Ti proteggo io

di maryleny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***
Capitolo 5: *** Parte 5 ***



Capitolo 1
*** parte 1 ***


Ciao a tutti, prima di iniare a leggere questa mia seconda pazzia, volevo fare un piccolo appunto, l'episodio inizia con alcuni personaggi che ho inserito nel primo episodio che ho scritto, intitolato "Famiglia", ma anche se non avete letto la storia di Mity, Michael e della piccola Kate (protagonisti dell' episodio precedente) non importa, la trama della storia si capisce anche senza sapere chi sono questi tre sconosciuti, se poi avete tempo e siete curiosi di sapere qual'è la loro storia allora andate a leggere il primo episodio. Ho parlato troppo, vi lascio alla lettura, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.... A presto, Mary :-)

                                                                      "TI PROTEGGO IO"


Sono passati 4 mesi da quando Mity ha lasciato l’ospedale. Tutto è andato per il meglio, ha superato il grande ostacolo che la divideva da una vita felice con la sua famiglia, ha sconfitto per la seconda volta la malattia e ora grazie all’aiuto di Michael e della squadra del dodicesimo può crescere la sua bambina. La puntata si apre con l’inquadratura di una telecamera. La prima è su una grande tavola imbandita, in un secondo momento si sposta e incomincia a far vedere il luogo dove si trova. Subito si riconosce il grande loft dello scrittore e poi ecco che dietro il bancone della cucina si vedono Martha, Castle, Mity e Beckett.

“Michael spegni quella dannata telecamera e vieni a darci una mano per favore.” lo rimprovera Mity dalla cucina.

“Ma devo riprendere tutto, oggi è un giorno speciale. A proposito dov’è la festeggiata?”

L’inquadratura si sposta nuovamente, questa volta verso il salotto, dove sommerse da una montagna di palloncini colorati si vedono appena Alexis e la piccola Kate.

“Ah ecco dove ti sei cacciata.”

Alexis si accorge che Michael le sta riprendendo allora prende sulle sue gambe la piccola e sposta qualche palloncino in modo da far vedere meglio la bambina al papà.

“Fai ciao a papà Kate!” dice Alexis che nel frattempo le prende la manina e piano piano le fa fare il gesto del saluto.

“Oh ma che brava abbiamo imparato a salutare. Vediamo se mi sai dire anche quanti anni compi oggi?”

“Faccio un anno papà. Ormai sto diventando grande.” risponde Alexis imitando la vocina della bambina.

La bambina sembra molto divertita da tutto questo tanto che incomincia a ridere e a battere la manine. A quel punto anche gli altri che poco prima erano dietro il bancone della cucina lasciano per un momento le loro faccende e si avvicinano per guardare quella scenetta divertente.
“Qualcuno è proprio felice oggi. Vero piccola?” dice Beckett mentre si va a sedere sul tappeto vicino ad Alexis e alla bambina che ancora sta battendo divertita le manine. “Vieni dalla zia.” Beckett prende la bambina in braccio e le da un bacio sulla fronte.

“Grazie ragazzi per tutto quello che avete fatto e che state facendo.” dice Mity

“Ma scherzi ci fa piacere festeggiare tutti insieme il primo compleanno di Kate.” le risponde Castle.

“Si ma non era necessario tutto questo, insomma potevamo anche andare al parco e fare un semplice pic-nic, non fraintendetemi è molto bello quello che avete organizzato ma non era necessario.” ribatte Micheal.

“Oh ma non diciamo sciocchezze per favore, non è stato per nulla un disturbo organizzare la festa per il primo compleanno di Kate, e poi devo ricominciare a mettermi in allenamento. Non si sa mai che fra qualche mese mi tocca a organizzare un’altra festa…” esclama Martha.

L’espressione di tutti cambia e allo stesso tempo l’attenzione si sposta da Martha a Beckett.

“No, no ragazzi che avete capito, non sono incinta, per quello magari aspettiamo ancora un po’.” risponde la detective imbarazzata.

“Mamma…” la ammonisce Castle.

“Bè che c’è, non ho detto niente di male, mi tengo solo in allenamento nel caso che voi due vi decidiate.”

Michael, Mity e Alexis iniziano a ridere mentre Castle e Beckett  non possono far altro che guardarsi e scuotere la testa.

“Però la nonna ha ragione quanto tempo ancora dovrò aspettare per avere una sorellina o un fratellino?”

“Il tempo necessario tesoro,e poi non è una cosa che si può decidere da un giorno all’altro.” Le risponde Kate.

“Decidere cosa, quando farlo?” dice Mity con sguardo divertito.

“No, credimi quello non sarebbe un problema.” ribatte Castle stando al gioco di Mity.

Appena il tempo di finire la frase che Castle si becca un’occhiataccia insieme a un colpo sulla spalla da parte di Kate.

“Ai, che cosa ho fatto adesso?”

“Sostieni il loro gioco ecco cosa hai fatto.”

“Io non sostengo il gioco di nessuno, faccio solo quello mi ha insegnato mia madre, dico la verità. Non mi sembra che abbiamo problemi su quando…”

Questa volta Castle non riesce neanche a finire la frase che un secondo colpo gli arriva alla spalla. Seguito da una risata di Michael e Mity, un certo imbarazzo da parte di Alexis che tutto a un tratto trova molto più interessanti le scarpe che indossa, e un’occhiata di intesa da parte di Martha.

Beckett un po’ infastidita dal comportamento di Castle si alza e da la piccola a Mity. “Ma per favore, e comunque giusto per la cronaca la decisione riguardava quella di diventare genitori e non certo di quando… Vabbè lasciamo stare.”

Il suono del campanello interrompe la conversazione.

“Oh devono essere gli altri, vado io.”

Alexis si alza e va verso la porta. Michael e Mity si alzano dal divano dove erano seduti e si preparano per ricevere il resto della squadra del dodicesimo che avevano conosciuto mesi prima. Anche Castle si alza e stringe dalle spalle Beckett come a chiederle scusa, lei si volta gli sorride e gli da un bacio. Martha invece si dirige verso la cucina.

“Io vado a controllare il tacchino.”

“Ciao ragazzi ben arrivati.” esclama Alexis facendo entrare gli ospiti.

Dalla porta del grande loft entrano Esposito e Lanie seguiti da Ryan e Jenny. Castle e Beckett insieme a Michael e Mity vanno incontro agli ospiti appena arrivati.

“Ciao ragazzi. Jenny che bello rivederti.” gli accoglie Beckett.

Intanto tutti si salutano e dopo l’imbarazzo iniziale anche Michael e Mity iniziano a salutare gli altri.

“Ah Jenny vieni ti presento Michael, Mity e lei è la piccola Kate.”

“Ciao ragazzi tanto piacere, e tu devi essere la festeggiata vero? Kevin è da stamattina che mi parla di voi, soprattutto di te Mity.”
“Bè di certo non posso dimenticare la ragazza che mi ha puntato la pistola contro con l’intenzione di spararmi, ah ora non sei armata vero?” dice Ryan scherzando.

“Tranquillo Ryan ora le uniche pistole che uso sono quelle che fanno le bolle di sapone, Kate ne va matta.”

“Oh bene allora siamo al sicuro, credo che potremo sopravvivere a una scarica di bolle di sapone.” dice Esposito.

Mity e Michael salutano entrambi i detective che si vanno ad accomodare in salotto.

“Ciao Chiara, ciao Michael. Che bello rivedervi. Kate ma come sei cresciuta, sei diventata proprio grande.”li saluta Lanie che ancora era sulla porta.

La bimba si sporge verso le braccia di Lanie che felice la prende in braccio e la porta in salotto dove Castle sta offrendo da bere a Esposito, Ryan e Jenny.

“Kate, Alexis mi potete dare una mano con i vassoi da portare in tavola?” le chiama Martha dalla cucina.

“Si nonna arriviamo.”

Beckett e Alexis vanno dietro il bancone della cucina dove Martha sta finendo di preparare le cose da portare in tavola.

“Martha non ti preoccupare c’è ne occupiamo io e Alexis, tu vai pure in salotto con gli altri.”

“Ok va bene, vado a prendermi qualcosa da bere, volete qualcosa ragazze?”

“Per me qualcosa di analcolico nonna, grazie.”

“Per me niente Martha, grazie.”

Martha va verso il salotto e saluta anche lei gli ospiti appena arrivati.

“Ma come niente di solito i drink che prepara papà li assaggi sempre.” dice stupita Alexis.

“Si lo so e che oggi non mi vanno molto.”

“Ecco qua tesoro, Kate sei sicura di non volere niente?”

“Sicurissima Martha, grazie.”

La scena riprende all’interno del loft, sono tutti seduti a tavola. A un tratto Michael si alza prende il bicchiere in mano e con l’altra una forchetta per poi farla tintinnare sul cristallo e attirare l’attenzione di tutti.

“Voglio fare un brindisi, un brindisi a tutti voi che oggi siete qua a condividere questo momento di gioia con me e Chiara, voglio ringraziare Richard e Kate per averci permesso di festeggiare il primo compleanno di Kate qui insieme a tutti voi e poi voglio ringraziare Martha e Alexis per le cose squisite che avete cucinato. E infine, bè voglio fare un brindisi anche a mia figlia che oggi compie un anno e a Chiara che mi ha regalato la cosapiù bella della mia vita.”

Tutti alzano i bicchieri, brindano e bevono un sorso di vino, tutti tranne Beckett che appena si porta il bicchiere di vino sotto il naso cambia espressione. La invade uno strano senso di nausea e immediatamente si porta il tovagliolo davanti alla bocca. Nessuno sembra essersene accorto, così si alza di scatto e annuncia l’arrivo del dolce.Và verso la cucina, dove incomincia a preparare i piatti per il dolce e le rispettive forchette.Mentre apre la torta per mettere sopra la candelina, si porta nuovamente una mano davanti alla bocca,la nausea questa volta è decisamente più forte. Che mi sta succedendo continua chiedersi. Nel frattempo in cucina è arrivata anche Alexis che porta via dalla tavola i piatti sporchi per cambiarli con quelli puliti.

“Kate hai visto… Kate stai bene?”

Kate non si è accorta della presenza di Alexis in cucina e quasi si spaventa quando la ragazza le appoggia una mano sulla spalla.

“Si, sto benissimo, ho solo… Dai aiutami a portare i piatti e la torta di là.”

Alexis segue le istruzioni della detective ma sembra non essere molto convinta della risposta che ha ottenuto.

Il pranzo termina con il taglio della torta e con la prima candelina spenta da parte della piccola Kate che dopo l’intero pomeriggio passato a giocare con palloncini più grandi di lei si è addormentata fra le braccia di Jenny.
Kate aiutata da Lanie e Alexis è in cucina che sta lavando i numerosi piatti utilizzati per il pranzo. Gli altri sono in salotto e parlano con Michael e Mity del loro ritorno in Italia.

“Allora ragazzi quando partite?” chiede Castle.

“Partiremo domani, con l’ultimo volo per Milano.” gli risponde Michael.

“Poi da lì prendiamo un altro volo che ci porterà in Sardegna dai genitori di Michael. Non vedono l’ora di rivedere la loro nipotina.” dice Mity.

“Quanto li capisco,a me Alexis manca solo dopo due giorni che non la vedo posso immaginare i tuoi genitori Michael che non vedono la loro nipote da mesi.” Interviene Martha.

“Si infatti quando gli abbiamo detto la nostra data di arrivo erano molto contenti.” le risponde Michael.

“Bè Mity spero che passerai al distretto per un ultimo saluto.” le chiede un po’ malinconico Ryan.

Beckett, seguita da Lanie e Alexis raggiungono gli altri in salotto.

“Certo che passerà, seno’ mi assicurerò personalmente che perda l’aereo per l’Italia.” dice Beckett sedendosi sul divano accanto a Castle.

“Mmm Mity ti conviene venire perché stai pur certa che quando una cosa la dice poi la fa sul serio.” le consiglia Esposito.

“E si tesoro confermo. Anzi se vuoi un consiglio prima di fare le valigie passa al distretto così sei sicura di non perdere l’aereo.” continua Lanie.

“Tranquilli ragazzi lo so che potrei scatenare una furia. Ma poi pensi davvero che io mi possa dimenticare di passare al distretto prima di partire? risponde Mity riferita a Kate.

“No, lo so che non lo faresti mai.” dice Kate con gli occhi lucidi.

Cambio di scena,   

la scena si apre nel locale piscina di un albergo, sono le 8 di sera e la maggior parte dei clienti è ai piani superiori dove sta per essere servita la cena. Il locale è deserto e silenzioso, eccetto per il rumore provocato dalla pompa del ricambio dell’acqua della piscina ,finché quello stesso silenzio non viene interrotto dall’ingresso nel locale di una ragazza. Sembra agitata, ha il cellulare nella mano destra e lo guarda ripetutamente come se stesse aspettando una chiamata importante. Si mette a passeggiare vicino al bordo della piscina e mentre guarda l’ acqua trasparente un sorriso gli illumina il volto, i suoi ragazzi hanno appena finito l’allenamento e ora sono di sopra che si godono la loro meritatissima cena. I suoi ragazzi….. Ormai quel gruppetto di piccoli campioni sono diventati la sua famiglia, la sua felicità, la sua missione, già perché non è sempre facile gestire dei ragazzi come loro, speciali come loro. Quante soddisfazioni gli hanno dato in questi anni, quanti momenti di gioia ha condiviso con loro e quanto la rende felice la loro presenza. Mentre è immersa nei suoi pensieri, il cellulare incomincia a suonare.

“Pronto.”

“Jennifer sono io, com’è andata? Glielo hai detto?”

“No Andrea, non sono riuscita a dirgli niente, volevo ma non c’è l’ho fatta.”

“Jenny ma lui deve saperlo, ha il diritto di sapere e anche il dovere di aiutarti nelle decisioni che ci saranno da prendere.”

“Lo so, credimi lo so, ma non so come potrebbe prenderla.”

“Bè non lo saprai mai se non gli dici niente.”

“Ma come faccio a dirgli una cosa del genere? Ti prego diglielo tu.”

