IO E LA RAGAZZA RICCA di segrel (/viewuser.php?uid=30022)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Soldi Non Comprano Tutto ***
Capitolo 2: *** Un Adolescente Troppo Viziata ***
Capitolo 3: *** Una Vera Amica ***
Capitolo 4: *** UN Incontro Poco Piacevole ***
Capitolo 1 *** I Soldi Non Comprano Tutto ***
Capitolo 1
I soldi Non Comprano Tutto
Entrò sbattendosi la porta dietro le spalle poi
appoggiandosi ad essa a testa bassa sospirò cercando di fare
mente locale su tutto ciò che la rendeva così
malinconica e profondamente sola. Era da giorni, settimane, no, mesi,
no neanche.. anni, si, erano anni che si sentiva sempre
così, ma no neanche anni era da tutta la sua vita.
Ripensò a quello che aveva dovuto fare in quella settimana
che, finalmente per molte persone era finita, invece lei no,
perchè per lei quella conclusione in realtà non
era altro che un inizio di feste, sorrisi, discorsi troppo grandi per
lei e di tutto quel falso che la circondava, e ciò che la
rendeva ancora una volta nervosa e scontrosa era che dovevano ancora
arrivare.
Alzò con fare stanco la testa accorgendosi che a male in
cuore sapeva benissimo che quello in fin dei conti era anche quello che
lei non aveva mai rifiutato. Tutto quel scintillare, tutte quelle
persone raffinate, i balli, le feste, il saper ancora di più
di quella persona che ti trovavi di fronte era tutto così
grezzo, così finto, così, così
insopportabilmente indispensabile purtroppo per qualcuno che ci viveva
fin da piccolo.
Non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che aveva
sorriso e riso di gusto senza finzione, senza qualcuno che urlava..
azione! Ed ecco che cominciavano le risate finte fatte a fotografi,
cameraman. Non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che
aveva frequentato una scuola, con aule, con palestra, con dei
professori e sopratutto con gli studenti e poi, e poi si, i suoi
compagni di classe, i suoi professori, la palestra dove giocavano, la
sua aula, la sua scuola. Quanti ragazzi avrebbero voluto non andare a
scuola, quanti avrebbero voluto essere al suo posto..
Ma poi che c'era di incompleto nella vita che conduceva,
perchè poi tutta questa malinconia?
Aveva tutto, amici di classe, la fortuna di essere un personaggio oltre
che famoso importante insomma, un ragazzo della sua età mai
e poi mai si sarebbe potuto permettere una simile reputazione, e poi i
soldi non comprano tutto?
No, questo lo sapeva ma ah sì i suoi amici, bè ne
aveva avuti tanti, c'erano quelli del vicinato, quelli della scuola,
quelli che come lei ogni sera si agghindavano per quelle solite feste
che lei tanto detestava, quelle dove chi sa perchè ne
parlano tutti i giornali e sempre lei detestava ma, la gente non
diceva, che una volta nella vita avrebbe voluto parteciparci?
Già lei odiava tutto quel benessere così,
così troppo, troppo per lei ecco.
E poi i suoi amici i suoi compagni di classe erano così
disposti verso di lei e lei, lì era così
importante ai loro occhi ma chi vorrebbe un amico che guarda solo la
tua immagine e non la tua anima. La sua mente volò ai
ricordi dei suoi amici e delle sue amiche più sincere e poi
a lui. Già, quel ragazzo, quel tipo che la rendeva ancora
più insopportabile.
***
Ancora una volta mescolo il cucchiaino nella tazzina del mio
caffé.
Non ho nessuna fretta ma chi sa perchè tra le mie mani la
certezza che ciò che contiene la tazzina sia ormai freddo mi
fa capire che la mia voglia di rimandare questo momento sia veramente
la soluzione più sbrigativa e facile e anche la prima che mi
sia frullata in testa.
Porto alle mie rosse labbra il bordo della tazzina cercando di
assaporare ciò che di sicuro ha perso tutto il suo gusto e
sapore per la bocca ancora delicata e raffinata come la mia.
Caffé? No grazie.
E insieme anche una nota di rimprovero per colui o colei che avesse
provato solo a chiedermelo.
Una ragazza del mio calibro bere quella brodaglia così
amara, odiosa, calda, si, decisamente imbevibile e anche se ci aggiungi
l'intera zuccheriera la situazione non cambia. Anzi, cosa ottieni?
Niente altro che una bevanda orribilmente zuccherata che ti
appuzzolisce per non dire che ti secca la bocca, e addolcisca la punta
della lingua, e poi.. ecco che provi a mangiare qualcosa e tutti i
gusti sballano, non più dolce, salato, acido, solo amaro.
Amaro al solo pensiero e poi cos'altro? Si, dicono che ti faccia
diventare nervosi. Tutta colpa della caffeina che porta effetti sul
nostro organismo come l'insonnia, l'eccitabilità, l'aumento
della secrezione gastrica, l'aumento del metabolismo e per non parlare
della pressione! No, grazie.
Caldo al punto giusto, nero, dolce e da bere tutto d'un fiato senza
aspettare o fare troppi complimenti. Così mi piace, non
è proprio una bevanda da gustarsi con calma cercando di
assaporarne ogni singolo sorso, meglio berlo tutto d'un fiato e poi via
con un bicchiere d'acqua ma liscia non gasata, troppe bollicine ti
farebbero risalire il gusto in bocca e non ne vale la pena se hai
appena cercato di sbarazzartene.
Decisamente freddo.
Dannata bevanda.
