Never Without You!

di Blzbp91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'improvvisa sorpresa. ***
Capitolo 2: *** Incredibile, ma vero! ***
Capitolo 3: *** IncontriScontri. ***
Capitolo 4: *** Il terremoto. ***
Capitolo 5: *** Gary, una rivelazione. ***



Capitolo 1
*** Un'improvvisa sorpresa. ***


Nota dell'autrice - Salve a tutti! In primis, colgo l'occasione per scusarmi con i lettori di " Kyoto Master League. ", dato che è da un po' (molto) che non aggiorno. Chiedo venia, davvero! Ma ho una buona notizia (se così si può definire xD): ho corretto tutti e venti i capitoli e sto anche scrivendo il ventunesimo. Quindi, a breve, l'altra fanfiction continuerà! :) Nel frattempo mi è venuta in mente un'altra idea e così ho iniziato " Never Without You! ", che sarà sicuramente molto meno impegnativa di KML (infatti intendo concluderla nel giro di dieci capitoli, escluso questo, e poi i contenuti saranno più leggeri xD). Per il resto, come state? Mi mancava venire su EFP! In realtà quest'anno non è iniziato molto bene: ho preso un'influenza terribile e ho rischiato di perdere il mio cagnolino (spaventato a causa dei fuochi di Capodanno), quindi immaginate un po' come sono stata! Senza contare i terribili e sempre imminenti esami! Fortunatamente uno di questi l'ho sostenuto l'altro ieri ed è andato benissimo! L'altro, invece, ce l'ho a marzo ... e per quanto sia pesante, ho ancora parecchio tempo a disposizione! Mi rendo conto che questo prologo è parecchio striminzito, ma ho voluto che fosse così proprio per creare un'atmosfera di suspence. Ovviamente i prossimi capitoli saranno molto più lunghi e soprattutto saranno postati abbastanza velocemente! Buona lettura! ^^

Gli enormi occhi verdi sgranati;
 
I muscoli del corpo contratti;
 
La bocca, valorizzata dal lucidalabbra alla fragola, completamente spalancata.
 
L’espressione del viso indecifrabile.
 
Contentezza? Stupore? Arrabbiatura?
 
Di certo non poteva definirsi tranquillità. 
 
In quel momento, il tempo alla Hanada Gym sembrò fermarsi. Fu come se qualcuno avesse improvvisamente sparato un colpo di pistola e tutti si fossero immobilizzati per lo spavento.
 
Misty, la capo palestra, non era un tipo facilmente impressionabile, anzi. Nemmeno un branco di Gyarados l’avrebbe messa in difficoltà.
 
Solo quello era in grado di sconvolgerla.
 
Incredibile quanto fosse sfacciata la sua solita ed eterna faccia tosta; incredibile come quel sorriso continuasse a esercitare quel maledetto fascino magnetico su di lei; incredibile come, a distanza di anni, non si fosse ancora deciso a pettinare quei foltissimi e scompigliati capelli corvini.
 
Ma una cosa era certa: era cresciuto parecchio.
 
E finalmente l’aveva superata in altezza.
 
- Ciao, Misty! -
 

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Capitolo 2
*** Incredibile, ma vero! ***


Nota dell’autrice - Capitolo scritto di getto durante una pausa studio! Ero particolarmente ispirata! In realtà questa è una fanfiction romantica senza troppe pretese: volevo scriverla da molto tempo! ^^ In questi giorni sto leggendo “ Lovely Complex “ … ho letto i primi cinque volumi … e ho riso come una pazza! Lo consiglio a tutti! Otani, quanto sei bellino! *-* Buona lettura! ;)
 
Misty si bloccò per qualche secondo: capitava davvero raramente che la ragazza si trovasse in una situazione tale da non sapere cosa dire, cosa pensare.
 
Quella giornata, per come era iniziata, non sembrò tanto diversa dalle precedenti: Misty si era alzata di buon’ora, aveva fatto colazione, si era lavata, si era vestita, aveva nutrito i propri pokémon e poi era scesa in campo in attesa di nuovi sfidanti. Stranamente, però, quella mattina non si presentò alcun allenatore. Misty ne fu stupita: solitamente la Hanada Gym era piuttosto affollata.
 
Senza perdersi d’animo, l’allenatrice di pokémon d’acqua prese la decisione di cimentarsi in un’ardua impresa, ovvero pulire la sala degli incontri; in effetti la piscina era sinceramente penosa per quanto fosse colma di sporcizia.
 
- Ciao, Misty! -
 
Fu come un fulmine a ciel sereno.
 
I buoni propositi della ragazza, da realizzare entro quella mattinata, svanirono nel giro di un solo istante.
 
Misty non poteva credere ai suoi occhi: era un miraggio? Desiderio represso? Stanchezza accumulata nelle giornate precedenti?
 
Era Ash Ketchum quel ragazzo presente nella sua palestra? Proprio lui, che, fermo all’ingresso, le stava rivolgendo il migliore dei suoi sorrisi?
 
Così pareva.
 
- Insomma, mi rispondi o no? - Il ragazzo interruppe quel fastidioso silenzio, irritato dal mutismo di Misty.
- Oh … Ash … ciao! - Misty si stupì di se stessa: non credeva che in quella circostanza sarebbe stata in grado di formulare una frase di senso compiuto. La capo palestra, a passi cadenzati, si avvicinò al suo amico di vecchia data. 
- Finalmente! Credevo che ti avessero tagliato la lingua! - Ribatté Ash con allegria, nonostante non si decidesse a muoversi di un millimetro.
- No! Ma che dici! E’ che … è che sono stupita di vederti! Qui a Cerulean, poi! - Rispose la ragazza, che nel frattempo aveva raggiunto Ash all’entrata della sala.
- Ti ho fatto una bella sorpresa, vero? - Certo, una grande sorpresa. Se fosse gradita o meno, Misty ancora lo doveva capire.
- Sì … tutto mi sarei aspettata, tranne che vederti! Ormai è da anni che non parliamo faccia a faccia … - Misty acquisì una massiccia dose di tranquillità: per quanto fosse complicato, era ben consapevole di doverlo fare. Non doveva mostrarsi imbarazzata o impacciata. Chi era quello? Ash Ketchum. Quel bastardo di Ash Ketchum che per anni l’aveva completamente ignorata. Quell’ingrato non meritava la sua attenzione; e nemmeno il suo imbarazzo. 
- Sì, hai ragione … beh, credo che lo sai … è difficile mantenere i contatti quando si è in viaggio … nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante, io sono ancora un po’ arretrato! - Ash rise. Poi riprese a parlare: - Sono così impegnato con gli incontri, che è difficile concentrarmi sul resto. - Concluse.
Misty sospirò: - Vedo che non sei cambiato nemmeno di una virgola! -
- Tu dici? - Domandò Ash, guardandola con aria interrogativa. - Credo che dovresti indossare un bel paio di occhiali, Misty! Hai visto quanto sono cresciuto? -
- Non mi riferivo a quello … - Replicò la ragazza, decisamente esasperata. Comunque, Misty non poté fare a meno di scrutarlo: in effetti sì, Ash era cresciuto e non poco, ma era del tutto certa che il suo cervello avesse continuato a conservare le dimensioni di una nocciolina. Fra l’altro, a dirla tutta, Misty credeva che l’unico elemento che fosse davvero mutato in Ash fosse l’altezza, niente più: per il resto, il suo viso era rimasto identico e spiccicato a quello di quando era un bambino.
- Sei sempre la solita scorbutica! - Ash pareva parecchio divertito. - Sono proprio contento di essere passato qui, a Cerulean! -
- Di’ un po’, sei venuto apposta per me? - Che domanda idiota e Misty se ne rendeva perfettamente conto: molto probabilmente Ash si trovava lì per qualche fatto suo e, vedendo la Hanada Gym all’orizzonte (perché era impossibile non scorgerla, date le sue dimensioni), si era sicuramente ricordato che lì, in quell’enorme edificio con un Dewgong sul tetto, viveva una sua amica, la vecchia e cara Misty, che per anni e anni l’aveva accompagnato nelle sue svariate avventure.
- Certo! - Che risposta inaspettata! - In realtà sono qui per chiederti una cosa … o meglio, tante cose … è da così tanto che non ci vediamo che non saprei proprio da dove cominciare! - Ash era stranamente felice. Esageratamente felice. Che durante quegli anni avesse vinto la lotteria? Di certo non aveva vinto alcuna lega: nonostante il profondo risentimento che nutrisse nei confronti di quel moccioso, Misty continuava a seguirlo in tv in tutte le competizioni a cui prendeva parte.
- Vai con calma … come puoi vedere, oggi non ho tanti impegni … -
- Io sì, invece! - Disse Ash, guardando l’orologio della palestra. - Infatti vado un po’ di fretta. - Tanto per cambiare!
- Uhm … sei di fretta, eh? Beh, allora dimmi, cosa c’è che devo sapere? - Domandò Misty, mentre teneva le braccia conserte.
- Vedi, ho da poco concluso il mio ultimo viaggio a Unima, ma tra qualche giorno partirò di nuovo e questa volta la regione sarà ancora più lontana! Dato che starò fuori per molto più tempo, ho organizzato un week end a casa mia con Brock e gli altri … mi chiedevo se volessi venire pure tu! Fra l’altro saremo soli, perché mia mamma è in viaggio con il suo nuovo compagno … - Che Misty, fra l’altro, conosceva bene, perché per quanto non avesse più contatti con Ash, continuava comunque a sentirsi frequentemente con Delia.
- Ah … è davvero un’idea carina. - Misty tornò a sorridere: le faceva piacere che Ash l’avesse invitata. In fin dei conti, quindi, non si era dimenticato di lei. Almeno non del tutto. - Credo proprio che ci sarò. Così vedrò anche Brock, Max e Vera. Che bello! -
- Sì! Purtroppo i miei amici di Unima, Iris e Spighetto, non ci saranno, dato che hanno degli impegni … ma … non importa! Ciò che conta è che … finalmente potrò presentarti la mia ragazza, Misty! - 
 
Cosa aveva appena detto Ash?
 