“Cosa? Jenny non spetta a me. Senti domani vi raggiungo, sarò a New York verso le 9 del mattino e se per quell’ora ancora non gli avrai detto niente allora lo faremo insieme, ok?”

La ragazza non fa in tempo a rispondere. Un altro ragazzo entra nel locale piscina dove Jennifer sta parlando al telefono.

“Ah ecco dove ti eri cacciata.”

“E’ lui?” chiede Andrea dall’altra parte del telefono.

“Si.”

“Diglielo ora.”

“Ma…”

“Niente ma, diglielo e basta. Ci vediamo domani mattina.”

“Ok a domani.”

Jennifer chiude il telefono e lo porta sotto il mento indecisa su come iniziare la conversazione con il suo ragazzo.

“Con chi parlavi?” le chiede il ragazzo avvicinandosi a lei.

“Nessuno di importante.”

“Era Andrea vero?”

“Marco per favore se sei venuto qua per fare una scenata di gelosia puoi anche tornare da dove sei venuto.”

La ragazza fa come per andarsene ma viene bloccata da Marco.

“E no, adesso non vai da nessuna parte, ora mi spieghi che cosa avevate di così importante da dirvi tu e quello che dovrebbe essere il mio migliore amico.”

Jennifer alza lo sguardo verso Marco pronta a dirgli tutto come le aveva consigliato Andrea. Prende un respiro profondo e comincia a parlare.

“Ok, io sono….” una piccola pausa e un altro respiro profondo. “Io sono…”

“O mio dio, ci sei andata a letto.”

“No.” le risponde con sguardo stranito la ragazza. “Marco te lo giuro non ci sono andata a letto.”

“Siete proprio due stronzi.”

Il ragazzo non vuole sentire altro e anche lui si dirige verso la porta,ma prima che possa raggiungerla Jennifer lo afferra per il braccio per trattenerlo.

“Marco aspetta, devi credermi non è successo niente fra noi due.”

“Certo come no, guarda che ho visto come vi guardate, come lo cerchi, per non parlare delle volte che vi trovo a parlare al telefono. E tu mi vuoi far credere che non c’è niente fra voi due?”

“Te l’ho giuro, non è successo niente.”

“Allora si può sapere cosa sta succedendo?”

“Io… Maledizione perché è così difficile.” dice la ragazza più a se stessa che al suo interlocutore.

Niente, Jennifer non riesce a parlare e scoppia a piangere.

“Appunto. Come ho già detto siete due stronzi.”

“No Marco aspetta.” Jennifer lo afferra per la seconda volta dal braccio, ma questa volta il ragazzo reagisce dandogli uno schiaffo e lascandoli un taglio sulla guancia che comincia subito a sanguinare.

La scena prosegue nel locale piscina, la ragazza si porta ripetutamente la mano al viso per bloccare il sangue. Intanto qualcuno è rimasto nascosto per tutto il tempo nello stanzino degli attrezzi ed esce allo scoperto solo quando vede Jennifer che si incammina verso gli spogliatoi per sciacquarsi la ferita. La ragazza non si accorge della sua presenza, arrivata davanti ai lavandini si sciacqua il viso per poi prendere alcuni fazzoletti dal distributore e tamponare il taglio. E’ a quel punto che si accorge della presenza di qualcun’altro e si volta velocemente per vedere chi è.

“Oh sei tu, mi hai fatto prendere un colpo. Ma che ci fai qui?”

CONTINUA.....

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Seconda parte dell'episodio. Nella prima parte abbiamo visto come Mity e Michael ormai siano una famiglia felice e come tutti gli vogliano bene. La piccola Kate ha compiuto un anno e fra un po insieme ai suoi genitori tornerà in Italia dai nonni. Nel frattempo facciamo la conoscenza di Jennifer e di Marco, la prima sembra nascondere un segreto di cui però non riesce a parlare con Marco. I due litigano tanto che Jennifer deve correre negli spogliatoi della piscina per sciacquarsi la ferita che Marco le ha procurato e proprio qua Jenny incontra qualcuno.
Questo è un piccolo riassunto di quanto successo nella prima parte. Che cosa succederà ora? Per scoprirlo avventuratevi nella seconda parte, aspetto il vostro giudizio. A presto
Mary :-) 


Cambio di scena,
è mattina e in casa Castle sono tutti già in piedi pronti per un’altra giornata di lavoro. Castle e Alexis sono già in cucina che fanno colazione. Dalle scale del piano superiore scende Martha.

“Buongiorno miei cari.”

“Buongiorno nonna.” le risponde la nipote dandogli un bacio sulla guancia.

“Buongiorno mamma.” le risponde Castle dandogli una tazza di caffè fumante.

“O no niente caffè stamattina, farò colazione fuori, mi aspettano le mie amiche giù al portone.”

“Ok ma vedi di non prendere il tuo solito caffè, è un po’ presto per bere” le ricorda il figlio.

“Molto spiritoso. Alexis quando ci rivediamo?”

“Oh non saprei nonna, fra un’ora ho lezione, e per il resto della settimana dovrò rimanere al dormitorio, però credo di riuscire a venire per il prossimo weekend.”

“Perfetto allora ci vediamo il prossimo fine settimana, vieni qui fatti abbracciare.”

“Ciao nonna.”

“Ci vediamo più tardi Richard e… ma dov’è Kate?

“E’ ancora in camera, si sta finendo di preparare, stamattina ha fatico un po’ per alzarsi dal letto.”

“Oh, ok. Allora a stasera.”

Proprio mentre si chiude la porta d’ingresso ecco spuntare Kate dalla camera da letto.

“Buongiorno dormigliona, caffè?”

“Buongiorno.”

Kate si avvicina a Castle e gli da il bacio del buongiorno. Poi saluta Alexis.

“Ciao Alexis.”

“Buongiorno, dormito bene?”

“Insomma, non tanto bene.”

“Vedrai una buona tazza di caffè ti tirerà su.” Castle le da la tazza che poco prima aveva offerto alla madre ma che aveva rifiutato, cosa che Kate non avrebbe mai fatto.

“Mi sa che oggi passo.” risponde appoggiandosi al bancone della cucina.

“Perché cosa hai, non ti senti bene?”

“No è solo che magari oggi prendo un po’ di te, non mi va molto il caffè.”

“Ma come non ti va? Guarda l’ho appena fatto, senti che buon profumo.”

Castle le fa odorare il contenuto della tazza. Kate si avvicina appena, il tanto per sentire quel profumo che ogni mattina riusciva a mettergli la giusta carica per affrontare la giornata ma che quella mattina le provoca solo un’incredibile senso di nausea. All’inizio si limita a fare un cenno, come per dare ragione allo scrittore ma in un secondo momento è costretta a portare una mano alla bocca e fuggire verso la camera da letto.

“Kate…”

Poco dopo eccola riapparire dalla porta della camera da letto dove pochi minuti prima era entrata a gran velocità sperando di arrivare in tempo alla porta del bagno. Non aveva un bell’aspetto, i capelli erano tutti arruffati e raccolti da una parte e il viso ricominciava solo adesso a riprendere colore.

“Kate stai bene?” chiedono quasi contemporaneamente con tono preoccupato padre e figlia.

“Credo che mi abbia fatto male qualcosa che ho mangiato ieri” risponde Kate sedendosi su una sedia.

“Ma ti senti un po’ meglio adesso?” le domanda Alexis sedendosi nella sedia accanto alla sua.

“Si un po’ meglio, ma non tanto da bere o risentire l’odore di quella tazza di caffè.”

“Allora ti preparo un po’ di te, che ne dici?” le chiede Castle mettendogli una mano sulla spalla.

“Si credo che sia meglio il te stamattina.”

“Ok vada per il te allora.” le dice Castle dandogli un bacio sulla fronte.

Il tempo di avvicinarsi alla credenza per prendere una tazza e il telefono di Kate squilla.

“Tempismo perfetto.” esclama Alexis.

“Beckett.” risponde Kate al telefono.

“Beckett sono Ryan c’è stato un omicidio nella piscina di un albergo, il Distrikt Hotel sulla 40esima all’incrocio con la 9th.”

“mmmh.”

“Beckett mi hai sentito?”

“Si si, piscina, Distrikt Hotel, 40esima. Arriviamo.”

“Tutto bene?”

“Si una favola, un quarto d’ora e siamo la.”

Chiude la telefonata, incrocia le braccia sul tavolo e si appoggia. Castle intanto arriva con il te della detective.

“Ecco qua. Omicidio in un hotel?”

“Si a quanto pare si.” risponde Kate tirandosi su e iniziando a bere il suo te.

“Potevi dirglielo a Ryan che stavi poco bene, non sei mica costretta ad andarci.”

“Si e poi tu che fai in casa tutto il giorno senza il tuo omicidio.”

“Infatti ho detto che tu non sei costretta ad andarci io sono già pronto e posso andare.”

“Papà…”

“Dai stavo scherzando. Bè scherzavo in parte se oggi non te la senti di andare puoi sempre richiamare Ryan.”

“No non ti preoccupare finisco di bere il mio te e andiamo, non sono mica come te che appena stai male ti devi mettere a letto per giorni.”

“Ei non è vero. Ok allora fammi un esempio.”

“Un mese fa quando ti hanno messo i punti perché ti eri tagliato mentre cucinavi. Sei stato per tutto il giorno sul divano e non hai fatto niente di niente solo per dei punti.” interviene Alexis.

“Erano un sacco di punti e poi me l’ho ha detto il medico di fare attenzione seno’ i punti sarebbero saltati.”

“Papà erano tre ridicoli punti e il medico ti ha detto di non bagnarli non di stare immobile tutta la sera.”

“Ma facevano male!”

“Ma falla finita.” esclamano insieme Kate e Alexis.

Cambio di scena, Distrikt Hotel.
L’auto della detective si ferma vicino al marciapiede poco prima dell’entrata dell’albergo. Kate e Castle scendono dall’auto e si incamminano verso i loro colleghi.

“Come ti senti? Stai un po’ meglio?” chiede Castle un po’ preoccupato.

“Si, si non ti preoccupare il te mi ha fatto stare meglio.” gli risponde Kate sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.

“Ben arrivati, ma che fine avevate fatto, stavo per mandare una volante a cercarvi.” dice Ryan.

“Qualcuno ha avuto problemi a svegliarsi stamattina.” gli risponde Castle.

“Per forza se invece di dormire la notte vi dedicate ad attività extra è ovvio che poi la mattina faticate ad alzarvi. Castle ma che avete combinato guarda come hai ridotto la nostra Detective di punta.” li provoca Esposito.

I due Detective si scambiano un cinque e iniziano a ridere. Beckett ormai si stava abituando alle battutine dei suoi colleghi ma quella era decisamente la mattina sbagliata per iniziare la giornata nel solito modo. Castle cerca di fargli capire con lo sguardo che quella mattina non era il caso di fare battutine ma ovviamente il duo non capisce e continua a scambiarsi sguardi complici.

“Sentite ragazzi sono stanca dei vostri giochetti, delle vostre battutine e delle vostre risate, quello che faccio fuori dal distretto non vi riguarda, quindi dateci un taglio.” risponde con tono deciso Beckett.  

“Ok, ok non ti arrabbiare.” replica Ryan.

“Dai Beckett stavamo solo scherzando, non te la prendere.” interviene Esposito.

“Cosa abbiamo ragazzi?” domanda Castle, cercando di aggiustare le cose.

“Venite, vi facciamo vedere.” dice Ryan con un cenno verso l’ingresso dell’albergo.

La scena continua all’interno dell’hotel, nel locale piscina.

“Ciao Lanie, che mi dici?” le chiede Beckett.

“Ciao Kate, dunque la ragazza si chiama Jennifer Thomas e da quanto ho potuto vedere è morta per questa ferita alla testa diciamo tra le 8 e le 9 di ieri sera. Non presenta nessuna ferita da difesa a parte questo livido sul polso destro.”

“Come se qualcuno l’avesse trattenuta con forza.” afferma Beckett.

“Si esatto. Per il resto saprò essere più precisa quando l’avrò portata in laboratorio.”

“Ok, ci vediamo dopo.”

“Voi invece che ci raccontate ragazzi?” chiede Castle prima che Beckett lo possa fare.

“Dunque come vi ha detto Lanie la ragazza si chiama Jennifer Thomas, 28 anni viveva a Los Angeles dove faceva l’istruttrice subacquea e l’insegnante di nuoto presso un diving center. Era in città da un paio di giorni insieme alla sua squadra di nuoto che domani pomeriggio avrebbe partecipato alla giornata dedicata ai ragazzi diversamente abili.” risponde Esposito.

“Chi l’ha trovata?” chiede Beckett.

“L’hanno trovata Danny Reed proprietario del diving dove lavorava Jennifer, anche lui qua per accompagnare i ragazzi del nuoto e Marco Bell fidanzato della vittima e collega.” continua Ryan indicando due uomini oltre il nastro giallo.

“Telecamere, testimoni?”

“Testimoni per ora niente, la ragazza è morta poco dopo la fine dell’allenamento dei suoi ragazzi e a quell’ora la maggior parte dei clienti dell’albergo stava cenando al piano di sopra. Per quanto riguarda le telecamere invece le cosa iniziano a farsi interessanti.” risponde Esposito

“Che vuoi dire?” lo interrompe Castle.

“Voglio dire che non abbiamo riprese nell’ora dell’omicidio. Le riprese delle telecamere si fermano alle 8, quando Jennifer entra in piscina.”

“Ok, Ryan fatti dare i video della sorveglianza che ci sono vediamo di ricostruire i movimenti di Jennifer a partire da ieri mattina e vediamo se salta fuori qualcosa, magari notiamo qualcuno che la seguiva o qualcuno che la minacciata.” gli dice Beckett.

“Vado.”

“Esposito sappiamo qualcosa dei parenti di Jennifer, madre, padre eventuali fratelli o sorelle?”

“Il signor Reed ci ha detto che il padre della ragazza è morto, non ha fratelli o sorelle e la mamma vive a Chicago con la sorella.”

