Desideri sotto l'albero

di thedragontosaphira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Desideri sotto l'albero cap 1 ***
Capitolo 2: *** DDesideri sotto l'albero cap 2 ***
Capitolo 3: *** Desideri sotto l'albero cap 3 ***



Capitolo 1
*** Desideri sotto l'albero cap 1 ***


cap 1 fan di natale

Per festeggiare insieme a voi, vogliamo condividere questo breve racconto natalizio. Un piccolo pensiero da godere sotto l'albero.

Auguri di Buon Natale a tutti i nostri lettori e lettrici.

The Dragon e  To Saphira







                                          Desideri sotto l'albero.
                                                 cap.1




" Come arrivano lontano i raggi di una piccola candela, così splende una buona azione in un mondo malvagio "
(W. Shakespeare )








Era dalla mattina che la neve scendeva fitta.

Aveva ricoperto tutti i tetti  e sembrava ovattare i rumori della notte.

Hermione, sfinita, stava cercando di mettere a letto sua figlia Alyssa.

Cinque anni di argento vivo, sembrava a carica solare, non si spegneva nemmeno ora, dopo il bagno e favola della buonanotte.

Stava discutendo del Natale, nonno Matt le aveva detto che a Natale ogni desiderio viene realizzato, che il Natale è magico e anche loro erano magiche, ma sapeva che non doveva parlarne con nessuno. Sia sua mamma che i nonni si erano raccomandati, doveva mantenere il segreto.

Hermione sospirò al cicaleccio della  bimba, mentre per l'ennesima le rimboccava le coperte e sempre per l’ennesima volta ascoltava la stessa richiesta.

- Allora che ne dici mummy.. Un cane, e se poi vicino ci fosse un papà, sarebbe meglio. -

- Ne abbiamo già parlato amore, questi sono desideri troppo grandi anche per Babbo Natale, e poi un cane non possiamo tenerlo lo sai. - Negarle quello che desiderava le pesava ogni volta, ma un cane sarebbe stato troppo difficile da gestire. Quanto all'ipotetico papà, come faceva a spiegarle che non poteva certo trovarne uno sotto l'albero?

- Ma mamma, nonno dice ..- Lei le diede un bacio in fronte, mentre mentalmente stava uccidendo suo padre, che prometteva la luna e poi toccava a lei disilludere la piccola.

- Dormi piccola su, è tardi e domani dopo la scuola abbiamo molte cose da fare. - Cercò di distrarla.

- Lo chiederò a zio Harry, sono sicura che lui me lo regalerà. -  Insistette testarda.

" Ed io lo avadavakevrizzo, se ci prova. " Amava sua figlia, ma un cane era un impegno non indifferente, ed inoltre il padrone di casa non glielo avrebbe fatto tenere.

Per la seconda richiesta, beh, quella la " passava "... Con gli uomini aveva chiuso, dopo Ron aveva avuto due brevi storie, concluse come si erano fatte pressanti.

Sua figlia non aveva un padre e lei aveva fatto del suo meglio per sopperire.

Dove non arrivava lei, c'era Harry, suo padre, e tutti i maschi Weasley, l'unico disinteressato era proprio Ron, preso dalla fama, girava il mondo come portiere di una delle squadre di Quiddicht più famose.

Ricordava ancora le sue parole

- " Non sono pronto, Hermione, nè per fare il marito, nè per fare il padre. Per la prima volta qualcuno vede in me un potenziale, lo voglio sfruttare. Sono sempre stato un passo dietro di voi, sempre... L'amico scemo di Potter, il ragazzo sfigato della mente del trio, ma ora non sono secondo a nessuno. Non posso farmi sfuggire questa occasione, un figlio ora rovinerebbe ogni cosa, non posso permetterlo. Ti manderò denaro, se deciderai di tenere il bambino, ma non lo riconoscerò, nè me ne occuperò. Mi spiace, so di deluderti, ma cerca di capire il mio punto di vista.  " - Aveva parlato quasi senza guardarla in faccia, poi vedendola muta, era uscito senza aggiungere altro. Lei era rimasta paralizzata, pallida e sconvolta. Il “suo” Ron l'aveva abbandonata sola e incinta e lei era scivolata sulle ginocchia sconvolta, dove Harry l'aveva raccolta ore dopo. Le ci era voluto un po', giorni in cui aveva vagato per casa come in trance, incapace di reagire, ma poi aveva capito, aveva pianto e si era disperata, ma alla fine, come una fenice, era risorta dalle sue ceneri .

Aveva rifiutato il denaro di Ron ed alla piccola aveva detto che suo padre era morto nella grande guerra. Non avrebbe mai accettato i galeoni che Ron inviava per ripulirsi la coscienza. Se lui non voleva sapere nulla di loro, loro non volevano sapere niente di lui.

Non aveva negato però ai Weasley di fare da nonni, anzi di comune accordo, se la piccola avesse chiesto, il defunto Fred sarebbe stato suo padre, in fondo era certa che a lui non sarebbe dispiaciuto. Infatti Molly aveva tentato di tutto per fare ragionare suo figlio, ma a nulla erano valsi i suoi strilli, Ronald aveva fatto le valigie e se ne era andato.

Lei aveva amore da dare alla figlia per due. Non aveva bisogno di lui. Un uomo simile come padre sarebbe stato un disastro. Alla fine stavano meglio da sole. Però Alyssa desiderava quello che non poteva avere e la cosa, che la stava " uccidendo ", era la richiesta che, da circa due anni a questa parte, si ripresentava puntuale da quando Alyssa aveva incominciato, sotto consiglio della madre, a frequentare l'asilo babbano del quartiere.

Voleva un padre ed un cane, non in questa precisa sequenza, ma questi erano i suoi desideri.

" Non poteva essere come le altre bambine? Desiderare una bambola? " No, a lei era toccata una figlia speciale, non solo nell'intelligenza ma anche nell'animo.

Mentre raccattava giocattoli e vestiti sparsi qua e là per la cameretta, Hermione rifletteva.

 

Non lontano qualcun altro faceva il bilancio della sua vita e doveva dire che, a parte il lato sentimentale, si poteva dire soddisfatto.

Era diventato un uomo d'affari, conosciuto in entrambi i mondi, aveva una grossa società di import ed export.

Ma per quello che riguardava il cuore, beh, lì era un altra storia.

Stanco di quel falso mondo in cui viveva, cercava di evitare eventi mondani.

Le sue serate le passava con un buon libro e con il suo cane, un grande pastore dei Pirenei  dal manto bianco come la neve, che lui aveva chiamato appunto Neve.

Quella sera si era fatto convincere per una partita a poker con i suoi vecchi compagni di merende

Rientrando buttò le chiavi sul mobile accanto all'ingresso, aveva scelto di vivere al margine del mondo magico e di quello babbano, che aveva imparato ad apprezzare, in uno splendido attico, che dominava l'intera città di Londra e dava su uno splendido parco, dove lui faceva lunghe passeggiate con la sua amica a quattro zampe.

Si sbottonò la giacca che lanciò sulla spalliera del divano e, slacciandosi i polsini, si tirò su le maniche ed andò a versarsi un bicchiere, chissà non gli conciliasse il sonno.

Un grosso abete decorato faceva bella mostra vicino al camino acceso, ma era asettico, elegante ma freddo, sembrava mancare di qualcosa.

Draco  si avvicinò alla finestra, il bicchiere in mano e l'altra affondata nella tasca, guardava  i grossi fiocchi scendere e per la prima volta sentì freddo.

Gli mancava il calore vero di un abbraccio, era per questo che odiava il Natale, si sentiva vuoto, per lui quella parola significava famiglia, quella che lui non aveva.

Sentì il naso umido di Neve che si strofinava contro le sue gambe, senza neanche guardarla le accarezzò il grande capo.

- Ancora un  Natale noi due da soli bellezza, - disse senza distogliere lo sguardo dalle luci nella notte.

Era arrivato, sexy, desiderato da molte donne, ricco sfondato, era l'uomo che spesso riempiva le copertine dei giornali di gossip, non poteva desiderare nulla,  eppure un desiderio c'era, intimo e forse irrealizzabile.

 

Daphne ridendo gli diceva che il Natale è magia, ma lui era magia, era un mago e cosa c'era di più speciale di lui.

Tutti gli insegnamenti, tutta l'educazione ricevuta non erano servite a nulla.

Non gli avevano dato quello che lui cercava.

" L'amore è effimero Draco. Credi solo in quello che puoi toccare con mano. L'amore è un arma a doppio taglio e spesso può essere usata contro di te. "

Queste le parole di suo padre, quando ragazzo aveva incominciato ad occhieggiare le prime ragazze.

E lui ne aveva fatto il suo credo, aveva trattato le donne per il suo unico piacere, facendosi la fama di plaboy senza cuore. Ma ora era stanco di questo tipo di relazioni, di sesso senza scopo, di donne senza volto.

Quella notte, mentre la città dormiva, coperta da una coltre di neve,  che scendeva silenziosa, due persone, anzi tre cercavano la magia nel Natale, facevano il bilancio delle loro vite e si rendevano conto che c'era un posto vuoto nel loro cuore, che, forse inaridito dalla vita stessa, non lasciava spazio ai sogni.

Ma c'era una bimba che riponeva tutta la sua fiducia in quei sogni, con tutta la forza del suo piccolo cuore lei credeva che si sarebbero realizzati se ci avesse creduto abbastanza.

Quella notte, come la madre uscì dalla sua stanza, convinta che dormisse, sgattaiolò dal suo lettino ed andando ad osservare il cielo chiese

 

- Babbo Natale, io sono Alyssa Granger e quest'anno, come l'anno scorso,  ti faccio la stessa richiesta, un cucciolo e magari un papà, così la mia mamma potrà sorridere anche lei. Io so che il Natale non è più la sua festa preferita, la vedo che è triste quando tutti si scambiano i doni, sai zio Harry e zia Ginny, ridono si abbracciano e si baciano. E lei caro Babbo, non ha nessuno è sempre sola. - La preghiera di quella bimba si alzò accorata ed in quel momento una luce attraversò il cielo, e la piccola lo prese per un segno sorrise e ritornando a letto disse

- Grazie, giuro che non ti chiedo più nulla  finchè vivo. - Sorrise felice, convinta che il suo desiderio fosse stato ascoltato ed accolto.

 

La mattina dopo una insonnolita Hermione, che aveva dormito poco e male, rigirandosi nel grande e " freddo " letto, si alzò con sforzo titanico, più stanca che riposata.

Era amareggiata, anche quest'anno non avrebbe potuto accontentare sua figlia.

 Ma il cinguettio di primo mattino di Alyssa le stava trapanando il cervello.

Aveva una forte emicrania, ed in quegli ultimi giorni, prima delle feste al ministero, l'attendeva un sacco di lavoro da smaltire.

Mettendogli davanti la colazione la spronò

- Sbrigati cucciola, è tardi e, per una mattina, vorrei che arrivassimo entrambi puntuali, tu all'asilo ed io al lavoro. -

 - Sai mamma, stanotte Babbo Natale ha ascoltato il mio desiderio. - Raccontò con la bocca ancora piena, tutta convinta.

- Ti prego Alyssa, basta con questa storia, quando avremo una casa nostra e con il giardino, prenderemo un cucciolo, per ora accontentati di un gioco come tutti i bambini normali. - Rispose con tono seccato.

Tanto che la piccola aprì la bocca per contestare, ma la richiuse immediatamente all'occhiataccia della madre, che stava mettendo e tazze nel lavello.

Poi spingendola le infilò il cappottino rosso, le mise cappello e sciarpa, ed uscirono.

Quasi la trainava, cercando di non scivolare, affondavano entrambe con i piedi nella soffice neve.

Poi qualcosa catturò lo sguardo della piccola.

- Mamma guarda non è bellissimo? - Disse, fissando qualcosa che Hermione nemmeno notò, né si preoccupò di osservare.

- Si Alyssa, è bellissimo, ora entra nel cortile e raggiungi le tue amiche. - Aveva parlato senza neanche voltarsi, presa già dagli innumerevoli programmi che si stava stilando nella testa.

La piccola alzò il viso per guardare la madre, che la stava baciando e augurando buona giornata, senza non prima averle fatto le solite raccomandazioni.

- Mi raccomando Alyssa, niente magia. Fa la brava, verrà il nonno Matt a prenderti. -

Lei annuì, ma era offesa.

Ultimamente sua madre sembrava non volerla ascoltare.

E questo la faceva stare male, erano sempre state complici, sua mamma c'era sempre per lei, eppure quando arrivava Natale sua madre si trasformava.

Come la vide girare l'angolo girò lo sguardo verso il parco e, senza farsi notare, se la squagliò dall'asilo, nella sua mente solo quella splendida visione.

Non aveva visto mai niente di più bello.

Con le sue gambette corte imboccò il cancello del parco e fece correre lo sguardo intorno alla ricerca del suo piccolo " Eldorado ".

E poi lo vide che correva affondando con le zampe nella neve, quasi si mimetizzava con l’ambiente, tanto era candido il suo manto.

Alyssa arrancava nella neve, mentre cercava di raggiungere il cane bianco.

Era convinta che fosse il suo dono, che Babbo Natale glielo avesse fatto trovare come per caso, in modo che gli altri bimbi non fossero gelosi, in fondo lei era speciale.

Quando si trovarono di fronte, Alyssa l'abbracciò, coprendolo di baci.

- Sei bello e so che sei mio – gli confidò con il viso affondato nel suo morbido pelo. Poi infilò la manina nella tasca e tirò fuori una caramella, che scartò ed offrì all'imponente animale, che si era accucciato davanti a lei.

Da lontano Draco notò Neve che sembrava fare amicizia con una bimba, che a lui sembrava un folletto, visto che era tutta vestita di rosso.

Fece un fischio modulato per richiamarla, ma la malandrina sembrava attratta dalla sua nuova amica e fingeva di non sentirlo, nonostante le sue sensibilissime orecchie avessero avvertito benissimo il comando del suo padrone.

