IO E LA RAGAZZA RICCA

di segrel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Soldi Non Comprano Tutto ***
Capitolo 2: *** Un Adolescente Troppo Viziata ***
Capitolo 3: *** Una Vera Amica ***
Capitolo 4: *** UN Incontro Poco Piacevole ***



Capitolo 1
*** I Soldi Non Comprano Tutto ***


Capitolo 1
I soldi Non Comprano Tutto


Entrò sbattendosi la porta dietro le spalle poi appoggiandosi ad essa a testa bassa sospirò cercando di fare mente locale su tutto ciò che la rendeva così malinconica e profondamente sola. Era da giorni, settimane, no, mesi, no neanche.. anni, si, erano anni che si sentiva sempre così, ma no neanche anni era da tutta la sua vita.
Ripensò a quello che aveva dovuto fare in quella settimana che, finalmente per molte persone era finita, invece lei no, perchè per lei quella conclusione in realtà non era altro che un inizio di feste, sorrisi, discorsi troppo grandi per lei e di tutto quel falso che la circondava, e ciò che la rendeva ancora una volta nervosa e scontrosa era che dovevano ancora arrivare.
Alzò con fare stanco la testa accorgendosi che a male in cuore sapeva benissimo che quello in fin dei conti era anche quello che lei non aveva mai rifiutato. Tutto quel scintillare, tutte quelle persone raffinate, i balli, le feste, il saper ancora di più di quella persona che ti trovavi di fronte era tutto così grezzo, così finto, così, così insopportabilmente indispensabile purtroppo per qualcuno che ci viveva fin da piccolo.
Non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che aveva sorriso e riso di gusto senza finzione, senza qualcuno che urlava.. azione! Ed ecco che cominciavano le risate finte fatte a fotografi, cameraman. Non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che aveva frequentato una scuola, con aule, con palestra, con dei professori e sopratutto con gli studenti e poi, e poi si, i suoi compagni di classe, i suoi professori, la palestra dove giocavano, la sua aula, la sua scuola. Quanti ragazzi avrebbero voluto non andare a scuola, quanti avrebbero voluto essere al suo posto..
Ma poi che c'era di incompleto nella vita che conduceva, perchè poi tutta questa malinconia?
Aveva tutto, amici di classe, la fortuna di essere un personaggio oltre che famoso importante insomma, un ragazzo della sua età mai e poi mai si sarebbe potuto permettere una simile reputazione, e poi i soldi non comprano tutto?
No, questo lo sapeva ma ah sì i suoi amici, bè ne aveva avuti tanti, c'erano quelli del vicinato, quelli della scuola, quelli che come lei ogni sera si agghindavano per quelle solite feste che lei tanto detestava, quelle dove chi sa perchè ne parlano tutti i giornali e sempre lei detestava ma, la gente non diceva, che una volta nella vita avrebbe voluto parteciparci? Già lei odiava tutto quel benessere così, così troppo, troppo per lei ecco.
E poi i suoi amici i suoi compagni di classe erano così disposti verso di lei e lei, lì era così importante ai loro occhi ma chi vorrebbe un amico che guarda solo la tua immagine e non la tua anima. La sua mente volò ai ricordi dei suoi amici e delle sue amiche più sincere e poi a lui. Già, quel ragazzo, quel tipo che la rendeva ancora più insopportabile.


 ***


Ancora una volta mescolo il cucchiaino nella tazzina del mio caffé.
Non ho nessuna fretta ma chi sa perchè tra le mie mani la certezza che ciò che contiene la tazzina sia ormai freddo mi fa capire che la mia voglia di rimandare questo momento sia veramente la soluzione più sbrigativa e facile e anche la prima che mi sia frullata in testa.
Porto alle mie rosse labbra il bordo della tazzina cercando di assaporare ciò che di sicuro ha perso tutto il suo gusto e sapore per la bocca ancora delicata e raffinata come la mia.
Caffé? No grazie.
E insieme anche una nota di rimprovero per colui o colei che avesse provato solo a chiedermelo.
Una ragazza del mio calibro bere quella brodaglia così amara, odiosa, calda, si, decisamente imbevibile e anche se ci aggiungi l'intera zuccheriera la situazione non cambia. Anzi, cosa ottieni? Niente altro che una bevanda orribilmente zuccherata che ti appuzzolisce per non dire che ti secca la bocca, e addolcisca la punta della lingua, e poi.. ecco che provi a mangiare qualcosa e tutti i gusti sballano, non più dolce, salato, acido, solo amaro. Amaro al solo pensiero e poi cos'altro? Si, dicono che ti faccia diventare nervosi. Tutta colpa della caffeina che porta effetti sul nostro organismo come l'insonnia, l'eccitabilità, l'aumento della secrezione gastrica, l'aumento del metabolismo e per non parlare della pressione! No, grazie.
Caldo al punto giusto, nero, dolce e da bere tutto d'un fiato senza aspettare o fare troppi complimenti. Così mi piace, non è proprio una bevanda da gustarsi con calma cercando di assaporarne ogni singolo sorso, meglio berlo tutto d'un fiato e poi via con un bicchiere d'acqua ma liscia non gasata, troppe bollicine ti farebbero risalire il gusto in bocca e non ne vale la pena se hai appena cercato di sbarazzartene.
Decisamente freddo.
Dannata bevanda.
Non riesce neanche a portare un pò di calore nel mio stomaco già chiuso e insofferente, perchè provarci. Mi riporto la tazzina sulle gambe mentre una goccia di caffé sfuggita mi bagna il lato anche sinistro del mio pollice.
Dannata bevanda.
Si anche appiccicosa e dall'odore indelebile. Mi alzo dalla sedia andando verso il tavolo centrale del mio camerino alla ricerca di qualcosa in particolare. Ricordavo di avere una grande scorta di fazzolettini. Ma perchè ogni volta che si cerca qualcosa quel qualcosa sembra non farsi mai trovare? Inutile più le cerchi le cose più sembrano svanirti dalle mani.
Dannata bevanda.
E ora devo anche tenermi l'odore di questa pappetta, si pappetta sulle mie delicate e profumatissime mani, dannata.
Appoggio la tazzina sulla mia toilette, devo trovare un fazzolettino ma l'immagine riflessa davanti a me mi fa arrestare. Rimango a specchiarmi per un pò cercando di analizzare ogni tratto del mio viso.
Ovale, con le labbra a forma di cuore, proprio come i bambini piccoli, gli occhi piccoli color spento, no semplicemente verdi, le punte delle orecchie troppo sporgenti, si diciamo che se non fosse per i lobi ben attaccati al collo sarebbero a sventola, il nasino troppo all'insù e quelle cavolo di sopracciglia troppo folte in questo ultimo periodo, per non parlare del brutto colore dei miei capelli, un bel rosso mi sarebbe piaciuto di più al posto di questo colore indeciso che più che al castano tende a un rosso spento con riflessi ramati e poi il sorriso così indeciso e per niente sincero, sembra forzato più che da me da qualcun altro e i denti! Sembrano quelli che hanno ancora i bambini, certo sono dritti ma sembrano anche che tra l'uno e l'altro possa passare un tir e non di dritto ma di lato. Cavolo non trovo proprio niente di bello in me e negli altri, come il caffé eppure non posso fare a meno né dell'uno né dell'altro.
Bè cerchiamo di non essere troppo negativi la serata lo è già di sua non c'è bisogno che ci aggiunga anche del mio visto che in questo sono un genio, in fondo mi sono dimenticata di elencare la mia corta fronte.





