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di Tecla Sunrise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dinamiche (Ovvero come quella pazza sclerata della Weasley interagisce col mondo) ***
Capitolo 2: *** Presidenza (Ovvero “Silente è morto, Madama, morto!”) ***



Capitolo 1
*** Dinamiche (Ovvero come quella pazza sclerata della Weasley interagisce col mondo) ***


Rewind


IDinamiche (Ovvero come quella pazza sclerata della Weasley interagisce col mondo) 


Rose Weasley era una Serpeverde.
Rose Weasley era stata diseredata all’età di undici anni.
Rose Weasley aveva riottenuto la sua eredità dopo che suo padre era stato raggiunto da una strana lettera di cui non si conosceva il mittente.
Rose Weasley sapeva che il mittente era sua madre.
Sapeva anche, Rose Weasley, che il suo Smistamento aveva sconvolto la sua famiglia più di quanto la stessa fosse pronta ad ammettere.
Rose Weasley amava la sua Casa.
Ron Weasley un po’ meno.

 

***

 
Rose stava camminando con la solita maschera d’indifferenza sul volto per il corridoio del terzo piano, divertendosi come una matta a spaventare i primini di Grifondoro, tra cui c’era anche sua cugina Lucy.
Rose adorava i suoi cugini; quello che loro sembravano non capire era che adorava di più metterli in ridicolo!
Però voleva loro bene, in fondo.
Molto in fondo.
Sorpassò il gruppo di bimbi, facendo l’occhiolino ad una Lucy ancora un po’ spaventata, e girò l’angolo, pronta a fare quello che le veniva meglio.
“Venti punti in meno a Grifondoro, Al”
Albus Potter, uno dei cugini con cui Rose riusciva a tollerare di passare il tempo senza cercare i cavarsi gli occhi, sbuffò, divertito, allontanandosi dalla ragazza a cui stava letteralmente mangiando la faccia in mezzo al corridoio.
“Scusa…” s’interruppe, senza sapere come continuare.
La ragazza s’imbronciò “Janet!”
“Certo, certo, Janet! Scusami, tesoro, ma come vedi devo discutere con mia cugina. Appena avrò finito verrò da te, non sopporto l’idea di starti lontano”
Albus Potter era un attore sin troppo consumato, per avere solo sedici anni.
Rose osservò con disgusto la ragazza annuire e saltellare via, persa come una scema per suo cugino; alzò lo sguardo su quest’ultimo ed inarcò un sopracciglio, scettica.
Tesoro?” lo scimmiottò, trattenendo le risate.
Al sbuffò ancora, rinfilandosi la camicia nei pantaloni “Si può sapere che vuoi?”
Rose sbarrò gli occhi, fintamente offesa.
Ma come? Io voglio solo il tuo bene!”
“Ah, falla finita! E, sentiamo, dov’è la tua gemella siamese?” chiese Al, appoggiandosi al muro e accendendosi una sigaretta.
Rose scrollò le spalle “Dieci punti in meno a Grifondoro per la sigaretta, Potter. Boh, non ne ho idea, si starà sollazzando da qualche parte”
Al la guardò, contrariato, ma non spense la sigaretta; tecnicamente, ad Hogwarts, non era vietato fumare perché le sigarette magiche erano molto rare, ma comunque una specie di regola non scritta diceva che era meglio non farlo.
Soprattutto in compagnia di Rose Weasley.
“Beh, allora?” chiese Al, non sapendo che dire.
Rose si fece improvvisamente seria “Al… credo di amarti”
Il respiro di Al si mozzò e, prima che riuscisse a tornare in possesso delle sue capacità psicomotorie, Rose scoppiò a ridere senza ritegno.
“Ah, Al! Voi uomini ci cascate sempre!”
“Non farmi mai più uno scherzo del genere, per poco non ci lasciavo le penne!” la sgridò lui, portandosi melodrammaticamente una mano al cuore.
Rose sbuffò e lo sorpassò “Seguimi, ho voglia di tormentare qualche Grifondoro”
Al la seguì, ma protestò vivamente “Scusami, sai, ma io sono un Grifondoro!”
“Peccato tu non sia Prefetto, vero?” lo prese in giro Rose, facendolo arrossire di rabbia.
“Rose…”
“Rose!”
I due cugini si voltarono contemporaneamente e videro Audrey Zabini correre verso di loro con una borsa strapiena e senza una scarpa; Al scoppiò a ridere senza ritegno, Rose si limitò a fare un ghignetto divertito.
Osservarono la loro migliore amica arrancare verso di loro fino a quando quella non si fermò, piegandosi in due dalla fatica.
“Non… non avete idea… di che… di che giornata di merda abbia avuto!” disse la ragazza, ansimando come un toro.
“Preferiremmo rimanere nell’ignoranza, se non ti spiace” la prese in giro Rose, facendo però il primo vero sorriso della giornata.
Audrey Zabini era la sua migliore amica sin dal viaggio sul treno al primo anno e avevano un rapporto che nessuno sembrava in grado di capire: Rose Serpeverde, Audrey Grifondoro, sembravano come cane e gatto e si prendevano in giro ventiquattro ore su ventiquattro, ma guai a toccare una delle due, l’altra sarebbe scattata come una leonessa con i suoi cuccioli.
“Che… che… ti piaccia la tua ignoranza si sa Rose, visto il disastro che hai fatto oggi a pozioni” sibilò Audrey, rialzandosi in piedi e lasciando cadere a terra la borsa.
Rose inarcò un sopracciglio “Questo è tutto dire, visto che mi stavi aiutando”
Audrey rise, divertita, prima di riportare lo sguardo sulla scarpa col tacco ormai distrutta.
