Never let me go

di Morgana_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Uguale ma diversa ***
Capitolo 2: *** 2. Barriere ***
Capitolo 3: *** 3. Che i giochi abbiano inizio ***
Capitolo 4: *** 4.4 Complotti ***



Capitolo 1
*** 1. Uguale ma diversa ***


Never let me go 1
Never let me go



1. Uguale ma diversa

Disteso sull'asfalto dell'autostrada con le braccia riportate lungo i fianchi, l'espressione persa nel Cielo buio e alle migliaia di stesse che brillavano, Damon Salvatore aspettava la sua prossima vittima da uccidere. Era ritornato a Mystic Fall's dopo ben quindici anni, tanti per umano, pochissimi per un vampiro. Del resto per un vampiro il tempo non è un problema. Era da circa dieci minuti che stava lì e ancora non era passata nessuna macchina, si stava annoiando, aveva voglia di giocare e di uccidere. Magari sta volta se era mora era ancora meglio, le bionde non gli erano mai piaciute, tuttavia si accontentava. Una voce femminile lo riscosse dai suoi pensieri, voltò il capo verso destra. La voce iniziava a divenire familiare, aguzzò bene la vista e non molto lontano da lui una ragazzina parlava al telefono, ma non era una semplice ragazza quella. Katherine. Finalmente dopo cento cinquantanni l'aveva trovata, non era una delle tante allucinazioni che lo stavano rendendo pazzo. Lei era lì, era reale. A velocità vampiresca la raggiunse, Damon sorrideva, un sorriso carico di amore e di speranza i suoi occhi brillavano di luce propria come le stelle che stava osservando poco prima. La ragazza smise di parlare al telefono.
-Katherine..- sussurrò speranzoso avanzando verso di lei. La ragazza corrugò la fronte e sul suo viso si formò un'espressione interrogativa, si guardò indietro per vedere se effettivamente il ragazzo stesse parlando con lei. Il sorriso di Damon si spense e la speranza svanì non appena la ragazza parlò.
-No, io sono Elena- spiegò la ragazza ancora confusa e leggermente spaventata.
Damon nonostante il dolore e la delusione che stava provando, era rimasto del tutto sconvolto per la somiglianza che c'era tra quella ragazzina e la sua amata.
-Oh scusami è che mi ricordi tanto una persona..- si giustificò immediatamente il ragazzo. Di solito quando trovava delle ragazzine sole in posti isolati le avrebbe soggiogate, ci sarebbe andato a letto e poi le avrebbe uccise senza pietà. Ma era curioso quindi non avrebbe ucciso quella ragazzina di nome Elena, non per quella sera almeno.
-Sono Damon- si presento riacquistando la sua aria strafottente.
Elena lo guardò perplessa.
-Non per essere scortese o altro Damon, ma il fatto che tu sia qui in un posto sperduto è piuttosto inquietante- esclamò la ragazza.
Damon fu affascinato dal suo modo di essere diretta, più la guardava negli occhi, più studiava i suoi movimenti e dedusse che con Katherine avevano in comune solo l'aspetto. Interessante pensò il vampiro.
-Senti chi parla- rispose con fare ironico -Tu sei qui tutta sola..-
-Siamo a Mystic Fall's, qui non succede mai niente di brutto- esclamò la ragazza gesticolando con le mani.
Oh non sai quanto ti sbagli, piccola Elena. Pensò divertito il vampiro, sorridendo per l'ingenuità della ragazza. Tuttavia annuì e continuò a guardarla in modo curioso.
-Ho litigato con il mio ragazzo..- esclamò Elena accentuando la curiosità di Damon, sembrava più uno sfogo da parte della ragazza.
-Per cosa..se posso chiedere?- Vide Elena sbuffare impercettibilmente, tuttavia aveva un'aria serena in volto, un'espressione così fresca ed allegra. L'espressione di chi aveva una gioventù da vivere senza rimpianti
-La vita, il futuro..praticamente ha già pianificato tutto..-
-E tu non lo vuoi..- constatò il vampiro. Elena lo guardò piacevolmente colpita e sulle sue labbra si formò un piccolo sorriso, un sorriso molto incantevole secondo il vampiro.
-Io non so cosa voglio...-
Damon si avvicinò a lei e a mano a mano che si avvicinava poteva sentire il suo fresco profumo, così diverso da quello della donna che amava.
-Sì che lo sai. Vuoi quello che vogliono tutti!- rispose il vampiro con un sorrisetto beffardo.
-Cosa? Un misterioso sconosciuto che ha tutte le risposte?- chiese Elena sorridendo, Damon fu colpito da questa sua risposta e si lasciò scappare una risata
sincera. Non sorrideva così da moltissimo tempo, quell'Elena iniziava a piacerle.
-Diciamo che sono in giro da un
bel po' di tempo ed ho imparato una cosetta o due- disse Damon ghignando.
-Allora Damon, dimmi un po' cos'è che voglio?- disse Elena con un piccolo sorrisetto malizioso sulle labbra. In quel momento assomigliava molto a Katherine, ma c'era qualcosa in quella malizia che era differente dalla sua.
-Tu vuoi un amore che ti divora, vuoi passione, avventura e anche un po' di pericolo- Damon fece il suo discorso con un sorriso soddisfatto, Elena lo guardava incantata e stupita nello stesso tempo. La lasciò senza parole, ma dopo un paio di secondi fu lei a lasciare senza parole lui.
-E tu cos'è che vuoi?-
Damon non sapeva cosa rispondere, quella ragazzina lo stava stordendo e non era di certo un bene per lui. Fortunatamente il rombo di una macchina interruppe quel discorso che stava prendendo una piega decisamente sbagliata per lui.
-Sono i miei genitori..- esclamò la ragazza quasi delusa.
-Voglio che trovi tutto ciò che stai cercando, ma ora come ora voglio che dimentichi questo incontro la gente non deve sapere che sono in città- Damon decise di ammaliare la ragazza, concludendo con un occhiolino, Elena lo guardava ancora sorridente.
Damon corrugò le sopracciglia e guardando per un'ultima volta il suo viso ebbe una strana sensazione, non seppe spiegarsi se fu per la mancanza e nostalgia di Katherine o per altro, ma sapeva solo che era una sensazione che lo mise fortemente a disagio.
-Buona notte Elena-

