Avventura nello spazio di Ranpyon (/viewuser.php?uid=4468)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Richiesta di aiuto ***
Capitolo 2: *** Il ritorno degli alieni ***
Capitolo 3: *** Di nuovo una squadra ***
Capitolo 4: *** Partenza... con sorpresa ***
Capitolo 5: *** Primi pericoli ***
Capitolo 1 *** Richiesta di aiuto ***
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Ciao a tutti
e ben ritrovati, sono Ranpyon!!!
Ho deciso di
caricarmi di lavoro e di ammazzarmi durante quest’estate, ma voglio
assolutamente pubblicare questa fanfiction… Non so se l’aggiornerò
frequentemente - molto probabilmente no – però… insomma… è una ff che molti di
voi mi hanno richiesto. E chi sono io per deludere le aspettative dei lettori??
…Credo che
ormai abbiate capito…
Si tratta
nientemeno che del seguito di UN ANNO DOPO!!
Come ho già
detto molti di voi mi hanno chiesto il seguito di quella lunghissima fanfiction
conclusasi qualche tempo fa…
Ed ora ho
mantenuto la promessa, mi sono messa all’opera!!!
Dunque… in
questa nuova avventura troveremo le MewMew più grandi di quattro anni rispetto
all’ultimo capitolo di UN ANNO DOPO. Le nostre cinque (?) ragazze si troveranno
ad affrontare una missione forse troppo grande per loro… o forse no…
Per le fan di
Kisch (me inclusa XD): avverto che il bellissimo alieno sarà una presenza
costante nella ficcy. Non all’inizio magari, ma dato che la storia gira intorno
alla razza aliena e allo spazio, sarà un personaggio importante… Single,
purtroppo, perché Strawberry, come ben sapete, è sposata con Ryan… Ma chi lo sa,
magari nel corso della storia potrei affiancargli una compagna… (Non Ringo, eh,
Kuroneko? ^^’’)
Comunque, per
tenere fede a UN ANNO DOPO, ho deciso di usare i nomi del cartone animato,
proprio come avevo fatto per la prima fanfiction.
Cercherò di
non prolungare troppo questa storia, perché per voi leggere altri 62 capitoli
sarebbe veramente troppo… eheh… ^^’’
Comunque vi
ringrazio per l’attenzione!
Ora vi lascio
al primo capitolo di AVVENTURA NELLO SPAZIO!!
Ci vediamo in
fondo al capitolo!!
Ciau!!
Ranpyon!
PS: Per chi
non avesse letto UN ANNO DOPO e non ne abbia voglia (beh, vi capirei, sono
tantissimi capitoli), o anche per chi non se la ricordasse: leggete l’ultimo
chappy, il 62, che è una specie di riassunto dell’intera storia!!
Buona
lettura…!!
**AVVENTURA NELLO SPAZIO**
Capitolo 1
Richiesta di aiuto
“Caro diario…
Forse sono un po’
cresciuta per scrivere sulle tue pagine, ormai…
Ma sai, non riesco
ancora a farne a meno.
Ormai sono grande,
ho da poco compiuto ventiquattro anni… E la mia vita scorre tranquilla come mai
mi era successo prima. Non ricordo molto del periodo in cui ero una MewMew,
anche se molto spesso mi ritrovo a pensare con nostalgia a quei tempi… Ancora
oggi non posso dire di essere del tutto convinta di voler essere una ragazza
normale… Eppure prima questo era il mio unico desiderio. L’unico pensiero che
occupava costantemente la mia mente era di tornare normale, di poter vivere come
una semplice ragazza. Ma forse la vita tranquilla e agiata che ho sempre
desiderato non fa per me… Io, abituata a combattere per salvare la terra,
compito affidatomi per ben cinque anni… Io, che ho rischiato mille volte la vita
per salvare le persone a me care, ora rimpiango quei tempi.
Può sembrare
strano. Parecchio strano.
Ma purtroppo sono
fatta così. Durante questi anni ho vissuto qui in America con Ryan e Miki nella
più completa felicità. Ho deciso di non lavorare e di passare più tempo
possibile con mia figlia, che ormai ha quattro anni e mezzo… E Ryan non ha
obiettato, sapendo che per me era importante…”
Il trillo di un
campanello distolse l’attenzione di Strawberry dal suo diario personale.
Sospirò, chiudendolo lentamente e riponendolo accuratamente nel primo cassetto
della scrivania. Si alzò dalla sedia stiracchiandosi, mentre il trillo si faceva
sempre più insistente. Si voltò per uscire dalla stanza, ma una figura, appena
arrivata, le si parò davanti.
La piccola Miki,
con le manine poggiate sulle orecchie, attirò l’attenzione di sua madre urlando
forse un po’ troppo forte.
“Quel coso non
smette di suonare, mamma!!” si lamentò la piccola battendo un piede a terra.
Strawberry sorrise
dolcemente e si chinò verso sua figlia, poggiandole con delicatezza una mano
sulla testa.
“Quel coso si
chiama forno, Miki… E trilla perché ci sta avvertendo che sono pronti i
biscotti” spiegò pazientemente prendendo in braccio la piccola.
Dal canto suo, la
ragazzina spalancò la bocca, entusiasta di aver fatto una nuova scoperta.
Miki Shirogane,
quattro anni e mezzo. Una bambina molto dolce e tranquilla. Capelli rossicci a
caschetto che le arrivavano poco più giù delle orecchie. Profondi occhi blu.
Molto simili a quelli di suo padre, nonostante la tonalità più scura. La piccola
Miki era l’oggetto constante dell’attenzione dei suoi genitori che non le
avevano mai fatto mancare niente.
“Allora andiamo a
prendere i biscotti!!” esultò portando le braccia intorno al collo della madre,
stringendola affettuosamente. Strawberry non potè fare a meno di sorridere:
quella bambina era la sua fonte di gioia… Senza di lei quella casa non sarebbe
stata la stessa…
Si diressero in
cucina, dove il forno trillava come se fosse impazzito.
Strawberry,
allarmata, si chinò facendo scendere la bambina e corse verso l’apparecchio,
girando la manovella. Il forno, così come il trillo, si spense all’istante.
Timorosa, la rossa afferrò una presina dal tavolo e aprì lo sportello, venendo
sommersa da un cumulo di fumo.
“Oddio… Si sono
bruciati!!” si lamentò piagnucolando la ex Mew Rosa, mentre sua figlia poggiava
le mani sui fianchi e sbuffava infastidita.
“Ecco, mamma, è
tutta colpa tua. Ti avevo detto di sbrigarti!” esclamò corrugando le
sopracciglia. Strawberry poggiò nel lavandino la teglia piena di (quelli che
avrebbero dovuto essere) biscotti e si tolse la presina, poggiandola accanto al
lavello.
“Non fa niente, ne
faremo un’altra teglia” sorrise voltandosi verso la figlia. Lei non sembrò molto
convinta, infatti sospirò di nuovo.
“Sei sempre la
solita, mamma…” esclamò sorridendo.
“Su questo sono
d’accordo anche io” una voce proveniente dall’esterno della cucina attirò
l’attenzione di Strawberry e sua figlia. Un Ryan, ormai ventisettenne, fece il
suo ingresso nella stanza. I capelli scompigliati, una camicia bianca con i
bottoni del colletto sbottonati e un paio di pantaloni eleganti alquanto
stropicciati… Strawberry non potè fare a meno, nemmeno in quel momento, di
pensare quanto fosse sexy quel ragazzo.
“Papà!” esclamò la
piccola correndo incontro al suo genitore. Ryan si chinò e la prese in braccio,
regalandole un dolce bacio sulla fronte.
“Ciao, piccola”
proferì mentre lei lo abbracciava.
Il suo sguardo,
poi, si spostò verso Strawberry che era rimasta in silenzio ad assistere alla
scena.
“Bentornato” lo
accolse lei avvicinandosi. Si scambiarono un tenero e fuggevole bacio a fior di
labbra, mentre la bambina strepitava.
“Papà!! La mamma ha
fatto bruciare i biscotti!” si lamentò con i lucciconi agli occhi, mentre
Strawberry sorrideva.
“Sai Miki, anche
quando era più piccola la mamma non faceva altro che combinare danni” raccontò
il biondo rivolto alla figlia. Strawberry spalancò la bocca, rossa in volto.
“Non è vero!!”
esclamò agitando le mani.
“Quando cucinava
lei al Caffè rischiavamo tutti di rimanere avvelenati…” concluse il biondo con
sguardo compiaciuto, ritornando con la mente a quei tempi.
Erano ormai passati
nove anni… Nove anni da quando il progetto Mew era stato aperto… Ed erano
passati nove anni da quando la Strawberry quindicenne preparava i dolci per
Aoyama, facendo poi assaggiare le sue creazioni a Paddy che, ogni volta,
rischiava di rimanere avvelenata.
Sorrise amaramente,
pensando a quanto in fretta erano volati quegli anni… Forse troppo in fretta.
“Papà…?”
La bambina attirò
l’attenzione di suo padre che, distratto dai suoi pensieri, non aveva sentito la
sua vocetta insistente che lo chiamava.
“Dimmi…” rispose
uscendo dal ricordo del proprio passato.
“Oggi devi
lavorare…?”
“No, per oggi ho
finito. Ho staccato prima” rispose sorridendo leggermente.
Miki esultò levando
le braccia in aria, mentre Ryan la faceva scendere a terra.
“Allora vado in
camera a prendere un gioco!! Giochiamo tutti insieme!” esclamò ridendo
felicemente. Strawberry annuì e la bambina corse fuori dalla cucina, diretta
verso la propria camera.
“Com’è andata a
lavoro?” domandò la rossa avvicinandosi al marito.
“Tutto bene. Sempre
le solite cose” rispose lui abbracciandola e baciandola.
Da quando era nata
Miki, purtroppo Ryan e Strawberry non avevano passato molto tempo da soli…
quella ragazzina era un vulcano in piena eruzione e il biondo era sicuro che
quella parte del carattere l’avesse ripresa da Strawberry…
“Davvero oggi non
devi lavorare?” domandò lei stringendosi di più a lui.
“Sì, oggi sono
completamente libero…” sussurrò maliziosamente all’orecchio della ragazza.
Strawberry divenne rossa in volto ma non si scostò: ormai era abituata alle
battutine ironiche e maliziose del marito. Ci aveva fatto l’abitudine e,
ovviamente, ormai non sarebbe più riuscita a farne a meno.
Si baciarono con
dolcezza, unendo le loro labbra per qualche secondo.
Ma, come da
copione, lo squillo del telefono li interruppe. Abbastanza scocciata, Strawberry
si staccò dal marito e andò in corridoio. Prese il cordless e rispose, mentre
tornava in cucina.