Non riesce neanche a portare un pò di calore nel mio stomaco
già chiuso e insofferente, perchè provarci. Mi
riporto la tazzina sulle gambe mentre una goccia di caffé
sfuggita mi bagna il lato anche sinistro del mio pollice.
Dannata bevanda.
Si anche appiccicosa e dall'odore indelebile. Mi alzo dalla sedia
andando verso il tavolo centrale del mio camerino alla ricerca di
qualcosa in particolare. Ricordavo di avere una grande scorta di
fazzolettini. Ma perchè ogni volta che si cerca qualcosa
quel qualcosa sembra non farsi mai trovare? Inutile più le
cerchi le cose più sembrano svanirti dalle mani.
Dannata bevanda.
E ora devo anche tenermi l'odore di questa pappetta, si pappetta sulle
mie delicate e profumatissime mani, dannata.
Appoggio la tazzina sulla mia toilette, devo trovare un fazzolettino ma
l'immagine riflessa davanti a me mi fa arrestare. Rimango a specchiarmi
per un pò cercando di analizzare ogni tratto del mio viso.
Ovale, con le labbra a forma di cuore, proprio come i bambini piccoli,
gli occhi piccoli color spento, no semplicemente verdi, le punte delle
orecchie troppo sporgenti, si diciamo che se non fosse per i lobi ben
attaccati al collo sarebbero a sventola, il nasino troppo
all'insù e quelle cavolo di sopracciglia troppo folte in
questo ultimo periodo, per non parlare del brutto colore dei miei
capelli, un bel rosso mi sarebbe piaciuto di più al posto di
questo colore indeciso che più che al castano tende a un
rosso spento con riflessi ramati e poi il sorriso così
indeciso e per niente sincero, sembra forzato più che da me
da qualcun altro e i denti! Sembrano quelli che hanno ancora i bambini,
certo sono dritti ma sembrano anche che tra l'uno e l'altro possa
passare un tir e non di dritto ma di lato. Cavolo non trovo proprio
niente di bello in me e negli altri, come il caffé eppure
non posso fare a meno né dell'uno né dell'altro.
Bè cerchiamo di non essere troppo negativi la serata lo
è già di sua non c'è bisogno che ci
aggiunga anche del mio visto che in questo sono un genio, in fondo mi
sono dimenticata di elencare la mia corta fronte.
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Capitolo 2 *** Un Adolescente Troppo Viziata ***
Capitolo 2
Un Adolescente Troppo Viziata
Giro con molta poca importanza il cucchiaino facendo in modo mi
spremere il succo della fetta di limone nella tazzina di porcellana
dove mi preparo a sorseggiare, mentre la tranquillità e la
serenità invadono la stanza dove come ogni pomeriggio alle
cinque in punto mi rinchiudo, il mio amatissimo tè.
Cinque minuti, cinque minuti per gustarsi un dolce liquido ambrato che
più che riscaldarti ti avvolge in quello che potrebbe essere
una bella visione.
Una cosa che amo, una bevanda che ti lascia un gusto così
raffinato in gola, anche con il limone è sempre dolce, non
si può trovare qualcosa di disprezzante in questa bevanda
quindi il fatto che sia già dolce al punto giusto
può anche chiudere il discorso.
Il silenzio della mia tranquillità viene interrotto nel
momento in cui qualcuno bussa alla porta dietro le mie spalle, volto
verso destra di quasi 60° la testa mentre dall'altra stanza
sulla soglia la figura maschile si affaccia.
-L'auto è pronta possiamo andare-
Rigiro la testa lasciando la mia tazzina sul tavolo assieme al
tovagliolo appoggiato un attimo prima sulle mie gambe e con il capo ben
dritto mi alzo girandomi verso la porta e raggiungendo il ragazzo alto
alla porta.
-Possiamo andare-
-Dopo di te-
Faccio con un cenno di capo e poi superandolo mi dirigo decisa verso il
corridoio che porta fuori in giardino dove un’auto tutta
grigia metallizzata mi aspetta. L'autista mi aspetta vicino allo
sportello dove mi affretto a salire senza troppi complimenti.
Una volta dentro mi giro verso il mio finestrino oscurato mentre il
ragazzo alto mi raggiunge dentro l'auto salendo dall'altro lato. Mi
giro per un attimo con gli occhi bassi mentre lo vedo che prende da una
valigetta alcuni fogli con un’agendina e una penna, poi
appoggia il tutto tra lo spazio che ci separa prendendo dalla tasca del
suo cappotto il telefonino.
L'auto comincia a camminare e piano piano vedo le mura della mia casa
lasciarmi mentre il giardino con i giardinieri è la mia
nuova visuale. Non è certo un normale giardino quello di
casa mia, no e chi può permetterselo così? Fiori
in tutte le aiole del giardino e alberi immensi in quello di dietro
casa dove coprono la visuale ai passanti della grande piscina personale
che abbiamo, così tanto personale che non la usiamo mai
tanto l'abbiamo per bel vedere. Per non parlare della serra di piante
che abbiamo con mille e mille fiori, piante, rampicanti e tutti
particolari che anche volendo studiarli non li ricorderebbero mai visto
quanto sono rare e credo di averlo già detto, particolari.
Per non parlare di mamma che ci passa tutte le sue giornate.
Superiamo l'entrata dove il guardiano ci apre il cancello automatico
richiudendolo alle nostre spalle lasciando il panorama di casa mia che,
per la sottoscritta è così monotono e noioso,
passiamo alla vita esterna, quella delle strade dove incrociamo altre
auto e per mia grande gioia i negozi, le persone che camminano, i
ragazzi e i bambini che vanno a scuola. Può sembrare sciocca
questa mia reazione verso il mondo esterno ma infondo sono pur sempre
una ragazza di diciassette anni la cui vita non è certo
delle più incasinate e questo non dipende dai capricci di
un’adolescente, no.. ma da un agente e una promessa troppo
impegnativi per me.
