Ha sempre detto che ci saremmo incontrati in un negozio di caffè

di yours to hold
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Titolo: Ha sempre detto che ci saremmo incontrati in un negozio di caffè

Autore: yours.to.old

Traduttrice: Goten

Beta: Schiumi

Rating: Verde

Coppia: Blidshipping

Sito ficci originale: http://www.fanfiction.net/s/4367716/1/He-always-said-we-d-meet-in-a-coffe-shop

Capitoli: 4

Stato: completa.

Nota: Ho il permesso dell'autrice per tradurre questa bellissima storia.

Nota2: La graniglia, per chi non lo sapesse sono quegli zuccherini colorati che si mettono sui gelati o sui dolcetti. Il loro nome è “sprinkles”

La ficci non è tradotta proprio letteralmente perché alcune frasi non avrebbero senso in Italiano, quindi ho adatto qualcosina, ma veramente pochissimo, tranquille.

 

 

Capitolo 1


"Io non lo sono!"


Jou alzò gli occhi verso di me e la mia frustrazione crebbe. Non mi credeva, non importava quante volte negassi. "Seriamente Yug. Sei piccolo, carino, non sembrano interessarti le ragazze e sei stranamente affascinato dagli indumenti in pelle. Ammettilo, sei gay."


"Io non lo sono! Seriamente Jou, quante volte te lo devo dire? Io non lo sono, e non sarò mai, gay!" Evitai l'intera questione ragazze, solo perché non mi piaceva nessuna delle ragazze della nostra scuola non voleva dire niente e certamente non faceva di me gay! Ad ogni modo, non mi piaceva nessuno dei ragazzi.


Jou roteò nuovamente i suoi occhi. Giuro gli sarebbero venute presto le vertigini. Quando pensava in quel modo mi faceva quasi venire voglia di roteare gli occhi maggiormente, si meritava un mal di testa doloroso almeno la metà di quello che stava facendo venire a me. " Come no. Puoi negare tutto quello che vuoi, ma un giorno incontrerai un tizio in un bar e tutto il tuo negare andrà fuori dalla finestra."


Rinunciai, gettai le braccia in aria allontanandomi. Mi annotai mentalmente: evitare i negozi di caffè. Pensavo che non sarebbe stato così difficile.


XxXx

Dondolai le braccia felicemente come entrai nella libreria. Fuori era assolutamente gelido e il calore mi accolse con favore. Adoravo assolutamente questo negozio. Era pieno di libri e aveva anche un piccolo bar-caffè nel centro. Decisi di prendere un paio di libri e ordinare una cioccolata calda, non c'era motivo di correre a casa. Saltellai felicemente fra gli scaffali prima di una pausa, realizzando della falle nei miei piani. Avevo completamente giurato di rinunciare ai negozi di caffè. Non che avessi bisogno di evitarli per provare a Jou che si sbagliava... Ringhiai un po' per la frustrazione, decidendo di onorare il patto fatto con me stesso e tornare a casa subito dopo aver preso un paio di libri.


Mi avvicinai a uno scaffale casuale e iniziai a cercare. Non cercavo niente di particolare ma avevo tutto il giorno quindi non mi preoccupavo.


Alla fine ero un po' frustrato quando passata un'ora avevo scelto solo tre libri. Per quanto li amassi non ero bravo a sceglierli. Non potevo dire niente dalla sintesi. Mi sarebbe piaciuto? L'avrei odiato? Era addirittura impossibile da raccontare!


Sospirai, prendendo un altro libro dallo scaffale e appena lessi il riassunto lo aggiunsi sopra gli altri tre. Mi sentivo davvero troppo frustrato. Mi diressi verso il bancone, dando un ultimo sguardo di rammarico al negozio di caffè non appena pagai i miei libri. Scossi un po' la testa, presi la borsa che la cassiera mi aveva consegnato e mi diressi verso la porta. Quando la spinsi e sentii l'aria fredda colpirmi, presi un respiro profondo, preparandomi per andare a piedi verso casa sgradevolmente. Quando uscii dalla porta gemetti come sentii qualcosa di umido colpirmi. Alzai lo sguardo: stava nevicando. Piccoli fiocchi di neve morbidi andavano alla deriva scendendo dal cielo. Perfetto, semplicemente perfetto. Avevo supposto che facesse già abbastanza freddo! Non era così brutto quando avevo lasciato il negozio di giochi, non mi ero preoccupato di prendere il mio cappotto. Avevo pensato che non ne valeva la pena. Guardai il negozio dietro di me che era così accogliente da farmi desiderare di tornare dentro e proseguire con il mio piano originale. Esitai, ricordando la mia promessa. Non mi piace mentire …


Oh, questo è ridicolo! E' solo un piccolo negozio all'interno della libreria! Non era nemmeno un bar vero e proprio per l'amor di Ra! Ed era comunque una promessa stupida. Andare in un negozio di caffè non mi avrebbe reso gay! Non c'era motivo per non entrare e riscaldarsi. Mi derisi quasi per quanto ridicolo sembrassi.


