La magia è come una spada, dipende da chi la brandisce.

di Deb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


La magia è come una spada, dipende da chi la brandisce.

Capitolo I

Merlin aveva avuto un brutto presentimento. Da un po’ di tempo a quella parte ne aveva parecchi ed Arthur ne approfittava sempre per prenderlo in giro.
Non poteva dirgli la verità, però. Se l'avesse fatto, sarebbe stato sicuramente giustiziato e, in quel caso, non avrebbe più potuto proteggerlo e compiere il suo, il loro, destino.
Merlin era uno stregone e comprendeva fin troppo bene che i suoi presentimenti non avevano propriamente quel nome, erano premonizioni di qualcosa ancora non chiaro.
Quella volta, però, sapeva cosa stava per accadere, come conosceva la fine di Arthur.
Lui sarebbe perito sotto la spada di Mordred, suo cavaliere.
Merlin sapeva che Aithusa avrebbe attaccato, di lì a poco. L'aveva sognato la sera precedente, quando si erano accampati nella foresta.
Non avrebbe potuto impedirlo, non senza farsi scoprire.
«Merlin!»
Il mago era troppo preso dai suoi pensieri, stava cercando una soluzione e non si era accorto che il suo re lo stesse chiamando da tempo.
«Merlin, che diavolo, vuoi degnarti di rispondermi?», finalmente la sua voce arrivò nelle sue orecchie.
Aveva gli occhi lucidi, infine. Aveva preso una decisione, e tale non era delle più rosee.
Se voleva salvare il suo sovrano, l'altra faccia della sua medaglia, avrebbe dovuto impartire un ordine ad Aithusa davanti ad Arthur.
Avrebbe scoperto la sua magia, ma preferiva di gran lunga essere giustiziato che vedere l'uomo più importante della sua vita, colui che un giorno avrebbe fatto nascere Albion, perire davanti ai suoi occhi.
«Scusami, Arthur», rispose scostando lo sguardo altrove.
Non aveva il coraggio di guardarlo dritto in volto. In poche ore l’avrebbe osservato con altri occhi: con odio.
«Che ti prende?», il re gli si avvicinò.
«Nulla», cercò di tagliare corto, ma non era nelle sue capacità. Doveva farglielo sapere così da non avere rimpianti in futuro, «lo sai che farei di tutto per... per te», ammise infine, con qualche riserva. Non comprendeva fino a che punto il suo migliore amico avrebbe capito.
Il sovrano inarcò le sopracciglia, «che diavolo ti prende oggi, Merlin? Sei davvero strano, persino più del solito».
Il mago sorrise amaramente, non poteva certo anticipargli nulla e, per un attimo, si chiese se avesse fatto male a nascondergli la sua magia. Magari avrebbe compreso, l'avrebbe perdonato se fosse stato lui stesso a rivelargli la verità.

