8 Dicembre

di nari92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'albero che racconta Storybrooke ***
Capitolo 2: *** Cartoline di Natale ***
Capitolo 3: *** di panettoni e magie ritovate ***



Capitolo 1
*** L'albero che racconta Storybrooke ***


                                                                                  8 Dicembre


NOTE: Ebbene sì, un’altra Rumbelle, sono malata, in più sono in preda all’atmosfera natalizia quindi dovevo scrivere qualcosa al riguardo! Doveva essere una one shot ma scrivendo mi sono venute in mente parecchie idee, quindi se piace la aggiorno, se no resta così :D
C’è una nota biografica perché l’8 dicembre è il giorno in cui vado con la mia famiglia a fare le compere di Natale, momento che io adoro, così ho immaginato come sarebbe l’8 dicembre per Belle e Gold.
Ho ipotizzato una parentela che spero si avveri nello show perché mi piacerebbe tanto vederla, non vi anticipo qual è, lo scoprirete leggendo…
Ultima nota, ho rivisto recentemente La bella addormentata nel bosco, così ho inserito un po’ di personaggi nuovi presi dal cartone, nei prossimi capitoli ce ne sono altri… spero vi piaccia e spero vi venga voglia di recensire, buona lettura!
 
 
I raggi del sole iniziavano a filtrare dalle tapparelle semiaperte della finestra e Mr. Gold li guardava illuminare lacarnagione chiara di Belle. Nonostante l’inverno lì fosse decisamente rigido lei si ostinava a dormire con una leggerissima camicia da notte che le lasciava le spalle nude. Rumpel aveva sollevato delle deboli proteste temendo che potesse patire il freddo ma non aveva insistito più di tanto, in fondo la prospettiva di doverla riscaldare un po’ non gli dispiaceva affatto.

La ragazza aprì gli occhi ed emise un sonoro sbadiglio, per poi girarsi e posare sulle labbra del suo compagno di letto un delicato bacio. “Buongiorno dearie” disse lui con un ghigno soddisfatto, “buongiorno ma...che ora è?”
“le 8 e 30 cara”
“non dovresti essere già al negozio da un pezzo?? Non è domenica mi pare..”
“non è domenica ma è ugualmente un giorno speciale. Oggi è l’8 dicembre ed è un giorno di festa, io posso tenere chiuso il negozio e tu la biblioteca!”
“Ooh questa è un’ottima notizia!” Belle si girò di nuovo pregustando il sonnellino che la aspettava e si tirò su la coperta. Gold la guardò divertito e con una mossa veloce lesfilò viail piumone, uno degli oggetti del nuovo mondo che la ragazza adorava di più.
“Ehi! Ma che…”
“è vero che non dobbiamo lavorare,ma questo non significa che non abbiamo la giornata piena zeppa di impegni..” fu la risposta di Rumpel al suo sguardo tra l’interrogativo e lo scocciato
“ma che impegni scusa??”
“diciamo che di solito in questo mondo la gente approfitta di questo giorno di festa per fare acquisti di Natale…e ho pensato che dato che questo è il tuo primo Natale qui a Storybrooke dovremmo fare le cose per bene…di solito io non badavo molto a queste festività..”
“Non festeggiavi il Natale?? Stai scherzando spero!”
“No e non mi sembra il caso di farne una questione di stato”
“ma certo che sì! Il Natale è una festa importantissima, unisce le persone e..”
“non avevo nessuno con cui festeggiare.” Belle capì che era davvero il caso di fermare la sua crociata a difesa del Natale e si spostò sul letto fino a lui, che era girato di spalle, lo abbraccio e gli sussurrò in un orecchio “bè, adesso ce l’hai...e non vede l’ora di sapere tutto sulle tradizioni natalizie del luogo!”.
Era riuscita a strappargli un sorriso e lo sapeva senza aver bisogno di guardarlo in faccia. “Bè, dearie, sei davvero fortunata perché qui con te hai il maggior esperto di Storybrooke in tradizioni natalizie e affini”
“mmm in tal caso corro a lavarmi e vestirmi” disse lei, ridendo e correndo verso il bagno.
 
Quando Belle scese al piano terra per fare colazione trovò una piacevole sorpresa. “Cos’è?” chiese guardando la tazza che Rumpel le porgeva. “Cioccolata calda dearie, è molto più natalizia del tè, provala”. Belle la adorò e costrinse un facilmente corruttibile Mr. Gold a prepararne ancora parecchia.

Saziata la voglia di cioccolata di Belle i due poterono finalmente uscire ed avviarsi verso il centro di Storybrooke per dedicarsi agli acquisti natalizi.
“Allora, da dove iniziamo capo?” esclamò Belle divertita
“credo che la prima cosa da procurarsi sia un bell’albero di natale, lo si mette in casa e poi lo si addobba con decorazioni varie, non ne ho mai avuto uno però immagino che qui si possa trovare.”
Entrarono in un negozio un po’ spoglio, dove la temperatura era quasi più bassa che all’esterno, pieno di alberi di Natale finti di tutte le dimensioni e colori. Belle non smetteva di guardarsi intorno e iniziò a curiosare in giro. Intanto Gold si avvicinò al bancone dove due uomini, che di simile avevano solo il fatto di appartenere alla razza umana, stavano litigando in modo piuttosto vivace su quale albero esporre in vetrina.
“Ma Umberto, cerca di capire, quello lì è troppo grande, distrarrà i clienti dagli altri articoli!” Il più alto e magro dei due, capelli neri e sottili baffi cercava di mantenere la calma e far ragionare il collega, il quale, però, non sembrava propenso alla dialettica.
“Ma che distrarre e distrarre!”, lo sguardo di Gold cadde verso il basso, dove un ometto più largo che lungo, con grossi baffi bianchi, stava gesticolando, come se il suo tono di voce non fosse già abbastanza perentorio; “cosa ne vuoi sapere tu, Stefano, di cosa guardano i clienti! Questo è un albero grande e bello quindi finisce in vetrina, punto e basta!”
“non sono d’accordo!”
“non mi interessa”
“ah si??” finalmente anche lo smilzo prese coraggio e brandì un piccolo alberello puntandolo contro il suo collerico amico: “in guardia allora Umberto!”
“vuoi la guerra? E guerra sia!” e i due iniziarono a duellare a colpi di alberi natalizi, sotto gli sguardi scioccati e perplessi di Gold e  di Belle, che lo aveva raggiunto. Dopo qualche stoccata i due non poterono fare a meno di scoppiare a ridere, realizzando quello che stavano facendo.
Mentre si abbracciavano, riappacificandosi, Gold si ritrovò a pensare che quei due uomini portavano il suo stesso peso: avevano smarrito i loro figli, la bellissima principessa Aurora, figlia di Re Stefano, e il suo promesso sposo, il coraggioso principe Filippo, figlio di re Umberto. Non si sapeva cosa fosse accaduto loro dopo la maledizione; a ben pensarci Rumpel era più fortunato, lui almeno sapeva in quale mondo si trovava suo figlio, loro non potevano nemmeno sapere se erano vivi. Da che Gold ne aveva memoria quei due erano sempre stati amici; erano famosi per le loro litigate furiose che si risolvevano sempre davanti ad un ottima bottiglia di vino rosso.
Gold si riscosse dai suoi pensieri e tossicchiò, attirando finalmente l’attenzione dei due re-negozianti. Stefano si voltò velocemente verso di lui, asciugandosi una lacrima scesa per le troppe risate e, chissà, forse anche un po’ per alcuni pensieri malinconici.
“In cosa posso esserle utile Mr. Gold?” gentile ma piuttosto distaccato, in fondo era a lui che ogni mese doveva pagare un esoso affitto.
“Noi stiamo cercando un albero ma non so…Belle, come lo vorresti?”, la ragazza sbucò da due file di alberi dai colori improbabili che l’avevano incuriosita.
“A me piacerebbe molto semplice, sul verde però, che somigli il più possibile ad un albero vero!” Umberto sorrise, la spontaneità della ragazza lo aveva messo di buon umore e decise di essere il più disponibile possibile con loro “credo di avere esattamente quello che fa per voi”. Sparì un attimo nel retrobottega e riapparve trascinando a fatica un albero alto quasi quanto lui.
“E’ uno dei più belli che abbiamo, è molto robusto, potete anche riempirlo di palline!”
“palline??” Belle aveva una faccia tra lo schifato e il perplesso
“ti spiego dopo, Belle, ti piace comunque? È quello che vuoi o ne vuoi vedere altri?”
“Mi sembra perfetto!”. La soddisfazione si poteva leggere sul volto della ragazza.
 
