Another One Bites the Dust di Kuji13_musicaddict (/viewuser.php?uid=28812)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Psyche ***
Capitolo 2: *** Meredith ***
Capitolo 3: *** Thabita ***
Capitolo 4: *** Boys and Girl ***
Capitolo 5: *** Un piccolo incidente ***
Capitolo 6: *** Fuckin' Angry Girl ***
Capitolo 7: *** Bad Bad Bad ***
Capitolo 8: *** Three Kings ***
Capitolo 9: *** capitolo 9: Sabrina ***
Capitolo 10: *** What's Going On? ***
Capitolo 11: *** Lui, lei...l'altra??? ***
Capitolo 12: *** capitolo 12: fight club ***
Capitolo 13: *** capitolo 13: Odi et Amo ***
Capitolo 14: *** One Bad Beer ***
Capitolo 15: *** Gelosia... ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16:: Natalia ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Il trio degli sfigati in amore ***
Capitolo 18: *** Summerwine ***
Capitolo 19: *** Altalena ***
Capitolo 20: *** il servizio fotografico ***
Capitolo 21: *** coraggio, tuomas ***
Capitolo 22: *** Ti Amo, Stronza ***
Capitolo 23: *** Better Than Me ***
Capitolo 24: *** il MetalKlubi ***
Capitolo 25: *** Perché Sei Così Serio? ***
Capitolo 26: *** Solo Sesso? ***
Capitolo 27: *** O Anche Amore? ***
Capitolo 28: *** Riveazioni ***
Capitolo 29: *** Chiarimenti E Opinioni ***
Capitolo 1 *** Psyche ***
1psyche
- Another One Bites the Dust -
NOTA IMPORTANTISSIMA!
Salve a tutti, siamo Kuji13 e music_addict! Abbiamo deciso di
creare un account tutto nostro dove postare le nostre collaborazioni, come
potete vedere qui abbiamo messo anche Another One Bites the Dust, in precedenza
cominciata assieme ad una terza autrice, Ginny002.
I Cinque capitoli iniziali di questa fanfic rimangono tali, non
abbiamo ritenuto carino cambiarli.
Ginny002 è stata estromessa dal seguito di questa storia per il
comportamento poco corretto, poco professionale e decisamente immaturo che ha dimostrato
verso di noi, oltre che per il totale e assoluto disinteresse nei confronti
della storia. Più volte ha detto di non avere abbastanza tempo, dimostrando
invece di averne per dedicarsi ad altro. Purtroppo la pazienza ha un limite.
Dal capitolo 6 in poi, Another One Bites the Dust sarà
proseguita solo da noi due. Aspettiamo le vostre recensioni!!!
CAPITOLO UNO:PSYCHE
Psyche era decisamente scazzata: aveva dovuto abbandonare
a metà un altro incarico perché il suo capo l’aveva obbligata ad accettare il
monitoraggio del nuovo video di Valo, Holopainen e Laiho. Tutto questo perché il suo caro vecchio amico Bam Margera
aveva chiesto espressamente di lei. Gliel’avrebbe fatta pagare, lei ci teneva
al lavoro che stava facendo, era la prima volta che le veniva affidato un
incarico all’estero.
Aspetta solo che ti
trovi, Bam, poi ne senti quattro! Ringhiò mentalmente mentre guidava verso la sala
d’incisione in cui si doveva incontrare con Bam e i tre musicisti. Parcheggiò
la BMW nera nell’ampio parcheggio degli studi di Helsinki e cominciò a salire
le scale alla ricerca della sala in questione (la sua claustrofobia le faceva
accuratamente evitare gli ascensori, anche a costo di farsi a piedi 2000
gradini). Fortunatamente la trovò subito e spinse la porta per entrare. Ad
accoglierla fu proprio lo skater, per sua sfortuna…
-Ciao, Psyche! Quanto tempo!- la salutò con un sorriso
giocondo.
La ragazza lo fulminò con gli occhi nocciola, soprattutto
per il modo in cui pronunciava il suo nome (all’americana) e che lei detestava
–E’ Psiche, non Saichi!! Quante volte te lo devo dire??- sbottò. La sua irritazione
nei confronti di Bam Margera non l’aiutava a essere tollerante verso di lui.
Margera sbatté le palpebre, colto alla sprovvista dalla
feroce risposta della ragazza –Ok, scusa… Psiche.-
-Ecco, così va meglio.- constatò la cameraman
abbandonandosi su una sedia nella saletta audio. –Dove sono tutti?- domandò poi
inclinando leggermente la testa di lato e facendo ondeggiare i boccoli castani
lunghi fino a metà schiena.
-Pausa caffè…- rispose meccanicamente Bam –Anche se credo
sia più giusto definirla pausa birra.-
Psyche sorrise appena, la rabbia cominciava a scemare,
come accadeva sempre: non riusciva a rimanere arrabbiata per tanto tempo con
dei suoi amici. –Sappi che ho dovuto mollare un incarico all’estero per te! Mi
devi come minimo due favori!- disse tuttavia, mantenendo un cipiglio scontroso.
-Due favori addirittura?? E che c’era di tanto importante
da fare in America??- sbottò Bam.
-Intanto già per il fatto che fossero gli USA mi devi un
favore, e poi stavo filmando un video del tour dei Bon Jovi, mi sembra
rilevante!- replicò la ragazza incrociando le braccia.
Bam alzò gli occhi al cielo –Già per il fatto di averti
aspettata qui e di aver rinunciato alla birra dovresti detrarmi un favore… e
poi, i Bon Jovi?? E ti definisci una metallara??-
-Non offendere! E poi non ho mai detto di essere una
metallara!- Bam osservò accigliato l’abbigliamento della ragazza: gilet nero in
pelle su una maglietta dello stesso colore con un drago cinese bianco disegnato
sul davanti, jeans scuri tenuti su da una cintura a borchie a diamante alla
quale lei stessa aveva appeso dei ciondoli d’argento a forma di teschietto,
immancabili converse all star nere ai piedi e, dulcis in fundo, monoguanto nero
da motociclista alla mano sinistra, tralasciando le varie collanine che portava
al collo –E potevo benissimo starmene da
sola per un po’, non ho mica bisogno della balia!-
-A volte sei veramente pedante!- sbuffò Bam con un sorriso
–Ma sei anche dannatamente brava con la telecamera e la tua creatività mi
tornava utile, quindi accetterò in silenzio le tue polemiche.-
Psyche sorrise soddisfatta –Dannatamente brava, eh? Bene, sì, sono d’accordo!- sogghigno.
-Non ti smentisci mai, Ego-a-3000!- esclamò lo skater
tornando a guardare il soffitto –Almeno conoscerai Ville, non sei contenta? Una
volta avevi detto che ti piacevano gli HIM.-
-Direi di sì, anche se filmare i Bon Jovi e filmare questi
altri tre non è la stessa cosa per me.- gli rispose la ragazza giocherellando
con la punta di un boccolo.
Bam la guardò scettico e stava per risponderle quando la
porta dello studio si aprì facendo entrare i suoi nuovi clienti seguiti da
altri due tizi sconosciuti alla cameraman. Ville e Tuomas stavano discutendo
allegramente in suomi, mentre Alexi stava dicendo qualcosa a uno dei due
ignoti, probabilmente due tecnici del suono.
-Oh, finalmente! Ce ne avete messo di tempo!- sbuffò Bam
afferrando la birra che Ville gli porgeva.
-Bè, mi sembra di averti lasciato in ottima compagnia!-
rispose uno dei tecnici alludendo ovviamente alla ragazza che ciondolava in
piedi davanti al pannello di controllo dell’audio.
-Bè, ottima solo in certi aspetti…- commentò Bam
guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Psyche.
-Parla per te, idiota!- sbottò leggermente offesa
infilandosi le mani in tasca.
-Oh oh oh, senti che lingua affilata!- commentò divertito
Tuomas –Finalmente una che ti mette in riga!- Bam gli rivolse una smorfia che
tentava di fare il verso a una risata.
-Sei la famosa
cameraman di cui Bam Bam ci ha tanto parlato?- domandò Ville Valo posando
per la prima volta il suo sguardo su di lei. La ragazza sentì lo stomaco
stringersi: decisamente dal vivo era ancora meglio che in video o in foto, ma
lei non voleva assolutamente fare la figura della bavosa e quindi si ricompose
subito.
-Sono felice che almeno Bam mi abbia elogiata prima di
strapparmi dagli USA, ciò gli rende salva la vita.- rispose –E comunque sì,
sono io.-
I tre finlandesi si guardarono eloquenti: un video con la
collaborazione di quei due sarebbe stato l’equivalente che assistere alla III
Guerra Mondiale. Ne valeva la pena.
-Potremmo gentilmente sapere il suo nome, signorina?-
domandò cortesemente Alexi e Psyche ebbe la vaga impressione che la stesse
prendendo in giro per le sue risposte altezzose. Tuttavia rispose con
naturalezza, sottolineando bene la pronuncia.
-Psyche è un genio delle telecamere, nonché una ragazza
piena di fantasia: ci aiuterà a mettere su il video e sono sicuro che ne verrà
fuori una cosa da Oscar!- disse Margera.
-Sì, Bam, credici…- commentò uno dei due tecnici.
-Intanto vediamo di finire di incidere il pezzo entro
domani: il festival è alle porte e noi non abbiamo ancora finito.- esclamò Alexi
avviandosi verso l’altra parte della sala, quella strettamente adibita alla
registrazione.
Psyche osservò i tre musicisti prendere posto ai loro
strumenti. Per quella collaborazione avevano praticamente messo su un’altra
band con Valo al basso, Holopainen alla tastiera, Laiho alla chitarra e lo
sconosciuto con cui stava parlando Alexi alla batteria; a cantare erano sia
Alexi che Ville, mischiando quelle due voci così diverse tra loro, ma che in
fondo si armonizzavano con efficacia. Il pezzo era stato composto espressamente
per il festival del rock finlandese che si sarebbe tenuto nella capitale nel
giro di poche settimane, scritto dall’intero terzetto.
-Ho fatto una figura di merda.- mugugnò Psyche tornando a
sedersi e guardando il gruppo attraverso il vetro. La canzone le piaceva. –Ho
fatto la figura di quella che se la tira e della ragazza scazzata, come
sempre!-
Bam le lanciò un’occhiata divertita –Bè, in effetti oggi
sei un po’ lunatica, ma non credo che gli altri se ne siano accorti.-
-Non si sono accorti della differenza: per loro sono
stronza e amen!- sbottò la cameraman sprofondando ulteriormente nella sedia.
Voleva nascondersi e cancellare quell’impressione pessima che aveva dato di sé.
-Ok, ma dovrai lavorarci insieme per un po’, si
accorgeranno della differenza, vedrai! Non preoccuparti e comincia a pensare a
qualche idea per il video, piuttosto!- replicò Bam tornando a concentrarsi
sulla canzone dopo aver dato a Psyche un’amichevole pugno sulla spalla.
Sì, Bam aveva ragione: era meglio concentrarsi sul video.
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Capitolo 2 *** Meredith ***
capitolo2
Capitolo 2:
Meredith
Jeanie allontanò la
cornetta del telefono dall’orecchio, mentre un turpiloquio di parolacce,
condito da insulti e minacce rischiava di farle saltare entrambi i timpani in
un colpo solo. La donna aspettò che la ragazza all’altro capo smettesse di
sbraitare, poi riavvicinò cautamente l’apparecchio a sé.
-Cerca di capire
Meredith, Kosti è il migliore…-
-SE LO PUO’
SCORDARE!- fu la diplomatica
risposta, seguita dal tu-tu-tu, che
segnava l’abbandono della conversazione. Jeanie rimise il telefono a posto e
sospirò. Si, forse aveva sbagliato a non avvertire l’amica di quel servizio
fotografico…ma l’aveva fatto anche per salvare il proprio buon nome.
Qualche minuto
dopo, una furia dai capelli rossi spalancò la porta a vetri dell’ufficio e
sbatté la borsa sulla sedia, piantando poi le mani sui fianchi.
-Meredith- disse
una voce maschile, la ragazza si voltò.
-Guarda chi c’è! Il
frega-lavori!- esclamò lei, tornando ad ignorare Kosti e i suoi capelli
impomatati, per concentrarsi su Jeanie -sto aspettando, perché non me lo hai
detto? Sai da quanto aspetto di poter fare un servizio del genere!-
-Lo so, Dith, mi
spiace-
-Non usare quel
soprannome! Io voglio quel lavoro, sei mia amica…perché non me ne hai parlato?-
-Perché sei pazza-
borbottò Kosti, Meredith lo fulminò con gli occhi castani.
-Io non sono pazza-
-Svitata, fuori di
zucca, come vuoi…sei matta, come tutta la tua famiglia-
-Non tirarli in
ballo!-
-Adesso basta-
intervenne Jeanie, invitò Meredith a sedere ma lei rifiutò, preferendo rimanere
in piedi accanto alla sedia vuota.
-Jeanie, sono la
tua migliore fotografa…-
-Sei mia amica, non
potevo certo raccomandarti così-
-Invece si! Dammi
la possibilità di dimostrare cosa so fare…sono brava e mi sono rotta le scatole
dei soliti servizi- Jeanie guardò l’amica come a dire che tanto non se la
beveva e lei fece spallucce -beh, sono anche dei bei ragazzi- aggiunse
guardandosi le unghie.
-Sbrigatevela da
soli- decise infine la donna -ma fuori di qui- indicò la porta, Meredith
riprese la borsa e precedette Kosti fuori dall’ufficio. Si squadrarono per
qualche secondo, prima che lui sorridesse beffardo incamminandosi lungo il
corridoio, la rossa gli corse praticamente dietro.
-Voglio quel
lavoro-
-Scordatelo-
-Credi forse che
non sia professionale?- Meredith si piantò davanti al collega fermandolo con una mano sul petto -stammi bene a sentire,
sarò anche pazza ma so fare il mio lavoro! E di certo non ho bisogno di
provarci come un viscido lumacone per ottenere quello che voglio…questo perché
a differenza tua, sono brava!-
-Ho detto che te lo
puoi scordare- lui fece per sorpassarla ma la ragazza non aveva la minima
intenzione di cedere.
-Allora ti
perseguiterò finché non cederai, ti chiamerò ad ogni ora del giorno e della
notte, ti farò diventare matto, saboterò il tuo lavoro e ti farò licenziare-
-Tu non oseresti…-
-Io oserei eccome,
lasciami questo lavoro e non mi avrai mai più tra i piedi- Kosti sembrò
pensarci sopra, in effetti non avere più una come Meredith Emerson attorno
sarebbe stato perfetto, vista la tremenda rivalità che esisteva dai tempi
dell’università.
-E va bene- sospirò
infine, sconfitto. Pensò che comunque fosse solo un’occasione mancata, di certo
non era con quattro foto a degli imbecilli che si poteva raggiungere la
notorietà, sarebbe bastato aspettare un’occasione migliore -potresti almeno...-
ma Meredith era già sparita in fondo al corridoio, dopo aver investito un
cestino della carta straccia, il cui contenuto era ora sparso per terra in
bella mostra Quanto la odio…pensò
Kosti mettendosi a raccogliere la spazzatura…Dio solo sa quanto la odio.
Meredith invece era
raggiante di felicità, avrebbe realizzato uno splendido servizio fotografico…si
sarebbe impegnata con tutta se stessa per dimostrare a tutti che aveva davvero
del talento. Era stufa delle foto di paesaggi, reportage sulla natura e sugli
animali…se avesse fatto un buon lavoro, il suo nome sarebbe uscito dalle pagine
dei giornali e magari, risalito dall’ultima file delle “persone che hanno
collaborato al progetto” inoltre, era stanca di essere sfruttata e sottopagata
per tutta la fatica e l’impegno che ci metteva.
Doveva solo
precipitarsi ad Helsinki...
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Capitolo 3 *** Thabita ***
3thabita
CAPITOLO 3: THABITA
La sua John Player Special stava quasi
finendo, mentre sputava in faccia la sua ultima boccata di fumo a quello che le
aveva appena dato il lavoro - Le ho già detto - ridisse, sospirando e buttando
a terra la sigaretta. Il rosso scuro dei suo capelli si illuminò ancora di più,
mentre la nuvola che copriva il sole si allontanava, spinta via dal vento - Che
non voglio accettare questo incarico -
- Thabita, avanti! - sbottò lui,
sventolandole davanti al naso una quindicina di fogli - E' solo un' intervista!
E poi, non puoi fare queste scenate tutte le volte... Quando ti abbiamo
assunto, hai detto che avresti dato il massimo -
La testa rossa della ragazza fece un leggero
movimento verso il basso, quasi invisibile, segno che stava pensando a qualcosa.
Poi la rialzò e guardò di nuovo i fogli che le dita tozze dell'uomo che aveva
davanti stringevano quasi con cattiveria. Lo guardò una seconda volta poi
glieli strappò letteralmente dalle mani - A chi cazzo devo fare ste domande? -
sibilò.
- Ai sex symbol della Finlandia - rispose
compiaciuto - Sai... Ville Valo... Alexi Laiho... e Tuomas Holopainen -
- Non capisco perché devo intervistare di
nuovo quel coglione di Ville Valo - disse a denti stretti, agganciando
automaticamente la mano sinistra contro il braccio destro - L'ho intervistato
sì e no tre mesi fa... Che avete da domandargli ancora? -
L'uomo si portò letteralmente le mani sui
capelli e li strattonò appena, togliendo quei pochi che gli erano rimasti sulla
nuca semi pelata - Sono scritte lì le domande, su quei fogli che ti ho
consegnato. Leggile e vedi di intervistarli nascondendo il tuo carattere
cazzoso, hai capito, Miss Iceberg? -
- Capo, lei quando mi ha assunto sapeva a che
rischio andava in contro - e lì, gli mostrò la dentatura in un sorriso molto
più che forzato - Io sono solo me stessa e non ci vedo niente di male -
- Sì sì - disse lui, agitando la mano per
aria e congedandosi senza neanche un saluto.
Thabita abbassò lo sguardo velato di noia sui
fogli che stringeva, giusto per farsi un' idea... e gli occhi grigi, quasi
dello stesso colore del ghiaccio, indugiarono e si allargarono fin da subito
sulle parole della prima domanda. Per la prima volta dopo tanto tempo, si sentì
imbarazzata e lievemente a disagio, sapendo che prima o poi, avrebbe dovuto
chiedere a Ville, Alexi e Tuomas, tutte e dieci quelle domande.
Chi me lo ha fatto fare? sbottò dentro di sé, iniziando a camminare a passo
svelto all'interno del suo minuscolo appartamento al centro di Helsinki. Non
riusciva a pensare ad una sua possibile reazione davanti a quelle domande, e
nemmeno quelle dei tre ragazzi.
- Cazzo -
- Giuro su Dio, che se un giorno ci
rivedremo, ti farò fare una così grande figura di merda, che allora sì, ti
ricorderai di me, coglione -
- Abbassa la cresta, stronza -
- Ma cosa vuoi andare a fare... a
trent'anni sarai più fallito di me, Ville Hermanni Valo! TI ODIO! -
- Sei la solita puttana... Non capisco
cosa ti abbia fatto di male per meritarmi tutto questo da te!Io proprio non ti
riconosco più. Ringrazio Dio che sto lasciando la scuola -
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Capitolo 4 *** Boys and Girl ***
4
CAPITOLO
4
-Psyche,
per favore, ti supplico, fai quello che ti dico per una volta!- esclamò Bam
passandosi una mano sul cappellino nero e sforzandosi di sorridere alla ragazza
–E’ la cosa migliore da farsi!-
-Non
sono per niente d’accordo! Non puoi fare un video che non c’entra niente con la
canzone: è stupido!- obiettò lei.
Ville,
Tuomas e Alexi assistevano a quella scena ormai da dieci minuti, trattenendosi
a stento dal ridere in faccia a uno dei due: avrebbero rischiato la vita. Bam
era disperatamente in cerca di un punto di mediazione con la cameraman a
proposito del video che lui voleva in classico stile margeriano, ma con una
storia di fondo che con la canzone non aveva niente a che fare. Psyche dal
canto suo si opponeva radicalmente all’idea di Bam, puntando su una cosa
artistica o su una cosa che c’entrasse col testo del pezzo.
-Non
è stupido! Alla gente non gliene frega niente di un video che segue la canzone!
Gliene basta uno bello!- protestò Bam rinunciando al suo tono gentile e
accondiscendente.
-Bè
scordatelo! I miei video sono belli e seguono le canzoni, altrimenti ti arrangi
e io torno al mio vecchio incarico.- sbottò Psyche incrociando minacciosa le
braccia sul petto e fissando con aria di sfida lo skater.
-Qualcuno
ha dei pop-corn?- domandò sommessamente Alexi agli altri due e guadagnandosi
un’occhiataccia da parte di Bam che si sentiva disarmato dopo quasi un quarto
d’ora di dibattito con la ragazza che non era intenzionata a cedere.
-Visto
che il video è nostro, non possiamo decidere noi?- domandò esasperato Tuomas.
-No!-
disse Bam.
-Sì!-
obiettò Psyche. Bam le lanciò uno sguardo omicida. –Hanno il diritto di
decidere! Mettiamo ai voti e maggioranza vince!-
-Questa
me la paghi, Tuomas…- sussurrò Bam mentre Psyche lo guardava con un sorrisetto
trionfante: sapeva già che ai tre musicisti era piaciuta l’idea che lei aveva
proposto per il video, era già la vincitrice. –Allora votiamo!-
-Chi
è per il video di Bam?- domandò Psyche. Nessuna mano. –Chi è per il mio?- le
tre mani dei ragazzi scattarono verso l’alto mentre Bam rivolgeva ai tre
individui una silenziosa maledizione. –Direi che la democrazia ha deciso.-
commentò Psyche con un sorriso soddisfatto.
-Solo
perché hanno scelto il tuo!- sbottò Bam –E poi, che bella democrazia! Li hai
plagiati!-
-Ah,
dettagli!- replicò la cameraman –Comunque gli effetti grafici li tengo lo
stesso, sai che mi piacciono.-
Bam
sbuffò sarcastico –Oh, grazie, sua maestà!-
-Non
c’è di che!- replicò Psyche provocando in Bam una crisi isterica che andò a
sfogare su una sigaretta. La ragazza ridacchiò avvicinandosi al trio –Ok, forse
l’ho fatto un po’ arrabbiare…-
-Solo
un pochino.- rispose sarcastico Ville con un sorriso. Conosceva abbastanza bene
Bam da sapere che l’aveva minato nell’orgoglio, ma gli sarebbe passata in fretta.
-Io
proporrei come video di filmare loro due. Sai che roba! Viene fuori un video
coi fiocchi!- commentò Alexi scolandosi ciò che rimaneva di una lattina di
birra. Gli altri due risero.
-Dillo
a Bam, vediamo che ti risponde!- commentò Tuomas –Comunque l’idea che avevi
proposto mi piaceva veramente, anche se devo ammettere che ho votato per te
perché volevo vedere la reazione di Bam.-
-Oh,
grazie per la sincerità!- esclamò divertita Psyche –Comunque se per voi va bene
io comincerei a filmare già da domani pomeriggio, il tempo di raccogliere il
materiale che ci occorre.-
-Quindi,
riassumendo, l’idea sarebbe di dividerci e di filmare ciascuno di noi in un
posto diverso e di incrociare poi le nostre immagini con quelle di una storia
che segua il testo della canzone, giusto?- domandò Ville.
-Esattamente!
Avevo pensato allo studio, a un mezzo pubblico e a una strada come luoghi: lo
studio vuoto per dare l’idea della composizione della canzone e gli altri due
perché sono posti in cui uno tende a riflettere su quello che ha attorno quando
è da solo. La canzone parla della delusione ricevuta da una persona cara e del
suo successivo allontanamento mi avete detto, giusto? Quindi mi sembra che come
ambientazione vada bene. Siete ancora del parere che vi piaccia?- domandò
Psyche guardandoli con apprensione: ci teneva a un loro giudizio positivo.
I
tre finlandesi si guardarono per capire come la pensavano a vicenda, poi Tuomas
prese la parola –Direi di sì, bisogna solo trovare come rendere la storia di
fondo.-
Psyche
sorrise radiosa –Non ti preoccupare, di questo discuterò con Bam quando si sarà
calmato. Non posso isolarlo da tutto, in fondo il regista è lui… io sono solo
una cameraman con delle idee al suo servizio.-
Alexi
e Ville si guardarono e scoppiarono a ridere –TU? Tu al servizio di Bam?? Mi
pare il contrario!- obiettò Alexi.
-Fa
tutto quello che dici tu!- disse Ville.
-Solo
perché ha capito che contestarla vuol dire affrontare un estenuante dibattito
che porterà comunque a una sua vittoria per logoramento.- commentò Tuomas.
Psyche
rise –Effettivamente… Comunque non siamo sempre così, non preoccupatevi!-
-Vi
conoscete da tanto?- domandò Alexi aprendosi un’altra birra.
-Da
un po’… circa tre anni. Ho girato con lui uno dei miei primi video. Poi ci
siamo ritrovati altre volte…-
-Bam
avrebbe dovuto capirlo quella volta che con te era meglio andarci piano.- disse
Ville imitando Alexi e aprendosi una Redbull. –Si è cacciato in un bel guaio,
quell’idiota!-
La
cameraman rise –Sì, in effetti… ma non sono così terribile, dai!-
-No,
ma a volte fai paura…- commentò Alexi –Hai più palle di un uomo!-
-Bè,
più palle di Bam di sicuro!- osservò Psyche provocando una risata soffocata da
parte di Ville che aveva capito cosa intendeva la ragazza: effettivamente Bam
sembrava gay a volte, quando ci si metteva. –No, dai, non parliamo male di
Bam.-
-Perché?
Io cominciavo a prenderci gusto!- obiettò Alexi.
-Perché
fra poco tornerà e non credo sia un bene che ci senta: è già abbastanza
incazzato con me senza dargli altri motivi per detestarmi!- rispose saggiamente
la cameraman –E poi dovete finire di fare i controlli del suono, dovete tornare
al lavoro. Ricreazione finita, avanti, bambini!-
-Bambini?-
domandò confuso Alexi –Non ti ci vedo nei panni della maestra: uccideresti quei
piccoli marmocchi!-
-Allora
sarò più dittatoriale: al lavoro, schiavi!- rispose la cameraman indicando con
un minaccioso indice la sala di registrazione e assumendo un’espressione
autoritaria.
-Ecco,
così assomigli più alla Psyche che ho presente…- disse il chitarrista avviandosi
verso il posto indicato.
Psyche
ci rimase un po’ male, non era quella l’impressione che voleva dare –Sono
veramente così?- domandò tristemente a Tuomas che stava seguendo Ville dentro
la sala registrazioni. Lui la guardò un po’ addolcito.
-A
un primo sguardo sì, ma credo che conoscendoti meglio tu non sia così
autoritaria e maschile.- le disse con un sorriso consolatorio prima di seguire
gli altri.
Psyche
sospirò: almeno qualcuno si accorgeva del suo lato femminile! Poi uscì dallo
studio per andare alla ricerca di Bam, dovevano discutere del video seriamente.
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Capitolo 5 *** Un piccolo incidente ***
5Un piccolo incidente
CAPITOLO 5: Un Piccolo incidente
Kosti
le aveva dato finalmente l’orario del servizio fotografico, dopo un’estenuante
discussione in cui erano volati parecchi insulti tutt’altro che professionali,
ma che almeno avevano aiutato Meredith a sfogarsi. Aveva detto che doveva
trovarsi per le 17h00 allo studio di registrazione n°13… il numero avrebbe
dovuto metterla in guardia, come l’orario un po’ insolito -di solito i servizi
fotografici si facevano di mattina-, ma lei non aveva voluto crearsi problemi
inutili, ansiosa di allontanarsi da quell’individuo ripugnante.
Dovrebbe essere questo… si disse mentre si trovava davanti una
porta blu scuro con un numero 13 appiccicato sopra. Una strana agitazione le
prese lo stomaco, ma Meredith cercò di allontanarla subito: doveva apparire
professionale e sicura di sé, come le avevano sempre insegnato! Trasse un
profondo respiro e aprì la porta con un sorriso radioso preconfezionato
stampato in faccia e…
-Brutto
figlio di… Mi ha dato le informazioni sbagliate!- esclamò Meredith. Non era
stato così difficile accorgersene: lo studio n°13 era completamente al buio e
non era decisamente uno studio, notò quando accese la luce trovandosi ad
osservare delle scope e dei detergenti ammassati su dei minuscoli scaffali. –Io
lo distruggo!!- sbottò chiudendo la porta con eccessiva foga, tanto da farla
sbattere. Ma non mi frega così! So che
registrano comunque qui: li cerco personalmente! Pensò risoluta dirigendosi
verso qualcuno che potesse darle le giuste coordinate. Trovò un inserviente e
lo fermò.
-Mi
scusi, lei sa qual è lo studio in cui registrano Valo, Holopainen e Laiho?- gli
domandò con massima gentilezza di cui disponeva.
-Sono
al piano di sopra, seconda porta a destra, sala 21.- disse l’uomo. Lo sguardo
di Meredith si illuminò.
-Grazie
mille!- si congedò e affrettò il passo verso il piano superiore.
Al
n°21 si bloccò nuovamente, stavolta ancora più risoluta, e schiuse appena la
porta. Sapeva ormai che non avrebbe dovuto essere lì, ma non voleva dare a
Kosti la soddisfazione di avergliela fatta, quindi preparò la sua macchina
fotografica nuova di zecca e si preparò a fare il miglior servizio fotografico
a cui potesse ambire da infiltrata.
Lo
studio era piccolo, diviso come di consueto in due stanze, una per il controllo
del suono e l’altra puramente riservata alla registrazione, quest’ultima era
illuminata da una forte luce al neon e al suo interno Meredith poté notare
quattro uomini intenti a sistemare i loro rispettivi strumenti, riconobbe
all’istante Alexi dei Children of Bodom e seppe così di aver finalmente trovato
le sue prede. Si appiattì in un angolo nascosto.
Adesso muori d’invidia, Kosti! Pensò Meredith inforcando la sua yashika e
scattando la prima foto a tradimento ai musicisti nella sala registrazioni. La
luce al neon falsava un po’ i colori, ma la fotografa sapeva che questo non era
un problema grave: si sarebbe sistemato tutto al computer in caso di sfasamento
eccessivo. L’importante era scattare il maggior numero di foto possibile in
modo da dimostrare a Jeanie che sapeva fare bene il suo lavoro e che era la
persona giusta per quell’incarico. Scattava e scattava foto su foto, da tutte
le angolature cui poteva accedere senza essere vista. Una foto di Valo che
sistemava gli amplificatori, una di Laiho che sfogliava le partiture, una di
Holopainen alle tastiere, una di Valo e Laiho che discutevano con il batterista
anonimo, una di Valo e Holopainen che parlavano con Laiho… adesso ne voleva una
che li prendesse da più vicino, ma per farlo doveva arrischiarsi ad avvicinarsi
alla porta della sala registrazioni. Si appostò appena dietro il vetro con
l’obiettivo puntato su Laiho. Proprio in quel momento Tuomas decise di andare a
dare un’occhiata a com’era il risultato finale della canzone e spalancò la
porta improvvisamente. Gli effetti furono catastrofici: Meredith si alzò di
scatto per evitare di prenderla in faccia scontrandosi così con il tastierista
e facendo cadere la macchina fotografica che si ruppe con uno schianto sul
pavimento.