La decisione era presa, mi girai e corsi nel negozio, sospirando all'interno facendo uscire l'aria fredda. Ero finalmente di nuovo al caldo e la prospettiva di una tazza di cioccolata calda durante la lettura mi fece quasi iniziare a saltare. Quasi. Non ero in QUELLO stato d’animo. Succedeva solo quando ero in giro con i miei amici. Penso che mi credettero strano le prime volte, ma poi si sono abituati. Così QUASI saltando sono andato al banco -non c'era la coda come quella che c'era stata durante il pomeriggio perché la maggior parte delle persone erano al lavoro, la gioia del fine settimana- e ordinai. Aspettai pazientemente fino a quando la presi e poi andai a sedermi in uno dei molti tavoli liberi. Mi lasciai cadere sulla sedia, presi un libro a caso dalla mia borsa.


Avevo appena iniziato il secondo capitolo quando successe. Qualcuno mi parlò.


"Ciao."

Mi guardai intorno confuso notando che, mentre ero distratto, il negozio era più affollato, c'erano ancora molti tavoli liberi. Rivolsi la mia attenzione verso il ragazzo in piedi di fronte a me. "C-ciao." Riuscivo a malapena a tirar fuori le parole. Sembrava avere la mia età ed era stranamente simile a me, aveva gli stessi capelli e tutto il resto. Solo i suoi lineamenti erano più nitidi e aveva sorprendenti occhi cremisi. Furono i suoi occhi che mi attirarono. Catturarono la mia attenzione. Avvertii il rossore risalire sul mio volto quando i nostri sguardi s'incrociarono. Scossi la testa leggermente, rompendo il contatto visivo. Che cosa c'era di sbagliato in me?


Seguì un silenzio un po' imbarazzante. Infine, lo spezzò. "Ermm... Ciao..." Il resto venne fuori in fretta. "Mi dispiace. Ho solo notato che hai i miei stessi capelli e sono solo venuto a dirti ciao. Non pensavo che qualcuno avesse i miei stessi capelli. Tutti i miei amici mi prendono in giro per questo. " L'ultima affermazione fu detta con una leggera nota di fastidio e mi venne da ridere, anche tutti i miei amici mi prendevano in giro per i miei capelli purtroppo. Poteva essere piuttosto fastidioso.


Notai che era ancora in piedi goffamente davanti al tavolino. "Puoi sederti se vuoi. Non mi dispiace." Sottolineai, chiudendo il mio libro e mettendolo via. Non mi ero ricordato di mettere un segnalibro. Oh beh, non ero andato così avanti comunque.


Adesso che lo shock iniziale era sparito in realtà mi sentivo a mio agio con lui. Aveva l'aria di una brava persona.


Mi fece un piccolo sorriso e si sedette di fronte a me. "Va bene."


Sono contento che fosse rimasto.


Jou ha sempre detto che ci saremmo incontrati in un caffè. E ora l'avevo incontrato.


"Sono Yuugi."


Non che questo significasse qualcosa.


Il suo sorriso, si ampliò. "Atemu."


Non è come se io .. lo amassi ... o altro…


Dopo tutto, non sono gay.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Il mio telefono squillò e io mi accigliai. "Mi dispiace Atemu. Dammi un secondo." Pescai il telefono dalla tasca cercando di capire chi potesse chiamarmi. "Pronto?"


"Yuugi, non hai idea di che ore sono?" Riconobbi la voce un po' irritata di mio nonno.


Ci pensai su per un minuto. "No nonno. Perché?"


Lo sentii sospirare e mi chiesi se era la risposta che si aspettava. "Yuugi, è tardi. Sto chiudendo il negozio di giochi e mi chiedevo dove fossi."


Mi fermai per un momento. Per quanto tempo avevo parlato con Atemu? "Mi dispiace nonno. Stavo parlando con Atemu e credo di aver perso la cognizione del tempo..." avevo davvero perso il senso del tempo. Come era possibile che avessi avuto una conversazione così a lungo? Sembrava strano, avevo appena incontrato il ragazzo e già avevo avuto la conversazione più lunga di tutta la mia vita.


"Chi è Atemu?"