Alyssa fece delle palle con la neve e cominciò a lanciarle lontane, Neve le inseguiva abbaiando, mentre con piccoli balzi saltava i cumuli di neve .

La bimba rideva, felice come non si era mai sentita. Dimentica delle raccomandazioni di sua madre e della scuola. Si rincorreva con il cane.

Draco, seccato per l'improvvisa disubbidienza della cagna, cercò di seguirli richiamando il cane all'ordine.

Palla dopo palla, lancio dopo lancio, ridendo con le guance arrossate dal freddo, la piccola si ritrovò molto lontano dall'ingresso del parco, esattamente al centro di esso, dove vi era un piccolo laghetto che in quel momento era gelato.

Conosceva i pericoli, non solo sua madre glieli aveva illustrati, ma anche tante volte nonno Matt. Nonostante questo, però, dimentica delle parole tante volte ascoltate, corse spensierata sul ghiaccio. Le sue scarpe, incantate dalla madre ad hoc, facevano perfetta presa impedendole di scivolare, ma questo non le sarebbe stato di alcun aiuto se il ghiaccio avesse ceduto.

Poi un rumore sotto gli stivaletti, un crack sordo e Alyssa cadde nelle acque gelide, annaspava cercando di tenere su la testa, ma il cappottino si era inzuppando e  stava trascinandola sotto.

La Cagna cominciò ad abbaiare furiosa, girando in circolo intorno al punto dove la sua amica era caduta.

Draco richiamato dal latrare che sembrava disperato, corse e vide appena in tempo la piccola, l'istinto  gli fece dimenticare che era un mago, veloce si sfilò il cappotto pregiato e, scivolando sulla pancia, cercò di avvicinarsi alla crepa per afferrare la bambina, che ora lo fissava negli occhi spaventata e chiedeva aiuto con lo sguardo.

- Forza piccola, afferra la mia mano  - disse deciso, cercando di rassicurarla. Non doveva farsi prendere dal panico o sarebbe stata la fine.

Ma nonostante lo sforzo titanico non riuscì a tirarla su, gli sgusciò tra le mani e  i guantini gli rimasero in mano. Quando ormai disperato stava perdendo le speranze, un uggiolio alle sue spalle, e vide Neve che aveva tra i denti la sua bacchetta.

- Razza di stupido idiota!! – ringhiò contro se stesso, poi appellò la bacchetta che finì dritta nelle sue mani mormorando – grazie, amica mia. -  A quel punto con un gesto del polso fece lievitare fuori dall'acqua la piccola che sembrava priva di sensi.. Preoccupatissimo per la possibile ipotermia, l’ asciugò con un incantesimo non verbale e  l'avvolse nel suo cappotto e senza indugi si smaterializzò nel grande attico.

Qui, chiamò il suo maggiordomo che era un magonò .

- Miles, chiama subito un medico! – Il suo tono urgente fece scattare l’uomo, che colse al volo la gravità della situazione.

- Subito signore  - disse l'uomo che l'aveva visto comparire con un fagotto tra le braccia.

La poggiò sul divano di fronte al camino che accese con un colpo di bacchetta e  rapidamente la spogliò.

Sembrava così strano per lui, avvezzo a denudare donne adulte, sfiorare quel corpicino, che poi frizionò con una morbida spugna, cercando di riattivare la circolazione. La bimba era gelata, rapido andò nella cabina armadio, prese una sua felpa di quando era ragazzo e la fece indossare alla bambina, che era ancora priva di sensi.

La coprì, tenendola stretta a se nel tentativo di scaldarla più velocemente,  poi attese che lo specialista arrivasse, contando i minuti che sembravano passare lentamente  e quest'ultimo per fortuna non si fece attendere.

Non pose domande e, dopo averla visitata accuratamente, disse che una buona dormita e il caldo l'avrebbe rimessa in sesto. L’intervento di Malfoy era stato tempestivo ed accurato, quindi fortunatamente non ci sarebbero state conseguenze pesanti all’incidente.

Per sicurezza prescrisse delle medicine per la febbre e lo rassicurò sul decorso.

- E' sana e robusta, certo una brutta esperienza, ma starà bene. Niente che il caldo ed una buona dormita non possa rimettere in sesto. -

Malfoy ringraziò e pagò il medico, che si mise a disposizione qualora c'è ne fosse stato bisogno.

 Con la camicia stazzonata ed i capelli scomposti,  frastornato, dopo aver richiuso la porta alle spalle del medico, si girò verso la piccola sconosciuta. Neve sembrava vegliarla, le si era accucciata accanto e sembrava proteggerla.

Un sorriso apparve sul viso del biondo, che per la prima volta aveva realmente fatto qualcosa per gli altri e senza torna conto, ed in quel momento si chiedeva come sarebbe stato sentire la risata di un bambino in quella casa così fredda.

Non gli passò per la mente che forse in quel momento qualcuno potesse cercarla o essere in pena per lei. Il sollievo che la bambina stesse bene ed il piacere di averla lì prevalsero su tutto.

Prese la poltrona l'avvicinò a lei e ci si sdraiò osservandola in silenzio.  Voleva essere lì quando si fosse svegliata.

Vedeva il petto alzarsi ed abbassarsi, il che voleva dire che dormiva.

Cominciò ad esaminarla, aveva il  nasino coperto di lentiggini, i lunghi capelli ramati erano dei boccoli ben definiti.

Sembrava una bimba ben curata, sicuramente era sfuggita al controllo dei genitori.

- Oh Merlino i genitori!! - Esclamò battendosi una mano in fronte, ormai era tardi, che avrebbe dovuto fare, andare alla polizia babbana?

No, sicuramente l'avrebbero portata in qualche istituto in attesa che ritrovassero la sua famiglia.

Ci avrebbe pensato domani, per ora l'avrebbe tenuta e curata.

Per le scuse, beh, quelle se le sarebbe inventate, in fondo lui era un maestro nel mentire, visto che lo faceva spesso, anche con se stesso.

Sfinito si addormentò, ignaro che delle persone sgomente ed impaurite cercavano la piccola.

Matt, infatti, arrivato all'asilo, si era reso conto che la nipotina non c'era.

Sembrava che nessuno l'avesse vista, sparita nel nulla, agitato aveva chiamato Hermione che, corsa sul posto con il cuore in gola, cercava d capire che fine avesse fatto la figlia.

Nonostante le mille domande che poneva nessuno sapeva nulla.

Alyssa era come scomparsa nel nulla come per magia.

Hermione si sentiva in colpa quella mattina, aveva dato poca attenzione alla piccola, e senza rendersene conto, l'aveva lasciata senza affidarla, come faceva di solito, alla maestra, troppo presa dai suoi impegni e dalle sue elucubrazioni mentali.

 - E' colpa mia - disse con gli occhi pieni di lacrime.

- No, tesoro. Non è colpa tua, - rispose il padre che le cinse le spalle.  – Vedrai, la troveremo, magari ci vuole solo spaventare. Si sarà nascosta e tra poco salterà fuori, - cercò di convincersi anche lui delle parole che gli sortirono dalle labbra, ma aveva il cuore stretto in una morsa. Solo non voleva angosciare ulteriormente la figlia, che già era ad un soffio dal panico.

- Papà, Alyssa è sparita, stamani non l'ho ascoltata e lo sgridata per via della sua richiesta, con cui  mi tormenta da due anni, da quando frequenta l'asilo. – Ribattè lei con voce tremante. Se solo l’avesse accontentata, di certo non sarebbe scappata. Era stata troppo presa da se stessa e dai suoi problemi, sottovalutando le richieste della bambina.

- Lo so , è anche un po’ colpa mia, sai, io e i miei racconti sulla magia del natale… - Rispose Matt amareggiato. Anche lui si sentiva colpevole. Alyssa aveva una fantasia sbrigliata e lui l’aveva alimentata come uno stupido.

La donna disperata si guardava in giro, perlustrarono invano ogni angolo nei pressi della scuola, anche tutto il parco e le vie vicine, chiesero ai passanti se avessero notato una bambina vestita di rosso, ma nessuno seppe dare alcuna notizia,  alla fine decise che forse era meglio rivolgersi alla polizia babbana.

Dovevano attivare le ricerche, stava calandola notte e con esso il freddo, lei era la fuori da sola e sicuramente aveva paura del buio.

Angosciati, insieme alla squadra di ricerche perlustrarono tutta la zona, senza alcun risultato.

In uno splendido attico londinese intanto Draco crollò addormentandosi, e questa volta senza l'ausilio dell'alcool.

La mattina dopo venne svegliato da un cicaleccio proveniente dalla cucina, sentiva un chiacchiericcio e delle risate argentine.

Qualcosa sembrò allargargli il cuore, non sapeva esattamente cos'era, ma quella sensazione gli piaceva.

Si passò una mano nei capelli e raggiunse la cucina, vide Miles che chiacchierava con la sua ospite.

Un tempo tutto quel chiacchiericcio l'avrebbe infastidito, ma ora una strana sensazione di calore gli riempiva l'animo.

Si appoggiò alla porta e per un momento godette della scena, la monella inzuppava i suoi biscotti freschi di forno nel latte, mentre Miles sorridente le parlava.

- Direi signorina che è stata fortunata, sa?! Il signor Malfoy l'ha salvata -

 - Oh lo so, e so anche di essere nei guai. Ma io avevo espresso un desiderio e quando ho visto Fiocco ..-

L'uomo mentre le porgeva un bicchiere di succo d'arancia, la riprese

- Neve, si chiama Neve. -

- Beh si, Neve.. Io l'ho seguito, ma credo che la mia mamma sia preoccupata - poi prendendo un respiro continuò abbassando lo sguardo ed incupendosi - e forse anche molto arrabbiata. -

Staccandosi dalla porta Draco fece il suo ingresso, aveva visto il viso della piccola scurirsi.

-         Cercheremo di spiegarle tutto, vedrai che capirà – disse Miles.

Draco  non ne era molto sicuro, ma voleva vederla sorridere di nuovo, quindi ribadì, intervenendo nella conversazione

–       Non preoccuparti. Penserò io a convincere la tua mamma.-

La piccola gli sorrise grata e speranzosa.

Certo, se fosse stata sua figlia, una bella punizione con tutti i crismi non gliela avrebbe levata nessuno, e sospettava che i genitori di quella piccola monella non la pensassero in modo molto diverso da lui.

Poi lei, come ci avesse riflettuto su, scrollò la testa e rispose

- Uhmm, non conosci la mia mamma, come dice sempre mio zio, lei quando si arrabbia è come un drago che sta covando le uova - a quell'affermazione l'uomo appena sopraggiunto sorrise.

Gli venne in mente il suo quarto anno a scuola, il Torneo tre maghi e Potter, era tanto che non ci pensava.

- Finisci la tua colazione e poi vediamo come risolvere la situazione, ha ragione Miles, la tua mamma ed il tuo papà capiranno. -

Il visino s'intristì e gli occhi color dell'ambra si riempirono di lacrime, con il mento che tremava abbassò la testina sulla scodella e con la voce rotta mormorò

- Io.. Io.. Non c'è l'ho un papà. - Istintivamente Draco le si avvicinò e l'avvolse in un tenero abbraccio.

- E' tutto ok...Parlerò io con la tua mamma, - le soffiò tra i capelli che sapevano di talco.

Lei annuì e, tirando su con il naso rumorosamente, alzò lo sguardo, poi con le manine paffute prese il viso del biondo tra le dita e, portandoselo verso di se, gli pose un lieve bacio sulle labbra.

Quel gesto così intimo, così speciale, fece arrivare le pulsazioni di Draco alle stelle, un lieve rossore gli colorò le gote. Cosa gli stava facendo quella bambina? Il suo cuore freddo aveva improvvisamente preso vita.

Cercando di ricomporsi chiese

- Come ti chiami? -

- Alyssa - disse - Alyssa Granger. -

Per poco Malfoy non si soffocò con il caffè che stava sorseggiando, infatti se qualcuno l'avesse immortalato in quel momento, lo avrebbe visto sputare  con colpi di tosse ciò che stava ingurgitando.

- Hai.. Hai detto Granger? Non dirmi che tua madre si chiama Hermione? –

La piccola si illuminò in viso.

- La conosciii ? – Chiese, facendo un viso piacevolmente sorpreso.

- Si.. La conosco.. Eravamo compagni di scuola, - disse con tono sommesso, ancora incredulo per l’incredibile coincidenza.

- Allora anche tu sei speciale. – Disse Alyssa con aria di avere improvvisamente capito tutto.

- Si, speciale, per quanto si possa dire e credere… - Borbottò lui.

Compita, come se le si fosse stato svelato il segreto della creazione del mondo, riprese

- Allora sono convinta che la mamma sarà felice di rivederti, e forse mi scuserà per la mia fuga. -

" Ah, sicuramente molto felice! Come una persona buttata in un nido di Doxi " pensò, decisamente preoccupato per la scoperta Malfoy.

Erano nei guai, e grossi. La mezzosangue lo avrebbe cruciato come minimo. In che guaio si era cacciato?

Mentre rifletteva sul da farsi, la piccola che era scesa dall'alto sgabello, cominciò a giocare sul pavimento con il cane, che mugolava e guaiva.

Si rotolavano e stranamente, quando Alyssa provò a cavalcarlo vista la sua mole, la cagna fu remissiva.

Sembrava godere di tutte quelle attenzioni, e sinceramente a lui piaceva quello che vedeva.

La casa sembrava aver preso improvvisamente vita.

Prese la sua bacchetta e produsse un patronus, una splendida aquila reale alla quale affidò un messaggio.

- Ti invito a raggiungermi. Ho comunicazioni riguardanti tua figlia. Tranquilla, ora sta bene. Vieni a Kensington Park e ti spiegherò tutto. Draco Malfoy. - L'argenteo volatile sembrò librasi leggero, latore di una missiva, e lui sperò che la donna non lo avadakevadrizzasse una volta al suo cospetto.

 

Intanto dall'altra parte di Londra, Hermione  agitata stava spiegando ad Harry ed ai Weasley l'accaduto.

