My time before the end

di Rain_bow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Così inizio la mia rovina ***
Capitolo 2: *** Momenti di follia ***



Capitolo 1
*** Così inizio la mia rovina ***


Adoravo andare a caccia con le mie sorelle, e con i nostri congiunti “cugini” Cullen, ma quel pomeriggio non mi andava, Laurent mi aveva lasciato con un ultimo bacio per andare a caccia da solo, o almeno così mi aveva detto, anche se ero convinta che non stava seguendo la dieta che si stava imponendo di fare, ma dopotutto.. come biasimarlo? Stava cercando di imporsi del sangue animale, e se ogni tanto non ci riusciva era subito perdonato… dopo tutto nei suoi trecento anni, non aveva mai pensato ad una variante alla sua “alimentazione” -se così si può chiamare- mi aveva  promesso che sarebbe tornato presto, perché avevamo poi deciso di dividerci un po’ dal resto delle mie sorelle per goderci un po’ di intimità.
Quanto mi mancava Laurent… erano passate solamente 2 ore 26 minuti e 47 secondi e già sentivo la sua mancanza, non potevo resistergli lontana a lungo, così decisi di andargli incontro, ripensai a ciò che aveva detto:
“Andrò un po’ più lontano del solito, in qualche foresta con qualche problema di animali troppo feroci, ne ho sentito parlare di un posto del genere in una cittadina della penisola di Washington.”
Così seguii la sua scia ancora fresca, e durante la mia corsa sfrenata, mi rituffai nei miei tanti pensieri, sì, tanti pensieri, perché da quando mi ero trasformata circa un secolo di anni fa il mio cervello aveva avuto una mutazione, ed ora riuscivo a pensare almeno una dozzina di cose insieme, pensavo al mio Laurent, quanto era bello e saggio, con il suo simpatico accento francese, pensavo alle mie sorelle e ai Cullen, che ora si stavano godendo la caccia, pensavo a Edward, che non aveva accettato l’idea di vivere nella stessa casa con Laurent e quindi se ne era andato via, portando con sé il carico di un dolore che non riusciva a sopportare, data la sua scelta di andarsene dalla sua Bella; e allo stesso momento pensavo pure alla stupidità di Edward di innamorarsi di una sciocca umana e non trasformarla e quanto fosse stata stupida mia sorella Tanya che aveva pensato che avrebbe avuto una seconda possibilità con Ed… e mentre mi stavo concentrando sull’odore di Laurent, un idea che mi stava punzecchiando in testa già da un po’ mi fece bloccare, il mio vampiro si stava dirigendo a Washington, era possibile che stava andando a Forks, a vendicare l’amico James, o sotto ordine di Victoria?
Dopotutto non aveva mai detto che non sapeva più niente della vampira, e se Laurent stava andando proprio in quella piovosa cittadina ad uccidere Isabella? Edward non me lo avrebbe mai perdonato e se sarebbe morta, anche lui l’avrebbe seguita, e di questo ne ero certa, perché prima che partisse ci aveva citato una frase di cime tepestose: “se tutto il resto perisse. E lei rimanesse io continuerei a esistere e, se tutto il resto rimanesse e lei fosse annientata, l’universo diverrebbe per me un immensa cosa estranea.”
E così un nuovo pensiero più doloroso e terribile mi invase, e se Edward avrebbe vendicato la morte della sua Bella? Non volevo neanche pensare a cosa sarebbe successo al mio amato… 
Avevo voglia di piangere, ma non ci riuscii, il mio corpo me lo impediva, così mi accucciai a terra in un espressione di dolore, mi sentivo impotente, non potevo fare niente, Laurent aveva troppo vantaggio su di me e non sarei mai riuscita a raggiungerlo, mi vidi rispecchiata in una pozzanghera ero triste ma il mio corpo mi impediva di dimostrarlo, per la prima volta mi fece schifo la mia natura, e per la seconda volta da quando ero diventata un vampiro mi sentii realmente impotente, -la prima era stata quando mia madre era morta sotto mano dei Volturi-
Non so quanto tempo passò, avevo chiuso gli occhi e appena li riaprii mi sentii disorientata, persa com’ero nei miei pensieri il tempo era passato così veloce.
