Back to the Future - L'Ordine della Fenice

di Tecla Sunrise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quindi ci siamo persi. ***
Capitolo 2: *** Al, ammettilo: i Potter attirano la sfiga! ***
Capitolo 3: *** Ti brillano gli occhi, quando sorridi. Non smettere mai di farlo. ***
Capitolo 4: *** Scorpius è proprio ora di andare a dormire. ***
Capitolo 5: *** Beh, che dire? A Hogwarts non ci si annoia mai. ***
Capitolo 6: *** Esplorare nuovi orizzonti e possibilità ***
Capitolo 7: *** Chi trova il modo più doloroso per uccidere quell’emerito idiota di Albus Severus Potter avrà gloria eterna e adorazione incondizionata da Audrey Zabini. ***
Capitolo 8: *** Effetto farfalla ***
Capitolo 9: *** Crescere fa schifo ***
Capitolo 10: *** Nessuno la fa ad Albus Percival Wulfric Brian Silente ***
Capitolo 11: *** Signori, si chiude! ***
Capitolo 12: *** AVVISO DI RISCRITTURA ***



Capitolo 1
*** Quindi ci siamo persi. ***


Back to the future
 

- L’Ordine della Fenice -
 
  

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Capitolo 1: Quindi ci siamo persi.
   
Rose stava aspettando Albus da quasi mezz'ora. Si erano dati appuntamento in biblioteca per studiare ma lui non si era ancora fatto vedere.
Se un osservatore distratto l'avesse guardata in quel momento avrebbe notato una ragazza che studiava tranquillamente. Se invece avesse prestato attenzione avrebbe notato molti segnali che gridavano : "pericolo: crisi isterica in arrivo".

Peccato che Scorpius Malfoy, recentemente eletto messaggero da quello scansafatiche del suo migliore amico Al, non fosse un buon osservatore.

"Hey rossa!" l’apostrofò beffardo, sedendosi al suo tavolo.

"tu! Odiosa serpe sparisci dalla mia vista" gli rispose lei, perdendo velocemente la pazienza.

"uhhh siamo nervosette??" disse lui ghignando. Adorava stuzzicarla.

"nervosette?! NERVOSETTE!??MALFOY IO TI CASTRO!! cominciò a urlare lei, scoppiando e riversando tutta la sua ira per suo cugino su quel deficiente.

"Weasley, tranquillizzati! Albus mi ha mandato a dirti che non può venire, è in punizione con Gazza, deve pulire tutti i bagni del terzo piano." le rispose lui, imperturbabile, con il suo ghigno perennemente stampato sul viso.

"quel deficiente..." sussurró Rose, mentre la rabbia scemava. Ormai non era più concentrata, non sarebbe riuscita a concludere niente. Tutto per colpa di quell’idiota di Malfoy!
 
E pensare che quello era il quinto anno, avrebbero dovuto affrontare i G.U.F.O!
 
Decise di far finta che Malfoy non esistesse, ma il rompiballe non accennava ad andarsene. Anzi, aveva preso a seguirla.
 
Lei continuava a far finta di niente. Prima o poi se ne sarebbe andato.
 
Dopo un po’ che camminava senza meta, cominciò a irritarsi.
 
Sentiva in suo sguardo bruciarle addosso, eppure non parlava.
 
Ad un certo punto non ce la fece più.
 
“Malfoy!” sbottò, girandosi di scatto e riducendo gli occhi a due fessure inquietanti “Che.Diavolo.Vuoi?” a stento tratteneva la rabbia.
 
Lui era rilassatissimo, e la fissava soddisfatto.
 
“Finalmente si è accorta di me, sua Maestà!”
 
“falla finita stupido. Rispondi”
 
“niente. Solo darti fastidio, immagino. Ma dove devi andare? Non conosco questi corridoi” disse poi. Rose stava già per attaccarlo, quando prestò attenzione alle sue parole.
 
Già, dove stava andando? Era un po’ ormai che girava senza meta, al solo scopo di scrollarselo di dosso. Si guardò attorno, ma non riconobbe niente. Quel corridoio – probabilmente nei sotterranei – le era sconosciuto. Ma non poteva mica dirgli che non lo sapeva.
 
“nei sotterranei.” Rispose asciutta, sperando che bastasse.
 
“ah beh, allora siamo a cavallo” le disse sarcastico.
 
Non era bastato.
 
“ma che vuoi? Sei TU che mi hai seguito! E mi hai deconcentrato, ovviamente!”
 
“quindi ci siamo persi.”disse lui.
 
“quindi ci siamo persi.”
 
“non era una domanda, Weasley”
 
“non era una risposta, Malfoy.”
 
Lui sbuffò. Quella era impossibile. Voleva avere sempre l’ultima parola.
 
“e adesso?” chiese scocciato.
 
“ovvio. Continuiamo a girare, prima o poi troveremo l’uscita!”
 
Scorpius grugnì e si apprestò a seguire Rose che si era già fiondata in un altro corridoio.
 
 
Albus nel frattempo stava cominciando a preoccuparsi. Dopo che Gazza lo aveva liberato dalla punizione era corso in biblioteca, dove aveva trovato Audrey Zabini, la migliore amica di Rose e la cugina di Scorpius, nonché la sua migliore amica, che gli aveva detto che erano ore che cercava Rose senza successo.
 
Audrey era una ragazza molto simpatica, con la pelle marrone chiaro, gli occhi azzurri e i capelli castani. Lei, Rose, Al e Scorpius – per la gioia di Rose – stavano molto spesso insieme e passavano le vacanze gli uni a casa degli altri.
 
Ma la cosa che la rendeva unica era il suo spirito Grifondoro.
 
Eh sì, avete capito bene: Audrey Zabini, la figlia di Blaise Zabini e Daphne Greengrass, era una Gryffindor in tutto e per tutto.
 
E i suoi migliori amici erano Weasley e Potter. Non vi dico la reazione di Blaise: era inorridito e aveva cominciato a straparlare dei traditori del proprio sangue e di Mezzosangue. Ma dopo pochi anni si era abituato e ora al loro quinto anno si era rassegnato e andava quasi d’accordo con Zio Ron.
 
A quel punto ai due non restò altro che cercare nella Mappa del Malandrino.
 
Li trovarono in una parte in disuso dei sotterranei che vagavano senza meta e li raggiunsero in poco tempo.
 
Naturalmente, i due aveva ripreso a litigare.
 
“Stupida Serpe, di qua siamo già passati! Non ti ricordi quel quadro degli ubriachi?”
 
“no, Weasley, ti assicuro che non erano sei! Erano sette!”
 
“idiota! I componenti dei quadri possono andarsene!”
 
“ah.. ah è vero, sì si..”
 
“che razza di.. Al! Audrey! Grazie a Merlino!” esclamò poi, vedendo arrivare il cugino e la sua amica.
 
“come ci avete… ah, la Mappa! Bene, non sono mai stata tanto felice di vedervi!” continuò, scoccando un’occhiataccia a Malfoy, che fece finta di non ascoltare.
 
“Hey Rose! Scusa se non sono venuto oggi, ma avevo..”
 
“la punizione con Gazza. Si, lo so. Malfoy, per quanto sia idiota, è stato capace di mettermi al corrente di questo imprevisto. Ma Audrey, tu che ci fai qui?”
 
“ero venuta a cercarti, mi annoiavo e poi sono straindietro con i compiti, così volevo anche un po’ studiare”
 
Audrey Zabini studiare?
 
“Drey, non ci posso credere sei già indietro con i compiti dopo solo una settimana? Sei peggio di me, persino io sono ancora in pari!” Scorpius Malfoy e la sua infinita simpatia.
 
La cugina sbuffò e fece un gesto di noncuranza con la mano. Quisquiglie!
 
“Taci, cugino. Io gli esami alla fine però li passo con tutte O e E.”
 
E in effetti era vero: leggeva tutto il programma la settimana prima degli esami e poi lo ricordava per sempre.
 
Memoria fotografia. Invidiata da tutta Hogwarts, secchioni – Rose – compresi.
 
“Fortuna” si intromise Rose. Per quanto adorasse Audrey non riusciva a concepire quel metodo di studio senza fatica.
 
“Va bene ragazzi, a cuccia. Che ne direste di tornare indietro?” Albus tentò di riappacificare le acque, riuscendoci.
 
Si diressero verso la porta che avrebbe dovuto riportarli nei sotterranei dei Serpeverde e Albus l’aprì.
 
Immediatamente i quattro furono investiti da una luce accecante e vennero risucchiati dentro. In realtà, a venire risucchiato fu solo Albus, ma quello, abbracciato a Rose se la tirò dietro, e lei per evitare di seguirlo si attaccò a Scorpius che per par condicio agguantò la cugina per la divisa.
 
Erano sospesi in una specie di tempesta, sembrava come usare una Passaporta. Cominciarono a urlare e non si fermarono finché non si ritrovarono stesi per terra tutti doloranti. O meglio, non tutti.
 
Audrey Zabini, con la sua caratteristica grazia da elefante era finita stesa addosso a gli altri tre e ora se ne stava spaparanzata sulle loro schiene.
 
Rose gemeva dal dolore, Scorpius le imprecava contro e Albus se la scrollò di dosso con un colpo di reni.
 
“Audrey! Per quanto tu sia magra non sei una piuma! Stupida spostati! Porca Morgana la mia schiena!” continuava a urlare Scorpius.
 
“ragazzi scusate… ma che cavolo è successo?” rispose lei, cercando di non rispondere a tono al cugino, che venne distratto.
 
“Hai ragione.. eppure sembra il corridoio giusto. Guarda, anche la mappa dice che siamo arrivati. Magari ce lo siamo immaginato!” disse Albus rialzandosi e lanciando uno sguardo affrettato alla Mappa.
 
“Al non credo di avere tutta questa fantasia!” gli rispose Rose, alzando il sopracciglio. Albus, a suo malgrado, dovette darle ragione.
 
“allora come lo spieghi?” le chiese Malfoy, ancora piegato in due dal dolore che iil fondoschiena della cugina gli aveva procurato.
 
“Malfoy magari era un incantesimo dei professori. Magari eravamo in un corridoio proibito, prima!”
 
“ma non dire stupidaggini, non ce ne hanno mai parlato. Sentite io sono stanco, mi sono rotto di girare con la Weasley. Vado in Sala Comune, Al vieni con me?”
 
Rose lo ignorò e se ne andò, annunciando come destinazione la biblioteca.
 
“Scorpius io credo che andrò a farmi un voletto, Audrey tu che fai?”
 
Scorpius allora si allontanò e i due rimasero soli.
 
“ma si, dai! Ne ho proprio voglia. Mi accompagni a prendere la scopa?”
 
“si, la mia è già al campo, l’ho prestata a James”
 
Detto questo si incamminarono verso i loro Dormitori.
O almeno così credevano…
 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Eccoci qua! Buongiorno a tutti, so di avere un’altra fan fiction i corso –
L'Amore è la più grande magia... – ma a quanto pare non riscuote molto successo. Ho intenzione di continuarla, solo che mi è venuta l’idea per questa e mi è venuta una voglia assurda di svilupparla. Ho sempre adorato le storie con i viaggi nel tempo e applicate a Harry Potter mi fanno impazzire. Solo odio non poter cambiare il futuro.
 
Per questo nella mia fan fiction il futuro verrà cambiato sicuramente – come in Ritorno al Futuro – ma non so dirvi se sempre in meglio :D
 
Per saperlo dovrete seguire la storia! E, se vorrete che continui, RECENSIRLA! Lo so che la vita è dura, ci sono i compiti, i ragazzi/e, le cavallette… però dedicatemi almeno 2 minuti! Ve ne sarò eternamente grata. Magari distruggetemi completamente, spero di saperlo accettare, ma mandatemi un segno!
 
Detto questo vi ringrazio per la lettura e ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci,

Victoire15 

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Capitolo 2
*** Al, ammettilo: i Potter attirano la sfiga! ***


Back to the future
 

- L’Ordine della Fenice -
 

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Capitolo 2: Al, ammettilo: i Potter attirano la sfiga!
 
Da “Harry Potter e L’Ordine della Fenice”, cap. 5 “Punizione con Dolores”:
 
 La cena nella Sala Grande non fu un’esperienza piacevole per Harry. La notizia della sua urlata con la Umbridge aveva viaggiato con straordinaria rapidità anche per gli standard di Hogwarts. Quando si sedette a mangiare con Ron e Hermione udì tutto un sussurrare attorno. […]
 
“Quello che non capisco” disse Harry con voce spezzata, posando coltello e forchetta, “è perché hanno creduto tutti a questa storia due mesi fa quando gliel’ha raccontata Silente…”[…]
Quando raggiunsero il pianerottolo del primo piano Hermione espresse la sua opinione.
 
“Senti, tu non sai com’è andata dopo”mormorò “tu sei arrivato in mezzo al prato con il cadavere di Cedric… nessuno di noi ha visto che cos’è successo nel labirinto… avevamo solo la parola di Silente che Tu-Sai-Chi era tornato e aveva ucciso Cedric e lottato con te”.
 
“Ed è la verità!” esclamò Harry.
 
“Lo so, Harry, quindi per favore vuoi smetterla di aggredirmi? Solo che prima che la verità potesse entrare nella testa a tutti, sono andati a casa per l’estate e hanno passato due mesi a leggere che tu sei un pazzo e Silente è rimbambito!”
 
La pioggia picchiava sulle finestre dei corridoi deserti che portavano alla Torre di Grifondoro. Harry aveva la sensazione che quel giorno fosse durato una settimana…
 
All’improvviso comparvero due figure alla fine del corridoio che stavano raggiungendo la Torre nel senso opposto al loro.
 
Audrey e Albus infatti era un po’ che camminavano. Si erano resi conto che sarebbe stato impossibile farsi un voletto notturno, dal momento che pioveva. Entrambi avrebbero giurato che fino ad un ora prima ci fosse ancora il sole, ma a quanto pare la fame doveva aver giocato loro brutti scherzi. Avevano saltato la cena per colpa di Rose e Scorpius e adesso stavano andando a Grifondoro, uno per riavere indietro la sua scopa dal fratello che aveva distrutto la sua durante una partita di Quidditch, l’altra per scribacchiare quel cavolo di tema per Lumacorno sulla Pietra Lunare che le aveva assegnato il lunedì scorso.
 
Quando finalmente raggiunsero il ritratto un gruppo di tre ragazzi li raggiunse.
 
Dovevano avere la loro età, erano due maschi e una femmina e sembravano tutti e tre un po’ giù di morale.
 
Nessuno dei due si prese la briga di guardarli ( ecco il difetto di essere i figli dei personaggi di spicco del Mondo Magico: dal momento che si viene additati spesso si tende a non considerare le altre persone finché non si ha un contatto) e Audrey si rivolse alla Signora Grassa, che per qualche strano motivo sembrava non riconoscerla.
 
“Buonasera Calliope, tutto bene?” le disse gentilmente.
 
Eh si, Audrey Zabini era in assoluto l’unica studentessa che la Signora Grassa avesse sempre adorato. Il perché? Semplice:
 
era stata l’unica ragazzina, durante tutta la sua vita millenaria, a chiederle quale fosse il suo nome.
 
Ma la “Calliope” non sembrava dare segni di comprendonio.
 
“come sai il mio nome cara?” le chiese, un po’ stranita.
 
“Cally, scherzi! Scusami ma ora sono un po’ stanca e Al deve recuperare la sua scopa perciò ‘Bagatelle!’
 
Albus dietro di lei era assorto. Che diavolo era stata  quella luce?
 
Intanto i tre li guardavano come se fossero pazzi.
 
Senza farsi sentire, Ron bisbigliò:
 
“Harry! Hermione! Guardate il ragazzo, non è la fotocopia di Harry?”
 
In effetti Albus era identico a Harry, tranne per l’assenza degli occhiali.
 
Sia Harry che Hermione annuirono, un po’ sconvolti. Ma quando sentirono la ragazza rimasero attoniti. Chi erano quei due?
 
“mi dispiace, ma non la conosco. E comunque la parola d’ordine è errata!” rispose la Signora Grassa a Audrey, la quale non sapeva che fare.
 
Al a quelle parole si era risvegliato.
 
“Drey? Che succede?”
 
“non ne ho idea Al! Cally non mi riconosce! E dice che la parola d’ordine è sbagliata!”
 
In quel momento si girò verso Harry, Ron e Hermione, che li avevano osservati attentamente per tutto il tempo e non ci capivano niente.
 
Audrey lanciò un gridolino di sorpresa, mentre Al tratteneva il respiro e sbiancava.
 
“è uno scherzo? Oddio, scommetto che è colpa di quell’idiota di Malfoy. Se lo prendo, questa volta me la paga. Ma ti pare? L’unica cosa che non capisco è come abbia convito Calliope! Secondo te come ha fatto a clonarti?” disse Audrey arrabbiata.
 
I tre li guardavano sempre più stupiti. Prima che Al le potesse rispondere Harry intervenne.
 
“chi siete? Non vi abbiamo mai visto! E per la cronaca io non sono il clone di nessuno. Tu piuttosto” aggiunse rivolto ad Albus “come mai sei identico a me? È una trovata dal Ministero? Mandano in giro un finto Harry Potter per sostenere la teoria della mia pazzia?” Era veramente incazzato, non ne poteva più, era stanco, stressato e frustrato.
 
Audrey sbiancò velocemente e svenne tra le braccia di Albus, che ancora dietro di lei la sorresse e la poggiò con delicatezza sul pavimento. Non aveva le forze di tenerla in braccio, sentiva anzi una gran voglia di vomitare.
 
Ma com’era possibile? Suo padre aveva 42 anni! Non poteva essere lì a scuola e non poteva avere 15 anni. Quindi molto probabilmente dovevano aver viaggiato nel tempo. Ma come?
 
Ah, ma certo. La luce bianca di quella porta. Cazzo! E adesso? Cosa avrebbero pensato nel vedere la copia di Harry Potter girare con una ragazza che non avevano mai visto ma che sembrava conoscere tutto di Hogwarts?
 
Cazzo, cazzo, cazzo!
 
Si girò di nuovo verso i tre che fissavano Audrey sbalorditi.
 
Al prese in mano la situazione.
 
“così tu sei Harry Potter?” chiese, cercando di sembrare sicuro di sé e riuscendoci abbastanza bene.
 
“sì. Ma, ripeto, voi chi siete?” “apperò” pensò Al “Papo è proprio incazzato e scontroso. Sarà il suo quinto anno, mi ha raccontato che era sempre arrabbiato con il mondo”. In effetti Harry, Ron e Hermione nel futuro avrebbero raccontato per filo e per segno le loro avventure ai propri figli. Solo James, Lily, Al, Rose e Hugo sapevano la storia alla perfezione, grazie anche ai ricordi che i loro genitori avevano messo a loro disposizione con un pensatoio. Al doveva ammettere che non avrebbe mai scambiato la sua vita con quella di suo padre: quel tipo era una calamita per i guai.
 
Ma a quanto pare era genetico dal momento che si trovava nel passato!
 
Al, si disse, ammettilo: i Potter attirano la sfiga.
 
“siamo… siamo degli studenti!” ah beh che risposta pronta e brillante. Al si diede dell’idiota almeno trenta volte.
 
“ma davvero? Non l’avrei mai detto! Ma perché non vi abbiamo mai visto?” Al doveva ammettere che anche zio Ron era piuttosto brusco.
 
“veniamo dall’America! Si, da una scuola americana. Mi chiamo Albus e la bella donzella svenuta qua sotto è Audrey. Scusatela, ma abbiamo sentito parlare tanto di te Harry Potter. Sai, tra il ritorno di Voldemort e compagnia bella, sei piuttosto famoso!” ok si era salvato in extremis.
 
Vide i suoi zii sussultare.
 
“non.. dire quel nome!” esalò Ron, guardandolo male.
 
Ah, già. Tu-Sai-Chi. Che idiozia.
 
“scusat..”
 
“ma perché la tua amica conosceva Malfoy? E la Signora Grassa?”
 
“emm.. semplice.. è una Veggente!” evvai! Cazzo, questi si che sono salvataggi. Dio Albus sei un mito.
 
Ma prima che qualcuno gli potesse rispondere Audrey rinvenne. Si alzò di scatto e si guardò intorno. Poi guardò Al disperata.
 
“Al… non è vero.. sto sognando..”
 
“Drey, ne parliamo dopo… ma credo sia stata quella porta che..”
 
“hai aperto tu! TU! La tua famiglia attira una sfiga pazzesca Al! Prima i tuoi nonni traditi, poi tuo padre che fa il diavolo a quattro e uccide Lui e poi tu!! Che viaggi nel..” ma prima che potesse fare dei seri danni Al dovette zittirla.
 
Dal momento che la faccia era più vicina si limitò a baciarla a stampo.
 
Se pensava che la ragazza si sarebbe calmata si sbagliava di grosso.
 
“Al? Che cazzo fai! Ma ti pare?! Siamo in sto casino e ti metti a fare il cascamorto? Idiota! Dio i miei nervi… ho bisogno di un ricostituente.. OMMIODDIO! E Rose e Scorpius?”
 
Al credeva fosse impossibile parlare senza respirare neanche per un secondo, ma a quanto pareva Audrey era piuttosto brava.
 
E aveva sollevato una questione seria: loro due avevano quasi fatto un danno enorme e magari Scorpius – Rose tendeva a essere lucida e pronta in qualsiasi situazione – si sarebbe cacciato nei guai dicendo chi era.
 
“dobbiamo trovarli” le bisbigliò e le fece cenno di distrarre i tre.
 
Lei allora si alzò e cominciò a parlare gioviale:
 
“oh buongiorno! Harry Potter è un onore conoscerti. So che potrebbe sembrare strano ma che giorno è oggi?”
 
“è il 2 settembre.”
 
“oh.. anno?” tentò di far sembrare il suo tono noncurante ma tutti avvertirono un tremore nella sua voce.
 
“siamo nel ’95!” esclamò Harry, ancora seccato per la storia del clone.
 
A proposito il suo clone era chinato su una pergamena e la fissava preoccupato. Harry credette di essere pazzo dal momento che quella gli sembrava la Mappa del Malandrino.
 
Intanto Audrey fece un piccolo calcolo: quei tre erano al quinto anno, il che significava l’anno della Umbridge e della morte di Sirius.
 
“oh beh… si lo sospettavo…” ma venne interrotta da Hermione, che si rivolse a lei con un tono a dir poco scettico.
 
“Sei una Veggente?”
 
“sì!” esclamò lei, contenta che Al avesse trovato una buona scusa.
 
“oh andiamo. Non è possibile.” Audrey aveva sempre adorato Ron, era stato il primo, a dispetto dei suoi pregiudizi contro i Serpeverde – e quindi i suoi genitori – ad accettarla quando Rose l’aveva presentata ai suoi familiari. Adesso invece era irritante con un atteggiamento da vecchia zitella.
 
“Certo! Voi due vi sposerete!” disse arrabbiata, senza pensarci, in direzione di Hermione e Ron, che arrossirono e si guardarono sbalorditi. Ma non poté rettificare che sentì la voce leggermente furiosa di Albus che gridava “Oblivion”.
 
Immediatamente i tre assunsero un’espressione vacua e poi senza che Audrey avesse tempo di dire niente Albus la prese e la portò di peso il più lontano possibile.
 
“Cretina! Meno male che c’ero io! Dio, spero che tuo cugino abbia un po’ più di sale in zucca, altrimenti siamo fregati!”
 
“ma va che stronzo! Sei in grado di fare incantesimi di memoria e hai aspettato che ci fosse un finimondo! E poi la cretina sarei io?!”
 
Al stette zitto a quella constatazione e le lanciò una occhiata velenosa.
 
“andiamo. Rose è in biblioteca e Scorpius è nei sotterranei. Ognuno dal proprio cugino. Ci vediamo alle 9.00 nella Stanza delle Necessità.” E senza aggiungere altro se ne andò ancora arrabbiato.
 
“Bene!” gli urlò dietro Audrey.
 
“Bene!” le rispose lui senza girarsi.
 
Audrey sbuffò. Odiava litigare con il suo migliore amico.
 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Ciao belli! Allora, secondo capitolo. Badate bene, non ho intenzione di sfornarne trentamila al giorno tutti i giorni a una velocità pazzesca, ma dal momento che il primo capitolo ha avuto tutta questa considerazione e – ammettiamolo – era scarso e introduttivo, ho pensato di ringraziarvi con questo nuevo capitolo. Devo ammettere che ricevere delle recensioni è bellissimo, lo adoro! Mi fa sentire importante e mi fa venire voglia di andare avanti :D
 
In origine in questo capitolo volevo infilare anche Rose e Scorpius ma alla fine sarebbe diventato troppo lungo e non l’avrei sviluppato bene. Avrei sminuito le loro reazioni e non è buono. Le reazioni sono praticamente la parte più divertente!
 
Allora, fatemi sapere in tanti cosa ne pensate ora che avete qualche elemento in più!
 
Passiamo a rispondere alle recensioni:
 
Pecky: ma che scortese, anzi! Spero che in questo capitolo sia andata meglio :D grazie mille per il consiglio!
 
Jalilah: grazie per l’incoraggiamento! Non ti preoccupare, anche se restassi senza un cane che recensisse o andrei avanti o la eliminerei, non sono tipo da lasciare le cose a metà C:
 
Ravenwood: eccoti il nuovo capitolo! Baci :*
 
Elys: allora ti è piaciuto questo capitolo? Dimmi che ne pensi!
 
Evetta96: sai anche io ero indecisa tra Nott e Zabini, perché per quanto lo dipingano come il migliore amico di Draco, dal sesto libro non si direbbe! Anzi, Blaise non è per niente tollerante come lo descrivono, non so se hai presente ma non parla troppo bene di Ginny :D per questo si abitua a Rose e Albus dopo cinque anni! Mentre invece di Nott si dice poco e niente, quindi ho pensato ad un personaggio più familiare!
 
Sailor Saturn: si ho dipinto Rose come una pazza sclerata, anche perché sono solo alla prima settimana di scuola, ma ho pensato di fare un Hermione potenziata dagli scatti di rabbia di Ron. Alla fine è loro figlia!!
 
Amicafelice: evviva! La più entusiasta, grazie! Sei davvero una mano santa per il mio ego :DD ahahah grazie un bacione dimmi se ti è piaciuto questo capitolo!
 
