegabilmente su quella blu, ho un tuffo al cuore e stringo talmente forte l’oggetto che porto tra le dita, che mi pungo leggermente. Alzo la rosa e la porgo nella stessa direzione del lampadario. Ma certo, ora io e Masumi condividiamo anche una rosa blu, è normale che la osservi in modo differente rispetto a prima.
Masumi lentamente si avvicina a me e poggia la mano sui petali della rosa, accarezzandoli lievemente
- E’ proprio bella questa rosa, anche se avevo intensione di regalartene anche una di colore rosso-
Una rosa rossa? Perché voleva regalarmi una rosa rossa insieme a quella blu? Una rossa e una blu… il colore rosso unito al blu… ma certo! Rosso e blu! La miscelazione del colore pigmento blu con il colore pigmento rosso, danno il colore viola! Danno le nostre rose…
Le luci si spengono e rimaniamo al buio, dal palco provengono le voci degli attori.
- Vieni, Maya, scegliamoci un posto – Mi prende per mano, la stessa dove tengo la rosa e ci dirigiamo verso due sedili centrali. Ci sediamo, mi lascia la mano, ci rimango davvero male, ma sono ancora sconvolta per darci troppo peso. Sì, oggi il caro presidente della daito, ha deciso di fare impazzire la giovane protagonista della dea scarlatta… EVVIVA!
Poso la rosa tra le mie gambe e poggio la mano sul bracciolo. Sospiro, ma decido di non pensare troppo al detto-non-detto di Masumi, se ha qualcosa da dirmi bisogna che lo faccia in modo chiaro, senza giri di parole… Me ne frego di quello che la mia testa mi dice e mi concentro sullo spettacolo.
E’ davvero molto bello, tutto è un gioco di luci, di voci e fluidi movimenti del corpo, mi ritrovo immedesimata nella storia, tanto da dimenticarmi dei pensieri assillati sul donatore. Rido alle battute degli attori, gli occhi si inumidiscono nelle scene d’amore, provo invidia per cenerentola che almeno per una sera si è trasformata in principessa lasciandosi cullare tra le braccia del suo principe.
Un dolce calore avvolge la mia mano, non capisco cosa sia, così abbasso il volto verso quel punto. Arrossisco e gli occhi si illuminano come i fari di quel teatro, è Masumi che ha avvolto la mia mano con la sua. Notando forse il mio sguardo su di lui, si gira e mi regala un bellissimo sorriso, che ricambio volentieri.
Il cambio di luci dal palco, mi fa tornare a guardare lo spettacolo, ma noto con sorpresa che la presa sulla mia mano si è fatta più intensa. Sorrido. Ora lo spettacolo sembra solo il contorno di quel momento, perché la mia attenzione è tutta rivolta verso quella mano.

Cara Cenerentola, ti capisco bene sai? Anch’io mi sento come te. Siamo due persone inutili per il mondo intero, ma entrambe nascondiamo a quello stesso mondo un gran segreto: l’amore verso il principe azzurro, con la consapevolezza che mai ci potrà ricambiare, siamo esseri inutili dopotutto. Ma un bel giorno arriva la fata madrina e ci regala un magnifico sogno, anche se un sogno a scadenza. Non so chi sia la mia fatina, forse è una delle mie amate stelle, ma di una cosa stanne certa, sorella Cenerentola: anch’io come te, cercherò di trarre la maggior felicità possibile da questa singola notte, regalandomi un mucchio di ricordi su cui piangere. Non dimenticherò mai questo sogno a tempo determinato, ma lo porterò con me, sigillato per sempre nel mio cuore.

Continua...

*questa specie di giornale lo forniscono ogni giorno sulle navi della costa e ci sono segnate tutte le attività del giorno dalla mattina alla sera.

NOTE:
per questo capitolo mi sono basata su quello che è lo stile di una crociera e sulla bellezza del teatro. Lo spettacolo di Cenerentola l'ho inserito perchè è stata la rappresentazione più bella che ho visto in crociera (praticamente ho costretto l'intera famiglia a vederlo, anche se a loro non interessava il teatro), quindi faccio una sorta di omaggio a quello spettacolo.
Leggendo il volume 47, ho trovato divertente le piccole similitudini tra la mia ff e la Miuchi, anche lei ha inserito le varie attività della serata, solo che invece di essere messe per iscritto, erano annunciate da un presentatore (o quello che sia), inoltre ho sorriso quando Maya ha trovato la sua situazione simile a quella di Cenerentola.
Sono piccole soddisfazioni!

Fatemi sapere quello che pensate, mi fa piacere se recensite ^^
Grazie a tutti ♥

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Dal cielo piovono coriandoli e lunghe striscioline colorate, il palco si confonde tra la miriade di luci che si incrociano dal basso verso l’alto. Gli attori sono ancora fermi nella posa di chiusura della rappresentazione di “Cenerentola”, mentre il pubblico li sommerge da fragranti applausi.
Io invece mi ritrovo ancora seduta al mio posto, troppo presa da quei colori per potermi muovere. Davvero molto bello, completamente diverso da quello cui mi cimento abitualmente.
La gente lascia man mano il teatro e noi insieme a loro.
Masumi non dice niente, ma noto uno strano sguardo nei suoi occhi…
- Signor Hayami, c’è qualcosa che non va? –
Si riscuote dai suoi pensieri e mi rivolge un sorriso tirato.
- No, ragazzina, mi chiedo piuttosto cos’abbia lei –
- …-
- Lasciamo perdere…- dice rassegnato – piuttosto, la crociera è ancora lunga… Ha qualche preferenza su come proseguire la serata? –
Veramente qualche idea ce l’avrei, ma non credo coincidano alle sue…
- Non so, signor Hayami, potremmo fare un breve giro della nave, per vedere anche gli altri posti…-
- Sì, non è una cattiva idea…-
Inizia così il nostro mini tour. La nave è più grande di quanto potessi immaginare, ad ogni ponte vi sono tanti bar, dove si svolgono vari tipi di intrattenimento. La più bizzarra era la “festa Fantasy”, dove la gente era stata fornita di attrezzi di magia come scope, bacchette magiche, mantelli, cappelli, oppure in stile vampiro, con tanto di denti finti ed altri ancora in stile ammazza vampiro, armati di finti paletti in legno. Ma la cosa più strana, erano i dolcetti serviti, che vantavano le formr di scheletri e fantasmi ed i liquidi serviti erano esclusivamente di colore rosso porpora.
Al settimo piano c’era la galleria d’arte, ma non ho ben capito cosa i dipinti raffigurassero realmente. “L’arte non deve parlare al pubblico, ma deve rispondere all’esigenza dell’artista di esprimere se stesso” mi ha spiegato Masumi. Poi ci siamo ritrovati nel viale degli acquisti, le vetrine erano ricolme di gioielli scintillanti e vestiti eleganti. Quello più interessante era un negozio di oggettistica, era rifornito degli oggetti più strani, aveva persino una sezione interamente riservata alla porcellana cinese. Vedo Masumi osservare attraverso il vetro qualcosa, ma non riesco a mettere a fuoco cosa sia.