Buonasera a tutte. 

Ho deciso di pubblicare questa nuova fanfiction, probabilmente non so se la porterò avanti o meno..ma sentivo di doverla pubblicare.
E' una storia un po' particolare...non ci saranno molte cose romantiche, ma ci sarà ovviamente il Delena.
Spero che mi lascerete qualche commento, perché davvero vorrei continuarla.  Premetto che è la prima volta che scrivo una storia così, ma spero che vi piaccia.

Baci Morgana <3

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Capitolo 2
*** 2. Barriere ***


Never let me go 2

Never let me go

2. Barriere

I raggi del sole filtravano attraverso le tende color panna che Elena aveva messo qualche mese prima, la ragazza si nascose la testa sotto al cuscino, non voleva alzarsi dal letto. Voleva stare ancora lì. Beh da quanto Elena Gilbert non si alzava da quel letto? Molto, troppo tempo. Aveva passato quei quattro mesi nella più completa solitudine ignorando l'aiuto offerto dalle sue migliori amiche, Elena non voleva l'aiuto di nessuno non voleva essere aiutata. La scuola era iniziata da qualche giorno, ma lei ancora non ci era andata. Tuttavia era giorno 23 ed Elena si era alzata da quel letto e si sarebbe recata al cimitero. Si guardò allo specchio, non si riconosceva più: era pallida, i suoi occhi erano gonfi e aveva delle occhiaie da far paura. Lei la notte non dormiva, gli incubi le impedivano di farlo, perché ogni notte sognava la morte dei genitori. Si sentiva uno schifo, non riusciva a capire perché lei si fosse salvata e i suoi no.
Uscì di casa ignorando la zia e il fratello, arrivò al cimitero e fece visita ai suoi genitori. Stette lì un bel po', si sedette sotto una grande quercia e tirò fuori il suo diario, lo sfogliò lentamente e lesse la data dell'ultima volta che fu scritto: 23 Maggio 2009, quando Elena aveva solo ai problemi con Matt a cui pensare. Sospirò e dalla borsa prese una penna e provò a scrivere, non ci riusciva e per la frustrazione gettò la penna lontano da lei.

Non riusciva più a scrivere, ogni volta che impugnava la penna e cercava di scrivere qualcosa sentiva un blocco alla sua mano. Il suo cellulare squillò: era Caroline. In quei mesi la sua amica non aveva mai desistito, la chiamava più volte al giorno e in quelle rare volte che Elena rispondeva, la sua amica non faceva altro che supplicarla di tornare a vivere perché facendo così non avrebbe risolto nulla e non era assolutamente da Caroline Forbes supplicare qualcuno. Lei comunque non riusciva a fare ciò che le consigliava l'amica, il dolore l'aveva resa diversa: fredda, apatica e indifferente a tutto ciò che la circondava.
-Pronto?- Perfino la sua voce era cambiata e risultava spenta e distaccata.
-Elena...tutti a scuola chiedono di te: Tyler, Matt, tutti noi ti vogliamo in classe. Provaci per favore..-
Elena alzò gli occhi al Cielo.
-Non lo so Caroline..-
Sentì un sospiro dall'altro capo del telefono ed un singhiozzo trattenuto, la sua amica stava piangendo per lei.
-Va bene, ma per qualsiasi cosa chiamami. Ti voglio bene Elena ricordatelo, tutti noi ti vogliamo bene e se tu ce lo permetterai ti staremo vicini..-
La ragazza corrugò la fronte, non poteva sentirsi dire quelle cose. -Devo andare, ciao- tagliò corto e staccò la chiamata. Spense il cellulare per evitare altre chiamate e lo ripose nella borsa, mentre chiudeva il diario però ebbe una strana sensazione. Si sentì osservata, si alzò in piedi e si guardò attorno stranita. Non c'era nessuno o almeno lei non vedeva nessuno, quando si voltò nuovamente un corvo le volò proprio accanto e la ragazza per poco non urlò. Scosse la testa e prendendo le sue cose uscì dal cimitero.

