Rotta per casa di Dio

di parveth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il concorso ***
Capitolo 2: *** i'm a once upon a time addicted ***
Capitolo 3: *** as long as we got each other ***
Capitolo 4: *** once upon a dream ***
Capitolo 5: *** bye bye, doesn't mean forever ***
Capitolo 6: *** i want much more than this provincial life ***
Capitolo 7: *** here i go again ***
Capitolo 8: *** one for all, all for one ***
Capitolo 9: *** we are family ***
Capitolo 10: *** born in the usa ***
Capitolo 11: *** The twilight zone ***
Capitolo 12: *** a Christmas's fairytale ***



Capitolo 1
*** Il concorso ***


il concorso Ok, non posso crederci e' meglio che mi siedo senno' svengo:  ho vinto.  andro' in California e conoscero' l'intero cast di Once upon a time e ci trascorrero' una settimana: ben sette giorni senza, nell'ordine: scuola, genitori e stress vari, cosa voglio di piu' dalla vita?  Vengo avvisata di tutto questo per telefono da una certa Claudia, una ragazza italiana che vive da molti anni negli Usa e che da un po' lavora nella produzione di Ouat: mi dice che dovro' prendere l'aereo da Malpensa domenica 15 ottobre e che staro' li' con loro per una settimana,  "purtroppo pero' ci siamo appena accorti di non avere una camera che possa essere tutta tua: ti va bene se alloggiassi insieme ad una delle ragazze? delle attrici i mean" mi dice con un bell'accento italo-americano che effettivamente denota la sua residenza laggiu' da molti anni  "ma certo, nessun problema" rispondo io sedendomi sul divano  "e con l'inglese come sei messa? vabbe', a parte che ci sono io" continua tutta allegra, le dico che lo studio da quando avevo cinque anni, che sto frequentando il liceo linguistico e che sono stata due volte in inghilterra dunque non dovrei avere problemi a destreggiarmi nonostante sappia benissimo che gli americani a volte parlano mangiandosi le parole, per non parlare di Robert che e' scozzese ed Emile che e' australiana "beh se si capiscono tra loro non vedo perche' non dovrei farlo io, in fondo non faccio cosi schifo"  penso.  Claudia mi dice che verra' a prendermi lei in aereoporto la settimana seguente e che mi aspettano poi mi saluta e io riattacco.  Mia madre che nel corso della conversazione all'inizio era stata ad osservarmi poi se n'era andata in cucina compare improvvisamente e mi butta le braccia al collo: "amoooore! ma ci pensi?? andrai in America!" quasi urla in un impeto di gioia  "si ok mamma, pero' adesso calmati" mi scosto io dopo un po'.  Come se fosse quello il punto! non fraintendetemi: sono felicissima di andare a Los angeles, e' una delle citta' che preferisco sin da bambina ma il motivo per cui son fuori di me e' che conoscero' il cast di una delle piu' belle serie che io abbia mai visto, e poi onestamente dubito molto che passero' del tempo a zonzo.

I successivi sette giorni sembravano non passare mai, e fortuna che non ebbi verifiche o interrogazioni a scuola altrimenti sarebbero state insufficienti senza possibilita' d'appello, mia madre insistette affinche' il giorno prima della partenza andassi dalla parrucchiera e facessi tinta e messa in piega, io nel frattempo avevo mandato un sms a Claudia per chiederle della temperatura laggiu' e di conseguenza decidere che vestiti portare: mi rispose che era come fosse primavera, quindi via libera a magliette, jeans, qualche felpa ma anche un giubbottino che non si sa mai specie per la sera.  Secondo voi riuscii a dormire quella notte?  ovviamente no, la trascorsi leggendo un po' di un libro che avevo intenzione di portarmi dietro e a controllare di non aver dimenticato nulla, mi consolai pensando che avrei dormito sull'aereo.  Il giorno dopo non avrei saputo dire chi fosse piu' in fibrillazione se io o mia madre ma io ho il buongusto di sforzarmi di mantenere il controllo, papa'  rimaneva calmo come sempre. Ci mettemmo circa un'ora per arrivare all'aereoporto, fortuna che non c'era molto traffico e dopo aver fatto il check in vagammo un po' per negozi,  quando chiamarono l'imbarco i miei mi abbracciano quasi piangendo dicendomi che non gli sembra vero, mai avrebbero immaginato che la loro figlia un giorno avrebbe visitato gli States e si augurano che un giorno ci torneremo insieme.  Io salgo sull'aereo e mi accomodo al mio posto praticamente in estasi quando un pensiero mi attraversa la mente:

"li conoscero' tutti finalmente! m-a ma un momento! se io saro' la' con loro...l'episodio questa settimana COME lo vedo??? oh porca puttana!!!"

Ovviamente a quel punto non posso piu' tornare indietro, e a che pro poi? ma vuoi mettere la differenza? mi consolo pensando che sicuramente loro me lo faranno vedere, avranno i dvd e roba simile e anche se me lo vedo in inglese qual'e' il problema? alla fine, poco dopo il decollo stremata dalla notte in bianco mi addormento.

Mi risveglio dopo circa due ore, divoro il pranzo e mangio anche qualcosa del carrello, poi mi metto a leggere tanto 'sto libro e' gigante e di certo non lo finiro' ne ora ne tantomeno questa settimana, mi son portata dietro anche un quaderno con penne gomma e matite hai visto mai che mi viene l'ispirazione, ho anche comprato un diario per annotare tutto quello che mi succedera', non vedo l'ora.  Quando scendiamo dall'aereo mi accorgo che e' una bella giornata piuttosto caldina e mi affretto quindi a liberarmi della mia felpa e a ficcarla nello zaino rimanendo in mezze maniche, mi dirigo verso i nastri dei bagagli. dopo circa un quarto d'ora riesco a recuperare la mia valigia ed esco tra la folla cercando d'individuare Claudia in mezzo a quel marasma,  alla fine scorgo un cartello con scritto Ouat in maiuscolo retto da una ragazza con lunghi riccioli castani in jeans chiari e maglietta viola al cui fianco c'e'...Ginnifer, anche lei in jeans ma con una lunga camicia rosa, mi avvicino e mi presento: "ciao io sono Gloria" dico stringendo la mano prima all'una e poi all'altra, naturalmente in inglese  "ciao, benvenuta, dammi pure"  risponde Claudia prendendosi la mia valigia, e Ginnifer si offre di portarmi lo zaino ma rifiuto gentilmente "e' la prima volta che vieni in America?"  mi chiede mentre usciamo nel parcheggio  "si, e sono molto felice che sia con voi" rispondo di getto e subito dopo divento color rosso geranio "omamma, ma ti pare il caso d'essere cosi sincera??"  penso mentre  le due ragazze mi rivolgono un sorriso radioso, la macchina su cui saliamo e' piuttosto grande, e' quasi un pullmino piu' che un'auto vera e propria, "e' molto lontano?"  chiedo io una volta seduta sul sedile posteriore  "no, circa 30-40 minuti e a quest'ora non c'e' traffico di solito"  mi risponde Claudia dal posto di guida, io abbasso gli occhi sull'orologio per regolarlo secondo l'ora locale: tra una cosa e l'altra non mi ero accorta che erano le 7.15!  "sei stanca? puoi dormire per un po' se vuoi, anche se aspetti qualche ora per presentarti agli altri non c'e' problema"  dice Ginnifer   "ma no, non c'e' problema, ho dormito in aereo" rispondo sentendomi piena d'energia.  Dopo circa mezz'ora arriviamo ad una grande costruzione un po' in periferia che somiglia ad un capannone: mi aspettavo un albergo o roba del genere pero' chi lo sa,  notando la mia perplessita' Claudia m'informa: quell'edificio all'apparenza insignificante e' in realta' una sorta di ufficio-alberghetto,  capitava che dovessero girare da quelle parti e cosi la produzione l'affitto'  mettendoci camere, uffici , 2 salottini e persino una mensa col bar "naturalmente ora non stiamo lavorando ma e' comunque tutto a nostra disposizione" disse mentre ci avviavamo verso l'ingresso,  avevo lasciato valigia e zaino in macchina e man mano che venivo guidata li dentro sentivo il cuore accelerare, pregai di non perdere il controllo in nessun modo: non sono una che sviene o roba del genere ma in una situazione simile tutto era possibile,  finalmente arriviamo ad una porta bianca,  Claudia l'apre ed entro in una sorta di salottino  con un lungo divano bianco, un tavolino con una teiera e delle bustine di the',  un calcio balilla,  una tv con la Wii e in un angolo un tappeto elastico:  questa dev'essere una delle sale relax di cui mi parlavano:  subito ci viene incontro Lana e mi stringe la mano:  "benvenuta"  mi dice con un largo sorriso, io l'osservo:  indossa una camicia lilla scuro con maniche a tre quarti, jeans chiari e ballerine nere, vista cosi dimostra meno dei suoi 35 anni al contrario della serie dove tra gli abiti di gran gala da regina cattiva e i tailleur della glaciale sindachessa di Storybrooke a volte pare piu' vicina ai 40,  poi e' il turno di Jennifer in abitino verde a maniche corte e leggins neri,  Raphael che, al contrario di Lana nella serie sembra piu' giovane, in camicia a maniche corte rossa,  Josh con una maglietta grigia, Jamie con una maglia della Timberland e pantaloni kaki, e Robert in jeans e maglietta verde muschio a maniche corte, con un'espressione stranissima in viso ma magari era stanchezza sua o mia dopo 6 ore d'aereo vai a saperlo, Jessy con una bella gonna a pieghe nera lunga alle caviglie e maglietta blu, Meghan che mi fece un bizzarro effetto vedere con i lunghi capelli corvini raccolti a coda di cavallo, un paio di pantaloni al ginocchio e una bella camicia color pesca a ruches  ed infine Emilie con un bell'abitino color ciliegia.  "Piano lasciatela respirare ragazzi"  ride Claudia mentre mi fanno sedere sul divano:  "oh a proposito: sarai in camera con Meghan" continua, io guardo la mia compagna di stanza e sorrido,  per un po' facciamo conversazione: mi chiedono quanti anni ho, se ho fratelli o sorelle ecc.  Dopo qualche minuto andiamo a recuperare i miei bagagli e Meghan mi mostra la nostra stanza al piano superiore: mi spiega che tutte le stanze sono su quel piano e che sono tutte doppie o quasi, mentre al terzo piano vi sono degli uffici che pero' in questo momento sono inutilizzati, la nostra stanza e' piuttosto grande,  c'e' un letto con una bella coperta a fiori, un armadio, una scrivania con la tv e un soppalco con altri due letti ed un armadio, il bagno non e' male, con piastrelle bianche e azzurre,  comincio a disfare lo zaino mettendo i quaderni sul comodino, e vedendo lo sguardo curioso di Meghan le spiego che io scrivo fan fiction, anche su di loro "anche io scrivo, ho pubblicato dei libri per adolescenti nel mio paese" mi dice lei timidamente, io le dico che lo so, l'ho letto in rete.

Dopo aver disfatto i bagagli mando un sms ai miei genitori scusandomi per non averlo fatto prima e con la crescente paura che mia madre abbia allertato  l' Fbi e l'Ncis visto che non li ho avvisati del mio arrivo appena scesa dall'aereo o almeno mentre ero in macchina con le ragazze,  mi rilasso un po' sul letto fino all'ora di pranzo quando scendiamo in mensa che e' una specie di self service dove c'e' di tutto: io mi prendo una bistecca con delle verdure e una macedonia e mi siedo tra Jessy e Lana ma parlo con tutti senza problemi e almeno la paura del non capire l'ho superata, non c'e' assolutamente nulla che mi sfugga tra le cose che mi dicono, noto pero' che Robert mi rivolge meno la parola rispetto agli altri, ma magari e' solo una mia impressione.

Il resto della giornata lo trascorriamo girando nei dintorni, mi spiegano che purtroppo quella zona della citta' non e' ben servita dai mezzi e che se vogliamo andare in centro ci tocca usare per forza la macchina, prima di cena salgo in camera a lavarmi e cambiarmi e mentre mangiamo Claudia mi consiglia di non andare a letto troppo tardi, le dico che ho dormito in aereo ma lei insiste: "lo so, ma credimi: tra poco crollerai come una pera per il fuso, non importa se hai dormito prima o no, ci sono passata anche io comunque non e' una cosa grave"  sicche' dopo la cena ed il caffe' saliamo in camera e mi corico ma prima trascrivo i fatti del giorno sul mio diario e spiego a Meghan che l'ho comprato apposta per annotare tutto quello che faro' li' con loro, lei approva e le faccio vedere che sto leggendo "le cronache del ghiaccio e del fuoco vol 1"  lei sorride alle dimensioni del libro ma mi dice che il fatto che ne porti in viaggio uno cosi grosso significa che la lettura mi attrae molto ed e' un bene "non lo dico solo come scrittrice" puntualizza.  Io la guardo e le esprimo le mie perplessita' riguardo a Robert, con mia grande sorpresa lei ridacchia: "oh non farci caso, anche i primi tempi che giravamo faceva cosi con noi: era gentile e cordiale certo ma sembrava starsene sempre un po' sulle sue, finche' circa una settimana dopo dall'inizio delle riprese non dovette girare una scena con Jenny: sai, lei che entra in negozio e deve litigarci, una cosa del genere, io in quel momento li stavo osservando in disparte, poi non so cosa sia successo ma ho visto lei praticamente in lacrime dal ridere e lui che l'osservava serio in volto ma con lo sguardo alla Rumpel, quasi volesse dirle che era contento di averla fatta ridere.  Da quel giorno Robert fu molto piu' spontaneo con noi, percio' non preoccuparti: troverete un modo di rompere il ghiaccio" mi rassicura,  io ancora dubbiosa annuisco e dico che lo spero, perche' penso che mi trovero' bene con tutti loro, lei mi da' un bacio sulla guancia e mi augura la buonanotte, io ricambio e mi addormento riflettendo sulle parole di Meghan e sperando che siano premonitrici.


nota per i lettori: ok, ormai son definitivamente da ricovero XD pensate cosa non m'immagino, potete chiamare la neuro ma almeno fatemi sapere che ne pensate please ^^

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Capitolo 2
*** i'm a once upon a time addicted ***


Quando apro gli occhi il mattino seguente la prima cosa che vedo e' la luce che filtra dalla tapparella alla mia sinistra, afferro il cellulare e controllo l'ora: 7.38  ancora due minuti e suonera' la sveglia percio' mi affretto a disattivarla, mi alzo stiracchiandomi e appoggiandomi alla balaustra del soppalco osservo Meghan che dorme, indecisa se svegliarla o no, penso che potrei guardare la tv aspettandola , non scendo certo in mensa da sola potrebbero ancora starsene tutti sotto le coperte per quanto ne so.  Mentre sto pensandoci vedo Meghan svegliarsi:  "ciao"  la saluto,  "ciao, hai dormito bene?"  mi chiede  "si grazie" rispondo vestendomi.

Scendiamo e mi accorgo di essere piuttosto affamata, pensavo fossimo le prime invece vedo Josh, Jamie ed Emilie intenti a farsi dare biscotti, the', caffe' ed altro che non riesco a vedere dal tizio al di la' del banco,  "buongiorno" ci saluta Emilie imitata subito dagli altri due, io mi metto in fila dietro di loro e prendo una brioche al cioccolato, succo di mela ed un caffe' e mi siedo di fronte a Josh che si sta divorando dei pancakes e sorrido "vuoi?"  mi chiede  "no grazie" rispondo "e poi le ho gia' mangiate" aggiungo  "avevo capito che era la tua prima volta qui"  interviene Jamie, "e lo e': ma l'anno scorso sono andata in crociera nel mediterraneo e li' le servivano" confermo bevendo un sorso di caffe', pian piano cominciano ad arrivare Lana, Jenny, Robert che rispetto a ieri mi sembra piu' allegro, Raphael e Jessy,  mi fa effetto essere sola in mezzo a loro senza la "mediazione" di Claudia.
Come se mi avesse letto nel pensiero Jessy mi dice che condividono la stanza ma che ha voluto lasciarla dormire stamane visto che il giorno prima si era alzata alle 5.30, a quelle parole vengo invasa dai sensi di colpa: sono arrivata prestissimo ed ecco spiegato perche' anche Ginny ancora non si vede,  esprimo il mio disappunto ma ci pensa Raphael a consolarmi: "oh non preoccuparti lei e' abituata ad alzarsi presto: pensa che una volta io e lui abbiamo dimenticato di puntare  la sveglia e ci e' piombata in camera come una furia alle 8 del mattino"  il "lui" in questione e' Robert che annuisce ed aggiunge: "e' successo cosi all'improvviso che sono caduto dal letto"  tutti ridacchiamo immaginandoci la scena "anche qui siete in stanza assieme?" chiedo bevendo un sorso di succo,  "certo" mi risponde Raphael  ed io scoppio a ridere  "scusate, non volevo offendervi e' solo che mi sembrate cosi diversi"  dico io,  "e lo siamo infatti: lui e' quello matto" risponde Robert serio e giu' altre risate,  "ehi, che succede qui?"  chiede Ginny arrivando in quel momento  "non le avrete raccontato quello che succedeva durante le riprese vero? e' appena arrivata e gia me la traumatizzate"  dice Claudia soppraggiungendo,  io drizzo le antenne "perche', che  altro succedeva?"  vorrei chiedere  ma capisco che non e' il caso di essere cosi invadente, se vogliono dirmelo e' giusto che siano loro a scegliere quando   "oh beh, in fondo di qualcosa dovremo pur parlare e se vuole e' liberissima di chiedere, non mi sembra una che s'impressiona facilmente"  dice Jenny,  "quanti anni hai?"  mi chiede   "18" rispondo,  "ecco, quindi sei anche abbastanza grande da non lasciarti impressionare da nulla e in fondo non sei venuta qui per niente no?" dice mescolando lo zucchero nel the',  io onestamente non capisco fino in fondo il senso di quel discorso e mi limito ad annuire sorridendo.