“A parte che non era aiuto, ma pena” disse “Comunque… guarda la mia Manolo! È da buttare!”
“Provato con un reparo?
“Provato con un encefalogramma, Rose? Certo che ho usato il reparo! Credi sia cretina?”
Devo veramente risponderti?”
“Ahem”
Le due amiche, interrompendo la loro solita diatriba, guardarono Al con la stessa espressione scettica, tanto che il moro finalmente capì quanto quelle squinternate fossero identiche.
“Per quanto ami vedervi litigare” esordì, passandosi una mano tra i capelli pettinati ad arte “Io mi stavo dando da fare, prima di venire interrotto!”
Rose e Audrey si guardarono un momento, prima di scoppiare a ridere in sincrono.
Al le guardò male finché non smisero, poi si rivolse ad Audrey “Che è successo?”
“Smith” sibilò, incazzata come una belva “Mi ha assegnato una punizione perché correvo! Vi rendete conto?”
“No” si limitò a rispondere Rose, fintamente annoiata; dentro di sé, stava già macchinando un piano per farla pagare a Zacharias Smith, il professore di Trasfigurazione da quando la McGranitt era Preside.
“Te lo giuro!” urlò concitatamente Audrey, facendo indietreggiare leggermente Al; molti quadri la guardarono con disdegno, ma la Zabini neanche li vide “E sai  perché correvo? Perché quello stronzo di mio cugino mi ha aizzato contro un gruppo di Serpeverde! Il tuo gruppo di Serpeverde, Rose!”
Rose alzò un sopracciglio e scosse la testa, divertita: Audrey era un sagoma.
Poi, tutto d’un tratto, si fece seria “Scusa, come? Malpuzza ha fatto COSA? Quelli sono i miei amici, non si fanno comandare a bacchetta da quel piccione”
“Tu dici?” fece una voce, facendo sobbalzare i tre ragazzi, che si girarono tutti a guardare il nuovo arrivato.
“Ma guarda” disse Rose, fingendosi allegra “Parli di puzza e spunta fuori un Malfoy!”
Malfoy ghignò “Che gioia vederti, mia dolce Peperoncina”
Rose fece una smorfia eloquente “Il piacere è tutto tuo”
“Oh, sì, il piacere è mio… ma forse dovrei provare a dartene un po’, non trovi?”
Le allusioni sessuali in quella frase fecero ridacchiare Al e arrossire Audrey, che proprio non sopportava il cugino quando si comportava da pallone gonfiato.
Rose, disgustata, non si fece mettere i piedi in testa “Per Salazar, Malpuzza, sei disgustoso! Sapessi quanti calci ti darei io, invece!”
Malfoy s’avvicinò ancor di più alla ragazza che, da orgogliosa Serpeverde qual’era, non si mosse d’un millimetro “Uh, Peperoncina, siamo focose?”
“Incandescenti” sussurrò Rose, prima di rifilargli una ginocchiata sui “tenerini”, come li chiamava Hugo da piccolo; Scorpius emise un gemito soffocato, prima di crollare a terra senza dignità alcuna.
Audrey e Al ridevano come pazzi e Rose si concesse un piccolo sorriso, prima di sorpassarli e dirigersi verso i sotterranei.
“Rose, aspetta! Devo passare da te, mi serve il tema di Trasfigurazione” urlò Audrey, seguendo la rossa, mentre Al aiutava Scorpius a rialzarsi.
Rose inarcò un sopracciglio, rallentando leggermente per aspettarla “Io credo, invece, che ti serva ben altro, soprattutto se sei intenzionata a passare i G.U.F.O.”
Audrey aggrottò la fronte “Un’altra taglia di reggiseno? Dai, Rosie, la mia terza è più che accettabile…”
“Intendevo un cervello, cretina”
“Ah-ah! Che ridere! Ha dato aria alla bocca”
“E tu a un’altra parte del corpo, faccia di culo”
“Stronza!”
Rose alzò le mani in segno di resa “Lungi da me! Vieni, Stordi, non ho tutta la giornata”
“Non si direbbe, Peperoncina, visto che passi tutto il tempo a scassare i coglioni alla gente”
Rose sbuffò alla vista del biondo, che le aveva raggiunte insieme ad Al – “Dieci punti in meno, Potter, e spegni quella dannata sigaretta!” – e non si risparmiò la solita battutina al vetriolo.
“Malpuzza, da quando hai l’ardire di annoverarti al genere umano? E dire che il tuo aspetto è così inconfondibilmente suino che non dovrebbero sorgerti dubbi!”
Malfoy digrignò i denti “Da quando tu hai deciso di invadere la mia specie. Messo su qualche chilo, scrofa del mio cuore?”
Stupeficium!
Protego!
Audrey alzò gli occhi al cielo, perfettamente imitata da Albus “E’ ridicolo che finisca sempre così!”
Potter annuì all’indirizzo dell’amica, completamente d’accordo “Hai ragione, Aud. Tutta questa tensione sessuale li ucciderà”
“A te ucciderà il completo atrofizzarsi del tuo cervello, Potter” ghignò Scorpius, riponendo la bacchetta nella tasca dei pantaloni.
Rose lo imitò, ancora contrariata per la precedente battuta: da ex-cicciona qual era, il peso era davvero un argomento delicato per lei.
Malpuzza lo sapeva bene e ci marciava come un re.
“Hey, ma dove siamo?”
Audrey riportò l’attenzione su di sé, guardandosi intorno preoccupata: magari era solo l’inevitabile défaillance di una Grifondoro poco affezionata ai sotterranei, eppure aveva la certezza di non essere mai passata per quel corridoio.
Il silenzio attonito dei suoi amici fu una risposta che non s’aspettava; abbassò lo sguardo su Rose e la vide storcere il naso, contrariata.