-         Non sappiamo dove può essere, se qualcuno l’ha presa… Se…- Il tono di voce le si era fatto al limite dell’isteria.

Prontamente Harry l’abbracciò e le sussurrò – non pensarlo nemmeno. La troveremo, non temere.- Il suo tono sicuro per un attimo la rassicurò. Si fidava di lui, se aveva detto che l’avrebbero trovata, sarebbe stato così.

Tutti erano pronti per le ricerche. Avrebbero riportato a casa la piccola.

Stretta nell'abbraccio del padre, Hermione dal viso sfatto e con le spalle curve, intanto si chiedeva se sua figlia stava bene, se aveva freddo o paura.

Come ogni madre con il pensiero andava alla sua piccola, al suo cuore.

Stretta in quel muto dolore che la schiacciava soffocandola.

All'improvviso, con lo stupore di tutti i presenti, una maestosa aquila argentata le apparì e con  una voce familiare le lasciò la missiva, che non solo la stupì ma la fece surriscaldare all’istante.

Cosa ci faceva sua figlia con quella viscida serpe?

Cosa voleva da loro?

Che c'entrava lui con la scomparsa di Alyssa?

Mille domande, e l'unica risposta logica era presentarsi all'incontro, anche se a lei già prudeva la bacchetta.

Agguerrita si presentò al rendez-vous con Malfoy, sperava per lui che avesse buone giustificazioni a sua discolpa, o non avrebbe risposto delle sue azioni.

In quelle ore aveva perso dieci anni della sua vita, pensando alle cose peggiori.

Era arrivata sul posto, all'entrata del parco, era voluta andare da sola nonostante le proteste di tutti.

Fremeva nell'attesa, l'ansia le attanagliava la bocca dello stomaco, camminava avanti ed indietro tormentandosi le mani.

Era nervosa ed al contempo furiosa.

Poi si bloccò, vide una figura indistinta ma dal portamento elegante avvicinarsi.

Ci mise poco a riconoscerlo indossava un cappotto di cachemire nero molto elegante, e la sua capigliatura bionda, che era decisamente migliorata, un filo più lunga di come la ricordava, era lasciata libera di cadergli sugli occhi, dandogli un aria di noncuranza che non stonava e ne accentuava per contrasto l’eleganza.

Scattò, andandogli incontro e puntandogli la bacchetta contro il petto, esclamò pericolosa

- Dimmi perchè mia figlia è con te! -

Lui alzando le mani come per arrendersi rispose tranquillo

- Frena.. Frena, mezzosangue. Ha ragione tua figlia sembri una femmina di drago, che cova le sue uova quando sei inc.. Ehmm arrabbiata -  poi con un dito cercò i spostare la punta del legno che lo stava minacciando.

- Forse è meglio che tu veda con i tuoi occhi – e, cercando di afferrarla per un gomito, voleva smaterializzarsi, ma lei si divincolò e, assottigliando gli occhi, sputò con astio

- Non vengo da nessuna parte con te! Dimmi perchè mai dovrei fidarmi! – La diffidenza fondata sul loro passato le brillava negli occhi evidente.

- Perchè le persone cambiano Granger, potrai non credermi, ma il ragazzino che conoscevi tu è morto la notte della grande battaglia. – La fissava serio, sperando che gli credesse e che intuisse la verità delle sue parole.

Hermione, non del tutto convinta, valutava le sue parole, ma il desiderio e l'ansia di riabbracciare la figlia ebbero la meglio.

- Portami da lei  e non provare a fare scherzi, o giuro che non festeggerai il Natale. -

- Tranquilla, comunque non ho nulla da festeggiare - le parole erano uscite con tono amaro.

Si smaterializzarono a casa di Malfoy.

La scena che vide la riempì ed al stesso tempo ferì.

Sua figlia rideva, mentre giocava sul tappeto con Neve, era buffa con quella felpa di tre taglie più grande che sicuramente apparteneva a Malfoy.

La risata di Alyssa rimbombava tra le mura, e quasi sobbalzò quando una voce alle sue spalle disse

- Ha una meravigliosa bambina Milady, se mi permette di dirlo. E' così serena e allegra, sembra che nulla la turbi - disse Miles che cercava di prendere il suo cappotto.

- grazie - rispose a disagio  la donna che fissava la figlia, che come se avesse sentito lo sguardo su di lei alzò il capo e come un tornado si lanciò tra le braccia della madre gridando stupita

- MAMMAAAAA!! – Urlò Alyssa notandola e correndole incontro con entusiasmo.

- Oh amore, sono stata così in pensiero, mi hai fatto diventare i capelli bianchi per la paura. Non so se strozzarti o soffocarti di baci, - disse Hermione, stringendola forte a se, ma mentre parlava lo stava già facendo, capo, occhi naso labbra, una miriade di baci piovvero sulla piccola.

Draco in un angolo osservava la scena, si sentiva di troppo eppure si sentiva sciogliere.

Avrebbe dato tutto l'oro che possedeva, per avere  potuto ricordare di aver ricevuto un abbraccio così da sua madre.

- Mamma vieni, ti voglio presentare la mia nuova amica, si chiama Neve, non è bellissimissima? E il signor Draco mi fa giocare con lei - ed andò ad abbracciare la cagna che, seduta composta, osservava la scena. Gli occhi vivi ed intelligenti fissi sulla nuova arrivata.

Hermione si avvicinò alla cagna che sembrò annusarla curiosa, poi, senza che lei se lo aspettasse, si alzò in piedi e, quasi sovrastandola, poggiando le grosse zampe sulle sue spalle la leccò sul viso senza imbarazzo. Mentre lei barcollava ridendo sotto il peso dell’enorme animale.

- Bene, direi che le sei simpatica, - disse Draco, ridacchiando alla vista del viso stupito della donna di fronte a tanta affettuosità.

- Meno male, non oso immaginare cosa farebbe ad una persona che le risultasse odiosa - rispose con una punta di ironia.

- Oh di solito li atterra per poi squarciargli la gola - la prese in giro lui.

 - Malfoy - squittì lei preoccupata, lanciando uno sguardo alla figlia pericolosamente vicina al muso della bestia.

- Scherzavo, devo dire che l'età ti ha peggiorata, non sai riconoscere una presa in giro? Accomodati - e con la mano fece segno al grande divano di pelle morbida.

Per la prima volta da quando era arrivata, osservò l'ambiente che era ampio e luminoso.

Per quando arredato con gusto, a lei sembrava freddo ed impersonale.

Tutto lindo e pinto, nulla fuori posto, e per lei, abituata al suo mini appartamento perennemente nel caos, venne da sorridere.

In questo Malfoy era rimasto uguale, anche da ragazzo a scuola risultava sempre perfetto, mai un pelo fuori posto.

Un silenzio imbarazzato calò tra i due, Hermione si guardava in giro mentre lui la fissava sfacciatamente. Ammirando in silenzio la donna che era diventata, ai tempi della scuola non l’avrebbe degnata di uno sguardo, ma ora gli piaceva quello che vedeva.

Miles arrivò con un vassoio, che posò su tavolino in cristallo, privo di qualsiasi impronta o macchia, ed a lei venne da pensare che se fosse stato a casa sua sarebbe stato ricoperto dalla polvere delle matite temprate da Alyssa, e dalle impronte delle sue dita.

- Prego serviti pure e, mentre bevi e ti riscaldi, magari chiudendo la bocca aperta dallo stupore, ti racconto cosa è accaduto. -

Hermione ascoltò, diventò di tutti i colori man mano che Malfoy le fece il resoconto di quello che era accaduto, ed il resto lo seppe a spizzichi e bocconi dalla figlia che annuiva.

Non sapeva se ridere o piangere alla fine, era morta di paura nelle ultime 12 ore, e loro sembravano non capire.

Anzi sembravano trovarlo divertente e si spalleggiavano l’un l’altro nel racconto come se si conoscessero da sempre.

- Tu sei nei guai signorina, ritieniti in punizione -  alla fine riuscì a dire, sbottando in un modo quasi isterico.

- Ma mamma.. - Piagnucolò la piccola.

- Ma mamma un accidenti, il tuo è stato un gesto sconsiderato. E se ti fosse successo qualcosa? E se non c'era Draco a salvarti? - ll tono di rimprovero fece riempire gli occhi di Alyssa di lacrime, che stranamente si rifugiò nelle braccia di Malfoy, che rimase spiazzato.

- Ha soli cinque anni Granger, non essere  così dura. – Disse, abbracciando la piccola. Sentendosi protettivo come mai era stato verso nessuno.

Fissandolo, irritata per la sua intromissione, acida disse

- Taci tu, non credere, c'è ne è anche per te. -

Baciando la piccola sul capo, la fece scendere dalle sue gambe e, dandole una pacca sul di dietro, la spinse verso Neve e disse

- Va a giocare piccola, i grandi devono chiarire alcuni punti. -

Lei girandosi a mezzobusto seria disse

-  Dovete litigare come fanno una mamma ed un papà? Me lo ha detto Rachel che quando i suoi genitori devono parlare di cose da grandi, la mandano a giocare. – Chiese preoccupata.

- No piccola, parlare forse come due amici - rispose serio Draco.

Lei annuì delusa, ma se ne andò seguita da Neve, che ormai era pazza di quella monella.

E le abbaiava intorno festosa.

- Granger rilassati, sta bene, lo hai potuto vedere anche tu, non sono un mostro, capisco che ti sei preoccupata, ma Alyssa sta bene. Per una volta smetti i panni da " tosta ed inarrestabile ", è solo una bambina. - Il tono era diventato dolce e le prese le mani tra le sue.

Erano così  piccole, calde e morbide, e le pensò su di se, mentre lo carezzava. Non potè farne a meno, i suoi pensieri presero il volo.

" Accidenti Draco, sei messo proprio male, se fai sogni simili ad occhi aperti e con la Granger per giunta, " si disse nella mente.

Hermione ritirò la mano, quasi si fosse scottata, ma poi si rese conto che il suo gesto l'aveva offeso.

Infatti si alzò in piedi e rigido andò verso la finestra. La mano come sempre affondata nella tasca, quasi volesse contenere la sua frustrazione.

Perchè era così che si sentiva, frustrato e deluso.

Lei si sentì in colpa, in fondo gli doveva essere grata, aveva salvato sua figlia, l'aveva curata a sue spese e, doveva ammetterlo, vegliata come se fosse la cosa più preziosa.

Si alzò ed in silenzio si avvicinò all'uomo e, poggiandogli una mano sulla spalla, fece una piccola pressione.

- Ti chiedo scusa, ma sai, mi sembra così strano tutto questo… - Lui non disse nulla, continuava a guardare fuori, lo sguardo perso nella Londra che stava per diventare sonnacchiosa un’altra volta.

Infatti milioni di luci brillavano, e la notte stava calando come un velo, dando alla città quell'aria così magica ed unica nel suo genere.

Visto che lui non parlava e sembrava ignorarla, lei chiamò  la figlia

- Alyssa, vieni, ringrazia e andiamo, il nonno ci sta aspettando. -

- Noooo mummy, ti prego.. Restiamo ancora un po’,  Miles mi sta facendo un piatto speciale ed io voglio mangiarlo, ho promesso. – Protestò agitata. Non voleva andare via. Le piaceva stare lì con Draco e Neve.

- Alyssa, non insistere. – La sgridò. Non era il caso che disturbassero ancora Draco. Senza contare che il modo in cui lui la guardava la metteva un po’ a disagio, anche se in modo piacevole. Non ricordava nemmeno più da quanto tempo un uomo non  la guardava con uno sguardo simile. Ma che quel uomo fosse Draco Malfoy non le sembrava possibile.

- Mammaaa!! -

- Alyssa!! – Esclamò dura  al culmine della sua pazienza, e stava per esplodere sul serio, quando una voce

- Rimanete, Miles è un ottimo cuoco, ed almeno non cenerò da solo. -

- Ti prego.. Ti prego mamma - implorò  la monella, che non intendeva lasciare la sua nuova amica tanto presto.

Sospirando Hermione disse

- Non vogliamo approfittare della tua ospitalità, ne abbiamo fin troppo  abusato, per oggi sicuramente avrai di meglio da fare. -

- Piantala di voler sapere meglio di me quello che voglio e desidero nella mia vita, sono io a chiedervelo. - Disse asciutto.

Alyssa corse da Draco e alzò le mani per farsi prendere in braccio, cosa che lui fece e lei di nuovo lo lasciò senza parole

- Ti voglio bene signor Draco!! - E gli posò un bacio sulle labbra, non prima di aver spostato una ciocca di capelli, che gli era scivolata sulla fronte a coprire quelli occhi così profondi e belli e poi, divincolandosi, disse

- Sai che hai gi occhi del colore dell'argento? - Lui facendola scendere, scosse il capo e ridacchiò

- Alyssa..Alyssa, peccato che sia così vecchio, se no ti corteggerei -

- Beh, puoi corteggiare la mia mamma, ci dicono che siamo uguali, io non sono gelosa e poi a me piace Albus. - Draco alzò un sopracciglio  e preoccupato disse

- Chi è Albus? Non è troppo piccola per avere un fidanzatino? -

Hermione esplose a ridere, non ci poteva credere, una battuta del genere uscire dalle labbra di Malfoy, lui il ragazzo d'oro che era stato desiderato da quasi tutte le ragazze di Hogwarts e, per di più, si stava comportando come un padre.

- Malfoy, mi stai lasciando a bocca aperta, a parte che mi sembra che vuoi fare il facente funzioni, ed Albus è il figlio di Harry.. Ricordi Potter, vero? Ha un anno meno di lei, ma vanno molto d'accordo.– Disse divertita per il cipiglio che aveva assunto, nemmeno Alyssa fosse figlia sua.

- E ti pareva che Potter non centrasse qualcosa, me lo ritrovo ovunque - disse storcendo il naso e facendola ridere. - Allora accetti il mio invito? - Lei annuì e disse

- Avviso mio padre, sarà preoccupato a morte, sapeva che dovevo incontrami con te.. – Il suo tono era pieno di sottintesi.