Grazie ancora anche a quelli che hanno letto e basta, fa sempre piacere!
Baci,

Victoire15 
 

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Capitolo 3
*** Ti brillano gli occhi, quando sorridi. Non smettere mai di farlo. ***


Back to the future
 

- L’Ordine della Fenice -
 

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Capitolo 3: Ti brillano gli occhi, quando sorridi. Non smettere mai di farlo.
 
Scorpius dopo essersi allontanato dai due piccioncini decise di non andare in Sala Comune. Ormai aveva perso la cena, perciò decise di raggiungere le cucine e farsi portare della torta al cioccolato. Si, aveva decisamente bisogno di cioccolato.
 
Litigare con la Weasley lo stancava sempre. Quella stupida, odiosa ragazzina non faceva altro che rispondergli. A qualunque frecciatina. Terribile e petulante.
E secchiona. E bellissima…
 
“Eh???? No ma Scorpius ti è andato di volta il cervello?” si chiese in preda al panico.
 
Cerco di scacciare tutti quei pensieri sulla Weasley e si accorse di essere andato verso la Sala Grande.
 
“Vedi? Pensare a quella zitella ti manda in pappa il cervello caro mio”pensò mentre si apprestava ad andare verso le cucine.
 
In quel momento una ragazzina di circa 13 anni gli si fiondò addosso.
 
“Draco! Non mi hai ancora salutato! Non ci si dimentica di me, Malfoy! Sono una Greengrass mica per niente!”gli disse tutta felice mentre lo abbracciava.
 
Lui se la scollò di dosso con gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Chi diavolo era quella nana pazza?
 
“Scusami?!”le chiese fissandola. Sembrava sua madre, probabilmente era una Greengrass di cui non sapeva l’esistenza, tendevano ad essere tanti i suoi cugini.
 
“Draco! Non prendermi in giro!” disse lei, fingendo di essere imbronciata. Ma non ottenne considerazione dal biondino, che la guardava stranito.
 
Perché la nana pazza lo chiamava come suo padre?
 
“Senti non ho idea di chi sia tu ma io di certo non sono Draco” le disse, tentando di essere freddo ma senza riuscirci. Ora che l’aveva guardata bene infatti, quella ragazzina gli stava simpatica.
 
Era molto carina: i capelli biondo scuro le ricadevano morbidi e lisci sulla schiena, e gli occhi, blu, sembravano splendere. Scorpius Malfoy per la prima volta provò profondo affetto per una persona dell’altro sesso; non era amore, né attrazione fisica, bensì un sentimento che gli faceva venire voglia di abbracciare la ragazzina e stringerla a sé per proteggerla e farsi proteggere.
 
“Draco ma che dici? Sono Astoria! Andiamo perché mi prendi in giro?” le disse lei, guardandolo un po’ offesa.
 
Intanto il cervello di Scorpius lavorava e se Rose lo avesse visto in quel momento avrebbe pensato di essere impazzita: Malfoy che pensa. Esperienza unica. (Mooolto spiritoso -.-‘NdScorpius)(zitto tu!NdA)
 
Ok quella ragazza che si chiamava come sua madre, sembrava sua madre, e lo chiamava come suo padre,quindi probabilmente era sua madre.
 
Brillante il ragazzo, eh?
 
Premettendo che la madre di Scorpius cercava sempre nuovi metodi per dimostrare trent’anni invece che quaranta (per’altro riuscendoci), Scorpius non credeva che sarebbe arrivata a ringiovanirsi così tanto.
 
Quindi doveva aver viaggiato nel tempo. Ma ciò era impossibile!
 
Insomma era stato tutto il tempo con la Weasley, poi erano arrivati Al e Audrey e erano usci…
 
LA PORTA! Ecco qual’era il problema! La porta! E quella cavolo di luce!
 
Oh, Al l’avrebbe pagata, era lui che aveva detto di prendere quel passaggio e ci era finito dentro!
 
Intanto Astoria continuava a fissare “Draco” sempre più preoccupata.
 
“Dra… Dra ma stai bene?” chiese piano.
 
Scorpius la guardò e gli uscì spontaneo un sorrisone. Sua madre era troppo tenera e carina a tredici anni!
 
“Draco… andiamo in camera tua?” gli chiese poi maliziosa lei.
 
Come non detto.
 
“Mam… Ma Astoria! Sei piccola!” le disse scandalizzato. Doveva essere sì e no al terzo anno!
 
“Dra me lo dici da un anno quando la finisci?!” Scorpius tirò un sospiro di sollievo. Suo padre non era così bacato come credeva.
 
“E poi” continuò prima che Scorpius potesse parlare “odio che ti porti a letto la Parkinson! Insomma! Non fa che prendermi in giro! Mi avevi detto che ero la tua ragazza preferita!” e corse via con un singhiozzo.
 
Scorpius era allibito. Sua madre era petulante e pure zoccola.
 
La persona posata, dai modi gentili e il carattere forte che sarebbe stata nel futuro sembrava inesistente.
 
Pensò bene che per evitare altri incontri sarebbe stato meglio andare in Sala Comune.
 
Quando però arrivò trovò davanti al ritratto del Barone Sanguinario una ragazza e un ragazzo che litigavano.
 
“Stupido Zabini! Io esco con chi mi pare e piace e non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa!”
 
“come credi, ma tu Steeval non lo vedi più capito?”
 
“Ma come osi?! Stronzo! Io non sono ai tuoi ordini!”
 
“sei mia Daphne, perciò decido io. E io decido che Steeval va a quel paese!”
 
“Ah sì? E da quando sarei tua di grazia? Da quando mi hai tradita con Millicent? Con Tracey? Credi che non le senta quando parlano di come te le porti a letto? Sei patetico. Come ti permetti… come ti permetti di essere geloso? Tu mi hai persa Blaise, per sempre, quindi non vedo come tu possa accampare qualche diritto su di me!” la ragazza, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, sembrava seriamente sul punto di piangere.
 
Quando la vide in quello stato lo sguardo arrabbiato del ragazzo di colore con cui stava litigando si addolcì e la fissò un po’ prima di parlare.
 
“Daph.. Daph io non ti ho mai tradito. Ora finalmente capisco perché mi hai lasciato… mio dio, quelle vacche… lo hanno fatto alla fine. Vieni con me, e ti prego non piangere! scusami per le cose che ti ho detto ma adesso ti dimostrerò che sono innocente. Credo che Piton non si arrabbierà se frughiamo un po’ nelle sue dispense… dovrebbe esserci una boccetta di Veritaserum se non sbaglio.”
 
Le sorrise e le asciugò una lacrima che le aveva rigato la guancia. Prima che lei potesse protestare la prese e si mise a correre verso l’aula di Pozioni, incurante degli altri.
 
Infatti Scorpius fu più o meno travolto dallo zio.
 
“scusa Dra!” fece lui, senza però smettere di correre. Scorpius potè vedere il sorriso felice che sua zia cercava di nascondere in tutti i modi quando Blaise la guardava.
 
Eh sì, quei due erano proprio cotti a puntino!
 
In quel momento qualcuno gli saltò addosso (di nuovo), e si ritrovò steso a terra con Audrey che lo abbracciava.
 
“Drey!! Drey meno male! Siamo nel”
 
“passato! Lo so, ho visto il mitico trio con Albus prima”
 
“io ho visto mia mamma! E anche i tuoi che litigavano”
 
“litigavano? Aspetta… è il quinto anno. Ah, sì mi ricordo: mami mi raccontava sempre di come papo bevette il Veritaserum per farle capire quanto l’amava. Se non sbaglio da quel momento non si sono mai più lasciati. Anche se io so che una volta all’anno, il due settembre, mami glielo fa bere per provare ancora il suo amore. Per quanto ne so papo ha risposto solo una volta negativamente… ma non mi hanno mai spiegato bene in realtà.”
 
Scorpius scoppiò a ridere: sua zia era un genio!
 
“vabbè ora che facciamo?” le chiese quando riuscì a smettere di ridere.
 
“adesso andiamo nella Stanza delle Necessità, Al e Rose dovrebbero essere lì!”
 
“umm.. va bene andiamo”
 
Si alzarono e si avviarono velocemente al Settimo piano, per poterci finalmente capire qualcosa.
 
***
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Rose, dopo essere stata più o meno insultata da quell’ameba di Malfoy, decise che la sua presenza non era più necessaria. Che s’impiccasse, quel biondino!
 
Furiosa si diresse veloce verso la biblioteca. Aveva bisogno di distrarsi, perciò avrebbe continuato a leggere il suo libro sulla rivolta dei folletti – che sono davvero rilassanti, si sa –
 
Ma prima che potesse varcare la soglia della biblioteca andò a sbattere  contro qualcuno. Un armadio, forse.
 
Era caduta a terra, ma quando alzò gli occhi si chiese se per caso fosse impazzita di colpo. Di sicuro era colpa di Malfoy, era sempre colpa sua.
 
Perché davanti a lei c’era suo zio George che la fissava divertito. Ma la cosa più sconvolgente era la figura accanto a lui, ovvero la sua copia perfetta.
 
Non è possibile, si disse, mentre incredula fissava lo zio.
 
“Hey! Scusa se ti sono venuto addosso! Sei nuova? Non ti ho mai visto in giro!” esclamò George mentre l’aiutava a rialzarsi.
 
Lei continuò a fissarli muta con gli occhi sbarrati.
 
“Emm… George mi sa che è sotto shock!” bisbigliò la fotocopia di George. Che in realtà non era così uguale. Sembrava più sicuro di sé stesso in confronto a George. C’era qualcosa nel portamento che lo rendeva diverso.
 
Non che George non ostentasse sicurezza, ma sembrava che brillasse di luce riflessa del fratello. Eh si, quello non poteva essere altro che Fred. Ma tutto ciò non era possibile. Ovviamente quel pasticcione di Al doveva trovare l’unica porta del tempo di Hogwarts!
 
“beh Fred… d’altronde la mia bellezza abbaglia, è vero!”
 
Ormai Rose non aveva più dubbi. Si trovava nel passato, era l’unica spiegazione logica, e lei era sempre logica.
 
Ora, mentre l’eccitazione la invadeva, doveva pensare ad una buona scusa da rifilare ai suoi zii. Si costrinse a non abbracciare Fred e li fissò fingendo sorpresa.
 
“ah.. oh scusami! Si sono nuova, mi chiamo Rose. E voi siete?” chiese contenta.
 
Fred sorrise calorosamente a quella ragazza, gli ricordava Ron, infatti era arrossita nella zona orecchie come solo lui era capace di fare. E era contenta come Ron quando vinceva a Quidditch contro di loro nel campetto della Tana.
 
Aveva infatti quel speciale luccichio negli occhi che solo Ron possedeva. A Ginny, ad esempio, gli occhi non cambiavano quando era felice. Ma si vedeva la differenza quando diventava triste, come se in realtà quegli occhi fossero sempre felici.
 
E senza rendersene conto, abbracciò la ragazza, che, stranamente, ricambiò.
 
Si staccò e la guardò intensamente. Lei sembrava sul punto di piangere, ma gli occhi erano sempre felici.
 
“Ti brillano gli occhi, quando sorridi. Non smettere mai di farlo”
 
E Lì Rose non ce la fece più. Sotto lo sguardo attonito di George, che aveva la strana impressione di essersi qualche passaggio cruciale, scoppiò a piangere dalla gioia e tornò ad abbracciare l’unico zio che non avesse mai conosciuto se non dai ricordi.
 
Sì, c’era un risvolto negativo nel rivivere tutte le avventure dei propri genitori: vivere anche i loro dolori. Al, James, Lily, Hugo e lei erano scoppiati tutti a piangere disperati quando avevano visto il ricordo della morte di Fred, come per quella di Silente e quella di Sirius. Anche suo padre, Ron, e Ginny, non erano riusciti a trattenersi ed erano scoppiati a piangere con loro. Sua madre invece aveva fatto un sorriso pieno di amarezza e dolore e l’aveva abbracciata forte, mentre Harry aveva sorriso anche lui, ma con meno dolore, come se avesse passato quella fase e fosse al livello: pensa a lui e scoppia a ridere. Li aveva consolati tutti, Rose se lo ricordava bene. Era stato fantastico: lui li aveva capiti alla perfezione e li aveva fatti ridere al ricordo di Fred.
 
Fred. Lo stesso Fred che ora era davanti a lei e l’abbracciava. Continuò a piangere, se possibile ancora più forte di prima.
 
“zio Fred..” gli sussurrò, in modo che sentisse. Lui, ancora abbracciato a lei, la guardò stupito e lei seppe che non avrebbe mentito. Non a loro due. E non avrebbe detto agli altri che loro sapevano.
 
Si staccò di malavoglia da suo zio, si asciugò le lacrime e sorrise.
 
“venite con me!” disse loro, e senza aspettare le reazioni prese la via che portava alle cucine.
 
I due la seguirono e dopo che Rose ebbe zittito George con lo sguardo, raggiunsero la cucina. Gli elfi erano indaffarati come al solito e molti non fecero caso a loro.
 
Mentre i gemelli si chiedevano come sapesse del passaggio delle cucine lei scagliò un Colloportus sulla porta e si sedette ad un tavolo a caso. Subito si precipitarono tre elfi, e lei ordinò tre succhi di zucca e un po’ di pasticcini e bignè. Quando venne accontentata – era l’unica cosa sulla quale lei e sua madre non andavano d’accordo: il C.R.E.P.A.. lei, infatti, la pensava come Ron – si decise a parlare a suoi zii.
 
“Bene è arrivato il momento delle spiegazioni! Io mi chiamo Rose Weasley, e sono la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger. Io, Albus Potter – il secondo figlio di Harry Potter e Ginny Weasley - , Audrey Zabini – la figlia di Blaise Zabini e Daphne Greengrass – e Scorpius Malfoy – il figlio di Draco Malfoy e Astoria Greengrass – veniamo dal futuro. Per colpa di quello scemo di Al siamo finiti in un portale temporale e molto probabilmente non c’è modo per tornare indietro.”
 
Inaspettatamente George scoppiò a ridere, mentre invece Fred la fissava estasiato.
 
“il futuro! Ecco perché ci conosci! Ecco perché zio Fred. Ma perché quando mi hai visto sei scoppiata a …” le parole gli morirono in gola, mentre lo sguardo si incupiva. George, che aveva ascoltato le parole, smise di ridere immediatamente e fissò Rose terrorizzato.
 
“Zio, tu morirai tra due anni.” Disse Rose, tentando di trattenere le lacrime.
 
Non sentì l’urlo sconcertato di George.
Non sentì il suo secondo urlo, di dolore.
E non sentì nemmeno il terzo, di disperazione.
 
Lei non sentì niente, niente.
 
Lei fissava Fred, che fissava il pavimento senza emozioni apparenti.
 
Ma poi lo vide alzare lo sguardo, animato da chissà quale forza e girarsi verso suo fratello, che ormai non urlava più. Era in uno stato catatonico. Sembrava uno zombie. A Fred e Rose vennero i brividi a vederlo così.
 
“Hey.. credete davvero che rispetterò tutte quelle cazzate del ‘non cambiare il futuro sennò succede un casino’? non ho intenzione di farti morire Fred. Né tu, né tutti quelli che moriranno. Io e gli altri sappiamo come distruggere Voldemort e lo faremo.”disse loro Rose, con voce sicura. Fred lesse nei suoi occhi una determinazione inattaccabile.
 
George sembrò riprendersi un attimo. Perlomeno cominciò a parlare.
 
“quindi.. Fred vive?” chiese tremante.
 
“oh sì, ti assicuro che il mio zietto non si toglierà dai piedi tanto presto!”
 
Rose poté vedere chiaramente un sollievo indescrivibile invadere le membra di George e sembrò che un enorme peso fosse appena scomparso dalle sue spalle.
 
Pazzesco, quanto George sembrasse più sconvolto di Fred alla notizia della morte di quest’ultimo. Come se non potesse vivere senza di lui.
 
Rose conosceva le potenti magie che rendono i gemelli dotati di poteri magici uniti per sempre, e alla fine era logico. Se vivi per una persona e la persona muore non deve essere tanto piacevole.
 
Perché quella persona lascia un vuoto incolmabile, che ti resterà per sempre nel cuore.
 
Per sempre doloroso.
 
 
Dopo quelle che a Rose parvero ore i gemelli conoscevano tutta la storia e giurarono di non dire niente a nessuno, mai.
A Rose cadde l’occhi sull’orologio. Ormai erano le nove meno dieci, i suoi amici si sarebbero preoccupati. Salutò i gemelli e si diresse di corsa in biblioteca ed entrò appena in tempo. Prese a caso un libro e circa trenta secondi dopo Albus la raggiunse e le disse che era tutti nella Stanza delle Necessità, per decidere cosa fare.
 
Ma lei lo sapeva già.
 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Buonasera lettori! Questo capitolo è dedicato a Fred che – non so se si era capito – io amo. Mi ricordo la sguardo attonito della mia migliore amica quando ho scagliato il settimo libro della Rowling fuori dalla finestra della casa in montagna.
Devo ammettere che avevo fatto tutto per non sapere niente del settimo libro e ci ero riuscita.
Infatti la morte di Fred mi ha sconvolto. Era talmente inaspettata che prima di lanciare il libro ho riletto la frase almeno tre volte.
Quindi fan di Fred, potete stare tranquille. Lui non morirà. Punto.
Ho pensato inoltre che se fossi stata in Harry e company avrei raccontato tutto ai miei figli, per insegnare loro il coraggio di combattere, ecc. ma avendo a disposizione un Pensatoio è tutto molto più realistico, per questo Rose soffre nel veder Fred.
Per i fan della Rose/Scorpius: abbiate pazienza, ma per ora mi concentro sul cambiare il futuro. Ma non preoccupatevi presto staranno insieme.
 
Ho anche una domanda da farvi. Sono indecisa se fare una Albus/Audrey oppure una Audrey/personaggio del passato. Scrivetemi cosa ne pensate, sono veramente indecisa!!
 
Passiamo a rispondere alle recensioni:
 
Elys: che ne dici della parte Fred? Troppo sdolcinata? J
 
Sailor Saturn: si infatti, la roba di Fred e George complica un po’ le cose… ma Rose è un’emotiva, non poteva mentire ai suoi zii!
 
Amicafelice: si povero Al. Adesso faccio ricadere tutta la colpa su di lui! C:
 
TITTIVALECHAN91: si Draco è una delle parti più succose, la tengo per dopo! E anche io adoro le Rose/Scorpius, più delle Dramioni  perché Hermione ama Ron, fine. Sono perfetti insieme, per quanto Draco sia figo, ecc.
Mentre loro due sono perfetti insieme!!
 
X_MaNgA_X: va bene come prima possibile? si la tentazione è stata troppo forte, quei due per i miei gusti sono troppo lenti nello stare insieme!! Ti ringrazio per i bellissimi complimenti! Un bacio :*
 
Grazie anche alle persone che mi hanno aggiunto alle seguite/preferite/ricordate! Mi fate arrossire!
Baci,

Victoire15 
 

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Capitolo 4
*** Scorpius è proprio ora di andare a dormire. ***


Back to the future
 

- L’Ordine della Fenice -
 

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Capitolo 4: Scorpius è proprio ora di andare a dormire.
 
Appena Audrey e Scorpius raggiunsero il settimo piano si accorsero di essere i primi. Mentre Scorpius si appoggiava al muro, Audrey decise di parlare.
 
“Scorpius… tu non sei spaventato dal fatto che siamo nel passato e non sappiamo quando torneremo nel futuro?”
 
“Drey  sono entusiasta in realtà. Una vacanza inaspettata nella quale potremmo cambiare il futuro! Ma ci pensi?”
 
“sì.. e non mi convince. Insomma, perché proprio noi? Perché nel passato? E nello stesso anno dei nostri genitori? Coincidenze? Io credo di no”
 
“e questo conferma la mia teoria. Siamo qui per cambiare il futuro!”
 
“e se sbagliassimo? Metti caso che i tuoi genitori non si mettessero insieme per colpa nostra. Potresti non venire al mondo!”
 
Scorpius si bloccò e la guardò un po’ – po’ tanto – preoccupato. Poi, in un goffo tentativo di sdrammatizzare, scoppiò a ridere.
 
Prima che la cugina esprimesse il suo disappunto apparvero Rose e Albus da sotto il Mantello dell’Invisibilità.
 
“come l’hai portato qua?” chiese Scorpius, stupito. Era una fortuna che Albus avesse avuto la Mappa con sé, ma con il Mantello erano coperti alla perfezione!
 
Inaspettatamente Albus arrossì.
 
“ecco… prima che Gazza mi rinchiudesse nei bagni a pulire, ero con una tipa e non volevo si sapesse in giro..” ormai la faccia di Al era diventata rossissima e aveva preso a balbettare.
 
Audrey sentì la rabbia montare dentro di lei.
 
“ah sì!? Così ti ho rovinato l’appuntamento quando ti ho chiesto di Rose e Scorpius?” esclamò, con voce leggermente isterica “immagino quanto ti sia dispiaciuto, doverli cercare con me! Beh, potevi risparmiarci la visione della tua stupida faccia, dal momento che è colpa tua se siamo nel passato!”
 
Al, Rose e Scorpius la guardarono allibiti.
 
“ma mi spieghi che problema hai? Continui ad attaccarmi! Mi sarei anche stufato! Di certo non devo rendere conto a te quando esco con le ragazze, d’altronde non mi pare tu ti faccia problemi no? Non esci con Robert Finnigan?” ora era lui ad essere incazzato e a Rose e Scorpius sembrò che i due si lanciassero fulmini con gli occhi a vicenda data l’elettricità presente nell’aria.
 
Se gli sguardi potessero uccidere… pensò Scorpius fissando preoccupato sua cugina, che guardava Al arrabbiatissima.
 
“Non sono affari tuoi! Io sarei ad attaccarti? Ma se sei tu che mi hai aggredito perché avevo detto quelle cose ai signori Weasl- emm a Ron e Hermione! E il bello è che poi li hai Obliviati!”
 
Scorpius decise che forse era il caso di intervenire, e fece un paio di colpetti di tosse per farsi notare.
 
Quando gli sguardi assassini si posarono sulla sua figura sentì un brivido sinistro salirgli sulla schiena e guardando Al capì perché non era tra i Grifondoro.
Metteva paura.
 
Così racimolando quel poco di coraggio che aveva si decise a parlare.
 
“che… che ne direste di en-entrare?”
 
“Certo” gli rispose Audrey e lanciando uno sguardo irritato a Albus passò tra volte davanti al ritratto.
 
Da anni ormai avevano capito che bisognava lasciar fare a Audrey per la creazione della stanza: lei era bravissima nell’immaginare ogni piccolo particolare e creava dei posti magnifici.
 
E anche questa volta non furono delusi: appena varcarono la soglia si ritrovarono in un’accogliente Sala Comune dei Grifondoro in miniatura, con due poltrone rosse e due verdi (ma che gentile!). Da un lato c’era un caminetto in cui scoppiettava pigramente un fuoco e dall’altro c’erano vari libri.
 
Mentre gli altri si sedevano Rose li osservò: tra i vari titoli c’erano libri come “A Spasso nel Tempo”, “cambiamenti temporali” e “Portali per altri Tempi e Dimensioni
 
Sorrise tra sé. Quei libri sarebbero stati utili.
 
Quando si sedette anche lei, Albus decise di parlare per primo.
 
“innanzitutto l’anno: siamo nel 1995.” Disse tranquillo.
 
“ora, io e Rose siamo gli unici che sappiamo per bene cosa accade, dal momento che abbiamo tutti i loro ricordi. Suppongo che se avessimo un Pensatoio” e a quella frase apparve un bacile di pietra “potremmo ripassarci un po’ i punti cruciali. Rose, ecco il tuo incarico: fai un riassunto in ordine cronologico degli eventi significativi di quest’anno”
 
Rose annuì, mentre Audrey fu tentata di tirare il Pensatoio in testa a Al. Ma chi lo aveva nominato capo?
 
“dopodiché, dobbiamo trovare qualcuno che ci aiuti e dobbiamo mischiarci con gli altri studenti: propongo di parlare con Albus Silente e fingere di non voler cambiare il tempo ok? Mi raccomando, in sua presenza, erigete le barriere mentali. È un Legilimens molto abile, ma ognuno di noi è stato addestrato perfettamente in Occlumanzia quindi non dovremmo avere problemi. Nel caso non ve la sentiate, non incrociate il suo sguardo. Credo che sarebbe meglio se ci andassimo dopo che avremo finito qua. Faremo anche finta di aver già provato a tornare indietro senza riuscirci”.
 
Scorpius e Rose annuirono, concordando con ciò che aveva detto Al, mentre Audrey, mettendo da parte l’astio, espresse la sua preoccupazione.
 
“ma credi sia sicuro cambiare il passato? Insomma, non sarebbe meglio lasciare che gli eventi facciano il proprio corso? Potremmo peggiorare le cose!”
 
“oppure potremmo salvare un sacco di vite! Ma propongo di metterlo ai voti. Quelli a favore dell’intervento nel passato dicano si!”
 
“si”
 
“si”
 
“si”
 
Audrey, rassegnata alla sconfitta, si sdraiò meglio sulla poltrona e ricominciò a lanciare occhiate assassine a Albus, che imperterrito continuò.
 
“non dobbiamo dire a nessuno, a parte Silente, che veniamo dal futuro. Sarebbe la fine.”
 
Rose fece un buffo sospiro, a metà tra il disperato e il combattivo, ma nessuno ci badò. Per fortuna.
 
“bene, direi che è tutto. Da quello che ho capito siamo al due settembre. Noi invece nel futuro eravamo al sette, quindi la prima settimana è tranquilla. Ora vi chiedo un favore. Studiate come se fosse un anno normale, perché le capacità del quinto ci servono, ok?”
 
Scorpius e Audrey sbuffarono, mentre Al vide un inquietante luccichio invadere gli occhi di sua cugina.
 
“dai adesso andiamo da Silente. Vediamo dov’è Gazza?” chiese, guardando la Mappa che aveva appena aperto.
 
“quinto piano! Andiamo da lui e diciamogli di portarci da Silente”
 
Quando raggiunsero il quinto piano Gazza, in tutto il suo splendore, saltò loro addosso e Audrey affermò di aver perso cinque anni di vita per colpa dello spavento.
 