“Non lo so” Scorpius fu il primo a rispondere, guardandosi attentamente intorno “Io… non sono mai stato in questo corridoio”
“Neanche io” aggiunse a sorpresa Rose, ammettendo una debolezza e soprattutto mostrandosi d’accordo con Malfoy; nessuno però ci fece caso, troppo presi dalla contemplazione della nuova scoperta.
“Beh, esploriamo!” propose Al, già eccitato dalla prospettiva.
Lo sguardo scettico di Rose non fu la risposta che sperava di ottenere.
“Oh, andiamo!” sbuffò, indicando il corridoio attorno a sé aprendo le braccia in modo teatrale “La cosa peggiore che possa succederci qual è?”
“Incontrare un cane a tre teste impazzito e affamato?” chiese Audrey retoricamente, alludendo ad una lezione particolarmente spaventosa di Cura delle Creature Magiche dell’anno prima, nella quale Hagrid li aveva reputati abbastanza maturi per conoscere Fuffy; i quattro repressero un brivido di terrore al ricordo.
“Un troll di montagna?” continuò Rose, alzando le spalle.
“Perché non vi tappate quelle fogne, gemelline?” ringhiò Al, vedendo i suoi gloriosi piani di esplorazione sfumare.
Audrey fece un sorrisino che mal celava la risata che tentava di combattere “E tu perché dici stronzate, Al?” chiese spassionata, facendo ridere Rose e Scorpius, che poi si lanciarono un’occhiataccia.
Albus sbuffò e poi corse verso la prima porta che vide – Rose si chiese se ci fosse stata anche prima, visto che non l’aveva minimamente notata; i suoi amici, loro malgrado, gli si avvicinarono, curiosi.
“Adesso vi dimostro quanto può essere spaventoso uno sgabuzzino, ragazze” ghignò Al, prendendole in giro.
“Al, ci basta la tua faccia” ribatté Rose, per avere l’ultima parola, prima che suo cugino spalancasse la porta.
Un’accecante luce li costrinse e chiudere gli occhi; Rose sentì vagamente l’urlo di paura di Audrey, prima di venire violentemente risucchiata verso la porta e ruotare come una trottola.
Il tutto durò meno di qualche secondo, giusto il tempo per far venire la nausea a tutti, prima che i quattro fossero scaraventati di malagrazia sul pavimento, formando una colonnina umana bizzarramente coreografica.
“Dannazio- AUDREY, LEVA QUEL GINOCCHIO!”
Rose ridacchiò nel sentire la voce leggermente acuta di Malfoy, che tuttavia giaceva pesantemente sul suo sterno, cominciando a toglierle il fiato.
“Una brutta giornata per la tua virilità, eh, cugino?”
“Te la faccio avere io una brutta giorn- AUDREY!”
Una risata fu tutto quello che percepì Albus, sepolto sotto i suoi amici “Ragazzi” protestò debolmente “Non sento più il braccio”
Rose gli lanciò uno sguardo di scuse “Aspetta, vediamo se cos-…”
“Hey, quello è il mio braccio!”
“Malfoy, mi stai perforando la cassa toracica”
“Rose, no, ROSE! Ahiiii, il mio povero polso”
“Scusa, scusa!”
“Ok, fermi tutti!” la voce di Audrey insorse, sovrastando le altre “Procediamo con ordine: io rotolo a sinistra, Scorpius e Rose a destra e speriamo che non sia troppo tardi per Albus. Al mio tre: uno, due…”
“TRE!” urlò Rose, spintonando a destra Malfoy e cadendogli addosso.
Merlino, che ddddolore” fece Scorpius, rannicchiandosi in posizione fetale con le mani premute sui “tenerini” nella speranza di alleviare il dolore.
“Che bambino” commentò Rose, prima di mettersi faticosamente a sedere.
“Oh, perfetto” attirò la sua attenzione Audrey, tenendo in mano la seconda scarpa distrutta “Ci mancava solo questa”
“Vedila sotto un altro punto di vista, Aud: se ci fosse un raduno di Figli dei Fiori, tu saresti la benvenuta”
Audrey prese la mira e tirò la scarpa addosso al cugino, che riuscì a scansarla per poco.
Albus, finalmente ripresosi, si guardò intorno, pensieroso “Secondo voi cosa diavolo è stato?”
Rose si limitò a scuotere la testa.
“Allucinazione collettiva?” chiese Malfoy, per niente convinto.
Audrey inarcò scetticamente un sopracciglio, mentre Rose non si fece scappare l’occasione “Dovuta a che, Malpuzza? All’idiozia che trasudi?”
Scorpius fece per rispondere, ma fu bloccato da Al “Non ora, ragazzi. Direi che la nostra specie di viaggio in un tornado abbia la priorità.”
“Esatto…” intervenne Audrey, alzandosi in piedi, ben presto imitata dagli altri tre “Forse abbiamo attivato una Passaporta” ipotizzò la ragazza di colore, massaggiandosi una caviglia dolorante “Insomma, la sensazione era molto simile”
“Possibile” sussurrò Al; Scorpius scoppiò a ridere “Ah sì? Una Passaporta? Ad Hogwarts? Per portarci dove, nel regno delle fate?”
“Al terzo piano” sussurrò Rose, interrompendo i commenti sarcastici del biondo.
“Come prego?” chiese quello, indignato per l’interruzione.
Rose sbuffò, spazientita “Se ti guardassi intorno, Malpuzza, invece di dare aria alla bocca tanto per fare! Ho detto che siamo al terzo piano!”
Audrey barcollò un po’, prima di appoggiarsi al muro; la caviglia le faceva proprio male “Questo è strano”
Albus, senza guardarla, le rispose: “Perché, passare attraverso una porta/uragano non lo è?”
“Beh” iniziò Audrey, convintissima “Sì! Però quello era strano divertente, questo è più strano inquietante e non mi piace per niente.”