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Capitolo 2
*** Un Adolescente Troppo Viziata ***


Capitolo 2
Un Adolescente Troppo Viziata


Giro con molta poca importanza il cucchiaino facendo in modo mi spremere il succo della fetta di limone nella tazzina di porcellana dove mi preparo a sorseggiare, mentre la tranquillità e la serenità invadono la stanza dove come ogni pomeriggio alle cinque in punto mi rinchiudo, il mio amatissimo tè.
Cinque minuti, cinque minuti per gustarsi un dolce liquido ambrato che più che riscaldarti ti avvolge in quello che potrebbe essere una bella visione.
Una cosa che amo, una bevanda che ti lascia un gusto così raffinato in gola, anche con il limone è sempre dolce, non si può trovare qualcosa di disprezzante in questa bevanda quindi il fatto che sia già dolce al punto giusto può anche chiudere il discorso.
Il silenzio della mia tranquillità viene interrotto nel momento in cui qualcuno bussa alla porta dietro le mie spalle, volto verso destra di quasi 60° la testa mentre dall'altra stanza sulla soglia la figura maschile si affaccia.
-L'auto è pronta possiamo andare-
Rigiro la testa lasciando la mia tazzina sul tavolo assieme al tovagliolo appoggiato un attimo prima sulle mie gambe e con il capo ben dritto mi alzo girandomi verso la porta e raggiungendo il ragazzo alto alla porta.
-Possiamo andare-
-Dopo di te-
Faccio con un cenno di capo e poi superandolo mi dirigo decisa verso il corridoio che porta fuori in giardino dove un’auto tutta grigia metallizzata mi aspetta. L'autista mi aspetta vicino allo sportello dove mi affretto a salire senza troppi complimenti.
Una volta dentro mi giro verso il mio finestrino oscurato mentre il ragazzo alto mi raggiunge dentro l'auto salendo dall'altro lato. Mi giro per un attimo con gli occhi bassi mentre lo vedo che prende da una valigetta alcuni fogli con un’agendina e una penna, poi appoggia il tutto tra lo spazio che ci separa prendendo dalla tasca del suo cappotto il telefonino.
L'auto comincia a camminare e piano piano vedo le mura della mia casa lasciarmi mentre il giardino con i giardinieri è la mia nuova visuale. Non è certo un normale giardino quello di casa mia, no e chi può permetterselo così? Fiori in tutte le aiole del giardino e alberi immensi in quello di dietro casa dove coprono la visuale ai passanti della grande piscina personale che abbiamo, così tanto personale che non la usiamo mai tanto l'abbiamo per bel vedere. Per non parlare della serra di piante che abbiamo con mille e mille fiori, piante, rampicanti e tutti particolari che anche volendo studiarli non li ricorderebbero mai visto quanto sono rare e credo di averlo già detto, particolari. Per non parlare di mamma che ci passa tutte le sue giornate.
Superiamo l'entrata dove il guardiano ci apre il cancello automatico richiudendolo alle nostre spalle lasciando il panorama di casa mia che, per la sottoscritta è così monotono e noioso, passiamo alla vita esterna, quella delle strade dove incrociamo altre auto e per mia grande gioia i negozi, le persone che camminano, i ragazzi e i bambini che vanno a scuola. Può sembrare sciocca questa mia reazione verso il mondo esterno ma infondo sono pur sempre una ragazza di diciassette anni la cui vita non è certo delle più incasinate e questo non dipende dai capricci di un’adolescente, no.. ma da un agente e una promessa troppo impegnativi per me.
Ma andando per gradi, mi chiamo Dacky e come ho già detto visto che non amo ripetermi, ho diciassette anni.
Qual'è il mio problema? Bè molti di voi direbbero subito che sono una ragazza viziata che non ha rispetto per la considerazione altrui e che passo troppo tempo ad analizzare le cose ma soprattutto a trovare il peggio di esse e come darvi torto, io sono veramente così. Ma se molti al mio posto darebbero la colpa ai propri genitori o all'infanzia difficile io no, perchè l'artefice della mia vita sono io e se è complicata lo devo unicamente a me stessa, sono fiera di prendere le mie colpe quando me lo merito.