Ora tutt’intorno a me era più scuro, era una notte con molte stelle, e la luna era piena. Ora dovevo sapere la verità, lui era vivo? Tornai indietro, seguendo la mia scia, mi sentivo una sciocca e non riuscivo a perdonarmi di non aver seguito il mio Laurent.
Nelle vicinanze di casa mi fermai un attimo sperando almeno di sentire nuovamente il suo odore, ma non lo sentii, Laurent non c’era. 
Cercai di farmi coraggio e varcai la porta di casa; ad attendermi c’erano dieci vampiri dagli occhi gialli che mi fissavano, fui sconvolta e travolta dal dolore. Per la testa mi passarono mille immagini del poco tempo che avevamo vissuto insieme, lui non c’era più, il mio istinto aveva detto giusto.
Alice si fece avanti con un passo elegante e timido, mi guardò fissa negli occhi scrutando qualche emozione, il mio viso era neutro, mi sentii sbiancare ancora di più.
"Quello che sto per dirti è una supposizione, niente di più." Abbozzò un sorriso amichevole, e incoraggiante "Ho visto il suo futuro sparire all'improvviso, lo stesso per Bella, ma poi il suo destino mi è tornato nuovamente chiaro, scappava, era terrorizzata, e per spaventare Bella ce ne vuole" disse con un tono orgoglioso nell'ultima parte della frase. Mi disgustai. " E' probabile in qualche modo, che lei, abbia incontrato Laurent, ma lei è viva quindi.. " Lasciò la frase a metà, cercò di sorridermi di nuovo.
Lasciava trapelare quanto fosse felice per Bella, senza preoccuparsi di mostrarsi triste per Laurent.
Ad un tratto una rabbia rossa mi colse alla sprovvista ero pronta per attaccare, non perdonavo la sua noncuranza della vita del mio amato.
Delle mani mi bloccarono, Kate che era la più vicina a me mi trattenne, attorno a me sentii dei ringhi inferociti, e sopra a tutti sentii Tanya che mi mormorava nell’orecchio: “Ma che diamine ti è preso Irina! Cosa pensavi di fare?” non ebbi la forza di rispondere: “L’ho vista chiedervi se poteva essere uccisa, e di seguito è andata in Italia, voleva proporgli ai Volturi di ammazzarla” rispose Alice al mio posto, le sue visioni raccontavano gli eventi futuri se una persone era decisa ad intraprendere quella strada, e quindi io ne ero convinta.
Carlise cercò di cambiare argomento.
“Ha chiamo Edward, ha detto di aver seguito le tracce di Victoria, fino a Rio, poi si è tuffata, voleva avvertirci, e dirci di stare in guardia, se sentite una scia nuova avvertitemi subito"
Decisi di calmarmi, e di chiamare Edward, se si trovava nella penisola di Washington e seguire la scia di Laurent in caso l'avesse sentito. Mi buttò giù scortesemente.
Ma ormai mi ero tranquillizzata.
Ora che ero tranquilla domandai ad Emmett se aveva voglia di andare a caccia, adorava il nostro bosco, soprattutto per la fauna da cui era popolato, ed era solo contento di fare un “pasto” in più anche se era sazio, tutta la famiglia si dedicò ad attività al quanto normalissime, Rose Kate e Alice andarono a fare una passeggiata, Eleazar e Jaspel stavano dibattendo sul potere di quest’ultimo, Carmen ed Esme cercavano di placare l’ira di mia sorella Tanya, che non sopportava come mi ero rivolta ad Edward.
 
La caccia era stata abbondante, terminai il mio pasto molto prima di Emmett, montai su un albero e mi ci sdraiai con la faccia verso il basso, degna delle movenze di una pantera, e lo guardai a caccia, ripensando al nostro "spuntino":  non mi ero mai divertita così tanto, Emmett aveva le stesse movenze delle prede, e invece di ucciderle subito e succhiare il loro sangue amava accompagnarle lentamente al loro patibolo, ma come non capirlo? Nella sua vita umana era stato quasi sbranato da un orso ed ora che aveva la forza per vendicarsi, lo faceva.