«Dobbiamo trovare un riparo! Via, via, correte!», esclamò Arthur preoccupato per l'incolumità dei suoi cavalieri.
Con tutta la sua grandezza, Aithusa volava verso di loro, minacciosamente.
Era arrivato il momento, e non poteva tirarsi indietro. Non più, ormai.
«Sire, siamo alla mercé del mostro. Non ci sono ripari in queste lande, siamo completamente scoperti».
Sir Leon pronunciò quelle parole estraendo la spada dal fodero, era pronto a combattere il mostro.
Merlin sperava davvero che Arthur ricordasse le parole della strega che, in passato, aveva salvato Gwen dal soccombere sotto la magia di Morgana.
Certo, la strega era lui, ma Arthur doveva perdonarlo. Se così non fosse stato, non sarebbe più riuscito a proteggere Camelot ed il suo re.
«È troppo pericoloso, non abbiamo speranze contro il fuoco della bestia».
Ormai il mago non riconosceva più le voci dei cavalieri che parlavano, che urlavano, presi un po’ dal panico.
Avrebbero combattuto, se fosse stato necessario, ma sentiva nella loro voce la paura di perire per colpa del fuoco di Aithusa.
Era un sentimento che Merlin comprendeva. Tutti loro non conoscevano le maestosità dei draghi.
Lo stregone si sentì strattonare a terra, quando si voltò vide Arthur che gli teneva una mano sopra la testa, affinché la tenesse bassa, come se dovesse baciare il terreno.
«Idiota, non rimanere in piedi. È pericoloso, vuoi farti forse ammazzare?».
Nelle parole del re c’era preoccupazione, Arthur aveva paura di perdere il suo servo.
Non che fosse un segreto, lui teneva a tutte le persone che lo circondavano, lui compreso. Anche lui l’aveva salvato, tempo addietro. Aveva messo a rischio la sua vita pur di salvare un umile servo come lui.
Arthur lo teneva ben saldo contro il terreno con il suo corpo e, così facendo, il re gli stava facendo da scudo.
Merlin guardò verso il cielo, Aithusa atterrò sul suolo e cominciò ad avanzare a piedi.
Doveva agire, se non l'avesse fatto sarebbero tutti morti bruciati.
Il mago chiuse per una frazione di secondo gli occhi e respirò profondamente.
«Scusami, Arthur», la sua voce tremava, «scusami, per non averti mai detto la verità».
Il sovrano lo guardò confuso, probabilmente si stava chiedendo che diavolo stesse dicendo.
Stava per aprire bocca, Arthur, quando Merlin riuscì a liberarsi dalla stretta del re.
Si alzò in piedi e fece pochi passi guardando con sicurezza il drago che lui stesso aveva fatto nascere, andando contro il volere del suo padrone.
«Merlin, che diavolo stai facendo?».
E fu proprio in quel momento che Merlin ordinò ad Aithusa di allontanarsi e di non attaccare mai, mai più Camelot ed il suo sovrano.
Aveva le lacrime agli occhi, Merlin, quando si voltò per aiutare il re ad alzarsi in piedi. Lui lo guardava con sguardo sorpreso e, una volta compresa la situazione, si allontanò da lui con passo svelto.
Tutti i cavalieri, persino Gwaine e Sir Leon lo guardavano con sorpresa e con timore.
«Arthur...», provò a parlare, ma fu subito bloccato.
«Cosa sei? Cosa hai fatto?».
Lo stregone versò una lacrima, «sono Merlin, sono sempre io... Sire».
«Il drago ti ha dato retta e hai... hai parlato in una lingua strana...», vacillava, probabilmente perché non poteva credere che il suo servo, colui che lo accudiva, gli avesse mentito per tutto quel tempo.
Non poteva più inventarsi scuse, ormai. Andava bene tutto, se Arthur avesse deciso di giustiziarlo, sarebbe stato giusto ed avrebbe accettato la fine del suo destino.
Uno dei cavalieri si portò avanti, pronto per colpirlo con la sua spada. Voleva proteggere il re.
Il mago non si mosse.
«Arthur, sono sempre io: Merlin, il tuo servo...».
«Sei uno stregone, Merlin?», pretendeva la verità, ma lui era terrorizzato dalla scelta che Arthur avrebbe preso. Non voleva morire, in fondo.
Il mago annuì, senza aprire bocca, serrando gli occhi per paura di vedere le spade cercare di colpirlo.
Quando aprì nuovamente le palpebre vide Arthur davanti ai suoi cavalieri, con le braccia dava l'ordine di non attaccare, ma i suoi occhi erano colmi di lacrime che non voleva versare.
«Arthur...», provò a parlargli.
«Non farlo, Merlin. Non rivolgermi la parola, taci. Questa volta dico sul serio, intesi?».
Lo stregone annuì nuovamente, guardò il terreno e seguì il suo re che si era issato sul proprio cavallo.
Durante tutto il viaggio di ritorno a Camelot, nessuno parlò, lui compreso.
Lui pensava alla sua fine e, probabilmente, Arthur era in combutta con sé stesso. Doveva mettere il cuore in pace e comprendere che il suo servo gli aveva sempre mentito.

Una volta giunti a Camelot, Arthur diede l'ordine di portare il suo servo nelle segrete.
Mordred si prese questo incarico e lo scortò fino al carcere.
Merlin guardava sempre a terra, come se avesse paura di alzare lo sguardo per vedere l'odio di tutte le persone intorno a lui.
«Ti ammiro, Merlin. Pur di proteggerlo ti sei esposto in prima persona».
«Grazie, ma non importa tutto ciò. Io vorrei soltanto che Arthur capisse».
Il druido lo chiuse nella cella.
«Sono sicuro che il sovrano comprenderà. Abbi fede, Merlin. E' significativo il fatto che non ti abbia ucciso seduta stante», Mordred gli voltò le spalle e risalì le scale lasciando Merlin solo con i suoi pensieri.