Guardai verso di lui. Stava guardando di lato, come se non stesse ascoltando, ma potei vedere che stava sorridendo leggermente: stava ascoltando. Bene bene, allora. "Un ragazzo che ho incontrato oggi al negozio di caffè." Oops. Non avrei dovuto ammettere che si trattava di un negozio di caffè. Almeno, non a me stesso.


"Il negozio di caffè?"

 

"Sì". Sorrisi e guardai Atemu di nuovo. "Era patetico e solo così è venuto a parlare con me."


Atemu si girò verso di me guardandomi male. "Non ero patetico e solitario!" Praticamente l'aveva urlato ed ero sicuro che il nonno l'avesse sentito al telefono. Si fermò quando si accorse della mia espressione, era probabilmente simile ad un sorriso di trionfo. "Merda".


"Beh comunque nonno. Sarò presto a casa, allora. Mi dispiace di averti fatto farti preoccupare."

"Va bene. Ci vediamo presto allora."


"Si.. Ciao". Riattaccai e bloccai la tastiera del telefono in tasca. Quando lo guardai, Atemu mi stava ancora fissando. Purtroppo per lui, lo conoscevo già abbastanza bene da non avere paura. Sembrò rendersene conto perché presto rinunciò. "Era mio nonno." Come se non lo sapesse già. "Io in realtà dovrei andare a casa."


Annuì. "Già. Non mi sono reso conto di quanto fosse tardi." Così era stato lo stesso anche per lui. Huh. Tanto per dare almeno l'impressione che uno di noi fosse responsabile. "Sono sicuro che qualcuno si sta chiedendo dove sono finito. A pensarci bene, sono abbastanza sicuro che Bakura dirà che stava per smettere da oggi... oops."


Non potei fare a meno di ridere. "Bakura è il maniaco omicida giusto?" Mi ha scioccato apprendere che uno dei suoi migliori amici è uno psicopatico. Io non capisco come possa essere.

 

Sollevò gli occhi un po', ma un piccolo sorriso sorgeva sulle sue labbra. "Immagino che si potrebbe chiamarlo così." Si alzò in piedi e mi seguii, gemendo un po' per la rigidità. Nota per me, cercare di non avere conversazioni lunghe diverse ore su sedie scomode, senza muoversi. "Devo fare in modo che non sia troppo arrabbiato. Mi piace la vita."


"Davvero?" Stavamo camminando assieme verso la porta. "Ho sempre pensato che fosse troppo sopravvalutata."


Eravamo fuori adesso e si fermò: "Da che parte vivi?" Indicai verso destra. "Ti accompagno a casa."


Lo studiai per un minuto, indovinando dal modo in cui l'aveva detto che non viveva nella stessa direzione. "Non è necessario."


Si strinse nelle spalle, camminando davanti a me e non potei vedere la sua faccia. "Lo so."


Sentivo un sorriso nascere sul viso. "Grazie." Feci il resto della strada verso negozio di giochi con Atemu.


XxXx

Sembrava colpito quando ci fermammo di fronte al negozio di giochi. "Questo è dove vivi?"


Fu il mio turno di ruotare i miei occhi. "Sì. Mio nonno possiede il negozio."


"Sembra divertente."


"Sì". E in quella frazione di secondo presi una decisione. "Hai impegni domani?"


Scosse la testa. "Non credo. Sono piuttosto sicuro che Bakura è occupato."

Questo mi fece felice. "Vorresti venire con me ed i miei amici, allora?" Io non vedevo l'ora di uscire con i miei amici, non potevo pensare di uscire solo con Atemu, sarei sembrato scortese e non avevo voglia di ascoltare i discorsi di Anzu per ore sulle conseguenze per la lunga amicizia che probabilmente ne sarebbero derivate se li avessi cancellati.


Mi studiò per un momento. "Sei sicuro?"


Ci pensai per un minuto in modo da fargli capire che ero sicuro. Non c’era motivo per cui a Jou o Honda potesse dispiacere e Anzu avrebbe molto probabilmente solo chiacchierato per un po' su quanto grandioso fosse fare nuove amicizie.


Probabilmente avrebbe reso matto Atemu. A maggior ragione. Sorrisi in attesa. "Sì".


Si strinse nelle spalle. "Va bene. A che ora?"


"Ci incontriamo qui a mezzogiorno." Era il nostro regolare orario da quando entrambi Jou e Honda avevano insistito sul fatto che il tempo non esisteva nei fine settimana fino a quando non veniva coinvolto il cibo.

 

Sorrise di nuovo. "Va bene. Sarò qui. Ciao Aibou! " Mi salutò con la mano e mentre lui se ne andava alzai la mano per bussare alla porta che si era già aperta. Grande sorpresa, mio nonno era lì e ci stava guardando.