“Ok contatta la madre e comunicale quanto è successo e fai portare sia Danny Reed che Marco Bell al distretto quando torno ci voglio fare due chiacchiere.”

“Ok ci penso io.”

“E tu e io che facciamo?” le chiede Castle.

“Tu e io saliamo a dare un’occhiata alla stanza di Jennifer, magari troviamo qualcosa che ci aiuta a scoprire chi ha voluto la morte di questa povera ragazza.”

Distrikt Hotel, stanza di Jennifer Thomas.

La scena riprende nella stanza della ragazza. Castle e Beckett cercano fra i suoi effetti personali in cerca di qualche indizio utile. La stanza è molto ordinata, nell’armadio non ci sono molti vestiti, sul comodino c’è una foto scattata in una piscina che ritrae Jennifer circondata da un gruppetto di ragazzini sorridenti che orgogliosi mostrano la loro medaglia. Sulla scrivania vicino al letto alcuni fogli sparsi e un’agendina.

“Come la prenderanno questi poveri ragazzi quando gli diranno che Jennifer non c’è più.” si domanda Castle che sta guardando la foto sul comodino.

Kate è vicina alla scrivania che controlla l’agenda della ragazza e quando sente Castle parlare si volta e con l’agenda ancora in mano va verso di lui per guardare la foto che tiene in mano.

“Non la prenderanno bene e sicuramente sentiranno la sua mancanza ma da questa foto si vede che sono ragazzi forti, riusciranno ad andare avanti.”

“Ma come si fa ad uccidere una ragazza che dedicava tutto il suo tempo a ragazzi come loro, insomma cosa può aver fatto di così terribile da meritarsi di essere uccisa?”

“Non lo so, ma lo scopriremo.”

“Già questa ragazza si merita giustizia. Hai trovato qualcosa di interessante nella sua agenda?”

“A dire la verità si, vedi questo appunto?”

“D.M. ore 16.Un appuntamento?”

“Probabile, e guarda è proprio qua a New York.”

“Si peccato non sapere a cosa si riferisca, no ha scritto neanche un indirizzo.”

“Possiamo sempre chiedere al fidanzato, lui magari sa a cosa si riferisce e chi doveva incontrare.”

“Torniamo al distretto allora.”

Cambio di scena,
la squadra ormai è rientrata al dodicesimo. Esposito è davanti alla lavagna e sta appendendo la foto della ragazza insieme alle poche notizie che sanno per ora su di lei. Le porte dell’ascensore si aprono ed entrano Castle e Beckett.

“Ei Esposito novità?” chiede Beckett.

“Dunque Ryan è di la che sta esaminando i video della sorveglianza per ricostruire gli spostamenti della ragazza, io ho chiamato la madre e le ho dato la brutta notizia. In sala famigliari invece ci sono Danny Reed e Marco Bell che vi aspettano. Voi avete trovato qualcosa di utile nella camera di Jennifer?”

“Abbiamo trovato un appunto sulla sua agenda, pensiamo che si dovesse vedere con una persona dopodomani alle 16, ma non c’è nessun nome solo una sigla, D.M.” gli dice Beckett.

“D.M.? Cosa potrebbe essere?” le domanda Esposito.

“Non lo sappiamo vogliamo provare a chiedere al fidanzato se sa qualcosa.” lo informa Castle.

“Ok, io vado a dare una mano a Ryan con i video dell’albergo.”

“Si ok noi andiamo a parlare con il signor Reed e Marco.”

La scena si sposta nella saletta familiari dove ad attendere ci sono Danny Reed e Marco Bell. Il primo è seduto su uno dei due divani della stanza mentre Marco passeggia avanti e indietro ancora incredulo per quello che è successo. Nella stanza entrano Beckett seguita da Castle.

“Buongiorno signor Reed, signor Bell sono la Detective Kate Beckett.” li saluta Beckett andando a sedersi sul divanetto vuoto dove si siede anche Castle.

“Buongiorno Detective. Allora ci sono novità? le chiede Danny.

“Le indagini sono appena iniziate ma faremo il possibile per scoprire chi è stato a far questo a Jennifer.”

“Perché ci avete convocato?” chiede Marco.

“Volevamo sapere qualcosa in più su Jennifer, sulla sua vita, sulle persone che frequentava, se aveva avuto problemi con qualcuno.”

“Jennifer problemi con qualcuno? Impossibile, era quel tipo di persona a cui tutti volevano bene, con cui ci si poteva scherzare, con cui potevi confidarti. Se qualcuno aveva bisogno di aiuto lei non esitava a dargli una mano, era una persona di cui ci si poteva fidare. Come si fa ad uccidere una persona che non aveva mai fatto del male a nessuno?” chiede Marco.

“Hai detto che aiutava molte persone, in che modo le aiutava?” gli domanda Castle.

“Le aiutava in prima persona, non prestava loro denaro, preferiva sempre essere lei di persona ad aiutarle. Faceva soprattutto molto volontariato, insomma era disponibile con tutti.”

“Non ha mai avuto nessun litigio con qualcuno in particolare, magari qualcuno a cui aveva negato il suo aiuto.” continua Castle.

“Non che io sappia, tu Danny?”

“No, anche io non so niente. Voglio dire passava molto tempo con noi e se ci fosse stato qualche problema me l’ho avrebbe detto.” risponde Danny. 

“Mi dica invece come mai eravate in trasferta qua a New York.” chiede Beckett.

“Siamo venuti qua perché domani i nostri ragazzi avrebbero partecipato alla giornata dedicata alle persone diversamente abili. Il nostro diving da un paio di anni si occupa delle attività sportive di ragazzi affetti da trisomia 21. Tutti i ragazzi si sono rivelati essere portati per un’attività, quella del nuoto. Da due anni a questa parte abbiamo messo in piedi una vera e propria squadra e 8 mesi fa abbiamo incominciato a farli gareggiare in gare ufficiali. Domani sarebbe stata la loro decima gara, erano così contenti, era la prima volta che andavamo a gareggiare fuori da Los Angeles. Jennifer adorava questi ragazzi, teneva molto a loro, avreste dovuta vederla mentre li allenava, che passione ci metteva. Ieri poi ha prenotato la piscina dell’albergo apposta per loro, ci teneva che facessero una bella figura.”

“Sono loro i ragazzi di cui parla?” Kate mostra la foto che Castle ha preso dalla camera di Jennifer.

“Si. Si portava questa foto dappertutto, ovunque andassimo. Questa l’ha scattata Andrea il giorno della prima gara.”gli risponde Danny asciugandosi una lacrima.

“Andrea? Chi è?” domanda Castle.

“Andrea Torres è un altro membro dello staff che si occupa insieme a me e Jennifer dei ragazzi.” risponde Danny.

“E’ venuto anche lui qua a New York?”

“No aveva un impegno, così l’ho sostituito io. Dovrebbe arriva oggi però, non si sarebbe perso la gara per nulla al mondo.”risponde Marco.

“Ok allora cerchiamo di contattare anche lui quando arriva, magari sa qualcosa in più.”

“Non penso che sappia qualcosa di più ma se pensate sia necessario….” dice Marco.

“Sentite un’ultima domanda, quando avete visto Jennifer per l’ultima volta? chiede Beckett.

“Io ero con lei fino alla fine dell’allenamento, poi ho accompagnato i ragazzi alle docce e poi a cena. Ora che ci penso all’ora di cena non era con noi.” risponde Danny.

“E tu Marco, era con te all’ora di cena?”

“Veramente no, anche io l’ultima volta che l’ho vista è stata a fine allenamento, lei è andata in camera sua dicendo che era stanca e che ci saremo visti l’indomani mattina.” afferma Marco.

“Vuol dire che non dormivate nella stessa stanza?” gli chiede un po’ stranito Castle.

“Bè normalmente si, in questa sere ho dormito con lei ma ieri sono andato nella stanza che era stata prenotata per Andrea, volevo lasciarla riposare così l’ho lasciata salire in camera da sola.”

“Avete litigato per caso?” gli chiede tutto a un tratto Beckett.

“No, perché?”

“Perché per esperienza personale so che quando si litiga si preferisce evitare di dormire insieme, tu hai appena detto di aver preso la stanza di Andrea, quindi ti rifaccio la mia domanda, avevate litigato?”

“Detective ho detto di aver preso la stanza di Andrea ma in questi giorni le ripeto che ho dormito con Jenny a parte ieri sera perché ha detto che non stava bene e la volevo lasciare riposare. Perché le sembra così strano?”

“Niente semplice curiosità.”

“Ok, abbiamo finito?” le domanda un po’ scocciato Marco.

“Si abbiamo finito, vi faremo sapere come procedono le indagini.”

Danny e Marco si alzano dal divano dove erano seduti.

“Quasi dimenticavo, abbiamo trovato questo appunto nell’agenda di Jennifer, ne sapevate qualcosa?” chiede ad entrambi Beckett porgendoli l’agenda della ragazza.

“Io no” risponde subito Danny per poi lasciare l’agenda nelle mani di Marco.

“D.M. ore 16 ,NY” legge Marco. “Mi dispiace ma Jenny non mi aveva accennato al fatto che avesse un appuntamento qua a New York, probabilmente non era importante.” risponde Marco ridando l’agenda alla detective.

“Aspettiamo vostre notizie allora.” dice Danny.

“Se ci saranno novità vi faremo sapere sicuramente.” gli risponde Beckett.

Marco e Danny escono dalla stanza.

“Quel ragazzo non mi piace, ci sta nascondendo qualcosa.” dice Castle

“Si lo credo anche io.” annuisce Beckett.

La scena prosegue al distretto, Beckett e Castle dopo aver parlato con Danny e Marco escono dalla stanza per entrare in quella adiacente dove ci sono Ryan ed Esposito.

“Allora ragazzi abbiamo fatto progressi?” chiede ai due detective Beckett.

“Per ora tutto nella norma, abbiamo visto le riprese di quando sono arrivati all’hotel, di quando sono andati a pranzo il primo giorno e di quando sono usciti. Non sembra che ci siano problemi per ora.” Le risponde Ryan mentre le riprese continuano a scorrere sullo schermo del televisore.

“Aspetta quelle persone chi sono.” domanda Castle.

“Sono alcuni dei genitori che hanno accompagnato i ragazzi, dovrebbero essere il signor Nick Russel padre di David Russel e poi c’è la signora Christina Flores madre di Deborah Cook. Poi vedete ci sono Jennifer, Marco, seguiti da Denise Murphy ed Emily James. Chiudono il gruppo il signor Reed insieme a Patrick Sanders e Scott Green.”

“Avete chiesto anche ai genitori dei ragazzi se hanno visto qualcosa di strano?” chiede Beckett.

“Si li abbiamo interrogati stamattina sul posto, ma loro erano su a cena con i ragazzi quando è avvenuto l’omicidio.” le risponde Esposito.

“Ok va bene. Avete già controllato il cellulare di Jennifer?”

“Stiamo aspettando i tabulati, dovrebbero arrivare a breve.”

“Ok perfetto. Noi andiamo da Lanie vediamo se ha scoperto qualcosa di nuovo.”

Cambio di scena, obitorio.
La scena riprende con Castle e Beckett che escono dall’ascensore che li ha portati al piano dell’obitorio dove ormai sono soliti andare insieme. Non hanno ancora superato le porte che dividono il corridoio dal laboratorio di Lanie quando Kate si ferma e si appoggia al muro portandosi una mano sul viso.

“Kate.” dice Castle facendo qualche passo indietro per raggiungere la detective.”Kate stai di nuovo male?” continua con tono preoccupato.

“No, no sto bene, non ti preoccupare.”

“Kate non mi sembra che tu stia bene, guarda come sei pallida.”

“Rick ho solo avuto un giramento di testa. Sto bene. Dai andiamo da Lanie.”

Castle fa per ribattere ma Kate incomincia a incamminarsi verso il laboratorio della dottoressa per poi girarsi verso di lui.

“Andiamo?”

Castle la raggiunge e insieme entrano all’obitorio.

“Ciao Lanie, novità?”

La dottoressa sta quasi per rispondergli ma poi nota l’aspetto dell’amica.

“Kate, stai bene? Non hai un bell’aspetto.”

“Si, sto benissimo. Allora hai scoperto qualcosa di nuovo?”

Nel frattempo da dietro le spalle della detective Castle fa un cenno a Lanie come per dirgli che invece non sta per niente bene.

“Sicura, non è che ti vuoi sedere?” insiste la dottoressa.

“Lanie sto bene, sono solo un po’ stanca. Dai stiamo perdendo tempo, invece di pensare alla ragazza stiamo parlando di me. Quindi te lo ripeto cosa hai scoperto?”

“Ok, come vuoi. Dunque in realtà vi stavo per chiamare, ho scoperto un sacco di cose interessanti. Per iniziare Jennifer non è morta per la ferita che aveva alla testa o meglio è morta a causa del trauma cranico che l’assassino le ha procurato facendole sbattere la testa sul lavandino dove ovviamente si è ferita.”

“Deve aver preso un bel colpo alla testa per morire per una botta sul lavandino.” afferma Castle.

“In realtà il colpo non era mortale, insomma il colpo è stato molto violento ma non così tanto forte da farla morire sul colpo.”

“Stai dicendo che Jennifer poteva essere viva adesso.” le chiede Beckett.

“Assolutamente, se qualcuno l’avesse portata in ospedale sicuramente si sarebbe salvata. Secondo me è andata così, dunque la ragazza viene spinta violentemente contro il lavandino, cade, sviene e dalla ferita incomincia a uscire del sangue…”

“L’assassino pensa di averla uccisa e scappa.”

“Si,esatto, secondo me è andata così. Ma c’è una cosa che non riesco a spiegarmi.”

“Sarebbe?” le domanda Castle.

“Ho esaminato attentamente il corpo della ragazza e come faccio sempre ho cercato tracce organiche e impronte. Ho trovato una serie di impronte sul polso destro dove ci sono questi lividi e poi ho trovato della saliva sulla fronte.”

“Saliva?”

“Si, saliva e indovinate come ci è finita sopra la fronte di Jenny?”