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Torno nuovamente in questi lidi con una nuova fanfiction su Merlin.
Ringrazio Ili91 per il suo prezioso aiuto di revisione.
La storia si suddivide in due capitoli.
Sinceramente, sono un po' depressa dalla fine della serie tv. Sono contenta che siano stati gli autori a voler porre la parola fine al telefilm, e non come in certe serie che vengono mandate avanti per forza di inerzia... rovinandole. Però sono un po' dubbiosa.
Insomma, mancano tre episodi al finale e della rivelazione nemmeno l'ombra! Non mi starebbe molto bene se non la facessero vedere o se la liquidassero in tre minuti. La rivelazione deve avere il suo spazio.
Quindi, mi è venuto in mente di scrivere questa storia. Inizialmente avevo pensato a tantissimi plot, ma l'unico che mi ha dato ispirazione comprendeva Aithusa. Amo quel draghetto, ma mi dispiace tantissimo che non sia stato approfondito. Perché Merlin l'ha fatto nascere e poi l'ha, praticamente, abbandonato a se stesso? Ad ogni modo, questo è un altro discorso xD
Ho inserito "spoiler" in quanto vi è Mordred che riappare, appunto, nella quinta stagione e diventa cavaliere e perché vi sono riferimenti al nono episodio della quinta stagione.
Nelle coppie ho inserito sia l'Het che lo Slash, anche se non è del tutto esatto in quanto vi sono solo accenni sia al Merthur (il vero OTP ♥) che all'Arwen (inserita perché è la coppia canon. Io continuo a sostenere che Gwen sia una copertura, btw. xD) Direi di poter smetterla di inondare questa pagina con le mie chiacchiere. :'D
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. :)
A presto.
Baci
Deb

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


La magia è come una spada, dipende da chi la brandisce.

Capitolo II

Arthur era seduto nella sala del trono, attendeva Gaius che era stato mandato a chiamare.
Aveva preso la decisione di ascoltare cosa avesse da dire il medico di corte. Lui aveva cresciuto Merlin, l'aveva istruito, doveva per forza sapere la verità sul suo servo.
Quando Gwen gli aveva chiesto, il giorno precedente, perché Merlin non fosse con lui, aveva dovuto spiegarne il perché e si sfogò.
Sua moglie lo aveva ascoltato, parola per parola, non credendo che Merlin avesse mai potuto mentire così spudoratamente a tutti loro.
Poi gli aveva ricordato le parole della strega che l’aveva salvata dall'influenza di Morgana e, in minima parte, si rasserenò. Se avesse dato davvero retta alla strega, allora, la magia di Merlin non era cattiva perché – e ne era certo – Merlin non era cattivo, anzi, era la persona più buona – anche se un po’ troppo strafottente – che avesse mai incontrato. Non ne era del tutto sicuro, però.
Una parte di lui credeva fermamente alle parole di Uther. Il padre gli aveva sempre raccontato che la magia portava soltanto alla morte. Di chi si doveva fidare, di una strega vista soltanto una volta o di suo padre, colui che l’aveva cresciuto e amato?
«Mi avete fatto chiamare, Sire?».
«Sì», fece una pausa e guardò alla sua sinistra, osservando sua moglie, «tu eri a conoscenza dei poteri magici di Merlin?».
Il medico si irrigidì, «sì, Sire, ne ero a conoscenza».
«Quindi...», il re si alzò in piedi, sentendosi tradito per la seconda volta in due giorni, «... hai protetto uno stregone tradendo il tuo stesso regno».
«No, sire. Non ne ho fatto parola perché Merlin non è malvagio».
«Conosci le leggi di Camelot».
Gaius sospirò, «Sire, Merlin è nato con questi poteri. Non li ha chiesti lui e non li ha mai utilizzati per fare del male».
Arthur stava per aggiungere qualcosa, quando Gwen prese la parola per ricordargli una semplice e significativa cosa, «Arthur, ti ricordi cosa mi ha detto la strega che mi ha salvato?».
Il re per primo aveva chiesto l'aiuto della magia per salvare la moglie, e quell'anziana donna non aveva fatto del male a nessuno, i suoi poteri erano stati utilizzati come cura e non come maledizione. Avevano salvato la donna che amava, non avevano portato morte.
«Sire», osservò il medico con sguardo pensieroso dandogli, con un cenno del capo, il via libera per continuare a parlare, «... la magia è come una spada. La spada, di per sé, non è buona o cattiva. È un'amica nel momento in cui la si usa per proteggere un regno, è malvagia quando la si utilizza per uccidere persone innocenti soltanto per rubare i loro viveri. Questo non significa che bisogna giustiziare chiunque sia in possesso di una spada».
Quelle parole lo fecero riverberare, aveva forse sbagliato a non modificare i decreti sull’uso della magia che aveva imposto il padre?
Lui aveva sempre odiato la magia o, almeno, era stato cresciuto in quel modo, come poteva ora cambiare il suo modo di pensare?
Eppure, erano crollati tutti i suoi ideali soltanto perché aveva scoperto che Merlin era un mago. Non voleva perderlo, la verità era quella.
Poteva passare sopra alle sue bugie soltanto perché gli voleva troppo bene per riuscire a vederlo morto?
Se suo padre non fosse morto, non avrebbe di certo avuto tutti i dubbi che aveva lui in quel momento. L'avrebbe ucciso e, molto probabilmente, l'avrebbe fatto prima ancora di arrivare a Camelot.
«Puoi andare, grazie, Gaius».
Il medico si inchinò e tornò nelle sue stanze.
«Dovresti parlare con Merlin», affermò Gwen stringendogli le mani e sorridendogli.
«Cosa dovrei fare? È il mio servitore da così tanto, se fosse stato malvagio avrebbe avuto tantissime occasioni per uccidermi».
«Io credo che Merlin ami Camelot ed il suo sovrano, non farebbe mai nulla contro di te».
Arthur portò le mani della sua regina alla bocca e vi depositò un bacio.

