Alex, Il Pendolo del Tempo.

di Caster_Gamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti voglio bene...nonna. ***
Capitolo 2: *** Il Carillon ***
Capitolo 3: *** Sogni? ***
Capitolo 4: *** Guai. ***
Capitolo 5: *** Spiegazioni ***
Capitolo 6: *** Ci credi? ***
Capitolo 7: *** Casa Hook ***
Capitolo 8: *** Fidarsi: giusto o sbagliato? ***



Capitolo 1
*** Ti voglio bene...nonna. ***


Erano passati due anni, due lunghi anni da quella notte.

Nessuno di loro aveva fatto troppo caso al tempo che passava, si divertivano a stare in quella casa e ormai non nominavano mai il vero motivo per cui erano lì.

I tre ragazzi avevano frequentato la scuola, Ryan e Mark l'avevano già terminata l'anno precedente ma non avevano deciso di continuarla.

Peter invece, era nella stessa classe di Alex che sembrava essere cresciuta parecchio.

I capelli neri e mossi non erano più lunghi come prima, li aveva tagliati e adesso li aveva appena sotto le spalle. Anche le sue curve si erano rassodate, adesso era una vera donna! O almeno così diceva nonna Kate.

Quella era una delle tante domeniche, Alex era nella sua camera distesa sul letto intenta a leggere uno dei suoi Manga preferiti, da quando era tornata aveva cominciato a leggerli e ad appassionarsi al Giappone.

Improvvisamente udì il rumore di un tuono e abbassò la serranda della finestra accendendo così il lume sul comodino vicino al letto, tornò a distendersi continuando a leggere.

Dopo un po' qualcuno bussò alla porta e con un accennato “Avanti” sentì il rumore della maniglia.

La porta si chiuse nuovamente e accanto a lei si sedette qualcuno con dei capelli biondi.

« Sei sempre a leggere questa cretinata! Perché non vieni di là invece? »

« Saranno affari miei quello che leggo, sì o no? E poi, non è una cretinata! E' la storia più intrecciata e intelligente che abbia mai seguito, è interessante e poi...i personaggi sono così belli! »

Per poco non sbavò sulle pagine del Manga.

Lui sbottò a ridere e si distese accanto a lei indirizzando però lo sguardo al tetto.

« Se fossi come uno di loro sceglieresti me? » domandò facendo un sorriso.

Lei trasalì. Che scema...ci pensavano ancora.

« Può essere...ma non pensarci tanto, è impossibile! » esclamò strizzandogli l'occhio

« Come vuoi. » chiuse gli occhi rimanendo immobile.

Alex iniziò a fissarlo, non aveva mai sopportato i ragazzi con i capelli biondi, eppure lui era diverso...non era il solito antipatico che crede di avere il mondo ai suoi piedi, non era nemmeno fesso!

Chiuse il libretto e si distese anche lei col petto all'insù.

« Finalmente! » esclamò lui guardandola « Non ne potevo più! »

« Ehi, dovresti provare a leggerlo, poi vediamo se non ne puoi più! »

« Non lo farò mai, solo solo perché piace a te! »

Gli fece la linguaccia tornando al suo posto.

« Tanto lo so che ti piaccio. » disse sorridente.

Mark arrossì e fece per aprire la bocca ma non disse nulla, quando ci riprovò riuscì soltanto a far uscire frasi sconnesse.

Lei sbottò a ridere voltandosi verso di lui.

« Certo che sei strano, sei forte e sicuro di te però...quando si tratta di esternare i tuoi sentimenti sei così impacciato...soprattutto se si tratta di quel tipo di sentimenti... » mormorò facendolo arrossire maggiormente « Forse...forse è proprio questo che mi piace di te. »

Il ragazzo per poco non esplose, così per evitarlo si mise in piedi rimanendo con lo sguardo rivolto verso la tenda.

« I-io vado di là... » balbettò

« Sì vengo anch'io! » anche lei si alzò per poi andare verso la porta « Allora, non avrai mica intenzione di rimanere imbambolato lì come uno scemo! » scherzò facendolo riprendere. Le fece una smorfia e la raggiunse seguendola poi fino al piano di sotto.

Seduto accanto al tavolo c'era Peter circondato dai bambini che sembravano ascoltarlo attentamente.

« E fu così che Capitan Uncino cadde in acqua ormai in fin di vita. » concluse facendo applaudire gli altri tre.

« Andiamo Peter! Avrai raccontato questa storia un miliardo di volte! » esclamò lei divertita avvicinandosi al ragazzo

« Sì ma il bello...è che il modo in cui la storia finisce è sempre diverso! » si difese sorridendo

« Beh, in effetti non hai mai raccontato la vera versione dei fatti... »

« Lo so, lo so...è che quella vera è così noiosa... » storse le labbra facendola ridere.

« Forse hai ragione, però qualche volta dovresti raccontargliela! »

« Mmm sì...forse un giorno... » mormorò.

« Sei il solito pallone gonfiato, possibile che non cambi mai? » commentò Mark facendo arrabbiare il biondo

« Ha parlato! » esclamò balzando in piedi

« Si ho parlato io, perché!? » si avvicinarono l'uno all'altro fulminandosi con lo sguardo.

« Ehi, non vorrete mica litigare adesso! » s'intromise la piccola Caroline mettendosi in mezzo ai due.