Mentre tornavamo a casa non sentii la scia di Laurent, brutto segno, e quindi i miei timori precedenti mi invasero di nuovo, cosa gli poteva essere successo? Mi aveva promesso che sarebbe tornato presto..
Appena varcata la soglia i miei sospetti si fecero confermati, tutta la mia famiglia, si era riunita nuovamente in salotto, e Emmett prese il suo posto vicino a Rosalie, mi sentii vulnerabile, ora mi sentivo veramente sola.
Il mio vampiro era morto, e con sé aveva portato una parte di me, feci uno scatto e mi raggomitolai a terra, era finita, la mia vita era finita, la visione di Alice aveva ragione, avrei scongiurato i Volturi o le mie sorelle di uccidermi, non aveva più senso esistere senza una parte di me.
Carlisle mi si avvicinò, era il vampiro più carismatico, e forse era per questo che avevano scelto lui per darmi la triste notizia, “Dolce Irina, non ti rammaricare di ciò che è accaduto, non è colpa di nessuno, è accaduto per disgrazia” dichiarò, ma qualcosa nel suo tono di voce mi fece alzare la testa, le sue mascelle erano contratte, e cercava di mantenere il viso neutro, senza trapelare emozioni, ma con scarsi risultati, sembrava arrabbiato non era convinto di ciò che diceva.
Continuò a parlare dopo un interminabile secondo in cui in mente mi passarono mille modi per vendicare l’assassinio della sua morte, “Non ne siamo sicuri, ma preferiamo avvertirti, Alice non riesce a vederlo, le sue visioni non sono ancora tornate. Buio. "
Persa com'ero dentro quella stanza così familiare, cercai uno sguardo che mi potesse sostenere, e mi fermai su Alice, era triste.. per un millesimo di secondo mi passò l'idea che era per Laurent tutta quella malinconia, ma invece ripensandoci bene, forse era arrabbiata, come aveva detto Carlisle non riusciva a vedere le visioni, e sapevo bene quanto questa cosa la irritasse.
Non mi sentivo più appartenente a quella famiglia, non volevano capire il mio dolore.
Jaspel che fino a quel momento si era tenuto in disparte si fece avanti e usando il suo potere riuscì a tranquillizzarmi parzialmente, e riassunse i fatti che sapevo fin troppo bene: Laurent molto probabilmente aveva attaccato la loro  Bella.
Esme ringhiò, sapeva che la morte di Bella, inevitabile se la mia supposizione era vera, corrispondeva alla morte di Edward.
Cercai nuovamente gli occhi rassicuranti di Carlisle. 
"E' un fatto da non sottovalutare, cercheremo di non parlarne con Edward, sarà più sicuro"
Alice si fece avanti, ricordandoci che riusciva a vedere il futuro di Bella, NON quello di Laurent.
Cercai di immaginare un mondo in cui fosse stato possibile che Bella, dopo un attacco di Laurent fosse riuscita a difendersi e ad ucciderlo. Impossibile.
Ma questo mi fece pensare l'inevitabile. Laurent era morto, forse attaccando Bella.
La mia rabbia rossa mi riinvase, ma come potevano reagire così?
Preferivano un umana ad un vampiro, ad una parte della sua famiglia… tutto ciò di cui mi ero convinta sul conto di Carlisle si infranse, un intero muro mi cadde addosso, e mi fece molto più male del previsto, come poteva essere lui il più saggio di tutti i Cullen, come poteva dirmi una cosa del genere in faccia?
Ringhiai, ed il mio corpo si inclinò, ero pronta all’attacco, non m’importava chi dovevo uccidere per avere giustizia, avrei combattuto per me e soprattutto per lui.
Otto vampiri si misero tra me e Carlisle, si stavano rivoltando contro di me,  la mia famiglia, le mie sorelle, tutto ciò che mi era rimasto di più caro al mondo si stava mettendo contro di me per proteggere una fragile umana.