"Era Atemu?" Potevo dire che gli piaceva e restituii il sorriso che mi fece.


"Sì".

Mi guardò per un attimo, come se cercasse qualcosa prima di scrollare le spalle. "Approvo".


E' stato solo quando arrivai al piano di sopra che mi chiesi cosa volesse dire. Voglio dire... sicuramente non pensava che…


Alzai gli occhi al cielo e decisi che parlava con Jou troppo spesso. Probabilmente aveva pianificato tutto il mio intero futuro... pensiero estremamente inquietante. Voglio dire, stiamo parlando di Jou e mio nonno…


XxXx

Diversamente dalla maggior parte degli altri miei amici mi piaceva alzarmi presto. Era molto utile quando dovevo trascinarmi per andare a scuola, ma visto che era solo domenica non dovevo davvero preoccuparmi. Così, invece, feci una lunga doccia e poi mi sedetti sul mio letto a leggere per un po'.


Avevo convenientemente dimenticato di chiamare tutti i miei amici e dire loro di Atemu quindi non avrei avuto a che fare con loro fino a tardi. Speravo che Atemu non arrivasse troppo tardi, o avrei dovuto ascoltare Jou andare avanti continuativamente su come mi piacesse lui o qualcosa del genere. Davvero, avevo bisogno di amici più maturi, o almeno uno che non fosse così ossessionato dal mio essere gay…


"Yuugi!" A proposito di amici... "Atemu è qui!" Mio nonno mi chiamò dal piano di sotto.

"Arrivo!" Guardai il mio orologio, misi via il mio libro. 12:00 esatte, wow, era puntuale. Di solito l'unica in orario era Anzu, aveva imparato che essere 'in orario' era ritardare di dieci minuti quando si era in attesa di Jou e Honda. Corsi giù per le scale più veloce che potei e quasi caracollai addosso ad Atemu. Fui in grado di fermarmi poco prima di colpirlo. "Ciao!"


Sorrise leggermente in risposta. "Ciao. Sembri sorpreso di vedermi." Osservò. "Hai detto a mezzogiorno, non è vero?"


"Sì.. Credo solo di non essere abituato alle persone puntuali …"


Si mise a ridere. "So cosa vuoi dire. Mi ritengo fortunato se Bakura arriva."


"Non arriva mai prima?" Questo mi sorprese un po'.


Si strinse nelle spalle. "Beh, no, ma io continuo ad aspettare che accada."


Qualcuno bussò alla porta. "Ci penso io." Aprii la porta per vedere Anzu e nientemeno che Jou e Honda in piedi dietro di lei, anche se sembravano mezzi addormentati. Ok... che diavolo stava succedendo? Pensai che il mondo stesse per finire o qualcosa del genere.


Lei sorrise. "Sorpresa!" Nonostante il fatto che li avessi invitati. "Ho trascinato Jou e Honda fuori dal letto in modo da non essere in ritardo per una volta."


"Wow. Ottimo lavoro." Non riuscivo a immaginare quanto fosse stato difficile farlo. Io probabilmente avrei rinunciato a metà. Stavo cercando di indovinare che diverse carte Duel Monsters fossero state minacciate, per Jou almeno.


Si accigliò, guardando dietro di me nel corridoio. "Chi è?"


Non ebbi bisogno di guardare per sapere di chi stesse parlando, ma lo feci comunque. Atemu mi aveva seguito dalle scale e stava in piedi dietro di me in salotto. Mi voltai verso Anzu. "Umm, sorpresa?"


Lei alzò un sopracciglio. “È il tuo ragazzo?" Ho veramente e sicuramente bisogno di nuovi amici. Jou si era tirato su alla parola 'ragazzo' e ora stava cercando di vedere oltre Anzu e me in casa.


"No, Anzu. Questo è Atemu. E' un nuovo amico." Ero tentato di sottolineare la parola amico, ma decisi di non farlo. Ero sicuro che se l'avessi fatto tutti avrebbero detto 'tu protesti troppo'. Avrebbero pensato che probabilmente stavo solo negando. Che non era vero.


Jou finalmente spinse in parte Anzu e fissò Atemu con un piccolo sorriso sul suo volto. Sapevo quello che stava per chiedere e subito iniziai a tramare diversi modi per ucciderlo. "Allora... dove lo hai conosciuto?" Non potevo rispondere senza mentire quindi non lo feci. Accoltellamento. Veleno. Decapitazione. "Yug'?" Annegamento. Morderlo. Smembramento.