“Pronto…?” il tono
di voce era diventato estremamente cordiale. Ryan sorrise.
Dall’altra parte
del telefono si sentì solo un respiro sommesso. Strawberry, corrugando le
sopracciglia, sospirò.
“Pronto…?!” chiese
di nuovo con il tono che esprimeva sempre più disappunto.
“…Strawberry…?”
sentì una voce di donna dall’altra parte del telefono.
“…Sì, sono io… Chi
è?”
“Sono Lory…!
Aspetta, scusa un secondo…” la ragazza, all’altro capito del telefono, urlò un
“Satoshi, fermo!! Torna qui!” e tornò ad occuparsi della sua amica.
“Scusa, Strawberry,
ma Satoshi sta tirando fuori tutte le posate dal cassetto…” si lamentò Lory
cercando di mantenere la calma.
Strawberry non potè
fare a meno di sorridere, divertita.
“Piuttosto,
Strawberry… Come stai?”
“Bene, grazie… E’
tutto a posto…! E tu, con Kyle?”
“Tutto bene… Anche
se… c’è Ryan?” chiese Lory deviando il discorso.
Strawberry aggrottò
le sopracciglia, voltandosi verso Ryan.
“Sì, è qui. Vuoi
parlare con lui?”
“Oh no no! Non io!
Kyle vuole dirgli una cosa…!” esclamò Lory agitata.
“D’accordo allora,
glielo passo! Salutami tanto Kyle”
Lory rispose con un
assenso e passò il telefono al marito, mentre Strawberry faceva lo stesso.
“Chi è?” domandò
Ryan vedendo la ragazza andargli incontro con il telefono.
“E’ Kyle. Vuole
parlare con te” rispose Strawberry porgendogli l’apparecchio. Ryan sorrise,
felice all’idea di poter parlare di nuovo con il suo amico. A causa del lavoro
entrambi erano molto impegnati, e quindi sentirsi e vedersi era stato pressoché
impossibile.
“Pronto, Kyle?”
La voce cordiale
del suo migliore amico gli rispose dall’altro capo del telefono.
“Ciao Ryan! Quanto
tempo!”
Il biondo sospirò
portandosi una mano tra i capelli.
“Eh già… come
stai?”
“Benissimo… però…”
il ragazzo lasciò la frase in sospeso. Ryan sapeva bene che quel tono di voce
non era affatto rassicurante. Si avvicinò al tavolo e afferrò una sedia,
sedendosi sopra di essa.
“Dimmi, che è
successo…?”
“Beh…” Kyle esitò
un po’, ma poi si decise a parlare.
“Ricordi che dopo
la chiusura del progetto Mew abbiamo portato via tutte le apparecchiature dal
locale?”
“Sì, certo. Le
abbiamo trasferite in un laboratorio apposito…” rammentò Ryan cercando di capire
dove voleva andare a parare l’amico.
“Ecco… Ieri sono
andato a controllare che fosse tutto a posto. Però ho scoperto che una delle
apparecchiature era in funzione”
Ryan sgranò gli
occhi.
“Cosa?!” il biondo
saltò in piedi, allarmato.
“Esatto” annuì
mestamente Kyle.
“Era il computer
con il quale captavamo la presenza degli alieni e i messaggi che ci venivano
inviati…” spiegò il bruno sfogliando una cartella che aveva in mano.
“E…?”
“Gli alieni ci
hanno inviato un messaggio”
Ryan sospirò,
portandosi una mano sul viso.
“Cosa… cosa c’è
scritto?”
“Gli alieni ci
hanno chiesto aiuto. Hanno detto che verranno qui sulla terra fra tre giorni per
parlarci” proferì Kyle lentamente.
“Per chiederci
aiuto?” ripeté perplesso Ryan mentre Strawberry lo fissava preoccupata. Perché
era così agitato?
“Quindi… fra tre
giorni” disse sospirando.
“Tre giorni” asserì
Kyle.
“Dai, Ryan, vedrai
che non sarà niente di preoccupante…!” esclamò il ragazzo cercando di
tranquillizzare l’amico. Ma Ryan non era affatto tranquillo. Non dopo tutto
quello che avevano passato a causa degli alieni.
“Kyle, vediamoci
qui a casa mia. Tutti quanti” ordinò perentorio.
“Allora avverto le
altre ragazze. Ci vediamo lì da voi domani, d’accordo?”
Ryan rispose
affermativamente e chiuse la conversazione, poggiando la cornetta del telefono
non proprio gentilmente sul tavolo.
“Papà, che hai?” la
piccola Miki comparve alle spalle di suo padre con una piccola scatola in mano.
Il biondo si voltò
di scatto.
“Niente, tesoro… Ma
ora la mamma e il papà devono parlare. Perché non torni di sopra?”
La bambina gonfiò
le guance come un criceto, arrabbiata.
“Avevi detto che
avremmo giocato…!” esclamò piagnucolando.
Ryan sospirò
pazientemente. Si avvicinò a sua figlia.
“Miki, ora io e la
mamma dobbiamo parlare… Ti prometto che dopo giocherò con te, ma non ora”
Miki annuì
lentamente.
“Brava bambina”
Ryan le scompigliò affettuosamente i capelli rossicci e le sorrise dolcemente.
Strawberry non potè
fare a meno di sorridere a sua volta. Ryan era proprio dolce con quella bambina.
Se solo gliel’avessero raccontato qualche anno prima non ci avrebbe creduto.
La piccola Miki
uscì dalla cucina e si diresse in camera sua come le aveva ordinato Ryan. Dal
canto suo, il biondo scosse la testa, voltandosi verso Strawberry.
“Cos’è successo?”
“…Kisch, Pie e
Tart” rispose lui tornando a sedersi.
Strawberry sgranò
gli occhi.
“Cosa?” chiese
incredula sedendosi di fronte al marito.
“Kyle mi ha detto
di aver ricevuto una richiesta di aiuto da parte loro…”
La rossa,
spaventata, si portò una mano alla bocca.
Non era dispiaciuta
per il fatto che Kisch, Pie e Tart si fossero rifatti vivi… Piuttosto, la
preoccupava il fatto che, ogni qual volta gli alieni comparivano nella sua vita,
succedeva qualcosa di poco piacevole. La prima volta, durante la prima
battaglia, aveva perso Aoyama… La seconda volta, invece, aveva perso uno dei
suoi bambini. Senza contare che, anche dopo la nascita di Miki, i problemi erano
rimasti. La bambina, nata prematuramente, aveva passato un mese in
un’incubatrice… E questo aveva contribuito all’avvicinamento di Ryan e
Strawberry che, spaventati, avevano assistito la piccola giorno e notte.
La ragazza deglutì.
Non voleva dover
affrontare di nuovo problemi di quel genere.
“…Richiesta di
aiuto…?” ripeté prendendosi la testa tra le mani.
Ryan la fissò
tristemente. Le afferrò la mano e la strinse nella sua, cercando di
rassicurarla.
La rossa,
respirando affannosamente, diede voce ai suoi pensieri.
“…Ryan, e se
Profondo Blu… fosse ancora vivo…?”
Ryan deglutì: anche
lui aveva pensato a quella possibilità, ma aveva deciso di scartarla per
semplice ottimismo.
“…Non lo so,
Strawberry… ma se gli alieni hanno chiesto il nostro aiuto di sicuro non si
tratterà di qualcosa di buono”
La ragazza annuì
leggermente, aggrottando le sopracciglia.
“Anche perché noi
non potremmo fare niente… Non siamo più delle MewMew” proferì chinando il capo.
Ryan non rispose; si limitò a fissare sua moglie con sguardo preoccupato.
Certo, il progetto
Mew poteva anche essere riaperto…
Ma le ragazze sarebbero state in grado di sopportare un’altra battaglia come
quella che le aveva coinvolte quattro anni prima…?
Sospirò, sperando
che, in un modo o nell’altro, le previsioni sue e di Strawberry fossero
sbagliate…
Ma lo sapeva.
Sapeva che non era
così.
Socchiuse gli
occhi.
Tutto stava per
ricominciare.
Di nuovo.
…To
be continued…
Ed
eccolo qui il primo capitolo del seguito di “UN ANNO DOPO”! Spero di essere
stata all’altezza delle vostre aspettative…! Bene, i nostri amici hanno delle
vite normali, spensierate… ma il ritorno dei cari alieni potrebbe cambiare
questa situazione…! Anzi, togliamo il potrebbe: di sicuro qualcosa cambierà.
E
Profondo Blu? E’ veramente tornato?
Lo
scoprirete nel prossimo capitolo (che spero di pubblicare al più presto)!!!
Un
bacione, e grazie a chi commenta e a chi legge senza commentare… e spero di
riavere tutti i lettori di “UN ANNO DOPO” perché questa fanfiction è dedicata a
tutti loro!!
Un
kiss
Ranpyon
^^
|
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Capitolo 2 *** Il ritorno degli alieni ***
Nuova pagina 1
Capitolo 2
Il ritorno degli alieni
“Strawberry!!!”
Una ragazza dai
lunghi e ondulati capelli biondi corse verso Strawberry abbracciandola. Paddy
non aveva perso il suo solito entusiasmo.
“Ciao, Paddy! Come
stai?” la rossa ricambiò affettuosamente l’abbraccio, sorridendo. Era veramente
felice di poter rivedere la sua amica.
“Tutto ok, grazie!
E a te come va?”
Strawberry sorrise
amaramente.
“Bene… almeno
finché non ci ha chiamato Kyle…” proferì mestamente. Paddy aggrotto le
sopracciglia.
“Oh, andiamo,
Strawberry… Non sei contenta di rivedere Kisch e Pie dopo tutto questo tempo?”
“La scimmietta ha
ragione” una voce irruppe nel discorso, facendo voltare le due verso il nuovo
arrivato.
“Non chiamarmi
scimmietta” si lamentò Paddy incrociando le braccia al petto.
Tart sorrise
sarcastico avvicinandosi alle due ragazze.
“Ciao, Strawberry”
salutò cordialmente la rossa con un piccolo inchino. Ormai Paddy era riuscita ad
insegnargli le abitudini terrestri… In effetti, dopo quattro anni di
fidanzamento, Paddy aveva costretto Tart a imparare ogni singola cosa
riguardante la terra e i suoi abitanti. L’alieno aveva persino imparato a non
disprezzare gli esseri umani e a conviverci pacificamente. Infatti, per poter
mantenere Paddy in un prossimo futuro, si era trovato un lavoretto che gli stava
procurando un bel po’ di soldi (Sì, il fruttivendolo. U_U NdRanpyon) (>.<
NdTart).