Dopo colazione facciamo un giro nei dintorni, e anche se hanno ritirato fondali e scenografie mi spiegano quali e quante scene han girato li': come ho gia detto siamo un po' fuori citta' quindi non c'e' il frastuono del traffico tipico del centro, anche se siamo praticamente sul ciglio di uno stradone,  mentre passeggiamo Lana mi dice che  se mi va, nei giorni seguenti potremmo andare a fare un giro in citta', magari a vedere anche i monumenti,  io approvo in pieno quando mi viene in mente una cosa e aumentando il passo raggiungo Claudia che e' avanti a noi insieme a Ginny e Meghan  "volevo chiederti: io prima di vedere la serie non avevo idea di chi fosse Rumpelstiktskin e ho provato a cercare qualcosa in rete ma ho trovato poco e niente, non e' che avreste qualcosa da farmi leggere..."  dico timidamente sempre in inglese: mi sembra maleducato nei confronti degli altri parlarle in italiano,  lei ci pensa su poi sorridendomi mi dice:  "ma certo, te lo daro' dopo pranzo d'accordo?"   io la ringrazio e torno dagli altri a chiaccherare del piu' e del meno continuando a camminare.

Dopo il pranzo in mensa e un caffe' al bar adiacente torno in camera dove indosso una tuta e rimanendo in ciabatte prendo il libro che mi ha dato Claudia e mi reco nella sala relax: ho sempre amato isolarmi dal "mondo"  anche se in quel momento lo faccio con una piccola fitta di rimorso, sono stati tutti cosi gentili con me che cosi facendo mi sembra quasi di abbandonarli,  tuttavia mi dico che gia' passeremo insieme 24 ore al giorno per altri 5 giorni ma non siamo certo legati a filo doppio, anche perche' se lo facessi davvero andremmo tutti in sovraccarico e non mi sembra il caso,   prima di leggere mi preparo un  the' verde con la teiera e il fornelletto elettrico sul tavolino in fianco al divano e intanto apro il libro: somiglia molto a quello presente nella serie anche se e' ovviamente piu' piccolo, scorro l'indice fino a trovare la storia di Rumpelstikstin: certo e' in inglese ma di primo acchito non mi sembra complicato da leggere, e poi son circa dieci pagine niente di trascendentale.

Comincio a leggere sorseggiando il the' quando dopo un po' sento un rumore alle mie spalle, poso la tazza ormai vuota sul tavolino, alzo un po' la testa e vedo Robert entrare nella stanza "ciao"  lo saluto posandomi il libro aperto in grembo  " oh ciao,  va tutto bene?"  mi chiede raggiungendomi,  la domanda mi sorprende e rispondo "ma certo, perche' me lo chiedi?"    lui mi raggiunge e sedendomi accanto mi dice "ah. ok,  e' solo che sei qui da sola..."  aggiunge lui a mo' di spiegazione,  io gli mostro il libro  "me l'ha dato Claudia perche' quando ho cominciato a vedere la serie c'era un personaggio che non conoscevo"    mi chiede quale e io girando un paio di pagine glielo mostro,  Robert sorridendo  mi dice che nemmeno lui conosceva bene Rumpelstikstin prima d'interpretarlo pur conoscendolo di nome  "io invece non l'avevo mai sentito nominare, in fondo non credo sia una favola che si racconta ai bambini"  dico io vergognandomi un po'  "ti ho disturbata, vuoi che me ne vada?"  mi chiede   "no, rimani tanto ho quasi finito" rispondo,  tempo 5 minuti e chiudo il libro  " ti e' piaciuta la storia?"  mi chiede avvicinandosi   "si"  rispondo  "e lui ti e' simpatico?"   "no"  rispondo categorica e subito dopo ridiamo entrambi  "spero di averlo migliorato allora: che ne pensi del mio? sii sincera e non preoccuparti, non mi offendo"  mi dice appoggiandosi allo schienale e disponendosi ad ascoltarmi:  "beh, lui e' diventato il signore oscuro perche' voleva proteggere suo figlio e lo capisco: chi non farebbe ogni sacrificio possibile per la felicita' dei propri figli? ma una volta che l'ha salvato basta, doveva rinunciare al suo potere, non c'e' nulla di male ad essere un codardo:  l'importante e' non perdere la nostra vera essenza, cosa che purtroppo lui ha fatto anche se con buone intenzioni appunto" ,  Robert approva e poi mi chiede cosa ne penso della puntata con Belle, gli rispondo che per ora e' la migliore e che e' molto interessante  "ovviamente non mi e' piaciuto quando lei se ne va dopo quella discussione: capisco che lui abbia paura di perdere i poteri e ritornare un vigliacco ma che gliene importa se potra' avere sempre accanto la donna che ama?"  concludo quasi con rabbia,  "e tu come fai ad esserne certa che l'ami?"  mi dice con una smorfia che mi ricorda terribilmente quella del suo personaggio  "guarda che i vostri sceneggiatori saranno anche bravissimi, ma io il cartone disney l'ho visto un numero infinito di volte da bambina e succede la stessa cosa: la lascia andare, quindi l'ama, e onestamente non c'e' bisogno di scomodare Freud per capirlo"  gli rispondo forse con tono un po' saccente,  immediatamente mi arriva un cuscino in pieno petto:  al contrario del divano, bianchissimo, i cuscini sono di vari colori,  rimango a bocca aperta per un istante ma subito dopo gliene tiro uno a mia volta e andiamo avanti cosi per circa mezzora mentre io saltello e corro lungo il divano con in testa un pensiero costante "ora entra qualcuno e ci ammazza e/o mi sbatte fuori",  alla fine ci fermiamo per tirare il fiato entrambi e Robert mi dice: "sai, sei meno timida di quel che credevo"  io lo guardo e gli rispondo che io in genere sono estroversa ma tendo a chiudermi un po' quando sono in mezzo a gente che non conosco  "e credimi, non e' questione d'essere famosi o no"  concludo rimettendomi seduta  "allora sono felice di averti aiutato  a scioglierti" mi dice sorridendo e con mia gran sorpresa mi stringe in un abbraccio,  li per li rimango basita ma lo ricambio quasi subito,  dopodiche' torniamo nelle rispettive camere per riposarci e cambiarci prima di cena.

Rientrando in camera vedo Meghan intenta a leggere una rivista e le dico subito quanto e' appena accaduto  "hai visto? te l'avevo detto che era solo questione di tempo"  mi sorride,  io le dico che penso e spero che da quel momento saro' piu' spontanea e disinvolta con tutti loro.

Dopo mangiato mi viene in mente la questione dell'episodio settimanale, e  mentre beviamo il caffe' al bar chiedo a Claudia se hanno i dvd della prima stagione: devo vedere l'episodio 15  " no, purtroppo il regista e i produttori non ce li han messi a disposizione e se li sono tenuti una volta finite le riprese"  a rispondere non e' stata lei, bensi' Robert seduto a poca distanza da me, la mia delusione e' tale che mi cade la mascella e mi viene un'espressione all'Urlo di Munch solo che se io dovessi veramente sfogare le emozioni che provo in quel momento non basterebbero tutti loro a tenermi,  "ma non dargli retta! certo che li abbiamo, sono tutti sullo scaffale nell'angolo in sala relax"  interviene Claudia mentre tutti gli altri ridacchiano, io ci rimango ancora di piu' e guardo Robert sempre piu' sbalordita  "vai pure se ti va"  continua lei  io saluto tutti e mi avvio verso la saletta  "scusa, non volevo offenderti"  mi grida dietro Rob,  io mi volto dicendogli che non me la sono presa, e sono sincera.  Tuttavia mentre nella sala avvio il dvd penso che non avevo tutti i torti quando pensavo che Tremotino facesse rima con  "cretino"....

Circa cinquanta minuti dopo sono di ritorno e mi fa stranissimo il "salto"  dalla tv alla realta':  e' stata una puntata tranquilla senza grandi scossoni, e in tal caso meno male che l'ho vista da sola altrimenti Lana e Robert avrebbero sicuramente rischiato un'occhiataccia o peggio, mi chiedono se mi e' piaciuta e rassicuro nuovamente lui sul fatto che non mi sono offesa per quanto accaduto poco prima,  presa da un'ispirazione improvvisa annuncio: " se volete, prima di andarmene vi diro' i nomi dei vostri personaggi in italiano"  tutti si dicono molto curiosi per questo e mi dicono che ne saranno senz'altro lieti.

Quando rientriamo in camera punto la sveglia e dopo aver mandato un sms ai miei genitori e scritto gli avvenimenti del giorno sul diario m'infilo sotto le coperte e mi addormento felice di essermi finalmente "sciolta" e  con anzi, una certa impazienza per quello che potrebbe accadere nei giorni seguenti.

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Capitolo 3
*** as long as we got each other ***


Quel martedi mattina mi alzai con un po' meno nervosismo in corpo e anche la mia agitazione da "ommioddio-quanto sto bene qui" si era un po' attenuata:  in parole povere mi stavo abituando alla nuova routine e non mi preoccupavo piu' di potenziali figuracce linguistiche e non, fino al giorno prima infatti avevo paura di lasciarmi troppo andare, un po' per timidezza  e un po' per paura che pensassero male di me,  in fondo avevo pur sempre 18 anni e chissa' quante mie coetanee pazze isteriche vedono ogni giorno e pensano "ma non hanno proprio niente di meglio da fare?",  dal canto mio non ho mai avuto il carattere di mettermi in mostra ad ogni costo ma non sono nemmeno mai stata particolarmente introversa, una giusta via di mezzo diciamo, il guaio e' che se mi lascio andare, ovvero se libero il mio lato "folle"  e' finita, se qualcuno non mi trattiene puo' succedere di tutto.  E naturalmente sto parlando solo di quando vivo la mia vita "normale", immaginate cosa potrebbe succedere li' con loro se qualcuno avesse la malaugurata  idea di darmi corda.

Fino a quel momento non era successo niente, a parte le cuscinate con Robert il giorno prima, solo che giustamente, era un modo per farmi superare l'impasse, il punto e' che la mia testolina bacata l'aveva interpretato come invito implicito al "qui puoi fare tutto prego", tuttavia quel terzo giorno trascorse senza infamia e senza lode, nulla di particolarmente importante,  a parte il fatto che scoprii nel bar un frullato in bottiglietta alla ciliegia particolarmente gustoso dal prezzo di un dollaro (che pero' li' non pagavo) e da cui sviluppai una curiosa dipendenza da li' ai giorni seguenti,  tuttavia ancora mi sfuggiva un piccolo particolare che non avrei tardato a scoprire:

In quel posto i fatti salienti avvenivano dopo il tramonto.

Erano ormai le 19.20  ed eravamo ancora al bar dopo tre ore con tazzine e bicchieri ormai vuoti persi nelle nostre chiacchere senza che nessuno si decidesse ad alzarsi e dire : "andiamo a mangiare ragazzi"  e dire che io normalmente pur mangiando circa a quell'ora la sera sono una che si accende come un fiammifero dopo soli 10 minuti di ritardo ma li ero in un "mondo" a parte,  e' vero che praticamente non ci eravamo mai mossi ma io ero sicurissima che con loro non mi sarei annoiata nemmeno se fossimo stati tutti costretti da una tempesta di neve in un eremo isolato sulla cima dell'Annapurna.

"Scusate se ve lo dico, ma oggi non ho proprio voglia di mangiare quello che ci danno qui"  era saltato su Jamie   "non hai torto, in fondo son sempre le stesse cose, e anche lei poverina se mangia sempre le stesse cose alla fine della settimana non ne potra' piu'"  era intervenuta Lana,  la "lei"  in questione ero io,  "ma cosa possiamo fare?"  chiese Emilie senza rivolgersi a nessuno in particolare,  "se non ricordo male, quando giravamo un giorno ci eravamo rivolti ad un ristorante giapponese non lontano da qui,  sempre che piaccia anche a te ovviamente"  disse Jenny,  "ma certo"  le risposi,  "purtroppo pero' quella volta ci mise una vita a portarci tutto, e' vero che ora siamo in meno ma io non rischierei"  disse Robert in tono pragmatico,  "e se cucinassimo noi? se ci facessimo una pizza?"  intervenne  Meghan ,   tutti ci dicemmo entusiasti e andammo nelle cucine per farci dare dai cuochi tutti gl'ingredienti necessari.

Alla fine decidemmo  di fare una pizza prosciutto e funghi anche perche' purtroppo altri ingredienti potenzialmente adatti scarseggiavano ma io non me ne lamentavo di certo: mica volevo andare a dormire con un mattone sullo stomaco,  al vedere gli uomini agghindati col grembiule da cucina scoppiammo tutte a ridere sonoramente, Jessy dovette sedersi per non stramazzare a terra in preda alle convulsioni, a me fece specie vedere Robert con i capelli legati in un codino corto ma non feci commenti, anche perche' stava bene, quindi.  

Ci accorgiamo di non avere abbastanza sfoglia ergo dobbiamo farcela da soli,  per fortuna Josh ha recuperato da uno scaffale un libro dove ci sono segnate le giuste dosi, lo mettiamo al centro del tavolo e ci accingiamo ad impastare l'acqua, le uova e la farina,  essendo in dodici  ne occorrono moltissimi tant'e' che alla fine scegliamo di farne due di pizze seppur piuttosto grosse, altrimenti non ci starebbero nemmeno nel forno,  l'altra sara' una margherita.  "oh, accidenti ho finito la farina"  disse Raphael dopo circa mezzora,  "tranquillo, vado a prenderne un altro sacco"  disse Jamie avviandosi verso la dispensa,  "ehi, che ne dite di un po' di musica?"  chiese Ginny accennando ad un piccolo stereo situato su un mobiletto accanto ai fornelli  "perche' no?"  disse Claudia impegnata nell'aggiungere un po' d'acqua al suo impasto,  nel frattempo torna Jamie con un enorme sacco di farina sulle spalle,  quando esprimo il mio stupore riguardo le dimensioni e la quantita' di farina mi spiegano che e' normale che nelle mense e nei ristoranti ne acquistino in dosi massicce, visto che la usano per torte e altro,  e iniziamo a prenderne un pugno ciascuno,  dallo stereo acceso partono le note di una canzone che, appena giunge alle mie orecchie mi trasfigura letteralmente i lineamenti del viso:  "as long as we got each other"  la sigla di  "growing pains"  (in italia: genitori in blue jeans)  un telefilm che  da piccola  adoravo: era la storia di una famiglia americana con tre figli, il cui padre, psicologo lavorava in casa e la madre faceva la giornalista tutto il giorno fuori,  non era niente di che, intendiamoci ma venivano fuori delle situazioni da morire dal ridere,  senza nemmeno rendermene conto comincio a canticchiarla ad alta voce:  " show me that smile again,  oh, show me that smile" ,  tutti mi guardano come se mi fosse appena spuntato un braccio in piu',   "don't waste another, minute on your cryin"  prosegue Lana  e stavolta tocca a me far tanto d'occhi:  da noi aveva avuto un discreto successo per quel che ne sapevo io ma da loro doveva essere molto di piu' anche perche' fu il trampolino di lancio per un attore che sarebbe diventato famosissimo negli anni '90:  Leonardo di Caprio.  Riprendendosi dallo shock  Jenny stoppa per un attimo la musica e mi lancia uno sguardo come a dire:  "e tu come fai a saperla?"  e' vero, sono "straniera"  ma sono anche cresciuta a pane e telefilm e lo ammetto tranquillamente,  la musica riparte:  "we nowhere the end,  the best is ready to begin"  continua lei,  "all in a cloudy daze, i look into your eyes and see them shining out"  intona Jessy aggiungendo un po' di pomodoro al suo impasto   "holding you close this way, is like having summer every day"   canta Raphael alzando un po' la voce.   "as long as we got each other"  ormai ho deciso di lasciare insieme all'impasto la mia parte razionale e mi metto a ballare per la cucina buttando farina ovunque (senza fare apposta beninteso) e gli altri mi vengono dietro cantando: fortuna che non siamo in centro citta' altrimenti la polizia ci arresterebbe per schiamazzi!  "you can dipend on me,  'cause i need you like the air i breathe"  a quel punto della canzone lo sguardo mi cade su di Loro.

la coppia d'oro di Once upon a time.

Esatto.

Robert ed Emilie.

E ciononostante quella frase sia molto bella specie riferita a loro due scoppio a ridere come un'emerita scema, e non posso nemmeno asciugarmi gli occhi perche' ho le mani sporche di farina, faccio per allungare una mano e prendere lo strofinaccio sul tavolo per pulirmi quando una voce vicinissima mi dice  "Let's make a deal dearie?"  non faccio in tempo a voltarmi che una nuvola bianca mi colpisce in pieno viso appannandomi completamente gli occhiali e facendomi rimanere di sasso,  tutti scoppiano a ridere e Robert mi si avvicina:  "mi spiace non volevo mandartela negli occhi"   in realta' ho si la faccia completamente bianca ma la farina  e' rimasta sugli occhiali senza entrare negli occhi, io lo rassicuro ma intanto indietreggio fino al tavolo dove  afferro una manciata di farina e gliela tiro contro,  non l'avessi mai fatto!  in un attimo non solo lui ma anche gli altri cominciano a lanciarmi addosso la farina a manate,  meno male che abbiamo tutti terminato l'impasto altrimenti non ne sarebbe rimasta abbastanza,  dopo pochi minuti ne siamo tutti completamente ricoperti,  addirittura a Jamie e' entrata nel naso:  "hey sindaco, dobbiamo cambiare sceriffo: questo sniffa la cocaina"  scherza Robert  "ah si? e allora chissa' che trovo nel suo negozio: allora si che si spiegherebbe perche' e' sempre cosi calmo"  ribatte Jamie  "ma la cocaina ti manda a mille il cervello facendoti stare tutt'altro che calmo"  dico io cercando di smettere di ridere  "si vede che si tiene qualcos'altro la' dentro" dice Jenny facendo il gesto di arrotolare uno spinello,  se avessero sentito da fuori avrebbero pensato che fosse scoppiata una bomba da quanto ridevamo tutti,  io ormai ho il singhiozzo e per inghiottire l'acqua che mi porge Emilie in un bicchiere devo chiudere gli occhi altrimenti replicherei una scena de l'Esorcista,  in quel momento suona il contatore del forno avvisandoci che le pizze sono pronte e dopo esserci calmati ci sediamo a mangiare.