- Vuoi dire che tuo padre mi conosce attraverso i tuoi racconti, che saranno stati sicuramente dettagliati? – Chiese, capendo al volo.

- Diciamo che ti conosce come il piccolo bastardo, che faceva piangere la sua principessa.. –Rispose, mordendosi le labbra per non ridere.

Passandosi una mano nei capelli e scrollando le spalle, disse, mentre andava ad avvisare Miles,

-Perfetto, ho un nemico in più. Grazie Granger. -

- Di niente Malfoy. – Ghignò lei. Se non fosse stata una grifondoro, la si sarebbe potuta prendere per una serpeverde, a giudicare dalla sua espressione.

La cena non fu mai così bella per Draco, abituato a consumare da solo.

Miles accese le luci dell'albero e Neve, accuciata ai piedi della piccola, condivideva con lei il pasto.

- Alyssa, basta dare da mangiare al cane o esploderà. – Rimproverò la figlia.

- Ma a lei ci piace. – Ribattè con la sua logica inoppugnabile la bambina.

Hermione ruotò gli occhi esasperata e la riprese

- A lei piace, ma non puoi rimpinzarla in questo modo, anche se  in effetti era la migliore cena che abbia assaggiato dopo i tempi di Hogwarts. -

- Vuoi dire che nonna Molly non cucina bene? - Chiese ingenuamente la piccola, mentre sembrava seduta sugli spilli.

  - Posso alzarmi? – Chiese alla fine non resistendo oltre.

- Diciamo che siamo su due diversi piani di capacità e decisamene due stili diversi. – Cercò di glissare lei con diplomazia e poi aggiunse rispondendo alla sua domanda

- Siamo ospiti, devi chiedere a Malfoy. -

- Signor Draco, posso alzarmi?-

Pulendosi la bocca con il tovagliolo, che poggiò, disse

- Vai pure, quando arriva il dolce, ti chiamiamo - poi rivolto ad Hermione divertito osservò - E' argento vivo, sembra che si autorigeneri continuamente. -

- Oh, e non hai visto nulla. – Risero, ognuno aveva una visione netta e chiara di come quel piccolo ciclone poteva rivoluzionare la vita.

Lui la conosceva da circa ventiquattrore e ne era follemente ed irrimediabilmente innamorato.

Sapeva di essere ridicolo, ma era così. La cosa che lo rabbuiò, fu il pensiero che di lì a poco sarebbero entrambe uscite dalla sua vita, e lui sarebbe ricaduto nella sua " noiosa vita banale ".

Una cosa aveva imparato con l'entrata di Alyssa nel suo mondo, quello di cui aveva bisogno era il calore di una famiglia. Ora come non mai gli era chiaro.

E non una qualsiasi, ma qualcosa di speciale.                                                                Insomma aveva necessità di una cosa da nulla, la donna giusta accanto a se e poi i figli che gli avrebbe dato. Se il Babbo Natale dei babbani fosse esistito davvero, per quel anno era questo il regalo che gli avrebbe chiesto. E stranamente il volto della donna, che immaginava in quel ruolo e che gli sovveniva alla mente, era quello di Hermione Granger, e chissà poi perché, la piccola Alyssa non stonava in quel quadro.

Tornando alla realtà, fece una domanda a bruciapelo alla donna di fronte a lui

- Che ne è del padre di Alyssa?  - Per poco Hermione non si strozzò, tossendo lo fissò e, prendendo fiato, fece un breve resoconto della sua breve relazione con Ron, stando attenta che la piccola non sentisse. Non le piaceva parlare di lui, a Malfoy poi, ma era stato davvero disponibile con loro e a lei venne facile parlargli anche di cose tanto personali. Stranamente si sentiva a suo agio con Draco.

- Ora lo sai, ma ti prego, Alyssa non deve soffrire, non merita altro dolore. Essere stata rifiutata dal padre sarebbe troppo anche per lei. -

- Che fosse un coglione, ne ero già certo quando eravamo a scuola, ora ne ho avuto conferma! - Esclamò con tono duro,- e comunque i figli non sono di chi li fa, ma di chi li cresce e li ama, e tu sei un ottima madre Granger. -

- Grazie - disse quasi in un bisbiglio. Si sentiva rinfrancata dalle parole di Draco.

- E' una bambina stupenda, educata, intelligente, ma soprattutto senza pregiudizi e con tanto amore da dare, e questo grazie a te. Hai fatto un ottimo lavoro con lei, non dubitarne mai. -

Sentire quelle parole dette dalla sua nemesi davanti ad un invitante dessert, la fece ammorbidire verso di lui. Ora si sentiva decisamente più ben disposta a concedergli il beneficio del dubbio.

Se le avessero predetto che un giorno avrebbe cenato con Malfoy come due vecchi amici, li avrebbe fatti ricoverare in un ospedale psichiatrico.

Eppure dovette ammettere che stava bene, era da tempo che non si sentiva così serena.

Passata la paura, ora era se stessa, forse la vecchia Hermione faceva capolino, ma la cosa buffa era che stava " rinascendo " grazie al ragazzo che l'aveva derisa per anni.

Di colpo entrambi si bloccarono, uno strano silenzio era calato sull'attico, niente risate e niente guaiti. Entrambi scattarono in piedi e veloci arrivarono nel salone. Miles sembrava in adorazione della scena, sul tappeto vicino al camino col il viso appoggiato sul ventre di Neve, Alyssa dormiva, il viso sereno come se avesse raggiunto l'Eden.

Miles a bassa voce disse

- Era stanca ed è crollata. -

- Ma noi dobbiamo andare a casa - rimbeccò Hermione preoccupata. Ora avrebbe dovuto svegliarla.

- E' un peccato svegliarla Milady - disse l'uomo.

- E' vero Miles, è una piccola meraviglia - confermò Malfoy a bassa voce.

Lei  guardò i due  uomini, non capiva cosa volessero dire.

 

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Capitolo 2
*** DDesideri sotto l'albero cap 2 ***


cap 2 fan di natale Grazie a chi ha lasciato un segno del suo passaggio e naturalmente a chi a letto in silenzio.
Il prossimo capitolo sarà anche l'ultimo
Vi auguriamo buona lettura
The Dragon to Saphira



                               


                                   Desideri sotto l'albero
                                    cap.2





" Con la tua immagine e con il tuo amore tu, benchè assente, mi sei ogni ora presente. Perchè non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri; ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te "
( W. Shakesperare )













 Lasciala qui Granger, o fermati anche tu, se credi. Abbiamo una camera per gli ospiti. -

- Ma io devo lavorare domani e non ho un cambio con me, - riprese lei che cercava di declinare quel invito che le sembrava imbarazzante. Non era davvero il caso di fermarsi a dormire lì.

- Non mi dire che la strega più brillante del secolo non sa trasfigurare degli abiti, e poi anche io devo lavorare, sai? Ma posso farlo benissimo da casa domani e occuparmi di lei allo stesso tempo, sempre se ti fidi di una serpe. – Draco tentava di aggrapparsi agli specchi, non voleva che se ne andassero, non sapeva bene il perché, ma le voleva lì.

- No ma.. Cioè si.. Insomma - sbuffò lei, pensando che sua figlia l'aveva messa in una posizione davvero scomoda. Aveva esaurito le scuse e non sapeva come uscire dall’impasse.

- Sei un po’ confusa direi - sghignazzò l'uomo, conscio di averla messa all’angolo.

- E sia - alla fine disse a malincuore. Si sentiva terribilmente a disagio all’idea di dormire nella casa di Draco Malfoy.

Miles s'inchinò  e, sorridendo, andò a preparare la stanza.

C'era una strana magia nell'aria, e lui sperava che fosse a favore del suo padrone, era stanco di vederlo triste ed insoddisfatto.

Per la prima volta, quel giorno l'aveva visto sereno, dopo tutto quello che aveva passato, pensava che se lo meritasse.

Qualunque cosa ne dicesse la gente, nessuno poteva dire di conoscerlo come lui, e  sapeva che era cambiato.

Aveva sputato sangue per ripulire il suo nome, si era liberato dei falsi amici  ed aveva cominciato da zero, anche se negli affari era un vero squalo.

Poco dopo Draco quasi si scontrò con Hermione, che stava uscendo dal bagno.
Aveva raccolto con delicatezza la piccola tra le braccia e la stava mettendo nel grande letto, che avrebbe condiviso con la madre.

- Scusa - disse lei arrossendo. Miles le aveva fatto trovare sul letto una vecchia camicia del biondo, che ora indossava come  " mise notturna ", e che le lasciava scoperte le gambe. Si sentiva in imbarazzo così conciata, la camicia arrivava appena sotto l’inguine e aveva notato lo sguardo di Draco indugiare sulle sue gambe. Si sentiva le gote in fiamme e sperava che il suo disagio non fosse tanto evidente, ma a giudicare dal lieve sorriso di lui, non ci contava troppo. Maledetta pelle chiara, qualsiasi emozione le si leggeva sul viso.

- Non scusarti, sono io che sono entrato senza bussare, ma volevo mettere a letto la monella. Ah, i  vestiti di Alyssa sono rovinati, domani manderò a prendere qualcosa per lei. – Lo divertiva l’imbarazzo della mezzosangue e stava dilungandosi a parlare, per continuare ad ammirare quello insperato panorama. Inoltre qualcosa lo tratteneva in quella stanza, la tentazione si stava facendo forte…. Ma sapeva che lei non era come le altre.

- Non preoccuparti, andrò a casa io a prenderle qualcosa. -  Rispose pronta. Non voleva che si disturbasse anche per quello.                                              
Lui sospirò e disse

- Ti prego, lasciami fare qualcosa per lei, è Natale. Prendilo come un regalo. -

Lei annuì poi lo vide girarsi e dirle

- Buonanotte Granger. -

- Malfoy ? - Chiamò lei, che lo aveva raggiunto e si era alzata in punta di piedi.

- Si ?- Disse girandosi a mezzo busto, e si sentì baciare sulla guancia.

La fissò preso in contropiede  e, senza un perché, le circondò la vita e s'impossessò di quelle labbra che sembravano invitarlo.

Delicato si mosse morbido.. Poi si staccò e ridisse

- Notte Hermione - ed uscì veloce, prima che i suoi bassi istinti venissero a galla rovinando tutto.

 

Mentre percorreva il corridoio e raggiungeva la sua stanza si maledisse  per la sua stupidità.

Hermione intanto era basita, si stava accarezzando con la punta delle dita le labbra ancora scombussolata per l’accaduto. Draco Malfoy l’aveva baciata.
Si aspettava quasi un terremoto da un momento all’altro. Non ci poteva credere.

Mai aveva ricevuto un bacio tanto dolce.

Che diavolo stava succedendo? A lui, a lei…

Poteva il Natale racchiudere veramente la magia?

Piena di dubbi s'infilò nel letto e strinse il corpicino di sua figlia, che in quel momento era l'unica certezza, il suo porto sicuro. Si sentiva incerta e confusa, la sua reazione al bacio le era incomprensibile e si chiese cosa aspettarsi ancora l’indomani.

La mattina dopo venne svegliata da un grattare alla porta ed un mugolio.

Neve chiedeva di entrare.

Ma non fu lei ad aprire alla cagna, ma quel terremoto della figlia, che ormai era come se si sentisse a casa.

- Buongiorno Neve. Miles è in cucina? – Pose quella domanda con assoluta naturalezza. Tanto che Hermione la fissò perplessa. La bambina si muoveva e reagiva come se stare lì fosse un evento nella norma e non del tutto eccezionale.

L'animale intanto scodinzolava felice, ma c'era qualcun altro che arrivò fischiettando.

- Ehi, monella, già sveglia? Hai fame? -

Lei annuì, poi lo vide chinarsi alla sua altezza e chiederle fissandola

- Anche la mamma è sveglia? -

La piccola scosse il capo e disse

- Non ancora del tutto, come dice lei ..Ah si, si sta connettendo con il mondo - Draco rise all'espressione della piccola e, presala in braccio, infilò il capo nella stanza della donna e disse

- Mentre fai pace con te stessa ed il mondo, do la colazione alla tua signorina, sbrigati, le focaccine di Miles con le fragole sono spettacolari e non so se te ne lascerò qualcuna. -  Per tutta risposta un mugugno ed un cuscino che colpì a vuoto la porta lo accompagnarono.

Provò una strana sensazione di calore, qualcosa che gli partiva dalle viscere e saliva fino a far galoppare il suo cuore.

- Buongiorno Miles - disse sorridendo e ricevette un  saluto altrettanto caloroso, per un momento pensò che non voleva svegliarsi, che quello era un sogno e non desiderava finisse.

Mai quella casa gli era sembrata così ricca.

Nessuna donna vi aveva mai dormito, ma sopratutto mai nessuna lo aveva fatto ridere come quelle due, che come un fulmine a ciel sereno gli erano piombate nella vita, che ora sapeva essere stata scialba e noiosa fino a quel momento.

Un colpo di fulmine? Può darsi, anche se lui non credeva a queste svenevolezze da femmina.

Ma di sicuro, avrebbe fatto di tutto perchè restassero con lui. I motivi alla fine non avevano importanza, ma decise di assecondare quello che sentiva nascere prepotente dentro di se.

- Ok, allora per prima cosa Miles ti procurerà degli abiti nuovi, poi porteremo Neve a correre, e poi.. Beh, vedremo nel corso della giornata - disse lui portandosi alla bocca la tazza del the.

- Mi stai dicendo che resto qui con voi? Non vado a scuola? Sei sicuro? – Chiese a raffica la bambina, fissando prima uno e poi l’altro alternativamente.

- Quante domande Alyssa, non seccare Draco - disse una voce insonnolita alle sue spalle.

- Eh si, resterai con lui, ma prometti di comportarti bene.- Ammise alla fine.

 Lei battè le mani, saltando sulla sedia, e chiaramente rovesciò il suo succo sulla tovaglia candida.

- Alyssa! - esclamò la donna.