“Non ha tutti i torti!” le dette manforte Rose, per poi essere interrotta dalla fragorosa risata di Malpuzza.
“Andiamo, Weasley, come sei paranoica! Abbiamo trovato un passaggio segreto poco ortodosso, che vuoi che sia!”
Rose strinse gli occhi in due fessure “Una perdita di tempo, ecco cos’è! Stordi, vieni, andiamo a prendere quel dannato tema”
Audrey annuì, raccolse la scarpa distrutta e zoppicò con estrema dignità fino alla sua migliore amica, la quale storse il naso, contrariata “Ce la fai a camminare?”
“Certo, dopo casomai faccio un salto da Madama Chips”
“Sicura di non volerci andare subito?” s’intromise Al, guardando criticamente la caviglia dell’amica.
“Oh, sì, Trasfigurazione ha decisamente la priorità”
Rose sbuffò “Dai, Stordi, il tema te lo porto in infermeria” e, prima che l’amica potesse protestare, Rose era già partita in quarta per le scale.
Audrey zoppicò un altro po’, diretta in infermeria, quando sentì Al alzarle il braccio destro e metterselo attorno alle spalle, sorreggendola.
“Ti accompagno o, prima che arrivi, Madama Chips avrà già tirato le cuoia”
“Spiritoso! Comunque grazie”
“Dovere”
I due s’allontanarono, salutando Malfoy, che decise a sua volta di dirigersi verso il suo dormitorio per fare un pisolino e per tormentare un altro po’ la Weasley.
Weasley che, quando finalmente raggiunse l’entrata dei dormitori di Serpeverde, trovò a tirare calci piuttosto violenti contro il muro.
“Sei finalmente impazzita?” le chiese, spiazzato.
Si poteva dire tutto della Weasley, ma non che non fosse dannatamente intelligente; per questo Scorpius provava tanto piacere nelle loro litigate, la Weasley aveva sempre una risposta pronta e brillante.
Ma allora perché diavolo stava picchiando il muro?
Rose smise di dimenarsi e si girò verso Malfoy come se quello l’avesse scottata; il ragazzo si rese conto che, stranamente, Rose sembrava inquieta e preoccupata.
“Malpuzza, hanno cambiato la parola d’ordine?”
Scorpius aggrottò le sopracciglia e si avvicinò velocemente a Rose, fermandosi, come lei, davanti alla lastra di pietra che nascondeva l’entrata della Sala Comune dei Serpeverde.
“Che stronzata, Weasley, sei un prefetto come me, saremmo i primi ad essere avvisati!” la prese in giro, voltandosi verso di lei giusto in tempo per vederla fargli il verso; Rose mise su uno sguardo di sfida.
“Prova tu, allora”
“Con piacere. Cobra”
La lastra non si mosse di un centimetro, irritando entrambi i Serpeverde.
“Cosa significa?!” sputò fuori Scorpius, guardandosi intorno “è uno scherzo?”
Rose digrignò i denti “Ti sembra che stia ridendo, Malpuzza? COBRA!” urlò poi, nuovamente diretta alla porta che, facendosi beffe di loro, scricchiolò un po’.
“Inutile porta!” borbottò Rose, mentre Scorpius si passava una mano tra i capelli “Non è possibile” sussurrò, per poi dirigersi all’imboccatura del corridoio.
“E adesso dove diavolo vai, si può sapere?” sbraitò Rose, tentando comunque di mantenere un contegno: non era abituata a perdere il controllo in quel modo e, di conseguenza, mal sopportava gli imprevisti.
Gli imprevisti in compagnia di Malpuzza, poi, la mandavano in bestia.
“Vedo se c’è qualcuno a cui chiedere, non starmi addosso!”
Rose alzò gli occhi al cielo e ingoiò l’ennesima rispostaccia; prima che potesse pensare di fare qualunque altra cosa però, il suo braccio venne artigliato da un Malfoy in corsa con l’unico obiettivo di trascinarla il più lontano possibile.
“Malfoy, ma che cazzo fai?!” urlò, rischiando di cadere; Scorpius la ignorò e fece ancora più pressione.
Pochi secondi dopo raggiunsero la fine del corridoio e il biondo si fiondò dietro l’angolo, scaraventando per terra senza tanti complimenti la giovane Weasley.
Rose si rialzò immediatamente, decisa a mettere fine all’inutile vita di Malpuzza e fare quindi un favore al mondo, ma, quando vide lo sguardo terrorizzato di quest’ultimo, si bloccò.
“Malfoy? Si può sapere che cazzo ti prende?!”
Rose Weasley non brillava per finezza già alla tenera età di nove anni, passarne altri cinque in compagnia di maschi Serpeverde non l’aveva certo aiutata a migliorare.
Scorpius ansimò, si passò una mano tra i capelli e sbirciò oltre l’angolo; Rose seguì velocemente il suo sguardo e notò un biondino e un ragazzo di colore parlottare davanti all’entrata di Serpeverde.
“Ferma” la bloccò Scorpius, anticipando le mosse della rossa, la quale era ben decisa ad abbandonare quello schizzato e a farsi aprire da quei due.
“Malpuzza, ma ti sei rincoglionito tutto d’un tratto?! Quei due sono il nostro biglietto d’ingresso!” protestò Rose, scrollando il braccio per farsi mollare da Scorpius.
Il biondo scosse la testa, inspirò profondamente e guardò intensamente Rose negli occhi
“No, Weasley. Quei due sono mio padre e mio zio.”
La risata che echeggiò nel corridoio rimase negli annali: alcuni quadri, tra cui un’anziana donna seduta su una poltrona di chintz, sostengono ancora di essere rimasti sordi per una settimana.