« E' lui che attacca briga! » si difese Peter indicando l'altro

« Beh, il fatto è che non sopporto i palloni gonfiati! » si gonfiò le guance facendo perdere le staffe al ragazzo.

« Adesso ti faccio vedere io! » gridò facendo per saltargli addosso, ma Alex lo allontanò.

« Non ho intenzione di pulire il macello che combinerete, perciò tu continua con le tue storie e tu...beh tu vai a fare qualcos'altro! » ordinò guardandoli entrambi

« Io non prendo ordini da te... » mormorò Mark voltando la testa dall'altra parte procurandosi uno sguardo accigliato.

« Hai ragione Alex, solo che certe volte la gente dovrebbe tenere la bocca chiusa... » anche lui aveva lo sguardo rivolto dalla parte opposta, ma il suo tono era sempre offensivo.

« Basta Peter, per oggi nessuno insulta nessuno! » lo rimproverò fissandolo male

« Ma...ma...cosa ho fatto io? » chiese innocente facendola ridere

« Sei sempre il solito bambino... » sussurrò lei senza farsi sentire.

« Cos'è tutta questa confusione? Stavo facendo un pisolino di là... » era nonna Kate che raddrizzandosi la schiena entrava nel salone.

« Nonna! Devi rimanere seduta a riposare! » esclamò la ragazza avvicinandosi a lei

« Mi è impossibile farlo con queste urla! E poi, per cosa mi hai preso? Sono forse una bambola di porcellana che non può nemmeno muoversi?! » l'ultima domanda aveva preso un tono offeso e la bruna sorrise dolcemente.

« Ma no, è solo che non voglio vederti con la schiena dolorante...adesso ti accompagno, Peter e Mark non faranno più tutta questa confusione! »

« Ci scusi signora Dawson. » dissero in coro i due ragazzi

« Io non conosco nessuna signora Dawson! » entrambi si guardarono per poi ridere

« Scusaci nonna! » esclamarono facendola sorridere.

« Bene, andiamo Alex. »

« Sì. »

La ragazza accompagnò la nonna fino alla sua camera, solo una volta che si distese sul letto le rivolse la parola.

« Mi raccomando, se hai bisogno di qualcosa chiamami! »

« Oh Alex...vorrei...vorrei tanto che tu scegliessi. » disse la nonna facendola sobbalzare

« Di che...di che parli? » chiese sedendosi accanto a lei

« Vedi, non rimarranno per sempre qui per te...E poi, non ti fa bene passare dell'altro tempo con tutti e tre. » spiegò

« Ma nonna...io non so chi »

« Oh sì che lo sai, la risposta è qui. » si toccò il petto « Solo che tu non riesci ancora a sentirla nonostante lei ti venga urlata incessantemente dalla tua mente. »

« Però io ho paura...e se facessi la scelta sbagliata? Non potrei più tornare indietro... »

« Saprai quando la scelta sarà quella esatta, e anche se non lo fosse...potresti sempre tornare indietro. »

« No invece...non potrò. »

« Ti dico di sì, ma io so che tu sai quello che devi fare...per questo non ci sarà bisogno di tornare indietro. »

Sembrava molto insistente sul fatto di poter tornare indietro, ma Alex non riusciva a capire a cosa si riferisse!

« Nonna...va bene come vuoi. Io ci proverò e se dovessi sbagliarmi...tornerò indietro. » decise che calarle la testa era la cosa migliore da fare in quel momento, ormai era anziana e probabilmente delirava...

Scosse la testa.

No ma cosa dici! Lei è tua nonna Alex...non perderà mai la testa!”

« Buon riposo allora. » le augurò alzandosi dal letto.

Si avvicinò lentamente alla porta, come se aspettasse di essere chiamata...

Nonna Kate si toccò il petto sobbalzando, spalancò gli occhi e chiamò la nipote ancora una volta.

« Alex... »

« Nonna! » corse verso di lei prendendole la mano « Che succede? »

« Nello scrigno...è tutto lì. »

« Scrigno? Quale scrigno!? »

« Se dovessi avere bisogno di aiuto lui verrà...ti basterà chiamarlo! Sarà sempre al tuo fianco...non preoccuparti, le sue orecchie... » rise.

« Nonna! Nonna che ti prende!? Di che stai parlando nonna! »

« Buona fortuna piccola, davvero una buona fortuna. »

« Nonna che dici!? Non lasciarmi nonna...IO TI VOGLIO BENE NONNA! »

« Anch'io te ne voglio...tanto. » mormorò.

I suoi occhi si chiusero lentamente, la presa che Alex teneva nella mano si faceva sempre più leggera e piano piano...una lacrima solcò il viso della nonna come suo ultimo segno di vita.

Alex spalancò gli occhi, non vedeva più niente. Era tutto confuso, le lacrime uscivano come impazzite.

Rimase lì in silenzio a guardarla, tenendo stretta la sua mano, aspettando che lei aprisse gli occhi.

« Nonna... » la chiamò in un sussurro.

Si inginocchiò a terra senza smettere di guardarla.

« NO! »

Urlò forte, anche i vicini l'avrebbero sentita. Forse le sue grida erano durate minuti, ore, giorni...o forse era soltanto una sua impressione.

Ma non le importava, sua nonna era morta...la sua raccontafavole preferita se ne era andata lasciandola lì da sola.

« Ti voglio bene nonna...ti voglio bene... »

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi tornata con la seconda parte, spero sia stato abbastanza buono come inizio e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!

