Another One Bites the Dust

di Kuji13_musicaddict
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Psyche ***
Capitolo 2: *** Meredith ***
Capitolo 3: *** Thabita ***
Capitolo 4: *** Boys and Girl ***
Capitolo 5: *** Un piccolo incidente ***
Capitolo 6: *** Fuckin' Angry Girl ***
Capitolo 7: *** Bad Bad Bad ***
Capitolo 8: *** Three Kings ***
Capitolo 9: *** capitolo 9: Sabrina ***
Capitolo 10: *** What's Going On? ***
Capitolo 11: *** Lui, lei...l'altra??? ***
Capitolo 12: *** capitolo 12: fight club ***
Capitolo 13: *** capitolo 13: Odi et Amo ***
Capitolo 14: *** One Bad Beer ***
Capitolo 15: *** Gelosia... ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16:: Natalia ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Il trio degli sfigati in amore ***
Capitolo 18: *** Summerwine ***
Capitolo 19: *** Altalena ***
Capitolo 20: *** il servizio fotografico ***
Capitolo 21: *** coraggio, tuomas ***
Capitolo 22: *** Ti Amo, Stronza ***
Capitolo 23: *** Better Than Me ***
Capitolo 24: *** il MetalKlubi ***
Capitolo 25: *** Perché Sei Così Serio? ***
Capitolo 26: *** Solo Sesso? ***
Capitolo 27: *** O Anche Amore? ***
Capitolo 28: *** Riveazioni ***
Capitolo 29: *** Chiarimenti E Opinioni ***



Capitolo 1
*** Psyche ***


1psyche

- Another One Bites the Dust -

 
 

NOTA IMPORTANTISSIMA!

 
Salve a tutti, siamo Kuji13 e music_addict! Abbiamo deciso di creare un account tutto nostro dove postare le nostre collaborazioni, come potete vedere qui abbiamo messo anche Another One Bites the Dust, in precedenza cominciata assieme ad una terza autrice, Ginny002.

I Cinque capitoli iniziali di questa fanfic rimangono tali, non abbiamo ritenuto carino cambiarli.

Ginny002 è stata estromessa dal seguito di questa storia per il comportamento poco corretto, poco professionale e decisamente immaturo che ha dimostrato verso di noi, oltre che per il totale e assoluto disinteresse nei confronti della storia. Più volte ha detto di non avere abbastanza tempo, dimostrando invece di averne per dedicarsi ad altro. Purtroppo la pazienza ha un limite.

Dal capitolo 6 in poi, Another One Bites the Dust sarà proseguita solo da noi due. Aspettiamo le vostre recensioni!!!

 

 

CAPITOLO UNO:PSYCHE

Psyche era decisamente scazzata: aveva dovuto abbandonare a metà un altro incarico perché il suo capo l’aveva obbligata ad accettare il monitoraggio del nuovo video di Valo, Holopainen e Laiho. Tutto questo perché il suo caro vecchio amico Bam Margera aveva chiesto espressamente di lei. Gliel’avrebbe fatta pagare, lei ci teneva al lavoro che stava facendo, era la prima volta che le veniva affidato un incarico all’estero.
Aspetta solo che ti trovi, Bam, poi ne senti quattro! Ringhiò mentalmente mentre guidava verso la sala d’incisione in cui si doveva incontrare con Bam e i tre musicisti. Parcheggiò la BMW nera nell’ampio parcheggio degli studi di Helsinki e cominciò a salire le scale alla ricerca della sala in questione (la sua claustrofobia le faceva accuratamente evitare gli ascensori, anche a costo di farsi a piedi 2000 gradini). Fortunatamente la trovò subito e spinse la porta per entrare. Ad accoglierla fu proprio lo skater, per sua sfortuna…
-Ciao, Psyche! Quanto tempo!- la salutò con un sorriso giocondo.
La ragazza lo fulminò con gli occhi nocciola, soprattutto per il modo in cui pronunciava il suo nome (all’americana) e che lei detestava –E’ Psiche, non Saichi!! Quante volte te lo devo dire??- sbottò. La sua irritazione nei confronti di Bam Margera non l’aiutava a essere tollerante verso di lui.
Margera sbatté le palpebre, colto alla sprovvista dalla feroce risposta della ragazza –Ok, scusa… Psiche.-
-Ecco, così va meglio.- constatò la cameraman abbandonandosi su una sedia nella saletta audio. –Dove sono tutti?- domandò poi inclinando leggermente la testa di lato e facendo ondeggiare i boccoli castani lunghi fino a metà schiena.
-Pausa caffè…- rispose meccanicamente Bam –Anche se credo sia più giusto definirla pausa birra.-
Psyche sorrise appena, la rabbia cominciava a scemare, come accadeva sempre: non riusciva a rimanere arrabbiata per tanto tempo con dei suoi amici. –Sappi che ho dovuto mollare un incarico all’estero per te! Mi devi come minimo due favori!- disse tuttavia, mantenendo un cipiglio scontroso.
-Due favori addirittura?? E che c’era di tanto importante da fare in America??- sbottò Bam.
-Intanto già per il fatto che fossero gli USA mi devi un favore, e poi stavo filmando un video del tour dei Bon Jovi, mi sembra rilevante!- replicò la ragazza incrociando le braccia.
Bam alzò gli occhi al cielo –Già per il fatto di averti aspettata qui e di aver rinunciato alla birra dovresti detrarmi un favore… e poi, i Bon Jovi?? E ti definisci una metallara??-
-Non offendere! E poi non ho mai detto di essere una metallara!- Bam osservò accigliato l’abbigliamento della ragazza: gilet nero in pelle su una maglietta dello stesso colore con un drago cinese bianco disegnato sul davanti, jeans scuri tenuti su da una cintura a borchie a diamante alla quale lei stessa aveva appeso dei ciondoli d’argento a forma di teschietto, immancabili converse all star nere ai piedi e, dulcis in fundo, monoguanto nero da motociclista alla mano sinistra, tralasciando le varie collanine che portava al collo  –E potevo benissimo starmene da sola per un po’, non ho mica bisogno della balia!-
-A volte sei veramente pedante!- sbuffò Bam con un sorriso –Ma sei anche dannatamente brava con la telecamera e la tua creatività mi tornava utile, quindi accetterò in silenzio le tue polemiche.-
Psyche sorrise soddisfatta –Dannatamente brava, eh? Bene, sì, sono d’accordo!- sogghigno.
-Non ti smentisci mai, Ego-a-3000!- esclamò lo skater tornando a guardare il soffitto –Almeno conoscerai Ville, non sei contenta? Una volta avevi detto che ti piacevano gli HIM.-
-Direi di sì, anche se filmare i Bon Jovi e filmare questi altri tre non è la stessa cosa per me.- gli rispose la ragazza giocherellando con la punta di un boccolo.
Bam la guardò scettico e stava per risponderle quando la porta dello studio si aprì facendo entrare i suoi nuovi clienti seguiti da altri due tizi sconosciuti alla cameraman. Ville e Tuomas stavano discutendo allegramente in suomi, mentre Alexi stava dicendo qualcosa a uno dei due ignoti, probabilmente due tecnici del suono.
-Oh, finalmente! Ce ne avete messo di tempo!- sbuffò Bam afferrando la birra che Ville gli porgeva.
-Bè, mi sembra di averti lasciato in ottima compagnia!- rispose uno dei tecnici alludendo ovviamente alla ragazza che ciondolava in piedi davanti al pannello di controllo dell’audio.
-Bè, ottima solo in certi aspetti…- commentò Bam guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Psyche.
-Parla per te, idiota!- sbottò leggermente offesa infilandosi le mani in tasca.
-Oh oh oh, senti che lingua affilata!- commentò divertito Tuomas –Finalmente una che ti mette in riga!- Bam gli rivolse una smorfia che tentava di fare il verso a una risata.
-Sei la famosa cameraman di cui Bam Bam ci ha tanto parlato?- domandò Ville Valo posando per la prima volta il suo sguardo su di lei. La ragazza sentì lo stomaco stringersi: decisamente dal vivo era ancora meglio che in video o in foto, ma lei non voleva assolutamente fare la figura della bavosa e quindi si ricompose subito.
-Sono felice che almeno Bam mi abbia elogiata prima di strapparmi dagli USA, ciò gli rende salva la vita.- rispose –E comunque sì, sono io.-
I tre finlandesi si guardarono eloquenti: un video con la collaborazione di quei due sarebbe stato l’equivalente che assistere alla III Guerra Mondiale. Ne valeva la pena.
-Potremmo gentilmente sapere il suo nome, signorina?- domandò cortesemente Alexi e Psyche ebbe la vaga impressione che la stesse prendendo in giro per le sue risposte altezzose. Tuttavia rispose con naturalezza, sottolineando bene la pronuncia.
-Psyche è un genio delle telecamere, nonché una ragazza piena di fantasia: ci aiuterà a mettere su il video e sono sicuro che ne verrà fuori una cosa da Oscar!- disse Margera.
-Sì, Bam, credici…- commentò uno dei due tecnici.
-Intanto vediamo di finire di incidere il pezzo entro domani: il festival è alle porte e noi non abbiamo ancora finito.- esclamò Alexi avviandosi verso l’altra parte della sala, quella strettamente adibita alla registrazione.
Psyche osservò i tre musicisti prendere posto ai loro strumenti. Per quella collaborazione avevano praticamente messo su un’altra band con Valo al basso, Holopainen alla tastiera, Laiho alla chitarra e lo sconosciuto con cui stava parlando Alexi alla batteria; a cantare erano sia Alexi che Ville, mischiando quelle due voci così diverse tra loro, ma che in fondo si armonizzavano con efficacia. Il pezzo era stato composto espressamente per il festival del rock finlandese che si sarebbe tenuto nella capitale nel giro di poche settimane, scritto dall’intero terzetto.
-Ho fatto una figura di merda.- mugugnò Psyche tornando a sedersi e guardando il gruppo attraverso il vetro. La canzone le piaceva. –Ho fatto la figura di quella che se la tira e della ragazza scazzata, come sempre!-
Bam le lanciò un’occhiata divertita –Bè, in effetti oggi sei un po’ lunatica, ma non credo che gli altri se ne siano accorti.-
-Non si sono accorti della differenza: per loro sono stronza e amen!- sbottò la cameraman sprofondando ulteriormente nella sedia. Voleva nascondersi e cancellare quell’impressione pessima che aveva dato di sé.
-Ok, ma dovrai lavorarci insieme per un po’, si accorgeranno della differenza, vedrai! Non preoccuparti e comincia a pensare a qualche idea per il video, piuttosto!- replicò Bam tornando a concentrarsi sulla canzone dopo aver dato a Psyche un’amichevole pugno sulla spalla.
Sì, Bam aveva ragione: era meglio concentrarsi sul video.

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Capitolo 2
*** Meredith ***


capitolo2

Capitolo 2: Meredith

Jeanie allontanò la cornetta del telefono dall’orecchio, mentre un turpiloquio di parolacce, condito da insulti e minacce rischiava di farle saltare entrambi i timpani in un colpo solo. La donna aspettò che la ragazza all’altro capo smettesse di sbraitare, poi riavvicinò cautamente l’apparecchio a sé.
-Cerca di capire Meredith, Kosti è il migliore…-
-SE LO PUO’ SCORDARE!- fu la diplomatica risposta, seguita dal tu-tu-tu, che segnava l’abbandono della conversazione. Jeanie rimise il telefono a posto e sospirò. Si, forse aveva sbagliato a non avvertire l’amica di quel servizio fotografico…ma l’aveva fatto anche per salvare il proprio buon nome.
Qualche minuto dopo, una furia dai capelli rossi spalancò la porta a vetri dell’ufficio e sbatté la borsa sulla sedia, piantando poi le mani sui fianchi.
-Meredith- disse una voce maschile, la ragazza si voltò.
-Guarda chi c’è! Il frega-lavori!- esclamò lei, tornando ad ignorare Kosti e i suoi capelli impomatati, per concentrarsi su Jeanie -sto aspettando, perché non me lo hai detto? Sai da quanto aspetto di poter fare un servizio del genere!-
-Lo so, Dith, mi spiace-
-Non usare quel soprannome! Io voglio quel lavoro, sei mia amica…perché non me ne hai parlato?-
-Perché sei pazza- borbottò Kosti, Meredith lo fulminò con gli occhi castani.
-Io non sono pazza-
-Svitata, fuori di zucca, come vuoi…sei matta, come tutta la tua famiglia-
-Non tirarli in ballo!-
-Adesso basta- intervenne Jeanie, invitò Meredith a sedere ma lei rifiutò, preferendo rimanere in piedi accanto alla sedia vuota.
-Jeanie, sono la tua migliore fotografa…-
-Sei mia amica, non potevo certo raccomandarti così-
-Invece si! Dammi la possibilità di dimostrare cosa so fare…sono brava e mi sono rotta le scatole dei soliti servizi- Jeanie guardò l’amica come a dire che tanto non se la beveva e lei fece spallucce -beh, sono anche dei bei ragazzi- aggiunse guardandosi le unghie.
-Sbrigatevela da soli- decise infine la donna -ma fuori di qui- indicò la porta, Meredith riprese la borsa e precedette Kosti fuori dall’ufficio. Si squadrarono per qualche secondo, prima che lui sorridesse beffardo incamminandosi lungo il corridoio, la rossa gli corse praticamente dietro.
-Voglio quel lavoro-
-Scordatelo-
-Credi forse che non sia professionale?- Meredith si piantò davanti al collega fermandolo con una mano sul petto -stammi bene a sentire, sarò anche pazza ma so fare il mio lavoro! E di certo non ho bisogno di provarci come un viscido lumacone per ottenere quello che voglio…questo perché a differenza tua, sono brava!-
-Ho detto che te lo puoi scordare- lui fece per sorpassarla ma la ragazza non aveva la minima intenzione di cedere.
-Allora ti perseguiterò finché non cederai, ti chiamerò ad ogni ora del giorno e della notte, ti farò diventare matto, saboterò il tuo lavoro e ti farò licenziare-
-Tu non oseresti…-
-Io oserei eccome, lasciami questo lavoro e non mi avrai mai più tra i piedi- Kosti sembrò pensarci sopra, in effetti non avere più una come Meredith Emerson attorno sarebbe stato perfetto, vista la tremenda rivalità che esisteva dai tempi dell’università.
-E va bene- sospirò infine, sconfitto. Pensò che comunque fosse solo un’occasione mancata, di certo non era con quattro foto a degli imbecilli che si poteva raggiungere la notorietà, sarebbe bastato aspettare un’occasione migliore -potresti almeno...- ma Meredith era già sparita in fondo al corridoio, dopo aver investito un cestino della carta straccia, il cui contenuto era ora sparso per terra in bella mostra Quanto la odio…pensò Kosti mettendosi a raccogliere la spazzatura…Dio solo sa quanto la odio.
Meredith invece era raggiante di felicità, avrebbe realizzato uno splendido servizio fotografico…si sarebbe impegnata con tutta se stessa per dimostrare a tutti che aveva davvero del talento. Era stufa delle foto di paesaggi, reportage sulla natura e sugli animali…se avesse fatto un buon lavoro, il suo nome sarebbe uscito dalle pagine dei giornali e magari, risalito dall’ultima file delle “persone che hanno collaborato al progetto” inoltre, era stanca di essere sfruttata e sottopagata per tutta la fatica e l’impegno che ci metteva.
Doveva solo precipitarsi ad Helsinki...

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Capitolo 3
*** Thabita ***


3thabita

CAPITOLO 3: THABITA

La sua John Player Special stava quasi finendo, mentre sputava in faccia la sua ultima boccata di fumo a quello che le aveva appena dato il lavoro - Le ho già detto - ridisse, sospirando e buttando a terra la sigaretta. Il rosso scuro dei suo capelli si illuminò ancora di più, mentre la nuvola che copriva il sole si allontanava, spinta via dal vento - Che non voglio accettare questo incarico -

- Thabita, avanti! - sbottò lui, sventolandole davanti al naso una quindicina di fogli - E' solo un' intervista! E poi, non puoi fare queste scenate tutte le volte... Quando ti abbiamo assunto, hai detto che avresti dato il massimo -

La testa rossa della ragazza fece un leggero movimento verso il basso, quasi invisibile, segno che stava pensando a qualcosa. Poi la rialzò e guardò di nuovo i fogli che le dita tozze dell'uomo che aveva davanti stringevano quasi con cattiveria. Lo guardò una seconda volta poi glieli strappò letteralmente dalle mani - A chi cazzo devo fare ste domande? - sibilò.

- Ai sex symbol della Finlandia - rispose compiaciuto - Sai... Ville Valo... Alexi Laiho... e Tuomas Holopainen -

- Non capisco perché devo intervistare di nuovo quel coglione di Ville Valo - disse a denti stretti, agganciando automaticamente la mano sinistra contro il braccio destro - L'ho intervistato sì e no tre mesi fa... Che avete da domandargli ancora? -

L'uomo si portò letteralmente le mani sui capelli e li strattonò appena, togliendo quei pochi che gli erano rimasti sulla nuca semi pelata - Sono scritte lì le domande, su quei fogli che ti ho consegnato. Leggile e vedi di intervistarli nascondendo il tuo carattere cazzoso, hai capito, Miss Iceberg? -

- Capo, lei quando mi ha assunto sapeva a che rischio andava in contro - e lì, gli mostrò la dentatura in un sorriso molto più che forzato - Io sono solo me stessa e non ci vedo niente di male -

- Sì sì - disse lui, agitando la mano per aria e congedandosi senza neanche un saluto.

Thabita abbassò lo sguardo velato di noia sui fogli che stringeva, giusto per farsi un' idea... e gli occhi grigi, quasi dello stesso colore del ghiaccio, indugiarono e si allargarono fin da subito sulle parole della prima domanda. Per la prima volta dopo tanto tempo, si sentì imbarazzata e lievemente a disagio, sapendo che prima o poi, avrebbe dovuto chiedere a Ville, Alexi e Tuomas, tutte e dieci quelle domande.

Chi me lo ha fatto fare? sbottò dentro di sé, iniziando a camminare a passo svelto all'interno del suo minuscolo appartamento al centro di Helsinki. Non riusciva a pensare ad una sua possibile reazione davanti a quelle domande, e nemmeno quelle dei tre ragazzi.

- Cazzo -

 

 

- Giuro su Dio, che se un giorno ci rivedremo, ti farò fare una così grande figura di merda, che allora sì, ti ricorderai di me, coglione -

- Abbassa la cresta, stronza -

- Ma cosa vuoi andare a fare... a trent'anni sarai più fallito di me, Ville Hermanni Valo! TI ODIO! -

- Sei la solita puttana... Non capisco cosa ti abbia fatto di male per meritarmi tutto questo da te!Io proprio non ti riconosco più. Ringrazio Dio che sto lasciando la scuola -

 

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Capitolo 4
*** Boys and Girl ***


4

CAPITOLO 4

-Psyche, per favore, ti supplico, fai quello che ti dico per una volta!- esclamò Bam passandosi una mano sul cappellino nero e sforzandosi di sorridere alla ragazza –E’ la cosa migliore da farsi!-
-Non sono per niente d’accordo! Non puoi fare un video che non c’entra niente con la canzone: è stupido!- obiettò lei.
Ville, Tuomas e Alexi assistevano a quella scena ormai da dieci minuti, trattenendosi a stento dal ridere in faccia a uno dei due: avrebbero rischiato la vita. Bam era disperatamente in cerca di un punto di mediazione con la cameraman a proposito del video che lui voleva in classico stile margeriano, ma con una storia di fondo che con la canzone non aveva niente a che fare. Psyche dal canto suo si opponeva radicalmente all’idea di Bam, puntando su una cosa artistica o su una cosa che c’entrasse col testo del pezzo.
-Non è stupido! Alla gente non gliene frega niente di un video che segue la canzone! Gliene basta uno bello!- protestò Bam rinunciando al suo tono gentile e accondiscendente.
-Bè scordatelo! I miei video sono belli e seguono le canzoni, altrimenti ti arrangi e io torno al mio vecchio incarico.- sbottò Psyche incrociando minacciosa le braccia sul petto e fissando con aria di sfida lo skater.
-Qualcuno ha dei pop-corn?- domandò sommessamente Alexi agli altri due e guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Bam che si sentiva disarmato dopo quasi un quarto d’ora di dibattito con la ragazza che non era intenzionata a cedere.
-Visto che il video è nostro, non possiamo decidere noi?- domandò esasperato Tuomas.
-No!- disse Bam.
-Sì!- obiettò Psyche. Bam le lanciò uno sguardo omicida. –Hanno il diritto di decidere! Mettiamo ai voti e maggioranza vince!-
-Questa me la paghi, Tuomas…- sussurrò Bam mentre Psyche lo guardava con un sorrisetto trionfante: sapeva già che ai tre musicisti era piaciuta l’idea che lei aveva proposto per il video, era già la vincitrice. –Allora votiamo!-
-Chi è per il video di Bam?- domandò Psyche. Nessuna mano. –Chi è per il mio?- le tre mani dei ragazzi scattarono verso l’alto mentre Bam rivolgeva ai tre individui una silenziosa maledizione. –Direi che la democrazia ha deciso.- commentò Psyche con un sorriso soddisfatto.
-Solo perché hanno scelto il tuo!- sbottò Bam –E poi, che bella democrazia! Li hai plagiati!-
-Ah, dettagli!- replicò la cameraman –Comunque gli effetti grafici li tengo lo stesso, sai che mi piacciono.-
Bam sbuffò sarcastico –Oh, grazie, sua maestà!-
-Non c’è di che!- replicò Psyche provocando in Bam una crisi isterica che andò a sfogare su una sigaretta. La ragazza ridacchiò avvicinandosi al trio –Ok, forse l’ho fatto un po’ arrabbiare…-
-Solo un pochino.- rispose sarcastico Ville con un sorriso. Conosceva abbastanza bene Bam da sapere che l’aveva minato nell’orgoglio, ma gli sarebbe passata in fretta.
-Io proporrei come video di filmare loro due. Sai che roba! Viene fuori un video coi fiocchi!- commentò Alexi scolandosi ciò che rimaneva di una lattina di birra. Gli altri due risero.
-Dillo a Bam, vediamo che ti risponde!- commentò Tuomas –Comunque l’idea che avevi proposto mi piaceva veramente, anche se devo ammettere che ho votato per te perché volevo vedere la reazione di Bam.-
-Oh, grazie per la sincerità!- esclamò divertita Psyche –Comunque se per voi va bene io comincerei a filmare già da domani pomeriggio, il tempo di raccogliere il materiale che ci occorre.-
-Quindi, riassumendo, l’idea sarebbe di dividerci e di filmare ciascuno di noi in un posto diverso e di incrociare poi le nostre immagini con quelle di una storia che segua il testo della canzone, giusto?- domandò Ville.
-Esattamente! Avevo pensato allo studio, a un mezzo pubblico e a una strada come luoghi: lo studio vuoto per dare l’idea della composizione della canzone e gli altri due perché sono posti in cui uno tende a riflettere su quello che ha attorno quando è da solo. La canzone parla della delusione ricevuta da una persona cara e del suo successivo allontanamento mi avete detto, giusto? Quindi mi sembra che come ambientazione vada bene. Siete ancora del parere che vi piaccia?- domandò Psyche guardandoli con apprensione: ci teneva a un loro giudizio positivo.
I tre finlandesi si guardarono per capire come la pensavano a vicenda, poi Tuomas prese la parola –Direi di sì, bisogna solo trovare come rendere la storia di fondo.-
Psyche sorrise radiosa –Non ti preoccupare, di questo discuterò con Bam quando si sarà calmato. Non posso isolarlo da tutto, in fondo il regista è lui… io sono solo una cameraman con delle idee al suo servizio.-
Alexi e Ville si guardarono e scoppiarono a ridere –TU? Tu al servizio di Bam?? Mi pare il contrario!- obiettò Alexi.
-Fa tutto quello che dici tu!- disse Ville.
-Solo perché ha capito che contestarla vuol dire affrontare un estenuante dibattito che porterà comunque a una sua vittoria per logoramento.- commentò Tuomas.
Psyche rise –Effettivamente… Comunque non siamo sempre così, non preoccupatevi!-
-Vi conoscete da tanto?- domandò Alexi aprendosi un’altra birra.
-Da un po’… circa tre anni. Ho girato con lui uno dei miei primi video. Poi ci siamo ritrovati altre volte…-
-Bam avrebbe dovuto capirlo quella volta che con te era meglio andarci piano.- disse Ville imitando Alexi e aprendosi una Redbull. –Si è cacciato in un bel guaio, quell’idiota!-
La cameraman rise –Sì, in effetti… ma non sono così terribile, dai!-
-No, ma a volte fai paura…- commentò Alexi –Hai più palle di un uomo!-
-Bè, più palle di Bam di sicuro!- osservò Psyche provocando una risata soffocata da parte di Ville che aveva capito cosa intendeva la ragazza: effettivamente Bam sembrava gay a volte, quando ci si metteva. –No, dai, non parliamo male di Bam.-
-Perché? Io cominciavo a prenderci gusto!- obiettò Alexi.
-Perché fra poco tornerà e non credo sia un bene che ci senta: è già abbastanza incazzato con me senza dargli altri motivi per detestarmi!- rispose saggiamente la cameraman –E poi dovete finire di fare i controlli del suono, dovete tornare al lavoro. Ricreazione finita, avanti, bambini!-
-Bambini?- domandò confuso Alexi –Non ti ci vedo nei panni della maestra: uccideresti quei piccoli marmocchi!-
-Allora sarò più dittatoriale: al lavoro, schiavi!- rispose la cameraman indicando con un minaccioso indice la sala di registrazione e assumendo un’espressione autoritaria.
-Ecco, così assomigli più alla Psyche che ho presente…- disse il chitarrista avviandosi verso il posto indicato.
Psyche ci rimase un po’ male, non era quella l’impressione che voleva dare –Sono veramente così?- domandò tristemente a Tuomas che stava seguendo Ville dentro la sala registrazioni. Lui la guardò un po’ addolcito.
-A un primo sguardo sì, ma credo che conoscendoti meglio tu non sia così autoritaria e maschile.- le disse con un sorriso consolatorio prima di seguire gli altri.
Psyche sospirò: almeno qualcuno si accorgeva del suo lato femminile! Poi uscì dallo studio per andare alla ricerca di Bam, dovevano discutere del video seriamente.