Verso le 23.15  andiamo tutti a dormire ma io e Meghan passiamo almeno un'altra ora sveglie parlando e ridendo per quello che era successo poche ore prima.


Il mercoledi' quando scendo percepisco qualcosa di strano nell'aria:  non qualcosa di negativo, non so come spiegarlo: e' come se tutti fossero in attesa di qualcosa, ma non ho il coraggio di chiedere, anche perche' penso che sia solo una mia sensazione, chi lo sa.  Avendo il pc in camera credevo di rimanerci attaccata le ore, invece e' gia tanto se spulcio facebook il pomeriggio o la sera quando carico le foto (Meghan aveva scherzato sul fatto che era un peccato non essersele fatte dopo la lotta con la farina) in compenso ho sviluppato una sorta di dipendenza da quel frullato alla ciliegia: siccome non voglio tornare a casa con 10 kg in piu' cerco di berne il piu spesso possibile e di mangiare molta frutta in mensa, ormai tutti mi hanno sopprannominata "cherry girl",  circa un'ora prima di pranzo mentre siamo tutti in sala relax Claudia riceve una chiamata sul cellulare ed esce,  io che sono impegnata in una partita alla Wii con Jessy non ci faccio piu' di tanto caso ma quando torna mi accorgo che non e' sola:  c'e' Jared con lei.   Eh si, proprio il piccolo Henry.  Mi avvicino e mi presento, mentre gli stringo la mano penso: "fortuna che non c'eri ieri sera altrimenti chissa' che pensavi"  mi dicono pero' che i suoi genitori verranno a prenderlo verso sera,  un po' mi spiace ma sono contenta di averlo conosciuto,  il pomeriggio scorre tranquillo, e mi chiedono come va la serie in Italia:  io gli dico che non conosco i dati esatti ma che comunque siamo in tanti a cui piace, almeno secondo quanto leggo in rete:  "una cosa che mi piace molto e' il fatto che ti spiegano perche' i cattivi sono cattivi: quando da piccoli ci leggevano le favole invece ci dicevano: lui/lei e' cattivo/a  e basta. e noi dovevamo accettarlo cosi" dico io   "beh ma e' ovvio, ora sei piu' grande, e di certo la nostra non e' una serie rivolta ai bambini"   mi dice Lana,  io continuo dicendo che alcuni teorizzavano che la regina fosse invidiosa di Biancaneve non tanto per la bellezza ma per la giovinezza,  "ma nel vostro caso il problema non si pone: siete entrambe bellissime"  , loro mi ringraziano e trovano interessante quella teoria, poi mi chiedono visto che scrivo su di loro quale coppia sia la piu' quotata:  "beh, ovviamente Snow e Charming hanno molto successo,  e anche Red/Cricket"  dico accennando a Meghan e Raphael  che scoppia a ridere:  "ma chi, noi??"   "giuro! anche se la preferita in assoluto e'..."   "...io e lui"  continua Emilie con noncuranza leggendo una rivista mentre a Robert che sta facendo un cruciverba cade di mano la penna  "come qui, insomma"  dice raccogliendola   "sapete che vi dico? se Claudia mi da una mano a tradurle ve ne leggo un paio"  propongo io  "ma certo"  acconsente lei.  Guardo l'ora e mi accorgo che sono in ritardo: devo chiamare mia madre prima che vada al lavoro, si era tanto raccomandata che la chiamassi a meta' settimana,  mi congedo e vado in camera:

"pronto?"

"hel...ehm ciao mamma"

"ciao, come va li? ti diverti?"

"si certo"

"e loro come sono?"

"(dei pazzi scatenati, figurati che ieri sera ci saremmo tirati addosso l'un l'altro un paio di kg di farina)... molto gentili e simpatici, non si danno affatto delle arie"

"bene, ora ti lascio che devo andare a lavorare e poi spendiamo troppo, mandaci sms ok?"

"ok mamma ciao"

"ciao"

Poso il cellulare sul comodino e mi lascio cadere sul letto riflettendo sul fatto che se davvero gli raccontassi quello che e' successo il giorno precedente non mi crederebbero.

O mi porterebbero alla neuro.

Per me va bene, basta che mi mettano in cella accanto a quelli che ho lasciato al piano di sotto.



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Capitolo 4
*** once upon a dream ***


once upon a dream Si era ormai al giovedi ma nonostante io sia una di quelle persone che piuttosto di andare in giro senza orologio si sparerebbe in bocca quasi non mi accorgevo dello scorrere del tempo, o meglio, me ne accorgevo quando il pomeriggio o la sera mi sedevo alla scrivania a controllare il mio profilo facebook,  se non  fosse stato per quello o per il diario che tenevo la sera avrei pensato che il tempo si fosse fermato,  ma non era cosi, purtroppo e al lunedi successivo quando avrei preso l'aereo per tornare a casa cercavo di non pensarci: il punto e' che durante il giorno non mi ci voleva niente impegnata com'ero,  solo nel momento in cui mi coricavo sentivo la stanchezza piombarmi addosso, durante il giorno ero carica come se mi caricassi con la batteria del cellulare quando si spegneva la luce invece il momento del "distacco" per cosi dire mi piombava davanti gli occhi e spesso avrei voluto parlarne con Meghan ma non osavo farlo convinta com'ero che, nonostante si divertissero fossero li per "dovere", si fosse trattato di me o di un'altra per loro non avrebbe fatto alcuna differenza ecco cosa pensavo e naturalmente me ne guardavo bene dal chiederglielo.

"Qual'era la tua fiaba preferita da bambina?"  mi chiese Lana a colazione,  io risposi che da piccolissima mia madre mi faceva ascoltare le fiabe sonore ma da grandicella non ricordavo che me le avessero lette prima di dormire, ripiegavo cosi sui cartoni disney  "bene, allora, chi era la tua principessa preferita?"  chiede Claudia   "the sleeping beauty"  rispondo io dopo un attimo di riflessione  "anche se caratterialmente ho sempre pensato di somigliare di piu' a Belle"  aggiungo guardando Emilie negli occhi, ormai senza alcuna timidezza  "ho sempre amato moltissimo leggere, se avessero regalato a me una biblioteca come quella della Bestia, probabilmente sarei morta immediatamente"  dico bevendo un sorso di succo di mela,  "oh fantastico,  due al prezzo di una"  detto da Robert e' un pelo inquietante ma sappiamo benissimo che scherza,  "eh magari somigliassi a lei"  faccio io indicandola  "oh grazie, ma guarda che anche tu non sei brutta"  mi risponde Emilie sorridendo,  "troppo buona"  dico  addentando l'ultimo pezzo di pane e marmellata,  "poi mi piaceva Cenerentola...e non amavo troppo Biancaneve,  scusa"  dico guardando Ginny, "ma ho sempre pensato che fosse un po' frivola quella della disney, la tua e' molto piu' forte di carattere"   lei mi ringrazia e mi accorgo solo in quel momento che nell'attimo in cui avevo risposto a Claudia lei, Jenny e Jessy si erano scambiate un'occhiata,  ma pensai che fosse perche' si aspettassero tutt'altra risposta.

Altra cosa che avrei dovuto imparare stando li: le coincidenze NON esistono, "no matter how random things may appear, there's always a plan"  per quanto le cose appaiano casuali c'e' sempre un piano, per dirla con Liam Neeson nel remake dell' A-team.

Infatti quello scambio di occhiate avrebbe dovuto insospettirmi dato che mentre eravamo, al solito nella sala relax e stavamo pianificando dove andare quel weekend, o meglio , Jamie, Raphael e Lana  ragionavano su una serie di fogli con stampate delle possibili mete e noialtri ci limitavamo ad annuire, io addirittura mi ero portata il libro da leggere, non perche' non fossi interessata, anzi, solo che non conoscendo la citta' non avrei saputo cosa scegliere, ragion per cui mi affidavo completamente a loro , stavo appunto dicendolo a tutti quando Claudia all'improvviso esce dalla porta col cellulare attaccato all'orecchio: non era una novita' accadeva almeno una volta al giorno, perche' mi avevano spiegato , anche se in quel momento non giravano spesso la produzione la chiamava per informarla di cambiamenti sulla sceneggiatura e roba simile e lei in quel paio d'ore dopo pranzo che in genere trascorrevamo per conto nostro lavorava al pc in camera sua,  quando rientro' poco dopo non era sola:  con lei c'era una ragazza  dai lunghi capelli castano dorati, un viso etereo e grazioso con due occhi scuri molto luminosi,  indossava un paio di jeans ed una maglia rossa con all star nere, tutti si erano alzati a salutarla, me compresa anche se ero piuttosto incuriosita dalla sua identita'  "ah vieni, Sarah lei e' Gloria, la nostra ospite per il concorso, e' italiana e sta ancora vedendo la prima stagione.  Gloria lei e' Sarah Bolger e interpretera' Aurora nella seconda stagione"   io che le sto stringendo la mano sgrano gli occhi, fortuna che non avevo niente nell'altra mano altrimenti altro che chipped cup: avrei fatto fuori un'intera batteria di pentole in quel momento! non tanto per la "rivelazione"  del suo ruolo, sono piacevolmente sorpresa dal fatto che ci sara' la principessa che piu' amavo nella mia infanzia, quanto il fatto che, nell'immaginarmi il suo personaggio nella mia storia mi sono accorta che fisicamente e' IDENTICA a come l'avevo immaginata: solo con i capelli un po' piu scuri.
Una volta ripresomi dallo shock, finalmente lessi un paio delle mie storie, opportunatamente tradotte da Claudia:  a Sarah piace che me la sia immaginata come farmacista, e approva anche il nome che ho scelto per lei: Michelle Wood  "ma quando arriverai la modifichero' adattandola al tuo personaggio" la rassicuro   "ah grazie eh. grazie mille"  mi dice Robert: nella storia c'e' anche lui e la mia Michelle...non l'apprezza moltissimo per cosi dire  "pero' le viene anche il dubbio che ci siano delle gravi motivazioni nel suo comportamento, concediglielo"  mi difende Josh,  tutti mi fanno i complimenti dicendomi che ho molta fantasia e di scriverne altre, io prometto che lo faro' non appena avro' l'ispirazione.

"Ah, vieni tu sei in camera con noi"   dice Meghan a Sarah aiutandola a portare i bagagli, a dire il vero costituiti appena da una valigia e uno zaino, i miei occhi s'illuminano  "stara' nel letto accanto al tuo dato che e' vuoto"  prosegue salendo le scale  "ma certo, nessun problema"  rispondo seguendole.

Il resto della serata scorre tranquillo e ci organizziamo come si deve per fare il giro delle zone da visitare in citta' gia per il giorno dopo: siccome partiremo la mattina presto e' meglio non fare tardi, percio' dopo cena saliamo quasi subito in camera, mentre scrivo il diario Sarah mi chiede il perche' della mia espressione quando le stringevo la mano: le riferisco tutto sulla rassomiglianza quasi totale che avevo immaginato mentre scrivevo, e le dico anche che Aurora e' sempre stata la mia preferita e dato che adoro la serie saro' felicissima di vedere cos'accadra' con il suo arrivo,  lei con un bel sorriso mi augura la buonanotte e spegniamo la luce.



ok, non e' sto granche' come capitolo ma siccome ho appena cominciato a vedere la 2 stagione (*voci in sottofondo: era oraaaaaaa!!!") mi e' sembrato giusto fare arrivare anche Sarah,  no, beh l'avevo immaginato gia da un pezzo.  mentre pensavo a the storybrooke's chemist giuro che e' accaduto davvero quanto sopra, e non vi dico quando ho visto la sua foto: son dovuta uscire dalla stanza da quanto ero sconvolta!

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Capitolo 5
*** bye bye, doesn't mean forever ***


bye bye doesen't mean forever Conservo un vago ricordo di quegli ultimi tre giorni: certo, visitammo mezza Los Angeles, partivamo alle nove del mattino e praticamente tornavamo all'ora di cena distrutti, ma io non riuscivo a godermeli completamente,  ero cambiata rispetto ai primi giorni, alle volte seguivo le conversazioni senza parteciparvi realmente e me ne stavo a fissare il vuoto pensosa, gli altri avevano probabilmente intuito il mio stato d'animo ma almeno ebbero il buon gusto di non fare domande:  ho sempre pensato che tra gli appassionati di qualsiasi cosa, dai fumetti alle lattine d'aranciata ci fosse un legame speciale che collegava tutti come un filo invisibile e che fosse ancora piu forte tra attori e fan: chiunque altro tra quelli che conoscevo sicuramente mi avrebbero chiesto "cos'hai?"  ogni mezzora e onestamente e' una cosa che odio: come si fa ad essere cosi ciechi?? d'accordo, nessuno e' telepatico ma certe volte le cose sono palesi no?

All'interno di quel marasma di fatti accaduti ci furono anche delle cose divertenti: ad esempio quando, leggendo una mia storia dicevo che Belle accompagnava a casa Gold:  tutti si scambiarono uno sguardo divertito, quanto ai diretti interessati Emilie ridacchiava  e Robert non diceva nulla ma era di un colore a meta' tra quello del divano e il suo quando faceva Rumpel ma senza trucco, ho avuto un bel dire "non succede nulla, i swear"  non si tranquillizzarono fino al momento in cui appunto si capiva che effettivamente non succedeva nulla di quel che credevano.

La domenica, come promesso consegnai a ciascuno un biglietto con il nome del loro personaggio in italiano, devo dire che fu molto apprezzato, il resto della giornata la passai facendo la valigia e andando avanti e indietro per le stanze come un automa, non avevo il coraggio di confidarmi con nessuno, sapevo di stare sbagliando ma avevo il terrore di scoppiare in lacrime e di non fermarmi piu non appena avessi cominciato a parlare ma il tenersi tutto dentro non fa mai bene, prova ne fu il fatto che quella notte piansi silenziosamente nel mio letto, o almeno cosi credevo: dopo circa venti minuti vidi Sarah accendere la luce  "ehi, che succede?"  mi chiese venendo verso di me,  io vergognandomi mi coprii fino agli occhi ma lei mi scosto' delicatamente le coperte e rimase molto stupita nel vedermi piangere  "su, non fare cosi"  disse asciugandomi gli occhi con un fazzoletto  "perche' piangi? non vuoi tornare a casa?"   a quelle parole non ce la feci piu' e cominciai a piangere sulla sua spalla  poco dopo si sveglio' anche Meghan  che ando' subito a prendermi dell'acqua per bagnarmi gli occhi, infine ci addormentammo tutte e tre sul mio letto.

Arrivai in mensa il mattino dopo con gli occhi gonfi, e salutai gli altri a malapena senza avere il coraggio di dire niente a proposito della notte appena passata anche se non ci voleva un genio per capire che avevo pianto per ore,  tutti erano piuttosto allegri, probabilmente cercavano di tirarmi su il morale e gliene fui grata, ma duro' poco:  siccome avevo l'aereo alle 10  gia alle 9. dovemmo andare,  oltre a Claudia fu Jenny ad accompagnarmi:  salutarli fu straziante, non riuscivo a staccarmi da nessuno di loro e avevo una paura tremenda di scoppiare di nuovo in lacrime,  avrei preferito che tutto finisse in un momento, come un risveglio dopo un lungo sonno, ma andarsene da li e poi stare 50 minuti a vagare per l'aereoporto in attesa che mi chiamassero il volo fu anche peggio di averli salutati poco prima, e non vi dico quando infine dovetti staccarmi anche da loro: poche volte in vita mia credo di aver provato una tristezza simile,  salita sull'aereo mi venne in mente che se avessi dovuto mettere in sottofondo una canzone in quei momenti  "i don't wanna miss a thing"  degli Aereosmith sarebbe stata certamente la piu' adatta: la prima volta che vidi Armageddon avevo nove anni ma piangevo sempre, allora come ora, ma c'era una differenza:

Li' almeno nonostante il sacrificio di uno s'era salvata l'umanita' intera.

io mi sentivo "sacrificata"  per nulla.

Atterrammo, recuperai i bagagli e andai incontro ai miei genitori:  non vedevo l'ora di raccontargli tutto, ciononostante non fiatai per tutto il viaggio di ritorno,  quando arrivai a casa cominciai a svuotare prima lo zaino e poi la valigia, quando mia mamma, aiutandomi esclamo':  "cosa sono questi?"    "cosa?"  chiesi io distrattamente   e lei mi mostro' un paio di sacchetti di carta a fantasie geometriche, di quelli da regalo,  io rimasi basita e dicendo che non ne sapevo nulla mi avvicinai per aprili: nel primo c'era un vestito verde di ciniglia lungo fino al ginocchio a maniche lunghe e larghe,  al centro  in nero c'era scritto  "i'm a Oncer"   "oddio, ma che si son fumati"  mormorai senza fiato,  nel secondo trovai un quaderno corredato di matita e penna entrambi blu con la scritta "once upon a time"  in oro,  e completati da un biglietto che diceva " per i tuoi racconti cara roommate,  Meghan/Red"   "ah ma che carini "  disse mia madre  "han voluto farti una sorpresa" , io non mi ero ancora ripresa quando guardai meglio nel sacchetto dei quaderni: sul fondo c'era una scatolina nera di quelle da gioielli, non riuscendo ad immaginare cosa potesse esserci dentro mi decisi ad aprirla,  quando vidi cosa conteneva caddi seduta sul letto impietrita:

Un ciondolo di ceramica smaltata a forma di tazzina sbeccata.