Io aspetto le recensioni perciò per favore, ditemi ciò che pensate in modo da poter migliorare!

Tanti saluti da Sony22.

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Capitolo 2
*** Il Carillon ***


« Ricorderemo sempre con tanta gioia e malinconia i momenti passati con te. Ma quando la tristezza prenderà il sopravvento su di noi ci ricorderemo che adesso sei molto più felice di quanto lo potevi essere qui.
Addio, Katherine Carrow. »

Il parroco terminò il suo discorso facendo un lieve inchino con la testa, e chiudendo il piccolo vangelo che aveva in mano si avvicinò a zia Milly e zio Harry.

« Ci dispiace...non sappiamo che dire, davvero. » era stato Peter a parlare che con lo sguardo rivolto verso il basso si era avvicinato ad Alex insieme agli altri due.

Le lacrime cominciarono a solcarle le guance, ma cercò di reprimerle coprendo la faccia con il fazzoletto di seta che nonna Kate teneva sempre sul suo comodino.

I tre si guardarono, sembrava davvero distrutta e non sapevano che fare per tirarle su il morale.

« Vedrai che tutto si risolverà. La vita continua e nonna Kate sarebbe delusa dal tuo comportamento. » si fece avanti il bruno procurandosi un'occhiataccia dai due biondi.

« Ryan! » esclamò il suo nome per poi abbracciarlo « Hai ragione...è vero nonna Kate non mi approverebbe però...io le volevo bene...mi mancherà sempre! » urlò stringendogli la camicia nera.

« Però è anche vero, che un po' sarebbe felice. Sapere che ti preoccupi per lei... » le scappò una risata e lo strinse maggiormente.

Tirò su col naso per poi allontanarsi da lui e soffiarselo nel fazzoletto.

« Adesso come va? » chiese Peter facendosi dare due spintoni dagli altri due « Ehi ma che ho detto!? »

« Grazie a tutti e tre...vi ringrazierò presto, uno di voi in particolare. » li guardò per poi allontanarsi dai due zii.

I tre arrossirono, quello che aveva detto stava a significare che finalmente fra un po' avrebbe scelto! Sempre se già non aveva preso una decisione...

In realtà, ogni giorno pensavano al motivo per cui erano lì, solo che nessuno ne aveva mai fatto parola.

***

Quella sera era rimasta chiusa nella sua camera, non aveva mangiato e non lo faceva da due giorni ormai.

Fra qualche minuto nel salone avrebbero letto il testamento, ancora c'era qualcuno che li faceva e nonna Kate non poteva non essere tra i più rari!

Lei era sempre stata speciale, un carattere unico, viveva in un mondo tutto suo e probabilmente era questo che aveva fatto innamorare di lei suo nonno...

Sorrise e si asciugò le lacrime che erano cadute ancora.

Si guardò allo specchio per controllarsi e una volta che si dette una sistemata prese un bel respiro.

Non abbatterti, sii felice!”

Prese coraggio e scese al piano di sotto dove ormai tutti aspettavano soltanto lei.

« Bene, possiamo cominciare. »

L'avvocato si mise gli occhiali e schiarendosi la voce cominciò a leggere.

« Io, Katherine Carrow lascio tutto il mio denaro a mia figlia Milly Dawson e a suo marito Harry Watson, si trova tutto nel doppio fondo del mio armadio. »

I due zii si guardarono sbattendo più volte le palpebre, scuotendo la testa tornarono poi con lo sguardo rivolto verso l'uomo.

Era piuttosto unica quella scena, da immortalare con una macchina fotografica! O almeno così pensava Alex che non riusciva ancora a credere di ascoltare le parole di un testamento, non era solito ormai vederne uno.

« Do i miei libri di favole alla mia nipotina Caroline Watson, che saprà farne buon uso conservandoli con amore e premura come facevo io. » la piccola sorrise asciugandosi una piccola lacrima che le era appena scappata.

« Affido le auto da collezione che mio marito mi ha lasciato a Torn e James Watson, loro le laveranno con cura e sapranno giocarci come nessuno riusciva. » i due bambini balzarono giù dalla sedia dandosi il cinque, anche loro avevano pianto, si notava dagli occhi rossi.

« Ai miei nipoti adottivi invece, che sono Peter, Ryan e Mark » i tre nominati raddrizzarono la testa « affido i tre anelli che stanno sempre sopra al mio comò, ognuno di loro saprà scegliere con cura il colore adatto. » l'avvocato fece un sospiro « E infine, lascio il mio tesoro più prezioso ad Alexandra Jessica Dawson, che ultimamente ha preso il cognome Watson. Questo tesoro, è il carillon che sta sempre in bella vista sul comò, circondato dai tre anelli, la chiave si trova nel primo cassetto del mio comodino. Usalo con cura piccola mia. » avvolse il foglio posandolo sul tavolo « Con questo si conclude il testamento. » annunciò l'uomo iniziando a conversare con i due zii.

I bambini corsero a prendere ciò che gli era stato lasciato in eredità e i quattro ragazzi salirono lentamente nella camera da letto della deceduta.

Quando entrarono, nessuno dei maschi osò toccare per prima gli anelli, aspettavano che Alex prendesse il carillon e così fece.

Una volta tra le mani si accorse che si trattava di uno scrigno.

Lo osservò a lungo, dopodiché prese la chiave nel cassetto e si sedette sul letto.