- Tu aspettami qui, faccio subito –
Si affanna ad entrare nel negozio, mentre io rimango fuori ad aspettarlo. Quando esce ha un enorme sorriso stampato in faccia ed anche una vena di follia. Mi prende per mano ed inizia a trascinarmi.
- Andiamo in un posto- mi dice solamente ed io rimango stupita da quell’ennesimo gesto. Non c’è proprio con la testa, è andato.
Attraversiamo correndo l’atrio della nave e ci ritroviamo nuovamente all’aria aperta, rabbrividisco al contatto con la brezza marina, ma non ho tempo per pensarci che ricomincia a correre ed a trascinarmi. Saliamo rampe di scale, seguite da altre ancora, saliamo sempre più in alto… Gradino dopo gradino ed ecco… Siamo sulla cima della nave, le stelle brillano alte nel cielo, a farle compagnia la timida luna, così pallida eppure così luminosa. Un alone di vento ci colpisce e mi porto le mani alle braccia in cerca di calore. Alzo lo sguardo verso di lui, che è ancora intento ad ansimare per la corsa, mi guarda e sorride.
- Che c’è ragazzina, la corsa non ha fatto venire caldo anche a te? –
Certo che avevo caldo, ma la temperatura lì fuori era parecchio bassa!
Avanza verso di me e si sfila la giacca, poggiandola con gentilezza sulle mie spalle.
- Mettiti questo, altrimenti ci ritroveremo un pinguino per dea –
E’ sempre il solito, ma la metto senza fare obiezioni. Mi sta grandissima, ma arrotolo le maniche e diventa almeno quanto le mie braccia. Noto quasi subito uno strano peso nella tasca sinistra, inconsciamente metto la mano sopra la stoffa, per tastarne il contenuto.
- Che aspetti? Guarda cosa c’è dentro –
Ha osservato la mia mano posizionarsi in quel punto ed ora aspetta la mia mossa. Muovo la mano all’interno, la prima cosa che sento è che si tratta di un oggetto cilindrico, piano lo accolgo in superficie e lo porto ad altezza dei miei occhi.
Stupore, ecco la prima reazione, poi porto l’oggetto ad un occhio e socchiudo l’altro, guardo all’interno. Un magnifico caleidoscopio. Tanti piccoli triangoli compongono l’oggetto. Singolare il modo in cui un oggetto così piccolo riesca a cogliere le mille sfaccettature del mondo… già MILLE…

Masumi si avvicina ancora e me lo ritrovo affianco a guardare le stelle.
- Consideralo un piccolo dono, Maya. Un caleidoscopio coglie mille sfaccettature di un singolo oggetto, come te, Maya, tu possiedi mille maschere, ma anche la tua anima ha mille sfaccettature. Spero che ti possa rispecchiare in questo oggetto e che ti sia d’aiuto a trovare una maschera che magari non riesci a focalizzare in quel determinato momento…-
Quelle parole sono dolcissime… Come questo oggetto. Al suo interno vedo le stelle moltiplicarsi per altre mille volte, le luci della nave diventano ancora più accecanti… Punto l’oggetto verso di lui, mille Masumi! Che splendida visione… Ma vedo anche mille Masumi porgermi un piccolo fazzoletto macchiato di sangue, sussulto ed abbasso il caleidoscopio. Non è “un fazzoletto” ma “il fazzoletto”, quello con cui ho asciugato alla meglio il suo sangue, come a scacciarlo via da quel forte corpo, che per qualche momento è diventato così impotente.
- Dimmi Maya, è tuo questo? –
I suoi occhi sono di fiamma, mi trovo alle strette, indietreggio.
- Perché dovrebbe essere mio? – Non va bene, la voce mi trema.
- L’hanno trovato nel mio ufficio e non puoi che essere stata tu… Non so se ero in stato confusionale, ma credo di averti anche sentito dire alcune cose, Akoya…-
L’ha sentito, mi ha sentito… indietreggio ancora, ma stavolta mi ritrovo sul serio con le spalle al muro. Le sue mani mi intrappolano, i suoi occhi puntano ai miei in modo focoso, non riesco a sostenere quello sguardo, sono arrabbiata, perché colta in flagrante, ora sa qual è la mia più grande debolezza e la userà come meglio crede. Piango silenziosamente, ma non riesco a mantenere un contatto intimo con il mio corpo. Mi solleva il viso con due dita e senza che possa oppormi, mi prende tra le sue braccia sollevandomi da terra ed in modo quasi brutale fa sue le mie labbra.
Mi bacia in modo violento, frustato, arrabbiato… Nell’oblio di quel momento, mi tornano alla mente come flashback tutti i segnali che in una sola notte mi ha mandato, tutti gli abbracci, le carezze, quello sfiorarsi sempre gentile, ma che prima o poi ti porta ad esplodere. Anch’io sento di esplodere, come un vulcano rimasto spento per troppo tempo, sento di far stage a questo mondo fatto di tanta ipocrisia.
Lascio cadere il caleidoscopio, butto le mie braccia al tuo collo e ricambio con una passione di cui non mi credevo capace. Piano ci lasciamo cadere su quel muro in cui mi hai intrappolato, ora siamo accovacciati al suolo, ed il bacio si fa sempre più ardito, ci stacchiamo lievemente giusto per riprendere fiato, ma i nostri vulcani si devono ancora sbollire; stavolta sono io a cercarti, afferro il collo della camicia e porto le tue labbra di nuovo su di me… Passano i secondi, o forse sono minuti, o forse ore, ma non sono ancora sazia di te, le tue labbra sanno di menta, il tuo profumo è uomo quanto te, non mi stancherò mai di queste labbra e di questo odore. Non so darmi una spiegazione al tuo comportamento, sento che ci sono giusto due cosucce su cui discutere, ma non è questo il momento… Ora voglio solo amarti, voglio queste labbra sulle mie, questo corpo premuto con forza contro il mio, fino a soffocarmi. Il freddo è ormai un lontano ricordo, un fuoco alimenta la mia anima, che evapora e soffia piano tua l'incavo delle tue labbra, ad alimentare il fuoco che risiede dentro te. E' come una giostra: io alimento te e tu alimenti me.
Le stelle sono testimoni della nostra follia, il mare ci trasporta verso rotte inesplorate, la luna è invidiosa di me, perché io ho raggiunto il mio sole, mentre lei è ancora sola.
Se qualcuno vedesse attraverso il caleidoscopio, inerme nel suolo, vedrebbe le mille sfaccettature di un amore sconfinato.

Continua...

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Da bambina, camminando per strada, vedevo tanta gente attorno a me scambiarsi dolci effusioni, allora non sapevo il significato dell’amore, ma mi rendevo conto che quei piccoli gesti come il tenersi per mano o darsi un lieve bacio, rappresentavano qualcosa di magico.
Ora non sono più una bambina, ma sento forte dentro me quello strano sentimento che mi riempiva il cuore alla vista di due innamorati, con la differenza che adesso sono io quella innamorata…
Non so di preciso da quanto tempo siamo qui, per quello che sento mi sembra sia passato un solo istante, eppure non accenniamo a staccarci. Mi sembra assurdo pensare che il nostro primo bacio sia avvenuto in maniera tanto irruenta. Per lo scenario ci siamo: c’è la luna, ci sono le stelle, siamo in una favolosa nave da crociera…
Eppure non mi infastidisce questo nostro primo approccio, tutt'altro. Forse è così che doveva andare dopotutto, era una serata che mi mandava segnali molto chiari, ma io ero troppo presa dai miei flash mentali per rendermene conto.

Quell’ardente passione che ci infiamma l’anima, si addolcisce pian piano, lasciando che le nostre bocche si assaporino in maniera più dolce. Le tue mani vagano sulla mia schiena, un brivido mi percorre, tanto da sospirare nella tua bocca. Ridi alla mia reazione e mi strigi più forte. Ora sono io che voglio esplorarti. Sciolgo l'intreccio delle mani dalla tua nuca e piano inizio ad esplorare la curva delle spalle, l’inarcarsi della schiena, la consistenza degli addominali. Stavolta sei tu a sospirare, sorrido lievemente. Non sapevo di procurarti simili reazioni.
Ci stacchiamo leggermente, senza mai interrompere il contatto visivo. Non avevo mai visto i tuoi occhi brillare così intensamente… Se guardo le stelle dietro te e poi riguardo i tuoi occhi, confondo chi sia l’uno e chi l’altro. Grazie, signore stelle, per avermi concesso un pezzo di voi…
Ora che ci siamo divisi, sembra che il resto del mondo ricompaia dal nulla. Non mi ero accorta di una musica in sottofondo, forse è appena iniziata, o forse no… Anche tu l’hai percepita, perché ti giri cercando di capirne il luogo d’origine. E’ una melodia lenta, ma infinitamente dolce… Poi si sentono le prime strofe…
*“Semplicemente perché questo amore
mi taglia nel petto e poi va dritto al cuore…”

Il tuo sguardo torna a fissarmi, sorridi in modo dolce e mi sfiori nuovamente le labbra. Quanta dolcezza in quel contatto, il mio cuore è trapassato come da una freccia… Cupido, ti fai anche tu beffe di me? Guarda che hai già scagliato la tua freccia. Ma forse, è perché solo ora sento la completezza delle nostre anime, come quella volta, nel fiume della valle dei susini. Come allora, sento le nostre anime così vicine…
“…affondano in lacrime i miei pensieri
è forte il bisogno che ho di amare te…”