Gli
occhi di Tuomas si posarono su di lei sconcertati –E tu chi saresti?-
Meredith
chiuse gli occhi per cercare di cancellare quella pessima figura, ma quando li
riaprì il musicista era ancora lì a guardarla in attesa di una risposta
–Meredith Emerson!- si presentò allungando una mano, tanto valeva cercare di
mantenere una dignità professionale visto che ormai era andato tutto perduto
–Sono la vostra fotografa.-
La
bocca di Tuomas si spalancò in un’espressione di comprensione mentre le
stringeva la mano –Oh, capisco… ma il servizio non era fissato per domani
mattina?- domandò.
-Er…
sì, ma… volevo presentarmi prima del servizio effettivo.- rispose Meredith
trovando una scappatoia all’ultimo momento. Domani
mattina, eh? Kosti, dopo questa sei morto! Pensò immaginandosi già Kosti
arrostito su uno spiedo.
-Allora
piacere, ma che ci facevi nascosta dietro la porta?- insistette il tastierista
del Nightwish.
Merda, mi ha vista! Tanto valeva dirgli la verità, l’avrebbe
scoperta prima o poi –Stavo scattando delle foto, ma…- disse indicando la
macchina fotografica a terra.
-Cazzo!
Mi dispiace…- esclamò Tuomas chinandosi a raccoglierla e osservandola affranto
–Non era mia intenzione, mi dispiace veramente.- si scusò.
-Anche
a me, ma ormai il danno è fatto.- sospirò Meredith riprendendosi la sua
nuovissima e defunta yashika.
Tuomas
continuò a guardarla con sguardo colpevole –E’ come se a me avessero distrutto
le tastiere! Ma forse ho una soluzione…- disse andando a rovistare in una sacca
appoggiata al muro ed estraendo una macchina fotografica digitale e porgendola
alla fotografa –Non è professionale, ma in attesa che te ne ricompri una
nuova…-
Meredith
l’osservò annichilita –Mi presteresti veramente la tua macchina fotografica? Ma
non ce n’è bisogno! In fondo quelle foto erano scattate a tradimento!- protestò
lei arrossendo lievemente.
Tuomas
fece spallucce –Non è un problema, non ci hai mica fotografati nudi! E poi ti
paghiamo per fare le foto, che male c’è? Io ho distrutto la tua macchina
fotografica, mi sembra corretto prestarti la mia finché non vado a
ricomprartene una nuova.- insistette –Non accetto un rifiuto.-
Meredith
ringraziò vedendosi costretta ad accettare l’offerta del tastierista. In quel
momento la porta dello studio si aprì facendo entrare Psyche seguita a ruota da
Bam e dal tecnico del suono. I tre si bloccarono sulla soglia.
-Finalmente!
Vi davamo per dispersi!- esclamò Tuomas.
-Io
e Bam abbiamo avuto una discussione un po’ accesa.- spiegò Psyche –Ciao, chi
sei?- domandò poi a Meredith.
-La
nostra fotografa ufficiale.- rispose Tuomas per lei. Meredith si presentò. Fotografa ufficiale, non le dispiaceva
quell’espressione… decisamente.
-Psyche
Suikkari.- si presentò a sua volta l’altra ragazza –Cameraman ufficiale.-
-Ancora
per poco!- sbottò Bam.
Psyche
abbracciò divertita lo skater –Avanti, Bam Bam, non essere così cattivo! Ti ho
già detto che la parte della storia la lascio tutta a te!- mormorò stampandogli
un bacino sulla guancia. Bam sbuffò.
-Ma
non doveva essere domani il servizio fotografico?- domandò cercando di cambiare
discorso e allontanando pacificamente Psyche da sé. Meredith ebbe un altro moto
di rabbia nei confronti di Kosti.
-Sì,
ma era venuta qui per conoscerci prima.- rispose Tuomas stando bene attento a
non nominare le foto e le condizioni in cui l’aveva trovata –Sfortunatamente le
ho rotto la macchina fotografica.-
-Tuomas,
come hai potuto?- esclamò Psyche –Se mi avessi rotto la videocamera
probabilmente ti avrei ucciso…- disse prendendo l’apparecchio rotto dalle mani
della proprietaria.
-Non
ne dubito…- disse il tastierista –Ma dopo vado a comprargliene una nuova.-
-Ottimo!
Questo è un gesto da gentiluomo, vedi, Bam?- concordò la cameraman –Intanto,
visto che ho passato l’ultima ora a discutere con Bam di cazzate varie, che ne
dici di accompagnarmi a prendere una birra, visto che qui lavorerai poco senza
quella?- continuò poi rivolgendosi a Meredith e accennando alla macchina
fotografica.
La
fotografa annuì energicamente, ne aveva bisogno –Molto volentieri!-
-Perfetto!
Ci vediamo dopo ragazzi!- salutò Psyche facendole strada.
Anche
Meredith salutò, incrociando per sbaglio lo sguardo di Tuomas. Sentì le gambe
sciogliersi all’istante, ma Psyche la riportò velocemente allo stato solido
chiamandola dal corridoio.
Grazie a Ladynotorius per la recensione! Bacioni, Kuji And Music.
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Capitolo 6 *** Fuckin' Angry Girl ***
6fucking
Capitolo 6: Fuckin’ Angry Girl
-Basta, non ne posso più- Psyche si stiracchiò, sentendo
qualche giuntura scrocchiare sonoramente, incrociò le braccia sotto al seno e
guardò Bam.
-E va bene, basta così- disse lui, rivolgendosi poi al
resto della troupe -riprendiamo domani mattina alle nove!- annunciò, poi prese
una sigaretta, una birra e andò a sedersi.
-Io me ne vado, ho bisogno di dormire- disse la ragazza
prendendogli un sorso di birra. Quel primo giorno di riprese era stato
massacrante.
-Io no, stanno per arrivare i Vj per l’intervista, uno ha
detto che vuole fare qualche domanda anche a me per il video…-Margera agitò una
mano storcendo la bocca con fare annoiato -se vedi Meredith mandala qui, mi
pareva fosse interessata- Psyche annuì, si avvicinò e gli scoccò un bacio sulla
guancia.
-A domani e grazie-
-Ehi, allora sai anche essere carina- Ville Valo le
strizzò un occhio mentre si faceva passare l’accendino da Bam.
Lei si mise il giubbotto di pelle e afferrando la borsa,
coprì uno sbadiglio con la mano -Salutatemi Alexi e Tuomas- passando di fianco
al leader degli Him si fermò -sappi che sono gentile solo con chi se lo merita-
-Chissà, prima o poi potrei meritarlo anche io- ammiccò
lui, sfoggiando un sorsetto a metà, con la sigaretta che pendeva dalle labbra,
Psyche sollevò appena un sopracciglio.
-A…domani- borbottò stringendo la borsa a sé,
allontanandosi. Valo la guardò camminare svelta lontano dal set prima di
tornare con lo sguardo su Bam -Ehi, chi cazzo deve farci sta intervista?-
-Boh- fu la risposta dell’americano, proprio in quel
momento, il cellulare si mise a suonare -si?- rispose Bam senza nemmeno
guardare il display -ok- riappese -sono arrivati-
Finirono con calma di fumare e bersi una birra ghiacciata,
prima di decidersi a rientrare nell’edificio e raggiungere la saletta dove
avrebbero affrontato l’intervista.
-Era anche ora- sbottò Tuomas non appena Ville e Bam
entrarono nella stanza, nient’altro che un posticino arredato con divanetti
neri, quadri stupidi appesi alle pareti e nemmeno l’ombra di una finestra.
-Mettiamo in chiaro le cose, io dovrei…- disse una voce
femminile alla loro destra, entrambi si voltarono trovando due persone. La
prima, un ragazzo sui venticinque anni, che probabilmente credeva di essere in
un video di Gangsta Rap, dato l’abbigliamento da copia sfigata di Eminem, il
berretto girato all’indietro e la cicca che girava rumorosamente nella bocca
adorna di denti d’oro. La seconda, una giovane donna sulla trentina vestita di
nero, con due tatuaggi sulle spalle, smalto consumato alle unghie e sguardo
glaciale.
-Ma tu guarda…Thabita, che sorpresa- l’interruppe Ville,
andando a semi sdraiarsi su un divanetto a gambe spalancate, accendendosi
l’ennesima sigaretta -il mondo è piccolo-
-Rakohammas- sibilò lei -tu ed il tuo amico siete in
ritardo di venti minuti-
-Rakokè?- chiese Alexi voltandosi verso Valo che agitò una
mano, a lasciar perdere.
-Vogliamo cominciare? Oppure mi fate perdere altro tempo?-
-Thabita…-tentò il rapper che venne bloccato da
un’occhiataccia. Gli occhi grigi di lei tornarono sui protagonisti.
-Avanti- borbottò Bam mentre analizzava perplesso
l’abbigliamento del collega di lei, chiedendosi con quale dignità un uomo
potesse andare in giro con pantaloni talmente bassi da mostrare a tutti le
mutande verdi a pallini bianchi. Thabita scostò con uno scatto della testa una
ciocca di capelli rosso scuro dal viso e abbassò gli occhi sul taccuino con le
domande. Solo l’idea di chiedere certe cose le dava la nausea…ma era il suo
lavoro. Veniva pagata e anche piuttosto bene fa come sempre, lavora, prendi i soldi e fottitene si disse.
-Di che parliamo? Della canzone? Del video…- fece Alexi
giocherellando con una sigaretta spenta tra le dita, era lì da venti minuti ma
stranamente, da quando quella Vj era entrata nella stanza, non aveva più alcuna
fretta. Era arrivata spalancando la porta, aveva detto il proprio nome, motivo
della sua presenza e poi si era chiusa nel silenzio, limitandosi a inchiodare
qualsiasi cosa si muovesse con quei suoi occhi grigi affilati come spilli. Il
chitarrista non aveva mai visto sguardo così, anzi…una donna così. Gelida e
affascinante come una distesa di neve.
-Perché hai divorziato?- Thabita lo domandò con lo stesso
tono che avrebbe usato per chiedere le ore. Alexi corrucciò le sopracciglia.
-Cazzi miei- sbottò.
-Holopainen, è vero o no che Tarja ha lasciato i Nightwish
perché avevate una storia?- Tuomas inclinò appena la testa.
-Stronzate, non capisco da dove le tiriate fuori certe…-
-Vuokko, sei caduta in basso. Fare certe domande da
riviste scandalistiche…- disse Valo spegnendo la sigaretta a terra, dopo averci
lasciato una scia di cenere -eppure l’altra volta è andata diversamente, cos’è,
hai trovato lavoro da un qualche giornaletto per adolescenti in calore?-
Thabita sollevò il viso di scatto.
-Come mi hai chiamata?-
-Guarda che ricordo…- disse lui sporgendosi in avanti
sulle ginocchia -sapete? Io e Thabita Vuokko Daniel’s siamo stati compagni di
liceo, so parecchie cose su Miss Iceberg-
-Spalanca bene le orecchie, Ville Hermanni Rakohammas-
replicò lei, scandendo bene le parole - non mi chiamo più Vuokko, a differenza
tua ho potuto eliminare quel fottuto secondo nome, cosa che tu non puoi fare
con quel cognome da venditore porta-a-porta che ti ritrovi- Valo si alzò in
piedi.
-Stronza come allora, sei sempre frigida?-
-Sbaglio…o ti chiamavano Flash tanto venivi in fretta?-
rispose lei con tutta calma, osservandosi le smalto mangiucchiato -quella tonna
della tua ragazza non ti avrà mica mollato per quello, spero…- aggiunse,
riuscendo ad eseguire un’espressione di pura candida innocenza. Sostituita
rapidamente da un sorriso beffardo.
-Non ti azzardare a sparare puttanate, razza di stronza
giornalista dei miei cazzi!-
-Ehi, ehi, ehi- Alexi si alzò in piedi fermando Ville dal
lanciarsi contro Thabita che dal canto suo, lo fissava ne più ne meno che con
lo sguardo che avrebbe riservato ad una merda. Bam e Tuomas invece erano
allibiti da quello scambio velenoso -adesso calmati, Valo-
-Un cazzo! Quella schifosa bastarda…-
-Piano con le parole- Tuomas aiutò Alexi a far tornare il
darkman seduto sul divano -Senti,Thabita- riprese poi il leader dei Bodom -le
domande che devi farci, sono tutte…così?-
-Non le ho scelte io- sbuffò lei annoiata -io lavoro per
Rock Tv, mi hanno spedita qui a forza- la penna volteggiò tra le sue dita -ma
posso tranquillamente…- la frase fu interrotta dalla porta che venne spalancata
con violenza e Meredith fece la sua comparsa.
-Mi sono persa qualcosa?- domandò col fiatone,
appoggiandosi allo stipite per riprendere fiato.
-Saresti?- fece la Vj mentre la rossa riprendeva ancora
fiato e si lasciava cadere accanto alla copia uscita male dei Beastie Boys.
-Fotografa, Meredith Emerson…tu?-
-Thabita Daniel’s, Vj…le condizioni sono che scatti e non
dici una parola-
-Non ho niente da dire- disse lei alzando le spalle e
prendendo la digitale che le aveva prestato Tuomas.
-Ma le donne sono tutte così schizzate?- domandò sottovoce
Bam a Ville, facendolo ridacchiare -abbiamo la schiavista, la pazza e Miss
Iceberg-
-Un bel trio di suonate- fece eco Alexi -allora, ste
domande serie?- Thabita lo fissò per un secondo negli occhi poi chiuse il
taccuino e gettò la penna, incrociando le gambe e assumendo una preoccupante
aria concentrata.
-Ma allora quanti tipi di overdrive usate?- la Vj rivoltò gli occhi verso
il collega.
-Marty…chiudi quella fottuta boccaccia-
-Ma io…-
-Il tuo ruolo qui è pari a quello della carta da parati,
taci-
-Qui la carta da parati non c’è!- protestò lui.
-Appunto- Thabita tornò a rivolgersi agli altri, mentre
Meredith scattava foto su foto e Bam si annoiava, sbadigliando -bene, adesso si
fa sul serio…-
Ancora grazie a LadyNotorius, la nostra unica
commentatrice! Un bacione enorme! Eh, si visto che bei figlioli sono tutti e
tre? Insieme poi…
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Capitolo 7 *** Bad Bad Bad ***
7bad
Capitolo 7: Bad bad bad
Thabita fissò uno ad uno i componenti dello
strano trio, beccandosi per risposta due sguardi incuriositi ed uno scazzato -
Flash, non fare quella faccia - sbottò lei, portandosi una ciocca rossa di
capelli dietro un orecchio - Se vuoi puoi fare il bambino imbronciato per tutta
la durata dell'intervista, tanto di te tutti sanno tutto, ormai -
Mr. Valo non rispose neanche, si limitò a
voltare la testa dall'altra parte e sbuffare, mentre si accendeva una sigaretta
- Dicevamo... -riprese lei - Dunque... Come mai l'idea di formare un gruppo?
Voi suonate tre tipi di versi di metal, sinceramente nemmeno io avrei mai
immaginato di vedere una cosa simile... -
Alexi avrebbe davvero voluto rispondere...
ma non riusciva ad emettere un solo suono, si limitava a tossicchiare di tanto
in tanto e fissare Thabita e l'hippoppettaro sfigato che scriveva ogni singola
parola che emetteva - Bhe... - disse Tuomas, passandosi una mano fra i capelli
lunghi - E' accaduto tutto così velocemente che..., possiamo dire che è grazie
al festival del Metal che ci sarà fra un po', che abbiamo deciso questo -
- Molto bene - disse lei - Scritto Marty?-
Il suo collega annuì esasperato,
massaggiandosi il polso - E... Alexi - Alexi fece fare uno scatto in avanti
alla testa, facendo scuotere i capelli ossigenati. Gli occhi di Thabita
indagarono per qualche secondo sul chitarrista - Come... com'è suonare con
quell'idiota di Rakohammas e Tuomas? Sei abituato ad un sound molto più... duro,
no? -
Alexi guardò
Meredith, che non stava ferma un secondo, Rakohammas che si stava lentamente ma
inesorabilmente finendo il suo pacchetto di sigarette, Tuomas che sorrideva
beato e Bam, che si sgolava tranquillamente metà del frigo bar lì accanto. Si
morse il labbro, non riusciva a spiccicare parola - Ehm... -disse, dopo quasi
un mezzo minuto di silenzio - Io... -
- Marty, metti al verbale che al signor
Laiho suonare con loro fa davvero cagare -
- No! - sbottò lui, decise di darsi una
bella scrollata -Stavo solo cercando le parole giuste! - Lei lo guardò poi scosse il capo, leggermente divertita
-
Ok, scusami - disse.
Alexi intrecciò le mani e sospirò, guardò
gli altri due membri ed infine sorrise alla Vj, che si agitò leggermente nella
sedia.
- Se non li considerassi degli ottimi musicisti, dubito che avrei
accettato di lavorare con loro. Quello che abbiamo creato è una
sorta di incrocio tra i nostri generi, ognuno ha messo del suo, credo
comunque che il risultato sia ottimo, inoltre lavorare insieme è
stato interessante. E anche divertente- gli altri due annuirono.
Incredibile ma vero, Thabita lasciò che un sorrisino si impossessasse momentaneamente del suo
sguardo glaciale, facendo stupire Valo lì vicino e perfino Marty, che
spalancò la bocca davanti a quell'evento e fece scivolare la penna a terra
-
Come darti torto! - disse lei, non prima di aver lanciato uno
sguardo ammonitore al collega, i suoi occhi grigi tornarono poi a
posarsi sulla
figura cdi Alexi -visto che il gentil signor Valo non si degna di
cagarmi - iniziò -, Tuomas e Alexi, sareste così gentili
di spiegarmi un po' come avete deciso
le basi e l'idea della canzone? -
Circa due ore dopo di domande e varie
sbuffate da parte di Ville -che alla fine grazie a Tuomas rispose con un
monosillabo ad una domanda posta da Marty- l'intervista finì.
Thabita fece segno a Marty di uscire dalla
stanza e prese le sue cose, infilandole nella propria borsa. Alexi, non troppo
lontano da lei, restò fermo immobile a guardarla, quando lei si ravvivò quasi
istintivamente una ciocca rossa dietro la spalla, si agitò un po' sul divanetto,
sotto lo sguardo perplesso di Tuomas.
- Che cazzo fai? - gli chiese infatti.
- Niente - rispose lui.
Ville si accese l'ultima sigaretta,
imprecando come non aveva mai fatto in vita sua. Thabita sorrise beffarda.
-Sei proprio un idiota - sbottò - Avevi
detto che saresti riuscito a smettere perché tu sei forte - marcò le
ultime parole assumendo un tono di scherno davvero molto duro.
-Sta zitta, sottospecie di gallina - rispose
lui, imbronciandosi ancora di più e mordicchiando arrabbiato il filtro della
sigaretta - Perché non torni nel tuo cazzo di pollaio e mi lasci stare? -
-Invece perché non vi date una calmata? -
esordì Tuomas, mettendosi fra Ville e Thabita. Meredith, che si era seduta
vicino a Bam e aveva iniziato a chiacchierare allegramente assieme a lui -e,
naturalmente, a tracannarsi una birra -, staccò momentaneamente lo sguardo
dallo skater e lo fece cascare sul tastierista dei Nightwish, poi su Ville e su
Thabita.
-Da quello che ho capito è da tantissimo che
non vi vedete... E vi siete scannati in un modo pietoso, sembrate davvero dei
bambini! -
-Ehi! - esclamò indignata Thabita - E' lui
l'idiota che si divertiva tanto ad insultarmi... io rispondevo solo! -
-Bhe, dovreste comunque cercare di stabilire
un rapporto umano! Quanti cazzo di anni sono passati dall'ultima volta che vi
siete visti, si può sapere?- fece Tuomas, lanciando uno sguardo anche a Ville.
Fu proprio lui a rispondere.
-Undici o dodici... - borbottò.
-Tutto questo tempo e ancora vi trattate
come dei mocciosi che hanno litigato per il giocattolo preferito? -
-Se l'altro moccioso è così bastardo, non ci
vedo niente di male... - mormorò fra se e se Thabita, facendo fare uno scatto
alla testa di Ville.
- Senti stronza, mi hai davvero rotto i coglioni! Esci da
sta stanza e vattene, prima che ti prenda a calci nel culo! -
La Vj non si scompose, tutt'altro, scoppiò
in una sonora risata- Tu! Ma per
piacere... - disse. Prese la borsa da terra e si alzò finalmente in piedi
-
Tuomas, è impossibile cercare di parlare con le galline, non lo sapevi? -
sbottò in cagnesco Ville, incrociando le braccia e lasciando che della cenere
che pendeva dalla sigaretta, cascasse sulle braccia piegate.
-Come è impossibile parlare con uno che
viene dopo sì e no un minuto e mezzo... Flash - la donna ghignò quasi con
soddisfazione, mentre vedeva il cupo sguardo di Ville adombrarsi ancora di più
- Di quanto è il tuo record? Trenta, o venti? Parlando in secondi,
ovviamente....- Tuomas riuscì a bloccare Ville sulla
poltrona prima che potesse scagliarsi su Thabita, tranquilla come un gatto che
riposa.
- Dai, Thabita, smettila - disse Meredith, alzandosi e raggiungendo gli
altri - E credo che Tuomas abbia ragione... dovreste cercare di migliorarvi.
Altrimenti le cose non cambieranno mai e resterete i soliti, con il vostro
comportamento cazzuto. O no? - chiese, voltandosi verso il tastierista che
diede la sua approvazione sorridendo.
-Vorrei riuscire a dimenticare quanto mi
sfotteva, ma è un po' difficile - rispose pacificamente lei.
-E io vorrei riuscire a farti capire che non
è colpa mia se ero così coglione al liceo - sbottò Rakohammas - Merda, vuoi che
in ttutti qusti anni non sia cambiato? -
-E chi lo sa? Comunque...la gente non cambia -
-Merda, lo vedi, Tuomas? - chiese Ville,
buttandosi sconfitto sulla poltrona - Provoca e non sa fare altro! Che cazzo
dovrei fare secondo te, stare zitto e lasciare che faccia? -
Alexi, che non si era staccato dalla sua
poltrona, si portò una mano sul mento e restò paziente ad attendere la risposta
della Vj, che non tardò ad arrivare. Infatti, come una zanzara fastidiosa, la
sua voce tornò a farsi sentire
- Fa come vuoi - disse - Per me non cambia nulla
- qui, Meredith scosse sonoramente il capo,
Prese Thabita per mano e la trascinò davanti a Ville, che Tuomas fece alzare
dalla poltrona. La ragazza prese la mano di Ville e la mise su quella di
Thabita - Peace And Love - disse Meredith sorridendo - Provate a sostenere un
dialogo civile... dai! -
-Sono entrata in questa stanza senza sapere
chi cazzo foste - biascicò stancamente la Vj - Si può sapere che diavolo volete
ancora da me? - ma, ugualmente, non sciolse la mano dalla sua, Ville sbuffò
-
Accontentiamoli, così te ne vai prima – sibilò lui a denti stretti.
-Ciao Ville, tutto bene? - chiese
sarcasticamente lei. Solo quando si rese conto che forse era l'unica strada per
uscire da lì, riassunse lo sguardo gelido e glaciale di sempre. Ville trattenne
una risata di scherno e rispose
- Sì. E tu? –
-Merdavigliosamente bene -
Meredith aspettò che i due si guardassero a
disagio e che sciogliessero le mani, prima di annuire convinta
- A parte il Merdavigliosamentedi Thabita, direi che vi siete
parlati come due persone normali! - esclamò - fermi così,
che vi faccio una foto... - disse, prima di andare a ripescare la
digitale abbandonata accanto allo skater, ancora intento a finirsi la
birra che guardava la scena divertito. Sarebbe stato un aneddoto mitico
da raccontare in giro...non voleva perdersi nemmeno una battuta.
-Cazzo, ha ragione - disse Ville - non ci
credo... –
-Fai pure a meno - e, incredibile, sorrise
alla direzione del darkman poi si girò di scatto, verso la birra tesa da Alexi
- Complimenti, donna - disse il chitarrista
- Hai tenuto testa a questo coglione come non ha mai fatto nessuno -
-Grazie, ma mi chiamo Thabita - rispose lei,
prendendo dalla sua mano la lattina di Heineken - e non posso farci niente se
le persone non hanno le palle per parlare -
-Oh, Alexi lo fa perfino troppo - sbottò
Ville, tornato a sedersi sulla poltrona - Si diverte a prendere per il culo la
gente, se questa lo tratta male... Non capisco perché Tuomas rientri nella
categoria da lasciar stare e io invece no... -
-Chissà perché - rispose la donna, aprendosi
la lattina - me lo sto proprio chiedendo -
-Tuomas è un grande, tu sei solo uno spacca
cazzo - ribadì Alexi. Thabita si voltò verso di lui,
accennando ad un sorriso. Pensò fosse una fortuna che oltre a
Tuomas ci fosse un'altra persona con del cervello .
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Capitolo 8 *** Three Kings ***
8three
Capitolo
8: Three Kings
-Spacca
cazzo?- Valo guardò Alexi Laiho in cagnesco, facendolo sbuffare.
-Si-
rispose per l’ennesima volta il frontman dei Bodom, mentre vicino a loro Tuomas
ridacchiava. Meredith, Thabita e il collega di quest’ultima se ne’erano andati
da circa un’ora, Bam aveva deciso di andare a visionare quanto avevano girato
quel giorno e loro tre erano rimasti a cazzeggiare birra alla mano.
-Quanto
me la farei- aggiunse Alexi accendendosi una sigaretta -Chi?- domandò
Rakohammas prendendogli l’accendino e imitandolo.
-La
rossa-
-Quale
rossa?- ribeccò Tuomas.
-Perché
ti interessa tanto?- fece il biondo di rimando con un sogghigno, il tastierista
agitò una mano, adducendo la scusa della curiosità -Facciamo che ci credo-
proseguì Alexi -beh, mi farei di brutto la fotografa- buttò lì ottenendo uno
sguardo al vetriolo -cazzata. Parlavo di Miss Iceberg, l’unica donna in grado
di far tacere Ville Val…ehm, Ville Hermanni Rakohammas. Minchia che cognome di
merda hai- -Chiudi
quella cazzo di bocca e poi, spiegami che gusto ci sarebbe a farsi una come
quella- replicò Valo irritato, maledicendo Thabita e la sua lingua lunga.
Adesso Alexi l’avrebbe sfottuto in eterno per quel cognome orribile che si
ritrovava -e piantala di ridere Tuomas, cazzo-
-Non
rompere le palle-
-Io
credo che Thabita a letto faccia scintille- proseguì Alexi in una sorta di
monologo, mentre fissava la lattina di birra che la Vj aveva accartocciato e
piantato a terra, senza nemmeno degnarsi di buttarla via -non guardarmi così
Ville. Quella ha qualcosa che…non so. Ma mi piace-
-Tu
sei tutto rincoglionito-
-Siamo
sull’incazzato andante, eh Ville?- disse Tuomas che cominciava seriamente a
scocciarsi -vedi di darci un taglio, l’adolescenza l’hai passata da un bel
pezzo mi pare. E poi onestamente, cazzo ti frega dei gusti di Alexi?-
-Ah,
ma taci che ti stavi mangiando l’altra con gli occhi- sbottò Valo -non hai
spiccicato molte parole più di me, fissandola come l’ottava meraviglia del
mondo. Voi siete rincoglioniti.
Vedete di riprendervi in tempo-
-A
proposito…notizie del festival Metal?-
-Niente-
rispose Alexi -anche se onestamente non mi sembra organizzato granché bene.
Giuro che se mi hanno fatto sbattere per niente faccio su un casino-
-E’
il primo evento di questa portata in Finlandia, è logico ci siano casini-
osservò Valo -anche se sono spaventosamente in ritardo. A quest’ora avremmo già
dovuto sapere quando suonare, per quanto tempo e stronzate varie, si voltò
verso Tuomas -allora i Nightwish non suonano-
-No,
la nuova vocalist è brava ma…abbiamo bisogno di tempo, dopo nove anni passati a
suonare con la stessa persona, è difficile entrare in sintonia con
un’altra…specialmente quando a cambiare è la cantante- gli altri due annuirono,
lasciando perdere altre eventuali domande, Tuomas non ne parlava affatto
volentieri… anche se le sue reazioni erano calme e pacifiche, in confronto ad
Alexi, quando qualcuno nominava anche solo per sbaglio la sua ex moglie.
-Allora
il primo che sa qualcosa, informi gli altri- borbottò il leader dei Children,
spengendo la sigaretta e alzandosi -domani mattina la schiavista ci vuole qui
alle sette…quindi me ne vado, non so voi. Ma mi sono ampiamente rotto le palle
oggi, devo dormire cazzo-
-Non
sei il solo- disse Tuomas alzandosi -Ville?-
-Si,
basta per oggi- sogghignò -se il nostro glaciale tastierista risponde ad una
domandina…- lui lo fissò strano, Valo scambiò un’occhiata complice con Alexi
che chiese -Ti sei preso una bella sbandata confessa… per una certa fotografa
mezza irlandese-
-Mezza
irlandese? Come lo sai?-
-Diciamo
che andiamo d’accordo, anche se per me è troppo…stravagante- Tuomas non
rispose, infilò la porta e se ne andò borbottando chissà cosa.
-Se
l’è presa- constatò Valo annuendo -beh, io domani non devo venire presto…-
-Prova
a disertare e ti prendo a pedate nel culo, anzi…ti faccio prendere a calci da
Thabita-
-Stronzo-
-Meglio
essere un pezzo di merda che Flash- ridacchiò Alexi -a domani,
Rrrrrakohammmmmassss- disse scandendo bene bene ogni sillaba.
-Vaffaculo!-
gridò Ville alla schiena del biondo che si stava allontanando dio quanto odio quella gallina…
Salve a tutti!
Grazie delle recensioni! Questo sarà probabilmente l'ultimo
aggiornamento prima della pausa estiva, intanto auguriamo a tutti buone
vacanze! Speriamo che questo capitolo anche se più corto vi sia
piaciuto, commentare pure, insultateci, tessete le nostre lodi...come
vi pare! Un bacio a tutti, Kuji&Music.
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Capitolo 9 *** capitolo 9: Sabrina ***
CAPITOLO 9: SABRINA
-E’ quella là- disse il tecnico
indicando una ragazzina di circa quindici o sedici anni che aspettava seduta su
un muretto di mattoni semi-distrutto. Bam Margera annuì distrattamente -dice che
sta cercando sua sorella-
-Cazzo siamo, un’agenzia di
investigatori privati?- borbottò l’americano, l’uomo alzò le
spalle.
-Dice che la sorella è una certa
Thabita Daniel’s-
-Merda- Bam spense la sigaretta e
si avvicinò alla ragazza che saltò giù dal muretto. Aveva gli stessi occhi grigi
della Vj, i capelli mossi e lunghi di un castano rossiccio, i lineamenti del
viso e l’espressione però erano più dolci.
-Allora? Dov’è Thabita? Doveva
essere qui-
-Salve anche a te…- fece Margera
fissandola dall’alto in basso -ti chiami?-
-Sabrina
Daniel’s-
-Sicura che tua sorella doveva
essere qui? E comunque noi stiamo lavorando, non puoi intralciare, ok? Adesso da
brava tornatene a casa ad aspettare quella iena incazzosa- lei puntò le mani sui
fianchi.
-Non trattarmi come una deficiente,
ho quindici anni, non tre. Ho bisogno di mia sorella, quindi dimmi dove sta,
chiamala, cercala…come ti pare. Ma portala qui!-
Merda pensò Bam, proprio non aveva tempo
di mettersi a cercare la Vj, dovevano finire un video! Lanciò un’occhiata a
Sabrina che aspettava guardandosi attorno con curiosità e gli venne un’idea
assolutamente terribile.