« Su, prendete gli anelli, non vi mangeranno mica! » esclamò sorridendo.

Ryan si fece avanti sedendosi accanto a lei.

« Il fatto che tua nonna ci abbia lasciato qualcosa ci ha stranito. » disse guardando intensamente l'anello con la pietra nera.

« Anche a me. » concordò senza distogliere lo sguardo dallo scrigno

« Beh...io prendo quello con la pietra verde. » avvisò Peter

« Io quello con la pietra blu. » s'intromise Mark

« Bene, a me piace quello nero. »

Tutti e tre presero gli anelli dei quali avevano parlato rimanendo a fissarli a lungo.

« Vado in camera mia. » Alex si alzò avvicinandosi alla porta

I ragazzi annuirono e così lei tornò nella sua stanza.

Posò lo scrigno sul comodino e chiudendo la finestra si mise il pigiama, infine si distese sotto le coperte rannicchiandosi per bene.

Che strano oggetto...prima di morire mi aveva parlato di uno scrigno...”

_« Nello scrigno...è tutto lì. »

« Scrigno? Quale scrigno!? »

« Se dovessi avere bisogno di aiuto lui verrà...ti basterà chiamarlo! Sarà sempre al tuo fianco...non preoccuparti. Le sue orecchie... » rise._

Chi sarà mai questo lui...? Mah...forse era solo un delirio e”

Scosse la testa.

Scema...era tua nonna, sai che le stranezze facevano parte della sua vita, forse era un amico con delle orecchie a sventola? O forse per scoprirlo dovrei semplicemente aprire il carillon...”

Si mise seduta sul letto e prese l'oggetto in questione.

Mise la chiave nella toppa girandola in senso orario. Mentre lo faceva, sentiva degli scricchiolii, probabilmente era la carica che lo faceva funzionare.

Improvvisamente sentì un piccolo tonfo e lo scrigno si aprì.

 

Luna e stelle,

le notti più belle.

Piccola mia, non pianger più

io son qui, non andare giù.

Elfo buono, elfo cattivo,

non dormir, sono vivo.

Le tue notti dipingerò,

di felicità e ti amerò.

Io sono qui, sola non sei,

sempre con te, rimarrei.

Le tue notti rallegrerò,

sempre bene, ti vorrò.

Piccola mia, non pianger più,

io son qui, non andare giù.

 

A cantarla era stata una voce maschile dolce e armoniosa, e mentre si propagava nelle sue orecchie poteva vedere una coppia danzare in tondo. Era la tipica immagine da carillon, una principessa e un principe. Questo però aveva le orecchie a punta...che fosse quello di cui parlava sua nonna?

Comunque, ricordava quella canzone, sua nonna gliela cantava spesso e subito dopo si addormentava profondamente.

Prima di chiudere gli occhi però, vedeva una strana luce, ma non ci faceva mai tanto caso.

Scosse la testa, chiuse il carillon posandolo nuovamente sul comodino.

Ritornò sotto le coperte e chiuse gli occhi.

Percepì una forte luce proveniente dalla sua finestra, si voltò verso di essa aprendo nuovamente gli occhi tenendoli però stretti. Poggiò il braccio sulla fronte per avere più ombra ma non funzionò: la luce era eccessivamente troppo forte.

Intravide una figura scura, sembrava normale, l'unica cosa che la differenziava erano delle orecchie a punta.

Non spalancò gli occhi solo perché non ne aveva la possibilità, ma indietreggiò posando le spalle al muro, sentì una stretta sicura prenderle il braccio e nella sua mente qualcuno sembrava parlarle...

« Sei fatta grande...era da così tanto tempo che non ti vedevo... »

« M-ma chi sei!? »

« Non avere paura, mi chiamo Neal. Non mi conosci ma...io sì. Tua nonna era così felice quando dormivi in casa sua...La prima volta che ti ho visto avevi soltanto cinque anni! Com'eri carina! Sono contento di poterti parlare adesso... »

« P-p-parlare? »

« Beh, per adesso sei troppo affaticata per aprire la bocca, respiri a malapena e poi...non senti gli occhi appesantirsi? »

In effetti si stava sforzando, voleva però continuare a parlare con quella figura...

Ma alla fine non riuscì più a controllarsi e cadde sul letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi con il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto anche questo! Se volete sapere con chi ha parlato Alex non vi resta altro che continuare a seguirmi ^^

Ps. Ringrazio tutti quelli che hanno continuato a seguire la Seconda Parte, tanta gratitudine per voi! =)

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Capitolo 3
*** Sogni? ***


« Dici che devo svegliarla? »

« Non ce n'è bisogno, sta già cominciando a riprendere conoscenza. »

Una voce femminile e una maschile si fecero sentire alle orecchie di Alex che cominciò ad aprire lentamente gli occhi.

« Ecco, vedi? » a parlare era stata una strana ragazza con un vestito verde che si toccava la lunga treccia castana, delle orecchie a punta la fecero stranire e si mise velocemente seduta.

« Assomiglia così tanto a sua nonna! » esclamò nuovamente unendo le mani sotto al mento. Sembrava contenta, forse emozionata di poterla vedere in volto.

« Già...sono così simili... » il ragazzo aveva dei capelli bianchi corti e mossi, anche lui aveva le orecchie a punta allungate e i suoi abiti erano piuttosto insoliti.

« Si può sapere chi siete voi due!? » domandò Alex senza essere troppo gentile.