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Capitolo 5
*** Un piccolo incidente ***


5Un piccolo incidente

CAPITOLO 5: Un Piccolo incidente

Kosti le aveva dato finalmente l’orario del servizio fotografico, dopo un’estenuante discussione in cui erano volati parecchi insulti tutt’altro che professionali, ma che almeno avevano aiutato Meredith a sfogarsi. Aveva detto che doveva trovarsi per le 17h00 allo studio di registrazione n°13… il numero avrebbe dovuto metterla in guardia, come l’orario un po’ insolito -di solito i servizi fotografici si facevano di mattina-, ma lei non aveva voluto crearsi problemi inutili, ansiosa di allontanarsi da quell’individuo ripugnante.
Dovrebbe essere questo… si disse mentre si trovava davanti una porta blu scuro con un numero 13 appiccicato sopra. Una strana agitazione le prese lo stomaco, ma Meredith cercò di allontanarla subito: doveva apparire professionale e sicura di sé, come le avevano sempre insegnato! Trasse un profondo respiro e aprì la porta con un sorriso radioso preconfezionato stampato in faccia e…
-Brutto figlio di… Mi ha dato le informazioni sbagliate!- esclamò Meredith. Non era stato così difficile accorgersene: lo studio n°13 era completamente al buio e non era decisamente uno studio, notò quando accese la luce trovandosi ad osservare delle scope e dei detergenti ammassati su dei minuscoli scaffali. –Io lo distruggo!!- sbottò chiudendo la porta con eccessiva foga, tanto da farla sbattere. Ma non mi frega così! So che registrano comunque qui: li cerco personalmente! Pensò risoluta dirigendosi verso qualcuno che potesse darle le giuste coordinate. Trovò un inserviente e lo fermò.
-Mi scusi, lei sa qual è lo studio in cui registrano Valo, Holopainen e Laiho?- gli domandò con massima gentilezza di cui disponeva.
-Sono al piano di sopra, seconda porta a destra, sala 21.- disse l’uomo. Lo sguardo di Meredith si illuminò.
-Grazie mille!- si congedò e affrettò il passo verso il piano superiore.
Al n°21 si bloccò nuovamente, stavolta ancora più risoluta, e schiuse appena la porta. Sapeva ormai che non avrebbe dovuto essere lì, ma non voleva dare a Kosti la soddisfazione di avergliela fatta, quindi preparò la sua macchina fotografica nuova di zecca e si preparò a fare il miglior servizio fotografico a cui potesse ambire da infiltrata.
Lo studio era piccolo, diviso come di consueto in due stanze, una per il controllo del suono e l’altra puramente riservata alla registrazione, quest’ultima era illuminata da una forte luce al neon e al suo interno Meredith poté notare quattro uomini intenti a sistemare i loro rispettivi strumenti, riconobbe all’istante Alexi dei Children of Bodom e seppe così di aver finalmente trovato le sue prede. Si appiattì in un angolo nascosto.
Adesso muori d’invidia, Kosti! Pensò Meredith inforcando la sua yashika e scattando la prima foto a tradimento ai musicisti nella sala registrazioni. La luce al neon falsava un po’ i colori, ma la fotografa sapeva che questo non era un problema grave: si sarebbe sistemato tutto al computer in caso di sfasamento eccessivo. L’importante era scattare il maggior numero di foto possibile in modo da dimostrare a Jeanie che sapeva fare bene il suo lavoro e che era la persona giusta per quell’incarico. Scattava e scattava foto su foto, da tutte le angolature cui poteva accedere senza essere vista. Una foto di Valo che sistemava gli amplificatori, una di Laiho che sfogliava le partiture, una di Holopainen alle tastiere, una di Valo e Laiho che discutevano con il batterista anonimo, una di Valo e Holopainen che parlavano con Laiho… adesso ne voleva una che li prendesse da più vicino, ma per farlo doveva arrischiarsi ad avvicinarsi alla porta della sala registrazioni. Si appostò appena dietro il vetro con l’obiettivo puntato su Laiho. Proprio in quel momento Tuomas decise di andare a dare un’occhiata a com’era il risultato finale della canzone e spalancò la porta improvvisamente. Gli effetti furono catastrofici: Meredith si alzò di scatto per evitare di prenderla in faccia scontrandosi così con il tastierista e facendo cadere la macchina fotografica che si ruppe con uno schianto sul pavimento.
Gli occhi di Tuomas si posarono su di lei sconcertati –E tu chi saresti?-
Meredith chiuse gli occhi per cercare di cancellare quella pessima figura, ma quando li riaprì il musicista era ancora lì a guardarla in attesa di una risposta –Meredith Emerson!- si presentò allungando una mano, tanto valeva cercare di mantenere una dignità professionale visto che ormai era andato tutto perduto –Sono la vostra fotografa.-
La bocca di Tuomas si spalancò in un’espressione di comprensione mentre le stringeva la mano –Oh, capisco… ma il servizio non era fissato per domani mattina?- domandò.
-Er… sì, ma… volevo presentarmi prima del servizio effettivo.- rispose Meredith trovando una scappatoia all’ultimo momento. Domani mattina, eh? Kosti, dopo questa sei morto! Pensò immaginandosi già Kosti arrostito su uno spiedo.
-Allora piacere, ma che ci facevi nascosta dietro la porta?- insistette il tastierista del Nightwish.
Merda, mi ha vista! Tanto valeva dirgli la verità, l’avrebbe scoperta prima o poi –Stavo scattando delle foto, ma…- disse indicando la macchina fotografica a terra.
-Cazzo! Mi dispiace…- esclamò Tuomas chinandosi a raccoglierla e osservandola affranto –Non era mia intenzione, mi dispiace veramente.- si scusò.
-Anche a me, ma ormai il danno è fatto.- sospirò Meredith riprendendosi la sua nuovissima e defunta yashika.
Tuomas continuò a guardarla con sguardo colpevole –E’ come se a me avessero distrutto le tastiere! Ma forse ho una soluzione…- disse andando a rovistare in una sacca appoggiata al muro ed estraendo una macchina fotografica digitale e porgendola alla fotografa –Non è professionale, ma in attesa che te ne ricompri una nuova…-
Meredith l’osservò annichilita –Mi presteresti veramente la tua macchina fotografica? Ma non ce n’è bisogno! In fondo quelle foto erano scattate a tradimento!- protestò lei arrossendo lievemente.
Tuomas fece spallucce –Non è un problema, non ci hai mica fotografati nudi! E poi ti paghiamo per fare le foto, che male c’è? Io ho distrutto la tua macchina fotografica, mi sembra corretto prestarti la mia finché non vado a ricomprartene una nuova.- insistette –Non accetto un rifiuto.-
Meredith ringraziò vedendosi costretta ad accettare l’offerta del tastierista. In quel momento la porta dello studio si aprì facendo entrare Psyche seguita a ruota da Bam e dal tecnico del suono. I tre si bloccarono sulla soglia.
-Finalmente! Vi davamo per dispersi!- esclamò Tuomas.
-Io e Bam abbiamo avuto una discussione un po’ accesa.- spiegò Psyche –Ciao, chi sei?- domandò poi a Meredith.
-La nostra fotografa ufficiale.- rispose Tuomas per lei. Meredith si presentò. Fotografa ufficiale, non le dispiaceva quell’espressione… decisamente.
-Psyche Suikkari.- si presentò a sua volta l’altra ragazza –Cameraman ufficiale.-
-Ancora per poco!- sbottò Bam.
Psyche abbracciò divertita lo skater –Avanti, Bam Bam, non essere così cattivo! Ti ho già detto che la parte della storia la lascio tutta a te!- mormorò stampandogli un bacino sulla guancia. Bam sbuffò.
-Ma non doveva essere domani il servizio fotografico?- domandò cercando di cambiare discorso e allontanando pacificamente Psyche da sé. Meredith ebbe un altro moto di rabbia nei confronti di Kosti.
-Sì, ma era venuta qui per conoscerci prima.- rispose Tuomas stando bene attento a non nominare le foto e le condizioni in cui l’aveva trovata –Sfortunatamente le ho rotto la macchina fotografica.-
-Tuomas, come hai potuto?- esclamò Psyche –Se mi avessi rotto la videocamera probabilmente ti avrei ucciso…- disse prendendo l’apparecchio rotto dalle mani della proprietaria.
-Non ne dubito…- disse il tastierista –Ma dopo vado a comprargliene una nuova.-
-Ottimo! Questo è un gesto da gentiluomo, vedi, Bam?- concordò la cameraman –Intanto, visto che ho passato l’ultima ora a discutere con Bam di cazzate varie, che ne dici di accompagnarmi a prendere una birra, visto che qui lavorerai poco senza quella?- continuò poi rivolgendosi a Meredith e accennando alla macchina fotografica.
La fotografa annuì energicamente, ne aveva bisogno –Molto volentieri!-
-Perfetto! Ci vediamo dopo ragazzi!- salutò Psyche facendole strada.
Anche Meredith salutò, incrociando per sbaglio lo sguardo di Tuomas. Sentì le gambe sciogliersi all’istante, ma Psyche la riportò velocemente allo stato solido chiamandola dal corridoio.


Grazie a Ladynotorius per la recensione! Bacioni, Kuji And Music.

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Capitolo 6
*** Fuckin' Angry Girl ***


6fucking

Capitolo 6: Fuckin’ Angry Girl

-Basta, non ne posso più- Psyche si stiracchiò, sentendo qualche giuntura scrocchiare sonoramente, incrociò le braccia sotto al seno e guardò Bam.
-E va bene, basta così- disse lui, rivolgendosi poi al resto della troupe -riprendiamo domani mattina alle nove!- annunciò, poi prese una sigaretta, una birra e andò a sedersi.
-Io me ne vado, ho bisogno di dormire- disse la ragazza prendendogli un sorso di birra. Quel primo giorno di riprese era stato massacrante.
-Io no, stanno per arrivare i Vj per l’intervista, uno ha detto che vuole fare qualche domanda anche a me per il video…-Margera agitò una mano storcendo la bocca con fare annoiato -se vedi Meredith mandala qui, mi pareva fosse interessata- Psyche annuì, si avvicinò e gli scoccò un bacio sulla guancia.
-A domani e grazie-
-Ehi, allora sai anche essere carina- Ville Valo le strizzò un occhio mentre si faceva passare l’accendino da Bam.
Lei si mise il giubbotto di pelle e afferrando la borsa, coprì uno sbadiglio con la mano -Salutatemi Alexi e Tuomas- passando di fianco al leader degli Him si fermò -sappi che sono gentile solo con chi se lo merita-
-Chissà, prima o poi potrei meritarlo anche io- ammiccò lui, sfoggiando un sorsetto a metà, con la sigaretta che pendeva dalle labbra, Psyche sollevò appena un sopracciglio.
-A…domani- borbottò stringendo la borsa a sé, allontanandosi. Valo la guardò camminare svelta lontano dal set prima di tornare con lo sguardo su Bam -Ehi, chi cazzo deve farci sta intervista?-

-Boh- fu la risposta dell’americano, proprio in quel momento, il cellulare si mise a suonare -si?- rispose Bam senza nemmeno guardare il display -ok- riappese -sono arrivati-
Finirono con calma di fumare e bersi una birra ghiacciata, prima di decidersi a rientrare nell’edificio e raggiungere la saletta dove avrebbero affrontato l’intervista.
-Era anche ora- sbottò Tuomas non appena Ville e Bam entrarono nella stanza, nient’altro che un posticino arredato con divanetti neri, quadri stupidi appesi alle pareti e nemmeno l’ombra di una finestra.
-Mettiamo in chiaro le cose, io dovrei…- disse una voce femminile alla loro destra, entrambi si voltarono trovando due persone. La prima, un ragazzo sui venticinque anni, che probabilmente credeva di essere in un video di Gangsta Rap, dato l’abbigliamento da copia sfigata di Eminem, il berretto girato all’indietro e la cicca che girava rumorosamente nella bocca adorna di denti d’oro. La seconda, una giovane donna sulla trentina vestita di nero, con due tatuaggi sulle spalle, smalto consumato alle unghie e sguardo glaciale.
-Ma tu guarda…Thabita, che sorpresa- l’interruppe Ville, andando a semi sdraiarsi su un divanetto a gambe spalancate, accendendosi l’ennesima sigaretta -il mondo è piccolo-
-Rakohammas- sibilò lei -tu ed il tuo amico siete in ritardo di venti minuti-
-Rakokè?- chiese Alexi voltandosi verso Valo che agitò una mano, a lasciar perdere.
-Vogliamo cominciare? Oppure mi fate perdere altro tempo?-
-Thabita…-tentò il rapper che venne bloccato da un’occhiataccia. Gli occhi grigi di lei tornarono sui protagonisti.

-Avanti- borbottò Bam mentre analizzava perplesso l’abbigliamento del collega di lei, chiedendosi con quale dignità un uomo potesse andare in giro con pantaloni talmente bassi da mostrare a tutti le mutande verdi a pallini bianchi. Thabita scostò con uno scatto della testa una ciocca di capelli rosso scuro dal viso e abbassò gli occhi sul taccuino con le domande. Solo l’idea di chiedere certe cose le dava la nausea…ma era il suo lavoro. Veniva pagata e anche piuttosto bene fa come sempre, lavora, prendi i soldi e fottitene si disse.
-Di che parliamo? Della canzone? Del video…- fece Alexi giocherellando con una sigaretta spenta tra le dita, era lì da venti minuti ma stranamente, da quando quella Vj era entrata nella stanza, non aveva più alcuna fretta. Era arrivata spalancando la porta, aveva detto il proprio nome, motivo della sua presenza e poi si era chiusa nel silenzio, limitandosi a inchiodare qualsiasi cosa si muovesse con quei suoi occhi grigi affilati come spilli. Il chitarrista non aveva mai visto sguardo così, anzi…una donna così. Gelida e affascinante come una distesa di neve.
-Perché hai divorziato?- Thabita lo domandò con lo stesso tono che avrebbe usato per chiedere le ore. Alexi corrucciò le sopracciglia.
-Cazzi miei- sbottò.
-Holopainen, è vero o no che Tarja ha lasciato i Nightwish perché avevate una storia?- Tuomas inclinò appena la testa.
-Stronzate, non capisco da dove le tiriate fuori certe…-
-Vuokko, sei caduta in basso. Fare certe domande da riviste scandalistiche…- disse Valo spegnendo la sigaretta a terra, dopo averci lasciato una scia di cenere -eppure l’altra volta è andata diversamente, cos’è, hai trovato lavoro da un qualche giornaletto per adolescenti in calore?- Thabita sollevò il viso di scatto.
-Come mi hai chiamata?-
-Guarda che ricordo…- disse lui sporgendosi in avanti sulle ginocchia -sapete? Io e Thabita Vuokko Daniel’s siamo stati compagni di liceo, so parecchie cose su Miss Iceberg-
-Spalanca bene le orecchie, Ville Hermanni Rakohammas- replicò lei, scandendo bene le parole - non mi chiamo più Vuokko, a differenza tua ho potuto eliminare quel fottuto secondo nome, cosa che tu non puoi fare con quel cognome da venditore porta-a-porta che ti ritrovi- Valo si alzò in piedi.
-Stronza come allora, sei sempre frigida?-

-Sbaglio…o ti chiamavano Flash tanto venivi in fretta?- rispose lei con tutta calma, osservandosi le smalto mangiucchiato -quella tonna della tua ragazza non ti avrà mica mollato per quello, spero…- aggiunse, riuscendo ad eseguire un’espressione di pura candida innocenza. Sostituita rapidamente da un sorriso beffardo.
-Non ti azzardare a sparare puttanate, razza di stronza giornalista dei miei cazzi!-
-Ehi, ehi, ehi- Alexi si alzò in piedi fermando Ville dal lanciarsi contro Thabita che dal canto suo, lo fissava ne più ne meno che con lo sguardo che avrebbe riservato ad una merda. Bam e Tuomas invece erano allibiti da quello scambio velenoso -adesso calmati, Valo-
-Un cazzo! Quella schifosa bastarda…-
-Piano con le parole- Tuomas aiutò Alexi a far tornare il darkman seduto sul divano -Senti,Thabita- riprese poi il leader dei Bodom -le domande che devi farci, sono tutte…così?-
-Non le ho scelte io- sbuffò lei annoiata -io lavoro per Rock Tv, mi hanno spedita qui a forza- la penna volteggiò tra le sue dita -ma posso tranquillamente…- la frase fu interrotta dalla porta che venne spalancata con violenza e Meredith fece la sua comparsa.
-Mi sono persa qualcosa?- domandò col fiatone, appoggiandosi allo stipite per riprendere fiato.
-Saresti?- fece la Vj mentre la rossa riprendeva ancora fiato e si lasciava cadere accanto alla copia uscita male dei Beastie Boys.
-Fotografa, Meredith Emerson…tu?-
-Thabita Daniel’s, Vj…le condizioni sono che scatti e non dici una parola-
-Non ho niente da dire- disse lei alzando le spalle e prendendo la digitale che le aveva prestato Tuomas.
-Ma le donne sono tutte così schizzate?- domandò sottovoce Bam a Ville, facendolo ridacchiare -abbiamo la schiavista, la pazza e Miss Iceberg-
-Un bel trio di suonate- fece eco Alexi -allora, ste domande serie?- Thabita lo fissò per un secondo negli occhi poi chiuse il taccuino e gettò la penna, incrociando le gambe e assumendo una preoccupante aria concentrata.
-
Ma allora quanti tipi di overdrive usate?- la Vj rivoltò gli occhi verso il collega.
-Marty…chiudi quella fottuta boccaccia-
-Ma io…-
-Il tuo ruolo qui è pari a quello della carta da parati, taci-

-Qui la carta da parati non c’è!- protestò lui.
-Appunto- Thabita tornò a rivolgersi agli altri, mentre Meredith scattava foto su foto e Bam si annoiava, sbadigliando -bene, adesso si fa sul serio…-

 


Ancora grazie a LadyNotorius, la nostra unica commentatrice! Un bacione enorme! Eh, si visto che bei figlioli sono tutti e tre? Insieme poi…

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Capitolo 7
*** Bad Bad Bad ***


7bad

Capitolo 7:  Bad bad bad

Thabita fissò uno ad uno i componenti dello strano trio, beccandosi per risposta due sguardi incuriositi ed uno scazzato - Flash, non fare quella faccia - sbottò lei, portandosi una ciocca rossa di capelli dietro un orecchio - Se vuoi puoi fare il bambino imbronciato per tutta la durata dell'intervista, tanto di te tutti sanno tutto, ormai -
Mr. Valo non rispose neanche, si limitò a voltare la testa dall'altra parte e sbuffare, mentre si accendeva una sigaretta - Dicevamo... -riprese lei - Dunque... Come mai l'idea di formare un gruppo? Voi suonate tre tipi di versi di metal, sinceramente nemmeno io avrei mai immaginato di vedere una cosa simile... -
Alexi avrebbe davvero voluto rispondere... ma non riusciva ad emettere un solo suono, si limitava a tossicchiare di tanto in tanto e fissare Thabita e l'hippoppettaro sfigato che scriveva ogni singola parola che emetteva - Bhe... - disse Tuomas, passandosi una mano fra i capelli lunghi - E' accaduto tutto così velocemente che..., possiamo dire  che è grazie al festival del Metal che ci sarà fra un po', che abbiamo deciso questo -
- Molto bene - disse lei - Scritto Marty?-
Il suo collega annuì esasperato, massaggiandosi il polso - E... Alexi - Alexi fece fare uno scatto in avanti alla testa, facendo scuotere i capelli ossigenati. Gli occhi di Thabita indagarono per qualche secondo sul chitarrista - Come... com'è suonare con quell'idiota di Rakohammas e Tuomas? Sei abituato ad un sound molto più... duro, no? -
Alexi guardò Meredith, che non stava ferma un secondo, Rakohammas che si stava lentamente ma inesorabilmente finendo il suo pacchetto di sigarette, Tuomas che sorrideva beato e Bam, che si sgolava tranquillamente metà del frigo bar lì accanto. Si morse il labbro, non riusciva a spiccicare parola - Ehm... -disse, dopo quasi un mezzo minuto di silenzio - Io... -
- Marty, metti al verbale che al signor Laiho suonare con loro fa davvero cagare -
- No! - sbottò lui, decise di darsi una bella scrollata -Stavo solo cercando le parole giuste! - Lei lo guardò poi scosse il capo, leggermente divertita
- Ok, scusami - disse.
Alexi intrecciò le mani e sospirò, guardò gli altri due membri ed infine sorrise alla Vj, che si agitò leggermente nella sedia.
- Se non li considerassi degli ottimi musicisti, dubito che avrei accettato di lavorare con loro. Quello che abbiamo creato è una sorta di incrocio tra i nostri generi, ognuno ha messo del suo, credo comunque che il risultato sia ottimo, inoltre lavorare insieme è stato interessante. E anche divertente- gli altri due annuirono.
Incredibile ma vero, Thabita lasciò  che un sorrisino si impossessasse momentaneamente del suo sguardo glaciale, facendo stupire Valo lì vicino e perfino Marty, che spalancò la bocca davanti a quell'evento e fece scivolare la penna a terra 
- Come darti torto! - disse lei, non prima di aver lanciato uno sguardo ammonitore al collega, i suoi occhi grigi tornarono poi a posarsi sulla figura cdi Alexi -visto che il gentil signor Valo non si degna di cagarmi - iniziò -, Tuomas e Alexi, sareste così gentili di spiegarmi un po' come avete deciso le basi e l'idea della canzone? -

Circa due ore dopo di domande e varie sbuffate da parte di Ville -che alla fine grazie a Tuomas rispose con un monosillabo ad una domanda posta da Marty- l'intervista finì.
Thabita fece segno a Marty di uscire dalla stanza e prese le sue cose, infilandole nella propria borsa. Alexi, non troppo lontano da lei, restò fermo immobile a guardarla,  quando lei si ravvivò quasi istintivamente una ciocca rossa dietro la spalla, si agitò un po' sul divanetto, sotto lo sguardo perplesso di Tuomas.
- Che cazzo fai? - gli chiese infatti.
- Niente - rispose lui.
Ville si accese l'ultima sigaretta, imprecando come non aveva mai fatto in vita sua. Thabita sorrise beffarda.
-Sei proprio un idiota - sbottò - Avevi detto che saresti riuscito a smettere perché tu sei forte - marcò le ultime parole assumendo un tono di scherno davvero molto duro.
-Sta zitta, sottospecie di gallina - rispose lui, imbronciandosi ancora di più e mordicchiando arrabbiato il filtro della sigaretta - Perché non torni nel tuo cazzo di pollaio e mi lasci stare? -
-Invece perché non vi date una calmata? - esordì Tuomas, mettendosi fra Ville e Thabita. Meredith, che si era seduta vicino a Bam e aveva iniziato a chiacchierare allegramente assieme a lui -e, naturalmente, a tracannarsi una birra -, staccò momentaneamente lo sguardo dallo skater e lo fece cascare sul tastierista dei Nightwish, poi su Ville e su Thabita.
-Da quello che ho capito è da tantissimo che non vi vedete... E vi siete scannati in un modo pietoso, sembrate davvero dei bambini! -
-Ehi! - esclamò indignata Thabita - E' lui l'idiota che si divertiva tanto ad insultarmi... io rispondevo solo! -
-Bhe, dovreste comunque cercare di stabilire un rapporto umano! Quanti cazzo di anni sono passati dall'ultima volta che vi siete visti, si può sapere?- fece Tuomas, lanciando uno sguardo anche a Ville. Fu proprio lui a rispondere.
-Undici o dodici... - borbottò.
-Tutto questo tempo e ancora vi trattate come dei mocciosi che hanno litigato per il giocattolo preferito? -
-Se l'altro moccioso è così bastardo, non ci vedo niente di male... - mormorò fra se e se Thabita, facendo fare uno scatto alla testa di Ville.
- Senti stronza, mi hai davvero rotto i coglioni! Esci da sta stanza e vattene, prima che ti prenda a calci nel culo! -
La Vj non si scompose, tutt'altro, scoppiò in una sonora risata- Tu! Ma per piacere... - disse. Prese la borsa da terra e si alzò finalmente in piedi
- Tuomas, è impossibile cercare di parlare con le galline, non lo sapevi? - sbottò in cagnesco Ville, incrociando le braccia e lasciando che della cenere che pendeva dalla sigaretta, cascasse sulle braccia piegate.
-Come è impossibile parlare con uno che viene dopo sì e no un minuto e mezzo... Flash - la donna ghignò quasi con soddisfazione, mentre vedeva il cupo sguardo di Ville adombrarsi ancora di più - Di quanto è il tuo record? Trenta, o venti? Parlando in secondi, ovviamente....- Tuomas riuscì a bloccare Ville sulla poltrona prima che potesse scagliarsi su Thabita, tranquilla come un gatto che riposa.
- Dai, Thabita, smettila - disse Meredith, alzandosi e raggiungendo gli altri - E credo che Tuomas abbia ragione... dovreste cercare di migliorarvi. Altrimenti le cose non cambieranno mai e resterete i soliti, con il vostro comportamento cazzuto. O no? - chiese, voltandosi verso il tastierista che diede la sua approvazione sorridendo.
-Vorrei riuscire a dimenticare quanto mi sfotteva, ma è un po' difficile - rispose pacificamente lei.
-E io vorrei riuscire a farti capire che non è colpa mia se ero così coglione al liceo - sbottò Rakohammas - Merda, vuoi che in ttutti qusti anni non sia cambiato? -
-E chi lo sa? Comunque...la gente non cambia -
-Merda, lo vedi, Tuomas? - chiese Ville, buttandosi sconfitto sulla poltrona - Provoca e non sa fare altro! Che cazzo dovrei fare secondo te, stare zitto e lasciare che faccia? -
Alexi, che non si era staccato dalla sua poltrona, si portò una mano sul mento e restò paziente ad attendere la risposta della Vj, che non tardò ad arrivare. Infatti, come una zanzara fastidiosa, la sua voce tornò a farsi sentire 
- Fa come vuoi - disse - Per me non cambia nulla - qui, Meredith scosse sonoramente il capo, Prese Thabita per mano e la trascinò davanti a Ville, che Tuomas fece alzare dalla poltrona. La ragazza prese la mano di Ville e la mise su quella di Thabita - Peace And Love - disse Meredith sorridendo - Provate a sostenere un dialogo civile... dai! -
-Sono entrata in questa stanza senza sapere chi cazzo foste - biascicò stancamente la Vj - Si può sapere che diavolo volete ancora da me? - ma, ugualmente, non sciolse la mano dalla sua, Ville sbuffò 
- Accontentiamoli, così te ne vai prima – sibilò lui a denti stretti.
-Ciao Ville, tutto bene? - chiese sarcasticamente lei. Solo quando si rese conto che forse era l'unica strada per uscire da lì, riassunse lo sguardo gelido e glaciale di sempre. Ville trattenne una risata di scherno e rispose 
- Sì. E tu? –
-Merdavigliosamente bene -
Meredith aspettò che i due si guardassero a disagio e che sciogliessero le mani, prima di annuire convinta 
- A parte il Merdavigliosamentedi Thabita, direi che vi siete parlati come due persone normali! - esclamò - fermi così, che vi faccio una foto... - disse, prima di andare a ripescare la digitale abbandonata accanto allo skater, ancora intento a finirsi la birra che guardava la scena divertito. Sarebbe stato un aneddoto mitico da raccontare in giro...non voleva perdersi nemmeno una battuta.
-Cazzo, ha ragione - disse Ville - non ci credo... –
-Fai pure a meno - e, incredibile, sorrise alla direzione del darkman poi si girò di scatto, verso la birra tesa da Alexi
- Complimenti, donna - disse il chitarrista - Hai tenuto testa a questo coglione come non ha mai fatto nessuno -
-Grazie, ma mi chiamo Thabita - rispose lei, prendendo dalla sua mano la lattina di Heineken - e non posso farci niente se le persone non hanno le palle per parlare -
-Oh, Alexi lo fa perfino troppo - sbottò Ville, tornato a sedersi sulla poltrona - Si diverte a prendere per il culo la gente, se questa lo tratta male... Non capisco perché Tuomas rientri nella categoria da lasciar stare  e io invece no... -
-Chissà perché - rispose la donna, aprendosi la lattina - me lo sto proprio chiedendo -
-Tuomas è un grande, tu sei solo uno spacca cazzo - ribadì Alexi. Thabita si voltò verso di lui, accennando ad un sorriso. Pensò fosse una fortuna che oltre a Tuomas ci fosse un'altra persona con del cervello .

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Capitolo 8
*** Three Kings ***


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Capitolo 8: Three Kings

-Spacca cazzo?- Valo guardò Alexi Laiho in cagnesco, facendolo sbuffare.
-Si- rispose per l’ennesima volta il frontman dei Bodom, mentre vicino a loro Tuomas ridacchiava. Meredith, Thabita e il collega di quest’ultima se ne’erano andati da circa un’ora, Bam aveva deciso di andare a visionare quanto avevano girato quel giorno e loro tre erano rimasti a cazzeggiare birra alla mano.
-Quanto me la farei- aggiunse Alexi accendendosi una sigaretta -Chi?- domandò Rakohammas prendendogli l’accendino e imitandolo.
-La rossa-
-Quale rossa?- ribeccò Tuomas.
-Perché ti interessa tanto?- fece il biondo di rimando con un sogghigno, il tastierista agitò una mano, adducendo la scusa della curiosità -Facciamo che ci credo- proseguì Alexi -beh, mi farei di brutto la fotografa- buttò lì ottenendo uno sguardo al vetriolo -cazzata. Parlavo di Miss Iceberg, l’unica donna in grado di far tacere Ville Val…ehm, Ville Hermanni Rakohammas. Minchia che cognome di merda hai- -Chiudi quella cazzo di bocca e poi, spiegami che gusto ci sarebbe a farsi una come quella- replicò Valo irritato, maledicendo Thabita e la sua lingua lunga. Adesso Alexi l’avrebbe sfottuto in eterno per quel cognome orribile che si ritrovava -e piantala di ridere Tuomas, cazzo-
-Non rompere le palle-
-Io credo che Thabita a letto faccia scintille- proseguì Alexi in una sorta di monologo, mentre fissava la lattina di birra che la Vj aveva accartocciato e piantato a terra, senza nemmeno degnarsi di buttarla via -non guardarmi così Ville. Quella ha qualcosa che…non so. Ma mi piace-
-Tu sei tutto rincoglionito-
-Siamo sull’incazzato andante, eh Ville?- disse Tuomas che cominciava seriamente a scocciarsi -vedi di darci un taglio, l’adolescenza l’hai passata da un bel pezzo mi pare. E poi onestamente, cazzo ti frega dei gusti di Alexi?-
-Ah, ma taci che ti stavi mangiando l’altra con gli occhi- sbottò Valo -non hai spiccicato molte parole più di me, fissandola come l’ottava meraviglia del mondo. Voi siete rincoglioniti. Vedete di riprendervi in tempo-
-A proposito…notizie del festival Metal?-
-Niente- rispose Alexi -anche se onestamente non mi sembra organizzato granché bene. Giuro che se mi hanno fatto sbattere per niente faccio su un casino-
-E’ il primo evento di questa portata in Finlandia, è logico ci siano casini- osservò Valo -anche se sono spaventosamente in ritardo. A quest’ora avremmo già dovuto sapere quando suonare, per quanto tempo e stronzate varie, si voltò verso Tuomas -allora i Nightwish non suonano-
-No, la nuova vocalist è brava ma…abbiamo bisogno di tempo, dopo nove anni passati a suonare con la stessa persona, è difficile entrare in sintonia con un’altra…specialmente quando a cambiare è la cantante- gli altri due annuirono, lasciando perdere altre eventuali domande, Tuomas non ne parlava affatto volentieri… anche se le sue reazioni erano calme e pacifiche, in confronto ad Alexi, quando qualcuno nominava anche solo per sbaglio la sua ex moglie.
-Allora il primo che sa qualcosa, informi gli altri- borbottò il leader dei Children, spengendo la sigaretta e alzandosi -domani mattina la schiavista ci vuole qui alle sette…quindi me ne vado, non so voi. Ma mi sono ampiamente rotto le palle oggi, devo dormire cazzo-
-Non sei il solo- disse Tuomas alzandosi -Ville?-
-Si, basta per oggi- sogghignò -se il nostro glaciale tastierista risponde ad una domandina…- lui lo fissò strano, Valo scambiò un’occhiata complice con Alexi che chiese -Ti sei preso una bella sbandata confessa… per una certa fotografa mezza irlandese-
-Mezza irlandese? Come lo sai?-
-Diciamo che andiamo d’accordo, anche se per me è troppo…stravagante- Tuomas non rispose, infilò la porta e se ne andò borbottando chissà cosa.
-Se l’è presa- constatò Valo annuendo -beh, io domani non devo venire presto…-
-Prova a disertare e ti prendo a pedate nel culo, anzi…ti faccio prendere a calci da Thabita-
-Stronzo-
-Meglio essere un pezzo di merda che Flash- ridacchiò Alexi -a domani, Rrrrrakohammmmmassss- disse scandendo bene bene ogni sillaba.
-Vaffaculo!- gridò Ville alla schiena del biondo che si stava allontanando dio quanto odio quella gallina…


Salve a tutti! Grazie delle recensioni! Questo sarà probabilmente l'ultimo aggiornamento prima della pausa estiva, intanto auguriamo a tutti buone vacanze! Speriamo che questo capitolo anche se più corto vi sia piaciuto, commentare pure, insultateci, tessete le nostre lodi...come vi pare! Un bacio a tutti, Kuji&Music.

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Capitolo 9
*** capitolo 9: Sabrina ***


CAPITOLO 9: SABRINA

 

-E’ quella là- disse il tecnico indicando una ragazzina di circa quindici o sedici anni che aspettava seduta su un muretto di mattoni semi-distrutto. Bam Margera annuì distrattamente -dice che sta cercando sua sorella-

-Cazzo siamo, un’agenzia di investigatori privati?- borbottò l’americano, l’uomo alzò le spalle.

-Dice che la sorella è una certa Thabita Daniel’s-

-Merda- Bam spense la sigaretta e si avvicinò alla ragazza che saltò giù dal muretto. Aveva gli stessi occhi grigi della Vj, i capelli mossi e lunghi di un castano rossiccio, i lineamenti del viso e l’espressione però erano più dolci.

-Allora? Dov’è Thabita? Doveva essere qui-

-Salve anche a te…- fece Margera fissandola dall’alto in basso -ti chiami?-

-Sabrina Daniel’s-

-Sicura che tua sorella doveva essere qui? E comunque noi stiamo lavorando, non puoi intralciare, ok? Adesso da brava tornatene a casa ad aspettare quella iena incazzosa- lei puntò le mani sui fianchi.

-Non trattarmi come una deficiente, ho quindici anni, non tre. Ho bisogno di mia sorella, quindi dimmi dove sta, chiamala, cercala…come ti pare. Ma portala qui!-

Merda pensò Bam, proprio non aveva tempo di mettersi a cercare la Vj, dovevano finire un video! Lanciò un’occhiata a Sabrina che aspettava guardandosi attorno con curiosità e gli venne un’idea assolutamente terribile.