Il re entrò nelle segrete e si avvicinò alla cella del mago.
«Merlin», lo chiamò ed il suo servo alzò gli occhi colmi di lacrime.
«Arthur!», esclamò alzandosi in piedi con uno scatto dall’angolo nel quale era seduto.
«Comprendo, in parte, il motivo per il quale hai sempre taciuto di... del tuo dono», esternò velocemente, prima di cambiare idea.
«Avrei voluto dirvelo, Arthur, ma non potevo. Voi odiate la magia, ma io...».
Il sovrano lo interruppe, «Gaius mi ha detto che questi poteri ce l'hai dalla nascita, non li hai voluti tu».
Melin annuì, «Anche ad Ealdor... quando ero piccolo a volte non li controllavo e spostavo degli oggetti. Le persone avevano paura di me, ma non li ho mai usati per far del male, dovete credermi».
I suoi occhi erano colme di lacrime, di sensi di colpa. Arthur comprese che Merlin, per tutto il tempo, aveva lottato per continuare a non dirgli la verità, per continuare a proteggere il suo segreto, ma anche il regno.
«Lo so. Non ne saresti capace. Ti conosco fin troppo bene».
Arthur avrebbe potuto capire, in passato, la vera natura del suo servo e probabilmente alcuni segni gli erano perfino arrivati, ma lui non voleva vedere perché se l'avesse fatto avrebbe dovuto prendere provvedimenti contro di lui e non ne aveva l’intenzione. Non avrebbe mai auspicato di trovarsi a quel punto, dove erano ora.
Anche in quel momento non voleva vedere il suo servo, il suo amico, dentro quel buco angustio. Non era il suo posto perché Merlin doveva stare vicino a lui.
«Io accetterò qualsiasi cosa, comprenderei se voleste giustiziarmi».
«No». Affermò con velocità. «Non hai fatto mai nulla di male, anche con il drago, hai protetto tutti con la tua magia. Non mi sembra giusto giustiziare qualcuno che vuole solo proteggere il mio regno», fece una pausa, «mi sento tradito, Merlin, perché tu non hai avuto mai abbastanza fiducia in me da riuscire a parlarmi della tua magia, ma dall'altra parte ne comprendo il motivo».
Arthur vide le lacrime continuare a cadere dagli occhi di Merlin, e, per un secondo, il re avrebbe voluto abbracciarlo e consolarlo.
L'unica cosa che fece, però, fu dargli due colpetti sulla spalla.
«Ho fiducia in te, Arthur. Non sai nemmeno quanto», ammise lo stregone guardandolo negli occhi. «Sei e sarai il più grande re».
Quelle parole lo resero fiero di se stesso. Merlin non era il tipo di dire cose che non pensava, lo sapeva. Disubbidiva anche ai suoi stessi ordini, non avrebbe avuto senso mentire in quel momento. E non poteva non notare la sincerità del suo servo.
«Ho parlato con i cavalieri, con Gwen, con Gauis. Ti condannerò all'esilio», pronunciate quelle parole si sentì in colpa nel constatare quanto gli occhi di Merlin stessero soffrendo per quella decisione, così riprese a parlare, appoggiando la sua mano sulla spalla del mago. «Prendila come una vacanza, vai a casa, a trovare tua madre. Al tuo ritorno i decreti saranno cambiati».