“Qualcuno le ha dato un bacio.” risponde Beckett.

“Esatto, ma quello che non mi spiego è questo, se l’assassino si è avvicinato tanto da darle un bacio com’è possibile che non si sia accorto che la ragazza respirava ancora?”

Kate incomincia di nuovo a sentirsi male e si appoggia con una mano al tavolo dove è steso il corpo di Jennifer. Lanie e Castle continuano a parlare e sembra che non si siano accorti del gesto di Kate.

“In effetti è strano, però possiamo anche dire che se gli ha dato un bacio vuol dire che magari la conosceva non penso che un estraneo si sarebbe preso il disturbo di baciarla sulla fronte.”  continua a ipotizzare Castle.

“Si è probabile, può essere una buona ipotesi e poi….”

Lanie non riesce a finire la frase perché la sua attenzione si sposta su Kate che appoggia la seconda mano sul tavolo dell’obitorio e abbassa la testa.

“Kate.”la chiama Lanie.

“Kate stai di nuovo male?” le chiede Castle.

“Io… mi gira un po’ la testa.”

Castle le si avvina e la sorregge da sotto le braccia.

“Castle aiutala a sedersi. Vieni, qua.”

Castle aiuta Kate a sedersi sulla sedia indicatagli da Lanie.

“Tesoro come va?” le domanda Lanie

“Un po’ meglio ora che sono seduta.”

“Ok. Castle perché non vai fuori a prenderle un bicchiere d’acqua dal distributore.”

“Si vado. Torno subito ok?” dice a Kate dandogli un bacio sulla fronte.

Kate gli fa un cenno con la testa, Castle esce dall’obitorio e Lanie si siede vicina all’amica prendendo un’altra sedia.

“Ei detective che mi combini? Mi fai preoccupare così.”

“Non ti preoccupare Lanie sto già molto meglio. Sono solo un po’ stanca tutto qua.”

“Sicura che sia solo stanchezza?”

“Credo di si. E poi mi sa che mi ha fatto male qualcosa che ho mangiato ieri.”

“Che intendi dire?”

“Bè stanotte non ho dormito molto bene e stamattina appena ho sentito l’odore del caffè sono stata male, quindi magari mi ha fatto male qualcosa che ho mangiato ieri.”

“Fammi capire Kate i sintomi sono stanchezza, nausea e giramenti di testa e l’unica cosa a cui pensi è il pranzo di ieri?”

“A cosa dovrei pensare scusa, ieri stavo benissimo.”

“Non so magari alla probabilità che tu stia aspettando un piccolo Castle.”

“Oh Lanie per favore non incominciare anche tu con questa storia ci sono già Martha e Alexis che lo fanno.”

“Bè tesoro però devi ammettere che questa volta potrebbe essere possibile. Insomma è possibile giusto?”

“No Lanie non è possibile, bè tecnicamente potrebbe ma sono sicura che non lo è, quindi chiudiamo qua il discorso per favore.”

“Ok, ok come vuoi ma se ti senti di nuovo male io incomincerei a pensarci seriamente.”

Appena Lanie termina la frase ecco che Castle riappare nel laboratorio con un bicchiere d’acqua in mano.

“Ecco qua, come ti senti?”

“Sto meglio, grazie.”

“Ok ma ti porto a casa lo stesso.”

“Tu non mi porti proprio da nessuna parte, ho ancora un omicidio da risolvere se non te ne sei accorto.”

“Ei, ei Castle non la fare agitare….. che non le fa bene” dice Lanie guardando Kate a facendole un occhiolino.

“Lanie falla finita.”

“Ok ok va bene, come vuoi.”

“Piuttosto cosa stavi dicendo prima che…”

“Che svenissi.” termina la frase Castle.

“Castle piantala. Allora?”

“Bè però ha ragione stavi svenendo” continua Lanie che poi decide di cambiare discorso visto l’espressione della detective. “Comunque, vi stavo dicendo della saliva e delle impronte che ho trovato.”

“Giusto, della saliva abbiamo detto che si tratta di un bacio che qualcuno le ha dato probabilmente poco prima di morire e invece delle impronte che mi dici?”

“Delle impronte vi posso dire che non appartengono a nessuno di schedato ma se mi portate qualche nuova impronta con cui confrontarle vi saprò dire se corrispondono o no.”

“Perfetto, qualcos’altro?”

“Sto aspettando i risultati delle analisi del sangue ma non ci dovrebbero essere sorprese.”

Il cellulare di Kate incomincia a suonare, è Esposito.

“Beckett.”

“Beckett sono Esposito ma che state combinando da Lanie è quasi un’ora che siete via.”

“Stiamo rientrando avete scoperto qualcosa?”

“No ancora niente,ti ho chiamato perché è arrivata Mity, vi voleva salutare prima di partire.”

“Ok arriviamo, dille di aspettarci.”

“Cos’è successo?” le chiede Castle.

“Niente è arrivata Mity al distretto per salutarci. Vieni con noi Lanie?”

“Si certo mi cambio e vengo con voi.”

CONTINUA....

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


Terza parte, le indagini sono iniziate e la squadra si è messa al lavoro per trovare l'assassino di Jennifer. Ryan e Esposito controllano i filmati dell'albergo mentre Beckett e Castle interrogano Marco e Danny per saperne di più sul conto di Jennifer. I due poi vanno da Lanie per avere informazioni sull'autopsia della ragazza, qua Kate si sente male un'altra volta, Castle si preoccupa mentre Lanie crede che la detective sia incinta, la discussione tra le due è interrotta dal suono del cellulare di Beckett, al distretto è arrivata Mity per l'ultimo saluto alla squadra prima di tornare in Italia con la sua famiglia.
Cosa succederà adesso? Per scoprirlo continuate a leggere.... :-)


Cambio di scena, distretto.
Le porte dell’ascensore si aprono ed escono Beckett e Lanie accompagnate da Castle. Vicino alle scrivanie dei detective Michael e Mity stanno chiacchierando con Ryan e Esposito.

“Eccoci arrivati, oggi il traffico è impazzito ci abbiamo messo 10 minuti solo per poter uscire dall’ottava.” dice Lanie quasi con il fiatone.“Ma come siamo eleganti piccolina.”

“Allora tutto pronto per la partenza?” chiede Castle a Michael e Mity.

“Si, tutto pronto, fra tre ore abbiamo l’aereo.” gli risponde Michael.

“E’ stato un piacere conoscervi ragazzi, ci mancherete, dico sul serio.” dice Esposito.

“Anche per noi è stato bello conoscervi, certo avrei voluto conoscervi in circostanze diverse ma purtroppo è andata così.” gli risponde Mity.

“Bè spero che tornerete a trovarci.” gli domanda Ryan.

“Si magari Mity la prossima volta che metti piede a New York fammelo sapere in tempo così non ti veniamo a prendere con l’auto di servizio.” continua Beckett.

“O non ti preoccupare Kate se non lo farà lei l’ho farò io.” risponde Michael.

“Credo che sia arrivato il momento di salutarci.” Dice Mity controllando l’orologio.

“E si, dobbiamo passare da casa a prendere le valigie e poi andare in aeroporto.”

Mity e Michael incominciano a salutare la squadra del dodicesimo, prima Ryan e Esposito, poi Lanie e Castle e infine Kate.

“Non sai quanto mi mancherai.” Dice Mity a Kate mentre la saluta.

“Credimi lo so, perché allo stesso modo mi mancherai tu. Promettimi solo una cosa.”

“Cosa?”

“Che ci sentiremo spesso, che mi racconterai di cosa combini in Italia e di come cresce la piccola.”

“Promesso, questa volta la promessa la manterrò io per te.”

Le due si stringono in un forte abbraccio. Poi Kate saluta anche Michael e la piccola Kate. Mity riprende la bambina dalle braccia di Kate e insieme a Michael si dirigono verso l’ascensore. La famiglia entra nell’ascensore e si gira per dare un ultimo saluto alla squadra che mesi prima aveva ridato loro la possibilità di ritornare insieme. I tre detective con Castle e Lanie non si muovono finché le porte dell’ascensore non si chiudono. Ad interrompere quel momento arriva un agente con i tabulati telefonici del cellulare di Jennifer.

“Ecco i tabulati che aveva richiesto detective” dice l’agente dando i fogli a Esposito.

“Grazie agente.”

“Credo sia arrivato il momento di tornare a lavoro.” dice Lanie salutando i ragazzi. “ E tu non mi fare preoccupare, se ti senti di nuovo male chiamami subito, chiaro?” continua a bassa voce Lanie riferita a Beckett.

“Ok promesso, ciao Lanie.”

“Che dicono i tabulati?” chiede curioso Castle.

“Dicono che prima di morire Jennifer ha ricevuto una telefonata da un certo Andrea e l’ha chiamata è durata un paio di minuti.”

“Andrea Torres, intendi?”

“Si, e non era la prima chiamata che riceveva. Ma chi è Andrea Torres?”

“Sono io, qualcuno mi può spiegare che diavolo sta succedendo?”

La scena prosegue nella sala interrogatori. Andrea è stato scortato da due agenti che l’ho hanno prelevato all’aeroporto e portato al distretto senza alcuna spiegazione. E’ molto agitato non capisce cosa stia succedendo. E’ seduto nella sala interrogatori, tamburella nervosamente le dita sul tavolo in attesa che qualcuno entri e finalmente gli spieghi cosa stia succedendo. Finalmente dopo un’attesa che gli è sembrata infinita ecco entrare Beckett e Castle nella stanza e accomodarsi come di consueto nelle sedie della sala interrogatori.

“Si può sapere perché diavolo sono qui? Ho un impegno molto importante che non posso rimandare, quindi farete meglio a spiegarmi che significa tutto questo.”

“Si calmi signor Torres, lei è stato portato qua perché purtroppo Jennifer Thomas è stata trovata morta nella piscina dell’albergo dove alloggiava.” gli risponde Beckett.

“Non è possibile ci deve essere un errore, lei non può essere morta, ci ho parlato ieri sera al telefono. Stava benissimo.”

“Mi dispiace signor Torres…”

“Andrea, mi chiami pure Andrea.”

“Ok Andrea, mi dispiace ma non c’è nessun errore. Questa mattina è stato trovato il suo corpo negli spogliatoi della piscina.”

“O mio dio, o mio dio. Marco lo sa e Danny? I ragazzi come l’hanno presa?”

Andrea solo dopo la conferma della detective sembra aver realizzato cosa è realmente successo e incomincia a chiedere se anche gli altri ne sono a conoscenza e come hanno reagito a questa brutta notizia.

“Sono stati Marco e il signor Reed a trovare il corpo di Jenny e per quanto riguarda i ragazzi non sappiamo se sono stati messi al corrente di quanto accaduto a Jennifer.”

“La conosceva da molto tempo?” interviene Castle.

“Da quando ho incominciato a lavorare al diving di Danny circa 4 anni fa.”

“Eravate molto legati?”

“Eravamo buoni amici, tutti eravamo buoni amici di Jenny. Chi la conosceva non poteva far altro che diventare suo amico, era una brava persona.”

“Quanto eravate amici tu e Jenny?” lo interrompe Beckett.

“Abbastanza, lavoravamo tutti i giorni insieme e quando stai tanto tempo a contatto con una persona è normale che ti avvicini a lei.”

“Vuoi dire che vi frequentavate anche fuori dal lavoro?”

“No, assolutamente no, non volevo dire questo, insomma lei era fidanzata con il mio migliore amico. Voglio dire che ecco stavamo diventando più confidenti nei confronti dell’altro e qualche volta capitava di consolarci a vicenda, ma non è successo niente di più che di un semplice abbraccio fra amici.”

“Allora ci spieghi perché nell’ultimo mese le tue chiamate verso di lei sono triplicate? Abbiamo controllato i suoi tabulati e ci risulta che l’hai chiamata anche ieri sera poco prima che venisse uccisa. E un po’ strano per due semplici amici non trovi.” gli domanda Castle.

“Si è vero ultimamente la chiamavo spesso ma era solo perché aveva qualche problema con Marco, tutto qua.”

“Che tipo di problema?”

“Le solite cose, lei era un po’ gelosa perché lui era sempre accerchiato da belle ragazze e spesso finivano per litigare, allora la chiamavo per tranquillizzarla, per dirle di non preoccuparsi perché lui la amava davvero. Conosco Marco da molto tempo, prima era uno di quelli che cambiava ragazza molto spesso ma quando ha conosciuto Jenny è cambiato, era davvero innamorato di lei, solo che anche lei conosceva il suo passato, sapeva che era stato con molte ragazze prima di lei e quindi qualche volta si faceva prendere dalla gelosia anche solo per un sorriso. E’ solo questo il motivo di tutte le mie telefonate.”

“Sai per caso se ha avuto o aveva problemi con qualcuno, magari al diving visto che sia Danny che Marco ci hanno detto che praticamente passava la maggior parte del suo tempo la.” gli chiede Beckett.

“Bè a dire il vero c’è stato un episodio, ma è stato un paio di mesi fa ormai è acqua passata.”

“Di che si tratta?”
“Una mattina ho visto Jenny che discuteva con la madre di uno dei ragazzi. Quando mi sono avvicinato lei si è allontanata, Jenny era piuttosto scossa. Non so cosa sia successo ma il giorno dopo sembrava tutto a posto, quindi ho lasciato perdere.”

“Ti ricordi il nome di questa persona?”

“Si certo che me lo ricordo, era Cristina Flores, la madre di Deborah Cook.”

Cambio di scena, Distrikt Hotel.
Finito di parlare con Andrea Torres Castle e Beckett si dirigono al District Hotel dove alloggiano i ragazzi della squadra di nuoto. Appena arrivati chiedono quale sia la stanza della signora Flores.

“Polizia di New York devo sapere dove alloggia la signora Cristina Flores.”

“Stanza 151 terzo piano.”

Castle e Beckett non perdono tempo e subito vanno verso gli ascensori per salire al piano dove la signora Flores alloggia insieme a sua figlia Deborah. Arrivati bussano alla porta e subito compare la signora Cristina Flores.