Bè in questo caso farò un’eccezione, perchè, in effetti, la colpa di questa situazione non è unicamente mia. Sono circondata da un gruppo di esperti nel renderti la vita difficile anche se il loro compito in realtà è quello di semplificarmela, ma come ho già detto sono solo una ragazzina e a questa età dovrei pensare da sola a come complicarmela e invece no, perchè la mia vita è sempre piena di impegni e quindi il tempo che trovo lo dedico solo a riposarmi che mi è così difficile trovare un modo per rovinarmi il sonno.
Ah l'ho detto che sono anche una grandissima chiacchierona? Accurato questo passo a raccontarvi perchè mi trovo qua.
Mio padre, anzi, mio nonno come prima il suo era un noto proprietario di una famosa catena di alberghi e di terreni da golf di tutta l'Inghilterra. Ora voi direste, cavolo questa è anche ricca oltre che viziata, bè vi sbagliate perchè io, si sono viziata ma non sono ricca, sono ricchissima. Purtroppo quattro anni fa mio padre è venuto a mancare dopo una lunga malattia cercata di tenere sotto controllo e prima che ciò accadesse mi ha fatto giurare che avrei mandato io avanti l'attività che di generazioni la sua famiglia si tramanda, così eccomi qua. Una tredicenne non può mandare avanti una produzione di cui ignora le fonti così oltre al nome e all'etichetta mi è stato lasciato un team di persone che si prendono cura di me e che mi aiutano in quello che era il lavoro di mio padre e per farlo ho dovuto abbandonare la mia vita da semplice ragazzina, sempre ricca.
Finché c'era mio padre la mia vita era diversa, avevo una vita così tranquilla, andavo a scuola, uscivo con le mie amiche e facevo tutto quello che una tredicenne fa. La vita da direttrice e poi la sera da brava ospite era lontana dalla mia spensieratezza e avrebbe dovuto essere così ancora per molto visto che mio padre non voleva che la mia adolescenza fosse sfiorata dalla ricchezza e dal mondo tanto grezzo che circondava lui.
Ma come ho già detto ora sono qui e come se non bastasse lo shock di avere al tavolo di una riunione dove vi partecipano i grandi rappresentanti di aziende famose, una ragazzina dall'aria più confusa della loro finisce in prima pagina su tutti i gooblò e in TV è subito scandalo così tanto che ti trovi giornalisti e inviati speciali fuori casa speranzosi di riuscire a fotografare e intervistare questa giovane che si appresta ad invadere il territorio di famosi aristocratici schiacciando loro i piedi per non dire le loro aziende in un secondo.
E' questo quello che è successo a me, e non solo, perchè un bel giorno il mio agente ha avuto la grande idea di accettare l'offerta che la mia immagine sarebbe stata perfetta per sponsorizzare la marca famosa di un orologio, così mi sono trovata a recitare davanti a delle telecamere qualche battuta del genere "Io so sempre quando è l'ora di accettare un'offerta, quando è il momento di aspettare e quando è l'ora di rigiocare il tutto.. ma soprattutto quando è l'ora di tornare a casa a mangiare.".
Battute così stupide e sciocche!
E poi dato che era così ovvio che il mio bel faccino per loro andava bene che mi sono ritrovata a sponsorizzare gioielli, accessori, capi d'abbigliamento, prodotti per il trucco e per il viso, bevande energetiche e vari prodotti di cui oggi faccio confusione.
Insomma per quattro anni, ogni giorno, ogni ora, ogni singolo secondo della mia vita non ho fatto altro che dividermi tra riunioni, incontri, contratti, sponsor, premier, interviste, feste in mio o in onore di colleghi, nuovi vecchi e poi e poi la direzione di un azienda non è certo un gioco. Ah ho dovuto anche continuare la mia attività di studentessa quindi studiare per quelle sei ore al giorno con un tutore che mi segue dovunque vado per farmi prendere un diploma che per niente mi costa dato che non ci capisco niente di quello che studio è più che altro un continuo imparare a memoria e basta.
Così come oggi, un altra giornata nel mio ufficio e poi dritti allo Studio4 dove mi aspettano per girare uno spot televisivo per una ditta di cosmetici, poi, una riunione con il presidente dell'azienda da dove prendiamo i vini migliori da offrire ai nostri clienti, ma ben presto compreremo l'intera produzione. Insomma un bel programmino no?