"Alice non vede più il suo futuro, e inoltre vede Bella, impaurita, che corre.. non siamo sicuri, ma questo non cambia le cose" rispose Carlisle, duro in volto, ora non cercava di nascondere l'odio che provava verso il mio amato..
A quel pensiero, ne seguì subito un altro in maniera così rapida che quasi mi sorprese, stavo correndo lontana dalla mia casa, volevo rimare sola per un po’, volevo riflettere. 



Questa è una storia che avevo scritto un po' di tempo fa, ma solo dopo essermi iscritta a questo sito e aver iniziato a pubblicare un altra storia sempre riguardante twilight, mi sono decisa a continuare questo testo.
Spero che vi piaccia, ma ancor di più, spero che commentiate il primo capitolo, per capire se lo stile che ho deciso di usare vi piace o no, e cosa ne pensate di Irina e di cose le passa per la testa. Fatemi sapere.

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Capitolo 2
*** Momenti di follia ***


Spero vi piaccia questo nuovo capitolo della saga appena iniziato. Se avete voglia commentate pure qua sotto, ditemi cosa ne pensate, e come credete che vada avanti la storia, pubblicherò presto un nuovo capitolo. :)



Corsi incessantemente, il tempo che passava non era una mia preoccupazione, vidi spuntare il sole, ma non mi fermai, non sapevo neanche dove stavo andando, stavo solamente scappando via, mi volevo nascondere un po’  ed ero certa che le mie sorelle avrebbero capito che dovevano lasciarmi stare, il mio cervello complicato, mi invase di mille pensieri, e cercai di soppesare ciò che avevo fatto in quell’ultimo giorno, avevo voluto uccidere due miei fratelli, per vendicare Laurent, ma era veramente giusto aver reagito così?
Sì, pensai per mia risposta, dopotutto loro non avevano avuto alcun ritegno per me, avevano chiarito che adoravano l’umana più di me, e quindi per me erano solo estranei, io non avevo niente a che fare con loro, la mia vita non doveva di certo dipendere da loro, e quindi decisi che non sarei tornata mai più a far parte dei Cullen, il Clan di Denali era composto da quattro membri, io ero da sola, perché così avevano voluto, senza neanche un compagno.
Osservai il cielo, era nuvoloso, e la luna era ad un quarto del suo ciclo, mi sembrò di rivivere quella scena di uno di quei film horror, in cui una ragazza corre sola nel bosco inseguita da un uomo con un coltello in mano, un pensiero mi balenò in testa, volevo fare la parte del cattivo in quel film che rappresentava il mio tormento, volevo “cacciare”, non avevo sete ma volevo consumare la mia vendetta, mi avvicinai alla cittadina più vicina, e cominciai a cercare la mia preda, confondendomi tra la gente. Il paesino era piccolo e rumoroso, doveva essere in atto qualche falò sulla spiaggia, anche se la stagione non era la più giusta, mi avvicinai al mare, seguendo il rumore della musica rimbombante, i ragazzi mi guardavano stralunati,  di solito gli umani stavano alla larga dai vampiri, ma forse in quella festa l’alcool girava molto velocemente, e quindi nessuno si accorgeva della mia strana pelle bianca e dei miei occhi eccessivamente gialli.
Una ragazza mi si avvicinò, sembrava sobria ma niente gli vietò di abbracciarmi, sembrava quasi di conoscermi ma lo ritenevo impossibile, era bionda tinta, lo sentivo dallo strano odore che emanavano i suoi capelli, ed aveva degli occhi scuri, come un interminabile buco nero.
“Ehy! Te sei nuova vieni che ti faccio conoscere qualcuno”
Mi accompagnò più lontano dalla spiaggia, dove il rumore della festa era più accettabile, su una panchina c’erano cinque amici, due coppie ed una ragazza, erano tutti vestiti eleganti come se fosse stata una festa di gran classe, tutti tranne la ragazza, che aveva una semplice gonna che gli arrivava al ginocchio ed un cappotto, sembrava molto timida, e teneva la testa nascosta, sotto i suoi boccoli mori, “Nikky e Marley, Angie e Den e lei è Lù” indicò la ragazza con un certo disprezzo, non capivo perché si trovava lì, tutti si tenevano alla larga da lei, come se fosse un peso da dover portare dietro per forza, “e io sono Daisy, e tu?”