***


-Ti prego Elena vieni! Solo per questa sera..- esclamò Caroline congiungendo le mani a forma di preghiera. Elena sospirò, alla fine Caroline era venuta a casa sua, la sua amica era molto testarda. Le stava chiedendo di divertirsi per una serata in un locale alle porte di Mystic Fall's.
-Va bene..- rispose la mora, abbozzando un leggero sorriso. Caroline iniziò a saltellare e poi l'abbracciò forte. All'inizio Elena si lasciò trasportare dall'abbraccio ma poi si staccò bruscamente lasciando la sua amica confusa.
-Passo a prenderti alle otto-
Non appena l'amica uscì, Elena si lasciò cadere pesantemente sul letto. Stava alzando un muro tra lei e tutti quelli che la circondavano per lei era molto più facile così, soffriva di meno forse. Non voleva provare né sentimenti né emozioni, perché tutto quello che provava in quel momento era: dolore. Quel dolore bastardo che le impediva di respirare, se pensava ai suoi genitori le veniva una morsa allo stomaco che risaliva verso la gola, per poi sfociare in lacrime. Qualcosa attirò la sua attenzione, un corvo se ne stava appoggiato sul davanzale della sua finestra che la fissava, lo stesso corvo che aveva visto al cimitero. O almeno credeva. Come una calamita attirata dal suo magnete, si avvicinò al piccolo animale mentre le lacrime scendevano ancora sul suo viso sciupato. Tese una mano per accarezzarlo, riuscì però solamente a sfiorarlo perché il corvo volò via.

L'aveva osservata in quei quattro mesi e faticava a credere che fosse la stessa persona che aveva conosciuto su quell'autostrada. Tutte le notti la ragazza non riusciva a dormire e molto spesso si svegliava urlando e piangendo, il suo sorriso era completamente scomparso dal suo viso che mesi prima era roseo e sereno, in quel momento invece era pallido e malinconico. Cosa era successo a quella ragazza? Come poteva una ragazza della sua età cambiare radicalmente? L'aveva seguita quel sabato sera, Elena era in compagnia di una biondina, di un'altra ragazza di colore e da un ragazzo che tentava invano di far ridere la giovane Elena. A giudicare dalla sua faccia, non aveva alcuna voglia di divertirsi e titubante si avviò all'entrata del locale. Damon non sapeva perché stava facendo tutto questo, non sapeva cos'era che lo spingeva a voler indagare su quella ragazzina uguale a Katherine. Perché lui aveva capito benissimo che Elena non era come lei. Si sedette in un tavolo isolato ed ordinò un Bourbon senza ghiaccio. Da lì poteva vedere tutti i movimenti della ragazzina.
-Elena perché non balli?- chiese la biondina scuotendola dolcemente.
-Per adesso non mi va Caroline, voi andate io vi raggiungo presto..- rispose sforzandosi a sorridere.
-Promesso?- chiese l'altra ragazza.
-Promesso Bonnie-
I suoi amici andarono al centro della pista ed Elena rimase da sola, in un quarto d'ora ordinò quattro drink. E Damon capì che non era più lucida, probabilmente non era abituata a bere, perché già dal secondo cocktail in poi stava iniziando a sorridere come un'ebete. Quella ragazza stava soffrendo le pene dell'inferno, in quel momento era più fragile che mai, forse Damon ne avrebbe approfittato. La vide uscire dal locale, stava traballando sui tacchi e aveva rischiato di cadere almeno tre volte. Tre uomini l'osservarono e si scambiarono alcuni cenni e la seguirono.
Elena si appoggiò al muro e sospirò pesantemente, si sentiva bene. La sbornia le aveva fatto dimenticare tutti i suoi problemi, tutto il suo dolore, non sentiva niente. Ed era bellissimo.
-Ehi bambolina, che ci fai qui tutta sola?-
Tre uomini le si avvicinarono in modo minaccioso e sorridevano in modo sadico, capì che era nei guai e non ce la faceva a muovere un muscolo.
-Non sono sola...- rispose con la voce impastata.
-Oh...e con chi sei?- chiese il terzo uomo.
-Con i miei amici, che cosa volete?-
I tre uomini ghignarono e uno l'afferrò malamente per il braccio facendola aderire al suo corpo, a quel contatto le venne la nausea. -Pensavo che ti volessi divertire con noi..-
-No lasciatemi. Lasciatemi immediatamente!-
I tre uomini ovviamente non l'ascoltarono ed iniziarono a toccarle il corpo, tentò di difendersi ma quello che ottenne fu uno schiaffo che per poco non la fece svenire. Le lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso, pensò che fosse stata la fine per lei. Tuttavia vide i tre uomini cadere a terra, aprì gli occhi e vide un ragazzo guardare i tre in modo cagnesco.
-Facile adescare una ragazza indifesa e ubriaca eh bastardi?- esclamò dando un calcio nell'inguine ad un uomo. Elena trattenne il respiro, non aveva mai visto un uomo così bello. I suoi occhi cerulei brillavano e il suo sguardo incazzato lo rendeva ancora più bello.
-Andatevene via- sibilò Damon. I tre uomini scapparono, tanto il vampiro si sarebbe vendicato in seguito di quei tre maiali.
Osservò la ragazza, sembrava impaurita e tremava leggermente. Si avvicinò a lei, non sapeva cosa stava provando in quel momento, ma il vampiro si sentì tremendamente a disagio.
-Stai bene?- esclamò seriamente preoccupato. Elena annuì poco convinta.
-A me non sembra-
-Sto bene- sibilò la ragazza stizzita. Freddo, ecco cosa sentì Damon in quel momento, al contrario dell'ultima volta. In quel momento sembrava davvero Katherine, ma sapeva che quella della ragazza era una barriera, non voleva che gli altri si preoccupassero per lei. Damon conosceva troppo bene quel muro invisibile.
-Ti riaccompagno a casa, se vuoi..-
-No, sono con i miei amici-
-E' tardi i tuoi staranno in pensiero- constatò il vampiro. Elena scoppiò a ridere, una risata priva di allegria.
-Nessuno sta in pensiero per me, i miei sono morti- la sua voce tuttavia si incrinò e solo in quell'istante Damon capì, e si diede dello stupido per non averlo capito prima. Non sapeva perché stava risultando troppo protettivo agli occhi della ragazza, ma in quel momento non aveva alcuna voglia di giocare con lei, in un secondo momento sì però.
-Io vado- sussurrò Elena dirigendosi verso l'entrata. -Grazie ancora...ehm..il tuo nome?- chiese curiosa.
-Damon-
-Io sono Elena...beh grazie Damon- La ragazza lo guardò un'ultima volta, si sentiva tremendamente affascinata da quel misterioso ragazzo e provò una strana sensazione, forse era l'alcool però credette per un momento di aver già visto quegli occhi e quello sguardo che per un secondo le fecero tremare le gambe e scaldare il cuore.