“ah, branco di piccoli insolenti, fuori dai letti, eh? Bene venite con me, vi porto dal Preside… ah, questa volta la frusta non ve la leva nessuno!”
 
I ragazzi, abituati alle false minacce del Custode, lo seguirono un po’ annoiati.
 
Davanti al gargoyle dell’ufficio sentirono Gazza pronunciare “cioccorana” e li spinse su per la scala mobile che si venne a creare.
 
Quando bussarono alla porta e sentirono la voce del Preside, ognuno di loro sentì un’inspiegabile senso di protezione.
 
Appena entrarono il Professor Silente li guardò sorpreso.
 
“e voi chi siete?”
 
I quattro aspettarono che Gazza fosse andato davvero, dopodiché Albus fece un cenno impercettibile agli altri, che subito crearono delle barriere mentali, e cominciò a parlare.
 
“Professor Silente… noi veniamo dal futuro. Io sono Albus Potter,figlio di Harry e Ginny; lei è Rose Weasley, figlia di Ron e Hermione; Audrey Zabini che invece è la figlia di Blaise Zabini e Daphne Greengrass e infine Scorpius Malfoy, figlio di Draco e Astoria Greengrass. Noi veniamo precisamente dal 2022 e siamo finiti in questo tempo per colpa di una porta nei sotterranei. Purtroppo abbiamo provato a cercarla, ma non ce n’era più traccia. Siamo qui per chiedere il suo aiuto”
 
I ragazzi videro chiaramente un espressione divertita passare negli occhi del Preside.
 
“e dimmi… io sono morto?”chiese, tranquillo come se stesse parlando del tempo.
 
“si professore…”disse esitante Audrey.
 
“delizioso! Finalmente il campo ai giovani! Ormai ho quasi 170 anni!” continuò lui sorridendo.
 
Rose pensò che suo padre avesse ragione: Silente era geniale, ma era fuori come un balcone!
 
“beh a questo punto immagino sia d’obbligo dirvi che non dovete interferire con il naturale svolgimento del tempo, neanche se siete convinti di fare del bene. Potreste infatti sconvolgere il futuro al punto tale da non farvi nascere, ad esempio!”
 
I quattro annuirono e Audrey fece una smorfia di disappunto.
 
“ah… ti chiami Albus, eh?” aggiunse poi Silente, rivolgendosi ad Al.
 
“sì… diciamo che mio padre le era molto affezionato. Anche troppo… senza offesa ma non è un nome molto facile da portare! E poi Severus… brrr secondo me avevano bevuto troppo whiskey incendiario quando hanno deciso come chiamarmi”
 
Silente per la prima volta si mostrò sorpreso.
 
“Severus?” gli chiese con un espressione indecifrabile. Al sorrise dentro di sé alla reazione del professore.
 
“sì, mio padre scoprirà tutto al settimo anno. Comunque, noi potremmo presentarci come nuovi studenti quest’anno?”
 
“immagino non ci sia altra scelta. Dovrete cambiare i vostri nomi”
 
“io potrei chiamarmi Albus Perkins” disse subito Al, che ci aveva già pensato.
 
“io penso che Scorpius Douglas possa andare”
 
Silente nel frattempo aveva cercato di entrare nelle loro teste, e manco a dirlo non c’era riuscito. Se avesse usato la formula non avrebbe avuto problemi, ma solo con lo sguardo quei quattro lo battevano. Chissà che avevano da nascondere, e soprattutto da chi avevano imparato…
 
“Ok io sarò Rose Cradford e tu?”
 
“io Audrey Valent”
 
“bene, direi che siamo a posto! Per stanotte potete andare negli alloggi dei professori, ce n’è uno con due letti, basterà ingrandirli! Seguite Dilys, vi indicherà la strada. Domani mattina venite qua alle sette e mezza, dovrete essere smistati.”
 
Disse Silente contento e li lasciò in compagnia di una donna in un quadro che molto gentilmente li condusse nelle stanze dei professori, al quarto piano, dove non era consentito l’accesso agli studenti.
 
Come aveva accennato il preside c’erano due letti, che invece di ingrandire Rose duplicò.
 
Audrey, ormai abituata alle magie di livello avanzato della amica non ci badò, ma Al e Scorpius rimasero allibiti.
 
“tu…tu sai fare il Geminio? Ma è programma del sesto!”
 
“si beh vedi che serve studiare? Così mentre io duplico tu rimani a fissarmi come se fossi fatta di oro!” gli disse ghignando soddisfatta.
 
“ma.. ma..”
 
“buonanotte!” canticchiò sorridendo.
 
Scorpius pensò che era proprio un bel sorriso.
 
COSA?!?
 
No, rettificò Scorpius, è orrendo, le sporgono i denti…
 
Non è vero, è bellissimo
 
Ma che diavolo dici? È una secchiona..
 
Sai che non è così! Lei sa divertirsi non pensa solo a studiare! Solo perché è brillante!
 
No no, non mi interessa, ora tu te ne vai…
 
Non posso andarmene! Sono frutto della tua immaginazione e finchè penserai a me io ci sarò.
 
Grrrr…
 
No, ma scusa, tenti di spaventarmi? Ok, notizia dell’ultimo minuto: IO SONO TE!
 
No, perché io non penso che Rose sia bella,
 
affascinante…
 
attraente, simpatica,
 
sexy…
 
intelligente, spigliata…
 
no infatti Scorpius tu non lo pensi.
 
Ecco.
 
Tu ne sei sicuro.
 
Ma!? No!
 
Niente scuse e ora a nanna, il tuo cervello si è sforzato anche troppo!
 
Come osi..
 
È quello che direbbe lei, sai?
 
Mpf..
 
Notte notte …
 
Scorpius, si disse, è proprio ora di andare a dormire.
 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Hola! Bene ragazzi, che ve ne pare?
Scorpius e Rose per sempre!
Per quanto lei lo reputi ancora un cretino. Ma Scorpius con il suo bel dibattito mentale non può negare l’evidenza!
Albus, come avrete capito, non è Serpeverde per caso. In molte Fic viene descritto come un Serpeverde che è molto simpatico e spigliato.
No.
I Serpeverde sono subdoli, furbi e freddi. Ora, Albus è buono, gentile, ecc., ma queste caratteristiche ce l’ha, per questo non si fa scrupoli a mentire a Silente per raggiungere i suoi fini – che alla fine sono buoni, quindi non è così male.
Audrey fa un po’ da tappetino in questo capitolo, ma nei prossimi si riscatterà.
Alla fine ho deciso per fare una Albus/Audrey, ma non sarà tutto rose e fiori, ve lo dico subito!
 
E adesso risposte!! :D
 
Elys: io odio le Rose bacchettone, fragili e piagnone che cadono ai piedi di Scorpius appena lui dice bah. Mi piace pensare che non sia la fotocopia di Hermione, è figlia anche di Ron! Per questo mangia come un bufalo e non ingrassa ed è Battitore dei Grifonodoro (un po’ di sano spoiler! :DD). Ama studiare e tutto il resto ma non rompe su qualunque argomento e sa divertirsi.
Peccato che quando si arrabbia sia un mix di Ron e Hermione, perciò non è un bello spettacolo!
 
TITTIVALECHAN91: ho deciso di seguire il tuo consiglio riguardo a Albus e Audrey, sono carini insieme :D per Draco dovrai pazientare ancora ma per consolarti ti giuro che il prossimo sarà finalmente un capitolo con i fiocchi! Grazie per i complimenti per la scrittura - purtroppo la mia prof. Di italiano non la pensa come te infatti prendo sempre sei nei temi.
Con Astoria ci sono andata leggera perché non viene mai nominata nei libri, è come se non esistesse! Non volevo fare troppo casino…
 
Sailor Saturn: anche io adoro i lieto fine, infatti sarà un’Albus/Audrey!! Solo sono un po’ negata con le scene romantiche, mi farò aiutare mi sa! E Rose ha combinato un pasticcio intero! Ma come te, sono una sentimentale! E Fred e George sono adorabili!! Blaise e Daphne non possono andare d’accordo, non da ragazzi almeno!! :D
 
amicafelice: l’amica con cui ho ideato la storia – in realtà mi ha detto solo che preferiva il viaggio nel tempo allo scambio di corpi, non le va molto a genio Harry Potter. Ma d’altronde le ho rotto talmente le scatole da quando ho scoperto le fan fiction che è stata costretta a darmi corda (altrimenti saremmo sulle pagine di Cronaca nera, non so se mi spiego!). comunque ti adora!
Ogni volta ( ovvero due volte) quando le dico: ci sono recensioni! Mi fa “adoro amicafelice!”. Quindi vabbè, hai una fan!
Sappi
però che Rose non la farò cedere tanto presto, non voglio una storia semplice, poi mi annoio! :D
 
Sara_Marauders: Grazie mille, spero ti sia piaciuto anche questo. In realtà è più di passaggio, da prossimo cominciamo con la distruzione degli Horcrux! :D baci
 
Jalilah: guarda la zia Row ha perso MOLTISSIMI punti con il casino del settimo libro, ma dopotutto qualcuno deve morire, quindi… ma dobby! E Fred! E Remus, Tonks, Moody, Colin Canon! – no vabbè quest’ultimo era sacrificabile – (ehy!NdColinIndignato)(Scusa, ma tu eri solo il fan di Harry, non eri importante!NdAutorePerfida)(ma vaff..)(shhh! Non rompere!)(silenzio indignato).
Cooomunque, troppi morti!
Bacii :D
 
grazie come al solito a chi ha solo letto e a chi mi ha aggiunto nei preferiti/ricordati/seguiti

Baci

Victoire15
 

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Capitolo 5
*** Beh, che dire? A Hogwarts non ci si annoia mai. ***


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Capitolo 5: Beh, che dire? A Hogwarts non ci si annoia mai.
 
La mattina dopo la prima a svegliarsi fu Audrey. Aveva sempre sofferto d’insonnia, sin da quando a sei anni aveva trovato Manny nel suo letto che zampettava felice sulla sua faccia.
 
Piccola digressione: Manny.
 
Audrey Zabini non era figlia unica: aveva una sorella, Eudora, che aveva anno più di lei, un fratello, Randolph, nato un anno dopo di lei e un’altra sorella, che aveva due anni meno di lei, Amantine  
 
Randy aveva sempre avuto una passione per gli animali, come dire… orrendi.
 
Scorpioni, serpenti, ragni…
 
E Manny, regalatagli da un Blaise sicuramente ubriaco, era una dolcissima tarantola.
 
E Daphne doveva essere ancora più ubriaca di lui, dal momento che non aveva cacciato quell’animale terrificante.
 
Audrey soffriva di aracnofobia, e trovarsi una tarantola in faccia mentre si è felicemente addormentati all’età di sei anni è uno shock che non si dimentica.
 
Da quel momento per Audrey erano state impossibili due cose:
 
dormire e parlare di ragni, vedere i ragni, pensare ai ragni…
 
il più delle volte sveniva appena ne vedeva uno; la paura era talmente forte da poterla pietrificare e non le veniva neanche in mente di urlare.
 
Una volta si era persino messa a piangere quando un ragno grande come il suo pollice le era salito sui pantaloni e lei non aveva avuto il coraggio di muoversi, figurarsi di toglierlo.
 
Per fortuna era arrivata Rose e trovandola paralizzata e terrorizzata aveva provveduto a salvarla. E la ragazza si era messa a piangere dal sollievo e da tutto lo stress che aveva accumulato.
 
Ricordava ancora con orrore la lezione sui mollicci, al terzo anno:
 
dal baule della creatura erano usciti migliaia di ragni, di tutte le dimensioni, che l’avevano accerchiata e le si avvicinavano.
 
Lei e Albus erano gli unici che non si erano riusciti a muovere.
 
A Audrey era caduta la bacchetta e aveva avuto un mancamento mentre terrorizzata cercava una via d’uscita.
 
Albus invece era stato strano. La sua più grande paura consisteva in qualcosa di più intimo e radicato, come se ci si fosse soffermato più volte.
 
Dal baule erano usciti suo nonno James, Harry, suo fratello e sua sorella e lo avevano guardato tutti con disprezzo, dicendogli che non era degno di essere un Potter, che era sbagliato, che era un Serpeverde.
 
Lui, con le lacrime agli occhi aveva cominciato a rispondere loro, rendendoli così ancora più sprezzanti e disgustati.
 
Arrivato al limite Al era finito in ginocchio e una lacrima gli era scesa sulla guancia.
Una sola.
 
Per entrambi comunque il Professor Nott era intervenuto, aiutandoli e dando loro un po’ di cioccolata.
 
Comunque dal momento in cui Manny aveva fatto irruzione nei suoi incubi aveva cominciato a dormire al massimo cinque ore per notte, e molto spesso si svegliava al minimo rumore.
 
Naturalmente, Manny e Randy avevano pagato. Il primo era stato ucciso da un Blaise terrorizzato dalla furia della moglie e della figlia. Il secondo aveva ricevuto in regalo un adorabile barboncino come sostituto... Inutile dire che aveva tenuto il muso per quasi un mese prima di fare pace con sua sorella.
 
Quindi dopo queste bellissime esperienze che ancora portava nel cuore, si svegliava alle sei ogni mattina – andando a letto quasi sempre all’una per non svegliarsi alle quattro – e ogni mattina malediceva Manny e suo fratello, che l’avevano compromessa per sempre.
 
Audrey non cercò neanche di riaddormentarsi, si conosceva. Così si alzò e con calma raggiunse il bagno prendendo i vestiti.
 
Doveva ammettere che i professori si trattavano bene! Quel bagno era come i bagni dei Prefetti, se non più grande, e aveva anche l’idromassaggio.
 
Audrey sembrava sul punto di fare le fusa. Per fortuna era lei il Prefetto di Grifondoro e ogni tanto si portava dietro Rose per farsi un bagno in grazia di dio.
 
Con la bacchetta evocò il suo Ipod touch e aprì tutti i rubinetti, da cui fuoriuscirono profumi fantastici.
 
Si mise le cuffie e azionando l’idromassaggio si lasciò cullare dall’acqua e dalla musica. In quel momento era appena iniziata una canzone troppo coinvolgente per non poterla cantare: Right Round di Flo Rida. Era un po’ vecchiotta ma l’adorava!
 
“..You spin my head right round, right round
When you go down, when you go down down
You spin my head right round, right round
When you go down, when you go down down!”
Se all’inizio aveva canticchiato adesso cantava a squarciagola senza neanche accorgersene.
 
Albus, invece, se n’era accorto purtroppo, e infuriato spalancò la porta del bagno.
 
La ragazza, che era appoggiata nel bordo che dava le spalle alla porta, non l’aveva sentito arrivare e continuava a cantare come una pazza. Al si affrettò a richiudere la porta dietro di sé, e fece per avvicinarsi.
 
Poi si fermò di botto. Audrey era…
 
Arrossì al pensiero e decise di uscire.
 
Ma che tentazione… una sbirciatina…
 
Nel tentativo di dare una sbirciatina Albus inciampò nel filo dei suoi auricolari strappandoli dalle orecchie della ragazza.
 
Immediatamente Audrey avvampò, mentre Al sorrideva come un ebete.
 
La sbirciatina l’aveva data…
 
“ALBUS SEVERUS POTTER FUORI DI QUI!!!!!” Cominciò a urlare lei come una pazza lanciandogli addosso la saponetta, il bagnoschiuma, lo shampoo e l’Ipod, ma non necessariamente in quest’ordine. Al sfoggiando quel poco di buon senso che aveva scattò verso l’uscita e in men che non si dica era fuori.
 
Ma non poteva lasciarla così…
 
Lentamente si affacciò alla porta e le fece un sorrisetto malizioso.
 
“Non dovresti vergognarti Zabini! Non hai niente che non vada!” e prima che la spazzola che lei aveva tirato lo raggiungesse uscì velocemente dal bagno.
 
Attraverso la porta si sentì chiaramente l’appellativo poco gentile della ragazza, oltre ad un suggerimento su dove andare in un prossimo futuro.
 
Al sogghignò. Si prospettava una giornata interessante.
 
Nel frattempo Scorpius, svegliato dalle urla della cugina, si alzò e stordito come pochi raggiunse l’altro bagno, senza pensare minimamente a Albus, che cercava inutilmente di svegliare Rose.
 
“Rose…”
 
“…”
 
“Rosie…”
 
“mm…”
 
“ROSE!!!!!” urlò allora lui esasperato.
 
“ahhh! Cche  succ.. ccess??!” la ragazza si era svegliata di  botto alle urla del cugino e inevitabilmente aveva sbattuto la testa con quella di Al.
 
“ouch… Rose… sei peggio di un elefante..”
 
“scusa.. ma che ore sono?”
 
“emm.. le sei e mezza, perché?”
 
Rose strabuzzò gli occhi e lo guardò come se fosse pazzo.
 
“ma tu sei pazzo!” esclamò infatti, prima di rinfilarsi sotto le coperte e chiudere gli occhi. Prima che Al potesse dire alcunché era già crollata.
 
“pazzesco..”borbottò, e si stiracchiò.
 
In quel momento Audrey uscì dal bagno con la divisa e lo guardò male. Lui decise che aveva voglia di stuzzicarla ancora un po’.
 
“sai Drey… penserei che non ci sia niente di più bello di te in questo momento se non ti avessi visto nuda..”
 
Al si aspettava che finalmente mostrasse del leggero interesse – dal momento che il bacio che le aveva dato per zittirla il giorno prima non le aveva fatto né caldo né freddo – ma rimase deluso.
 
Audrey infatti lo guardò altera e rispose con voce glaciale:
 
“Severus, ma non lo sai che non si dovrebbe mettere in imbarazzo la ragazza a cui si è interessati?”
 
Al boccheggiò e Drey poté ammirare l’effetto dell’uso del nome Severus unito all’insinuazione che fosse interessato a lei.
 
“io non… non. Chiamarmi. Severus! E p-poi.. non sono interessato a te! Ma ti pare? Sei.. emm la mia migliore amica! Ecco, e beh.. ecco… insomma… NON. CHIAMARMI. SEVERUS!” rispose lui balbettando un po’ e in preda dall’ira per il nome.
 
Audrey sorrise, anzi ghignò, e lo lasciò alle sue elucubrazioni.
 
Quando capì che non sarebbero finite presto, e che forse adesso si stava facendo un migliaio di seghe mentali su loro due, decise di mettere fine a quei battibecchi  e mandarlo a lavare.
 
“Al?”
 
“si?”
 
“amici?” chiese speranzosa.
 
“amici” rispose lui, ma Audrey, troppo felice, non notò lo strano tono con cui aveva parlato.
 
Gli saltò al collo e lo serrò in un abbraccio che per poco non lo stese.
 
“adesso va a lavarti, oggi incontriamo i tuoi genitori!”
 
“ma Audrey è già successo!”
 
“si, ma loro non lo sanno…”
 
“ok vado vado” e si infilò in bagno.
 
Poco dopo dall’altro ne uscì uno Scorpius distrutto dal sonno.
 
“Hey cugino!”
 
“Ahh… ma cosa urli?” le chiese lui stancamente, facendosi violenza pur di non fiondarsi di nuovo sul letto.
 
Una cosa era alzarsi per lavarsi, l’altra era alzarsi per andare a lezione.
 
“Scusa.. ma allora devi tapparti le orecchie, sto per svegliare Rose”
 
Ma prima che Scorpius potesse chiedere spiegazioni o seguire le istruzioni della cugina un urlo beduino invase la stanza e Audrey si gettò a corpo morto sulla povera anima addormentata.
 
Poco dopo le orecchie di Scorpius implorarono pietà.
 
“AUDREY MARTHA ZABINI MA CHE CAZZO HAI NEL CERVELLO, SEGATURA?!?” urlò Rose tirando un pugno molto poco scherzoso sulla spalla della pazza, che in risposta scoppiò a ridere.
 
“SAI CHE C’E’ ROSALIE SERENA WEASLEY? CHE NON CI SONO ALTRI METODI PER SVEGLIARTI!” urlò di rimando Audrey, benché la ragazza fosse a dieci centimetri da lei.
 
“CHE DIAVOLO AVETE DA URLARE TUTTI QUANTI, BRANCO DI SCIAMANNATI?!” gridò allora Al dal bagno, mentre i presenti scoppiavano a ridere.
 
“Sciamannati?... dio mi fa morire!” riuscì a dire tra le risate Audrey.
 
Appena uscì, Audrey e Rose, se possibile, scoppiarono a ridere ancora più forte.
 
“oche giulive..” borbottò Albus guardandole male.
 
“ah sì concordo con te fratello” gli diede manforte Scorpius, ma poi appena incrociò il suo sguardo non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere anche lui unendosi alle ragazze.
 
“traditore!” gli sibilò Albus.
 
“no ragazzi, sul serio… siamo seri” disse ad un certo punto Scorpius, riuscendo a calmare le ragazze.
 
“sono le sette e dieci, Weasley va a lavarti!” continuò poi in direzione di Rose, che in risposta gli fece la linguaccia e si infilò nel bagno.
 
Quando finalmente fu pronta e ancora mezza addormentata si diressero all’ufficio di Silente, da dove poi raggiunsero la Sala Grande.
 
Il preside fece cenno di restare fuori e loro aspettarono, poi, dopo quello che parve loro il discorso di Silente, sentirono i loro “nomi” e entrarono in Sala.
 
Vennero accolti da vari mormorii ma nessuno ci fece caso. Anche nel loro tempo erano additati, quindi avevano imparato a ignorarli.
 
Il mormorio però crebbe molto di più quando gli studenti li guardarono meglio e rimasero scioccati: i cloni di Harry Potter e Draco Malfoy camminavano a braccetto tenendo uno schianto di ragazza che assomigliava vagamente a Hermione Granger ma in versione figa e curata e ad un’altra ragazza che sembrava uscita da una rivista di moda; la pelle scura, gli occhi azzurri e i capelli castani, oltre ad un fisico da paura, fecero in modo che tutti gli sguardi degli studenti di sesso maschile la seguissero ipnotizzati.
 
A ben guardare in effetti i cloni di Malfoy e Potter non erano identici.
 
Quello di Malfoy era più alto, con molti più muscoli e gli occhi erano blu scuro invece che grigi.
 
Mentre il clone di Harry non aveva né gli occhiali nè la cicatrice e a dispetto del padre sembrava essere sempre vissuto nel lusso e nell’agiatezza. Anche lui era più alto e ben piazzato di Harry e aveva un alone di fascino che colpì molti cuori di studentesse.
 
“Bene eccoci qua. Professoressa, se vuole procedere” disse Silente rivolgendosi alla McGrannit.
 
“certamente. Bene Scorpius Cradford” a quel punto Scorpius ammiccò in direzione dei suoi amici e si sedette.
 
Ahhhh… Ma tu non appartieni a questo tempo…
 
No in effetti.
 
E sei un Serpeverde…
 
E ne sono orgoglioso.
 
Ma… dal momento che sei cambiato in questi cinque anni non credo che Serpeverde sia più la Casa adatta a te. Forse lo era prima, ma ora…
Possiedi il coraggio di amare e sei orgoglioso come pochi.
 
No, io sono un Serpeverde. Fine della discussione.
 
A non credo proprio… fino a prova contraria decido io e tu sei in…
 
“GRIFONDORO!”
 
Silenzio.
 
Appena il capello fu tolto dalla testa di Scorpius si ritrovarono davanti lo sguardo allibito di quest’ultimo che a bocca spalancata cercava di dare un senso alla cosa.
 
Albus Potter era se possibile ancora più scioccato.
 
“ma.. no.. non.. non.. è … possibile… Scorpius.. Grifondoro..” e l’ultima parola suonò come un insulto.
 
Rose era impagabile. Era I N C A Z Z A T I S S I M A.
 
“Ma come diavolo è possibile? No no no no e no, non lo voglio quello stupido, idiota, borioso…” bisbigliava senza rendersene conto.
 
E Audrey non ce la fece più.
 
“AHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHH ommiodio non ci credoo!!! Ahhhahhahahahahahahhaah Scorpius…. Oddio… noo… ahhhhahahah…” in preda alle convulsioni e con le lacrime agli occhi cercava in tutti i modi di frenarsi ma non ci riusciva.
 
Strinse le braccia e si piegò in due dalle risate. Era pazzesco, SCORPIUS MALFOY A GRIFONDORO!!!
 
“non.. ci posso credere!! Ahhhh ommiodiio questa è bellissima!!!” continuava a ridere senza ritegno, con Albus pietrificato accanto a lei, Rose che incazzatissima la guardava male e Scorpius che sembrava sul punto di strangolare qualcuno.
 
La Sala Grande intanto era rimasta allibita di fronte alla reazione della ragazza e nessuno aveva parlato.
 
“signorina Valent..” le disse Silente, cercando di sembrare severo ma senza riuscire a nascondere il sorrisetto divertito.
 
“oddio.. sì professore.. sì, ci sono… un attimo… ahhahahahahahah oddiosantooo!!!!!” ok era in crisi non riusciva a fermarsi.
 
Scorpius stava per saltarle addosso quando Al, riscosso dallo shock, prese Audrey e la costrinse ad alzarsi e a guardarlo.
 
“ok.. Drey.. ti. Devi. Dare. Una. Calma…   Ahahahahahahah non ci posso credere Grifondoro!!! Oddio questa gliela rinfacceremo per il resto dei suoi giorni…il principe delle serpi… ahhahahahaahahahahahahahahahahahahah cazzo non ci credo!!!”
 
Eh sì, alla faccia di Audrey non aveva resistito neanche lui.
 
Silente allora alzando gli occhi al cielo prese la bacchetta e fece loro un incantesimo tacitante.
 
“prego signor Cradford, può raggiungere il suo tavolo”
 
A quelle parole i due, che ridevano come pazzi silenziosamente e si stavano calmando, ripresero a ridere senza ritegno, mentre Scorpius, pallido come un morto si diresse verso i Grifondoro, che non avevano applaudito ma avevano guardato allibiti la scena.
 
“Rosalie Douglas”
 
A quel punto Rose, scoccando un’occhiataccia a suo cugino e alla sua migliore amica, che stavano ancora ridendo abbracciati, raggiunse il cappello, che senza quasi toccarla esclamò:
 
“GRIFONDORO!”
 
Lei sorrise soddisfatta e stavolta dal tavolo dei Grifoni si levarono moltissimi segni di apprezzamento e partì un applauso fragoroso.
 
Rose cercò con lo sguardo i suoi genitori e si sedette nel posto tra sua madre a Malfoy.
 