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Capitolo 3
*** Una Vera Amica ***


Capitolo 3  
Una Vera Amica


E' da quasi mezz'ora che non fa altro che parlare, ma quando le taglieranno le battute? Una cosa che non sopporto oltre al caffé è la logorroghità delle persone con cui devo passare metà della mia giornata. Come, come Clarissa Parkison la mia cara amatissima non ché logorroica e futura cognata! Si perchè qualche mese fa il mio perfetto agente ha di nuovo ritenuto opportuno che io entrassi a far parte ufficialmente nel mondo della società accompagnata dall'ereditiere Clark Parkison, così sui giornali hanno fatto uscire la notizia che.. L'ereditiere Clark Parkison e l'ereditiera-presidentessa Dacky Barron siano più che amici.. e che circolino notizie riguardo una possibile presenza accanto a Dacky, durante il ballo di presentazione di quest'ultima il 20 ottobre nel palazzo del Claire All, del giovane Clark che sarà più che felice di farle da patner.
E dannati! Ecco se lo meritano tutti, chi vuole fingersi la fidanzata di quel damerino? Viscido con quegli occhi piccoli piccoli che quando li chiude neanche si nota la differenza e le labbra! Sottili sottili e secche per non parlare del suo alito che sa di mentina. E io dovrei baciarlo, no grazie! I capelli color nero, più spento non si poteva chiedere e tutti ingelatinati che con quel pallido viso che si ritrova anche se lo truccano in modo che sia un pò colorita quella faccia che più che baci io la riempirei di pugni non cambia! E quel modo di parlare, di fare le cose così, così dannatamente perfetto e poi quel sempre "Si lo so, si lo sapevo già, già ne ero a conoscenza".
Ma c'è qualcosa che non sappia già quello? Oh si certo che c'è e uno di questi giorni sarò proprio io a dirglielo. Ma no, credo che la sua mente troppo ovattata gli farà credere che il tutto sia un complimento.
E poi Clarissa, la sua perfetta sorellina, lei ed io abbia la stessa età. Ora accurato che lei mi è simpatica, perchè forse è l'unica che in questo "mondo" è rimasta quasi normale, l'unico problema è che ha una parlantina così squillante che certe volte mi fa venir voglia di scapparmene a una riunione di quattro ore pur di non sentire quella sua vocina.
Diciamo che la chiacchierona è la più bella della famiglia visto che sono tutti dei viscidi miliardari insolenti. Bè anche lei lo è però, è bella, a lei i capelli neri lunghi donano come anche la forma piccola dei suoi occhi e poi quel pallido viso a lei sembra invece illuminarla.
-Insomma che hai deciso?-
-Cosa?-
Ecco ci risiamo ha parlato, parlato e io non l'ho neanche ascoltata ma neanche di sfuggita e credo che questa volta non me la caverò con un semplice -Mi sono distratta un attimo, scusa-
Bè sei proprio maleducata, io ti parlo e tu pensi ad altro sei proprio una
-Oh capisco, pensi alla presentazione. Non preoccuparti posso capirti sai, quando papà decise che dovevo entrare anch'io nel club non facevo altro che pensare a come sarebbe andata-
-Veramente- vorrei dirle la verità -hai colpito nel senno-
-Vedrai che sarai perfetta come al solito, e poi c'è Clark-
Già l'ultima persona che volevo.
-Sarete bellissimi insieme-
Annuisco anche se in realtà penso che vorrei che ci fosse qualcun'altro al suo posto, non sò il mio autista, il mio cameriere personale, il mio segretario, insomma qualcuno che mi conosca bene non un sempliciotto che sbaglia sempre nel pronunciare il mio nome. Qualcuno qualsiasi basta che non sia lui.
-Comunque dicevo, domani vieni vero?-
-Che cos'è domani?-
-Come, cos'è? L'inaugurazione della nuova libreria della città-
-Ah quello- ora ricordo -Già, cavolo già l'inaugurano?- faccio mente locale -Sai quando andavo ancora a scuola ne parlavamo io le mie compagne e avevamo in mente di andarci insieme, all'inaugurazione. Già sono passati quattro anni, mi sembra ieri che parlavano di una probabile apertura-
-Già, sono passati quattro anni da quando sei diventata presidentessa. E ti sembra poco?-
Non penso a quello che ha appena detto Clarissa, la mia mente ora è troppo impegnata a ricordare che l'invito l'ho ricevuto anch'io e che sicuramente Michael avrà già organizzato la giornata in modo che vi prenda parte anch'io all'avvenimento e, chissà se verranno anche i miei vecchi compagni di classe. L'ultima volta che li ho visti è stato più o meno l'anno scorso, quando all'inaugurazione del mio nuovo teatro nella parte inferiore dell'hotel di questa città sono venuti a trovarmi.
E' stato bello rivederli, erano tutti cambiati, erano, erano, più grandi e lo vedevo dai loro occhi e dal modo che avevano di comportarsi anche se come modi non erano all'altezza di quelle viziate e presuntuose figlie dei miei colleghi. Li guardavano dalla testa ai piedi con fare molto altezzoso, invece il fatto solo che erano venuti a farmi gli auguri per me li ha valorizzati così tanto che quelle streghe dovrebbero rinchiudersi nei bagni dove sono solite viverci e non uscirne più.
-Sai, non capisco come mai ti vuoi fidanzare con mio fratello-
Un fulmine al ciel sereno? No, infondo lei sa come la penso su Clark, ma non capisco cosa centra ora questo, non stavamo parlando dell'inaugurazione? Mi sono persa un altra battuta?
-Se non ti piace perchè vuoi ufficializzare il tutto?-
-Ufficializzare? Ma di che parli?- Ora sono confusa.
-Bè mamma mi ha detto che la prossima settimana ci sarà una grandissima festa per ufficializzare il vostro fidanzamento- Si appoggia al tavolo che occupa il centro del mio camerino -Se non sbaglio tu compi diciott'anni il ventitre del prossimo mese.. insomma non credi che sia ora che i tuoi impegni, i tuoi doveri, il tuo passatempo lo dovresti gestire da sola? Infondo sei tu la padrona non Michael. Non capisco sembra che tu sia il suo giocattolino.. Dacky devi fare questo, Dacky devi incontrare quello, devi registrare quest'altro, devi dire così a quelli, insomma perchè ti fai comandare così?-
Perchè altrimenti non saprei come mandare avanti l'azienda e anche la mia vita -No, non è vero. Quello che Michael mi dice di fare deriva soprattutto da una mia attentissima e curata approvazione-
Bugiarda.
-Si, vallo a dire a qualcun'altro- Si avvia verso la porta che conduce al grande corridoio dello Studio4.
-E cos'è questa storia del fidanzamento?-
Brava, e meno male che derivava tutto da una tua attentissima approvazione. Scema.
-Bè, te l'ho detto. E' quello che mi ha detto mamma.-
-E' ufficiale questo ricevimento?- Comincio a preoccuparmi.
-Credo di si ho sentito Rose fare i complimenti a Clark-
Ora sono terrorizzata -Ma, ma se io- Già, io cosa? Non lo sapevi? Brava, si, dillo, di che in realtà è Michael a gestire la tua vita, avanti!
-Non dirmi che non lo sapevi.. Dacky!-
Facciamo i calcoli. Un'amicizia non voluta, un ufficiale ingresso nella società, un fidanzamento ufficiale e, va bene, ora non so che dire.
-Dacky, Dacky.. scusa, Dachemery Barron? Ma a che accidenti stai pensando?-
-Oh scusa, stavo pensando ad altro- Sono sincera.
-E a cosa?-
-Niente di importante non pensiamoci più. Comunque non credo si farà niente per la vigilia- E quando dico niente è niente.
-Non credi che tutti ne rimarranno delusi?- Si avvia insieme a me verso la porta.
-Bè, nessuno gli ha detto che io ne sapevo qualcosa. Impareranno a non credere alle dicerie.-