Salve a tutte :) Alla fine ho deciso di continuarla :) 

Ringrazio le ragazze che hanno recensito ^^ Spero di non avervi deluse **

Un grosso bacione a tutte  GRAZIE  ancora :)
Baci Morgana <3

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Capitolo 3
*** 3. Che i giochi abbiano inizio ***


Never let mego 3

Never let me go


3. Che i giochi abbiano inizio

La sveglia segnava le sei e trenta del mattino, Elena era già sveglia da un po' a causa degli incubi che popolavano il suo sonno. Non poteva andare avanti così, non avrebbe retto, si voltò su un fianco mentre sospirava, mise una mano sotto al cuscino e fissò le mattonelle del pavimento. Ripensò all'incontro fatto due sere prima, quegli occhi cerulei avevano una strana aria familiare.

Il bussare alla porta, la riscosse dai suoi pensieri, timidamente zia Jenna entrò dentro la cameretta, la donna la guardava in modo apprensivo. Elena non parlò, fissava la zia mentre avanzava verso di lei.

-Buongiorno. Ho preparato la colazione- esclamò accennando un sorriso.

-Ok, tra un po' scendo...- rispose la mora stiracchiandosi leggermente. Improvvisamente Jenna si fece seria in volto, Elena capì dove la donna voleva andare a parare: scuola, vita normale.

Non affrontavano questo discorso da due settimane, visto che l'ultima volta avevano finito per litigare pesantemente.

-Elena...non credi che...sia ora di riprendere in mano la tua vita? Tua madre e tuo padre avrebbero voluto così, non sarebbero per niente felici se loro fossero qui- le disse prendendole una mano, ma Elena la ritirò di scatto.

-Ma loro non sono qui- rispose rabbiosa. -Per favore: lasciatemi in pace-

Jenna sospirò sconfitta, era come parlare ad un muro. Aveva avuto un compito difficilissimo: gestire due adolescenti che avevano perso i genitori troppo presto. Purtroppo stava fallendo miseramente, Elena era diventata apatica e Jeremy stava prendendo una strada sbagliata fatta di alcool e spinelli. Come avrebbe potuto farcela da sola?

-Elena?- provò ancora una volta. In tutta risposta la nipote si voltò dall'altro lato, sconsolata Jenna uscì dalla stanza.

Elena in quel momento si stava odiando. Aveva trattato malissimo, una persona che voleva starle vicino, una persona che nonostante la sua giovane età doveva farle da tutore. Fece un respiro profondo mentre stringeva un lembo del piumone bianco che la stava coprendo, sapeva che si stava auto distruggendo ma non aveva la forza né la voglia di uscire da quelle specie di tunnel oscuro che stava percorrendo, dove non trovava la luce abbastanza accecante per aiutarla.


Damon osservava la bionda che giaceva moribonda dall'altra parte del letto, il suo corpo sinuoso era coperto di lividi, morsi e sangue in parte secco. Forse quella notte aveva esagerato un po', non l'aveva nemmeno soggiogata per rendere reale il terrore e il dolore nei suoi occhi. Eppure, quella notte, non aveva mai smesso di pensare ad Elena.

Non l'aveva più vista da quella sera, il suo obbiettivo era di portarsela a letto farla diventare vittima dei suoi giochetti maligni, però quegli occhi così dannatamente uguali eppure così diversi da quelli del suo amore, lo avevano frenato ed era molto strano, perché Damon Salvatore non ha pietà per nessuno.

No, aveva deciso. Elena in quel periodo era molto fragile e lui l'avrebbe avvicinata, e avrebbe fatto in modo che lei si fidasse di lui.

Non sapeva ancora, se dopo che avrebbe soddisfatto il suo capriccio, l'avrebbe uccisa o meno, va bé ci avrebbe pensato dopo.

Intanto la bionda accanto a lui, si stava svegliando, lamentandosi del dolore che stava provando. Lentamente il vampiro si voltò verso di lei, e la guardò piegando la testa, non appena la ragazza vide il suo ghigno, urlò allontanandosi più che poteva da lui.

-Cosa vuoi farmi? Sei un mostro!- singhiozzò mentre le lacrime scendevano rovinandole ulteriormente il trucco. Damon la fissò sbattendo le palpebre.

-Così mi ferisci...tesoro.- disse fintamente dispiaciuto, in uno scatto la prese per un polso e l'attirò a se', la sentiva tremare come una foglia, si beò di quel terrore che la ragazza stava provando.