 
 
TECLA
Buonsalve gente! Ho deciso di riscrivere questa storia perchè l'avevo iniziata due anni fa e, sebbene sia stata la mia prima fanfiction e l'adorassi, non riesco a leggerla da tanto scrivevo male; DUNQUE non ho intenzione di cancellare quella, perchè comunque le sono molto affezionata e mi dispiacerebbe perdere le recensioni, ma ho intenzione di riscriverla - cambiando parecchio la trama - e sperare di finirla, un giorno.
Fatemi sapere cosa ne pensate ma, soprattutto, FUGGITE, SCIOCCHI!
Io ve l'ho detto...
Un bacio!

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Capitolo 2
*** Presidenza (Ovvero “Silente è morto, Madama, morto!”) ***


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II. Presidenza (Ovvero “Silente è morto, Madama, morto!”) 

 
             “Ce la fai? Sicura?”
Audrey alzò gli occhi al cielo e si staccò dal suo apprensivo migliore amico “Sì, Al, ce la faccio a fare i tre passi che ci separano dall’infermeria”
Al guardò l’entrata dell’infermeria con fare pensieroso “Non dire cazzate” obiettò, allontanandosi da Audrey ed entrando “Visto? Sono almeno sei passi, sei!”
“Sei da ricovero”
“Ne sai qualcosa tu, eh?”
“Stai insinuando che io sia pazza?”
“Veramente, Drey” fece Al, tornando dall’amica e mettendo di nuovo il suo braccio sulla sua spalla “Stai facendo tutto da sola”
Audrey sbuffò ma accettò, seppur di malavoglia, di appoggiarsi ad Al; li moro la sorresse fino ad un lettino, dove la fece sedere delicatamente.
In quel momento Madama Chips apparve davanti a loro come se si fosse smaterializzata, mostrando un aspetto di gran lunga più giovane e arzillo del solito.
Al e Audrey si scambiarono un’occhiata scettica “Secondo me si è fatta di LSD”
Il giovane Potter sogghignò “Pensavo più a qualche tipo di acido”
Risero silenziosamente e smisero solo quando l’infermiera li raggiunse, mostrando un contegno ammirevole.
“Buongiorno ragazzi, che posso fare per… voi?”
Entrambi i giovani si erano accorti dell’esitazione che aveva colto la donna nel momento in cui li aveva guardati.
“Tutto bene, Madama?” fece gentilmente Albus, preoccupato per l’effettiva salute della donna; che si fosse davvero fatta di LSD?
La donna annuì, riprendendo il suo solito cipiglio “Perfettamente. Cosa abbiamo qui?” chiese, osservando Audrey.
“Credo di essermi slogata la caviglia…”
“Ok, diamo un’occhiata” disse Madama Chips, facendo mettere la gamba della ragazza sul letto e mormorando un paio di formule che non sentirono.
“No, signorina, la sua caviglia è rotta; strano che sopporti così bene il dolore…”
Audrey arrossì “Oh, ehm, ho una soglia di sopportazione molto alta”
L’infermiera sorrise “Va bene, sarà una cosa veloce. Epismendo
Audrey cacciò un urlo che fece accapponare la pelle ad Albus, il quale s’avvicinò subito all’amica; la Zabini, passata quella terribile fitta di dolore, si sentì infinitamente meglio e rivolse un sorrisone all’amico, muovendo allegramente la caviglia.
“Ok, è a posto. Posso chiederle il suo nome, signorina?”
Audrey e Al si guardarono, sorpresi, prima che la ragazza rispondesse “Ma… Madama, sicura di stare bene? Mi ha dimesso solo tre giorni fa dopo quel serio infortunio a Quidditch!”
L’infermiera aggrottò un sopracciglio “Sciocchezze. Mi dica il suo nome e la smetta con questo ridicolo scherzo”
“Ma non è uno scherzo, Madama!” s’intromise Albus, allucinato “E’ Audrey Zabini e lei lo sa bene, passa qui la maggior parte del suo tempo sin da quando era al primo!”
Poppy Chips ridusse gli occhi in due fessure e arricciò le labbra “Oggi è il primo giorno di scuola, ragazzi, e inoltre io non vi ho mai visto prima in vita mia. Se non mi direte subito i vostri veri nomi sarò costretta a mandarvi dal preside”
“Dal Preside?”
“Ma io sono Audrey Zabini!”
I due avevano parlato insieme e Madama Chips, ignorando Albus, guardò Audrey con indignazione “L’unico Zabini in questa scuola è Blaise Zabini! Ed è figlio unico!”
Audrey strabuzzò gli occhi “Che c’entra mio padre?
La donna divenne tutta rossa “Basta, mi avete stancato! Ora vi porto dal preside!”
Dal preside?” chiese ancora una volta Albus, scioccato “Ma, Madama, dalla preside, semmai!”
La donna lo ignorò e strattonò entrambi per un braccio, dimostrando di possedere un’insolita forza per una donna di quell’età.
Albus e Audrey erano scioccati ma, da bravi Grifondoro, invece di elaborare le informazioni che la donna aveva fornito loro inconsapevolmente, si limitarono a chiedersi quale droga lei avesse assunto.
Divisi dalla donna, che li stava trascinando senza tante cerimonie per i corridoi, ricevendo sguardi allibiti da ben più di uno studente di passaggio, Albus e Audrey tentarono di comunicare con il labiale.
“È impazzita!” mimò Audrey, ricevendo in risposta uno sguardo interrogativo dal ragazzo; ripeté il gesto e Albus, capendo, annuì, più che concorde.
“Lasciamo che ci pensi la McGranitt, le spiegheremo tutto!”
Dopo tre, quattro tentativi Audrey riuscì a capire il labiale del ragazzo e si tranquillizzò leggermente.