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Capitolo 4
*** UN Incontro Poco Piacevole ***



Capitolo 4
Un Incontro Poco Piacevole


-Abbiamo deciso di unire queste due nostre e importanti...-
Sono qui da quasi un ora e l'unica cosa che mi trattiene e che sono in compania di Clarissa che almeno con la sua parlantina e il suo humour per niente inglese mantiene sveglia la mia attenzione. Cosa che comunque sono in grado di fare da sola. Insomma partecipare a riunioni alla mia età ha sviluppato il mio talento nella recitazione, o nella finzione.
Come previsto metà degli abitanti del quartiere sono venuti all'inaugurazione della nuova biblioteca. Io ne avrei fatto a meno ma il direttore è un vecchio amico di famiglia e non è per niente carino interrompere un rapporto così bruscamente.
-Guarda chi c'è...-
Meno male, Clarissa riesce sempre a farmi ritornare al presente quando sono troppo lontana dalla realtà. Avvicino il mio volto al suo senza dare troppo nell'occhio e con lo sguardo cerco di individuare ciò che ha attirato la sua attenzione.
-Rose Miles-
Viva, quella ereditiera smorfiosa che sa solo dare ordini di qua e di la e dire
-Salve ragazze, oh mio Dio, che caldo! Ma l'aria condizionata non funziona qui dentro Santo Cielo!-
Odio il suo accento! Ma mi chiedo, anch'io quando parlo ho questo orribile modo di scandire le parole..? Ma a parte questo lei è una di quelle parsone che come ho già detto ritengo viscide e si, come me, ereditieri viziati. Ha quei capelli biondi splendenti che si capisce da lontano che sono frutto della mano più costosa di Londra, in fondo non è un segreto il fatto che ogni settimana si rechi da Stevie il nostro famoso parrucchiere per farsi sistemare, bè, quella parrucca di paglia in testa. Ma quegli occhi azzurri sono autentici, come i scintillanti diamanti che porta, sia alle orecchie che ai polsi, bè, anche al collo ma, credevo che quello fosse il collarino che di solito si mette ai cagnolini.
-Clarissa, dove hai comprato quella borsetta, è bellissima, vero ragazze?- le sue dame di compania, che si aspetti, che la contraddicano?
-Ne voglio anch'io una così. Avanti dimmi da chi l'hai presa.-
E' normale che la nostra principessina debba sapere sempre tutto, non credo che gli interessi quella borsa, in fondo è classica tipa che non indosserebbe mai qualcosa che ha già messo una volta. Mi chiedo se la stanza che ha mostrato durante un servizio fotografico fosse davvero il suo unico guardaroba.
-Oh Dacky, ho saputo del fidanzamento. Congratulazioni, ma- mi sfiora leggermente la mano sinistra - non vedo nessun scintillio al tuo dito.. Clark pensa di portartelo dalla Francia?-
-Eh?- noto che Clarissa frena a stento una risatina. E' una persecuzione.
-Clarissa, tuo padre mi ha detto che Clark è andato a Parigi. Quindi Dacky, passerai il fine settimana sola? Bè se vuoi puoi venire con noi a fare un pò di shopping domani mattina. Anche tu Clarissa, eh?-
-Si, certo.- Non ne ho alcuna voglia.
-Fantastico, ci vediamo dopo allora.-
-Se sapevo che c'era non ci sarei mai venuta-
-Ma.. domani non dobbiamo andare a fare shopping con lei?-
Noto il suo sarcasmo -Bryan mi ha chiesto di andarci un pò più d'accordo- sospiro - non dire nient'altro.-
Già, ora comincio a sentire di più il peso delle decisioni di Bryan. Possibile che per tutti questi anni abbia fatto decidere tutto a lui.
Insomma, è vero che doveva aiutarmi con il lavoro ma, gestire anche la mia vita privata mi sembra troppo e, comincia a stancarmi. Solo per un giorno mi piacerebbe fare tutto quello che piace a me, si esatto.
Il problema e che, non so cosa mi piacerebbe fare. Conduco questa vita da troppo che ho dimenticato ciò che mi può dare piacere. Non è che fin da piccola partecipassi a feste e riunioni ma, dovrei ritornare a giocare con le bambole se ne avessi il tempo?
E cos'altro? Cominciare a bighellonare? Ma come potrei se sono sempre accompagnata dalle mie guardie del corpo?
Ho per caso qualche speranza di condurre una vita normale, e intendo normale non eccentrica come quelle che si vede nei film per teenegers. Quelle dove i protagonisti sono sempre al centro dell'attenzione e non hanno mai problemi come, scuola, vita familiare e amorosa, e poi non sono certo una che vuol complicarsela ma semplicemente viverla con calma, serenità e senza soprattutto persone che ti dicano cosa devi e non, fare. Con i problemi di un adolescente, insomma, dare la colpa ai genitori, alla scuola e.. ho visto un film di una ragazzina ribelle che scappava di casa per attirare l'attenzione dei suoi genitori. Dovrei farlo anch'io ma, credo che con i miei bravi agenti della sicurezza sarei in grado di raggiungere, evitando i loro sguardi alla porta della camera da letto di mia madre che si trova a 5-6 metri di stanza dalla mia.
Mamma? Già, ora che ci penso bene è da tanto che non parlo con mia madre. Vi chiederete perchè?
Bè i fatti stanno così.