-Vieni con me- le disse facendo cenno di seguirlo a Ville prenderà lo sbocco quando la vedrà…sorrise mentre si dirigevano da un’altra parte del set.

-Che ne pensi?- Psyche fermò il video, alzando gli occhi su Valo che finora era rimasto in silenzio. La ragazza aveva mostrato al darkman tutte le riprese fatte fino a quel momento della stessa scena, vista da più inquadrature. Dovendone per forza scartare qualcuna, voleva almeno avere il suo parere. Le piaceva lavorare insieme alle persone che riprendeva, non solo per loro.

-Mah, non saprei. Mi piacciono tutte- ammise lui grattandosi la testa -tu che vuoi fare?-

-Vorrei che l’intera scena fosse ripresa lateralmente- spiegò lei -sembri più assorto, più concentrato. Voglio cercare di rendere esattamente le parole che stai cantando. Senza offesa, ma di video dove fai il figo ce ne sono abbastanza!- Ville fece spallucce.

-Faccio quello che mi chiedono e mi diverto…tutto qui-

-Ti stai giustificando con me?- lui fece un sorrisino, cercando una sigaretta in tasca o da qualche altra parte, senza successo. Si avvicinò a Psyche, togliendole un ricciolo dagli occhi -Forse- lei distolse lo sguardo, tornando a concentrarsi sulla schermata video ma perché sta così appiccicato? Si chiese mentre una leggera agitazione le prendeva le ginocchia.

-Ehi Ville! Psyche!- Bam arrivò con una ragazzina al seguito e si fermò da loro -avete finito?-

-Non ancora- disse la ragazza -adesso mi serve Tuomas, Ville dovrebbe rifare una cosa e basta…- spiegò la cameraman.

-Ti vado a cercare Tuomas- disse Margera -ah, lei è Sabrina Daniel’s…Ville visto che sei un amico di sua sorella Thabita, aiutala a cercarla, ok? Bye- Sabrina rivolse un’occhiataccia a Valo.

-Sti cazzi- sbottò Ville -pure la balia mi tocca fare-

-Guarda che non ho tre anni- replicò acida Sabrina -e poi tu chi cazzo sei? Non sei amico di Thabita, non ti conosco proprio-

-Era con lei al liceo- s’intromise Psyche, alla quale Tuomas e Alexi avevano ampiamente raccontato quanto successo con la Vj. La cameraman era quasi morta dalle risate, per non parlare della faccia di Ville! Uno spasso unico -comunque piacere, Psyche Suikkari, Sabrina…credo che tua sorella non sia qui, l’intervista era ieri- disse alla ragazzina, che abbassò gli occhi con un -Oh-

-Ville, hai un recapito di Thabita?- chiese poi la riccia a Valo.

-No, ma credo che Meredith abbia il suo numero…se li sono scambiati ieri-

-Allora vai a cercarla e telefona a Thabita-

-E io che cosa faccio?- protestò la ragazzina incrociando le braccia e fulminando Ville Valo con gli occhi, quel tipo sarà anche stato molto carino…ma le stava antipatico, mentre le piaceva Psyche, era veloce e dotata di gran senso pratico.

-Beh…- Psyche si portò un dito alle labbra, pensando velocemente. I suoi occhi castano-verdi viaggiarono in giro e si fermarono su Alexi Laiho che seduto sul praticello di un’aiuola, fumava e beveva birra comodamente stravaccato all’ombra -ci sono!- poi guardò il leader degli Him -sei ancora qui?-

-Sei proprio una schiavista!- borbottò lui, aspettandosi un bel commentino…invece Psyche scoppiò a ridere, una risata argentina e allegra. Bellissima.

-Dai, per oggi finisci qui di lavorare ok? Sconto premio- disse lei ondeggiando la testa, i riccioli volarono in ogni direzione, posandosi poi sulle spalle e scendendo piano lungo la schiena. Per un secondo Valo ebbe l’istinto di passarci una mano dentro, per sentirne la morbidezza…poi scosse la testa e imprecando andò alla ricerca della fotografa.

Psyche chiese a Sabrina di seguirla e si diressero verso il punto dove stava Alexi. La ragazzina quasi sbiancò, riconoscendo il frontman dei Children of Bodom, una delle band che adorava di più in assoluto.

-Ehi Alexi- disse Psyche alzando una mano -mi faresti un favore? Terresti d’occhio questa ragazza? E’ la sorella di Thabita ed è venuta qui a cercarla…-

-Certo- disse lui senza nemmeno farla finire. Si accese rapidamente una sigaretta.

-Grazie, a dopo Sabrina, vedremo di trovare Thabita-

-Grazie a te- rispose lei, con un sorrisino nervoso. Si voltò verso il biondo che a sua volta la stava fissando assorto -Beh, piacere Sabrina- disse poi lui allungando una mano, lei la strinse con forse troppa forza e sedette, strappando alcuni fili d’erba -così sei la sorella di Thabita-

-Già…che figura di merda- borbottò lei nascondendo la testa tra le mani, quando la rialzò lui le stava tendendo una birra chiusa.

-Toh, ma non dirlo a nessuno- disse Alexi con un mezzo sorriso, Sabrina aprì la birra e se ne scolò quasi metà.

-Di solito è Thabita che dice così…-

-Ma davvero?- lei annuì -tosta tua sorella-

-Così l’intervista era ieri…io avevo capito oggi, devo chiederle alcune cose- mugugnò la ragazza strappando via l’anello di metallo sulla lattina -cazzo-

-Capita, almeno non sei in giro da sola…ah, comunque io sono Alexi- aggiunse, rendendosi conto di non averle detto nemmeno come si chiamava.

-Lo so chi sei- rispose Sabrina arrossendo lievemente -i Children sono…siete la mia band preferita- Alexi sorrise, sbuffando fuori il fumo.

-Mi fa piacere…posso chiederti…se hai una canzone preferita? Mi piace saperlo dai fan-

-Hate me-

-Come mai proprio Hate Me?-

-Beh…vedi, mia sorella è fredda, stronza e non si lascia mai avvicinare…ma con noi non è affatto così, ci vuole molto bene. Io non somiglio a lei, non sono così distaccata, me la prendo per qualsiasi cosa e a volte mi comporto male con la gente cui tengo, rispondo di merda, mi incazzo e finisco per fare dei casini. Quando faccio così, mi odio proprio. E ascolto Hate Me- Sabrina tacque, sollevando gli occhi grigi -scusa, sto facendo un monologo del cazzo-

-E’ una delle risposte più belle che abbia mai ricevuto- commentò lui -e così tua sorella non è poi così stronza-

-Dipende dalle persone che ha davanti…perché?- Alexi le lanciò un’occhiata.

-Non so. Mi ha colpito- Sabrina inclinò la testa da una parte, scrutando indagatrice -Ti piace Thabita?- gli chiese stupita, lui annuì.

-Non ho mai incontrato una come lei- ammise centrando il cestino lì davanti con le birre vuote e accartocciate -è fottutamente bella e terribilmente stronza…mi attira come una calamita-

-Allora buona fortuna- sghignazzò Sabrina -ne avrai bisogno, credimi-

 

eccoci con un nuovo capitolo! ^^ è la prima volta che posto io... che emossione! *.* ok, a parte questo... spero che anche questo capitolino in cui entra un personaggio in più vi piaccia come gli altri. grazie per le recensioni! io e la mia collega siamo molto felici di come sta andando la storia! keep on enjoying us!

 

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Capitolo 10
*** What's Going On? ***


CAPITOLO 10: WHAT’S GOING ON?

 

-Ciao- Tuomas si avvicinò a Meredith che stava lavorando sul suo portatile. Psyche aveva invitato la fotografa ad assistere alle riprese del video, offrendole la possibilità di realizzare un diario fotografico di quei giorni, la ragazza non si era fatta scappare quella possibilità…suscitando l’invidia pazzesca di Kosti e l’ammirazione di Jeanie -ancora a lavorare?-

-Sto aggiustando alcune foto- disse lei, schiacciò qualche tasto sul pc e la foto perse ogni riflesso dato dal sole, rivelando colori brillanti -perfetta- commentò con un sorriso. Tuomas si sporse a guardare lo schermo, era una sua fotografia, scattata mentre era intento a discutere con Bam e Psyche.

-Bella-

-Con un soggetto così è difficile fare delle brutte foto- esclamò Meredith passando ad un’altra foto, con Laiho e Ville sul set che ridevano birra alla mano. Tuomas lanciò uno sguardo alla fotografa, già intenta a sistemare i colori della nuova foto.

Sbagliava…o gli aveva appena fatto un complimento? Un GRAN complimento?

-Io ti ho preso questa- disse dopo un po’ che la osservava lavorare, porgendole una yashika nuova di zecca.

-Non dovevi-

-Invece si, ti ho distrutto l’altra- Tuomas le mise la digitale in mano ma Meredith la restituì al tastierista.

-No, davvero. Sono arrivata lì un giorno prima, ho scattato delle foto a tradimento, come una squallida reporter in cerca di fama e gloria e…no. Me la sono cercata, non posso accettare…e ti restituisco anche queste- disse porgendogli la memoria della sua defunta macchina digitale -sono le foto che vi ho fatto l’altro giorno, non le ho scaricate- lui la fissò stranito per qualche secondo, poi le mise a forza la macchina fotografica tra le mani.

-Se non vuoi considerarlo un compenso per quella rotta, ok. Consideralo un regalo, sappi che non sono il tipo che accetta un rifiuto così, quindi…è un mio regalo e i regali non si possono rendere-

-Tuomas…-

-E’ un regalo- ribadì lui, lasciandole le mani. Meredith si mordicchiò le labbra con fare pensieroso.

-Fai sempre regali così costosi?- Tuomas sorrise.

-Dipende se ne vale la pena-

-Allora…-lei gli tese per l’ennesima volta la yashika -Ho detto che dipende…credo che per te ne valga la pena- replicò lui, intanto che la voce di Psyche gli ordinava di smetterla di fare salotto e tornare subito sul set. Il tastierista dei Nighwish raggiunse la cameraman, mentre Meredith rimaneva a fissarlo come un pesce lesso, chiedendosi se quello che aveva sentito era vero oppure un parto della sua mente malata.

Sabrina si trovava bene a chiacchierare con Alexi, lui era l’unico che non l’aveva trattata da mocciosa deficiente fino a quel momento. D’altra parte, anche il leader dei Bodom aveva passato un’ora piacevole, Sabrina era si una fan, ma era sincera, onesta e diceva le cose come le passavano per la testa… gli ricordava tanto Thabita ma era meno fredda.

-Sabrina! Porca di quella troia! Ma dove hai la testa?- la voce della Vj interruppe uno scambio di battute sul festival metal, la ragazza scattò in piedi.

-Thab! Io avevo…- corse dalla sorella, Alexi osservò la più piccola delle Daniel’s gesticolare, ma senza riuscire a sentire cosa stava dicendo. Thabita rimproverò per bene Sabrina…poi le appoggiò una mano sulla testa.

E le sorrise.

Un sorriso autentico e dolcissimo.

-Sei una scema- le disse abbracciandola -lo sai che mi preoccupo poi-

-Scusa- rispose Sabrina -lo so che ti faccio sempre incazzare-

-Perché fai le cose di testa tua!- Thabita incrociò lo sguardo con quello di Alexi ed il sorriso si spense, rapidamente sostituito dalla solita espressione indifferente -adesso andiamo a casa, oggi è stata una giornata di merda-

-Non per me! Ho conosciuto Alexi Laiho, l’ho sempre creduto uno stronzo montato…invece non è così-

-Ah, si?- commentò distrattamente la Vj.

-Si ma in compenso Ville Valo è un coglione!-

-Direi proprio di si- borbottò Thabita mentre Laiho si avvicinava -Te ne vai di già?- le domandò, sperando invano che lei facesse spuntare ancora quel bel sorriso.

-Qui non ho niente da fare-

-Beh…che ne diresti di lasciare tua sorella con Psyche…e farti una birra col sottoscritto?-

-Ci vai giù piatto eh?- fece Sabrina incrociando le braccia dietro la testa -Thab, accetta dai!-

-No-

-E come mai?- chiese Alexi -solo una birra-

-Non sei così male, ma da qui ad uscire con te ce ne passa- lo liquidò la Vj allontanandosi.

-Te l’avevo detto che ti saresti dovuto impegnare con lei- Sabrina gli strizzò l’occhio -ma ha detto che non sei male…consideralo  un…-

-Sabrina cazzo, muoviti!- sbraitò Thabita, irritata all’idea che la sorella stesse parlando di lei con Alexi Laiho.

-Dai sbrigati- disse lui accendendosi una sigaretta -e non dirle della birra-

-Scherzi? Sarà il nostro piccolo sporco segreto- sorrise Sabrina -mi ha fatto piacere conoscerti Alexi, e dacci sotto con mia sorella-

Ci puoi giurare ragazzina…

 

ecco un altro capitulozzo! ^^ non so come commentare se non ringraziando tutti quelli che ci commentano così affettuosamente... quindi godetevi il nuovo pezzo e keep on enjoying us as always! kuji&music

 

 

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Capitolo 11
*** Lui, lei...l'altra??? ***


11luilei...

CAPITOLO 11: Lui, lei...l'altra?????

Perché aveva accettato? Perché non le aveva opposto resistenza? Tuomas non ne aveva idea, sapeva soltanto che in quel momento era seduto al volante della sua auto con Psyche seduta lì accanto, diretto verso casa di Meredith. La cameraman l’aveva avvicinato alla fine delle riprese il giorno prima e gli aveva proposto di accompagnarla a prendere la fotografa la mattina seguente. All’inizio lui si era opposto categoricamente, sapendo dove voleva arrivare Psyche, ma alla fine la ragazza aveva avuto la meglio e Tuomas si era ritrovato sotto casa sua alle 8h30 di quella mattina.
-Siamo quasi arrivati.- disse Psyche sporgendosi in avanti per leggere il nome della via –Dopo scendo a chiamarla e la faccio sedere accanto a te, così potete parlare tranquillamente.-
Tuomas le lanciò un’occhiataccia che tradiva però un pizzico di terrore –Non puoi farmi questo! Non riuscirei a spiccicare parola!- protestò –E poi si capirebbe troppo.-
-Perché, credi che non l’abbia capito nessuno che vi piacete voi due?- domandò la cameraman con un sopracciglio alzato. Tuomas non rispose, limitandosi a guardarla in apprensione. –Però è una tua scelta: davanti o dietro?-
-Dietro.- decise immediatamente il tastierista –Almeno questa volta.-
Psyche sospirò slacciandosi la cintura mentre Tuomas frenava davanti a casa di Meredith –Sei stato molto più ardito quando le hai dato la macchina fotografica nuova dicendole che lei valeva la pena per una regalo così costoso!-
Tuomas spalancò gli occhi –E tu che ne sai?-
-Ho i miei informatori…- ammiccò la ragazza prima di scendere dalla vettura.
Tuomas si appoggiò totalmente allo schienale del sedile, ancora sorpreso: possibile che fosse stata Meredith a dirglielo? Allora, forse, anche lui non era totalmente indifferente alla fotografa. Si sentiva un idiota a fare dei ragionamenti da adolescente insicuro; aveva 30 anni, che si comportasse da uomo e si facesse avanti invece di rimanere lì imbambolato a fare congetture sui se e sui ma! La vista di Meredith che usciva dalla porta di casa, tuttavia, fece perdere al tastierista qualsiasi proposito maturo e coraggioso. Le sue corde vocali sembravano non aver sentito l’effetto benefico dell’acqua per decenni quando si sforzò di rispondere al saluto della rossa.
-Qual è il programma di oggi?- domandò Meredith sedendosi comodamente sul sedile posteriore e inserendo il volto tra i due sedili anteriori per meglio comunicare con gli altri due. Tuomas cominciò a sentirsi nervoso: la vicinanza del suo viso al suo e il respiro di lei che si scontrava leggero contro il suo collo non lo aiutavano certo a mantenere un controllo saldo sulle sue emozioni. Tutto quelle che avrebbe voluto fare era girarsi e baciare la ragazza. Fortunatamente la voce squillante di Psyche lo riportò alla realtà.
-Io devo girare qualche scena del video con gli attori che abbiamo reclutato, quindi non sarò reperibile prima delle 13h00 quando avrò finalmente la pausa pranzo.- disse la cameraman –Quindi hai ben quattro ore durante le quali puoi sbizzarrirti quanto ti pare con la tua nuova macchina fotografica!-
A quelle parole lo sguardo di Meredith scattò involontariamente su Tuomas che a sua volta stava guardando accigliato Psyche. Perché quello era uno sguardo accigliato, vero? Non aveva motivo di essere un altro sguardo…
-Avrò solo due ore comunque, le altre due torna Thabita con un’altra intervista solo per Bam riguardo al video. L’altra volta lei e Ville hanno perso tempo a litigare e quindi non è riuscita a trovare il tempo per finire l’altra.- disse la fotografa spostandosi leggermente verso la parte della cameraman.
Psyche si mollò una sberla sulla fronte –Merda, è vero! Ci devo andare anche io all’intervista mi ha detto Bam!- esclamò –Questo vuol dire che la mia pausa pranzo dovrà ridursi notevolmente se voglio finire le riprese e andare a casa presto!-
-Ti devo portare a casa io, dopo?- domandò Tuomas riuscendo finalmente a far nuovamente funzionare le sue corde vocali e assumendo un’aria più rilassata. Meredith guardò allarmata Psyche: possibile che, nonostante quello che le aveva detto, la cameraman stesse abbordando Tuomas? Perché doveva portarla a casa lui? Ah, giusto, perché Psyche non aveva la macchina quel giorno… ma se si erano messe d’accordo perché fosse Psyche a passare a prenderla, perché lei si era fatta venire a prendere da lui??
-Non ti preoccupare, Tuomas, prendo il tram. Tu basta che riaccompagni a casa Meredith.- rispose la cameraman.

o avrò finalmente la pausa pranzo.-ideo con gli attori che abbiamo reclutato, quindi non sarò reperibile prima dell--Guarda che non ho problemi a riaccompagnarti a casa, se vuoi.- obiettò Tuomas. Non era il caso che rimanesse in macchina da solo con Meredith: se averla dietro gli faceva quell’effetto non era sicuro che sarebbe riuscito a rimanere concentrato sulla guida avendola di fianco e potendola quindi guardare.
Psyche gli lanciò uno sguardo stralunato. La mente di Meredith, già sconvolta di suo per la presenza del tastierista, cominciò a dar forma a delle storie che stavano solo al suo interno. In fondo Psyche e Tuomas erano andati subito d’accordo, passavano parecchio tempo insieme e si vedeva chiaramente che avevano creato uno stretto legame di amicizia… ma era sicuro che fosse solo amicizia?
-Non importa, Tuomas, io finisco dopo voi due. Non voglio farvi aspettare, torno in tram.- insistette Psyche considerando chiuso il discorso .Ormai erano arrivati sul set del video.
Non appena furono tutti scesi dall’auto, Tuomas afferrò Psyche per un braccio avvicinandola per parlarle senza farsi sentire da Meredith –Non puoi farmi questo, Psyche! Se torno a casa da solo con lei faccio la figura del pesce lesso!- protestò.
Psyche ridacchiò abbracciandolo teneramente sotto gli occhi fantasiosi di Meredith che li guardava da lontano senza farsi notare. –Ti adotterei da quanto mi fai tenerezza, a volte!- disse la cameraman –Secondo me riuscireste a parlare senza problemi, una volta avviata una conversazione. Basta che non vi mettiate a parlare del tempo!-
Tuomas sorrise, anche se l’inquietudine non gli era passata per niente –Mi sento un liceale…-
-Allora dimostra a te stesso che sei una uomo e invitala fuori, no?- sorrise Psyche. Per Meredith che non sentiva una parola di quella conversazione tutto si riduceva a uno scambio di abbracci e sorrisi.
Tuomas sospirò sconfitto infilandosi le mani in tasca –Prima o poi lo farò, promesso.- disse.
-Ottimo! Io ora devo andare prima che Bam Bam mi fucili. Divertitevi, voi due!- lo salutò Psyche dirigendosi verso la postazione del regista e salutando anche Meredith.
Tuomas trasse un sospiro di incoraggiamento e si diresse verso la fotografa, pronto a dar vita a una conversazione in attesa dell’arrivo degli altri. –Scusa se non ho parlato molto in macchina, è che la mattina ci metto un po’ a ingranare.- disse. Cristo santo, quante balle poteva inventarsi più grosse di quella?!
La fotografa annuì appena –Psyche invece ha sempre la parlantina facile.-
Tuomas rise: effettivamente Psyche non si poteva definire un tipo taciturno, anzi, si vedeva che amava parlare, anche se fortunatamente mai a sproposito. –Senti, intanto che aspettiamo gli altri, ti va di fare colazione con me?-
Meredith lo guardò un po’ spaesata: a che gioco stava giocando? Prima era tutto cicì-cocò con Psyche e adesso la invitava a fare colazione con lui? Tuttavia decise di accettare –Di solito non faccio mai colazione, ma per questa volta farò un’eccezione.- disse. Tuomas le sorrise radioso porgendole il braccio con fare galante. Se ogni colazione portava a questo, Meredith avrebbe volentieri cambiato le sue abitudini.

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Capitolo 12
*** capitolo 12: fight club ***


CAPITOLO 12: FIGHT CLUB

 

 

Cazzo merda! Mai una volta che arrivi in orario! pensava Psyche mentre correva verso il luogo in cui si doveva tenere l’intervista, la borsa a sacca che sbatteva contro la cintura facendo tintinnare le spille contro le borchie. Era in ritardo di mezzora buona.

Con il fiatone che le faceva sollevare il petto aritmicamente si lasciò cadere sulla panca della birreria in cui si sarebbe svolta l’intervista, Bam e Thabita già intenti a discutere davanti a due giraffe.

-Scusate il ritardo, ma non sono riuscita a staccare prima…- ansimò la cameraman appoggiando la testa su una mano e ravvivandosi la chioma con l’altra –Psyche Suikkari.- si presentò poi.

Thabita la guardò un po’ infastidita: detestava dover aspettare i comodi degli altri e il ritardo della cameraman le aveva fatto prolungare quella noiosissima intervista di mezzora –Thabita Daniel’s.- si presentò tuttavia, sforzandosi di stringere la mano della ragazza. Aveva una stretta forte, almeno doveva essere una donna di carattere.

-Cosa mi sono persa?- domandò Psyche prima di ordinare una Guinness.

-Thabita mi stava chiedendo di come siamo riusciti a mettere d’accordo persone abituate a generi di video diversi.- disse Bam –Credo che la risposta spetti a te, visto che il video è tuo, in fin dei conti.-

Thabita spostò lo sguardo glaciale dallo skater alla cameraman –E così il video non è di Bam Margera come si dice?- domandò.

Psyche sorrise un po’ soddisfatta, anche se in fondo le dispiaceva togliere luce a Bam –L’idea è stata mia, ma io e Bam lavoriamo insieme: io seguo le riprese di Ville, Tuomas e Alexi mentre lui segue la storia, ma alla fine il montaggio lo faranno lui e la Bam’s Crew.- disse.

-E dimmi, come sei riuscita a far sì che Rakohammas rinunciasse a fare il figo in un video, per una volta nella sua misera vita?- domandò la Vj con un sorriso gelido, scettico.

Psyche osservò un attimo quegli occhi chiari e glaciali: sapeva cosa era accaduto durante la scorsa intervista, si era informata un po’ sulla fama di Miss Iceberg prima di affrontarla a viso scoperto, e adesso vedeva chiaramente cosa intendevano dire quando definivano Thabita Daniel’s un tipo difficile da prendere. Tuttavia lei non aveva nessuna intenzione di farsi intimidire dalla Vj, né tantomeno le avrebbe raccontato quello che voleva sentirsi dire. –Ville è stato il primo ad accettare, gli piaceva l’idea di un video concentrato sulla canzone, per una volta. Sono rimasta positivamente sorpresa: credevo che Valo fosse uno tutto fama e quanto-sono-figo, ma in realtà è più sveglio e serio di quanto non dia a vedere.-

Thabita osservò Psyche con un sopracciglio alzato –Siamo sicure di conoscere lo stesso Ville Rakohammas?- domandò bevendo un po’ di birra.

-No, io conosco il Ville trentenne, tu quello adolescente. In quindici anni si cambia parecchio.- la freddò Psyche guardandola dritta negli occhi, cosa che di solito i suoi intervistati evitavano di fare. Un sorriso appena percettibile si fece largo sulle sue labbra, ma Thabita lo eliminò subito.

-Le persone restano fondamentalmente le stesse, non vedo perché sprecare il mio tempo a verificare quanto Rakohammas sia potuto cambiare in quindici anni.- replicò Thabita decidendo di far cadere lì il discorso, ma non conosceva Psyche: lei odiava far cadere i discorsi.

-Ville tende a dire cazzate per divertirsi e darsi un tono, ma non è questo che fa una persona… Chiunque ti conoscesse potrebbe pensare di te che sei solo un guscio di ghiaccio senza anima né sentimenti, eppure persone così non esistono.- replicò la cameraman tracannando la birra dal suo bicchiere -Le persone fondamentalmente non cambiano, ma ci sono determinate condizioni che si verificano nella vita che ci fanno percepire le cose in modo diverso, cambiando quindi il modo che noi abbiamo di rapportarci ad esse.-

Thabita si raggelò. Non sapeva che risponderle… per la prima volta qualcuno la metteva a tacere, per la prima volta si trovava davanti qualcuno che non aveva peli sulla lingua. Non le dispiaceva poi troppo quella ragazza, nonostante prendesse le difese di Valo. –Continuiamo l’intervista così posso tornarmene a casa.- disse riprendendo in mano il blocchetto con la penna.

Mezzora dopo Psyche se ne usciva nera dalla birreria, con Bam che si sforzava di tenere il suo passo.

-Psyche, cristo santo, calmati!- esclamò lo skater.

-Calmarmi? Calmarmi?? E come faccio? Quella Thabita sputa merda su tutti quelli che non le vanno a genio, anche senza sapere come sono, si ferma alle apparenze o ai ricordi da adolescente! Ha 30 anni e si comporta come una ragazzina! Non mi piace per niente!- sbottò Psyche fermandosi e voltandosi di scatto verso Bam, facendo ondeggiare i boccoli ribelli.

Lui le mise le mani sulle spalle cercando di farla tornare in sé –Psyche, nessuno ha mai tenuto testa a Miss Iceberg come te oggi, dovresti esserne fiera! Non crearti problemi inutili! Lei e Ville si odiano, è un dato di fatto, perché te ne preoccupi così tanto?- le disse.

Psyche trasse un respiro profondo cercando di rilassarsi –Perché non mi sembra giusto.-

-Il tuo problema è che ti scaldi troppo per le cause degli altri.- le rivelò Bam –E’ il caso che adesso vai a farti una doccia e ti dimentichi di Thabita Daniel’s per un po’.-

Psyche si mordicchiò un labbro: non aveva alcuna voglia di andarsene a casa, ma Bam aveva ragione, aveva bisogno di rilassarsi e di evitare di pensare a Miss Iceberg. –Allora ci vediamo domani, ma non cominciare le riprese senza di me, intesi? Non mi convinceva per niente il ragazzo che avete scelto tu e i tuoi, mi stona con le immagini degli altri tre.- disse.

Bam alzò gli occhi al cielo sbuffando –Avevi detto che mi avresti lasciato la storia!- protestò.

-Ma non hai saputo sfruttare bene la mia generosità!- sorrise la ragazza assumendo una posa da superiore prima di tornare a essere seria –A parte gli scherzi, Bam, non va bene quel ragazzo… Non so perché, ma non mi ispirava.-

-Non ti ispirava perché l’ho scelto io.-

-Non è vero, la ragazza è perfetta! Lei è esattamente il tipo di ragazza che mi immaginavo per questo video… non credere che a me non piaccia come lavori, è solo che secondo me dobbiamo trovare un altro ragazzo.- obiettò Psyche abbassando la visiera del cappellino all’amico che sorrise appena.

-Ciò vuol dire che dovremo rifare un bel po’ di riprese.- sospirò –Ok, ti ho voluta io, ne pagherò le conseguenze.- accettò scompigliandole i capelli.

-Voglio che il video sia perfetto! Voglio che Miss Iceberg si ricreda su quello che possono fare i ragazzi e voglio dimostrarle di cosa siamo capaci noi due!- esclamò Psyche allontanando Bam e cercando di ridomare i riccioli che Bam aveva sparato in ogni direzione.

Bam scoppiò in una risata sincera –Psyche, Psyche, non cambierai mai! Sempre competitiva in qualunque cosa tu faccia! Vuoi sempre essere la prima in tutto.-

Psyche gonfiò il petto d’orgoglio –Io voglio che la gente si complimenti con me, voglio che il mio impegno sia riconosciuto! Non è mica chiedere troppo!-

-No, ma a volte sei comica.- le rispose Bam –Adesso vai, ci vediamo domani.- la salutò poi dirigendosi nuovamente verso la birreria.

Psyche inclinò leggermente la testa di lato com’era solita fare quando rifletteva, attorcigliandosi un boccolo attorno alle dita: cominciava a essere stufa del carattere che le affibbiavano tutti di donna dura, schiavista… si sentiva più una macchina da guerra quando la descrivevano così! Forse prima o poi avrebbe trovato qualcuno che la facesse sentire diversa, per il momento le bastava una doccia che le facesse dimenticare Thabita Daniel’s.

ok, il titolo non è dei migliori, ma non avevo idee per renderlo bene. questo è uno di quei capitoli che mi diverto sempre a leggere perché Thabita qui è decisamente fantastica! XD e Psyche pure... se non altro sono due caratteri forti a confronto. a cosa porterà tutto questo? lo sapremo nelle prossime puntate. keep on enjoying us! Kuji13_musicaddict

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Capitolo 13
*** capitolo 13: Odi et Amo ***


CAPITOLO 13: ODI ET AMO

 

Thabita era decisamente arrabbiata con sua sorella. Aveva veramente passato il limite, arrivando a parlare di lei con Laiho oltre il limite consentito, entrando nel personale e dando al chitarrista false speranze. Quando arrivò sul set del video, Sabrina era al solito posto: seduta sul prato con Alexi Laiho e una birra appoggiata alle labbra.

-Adesso basta, Sabrina. Avanti, andiamo!- disse fermandosi davanti a lei e lanciandole uno sguardo gelido, cosa che faceva esclusivamente quando era arrabbiata.

Sabrina sentì la situazione di pericolo e scattò in piedi –Ero solo venuta a salutare Alexi!- esclamò per giustificarsi.