Sottobraccio, lui nel suo elegantissimo cappotto e lei in giaccone largo e un berretto di lana in testa, passeggiavano per le vie di Storybrooke commentando le vetrine e stringendosi a ogni soffio di vento. L’albero sarebbe arrivato direttamente a casa nel pomeriggio quindi avevano tutto il tempo di dedicarsi agli altri acquisti.
“Credo che sia giunto il momento di farti capire cosa si fa con l’albero di Natale, e la cosa migliore è fartene vedere uno…di solito i bambini della scuola ne preparano uno grande sulla piazza del paese, magari vedendolo capisci come si fa e cosa ti piacerebbe mettere sul tuo”
“sul nostro!”
Sorrise. Dio quanto era bello essere “noi” con lei.
“sì Belle, sul nostro”.
 
La piazza era molto affollata, non c’erano solo i bambini ma anche parecchi abitanti di Storybrooke, tutti intenti ad addobbare il maestoso albero che dominava decisamente la scena. Mary Margareth si sciolse in un sorriso quando li vide arrivare e corse in direzione di Belle
“ehi! Che bello che ci siate anche voi qui”, Belle pensò che era molto carina a dirlo, anche se mentre parlava guardava solo la ragazza.
“Sì, io volevo mostrare a Belle come si prepara un albero…dato che è il suo primo Natale”. Snow cercò di mascherare il suo stupore nel vedere un Rumplestiltskin che si preoccupava di spiegare le tradizioni del Natale ad una fanciulla.
“Bè, già che siete qui potreste aiutarci anche voi, quest’anno l’albero è un po’ speciale: visto che è il primo Natale da quando noi ricordiamo tutto, abbiamo pensato di addobbarlo con cose che richiamino chi siamo noi  in entrambi i mondi… ognuno può appendere quello che vuole, qualcosa che lo rappresenti! E’ un modo per farlo diventare più “nostro”… Ah e lì abbiamo anche un po’ di cose più tradizionali, palline, nastri colorati, cose così, insomma servitevi pure!”. Il primo pensiero di Belle fu “ma perché dovrei mettere delle palline su un albero” ma poi si lanciò d’istinto verso gli scatoloni, seguendo Snow e lasciando indietro un più impacciato Mr. Gold.
 
“Lei è davvero carina, si vede che è la Bella” l’affermazione non lasciva spazio a repliche, che comunque Mr. Gold non avrebbe sollevato, e proveniva da Henry. Gold si girò e guardò ironicamente suo nipote. Si chiedeva spesso se il bambino avesse ereditato qualcosa da lui, anche solo un leggero tratto di carattere. Ma era decisamente difficile dato che già Bae, o Neal, come si chiamava lì, era molto diverso da lui.
“Lo è davvero  molto” mormorò senza far sparire un sorrisetto ironico dal suo viso.
“ehm, nonno”. Ci fu un attimo di silenzio che seguiva sempre quella parola tra di loro.
“Sì, Henry?”
“perché non metti qualcosa di tuo sull’albero?”
“non saprei cosa scegliere, sai in 300 anni si accumulano parecchie cose..”
“no, no, intendo qualcosa di tuo, proprio tuo, che rappresenti chi sei davvero.”
Facile a dirsi, chi era lui? Il codardo del villaggio, l’oscuro, il folle, il cinico proprietario di mezza Storybrooke, un marito deludente, un padre fragile ma amorevole, un innamorato pieno di paure. Come poteva un oggetto rappresentare tutte queste cose? “Grazie Henry, ci penserò su” e questa volta il sorriso fu sincero, un po’ amaro forse ma sincero.
 
Belle aveva finalmente capito cosa significava appendere le palline sull’albero. E lo trovava estremamente divertente. Cercava tutti gli addobbi più belli e particolari e poi li passava a Ruby che, da in cima alla scala, decorava i rami più alti e difficili da raggiungere. Intanto Leroy maneggiava con fili di lucine tutte intrecciate, cercando di trovare un ordine e lanciando qualche imprecazione ogni tanto, ricevendo occhiate di disapprovazione da Nova. Ognuno stava contribuendo a suo modo in tutta quella confusione e Gold, che osservava la scena in disparte, dovette ammettere a sé stesso di essere, almeno in parte, divertito da quell’atmosfera così calda e familiare. Si avvicinò lentamente a Grumpy, il quale si accorse della sua presenza solo nel momento in cui, finalmente, i fili delle luminarie si dipanarono e furono ben distinti l’uno dall’altro. Il nano sollevò lentamente la testa e borbottò un ‘grazie’ non troppo sentito, “una cosa da niente” fu la risposta imbarazzata di Gold, non era abituato a usare la magia per queste cose.
Nel frattempo Mary Margareth, Ruby e Belle continuavano a decorare l’albero chiacchierando del più e del meno.
“Allora Belle” esordì la principessa “come ti sembra l’atmosfera natalizia?”
“è meravigliosa, tutto lo è, l’albero, i regali, le luci e poi… è una festa che unisce molto direi” aggiunse guardando divertita il suo amore che, senza abbandonare la sua aria un po’ snob e di superiorità stava aiutando gli altri uomini a spostare alcuni scatoloni piuttosto pesanti, nonostante il ginocchio malandato si facesse evidentemente sentire.
Ruby colse lo sguardo perso di Belle e le sorrise di rimando
“sembra diverso da quando è con te, gli anni scorsi non l’ho mai visto qui in giro ad aiutare con gli addobbi, anzi nelle festività lo si vedeva proprio… lo stai cambiando davvero”. Belle si limitò a sorridere senza distogliere lo sguardo.
 