"Il negozio di caffè al negozio di libri." Sul Volto di Jou scoppiò un sorriso enorme. Non posso credere che Atemu lo avesse detto. Non sapeva, certo ... ma ancora! Jou trascorse il resto della passeggiata al centro commerciale a fare domande. 'Che cosa hai ordinato? Come vi siete conosciuti? Avete intenzione di iniziare a uscire presto? ' Ho quasi ucciso Jou per l'ultimo punto e Atemu mi ha dato un paio di sguardi strani. Avrei dovuto spiegare e scusarmi con lui più tardi senza Jou di mezzo. Decisi che Jou doveva rimanere fuori dalla mia vita.


In realtà non era poi così sorpreso quando ci siamo fermati al Burger World per il pranzo. Non siamo mai andati altrove. Non che mi dispiacesse, naturalmente, assolutamente adoro gli hamburger. Forse non così tanto come il gelato o cioccolato o cioccolato sul gelato.


Scherzi a parte, io non riesco a pensare a qualcosa di meglio del gelato alla vaniglia con lo sciroppo al cioccolato e un po' di graniglia. Tranne... forse aggiungere un po' di caramello...? Perché suona bene, ma il caramello sul gelato non suona strano? E' perché di solito non aggiunge nulla al gusto del gelato?


"Probabilmente. Sembra strano anche a me." Battei le palpebre e alzai lo sguardo per vedere Atemu guardarmi, gli angoli della bocca leggermente sollevati in un quasi sorriso. Conoscendo anche lui, come me, potei dire che stava cercando di non ridere.


"Umm ... che cosa?"


La sua bocca si contrasse e potei dire che era molto divertito. "Il Caramello gelato, o di qualsiasi gelato di quel gusto con sopra la granella. Sembra strano".


Sentii il mio viso diventare rosso brillante. Quanto di questo monologo sul gelato era stato fatto ad alta voce esattamente? Voglio dire, almeno lui non mi lasciava andare oltre e divagare sulla graniglia e su come a nessuno piaceva davvero mangiarli perché non avevano un buon sapore, ma la gente li mangiava comunque perché sembravano abbastanza buoni. Soprattutto se si prendevano quelli piccoli a forma di... E torno a sproloquiare, di nuovo. Wow, sono un idiota.


"In realtà penso che sei carino. E sì, la graniglia è volgare." Quando alzai lo sguardo su Atemu stava sorridendo e potevo sentire i miei amici mal celare le risate. Ho davvero bisogno di smetterla con tutto questo sproloquiare ad alta voce su cose senza importanza. Stava diventando piuttosto imbarazzante per non dire altro. "Posso dirti. La tua faccia è di una tonalità adorabile di rosso."


Gemetti e tappai la bocca questa volta prima di urlare contro me stesso per la mia stupidità.


Se possibile probabilmente divenni di un colore ancora più di rosso, mi sentivo ardere. Naturalmente, ero di un rosso perlaceo per l'imbarazzo. Non aveva nulla a che fare con il fatto che lui dicesse qualcosa sul fatto che fossi carino.


Tolsi le mani dalla mia bocca e subito la riempii con il resto del mio hamburger. Pensai che se stavo mangiando allora non avrei avuto la possibilità di blaterare tutti i miei pensieri.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

Quando finalmente arrivai al mio armadietto lunedì mattina, Jou era lì vicino che mi stava già aspettando. Il che diceva davvero qualcosa su quanto in ritardo fossi. Se Jou, fra tutte le persone, mi aveva battuto, ero davvero in ritardo.

 

Questo, naturalmente, non aveva nulla a che fare con il fatto che fossi rimasto fino alle tre di mattina circa a parlare con Atemu online. Perché non l'ho fatto. Sono andato a letto a un'ora ragionevole come un bravo ragazzo. E' così.

 

"Ehi Jou". Lo salutai mentre ruotavo la chiusura del mio armadietto al numero 35 e inserivo la combinazione.

 

"Ehi Yuug '!"

 

Presi i miei libri e poi aspettai. Nessun commento su Atemu o su quanto fossi stanco. Nessuna 'insinuazione sessuale.' Jou era malato?

Aspettai ancora un po'. Niente. Questo stava iniziando a farmi paura. Così, provai a chiedergli "Um ... Jou? Ti senti bene?"

 

"Sì! Bene, perché?" La migliore domanda era perché stava cercando di non sorridere…

 

"Beh... è solo... che di solito la prima cosa al mattino che mi chiedi è se ho visto qualche bel ragazzo sulla mia strada per la scuola, e ogni volta che ho l'aria stanca pensi che sia dovuto al fatto che sia stato con un ragazzo bollente per la notte. E' stranamente inquietante che non me lo chiedi. Non fraintendetemi, è veramente bello, solo non è da te, ecco tutto."