«Cosa?».
Sembrava che lo stesse facendo soltanto per lui e, forse, in parte era davvero così. Non poteva perdere il migliore tratto peggiore servo del mondo. In fondo, la spontaneità, la gentilezza di Merlin gli erano entrati dentro e, se il tempo fosse stato diverso, sarebbero sicuramente stati migliori amici. Anzi, Merlin era già il suo migliore amico, il suo fido consigliere.
«Una saggia donna mi ha detto che la magia non è malvagia, è il cuore delle persone ad essere cattivo», sorrise divertito, «eri tu, vero, quella strega?».
Merlin arrossì e si voltò a guardare altrove, «no, certo che...».
«Non mentirmi, non più, Merlin. Pur di salvare mia moglie, la tua regina, ti sei trasformato in donna, è stato un gesto nobile», sorrise, grato della sua bontà d’animo.
«Non potevamo lasciar perire Gwen, non potevamo lasciare che Morgana continuasse ad avere il controllo su di lei».
«Grazie, Merlin».
«Per cosa?», inarcò un sopracciglio.
«Per averla salvata dalle grinfie di Morgana. Se non ci fossi stato tu, in qualità di stregone, l'avrei persa per sempre», ammise sincero. Doveva riconoscergli i crediti. Doveva fargli comprendere quanto gli fosse grato.
Arthur si alzò in piedi sbattendo le mani sulle sue ginocchia, «ora mi vado a preparare per il tuo processo, Merlin. Poi, lavoreremo per cambiare le leggi. La magia non sarà più bandita, ma chiunque la usi per scopi malvagi verrà processato e giustiziato, come succede a chiunque brandisca una spada. Se la si usa per far del male, verrà punito», spiegò, citando le parole del suo medico di corte che, effettivamente, erano state sagge.
Merlin gli sorrise e, di slancio, lo abbracciò, lasciando un re perplesso ed imbarazzato. Il suo servo non aveva un minimo senso di pudore.

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Buonasera, la fine del mondo non è ancora arrivata, ma non ne ho paura. Tanto Merlin ci salverà tutti. :3
A parte gli scherzi, spero che la storia vi sia piaciuta, con questo si conclude questa mini-long. :)
Io, sinceramente, non sono pronta psicologicamente al finale di Merlin ç_ç
Vorrei avere una sesta stagione – sì, lo so, sarà impossibile – solo dedicata alla rivelazione della magia di Merlin. Che poi, spero anche che nessuno dei nostri aitanti eroi ci lascino le penne. Perché, davvero, non esiste Merlin senza Arthur, come non esiste Arthur senza Merlin. ♥
Ringrazio tutte le persone che hanno letto la storia in modo silenzioso, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. :p
E ringrazio tutti gli utenti che hanno messo la storia tra le seguite: 1 - Angelo Vendicatore - 2 - Anna24 - 3 - Artemis97 - 4 - Dess96 - 5 - Diyana - 6 - Lei__ - 7 - Martolilla96 - 8 - MileyVero - 9 - MXI - 10 - None to Blame - 11 - SARAHPOXY - 12 - zia76 - 13 - _Lins.
Tanti auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo! ♥
Baci
Deb

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