Non era possibile!

Si erano sicuramente fatti asportare una parte consistente del cervello.

A quel punto non resistetti piu' e ricominciai a piangere con mia madre che cercava di calmarmi  "bellina, peccato si sia scheggiata"   "non e' rotta mamma, e' fatta cosi"  dissi asciugandomi le lacrime, vidi che c'era un piccolo biglietto ma non avevo bisogno di leggerlo per sapere da chi veniva  "It's just a cup"  diceva semplicemente,  era firmato RumBelle,  in quel momento i miei pensieri furono due:

1) ommioddiooooo!!! non possono essere cosi fuori da firmarsi "RumBelle"!

2) MA COL CAZZO CHE E' SOLO UNA TAZZA!!!!


Chiesi a mia madre di farmela indossare, fortuna che aveva gia' la sua catenina, era piuttosto lunga, mi arrivava quasi al seno, quando fu allacciata squillo' il telefono e mia madre ando' a rispondere, nel prendere i sacchetti per buttarli vidi che in quello del vestito vi era un biglietto che mi era sfuggito, lo aprii:

"Cara Gloria,  speriamo che i regali ti siano piaciuti: perdonaci se te li abbiamo dati di nascosto ma temevamo che li rifiutassi,  Meghan e Sarah mi hanno detto di stanotte: mi spiace che tu abbia pianto tuttavia ne sono anche lieta, significa che sei stata bene in questa settimana con noi, ti confesso che quando sei arrivata eravamo probabilmente piu nervosi di te: in parte perche' ci aspettavamo una persona completamente diversa e in parte perche' temevamo di sfigurare, invece siamo stati molto molto fortunati,  conserva il mio numero e rimaniamo in contatto:  tu un giorno tornerai ragazza mia. Non so ancora quando perche' ora siamo tutti molto impegnati come immagino lo sarai anche tu, appena avremo un momento libero ti avvisero' cosi potrai organizzarti e magari la prossima volta potrebbero venire anche i tuoi genitori con qualche tuo parente se ti va.  Con affetto Claudia.  p.s.: don't cry".

Dopo quella lettera dovetti raccogliermi le palle degli occhi tanto ero stupefatta,  non dissi niente ai miei e la conservai in un cassetto,   quando andai a dormire quella sera avevo in testa una sola cosa:

I will find you.  I will find you always.

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Capitolo 6
*** i want much more than this provincial life ***


i want much more than this provincial life Quando da bambina andavo al catechismo mi avevano insegnato che l'inferno era un pozzo pieno di fuoco dove finiva chi si comportava molto male in vita.  niente di piu' sbagliato!

Per come la vedevo io l'inferno era un posto dove se eri anche di poco diversa dagli altri la pagavi cara, molto cara.

Diciamo solo che i miei compagni di classe sono cosi gentili e simpatici che piuttosto di tornare in classe mi sarei offerta volontaria per gli Hunger Games: l'atmosfera era la stessa ma almeno li sarei stata armata.

 Il rientro fu un supplizio,  al contrario di quello che potreste pensare non dissi niente ne' ai compagni ne' ai professori su dove fossi stata nei giorni precedenti: la scusa ufficiale era che avevo avuto l'influenza,  ammetto che fossi tentata dal presentarmi in classe col vestito "i'm a Oncer" e spiattellare tutto ma non mi andava, primo perche' caratterialmente non sono mai stata una che si vanta e secondo perche' non avevo affatto intenzione di esporre il ricordo dei ragazzi a quel branco di mentecatti che costituivano la maggioranza dei miei compagni di classe.

Per fortuna non avevo nessuno di loro su facebook quindi il mio segreto era a prova di bomba.  Certo, l'unica testimonianza che poteva essere successo qualcosa era data dalla tazzina, quella non la levavo mai, tranne quando mi lavavo i capelli: il pensiero che potesse rovinarsi mi terrorizzava, un giorno a ricreazione una mia compagna si avvicino' e me l'afferro' senza nemmeno chiedermi il permesso dicendomi:  "cos'e', la tazzina di Barbie?"  in quel momento mi si paro' davanti agli occhi la scena di Gold che legava Moe French alla sedia e lo picchiava col bastone, cosa difficilmente attuabile per me dal momento che eravamo in classe davanti a tutti e di certo non avevo sottomano una corda e poi c'erano altre piccole differenze:

1) invece di un bastone normale ne avrei utilizzato uno che ho a casa in un grande vaso il quale ha un grosso dente simil-Velociraptor ricurvo sulla parte superiore

2) gliene avrei date molte di piu' e molto piu secche

Insomma avevo su una spalla un diavoletto che mi diceva di attaccarla al muro dicendole: "ma taci troia! per tua informazione me l'hanno regalata delle persone a cui tu e la maggioranza degli altri qui presenti non siete degni nemmeno di allacciare le scarpe!!"  Per mia fortuna diedi retta all'angioletto sull'altra, il quale mi suggeri' di sorridere e rispondere: "ma farti un piatto di cazzi tuoi a colazione mai eh? e poi guarda che la tangenziale e' dall'altra parte"  accennando al tanga che le spuntava dai jeans, data la presenza della prof quella non pote' che ammutolire e tornare al suo posto borbottando tra i denti.  Non che io sia una bigotta intendiamoci, per me uno puo' andare in giro anche nudo, il punto e' che li' da noi vigeva una sola regola:  essere come gli altri.  La quale si traduceva in:

1) perche' non sei in felpa e/o maglione, jeans e scarpe da tennis?  come ti permetti di presentarti con maglioncino, gonna lunga e stivali?

2) ma tu leggi altro oltre ai libri di scuola? cioe', gia' sei una che fa i compiti e studia in piu' leggi pure altro e hai degli interessi??  e hai pure la spudorataggine di dirlo davanti a tutti , prof compresi?  ignominia!!!

3) noi non possiamo soprassedere su tutto cio': mica vorrai fare la diversa e pretendere pure che noi t'ignoriamo? eh no cara: noi abbiamo il diritto di sminuirti e criticarti in ogni modo ed ogni momento della giornata.

Non che quella settimana fosse stata un "tutti ai miei ordini grazie" ma capite che la differenza era abissale: la' facevano di tutto per farmi sentire a mio agio, qui avrei tranquillamente potuto schiattare sul marciapiede senza che nessuno battesse ciglio o quasi.

Ma il momento topico fu circa due settimane dopo: la prof d'inglese m'interrogo' in  letteratura e non solo rimediai un bel 7/8 ma la prof aggiunse pure un: "sai che ti e' venuto l'accento scozzese?"  giuro che mi venne un ghigno tipo Joker ma ribattei noncurante: "davvero? mah, sara' che ultimamente mi son vista qualche film in lingua...si vede che molti attori venivano da li'"  dentro di me mi sfregavo le mani come Bruno vespa e quella sera mandai un sms a Claudia: in fondo avevano il diritto di saperlo no?

E poi c'erano i parenti.

La mia famiglia in realta' non e' molto numerosa contando anche che la parte paterna la vediamo poco e niente dato che vivevano a 30 km da noi.

Tutti erano curiosi di sapere come avevo passato quei giorni negli Usa specialmente perche' fui la prima in famiglia ad andarci, e ovviamente ogni domanda prevedeva due tipi di risposta:  quella che avrei voluto dare e quella che davo.

Domanda 1: Cosa facevi tutto il giorno?

risposta che avrei voluto dare:  beh guarda, se andava tutto bene la mattina ci alzavamo, facevamo colazione e poi stavamo li' nei dintorni, poi dopo una cert'ora in genere dopo il tramonto davamo tutti di matto e cominciavamo a fare a cuscinate, tirarci la farina o saltare sul tappeto elastico  fino a crollare esausti.

risposta che davo: i primi giorni mi hanno portato a vedere dove giravano le scene e poi c'era una sala dove potevamo rilassarci, gli ultimi tre giorni mi hanno portato a visitare la citta'.

Domanda 2:  Eri in un albergo o un posto dove c'erano delle regole che dovevi rispettare?

risposta che avrei voluto dare:  prima regola del Fight Club: non parlare mai del Fight Club!

risposta che davo: era una struttura con delle stanze che loro utilizzavano quando giravano e ce l'hanno messa a disposizione

Domanda 3:  Ma loro com'erano di persona?

risposta che avrei voluto dare:  contando che l'atmosfera era una via di mezzo tra "una classe di monelli per jo",  "quelli dell'intervallo"  e "ci hai rotto papa'"  non rischiavo certo di annoiarmi.

risposta che davo:  erano molto alla mano, e si facevano in quattro per farmi sentire a mio agio

Domanda 4:  Ma capivi quando ti parlavano?

no, gli puntavo contro un telecomando e apparivano i sottotitoli!

Alla prima puntata che vidi dopo il mio ritorno ero tesissima: credevo che sarei scoppiata nuovamente in lacrime, e invece fui tranquillissima e mi stupii di me stessa.

Erano passate tre settimane quando un sabato pomeriggio squillo' il mio cellulare:  nel vedere che sullo schermo lampeggiava il nome "claudia" il mio cuore manco' un battito, mi affrettai a rispondere:

"pronto?"

"ciao gloria, come stai?"

"bene grazie, e tu? gli altri?"

"tutto bene, gli altri e' un po' che non li vedo perche' hanno i loro impegni: tra due settimane pero' siamo liberi: vorresti venire?"

Stavo per mettermi a saltare sul letto dalla gioia ma mi trattenni.

"fammi solo parlare con i miei genitori e poi ti so dire"

"d'accordo, dimmi in quanti siete eh. ciao"

"ciao"

Fortuna che in quel momento i miei erano fuori e non sarebbero tornati prima di un paio d'ore, il guaio sarebbe stato convincerli a farmi andare con la scuola di mezzo: e' vero che avevo ancora tutto l'anno davanti e che c'era gente che aveva fatto molte piu' assenze di me, ma una volta passi, due...

La sera dopo mentre mi asciugavo i capelli sentii squillare il telefono e mio padre rispondere, pensando che fosse per questioni di lavoro non gli detti troppo peso ma pochi minuti dopo entro' in bagno: "era la segretaria del tuo liceo: ha detto che siccome la caldaia ha problemi starete a casa due settimane".

Oh non fate quella faccia: io patti con Rumpelstistkin prima di partire non ne ho fatti, chiaro?



angolo autrice: ci tengo a specificare che il vaso col bastone di cui sopra esiste davvero (in realta' i bastoni sono tre) ma non potrei mai utilizzarlo per quello scopo, non tanto per il fatto di rischiare l'arresto quanto perche' nel momento in cui lo farei per riavermi dovreste tirarmi fuori dalla tomba perche' mia madre mi ucciderebbe di sicuro XD

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Capitolo 7
*** here i go again ***


here i go again Ci volle qualche giorno per organizzare il tutto ma alla fine ci riuscimmo: sarei partita prima io, poi la settimana dopo sarebbero venuti i miei con gli zii, mio cugino e la sua compagna.  Sospirai di sollievo, almeno avrei potuto godermi i ragazzi per sette giorni senza interferenze di ogni sorta,  se la prima volta non riuscii a dormire per l'agitazione stavolta ando' un po' meglio: non dico che feci chissa' che sonno ma perlomeno dormii decentemente.

La mattina dopo sono cosi carica di adrenalina che feci quasi arrabbiare mia madre: andammo in aereoporto e prima d'imbarcarmi promisi a mia madre che il venerdi ci saremmo sentite per metterci d'accordo sul loro arrivo, quando mi sedetti mentre aspettavo il decollo mi venne da pensare che per quanto riguardava i miei compagni di classe ci avrei volentieri fatto un patto con Rumpelstilskin: non pensate che io sia crudele, ma almeno avrebbero imparato cos'e' la sofferenza, non dico che volessi una compagnia da andare a casa di uno un giorno si e uno no, mi sarebbe bastato avere degli "alleati" in quelle cinque ore di lezione,  a parte che mi veniva il terrore solo a pensare a cos'avrebbe voluto in cambio ma poi ho pensato che avrei reclutato pure John Kramer: in fondo due e' meglio di uno no?

Arrivai un po' dopo rispetto all'altra volta: erano le nove quando andai a recuperare il bagaglio e pensai che chiunque mi fosse venuto a prendere si sarebbe dovuto alzare presto ma almeno avrebbe fatto il log in della giornata molto piu velocemente, scrutai tra la folla e poco dopo vidi Claudia agitare un braccio nella mia direzione, accanto a lei c'era Meghan ma stavolta aveva i capelli sciolti ed era in gonna: mi accorsi che il clima era leggermente piu fresco rispetto a come lo ricordavo ma era un po come se fosse primavera da noi, niente di che:  presi la rincorsa e arrivando abbracciai entrambe, Meghan mi sollevo' da terra, mentre io ero in lacrime dalla felicita' e continuavo a ripetere  "i missed you"...
Uscimmo dal terminal e scendemmo nel parcheggio sotterraneo: purtroppo le lenti fotocromatiche dei miei occhiali, che sono comodissime specie per chi come me ha gli occhi chiari, ci mettono un po' a schiarirsi quando si entra in un posto chiuso e la penombra di quel parcheggio non aiutava di certo: non dico che sarei andata a sbattere contro i muri ma di certo non e' come veder limpido infatti mentre aprivo la portiera della macchina senza praticamente vedere nulla, anche perche' stavo parlando con le ragazze sentii una voce dire: "welcome back dearie".

Rimasi talmente di sasso e contemporaneamente mi lanciai dentro cosi velocemente che diedi una testata memorabile al bordo della portiera,  anche senza vedere mi era impossibile non riconoscere chi ci fosse all'interno, ridevo e piangevo contemporaneamente  " ti sei fatta male?"  mi chiese Robert mentre lo stringevo fin quasi a soffocarlo  "no no," lo rassicurai io con le lacrime che mi scendevano lungo le guance  "eh no basta adesso: piangere quando te ne vai ok ma anche quando arrivi no"  mi disse lui mettendomi le mani sulle spalle, io annuii e mi asciugai le lacrime,  tirai fuori la tazzina dalla maglietta sorridendo, lui non disse niente limitandosi a ricambiarmi

Arrivammo dopo mezz'ora e come l'altra volta gli altri ci aspettavano in sala relax, i primi a venirmi incontro furono Josh e Ginny,  poi Sarah, Raphael e Jamie il quale mi mostro' orgoglioso la fede che portava al dito: aveva annunciato il fidanzamento poco dopo la mia partenza, io lo sapevo poiche' l'avevo letto su internet e gli feci le mie congratulazioni, poi Emilie  a  cui come a Robert mostrai la tazzina e rivelai che non l'avevo mai tolta infine fu il turno di Jessy, Jenny e Lana anche lei con delle novita':  finalmente aveva smesso di fumare, l'abbracciai dicendole che ero orgogliosa di lei,  c'e' da dire che li' non aveva quasi mai acceso la sigaretta di fronte a me, anche perche' era vietato ma fui felice che avesse smesso  "ora c'e' solo un'altra persona che deve smetterla"  mi disse accennando a Robert,  il quale fece una faccia come a dire  "aspetta e spera"    "Lana ha ragione, e se rimani senza voce come ce le elargisce le sue perle di saggezza Rumpel? a gesti?"   intervenne un ragazzo alto che non conoscevo, o meglio: sapevo chi era ma non lo conoscevo personalmente,  mi si avvicino':  "tu devi essere Gloria giusto?  piacere, io sono Sebastian"  "si lo so"  risposi stringendogli la mano  "ah hai conosciuto il nostro Cappellaio allora? bene, significa che sei a buon punto"  disse Claudia,  io sorrisi e dissi che quella settimana avrei dovuto vedere l'episodio 19,  quello su Rumpel e suo figlio: con ogni probabilita' sarei uscita da quella stanza di nuovo un lacrime ma per ora preferivo non pensarci.

"Sai che Sebastian e Jenny...."  inizio' Sarah mentre portavamo in camera le mie valige:  saremmo state ancora io, lei e Meghan  "...stanno insieme?  si certo"  continuai io entrando  "sempre informatissima la nostra fedele Oncer"  disse Meghan sorridendo  "e' il minimo che possa fare"  risposi io cominciando a disfare la mia roba.

Mentre cenavamo Claudia mi disse che, il giorno in cui sarebbero arrivati i miei sarebbe stato bello se li avessimo accolti con i costumi di scena,  io approvai all'istante ma subito dissi:  "io come mi vesto pero'?"  certo non era necessario, ma essendo i miei parenti mi sembrava giusto:  essendoci tutte le ragazze non potevo sostituire nessuna "potresti fare la dama di compagnia di una di noi"  disse Emilie,  mentre ci pensavo sentii Sebastian dire:  "perche' non fai Alice?  in fondo io sono il Cappellaio e sono solo, un vestito per te ci sara' giusto?"  disse rivolgendosi a Claudia:  "io stavo per proporti Ariel dato che sei rossa ma sicuramente e' piu facile che abbiamo un vestito da Alice, che ne pensi?"   "per me va bene, grazie dell'idea Sebastian" gli dissi entusiasta,   "ah e poi dobbiamo fare la spesa per sabato, in fondo saremo una ventina"  disse Ginny   "io dico che dovremmo andare quattro alla volta, due uomini e due donne cosi ci sbrighiamo"  intervenne Jessy  "allora avete gia una volontaria"  dissi io alzando la mano  "assolutamente no: tu sei appena arrivata e domani ti riposi, ci andranno Raphael, Jamie, Lana e Jessy, per dopodomani si vedra', stabiliremo i turni man mano"  ribatte' Claudia decisa, e io non potei far altro che annuire.