“Vi posso aiutare?” domanda Cristina

“Signora Flores sono la detective Kate Beckett, lui e Richard Castle abbiamo bisogno di farle qualche domanda a proposito di Jennifer Thomas.”

“Certo accomodatevi.”

“Signora Flores vengo subito al dunque, abbiamo saputo che qualche mese fa lei e Jennifer avete avuto dei problemi, ci chiedevamo se questi problemi magari fossero arrivati sin qui a New York.”

“Detective le assicuro che io e Jennifer avevamo chiarito tutto già diversi mesi fa quando eravamo a Los Angeles, mi creda non avevo nessun motivo per volere la morte di quella ragazza.”

“Che genere di problemi avete avuto?”le domanda Castle.

“Un giorno abbiamo discusso riguardo gli allenamenti in piscina ma il giorno dopo si è risolto tutto.”

“Si spieghi meglio signora.”

“Ok va bene, dunque qualche mese fa Deborah ha incominciato a non voler fare più i compiti di scuola, andava in classe mal volentieri e quelle poche volte che ci andava non faceva altro che parlare delle gare in piscina che faceva o che doveva fare, insomma era diventata quasi come un’ossessione per lei. Deborah non è una bambina come tutte le altre, non apprende molto velocemente ma negli ultimi anni a scuola stava facendo grandi progressi finchè non ha incominciato a frequentare la piscina dove c’era anche Jennifer. Così un giorno sono andata da lei e le ho detto che non avrei più portato Deborah agli allenamenti.

“E lei non l’ha presa bene.”termina la frase Beckett

“Per niente, ha incominciato a dirmi quanto invece fosse importante quell’attività per Deborah, quanto fosse portata e quanto ormai si era affezionata a lei. Io non ho reagito bene quel giorno, insomma ho alzato la voce dicendole che lei non aveva nessun diritto di dirmi quello che era o non era importante per mia figlia, ho esagerato l’ho ammetto infatti il giorno dopo sono andata per parlarci nuovamente e abbiamo risolto la questione.”

“In che modo avete risolto?”

“Jennifer ha parlato con Deborah, le ha spiegato quanto fosse importante la scuola e che doveva impegnarsi allo stesso modo in cui si impegnava in piscina. Le aveva detto che i compiti erano come la corsia in cui nuotava in piscina, finché non si è arrivati sino in fondo non si smette di nuotare e così fino a che non aveva finito i compiti non poteva chiudere il quaderno.”

Una porta si apre e nella stanza entra una bambina con indosso un pigiama e con i capelli arruffati. Con le mani si stropiccia gli occhi e si dirige verso la mamma.

“Mamma chi sono questa persone?” chiede la bambina ancora assonnata.

“Sono delle persone che stanno cercando di scoprire chi ha fatto male a Jennifer tesoro.”

“Ma adesso che Jenny non c’è più chi verrà in piscina con me?” chiede la bambina riferita a Castle e Beckett.

“Non lo so piccola, ma una cosa la so di sicuro. Jennifer sarà sempre con voi mentre nuoterete in piscina.” le risponde Kate inginocchiandosi e prendendo le mani della bambina.

“Davvero sarò sempre con noi?”

“Certo che sarà sempre con voi, sarà proprio qua, nel vostro cuore e farà sempre il tifo per te e per tutti i tuoi compagni di squadra dal bordo della piscina.” continua Castle abbassandosi verso la bambina.

“Mamma mi porti in piscina.”

“Certo che ti porto tesoro, anzi ci andiamo insieme agli altri, perché non li vai a chiamare e a preparare la tua borsa.”

“Ok va bene, corro.” Risponde la bambina alla madre che tutta contenta esce dalla stanza per andare a chiamare i suoi amici.

“Sarà difficile per loro stare senza Jennifer. Dovevate vederli il giorno della prima gara, dopo che hanno ricevuto la medaglia sono tutti corsi incontro a Jennifer, hanno abbracciato anche Andrea e Danny ma con Jennifer avevano un rapporto speciale, erano molto legati a lei. Lei sapeva sempre come prenderli, alla fine dell’allenamento uscivano da quella piscina sempre sorridenti e se non stavano sorridendo ci pensava Jennifer a farli ridere. Li diceva sempre di sorridere perché essere tristi non era il compito dei bambini. Loro dovevano essere sempre felici, chissà se da oggi riusciranno sempre a sorridere.”

“Vedrà che c’è la faranno, sono sicura che Jennifer gli ha insegnato bene.” le dice Kate avvicinandosi alla donna.

Cambio di scena, distretto.
Castle e Beckett sono rientrati al distretto dopo aver parlato con Cristina Flores e insieme a Esposito stanno facendo il punto della situazione su quanto finora scoperto.

“Dunque la chiacchierata con la signora Flores non ci ha portato a scoprire cose nuove se non a rimarcare il fatto che Jennifer era amata da tutti e che i ragazzi la adoravano.” comincia Beckett.

“Da Andrea Torres invece sappiamo qualcosa di nuovo?” domanda Esposito.

“Abbiamo scoperto perché nell’ultimo mese ha chiamato così spesso Jenny. Lui dice che la chiamava per consolarla e tranquillizzarla sul fatto che Marco l’amava realmente, poi anche lui ha ribadito le stesse cose, gentile con tutti, tanti amici e poche discussioni a parte quella con la signora Flores che però si è risolta subito.” gli risponde Castle.

“Certo che è strano, questa ragazza era amata da tutti eppure è stata uccisa lo stesso e in più nessuno sembra aver visto e sentito niente. Insomma dov’è il movente?”

“Per non parlare del fatto che non sappiamo come sia finita in piscina insomma Marco ci ha detto che stava andando in camera sua. Cosa ci faceva in piscina a quell’ora mentre tutti erano a cena?” ribatte Beckett.

Nell’istante in cui Kate finisce di parlare arriva Ryan.

“Ragazzi ho finito di analizzare le riprese delle telecamere e venite a vedere cosa ho trovato.”

La scena si sposta nella sala video dove su un grande televisore c’è il video che Ryan stava analizzando. Il video mostra Jennifer nel corridoio mentre aspetta l’ascensore, proprio mentre le porte si chiudono si vede arrivare un uomo che immediatamente chiama l’ascensore per farlo ritornare indietro ma impaziente guarda il piano dove la ragazza è diretta e corre via per il corridoio. In quel momento l’uomo si gira rivelando la sua identità, è Nick Russel.

“Che ne dite facciamo un’altra chiacchierata con il signor Russel?” dice Ryan.

“Si sarà meglio.” gli risponde Beckett.

Cambio di scena, sala interrogatori.
Ryan e Esposito sono andati a prendere il signor Russel all’hotel, ora si trova nella sala interrogatori e impaziente attende il ritorno dei due detective.

“Signor Russel, sa perché è qui?” gli chiede Esposito entrando nella stanza insieme a Ryan.

“Veramente no, io non ho fatto niente, non capisco che bisogno c’era di portami via in quel modo. Perciò o mi accusate di qualcosa oppure me ne vado.”

“Bè possiamo incominciare con l’accusa di falsa testimonianza signor Russel. Cosa ne dice?” dice Ryan.

“Falsa testimonianza, ma che sta dicendo?”

“Lei ci ha mentito signor Russel. Ci ha detto che per l’ora dell’omicidio era insieme agli altri al ristorante dell’albergo e invece guardi cosa abbiamo trovato.” Esposito gli fa vedere un fermo immagine del video di sorveglianza che lo ritrae vicino all’ascensore.

“Sentite non è come sembra, è vero ero in quel corridoio ma io non c’entro niente con la morta di Jennifer.”

“Certo ovviamente lei passava di la per caso, e sempre per caso ha guardato a che piano stava scendendo l’ascensore dove casualmente si trovava Jennifer.”

“Ok, ok va bene non ero la per caso ed è vero che ho guardato il piano dove stava andando Jennifer ma le volevo chiedere solo se aveva visto David, non riuscivo a trovarlo e quando l’ho vista ho pensato di chiedere a lei ma non sono riuscito ad arrivare in tempo, le porte dell’ascensore si erano già chiuse, allora ho guardato a che piano stava andando in modo da raggiungerla. Tutto qua.”

“Andiamo signor Russel quando l’abbiamo interrogata stamattina ha dichiarato che lei e suo figlio eravate entrambi al ristorante quando è avvenuto l’omicidio e adesso invece ci sta dicendo che era in giro a cercare suo figlio.”

“E’ così infatti. Sentite dopo che ho guardato a che piano scendeva Jennifer ho cercato di raggiungerla ma non sono riuscita a trovarla così ho deciso di continuare a cercare da solo. Dopo 10 minuti mi è arrivata una telefonata da parte di Cristina che mi diceva che David era al ristorante con loro e allora sono ritornato da loro. Potete controllare il telefono, troverete sicuramente la telefonata di Cristina.”

“Controlleremo signor Russel, controlleremo.” gli dice Ryan.

“Adesso che mi viene in mente potete chiedere anche a Marco, eravamo sullo stesso ascensore quando siamo saliti al ristorante.”

“Come saliti, non eravate al terzo piano dove c’era la stanza di Jennifer?”

“No, assolutamente. Jennifer è scesa al piano dove ci sono la palestra e la piscina.”

“Ci sta dicendo che Jennifer non è entrata nella sua stanza?”

“No diamine, so dov’è la sua stanza se fosse scesa a quel piano sarei andato direttamente da lei invece di cercarla come un pazzo.”

I due detective si guardano ed escono immediatamente dalla stanza.

Cambio di scena, distretto.
La squadra è riunita intorno alla lavagna a parlano delle informazioni fornite dal signor Russel.

“Ok ragazzi fatemi capire, secondo voi è stato Marco a uccidere Jennifer?” domanda Castle.

“Potrebbe, dunque il signor Russel ci ha detto che stava seguendo Jennifer solo per chiederle se aveva visto suo figlio, non ha fatto in tempo a raggiungerla quindi è corso al piano dove la ragazza stava andando quando è arrivato non è riuscita a trovarla quindi ha continuato da solo le ricerche del figlio.”

“Poi 10 minuti dopo ha ricevuto una chiamata da parte di Cristina Flores che gli diceva che il figlio si trovava al ristorante, mentre risaliva ha incontrato proprio davanti all’ascensore Marco, ma la cosa più importante è che entrambi stavano aspettando l’ascensore dal piano dove ci sono la palestra e la piscina.” continua Esposito.

“Quindi secondo voi Marco ha mentito, Jennifer non si trovava in camera sua ma in piscina.” domanda Beckett.

“Esatto, e poi ricordate cosa ci ha detto Lanie riguardo ai lividi che Jenny aveva, sembrava che qualcuno l’avesse trattenuta, magari quella sera in piscina Marco e Jennifer hanno litigato, la ragazza se ne stava andando e lui l’ha trattenuta.” le risponde Ryan.

“E secondo voi per una lite Marco è arrivato a ucciderla, scusate ragazzi ma mi sembra un po’ improbabile.  Il ragazzo non mi è particolarmente simpatico ma dov’è il movente e poi siamo sicuri che non sia il signor Russel a raccontare bugie?” interviene Castle.

“Abbiamo controllato, il suo alibi è stato confermato oltre che dai tabulati telefonici anche dalla signora Flores.”

“Cristina ci ha detto che David si era allontanato per andare a prendere la sua felpa preferita, solo che non ha avvertito il padre che è andato subito a cercarlo quando non l’ha trovato al tavolo.” continua Esposito.

“Quindi la storia del signor Rusell regge.” conclude Beckett

“Assolutamente, io mi concentrerei più su Marco, certo non abbiamo ancora un movente ma resta il fatto che anche lui non è stato del tutto sincero su dove si trovava quella sera.” dice Ryan.

Il tempo di terminare la frase che il telefono della Detective Beckett incomincia a squillare.

“Beckett.”

“Non immaginerai quello che dicono le analisi del sangue di Jennifer Thomas.”

“Avanti Lanie sputa il rospo.”

“La ragazza era incinta di 1 mese.”

“Cosa? Ne sei sicura?”

“Assolutamente, ho fatto ripetere le analisi più di una volta.”

“Ok, grazie Lanie.Ragazzi forse abbiamo trovato il movente.”

“Sarebbe?” domandano tutti e tre curiosi.

“Jennifer sarebbe diventata mamma fra 8 mesi.”

“Cosa, era incinta?” esclama Castle.

“Possibile che Marco abbia ucciso la sua ragazza perché non voleva diventare padre?” domanda Ryan.

“Io direi di andarlo a prendere.” esclama Esposito.

CONTINUA...

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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


Quarta e penultima parte, le indagini procedono e la squadra sembra essere arrivata a una conclusione. Grazie a Lanie i detective hanno scoperto che Jenny era incinta e che questo potrebbbe essere un possible movente per il suo assasinio. Esposito e Ryan sono andati a prendere Marco all'hotel dove alloggiava e lo hanno portato nella sala interrogatori, sarà stato lui a uccidere la povera Jenny???? 


Cambio di scena, sala interrogatori.
Marco Bell è stato portato al distretto. La squadra è dietro lo specchio che lo osserva.

“Come si fa a uccidere la propria ragazza che per di più aspetta tuo figlio?” domanda Castle.

“Bella domanda, insomma è già impensabile uccidere la donna che si ama ma tuo figlio. A che pensava mentre uccideva la sua famiglia?” risponde Ryan.

“Semplice pensava solo a se stesso è chiaro che non gli importava di diventare padre.” continua Esposito.

“Si bè poteva anche non volere diventare padre ma questo di certo non giustifica quello che ha fatto.” risponde Beckett uscendo dalla stanza di osservazione ed entrando nella sala interrogatori.

“Senta detective è vero le ho mentito ma i suoi agenti ci potevano anche andare piano, insomma capita a tutti di discutere con la propria ragazza, a lei non capita mai?” esclama Marco che con la mano si tocca lo zigomo gonfio e violaceo.

“Certo mi capita ma io non uccido le persone con le quali discuto.”