-Vieni con me- le disse facendo
cenno di seguirlo a Ville prenderà lo
sbocco quando la vedrà…sorrise mentre si dirigevano da un’altra parte del
set.
-Che ne pensi?- Psyche fermò il
video, alzando gli occhi su Valo che finora era rimasto in silenzio. La ragazza
aveva mostrato al darkman tutte le riprese fatte fino a quel momento della
stessa scena, vista da più inquadrature. Dovendone per forza scartare qualcuna,
voleva almeno avere il suo parere. Le piaceva lavorare insieme alle persone che riprendeva, non
solo per loro.
-Mah, non saprei. Mi piacciono
tutte- ammise lui grattandosi la testa -tu che vuoi fare?-
-Vorrei che l’intera scena fosse
ripresa lateralmente- spiegò lei -sembri più assorto, più concentrato. Voglio
cercare di rendere esattamente le parole che stai cantando. Senza offesa, ma di
video dove fai il figo ce ne sono abbastanza!- Ville fece
spallucce.
-Faccio quello che mi chiedono e mi
diverto…tutto qui-
-Ti stai giustificando con me?- lui
fece un sorrisino, cercando una sigaretta in tasca o da qualche altra parte,
senza successo. Si avvicinò a Psyche, togliendole un ricciolo dagli occhi
-Forse- lei distolse lo sguardo, tornando a concentrarsi sulla schermata video
ma perché sta così appiccicato? Si
chiese mentre una leggera agitazione le prendeva le
ginocchia.
-Ehi Ville! Psyche!- Bam arrivò con
una ragazzina al seguito e si fermò da loro -avete
finito?-
-Non ancora- disse la ragazza
-adesso mi serve Tuomas, Ville dovrebbe rifare una cosa e basta…- spiegò la
cameraman.
-Ti vado a cercare Tuomas- disse
Margera -ah, lei è Sabrina Daniel’s…Ville visto che sei un amico di sua sorella Thabita, aiutala a
cercarla, ok? Bye- Sabrina rivolse un’occhiataccia a Valo.
-Sti cazzi- sbottò Ville -pure la
balia mi tocca fare-
-Guarda che non ho tre anni-
replicò acida Sabrina -e poi tu chi cazzo sei? Non sei amico di Thabita, non ti
conosco proprio-
-Era con lei al liceo- s’intromise
Psyche, alla quale Tuomas e Alexi avevano ampiamente raccontato quanto successo
con la Vj. La cameraman era quasi morta dalle risate, per non parlare della
faccia di Ville! Uno spasso unico -comunque piacere, Psyche Suikkari,
Sabrina…credo che tua sorella non sia qui, l’intervista era ieri- disse alla
ragazzina, che abbassò gli occhi con un -Oh-
-Ville, hai un recapito di
Thabita?- chiese poi la riccia a Valo.
-No, ma credo che Meredith abbia il
suo numero…se li sono scambiati ieri-
-Allora vai a cercarla e telefona a
Thabita-
-E io che cosa faccio?- protestò la
ragazzina incrociando le braccia e fulminando Ville Valo con gli occhi, quel
tipo sarà anche stato molto carino…ma le stava antipatico, mentre le piaceva
Psyche, era veloce e dotata di gran senso pratico.
-Beh…- Psyche si portò un dito alle
labbra, pensando velocemente. I suoi occhi castano-verdi viaggiarono in giro e
si fermarono su Alexi Laiho che seduto sul praticello di un’aiuola, fumava e
beveva birra comodamente stravaccato all’ombra -ci sono!- poi guardò il leader
degli Him -sei ancora qui?-
-Sei proprio una schiavista!-
borbottò lui, aspettandosi un bel commentino…invece Psyche scoppiò a ridere, una
risata argentina e allegra. Bellissima.
-Dai, per oggi finisci qui di
lavorare ok? Sconto premio- disse lei ondeggiando la testa, i riccioli volarono
in ogni direzione, posandosi poi sulle spalle e scendendo piano lungo la
schiena. Per un secondo Valo ebbe l’istinto di passarci una mano dentro, per
sentirne la morbidezza…poi scosse la testa e imprecando andò alla ricerca della
fotografa.
Psyche chiese a Sabrina di seguirla
e si diressero verso il punto dove stava Alexi. La ragazzina quasi sbiancò,
riconoscendo il frontman dei Children of Bodom, una delle band che adorava di
più in assoluto.
-Ehi Alexi- disse Psyche alzando
una mano -mi faresti un favore? Terresti d’occhio questa ragazza? E’ la sorella
di Thabita ed è venuta qui a cercarla…-
-Certo- disse lui senza nemmeno
farla finire. Si accese rapidamente una sigaretta.
-Grazie, a dopo Sabrina, vedremo di
trovare Thabita-
-Grazie a te- rispose lei, con un
sorrisino nervoso. Si voltò verso il biondo che a sua volta la stava fissando
assorto -Beh, piacere Sabrina- disse poi lui allungando una mano, lei la strinse
con forse troppa forza e sedette, strappando alcuni fili d’erba -così sei la
sorella di Thabita-
-Già…che figura di merda- borbottò
lei nascondendo la testa tra le mani, quando la rialzò lui le stava tendendo una
birra chiusa.
-Toh, ma non dirlo a nessuno- disse
Alexi con un mezzo sorriso, Sabrina aprì la birra e se ne scolò quasi
metà.
-Di solito è Thabita che dice
così…-
-Ma davvero?- lei annuì -tosta tua
sorella-
-Così l’intervista era ieri…io
avevo capito oggi, devo chiederle alcune cose- mugugnò la ragazza strappando via
l’anello di metallo sulla lattina -cazzo-
-Capita, almeno non sei in giro da
sola…ah, comunque io sono Alexi- aggiunse, rendendosi conto di non averle detto
nemmeno come si chiamava.
-Lo so chi sei- rispose Sabrina
arrossendo lievemente -i Children sono…siete la mia band preferita- Alexi
sorrise, sbuffando fuori il fumo.
-Mi fa piacere…posso chiederti…se
hai una canzone preferita? Mi piace saperlo dai fan-
-Hate me-
-Come mai proprio Hate
Me?-
-Beh…vedi, mia sorella è fredda,
stronza e non si lascia mai avvicinare…ma con noi non è affatto così, ci vuole
molto bene. Io non somiglio a lei, non sono così distaccata, me la prendo per
qualsiasi cosa e a volte mi comporto male con la gente cui tengo, rispondo di
merda, mi incazzo e finisco per fare dei casini. Quando faccio così, mi odio
proprio. E ascolto Hate Me- Sabrina tacque, sollevando gli occhi grigi -scusa,
sto facendo un monologo del cazzo-
-E’ una delle risposte più belle
che abbia mai ricevuto- commentò lui -e così tua sorella non è poi così
stronza-
-Dipende dalle persone che ha
davanti…perché?- Alexi le lanciò un’occhiata.
-Non so. Mi ha colpito- Sabrina
inclinò la testa da una parte, scrutando indagatrice -Ti piace Thabita?- gli
chiese stupita, lui annuì.
-Non ho mai incontrato una come
lei- ammise centrando il cestino lì davanti con le birre vuote e accartocciate
-è fottutamente bella e terribilmente stronza…mi attira come una
calamita-
-Allora buona fortuna- sghignazzò
Sabrina -ne avrai bisogno, credimi-
eccoci con un nuovo
capitolo! ^^ è la prima volta che posto io... che emossione! *.* ok, a parte
questo... spero che anche questo capitolino in cui entra un personaggio in più
vi piaccia come gli altri. grazie per le recensioni! io e la mia collega siamo
molto felici di come sta andando la storia! keep on enjoying
us!
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Capitolo 10 *** What's Going On? ***
CAPITOLO 10: WHAT’S GOING
ON?
-Ciao- Tuomas si avvicinò a
Meredith che stava lavorando sul suo portatile. Psyche aveva invitato la
fotografa ad assistere alle riprese del video, offrendole la possibilità di
realizzare un diario fotografico di quei giorni, la ragazza non si era fatta
scappare quella possibilità…suscitando l’invidia pazzesca di Kosti e
l’ammirazione di Jeanie -ancora a lavorare?-
-Sto aggiustando alcune foto-
disse lei, schiacciò qualche tasto sul pc e la foto perse ogni riflesso dato dal
sole, rivelando colori brillanti -perfetta- commentò con un sorriso. Tuomas si
sporse a guardare lo schermo, era una sua fotografia, scattata mentre era
intento a discutere con Bam e Psyche.
-Bella-
-Con un soggetto così è
difficile fare delle brutte foto- esclamò Meredith passando ad un’altra foto,
con Laiho e Ville sul set che ridevano birra alla mano. Tuomas lanciò uno
sguardo alla fotografa, già intenta a sistemare i colori della nuova
foto.
Sbagliava…o gli aveva appena
fatto un complimento? Un GRAN complimento?
-Io ti ho preso questa- disse
dopo un po’ che la osservava lavorare, porgendole una yashika nuova di
zecca.
-Non dovevi-
-Invece si, ti ho distrutto
l’altra- Tuomas le mise la digitale in mano ma Meredith la restituì al
tastierista.
-No, davvero. Sono arrivata lì
un giorno prima, ho scattato delle foto a tradimento, come una squallida
reporter in cerca di fama e gloria e…no. Me la sono cercata, non posso
accettare…e ti restituisco anche queste- disse porgendogli la memoria della sua
defunta macchina digitale -sono le foto che vi ho fatto l’altro giorno, non le
ho scaricate- lui la fissò stranito per qualche secondo, poi le mise a forza la
macchina fotografica tra le mani.
-Se non vuoi considerarlo un
compenso per quella rotta, ok. Consideralo un regalo, sappi che non sono il tipo
che accetta un rifiuto così, quindi…è un mio regalo e i regali non si possono
rendere-
-Tuomas…-
-E’ un regalo- ribadì lui,
lasciandole le mani. Meredith si mordicchiò le labbra con fare
pensieroso.
-Fai sempre regali così
costosi?- Tuomas sorrise.
-Dipende se ne vale la
pena-
-Allora…-lei gli tese per
l’ennesima volta la yashika -Ho detto che dipende…credo che per te ne valga la
pena- replicò lui, intanto che la voce di Psyche gli ordinava di smetterla di
fare salotto e tornare subito sul set. Il tastierista dei Nighwish raggiunse la
cameraman, mentre Meredith rimaneva a fissarlo come un pesce lesso, chiedendosi
se quello che aveva sentito era vero oppure un parto della sua mente
malata.
Sabrina si trovava bene a
chiacchierare con Alexi, lui era l’unico che non l’aveva trattata da mocciosa
deficiente fino a quel momento. D’altra parte, anche il leader dei Bodom aveva
passato un’ora piacevole, Sabrina era si una fan, ma era sincera, onesta e
diceva le cose come le passavano per la testa… gli ricordava tanto Thabita ma
era meno fredda.
-Sabrina! Porca di quella
troia! Ma dove hai la testa?- la voce della Vj interruppe uno scambio di battute
sul festival metal, la ragazza scattò in piedi.
-Thab! Io avevo…- corse dalla
sorella, Alexi osservò la più piccola delle Daniel’s gesticolare, ma senza
riuscire a sentire cosa stava dicendo. Thabita rimproverò per bene Sabrina…poi
le appoggiò una mano sulla testa.
E le
sorrise.
Un sorriso autentico e
dolcissimo.
-Sei una scema- le disse
abbracciandola -lo sai che mi preoccupo poi-
-Scusa- rispose Sabrina -lo so
che ti faccio sempre incazzare-
-Perché fai le cose di testa
tua!- Thabita incrociò lo sguardo con quello di Alexi ed il sorriso si spense,
rapidamente sostituito dalla solita espressione indifferente -adesso andiamo a
casa, oggi è stata una giornata di merda-
-Non per me! Ho conosciuto
Alexi Laiho, l’ho sempre creduto uno stronzo montato…invece non è
così-
-Ah, si?- commentò
distrattamente la Vj.
-Si ma in compenso Ville Valo è
un coglione!-
-Direi proprio di si- borbottò
Thabita mentre Laiho si avvicinava -Te ne vai di già?- le domandò, sperando
invano che lei facesse spuntare ancora quel bel
sorriso.
-Qui non ho niente da
fare-
-Beh…che ne diresti di lasciare
tua sorella con Psyche…e farti una birra col sottoscritto?-
-Ci vai giù piatto eh?- fece
Sabrina incrociando le braccia dietro la testa -Thab, accetta
dai!-
-No-
-E come mai?- chiese Alexi
-solo una birra-
-Non sei così male, ma da qui
ad uscire con te ce ne passa- lo liquidò la Vj
allontanandosi.
-Te l’avevo detto che ti
saresti dovuto impegnare con lei- Sabrina gli strizzò l’occhio -ma ha detto che
non sei male…consideralo
un…-
-Sabrina cazzo, muoviti!-
sbraitò Thabita, irritata all’idea che la sorella stesse parlando di lei con
Alexi Laiho.
-Dai sbrigati- disse lui
accendendosi una sigaretta -e non dirle della
birra-
-Scherzi? Sarà il nostro
piccolo sporco segreto- sorrise Sabrina -mi ha fatto piacere conoscerti Alexi, e
dacci sotto con mia sorella-
Ci puoi giurare
ragazzina…
ecco un
altro capitulozzo! ^^ non so come commentare se non ringraziando tutti quelli
che ci commentano così affettuosamente... quindi godetevi il nuovo pezzo e keep
on enjoying us as always! kuji&music
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Capitolo 11 *** Lui, lei...l'altra??? ***
11luilei...
CAPITOLO 11: Lui, lei...l'altra?????
Perché
aveva accettato? Perché non le aveva opposto resistenza? Tuomas non ne aveva
idea, sapeva soltanto che in quel momento era seduto al volante della sua auto
con Psyche seduta lì accanto, diretto verso casa di Meredith. La cameraman
l’aveva avvicinato alla fine delle riprese il giorno prima e gli aveva proposto
di accompagnarla a prendere la fotografa la mattina seguente. All’inizio lui si
era opposto categoricamente, sapendo dove voleva arrivare Psyche, ma alla fine
la ragazza aveva avuto la meglio e Tuomas si era ritrovato sotto casa sua alle
8h30 di quella mattina.
-Siamo
quasi arrivati.- disse Psyche sporgendosi in avanti per leggere il nome della
via –Dopo scendo a chiamarla e la faccio sedere accanto a te, così potete
parlare tranquillamente.-
Tuomas
le lanciò un’occhiataccia che tradiva però un pizzico di terrore –Non puoi
farmi questo! Non riuscirei a spiccicare parola!- protestò –E poi si capirebbe
troppo.-
-Perché,
credi che non l’abbia capito nessuno che vi piacete voi due?- domandò la
cameraman con un sopracciglio alzato. Tuomas non rispose, limitandosi a
guardarla in apprensione. –Però è una tua scelta: davanti o dietro?-
-Dietro.-
decise immediatamente il tastierista –Almeno questa volta.-
Psyche
sospirò slacciandosi la cintura mentre Tuomas frenava davanti a casa di
Meredith –Sei stato molto più ardito quando le hai dato la macchina fotografica
nuova dicendole che lei valeva la pena per una regalo così costoso!-
Tuomas
spalancò gli occhi –E tu che ne sai?-
-Ho
i miei informatori…- ammiccò la ragazza prima di scendere dalla vettura.
Tuomas
si appoggiò totalmente allo schienale del sedile, ancora sorpreso: possibile
che fosse stata Meredith a dirglielo? Allora, forse, anche lui non era
totalmente indifferente alla fotografa. Si sentiva un idiota a fare dei
ragionamenti da adolescente insicuro; aveva 30 anni, che si comportasse da uomo
e si facesse avanti invece di rimanere lì imbambolato a fare congetture sui se
e sui ma! La vista di Meredith che usciva dalla porta di casa, tuttavia, fece
perdere al tastierista qualsiasi proposito maturo e coraggioso. Le sue corde
vocali sembravano non aver sentito l’effetto benefico dell’acqua per decenni
quando si sforzò di rispondere al saluto della rossa.
-Qual
è il programma di oggi?- domandò Meredith sedendosi comodamente sul sedile
posteriore e inserendo il volto tra i due sedili anteriori per meglio
comunicare con gli altri due. Tuomas cominciò a sentirsi nervoso: la vicinanza
del suo viso al suo e il respiro di lei che si scontrava leggero contro il suo
collo non lo aiutavano certo a mantenere un controllo saldo sulle sue emozioni.
Tutto quelle che avrebbe voluto fare era girarsi e baciare la ragazza.
Fortunatamente la voce squillante di Psyche lo riportò alla realtà.
-Io
devo girare qualche scena del video con gli attori che abbiamo reclutato,
quindi non sarò reperibile prima delle 13h00 quando avrò finalmente la pausa
pranzo.- disse la cameraman –Quindi hai ben quattro ore durante le quali puoi
sbizzarrirti quanto ti pare con la tua nuova macchina fotografica!-
A
quelle parole lo sguardo di Meredith scattò involontariamente su Tuomas che a
sua volta stava guardando accigliato Psyche. Perché quello era uno sguardo
accigliato, vero? Non aveva motivo di essere un altro sguardo…
-Avrò
solo due ore comunque, le altre due torna Thabita con un’altra intervista solo
per Bam riguardo al video. L’altra volta lei e Ville hanno perso tempo a
litigare e quindi non è riuscita a trovare il tempo per finire l’altra.- disse
la fotografa spostandosi leggermente verso la parte della cameraman.
Psyche
si mollò una sberla sulla fronte –Merda, è vero! Ci devo andare anche io
all’intervista mi ha detto Bam!- esclamò –Questo vuol dire che la mia pausa
pranzo dovrà ridursi notevolmente se voglio finire le riprese e andare a casa
presto!-
-Ti
devo portare a casa io, dopo?- domandò Tuomas riuscendo finalmente a far
nuovamente funzionare le sue corde vocali e assumendo un’aria più rilassata.
Meredith guardò allarmata Psyche: possibile che, nonostante quello che le aveva
detto, la cameraman stesse abbordando Tuomas? Perché doveva portarla a casa
lui? Ah, giusto, perché Psyche non aveva la macchina quel giorno… ma se si
erano messe d’accordo perché fosse Psyche a passare a prenderla, perché lei si
era fatta venire a prendere da lui??
-Non
ti preoccupare, Tuomas, prendo il tram. Tu basta che riaccompagni a casa
Meredith.- rispose la cameraman.
o avrò
finalmente la pausa pranzo.-ideo con gli attori che abbiamo reclutato, quindi
non sarò reperibile prima dell--Guarda
che non ho problemi a riaccompagnarti a casa, se vuoi.- obiettò Tuomas. Non era
il caso che rimanesse in macchina da solo con Meredith: se
averla dietro gli faceva quell’effetto non era sicuro che sarebbe riuscito a
rimanere concentrato sulla guida avendola di fianco e potendola quindi
guardare.
Psyche
gli lanciò uno sguardo stralunato. La mente di Meredith, già sconvolta di suo
per la presenza del tastierista, cominciò a dar forma a delle storie che
stavano solo al suo interno. In fondo Psyche e Tuomas erano andati subito
d’accordo, passavano parecchio tempo insieme e si vedeva chiaramente che
avevano creato uno stretto legame di amicizia… ma era sicuro che fosse solo amicizia?
-Non
importa, Tuomas, io finisco dopo voi due. Non voglio farvi aspettare, torno in
tram.- insistette Psyche considerando chiuso il discorso .Ormai erano arrivati
sul set del video.
Non
appena furono tutti scesi dall’auto, Tuomas afferrò Psyche per un braccio
avvicinandola per parlarle senza farsi sentire da Meredith –Non puoi farmi questo,
Psyche! Se torno a casa da solo con lei faccio la figura del pesce lesso!-
protestò.
Psyche
ridacchiò abbracciandolo teneramente sotto gli occhi fantasiosi di Meredith che
li guardava da lontano senza farsi notare. –Ti adotterei da quanto mi fai tenerezza,
a volte!- disse la cameraman –Secondo me riuscireste a parlare senza problemi,
una volta avviata una conversazione. Basta che non vi mettiate a parlare del
tempo!-
Tuomas
sorrise, anche se l’inquietudine non gli era passata per niente –Mi sento un liceale…-
-Allora
dimostra a te stesso che sei una uomo e invitala fuori, no?- sorrise Psyche.
Per Meredith che non sentiva una parola di quella conversazione tutto si
riduceva a uno scambio di abbracci e sorrisi.
Tuomas
sospirò sconfitto infilandosi le mani in tasca –Prima o poi lo farò, promesso.-
disse.
-Ottimo!
Io ora devo andare prima che Bam Bam mi fucili. Divertitevi, voi due!- lo
salutò Psyche dirigendosi verso la postazione del regista e salutando anche
Meredith.
Tuomas
trasse un sospiro di incoraggiamento e si diresse verso la fotografa, pronto a
dar vita a una conversazione in attesa dell’arrivo degli altri. –Scusa se non
ho parlato molto in macchina, è che la mattina ci metto un po’ a ingranare.-
disse. Cristo santo, quante balle poteva inventarsi più grosse di quella?!
La
fotografa annuì appena –Psyche invece ha sempre la parlantina facile.-
Tuomas
rise: effettivamente Psyche non si poteva definire un tipo taciturno, anzi, si
vedeva che amava parlare, anche se fortunatamente mai a sproposito. –Senti,
intanto che aspettiamo gli altri, ti va di fare colazione con me?-
Meredith
lo guardò un po’ spaesata: a che gioco stava giocando? Prima era tutto
cicì-cocò con Psyche e adesso la invitava
a fare colazione con lui? Tuttavia decise di accettare –Di solito non faccio
mai colazione, ma per questa volta farò un’eccezione.- disse. Tuomas le sorrise
radioso porgendole il braccio con fare galante. Se ogni colazione portava a
questo, Meredith avrebbe volentieri cambiato le sue abitudini.
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Capitolo 12 *** capitolo 12: fight club ***
CAPITOLO 12: FIGHT
CLUB
Cazzo merda! Mai una volta che
arrivi in orario!
pensava Psyche mentre correva verso il luogo in cui si doveva tenere
l’intervista, la borsa a sacca che sbatteva contro la cintura facendo tintinnare
le spille contro le borchie. Era in ritardo di mezzora
buona.
Con il fiatone che le faceva
sollevare il petto aritmicamente si lasciò cadere sulla panca della birreria in
cui si sarebbe svolta l’intervista, Bam e Thabita già intenti a discutere
davanti a due giraffe.
-Scusate il ritardo, ma non sono
riuscita a staccare prima…- ansimò la cameraman appoggiando la testa su una mano
e ravvivandosi la chioma con l’altra –Psyche Suikkari.- si presentò
poi.
Thabita la guardò un po’
infastidita: detestava dover aspettare i comodi degli altri e il ritardo della
cameraman le aveva fatto prolungare quella noiosissima intervista di mezzora
–Thabita Daniel’s.- si presentò tuttavia, sforzandosi di stringere la mano della
ragazza. Aveva una stretta forte, almeno doveva essere una donna di
carattere.
-Cosa mi sono persa?- domandò
Psyche prima di ordinare una Guinness.
-Thabita mi stava chiedendo di come
siamo riusciti a mettere d’accordo persone abituate a generi di video diversi.-
disse Bam –Credo che la risposta spetti a te, visto che il video è tuo, in fin
dei conti.-
Thabita spostò lo sguardo glaciale
dallo skater alla cameraman –E così il video non è di Bam Margera come si dice?-
domandò.
Psyche sorrise un po’ soddisfatta,
anche se in fondo le dispiaceva togliere luce a Bam –L’idea è stata mia, ma io e
Bam lavoriamo insieme: io seguo le riprese di Ville, Tuomas e Alexi mentre lui
segue la storia, ma alla fine il montaggio lo faranno lui e la Bam’s Crew.-
disse.
-E dimmi, come sei riuscita a far
sì che Rakohammas rinunciasse a fare il figo in un video, per una volta nella
sua misera vita?- domandò la Vj con un sorriso gelido,
scettico.
Psyche osservò un attimo quegli
occhi chiari e glaciali: sapeva cosa era accaduto durante la scorsa intervista,
si era informata un po’ sulla fama di Miss Iceberg prima di affrontarla a viso
scoperto, e adesso vedeva chiaramente cosa intendevano dire quando definivano
Thabita Daniel’s un tipo difficile da
prendere. Tuttavia lei non aveva nessuna intenzione di farsi intimidire
dalla Vj, né tantomeno le avrebbe raccontato quello che voleva sentirsi dire.
–Ville è stato il primo ad accettare, gli piaceva l’idea di un video concentrato
sulla canzone, per una volta. Sono rimasta positivamente sorpresa: credevo che
Valo fosse uno tutto fama e quanto-sono-figo, ma in realtà è più sveglio e serio
di quanto non dia a vedere.-
Thabita osservò Psyche con un
sopracciglio alzato –Siamo sicure di conoscere lo stesso Ville Rakohammas?-
domandò bevendo un po’ di birra.
-No, io conosco il Ville trentenne,
tu quello adolescente. In quindici anni si cambia parecchio.- la freddò Psyche
guardandola dritta negli occhi, cosa che di solito i suoi intervistati evitavano
di fare. Un sorriso appena percettibile si fece largo sulle sue labbra, ma
Thabita lo eliminò subito.
-Le persone restano
fondamentalmente le stesse, non vedo perché sprecare il mio tempo a verificare
quanto Rakohammas sia potuto cambiare in quindici anni.- replicò Thabita
decidendo di far cadere lì il discorso, ma non conosceva Psyche: lei odiava far
cadere i discorsi.
-Ville tende a dire cazzate per
divertirsi e darsi un tono, ma non è questo che fa una persona… Chiunque ti
conoscesse potrebbe pensare di te che sei solo un guscio di ghiaccio senza anima
né sentimenti, eppure persone così non esistono.- replicò la cameraman
tracannando la birra dal suo bicchiere -Le persone fondamentalmente non
cambiano, ma ci sono determinate condizioni che si verificano nella vita che ci
fanno percepire le cose in modo diverso, cambiando quindi il modo che noi
abbiamo di rapportarci ad esse.-
Thabita si raggelò. Non sapeva che
risponderle… per la prima volta qualcuno la metteva a tacere, per la prima volta
si trovava davanti qualcuno che non aveva peli sulla lingua. Non le dispiaceva
poi troppo quella ragazza, nonostante prendesse le difese di Valo. –Continuiamo
l’intervista così posso tornarmene a casa.- disse riprendendo in mano il
blocchetto con la penna.
Mezzora dopo Psyche se ne usciva
nera dalla birreria, con Bam che si sforzava di tenere il suo
passo.
-Psyche, cristo santo, calmati!-
esclamò lo skater.
-Calmarmi? Calmarmi?? E come faccio? Quella Thabita
sputa merda su tutti quelli che non le vanno a genio, anche senza sapere come
sono, si ferma alle apparenze o ai ricordi da adolescente! Ha 30 anni e si
comporta come una ragazzina! Non mi piace per niente!- sbottò Psyche fermandosi
e voltandosi di scatto verso Bam, facendo ondeggiare i boccoli
ribelli.
Lui le mise le mani sulle spalle
cercando di farla tornare in sé –Psyche, nessuno ha mai tenuto testa a Miss
Iceberg come te oggi, dovresti esserne fiera! Non crearti problemi inutili! Lei
e Ville si odiano, è un dato di fatto, perché te ne preoccupi così tanto?- le
disse.
Psyche trasse un respiro profondo
cercando di rilassarsi –Perché non mi sembra giusto.-
-Il tuo problema è che ti scaldi
troppo per le cause degli altri.- le rivelò Bam –E’ il caso che adesso vai a
farti una doccia e ti dimentichi di Thabita Daniel’s per un
po’.-
Psyche si mordicchiò un labbro: non
aveva alcuna voglia di andarsene a casa, ma Bam aveva ragione, aveva bisogno di
rilassarsi e di evitare di pensare a Miss Iceberg. –Allora ci vediamo domani, ma
non cominciare le riprese senza di me, intesi? Non mi convinceva per niente il
ragazzo che avete scelto tu e i tuoi, mi stona con le immagini degli altri tre.-
disse.
Bam alzò gli occhi al cielo
sbuffando –Avevi detto che mi avresti lasciato la storia!-
protestò.
-Ma non hai saputo sfruttare bene
la mia generosità!- sorrise la ragazza assumendo una posa da superiore prima di
tornare a essere seria –A parte gli scherzi, Bam, non va bene quel ragazzo… Non
so perché, ma non mi ispirava.-
-Non ti ispirava perché l’ho scelto
io.-
-Non è vero, la ragazza è perfetta!
Lei è esattamente il tipo di ragazza che mi immaginavo per questo video… non
credere che a me non piaccia come lavori, è solo che secondo me dobbiamo trovare
un altro ragazzo.- obiettò Psyche abbassando la visiera del cappellino all’amico
che sorrise appena.
-Ciò vuol dire che dovremo rifare
un bel po’ di riprese.- sospirò –Ok, ti ho voluta io, ne pagherò le
conseguenze.- accettò scompigliandole i capelli.
-Voglio che il video sia perfetto!
Voglio che Miss Iceberg si ricreda su quello che possono fare i ragazzi e voglio
dimostrarle di cosa siamo capaci noi due!- esclamò Psyche allontanando Bam e
cercando di ridomare i riccioli che Bam aveva sparato in ogni
direzione.
Bam scoppiò in una risata sincera
–Psyche, Psyche, non cambierai mai! Sempre competitiva in qualunque cosa tu
faccia! Vuoi sempre essere la prima in tutto.-
Psyche gonfiò il petto d’orgoglio
–Io voglio che la gente si complimenti con me, voglio che il mio impegno sia
riconosciuto! Non è mica chiedere troppo!-
-No, ma a volte sei comica.- le
rispose Bam –Adesso vai, ci vediamo domani.- la salutò poi dirigendosi
nuovamente verso la birreria.
Psyche inclinò leggermente la testa
di lato com’era solita fare quando rifletteva, attorcigliandosi un boccolo
attorno alle dita: cominciava a essere stufa del carattere che le affibbiavano
tutti di donna dura, schiavista… si sentiva più una macchina da guerra quando la
descrivevano così! Forse prima o poi avrebbe trovato qualcuno che la facesse
sentire diversa, per il momento le bastava una doccia che le facesse dimenticare
Thabita Daniel’s.
ok, il titolo non è dei
migliori, ma non avevo idee per renderlo bene. questo è uno di quei capitoli che
mi diverto sempre a leggere perché Thabita qui è decisamente fantastica! XD e
Psyche pure... se non altro sono due caratteri forti a confronto. a cosa porterà
tutto questo? lo sapremo nelle prossime puntate. keep on enjoying us!
Kuji13_musicaddict
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Capitolo 13 *** capitolo 13: Odi et Amo ***
CAPITOLO
13: ODI ET AMO
Thabita era decisamente arrabbiata con sua
sorella. Aveva veramente passato il limite, arrivando a parlare di lei con Laiho
oltre il limite consentito, entrando nel personale e dando al chitarrista false
speranze. Quando arrivò sul set del video, Sabrina era al solito posto: seduta
sul prato con Alexi Laiho e una birra appoggiata alle
labbra.
-Adesso basta, Sabrina. Avanti, andiamo!-
disse fermandosi davanti a lei e lanciandole uno sguardo gelido, cosa che faceva
esclusivamente quando era arrabbiata.
Sabrina sentì la situazione di pericolo e
scattò in piedi –Ero solo venuta a salutare Alexi!- esclamò per
giustificarsi.