- Scusa - disse mesta la bambina - Non volevo, se Miles mi da una spugna, pulisco io. -

Draco, che stava osservando la scena, disse

- Non ti preoccupare, siamo maghi, non scordare - e con una mossa veloce del polso disse

- Tergeo. -

- Ohh, sai che la mamma a casa usa poco la magia, dice che dobbiamo stare attenti. Noi viviamo  in un quartiere babbano, non lontano dai nonni, e dice che è più divertente fare le cose con le proprie mani. -

-  Beh, io sono un mago e non rinnego le miei origini. -

- Taci serpe, non rinnego niente, solo la uso con intelligenza e solo quando serve - disse lei piccata.

- Ohhh, abbiamo offeso sua maestà la regina dei grifoni - la canzonò lui.

- Oh, il principe delle serpi si sta srotolando e comincia sputare il suo veleno - lo punzecchiò.

- Principi e Regine? Che storia è questa? - Chiese curiosa Alyssa.

Draco ghignò e cominciò il racconto incantando la bambina.

- Devi sapere che molto tempo fa in un castello lontano c'era una bambina, che poi divenne una ragazza che veniva chiamata Regina, per il suo carattere acido, e per la sua fama di so tutto io, ma non solo per quello, camminava per i corridoi e non dava confidenza a nessuno, ostentando sempre la sua aria di superiorità. -

- Ma per favore, taci. Parli proprio tu? Non ricordi come era crudele il Principe delle serpi e come trattava chi lo circondava? Per lui gli altri erano tutti inferiori.-

La piccola, a bocca aperta, faceva andare lo sguardo sui due che sembravano sfidarsi con lo sguardo.

- Già, ma erano.. Questa è la parola chiave - disse lui.

- Oh, non mi dire, e tutto questo tuo buonismo da dove proviene? -

- Siamo agguerrite già la mattina e direi che la cosa mi piace. Tu non offri una chance all'avversario vero? Per te non esiste il grigio, beh, ti distruggo un mito, il grigio c'è con le su molte sfumature, senza parlare del resto. Sono cambiato Granger, prendine atto. – Il tono era improvvisamente diventato semiserio.

Già era cambiato e lei ne aveva preso atto, eccome se l'aveva fatto.

Era migliorato, non solo nello spirito ma anche fisicamente, non che fosse mai stato brutto, ma ora decisamente era maturato e nell'insieme, quello che vedeva, le piaceva e faceva scalpitare i suoi ormoni, che erano in un stato di catalessi da un po’.

Diciamo pure cinque anni.

Lui si alzò e, prendendo un fiore dal vaso al centro della tavola, disse

- Mi spiace è Natale e siamo a corto di rametti di ulivo. Pace? - E le porse una rosellina bianca.

Lei sorrise e rispose

- Perchè abbiamo litigato? -

Sua figlia, che sembrava godere di quella scena, seria disse

- Direi proprio di si, come fanno i papà e le mamme. -

- Alyssa, ora basta con questa storia - la riprese secca Hermione. Cosa si era messa in testa quella bambina. Doveva dissuaderla subito.

- Lasciala dire, ti dirò, non mi dispiacerebbe una figlia sveglia ed intelligente come lei. – Osservò divertito. Ed il bello era che stava dicendo effettivamente la verità.

- Beh, allora provvedi, credo che molte delle tue spasimanti saranno liete di accontentarti. – Ribattè pronta lei. Conosceva la sua fama di playboy e sapeva che molte donne entravano ed uscivano dal suo letto. Una di loro forse,una bella purosangue dal pedigree immacolato, sarebbe stata adatta a sfornargli un erede. Quella idea stranamente non le piaceva per nulla e le diede una specie di stretta al cuore.

- Ho detto che mi piacerebbe lei, non un'altra bambina. E poi nessuna delle donne che ho frequentato potrebbe anelare a tanto. -

- Quindi la vuoi già bella che pronta. – Osservò intimamente sollevata.

- Beh, se trovassi la donna giusta, chissà magari mi  potrei cimentare e provare a creare tanti piccoli me.- Ghignò, fissandola intensamente.

- Che Merlino c'è ne scampi - esclamò lei con la faccia schifata.

- Sono così orribile? – Chiese alzando un sopracciglio. Sorrideva, come se credesse che fosse impossibile. Era consapevole dell’impatto del suo indubbio fascino sulle donne, ma stavolta non si sentiva tanto sicuro. E se non le fosse piaciuto?

Colpita ed affondata, ecco cos'era Hermione in quel momento.

Quindi cercando un escamotage, disse

- Caratterialmente, beh, dici di essere cambiato, ma io in realtà non ti conosco, quindi passo, fisicamente non sei malaccio, ma non rappresenti il mio standard di uomo di certo. – Si era posta in autodifesa, tentando di distoglierlo da qualunque cosa stesse macchinando, perché da come parlava e la guardava sembrava stesse flirtando con lei.

- E sentiamo, come lo vorresti questo Principe azzurro? - Chiese lui con sguardo indagatore.

Intanto Miles, capito il gioco sottile del suo padrone, aveva preso la piccola e con la scusa di scegliere dei vestiti su catalogo, l'aveva trascinata via.

Hermione stava pensando ad una risposta appropriata e non si era resa conto, che lui la stava chiudendo in un angolo

- Allora per prima cosa deve amare me e mia figlia allo stesso modo. L'aspetto fisico è relativo, deve avere cervello da vendere, essere altruista, ma sopratutto avere quel pizzico in più che non guasta. – Disse convinta lei.

- E sarebbe? – Insistette. Voleva capire, avere le informazioni necessarie per aprirsi una changes con lei.

- Ambizioso, ma non troppo, e soprattutto mi deve saper far ridere. -

- Tutto qui? Ed io che credevo chissà che - rispose alzando una spalla.

- E ti pare poco? – Chiese lei. La popolazione maschile per la maggior parte conteneva una marea abnorme di stronzi assoluti, l’uomo che lei voleva era una rarità o forse semplicemente non esisteva. In ogni caso lei ne aveva avuto abbastanza.

- No, ma credo che ci siano milioni di uomini così. – Osservò lui perplesso. Gli uomini erano davvero degli imbecilli. Come avevano fatto a farsi scappare quella donna fino ad ora?

 Lei abbassò il capo e, prendendo le tazze che mise nel lavello, rispose in un soffio

- Non è così, con me non ha funzionato… - Il tono era amaro, l’espressione cupa, quasi dolente.

 Lui le era andato vicino e, prendendola per la vita e girandola verso di se, chiese

- Cosa non ha funzionato? – Era curioso, voleva sapere, capire cosa non era andata come doveva.

- Io.. Io non sono una conquista facile… E inoltre Alyssa ..Beh, puoi immaginare. -

- No, mi spiace, non lo capisco. Allora non ti meritavano, nè te e nemmeno Alyssa. Erano degli stupidi. – E mai era stato tanto convinto di quello che diceva.

- Draco, non è facile. Alyssa non sa chi è il padre  e, credimi, l'ho fatto solo per proteggerla. Sai cosa vuol dire essere rincorsa giorno e notte da magipaparazzi? Si credo che lo sai, non voglio questa vita per mia figlia, lei è Alyssa Granger punto! – Era stata stuzzicata in un punto molto sensibile. Prima Ronald Weaslay, poi un paio di uomini con cui aveva sperato per un po’ di potere aprire un discorso di un certo tipo, ma uno dopo l’altro una delusione senza fine.

Come un fiume in piena aprì gli argini e, sedendosi raccontò di quello che aveva provato, di come si era sentita, ma sopratutto di come gli altri l'avevano fatta sentire.

Una conquista facile, ma non la donna con cui avere un futuro.

-..E da allora gli uomini sono stati banditi dal mio mondo. Lo so, sono patetica – Concluse mogia.

- No, sei solo una donna che ha sofferto e trovato degli stronzi sul suo cammino - poi abbracciandola aggiunse

- Sei splendida, con il tuo cuore colmo di amore per tutti, proprio come lo eri da bambina. Ti ammiro. Poche donne avrebbero fatto quello che fai tu ogni giorno, amare tua figlia per due. -

Le lacrime scendevano sul viso della donna e lui, alzandole il mento, con due dita le asciugò.

- Basta piangere, se vuoi, io sarò al tuo fianco. Chissà che questa strana amicizia non porti qualcosa ad entrambi. -

- Mi ..Mi stai facendo delle avance Malfoy? - Chiese lei, mentre tirava su con il naso e non credeva alle sue orecchie. Era basita, non faceva sul serio. O si?

- Diciamo che mi sono innamorato, credi nei colpi di fulmini? – Sorrise lui.

Lei lo guardò sbigottita, allargando i suoi occhioni così simili a quelli della figlia.

- Si, mi sono presa la più grossa sbandata della  mia vita, ha capelli ramati, due occhi color dell'ambra ed ha cinque anni, ahimè - ghignò lui strappandole un sorriso. Il sollievo la invase, scherzava, ma certo. Che cosa mai aveva creduto? Anche se una vocina le sussurrava che in fondo ci era rimasta male.. Tuttavia stare lì nell’attico della sua nemesi, fatto talmente incredibile da avere del miracoloso, era il segnale che qualcosa stava succedendo. L’aria stava cambiando. Che sua figlia avesse ragione? Che la magia del Natale esistesse davvero? Domande e sempre le stesse. Poi mise da parte i pensieri e si preparò ad uscire.

- Ora va, che arrivi in ritardo, io sarò qui al tuo rientro. - Lei fece un sorriso di circostanza, ma sulla porta disse

- Ti spiace se approfitto così di te? Dimmelo se sono sfacciata o se sto esagerando. -  Il viso dell'uomo si illuminò

-Fa di me ciò che vuoi - disse allargando le braccia, strizzandole l’occhio.

- Ehmm, mancano pochi giorni a Natale e vorrei comprare un paio di regali che mi mancano, posso contare sul tuo appoggio con Alyssa? Sai, lei crede in Babbo Natale. - Un po’ deluso dalla risposta, disse

- Certo fa quello che devi, la peste la tengo impegnata io, o meglio Neve. -

- Grazie Malfoy, non credevo che nell'arco di ventiquattro ore te l'avrei detto così tante volte, e a te poi… -

- Come ti ho detto persone e situazioni cambiano. Ah, che ne diresti se ci chiamassimo per nome? Ormai siamo " quasi " amici del cuore,  e poi io sono innamorato follemente di tua figlia. – Ghignò, facendo un po’ il buffone.

- Va bene Mal.. Draco -  e corse via, non prima di aver mandato un bacio a sua figlia, raccomandandole di comportarsi per bene.

Pena : Babbo Natale non  avrebbe esaudito i suoi desideri.

La piccola rise ed alzò una spalla, in fondo, anche se per vie traverse, aveva ottenuto già un anticipo.

Arrivata al lavoro, Hermione avvisò suo padre e chiaramente parlò con Harry, al quale raccontò tutto o quasi, omise il bacio e gli abbracci. Ed infine promise di spiegare tutto alla famiglia Weaslay la sera stessa. Era certa che in questo caso l’amico non avrebbe capito ed in fondo nemmeno lei era certa di capire o di sapere cosa stesse succedendo.
 In quanto a Harry Potter, aveva la vista più lunga di quanto lei pensasse, era tanto che non la vedeva sorridere serena, e se tutto ciò era grazie a quella serpe, beh, avrebbe abbassato il capo ed accettato.

Harry era molto protettivo con lei, forse più di suo padre stesso.

Aveva fiducia nel giudizio dell'amica, ma per lui Malfoy era uno da monitorare, se solo l'avesse fatta piangere, lui lo avrebbe ucciso ed a mani nude.

La giornata passò veloce, sia per lei che per il quartetto a casa.

Miles era felice, vedere ridere il suo padrone lo riempiva di gioia.

Con la piccola era andato al parco per far correre Neve, ma non l'aveva mai persa di vista.

Avevano pranzato in un posto che la piccola pareva amare, Mac Donald.
 Lui era rimasto perplesso quando il commesso gli aveva porto un vassoio con su dei cartoni, ma cercando di non dare a vedere il suo disagio, fece tutto quello che Alyssa eseguiva alla perfezione.

Girarono per la Londra babbana seguiti da Neve,  e risero quando un anziana signora fece i complimenti alla piccola, dicendo che assomigliava tutta al papà, beh, tranne per il colore dei capelli.

Mangiò zucchero filato e salì sulle giostre.

Quello fu per Alyssa uno splendido giorno, forse il più bello da quando ne aveva memoria.

Si sentiva una principessa e Draco era il suo cavaliere dalla brillante armatura.

Al rientro a casa, corse a farsi il bagno e a mettere il pigiama, che Miles le aveva procurato schiacciandole l'occhio. Poi entrò con noncuranza nel salone e si accoccolò vicino a Malfoy, che stava controllando dei documenti.

- Sai così sono più comoda, ma tu non c'è l'hai la televisione? -

Riponendo i documenti, Draco prese un telecomando dal tavolino di fronte a lui e, pigiando un tasto, fece scorrere il quadro sopra al camino.

- Ogni sua richiesta è un ordine, TV al plasma, con DvD e tutto quello che desidera. -

- Vorrei vedere Disney Channel - chiese la piccola, a cui le palpebre stavano calando, era quasi ora di cena e lui disse

- Che ne dici, se dico a Miles di portarti un bicchiere di latte ed un paio di tramezzini? -

- Si, come vuoi. – Mormorò la piccola sbadigliando . Draco si alzò  per andare a chiedere la cena per la sua ospite, ma al ritorno la piccola dormiva rannicchiata.

La giornata era stata lunga ed intensa e lei, stremata, alla fine aveva ceduto.

Appellò un plaid e la coprì.

Sembrava che fosse una sua prerogativa addormentarsi dappertutto, tranne che nel suo letto.

In quel momento una trafelata Hermione fece la sua comparsa.

- Scusa ci ho imp...- Ma si bloccò, quando lui le fece segno di fare piano.

- Non può essersi addormentata, non a quest'ora, cosa hai fatto a mia figlia? - Chiese tra il sorpreso  e lo scettico. Di solito per mandarla a letto bisognava combattere e ora invece dormiva di peso.