“Uccidere? Detective io non ho ucciso nessuno tanto meno Jennifer, come potevo uccidere la donna che amavo?”

“O certo non l’hai uccisa e scommetto che non sei stato neanche tu a farle questi lividi sul polso.” domanda Kate mostrandogli la foto del polso livido di Jenny.

“Ok va bene abbiamo discusso ma non gli ho fatto niente, non le ho mai torto un capello.”

“Sbagliato di nuovo, perché Jenny oltre ad aver il polso livido con le tue impronte sopra aveva anche un bel taglio sul viso e scommetto che l’hai colpita proprio con la mano dove porti quell’anello. Quindi cosa ne dici di cominciare a raccontarmi la verità Marco.”

“Si è vero l’ho colpita, ma lei mi ha tradito, lei mi ha tradito con il mio migliore amico. Che razza di persona si comporta così, che razza di persona è una che ti dice di amarti e poi ti tradisce.”

“Marco incomincio a essere stanca delle tue bugie, quindi o mi dici com’è andata sin dall’inizio oppure ti sbatto in carcere senza sapere la storia intera.”

“Ok vuole la verità, ero su al ristorante e Jennifer non c’era così sono andata a cercarla, l’ho trovata in piscina, era al telefono con Andrea, lei ovviamente ha negato. Le ho chiesto che cosa stava succedendo, perché continuava a chiamare lui invece che parlare con me, e poi sa cos’è successo? Lei ha iniziato a piangere dicendo che non era semplice quello che mi doveva dire e allora ho capito, era stata insieme ad Andrea e mi voleva lasciare. Lei come avrebbe reagito se la persona che ama l’avesse tradita in questo modo?”

“Davvero ti ostini a raccontare ancora queste cazzate, davvero mi vuoi far credere che avete litigato perché pensavi che lei ti avesse tradito con Andrea.”

“Io non penso che lei mi abbia tradito con Andrea io lo so, è per questo che abbiamo litigato. Da un mese non faceva che chiamarlo, che cercarlo. Quando eravamo a lavoro li trovavo sempre in un angolo a discutere. Io all’inizio ho lasciato correre insomma ormai si conoscevano da tanto tempo e quindi pensavo che fosse normale che tra due amici ci possa essere una certa confidenza. Ma la settimana scorsa li ho trovati abbracciati, lei piangeva e lui la stava consolando, allora ho incominciato a pensare che i miei sospetti non fossero così infondati. Ieri sera poi quando l’ho trovata al telefono con lui non ci ho visto più e allora le ho dato uno schiaffo ma deve credermi dopo me ne sono andato e non l’ho più vista per tutte la sera.”

“Va bene, non mi vuoi dire com’è andata allora prima di farti trasferire in carcere te lo dico io cos’è successo ieri sera. Andrea in tutta questa storia ha solo fatto la parte dell’amico, Jennifer non è stata con lui, si è semplicemente confidata, le ha confidato che aspettava un bambino, un bambino da te, ecco perché gli hai trovati abbracciati. Lei probabilmente non sapeva come dirtelo, non riusciva a trovare il coraggio. Poi ieri sera invece si è fatta forza, ti ha confessato che aspettava tuo figlio, ma tu sei andato su tutte le furie, non ne volevi sapere niente, magari le hai detto che doveva subito abortire, lei invece voleva tenere il bambino, ti ha detto che avrebbe fatto a meno di te, che ti avrebbe lasciato, tu hai reagito male così hai pensato bene di eliminare il problema uccidendo lei e tuo figlio.” gli risponde Kate alzando notevolmente la voce e sbattendo entrambe le mani sul tavolo.

“Io non sapevo che Jenny fosse incinta, mi deve credere, non lo sapevo. Non avrei mai ucciso Jenny sapendo che era incinta, sapendo che aspettava nostro figlio, forse è vero non l’avrei presa bene ma io non avrei mai ucciso la mia famiglia.” risponde Marco alzando la voce a sua volta.

Proprio in quel momento dalla stanza di osservazione qualcuno bussa sullo specchio per richiamare l’attenzione della detective.

“Queste devono essere le analisi del laboratorio che abbiamo richiesto. Ultima possibilità di raccontarmi la tua versione dei fatti Marco dopo di che sarà il giudice ha stabilire per quanto tempo dovrai rimanere in carcere.”

“Io le ho detto la verità, non sapevo che Jennifer fosse incinta e non l’ho uccisa io.”

Beckett esce dalla sala interrogatori ed entra nella stanza di osservazione.

“Allora che dicono i risultati, posso chiamare gli agenti per farlo portare via?”

“Il risultato del dna è negativo.” le dice Ryan

“Ma come negativo, non è possibile. Deve essere per forza stato lui a baciare Jennifer sulla fronte prima di scappare dagli spogliatoi della piscina.”

“No a quanto dice Lanie, ha ripetuto gli esami più di una volta e il risultato è sempre lo stesso. Ci ha detto che il dna appartiene a una persona di sesso maschile ma non a Marco quindi non è lui l’assassino.”

“Bè ci sono sempre le impronte sul polso, quelle sappiamo che sono sue. Anche se il dna non combacia non vuol dire che non sia stato lui, insomma non deve essere stato per forza l’assassino a darle un bacio sulla fronte, magari è stato uno dei ragazzi dopo l’allenamento.”

“E’ probabile ecco perché Esposito è andato a controllare i tabulati del telefono di Marco. Ricordi che il signor Russel ci ha detto che quando l’ha incontrato aveva il suo cellulare in mano come se avesse finito di fare una telefonata da poco.” continua Castle.

“E allora?”

“Lanie ci ha detto che la ragazza è morta alle 8:15, quindi se troviamo una telefonata fatta in questo arco di tempo dobbiamo rilasciarlo.”

“E purtroppo è così.” afferma Esposito entrando nella stanza.

“Non è possibile, stava veramente telefonando.” chiede incredula Beckett.

“Si stava parlando con la compagnia aerea, volevo cambiare la data del volo per rientrare prima a Los Angeles, la chiamata è durata 10 minuti e guarda quando ha fatto la telefonata.” continua Esposito facendole vedere i tabulati del telefono di Marco.

“Dalle 8:10 alle 8:20. Non è possibile.”

“Quindi ha un’alibi” dice Esposito.

“Che facciamo con lui?” domanda Ryan indicando con un cenno della testa il vetro.

“Trattenetelo per 24 ore.”

“Con quali accuse?” chiede Castle

“Falsa testimonianza e percosse.” gli risponde Beckett uscendo arrabbiata dalla stanza.

La scena continua al distretto, l’interrogatorio è ormai finito, Marco viene scortato da due agenti verso le celle del distretto, Ryan e Esposito sono alle loro scrivanie, Beckett è nella saletta relax che cerca di prepararsi un caffè con scarso successo.

“Ei stai tremando.” afferma Castle entrando nella saletta relax.

“Sto bene Castle.”

“O si, si vede. Dai faccio io.”

Castle prepara il caffè per poi versarlo in due tazze e darne uno alla detective.

“Ecco qua, tieni.”

“Grazie.”

“Ti ha fatto proprio arrabbiare quel ragazzo la dentro.”

“Non ci posso credere che non sia stato lui.”

“Già,anche io ero sicuro che fosse stato lui.”

“Dobbiamo iniziare tutto da capo adesso.” dice Kate appoggiando il caffè e portandosi le mani alle tempie e massaggiandole.

Il telefono di Castle squilla interrompendo la conversazione.

“Oh è Alexis, scusa.”

“Salutala da parte mia.”

“Certo, ma tu magari siediti sei di nuovo un po’ pallida.”

“Sto bene Castle, dai vai a rispondere a tua figlia.”

Castle esce dalla stanza e risponde al telefono, Kate rimane nella stanza, prende nuovamente il suo caffè e si gira per andare verso il tavolo della saletta relax ma ritorna sui suoi passi quando la vista le si appanna leggermente e la testa incomincia a girarle. Con una mano si sorregge al bancone dietro di lei, chiude gli occhi e fa un respiro profondo. Quando riapre gli occhi ogni cosa intorno a lei ha smesso di girare così decide di riandare verso il tavolo questa volta con passi meno spediti. Ha quasi raggiunto il tavolo quando di nuovo tutto intorno a lei ricomincia a girare questa volta decisamente più forte di prima, non sa cosa le stia succedendo, decide di fermarsi un’altra volta. Questa volta è in mezzo alla stanza e non ha niente a cui appoggiarsi, chiude gli occhi, un altro respiro profondo. Riapre gli occhi, niente, tutto intorno a lei sembra che non voglia smettere di girare, decide comunque di raggiungere il tavolo, prima un passo, poi un altro, è arrivata al tavolo, allunga una mano e cerca di appoggiare la tazza di caffè che ha ancora in mano. La vista purtroppo la tradisce, appoggia la tazza al margine del tavolo e l’ultimo rumore che sente poco prima di svenire è proprio il rumore della ceramica che si rompe in mille pezzi sul pavimento della saletta.

Tutti hanno sentito il rumore della tazza che si rompeva sul pavimento. Castle è il primo ad arrivare nella stanza.

“Kate, Kate. Mi senti?Kate?”

“Castle che diamine è successo?” domandano Ryan e Esposito anche loro entrati velocemente nella stanza.

“Non lo so ero al telefono con Alexis. Kevin chiama Lanie per favore, Javier aiutami a metterla sul divano.”

La scena riprende nella saletta, Lanie è arrivata di corsa dal suo laboratorio e ora è con Kate vicino al divano.

“La pressione è buona, vedrai adesso si risveglia, stai tranquillo.” dice Lanie riferita a Castle.

“Come sta?” domanda Ryan.

“Sta bene, sta bene non vi preoccupate. E solo svenuta, magari è solo un po’ stanca.”

“Bè 5 minuti fa ha finito un interrogatorio e non è stata proprio una conversazione amichevole.”

“Bè quel tipo se lo meritava.” risponde Kate fra lo stupore di tutti.

“Ei come ti senti, mi hai fatto prendere un colpo, possibile che non ti posso lasciare neanche a bere un caffè da sola.” le dice Castle.

“Scusa mi dispiace.” gli risponde Kate avvicinandosi e dandogli un bacio.

“Ei piccioncini per certe cose esiste la camera da letto.” li interrompe Esposito.

“Javier.” lo ammonisce Lanie.

Tutti si mettono a ridere finchè non vengono interrotti dallo squillo del cellulare di Castle.

“Dev’essere Alexis le ho chiuso praticamente il telefono in faccia quando ti ho visto distesa sul pavimento.”

“Allora rispondi, sarà in pensiero.”

“Vado, basta che tu non ti muovi da questo divano.”

“Promesso.”

“Ei tesoro, no, no tutto ok…” risponde Castle alla figlia uscendo dalla stanza.

“Ei Beckett questo tuo carpiato sul pavimento ti è costato una tazza, quindi vedi di rimediare.” scherza Ryan.

“Si magari comprane una di plastica così la prossima volta non dovremo pulire per te.” continua Esposito.

“Si ragazzi sto benissimo, grazie.” gli risponde Kate stando al loro gioco.

“Perfetto allora noi torniamo a lavoro, purtroppo non tutti si possono permettere di stare comodi e rilassati sul divano.” il duo si scambia un cinque ed esce dalla stanza lasciando le ragazze da sole.

“Allora…”comincia Lanie

“Allora cosa?”

“Ok prima di tutto ti aveva detto di chiamare prima che ti sentissi male e non dopo, Ryan mi hanno fatto venire un infarto quando mi ha chiamato, secondo tu fili dritta a casa senza discutere e terzo…”

“No, non ho bisogno di un terzo mi bastano già i primi due.”

“E terzo io comincerei a valutare seriamente la possibilità di essere incinta e quindi di fare un bel test di gravidanza.”

“Lanie quante volte te lo devo dire, io non sono incinta.”

“Disse la donna che stamattina si è sentita male per una tazza di caffè, che poco dopo si è sentita male nel laboratorio della sua migliore amica e che adesso è svenuta facendomi prendere un colpo.”

“Ok va bene oggi non sono stata tanto bene e allora? Non è che ogni volta che mi sento male devo essere per forza incinta.”

“Andiamo Kate sei la prima che non crede alle parole che stai dicendo, si può sapere cosa ti succede?”

“Non mi succede proprio niente.”

“Tesoro non mi dire che hai paura di un test di gravidanza?”

“E’ la risposta che mi potrebbe dare quel test di cui ho paura Lanie, tu non sai quanta paura ho alla sola idea di risultare positiva a quel test.” dice Kate quasi sull’orlo delle lacrime.

“Kate anche se il test dovesse essere positivo sarebbe una bellissima cosa, ok forse è un po’ presto tu e Castle state insieme da poco ma sono sicura che lui ne sarebbe felice.”

“Lanie non abbiamo mai affrontato questo tipo di argomento, non so come potrebbe prenderla. E’ di questo che ho paura, e poi non so se anche io sarei pronta a diventare una mamma.”

“Senti è inutile parlarne prima del tempo. Facciamo così stasera vengo a casa tua e facciamo il test insieme ok? Poi deciderai cosa fare.”

“Magari facciamo domani, oggi proprio non me la sento.”

“Cosa non ti senti di fare?” dice Castle facendo capolino dalla porta della stanza relax.

“Oh Castle, giusto te, mi raccomando portala a casa e non farle vedere il distretto almeno fino a domani mattina.”

“A gli ordini dottore.”

“Allora facciamo domani?” chiede di nuovo Lanie rivolta a Kate.

“Ti faccio sapere, ok?”

“Detective quanto sei testarda.” Lanie prende la sua borsa e saluta entrambi gli amici e prima di chiudere la porta si gira verso Kate mimando il gesto del telefono.

“A cosa si riferiva Lanie?”

“Insisteva sul fatto di farmi fare delle analisi e io le ho detto che ci avrei pensato.”

“Bè non è una cattiva idea, ti posso accompagnare domani mattina.”

“Non se ne parla Castle, domani mattina devo venire al distretto per riprendere il caso di Jennifer dall’inizio.”