“Pallini acidi!” scandì Madama Chips, ancora piuttosto irritata, facendo sobbalzare entrambi i ragazzi, che si resero conto solo in quel momento di essere davanti all’ufficio della preside.
Salita la scala a chiocciola, la donna si decise finalmente a mollarli per poter bussare.
“Avanti” fece una voce maschile.
La porta s’aprì e Madama Chips ci si fiondò dentro, trascinandosi dietro i due ragazzi, che nel frattempo erano ammutoliti.
“È uno scherzo…” sussurrò Albus, con gli occhi puntati sulla figura davanti a sé: il suo omonimo era tranquillamente seduto dietro ad un’elegante scrivania in mogano, portava i soliti occhiali a mezzaluna, sorrideva bonario ed era decisamente vivo.
A quel punto Audrey interruppe i confusi e irritanti comenti della donna, guardandola come se fosse pazza “Ma Madama! Silente è morto! Morto!”
Il silenzio calò nella stanza, persino i quadri dei precedenti presidi avevano smesso di fingere di essere addormentati e fissavano la scena sotto di loro, pieni d’interesse.
Silente non perse il suo sorriso e rivolse uno sguardo benevolo alla ragazza “Davvero? Non ho notato alcuna differenza”
Audrey arrossì fino alla punta dei capelli e non poté impedirsi di avvicinarsi al preside; mentre Madama Chips sbraitava e stava già per azzannare quella studentessa indisciplinata, Audrey avvicinò una mano al viso dell’uomo finché, con il dito indice, non raggiunse la sua guancia.
Il professor Silente, estremamente divertito, la lasciò fare; Audrey spinse leggermente un dito contro la guancia – guancia che c’era, per Morgana, era totalmente corporea! – trattenne il respiro e si allontanò leggermente.
Svenne.
Albus non ebbe la presenza di spirito di fare nient’altro che non fosse scoppiare a ridere istericamente, alternando lo sguardo allucinato da un’indignatissima Madama Chips e uno stranito ma tutto sommato divertito Silente a un’Audrey Zabini scompostamente svenuta ai piedi della scrivania.
“Poppy, cara, credo che tu possa tornare in infermeria, ora. Adesso me ne occupo io.”
“Ma Albus!” protestò la donna, guardando indignata Al che rideva, reputandolo chiaramente un povero mentecatto.
“Poppy…”
Madama Chips fu costretta ad annuire, biascicò un saluto e uscì velocemente dall’ufficio, decisamente provata dall’incontro.
Albus Silente si alzò in piedi e fece apparire due comode poltroncine con un pigro gesto della bacchetta, prima di puntarla verso Audrey e sussurrare “Reinnerva
La ragazza aprì lentamente gli occhi e tossì un paio di volte, prima di ricordare dove fosse e perché fosse svenuta.
“Albus!” urlò allora e il moro, smettendo di ridere, la raggiunse in un attimo e l’aiutò ad alzarsi; Audrey rimase aggrappata al braccio di Albus, non del tutto sicura di riuscire a reggersi in piedi.
Il suo sguardo si posò sul preside e le vennero i brividi.
“Ragazzi, perché non vi mettete comodi? Credo, a ragione, che avremo molto da discutere”
I due, scossi, si limitarono ad annuire e a sedersi ognuno su una poltrona.
Silente rivolse loro un sorriso benevolo “Perfetto! Gradite una Goccia al Limone?”
Audrey scosse la testa come un automa mentre Al, rassegnato, fece un cenno affermativo; la Goccia apparve direttamente nella sua bocca e lui cominciò a succhiarla pigramente.
Immediatamente una sensazione di calma non sua lo invase e si chiese, osservando il preside sedersi dietro la scrivania, se non ci fosse una qualche pozione calmante dentro.
A giudicare dall’occhiolino che il preside gli fece, probabilmente c’era più quella che limone.
“Allora… spiegazioni?”
Audrey, vedendo Al completamente immerso in qualche riflessione, decise di autonominarsi portavoce.
“Vede… professor Silente, ci deve essere un errore. Io sono Audrey Zabini e frequento questa scuola da cinque anni ma… lei è morto da venticinque anni”
Silente annuì, serio, poi alzò un sopracciglio “E questo lei come lo spiegherebbe?”
Audrey decise di mettere finalmente in moto il cervello e la risposta le apparve subito chiara come il sole; si diede della stupida almeno dieci volte per esserci arrivata solo in quel momento.
“In che anno siamo, professore?”
Gli occhi di Silente scintillarono dietro la sottile montatura “Questa è un’ottima domanda, signorina Zabini. Siamo nel 1995”
Audrey per poco non svenne di nuovo.
“Un viaggio nel tempo…” sussurrò Al tra sé e sé, sbalordito. “Ma come… la porta, ma certo!”
Audrey fu tentata di spaccargli la testa con uno dei tanti strumenti d’argento che riempivano la stanza “Come al solito è colpa tua
Albus la ignorò e si rivolse al preside “E ora cosa facciamo? Noi apparteniamo al 2022!”
Silente stette zitto per qualche secondo, pensieroso, prima che l’urlo di Audrey lo facesse sobbalzare leggermente.
“E adesso che diavolo c’è, Audrey?!” le chiese Al, scocciato di avere mini infarti ogni volta che la Zabini apriva bocca.
Audrey lo guardò, preoccupata “Non dimentichi qualcosa?”
Al scosse la testa, smarrito “Niente, no…”
Gli ci volle qualche secondo per arrivare alla risposta.
“Rose e Scorpius!” urlarono in contemporanea, beccandosi le occhiate infastidite di ben più di un quadro.
             