- Niente, siamo stati in giro tutto il giorno, meno male che aveva fatto una ricca merenda, non ha cenato, è crollata. -

- Oh beh, poco male, si rifarà a colazione domani. -

- Beh, allora togliamo il disturbo. – Concluse lei, dispiaciuta di dovere svegliare la bambina.

- Non vorrai svegliarla spero?! -

- Facciamo così, vai casa, ti cambi ed andiamo fuori a cena noi due, alla faccia dei fidanzati e delle fidanzate, che non ci hanno saputo apprezzare. Miles sarà felice di badare a lei. -

La sua più che una richiesta sembrava una preghiera, e lei, pensandoci su, disse

- Italiano ti va? Conosco un ristorantino dove fanno un risotto ai funghi che è uno spettacolo, ma offro io è il minimo. -

Lui scosse il capo e disse

- Sul ristorantino ci sto, ma non sia mai detto che un Malfoy si faccia pagare la cena da una signora. -

- Bene allora, qui fra mezzora? -

- Non vuoi che venga a prenderti davanti casa, facendo morire d'invidia le vecchiette, che sbirceranno da dietro le tende? – Ghignò lui.

- No , tranquillo - disse lei, cercando di non sembrare un approfittatrice.
Anche se in fondo fare chiacchierare i vicini non le sarebbe spiaciuto. Quei pettegoloni avrebbero avuto di che sparlare.

Lui invece corrugò la fronte.

- Ti vergogni di farti vedere con me? -

- No, assolutamente. - Sapeva che lui era conosciuto anche nel mondo babbano, meno che nel mondo magico, ma anche li i paparazzi lo avevano immortalato. Non voleva assolutamente che si offendesse, solo che stare al centro dell’attenzione, non era una cosa che le piacesse tanto.

Quindi riprese, cercando di sviare la conversazione rapidamente

- Ok allora, tra un ora qui - e velocemente scrisse l'indirizzo. Poi sorridendo, dopo aver baciato sul capo la piccola, si smaterializzò

Un ora dopo era pronta e, scesa sotto casa, vide Draco aprirle lo sportello di una splendida BMW.

- Non sapevo che sapessi guidare. – Osservò stupita sedendosi.

- Non sai molte cose di me, posseggo un i-phone, navigo in internet ed ho un profilo su facebook. -

- Mi prendi in giro? - Chiese lei, mentre chiudeva lo sportello.

- No, perchè dovrei? -

Lei scosse il capo divertita, questo non poteva essere Draco Malfoy, quello che aborriva i babbani e tutto ciò che li riguardava, così sussurrò

- Dimmi chi sei veramente, e che ne hai fatto del furetto biondo? -

- Diciamo che l'ho messo in gabbia allora e che qui, davanti a te, hai il  suo gemello buono. – Rispose serio.

Rise, e si divertì quella sera.

Dimentica di tutti i suoi problemi, ma soprattutto delle sue paure. Il suo accompagnatore seppe metterla a suo agio e fu praticamente perfetto. Infatti Draco le fece i complimenti per il vestito e la riempì di attenzioni, ad un certo punto  notando al pianoforte  un uomo sulla cinquantina muovere le dita in dimenticate melodie, chiamò il cameriere e chiese se poteva suonare una musica speciale, l'uomo sorrise annuendo.

 

- Ti va di danzare? -

- Uhmm, non so se ti conviene, a parte che non sono una grande ballerina, sai, lo champagne ha un pessimo effetto su di me. – Cercò di glissare lei.
A ballare era un’imbranata assoluta e di sicuro lui era un ottimo ballerino, faceva di certo parte della sua educazione da purosangue. Non era il caso di esibirsi in una pessima figura.

Ma lui, non ascoltando ragioni,  era già in piedi e, presale la mano, la portò in pista.

- Non devi fare nulla, solo dondolarti su piedi, è la canzone che per me è speciale. Non so se la conosci, ma io l'adoro, è di una cantante babbana molto nota. Chiudi gli occhi e fatti trasportare dalla melodia, credo che in fondo ci rappresenti… -

Le note riempironola stanza che lei riconobbe subito.

- Ma è ...Halo di Beyoncè. -  Stretta tra le braccia di Draco, il cuore le batteva come un orda di Thestral impazziti, si era creata una strana atmosfera.

Lui annuì e, stringendola,  sussurrò

- Vedi le barriere stanno crollando… - Il tono era pieno di sottintesi che lei non era sicura di capire. Ma il suo tono e le parole le diedero i brividi, forse aveva semplicemente paura di capire…

Poggiò il capo contro il suo petto e, mentre ascoltava le sue parole, si fece cullare dal suo abbraccio delicato.

- Anche se non ho mai avuto dubbi, ti vedo avvolta nella tua aura.. Ed ora posso dire di avere trovato il mio angelo. – Le sussurrò all’orecchio.

Con gli occhi chiusi Hermione fece volare la sua fantasia, la lasciò a briglie sciolte, sognando una vita diversa al fianco di un uomo improbabile, ma che la stava facendo sciogliere.  Draco si muoveva lento, anch’egli coinvolto dall’atmosfera, continuando a mormorare le parole della canzone

- Sto correndo un rischio...Ma non ti allontanerò.. Ovunque io guardi...Ti vedo ... E sei la mia salvezza, e tutto ciò di cui ho bisogno è scritto sul mio viso. -

Lei riuscì a biascicare, ammettendo a bassa voce,

- Hai cambiato alcune parole, ma è vero, per certi versi ci descrive. –

Si chiese quanto davvero li rappresentasse quella canzone, e cosa Draco stesse esattamente cercando di dirle, perchè non aveva dubbi sul fatto che volesse farle capire qualcosa. Ma quello non era il momento delle riflessioni, si strinse a lui, incapace di staccarsi, continuando quella lenta danza che sapeva di loro.

Lui sorrise e le baciò il capo, immergendo il naso nei suoi capelli che sapevano di mughetto e che aspirò nutrendosene.

Non sapeva nè il perché, nè il per come, ma nel giro di quarantotto ore lei era diventata importante, niente altro gli interessava, e sapeva che se l'avesse raccontato, l'avrebbero preso per pazzo.

Aspettò che finisse la canzone e, sciogliendosi a malincuore dal caldo abbraccio di lei, le chiese

- Andiamo a casa da Alyssa? - Lei annuì, le girava un po’ la testa, lui pagò velocemente il conto, la fece sedere in auto e guidò in silenzio verso casa.

Si era reso conto che la donna era crollata, vuoi la stanchezza, vuoi complice l'alcool.

Arrivato a casa, lanciò le chiavi al parcheggiatore e, sollevandola delicatamente tra le braccia, salì all'attico.

Percorse l'atrio, la casa era immersa in un assoluto silenzio, arrivò davanti alla sua stanza, poi cambiò repentinamente idea, fece dietrofront e la portò in camera sua.

" No," si disse, se voleva conquistarla, non doveva comportarsi come gli tutti quegli stronzi che l'avevano fatta soffrire.

L'adagiò nel letto occupato per metà da Alyssa. Le sfilò le scarpe e la coprì con il piumino.

- Buonanotte principessa  - mormorò e con le dita le sfiorò il viso.

Il gesto compiuto fu difficile, di solito si approcciava diversamente con le donne, ma lei era diversa dalle altre e, se voleva avere qualche possibilità con lei, doveva agire con cautela. Soddisfatto di se stesso, si diresse verso la sua camera con un lieve sorriso sulle labbra. Le parole di Halo ancora nella testa ed il profumo di lei nelle narici.

Il vento stava cambiando…

La mattina dopo la casa sembrava ancora silenziosa.

Nessun rumore,  niente che dimostrasse che gli occupanti erano svegli.

Era sabato...Ma non per tutti..

Uno scalpiccio di piedini nudi, un sospiro e per poco a Draco non venne un infarto.

Qualcosa si era catapultato nel suo letto e gli era piombato addosso.

- Buongiorrrrrrno Draco, che fai ancora a letto? - Chiese il ciclone che si era abbattuto nella sua stanza.

Mugugnando rispose

- Mfff.. Alyssa, prima che arrivassi tu.. Dormivo - E si girò dall'altra parte, coprendosi il capo con un cuscino.

- Ma tu dormi sempre così? – Insistette lei.

- Così come? -Chiese brontolando con la voce impastata dal sonno

- Nudo. -

- Non sono nudo, ho su i boxer. – Puntualizzò.

- Ma sei praticamente nudo! – Ribattè ridacchiando.

- E come dormono gli altri? – Chiese, cercando di levarsela dagli attributi.

- Con il pigiama. – Rispose ovvia.

- Io non uso pigiami. – Spiegò un tantino esasperato.

Ma dov’era sua madre quando serviva?

- Posso infilarmi sotto le tue coperte? – Chiese, cercando di commuoverlo con i suoi occhietti lucenti.

- No, sono nudo. – Rispose , cercando di rimanere serio.

- Vedi lo dici anche tu. – Disse trionfante la piccola.

- E perchè? Mamma è vestita? -

- Siamo rientrati tardi ,-  in quel momento avrebbe voluto un telecomando per spegnerla.

- Dove siete stati? – L’interrogatorio continuava.

-Alyssa ti prego, è praticamente l'alba! Non vuoi dormire ancora un po’?- Chiese vanamente speranzoso.

- Come fai a dire che è l'alba, se non guardi l'ora? – Chiese incuriosita.

- Perchè ho sonno. – Sospirò.

- Draco? -

- Si? -

- Tu ci vuoi bene? – La sua vocetta si fece sottile ed incerta.

 Draco si rigirò nel letto sospirando

 – Certo, ma ora voglio dormire ancora un pochino, ti prego - e si tirò su le coperte sul capo.

- Va bene, ma solo un pochino - e dopo averlo ricalpestato per bene, sulla porta disse

- Un ora, non di più - il tono era secco. Poi uscì chiudendosi la porta alle spalle, e raggiunse Miles, che fece scoppiare a ridere, mentre diceva sospettosa

- Mia madre dorme vestita, Draco dorme nudo e nessuno dei due si vuole alzare. Mi sa che quei due mi nascondono qualcosa. -

- Vieni terremoto, lasciali riposare, guarda ti ho fatto i pancakes, e sopra ci puoi avere tutto quello che vuoi. -

La piccola battè le mani e compita disse

- Ti ho mai detto che ti voglio bene? - Lui scosse il capo, commosso.

- Beh, ora lo sai. – Sorrise la piccola.

 

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Capitolo 3
*** Desideri sotto l'albero cap 3 ***


cap 3 fan di natale                                                                Desideri sotto l'albero
                                                     cap.3







" Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sola si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore "
(W.Shakespeare)







 

Due ore dopo, due esseri simili a zombie fecero il loro ingresso nella cucina.

Non si resero conto che sembravano una vecchia coppia di sposi.

- Vuoi il caffè o il the ? - Chiese lei che aveva messo su il bollitore, come se quella fosse una domanda di routine.

- Caffè, forte e nero. - Borbottò lui assonnato.

- Dove tieni le pozioni per il dopo sbornia - chiese la donna che stava aprendo i mobiletti.

- Nel mio bagno - rispose Draco che faticava a tenere gli occhi aperti.

- Vado a prenderla, la vuoi anche tu? -

- Io non sono sbronzo, ho solo avuto un incontro con una zazzera rossa, che mi ha praticamente svegliato, calpestato e riempito di domande per almeno mezzora. - Protestò quasi indignato.

Lei sorrise e, quando tornò, finì di preparare la colazione.

Poi la sentì borbottare.

- Mi vergogno, praticamene ci siamo accampate a casa tua, ancora un po' e ci daranno la residenza onorifica. -

- Mi sono lamentato? No..Quindi smettila di dire cose stupide. Hermione io ..-

Ma lei lo bloccò e fissandolo disse

- Dillo di nuovo. -

- Cosa? - Chiese perplesso il biondo, che faticava a contare le zollette di zucchero che stava tuffando nella sua tazza.

- Il mio nome... Dillo.. -

- Ma sei scema? -

- Ti prego. -

- Hermione..-

- Whaoo, non hai sbagliato la pronuncia come fanno tutti. - Sorrise lei da un orecchio all'altro.
Il suo nome sulle sue labbra le aveva dato un gioia immensa. Non si soffermò a chiedersi come mai.

- E' ufficiale, tu ti sei giocata lo champagne, da oggi in poi basta. - Le disse fintamente corrucciato.

- E chi sei tu per impedermi di bere? - Disse lei piccata.

- Vediamo, marito uhmm no..Fidanzato neanche, ma amico si e, se non vuoi che ti sculacci, niente alcool. - Disse minaccioso, agitandole un dito sotto la naso.

Lei rise, girando intorno al tavolo, visto che gli aveva fatto una linguaccia, lui la stava rincorrendo, scivolarono e nel cadere si ritrovarono uno sull'altro, le labbra a pochi centimetri.

- Hermione io..-

- Zitto e baciami - E così fu. Le labbra si sfiorarono, all'inizio piccoli baci rubati, ma lentamente approfondirono, le lingue si cercarono, danzando insieme.

Lento ed appassionato, ma si staccarono di scatto quando una voce acuta trapanò le orecchie di entrambi.

- Miles, corri vieni - saltava battendo le mani Alyssa.

- Te l'ho detto che mi nascondevano qualcosa! - Esclamò facendo piroette.

- Babbo Natale ha esaudito i miei desideri, ho un cane ed anche un papà, farò morire d'invidia tutte le mie amiche. - Miles fece un viso contrito, come a scusarsi per l'ingerenza della piccola e Draco bisbigliò

- Siamo nei guai, anzi forse tu lo sei più di me. -

Lei arrossendo, cercò di rialzarsi aiutata dallo stesso Malfoy.

- Alyssa - disse sua madre. - Non tirare conclusioni affrettate, stavo ringraziando Draco, per la bella serata. - Cercò disperatamente di salvare la situazione. Non doveva farsi illusioni che poi l'avrebbero fatta soffrire.

La piccola scosse il capo, mentre usciva ridacchiando, convinta dei fatti suoi.