-Non mi interessa, non mi va di doverti venire a recuperare ogni volta e non mi va che tu parli con lui. Ho anche dovuto lasciare prima l’intervista che stavo facendo a causa tua.- la zittì Thabita prendendola per un braccio e attirandola a sé. Alexi assisteva alla scena rimanendosene seduto sul prato, rapito dalla figura della Vj avvolta in un tailleur che poco le si confaceva, ma che metteva in risalto le sue forme che il chitarrista adocchiava volentieri.

-Thabita, non ti incazzare! Stavamo solo parlando!- intervenne vedendo la situazione mettersi male per la ragazzina.

Thabita gli lanciò lo sguardo più truce di cui disponeva –Non mi piacciono gli argomenti delle vostre conversazioni.- disse prima di tornare a rivolgersi alla sorella –Io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere, a casa.-

Sabrina lanciò uno sguardo preoccupato ad Alexi –Ti giuro che non abbiamo parlato di te, stavolta!-

-Il problema, Sabrina, sono tutte le altre volte. Adesso basta. Andiamo.- obiettò la donna cominciando a trascinarla via.

Proprio in quel momento arrivarono Psyche e Ville intenti a discutere delle riprese. Non appena la cameraman vide la Vj un moto d’odio le montò al petto. Ancora non le era passato il nervoso dopo l’intervista con lei alla birreria, non le era ancora andato giù il modo in cui aveva trattato Ville, il modo in cui aveva criticato la canzone che ancora non aveva sentito e il modo arrogante con cui pretendeva di conoscere già tutto delle persone che aveva davanti. Per lo meno sua sorella compensava la sua stronzaggine.

Sabrina le lanciò un’occhiata implorante –Psyche, ti prego, salvami!- sussurrò senza però sfuggire alle orecchie da intervistatrice della sorella maggiore.

-Non fare la bambina, Sabrina! Sei abbastanza grande da capire certe cose.- la zittì.

Ville Valo la guardò scettico mettendosi quasi a ridere –Alle prese con le sorelle minori?-

Thabita non era dell’umore per sopportare Ville Hermanni Rakohammas in una situazione normale, già l’idea di condividere con lui la stessa aria le dava ai nervi, se si aggiungeva il nervosismo creato da un’intervista interrotta per la lingua troppo lunga di una sorella minore che voleva giocare a Cupido, il livello di sopportazione scendeva paurosamente.

-Senti, Flash, non rompere i coglioni adesso, non ti conviene.- sbottò la Vj inchiodandolo con gli occhi glaciali, raffreddati espressamente per lui.

-Oh, siamo suscettibili!- disse Ville accendendosi una sigaretta –Una signora così ben vestita non dovrebbe usare certe parole volgari!-

Se c’era una cosa che Thabita odiava più di Valo era proprio il tailleur che portava, ma aveva dovuto indossarlo per obbligo professionale, un obbligo a cui nemmeno lei era riuscita a sottrarsi per una volta, quindi quella battutina sul suo abbigliamento non fu esattamente di suo gradimento. I suoi occhi vagarono sui vestiti che aveva il suo interlocutore: una T-shirt, una giacca e un paio di pantaloni di pelle aderentissimi, naturalmente neri. Soprattutto i pantaloni attirarono la sua attenzione –Almeno io non mi vesto per mettermi in mostra.- disse alludendo alla forma sporgente che assumevano i pantaloni all’altezza dell’inguine del darkman –Stai messo bene là sotto, ma lo sai usare per più di venti secondi?-

Sabrina e Alexi ridacchiarono per la frecciata della donna, Psyche non si perdeva una battuta rimanendo tuttavia impassibile, concentrata sull’antipatia che provava nei confronti della Vj. Contrariamente alle previsioni di Sabrina e Laiho, Ville si mise a ridere avvicinandosi maggiormente a Thabita, così vicino da poter sentire distintamente sulle proprie guance il respiro di lei e la guardò dritta negli occhi -Se tu venissi con me ti farei godere così tanto da urlare il mio nome per tutta la notte.- le disse soffiandole un po’ di fumo in faccia.

Thabita si irrigidì, un senso di nausea e di odio puro che le ostruiva lo stomaco, gli occhi sempre puntati su Valo, più cattivi che mai. Sabrina era rimasta decisamente sorpresa dalla replica del cantante, mentre Alexi avrebbe tanto desiderato strangolarlo. Psyche cercava vivamente di non lasciar trasparire troppe emozioni, ma avrebbe veramente voluto mettere a tacere Thabita una volta per tutte. Era fiera della risposta di Ville, la Vj se l’era meritata.

-Thab, andiamo, dai!- disse Sabrina cercando di trascinare la sorella lontano da quella situazione imbarazzante. Valo l’aveva messa a tacere. Sabrina adesso aveva la certezza di non sopportare il cantante degli HIM. Tuttavia Thabita non aveva alcuna intenzione di andarsene adesso che aveva un dibattito da portare a termine.

La Vj si rivolse a Psyche –Spero che tu sia una buona addestratrice: quando si ha a che fare con le bestie certe capacità tornano sempre utili.- disse con un sorrisino di sfida riservato a Valo.

Psyche strinse appena gli occhi –Sono maggiormente preparata contro i serpenti.- rispose –A volte strisciano per togliersi dai guai, e in quei casi è bene stare attenti ai morsi.-

Thabita capì benissimo che quella frase era diretta a lei, tuttavia la cosa non fece altro che farla sorridere mite: quella cameraman era riuscita a farla tacere già due volte. Decisamente le piaceva.

Psyche dal canto suo, non la sopportava. Trovava Thabita insolente, irritante e detestava quel suo mettersi al di sopra di chiunque, la sua aria da donna superiore. Superiore in cosa? Il fatto che conoscesse Ville da anni e anni non la giustificava affatto.

-Sei tosta.- disse Thabita mentre sua sorella la tirava per andarsene rapidamente -Mi piaci. A presto Psyche, Alexi…- scoccò un’occhiata al vetriolo a Valo che ancora ridacchiava e si allontanò -Finalmente sono riuscito a farla tacere.- disse appunto il leader degli HIM.

-Si beh, voi uomini dovete sempre ricorrere al sesso.- sibilò Psyche irritata.

-Guarda che è stata lei la prima a…-

-Non mi interessa, chiaro?- tagliò corto lei, dandogli le spalle e allontanandosi a sua volta. A lei non importava nulla dei battibecchi di Ville e Thabita, anche perché si vedeva lontano un miglio che nascondevano altro, era lampante! Prima le frasi cattive, poi i bisticci… infine erano arrivati alle battute a sfondo sessuale… Psyche non avrebbe faticato a credere se lui fosse arrivato un giorno, sbattendo in faccia a tutti che se l’era portata a letto.

E smettila di pensarci, a te non importa  si disse, cercando di calmarsi… inutilmente. Thabita la faceva incazzare come poche altre persone al mondo e poi ci si era messo anche Ville! Smettila Psyche… Ville può scoparsi l’intero pianeta… che ti frega? Niente. NIENTE! Anche se è un bugiardo ipocrita! Prima diceva che detestava Thabita da sempre, poi si comportava in quel modo… Certo, come no… se la mangiava con gli occhi… e Thabita è così bella… Quel giorno la Vj aveva abbagliato tutti con quel look, mentre Psyche si sentiva un emerito maschiaccio, soprattutto per comodità, niente a che vedere con la donna che era in realtà… Tanto a chi devo far vedere come sono?

A nessuno, appunto.

Specialmente, non a un certo singer dagli occhi verdi più luminosi che avesse mai visto.        

ghegheghe... ^^ questo capitolo rivela un po' di caratterini in più. a chi piace Thabita credo che farà piacere, finalmente si nota un lato di lei un po' diverso, a chi piace Psyche spero che le sue risposte non abbiano fatto altro che farvela piacere ancora di più, a chi infine piace Ville... beh, mettetevi in coda! qui è pieno di vostre rivali, per cui rassegnatevi! XD
keep on enjoying us! Kuji&music

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Capitolo 14
*** One Bad Beer ***


14

CAPITOLO 14:  One Bad Beer

-Ok, ragazzi, per oggi basta!- annunciò Psyche spegnendo la telecamera e cominciando a raccattare le sue cose per potersene andare. Era veramente felice: finalmente le riprese erano quasi finite per quel che riguardava i ragazzi e stava venendo fuori un video veramente bello.
-Ciao, sei impegnata?- una voce profonda proveniente da dietro le sue spalle la distrasse dai suoi pensieri. Ville Valo la guardava in attesa con una sigaretta che pendeva dalle labbra e l’accendino a mezz’aria.
-Dipende… - rispose la cameraman.
-Ti andrebbe di accompagnarmi a prendere una birra? Ho chiesto a Tuomas e Alexi, ma hanno già un impegno…- insistette il cantante accendendosi finalmente la sigaretta.
Psyche lo guardò scettica: quella frase le suonava molto da scusa patetica, ma preferì evitare di costruirsi castelli mentali che l’avrebbero solo fatta diventare paranoica e si decise a rispondere –Non ho niente da fare e a me fa sempre piacere prendere una birra.-
Ville sorrise –Ottimo.- disse facendole strada verso la birreria poco distante dal set del video. –Come sta venendo il video?- le chiese mentre camminavano.
Psyche sorrise radiosa –Veramente bene! Il pezzo che è venuto meglio è quello in cui Bam ha mixato le vostre tre ambientazioni secondo me… lì si sente veramente l’interpretazione della canzone. Ma la parte che preferisco è il pezzo di Tuomas nello studio: quello mi trasmette di più.- rispose.
-Sono contento che ti piaccia.- commentò Ville –D’altronde avete fatto davvero un buon lavoro tu e Bam insieme. Credo che ti richiederò anche per un video himmico in un futuro imminente… chissà che tu non riesca a impartire un po’ di disciplina a Migé e a Gas!-
Psyche storse il naso –Uffa, ma certo che siete cattivi nei miei confronti! Non mi sembra di avervi fatti passare per un campo di concentramento!- sbottò un po’ offesa.
-Non intendevo offenderti.- si scusò Ville –A volte sei un po’ dittatoriale, però…-
-Anche te da quel che ne so, Hitler!- replicò la cameraman con un risolino.
Ville sbuffò fuori l’ultima boccata di fumo con un sorrisetto passandosi una mano sul pizzetto –Vedo che Bam ti ha informata sulla mia nomea con gli HIM.- disse –Spero che per il resto ti abbia parlato bene di me!- ridacchiò poi aprendole la porta della birreria per lasciarla passare.
-A parte certe cose scabrose e incivili… sì, per il resto abbastanza bene.- rispose la ragazza.
-Scabrose e incivili?- chiese Ville accigliato e divertito allo stesso tempo Se Bam le ha parlato male di me lo distruggo! –E che cosa ci sarebbe di così incivile nella mia vita?-
Psyche rise –Oh, un sacco di cose, a partire dal fatto che avete fatto diventare la vostra sale prove un letamaio più di una volta!-
-Ah, quello…- si ricordò il cantante passandosi una mano tra i capelli leggermente imbarazzato –Ok, sì, in effetti è un po’ incivile… ma era divertente.-
-Immagino.- commentò Psyche ordinandosi la solita Guinness –E a te piace il video?-
-Sì, mi piace davvero molto. Anche a Tuomas e ad Alexi piace, anche se Alexi era il più scettico all’inizio… gli sembrava troppo femminile come idea.- rispose il cantante.
Psyche spalancò gli occhi –Oddio, Alexi Laiho che considera femminile una mia idea… potrei svenire per una notizia del genere!- commentò scettica con uno sbuffetto un po’ esasperato. Alexi non aveva ancora smesso di tormentarla per la sua tendenza a fare il maschiaccio.
-A dir la verità sei più femminile di quanto tu non creda, e l’ha notato anche Alexi.- obiettò Ville.

Sì, come no
. Pensò la ragazza sorseggiando la sua birra e osservando vaga il posacenere sul tavolo. La presenza di Ville ormai cominciava a risultarle normale, anche se doveva stare bene attenta ad evitare i suoi occhi se voleva conservare la sua integrità emotiva. –A me sembra che Alexi abbia notato altre femminilità…- commentò –Sta sempre appiccicato a Meredith.-
Ville sorrise, sapendo bene come stavano le cose –No, direi che quello perso dietro a Meredith sia Tuomas: è proprio cotto di quella fotografa! D’altro canto anche a me non dispiacerebbe farci un pensierino, ma io ho messo già gli occhi su qualcun’altra…- disse.
Psyche non seppe perché,  ma il suo stomaco sembrò precipitare verso il basso: allora i suoi sospetti erano fondati! –Bè, tu e Thabita vi conoscete da un sacco di tempo…- cominciò a dire, ma il cantante la bloccò.
-Chi? Thabita? Ma nemmeno se fosse l’ultima donna sulla faccia della terra! Piuttosto mi farei monaco!- obiettò lui con tono aggressivo, ma fondamentalmente divertito –Mi chiedo come puoi aver pensato che stessi parlando di Thabita!-
Psyche riuscì per la prima volta a guardare Ville negli occhi, con uno strano presentimento che si faceva largo tra i suoi pensieri –Io… io credevo… state sempre lì a punzecchiarvi… lei è bella e…- cercò di trovare una spiegazione, ma alla fine ci rinunciò –Chi, allora?-
Valo concentrò il suo sguardo verde intenso sulla cameraman che lo guardava in attesa, leggermente in apprensione, ma non così tanto da darlo a vedere –Una ragazza decisamente carina che in questo momento è seduta davanti a una Guinness con un coglione alcolizzato.- disse –E che è dannatamente brava con la telecamera, per citare Bam.-
Psyche spalancò gli occhi nocciola-verdi assumendo un colorito rosato sempre più intenso. Non poteva essere, non lei! –Io…? Ma… sei sicuro?-
Ville rise sonoramente –Che domande! Certo che sono sicuro! Direi che non ti ho tolto gli occhi di dosso da quando sei arrivata!- le rispose passandosi una mano dietro al collo, un po’ in imbarazzo anche lui. Aveva cercato in tutti i modi di farglielo capire.
La cameraman rimase nuovamente a secco con le parole. Si sentiva una stupida… Uno degli uomini più sexy al mondo, il cantante di uno dei gruppi che lei amava di più le stava dicendo che gli interessava e lei cosa diceva? Gli chiedeva se ne era sicuro, ovvio… qualunque persona sana di mente l’avrebbe fatto! Crollata l’immagine della ragazza che sa controllare le sue emozioni.
-Scusami, sono leggermente sconvolta.- disse infine prendendo una sorsata abbondante dalla sua birra. Peccato che a lei, per fare effetto, ne servisse più di una pinta.
-Spero in positivo!- commentò Ville senza abbandonare il suo sorriso –Altrimenti credo che dovrei cominciare a scappare, in caso tu cercassi vendetta.-
Psyche assunse un broncetto seccato, ma era ancora troppo sconvolta dalla rivelazione di Ville per potersi permettere di essere veramente offesa –Non serve, non mordo. E sarei stupida a dirti che questa cosa non mi abbia fatto piacere…-
-Ma?- domandò Ville abbandonando il sorriso: il tono di Psyche aveva qualcosa di decisamente poco rassicurante per quello che lo riguardava.
-Ma non so che risponderti, Ville. Non dico che tu non mi piaccia: mi piace parlare con te e mentirei se dicessi di trovarti brutto, ma non sono  ancora in grado di dire se il tuo interesse è ricambiato o no, mi dispiace.- disse la cameraman lasciando i soldi per la birra sul tavolo e afferrando la borsa –E’ meglio che vada, altrimenti perdo l’autobus… stamattina mi ha portato su Tuomas, perciò… Ci si vede domani.-
Ville la guardò allarmato. Cosa stava succedendo? Perché stava andando via? Stava andando tutto bene… come era arrivato a quel punto? I suoi occhi caddero sui soldi sul tavolo –Almeno lascia che la birra te la paghi io!- protestò tendendole la banconota.
-No, per favore, odio farmi offrire le cose se… Poi mi sento in debito.- rifiutò Psyche scuotendo la testa e facendo ondeggiare i riccioli –A domani, ok?-
-A domani.- biascicò Ville guardandola andare via e abbandonandosi sulla sedia picchiettando con le dita sul bordo del tavolo di legno. In quel momento rimpiangeva decisamente di non avere mai preso la patente: avrebbe potuto almeno riaccompagnare Psyche a casa.

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Capitolo 15
*** Gelosia... ***


CAPITOLO 15: GELOSIA...

 

-Non capisco perché ne stai parlando con me- disse Tuomas sorseggiando un caffé mentre Valo si scolava la terza birra di fila e finiva il pacchetto di sigarette comprato due ore prima. Il leader degli Him fece spallucce, mentre osservava distrattamente cosa accadeva sul set.

-Perché si- il tastierista gli lanciò un’occhiata stranita -siamo nella stessa situazione- aggiunse Ville spegnendo una cicca sotto le scarpe -io ho avuto un quasi due di picche da Psyche e tu da Meredith, lei e Alexi stanno sempre insieme…sa il cazzo di cosa parlano tutto il tempo, la cosa che lui voleva sbattersi Thabita mi sembrava troppo anormale-

-Già- commentò amaramente Tuomas. Con il fatto che Psyche e Meredith erano diventate amiche in due secondi, la fotografa girovagava sempre per il set ma quando non era impegnata a fotografare, chiacchierava con Alexi. Sempre Alexi. Lui era riuscito ad avvicinarla tre volte, la prima per darle quella macchina fotografica, la seconda per invitarla a fare colazione e la terza per fare giusto due chiacchiere o almeno provarci…ma il frontman dei Bodom era arrivato a rompere le uova nel paniere e la rossa se n’era andata con lui -Ho idea che, non so…dovremmo lasciar perdere- disse ancora Ville.

-Guarda che non ti ha dato un due di picche- ragionò Tuomas -forse se ti ci impegni seriamente puoi smuovere le cose, in fondo con te si trova bene, no? Psyche è una persona con la quale puoi parlare di qualsiasi cosa, è una buona amica, almeno per quanto mi riguarda-

-Sarà meglio- borbottò Valo. Ovviamente aveva notato quanto Psyche e Tuomas erano in confidenza…ma se per il tastierista era solo amicizia, allora stava bene.

-Geloso?-

-Almeno quanto tu di Alexi-

-La mia è una partita persa in partenza- Tuomas gettò il contenitore del caffé e si allontanò. Dal lato opposto stavano infatti arrivando Meredith e Alexi, impegnati in una discussione piuttosto accesa.

-Guarda che non può mica farti del male- disse la fotografa -dai, Sabrina è stata gentile a portarti il numero di Thabita…cosa ti costa telefonarle?-

-La vita, tanto per cominciare- rispose il biondo -ehi Rrrrrakohammmmasss- salutò prima che Valo decidesse di andarsene.

-Ville diglielo anche tu, per piacere…- s’intromise Meredith.

-Cosa?-

-Giusto non sai tutto…poco fa Sabrina è venuta qui per dare ad Alexi il numero di Thabita, e sto deficiente non la vuole chiamare!- il darkman guardò lui e la rossa, poi tornò su Alexi -Quindi, stai ancora pensando a quella?- gli chiese perplesso…che lui e Tuomas non avessero capito un fico secco del rapporto tra il leader dei Children e la fotografa? -ma voi…siete solo amici?- i due interessati scambiarono un’occhiata poi spostarono gli occhi su Valo.

-Certo. Sta qua bava dietro a Tuomas. Devi sentire le porcate che dice!-

-Ma taci cazzo!- sbottò Meredith arrossendo lievemente.

-Non sei te quella che se lo farebbe…dove hai detto? Ah, si…in uno stadio davanti a migliaia di persone-

-Sempre meglio che un cesso pubblico, caro- lo rimbeccò la rossa cercando di guardare altrove. Valo fece oscillare lo sguardo da uno all’altra.

No. Decisamente lui e Tuomas non avevano capito un cazzo…la cosa lo fece sorridere. Meredith invece non era dello stesso avviso, essendo gelosa marcia di Psyche…Tuomas le stava sempre appiccicato e lei non capiva come mai la cameraman gli desse tanta corda. Non era mica interessata a Valo? Almeno un po’? E allora perché non stava alla larga da Tuomas e già che c’era la smetteva di abbracciarlo sempre?

-Chiama Miss Iceberg, al massimo ti dirà che non gliene frega un cazzo. Per telefono non può certo prenderti a calci nel culo- disse infine il leader degli Him. Alexi annuì e prese il telefono.

Tuomas aveva raggiunto Psyche, la cameraman troncò di netto una discussione con uno della troupe e salutò l’amico.

-Che faccia-

-Meglio della tua e il depresso dovrebbe essere Ville. Non tu-

-Allora ti ha detto…- fece lei, Tuomas annuì -credimi mi fa un piacere immenso…con lui mi trovo bene, lo considero bello e anche molto sexy ma…non so se c’è altro-

-Dovreste solo conoscervi meglio-

-Può darsi- ammise Psyche con un sospiro, forse alla fine di quelle riprese avrebbe potuto uscire con lui e conoscerlo, lasciando fuori ogni questione di lavoro. Per lei era tutto fin troppo strano, ancora non riusciva a credere di essere l’oggetto d’interesse di uno come Valo, abituato a stare con modelle iper magre e bellissime. Non che considerasse se stessa brutta, anzi…si piaceva. Ma non riusciva proprio a capire cosa Ville trovasse in lei di così speciale, per dirle ciò che le aveva detto la sera prima in birreria. Si era persino imbarazzato un sacco! Era spiazzata.

Mentre Psyche sproloquiava e Tuomas pensava di aver ormai perso ogni speranza con Meredith, Alexi Laiho, attendeva che Thabita rispondesse al cellulare. Dopo quasi venti squilli, la voce della Vj gli giunse decisamente scazzata dall’altro capo del telefono.

-Si può sapere chi è?-

-Ciao Thabita, sono Alexi- attimo di silenzio. Il biondo pensò seriamente che lei gli avrebbe attaccato la cornetta in faccia.

-Laiho?- chiese invece lei, facendo trasparire una nota di sorpresa nella voce, lui confermò -come hai avuto il mio numero?-

-Non posso dirtelo-

-Sabrina- sbottò lei -non c’è bisogno di mentire, so che è stata lei…so sempre quando combina una cazzata-

-Darmi il tuo numero non è stata una cazzata- replicò lui -sono stato io ad insistere. Ho ancora in sospeso quella birra…-

-Perché?- secco e diretto.

-Perché voglio conoscerti, non credo a un cazzo di quello che ha detto Ville. Accetti o no?- ancora un lungo silenzio dall’altra parte -solo una birra e due chiacchiere-

-E va bene- concesse Thabita. Alexi ringraziò di essere al telefono, perché assunse un’espressione a metà tra il lussurioso e l’ebete davvero sconcertante. Inutile,quella tipa lo eccitava da morire.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16:: Natalia ***


16natalia

Capitolo 16: Natalia

-Oggi è l’ultimo giorno- disse Bam a tutta la compagnia radunata per l’occasione -è stata una settimana intensa ma soddisfacente, avete fatto tutti un ottimo lavoro, ormai manca davvero poco. Quindi basta convenevoli e muoviamo le chiappe che voglio riprendere a dormire decentemente!-
-Un vero discorso da oscar- commentò Psyche sorridendo -contato che è quasi mezzogiorno e oggi si lavora mezza giornata…-
-Non cominciare!-
-Dai che è quasi finito, animo!-
-Tanto tu oggi non devi fare niente di che…parli bene- borbottò lo skater allontanandosi. Mancava solo qualche ripresa della storia, mentre per quanto riguardava Ville, Alexi e Tuomas, tranne qualcosa che comunque avrebbero girato dopo pranzo, il grosso era finito. La cameraman raggiunse i tre che chiacchieravano, salutò sia Alexi che Tuomas con il solito entusiasmo ma quando incrociò gli occhi verdissimi di Ville, non riuscì a spiccare parola, limitandosi ad un sorrisino un po’ imbarazzato. Davvero non sapeva cosa fare.
-Meredith?- domandò il tastierista dei Nightwish, cercando di assumere un tono noncurante che però non convinse nessuno.
-E’ andata al bar, non facendo colazione le viene fame a metà mattina- spiegò Psyche -mi chiedo dove metta tutto quello che mangia- aggiunse facendo l’occhiolino a Tuomas, stava per fare una qualche battutina maliziosa, che venne interrotta da un –Ville! Come stai? E’ un sacco che non ci vediamo!- urlato esattamente dietro di lei. Due secondi dopo Natalia Avalon saltò letteralmente al collo del darkman, sfiorandogli le labbra con le proprie, truccatissime.
-Ciao Natalia, come mai qui?-
-Ma come? Sono venuta a trovarti!- squittì lei, dando il via ad una chiacchierata a due. Psyche si ritrovò a schiumare di rabbia. Non solo quell’oca non si era presentata…non solo, si era avvinghiata come una piovra al braccio di Ville, dopo averlo persino baciato. Ma lui non aveva nemmeno reagito -ah, lei?- Natalia Avalon si voltò verso Psyche e ridacchiò sommessamente -si, ovvio solo Bam Margera può avere amicizie tanto strane, spero almeno che il suo talento con la videocamera non sia pari al gusto per vestire-
-Come prego?- disse la riccia, riprendendosi dall’attimo di stordimento.
-Sei vestita come un uomo- commentò Natalia sfiorando con la testa la spalla di Valo -e santo cielo, nemmeno un filo di trucco!-
-Per tua informazione noi qui lavoriamo, questa non è una sfilata di moda- ribatté la cameraman tentando di restare calma -e poi non accetto critiche da una cafona maleducata che non ha nemmeno avuto la decenza di presentarsi- Natalia scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli scuri.
-Allora come mai sei qui a fare salotto?-
-Non sono affari tuoi- rispose duramente Psyche, oltre all’atteggiamento da oca giuliva della Avalon, ciò che la fece arrabbiare fu il comportamento di Valo. Prima diceva che lei gli piaceva e via discorrendo, poi lasciava che quella cretina gli si strusciasse addosso infine, visto che la Avalon era amica sua, non la fermava nemmeno, lasciandola lanciare insulti in modi più o meno volgari. Psyche a sua volta, cercava di rispondere a tono ma in quell’occasione però era diverso e non riusciva a tenerle del tutto testa. Ci era rimasta male e la sua lingua di solito bella tagliente, sembrava semi-paralizzata.