Prima di rivolgersi a loro, si girò verso Scorpius.
 
“vedi di comportarti bene, non sei più in quel covo di sfigati”
 
Ma Scorpius fissava sconsolato il suo piatto e non la degnò di uno sguardo. Rose ancor più indispettita, si girò verso i suoi amici e aspettò che Audrey la raggiungesse a Grifondoro.
 
“Albus Perkins”
 
Ah, un Potter veramente diverso esordì il capello appena se l’infilò.
 
Sì, lo so.
 
Beh tu sai già dove andrai. È perfetto per te.
 
“SERPEVERDE!” urlò poi a tutta la sala.
 
Al fece un sorrisetto a Scorpius, che lo guardava con odio, e si girò verso il tavolo delle serpi, dove tutti avevano degli sguardi ostili.
 
Troppo simile a Harry Potter.
 
“Audrey Valent”
 
La ragazza salì tranquillamente sullo sgabello e aspettò che la McGrannit le mettesse il cappello.
 
Zabini. Bella famiglia, nobile, purosangue, italiana… ma tu che vai a Grifondoro…
 
Già mi hai messo nel posto giusto!
 
E lo è ancora, ma ho deciso di giocare un po’ con il destino perciò…
 
“SERPEVERDE!” tuonò il capello, mentre il tavolo verde-argento applaudiva entusiasta: si erano accaparrati la più bella ragazza della scuola!
 
La mascella di Rose cadde ad una velocità impressionante e la forchetta le sfuggì di mano.
 
Albus era piacevolmente colpito e la fissava soddisfatto.
 
Ma la reazione migliore fu quella di Scorpius.
 
Scoppiò a ridere, sotto lo sguardo furioso di Audrey, che era indecisa se mandargli una Cruciatus.
 
“ahahaahahahah e poi sarei io… questo è il karma! Ahh chi la fa’ l’aspetti!” e appena i professori si fecero i cavoli loro si girò verso la cugina che lo fissava ancora arrabbiata nera e le fece il gesto dell’ombrello con un’espressione vittoriosa dipinta sul volto.
 
Audrey gli fece il dito medio e corse a sedersi vicino ad Al.
 
In quel momento si accorse che davanti a lei c’erano i suoi genitori che mangiavano tranquillamente e ogni tanto si lanciavano delle occhiatine…
 
Sorrise al pensiero dei suoi: erano dei genitori fantastici, li aveva sempre adorati.
 
“Buongiorno! Io sono Audrey Valent! Voi chi siete?”
 
I due la fissarono e Daphne sorrise gentilmente.
 
“io mi chiamo Daphne Greengrass e lui è Blaise Zabini. Poi lì c’è Theodore Nott” aggiunse, indicando il ragazzo accanto ad Albus che sarebbe stato il loro professore di Difesa contro le Arti Oscure. “lei è Pansy Parkinson” continuò indicando una ragazza molto carina con i capelli corti neri e gli occhi verde scuro che fissava trasognata Nott, che dal canto suo la ignorava. Beh non per molto si sarebbero sposati!
 
“e il fusto che sta entrando è Draco Malfoy” concluse indicando il ragazzo biondo appena entrato nella Sala Grande.
 
Impressionante la somiglianza tra suo zio e suo cugino…
 
Cercò di assumere un espressione sorpresa, in fondo doveva fingere di non sapere nulla.
 
“ma.. ma.. ma è la copia di mio cugino Scorpius!” esclamò allibita. Albus rimase sorpreso dalle sue capacità teatrali ma mantenne un certo contegno e guardò Draco sorpreso, che dal canto suo era appena arrivato al tavolo e si era trovato Potter davanti.
 
“Potter? San Potter?! Che cazzo ci fai qua?”
 
“scusa ma credo che tu mi abbia scambiato per qualcun altro” fece allora Albus tentando di nascondere il divertimento.
 
Dai Albus, stai calmo…
 
“Draco” intervenne Blaise, prima che Malfoy rispondesse “questi sono Albus Perkins e  Audrey Valent, due nuovi studenti arrivati dall’America. Ce ne sono altri due, Grifondoro, guardali un po’”
 
Malfoy seguì con lo sguardo la direzione del dito di Blaise e vide due ragazzi, un maschio e una femmina, il primo depresso all’inverosimile, la seconda allegra che chiacchierava con la mezzosangue.
 
Ma ciò che lo colpì, ovviamente, fu l’aspetto del ragazzo.
 
“è uno scherzo?” chiese continuando a fissare il suo clone.
 
“No, Draco”
 
“come lo spieghi?”
 
“non lo sai che ognuno a un sosia nel mondo?”
 
“mpf”
 
In quel momento Scorpius alzò lo sguardo e vide suo padre che lo fissava.
 
Non riuscì a nascondere un sorriso un po’ beffardo.
 
Lui voleva bene a suo padre. A dispetto di quello che poteva sembrare – stronzo, bastardo, incapace di amare, ecc. – era una persona dolce e romantica (Scorpius aveva assistito a scene talmente sdolcinate tra lui e sua madre da fargli venire il voltastomaco).
 
Draco, vedendo che il sé stesso dagli occhi blu gli sorrideva rimase impassibile, impallidendo un pochino.
 
“Ragazzi” disse a quel punto Blaise, rivolgendosi ai nuovi arrivati.
 
“immagino avrete bisogno di una guida”
 
“si sarebbe utile, grazie” rispose Audrey, facendo un sorriso a trentadue denti.
 
Istintivamente anche Blaise fece un sorrisone, e a Daphne cominciò a stare antipatica la nuova ragazza, che era quasi più bella di lei.
 
Quasi.
 
Diede una gomitata a Pansy, che si girò di scatto, e indicò eloquentemente Blaise e Audrey.
 
“Zab ma che dici! Ci pensiamo io e Draco, siamo i Prefetti! Vero, Draco?”disse, cercando di essere persuasiva.
 
Malfoy dal canto suo non aveva nessuna intenzione di perdere tempo con quella modella e con il clone di Potter.
 
“no Pansy, non ho voglia”
 
Audrey non riuscì a trattenere un risolino, mentre Al sorrideva sotto i baffi.
 
Loro si divertivano un mondo a vedere le sue reazioni da bambino viziato, che lui inscenava sempre per stare al centro dell’attenzione.
 
“che ti ridi?” le chiese scorbutico lui.
 
“suppongo di non aver nessun obbligo nei tuoi confronti, quindi non trovo il bisogno di soddisfare la tua curiosità” rispose lei, mettendo su una faccia gelida.
 
Draco la guardò un po’ stupito, poi la sua espressione si tramutò in disprezzo.
 
“supponi male, feccia” le sibilò incazzato nero. Nessuno si prende gioco di Malfoy.
 
“uhhh siamo passati all’artiglieria pesante eh Malfoy?” continuò lei, trattenendo a stento le risate, mentre accanto a lei Albus dovette andare sotto il tavolo per non farsi vedere.
 
“cos’è tutta questa confidenza? Immagino tu sia una schifosa mezzosangue” le disse, esprimendo sempre più rabbia e frustrazione.
 
Ma a quel punto l’espressione divertita scomparve, seguita da una furia ceca, mentre Albus usciva dal tavolo e guardava Malfoy con uno sguardo assassino.
 
Entrambi si alzarono nella stesso momento.
 
“Non parlare di cose che non puoi capire, Malfoy” disse Al gelido, mentre Audrey tirava fuori la bacchetta.
 
Dall’altra parte della sala Rose stava ancora parlando e scherzando con il trio miracoli mentre Scorpius osservava un po’ preoccupato la cugina e il suo migliore amico minacciare suo padre, che aveva assunto un’espressione disgustata.
 
Senza pensarci si catapultò al tavolo dei Serpeverde e si mise dietro suo padre, mentre quest’ultimo giocava con il fuoco. E Scorpius aveva l’impressione che si sarebbe bruciato.
 
“quindi ci ho preso, feccia? Sei una lurida mezzosangue?” chiese Draco con strafottenza.
 
“credo che qualcuno debba imparare come ci si comporta con le donne, vero?” intervenne allora Scorpius, facendo girare di scatto Draco, che lo guardò ancora più male.
 
Ma prima che potesse dire qualcosa si sentì chiaramente la fattura lanciata da Audrey, un bel Languelingua.
 
“così impara a portare rispetto, Scorpius” disse gelida, fissando suo zio.
 
Scorpius era delusissimo da suo padre. Capiva che ancora non era maturo come nel futuro e che aveva solo quindici anni, ma era una vera testa di cazzo!
 
Era stato lui ad insegnare a Scorpius che erano tutti uguali, ma che una volta c’era la convinzione opposta e sbagliata, ed era scoppiata una guerra.
 
Aveva detto che anche lui aveva quelle stupide idee, e che si era ricreduto.
 
Ma a quindici anni era ancora l’idiota tronfio e borioso di cui raccontavano spesso i suoi zii.
 
Draco cominciò a dimenarsi, finché Nott, con un incantesimo non  verbale – ma come poteva essere in grado di farli? Era al quinto anno! – lo liberò dalla morsa e con uno sguardo annoiato tornò a dedicarsi alla sua colazione.
 
Nessuno dei Serpeverde fece una piega davanti alle abilità fuori dal comune di Nott mentre invece i tre del futuro sbarrarono gli occhi.
 
Anzi, i quattro. Rose si era appena avvicinata e guardava minacciosa i suoi compagni di sventura.
 
“che. Cazzo. Succede. Qui?!?” era furente, e si vedeva lontano un miglio che cercava di non scoppiare. Infatti, tutta la Sala Grande si era girata a guardarli.
 
Malfoy si stava riprendendo in quel momento dall’incantesimo fissava truce chiunque incontrasse il suo sguardo. Per tutti era terrorizzante, mentre i tre sembravano molto più preoccupati dalla rossa-pazza.
 
“Rosie… ha cominciato a straparlare del sangue!” disse Al, mettendo su un’espressione da cucciolo smarrito/innocente che fece sospirare parecchie ragazze, tra le cui – INVOLONTARIAMENTE – anche Audrey.
 
“non me ne frega una emerita minchia, lo sapete che qui hanno in molti queste convinzioni” continuò, sempre cercando di mantenere un tono di voce basso per non dare spettacolo. I professori per fortuna avevano già levato le tende da un pezzo.
 
“bisognava dargli una lezione!” esclamò Audrey, scandalizzata dal fatto che Rose non fosse incazzata. Non con Malfoy, almeno.
 
“No che non bisognava! Non lo sapete che più intervenite più potrebbe essere rischioso?” s’inalberò lei, cercando di abbassare la voce. Senza riuscirci.
 
“Andiamo Wea... Rose. Non fare la pazza isterica”fece Scorpius, sperando che si calmasse.
 
Al si battè una mano sulla fronte, mentre Audrey fece un verso di disperazione.
 
E Rose Weasley, forte dei geni incazzosi Weasley-Granger, scoppiò.
 
“IO TI UCCIDO!!!!!!!!!!!!!!!” urlò, gli occhi fuori dalle orbite, mentre gli si avventava contro e lo prendeva a pugni.
 
In un attimo Audrey e Albus fecero per tenere Rose, mentre Scorpius si allontanava sconvolto, il labbro sanguinante e la faccia piena di lividi nascenti.
 
La Weasley picchiava forte.
 
“LASCIATEMI! LASCIATEMI! QUESTA VOLTA HA SUPERATO IL LIMITE!! IO LO AMMAZZO! ALBUS, LEVAMI LE MANI DI DOSSO!” Rose continuava a urlare come una ossessa, mentre Al tentava in tutti i modi di calmarla.
 
Audrey però cominciava a perdere la pazienza.
 
Evocò una pergamena scritta fittamente e scostò Albus. Prima che la ragazza potesse avventarsi di nuovo su Scorpius, intervenne.
 
“Rose! Te lo ricordi questo?” le chiese, sventolandole davanti agli occhi la pergamena.
 
La ragazza sbiancò velocemente.
 
“non oseresti…”
 
“mettimi alla prova.”
 
Rose sembrava un fantasma, la preoccupazione negli occhi si vedeva lontano un miglio. Si raddrizzò e, lanciando uno sguardo assassino a Scorpius, si rivolse alla sua “migliore amica”.
 
“ci vediamo dopo. Sappi che questa non me la dimentico” e fece per andarsene. Poi però si girò verso Draco.
 
“E tu, inutile ameba, vedi di tenere a freno la lingua, o ne subirai le conseguenze. E io non sono una che scherza”
 
“UUUHH.. Che paura” disse lui, tentando di sembrare sarcastico, ma lei se n’era già tornata al tavolo dei Grifondoro, dove suo padre la guardava ammirato insieme a suo zio e sua mamma aveva uno sguardo di disapprovazione che tendeva a sembrare divertito.
 
“Scorp” disse Al minaccioso.
 
“sì?” gli rispose, innocentemente.
 
“sei un coglione cuginetto!” concluse Audrey.
 
“mpf” sbuffò Scorpius, prima di tornare al suo tavolo mentre lanciava un’occhiata di desiderio al tavolo delle Serpi.
 
Beh che dire? A Hogwarts non ci si annoia mai.
 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Buonasera cari e bellissimi lettori! Allora avete gradito questo mega capitolo? Purtroppo avrei voluto mettere almeno un giorno di scuola ma non riesco a non essere prolissa. Questa storia si scrive praticamente da sola e mi fa venire un nervoso assurdo.
E che ne dite di Manny? Ho preso un leggerissimo spunto da “mamma ho perso l’aereo”. Io ho il terrore dei ragni.
E della sfuriata di Rose? Impagabile. È una pazza sclerata, ve lo dico io!
Non ho fatto fare a Malfoy un figurone, ma in quel periodo è una vera testa di cazzo e io cerco – ma non sempre riesco – di mantenere i caratteri originali.
 
Ora passiamo alle recensioni belli :DD
 
mirta_malfoy: grazie mille! Anche a me piacciono le Lily/Scorpius ma Rose la adoro! È troppo Hermionesca, anche se io ci ho aggiunto un bel po’ di Ron :D
 
Sailor Saturn: allora che ne dici dell’incidente del bagno tra Al e Audrey?
Si amano alla follia! E quando il cappello dice che vuole giocare con il destino in realtà la mette a Serpeverde proprio per approcciare con Al! Che teneri :D
 
X_Manga_X: Allora rosie e scorpiuccio hanno litigato! Ma l’amore non è bello se non è litigarello! Certo, darle della pazza-sclerata non è stata una mossa felice… ma Scorpius è un po’ tonto no? xD
 
Sara_Marauders: si io sono così, quando una storia mi prende e riceve apprezzamenti mi viene voglia di continuarla il più velocemente possibile! :D
 
Amicafelice:si di sicuro lo scambio dei corpi lo userò, mi intriga troppo e poi è divertente! Invece che ne dici di Rose? Ha complicato un po’ le cose la sua sfuriata. Ma adesso che entrambi sono a Grifondoro forse…:D
 
TITTIVALECHAN91: Più litigarello di così! Per Rose non sarà troppo facile anche parlare con Scorpius, ma vedremo, chissà! Per Audrey e Al invece la cosa si complica perché Audrey sembra molto indifferente a Al ma è un’attrice fantastica – lo dimostra anche quando vede Draco – e quindi è capace di nascondere i suoi sentimenti alla perfezione, a meno che non siano emozioni troppo forti, come quando scoppia a ridere allo smistamento di Scorpius.
Io, personalmente, quando comincio a ridere così non riesco a fermarmi più. Ti giuro, non sai che figure di merda a volte… -.-
E questo capitolo ti è piaciuto? Baci :D
 
Grazie ancora a tutti!
 
Baci,

Victoire15 

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Capitolo 6
*** Esplorare nuovi orizzonti e possibilità ***


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- L’Ordine della Fenice -

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Capitolo 6: Esplorare nuovi orizzonti e possibilità.
   
Tralasciando lo sclero mattutino di Rose, la giornata procedette tranquilla.
 
Scorpius, Audrey e Albus si limitarono a sonnecchiare durante tutte le lezioni, mentre Rose, entusiasta di poter ripassare, riscrisse tutti i suoi appunti e li confrontò con sua madre almeno quattro volte, mentre quest’ultima sprizzava gioia da tutti i pori.
 
Scorpius intanto aveva continuato a rimuginare sulla scena a colazione, e si era impuntato su un particolare che lo stava ossessionando:
 
che diavolo era quella pergamena? Cosa c’era di così importante scritto sopra?
 
Non riusciva a pensare ad altro, quando avrebbe dovuto cercare di stare simpatico al trio miracoli per ottenere la loro fiducia.
 
Che sciocchezze, bastava Rose per tutti.
 
Lei infatti aveva passato tutto il tempo con Harry, Ron e Hermione. I primi due erano molto felici che ci fosse una ragazza in grado di tenere testa a Malfoy e di tenere occupata Hermione, in modo che non rompesse eccessivamente, mentre Hermione era esaltata dal fatto che ci fosse una ragazza – l’unica fin’ora – in grado di capire e condividere la sua passione per il sapere.
 
E poi Rose era simpatica! Faceva morire dal ridere e coinvolgeva chiunque in qualunque discorso. Sembrava non provare imbarazzo nel conoscere nuove persone e i tre, insieme a Dean e Neville – Seamus era momentaneamente staccato dal gruppo perché convinto che Harry fosse pazzo – erano sorpresi e ammirati.
 
E, come se non bastasse, era bella.
 
I capelli, rosso scuri – molto diversi dall’arancione scuro di Ron – erano mossi e gli occhi, azzurrissimi, sembravano brillare; era magra e leggermente muscolosa – QUIDDITCH! – . L’unica pecca, se così si poteva chiamarla, era la sua altezza: un misero metro e sessanta.
 
I grifoni – se Scorpius sente come lo chiamo mi stende – passarono la mattinata partecipando a Incantesimi e a Trasfigurazione, dove Rose fu elogiata per la sua prontezza nelle risposte. Scorpius, se possibile, era ancora più depresso e la sua depressione si stava trasformando velocemente in rancore verso il mondo.
 
Durante l’ora di pranzo Rose, ancora furiosa per l’apparizione della pergamena, rivolse uno sguardo assassino a Audrey e seguì suo padre e suo zio in biblioteca per fare il tema sull’uso delle pietre lunari che nel futuro aveva già svolto.
 
Albus e Audrey avevano invece passato la mattinata con Difesa contro le Arti Oscure e Erbologia e Scorpius poté notare il disappunto dei due quando si resero conto di puzzare di cacca di drago, il fertilizzante preferito dalla Professoressa Sprite.
 
Entrambi inoltre erano rimasti scioccati dalla orrida vista di Millicent Bulstrode, che tendeva ad essere leggermenteabbondante. Insomma, una specie di balena fuori dall’oceano.
 
Quando Audrey si accorse dello sguardo assassino di Rose cercò di sembrare impassibile e ci riuscì, mentre in realtà dentro era divorata dal senso di colpa.
 
Come vide la sua espressione Rose si arrabbiò ancora di più e Audrey si diede della scema almeno venti volte; certamente fingere di non essere pentiti non era la mossa migliore se si voleva essere perdonati.
 
Idiota!
 
A quel punto ormai non sapeva più che fare. Era stata una stupidaggine quella di tirare fuori Le Verità, ma d’altronde stava veramente dando di matto e forse avrebbe potuto lasciarsi sfuggire qualcosa di compromettente.
 
Le Verità erano il loro segreto più importante. Era una pergamena – in realtà lo era al terzo anno, ormai erano più o meno sette – impregnata di una variazione del Veritaserum ideata da loro due durante il terzo anno. Ok, diciamo che erano state leggermente aiutate dalla pozione già preparata che Audrey aveva sgraffignato a sua madre due giorni prima della sua prova d’amore con suo padre.
 
Poi, per un fortuito caso la pozione si era mischiata con dell’acquaviola – ok, volevano scoprire il più grande segreto di Scorpius – e mentre Rose cercava di fargliela bere Audrey l’aveva fatta cadere sulla pergamena del suo tema.
 
All’inizio nessuna delle due si era accorta della differenza, ma quando Audrey aveva tentato di scrivere che le Acromantule erano scorpioni giganti, la frase si era dissolta. Perché era una bugia.
 
Le ragazze quindi avevano deciso, come pegno della loro amicizia, di scrivere ogni segreto e ogni pensiero “insolito” su quelle pergamene (rese illeggibili per chiunque) e giurare di non rivelare mai il loro contenuto.
 
Audrey aveva infranto quel giuramento (in teoria aveva minacciato di farlo, ma era stata comunque una cosa meschina).
 
E Rose non credeva di riuscire a perdonarle una cosa simile. C’era la loro essenza, in quelle pergamene; il loro io nascosto, riversato in quelle pagine.
 
Audrey gemette disperata: ce ne sarebbe voluto di tempo per fare pace, ed era proprio quello che mancava.
 
Al e Scorpius l’avevano abbandonata da un po’ senza dirle niente. Probabilmente volevano confrontare le loro teorie sulle Verità. Patetici.
 
Ma non poteva stare lì a deprimersi, doveva fare qualcosa.
 
Studiare?
 
Piuttosto mi cavo gli occhi vocetta petulante
 
Allora vai a fraternizzare con il soggetto!!
 
mm… non è che sembrino così bendisposti con i Serpeverde…
 
MUOVITI SCANSAFATICHE!
 
Ok! Ok, scialluzza!
 
… -.-“
 
…?
VAI!!
 
“dannata coscienza” sbuffò, prima di alzarsi dal tavolo e dirigersi alla prima lezione del pomeriggio, Cura delle Creature Magiche, in compagnia dei Grifondoro.
 
Perfetto! Trillò la sua voce interiore.
 
Oddio, sto impazzendo. È ufficiale. Converso con me stessa! Ho bisogno di una vacanza, decisamente.
 
Mentre Audrey era persa nei suoi pensieri non si accorse che Albus e Scorpius l’avevano raggiunta, distanziati da Rose che ridacchiava con Ron.
 
“Dai, sul serio, un furetto? Avrei voluto esserci! Non ci posso credere!!” rideva, mentre Ron orgoglioso le confermava la veridicità dell’aneddoto su Malfoy.
 
“e non è tutto! Dopo l’ha anche infilato nei pantaloni di Goyle! Che faccia impagabile, non me lo dimenticherò mai”
 
“e ci credo! Ahh oddio, non respiro!”
 
Malfoy li sorpassò e fece un ghigno, dopodiché si avvicinò a Pansy, Vincent e Gregory.
 
“Hey ragazzi… che ne dite di mettere un po’ di carne al fuoco?”
 
“Che vuoi combinare, Draco?” gli chiese Pansy, sfoderando un sorriso sadico e leggermente inquietante.
 
“Hagrid” le soffiò in risposta e vide il suo sorriso incattivirsi.
 
Anche lei, come lui, aveva notato l’assenza del guardiacaccia e Malfoy sapeva quale missione gli era stata assegnata.
 
“Vuoi spaventare Potty?”
 
“Ovvio no?”
 
“Ragazzi” si intromise Blaise, appena arrivato insieme a Theodore e Daphne.
 
“Non credo sia il caso. L’hai vista la rossa, non scherza, e anche il tuo clone non è rassicurante. Inoltre i loro amici non sono razzisti, quindi non ti appoggeranno.”
 
“Che cosa vuoi che me ne importi di quella troietta? Non mi fa paura, sembra una Weasley venuta male. E non ho bisogno del loro appoggio” continuò, facendo segno verso una Audrey molto poco presente e un Albus molto molto annoiato.
 
“Come ti pare” fece allora Blaise, alzando le spalle.
 
“Hey Potter! Che c’è, ti manca il tuo amicone?!”
 
“Zitto Malfoy!”
 
“Allora? Forse si è cacciato in un affare troppo grosso per lui…”disse Malfoy ghignando, mentre Pansy scoppiava a ridere, seguita a ruota da Goyle e Tiger.
 
Harry impallidì velocemente. Cosa sapeva Malfoy? Essendo suo padre un Mangiamorte aveva sicuramente delle notizie che magari all’Ordine non erano ancora arrivate! Possibile che Hagrid fosse nei guai?
 
Si allontanò velocemente e raggiunse Ron e Hermione, che insieme a Rose avevano già preso il loro asticello, e raccontò loro la frecciatina preoccupante di Malfoy.
 
Rose fece abilmente finta di non ascoltare, mentre Scorpius non riuscì a non sobbalzare quando sentì il nome di suo padre.
 
Audrey, dal canto suo, era sotto torchio.
 
Appena la lezione era iniziata Albus aveva cominciato a tampinarla per sapere cosa fosse quella pergamena che era stata capace di placare l’ira leggendaria di Rose Weasley.
 
“Per la centesima volta Al, non sono affari tuoi!”
 
“Ti prego! Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti pregoooo!”
 
“SEVERUS! Se non vuoi essere evirato entro cinque minuti tappati quella fogna!” gli urlò, al limite della sopportazione.
 
Immediatamente tutti gli sguardi si puntarono su di loro e Audrey arrossì, mentre Albus la guardava incazzato.
 
“Severus? Ma non ti chiamavi Albus?” gli chiese allora Hermione, interpretando la domanda silenziosa di tutti i presenti.
 
Audrey capì finalmente il perché dello sguardo incazzato di Al e si affrettò a rispondere.
 
“E’ il suo secondo nome, lo odia” disse, cercando di sembrare noncurante.
 
Tutti allora tornarono alle proprie mansioni, tranne Rose e Scorpius, che li fissavano sospettosi.
 
Al fece un bigliettino e lo lanciò a Scorpius, che annuendo cominciò a parlottare con Rose.
 
“Cosa gli hai scritto?”
 
“Di vederci dopo le lezioni per pensare a come distruggere l’Horcrux presente a scuola”
 
Audrey annuì, e tornò al suo disegno degli asticelli.
 
Quando finalmente la lezione finì le due serpi tornarono alla loro Sala Comune per un’ora buca, ghignando malignamente verso i Grifondoro che si dirigevano ignari a Erbologia, pronti per puzzare di cacca di drago.
 
Quando finalmente le lezioni finirono anche per loro due si trovarono davanti alla Stanza delle Necessità.
 
“Audrey, a te l’onore” disse Al, indicando l’arazzo. La ragazza vi passo tre volte davanti e la porta comparve.
 
Appena entrarono rimasero sbalorditi nel trovarsi di fronte una stanza delle dimensioni di una cattedrale piena fino al soffitto di oggetti.
 