Da quando sono io la presidentessa, ho avuto troppo e ripeto, troppo poco tempo per comunicare con il mondo esterno.
Il mondo esterno che tanto mi attira, di cui fa parte mia madre per sua fortuna e scelta. Lei è una di quelle persone che sanno cosa vogliono e no, una di quelle che però è soprattutto brava nei fatti che nelle parole.
Mi sarebbe piaciuto ereditare un quarto del suo carattere ma, non tutto si può comprare nella vita, giusto?
Bè tralasciando il fatto che sono una delle ragazze più famose e ricche di questa nostra bella e meravigliosa città ora, mi sento un groppo alla gola. Colpa mia che non riesco a dire mai no alle persone, in particolar modo a Bryan e..
-Dacky!-
Ci risiamo.
-Ti sei distratta un altra volta!-
Scusate, mi succede troppo spesso di perdermi nei miei pensieri che mi perdo un intero atto della commedia!
-Andiamo da loro?-
-Da chi scusa?-
-Dai tuoi amici! Oh ma ti riprendi?- mi rimprovera esasperata.
Ecco, anche lei è una di quelle persone come mia madre che è sempre gentile anche se potrebbe farne a meno certe volte. Almeno con alcune persone potrebbe riservarsi il lusso di dire "E che cavolo, ora basta! Vai a quel paese!". Una frase del genere me la meriterei con tanto di calcio eh.. facciamo spinta, da dietro!
-Dicevo, andiamo dai tuoi amici? Guarda, sono la- mi indica un punto preciso.
Oh si certo, eccoli. I miei vecchi amici.
Quei ragazzi che ho frequentato prima che intraprendessi la vita da grande presidente.
Ci avviciniamo a loro, dopo che approvo con un cenno di testa, bè, non noto molta differenza dall'ultima volta che lì ho visti. L'anno scorso credo. Si, si sicuramente.
-Ciao! Dacky come va? E' da tanto che non ci vediamo!-
-Allora, che si dice di bello?-
-Che ti aspettavi? E' normale che non possiamo frequentarci sempre, ha una vita impegnata!-
-Bè allora? Dai dicci come ti va?!-
Ecco, sono peggio di quegli scocciatori dei giornalisti quando si tratta di domande.
Forse è meglio che non sono come la media dei miei vecchi amici. Non capisco è così attraente la vita di noi "ereditieri"?
Meno male che sono così abituata a rispondere a mille, no, migliaia, di domande. Per mia fortuna. Rispondo così in fretta che, per mia fortuna il tempo passa in fretta, tanto da arrivare a metà serata, ma come si dice, quando meno te lo aspetti ecco che inciampi nella rompiscatole più famosa che esista!
Ylenia Sanduko. Una giornalista di una delle più famose riviste scandalistiche del nostro pianeta.
E lei che ci fa qua?
All'inaugurazione di una biblioteca e pubblica niente meno!
Chi sperava di incontrarci?
Sua maestà la regina?
Dio la benedica.
No.. sicuramente è a caccia del suo agnellino sacrificale.
Già, un agnellino dal pelo rossiccio, certo. E forse quel povero cucciolo sarei proprio io.
Dato che quel viscido saputello del mio presunto "fidanzato" non è qui devo essere proprio io a fare gli inviti.
Gli inviti per cosa poi?
No, mi dispiace ma la storia del fidanzamento è solamente una bufala inventata dai nostri fans più romantici che sperano di ufficializzare il tutto tra noi!
Ecco. Si, credo che questo articolo farebbe più notizie di un ufficiale ricevimento.
Ma dato che fidarsi alla buona dea fortuna non è mai stato il mio forte, dato i "bellissimi" rapporti che scorrono tra noi, farò meglio ad evacuare prima che mi veda.
E visto che, come ho già detto non sono mai fortunata quando lo vorrei essere, il radar di quella serpe mi ha già individuato. So fare due più due quindi giro i tacchi e comincio ad allontanarmi dirigendomi verso i bagni delle signore, sperando di evitarla e chissà perchè spero anche di incontrare Clarissa in modo da crearmi uno scudo protettivo se quella scocciatrice dovesse riuscire a fermarmi.
Non l'ho detto?
Bè, Clarissa è la mia seconda guardia del corpo quando si tratta di interviste.
Ha quella parlantina che farebbe annoiare per fino Ylenia, che purtroppo ha cominciato a inseguirmi!
Ma dove cavolo sono i bagni?
Sto per perdere la pazienza, e sarei capace di urlare per sapere dove sono!
E credetemi, non è certo facile camminare a passo svelto con un vampiro pronto a morderti dietro e i tacchi alti ai piedi!
Ma perchè noi donne dobbiamo sempre cercare di sembrare più alte di quello che non siamo?
Ma come fa quella arpia a correre con quelle zeppe ai piedi?
Oh ma certo. E' abituata. Questo si chiama allenamento. Sicuramente avranno inventato una scuola di giornalismo. In fondo, il loro lavoro è più pericoloso di quello di un agente del FBI!
E dove sono i bagni?
E poi dicono che la colpa è nostra se li aggrediamo. Ma mai provato a immedesimarvi in noi celebrità? Non è affatto facile te li ritrovi ovunque, per strada, nei negozi, all'ufficio, a casa e anche nei bagni ma, dove cavolo saranno?
Ma ritornando al discorso dei giornalisti, non vi verrebbe voglia di rompergli il loro taccuino con tanto di penna nel loro bacato cervello?
Stupiti?
Bè, so essere molto cattiva oltre che manesca se occorre!
Ma dove diavolo sono questi cavoli di...