La discussione tra le due, invece che terminare, continuò ancora per qualche minuto. Psyche avrebbe volentieri abbandonato le parole per prendere la Avalon a sonori schiaffoni, ma non ce ne fu bisogno. Accadde tutto in una frazione di secondo, Meredith arrivò camminando spedita, inciampò in un cavo non arrotolato bene e riversò l’intero contenuto del frappé al cioccolato addosso a Natalia Avalon che in breve si ritrovò coperta di un liquido marroncino schiumoso.
La fotografa rimase immobile a terra per qualche istante, poi Tuomas precedette Alexi e le tese una mano, per aiutarla a rialzarsi.
-Fatta male?- domandò tirandola in piedi e approfittandone per tenere un braccio sul suo e una mano poggiata sul fianco. Almeno se le fosse girata la testa non sarebbe caduta, no?
-No- rispose lei -solo una sbucciatura al ginocchio, sapevo che dovevo mettere i jeans lunghi e non sti cosi- borbottò guardando male i jeans neri aderenti, tagliati poco sopra il ginocchio -mi dispiace molto- disse poi a Natalia Avalon, che colava cioccolato dovunque e la fissava sconvolta.
-Ti dispiace? TI DISPIACE?- strillò pestando un piede a terra -QUESTO VESTITO E’ NUOVO! L’HO PAGATO 430 EURO!-
-Ti ho detto che mi dispiace, non ho certo fatto di proposito! Al massimo posso portartelo in lavanderia, se facciamo in fretta…-
-L’hai rovinato! Razza di deficiente! E’ da buttare!-
-La prossima volta vedi di vestirti adeguatamente- buttò li Psyche mentre Tuomas e Alexi ridevano di gusto e Ville fumava guardando la scena come se stesse fissando lo schermo della tv.
-Ma stai zitta tu! Degna compare di questa scema!-
-Stai rompendo le palle- s’intromise il leader dei Bodom, che le passò davanti degnandola di una piccola spallata e raggiunse Meredith -dai andiamo e non sbatterti per sta cretina- mentre Tuomas, Alexi e Meredith se ne andavano, Psyche colse al volo l’occasione, afferrò Valo per un braccio e lo trascinò via, lasciando la Avalon da sola a piangersi addosso.
-Che hai?- fece il darkman non appena lei lo lasciò andare.
-Che ho? E me lo domandi?- scattò lei, irritata -sei proprio bravo sai? Ancora un po’ e credevo sul serio alla storia che ti piaccio!-
-Guarda che è vero-
-E allora perché cavolo non hai tenuto a bada quella? Mi ha coperta d’insulti, mi ha fatta sentire uno schifo e tu non hai mosso un dito! Anzi! Te ne stavi li a farti sbavare addosso, cazzo ti ha pure baciato e non hai mosso un dito! Sei un bugiardo!-
-Non ti capisco, prima mi dici che io non ti interesso e poi mi fai una scenata di gelosia?-
-Io non sono gelosa!- protestò Psyche ma non ci credeva nemmeno lei -non ti ho mai detto che non mi interessi! Ho detto che non sapevo! Che mi serviva del tempo per capire ma tu a quanto pare hai fretta! Beh, scopati pure quella, se non sbaglio corrisponde pienamente alla tua donna ideale, no? Bene! Perfetto!- fece dietrofront e s’incamminò come una furia verso il set, lasciando un Ville piuttosto perplesso a guardarla.
Che cazzo le è preso? Pensò, ok non l’aveva difesa ma solo perché la riteneva benissimo in grado di farlo da sola, a lui di Natalia Avalon non importava niente, era una collaboratrice e basta, che senso aveva darle corda o trattarla male quando la vedeva si e no una volta ogni morte di papa? Ville sbuffò, prendendo le sigarette, davvero non capiva.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Il trio degli sfigati in amore ***


17trio

CAPITOLO 17: Il trio degli sfigati in amore

Finalmente il festival del metal di Helsinki.
Ville, Tuomas e Alexi non ci potevano credere, finalmente era cominciato!
-Il 22 23 e 24 agosto all’Olympiastadion si terrà il Metalklubi! Tre giornate di puro metal finlandese! Tra i nomi più conosciuti contiamo Apocalyptica, Sonata Artica, Lordi, The 69 Eyes e una collaborazione speciale di Ville Valo degli HIM, Tuomas Holopainen dei Nightwish e Alexi Laiho dei Children of Bodom. Non perdetevi questa occasione per vedere riuniti insieme i maggiori volti metal finlandesi, soprattutto perché siamo noi a mettere in palio 20 biglietti per i nostri ascoltatori più affezionati che chiameranno…-
Tuomas spense la radio della sua auto mentre parcheggiava davanti a casa di Ville. Il darkman non si fece attendere molto prima di apparire alla porta del condominio, sigaretta tra le labbra e passo svelto. Con un’aria funerea si lasciò scivolare sul sedile anteriore libero.
-Non ti dico nemmeno buona giornata, visto che so già com’è.- commentò il tastierista.
-Bravo.- rispose Ville abbassando il finestrino e sbuffando fuori una nuvola di fumo grigio. Aveva i coglioni decisamente girati e il fatto che Psyche non rispondesse al cellulare era ancora più irritante.
-Hai parlato con Bam?- domandò Tuomas rimettendo in moto.
Valo continuò a fissare un punto imprecisato all’altezza degli occhi –No, non mi va di fargli capire che mi interessa Psyche, tantomeno di fargli capire che ci sto male se non mi rivolge la parola da ormai due settimane.- replicò. Bam ancora non sapeva nulla di quello che si erano detti lui e la cameraman, né Ville voleva farglielo sapere: non aveva nulla contro lo skater, erano amici da un sacco di tempo, ma in qualche modo sapeva che Bam non l’avrebbe presa bene… in più di un’occasione si era comportato come una specie di fratello maggiore per la ragazza.
-Secondo me, Psyche ha tutte le ragioni del mondo, anche se forse la sta tenendo troppo lunga.- commentò Tuomas.
-Io non…- sbottò Ville, ma si interruppe subito: erano arrivati a casa di Alexi e l’espressione beata sul volto di lui non gli piaceva per niente.
-Buon giorno, miei cari colleghi! Oggi giorno di prove prima del festival!- esclamò il chitarrista stravaccandosi sul sedile posteriore.
-A cosa dobbiamo tanta allegria?- domandò scazzato Ville, la sigaretta ormai al culmine.
-Stasera finalmente uscirò con Thabita! Due settimane fa aveva accettato il mio invito e finalmente stasera è libera! Dovrò ringraziare la sorellina…- rispose Alexi sempre col sorriso ebete stampato in faccia.
Sia il tastierista dei Nightwish che il vocalist degli HIM sbuffarono sonoramente, per niente contenti della fortuna in amore del loro collega. Tuomas era infuriato con se stesso per non essersi ancora fatto avanti, l’unico del trio, tra l’altro, mentre Ville ancora non capiva appieno la scenata di Psyche. Poco importava: la cameraman non gli rivolgeva più la parola.
-Ehi, scusate se io ho un fascino irresistibile e voi no!- commentò Alexi sghignazzando.
Ville sbuffò nuovamente –Come se Miss Iceberg fosse stata colpita del tuo fascino… come se fosse stata colpita, intanto!-
-Sei solo invidioso.- replicò il chitarrista –Questo perché Psyche è troppo tosta per te, coglione.-
-Come se Thabita fosse una facile da maneggiare, vero, Mr. Io-sono-il-più-ganzo?- obiettò Valo girandosi finalmente a guardare il leader dei Bodom in faccia –E poi non toccare certi argomenti, qui non sono solo io quello scazzato.-
Tuomas lanciò a Ville uno sguardo di rimprovero. Lui se ne stava splendidamente male nel suo crogiolo di dolore per la sua insicurezza nei confronti di Meredith, senza che lui intervenisse!
-Come credi di fare, Tuommy? Scappare in eterno, finché non arriva Meredith stessa a dichiararsi?- domandò Alexi sporgendosi in avanti tra i due sedili anteriori.
-Non sono affari tuoi, Alexi!- sbottò Tuomas –Se stesse meno appiccicata a te forse sarei già riuscito a parlarci!-
-E tu che sei sempre attaccato a Psyche, che dovrebbe dire lei?- obiettò il chitarrista –Che dovrebbe dire Ville?- sghignazzò poi.
-Ville ti manderebbe a fanculo, ecco cosa direbbe!- sbottò il cantante scendendo dalla macchina parcheggiata fuori dall’Olympiastadion in allestimento per il Metalklubi. –E adesso basta parlare di donne, mi hanno già fatto girare i coglioni abbastanza!-
Alexi si avvicinò a Tuomas –Non credo sappia che alla fine Psyche ha accettato la nostra proposta di girare il video del concerto, vero?- domandò sottovoce alludendo al darkman. Tuomas si passò distrattamente una mano sulla nuca, muovendo i capelli lunghi.
-Non gliel’ho ancora detto… Credo che per lui sarà una brutta sorpresa domani, vederla preparare le luci e tutto…- rispose.
-Poco male, sarebbe anche ora che quei due si chiarissero, Valo scazzato è peggio che una tagliola ai coglioni.- commentò Alexi accendendosi una sigaretta –E lo stesso vale per te. Domani abbiamo il servizio fotografico di Meredith, le starò il più distante possibile, ma tu datti una mossa, chiaro?-
Tuomas fece una smorfia a metà tra il terrorizzato e l’indeciso cronico –E’ che non so come esordire… insomma… non mi sembra che ci siano troppe speranze.-
Alexi lo guardò un attimo allibito prima di scoppiare a ridere sotto lo sguardo critico e risentito del tastierista –Ah, certo che tu e Ville non avete veramente capito un cazzo di come gira il mondo, eh?- disse battendogli una mano sulla spalla –Dammi retta: datti una mossa! E leggi tra le righe.-
Detto questo Alexi si allontanò raggiungendo Ville all’entrata dello stadio e lasciando Tuomas a riflettere da solo sulle parole dell’amico. Forse non era poi così disperata la situazione con Meredith… in fondo se non lo sapeva Alexi che era diventato il migliore amico della fotografa o quasi, chi poteva saperlo? Rincuorandosi per la nuova speranza riaccesa nel suo cuore dal chitarrista si affrettò a sua volta a raggiungere gli altri due.
Quella sera Alexi aveva tutto meno che crisi affettive: stava per passare una serata con la donna più sexy e intrigante che avesse mai conosciuta e non vedeva l’ora. L’aspettava davanti alla porta del pub, fumando distrattamente, finché non la vide in lontananza attraversare a passo deciso la strada e raggiungerlo.
Stava per salutarla quando lei lo freddò con una domanda che non si sarebbe mai aspettato.
-Perché?-
Alexi la guardò senza capire –Perché cosa?-
-Perché hai voluto uscire a tutti i costi?- domandò Thabita lanciandogli uno sguardo infastidito e decisamente velenoso. Non aveva la minima voglia di uscire con Alexi Laiho: per quanto lo considerasse un uomo attraente, e per quanto il fatto che non desse corda a Rakohammas gli facessero guadagnare punti ai suoi occhi, decisamente non era il tipo che faceva per lei. Che cominciasse a girare al largo!
Alexi rimase decisamente spiazzato dalla freddezza della Vj, ma non poteva permettersi di fare la figura del coglione dopo aver insistito per quell’appuntamento -Se ti offro una birra ti calmi, bellezza?- domandò quindi sfoderando il migliore dei suoi sorrisi e cercando di tener testa allo sguardo di ghiaccio di Miss Iceberg. Impresa dura.
Thabita sembrò prendere seriamente in considerazione l’offerta, in fondo lei non si tirava mai indietro di fronte a una birra, se non altro pagava lui. –Ok.- disse –Ma non ti aspettare che venga a letto con te.-
Forse per la prima volta in vita sua Alexi fu felice di rinunciare a una notte di sesso, se ciò faceva sì che la Vj accettasse il suo invito. –Allora prego, madame.- le disse facendole cenno di precederlo in birreria. La donna gli rivolse uno sguardo di commiserazione ed entrò sempre mantenendo il suo cipiglio altezzoso.
Almeno il locale era decente: tenuto bene, musica buona, anche se la gente che c’era non le ispirava che ribrezzo, tutti mezzi ubriaconi che le avevano subito messo gli occhi addosso non appena era entrata. Pezzenti. Tuttavia per lei non era un problema ignorarli come faceva con qualsiasi altro essere vivente.
-Vuoi rispondere alla mia domanda?- chiese mentre scorreva il listino delle birre.
Alexi sollevò gli occhi dal suo –Quando fai una domanda non te la dimentichi mai, eh?-
-Devo ricordarti il lavoro che faccio? Non mi piace aspettare i comodi degli altri, quindi dammi una risposta. Non ho nessun problema ad andarmene.- replicò piatta lei.
La serata si prospettava più ardua del previsto –Perché mi hai colpito. Devo essere sincero, non ho mai incontrato una donna così diretta e così distaccata, e devo ammettere che la cosa mi intriga parecchio.-
Thabita lo guardò con occhi scettici –Come immaginavo, non sei diverso dagli altri. Mettitela via, Laiho, non sono uscita con te perché ti trovi particolarmente interessante o sessualmente appetibile, semplicemente mia sorella mi ha tormentata per parecchi giorni e alla fine ho dovuto cedere per farla tacere. Non so cosa ti abbia raccontato, ma non credere di avere una benché minima speranza con me, chiaro?-
-Direi trasparente.- replicò Alexi preso contropiede. Avanti, coglione, reagisci! Non puoi farti scaricare in quattro e quattr’otto solo perché hai una paura pazzesca di contraddirla! –Tuttavia io credo che oltre alla maschera di Miss Iceberg ci sia una donna diversa.-
-Non ho nessuna maschera, sono come sembro e non mi interessa di quanto la gente possa considerarmi fredda. Per quello che mi riguarda sono loro a doversi adattare.-
-E invece secondo me hai una parte superficiale sotto la quale si cela una parte decisamente più dolce. Ho visto come sei quando sei con Sabrina, ti sciogli.- obiettò il chitarrista –So che non sei solo fredda.-
-E invece tu di me non sai proprio un cazzo.- lo gelò Thabita –Come sono con mia sorella non sono affari che ti riguardano, e anzi, evita di ronzarle ancora attorno.-
Alexi la guardò totalmente spiazzato, senza più argomenti da utilizzare in sua difesa. Quel che era peggio era che Thabita si stava alzando, la birra intatta sul tavolo, e se ne stava veramente andando.
-No, ti prego, aspetta un attimo… Posso cercare di partire da capo? Seconda possibilità?- cercò di bloccarla alzandosi in piedi.
-Con me non ci sono seconde possibilità, è troppo comodo.- replicò la Vj –Stai lontano da mia sorella.- gli intimò per l’ultima volta prima di voltarsi e lasciare il locale.
Il chitarrista rimase un attimo interdetto a guardare la porta dalla quale era uscita la donna prima di crollare nuovamente sulla sedia del suo tavolino e scolarsi la fine della sua pinta. Alexi Laiho, sei un coglione. Si disse afferrando anche la birra integra di Thabita e cominciando a bere anche quella. Adesso lui, Ville e Tuomas erano verame
nte il club degli sfigati in amore.

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Capitolo 18
*** Summerwine ***


CAPITOLO 18: SUMMERWINE

Devo solo entrare, chiedergli scusa e andarmene il più presto possibile. Non è difficile si disse Psyche mentre ciondolava davanti alla porta di casa Valo. Aveva parlato a lungo con Tuomas e poi anche con Meredith, ammettendo che forse quel suo atteggiamento da donna offesa era durato anche troppo, quindi eccola lì, a fissare quella porta come fosse stato un cobra dal morso mortale.

Dopo quasi dieci minuti di ulteriori riflessioni, alzò la mano e suonò il campanello. Cercò di distrarsi pensando ad Alexi che in quel momento era con Thabita, in qualche locale…ma inutilmente. Ville aprì la porta e lei abbassò gli occhi.

-Ehm, ciao- il darkman era a torso nudo. Un visione indecente tanto era sexy. Per non parlare di quegli occhi verdi che sembravano perforarla.

-Psyche- disse lui ritrovando l’uso della parola, dopo i primi attimi di sorpresa -ciao, entra- l’afferrò per un gomito e la tirò in casa -come mai qui? Posso offrirti una birra?- lei annuì mentre lui sorrise. Doveva fare di tutto per farla restare il più possibile, quindi si impose: niente cazzate e comportamento irreprensibile.

La cameraman accettò di buon grado la birra gelata e sedette sul divano.

-Sono qui per chiederti scusa- cominciò rigirandosi la lattina tra le mani -ho fatto una scenata l’altro giorno…ho esagerato. Mi spiace- Valo sorrise, passandosi una mano tra i capelli lunghi fino alle spalle. Si guardò attorno, a saperlo avrebbe dato una sistematina in giro…ma Psyche non sembrava badarci più di tanto.

-Scuse accettate-

-Davvero?-

-Si, Natalia ti ha trattato male e non ho mosso un dito. Siamo pari- la ragazza fece cenno di si con la testa e si rilassò, finendo con calma la birra.

-Mi spiace essere piombata qui a quest’ora- aggiunse dopo qualche minuto di silenzio, erano le dieci e mezza di sera, Ville fece spallucce.

-Guardavo tv spazzatura svaccato a letto in compagnia di una bionda- rispose sollevando la birra -come vedi niente di che- poi un’idea gli balenò in testa -ti unisci a me? Visto che abiti dall’altra parte della città ti ospito a dormire, se non ti fa eccessivamente schifo sto posto- Ville sperò che Psyche non chiedesse come faceva a sapere che abitava a quasi un’ora e mezza da lì, visto che era stato Tuomas a dirglielo, e la guardò. La ragazza ci pensò e ripensò -sei stata gentile a venire fin qui per chiedermi scusa, mi sembra il minimo. E la birra è gratis- riprese ancora lui.

-Ok, ma più che birra mi ci vorrebbe una bottiglia di vodka- sospirò Psyche, era in tensione per le riprese del festival, era una possibilità che fino a quel momento si era solo sognata. Migliaia di persone a casa avrebbero visto ciò che lei avrebbe ripreso con la telecamera…era una grossa responsabilità. Voleva dare il massimo, oltretutto poi gli organizzatori avrebbero di certo fatto uscire il Dvd di quei tre giorni di metal finnico, non poteva fare cazzate.

-Tu aspettami di là allora- Valo si alzò e andò rapidamente a mettersi maglia e scarpe -torno subito- due secondi dopo era uscito.

La riccia si alzò e andò in camera del darkman, la tv era ancora accesa e diverse bottiglie di birra giacevano dovunque, in attesa di essere aperte. Lei si tolse le scarpe e sedette sul letto, prendendo il telecomando ed alzando il volume su un servizio che parlava del Metalklubi.

Mentre seguiva il resto del telegiornale, Ville ritornò e la raggiunse. Da un sacchetto di carta tirò fuori quattro bottiglie di vodka alla fragola, limone, menta e liquirizia.

-Non sapevo cosa preferivi- disse lui quasi a giustificarsi -e anche io ero a corto di alcol-

-Come no!- rise lei, aprendo la vodka al limone e buttandone giù una lunga sorsata -ci voleva grazie, alla tv parlavano di voi. Il vostro singolo fa molto discutere…si chiedono tutti come sarà-

-Spero piaccia, ognuno di noi tiene a quella canzone in modo particolare, è molto personale-

-Posso chiedere come mai?- azzardò lei.

-Beh, parla dell’abbandono di una persona cara…del suo allontanamento…io ho scritto pensando alla mia ex che mi ha mollato, Alexi pensando al divorzio e Tuomas a Tarja che aveva sempre considerato la sua migliore amica-

-Comunque, a me piace tantissimo- sentenziò Psyche andando giù di vodka -anche Meredith e Bam l’adorano, contrariamente agli scettici, voi tre insieme funzionate bene- andarono avanti a bere e conversare quasi un’ora, prima che entrambi cominciassero a sentire gli effetti dell’alcol. Psyche aveva vuotato letteralmente la bottiglia di vodka e si sdraiò spalancando le braccia sul letto -perché la tua ex ti ha lasciato?-

-Si era stufata di me e tu? Ce l’avrai un ex ragazzo-

-Già ma sono single da…quattro anni, lui mi aveva lasciata quando ho cominciato a girare il mondo per lavoro. Diceva che non gli dedicavo abbastanza tempo, che prima venivano lavoro e amici. In un certo senso è vero…forse perché lui non era quello giusto. Sono terribilmente romantica per certe cose. Credo che l’amore vero sia per sempre- Psyche sogghignò e rotolò sul letto fino a finire contro Ville.

-Sei ubriaca-

-Direi di si-  ridacchiò lei -Ville?-

-Mh?-

-Ma tu sei reale?- Valo si voltò verso la cameraman che appoggiata a lui lo fissava con le guance colorite e gli occhi lucidi per l’alcol. I riccioli erano un po’ scompigliati e ricadevano dovunque, anche sul viso. Le scostò i capelli dagli occhi castani. Era l’effetto dell’alcol o gli sembrava terribilmente più bella del solito? -Perché lo chiedi? Certo che sono reale-

-Sei troppo bello. E sexy. E figo. Insomma…ispiri sesso in modo spaventoso, se fossi un altro tipo di persona ti avrei legato al letto e scopato fino alla fine dei tempi- biascicò Psyche, socchiudendo gli occhi e usando un vocabolario alquanto inusuale per lei, un trionfo di volgarità -non posso credere che TU sia interessato a me. E’ impossibile, io sono un maschiaccio. Non sei alla portata di donne come me- Valo sorrise, così era questo ciò che lei pensava di lui. Buono a sapersi.

-Sei decisamente ubriaca-

-Lo so, se fossi sobria non ti avrei detto un cazzo di niente- mormorò Psyche sbadigliando.

-E comunque tu sei bellissima e mi piaci, non sei per niente un maschiaccio. Ti comporti duramente quando lavori ma ti capisco, fai un lavoro stressante… ma non sei così. E anche tu ispiri sesso, almeno a me-

-Non dire cavolate-

-Sono serissimo, tu mi piaci molto Psyche-

-Ascolta io…io sono tanto attratta da te…ma non sono il tipo che va con qualcuno solo per un fatto fisico. Se non posso dirti che mi piaci è perché devo conoscere il vero Ville, capire se questa attrazione appartiene a qualcosa di più profondo- fu l’ultima cosa che disse la ragazza, prima di cadere addormentata. Ville le baciò una guancia, poi si tirò su e cercò una coperta pulita, che stese sopra la cameraman. Nemmeno lui era del tutto sano però, così si stese dall’altra parte del letto e qualche minuto dopo, ronfava profondamente, con nelle orecchie il dolce suono del respiro regolare di Psyche.

 

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Capitolo 19
*** Altalena ***


CAPITOLO 19: ALTALENA

 

Psyche aprì gli occhi lentamente senza riuscire a riconoscere subito il posto il cui si trovava. Sentiva un leggero peso all’altezza dei fianchi e quando si voltò leggermente per capire cosa fosse si trovò davanti il viso di Ville Valo decisamente in stato R.E.M. e abbracciato a lei. All’improvviso le venne in mente la sera precedente, anche se gli ultimi sviluppi erano leggermente confusi… soprattutto dopo aver superato il quarto della bottiglia di vodka. Il fatto di essere vestita la rassicurava sul fatto di non aver fatto niente di cui avrebbe potuto pentirsi, ma non aveva nulla a rassicurarla del fatto di non aver detto nulla di compromettente.

Ti prego, dimmi che non ho detto nulla di osceno o non avrò più il coraggio di guardare Ville negli occhi! Pensò. Già, come se prima avesse avuto il coraggio di guardarlo negli occhi! Fortuna che si dorme ad occhi chiusi. Si disse la cameraman cercando di sollevare il braccio tatuato del cantante senza svegliarlo e senza avvicinare troppo il suo viso a quello di lui. Ville mugolò qualcosa senza senso e si spostò leggermente permettendo alla ragazza di alzarsi dal letto.

Senza fare troppo rumore si fiondò nel bagno accanto alla stanza e si diede una sistemata. Sempre cercando di fare il minor rumore possibile (Fortuna che mi sono messa le coverse!) infilò la borsa a tracolla e si diresse fuori dalla stanza da letto del cantante. Era quasi arrivata alla porta quando una voce profonda e per nulla insonnolita la fermò.

-Dove stai andando?-

Psyche si bloccò in stand-by e si girò verso la stanza che aveva appena lasciato. Ville Valo era più sveglio che mai e aveva gli occhi puntati su di lei. Sperò vivamente che il calore improvviso al viso non significasse che era arrossita –Ehm… Io… me ne stavo andando.- era inutile girarci intorno, tanto era stata beccata in flagrante –Mi dispiace averti svegliato.-

Ville fece spallucce rimanendo semi sdraiato a letto –A dir la verità ero già sveglio da un pezzo, ma volevo vedere quanto ci mettevi ad accorgertene.- confessò.

Psyche lo guardò sorpresa –E che avresti fatto per tutto questo tempo?- insomma, tra lo svegliarsi, il ricomporsi e tutto quanto ci aveva messo ben dieci minuti, forse anche un quarto d’ora visto che aveva dovuto stare attenta ai suoi movimenti.

-Ti ho guardata dormire finché non ti sei svegliata e poi ho aspettato di vedere se ti accorgevi che ero sveglio… ma visto che te ne stavi andando ho deciso di fermarti.- rispose il darkman -Perché stavi andandotene via?-

Adesso nulla poteva impedire al volto di Psyche di andare in fiamme –Mi hai guardata dormire?- domandò sconvolta. La cosa non la sorprendeva solamente: la terrorizzava! L’idea di essere vista mentre non era in possesso delle sue facoltà mentali non le piaceva per niente, soprattutto se oltre al sonno ci si metteva anche una bottiglia di vodka al limone! –E perché?-

Ville scoppiò in una risata divertita –Sai che a volte fai delle domande veramente strane?-

-Non è una domanda strana! Non mi va che la gente mi guardi mentre dormo.- replicò la ragazza.

-Perché?-

-Perché non sono in possesso delle mie facoltà!- rispose –E poi… mi vergogno.- aggiunse distogliendo lo sguardo nocciola da quello verde intenso del cantante che non le si staccava di dosso.

Questa volta Ville rise ancora più fragorosamente –Tu ti vergogni? Davvero? Non si direbbe dalle cose che mi hai detto ieri sera!-

Ecco. Il momento che più aveva temuto era giunto: la sera prima aveva detto qualcosa di estremamente stupido o di estremamente compromettente o, il che era peggio, entrambe le cose. –Cosa ho detto ieri sera?- chiese con un tono che non ammetteva risposte troppo contorte. Dal rosso le sue guance erano passate al pallido caratteristico del terrore.

Ville sembrò valutare la sua risposta, probabilmente stava pensando se riferirle o meno le parole esatte, ma alla fine decise che era meglio non nascondere niente di quello che era successo. –Allora, più o meno hai detto che sono troppo bello, sexy, figo… e che ispiro sesso in modo spaventoso. E alla fine hai aggiunto che se fossi un altro tipo di persona mi avresti legato al letto e scopato fino alla fine dei tempi. Devo ammettere che la cosa mi ha fatto alquanto piacere…-

Il rossore che aveva abbandonato le guance di Psyche tornò rapidamente a farsi vivo mentre gli occhi della ragazza si sbarravano a causa dell’incredulità che l’aveva colta –Io… io… ehm, io ho detto così?- sussurrò cercando di trovare il fiato necessario per farsi sentire da Ville.

-Direi di sì, che l’hai detto.-

-Ieri sera… io… ero ubriaca! Tutti sanno che gli ubriachi sparano cazzate a raffica!- cercò di trovare un appiglio la cameraman, ma sapeva che stava parlando con uno che di ubriachi ne sapeva decisamente più di lei.

-Per esperienza personale so che un ubriaco dice essenzialmente quello che pensa, anche se arricchito di un po’ di pazzia dovuta all’effetto dell’alcol.- obiettò infatti Ville –Tuttavia posso concederti un momento di defaillance e fartela passare liscia.- ridacchiò alla fine. –Mi hai anche chiesto se ero reale.-

-Omioddio!- esclamò la ragazza –Dimentica quello che ti ho detto! O almeno non usarlo contro di me.-

Il cantante si passò due dita attorno al pizzetto e sogghignò alzandosi per raggiungere Psyche che era appoggiata allo stipite della porta della sua camera –Non lo farò, ma devi ammettere che sei estremamente interessante quando sei ubriaca.- disse.

-Ti avverto che non mi piace quando le persone mi prendono in giro per più di 30 secondi.- lo ammonì lei cominciando a trovare fastidioso il tono ironico del cantante.

-Avanti, è così divertente farti arrabbiare!- ghignò lui. Quella frase non piacque per niente alla cameraman che si allontanò dalla porta per raggiungere l’uscita prima di cominciare a litigare nuovamente col darkman: aveva fatto quelle figure di merda perché era venuta a chiedergli scusa tardi e lui l’aveva invitata a dormire lì, non aveva intenzione di chiedergli scusa un’altra volta. –No!- gridò Ville correndole dietro e bloccandola sul pianerottolo con le spalle contro il parapetto, le sue braccia a impedirle di scappare, con le mani strette al corrimano. –Ho cambiato idea: non voglio farti arrabbiare.-

-Buono a sapersi, perché io non ho alcuna voglia di arrabbiarmi… anche perché sai già come potrei diventare se mi arrabbiassi, e quello con la Avalon era solo un piccolo assaggio di quanto posso diventare perfida.- replicò Psyche sentendosi leggermente a disagio in quella posizione, ma stando bene attenta a non farlo notare.

-Allora devo spaventarmi.- sorrise il darkman inclinando leggermente la testa e fissando i suoi occhi in quelli della ragazza.

Psyche dovette fare uno sforzo disumano per impedirsi di saltare al collo del cantante, con quegli occhi che lei adorava a una distanza decisamente troppo ravvicinata per il suo autocontrollo e Ville che le ostruiva le uscite laterali bloccandola contro il parapetto del pianerottolo.

-Quando ieri ti ho detto che ti trovavo veramente bellissima non stavo scherzando, Psyche, e non ero nemmeno in preda all’alcol. Credevo veramente a quello che dicevo.- disse lui staccando una mano dal corrimano per scostarle un boccolo dalla fronte dietro cui la cameraman si era nascosta fino a quel momento e avvicinando il viso al suo. Psyche non seppe dove trovò la forza psicologica per fare testina e sfuggire a quel bacio scivolando di lato, sfruttando il fatto che Ville aveva lasciato la presa, tuttavia si ritrovò a due passi dal cantante che la guardò colto in contropiede.

-Senti, Ville… io… veramente, devo correre… Ci vediamo fra una settimana.- si affrettò a biascicare prima di cominciare a correre giù per le scale sentendo lo sguardo accusatore di Ville puntato sulla sua schiena dall’alto del pianerottolo.

In effetti Ville era arrabbiato, per la prima volta era arrabbiato con una ragazza solo perché non aveva accettato di baciarlo. In realtà c’era ben più che quello: lei non riusciva a sbilanciarsi, prima si avvicinava, poi si allontanava, poi si riavvicinava e poi si allontanava nuovamente! Non era più in grado di starle dietro, voleva avere delle certezze anche lui! In fondo ne aveva diritto dopo la storia schifosa che aveva avuto nell’ultimo anno! Senza sbollire la rabbia, il darkman rientrò in casa e andò a farsi una doccia liberatoria.

oh, è da tanto che non scrivo un ringraziamento quando posto... comunque, io e la mia collega Kuji siamo molto felici di vedere che la FF sta piacendo e che la seguite abbastanza [anche se, concedetemelo, i commenti scarseggiano... ma meglio pochi e buoni]. kepp on enjoying us, then! XD

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Capitolo 20
*** il servizio fotografico ***


CAPITOLO 20: IL SERVIZIO FOTOGRAFICO

 

Meredith sedeva per terra, in un angolino, guardando con orrore crescente quella specie di location porno-dark che avevano allestito nel padiglione del set fotografico. Era uno schifo.

-Ehi- la ragazza sobbalzò quando Tuomas sedette accanto a lei -cosa fai qui nascosta?-

-Ciao, io… no niente-

-Dai sentiamo- Meredith lanciò un’occhiata al tastierista, arrossendo all’istante e voltandosi -che hai?-

-Niente- balbettò lei, mentre con la coda dell’occhio guardicchiava i pantaloni di pelle oscenamente aderenti che lui indossava, con una camicia bianca completamente slacciata -va bene- aggiunse, vedendo che Tuomas tanto non se ne andava e la fissava con insistenza -In realtà la vostra fotografa ufficiale non ero io, ho fatto di tutto per strappare il lavoro a quello stronzo del mio collega che l’aveva ottenuta portandosi a letto il capo dell’agenzia per cui lavoro. Ora, il set di oggi l’aveva progettato lui e a me fa vomitare! Sta a metà fra un locale gay dark e il set di un film porno! E lo stylist che naturalmente NON ho scelto io, vi ha fatto vestire in quel modo scandaloso. E’ un disastro- 

-Sul serio?-

-E’ tutto vero- sospirò lei –mi spiace- lui però sorrise.

-E di cosa? Hai fatto un ottimo lavoro finora, se questo non ti va bene… cambialo- Tuomas si alzò in piedi e le tese una mano -Sono le dieci del mattino, hai tutto il tempo, su!- Meredith accettò il suo aiuto e si fece tirare in piedi.

-Cosa fate qui nascosti?- domandò Ville avvicinandosi, mentre con Alexi si fumava una sigaretta.

-Oddio- gemette Meredith voltandosi -andate a rivestirvi vi prego… ne va della mia sanità mentale!-

-Perché?- fece Alexi, spegnendo la cicca sotto le scarpe.

-Scherzi? Si vede tutto! Tutto!- esclamò lei agitando le mani –Vi prego, rimettetevi quello con cui siete arrivati-

-Oh, beh qui il capo sei tu- replicò Ville tornando in camerino. Alexi strizzò l’occhio a Tuomas, poi seguì il leader degli Him.

-Allora, cosa vuoi fare?- domandò il tastierista alla fotografa, Meredith sorrise.

-Usciamo in strada, voglio fotografare voi, esattamente come siete. Di foto dove si mette in mostra il vostro corpo ce ne sono abbastanza, specialmente per quanto riguarda Alexi e Ville, voglio fare qualcosa di diverso-

Tuomas sorrise, tornando anche lui a cambiarsi.

Qualche minuto dopo, comodamente in jeans e maglietta, i tre seguirono la fotografa. A Meredith le foto costruite non piacevano, era una di quelle capace di aspettare le ore per cogliere l’attimo perfetto nei soggetti che desiderava immortalare, tuttavia… quelle foto sarebbero finite sulla copertina del singolo e in molti giornali, quindi scelse una via di mezzo. L’unica cosa che lasciò, fu la matita nera con la quale la truccatrice aveva sottolineato gli occhi chiari di tutti e tre, rendendoli se possibile ancora più sexy.