Ragazza? Ash Ketchum sapeva cos’era una ragazza?
 
Intendeva forse dire “ amica del cuore “ o qualcosa del genere?
 
- Ehm … che hai appena detto, Ash? - Domandò Misty, continuando a meravigliarsi della sua flemma: in quel momento avrebbe voluto ucciderlo! O, in alternativa, uccidersi.
- Hai sentito bene! Mi sono fidanzato con una mia vecchia compagna di viaggio, Lucinda! Ma non credo che tu la conosca … hai avuto il piacere di incontrare Max e Vera, ma Lucinda … uhm … no, non credo che vi siate mai presentate. -
 
In realtà, Misty conosceva fin troppo bene chi fosse Lucinda: quella ragazzina odiosa che, durante gli incontri ufficiali di Ash, non faceva altro che sculettare e mettersi in bella mostra, con la giustificazione di fare il tifo per il moretto. Quando Misty si trovò a seguire le sfide della Lega di Sinnoh, il suo sguardo si posò immediatamente su quella assai fastidiosa tipetta. E, inspiegabilmente (beh, non tanto inspiegabilmente) fu dominata da un’orribile sensazione di gelosia! Non avrebbe mai pensato che quella che era poco più di una bambina potesse essere addirittura la fidanzata di Ash! Già, in generale, “ la fidanzata di Ash “ veniva considerata una vera e propria utopia …
 
- Ah … no, in effetti, no … non conosco questa ragazza … - 
- E’ troppo carina! - Esclamò Ash con aria sognante. - Sono sicuro che piacerà tanto anche a te, Misty! Sai, io sono sempre stato un po’ distratto, ma Lucinda è stata la prima che mi ha fatto capire l’importanza di avere una persona accanto … è riuscita a distogliermi dai pokémon! Una bella impresa, eh? Me ne rendo conto anche io! -
Misty sentì una dolorosissima fitta al cuore: com’è che aveva detto Ash? Lucinda gli aveva insegnato l’importanza di avere una persona accanto? Allora tutto quello che la capo palestra di Cerulean city aveva cercato di trasmettere ad Ash mentre viaggiavano insieme non aveva mai contato nulla? - Sono felice per te. - Fu tutto quello che gli riuscì a dire.
- Grazie, Misty! Sai, io ti voglio davvero un gran bene. Sei e sarai sempre la mia migliore amica. Ho bisogno anche del tuo giudizio! Sono proprio curioso di sapere cosa mi dirai dopo aver visto Lucinda! - L’entusiasmo di Ash era fin troppo evidente: che finalmente, anche lui, avesse conosciuto l’amore? Misty provò la sensazione di essere arrivata troppo in ritardo. Come sempre, quando si trattava di Ash Ketchum. - Senti, Misty, adesso devo proprio andare! Ho già perso troppo tempo, sono terribilmente in ritardo! -
- Dov’è che devi andare? - Chiese lei, temendo la risposta che sospettava.
Ash sorrise: - Ho promesso a Lucinda di portarla a visitare Viridian city … in fondo è stata la nostra prima tappa, no? In un certo senso, vorrei che Lucinda rivivesse le avventure che io ho trascorso nei primi anni del mio viaggio! In questo modo la sentirò ancora più vicina a me! - Questo era davvero troppo. No, Misty non voleva una cosa del genere. Era così gelosa del tempo che aveva trascorso con Ash; non voleva condividerlo con nessuno e credeva che anche per Ash fosse lo stesso. Invece, adesso, lo stesso Ash voleva contaminare quei ricordi introducendo una persona che non c’entrava niente con la loro amicizia.
- Capisco. - Rispose Misty con voce molto grave. Era sul punto di scoppiare a piangere, ma doveva resistere.
- Allora ci sei per il week end? - No! Era questa la risposta che Misty voleva dargli. Ma ormai già gli aveva offerto la sua disponibilità. E soprattutto, non sopportava l’idea di lasciare Ash e Lucinda soli, durante quel week end.
- Sì … ci sono, Ash. - Concluse Misty, riuscendo ad abbozzare addirittura un sorriso.
- Questa sì che è una grande notizia! Allora ti aspetto sabato mattina, a Pallet! Ora devo proprio scappare, Misty … sono stato davvero contento di averti rivista! - Il ragazzo si diresse verso l’uscita, ma poi sì fermò: - Ah, Misty? -
- Dimmi, Ash. - Rispose lei: come mai la fretta non l’aveva ancora portato via? 
- Complimenti! - Ash le sorrise. - Sei diventata davvero una bellissima ragazza! -
 
La ragazza arrossì: probabilmente quella era la prima volta, dopo undici anni, che Ash Ketchum le faceva un complimento del genere.
 
Ash se ne andò prima che Misty rispondesse.
 
Era stato lancinante. Tutto.
 
Anche quel complimento: fu davvero scoraggiante la disinvoltura attraverso la quale Ash glielo rivolse.
 
Evidentemente non gliene importava più di tanto.
 
Come accadeva sempre. Da sempre.
Continua ...

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Capitolo 3
*** IncontriScontri. ***


Nota dell’autrice - Permettetemi di dire: io e la sfiga siamo una cosa sola! -.- Qualche giorno fa, il mio adorato papà mi ha chiesto di utilizzare il mio pc: non l’avesse mai fatto! Accidentalmente ha cancellato il ventunesimo capitolo di “ Kyoto Master League “ … -_- spero che non l’abbia letto. O_o Papà, papà, papà … sei proprio un imbranato col pc! Quindi, mi scuso immensamente, ma dovrete aspettare ancora un altro po’, visto che dovrò riscriverlo … -_- non che io abbia delle scadenze … ma non mi sembra giusto nei confronti di chi segue la storia far aspettare così tanto … nel frattempo godetevi questo capitolo, di cui sono abbastanza soddisfatta! Buona lettura!
 
Finalmente giunse il fatidico sabato.
 
Misty, più svogliata che mai, non considerò nemmeno per un attimo l’idea di utilizzare una valigia: dal momento che si prospettava un week end pieno di acredine e di dispiaceri, optò per la sua vecchia sacca rossa, quella che aveva portato con sé durante i viaggi insieme ad Ash.
 
La ragazza sospirò: solitamente, quando era entusiasta, si divertiva a scegliere gli abiti da indossare e a stabilire i probabili abbinamenti; quella volta, invece, non fu così: il motivo di tale apatia poteva ritenersi concentrato in una sola parola, in una sola persona; Lucinda.
 
Nemmeno ci aveva mai parlato, ma il solo fatto che quella ragazzetta fosse divenuta la fidanzata di Ash costituiva una valida ragione per detestarla nella maniera più assoluta.
 
Quindi … Lucinda era il tipo ideale di Ash?
 
Misty si era domandata parecchie, forse troppe volte, quale fosse lo stereotipo di ragazza che Ash reputasse carina o quanto meno gradevole; nei primi tempi, Misty giunse alla conclusione che in realtà il suddetto modello nemmeno esistesse, ma evidentemente non era così. D’altra parte, quali pretese poteva accampare la capo palestra di Cerulean city? I suoi pensieri erano congetture, niente di più, niente di meno. In che occasione Ash aveva dato modo di far conoscere i suoi gusti in fatto di donne? Nessuna. Misty aveva sbagliato a credere che il suo amico non fosse per niente interessato al gentil sesso; probabilmente era, da sempre, molto riservato e quindi non amava discorrere su quell’argomento.
 
Ma a cosa servivano tutte quelle paranoie? A niente. Ash era impegnato. Con una smorfiosa, per giunta. Che Misty lo accettasse o no.
 
L’allenatrice di pokémon d’acqua sorrise amaramente: era pienamente consapevole del fatto che, in fondo, durante tutti quegli anni trascorsi nella sua città, aveva nutrito la speranza di incontrare Ash e di dichiarargli i suoi sentimenti. Non era mai stata tanto coraggiosa da ipotizzare un’eventuale e probabile risposta, ma le sarebbe bastato mettere le cose in chiaro.
 
Invece, con quella nuova e agghiacciante notizia, i buoni propositi di Misty si trasformarono in assordanti rimpianti.
 
Un po’ doveva aspettarselo … la colpa non era solo di Ash; ma anche sua, che fino a quel maledetto week end, per tutto quel tempo trascorso, aveva tenuto la bocca chiusa, reprimendo le proprie emozioni.
 
Era troppo tardi, ormai … per davvero.
 
Misty portò con sé l’essenziale: in fondo si trattava di un fine settimana e lei non era di certo il tipo che amava mettersi in ghingheri.
 
Prima di partire per Pallet, si sedette sul letto, massaggiandosi il ventre: a rendere quei giorni terribilmente pesanti e inesorabilmente lenti non sarebbe stato solo il fidanzamento di Ash, ma anche il suo ciclo mestruale.
 
- Fantastico! Mi risulterà davvero difficile tenere i nervi fermi … -
 
Dopo aver preso un antidolorifico, Misty uscì dalla palestra, chiuse le porte e, appena in tempo, salì sull’autobus che l’avrebbe condotta a Pallet.
 
La città natale di Ash non distava parecchio da Cerulean: dì li a poco l’incubo di Misty sarebbe cominciato.
 
Ma perché aveva detto di sì? O meglio, perché non aveva cambiato idea?
 
Era stata parecchio contenta quando Ash l’aveva invitata. Si dovette ricredere quando scoprì l’amara verità.
 
Ash fidanzato … terribile, davvero terribile. E, oltretutto, inimmaginabile.
 
Dopo un paio d’ore, Misty arrivò nella città natia di Ash: scesa dal bus e s’incamminò verso l’abitazione del ragazzo.
 
Pallet era rimasta la stessa: piccola e ridente, tranquilla e pacifica. Misty conservava un buon ricordo di quel piccolo punto urbano.
 
La ragazza raggiunse la villa Ketchum: nemmeno quest’ultima era cambiata.
 