-Non mi interessa, non mi va di doverti
venire a recuperare ogni volta e non mi va che tu parli con lui. Ho anche dovuto
lasciare prima l’intervista che stavo facendo a causa tua.- la zittì Thabita
prendendola per un braccio e attirandola a sé. Alexi assisteva alla scena
rimanendosene seduto sul prato, rapito dalla figura della Vj avvolta in un
tailleur che poco le si confaceva, ma che metteva in risalto le sue forme che il
chitarrista adocchiava volentieri.
-Thabita, non ti incazzare! Stavamo solo
parlando!- intervenne vedendo la situazione mettersi male per la
ragazzina.
Thabita gli lanciò lo sguardo più truce di
cui disponeva –Non mi piacciono gli argomenti delle vostre conversazioni.- disse
prima di tornare a rivolgersi alla sorella –Io e te dobbiamo fare quattro
chiacchiere, a
casa.-
Sabrina lanciò uno sguardo preoccupato ad
Alexi –Ti giuro che non abbiamo parlato di te, stavolta!-
-Il problema, Sabrina, sono tutte le altre
volte. Adesso basta. Andiamo.- obiettò la donna cominciando a trascinarla
via.
Proprio in quel momento arrivarono Psyche e
Ville intenti a discutere delle riprese. Non appena la cameraman vide la Vj un
moto d’odio le montò al petto. Ancora non le era passato il nervoso dopo
l’intervista con lei alla birreria, non le era ancora andato giù il modo in cui
aveva trattato Ville, il modo in cui aveva criticato la canzone che ancora non
aveva sentito e il modo arrogante con cui pretendeva di conoscere già tutto
delle persone che aveva davanti. Per lo meno sua sorella compensava la sua
stronzaggine.
Sabrina le lanciò un’occhiata implorante
–Psyche, ti prego, salvami!- sussurrò senza però sfuggire alle orecchie da
intervistatrice della sorella maggiore.
-Non fare la bambina, Sabrina! Sei
abbastanza grande da capire certe cose.- la zittì.
Ville Valo la guardò scettico mettendosi
quasi a ridere –Alle prese con le sorelle minori?-
Thabita non era dell’umore per sopportare
Ville Hermanni Rakohammas in una situazione normale, già l’idea di condividere
con lui la stessa aria le dava ai nervi, se si aggiungeva il nervosismo creato
da un’intervista interrotta per la lingua troppo lunga di una sorella minore che
voleva giocare a Cupido, il livello di sopportazione scendeva
paurosamente.
-Senti, Flash, non rompere i coglioni
adesso, non ti conviene.- sbottò la Vj inchiodandolo con gli occhi glaciali,
raffreddati espressamente per lui.
-Oh, siamo suscettibili!- disse Ville
accendendosi una sigaretta –Una signora così ben vestita non dovrebbe usare
certe parole volgari!-
Se c’era una cosa che Thabita odiava più di
Valo era proprio il tailleur che portava, ma aveva dovuto indossarlo per obbligo
professionale, un obbligo a cui nemmeno lei era riuscita a sottrarsi per una
volta, quindi quella battutina sul suo abbigliamento non fu esattamente di suo
gradimento. I suoi occhi vagarono sui vestiti che aveva il suo interlocutore:
una T-shirt, una giacca e un paio di pantaloni di pelle aderentissimi,
naturalmente neri. Soprattutto i pantaloni attirarono la sua attenzione –Almeno
io non mi vesto per mettermi in mostra.- disse alludendo alla forma sporgente
che assumevano i pantaloni all’altezza dell’inguine del darkman –Stai messo bene
là sotto, ma lo sai usare per più di venti secondi?-
Sabrina e Alexi ridacchiarono per la
frecciata della donna, Psyche non si perdeva una battuta rimanendo tuttavia
impassibile, concentrata sull’antipatia che provava nei confronti della Vj.
Contrariamente alle previsioni di Sabrina e Laiho, Ville si mise a ridere
avvicinandosi maggiormente a Thabita, così vicino da poter sentire distintamente
sulle proprie guance il respiro di lei e la guardò dritta negli occhi -Se tu
venissi con me ti farei godere così tanto da urlare il mio nome per tutta la
notte.- le disse soffiandole un po’ di fumo in faccia.
Thabita si irrigidì, un senso di nausea e di
odio puro che le ostruiva lo stomaco, gli occhi sempre puntati su Valo, più
cattivi che mai. Sabrina era rimasta decisamente sorpresa dalla replica del
cantante, mentre Alexi avrebbe tanto desiderato strangolarlo. Psyche cercava
vivamente di non lasciar trasparire troppe emozioni, ma avrebbe veramente voluto
mettere a tacere Thabita una volta per tutte. Era fiera della risposta di Ville,
la Vj se l’era meritata.
-Thab, andiamo, dai!- disse Sabrina cercando
di trascinare la sorella lontano da quella situazione imbarazzante. Valo l’aveva
messa a tacere. Sabrina adesso aveva la certezza di non sopportare il cantante
degli HIM. Tuttavia Thabita non aveva alcuna intenzione di andarsene adesso che
aveva un dibattito da portare a termine.
La Vj si rivolse a Psyche –Spero che tu sia
una buona addestratrice: quando si ha a che fare con le bestie certe capacità
tornano sempre utili.- disse con un sorrisino di sfida riservato a
Valo.
Psyche strinse appena gli occhi –Sono
maggiormente preparata contro i serpenti.- rispose –A volte strisciano per
togliersi dai guai, e in quei casi è bene stare attenti ai
morsi.-
Thabita capì benissimo che quella frase era
diretta a lei, tuttavia la cosa non fece altro che farla sorridere mite: quella
cameraman era riuscita a farla tacere già due volte. Decisamente le
piaceva.
Psyche dal canto suo, non la sopportava.
Trovava Thabita insolente, irritante e detestava quel suo mettersi al di sopra
di chiunque, la sua aria da donna superiore. Superiore in cosa? Il fatto che
conoscesse Ville da anni e anni non la giustificava affatto.
-Sei tosta.- disse Thabita mentre sua
sorella la tirava per andarsene rapidamente -Mi piaci. A presto Psyche, Alexi…-
scoccò un’occhiata al vetriolo a Valo che ancora ridacchiava e si allontanò
-Finalmente sono riuscito a farla tacere.- disse appunto il leader degli
HIM.
-Si beh, voi uomini dovete sempre ricorrere
al sesso.- sibilò Psyche irritata.
-Guarda che è stata lei la prima
a…-
-Non mi interessa, chiaro?- tagliò corto
lei, dandogli le spalle e allontanandosi a sua volta. A lei non importava nulla
dei battibecchi di Ville e Thabita, anche perché si vedeva lontano un miglio che
nascondevano altro, era lampante! Prima le frasi cattive, poi i bisticci… infine
erano arrivati alle battute a sfondo sessuale… Psyche non avrebbe faticato a
credere se lui fosse arrivato un giorno, sbattendo in faccia a tutti che se
l’era portata a letto.
E
smettila di pensarci, a te non importa
si disse, cercando
di calmarsi… inutilmente. Thabita la faceva incazzare come poche altre persone
al mondo e poi ci si era messo anche Ville! Smettila Psyche… Ville può scoparsi l’intero
pianeta… che ti frega? Niente. NIENTE! Anche se è un bugiardo ipocrita!
Prima diceva che detestava Thabita da sempre, poi si comportava in quel modo… Certo, come no… se la mangiava con gli
occhi… e Thabita è così bella… Quel giorno la Vj aveva abbagliato tutti con
quel look, mentre Psyche si sentiva un emerito maschiaccio, soprattutto per
comodità, niente a che vedere con la donna che era in realtà… Tanto a chi devo far vedere come
sono?
A nessuno, appunto.
Specialmente, non a un certo singer dagli
occhi verdi più luminosi che avesse mai visto.
ghegheghe... ^^ questo
capitolo rivela un po' di caratterini in più. a chi piace Thabita credo che farà
piacere, finalmente si nota un lato di lei un po' diverso, a chi piace Psyche
spero che le sue risposte non abbiano fatto altro che farvela piacere ancora di
più, a chi infine piace Ville... beh, mettetevi in coda! qui è pieno di vostre
rivali, per cui rassegnatevi! XD keep on enjoying us!
Kuji&music
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Capitolo 14 *** One Bad Beer ***
14
CAPITOLO 14: One Bad Beer
-Ok, ragazzi, per oggi basta!- annunciò Psyche spegnendo
la telecamera e cominciando a raccattare le sue cose per potersene andare. Era
veramente felice: finalmente le riprese erano quasi finite per quel che
riguardava i ragazzi e stava venendo fuori un video veramente bello.
-Ciao, sei impegnata?- una voce profonda proveniente da
dietro le sue spalle la distrasse dai suoi pensieri. Ville Valo la guardava in
attesa con una sigaretta che pendeva dalle labbra e l’accendino a mezz’aria.
-Dipende… - rispose la cameraman.
-Ti andrebbe di accompagnarmi a prendere una birra? Ho
chiesto a Tuomas e Alexi, ma hanno già un impegno…- insistette il cantante
accendendosi finalmente la sigaretta.
Psyche lo guardò scettica: quella frase le suonava molto
da scusa patetica, ma preferì evitare di costruirsi castelli mentali che
l’avrebbero solo fatta diventare paranoica e si decise a rispondere –Non ho
niente da fare e a me fa sempre piacere prendere una birra.-
Ville sorrise –Ottimo.- disse facendole strada verso la
birreria poco distante dal set del video. –Come sta venendo il video?- le
chiese mentre camminavano.
Psyche sorrise radiosa –Veramente bene! Il pezzo che è
venuto meglio è quello in cui Bam ha mixato le vostre tre ambientazioni secondo
me… lì si sente veramente l’interpretazione della canzone. Ma la parte che
preferisco è il pezzo di Tuomas nello studio: quello mi trasmette di più.-
rispose.
-Sono contento che ti piaccia.- commentò Ville –D’altronde
avete fatto davvero un buon lavoro tu e Bam insieme. Credo che ti richiederò
anche per un video himmico in un futuro imminente… chissà che tu non riesca a
impartire un po’ di disciplina a Migé e a Gas!-
Psyche storse il naso –Uffa, ma certo che siete cattivi
nei miei confronti! Non mi sembra di avervi fatti passare per un campo di
concentramento!- sbottò un po’ offesa.
-Non intendevo offenderti.- si scusò Ville –A volte sei un
po’ dittatoriale, però…-
-Anche te da quel che ne so, Hitler!- replicò la cameraman
con un risolino.
Ville sbuffò fuori l’ultima boccata di fumo con un
sorrisetto passandosi una mano sul pizzetto –Vedo che Bam ti ha informata sulla
mia nomea con gli HIM.- disse –Spero che per il resto ti abbia parlato bene di
me!- ridacchiò poi aprendole la porta della birreria per lasciarla passare.
-A parte certe cose scabrose e incivili… sì, per il resto
abbastanza bene.- rispose la ragazza.
-Scabrose e incivili?- chiese Ville accigliato e divertito
allo stesso tempo Se Bam le ha parlato
male di me lo distruggo! –E che cosa ci sarebbe di così incivile nella mia
vita?-
Psyche rise –Oh, un sacco di cose, a partire dal fatto che
avete fatto diventare la vostra sale prove un letamaio più di una volta!-
-Ah, quello…- si
ricordò il cantante passandosi una mano tra i capelli leggermente imbarazzato
–Ok, sì, in effetti è un po’ incivile… ma era divertente.-
-Immagino.- commentò Psyche ordinandosi la solita Guinness
–E a te piace il video?-
-Sì, mi piace davvero molto. Anche a Tuomas e ad Alexi
piace, anche se Alexi era il più scettico all’inizio… gli sembrava troppo femminile come idea.- rispose il
cantante.
Psyche spalancò gli occhi –Oddio, Alexi Laiho che
considera femminile una mia idea… potrei svenire per una notizia del genere!-
commentò scettica con uno sbuffetto un po’ esasperato. Alexi non aveva ancora
smesso di tormentarla per la sua tendenza a fare il maschiaccio.
-A dir la verità sei più femminile di quanto tu non creda,
e l’ha notato anche Alexi.- obiettò Ville.
Sì, come no. Pensò la ragazza sorseggiando la
sua birra e osservando vaga il posacenere sul tavolo. La presenza di Ville
ormai cominciava a risultarle normale, anche se doveva stare bene attenta ad
evitare i suoi occhi se voleva conservare la sua integrità emotiva. –A me
sembra che Alexi abbia notato altre femminilità…- commentò –Sta sempre appiccicato
a Meredith.-
Ville sorrise, sapendo bene come stavano le cose –No,
direi che quello perso dietro a Meredith sia Tuomas: è proprio cotto di quella
fotografa! D’altro canto anche a me non dispiacerebbe farci un pensierino, ma
io ho messo già gli occhi su qualcun’altra…- disse.
Psyche non seppe perché,
ma il suo stomaco sembrò precipitare verso il basso: allora i suoi
sospetti erano fondati! –Bè, tu e Thabita vi conoscete da un sacco di tempo…-
cominciò a dire, ma il cantante la bloccò.
-Chi? Thabita? Ma nemmeno se fosse l’ultima donna sulla
faccia della terra! Piuttosto mi farei monaco!- obiettò lui con tono
aggressivo, ma fondamentalmente divertito –Mi chiedo come puoi aver pensato che
stessi parlando di Thabita!-
Psyche riuscì per la prima volta a guardare Ville negli
occhi, con uno strano presentimento che si faceva largo tra i suoi
pensieri
–Io… io credevo… state sempre lì a
punzecchiarvi… lei è bella e…- cercò di
trovare una spiegazione, ma alla fine ci rinunciò –Chi,
allora?-
Valo concentrò il suo sguardo verde intenso sulla
cameraman che lo guardava in attesa, leggermente in apprensione, ma non così
tanto da darlo a vedere –Una ragazza decisamente carina che in questo momento è
seduta davanti a una Guinness con un coglione alcolizzato.- disse –E che è dannatamente brava con la telecamera,
per citare Bam.-
Psyche spalancò gli occhi nocciola-verdi assumendo un
colorito rosato sempre più intenso. Non poteva essere, non lei! –Io…? Ma… sei
sicuro?-
Ville rise sonoramente –Che domande! Certo che sono sicuro!
Direi che non ti ho tolto gli occhi di dosso da quando sei arrivata!- le
rispose passandosi una mano dietro al collo, un po’ in imbarazzo anche lui.
Aveva cercato in tutti i modi di farglielo capire.
La cameraman rimase nuovamente a secco con le parole. Si
sentiva una stupida… Uno degli uomini più sexy al mondo, il cantante di uno dei
gruppi che lei amava di più le stava dicendo che gli interessava e lei cosa
diceva? Gli chiedeva se ne era sicuro, ovvio… qualunque persona sana di mente
l’avrebbe fatto! Crollata l’immagine della ragazza che sa controllare le sue
emozioni.
-Scusami, sono leggermente sconvolta.- disse infine
prendendo una sorsata abbondante dalla sua birra. Peccato che a lei, per fare
effetto, ne servisse più di una pinta.
-Spero in positivo!- commentò Ville senza abbandonare il
suo sorriso –Altrimenti credo che dovrei cominciare a scappare, in caso tu
cercassi vendetta.-
Psyche assunse un broncetto seccato, ma era ancora troppo
sconvolta dalla rivelazione di Ville per potersi permettere di essere veramente
offesa –Non serve, non mordo. E sarei stupida a dirti che questa cosa non mi
abbia fatto piacere…-
-Ma?- domandò Ville abbandonando il sorriso: il tono di
Psyche aveva qualcosa di decisamente poco rassicurante per quello che lo
riguardava.
-Ma non so che risponderti, Ville. Non dico che tu non mi
piaccia: mi piace parlare con te e mentirei se dicessi di trovarti brutto, ma
non sono ancora in grado di dire se il
tuo interesse è ricambiato o no, mi dispiace.- disse la cameraman lasciando i soldi
per la birra sul tavolo e afferrando la borsa –E’ meglio che vada, altrimenti
perdo l’autobus… stamattina mi ha portato su Tuomas, perciò… Ci si vede
domani.-
Ville la guardò allarmato. Cosa stava succedendo? Perché
stava andando via? Stava andando tutto bene… come era arrivato a quel punto? I
suoi occhi caddero sui soldi sul tavolo –Almeno lascia che la birra te la paghi
io!- protestò tendendole la banconota.
-No, per favore, odio farmi offrire le cose se… Poi mi
sento in debito.- rifiutò Psyche scuotendo la testa e facendo ondeggiare i
riccioli –A domani, ok?-
-A domani.- biascicò Ville guardandola andare via e
abbandonandosi sulla sedia picchiettando con le dita sul bordo del tavolo di
legno. In quel momento rimpiangeva decisamente di non avere mai preso la
patente: avrebbe potuto almeno riaccompagnare Psyche a casa.
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Capitolo 15 *** Gelosia... ***
CAPITOLO 15: GELOSIA...
-Non capisco perché ne stai parlando con me-
disse Tuomas sorseggiando un caffé mentre Valo si scolava la terza birra di fila
e finiva il pacchetto di sigarette comprato due ore prima. Il leader degli Him
fece spallucce, mentre osservava distrattamente cosa accadeva sul set.
-Perché si- il tastierista gli lanciò
un’occhiata stranita -siamo nella stessa situazione- aggiunse Ville spegnendo
una cicca sotto le scarpe -io ho avuto un quasi due di picche da Psyche e tu da
Meredith, lei e Alexi stanno sempre insieme…sa il cazzo di cosa parlano tutto il
tempo, la cosa che lui voleva sbattersi Thabita mi sembrava troppo
anormale-
-Già- commentò amaramente Tuomas. Con il
fatto che Psyche e Meredith erano diventate amiche in due secondi, la fotografa
girovagava sempre per il set ma quando non era impegnata a fotografare,
chiacchierava con Alexi. Sempre Alexi. Lui era riuscito ad avvicinarla tre
volte, la prima per darle quella macchina fotografica, la seconda per invitarla
a fare colazione e la terza per fare giusto due chiacchiere o almeno provarci…ma
il frontman dei Bodom era arrivato a rompere le uova nel paniere e la rossa se
n’era andata con lui -Ho idea che, non so…dovremmo lasciar perdere- disse ancora
Ville.
-Guarda che non ti ha dato un due di picche-
ragionò Tuomas -forse se ti ci impegni seriamente puoi smuovere le cose, in
fondo con te si trova bene, no? Psyche è una persona con la quale puoi parlare
di qualsiasi cosa, è una buona amica, almeno per quanto mi
riguarda-
-Sarà meglio- borbottò Valo. Ovviamente
aveva notato quanto Psyche e Tuomas erano in confidenza…ma se per il tastierista
era solo amicizia, allora stava bene.
-Geloso?-
-Almeno quanto tu di
Alexi-
-La mia è una partita persa in partenza-
Tuomas gettò il contenitore del caffé e si allontanò. Dal lato opposto stavano
infatti arrivando Meredith e Alexi, impegnati in una discussione piuttosto
accesa.
-Guarda che non può mica farti del male-
disse la fotografa -dai, Sabrina è stata gentile a portarti il numero di
Thabita…cosa ti costa telefonarle?-
-La vita, tanto per cominciare- rispose il
biondo -ehi Rrrrrakohammmmasss- salutò prima che Valo decidesse di
andarsene.
-Ville diglielo anche tu, per piacere…-
s’intromise Meredith.
-Cosa?-
-Giusto non sai tutto…poco fa Sabrina è
venuta qui per dare ad Alexi il numero di Thabita, e sto deficiente non la vuole
chiamare!- il darkman guardò lui e la rossa, poi tornò su Alexi -Quindi, stai
ancora pensando a quella?- gli chiese perplesso…che lui e Tuomas non avessero
capito un fico secco del rapporto tra il leader dei Children e la fotografa? -ma
voi…siete solo amici?- i due interessati scambiarono un’occhiata poi spostarono
gli occhi su Valo.
-Certo. Sta qua bava dietro a Tuomas. Devi
sentire le porcate che dice!-
-Ma taci cazzo!- sbottò Meredith arrossendo
lievemente.
-Non sei te quella che se lo farebbe…dove
hai detto? Ah, si…in uno stadio davanti a migliaia di
persone-
-Sempre meglio che un cesso pubblico, caro-
lo rimbeccò la rossa cercando di guardare altrove. Valo fece oscillare lo
sguardo da uno all’altra.
No. Decisamente lui e Tuomas non avevano
capito un cazzo…la cosa lo fece sorridere. Meredith invece non era dello stesso
avviso, essendo gelosa marcia di Psyche…Tuomas le stava sempre appiccicato e lei
non capiva come mai la cameraman gli desse tanta corda. Non era mica interessata
a Valo? Almeno un po’? E allora perché non stava alla larga da Tuomas e già che
c’era la smetteva di abbracciarlo sempre?
-Chiama Miss Iceberg, al massimo ti dirà che
non gliene frega un cazzo. Per telefono non può certo prenderti a calci nel
culo- disse infine il leader degli Him. Alexi annuì e prese il
telefono.
Tuomas aveva raggiunto Psyche, la cameraman
troncò di netto una discussione con uno della troupe e salutò
l’amico.
-Che faccia-
-Meglio della tua e il depresso dovrebbe
essere Ville. Non tu-
-Allora ti ha detto…- fece lei, Tuomas annuì
-credimi mi fa un piacere immenso…con lui mi trovo bene, lo considero bello e
anche molto sexy ma…non so se c’è altro-
-Dovreste solo conoscervi
meglio-
-Può darsi- ammise Psyche con un sospiro,
forse alla fine di quelle riprese avrebbe potuto uscire con lui e conoscerlo,
lasciando fuori ogni questione di lavoro. Per lei era tutto fin troppo strano,
ancora non riusciva a credere di essere l’oggetto d’interesse di uno come Valo,
abituato a stare con modelle iper magre e bellissime. Non che considerasse se
stessa brutta, anzi…si piaceva. Ma non riusciva proprio a capire cosa Ville
trovasse in lei di così speciale, per dirle ciò che le aveva detto la sera prima
in birreria. Si era persino imbarazzato un sacco! Era
spiazzata.
Mentre Psyche sproloquiava e Tuomas pensava
di aver ormai perso ogni speranza con Meredith, Alexi Laiho, attendeva che
Thabita rispondesse al cellulare. Dopo quasi venti squilli, la voce della Vj gli
giunse decisamente scazzata dall’altro capo del telefono.
-Si
può sapere chi è?-
-Ciao Thabita, sono Alexi- attimo di
silenzio. Il biondo pensò seriamente che lei gli avrebbe attaccato la cornetta
in faccia.
-Laiho?- chiese invece lei, facendo
trasparire una nota di sorpresa nella voce, lui confermò -come hai avuto il mio
numero?-
-Non posso dirtelo-
-Sabrina- sbottò lei -non c’è bisogno di mentire, so che è stata
lei…so sempre quando combina una cazzata-
-Darmi il tuo numero non è stata una
cazzata- replicò lui -sono stato io ad insistere. Ho ancora in sospeso quella
birra…-
-Perché?- secco e
diretto.
-Perché voglio conoscerti, non credo a un
cazzo di quello che ha detto Ville. Accetti o no?- ancora un lungo silenzio
dall’altra parte -solo una birra e due chiacchiere-
-E va
bene- concesse Thabita. Alexi ringraziò di essere al telefono, perché
assunse un’espressione a metà tra il lussurioso e l’ebete davvero sconcertante.
Inutile,quella tipa lo eccitava da morire.
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Capitolo 16 *** Capitolo 16:: Natalia ***
16natalia
Capitolo
16: Natalia
-Oggi
è l’ultimo giorno- disse Bam a tutta la compagnia radunata per l’occasione -è
stata una settimana intensa ma soddisfacente, avete fatto tutti un ottimo
lavoro, ormai manca davvero poco. Quindi basta convenevoli e muoviamo le
chiappe che voglio riprendere a dormire decentemente!-
-Un
vero discorso da oscar- commentò Psyche sorridendo -contato che è quasi
mezzogiorno e oggi si lavora mezza giornata…-
-Non
cominciare!-
-Dai
che è quasi finito, animo!-
-Tanto
tu oggi non devi fare niente di che…parli bene- borbottò lo skater
allontanandosi. Mancava solo qualche ripresa della storia, mentre per quanto
riguardava Ville, Alexi e Tuomas, tranne qualcosa che comunque avrebbero girato
dopo pranzo, il grosso era finito. La cameraman raggiunse i tre che
chiacchieravano, salutò sia Alexi che Tuomas con il solito entusiasmo ma quando
incrociò gli occhi verdissimi di Ville, non riuscì a spiccare parola,
limitandosi ad un sorrisino un po’ imbarazzato. Davvero non sapeva cosa fare.
-Meredith?-
domandò il tastierista dei Nightwish, cercando di assumere un tono noncurante
che però non convinse nessuno.
-E’
andata al bar, non facendo colazione le viene fame a metà mattina- spiegò
Psyche -mi chiedo dove metta tutto quello che mangia- aggiunse facendo
l’occhiolino a Tuomas, stava per fare una qualche battutina maliziosa, che
venne interrotta da un –Ville! Come stai? E’ un sacco che non ci vediamo!-
urlato esattamente dietro di lei. Due secondi dopo Natalia Avalon saltò
letteralmente al collo del darkman, sfiorandogli le labbra con le proprie,
truccatissime.
-Ciao
Natalia, come mai qui?-
-Ma
come? Sono venuta a trovarti!- squittì lei, dando il via ad una chiacchierata a
due. Psyche si ritrovò a schiumare di rabbia. Non solo quell’oca non si era
presentata…non solo, si era avvinghiata come una piovra al braccio di Ville,
dopo averlo persino baciato. Ma lui non aveva nemmeno reagito -ah, lei?-
Natalia Avalon si voltò verso Psyche e ridacchiò sommessamente -si, ovvio solo
Bam Margera può avere amicizie tanto strane, spero almeno che il suo talento
con la videocamera non sia pari al gusto per vestire-
-Come
prego?- disse la riccia, riprendendosi dall’attimo di stordimento.
-Sei
vestita come un uomo- commentò Natalia sfiorando con la testa la spalla di Valo
-e santo cielo, nemmeno un filo di trucco!-
-Per
tua informazione noi qui lavoriamo, questa non è una sfilata di moda- ribatté
la cameraman tentando di restare calma -e poi non accetto critiche da una
cafona maleducata che non ha nemmeno avuto la decenza di presentarsi- Natalia
scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli scuri.
-Allora
come mai sei qui a fare salotto?-
-Non
sono affari tuoi- rispose duramente Psyche, oltre all’atteggiamento da oca
giuliva della Avalon, ciò che la fece arrabbiare fu il comportamento di Valo.
Prima diceva che lei gli piaceva e via discorrendo, poi lasciava che quella
cretina gli si strusciasse addosso infine, visto che la Avalon era amica sua, non la fermava nemmeno,
lasciandola lanciare insulti in modi più o meno volgari. Psyche a sua volta,
cercava di rispondere a tono ma in quell’occasione però era diverso e non
riusciva a tenerle del tutto testa. Ci era rimasta male e la sua lingua di
solito bella tagliente, sembrava semi-paralizzata.
La
discussione tra le due, invece che terminare, continuò ancora per qualche minuto. Psyche avrebbe volentieri
abbandonato le parole per prendere la Avalon a sonori schiaffoni, ma non ce ne
fu bisogno. Accadde tutto in una frazione di secondo, Meredith arrivò
camminando spedita, inciampò in un cavo non arrotolato bene e riversò l’intero
contenuto del frappé al cioccolato addosso a Natalia Avalon che in breve si
ritrovò coperta di un liquido marroncino schiumoso.
La
fotografa rimase immobile a terra per qualche istante, poi Tuomas precedette
Alexi e le tese una mano, per aiutarla a rialzarsi.
-Fatta
male?- domandò tirandola in piedi e approfittandone per tenere un braccio sul
suo e una mano poggiata sul fianco. Almeno se le fosse girata la testa non
sarebbe caduta, no?
-No-
rispose lei -solo una sbucciatura al ginocchio, sapevo che dovevo mettere i
jeans lunghi e non sti cosi- borbottò guardando male i jeans neri aderenti,
tagliati poco sopra il ginocchio -mi dispiace molto- disse poi a Natalia
Avalon, che colava cioccolato dovunque e la fissava sconvolta.
-Ti
dispiace? TI DISPIACE?- strillò pestando un piede a terra -QUESTO VESTITO E’
NUOVO! L’HO PAGATO 430 EURO!-
-Ti
ho detto che mi dispiace, non ho certo fatto di proposito! Al massimo posso
portartelo in lavanderia, se facciamo in fretta…-
-L’hai
rovinato! Razza di deficiente! E’ da buttare!-
-La
prossima volta vedi di vestirti adeguatamente- buttò li Psyche mentre Tuomas e
Alexi ridevano di gusto e Ville fumava guardando la scena come se stesse
fissando lo schermo della tv.
-Ma
stai zitta tu! Degna compare di questa scema!-
-Stai
rompendo le palle- s’intromise il leader dei Bodom, che le passò davanti
degnandola di una piccola spallata e raggiunse Meredith -dai andiamo e non
sbatterti per sta cretina- mentre Tuomas, Alexi e Meredith se ne andavano,
Psyche colse al volo l’occasione, afferrò Valo per un braccio e lo trascinò
via, lasciando la Avalon da sola a piangersi addosso.
-Che
hai?- fece il darkman non appena lei lo lasciò andare.
-Che
ho? E me lo domandi?- scattò lei, irritata -sei proprio bravo sai? Ancora un
po’ e credevo sul serio alla storia che ti piaccio!-
-Guarda
che è vero-
-E
allora perché cavolo non hai tenuto a bada quella? Mi ha coperta d’insulti, mi
ha fatta sentire uno schifo e tu non hai mosso un dito! Anzi! Te ne stavi li a
farti sbavare addosso, cazzo ti ha pure baciato e non hai mosso un dito! Sei un
bugiardo!-
-Non
ti capisco, prima mi dici che io non ti interesso e poi mi fai una scenata di
gelosia?-
-Io
non sono gelosa!- protestò Psyche ma non ci credeva nemmeno lei -non ti ho mai
detto che non mi interessi! Ho detto che non sapevo! Che mi serviva del tempo
per capire ma tu a quanto pare hai fretta! Beh, scopati pure quella, se non
sbaglio corrisponde pienamente alla tua donna ideale, no? Bene! Perfetto!- fece
dietrofront e s’incamminò come una furia verso il set, lasciando un Ville piuttosto
perplesso a guardarla.
Che cazzo le è preso? Pensò, ok non l’aveva difesa ma solo perché
la riteneva benissimo in grado di farlo da sola, a lui di Natalia Avalon non
importava niente, era una collaboratrice e basta, che senso aveva darle corda o
trattarla male quando la vedeva si e no una volta ogni morte di papa? Ville
sbuffò, prendendo le sigarette, davvero non capiva.
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Capitolo 17 *** Capitolo 17: Il trio degli sfigati in amore ***
17trio
CAPITOLO 17: Il
trio degli sfigati in amore
Finalmente il festival del metal di Helsinki.
Ville, Tuomas e Alexi non ci potevano credere, finalmente
era cominciato!
-Il 22 23 e 24 agosto all’Olympiastadion si terrà il
Metalklubi! Tre giornate di puro metal finlandese! Tra i nomi più conosciuti
contiamo Apocalyptica, Sonata Artica, Lordi, The 69 Eyes e una collaborazione
speciale di Ville Valo degli HIM, Tuomas Holopainen dei Nightwish e Alexi Laiho
dei Children of Bodom. Non perdetevi questa occasione per vedere riuniti
insieme i maggiori volti metal finlandesi, soprattutto perché siamo noi a
mettere in palio 20 biglietti per i nostri ascoltatori più affezionati che
chiameranno…-
Tuomas spense la radio della sua auto mentre parcheggiava
davanti a casa di Ville. Il darkman non si fece attendere molto prima di
apparire alla porta del condominio, sigaretta tra le labbra e passo svelto. Con
un’aria funerea si lasciò scivolare sul sedile anteriore libero.