La mattinata passò piuttosto velocemente mentre Belle si divertiva a decorare l’albero e Gold si sforzava di non rendere troppo evidente il fatto  che in realtà si stava godendo quella compagnia. Quasi tutti avevano depositato il loro oggetto sul maestoso pino, Leroy lasciò un’ascia fatta di cartapesta, David  una spada in miniatura, Belle un libro finto, Ruby appese il piccolo portachiavi a forma di lupo che teneva in macchina.
Gold sentì l’orologio battere l’una e andò a chiamare Belle per continuare il loro giro di compere
“Dearie, mi spiace distoglierti dalla tua attività ma credo sia il caso di pranzare, o non riusciremo a fare tutto entro oggi…”
“sì, hai ragione, dovremmo proprio andare!”, si girò verso Mary e Red “ragazze io vado, grazie di tutto”
“grazie a te, a voi” il sorriso di Snow era davvero sincero, “e prendi questo scatolone di addobbi, tanto qui avanzano, te li sei meritati!” disse porgendole una scatola piena di palline rosse e fili dorati “mi sembra che il rosso ti piaccia..”
“è il mio colore preferito, grazie Mary!”.
Mentre la coppietta si allontanava Ruby pensò alle seconde possibilità: nel loro mondo tutti ne avevano avuta almeno una, lei inclusa. Gliel’aveva data proprio Snow, restando con lei anche dopo aver scoperto com’era davvero, in cosa si trasformava. Sì, tutti meritano una seconda chance, perfino Rumplestiltskin.
“Ehi voi due aspettate!” lo sguardo lievemente scocciato di Gold stava per farle cambiare idea, ma lo ignorò e proseguì, “la vigilia di Natale stiamo organizzando una festa, da Granny’s, ci sarà panettone, spumante e… tutti noi! Mi farebbe davvero piacere se veniste anche voi due…”
“bè noi..”
“ci saremo assolutamente” tagliò Belle “grazie dell’invito Ruby”
“figurati, ah se riuscite a portare qualcosa da mangiare, un dolce magari, è meglio, così dividiamo e la nonna non si stanca troppo..”
“oh…sì, certo, lo faremo, a presto!”.
Gold poteva vedere chiaramente dal volto corrucciato di Belle che qualcosa la preoccupava. Visto che la ragazza non dava segno di volerne parlare intervenne lui
“dearie, se questa storia della festa ti preoccupa per qualche motivo possiamo non andarci, mi inventerò una scusa..”
“non è la festa…” iniziò a preoccuparsi. Cosa poteva aver fatto di sbagliato? L’aveva lasciata troppo da sola? O era stato troppo sgarbato con qualcuno? O forse l’aveva visto mentre utilizzava la magia, ma era a fin di bene, per aiutare Leroy!
 “non è per colpa tua” spiegò Belle, quasi avesse sentito i suoi pensieri e volesse tranquillizzarlo “è che… io non so cucinare qui, come faccio a preparare un dolce??”. Gold non poté trattenere una  sincera risata: “Belle, non devi preoccuparti, lo prepareremo insieme! Vedrai sarà divertente, ti insegnerò a preparare un ottimo dolce natalizio”
“meno male, ero così preoccupata! E che dolce faremo?”
“ogni cosa a suo tempo dearie, ora abbiamo parecchie altre cose a cui pensare”.
Pranzarono con due panini continuando a camminare, raccontandosi gli episodi più divertenti a cui avevano assistito durante la mattinata e scambiandosi opinioni su come addobbare il loro primo albero.
Mentre si girava per andare a buttare i tovaglioli in cui erano avvolti i panini Gold rimase colpito da un piccolissimo negozietto, che non aveva mai notato prima.
“Belle” la ragazza si voltò, “credo che questo negozio faccia decisamente al caso nostro…”

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Capitolo 2
*** Cartoline di Natale ***



 
“Blu ho detto!”
“Sarà rosa, la glassa di quei cioccolatini è sempre stata rosa!”
“un ottimo motivo per cambiare direi, e per dare un po’ più ascolto a me!”
“ma io ti ascolto moltissimo cara, solo che poi decido ciò che mi sembra meglio”
“la voglio blu!”
“rosa!”
“blu!”
“rosa!”
“blu!”
“su ragazze, non litigate, potremmo farle metà e metà”
Belle pensò che “ragazze” non era probabilmente il termine più appropriato per quelle tre arzille vecchiette, le quali non si erano neanche accorte che due clienti erano entrati nel negozio. Fatto piuttosto curioso in realtà, visto che lo spazio era molto ridotto: una volta entrati dalla piccola porta di legno ci si ritrovava sul bancone in pratica.
Era una cioccolateria artigianale, ed era lì da sempre, un’istituzione a Storybrooke. Fondamentalmente l’unico a non conoscerla era proprio Gold, non si riforniva molto di cioccolata in realtà.
L’uomo iniziò a guardarsi intorno. Non era proprio il suo genere di ambiente, spoglio, poco raffinato, ma al tempo stesso c’era qualcosa che gli ricordava il suo negozio, il suo ambiente. Quell’aria di antico, quel senso di stabilità, di certezza; in un certo senso si sentiva a casa, ma forse era solo il persistente odore di cioccolato, che una volta entrato nelle narici non ne usciva più.
La piccola fabbrica infatti era proprio lì accanto al negozio, si poteva scorgere il pesante macchinario da una porticina semiaperta dietro al bancone; pur essendo davvero piccolo e disponendo di un personale piuttosto limitato, il negozio era davvero in grado di soddisfare qualsiasi richiesta, a patto che fosse a base di cioccolato.
“oh, ma che scortesi, ci sono dei clienti!” esclamò la più magrolina delle tre, che prima aveva cercato di bloccare una litigata sul nascere. Gold avrebbe poi spiegato a Belle che si trattava di Fauna, una delle tre fate madrine della principessa Aurora.
Mentre Rumpel aveva avuto parecchi problemi in passato con Reul Ghorm e le sue allieve, con le tre fatine di Aurora non c’erano mai stati scontri, vigeva una pacifica convivenza. Per di più il loro negozio faceva parte di quella ristretta frazione di Storybrooke che non era nelle sue mani, motivo in più per evitare litigate inerenti l’affitto.
“Oh, dei clienti, ma è fantastico!” più corpulenta e con un bel grembiule rosa, Flora scostò la collega e si avvicinò con entusiasmo al bancone “che cosa desiderate acquistare cari?”
“dunque noi vorremmo veder..”
“oh, ho già capito, abbiamo esattamente quello che fa per voi, cioccolatini a forma di cuore, cosa ne dite, cara mi sembrano perfetti per te, non è così?”
“ma io..”
“oh, non dire nulla, tutti rimangono sopresi, è proprio un dono, io riesco a capire di che tipo di cioccolato ha bisogno la gente! Tu cara mia sei cioccolato al latte e lui…bè direi fondente al peperoncino!”
“oh per l’amor del cielo Flora, ma non vedi che non li stai neanche lasciando parlare?!” piccola e paffutella, la fan del blu si fece finalmente avanti zittendo la collega, “magari vogliono solo indicazioni stradali!” Belle sorrise all’affermazione e la tranquillizzò:
“no no, nessuna informazione stradale ma vorremmo sapere che tipi di cioccolatini avete prima di scegliere..”
“ma certo tesoro, guarda qui, vorreste una confezione già preparata  o preferite scegliere liberamente?”
“scegliamo, grazie” intervenne Gold prendendo in mano la situazione.
“benissimo, guardate qui ci sono le scorzette di arancia e limone ricoperte di cioccolato, qui quelli alla mandorla, al pistacchio, alla nocciola, alla rosa, questi qui rotondi hanno il liquore, mentre questi hanno dei cereali, ecco, ditemi quali mettere nel sacchetto…”
“Belle, quali vorresti?”
“oddio io…non saprei…sembrano tutti così buoni, odio dover scegliere, decidi tu!”
“li prendiamo tutti, almeno 5 o 6 per tipo.”
“ma no, Rumpel! Non devi prenderne così tanti solo per…”
“per renderti felice? Qualsiasi cosa dearie..” la frase era pensata per essere sussurrata all’orecchio della ragazza ma evidentemente il tono non fu sufficientemente basso perché Fauna assunse improvvisamente uno sguardo trasognato ed esclamò “oh Mr. Gold, questo è molto romantico! L’ho sempre saputo che lei aveva un cuore tenero dopotutto!” 
Rumpel la fulminò con lo sguardo ma poi, sconfitto dalla situazione fu costretto ad arrossire lievemente mentre Belle ridacchiava silenziosamente.
“ecco qui, fanno 30 $ precisi, Mr. Gold”
Mentre Gold cercava il portafoglio Fauna, eterna romantica, si avvicinò a Belle per sapere qualcosa di più su questa storia
“allora, cara, dove vi siete conosciuti? È stato molto romantico? Oh, io non mi sono mai fatta illudere da quella sua aria da duro, sapevo che ci voleva solo la ragazza giusta per farlo sciogliere un po’” le sussurrò facendole l’occhiolino.
Gold notò la combriccola e capì che se avesse lasciato Belle due minuti di più in quel negozio probabilmente della sua dignità e della sua aura di mistero sarebbe rimasto ben poco: già si era lasciato andare sotto l’albero con gli altri abitanti, perdere la propria reputazione tutta d’un colpo in una giornata era un po’ troppo.
“Andiamo Belle, dobbiamo fare ancora parecchie commissioni, arrivederci.”
“Sì, certo, a presto!”
“a presto cari, tornate a trovarci se vi serve qualcosa!”
“qualsiasi cosa cara!”
 