L’agitazione salì tutt’un tratto: aveva deciso di non farsi trarre in inganno dalla gelosia; detestava Lucinda, ma non doveva darlo a vedere.
 
Misty si avvicinò alla porta, ma prima che potesse bussare, davanti a lei si materializzò proprio Ash:
 
- Ehi, Misty! Che bella sorpresa! Stavo uscendo a prendere la posta! - Ash era in pigiama; i suoi capelli erano più scompigliati del solito.
- Ehi! - Rispose lei nervosamente. - Mi hai fatto prendere uno spavento. -
- Scusa, scusa. - Disse Ash ridendo. - Entra pure, Misty. -
- Grazie, Ash. - La ragazza avanzò, ma poi esitò a muoversi. - Chi c’è in casa? -
- Lucinda, ma dorme. - Ribatté Ash, mentre ritirava delle lettere dalla cassetta della posta.
- Ah … capisco … - Misty entrò in casa: Lucinda dormiva ancora, quindi non c’era pericolo d’incontrarla. Almeno per un po’.
- Sei arrivata in bus? - Domandò Ash seguendo l’amica e chiudendo la porta dietro di sé.
- Sì. Potevo venire in bicicletta, ma sai com’è, temevo che me l’avresti distrutta di nuovo … - La capo palestra di Cerulean cercò di ammorbidire la tensione.
- Ormai sono un distruttore di biciclette specializzato! - Esclamò Ash ridendo. - Pikachu ha carbonizzato anche le bici di Vera e di Lucinda … -
- Ah … - Misty non ne sembrò tanto contenta: non voleva che il loro incontro constasse di repliche o ripetizioni. - Pikachu, a proposito … come sta? -
- E’ dal professor Oak. - Disse Ash sbuffando. - Finalmente! -
- Eh? Ash, ti senti bene? - Chiese Misty, completamente stralunata.
- Sì. - Sospirò lui. - Pikachu è fin troppo attaccato a me! Sai, è il mio più grande amico, su questo non ci sono dubbi, però … da quando sto con Lucinda … troppo affetto può risultare fastidioso e così … l’ho rispedito al laboratorio! -
 
Misty rimase profondamente delusa dalle parole di Ash: nonostante molto spesso fosse stata gelosa dello speciale rapporto tra l’amico e il pokémon, mai avrebbe pensato a un finale del genere.
 
- Quindi mi stai dicendo che Pikachu è una scocciatura per te? -
- Ogni tanto … - Rispose Ash poco convinto. - Volevi vederlo? -
- Beh, sì … io adoro Pikachu. -
- Magari Lucinda la pensasse come te! - Continuò Ash nervosamente. - Se devo essere sincero, mi sono fatto condizionare da lei … le dava fastidio che Pikachu s’intromettesse nei nostri momenti di … chiamiamoli di intimità … e quindi ho dovuto prendere una decisione drastica … da un lato mi dispiace … però, dall’altro … riesco a trarne parecchi vantaggi … infatti stanotte non siamo stati disturbati. -
 
Misty fissò Ash in maniera disgustata: obbligò il proprio cervello a non viaggiare troppo con la fantasia.
 
- Qualcosa non va? - Chiese Ash, dopo aver notato la strana espressione della ragazza.
- No, tranquillo. - Disse lei, sviando il discorso. - Credo che più tardi passerò dal professor Oak … a proposito … come sta? E Gary? -
- Bene, continuano le loro ricerche. Insomma, lavorano sempre. -
- Hanno volontà da vendere … -
- Eh, sì … so che Gary ha fatto delle scoperte importanti … in fin dei conti sono felice per lui … se lo merita, è una persona parecchio intelligente. -
- Sì, l’ho sempre pensato. - Disse Misty.
- Anche se per un periodo l’ho detestato … avevo il timore che ci provasse con Lucinda … sai, quando stavamo a Sinnoh … -
- Oh, Lucinda … Lucinda … Lucinda … - Replicò Misty in maniera ironica.
- Eh? Che c’è, Misty? - Domandò Ash, non avendo capito perché la ragazza ripetesse il nome della propria fidanzata.
- Niente. - Lei sorrise. - E’ incredibile … nel giro di dieci minuti abbiamo parlato di tanti argomenti e tu hai sempre nominato Lucinda … -
- Ah … - Ash s’imbarazzò. - Si vede che è sempre al centro dei miei pensieri, eh? -
 
Misty inarcò un sopracciglio: era tutto così strano. Certo, quello che aveva davanti era il ragazzo che l’aveva accompagnata nelle sue più strabilianti avventure, ma nel giro di pochi anni la sua personalità era stata notevolmente stravolta. Da Lucinda, forse. 
 
- Già. - Rispose lei, secca. - Credo proprio che andrò adesso. -
- Dove? - Chiese Ash. 
- Da Pikachu! -
- Smettila di andare di fretta, Misty … rilassati. -
- Io voglio andare ora! - Misty s’irritò sensibilmente, alzando la voce.
- Ma che ti prende? - Domandò Ash, cominciando ad agitarsi. - Ho detto qualcosa di sbagliato, per caso? -
- No, no! - Disse Misty ridendo. - Davvero nulla. Ora fammi andare. -
- Non te ne andrai se prima non mi dirai perché ti sei arrabbiata! - Ash afferrò il braccio di Misty in maniera un po’ brusca, infatti le procurò del dolore.
- Ahia! - Si lamentò la ragazza. - Molla la presa! -
- Solo se ti calmerai! -
- Sono calmissima! -
 
- Cosa sta succedendo qui? - Il battibecco fu interrotto dall’entrata in scena di una ragazza in pigiama: i suoi capelli erano scuri e parevano avere dei riflessi blu. Nonostante sembrava che si fosse alzata da poco dal letto, il suo aspetto era impeccabile; addirittura il pigiama era adorabile.
 
- Ehi, Lucinda! - Esclamò Ash, cambiando tutt’un tratto. - Ti sei svegliata presto? -
- Eh, già … - Rispose lei, visibilmente infastidita. - Ho sentito una voce estranea che urlava e così sono venuta qui a vedere cosa stava succedendo … -
 
Voce estranea? Misty aveva compreso l’antifona: ce l’aveva con lei, ovviamente.
 
- Non preoccuparti, non è successo nulla, solo una piccola discussione. - Ash rassicurò la propria ragazza. - Comunque voglio presentarti Misty! - Ash indicò la sua amica di sempre.
 
Ci furono attimi di silenzio: Lucinda scrutò Misty da capo a piedi, dopodiché, sul suo volto, fece spazio a un sorrisetto ironico. 
 
- Ah … e così tu sei la famosa Misty? -
- Addirittura famosa? - Domandò la capo palestra di Cerulean in maniera nervosa. Non riusciva a credere di star dialogando con tanta tranquillità con la dolce metà del ragazzo che amava da sempre.
- Beh, abbastanza … - Ribatté Lucinda, sbadigliando sonoramente. - Ash mi ha parlato spesso dei suoi primi viaggi … era inevitabile che uscisse di mezzo anche il tuo nome, visto che all’epoca lo seguivi, no? -
- Lo seguivo? - Misty s’irrigidì visibilmente. - In realtà non l’ho seguito. Aspettavo che mi risarcisse. -
- Lascia perdere il motivo. - Disse Lucinda in maniera distesa. - Comunque lo seguivi, no? -
- Io, no … io … - Misty fu colta alla sprovvista.
- Che importanza ha? - Ash subentrò nel discorso. - Che dite, preparo la colazione? -
- Io già ho mangiato … - Rispose Misty.
- Ottima idea, amore! - Lucinda si avvicinò ad Ash e gli diede un bacio sulla guancia. - Da quando sai cucinare? - Chiese Misty, mentre osservava impietrita quella scena melensa.
- Da quando mi ha conosciuto. - Replicò prepotentemente Lucinda. - Un uomo, per essere tale, deve saper anche cucinare per la propria donna. -
- Indubbiamente. - Disse Misty. - Ma mi viene davvero da ridere a pensare Ash che cucina! - La ragazza cercò di assumere un atteggiamento quantomeno amichevole: Lucinda sembrava davvero scortese e voleva cercare di esserle superiore.
- Cosa c’è di divertente? - Rispose la mora, davvero seccata. - Ma quanti anni fa viaggiavate, voi due? Se non sbaglio, quando eravate bambini! E’ normale che le persone cambino con il trascorrere del tempo … dico bene, tesoro? - Lucinda si rivolse ad Ash, mostrandogli il suo sorriso più dolce.
- Sì … assolutamente sì. - Ash strinse Lucinda a te.
- Ti adoro! - Esclamò lei, ricambiando l’abbraccio. - Però, per il futuro, resta così: non cambiare mai! - Lucinda, dopo aver ricambiato l’affetto di Ash, rivolse uno sguardo davvero truce alla povera Misty, che in quella situazione pensava di essere un pesce fuor d’acqua. Non era possibile descrivere l’insieme delle sensazioni che stava provando alla vista di quei due insieme: rabbia, sgomento, ribrezzo …
- Oh … ehm … sarà meglio che vada! - Disse Misty, avviandosi verso la porta.
- Dov’è che devi andare? Conosci qualcun altro a Pallet? - Domandò Lucinda, continuando a stringere il suo amato.
- Sì, il professor Oak! - Rispose Misty decisa.
- Ah … quel vecchio … - Lucinda rise tra sé e sé.
- Lucinda! Porta rispetto al professore! Lui è … -
- … il più grande esperto di pokémon al mondo. Lo so, Ash. Risparmiami la solita zolfa. -
- Cosa c’è di divertente nel professor Oak? - Domandò Misty, imitando la stessa Lucinda; non fu sicura, però, che quest’ultima avesse inteso o compreso lo sfottò.
- Nulla. - Rispose Lucinda con aria indifferente. - Non sopporto le persone vecchie, ecco tutto. -
- Ma un giorno anche tu lo diventerai! - Misty voleva riscattarsi.
- Sarà un giorno molto lontano … - E nemmeno Lucinda voleva esimersi dall’esprimere l’ultima parola.
- Ma comunque arriverà. - Concluse Misty. - Bene, adesso vado davvero. Buona colazione. - La ragazza uscì in maniera sommessa: non si aspettava di certo che ci sarebbe stato un approccio amichevole, ma nemmeno così ostico come quello avvenuto poco prima.
 