-Non ti dico nemmeno buona giornata, visto che so già
com’è.- commentò il tastierista.
-Bravo.- rispose Ville abbassando il finestrino e
sbuffando fuori una nuvola di fumo grigio. Aveva i coglioni decisamente girati
e il fatto che Psyche non rispondesse al cellulare era ancora più irritante.
-Hai parlato con Bam?- domandò Tuomas rimettendo in moto.
Valo continuò a fissare un punto imprecisato all’altezza
degli occhi –No, non mi va di fargli capire che mi interessa Psyche, tantomeno
di fargli capire che ci sto male se non mi rivolge la parola da ormai due
settimane.- replicò. Bam ancora non sapeva nulla di quello che si erano detti
lui e la cameraman, né Ville voleva farglielo sapere: non aveva nulla contro lo
skater, erano amici da un sacco di tempo, ma in qualche modo sapeva che Bam non
l’avrebbe presa bene… in più di un’occasione si era comportato come una specie
di fratello maggiore per la ragazza.
-Secondo me, Psyche ha tutte le ragioni del mondo, anche
se forse la sta tenendo troppo lunga.- commentò Tuomas.
-Io non…- sbottò Ville, ma si interruppe subito: erano arrivati
a casa di Alexi e l’espressione beata sul volto di lui non gli piaceva per
niente.
-Buon giorno, miei cari colleghi! Oggi giorno di prove prima
del festival!- esclamò il chitarrista stravaccandosi sul sedile posteriore.
-A cosa dobbiamo tanta allegria?- domandò scazzato Ville,
la sigaretta ormai al culmine.
-Stasera finalmente uscirò con Thabita! Due settimane fa
aveva accettato il mio invito e finalmente stasera è libera! Dovrò ringraziare
la sorellina…- rispose Alexi sempre col sorriso ebete stampato in faccia.
Sia il tastierista dei Nightwish che il vocalist degli HIM
sbuffarono sonoramente, per niente contenti della fortuna in amore del loro
collega. Tuomas era infuriato con se stesso per non essersi ancora fatto
avanti, l’unico del trio, tra l’altro, mentre Ville ancora non capiva appieno
la scenata di Psyche. Poco importava: la cameraman non gli rivolgeva più la
parola.
-Ehi, scusate se io ho un fascino irresistibile e voi no!-
commentò Alexi sghignazzando.
Ville sbuffò nuovamente –Come se Miss Iceberg fosse stata
colpita del tuo fascino… come se fosse stata colpita, intanto!-
-Sei solo invidioso.- replicò il chitarrista –Questo
perché Psyche è troppo tosta per te, coglione.-
-Come se Thabita fosse una facile da maneggiare, vero, Mr.
Io-sono-il-più-ganzo?- obiettò Valo girandosi finalmente a guardare il leader
dei Bodom in faccia –E poi non toccare certi argomenti, qui non sono solo io
quello scazzato.-
Tuomas lanciò a Ville uno sguardo di rimprovero. Lui se ne
stava splendidamente male nel suo crogiolo di dolore per la sua insicurezza nei
confronti di Meredith, senza che lui intervenisse!
-Come credi di fare, Tuommy? Scappare in eterno, finché
non arriva Meredith stessa a dichiararsi?- domandò Alexi sporgendosi in avanti
tra i due sedili anteriori.
-Non sono affari tuoi, Alexi!- sbottò Tuomas –Se stesse
meno appiccicata a te forse sarei già riuscito a parlarci!-
-E tu che sei sempre attaccato a Psyche, che dovrebbe dire
lei?- obiettò il chitarrista –Che dovrebbe dire Ville?- sghignazzò poi.
-Ville ti manderebbe a fanculo, ecco cosa direbbe!- sbottò
il cantante scendendo dalla macchina parcheggiata fuori dall’Olympiastadion in
allestimento per il Metalklubi. –E adesso basta parlare di donne, mi hanno già
fatto girare i coglioni abbastanza!-
Alexi si avvicinò a Tuomas –Non credo sappia che alla fine
Psyche ha accettato la nostra proposta di girare il video del concerto, vero?-
domandò sottovoce alludendo al darkman. Tuomas si passò distrattamente una mano
sulla nuca, muovendo i capelli lunghi.
-Non gliel’ho ancora detto… Credo che per lui sarà una
brutta sorpresa domani, vederla preparare le luci e tutto…- rispose.
-Poco male, sarebbe anche ora che quei due si chiarissero,
Valo scazzato è peggio che una tagliola ai coglioni.- commentò Alexi
accendendosi una sigaretta –E lo stesso vale per te. Domani abbiamo il servizio
fotografico di Meredith, le starò il più distante possibile, ma tu datti una
mossa, chiaro?-
Tuomas fece una smorfia a metà tra il terrorizzato e
l’indeciso cronico –E’ che non so come esordire… insomma… non mi sembra che ci
siano troppe speranze.-
Alexi lo guardò un attimo allibito prima di scoppiare a
ridere sotto lo sguardo critico e risentito del tastierista –Ah, certo che tu e
Ville non avete veramente capito un cazzo di come gira il mondo, eh?- disse
battendogli una mano sulla spalla –Dammi retta: datti una mossa! E leggi tra le
righe.-
Detto questo Alexi si allontanò raggiungendo Ville
all’entrata dello stadio e lasciando Tuomas a riflettere da solo sulle parole
dell’amico. Forse non era poi così disperata la situazione con Meredith… in
fondo se non lo sapeva Alexi che era diventato il migliore amico della
fotografa o quasi, chi poteva saperlo? Rincuorandosi per la nuova speranza
riaccesa nel suo cuore dal chitarrista si affrettò a sua volta a raggiungere
gli altri due.
Quella sera Alexi aveva tutto meno che crisi affettive:
stava per passare una serata con la donna più sexy e intrigante che avesse mai
conosciuta e non vedeva l’ora. L’aspettava davanti alla porta del pub, fumando
distrattamente, finché non la vide in lontananza attraversare a passo deciso la
strada e raggiungerlo.
Stava per salutarla quando lei lo freddò con una domanda
che non si sarebbe mai aspettato.
-Perché?-
Alexi la guardò senza capire –Perché cosa?-
-Perché hai voluto uscire a tutti i costi?- domandò
Thabita lanciandogli uno sguardo infastidito e decisamente velenoso. Non aveva
la minima voglia di uscire con Alexi Laiho: per quanto lo considerasse un uomo
attraente, e per quanto il fatto che non desse corda a Rakohammas gli facessero
guadagnare punti ai suoi occhi, decisamente non era il tipo che faceva per lei.
Che cominciasse a girare al largo!
Alexi rimase decisamente spiazzato dalla freddezza della
Vj, ma non poteva permettersi di fare la figura del coglione dopo aver
insistito per quell’appuntamento -Se ti offro una birra ti calmi, bellezza?-
domandò quindi sfoderando il migliore dei suoi sorrisi e cercando di tener
testa allo sguardo di ghiaccio di Miss Iceberg. Impresa dura.
Thabita sembrò prendere seriamente in considerazione
l’offerta, in fondo lei non si tirava mai indietro di fronte a una birra, se
non altro pagava lui. –Ok.- disse –Ma non ti aspettare che venga a letto con
te.-
Forse per la prima volta in vita sua Alexi fu felice di
rinunciare a una notte di sesso, se ciò faceva sì che la Vj accettasse il suo
invito. –Allora prego, madame.- le
disse facendole cenno di precederlo in birreria. La donna gli rivolse uno
sguardo di commiserazione ed entrò sempre mantenendo il suo cipiglio altezzoso.
Almeno il locale era decente: tenuto bene, musica buona,
anche se la gente che c’era non le ispirava che ribrezzo, tutti mezzi ubriaconi
che le avevano subito messo gli occhi addosso non appena era entrata. Pezzenti.
Tuttavia per lei non era un problema ignorarli come faceva con qualsiasi altro
essere vivente.
-Vuoi rispondere alla mia domanda?- chiese mentre scorreva
il listino delle birre.
Alexi sollevò gli occhi dal suo –Quando fai una domanda
non te la dimentichi mai, eh?-
-Devo ricordarti il lavoro che faccio? Non mi piace
aspettare i comodi degli altri, quindi dammi una risposta. Non ho nessun
problema ad andarmene.- replicò piatta lei.
La serata si prospettava più ardua del previsto –Perché mi
hai colpito. Devo essere sincero, non ho mai incontrato una donna così diretta
e così distaccata, e devo ammettere che la cosa mi intriga parecchio.-
Thabita lo guardò con occhi scettici –Come immaginavo, non
sei diverso dagli altri. Mettitela via, Laiho, non sono uscita con te perché ti
trovi particolarmente interessante o sessualmente appetibile, semplicemente mia
sorella mi ha tormentata per parecchi giorni e alla fine ho dovuto cedere per
farla tacere. Non so cosa ti abbia raccontato, ma non credere di avere una
benché minima speranza con me, chiaro?-
-Direi trasparente.- replicò Alexi preso contropiede. Avanti, coglione, reagisci! Non puoi farti
scaricare in quattro e quattr’otto solo perché hai una paura pazzesca di
contraddirla! –Tuttavia io credo che oltre alla maschera di Miss Iceberg ci
sia una donna diversa.-
-Non ho nessuna maschera, sono come sembro e non mi
interessa di quanto la gente possa considerarmi fredda. Per quello che mi
riguarda sono loro a doversi adattare.-
-E invece secondo me hai una parte superficiale sotto la
quale si cela una parte decisamente più dolce. Ho visto come sei quando sei con
Sabrina, ti sciogli.- obiettò il chitarrista –So che non sei solo fredda.-
-E invece tu di me non sai proprio un cazzo.- lo gelò
Thabita –Come sono con mia sorella non sono affari che ti riguardano, e anzi,
evita di ronzarle ancora attorno.-
Alexi la guardò totalmente spiazzato, senza più argomenti
da utilizzare in sua difesa. Quel che era peggio era che Thabita si stava
alzando, la birra intatta sul tavolo, e se ne stava veramente andando.
-No, ti prego, aspetta un attimo… Posso cercare di partire
da capo? Seconda possibilità?- cercò di bloccarla alzandosi in piedi.
-Con me non ci sono seconde possibilità, è troppo comodo.-
replicò la Vj –Stai lontano da mia sorella.- gli intimò per l’ultima volta
prima di voltarsi e lasciare il locale.
Il chitarrista rimase un attimo interdetto a guardare la
porta dalla quale era uscita la donna prima di crollare nuovamente sulla sedia
del suo tavolino e scolarsi la fine della sua pinta. Alexi Laiho, sei un coglione. Si disse afferrando anche la birra
integra di Thabita e cominciando a bere anche quella. Adesso lui, Ville e
Tuomas erano veramente il club degli sfigati in amore.
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Capitolo 18 *** Summerwine ***
CAPITOLO 18:
SUMMERWINE
Devo solo entrare, chiedergli
scusa e andarmene il più presto possibile. Non è difficile si disse Psyche mentre ciondolava
davanti alla porta di casa Valo. Aveva parlato a lungo con Tuomas e poi anche
con Meredith, ammettendo che forse quel suo atteggiamento da donna offesa era
durato anche troppo, quindi eccola lì, a fissare quella porta come fosse stato
un cobra dal morso mortale.
Dopo quasi dieci minuti di
ulteriori riflessioni, alzò la mano e suonò il campanello. Cercò di distrarsi
pensando ad Alexi che in quel momento era con Thabita, in qualche locale…ma
inutilmente. Ville aprì la porta e lei abbassò gli occhi.
-Ehm, ciao- il darkman era a torso
nudo. Un visione indecente tanto era sexy. Per non parlare di quegli occhi verdi
che sembravano perforarla.
-Psyche- disse lui ritrovando
l’uso della parola, dopo i primi attimi di sorpresa -ciao, entra- l’afferrò per
un gomito e la tirò in casa -come mai qui? Posso offrirti una birra?- lei annuì
mentre lui sorrise. Doveva fare di tutto per farla restare il più possibile,
quindi si impose: niente cazzate e comportamento
irreprensibile.
La cameraman accettò di buon grado
la birra gelata e sedette sul divano.
-Sono qui per chiederti scusa-
cominciò rigirandosi la lattina tra le mani -ho fatto una scenata l’altro
giorno…ho esagerato. Mi spiace- Valo sorrise, passandosi una mano tra i capelli
lunghi fino alle spalle. Si guardò attorno, a saperlo avrebbe dato una
sistematina in giro…ma Psyche non sembrava badarci più di
tanto.
-Scuse
accettate-
-Davvero?-
-Si, Natalia ti ha trattato male e
non ho mosso un dito. Siamo pari- la ragazza fece cenno di si con la testa e si
rilassò, finendo con calma la birra.
-Mi spiace essere piombata qui a
quest’ora- aggiunse dopo qualche minuto di silenzio, erano le dieci e mezza di
sera, Ville fece spallucce.
-Guardavo tv spazzatura svaccato a
letto in compagnia di una bionda- rispose sollevando la birra -come vedi niente
di che- poi un’idea gli balenò in testa -ti unisci a me? Visto che abiti
dall’altra parte della città ti ospito a dormire, se non ti fa eccessivamente
schifo sto posto- Ville sperò che Psyche non chiedesse come faceva a sapere che
abitava a quasi un’ora e mezza da lì, visto che era stato Tuomas a dirglielo, e
la guardò. La ragazza ci pensò e ripensò -sei stata gentile a venire fin qui per
chiedermi scusa, mi sembra il minimo. E la birra è gratis- riprese ancora
lui.
-Ok, ma più che birra mi ci
vorrebbe una bottiglia di vodka- sospirò Psyche, era in tensione per le riprese
del festival, era una possibilità che fino a quel momento si era solo sognata.
Migliaia di persone a casa avrebbero visto ciò che lei avrebbe ripreso con la
telecamera…era una grossa responsabilità. Voleva dare il massimo, oltretutto poi
gli organizzatori avrebbero di certo fatto uscire il Dvd di quei tre giorni di
metal finnico, non poteva fare cazzate.
-Tu aspettami di là allora- Valo
si alzò e andò rapidamente a mettersi maglia e scarpe -torno subito- due secondi
dopo era uscito.
La riccia si alzò e andò in camera
del darkman, la tv era ancora accesa e diverse bottiglie di birra giacevano
dovunque, in attesa di essere aperte. Lei si tolse le scarpe e sedette sul
letto, prendendo il telecomando ed alzando il volume su un servizio che parlava
del Metalklubi.
Mentre seguiva il resto del
telegiornale, Ville ritornò e la raggiunse. Da un sacchetto di carta tirò fuori
quattro bottiglie di vodka alla fragola, limone, menta e
liquirizia.
-Non sapevo cosa preferivi- disse
lui quasi a giustificarsi -e anche io ero a corto di
alcol-
-Come no!- rise lei, aprendo la
vodka al limone e buttandone giù una lunga sorsata -ci voleva grazie, alla tv
parlavano di voi. Il vostro singolo fa molto discutere…si chiedono tutti come
sarà-
-Spero piaccia, ognuno di noi
tiene a quella canzone in modo particolare, è molto
personale-
-Posso chiedere come mai?- azzardò
lei.
-Beh, parla dell’abbandono di una
persona cara…del suo allontanamento…io ho scritto pensando alla mia ex che mi ha
mollato, Alexi pensando al divorzio e Tuomas a Tarja che aveva sempre
considerato la sua migliore amica-
-Comunque, a me piace tantissimo-
sentenziò Psyche andando giù di vodka -anche Meredith e Bam l’adorano,
contrariamente agli scettici, voi tre insieme funzionate bene- andarono avanti a
bere e conversare quasi un’ora, prima che entrambi cominciassero a sentire gli
effetti dell’alcol. Psyche aveva vuotato letteralmente la bottiglia di vodka e
si sdraiò spalancando le braccia sul letto -perché la tua ex ti ha
lasciato?-
-Si era stufata di me e tu? Ce
l’avrai un ex ragazzo-
-Già ma sono single da…quattro
anni, lui mi aveva lasciata quando ho cominciato a girare il mondo per lavoro.
Diceva che non gli dedicavo abbastanza tempo, che prima venivano lavoro e amici.
In un certo senso è vero…forse perché lui non era quello giusto. Sono
terribilmente romantica per certe cose. Credo che l’amore vero sia per sempre-
Psyche sogghignò e rotolò sul letto fino a finire contro
Ville.
-Sei
ubriaca-
-Direi di si- ridacchiò lei
-Ville?-
-Mh?-
-Ma tu sei reale?- Valo si voltò
verso la cameraman che appoggiata a lui lo fissava con le guance colorite e gli
occhi lucidi per l’alcol. I riccioli erano un po’ scompigliati e ricadevano
dovunque, anche sul viso. Le scostò i capelli dagli occhi castani. Era l’effetto
dell’alcol o gli sembrava terribilmente più bella del solito? -Perché lo chiedi?
Certo che sono reale-
-Sei troppo bello. E sexy. E figo.
Insomma…ispiri sesso in modo spaventoso, se fossi un altro tipo di persona ti
avrei legato al letto e scopato fino alla fine dei tempi- biascicò Psyche,
socchiudendo gli occhi e usando un vocabolario alquanto inusuale per lei, un
trionfo di volgarità -non posso credere che TU sia interessato a me. E’
impossibile, io sono un maschiaccio. Non sei alla portata di donne come me- Valo
sorrise, così era questo ciò che lei pensava di lui. Buono a
sapersi.
-Sei decisamente ubriaca-
-Lo so, se fossi sobria non ti
avrei detto un cazzo di niente- mormorò Psyche
sbadigliando.
-E comunque tu sei bellissima e mi
piaci, non sei per niente un maschiaccio. Ti comporti duramente quando lavori ma
ti capisco, fai un lavoro stressante… ma non sei così. E anche tu ispiri sesso,
almeno a me-
-Non dire cavolate-
-Sono serissimo, tu mi piaci molto
Psyche-
-Ascolta io…io sono tanto attratta
da te…ma non sono il tipo che va con qualcuno solo per un fatto fisico. Se non
posso dirti che mi piaci è perché devo conoscere il vero Ville, capire se questa
attrazione appartiene a qualcosa di più profondo- fu l’ultima cosa che disse la
ragazza, prima di cadere addormentata. Ville le baciò una guancia, poi si tirò
su e cercò una coperta pulita, che stese sopra la cameraman. Nemmeno lui era del
tutto sano però, così si stese dall’altra parte del letto e qualche minuto dopo,
ronfava profondamente, con nelle orecchie il dolce suono del respiro regolare di
Psyche.
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Capitolo 19 *** Altalena ***
CAPITOLO 19:
ALTALENA
Psyche aprì gli occhi lentamente
senza riuscire a riconoscere subito il posto il cui si trovava. Sentiva un
leggero peso all’altezza dei fianchi e quando si voltò leggermente per capire
cosa fosse si trovò davanti il viso di Ville Valo decisamente in stato R.E.M. e
abbracciato a lei. All’improvviso le venne in mente la sera precedente, anche se
gli ultimi sviluppi erano leggermente confusi… soprattutto dopo aver superato il
quarto della bottiglia di vodka. Il fatto di essere vestita la rassicurava sul
fatto di non aver fatto niente di cui avrebbe potuto pentirsi, ma non aveva
nulla a rassicurarla del fatto di non aver detto nulla di
compromettente.
Ti prego, dimmi che non ho detto
nulla di osceno o non avrò più il coraggio di guardare Ville negli
occhi! Pensò. Già,
come se prima avesse avuto il coraggio di guardarlo negli occhi! Fortuna che si dorme ad occhi chiusi. Si
disse la cameraman cercando di sollevare il braccio tatuato del cantante senza
svegliarlo e senza avvicinare troppo il suo viso a quello di lui. Ville mugolò
qualcosa senza senso e si spostò leggermente permettendo alla ragazza di alzarsi
dal letto.
Senza fare troppo rumore si fiondò
nel bagno accanto alla stanza e si diede una sistemata. Sempre cercando di fare
il minor rumore possibile (Fortuna che mi
sono messa le coverse!) infilò la borsa a tracolla e si diresse fuori dalla
stanza da letto del cantante. Era quasi arrivata alla porta quando una voce
profonda e per nulla insonnolita la fermò.
-Dove stai
andando?-
Psyche si bloccò in stand-by e si
girò verso la stanza che aveva appena lasciato. Ville Valo era più sveglio che
mai e aveva gli occhi puntati su di lei. Sperò vivamente che il calore
improvviso al viso non significasse che era arrossita –Ehm… Io… me ne stavo
andando.- era inutile girarci intorno, tanto era stata beccata in flagrante –Mi
dispiace averti svegliato.-
Ville fece spallucce rimanendo semi
sdraiato a letto –A dir la verità ero già sveglio da un pezzo, ma volevo vedere
quanto ci mettevi ad accorgertene.- confessò.
Psyche lo guardò sorpresa –E che
avresti fatto per tutto questo tempo?- insomma, tra lo svegliarsi, il ricomporsi
e tutto quanto ci aveva messo ben dieci minuti, forse anche un quarto d’ora
visto che aveva dovuto stare attenta ai suoi movimenti.
-Ti ho guardata dormire finché non
ti sei svegliata e poi ho aspettato di vedere se ti accorgevi che ero sveglio…
ma visto che te ne stavi andando ho deciso di fermarti.- rispose il darkman
-Perché stavi andandotene via?-
Adesso nulla poteva impedire al
volto di Psyche di andare in fiamme –Mi hai guardata dormire?- domandò
sconvolta. La cosa non la sorprendeva solamente: la terrorizzava! L’idea di
essere vista mentre non era in possesso delle sue facoltà mentali non le piaceva
per niente, soprattutto se oltre al sonno ci si metteva anche una bottiglia di
vodka al limone! –E perché?-
Ville scoppiò in una risata
divertita –Sai che a volte fai delle domande veramente
strane?-
-Non è una domanda strana! Non mi
va che la gente mi guardi mentre dormo.- replicò la
ragazza.
-Perché?-
-Perché non sono in possesso delle
mie facoltà!- rispose –E poi… mi vergogno.- aggiunse distogliendo lo sguardo
nocciola da quello verde intenso del cantante che non le si staccava di
dosso.
Questa volta Ville rise ancora più
fragorosamente –Tu ti vergogni? Davvero? Non si direbbe dalle cose che mi hai
detto ieri sera!-
Ecco. Il momento che più aveva
temuto era giunto: la sera prima aveva detto qualcosa di estremamente stupido o
di estremamente compromettente o, il che era peggio, entrambe le cose. –Cosa ho
detto ieri sera?- chiese con un tono che non ammetteva risposte troppo contorte.
Dal rosso le sue guance erano passate al pallido caratteristico del
terrore.
Ville sembrò valutare la sua
risposta, probabilmente stava pensando se riferirle o meno le parole esatte, ma
alla fine decise che era meglio non nascondere niente di quello che era
successo. –Allora, più o meno hai detto che sono troppo bello, sexy, figo… e che
ispiro sesso in modo spaventoso. E alla fine hai aggiunto che se fossi un altro
tipo di persona mi avresti legato al letto e scopato fino alla fine dei tempi.
Devo ammettere che la cosa mi ha fatto alquanto piacere…-
Il rossore che aveva abbandonato le
guance di Psyche tornò rapidamente a farsi vivo mentre gli occhi della ragazza
si sbarravano a causa dell’incredulità che l’aveva colta –Io… io… ehm, io ho
detto così?- sussurrò cercando di trovare il fiato necessario per farsi sentire
da Ville.
-Direi di sì, che l’hai
detto.-
-Ieri sera… io… ero ubriaca! Tutti
sanno che gli ubriachi sparano cazzate a raffica!- cercò di trovare un appiglio
la cameraman, ma sapeva che stava parlando con uno che di ubriachi ne sapeva
decisamente più di lei.
-Per esperienza personale so che un
ubriaco dice essenzialmente quello che pensa, anche se arricchito di un po’ di
pazzia dovuta all’effetto dell’alcol.- obiettò infatti Ville –Tuttavia posso
concederti un momento di defaillance e fartela passare liscia.- ridacchiò alla
fine. –Mi hai anche chiesto se ero reale.-
-Omioddio!- esclamò la ragazza
–Dimentica quello che ti ho detto! O almeno non usarlo contro di
me.-
Il cantante si passò due dita
attorno al pizzetto e sogghignò alzandosi per raggiungere Psyche che era
appoggiata allo stipite della porta della sua camera –Non lo farò, ma devi
ammettere che sei estremamente interessante quando sei ubriaca.-
disse.
-Ti avverto che non mi piace quando
le persone mi prendono in giro per più di 30 secondi.- lo ammonì lei cominciando
a trovare fastidioso il tono ironico del cantante.
-Avanti, è così divertente farti
arrabbiare!- ghignò lui. Quella frase non piacque per niente alla cameraman che
si allontanò dalla porta per raggiungere l’uscita prima di cominciare a litigare
nuovamente col darkman: aveva fatto quelle figure di merda perché era venuta a
chiedergli scusa tardi e lui l’aveva invitata a dormire lì, non aveva intenzione
di chiedergli scusa un’altra volta. –No!- gridò Ville correndole dietro e
bloccandola sul pianerottolo con le spalle contro il parapetto, le sue braccia a
impedirle di scappare, con le mani strette al corrimano. –Ho cambiato idea: non
voglio farti arrabbiare.-
-Buono a sapersi, perché io non ho
alcuna voglia di arrabbiarmi… anche perché sai già come potrei diventare se mi
arrabbiassi, e quello con la Avalon era solo un piccolo assaggio di quanto posso
diventare perfida.- replicò Psyche sentendosi leggermente a disagio in quella
posizione, ma stando bene attenta a non farlo notare.
-Allora devo spaventarmi.- sorrise
il darkman inclinando leggermente la testa e fissando i suoi occhi in quelli
della ragazza.
Psyche dovette fare uno sforzo
disumano per impedirsi di saltare al collo del cantante, con quegli occhi che
lei adorava a una distanza decisamente troppo ravvicinata per il suo
autocontrollo e Ville che le ostruiva le uscite laterali bloccandola contro il
parapetto del pianerottolo.
-Quando ieri ti ho detto che ti
trovavo veramente bellissima non stavo scherzando, Psyche, e non ero nemmeno in
preda all’alcol. Credevo veramente a quello che dicevo.- disse lui staccando una
mano dal corrimano per scostarle un boccolo dalla fronte dietro cui la cameraman
si era nascosta fino a quel momento e
avvicinando il viso al suo. Psyche non seppe dove trovò la forza psicologica per
fare testina e sfuggire a quel bacio scivolando di lato, sfruttando il fatto che
Ville aveva lasciato la presa, tuttavia si ritrovò a due passi dal cantante che
la guardò colto in contropiede.
-Senti, Ville… io… veramente, devo
correre… Ci vediamo fra una settimana.- si affrettò a biascicare prima di
cominciare a correre giù per le scale sentendo lo sguardo accusatore di Ville
puntato sulla sua schiena dall’alto del pianerottolo.
In effetti Ville era arrabbiato,
per la prima volta era arrabbiato con una ragazza solo perché non aveva
accettato di baciarlo. In realtà c’era ben più che quello: lei non riusciva a
sbilanciarsi, prima si avvicinava, poi si allontanava, poi si riavvicinava e poi
si allontanava nuovamente! Non era più in grado di starle dietro, voleva avere
delle certezze anche lui! In fondo ne aveva diritto dopo la storia schifosa che
aveva avuto nell’ultimo anno! Senza sbollire la rabbia, il darkman rientrò in
casa e andò a farsi una doccia liberatoria.
oh, è da tanto che non
scrivo un ringraziamento quando posto... comunque, io e la mia collega Kuji
siamo molto felici di vedere che la FF sta piacendo e che la seguite abbastanza
[anche se, concedetemelo, i commenti scarseggiano... ma meglio pochi e buoni].
kepp on enjoying us, then! XD
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Capitolo 20 *** il servizio fotografico ***
CAPITOLO
20: IL SERVIZIO FOTOGRAFICO
Meredith sedeva per terra, in un
angolino, guardando con orrore crescente quella specie di location porno-dark
che avevano allestito nel padiglione del set fotografico. Era uno
schifo.
-Ehi- la ragazza sobbalzò quando
Tuomas sedette accanto a lei -cosa fai qui nascosta?-
-Ciao, io… no
niente-
-Dai sentiamo- Meredith lanciò
un’occhiata al tastierista, arrossendo all’istante e voltandosi -che
hai?-
-Niente- balbettò lei, mentre con
la coda dell’occhio guardicchiava i pantaloni di pelle oscenamente aderenti che
lui indossava, con una camicia bianca completamente slacciata -va bene-
aggiunse, vedendo che Tuomas tanto non se ne andava e la fissava con insistenza
-In realtà la vostra fotografa ufficiale non ero io, ho fatto di tutto per
strappare il lavoro a quello stronzo del mio collega che l’aveva ottenuta
portandosi a letto il capo dell’agenzia per cui lavoro. Ora, il set di oggi
l’aveva progettato lui e a me fa vomitare! Sta a metà fra un locale gay dark e
il set di un film porno! E lo stylist che naturalmente NON ho scelto io, vi ha
fatto vestire in quel modo scandaloso. E’ un disastro-
-Sul serio?-
-E’ tutto vero- sospirò lei –mi
spiace- lui però sorrise.
-E di cosa? Hai fatto un ottimo
lavoro finora, se questo non ti va bene… cambialo- Tuomas si alzò in piedi e le
tese una mano -Sono le dieci del mattino, hai tutto il tempo, su!- Meredith
accettò il suo aiuto e si fece tirare in piedi.
-Cosa fate qui nascosti?- domandò
Ville avvicinandosi, mentre con Alexi si fumava una
sigaretta.
-Oddio- gemette Meredith voltandosi
-andate a rivestirvi vi prego… ne va della mia sanità
mentale!-
-Perché?- fece Alexi, spegnendo la
cicca sotto le scarpe.
-Scherzi? Si vede tutto! Tutto!-
esclamò lei agitando le mani –Vi prego, rimettetevi quello con cui siete
arrivati-
-Oh, beh qui il capo sei tu-
replicò Ville tornando in camerino. Alexi strizzò l’occhio a Tuomas, poi seguì
il leader degli Him.
-Allora, cosa vuoi fare?- domandò
il tastierista alla fotografa, Meredith sorrise.
-Usciamo in strada, voglio
fotografare voi, esattamente come siete. Di foto dove si mette in mostra il
vostro corpo ce ne sono abbastanza, specialmente per quanto riguarda Alexi e
Ville, voglio fare qualcosa di diverso-
Tuomas sorrise, tornando anche lui
a cambiarsi.
Qualche minuto dopo, comodamente in
jeans e maglietta, i tre seguirono la fotografa. A Meredith le foto costruite
non piacevano, era una di quelle capace di aspettare le ore per cogliere
l’attimo perfetto nei soggetti che desiderava immortalare, tuttavia… quelle foto
sarebbero finite sulla copertina del singolo e in molti giornali, quindi scelse
una via di mezzo. L’unica cosa che lasciò, fu la matita nera con la quale la
truccatrice aveva sottolineato gli occhi chiari di tutti e tre, rendendoli se
possibile ancora più sexy.