In camera mentre scrivevo al solito sul diario riflettevo sul fatto che si, ero in un paese straniero, dove dovevo parlare una lingua che non era la mia e in compagnia di "estranei":  sempre che si possano definire cosi delle persone che mi avevano accolto molto meglio di come han fatto tante altre che conosco da piu' tempo, e sdraiandomi pensai che mai mi ero sentita a casa come in quel momento.

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Capitolo 8
*** one for all, all for one ***


one for all , all for one "Ah, ecco dov'eravate finite...cosa sta facendo?? Gloria!"  la mattina seguente, dopo colazione io, Sarah e Meghan eravamo tornate in camera per lavarci i denti,  peccato che mentre io ero in bagno Sarah ebbe la brillante idea di andare su youtube e mettere "we are golden"  di Mika come sottofondo, solo che lei mi conosceva troppo poco rispetto agli altri per poter immaginare quanto fossi carica di adrenalina in quel momento, mi sciacquai i denti e cominciai a saltare sul mio letto sotto lo sguardo esterrefatto delle mie compagne di stanza:  perche' NON potevano mettere quella canzone il giorno dopo il mio ritorno e PRETENDERE  che io rimanessi tranquilla.  A parlare era stata Claudia la quale era venuta a cercarci non avendoci visto scendere dopo poco com'eravamo solite fare:  "se vuoi saltellare per sfogarti vai in sala relax"   mi urlo' , io pero' ero cosi concentrata sulla canzone e sul saltare senza schiantarmi a terra che non capii bene e le chiesi di ripetere  "come?!"  urlai in risposta  "se vuoi saltellare vai in sala relax!"  fece lei ancora piu' forte mentre Sarah e Meghan rotolavano dalle risate.

"vai in sala relax..."  grosso errore Claudia,  errore colossale darmi un suggerimento del genere...

Saltai giu dal letto atterrando sul tappetino e salutandole mi precipitai fuori dirigendomi verso la saletta,  aprii la porta e senza perdere tempo mi diressi verso il contenitore dei cd, per mia fortuna sempre ben fornito e scelsi la colonna sonora di Flashdance anche se non l'avevo mai visto,  selezionai "what a feeling"  ed alzai il volume quasi al massimo, piu' che altro per evitare di rompere vetri e semafori nel raggio di 10 km e cominciai a saltare come una molla sul tappeto elastico, il quale a onor del vero era piu' simile ad uno di quei giochi gonfiabili che abbiamo anche noi e che fu messo, mi avevano detto, per i bambini sul set anche se per come li conoscevo io era probabile che non lo usassero solo i bambini.  In ogni caso come canzone era perfetta per me in quel momento anche se di certo non avrei saputo danzare come Jennifer Beals neanche dopo un pieno di steroidi, i quali avrebbero potuto pero' non farmi sentire dolore mentre m'infrangevo in mille pezzi,  allora si che ci sarebbe stato da ridere!  m'immagino all'arrivo dei miei:  "ma, Gloria?"   "ehhhh ha avuto un piccolo incidente"   oh certo, succede, di prendere e scagliarsi per terra per imitare una famosa scena cinematografica e di ritrovarsi completamente in frantumi.   Fu in quel momento che entrarono  Jenny e Sebastian seguiti da Emilie e Robert,  "non ricordavo ci fosse anche una discoteca"  commento' ironico Sebastian,  io mi ero accorta benissimo del loro arrivo anche se in quel momento gli davo le spalle ma ormai ero talmente in fase "cazzomene"  che non m'importava piu di nulla anche perche' ero certa che nessuno di loro mi avrebbe giudicata,  io ridacchiai insieme a loro e giuro che stetti a saltare per un'ora buona, cambiando anche cd. Alla fine crollai sfinita sul materasso guardando per aria,  "wow! alla fine ti sei stancata eh?"  disse Jenny: e il  bello era che nessuno a parte Sebastian fino a quel momento aveva detto qualcosa nonostante facessi il canguro ininterrottamente, nemmeno Ginny e Josh che nel frattempo erano arrivati, io soffiavo come se avessi corso 3 volte la maratona di New York  "avevo bisogno di sfogarmi"   risposi io   "meno male, credevo avessi bevuto della benzina"  disse Robert leggendo un quotidiano , scattai a sedere e dissi di getto  "siete voi la mia benzina qui",  solo un mese prima sarei diventata paonazza dopo una frase del genere, ora non mi vergognavo piu' di nulla   "me ne han dette di cose in vita mia, ma mai mi han paragonato alla benzina"  commento' Josh  io sorrisi.

"scusate, ma lui come si veste sabato?"  chiese Emilie mentre finito il pranzo eravamo ormai al dessert: io avevo scelto un enorme coppa di gelato con panna montata cioccolato e ciliege, la domanda era riferita a Robert e fatta da Emilie li per li credetti stesse scherzando  "oh accidenti e' vero: non abbiamo il materiale"  disse Claudia in risposta, siccome la guardavo interrogativa  mi disse  "Non puo' fare Rumpelstilskin perche' i vestiti li abbiamo ma non la roba per truccarlo e poi non e' cosi semplice ci voleva qualcuno esperto, non e' come truccare noi"  annuii e poi mi venne in mente che aveva anche delle lenti a contatto: sapevo che per lui era gia una tortura portarle sul set, a causa di un incidente avvenuto in passato  aveva la vista danneggiata e non avevo certo il cuore di chiedergli di sottoporsi ad una simile sofferenza solo perche' venivano i miei,  "beh potrebbe fare Gold no?"   "certo, pero' non abbiamo il bastone"  fece Claudia  "meglio per lui, sara' piu' comodo" risposi io,  Robert, seduto di fronte a me annui' in segno d'approvazione  "anche perche' se i tuoi parenti lo vedono vestito da Rumpelstilksin si spaventano"  scherzo' Jamie,  scoppiammo tutti a ridere, e io finii dritta dritta con la faccia nella coppa del gelato riempiendomi di panna facendo triplicare le risate.  Ovvio che anche io avevo le lacrime agli occhi.

 Andammo come al solito in camera a riposarci, ma io dopo un po' scesi in sala relax:  per una sorta di strano presentimento che avevo dentro di me ero decisa a rivedermi qualche classico disney, e non era solo per via della serie, non saprei spiegarlo ma era come se qualcosa mi dicesse che dovevo farlo:  vidi cenerentola e la bella addormentata un po' a pezzi e bocconi calcando sopprattutto sulle canzoni (che comunque gia sapevo anche in inglese)  mentre infilavo la bella e la bestia nel dvd ebbi un brivido: se entrava Emilie pazienza, ma se entrava Robert.... la mia paura pero' era mettermi a piangere durante il film perche' "dopo Once upon a Time nothing can ever be the same," neanche i cartoni che avevo visto all'infinito da bimba,  anche qui salto un po' di pezzi e durante le canzoni saltai sul tappeto elastico quando vidi aprire la porta:   la prima cosa che penso e' "occazz...."   per fortuna era proprio Emilie e il sollievo e' tale che mi lascio cadere sdraiata,   "ciao,  vedo che hai ancora bisogno di sfogarti"  ride lei  "oh no, e' solo che, ho sentito che dovevo rivederlo"  rispondo io fermando il dvd.  Anche lei sapeva che adoravo skin deep perche' gliel'avevo detto la volta precedente ma in quell'occasione puntualizzai che non ero piu' riuscita a rivederlo, stavo quasi male fisicamente da quanto mi piaceva, Emilie mi disse che probabilmente era perche' mi facevo molto coinvolgere ma ne fu lieta: significava che erano stati bravi.

Dopo cena andammo ancora in sala relax: ormai era diventata il nostro quartier generale a tutti gli effetti,  "allora, chi va a fare la spesa domani?"  chiese Claudia,  io alzai la mano: dato che contribuivo anche io alla spesa era giusto che partecipassi: in fin dei conti erano i miei di parenti  "vado io"   alzo' la mano Emilie  "io"  disse Sebastian impegnato in una partita alla Wii con Meghan   "ci sono anche io"  asseri' Robert.

oh porc... NON TORNERO' VIVA IO LO SO!!!

gettai un'occhiata alla lavagna dove Claudia aveva segnato i nostri nomi: "glo, emi, seb, rob,"   piu' che un elenco pareva un codice fiscale incompleto ma fa niente.

Decidemmo di giocare a scarabeo:  oddio, "giocare a scarabeo" e' un eufemismo: io chiesi se potevo scrivere anche in italiano e tutti mi risposero "absolutly not"  ok, messaggio ricevuto,   "e niente cose riguardo Ouat" si raccomando' Claudia.

"HASHAHAHAHAHAAHAHAHAHAH" pensai.

L'intento primario era farsi una partita: ando' a finire che cominciammo a scrivere roba sulla serie senza nemmeno stare a contare i punti e dicendoci di tutto: se avessimo avuto accanto tabacco e alcolici sarebbe sembrato il bar del mio paese dove i vecchietti giocano a briscola.

Il giorno dopo, verso le 9 noi quattro eravamo gia con la nostra lista pronti a recarci al centro commerciale: dovevamo comprare salatini, patatine e bibite, insomma le solite cose che si mangiano alle feste,  in un'oretta circa avevamo finito, mentre caricavamo la macchina pensai che tutto sommato era andata bene, tutto si era svolto secondo i piani...

...non avevo tenuto conto del ritorno, io cretina!

Come ho gia detto la mensa con la cucina e il bar era al piano terra, ma la dispensa era in cima ad una rampa di scale: siccome il sabato saremmo stati in venti e ancora non avevamo finito di comprare la roba avevamo adottato la logica del "meglio comprare tanta roba e poi se avanza ce la mangiamo, piuttosto che rimanere senza"  cosa giustissima, peccato che avevamo da portare in cima a quelle scale (normalissime peraltro, non erano ripide o cose del genere) una confezione da sei di Coca, una di Fanta, e una di limonata, che poteva anche andar bene non fosse che le bottiglie americane sono piu' grosse delle nostre.  oltre a quelle avevamo 3 borse:  Sebastian si accaparro' la confezione di Coca  e Robert per gentilezza verso me ed Emilie ci disse di prendere le borse che le altre due confezioni le avrebbe portate lui.  Ci avviammo su per le scale, Sebastian era gia' entrato nella dispensa e probabilmente stava sistemando il tutto, noi arrivammo in cima quando mi accorsi che Robert, cui mancavano pochi gradini aveva messo male un piede e a momenti ci casca all'indietro, non feci neanche in tempo a guardare Emilie che eravamo gia corse ad afferrarlo per le braccia " credo sia meglio le lasci a noi"  dissi  "appena in tempo, senno' il bastone ti occorreva per davvero"  disse Emilie   "hahah divertente"  disse lui,   "questa la prendo io"  dissi caricandomi sottobraccio la confezione di limonata  e lasciando le borse a Robert,  peccato che fatti pochi passi mi scivolo' all'indietro e gli sfioro' il piede di un millimetro credo,  lui rimase impassibile mentre io mi scusavo, dopodiche' scoppiammo a ridere tutti e tre, Emilie addirittura si accascio' contro la parete mentre Sebastian ci guardava come se ci fossimo appena tirati una pista  "io a fare la spesa con queste due non ci vado piu'"  sbotto' Rob trascinando nella dispensa Coca e borse, mentre noi due lo seguivamo piegate in due dalle risate.


"Che ne dite di vederci un bel film?"  proposi dopo cena  "bella idea, quale?"  mi chiese Lana  "tranquilli, ne ho portato uno io"  li rassicurai  "ma scusa, tu quando viaggi ti porti dietro i dvd?"  rise Jenny,   "no, solo questa volta"  ghignai uscendo e gettando un'occhiata a Robert che, non so per quale motivo sbianco' di colpo.  ok che c'era un po' di telepatia nell'aria ma cosi mi sembrava troppo.

Tornai pochi minuti dopo nascondendo il dvd dietro la schiena "spero vi piaccia"  dissi  "and...forgive me Emilie"  dissi mostrandolo:  era "le colline hanno gli occhi"  un horror in cui una famiglia attraversa il deserto e viene aggredita da cannibali, persone diventate mutanti in seguito all'esposizione alle radiazioni nucleari,  Emilie interpretava la figlia maggiore, che viene violentata da uno dei cannibali,   "chissa' che mi credevo"  disse Robert  mentre avviavo il dvd  "eh...chissa'..."  ghignai.  

"Non pensavo ti piacessero gli horror"  disse Jessy alla fine del film,  "li guardo da quando avevo 10 anni"  risposi io  "ho sempre avuto vari gusti sui film"  ed era vero.

Mercoledi e giovedi' trascorsero senza grandi scossoni,  il venerdi mattina confessai, vergognandomi come una ladra che nessuno dei miei parenti si era mai visto Ouat  "e allora?  ci fa piacere lo stesso conoscerli, d'altronde se fai parte anche tu della famiglia non devono essere tanto male"  disse Ginny e io l'abbracciai: era il complimento piu' bello che potesse farmi in quel momento.   Noi donne ci recammo nel magazzino dei costumi per decidere come vestirmi,  dopo circa un paio d'ore d'indecisione scelsi un vestito verde con gonna a ruota lunga al ginocchio e profili viola con scarpe in tinta  " ti faremo tanti ricci, sarai una bellissima Alice"  mi disse Lana.  

Circa a meta' pomeriggio chiamai mia madre per spiegarle cosa sarebbe successo il giorno dopo:  loro sarebbero arrivati alle 11 e Claudia e uno dei ragazzi sarebbero andati a prenderli: io non potevo perche' dovevo dare una mano dissi, ma in realta' nonostante il tono casuale avevamo gia' deciso chi sarebbe stata la "prescelta": Jessy   "ma come fa a vestirsi poi?"  obiettai,  "li terro' impegnati mentre lei sale dalla porta di servizio e si cambia:  tu pero' devi scendere al massimo entro le 10.30 perche' devi lavarti e tutto il resto, sai che ci metteremo circa mezzora, e se devi farti anche i ricci..."  rispose Claudia.

"e se facessimo anche una torta?" propose Ginny, al che io, memore della pizza stavo per dire che non era il caso: non tanto per la possibile battaglia con gl'ingredienti quanto perche' nel momento in cui i miei l'avessero mangiata non sarei riuscita a guardare i ragazzi senza scoppiare a ridere. Per fortuna Lana rimedio' una torta simil-cheesecake molto semplice: tutti gl'ingredienti nel frullatore e poi dritta in frigo. Cosi facemmo, e siccome doveva andare per dieci minuti ci sedemmo quando vidi Sarah con in mano qualcosa "cos'e'?" chiesi indicandolo "il coperchio del frullatore, "ma scusa, se il coperchio l'hai tu..." comincio' Raphael dopodiche' ci guardammo tutti col terrore negli occhi: il frullatore era sul ripiano accanto al fornello che tremava con l'impasto gorgogliante sul punto di traboccar fuori, strappai il coperchio dalle mani di Sarah e insieme a Robert, Claudia e Jenny mi tuffai sul frullatore per chiuderlo: peccato che proprio in quel momento mi beccai una schizzata di liquido in piena faccia, anche in bocca e sentendo la farina non ancora amalgamata sotto i denti mi venne un conato di vomito che per fortuna passo' subito. Alla fine riuscimmo a chiuderlo ma gran parte dell'impasto era finito addosso a noi o sul fornello, per cui dovemmo andare a comprare altri ingredienti: vorrei sottolineare che erano le 10 di sera, certo il centro commerciale dove eravamo andati e che da sempre li riforniva era aperto tutta la notte, "certo che quelli non ne potran piu' di vederci" scherzo' Sebastian uscendo per andarci con Raphael. Poco dopo tornarono e riuscimmo a fare una torta decente, ma per esserne sicuri avremmo dovuto aspettare il mattino dopo. Quella notte confessai a Meghan e Sarah che ero molto nervosa e non sapevo nemmeno spiegarmi il perche',  forse ero troppo abituata ad averli tutti per me che all'idea di "dividerli"  con qualcun altro stavo male  "non preoccuparti: andra' tutto bene, ci siamo noi con te"  mi consolo' Sarah,  "proprio cosi: uno per tutti, tutti per uno!"  esclamo' Meghan facendoci ridere.  Mi coricai rassicurata, non avevo niente da temere.



angolo autrice:  so che e' un lunghiiiiiiiiiiisssimo capitolo ma non avrei saputo "spezzare"  anche quella settimana, spero sia di vostro gradimento

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Capitolo 9
*** we are family ***


we are family "NON HO VISTO L'EPISODIO, MERDA!!!" con questo pensiero che  mi esplodeva nella testa aprii gli occhi alle due del mattino a mente lucida,  ditemi voi se una persona normale puo' pensare una roba del genere nel cuore della notte precedente al ritrovarsi con i parenti.  Ma io non ero normale, li' poi...

Mi alzai e scesi le scale del soppalco tenendo le ciabatte in mano: essendo di gomma avrebbero fatto rumore sul pavimento di legno ed io non volevo svegliare Meghan e Sarah,  cosi uscii dalla stanza e mi avviai verso la sala relax cercando anche li di fare meno rumore possibile mentre avviavo il dvd e mi preparavo il the, anche se ero un piano sotto le camere misi il volume al minimo o quasi,  circa quaranta minuti dopo, finito il dvd pensai di starmene li a dormire  "certooo! cosi domani si svegliano e gli prende a tutti quanti un infarto! ma che razza d'idee ti vengono?? prendi e vai in camera che e' meglio: sara' una lunga giornata e lo sai"  mi dissi alzandomi e ritornando in camera con passo pesante: uno zombie investito da un'auto sarebbe stato piu' vitale ma eran pur sempre le tre del mattino,  m'infilai sotto le coperte e mi addormentai immediatamente.