“Anche io sono
curioso di rivedere Pie e Kisch. Quegli infami non si sono più fatti vivi… Sono
quattro anni che non li vediamo”
Strawberry annuì
cercando di convincersi che la cosa migliore era guardare il lato positivo.
“Dov’è la piccola
Miki?” domandò Paddy guardandosi intorno. Il giardino di villa Shirogane era
completamente deserto…
“E’ dentro con le
altre” rispose Strawberry voltandosi verso la casa e facendo cenno ai due di
seguirla.
“Ah, sono già
arrivate? Allora siamo gli ultimi” domandò Tart dando una gomitata a Paddy.
“Che vuoi?” domandò
acida lei, sapendo ciò a cui si stava riferendo l’alieno.
“Vuoi dirglielo
perché abbiamo fatto tardi?”
Paddy arrossì di
botto accelerando il passo e affiancandosi a Strawberry.
“Che hai
combinato?” chiese la rossa con un sorriso sornione dipinto sul volto.
“Niente, niente. E’
solo che quando siamo arrivati all’aeroporto mi sono resa conto di aver
dimenticato le valigie a casa” mormorò cercando di non farsi sentire da Tart.
Strawberry non potè
trattenere una risata divertita mentre oltrepassava la soglia del portone di
casa.
“Eccoci!” esclamò
entrando in salone seguita dai nuovi arrivati.
“Ragazzi!!”
Lory, commossa, si
alzò di scatto dalla sedia e corse incontro a Tart e Paddy, abbracciandoli.
“Come state??”
“Benissimo” sorrise
la ex Mew Gialla ricambiando l’abbraccio. Si voltò verso gli altri ospiti e con
un inchino salutò tutti, seguita da Tart che la imitò.
Con un cenno, Mina,
Pam, Kyle e Ryan ricambiarono il saluto, sorridendo.
La piccola Miki,
seduta in braccio a suo padre, poggiò sul tavolo la bambola che aveva in mano e
scese dalle ginocchia del suo genitore, correndo verso Paddy.
“Zia Paddy!!!”
esclamò sorridendo. Le cinse le gambe, abbracciandola teneramente. La biondina
si chinò e poggiò una mano sui capelli carmini della ragazzina, scompigliandoli
dolcemente.
“Ciao, Miki. Come
stai?”
“Bene!” esclamò lei
sorridendo.
Poi spostò lo
sguardo verso Tart che era rimasto immobile a fissare la scena.
“Ciao” lo salutò
Miki con un tono di voce abbastanza freddo. In questo aveva ripreso da suo
padre: credeva di non poter fidarsi degli alieni.
Fortunatamente Ryan
aveva cambiato opinione da un bel pezzo, ma Miki invece era rimasta ferma sulla
sua idea. Gli alieni erano cattivi e andavano allontanati.
Tart rispose
accennando un sorriso. Sapeva di non essere simpatico a quella ragazzina dai
capelli rossi… Ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.
“Ragazzi,
accomodatevi” esclamò Strawberry indicando due delle sedie vuote intorno
all’immenso tavolo. I due annuirono e fecero come era stato detto loro, e anche
la rossa si sedette accanto a suo marito prendendo in braccio Miki.
“Ehi, Pam, dove hai
lasciato Luke?” domandò Paddy fissando l’ormai ex modella.
“E’ a Tokyo con
Aoi” rispose lei sorridendo. Da quando il progetto Mew si era concluso e da
quando aveva cominciato a vivere la sua vita da semplice ragazza, Pam era
diventata molto più spigliata e sorridente… Aveva cominciato ad aprirsi con chi
le stava intorno.
“Oh, giusto! Come
sta il piccolo Aoi?” domandò Mina intromettendosi nella conversazione.
“Molto bene,
grazie” sorrise Pam rivolgendosi all’amica.
“E tu, Mina, dove
l’hai lasciato Daisuke?”
“Diciamo che… l’ho
lasciato e basta” rispose lei con aria di sufficienza incrociando le braccia.
Tutti, compresi
Ryan e Kyle, sgranarono gli occhi, meravigliati.
“Ma come, stavate
così bene insieme!” esclamò Kyle fissandola perplesso.
“Beh… diciamo che
ha smesso di funzionare e che ormai non potevamo stare più insieme. Comunque…
preferirei non parlarne se non vi dispiace” disse la mora chinando la testa. La
separazione con Daisuke non era stata delle migliori… Ma era meglio non
pensarci.
I presenti
annuirono scrutandola, un po’ preoccupata che le fosse successo qualcosa.
“Kyle… quando
arriveranno Pie e Kisch?” domandò Strawberry rivolta al bruno. Lui rifletté un
attimo.
“Credo che
arriveranno dopodomani” rispose.
Strawberry annuì e
chinò il capo, ripensando a quando aveva ricevuto la notizia che gli alieni
sarebbero tornati.
Aveva davvero tutto
a che fare con Profondo Blu?
Sospirò, mentre
Miki andava a fissarla.
“Che hai, mamma?”
domandò preoccupata la piccola.
La rossa sorrise
cercando di avere un atteggiamento naturale.
“Tranquilla,
piccola, non ho niente. Piuttosto… perché non vai a giocare nella tua stanza?”
La bambina gonfiò
le guance come un criceto.
“Ma io mi annoio da
sola”
“Lo so, ma ora la
mamma e il papà devono parlare con gli zii” cercò di spiegarle, ma la rossina
non sentiva ragioni.
Ryan intervenne,
prendendo in braccio Miki e facendola sedere sulle sue gambe.
“Miki, per favore.
Noi dobbiamo parlare. Dopo giocheremo con te, promesso”
La piccola fissò
suo padre un po’ perplessa. In effetti perché dubitare della sua parola? Ryan
aveva sempre mantenuto le promesse che le aveva fatto.
“Ok, va bene…” si
rassegnò baciandolo sulla guancia e scendendo a terra. Salutò con un piccolo
inchino tutti quanti e corse verso la sua stanza dove i suoi giocattoli non
aspettavano altri che lei.
“Mi dispiace di non
aver portato Satoshi…” si scusò Lory.
“Però… sapete, ho
preferito non rischiare”
Strawberry sorrise
amabilmente.
“Tranquilla, non
c’è problema. Non sappiamo cosa ci aspetta…”
Nella sala, dopo
quella frase, piombò il silenzio più totale. Nessuno parlava, ma un unico
pensiero accomunava tutti i presenti. Solo Paddy, con la solita esuberanza,
riuscì a prendere la parola.
“Beh, credo che
stiamo pensando tutti la stessa cosa ma nessuno ha il coraggio di dirla, quindi
parlo io. Profondo Blu è tornato?”
Strawberry e Lory
sobbalzarono, mentre Mina e Pam finirono di sorseggiare il the e poggiarono le
tazzine sui piccoli piattini posti sul tavolo.
“Sinceramente… non
so che pensare…” rispose Ryan scuotendo la testa.
“Non credo,
comunque… Durante l’ultima battaglia Profondo Blu è stato ucciso, non vedo come
potrebbe ritornare”
“E’ già tornato una
volta, non vedo perché non dovrebbe farlo anche una seconda” si intromise
Strawberry con voce tremante.
“Ragazzi…” cominciò
con sguardo cupo.
“Voi sapete che
abbiamo combattuto per quattro lunghi anni contro gli alieni… E so che anche a
voi mancano quei momenti passati insieme. A me non dispiacerebbe tornare ad
essere una MewMew, detto sinceramente…”
Lory e Mina
sgranarono gli occhi, mentre Pam sospirava.
“E’ vero,
Strawberry… Abbiamo combattuto per anni contro i nemici, e devo dire che tutto
quello che abbiamo passato manca anche a me. Ma non si può tornare indietro, non
siamo più le adolescenti di un tempo. La nostra vita è cambiata. E tu mi sembri
spaventata da tutto questo, nonostante tu dica di voler tornare a combattere”
Strawberry scosse
la testa vigorosamente.
“Non ho paura di
tornare a combattere, Pam! Ho paura solo di dover affrontare di nuovo Profondo
Blu! Mi va bene qualunque nemico, ma affrontare di nuovo lui per me sarebbe
troppo…”
“In effetti ha
ragione. Profondo Blu ci ha rovinato la vita… Se dovesse tornare sarebbe una
catastrofe” disse Paddy perplessa.
“Comunque è inutile
fasciarci la testa prima di essercela rotta. Aspettiamo Pie e Kisch e poi
vedremo cosa fare”
“Strawberry,
Profondo Blu non può essere tornato” proferì all’improvviso Tart attirando
l’attenzione di tutti.
“Quando è morto,
quattro anni fa, io, Pie e Kisch abbiamo avvertito chiaramente la sua aura
spegnersi… La prima volta che l’hai ucciso, invece, non eravamo presenti e non
abbiamo potuto capire se era morto o meno” spiegò con calma apparente. In verità
quel discorso stava agitando persino lui.
“Ca… Capisco…”
balbettò Strawberry torturandosi le mani.
“Quindi stiamo
tranquilli”
“Tart ha ragione, è
inutile allarmarsi se non sappiano niente di certo”
“E comunque se si
fosse trattato di Profondo Blu, Pie e Kisch l’avrebbero detto nel messaggio che
ci hanno inviato. Invece non ne hanno fatto parola” annunciò Kyle sorridendo.
Strawberry tirò un
sospiro di sollievo.
Non aveva niente
contro il ritorno di Pie e Kisch, anzi, era ansiosa di rivederli, di parlare con
loro… Allora perché aveva questa brutta, bruttissima sensazione che non fosse
tutto a posto come diceva Kyle?
I due giorni erano
passati.
Entro pochi minuti
Pie e Kisch avrebbero fatto la loro comparsa nel giardino di villa Shirogane,
accolti dalle ex MewMew, Ryan, Kyle e Tart.
Tutti erano
piuttosto tesi e agitati, un po’ per l’ansia di cosa avrebbero scoperto, un po’
per l’emozione di rivedere gli amici dopo tutti quegli anni. Miki era in braccio
a sua madre e si guardava intorno preoccupata. Le avevano spiegato ciò che stava
succedendo e si sentiva piuttosto in ansia… Gli alieni non le erano mai piaciuti
a causa delle storie che sua madre e suo padre le raccontavano prima di andare a
dormire… Quelle favole parlavano di paladine della giustizia chiamate MewMew che
avevano protetto la terra dagli alieni “malvagi”, come li definiva lei… E Miki
aveva anche scoperto che quelle MewMew erano state proprio la sua mamma e le sue
zie qualche anno prima… Aveva accettato la cosa di buon grado e non ne aveva
fatto parola con nessuno. Nonostante avesse solo quattro anni, era una bambina
molto intelligente.