A quelle parole, dai miei occhi piccole stelle cadono giù, che vengono prontamente accolte da un pianeta ormai non più sconosciuto… Prendo quella stessa mano e la porto alla mia bocca; vi è il sapore dolciastro delle mie lacrime, voglio fartelo assaggiare, così torno a baciarti.
“… l’amore che io ti darò, fa volare
più in alto del manto di nuvole che copre il sole…”

E’ li che le nostre anime si trovano, vagano insaziabili in ogni pezzo di cielo, per troppo tempo sono rimaste sole, vagavano in cerca l’uno dell’altro, senza mai trovarsi realmente.
“… e ti raggiungerò e sarò nel vento che fa incontrare
ogni attimo del tuo e del mio SENTIMENTO…”

Ti alzi piano, portandomi su con te, riallacci i nostri corpi e ondeggi piano il tuo corpo, lasciando che io ti segua.
“… le ombre che si toccano, la luce le dipingerà
preziosi desideri che stretti a me terrò,
poi ti racconterò…”

E’ così che ci ritroviamo a danzare, dopo tanto tempo, tra le note di questa dolce melodia che sa tanto di me e di te… I nostri occhi non si abbandonano mai, noto che anche dai tuoi si incanalano due piccoli fiumi, e mi emoziono ancora di più.
“… così per sempre sarai il fuoco che mi fa bruciare,
sei la lente che accende per me ogni colore…”

Sì, Masumi, ascolta bene queste parole, è la mia anima che le sta gridando, forse questa stessa melodia è frutto della magia del momento, non può essere un caso che io e te ci troviamo avvinghiati a danzare sui nostri sentimenti. Chiudo gli occhi, trasportata dalle note del piano e poggio il capo sul tuo petto, che mi appare così grande. Un forte calore proviene da lì.
“…l’amore che io ti darò, fa vibrare
I nostri due corpi al ritmo di un unico cuore…”

E lo sento il tuo cuore, lo sento correre inesorabile, pompa velocemente il sangue in tutto il tuo corpo, e ti riscalda e di riflesso riscalda anche me, brucio a contatto di quel calore…
“… e ti raggiungerò e sarò nel vento che fa incontrare
ogni attimo del tuo e del mio SENTIMENTO…”

Sì, care anime, vi siete ritrovate finalmente, non lasciatevi mai, almeno voi…
“… le ombre che si toccano, la luce le dipingerà
preziosi desideri che stretti a me terrò, poi ti racconterò…”

Care anime, donateci, almeno di riflesso, un po’ di quella felicità che sicuramente state provando, dopo esservi finalmente ritrovate… Aiutateci anche voi, amiche stelle, fate in modo che questo sogno diventi realtà, per vivere felicemente questo nostro sentimento…
“…al silenzio di candele
nelle notti per, sognare…”

Il silenzio, non ho mai sentito un silenzio tanto pieno di parole, parole non dette, è certo, ma in questa notte tutto è sogno e realtà, le due cose si sono fuse, irriconoscibili nel buio della notte, accesa dalla magia del nostro sogno… Rullo di tamburi… Mi stacco da te e ti guardo mentre piango.
“…Ah, l’amore che ci fa sentire
dolcemente così uomini, uomini, UOMINI”

E sulle note del piano, la musica si dissolve dolcemente, così com’è venuta.
Singhiozzo in maniera incontrollata, tu mi guardi con quell’espressione che sa tanto di pazzia d’amore ed io non resisto a quello sguardo… Me ne frego se mi prenderai per scema, me ne frego di quello che potrà dire Shiori, Sakurakogi, o chiunque altro. Prendo la rincorsa e mi butto tra le tue braccia, tanto forte da farti barcollare, ma è solo un attimo, poi riprendi subito l’equilibrio e mi stringi accarezzandomi i capelli. Piango sulla tua spalla, non riesco a trattenermi, eppure vorrei dirtelo, voglio dirti quello che sento. Cerco di darmi un contegno, alzo il volto dalla spalla e lo punto su di te.
-Masu…sigh…Masumi…sigh…io…- Mi guardi sorpreso, ah già… E’ la prima volta che ti chiamo per nome senza il “signor” davanti, ma non mi devo distrarre… “Agitare e colpire…” dicevano in un film sulla magia, sì, devo colpire e centrare il bersaglio, devo trovare la forza dentro me…- Masumi…io…io…-
- Ti amo, RAGAZZINA!-
Il mio cuore perde un battito, o forse più di uno. L’hai detto, non ci credo… L’hai detto sul serio, ditemi che non l’ho sognato…
- Cosa…- sono senza parole, ma voglio conferme - …che cos’hai detto?-
Mi stringi forte, poggiandomi delicatamente il capo sulla tua spalla. Mi accarezzi ancora i capelli, come a rassicurarmi, la camicia è ancora umida nel punto dove prima ho versato le mie lacrime, in effetti non ho ancora smesso di piangere. In quel punto il tuo profumo si mischia al mio, creandone uno nuovo davvero invitante… Mi avvicino e annuso meglio, non mi rendo conto che mi stai osservando con la coda dell’occhio… Ridacchi e porti le tue labbra vicine all’orecchio…
- Ho appena detto, che ti amo, ragazzina, e ti amo più di quanto tu possa immaginare…-
Spalanco gli occhi e il pianto mi si blocca (finalmente). Stacco nuovamente il volto dalla spalla e mi porto ad un soffio da te… Mi regali uno di quei sorrisi di cui solo tu sei capace e mi rendo conto della vera importanza di quelle parole. Dopo lo shock, le lacrime tornano a inondarmi (no, vi prego, lasciatemi in pace!), ma per la felicità immensa che sto provando (mi chiedo se questa non è una buona scusa da parte della mia coscienza, non sto regalando una bella immagine di me, ma infondo non mi importa, ben vengano le lacrime se corrispondono a momenti così pieni di pathos).
- Ti amo… sigh… anch’io… sigh- Riesco a malapena a dirti.
Ti afferro con più forza e anche tu lo fai… Siamo stretti in un abbraccio da mozzare il fiato, un simile abbraccio non me lo sarei immaginato nemmeno nei miei sogni più gloriosi. La vicinanza estrema dei nostri corpi riaccende quella folle passione assopitasi giusto il tempo di assimilare ciò che di bello c’è tra noi. Afferri le mie labbra, con lo stesso impeto di prima ed io ti ricambio della stessa moneta. Le mani vagano sui nostri corpi, bramose di esplorare quel mondo tutto nuovo ma sempre conosciuto. Il respiro si affanna, mi appoggi nuovamente al muro per poterti sorreggere. Sento che voglio di più, che noi vogliamo di più… Apro i primi bottoni della tua camicia, mentre le tue labbra scendono a saggiare il mio collo, quando improvvisamente sentiamo delle voci che si avvicinano pian piano. All’inizio non ci faccio caso, ho altro per la testa, sinceramente! Ma ora le sento molto vicine… Volto il capo in direzione delle voci ed anche tu le senti, perché ti stacchi svogliatamente dal mio corpo. Ti giri verso di me donandomi un ultimo bacio.
- Non qui, andiamo in camera…-
Annuisco solamente ed avvampo al significato retorico di quelle parole. Il calore nel mio corpo non cenna a diminuire, mentre lui mi prende per mano e scendiamo frettolosamente le scale. Guardo indietro e sorrido, quel luogo rimarrà segnato a vita nel mio cuore…
Mentre scendiamo, noto che ti guardi intorno come in cerca di qualcosa. Inizialmente credo che sia per via delle nostre mani unite, è normale che non voglia causare uno scandalo, ma poi capisco che non è questo di cui ti preoccupi. Ad un certo punto ti fermi e guardi in direzione di un punto particolarmente in ombra tra le mura della nave. Mi trascini in quel punto e torni a divorarmi con forza. Devo ammetterlo, non pensavo neanche lontanamente che Masumi Hayami, il freddo presidente della Daito fosse, un tipo tanto focoso.
Al suono come di una ventosa, ci stacchiamo ansimanti, mi sorridi e poggi la tua fronte sulla mia, guardandomi di striscio.
- Perdonami, ma non ho resistito –
Rido di cuore, poi mi avvicino nuovamente alle tue labbra… Ma ad un millimetro da esse mi ritraggo ed esco dal buio.
Ti faccio una tenera linguaccia e ti dico:
- Se vuoi avermi mi avrai, ma prima… Prova a prendimi!-
Gli dico iniziando a correre. Lo sento dietro di me. Ridiamo come due bambini, o forse come due adolescenti innamorati.
Poi mi raggiungi e mi afferri la vita con le tue forti braccia, senza mai smettere di ridere.
Ci guardiamo intorno e notiamo una piccola folla che ci osserva. Imbarazzata mi stacco da te, mi afferri la mano e continuiamo a camminare.
Siamo quasi all’entrata dell’atrio, quando un’ufficiale della nave si avvicina a noi.
- Lei è il signor Hayami?-
- Sì, sono io…- Risponde all’ufficiale
- C’è una chiamata per lei, è la signorina Shiori Takamiya-
Ecco come un sogno meraviglioso può frantumarsi in mille pezzi. Eccolo, il richiamo alla realtà…
- Va bene, arrivo – Poi si volta verso di me poggiando le mani sulle mie spalle scuotendomi con forza – tu aspettami qui, non azzardarti a muoverti o ti cercherò per tutta la nave, abbiamo alcune cose da chiarire –
Mi guarda con forza, ma l’amore nei suoi occhi non si è ancora spento. Cercando di darmi forza, annuisco e lo lascio correre dalla sua “fidanzata”, che rabbia!!
Nell’attesa mi appoggio alla balaustra e osservo nuovamente le stelle, la luna, il mare.
Rimugino ancora sull’accaduto, quando sento dei passi dietro di me, il sorriso si allarga, è tornato… Mi volto, ma il sorriso mi muore in gola, un lampo di terrore attraversa i miei occhi, quando vengo afferrata per la gola. Con le braccia intrappolate dietro la schiena, vengo trascinata via con forza.
Ecco che quando un sogno sembra ormai realtà, il richiamo della vita ti riporta con i piedi per terra, torni ad essere l’inutilità di sempre. Mi rendo conto che non tutti i sogni diventano realtà, la vita non è un sogno che si avvera, ma assomiglia di più a quelle tristi storie di anime irrealizzate.