“E’ quella del ricordo” sussurrò Rose, che aveva momentaneamente accantonato la sua rabbia nei confronti di Audrey. Prima che qualcuno le potesse rispondere però Scorpius urlò.
 
“Incendio!” e subito un armadio prese fuoco.
 
Albus capì al volo.
 
“no! Aguamenti!” tentò di spegnere il fuoco senza però riuscirci.
 
Allora incazzato come una bestia placcò il suo migliore amico, e finalmente l’incendio si spense. Ormai però era troppo tardi e l’armadio era distrutto.
 
“COGLIONE! TI RENDI CONTI DI QUELLO CHE HAI APPENA FATTO? SILENTE DEVE MORIRE, E DEVE ESSERE QUASI UCCISO DA TUO PADRE! SENNO’ COME FARA’ IL MIO AD ESSERE IL VERO PADRONE DELLA BACCHETTA DI SAMBUCO!? EHHH? ADESSO SPIEGAMI COME CAZZO FACCIAMO! IDIOTA!”gli urlò allora a due centimetri dalla faccia, mentre Scorpius inorridiva nel capire che danno aveva fatto.
 
“Io ve l’avevo detto! Vi avevo avvertiti che non sarebbe stata una buona idea! Ma voi no, salviamo Fred, salviamo Sirius! Certo! E se poi Harry non riesce a sconfiggere Voldemort e muoiono il triplo delle persone? Non ci avevate pensato vero? Sono circondata da un branco di idioti!” continuò Audrey, arrabbiata anche lei.
 
Rose la guardò male ma senza risponderle si inoltrò nella foresta di oggetti alla ricerca dell’Horcrux.
 
Scorpius, ancora esterrefatto, rimase in silenzio, mentre Albus si alzò e rivolse a lei la sua rabbia.
 
“Ma che problema hai si può sapere? Se siamo qui c’è un motivo! Dobbi…”
 
“Non provare a rifilarmi uno dei soliti discorsetti sulla predestinazione Severus, io non..”
 
“LA DEVI SMETTERE DI CHIAMARMI SEVERUS!” le urlò allora contro lui, avvicinandosi di scatto e spingendola contro il muro.
 
“E TU LA DEVI SMETTERE DI SPARARE CAZZATE!” gli rispose lei, intrappolata nella sua morsa contro la gelida parete di pietra.
 
Poi, senza un motivo apparente, si ritrovò le labbra di Al incollate alle sue e non lo respinse.
AHHHH… Lo sapevo…
 
Zitta tu.
 
Avevo ragione siete fatti l’uno per l’altra…
 
Ma che dici!
 
Perché non lo respingi allora?
 
Perché…
 
Ma non le rispose e continuò a baciare Al con più foga, intrecciando le mani nei suoi capelli, mentre lui spostava le sua dal muro ai suoi fianchi.
 
Nessuno dei due capì quanto tempo passò, finchè un colpo di tosse non li riportò alla realtà.
 
Rose, con il diadema di Corvonero in mano, li fissava allibita mentre Scorpius, ancora steso a terra, cercava in tutti i modi di non scoppiare a ridere.
 
Immediatamente i due si staccarono come se si fossero scottati.
 
Audrey mantenne un espressione impassibile che tentava in tutti i modi di sembrare indifferente, mentre in realtà le tremavano le gambe e Al divenne rossissimo dall’imbarazzo e cominciò a balbettare.
 
“Si, si come volete piccioncini” fece ridacchiando Scorpius mentre Rose era ancora impietrita.
 
“Voi.. voi due vi stavate.. vi stavate baciando!” esclamò poi, sempre più esterrefatta.
 
“Dipende dai punti di vista Rose. Io dal canto mio, stavo esplorando nuovi orizzonti e possibilità” le rispose Audrey, sorridendo.
 
Scoppiarono tutti a ridere, ma Rose, ricordandosi della sua litigata, smise quasi subito.
 
“Rose.. mi dispiace per oggi, davvero. Non ho idea di cosa mi sia preso, ma sappi che non l’avrei mai fatto. Mi dispiace tantissimo” le disse allora Audrey, sperando vivamente di non essere presa a insulti.
 
“Drey. Non fare mai più una cosa del genere” le rispose Rose, scoppiando poi a ridere e catapultandosi addosso alla sua migliore amica, che venne coinvolta anche lei dalla risata.
 
“E così… Albus, eh? Non c’era scritto nelle Verità… me lo hai nascosto!”
 
Audrey arrossì subito, seguita a ruota da Al.
 
“Ma no.. cosa dici.. io non..” poi, non trovando niente di sensato da dire, disperata esalò un “andiamo?” un po’ incerto.
 
“Subito!” ne approfittò Albus “L’Horcrux?”
 
“C’è!”
 
“Bene Rose tu non puoi tenerlo, figurati se mio padre con il collegamento mentale con Voldemort non si accorge che c’è qualcosa che non va. Io non posso, sono un maschio, sarebbe strano, quindi lo prendi tu Drey?”
 
La ragazza annuì, mentre incrociando il suo sguardo arrossì di nuovo.
 
Quando finalmente uscirono con una scusa di catapultò fuori seguita a ruota da un Albus preoccupato di aver combinato un casino.
 
“Quei due insieme… non è strano? Noi quattro ci conosciamo da sempre!”
 
“Già, infatti. Mi chiedo come possano non capirlo, è così evidente!”
 
…chi è che non capisce i propri sentimenti, Scorpius?

 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Hola! Mi scuso in anticipo per il tempo che ci ho messo a postare, ma sono stata bloccata dal mix trasloco-blocco creativo.
E mi scuso anche perché non risponderò alle recensioni, anche se vi ringrazio vivamente! È che domani potrei essere interrogata in greco e mi piacerebbe essere riposata.
Cooomunque! Che ne pensate della svolta alla Audrey/Albus? Sinceramente non credo di averla sviluppata troppo bene, credo sia stato troppo improvviso. Insomma, loro sono migliori amici da cinque anni e stanno attraversando una tempesta ormonale che li spinge a saltarsi addosso come conigli arrapati, quindi è normale che si sentano spaesati e non capiscano i propri sentimenti, no?
Quindi non aspettatevi rose e fiori da questa coppietta.
Per quanto riguarda Rose e Scorpius, si può notare come solo il biondino cominci a provare qualche strana sensazione, mentre la nostra grifoncina rimane attaccata all’odio più che rassicurante.
Beh che dire ancora, piaciute le verità?
 
Baci,

Victoire15
  

 

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Capitolo 7
*** Chi trova il modo più doloroso per uccidere quell’emerito idiota di Albus Severus Potter avrà gloria eterna e adorazione incondizionata da Audrey Zabini. ***


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- L’Ordine della Fenice -

 

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Capitolo 7: Chi trova il modo più doloroso per uccidere quell’emerito idiota di Albus Severus Potter avrà gloria eterna e adorazione incondizionata da Audrey Zabini.
 
Albus si rese ben presto conto che doveva sicuramente aver fatto un casino enorme con quel bacio. Insomma, loro due erano migliori amici sin dal primo anno, e sicuramente Audrey gli avrebbe detto che era meglio restare migliori amici e basta. D’altronde Audrey aveva anche un ragazzo – o quasi – infatti per quanto ne sapeva usciva con Robert Finnigan…
 
Non che lui fosse in chissà quale astinenza, ma lui aveva avventure, non storie serie. Infatti, prima di trovare Audrey, aveva appena finito di.. discutere, ecco, con Jessica Goyle, una sua compagna di Casa molto… espansiva.
 
Non sapeva se ricorrere alla Mappa per trovarla o aspettare l’indomani mattina.
 
In fondo, se Audrey era più o meno scappata via, forse non voleva discuterne. Forse non voleva doverlo ferire e dirgli che era meglio rimanere amici.
 
Sì, doveva essere sicuramente così… appena l’avrebbe vista le avrebbe detto che quel bacio non era significato nulla e che era meglio rimanere amici.
 
Così le avrebbe tolto il peso di doverlo rifiutare.
 
Che peccato però, era da un po’ che sentiva gelosia nei suoi confronti e capiva che il suo affetto stava mutando in interesse, ma se Audrey non sentiva gli stessi sentimenti rischiava di perdere anche la sua amicizia.
 
D’altronde il primo bacio lo aveva ignorato e dopo il secondo era scappata… sì, decisamente non voleva stare con lui.
 
L’avrebbe cercata la mattina dopo.
 
Mentre Al rimuginava in quei pensieri auto commiseranti Audrey si era resa conto di aver fatto un’enorme cazzata a scappare dalla stanza.
 
Ok, aveva baciato il suo migliore amico e le era piaciuto. Tanto. Decisamente  troppo.
Ma alla fine che c’era di male?
 
Insomma, Al era sempre stato importante nella sua vita, era quello con cui scherzava, rideva e ogni tanto piangeva. Qual’era allora il problema?
 
Perché era scappata?
 
Perché era troppo strano. Al era come un fratello, non lo aveva mai guardato sotto la prospettiva di ragazzo piacente. Le sembrava quasi un incesto.
 
Che idiozia.
 
O dio, ancora tu! Sparisci!
 
Non posso, io sono te. Quindi ascoltami, sono il tuo inconscio. E il tuo inconsciodice: scopatelo!
 
EHHH?!
 
Ok, magari è un po’ eccessivo per ora, ma dai, ammettilo, Al è un gran pezzo di fio!
 
Cosa c’entra? Voglio dire, sono cinque anni che è un gran pezzo di figo.
 
Allora te n’eri accorta…
 
Cert.. ma, no! Cosa dici! Albus è SOLO il mio migliore amico. Basta, stop, fine.
 
Si, si… ma a chi la vuoi dare a bere?
 
Ma…
 
No, niente ma! Mi pare che tu abbia ricambiato il suo bacio, o sbaglio?
 
Si, ma…
 
E se non sbaglio ti è anche piaciuto.
 
Ok, però…
 
E adesso vorresti tornare indietro e rifarlo.
 
Sì, ma…
 
AH! LO DICEVO IO! Quindi, problema risolto. Ti piace Albus Potter.
 
Mi piace Albus Potter… Oh per le mutande di Merlino, mi piace Albus!
 
Finalmente! Certo che sei cocciuta!
 
Ma Audrey, ancora troppo sconvolta per la rivelazione, non l’ascoltava più.
 
Con un sorriso decisamente ebete stampato in faccia cominciò a saltellare emettendo qualche gridolino ogni tanto, finchè non andò a sbattere contro qualcosa di duro.
 
“Hey, sta un po’ attenta!”
 
Audrey, stesa per terra dopo l’urto, alzò lo sguardo e si trovò davanti niente meno che Il Salvatore del Mondo Magico.
 
“Oh, scusa, non ti avevo proprio visto, mi dispiace!” gli chiese, alzandosi di scatto.
 
Quando vide l’espressione decisamente sbalordita del Prescelto cominciò a preoccuparsi.
 
“Emm.. tutto bene?”
 
“Io.. certo. Ma… ma tu… tu sei gentile con me… perché?” le chiese, aggrottando le sopracciglia con fare indagatore e sospettoso.
 
Audrey dovette esercitare tutto l’autocontrollo di cui era capace per non scoppiare a ridergli in faccia. Quando riuscì a parlare senza ridacchiare, gli rispose tranquillamente.
 
“Beh, sai com’è, non sono il mostro cattivo”
 
Harry arrossì leggermente.
 
“No, sì, certo.. però tu sei una Serpeverde!” le disse, cercando una scusa.
 
Lo sguardo di Audrey s’indurì un po’.
 
Lei, una delle regine di Grifondoro, appellata a Serpeverde?
 
Che onta, che disonore!
 
“E questo cosa vorrebbe dire?” gli chiese, glaciale, tanto che Harry indietreggiò inconsciamente.
 
“Niente, a quanto pare non sei una serpe. Ma avrei dovuto capirlo già dalla litigata di questa mattina” le rispose, portandosi una mano alla testa per scansare i ciuffi ribelli.
 
“Che hai alla mano?”
 
“Oh niente, una stupida ferita…”
 
“Fa’ vedere” gli disse Audrey, conscia della bugia del ragazzo. Sapeva delle punizioni della Umbridge.
 
“No, davvero, non è niente…”
 
“no, invece, fammi vedere”
 
“Ma io..”
 
“Niente ma!”
 
Audrey osservò per un po’ la mano di Harry, mentre tentava di ricordare cosa Hermione consigliava…Filtro di Pervinca?
 
No, decisamente…
 

 

 
“Essenza di Purvincolo!”esclamò, mentre Harry la guardò stralunato.
 
“emm.. eh?”
 
“Immergila in una bacinella di Essenza di Purvincolo e il dolore passerà. E dillo ai tuoi amici”
“Ma come sai che non glielo volevo dire?”
 
“semplice intuito femminile. Bene Harry, au revoir
 
“ciao... Audrey” le disse, tornandosene al Dormitorio.
 
Audrey allora ripensò alla storia di Albus e decise che il giorno dopo si sarebbe dichiarata.
 
Rose, dopo aver salutato Scorpius, si diresse in Sala Grande sperando di trovare ancora del cibo ma rimase delusa. Tutti i tavoli erano stati sgombrati.
 
Con l’intenzione di andare nelle cucine uscì velocemente dalla Sala, ma poco dopo venne presa per un braccio e rinchiusa in un aula.
 
“Ma che diavolo… Zio Fred! Zio George! Che ci fate qui?”
 
“ciao nipotina” disse Fred, sorridendole.
 
“Volevamo sapere come era andato il primo giorno di scuola!” continuò George, sorridendo a sua volta.
 
Restò con i suoi zii a parlare del più e del meno per quasi un’ora, poi, accorgendosi del mostruoso ritardo dal coprifuoco, li costrinse a seguirla in Sala Comune, dopodiché sfinita si addormentò nel suo Dormitorio.
 
La mattina dopo Audrey si svegliò con un sorrisetto ebete sulle labbra e gli occhi lucidi, fantasticando su lui che si dichiarava, lui che la baciava, lui che…
 
“Audrey? Audrey? Ci sei? Prontoo?” purtroppo le sue meravigliose fantasie furono interrotte da Pansy, che la guardava divertita, agitandole la manina davanti alla faccia.
 
“Eh? Ah sì certo… ma dove sono le altre?”
 
“sono già andate bella mia, siamo in ritardo!”
 
“Andiamo allora devo parlare con Albus”
 
Quando finalmente la neoserpe raggiunse la Sala Grande, gremita di gente data l’ora, l’imbarazzo l’assalì insieme ad un miliardo di dubbio sulle possibili risposte di Albus… le venne un leggero senso di nausea e si era quasi convinta a rintanarsi in infermeria e morire lì quando Pansy le diede una spintarella per farla avanzare. Rassegnata alla colossale figura di merda che stava per fare si sedette tra Theodore e Tracey Davis, un’altra Serpeverde.
 
Albus era di fronte a lei e non l’aveva ancora guardata.
 
“Buongiorno” disse Audrey mettendo su un’espressione tranquilla che decisamente non rispecchiava il suo stato d’animo.
 
Theodor fece a mala pena un cenno, i suoi genitori continuarono a sbaciucchiarsi come se niente fosse, Tracey – ancora mezza addormentata – grugnì molto poco signorilmente, seguita a ruota da Millicent, Tiger e Goyle.
 
“…giorno” le rispose invece Malfoy, calmissimo e dedito a riempire la sua fetta di toast di burro e… marmellata?
 
Che schifo
 
Se si aspettava una risposta da qualcuno, di certo suo zio Draco non rientrava nella rosa dei candidati. Non che non ne fosse felice, ma il giorno prima si erano praticamente presi ad insulti!
 
Bah, la mente malata dei giovani Purosangue…
 
Trangugiò il suo caffè bollente, e dopo molti ripensamenti, si decise e prese in mano la situazione.
 
“Al… possiamo parlare, per favore? In privato” aggiunse con uno sguardo eloquente.
 
Albus impallidì e annuì, alzandosi mogiamente dalla panca, manco stesse andando alla gogna.
 
Audrey, senza guardare se la stesse seguendo o meno, uscì in giardino e lo aspettò all’ombra di una quercia.
 
“Emm… Audrey..”
 
“Al. Ti volevo parlare di ieri sera, sai com’è mi hai preso alla sprovvista e non abbiamo avuto modo di parlarne”
“Già. Anche io vorrei parlarne”
 
“Beh allora comincia tu” gli disse lei, sorridendo beata e già pronta ad una dichiarazione di amore eterno.
 
“Audrey, scusami… io, io non so che mi è preso ieri sera, davvero. È stato un errore enorme, ma che dico, gigantesco, e non avrei mai dovuto. Davvero mi dispiace da morire. Ho paura di aver rovinato per sempre la nostra amiciza, e non potrei mai perdonarmelo. È stato un momento di debolezza imperdonabile e non succederà più, lo giuro.”
 
Chi trova il modo più doloroso per uccidere quell’emerito idiota di Albus Severus Potter avrà gloria eterna e adorazione incondizionata da Audrey Zabini.
 
“…Ah…” fu tutto ciò che uscì dalle labbra di un’allibita Audrey, prossima alle lacrime e all’omicidio.
 
Che razza di coglione.
 
Per tentare di salvare le apparenza si concesse di boccheggiare per solo dieci secondi, dopo i quali fu invasa da un incazzatura di proporzioni epiche.
 
Come aveva osato prenderla in giro?
 
“Certo. Certo. BENE! E’ OVVIO! FA’ COME TI PARE! UN ERRORE! BASTAVA DIRMI CHE NON TI ERA PIACIUTO E SARESTI STATO SINCERO ALMENO! SE NON TI INTERESSO ALLORA PERCHE’ MI HAI BACIATA? STRONZO!” gli urlò contro, mentre gli occhi si inumidivano.
 
Non piangere. Non. Osare. Piangere. Non davanti a lui. Non davanti a l…
 
“Audrey scusa, non piangere…”
 
Ma porco Salazar!
 
Ma è mai possibile che le sue doti teatrali fecero cilecca proprio nei momenti critici?
 
“VAFFANCULO SEVERUS” e con quella uscita che riassumeva tutta la sua rabbia rientrò di corsa nel castello, mentre invano tentava di asciugarsi le lacrime che scendevano copiose.
 
Albus, rimasto shoccato dalla reazione di Audrey, capì finalmente di essere un vero deficiente.
 
 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Lo so, sono imperdonabile. Ma il linciaggio è davvero una pratica caduta in disuso oramai, quindi, da bravi, mettete via i forconi…
No, a parte gli scherzi, mi scusa per questa enooorme pausa tra il sesto e il settimo ma ero in assenza di ispirazione.
 
Sorry! Baci e buonanoce!

Victorie15

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Capitolo 8
*** Effetto farfalla ***


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Capitolo 8: Effetto Farfalla
 

“Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un
uragano dall’altra parte del mondo”
-The Butterfly Effect, 2004
 

 
Viaggiare nel tempo è quanto di più rischioso e imprevedibile si possa fare.
 
Non si possono prevedere le esatte conseguenze di ogni gesto diverso, di ogni discorso, di ogni respiro.
 
Di ogni battito d’ali di una farfalla.
 
Così, quando Audrey tornò in Sala Grande piangente, raccolse le sue cose e corse fuori, non si rese conto di aver appena irrimediabilmente cambiato il destino di due persone.
 

~

 
Pansy Parkinson era definita in molti modi: la gente tendeva a giudicarla come una stupida oca senza cervello, stronza e in molti casi troia.
 
E brutta.
 
Pansy Parkinson non si curava delle offese altrui… si riteneva al di sopra degli altri, e considerava le loro offese nulle.
 
Solamente pochi eletti avevano il privilegio di conoscere la vera Pansy Parkinson.
 
Pansy era una ragazza spigliata, divertente, arguta, intelligente, simpatica e bella.
 
Badate bene, bella non figa.
 
Non era provvista di una quarta né di un sedere sodo.
 
Aveva il naso un po’ all’insù, per il quale le avevano attribuito il soprannome Pansy – carlino – Parkinson.
 
Il suo seno si limitava ad una seconda abbondante e aveva il sedere piatto. Il suo unico pregio – a suo dire – erano le gambe, miracolosamente senza cellulite e lunghe.
 
Durante gli anni aveva lasciato crescere i capelli, e ora al posto del caschetto corvino aveva una chioma castana un po’ mossa lunga fino alle spalle.
 
Gli occhi, verde muschio, erano sempre brillanti e la facevano spiccare tra la folla. Aveva fascino. E lo usava spesso.
 
Aveva poi imparato che essere considerata oca portava un mucchio di vantaggi: i professori le facevano passare i brutti voti e così non doveva studiare e i ragazzi le ronzavano attorno, perché si sa, a molti piacciono le oche giulive. A lei bastava che i suoi amici sapessero che non era un involucro vuoto e andava tutto bene.
 
Era anche definita la puttanella di Malfoy.
 
Cazzatona.
 
Non era mai andata a letto con Draco, c’era stato qualche bacio al quarto anno dopo il Ballo del Ceppo e basta. Draco però l’aveva pregata di non smentire le voci che lui stesso faceva mettere in giro per scoparsi chi voleva senza obblighi di nessun genere.
 
Peccato che questa cosa la sapessero solo Daphne e Blaise.
 
Nott, no.
 
Theo, per il quale aveva una cotta colossale dal terzo anno, non l’aveva mai calcolata.  E, semmai lo avesse fatto, non le avrebbe detto niente per rispetto nei confronti di Malfoy.
 
Quindi era irrimediabilmente fottuta.
 
Certo, avrebbe potuto fregarsene di Draco, ma c’erano vari motivi che non glielo facevano fare:
 
punto primo: Draco era una grande, grandissima – enorme – testa di cazzo, ma lei gli voleva bene, erano amici d’infanzia, e checché ne dicessero i Grifondoro l’amicizia e la lealtà esistevano anche tra le serpi, non osteggiate certo, ma esistevano.
 
Punto secondo: niente le assicurava di interessare a Nott, così oltre a perdere l’amicizia di Draco non aveva neanche la certezza di conquistare il cuore del bel tenebroso – alias Theodore Nott.
 
Punto terzo: essere la puttanella di Malfoy faceva morire d’invidia tutte quelle che le davano della poco di buono.
 
Quindi era irrimediabilmente fottuta.
 
Ma quando Audrey Valent, la sua nuova compagna di Casa, era rientrata in Sala Grande piangente e ne era riuscita di corsa Pansy aveva sentito un moto di affetto per quella ragazza bellissima e perfetta, ma in realtà fragile come una qualunque quindicenne.
 
In quel momento Pansy Parkinson aveva deciso di fare qualcosa di buono per un’altra persona. Così, inspiegabilmente, aveva tolto la sua maschera da stronza/oca/troia Serpeverde e aveva fatto come una adolescente normale: era andata a consolare l’amica piangente e a prendere a parolacce il cretino che l’aveva fatta piangere.
 
Era rimasta una buona mezz’ora a farla calmare, durante la quale Audrey le aveva raccontato tutto su quella testa di …rapanello di Albus.
 
Secondo Pansy, ma evitò di dirglielo, Albus aveva una strizza assurda di essere scaricato, e come ogni buon maschio pensante si era parato il culo mollandola prima e evitando di fare la figura dell’idiota.
 
Sì, Pansy Parkinson non aveva grande stima del genere maschile.
 
Quando finalmente Audrey si era ripresa le lezioni erano già cominciate, così erano andate in giardino, dove Pansy si era fumata una meritatissima Marlboro rossa, e anche Audrey, stressata, aveva ceduto alla via della perdizione e tossendo disperatamente l’aveva fumata tutta.
 
Nel frattempo durante la lezione di Pozioni Tracey Davis, in mancanza della sua compagna di banco, era stata assegnata a Theodore, che avendo litigato con Malfoy lo aveva lasciato in balia di una Millicent perdutamente innamorata.
 
La pozione assegnata era lo stadio precedente dell’Amorentia, un Filtro d’amore che non sprigionava gli odori amati, ma gli odori attraenti.
 
Theodore Nott aveva sentito il caratteristico odore di vaniglia che i capelli biondo scuro di Tracey emanavano, mentre quest’ultima aveva sentito il profumo della colonia di Theodore.
 
Tracey Davis era sfacciata. Aggiungiamoci gli aromi conturbanti di un filtro d’amore e la vista di un sexyssimo ragazzo moro muscoloso, con la fronte iperlata di sudore dovuto ai vapori e avremo una ragazza arrapata senza freni inibitori pronta a saltare addosso al ragazzo in questione, che stava esercitando tutto il suo autocontrollo per non fare lo stesso.
 
A lui piacevano le ragazze con i capelli castani.
 
Se Pansy Parkinson avesse partecipato a quell’ora di lezione Draco avrebbe implorato Tracey di stare con lui, per le sue doti nella materia, e sia Pansy che Theodore si sarebbero guardati, inorridendo al pensiero di capitare con Millicent, e si sarebbero messi insieme.
 
Perché però Draco non aveva chiesto di stare con Tracey anche nel primo caso?
 
Perché Nott, intuendo le sue intenzioni, lo aveva preceduto.
 
Ma Nott sotto sotto era attratto da Pansy, e, nel caso in cui la ragazza fosse venuta, inconsapevolmente – o forse no – avrebbe aspettato per poter stare con lei senza doversi sbilanciare o fare ingelosire Draco.
 
E sarebbe stato Theodore a saltare addosso a lei. Non si sarebbe controllato.
 
Ma Pansy Parkinson aveva consolato Audrey Valent.
 
Le due ragazze alla seconda ora si presentarono davanti all’aula di Incantesimi, e quando i Serpeverde arrivarono scoprirono che anche Albus si era balzato la prima. Audrey sperò con tutta sé stessa che Albus decidesse di non venire alla seconda, ma purtroppo se lo ritrovò davanti, rosso d’imbarazzo, e quando cercò di rivolgerle la parola lei si allontanò e cominciò a parlare con Daphne e Blaise.
 
Non si accorse di Tracey Davis e Theodore Nott che stavano avvinghiati contro il muro e si mangiavano la faccia a vicenda.
 
Non si accorse dello sguardo assassino che Pansy lanciò ai due, né dello stesso sguardo che poi si velò di lacrime.
 
Pansy alla vista dei due aveva sentito un dolore sordo al petto e le si era mozzato il respiro.
 