E ogni volta, Ryan
se ne vantava scherzosamente.
“Beh, è mia figlia…
il che è tutto dire” esclamava ogni volta provocando le ire di Strawberry.
Ryan e Strawberry
non avevano mai avuto un litigio vero e proprio, dopo il matrimonio. Ogni tanto
c’erano i soliti stupidi battibecchi tipici delle coppie, che poi si
concludevano con una notte di passione (…*ç* NdRanpyon), ma niente di più.
Miki adorava la sua
famiglia e, nonostante tutto quello che stava per accadere, sapeva di potersi
fidare dei suoi genitori.
Persa in quei
pensieri, la piccola non si accorse di due sagome che, all’improvviso, si erano
materializzate di fronte a lei e agli altri ragazzi.
Strawberry
trattenne il respiro.
Kisch e Pie erano
davanti a loro, più adulti e seri che mai.
Pie era rimasto
sempre uguale: alto, austero e con i capelli grigi legati in un codino al lato
destro del volto.
Sembrava che quei
quattro anni per lui non fossero passati.
Kisch, invece, notò
Strawberry, era cambiato, e anche molto. I tratti del viso si erano fatti molto
più maturi rispetto a quelli di un tempo. Era diventato più alto – ormai
raggiungeva quasi l’altezza di Pie – e i capelli, più lunghi e più arruffati,
erano sempre trattenuti in due codini ai lati della testa, ma con qualche ciocca
che sfuggiva a quei fermagli.
I muscoli erano
molto più evidenti di un tempo, segno che, in quei quattro anni, l’inattività
non aveva fatto parte dei suoi programmi: evidentemente si era allenato molto
duramente.
I vestiti erano
pressoché gli stessi, solo un po’ più grandi e consumati.
Ma la cosa che
attirò più di tutto l’attenzione di Strawberry furono gli occhi di Kisch. Il suo
sguardo, prima piuttosto infantile e a volte considerato penetrante dall’ex Mew
Neko, era diventato, se possibile, ancora più profondo. In quegli occhi si
potevano scorgere la sofferenza e l’odio provati in passato… E questo gli dava
un’espressione più matura.
Che fosse cambiato anche nel carattere?
“Salve, ragazzi”
salutò Pie accennando un mezzo sorriso. Forse, in fondo, anche lui era cambiato.
Tart sorrise al
compagno, avvicinandosi. Non era mai stato un grande sentimentalista Tart, ma
quella situazione era commovente all’inverosimile. Rivedere i suoi fratelli a
distanza di anni per lui era stata un’emozione grandissima.
“Ciao” lo abbracciò
mentre Pie, spazientito, lo allontanava.
“Niente
sdolcinatezze”
Tart sorrise e si
voltò verso Kisch, che era rimasto immobile, lo sguardo fisso su qualcosa.
O meglio, su
qualcuno.
Strawberry arrossì
sentendosi fissare insistentemente e poggiò a terra Miki, sorridendo.
“Ciao, Kisch” lo
salutò.
L’alieno accennò un
sorriso e si avvicinò a quella che era la sua gattina preferita.
La fissò in
silenzio per qualche istante e poi le si avventò addosso abbracciandola, mentre
rideva.
“Ciao, micetta!!!”
esclamò felicemente baciandole la guancia.
Eh no, si ritrovò a
pensare Strawberry. Non era cambiato proprio per niente…
Ryan tossicchiò
nervosamente, attirando l’attenzione dell’alieno che, ancora ridente, si staccò
dalla MewMew e si voltò verso gli altri.
“Ciao!” esclamò
alzando una mano.
Tutti risposero
cordialmente, tranne la piccola Miki che era rimasta a fissare la scena
impietrita. Un alieno aveva appena abbracciato e baciato sua madre…
Con uno scatto, si
avvicinò a Kisch e lo fissò con astio. Lui sorrise chinandosi verso di lei, ma
l’unica cosa che ricevette fu uno spintone che lo fece cadere a terra.
Tutti i presenti
risero, mentre lui diventava rosso dalla rabbia e Miki incrociava le braccia.
“Non toccare la mia
mamma” proferì aggrottando minacciosamente le sopracciglia.
Kisch la fissò
perplesso e andò a fissare Strawberry che, ancora sorridente, rispose con una
semplice alzata di spalle.
Gli alieni erano
tornati sulla terra…
Chissà che piega avrebbe preso la situazione?
…To
be continued…
Povero Kisch, Miki non lo sopporta… ^^’’
L’idea iniziale era che Miki gli avrebbe dato un bel calcio… ma poi ci ho
ripensato, mi sembrava troppo esagerato! >.<
Comunque salve a tutti! Ho cercato di aggiornare il più presto possibile questa
fanfiction… Ringrazio tantissimo per i commenti che ho ricevuto – graditissimi,
ovviamente – e spero di riceverne altrettanti per questo capitolo!!!
Un
bacio
Ranpyon
Ps-
Ormai, abituata a scrivere i nomi giapponesi nelle altre Ficcy, mi risulta
difficile scrivere questi italiani… quindi vogliate perdonare un mio qualsiasi
errore per quanto riguarda i nomi dei personaggi!! ^^’
|
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Capitolo 3 *** Di nuovo una squadra ***
Nuova pagina 1
Capitolo 3
Di nuovo una squadra
“Strawberry… quella
è davvero tua figlia…?” domandò esterrefatto Kisch fissando la bambina, che ora
dormiva beatamente sul divano.
Strawberry annuì
felicemente, voltandosi a guardare Ryan che accarezzava dolcemente la testolina
della loro bambina.
“Beh… complimenti…”
riuscì solo a dire l’alieno. Era rimasto scioccato nello scoprire che quella
bambina fosse cresciuta tanto… L’aveva vista una volta quando non aveva ancora
un anno e l’aveva trovata talmente simile alla madre… Ora invece era cambiata di
parecchio… Il caratteraccio, di sicuro, l’aveva preso da Shirogane.
Sorrise debolmente,
mentre Paddy si intrometteva nella discussione.
“Come mai siete
qui?” domandò ingenuamente, attirando l’attenzione di tutti. Pie e Kisch si
lanciarono un’occhiata d’intesa… Forse era arrivato il momento di parlare del
motivo della loro “visita”.
“Ecco… vedete…”
cominciò Kisch in evidente difficoltà. Non sapeva da dove cominciare, e Pie si
trovò costretto ad intervenire, prendendo la parola.
“Il motivo per cui
siamo venuti qui è molto semplice. Se ricordate, durante il primo scontro con
Profondo Blu ci avete consegnato l’Acqua Mew…”
Strawberry, a quel
nome tanto temuto, trattenne il respiro, seguita dagli altri componenti dell’ex
squadra MewMew.
Si morse il labbro
inferiore, chiedendosi se Pie stesse per rivelare il ritorno di Profondo Blu…
Ebbe un tuffo al
cuore proprio quando Mina, incuriosita e spaventata, chiese a Pie se il nemico
dai lunghi capelli corvini e gli occhi di ghiaccio fosse tornato.
“No, state
tranquille” scosse leggermente la testa sempre tenendo lo sguardo fisso sui
presenti.
“Ormai Profondo Blu
è morto per sempre…”
Strawberry tirò un
sospiro di sollievo e Ryan, che si era appena avvicinato ai ragazzi, le strinse
la mano sorridendo.
Forse il problema
non era poi così grave come pensavano.
“E… quindi?”
domandò Tart aggrottando le sopracciglia. “C’entra per caso l’Acqua Mew?”
Kisch annuì
immediatamente e prese la parola.
“Il potere
dell’Acqua Cristallo si sta esaurendo lentamente… Sono anni che lo sfruttiamo
per mantenere stabili le condizioni climatiche e ambientali di Keber, ma ora…
sembra che abbia esaurito tutta la sua energia” spiegò frettolosamente,
contorcendosi le mani.
La situazione sul
pianeta Keber non era davvero delle migliori…
“E quindi?” chiese
Ryan all’improvviso, attirando l’attenzione di tutti.
“Avete chiesto
aiuto a noi… per quale motivo?”
“Perché avremo
bisogno di altra Acqua Mew per il nostro pianeta. Ma sappiamo che non ne avete
più”
Kyle annuì
lentamente.
“Scusate ma… non
riesco ancora a capire cosa vogliate da noi. Non vedo quale aiuto possiamo
darvi”
“Presto detto”
rispose Kisch sistemandosi meglio sulla sedia e poggiando di gomiti sul tavolo.
“I ricercatori del
pianeta Keber hanno fatto delle scoperte interessanti… Nei pianeti circostanti,
e quindi i pianeti esterni al sistema solare che voi conoscete, c’è traccia di
Acqua Mew. Ma l’esercito che abbiamo non è abbastanza forte per poter
intraprendere un viaggio di questo genere…”
Ryan chinò la
testa, sospirando.
“Ho capito.
Vorreste che noi vi aiutassimo a trovare l’Acqua Mew sparsa per i pianeti.
Giusto?”
Pie annuì.
“Ma non sarà una
cosa semplice. Abbiamo scoperto che in ogni pianeta c’è una piccola quantità di
Acqua Cristallo, per niente sufficiente a curare il nostro pianeta. Però,
visitando tutti i pianeti e mettendo insieme i cristalli raccolti, dovremmo
raggiungere la quantità desiderata” spiegò velocemente, mentre gli altri
assimilavano il senso di quel discorso.
“Ma… noi non
abbiamo più poteri…” intervenne Lory all’improvviso. Fino a quel momento aveva
stretto a sé la mano di Kyle, avendo avuto un brutto presentimento.
“Lo sappiamo, ma
non potevamo chiedere a nessun altro”
“Io sono con voi!”
esclamò improvvisamente Tart alzandosi di scatto dalla sedia.
“Anche se ho
abbandonato il pianeta per vivere qui sulla terra, voi siete sempre i miei
fratelli… e Keber la mia patria, quindi vi aiuterò”
Kisch sorrise,
anche se sapeva che il solo aiuto di Tart non poteva fare un granché.
“Grazie,
piccoletto”
L’alieno sorrise
compiaciuto, ignorando volutamente il “piccoletto”. Del resto lo era davvero,
soprattutto di carattere… Non era poi tanto cambiato…
“Davvero, ci
piacerebbe aiutarvi… Ma le ragazze non hanno più i poteri” proferì Ryan
afferrando una sedia e sedendosi su di essa con le braccia incrociate al petto.
“Ma potreste sempre
farglieli tornare…!” esclamò Pie quasi adirato. Sembrava che il biondino non
volesse aiutarli.