Continua…

* Il testo in corsivo, è tratto da "Sentimento" di Valerio Scanu (in realtà è solo cantata da lui, testo ed arrangiamento musicale gli sono stati ceduti da altri, ecco perchè preferisco i Linkin Park, che possiedono al 100% i loro brani)
http://www.youtube.com/watch?v=BhCk9JAMpE4

NOTE:
Due anni fa, guardando con mia sorella l'edizione di amici di quell'anno, devo ammettere che sono rimasta davvero folgorata da questo testo e dall'arrangiamento musicale. Non amo particolarmente le canzoni che vengono cedute ai ragazzi dei talent, ma questa fa eccezione. Il testo è poesia allo stato puro e l'arrangiamento musicale è simile ad una ninna nanna. L'ho subito ricondotto alla storia di Maya e Masumi, così l'ho inserito appena ho potuto. Devo dire che questa è stata la mia primissima volta che ho inserito un testo musicale per esprimere il pensiero dei protagonisti, spero sia stata all'altezza!
Grazie ancora a chi mi segue, ne sono felicissima!
Alla prossima ;)

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Non so spiegarmi cosa stia succedendo, non so perché quest’uomo ce l’abbia con me… Quali colpe posso aver commesso, tanto da far arrabbiare un uomo che non conosco?
Cammina davanti a me, deciso, mi trascina per le braccia, potrei gridare aiuto, ma sono paralizzata dal terrore. Non mi sono mai trovata in una situazione del questo genere. Inciampo in una trave e cado per terra, l’uomo si volta e mi ritrovo a fissarlo scioccata. Non capisco perché un semplice cameriere si debba prendere il disturbo di portarmi via. Già, ma portarmi dove? E perché?
Mi tira su con violenza e riprende a trascinarmi… Devo reagire, io credo nei sogni e non posso pensare che il mio si è interrotto per colpa di questo qui...
Respiro profondamente e cerco di trovare un po’ di coraggio.