Quando mi risvegliai stava suonando la sveglia del mio cellulare: allungai un braccio e la spensi, stranamente non mi sentivo stanca o rimbambita pur avendo fatto le ore piccole ma pensai che nonostante il massimo dell'orario che avessi raggiunto li' era l'una la mattina mi ero sempre svegliata in forma, mentre a casa mia se capitava piu' di una volta di seguito avevo lo sguardo da pesce lesso per meta' giornata almeno "sara' che quando sono qui sono una persona diversa"  pensai alzandomi,  anche Sarah e Meghan lo stavano facendo e pochi minuti dopo eravamo gia' tutti in mensa a far colazione: solitamente arrivavamo tutti a poco a poco tra le 8 e le 8.30 ma quel giorno avevamo veramente i minuti contati infatti in mezzora avevamo gia' finito e stavamo uscendo: dovevamo ancora sistemare i tavoli e le sedie, ma non nella solita sala relax bensi' nella stanza adiacente ch'era vuota e che, mi avevano detto, veniva utilizzata durante le riprese come deposito di oggetti rotti in attesa che venissero riparati o sostituiti,  noi ci sistemammo due lunghi tavoli per il rinfresco e vari tavolini del bar dove sederci.

"Allora mi raccomando: cominciate a portare le cose da mangiare all'ultimo minuto altrimenti si rovinano, magari cominciate dalle bottiglie, alle torte ci pensiamo dopo"  comincio' Claudia mentre con Jessy si apprestava a recarsi all'aereoporto: erano ormai le 9.20,   "quanto a te rilassati per ora ma ricordati che entro le 10.30 al massimo devi scendere a prepararti"  disse rivolgendosi a me, io la rassicurai e mentre le altre andavano a prepararsi io andai con gli uomini in sala relax dove per sfogare tutta l'ansia che covavo cominciai a saltare sul tappeto elastico con "livin la vida loca"  in sottofondo mentre Josh, Jamie, Sebastian e Robert giocavano a calcetto e Raphael leggeva prima, poi fece cambio con Robert,   avevo bisogno di farlo, dovevo per forza stare li a saltare fino al momento di andare a prepararmi, dovevo sentire quelle canzoni fluirmi dentro (nel frattempo avevo messo "mamma mia" nella versione del film) perche' solo di una cosa ero certa quel giorno:

NON CE LA POTEVO FARE!


Quindi tanto valeva non pensarci per ora, anche se poi sapevo che l'ansia sarebbe tornata ad aggredirmi appena fossi stata pronta:  

" I was cheated by you and i think you know when"

e via con un salto: confesso a me stessa che sono curiosa di vedere come interagiranno i miei con i ragazzi: oddio, "interagire" e' una parola grossa visto che nessuno dei miei parenti sa l'inglese quindi se non ci siamo io e Claudia son fregati, ma e' proprio l'incapacita' comunicativa che avranno l'un con l'altro a spingermi anche a chiedermi cosa ne penseranno loro dei miei.

"look at me now: will i ever learn? i dont know how: but i suddenly lose control: there's a fire within my soul"

altro salto: "dovresti tenertelo il controllo invece cara mia, so che e' difficile ma se lo perdi davvero e' finita, te ne rendi conto vero? e chiama i pompieri per l'amor del cielo altrimenti finirai per esplodere!!!" dice una voce nella mia testa

"Yes i've been broken-hearted!  blue since the day we parted..."

"ma come fa a leggere con 'sto volume da denuncia..."  penso guardando Robert  mentre sfoglia un libro  "cosi parlo' quella che sarebbe capace di leggere appoggiata ad un palo in autostrada e di smettere solo quando tramonta il sole"  disse una vocina dentro la mia testa,  mi consolai: almeno non ero l'unica, quasi tutte le altre persone che conoscevo avevano bisogno di tranquillita' per concentrarsi...

"mamma mia does it show again..."

...ma quel salto non riusciro' mai a completarlo perche' proprio in quel momento vedo la porta di fronte a me spalancarsi e comparire  Jenny  ed Emilie l'una in maglietta e jeans (le mancava la giacca rossa) e l'altra nel suo splendido abito dorato: non so perche' ma avevo pensato indossasse quello blu: anche i capelli sono gia acconciati ad entrambe manca solo il trucco ed entrambe hanno una faccia che e' tutto un programma:

"Gloria!!! ma hai visto che ore sono??"  urla Emilie per sovrastare il volume,  io mi volto verso la parete alla mia sinistra dove c'e' un orologio:  la lancetta dei minuti era a meta' tra le 10.30 e le 10.35.

OH MY GOD!!!!  urlo presa dal panico e affrettandomi a scendere mentre Sebastian si avvicina per aiutarmi, non ne ho bisogno comunque, tanto ci sono gli scalini  "ma perche' non me l'avete detto??"  strillo isterica rivolta agli uomini: vorrei sottolineare che li' dentro avevamo tutti l'orologio e quasi tutti il cellulare  ma nessuno (me compresa) s'era preoccupato di controllare l'ora,  "ha ragione!  perche' non gliel'avete detto??"  dice Emilie ad alta voce rivolta a Robert che ride come un pazzo seguito dagli altri e che tenta di ribattere qualcosa,  io mi fermo a guardarla:  "sei bellissima"  le dico  "si, si grazie, pero' ora dobbiamo andare"  risponde prendendomi per un braccio subito imitata da Jenny:  "e cominciate ad andare a cambiarvi anche voi e anche a metter giu' il rinfresco"  dice quest'ultima in tono autoritario mentre entrambe mi trascinano fuori manco avessi commesso chissa' che reato "sissignora"  risponde Josh ridacchiando.

Arriviamo nello "spogliatoio"  se cosi si puo' chiamare quella specie di stanzone provvisto di docce che avevo visto il giorno prima:  Lana e Ginny sono gia' pronte: l'una in uno splendido abito nero a maniche lunghe e l'altra in bianco, senza spalle e provvisto di guanti al gomito (che pero' avrebbe indossato all'ultimo)  Meghan, anche lei col solito abito bianco aiuta Sarah a vestirsi:  immediatamente mi spoglio e le ragazze quasi mi buttano a forza nella doccia passandomi l'occorrente per lavarmi,  io sono nel panico piu' totale perche' sono in ritardissimo ma comunque eseguo:  una volta finito indosso un accappatoio e mentre mi asciugo e mi aiutano ad indossare il vestito penso che finche' non arriva l'sms di Claudia possiamo stare relativamente tranquille.

Mi fanno sedere e Lana e Ginny cominciano ad asciugarmi i capelli e a mettermi i bigodini: dato che non abbiamo a disposizione il casco da parrucchiere usiamo un'attrezzo simile che s'infila in testa e che si gonfia d'aria calda, dovrebbe spegnersi da solo quando i miei capelli sono asciutti,  proprio in quel momento il cellulare di Meghan poco distante fa "bip bip"  "stanno arrivando"  dice solamente, ma con lo stesso tono di quelli di "indipendence day"  riguardo gli alieni (o almeno cosi mi suono' in quel momento).  Pregai che trovassero un traffico allucinante con tanto di coda chilometrica,  intanto Jenny ed Emilie mi mostrano dei prodotti per truccarmi chiedendomi quali volessi,  dopo un po' i miei capelli sono asciutti e mentre Meghan mi trucca e Lana mi toglie i bigodini si apre la porta e compare Jessy:  "siete gia arrivati??"  chiedo io sentendo il panico assalirmi di nuovo,  "si ma non preoccuparti, Claudia li sta portando a fare un giro qui intorno"  mi risponde mentre Sarah ed Emilie si occupano di lei.

I miei capelli ora sono tutti un boccolo e il mio ombretto rosa-verde s'intona perfettamente al mio abito cosi come il lucidalabbra rosa che Meghan mi sta stendendo sulle labbra, non sono abituata al fondotinta e al fard ma non importa  "il ciondolo vuoi togl...come non detto"  disse Emilie incrociando il mio sguardo divertito e ridacchiando,  in quel momento si sente bussare ed io faccio un salto sulla sedia:  "stai a vedere che ci stanno aspettando di la'"  penso,  invece era solo Robert che veniva a vedere quanto ci mancava "siamo pronte"  disse Jessy,   io saltai giu' e mi avvicinai a lui: era vestito completamente di nero a parte la cravatta di un bel blu  "ma come siamo belle"  mi dice Robert  sfiorandomi i capelli  "non toccarla che glieli ho appena fatti e se si disfano ti mangio vivo!!"  dice Lana con veemenza mentre noi ridiamo  "il cappuccio lo terro' su immagino?"  chiede Meghan  "si, si"  confermo io mentre Rob e Jenny l'aiutano a sistemarsi il mantello addosso.

Alla fine usciamo e ci dirigiamo nella sala dove e' stato allestito il rinfresco,  gli altri sono seduti sul divano o in piedi e il mio nervoso e' tale che comincio a percorrere a larghi passi la sala con le mani che sono diventate di ghiaccio: mi succede sempre quando sono in ansia anche se e' luglio e ci sono trenta gradi e nella sala non fa certo freddo,  il guaio e' che non posso mangiare per calmarmi naturalmente,  mentre continuavo ad andare avanti e indietro l'occhio mi cadde sugli uomini: erano quasi tutti sul divano a parte Josh e Raphael  (peraltro l'unico con Robert vestito "normale") una volta lessi che quando si sta molto male il cervello crea delle immagini per "difendersi" da quello che ci spaventa, ecco, io in quel momento li vedevo tutti benissimo come i tizi dello spot Amaro Montenegro che vanno in aereo a recuperare un antico cimelio.

No, dico: ma vi rendete conto che razza di associazioni mentali faccio??

"ma come ti puo' venire in mente una cosa del genere in questo momento?"  penso tra me e me " e poi non esagerare, in fondo sono solo i tuoi parenti mica il Papa con la conferenza episcopale italiana...oddio, datemi l'antico vaso che mi c'infilo e poi portatemi in salvo!! tipo al largo del Pacifico ecco"

Ando' a finire che Ginny mi prese per mano e mi fece sedere sul divano tra lei e Robert: pensai che dovevano essere piu nervosi di me, anche se non lo davano a vedere (in fondo erano pur sempre attori) e mi sentii una grande egoista: avrei dovuto essere io ad incoraggiarli, ma che razza di amica ero??   "andra' tutto bene, non preoccupatevi"  dico ad alta voce rivolgendomi a tutti i presenti  Jenny ridacchia: "strano, qui dentro la piu nervosa sembri tu"   "io non sono affatto nervosa"  replico poco convinta appoggiandomi a Robert che pero' si scansa,  "no, che mi stropicci la giacca" mi dice serio,  io lo guardo sorpresa ma non me la prendo, come ho gia detto quell'attesa ci stava sfiancando tutti ,  vedendo la mia espressione si affretta a dirmi "ehi, scherzavo, vieni qui"  mettendomi un braccio attorno alle spalle e attirandomi a lui  "andra' tutto bene"  continua a ripetermi mentre io l'abbraccio alla vita.

"Credo sia meglio che stai vicina alla porta Gloria"  mi dice Jamie,  oh fantastico!  pure gli onori di casa mi spettano adesso, ma d'altronde e' giusto cosi,   mi alzo e mi avvicino quando dopo pochi minuti Claudia entra seguita dai miei genitori, i miei zii, mio cugino e la sua compagna:  "ciao a tutti"  dico io baciandoli ad uno a uno  "wow, ma sei bellissima"  dice mia madre,  "che bei vestiti"  commenta mia zia rivolgendosi agli altri,  io li presento  cominciando da Ginny, Josh e Jenny,  "ma se sono i personaggi delle fiabe tu chi dovresti essere vestita cosi?"   chiede mio cugino, io rispondo che dato che Sebastian era solo io faccio Alice,  terminate le presentazioni cominciamo a mangiare e ovviamente mi tocca sedermi insieme ai miei mentre gli altri formano piccoli gruppetti qua e la',  noto che ci sono dei panini imbottiti di cui non so niente  "li abbiamo fatti noi mentre eravate a cambiarvi"  mi bisbiglia Sebastian mentre mi sto riempiendo il piatto.

Comincio a parlare con i miei parenti quando mia madre dice di ricordarsi Sarah per i "tudors"  e Jenny per "dr house"  "ma ho paura di confonderla con...Ginny giusto?"  mi dice accennando a lei con un gesto della mano,  io chiamo entrambe e dico: "mia madre ha paura di confondervi dato che avete i nomi simili"   loro si guardano e Jenny mi dice con un sorriso:  "se ha paura di far confusione potrebbe chiamarmi Emma"  io riferisco e poi ci lanciamo uno sguardo complice.

Nel frattempo c'era stato tutto un sottofondo di canzoni disney, quando vedo Josh e Raphael allontanarsi: e' il momento del dolce e probabilmente stanno andando a prendere le torte (oltre alla nostra ne avevamo comprata una)  "avete bisogno ragazzi?"  urlo  "no grazie, non preoccuparti"  mi risponde Josh.

Prima di mangiare le torte io mi sto dedicando ad una coppetta di macedonia quando...

"tale as old as time..."

ma cosa fanno, vogliono uccidermi??!

"oh porca troia!"  esclamo dando una manata al cucchiaio pieno di frutta che finisce spiaccicata sulla maglia di mio cugino il quale mi guarda con gli occhi fuori dalla testa  "ma che fai??"  chiede ripulendosi  "oh scusa" dico distrattamente  mentre  canticchio la canzone e guardo i ragazzi con ansia, non sto a specificare chi in particolare.   Al solito ero molto combattuta dentro di me:

"dai ballate, su che state aspettando?"

"ma che , sei scema??! vuoi cascare in terra??  18 anni son troppo pochi per un infarto!"

"ma no, son sicura che riusciro' a controllarmi, dopotutto li conosco..."

"prego??? controllarti? ma fammi il piacere! finiresti la serata al pronto soccorso se solo si avvicinassero..."

"cosa stai guardando?"  mi chiede mia madre

(Rob, non osare invitarla a ballare altrimenti ti stacco la testa! e se lo fai tu Emilie finisci con la faccia nella torta ) "no niente"  rispondo mettendomi in una posizione che mi permetta di parlare con i miei e controllare al tempo stesso.

(Ecco brava,vai a parlare con Lana e Sarah)  nel frattempo  Sebastian si e' unito a me nel cantare la canzone: so che ha capito perfettamente il mio stato d'animo in quel momento ma non osa far commenti.

"Barely even friends than somebody bends, unexpectedly"

(unexpectedly un bel paio di palle!! l'han fatto apposta, non e' un caso lo so! ma stasera mi sentono!!)

"neither one prepared, beauty and the beast"

(ah perche' io invece ero preparata...avrei dovuto immaginarlo che mi tiravan fuori qualcosa del genere...)

Finisce la canzone e i due diretti interessati fanno una faccia che piu' innocente non si puo', ve lo giuro, se non li conoscessi ci avrei creduto e Robert, servendosi di coca cola al tavolo dice: "ma che hanno da guardare?"  ed Emilie  "non saprei, forse non e' buona la torta?"

La torta....la torta....!

A quel punto tutti, tranne i miei parenti esplodiamo in un applauso e in una serie di esclamazioni come a dire "seh seh" i miei ci guardano come se fossimo un branco di matti in libera uscita (ma, un momento: noi SIAMO un branco di matti in libera uscita)  "come mai..."  comincia mia zia.  "storia lunga"  taglio corto io  "digli di avvicinarsi che vi faccio una foto insieme"  dice mia madre,  io li chiamo e lei ci immortala mentre entrambi mi tengono in braccio.

"loro sono la bella e la bestia?"  mi chiede la compagna di mio cugino  "ovviamente"  rispondo io "ma lui nella serie si chiama cosi"   e scrivo "Rumpelstilskin" su un tovagliolo di carta pregando di mettere tutte le lettere al posto giusto,  "oddio, che nome e'?"  chiede mia mamma manco fosse aramaico,  e cosi mi ritrovo a fare un mini riassunto della storia quando parte un'altra canzone.

"we are family..."

Oh perfetto, cosi Robert si chiudera' in bagno fino a data da destinarsi!  in quel momento sta parlando con Jamie e Meghan e mi da' le spalle, quando si volta i nostri sguardi s'incrociano e il suo dice qualcosa come "eh che ci vuoi fare".

"Prova a dirlo mamma"  le dico indicando il tovagliolo,  lei ci prova e pochi secondi dopo sento una voce alle mie spalle che dice: "qualcuno mi ha chiamato?"  rimango di sasso per due motivi:

1) potrei giurare che nei giorni precedenti sarei stata capace persino di saper distinguere i passi di ognuno di loro, nonche' di "sentirli"  se erano nei paraggi

2) lo dice con la vocetta alla Rumpel ma vestito da Gold:  fa 100 volte piu' impressione!

"no grazie, era solo una prova"  dico io voltandomi con noncuranza,  "tutto a posto, vi state divertendo?"  chiede Robert, noi confermiamo e lui allunga una mano verso il piatto dove poco prima avevo finito la torta e dov'era rimasto un bastoncino di biscotto e se lo mette in bocca dicendomi  "allora a dopo...dearie"  dice con uno sguardo negli occhi che non promette niente di buono ma che io non riesco a decifrare, saran mica i miei che interferiscono?  e poi rimango basita nel vederlo allontanarsi con quel biscottino: non sono nemmeno arrabbiata, e' che ci son proprio rimasta.