Ma andando per gradi, mi chiamo Dacky e come ho già detto
visto che non amo ripetermi, ho diciassette anni.
Qual'è il mio problema? Bè molti di voi direbbero
subito che sono una ragazza viziata che non ha rispetto per la
considerazione altrui e che passo troppo tempo ad analizzare le cose ma
soprattutto a trovare il peggio di esse e come darvi torto, io sono
veramente così. Ma se molti al mio posto darebbero la colpa
ai propri genitori o all'infanzia difficile io no, perchè
l'artefice della mia vita sono io e se è complicata lo devo
unicamente a me stessa, sono fiera di prendere le mie colpe quando me
lo merito.
Bè in questo caso farò un’eccezione,
perchè, in effetti, la colpa di questa situazione non
è unicamente mia. Sono circondata da un gruppo di esperti
nel renderti la vita difficile anche se il loro compito in
realtà è quello di semplificarmela, ma come ho
già detto sono solo una ragazzina e a questa età
dovrei pensare da sola a come complicarmela e invece no,
perchè la mia vita è sempre piena di impegni e
quindi il tempo che trovo lo dedico solo a riposarmi che mi
è così difficile trovare un modo per rovinarmi il
sonno.
Ah l'ho detto che sono anche una grandissima chiacchierona? Accurato
questo passo a raccontarvi perchè mi trovo qua.
Mio padre, anzi, mio nonno come prima il suo era un noto proprietario
di una famosa catena di alberghi e di terreni da golf di tutta
l'Inghilterra. Ora voi direste, cavolo questa è anche ricca
oltre che viziata, bè vi sbagliate perchè io, si
sono viziata ma non sono ricca, sono ricchissima. Purtroppo quattro
anni fa mio padre è venuto a mancare dopo una lunga malattia
cercata di tenere sotto controllo e prima che ciò accadesse
mi ha fatto giurare che avrei mandato io avanti l'attività
che di generazioni la sua famiglia si tramanda, così eccomi
qua. Una tredicenne non può mandare avanti una produzione di
cui ignora le fonti così oltre al nome e all'etichetta mi
è stato lasciato un team di persone che si prendono cura di
me e che mi aiutano in quello che era il lavoro di mio padre e per
farlo ho dovuto abbandonare la mia vita da semplice ragazzina, sempre
ricca.
Finché c'era mio padre la mia vita era diversa, avevo una
vita così tranquilla, andavo a scuola, uscivo con le mie
amiche e facevo tutto quello che una tredicenne fa. La vita da
direttrice e poi la sera da brava ospite era lontana dalla mia
spensieratezza e avrebbe dovuto essere così ancora per molto
visto che mio padre non voleva che la mia adolescenza fosse sfiorata
dalla ricchezza e dal mondo tanto grezzo che circondava lui.
Ma come ho già detto ora sono qui e come se non bastasse lo
shock di avere al tavolo di una riunione dove vi partecipano i grandi
rappresentanti di aziende famose, una ragazzina dall'aria
più confusa della loro finisce in prima pagina su tutti i
gooblò e in TV è subito scandalo così
tanto che ti trovi giornalisti e inviati speciali fuori casa speranzosi
di riuscire a fotografare e intervistare questa giovane che si appresta
ad invadere il territorio di famosi aristocratici schiacciando loro i
piedi per non dire le loro aziende in un secondo.
E' questo quello che è successo a me, e non solo,
perchè un bel giorno il mio agente ha avuto la grande idea
di accettare l'offerta che la mia immagine sarebbe stata perfetta per
sponsorizzare la marca famosa di un orologio, così mi sono
trovata a recitare davanti a delle telecamere qualche battuta del
genere "Io so sempre quando è l'ora di accettare un'offerta,
quando è il momento di aspettare e quando è l'ora
di rigiocare il tutto.. ma soprattutto quando è l'ora di
tornare a casa a mangiare.".
Battute così stupide e sciocche!
E poi dato che era così ovvio che il mio bel faccino per
loro andava bene che mi sono ritrovata a sponsorizzare gioielli,
accessori, capi d'abbigliamento, prodotti per il trucco e per il viso,
bevande energetiche e vari prodotti di cui oggi faccio confusione.
Insomma per quattro anni, ogni giorno, ogni ora, ogni singolo secondo
della mia vita non ho fatto altro che dividermi tra riunioni, incontri,
contratti, sponsor, premier, interviste, feste in mio o in onore di
colleghi, nuovi vecchi e poi e poi la direzione di un azienda non
è certo un gioco. Ah ho dovuto anche continuare la mia
attività di studentessa quindi studiare per quelle sei ore
al giorno con un tutore che mi segue dovunque vado per farmi prendere
un diploma che per niente mi costa dato che non ci capisco niente di
quello che studio è più che altro un continuo
imparare a memoria e basta.
Così come oggi, un altra giornata nel mio ufficio e poi
dritti allo Studio4 dove mi aspettano per girare uno spot televisivo
per una ditta di cosmetici, poi, una riunione con il presidente
dell'azienda da dove prendiamo i vini migliori da offrire ai nostri
clienti, ma ben presto compreremo l'intera produzione. Insomma un bel
programmino no?