- A…- no, non devo esitare, deve sentirmi qualcuno, chiudo gli occhi e con tutta la forza che ho in corpo urlo – AIUTO!!!!!!- ecco ce l’ho fatta, ora qualcuno mi troverà, si mi salveranno. Ho il respiro affannato, ma sorrido, un sorriso tra il terrorizzato e l’ottimista. Ma due occhi mi riportano alla realtà. Il suo sguardo è furioso, alza il braccio… Capisco le sue intenzioni, stingo con forza le mani ancora bloccate, serro gli occhi, le mascelle s’irrigidiscono.
Spam! Lo schiaffo arriva sonoro sulla mia guancia, cado all’indietro per la violenza di quel colpo. Perché? Perché mi succede questo? Calde lacrime inondano il mio viso, ma è rimasto solo questo di caldo in me…
Il gelo della sera mi penetra tra le membra sfatte. La giacca di Masumi che ancora indosso, è l’unica ancora di salvezza nella desolazione di questi attimi che sembrano non finire mai. Alzo gli occhi e li punto sul cameriere: sta ridendo e godendo davanti al mio strazio.
- Che c’è, ragazzina, ti è tornata la parola? –
Si avvicina, cerco di indietreggiare, ma inciampo e cado all’indietro. Una risata gelida esce dalla sua bocca, poi riprende ad avvicinarsi, si inginocchia davanti a me sfiorandomi una guancia, gelo a quel contatto e volto il capo per interromperlo. La mano rimane sospesa nell’aria, nei suoi occhi c’è una strana ira.
- Chi… sei – Cerco di domandare, dai miei occhi le lacrime continuano ad uscire come fiume – cosa… sigh… che cosa… sigh… cosa ti ho fatto? – riesco solo a dire.
Mi guarda, poi torna a ridere in modo gelido, tanto che mi viene la pelle d’oca.
- Già, cos’hai fatto- La sua mano con violenza incita il mio volto a guardarlo. – Sa, signorina Kitajima, non credevo che per battere la sua rivale Ayumi, avrebbe “addolcito” il presidente della Daito –
I miei occhi si spalancano dallo stupore, ma che dice?
- C..come scusi?- non ho ancora capito il nocciolo della questione.
- Sa, signorina, non credo ci si aspetterebbe dal mio lavoro, ma sono un cultore del teatro, amante dell’arte raffinata di Ayumi Himekawa.- Noto uno scintillio di follia trasparire dai suoi occhi.
A vederlo bene, è davvero inquietante. Nell’aspetto, non è niente di particolare, il classico “ragazzo nella norma”, ma i suoi occhi sono maligni. Mi aveva colpito quello sguardo da quando l’ho notato per la prima volta; se qualcuno mi avesse visto, mi avrebbe detto “quanti flash che ti fai”, ma per quanto ingenua possa essere, per quanto la parola “cattiveria” non faccia parte del mio vocabolario, non sono nemmeno così stupida!
Quello sguardo, si fa quasi omicida.
- Io amo tanto la signorina Ayumi. Sa, mi piacerebbe stare con lei per notti intere; quando la vedo sul palco, il mio corpo trema…- ho sempre più paura, mi sa tanto di “maniaco” quest’uomo. Devo dire ad Ayumi di fare attenzione ai suoi fans.
I suoi occhi, immersi tra il sogno e la pazzia, tornano a farsi violenti. Una sua occhiata e mi sento trapassare da mille lance invisibili. Ho le gambe molle, così come le braccia e la testa, tutto il corpo non reagisce, non risponde ai miei comandi, come scissi in due entità.
- Ora capisci?!- Mi dice facendomi rialzare e stringendomi con forza le braccia dietro la schiena, sento talmente male, che inconsapevolmente urlo. Ma la sua mano è subito pronta, come un fulmine va a tappare la mia bocca. Mi divincolo a quel contatto, non voglio che sia quella mano, ad eliminare il sapore di LUI da queste labbra.
Si guarda intorno e poi torna a ridere. Mi trascina in un luogo buio tra le mura della nave, proprio come qualche minuto prima aveva fatto Masumi. Chissà cosa stai facendo adesso... Aiutami Masumi, aiutami amico delle rose, amico, dovrei dire amore mio…
Un forte dolore al cranio mi riscuote, mentre vagavo tra i miei pensieri, si è dato da fare. Con violenza mi hai tirato per i capelli, facendomi sbattere violentemente contro la parete. Mi gira forte la testa, le gambe non resistono dal troppo tremore, sto per cedere. Ma prontamente vengo tenuta ferma da una mano. Ti guardo, mentre avvicini il tuo volto, mi giro, ma non me lo permetti e con altrettanta violenza mi serri le guance. Stai ridendo e per un’ulteriore volta mi chiedo il perché… Le lacrime non accennano ad arrestare la loro frenetica corsa, forse stanno cercando aiuto nella valle del mio viso, poi dolcemente attraversano il collo, posandosi sulla loro meta preferita, la giacca. Il pensiero di quella giacca mi porta al mondo dei sogni, non voglio che il mio sogno svanisca. Per la seconda volta cerco di urlare, ma le labbra vengono tappate dalle sue. Viscide, sanno anche di alcol, sento che sto per vomitare. Le orecchie mi fischiano. Aiuto, Masumi aiutami ti prego!
- Ora avrai quello che ti spetta, ti tratterò per quello che sei, una sgualdrina! Così la dea scarlatta sarà solo di Ayumi… e poi avrò anche lei…-
Le sue mani si insinuano minacciose tra la giacca, che prontamente apre, facendo saltare i bottoni, liberi, almeno loro, di tintinnare nel pavimento e trovare la via di fuga. Cerchi di liberarti interamente della giacca, ma le mie mani si stingono su di essa, non mi porterai via anche da questo. Singhiozzo incontrollata, vorrei solo svegliarmi dall’incubo e trovarmi tra le braccia del mio Masumi.
Ma la tua presa è più forte della mia, così finisci per strappare la giacca. Rimango inerme, non rispondo più, non mi divincolo più, il mondo mi sta crollando. Sarà questione di minuti e poi mi violenterà, serro gli occhi, non voglio vederti in faccia. Così aspetto, il mio tempo è completamente confuso, passano i secondi, poi i minuti, poi ore, ma sembra che il fatidico momento non arrivi mai… In effetti sta passando troppo tempo, non avverto più nè l’alcol tra le mie labbra, nè quel gelo nella bocca dello stomaco, o le sue mani insinuate in una qualche parte di me. Mi faccio forza e schiudo lievemente un occhio, che si specchia con uno che non sa né di violento, o tantomeno di maniaco, ma è uno sguardo un po’ innamorato e un po’ infuriato, spalanco gli occhi, lacrime di gioia escono finalmente dai lati della mia luce. Butto disperatamente le braccia sul tuo collo e mi lascio andare ad un pianto liberatorio.
-Masumi…sigh… oh, Masumi… - riesco solo a dire. Mi stringi forte cercando di rassicurarmi.
- E’ finito, è tutto finito- mi dici accarezzandomi dolcemente i capelli. Non sono mai stata tanto felice di rivederti, sei il mio salvatore. Guardo dietro le tue spalle e noto il corpo inerme del cameriere. Ulteriori lacrime sgorgano a fiume, mi appiglio a te con maggior forza.
-Grazie… grazie per avermi salvato…-
Alzo lo sguardo e lo porto al tuo, annullo la distanza tra le nostre labbra e ti regalo il bacio più dolce dell’intera serata. In quel bacio esprimo l’immensa gratitudine per essere stata salvata, la gioia di averti finalmente ritrovato.
Interrompi dolcemente il contatto tra le nostre labbra e sempre accarezzandomi i capelli mi dici:
- Maya, stai tranquilla, chiameremo la sicurezza e faremo arrestare quest’uomo, ma ho bisogno che mi racconti cosa è successo-
Sapevo che me l’avresti chiesto. Così, ci accomodiamo per terra e facendomi cullare dalle tue braccia ti racconto di ogni cosa. Ad ogni pezzo vedo i tuoi occhi trapassati da stupore, rabbia, incredulità ed infine furia omicida, volti il capo verso l’uomo svenuto e gli lanci talmente tante fulminate, che persino Zeus ne sarebbe invidioso… Le mie mani si posano sul tuo viso, riportando l’attenzione su di me…
- Speravo che arrivassi e così è stato.- poi noto due piccoli oggetti lasciati cadere nel suolo. La rosa ed il caleidoscopio, mi volto verso di te e sto per chiedertelo quando mi anticipi.
- Dopo la chiamata, che ti racconterò dopo- mi rispondi subito, notando il mio sguardo un po’ preoccupato e un pò curioso, poi continui – ti dicevo, dopo la chiamata, sono tornato fuori… Non vedendoti, ho pensato che eri tornata su, nel punto più alto della nave. Ho corso, ma raggiunta la cima con stupore non ho trovato te, ma quelli- dici indicandomi la rosa ed il caleidoscopio.
- Credo che dalla “fretta” del momento li abbiamo dimenticati per terra…-
Al pensiero non posso fare a meno di ridacchiare…
- Così, ho iniziato a cercarti ed a chiedere in giro, fin quando non ho sentito i tuoi sospiri lamentosi…- Vedo un lampo di tristezza nei tuoi occhi, che diventano lucidi al ricordo della scena.
- Mi sono sentito morire alla vista di lui che cercava di violentarti… Non ci ho visto più e l’ho preso a pugni-
Spalanco gli occhi, piccole lacrime escono anche dai tuoi occhi. Ti abbraccio forte, se non ci fossi stato, non so come sarebbe finita l’intera storia.
- Scusami, Maya, se non ti ho protetto… Mi dispiace di averti fatto soffrire…-
Guardo quegli occhi pieni di lacrime, con mano tremante cerco di asciugarle un po’. Sono ancora scossa per la violenza quasi subita, ma da questa violenza, ho capito che non posso rinunciare al mio sogno.
Sono ancora tra le tue braccia, mi sento di nuovo a casa, al sicuro, al caldo. Sì, mi sento al caldo... Alla tua vicinanza il fisico reagisce, stanco di aspettare, stanco di stare lontano da te. Catturo le tue labbra e tu ricambi con infinita dolcezza. Poi ti alzi ed io ti seguo, recupero gli oggetti ed afferro la tua mano.

- Andiamo in camera…- mi dici- ci sono tante cose su cui discutere, e poi…- volti lo sguardo indietro, verso il mio violentatore, so cosa intendi: non vuoi stare un secondo di più alla vicinanza di quel mostro. Avrà vita breve, è certo, domani sporgerò denuncia.
Iniziamo ad incamminarci, così, mano nella mano, Masumi e Maya, le anime gemelle.
Voltiamo le spalle a quel triste scenario, voglio dimenticare questa triste esperienza… La notte non è ancora finita ed il mio sogno si sta pian piano avverando. Non voglio sprecare un attimo di te, ma voglio viverti a pieno.
Guardo le stelle brillare nel cielo. Ringrazio la mia stella per averci fatti incontrare…

Continua…

NOTE:
Per chi ha letto "Dolce Magia" (chi non l'ha fatto e vorrà farlo, è meglio non legga il resto per possibili spoiler), mi sono ispirata a questo violentatore per tutta la parte "in giallo" presente nella ff. Anche se sono una romanticona, non posso fare a meno di inserire dei pezzi più drammatici.

Al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Un breve click apre la serratura della porta. Varchi la soglia sicuro, portandomi dentro con te. Accendi la luce, faccio una panoramica generale, non posso fare a meno di arrossire.
La stanza è davvero enorme, credo sia una suite. Un letto a baldacchino è posto al centro; vi sono due poltrone e qualche sedia sparse per la superficie; un piccolo tavolinetto è posto in un angolo; un vaso poggiato su di esso, raccoglie in se tante rose rosse; un televisore al plasma di ultima generazione è posto frontalmente al letto; un bellissimo tappeto persiano ricopre il pavimento di marmo bianco.
E’ davvero molto bella, sembra la stanza di una principessa. Mi torna in mente il periodo di soggiorno in casa di Ayumi, mi sento come allora, completamente fuori luogo… Ma non devo farci caso, sono con Masumi e non importa dove, come e quando, ma voglio stare insieme a lui, anche sotto una tempesta mi andrebbe bene, purché ci sia lui affianco a me.