- E’ proprio antipatica. - Disse Lucinda.
- Ma no, non è vero. - Rispose Ash. - Non capisco perché tu sia stata così maleducata con lei. -
- Non sono stata maleducata! - Controbatté Lucinda con voce stridula. - E poi si vede da un miglio che è innamorata di te! - Il suo tono di voce divenne rabbioso.
- Ancora con questa storia? - Ash sembrava esasperato. - Ti ho già detto che non provo nulla per Misty! Né lei prova qualcosa per me! E‘ un‘amica, punto! -
- Certo, certo … - 
- Insomma, Lucinda! E’ la verità! -
- Fa’ quello che ti pare! Non ho più fame! - La ragazza, parecchio arrabbiata, tornò in camera e sbatté violentemente la porta.
 
Ash sospirò: per quanto ancora quella storia sarebbe andata avanti?
 
Nel frattempo, Misty stava camminando nella direzione del laboratorio: insomma, quel week end non era cominciato nel migliore dei modi e in un certo senso l’aveva intuito dal primo momento.
 
A prescindere da questo, però, era ben decisa a non demordere.
 
Tuttavia, c’era una cosa che l’aveva particolarmente turbata … l’atteggiamento inerme di Ash.
 
Certo, non si aspettava che il ragazzo prendesse le sue parti, soprattutto in presenza della sua amata … ma avrebbe potuto intervenire in maniera più incisiva.
 
Invece non lo fece, probabilmente perché troppo succube di Lucinda.
 
Misty frenò i suoi pensieri per un po’ e si accorse di essere giunta a destinazione.
 
La ragazza salì la scalinata che portava al laboratorio: c’era ancora quella sorta di pala eolica, che da sempre rappresentava un vero e proprio simbolo degli studi di Oak.
 
Misty notò che la porta d’ingresso era aperta e non si fece problemi a farsi strada da sola.
 
- E’ permesso? - Domandò la ragazza, guardandosi attorno: nella sala d’aspetto non c’era alcuna persona.
- Pika! -
- Ciao, Pikachu! - Il topo elettrico saltò addosso alla rossa in maniera affettuosa. - Che bello vederti! Mi sei mancato tanto! -
- Pikachu-pi! - Esclamò il piccolo pokémon.
- Che bello che sei! - Misty strinse a sé Pikachu, che ricambiò con una leggera ma piacevole scarica elettrica.
 
- Ehi, Pikachu … cerca di non esagerare … - Dall’esterno entrò un ragazzo, probabilmente coetaneo di Misty: indossava un camice bianco ed era facilmente riconoscibile grazie alla sua castana e originale capigliatura.
- Ciao, Gary! - Esclamò Misty, mentre teneva Pikachu in braccio.
- Ehilà! - Rispose lui con un cenno di mano. - E’ da un bel po’ che non ci si vede, eh? Credevo che ormai fossi stata seppellita nella palestra di Cerulean city … -
- Non sei per niente carino! - Replicò Misty, facendogli la linguaccia. - Sai, ogni tanto è giusto prendere un po’ d’aria … non credi? -
- Non dirlo a me! - Disse Gary sospirando. - Sono così preso dal lavoro, che ormai non riesco a trovare un po’ di tempo libero … che cavolo! -
- Mi dispiace! - Controbatté Misty. - Ma dovresti fare di tutto pur di trovarlo! -
- E’ vero … sei sempre molto saggia, Misty … ma dimmi … come mai sei qui? Non dirmi per Ash … è tornato, eh? -
- Sì, sono qui proprio per Ash. - Rispose Misty in modo molto ironico. 
- Ah, già, per il week end … ha invitato anche me, ma non so se riuscirò a esserci … con tutti questi impegni che ho … -
- Ehi! Guarda che anche i capi palestra sono pieni di lavoro! Il nostro è un mestiere molto duro! Ma, come puoi vedere, se per un week end ci si ferma a rilassarsi, non succede un bel niente … anzi … un po’ di riposo non può che temprarci! -
- Credi che per te questo discorso valga al cento per cento? - Domandò Gary.
- Uh? Che vuoi dire? -
- Ah, forse non lo sai … -
- Non so cosa? -
- Ash … insomma … -
- Ah, Lucinda. -
- Ok, lo sai. -
- Sì, lo so. -
- Credevo che saresti andata in un angolino a piangere disperatamente … -
- Ehi! Non sono mica il tipo da fare queste cose! - Ribatté Misty irritata.
- No, per niente … anzi … per quel che ricordo, sei sempre stata un vero e proprio maschiaccio, ma … ti assicuro che il tuo amore per quello stupido può essere notato anche da un miglio di distanza … -
- Oh … - Misty arrossì di colpo.
- Ehi, rilassati. Non andrò di certo a spifferarlo a qualcuno … anche perché, se l’avessi voluto fare, stai certa che il tuo segreto sarebbe svelato da anni. -
- Il mio non è un segreto! Non ho mai avuto intenzione di … di tenerlo nascosto … -
- Sì, ti posso capire. E’ terribile. -
- Perché dici che puoi capirmi? -
- Perché anche a me è capitato di non riuscire a dichiararmi alla persona che mi piace … è davvero frustrante … ma che vuoi farci? La vita ci propina sempre questo schifo di spettacolo … e in un certo senso siamo pure costretti a sorbircelo … -
- Non sono molto d’accordo, Gary … lo spettacolo ce lo sorbiamo fino a quando decidiamo di sopportarlo … quando poi l’intolleranza raggiunge il culmine, allora è tutto diverso … insomma … dipende dalla nostra volontà … -
- Hai ragione, Misty, ma è sbagliato generalizzare. E’ che ogni situazione presenta sfaccettature del tutto diverse, che poi inducono a comportarsi nel modo che si ritiene più consono … nel mio caso, ho ritenuto giusto tacere … e per quanto possa essere dannoso per me stesso, è sicuramente una scelta giusta per la persona in questione … -
- Sei molto altruista, Gary. Ti ammiro. - Misty gli sorrise.
- Ma no, ma no. - Replicò lui, abbassando lo sguardo. - Comunque, come mai stiamo parlando di queste cose? D’altra parte, non abbiamo mai avuto chissà quale grande rapporto, io e te … anzi … si può dire che a stento ci siamo rivolti la parola … quindi, scusami se ho intavolato un discorso del genere, ti sarò sembrato inopportuno … -
- Ma no, Gary. Anzi, io ho sempre pensato che tu fossi parecchio in gamba … infatti conosci i miei sentimenti verso Ash … invece il diretto interessato nemmeno immagina cosa c’è nella mia testa. -
- Ma quello è un tonto … non se ne accorgerà mai, a meno che tu non glielo dica in maniera esplicita … e chissà, magari anche in quel caso … -
- No, non credo … ora sta con Lucinda … e ti dirò, mi sembra molto preso da lei … spero solo che non si faccia mettere i piedi in testa … per quanto molti lati del carattere di Ash siano parecchio discutibili, ho sempre ammirato la sua personalità … e non voglio che qualcuno gliela stravolga. In realtà sono rimasta molto sorpresa … è cambiato, per certi versi … ma per altri … è il solito bambino! E ciò, in parte, se mi fa cadere le braccia, mi rincuora anche … ah, non so cosa sto dicendo! -
- Figurati, Misty … per essere una ragazza innamorata persa da oltre dieci anni, sei fin troppo coerente nei tuoi ragionamenti … ma non avevo dubbi … sei molto intelligente. -
- Ti ringrazio, Gary! La stima è reciproca! -
- Pika! - Concluse Pikachu.
- Sarà meglio che torni alle mie faccende … eri venuta qui per mio nonno? -
- No, in realtà volevo solo salutare questo batuffolo … - Misty coccolò ancora di più Pikachu. - A proposito … il professor Oak dov’è? -
- Non ne ho idea … quell’uomo scompare, di tanto in tanto … ormai sono io quello che manda avanti la baracca … -
- Davvero ammirevole, Gary! - Esclamò Misty. - Spero che tornerà presto … vorrei salutare anche lui. -
- Non preoccuparti, appena tornerà in laboratorio glielo dirò … oppure chiamerò a casa di Ash per avvertirti … ah … ti fermi a Pallet solo per questo week end? Immagino di sì … -
- Sì, proprio così. - Disse Misty. - Anche se è bello essere in vacanza, non posso assentarmi dalla palestra per più di due o tre giorni … -
- Ti capisco … - Disse Gary. - Allora ci sentiamo, Misty. -
- Ok. Ciao, Gary! - 
 
Il nipote di Oak uscì dal laboratorio per dirigersi verso il giardino e Misty, insieme a Pikachu, era in procinto di tornare a casa di Ash.
 
Gary la osservò da lontano e sospirò: erano passati anni, ma guardarla gli faceva ancora male.
 
Ricordò quando la vide per la prima volta: in tutta onestà non fu molto colpito dal suo trasandato e sciatto aspetto fisico, anche perché, all’epoca, era circondato da una miriade di bellissime ragazze: ma era rimasto folgorato dalla decisione e dalla determinazione di quella ragazzina gracile e apparentemente insignificante.
 
Nonostante non fosse all’altezza delle sue ammiratrici, scorse in lei qualcosa di speciale: si chiedeva perché una persona particolare come Misty viaggiasse con quello stupido di Ash.
 
In realtà Gary non le aveva quasi mai rivolto la parola: tutte le volte in cui ciò era successo, fu perché Misty intervenne per difendere Ash dalle provocazioni del ricercatore.
 
Gary rimaneva sempre più stupito dal modo in cui Misty era ininterrottamente pronta a proteggere a spada tratta Ash. Era evidente che fosse innamorata di lui.
 