Dopo aver controllato lo stato della sua attrezzatura, la ragazza partì a scattare a raffica. Prima uno alla volta, poi tutti insieme o a coppie. Ma niente pose da quanto-sono-figo, voleva che si sentissero a loro agio, ascoltò i pareri di tutti e decise insieme a loro come e cosa sarebbe stato meglio.

Due ore dopo, Meredith dichiarò che per quanto la riguardava, avevano finito.

-Tutto qui?- fece Alexi perplesso -sicura?-

-Ho scattato circa trecento foto- rispose lei sorridendo -darò una controllata alla luce e agli sfondi con calma, stasera. Ma per me basta così e anche voi sarete stanchi. Piuttosto… la serata con Thabita?- il leader dei Bodom  borbottò qualcosa di poco chiaro, accanto a lui, Tuomas ridacchiò.

-Dai, non può essere andata tanto male!-

-Male? E’ stato un completo disastro… se n’è andata dopo… dieci minuti, credo-

-Te l’avevo detto- rincarò la dose Ville, ancora piuttosto scazzato da quanto era accaduto con Psyche. Non la capiva proprio -Thabita è una stronza. Levatela dalla testa-

-Non credo sia fattibile-

-Come fa a piacerti?- gli chiese Tuomas -Non nego sia abbastanza carina, ma ha un carattere impossibile, e un livello di interazione sociale pari a zero. Fa venire voglia di strangolarla-

-A me piace- mugugnò Alexi, prendendo una sigaretta.

-Allora se ti piace, insisti- intervenne Meredith -se davvero ti piace, faglielo capire. Thabita non è così male, una volta che la sai prendere, ma è tosta. Dovrai lavorarci parecchio, ma niente è impossibile…-

-Dici?-

-Io dico di lasciar perdere- disse Ville -e credimi, la conosco bene-

-E tu? Lasceresti stare Psyche?- ribatté Alexi, ottenendo uno sbuffo -Non penso… ma continua ad avvicinarsi e allontanarsi, non la capisco-  rispose Valo.

-Magari non è così sicura- disse la fotografa -magari non sei il solo. Che ne sai? Potrebbe essere interessata anche a qualcun altro- aggiunse scoccando un’occhiata omicida a Tuomas. Era chiaro come il sole, Psyche teneva il piede in due scarpe… ma non le bastava Valo? Perché doveva fare così anche con Tuomas? Meredith guardò l’ora -Scusatemi, devo andare. A presto- rapidamente, riprese la propria attrezzatura e si allontanò.

-Questo…- cominciò Alexi mentre guardava l’amica andarsene con un diavolo per capello -è perché tu, razza di idiota- puntò un dito sotto al naso di Tuomas -te ne stai sempre appresso a Psyche e non la caghi nemmeno di striscio. Risultato? Meredith pensa che entrambi giriate attorno alla cameraman. Cazzo, Tuomas ma non vedi che è gelosa?- il tastierista fece spallucce.

-Veramente, no-

-Sei irrecuperabile-

-Si, un vero idiota-

 

scusate infinitamente per il ritardo, so benissimo che è imperdonabile, ma ci sono un paio di problemi:

1- io ho gli esami quest'anno, per cui non sto al computer molto tempo in questo periodo, ergo non riesco mai a stare dietro a EFP

2- la mia collega ha il computer rotto e dunque non può aggiornare

vi prego di scusarci, davvero, recupereremo di sicuro quest'estate! ^^

keep on enjoying us!

musicaddict

 

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Capitolo 21
*** coraggio, tuomas ***


CAPITOLO 21: CORAGGIO, TUOMAS

 

Tuomas si aggirava curioso tra gli spalti dell’Olympiastadion in allestimento, le mani infilate nelle tasche anteriori dei jeans slavati a vita bassa. Mentre girovagava il suo sguardo cadde su Psyche che stava armeggiando con una delle telecamere mobili del palco e le sia avvicinò.

-Cosa stai ascoltando di bello?- le domandò togliendole un auricolare e avvicinandoselo all’orecchio.

Psyche fece un salto per lo spavento –Oh, Tuomas, avverti quando arrivi!- esclamò –E comunque mi hai beccata proprio quando stavo ascoltando i Nightwish.- rispose tornando a rilassarsi.

Gli occhi chiari del tastierista si offuscarono per un attimo riconoscendo la voce di Tarja impegnata in un gorgheggio in Gethsemane. Gli mancava moltissimo la loro vecchia cantante, era stato terribile per lui arrivare a doverle scrivere una lettera di commiato, ma era diventata veramente impossibile da trattare per poterle permettere di rimanere ancora nei Nightwish. Anche pubblicare in internet la lettera per lui era stato difficile, ma lui e gli altri avevano pensato fosse corretto far sapere ai fan cos’era successo esattamente. Il risultato era che adesso la sua amicizia con Tarja si era incrinata definitivamente, forse non esisteva più, ma Tuomas sapeva che non sarebbe potuto andare diversamente.

-Come vanno i preparativi? Tesa?- domandò il tastierista restituendo alla cameraman il suo auricolare.

Psyche spense l’i-Pod e si issò a sedere sul palco con le gambe a penzoloni. –Sono talmente sotto pressione che non riesco più a mangiare: per quello che riguarda la vostra collaborazione sono io a riprendere, e nessun altro! Mi aiuta un ragazzo della troupe, ma alla fine tutte le inquadrature le scelgo io, e se sbaglio qualcosa non ho la possibilità di rifare, è tutto in diretta! E’ una grande responsabilità.-

Tuomas sorrise divertito dalla tensione della sua amica e si sedette vicino a lei –Non preoccuparti, sono sicuro che non può andare male! Bam non aveva esagerato quando ti aveva definita maledettamente brava con la telecamera. Il video ci piace molto, altrimenti non ti avremmo chiesto di occuparti tu delle riprese della nostra parte di concerto.- le disse per cercare di tranquillizzarla.

Psyche annuì –Bam non sa nemmeno che grande opportunità mi ha dato… o forse l’ha fatto apposta. Mi dispiace aver lasciato l’incarico coi Bon Jovi, ma tra il video e il concerto mi capiteranno molte più occasioni di quante me ne sarebbero potute capitare con loro.-

-Ho sentito che Ville ti ha già chiesto di girare il video per il loro prossimo singolo.- disse Tuomas –E anche io avevo una mezza idea di chiedertelo. Il nostro video esce oggi, no?-

-Sì, e speriamo bene.- sospirò la ragazza- Mi farebbe veramente piacere girare un vostro video. Ho sempre sognato di girare un video totalmente mio, senza essere sotto la direzione di nessuno.-

-Allora sei assoldata: il nostro prossimo video lo girerai tu.- le sorrise il tastierista –E se questo video non piacerà io, Ville e Alexi faremo strage di critici.-

Psyche gli sorrise ringraziandolo, prima di cambiare discorso: parlare del suo lavoro in quel momento non l’aiutava certo a rilassarsi. –Ho sentito che avete un servizio fotografico stasera.-

Tuomas si fece improvvisamente serio e nervoso, cominciando a tormentarsi un anello che aveva alla mano. Effettivamente Alexi gli aveva detto che era stato organizzato un servizio fotografico per quella sera, anche se non ne capiva il motivo. Meredith aveva già abbastanza foto da organizzare il singolo e da vendere a qualche rivista, un altro servizio gli sembrava inutile. Non che gli dispiacesse passare un po’ di tempo con la rossa, ma gli sembrava comunque strano.

-Alexi mi ha detto così… anche se non capisco. E poi, perché stasera? Di solito a voi tecnici dell’immagine non servono condizioni di luce ottimali?- domandò alla cameraman.

Psyche alzò le spalle –Mi aveva detto che, vista la vostra fama di tipi tenebrosi, qualche foto fatta di sera non sarebbe risultata troppo fuori tema. E poi è convinta che aiuti anche a dare l’idea di un gruppo ancora legato ai locali da cui è partito.- gli spiegò.

-Ma io, Alexi e Ville non facciamo parte dello stesso gruppo.- obiettò Tuomas.

-Te ne importa veramente qualcosa? Passerai una serata con Meredith e ti lamenti anche?- sghignazzò la ragazza lanciando all’amico uno sguardo di chi la sa lunga. Tuomas si zittì. –Piuttosto, perché non ti sei ancora fatto avanti, mio caro? Guarda che fra poco Meredith mi ucciderà… si vede lontano un miglio che è gelosa marcia di me, senza contare che Alexi mi ha confermato la cosa.-

Tuomas si concentrò improvvisamente sui lacci delle sue scarpe da ginnastica. In realtà non sapeva perché non si era ancora fatto avanti, semplicemente non capiva più niente quando Meredith entrava nel suo campo visivo. Ok, forse così stai esagerando un po’… si disse ripensando a tutte le volte che si era preparato un minimo discorso da fare con la fotografa, che naturalmente non aveva mai avuto luogo. O almeno non come lui avrebbe voluto. Succedeva sempre qualcosa a impedirgli di agire: Alexi in primo luogo. C’erano veramente delle situazioni in cui l’avrebbe preso a pugni da quanto gli provocava il nervoso! Sembrava fare apposta ad arrivare sempre nei momenti cruciali in cui lui riusciva finalmente a sentirsi a suo agio con Meredith, portandosela via per qualche oscura ragione o per parlarle di Thabita. Risultato: lui si sentiva il più sfigato dei tre, in certi casi si sentiva anche gay.

-Tuomas, sei tra noi?- lo riportò alla realtà la cameraman.

-Psyche, mi interessa moltissimo Meredith, lo sai meglio di me ormai, ma non credo che avrò mai la possibilità di farglielo capire.-

Psyche lo guardò intensamente coi suoi occhi luccicanti di verde a causa del sole –Approfittane stasera.-

Tuomas la guardò spiazzato –Come?-

-Stasera vestiti nella maniera più sexy che puoi e fatti avanti. Non credo proprio che ti respingerà.- continuò Psyche con un sorriso allegro sulle labbra.

-Può sempre ripetersi la storia tua e di Ville…- commentò Tuomas per distogliere la ragazza da un argomento che non gli piaceva per niente.

Psyche si rabbuiò –Vedo che Ville ti dice sempre tutto.- borbottò –Comunque non è la stessa cosa: tu piaci da morire a Meredith, e dire che tu le sbavi dietro come una lumaca non mi sembra esagerato.-

-Anche a te interessa Ville, eppure…- continuò nel suo intento il tastierista.

-Non provare a fare questi giochini retorici con me, Tuomas, stiamo parlando di te e di Meredith, non di me e Ville.- lo freddò la ragazza –Stasera fai vedere che sei un uomo e fatti avanti! Se aspetti che sia lei a darti dei segnali stai fresco! E poi ci saranno anche Alexi e Ville a darti una mano!-

Tuomas assunse un’espressione seccata –Già, Alexi… come no!-

-Sento puzza di gelosia.- commentò Psyche spingendolo di lato con un dito –D’altro canto, se Alexi rimorchiasse Meredith non avrebbe colpe. Sarebbe tutto merito tuo e della tua timidezza.-

-Io non sono timido, sono solo realista.- protestò Tuomas.

-Sì, ok, credici.- disse Psyche con sufficienza –Avanti, Tuomas! Ti pago due birre se la porti fuori a cena!-

Tuomas lanciò all’amica uno sguardo di sottecchi –Potrei quasi accettare, ma non è così semplice.- disse infine –Non si riduce tutto a una scommessa, Psyche.-

La cameraman sbuffò –Sei patetico! Capirei se corressi il rischio di ricevere una bidonata, ma così…- disse lasciandosi ricadere all’indietro sul palco –Ok, allora ti dico soltanto di vedere cosa succederà stasera. Che sarà, sarà, ma se so che non le hai detto nulla vado io personalmente a farlo!-

Tuomas la guardò preoccupato –La cosa che mi terrorizza, è che saresti capacissima di farlo.-

-Esattamente, Tuomas: non ti si può più vedere così!- affermò la ragazza smontando dal palco e tornando a occuparsi della telecamera –E adesso vai a prepararti, io devo continuare.-

Tuomas smontò a sua volta dal palco e guardò rassegnato la sua amica dirigendosi verso l’uscita, sempre con le mani ben piantate in tasca.

Meredith non capiva perché mai Jeanie le avesse affidato un servizio fotografico alle 8h30 di sera. Che cosa mai avrebbe potuto fare con la luce orribile che regnava in città a quell’ora? Sarebbe stato più il lavoro di correzione che quello effettivo di fotografia, non ne valeva la pena! Tuttavia il vantaggio era che sarebbe stata sola e libera di lavorare coi ragazzi come più le piaceva, senza le interferenze poco creative di Kosti. Le foto che aveva scattato per l’uscita del singolo erano piaciute molto, e la soddisfazione maggiore era stata quella di vedere nell’espressione di Kosti un’ombra di invidia e odio quando Jeanie aveva tessuto le sue lodi. Sono proprio felice di averti affidato questo lavoro! Aveva detto la sua amica mentre si rigirava tra le mani le foto che lei le aveva portato. Finalmente addio paesaggi e animali di tutte le razze e stagioni! Finalmente il suo lavoro sarebbe diventato qualcosa di veramente serio.

L’appuntamento per il servizio era davanti al Tavastiaklubi di Helsinki, il locale per rockettari più famoso della capitale. Alexi non era potuto venire a prenderla per motivi contorti, così lei aveva dovuto prendere il taxi. Una volta scesa dalla vettura e pagato il conducente, si avviò a passo spedito verso il locale. La cosa che più la sorprese fu di trovarsi davanti, nonostante fosse come sempre in ritardo, solo Tuomas.

Improvvisamente cominciò a sentire una strana stretta allo stomaco, percependo col sesto senso di cui ogni donna è dotata qualcosa di strano e non calcolato nell’aria.

-Ciao, sei solo tu?- domandò al tastierista che stava fumando una sigaretta in attesa di qualcuno. Meredith osservò attentamente l’uomo, rimanendo piacevolmente colpita dal suo abbigliamento. Se si poteva pensare che un uomo può risultare sexy solo nudo, Tuomas era la prova vivente del contrario: indossava un paio di jeans scuri stretti che lasciavano poco spazio all’immaginazione, una camicia bianca con le maniche arrotolate fino al gomito e una giacca pendeva con noncuranza dalla sua spalla sinistra appesa a un dito. Era decisamente un abbigliamento che raccoglieva tutta l’approvazione di Meredith.

-A quanto pare sì… non credo che gli altri siano in ritardo, solitamente non lo sono mai.- rispose Tuomas spegnendo la sigaretta sotto la suola della converse nere.

Un campanello d’allarme trillò nella testa della fotografa. Possibile che… -Cos’aveva da fare Alexi, lo sai? Ha cercato di dirmi qualcosa per giustificarsi visto che non poteva venire a prendermi, ma non ho capito granché.- domandò per dare una conferma alla sua idea.

Tuomas la guardò stranito –Ma come? Se mi aveva detto di non passare a prenderti io che ci pensava lui!- disse cominciando a sua volta a capire che qualcosa non andava.

Meredith lo guardò a bocca aperta.

Fregati.

Incastrati.

Raggirati.

Cazzo… pensò la fotografa continuando a fissare Tuomas con la bocca aperta.

Il tastierista dal canto suo stava facendo mente locale sulle parole di Psyche che gli erano suonate un po’ troppo incitanti per la media. Vestiti nella maniera più sexy che puoi. Adesso quella frase prendeva una forma chiara e diventava comprensibile. Fortunatamente non aveva seguito alla lettera la sua indicazione, anche se doveva essere sincero con se stesso: un po’ in tiro ci si era messo.

-Credo che Psyche e Alexi ci debbano delle spiegazioni.- commentò con un sorriso, un sorriso così bello e velato di imbarazzo che Meredith sentì le farfalle allo stomaco.

-Già, credo che ci abbiano combinato un bello scherzo.- annuì lei passandosi una mano sulla punta dei capelli per trovarsi una distrazione –Anche se non ne capisco il motivo.-

Tuomas ampliò ancora di più il suo sorriso –Io sì.- affermò sapendo benissimo il fine pratico di Alexi e Psyche. Tuttavia sentì che doveva loro un favore –L’hanno fatto per farmi capire che devo darmi una mossa.-

Meredith lo guardò senza capire pienamente quello che voleva dire, anche se una parte di lei sperava di aver interpretato correttamente quelle parole.

-Visto che siamo solo noi due, che ne dici se ti offro qualcosa da bere?- domandò il tastierista offrendole la mano libera dalla giacca.

Meredith osservò sempre boccheggiante quella mano affusolata che le veniva offerta. Non poteva essere. Era troppo bello per essere vero! Allora forse Psyche non c’entrava niente… in fondo non aveva partecipato anche lei allo scherzo? Allora forse loro due erano veramente solo amici.

-Accetti il mio invito?- le chiese ancora Tuomas.

Lei lo guardò negli occhi verde acqua con un’espressione mista tra l’euforico e lo stupito –Sì, ma dovrai illuminarmi su un paio di questioni che non riesco a spiegarmi completamente.-

-Non preoccuparti, credo che stasera avremo un po’ di cose da dirci.- le disse senza abbandonare il sorriso.

L’espressione di Meredith tornò a essere più normale e rilassata mentre entrava nel locale alla mano di Tuomas. Probabilmente loro due non avevano capito nulla di quello che gli era girato attorno fino a quel momento. Poco male, si ritrovò a pensare la fotografa, più cose c’erano da dirsi e da spiegarsi, più tempo avrebbero dovuto passare insieme. Un sorriso di vera felicità le si allargò sul volto.

salve gente! lo so, lo so... terribilmente in ritardo. non mi scuso nemmeno più, tanto ormai andrà sempre così, siccome sia io che la mia collega saremo molto impegnate nei mesi successivi, come lo siamo state in questi ultimi due. vi comunico che però ho finito gli esami, che l'università arriverà a ottobre, ma che nel frattempo ho una settimana di dublino a fine mese, per cui non aspettatevi aggiornamenti lampo. ^^ grazie per la pazienza avuta, se continuerete a leggere la storia, perché secondo me merita... lo so che sono di parte, ma merita davvero, quindi LEGGETECI! XD prometto che il prossimo aggiornamento non sarà fra mesi, però. keep on enjoying us! musiaddict

 

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Capitolo 22
*** Ti Amo, Stronza ***


CAPITOLO 22: TI AMO, STRONZA

 

Alexi era più che soddisfatto, l’idea che aveva avuto assieme a Psyche per far smuovere le cose tra Tuomas e Meredith non poteva che funzionare. Il leader dei Bodom ultimamente, si sentiva un po’ deficiente, tra tutte quelle coppiette vere o presunte… intrecci, amicizie e via dicendo… ma tutto sommato, si stava divertendo.

Peccato solo che le cose con Thabita non stessero andando come sperava. Quel giorno però era più che deciso. Sapeva che la Vj era una degli incaricati per le interviste ai vari partecipanti del festival, e non molto prima l’aveva vista aggirarsi dietro le quinte.

Adesso basta cazzate e muoviti... Sei un uomo e non un moccioso spense la sigaretta, buttò la birra finita e andò in cerca della Vj.

La trovò assieme al collega copia smorta di Eminem, intenta a prendere nota di alcune cose su un bloc-notes, non appena vide Alexi avvicinarsi, Marty si eclissò in due nano-secondi, Thabita sollevò la testa e incrociò gli occhi con quelli del frontman del Bodom. Quel giorno non era vestita elegante, ma ad Alexi piaceva in modo pazzesco… portava jeans sapientemente strappati sul sedere, stivali neri e una maglia nera che lasciava scoperte le braccia tatuate e la schiena. I capelli erano raccolti ma alcuni boccoli sfuggivano alla pettinatura, scendendo a sfiorarle la pelle bianca.

-Cominci ad essere irritante- disse la donna tornando a scrivere, appoggiata ad un tavolo -Che cosa vuoi?-

-Parlare. E stavolta mi ascolterai- andò giù piatto lui.

-Sentimi bene, tu non sai niente di me, non mi conosci e pretendi di sapere qualcosa, ti sbagli. E adesso vattene, sto lavorando-

-Scordatelo- replicò Alexi -Sì, non ti conosco ma non puoi dire che non so proprio niente di te. Non so tutto, forse… ma non niente. E quel poco che so mi basta. Tu mi piaci-

-Peccato che tu abbia appena ammesso di non conoscermi-

-Non ha importanza. Mi piaci lo stesso, sono terribilmente attratto da te e proprio perché sei una maledetta stronza. Una maledetta stronza fottutamente bella- le labbra di Thabita si piegarono in un sorriso obliquo, smise di scrivere e si sollevò, guardando Alexi dritto negli occhi.

-Hai uno strano modo di fare i complimenti ad una donna- commentò sarcastica.

-Ma falla finita!- sbottò lui, scocciato -Hai un carattere di merda, beh voglio conoscerlo- l’afferrò per le spalle e la spinse contro il tavolo, bloccandola, impedendole di spostarsi.

-Che cazzo vuoi fare?- domandò Thabita allarmata, mentre lui le faceva scivolare una mano dietro al collo.

-Questo- Alexi l’attirò a sé, posando le labbra sulle sue, stringendola con l’altro braccio attorno alla vita. Sentì la Vj irrigidirsi per un attimo, ma non la lasciò andare e anzi, approfittò delle sue labbra socchiuse dalla sorpresa, per approfondire il bacio.

Thabita riuscì a sollevare le braccia e ad appoggiare le mani sul petto di Alexi, ma non fece nient’altro. Non ci riuscì. Per un attimo scordò ogni cosa e si trovò a ricambiare il bacio. Le labbra di lui erano calde e morbide e malgrado la rudezza del gesto, non le aveva fatto del male, anzi… era quasi dolce e lei si scoprì ad apprezzare quel contatto ancora di più.

Si divisero, ma non del tutto, e in un impeto di quella che non molto dopo lei avrebbe definito come FOLLIA PURA, si riattaccò al leader dei Bodom, coinvolgendolo in qualcosa di molto più appassionato e languido. Era molto tempo che non viveva qualcosa del genere… troppo forse. E Alexi era… era… non sapeva nemmeno definire come. A parte insistente, rompiscatole e attraente.

-Ah… ehm… Thabita… io… io…- la Vj e il chitarrista smisero di baciarsi, Alexi fulminò Marty con gli occhi, mentre ancora stringeva contro di sé la donna. Sentiva lo stomaco completamente ritorto dentro di sé: era stato fantastico, anche meglio di come se l’era sempre immaginato. Era felice. Molto molto felice.

-Senti un po’…- cominciò lei, che però venne subito interrotta.

-Sai?- fece Alexi –Vaffanculo te e le tue cazzate- la lasciò andare, prese la sigaretta che Marty si era appena acceso e si allontanò.

-Thab, che cosa…- cercò di domandare Marty, ma Thabita lo mise a tacere seduta stante.

-Non rompere il cazzo, Marty!- disse alzando una mano per bloccare il fluire sconveniente di parole dalla bocca del suo collega. Non era dell’umore per sentire le cazzate o le domande di Marty. Non era dell’umore per fare nulla lì. Afferrò le sue cose e uscì, cercando di riordinare i pensieri che le si ammassavano in testa. Cosa diavolo aveva fatto Laiho per arrivare a quel punto?

Thabita ripercorse passo dopo passo, come fosse una pellicola distesa davanti ai suoi occhi, ogni secondo precedente quel bacio che l’aveva colta di sorpresa. Lo aveva mandato via. Se ne ricordava benissimo, gli aveva detto di andarsene! E lui era rimasto lì, aveva insistito per rimanere! Perché? Di solito quando lei dava degli ordini la gente eseguiva e basta, oppure scappava con la coda tra le gambe, ma nessuno aveva mai osato contestarla. Tranne Laiho. Ora capiva perché Sabrina le aveva scartavetrato l’anima pur di convincerla a dare corda al chitarrista, anche se all’inizio aveva pensato dipendesse tutto dalla sua ossessione per i Children of Bodom. E invece probabilmente non era così…

Ma ci sto pure a pensare sopra?! Si sgridò la Vj montando in macchina e chiudendo la portiera, ma non mise in moto. A te non frega un cazzo di Alexi Laiho! Non sai nemmeno perché gli sei saltata al collo dopo, devi essere impazzita per metterti anche a pensarci su!

L’errore primario era stato accettare quell’incarico: aveva comportato la vista di Rakohammas, l’insistenza di Laiho e l’imbarazzo di venire messa per ben due volte a tacere da una ragazza che sbavava dietro a Valo come una ragazzina! Proprio una bella situazione!

Ah, andiamo a casa e basta! Un po’ di Cradle of Filth non può che farmi bene in questo momento. Rifletté mettendo in moto la macchina.

 

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Capitolo 23
*** Better Than Me ***


CAPITOLO 23: BETTER THAN ME

 

Il Tavastiaklubi era pieno zeppo quella sera. Non c’era da meravigliarsene: era la serata prima dell’inizio del festival e tutti gli artisti e buona parte dei fan che erano riusciti ad entrare erano lì per dare libero sfogo alla tensione e per tracannare un po’ di birra.

C’erano veramente tutti per quello che riguardava la collaborazione: Ville, Tuomas, Alexi, Bam, alcuni tecnici del suono, Meredith che, tra l’altro, non si era allontanata un attimo da Tuomas, il quale si guardava bene dal lasciarla andare, e Psyche. Psyche che se ne stava seduta in disparte a sorseggiare il suo cocktail cercando di evitare il più possibile Ville. Ancora non si erano parlati dopo che lei era rimasta a dormire da lui, lei aveva calcolato minuziosamente i tempi per non farsi mai beccare nello stesso luogo con lui. Ma quella sera non l’aveva potuta evitare: sia Bam che Tuomas che Meredith avevano insistito perché andasse, e anche Alexi, che non aveva mai stretto una particolare amicizia con lei, si era detto desideroso del fatto che lei partecipasse alla serata.

Non aveva potuto evitarla.

Bam le si avvicinò –Ehi, cosa succede? Solitamente fai un casino della madonna quando vieni qui! Come mai oggi niente?- le chiese sorridendole.

Psyche sollevò appena lo sguardo dal suo bicchiere prima di farlo ricadere. Sapeva che Ville non aveva detto niente a Bam, e lei non voleva essere da meno –Non sto molto bene, ecco.- si scusò rigirando la cannuccia nel superalcolico.

-Di solito uno che sta male non si beve un bicchiere pieno di vodka lemon e varie altre cose.- la punzecchiò lo skater.

-Non mi sembri il più adatto a farmi certe paternali, Bam.- replicò lei –E poi sono tesa per domani, devo distrarmi.-

Bam le si sedette accanto al bancone e le mise un braccio attorno alle spalle –Avanti, di che vuoi essere tesa? Sei bravissima!- cercò di tranquillizzarla –Farai le riprese più belle di tutto il festival! Anche Alexi ha detto che non vorrebbe nessun altro al tuo posto!-

Psyche sorrise mite –Ti ringrazio, Bam, ma veramente, non sono dell’umore giusto adesso per parlare. Fammi stare un po’ da sola.- disse cercando di congedarsi gentilmente dall’amico che la lasciò sola, anche se un po’ preoccupato per il suo comportamento.

Ville stava cercando Psyche da una buona mezzora, cioè da quando era arrivato al locale, ma niente. Non riusciva a vederla da nessuna parte con tutto quel casino!

Merda… pensò mentre si faceva largo tra la gente per cercare un volto conosciuto. Era esasperato. Fortunatamente trovò Bam intento a ordinarsi da bere e gli si accostò.

-Finalmente, bene arrivato!- lo salutò l’amico battendogli una mano sulla spalla.

-Già… senti, hai visto Psyche?- grugnì il darkman con un tono di voce che non lasciava presagire nulla di buono. Era decisamente incazzato con lei, ma Bam sembrò non notarlo: ultimamente Ville era stato talmente scazzato da sembrare normale.

-E’ seduta in disparte al bancone, più in fondo, ma non romperle i coglioni, non è dell’umore giusto.- gli comunicò lo skater. Ville alzò un sopracciglio e lo guardò di sbieco, ma non fece domande. Si mise semplicemente a risalire il bancone: doveva assolutamente chiarire un paio di cose con la cameraman.

La trovò da sola, intenta a rimirare il fondo vuoto del suo bicchiere. Se ne fregava se lei non era dell’umore giusto per parlare con lui, era arrivato il momento di dirsi le cose come stavano. Senza alcun preavviso si appoggiò al bancone, così improvvisamente da farla sobbalzare per la sorpresa.

-Ville!...-

-Dobbiamo parlare.- disse lui in tono greve.

Psyche afferrò un lembo della sua T-shirt degli AC/DC e cominciò a torturarlo cercando di guardare da un’altra parte.

-Psyche, non accetto un no questa volta. Dobbiamo parlare.- insistette lui -Vieni fuori.- le disse avviandosi verso l’uscita sul retro, con un tono che non ammetteva resistenza. Psyche si vide costretta suo malgrado a seguirlo e a prepararsi a quello che lui aveva da dirle.

Una volta fuori, Psyche incrociò le braccia sotto al seno, evitando di guardare il darkman negli occhi… sicura che se lo avesse fatto, avrebbe finito col non ascoltarlo per niente. Ville pensò di accendersi una sigaretta, poi ci ripensò e la prese bruscamente per le spalle.

-Io mi sono stufato. Basta. Tu mi piaci da morire, come cazzo devo fare per convincerti? Tu ti avvicini, poi ti allontani, poi sei gelosa di quel pezzo di ghiaccio che è Thabita… Non capisco più un cazzo e non lo sopporto! Questa situazione di merda mi ha rotto! Adesso dimmi una buona volta cosa vuoi da me, se mi ricambi, se non ti frega niente, se è solo un fatto fisico… qualsiasi cosa, ma parla maledizione! Basta giochetti e mezze frasi!- la cameraman era rimasta letteralmente inebetita da tutto quel fervore e dalle sue parole. Ville le stava chiedendo una risposta seria e decisa. Psyche tuttavia, non ebbe il tempo materiale per rispondere. Il leader degli Him le aveva sollevato il viso, sfiorando le sue labbra con le proprie. Un bacino dolce che però riuscì a farla arrossire -E adesso cosa fai?- la provocò lui impedendole di ritrarsi come la volta precedente.

-Ma… ma… perché?-

-Psyche, perché cosa? Cosa?- sbottò esasperato lui -Ti diverti a tenermi sulle spine?-

-Tu sei…- mormorò la ragazza -Cioè… Non è come sei tu, ma come non sono io, non sono una modella… non sono magra, non sono così bella da abbagliare tutti…-

-Hai abbagliato me, ci credi che non mi ricordo nemmeno com’eri vestita quando ci siamo conosciuti? Tu mi piaci in tutti i sensi… ma sei la prima donna della quale ammiro molto più il carattere e la personalità, che non il corpo. La gente invecchia Psyche, ma quello che sei dentro rimane. E tu sei bellissima- replicò Ville, scostandole i riccioli dal viso e dalla fronte, fissandola negli occhi. Psyche arrossì vertiginosamente, ma quando lui la baciò per la seconda volta, non si tirò affatto indietro, ricambiandolo con eguale intensità.