Strawberry si morse
il labbro inferiore.
Qualche giorno
prima, sul suo diario segreto, stava scrivendo che le mancava la sua vita da
MewMew… Che le sarebbe piaciuto poter vivere di nuovo quell’esperienza.
E sapere che
Profondo Blu stavolta non c’entrava niente l’aveva fatta rilassare tantissimo.
Si voltò verso
Miki. Avrebbe dovuto lasciarla a casa per non farle correre rischi… Ma non le
importava. Kisch e Pie li avevano aiutati nel momento del bisogno, nonostante
fossero stati proprio loro i loro primi nemici.
Non potevano non
ricambiare il favore.
“Io dico di
aiutarli” suggerì voltandosi verso Ryan. “In fondo… loro ci hanno aiutato contro
Profondo Blu… inoltre non credo che per te e Kyle sia un problema iniettare di
nuovo in noi i geni degli animali codice rosso”
“Sì, ma…” protestò
Ryan, ma Strawberry si voltò verso le sue compagne, fissandole, speranzosa in
una risposta positiva.
Paddy annuì
raggiante, sorridendo all’amica.
“Contate su di me!”
“Beh…” Mina
sembrava un po’ combattuta. Ma, dopotutto, le era piaciuto indossare i panni
dell’eroina, nonostante le continue sofferenze e i frequenti problemi. Ma voleva
darsi da fare per aiutare degli amici nei guai…
“D’accordo…” soffiò
rivolta a Strawberry che sorrise. Mancavano solo Pam e Lory.
La prima si limitò
a chinare il capo e Lory annuì tentennando, sotto lo sguardo meravigliato di
Ryan e Kyle.
“Ragazze… volete
davvero che il progetto Mew venga riaperto… per la quarta volta?!” domandò l’ex
cuoco fissandole sbalordito. Durante il primo scontro contro gli alieni le aveva
sentite lamentarsi, le aveva viste arrabbiarsi perché non avevano potuto avere
una vita normale… E ora? Volevano che tutto accadesse di nuovo?
“La vita da ragazze
normali non fa per noi” rispose Mina sorridendo.
Si voltò verso Pie
e Kisch.
“Siamo con voi”
I due alieni
sorrisero voltandosi verso Ryan e Kyle, che ancora non riuscivano a credere a
ciò che avevano sentito.
All’improvviso il
moro si alzò dalla sedia.
“Ryan… andiamo a
preparare l’occorrente”
Il ragazzo sgranò
gli occhi.
“Anche tu sei
d’accordo?”
L’altro annuì
debolmente.
“Certo. Se lo
vogliono le ragazze…”
Il biondo rimase un
po’ perplesso. Fissò di sottecchi la piccola Miki che dormiva beatamente sul
divano… Strawberry era pronta a rinunciare a vedere sua figlia per interi mesi…
Possibile?
“Ma… Miki…” iniziò
a dire, ma sua moglie lo interruppe, scuotendo la testa.
“Miki starà dai
miei genitori. Voglio aiutarli, Ryan” proferì sicura.
Ryan fu costretto a
cedere. Svogliatamente, si alzò e scomparve dalla sala con Kyle.
Il progetto Mew
stava per essere riaperto.
Passarono
velocemente quattro giorni.
Gli alieni erano
ospiti in villa Shirogane, così come le componenti della nuova squadra MewMew.
Ryan e Kyle si
erano dati da fare giorno e notte, senza mai riposare, per creare nuovi
prototipi di armi e dei costumi più adatti all’evenienza. Essendo cresciute, le
ragazze avrebbero davvero faticato ad indossare le vecchie “divise” da
combattimento…
Kisch aveva
continui scontri con Miki, a causa dell’odio della piccola per la razza aliena.
Strawberry le aveva spiegato più volte che non c’era da preoccuparsi, ma lei,
troppo prevenuta nei confronti di quella razza così diversa dalla loro ma allo
stesso tempo così simile, non le dava ascolto.
A peggiorare la
situazione, ogni qualvolta Strawberry si trovava da sola con Kisch e lui provava
anche solo a sfiorarla con un dito, “in onore dei vecchi tempi” come gli piaceva
dire, Miki sbucava all’improvviso e cominciava a urlare, attirando l’attenzione
generale della casa.
Ryan, impegnato
com’era nei preparativi, faceva finta di niente, sapendo benissimo che Kisch si
comportava in quella maniera solo per scherzo… o almeno così sperava.
“Ryan, qui ho
finito” proferì Kyle poggiando sul tavolo di fronte a lui cinque spille
colorate…
Erano di forma
circolare, con al centro un cuore di colore rosso scuro. I cinque ciondoli,
invece che essere gialli come in precedenza, erano di diversi colori, ognuno
creato apposta per la MewMew che lo avrebbe indossato. Rosa per Strawberry, blu
per Mina, verde per Lory, giallo per Paddy e viola per Pam.
Ryan li fissò
perplesso.
“Chissà perché
hanno voluto accettare l’incarico…” mormorò afferrando il ciondolo rosa e
rigirandoselo tra le mani.
“Mi pare ovvio,
Ryan, vogliono aiutare Pie e Kisch. Loro in passato ci hanno aiutato a
sconfiggere Profondo Blu” rispose l’altro prendendo gli altri quattro ciondoli.
Si diressero entrambi verso l’uscita del laboratorio e andarono in giardino,
dove le ragazze con gli alieni e la piccola Miki sedevano tranquilli intorno ad
un tavolo.
Strawberry, alla
vista dei ragazzi, si alzò di scatto dalla sedia e corse verso il biondo,
afferrando dalla sua mano la spilla per la trasformazione. La fissò perplessa,
spalancando la bocca.
“E’ rosa!!” esclamò
entusiasta mostrandolo alle ragazze. Kyle passò le altre quattro spille a Mina,
Lory, Paddy e Pam che le esaminarono.
“Le uniformi sono
diverse, vero?” domandò Mina fissando il piccolo oggetto.
Kyle annuì,
proponendo alle ragazze di trasformarsi per accertare che tutto fosse in ordine.
Senza farselo
ripetere due volte, Paddy scattò in piedi e pronunciò la formula “MewPaddy
Metamorfosi!”. Una luce gialla l’avvolse completamente e scomparve qualche
secondo dopo. Finalmente il tempo della trasformazione era diminuito
notevolmente, si ritrovarono a pensare gli alieni.
Paddy, che si era
sollevata da terra di qualche centimetro, toccò il terreno e aprì gli occhi,
fissando le proprie mani.
Si sentiva potente…
Estremamente potente.
Fissò il proprio
corpo, notando il vestito che indossava.
Era formato da un
bustino giallo canarino con una fascia arancione obliqua che attraversava
l’intero corpetto. Le maniche erano totalmente inesistenti, e i guanti erano
come quelli precedenti, ossia senza passanti per le dita.
Scendendo verso il
basso, notò una gonna a pieghe, gialla anch’essa, lunga quasi fino al ginocchio.
La giarrettiera era scomparsa e gli stivali, arancioni, arrivavano fino a metà
polpaccio ed avevano un po’ di tacco.
Al collo della
MewMew c’era il ciondolo per la trasformazione, legato con un sottile nastro
dorato. La voglia, immancabile, appariva sulla fronte in tutta la sua
lucentezza.
Le orecchie e la
coda da scimmia erano sempre lì, al loro posto. Paddy se le toccò, sorridendo.
“…Mi mancavano!!”
esclamò provocando le risate di coloro attorno a lei.
Strawberry,
eccitata come non mai, si trasformò insieme alle altre tre compagne e potè
constatare che i vestiti erano tutti uguali, tranne che per i colori che,
ovviamente, erano personalizzati.
“Anche le armi sono
cambiate” proferì Ryan sorridendo all’entusiasmo delle ragazze. “Ora però
tornate normali, non dovete consumare troppa energia”
Le ragazze
annuirono e premendo il piccolo pulsante a forma di cuore posto sui ciondoli
riassunsero il loro aspetto normale.
“Allora possiamo
contare sul vostro aiuto…?” domandò Pie facendo un passo avanti. Speranzoso come
non mai, fissò il volto di coloro che sarebbero stati i suoi nuovi compagni di
avventura, oltre a Tart e Kisch.
“Certo, che
domande” esclamò Strawberry riponendo nella tasca il ciondolo.
La piccola Miki,
rimasta fino ad allora in silenzio, seduta su una sedia a giocare con la sua
bambola, scese e corse da sua madre, chiamandola a gran voce.
“Mamma, vengo anche
io!!” esclamò sorridendo.
Ma la rossa mostrò
una faccia poco convinta e si voltò verso Ryan.
“Piccola, tu
resterai con i nonni” cercò di dire, ma Miki lanciò aperte proteste, urlando.
“No, io voglio
venire con voi!!” esclamò battendo i piedi a terra.
Ryan e Strawberry
si fissarono perplessi. Non potevano assolutamente portare la bambina: la
missione poteva durare molto tempo ed essere pericolosa e lei era troppo piccola
per prendervi parte.
“…Miki, tu resterai
con i nonni. Punto e basta” proferì all’improvviso Ryan in tono autoritario,
facendo ammutolire sua figlia.
Miki mise il
broncio e si voltò correndo verso casa.
“D’accordo…” disse
Strawberry alzandosi in piedi e fissando gli alieni.
“Dateci qualche ora
per prepararci, poi verremo con voi”
Kisch e Pie
annuirono, accennando un sorriso.
L’avventura nello spazio stava per cominciare.
…To
be continued…
Ed
ecco spiegato il motivo della partenza di Pie e Kisch in “UN ANNO DOPO”!!
La
Mew Acqua ha esaurito i suoi poteri…. E ora i nostri eroi affronteranno questo
entusiasmante viaggio nei pianeti esterni al sistema solare….
Kissà ke accadrà??
Per
saperlo continuate a seguirmi…
Grazie mille per i commenti!!!!
Un
bacio gigantesco
Ranpyon!!!!
PS-
Un grazie supermegagalattico e Fujichan (Alias Fujico92) ke mi è stata vicino in
un momento difficile … Grazie Fujichan, tvtttttttttttttttttttttttttttttb!!!!!
|
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Capitolo 4 *** Partenza... con sorpresa ***
Salveeeee
Salveeeee!!!
Eccomi qui
con un nuovo capitolo!! Cmq, cm ho già detto nel cap precedente, mi risulta
difficile scrivere i nomi italiani piuttosto che quelli giapponesi… Quindi
vogliate scusarmi, ma ho deciso di continuare questa ficcy inserendo i nomi
giapponesi…^^ Mi ci trovo decisamente meglio e, come alcuni di voi mi hanno
fatto notare, sono più belli!