 
 

“Belle, tesoro, non c’è bisogno che ti nascondi, è da 5 minuti che peschi cioccolatini dal pacchetto, sai puoi anche farlo alla luce del sole…” arrossì, imbarazzata per essersi fatta scoprire così vistosamente.
“oh no è che non dovrei! Insomma sono per Natale e io li sto mangiando tutti, non ne rimarranno più!”
“non è una tragedia, possiamo tornare e comprarne altri…credo che quelle tre sarebbero entusiaste di rivederti, potrebbero perfino adottarti” Belle scoppiò a ridere
“in effetti sembravano piuttosto felici…che tipo di rapporto avete? Tu non odiavi le fate?”
“diciamo che ho un passato complicato con loro, ma quelle tre sono fate a parte… molto meno potenti di Reul e…meno impiccione, per quanto l’interrogatorio a cui sei stata appena sottoposta possa far pensare il contrario”
“sembravano molto interessate alla tua vita sentimentale, quasi affezionate a te..”
“bè sai, noi che viviamo centinaia di anni finiamo per affezionarci gli uni agli altri, siamo davvero pochi”
Gold intendeva scherzare, infatti la sua frase fu accompagnata da un ghigno, ma Belle pensò che una parte di verità dovesse esserci. L’immortalità poteva essere molto triste e solitaria a volte, immaginò.
Riscuotendosi da quei pensieri un po’ cupi pescò un cioccolatino dal pacchetto e lo fece scivolare in bocca a Gold, senza dargli il tempo di vederlo
“ok, ora dimmi a che gusto è!”
“scorza d’arancia dearie, sono imbattibile nel riconoscere i gusti…”
“no, semplicemente questo era molto facile, ora ne proviamo uno molto più difficile”
“eh no, dearie, ora tocca a te indovinare”
“non penso proprio, ho la bocca sigillata!”
Gli abitanti di Storybrooke che passarono di lì rimasero decisamente scioccati: non si vedeva tutti i giorni Mr. Gold che cercava di convincere a forza di baci una ragazza a mangiare un cioccolatino alla mandorla.
 
 

 
“Dove mi porti ora?”
“ora andiamo in un posto sicuro, è un mio fornitore abituale…”
“ti deve qualcosa?”
“come siamo sospettosi! Non mi pare di aver fatto nulla per meritarmi questa sfiducia…”
Un’occhiataccia di Belle gli fece capire che forse era meglio cambiare discorso
“no, non mi deve nulla, diciamo che siamo…vecchi amici”
Belle fu colpita dalla definizione, non riusciva a ricordare qualcuno che per Gold avesse meritato l’epiteto di “amico”.
Provò a immaginare questo fantomatico amico, nei suoi pensieri era un vecchio molto saggio, il genere di saggezza che nemmeno Rumpelstilskin sarebbe riuscito a sopraffare. Un’amicizia basata su una sorta di rispetto reciproco, sulla consapevolezza di non potersi sconfiggere a vicenda.
Non poteva essere più lontana dalla verità.
Voltando l’angolo si trovarono quasi a calpestare un ragazzo non molto ben vestito, giaccone un po’ logoro e scarpe da ginnastica consunte, certamente non adatte al freddo. Nel momento in cui tir su la testa Belle notò che la sua carnagione era un po’ più scura di quella di tutti gli altri abitanti di Storybrooke, un marroncino chiaro, Flora l’avrebbe definito color cioccolato al latte senza dubbio.
La ragazza temette il peggio, era vero che Gold era noto per il suo savoir-faire, ma era pur vero che detestava chi gli finiva tra i piedi, soprattutto se lo costringeva a fare un movimento brusco con il ginocchio.
Pronta a frenarlo se lui avesse deciso di esprimere il suo disappunto a quel povero ragazzo, fu costretta a ricredersi molto in fretta
“L’abitudine di sbucare all’improvviso non l’abbiamo persa vedo” il tono non era di rimprovero ma quasi, Belle si stupì di pensarlo, divertito.
“Rumpelstilskin! Qual buon vento?”
“tempo di acquisti dearie…e poi ho realizzato che ancora non ti ho fatto conoscere Belle…”
Il ragazzo dimostrò buone maniere e prese la mano alla ragazza lasciandole un bacio delicato
“è un piacere signorina” le rivolse uno sguardo languido
“sì, bè può bastare Karel”
“oh, te l’ho già detto, chiamami Aladdin” sorrise il ragazzo mentre li faceva avvicinare ad una specie di bancarella-bazar.
“non ti facevo un tipo dai gusti esotici” gli sussurrò lei all’orecchio, E si riferiva sia alla bancarella sia al ragazzo.
“sono un uomo dalle mille sorprese dearie, lo sai…”
Belle ridacchiò, rilassandosi e godendosi l’atmosfera.
Aladdin si posizionò dietro al bancone, dove lo raggiunse un’adorabile ragazza con i suoi stessi tratti.
“Jasmine”
“Mr. Gold”
La ragazza non aveva mai capito bene l’amicizia tra il suo fidanzato e quell’uomo inquietante ma ogni volta che provava a chiedergli spiegazioni lui replicava un evasivo “storia vecchia, lunga e anche un po’ noiosa”, zittendo qualsiasi altra domanda con una serie di baci. Belle avrebbe scoperto da lì a poco che a lei non sarebbe toccata sorte migliore con Rumpel ( o peggiore, a seconda dei punti di vista).
“allora, la solita fornitura di frutta secca, candita, glassata eccetera?”
“sì, e ricordati di mettere soprattutto molti…”
“fichi secchi, lo so, e anche molte noci” Aladdin conosceva i suoi gusti a memoria ormai, ma magari con la ragazza avrebbe avuto più fortuna
“e,  Belle, a te cosa piacerebbe mangiare?”
“mmm non saprei proprio, cosa sono quelle?”
“albicocche secche, quelle invece sono pesche, qui c’è tutta la zona della frutta candita, mele, fichi, pere, perfino kiwi e..”
Aladdin stava senz’altro continuando a parlare ma Belle non riusciva a concentrarsi sulla sua parole tanto era rapita dal gioco di colori che la bancarella le poneva sotto gli occhi. Aveva voglia di assaggiare tutto, di poter rimirare quello spettacolo ancora un po’.
Il ragazzo dovette accorgersi che le sue spiegazioni dettagliate stavano cadendo nel vuoto perché si fermò e sorridendo schioccò le dita davanti al viso della ragazza esclamando: “ti sei incantata per caso? Che c’è? Non hai mai visto una bancarella di frutta secca?”
“In effetti no” la risposta di Gold stupì non poco il ragazzo
“Oh, bè, in questo caso se vuoi posso darti un assaggio di tutto quello che vuoi, così provi…”
“Sì grazie!” Belle si era riscossa “vorrei un assaggio di tutto!”
Aladdin rivolse uno sguardo interrogativo a Mr. Gold il quale gli rivolse un cenno di assenso, così nonostante fosse un po’ perplesso iniziò a preparare il pacchetto, con l’aiuto di Jasmine.
“Non farci l’abitudine dearie” mormorò lui all’orecchio di Belle “solo perché siamo sotto Natale”
In risposta lei gli fece un sorrisetto ironico.
Dopo aver pagato i due si allontanarono con una gran scorta di dolci natalizi e con un portafoglio un po’ più alleggerito.