Il chiudersi della porta, mi fa voltare, ma vengo afferrata per i fianchi e coinvolta in un passionale bacio. Non mi sazierò mai di queste labbra, è bellissima la sensazione del tuo sapore mischiato al mio, un mixer di vera bontà. Mi stacco dolcemente da te, poi mi libero del caleidoscopio poggiandolo sul tavolinetto circolare, mentre la rosa la metto a far compagnia alle sue cugine, faccio un passo indietro per ammirare il vaso, come spicca quel blu in mezzo a quel mare di rosso. E’ come il nostro amore, circondato da una grande tempesta. Mi volto verso te, prendo una mano e la avvicino alla bocca, ma mi fermo a pochi millimetri da essa. Le nocche delle tue mani, sono tinte dello stesso scarlatto delle rose. Alzo lo sguardo e lo porggio sul tuo, mi sorridi di rimando. Torno a fissare quella mano, devi esserti fatto male mentre prendevi a pugni il maniaco.
- Aspettami qui – ti dico solamente. Entro nel bagno, dove per poco non svengo alla vista di quella enorme vasca da bagno. Scuoto violentemente la testa, non è questo il momento di pensare a certe cose…
Mi avvicino al lavandino, apro il rubinetto ed avvicino un fazzoletto, che fortunatamente mi ritrovavo ad avere in tasca. Lo strizzo e torno da Masumi, rimango incantata alla vista di quello splendore. E’ seduto alla base del letto, intento a fissare il sangue colare dalla sua mano, il suo sguardo è perso nel vuoto, soffro a vedere quello sguardo, non voglio si senta in colpa.
Mi avvicino piano, talmente piano che sussulta lievemente trovandomi inginocchiata davanti a lui. Prendo la mano con quanta più delicatezza possibile e piano inizio a pulire la ferita. Non diciamo niente, assaporiamo semplicemente quel piccolo contatto che sprigiona in se tanto amore e dolcezza. Questa mano è testimone dell’amore che provi per me, il suo sangue è come il tuo pianto alla vista del violentatore, sento tutto dentro te piangere frustrato, ma voglio infonderti, al mio tocco, la rassicurazione che le tue paure sono infondate, sei il mio eroe, lo sei sempre stato, mio caro donatore di rose.
La ferita è ormai pulita, così torno nel bagno a sciacquare il fazzoletto, poi torno e con lo stesso ti faccio una fasciatura.
- Ecco fatto.- dico soddisfatta ad opera compiuta. Torno a guardarti, non posso vedere i tuoi occhi soffrire.
Accarezzo piano il tuo volto, poso un piccolo bacio su quegli occhi.
- Non sentirti in colpa, non ce n’è motivo- cerco di rassicurarti.
- Non sono arrivato in tempo… se fossi arrivato anche un secondo dopo…io… io…- serri le mani a pugno, sei arrabbiato, lo so, ma non voglio passare il resto della notte a pensare a quel brutto episodio.
Mi siedo accanto a te, prendo le tue mani tra le mie e ti volto il capo, a fissare i miei occhi.
- Ascoltami… Sono delusa e amareggiata tanto quanto te, credimi… O forse anche di più- gli sussurro con infinita tristezza, una sua mano va a sfiorare le mie labbra, quelle stesse labbra che fino a pochi attimi prima, hanno assaporato un contatto non richiesto. Un brivido di gelo mi percorre al solo pensiero, ma è solo un attimo, cpoi torno al presente guardando lui…
- Non voglio più soffrire, o tantomeno che sia tu a farlo- ti regalo un lieve sorriso, poi continuo – in quegli attimi, ho capito che nonostante ci fossero tante cose a separarci, il mio desiderio era di poter accarezzare questa pelle…- poggio una mano sulla tua guancia, accarezzandola lievemente-… ammirare questi occhi…- il mio sguardo si fa languido, notando di essere altrettanto ricambiata -…sentire il tuo profumo…- poggio il capo sul tuo grande petto e annuso il tuo odore-… assaporare queste labbra…- alzo il volto e poggio le mie labbra sue tue, il mio corpo è percorso da una scarica elettrica, ma rompo delicatamente il contatto. A quel gesto fremi, ma ho bisogno che capisca…
- Io ti voglio, Masumi e ti desidero, non per una sera…- ti fisso determinata come non lo sono mai stata- ma voglio essere tua… Per Sempre!!!-
I tuoi occhi si spalancano, forse non ti aspettavi che potessi dirti tutte queste cose, in effetti, dopo quel poema, un lieve rossore mi imporpora le guancia. Abbasso il capo, che prontamente rialzi, i tuoi occhi sono pieni di desiderio, di amore… Quanto amo i tuoi occhi.
- Maya…- mi dici accarezzandomi un fianco, poi il tuo braccio si posa dietro la schiena e con un movimento rapido e deciso mi avvicini a te. Poi mi stringi tra le tue braccia ed io ti stringo con la stessa forza -… ti amo, Maya- continui senza mai smettere di accarezzarmi. Mi allontani piano e mi fissi con la stessa intensità con cui mi guardavi sopra il ponte. Una tua mano si fa spazio tra i miei capelli, accarezzandomi sensualmente la nuca, avvicini le labbra al mio orecchio, soffi piano ed io rabbrividisco, poi mi sussurri:
- Ragazzina, vuoi essere mia?-
I battiti del cuore aumentano a dismisura, gli occhi si inumidiscono, tra la passione e la gioia di quelle parole. Sorrido portando le mani dietro il tuo collo e rafforzando il contatto su di me… sussulti, ma continui ad accarezzarmi. Cerco di eliminare quel senso di imbarazzo che mi tormenta da tutta una sera, ora che ti ho qui, dopo quello che mi hai chiesto, devo superare il pudore che ancora, lievemente, mi blocca. Ho un po’ paura a ciò che sta per accadere, ma sento che se sei tu a sciogliere le catene che mi rendono ancora una “ragazzina”, allora sarò felice di accogliere questa dolce tortura.
Così, mentre piano accarezziamo ogni parte delle nostre schiene, ti rispondo:

- Sì, Masumi… E’ da tutta una vita che aspetto di essere tua…-
Alzi nuovamente il capo e mi fissi in modo passionale. Sento un fuoco avvampare dentro il mio corpo, ma anche tu stai bruciando; la mia mano, che timida ti sbottona la camicia, si scotta al contatto della tua pelle.
Catturi le mie labbra e piano mi stendi nel letto.
Quello che accade dopo è il frutto di anni di silenzi, di parole non capite, cose non dette, ma sempre sapute. Il mio corpo freme ad ogni tua carezza, ad ogni tuo bacio. Quelle attenzioni mi mandano in tilt, il cervello si sconnette, facendo si che il mio corpo agisca indisturbato da futili, banalissimi pensieri.
Un’audacia di cui non mi credevo capace, muove il mio corpo. Bramo desiderosa ogni pezzo di te, non saziandomi mai.
Ad ogni tuo tocco il cuore mi salta in petto, l’emozione di quelle carezze non può essere capita da chi non ha mai incontrato l’anima gemella. Ed ora più che mai, capisco quanto ti abbia amato nel profondo, senza mai ammetterlo.
Senza mai staccarci, ci liberiamo degli indumenti, un ostacolo inutile, dato che le nostre anime sono state messe a nudo da un bel pezzo. Torno ad assaporare ogni parte di te, sei più dolce di qualsiasi dessert, sei più focoso di qualsiasi camino alimentato a legna. Ad alimentarci non è la semplice legna, i nostri fuochi non si spegneranno con la semplice pioggia… Solo Dio, sa cosa siano i nostri sentimenti, la profondità di ciò che ci unisce può essere compresa solo dal signor Universo.
Davanti ai miei occhi vedo l’arcobaleno rifiorire, si dice che alla base dell’arcobaleno vi sia un tesoro, mi basta alzare un solo braccio e lo trovo. Sorrido stringendoti ancora più verso il mio petto.
Noto con piacere che anche tu, non sembri saziarti di me. Man mano che mi accarezzi, sussurri dolci parole d’amore seguiti da profondissimi “ti amo”.
I nostri corpi vibrano dall’intensità delle carezze. Dalle labbra profondi sospiri escono incontrollati. I nostri gesti sono un misto tra passione e dolcezza. Cerco di fissarmi l’immagine del tuo corpo in questo momento, sei bellissimo, lo sei sempre, ma in questo momento il tuo sguardo è finalmente “felice”, come il mio del resto. Il tuo corpo farebbe invidia alla più bella divinità greca. Mi sento fortunata ad averti per me.
Il semplice accarezzarci non basta più. Mi lanci un’occhiata, in cerca di conferme, annuisco, non riesco a parlarti, sono troppo occupata ad assaporare tutto questo.
Così, delicatamente ti fai spazio in me, all’inizio fa un po’ male, ma è solo un attimo, poi svanisce via e finalmente tocco il cielo con un dito. Ti amo Masumi, non smetterò mai di dirtelo.
I nostri corpi combaciano perfettamente, non aspettavano altro che essere riuniti, come due pezzi dello stesso puzzle, rimasti lontani per troppo tempo.
La danza dell’amore accompagna il dolce cullare delle onde del mare, “io” e “te” adesso siamo “noi”. Vorrei gridarlo al mondo intero, vorrei gridarlo a questo mare, complice di questa magia che cresce ad ogni tuo movimento dentro di me.
Raggiungiamo insieme il paradiso, poi il tuo corpo si affianca al mio, ti accarezzo i capelli, felice più che mai…
-Ti amo- ci ritroviamo a dire nello stesso istante, tanto da scoppiare in una calda risata.
E’ così bello averti qui, accanto a te.
Ti ho donato un pezzo di me, ma ora so di possedere non solo il tuo cuore, ma la felicità, la luce, la gioia, la passione, la forza, il possesso, la protezione, l’ammirazione, l’amore…
Ogni sentimento di te, l’hai donato a me…
Dalla finestra della cabina, guardo ancora una volta le stelle, il mare, la luna…
Poi guardo te e poi riguardo le stelle… Vi ringrazio per avermi fatto compagnia per tutto questo tempo, care stelle, ma ora non ho più bisogno di voi, la stella più bella risiede qui, accanto a me e vi giuro che nonostante la bufera è ormai alle porte, non la lascerò mai abbandonare il caldo del mio cuore…

Continua…

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Un lieve raggio di luce inonda la stanza di un tiepido calore. Mi accarezza dolcemente il viso, mi volto dall’altro lato, cercando di non svegliarmi, ma un forte odore di caffè mi invita ad aprire gli occhi.
Vedo appannato, a causa del brusco risveglio. Sbadiglio e mi stropiccio gli occhi per svegliarmi.
Do una rapida occhiata a ciò che mi circonda: la prima cosa che noto è un enorme tavolo circolare posto davanti al letto, con sopra ogni tipo di pietanza.
Mi siedo, il lenzuolo cade dolcemente fino alla vita, ritrovandomi con il petto nudo. Rimango un attimo a fissarmi, ancora intontita dal sonno, poi il viso assume un colorito rossastro e rapidamente mi copro. Mi guardo nuovamente intorno, ma Masumi non c’è… Tiro il lenzuolo, lo avvolgo nel corpo e mi avvicino alla porta del bagno. Busso timidamente.
-Masumi? – non viene alcuna risposta, ma ritento – Masumi, sei lì dentro??-
Poggio l’orecchio nella porta, non sento alcun rumore.
Sospiro sconsolata, chissà dov’è… Volto lo sguardo verso il pallido sole, mi avvicino alla finestra ed ammiro lo spettacolo dell’alba. Le mie amiche stelle se ne sono andate, così come la luna, che lascia il posto all’amato sole. Poggio una mano sulla superficie trasparente. Che meraviglia, se solo ci fosse lui con me…
Sobbalzo al tocco gentile di due mani che si posano sulla vita. Mi volto, ed i miei occhi finalmente tornano alla loro vera luce. Mi soorride caloroso ed io ricambio. I nostri volti si avvicinano e torniamo a baciarci dolcemente. Questo bacio mi riporta a qualche ora fa, molto prima che le braccia di Morfeo mi portassero nel loro mondo. Ripercorro ogni gesto, ogni emozione e quell’amore incontrollato torna ad avvolgermi.
Mi volto nel tuo abbraccio, portando le mani tra i tuoi capelli, mi sollevi a qualche centimetro da terra e non posso fare a meno di sorridere tra le nostre labbra. 
Dopo un po’ ci separiamo, lanciandoci occhiate cariche d’amore, torni a vedere i mille colori del mare oltre la finestra, così scendo dalle tue braccia e mi volto anch’io. Rimaniamo così, abbracciati di fronte all’immensità del mare, nostra alleata in questa strana crociera.
Ogni tanto porto il capo all'indietro, giusto per scorgere le mille sfumature del tuo sguardo perso nell’orizzonte. Adoro vederti così: sei sereno e dai tuoi occhi, non traspaiono né frustamente, o rabbia, tipici dei giorni precedenti. In questo momento non hai bisogno di apparire, perché “sei”. Sì, con me puoi permetterti di essere solamente Masumi, lasciando a casa cognome, titolo e prestigio, con me sei libero di essere un comune “uomo”.
Il tuo sguardo si abbassa, credo mi abbia scoperto a fissarlo più volte di seguito. Volto lo sguardo imbarazzata, sembra assurdo dopo la “focosa” notte d’amore, ma un suo sguardo è capace di scuotere in me ogni sorta di emozione…
- Maya…- mi dici con tono serio, tanto che mi volto nuovamente.
- Sì, Masumi?!- rispondo dubbiosa da quel tono estremamente concentrato. Lo sguardo è duro, mi chiedo cosa voglia dirmi, ma credo di sapere dove andiamo a parare…
- Dobbiamo parlare di tante cose…-
- Lo so…- rispondo con gli occhi un po’ lucidi, ho paura di ciò che potrà dirmi, ho paura di sentire “E’ stato bello, ma devo sposarla lo stesso…”. NO! Non devo pensare a queste cose, Masumi mi ama e non devo dubitare.
Mi trascini con una mano, facendomi accomodare nel grande divano. Una volta seduti, ti volti guardandomi dritta negli occhi.
- Hanno arrestato il tuo violentatore, non devi avere più paura che perseguiti né te, né Ayumi…- I tuoi occhi s’infuriano al ricordo dell’episodio ed io non posso fare a meno di tremare violentemente. Due lacrime mi rigano il volto. Nonostante sia felice, l’immagine di quell’uomo resterà una macchia indelebile nella mia vita. Scacci via le lacrime con una mano e con esse porti via i brutti ricordi.
- Poi, dobbiamo parlare di altre cose…- mi dici fissandomi intensamente. La tua bocca si apre e poi si chiude, poi mi riguardi. Ti vedo indeciso se dirmi una cosa o no.
Ti alzi e mi ritrovo a seguire con lo sguardo ogni tuo movimento.
- Ripensandoci, forse è meglio fare colazione prima…- mi dici sedendoti ad un lato del tavolino.
Sospiro, la discussione è rinviata. Mi alzo anch’io tirandomi dietro la coda del lenzuolo. Arrivata al tavolino cambio idea, no, mi sa che la discussione è appena iniziata.
Sopra al mio piatto è elegantemente adagiata una rosa viola.
Mi guardi con la coda dell’occhio, all’apparenza fai finta di niente, ma so che stai aspettando la mia reazione. Non voglio darti questa soddisfazione, devi essere tu a dirmi la verità.
Mi siedo elegantemente, prendo la rosa tra le mani, tocco un petalo per sentirne la morbidezza, poi la porto ad altezza del naso, per assaporarne il profumo, chiudo gli occhi e quando li riapro ti guardo intensamente e con sfida. Cosa mi dici adesso?
La tua faccia è semplicemente sconvolta, assomigli ad un simpatico pesce, che con la boccuccia fa uscire bolle d’aria davvero molto graziose…
- Maya…- cerchi di iniziare, rimanendo imbambolato ad osservare la mia non-reazione.
- Sì, Masumi?- ti dico, cercando di apparire il più tranquilla possibile… In realtà vorrei togliere con forza questo tavolino, che mi è solo d’ostacolo, mi butterei al tuo collo gridandoti un “ti amo” seguito da un “ti amo, mio caro ammiratore”. Ma vedere la faccia buffa che fai, mi trattiene dal mio vero intento.
- Maya, ma tu…- tossisci leggermente, come per ritrovare la solita compostezza - tu… come mai non dici niente?-
Poso teatralmente la rosa sul tavolo, vi poggio un gomito e il mento sopra la mano.
- Perché, cosa vuoi sentirti dire?-
- Ma, per te quelle rose hanno un significato profondo….-
Con la coda dell’occhio guardo la rosa, poi torno ad osservare te.
-Lo so, io amo queste rose- dico sfiorando con le dita i soffici petali – le amo quanto il suo proprietario…-
Spero capisca che voglio una vera confessione.
- E dimmi Maya- dici con apprensione sempre crescente – tu sai chi ti manda queste rose?-
- Ho qualche idea…- rispondo sul vago.
- Maya- dici con convinzione – io non so cosa sai, ma quello che sto per dirti potrebbe farti infuriare…-
Ti alzi dalla sedia per sederti sul letto, di fronte a me. Prendi una mia mano e la accarezzi dolcemente. Alzi lo sguardo, posso leggervi dentro ansia, paura, ma decisione. Una mano si fa strada nel grande tavolo, prendi la rosa imitando i miei gesti, la tocchi, poi l’annusi… Infine la porgi a me.
- Sono io il tuo ammiratore.- Conciso e diretto, è questo il Masumi che amo.
Un gran sorriso si fa spazio tra le mie labbra, levo la rosa da te e lo porgo tra le mie mani, la faccio ruotare dolcemente, poi ti guardo sognante.
- Lo so- Rispondo con estrema semplicità.
Il tuo sguardo si rilassa, poi mi tiri per le mani e mi ritrovo tra le braccia che mi hanno amato stanotte, su questo stesso letto… Amo tutto questo.
- Da quanto lo sai?- mi chiedi alzandomi il capo.
- Da Lande Dimenticate…- ti rispondo con sincerità.
I tuoi occhi si riempiono di lacrime. Abbassi il capo per non far vedere che scorrono frenetiche.
Mi abbasso anch’io per vederlo in faccia ed asciugo le lacrime.
- Non c’è bisogno di piangere, siamo insieme, adesso ed è questo che conta…-
Per farti capire che non sono arrabbiata, avvicino i nostri volti, posando un piccolo bacio tra le soffici labbra.
- Perdonami, Maya, ti ho fatto soffrire immagino…- mi dici rammaricato, non sopporto vederti soffrire.
Basta! Non ci deve essere rammarico tra di noi ne tantomeno sensi di colpa per ciò che non è stato fatto.
Mi alzo con forza da te, decisa, forse come non lo sono mai stata, ti alzo il volto e ti regalo un bacio da mozzare il fiato, ci metto dentro tutto l’amore, tutta la gratitudine che provo verso te, Masumi, mio amato ammiratore…
Mi stacco, noto che sei in uno stato piacevolmente confusionale.