Ora vi lascio
al capitolo, buona lettura…!!!!
Capitolo 4
Partenza… con sorpresa
Un’astronave
gigantesca si era materializzata nel giardino di casa Shirogane. Alcuni
Keberiani, gli abitanti del pianeta di provenienza di Pai, Kisshu e Taruto,
l’avevano teletrasportata lì con l’intento di permettere a quelli che sarebbero
stati i loro salvatori di intraprendere il viaggio.
Tutti, nessuno
escluso - ovviamente senza contare Miki - stavano facendo la loro parte per
preparare l’astronave alla partenza. Minto e Zakuro sistemavano tutto ciò che
poteva essere necessario ad affrontare un viaggio così duro e impegnativo.
Keiichiro, Ryo, Pai, Taruto e Kisshu stavano programmando la mappa di
esplorazione dei pianeti: in tutto avrebbero dovuto visitare sei pianeti, nei
quali era conservata la Mew Aqua. Trovarla sarebbe stato tutt’altro che facile e
per dei soli alieni sarebbe stato pressoché impossibile, ma con l’aiuto delle
MewMew che percepivano a distanza la presenza dell’Acqua Cristallo e emanavano
una forte luce nelle vicinanze della stessa, sarebbe stato di certo più
semplice. Sempre difficile, certo, perché i pianeti non erano abitati da persone
cordiali e bendisposte verso quelli che per loro erano “gli alieni”. O meglio,
con molta probabilità i pianeti non erano nemmeno abitati da persone. L’ipotesi
di Pai era che i corpi celesti da visitare fossero popolati da strane creature
più simili ad animali e a chimeri che a uomini. Ma ora quello non era il
problema principale; ci avrebbero pensato in seguito.
“Ichigo, dove lo
sistemo questo?” domandò Purin portando tra le braccia una grande cassa.
“Cosa sono?”
“Sono i viveri per
il viaggio. E laggiù ci sono altre casse”
“Mettili nella
stiva, io vado a prendere le altre”
La biondina annuì e
con una piroetta entrò nell’astronave. Ichigo sorrise e si diresse nel punto
indicato da Purin. C’erano una decina di casse tutte accatastate e Miki era
seduta sopra una di esse. Sul volto, un’espressione tremendamente arrabbiata e
malinconica. Ichigo le si avvicinò e le accarezzò affettuosamente i capelli, ma
la piccola si limitò a voltare di lato la testa senza dire niente.
“Miki, lo sai che è
pericoloso… Non puoi venire con noi. I nonni stanno per arrivare e tu resterai
qui con loro…”
“Non voglio!”
esclamò la bambina stringendo i piccoli pugni. “Voglio venire con te e papà!”
“E’ inutile che
insisti, Miki. Ti ho detto di no” rispose dura Ichigo alzandosi e fissandola
seriamente. Aveva sempre dato tutto a sua figlia, non le aveva mai fatto mancare
niente… ma stavolta doveva essere irremovibile. La missione era troppo
pericolosa e Miki sarebbe stata solo un peso.
Prese una cassa e
si voltò, diretta verso l’astronave. Di soppiatto, Miki fissò sua madre e la
seguì con lo sguardo mentre entrava nella stiva e riponeva la cassa.
“Scusa, Ichigo,
puoi venire un secondo?” Retasu si sbracciò e chiamò l’amica, che la raggiunse.
“Dimmi”
“Ecco… dato che ho
lasciato Satoshi a casa con mia cugina maggiore… Vorrei potergli parlare ogni
tanto… Non è che ci sarebbe un telefono da portare a bordo dell’astronave?”
domandò con apprensione gettando un’occhiata a Miki che, in quel momento, stava
scendendo dalla cassa.
“Beh, non si tratta
proprio di un telefono, ma Kei e Ryo ci hanno già pensato” rispose sorridendo
Ichigo. Sul volto di Retasu si allargò un enorme sorriso.
“Meno male…”
“Oh, scusa, Retasu,
torno fra due minuti”
Il campanello aveva
appena suonato e aveva subito attirato l’attenzione di Ichigo. Di certo dovevano
essere i suoi genitori. Sarebbero rimasti lì a villa Shirogane fino a tempo
indeterminato, in attesa del ritorno della loro figlia e di suo marito.
Ichigo si precipitò
alla porta, raggiante. La aprì di scatto.
“Mamma, papà…
Hazel!!” esclamò entusiasta facendoli accomodare. Era da un bel po’ di tempo che
non li vedeva, essendosi trasferita in America.
Ovviamente sua
madre aveva scoperto tutto riguardo al Progetto Mew. Anzi, era stata proprio
Ichigo a metterla al corrente dei fatti durante il periodo in cui Ryo era
ricoverato in un letto di ospedale. Il suo padre adottivo, Yamato, lo aveva
scoperto solo qualche tempo più tardi, dopo che la battaglia era finita. Aveva
per caso sentito una conversazione tra la sua figliastra e sua moglie e aveva
scoperto tutto. Ad Hazel avevano solo accennato qualcosa: avendo circa sei anni,
la bambina non aveva prestato attenzione al discorso che le aveva fatto sua
madre, ma trovava emozionante il fatto che sua sorella fosse una MewMew.
Ichigo abbracciò i
suoi genitori e prese in braccio la sorellina, dandole un affettuoso bacio sulla
guancia.
“Hazel, Miki è di
fuori, vai da lei”
“Sì!!” la bambina
scese dalle braccia della sorella e si precipitò nel giardino.
“Venite” Ichigo
condusse i suoi genitori nel cortile e richiamò l’attenzione di tutti.
“Ragazzi, ecco i
miei genitori…!”
Ryo scattò subito
in piedi - era seduto a terra e stava avvitando con un cacciavite una piastra di
metallo sotto la plancia dei comandi - e si precipitò dai coniugi Momomiya,
salutandoli con un inchino.
“Benarrivati”
“Grazie, Ryo”
Il biondo sorrise e
si voltò verso gli alieni che, non sapendo cosa fare, erano rimasti
nell’astronave.
“Loro sono i
nostri… ehm… compagni di viaggio” disse Ichigo portandosi una mano dietro la
nuca.
Sakura sorrise
cordialmente o, perlomeno, cercò di dare questa impressione. Una cosa era
sentire i discorsi sugli alieni e sapere che si trovavano sulla terra, un’altra
era trovarseli davanti in carne, ossa e orecchie piuttosto lunghe.
Kisshu scese con un
balzo dall’astronave e si avvicinò alla coppia. Prese la mano della signora
Momomiya e la baciò lievemente, facendola arrossire.
“Piacere di
conoscerla. Ora capisco da chi ha preso la sua bellezza Ichigo” disse in tono
estremamente sensuale. La donna ridacchiò e il marito fulminò con lo sguardo
Kisshu, che intanto si era avvicinato a Ichigo.
“Il lupo perde il
pelo ma non il vizio, eh?” lo ammonì la rossina dandogli una leggera gomitata
alle costole.
“Che ci vuoi fare,
le vecchie abitudini sono dure a morire” rispose lui mostrando una faccia
compiaciuta. Ichigo sorrise e si voltò alla ricerca di Hazel e Miki.
Le vide poco
lontano, sedute sulle altalene che giocavano.
“Miki, vieni a
salutare i nonni!!” esclamò la rossa attirando l’attenzione della figlia.
Tenendo sempre il
volto imbronciato, la bambina obbedì e si diresse di corsa dai nonni. Li baciò
entrambi e poi, senza dire niente, tornò dove stava giocando prima con Hazel.
“Ma che cos’ha?”
domandò Yamato. “Di solito appena ci vede fa i salti di gioia”.
“E’ arrabbiata
perché vuole che la portiamo con noi” rispose Ryo voltandosi a fissare la
figlia.
“Ma la missione è
troppo pericolosa… e non sappiamo nemmeno quanto durerà”
“Terremo noi Miki,
non preoccupatevi”
Ichigo sorrise.
“Beh, voi
accomodatevi, noi finiamo di preparare e poi partiremo subito”
Nonostante l’invito
di Ichigo, i signori Momomiya insistettero per aiutare nei preparativi e, in
poco più di due ore, l’astronave era pronta a partire.
“Beh, mamma… ci
vediamo al mio ritorno… Ciao, papà”
La rossa baciò i
suoi genitori e si chinò per salutare Hazel e Miki.
“Mi raccomando,
Hazel, controlla Miki, d’accordo…?”
La bambina annuì
vigorosamente con la testa e Ichigo spostò lo sguardo su sua figlia.
“Miki… mamma e papà
tornano presto… Tu fai la brava con i nonni, ok?”
Il broncio che
aveva accompagnato la bimba fino ad allora sparì all’istante. Dei grandi
lacrimoni le caddero dagli occhi.
“Mamma…” piagnucolò
abbracciandola. La rossa, lottando contro le lacrime che cercavano di uscire dai
suoi occhi, le schioccò un bacio sulla fronte e l’accarezzò dolcemente.
“La mamma torna
subito, non ti preoccupare”
Ryo si avvicinò
alla bambina e la prese in braccio, schioccandole un bacio sulla guancia.
“E ti porteremo
tanti bei regali…!” disse facendole fare una giravolta. Miki tirò su con il naso
e annuì lentamente con la testa, continuando a piangere.
Ryo la fece
scendere a terra e salutò i signori Momomiya e Hazel e salì a bordo
dell’astronave, seguito a ruota da Ichigo - che gli aveva sussurrato
all’orecchio “dove diavolo li prendiamo i regali nello spazio?!”- e da tutti gli
altri.
L’astronave era di
forma più o meno ovoidale. Era di un colore argentato e blu scuro, con dei
piccoli oblò tutti intorno che avrebbero permesso di ammirare il panorama
circostante. A quella che poteva essere considerata la prua dell’astronave,
c’era un enorme vetrata dove si poteva scorgere la plancia di comando e
l’interno dell’astronave. C’erano dieci sedili disposti circolarmente al centro
del velivolo e altri due sedili per chi comandava l’astronave. Ai lati c’erano
dei mobili su cui erano stipati degli strani oggetti su cui Kei e Ryo non
avevano indagato. Appartenevano alla razza aliena e di certo loro non avrebbero
saputo usarli. Alla poppa, invece, c’erano due grandi motori circolari e, sotto
di essi, altri quattro motori molto più piccoli, che erano quelli di emergenza.
E, in fondo
all’astronave, una piccola scaletta che conduceva alla parte inferiore, dove
c’era la stiva con tutto il carico delle vivande e il necessario per vivere
durante quei giorni.