“Irina” affermai, Daisy era spavalda, e pensai a lei con un futuro da vampira, fantasticai, immaginandomela con gli occhi gialli.. o rossi.
Pensai pure di creare un nuovo Clan… ero sicura che lei avrebbe avuto qualche potere carismatico, in quel momento ebbi una grande nostalgia di Eleazar, se ci fosse stato lui, avrei scoperto se realmente possedeva un dono. Che buffo pensai, questi insignificanti umani mi hanno quasi fatto dimenticare per un secondo il mio Laurent.
 
Daisy era simpatica, forse un po’ troppo sicura di sé ma comunque aveva avuto coraggio ad abbracciare una vampiressa a caccia..
Durante la serata parlarono tutti con me, ma nessuno sembrava spaventato, avevano voglia di sapere qualcosa su di me, ma poi Nikky fece un grosso errore “Hai fame?” mi chiese; e in quel momento ripensai al motivo per cui io mi trovavo lì, stavo cercando una preda, e poi un’idea crudele mi offuscò la mente, avrei cercato un umana, la più simile alla foto che Edward mi aveva mostrato di Bella, volevo far finta che io stessi realmente cacciando Isabella Swan, e così cercai il modo di scappare da quel gruppo di amici, “Bè, io vado ciao!”
“No resta” disse Marley tenendomi la mano avvinghiata al mio braccio per non farmi andare via, la sua presa era salda e convinta, ma niente poteva con la mia forza, “No” Ringhiai, e qualcosa fece spaventare tutti quanti, che sembrarono finalmente impauriti da me. 
Lù alzò per la prima volta gli occhi incuriosita dal mio tono, erano marroni, color cioccolato, anche se non avevo il potere di Edward gli lessi negli occhi ciò che stava pensando, non aveva paura, affatto, sembrava interessata, qualcosa in lei mi ricordò Bella, mi bloccai, mi sembrò di avere davanti la presunta causa della morte del mio Laurent.
Pensai ad una tattica per allontanarla dal gruppo.
“Ehi ti va di fare una passeggiata” gli proposi, e come mi aspettai lei mi rispose di sì, era prevedibile, troppo fragile e indifesa anche solo per accorgersi del pericolo a cui stava andando in contro. Gli altri cinque amici sembravano offesi, e mentre io e la mia preda ci allontanavamo bisbigliarono “che tipa strana accetta la compagnia di Lù e non la nostra, bhà”
Mi girai per rispondergli, ma poi mi accorsi che loro non mi avrebbero sentita neanche se gli avrei urlato, ci eravamo allontanati parecchio, e solo perché avevo il mio super-udito mi ero accorta di quella frase.
“Perché mi hai chiesto di fare una passeggiata?”mi chiese la mia preda.
“Mi ricordi una persona” ammisi.
Ma qualcosa in me cambiò, ora non la volevo uccidere sembrava quasi che la voce di quella ragazza mi scongiurasse di non farlo. La guardai interrogativa, lei non sembrò accorgersene.
“A me non sembri.. come noi, sei diversa” mi confidò.
Le sue parole mi agghiacciarono, aveva scoperto qualcosa sul mondo inviolabile? Allora doveva morire, e di questo ne fui lieta.
Non risposi, e lei continuò “Sai i miei amici avvolte sono un po’ scortesi, ma sono molto simpatici invece..”
Ma che diamine stava dicendo? La guardavano con disprezzo, anzi la disprezzavano proprio, e lei aveva il coraggio di dire che non era vero?
“Allora perché sei messa da parte?” Gi chiesi, mi interessava saperne di più, quella ragazza era strana, né simpatica né antipatica, solamente strana.