Ville circondò la ragazza con le braccia, spingendola contro il muro e addossandosi a lei. Senza smettere un attimo di baciarsi, si strinsero più forte l’uno all’altra, le mani -fino a quel momento rimaste  quasi immobili- a muoversi frenetiche sotto i vestiti.

-Mmmh… Ville…- Psyche si scostò un attimo dal darkman -E se continuassimo a casa mia?- domandò diretta e decisa, facendolo sorridere.

-Come vuoi- sciolse appena l’abbraccio e dopo essersi dati una sistemata, uscirono dal vicolo -Dove abiti?-

-Qui vicino, cinque minuti al massimo- Psyche gli afferrò una mano, intrecciandone le dita con le proprie e fece strada.

Non molto dopo, la ragazza si chiuse la porta di casa propria alle spalle e mandò letteralmente al diavolo ogni remora avuta fino a quel momento, baciò Ville con trasporto, lasciandosi prendere in braccio e portare in camera da letto.

-Psyche…-

-Non adesso- gli ordinò lei, sorridendo.

-Io volevo solo..-

-Ville, voglio fare l’amore con te. Perché mi piaci, ecco… l’ho detto, contento? Adesso però smettila di parlare- il darkman ridacchiò, mentre i vestiti cadevano a terra, uno dopo l’altro -Volevo solo chiederti se vuoi stare sopra o sotto…- disse poi, un lampo passò negli occhi di lei che scivolò di lato, offrendo lo spettacolo del proprio corpo nudo a lui.

-Sotto-

-Avrei detto il contrario-

-Ci sono tante cose di me che non conosci…-

-Allora mi metterò d’impegno- fu l’ultima frase che Ville pronunciò, prima di baciare nuovamente la donna sotto di sé e fare l’amore con lei in un modo tanto intenso che fu certo non gli fosse mai capitato.

 

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Capitolo 24
*** il MetalKlubi ***


CAPITOLO 24: IL METALKLUBI

 

Il gran giorno era finalmente arrivato. Il Metalklubi sarebbe cominciato tra un’ora e Tuomas e Meredith se ne stavano tranquillamente seduti nel camerino dei tre musicisti a sorseggiare birra mentre Meredith preparava la macchinetta fotografica. Non aveva intenzione di assistere al concerto senza cogliere l’occasione di scattare qualche foto in giro: l’opportunità di vedere Kosti morire d’invidia un’altra volta (magari quella definitiva) era troppo allettante.

-Possibile che tu riesca a stare così calmo? Io credo che morirei solo all’idea di salire su quel palco con tutta quella gente che mi fissa, figuriamoci salirci per suonare o cantare!- disse Meredith che non era poi così calma e rilassata come dava a vedere.

Tuomas ridacchiò mentre cercava delle cose nello zaino che aveva con sé –Infatti qui il musicista famoso sono io e non tu.- le disse con tono finto pomposo prima di rimettersi a ridere –La prima volta ti caghi sotto come un bambino di tre anni, ma poi, quando cominci a suonare la tua musica, non ci pensi più. Davvero, so che per alcuni può sembrare strano, ma è come se entrassi in un altro mondo ogni volta che comincia un concerto, dalla prima nota all’ultima.-

Meredith lo osservò con aria interessata –Mi piace questa cosa… Non l’ho mai provata, né mai la proverò, ma mi piace sentirti dire cosa provi mentre suoni.- disse poi, tornando a organizzare la macchinetta.

-Quando fotografi non ti senti in un altro mondo, tu?- le domandò a sua volta Tuomas sedendosi a cavalcioni di una sedia e fissandola al lavoro. Meredith sembrò prendere tempo per pensarci su.

-Mmh, credo di sì, in un certo senso… soltanto che alla fine il mio lavoro prevede un continuo dialogare coi soggetti delle mie foto, quindi è piuttosto come se il mio mondo a parte fosse a settori. Non so se mi sono spiegata.- rispose alla fine.

-Il discorso è un po’ contorto, ma credo di aver capito: alla fine non hai il tempo materiale per alienarti completamente mentre scatti le foto.- concluse il tastierista.

-Esattamente. Mi è capitato solo una volta di alienarmi completamente, ora che mi ci fai pensare.-

-Quando?- chiese Tuomas con un sorriso veramente interessato, che fece sciogliere Meredith. Era la prima volta che poteva parlare in quel modo del suo lavoro con qualcuno, solitamente si limitava tutto a un’osservazione superficiale dello stato di luce o colore coi suoi colleghi, di sicuro nessuno si era mai preso la briga di chiederle cosa provava mentre fotografava.

-Quando vi ho fatto il primo servizio. E’ stata la prima volta che realizzavo veramente quello che volevo, credo sia stato per questo. E poi voi dovevate sembrare il più naturali possibili quindi non ho dovuto nemmeno dirvi granché.- sorrise la rossa controllando di aver montato tutti i pezzi dell’obiettivo.

Tuomas la osservò in silenzio mentre le guance di Meredith cominciavano a colorarsi di rosso per tutta quell’attenzione improvvisa. –Alexi e Psyche avevano ragione: sono stato proprio un coglione a farmi avanti così tardi.- commentò a un certo punto il tastierista facendo definitivamente giungere a un rosso intenso le guance della fotografa.

-Bè… non credo sia stato facile… insomma, non tutti sono spavaldi e diretti come Alexi.- balbettò lei.

Tuomas rise di gusto –Effettivamente no, ma avrei comunque potuto svegliarmi un po’ prima.- disse –Se penso che eri arrivata addirittura a pensare che io e Psyche…-

-Stavate sempre insieme! E poi Psyche ti abbracciava in continuazione…-

-Ma Psyche abbraccia tutti!- esclamò Tuomas divertito dal tentativo di difesa di Meredith –Abbraccia anche Bam, ma non mi sembra che stiano insieme o che si amino.- aggiunse poi sempre con un sorriso.

La mano libera di Meredith scattò a tormentarsi la punta della coda di cavallo mentre si sforzava di rimanere tranquilla di fronte a quel sorriso e a quelle provocazioni. Soprattutto davanti al sorriso.

-Se il problema è quello, però…- continuò Tuomas alzandosi e avvicinandosi a lei, sollevandola dalla sedia quel tanto che bastava per farsela sedere poi sulle ginocchia –Allora credo di poter rimediare.-

Scostò un ciuffo che si era ribellato alla coda dalla fronte della ragazza e rimase a guardarla per qualche istante, aspettando che il suo grado di imbarazzo aumentasse, prima di prenderle il mento fra due dita e avvicinarla al suo viso per baciarla. Fu un bacio lieve, a fior di labbra, ma Tuomas fu certo di non aver mai desiderato un bacio più a lungo di quello. Finalmente addio fisime, addio gelosie varie, e soprattutto addio insicurezza! Tornò ad avvicinare il volto a quello di Meredith e stavolta il bacio si approfondì, diventando sempre più passionale, più intimo, finché…

-NON FATE CASO A ME!- urlò Bam attraversando la stanza più velocemente che poteva. Meredith e Tuomas si staccarono all’istante.

-Bam, cazzo, non ti hanno mai insegnato a bussare?- sbottò Alexi apparendo sulla porta –Scusatelo, è un essere incivile!-

Meredith e Tuomas ridacchiarono alla scena, mentre Bam rispondeva a tono alle provocazioni di Alexi.

-Hai visto Ville?- domandò alla fine lo skater estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto che era venuto a recuperare (per un americano, a Helsinki faceva fresco anche ad agosto).

Tuomas fece spallucce andando ad abbracciare i fianchi di Meredith –Non si è ancora fatto vivo. A dir la verità è da ieri sera che non l’ho più visto in giro.- rispose.

-Anche io non lo vedo da ieri…- commentò Alexi passandosi una mano sul collo e smuovendo così i capelli lunghi –Non ho visto più nemmeno Psyche. Non è che per caso…- disse poi con un sorrisetto malizioso.

-COSA?? Ville e Psyche?? Ma ti pare!- esclamò Bam con una faccia sconvolta accentuata dalla sigaretta spenta penzolante dalle labbra semi spalancate per la sorpresa.

-Oh, caro Bam Bam, ci sono tante cose che tu non sai…- lo stuzzicò Alexi.

Tuomas, che aveva ridacchiato fino a quel momento, improvvisamente si fece serio, fulminando il chitarrista con gli occhi verde acqua –Merda, Alexi, non dovevi dirlo a Bam!-

-Ops, è vero.- commentò il leader dei Bodom senza però sentirsi granché in colpa –Bè, prima o poi l’avrebbe saputo!-

Bam passò gli occhi alternativamente da Tuomas ad Alexi, soffermandosi per qualche istante anche su Meredith –Scusate, ma perché io non dovevo sapere nulla?- domandò un po’ indignato.

-Perché cazzo gliel’avete detto?- domandò una voce baritonale proveniente dall’entrata al camerino. Ville Valo se ne stava in piedi dimostrando tutto il suo metro e 87 di altezza, con le braccia incrociate e uno sguardo un po’ ambiguo dipinto in volto.

-Ehi, è una mia intuizione o hai scopato questa notte?- gli domandò Alexi col solito sorriso malizioso.

-Perché non mi hai detto che ti vedevi con Psyche?- domandò Bam ignorando il chitarrista dei Bodom.

Ville alzò le spalle –Non devo mica dirti sempre tutto, e comunque ora lo sai, grazie a un coglione mezzo brillo già alle 10 del mattino.- rispose lanciando uno sguardo di traverso ad Alexi.

-Ehi, chi sei, mia madre?- sbottò Alexi fregando una sigaretta a Bam.

Ville lo ignorò e andò ad appoggiare le sue cose nella sua parte della stanza –Andiamo fuori fra due ore, ma hanno chiesto che all’inizio andiamo tutti quanti sul palco.- comunicò poi agli altri due.

Tuomas annuì –Ok, francamente io mi sono già rotto di aspettare.- commentò con un mezzo sbadiglio –Quindi credo che andrò a farmi un giro. Meredith ,vieni con me? Magari ti faccio conoscere Toni dei Sonata Arctica.-

Meredith annuì, alzandosi per permettere a Tuomas di alzarsi a sua volta. Il tastierista la prese per mano con noncuranza e si congedò dal resto del gruppo, portandosela fuori per recuperare l’intimità persa.

Bam tornò a guardare Ville –Questa me l’attacco all’orecchio.- borbottò.

-Cazzo, Bam! Nemmeno fossi una ragazzina!- sghignazzò Ville –Non te la prendere. E comunque c’era Jyrki che ti cercava.- gli disse poi.

Bam borbottò qualcosa di rimando e uscì dalla stanza per raggiungere il leader dei 69 Eyes. Alexi rimase a rigirarsi per un po’ la sigaretta tra le mani pensando a qualcosa, poi decise che forse valeva la pena parlare con Ville.

-Sai, un giorno mi dovrai spiegare che è successo con Thabita.- disse.

I muscoli di Ville si irrigidirono al solo sentir pronunciare quel nome –Quando sarò dell’umore per parlare di Thabita…- disse prendendo a sua volta una sigaretta e uscendo per fumarla insieme al chitarrista dei Bodom che ancora non si era tolto dalla testa la Vj.

Un’ora e tre quarti dopo Psyche era ai piedi del palco che si schioccava distrattamente le nocche delle mani per scaricare la tensione, finché non sentì delle mani impossessarsi dei suoi riccioli alle sue spalle. Quando si girò un sorriso radioso le illuminò il viso –Ville!- gridò saltandogli al collo.

-Ehi, in fondo non ci vediamo da appena due ore!- sorrise il cantante ricambiando l’abbraccio e stampandole un bacio a fior di labbra.

-Sono troppo tesa per rendermi conto che alla fine sono trascorse solo due ore… merda, merda, merda… sbaglierò tutto, già lo sento!- sospirò la ragazza nascondendo il viso nel suo petto.

Ville strinse di più l’abbraccio cullandola appena –Calmati, avanti, non può andarti male. Sai fare il tuo lavoro, dov’è il rischio? Credi che avrei accettato di girare un video con un’incapace?- le disse alzandole poi il viso per sorriderle.

-Oh, non cominciare adesso! L’ultima cosa che ho bisogno di sentire è la parola video! Soprattutto perché non ho ancora visto Bam, e lui è il mio portafortuna.- replicò Psyche.

Ville sospirò –Bam è un po’ incazzato: Alexi gli ha detto di noi due e si è offeso per essere l’unico a non saperne niente.- disse.

Psyche sorrise maliziosa –Bè, alla fine nemmeno io ne sapevo molto fino a circa dodici ore fa…- commentò issandosi sulla punta dei piedi per poter baciare Ville.

E adesso è giunto il momento della collaborazione più discussa in questi ultimi mesi! La fusione tra il Black, il Power e il Love Metal finlandese! Voglio sentirvi gridare i loro nomi! Annunciò il presentatore al microfono in quel momento. La marea di folla che si era presentata già dalle prime ore cominciò a gridare il nome di Tuomas Holopainen, Alexi Laiho e Ville Valo scandendoli a battiti di mani.

-Ecco, adesso mi verrà una crisi isterica!- esclamò Psyche tornando a nascondersi tra le braccia di Ville.

-Ehi, stai tranquilla. Pensa che dopo sarà tutto finito, e che nessun’altro ha avuto il privilegio di essere il nostro cameraman personale. Nessun gruppo ne ha uno: tu sei l’unica.- le disse il cantante riuscendo a infonderle un po’ di coraggio. Psyche gli sorrise mite e lo lasciò andare.

Ok, adesso o mai più. Pensò mentre si separavano per dirigersi ognuno verso il loro posto di lavoro. Spero solo che Bam e gli altri non mi abbiano sopravvalutata.

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Capitolo 25
*** Perché Sei Così Serio? ***


Another One Bites The Dust 25

CAPITOLO 25: PERCHE’ SEI COSI’ SERIO?

 

Fantastico! Pensava Meredith fissando il palco dove Tuomas, Alexi e Ville avevano cominciato a suonare da qualche secondo. Adorava quella canzone, era molto bella… Dietro di lei, poteva sentire l’entusiasmo della gente. Nonostante si fosse ripromessa di prestare bene attenzione a tutti, la fotografa non riusciva a staccare gli occhi da Tuomas e non faceva altro che scattare foto su foto a lui soltanto. In fondo, non era lì in veste ufficiale… ma come “gentile invitata” da parte dei ragazzi, poteva fare quello che voleva. Aveva già scattato molte foto nel backstage anche agli altri gruppi, al pubblico… si era trovata persino a chiacchierare con Toni dei Sonata e come non fargli qualche foto? Ora poteva concentrarsi solo su Tuomas. Chissà se Thabita sta lavorando oppure no… pensò. Psyche la detestava ma nonostante il pessimo carattere, a Meredith la Vj non dispiaceva e viceversa… anche se era stata da lei definita più di una volta “squilibrata” per via dei ragionamenti assurdi che a volte faceva.

Alexi le aveva raccontato che finalmente era riuscito a baciarla… e che lei aveva ampiamente ricambiato. La strada era spianata! La rossa era molto felice per l’amico.

La cameraman invece, era impegnatissima nelle riprese, in cima alla telecamera principale, dava rapidamente indicazioni nelle cuffiette, voleva mostrare tutta l’intensità con la quale Alexi, Ville e Tuomas interpretavano quel pezzo così sentito, non le importava di inquadrare troppo il pubblico, piuttosto cercava di cogliere ogni attimo di quella performance, senza perdere niente. Per quasi cinque minuti, Psyche rimase concentratissima, poi finita la canzone, mentre i ragazzi scendevano dal palco, sorrise.

Il suo impegno non era finito… Bam le aveva detto che oltre a quella canzone, Ville, Alexi e Tuomas, sarebbero tornati on-stage a sorpresa l’ultimo giorno, per un’ora di cover, rifacimenti, oweremanea l’effetto dell’alcoore-interpretazioni e tante altre cazzate inventate al momento. Nessuno tranne gli organizzatori e qualche collaboratore lo sapeva ancora. Sarebbe stato il botto finale del festival. In ogni caso, la parte più difficile, secondo lei, era terminata.

Saltò giù dalla telecamera e corse velocemente da Bam.

-Sei stata magistrale! Un genio!- disse lo skater abbracciandola  -Davvero… fantastico! Cazzo che figata!-

-Grazie! Stavo per esplodere!- confessò lei, mentre lentamente l’adrenalina scendeva e i battiti tornavano normali.

-Sei stata grande- disse ancora Bam, talmente euforico da essersi scordato l’incazzatura -Piuttosto… tu e Ville?- la ragazza arrossì lievemente.

-Scusa se non ti ho detto nulla!- disse dandogli un bacino sulla guancia –E’ che… sai come sono fatta, devo essere veramente convinta di qualcosa prima di buttarmi e comunque, con Ville… sarà difficile-

-Ma non state insieme?-

-Eh? No, no!- si affrettò a smentire lei, arrossendo ancora di più -No, per ora… ehm… per ora no. Ci frequentiamo, andiamo a letto insieme e ci piacciamo. Ma non siamo affatto impegnati l’uno con l’altra -

-Ma voi cosa volete fare?- Psyche ammutolì per qualche secondo, prima di rispondere. Non ne aveva nemmeno accennato con Ville, era andato tutto così in fretta in quelle ultime ore!

-Più che altro… sai, facciamo entrambi un lavoro che ci porta a spasso per il mondo, non so come potrebbe essere una storia tra di noi- Bam annuì, ora che Psyche aveva ricevuto la spinta finale, la sua carriera non poteva che migliorare ancora e ancora, sarebbe stata spesso via dalla Finlandia e idem Ville, con i suoi mille impegni, i tour, le promozioni. Poteva capire le perplessità dell’amica, anche se era evidente che fosse cotta e stracotta del darkman degli HIM.

-Beh, pensaci bene. Vado a recuperare una birra- Bam le diede un buffetto su una spalla e si allontanò mentre dall’altra parte i ragazzi stavano arrivando. Psyche se ne fregò altamente delle persone che giravano nel backstage e andò ad abbracciare Ville, stampandogli un bacio.

-Come siamo andati?-

-Perfetti- rispose lei sorridendo -Davvero perfetti, hanno amato subito la vostra canzone e senza modestia devo ammettere di aver fatto un ottimo lavoro! Bam è entusiasta!-

-Visto? Impara a fidarti di me- mormorò il darkman stringendola a sé -Ti andrebbe di chiuderci da qualche parte? Ho una voglia matta di farti mia…- Psyche arrossì.

-Dai! Ci sentiranno!-

-Che sentano…- disse lui baciandole una spalla e facendole poi un succhiotto sotto la clavicola.

-Dai, smettila! Stanno guardando tutti!- protestò Psyche lievemente in imbarazzo, Ville si staccò dalla sua pelle e sorrise con malizia -No! Qualsiasi cosa tu stia per dire, no!-

-Scusate se vi interrompo- disse Tuomas avvicinandosi -Psyche sai dov’è Meredith?-

-Veramente ce l’hai avuta davanti tutto il tempo… ma di certo non te ne sarai accorto- sorrise la cameraman -Sarà qui attorno, a cogliere qualche attimo imperdibile- aggiunse, citando le parole della rossa –E’ proprio seria, eh?- Tuomas fece spallucce.

-Veramente non stiamo insieme, non ne abbiamo parlato… Anche se… ma sai, va tutto così bene che non può essere vero. E’ come se mi aspettassi la fregatura-

-Ma ti senti bene?- s’intromise Ville -Dico, non sarai già sbronzo come quel coglione di Alexi…- Tuomas ridacchiò.

-Affatto- rispose –E’ che non appena l’ho vista ho pensato: è lei. Ed è perfetta, anche se ci conosciamo da poco e non sappiamo granché, non che la cosa importi, comunque- Psyche lasciò Ville per abbracciare l’amico, tutta felice.

-Sono così contenta! Hai visto? Bastava seguire i miei consigli!-

-Ehi! Giù le mani!- disse Meredith avvicinandosi e dividendo Psyche da Tuomas -Allora Psyche… noi siamo diventate amiche e ok, mi piaci molto come persona. Ma lui…- e indicò Tuomas  -E’ mio. MIO. M-I-O, capito? Visto che alla voce: uomo perfetto di Meredith, troveresti la sua foto, ti proibisco di fare qualsiasi cosa. Più o meno-

-Gelosa…- commentò Ville ridacchiando insieme a Tuomas al quale però, la cosa non faceva altro che piacere.

-Ma lo sai che io abbraccio tutti!- disse Psyche alzando le spalle -Credimi, penso che avrò già abbastanza da fare con questo qui…- disse indicando Ville -E tutte le donne che vorrebbero portarselo a letto!-

-Già a questo non avevo ancora pensato- ammise la rossa, pensierosa -Bisognerebbe escogitare un modo… tipo gas pesticida anti donna… o una cosa che dà la scossa elettrica a ogni essere umano che si avvicina…-

-Ma così non potrebbero nemmeno abbracciare i famigliari o gli altri del gruppo- ragionò Psyche, facendo annuire la fotografa -Ci vuole un rimedio meno drastico-

-Decisamente-

Ville e Tuomas si scambiarono un’occhiata stranita, prima di tornare a fissare le due ragazze che andavano avanti a disquisire sul metodo migliore per tenere lontane le donne da loro.

-Giuro che non ho mai assistito a niente del genere- ammise il tastierista -Anche se mi sto abituando ai ragionamenti da ricovero che fa Meredith- a volte la rossa lo sorprendeva in modo assurdo, facendo congetture e riflessioni al limite della follia… ma le piaceva anche per quello. Era assolutamente imprevedibile per certe cose, ma fermissima per altre… un vero enigma.

-Ok, basta così- intervenne Ville -Psyche mi spieghi a cosa mi servono le altre donne, se ho te? Già ci vedremo poco e passeremo poco tempo insieme, mi sembrerebbe da coglione fare il… il… coglione e perderti-

Meredith afferrò una mano di Tuomas, allontanandosi in fretta da quello che sembrava l’inizio di un discorso molto serio.

-Davvero sono tuo?- domandò il tastierista dei Nightwish.

-Ovvio- rispose la rossa -E posso fare di te quello che mi pare!-

-E tu? Tu non sei mia?- la fotografa sollevò un sopracciglio, assumendo un’aria serissima e freddandolo con un: -Ti ho mai detto che eri l’unico?- che fece sbiancare Tuomas, Meredith però non riuscì a star seria a lungo e scoppiò a ridere, abbracciandolo forte -Dovresti vedere la tua faccia!- rise divertita, prendendogli il viso tra le mani e fissandolo negli occhi -Tu SEI l’unico. Non c’è nessun’altro… e mi piacerebbe… che non ci fosse mai. Quindi pensavo che… potremmo impegnarci seriamente per andare avanti insieme. Che ne pensi?-

-E’ un modo contorto per chiedermi di stare insieme?- fece Tuomas rispondendo al sorriso.

-Sono contorta lo sai…- ammise lei.

-Beh, allora… direi di si-

-Sicuro?-

-Sicurissimo-

Psyche si mordicchiò le labbra, pensierosa. Non sapeva che cosa rispondere a Ville… impegnarsi subito le risultava difficile, anche se era già gelosissima di lui.

-Non so cosa dirti- ammise, in tutta sincerità -Abbiamo un lavoro che ci terrebbe lontani molto tempo... Io manifesto il mio affetto in modo molto fisico, forse finirei col diventare matta-

-Potremmo cercare di conciliare gli impegni… e poi ti voglio a girare un sacco di nostri video, e li saremo insieme- Psyche annuì.

-Possiamo fare con calma?-

-Beh, dopo questo festival non ho altri impegni e tu nemmeno, possiamo stare un po’ insieme. Poi vedremo e decideremo, insieme- stabilì Ville, che poi sorrise -Certo che sei strana! Abbiamo fatto l’amore subito dopo esserci scambiati il primo bacio, e adesso vuoi andarci piano!-

-Mi sono fatta prendere ieri sera! Ma non mi sembra ti sia dispiaciuto…-

-Per niente… Mi è piaciuto tutte e tre le volte- Psyche arrossì per l’ennesima volta. Doveva ancora abituarsi alle battutine di Ville!

 

 

scusate il ritardo megacosmico, gente, ma qui siamo tutte e due sommerse dagli impegni. ora che ho un computer portatile e personale, credo di poter aggiornare [almeno questa storia] con più costanza. perdonateci, ma davvero abbiamo un sacco di problemi al momento che non starò qui a elencare. speriamo che la nostra storia vi interessi ancora, e che soprattutto continuerà a interessarvi. keep on enjoying us!

musicaddict & Kuji13

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Capitolo 26
*** Solo Sesso? ***


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CAPITOLO 26: SOLO SESSO?

 

Thabita si aprì una birra e sbuffò, Meredith stava lavorando, scattando foto su foto in giro  e lei stava da sola seduta nel backstage a bere birra e ad aspettare… cosa? Non lo sapeva nemmeno lei.

Aveva terminato tutte le interviste e la fotografa l’aveva praticamente supplicata di aspettarla, ma senza scendere nei dettagli.

Giuro che se c’entra quel deficiente di Laiho la uccido… foto o non foto… Farò pubblicare le interviste senza uno straccio d’immagine! pensò irritata, aprendo un’altra birra. Aveva progettato ogni intervista in modo da non dover per forza vedere il leader dei Bodom, se non da lontano.

Per la prima volta Thabita non riusciva a gestire la situazione con l’abituale freddezza… Quando c’entrava Alexi, le cose e gli eventi le scappavano di mano.

Qualche minuto dopo, l’oggetto dei suoi pensieri, spalancò la porta, entrando e  afferrando al volo la birra che lei teneva in mano e buttandone giù metà. Thabita lo fissò ad occhi sgranati.

Io ammazzo Meredith.

-La mia birra- disse tentando di recuperare la lattina, Alexi l’allontanò.

-Prima dimmi se ti siamo piaciuti?-

-Abbastanza- rispose lei alzando gli occhi in quelli azzurri di lui. Alexi era sudato, a torso nudo con la maglietta nera arrotolata attorno al collo, aveva bagnato i capelli che gocciolavano a terra e la matita nera era appena sbiadita sotto gli occhi. La ragazza si morse un labbro, incapace di distogliere lo sguardo.

Smettila Thab, che cazzo ti prende? Ha pure due anni meno… si disse abbassando gli occhi, ma rialzandoli poco dopo.

-Cos’hai da fissare?- sibilò al leader dei Bodom che la stava guardando con un mezzo sorriso dipinto sulle labbra.

-Sei fottutamente bella- Thabita corrucciò le sopracciglia, stupita.

-Non dire stronzate- il sorrisetto di lui si aprì, diventando malizioso -Non le dico- lasciò cadere la maglietta a terra e rapido le passò un braccio attorno alla vita. Lui sapeva di sudore e birra, normalmente Thabita non ci avrebbe messo più di due secondi a rifilargli un calcio in mezzo alle gambe… invece rimase immobile per un secondo, abbassò lo sguardo, lo rialzò e incollò le labbra a quelle di lui.

Alexi ricambiò il bacio, era troppo che aspettava di farlo. La strinse a sé anche con l’altro braccio, incurante di rovesciare a terra il resto della birra e approfondì il contatto, pensando che lei lo avrebbe evitato, invece Thabita non si tirò indietro. Gli passò le braccia attorno al collo, premendo il corpo sul suo mentre le lingue danzavano quasi con rabbia e le mani cominciavano a scorrere sulla pelle.

Quando si divisero, Alexi vide per la prima volta un’espressione diversa sul viso di lei… fondamentalmente era piuttosto fredda, ma gli occhi grigi luccicavano. Sorrise. Dio, se gli piaceva.

-Andiamo- ordinò lei afferrandolo per una mano e cominciando a tirarlo, camminando come una furia. Senza nemmeno preoccuparsi di avvertire gli altri, lui la seguì. Uscirono, Thabita fermò al volo un taxi, trascinò Alexi con sé e disse all’autista di partire.

Poco dopo saltarono giù, lei lanciò una banconota al tassista e Alexi riconobbe l’insegna di un albergo a ore sul marciapiede di fronte.

Thabita non sapeva nemmeno cosa le fosse preso, ma quel bacio aveva acceso qualcosa dentro di lei, qualcosa che non si spegneva, che voleva essere appagato. Andava avanti con Alexi per mano, senza riuscire a connettere un pensiero logico, si fermò soltanto quando lui si chiuse alle spalle la porta di legno di una delle stanze dell’albergo, e la guardò, prendendola tra le braccia.

Oh, al diavolo pensò lei, fermandogli le mani e cominciando a slacciargli la cintura dei jeans. Lui la lasciò fare, aveva sempre immaginato che una come Thabita volesse avere il controllo della situazione e la cosa non gli dispiaceva.

Non gli dispiacque nemmeno quando si ritrovò nudo, con lei completamente vestita a guardarlo. Thabita gli rivolse un sorrisetto a metà, che contrastò con l’espressione solitamente cupa e si spogliò, da sola, impedendogli di toccarla anche solo con un dito.

Alexi finalmente la strinse ancora a sé, facendola stendere sul letto, mentre le loro labbra si univano nuovamente. Non avrebbe voluto fare tutto di fretta, erano giorni e giorni che sognava di stare con lei… ma non riuscivano a fermarsi.

-Fermo- disse Thabita, lo afferrò per i fianchi e con uno scatto invertì le posizioni -Nessuno può starmi sopra…- aggiunse mettendosi a cavalcioni su di lui.

-Come vuoi- mormorò Alexi socchiudendo gli occhi, mentre si baciavano ancora e ancora e si univano con rabbia, passione e un pizzico di disperazione.

 

-Buon… Merda!- esordì Alexi qualche ora dopo, risvegliandosi e trovando l’altra metà del letto vuota. Si tirò a sedere, lasciando scivolare il lenzuolo fino alla vita. Fuori era ormai buio pesto. Si appoggiò con la schiena al muro, guardando quella parte del letto dove si era aspettato di trovare Thabita e invece… Sbuffò. Avrebbe voluto svegliarsi con lei, darle un bacio, farsi una doccia e magari andare a cena da qualche parte… non importava dove, l’importante era stare con lei.

Avrebbe voluto comportarsi come due che si piacevano e uscivano insieme, invece Thabita se n’era andata senza dirgli niente. Il leader dei Bodom scansò le coperte e notò che i suoi abiti non erano sparsi in giro, ma erano stati raccolti e messi su una sedia lì accanto, piegati. Un sorrisino si fece strada sul suo volto.  Allora non era certo tutto perso con lei.