Si era sentita tradita. Ok, la sua migliore amica era Daphne, non Tracey, ma comunque erano cinque anni che si conoscevano, a tra alti e bassi Pansy credeva di essere sua amica. Tracey, come Millicent e Daphne, sapeva della cotta per Theo.
 
E adesso… questo?
 
Che stronza.
 
E lui? Certo che bisogna essere proprio tonti per non accorgersi delle avance neanche celate di una ragazza!
 
O forse, Pansy, lui se n’è accorto. Forse… non gli interessi.
 
Pansy mise a tacere quell’orribile vocetta supponente, leggermente simile a quella della Granger, e si allontanò velocemente, fregandosene della lezione.
 
Avrebbero tolto dei punti a Serpeverde, ma che importava?
 
Corse nell’unico luogo in cui era sicura di poter stare da sola: la biblioteca.
 
Un qualsiasi bagno era fuori discussione, le ragazze non fanno altro che chiedere di andarci durante le lezioni!
 
La Guferia puzzava ed era lurida, la Torre di Astronomia  occupata dalla lezione teorica e in Sala Comune sarebbe stata raggiunta da quella stronza di Tracey a fine lezione.
 
Se c’era un posto dove i Serpeverde non avrebbero mai messo piede, quella era la biblioteca.
 
Evitò per un pelo Madama Pince e si rifugiò nella sezione delle Creature Magiche, la più lontana dalla bibliotecaria.
 
Le venne in mente che non era riuscita a finire il disegno sull’Asticello durante la lezione così per non scoppiare irrimediabilmente a piangere – era riuscita a trattenersi fino a quel momento – si concentrò sul disegno, e dopo venti minuti si rese conto di aver creato un vero capolavoro.
 
A saper canalizzare la rabbia…
 
In quel momento però, si rese conto di essere sola, in biblioteca, senza uno straccio di ragazzo e circondata da stronzissime false.
 
Fanculo tutti!
 
Si dovette trattenere per non scaraventare i libri contro il muro e si accovacciò sotto la finestra.
 
Non riuscì a trattenere le lacrime di frustrazione, e mettendosi il capo in mezzo alle ginocchia strette contro il petto e cominciò a singhiozzare sommessamente.
 
Non tenette il conto del tempo passato tra quegli scaffali a auto commiserarsi, ma ad un certo punto, quando una nuova crisi di pianto l’aveva assalita, davanti a lei si era parato un ragazzo.
 
“Oh… emm, scusami non vol- …Parkinson?!” disse il ragazzo, mentre Pansy alzava la testa e le mani scattavano ad asciugarsi alla bell’e meglio le lacrime, che ancora scendeva calde e senza freno sulle guance.
 
“Po-potter… che ci fai qui?” chiese stupidamente, alzandosi.
 
Harry, evidentemente a disagio, si dondolò leggermente sui piedi.
 
“Devo finire il disegno dell’Asticello”
 
“…Ah”
 
“Perché piangevi? Insomma, so che non sono affari miei, ma..”
 
“Infatti Potter, non lo sono. Sarai contento, immagino. Potrai dire ai tuoi amichetti che hai visto Pansy – Carlino – Parkinson a piangere come una moccio setta” gli rispose, gelida, mentre raccoglieva la sua roba.
 
Lo sguardo di Harry s’indurì, e le rispose con un tono piuttosto rancoroso.
 
“Non era mia intenzione, Parkinson. Non sono come voi serpi”
 
“Oh Potter, ora non metterti a farmi la morale, ci manchi solo tu”
 
“come se fosse colpa mia se tu piangevi…”
 
“Potter! Non è mai successo! Tu non dirai mai quello che hai visto, altrimenti…”
 
“Altrimenti cosa?” le chiese lui straffottente.
 
La ragazza boccheggiò alla ricerca di una risposta, poi replicò in tono di sfida.
 
“non ti crederebbe nessuno”
 
“Scommettiamo?”
 
“Va bene, Potter. Cosa vuoi?”
 
“Un bacio” le disse, con un sorrisetto ironico.
 
Pansy sospirò e rassegnata prese Potter per la cravatta e lo baciò.
 
Inaspettatamente si ritrovò avvinghiata a lui, dopo che entrambi aveva dischiuso le labbra, passando ad un bacio profondo.
 
Dopo un minuto circa Pansy si staccò ansimante.
 
“Soddisfatto?” gli chiese, irritata e un po’ stupita dalla reazione del suo corpo.
 
Aveva infatti un gran caldo e una sensazione familiare le aveva preso lo stomaco.
 
Potter, se possibile, ghignò perfidamente.
 
Ora, vedere San Potter ghignare come i Serpeverde è come vedere la neve a Los Angeles.
 
Innaturale.
 
“Sei molto gentile Parkinson, ma io non ho detto chi avresti dovuto baciare…”
 
Altro che Grifondoro, questo è un Serpeverde nato.
 
“bastardo” sibilò lei, arrossendo alla figura di merda.
 
“Oh sì… devi baciare Nott”
 
“NO!” urlò inconsapevolmente lei.
 
Harry inarcò un sopracciglio.
 
“Perché no?”
 
“non sono affari tuoi!”
 
“ok Parkinson, come vuoi. Ma dovrai baciarlo lo stesso” le disse, maligno.
 
Lei sbarrò gli occhi, e scuotendo la testa lo pregò.
 
“NO, per favore, Nott no, chiunque, ma Nott no…”
 
“ok, allora Neville”
 
“Paciock? Ok va bene..”


“non così in fretta! Lo farai in Sala Grande, durante la cena”
 
“sei un vero stronzo sadico”
 
“dopo tutti questi anni, ho imparato dalla migliore”
 
Pansy dovette sforzarsi al massimo per non sorridere. Poi le venne in mente un’idea geniale.
 
“facciamo così: se ti do’ il mio disegno dell’Asticello, siamo pari e non devo baciare nessuno”
 
“un disegno?”
 
“ah, Potty, è un vero capolavoro. È da E!” e così dicendo tirò fuori la sua opera d’arte.
 
Il moro la fissò per un po’, poi con un cenno d’assenso s’intascò il disegno.
 
“D’accordo Parkinson”
 
“Ciao Sfregiato”
 
“Caio Carlino”
 
Pansy gli fece una smorfia, e nell’andarsene si premurò di dargli una spallata piuttosto forte, che però non fece né caldo né freddo a Harry, che grazie al Quidditch sfoggiava dei muscoli degni di nota.
 
Quando uscì dalla biblioteca si ricordò di Tracey e Theodore, e la tristezza la invase di nuovo.
 
Strano, come Potter le avesse fatto dimenticare Tracey e Theo.
 
Avrebbe dovuto ringraziarlo.
 
Lo avrebbe fatto, se lei non fosse stata Pansy Parkinson e lui Harry Potter.
 

~
 

Scorpius, se possibile, era più depresso di Audrey e Pansy messe insieme.
 
Stare in mezzo a tutto quel buonismo dei Grifondoro lo stava stordendo, Rose continuava a rivolgergli sguardi raggelanti, non parlava seriamente con Al da tre giorni e non poteva giocare a Quidditch.
 
Scorpius, che nel futuro giocava come Cacciatore dei Serpeverde, adorava il Quidditch. Volare lo rilassava incredibilmente, e in quel momento ne aveva decisamente bisogno.
 
Ma non aveva uno straccio di scopa. La sua Nimbus 3000 era rimasta nel futuro, e non essendo amico di nessuno non poteva farsene prestare una.
 
Insomma, in crisi d’astinenza da Quidditch, non si accorse di sua cugina che rientrava in Sala Grande piangente.
 
Audrey e Scorpius avevano un rapporto diverso da Albus e Rose.
 
Loro, a differenza di questi ultimi, non stavano appiccicati come cozze, ma comunque in caso di bisogno c’erano l’uno per l’altro.
 
Rose dal canto suo invece era impegnata in una accesa discussione con Dean Thomas su quale fosse la squadra migliore di calcio, e si era completamente dimenticata di vedere che fine avesse fatto la sua migliore amica.
 
Così i due ragazzi trascorsero la mattinata tranquillamente.
 
Piano piano il loro rapporto andava distendendosi e non si insultavano più ogni minuto. Più che altro erano nella fase di odio cordiale.
 
Scorpius comunque, dalle reazioni del suo amico in basso quando vedeva Rose, aveva capito di cominciare a provare una seria attrazione sessuale per la ragazza, che dal canto suo invece gli era indifferente.
 
A fine giornata Rose e Scorpius, non avendo ricevuto notizie da Al e Audrey, decisero di scendere nei sotterranei.
 
Scorpius la guidò per i corridoi, quando finalmente raggiunsero l’entrata.
 
Prima che potessero però pensare a come entrare ne uscì Audrey, incazzata come una belva, seguita da Albus, con uno sguardo determinato.
“AUDREY! Audrey aspetta! Quello che ho detto oggi, io pensavo che…”
 
“Pensavi? Ma davvero? E da quando?”
 
“non sei spiritosa, io sto cercando di…”
 
“NON INTENDEVO ESSERLO! Al, basta, io non ti piaccio, mi hai umiliata, ti sei divertito. Adesso finiscila di tentare di chiedermi scusa. Non ho niente da dirti”
 
“Audrey ma tu mi piaci! Pensavo che fossi tu quella contraria!”
 
“Che mucchio di boiate! Valle a raccontare a qualcun altro, con me non attaccano!”
 
“non sono boiate!”
 
Audrey, che stava per ribattere, si fermò quando si accorse della presenza dei due.
 
“Che ci fate qua?” chiese loro, riversando tutta la rabbia in quelle quattro parole e rendendola leggermente inquietante.
 
“Tu che dici? Siete spariti per tutto il giorno, eravamo venuti a vedere che fine avevate fatto!” disse Rose, per nulla intimidita dallo sguardo assassino della sua migliore amica.
 
“Beh, siamo qui. Ora, se non vi dispiace, io me ne vado”
 
In quel momento comparirono Pansy e Draco, che impegnati in un’accesa discussione non si accorsero dei quattro.
 
“Panny è un idiota lo sai, lascialo perdere!”
 
“con Tracey! Ti rendi conto? Che puttana schifosa, la odio… quella troietta voltagabbana traditrice…”
 
Pansy Parkinson quando si arrabbiava ci andava giù pesante.
 
“Andiamo, non starci male, dai! Ne puoi avere cento, e pure migliori”
 
“Migliori? Migliori? No, dico, l’hai visto Nott? Sembra un dio Greco!”
“vabbè, adesso non esagerare, non è così…”
 
“lo è, lo è. Comunque, io non gli piaccio, è ovvio!”
 
“Pans, secondo me gli piaci eccome… ma è un maschio, ha quindici anni, gli ormoni impazziti, e crede che noi due stiamo insieme, quindi è giustificabile!”
 
“giustificabile? Quel porco schifoso..”


“Ehmm Ehmm” fece Rose, resa acida dalla reazione scostante di Audrey.
 
Immediatamente le teste dei due serpe verde scattarono e i ragazzi poterono notare gli occhi gonfi e rossi della Parkinson.
 
“Pan.. che hai?” le chiese Audrey, che aveva scoperto nella ragazza una vera amica.
 
“Ne parliamo dopo ok?”
 
Audrey annuì, e Draco storse il naso.
 
“Come mai quest’invasione di Grifondoro?”
 
Scorpius, punto sul vivo, s’indignò, ma per evitare risse decise di starsi zitto.
 
“Se ne stavano andando, vero?” disse gelida Audrey, ancora frustrata con Al.
 
“Ma che gentile, cuginetta” disse Scorpius sarcastico e offeso.
 
“cuginetta? Siete parenti?” chiese sospettoso Draco.
 
Audrey borbottò un “purtroppo” che fece male a Scorpius.
 
“Si può sapere che cazzo ti ho fatto?”
 
“semplice! Sei suo amico!” rispose Audrey, fissando Albus disgustata.
 
“Scorp andiamocene, deve avere le sue cose” disse malefica Rose, guardandola male.
 
“FANCULO!” urlò Audrey, dopodiché corse di nuovo verso il dormitorio, premurandosi di pestare il piede ad Albus.
 
Pansy e Draco senza degnarli di uno sguardo ripresero a parlottare riguardo a Nott e seguirono la Zabini dentro la Sala Comune.
 
“Si può sapere che è successo? Ieri sera vi mangiavate la faccia, e ora questo!”
 
“le ho detto che era meglio restare amici… ma l’ho fatto solo perché pensavo di non piacerle e non volevo rovinare la nostra amicizia! A me Audrey piace!”
 
“Potter! Sei un cretino! ma non sai niente di psicologia femminile? Fanno le scostanti, ma se le rifiuti ti porteranno rancore a vita!” gli disse Scorpius, dandogli una pacca consolatoria sulla spalla.
 
“Già, beh.. ho fatto un casino. Buona notte, ragazzi”
 
“ciao” fece Rose, scoccandogli un bacio sulla guancia.
 
Nel frattempo Audrey, incazzata con il mondo, si era rifugiata nella camera e con un “Colloportus” si era chiusa dentro.
 
Doveva stare da sola.
 
Vieni da me…
 
Audrey si guardò intorno, spaesata. Chi diavolo aveva parlato?
 
Io non sono come loro… loro non ti capiscono, non ti amano a dovere…
 
Audrey sbarrò gli occhi e si fece prendere dal panico.
 
“Homenum revelio!”
 
Ma non successe nulla.
 
Vieni da me…
 
I capelli le si rizzarono, mentre la consapevolezza che la voce provenisse dal suo baule la invase.
 
Gli si avvicinò cauta, finchè, dopo aver scavato in profondità, le sue dita toccarono del metallo caldo.
 
Estraendo il diadema di Priscilla Corvonero un brivido le salì involontariamente, e fu invasa da terrore puro.
 
Loro non capiscono…
 
“Già” si ritrovò a dire, senza pensarci.
 
Io sì… io posso capirti, Audrey…
 
E un inconsapevole sorriso malato spuntò sulle labbra della ragazza.
 
Lui poteva capirla.
 
° - ° - ° - ° - ° Parliamone ° - ° - ° - ° - °
 
Buonasera carissimi! Alloooora vi piace l’effetto farfalla?
Sinceramente adoro le Harry/Pansy, però anche le Harry/Ginny, quindi chissà…
E Audrey? Macabra la cosa dell’Horcrux?
ma si sa, Tom Riddle può essere veramente persuasivo…
Fatemi sapere che ne pensate!
Un bacione a tutti!

Victorie15

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Capitolo 9
*** Crescere fa schifo ***


Back to the future
 
- L’Ordine della Fenice -

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Capitolo 9: Crescere fa schifo
 
Venerdì fortunatamente arrivò senza che se ne accorgessero, e finalmente poterono confrontarsi tra di loro per pensare a come distruggere gli Horcrux.
 
O meglio, lo avrebbero fatto, se Audrey si fosse degnata di rivolgere loro la parola.
 
“Quello che non capisco” disse Scorpius, a lezioni finite, nella stanza delle Necessità, rivolgendosi ad Albus e Rose “è perché ce l’abbia anche con me e Rose… insomma, sei tu che non te la vuoi scopare, mica noi!”
 
Prima che Al potesse ribattere Rose diede manforte al biondino.
 
“Per una volta Al, sono d’accordo con Malfoy. Cosa centriamo noi!?” esclamò infervorata, tormentandosi i riccioli rossi.
 
“Non è colpa mia!”si difese debolmente il moro.
 
Scorpius inarcò un sopracciglio, mentre Rose tossicchiò sarcasticamente.
 
“Ok, va bene! Ma poteva evitare di fare tante storie e stare a sentirmi! A me lei piace!” esclamò rassegnato.
 
“e tu a lei lo devi dire, non a noi” gli disse Rose, addolcendo un po’ il tono, mentre Scorpius annuiva rapito dietro di lei.
 
“non vuole ascoltarmi…” borbottò Albus sconsolato, accasciandosi sulla poltroncina.
 
“E tu obbligala a farlo! Che ne so… legala! Insomma, se o non sei figlio dell’assassino di Voldemort? Muovi il culo!”
 
“Malfoy! Ci manchi solo tu a sparar cagate, per favore!” gli rispose Rose, lanciandogli un’occhiataccia raggelante.
 
Il biondo alzò le mani in segno di innocenza.
 
“scusa, scusa!”
 
Al intanto versava in uno stato pietoso sulla poltroncina e aveva smesso di ascoltarli.
 
“Dobbiamo parlare con Audrey” disse Rose, lapidaria.
 
Era ora di farla finita, lei e Audrey non avevano mai litigato per più di due ore e invece erano due giorni che non si parlavano.
 
Al esalò un gemito disperato e Scorpius sbuffò.
 
“maschi” borbottò Rose, premurandosi di non farsi sentire, e riuscendoci.
 
Audrey, invece, dopo aver parlato con Lui aveva rimesso il diadema al suo posto e si era addormentata.
 
Aveva fatto un sogno orrendo, in cui la sua pelle diventava bianca, le cadevano i capelli e mentre si guardava allo specchio gli occhi le diventavano rossi.
 
Si era svegliata sconvolta all’alba – come al solito – e non era riuscita a riaddormentarsi.
 
Non che ne avesse voglia in realtà, la paura di rivivere quel sogno la invadeva, e si sentiva chiusa in trappola.
 
Fu presa da un attacco di panico, di asma e isterico nello stesso tempo e ci mancò poco che collassasse sullo stipite della porta.
 
Quando, vari tranquillanti magici e respiri profondi dopo,riuscì a riprendere il controllo di sé stessa era sfinita e si fiondò a fare una doccia.
 
Il suo bisogno di calma l’aveva spinta a restare sotto l’acqua calda molto più del solito, e le sue compagne di stanza erano già scese.
 
Pansy aveva tentato di farla muovere ma la ragazza, distrutta, le aveva detto di non preoccuparsi e l’aveva mandata via.
 
Quando, in un ritardo allucinante, era tornata in camera a recuperare la borsa e aveva fatto per uscire una strana forza non gliel’aveva permesso.
 
Aveva provato con tutte le sue forze, e dopo dieci minuti di tentativi era riuscita ad oltrepassare la barriera invisibile, ancora più sfinita di prima, e con uno strano senso di vuoto addosso.
 
Durante il giorno aveva brillato per le evidenti occhiaie violacee e per l’aspetto pallido e smunto, ma non vi aveva fatto caso: continuava a rimuginare su Lui.
 
Oh sì, perché Audrey Zabini poteva essere irritante, presuntuosa e orgogliosa, ma ingenua no.
 
E se un diadema che contiene un pezzo di anima di Voldemort comincia a parlarti sono cazzi amari.
 
Decisamente.
 
Audrey scacciò a fatica quella orrenda vocetta interiore, causa di tutti i suoi problemi, in primis tutte le seghe mentali su una possibile storia con Albus.
 
Tuttavia quando rischiò di svenire all’ultima ora della giornata decise di mettere da parte il suo orgoglio e di parlare con i suoi amici del diadema.
 
La facilità con cui la sera prima l’aveva soggiogata era inquietante, e Audrey non aveva nessuna voglia di essere posseduta da Voldemort, ci mancava solo quello.
 
Seguì a distanza di sicurezza Al, che pareva non essersi accorto di lei, nella speranza che raggiungesse gli altri.
 
Finalmente il moro raggiunse il giardino, dove all’ombra della loro quercia Rose e Scorpius stavano chiacchierando tranquilli.
 
Quando le cose tra loro aveva cominciato ad essere così complicate?
 
Crescere fa schifo.
 
In quel momento Rose scoppiò a ridere di cuore, seguita a ruota da Scorpius.
 
Quei due si erano sempre odiati, com’era possibile che ridessero insieme?
 
L’atmosfera che li circondava era distesa, erano tranquilli e rilassati.
 
Quando c’era lei si accapigliavano ogni due per tre.
 
Era colpa sua… altrimenti non si spiegava.
 
Cambiò idea poco prima di entrare nella visuale dei tre e tornò verso il castello.
 
Tuttavia, per quanto i suoi amici stessero meglio senza di lei, lei decisamente stava peggio senza di loro.
 
Sbuffò, sentendosi in trappola.
 
Cominciò ad annaspare e si sentì assalire dal panico.
 
Non riusciva più a reggersi in piedi, le tremavano le gambe, e si accasciò contro il muro,mentre sentiva le forze abbandonarla.
 
Era semplicemente fottuta.
 
“Hey… tutto bene?” le chiese una voce.
 
Con uno sforzo immenso si costrinse ad alzare lo sguardo, e si ritrovò faccia a faccia con uno schianto di ragazzo.
 
No… erano due…
 
Bene! Adesso aveva pure le allucinazioni!
 
“Fred non credo che sia in grado di risponderti…”
 
“È l’amica di Rose, no? Quindi dovremmo chiamarla.”
 
“No…” riuscì a biascicare Audrey, cercando di tenere gli occhi aperti.
 
“Portiamola in infermeria, prima. Non ha per niente una bella cera”
 
“La prendo io, George. Tu intanto va’ ad avvertire Madama Chips”
 
Audrey, in un ultimo sprazzo di lucidità, vide quel bellissimo volto avvicinarsi sempre di più, fino a che i suoi occhi azzurrissimi non furono a due centimetri dal suo viso.
 
Azzurri, non verdi.
 
Non come Albus, quello stronzo. Era riuscito persino a farle odiare il colore verde!
 
Comunque quei due pezzi di cielo, che la fissavano preoccupati, la lasciarono senza fiato.
 
E, inevitabilmente, svenne.
 
***
 
Rose, stranamente, si era ritrovata a ridere a una battuta di Malfoy.
 
Sotto la quercia, la loro quercia, quella dove si riunivano tutti e quattro, dove, sempre e comunque, ci si poteva sfogare.
 
E Rose si rese conto, ancora più stranamente, che era già da un po’ che non provava quel profondo fastidio nel vedere Malfoy, bensì una sorta di rivalità che la spingeva  a prenderlo in giro scherzosamente.
 
E infine, ma non meno importante, rimase stordita dal sorriso di Scorpius.
 
Scorpius ghignava, ridacchiava, sadicamente a volte, ma Scorpius non sorrideva!
 
Era una delle costanti di Rose Weasley: l’incapacità di Scorpius Malfoy di ridere.
 
E invece adesso era lì, seduto accanto a lei, e rideva, rideva come un matto.
 
E il suo sorriso illuminava lo spazio circostante come un piccolo sole.
 
Anche gli occhi, grigi, brillavano di una luce diversa, ma bellissima.
 
Rose fu colpita da quelle parole.
 
Malfoy era… bello?
 
Oh, sì.
 
Non diede ascolto alla voce dentro di sé, d’altronde, da persona razionale qual’era, una voce interiore non era altro che la riproduzione delle proprie volontà.
 
Quindi sì, Scorpius Malfoy era bello, ma era Scorpius Malfoy.
 
Dettaglio non trascurabile.
 
Scosse la testa, decisa, e i suoi pensieri si dedicarono a Audrey.
 
Era stata una vera stronza il giorno prima a farle quella battutina, ma in fondo aveva ragione! Perché doveva trattare così loro due quando era arrabbiata solo con Albus?
 
“Rose? Ci sei?” le disse Scorpius, agitando una mano davanti al suo viso.
 
Rose?” chiese la ragazza, scandalizzata.
 
Lui fece una faccia un po’ perplessa, dopodiché annuì con fare ovvio.
 
“Non posso di certo chiamarti Weasley, no?”
 
Bella scusa, Scorp.
 
Zitta tu.
 
Mpf!
 
Rose annuì, inspiegabilmente delusa.
 
Decise di ignorare quella sensazione e si dedicò a suo cugino, che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
 
O almeno così le parve finchè non si accorse che fissava suo zio Harry, che passeggiava con Hermione e Ron.
 
“Come vanno i rapporti con loro?”
 
“come devono andare? Non posso neanche avvicinarli. Sono una serpe, ricordi?” le disse, con un sorriso amaro.
 
E sia Rose e Scorpius pensarono al Molliccio che Al aveva affrontato al terzo anno.
 
“Al… se avessero l’occasione di conoscerti non avrebbero pregiudizi”
 
Il ragazzo annuì distrattamente, prima di alzarsi.
 
“Vado a cercare Drey, voglio risolvere una volta per tutte” e senza aspettare repliche raggiunse il castello e scomparve dalla vista dei due.
 
Scorpius si perse nella contemplazione della Weasley… era… bella?
 
Aveva due occhi azzurrissimi, i capelli rossastri molto arruffati che ricordavano la chioma di un leone, moltissime lentiggini e un corpo da favola.
 
E quella favola aveva risvegliato ancora una volta gli istinti sopiti di Scorpius.
 
Ma non era possibile! Quel ben di dio non poteva restare così, alla portata di tutti! Doveva essere sua. Non guastava poi che Rose fosse brillante, divertente e buona.
 
Prese una decisione.
 
O la va’, o la spacca, Scorpius.
 
Prese delicatamente il viso della ragazza, che in quel momento osservava il lago, e la portò a guardarlo.
 
Vide il rossore invadere le guance della ragazza e tradire il suo imbarazzo, ma non ci diede peso.
 
La fissò attentamente e Rose si sentì incatenata a quello sguardo grigio e magnetico.
 
Poi, con calma, Scorpius appoggiò le sue labbra su quelle della Weasley.
 
Non era un bacio vero, era uno sfiorarsi di labbra, mentre entrambi, ancora con gli occhi incatenati, sentivano l’eccitazione montare.
 
Scorpius poco dopo decise di giocarsi tutto e chiese l’accesso alla sua bocca e non si fece pregare.
 
Non riusciva più a ragionare, era preda dalle emozioni, mai provate in una simile intensità.
 
Le loro lingue si cercavano, d’un tratto fameliche, e Rose, pur non avendo molte esperienze in quel campo, si ritrovò a ricambiare Scorpius con una foga e una intraprendenza che non le appartenevano.
 
Quando si staccarono per respirare e si guardarono ansanti Rose si rese finalmente conto di quello che era successo.
 
Ho baciato Scorpius Malfoy.
 
Ho baciato Scorpius Malfoy, e mi è piaciuto.
 
Ho baciato Scorpius Malfoy, e vorrei rifarlo.
 
Ho baciato Scorpius Malfoy, facendo forse la più grande cazzata della mia vita.
 
… e per una volta, non mi importa niente delle conseguenze.
 
Sorrise, maliziosa, facendo rilassare Scorpius, che temeva un rifiuto “alla Potter”.
 