La strana ragazza si mise in piedi poggiando la mano al petto.

« Il mio nome è Ninfabella. » si presentò con enfasi, alla bruna scappò un sorriso.

« Io mi sono presentato prima, sono Neal. » disse quello accanto rimanendo seduto su una sedia verde che sembrava realmente composta da rampicanti.

« C-cosa siete? Degli Ufo? »

« Dei cosa!? » la castana arricciò il naso « Io sono un elfo! »

« El...elfi?! » analizzò la parola. Sì, aveva proprio detto “elfo”!

« M-ma che volete da...da me? » chiese indicandosi

« Tu mi hai chiamato, probabilmente l'hai fatto inconsapevolmente ma...mi hai pur sempre chiamato. » spiegò il ragazzo.

Sicuramente, far funzionare il carillon era il metodo per farlo venire da lei.

« C-capisco. » li guardò entrambi uno alla volta.

« Tua nonna è morta...vero? » la ragazza dalla lunga treccia castana si sedette nuovamente cominciando a fissarla in cerca di una risposta con i suoi occhi simili all'oro.

« Sì...voi la conoscevate? »

« Se la conoscevamo!? Questo mollaccione si era innamorato di lei, non poteva proprio accettare che crescesse! » lui le dette una gomitata per niente amichevole.

« Non ha tatto, perdonala. » mormorò guardandola « Tu quanti anni hai adesso? »

« Sedici. » rispose sorridendo « Ma vorrei...vorrei tanto averne di nuovo quattordici...così potrei comunicare prima la mia decisione... » ammise osservando i pollici che giravano tra loro.

I due elfi si guardarono per poi fissarla intensamente.

« Ho per caso detto qualcosa che non va? » domandò imbarazzata

« No è solo che... » esordì la castana accarezzandosi la treccia dall'alto verso il basso « se solo tu volessi noi potremmo... »

« Non dirlo! Rischiamo di essere uccisi! » la interruppe lui

« Sì però...sai che potremmo salvare il nostro mondo? »

« Preferisci rischiare la vita oppure rimanere come siamo ora? »

Lei sembrò guardarlo come se la risposta fosse ovvia, così il ragazzo sospirò portandosi una mano alla fronte.

« E' ora che Alex torni a casa. »

« No! Voglio vedere il mondo degli elfi! Insomma...da quanto si racconta voi siete degli esseri meravigliosi che vivono a contatto con la natura! » obbiettò Alex cominciandoli a fissare alternandosi.

« Pff » fece lei mettendosi a braccia conserte « Leggende... » mormorò tra se e se

« Passato semmai, non leggende! » la corresse

« E' lo stesso! »

« Non è lo stesso! »

« Noioso... »

Sospirò ancora, non sembravano andare molto d'accordo...

« Distenditi. » l'elfo pronunciò quelle parole come un ordine. La bruna si riscosse, non le piaceva essere comandata a bacchetta!

Era anche vero però, che non si trovava in un posto che conosceva bene, perciò fare quello che le dicevano era la cosa migliore.

« Sì. » si limitò a dire distendendosi.

« Adesso chiudi gli occhi, quando li riaprirai sarai a casa. »

Alex eseguì gli ordini e in effetti, quando aprì gli occhi vide il tetto della sua camera.

Si guardò attorno, era proprio tornata a casa.

È stato tutto solo un sogno...non esistono gli elfi.” pensò scuotendo il capo.

Erano già le sette del mattino, doveva sbrigarsi se voleva arrivare presto a scuola!

Andò in bagno e si lavò la faccia, indossò la divisa e scese al piano di sotto dove trovò già Peter fare colazione.

« Oggi sei in ritardo Alex! » esclamò sarcastico

« Lo so, è solo che ho fatto un bel sogno! » si sedette e cominciò a sorseggiare il latte.

« Che genere di sogno? »

« Parlavo con degli elfi, loro erano così...beh singolari come tipi, un ragazzo e una ragazza poco più grandi di me! Non sembravano andare molto d'accordo...so solo che conoscevano mia nonna e mentre parlavano lei aveva intenzione di dirmi qualcosa mentre lui...lui l'ha interrotta. Mi ha chiesto di distendermi e chiudere gli occhi, quando li aprii nuovamente ero nel mio letto. Sogno intrigante! Non trovi? »

Per tutto il racconto, lui era stato intento ad ascoltarla e solo quando terminò fece un sorriso.

« Chissà, magari non era tutto un sogno! » commentò

« Impossibile, è già tanto che Peter Pan vive in casa mia! » terminò di bere il suo latte e si pulì la bocca col tovagliolo.

« Forse...lo stesso fatto che io esisto dovrebbe farti pensare che magari possono esserci altre cose fantastiche che in realtà sono tutt'altro che inventate! » anche lui smise di mangiare e si pulì mettendosi poi in piedi « Ma sono punti di vista, ti dico soltanto che se dovessi fare un sogno simile allora...potresti anche crederci! » e dicendo questo salì al piano di sopra dove si chiuse nel bagno.

Lei scosse la testa, era convinta che fosse tutto un sogno e niente le avrebbe fatto cambiare opinione! Forse...

Quando Peter uscì dal bagno ci entrò lei per lavarsi i denti, una volta averli puliti per bene prese la cartella e insieme all'amico si diresse alla fermata del Bus Scolastico.

La mattinata passò in fretta, quando tornarono a casa pranzarono e poi ognuno andò a chiudersi nella sua camera.