 

"Perché?" Un sorriso sicuro scoppiò sul suo viso. "C'è un motivo per cui dovrei chiedere qualsiasi cosa? Hai qualcosa da dirmi Yuug'?"

 

Beh credo di avere ragione stavolta. "No Jou. Mi hai sempre colpito per essere una creatura abitudinaria e improvvisamente decidi di non tormentarmi a morte oggi. È strano è ecco tutto."

 

Si strinse nelle spalle. "Scherzi a parte, Yuug', ho deciso che hai ragione."

 

"Uh... che cosa?" Davvero... sta ammettendo di aver sbagliato?

 

Un cenno del capo. "Già. Credo... Ho appena realizzato che forse non sei gay. Voglio dire, tu dici che non è così... forse è il momento di fidarmi del tuo giudizio."

 

"Cosa?" Ok, che diavolo c'è che non va in Jou?

 

Si accigliò. "Non fraintendetemi, mi va bene se tu sei gay. Ho appena realizzato che c'è una possibilità che forse mi possa sbagliare e non è giusto 'stressarti a morte' tutti i giorni . Non è che io abbia qualcosa contro gli etero o altro. "

 

"Mai sarebbe felice di saperlo." Arrossì.

 

Si scrollò anche se sembrava ancora un po' agitato. "In ogni modo, ho deciso che ho intenzione di essere gentile oggi! Non solo ti crederò e ti lascerò in pace, ho intenzione di trovarti una ragazza!"

 

Tutto quello che mi restò da fare fu guardarlo in stato di shock. Come esattamente mi avrebbe lasciato in pace? "Che cosa?"

 

Mi ignorò e agitò freneticamente la mano verso una ragazza in fondo al corridoio con lunghi capelli biondi pettinati in un paio di codini. "Ehi! Rebecca!"

 

Corse lungo il corridoio verso di noi e verso Jou con uno sguardo pieno di speranza. "Ha detto sì?"

 

Qualcuno.Mi spari.Ora.

 

Scosse la testa. "Non l'ho ancora chiesto."

 

"Oh." Si voltò verso di me. "Be '? Vuoi uscire con me?"

 

Veloce, Yuugi! Mi bloccai per un attimo. "Uh…"

 

La campanella suonò. "Oh Mi dispiace ci sentiamo più tardi! Devo andare in classe Non voglio fare tardi" Mi precipitai sorpassando tutti e due in fondo al corridoio verso la mia casse di storia.

Che in realtà era vicina. Purtroppo avrei dovuto rispondere più tardi. Forse riuscivo a chiedere a Jou di farlo per me... Per quanto scortese potesse essere. Non volevo vedere la sua faccia quando avrei rifiutato.

Mi infilai nella porta della mia classe di storia e mi sedetti al mio posto nella fila in fondo. Non so cosa stesse pensando l'insegnante quando mi aveva assegnato quel posto. Non riuscivo a vedere nulla sopra tutte le alte teste della gente. Non riuscivo nemmeno a vedere normalmente la lavagna sopra le teste degli altri. Era solo un altro motivo per odiare questa classe. Voglio dire sul serio, chi vuole avere come prima lezione storia al mattino? E' già abbastanza difficile rimanere svegli senza di essa.

 

Il resto della giornata fu fondamentalmente tranquillo. Beh, tranquillo come un giorno può essere quando si hanno amici come i miei. Ho chiesto a Jou di dire a Rebecca che non avrei accettato.

No, invece in qualche modo, non chiedetemi come, mi ha fatto accettare di uscire con lei. Gia'. Non so come abbia fatto. Sono sicuro che ci sono state diverse minacce di morte anche se mi sembra di averle eliminate dalla mia mente.

Almeno questa è la cosa più intelligente che ho fatto oggi.

C'è solo un problema. Non voglio uscire con Rebecca. Non mi piace. Non ho nulla contro di lei, non credo di conoscerla abbastanza bene per dire che mi divertirò al nostro appuntamento. Caro Ra andrà da schifo.

 

Ad ogni modo, nonostante l'insistenza di Jou che mi possa piacere, dopo oggi, ho davvero i miei dubbi. Non perché ci sia qualcun altro come Anzu penso (perché non c'è), ma perché... beh... Oh, non lo so. Non è il mio tipo suppongo. Se mai sapessi quale sia il mio tipo. Sì, lo so grande argomento... Non c'è da meravigliarsi se ho finito per essere trascinato in questo casino. Dannazione.