Circa a meta' pomeriggio li accompagno nelle loro stanze un piano sopra il nostro:  "ottimo lavoro Cla! cosi riduciamo al minimo le possibilita' che vengano a rompere"  penso tra me e me,  "cos'e' quella cosa in alto?"  chiede mia zia  indicando il rilevatore anti-incendio e mi tocca spiegare:  come ho gia detto li' era vietato fumare, quando io arrivai la prima volta mi chiesero subito che rapporto avevo col tabacco, io li rassicurai dicendo che nn avevo mai toccato nulla in vita mia,  li' fino a poco tempo prima si poteva fumare e c'erano portacenere ovunque, poi quelli che gli affittavano il posto videro che c'eran sigarette anche dove non dovevano esserci e lo vietarono: peccato che quei rilevatori di fumo non siano come la maggior parte di quelli che abbiam noi che suonano una vita e tempo che arrivano i pompieri e' crollato l'edificio, no, questi suonano 2 volte e intanto parte la chiamata alla stazione piu vicina ma nel frattempo buttano anche acqua: ergo, se li fai partire per nulla ti tocca pagare il danno e neanche si puo' fare la furbata di fumare con la finestra aperta perche' scatterebbe comunque tanto son sensibili.  L'unico tra i miei che fuma e' mio zio e la faccia che fece quando gli dissi che se voleva fumare doveva uscire dal cancello d'ingresso (ti multavano pure se fumavi davanti all'ingresso) era da cinema.

"uno a zero, palla al centro"  pensai uscendo dalla camera dei miei zii e sentendomi piu' Rumpelstilskin che mai.

A ora di cena siamo tutti in borghese e credo che questo faccia un certo effetto ai miei, ovviamente mi tocca cenare al tavolo con loro,  quando e' il momento del caffe' ci spostiamo nel bar e Jamie si avvicina "posso chiedervi da quanto tempo siete sposati?"  chiede rivolgendosi ai miei genitori, io traduco e aggiungo  "si e' fidanzato da poco"  i miei si congratulano e poi mia madre fa per rispondere:

"oh diamine!"  penso

"oh cielo"

"oh numi!"

"Mamma ti supplico non farlo!"

"MENTI!!!"

purtroppo non mi da retta e mi tocca tradurre:

"since twenty-eight years"

Gli altri sono rimasti indietro rispetto a noi e mi volto a guardarli, ok non usciro' viva da qui.

In quel momento si spengono le luci si spengono e dal televisore parte il primo episodio, lo dico ai miei

"tanto tu li avrai gia' visti tutti"  commenta mia zia

in realta' ci han provato a farmeli vedere ma io ho spiegato che mi sembra di barare facendo cosi, quindi finiro' con calma,
ad un certo punto sussurro: "quando finisce applaudiamo"  "perche'?" chiede mio zio  "perche' se lo meritano ribatto"  
cosi facciamo e rimangono tutti stupiti, qualcuno addirittura arrossisce,  io accompagno i miei in camera e mia madre mi dice che nel vedere Robert truccato da Rumpel quasi non lo riconosceva,  e' normale dico io  "poi a vederlo cosi pareva tutto sulle sue e invece l'ho visto che rideva e scherzava con gli altri, dev'essere uno di compagnia" .

"(e' fuori come un citofono...) eh si anche io l'ho pensato la prima volta, ma non se la tira affatto, considerato che ha anche vinto un oscar anni fa"

mia madre mi guarda perplessa

"full monty"  specifico io con un ghigno

Rimangono tutti sbalorditi: primo perche' nessuno l'aveva riconosciuto e secondo perche' non si aspettavano un atteggiamento cosi modesto da uno che si era vinto un tale premio seppur quindici anni prima

"Beh come primo impatto non c'e' male"  pensai mentre mi svestivo in camera mia  "dai vieni andiamo dagli altri"  mi dice Meghan uscendo dal bagno in pigiama  "cosi?"  chiedo io  "ti vergogni?"  ridacchia Sarah.  io ho una camicia da notte viola con delle rose e un nastro in vita,  "no, assolutamente"  dico seguendole.

Scendiamo in sala relax: mi fa effetto vedere tutti in pigiama, Robert sta versando del whisky a tutti: "sono andato a trovare i miei parenti in Scozia, vuoi?"  dice offrendomene un bicchiere pieno "si, grazie, ne ho bisogno"  dico bevendolo, subito dopo ho la gola in fiamme: mi e' capitato di bere qualche cocktail o del vino ma ai superalcolici non sono abituata  "buono"  dico posandolo, e subito Lana me ne versa un altro po', "ehi, piano che volevo offrirlo anche ai suoi"  dice Rob  "gliene mettiamo un po' di quello del supermercato"  rido io, cielo, sono a stomaco pieno eppure sento che mi sto ubriacando  "ma che dici!!"  ride Raphael.   Mi sta venendo sonnolenza, si perche' a me l'alcool fa quest'effetto, in pratica son piu pericolosa da sobria.

"Ah i miei volevano andare in giro domani, chi ci accompagna?"  pensavo a due persone cosi potevano parlare tra loro mentre io facevo da balia ai mei  "se vuoi veniamo noi"  dice Emilie indicando se' stessa e Robert.

"WHAT???"  dico io inorridita: dovrebbero raccogliermi col cucchiaino se davvero accadesse, decidemmo di scrivere i nomi su un biglietto tranne quello di Jessy che poverina se li era gia sorbiti.

"ti prego non loro due senno' non so come va a finire"  penso io

"Josh e Ginny"  phew, son salva!

"Fortuna che eravamo i tuoi preferiti"  mi dice Robert avvicinandosi e cominciando a farmi il solletico.

Non posso far altro che ridere, neanche riesco a bloccargli le mani tanto sono brilla anche se provo a farlo a lui notando con soddisfazione che lo soffre e ripromettendomi di vendicarmi appena possibile.

Quando la smette mi appoggio alla sua spalla e dormo per qualche minuto,  Meghan mi scuote leggermente: "ehi, dobbiamo portarti in camera in braccio?"   "no ce la faccio"  dico alzandomi in piedi e trascinandomi verso la nostra camera.

In fin dei conti era andata bene.

"we are family"  gia'.

ma a chi si riferiva?

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Capitolo 10
*** born in the usa ***


Born in the usa Uno degli aspetti del "soggiorno americano" che lasciava piu' perplessi i miei parenti era come le persone si rivolgevano l'un l'altro.

Mi spiego: come ho gia detto nessuno di loro sapeva l'inglese, non tanto da sostenere una conversazione almeno, percio' ignoravano tutta quella girandola di "honey"  "dear"  e "sweetheart" che correva ogni giorno tra me ed i ragazzi (e dovetti pure ringraziare che Robert ci avesse ridotto i "dearie"  ai minimi sindacali, perche' prima almeno un paio di volte al giorno lo diceva a me o agli altri, ora si limitava a farlo quando i miei non c'erano)  essendo quegli epiteti assenti nella cultura e nella mentalita' italiana, o meglio si usa "caro"  e "cara"  solo tra amici e parenti intimi, almeno per quanto mi riguarda se in Italia una persona semisconosciuta mi avesse chiamato "cara"  99 su 100 sarebbe tornata a casa senza i denti, forse proprio perche' da noi non si usa a me suonerebbe falsissimo detto da un'italiano, con loro ormai ci avevo fatto l'abitudine.

"Il fatto che un uomo si rivolga cosi' ad una donna non significa che voglia provarci con lei: e' solo un modo di dire colloquiale"  stavo spiegando ai miei quel martedi' mentre ci recavamo in mensa  "gli unici honey e sweetheart che dovete prendere sul serio qui sono quelli tra Josh e Ginny  e tra Sebastian e Jenny dato che loro stanno insieme per davvero"  proseguii sedendomi al tavolo col vassoio davanti  "e come mai vi siete guardati tutti quando ho detto che siamo sposati da 28 anni?"  chiese mia madre  "beh sai...qui abbiamo delle idiosincrasie tutte nostre verso quella cifra e le mele"  ghignai  "e le tazze"  pensai tra me e me,  avevamo fatto vedere ai miei gli episodi fino al sette ("oh mi scusi, l'avevo scambiata per un lupo"  "ho dimenticato di radermi",  poco ci manco' che cascassi dalla sedia) e gia' quello mi pareva strano: nella mia famiglia son sempre stata io quella piu' "malata"  di telefilm e in ogni caso il genere dei miei era piu' sul poliziesco che non il fantastico, comunque sia, dopo quell'episodio non ne avevamo piu' visti.

"Quanti caffe'?"  chiesi rivolgendomi ai miei per poi andarlo a riferire ai baristi,  tutti mi guardano come se mi fosse appena spuntata una seconda testa, per giunta  sento i ragazzi ridacchiare dietro di me,  "che c'e' da ridere?"  chiedo lievemente accigliata,  "ma non ti sei accorta di aver parlato in inglese?"  mi chiede Meghan,  mi siedo sconvolta: "oddio, non so piu' nemmeno che lingua parlo"  dico ad alta voce, in italiano  "vorrei saperle io le lingue come te"  interviene mia zia,  "se fai confusione e' un bene: significa che stare qui ti aiuta molto" mi dice Ginny che nel frattempo si e' avvicinata,  "rimango sempre una straniera"  commento io tristemente  "che significa? ma tu lo sai quanti di noi sono nati negli Usa?"  mi dice lei alzandomi il viso, "io sono canadese"  interviene Meghan, "cosa dovrei dire io: sono australiana di discendenza francese per parte di padre"  dice Emilie avvicinandosi mentre io traducevo la nostra conversazione per i miei  "e io allora che sono scozzese?"  dice Robert "e loro che sono una irlandese e l'altro nordirlandese?" continua indicando Sarah e Jamie  "io sono italiana come te" interviene Claudia  "si ma tu vivi qui da dieci anni: e' come se fossi americana"  obietto io,  "ascoltami: tu la nostra lingua la parli bene, certo con qualche difetto, ma e' normale se non sei abituata, cio' non fa di te una straniera, non per noi almeno"  dice Lana prendendomi le mani  "Ormai siamo tutti talmente mescolati che non ha piu' senso fare questi discorsi"  mi dice Raphael, io sorrido commossa e li ringrazio abbracciandoli.

Il giorno dopo verso le 14 andammo come di consueto ognuno in camera sua ma io sono sola: Sarah e Meghan sono rimaste al bar,  dopo un po' stanca di leggere decisi di scendere in sala relax: se ci fossero stati gli altri bene, senno' anche da sola non mi sarei certo annoiata. Appena varcata la porta vedo che non solo ci sono i ragazzi ma anche tutti i miei parenti e la tv e' accesa: di certo e' un dvd sottotitolato perche' dubito altamente che Claudia che pure e' presente, stia li a tradurgli una trasmissione per filo e per segno,  faccio qualche passo avanti e finalmente vedo quello che passa sullo schermo:

"i'm not looking for...love"

Avete presente l'espressione di Rachel, la protagonista di the Ring quando vede il figlio che si sta guardando il video maledetto?  Ecco, la mia faccia era identica.

Non fraintendetemi: sono contenta che i miei abbiano visto tutti gli episodi, solo avrei preferito farlo con loro anche se l'impulso che provo ora e' quello di scappar fuori dalla stanza,  "no! non puoi farlo, sei una Oncer e come tale devi comportarti: se lo fai e' come un tradimento nei loro confronti: guarda solamente cosa porti al collo"  penso mentre con le mani che tremano manco avessi il Parkinson scarto un cioccolatino preso dalla ciotola sul tavolo a fianco del divano,  "ehm, Gloria..."  esordisce Robert toccandomi un braccio  "che c'e'?"  chiedo un po' troppo bruscamente e scusandomi subito dopo mentre mi metto il cioccolato in bocca e inizio a masticarlo  "non so se ti piace"  continua lui,  "perche' no?"  chiedo stupita, gli occhi mi cadono sulla carta stagnola che ancora tengo in mano mentre ho la sensazione che le mie gengive abbiano preso fuoco.

Era un cioccolatino ripieno di peperoncino!  Ne avevo gia provati ma il piccante era molto lieve e quasi non si sentiva,  questo invece e' come se mi fossi mangiata direttamente un peperoncino! e poi io ODIO il piccante.  "tu lo sapevi!"  mugugno con le lacrime agli occhi indecisa se ridere o piangere e avanzo verso di lui che e' praticamente piegato in due dal ridere con fare minaccioso "no, non ho neanche visto subito cos'avevi preso, volevo solo avvisarti"  mi dice con un sorriso, io ricambio e l'abbraccio,  subito dopo mi siedo sul tappeto per vedermi l'episodio, con aria solenne ma credo che i miei l'abbiano percepita piu' come l'aria di chi va ad un funerale di Stato.   "Non ti piace quest'episodio?"  chiede mia madre  "e' il mio preferito" rispondo.

" Quindi la tazzina che porti al collo..."  dice mia zia indicandola mentre scorrono i titoli di coda  "il tuo intuito e' formidabile"  commento io sarcastica,  "che gentili son stati"  dice mia madre guardando Robert ed Emilie  "per questo era firmato RumBelle:  Rumpelstiltskin e Belle" rispondo io,  "ma lui l'amava perche' allora..."  comincia la compagna di mio cugino  "perche' perdendo i poteri temeva di tornare ad essere il vigliacco che era prima, gli danno sicurezza ma si e' reso conto di aver fatto la scelta peggiore"  spiego pazientemente mentre vedo i ragazzi annuire: l'italiano non lo capiscono ma era assai improbabile che stessi parlando della Coppa del mondo di sci no?  "quindi quella non la togli mai?"  chiede mio cugino ridacchiando  "solo quando mi lavo"  rispondo, e lui ghigna ancora di piu',  so che non vuole offendermi ma se li' dentro c'era una cosa che anche i muri sapevano era: "scherza coi fanti, lascia stare i santi ma per l'amor del cielo non toccare skin deep a Gloria",  certo ci avevo riso e scherzato all'infinito ma con loro era un conto, con altri...

"Ecco i caffe'"  dice Lana entrando e reggendo un grosso vassoio, io mi volto e le lancio un'occhiata che definire di fuoco e' un'eufemismo:  purtroppo non riesco a controllare la mimica e le cose mi si leggono in faccia, si capisce subito se qualcosa mi piace oppure no: figuratevi che una volta mentre provavo dei vestiti in un negozio, la commessa, che mi conosceva da un po' appena mi mostro' dei jeans al solo vedere la mia faccia rinuncio' a farmeli provare.

"Cazzo, Lana!  proprio ora dovevi entrare??"  penso tra me e me: siamo sempre andate d'accordo, e lei e' dolcissima, ma cosi, appena dopo skin deep proprio non mi controllo,
"qualcosa non va?"  mi chiede   "skin deep"  rispondono in coro Robert ed Emilie  "ah, capisco..."  dice lei   "credo che se Gloria fosse stata nella serie ti avrebbe dato del filo da torcere"  ride Josh,  "probabile...vuoi un caffe? devo farne altri"  mi dice sorridendo,  "ma certo"  dico io seguendola nell'altra stanza dove c'e' la macchinetta,  "so che tu le fiabe le conosci tutte o quasi"  io annuisco  "bene: in quante vince il cattivo?"  mi dice con noncuranza prendendo i bicchierini di carta pieni e mettendomeli sul vassoio,  i miei occhi s'illuminano mentre torniamo nella sala:  "ehi, che bel sorriso: cos'e' successo?"  mi chiede Emilie stupita,  "se lo sapeste credo che i produttori dovranno cercare un'altra attrice perche' la spellereste di sicuro" penso porgendo il bicchiere a lei e a Robert cercando di non tradirmi con lo sguardo, li' dentro sapevano tutti che loro erano i miei preferiti, anche se cercavo di distribuire affetto in maniera equanime, odiavo fare preferenze in maniera spudorata  "no niente" dico passando prima a Claudia e poi ai miei.

Era mercoledi, e mancavano due giorni: in quel momento sperai vivamente che ci fosse anche per me un happy ending.

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Capitolo 11
*** The twilight zone ***


the twilight zone Alla fine doveva pur succedere: non sono mai stata un asso in matematica ma non ci voleva uno studio per capire che mi sarebbero toccati anche Loro.

Eh si, quel giovedi' mattina ad accompagnare me e i miei parenti in giro per shopping sarebbero stati Robert ed Emilie.

In realta' un po' mi "salvai"  poiche' venne anche Raphael con noi: aveva delle commissioni da sbrigare e cio' mi fece tirare un gran sospiro di sollievo.

Uscimmo dopo le 9 e ad onor del vero non successe niente di rilevante, la giornata trascorse tranquilla,  anche troppo avrei dovuto insospettirmi.

E  infatti...

Alle 16.45 decidemmo di tornare ma c'era un piccolo inconveniente: eravamo strapieni di borse e gia' eravamo stretti sul pulmino, in definitiva non c'era spazio per tutto e tutti contemporaneamente:  "non c'e' problema: voi andate pure noi torniamo a piedi"  disse Emilie indicando lei e Robert,  "vengo anche io: cosi state piu' comodi"  saltai su io.

(oh ma certo! perche' non ti sei portata il pugnale di Rumpelstiltskin gia' che c'eri?? cosi' avevi risolto)  "sei sicura?"  chiese mia madre  "ma certo, in fondo non e' poi cosi lontano"  risposi io pensando che almeno per un po' sarei rimasta sola con loro senza l'impiccio dei miei.  E' vero anche che stavo tutte le sere sola con i ragazzi in sala relax, dove passavamo almeno un paio d'ore chiaccherando ma per me ogni momento era buono: far da balia ai miei in giro risultava pesante e stare con loro mi avrebbe fatto senz'altro bene.

"A dopo allora: fai la brava eh"  disse mia zia salendo sul pulmino  "seh, le ultime parole famose: come si vede che non ci conosci bene"  pensai avviandomi sul marciapiede con Robert ed Emilie.

