L'ultima missione

di Tigre Rossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I due cavalieri misteriosi ***
Capitolo 2: *** Una buffa e strana compagnia ***
Capitolo 3: *** Dubbi sotto la luna ***
Capitolo 4: *** Brutte notizie ***



Capitolo 1
*** I due cavalieri misteriosi ***



L’ultima missione
 
I due cavalieri misteriosi



 


Tre anni erano passati dalla distruzione dell’Anello. Tre anni di pace, di serenità, di gioia.
La Terra di Mezzo non aveva mai conosciuto un periodo migliore che quello passato sotto la guida del Grande Sire Gemma Elfica.

Ma la Terra di Mezzo non doveva essere destinata a vivere in pace.
Doveva affrontare una nuova prova, una nuova sfida, una nuova battaglia.
E questa battaglia avrebbe deciso il destino di tutto il popolo della terra dalle grandiose leggende.
 
La mattina in cui tutto iniziò Frodo Baggins era in compagnia dei suoi migliori amici, Samvise Gamgee, Peregrino Tuc e Meriadoc Brandibuck.
Erano Hobbit molto particolari, ormai tutta la Contea lo sapeva. Ad una vita tranquilla i quattro giovani Hobbit preferivano le avventure, i combattimenti e la compagnia della Gente Alta, dei Nani e degli Elfi. Il popolo della Contea li amava, questo era vero, e come avrebbe potuto fare diversamente? Ma non capiva il perché del loro comportamento anomalo.
Comunque, i quattro erano tutti intenti in un combattimento. Eh si, è assai insolito per degli Hobbit usare delle armi, ma Pipino e Merry, come erano chiamati dai loro amici, erano soldati e, durante la loro avventura verso il Monte Fato, anche Frodo e Sam avevano preso confidenza con le spade. Spesso e volentieri Aragorn aveva dato loro qualche piccola lezione sull’argomento, affermando che lo spirito temerario di Sam e il coraggio e l’abilità di Frodo non dovevano essere sprecati.
Così, quando erano tutti insieme, combattevano, e spesso erano i due combattenti per professione ad essere sconfitti.
 
Ad un certo punto giunse un rumore di zoccoli a disturbare la sfida. I quattro amici si fermarono di colpo e si nascosero per vedere chi mai si recasse al ruscello a cavallo, proprio dentro un boschetto solitamente ignorato da tutto e tutti.
 
Il rumore era causato dal passo di un bianco cavallo guidato da un cavaliere nascosto da un manto. O meglio, da due cavalieri. Uno era alto e l’altro era piccolo come un bambino.
I quattro Hobbit si lanciarono uno sguardo d’intesa e Merry e Pipino uscirono dai loro nascondigli con le spade sguainate.
“Cosa ci fanno due sconosciuti come voi nella Contea, in un boschetto dimenticato dal mondo intero? “ disse Pipino puntando la spada verso di loro e usando il suo tono più intimidatorio. Merry gli diede man forte, dicendo a sua volta: “Cosa ci fate qui, signori, e chi siete?”
Le due figure non risposero e allora anche Sam e Frodo uscirono con le spade sguainate.
“Allora?” chiese Sam, impaziente “Non siamo abituati a vedere cavalieri dalle nostre parti. Chi siete?”.
Frodo osservò incuriosito le sue figure, più che spaventato. Gli sembrava quasi di aver già incontrato quei cavalieri . . .
“Per la barba del vecchio Gandalf, non sapete più riconoscere gli amici?” sbottò il più piccolo, quasi trattenendosi dal scoppiare a ridere.
Gli Hobbit rimasero di stucco per una manciata di secondo, prima di esclamare euforici il suo nome mentre il cavaliere più basso si toglieva il cappuccio che gli copriva il volto.
”Gimli!”
“E io cosa sono, la tappezzeria?” chiese l’altro, abbassando a sua volta il cappuccio.
“Legolas!” gli Hobbit corsero felici verso i loro amici, abbracciandoli e ridendo con le lacrime agli occhi.
Era da quando tutto era finito, tra anni fa, che non si vedevano.
Rimasero così, stretti gli uni agli altri, fino a quando i loro cuori non assorbirono abbastanza calore da coprire quello che non avevano avuto per tre anni.
 