 

XxXx

 

"Yuuuuuugi!"Ho appena il tempo di sussultare nell'udire quello stridio prima che qualcuno si attaccasse al mio braccio. Sospirai. "Ciao Rebecca."

 

A quanto pare non sente il risentimento nella mia voce. Non sono sicuro se devo considerarla buona o cattiva... "Allora Yuugi, dove stiamo andando?"

 

"Non lo so Rebecca, scegli." Non siamo neanche al di fuori delle porte della scuola ancora e sto già prendendo in considerazione di strangolarla, sicuramente non è un buon segno. A Jou penserò domani.

 

"Okay!" Lei tace e sono sicuro che sta tramando la mia tortura nella sua testa. Felicità.

E' ancora attaccata al mio braccio mentre camminiamo fuori dai cancelli della scuola. E' strano desiderare che la scuola non sia finita?

 

"Yuugi!" La mia testa si volta sorpresa.

 

"Atemu!" Quasi non lo avevo visto appoggiato al cancello.

 

Sorrise un po' verso di me prima di passare al piccolo demone che quasi dimenticavo stava cercando di togliere la circolazione al mio braccio. "Ciao. Sono Atemu."

 

Rebecca annuì. "Sono Rebecca." Atemu la raggiunse come per stringerle la mano, ma lei si limitò a fissarlo. "Non so se devo stringere la mano. Vedi io sono la fidanzata di Yuugi, e non so se lui ha piacere." Lo disse talmente seriamente che rimasi troppo sconvolto per colpirla.

 

"In realtà sinceramente non mi interessa. Puoi fare quello che vuoi."

 

Atemu aggrottò la fronte. "Non sapevo che avessi una ragazza."

 

Alzai gli occhi. "Si vede che è una storia divertente... io non sapevo nemmeno chi fosse fino a poche ore fa."

 

"Allora vuoi uscire oggi o qualcosa?"

 

"Mi dispiace, non può." Rebecca rispose per me. "Stiamo andando ad un appuntamento."

"Oh. Okay. Ci sentiamo più tardi Yuugi. Piacere di averti conosciuta Rebecca." Si spostò goffamente per un attimo prima d'incamminarsi giù per la strada.

 

Ho semplicemente annuito mentre si allontanava. Fu solo dopo che se ne fu andato che mi resi conto che avrei dovuto dire qualcosa. Voglio dire, lui aveva altri amici con cui avrebbe potuto uscire ma era venuto qui per me.

Mi aveva preso alla sprovvista e io l'avevo lasciato andare via senza una parola.

 

"Dai Yuugi! Andiamo!" Non sapevo che era possibile desiderare di stare con Rebecca meno di quello che era prima.

 

Mi sbagliavo.

 

XxXx

 

Era tardi prima di riuscire a lasciare Rebecca, sostenendo che avevo i compiti da fare. In realtà avevo già finito quel poco che avevo. Le avevo anche spiegato nel modo più bello possibile che 'mi dispiaceva ma non credevo che questa storia avrebbe potuto funzionare.' Non credo che abbia davvero capito, ma semplicemente non m'importava più.

Così alla fine eliminai la sanguisuga, il sangue lentamente tornò a scorrere nel mio braccio, mi sono rifugiato nella mia stanza e ho avviato il computer. Mi sono subito sentito meglio quando ho visto che Atemu era online.

 

Yuugi: Atemu?

 

Atemu: Hey Yuugi!

Quindi ... come è stato l'appuntamento?

 

Yuugi: Non me lo ricordare. Ho seriamente intenzione di strangolare Jou più tardi. O forse legarlo ad un albero…

 

Atemu: Darò per scontato che non è andata bene allora?

 

Yuugi: Quale parte di non conoscevo l'esistenza della ragazza fino a questa mattina non hai capito?

 

Atemu: Credo che la parte in cui dici che è stato terribile?

 

Yuugi: Beh, ti ringrazio molto!

 

Atemu: Quindi immagino che non ti piaccia, allora?

 

Yuugi: Dei no! Purtroppo la sua presa mortale sul mio braccio mi ha impedito di correre…

 

Atemu: Aww, sicuramente non era così male?

 

Questo, naturalmente, ha portato in una lunga spiegazione sull'orrore che era Rebecca. Atemu alternava pietà e risate isteriche.

Sembrava trovare il tutto immensamente divertente. Il bastardo.

 

XxXx

 

"Jounochi Katsuya!" Jou sbatté le palpebre e si voltò verso di me mentre restava casualmente appoggiato contro il mio armadietto. Era arrivato a scuola di nuovo prima di me.