I miei arrivarono alle 17.10: quando entrarono videro Claudia uscire dal bar con Ginny e Josh,  "bentornati: com'e' andata?"  gli chiese  "tutto bene grazie"  rispose mia madre  "scusate ma Gloria, Robert ed Emilie dove sono?"  " non c'era abbastanza posto in macchina cosi han detto che tornavano a piedi",  al che, (cosi' almeno ci racconto' lei quella sera) Claudia scambio' uno sguardo con gli altri due che definire orripilato e' davvero troppo poco: a differenza di mia madre lei conosceva tutti i nostri retroscena e aveva annusato il "pericolo",  "vabbe' tra poco saranno qui"  intervenne Ginny per salvare la situazione,  cosi dicendo tutti tornarono nelle loro stanze.

Volete sapere a che ora arrivammo li?

non indovinereste mai.

Alle 19.20!

no, non avete letto male.

Ma facciamo un passo indietro...

Stiamo percorrendo il marciapiede prendendocela abbastanza comoda (il sole sarebbe tramontato dopo le 20 dunque non temevamo il buio)  quando vedo uno spiazzo alla nostra destra simile ad un parcheggio, le cui recinzioni fanno intuire che lo stiano preparando per costruirci dei palazzi, noto pero' che al di fuori c'e' anche una fontana di pietra circolare piuttosto grande con al centro la statua bianca di una ragazza che versa l'acqua dall'ampolla,  manifesto il mio stupore nel vederla in quel posto  "qui costruiranno una grossa zona residenziale, e questa sara' al centro"  mi spiega Emilie sedendosi sul bordo, "non dovrebbero costruire prima i palazzi?"  chiedo ancora imitandola  "hanno dovuto farla prima per collegare i tubi dell'acqua: se avessero costruito prima quelli avrebbero avuto difficolta'" precisa Robert.

La guardo: e' piena e l'acqua e' pulitissima, mi sporgo un po' ma cosi facendo mi cadono le chiavi dalla tasca: per comodita' ne abbiamo due di chiavi per camera, poi c'e' Claudia coi passepartout ma se l'avessi persa avrei dovuto pagare cinque dollari di multa,  purtroppo il riflusso la spinge verso il centro, "oh accidenti"  dico togliendomi le infradito ed entrando per recuperarla  "stai attenta"  mi avverte Emilie,  ma io sono tranquilla perche' l'acqua non e' freddissima e poi mi arriva alle caviglie,  cammino fino al centro e la recupero,  mentre torno indietro pero' scivolo e cado in ginocchio tra le risate di Robert ed Emilie.

Vado verso di loro e quando gli sono di fronte getto dell'acqua addosso ad entrambi: lei si limita a guardarmi ammutolita ma Robert senza batter ciglio si leva le ciabatte, mi afferra alla vita e mi riporta al centro praticamente sdraiata nell'acqua, io provo a divincolarmi buttandogliene addosso altra ma non esagero per non fargli male: dopo un po' anche Emilie si unisce a noi, e non ci volle molto per ritrovarci zuppi da capo a piedi, in quel momento ringraziai che non ci fosse molto traffico a quell'ora: e' vero che uno quando guida guarda davanti a se' ma immagina se passa la polizia e ci fa la multa...

Avremmo passato almeno quaranta minuti la' dentro, mentre usciamo e ci strizziamo le magliette squilla il cellulare di Emilie:  "tranquilla, stiamo arrivando"  risponde riattaccando quasi subito  "era Claudia: dice che i tuoi son preoccupati"  mi dice,  "conoscendo mia madre e' gia' tanto che non abbiano chiamato l'Ncis e l'Fbi"  commento,  ci rimettiamo in cammino e dopo quasi un'ora suoniamo il citofono: fortuna che e' rimasto un po' di calore che ci ha permesso di asciugarci un po'.

"What's happened?"  ci chiede Claudia che ci aveva aperto insieme a Meghan:  "non mi sembra che stia piovendo"  ironizza Josh che invece era rimasto nel bar intento, con Ginny a tranquillizzare mia madre e mia zia.

"dont. say. a word"  rispondiamo noi tre, una parola per ciascuno.  Salendo le scale battiamo un cinque all'unisono.

Claudia poi mi racconto' cos'era successo in quelle quasi due ore mentre mi asciugavo i capelli dopo la doccia.

Nel momento in cui i miei parenti erano tornati in stanza lei aveva raggiunto gli altri in sala relax: quando disse che noi tornavamo a piedi tutti alzarono gli occhi al cielo ma nessuno si preoccupo' realmente, (anche se Sarah si lascio' sfuggire un "oh, my god: sara' gia' tanto se tornan tutti interi")   verso le 18 pero' mentre era al bar l'aveva raggiunta mia madre chiedendole se ero tornata, lei aveva negato ma aveva aggiunto fiduciosa: "non deve essere in ansia per sua figlia signora: anzitutto perche' non e' sola, e poi Robert ed Emilie conoscono questo posto come le loro tasche, non si son persi di certo e comunque se fosse successo qualcosa mi avrebbero telefonato"

Al che mia madre avrebbe risposto: "si lo immagino: pero' sa, io mi preoccupo: e' passata un'ora ormai..."

"E' vero ma mi creda: Gloria e' in buone mani (fin troppo aggiunse di aver pensato in quel momento), quei due guai per lei"

"E non solo loro: vi ho visti in questi giorni e volevo ringraziarvi, quando torno' a casa pianse per molti giorni ma pensavo stesse esagerando: da quando sono qui invece capisco il motivo: non avete con lei il tipo di rapporto che credo ci sia di solito tra attori e fan specialmente con quelli della sua eta': al contrario, la trattate come una persona adulta"  pare abbia aggiunto mia madre  ("oddio, cos'ha sniffato?"  chiesi a me stessa mentre Claudia parlava)

"Sa, quando venne qui la prima volta eravamo piu' nervosi di lei: era la prima volta che la nostra produzione indiceva un concorso di quel tipo ma avevo sentito il parere di miei amici e mie amiche che lavorano per altri telefilm e che purtroppo non avevano avuto delle belle esperienze:  innanzitutto perche' non misero il limite della maggiore eta' ma permisero di partecipare anche ai minorenni: noi non abbiamo osato farlo, chi si sarebbe preso la responsabilita' se si fossero fatti male?  poi perche' erano anche due o tre ed infine perche' la maggior parte di loro avevano visto il telefilm poco e niente, si eran fatti raccontare i fatti principali dagli amici e, una volta vinto erano piu' interessati a farsi foto con il cast per metterle su facebook: Gloria invece ama davvero Once upon a time e ci riempie di domande alle quali pero' non sempre possiamo rispondere" concluse Claudia

"Capisco...in ogni caso mi scusi ma comincio ad agitarmi"  disse mia madre

"qualcosa non va? "  chiese mia zia appena giunta seguita da Josh, Ginny e Meghan

Claudia riassunse brevemente la situazione non contribuendo affatto a tranquillizzarla,

"Non vale la pena di preoccuparsi: quei tre se la staranno cavando benissimo e tra poco saranno qui"  aggiunse Ginny in tono ottimista  ("non che avessi dubbi in proposito, il problema era il COME sareste tornati, e infatti..." disse Claudia)

Cio' detto mia madre si era rilassata un po': le era sempre piaciuta molto Ginny sara' per quello che una volta entrati nel bar chiaccherarono abbastanza tranquillamente per qualche minuto,  ma in capo a 30-40 minuti tutti avevano l'adrenalina montata al massimo, anche Claudia che pero' per ovvi motivi non poteva darlo a vedere e si prodigava insieme agli altri tre per rassicurare mia madre e mia zia.

"Che avete fatto?"  mi chiesero praticamente in coro mentre mi avviavo su per le scale "siamo entrati in una fontana"  risposi come se fosse la cosa piu' normale del mondo.

Mentre Claudia raccontava a me, Sarah e Meghan quanto sopra vidi Robert  affacciarsi dalla porta socchiusa  "sbrigatevi che siamo in ritardo per la cena."   "ma se anche tu hai ancora tutti i capelli bagnati"  gli fa notare Sarah   "e' colpa sua"  fa lui indicandomi.

"Ma senti questo!"  dico io prima di gettargli addosso l'asciugamano e inseguirlo attraverso il  corridoio,   quando arrivo alla porta della sua camera mi accorgo che ci sono tre letti  "ciao"  mi salutano Jamie e Sebastian  "ma non eri in camera con Raphael?"  gli chiedo perplessa

"no, non potevano darcela un'altra volta cosi stiamo insieme noi tre"  mi risponde lui

Rumpelstiltskin/Gold, il Cacciatore/Sheriffo  ed il Cappellaio.

Nella. stessa. stanza.

Roba da chiamare il 911.

"vado a prepararmi"  commento ancora sotto shock

Cenai al tavolo con i miei, solo che non potevo incrociare lo sguardo di nessuno, tantomeno di quei due altrimenti avrei fatto volare il vassoio.

"E comunque prima non stavo scherzando"  esordii sedendomi e rispiegando tutto dall'inizio.

"Non posso crederci"  disse mia madre tra lo stupito e lo scandalizzato

"Sembrano due cosi tranquilli"  aggiunse mia zia

"Oh se e' per questo lo sono: presi singolarmente pero', insieme gia' farebbero una strage, aggiungeteci me e...beh in confronto la nitroglicerina e' innocua"  dissi io bevendo un sorso d'acqua.

"Se fossi stata nella serie allora si che Regina avrebbe avuto paura"  considerai quella notte prima di addormentarmi.


nota dell'autrice:  il titolo e' un riferimento all'omonimo telefilm (in italia "ai confini della realta'') il quale deriva dal gergo aereonautico: cosi e' chiamata infatti la linea sotto cui il sole scompare al tramonto, Rod serling, il produttore soffriva d'insonnia ed era solito appuntarsi le trame in quel momento della giornata

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Capitolo 12
*** a Christmas's fairytale ***


A Christmas's fairytale Alla fine quel venerdi' arrivo' ed io mi ero decisa a buttare alle ortiche il mio orgoglio:

"posso vedere gli ultimi tre episodi?"

Cosi' esordii con Claudia quella mattina a colazione, la quale accetto' subito: tanto i miei dovevano prepararsi le valigie e io la mia l'avrei fatta quella sera.

"Ma certo: quando vuoi"  mi rispose.

"Scusate ma io ora ho da fare: torno tra un paio d'orette e non disturbatemi nemmeno se c'e' un incendio o un terremoto"  annunciai ai miei,  "e anche voi per favore, non entrate e non fate entrare nemmeno loro. seriamente" mi rivolsi ai ragazzi  prima di andare a chiudermi a chiave in sala relax.

"Forse e' meglio aspettare: devo essere impazzita per vedermene tre di fila l'ultimo giorno" non avevo finito di pensarlo che stavo gia' infilando il dvd.

Claudia, che  aveva ormai assunto la funzione di Nando Martellini ai mondiali dell'82  si era poi occupata di raccontarmi cosa accadde in mia assenza.

Rimasero tutti al bar con la tensione che si tagliava a fettine: "chissa' come reagira' quando..."  si chiedevano l'un l'altro  "io vado a chiudermi in bagno"  annuncio' Lana   "faresti meglio: secondo me appena esce ti da' uno schiaffo"  ghigno' Jamie   "no secondo me esce piangendo"  ipotizzo' Jenny    "per me si mette ad urlare" disse Jessy  "ma figuriamoci! una cosi composta come lei..."  disse  Raphael   "composta lei?? in quel momento?? non ce la vedo ma neanche..."  aggiunse Emilie.


Passa qualche minuto e Robert le chiede:  "Secondo te l'ha visto?"  

"no, non ancora"

Altri 10 minuti circa....



"Ma l'avra' visto?"    "ma no..."


"AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!"


"L'ha visto"  concluse Emilie mentre Robert si rovesciava addosso il caffe' per lo spavento.


Seh, e' colpa mia adesso...


Uscii cantando "tale as old as time"  e senza dire altro andai verso Lana e le mostrai le due dita della mano destra rovesciate  (ossia il corrispettivo anglosassone del nostro gesto del dito medio) tra le risate degli altri poi mi lanciai senza alcun riguardo verso Emilie  la quale essendo alta come me e quasi del mio stesso peso fini' a terra ridendo insieme a me mentre il povero Robert  era rimasto poco distante da noi completamente basito e con la maglia sporca di caffe'  "che hai fatto?"  gli chiedo avvicinandomi

Lui mi guarda.

E, giuro sul mio onore, mi risponde:

"Fuck you"

"Robert!"  esclamano tutti  mentre noi tre ci abbracciamo tutti insieme ed io bacio entrambi sulla guancia.

Dopo averli lasciati corro da Sebastian: eh se non c'era lui...

"Beh? che succede?" in quel momento entrano i miei.

"Niente, assolutamente niente, e' tutto a posto...ora."  rispondo mentre ci rechiamo in mensa per il pranzo.

"Chissa' adesso quanto dovro' aspettare per la seconda serie..."  dico io sconsolata mentre finito di mangiare, torniamo al bar

"Natale"  risponde Claudia

Certa di aver capito male getto un urlo pari a quello di poco prima:

WHAT???!!!

"Ho sentito una mia amica che lavora per fox italia: dice che la prima puntata della seconda stagione andra' in onda a Natale, anche se online ce ne sono gia' un po'.... ma non posso anticiparti nulla!"

"Il titolo...almeno il titolo potrai dirmelo."  biascico a fatica

"Broken: cioe' spezzato"

Mi lasciai cadere su una sedia riflettendo...

Broken.

Ovviamente significa spezzato...spezzato...spezzato...

Ora, anche pensando a quanto avevo visto poco prima poteva riferirsi solo ad una cosa.

Di colpo mi vennero in mente le parole che mi disse Lana pochi giorni prima.

"In quante fiabe vince il cattivo?"

Ommioddio!!!

Alzandomi dalla sedia come in trance vado verso i miei seduti ad un tavolo poco distante:

"A Natale facciamo quello che volete ma io la sera devo essere a casa"  dico come un'automa

I miei non fecero nemmeno in tempo a replicare che Robert mi urlo': "tanto non riuscirai a vederla"  

"Why not?!"

"Perche' il 21 dicembre finisce il mondo"  ghigna lui con aria maligna

"oddio che le hai detto!!"  sembrano pensare gli altri.

"RUMPELSTILTSKIN!!! VIENI SUBITO QUI!!!"  urlo io di rimando, non faccio in tempo a terminare la frase che subito corre verso la sala relax,  lo seguo e appena ci arriviamo lo spingo sul divano facendogli il solletico, peccato che dopo pochissimo lui trovi il modo di vendicarsi, e lo abbraccio di nuovo ridendo.

Mentre torniamo in camera un'ombra di tristezza mi vela gli occhi "ehi, cos'e' quella faccia?"  mi chiede Jamie  "niente"  mormoro io distogliendo lo sguardo  "ascolta: hai visto che sei tornata quando pensavi di non vederci piu': magari questa volta passera' piu' tempo, ma tornerai ancora e magari ti sarai gia' vista meta' della seconda serie" mi dice Jenny mettendomi le mani sulle spalle, io annuisco.

Lasciarli per la seconda volta, anche se leggermente piu' consolata rispetto alla prima non fu per niente facile,  chiesi ai miei di poterli salutare da sola, perche' avevo preso una decisione:

Non dovevano vedermi piangere.

Si, e chi si staccava piu'?

E, poi quando uscii con gli occhi rossi come mi giustificavo? "ho tagliato le cipolle?"

Questa volta ad accompagnarci furono Claudia e Josh,  e meno male: gia' avevo la mezza idea di buttarmi dalle scale per slogarmi una caviglia o cose del genere per avere la scusa di rimanere, se ci fossero stati Robert o Emilie 99,9 su 100 l'avrei fatto davvero.

Cosi le possibilita' si riducevano dello 0,1%

Niente da fare, mi tocco' salire sull'aereo.


25 dicembre 2012


Sto scartando i regali insieme ai miei, quando noto un pacco piuttosto grosso in un angolo, anzi piu' che grosso era spesso  penso tastandolo,  leggo il biglietto: "Merry Christmas"  firmato Claudia e tutto il cast.

Lo tasto di nuovo.

Non puo' essere  quello che sto pensando io....no?

Strappo la carta e appena vedo cio' che contiene le lacrime cominciano a scendere copiose.

I dvd della prima stagione in italiano.

Volto il biglietto e leggo "questo e' il mio contatto Skype: accendi il computer stasera alle 20" sempre firmato Claudia.

Per  la cronaca: secondo voi ero riuscita ad essere paziente fino a quel giorno?

Risposta esatta.

Ero gia' arrivata alla 2x03.

Comunque sia, quella sera mi collegai, ma non c'era solo lei.

C'erano tutti.

Ricominciai a piangere.

"Don't cry"  mi disse Ginny

Sapevano che avevo gia'  iniziato la seconda serie perche' avevo mandato un sms a Claudia.

"E non consumare quello con l'episodio 12"  rise Robert.

"SHUT UP!!!"  gli urlai

"Mi mancate"  mormorai.

Stavo per avere una crisi isterica.


"Mi mancate tutti...immensamente...."


....mi svegliai di colpo!

Mi guardo attorno: sono in camera mia, in casa mia.

Era un sogno.

Un lungo, stupendo, meraviglioso sogno.

"Peccato"  penso

"Oh beh, almeno e' sabato"

L'unico vantaggio del finire le lezioni alle 13.50 e dell'avere due intervalli e' che almeno al sabato siamo a casa.

"si, ma la mattina non c'e' quasi niente in tv a parte su Sky, forse"

Raccolgo la catenina che durante la notte mi si e' sganciata, per fortuna senza cadere dal letto e scendo per le scale.

"Oh beh, almeno ho dei dvd da vedere...."


FINE.





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