 
“Insomma, perché non vuoi raccontarmi come  siete diventati amici?”
“è così strano che io abbia un amico?”
“sì!” lo sguardo accigliato di Rumpel la costrinse a fare marcia indietro “voglio dire, è strano che tu abbia un amico come lui… insomma è solo un ragazzo e tu..”
“io sono vecchio?”
“sai cosa intendo”
Mr. Gold fece un lungo sospiro prima di rispondere “è una storia vecchia sai, lunga e anche un po’ noiosa…”
Belle decise di puntare sulla seduzione. Gli si avvicinò con un sorriso malizioso e gli sussurrò all’orecchio “sai, io adoro le tue storie, vecchie, lunghe  e noiose…”
Gold ghignò “davvero dearie? Allora me ne farò venire in mente qualcuna per stasera…”
Giocando a fare l’offesa Belle si allontanò
“stasera non ci dormo con te!”
“e chi ha parlato di dormire?”
Trovandosi il braccio di mr. Gold intorno alla vita non poté che rendere palese il fatto che stava sorridendo già da un po’, e si lasciò andare al tenero abbraccio.
Staccatasi dall’abbraccio Belle lo guardò minacciosa “Mr. Gold, ho intenzione di stringere un accordo con lei”
“oh dearie, io non te lo consiglierei, generalmente la gente non ne esce bene”
“ma io non sono la gente, e poi conosco i tuoi punti deboli… Allora, ecco il patto: io stasera cucino per te e tu dopo cena mi racconti la storia sulle tre fate madrine e soprattutto quella di Aladdin..”
“uhm.. e quale sarebbe la parte vantaggiosa per me?”
“non sei affatto simpatico!”
“direi che in molti ti darebbero ragione su questo, ma rendiamo questo patto più allettante: stasera cuciniamo insieme e dopo cena, mentre mi fai un massaggio come solo tu sai fare, io potrei farmi sfuggire qualcosa sulle persone a cui sei tanto interessata…”
“non so come ma riesci sempre a girare le cose a tuo favore…”
“è così che tengo in pugno Storybrooke, allora, abbiamo un accordo?”
“e va bene, siamo d’accordo”

 

 
Rientrarono a casa verso le 5 del pomeriggio, ormai faceva buio molto presto e il loro nuovo albero li stava aspettando nel cortile. Nonostante l’aver camminato tutto il giorno si facesse decisamente sentire sul ginocchio malandato di Rumpel, sollevò lui l’albero e andò a prendere nel ripostiglio gli scatoloni natalizi. Nel frattempo Belle si mise a preparare un tè, da bere mentre preparavano l’albero.
Mentre aspettava che l’acqua si scaldasse andò a vedere se il ginocchio avesse avuto la meglio su Mr. Gold.
Lo vide vicino alla finestra, con un plico di carte in mano, sembrava molto assorto. Non seppe se avvicinarsi per condividere qualunque cosa stesse guardando o se lasciargli la sua privacy; alla fine optò per la seconda, fece rumore con i tacchi per fargli capire che si stava avvicinando, in modo che Rumpel avesse il tempo di mettere nel cassetto quelle carte.
Le si avvicinò sorridendo, ma a lei parve un sorriso malinconico, velato di tristezza
“mi faccio una doccia e arrivo a preparare l’albero con te” le sussurrò all’orecchio.
“certo, ti aspetto…” qualcosa non andava, lo poteva sentire.
 
Non era una cosa giusta, non era corretto nei suoi confronti, ma lei lo faceva per una giusta causa. Lo faceva perché voleva stare vicino all’uomo che amava in tutto e se lui non le dava spiegazioni allora lei doveva cercarle da sé. Se si fosse trattato di qualcun altro sarebbe stato diverso ma Mr. Gold aveva una tendenza maniacale alla segretezza, a volte perfino con lei.
Queste erano le scuse che Belle si ripeteva nella testa mentre cercava freneticamente le chiavi del cassetto dove Rumpel aveva riposto le lettere. Sentiva il rumore dell’acqua nella doccia, doveva fare in fretta. Finalmente le trovò in una specie di calamaio antico. Aprì il cassetto velocemente e prese il blocco di carte in mano.
Sulle prime non capì, che cos’erano tutte quelle cartoline natalizie?
Poi le girò e tutto fu chiaro. Erano tutte indirizzate a Baelfire. Nessun cognome o indirizzo, erano 28 però, precise, e ognuna di loro portava un timbro, il timbro di rispedito al mittente. Belle non conosceva molto bene i servizi postali di quel mondo ma capì che probabilmente era impossibile recapitare una cartolina così, lì non c’erano uccelli che portavano messaggi a colpo sicuro.
Assorta nei suoi pensieri non si accorse che lui era lì, in accappatoio e la stava guardando dubbioso.
“a quanto pare i cassetti chiusi a chiave non hanno più lo stesso effetto” non sembrava arrabbiato però, sollevato semai.
“Mi dispiace, Rumpel, davvero è che mi sembravi così scosso e turbato e io volevo starti vicina…”
“non ero scosso”
Lo guardò con un’aria di sopportazione
“senti, io capisco che tu voglia mantenere la tua aria da duro con il resto del mondo e farti temere da tutti. Ma non con me, non ce n’è bisogno, io voglio conoscere anche le tua debolezze”
A lui venne da sorridere ripensando a una frase che le aveva detto molto tempo prima “perhaps you just want to know the monster’s weaknesses” quanto si era sbagliato.
“Allora, come mai quelle cartoline..?”
Si sedette facendo un gesto di arresa: “ sapevo che per trovare Bae avrei dovuto aspettare che la maledizione fosse spezzata, lo sapevo prima della maledizione e lo sapevo dopo. Lo sapevo razionalmente ma una volta qui, la sola idea che io e Bae fossimo entrambi nello stesso mondo e che io non potessi cercarlo mi faceva impazzire. Cercai di calmarmi ma poi venne il Natale e con il Natale tanti ricordi; io e Bae facevamo sempre tante cose insieme, lo portavo in paese, gli compravo un regalo se avevo i soldi. La mattina di Natale gli preparavo una colazione speciale, risparmiavo molto per fargli trovare anche un po’ di cioccolata, un dolce… e se lui voleva lo accompagnavo alla festa in paese la sera, anche se io non potevo rimanere lì a lungo, per via della mia pessima reputazione prima e poi, bè perché tutti mi temevano.”
Belle lo guardava, concentrata su ogni singola parola. Era la prima volta che lui le parlava davvero di Bae, dei suoi sentimenti nei confronti di suo figlio e non voleva perdersi una sillaba, voleva esserci per il suo uomo.
“Insomma per farla breve a Natale decisi di fare un folle tentativo, inviare una cartolina di Natale a Bae. Sapevo che probabilmente aveva perfino cambiato nome e sapevo che non gli sarebbe mai arrivata, ma una flebile speranza rimaneva. E ogni volta che la cartolina tornava indietro pensavo che forse l’anno dopo sarebbe andata meglio, che forse per un miracolo sarebbe arrivata a lui e che avrebbe saputo…avrebbe saputo che lo cercavo, che gli volevo bene e che lo scopo della mia vita era trovarlo di nuovo. Abbracciarlo di nuovo e…” l’impassibile e calcolatore Mr. Gold stava davvero facendo del suo meglio per non far scendere una lacrima ma non poté evitare che la voce si incrinasse un po’ e che gli occhi si inumidissero.
Belle gli si avvicinò lentamente e prese le sua mani tra le sue. Lui le sorrise
“so a cosa stai pensando, sono stato uno sciocco, era ovvio che non gli sarebbero mai arrivate” Belle gli rivolse uno sguardo pieno di dolcezza
“a dire la verità stavo pensando che fino ad ora non avevo mai capito davvero quanto ami tuo figlio…mi dispiace aver preso quelle cartoline, non ne avevo il diritto”
“non è colpa tua, proprio non puoi fare a meno di essere curiosa di tutto…”
Belle ridacchiò e lo guardò divertita, rendendosi conto che i suoi sforzi per non fissare l’apertura dell’accappatoio si erano vanificati nel momento in cui si era seduta al suo fianco. Gli si avvicinò e posò le labbra sulle sue, passo una mano tra i suoi capelli ancora bagnati e sentì il magione inumidirsi a contatto con l’accappatoio.
“sai dearie” disse lui staccandosi dal bacio, non senza un po’ di dispiacere “ vorrei davvero continuare questa conversazione, ma, come ti dicevo ieri, questo divano è decisamente scomodo…”
“e quale soluzione proponi per questo terribile problema?”
“a discapito del mio ginocchio dolorante propongo di trasferirci di sopra in camera…”
“mmh non credo, l’hai detto tu stamattina che abbiamo un sacco di cose da fare oggi”
“ho detto così?”
“proprio così. Ora vai a metterti qualcosa di presentabile e poi torna qui per aiutarmi a fare l’albero e per cucinare”
“e da quando comandi l’Oscuro?” disse accompagnando la frase con un gesto teatrale
“ah bè, certo, a meno che tu non voglia che io inizi a cucinare da sola..”
“non correrei mai questo pericolo!”
Belle non riuscì, come al solito a recitare la parte dell’offesa troppo a lungo dato che lui le posò un bacio delicato sul collo prima di salire a cambiarsi.
Era la sera dell’8 dicembre e sulla piccola città di Storybrooke nel Maine iniziavano a scendere i primi fiocchi di neve.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE: Innanzitutto chiedo scusa per la parte sulle cartoline, in teoria Gold non ricorda nulla fino all’arrivo di Emma, lo so, però ci tenevo a mettere qualcosa che facesse capire quanto lui ami suo figlio e quanto fosse disperato per non averlo… se proprio l’idea non vi piace chiedo umilmente scusa :D
Inoltre temo che Gold sia un po’ OOC  in questo capitolo, cercherò di evitarlo nel prossimo.
Nel prossimo ci sarà più spazio per Belle e Gold a casa insieme senza intrusi, ma poi scriverò sicuramente della festa a casa di Ruby con tutti gli altri, se non nel prossimo capitolo in una one shot a parte
Grazie a chi ha recensito, messo la storia nelle preferite/ricordate/seguite.
Se mi lasciate una recensione mi fate tanto tanto felice ;) 