Chiunque, a quel mondo, sarebbe stato lusingato da un trattamento del genere; tranne Ash, che nella sua immane ingenuità, non si rendeva minimamente conto di quegli incredibili sentimenti che venivano nutriti verso di lui.
 
Gary scosse la testa e ritornò al presente: adesso Misty era anche una bellissima ragazza e ciò lo metteva maggiormente in difficoltà.
 
Sapeva che dopo la fine della Conferenza Argento lei era tornata a Cerulean city. Ne fu felice, perché in quel modo la rossa e Ash non avrebbero avuto più contatti; ne era certo, perché sapeva bene quanto il moro fosse menefreghista.
 
Inoltre, intrapresa la strada di ricercatore a Pallet, era assolutamente convinto di sentirsi più vicino a Misty. Ma si sbagliava.
 
Perché il cuore di Misty apparteneva ad Ash. A prescindere dai chilometri, dalle circostanze e da Lucinda.

Continua ...

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Capitolo 4
*** Il terremoto. ***


Nota dell'autrice - Ricordate cosa avevo scritto nella scorsa nota? Che la sfiga mi perseguita! Ecco ... non ha smesso! Nei giorni scorsi ho cambiato nickname e mi è venuto un colpo perché tutte le mie storie risultavano bacate (in pratica non si vedeva un tubo); fra l'altro non avevo NULLA salvato sul pc, perché l'ho formattato di recente. Ringrazio infinitamente Erika per avermi aiutato a recuperare le mie storie! Grazie, Erika! Ti venererò fino alla morte! E scusa per il disturbo ... comunque d'ora in poi, per una questione di sicurezza, salverò le mie storie su una pen drive (di Angry Birds ... molto carina u.u). Buona lettura!

- Sei già tornata? - Ash, stravaccato sul divano in soggiorno, si accorse repentinamente della presenza di Misty.
- Ti dispiace? - Domandò lei, cercando di non curarlo.
- No, che dici … - Disse Ash, infastidito dalla pungente ironia della ragazza. - Credevo che ti saresti intrattenuta di più … -
- Mi è bastato vedere Pikachu! Avevo pensato di portarlo qui, ma poi, sulla via di casa, ha deciso di tornare indietro … credo che dovresti dedicargli più tempo, Ash … mi è sembrato parecchio dispiaciuto … forse si sente trascurato … -
- Gli ho dedicato una vita. - Ribatté lui, gelido. - E poi vado al laboratorio ogni giorno! Questo week end sarà un’eccezione … inoltre, non dimenticare che a breve ripartirò e quindi staremo a contatto ventiquattro ore su ventiquattro … -
- Beh, potevi approfittarne per trascorrere del tempo col tuo pokémon in un contesto più disteso, più rilassato … ma … sarà meglio che io taccia, anche perché non ho alcuna voce in capitolo … comunque mi ha fatto piacere rivederlo dopo tanto tempo! -
- C’era il professore al laboratorio? - Chiese Ash, sviando l’argomento.
- No, c’era Gary. - Misty sorrise. - Abbiamo chiacchierato un po’ … certo che è proprio cambiato … è diventato così … adulto. -
- Tu dici? Per me è il solito. - Replicò Ash. Poi continuò: - Misty … -
- Sì? - La ragazza si voltò verso l’amico: conosceva bene quell’intonazione.
- Ecco … mi dispiace molto per prima … mi riferisco all’atteggiamento di Lucinda … avrebbe dovuto essere più gentile, ma è una persona un po’ complicata … ti prego, cerca di comprenderla, sono sicuro che in futuro le cose andranno meglio … -
- Figurati, Ash. - Rispose Misty in maniera cupa. - Non la conosco … né pretendo di starle a genio … però … c’è una cosa che mi ha ferito … -
- Cosa? -
- Il fatto che tu non abbia cercato minimamente di dif … -
 
Qualcuno bussò alla porta.
 
- Oh, deve essere Brock. - Iniziò Ash, un po’ imbarazzato.
- Ah … Brock … - Ripeté Misty: il cuoco provetto non poteva scegliere un momento più opportuno per rompere le scatole?
- Vado io … - Ash, molto pesantemente, si alzò dal divano e si diresse verso l’ingresso della sua casa. Quando aprì la porta, però, non c’era nessuno. - Uh? Che significa? Qualcuno è in vena di scherzi? -
- No, Ash! Guarda lì! - Misty lo raggiunse e notò che nell’aria volteggiava un adorabile Pelipper. - Probabilmente qualcuno ti ha inviato una lettera. -
- Pelippeeeeer! - Il pokémon si avvicinò ad Ash e dal suo enorme becco cacciò proprio una lettera sigillata.
- Grazie. - Ash sorrise al pokémon, che, avendo ripreso a volare, si allontanò.
- Chi te la manda? - Domandò Misty, non facendosi gli affari suoi.
- Pare che sia di Vera. - Ash la scartò e iniziò a leggerla. - Caro Ash, scusa se mi faccio sentire solo ora, ma non sapevo come contattarti dato che non ho il tuo numero di casa. Io e Drew non potremo venire da te, causa sciopero dei treni. Probabilmente arriveremmo a Pallet solo lunedì. Scusaci tanto. Con affetto, Vera. -
- Che fregatura … - Commentò Misty.
- Già … che peccato … ci tenevo davvero tanto … -
- Dai, non ti preoccupare. Perché non posticipi la tua partenza? -
- Posticipare la mia partenza? -
- Sì! - Esclamò Misty. - In fondo siamo in estate! Se partirai qualche giorno dopo, di certo non cascherà il mondo. So che hai invitato anche Gary … non è sicuro di raggiungerci perché è oberato dai suoi impegni … magari potremmo organizzare questa rimpatriata un altro giorno, in modo tale da permettere agli altri di sistemare le proprie faccende e di venire qui senza problemi … -
- Sei sempre un genio, Misty. - Ash le sorrise; lei arrossì: incredibile, le faceva sempre lo stesso effetto. Nonostante fossero stati lontani per anni, adesso si comportavano proprio come ai vecchi tempi.
- Senti … - Cominciò la rossa. - Lucinda dov’è? Che fine ha fatto? -
Ash s’intristì: - E’ in camera da letto. Abbiamo litigato. -
- Eh? Quando? - 
- Prima … tu eri già uscita per andare in laboratorio … -
- Ah … ehm … mi dispiace … - In realtà il cuore di Misty scoppiava di gioia. - Qual è il motivo? Non sarà per il confronto, se così vogliamo definirlo, che abbiamo avuto prima io e lei? -
- Lasciamo perdere … - Concluse Ash con fare disfattista. - Anzi, adesso vado in camera a cercare di calmarla … questi litigi mi hanno davvero stufato! -
- Litigate spesso? - La domanda di Misty fu spontanea e naturale, non riuscì a trattenerla. - Oh … scusa, forse sono stata indiscreta … -
- Te ne parlerò un’altra volta, adesso vado da lei. - Ash licenziò Misty e si diresse verso la sua camera: ovviamente ciò indispettì non poco la capo palestra di pokémon d’acqua, ma era già giunta alla conclusione che scene del genere si sarebbero ripetute spesso. Ma era così difficile da accettare … 
 
Nel frattempo, Ash era entrato nella sua stanza: Lucinda era stesa sul letto e sembrava che stesse dormendo.
 
Il ragazzo le si avvicinò, si sedette sul letto e con una carezza le spostò le ciocche di capelli che le coprivano il volto. Gli occhi di Lucinda, inizialmente, erano chiusi, ma prima che Ash potesse rendersene conto, si aprirono in maniera istantanea:
 
- Sei sveglia! - Esclamò Ash, spaventato dall’espressione depravata della ragazza.
Lucinda rise: - Sei proprio un tonto. Non so quante volte ti ho giocato questo scherzetto. - La mora si sedette accanto ad Ash, mentre, con le mani, cercava di rimettere apposto i propri capelli. - Non è necessario che tu sia qui. -
- Avevo il bisogno di vederti … - Sussurrò Ash, intento a fissare il pavimento.
- Sei venuto per chiedermi scusa? - Domandò Lucinda con un ghigno.
- Dobbiamo smetterla. - Disse Ash, continuando a non guardare la sua fidanzata.
- Dobbiamo smettere di fare cosa? - Chiese lei con calma.
- Di comportarci da bambini. -
- Io non sono una bambina. -
- Invece sì. - Questa volta lo sguardo di Ash si posò sul viso di Lucinda. - Te lo ripeto per l’ultima volta, Lucinda: Misty, per me, è solo un’amica. Punto. Non voglio che tu continua a provocarmi … ormai è da un po’ che stiamo insieme, no? Non riesci proprio a fidarti di me? -
- Quella vuole andare a letto con te. - Affermò Lucinda, impegnata a osservare lo smalto rosso che aveva sulle unghie. - E credo proprio che la cosa sia reciproca. -
- Adesso basta! - Ash alzò la voce e di scatto balzò dal letto. - Sei una calunniatrice! Ma come ti saltano in mente pensieri così idioti?! Sei una stupida, Lucinda! -
- Calmati! - Anche Lucinda non fu da meno. - Nessuno ti autorizza ad alzare la voce con me! - Pure lei, nel frattempo, aveva deciso di discutere in piedi.
- Nessuno ti autorizza a sparare idiozie come quelle che sei solita dire! - Ribatté Ash.
- Ah, dico idiozie? - La ragazza sorrise. - Allora lasciami. -
Ash sospirò, esasperato, ma tutt’un tratto sembrò più calmo: - Vieni qui. -
 
Lucinda guardò Ash di sfuggita e non accennava a muoversi di un centimetro.
 