 ***


Inaspettatamente, nel bel mezzo della mia lenta ma veloce corsa, vado a sbattere contro un "ostacolo" imprevisto.
Un ostacolo che si muove.
No, mi correggo, l'ostacolo mi ha afferrato e mi ha trascinato in una strana stanza tutta buia o semi.
Sento i passi di Ylenia e del suo cameraman allontanarsi mentre si chiedono che fine abbia fatto.
E anch'io vorrei tanto saperlo.
La curiosità è sempre stata la mia più cara amica.
Ma per questa volta aspetterò che Mrs Voglio Lo Scoop Del Secolo si sia allontanata del tutto da questo luogo sconosciuto.
Intanto cerco di guardare chi è, in questo caso, il mio salvatore e..
Cavolo ho visto giusto.
Colui che mi ha salvato da Ylenia è proprio un lui.
Un lui con un maglione scuro di sicuro, un buon profumo, anche se mi sembra di averlo già sentito da qualche parte, e una salda stretta.
Il buio però mi lascia intravedere poco.
Ma c'è qualcosa che però riesco a distinguere.
Si. Il personaggio misterioso ha i capelli biondi.
Un viso sicuramente magro perchè quella poca luce che entra dalla porta semi aperta illumina i fossi che ha sulle guance.
Pulito.
L'odore che emana sa decisamente di pulito.
Una strana sensazione tra il sorpreso e il deluso invade tutto il mio corpo.
Ma no. Mi correggo è un nodo di malinconia che mi ha appena stretto la bocca dello stomaco.
Mi stacco velocemente da quel calore facendo aprire la porta di quello che dovrebbe essere uno sgabuzzino ed esco guardando il volto di colui che speravo non incontrare mai più.
O almeno non in questa situazione.
Conosco quei capelli biondo platino.
Conosco quell'aria arrogante.
Quegli occhi con tutto il grigio scuro che può esserci al mondo, nell'iridi di quegli azzurri occhi che mi fissano con fare divertito.
-Non sai proprio toglierti dai guai da sola, vero?-
Quel tono così ironico mi fa pensare a mille cose.
La prima è che il timbro della sua voce è cambiata dall'ultima volta che l'ho udita. E' più profonda ma riserva sempre quel non so che di ragazzino immaturo.
Un ragazzo abbastanza arrogante, la cui ultima domanda non merita risposta.
Ma, mi sforzerò lo stesso di fargli comprendere ciò che significa essere una superstar.
Si, è con tanto di modestia.
-E tu? Sempre a caccia di qualcuno da salvare?-
Da dove cavolo mi è uscita questa frase del cavolo?
Il miei riflessi nel dare subito risposte dev'essere rimasta nello sgabuzzino e si dev'esse andata a fare un giro. Certo sarebbe stato diverso se mi fossi preparata a questo incontro inaspettato. Almeno ora non dovrei sopportare di vedere su quel suo viso pallido quel sorrisetto laterale divertito che mi fa rodere dalla voglia di sapere se mi sta prendendo in giro o mi ha creduto.
Vedo che si risistema il collo alto del suo dolce vita nero ancora con quel sorriso, poi si gira e apre la porta dello stanzino dove mi c'aveva trascinato dentro un attimo prima.
E' in questo momento che mi concedo di guardarlo attentamente.
Apparentemente non sembra cambiato poi tanto, dall'ultima volta che ci siamo visti.
Spavaldo come sempre e con quell'aria da viziato ragazzo che crede di avere tutti ai suoi piedi, solo, solo che è fondamentalmente diverso ecco.
Ha i capelli, biondi, a caschetto corti che gli arrivano sopra la parte superiore dell'orecchie, spettinati avrei detto ma, questa volta sono belli ordinati anche se una ciocca ribelle gli ricasca sulla marcata sopracciglia sinistra.
E' alto, si, me ne sono accorta prima, quando il mio mento si appoggiava perfettamente alla sua spalla. Ma com'è che i ragazzi crescono, e solo in questo, di più in altezza rispetto a noi ragazze?
Non avremmo problemi di tacchi se non cercassero di essere all'altezza del loro ego!
Come ho già detto prima, c'è qualcosa di diverso in lui e ora credo di aver individuato questo cambiamento.
E' la dimensione delle spalle e del petto. Si sono allargate e arrotondate!