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Capitolo 3 *** Una Vera Amica ***
Capitolo 3
Una Vera Amica
E' da quasi mezz'ora che non fa altro che parlare, ma quando le
taglieranno le battute? Una cosa che non sopporto oltre al
caffé è la logorroghità delle persone
con cui devo passare metà della mia giornata. Come, come
Clarissa Parkison la mia cara amatissima non ché logorroica
e futura cognata! Si perchè qualche mese fa il mio perfetto
agente ha di nuovo ritenuto opportuno che io entrassi a far parte
ufficialmente nel mondo della società accompagnata
dall'ereditiere Clark Parkison, così sui giornali hanno
fatto uscire la notizia che.. L'ereditiere Clark Parkison e
l'ereditiera-presidentessa Dacky Barron siano più che
amici.. e che circolino notizie riguardo una possibile presenza accanto
a Dacky, durante il ballo di presentazione di quest'ultima il 20
ottobre nel palazzo del Claire All, del giovane Clark che
sarà più che felice di farle da patner.
E dannati! Ecco se lo meritano tutti, chi vuole fingersi la fidanzata
di quel damerino? Viscido con quegli occhi piccoli piccoli che quando
li chiude neanche si nota la differenza e le labbra! Sottili sottili e
secche per non parlare del suo alito che sa di mentina. E io dovrei
baciarlo, no grazie! I capelli color nero, più spento non si
poteva chiedere e tutti ingelatinati che con quel pallido viso che si
ritrova anche se lo truccano in modo che sia un pò colorita
quella faccia che più che baci io la riempirei di pugni non
cambia! E quel modo di parlare, di fare le cose così,
così dannatamente perfetto e poi quel sempre "Si lo so, si
lo sapevo già, già ne ero a conoscenza".
Ma c'è qualcosa che non sappia già quello? Oh si
certo che c'è e uno di questi giorni sarò proprio
io a dirglielo. Ma no, credo che la sua mente troppo ovattata gli
farà credere che il tutto sia un complimento.
E poi Clarissa, la sua perfetta sorellina, lei ed io abbia la stessa
età. Ora accurato che lei mi è simpatica,
perchè forse è l'unica che in questo "mondo"
è rimasta quasi normale, l'unico problema è che
ha una parlantina così squillante che certe volte mi fa
venir voglia di scapparmene a una riunione di quattro ore pur di non
sentire quella sua vocina.
Diciamo che la chiacchierona è la più bella della
famiglia visto che sono tutti dei viscidi miliardari insolenti.
Bè anche lei lo è però, è
bella, a lei i capelli neri lunghi donano come anche la forma piccola
dei suoi occhi e poi quel pallido viso a lei sembra invece illuminarla.
-Insomma che hai deciso?-
-Cosa?-
Ecco ci risiamo ha parlato, parlato e io non l'ho neanche ascoltata ma
neanche di sfuggita e credo che questa volta non me la
caverò con un semplice -Mi sono distratta un attimo, scusa-
Bè sei proprio maleducata, io ti parlo e tu pensi ad altro
sei proprio una
-Oh capisco, pensi alla presentazione. Non preoccuparti posso capirti
sai, quando papà decise che dovevo entrare anch'io nel club
non facevo altro che pensare a come sarebbe andata-
-Veramente- vorrei dirle la verità -hai colpito nel senno-
-Vedrai che sarai perfetta come al solito, e poi c'è Clark-
Già l'ultima persona che volevo.
-Sarete bellissimi insieme-
Annuisco anche se in realtà penso che vorrei che ci fosse
qualcun'altro al suo posto, non sò il mio autista, il mio
cameriere personale, il mio segretario, insomma qualcuno che mi conosca
bene non un sempliciotto che sbaglia sempre nel pronunciare il mio
nome. Qualcuno qualsiasi basta che non sia lui.
-Comunque dicevo, domani vieni vero?-
-Che cos'è domani?-
-Come, cos'è? L'inaugurazione della nuova libreria della
città-
-Ah quello- ora ricordo -Già, cavolo già
l'inaugurano?- faccio mente locale -Sai quando andavo ancora a scuola
ne parlavamo io le mie compagne e avevamo in mente di andarci insieme,
all'inaugurazione. Già sono passati quattro anni, mi sembra
ieri che parlavano di una probabile apertura-
-Già, sono passati quattro anni da quando sei diventata
presidentessa. E ti sembra poco?-
Non penso a quello che ha appena detto Clarissa, la mia mente ora
è troppo impegnata a ricordare che l'invito l'ho ricevuto
anch'io e che sicuramente Michael avrà già
organizzato la giornata in modo che vi prenda parte anch'io
all'avvenimento e, chissà se verranno anche i miei vecchi
compagni di classe. L'ultima volta che li ho visti è stato
più o meno l'anno scorso, quando all'inaugurazione del mio
nuovo teatro nella parte inferiore dell'hotel di questa
città sono venuti a trovarmi.
E' stato bello rivederli, erano tutti cambiati, erano, erano,
più grandi e lo vedevo dai loro occhi e dal modo che avevano
di comportarsi anche se come modi non erano all'altezza di quelle
viziate e presuntuose figlie dei miei colleghi. Li guardavano dalla
testa ai piedi con fare molto altezzoso, invece il fatto solo che erano
venuti a farmi gli auguri per me li ha valorizzati così
tanto che quelle streghe dovrebbero rinchiudersi nei bagni dove sono
solite viverci e non uscirne più.
-Sai, non capisco come mai ti vuoi fidanzare con mio fratello-
Un fulmine al ciel sereno? No, infondo lei sa come la penso su Clark,
ma non capisco cosa centra ora questo, non stavamo parlando
dell'inaugurazione? Mi sono persa un altra battuta?