Con calma si rivestì, ricordando di essere a torso nudo e tornò di sotto, scoprendo che la stanza era stata pagata da Thabita, dalla tasca dei jeans ripescò il cellulare. Meredith rispose quasi subito.

-Ehi, Alexi! Dove sei? Sono ore che ti cerchiamo, sei scomparso!-

-Ti spiego dopo, dovresti venire a prendermi…- silenzio e poi un lungo sospiro.

-Si arrivo, dimmi dove sei- lui le diede la via e le disse di sbrigarsi perché stava a torso nudo -Tu non sei normale- fu la risposta della rossa, prima di riagganciare.

La fotografa arrivò meno di dieci minuti dopo, in macchina, si fermò e lo fece salire, lanciò un’occhiata all’insegna dell’albergo a ore e una a lui, che rispose con un’alzata di spalle.

-Io e Thabita…- cominciò Alexi accendendo il riscaldamento -Siamo finiti a letto insieme.- Meredith quasi inchiodò al semaforo.

-Voi cosa?-

-Già, ti risparmio i dettagli… La prossima gira a destra-  lei eseguì –E’ successo così in fretta che… Cazzo lo sai che lei mi piace, lo sa anche lei… lo sa meglio di chiunque altro… e se n’è andata mente dormivo, senza una fottuta parola di merda. Come una ladra.-

-Stiamo parlando di Miss Iceberg- disse la rossa -Che ti aspettavi?-

-Non lo so, ma non ho la minima intenzione di mollare tutto così a cazzo, sta cosa non finirà nel dimenticatoio come una grandiosa scopata e basta-

-Armati di pazienza, allora-

-Senti, c’è stato un momento in cui… in cui ho pensato che anche lei… capisci? Non se n’è andata subito, è rimasta abbracciata a me, stretta a me, merda mi teneva come se dovessi scomparire. Non fai così se non te ne frega un cazzo-

-Si, può darsi- ammise la ragazza fermando la macchina sotto casa di lui -Adesso datti una calmata e pensaci bene sopra, se credi ne valga la pena allora buttati, ma Thabita non ha un carattere facile, sarà dura per te…-

-Lo so, grazie del passaggio-

-La tua roba è dietro-

-Grazie ancora- lui scese e recuperò le cose che aveva lasciato nel backstage ore prima, comprese le chiavi di casa. Salutò Meredith ed entrò dal portone.

 

ok, forse riusciremo a riprendere a postare con una continuità decente, prima o poi... comunque speriamo sempre che questa storia sia letta, almeno un po'. =) keep on enjoying us! Kuji&musicaddict

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Capitolo 27
*** O Anche Amore? ***


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CAPITOLO 27: O ANCHE AMORE?

 

-Sicura che funzionerà?- domandò Alexi che accanto a Meredith, continuava ad agitarsi sul sedile della macchina, la rossa annuì con energia -Ti devo un favore… Se sto con Tuomas è anche merito tuo- rispose lei mentre la sua macchina viaggiava verso casa di Thabita.

La fotografa aveva telefonato alla Vj quel mattino, dicendole che aveva pronte le foto dell’intervista e che voleva mostrargliele, in modo che potessero scegliere insieme quelle da portare al giornale per la pubblicazione. Thabita ci era cascata in pieno e le aveva tranquillamente dato l’indirizzo…probabilmente anche lei era rimasta scioccata da quanto accaduto con Alexi e aveva abbassato le difese.

-Tu e Tuomas avete già…- fece il cantante.

-No- confessò Meredith parcheggiando non distante dalla casa della Vj -ci siamo limitati a usare mani e bocca- il leader dei Bodom scoccò un’occhiata all’amica, che invece lo fissava tranquilla e pacifica -che c’è? E’ terribilmente piacevole, sai? E anche perfettamente normale-

-E’ che non vi ci vedo…sei proprio una maniaca-

-Alexi, pensa per te- Meredith si allungò ad aprirgli la portiera -ci vediamo più tardi al Tavastia-

-Ok-

Alexi scese dalla macchina e attraversò rapidamente il vialetto, suonando con decisione al campanello, non si era preparato un discorso e non aveva la minima idea di cosa dire a Thabita. Si girò ma Meredith era già scomparsa, sentì la chiave girare nella serratura e si voltò. La porta si aprì e comparve il viso un po’ stanco della Vj, che rimase letteralmente basita nel vedere chi aveva davanti.

-Ciao-

-Ciao, sono qui per parlare con te e guarda che non riuscirai a mandarmi via- disse Alexi facendosi avanti ed entrando in casa. Thabita chiuse la porta e seguì il leader dei Bodom, in salotto. La casa di Thabita contrariamente al carattere della ragazza, era calda e accogliente, arredata semplicemente ma con gusto.

-Ti ascolto- borbottò la Vj, Alexi la guardò stupito.

-Non stai bene?- le chiese osservandola per bene, indossava pantaloni di una tuta nera, un maglione bordeaux, senza nulla sotto, ed era a piedi scalzi. Dava l’idea di essersi vestita di fretta.

-Non proprio, allora? Di quello che devi e vattene- Alexi sorrise appena, ecco di nuovo la vera Thabita.

-Veramente non so cosa dirti. Siamo stati a letto insieme…tu sai di piacermi molto, voglio solo capire cosa ne pensi tu-

-Di cosa?- chiese lei annoiata.

-Di noi due-

-Non c’è un noi due-

-Ah, no?- ribatté lui aggrottando le sopracciglia, Thabita mise le mani sui fianchi -invece c’è e non mi è piaciuto affatto come te ne sei andata…mentre dormivo-

-Avevo del lavoro da finire- puntualizzò lei -e cosa cavolo volevi che facessi?- Alexi si avvicinò a lei, afferrandola per le braccia.

-Che almeno lasciassi un biglietto- la Vj alzò gli occhi al cielo, cercando di scostarsi, inutilmente -Thabita, cazzo, ma ti costa così tanto ammettere che mi ricambi?- sbottò Alexi, che cominciava ad essere piuttosto infastidito dall’atteggiamento della donna. Thabita sospirò, socchiuse gli occhi…e starnutì. Alexi sorrise -ok, tu stai poco bene, adesso ficcati a letto che stasera ti porto al Tavastia-

-No-

-Invece si, stasera esci con me. Fine della faccenda- la Vj stava per protestare, ma Alexi le chiuse le labbra con un bacio.

-Noi non abbiamo un appuntamento-

-Chiamalo come cazzo ti pare- rispose lui -vai a letto, io penso che mi guarderò la tv…hai della birra?-

-Fai veramente delle domande del cazzo- Alexi le scoccò un altro bacio, cui Thabita si arrese piuttosto volentieri, poi la spedì in camera e andò a recuperare la birra. Tutto sommato la soluzione di Meredith era servita.

Mentre Alexi si stravaccava sul divano, la Vj tornò in camera da letto, per rimettersi sotto le coperte, imprecando mentalmente contro se stessa… stava concedendo troppo ad Alexi, non era affatto da lei, lasciarsi trattare in quel modo. Eppure nonostante gli dicesse sempre di andarsene, lui non se ne andava mai…anzi, più lei faceva la stronza e più lui insisteva. Perché? Cosa c’era in lei di così speciale da renderla tanto affascinante?

Io mi sto rincoglionendo…pensò la donna mentre scivolava sotto la coperta non c’è altra spiegazione…da quando aveva incontrato Alexi, si stava ammorbidendo troppo, non andava affatto bene! Persino Sabrina aveva detto che sorrideva più spesso, anche se era ben lontana da raggiungere il livello di Psyche, perennemente allegra, altra persona particolarmente amata dalla sua sorellina pestifera.

Era a letto da pochi minuti che Alexi entrò nella stanza.

-Che diavolo vuoi? Ti avviso che ho mal di testa- sibilò Thabita, mettendo fuori la testa.

-Ti ho fatto del the-

-Dio, sembri un fidanzato. Smettila immediatamente che mi dai il voltastomaco- ma naturalmente, lui si guardò bene dall’andarsene, fece il giro del letto, posò la tazza sul comodino e sollevò di peso la donna, tirandola su a sedere.

-Dovresti ringraziarmi, solitamente non faccio queste cose- disse piazzandole la tazza in mano.

-Potevi continuare a non farle-

-Hai una riserva di birra che è spaventosa, quasi quanto la mia- commentò Alexi ignorando la frase di Thabita -tua sorella aveva ragione-

-Cos’altro ti ha detto?-

-Alcune cosette- fece lui, con aria vaga -altre le ho scoperte da solo, come il fatto che a letto preferisci stare sopra-

-Non mi pare ti sia dispiaciuto-

-Se sopra ci sei tu, no- Alexi si alzò dal bordo del letto -ma prima o poi starai sotto, contaci. E vedi di rimetterti entro stasera-

-Se pensi di potermi sfoggiare come un fottuto trofeo, puoi scordartelo, chiaro?- ringhiò la Vj.

-Quante stronzate dici! Voglio solo portarti fuori, non saremo nemmeno da soli visto che verranno anche Tuomas, Meredith, Ville, Psyche e Bam…e anche qualcun altro del Metalklubi, non è un appuntamento, è solo un’uscita ma voglio andarci insieme, chiaro?-

-Cristallino-

-Bene, quindi vedi di dormire- Alexi uscì sbattendo la porta e tornò di sotto. Quella donna aveva il potere di fargli saltare i nervi e fargli girare la testa nello stesso momento. Sarebbe stata dura conquistarla, ma pensò di essere sulla buona strada e comunque, secondo lui ne valeva la pena…tanta fatica sarebbe stata premiata, ne era assolutamente certo.

 

 

 

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Capitolo 28
*** Riveazioni ***


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CAPITOLO 28: RIVELAZIONI

 

-Oh, Cristo, non ci posso credere! Alexi sta entrando qui facendo coppia con Thabita Daniel’s!- esclamò Bam accennando all’entrata del Tavastiaklubi. Tutti i suoi compagni si girarono increduli verso la coppia che stava entrando. Psyche lanciò uno sguardo a Ville che sembrava ricercare dentro di sé tutte le forze per sopportare la presenza di Thabita per una sera. Per quanto riguardava la cameraman, la Vj sarebbe apparsa invisibile ai suoi occhi per quanto possibile.

Ma Thabita sembrava godere sadicamente nel creare in Ville Valo reazioni nevrotiche, e non appena vide il cantante abbracciato alla cameraman tirò fuori la sua lingua biforcuta, riservata in maniera particolare a lui. –Oh, ma guarda! Alla fine sei riuscito ad accalappiare una ragazza, Rakohammas. Ma che bravo… Stai cercando di battere il tuo record dei cinque secondi?-

Ville lanciò alla Vj uno sguardo avvelenato, che se avesse potuto sarebbe stato in grado di uccidere –Di’ pure quello che ti pare, Daniel’s, ma lascia Psyche fuori da questa storia!-

-Oh, ma sentitelo! Fa l’eroe!- commentò sarcastica Thabita prima di rivolgersi direttamente alla cameraman –Credevo fossi troppo intelligente per farti abbindolare da Ville Valo, Psyche, ma a quanto pare mi sbagliavo: Rakohammas è contagioso.-

-Ti ho detto di tenere Psyche fuori dalle tue uscite da stronza in calore, Thabita!- ringhiò nuovamente Ville cominciando a innervosirsi e ricevendo un’occhiataccia da parte di Alexi.

Thabita guardò il darkman con sufficienza –Cos’è, hai paura che riveli al mondo che non riesci a tenerlo alto per il tempo necessario, lucciola?*[gioco di parole con valo=luce]-

-Ma si può sapere che cazzo vuoi da me?! Perché devi essere così puttana, me lo vuoi spiegare?!- esplose Ville alzandosi in piedi per la foga e fronteggiando la Vj.

-Ehi, coglione, modera il tono!- si intromise Alexi, ma Ville lo respinse indietro.

-Stanne fuori, Alexi. Tu non c’entri un cazzo e ti conviene non immischiarti!-

Alexi ignorò Ville cercando ancora una volta di intervenire, ma questa volta fu la stessa Thabita a zittirlo –Non occorre, Alexi, mi so tranquillamente difendere da sola.- disse la Vj spingendo lontano il chitarrista e avvicinandosi ulteriormente a Ville –Non sei cambiato per niente, avevo ragione: sempre irascibile e permaloso.- commentò –Non mi meraviglia per niente che la tua vecchia ragazza ti abbia scaricato: non dev’essere il massimo della vita condividere l'esistenza, e il letto, con te.-

Ville non poté sopportare oltre quelle punzecchiature che andavano sempre a centro –Ma vaffanculo!!- sbottò –A volte riesci proprio a strisciare basso, a riempire le tue parole di merda pura! Una volta non era così, una volta io e te eravamo amici! Che cosa ti ho fatto per meritarmi il tuo continuo tormento?! Dimmelo una volta per tutte, così finalmente ti metti il cuore in pace e ti levi dai coglioni!-

Thabita lo guardò con la stessa stima che avrebbe riservato a un verme –Sai benissimo cos’è successo, Rakohammas, non fare la vittima.-

Tutti gli altri stavano osservando la scena ancora scioccati dalla rivelazione precedente: Ville e Thabita erano stati amici una volta? Era possibile una cosa del genere?

Ville dal canto suo cercava di trovare una spiegazione tra i suoi ricordi, ma invano –Io mi ricordo solamente che tu, da un giorno all’altro, hai cominciato a comportarti da stronza anche con me, ma non mi sembra di aver fatto o detto nulla che possa giustificare questo cambiamento!-

-Oltre al danno anche la beffa, dunque. Non solo sei tu il responsabile di tutto, ma nemmeno te lo ricordi!- sbottò Thabita alzando gli occhi al cielo.

Ville strabuzzò gli occhi –Io sarei il responsabile?! Io non ho fatto nulla di male!-

-Bè, allora ti rinfrescherò la memoria!- sibilò Thabita con odio. Alexi e gli altri drizzarono le orecchie, finalmente capivano cosa era successo di così grave tra i due per portarli a quel livello di disprezzo reciproco. –Cosa ti ricordi di quando eravamo amici, Ville?-

Ville rimase momentaneamente interdetto, incerto se stare o meno al gioco di Thabita. Alla fine pensò che finalmente avrebbe avuto una risposta ai suoi dubbi e che forse poi si sarebbe per sempre liberato di lei, così si decise di parlare –Io mi ricordo che da piccoli tua madre ti portava da noi quando doveva andare a lavorare, siamo diventati amici così. Che abbiamo fatto le scuole insieme fino alle superiori, abbiamo sempre cercato di essere in classe insieme in modo da non sentirci isolati…-

-Sì, certo, molto commovente… ma io voglio sapere cosa ti ricordi del nostro rapporto, Ville.- lo zittì Thabita, spazientita da quel raccontare vago e nostalgico che le riportava alla mente ricordi ormai cancellati da tempo.

Ville lanciò uno sguardo di sbieco alla Vj non capendo dove voleva portarlo, ma continuò il racconto –Stavamo sempre insieme, qualunque cosa facessimo. Mi ricordo che quando facevo boxe avevi insistito per iscriverti anche tu, ma che non ti avevano lasciato ed era anche per quello che avevo lasciato quello sport per fare skate. Quando mio padre ha aperto il porno shop e io me ne vergognavo come un cane tu sei andata in giro per la scuola a fargli pubblicità, tanto che il preside ha mandato a chiamare i tuoi perché credeva che fossi una promotrice della promiscuità!- a questo punto Ville sorrise, ma lo sguardo di Thabita gli impose di continuare -Quando ho iniziato a suonare nel mio primo gruppo eri sempre pronta a criticare tutto quello che facevamo, ma sapevo che lo facevi per farci migliorare… Io non capisco dove vuoi arrivare, Thabita! Mi ricordo solo che un giorno il nostro rapporto è cambiato di punto in bianco!-

-No, Ville, non interromperti adesso, c’eri quasi.- sorrise malefica Thabita –Cerca di arrivare il più vicino possibile a quel giorno.-

Ville si sforzò di ricordare, ma non riuscì a trovare un nesso logico –Mi arrendo, sei contenta?! Dimmi tu cos’è successo di così tremendo da farti diventare così!-

Thabita non abbandonò il sorrisetto di sufficienza che aveva riservato in precedenza a Ville –D’accordo, come vuoi tu. Ma potrai parlare solo alla fine.- disse fulminandolo con gli occhi di ghiaccio. –L’ultimo anno di liceo hai cominciato a far parte di un gruppo serio, o che almeno tu giudicavi tale. Ti ci dedicavi anima e corpo, dicevi che forse quella sarebbe stata finalmente la combinazione vincente, che con quel gruppo forse sareste riusciti a farvi conoscere. Io ne ero felice all’inizio, sapevo che era sempre stato il tuo sogno di poter creare un gruppo e far conoscere le tue canzoni, ma improvvisamente ho conosciuto il vero te. Dopo il primo concerto a scuola, che ovviamente non poté andare che meravigliosamente vista la magica combinazione, hai cominciato ad atteggiarti. Ti piaceva vestirti di nero e così hanno cominciato a chiamarti Valo per antitesi, e quel nome ti era piaciuto così tanto che avevi cominciato a volere che ti chiamassero solo così. Io ero l’unica che si rifiutava di utilizzare quello stupido nomignolo, e ogni volta che ti chiamavo Ville mi correggevi con stizza, quasi avessi mancato di rispetto a una divinità! Hai cominciato a mostrare il tuo lato stronzo e strafottente, cominciando ad atteggiarti con chiunque! La cosa che più ti piaceva era il fatto di suonare con quelli grandi, visto che sia Rantala che Paananen avevano due anni in più di te.-

-Ma che cazzo…- cercò di interromperla Ville, ma fu immediatamente trucidato da un’occhiata gelida della Vj che continuò il suo sfogo. Perché Thabita si stava sfogando, aveva totalmente perso il controllo di quello che stava dicendo, avendo per la prima volta la possibilità di dire tutto quello che si era tenuta per sé in 15 anni.

-Improvvisamente non avevi più tempo per me, non c’era più nient’altro oltre alla band! Appena avevi un momento libero correvi in sala prove, se io avevo bisogno di qualcosa dovevo aspettare che finiste di provare! La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quando una sera, quando eravamo fuori tutti quanti e tu eri come sempre ubriaco fradicio, hai cominciato a fare il coglione con me, Ville, solo perché ero l’unica femmina del gruppo. Hai cominciato a fare commenti che non ti avevo mai sentito fare su una donna, mi hai trattata come se fossi stata il tuo divertimento personale per tutta la sera, prendendoti gioco di me e facendomi fare la figura peggiore di tutta la mia vita. E quel che è peggio è che in quel momento mi sono odiata per essere una donna!- sbottò la Vj –Da allora è cambiato tutto, Ville. Anche perché poi avevi trovato i contatti utili per gli HIM, il tuo tempo doveva essere concentrato interamente su quell’occasione, non avevi tempo per stare a sentire le mie frigne da ragazzina viziata su come ti comportavi quando eri fuori con gli amici! Hai passato gli ultimi mesi di scuola facendo come se io non esistessi, come se l’unica cosa che ci avesse mai unito fosse la classe di appartenenza e l’anno di nascita!-

Calò il silenzio. Thabita si era liberata di un peso che si portava dentro da un po’, ma adesso si rendeva conto di averlo fatto di fronte a troppe persone. Aveva mostrato il lato che aveva sempre tenuto nascosto, il suo lato debole, quello ferito… cicatrizzato, ma comunque ferito.

Ville la guardò per qualche istante, incredulo –Tu… tu mi stai dicendo che per 15 anni hai sputato merda su di me, solo perché ho smesso di stare con te 24/7?!- domandò sconvolto –E poi sarei io quello immaturo? Io avevo 19 anni all’epoca, Thabita, era normale che fossi preso da una cosa come quello che gli HIM stavano diventando per me!!-

Thabita inasprì ulteriormente la sua espressione –A quanto pare parlare con te e parlare a un lombrico è la stessa cosa.- commentò –Forse ti sei perso un passaggio fondamentale per capire tutto, Ville: tu eri l’unico amico che avevo. Tutti gli altri mi trattavano né più né meno come una stronza con la puzza sotto il naso, l’unico con cui potevo avere una vita sociale eri tu! Saresti stato l’ultimo da cui mi sarei aspettata un comportamento del genere.-

Ville rimase completamente a secco di scuse. Non sapeva cosa rispondere… forse non comprendeva nemmeno appieno la situazione che aveva davanti. Finalmente sapeva il perché di tanto odio, ma non riusciva a capirlo a fondo. –Se lo avessi saputo forse non avrei reagito così alle tue provocazioni, all’epoca.- disse infine.

-Il problema era che non volevi saperlo, o meglio, non me lo lasciavi dire, Ville. Era sempre più importante la band.- lo freddò Thabita prima di rivolgersi verso Alexi –Senti, mi dispiace… Ci ho provato, ma non credo di poter restare ancora.-

Alexi balbettò qualcosa, ma ormai era troppo tardi visto che Thabita si era avviata di corsa verso l’uscita lasciandolo lì a boccheggiare invano. Si girò lentamente a guardare Ville che si guardava la punta delle scarpe pensieroso. –Certo che eri davvero una grande testa di cazzo da adolescente!- commentò.

Ma Ville non lo ascoltava, le idee gli si stavano schiarendo in testa rendendogli tutto più comprensibile. Senza dire una parola afferrò l’accendino che aveva lasciato sul tavolo e si avviò fuori dal locale sulle tracce di Thabita.

 

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Capitolo 29
*** Chiarimenti E Opinioni ***


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CAPITOLO 29: CHIARIMENTI E OPINIONI

 

-Thabita fermati!- disse Ville camminando velocemente dietro alla Vj, che procedeva spedita sul marciapiede, riuscì ad afferrarla per un braccio e a bloccarla -Adesso se non sbaglio è il mio turno, no?-

-Infatti sbagli.- replicò lei –Lasciami.-

-No, senti… Mi dispiace, davvero. Probabilmente non basta ma… Ti chiedo scusa.-

-Pensi di cavartela così?-

-No, però… Lo hai detto tu, ero un cazzone. Non mi sono davvero reso conto di quello che facevo, ma tu avresti anche potuto dirmelo!-

-E come, se non avevi mai tempo per me?-

-Thabita, abbiamo trent’anni, ne sono passati undici… Il tempo c’era, no? Eri la mia migliore amica, perché non me lo hai detto?-

-Perché tanto per te non ero così importante.- la Vj divincolò il braccio dalla stretta, Ville si accese una sigaretta. Rimasero qualche minuto in silenzio.

-Mi dispiace.- disse ancora Valo –E’ che non pensavo di aver fatto una cazzata così grande. Almeno accetti le mie scuse più sincere?-

-Potrei anche…-

-Basta che la smetti di sputarmi in faccia tutta ‘sta merda e, soprattutto, che lasci fuori Psyche.-

-Lo stesso vale per te.- rispose secca Thabita, fulminandolo con lo sguardo, Ville annuì e le tese una mano.

-Allora pace?-

-Pace, ma non pensare che le cose possano tornare come prima!- la donna quasi gli stritolò la mano in una stretta pazzesca, poi si voltò e riprese a camminare velocemente lungo il marciapiede. Due secondi dopo, Alexi sorpassò Valo correndo e si Affrettò dietro alla Vj.

Dentro, l’atmosfera era davvero surreale: nel Tavastia regnava il caos più totale e la musica era sparata al massimo, ma al tavolo di Bam, Psyche, Meredith e Tuomas c’era un silenzio assoluto e glaciale. Bam si guardava attorno, bevendo birra e cercando di capire effettivamente cos’era accaduto, vicino a lui Psyche fissava il punto dove Ville e Thabita erano spariti.

Era assurdo! Ville e Thabita amici! La sola idea secondo la cameraman era incredibile… Eppure aveva già notato una certa confidenza tra i due che andava ben al di là della semplice condivisione della classe al liceo. Finalmente la verità era venuta fuori, anche se Thabita continuava a non piacerle affatto. Aveva sempre un’aria superiore che lei proprio non sopportava.

-Forse dovresti andare da Ville.- suggerì Meredith, comodamente seduta sulle ginocchia di Tuomas.

-Si, sono d’accordo.- convenne Bam -Comunque questa storia è pazzesca… Non l’avrei mai detto!-

-Nemmeno io.- disse Psyche -Ma io non c’entro, non vedo cosa potrei fare.-

-Sai, non penso che Ville stia benissimo adesso- disse ancora la fotografa -Quindi va da lui e parlaci un po’, o coccolalo, come ti pare… Anche se non c’entri penso gli farà piacere sapere che gli sei vicina, ha appena capito di aver mandato a cagare la sua migliore amica. Io mi sentirei una merda.- la cameraman guardò la rossa e si alzò.

-Sì, ok.-

Psyche trovò Ville che fumava una sigaretta dietro l’altra, fuori dal Tavastia, lo raggiunse e il cantante si mise a imprecare e gesticolare come un matto, inveendo su qualsiasi cosa e calciando le numerose lattine sparse a terra.

-Ville…-

-Undici anni! Ma non poteva svegliarsi prima?-

-Ville?- tentò ancora la cameraman, del tutto ignorata, anche stavolta. Spazientita, Psyche lo afferrò per le braccia -Mi ascolti?-

-Scusa se Thabita ti ha tirato in mezzo.-

-Non mi importa niente di quello che dice!- disse lei abbracciandolo -Senti, è vero, forse hai fatto qualche errore di calcolo… forse l’hai trascurata un po’… ma fare la stronza come ha fatto lei in tutti questi anni non è un comportamento corretto. Non sono disposta a credere che tu l’abbia disprezzata così tanto, non ci riesco e comunque la gente cresce e tu stesso hai detto di essere cambiato. E’ questo che conta. Non ha senso aggrapparsi a cose vecchie di anni e anni.-

-Si, lo so ma…-

-Niente ma!- lo interruppe lei -Thabita si è messa su un piedistallo e ha cominciato a sputare sentenze non richieste con tutti, il suo comportamento non è giustificabile.- Ville annuì, ricambiando l’abbraccio della ragazza. Lei aveva perfettamente ragione, in ogni caso lui aveva chiesto scusa, la faccenda era conclusa. Inoltre la Vj avrebbe smesso di comportarsi da stronza e avrebbe lasciato stare Psyche, gli andava più che bene così.

-Grazie.-

-Di che? Sto solo dicendo la verità.- sorrise la cameraman baciandolo, Ville strinse l’abbraccio e approfondì il bacio -Più tardi vieni a casa mia?-

-Ci verrei anche adesso…-

-Ville, gli altri sono preoccupati, specialmente Bam, e questa serata era per stare un po’ tutti insieme. Casa mia non scappa mica!- il darkman sbuffò fingendosi spazientito, ma sorrise.

-Come vuoi tu.-

Mentre Ville rientrava nel Tavastia per mano con Psyche, pronto a dare spiegazioni ai propri amici di quanto avvenuto fuori, Thabita continuava a camminare seguita da Alexi.

-Che cosa vuoi ancora?- sbottò la Vj bloccandosi di colpo, pensando di trovare ancora Ville dietro di sé, rimase un po’ stupita nel vedere il leader dei Bodom -Pensavo fossi…- agitò una mano -Che cosa vuoi?- Alexi fece spallucce prendendo le chiavi dalla tasca dei jeans consumati.

-Ti porto a casa.- disse. Thabita ci pensò un po’, effettivamente a piedi ci avrebbe impiegato delle ore, quindi annuì e seguì Alexi, tornando al parcheggio dove nemmeno mezz’ora prima avevano lasciato la macchina.

Salirono in silenzio, Alexi mise in moto e, sempre senza una parola, si diresse a casa della Vj. Thabita era arrabbiata ma con se stessa per essersi lasciata andare in quel modo. Lei non faceva mai piazzate come quelle, non arrivava mai al punto di urlare e strepitare in quel modo assurdo… Eppure l’aveva fatto. A suo tempo Ville l’aveva ferita parecchio, era stato difficile essere piantate così da un giorno all’altro dall’unico amico che avesse mai avuto.

-Avanti, se devi fare qualche domanda, falla.- disse la donna mentre scendeva dall’auto, giunta a casa.

-Veramente no.-

-Come no? Da uno insistente come te mi aspettavo almeno mille domande, ti ascolto anche se non è detto che ti risponda.-

-Se sono insistente con te è perché mi piaci, ma guarda che non sono deficiente. E poi, sta cosa tra te e Valo non mi riguarda.- rispose Alexi tranquillamente -Non ne vuoi parlare, ok.- Thabita prese le chiavi di casa e aprì la porta, mentre Alexi era rimasto a metà del vialetto, mani in tasca e sigaretta appena accesa che pendeva dalle labbra. Forse un altro uomo le sarebbe saltato addosso o avrebbe fatto pressioni per riuscire ad entrare in casa, ma lui no.

-Cosa fai lì impalato?- fece lei togliendosi le scarpe e gettandole in là.

-Aspetto.-

-Che cosa?-

-Che tu mi dia il bacino della buonanotte o mi faccia entrare o mi sbatta la porta in faccia.- lei lo guardò perplessa, poi sorrise. Un sorriso vero.

-Entra.- disse aprendo ulteriormente la porta -Ma se pensi di approfittarne hai capito male, sono stanca, arrabbiata e ho sonno.-

-Mi fai dormire con te?- fece Alexi entrando nuovamente in casa della Vj.

-Le alternative sono il pavimento o il divano. A te la scelta.- detto ciò Thabita se ne andò su per le scale, a cambiarsi. Alexi le lasciò il tempo di sistemarsi e finì la sigaretta, poi la raggiunse. Avrebbe volentieri impiegato il tempo in altro modo, ma la Vj era stata categorica e, comunque, l’aveva invitato a casa sua, di sua iniziativa. Thabita si stava un pochino sciogliendo, anche se fondamentalmente rimaneva la solita donna dal carattere freddo e stronzo. Il leader dei Bodom spense le luci e si infilò sotto le coperte, supino con le braccia incrociate sotto la testa. Pochi istanti dopo Thabita si girò, appoggiando la testa sul suo petto.

-La prossima volta che facciamo sesso voglio stare sopra.- disse lui.

-Puoi scordartelo!-

-Thabita…-

-Ho sonno… che vuoi ancora?-

-Io ti piaccio?- nel buio la Vj sorrise ancora, mentre il braccio nudo di Alexi le circondava le spalle.

-Diciamo che non mi dispiaci.-

 

 

Ecco un altro capitolo, gente! Ok, sempre il solito problema del "ci mettiamo troppo a postare", ma non posso velocizzare i tempi più di così, mi dispiace. Nel frattempo, keep on enjoying us! musicaddict & Kuji13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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