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Capitolo 3
*** di panettoni e magie ritovate ***


3 CAPITOLO


Mr. Gold scese le scale con indosso una vecchia camicia sul beige e pantaloni blu scuro. Belle pensò divertita che perfino in casa, conciato così, riusciva ad essere elegante. Un aspetto del nuovo Rumpel che non poteva non apprezzare. Lei si era infilata un maglione piuttosto lungo e delle calzamaglia pesanti, lo stava aspettando con la sua tazza da tè in mano.
“Ecco qui, il tuo tè, molto carico, come ti piace, e con poco zucchero”
“e la casa non è andata a fuoco, sono colpito dearie!”
Lei gli diede un leggero colpo sulla spalla facendo una smorfia piuttosto buffa. Lui la guardò divertito mentre prendeva un lungo sorso di tè.
“Da cosa vorresti cominciare allora?”
“facciamo l’albero come prima cosa!”
Iniziarono a tirare fuori l’albero dalla confezione e lo posizionarono nella sala, tra la televisione e un mobile in legno pregiato che, Belle lo avrebbe scoperto in seguito, proveniva dalla bottega di Marco, alias il laborioso Geppetto. Raramente Mr. Gold accettava che i pagamenti venissero effettuati non in contanti ma quel prodotto di artigianato lo aveva affascinato a tal punto da trasgredire la sua regola basilare, e così aveva chiuso un occhio sul ritardo nell’affitto del papà di Pinocchio prendendosi in cambio quel gioiello di legno di ciliegio, che ora abbelliva il suo salotto.
Belle aprì lo scatolone di Mary Margareth e iniziò a passare palline rosse a Rumpel, che, un po’ goffamente, le sistemava sull’albero.
“Guarda che da quella parte ne hai messe pochissime! Sono tutte da un lato solo!”
“Ma è perché quel lato sarà rivolto verso il muro, non lo vedrà nessuno dearie…”
“non è un buon motivo per non riempire anche quel lato!”
Andarono avanti un bel po’ discutendo di questioni abbastanza futili ma in cuor suo Mr. Gold pensava che non c’era nulla di più bello al mondo del potersi preoccupare di problemi inutili. Dopo tutti i drammi che lui e Belle avevano passato poter litigare su come posizionare gli addobbi di Natale gli sembrava un sogno, tanto che la diede vinta a Belle e seguì i suoi consigli su come posizionare al meglio le palline rosse e i nastri dorati.
Terminato il loro capolavoro si allontanarono per osservarlo nell’insieme e, soddisfatti, si spostarono in cucina per preparare la cena.
“Cosa prepariamo Rumpel?”
“pizza direi…ma non prendere iniziative, dearie, segui le mie istruzioni…”
Belle sbuffò divertita, era consapevole di non essere proprio un asso nella cucina, non lo era già nel vecchio mondo, figurarsi in questo. Rumpelstilskin faceva di tutto per mascherare le smorfie che gli venivano istintivamente dopo aver assaggiato le zuppe che lei gli preparava la sera al castello oscuro, ma lei era piuttosto sveglia e non aveva impiegato troppo tempo a capire di non essere proprio uno chef di prima qualità.
Abbracciandola da dietro Gold dirigeva i suoi movimenti, sussurrandole all’orecchio gli ingredienti da aggiungere all’impasto e sfiorando le sue mani che modellavano la pizza.
Il risultato fu delizioso e Belle tentò di prendersi il merito che Rumpel, divertito dalla sua insistenza, le concesse con un bacio, trascinandola sul divano per esigere il massaggio che gli spettava. 
 
 
 