- E va bene, ho capito … - Ash, debolmente, si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò. - Ti prego, non litighiamo. - La sua voce era dolce e intensa. Come aveva fatto a cambiare nel giro di un minuto? Precedentemente sarebbe stata una cosa impensabile.
- Oh, Ash … - Anche Lucinda si ammorbidì. - E’ che ho tanta paura di perderti, capisci? Mi dà fastidio quando lei ti parla … -
- Lucinda, per favore. - Ash si distaccò leggermente. - Ti ho già detto che per me è un’amica … o meglio, se proprio devo essere sincero … è l’amica a cui tengo di più. Ma questo, Lucinda, non vuol dire che io provi amore nei suoi confronti! E’ come una sorella per me! Ti prego, cerca di comprendere le mie parole … altrimenti finirò per impazzire … e poi la vedrò solo in questi giorni … dopodiché … potrebbero trascorrere altri anni … non potrei manco innamorarmi di lei … non ci sarebbe nemmeno il tempo materiale! Mi capisci, Lucinda? -
La ragazza simulò una sorta di piagnucolio: - Va bene, Ash, scusa … - I due si abbracciarono e si scambiarono un lungo e appassionato bacio. - Ti amo. -
- Anche io ti amo. - Rispose il ragazzo con fare rassicurante. - Cerca di essere gentile con Misty. Lei non vuole sfidarti, né fare a gara per qualcosa … è una bravissima persona, te lo garantisco! -
- Basta parlare di lei, già lo fai ininterrottamente da quando ci conosciamo. -
Ash arrossì a causa dell’imbarazzo: effettivamente parlava molto spesso di Misty, con chiunque gli capitasse a tiro. Ma Ash non era assolutamente innamorato di lei! Semplicemente provava nei suoi confronti un bene stratosferico, incommensurabile. Gli pareva impossibile pensare a Misty come una probabile compagna di vita … dopo tutto quello che avevano trascorso insieme, poi. Ed era certo che anche Misty fosse della sua stessa opinione.
- Dai, scendiamo in cucina. - Propose Ash.
- Devo prima farmi un bagno rigenerante, ci vediamo tra un paio d’ore … - Lucinda si diresse verso il bagno e chiuse la porta a chiave.
Ash era ancora in apprensione: possibile che la sua relazione con Lucinda non presentasse momenti di serenità o quantomeno di stabilità? Ogni giorno veniva fuori un buon pretesto per litigare. E, chissà come mai, a prescindere dalla motivazione, almeno una volta usciva di mezzo il nome di Misty: Misty è una stronza, Misty è una puttana, Misty vuole andare a letto con te, che andasse al diavolo, quella Misty. Ash non sopportava l’immaturità di Lucinda e non tollerava che al centro delle sue paranoie ci fosse proprio Misty; non gli andava che la propria fidanzata apostrofasse in quel becero modo la sua migliore amica, ma molte volte, per quieto vivere e per esasperazione arrivata al limite, era costretto a tacere e a mettere una pietra sopra a quelle inutili discussioni.
 
Parecchio desolato e rassegnato, Ash si diresse verso la cucina, dove trovò Misty; la ragazza sembrava parecchio preoccupata:
- Qualcosa non va? - Domandò Ash.
- Potrei chiederti la stessa cosa … - 
- Ah … hai sentito … fantastico … - Mormorò Ash.
- No, non fraintendere! Non ho origliato i vostri discorsi! Ho sentito Lucinda urlare, ma non ho capito di cosa parlavate … sono uscita per una questione di discrezione … spero che sia tutto ok … -
- Nulla di grave. - Concluse Ash, sorridendo forzatamente. - Sarà meglio avvertire Vera e Drew … dirò loro che possono venire qui lunedì e trattenersi per qualche giorno … tu, Tracey, Brock e Gary potrete prolungare la vostra vacanza. -
- Sei sicuro? - Domandò Misty. - Non mi sembra che l’atmosfera sia delle migliori. -
- Lo so. - Ash sbuffò. - Ma non posso di certo disdire tutto … -
- Se per te è un problema, io posso andarmene. -
- Ma, Misty … -
- Dico davvero, Ash. - La ragazza era seria. - C’è un po’ di maretta tra te e Lucinda, eh? Probabilmente noi altri vi saremmo d’impiccio. Quindi … -
- Sei molto gentile, Misty … ma non voglio che tu te ne vada. -
Il battito cardiaco della ragazza accelerò notevolmente: - Oh … ok … volevo solo esserti d’aiuto … nient’altro … -
- Sei davvero grande. - Ash continuò con i complimenti. - Ma non c’è motivo perché tu debba andartene, dico sul serio … -
- Se proprio insisti … -
 
Il discorso dei ragazzi fu interrotto da uno strano evento. 
 
- Misty … non senti anche tu … ? -
- Sì … mi tremano le gambe … -
- Oddio! - Urlò Ash. - E’ il terremoto! -
 
Le pareti di casa Ketchum, costellate da numerose crepe, cominciarono a tremare sempre più vigorosamente, emettendo un rumore assordante. Nello stesso momento alcuni oggetti posti sui mobili caddero per terra, frantumandosi in mille pezzi.
 
- Dobbiamo uscire! - Esclamò Misty, coprendosi la testa.
- C’è Lucinda in bagno! - Gridò Ash disperato.
- Cosa?! - Domandò la ragazza. 
- Vado a farla uscire! - Ash si avviò verso la scala.
- E’ pericoloso, Ash! - Misty, incurante del suo stesso avvertimento, istintivamente seguì il ragazzo, già intento ad arrampicarsi sugli scalini. Nel frattempo la scossa non accennava a cessare.
 
I due ragazzi sentirono la voce di Lucinda provenire dal bagno: - Aiuto! Aiuto! -
 
- Lucinda, sto arrivando, resisti! - Ash cercò di scavalcare due step alla volta, ma il movimento sismico gli impedì di avanzare, facendolo ruzzolare verso il basso.
- Ci penso io! - Con grande maestria, Misty evitò Ash con un salto e continuò a scavalcare quella che sembrava una salita insormontabile; nonostante il terribile fracasso, la rossa riuscì a raggiungere la porta del bagno; Lucinda indossava un accappatoio e giaceva a terra, sfinita. Fortunatamente era riuscita ad aprire la porta, ma non accennava a muoversi.
 
- Lucinda, riesci a sentirmi? - Misty cercò di comunicare con la ragazza di Ash mentre la caricava sulle proprie spalle, ma non ricevette risposta.
 
Intanto il rumore e il movimento sussultorio diventavano sempre più forti e penetranti.
 
Misty non si scoraggiò: con Lucinda in groppa, scese a tutta velocità le scale, riuscendo a non precipitare come aveva fatto Ash prima.
Il ragazzo si trovava ancora lì, dolorante a causa della caduta: - Ti aiuto io! - Esclamò lui, prendendo Lucinda in braccio.
 
I due, a grandi passi, si avviarono verso l’uscita, ma quella volta Misty non riuscì a mantenere l’equilibrio.
 
- Ahia! -
- Misty! - Ash si voltò dopo essersi accorto del la caduta dell’amica.
- Sto bene! - La ragazza si rialzò subitaneamente e afferrò la maglietta di Ash; nel giro di qualche secondo, i tre riuscirono a scampare il pericolo.
 
Dopo poco il terremoto cessò.
 
- Siamo salvi! - Esclamò Ash: aveva il fiatone.
- Ash! Come sta Lucinda? - Domandò Misty, sprofondata a terra a causa dello spavento.
- Ora controlliamo! - Ash fece stendere Lucinda a terra; la mora non aveva ancora ripreso conoscenza.
 
Nel frattempo, tutto il vicinato si era messo in salvo uscendo dalle proprie abitazioni: la paura era stata davvero notevole. Era da parecchio tempo che non si verificava un terremoto del genere.
 
- Lucinda! - Ash scosse il corpo della ragazza, la quale reagì quasi subito.
- Ash … - Lucinda aprì lentamente gli occhi e sorrise: - sono ancora viva. -
- Grazie a Dio sì! - Esclamò Ash con contentezza. - Ho temuto il peggio! -
- E’ tutto ok … - Lucinda richiuse gli occhi, probabilmente era ancora sotto shock.
- Misty, io non so come ringraziarti … ehi … - Ash si rivolse verso l’amica, ma la sua attenzione fu catturata da qualcosa. 
- Cosa c’è, Ash? - Domandò la rossa, ignara di tutto.
- Misty, ti sta uscendo del sangue dalla bocca! - Esclamò Ash totalmente spaventato.
- Eh? - La ragazza portò una mano alle labbra ed effettivamente era vero; si era ferita alla bocca e manco se n’era accorta. - Mi sono spaccata il labbro inferiore … a causa della paura non ho nemmeno sentito il dolore … non preoccuparti, Ash, dopo in casa … -
- Non preoccuparti un corno! - Ash sembrò arrabbiato. - Non ce la faccio a vederti così! Avanti, entriamo in casa! Devi medicarti prima che prenda infezione! -
Misty rimase sbigottita da quell’atteggiamento che, per quanto brutale, poteva definirsi di certo anche protettivo: - Se proprio insisti … ma … Lucinda? Non possiamo lasciarla qui! -
- Signora Williams! - Ash, a gran voce, chiamò una donna: probabilmente era la sua vicina di casa. - La prego, presti attenzione a questa ragazza. Le prepari un po’ d’acqua e zucchero. - Senza nemmeno ascoltare la risposta della donna, Ash prese per mano Misty e insieme entrarono in casa.
- Ash, può essere pericoloso! - Esclamò un uomo, mettendolo sull’attenti.
- Non si preoccupi, signor Fitz. Usciremo quasi subito. -
Misty guardava la sua mano, intrecciata con quella di Ash: era da tempo che non avevano un contatto fisico così diretto … nonostante la tragicità della situazione, quella sensazione così calda le pervase tutto il corpo facendola sentire decisamente meglio … 
 
Entrati nell’abitazione, Ash e Misty si guardarono intorno: in fondo il terremoto non era stato poi così distruttivo; certo, si era formata qualche crepa, alcuni vasi si erano rotti, ma non c’era alcun danno irreparabile.
 