- Ti amo, Masumi, mio caro ammiratore…- ti dico accarezzandoti suadente… Siamo lì lì per fare il bis di questa notte, ma come dicevi tu prima:
-Ci sono delle cose che ti devo chiedere…- ti dico affannata, il corpo nega queste parole, vorrebbe fare altro… Ma ho bisogno di sapere, o potrebbe non esserci più un’altra occasione…
- Dimmi tutto, Ragazzina…- quel ragazzina suona come una frustrazione più che una semplice beffa, ti capisco, sono scontenta ed insoddisfatta almeno quanto te, ma non è il momento di pensare ai bollori, se ci sarà modo, dedicheremo tanti altri momenti futuri per certe attività…
- Vorrei sapere cos’è successo durante la chiamata, prima che mi trovassi con… Be, cosa vi siete detti?- non so se mi sono spiegata adeguatamente, ma ho troppa paura per riuscire a dirtelo in altri modi.
Sospiri, sai che da qui in poi un ciclone travolgerà la nostra tranquilla imbarcazione.
- Shiori mi ha chiamato per scusarsi di non essere venuta- mi dici, poi mi fai sedere sulle tue gambe e mi culli come una bambina. Cerchi di rassicurarmi, che dolce!
- Mi ha detto che era rimasta bloccata nel traffico per via di un incidente… Le ho detto che non importava…- mi guardi dritto negli occhi…
-Le ho detto che non importava, perché avevo bisogno di stare solo per riflettere…- Ridi di cuore, hai inventato la scusa più stupida del mondo…- e poi ho aggiunto che dovevo parlarle, non in privato ma in presenza di mio padre e suo nonno…- TU-TUM-TU-TUM TU-TUM, lo sento, il mio cuoricino, galoppare all’impazzata…
- Maya- mi dici voltandomi e prendendomi per mano- Ho deciso di lasciare Shiori… Perché io voglio vivere per sempre insieme a te…-
Mi porto le mani davanti alla bocca, scossa da un forte tremore, dagli occhi escono fiumi di lacrime. Il cuore non capisco quando smetta un battito e ne inizi un altro.
-Maya…- continui – io ti amo, e non m’importa se a causa del nostro amore scoppieranno scandali, o se Shiori tentasse di suicidarsi, o se mio padre mi cacciasse dalla Daito… Io vivo per te, Maya. Il mio cuore non esiste se tu non ci sei… Ti prego, Maya… Semplicemente amami…-
Ci fissiamo intensamente, io non riesco a parlare, un nodo mi blocca la gola… Poi ti vedo infilare una mano nella tasca della giacca ed uscirne un piccolo cofanetto blu. Me lo porgi ed io con mano tremante lo afferro e lo apro. Sono senza parole…
Ti guardo sorpresa e tu mi sorridi.
- Ma, io… tu… quando…-
- Li ho presi mentre una certa persona dormiva…-
Ti faccio una piccola linguaccia, ma poi torno a far compagnia al tuo corpo, che non brama altro se non averlo di nuovo tutto per se…
I nostri corpi tornano ad essere uno solo, le nostre anime da ora in poi non si separeranno mai, ma saranno sempre una.
Così, anche se ci ritroviamo a scendere da ponti diversi da questa splendida nave, un filo invisibile ci lega.
Al tuo occhiello è posta una magnifica rosa rossa, piccolo omaggio del vaso della suite.
Tra le mie mani tengo ancora la rosa blu che mi hai donato.
Una rosa blu unita ad una rossa danno un’unica rosa viola…
Il frutto del nostro amore mi accompagnerà ogni giorno, la promessa di felicità vivrà negli orecchini a forma di rosa viola, che da ora in poi non abbandonerò mai.
Una bufera si prospetta all’orizzonte, la nostra calda imbarcazione dovrà affrontare quell’ennesimo ostacolo, ma infondo non importa. Perché se accanto a te c’è la persona che ami, non importa dove, quando e perché, ma importa solo il vostro amore… Il noi può affrontare ogni cosa.
Mi volto ad ammirare l’astoria, sorrido più felice che mai, poi torno a camminare.
Sì, non importa cosa succederà da oggi in poi, voglio solo percorrere la rotta del mio futuro in compagnia dell’uomo che amo, così, anche dopo una tempesta, potrò guardare indietro, sorridere e dirmi: nonostante tutto… Navigar m’è dolce in questo mare…

FINE… anzi no, è solo l’inizio…

Siamo giunti alla fine di questo magico viaggio, ho deciso di concluderla in questo modo poiechè il mio obiettivo era scrivere di Maya e Masumi durante la crociera, nè più nè meno.
Grazie a tutti coloro hanno seguito la mia storia nonostante gli eventi narrati in realtà siano stati già illustrati nel volume 47, ma ripeto, ho scritto questa ff due anni fa e mi faceva piacere condividerla anche qui.
Un bacio e buone feste di natale ♥

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