E poi gli buttò le braccia al collo e riprese a baciarlo.
 
Sentì Scorpius sorridere sulle sue labbra e capì cosa intendevano le sue compagne di camera.
 
Le relazioni fanno bene. Altroché se lo fanno!
 
***
 
Albus vagò un po’ per i corridoio, ma non c’era ombra di Audrey.
 
Mappa alla mano, quindi, si stupì di trovarla in infermeria, con… Fred Weasley?
 
Che ci faceva lì suo zio?
 
Corse fino all’infermeria e quando entrò trovò solo Audrey priva di sensi e Fred seduto accanto a lei che la fissava con uno sguardo da pesce lesso.
 
Ahi. Ahi, ahi, ahi…
 
“Scusa… ci conosciamo?” disse, interrompendo i pensieri del rosso.
 
Lui lo guardò, sorrise perché sapeva benissimo chi era, e si alzò, tendendogli la mano.
 
“Sono Fred Weasley, piacere. Tu sei Albus Perkins, giusto? Quello nuovo”
 
Al si limitò ad annuire, guardando preoccupato Audrey.
 
“Che cos’ha?”
 
Fred si fece pensieroso, e lanciò l’ennesimo sguardo preoccupato alla giovane Zabini.
 
“L’ho trovata semi svenuta nell’atrio, non ho idea di che cos’abbia. La lascio a te, io devo tornare in Sala Comune. Ciao”
 
“Ciao, Fred. Grazie”
 
Il gemello si limitò a fare un cenno del capo e a uscire dall’infermeria.
 
“Che mi combini, Drey?” sussurrò Albus, rivolto alla ragazza, prima di baciarla.





Che ne dite? E ricordate: il linciaggio è ancora proibito!
c'ho messo veramente tanto sta volta e non ho parlato neanche di Harry, ma sono in piena crisi scolastica ed è già tanto che sia riuscita a scrivere questo! 
bacioni e grazie a tutti :)

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Capitolo 10
*** Nessuno la fa ad Albus Percival Wulfric Brian Silente ***


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- L’Ordine della Fenice -

 
Capitolo 10: Nessuno la fa ad Albus Percival Wulfric Brian Silente.
 
 

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“Pansy! Dove sei stata fin’ora? Ti ho cercato dappertutto, dobbiamo fare quello stupido tema di Aritmanzia” disse Daphne, dirigendosi a passo di marcia verso la sua amica appena rientrata nella Sala Comune.
 
Pansy sorrise, sarcastica “scusa, mammina. La prossima volta ti scriverò un programmino”
 
“Smettila di fare la scema” la redarguì Daphne, alzando gli occhi al cielo “non ho intenzione di farti copiare anche questa settimana”
 
La mora sgranò gli occhi, scandalizzata “Ma che diavolo stai dicendo?! Sei tu quella che copia sempre!”
 
“Davvero?” chiese Daphne, pensierosa “Adesso che me l’hai ricordato in effetti è vero… vabbè, vorrà dire che allora copierò anche ‘sta volta”
 
Pansy scoppiò a ridere, sedendosi su una poltroncina e appellando i libri “Sei pazza”
 
Daphne sorrise, sedendole accanto “solo un pochino, ma è per questo che mi adori!”
 
“Come no” sussurrò Pansy, alzando lo sguardo con il sorriso sulle labbra e pentendosene subito. Theodore e Tracey si stavano allegramente mangiando la faccia a vicenda in un angolo in ombra della Sala.
 
Quando anche Daphne, intenta ad aprire i libri, alzò lo sguardo il sorriso le scomparve dal volto.
 
“Pans…” cominciò, cauta.
 
“Allora, Daphne” la interruppe Pansy, fingendosi noncurante e evitando in tutti modi di guardare nella loro direzione “a che capitolo siamo arrivate?”
 
“Pansy…” la ignorò lei, toccandole il braccio.
 
La ragazza si scostò, come scottata, e le lanciò uno sguardo d’ammonimento.
 
“Daphne.”
 
La bionda la fisso per qualche attimo sotto il suo sguardo serio, dopodiché decise di non forzarla.
 
“5… capitolo 5, pagina 48”
 
“Perfetto” disse Pansy, passandosi stancamente una mano tra i capelli. In un ennesimo slancio di masochismo riportò lo sguardo sui due, ancora impegnati nello scambiarsi opinioni.
 
Si mise alacremente al lavoro, distogliendo a forza l’attenzione dalla coppietta felice, e fece il miglior tema di Aritmanzia della sua carriera scolastica.
 
Come al solito canalizzare la rabbia dava i suoi frutti, che, benché fossero amari, le risollevavano un minimo il morale, ormai completamente a terra.
 
Quando, verso le undici, decise di andare a dormire, Tracey e Theo erano ancora appiccicati a chiacchierare; si sforzò di non guardare verso di loro, con il risultato di andare a sbattere contro un tavolino.
 
Immediatamente tutti gli sguardi furono su di lei, compresi quelli dei due piccioncini. Pansy, da donna forte quale si considerava, avrebbe voluto far finta di niente ed eclissarsi nei Dormitori.
 
Purtroppo il suo sguardo incontrò quello di Theo, da quale non riuscì a staccarsi.
 
Quegli occhi, verde scuro, l’avevano sempre ammaliata per la loro insondabilità e ancora un volta la lasciarono senza fiato; le sembrò che fosse passata un’eternità prima di riuscire a riscuotersi da quell’incantesimo, grazie anche all’intervento di Daphne, che, lungimirante, si era accorta dello scambio di sguardi.
 
Tuttavia non fu la sola e infatti, prima di salire una volta per tutte, Pansy poté notare lo sguardo di fuoco di Tracey, abbracciata possessivamente a Theo, il quale sembrava non aver fatto caso allo stato d’animo di Pansy e si era già concentrato su altro.
 
Solo quando entrò in camera Pansy si rese conto di essere sola; Daphne doveva essere rimasta in compagnia di Blaise in Sala Comune, Tracey, purtroppo, si sapeva dov’era, Millicent probabilmente era rinchiusa nelle cucine a strafogarsi e Audrey…
 
Ma dov’era Audrey?
 
In effetti era dalla mattina che non la vedeva e aveva notato la sua faccia stravolta.
 
Era il caso di mettersi a cercarla?
 
No, rifletté Pansy, non era in grado di sopportare ancora la vista di Tracey e Theodore, per quel giorno aveva fatto decisamente il pieno.
 
Si buttò a peso morto sul letto, insoddisfatta. Non si curò neanche di togliere la divisa e chiuse gli occhi.
 
Ben presto però una strana sensazione s’impadronì di lei: si sentiva osservata.
 
Scattò in piedi, improvvisamente e inspiegabilmente terrorizzata.
 
Si sentiva oppressa, stranamente la camera le sembrava più piccola del solito.
 
Troppo, per una che soffre di claustrofobia.
 
“Ok” pensò, tentando di restare lucida, mentre le pareti si facevano sempre più vicine “non farti prendere dal panico… dev’essere un trucco, sicuramente. Tranquilla”
 
Poi, come se i suoi pensieri si fossero avverati, le pareti tornarono immediatamente al loro posto.
 
Si portò una mano alla fronte, tentando di calmarsi.
 
“Sto impazzendo…” sussurrò a sé stessa, ributtandosi a peso morto sul letto.
 
No, non stai impazzendo.
 
Pansy cacciò un urlo, saltando come un gatto. Si guardò intorno, tenendo con mano tremante la bacchetta.
 
Ispezionò tutta la stanza, guardò sotto i letti, in bagno, dietro le tende, ma era sola, completamente sola.
 
Cominciava a prendere in seria considerazione l’idea di tornare giù e aspettare che salissero le altre.
 
D’altronde il coraggio non alberga nei cuori dei Serpeverde, lo sanno tutti.
 
Poi in effetti sono sempre quelli che si salvano la pelle nelle situazioni critiche, quindi ha i suoi lati positivi essere vigliacchi fin nel midollo.
 
Non devi avere paura di me…
 
Per poco Pansy non urlò di nuovo, ma non poté evitare di sobbalzare un’altra volta.
 
“Chi sei!? Cosa vuoi da me!?” fece, con voce involontariamente tremante, stringendo convulsamente la bacchetta e sudando freddo.
 
Sono tuo amico… ti puoi fidare di me… non come Tracey, io sono un amico sincero. Non tradirei mai, mai, la tua fiducia… sono tuo amico…
 
La voce, sibilante e profonda, si fece strada nel cuore della ragazza, che, senza realizzare cosa stesse facendo, incominciò a frugare nel baule di Audrey, impaziente.
 
Quando finalmente toccò il diadema, solo in parte consapevole di star facendo qualcosa di decisamente stupido, sul suo viso comparve un sorriso malato.
 
Non pensare a quella poco di buono e a quel bastardo… loro sono inferiori a te, non dovresti neanche rivolgere loro la parola…
 
Pansy annuì, totalmente rapita dalle parole del gioiello perché, oh sì, ne era sicura ormai, la voce proveniva da lì.
 
Lo strinse più forte, prima che questo cominciasse a scottare troppo per poterlo tenere in mano.
 
Rimase a conversare con il diadema per quasi un’ora, rivelando tutti i suoi dubbi e le sue paure, oltre al suo dolore per la storia di Theodore.
 
Il diadema ascoltava, assimilava, rispondeva e confortava la ragazza con trasporto. Pansy si sentì capita, compresa per la prima volta nella sua vita.
 
E chissene importava se stava parlando con un diadema, seduta per terra.
 
D’altronde non poteva essere pericoloso, si disse, quando, nel suo letto, ripensò alla serata; in fondo era nel baule di Audrey… che tra parentesi non era tornata a dormire. Ma in che guaio si era cacciata?
 
Pansy chiuse gli occhi, con il sottofondo dei respiri di Tracey, Daphne e Millicent, e tentò di addormentarsi.
 
Ripensò a tutto ciò che il diadema le aveva detto.
 
No, una cosa in grado di comprenderla così bene non poteva essere malvagia.
 
***
 
George sbuffò, lanciando un’occhiata frustata all’indirizzo del gemello. Era tutto il giorno che sembrava essere su un altro pianeta: non prestava attenzione alle sue battute, non era entusiasta all’idea di fare uno scherzo ai Serpeverde e non finiva le sue frasi.
 
In realtà era quello che lo aveva sconvolto più di ogni altra cosa. Lui e Fred erano sempre d’accordo alla fine, la pensavano più o meno allo stesso modo… ed era divertente la faccia dei propri interlocutori che impazzivano.
 
E adesso, ormai sera, dovevano testare i prodotti sui nanerottoli del primo anno, ma Fred sembrava da un’altra parte. Fissava il vuoto, completamente sordo ai suoi richiami.
 
“Ma che diavolo gli prende?” chiese Lee, non preoccupandosi di abbassare la voce visto che Fred era praticamente assente.
 
“Non ne ho idea, è tutto il giorno che è così, non so che fare” gli rispose George, lanciando un’altra occhiata preoccupata al fratello.
 
“Sarà innamorato” buttò lì Ginny, che essendo poco lontano aveva sentito.
 
A George la rivelazione si presentò immediata davanti agli occhi e, nello stesso momento in cui Lee affermava che era sicuramente impossibile, non potè fare a meno di alzarsi e abbracciarla.
 
“Gin, sei un genio!” le disse, facendola roteare.
 
Ginny sorrise, esasperata, e scosse la testa.
 
“E di chi? Chi sarebbe così pazza da stare con uno di voi? Già è stato strano con Angelina…”
 
George scosse la testa, scacciando via i brutti pensieri.
 
“Angie non c’entra, tra loro è finita l’anno scorso…” disse, prima di mettere giù la sorella.
 
Ginny annuì, partecipe “perché?”
 
George mugugnò “troppo esibizionista per lui”
 
“allora sareste perfetti insieme, no?”
 
“io sono esibizionista!” esclamò lui, punto sul vivo.
 
“…Ma non ti darebbe fastidio stare con lei, a quanto vedo.”
 
George non arrossì solo perché era George Weasley “Sorellina” disse, tranquillo “ da quando pensi ai ragazzi? Ho sentito di un certo Michael Corner…”
 
“Ok, capito l’antifona. Sparisci!”
 
George rise, prima di tornare al problema Fred, che Lee tentava inutilmente di risvegliare.
 
“Emh… Lee” cominciò titubante George, pensando ad un modo carino per mandarlo via. Non avevano mai avuto segreti tra di loro, ma Rose li aveva fatti giurare di non raccontare a nessuno la faccenda del viaggio nel tempo e non era il caso di tradire la sua fiducia “scusa amico, ma devo chiedere una cosa a Fred e… centra nostro fratello Charlie, c’ha detto di non dire niente a nessuno, ti dispiacerebbe…”
 
“oh… oh! Ma certo, ci vediamo dopo!” esclamò Lee, comprendendo le intenzioni di George. Lo salutò tranquillo e si avvicinò ad Alicia e Angelina, intromettendosi nei loro discorsi.
 
“George? Che vuole Charlie?” chiese Fred, guardando interrogativamente il fratello.
 
George lo fissò, lo sguardo improvvisamente serio. “Dobbiamo parlare. Di Rose”
 
Fred corrugò la fronte, stranito dal comportamento del gemello “..o-ok”
 
George si chinò sulla poltrona, fino a raggiungere l’orecchio di Fred “Dimmi, Freddiepipinatitibello, non ti sarai mica preso una cotta per la piccola Zabini, vero?”
 
Fred fece una smorfia disgustata nel sentire il nuovo soprannome affibiatogli, dopodiché sbiancò, deglutendo imbarazzato.
 
“Georginofuffolino, ma che dici?”
 
“Dico, dico” borbottò George, sedendosi nel divano accanto al suo “di norma, Fred, ti direi ‘Vai bel maschione, e fatti onore!’ ma in questo caso, per Merlino e Morgana, non va bene!”
 
“E perché no!? Io sono morto nel suo futuro!”
 
“Non dirlo neanche per scherzo” sibilò George, improvvisamente incazzato nero “Rose ha detto che ti salverà, quindi non vedo quale sia il problema!”
 
“Il problema, Georgie” sussurrò Fred, rabbuiandosi “è che ogni morte è come un debito… e salvando me, Rose condannerà qualcun altro a morire”
 
“Dove l’hai letta questa?”
 
“Se ti avessero detto che saresti morto non saresti andato a documentarti? Ho chiesto in prestito a Harry il mantello dell’Invisibilità e sono andato nel reparto proibito.”
 
George aveva la bocca spalancata e fissava allibito il suo gemello, che aveva chiuso gli occhi abbattuto.
 
“Ma potrebbe non essere uno di noi… potrebbe essere un Mangiamorte…” tentò George, cautamente.
 
Fred aprì gli occhi e scosse la testa “la persona più vicina in linea d’aria alla persona salvata è condannata a morire nel giro di cinque minuti”
 
“Cazzo. Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, CAZZO!” urlò George, balzando in piedi e facendo voltare verso di lui tutta la Sala Comune. Hermione in particolare gli rivolse uno sguardo di profondo rimprovero, ma George, troppo sconvolto, non se ne accorse neanche.
 
Si guardò intorno alla ricerca di Rose, o di Malfoy Junior magari, ma non ve n’era traccia.
 
Praticamente si buttò a pesce su Harry, che scriveva tranquillo vicino al fuoco.
 
“George? Ma cosa…?”
 
“Harry” lo interruppe George, concitato “mi serve la mappa del Malandrino!”
 
Harry lo guardò un po’ stranito, gli fece un cenno d’assenso e sparì per i dormitori. Dopo circa due minuti tornò con la familiare pergamena tra le mani, che George agguantò dopo un frettoloso ringraziamento, e tornò verso Fred, che dal canto suo non si era mosso di un millimetro e fissava il fuoco con sguardo vacuo.
 
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”  sussurrò, aprendo poi la mappa e cercando velocemente Rose.
 
La trovò poco dopo in un aula del quarto piano insieme a Scorpius Malfoy.
 
Si girò verso Fred “Tu vieni?”
 
Lui lo guardò, annuì piano e si alzò.
 
Ci misero meno del previsto a raggiungere l’aula, ma durante tutto il tragitto nessuno dei due aveva aperto bocca; entrambi erano immersi nei propri pensieri, quelli di Fred in particolare erano tornati a concentrarsi sulla Zabini.
 
“è questa” disse George, prima di spalancare la porta.
 
La scena che gli si parò davanti agli occhi gli fece dimenticare in un attimo la faccenda della morte di Fred.
 
Rose.
E Malfoy Junior.
Sulla cattedra della McGranitt.
Sulla cattedra della McGranitt, ad un passo da fare… beh, quello.
 
“Merda!” esclamò Rose, chiudendosi la camicetta e abbassando la gonna.
 
“Cazzo!” disse Scorpius nello stesso momento, allontanandosi e tirandosi su i pantaloni.
 
“Oh… abbiamo interrotto qualcosa?” chiese Fred serafico, mentre George cominciava a incazzarsi.
 
“Malfoy” sputò, senza pensare alle conseguenze.
 
Rose scosse il capo, disperata, facendogli cenno di fermarsi, mentre Scorpius sgranò gli occhi.
 
Ma George Weasley era George Weasley, per Godric.
 
Mica micio-micio bau-bau!
 
“Giù le mani dalla nuova studentessa, Malfoy!”  continuò, con un lampo di genio.
 
Rose sospirò, sollevata, mentre Scorpius comprese il malinteso.
 
“oh, no! Hai capito male, probabilmente mi hai scambiato con un’altra persona, io sono Scorpius Cradford, un altro nuovo studente”
 
Per George fu uno sforzo immane non saltargli addosso, anzi si costrinse persino a sorridergli.
 
“Oh, scusa tu! Ops, abbiamo davvero interrotto qualcosa, ce ne andiamo”
 
“Oh, no, assolutamente! Andiamo noi, che figura, no, no, tranquilli” continuò Scorpius, in imbarazzo, uscendo fuori, seguito da Rose.
 
“Dobbiamo parlare” le mimò George, serio.
 
Rose annuì, guardando l’orologio “tra mezz’ora davanti alla Stanza delle Necessità”
 
Con un ultimo cenno uscì, seguendo Scorpius.
 
George sbuffò, sedendosi su un banco, raggiunto subito dal fratello.
 
“Hey, Georgie”
 
“Dimmi, Freddie”
 
“Credo che Rose non sia poi così simile ad Hermione”
 
“Oh, ci puoi giurare”
 
***
 
Audrey non ricordava molto della sera prima. Una delle poche cose che le erano rimaste impresse nella mente, però, era lo sguardo azzurro cielo del suo salvatore.
 
Era sicura di non aver mai visto degli occhi così belli, limpidi e intensi. Sprizzavano vita, erano semplicemente meravigliosi.
 
Fece mente locale, cercando di connettere il cervello. Era stesa su qualcosa di morbido, probabilmente era stata portata in infermeria. Provò ad aprire gli occhi, senza però ottenere risultati.
 
Tentò ancora un paio di volte, ma si sentiva come ospite in un corpo non suo.
 
“Al! Che cos’è successo!?” gridò qualcuno e se Audrey fosse stata in grado di reagire le avrebbe tirato addosso qualcosa.
 
La presa sulla sua mano si fece più forte e solo allora si rese conto che qualcuno la stava tenendo; si concentrò sul tocco, caldo e rassicurante.
 
“Shhh… Rose, non c’è bisogno di urlare…” l’ammonì un’altra voce, inaspettatamente vicina, probabilmente quella del proprietario della mano, che suonava dannatamente familiare.
 
“Albus ha ragione, Rosie… stai tranquilla” disse una terza voce, che Audrey riconobbe senz’alcuna esitazione come quella di suo cugino. Ciò che non tornava, però, era quello che aveva detto.
 
Rosie?
 
Andiamo, ragazzi, fuori le telecamere!
 
Insomma…Rosie?!?
 
Comunque era riuscita a capire che quello che le stringeva la mano era Albus, alla questione Rosiepuah! – avrebbe pensato dopo.
 
Non ascoltò la loro conversazione, troppo presa dai suoi pensieri, ma riuscì a captare la frase: “La Chips dice che è una specie di coma autoindotto dovuto a troppo stress o shock… quando si sarà calmata tornerà cosciente”.
 
Per il resto pensò ad Albus, Rose e Scorpius.
 
Era convinta di avere una cotta colossale per il primo, che alla fin fine aveva tentato di parlarle… senza successo, ovviamente, ma sembrava intenzionato a rimangiarsi la storia dell’amicizia, forse avrebbe dovuto ascoltarlo…
 
Oh, lo avrebbe fatto una volta sveglia. Doveva inoltre assolutamente scusarsi con Rose e Scorpius e riuscire a capire che diavolo stava succedendo loro e perché di punto in bianco erano diventati pappa e ciccia.
 
Poi la consapevolezza di avere un problema ben più urgente la colpì come un pugno nello stomaco.
 
Il diadema di Priscilla Corvonero.
 
Per tutti i tanga zebrati di Morgana, quello era un problema.
 
“Magari resto in coma un altro po’…” pensò, prima di appisolarsi e perdere di nuovo coscienza, sotto gli sguardi ansiosi dei suoi migliori amici.
 
***
 
“Albus, la nuova ragazza è ancora in coma…”
 
Silente annuì, preoccupato, guardando Madama Chips davanti a lui.
 
“Poppy, hai idea di cosa la preoccupi? I suoi… amici hanno menzionato qualche avvenimento in particolare…?”
 
“No, niente di niente. Sono tutti preoccupati per la loro amica, ma quello più ansioso è il Signor Perkins. Non si è mosso dal capezzale della Signorina Valent se non per andare in bagno.”
 
“Mmhh, lo sospettavo… tienili d’occhi Poppy, c’è qualcosa che non mi torna con loro”
 
“Certo, Albus. Ci vediamo a pranzo”
 
Silente annuì ancora e Madama Chips uscì rapidamente dall’ufficio.
 
“Cosa ti turba, Albus?” chiese allora il ritratto del Preside Dippett, destando l’attenzione degli altri quadri; in particolare un mago dai capelli rossi si rizzò sulla poltrona e s’aggiustò il cornetto uditivo, pronto a ficcare il naso.
 
“Non sono riuscito ad entrare nella mente di quei quattro ragazzi… non ha senso, che a Hogwarts in futuro sia insegnata l’Occlumanzia? Anche se fosse, non mi spiego la loro bravura… in effetti non li ho forzati molto, dovrei tentare di nuovo. Sì, credo che una visita ai ragazzi del futuro non guasterà” parlò praticamente da solo, ignorando i ritratti alla parete.
 
Finito di parlare si alzò e uscì dal suo studio, diretto nella Sala Grande per il pranzo.
 
Nessuno la fa ad Albus Percival Wulfric Brian Silente.

 



Hellloooo:)
decimo capitolo non posso crederci *-*
purtroppo l'immagine di questo capitolo balza - causa malfunzionamento di picnik, dannazione! ahahahahah un bacione a tutti coloro che, muniti di infinita pazienza, continuano a seguire questa storia :)

Vic15
p.s. Silente spacca il culo a tutti, ricordatevelo sempre!

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Capitolo 11
*** Signori, si chiude! ***


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Capitolo 11: Signori, si chiude!

 

Pansy era cambiata.

 

Se n’erano accorti tutti i Serpeverde, seguiti persino dagli studenti delle altre case.

 

Era pallida, sembrava un cadavere, mangiava molto meno e aveva perennemente le occhiaie. I suoi voti erano calati vertiginosamente, così come la sua voglia di vivere.

 

Era spaventata, si sentiva in balia degli eventi. Capiva di non aver più controllo sulla sua vita, e quello la terrorizzava. Inoltre soffriva di non indifferenti buchi di memoria, che non facevano altro che preoccuparla di più.

 

Erano passate due settimane da quando aveva parlato per la prima volta con il diadema, due settimane in cui si era donata totalmente all’oggetto.

 

Ne era dipendente, se lo portava dietro perennemente, tanto che un paio di volte Daphne lo intravide e chiese spiegazioni, senza però ottenerle.

 

Lui le aveva detto di non parlarne con nessuno.

 

Audrey non si era più fatta vedere, così come Albus, e si era vista costretta a chiederne informazioni a Rose, che le aveva tristemente riferito che Drey era in coma.

 

Daphne non sapeva più cosa fare, non riusciva a cavarle una parola su quanto le stesse accadendo.

 

Draco, allo stesso modo, tendeva a dare la colpa alla storia di Nott e Tracey, minimizzando la situazione di Pansy.

 

“Basta” esclamò Daphne, furibonda “Deve reagire! Ora!”

 

Draco sbuffò, alzando lo sguardo dalla sua rivista sul Quidditch “Duffy” iniziò, con un tono conciliatore che non gli si addiceva “Ognuno ha i suoi tempi, no? Dalle il tempo di rielaborare…ehm, il … dolore?”

 

Daphne lo fulminò con lo sguardo, prima di chinarsi sul suo ragazzo “Blaise” sussurrò, tentando di persuaderlo ad aiutarla “tu lo sai che non è solo la storia di Nott… Pansy non gli darebbe mai una soddisfazione simile, lo sai… ci dev’essere qualcos’altro, sotto”

 

Zabini annuì, pensieroso. Non era di certo il migliore amico di Pansy, ma era uno dei più stretti, e anche lui credeva che quella reazione fosse un po’ esagerata.

 

“Che vuoi fare?” le chiese, attento.

 

Daphne arrossì, facendo scoppiare a ridere Malfoy “Ecco, io… veramente pensavo che tu potessi avere un-”

 

“Non ci ha pensato, vero?” la interruppe Zabini, rassegnato.

 

Daphne ogni tanto era veramente svampita.

 

“Oh, sta’ zitto Malfoy!” sbottò lei, alzandosi.

 

“Ma dov’è adesso?” chiese Blaise, sorvolando sulla schermaglia dei due.

 

Daphne battè le mani, soddisfatta “Ecco! Lo vedi? Lo vedi che è strana? Io so SEMPRE dov’è, sempre! Invece sono due settimane che non fa’ altro che sparire!”

 

Zabini annuì, mentre Draco faceva uno sbuffo scettico “Va bene, ci penserò.”

 

***

 

“Scorp”

 

“Mmm”

 

“Scorpius…”

 

“Mmmm”

 

“SIGNORI, SI CHIUDE!!”

 

“AH! … eh?” saltò Scorpius, spaventato dall’urlo della sua ragazza.