***
 
“Hai esattamente dieci secondi per cominciare a scappare, Malfoy”
“Weasley, non sto scherzando! Quello era il mio fottuto padre!”
“Otto…”
“Ok, ragiona. Che motivo avrei per inscenare uno scherzo così idiota?!”
“Sette…”
“Weasley, e pensare che ti credevo sveglia!”
“Cin- Hey! Sentimi bene, Malpuzza, in questa storia c’è qualcosa che non funziona, ok?! E sono sicura che sia colpa tua!”
“Qual… Qualcosa che non funziona?! Weasley, ti ho appena detto che ho visto mio padre quindicenne camminare tranquillamente per i corridoi di Hogwarts! A me questo sembra molto più di qualcosa che non funziona!”
“Tre…”
“Peperoncina, sei una Serpeverde sì o no? Ragiona.”
“Due… va bene, Malpuzza, ragioniamo: siamo finiti in un corridoio a noi sconosciuto – e non immagini quanto la cosa mi abbia irritata – abbiamo aperto una porta che ci ha risucchiati in una specie di ottovolante dei poveri e siamo finiti inspiegabilmente al terzo piano.”
“Sì, esatto”
“Subito dopo abbiamo scoperto che la parola d’ordine non funzionava”
Evidentemente
“E tu, infine, mi ha scaraventata per terra, dopo avermi trascinato come un indemoniato per venti metri, perché sostieni di aver visto tuo padre ringiovanito che vagava per i corridoi. Ho dimenticato qualcosa?”
“No, non direi”
“Perfetto. Malpuzza?”
“Sì?”
Stupeficium
Il tonfo sordo che seguì il suo schiantesimo fu musica per le orecchie di Rose; ghignò, soddisfatta, si scrocchiò una spalla, rassettò la gonna e ripose la bacchetta nella borsa.
Malfoy giaceva steso ai suoi piedi, privo di sensi; Rose si concesse un piccolo sorriso di vittoria, prima di girare i tacchi e incamminarsi verso il dormitorio.
I due, quelli che Scorpius sosteneva fossero suo padre e suo zio, stavano ancora parlottando davanti all’entrata, completamente ignari del tentato omicidio che si era appena compiuto a pochi passi da loro.
Rose, tuttavia, più si avvicinava e più si rendeva conto che, forse, anche Malfoy, ogni tanto, era da prendere sul serio.
Perché, quando si bloccò davanti a loro, che la guardarono interrogativamente, a Rose si ghiacciò il sangue nelle vene.
Draco Malfoy.
Blaise Zabini.
Quindicenni.
“Per il sinistro floscio di Merlino…” sussurrò, scioccata.
Non era possibile.
Non lo era, semplice; doveva essere un’allucinazione.
Ma Rose seppe, non appena vide il biondo inarcare scetticamente un sopracciglio, vagamente disgustato, di conoscere perfettamente la risposta ad ogni sua domanda.
Un viaggio nel tempo.
E vaffanculo, allora.
“Serve qualcosa?” le chiese il padre della sua migliore amica, risvegliandola dal suo stato catatonico; Rose scosse la testa in senso di diniego, recuperando il suo contegno.
“No, scusate. Vi avevo scambiato per qualcun altro”
Senza aspettare alcuna risposta dai due, si girò e dovette trattenersi dal correre con tutte le sue forze; raggiunse in pochi secondi la fine del corridoio e girò l’angolo, sospirando sollevata alla vista del suo Malfoy ancora svenuto per terra.
Rabbrividì: già un Malfoy da solo era capace di mandare al manicomio anche il più innocente e tranquillo dei Tassorosso, due insieme dovevano essere una vera tortura.
Decise di non pensarci.
Reinnerva
“Mmh… mamma?”
Rose sbuffò, dando un paio di leggeri schiaffetti a Malpuzza per farlo svegliare “No, Malfoy, sono la strega cattiva”
Scorpius mugugnò e aprì gli occhi, prendendosi qualche secondo per capire chi e dove fosse; Rose potè vedere i suoi occhi illuminarsi e puntarsi su di lei, furiosi.
“Tu… tu mi hai schiantato!”
“Sei sempre così attento ai dettagli?”
“Come… come hai osato?”
Scorpius si mise in piedi immediatamente, fulminando la Weasley con uno sguardo indignato.
Come si permetteva quella… quella… quell’acida stronza di schiantarlo?!
“Tappati, Malfoy, abbiamo un problema”
“Questa… que- questa me la paghi!”
“Ah sì?” fece scetticamente Rose, trattenendosi dallo scoppiare a ridere “E sentiamo, cosa fai, mi balbetti addosso?”
Malfoy per poco non scoppiò “Tu…”
Rose alzò gli occhi al cielo “Sì, Malpuzza, io! Tu, io, noi! Sono pronomi. Guarda, se vuoi ci costruisco anche una frase di senso compiuto intorno, eh? Visto che tu, invece, non ne sembri più capace.”
Malfoy non rispose solo perché Rose non gli lasciò il tempo di agire “Allora, tu sei un’idiota, io sono geniale e noi abbiamo un problema. Un’enorme problema”
Scorpius mise da parte l’espressione agguerrita, incuriosito “Che problema?”
“Beh, ecco” Rose si torturò le mani, improvvisamente preoccupata “Potrebbe effettivamente darsi –parlando per assurdo, ovviamente – che ci sia tuo padre, di là, e che abbia la nostra età.”
“Per assurdo, eh?” fece trionfante Malfoy, guadagnandosi uno sguardo rabbioso da parte della rossa.
“Sì, Malfoy. E mettiamo che, sempre per assurdo, la qui presente mente geniale abbai capito cosa sia successo.”
“Dai, assurdiamo un altro po’, Weasley. Cosa hai capito?”
Rose espirò rumorosamente e si allargò leggermente la cravatta, ansiosa “Malpuzza, abbiamo viaggiato nel tempo”
“E ma vaffanculo, allora!”
Rose decise di sorvolare sul fatto che lei e Malpuzza avessero avuto la stessa reazione e annuì, grave “Cosa facciamo?”
Scorpius si sporse leggermente oltre l’angolo, dando una fugace occhiata all’entrata del loro dormitorio: suo padre e suo zio dovevano essere entrati, ormai, visto che il corridoio era deserto.
“Ok, senti, manteniamo la calma”
Rose inarcò un sopracciglio “Io sono calma”
“Non lasciamoci prendere da isterismi ed andrà tutto bene…”
“Malpuzza…”
“Weasley, dannazione, non ti fare prendere dal panico
“Malfoy…”
“CALMATI!”
Rose tirò uno schiaffo a Scorpius per farlo riprendere, mentre quello ansimava, sull’orlo di una crisi di panico; alla faccia del sangue freddo dei Serpeverde, davvero.