“Come mai siete da queste parti?” chiese Frodo, incuriosito.
I sei amici si erano seduti ormai da molto tempo e dopo ore e ore di chiacchiere, finalmente, Frodo manifestò la sua curiosità, incapace di aspettare un minuto di più.
Gimli si tolse la pipa dalla bocca e soffiò prima di rispondere. “Speravo che quasta domanda arrivasse il più tardi possibile, Frodo. Ma tanto vale rispondere, visto che non si può evitare la realtà. Siamo qui con la compagnia maggiore di Aragorn, o per meglio dire, del Re Aragorn. Siamo venuti per prendervi. Dobbiamo raggiungere subito gli altri.”
“Perché? Cosa è successo?” chiese Sam, spaventato.
Legolas alzò lo sguardo da terra e, guardando gli Hobbit uno per uno negli occhi, rispose “Siamo in guerra. E abbiamo bisogno di voi.”.
Il suo sguardo cadde su Frodo e continuò lentamente :"Abbiamo bisogno di te."




la tana dell'autrice

Ciao ragazzi! Tutto ok?

Allora, per prima cosa volevo chiedere scusa a chi sta deguendo le mie altre ff : ho il blocco dell scritrice e per nuovi capitoli, sopratutto per kung fu panda, dovrete attendere un po'.
Ho il blocco e inizio una nuova serie : sembra un controsenso ma non lo è, almeno non per me. Vorrei provare a rimettermi in pista da qui, o, se va male, ritirarmi.

C'è una guerra, una grande guerra, che potrebbe distruggere tutto e tutti, e forse qualcuno di voi immagina anche contro chi o che cosa . . . non dirò altro, per il momento.

Questa è un'idea pazza che mi è venuta oggi, e quindi avviso che sicuramente farà schifo, ma che volete, se ho un'idea devo scriverla per forza!
Consiglio vivamente a chi non piace leggere di personaggi completamente revisionati di non leggere perchè so che mi sputerà in faccia.
Ah, stesso consiglio a chi non piacciono le storie romantiche e dolci, ma anche piene di oscurità.
Chiedo scusa in anticipo a chi rimarrà deluso e a chi, conoscendo le storie originali, noterà incoerenze. le cronache le ho lette una vita fa, anche se le amo moltissimo, e non ho ancora finito il ritorno del re.

baci a tutti
T.R.



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Capitolo 2
*** Una buffa e strana compagnia ***


Una buffa e strana compagnia

 

 
Chiunque vivesse nella Contea in quei tredici giorni che seguirono noto che c’era qualcosa di strano nell’aria.
All’improvviso, dopo appena due anni dalla seconda ed ultima battaglia degli Hobbit, i due grandi Capitani Peregrino e Meriadoc, seguiti dal famoso Samvise, il Giardiniere, e dal signor Baggins, l’avventuriero silenzioso, in compagnia di un Nano e di un Elfo (un Elfo, non solo un nano come Bilbo, zio e cugino del giovane Frodo!), vestiti di tutto punto, con armi e armature, come pronti per una crociata, attraversavano il loro verde paese per raggiungere Brea, ora ridendo e scherzano, ora rimanendo seri e silenziosi come in presenza di un morto.
 
“Quei Hobbit sono davvero strani.” mormoravano gli anziani vedendoli passare, non sapendo minimamente quanto quei piccoli (nel caso dei due soldati si fa per dire) Mezzuomini fossero strani e pazzi, per rischiare nuovamente, dopo appena tre anni di pace, la vita per proteggere il loro mondo, così speciale ma allo stesso tempo così delicato.

la tana della autrice

Ciao!
Allora, volevo ringraziare tutti colore che mi hanno recensito. Sono importantissimi per me!
Questo non è un vero e proprio capitolo, è per di più una fase di 'passaggio' per poter scrivere il resto.
Spero che non mi divoriate viva!