- A parte i cocci e le crepe, mi sembra tutto ok … - Iniziò Misty.
- Sì, ma penseremo dopo a questo. Aspetta qui, vado a prendere il disinfettante e le medicazioni … - Ash, a passo deciso, si allontanò da Misty, la quale, ancora parecchio imbambolata, trovò difficoltà a sedersi: cadendo aveva battuto con la zona lombare della schiena  e poi col muso; insomma, non proprio un atterraggio indenne.
 
Ash tornò in fretta, si sedette accanto a Misty e s’impegnò a curarle le ferite.
 
Calò uno strano silenzio su di loro, ma Misty fu ben decisa a spezzarlo:
 
- Però … sei diventato bravo … -
- Eh, già … - Rispose Ash, mentre mostrava la sua dimestichezza con quella roba. - Potrei benissimo essere un infermiere … -
- Infatti, molto preciso … -
 
Il silenzio tornò e sembrò non voler più andare via.
 
- Grazie. - Disse Misty, dopo essere stata curata.
- Grazie a te. - Rispose Ash, mentre sistemava il kit medico. - Se non fossi intervenuta tu, probabilmente Lucinda se la sarebbe vista davvero brutta … -
- Lucinda! - Esclamò Misty. - Andiamo a vedere … -
- Dopo, Misty. Sono esausto. -
- Ok … -
 
Ash continuò a stare in silenzio e Misty gettò la spugna: non voleva ottenere un risultato controproducente e quindi pensò di zittirsi e di parlare solo quando Ash l’avrebbe voluto. 
 
- Che disastro … - Commentò il ragazzo dopo una lunga pausa. - non volevo che questo week end iniziasse così … -
- Non è colpa tua. - Ribatté Misty. - Il terremoto è un evento naturale e come tale non lo si può programmare … -
- E’ vero … -
 
- Ash! - Una voce familiare richiamò l’attenzione di Ash e Misty.
- Ma questo è Gary! - Esclamò il moro, riconoscendo il timbro dell’amico.
- Sì, è proprio lui. - Misty e Ash si affrettarono a uscire, dove trovarono un Gary trafelato e stanco.
- Meno male che anche tu stai bene, Gary. - Disse Ash.
- Misty, cosa ti è successo?! - Il castano, allarmato, si rivolse alla rossa e ignorò Ash: i cerotti attaccati sul bel volto di Misty gli dovettero procurare uno shock.
- Non preoccuparti, Gary, sto bene. Solo qualche graffio. - Misty lo rassicurò.
- Meno male … - Il ricercatore tirò un sospiro di sollievo.
- Di me non t’interessa, eh? - Chiese Ash irritato.
- Sinceramente no. - Rispose Gary in modo secco. - Comunque è pericoloso stare in casa. Uscite. -
 
Trascorse un’intera giornata: Misty, Ash e Gary stazionarono fuori casa Ketchum, ma non parlarono molto; Ash si era parecchio incupito dopo quello che era successo e Misty non voleva forzarlo; Gary, dal canto suo, era silenzioso in ogni occasione.
 
Lucinda era rimasta per tutto il giorno a casa della signora Williams e continuava a dormire; i vicini, poco alla volta, erano rientrati nelle loro case.
 
- Sarà meglio che torni al laboratorio … - Disse Gary alzandosi; nel frattempo il sole era calato.
- Resta qui, non preoccuparti. - Disse Ash, seduto a terra. - Ma Tracey e il professor Oak? -
- Non sono a Pallet, hanno saputo del terremoto e hanno detto che torneranno domani … allora vado … -
- Mi hai sentito? - Stizzito, Ash ribadì il concetto: - Ho detto che puoi rimanere qui. -
- Non voglio arrecarti fastidio. -
- Ma che dici, Gary? - A intervenire fu Misty. - Abbiamo trascorso una brutta esperienza e mi sento male alla solo idea di lasciarti da solo nel laboratorio … è vero che ci sono i pokémon, però … a proposito, Pikachu! -
- Non vi agitate. - Gary era flemmatico, come al solito. - I pokémon avvertono le frequenze delle onde sismiche molto prima di noi uomini … e quindi trovano subito un rifugio sicuro … è il loro istinto naturale … -
- Dici davvero, Gary? - Domandò Ash, parecchio preoccupato.
- Sì. Ti dirò, se ora tornassimo al laboratorio, rischieremmo di non trovare alcun pokémon. E anche se fossero rimasti all’interno, come puoi vedere non è crollato. - Gary indicò la struttura scientifica che giaceva sulla collina più alta di Pallet. - E’ tutto ok, ragazzi … -
- Se lo dici tu, ci credo. - Misty sorrise e Gary arrossì.
- Accetto volentieri il vostro invito. E’ ora di entrare. -
 
I tre tornarono nella villetta e Ash preparò, di fretta e furia, qualcosa da mangiare.
 
Dopo cena, Gary andò subito a dormire, Misty lavò i piatti e Ash uscì dalla casa.
 
Misty si accorse dell’assenza del ragazzo e lo raggiunse. 
 
- Ash. - Cominciò la rossa. - Sei andato da Lucinda? -
- Non ancora. - Disse Ash. - Adesso è tardi, andrò domani … -
- Sei ancora scosso a causa di quello che è successo oggi, vero? - Domandò Misty, avvicinandosi all’amico.
- Sì, molto … ho temuto che Lucinda morisse … -
- Beh, è stato anche un mio timore … siamo stati fortunati … -
- Sì … ma … non è solo questo … -
- E cos’altro? -
- Nulla. - Ash sorrise. - Avevo dimenticato quanto fossi coraggiosa. -
- Cosa? -
- Dico davvero, Misty. Hai avuto fegato. Qualcun altro, al tuo posto, non l’avrebbe fatto. Senza contare che Lucinda non ti ha trattato nel migliore dei modi … -
Misty corrugò la fronte: - Credi che in quel momento io mi sia fermata a pensare a come Lucinda mi aveva trattata? Certo, non è stata carina con me, ma non per questo l’avrei lasciata al suo destino! -
Ash sorrise ancora di più: - E’ per questo che ti adoro, Misty … sei così … così … non so spiegarlo nemmeno io … -
 
Misty indietreggiò, imbarazzata più che mai: - Ash, non sono una supereroina. Ho fatto quello che ho ritenuto giusto fare, stop … -
- Ti ripeto che non tutti l’avrebbero fatto … tu sei una persona eccezionale e io l’ho sempre pensato! E’ per questo che mi dispiace quando …  quando … -
- Quando? -
- Niente. - Concluse Ash. - Sai, ora ti dirò una cosa che ti sembrerà assurda … -
- Come se non bastasse tutto quello che è accaduto oggi … - Sospirò la ragazza, sedendosi accanto ad Ash. 
- Questa la devi sentire … anzi, in realtà mi fa bene parlarne … -
- Dimmi tutto, Ash. -
- Sai perché oggi io e Lucinda abbiamo litigato? -
- No, non lo so. -
- Per te. -
- Per me? -
- Sì. Litighiamo quasi sempre per te, Misty. -
- Eh? Ma … perché? -
- Lucinda è convinta che io sia innamorato di te … e che questo sentimento sia corrisposto … - Ash rise leggermente.
 
Misty rimase totalmente impietrita; non tanto per le allusioni di Lucinda, quanto per la risata di Ash, quasi come se quest’ultimo ritenesse una cosa del genere totalmente ridicola.
 
- E … e perché Lucinda pensa questo? -
- Perché è paranoica. - Rispose Ash. - Io parlo spesso dei miei vecchi viaggi e quindi parlo anche di te! Ogni volta che nomino la parola “ Misty “ la prende a male … e finiamo per litigare … ma io non voglio che si comporti così … -
- Anche perché non ne ha motivo, giusto? -
- Esatto … me e te insieme … è così … surreale … -
- Già … surreale … - Ripeté Misty, che rideva per non piangere.
- Ecco. Lo dicevo io. Anche tu sei della mia opinione, vero, Misty? Io e te siamo come fratello e sorella! -
- Ash, vado a dormire … - Misty si alzò di scatto, mentre cercava di trattenere le lacrime.
- Eh? Ma stiamo parlando! -
- E’ … è che sono molto stanca … continueremo la conversazione domani, ok? -
- Oh … ok … notte, Misty … - Disse Ash un po’ deluso.
 
La ragazza non rispose, ma si precipitò di corsa nella camera dove doveva dormire; durante il tragitto si coprì gli occhi con l’avambraccio per frenare le lacrime che, inesorabilmente, scendevano. Ora sì che ne aveva avuto la conferma.
 
Maledetto il giorno in cui Ash era tornato a Cerulean city e l’aveva invitata a casa sua.
 
Voleva realmente la verità? No, non la voleva. Non quella.
 
Sarebbe stato meglio vivere nell’illusione.
 
I singhiozzi di Misty erano ben udibili. Erano giunti anche alle orecchie di Gary, che durante tutto quel tempo, non aveva potuto fare a meno di spiare la conversazione avvenuta tra Misty e Ash.
 
Continua ...

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Capitolo 5
*** Gary, una rivelazione. ***


Nota dell’autrice - Ebbene sì, ogni tanto mi faccio viva. Davvero, io non ho più parole per scusarmi. E’ che la mia vita è cambiata all’improvviso e non so più come gestirla! Qualche giorno fa ho compiuto ventidue anni … e non ho potuto fare a meno di pensare al mio passato … a quello che ho trascorso … a quello che ho vissuto, a quello che provato … io devo ricostruire una nuova me. Forse mi prenderete per pazza, ma ho davvero voglia di cambiare … di essere migliore. Ma c’è una cosa che non muterà: il mio amore per la scrittura … buona lettura!

Il giorno successivo non tardò ad arrivare.

Misty si svegliò di buon’ora: la prima cosa che percepì furono i suoi occhi gonfi e bagnati … ma non solo.

- Ahia! - La ragazza emise un gridolino piuttosto stridulo e acuto. Successivamente si massaggiò il ventre. - Maledette mestruazioni … -

Poco dopo, sentì qualcuno bussare alla porta.