 

"Ehi Yuug'!" A giudicare dal suo entusiasmo, non aveva intuito il tono omicida nella mia voce. "Come è andato l'appuntamento?" La sua curiosità sincera servì solo a farmi arrabbiare di più.

 

"Come è stato? Come è stato? La ragazza è una sorta di sanguisuga mostruosa! Come pensi che sia andata?" Lui rimase in silenzio. “In qualche modo è convinta dell'idea che noi siamo 'anime gemelle' e non vuole capire quello che intendevo dire quando ho asserito che non volevo uscire di nuovo con lei!"

 

"Err..." Jou sembrava un po' spaventato. "Allora... non è andata bene."

 

"Jou, la ragazza è un mostro e ti giuro che se ridi di me ti strappo la gola, mi ha già deriso abbastanza Atemu!"

 

Jou sbatté le palpebre. "Atemu?"

 

Mi strinsi nelle spalle, sporgendomi davanti a lui per arrivare al mio armadietto e tirare fuori i miei libri. "Ho parlato con lui ieri sera on-line per qualche ora, e poi abbiamo parlato al telefono per un po'. Perché diavolo credi che sono in ritardo?"

 

"Sai, Aibou," mi giro lentamente per vedere Atemu in piedi sorridente. "Davvero non devi parlare con me così tanto se poi fai tardi."

 

"No!" Mi affrettai a protestare. "E' solo... avevo un compito di storia che avevo bisogno di fare e... ho perso la cognizione del tempo a parlare con te." Sospirai. "Mi sembra di fare molto con te."

 

Si strinse nelle spalle. "Ho solo una buona influenza."

 

Fu allora che mi resi conto di un fatto molto importante. "Non vorrei sembrare scortese o altro, ma che cosa ci fai qui? l'ultima volta che ho controllato, non venivi a questa scuola."

 

Lui sorrise di nuovo. "Ho cambiato scuola."

 

"Perché?"

 

"Ho pensato che fosse più facile che ricevere un ordine restrittivo." Vedendo il mio sguardo confuso si mise a ridere. "Per 'la sanguisuga'."

 

Non ho potuto fare a meno di ridere. "E' fantastico, ma sono abbastanza intelligente per sapere che non è possibile cambiare la scuola così, quindi qual'è il vero motivo?"

 

Mi fece un sorriso imbarazzato. "Bakura voleva cambiare scuola così da poter venire con il suo ragazzo, mi ha fatto venire in modo da aver qualcun altro con cui parlare. E non dite che è carino, ho imparato a mie spese che il risultato è lui che arriva con un coltello. "

 

Sbattei le palpebre. "Ah. Bakura ha un ragazzo? Il maniaco omicida, davvero, chi?"

 

Si mise a ridere sulla mia descrizione di Bakura. "Ryou. Lo conosci?"

 

Il nome suonava familiare. Mi ci volle un minuto per capire perché. "Non proprio, ma è nella mia classe di inglese, non mi sembra uno che dia l'appuntamento a uno psicopatico."

 

"No." Jou concordò, con un sorriso sul suo volto. "Ma l'ho etichettato come gay, e non mi hai creduto! Beh avevo ragione, io so riconoscere un ragazzo gay quando ne vedo uno.

 

"Gemetti, nascondendo il viso tra le mani. "Per favore, Jou, non di nuovo!"

 

La campanella suonò. Non avrei potuto essere più entusiasta di sentirla.

Mi voltai verso Atemu, regalandogli un piccolo sorriso. "Mi dispiace, devo andare alla lezione di storia! Che classe hai?"

 

"Geometria".

 

"Oh." Mi accigliai. "E' sul lato opposto dell'edificio. Sarai in classe con Jou però." Questo mi preoccupò un po’. "Che pranzo hai? Io ho B."

 

Sorrise. "Anche io e Bakura."

 

Gli sorrisi di rimando. "Ottimo. Ci vediamo più tardi allora!"

 

"Ciao." Si chinò e mi baciò sulla guancia prima di allontanarsi seguito da un Jou sorridente lungo il corridoio. Non credo che la mia faccia avrebbe potuto essere più rossa.

 

Ora ero più preoccupato che mai di lasciare loro due in una classe insieme. Chi sapeva che tipo di cose Jou poteva dirgli!

 

Scuotendo la testa mi precipitai nel senso opposto lungo il corridoio cercando di concentrarmi sulla storia. Non funzionava. La mia mente non riusciva a convincersi che la Rivoluzione francese era più interessante di Atemu e il fatto che lui mi avesse baciato, anche se era sulla guancia.
 

Era più come se Atemu avesse appena reso la giornata di Jou perfetta.

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