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Capitolo 3
*** Dubbi sotto la luna ***


Dubbi sotto la luna
 

 
Il mare si apriva davanti ai  suoi occhi e si estendeva all’infinito, verso l’orizzonte. Grande, immenso, maestoso. Le onde azzurre, i gabbiani che lo sorvolavano maestosi, l’aria frizzante, il vento amico. Tutto lo chiamava con insistenza.
Mise i piedi in acqua e chiuse gli occhi, sospirando. La dolcezza di quel mare, la tranquillità di quelle acque, la serenità di quei fondali nascosti gli permisero di dimenticare per un momento la sua pena, la sua eterna sofferenza, il suo dolore.
Ma il Male non gli voleva concedere neanche quella parentesi di serenità e di felicità.
L’anticha ferita si risvegliò all’improvviso, come infuocata, e lo costrinse a inginocchiarsi a causa del dolore da essa causato. Un forte calore lo investì e, alzando lo sguardo, vide un grande ed immenso vulcano sorgere in mezzo alle acque, sputando lava e lapilli. Il suo calore era così potente che l’acqua del mare evaporò tutta, lasciando solo la nuda terra.
Un grande occhio apparve sopra il monte di lava e posò il suo sguardo sul piccolo corpo ansimante che giaceva sulla terra bruna.
Una mano fatta di fumo nero si allungò minacciosa verso di lui e . . .
 
Frodo si svegliò di soprassalto, ansimante, tenendo la mano sopra la sua ferita.
 
Quando il dolore si affievolì lievemente si passò stancamente le dita sugli occhi, cercando di scacchiare le terribili immagini del suo incubo, ma sembrava che fossero impresse a fuoco sui suoi poveri occhi stanchi.
Ormai erano anni che non trovava più pace nei suoi sogni. Tutto era diventato oscuro, per lui.
Da quando aveva portato l’Anello del Potere le sue notti si erano fatte scure e i suoi giorni cupi. Era come se un’ombra fosse scesa su di lui e la sua anima, e non c’era modo di liberarsene.
Certo, aveva ancora dei momenti di luce, dei pallidi raggi di felicità, ma l’oscurità diventava sempre più pesante e più potente ogni giorno che passava.
Fisicamente stava bene, se non si considerava la sua ferita. Era la sua anima ad essere mutilata.
L’Anello lo aveva stretto per troppo tempo e l’Occhio lo aveva osservato troppo da vicino.
Mentre la Terra di mezzo fioriva di nuovo, lui sfioriva lentamente, come un albero in autunno.
Le uniche cose che impedivano alla sua anima di collassate completamente e di svanire nel grande vortice che lo avvolgeva instancabilmente erano l’amore per la vita, l’amore per la sua terra e l’amicizia delle persone a lui più care.
Si, erano Sam, Pipino, Merry, Gandalf, Bilbo e tutti i suoi amici, anche quelli più lontani, i suoi raggi di luce in quei giorni bui e in quelle notte tempestose. Senza di loro non sarebbe mai riuscito a resistere alla grande oscurità che lo reclamava con insistenza.
 
“Padron Frodo?”
 
Frodo sorrise mentre si voltava verso il suo migliore amico, determinato, come sempre, a nascondere il suo disagio e il suo dolore, per quanto potesse essere possibile nascondere qualcosa agli attenti occhi del suo giardiniere.
 