Dopo aver controllato lo stato
della sua attrezzatura, la ragazza partì a scattare a raffica. Prima uno alla
volta, poi tutti insieme o a coppie. Ma niente pose da quanto-sono-figo, voleva
che si sentissero a loro agio, ascoltò i pareri di tutti e decise insieme a loro
come e cosa sarebbe stato meglio.
Due ore dopo, Meredith dichiarò che
per quanto la riguardava, avevano finito.
-Tutto qui?- fece Alexi perplesso
-sicura?-
-Ho scattato circa trecento foto-
rispose lei sorridendo -darò una controllata alla luce e agli sfondi con calma,
stasera. Ma per me basta così e anche voi sarete stanchi. Piuttosto… la serata
con Thabita?- il leader dei Bodom
borbottò qualcosa di poco chiaro, accanto a lui, Tuomas
ridacchiò.
-Dai, non può essere andata tanto
male!-
-Male? E’ stato un completo
disastro… se n’è andata dopo… dieci minuti, credo-
-Te l’avevo detto- rincarò la dose
Ville, ancora piuttosto scazzato da quanto era accaduto con Psyche. Non la
capiva proprio -Thabita è una stronza. Levatela dalla
testa-
-Non credo sia
fattibile-
-Come fa a piacerti?- gli chiese
Tuomas -Non nego sia abbastanza carina, ma ha un carattere impossibile, e un
livello di interazione sociale pari a zero. Fa venire voglia di
strangolarla-
-A me piace- mugugnò Alexi,
prendendo una sigaretta.
-Allora se ti piace, insisti-
intervenne Meredith -se davvero ti piace, faglielo capire. Thabita non è così
male, una volta che la sai prendere, ma è tosta. Dovrai lavorarci parecchio, ma
niente è impossibile…-
-Dici?-
-Io dico di lasciar perdere- disse
Ville -e credimi, la conosco bene-
-E tu? Lasceresti stare Psyche?-
ribatté Alexi, ottenendo uno sbuffo -Non penso… ma continua ad avvicinarsi e
allontanarsi, non la capisco- rispose Valo.
-Magari non è così sicura- disse la
fotografa -magari non sei il solo. Che ne sai? Potrebbe essere interessata anche
a qualcun altro- aggiunse scoccando un’occhiata omicida a Tuomas. Era chiaro
come il sole, Psyche teneva il piede in due scarpe… ma non le bastava Valo?
Perché doveva fare così anche con Tuomas? Meredith guardò l’ora -Scusatemi, devo
andare. A presto- rapidamente, riprese la propria attrezzatura e si
allontanò.
-Questo…- cominciò Alexi mentre
guardava l’amica andarsene con un diavolo per capello -è perché tu, razza di
idiota- puntò un dito sotto al naso di Tuomas -te ne stai sempre appresso a
Psyche e non la caghi nemmeno di striscio. Risultato? Meredith pensa che
entrambi giriate attorno alla cameraman. Cazzo, Tuomas ma non vedi che è
gelosa?- il tastierista fece spallucce.
-Veramente,
no-
-Sei irrecuperabile-
-Si, un vero idiota-
scusate
infinitamente per il ritardo, so benissimo che è imperdonabile, ma ci sono un
paio di problemi:
1- io
ho gli esami quest'anno, per cui non sto al computer molto tempo in questo
periodo, ergo non riesco mai a stare dietro a EFP
2- la
mia collega ha il computer rotto e dunque non può
aggiornare
vi
prego di scusarci, davvero, recupereremo di sicuro quest'estate!
^^
keep on
enjoying us!
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Capitolo 21 *** coraggio, tuomas ***
CAPITOLO 21: CORAGGIO,
TUOMAS
Tuomas si aggirava curioso tra gli
spalti dell’Olympiastadion in allestimento, le mani infilate nelle tasche
anteriori dei jeans slavati a vita bassa. Mentre girovagava il suo sguardo cadde
su Psyche che stava armeggiando con una delle telecamere mobili del palco e le
sia avvicinò.
-Cosa stai ascoltando di bello?- le
domandò togliendole un auricolare e avvicinandoselo
all’orecchio.
Psyche fece un salto per lo
spavento –Oh, Tuomas, avverti quando arrivi!- esclamò –E comunque mi hai beccata
proprio quando stavo ascoltando i Nightwish.- rispose tornando a
rilassarsi.
Gli occhi chiari del tastierista si
offuscarono per un attimo riconoscendo la voce di Tarja impegnata in un
gorgheggio in Gethsemane. Gli mancava moltissimo la loro
vecchia cantante, era stato terribile per lui arrivare a doverle scrivere una
lettera di commiato, ma era diventata veramente impossibile da trattare per
poterle permettere di rimanere ancora nei Nightwish. Anche pubblicare in
internet la lettera per lui era stato difficile, ma lui e gli altri avevano
pensato fosse corretto far sapere ai fan cos’era successo esattamente. Il
risultato era che adesso la sua amicizia con Tarja si era incrinata
definitivamente, forse non esisteva più, ma Tuomas sapeva che non sarebbe potuto
andare diversamente.
-Come vanno i preparativi? Tesa?-
domandò il tastierista restituendo alla cameraman il suo
auricolare.
Psyche spense l’i-Pod e si issò a
sedere sul palco con le gambe a penzoloni. –Sono talmente sotto pressione che
non riesco più a mangiare: per quello che riguarda la vostra collaborazione sono
io a riprendere, e nessun altro! Mi aiuta un ragazzo della troupe, ma alla fine
tutte le inquadrature le scelgo io, e se sbaglio qualcosa non ho la possibilità
di rifare, è tutto in diretta! E’ una grande
responsabilità.-
Tuomas sorrise divertito dalla
tensione della sua amica e si sedette vicino a lei –Non preoccuparti, sono
sicuro che non può andare male! Bam non aveva esagerato quando ti aveva definita
maledettamente brava con la
telecamera. Il video ci piace molto, altrimenti non ti avremmo chiesto di
occuparti tu delle riprese della nostra parte di concerto.- le disse per cercare
di tranquillizzarla.
Psyche annuì –Bam non sa nemmeno
che grande opportunità mi ha dato… o forse l’ha fatto apposta. Mi dispiace aver
lasciato l’incarico coi Bon Jovi, ma tra il video e il concerto mi capiteranno
molte più occasioni di quante me ne sarebbero potute capitare con
loro.-
-Ho sentito che Ville ti ha già
chiesto di girare il video per il loro prossimo singolo.- disse Tuomas –E anche
io avevo una mezza idea di chiedertelo. Il nostro video esce oggi,
no?-
-Sì, e speriamo bene.- sospirò la
ragazza- Mi farebbe veramente piacere girare un vostro video. Ho sempre sognato
di girare un video totalmente mio, senza essere sotto la direzione di
nessuno.-
-Allora sei assoldata: il nostro
prossimo video lo girerai tu.- le sorrise il tastierista –E se questo video non
piacerà io, Ville e Alexi faremo strage di critici.-
Psyche gli sorrise ringraziandolo,
prima di cambiare discorso: parlare del suo lavoro in quel momento non l’aiutava
certo a rilassarsi. –Ho sentito che avete un servizio fotografico
stasera.-
Tuomas si fece improvvisamente
serio e nervoso, cominciando a tormentarsi un anello che aveva alla mano.
Effettivamente Alexi gli aveva detto che era stato organizzato un servizio
fotografico per quella sera, anche se non ne capiva il motivo. Meredith aveva
già abbastanza foto da organizzare il singolo e da vendere a qualche rivista, un
altro servizio gli sembrava inutile. Non che gli dispiacesse passare un po’ di
tempo con la rossa, ma gli sembrava comunque strano.
-Alexi mi ha detto così… anche se
non capisco. E poi, perché stasera? Di solito a voi tecnici dell’immagine non
servono condizioni di luce ottimali?- domandò alla
cameraman.
Psyche alzò le spalle –Mi aveva
detto che, vista la vostra fama di tipi tenebrosi, qualche foto fatta di sera
non sarebbe risultata troppo fuori tema. E poi è convinta che aiuti anche a dare
l’idea di un gruppo ancora legato ai locali da cui è partito.- gli
spiegò.
-Ma io, Alexi e Ville non facciamo
parte dello stesso gruppo.- obiettò Tuomas.
-Te ne importa veramente qualcosa?
Passerai una serata con Meredith e ti lamenti anche?- sghignazzò la ragazza
lanciando all’amico uno sguardo di chi la sa lunga. Tuomas si zittì. –Piuttosto,
perché non ti sei ancora fatto avanti, mio caro? Guarda che fra poco Meredith mi
ucciderà… si vede lontano un miglio che è gelosa marcia di me, senza contare che
Alexi mi ha confermato la cosa.-
Tuomas si concentrò improvvisamente
sui lacci delle sue scarpe da ginnastica. In realtà non sapeva perché non si era
ancora fatto avanti, semplicemente non capiva più niente quando Meredith entrava
nel suo campo visivo. Ok, forse così stai
esagerando un po’… si disse ripensando a tutte le volte che si era preparato
un minimo discorso da fare con la fotografa, che naturalmente non aveva mai
avuto luogo. O almeno non come lui avrebbe voluto. Succedeva sempre qualcosa a
impedirgli di agire: Alexi in primo luogo. C’erano veramente delle situazioni in
cui l’avrebbe preso a pugni da quanto gli provocava il nervoso! Sembrava fare
apposta ad arrivare sempre nei momenti cruciali in cui lui riusciva finalmente a
sentirsi a suo agio con Meredith, portandosela via per qualche oscura ragione o
per parlarle di Thabita. Risultato: lui si sentiva il più sfigato dei tre, in
certi casi si sentiva anche gay.
-Tuomas, sei tra noi?- lo riportò
alla realtà la cameraman.
-Psyche, mi interessa moltissimo
Meredith, lo sai meglio di me ormai, ma non credo che avrò mai la possibilità di
farglielo capire.-
Psyche lo guardò intensamente coi
suoi occhi luccicanti di verde a causa del sole –Approfittane
stasera.-
Tuomas la guardò spiazzato
–Come?-
-Stasera vestiti nella maniera più
sexy che puoi e fatti avanti. Non credo proprio che ti respingerà.- continuò
Psyche con un sorriso allegro sulle labbra.
-Può sempre ripetersi la storia tua
e di Ville…- commentò Tuomas per distogliere la ragazza da un argomento che non
gli piaceva per niente.
Psyche si rabbuiò –Vedo che Ville
ti dice sempre tutto.- borbottò –Comunque non è la stessa cosa: tu piaci da
morire a Meredith, e dire che tu le sbavi dietro come una lumaca non mi sembra
esagerato.-
-Anche a te interessa Ville,
eppure…- continuò nel suo intento il tastierista.
-Non provare a fare questi giochini
retorici con me, Tuomas, stiamo parlando di te e di Meredith, non di me e
Ville.- lo freddò la ragazza –Stasera fai vedere che sei un uomo e fatti avanti!
Se aspetti che sia lei a darti dei segnali stai fresco! E poi ci saranno anche
Alexi e Ville a darti una mano!-
Tuomas assunse un’espressione
seccata –Già, Alexi… come no!-
-Sento puzza di gelosia.- commentò
Psyche spingendolo di lato con un dito –D’altro canto, se Alexi rimorchiasse
Meredith non avrebbe colpe. Sarebbe tutto merito tuo e della tua
timidezza.-
-Io non sono timido, sono solo
realista.- protestò Tuomas.
-Sì, ok, credici.- disse Psyche con
sufficienza –Avanti, Tuomas! Ti pago due birre se la porti fuori a
cena!-
Tuomas lanciò all’amica uno sguardo
di sottecchi –Potrei quasi accettare, ma non è così semplice.- disse infine –Non
si riduce tutto a una scommessa, Psyche.-
La cameraman sbuffò –Sei patetico!
Capirei se corressi il rischio di ricevere una bidonata, ma così…- disse
lasciandosi ricadere all’indietro sul palco –Ok, allora ti dico soltanto di
vedere cosa succederà stasera. Che sarà, sarà, ma se so che non le hai detto
nulla vado io personalmente a farlo!-
Tuomas la guardò preoccupato –La
cosa che mi terrorizza, è che saresti capacissima di
farlo.-
-Esattamente, Tuomas: non ti si può
più vedere così!- affermò la ragazza smontando dal palco e tornando a occuparsi
della telecamera –E adesso vai a prepararti, io devo
continuare.-
Tuomas smontò a sua volta dal palco
e guardò rassegnato la sua amica dirigendosi verso l’uscita, sempre con le mani
ben piantate in tasca.
Meredith non capiva perché mai
Jeanie le avesse affidato un servizio fotografico alle 8h30 di sera. Che cosa
mai avrebbe potuto fare con la luce orribile che regnava in città a quell’ora?
Sarebbe stato più il lavoro di correzione che quello effettivo di fotografia,
non ne valeva la pena! Tuttavia il vantaggio era che sarebbe stata sola e libera
di lavorare coi ragazzi come più le piaceva, senza le interferenze poco creative
di Kosti. Le foto che aveva scattato per l’uscita del singolo erano piaciute
molto, e la soddisfazione maggiore era stata quella di vedere nell’espressione
di Kosti un’ombra di invidia e odio quando Jeanie aveva tessuto le sue lodi. Sono proprio felice di averti affidato
questo lavoro! Aveva detto la sua amica mentre si rigirava tra le mani le
foto che lei le aveva portato. Finalmente addio paesaggi e animali di tutte le
razze e stagioni! Finalmente il suo lavoro sarebbe diventato qualcosa di
veramente serio.
L’appuntamento per il servizio era
davanti al Tavastiaklubi di Helsinki, il locale per rockettari più famoso della
capitale. Alexi non era potuto venire a prenderla per motivi contorti, così lei
aveva dovuto prendere il taxi. Una volta scesa dalla vettura e pagato il
conducente, si avviò a passo spedito verso il locale. La cosa che più la
sorprese fu di trovarsi davanti, nonostante fosse come sempre in ritardo, solo
Tuomas.
Improvvisamente cominciò a sentire
una strana stretta allo stomaco, percependo col sesto senso di cui ogni donna è
dotata qualcosa di strano e non calcolato nell’aria.
-Ciao, sei solo tu?- domandò al
tastierista che stava fumando una sigaretta in attesa di qualcuno. Meredith
osservò attentamente l’uomo, rimanendo piacevolmente colpita dal suo
abbigliamento. Se si poteva pensare che un uomo può risultare sexy solo nudo,
Tuomas era la prova vivente del contrario: indossava un paio di jeans scuri
stretti che lasciavano poco spazio all’immaginazione, una camicia bianca con le
maniche arrotolate fino al gomito e una giacca pendeva con noncuranza dalla sua
spalla sinistra appesa a un dito. Era decisamente un abbigliamento che
raccoglieva tutta l’approvazione di Meredith.
-A quanto pare sì… non credo che
gli altri siano in ritardo, solitamente non lo sono mai.- rispose Tuomas
spegnendo la sigaretta sotto la suola della converse nere.
Un campanello d’allarme trillò
nella testa della fotografa. Possibile che… -Cos’aveva da fare Alexi, lo sai? Ha
cercato di dirmi qualcosa per giustificarsi visto che non poteva venire a
prendermi, ma non ho capito granché.- domandò per dare una conferma alla sua
idea.
Tuomas la guardò stranito –Ma come?
Se mi aveva detto di non passare a prenderti io che ci pensava lui!- disse
cominciando a sua volta a capire che qualcosa non andava.
Meredith lo guardò a bocca
aperta.
Fregati.
Incastrati.
Raggirati.
Cazzo… pensò la fotografa continuando a
fissare Tuomas con la bocca aperta.
Il tastierista dal canto suo stava
facendo mente locale sulle parole di Psyche che gli erano suonate un po’ troppo
incitanti per la media. Vestiti nella
maniera più sexy che puoi. Adesso quella frase prendeva una forma chiara e
diventava comprensibile. Fortunatamente non aveva seguito alla lettera la sua
indicazione, anche se doveva essere sincero con se stesso: un po’ in tiro ci si
era messo.
-Credo che Psyche e Alexi ci
debbano delle spiegazioni.- commentò con un sorriso, un sorriso così bello e
velato di imbarazzo che Meredith sentì le farfalle allo
stomaco.
-Già, credo che ci abbiano
combinato un bello scherzo.- annuì lei passandosi una mano sulla punta dei
capelli per trovarsi una distrazione –Anche se non ne capisco il
motivo.-
Tuomas ampliò ancora di più il suo
sorriso –Io sì.- affermò sapendo benissimo il fine pratico di Alexi e Psyche.
Tuttavia sentì che doveva loro un favore –L’hanno fatto per farmi capire che
devo darmi una mossa.-
Meredith lo guardò senza capire
pienamente quello che voleva dire, anche se una parte di lei sperava di aver
interpretato correttamente quelle parole.
-Visto che siamo solo noi due, che
ne dici se ti offro qualcosa da bere?- domandò il tastierista offrendole la mano
libera dalla giacca.
Meredith osservò sempre
boccheggiante quella mano affusolata che le veniva offerta. Non poteva essere.
Era troppo bello per essere vero! Allora forse Psyche non c’entrava niente… in
fondo non aveva partecipato anche lei allo scherzo? Allora forse loro due erano
veramente solo amici.
-Accetti il mio invito?- le chiese
ancora Tuomas.
Lei lo guardò negli occhi verde
acqua con un’espressione mista tra l’euforico e lo stupito –Sì, ma dovrai
illuminarmi su un paio di questioni che non riesco a spiegarmi
completamente.-
-Non preoccuparti, credo che
stasera avremo un po’ di cose da dirci.- le disse senza abbandonare il
sorriso.
L’espressione di Meredith tornò a
essere più normale e rilassata mentre entrava nel locale alla mano di Tuomas.
Probabilmente loro due non avevano capito nulla di quello che gli era girato
attorno fino a quel momento. Poco male, si ritrovò a pensare la fotografa, più
cose c’erano da dirsi e da spiegarsi, più tempo avrebbero dovuto passare
insieme. Un sorriso di vera felicità le si allargò sul
volto.
salve gente! lo so, lo so...
terribilmente in ritardo. non mi scuso nemmeno più, tanto ormai andrà sempre
così, siccome sia io che la mia collega saremo molto impegnate nei mesi
successivi, come lo siamo state in questi ultimi due. vi comunico che però ho
finito gli esami, che l'università arriverà a ottobre, ma che nel frattempo ho
una settimana di dublino a fine mese, per cui non aspettatevi aggiornamenti
lampo. ^^ grazie per la pazienza avuta, se continuerete a leggere la storia,
perché secondo me merita... lo so che sono di parte, ma merita davvero, quindi
LEGGETECI! XD prometto che il prossimo aggiornamento non sarà fra mesi, però.
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Capitolo 22 *** Ti Amo, Stronza ***
CAPITOLO 22: TI AMO,
STRONZA
Alexi era più che soddisfatto,
l’idea che aveva avuto assieme a Psyche per far smuovere le cose tra Tuomas e
Meredith non poteva che funzionare. Il leader dei Bodom ultimamente, si sentiva
un po’ deficiente, tra tutte quelle coppiette vere o presunte… intrecci,
amicizie e via dicendo… ma tutto sommato, si stava
divertendo.
Peccato solo che le cose con
Thabita non stessero andando come sperava. Quel giorno però era più che deciso.
Sapeva che la Vj era una degli incaricati per le interviste ai vari partecipanti
del festival, e non molto prima l’aveva vista aggirarsi dietro le
quinte.
Adesso basta cazzate e muoviti...
Sei un uomo e non un moccioso spense la sigaretta, buttò la
birra finita e andò in cerca della Vj.
La trovò assieme al collega copia
smorta di Eminem, intenta a prendere nota di alcune cose su un bloc-notes, non
appena vide Alexi avvicinarsi, Marty si eclissò in due nano-secondi, Thabita
sollevò la testa e incrociò gli occhi con quelli del frontman del Bodom. Quel
giorno non era vestita elegante, ma ad Alexi piaceva in modo pazzesco… portava
jeans sapientemente strappati sul sedere, stivali neri e una maglia nera che
lasciava scoperte le braccia tatuate e la schiena. I capelli erano raccolti ma
alcuni boccoli sfuggivano alla pettinatura, scendendo a sfiorarle la pelle
bianca.
-Cominci ad essere irritante-
disse la donna tornando a scrivere, appoggiata ad un tavolo -Che cosa
vuoi?-
-Parlare. E stavolta mi
ascolterai- andò giù piatto lui.
-Sentimi bene, tu non sai niente
di me, non mi conosci e pretendi di sapere qualcosa, ti sbagli. E adesso
vattene, sto lavorando-
-Scordatelo- replicò Alexi -Sì,
non ti conosco ma non puoi dire che non so proprio niente di te. Non so tutto,
forse… ma non niente. E quel poco che so mi basta. Tu mi
piaci-
-Peccato che tu abbia appena
ammesso di non conoscermi-
-Non ha importanza. Mi piaci lo
stesso, sono terribilmente attratto da te e proprio perché sei una maledetta
stronza. Una maledetta stronza fottutamente bella- le labbra di Thabita si
piegarono in un sorriso obliquo, smise di scrivere e si sollevò, guardando Alexi
dritto negli occhi.
-Hai uno strano modo di fare i
complimenti ad una donna- commentò sarcastica.
-Ma falla finita!- sbottò lui,
scocciato -Hai un carattere di merda, beh voglio conoscerlo- l’afferrò per le
spalle e la spinse contro il tavolo, bloccandola, impedendole di spostarsi.
-Che cazzo vuoi fare?- domandò
Thabita allarmata, mentre lui le faceva scivolare una mano dietro al
collo.
-Questo- Alexi l’attirò a sé,
posando le labbra sulle sue, stringendola con l’altro braccio attorno alla vita.
Sentì la Vj irrigidirsi per un attimo, ma non la lasciò andare e anzi,
approfittò delle sue labbra socchiuse dalla sorpresa, per approfondire il bacio.
Thabita riuscì a sollevare le
braccia e ad appoggiare le mani sul petto di Alexi, ma non fece nient’altro. Non
ci riuscì. Per un attimo scordò ogni cosa e si trovò a ricambiare il bacio. Le
labbra di lui erano calde e morbide e malgrado la rudezza del gesto, non le
aveva fatto del male, anzi… era quasi dolce e lei si scoprì ad apprezzare quel
contatto ancora di più.
Si divisero, ma non del tutto, e
in un impeto di quella che non molto dopo lei avrebbe definito come FOLLIA PURA,
si riattaccò al leader dei Bodom, coinvolgendolo in qualcosa di molto più
appassionato e languido. Era molto tempo che non viveva qualcosa del genere…
troppo forse. E Alexi era… era… non sapeva nemmeno definire come. A parte
insistente, rompiscatole e attraente.
-Ah… ehm… Thabita… io… io…- la Vj
e il chitarrista smisero di baciarsi, Alexi fulminò Marty con gli occhi, mentre
ancora stringeva contro di sé la donna. Sentiva lo stomaco completamente ritorto
dentro di sé: era stato fantastico, anche meglio di come se l’era sempre
immaginato. Era felice. Molto molto felice.
-Senti un po’…- cominciò lei, che
però venne subito interrotta.
-Sai?- fece Alexi –Vaffanculo te e
le tue cazzate- la lasciò andare, prese la sigaretta che Marty si era appena
acceso e si allontanò.
-Thab, che cosa…- cercò di
domandare Marty, ma Thabita lo mise a tacere seduta
stante.
-Non rompere il cazzo, Marty!-
disse alzando una mano per bloccare il fluire sconveniente di parole dalla bocca
del suo collega. Non era dell’umore per sentire le cazzate o le domande di
Marty. Non era dell’umore per fare nulla lì. Afferrò le sue cose e uscì,
cercando di riordinare i pensieri che le si ammassavano in testa. Cosa diavolo
aveva fatto Laiho per arrivare a quel punto?
Thabita ripercorse passo dopo
passo, come fosse una pellicola distesa davanti ai suoi occhi, ogni secondo
precedente quel bacio che l’aveva colta di sorpresa. Lo aveva mandato via. Se ne
ricordava benissimo, gli aveva detto di andarsene! E lui era rimasto lì, aveva
insistito per rimanere! Perché? Di solito quando lei dava degli ordini la gente
eseguiva e basta, oppure scappava con la coda tra le gambe, ma nessuno aveva mai
osato contestarla. Tranne Laiho. Ora capiva perché Sabrina le aveva
scartavetrato l’anima pur di convincerla a dare corda al chitarrista, anche se
all’inizio aveva pensato dipendesse tutto dalla sua ossessione per i Children of
Bodom. E invece probabilmente non era così…
Ma ci sto pure a pensare
sopra?! Si sgridò
la Vj montando in macchina e chiudendo la portiera, ma non mise in moto. A te non frega un cazzo di Alexi Laiho! Non
sai nemmeno perché gli sei saltata al collo dopo, devi essere impazzita per
metterti anche a pensarci su!
L’errore primario era stato
accettare quell’incarico: aveva comportato la vista di Rakohammas, l’insistenza
di Laiho e l’imbarazzo di venire messa per ben due volte a tacere da una ragazza
che sbavava dietro a Valo come una ragazzina! Proprio una bella
situazione!
Ah, andiamo a casa e basta! Un po’
di Cradle of Filth non può che farmi bene in questo momento. Rifletté mettendo in moto la
macchina.
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Capitolo 23 *** Better Than Me ***
CAPITOLO 23: BETTER THAN
ME
Il Tavastiaklubi era pieno zeppo
quella sera. Non c’era da meravigliarsene: era la serata prima dell’inizio del
festival e tutti gli artisti e buona parte dei fan che erano riusciti ad entrare
erano lì per dare libero sfogo alla tensione e per tracannare un po’ di
birra.
C’erano veramente tutti per quello
che riguardava la collaborazione: Ville, Tuomas, Alexi, Bam, alcuni tecnici del
suono, Meredith che, tra l’altro, non si era allontanata un attimo da Tuomas, il
quale si guardava bene dal lasciarla andare, e Psyche. Psyche che se ne stava
seduta in disparte a sorseggiare il suo cocktail cercando di evitare il più
possibile Ville. Ancora non si erano parlati dopo che lei era rimasta a dormire
da lui, lei aveva calcolato minuziosamente i tempi per non farsi mai beccare
nello stesso luogo con lui. Ma quella sera non l’aveva potuta evitare: sia Bam
che Tuomas che Meredith avevano insistito perché andasse, e anche Alexi, che non
aveva mai stretto una particolare amicizia con lei, si era detto desideroso del
fatto che lei partecipasse alla serata.
Non aveva potuto
evitarla.
Bam le si avvicinò –Ehi, cosa
succede? Solitamente fai un casino della madonna quando vieni qui! Come mai oggi
niente?- le chiese sorridendole.
Psyche sollevò appena lo sguardo
dal suo bicchiere prima di farlo ricadere. Sapeva che Ville non aveva detto
niente a Bam, e lei non voleva essere da meno –Non sto molto bene, ecco.- si
scusò rigirando la cannuccia nel superalcolico.
-Di solito uno che sta male non si
beve un bicchiere pieno di vodka lemon e varie altre cose.- la punzecchiò lo
skater.
-Non mi sembri il più adatto a
farmi certe paternali, Bam.- replicò lei –E poi sono tesa per domani, devo
distrarmi.-
Bam le si sedette accanto al
bancone e le mise un braccio attorno alle spalle –Avanti, di che vuoi essere
tesa? Sei bravissima!- cercò di tranquillizzarla –Farai le riprese più belle di
tutto il festival! Anche Alexi ha detto che non vorrebbe nessun altro al tuo
posto!-
Psyche sorrise mite –Ti ringrazio,
Bam, ma veramente, non sono dell’umore giusto adesso per parlare. Fammi stare un
po’ da sola.- disse cercando di congedarsi gentilmente dall’amico che la lasciò
sola, anche se un po’ preoccupato per il suo
comportamento.
Ville stava cercando Psyche da una
buona mezzora, cioè da quando era arrivato al locale, ma niente. Non riusciva a
vederla da nessuna parte con tutto quel casino!
Merda… pensò mentre si faceva largo tra
la gente per cercare un volto conosciuto. Era esasperato. Fortunatamente trovò
Bam intento a ordinarsi da bere e gli si accostò.
-Finalmente, bene arrivato!- lo
salutò l’amico battendogli una mano sulla spalla.
-Già… senti, hai visto Psyche?-
grugnì il darkman con un tono di voce che non lasciava presagire nulla di buono.
Era decisamente incazzato con lei, ma Bam sembrò non notarlo: ultimamente Ville
era stato talmente scazzato da sembrare normale.
-E’ seduta in disparte al bancone,
più in fondo, ma non romperle i coglioni, non è dell’umore giusto.- gli comunicò
lo skater. Ville alzò un sopracciglio e lo guardò di sbieco, ma non fece
domande. Si mise semplicemente a risalire il bancone: doveva assolutamente
chiarire un paio di cose con la cameraman.
La trovò da sola, intenta a
rimirare il fondo vuoto del suo bicchiere. Se ne fregava se lei non era dell’umore giusto per parlare
con lui, era arrivato il momento di dirsi le cose come stavano. Senza alcun
preavviso si appoggiò al bancone, così improvvisamente da farla sobbalzare per
la sorpresa.
-Ville!...-
-Dobbiamo parlare.- disse lui in
tono greve.
Psyche afferrò un lembo della sua
T-shirt degli AC/DC e cominciò a torturarlo cercando di guardare da un’altra
parte.
-Psyche, non accetto un no questa
volta. Dobbiamo parlare.- insistette lui -Vieni fuori.- le disse avviandosi
verso l’uscita sul retro, con un tono che non ammetteva resistenza. Psyche si
vide costretta suo malgrado a seguirlo e a prepararsi a quello che lui aveva da
dirle.
Una volta fuori, Psyche incrociò
le braccia sotto al seno, evitando di guardare il darkman negli occhi… sicura
che se lo avesse fatto, avrebbe finito col non ascoltarlo per niente. Ville
pensò di accendersi una sigaretta, poi ci ripensò e la prese bruscamente per le
spalle.
-Io mi sono stufato. Basta. Tu mi
piaci da morire, come cazzo devo fare per convincerti? Tu ti avvicini, poi ti
allontani, poi sei gelosa di quel pezzo di ghiaccio che è Thabita… Non capisco
più un cazzo e non lo sopporto! Questa situazione di merda mi ha rotto! Adesso
dimmi una buona volta cosa vuoi da me, se mi ricambi, se non ti frega niente, se
è solo un fatto fisico… qualsiasi cosa, ma parla maledizione! Basta giochetti e
mezze frasi!- la cameraman era rimasta letteralmente inebetita da tutto quel
fervore e dalle sue parole. Ville le stava chiedendo una risposta seria e
decisa. Psyche tuttavia, non ebbe il tempo materiale per rispondere. Il leader
degli Him le aveva sollevato il viso, sfiorando le sue labbra con le proprie. Un
bacino dolce che però riuscì a farla arrossire -E adesso cosa fai?- la provocò
lui impedendole di ritrarsi come la volta precedente.
-Ma… ma…
perché?-
-Psyche, perché cosa? Cosa?- sbottò esasperato
lui -Ti diverti a tenermi sulle spine?-
-Tu sei…- mormorò la ragazza
-Cioè… Non è come sei tu, ma come non
sono io, non sono una modella… non sono magra, non sono così bella da abbagliare
tutti…-
-Hai abbagliato me, ci credi che
non mi ricordo nemmeno com’eri vestita quando ci siamo conosciuti? Tu mi piaci
in tutti i sensi… ma sei la prima donna della quale ammiro molto più il
carattere e la personalità, che non il corpo. La gente invecchia Psyche, ma
quello che sei dentro rimane. E tu sei bellissima- replicò Ville, scostandole i
riccioli dal viso e dalla fronte, fissandola negli occhi. Psyche arrossì
vertiginosamente, ma quando lui la baciò per la seconda volta, non si tirò
affatto indietro, ricambiandolo con eguale intensità.