 

Rose scoppiò a ridere, tenendosi la pancia.

 

“Oddio!” esalò, senza fiato dal riso “Dovevi vedere la tua faccia!”

 

“Ah ah, molto divertente” biascicò Malfoy, rizzandosi a sedere sulla poltrona della Sala Comune.

 

Si era addormentato nel tentare di studiare, e Rose lo aveva osservato per cinque minuti buoni prima di svegliarlo. Quand’era addormentato sembrava un cucciolo indifeso, le aveva ispirato una tenerezza unica.

 

“Hai finito il tema di Trasfigurazione?”

 

Scorpius scosse la testa, stiracchiandosi. Lanciò uno sguardo bramoso alla finestra che dava sul parco, ma sapeva che Rose non lo avrebbe fatto muovere finchè non avesse finito quel dannatissimo tema.

 

“Stavo pensando” esordì lei, del tutto dimentica del tema “dal momento che hai distrutto l’Armadio Svanitore” Scorpius tossicchiò, imbarazzato, ma Rose decise di ignorarlo “ormai il futuro è irrimediabilmente cambiato… e se distruggessimo tutti gli Horcrux, piuttosto che dirlo a Silente, e non spostassimo lo scontro finale alla fine di quest’anno?”

 

Scorpius aggrottò la fronte “intendi al Ministero?”

 

Rose annuì. “So che è folle…”

 

“Folle? Rose, credi che noi quattro – anzi, noi due, visto che Drey è in coma ed Al non fa che stare con lei – saremmo in grado di uccidere Voldemort?”

 

Rose alzò le spalle, simulando una falsa sicurezza “Esatto. Se ce l’hanno fatta i miei, possiamo farcela anche noi”

 

“Come pensi che spiegherebbero il fatto che quattro ragazzi spuntati come funghi uccidessero il più grande signore Oscuro di tutti i tempi e sparissero senza una parola?”

 

Rose sbuffò, come se avesse a che fare con un bambino “Ovviamente, non sto dicendo che dobbiamo ucciderlo noi. Si tratta di distruggere gli Horcrux ed essere al Ministero quella sera… inoltre Silente ha solo il sospetto che ci siano sette Horcrux… per quanto ne sa potevano essere due!”

 

Scorpius si alzò, cominciando a camminare avanti e indietro per la deserta Sala Comune “Anche ammettendo di decidere di farlo, gli Horcrux non sono proprio dietro l’angolo. Uno è a Little Hangleton, protetto da chissà quante maledizioni, l’altro è in una camera blindata della Gringott, un altro ancora è nelle mani di un elfo schizzato”

 

“Hey! Kreacher non è schizzato! È sempre stato gentilissimo, inoltre io e Al ci giocavamo sempre da piccoli”

 

Scorpius gliela diede vinta con un cenno “Per non contare il fatto che quello che abbiamo già…” ma si bloccò, le mani ancora in aria per via del suo gesticolare e la bocca socchiusa.

 

“Quello che abbiamo già…?” lo imbeccò Rose, impaziente.

 

Scorpius deglutì, spaventato “Rose… Da quant’è che Audrey è in coma?”

 

“Direi due settimane, giorno più, giorno meno… perché?”

 

“Ce l’aveva lei, il diadema… e se qualche sua compagna di dormitorio l’avesse trovato?”

 

Rose sbuffò, divertita “Scorp, non essere paranoico, è un diadema! Non può fare niente!”

 

“Anche un diario dovrebbe essere innocuo” le rispose, incredibilmente serio.

 

Rose deglutì, vagamente preoccupata “Ma insomma” tentò di convincersi “a meno che Audrey non l’avesse tirato fuori, non vedo perché…”

 

“E se Audrey l’avesse fatto? Se Voldemort avesse provato a soggiogare anche lei? Non mi stupirebbe se il suo coma fosse collegato…”

 

Rose alzò gli occhi al cielo “Ok, adesso ti stai facendo suggestionare…ti capisco, siamo nel tempo del trio d’oro, è quasi obbligatorio immedesimarsi in Conan…”

Scorpius fece una faccia interrogativa, ignorata tranquillamente da Rose “ma non è possibile che le due cose siano collegate!”

 

“Io invece credo che sia impossibile che non lo siano! Insomma, rifletti, Audrey entra in coma un giorno dopo che prendiamo il diadema…Madama Chips ha detto che è un tipo di coma indotto dal suo inconscio per proteggerla… come diavolo ho fatto a non pensarci prima?!”

 

Rose alzò gli occhi al cielo… “Scorpius…”

 

“Hai notato” disse, folgorato da una supposizione “che da un po’ Pansy Parkinson sembra una specie di Zombie”

 

Rose ridacchiò “Direi che se ne sono accorti anche i muri, che la ragazza ha smesso di lavarsi i capelli”

 

Scorpius le lanciò un’occhiata eloquente, che fece solo aumentare le risate di Rose “Tu credi veramente…” incominciò, scossa dalle risatine “Credi veramente che quell’oca della Parkinson sia una pedina di Voldemort?”

 

Scorpius la guardò, irritato. “Non lo faccio il tema, tanto non è in questo tempo che contano i voti. Vado a cercare la Parkinson, spero di sbagliarmi”

 

“Vai, e divertiti! Piccoli Sherlock crescono…”

 

“Come?”

 

Rose sorrise, angelica, poi si alzò e gli si avvicinò. Improvvisamente lo baciò, con una foga non rara durante le loro fughe notturne, ma inaspettata in un luogo pubblico. Lo baciò, esplorando profondamente la sua bocca, mordendo le sue labbra, finché, veloce come aveva iniziato, si staccò.

 

Scorpius non riuscì ad impedirsi un verso stizzito, mentre Rose sorrideva tentatrice.

 

“Niente, assolutamente niente… peccato, che tu debba cercare la Parkinson, era venuta voglia anche a me di fare qualcos’altro piuttosto che il tema. Vabbè, vorrà dire che cercherò Dean, sembrava molto propenso a-”

 

L’irruenza con cui le labbra di lui si posarono sulle sue le mozzò il fiato, impedendole ovviamente di finire la frase.

Quel bacio sapeva di possessione, Rose lo sentiva sotto la pelle; lo sentiva dal modo in cui le sue mani passavano sulla sua schiena, lo sentiva da come la stringeva.

 

Possessione.

 

Gelosia.

 

“Ci deve solo provare, Thomas, ad essere propenso” ringhiò sulle sue labbra, per poi assaltarle di nuovo. Inutile dire che Rose ne fu più che contenta.

 

 

“E la Parkinson?” disse in rantolo, tentando di respirare mentre Scorpius scendeva sul collo. Emise un gemito, vergognandosi, ma quello che era in grado di farle la sconvolgeva.

 

“Sono solo fatti suoi se non si lava i capelli” ribatté lui, per poi prenderla in braccio e portarla fuori dal ritratto”

 

Rose rise “Scorpius, dove andiamo?”

 

Scorpius sorrise, furbo “Ho proprio voglio di un bagno… che ne dici del Lago?”

 

“Tu…” Rose spalancò la bocca, incredula “non oseresti” disse poi, sorridendo sollevata.

 

“Scommettiamo” e non c’era una domanda nell’intonazione di quella parola.

 

“SCORPIUS! METTIMI GIIU’!”

 

Scorpius scoppiò a ridere, correndo per i corridoi e spostandosi Rose su una spalla per non perdere l’equilibrio.

 

La rossa si dimenò senza successo, per poi cominciare a prendere a pugni la schiena del ragazzo.

 

“E Rose si bagnerà… nel Lago sguazzerà…”

 

“Scorpius, giuro, fai questa cosa e te lo taglio”

 

Il biondo si fermò un attimo, contemplando l’orrenda ipotesi. Rose sorrise, vittoriosa.

 

“…ma ne varrà la pena!”

 

 E ricominciò a correre, con una Rose versione Banshee sulla schiena e un sorriso che fece collassare non poche studentesse durante il percorso fino al Lago.

 

***

 

“Ho un piano” esordì Blaise Zabini, dopo aver lanciato un’occhiata scettica alla copia Grifondoro di Malfoy che si portava in spalle la rossa.

 

“Dimmi” fece Daphne, sporgendosi curiosa verso il suo ragazzo.

 

“Dobbiamo pedinarla”

 

“Che piano merdoso”

 

“Malfoy, il tuo parere non era richiesto” disse stizzito Zabini, sedendosi al tavolo della Sala Grande. Aveva trovato Daphne intenta ad impapocchiare il tema di Trasfigurazione, che lui aveva già terminato, e Draco che leggeva disinteressato una rivista di Quidditch.

 

Tiger, accanto al biondo, stava facendo un ritratto alla Greengrass, che, vanitosa com’era, si era prestata volentieri, ma che adesso aveva completamente perso di vista il suo compito.

 

“Daphne!” borbottò infatti lui, irritato.

 

Lei si riscosse, alzando il collo elegantemente “Scusa, hai ragione.”

 

“Ciò nonostante” continuò Malfoy, senza neanche alzare lo sguardo dalla rivista “il mio è l’unico che conti davvero.”

 

Zabini aprì la bocca, pronto ad esprimere il suo scetticismo riguardo a quell’ultima frase, ma Draco l’anticipò “Per prima cosa, pedinarla sarebbe pericoloso: se ci scoprisse, ci strapperebbe le palle a morsi”

 

Daphne sospirò nostalgica, pensando che non era più così sicura che Pansy avrebbe reagito così, visto come si era comportata nelle ultime settimane.

 

Zabini si trovò ad annuire, concorde. Pansy li avrebbe scorticati vivi.

 

“Secondo: credi davvero di poterla pedinare? Fino a prova contraria non sei in vacanza, ma a scuola. Tutti quanti dobbiamo studiare, non abbiamo tempo”

 

Ancora una volta e con suo grande scorno Zabini si ritrovò a dover dare ragione al biondo accanto a lui.

 

“Allora cosa proponi, cervello fino?”

 

Malfoy stette zitto e Zabini sorrise, felice di poterlo smontare.

 

“Ma perché semplicemente non le date il Veritaserum che hai, Zabini?” chiese Goyle, che per tutto quel tempo era rimasto davanti a loro a mangiare pasticcini in modo compulsivo.

 

Malfoy fece un sorrisetto superiore “Perché ovviamente…” ma si fermò, allibito.

 

“Ha ragione” disse Zabini, sconvolto come l’amico.

 

“Goyle che ha una buona idea. Ragazzi, mandate lettere d’addio alle vostre famiglie, l’apocalisse è arrivata” disse Daphne, la posa per il ritratto ormai dimenticata.

 

Goyle sbuffò “La prossima volta sto zitto, poi voglio vedere che mi pigliate in giro”

 

Daphne storse il naso, facendo per una volta a meno di correggerlo.

 

D’altronde, aveva avuto una buona idea! Anzi, aveva avuto un’idea! Meritava un piccolo premio. Molto piccolo.

 

“Vado a prenderlo” disse Zabini, schizzando verso i sotterranei.

 

“Daphne, diavolo!”

 

“Oh, scusa, scusa!”

 

***

 

Pansy… Pansy… Pansy…

 

La mora si girò di scatto verso la borsa, a pochi metri da lei. Aveva deciso di fare una passeggiata, per via del bel tempo più unico che raro, e si era stesa poco lontano dal Lago.

 

Aveva, come al solito, portato il diadema con sé, nascondendolo agli occhi indiscreti con la borsa.

 

Stava tentando di resistere alla forza con cui l’oggetto la chiamava primo perché avrebbero potuto vederla, secondo perché si stava rendendo conto che c’era qualcosa che non quadrava.

 

Oddio, che ci fosse qualcosa che non quadrava l’aveva capito sin da quando si era messa a chiacchierare con un diadema.

 

Non era ancora così sbarellata da pensare che fosse una cosa da tutti giorni parlare con un gioiello.

 

Tuttavia, una strana ed indefinibile bolla l’aveva isolata. Bolla, nebbia, non sapeva neanche lei come definire quella cosa, quel perenne senso di…di abbandono, ecco.

 

Le ricordava inquietantemente l’apatia che comportava l’essere sottoposti alla Maledizione Imperius.

 

E la cosa non le piaceva, non le piaceva proprio per niente.

 

Pansy… Pansy… Pansy…

 

Aveva dei rari momenti di lucidità – come quelli – nei quali la consapevolezza di essere nella merda fino al collo la colpiva come un pugno nello stomaco.

 

Perché alla conclusione di avere un problema, c’era arrivata due settimane prima.

 

Era ad una soluzione che doveva arrivare, adesso. Il tutto nel limitato tempo di pieno possesso delle sue facoltà psichiche.

 

“Scorpius! Ti ammaaaz…”

 

SPLASH

 

Pansy scoppiò a ridere. Rise come una cogliona davanti a quella scena.

 

Perché, nonostante fosse la rossa ad essere in braccio, nonostante fosse sempre lei, quella in una posizione sfavorevole e nonostante avesse un terzo della forza fisica del ragazzo, in acqua ci finì lui. Da solo.

 

La ragazza, anche lei senza smettere di ridere, con un colpo di bacchetta smise di essere sospesa in aria e cadde a terra con un leggero tonfo.

 

Si rialzò subito, e scoppiò a ridere ancora. E ancora. E ancora.

 

Scorpius Malfoy stava in mezzo al Lago, lo sguardo furente, i capelli e i vestiti fradici e una gran voglia di fare a pugni.

 

“C’è di buono che non dovrò tagliarti le palle!” urlò lei, cominciando poi a scappare quando vide il ragazzo schizzare fuori dal Lago.

 

“Piccola insolente! Te la faccio vedere io!”

 

Pansy… Pansy… Pansy…

 

“Basta…” sussurrò, portandosi le mani alle tempie.

 

Era un bisogno quasi fisico aprire quella maledetta borsa, prendere quel maledetto diadema e parlare con quel maledetto nulla.

 

Si alzò faticosamente in piedi, la testa che praticamente le urlava di prendere il diadema e il cuore in gola, e guardò la borsa.

 

La fissò. A Pansy venne il dubbio che potesse bruciare, tanto la stava guardando intensamente. In quella cazzo di borsa c’era solo il diadema.

 

Pansy… Pansy… Pansy…

 

“BASTAAA!” strillò, prendendo la borsa per un manico e scagliandola con tutta la forza in suo possesso verso il Lago, dove cadde, parecchio lontano dalla riva, e sprofondò.

 

Tanto presa da sé stessa non si era accorta che Scorpius e Rose la guardavano, il primo trionfante e la seconda incredula.

 

Pansy fissò il punto dov’era sparita la borsa.

 

Pansy… Pansy… Pansy…

 

“No…”

 

Pansy… Pansy… Pansy…

 

“No, no…”

 

Pansy… Pansy… Pansy…

 

“Basta… basta, no…”

 

Pansy… Pansy… PANSY!

 

“AHH! AHH, aiuto, basta! Vattene, vattene…”

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

La ragazza emise un urlo così dolorante e straziante che a Scorpius e Rose vennero i brividi. Prima che potessero fare qualcosa, però, Pansy era già partita di corsa verso il Lago.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Arrivò in riva e non si fermò, buttandosi nel Lago con tutti i vestiti.

 

Il gelo la colpì come un milione di aghi bollenti, sembrava la stessero tagliuzzando, non riusciva a muoversi, non pensava, non respirava.

 

Non respirava.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Con un immenso sforzo riemerse, respirando a pieni polmoni, per poi nuotare come una forsennata, senza curarsi dei rischi come la piovra gigante o le sirene.

 

Sentiva in lontananza qualcuno urlare, ma non era importante, non le importava.

 

Nuotava, bracciata dopo bracciata, bevendo ad ogni piè sospinto e restando con sempre meno forze, spossata dallo sforzo a cui non era assolutamente abituata.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

C’era quasi, lo sentiva, la voce era più vicina, più potente, più irata.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Aveva paura, adesso, ma il suo corpo non le rispondeva più. Quando se ne accorse avrebbe voluto urlare, inorridendo a quello scherzo della natura, ma era appena diventata una spettatrice.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Vedeva sé stessa annaspare nell’acqua, vedeva sé stessa disperata e vide il suo corpo immergersi e lo seguì nell’abisso.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Fece forza e tentò di andare più a fondo, ma il suo corpo glielo impediva.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Il suo spirito di autoconservazione serpeverdesco le avrebbe imposto di tornare in superficie, ma sembrava l’ennesima caratteristica legata solo a lei e non al suo corpo.

 

Peccato che lei lo sentisse ancora, il suo corpo.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Come sentiva di essere sul punto di soffocare, di morire.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Stava morendo?

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Inghiottì acqua, cominciando a perdere conoscenza.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Stava morendo.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Nel modo più stupido e coglione che potesse esistere.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Stava morendo per una voce immaginaria.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Moriva. Moriva.

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

Mor-

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

PANSY!! PANSY!! PANSY!!!

 

E poi fu solo buio.

 

***

 

Quando Harry Potter aveva deciso di andare fuori, quel pomeriggio, il suo obiettivo era stare in pace con sé stesso e tentare di rilassarsi, visto i ricorrenti e logoranti sogni che stava facendo.

 

Per non parlare della Umbridge, con cui aveva detenzione perenne.

 

Quindi quando Harry, quel sabato pomeriggio, uscì nel parco, era in pace con sé stesso. Era tranquillo, felice e rilassato. Sereno.

 

L’opzione di fare i compiti non l’aveva sfiorato minimamente, com’era ovvio, e pensò che li avrebbe fatti l’indomani.

 

Oppure li avrebbe copiati, il giorno dopo.

 

Ma comunque – si disse Harry, che stava sprecando già fin troppe energie per quella futile questione – ci avrebbe pensato l’Harry del futuro, ai compiti.

 

E lui era ancora l’Harry del presente, fino a prova contraria, e voleva godersi appieno quello status.

 

Si stese all’ombra di una quercia al limitare della foresta.

 

Davanti a sé, il Lago Nero si estendeva per chilometri, specchio di quel meraviglioso paesaggio e dell’eccezionalmente bel tempo.

 

Cominciò a pensare; la sua menta vagava pigramente per gli scomparti della sua testa, passando dalla Umbridge e alla sua bruttezza alla indubbia bellezza di Cho, saltando sul pensiero di quanto fosse orrendo quell’anno ed odiosa la cricca di Malfoy.

 

Quello stupido ossigenato, con quei due gorilla e quell’oca starnazzante della Parkinson.

 

Un lampo lo attraversò.

 

Lui l’aveva baciata, l’oca starnazzante. Ed era stato il suo primo bacio.

 

Sorvolò abilmente sulla vocina che dentro di lui urlava a pieni polmoni “sfigato!” e si concentrò su quell’avvenimento. Quand’era stato, il secondo giorno o il terzo?

 

Ma la cosa assurda era che l’aveva baciata contro la sua volontà!

 

Eppure era stato assurdamente facile e naturale, assaggiare quelle labbra morbide al sapore di zucca. Aveva pensato a come fare per quasi un secondo, prima di lasciarsi andare completamente e seguire l’istinto, che l’aveva portato a esplorare la bocca di Pansy.

 

A meno che non fosse una fantastica attrice – non che poi ci fosse un motivo valido per far finta di apprezzare un suo bacio – Pansy se l’era goduto, quell’assaggio.

 

Un urlo disperato interruppe le sue riflessioni, facendogli accapponare la pelle: era qualcosa di straziante e doloroso.

 

Girò la testa di scatto, individuandone la provenienza.

 

Rimase di stucco a vedere che era stata proprio la Parkinson, ad urlare, prima di cominciare a correre verso il Lago.

 

Harry si rizzò a sedere, perplesso: la Parkinson aveva perso completamente il cervello?!

 

Un altro urlo destò la sua attenzione e scoprì quindi che i due nuovi arrivati di Grifondoro avevano guardato anche loro la scena. Il biondo schizzò all’inseguimento della Parkinson, ma la ragazza aveva un bel vantaggio.

 

Proprio in quell’istante Pansy gli sfrecciò accanto, per poi buttarsi nel lago.

 

Harry scattò in piedi, raggiungendo allibito la riva; scrutò la superficie scura del Lago, notando preoccupato che la Parkinson non era ancora emersa.

 

Poi la vide, poco lontano, che annaspava nell’acqua, continuando a nuotare, superando incurante il confine delle protezioni magiche che impedivano sgradevoli visite dalle sirene o dalla Piovra.

 

Il biondo arrivò accanto a lui, seguito a ruota da Rose.

 

“Cazzo” sibilò, camminando avanti ed indietro.

 

“Che diavolo succede?” chiese Harry, continuando a tenere d’occhio la Parkinson, che annaspava sempre più vistosamente.

 

“Ha buttato nel lago la borsa, poi ha urlato e credo sia andata a recuperarla” disse Rose, guardando anch’essa preoccupata il Lago Nero.

 

“Ma è completamente impazzita?!” chiese furioso Harry, per poi sfilarsi mantello, maglione e camicia.

 

“Che stai facendo?” gli chiese Scorpius. Harry lanciò un’altra occhiata al lago, per poi scoprire con immenso orrore che della Parkinson non c’era traccia.

 

Non degnò di una risposta il biondo, si sfilò di corsa le scarpe e si buttò nel lago.

 

Un urlo dolorante sfuggì al suo controllo quando la sua pelle venne a contatto con l’acqua ghiacciata.

 

La sua vista si annebbiò per un attimo poi diede due bracciate poderose e cominciò a nuotare nella direzione della ragazza.

 

Non era mai stato particolarmente bravo, era andato al mare con i Dursley solo due volte, una delle quali era dovuta all’inutile tentativo di suo zio di sfuggire al mondo magico, quindi non aveva molta esperienza; sperava che magari l’assenza di onde sarebbe stata a suo favore.

 

Raggiunse ben presto il punto in cui aveva visto scomparire Pansy, ma della ragazza nemmeno l’ombra.

 

“CAZZO!” imprecò, prima di prendere più aria possibile ed immergersi.

 

Il primo impatto fu nero ed Harry credette di non avere speranze. Poi, i suoi occhi si abituarono e con un paio di bracciate s’immerse ancora di più.

 

Si guardò intorno, ma di Pansy neanche l’ombra. Perlustrò in lungo e in largo tutti i dintorni, quando un luccichio attirò la sua attenzione.

 

Le sue riserve di ossigeno erano agli sgoccioli, ma prima di riemergere riuscì ad intravedere il corpo di Pansy.

 

Prese in fretta fiato, per poi rituffarsi. Raggiunse Pansy in un attimo, la prese per un braccio e con una spinta tentò di tornare in superficie.

 

Un violento strattone gli fece perdere la presa dal braccio di Pansy; si girò, allarmato, e vide quattro avvinci attaccati a Pansy che tentavano di farla affondare ancora di più

 

Harry, grato per una volta alla sorte, estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni. L’agitò, pensando intensamente “Relascio” ma non accadde nulla.

 

Imprecò dentro di sé, non aveva mai studiato gli incantesimi non-verbali.

 

Quando però vide l’indifeso corpo di Pansy trascinato ancora più giù, capì che c’era una sola cosa da fare.

 

Relascio!” esclamò, perdendo tutte le sue riserve d’aria.

 

Gli avvinci si dispersero velocemente, lasciando andare il corpo di Pansy.

 

Harry era in preda al panico, non aveva più ossigeno e aveva il bruttissimo pensiero che se non ne aveva più lui, era abbastanza scontato che Pansy ne avesse ancora meno.

 

Con un ultimo sforzo di volontà artigliò il braccio della ragazza e nuotò verso la superficie.

 

Ma era stanco, non ce la faceva davvero.

 

Una piccola parte egoistica del suo cervello gli disse che se avesse lasciato andare Pansy non avrebbe avuto problemi, ma Harry la scacciò malamente.

 

Tentò di spingersi con le gambe, ma niente, l’acqua cominciava ad entrargli nei polmoni e non riusciva più a ragionare.

 

No!

 

Ce la poteva fare. Doveva. La salvezza era a meno di un metro di distanza. Con uno sforzo sovrumano spinse Pansy sopra di sé, per poi seguirla di corsa.

 

“AAAAHH!” rantolò, sputacchiando e colmando il suo spasmodico bisogno d’aria.

 

Nel giro di dieci secondi si riprese e cercò Pansy; galleggiava accanto a lui, priva di sensi.

 

Nuotò verso la riva, quando Scorpius gli venne incontro.

 

Prese lui il corpo di Pansy, lasciando libero Harry, che lo ringraziò con lo sguardo.

 

Fece faticosamente le bracciate che lo separavano dalla riva, per poi accasciarvisi.

 

Stette poco meno di dieci secondi steso, prima che il pensiero di Pansy lo ridestasse.

 

“Come sta?!” chiese concitato, raggiungendo Rose e Scorpius.

 

“Dobbiamo portarla in infermeria” disse Scorpius.

 

Harry s’infuriò “MA NON C’E’ TEMPO! DANNAZIONE, NON RESPIRA!”

 

Rose non si fece intimidire, e, mentre Scorpius calmava Harry, estrasse la bacchetta e la puntò sulla ragazza.

 

“Anapneo”

 

Pansy, senza neanche aprire gli occhi, si girò sa un lato e vomitò tutta l’acqua che aveva nei polmoni.

 

Tossì per almeno cinque minuti, tentando di respirare il più possibile.

 

Harry, appena la vide respirare, si riaccasciò sull’erba, distrutto.

 

Pomeriggio in santa pace ‘sto cazzo.

N/A

Hello! dopo esattamente tre mesi tornano i ragazzi del futuro. Sono molto dispiaciuta di non aver aggiornato prima, ma mi ero bloccata e non sapevo come fare andare avanti la storia :D un bacione, spero che questo capitolo vi sia piaciuto :))

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Capitolo 12
*** AVVISO DI RISCRITTURA ***


BELLA GGGENTE!
questa storia è giunta al capolinea.
Addio.




....





Muahahahahah scherzavo! la sto riscrivendo e ho già postato il primo capitolo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1527056
la trama cambierà considerevolmente, quindi, se vi piaceva questa misera storiella, vi consiglio di andarla a leggere!
questa, invece, è veramente giunta al capolinea: mi sono resa conto che nè trama nè personaggi mi stimolavano e ho deciso di chiudere questo capitolo della mia vita - la mia prima fanfiction! ahhh, mi viene da piangere!
sperando di rivedervi tutti a leggere l'altra, vi mando un bacione!
TECLA

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