Oh mamma no, forse questo non è il termine più giusto per rendere bene l'idea.
Diciamo che il ragazzo ha trasformato il suo fisico da ragazzino in quello di un ragazzo che si appresta a diventare uomo.
Si peccato che nel bodybilding non si possa sviluppare quella piccola cosina che si chiama, intelligenza.
-Che ci fai tu qui?-
Non posso fare a meno di chiederglielo. Noto che quello che mi dirà non sembra entusiasmarlo poi così tanto.
-Ci lavoro-
-Lavori qui?-
-Certo. Il proprietario aveva bisogno di personale e così mi sono offerto.-
-Wow allora ti pagano!-
Finalmente ha deciso di fare qualcosa nella vita invece di attaccarsi solo e unicamente ai soldi del padre.
Bene sono proprio contenta. Vuol dire che oltre ai muscoli anche il suo senso del dovere si è.. no, quello non c'è mai stato. Ok si è sviluppato.
-No.-
Mi ha attraversato un fulmine.
No, cosa?
No. Forse ho frainteso questa risposta. Quella negazione era per, no, non mi sento bene, non ho capito il senso della frase, non.. non..
No, cosa insomma?
-No.. non ti pagano?-
-Esatto.-
Ora si che mi sento le ginocchia che abbandonano il peso del mio corpo.
-Tu, Micky Doyle stai lavorando senza farti pagare?-
-C'è qualcosa di strano in questo?-
Si, certo! Certo che c'è. Insomma che fine ha fatto quel ragazzino viziato che non avrebbe mosso un dito se non ci fosse stato in cambio qualcosa?
Lo guardo attentamente e mi accorgo solo ora che quello che ha addosso è una divisa che riconosco l'avevano tutti quelli che mi hanno servito quando ero con le mie amiche, fuori, nell'anfiteatro della biblioteca.
-Cosa sei?-
-Bè, ho il compito di indicare, se qualcuno si perde la strada o in questo caso di aiutarti a trovare il bagno-
Ok, sicuramente sulla mia faccia è dipinta una smorfia che lo sta facendo godere, visto che mi guarda divertito.
-Vieni, ti riporto fuori dai tuoi simili-
-I miei simili? Chi sarebbero i miei simili?-
-Ma come, tutti quei figli di papà che si sono agghindati a festa, manco fosse una sfilata questa. Tutti con giacche e cravatte e abiti lunghi, acconciature che arrivano in cielo un altro pò. Per non dimenticare che camminano tutti e dico proprio tutti, con il bicchiere di champagne in mano dandosi arie!-
Ecco. Lo sapeva che partiva con la sua tirata contro gli ereditieri!
-E io sarei come loro? Non vedo nessun abito lungo o acconciatura stravagante sulla mia testa!- Meno male che ho optato per una semplice camicia con giacca nera sopra e un jeans con degli stivali al ginocchio e i capelli raccolti in modo semplice da alcuni fermacapelli all'insù.
Io come quella Rose, che sciocchezza!
Mi dispiace caro nemico degli ereditieri ma questa volta ti è andata male, perchè niente della tua descrizione si avvicina alla sottoscritta.
Niente anche se un semplice collo di un bicchiere mi fa abbassare gli occhi mentre con stupore guardo la mia mano destra che come temevo ha stretto esso.
Lui mi guarda e ancora una volta mi rivolge quel sorrisetto laterale.
E va bene che ci volete fare sono così abituata a camminare con il bicchiere in mano, che diventa una parte di me senza che me ne accorga a volte.
-Dai vieni che ti porto fuori-
-No!-
Ok, accurato che passo molto tempo a riflettere su ciò che dico e penso ora mi chiedo, perchè mi è uscita questa risposta?
Lui mi guarda stupito anche se so già che ben presto mi dirà qualcosa di pungente.
-Scusa, pensavo volessi raggiungere i tuoi amici-
-Bè, no.. devo.. oh, stavo cercando i bagni!-
Ecco, un altra frase detta così a cavolo.
-Va bene, allora da quest'altra parte-
Mi fa segno di seguirlo e dopo aver attraversato un lungo corridoio arriviamo davanti a due porte con scritte sopra man e woman.
-Un pò lontane da dove ti trovavi prima con quella giornalista ma, eccoci lo stesso-
-La gente dovrebbe morire prima di arrivarci-


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