Ville circondò la ragazza con le
braccia, spingendola contro il muro e addossandosi a lei. Senza smettere un
attimo di baciarsi, si strinsero più forte l’uno all’altra, le mani -fino a quel
momento rimaste quasi immobili- a
muoversi frenetiche sotto i vestiti.
-Mmmh… Ville…- Psyche si scostò un
attimo dal darkman -E se continuassimo a casa mia?- domandò diretta e decisa,
facendolo sorridere.
-Come vuoi- sciolse appena
l’abbraccio e dopo essersi dati una sistemata, uscirono dal vicolo -Dove
abiti?-
-Qui vicino, cinque minuti al
massimo- Psyche gli afferrò una mano, intrecciandone le dita con le proprie e
fece strada.
Non molto dopo, la ragazza si
chiuse la porta di casa propria alle spalle e mandò letteralmente al diavolo
ogni remora avuta fino a quel momento, baciò Ville con trasporto, lasciandosi
prendere in braccio e portare in camera da letto.
-Psyche…-
-Non adesso- gli ordinò lei,
sorridendo.
-Io volevo
solo..-
-Ville, voglio fare l’amore con
te. Perché mi piaci, ecco… l’ho detto, contento? Adesso però smettila di
parlare- il darkman ridacchiò, mentre i vestiti cadevano a terra, uno dopo
l’altro -Volevo solo chiederti se vuoi stare sopra o sotto…- disse poi, un lampo
passò negli occhi di lei che scivolò di lato, offrendo lo spettacolo del proprio
corpo nudo a lui.
-Sotto-
-Avrei detto il
contrario-
-Ci sono tante cose di me che non
conosci…-
-Allora mi metterò d’impegno- fu
l’ultima frase che Ville pronunciò, prima di baciare nuovamente la donna sotto
di sé e fare l’amore con lei in un modo tanto intenso che fu certo non gli fosse
mai capitato.
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Capitolo 24 *** il MetalKlubi ***
CAPITOLO 24: IL
METALKLUBI
Il gran giorno era finalmente
arrivato. Il Metalklubi sarebbe cominciato tra un’ora e Tuomas e Meredith se ne
stavano tranquillamente seduti nel camerino dei tre musicisti a sorseggiare
birra mentre Meredith preparava la macchinetta fotografica. Non aveva intenzione
di assistere al concerto senza cogliere l’occasione di scattare qualche foto in
giro: l’opportunità di vedere Kosti morire d’invidia un’altra volta (magari
quella definitiva) era troppo allettante.
-Possibile che tu riesca a stare
così calmo? Io credo che morirei solo all’idea di salire su quel palco con tutta
quella gente che mi fissa, figuriamoci salirci per suonare o cantare!- disse
Meredith che non era poi così calma e rilassata come dava a
vedere.
Tuomas ridacchiò mentre cercava
delle cose nello zaino che aveva con sé –Infatti qui il musicista famoso sono io
e non tu.- le disse con tono finto pomposo prima di rimettersi a ridere –La
prima volta ti caghi sotto come un bambino di tre anni, ma poi, quando cominci a
suonare la tua musica, non ci pensi più. Davvero, so che per alcuni può sembrare
strano, ma è come se entrassi in un altro mondo ogni volta che comincia un
concerto, dalla prima nota all’ultima.-
Meredith lo osservò con aria
interessata –Mi piace questa cosa… Non l’ho mai provata, né mai la proverò, ma
mi piace sentirti dire cosa provi mentre suoni.- disse poi, tornando a
organizzare la macchinetta.
-Quando fotografi non ti senti in
un altro mondo, tu?- le domandò a sua volta Tuomas sedendosi a cavalcioni di una
sedia e fissandola al lavoro. Meredith sembrò prendere tempo per pensarci
su.
-Mmh, credo di sì, in un certo
senso… soltanto che alla fine il mio lavoro prevede un continuo dialogare coi
soggetti delle mie foto, quindi è piuttosto come se il mio mondo a parte fosse a
settori. Non so se mi sono spiegata.- rispose alla fine.
-Il discorso è un po’ contorto, ma
credo di aver capito: alla fine non hai il tempo materiale per alienarti
completamente mentre scatti le foto.- concluse il
tastierista.
-Esattamente. Mi è capitato solo
una volta di alienarmi completamente, ora che mi ci fai
pensare.-
-Quando?- chiese Tuomas con un
sorriso veramente interessato, che fece sciogliere Meredith. Era la prima volta
che poteva parlare in quel modo del suo lavoro con qualcuno, solitamente si
limitava tutto a un’osservazione superficiale dello stato di luce o colore coi
suoi colleghi, di sicuro nessuno si era mai preso la briga di chiederle cosa
provava mentre fotografava.
-Quando vi ho fatto il primo
servizio. E’ stata la prima volta che realizzavo veramente quello che volevo,
credo sia stato per questo. E poi voi dovevate sembrare il più naturali
possibili quindi non ho dovuto nemmeno dirvi granché.- sorrise la rossa
controllando di aver montato tutti i pezzi dell’obiettivo.
Tuomas la osservò in silenzio
mentre le guance di Meredith cominciavano a colorarsi di rosso per tutta
quell’attenzione improvvisa. –Alexi e Psyche avevano ragione: sono stato proprio
un coglione a farmi avanti così tardi.- commentò a un certo punto il tastierista
facendo definitivamente giungere a un rosso intenso le guance della
fotografa.
-Bè… non credo sia stato facile…
insomma, non tutti sono spavaldi e diretti come Alexi.- balbettò
lei.
Tuomas rise di gusto
–Effettivamente no, ma avrei comunque potuto svegliarmi un po’ prima.- disse –Se
penso che eri arrivata addirittura a pensare che io e
Psyche…-
-Stavate sempre insieme! E poi
Psyche ti abbracciava in continuazione…-
-Ma Psyche abbraccia tutti!-
esclamò Tuomas divertito dal tentativo di difesa di Meredith –Abbraccia anche
Bam, ma non mi sembra che stiano insieme o che si amino.- aggiunse poi sempre
con un sorriso.
La mano libera di Meredith scattò a
tormentarsi la punta della coda di cavallo mentre si sforzava di rimanere
tranquilla di fronte a quel sorriso e a quelle provocazioni. Soprattutto davanti
al sorriso.
-Se il problema è quello, però…-
continuò Tuomas alzandosi e avvicinandosi a lei, sollevandola dalla sedia quel
tanto che bastava per farsela sedere poi sulle ginocchia –Allora credo di poter
rimediare.-
Scostò un ciuffo che si era
ribellato alla coda dalla fronte della ragazza e rimase a guardarla per qualche
istante, aspettando che il suo grado di imbarazzo aumentasse, prima di prenderle
il mento fra due dita e avvicinarla al suo viso per baciarla. Fu un bacio lieve,
a fior di labbra, ma Tuomas fu certo di non aver mai desiderato un bacio più a
lungo di quello. Finalmente addio fisime, addio gelosie varie, e soprattutto
addio insicurezza! Tornò ad avvicinare il volto a quello di Meredith e stavolta
il bacio si approfondì, diventando sempre più passionale, più intimo,
finché…
-NON FATE CASO A ME!- urlò Bam
attraversando la stanza più velocemente che poteva. Meredith e Tuomas si
staccarono all’istante.
-Bam, cazzo, non ti hanno mai
insegnato a bussare?- sbottò Alexi apparendo sulla porta –Scusatelo, è un essere
incivile!-
Meredith e Tuomas ridacchiarono
alla scena, mentre Bam rispondeva a tono alle provocazioni di
Alexi.
-Hai visto Ville?- domandò alla
fine lo skater estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto che
era venuto a recuperare (per un americano, a Helsinki faceva fresco anche ad
agosto).
Tuomas fece spallucce andando ad
abbracciare i fianchi di Meredith –Non si è ancora fatto vivo. A dir la verità è
da ieri sera che non l’ho più visto in giro.- rispose.
-Anche io non lo vedo da ieri…-
commentò Alexi passandosi una mano sul collo e smuovendo così i capelli lunghi
–Non ho visto più nemmeno Psyche. Non è che per caso…- disse poi con un
sorrisetto malizioso.
-COSA?? Ville e Psyche?? Ma ti
pare!- esclamò Bam con una faccia sconvolta accentuata dalla sigaretta spenta
penzolante dalle labbra semi spalancate per la sorpresa.
-Oh, caro Bam Bam, ci sono tante
cose che tu non sai…- lo stuzzicò Alexi.
Tuomas, che aveva ridacchiato fino
a quel momento, improvvisamente si fece serio, fulminando il chitarrista con gli
occhi verde acqua –Merda, Alexi, non dovevi dirlo a Bam!-
-Ops, è vero.- commentò il leader
dei Bodom senza però sentirsi granché in colpa –Bè, prima o poi l’avrebbe
saputo!-
Bam passò gli occhi
alternativamente da Tuomas ad Alexi, soffermandosi per qualche istante anche su
Meredith –Scusate, ma perché io non dovevo sapere nulla?- domandò un po’
indignato.
-Perché cazzo gliel’avete detto?-
domandò una voce baritonale proveniente dall’entrata al camerino. Ville Valo se
ne stava in piedi dimostrando tutto il suo metro e 87 di altezza, con le braccia
incrociate e uno sguardo un po’ ambiguo dipinto in volto.
-Ehi, è una mia intuizione o hai
scopato questa notte?- gli domandò Alexi col solito sorriso
malizioso.
-Perché non mi hai detto che ti
vedevi con Psyche?- domandò Bam ignorando il chitarrista dei
Bodom.
Ville alzò le spalle –Non devo mica
dirti sempre tutto, e comunque ora lo sai, grazie a un coglione mezzo brillo già
alle 10 del mattino.- rispose lanciando uno sguardo di traverso ad
Alexi.
-Ehi, chi sei, mia madre?- sbottò
Alexi fregando una sigaretta a Bam.
Ville lo ignorò e andò ad
appoggiare le sue cose nella sua parte della stanza –Andiamo fuori fra due ore,
ma hanno chiesto che all’inizio andiamo tutti quanti sul palco.- comunicò poi
agli altri due.
Tuomas annuì –Ok, francamente io mi
sono già rotto di aspettare.- commentò con un mezzo sbadiglio –Quindi credo che
andrò a farmi un giro. Meredith ,vieni con me? Magari ti faccio conoscere Toni
dei Sonata Arctica.-
Meredith annuì, alzandosi per
permettere a Tuomas di alzarsi a sua volta. Il tastierista la prese per mano con
noncuranza e si congedò dal resto del gruppo, portandosela fuori per recuperare
l’intimità persa.
Bam tornò a guardare Ville –Questa
me l’attacco all’orecchio.- borbottò.
-Cazzo, Bam! Nemmeno fossi una
ragazzina!- sghignazzò Ville –Non te la prendere. E comunque c’era Jyrki che ti
cercava.- gli disse poi.
Bam borbottò qualcosa di rimando e
uscì dalla stanza per raggiungere il leader dei 69 Eyes. Alexi rimase a
rigirarsi per un po’ la sigaretta tra le mani pensando a qualcosa, poi decise
che forse valeva la pena parlare con Ville.
-Sai, un giorno mi dovrai spiegare
che è successo con Thabita.- disse.
I muscoli di Ville si irrigidirono
al solo sentir pronunciare quel nome –Quando sarò dell’umore per parlare di
Thabita…- disse prendendo a sua volta una sigaretta e uscendo per fumarla
insieme al chitarrista dei Bodom che ancora non si era tolto dalla testa la
Vj.
Un’ora e tre quarti dopo Psyche era
ai piedi del palco che si schioccava distrattamente le nocche delle mani per
scaricare la tensione, finché non sentì delle mani impossessarsi dei suoi
riccioli alle sue spalle. Quando si girò un sorriso radioso le illuminò il viso
–Ville!- gridò saltandogli al collo.
-Ehi, in fondo non ci vediamo da
appena due ore!- sorrise il cantante ricambiando l’abbraccio e stampandole un
bacio a fior di labbra.
-Sono troppo tesa per rendermi
conto che alla fine sono trascorse solo due ore… merda, merda, merda… sbaglierò
tutto, già lo sento!- sospirò la ragazza nascondendo il viso nel suo
petto.
Ville strinse di più l’abbraccio
cullandola appena –Calmati, avanti, non può andarti male. Sai fare il tuo
lavoro, dov’è il rischio? Credi che avrei accettato di girare un video con
un’incapace?- le disse alzandole poi il viso per
sorriderle.
-Oh, non cominciare adesso!
L’ultima cosa che ho bisogno di sentire è la parola video! Soprattutto perché non ho ancora
visto Bam, e lui è il mio portafortuna.- replicò Psyche.
Ville sospirò –Bam è un po’
incazzato: Alexi gli ha detto di noi due e si è offeso per essere l’unico a non
saperne niente.- disse.
Psyche sorrise maliziosa –Bè, alla
fine nemmeno io ne sapevo molto fino a circa dodici ore fa…- commentò issandosi
sulla punta dei piedi per poter baciare Ville.
E adesso è giunto il momento della
collaborazione più discussa in questi ultimi mesi! La fusione tra il Black, il
Power e il Love Metal finlandese! Voglio sentirvi gridare i loro
nomi! Annunciò il
presentatore al microfono in quel momento. La marea di folla che si era
presentata già dalle prime ore cominciò a gridare il nome di Tuomas Holopainen,
Alexi Laiho e Ville Valo scandendoli a battiti di mani.
-Ecco, adesso mi verrà una crisi
isterica!- esclamò Psyche tornando a nascondersi tra le braccia di
Ville.
-Ehi, stai tranquilla. Pensa che
dopo sarà tutto finito, e che nessun’altro ha avuto il privilegio di essere il
nostro cameraman personale. Nessun gruppo ne ha uno: tu sei l’unica.- le disse
il cantante riuscendo a infonderle un po’ di coraggio. Psyche gli sorrise mite e
lo lasciò andare.
Ok, adesso o mai
più. Pensò mentre
si separavano per dirigersi ognuno verso il loro posto di lavoro. Spero solo che Bam e gli altri non mi
abbiano sopravvalutata.
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Capitolo 25 *** Perché Sei Così Serio? ***
Another One Bites The Dust 25
CAPITOLO 25:
PERCHE’ SEI COSI’ SERIO?
Fantastico! Pensava Meredith
fissando il palco dove Tuomas, Alexi e Ville avevano cominciato a suonare da
qualche secondo. Adorava quella canzone, era molto bella… Dietro di lei, poteva
sentire l’entusiasmo della gente. Nonostante si fosse ripromessa di prestare
bene attenzione a tutti, la fotografa non riusciva a staccare gli occhi da
Tuomas e non faceva altro che scattare foto su foto a lui soltanto. In fondo,
non era lì in veste ufficiale… ma come “gentile invitata” da parte dei ragazzi,
poteva fare quello che voleva. Aveva già scattato molte foto nel backstage anche
agli altri gruppi, al pubblico… si era trovata persino a chiacchierare con Toni
dei Sonata e come non fargli qualche foto? Ora poteva concentrarsi solo su
Tuomas. Chissà se Thabita sta lavorando
oppure no… pensò. Psyche la detestava ma nonostante il pessimo carattere, a
Meredith la Vj non dispiaceva e viceversa… anche se era stata da lei definita
più di una volta “squilibrata” per via dei ragionamenti assurdi che a volte
faceva.
Alexi le aveva
raccontato che finalmente era riuscito a baciarla… e che lei aveva ampiamente
ricambiato. La strada era spianata! La rossa era molto felice per l’amico.
La cameraman
invece, era impegnatissima nelle riprese, in cima alla telecamera principale,
dava rapidamente indicazioni nelle cuffiette, voleva mostrare tutta l’intensità
con la quale Alexi, Ville e Tuomas interpretavano quel pezzo così sentito, non
le importava di inquadrare troppo il pubblico, piuttosto cercava di cogliere
ogni attimo di quella performance, senza perdere niente. Per quasi cinque
minuti, Psyche rimase concentratissima, poi finita la canzone, mentre i ragazzi
scendevano dal palco, sorrise.
Il suo impegno non
era finito… Bam le aveva detto che oltre a quella canzone, Ville, Alexi e
Tuomas, sarebbero tornati on-stage a sorpresa l’ultimo giorno, per un’ora di
cover, rifacimenti, oweremanea
l’effetto dell’alcoore-interpretazioni e tante altre cazzate inventate al
momento. Nessuno tranne gli organizzatori e qualche collaboratore lo sapeva
ancora. Sarebbe stato il botto finale del festival. In ogni caso, la parte più
difficile, secondo lei, era terminata.
Saltò giù dalla
telecamera e corse velocemente da Bam.
-Sei stata
magistrale! Un genio!- disse lo skater abbracciandola -Davvero… fantastico! Cazzo che
figata!-
-Grazie! Stavo per
esplodere!- confessò lei, mentre lentamente l’adrenalina scendeva e i battiti
tornavano normali.
-Sei stata grande-
disse ancora Bam, talmente euforico da essersi scordato l’incazzatura
-Piuttosto… tu e Ville?- la ragazza arrossì lievemente.
-Scusa se non ti ho
detto nulla!- disse dandogli un bacino sulla guancia –E’ che… sai come sono
fatta, devo essere veramente convinta di qualcosa prima di buttarmi e comunque,
con Ville… sarà difficile-
-Ma non state
insieme?-
-Eh? No, no!- si
affrettò a smentire lei, arrossendo ancora di più -No, per ora… ehm… per ora no.
Ci frequentiamo, andiamo a letto insieme e ci piacciamo. Ma non siamo affatto
impegnati l’uno con l’altra -
-Ma voi cosa volete
fare?- Psyche ammutolì per qualche secondo, prima di rispondere. Non ne aveva
nemmeno accennato con Ville, era andato tutto così in fretta in quelle ultime
ore!
-Più che altro…
sai, facciamo entrambi un lavoro che ci porta a spasso per il mondo, non so come
potrebbe essere una storia tra di noi- Bam annuì, ora che Psyche aveva ricevuto
la spinta finale, la sua carriera non poteva che migliorare ancora e ancora,
sarebbe stata spesso via dalla Finlandia e idem Ville, con i suoi mille impegni,
i tour, le promozioni. Poteva capire le perplessità dell’amica, anche se era
evidente che fosse cotta e stracotta del darkman degli
HIM.
-Beh, pensaci bene.
Vado a recuperare una birra- Bam le diede un buffetto su una spalla e si
allontanò mentre dall’altra parte i ragazzi stavano arrivando. Psyche se ne
fregò altamente delle persone che giravano nel backstage e andò ad abbracciare
Ville, stampandogli un bacio.
-Come siamo
andati?-
-Perfetti- rispose
lei sorridendo -Davvero perfetti, hanno amato subito la vostra canzone e senza
modestia devo ammettere di aver fatto un ottimo lavoro! Bam è
entusiasta!-
-Visto? Impara a
fidarti di me- mormorò il darkman stringendola a sé -Ti andrebbe di chiuderci da
qualche parte? Ho una voglia matta di farti mia…- Psyche
arrossì.
-Dai! Ci
sentiranno!-
-Che sentano…-
disse lui baciandole una spalla e facendole poi un succhiotto sotto la
clavicola.
-Dai, smettila!
Stanno guardando tutti!- protestò Psyche lievemente in imbarazzo, Ville si
staccò dalla sua pelle e sorrise con malizia -No! Qualsiasi cosa tu stia per
dire, no!-
-Scusate se vi
interrompo- disse Tuomas avvicinandosi -Psyche sai dov’è
Meredith?-
-Veramente ce l’hai
avuta davanti tutto il tempo… ma di certo non te ne sarai accorto- sorrise la
cameraman -Sarà qui attorno, a cogliere
qualche attimo imperdibile- aggiunse, citando le parole della rossa –E’
proprio seria, eh?- Tuomas fece spallucce.
-Veramente non
stiamo insieme, non ne abbiamo parlato… Anche se… ma sai, va tutto così bene che
non può essere vero. E’ come se mi aspettassi la
fregatura-
-Ma ti senti bene?-
s’intromise Ville -Dico, non sarai già sbronzo come quel coglione di Alexi…-
Tuomas ridacchiò.
-Affatto- rispose
–E’ che non appena l’ho vista ho pensato: è lei. Ed è perfetta, anche se ci
conosciamo da poco e non sappiamo granché, non che la cosa importi, comunque-
Psyche lasciò Ville per abbracciare l’amico, tutta felice.
-Sono così
contenta! Hai visto? Bastava seguire i miei consigli!-
-Ehi! Giù le mani!-
disse Meredith avvicinandosi e dividendo Psyche da Tuomas -Allora Psyche… noi
siamo diventate amiche e ok, mi piaci molto come persona. Ma lui…- e indicò
Tuomas -E’ mio. MIO. M-I-O, capito?
Visto che alla voce: uomo perfetto di
Meredith, troveresti la sua foto, ti proibisco di fare qualsiasi cosa. Più o
meno-
-Gelosa…- commentò
Ville ridacchiando insieme a Tuomas al quale però, la cosa non faceva altro che
piacere.
-Ma lo sai che io
abbraccio tutti!- disse Psyche alzando le spalle -Credimi, penso che avrò già
abbastanza da fare con questo qui…- disse indicando Ville -E tutte le donne che
vorrebbero portarselo a letto!-
-Già a questo non
avevo ancora pensato- ammise la rossa, pensierosa -Bisognerebbe escogitare un
modo… tipo gas pesticida anti donna… o una cosa che dà la scossa elettrica a
ogni essere umano che si avvicina…-
-Ma così non
potrebbero nemmeno abbracciare i famigliari o gli altri del gruppo- ragionò
Psyche, facendo annuire la fotografa -Ci vuole un rimedio meno drastico-
-Decisamente-
Ville e Tuomas si
scambiarono un’occhiata stranita, prima di tornare a fissare le due ragazze che
andavano avanti a disquisire sul metodo migliore per tenere lontane le donne da
loro.
-Giuro che non ho
mai assistito a niente del genere- ammise il tastierista -Anche se mi sto
abituando ai ragionamenti da ricovero che fa Meredith- a volte la rossa lo
sorprendeva in modo assurdo, facendo congetture e riflessioni al limite della
follia… ma le piaceva anche per quello. Era assolutamente imprevedibile per
certe cose, ma fermissima per altre… un vero enigma.
-Ok, basta così-
intervenne Ville -Psyche mi spieghi a cosa mi servono le altre donne, se ho te?
Già ci vedremo poco e passeremo poco tempo insieme, mi sembrerebbe da coglione
fare il… il… coglione e perderti-
Meredith afferrò
una mano di Tuomas, allontanandosi in fretta da quello che sembrava l’inizio di
un discorso molto serio.
-Davvero sono tuo?-
domandò il tastierista dei Nightwish.
-Ovvio- rispose la
rossa -E posso fare di te quello che mi pare!-
-E tu? Tu non sei
mia?- la fotografa sollevò un sopracciglio, assumendo un’aria serissima e
freddandolo con un: -Ti ho mai detto che eri l’unico?- che fece sbiancare
Tuomas, Meredith però non riuscì a star seria a lungo e scoppiò a ridere,
abbracciandolo forte -Dovresti vedere la tua faccia!- rise divertita,
prendendogli il viso tra le mani e fissandolo negli occhi -Tu SEI l’unico. Non
c’è nessun’altro… e mi piacerebbe… che non ci fosse mai. Quindi pensavo che…
potremmo impegnarci seriamente per andare avanti insieme. Che ne
pensi?-
-E’ un modo
contorto per chiedermi di stare insieme?- fece Tuomas rispondendo al
sorriso.
-Sono contorta lo
sai…- ammise lei.
-Beh, allora… direi
di si-
-Sicuro?-
-Sicurissimo-
Psyche si
mordicchiò le labbra, pensierosa. Non sapeva che cosa rispondere a Ville…
impegnarsi subito le risultava difficile, anche se era già gelosissima di
lui.
-Non so cosa dirti-
ammise, in tutta sincerità -Abbiamo un lavoro che ci terrebbe lontani molto
tempo... Io manifesto il mio affetto in modo molto fisico, forse finirei col
diventare matta-
-Potremmo cercare
di conciliare gli impegni… e poi ti voglio a girare un sacco di nostri video, e
li saremo insieme- Psyche annuì.
-Possiamo fare con
calma?-
-Beh, dopo questo
festival non ho altri impegni e tu nemmeno, possiamo stare un po’ insieme. Poi
vedremo e decideremo, insieme- stabilì Ville, che poi sorrise -Certo che sei
strana! Abbiamo fatto l’amore subito dopo esserci scambiati il primo bacio, e
adesso vuoi andarci piano!-
-Mi sono fatta
prendere ieri sera! Ma non mi sembra ti sia dispiaciuto…-
-Per niente… Mi è
piaciuto tutte e tre le volte- Psyche arrossì per l’ennesima volta. Doveva
ancora abituarsi alle battutine di Ville!
scusate il ritardo megacosmico, gente, ma qui siamo tutte e due
sommerse dagli impegni. ora che ho un computer portatile e personale, credo di
poter aggiornare [almeno questa storia] con più costanza. perdonateci, ma
davvero abbiamo un sacco di problemi al momento che non starò qui a elencare.
speriamo che la nostra storia vi interessi ancora, e che soprattutto continuerà
a interessarvi. keep on enjoying us!
musicaddict &
Kuji13
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Capitolo 26 *** Solo Sesso? ***
A
CAPITOLO 26: SOLO
SESSO?
Thabita si aprì una
birra e sbuffò, Meredith stava lavorando, scattando foto su foto in giro e lei stava da sola seduta nel backstage
a bere birra e ad aspettare… cosa? Non lo sapeva nemmeno lei.
Aveva terminato
tutte le interviste e la fotografa l’aveva praticamente supplicata di
aspettarla, ma senza scendere nei dettagli.
Giuro che se
c’entra quel deficiente di Laiho la uccido… foto o non foto… Farò pubblicare le
interviste senza uno straccio d’immagine! pensò irritata,
aprendo un’altra birra. Aveva progettato ogni intervista in modo da non dover
per forza vedere il leader dei Bodom, se non da lontano.
Per la prima volta
Thabita non riusciva a gestire la situazione con l’abituale freddezza… Quando
c’entrava Alexi, le cose e gli eventi le scappavano di
mano.
Qualche minuto
dopo, l’oggetto dei suoi pensieri, spalancò la porta, entrando e afferrando al volo la birra che lei
teneva in mano e buttandone giù metà. Thabita lo fissò ad occhi sgranati.
Io ammazzo
Meredith.
-La mia birra-
disse tentando di recuperare la lattina, Alexi
l’allontanò.
-Prima dimmi se ti
siamo piaciuti?-
-Abbastanza-
rispose lei alzando gli occhi in quelli azzurri di lui. Alexi era sudato, a
torso nudo con la maglietta nera arrotolata attorno al collo, aveva bagnato i
capelli che gocciolavano a terra e la matita nera era appena sbiadita sotto gli
occhi. La ragazza si morse un labbro, incapace di distogliere lo
sguardo.
Smettila Thab, che
cazzo ti prende? Ha pure due anni meno… si disse abbassando
gli occhi, ma rialzandoli poco dopo.
-Cos’hai da
fissare?- sibilò al leader dei Bodom che la stava guardando con un mezzo sorriso
dipinto sulle labbra.
-Sei fottutamente
bella- Thabita corrucciò le sopracciglia, stupita.
-Non dire
stronzate- il sorrisetto di lui si aprì, diventando malizioso -Non le dico-
lasciò cadere la maglietta a terra e rapido le passò un braccio attorno alla
vita. Lui sapeva di sudore e birra, normalmente Thabita non ci avrebbe messo più
di due secondi a rifilargli un calcio in mezzo alle gambe… invece rimase
immobile per un secondo, abbassò lo sguardo, lo rialzò e incollò le labbra a
quelle di lui.
Alexi ricambiò il
bacio, era troppo che aspettava di farlo. La strinse a sé anche con l’altro
braccio, incurante di rovesciare a terra il resto della birra e approfondì il
contatto, pensando che lei lo avrebbe evitato, invece Thabita non si tirò
indietro. Gli passò le braccia attorno al collo, premendo il corpo sul suo
mentre le lingue danzavano quasi con rabbia e le mani cominciavano a scorrere
sulla pelle.
Quando si divisero,
Alexi vide per la prima volta un’espressione diversa sul viso di lei…
fondamentalmente era piuttosto fredda, ma gli occhi grigi luccicavano. Sorrise.
Dio, se gli piaceva.
-Andiamo- ordinò
lei afferrandolo per una mano e cominciando a tirarlo, camminando come una
furia. Senza nemmeno preoccuparsi di avvertire gli altri, lui la seguì.
Uscirono, Thabita fermò al volo un taxi, trascinò Alexi con sé e disse
all’autista di partire.
Poco dopo saltarono
giù, lei lanciò una banconota al tassista e Alexi riconobbe l’insegna di un
albergo a ore sul marciapiede di fronte.
Thabita non sapeva
nemmeno cosa le fosse preso, ma quel bacio aveva acceso qualcosa dentro di lei,
qualcosa che non si spegneva, che voleva essere appagato. Andava avanti con
Alexi per mano, senza riuscire a connettere un pensiero logico, si fermò
soltanto quando lui si chiuse alle spalle la porta di legno di una delle stanze
dell’albergo, e la guardò, prendendola tra le braccia.
Oh, al
diavolo pensò lei,
fermandogli le mani e cominciando a slacciargli la cintura dei jeans. Lui la
lasciò fare, aveva sempre immaginato che una come Thabita volesse avere il
controllo della situazione e la cosa non gli dispiaceva.
Non gli dispiacque
nemmeno quando si ritrovò nudo, con lei completamente vestita a guardarlo.
Thabita gli rivolse un sorrisetto a metà, che contrastò con l’espressione
solitamente cupa e si spogliò, da sola, impedendogli di toccarla anche solo con
un dito.
Alexi finalmente la
strinse ancora a sé, facendola stendere sul letto, mentre le loro labbra si
univano nuovamente. Non avrebbe voluto fare tutto di fretta, erano giorni e
giorni che sognava di stare con lei… ma non riuscivano a
fermarsi.
-Fermo- disse
Thabita, lo afferrò per i fianchi e con uno scatto invertì le posizioni -Nessuno
può starmi sopra…- aggiunse mettendosi a cavalcioni su di
lui.
-Come vuoi- mormorò
Alexi socchiudendo gli occhi, mentre si baciavano ancora e ancora e si univano
con rabbia, passione e un pizzico di disperazione.
-Buon… Merda!-
esordì Alexi qualche ora dopo, risvegliandosi e trovando l’altra metà del letto
vuota. Si tirò a sedere, lasciando scivolare il lenzuolo fino alla vita. Fuori
era ormai buio pesto. Si appoggiò con la schiena al muro, guardando quella parte
del letto dove si era aspettato di trovare Thabita e invece… Sbuffò. Avrebbe
voluto svegliarsi con lei, darle un bacio, farsi una doccia e magari andare a
cena da qualche parte… non importava dove, l’importante era stare con
lei.
Avrebbe voluto
comportarsi come due che si piacevano e uscivano insieme, invece Thabita se
n’era andata senza dirgli niente. Il leader dei Bodom scansò le coperte e notò
che i suoi abiti non erano sparsi in giro, ma erano stati raccolti e messi su
una sedia lì accanto, piegati. Un sorrisino si fece strada sul suo volto. Allora non era certo tutto perso con
lei.