-Se non ti piace perchè vuoi ufficializzare il tutto?-
-Ufficializzare? Ma di che parli?- Ora sono confusa.
-Bè mamma mi ha detto che la prossima settimana ci
sarà una grandissima festa per ufficializzare il vostro
fidanzamento- Si appoggia al tavolo che occupa il centro del mio
camerino -Se non sbaglio tu compi diciott'anni il ventitre del prossimo
mese.. insomma non credi che sia ora che i tuoi impegni, i tuoi doveri,
il tuo passatempo lo dovresti gestire da sola? Infondo sei tu la
padrona non Michael. Non capisco sembra che tu sia il suo
giocattolino.. Dacky devi fare questo, Dacky devi incontrare quello,
devi registrare quest'altro, devi dire così a quelli,
insomma perchè ti fai comandare così?-
Perchè altrimenti non saprei come mandare avanti l'azienda e
anche la mia vita -No, non è vero. Quello che Michael mi
dice di fare deriva soprattutto da una mia attentissima e curata
approvazione-
Bugiarda.
-Si, vallo a dire a qualcun'altro- Si avvia verso la porta che conduce
al grande corridoio dello Studio4.
-E cos'è questa storia del fidanzamento?-
Brava, e meno male che derivava tutto da una tua attentissima
approvazione. Scema.
-Bè, te l'ho detto. E' quello che mi ha detto mamma.-
-E' ufficiale questo ricevimento?- Comincio a preoccuparmi.
-Credo di si ho sentito Rose fare i complimenti a Clark-
Ora sono terrorizzata -Ma, ma se io- Già, io cosa? Non lo
sapevi? Brava, si, dillo, di che in realtà è
Michael a gestire la tua vita, avanti!
-Non dirmi che non lo sapevi.. Dacky!-
Facciamo i calcoli. Un'amicizia non voluta, un ufficiale ingresso nella
società, un fidanzamento ufficiale e, va bene, ora non so
che dire.
-Dacky, Dacky.. scusa, Dachemery Barron? Ma a che accidenti stai
pensando?-
-Oh scusa, stavo pensando ad altro- Sono sincera.
-E a cosa?-
-Niente di importante non pensiamoci più. Comunque non credo
si farà niente per la vigilia- E quando dico niente
è niente.
-Non credi che tutti ne rimarranno delusi?- Si avvia insieme a me verso
la porta.
-Bè, nessuno gli ha detto che io ne sapevo qualcosa.
Impareranno a non credere alle dicerie.-
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Capitolo 4 *** UN Incontro Poco Piacevole ***
Capitolo 4
Un Incontro Poco Piacevole
-Abbiamo deciso di unire queste due nostre e importanti...-
Sono qui da quasi un ora e l'unica cosa che mi trattiene e che sono in
compania di Clarissa che almeno con la sua parlantina e il suo humour
per niente inglese mantiene sveglia la mia attenzione. Cosa che
comunque sono in grado di fare da sola. Insomma partecipare a riunioni
alla mia età ha sviluppato il mio talento nella recitazione,
o nella finzione.
Come previsto metà degli abitanti del quartiere sono venuti
all'inaugurazione della nuova biblioteca. Io ne avrei fatto a meno ma
il direttore è un vecchio amico di famiglia e non
è per niente carino interrompere un rapporto così
bruscamente.
-Guarda chi c'è...-
Meno male, Clarissa riesce sempre a farmi ritornare al presente quando
sono troppo lontana dalla realtà. Avvicino il mio volto al
suo senza dare troppo nell'occhio e con lo sguardo cerco di individuare
ciò che ha attirato la sua attenzione.
-Rose Miles-
Viva, quella ereditiera smorfiosa che sa solo dare ordini di qua e di
la e dire
-Salve ragazze, oh mio Dio, che caldo! Ma l'aria condizionata non
funziona qui dentro Santo Cielo!-
Odio il suo accento! Ma mi chiedo, anch'io quando parlo ho questo
orribile modo di scandire le parole..? Ma a parte questo lei
è una di quelle parsone che come ho già detto
ritengo viscide e si, come me, ereditieri viziati. Ha quei capelli
biondi splendenti che si capisce da lontano che sono frutto della mano
più costosa di Londra, in fondo non è un segreto
il fatto che ogni settimana si rechi da Stevie il nostro famoso
parrucchiere per farsi sistemare, bè, quella parrucca di
paglia in testa. Ma quegli occhi azzurri sono autentici, come i
scintillanti diamanti che porta, sia alle orecchie che ai polsi,
bè, anche al collo ma, credevo che quello fosse il collarino
che di solito si mette ai cagnolini.
-Clarissa, dove hai comprato quella borsetta, è bellissima,
vero ragazze?- le sue dame di compania, che si aspetti, che la
contraddicano?
-Ne voglio anch'io una così. Avanti dimmi da chi l'hai
presa.-
E' normale che la nostra principessina debba sapere sempre tutto, non
credo che gli interessi quella borsa, in fondo è classica
tipa che non indosserebbe mai qualcosa che ha già messo una
volta. Mi chiedo se la stanza che ha mostrato durante un servizio
fotografico fosse davvero il suo unico guardaroba.
-Oh Dacky, ho saputo del fidanzamento. Congratulazioni, ma- mi sfiora
leggermente la mano sinistra - non vedo nessun scintillio al tuo dito..
Clark pensa di portartelo dalla Francia?-
-Eh?- noto che Clarissa frena a stento una risatina. E' una
persecuzione.
-Clarissa, tuo padre mi ha detto che Clark è andato a
Parigi. Quindi Dacky, passerai il fine settimana sola? Bè se
vuoi puoi venire con noi a fare un pò di shopping domani
mattina. Anche tu Clarissa, eh?-
-Si, certo.- Non ne ho alcuna voglia.