“Dormi Sam, domani ci aspetta un’altra lunga giornata di marcia. Dobbiamo arrivare presto a Brea, lo sai bene.”
Lui lo guardò attentamente con i suoi grandi occhi, prima di rispondere :”Avete avuto un altro incubo, non è vero?”.
Frodo sospirò. Era impossibile nascondere qualcosa a Sam!
“È possibile che ti accorgi sempre di tutto?” domandò rassegnato.
“Vi conosco come il mio giardino, padron Frodo. Di nuovo il vulcano?” domandò a sua volta Sam, mettendosi a sedere vicino al suo padrone.
Lui abbassò gli occhi. “Questa volta è stato diverso.” disse a bassa voce “ C’era l’Occhio, Sam, come gli incubi che mi tormentavano durante il viaggio verso il Monte Fato.”
Sam lo guardò preoccupato ed ansioso “Pensate che centri con la nuova minaccia che il nostro mondo deve affrontare? Che Sauron stia tornando, magari ?”.
Frodo scosse la testa :”Non lo so, Gimli e Legolas non mi hanno voluto dire niente. Comunque, se si trattasse di questo, penso che dovresti tornare dalla tua famiglia. Elanor ha solo pochi mesi, e se  ciò che temiamo fosse realtà tu devi essere lì, a proteggere Rosie e la tua bambina.”
“Padron Frodo, ne abbiamo già parlato. È vero, re Aragorn non ha chiamato me personalmente, solo voi, Pipino e Merry, ma dove andate voi vengo anche io. L’ho sempre fatto, mi sembra un po’ tardi per tornare indietro, non vi pare?” rispose Sam risoluto, prendendo la mano del suo amico e padrone.
“Ma prima non avevi una famiglia che dipende da te, Sam. Il tuo primo e unico dovere adesso è proteggerla, non seguire me.”.
“Se so cosa ci aspetta posso proteggerla meglio, non vi pare? E comunque non dovreste ascoltare ciò che dire Rosie, lei . . .”.
’Non puoi andare sempre dietro di lui, non sei il suo cagnolino! Il tuo padrone è forse più importante di tua moglie e della tua bimba appena nata? Per una volta che non vai con lui cosa fa! Non sarà mica questione di vita o di morte, no?’. Lei ha ragione, Sam. Torna da loro, ti prego. Non metterti in pericolo senza motivo. Il re ha chiamato solo me, Pipino e Merry. Se la guerra è così pericolosa e sicura come le facce dei nostri amici rivelano, anche se non sappiamo niente di essa e dovremo aspettare di incontrare Grampasso, non correre un rischio inutile solo a causa mia! Ne hai già corsi abbastanza!”.
Sam guardò intensamente Frodo negli occhi “Quei rischi li ricorrerei mille volte, se fosse necessario. Uno in più o uno in meno che cosa può fare! Non tornerò indietro, Frodo, anche se non so a cosa sto andando incontro, proprio come te, semplicemente perché ci stai andando incontro tu. Hai già sofferto troppo, Frodo. Non ti lascerò mai da solo, mettitelo bene in testa! E non solo perché sei il mio padrone, ma soprattutto perché sei il mio amico. Il mio migliore amico.”
 
“Sam . . .”  “E non cercare di farmi cambiare idea, perché la decisione è già stata presa dal principio!”.
 
Frodo sorrise. Un sorriso triste, malinconico, pieno di tristezza, ma anche dolcissimo e felice.
 
“Oh Sam . . .” Frodo lo abbracciò con le lacrime agli occhi, lasciando Sam stupito “Grazie, Sam. Non sai quanto siano importanti per me, queste parole.”
 
Per un attimo la sua ferita smise di fargli male.
 
 
 
“Legolas, sei sicuro di voler aspettare Il Re Aragorn per dirgli cosa succede? Frodo sembra così preoccupato, e Sam ha lasciato la sua famiglia per saperlo.” domandò Gimli, mentre i due amici guardavano la luna poco lontano dai quattro Hobbit.
“Vuoi dirglielo tu che siamo sull’orlo di una guerra che non possiamo vincere, che Aragorn è ammalato seriamente e non può alzarsi dal letto, che Gandalf è scomparso e che il nostro nemico è la leggendaria terra di Narnia?” gli rispose Legolas, guardandolo storto.
Gimli ci pensò un momento. “No.” concluse scuotendo la testa.
“Ah, mi pareva strano!” rispose Legolas, girandosi verso al luna e chiudendo stancamente gli occhi.
“Certe volte voi nani siete così stupidi . . .”
“Come osi, stupido Elfo dalle orecchie lunghe! E voi Elfi, allora?”
 
I due continuarono ad insultarsi per tutta la notte, per la gioia delle orecchie di Merry e Pipino, che cercavano di riposare proprio lì vicino.

La tana della autrice

Eccomi!
Oggi sono ispirata dall'amicizia . . . sarà perchè sono uscita con K. e E., due mie amiche . . . comunque è una cagata di capitolo, quindi mi aspetto molti buuu . . .
Allora, volevo far notare i particolari dell'incubo di frodo, che è molto importante. Poi volevo chiedere scusa alla cara Eowyn , visto che qui Frodo è tornato malato . . . non potevo fare in modo diverso, mi spiace . . . per farmi perdonare, anche se come capitolo non vale niente, e per ringraziarti del tuo sostegno, questo è per te!
Ah, volvevo dire che la frase :L’ho sempre fatto, mi sembra un po’ tardi per tornare indietro, non vi pare? l'ho presa da qualche parte ma non so dove . . . eh eh.
Ah, volevo far notare la mia antipatia per Rosie (Che nel libro è proprio antipatica alla massima potenza!) e il fatto che alla fine Sam da del tu a frodo, lasciando perdere il rispetto, perchè prima di essere il suo padrone è il suo migliore amico . . . eh eh, I'm a very romantic girl!
Spero che il dialogo tra lego e Gim sia stato interessante, coem del resto anche il resto del capitolo, e che vi abbia dato spunti per pensare a lungo, visto che aggiornerò molto lentamente . . .
Baci baci, t.r.