- Si come no, ed io sono cappuccetto rosso! - Per la prima volta Hermione maledì di avere una figlia intelligente e sveglia.

 Ora non sapeva proprio come metterla.

- Arrabbiata? - Chiese l'uomo.

Lei scosse il capo

- Ora si farà castelli in aria, e sognerà ad occhi aperti – Disse contrita.

- Ed è una cosa così brutta? - chiese lui

- No, ma non voglia che soffra. E' così piccola - Prendendo un grosso respiro lui la buttò lì

- E noi non facciamola soffrire. -

Il silenzio calò nella piccola cucina, le pareti sembrarono stringersi attorno a lei, e a fatica disse

- Cosa stai cercando di dirmi Malfoy? -

- Uhmmm, brutto segno siamo tornati al cognome, comunque quello che ho detto. Possiamo provarci se te la senti, un giorno per volta e vediamo come va – Tentò, incrociando le dita interiormente.

- Ti rendi conto cosa mi stai chiedendo? -

- Si, me ne rendo conto e ne sono consapevole. - Rispose serissimo.

- Ma se non ci conosciamo - esclamò lei sempre più stupita.

- Non è vero, ci conosciamo da circa dodici anni. - insistette testardo.

- Ma per favore, non vorrai tenere  conto de..-

- Si, tengo conto di tutto. Sono due giorni, che mi sono reso conto che non voglio perdervi. -

- Appunto due giorni.- E senza aggiungere altro,  a passo di marcia uscì dalla stanza, chiamò  la  figlia a voce alta e si preparò per tornare a casa sua.

Tutta quella follia doveva avere fine ora, o qualcuno si sarebbe fatto male. Questo pensò Hermione. In quale universo sarebbe stato possibile una Granger, nata babbana, ed un Malfoy, purosangue doc.
 No, meglio dare un taglio netto. Ma dentro di se sentiva una stretta, un magone che cresceva, eppure non si concesse tentennamenti.

Nel frattempo Draco si era afferrato il capo con entrambi le mani, e si malediceva per essere stato così precipitoso.

L'aveva spaventata. Era stato lampante, lo sguardo era diventato quasi di terrore mentre lo fissava, quasi fosse un mostro venuto a portarla via.

Poco dopo tra strilli e pianti la sentì andare via. Alyssa, capito che stavano andandosene, fece il putiferio, Hermione dovette praticamente costringerla.
Draco, impotente a pugni stretti, le fissò uscire dalla porta.
Hermione non lo aveva nemmeno guardato.
Non poteva sapere che non lo aveva fatto perchè altrimenti sarebbe tornata sui suoi passi di corsa.
Ad andarsene si era sentita morire.

Miles entrò in cucina e lui, alzandosi mentre usciva, disse

- Sono un coglione Miles... -


" camminare tra la gente...e sentirsi solo "


Pochi giorni e sarebbe stato Natale, lui si aggirava per casa come un fantasma.

A volte si girava di scatto, perchè gli sembrava di sentire la risata di Alyssa, persino la sua cagna era svogliata.

Le passeggiate nel parco sembravano non avere più lo stesso sapore. Si era avventurato persino nel quartiere dove abitava la piccola con sua madre.

Ma codardo, non aveva avuto il coraggio di presentarsi alla porta.

In fondo lei aveva ragione, non si potevano cancellare così anni di cattiverie.

" Come sempre accade, i sogni svaniscono al mattino " era quello con cui giustificava il suo accettare l'accaduto.

Quella sera seduto solo nella poltrona, con il solo firewskey come compagnia, fece il bilancio della sua vita. Il risultato non fu molto esaltante.

- Sei un miserabile Draco - disse a se stesso. - Nessuno ti vuole per quello che hai veramente da offrire, le donne del tuo rango ti vogliono solo per il denaro che riempe le tue tasche. L'amore non si compra, si conquista. -

Miles addolorato, quella sera decise di prender in mano la situazione, andò da lui con giacca e cappotto ed una scatoletta verde,  poi disse deciso

- Ora signore, basta crogiolarsi nei se e nei ma. Si renda presentabile e faccia quello che un uomo con gli attributi farebbe. -

- Cioè? - Chiese alzando la testa perplesso.

- Vada da lei, e gli apra il cuore. - Spiegò. Se poco poco aveva capito la situazione la donna  gli avrebbe aperto le braccia al volo.

- Così mi butta fuori a calci. - Borbottò, passandosi una mano sul viso.

- Non credo, ho le mie fonti. - vedendo il viso interrogativo, riprese

- Ho parlato con Alyssa, chiariremo dopo. Ora vada - e gli porse la scatolina.

- E' un presente per Natale, no?! - E gli strizzò l'occhio.
In quel momento mise tutte le domande che aveva da parte. Sì, avrebbero parlato ma non ora.
Ora era tempo d agire.
Draco balzò in piedi, improvvisamente l'adrenalina a mille. Con un colpo di bacchetta si diede una sistemata, poi a passo veloce si diresse all'ingresso, dicendo

- Non ti bacio, perchè sei un uomo, ma ricordami di aumentarti lo stipendio. -

Se quello che Miles aveva detto era vero, allora ci poteva credere..In fondo alla vigilia di Natale tutto può accadere.

La neve scendeva lenta, ovattava i rumori rendendo magica la notte.

Uno strano silenzio era calato nelle vie ormai vuote, ma se si guardava bene le finestre erano illuminate, si potevano sentire gli echi di risate e auguri provenire dagli interni.

Le porte decorate, le luci sfavillanti, e gli alberi di Natale  avevano quel sapore  di famiglia che a lui mancava.

Il fiato si condensava,  mentre a capo chino percorreva la strada, le mani affondate nelle tasche dell'elegante cappotto di alta sartoria, stringevano quasi spasmodicamente quella che lui sperava diventasse il suo futuro.

Si sentiva lo scricchiolare della neve fresca che si stava depositando, alla stessa maniera del suo cuore.

Aveva deciso che doveva provarci, abbattere le barriere..

In fondo era la vigilia di Natale ed a Natale puoi ..

Sospirò, quasi a cercare quel coraggio che gli mancava, in fondo era una serpe, lui non affrontava, ma cercava sempre di aggirare gli ostacoli.

Ma qui, stanotte non lo avrebbe fatto, per la prima volta avrebbe messo a nudo la sua anima.

La frangia, inumidita dai fiocchi che cadendo brillavano sotto le luci dei lampioni,  gli si era appiccicata alla fronte.

Mentre si avvicinava pensava a lei, pose il piede sul primo gradino e si bloccò.

Fissava il portone in legno, sul quale una ghirlanda con un grande fiocco rosso troneggiava.

Un sorriso si dipinse sul volto, anche lei amava le decorazioni natalizie.

Allora credeva nel Natale.

Lentamente salì i grandini e alzò il pugno per bussare, ma la porta si spalancò e Draco ed Hermione rimasero lunghi minuti a fissarsi, muti si scrutarono, poi lei gli volò tra le braccia.

Dietro di lei, vide Alyssa, che li osservava senza aprire la bocca, quasi avesse paura che quella strana magia scomparisse.

- Perdonami, ti ho spaventato - disse lui che le stringeva le mani.

- No scusami tu, ma entra se vuoi far parte della mia vita. Ma sappi che allora devi prendere tutto il pacchetto completo. -

Lui incerto salì i gradini ed entrò

Alyssa gli corse incontro, mentre le lacrime le rigavano il visetto.

- Credevo che non ti avrei mai più rivisto. - piagnucolò. Draco si chinò all'altezza della piccola e disse

- Spesso gli adulti fanno cose sciocche e si comportano come bambini. Io ho avuto paura che non mi volevate. Ma ora sono qui e, se volete, ci rimarrò. -

- Lo voglio - disse abbracciandolo. Lei non aveva mai avuto dubbi. Malfoy la prese in braccio, e con la sua camminata elegante e lenta fece il suo ingresso nella piccola sala.

Il padre di Hermione lo squadrava diffidente, ma non disse nulla.

La madre si fece avanti e l'unica cosa che le uscì dalle labbra fu

- Allora sei tu quel Malfoy? - Lui annuì, lievemente a disagio, aspettandosi quasi dei rimproveri, che però non vennero.

Potter avvicinandosi, dopo avergli dato una pacca sulla spalla, gli sussurrò un ammonimento nell'orecchio, che potè sentire solo lui

- Prova a farla soffrire e di te non troveranno neanche un capello. - E diceva sul serio. Malfoy non ebbe dubbi.

Senza rendersene conto fu circondato da una marea di teste rosse.

Nessuno parlò del suo passato, ma solo del suo futuro.

Per tutti faceva parte della famiglia e, quando la mezzanotte scoccò, Draco fece arrivare, d'accordo con Miles, tramite passaporta Neve.

La piccola Alyssa urlò dalla gioia

- Neveeeeee...Oh Draco - Poi scomparì con lei e gli altri bambini, lui, approfittando che tutti si stavano scambiando auguri e regali, afferrò Hermione e trascinandola sotto il vischio prima le diede la scatolina, poi parlò

- Vuoi farmi l'onore di mettere questo anello al dito, e dirmi se possiamo provare a costruire un futuro insieme? - Passando accanto, a loro George disse, irriverente come sempre

- Malfoy, come proposta fa schifo, ma se lei dice di no, allora è una scema, visto che ha pianto per tre giorni e tre notti. -

- Grazie George, avevo proprio bisogno che tu spifferassi tutto. - Lui rise

- Sai che ti voglio bene! - rispose il rosso unendosi alla risata

Lei fissò quello che considerava un impegno per la vita.

- Sei sicuro Draco? Guarda che insieme a me ed Alyssa, avrai una nutrita famiglia adottiva. -

- Io cercherò di sopravvivere, ma tu dimmi di si. -

- Si!-

Si? -

- Si..Si...Siii -

- Avete udito tutti mi ha detto si, voi mi siete testimoni. Perchè io qui vi dico che convincerò questa donna a sposarmi, non so, entro il prossimo Natale, che ne dite? - A voce alta proclamò i suoi intenti, mentre lei a guance arrossate, tentava invano di defilarsi, trattenuta per un polso dal suo fidanzato.

Un coro di si si levò, insieme a brindisi e tintinnii di bicchieri e, dopo il secondo che lei bevve, Draco le sfilò il bicchiere e le sussurrò

- Non vorrai bissare il disastro dell'altra volta, spero? -

- Uhmm veramente, volevo sciogliermi un po', sai tu devi ancora scartare il tuo regalo. -

A quelle parole, gli occhi d lui luccicarono, poi come vide passare il vassoio colmo, afferrò un paio di flute e, porgendone uno a lei, disse

- Allora brindiamo, non sia mai detto che io non accetti il tuo regalo, anzi sono proprio curioso di scoprire il contenuto. -

- Speriamo tu non ne rimanga deluso -

- Non credo, sono uno di bocca buona . Lei lo colpì con forza ad una spalla.

- Ouch..Anche violenta. - Ridacchiò.

- Sei tu che mi istighi. -

- Allora vedremo come saprò istigarti..- Disse lui ammiccando ed alludendo.

La festa scivolò via, tra risate ed aneddoti, mentre tutti sembravano felici, una bimba stava osservando il cielo ed una stella sembrò brillare più luminosa.

Aveva smesso di nevicare e la volta celeste si era riempita di piccole luci luminose.

La voce della piccola, abbracciata a Neve, fu quasi un sussurro

- Grazie Babbo Natale, ehmm ho un altra richiesta da farti, ma giuro che è l'ultima..Che ne dici se mi porti un fratellino o una sorellina? - Draco, che era giunto silenzioso alle sue spalle, si chinò e disse

- Vedremo di lavorarci, questa è una mia promessa - E le baciò il capo, poi prendendola in braccio raggiunse Hermione ed insieme s'incamminarono in quella che sarebbe stata una nuova vita.

Non più soli, ma un'unica grande famiglia.

Il Natale aveva compiuto la sua magia.... Perchè a Natale puoi...


 

                                                  E P I L O G O





" L'amore è la più saggia delle follie, un amarezza capace di soffocare, una dolecezza capace di guarire "
(W.Shakespeare)



Il tempo si dice che è medico e lenisce le ferite..

Un anno dopo, nello stesso periodo, la magia natalizia era all’opera ancora una volta.

- Papàààà!! - Una bimba chiamava a gran voce, mentre cercava di arrampicarsi per mettere il puntale al grande albero di Natale.

Un uomo fece il suo ingresso, appena in tempo per salvare la situazione.

Quel piccolo tornado sembrava avere una predisposizione naturale per cacciarsi in situazioni di pericolo.

Ma a lui non importava, l'amava in maniera incondizionata, e per lei avrebbe dato la sua stessa vita.

Le aveva donato il suo cuore, e lei lo sapeva sfruttare a suo vantaggio.

Tanto che di nascosto , con Harry come testimone, aveva rintracciato Ron e, dopo aver stretto un " voto infrangile " di rinuncia a qualsiasi diritto di patria potestà dietro pagamento, nel giro di poco era convolato a nozze con Hermione, coronando non solo i suoi sogni ma anche quelli della bimba.

Gli aveva dato una cifra pazzesca, Ron  aveva venduto sua figlia senza battere ciglio.
Alla vista dell’assegno gli occhi gli avevano brillato di cupidigia. Malfoy lo aveva fissato disgustato mentre pronunciava il voto, “e pensare” si era detto “che hanno dato a me del senza scrupoli….”

Draco aveva pagato senza nemmeno contrattare la cifra, Alyssa valeva ogni galeone speso. All’atto del matrimonio avrebbe firmato contemporaneamente anche i documenti di adozione.
Alyssa sarebbe diventata sua figlia a tutti gli effetti.

Fu una cerimonia molto intima, ma che comunque non era sfuggita ai media.

Quando Draco aveva firmato per l’adozione al termine della cerimonia ed il ministro della magia aveva annunciato il nuovo nome della bimba ad alta voce, Alyssa Granger Malfoy, la piccola , che per tutta la celebrazione era rimasta accanto ai nonni, corse verso di lui e gli si attaccò alle gambe.