“Non sono loro che lo fanno, sono io che voglio che facciano così” Pronunciando quella frase aveva evidenziato VOGLIO, forse stava cercando di spiegarmi qualche cosa, “A volte, penso di non essere normale, mia mamma dice che ho un grande potere, a volte riesco a farmi voler bene da sconosciuti, mentre altre volte quando voglio stare da sola riesco anche a farmi disprezzare, come oggi”
Rimasi affascinata, quindi lei aveva realmente un potere, riusciva ad imporre le cose, decisi che lei non sarebbe stata la mia preda, e la mia idea di costruire un nuovo clan mi tormentò di nuovo, lei e Daisy avevano dei grandi poteri carismatici, e per saperlo non occorreva neanche Eleazar, erano già fin troppo evidenti.
“Perché mi stai dicendo queste cose?” Gli chiesi.
“Qualcosa mi dice che sei te la persona giusta a cui raccontarlo..” Ecco, stava sbagliando, io ero la persona giusta, se lei si voleva uccidere, e basta.
“Cosa intendevi prima, quando hai detto che sono diversa?” 
“Qualcosa dentro di me, mi dice che a stare qui con te sono in pericolo, ma poi se ascolto più a fondo quella voce, sento che il pericolo nasce solo da un dolore che hai dentro..”
Ma che ragazza era quella? Era solo intuizione o cosa? Il dono di Edward era niente a confronto con il suo, ed era solo una semplice umana. 
“Scusa se ti racconto queste cose, ma mi stavo un po’ sfogando..” 
La mia sete di sangue si fece ancora più ardente, in realtà non avevo “fame” ma stavo odiando quella ragazza, aveva troppi misteri, ed io ero arrivata in quel paese solo per cacciare, se non scappavo subito, l’avrei uccisa, oppure trasformata, non lo sapevo…
Cominciai a correre, volevo tornare alla spiaggia, volevo cacciare, non dovevo essere coinvolta dalla vita della mia preda, ora avevo un altro piano, non dovevo far parlare la mia vittima o non sarei riuscita ad ucciderla, ero abitata ad interagire con gli umani, non ad ucciderli, ed era per questo che non riuscivo più a pensare che loro fossero semplici prede, corsi fino al centro della festa, salutai una ragazza che aveva dei capelli castani, anche se non assomigliava per niente a Bella, ma ormai non mi importava di trovare una preda simile a lei, ora la mia sete di sangue mi stava lacerando la gola, stavo soffrendo di nuovo per la morte del mio Laurent mi volevo sfogare, non riuscivo più a resistere. “Ciao” rispose la ragazza che avevo salutato dieci secondi fa, perfetto era ubriaca e non si accorgeva neanche con chi stava parlando, puzzava di alcool, peccato, pensai, il suo sangue non sarà gustoso come quello di una sobria.
La presi per un braccio, senza stringerla troppo, e mi allontanai con lei dalla spiaggia, la portai dentro al bosco, la ragazza non si era neanche accorta di quanto ci eravamo allontanate, e continuava a ballare, quasi incosciente.
Mi allungai verso il suo collo, e in quel fratto di secondo pensai a Lù, chissà se era tornata dai suoi amici, ma ero sicura che non mi avesse seguita si sentiva in pericolo, aveva fatto bene.
La mia bocca si schiuse quel tanto da toccare la pelle della vittima, affondai i denti sul suo collo, la ragazza iniziò ad urlare, ma nessuno sarebbe andato in suo soccorso.
Pensai di ucciderla subito, per non fargli patire più dolore, ma non ne ebbi voglia, la ragazza si stava dimenando, mentre le forze le stavano mancando, i suoi tentativi di fuga si facevano sempre più flebili, stava morendo dissanguata, mi accorsi, che ormai non stava più lottando per scappare, il suo cuore batteva lentamente, ormai il suo destino era segnato, continuai a succhiare, abituata com’ero al sangue d’animale, mi sembrò di assaggiare la cosa più buona del mondo, il gusto era dolce, liquido, e cadeva per la gola, lasciando dietro di sé, un buon profumo, la mia gola infiammata si stava spengendo, pensai a Laurent, ecco amore lo sto facendo anche io, sono diventata un mostro per te, perché voglio fare ciò che tu non hai avuto il tempo di fare prima di morire, addio.