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Capitolo 4
*** Brutte notizie ***


Brutte notizie

 

 
Ci misero tredici giorni ad arrivare a Brea, dove la Compagnia Maggiore del Re Gemma Elfica era accampata in attesa di ordini. Tredici giorni di paura, tensione e preoccupazione.
 
Quando giunsero all’accampamento dei soldati di Sua Maestà i cuori dei quattro piccoli Hobbit ebbero un fremito.
Gli sembrò per un momento di tornare indietro nel tempo, ai terribili giorni della Guerra dell’Anello, dove tutto era confuso tra armi, bandiere e sangue, dove non c’era un solo viso allegro, dove le anime erano spezzate e i cuori gonfi dalla preoccupazione.
I soldati del Re erano tutti silenziosi, seduti tristemente intorno a grandi fuochi che non riuscivano però a scaldare i loro cuori, e alzarono appena lo sguardo al loro passaggio, per controllare che fossero guidati da persone autorizzate, per poi tornare a guardare sconsolati le braci ardenti.
“Per la barba del Vecchio Tuc, ma cosa è accaduto di così grave per trasformarli così?” esclamò Pipino, che ne conosceva molti.
Legolas e Gimli si lanciarono uno strano sguardo e l’Elfo rispose per entrambi :” Ve ne parlerà il Re. Entrate, è in questa tenda.” Così dicendo indicò una grande tenda scarlatta, sulla quale c’era lo stemma del Re.
Gli Hobbit scesero dai loro pony e piano piano, in modo umile e silenzioso, si avvicinarono alla tenda ed entrarono.
 
Sentivano che qualcosa non andava, ma non si immaginavano quello.
 
Lì, in mezzo alla tenda, c’era un grande letto immacolato. Tra le candide coperte c’era un viso giallastro, ricoperto da piccole macchie violacee, triste, sofferente, ammalato, consumato.
 
Era il viso di Aragorn.
 
“Grampasso!” i quattro mezzuomini si lanciarono verso di lui, increduli e spaventati.
Aragorn gli sorrise e li accolse tra le sue braccia, stringendoli forte a se, per quanto le sue deboli braccia glielo permettessero.
Non sembrò accorgersi del fatto che Sam non era stato convocato, né che quel gesto non era indicato per un re così importante e grande, né che le lacrime che scivolavano dagli occhi dei suoi piccoli amici inzuppavano la sua camicia.
In quel momento non era il grande monarca che aveva riportato al pace nella Terra di Mezzo, non era la Gemma Elfica, non era nulla di tutto ciò che era.
In quel momento era solo un uomo che rivedeva gli amici che erano stati lontani da lui per tanti anni, e questo gli bastava.
 
“Grampasso! Cosa . . . come . . . perché . . .” domandò Frodo, staccandosi dall’abbraccio per ultimo.
Aragorn cercò di sorridere ancora, ma un’ombra attraversò il suo sguardo.
“È bello rivedervi dopo tanti anni.” rispose “Sono felice di vedere che state bene. Soprattutto tu, Frodo.” Il suo sguardo si posò su di lui, osservandolo attentamente. “Quanto tempo, non è vero? Eppure tu, Frodo, sembri sempre lo stesso. Più saggio, ma sempre lo stesso.”.
Lo guardava in modo così insistente e profondo che Frodo dovette abbassare il suo, di sguardo.
“Sire . . .” iniziò Merry, ma fu interretto “Chiamatemi Grampasso, Merry, come avete sempre fatto. È un dolce suono per le mie orecchie ed ormai nessuno mi chiama più cosi.”.
Merry annuì, anche se non in modo molto convinto, e continuò :” Grampasso, cosa vi è mai accaduto? Perché siete . . . siete . . .”
“Ridotto in questo stato?” finì per lui il re “È una storia lunga e noiosa, ma se proprio volete ascoltarla . . .” rispose indicando lo spazio libero sul letto “ sedetevi.”
 
E così iniziò a spiegare, con voce inespressiva, la misteriosa vicenda della sua malattia.
 