Mark era uscito chissà dove da mezzogiorno, erano ormai le quattro del pomeriggio e non si era ancora fatto vedere! Alex cominciava a preoccuparsi...sì che aveva diciassette anni ma...aveva sempre timore per lui, come se da un momento all'altro potesse sparire per non tornare più...

Mentre era assorta in quei pensieri negativi, suonarono al campanello, la ragazza corse ad aprire la porta e trovò Ryan che teneva Mark per il colletto della camicia.

Aveva una brutta cera, un occhio nero e un labbro sanguinante.

« Cos'è successo!? » chiese preoccupata facendoli entrare

« Sai dove l'ho trovato? Qua davanti disteso a terra con le mani che premevano lo stomaco...si sarà litigato con qualcuno! » rispose il bruno facendolo sedere.

Alex guardò l'altro che teneva lo sguardo basso, non l'aveva mai visto ridotto in quel modo!

« M-Mark! Ma cos'hai combinato?! »

« Niente... » mormorò lui

« Non è possibile! Sei ridotto così male! » lo fissò a lungo fino a farlo infastidire, posò il gomito sul bracciolo del divano e sbuffò.

« Non mi sarei certo litigato con qualcuno senza una buona ragione... » disse sbattendo velocemente il piede a terra.

« E quale sarebbe la ragione? »

Le rivolse uno sguardo freddo, come se volesse congelarla.

Lei non riuscì a fissarlo negli occhi e guardò Ryan.

« Sei sicuro di non sapere nulla? » gli domandò seria

« L'ho trovato davanti la porta! Non so cosa ha fatto... »

« Capisco... » rispose abbattuta.

Si alzò e prese il braccio di Mark obbligandolo ad alzarsi.

« Tu vieni con me, devo medicarti le ferite! »

« Non c'è bisogno! » protestò lui cercando di liberarsi dalla presa

« Sì invece, oppure preferisci rimanere così per mesi invece che settimane? »

Il ragazzo roteò gli occhi per poi seguirla nella sua camera, dove una volta aver preso disinfettante, cerotti e bambagia, lei lo fece sedere sul letto per poi mettersi su una sedia di fronte a lui.

« Cerca di star fermo quando cominceremo! » si raccomandò

« Dipende da te questo... » farfugliò infastidendola

« Vediamo un po'. » prese il disinfettante e ne mise qualche goccia sulla bambagia per poi posarla nel contorno dell'occhio nero.

« Ahi! » gridò lui

« Scusa! » disse prontamente la ragazza stando ben attenta a evitare di fargli troppo male.

Lentamente passò il batuffolo bianco nel contorno di tutto l'occhio, ogni tanto lui sobbalzava quando sentiva il dolore più forte.

Prese un altro pezzo di bambagia e bagnandolo nuovamente col disinfettante passò alle labbra.

Gliele toccava piano, come se avesse paura di romperle e vederle andare in frantumi...

Piano piano lui le si avvicinava senza che lei se ne accorgesse, ma quando ormai erano vicinissimi la ragazza si fermò diventando rossa all'improvviso.

« C-che stai facendo!? » domandò sorpresa guardandolo negli occhi. Lui non rispose e continuò ad avvicinarsi a lei fino a che le loro labbra non si sfioravano, Alex chiuse gli occhi aspettando quel bacio...poi però li spalancò nuovamente dividendo la loro breve distanza con l'indice.

« Mi spiace, ma non ho intenzione di ricevere un bacio al gusto di sangue! » scherzò mettendosi a braccia conserte.

« Oh ma dài! Non credo sia per questo che mi hai respinto...c'è qualcosa che non vuoi dirmi? » le chiese avvicinandosi nuovamente a lei

« No, niente! » lo spinse via con la mano che gli avvolse praticamente tutta la faccia!

« Ehi! Mi hai fatto male! » esclamò lui toccandosi l'occhio

« Cosa? Dove!? » si avvicinò nuovamente per guardargli l'occhio, il ragazzo se ne approfittò per prenderle il mento e darle un bacio.

Alex rimase spiazzata, era la seconda volta che ne riceveva uno e entrambi glieli aveva dati lui...

Sentiva quella strana sensazione che spesso la pervadeva, un forte calore e il corpo immobilizzato.

La prese per la vita avvicinandola maggiormente, lei cercò di staccarsi ma non ci riuscì...forse allontanarsi non era quello che voleva.

Magari quel bacio le avrebbe fatto capire tutto quello che provava e forse anche qual'era la scelta giusta...

Scosse lievemente la testa per poi riuscire a respingerlo, lo guardò negli occhi...erano diventati cattivi, freddi e probabilmente arrabbiati.

« Se l'ho fatto era perché voglio che scegli, se questo bacio non ti è piaciuto allora...credo che potrei anche andarmene. » spiegò andando verso la porta.

Lei lo fermò afferrandogli la maglietta.

« Non ho detto nulla del genere... » disse tenendo gli occhi grigi puntati a terra.

Mark trasalì, fece un sorriso compiaciuto per poi farlo tornare normale.