Buttai il cadavere a terra, e mi asciugai con il dorso della mano, cominciai a correre,  più veloce di quanto mai avessi corso, correre chissà dove, forse verso sud o forse verso nord, ma non mi fermai, non potevo stancarmi, la stanchezza non era concessa al mio corpo da vampiro, chissà per quanto tempo corsi, ma il sole apparve, prima flebile e poi sempre più alto e imponente, mi dovetti nascondere, non potevo rischiare di farmi vedere alla luce del sole, avrei aspettato la notte, prima di continuare il mio viaggio, che non mi avrebbe portato da nessuna parte.
Cacciai anche quel giorno, ma decisi che le mie prede sarebbero state solamente animali, non volevo uccidere ancora, sarei diventata un mostro senza scrupoli se avessi continuato a fare stragi.
Il giorno passò veloce, come mi era successo qualche giorno prima nella foresta, chiusi gli occhi ed iniziai a pensare al mio vampiro, ed appena li riaprii era notte fonda, entrai nel paese più vicino, era silenzioso, e buio, ma qualche persona camminava svelta diretta chissà dove, fermai un uomo, “Dove siamo?” chiesi, non mi rispose, ma mi indicò il cartello con scritto il nome della città, avevo corso così tanto, da essere arrivata il più lontano possibile dalla mia casa, al lato opposto dello stato.
Ebbi un gran senso di colpa, avevo lasciato le mie sorelle, l’unica cosa che amavo in questa vita ormai, volevo tornare a casa, ero sicura che loro mi avrebbero perdonata, anche Carlisle mi avrebbe perdonata, era troppo buono per non farlo, così decisi, di tornare indietro la notte dopo.
Mi nascosi nuovamente dentro ad un bosco, stavo diventando un vampiro a tutti gli effetti, stavo vivendo solo la notte e non mi sarei sorpresa se mi fossi messa a dormire in una bara, mi guardai in un riflesso di un laghetto naturale che si trovava dentro il bosco, i miei occhi non erano lo stesso colore di sempre, erano tendenti all’arancione, e invece delle solite pagliuzze gialle intorno alla pupilla, si trovavano degli strani puntini rossi, impercettibili a qualunque occhio umano, avevo cacciato solo una volta un umano, e di già il mio colore era cambiato leggermente; un leggero ventarello scompigliò i miei capelli biondi, e mi nascosero la faccia, da quel momento non ebbi più il coraggio di guardarmi su una superficie riflettente, mi dovevo solo vergognare.
 
Caro Laurent.
Il tempo passa lentamente, la notte corro, e il giorno mi nascondo dalla luce, a volte penso chi sia stato ad ucciderti, ma non riesco ad immaginare nessuno che sia in grado di farlo, se non un altro vampiro, ho deciso di vendicarti, e che vivrò per sempre in lutto, perché tu sei morto e hai portato via anche una parte di me, mi nascondo da tutto, ho paura perché te non sei qui vicino a proteggermi. Ti Amo, e per sempre, finchè vivrò io ti amerò, sarò quindi destinata ad amarti per sempre, amore mio
Questo era ciò che pensavo durante il giorno, e pronunciando questa frase passavo il tempo; per me era una specie di preghiera; la notte riiniziavo la mia corsa sfrenata, ma a volte tornavo indietro e quindi il mio viaggio per l’Alaska, durò più del previsto, cominciai a contare le Lune piene, per accorgermi del tempo che passava, mi sentivo soffocare, questo mondo non era più giusto per me, ogni tanto cacciavo, quando la mia sete era ingestibile, abbattevo gli animali in fretta non volevo che soffrissero, bastavo io che mi logoravo. 
Contai tre cicli lunari prima che finalmente raggiunsi la mia meta, avevo varcato il nostro bosco, le mie sorelle sentirono la mia corsa. Prima di rientrare in casa feci l’ultima caccia, non volevo che nei miei occhi ci fosse alcun segno di rossore, in quei mesi avevo cercato di cancellare quella mia tragica caccia..

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