-Per...per favore. Lasciami andare...- supplicò la bionda con un filo di voce. Damon non rispose. -Ti prego...non dirò niente a nessuno, per favore!-

Il vampiro inarcò le sopracciglia e ghignò. -Oh, dolcezza. Questo è sicuro-

Con sommo orrore della ragazza, i canini di Damon si allungarono e si avventò su di lei prosciugandola completamente. Non appena finì la lasciò ricadere sul letto. 
Bene. Adesso doveva solamente cercarla ed attuare il suo piano.


Teneva un mazzo di rose rosse in mano, erano i fiori preferiti di sua madre e anche i suoi. Ricordava ancora, quando il padre ogni domenica portava i fiori alla moglie, poteva ricordare i dolci occhi della madre commossi mentre brillavano.

Elena scosse la testa cercando di scacciare via quei nostalgici ricordi. Entrò al Cimitero, oramai passava più tempo lì che a casa sua. Posò i fiori sulla lapide, fissando le fotografie che ritraevano i genitori sorridenti. Cercò di reprimere le lacrime, si lasciò cadere sotto un grande albero a fissare quella maledetta tomba.

Sul suo volto comparve una smorfia sbalordita quando sentì una strana folata di vento che le fecero svolazzare i suoi lunghi e lisci capelli.

Strano. Il cielo era completamente sereno, nonostante l'autunno era in corso e quella era davvero una mattinata calda.

-Ciao- una voce calda e bassa la fece sobbalzare. Alzò lo sguardo spaventata e fu sorpresa di vedere lì, quel ragazzo che l'aveva salvata dall'aggressione. Che ci faceva lì? Indugiò sui suoi occhi color del ghiaccio che la fissavano intensamente, inspiegabilmente il suo cuore perse un battito, quindi cercò di ricomporsi.

-Ciao – rispose semplicemente.

Damon piegò la testa di lato avvicinandosi ancora di più alla ragazza. Sorrise sghembo, la recita stava per iniziare.

-Non volevo disturbarti- esclamò in tono affabile.

Elena si mordicchiò il labbro inferiore, muovendo distrattamente le mani.

-Non mi hai disturbata...-

Damon senza farsi vedere dalla ragazza ghignò e si sedette accanto a lei. Elena ebbe una stranissima sensazione, che non sapeva spiegarsi, non sapeva che cosa stesse provando in quel momento, sapeva solamente che si sentiva a disagio. Estremamente a disagio.

-Niente scuola?- chiese Damon leggermente divertito. Elena scosse la testa.

-Non ti ho mai visto da queste parti, a parte l'altra sera...- mormorò la ragazza cambiando discorso.

-Oh, in effetti sono un tipo a cui piace viaggiare...- spiegò vago il vampiro. -Ma sono originario di qui-

Il vampiro osservò il viso malinconico della ragazza segnato da occhiaie profonde, il suo sguardo era vuoto e privo di qualsiasi sentimento, per un attimo deglutì, ma poi scosse la testa.

-Come mai, così triste?- chiese stupidamente, visto che la sua presenza lo destabilizzava un po'. Elena si voltò a guardarlo quasi con stizza.

-Mi pare che l'altra volta ti dissi che ho perso i miei genitori e siamo in un cimitero..- rispose offesa.

-Oh...scusa. A volte sono un'insensibile- rispose il vampiro che per poco non scoppiò a ridere, per l'assurdità che stava dicendo.

-Sai anche io ho perso i miei molto tempo fa. Ma si supera, Elena. Il tempo guarisce le ferite, anche quelle più profonde- e Damon ne sapeva qualcosa. Ricordava ancora, quando suo fratello lo aveva costretto a trasformarsi, quando Damon non era così malvagio e sanguinario. Il tempo cambia. Cambia i sentimenti, cambia gli obbiettivi, cambia tutto. Elena lo guardò quasi meravigliata.

-Io non riesco a superare- disse di getto. E si sorprese, era la prima volta che parlava con qualcuno di come si sentiva. Non capiva perché si stesse confidando con un perfetto sconosciuto, forse perché percepiva una sorta di sintonia tra di loro, forse perché lui poteva capirla.

-C'è qualcosa in particolare che ti blocca, Elena?- incalzò il vampiro con voce ammaliante. Aveva centrato in pieno, l'umana si stava confidando con lui e quello voleva dire solo una cosa: fiducia.

Si complimentò con se stesso.

-Non so cosa mi blocca, ma so solamente che non sono più io. Mi sento uno schifo quando tratto le persone che vogliono starmi vicine, con rabbia. Le allontano sempre di più. E poi mi sento fastidiosamente in colpa e tutto questo si aggiunge al dolore che provo ogni santo giorno, a volte vorrei spegnere tutto.-

Damon rimase sconvolto dal ragionamento della ragazza, in quella ragazza rivedeva se stesso. Poteva vedere la solitudine, il dolore, la rabbia. Per la prima volta in vita sua rimase senza parole. Certo, lui sensi di colpa non ne aveva ma, poteva capirla a fondo.

-Non puoi spegnere tutto come se niente fosse, Elena. I sentimenti sono sempre lì. Fastidiosi e invadenti- Per gli umani era così, perché Damon i sentimenti li aveva spenti già da tempo. Provava solo infinito amore per Katherine, la donna che lo aveva reso pazzo e schiavo di lei.

Elena annuì e fu colpita dallo sguardo serio e profondo del ragazzo.
-Anche tu stai soffrendo?- chiese titubante. Perché quella ragazza insisteva sempre con delle domande sconvenienti per lui?