Con calma si
rivestì, ricordando di essere a torso nudo e tornò di sotto, scoprendo che la
stanza era stata pagata da Thabita, dalla tasca dei jeans ripescò il cellulare.
Meredith rispose quasi subito.
-Ehi, Alexi! Dove sei? Sono ore che ti
cerchiamo, sei scomparso!-
-Ti spiego dopo,
dovresti venire a prendermi…- silenzio e poi un lungo
sospiro.
-Si arrivo, dimmi dove sei- lui le diede
la via e le disse di sbrigarsi perché stava a torso nudo -Tu non sei normale- fu la risposta della
rossa, prima di riagganciare.
La fotografa arrivò
meno di dieci minuti dopo, in macchina, si fermò e lo fece salire, lanciò
un’occhiata all’insegna dell’albergo a ore e una a lui, che rispose con
un’alzata di spalle.
-Io e Thabita…-
cominciò Alexi accendendo il riscaldamento -Siamo finiti a letto insieme.-
Meredith quasi inchiodò al semaforo.
-Voi cosa?-
-Già, ti risparmio
i dettagli… La prossima gira a destra-
lei eseguì –E’ successo così in fretta che… Cazzo lo sai che lei mi
piace, lo sa anche lei… lo sa meglio di chiunque altro… e se n’è andata mente
dormivo, senza una fottuta parola di merda. Come una
ladra.-
-Stiamo parlando di
Miss Iceberg- disse la rossa -Che ti aspettavi?-
-Non lo so, ma non
ho la minima intenzione di mollare tutto così a cazzo, sta cosa non finirà nel
dimenticatoio come una grandiosa scopata e basta-
-Armati di
pazienza, allora-
-Senti, c’è stato
un momento in cui… in cui ho pensato che anche lei… capisci? Non se n’è andata
subito, è rimasta abbracciata a me, stretta a me, merda mi teneva come se
dovessi scomparire. Non fai così se non te ne frega un cazzo-
-Si, può darsi-
ammise la ragazza fermando la macchina sotto casa di lui -Adesso datti una
calmata e pensaci bene sopra, se credi ne valga la pena allora buttati, ma
Thabita non ha un carattere facile, sarà dura per te…-
-Lo so, grazie del
passaggio-
-La tua roba è
dietro-
-Grazie ancora- lui
scese e recuperò le cose che aveva lasciato nel backstage ore prima, comprese le
chiavi di casa. Salutò Meredith ed entrò dal portone.
ok, forse riusciremo a riprendere a postare con una continuità
decente, prima o poi... comunque speriamo sempre che questa storia sia letta,
almeno un po'. =) keep on enjoying us!
Kuji&musicaddict
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Capitolo 27 *** O Anche Amore? ***
A
CAPITOLO 27: O
ANCHE AMORE?
-Sicura che
funzionerà?- domandò Alexi che accanto a Meredith, continuava ad agitarsi sul
sedile della macchina, la rossa annuì con energia -Ti devo un favore… Se sto con
Tuomas è anche merito tuo- rispose lei mentre la sua macchina viaggiava verso
casa di Thabita.
La fotografa aveva
telefonato alla Vj quel mattino, dicendole che aveva pronte le foto
dell’intervista e che voleva mostrargliele, in modo che potessero scegliere
insieme quelle da portare al giornale per la pubblicazione. Thabita ci era
cascata in pieno e le aveva tranquillamente dato l’indirizzo…probabilmente anche
lei era rimasta scioccata da quanto accaduto con Alexi e aveva abbassato le
difese.
-Tu e Tuomas avete
già…- fece il cantante.
-No- confessò
Meredith parcheggiando non distante dalla casa della Vj -ci siamo limitati a
usare mani e bocca- il leader dei Bodom scoccò un’occhiata all’amica, che invece
lo fissava tranquilla e pacifica -che c’è? E’ terribilmente piacevole, sai? E
anche perfettamente normale-
-E’ che non vi ci
vedo…sei proprio una maniaca-
-Alexi, pensa per
te- Meredith si allungò ad aprirgli la portiera -ci vediamo più tardi al
Tavastia-
-Ok-
Alexi scese dalla
macchina e attraversò rapidamente il vialetto, suonando con decisione al
campanello, non si era preparato un discorso e non aveva la minima idea di cosa
dire a Thabita. Si girò ma Meredith era già scomparsa, sentì la chiave girare
nella serratura e si voltò. La porta si aprì e comparve il viso un po’ stanco
della Vj, che rimase letteralmente basita nel vedere chi aveva
davanti.
-Ciao-
-Ciao, sono qui per
parlare con te e guarda che non riuscirai a mandarmi via- disse Alexi facendosi
avanti ed entrando in casa. Thabita chiuse la porta e seguì il leader dei Bodom,
in salotto. La casa di Thabita contrariamente al carattere della ragazza, era
calda e accogliente, arredata semplicemente ma con gusto.
-Ti ascolto-
borbottò la Vj, Alexi la guardò stupito.
-Non stai bene?- le
chiese osservandola per bene, indossava pantaloni di una tuta nera, un maglione
bordeaux, senza nulla sotto, ed era a piedi scalzi. Dava l’idea di essersi
vestita di fretta.
-Non proprio,
allora? Di quello che devi e vattene- Alexi sorrise appena, ecco di nuovo la vera Thabita.
-Veramente non so
cosa dirti. Siamo stati a letto insieme…tu sai di piacermi molto, voglio solo
capire cosa ne pensi tu-
-Di cosa?- chiese
lei annoiata.
-Di noi
due-
-Non c’è un noi due-
-Ah, no?- ribatté
lui aggrottando le sopracciglia, Thabita mise le mani sui fianchi -invece c’è e
non mi è piaciuto affatto come te ne sei andata…mentre
dormivo-
-Avevo del lavoro
da finire- puntualizzò lei -e cosa cavolo volevi che facessi?- Alexi si avvicinò
a lei, afferrandola per le braccia.
-Che almeno
lasciassi un biglietto- la Vj alzò gli occhi al cielo, cercando di scostarsi,
inutilmente -Thabita, cazzo, ma ti costa così tanto ammettere che mi ricambi?-
sbottò Alexi, che cominciava ad essere piuttosto infastidito dall’atteggiamento
della donna. Thabita sospirò, socchiuse gli occhi…e starnutì. Alexi sorrise -ok,
tu stai poco bene, adesso ficcati a letto che stasera ti porto al
Tavastia-
-No-
-Invece si, stasera
esci con me. Fine della faccenda- la Vj stava per protestare, ma Alexi le chiuse
le labbra con un bacio.
-Noi non abbiamo un
appuntamento-
-Chiamalo come
cazzo ti pare- rispose lui -vai a letto, io penso che mi guarderò la tv…hai
della birra?-
-Fai veramente
delle domande del cazzo- Alexi le scoccò un altro bacio, cui Thabita si arrese
piuttosto volentieri, poi la spedì in camera e andò a recuperare la birra. Tutto
sommato la soluzione di Meredith era servita.
Mentre Alexi si
stravaccava sul divano, la Vj tornò in camera da letto, per rimettersi sotto le
coperte, imprecando mentalmente contro se stessa… stava concedendo troppo ad
Alexi, non era affatto da lei, lasciarsi trattare in quel modo. Eppure
nonostante gli dicesse sempre di andarsene, lui non se ne andava mai…anzi, più
lei faceva la stronza e più lui insisteva. Perché? Cosa c’era in lei di così
speciale da renderla tanto affascinante?
Io mi sto
rincoglionendo…pensò la donna
mentre scivolava sotto la coperta non c’è
altra spiegazione…da quando aveva incontrato Alexi, si stava ammorbidendo
troppo, non andava affatto bene! Persino Sabrina aveva detto che sorrideva più
spesso, anche se era ben lontana da raggiungere il livello di Psyche,
perennemente allegra, altra persona particolarmente amata dalla sua sorellina
pestifera.
Era a letto da
pochi minuti che Alexi entrò nella stanza.
-Che diavolo vuoi?
Ti avviso che ho mal di testa- sibilò Thabita, mettendo fuori la
testa.
-Ti ho fatto del
the-
-Dio, sembri un
fidanzato. Smettila immediatamente che mi dai il voltastomaco- ma naturalmente,
lui si guardò bene dall’andarsene, fece il giro del letto, posò la tazza sul
comodino e sollevò di peso la donna, tirandola su a
sedere.
-Dovresti
ringraziarmi, solitamente non faccio queste cose- disse piazzandole la tazza in
mano.
-Potevi continuare
a non farle-
-Hai una riserva di
birra che è spaventosa, quasi quanto la mia- commentò Alexi ignorando la frase
di Thabita -tua sorella aveva ragione-
-Cos’altro ti ha
detto?-
-Alcune cosette-
fece lui, con aria vaga -altre le ho scoperte da solo, come il fatto che a letto
preferisci stare sopra-
-Non mi pare ti sia
dispiaciuto-
-Se sopra ci sei
tu, no- Alexi si alzò dal bordo del letto -ma prima o poi starai sotto, contaci.
E vedi di rimetterti entro stasera-
-Se pensi di
potermi sfoggiare come un fottuto trofeo, puoi scordartelo, chiaro?- ringhiò la
Vj.
-Quante stronzate
dici! Voglio solo portarti fuori, non saremo nemmeno da soli visto che verranno
anche Tuomas, Meredith, Ville, Psyche e Bam…e anche qualcun altro del
Metalklubi, non è un appuntamento, è solo un’uscita ma voglio andarci insieme,
chiaro?-
-Cristallino-
-Bene, quindi vedi
di dormire- Alexi uscì sbattendo la porta e tornò di sotto. Quella donna aveva
il potere di fargli saltare i nervi e fargli girare la testa nello stesso
momento. Sarebbe stata dura conquistarla, ma pensò di essere sulla buona strada
e comunque, secondo lui ne valeva la pena…tanta fatica sarebbe stata premiata,
ne era assolutamente certo.
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Capitolo 28 *** Riveazioni ***
yf
CAPITOLO
28: RIVELAZIONI
-Oh, Cristo, non ci
posso credere! Alexi sta entrando qui facendo coppia con Thabita Daniel’s!-
esclamò Bam accennando all’entrata del Tavastiaklubi. Tutti i suoi compagni si
girarono increduli verso la coppia che stava entrando. Psyche lanciò uno sguardo
a Ville che sembrava ricercare dentro di sé tutte le forze per sopportare la
presenza di Thabita per una sera. Per quanto riguardava la cameraman, la Vj
sarebbe apparsa invisibile ai suoi occhi per quanto
possibile.
Ma Thabita sembrava
godere sadicamente nel creare in Ville Valo reazioni nevrotiche, e non appena
vide il cantante abbracciato alla cameraman tirò fuori la sua lingua biforcuta,
riservata in maniera particolare a lui. –Oh, ma guarda! Alla fine sei riuscito
ad accalappiare una ragazza, Rakohammas. Ma che bravo… Stai cercando di battere
il tuo record dei cinque secondi?-
Ville lanciò alla Vj
uno sguardo avvelenato, che se avesse potuto sarebbe stato in grado di uccidere
–Di’ pure quello che ti pare, Daniel’s, ma lascia Psyche fuori da questa
storia!-
-Oh, ma sentitelo!
Fa l’eroe!- commentò sarcastica Thabita prima di rivolgersi direttamente alla
cameraman –Credevo fossi troppo intelligente per farti abbindolare da Ville Valo, Psyche, ma a quanto pare mi
sbagliavo: Rakohammas è contagioso.-
-Ti ho detto di
tenere Psyche fuori dalle tue uscite da stronza in calore, Thabita!- ringhiò
nuovamente Ville cominciando a innervosirsi e ricevendo un’occhiataccia da parte
di Alexi.
Thabita guardò il
darkman con sufficienza –Cos’è, hai paura che riveli al mondo che non riesci a
tenerlo alto per il tempo necessario, lucciola?*[gioco di parole con
valo=luce]-
-Ma si può sapere
che cazzo vuoi da me?! Perché devi essere così puttana, me lo vuoi spiegare?!-
esplose Ville alzandosi in piedi per la foga e fronteggiando la
Vj.
-Ehi, coglione,
modera il tono!- si intromise Alexi, ma Ville lo respinse
indietro.
-Stanne fuori,
Alexi. Tu non c’entri un cazzo e ti conviene non
immischiarti!-
Alexi ignorò Ville
cercando ancora una volta di intervenire, ma questa volta fu la stessa Thabita a
zittirlo –Non occorre, Alexi, mi so tranquillamente difendere da sola.- disse la
Vj spingendo lontano il chitarrista e avvicinandosi ulteriormente a Ville –Non
sei cambiato per niente, avevo ragione: sempre irascibile e permaloso.- commentò
–Non mi meraviglia per niente che la tua vecchia ragazza ti abbia scaricato: non
dev’essere il massimo della vita condividere l'esistenza, e il letto, con
te.-
Ville non poté
sopportare oltre quelle punzecchiature che andavano sempre a centro –Ma
vaffanculo!!- sbottò –A volte riesci proprio a strisciare basso, a riempire le
tue parole di merda pura! Una volta non era così, una volta io e te eravamo
amici! Che cosa ti ho fatto per meritarmi il tuo continuo tormento?! Dimmelo una
volta per tutte, così finalmente ti metti il cuore in pace e ti levi dai
coglioni!-
Thabita lo guardò
con la stessa stima che avrebbe riservato a un verme –Sai benissimo cos’è
successo, Rakohammas, non fare la vittima.-
Tutti gli altri
stavano osservando la scena ancora scioccati dalla rivelazione precedente: Ville
e Thabita erano stati amici una volta? Era possibile una cosa del
genere?
Ville dal canto suo
cercava di trovare una spiegazione tra i suoi ricordi, ma invano –Io mi ricordo
solamente che tu, da un giorno all’altro, hai cominciato a comportarti da
stronza anche con me, ma non mi sembra di aver fatto o detto nulla che possa
giustificare questo cambiamento!-
-Oltre al danno
anche la beffa, dunque. Non solo sei tu il responsabile di tutto, ma nemmeno te
lo ricordi!- sbottò Thabita alzando gli occhi al cielo.
Ville strabuzzò gli
occhi –Io sarei il responsabile?! Io non ho fatto nulla di
male!-
-Bè, allora ti
rinfrescherò la memoria!- sibilò Thabita con odio. Alexi e gli altri drizzarono
le orecchie, finalmente capivano cosa era successo di così grave tra i due per
portarli a quel livello di disprezzo reciproco. –Cosa ti ricordi di quando
eravamo amici, Ville?-
Ville rimase
momentaneamente interdetto, incerto se stare o meno al gioco di Thabita. Alla
fine pensò che finalmente avrebbe avuto una risposta ai suoi dubbi e che forse
poi si sarebbe per sempre liberato di lei, così si decise di parlare –Io mi
ricordo che da piccoli tua madre ti portava da noi quando doveva andare a
lavorare, siamo diventati amici così. Che abbiamo fatto le scuole insieme fino
alle superiori, abbiamo sempre cercato di essere in classe insieme in modo da
non sentirci isolati…-
-Sì, certo, molto
commovente… ma io voglio sapere cosa ti ricordi del nostro rapporto, Ville.- lo
zittì Thabita, spazientita da quel raccontare vago e nostalgico che le riportava
alla mente ricordi ormai cancellati da tempo.
Ville lanciò uno
sguardo di sbieco alla Vj non capendo dove voleva portarlo, ma continuò il
racconto –Stavamo sempre insieme, qualunque cosa facessimo. Mi ricordo che
quando facevo boxe avevi insistito per iscriverti anche tu, ma che non ti
avevano lasciato ed era anche per quello che avevo lasciato quello sport per
fare skate. Quando mio padre ha aperto il porno shop e io me ne vergognavo come
un cane tu sei andata in giro per la scuola a fargli pubblicità, tanto che il
preside ha mandato a chiamare i tuoi perché credeva che fossi una promotrice
della promiscuità!- a questo punto Ville sorrise, ma lo sguardo di Thabita gli
impose di continuare -Quando ho iniziato a suonare nel mio primo gruppo eri
sempre pronta a criticare tutto quello che facevamo, ma sapevo che lo facevi per
farci migliorare… Io non capisco dove vuoi arrivare, Thabita! Mi ricordo solo
che un giorno il nostro rapporto è cambiato di punto in
bianco!-
-No, Ville, non
interromperti adesso, c’eri quasi.- sorrise malefica Thabita –Cerca di arrivare
il più vicino possibile a quel giorno.-
Ville si sforzò di
ricordare, ma non riuscì a trovare un nesso logico –Mi arrendo, sei contenta?!
Dimmi tu cos’è successo di così tremendo da farti diventare
così!-
Thabita non
abbandonò il sorrisetto di sufficienza che aveva riservato in precedenza a Ville
–D’accordo, come vuoi tu. Ma potrai parlare solo alla fine.- disse fulminandolo
con gli occhi di ghiaccio. –L’ultimo anno di liceo hai cominciato a far parte di
un gruppo serio, o che almeno tu giudicavi tale. Ti ci dedicavi anima e corpo,
dicevi che forse quella sarebbe stata finalmente la combinazione vincente, che
con quel gruppo forse sareste riusciti a farvi conoscere. Io ne ero felice
all’inizio, sapevo che era sempre stato il tuo sogno di poter creare un gruppo e
far conoscere le tue canzoni, ma improvvisamente ho conosciuto il vero te. Dopo
il primo concerto a scuola, che ovviamente non poté andare che meravigliosamente
vista la magica combinazione, hai
cominciato ad atteggiarti. Ti piaceva vestirti di nero e così hanno cominciato a
chiamarti Valo per antitesi, e quel
nome ti era piaciuto così tanto che avevi cominciato a volere che ti chiamassero
solo così. Io ero l’unica che si rifiutava di utilizzare quello stupido
nomignolo, e ogni volta che ti chiamavo Ville mi correggevi con stizza, quasi
avessi mancato di rispetto a una divinità! Hai cominciato a mostrare il tuo lato
stronzo e strafottente, cominciando ad atteggiarti con chiunque! La cosa che più
ti piaceva era il fatto di suonare con quelli grandi, visto che sia Rantala che
Paananen avevano due anni in più di te.-
-Ma che cazzo…-
cercò di interromperla Ville, ma fu immediatamente trucidato da un’occhiata
gelida della Vj che continuò il suo sfogo. Perché Thabita si stava sfogando,
aveva totalmente perso il controllo di quello che stava dicendo, avendo per la
prima volta la possibilità di dire tutto quello che si era tenuta per sé in 15
anni.
-Improvvisamente non
avevi più tempo per me, non c’era più nient’altro oltre alla band! Appena avevi
un momento libero correvi in sala prove, se io avevo bisogno di qualcosa dovevo
aspettare che finiste di provare! La
goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quando una sera, quando eravamo
fuori tutti quanti e tu eri come sempre ubriaco fradicio, hai cominciato a fare
il coglione con me, Ville, solo perché ero l’unica femmina del gruppo. Hai
cominciato a fare commenti che non ti avevo mai sentito fare su una donna, mi
hai trattata come se fossi stata il tuo divertimento personale per tutta la
sera, prendendoti gioco di me e facendomi fare la figura peggiore di tutta la
mia vita. E quel che è peggio è che in quel momento mi sono odiata per essere
una donna!- sbottò la Vj –Da allora è cambiato tutto, Ville. Anche perché poi
avevi trovato i contatti utili per gli HIM, il tuo tempo doveva essere
concentrato interamente su quell’occasione, non avevi tempo per stare a sentire
le mie frigne da ragazzina viziata su come ti comportavi quando eri fuori con
gli amici! Hai passato gli ultimi mesi di scuola facendo come se io non
esistessi, come se l’unica cosa che ci avesse mai unito fosse la classe di
appartenenza e l’anno di nascita!-
Calò il silenzio.
Thabita si era liberata di un peso che si portava dentro da un po’, ma adesso si
rendeva conto di averlo fatto di fronte a troppe persone. Aveva mostrato il lato
che aveva sempre tenuto nascosto, il suo lato debole, quello ferito…
cicatrizzato, ma comunque ferito.
Ville la guardò per
qualche istante, incredulo –Tu… tu mi stai dicendo che per 15 anni hai sputato
merda su di me, solo perché ho smesso di stare con te 24/7?!- domandò sconvolto
–E poi sarei io quello immaturo? Io avevo 19 anni all’epoca, Thabita, era
normale che fossi preso da una cosa come quello che gli HIM stavano diventando
per me!!-
Thabita inasprì
ulteriormente la sua espressione –A quanto pare parlare con te e parlare a un
lombrico è la stessa cosa.- commentò –Forse ti sei perso un passaggio
fondamentale per capire tutto, Ville: tu eri l’unico amico che avevo. Tutti gli
altri mi trattavano né più né meno come una stronza con la puzza sotto il naso,
l’unico con cui potevo avere una vita sociale eri tu! Saresti stato l’ultimo da
cui mi sarei aspettata un comportamento del genere.-
Ville rimase
completamente a secco di scuse. Non sapeva cosa rispondere… forse non
comprendeva nemmeno appieno la situazione che aveva davanti. Finalmente sapeva
il perché di tanto odio, ma non riusciva a capirlo a fondo. –Se lo avessi saputo
forse non avrei reagito così alle tue provocazioni, all’epoca.- disse
infine.
-Il problema era che
non volevi saperlo, o meglio, non me lo lasciavi dire, Ville. Era sempre più
importante la band.- lo freddò
Thabita prima di rivolgersi verso Alexi –Senti, mi dispiace… Ci ho provato, ma
non credo di poter restare ancora.-
Alexi balbettò
qualcosa, ma ormai era troppo tardi visto che Thabita si era avviata di corsa
verso l’uscita lasciandolo lì a boccheggiare invano. Si girò lentamente a
guardare Ville che si guardava la punta delle scarpe pensieroso. –Certo che eri
davvero una grande testa di cazzo da adolescente!-
commentò.
Ma Ville non lo
ascoltava, le idee gli si stavano schiarendo in testa rendendogli tutto più
comprensibile. Senza dire una parola afferrò l’accendino che aveva lasciato sul
tavolo e si avviò fuori dal locale sulle tracce di
Thabita.
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Capitolo 29 *** Chiarimenti E Opinioni ***
another1 30
CAPITOLO 29:
CHIARIMENTI E OPINIONI
-Thabita fermati!-
disse Ville camminando velocemente dietro alla Vj, che procedeva spedita sul
marciapiede, riuscì ad afferrarla per un braccio e a bloccarla -Adesso se non
sbaglio è il mio turno, no?-
-Infatti sbagli.-
replicò lei –Lasciami.-
-No, senti… Mi
dispiace, davvero. Probabilmente non basta ma… Ti chiedo
scusa.-
-Pensi di cavartela
così?-
-No, però… Lo hai
detto tu, ero un cazzone. Non mi sono davvero reso conto di quello che facevo,
ma tu avresti anche potuto dirmelo!-
-E come, se non
avevi mai tempo per me?-
-Thabita, abbiamo
trent’anni, ne sono passati undici… Il tempo c’era, no? Eri la mia migliore
amica, perché non me lo hai detto?-
-Perché tanto per
te non ero così importante.- la Vj divincolò il braccio dalla stretta, Ville si
accese una sigaretta. Rimasero qualche minuto in silenzio.
-Mi dispiace.-
disse ancora Valo –E’ che non pensavo di aver fatto una cazzata così grande.
Almeno accetti le mie scuse più sincere?-
-Potrei
anche…-
-Basta che la
smetti di sputarmi in faccia tutta ‘sta merda e, soprattutto, che lasci fuori
Psyche.-
-Lo stesso vale per
te.- rispose secca Thabita, fulminandolo con lo sguardo, Ville annuì e le tese
una mano.
-Allora
pace?-
-Pace, ma non
pensare che le cose possano tornare come prima!- la donna quasi gli stritolò la
mano in una stretta pazzesca, poi si voltò e riprese a camminare velocemente
lungo il marciapiede. Due secondi dopo, Alexi sorpassò Valo correndo e si
Affrettò dietro alla Vj.
Dentro, l’atmosfera
era davvero surreale: nel Tavastia regnava il caos più totale e la musica era
sparata al massimo, ma al tavolo di Bam, Psyche, Meredith e Tuomas c’era un
silenzio assoluto e glaciale. Bam si guardava attorno, bevendo birra e cercando
di capire effettivamente cos’era accaduto, vicino a lui Psyche fissava il punto
dove Ville e Thabita erano spariti.
Era assurdo! Ville
e Thabita amici! La sola idea secondo la cameraman era incredibile… Eppure aveva
già notato una certa confidenza tra i
due che andava ben al di là della semplice condivisione della classe al liceo.
Finalmente la verità era venuta fuori, anche se Thabita continuava a non
piacerle affatto. Aveva sempre un’aria superiore che lei proprio non
sopportava.
-Forse dovresti
andare da Ville.- suggerì Meredith, comodamente seduta sulle ginocchia di
Tuomas.
-Si, sono
d’accordo.- convenne Bam -Comunque questa storia è pazzesca… Non l’avrei mai
detto!-
-Nemmeno io.- disse
Psyche -Ma io non c’entro, non vedo cosa potrei fare.-
-Sai, non penso che
Ville stia benissimo adesso- disse ancora la fotografa -Quindi va da lui e
parlaci un po’, o coccolalo, come ti pare… Anche se non c’entri penso gli farà
piacere sapere che gli sei vicina, ha appena capito di aver mandato a cagare la
sua migliore amica. Io mi sentirei una merda.- la cameraman guardò la rossa e si
alzò.
-Sì,
ok.-
Psyche trovò Ville
che fumava una sigaretta dietro l’altra, fuori dal Tavastia, lo raggiunse e il
cantante si mise a imprecare e gesticolare come un matto, inveendo su qualsiasi
cosa e calciando le numerose lattine sparse a terra.
-Ville…-
-Undici anni! Ma
non poteva svegliarsi prima?-
-Ville?- tentò
ancora la cameraman, del tutto ignorata, anche stavolta. Spazientita, Psyche lo
afferrò per le braccia -Mi ascolti?-
-Scusa se Thabita
ti ha tirato in mezzo.-
-Non mi importa
niente di quello che dice!- disse lei abbracciandolo -Senti, è vero, forse hai
fatto qualche errore di calcolo… forse l’hai trascurata un po’… ma fare la
stronza come ha fatto lei in tutti questi anni non è un comportamento corretto.
Non sono disposta a credere che tu l’abbia disprezzata così tanto, non ci riesco
e comunque la gente cresce e tu stesso hai detto di essere cambiato. E’ questo
che conta. Non ha senso aggrapparsi a cose vecchie di anni e
anni.-
-Si, lo so
ma…-
-Niente ma!- lo
interruppe lei -Thabita si è messa su un piedistallo e ha cominciato a sputare
sentenze non richieste con tutti, il suo comportamento non è giustificabile.-
Ville annuì, ricambiando l’abbraccio della ragazza. Lei aveva perfettamente
ragione, in ogni caso lui aveva chiesto scusa, la faccenda era conclusa. Inoltre
la Vj avrebbe smesso di comportarsi da stronza e avrebbe lasciato stare Psyche,
gli andava più che bene così.
-Grazie.-
-Di che? Sto solo
dicendo la verità.- sorrise la cameraman baciandolo, Ville strinse l’abbraccio e
approfondì il bacio -Più tardi vieni a casa mia?-
-Ci verrei anche
adesso…-
-Ville, gli altri
sono preoccupati, specialmente Bam, e questa serata era per stare un po’ tutti
insieme. Casa mia non scappa mica!- il darkman sbuffò fingendosi spazientito, ma
sorrise.
-Come vuoi
tu.-
Mentre Ville
rientrava nel Tavastia per mano con Psyche, pronto a dare spiegazioni ai propri
amici di quanto avvenuto fuori, Thabita continuava a camminare seguita da
Alexi.
-Che cosa vuoi
ancora?- sbottò la Vj bloccandosi di colpo, pensando di trovare ancora Ville
dietro di sé, rimase un po’ stupita nel vedere il leader dei Bodom -Pensavo
fossi…- agitò una mano -Che cosa vuoi?- Alexi fece spallucce prendendo le chiavi
dalla tasca dei jeans consumati.
-Ti porto a casa.-
disse. Thabita ci pensò un po’, effettivamente a piedi ci avrebbe impiegato
delle ore, quindi annuì e seguì Alexi, tornando al parcheggio dove nemmeno
mezz’ora prima avevano lasciato la macchina.
Salirono in
silenzio, Alexi mise in moto e, sempre senza una parola, si diresse a casa della
Vj. Thabita era arrabbiata ma con se stessa per essersi lasciata andare in quel
modo. Lei non faceva mai piazzate
come quelle, non arrivava mai al punto di urlare e strepitare in quel modo
assurdo… Eppure l’aveva fatto. A suo tempo Ville l’aveva ferita parecchio, era
stato difficile essere piantate così da un giorno all’altro dall’unico amico che
avesse mai avuto.
-Avanti, se devi
fare qualche domanda, falla.- disse la donna mentre scendeva dall’auto, giunta a
casa.
-Veramente
no.-
-Come no? Da uno
insistente come te mi aspettavo almeno mille domande, ti ascolto anche se non è
detto che ti risponda.-
-Se sono insistente
con te è perché mi piaci, ma guarda che non sono deficiente. E poi, sta cosa tra
te e Valo non mi riguarda.- rispose Alexi tranquillamente -Non ne vuoi parlare,
ok.- Thabita prese le chiavi di casa e aprì la porta, mentre Alexi era rimasto a
metà del vialetto, mani in tasca e sigaretta appena accesa che pendeva dalle
labbra. Forse un altro uomo le sarebbe saltato addosso o avrebbe fatto pressioni
per riuscire ad entrare in casa, ma lui no.
-Cosa fai lì
impalato?- fece lei togliendosi le scarpe e gettandole in
là.
-Aspetto.-
-Che
cosa?-
-Che tu mi dia il
bacino della buonanotte o mi faccia entrare o mi sbatta la porta in faccia.- lei
lo guardò perplessa, poi sorrise. Un sorriso vero.
-Entra.- disse
aprendo ulteriormente la porta -Ma se pensi di approfittarne hai capito male,
sono stanca, arrabbiata e ho sonno.-
-Mi fai dormire con
te?- fece Alexi entrando nuovamente in casa della Vj.
-Le alternative
sono il pavimento o il divano. A te la scelta.- detto ciò Thabita se ne andò su
per le scale, a cambiarsi. Alexi le lasciò il tempo di sistemarsi e finì la
sigaretta, poi la raggiunse. Avrebbe volentieri impiegato il tempo in altro
modo, ma la Vj era stata categorica e, comunque, l’aveva invitato a casa sua, di
sua iniziativa. Thabita si stava un pochino sciogliendo, anche se
fondamentalmente rimaneva la solita donna dal carattere freddo e stronzo. Il
leader dei Bodom spense le luci e si infilò sotto le coperte, supino con le
braccia incrociate sotto la testa. Pochi istanti dopo Thabita si girò,
appoggiando la testa sul suo petto.
-La prossima volta
che facciamo sesso voglio stare sopra.- disse lui.
-Puoi
scordartelo!-
-Thabita…-
-Ho sonno… che vuoi
ancora?-
-Io ti piaccio?-
nel buio la Vj sorrise ancora, mentre il braccio nudo di Alexi le circondava le
spalle.
-Diciamo che non mi
dispiaci.-
Ecco un
altro capitolo, gente! Ok, sempre il solito problema del "ci mettiamo troppo a
postare", ma non posso velocizzare i tempi più di così, mi dispiace. Nel
frattempo, keep on enjoying us! musicaddict & Kuji13
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