“mi avevi promesso una storia!”
“dov’è che l’ho già sentita questa?”
“molto divertente. Dico sul serio, sono molto curiosa!”
“non l’avrei mai detto!”
Il massaggio che Belle gli stava facendo al ginocchio diventò improvvisamente molto più doloroso e Gold capì che era il caso di parlare
“d’accordo, d’accordo, ti racconto!”
“meglio…”
“c’era una volta..”
“come inizio promette bene”
“non sei una grande ascoltatrice dearie”
“scusa, scusa, ora taccio”
Rumpelstilskin sorrise, e riprese a narrare
“dunque, dicevo, c’era una volta un grande mago oscuro, il più potente di tutti.” Belle si accigliò, megalomane come sempre, ma lui ignorò l’occhiataccia e continuò. “egli stringeva accordi con chiunque andasse a chiedergli aiuto ma questi accordi riusciva sempre a rivolgerli a suo favore. Un giorno arrivarono nel suo oscuro castello tre fate. Non erano fate molto potenti e nemmeno molto sagge, anche se la loro età avrebbe potuto suggerire il contrario, se lo fossero state non sarebbero andate da lui. In ogni caso le accolse e si informò sul motivo della loro visita; per dire la verità egli già sapeva i loro nomi e cosa le aveva spinte in quel luogo che terrorizzava i più, ma amava spingere chi andava da lui a ricercare le sue ragioni più profonde, a capire cosa volevano davvero. Flora, Fauna e Serenella, questi erano i loro nomi, cercavano disperatamente aiuto per proteggere la loro protetta, la principessa Aurora, la seconda fanciulla più bella del reame”
“seconda?”
“il primo posto per me è già occupato, dearie”
Belle sorrise dolcemente, adorava il suo modo di farle complimenti, sfuggente e non sdolcinato, ma molto sincero.
“Dunque, la suddetta fanciulla era stata colpita da una maledizione di Malefica, entro il suo sedicesimo compleanno sarebbe morta, pungendosi con un arcolaio.”
“Morta? Che cosa aveva fatto Aurora a Malefica per meritarsi questo??”
“Molti credono che il motivo fosse il non aver ricevuto un invito per la festa per la nascita della bambina, ma in realtà i motivi dell’astio di Malefica sono più profondi e antichi, sarebbe lungo spiegarli ora. Diciamo solo che cattivi non si nasce, si diventa.”
“Dovresti pubblicare un libro con le tue citazioni preferite”
“Un giorno forse lo farò dearie. Dunque le tre fate cercavano un rimedio, ma l’unica cosa che potei fornire loro fu una contromaledizione. La ragazza non sarebbe morta pungendosi, ma si sarebbe addormentata di un sonno profondo, da cui solo il bacio del vero amore avrebbe potuto risvegliarla”
“molto romantico”
“sono un fan del vero amore, dearie, lo sai”
“e cosa chiedesti in cambio?”
“una nuova ragazza per le pulizie”
Gold per poco non fu soffocato dal cuscino che si ritrovò in faccia
“Belle scherzavo dai! Ahi!”
“Umorismo da…da…da Rumpelstilskin!”
“e da chi se no, dearie?”
“umpft”
“dai, vieni qui”
La spostò prendendola per la vita fino al divano, accanto a lui e la fece sdraiare su di lui. Poi, passando una mano tra i suoi capelli continuò il racconto.
“Alle fate chiesi il modo per trovare quel buono a nulla di Spugna…ma questa è un’altra storia.”
“finisce qui?”
“ti aspettavi di più?”
“bé…Sì”
“Uhm, fai bene in effetti… Diciamo che ci siamo rivisti in altre occasioni. Non so per quale assurdo motivo si affezionarono a me, e non potevo farci nulla”
“ammettilo, ti sono simpatiche”
“non le trovo troppo sgradevoli, tutto qua”
Belle si girò e gli passò dolcemente una mano sul viso
“sono felice che Ruby ci abbia invitati alla festa…”
“io ne avrei fatto a meno…”
“ci divertiremo invece, ci sono tutti!”
“la connessione mi sfugge, ma se lo dici tu ci credo!”
 
Il primo 8 dicembre di Belle si concluse così, addormentata sul divano tra le braccia di Gold. E in quel momento lui seppe che l’indomani la gente di Storybrooke avrebbe trovato una tazzina da te sull’albero di Storybrooke. Perché questo era lui, davvero.
 
24 DICEMBRE, ore 21:00
 
 
 
“Oddio Belle, ma questo dolce ha un profumo delizioso! Non avevo idea che fossi una cuoca così esperta, soprattutto con la cucina di questo mondo…” l’esclamazione che Granny aveva lanciato sollevando il naso dal vassoio che Belle aveva portato alla festa non passò inosservata e in molti si avvicinarono per complimentarsi con Belle, la quale però non si sentì di ricevere lodi non dovute:
“veramente l’ha preparata Rumpel…io l’ho solo aiutato un pochino…” dire che all’affermazione di Belle calò il silenzio sarebbe riduttivo.
“Belle è troppo modesta, mi ha aiutato parecchio in realtà…”
“non avevo idea che ora fossi anche un cuoco Rumpel” un tono così volutamente sarcastico non poteva che provenire da Regina, la quale, come se non bastasse lanciò anche un’occhiata ironica al suo amico-nemico di sempre.
“Vivendo per 28 anni da soli ci si abitua ad arrangiarsi, your majesty, anche se il mio pandolce non può di certo competere con le tua lasagne”
“no, di certo. In realtà devo ancora capire cosa ci fai qui, oltre a commuovere tutti con dolci appena sfornati.”
“li ho invitati io” Ruby si fece avanti. Non sopportava la presunzione di Regina, cosa pensava, di essere l’unica cattiva a meritare un po’ di fiducia?
“bene, visto che siamo tutti qui, direi di iniziare a mangiare!” intervenne David, nell’intento di bloccare una discussione proprio la vigilia di Natale.
 
Gli abitanti di Storybrooke giravano per la stanza alla ricerca di qualcosa con cui riempire i deliziosi piattini di plastica che Ashley aveva portato, scusandosi di non essere riuscita a cucinare nulla. E non c’era che l’imbarazzo della scelta, i Tacos di Emma, le lasagne di Regina, gli stuzzichini dei nani, il pandolce di Gold e il tronchetto di Natale che avevano preparato insieme Marco e Archie.
Non si vedeva un atmosfera così rilassata da anni ormai, come se il passato potesse essere dimenticato, almeno per il tempo della Vigilia.
 
 
 
Gold ascoltava distrattamente il panegirico di Archie su quanto Pongo fosse migliorato nelle sue abitudini canine da quando la maledizione era stata spezzata; la sua attenzione era tutta sull’adorabile vestito di Belle, rosso con fantasie sul nero, aderente fino alla vita e con la gonna un po’ svasata. Lei sorrideva e parlava con tutti, ma quando si accorse dello sguardo di Rumpel posato su di lei gli sorrise di rimando.
“I cani sono animali fedeli, dr. Hopper, una volta che gli insegni qualcosa non lo dimenticano. Ora scusi, ma devo proprio andare ad assaggiare le lasagne di Regina”
Qualunque scusa sarebbe andata bene ma le lasagne lo attiravano veramente, così poggiò il bastone al tavolo e mise in un piatto la dose che si era tagliato.
“vedo che i miei consigli hanno dato il loro frutto..”
“consigli d’amore del principe azzurro, come potrebbero non funzionare?” Gold adorava stuzzicare David Nolan, in quanto lo riteneva uno sciocco, ma Rumpelstilskin stimava Charming. Doveva ancora trovare un equilibrio tra i due lati del suo essere, come tutti d’altronde.
Charming sorrise, sapeva che contro quel sarcasmo tanto valeva arrendersi.
“la tratti bene Mr. Gold, è molto fortunato.”
“un altro consiglio sentimentale dal principe azzurro. Mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi un così grande privilegio”
David scosse la testa sorridendo e tornò da Snow che tagliava una torta di verdure spiegando la ricetta ad Ashley.
 
 
Belle era un po’ la star della serata e non c’era da stupirsi. Era bellissima, solare e sempre sorridente. Non la conosceva nessuno nel vecchio mondo e in questo aveva subito forse la punizione peggiore di tutti quanti. Insomma era un mistero da scoprire, senza contare che era innamorata di Rumpelstilskin, e andava quindi verificato se fosse pazza o sotto incantesimo. Lei rispose alle domande di tutti, rassicurando chiunque glielo chiedesse che no, non era sotto una maledizione o imprigionata, era solo innamorata dell’uomo temuto dall’intera popolazione di Storybrooke.
Esausta dalla sfilza di domande fu lieta di sentirsi tirare la gonna da Henry.
“ehi! Ti stai divertendo?”
“Molto! E tu?”
“Non so…sai destreggiarsi tra due mamme non è facile…”
Belle si intenerì, ricordava molto bene il dolore nella perdita di sua madre e quanto ancora le mancasse.
“Lo immagino, ma pensa che sei fortunato, c’è chi non ha nemmeno una mamma, tu ne hai addirittura due! E una di loro è anche simpatica…”
“non è difficile capire a chi ti riferisci..”
“scusami, solo faccio fatica ancora a perdonare Regina. Ho ancora gli incubi per tutti quegli anni in isolamento e la prigionia nel suo castello, nel vecchio mondo, è stata orribile. Ma se tu dici che sta cambiando io ci credo. Insomma, chi meglio di me può sapere che per tutti c’è una seconda possibilità?”
Henry sorrise a 32 denti
“Grazie Belle… se puoi crederci tu, forse possono farlo anche gli altri, voglio dire, tu sei una di quelli che lei ha ferito di più…”
Belle gli scompigliò dolcemente i capelli.
“Hansel e Gretel ti stanno chiamando, sai credo che abbiano in mente qualcosa..”
“Allora vado…ciao Belle!”
La ragazza sorrise tra sé, aveva sempre amato i bambini, era come se avesse una connessione speciale con loro, forse perché lei aveva conservato una specie di curiosità e freschezza propria di una bambina.
 