Damon deglutì a vuoto. Soffrire? No, aveva smesso. Anche se non avrebbe mai rinunciato al suo vecchio amore. Perché Katherine lo aveva abbandonato? Perché non lo cercava come lui faceva con lei?

-Tutti soffriamo, Elena- rispose in tono freddo. La bruna sussultò ed abbassò immediatamente lo sguardo. Quel tono le aveva messo una certa inquietudine, forse era stata troppo invadente, ma per la prima volta sentiva che poteva parlare con qualcuno che riusciva a comprenderla. Il cellulare della ragazza squillò, era zia Jenna.

-Devo andare..- mormorò alzandosi, Damon fece lo stesso.

-Bene. Che ne dici di rivederci?- le chiese il vampiro sforzandosi a non ridere. Elena alzò lo sguardo su di lui, era stupita. Ma non sapeva se accettare o meno. Damon sperava fortemente in un sì, voleva studiarla ancora di più, capire i suoi punti deboli per poi...ecco bella domanda: poi? Cosa avrebbe fatto? Normalmente si sarebbe divertito e poi l'avrebbe dissanguata. Però in quel momento mentre guardava attentamente il suo piccolo viso, non sentiva l'istinto di rovinarla.

-Ehm...aspetta. Ti do il mio numero- esclamò la ragazza scrivendo il suo numero in un pezzettino di carta presa dalla sua borsa.

-Beh allora. Ciao Damon-

Sì doveva essere impazzita. Negli ultimi mesi aveva rifiutato i suoi amici, aveva detto di no alle loro uscite era uscita solo una volta e stava per essere anche violentata da tre maniaci. Perché aveva dato il suo numero a quel misterioso sconosciuto senza pensarci due volte?

Va bene che l'aveva salvata, ma non era una buona giustificazione. Una strana sensazione si faceva largo dentro di lei mentre era con lui.

Forse perché Damon era misterioso, troppo misterioso, ed era questo che l'affascinava. O forse perché Elena, nella voce di Damon apparentemente sicura aveva captato una sorta di malinconia e tristezza.

Non appena arrivò a casa, scosse la testa, troppi forse in quella giornata.

Aprì la porta di casa, era ora di pranzo, ma come al solito aveva lo stomaco chiuso.

-Elena...- la voce malinconica di Matt la sorprese. Si guardò attorno stranita: Caroline, Bonnie, Matt e Tyler erano seduti sul divano e probabilmente la stavano aspettando da un po'. Cavolo. Perché quella improvvisata?

-Ciao...- mormorò sorpresa.

Caroline guardò i suoi amici, visto che non proferivano parola iniziò a parlare, prendendo prima un lungo respiro profondo.

Elena era loro migliore amica, non potevano lasciarla da sola, che razza di amici erano sennò?

-Elena...probabilmente ci manderai a quel paese ma..noi non ce ne andremo di qui fino a quando..non accetterai di tornare a scuola-

Elena abbassò lo sguardo. La sua amica era un tipetto che non mollava facilmente, sospirò e poi li osservò attentamente uno per uno.

Bonnie sembrava meno determinata della bionda, Tyler e Matt invece forse lo erano ancora di più.

-Non...non me la sento ancora...-

-Non è vero! Sei tu che non vuoi! Devi superare questa cosa, sennò ti autodistruggerai e lì veramente sarà troppo tardi!- l'ammonì Caroline mentre la raggiungeva.

-Noi ti aiuteremo...te lo prometto- continuò Matt accennando un sorriso.

Chissà forse se avesse ascoltato i suoi amici, avrebbe superato la cosa. Forse non ritornava ad essere l'Elena di una volta, ma era già un passo avanti. Si portò indietro un ciuffo ed annuì lentamente.

-Va bene ragazzi. Domani mattina torno a scuola-

Caroline sorridendo l'abbracciò forte, Elena strinse forte la sua amica. Tuttavia in quel momento il calore che sentiva, non la rendeva felice come un tempo.

Non aveva mai visto una casa del genere. Era molto bella, grande ed arredata con mobili dal legno finissimo ed antico. Il camino era acceso ed il legno scoppiettava di continuo, Elena fissò meravigliata tutto ciò che la circondava.

Ad un tratto, un profumo pungente ma dolce e intenso allo stesso tempo le solleticò le narici, chiuse gli occhi per qualche secondo beandosi di quella fragranza.

Quando li riaprì, si ritrovò davanti due zaffiri che le perforarono l'anima.

-Sapevo che saresti venuta, Elena- le sussurrò Damon con voce roca, avvicinandosi con un espressione maliziosa.

La ragazza non stava capendo nulla, non sapeva perché si era ritrovata lì, ma sapeva che voleva restare, anche perché andare via sarebbe stato impossibile. Damon l'aveva ammaliata con i suoi occhi e la sua voce così....calda.

Non riusciva a distogliere lo sguardo, si sentiva follemente eccitata. Damon le posò le mani sui fianchi e l'attirò a se' facendo scontrare i loro bacini.

Senza dire nulla, il ragazzo le accarezzò una guancia trovandola accaldata e più colorita del normale.

-Sei bellissima...- le soffiò sulle labbra. Elena si lasciò scappare un gemito e quando lui la baciò, perse completamente la testa.

Rispose al bacio come non aveva mai fatto in vita sua, sapeva che era sbagliato, ma sbagliare in quel modo era appagante. Sentiva l'adrenalina scorrere nel suo sangue, le mani di Damon vagavano freneticamente sul suo corpo, soffermandosi più volte sui punti più sensibili.