“Ok, ok tanto non riuscirei mai a convincerti, alle volte sei peggio dei bambini.”

“Già i bambini… Andiamo a casa?”

“Assolutamente.”

“Oh e Alexis?”

“Tutto ok, anche lei ti saluta e dice di riguardarti, si è preoccupata quando le ho detto che ti eri sentita male.”

“Mi dispiace di averla fatta preoccupare.”

“Non ti preoccupare l’ho tranquillizzata io.”

Cambio di scena, distretto.
E’ mattina e l’intera squadra è già al lavoro per riesaminare le prove raccolte sul caso di Jennifer Thomas.

“Dunque ragazzi facciamo il punto della situazione.” comincia Kate “Jennifer arriva a New York due giorni fa per accompagnare i ragazzi della squadra di nuoto, insieme a lei ci sono Danny Reed e Marco Bell. La sera prima la ragazza litiga con Marco in piscina, lei molto probabilmente gli vuole dire che è incinta ma Marco fraintende tutto e crede che sia stata con Andrea.”

“Il ragazzo preso dalla rabbia le da uno schiaffo procurandole un taglio sulla guancia. Jenny si dirige verso i bagno della piscina per sciacquarsi la ferita ma qua qualcun altro la raggiunge, forse litigano e il nostro assassino la spinge violentemente contro il lavandino.” continua Castle.

“L’assassino pensa di averla uccisa e scappa lasciandola a terra. All’inizio abbiamo pensato che l’assassino fosse Marco dato che oltre ad aver trovato le sue impronte sul polso della ragazza aveva anche un possibile movente legato alla gravidanza di Jennifer.” dice Esposito.

“Ma abbiamo scoperto che ha un alibi di ferro in quanto proprio nel momento dell’uccisione di Jenny era al telefono con la compagnia aerea per tornare il prima possibile a Los Angeles.” ribadisce Ryan.

“Quindi abbiamo dovuto scagionare il nostro sospettato numero uno. Ma se il movente dell’omicidio non è legato alla gravidanza di Jenny allora perché è stata uccisa?” termina Beckett

“Abbiamo sempre quell’appunto lasciato nella sua agenda, magari c’entra qualcosa con l’omicidio.” suggerisce Castle.

“Si ma avete già chiesto sia a Danny che a Marco che erano le persone che le stavano più vicino, se non lo sanno loro allora chi può saperlo?” domanda Esposito.

“Danny e Marco però non sono le uniche persone che sono molto vicine a Jenny.” afferma Beckett.

“Andrea Torres.”dice Ryan. “Lui la chiamava costantemente da un mese ormai quindi sicuramente lui sapeva della gravidanza e magari sa anche con chi si doveva incontrare Jennifer.”

“Castle ti va di fare un tuffo in piscina.” domanda Beckett dirigendosi verso l’ascensore.

CONTINUA...

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Capitolo 5
*** Parte 5 ***


Quinta e ultima parte, nella parte precendenza si è visto l'interrogatorio di Marco e come le prove abbiamo portato alla conclusione che l'assassino di Jenny non sia lui. Finito L'interrogatorio Kate si sente male, svenendo nella sala relax, preoccupato castle fa chiamare Lanie che insiste sul fatto che la detective sia incinta. Kate continua a ripetere che non lo è e rifiuta la proposta dell'amica di fare un test di gravidanza. Le in dagini sembrano arrivate a un punto morto in quanto la squadra ha già scagionato i principali sospettati, ma rimane ancora un'ultimo indizio che può aiutare la squadra a capire cosa sia succcesso a Jenny, la ragazza infatti ha lasciato un'appunto nella sua agenda, che sia determinante per capire chi l'abbia uccisa???? Per scoprirlo non vi rimane che leggere l'ultima parte di questa episodio e scoprire insieme ai detective la verità su questa bruttissima faccenda.
P.S: Spero che non mi uccidiate quando scoprirete chi è stato......
Aspetto con ansia i vostri commenti. Spero di ritornare con un nuovo episodio il prima possibile, ciao
Mary :-)



Districk Hotel, locale piscina.
Dopo l’omicidio di Jennifer la piscina dell’albergo è stata riaperta, è molto affollata, le corsie sono quasi tutte occupate, a vigilare sui numerosi clienti dell’hotel c’è un bagnino che passeggia avanti e indietro per controllare che tutto proceda per il meglio. Castle e Beckett sono arrivati e in mezzo alla confusione cercano Andrea Torres. Incominciano a guardasi intorno e poi ecco che lo intravedono insieme al signor Reed a bordo piscina insieme ai ragazzi.

“Forza ragazzi entriamo in acqua e incominciamo a riscaldarci.” dice Danny

“David, Deborah anche voi in acqua.” continua Andrea

“A me non va di nuotare.” dice David

“Su David non fare i capricci, entra in acqua, come facciamo stasera a vincere la gara se non ci alleniamo.”

“Io non voglio fare la gara stasera, non voglio fare più niente se non c’è Jenny.” dice David correndo via

“David dove vai, David.” urla Danny correndo dietro al bambino

Beckett e Castle ormai hanno raggiunto il gruppo di ragazzi e Andrea.

“Andrea.” lo chiama Kate

“Salve detective, signor Castle. Ci sono novità su Jenny?”

“Veramente è proprio di questo che le volevamo parlare.” gli risponde Castle

“Certo ditemi.”

“Abbiamo scoperto che Jennifer aspettava un bambino, Andrea. Perché non ci ha detto niente?”

“Io veramente non sapevo niente. Jenny non me lo aveva detto.”

“Avanti Andrea la smetta di mentire, tutte quelle telefonate non erano per consolarla riguardo a Marco ma per consolarla riguardo alla gravidanza. Jennifer era incinta di un mese e lei da un mese non faceva che chiamarla, quindi basta bugie, mi dica la verità.”

“Ok va bene sapevo che Jenny era incinta, non ve l’ho detto solo perché lei mi aveva fatto promettere di non dirlo a nessuno, specialmente a Marco.”

“Perché ancora non aveva detto niente a Marco?” gli domanda Castle.

“Perché Jenny non era sicura di volere tenere il bambino, diceva che se avesse deciso di tenerlo sarebbe stata la prima persona a saperlo ma prima doveva essere assolutamente sicura di quello che voleva. E’ per questo che la chiamavo così tanto, volevo convincerla a dire a Marco tutta la verità anche se lei non era sicura di tenere il bambino, dopo tutto la decisione era anche di Marco. Non poteva affrontare tutto da sola.”

“Ma perché non ci hai detto niente anche dopo la sua morte, come vedi ne siamo venuti a conoscenza lo stesso.” continua Kate

“Perché Jennifer diceva che nessuno doveva saperlo, nessuno oltre me e lei doveva sapere che aspettava un bambino. Io lo scoperto per caso, credo che neanche a me avrebbe detto niente se non l’avessi trovata con il test di gravidanza in mano.”

“Senti Andrea nella sua agenda abbiamo trovato questo appunto, forse tu sai di cosa si tratta magari è collegata alla sua gravidanza.”

“D.M. ore 16. Ora che mi ci fate pensare da un paio di settimane nominava una certa Dottoressa Morris, diceva che la doveva chiamare, che lei l’avrebbe aiutata a decidere se tenere il bambino.”

“Ti ricordi come si chiama questa dottoressa?” domanda Castle

“No mi dispiace, però diceva che l’aveva conosciuta a Los Angeles, al diving, anche lei fa immersioni. Ei Danny, puoi venire un attimo?” lo chiama Andrea “Tu per caso ti ricordi di una certa dottoressa Morris che viene a fare immersione da noi.”

“Si certo Dafne, Dafne Morris. Ma perché, Dafne c’entra qualcosa con l’omicidio di Jenny?”

“No signor Reed non si preoccupi, ci sa dire qualcos’altro riguardo alla dottoressa Morris, per esempio sa dove possiamo trovarla oppure ha un suo recapito telefonico.” gli chiede Kate

“Non so dove sia il suo studio o dove sia il suo appartamento qua  New York però sicuramente tra i documenti del diving abbiamo il suo numero di telefono.”

“Può farselo mandare per favore?”

“Si certo chiamo subito mio figlio, sicuramente è ancora la al diving a quest’ora.”

Cambio di scena, distretto.

“Ragazzi abbiamo delle novità.” esordisce Beckett entrando al distretto.

“Avete scoperto cosa vuol dire l’appunto sull’agenda di Jennifer?” domanda curioso Ryan

“Esatto, a quanto pare si doveva vedere con una certa dottoressa Morris qua New York.” risponde Castle

“Dottoressa Morris hai detto.” Esposito si mette subito di fronte al suo computer e comincia a cercare il nome della dottoressa per avere ulteriori informazioni.

“Dafne Morris, nata e cresciuta a New York si è laureata a pieni voti all’università di Yale ed è diventata medico genetista, sposata con Curtis Morris, hanno un figlio di 2 anni Dell.”

“Medico genetista. Perché Jennifer sarebbe dovuta andare da un medico genetista, mi aspettavo che Dafne fosse una ginecologa?” dice Kate

“Forse voleva vedere se il piccolo aveva qualcosa che non andava.” risponde Ryan

“Ripensandoci, Andrea ha detto che Dafne avrebbe potuto aiutare Jennifer ha decidere se tenere o meno il bambino quindi forse aveva paura che potesse essere malato?” ipotizzò Castle

“Potrebbe, ma Jennifer era sana come un pesce, Lanie non ha riscontrato niente che non andava nella sua salute.” fa notare Kate

“Forse Marco.” dice Esposito

“Forse è meglio andare a parlare con Dafne magari lei ci saprà dire qualcosa di più. Dopotutto se Jennifer voleva avere un semplice consulto da un genetista poteva anche chiedere a Los Angeles e invece ha aspettato di venire qua a New York per poter vedere proprio Dafne.”

“Credi che non sia un coincidenza?” domanda Ryan

“Credo che ci sia qualcosa che ci sfugge, insomma è normale fare dei controlli per vedere se il bambino sta bene ma richiedere il consulto di un genetista mi sembra troppo e poi Andrea continuava a ribadire il fatto che Jennifer gli avesse chiesto di non dire niente a nessuno. Non so, per me qualcosa non quadra.”

“Possiamo fare delle ricerche sia su Jennifer che su Marco per vedere la loro storia medica, se Jennifer ha preso appuntamento con la Morris doveva avere una ra gione.”

“Ottima idea chiamate sia a Los Angeles che alla madre di Jennifer a Chicago per avere più informazioni possibili su entrambi.”

“Io intanto chiama la dottoressa Morris per dirle che state arrivando.” dice Esposito

“Si ok.”

Cambio di scena, studio della Dottoressa Morris.

“Dottoressa Morris, si può.” Chiede Kate bussando alla porta e aspettando che Dafne le dia il permesso di entrare.

“Avanti, avanti. Lei deve essere la detective Beckett.” dice Dafne facendo accomodare entrambi

“Esatto, lui è Richard Castle, collabora con la polizia.”

“Si, si il Detective Esposito mi ha avvertito del vostro arrivo, ma non mi ha voluto accennare il perché di questo incontro.”

“Si tratta di Jennifer Thomas.”le risponde subito Castle

“Si ho saputo. Una tragedia. Come vi posso aiutare?”

“Sappiamo che Jennifer aveva preso un appuntamento qua da lei domani alle 16, volevamo sapere il motivo.” dice Kate

“Bè tre settimane fa ho ricevuto una telefonata da parte di Jenny, era piuttosto agitata e voleva che ci vedessimo qua nel mio studio. Ha detto che era incinta e che voleva farmi alcune domande sulla salute del bambino.”

“Credeva che il bambino fosse malato?” le chiede Castle

“Credeva che il bambino potesse nascere con la sindrome di down. Io le ho risposto che questo tipo di malattia ha più probabilità di presentarsi quando la madre ha più di 35 anni di età o quando il padre ha più di 42 anni e che comunque nella maggior parte dei casi si tratta purtroppo solo di genetica.”

“E lei come la presa?” le chiede Kate

“Ha insistito per fare il test, ha detto che il padre aveva più di 42 anni.”

“Il padre aveva più di 42 anni? E’ sicura che le ha detto così?” chiede scioccato Castle

“Assolutamente, anche io ho avuta la vostra stessa reazione, pensavo che il padre fosse Marco, ma a quanto pare mi sbagliavo.”

“Le ha detto altro?”

“No dopo che le ho dato queste informazioni ha chiuso la telefonata molto velocemente dicendomi che ci saremo viste fra tre settimane qua a New York. Sembrava molto spaventata.”

“Ok, la ringrazio dottoressa, se le viene in mente altro non esiti a chiamarmi.”

“Lo farò non ne dubiti.”

Usciti dallo studio della dottoressa, Beckett e Castle si guardano increduli, se il padre del bambino non era Marco allora chi era? Salgono velocemente in auto per raggiungere il distretto con la speranza che Ryan e Esposito abbiano trovato nuove piste.

Cambio di scena, distretto.

“Ok la ringrazio, è stata molto gentile.”

Esposito riattacca il telefono e lo stesso fa Ryan.

“Non immagini cosa ho scoperto.” dice Esposito

Non appena finisce la frase dall’ascensore escono quasi correndo Castle e Beckett.

“Ragazzi abbiamo delle novità.”dice Castle quasi con il fiatone

“Anche noi.” dice Esposito

“Ok reggetevi perché la dottoressa Morris ci ha dato un notizia sconvolgente.”

“Dai Castle parla.” gli dice Ryan

“Marco non era il padre del bambino di Jennifer.”dice Kate prima del suo scrittore

“Cosa? Ma se non è Marco il padre del bambino allora chi è?” esclama Ryan

“Lo so io.” esclama Esposito lasciando di stucco anche Kate e Castle. “Dunque io e Ryan ci siamo tuffati per ricostruire la storia medica di Marco e Jennifer.”