Lui si chinò e la sollevò tra le braccia, gli occhi le brillavano come stelle, seria chiese

– Ora sei il mio papà?-

Lui altrettanto serio rispose mentre gli sovvenivano in mente le sue stesse parole ".. I figli sono di chi li cresce "

– Lo sono.-

Alyssa lo aveva abbracciato e stretta al collo aveva mormorato

– Papà…-

Draco si era ritrovato con gli occhi lucidi, mentre Hermione abbracciava entrambi in una sola volta, anche lei commossa alle lacrime, mentre le congratulazioni dei numerosi ospiti piovevano loro adosso.

I ricordi di quelle memorabile giornata si dissiparono nella mente di Draco mentre interveniva ad impedire che si facesse male.

- Attenta - disse prendendola al volo e poi alzandola in alto, in modo che lei riuscisse a finire di decorare l'imponente albero, che assomigliava a quello della cuccagna, visto che era ricco di dolci prettamente natalizi.

Alyssa rise, mentre metteva l'angioletto sulla punta. Poi seria disse

- Miles, ora puoi accendere le luci - il maggiordomo, appena sopraggiunto, ubbidì, anche lui era succube di Alyssa.

Aveva decorato l'appartamento, sotto gli occhi attenti della bimba, vischio ovunque e nastri rossi con agrifoglio e stelle di natale facevano bella mostra.

Poi uno scampanellio, un vociare nell'ingresso.

Draco sfoderò il suo sorriso e, con la figlia in braccio, seguiti da Neve,  andò incontro ai suoi ospiti che erano appena arrivati.

Era la vigilia di Natale, come la notte di un anno prima fuori nevicava, erano tutti riuniti a casa Malfoy, intorno ad un tavolo elegantemente imbandito. Era colmo di vassoi con pietanze, che emanavano un profumo invitante.

Miles si era superato quell’anno e tutti si complimentarono con lui, persino Molly, che gli chiese la sua ricetta per la salsa che accompagnava l'arrosto.

Si sentivano risate e battute, ci furono persino brindisi.

La gioia e la serenità erano talmente grandi tra i presenti, che si potevano quasi respirare nell’aria.

Sembrava che i vecchi dissapori non fossero mai avvenuti, avevano sotterrato l'ascia di guerra.

I genitori di Hermione l'avevano accolto in famiglia e lui si sentiva ben accetto come ne avesse sempre fatto parte.

Harry, Draco e Matt, si sfottevano a vicenda.

-  Si, si, tutte baggianate. Con la scopa nemmeno Merlino in persona mi batterebbe. Altro che storie. – Diceva Harry.

- Ma non esiste. Andiamo fuori, Potter, che ti faccio vedere chi è più veloce con la scopa! – Ribatteva Draco.

- Questa mi piacerebbe vederla. – Interveniva Matt.

- Si, lo sappiamo, a te basta un bastone che vola e non capisci più nulla. – Rideva Molly.

Le voci si rincorrevano nel salone tra risate e battute.

Ognuno di loro, diceva la sua. Saltando da un argomento all'altro.

Neve era accucciata ai piedi di Alyssa, sotto la sua sedia.

Era diventata ufficialmente la sua " nuova padrona ". Non si separavano mai, se non per le ore in cui lei andava a scuola.

 Hermione sembrava avere come degli spilli inseriti nella sedia, sembrava non potesse trovare  una posizione comoda e si agitava sulla sedia.

 - Draco che ora è ?- Chiese avvicinandosi al suo orecchio per farsi sentire, visto che il brusio era abbastanza alto.

 Lui guardando l’orologio al polso rispose

- le nove, perchè? -

 - Te lo dirò tra un po’ - rispose Hermione. Lui sorrise e la baciò in fronte, poi si girò a chiacchierare con Matt, grande sostenitore del quidditch, nonostante lui fosse babbano. Si era fatto fare un abbonamento e non si perdeva una partita.
Se Draco non poteva accompagnarlo, provvedeva a farlo portare da qualche suo amico, ma lui non mancava mai.

 Poco dopo lei lo chiamò, poggiandogli  la calda mano sul braccio e facendo una piccola pressione.

- Ed ora che ore sono? - Lui girandosi ed interrompendo la discussione, la guardò perplesso

- Le nove e tre minuti. Hermione c'è qualcosa che non va? – Chiese con una punta di preoccupazione  e fissandola negli occhi interrogativo.

- Credo che ci siamo - rispose lei facendo una smorfia.

- Ci siamo a cosa? - chiese lui confuso.

Lei si toccò la pancia prominente e lui, come colpito da un fulmine, balzò in piedi, muovendo rumorosamente la sedia.

Il suo pallore in quel momento aveva preso un colore grigiastro e la cosa non passò inosservata ai commensali.

Il silenzio cadde sulla tavola improvviso. Gli occhi di tutti li fissarono incuriositi.

Poi Draco sbottò teso

– Miles!! La valigia, andiamo al S. Mungo!-

Alyssa corse accanto alla madre, il tono urgente di Draco l’aveva spaventata.

.- Mummy…- Disse con voce esile.

- Non preoccuparti, piccola, è solo il tuo fratellino che vuole venire da te.- Sorrise Hermione.

Draco le accarezzò il capo

– Aspettaci, i nonni e anche Miles si occuperanno di te.  – Poi rivolgendosi agli altri disse – magari dopo raggiungeteci, noi intanto andiamo avanti.-

Miles, tirò indietro Alyssa e rispose

– andate tranquilli.-  Neve si era accostata alla bambina, e con il muso sembrava dirle " Ci sono io accanto a te. " Alyssa  aveva abbracciato la gamba del maggiordomo, mentre fissava sua madre scomparire.

 In men che non si dica erano all’ospedale, il personale allertato da un patronus di Draco era già pronto a riceverli. Condussero Hermione in una stanza privata,

- Draco…- Lo chiamò con un filo di voce, afferrandogli la mano.
 Non voleva che la lasciasse sola, In quel momento tutto il suo coraggio era scomparso. Alyssa l’aveva partorita senza la presenza di nessuno accanto. Avrebbe voluto Ron lì con lei, ancora non aveva superato il suo abbandono all’epoca, ma stavolta non voleva che una situazione simile si ripetesse, anche se, sicura dei sentimenti di Draco, i fantasmi del passato erano tornati a farle visita.

- Sono qui. Stai tranquilla. Andrà tutto bene, - disse l'uomo leggendola come un libro aperto.

- Non lasciarmi…- Il tono basso con cui lo disse era quasi colmo di vergogna. Lei, l'impavida, stava soccombendo.

- Nemmeno sotto imperius ti lascerei da sola.- Rispose rassicurandola, stringendola e portandosi una sua mano alle labbra.

Il magiginecologo esaminò la partoriente e disse

– Non manca molto, qualche ora e ci siamo. –

- Ora?! – Gemette lei sotto una fitta improvvisa. Merlino non ricordava che facesse così male. Avrebbe voluto urlare, ma non voleva spaventare il suo compagno, che le stava sussurrando parole di incoraggiamento.

Il medico sorrise divertito

 – Dicono tutte così… Eheheh!- rispondendo mentre mormorava incantesimi per monitorare il parto.

- Aaahhh!! – gemette, per  poi borbottare tra i denti, strappando un sorrisetto a Draco,

- Chissà perché!!  E tu!! Smettila di ridere o ti crucio! –

Il medico non seppe trattenersi e a sua volta rise di cuore alla faccia buffa che fece Malfoy.

– Forza che presto sarà tutto finito. Si concentri sulla respirazione, vedrà andrà meglio. E potrà abbracciare suo figlio. -

Con uno sguardo di complicità maschile a Draco il magiginecologo uscì dalla stanza.

Intanto la sala di attesa si stava riempiendo di gente, c’erano tutti i Weaslay, i genitori di Hermione, Miles, Alyssa, persino Neve.
Il maggiordomo aveva quasi ringhiato all’infermiere che insisteva che il cane non poteva stare lì.

Era stato il ministro della magia, che era tra gli ospiti dei Malfoy, in persona ad intervenire per permettere eccezionalmente a Neve di stare lì.

Molly si era seduta accanto alla bambina

 – tesoro, sta tranquilla andrà tutto bene e prima di quanto tu possa immaginare potrai riabbracciare la tua mamma e conoscere il nuovo fratellino.-

Lei annuì, ma non fiatò.
Stava tutta tesa con Neve seduto al fianco con la testa poggiata sulle sue ginocchia.

Dopo un po’ di tempo Matt sbottò impaziente

– Qualcuno potrebbe anche scomodarsi ogni tanto a dirci come sta andando! Gli ospedali sono tutti uguali, babbani o magici, non cambia nulla. –

- Sta calmo. Un parto richiede il suo tempo. – Intervenne sua moglie.

- E’ mia figlia! Altro che calmo! – Ringhiò.

Miles lo appoggiò

– Ha ragione! Ora vado a chiedere.-

Con faccia truce raggiunse la prima infermiera e chiese notizie, la risposta però non gli piacque.

 – Come sarebbe che non lo sa! Ora va e si informa. Poi torna qui e mi da notizie o le assicuro che se ne pentirà! –

Il suo tono pericoloso assomigliava parecchio a quello di Malfoy quando si arrabbiava, Matt lo raggiunse e gli diede una pacca sulla spalla

– Le ho mai detto quanto la stimo, Miles? –

L’altro riprendendo il suo aplomb da maggiordomo rispose serio – no, ma ne potremmo discutere davanti ad un bel bicchiere di the. Ho idea che qui andrà per le lunghe.-

Matt sorrise ed annuì

 – Appena torna quella ragazza che hai, ehm, minacciato.-

- Io non minaccio, signore. Io prometto.- Rispose serio, facendo ridacchiare i presenti.

Strappò un sorriso persino ad Alyssa, che era persa nel suo mondo e si era chiusa in se stessa.
" E' quasi mezzanotte.." mentre accarezzava la testa di Neve.

La magininfermiera tornò presto con le notizie. Il travaglio procedeva bene. Tutti tirarono un sospiro di sollievo ed  Alyssa sussurrò a Neve

– Hai visto? Va tutto bene. Io lo sapevo.-


Le ore trascorsero lente scandite dalle contrazioni.

Draco rimase accanto alla sua mezzosangue, massaggiandole la schiena, facendola camminare un pochino ogni tanto, incoraggiandola ad ogni dolorosa fitta. Senza di lui Hermione si sarebbe sentita perduta. E Draco si fece in quattro per rendere le cose più facili ad Hermione, finchè giunse il momento tanto atteso.

- Spingi! Ora! – L’ordine del medico perentorio e secco diede il via alle danze.

Hermione sudata, stanca, dolorante stringeva le mani di Draco alle sue spalle, mentre si sforzava di spingere con tutte le sue forze. Ad un certo puntò si lagnò fievole

 – Non ce la faccio, vi prego, basta! –

- Si che ce la fai, amore. Sicuro che ci riesci, un ultimo sforzo, dai, ci siamo quasi. – La incoraggiò Draco. Era stremata e lui temeva che fosse al limite delle forze.


Alla fine  a mezzanotte ed un minuto Scorpius Hyperion  salutò il mondo.

 Con un urlo di indignata protesta annunciò il suo arrivo ed il suo vagito riempì l’aria.
 In lacrime, Hermione si vide poggiare sulla pancia quel piccolo batuffolo che l’aveva fatta faticare tanto. Draco fissava quel miracolo e senza rendersi conto piangeva anche lui lacrime silenziose, mentre Hermione sfiorava con un dito suo figlio.

Fuori dalla sala parto la famiglia attendeva notizie da ore ed Alyssa era stata stranamente silenziosa, sobbalzava agitata soltanto al passaggio di ogni infermiera.

 Quando Draco uscì sorridendo a presentarlo al mondo, vide la piccola  Alyssa ferma immobile.

Notò che era rimasta indietro, isolata dal gruppo che lo stava circondando festoso, solo Neve era accanto a lei, seduta impettita lo fissava con i suoi occhi intelligenti e come la padroncina aspettava.

Improvvisamente i loro sguardi si incatenarono, Alyssa e Draco isolati in una bolla tutta loro, il mondo intorno era come scomparso.

Draco, ignorando le persone intorno a lui, le superò e si diresse dalla bimba , s'inginocchiò e, spostando la copertina, mostrò il piccolo, Molly si asciugò una lacrima vedendo quel gesto.

- Ecco Alyssa, come vedi ho mantenuto la mia promessa, ti presento Scorpius, il tuo fratellino. - Lei lo sfiorò con delicatezza, come fosse una cosa fragile e preziosa, e avesse paura di danneggiarlo con un tocco men che lieve.

 Accarezzò il capino, che aveva una rada peluria bionda, mentre Neve lo sfiorava appena con il suo naso umido.

- Ciao Scorp, io sono tua sorella Alyssa. Buon Natale fratellino!– sussurrò con voce tremula.



Poi si girò verso la grande vetrata alle sue spalle e guardò fuori, la neve aveva smesso di scendere, ed il cielo sembrava essere divenuto terso, dal colore blu cobalto e brillava di molte luci, piccole stelle che sembravano voler salutare il nuovo arrivato.

 Sorridendo, disse

 - Grazie Babbo Natale, ora sono a posto e puoi dedicarti agli altri bambini. Io ora ho tutto quello che ho desiderato! Buon Natale!! -

 In quel momento sembrò che una luce attraversasse brillante il cielo, quasi a salutarla.

Alla piccola luccicarono gli occhi ed il suo cuore era colmo di gioia, il Natale era magia…

“Se ci credi veramente potrai esaudire ogni tuo desiderio” dice un vecchio adagio.

 Alyssa lo aveva sempre saputo ed aveva esaudito il suo…

Perché la vera magia è quella del cuore. Ora lo sapete anche voi…



" Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L'unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi "
( canto di Natale, C. Dickens )


Auguri di Buon Natale a tutti!
The Dragon to Saphira




Come sempre vi lasciamo il nostro link di facebook..ma volevamo anche ringraziare chi ci legge e lascia un segno del suo passaggio e chi lo fa in silenzio...



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