-Fantastico, ci vediamo dopo allora.-
-Se sapevo che c'era non ci sarei mai venuta-
-Ma.. domani non dobbiamo andare a fare shopping con lei?-
Noto il suo sarcasmo -Bryan mi ha chiesto di andarci un pò
più d'accordo- sospiro - non dire nient'altro.-
Già, ora comincio a sentire di più il peso delle
decisioni di Bryan. Possibile che per tutti questi anni abbia fatto
decidere tutto a lui.
Insomma, è vero che doveva aiutarmi con il lavoro ma,
gestire anche la mia vita privata mi sembra troppo e, comincia a
stancarmi. Solo per un giorno mi piacerebbe fare tutto quello che piace
a me, si esatto.
Il problema e che, non so cosa mi piacerebbe fare. Conduco questa vita
da troppo che ho dimenticato ciò che mi può dare
piacere. Non è che fin da piccola partecipassi a feste e
riunioni ma, dovrei ritornare a giocare con le bambole se ne avessi il
tempo?
E cos'altro? Cominciare a bighellonare? Ma come potrei se sono sempre
accompagnata dalle mie guardie del corpo?
Ho per caso qualche speranza di condurre una vita normale, e intendo
normale non eccentrica come quelle che si vede nei film per teenegers.
Quelle dove i protagonisti sono sempre al centro dell'attenzione e non
hanno mai problemi come, scuola, vita familiare e amorosa, e poi non
sono certo una che vuol complicarsela ma semplicemente viverla con
calma, serenità e senza soprattutto persone che ti dicano
cosa devi e non, fare. Con i problemi di un adolescente, insomma, dare
la colpa ai genitori, alla scuola e.. ho visto un film di una ragazzina
ribelle che scappava di casa per attirare l'attenzione dei suoi
genitori. Dovrei farlo anch'io ma, credo che con i miei bravi agenti
della sicurezza sarei in grado di raggiungere, evitando i loro sguardi
alla porta della camera da letto di mia madre che si trova a 5-6 metri
di stanza dalla mia.
Mamma? Già, ora che ci penso bene è da tanto che
non parlo con mia madre. Vi chiederete perchè?
Bè i fatti stanno così.
Da quando sono io la presidentessa, ho avuto troppo e ripeto, troppo
poco tempo per comunicare con il mondo esterno.
Il mondo esterno che tanto mi attira, di cui fa parte mia madre per sua
fortuna e scelta. Lei è una di quelle persone che sanno cosa
vogliono e no, una di quelle che però è
soprattutto brava nei fatti che nelle parole.
Mi sarebbe piaciuto ereditare un quarto del suo carattere ma, non tutto
si può comprare nella vita, giusto?
Bè tralasciando il fatto che sono una delle ragazze
più famose e ricche di questa nostra bella e meravigliosa
città ora, mi sento un groppo alla gola. Colpa mia che non
riesco a dire mai no alle persone, in particolar modo a Bryan e..
-Dacky!-
Ci risiamo.
-Ti sei distratta un altra volta!-
Scusate, mi succede troppo spesso di perdermi nei miei pensieri che mi
perdo un intero atto della commedia!
-Andiamo da loro?-
-Da chi scusa?-
-Dai tuoi amici! Oh ma ti riprendi?- mi rimprovera esasperata.
Ecco, anche lei è una di quelle persone come mia madre che
è sempre gentile anche se potrebbe farne a meno certe volte.
Almeno con alcune persone potrebbe riservarsi il lusso di dire "E che
cavolo, ora basta! Vai a quel paese!". Una frase del genere me la
meriterei con tanto di calcio eh.. facciamo spinta, da dietro!
-Dicevo, andiamo dai tuoi amici? Guarda, sono la- mi indica un punto
preciso.
Oh si certo, eccoli. I miei vecchi amici.
Quei ragazzi che ho frequentato prima che intraprendessi la vita da
grande presidente.
Ci avviciniamo a loro, dopo che approvo con un cenno di testa,
bè, non noto molta differenza dall'ultima volta che
lì ho visti. L'anno scorso credo. Si, si sicuramente.
-Ciao! Dacky come va? E' da tanto che non ci vediamo!-
-Allora, che si dice di bello?-
-Che ti aspettavi? E' normale che non possiamo frequentarci sempre, ha
una vita impegnata!-
-Bè allora? Dai dicci come ti va?!-
Ecco, sono peggio di quegli scocciatori dei giornalisti quando si
tratta di domande.
Forse è meglio che non sono come la media dei miei vecchi
amici. Non capisco è così attraente la vita di
noi "ereditieri"?
Meno male che sono così abituata a rispondere a mille, no,
migliaia, di domande. Per mia fortuna. Rispondo così in
fretta che, per mia fortuna il tempo passa in fretta, tanto da arrivare
a metà serata, ma come si dice, quando meno te lo aspetti
ecco che inciampi nella rompiscatole più famosa che esista!
Ylenia Sanduko. Una giornalista di una delle più famose
riviste scandalistiche del nostro pianeta.
E lei che ci fa qua?
All'inaugurazione di una biblioteca e pubblica niente meno!
Chi sperava di incontrarci?
Sua maestà la regina?
Dio la benedica.
No.. sicuramente è a caccia del suo agnellino sacrificale.
Già, un agnellino dal pelo rossiccio, certo. E forse quel
povero cucciolo sarei proprio io.
Dato che quel viscido saputello del mio presunto "fidanzato" non
è qui devo essere proprio io a fare gli inviti.