- Misty, posso entrare? - Era Gary.
- Oh … Gary, certo … - Subito dopo, il ragazzo avanzò nella stanza.
- Ciao. - Disse lui, sorridendo. - E’ tutto apposto? -
- Non proprio … - Rispose flebilmente Misty, accasciandosi sul letto.
- Ehi! - Nell’esclamazione del castano era contenuta non poca preoccupazione. - Ma cosa succede, Misty? -
- Problemi femminili, Gary … - Affermò lei, con una notevole dose di imbarazzo.
- Ah … - Il ragazzo arrossì. Che stupido. Avrebbe dovuto essere più delicato. - Immagino che tu debba assumere qualche antidolorifico. Te lo procuro subito. -
- Ma no, non scomodarti. - Ribatté la rossa. - Ce l’ho con me, nel mio zaino … -
- Ah, meno male. - Concluse lui. Ci fu un po’ di silenzio, dopodiché il ricercatore riprese a parlare: - Ieri ci siamo presi un bello spavento, vero? -
- Notevole. - Rispose la ragazza, mentre cercava la medicina nella sua sacca rossa. - Non vivevo un evento del genere dai tempi in cui viaggiavo … -
- Beh, da questo punto di vista la vita sedentaria della palestra non ti è stata d’aiuto. -
- Già. Ma me la sono cavata bene. Sono riuscita anche a salvare una vita … ne sono felice. -
- Potevi risparmiartelo. - Controbatté Gary, ridendo ironicamente.
- Cosa vuoi dire? - Domandò la rossa con aria interrogativa.
- Mi riferisco alla simpaticissima ragazza di Ash … -
- Eh? Lucinda? -
- Proprio lei. -
- Ma come … pensavo che ti stesse a genio! -
- In base a cosa? -
- Beh … voi uomini siete parecchio sensibili al fascino delle belle ragazze … e poi ha detto Ash che ha temuto che tu ci provassi con lei … -
- Credimi, preferirei rimanere scapolo a vita … -
- Perché? -
- Non è il mio tipo. -
- E qual è il tuo tipo, Gary? -

Il ricercatore rimase stupito da quella domanda, ma non esitò a rispondere, o almeno non esitò a porre un’ulteriore domanda:

- Perché t’interessa? -
- Oh, non fraintendermi! - Esclamò Misty. - Era una curiosità, tutto qui. Ero convinta che Lucinda fosse il tuo tipo … considerando che le tue ex compagne di viaggio erano delle modelle bellissime, ho subito pensato che fossi attratto dalle donne appariscenti … -
- Quei tempi sono finiti. E poi quelle non mi sono mai piaciute sul serio. Anzi, se devo essere sincero, odio le donne appariscenti ed esibizioniste. Proprio come Lucinda. -
- Non si può dire che è brutta. -
- Che si tolga prima i tre quintali di trucco che ha sul viso … poi, ne possiamo parlare … -
- Certo che sei proprio cinico, tu! -
- Sono realista! Credo che la bellezza di una ragazza si noti quando è completamente al naturale. Prendi te, ad esempio: ti sei appena svegliata, hai i capelli scarmigliati, due occhiaie tremende e la pancia gonfia. - Gary fece una pausa. - Ma rimani comunque molto bella. -

Misty trovò quel complimento davvero inaspettato. Da una persona all’apparenza fredda e gelida come Gary, poi!

- Oh … ti ringrazio. -
- Ripeto, sono realista … -

Silenzio. 

- Ash dorme ancora? - Domandò il castano. Era sempre lui a prendere l’iniziativa.
- Non lo so. Né m’interessa. - Rispose Misty, gelida.
- E’ successo qualcosa? -
- Niente … - Sospirò la rossa. - Diciamo che non cambia mai. -
- Questo è poco ma sicuro. Comunque, vuoi fare colazione? -
- Perché no? -

I due si avviarono verso la cucina; appena giunti in stanza, qualcuno bussò alla porta d’ingresso.

- Chi sarà a quest’ora? - Domandò Gary, mentre si accingeva ad aprire la dispensa.
- Non ne ho idea. - Misty si diresse verso la porta e aprendola, con grande sorpresa, si trovò di fronte Lucinda. 

- Ciao. - Iniziò la mora. La sua espressione era indecifrabile.
- Oh … ciao, Lucinda! - Rispose Misty con un po’ di enfasi. - Come stai? Hai dormito dalla signora affianco … -
- Proprio così … - Ribatté lei, avanzando in casa. - Dov’è Ash? -
- Credo stia dormendo ancora. -
- Capisco … - Solo dopo questa breve conversazione, Lucinda si accorse della presenza di Gary. - Oh, ma guarda un po’ chi si rivede. -
- Ciao, Lucinda. - Rispose il castano, apparentemente gentile.
- E’ da anni che non ci vediamo, Gary. - La fidanzata di Ash era diventata molto più cordiale: il suo astio nei confronti di Misty era fin troppo evidente.
- Eh, già … - Ribatté lui. - Ieri te la sei vista brutta, da quello che mi hanno detto … -
- Sì, ma l’importante è che il peggio sia passato … ora scusatemi, ma vado a svegliare Ash … - Senza aggiungere altro, Lucinda si diresse verso la camera del suo fidanzato, lasciando nuovamente Misty e Gary da soli.

- Diciamo che l’educazione non è il suo forte, avrebbe potuto almeno ringraziarti per averle salvato la vita … - Commentò Gary, in uno stato tra il divertito e il disgustato.
- Capirai, di certo non mi aspettavo che venisse da me ad osannarmi e ad abbracciarmi … ho capito che tipo di persona è. -
- Ora comprendi perché non la tollero? E’ veramente una ragazzina immatura, acida e maleducata … crede di essere chissà chi, ma invece … -
- Non le diamo troppa importanza. - Ribatté Misty, con un gran sorriso. - Stare nelle grazie di Lucinda non è una questione di vita o di morte per me. Anzi, se devo essere sincera, non me ne importa un fico secco. -
- Questo era scontato … sei troppo intelligente per darle credito … - 

Misty sorrise a Gary: nonostante la situazione non fosse tra le migliori, era riuscita a conoscere meglio quel ragazzo che per lei aveva sempre rappresentato un punto interrogativo; il ricercatore, all’apparenza, era freddo, distaccato e non lasciava trapelare alcuna emozione; ma era bastato poco per prendere confidenza e chiacchierare tranquillamente.

Nel frattempo, Lucinda aveva raggiunto Ash nella stanza di quest’ultimo: senza preoccuparsi di arrecare fastidio al ragazzo, accese la luce, per vedere cosa stesse facendo.

- Ash. - Lo chiamò lei, con tono imperativo. - Svegliati, sono a casa. -
- Uh? - L’allenatore stava dormendo profondamente, ma la voce di Lucinda fu così acuta che non impiegò parecchio tempo a svegliarsi. - Lucinda! -
- Ciao. Tutto bene? -
- Oh … - In maniera piuttosto goffa Ash si alzò per avvicinarsi alla ragazza. - A me tutto bene … tu, piuttosto! -
- E’ tutto ok … come puoi vedere sono ancora viva. -
- Non sai quanto sia felice … ho temuto davvero il peggio, ieri. -
- Anche io. Facciamo colazione? - Lucinda cambiò brutalmente argomento.
- Ehi! Ma come fai ad essere così tranquilla? Fossi al tuo posto sarei ancora sottoshock … meno male che ci ha pensato Misty a salvarti … altrimenti … non voglio nemmeno immaginare … a proposito, le hai parlato? -
- Certo. -
- E … l’hai ringraziata? -
- Ovvio che sì, amore. - Lucinda sfoggiò il migliore dei suoi sorrisi, celando alla perfezione la sua immane falsità. - Sai, ho sbagliato a giudicare la tua amica. Mi ha salvato la vita e le sarò per sempre riconoscente per questo … gliel’ho detto personalmente … -
- Non sai quanto sono felice! - Ash pareva davvero contento del fatto che finalmente, da quel fronte, si fossero calmate le acque: per una volta Lucinda aveva mostrato maturità. - Sono fiero di te, Lucinda. -
- Ma dai, per così poco? - La ragazza continuò imperterrita con la propria recita. - Dai, adesso andiamo a fare colazione. Ah, solo una cosa: non credere che ora io sia amica di Misty … non che io non voglia esserlo, sia chiaro … ma ho bisogno di tempo per socializzare col prossimo … e … credo che tu lo sappia bene … -
- Non ti preoccupare. - Ash le sorrise ulteriormente. - Quello che hai fatto è già un grandissimo passo. - I due si abbracciarono e poi si diressero verso la cucina.

- Ehi, ragazzi! - Ash, cordialmente, salutò Misty e Gary. - Buongiorno! -
- Ciao. - Rispose Gary, con la sua solita espressione.

Misty esitò un po’ prima di ribattere: - Ciao … -

- Avete visto? Lucinda è in splendida forma! - Esclamò il moro, raggiante.
- L’importante è che nessuno si sia fatto male. - Disse Gary, in maniera sfuggente. - Scusate, ma forse è meglio che vada. -
- Ma no, Gary! - Ash si oppose. - Possiamo prolungare la nostra … -
- No, Ash. Davvero. Non è il caso. In realtà ci avevo fatto un pensierino, ma ho tanto di quel lavoro da sbrigare … -

Misty sentì una fitta al cuore: non voleva rimanere sola con Ash e Lucinda! Gary si era rivelato un vero e proprio sostegno e non aveva alcuna intenzione di rinunciarvi.

- Ash ha ragione, Gary! - Intervenne la rossa, dando spazio alla sua voce. - E’ vero, il terremoto ci ha spaventato parecchio, ma possiamo in ogni caso recuperare … non buttiamo all’aria l’unica occasione che abbiamo per rilassarci … -

Gary osservò Misty con fare attonito: ne fu indubbiamente felice. - E va bene. -

Misty e Ash sorrisero.

La vacanza sarebbe continuata. Senza problemi. O almeno lo si sperava …

 
Continua ...

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