Uscì dalla sua camera rimanendo poi poggiato alla porta, avrebbe tanto voluto che avesse scelto lui...alla fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ecco svelato il mistero (?), Neal è un elfo ed era innamorato di sua nonna...naturalmente questo è accaduto quando lei era molto giovane! Mark invece ha scosso la situazione, le idee di Alex sono cambiate ancora e...Non dico più niente, vi dico solo che vorrei tanto sapere per quale ragazzo tifate! ^^

Ps. Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite...però se pubblico la mia storia è soprattutto perché voglio avere un'opinione, sapere com'è anche per migliorare! Perciò lasciare una recensione non è un dramma...anzi!

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Capitolo 4
*** Guai. ***


Capitolo 4

Un giorno prima del litigio di Mark

Nel mondo degli elfi le cose cambiavano, soprattutto perché le fate li avevano lasciati al loro destino, ovvero a quello di essere sotto il dominio degli Elfi Oscuri.

Loro, al contrario dei comuni elfi, erano nemici della natura e la maggior parte delle volte anche degli esseri umani.

Ultimamente però, gli stessi umani avevano lasciato prendere loro il sopravvento senza nemmeno rendersene conto. Per questo i normali elfi erano stati sottomessi, in quanto molti di loro morivano spesso.

Esisteva però un gruppo di elfi che si occupava di ribellarsi alla Magia Nera, tra questi c'erano anche Neal e Ninfabella.

Quel giorno ognuno era nella propria casa, il ragazzo infatti stava producendo dei carillon.

Quei carillon servivano a comunicare con gli esseri umani, ogni volta che uno di loro suonava l'elfo al quale apparteneva l'oggetto veniva chiamato e si metteva così in contatto con la persona al quale apparteneva.

Il suo carillon era già in possesso di un essere umano, precisamente di una ragazza. Precedentemente era di una donna anziana, lui glielo aveva regalato quand'era ancora giovane, era davvero bella...solo a pensarla gli veniva la pelle d'oca.

Eppure, era morta. Morta e sepolta sotto la terra, quella terra che tanto amava adesso copriva la sua Kate...

Scosse la testa, doveva lavorare e se pensava a quel genere di cose avrebbe passato altri anni senza poter più produrre i carillon.

Gli venne in mente il suo, aveva scolpito lui stesso i due che ballavano...rappresentavano lui e Kate, lei però non lo sapeva, era convinta che quella fosse soltanto una ragazza messa lì a caso. Non aveva mai capito quello che lui provava per lei, anzi. Non faceva altro che torturarlo parlando di quello che poi sarebbe diventato suo marito...ossessionato da un paio di automobili poi! Erano anche quelle che aiutavano gli Elfi Oscuri, con l'inquinamento che producevano sembravano soltanto macchine infernali!

« Neal! » era la voce di Ninfabella, probabilmente era entrata in casa sua spalancando la porta come se niente fosse.

« Che c'è? » chiese lui indifferente

« Devi...devi scappare! » urlò ansimando

« Cos'è successo!? » si mise in piedi lasciando cadere la sedia, perché mai ansimava? Non aveva volato?

« Gli Elfi Oscuri stanno...stanno distruggendo tutte le...le ali! » spiegò allargando le braccia

« Cosa?! » lui le guardò la schiena e in effetti notò che ne era priva.

« In questo modo non potremmo più scappare quando loro cercheranno di rinchiuderci! Devi andartene prima che ti accada qualcosa! » gridò riprendendo il fiato

« Ma...dove vuoi che vada? »

« Avvicinati agli umani, nasconditi tra di loro e aspetta che lei ti chiami! »

« E se non lo facesse? »

« Allora avvicinati a lei come umano! Fai suonare a qualcuno il carillon e potrai spiegarle tutto, sono sicura che ti aiuterà! Non dimenticare chi era sua nonna... » sorrise, lui si passò una mano sulla nuca e in quello stesso istante qualcosa colpì la casa facendola tremare.

« Sono qui! Scappa! » gli urlò spingendolo fuori dalla finestra

« E cosa farò dopo!? » chiese rimanendo in piedi sulla finestra

« Sai cosa ci potrebbe salvare...e solo tu sai come fare! » lo spinse per farlo volare ma lui stava per cadere.

Riprese quota e cominciò a volare svelto verso la città, Londra. Gli Elfi però lo inseguivano e lui non poteva certo far scoprire il suo nascondiglio!

Così cominciò a svolazzare tra boschi e alberi per confonderli finché non li seminò tutti...o almeno così credeva.

Si guardò attorno, non vide nessuno e decise di andare nella città.

Una volta arrivato sopra ai palazzi qualcuno gli prese il braccio puntandogli qualcosa di duro e abbastanza appuntito alla gola.

« Dove stai andando? » conosceva quella voce, la odiava più di qualsiasi altra.

Non rispose ma fece spuntare sul palmo della mano una sfera luccicante che gli mise davanti agli occhi facendolo così indietreggiare.

« Idiota! » gridò quello puntandogli nuovamente contro uno strano oggetto simile ad un ramo duro, sul viso gli si stampò un sorriso beffardo e con lo sguardo indicò le ali.

« Come sono belle, sarebbe un peccato bruciarle. » commentò, Neal sobbalzò riproducendo nuovamente quella sfera che emanava una luce bluastra.

« Non osare toccarle! » gridò furioso

« Altrimenti che mi fai? »

Alzò la mano e quello indietreggiò, non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi neri sempre con la solita aria divertita e cattiva.

I capelli rossi e sbarazzini poi sembravano fatti di fuoco, incontrollabile e devastante come lui. Tutto ciò che toccava veniva rovinato se non completamente distrutto.