Gli inviti per cosa poi?
No, mi dispiace ma la storia del fidanzamento è solamente
una bufala inventata dai nostri fans più romantici che
sperano di ufficializzare il tutto tra noi!
Ecco. Si, credo che questo articolo farebbe più notizie di
un ufficiale ricevimento.
Ma dato che fidarsi alla buona dea fortuna non è mai stato
il mio forte, dato i "bellissimi" rapporti che scorrono tra noi,
farò meglio ad evacuare prima che mi veda.
E visto che, come ho già detto non sono mai fortunata quando
lo vorrei essere, il radar di quella serpe mi ha già
individuato. So fare due più due quindi giro i tacchi e
comincio ad allontanarmi dirigendomi verso i bagni delle signore,
sperando di evitarla e chissà perchè spero anche
di incontrare Clarissa in modo da crearmi uno scudo protettivo se
quella scocciatrice dovesse riuscire a fermarmi.
Non l'ho detto?
Bè, Clarissa è la mia seconda guardia del corpo
quando si tratta di interviste.
Ha quella parlantina che farebbe annoiare per fino Ylenia, che
purtroppo ha cominciato a inseguirmi!
Ma dove cavolo sono i bagni?
Sto per perdere la pazienza, e sarei capace di urlare per sapere dove
sono!
E credetemi, non è certo facile camminare a passo svelto con
un vampiro pronto a morderti dietro e i tacchi alti ai piedi!
Ma perchè noi donne dobbiamo sempre cercare di sembrare
più alte di quello che non siamo?
Ma come fa quella arpia a correre con quelle zeppe ai piedi?
Oh ma certo. E' abituata. Questo si chiama allenamento. Sicuramente
avranno inventato una scuola di giornalismo. In fondo, il loro lavoro
è più pericoloso di quello di un agente del FBI!
E dove sono i bagni?
E poi dicono che la colpa è nostra se li aggrediamo. Ma mai
provato a immedesimarvi in noi celebrità? Non è
affatto facile te li ritrovi ovunque, per strada, nei negozi,
all'ufficio, a casa e anche nei bagni ma, dove cavolo saranno?
Ma ritornando al discorso dei giornalisti, non vi verrebbe voglia di
rompergli il loro taccuino con tanto di penna nel loro bacato cervello?
Stupiti?
Bè, so essere molto cattiva oltre che manesca se occorre!
Ma dove diavolo sono questi cavoli di...
***
Inaspettatamente, nel bel mezzo della mia lenta ma veloce corsa, vado a
sbattere contro un "ostacolo" imprevisto.
Un ostacolo che si muove.
No, mi correggo, l'ostacolo mi ha afferrato e mi ha trascinato in una
strana stanza tutta buia o semi.
Sento i passi di Ylenia e del suo cameraman allontanarsi mentre si
chiedono che fine abbia fatto.
E anch'io vorrei tanto saperlo.
La curiosità è sempre stata la mia più
cara amica.
Ma per questa volta aspetterò che Mrs Voglio Lo Scoop Del
Secolo si sia allontanata del tutto da questo luogo sconosciuto.
Intanto cerco di guardare chi è, in questo caso, il mio
salvatore e..
Cavolo ho visto giusto.
Colui che mi ha salvato da Ylenia è proprio un lui.
Un lui con un maglione scuro di sicuro, un buon profumo, anche se mi
sembra di averlo già sentito da qualche parte, e una salda
stretta.
Il buio però mi lascia intravedere poco.
Ma c'è qualcosa che però riesco a distinguere.
Si. Il personaggio misterioso ha i capelli biondi.
Un viso sicuramente magro perchè quella poca luce che entra
dalla porta semi aperta illumina i fossi che ha sulle guance.
Pulito.
L'odore che emana sa decisamente di pulito.
Una strana sensazione tra il sorpreso e il deluso invade tutto il mio
corpo.
Ma no. Mi correggo è un nodo di malinconia che mi ha appena
stretto la bocca dello stomaco.
Mi stacco velocemente da quel calore facendo aprire la porta di quello
che dovrebbe essere uno sgabuzzino ed esco guardando il volto di colui
che speravo non incontrare mai più.
O almeno non in questa situazione.
Conosco quei capelli biondo platino.
Conosco quell'aria arrogante.
Quegli occhi con tutto il grigio scuro che può esserci al
mondo, nell'iridi di quegli azzurri occhi che mi fissano con fare
divertito.
-Non sai proprio toglierti dai guai da sola, vero?-
Quel tono così ironico mi fa pensare a mille cose.
La prima è che il timbro della sua voce è
cambiata dall'ultima volta che l'ho udita. E' più profonda
ma riserva sempre quel non so che di ragazzino immaturo.
Un ragazzo abbastanza arrogante, la cui ultima domanda non merita
risposta.
Ma, mi sforzerò lo stesso di fargli comprendere
ciò che significa essere una superstar.
Si, è con tanto di modestia.
-E tu? Sempre a caccia di qualcuno da salvare?-
Da dove cavolo mi è uscita questa frase del cavolo?
Il miei riflessi nel dare subito risposte dev'essere rimasta nello
sgabuzzino e si dev'esse andata a fare un giro. Certo sarebbe stato
diverso se mi fossi preparata a questo incontro inaspettato. Almeno ora
non dovrei sopportare di vedere su quel suo viso pallido quel
sorrisetto laterale divertito che mi fa rodere dalla voglia di sapere
se mi sta prendendo in giro o mi ha creduto.
Vedo che si risistema il collo alto del suo dolce vita nero ancora con
quel sorriso, poi si gira e apre la porta dello stanzino dove mi
c'aveva trascinato dentro un attimo prima.