“Per Circe e Calipso, Malfoy, o la smetti immediatamente di comportarti come una donnetta sull’orlo di una crisi di nervi oppure sarò costretta a schiantarti di nuovo!”
Scorpius fece un paio di respiri profondi e annuì “Giusto. Hai ragione, peperoncina. Non è certo il caso di farsi prendere dal panico…”
“Malpuzza, ti ho avvertito.”
“Scusami” si passò una mano tra i capelli, ormai pallido come un cadavere. Sembrò finalmente zittirsi, ma Rose, conoscendolo, non cantò vittoria.
“E se non trovassimo il modo di tornare indietro?!”
Ecco, appunto.
Rose alzò gli occhi al cielo “Ti devo picchiare ancora? Malfoy, con ordine: cosa fai quando hai un grosso problema?”
Malfoy fece spallucce, appoggiandosi al muro dietro di lui “Uccido i testimoni?”
Rose gli lanciò un’occhiata d’avvertimento “Vai dalla preside. Ma, in questo caso… dal preside”
Gli occhi di Scorpius s’illuminarono e si staccò dal muro, sorridente “Vuoi… vuoi dire che vedremo Silente?! Wow! Quell’uomo è una leggenda!”
Rose non commentò, cominciando a dirigersi verso le scale, evitando attentamente la strada che passava davanti all’entrata del dormitorio.
Non sapeva cosa pensare, arrivata a quel punto: indubbiamente dovevano aver viaggiato nel tempo, ma la domanda – il problema – vera era un’altra e Rose tremava internamente ogni volta che il suo cervello gliela poneva.
Come avrebbero fatto a tornare indietro?
Ma, soprattutto, qual era lo scopo di quell’incidente? Dovevano forse cambiare qualcosa nel corso degli eventi?
Rose non era una stupida ed era stata parecchio attenta quando sua madre le aveva spiegato come funzionassero i viaggi nel tempo: farne uno non comportava il cambiamento del tempo, bensì la sua stessa attuazione.
Quindi, se loro avevano viaggiato nel tempo, doveva sicuramente essere già successo nel passato: dunque perché sua madre non le aveva mai detto che loro quattro sarebbero finiti del passato?
La risposta era una sola: paradosso temporale.
Non era previsto dal passato che loro viaggiassero nel tempo quindi, qualunque cosa avrebbero fatto – anche uccidere una mosca – avrebbe potuto cambiare irrimediabilmente il corso degli eventi.
Che ne sapeva lei, ad esempio, se andando a parlare con Malfoy e Zabini non aveva in qualche modo già alterato la linea del tempo?
Sentiva che la testa le stava scoppiando, così decise di riportare la sua attenzione su Malpuzza e lasciare le sue paranoie mentali ad un altro momento.
Non l’avesse mai fatto: Malfoy la stava fissando con un’intensità diversa dal solito, come se l’avesse vista davvero per la prima volta solo in quel momento.
“Che c’è?” gli chiese, salendo le scale.
Malfoy non distolse lo sguardo e aggrottò la fronte “Stavo pensando a una cosa e speravo che tu mi potessi rispondere…”
“Spara” disse Rose, evitando un fantasma e saltando un trabocchetto sulle scale; quando vide che Malfoy, troppo preso dai suoi pensieri, non lo stava evitando, lo spinse indietro con un riflesso incondizionato.
Scorpius barcollò ma riuscì a reggersi alla ringhiera; ci mise qualche secondo per realizzare il perché Rose l’avesse spinto, poi le fece un cenno per ringraziarla.
“Stavo dicendo… ah, sì. Senti, ma se noi siamo qui… non dovremmo già esserci stati?”
Rose non capì “Cosa intendi?” gli chiese, continuando a camminare spedita verso l’ufficio del preside.
Scorpius fece una smorfia “Voglio dire… se noi siamo finiti nel passato, gente come mio padre o i tuoi dovrebbero averci conosciuto qui, nel passato. Capito? Non dovremmo essere già stati qui?”
Rose annuì “Era quello a cui stavo pensando anche io. Il punto è che i miei non mi hanno mai detto che sarei finita nel passato”
“Forse non l’hanno fatto per non compromettere il nostro arrivo qua… ma se invece non fossimo già stati qui? Cosa vorrebbe dire?”
Rose fece spallucce, girando l’angolo “Immagino che si verrebbe a creare un paradosso temporale e si creerebbero due linee del tempo differenti”
Scorpius stette zitto per qualche secondo, rimuginando “Ma, se quello che dici fosse vero… noi in quale torneremmo? In quella modificata?”
Rose sospirò, preoccupata quanto il giovane Malfoy “Ho paura di sì. Il punto è che se siamo finiti proprio nell’anno dei nostri genitori e proprio noi quattro, forse abbiamo uno scopo, qualcosa da fare… ma non sono sicura di volerlo”
Si fermarono entrambi davanti al gargoyle di pietra dell’entrata, realizzando solo in quel momento di non avere idea di come entrare.
“Come facciamo senza la parola d’ordine?” chiese Scorpius, scettico fino al midollo.
Rose alzò gli occhi al cielo ma non fece in tempo a rispondere perché, proprio in quel momento, il gargoyle si spostò per farli salire; titubante e seguita da uno Scorpius sempre più inquieto, Rose cominciò a salire i gradini.
La scala di fermò qualche secondo dopo e i due avanzarono verso la porta; Scorpius bussò, deciso.
Avevano bisogno di risposte.
“Avanti”
E solo Albus Silente era in grado di dargliele.
 

N/A
Un tempo infinito per un capitolo che lascia un po’ a bocca asciutta, lo so: nel prossimo spiegherò meglio la questione dei viaggi nel tempo.
Per chi non l’avesse capito, comunque, sono le due concezioni dei viaggi nel tempo messe a confronto: quella della rowling, secondo la quale il viaggio era già previsto che accadesse, e quella del film “Ritorno al futuro” dove il viaggio cambia davvero il futuro.
È un po’ contorto e spero di riuscire a spiegarlo meglio nel prossimo.
p.s. quanto sono carini Rose e Scorpius? Si vede che si ammmmano <3
alla prossima!
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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