“Ho iniziato a sentirmi poco bene un mese fa, all’incirca. Mi sentivo debole e consumato, come se avessi come minimo duecento anni. Inizialmente pensavo che fosse una cosa passeggera e che si sarebbe risolta da se, ma più i giorni passavano e più non riuscivo a adoperare le mie energie, fino a quando, due settimane fa, non sono più riuscito ad alzarmi da letto.
Nel frattempo la mia temperatura corporea si alzava e si abbassava all’improvviso, facendomi sudare giorno e notte e non concedendomi alcun riposo. Iniziarono a formarsi strane macchie viola su tutta la mia pelle, macchie dolorose, come ferite appena inferte, che iniziavano a sanguinare all’improvviso, e la testa iniziò a dolermi, come se ci fossero mille spade conficcate nel mio cranio. Tuttora sento questi forti dolori  e sono assalito da mali sempre nuovi . . . ma che non preferisco raccontare.”
“Ma nessun Guaritore è riuscito a trovare una cura per il vostro male, Grampasso?” domandò Sam, scioccato.
Lui sorrise tristemente “Ho contattato i guaritori più abili, gli Elfi più saggi e tutti coloro che sono capaci di guarire una qualunque ferita, ma nessuno è riuscito a donarmi il benché minimo conforto. Comunque non perdo le speranze e spero di potermi rialzare dal mio letto, prima o poi.”.
“E Gandalf? Non avete chiesto a Gandalf? Di solito lui ha sempre una risposta a tutto.” Chiese Pipino.
Il volto del re si fece scuro e disse, abbassando lo sguardo :”Gandalf è scomparso.”
 