E' in questo momento che mi concedo di guardarlo attentamente.
Apparentemente non sembra cambiato poi tanto, dall'ultima volta che ci
siamo visti.
Spavaldo come sempre e con quell'aria da viziato ragazzo che crede di
avere tutti ai suoi piedi, solo, solo che è fondamentalmente
diverso ecco.
Ha i capelli, biondi, a caschetto corti che gli arrivano sopra la parte
superiore dell'orecchie, spettinati avrei detto ma, questa volta sono
belli ordinati anche se una ciocca ribelle gli ricasca sulla marcata
sopracciglia sinistra.
E' alto, si, me ne sono accorta prima, quando il mio mento si
appoggiava perfettamente alla sua spalla. Ma com'è che i
ragazzi crescono, e solo in questo, di più in altezza
rispetto a noi ragazze?
Non avremmo problemi di tacchi se non cercassero di essere all'altezza
del loro ego!
Come ho già detto prima, c'è qualcosa di diverso
in lui e ora credo di aver individuato questo cambiamento.
E' la dimensione delle spalle e del petto. Si sono allargate e
arrotondate!
Oh mamma no, forse questo non è il termine più
giusto per rendere bene l'idea.
Diciamo che il ragazzo ha trasformato il suo fisico da ragazzino in
quello di un ragazzo che si appresta a diventare uomo.
Si peccato che nel bodybilding non si possa sviluppare quella piccola
cosina che si chiama, intelligenza.
-Che ci fai tu qui?-
Non posso fare a meno di chiederglielo. Noto che quello che mi
dirà non sembra entusiasmarlo poi così tanto.
-Ci lavoro-
-Lavori qui?-
-Certo. Il proprietario aveva bisogno di personale e così mi
sono offerto.-
-Wow allora ti pagano!-
Finalmente ha deciso di fare qualcosa nella vita invece di attaccarsi
solo e unicamente ai soldi del padre.
Bene sono proprio contenta. Vuol dire che oltre ai muscoli anche il suo
senso del dovere si è.. no, quello non c'è mai
stato. Ok si è sviluppato.
-No.-
Mi ha attraversato un fulmine.
No, cosa?
No. Forse ho frainteso questa risposta. Quella negazione era per, no,
non mi sento bene, non ho capito il senso della frase, non.. non..
No, cosa insomma?
-No.. non ti pagano?-
-Esatto.-
Ora si che mi sento le ginocchia che abbandonano il peso del mio corpo.
-Tu, Micky Doyle stai lavorando senza farti pagare?-
-C'è qualcosa di strano in questo?-
Si, certo! Certo che c'è. Insomma che fine ha fatto quel
ragazzino viziato che non avrebbe mosso un dito se non ci fosse stato
in cambio qualcosa?
Lo guardo attentamente e mi accorgo solo ora che quello che ha addosso
è una divisa che riconosco l'avevano tutti quelli che mi
hanno servito quando ero con le mie amiche, fuori, nell'anfiteatro
della biblioteca.
-Cosa sei?-
-Bè, ho il compito di indicare, se qualcuno si perde la
strada o in questo caso di aiutarti a trovare il bagno-
Ok, sicuramente sulla mia faccia è dipinta una smorfia che
lo sta facendo godere, visto che mi guarda divertito.
-Vieni, ti riporto fuori dai tuoi simili-
-I miei simili? Chi sarebbero i miei simili?-
-Ma come, tutti quei figli di papà che si sono agghindati a
festa, manco fosse una sfilata questa. Tutti con giacche e cravatte e
abiti lunghi, acconciature che arrivano in cielo un altro
pò. Per non dimenticare che camminano tutti e dico proprio
tutti, con il bicchiere di champagne in mano dandosi arie!-
Ecco. Lo sapeva che partiva con la sua tirata contro gli ereditieri!
-E io sarei come loro? Non vedo nessun abito lungo o acconciatura
stravagante sulla mia testa!- Meno male che ho optato per una semplice
camicia con giacca nera sopra e un jeans con degli stivali al ginocchio
e i capelli raccolti in modo semplice da alcuni fermacapelli
all'insù.
Io come quella Rose, che sciocchezza!
Mi dispiace caro nemico degli ereditieri ma questa volta ti
è andata male, perchè niente della tua
descrizione si avvicina alla sottoscritta.
Niente anche se un semplice collo di un bicchiere mi fa abbassare gli
occhi mentre con stupore guardo la mia mano destra che come temevo ha
stretto esso.
Lui mi guarda e ancora una volta mi rivolge quel sorrisetto laterale.
E va bene che ci volete fare sono così abituata a camminare
con il bicchiere in mano, che diventa una parte di me senza che me ne
accorga a volte.
-Dai vieni che ti porto fuori-
-No!-
Ok, accurato che passo molto tempo a riflettere su ciò che
dico e penso ora mi chiedo, perchè mi è uscita
questa risposta?
Lui mi guarda stupito anche se so già che ben presto mi
dirà qualcosa di pungente.
-Scusa, pensavo volessi raggiungere i tuoi amici-
-Bè, no.. devo.. oh, stavo cercando i bagni!-
Ecco, un altra frase detta così a cavolo.
-Va bene, allora da quest'altra parte-
Mi fa segno di seguirlo e dopo aver attraversato un lungo corridoio
arriviamo davanti a due porte con scritte sopra man e woman.
-Un pò lontane da dove ti trovavi prima con quella
giornalista ma, eccoci lo stesso-
-La gente dovrebbe morire prima di arrivarci-
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