Quando anche
Retasu, l’ultima della fila, salì a bordo, l’astronave si mise in moto con uno
scossone che fece tremare loro la terra sotto i piedi. Minto dovette aggrapparsi
a una parete per non cadere a terra. Ichigo lanciò un’ultima occhiata ai suoi
genitori e notò che Miki mancava. Un po’ preoccupata, pensò che di certo era
andata in camera sua… o almeno, questo era quello che sperava.
Il portellone
dell’astronave si chiuse lentamente e con un cigolio sinistro, per niente
rassicurante.
“Siamo sicuri che
questa carretta volerà…?” domandò titubante Taruto rivolto ai fratelli.
In risposta,
ricevette solo un “tsk” da parte di Kisshu.
L’astronave
traballò una seconda volta e i motori principali cominciarono a vibrare. Il
velivolo si sollevò da terra di qualche metro e, con uno scatto verticale, partì
verso il cielo. Schiacciati dalla pressione, le MewMew, Ryo, Kei e Taruto si
trovarono schiacciati a terra, soprattutto a causa della velocità con cui
l’astronave aveva preso quota.
“Tranquilli, fra
qualche secondo supereremo l’atmosfera terrestre e potrete rialzarvi” li
rassicurò Pai che, insieme a Kisshu, stava compiendo uno sforzo enorme cercando
di controllare l’astronave. Proprio come aveva detto l’alieno, dopo qualche
secondo l’aria tornò a farsi meno pesante e tutti poterono alzarsi. Kisshu
premette un paio di pulsanti della tastiera e si alzò stiracchiandosi.
“Ho inserito il
pilota automatico… e ho anche fatto in modo che qui, nell’astronave, ci sia
forza di gravità, altrimenti ci ritroveremo tutti a galleggiare” disse
avvicinandosi agli altri. Pai lo imitò e sospirò.
“Dobbiamo aspettare
che l’astronave rintracci la rotta, poi seguiremo il percorso che abbiamo
deciso”
“Ok” rispose Ryo
abbandonandosi su una sedia.
Ichigo gli si
avvicinò.
“Che hai?”
“Ho la sensazione
di aver dimenticato qualcosa…” rispose lui mesto, sperando con tutto il cuore
che il suo fosse un semplice presentimento.
“Io vado a prendere
qualcosa da bere” disse Minto avviandosi verso la stiva.
“Il the?” domandò
Purin ridendo della propria battuta e suscitando le risa dei presenti. Minto
arrossì, segno che la biondina aveva fatto centro, e le fece la linguaccia.
Scese le scale e aprì il portellone.
“…E TU CHE CI FAI
QUI?!?!” l’urlo della moretta fece sobbalzare l’intero equipaggio. Tutti
restarono in attesa di vedere cosa fosse successo, o meglio, con chi stesse
parlando Minto. Dopo qualche secondo, la ragazza sbucò seguita da una bambina
piccola. Una bambina dai capelli rossi.
“Miki!! …E tu… ma…
tu… che ci fai qui?!” Ichigo saltò in piedi e corse dalla figlia che, raggiante,
si guardava intorno.
“Vengo con voi…!”
esclamò lei allegramente prendendo posto su uno dei sedili.
“Come… dove… dove
ti sei nascosta?!”
“Laggiù” la piccola
indicò una piccola scaletta che conduceva alla parte inferiore dell’astronave,
più precisamente alla stiva.
“…Non c’è dubbio, è
proprio tua figlia” commentò la rossa voltandosi verso Ryo che ancora non era
riuscito a spiccicare parola. Poi il biondo si voltò all’improvviso verso Pai.
“Inverti la rotta,
dobbiamo riportare a casa!” esclamò avvicinandosi a lui, ma l’alieno scosse la
testa.
“E’ impossibile.
Una volta partiti non si può tornare indietro”
Ryo sospirò
rassegnato e prese il trasmettitore, porgendolo a Ichigo.
“Avverti i tuoi che
Miki è qui con noi… Altrimenti si spaventerebbero non vedendola”
La rossa annuì e
fece come le era stato detto.
La piccola Miki,
felice, ondeggiava avanti e indietro sul sedile, canticchiando una canzone.
“Ormai il danno è
fatto” proferì Purin dando una pacca sulla spalla a Ichigo.
“Non preoccuparti,
la proteggeremo”
“…Sì, lo so”
rispose la ragazza sospirando.
Sperava solo che
Miki non avrebbe corso nessun rischio…
…To be
continued…
Fine capitolo
4!!! Allora, che ne pensate??? Miki è proprio una peste… alla fine ha raggiunto
il suo scopo! Beh, del resto come non aspettarselo? E’ una Shirogane*__*
Spero che il
chap vi sia piaciuto… io mi dileguo!!
Un bacio,
commentate!!
Un kiss
Ranpyon!
Ps- Ho appena
scoperto fino a quando dovrò fare a meno di internet: fino a inizio settembre
(si spera non più tardi), quindi non ci risentiremo fino a settembre (mi
riferisco a chi ha il mio contatto di MSN)… ma cercherò cmq di aggiornare una
volta a settimana tutte e 4 le storie, scroccando internet a casa di amiche ^^
Grazie per
l’attenzione, a risentirci presto!!!!! E scusate l’inconveniente!
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Capitolo 5 *** Primi pericoli ***
Nuova pagina 1
Capitolo 5
Primi pericoli
Erano in viaggio
ormai da tre giorni. Il computer aveva rintracciato facilmente la rotta e la
navicella si dirigeva a tutta velocità verso i pianeti prestabiliti.
L’atmosfera
all’interno dell’astronave era piuttosto accogliente, nonostante i continui
battibecchi tra Kisshu e Miki (E come ti sbagli? XD NdRanpyon). Kisshu, come al
solito, non si allontanava mai da Ichigo e la piccola Miki lo costringeva a
farlo, a volte anche rifilandogli qualche calcio che però l’alieno evitava.
Tutti ridevano nel vedere quelle scene divertenti, ma Ichigo e Ryo erano
comunque preoccupati.
La missione era
piuttosto pericolosa e, detto francamente, nemmeno loro sapevano quali pericoli
avrebbero dovuto affrontare. Sapevano solamente che i pianeti erano quasi
certamente in ospitabili, così come i loro abitanti.
“Ohhhhh!!” esclamò
ad un tratto Purin, il viso schiacciato contro uno dei tanti piccoli oblò.
“Cos’è quello??
Marte??” domandò indicando una grande sfera rosso fuoco, che si ergeva con
imponenza davanti a loro. Taruto afferrò la ragazza per il braccio e la portò
davanti la plancia dei comandi, di fronte all’immensa vetrata.
“Da qui si vede
meglio” disse indicando Marte. Tutti si avvicinarono per vedere meglio e Retasu
spalancò gli occhi. Era uno spettacolo troppo bello da poter descrivere a
parole.
“E’ qui che
dobbiamo andare?” domandò Minto fissando il pianeta Rosso con interesse.
“No” rispose
perentorio Kisshu voltandosi verso l’equipaggio.
“I pianeti che
visiteremo non si trovano nel vostro sistema solare” spiegò molto velocemente.
“Nemmeno Keber si
trova qui”
“E come facciamo ad
arrivarci? Dobbiamo arrivare fino a Plutone ed entrare in un’altra galassia?”
domandò Keiichiro fissando la mappa della rotta.
“Nient’affatto”
replicò Pai.
“Vedete, il nostro
pianeta si trova poco dopo Giove, in un’altra galassia… Per potervi entrare
dovremmo prima superare la fascia di meteoriti presente tra Marte e Giove, poi
entrare nell’orbita di Giove e deviare in un punto preciso. Solo così si può
entrare nella nostra galassia”
Ichigo alzò il
sopracciglio, perplessa.
“…Non ho capito una
parola”
“Come al tuo
solito, micetta” esclamò divertito Kisshu sorridendo ironico. La rossa sbuffò,
mentre Miki si attaccava di più alla gamba della madre e faceva una linguaccia
all’alieno dagli occhi d’ambra. Kisshu ricambiò la smorfia e si voltò dall’altra
parte.
Proprio non la sopportava quella peste… Aveva ripreso in tutto e per tutto da
Shirogane, non c’erano dubbi; in fondo nemmeno tra loro era mai scorso buon
sangue.
Si voltò dall’altra
parte e il suo sguardo cadde su Marte, quell’imponente sfera che si ergeva di
fronte a loro. Sembrava fosse immobile, ma ovviamente si muoveva, si ritrovò a
pensare. Il pensiero si spostò velocemente sul suo pianeta, dove il potere della
Mew Aqua era quasi esaurito…
“Pai, aumenta la
velocità dai motori” ordinò all’amico seduto al posto di comando. L’alieno si
voltò verso di lui e lo fissò storto, sbuffando.
“Non posso. Tra
poco supereremo l’orbita di Marte e quindi dovremo stare attenti ad evitare gli
asteroidi che ci separano da Giove. Bisogna essere cauti”
Kisshu sbuffò e si
allontanò, andando a sedersi su una delle sedie ai lati dell’astronave. Poggiò
la schiena contro la parete e chiuse gli occhi, apparentemente addormentato.
Miki non gli aveva staccato gli occhi di dosso un secondo e ora aveva tirato un
sospiro di sollievo.
Si avvicinò a suo
padre e gli prese la mano, sorridendo felice per essere riuscita nel suo
intento, ossia essere partita con loro. Ryo chinò il capo verso di lei e si
sporse per prenderla in braccio, ma uno scossone terribile dell’astronave lo
fece cadere a terra, come tutto l’equipaggio del resto.
“Che succede?!”
esclamò Taruto mentre Kisshu si alzava di scatto e correva alla plancia dei
comandi.
“Abbiamo superato
Marte. Arrivano gli asteroidi” asserì Pai seriamente allacciandosi la cintura di
sicurezza. Imitandolo, tutti presero posto e allacciarono le cinture, piuttosto
allarmati. Miki non proferiva parola, ma era cadaverica in volto, mentre Retasu
continuava a torturare la mano di Keiichiro stretta nella sua.
Ichigo strinse
forte la mano di Ryo, mentre Purin sorrideva piuttosto divertita da quella
scena. Non era per niente preoccupata , lei. Si fidava degli alieni e sapeva che
con loro la sua vita non sarebbe mai stata in pericolo.
“Che diavolo hai da
ridere?!” chiese Taruto a metà tra il sorpreso e l’arrabbiato. La ragazza
rispose con un’innocente linguaccia e tornò a concentrare lo sguardo oltre il
vetro, dove davanti a loro si estendeva lo spazio infinito.