“Io mi sono occupato di quella di Marco ma non ho trovato niente di niente, anche Marco è sano come un pesce.” Interviene Ryan

“Io invece mi sono occupato di Jennifer, ho chiamato prima la madre ottenendo quasi niente, quindi ho deciso di faxare la foto di Jennifer a tutti gli ospedali di Los Angeles chiedendo se per caso l’avevano mai avuta come paziente e se l’avevano avuta di mandarmi la sua cartella medica o di contattarmi. Poco fa ho ricevuto una chiamata dal Centinella Hospital Center e mi hanno detto che avevano una cartella medica a suo nome. La cartella diceva che Jennifer è stata violentata.”

“Chi è stato Esposito?” le domanda Kate

“Nick Russel, il padre di David.”

“Ma come fa a essere a piede libero se quel maiale ha approfittato di lei?” domanda Castle rabbioso

“In ospedale è stato fatto il kit stupro ma il responsabile non è mai stato preso, e in più Jennifer non ha voluto sporgere denuncia alla polizia.” gli risponde Esposito

“Ma sei hai appena detto che è stato Nick Russel.”

“A lui ci sono arrivato in un’altra maniera. Ho chiesto se per caso quel giorno Jennifer fosse stata accompagnata da qualcuno o avesse ricevuto visite durante la sua permanenza in ospedale, l’infermiera mi ha risposto che ad accompagnarla in ospedale è stato suo padre.”

“Ma il padre di Jennifer è morto.” dice Ryan

“Appunto, ecco perchè mi sono fatto fare una descrizione dell’uomo che l’ha accompagnata.”

“E hai visto che corrisponde alla descrizione del signor Russel.” termina la frase Kate

“Oltre a quello l’infermiera si ricordava che il padre è dovuto scappare perché doveva andare a prendere l’altro suo figlio David a scuola.”

“Andiamo ad arrestare quel bastardo.” dice Ryan

Cambio di scena, piscina.
Ormai era pomeriggio inoltrato, i ragazzi della squadra di nuoto insieme ai loro allenatori erano all’evento che gli vedeva protagonisti. Le gare era iniziate da un’ora e stavano per volgere al termine. Quando la squadra del dodicesimo arriva al Palazzo dove si stava tenendo l’evento si ritrovano fra una folla immensa. Dovettero mostrare i loro distintivi per poter raggiungere i ragazzi e Nick Russel che insieme a suo figlio David si stava dirigendo verso le docce.

“Signor Russel si fermi.” gli urla Ryan

“Qualche problema detective?” rispose il signor Russel

“In questo momento credo che ne abbia più lei di problemi signor Russel.” gli dice Castle

“Gli concedo di aiutare suo figlio a vestirsi dopo di che verrà mia con me.” gli dice Beckett

“Se mi vuole spiegare il motivo sarò lieto anche di venire subito con lei.”

“Che fa lo spiritoso, ringrazi che c’è qua suo figlio altrimenti le avrei già spaccato la faccia.” lo minaccia Esposito

“Proprio non so a cosa si riferisce comunque fra 5 minuti sarò tutto vostro.”

Esposito guarda con disgusto il signor Russel e spazientito tira fuori le manette.

“I suoi 5 minuti sono appena scaduti, Signor Russel la dichiaro in arresto per l’omicidio di Jennifer Thomas, avrà diritto ad un avvocato qualsiasi cosa dirà potrà essere utilizzata contro di lei in tribunale.”

“Sei stato tu? Brutto bastardo io ti ammazzo.”

Marco viene trattenuto da Andrea e Danny, anche loro visibilmente scossi. Il signor Russel viene portato via fra le imprecazioni di Marco e fra le urla disperate di David trattenuto dalla signora Flores.

Cambio di scena, distretto.
Nick Russel è stato arrestato, ora è nella stanza interrogatori.Sembra tranquillo e tamburellando le mani sul tavolo di fronte a lui aspetta i detective. Poi ecco che Castle e Beckett entrano nella stanza.

“Perché sono ancora qua? Non dovrei essere in carcere?” domanda con molta calma Nick

“Bè signor Russel lei è qua perché oltre a dover rispondere di un accusa per omicidio dovrà rispondere anche per un’accusa di stupro su Jennifer Thomas.”

“Io… Non ho niente da dire.” dice Nick incrociando le braccia al petto

“Bè signor Russel le è rimasto ben poco da dire visto che oltre ad aver ucciso Jennifer ha ucciso anche suo figlio.” dice Castle

“Questa è buona.” dice Nick quasi sorridendo “Mio figlio è vivo e vegeto la fuori.”

“Il signor Castle non intendeva David, signor Russel. Noi ci riferiamo al figlio che Jennifer stava aspettando, figlio che lei ha contribuito a concepire quando l'ha violentata.” gli risponde Kate spazientita

“Ok, ammettiamo solo per ipotesi che io abbia fatto tutto quello di cui mi state accusando, dove sono le prove?”

“Le prove, le prove. Vuole scherzare signor Russel, le prove sono nella donna che lei ha ucciso, di cui ha approfittato, con che coraggio mi viene a chiedere delle prove?” gli risponde Kate quasi urlando

“Se avete già le prove allora la domanda rimane sempre la stessa, perché sono qui?” ripete ancora Nick guardando Kate fissa negli occhi

“Lei è qui semplicemente per una formalità, volevamo sapere esattamente come era andata nella piscina dell’albergo visto che lei ha provveduto a eliminare le riprese delle telecamere, ma visto che non ha la decenza di ripetere quello che ha fatto immagino che questo sia tutto.” gli risponde Castle fissandolo nello stesso modo in cui poco prima aveva fissato Kate

L’interrogatorio è finito, Beckett e Castle si alzano e proprio mentre Kate sta mettendo le manette ai polsi di Nick nella stanza entra Esposito.

“Le analisi sono positive, il bambino di Jenny era anche figlio di Russel.” afferma Esposito

Kate annuisce e con un cenno le fa capire di portare fuori lui il signor Russel. Kate rimane nella stanza insieme a Castle che si avvicina e abbraccia la detective.

“Ei piano, piano. Aspetta un momento, fammi parlare con mio figlio, levami queste cose dai polsi.”

“Te lo scordi, se vuoi salutare tuo figlio lo fai con quelle addosso seno’ di porto direttamente nelle celle.” dice duro Esposito

Il signor Russel esce accompagnato da Esposito, Kate e Castle. Esposito porta Nick verso la sala famigliari mentre Kate e Castle raggiungono Ryan alle scrivanie. David appena vede il papà esce dalla stanza e correndo gli va incontro. Nick si inginocchia e lo abbraccia forte.

“Mi dispiace papà, mi dispiace.” Continua a ripetere il bambino

“Andrà tutto bene piccolo mio, andrà tutto bene.”

Poi ecco che un semplice gesto fa rimanere Beckett e il resto della squadra di stucco. David lascia le braccia del padre, asciuga le lacrime dell’uomo e poi gli da un semplice e lungo bacio sulla fronte, come se quel gesto potesse far smettere il padre di piangere o come per chiedere scusa per quello che è stato solo un incidente, proprio come quel bacio che poco prima di scappare via ha dato a Jennifer non sapendo che quella che era stata la sua maestra era semplicemente svenuta.

Quella sera David aveva dimenticato la sua felpa negli spogliatoi della palestra, era corso subito a riprenderla senza avvisare il suo papà, dopotutto quella era una felpa speciale non poteva semplicemente dimenticarla. Quella felpa era un regalo che Jennifer, Danny e Andrea avevano fatto a tutti i ragazzi della squadra, David la portava sempre con se, dicendo a tutti che era il suo porta fortuna.
Era riuscito subito a trovarla, stava uscendo per ritornare al ristorante quando nel locale piscina aveva visto entrare Jennifer e poco dopo Marco, così si era nascosto. Jennifer aveva detto a tutti i ragazzi che in quei giorni che avrebbero trascorso a New York non avrebbero dovuto restare mai da soli, non conoscevano la città e si sarebbero potuti perdere facilmente. David non voleva far arrabbiare Jennifer facendosi trovare da solo a girovagare per l’albergo così si era nascosto, sarebbe tornato subito dal suo papà non appena Jenny e Marco sarebbero andati via. Le cose purtroppo non erano andate così, David aveva visto Marco che picchiava Jennifer e non appena il ragazzo se ne era andato era uscito dal suo nascondiglio ed era corso per vedere se Jennifer stava bene. L’aveva trovata vicino al lavandino che si medicava la ferita. Senza volerlo l’aveva spaventata, Jennifer aveva provato a chiedergli come mai era là ma come risposta aveva ottenuto solo un forte abbraccio, e poi una frase, forse la più dolce che si possa sentire pronunciare dalle labbra di un bambino di 11 anni: “Non ti preoccupare Jenny ti proteggo io.”  Poi David aveva sciolto l’abbraccio, Jenny gli aveva detto di tornare su da suo padre e lui aveva fatto come le aveva detto o almeno era quello che aveva intenzione di fare non prima però di aver dato un altro abbraccio alla sua magnifica insegnante. Era ritornato sui suoi passi e quando era di nuovo entrato nel bagno era corso a tutta velocità verso di lei, facendola nuovamente spaventare e facendola accidentalmente inciampare e cadere sul lavandino dove aveva preso un colpo alla testa, svenendo ai piedi di quel bambino che poco prima le aveva promesso di proteggerla da tutto.
David si era inginocchiato, aveva provato a chiamare Jenny ma quando aveva visto che perdeva sangue dalla testa le aveva dato un bacio sulla fronte, le aveva chiesto scusa e in lacrime era corso via spaventato. Quando era salito al ristorante la signora Flores gli era andata subito incontro e aveva immediatamente chiamato il signor Russel per avvisarlo che il figlio era la con loro. David aveva confessato l’accaduto al padre solo dopo cena quando erano rientrati nella loro stanza. Il signor Russel si era precipitato subito negli spogliatoi della piscina, ma ormai era troppo tardi, Jennifer aveva smesso di respirare, l’ultima cosa che rimaneva da fare era quella di eliminare qualsiasi prova che riconducesse l’accaduto al figlio a cominciare dalle riprese delle telecamere che lo vedevano fuggire dalla piscina.

Kate era seduta alla scrivania e stava finendo di compilare il rapporto su quella brutta tragedia. Era talmente intenta a scrivere che quasi balzò sulla sedia quando Castle le posò una mano sulla spalla.

“Castle mi hai fatto prendere un colpo.”

“Scusa non volevo spaventarti, hai finito il rapporto?”

“Si quasi, perché tu intanto non vai a casa, io ti raggiungo fra poco.”

“No dai ti aspetto, mi dispiace lasciarti qua da sola.”

“Castle non ti devi preoccupare, ho quasi finito e poi potresti prepararmi un bel bagno caldo nel frattempo, ne avrei davvero bisogno dopo una giornata così.”

“Ok, va bene vado a casa, ma non tardare seno’ addio bagno caldo.”

“Saro’ a casa prima di quanto tu possa immaginare.”

Si salutano con un lungo bacio. Quando vede sparire il suo scrittore dietro le porte dell’ascensore, rilegge il rapporto ancora una volta e lo firma, lo avrebbe consegnato di persona l’indomani mattina al capitano. Spegne la lampada che illumina la sua scrivania e poi con passo lento si dirige verso l’ascensore. Poi si ricorda che prima di tornare a casa deve fare una piccola deviazione.

Cambio di scena, loft.

“Rick sono a casa.”

“Ei sei stata di parola allora.” gli risponde Castle da dietro il bancone della cucina

“E tu invece, hai mantenuto la tua parola?” gli chiede avvicinandosi per dargli un altro bacio

“Il tuo bagno caldo ti aspetta, ma vedi di fare in fretta perché la cena non so per quanto potrò tenerla in caldo.”

“Cosa mi hai preparato di buono?”

“Sorpresa, quindi fila a fare il tuo bagno e poi vieni veloce a tavola che la cena è quasi pronta.”

“Ok va bene, faccio veloce promesso.”

Kate è in bagno da 10 minuti e tutto quello che riesce a fare è fissare quella scatoletta che poco prima aveva acquistato in farmacia. Fra se e se pensa che avrebbe dovuto dare ascolto a Lanie, l’avrebbe dovuta chiamare, almeno adesso non sarebbe da sola seduta sul pavimento del bagno vicino alla vasca piena di bollicine preparata poco prima dal suo uomo. In fondo si tratta solo di fare pipì su un bastoncino e aspettare il risultato, e allora perché non riesce neanche ad aprire la scatola di quel maledetto test. Aveva ragione Lanie, continua a ripetersi, sono proprio una scema.
Due minuti dopo si ritrova a fissare un bastoncino. Se prima non riusciva neanche ad aprire la confezione del test di gravidanza ora invece non riesce a smetterlo di guardarlo, quasi a non voler accettare il risultato. Non riesce neanche a spiegarsi perché improvvisamente i suoi occhi si sono riempiti di lacrime. I suoi pensieri si interrompono quando qualcuno bussa alla porta del bagno.

“Kate tutto bene?” domanda Castle

“Si, si Rick è tutto ok, sto uscendo ora dalla vasca, mi asciugo, mi metto qualcosa di comodo e ti raggiungo, ok?”

“Ok va bene, ti aspetto di la in cucina.”

Ancora seduta sul pavimento prende il suo cellulare dalla tasca e manda un sms a Lanie.

Ho fatto il test, scusa se non ti ho chiamato, comunque avevo ragione io, dovrai aspettare ancora un po’ per diventare zia.”

Un minuto dopo ecco arrivare la risposta della sua migliore amica.

“Be peccato, comunque sono contenta per te, in fondo era quello che volevi.”

Kate legge il messaggio e tra una lacrima e l’altra risponde alla dottoressa.

“Non sono più sicura di quello che voglio, credo che in fondo io cominci a sentire il desiderio di diventare mamma…”

Kate si alza, mette il cellulare su una mensola e guarda ancora il risultato del test come se quello potesse cambiare da un momento all’altro. Il caso appena concluso l’aveva fatta riflettere, forse non era poi così brutto diventare madre, ma per il momento doveva ancora aspettare. Rimette il bastoncino nella sua scatola e butta la confezione. Si gira verso lo specchio si asciuga velocemente le lacrime sul viso ed esce dal bagno.
 

FINE...

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