 
“Scomparso?!” esclamarono in coro gli Hobbit, non credendo alle loro orecchie.
Aragorn annuì “È sparito un mese fa. Non ho alcun’idea di dove sia, nessuno ne ha.” Si prese la testa fra le mani con rabbia e disperazione “Proprio adesso che il suo aiuto sarebbe stato indispensabile! Alla vigilia della guerra, lui sparisce! Che un fulmine possa cadere sul suo capo e rinfrescargli per bene le idee!”.
Frodo gli toccò timidamente un braccio, cercando di confortarlo “Sono sicuro che tornerà al momento opportuno, come sempre del resto. È sempre uno stregone, no?”.
Aragorn alzò lo sguardo su di lui “ Siamo in pericolo, Frodo, e abbiamo bisogno di lui adesso. La sua presenza era indispensabile, ora che non posso più muovermi. Ricomparirà, certo, e quando ciò accadrà gli farò ricordare i suoi doveri verso la Terra di Mezzo, ma non posso aspettare i suoi comodi. Siamo quasi in guerra, e bisogna agire ora.”
Pipino esclamò, un po’ stizzito “Tutti a dire che siamo in guerra, ma nessuno che si degna di dirci contro chi, o perché! Spiegatecelo, per una buona volta! “ poi, accorgendosi del poco rispetto che aveva espresso, aggiunse arrossendo e abbassando il capo “Con tutto il rispetto, Vostra maestà.”.
Aragorn sorrise all’imbarazzo di Pipino e rispose, rifacendosi cupo in volto :”Un mese fa, esattamente, è arrivato un messaggio da Narnia, una terra a noi alleata che voi, Pipino e Merry, avete conosciuto nei mesi passati grazie al vostro ruolo di rappresentanti, ma penso che anche voi, Sam e Frodo, dobbiate aver sentito parlare del Regno Del Grande Leone e dei Quattro Troni.”.
“Oh, si!” esclamò Sam illuminandosi. “Mi hanno detto che è una terra meravigliosa!”.
“Si, meravigliosa da visitare, ma terribile da combattere, Sam.” rispose triste Aragorn “Il messaggio dei quattro sovrani di Narnia affermava che erano venuti a conoscenza di un complotto da parte nostra contro di loro; questo li ha molto sorpresi e delusi, e hanno proclamato rotta la nostra alleanza e guerra contro di noi.”.
“Cosa?” esclamarono all’unisco Merry e Pipino “Non è possibile! I quattro sovrani non crederebbero mai ad una menzogna simile, soprattutto la regina Lucy! E Lidya, poi, non penso proprio che abbia deciso di farci guerra!”.
“Sono sorpreso anche io, ma purtroppo le cose stanno cosi. Però sono riuscito a convincere le due regine e i due re ad avere un incontro con loro nella loro terra per dimostrare la nostra innocenza e a impedire la guerra che, se avvenisse, sarebbe distruttiva per noi, che ancora non ci siamo ripresi del tutto dall’ultima guerra che ha travolto la nostra terra.” spiegò il re.
“Ma Grampasso, se non riuscite neanche ad alzarvi, come potete recarvi al incontro con i quattro sovrani?” chiese perplesso Merry.
Lui sospirò “Non posso. Dovrò mandare dei rappresentanti, senza di me, però. Uno rappresenterà me, Legolas il popolo degli Elfi, Gimli quello dei Nani, Faramir rappresenterà il popolo degli Uomini e voi, Merry e Pipino, vorrei che rappresentaste i soldati di tutta la Terra di mezzo. È per chiedervi questo che vi ho convocato.” Abbassò lo sguardo su di loro “Farete questo, per me e il vostro mondo, coraggiosi Hobbit?”.
I due Hobbit scesero dal letto e, deponendo le loro spade ai suoi piedi, si inchinarono e risposero “Per voi, Sire, faremo questo ed altro.”
Aragorn sorrise e la luce tornò a illuminare il suo sguardo “Vi ringrazio dal profondo del cuore, amici miei. Tutta la Terra di mezzo vi sarà riconoscente, e io sarò sempre vostro debitore per questo.”
“Grampasso” si intromise Sam, esitante “ma allora perchè avete chiamato il signor Frodo e me, se dovevate conferire solo con Merry e Pipino?”.
Aragorn si voltò verso di lui e rispose in tono di rimprovero “Veramente ho chiamato solo Frodo, e non te, Sam, perché sapevo che saresti venuto anche senza convocazione” a queste parole Sam arrossì e Frodo sorrise, trattenendo una risata “ e volevo chiederti di rappresentare, per il viaggio verso Narnia, il popolo degli Hobbit. Te la senti, avventuroso giardiniere?”.
Sam si inchinò proprio come i suoi amici e rispose “ Certo che si, sire.”.
Ma rialzandosi manifestò la sua più grande preoccupazione ”E il padron Frodo?”.
Aragorn posò il suo sguardo su Frodo e lo hobbit, per un attimo, senti il cuore smettere di battere per la preoccupazione.
“Frodo Baggins, io e la Terra di Mezzo dobbiamo chiederti ancora una volta tanto, ma solo tu puoi adempiere al compito più importante di tutta la missione. Non mi fiderei a lasciare il destino della Terra di Mezzo a un altro.”
Gli occhi del re erano fissi nei occhi azzurri dello hobbit, mentre gli poneva la grande domanda
 ” Frodo Baggins, Hobbit coraggioso e saggio, sarai il mio rappresentante nell’ultima missione a cui ti chiedo di prendere parte?”.
Frodo si alzò e rispose, lentamente “Se ritenete che io possa essere utile per la salvezza del nostro mondo, Sire, farò tutto ciò di cui sarò capace per difenderlo in vece vostra, anche con la vita.”.
Poi, lentamente, fece per inchinarsi al suo sovrano, ma la sua mano lo fermò “ Te l’ho già detto una volta, Frodo. Non inchinarti mai di fronte a nessuno. Non tu, che hai preso sulle tue spalle fardelli molto, troppo grossi per un qualunque essere vivente.”.
E così dicendo si inchinò al piccolo hobbit che, ancora una volta, aveva accettato di rischiare tutto per la salvezza di coloro e di ciò che amava.

La tana dell'autrice

Eccomi! Scusate il ritardo, ma ultimamente sono un po' giù di corda e non riesco a scrivere nè a fare altro. Qualche bella recensione mi aiuterebbe di sicuro, eh già!

Allora, eccoci finalmente a fare un po' di chiarezza (spero infatti di essere stata chiara, ma se non ci sono riuscita ditemelo pure). A Frodo, naturalmente, ho voluto dare un ruolo importante per mostrare meglio le sue grandi capacità. Mi scuso con le fan e i fan di Aragron, ma che volete, doveva essere moribondo per non farlo partire!
Lidya è un personaggio di mia invenzione, una guerriera di Narnia di cui parlerò meglio in futuro e una grande amica di Merry e Pipino.

Spero che vi piaccia. Aspetto recensioni! Ah, un bacio per quelli che non festeggiano san valentino! Questo è dedicato a tutti noi!

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