“Tenetevi forte,
ora dovremo superare quelli” dicendo questo, Pai indicò un punto imprecisato di
fronte a loro. I presenti dovettero aguzzare lo sguardo per poter capire di cosa
stesse parlando, ma subito tutto fu più chiaro.
Un gruppo di
asteroidi si dirigeva verso di loro a velocità apparentemente inesistente… Ma si
avvicinavano piano piano, inesorabilmente, ed evitarli non sarebbe stato uno
scherzo.
“Miki, chiudi gli
occhi” proferì Ryo rivolto alla figlia. La piccola obbedì e serrò i pugni,
chiudendo ermeticamente gli occhi.
Un altro scossone.
I sedili tremarono e anche le pareti dell’astronave, che continuarono a vibrare
per parecchi minuti prima di tornare immobili. Pai imprecò contro un meteorite e
sterzò verso sinistra con il comando, evitando uno di quegli enormi ammassi di
pietra. Kisshu gli dava una mano ma riusciva a fare ben poco, avendo il comando
del secondo pilota che aveva un potere notevolmente limitato.
“Kisshu, controlla
la rotta” disse continuando a concentrarsi sugli asteroidi che andavano contro
l’astronave.
“Tutto ok… siamo
sulla strada giusta” rispose l’alieno esaminando la mappa elettronica posta
sulla plancia dei comandi. Kisshu andò a fissare il vetro di fronte a lui e
sgranò gli occhi: i meteoriti erano aumentati a dismisura.
“Pai…!”
“Lo so, Kisshu… lo
so…!!” esclamò l’altro mentre il panico cominciava a impossessarsi dei due
piloti. L’ultima volta non era stato così difficile attraversare quella fascia
di asteroidi… perché ora era così difficoltoso?
“Che succede?”
domandò Zakuro abbastanza preoccupata.
“Non riusciremo… ad
evitarli tutti…” proferì Pai mordendosi il labbro inferiore.
Kisshu fissò i
presenti piuttosto spaventato. La situazione stava diventando troppo pericolosa…
“Spostati!!”
esclamò Kisshu slacciando di colpo la cintura di Pai e facendolo alzare.
“Che diavolo credi
di fare…?” ribatté lui adirato perdendo l’equilibrio. Cadde a terra con un tonfo
sordo, mentre il silenzio si dilagava nell’astronave.
“Mettiti seduto e
zitto” disse Kisshu afferrando il comando.
Pai, perplesso,
obbedì continuando a protestare, preoccupato che Kisshu avesse in mente qualche
colpo di testa.
Kisshu saldò le
mani sul comando e con la coda dell’occhio fissò gli asteroidi che viaggiavano
verso di loro.
“Allacciate le
cinture di sicurezza. Da ora si viaggia davvero…” commentò aprendo un piccolo
sportelletto alla sua destra. Un pulsante rosso fece capolino e Pai sgranò gli
occhi, ora seriamente preoccupato.
“Ma Kisshu, non
puoi…” cercò di fermarlo, ma l’altro aveva già premuto quel piccolo bottone
rosso, provocando il potenziamento dei motori. L’astronave prese a tremare
eccessivamente e si vide una fiammata partire dai motori.
“Ah!!” Ichigo
slacciò la cintura e si precipitò su Miki, facendole da scudo con il proprio
corpo. In effetti però non ce n’era bisogno dato che la fiamma era all’esterno…
Ma si sa, il cuore di una madre si muove prima della ragione…
L’astronave, con un
ultimo scossone, partì a tutta velocità andando incontro agli asteroidi. Purin
stava cominciando a preoccuparsi: era davvero sicuro fidarsi di Kisshu?
“Ci schianteremo,
non riusciremo ad evitarli!” esclamò Minto serrando gli occhi impaurita. Zakuro
aveva assunto un colorito terreo e deglutiva a fatica; tutti sapevano che Kisshu
era una testa calda e questo non aiutava di certo a restare calmi…!
“Zitti e reggetevi
forte!” ribatté lui concentrando lo sguardo oltre il vetro. Quegli ammassi di
pietre erano a pochi metri da loro a causa dell’improvvisa velocità presa
dall’astronave. Qualche secondo e ci sarebbe stato un impatto terribile…
Pai chiuse gli
occhi all’improvviso, cercando di mantenere la calma e la voglia di uccidere
Kisshu per quello che stava facendo.
L’alieno dagli
occhi ambra, con un movimento brusco, sterzò verso destra a tutta velocità ed
evitò il primo asteroide… poi un altro… e un altro ancora. Tirò un sospiro di
sollievo solo quando l’astronave tornò sulla rotta prestabilita senza apparenti
danni.
Pai aprì gli occhi
lentamente e sospirò guardando di fronte a lui: ora più niente li avrebbe
ostacolati (Eh… troppo facile… XD NdRanpyon) (Come “troppo facile”? Che diavolo
vuoi farci capitare? O__O NdRyo) (Lo vedrai… eheh… >_< NdRanpyon).
“Bene” Kisshu
premette di nuovo il pulsante rosso e i motori si calmarono, e l’astronave
riprese a navigare nello spazio in tutta tranquillità. Si alzò dal sedile del
pilota e si voltò verso l’equipaggio che, bianco cadaverico, lo fissava
allibito.
“Do… Dove l’hai
imparato?” chiese perplesso Taruto. Non aveva mai visto suo fratello fare delle
manovre del genere. Con un’astronave grande come quella poi, era pressoché
impossibile per un principiante.
“Beh, non per
vantarmi, ma…”
“E’ stata tutta
fortuna!” esclamò Miki slacciandosi la cintura e scendendo dal proprio sedile.
Kisshu digrignò i denti e Ichigo sorrise, avvicinandosi a sua figlia.
“Miki, Kisshu ci ha
salvato la vita… Trattalo bene” le disse dolcemente accarezzandole la testa.
Quella bambina era davvero intrepida… Aveva superato subito la paura mentre sua
madre ancora non c’era riuscita…
“Tua madre ha
ragione, piccoletta. Trattami bene” ribadì lui incrociando le braccia, mentre
Pai gli si avvicinava.
“Credevo avresti
combinato un disastro. Ogni tanto fai anche tu qualcosa di buono”
“Direi più di ogni
tanto, ma voi non mi credete mai…!”
Tutto il gruppo
scoppiò a ridere alla faccia offesa di Kisshu (Povero, tutti con lui se la
prendono! XD NdRanpyon) (ç__ç NdKisshu).
Forse era piuttosto
riduttivo dire che il viaggio si stava rivelando noioso…
Dopo essere
scampati al pericolo degli asteroidi, i motori dell’astronave avevano perso
parecchia energia e quindi avevano rallentato di molto la velocità. Erano
passate due ore e ogni membro dell’equipaggio stava cercando qualcosa da fare,
ma poi tutti avevano constatato che non c’era nulla di interessante da poter
fare sulla navicella spaziale. Miki dormiva beatamente su un piccolo lettino
posto al lato dell’astronave e stringeva la mano di Ryo, che si era seduto
accanto a lei. Ichigo era seduta scompostamente su un sedile, così come Minto e
Purin. Retasu e Zakuro fissavano il pavimento, mentre Pai sgridava Kisshu perché
a causa sua i motori si erano indeboliti. Taruto rideva insieme a Kei che però
era soddisfatto di tutta quella situazione: se non fosse stato per Kisshu a
quest’ora non avrebbero nemmeno superato la fascia di asteroidi.
“Se non fosse per
Kisshu saremmo morti, Pai” disse cordialmente cercando di non seminare zizzania
tra i due.
“Ecco, Akasaka,
diglielo!” esclamò Kisshu sbuffando infastidito.
Taruto continuò a
ridere, ma in fondo anche lui la pensava come Kei… A Pai bruciava semplicemente
il fatto che Kisshu avesse avuto un’idea migliore della sua.
“Ragazzi, mi
annoio!!” esclamò ad un tratto Ichigo attirando l’attenzione generale.
“Ti annoi?” domandò
l’alieno dai capelli verdi.
“Se vuoi te lo
trovo io un passatempo…” si leccò le labbra con fare sensuale, mentre Ichigo si
tingeva color pomodoro e Ryo lo fulminava con lo sguardo.
“Tranquillo,
Shirogane… Ho capito l’antifona” esclamò alzando le mani in segno di innocenza.
Ryo tornò a fissare
Miki che ormai si era addormentata profondamente e le lasciò la mano, alzandosi.
“Ragazzi” si
avvicinò al gruppo.
“Quali sono i
pianeti su cui dobbiamo andare?”
Pai prese una
cartina da un cassetto e la stese su un tavolino lì accanto, aprendola.
Sopra c’era
disegnato una specie di sistema solare, molto simile a quello terrestre ma con
decine di pianeti in più contrassegnati da strani nomi.
“Fortunatamente i
pianeti dove dobbiamo andare sono vicino Keber” proferì indicando un pallino blu
scuro con su scritto Keber.
“I pianeti sono
cinque* in tutto… eccoli”
Indicò un altro
pianeta arancione, contrassegnato dal nome Giant, a un pianeta di
distanza da Keber. Oltre questo, c’erano gli altri quattro pianeti: Mikal,
Tumir, Hikis e Lepsed.
“Che nomi strani”
commentò Minto avvicinandosi e sbirciando sulla mappa.
“Credi che invece
Terra, Marte e Saturno siano nomi normali?” domandò stizzito Taruto ricevendo
una gomitata alle costole da Purin.
“Qui si trovano i
cinque frammenti dell’Acqua Cristallo. Ve l’ho già detto ma lo ripeto: non sarà
facile trovarli… Le popolazioni che vivono su questi pianeti non sono pacifiche,
quindi dovremo fare attenzione”
“Ti preoccupi
troppo tu! Ci sarò sempre io a salvare la situazione!” esclamò Kisshu
rammentando ai presenti il suo gesto eroico di qualche ora prima.
Si aspettò di
sentire parlare la piccoletta – ovviamente per offenderlo – ma la vide dormire
beatamente sul lettino…
Sospirò.
Quella avrebbe
potuto essere sua figlia, se solo alla fine Ichigo non avesse scelto Shirogane..
…To be continued…
*Nel capitolo
precedente ho scritto che i pianeti da visitare erano 6… errorino, scusate, sono
5!
Mi scuso per
l’enorme ritardo nell’aggiornareeee!! Prometto che mi impegnerò per aggiornare
più frequentemente, scuola bastarda permettendo… ^^’’
Spero che il
chap vi sia piaciuto, io mi dileguo e vado a continuare le altre storie… l’estro
artistico è tornatoooooo!!!! XD
Un bacio a
tutti e grazie mille per le recensioni!!!! E mi raccomando, recensite questo
chap!!
Kissotti
Ranpyon
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