Elena si aggrappò di più a lui, ritrovandosi ad ansimare sulle labbra morbide e carnose del ragazzo.

Damon però si staccò da lei, Elena lo guardava stranita, perché si era staccato? Pensò con disappunto.

-Dimmi che mi vuoi Elena- le ordinò il vampiro maliziosamente.

La bruna corrugò la fronte, non sapeva cosa rispondere.

-Avanti...sono solo tre parole e poi...- lasciò la frase a metà accarezzandole la schiena da sotto la maglietta.

-Io...-

-Sì?- incalzò Damon avvicinando il suo viso.

-Io...-


Elena si svegliò ansante con la fronte madida di sudore. Si vergognò per quello che aveva sognato, in quel momento le sembrava così reale, poteva ancora sentire la sua eccitazione. Era la prima volta, non aveva mai fatto sogni del genere...neanche quando stava con Matt che lo conosceva da una vita.

Per quale motivo allora, aveva sognato Damon?

Istintivamente si girò verso la finestra e giurò di vedere un'altra volta quel corvo che vide al cimitero. Si lasciò cadere sul cuscino, sospirando e cercando di calmarsi.

Nel frattempo Damon stava appena lasciando la via in cui stava Elena, con un ghigno stampato in faccia, era stato molto divertente e doveva ammettere anche parecchio eccitante.

I giochi erano appena iniziati...

Buonasera a tutte ** 

Eccomi qui con il terzo capitolo** Spero che non sia stato deludente o noioso. Ma in questa storia non mi posso permettere di andare veloce, non ci sarebbe gusto
Comunque sia, Elena tornerà a scuola e cercherà di fare una vita "normale". Però Damon sconvolgerà la sua normalità, a partire da questo sogno che lui ha indotto nella sua mente.
Ringrazio tutte le fantastiche ragazze che recensiscono la storia e che mi hanno spronata ad andare avanti! :D Ma chiedo ancora scusa se non rispondo per mancanza di temp :(
Fatemi sapere che ne pensate **
Baci Morgana <3

P.S me lo scordo sempre ** vorrei fare un po' di pubblicità ;)

-Cause you'll always be my only destiny di Iansom. Una Damon/ nuovo personaggio davvero avvincente. Leggetela, non ve ne pentirete!

-La scelta sbagliata di Tess 36. Una Delena davvero mooooolto originale e scritta divinamente **

Today my life begins di Esperanza97. Una storia bellissima, incentrata sulel mie due coppie preferite: Damon/ Elena e Klaus/ Caroline. Tutti umani

Le zanne della principessa di Kitsune4573. Una Damon/nuovo personaggioe molto belle e romantica :)

The vow -Our silent love di All my Darkness. Storia Delena con una trama originale e ben dettagliata :)

The cold light of the day di Love bites. Storia ambientata nell' 800. Davvero molto bella e scritta in maniera impeccabile ;)

Ritorno al futuro di meiosestusna. Volete ridere a crepapelle, fino a quando la vostra pancia vi chiede pietà? Passate di qui! Sono certa che non ve ne pentirete.

Spazio pubblicità finito ** Non appena mi ricorderò di altre storie le inserirò baci Morgana <3

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Capitolo 4
*** 4.4 Complotti ***


Never let me go 4

Never let me go

4. Complotti

Una volta le piaceva molto la scuola, trovava interessanti anche alcune materie, ma in quel momento sicuramente si sarebbe voluta trovare in qualche altro posto. Con disappunto, notò che alcuni compagni la squadravano in modo insistente e soprattutto con molta curiosità. Sospirò alzando gli occhi al Cielo, perché le persone non volevano capire che quando si perdono i proprio genitori, in viso non si cambia di una virgola? Il cambiamento Elena, lo aveva fatto dentro di se', esternamente era sempre la stessa, magari era il sorriso che cambiava, prima era sincero e solare, mentre in quel momento era forzato e malinconico. Il professore, spiegava il capitolo di Storia, ma lei aveva la mente altrove. Stava ripensando al sogno fatto quella notte, le era sembrato così reale, poi perché sognare proprio quel ragazzo appena conosciuto? Ovviamente non seppe darsi una risposta, ma sentiva il bisogno di rivederlo di nuovo, ma non si era fatto sentire. La porta dell'aula si aprì, ed entrò il Preside seguito da un ragazzo, che dimostrava l'età di Elena. Quest'ultima lo fissava incuriosita e sentì Caroline trattenere un piccolo urletto, non appena però gli sguardi di Elena e del ragazzo si incrociarono accadde qualcosa di particolare. Lei ebbe una strana sensazione sgradevole, mentre gli occhi del ragazzo brillarono di una strana luce, che Elena definì inquietante.

-Ragazzi. Quest'anno avrete un nuovo compagno, si chiama Stefan Salvatore ed è tornato da poco a Mistic Fall's. Mi raccomando, trattatelo bene- esclamò il preside in tono autoritario, dopo di che andò via e Stefan si sedette nel banco libero che era proprio dietro quello di Elena.

La ragazza ricevette un messaggio da parte di Caroline.

Ammazza che figo! Non ti stacca gli occhi di dosso, è la tua possibilità! Elena scosse la testa, Caroline era sempre la solita, ma Elena non aveva proprio voglia di conoscere il nuovo arrivato, tuttavia si girò verso di lui ed effettivamente notò che Stefan la stava analizzando da capo a piedi con un sorrisetto. La ragazza si voltò nuovamente, infastidita da quello sguardo.