 
“Mr. Gold”
“vedova Lucas…”
“saltiamo i convenevoli, il suo pandolce è squisito e io vorrei la ricetta”
“oh, temo di non poterla accontentare, è una tradizione di famiglia”
Granny si chiese di quale famiglia stesse parlando ma poi sbottò
“non faccia il difficile Gold, con lei tutto ha un prezzo, qual è quello della ricetta?”
“se proprio insiste una cosa ci sarebbe”
“dica”
“sorrisi”
“come, prego?”
“voglio che mi sorrida, ogni volta che io e Belle veniamo a mangiare qui, che sia gentile con me”
“e a lei cosa importa? Cosa gliene viene?”
“non lo faccio per me”
Granny sospirò, seguendo lo sguardo di Gold fino alla ragazza che illuminava la sala con il suo sorriso. Chissà cosa ci trovava in quel succhiasangue, lei sembrava una fanciulla deliziosa.
“e va bene, abbiamo un patto, Mr. Gold”
“le porterò la ricetta, è un piacere fare affari con lei.”
La nonna di Cappuccetto Rosso si allontanò borbottando e Gold la guardò divertito. In fondo, ma proprio in fondo, Belle aveva ragione. Presa a piccole dosi la compagnia degli abitanti di Storybrooke poteva non essere troppo spiacevole, ma solo a piccole dosi.
“Un penny per i tuoi pensieri”
La delicatezza di Fauna lo colse di sorpresa
“i miei pensieri valgono ben più di un penny, cara, ormai dovresti saperlo. Ad ogni modo pensavo che non vedo l’ora che arrivi mezzanotte in modo da poter tornare a casa con Belle”
La fatina ridacchiò
“è buffo scoprire che il Signore Oscuro non sa mentire…”
Gold si limitò a guardarla male ma non le rispose.
“le tue compari?”
“sistemano i cioccolatini sulla teglia in cucina, ne abbiamo fatti moltissimi!”
“erano piuttosto buoni quelli dell’altro giorno”
“dovresti venire a trovarci più spesso”
“è possibile che accada con Belle…”
Il rumore di un cucchiaino sul bicchiere richiamò l’attenzione. Si preparò mentalmente ad un discorso strappalacrime dei Charmings, del genere “We will always find each other” e sciocchezze del genere. Per cui fu molto sorpreso quando a prendere la parola non fu David ma Ruby.
“Vorrei dire solo poche parole stasera. Innanzitutto grazie di essere qui con noi, per festeggiare tutti insieme il primo Natale da quando la maledizione è stata spezzata.” Il discorso fu interrotto da un breve applauso entusiastico.
“E vorrei proporre un brindisi, per ricordare tutto ciò di cui dobbiamo essere grati oggi. Brindiamo a Emma, la nostra unica speranza, che non ci ha deluso. A Henry, che con coraggio ha testimoniato la verità, ci vuole fegato a dire le cose come stanno quando nessuno ti crede. A Snow e Charming, che anni fa fecero la scelta giusta, privandosi della loro bambina per il bene di tutti. A Regina, che ha salvato Emma e Snow, dandoci prova del fatto che possiamo fidarci di lei. E infine anche alle nuove amicizie, a Belle, che mi ha ricordato che tutti meritano una seconda chance. E a tutti noi, fieri di essere sia cittadini di Storybrooke, sia della Foresta Incantata.”
Tutti sollevarono il bicchiere commossi, nessuno si aspettava parole così toccanti dalla giocosa Ruby, a volte era difficile ricordare quanto ciò che aveva vissuto nel vecchio mondo l’avesse resa profonda.
La festa continuò in allegria ben dopo la mezzanotte, in un’atmosfera paradossalmente più magica di quanto non lo fosse mai stata nella Foresta Incantata.
Gold chiacchierava con Aladdin mentre Jasmine e Belle iniziavano a scoprire quante cose avessero in comune, figlie di re, papà un po’ iperprotettivi e un amore considerato “sbagliato” dai più.
Mentre si allontanava per fare il tris di tronchetto di Natale (i dolci erano il suo punto debole, decisamente, sperava solo che Rumpel non lo capisse troppo presto) Belle si sentì lambire i fianchi e il delicato profumo del dopobarba di Gold le entrò nelle narici. Sorrise.
“è un rapimento?”
“usi sempre le parole più sgradevoli, dearie, prima chiami la tua bellissima camera una cella e ora un semplice invito a abbandonare la sala con me un rapimento…”
“diciamo che le formalità non sono il mio forte” rispose la bella ridendo.
“Pensavo che dovremmo andare a casa, sai, scartare i regali, guardare l’albero, baciarsi sotto il vischio..”
“bere una cioccolata calda…?”
“comincio a pensare che tu abbia un debole per i dolci, cara”
“affatto! Solo la prepari molto bene..”
“bene, allora soddisferò questo tuo desideri, e molti altri, a casa però…”
 
 
 
Salutati tutti gli amici, Belle gioiosamente, Gold sperando che nessuno iniziasse una nuova, noiosa conversazione, i due uscirono dal locale e si diressero verso casa.
“ammetti che ti sei divertito”
“non mi sono annoiato troppo dearie…”
“dovresti proprio smetterla con queste negazioni doppie!”
“e tu dovresti smettere di sembrare troppo bella, eri meravigliosa stasera”
“stasera?”
“sempre”
 
“sai cos’ho notato dearie?”
“cosa?”
“da quando è iniziato il Natale non mi hai ancora baciato.”
Belle rimediò presto, e le loro labbra non si staccarono fino alla porta di casa.
Gold pensò che probabilmente era proprio questa la magia del Natale di cui parlano sempre le pubblicità di panettoni. Ammise a sé stesso, ma solo a sé stesso, che in fondo preferiva questa, di magia, alla sua.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE (SPOILER 2X12): non sono impazzita, so che Natale è passato da un pezzo ma ci tenevo a concluderla e soprattutto a scrivere della festa di Ruby, avevo bisogno di coccole rumbelle dopo la 2x11 (depressione) e le scene strappalacrime della 2x12 (NO la tazzina non si è rotta. Nonono) . Regina non mi ha mai fatta impazzire perché non ho mai trovato molto proporzionate le sue azioni alle sue motivazioni, diversamente da Rumpel (insomma se il tuo obbiettivo è ritrovare tuo figlio puoi anche fare molte cose discutibili, ma non puoi avercela tutta la vita con Snow perché a 6 anni involontariamente ti ha ferita!) però però nella 2x10 era troppo cucciola…così alla festa c’è pure lei, insomma se Emma ha deciso di invitarla chi sono io per lasciarla a casa? Spero che nessuno sia troppo OOC, ma, nel caso, fatemelo notare, così la prossima volta mi correggerò. In ogni caso, spero che vi piaccia la conclusione di questa storia e le recensioni sono sempre gradite!

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