Finalmente anche quella tortura finì, Elena si accingeva ad andare alla sua macchina, ma venne fermata da qualcuno.

-Ciao- Elena sbatté le palpebre per la sorpresa, perché l'aveva fermata?

-Oh, ciao...Stefan!-

-Non so ancora il tuo nome...- esclamò Stefan molto curioso con un sorriso quasi beffardo.

-Elena!-

-Oh, davvero un bel nome- rispose Stefan, Elena stette in silenzio, non sapendo cosa dire, quel ragazzo le metteva molta soggezione.

-Mi chiedevo se un giorno di questi potremmo uscire insieme!- azzardò Stefan sorridendo. Elena lo fissò basita, certo che non perdeva tempo! Cosa avrebbe risposto? La verità era che non se la sentiva ancora, anche se aveva dato il numero a Damon, con lui si sentiva bene e diversa, mentre quel Stefan era molto inquietante. -Non lo so, Stefan. Vedi in questi giorni sono davvero molto impegnata, tanto ci vedremo a scuola e casomai ti farò sapere...- rispose Elena abbozzando un sorriso, il ragazzo parve molto deluso da quella risposta, ma a lei non gliene importò molto.

-Oh, peccato! Sarà per la prossima volta, buona giornata-

Stefan era colpito da quella piccola umana uguale a Katherine. Aveva saputo che anche Damon era giunto a Mystic Fall's, ancora non lo aveva visto a casa, era curioso di vedere la sua reazione nel vedere una ragazza simile alla donna che lui ama.

Povero Damon, pensò malignamente Stefan. Non sapeva che Katherine non lo aveva mai amato, non sapeva che Katherine aveva scelto solo Stefan e che stavano insieme.

Ad informarlo dello strano fatto era stata proprio Katherine. Gli aveva chiesto se Stefan si potesse “occupare” del problema, lui ovviamente l'avrebbe fatto ma prima si sarebbe voluto divertire come si deve.



Non sapeva perché si era ritrovata lì, non c'era un motivo preciso, semplicemente si era ritrovata a guidare fino a quell'enorme casa. Ma quella non era una casa qualsiasi, quella era la casa del sogno che aveva fatto qualche sera prima.

Avvertiva una strana sensazione, il suo cervello le urlava di andarsene immediatamente da lì, ma in quel momento Elena non se la sentì di dare ascolto al suo buon senso

Scese dalla macchina, e molto lentamente camminò fino all'ingresso per poi bussare alla porta.

Era curiosa di vedere chi ci stava.

Tante erano le domande che affollavano la mente della ragazza: come aveva fatto ad indovinare la strada? Come mai aveva sognato quella casa che non aveva mai visto in vita sua, e per di più con Damon?

Qualcuno aprì la porta. Elena sgranò gli occhi, non era possibile!

Damon. Un'altra strana coincidenza?

Il ragazzo sorrise cordialmente. -Ciao-

-Ciao- rispose la mora titubante, Damon la guardò apparentemente confuso.

-Qualcosa non va?-

La ragazza scosse la testa. -No è solo che....- sospirò abbozzando un sorriso -Lascia perdere! Scusa il disturbo!-

Scuotendo la testa fece per andarsene, ma Damon la bloccò.

-Aspetta! Ti va di bere qualcosa?-

Elena annuì e Damon la fece entrare in casa, senza farsi vedere ghignò mentre chiudeva la porta.


-E dimmi Stefan è così simile a me?-

La voce sensuale e roca della vampira risuonò per tutta la lussuosa stanza. Katherine Pierce era soddisfatta dal lavoro fatto da Stefan, aveva trovato la sua copia ed era riuscito a farsi inserire nelle sue stesse lezioni.

Stefan dopo averla baciata passionalmente si gettò sul letto e rispose alla domanda.

-Esteticamente siete uguali-

Katherine storse il naso, non le andava che una semplice umana fosse uguale a lei.

-Ma....- continuò Stefan portandosi sopra di lei -Tu sei unica, nessuno può competere con te..-

La vampira sorrise maliziosamente, e baciò il ragazzo, adesso dovevano trovare un piano per eliminarla.


Damon osservava quasi incantato la ragazza seduta di fronte a lui, aveva mandato a monte tutti i suoi piani. Aveva intenzione di divertirsi con lei; portarsela a letto, morderla ma non era riuscito a fare nulla del genere.

-Wow! Era da tanto che non parlavo così con qualcuno...- ammise Elena sorridendo. -Da prima che...- preferì lasciare la frase a metà. -Tu non hai fratelli o sorelle?-

Damon serrò la mascella. -Un fratello minore..- rispose tra i denti.

Buttò giù un altro bicchiere di bourbon, il ricordo di Stefan lo faceva imbestialire. Elena si accorse che qualcosa non andava. -Ho detto qualcosa che...-

-No!- si affrettò a dire Damon -Non, hai detto nulla di male. Non potevi sapere che io e mio fratello non andiamo d'accordo-

Elena annuì e si accorse che si era fatto tardi, quindi si alzò dal divano e posò educatamente il bicchiere sul tavolo.

-E' meglio che adesso vada, ci vediamo Damon!-

Il ragazzo annuì e l'accompagnò fino alla porta. Osservò Elena salire in macchina e allontanarsi dalla casa.

Si passò una mano tra i capelli e sospirò stringendo la mascella, si stava rammollendo nel giro di pochi giorni e non andava per niente bene.

Che diavolo gli stava facendo quella dannata ragazzina?

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