Svelto prese quella specie di ramo che aveva tra le mani e puntandolo verso di lui lasciò uscire un lampo bluastro che colpì Neal al collo facendolo urlare. Era come se fosse trascinato verso di lui ma non si muoveva. L'albino strinse i denti e gli lanciò la sfera che aveva in mano, ma il ragazzo la scansò indietreggiando così tanto da dargli il tempo di scappare e seminarlo.

Avrebbe dovuto fare in modo di entrare in confidenza con quella ragazza, se qualcuno non lo chiamava non poteva far vedere chi era realmente.

Chiuse gli occhi e quando li riaprì indossava una lunga maglietta a righe e un paio di jeans sbiaditi, le orecchie erano uguali a quelle umane e in questo modo poteva confondersi tra di loro.

***

Due giorni dopo il litigio di Mark

Alex stava giocando ad un gioco da tavolo con Peter, il suo corpo cresceva ma spesso si comportava come un bambino!

« No non vale! Non puoi aver vinto di nuovo tu! » urlò lasciandosi sprofondare sulla sedia. La ragazza sbottò a ridere indicandolo.

« Possibile che tu sia sempre il piccolo permaloso di sempre? »

« Allora smetti di vincere! »

« Stai scherzando vero? »

« … » il rossiccio rimase in silenzio per qualche istante, probabilmente si era reso conto di quanto fosse ridicolo.

« Hai finito? » gli chiese, lui si passò una mano sulla nuca.

« Scusa... »

« Non importa. » si alzò dalla sedia facendo per sistemare il gioco, per terra intanto i cugini giocavano con le automobiline lasciate in eredità dalla nonna.

« Non dovreste tenerle pulite? » domandò Peter

« Sì, però sono così belle! » rispose entusiasta Torn

« Già, erano la felicità del nonno queste. » confermò Alex sorridendo

« Tu lo conoscevi? » gli chiesero i due bambini

« Sì, mi parlava sempre di quante macchine aveva, di tutti i modellini e di quelle che aveva guidato! Diceva di essere un grand'uomo, spesso mi raccontava anche tutte le volte che cercava di conquistare la nonna...con rabbia mi diceva che c'era qualcuno che le ronzava intorno. » rise al solo pensiero del pugno di suo nonno che si alzava, era molto geloso di sua moglie.

« Anch'io a volte vorrei ascoltare le sue storie. » disse James sorridendo amaramente « Il nonno aveva una bella voce? » chiese avvicinandosi curioso alla cugina

« Beh, la tipica voce da vecchietto solo piena di dolcezza ed esperienza! » rispose strizzandogli l'occhio.

Il bambino abbassò lo sguardo per poi allontanarsi e salire sulle scale.

Torn aprì la bocca per dire qualcosa ma alla fine rimase in silenzio raggiungendo il fratello.

« Poverini, devono voler veramente vedere il nonno. » commentò il ragazzo avvicinandosi a lei « E tu? Lo vuoi rivedere? »

Alex gli rivolse lo sguardo triste che aveva, lui trasalì e abbassò il mento.

« Sì, vorrei tanto rivederlo. » mormorò

« Beh, ormai non devi pensarci più! Ti basta sapere che è in un posto migliore! » esclamò sorridendo dolcemente.

Lei non resistette, era talmente gentile quando la consolava...

Lo abbracciò stringendolo forte, sentì il cuore del ragazzo accelerare e in effetti anche il suo aveva aumentato il battito cardiaco...le gote le si arrossavano però...c'era qualcosa di strano, qualcosa di diverso dal solito...

Forse ormai si era resa conto che lui era il principe dei suoi sogni, e forse proprio per questo doveva rimanere tale...

Lui in fondo non era fatto per crescere, e a causa sua aveva già perso troppo tempo, per colpa sua aveva raggiunto i sedici anni...

Alex voleva che Peter rimanesse il quattordicenne che aveva incontrato per la prima volta quella notte.

Ma gli voleva bene, un bene immenso che nemmeno lei sapeva spiegare...eppure le sembrava una parola grossa “amore”.

In quello stesso istante qualcuno bussò al campanello, la ragazza lo lasciò per andare ad aprire.

Il rossiccio la seguì con lo sguardo finché non la vide sparire nell'ingresso, tornò a sedersi sulla sedia e sorrise amaramente.

« L'ho capito sai? Non sarò io a rimanere qui. » incrociò le braccia posando la testa su di esse, chiuse gli occhi cercando di non essere troppo triste.

Ormai anche lui l'aveva capito. Ma se fosse ancora in tempo? Se solo potesse farle cambiare idea...dimostrarle che lui era il sogno che finalmente si realizzava!

Sorrise amaramente, forse era troppo tardi, magari aveva perso troppo tempo...oppure no.

Alex aprì la porta trovandosi davanti Ryan a braccia conserte. Appena la vide cominciò a guardarle gli occhi severamente.

« Perché mi guardi così? » gli chiese stranita.

Lui allargò le braccia.

« E me lo chiedi pure!? » gridò spingendola dentro per entrare in casa. Chiuse la porta sbattendola e le puntò il dito contro.

Lei indietreggiò ma il ragazzo la seguì finché non la fece rimanere con le spalle al muro.

« Mark mi aveva accennato il motivo del suo litigio! Ha cercato di picchiarlo perché pensava stesse scherzando! Però adesso quel tizio è venuto da me dicendomi tutto! » raccontò senza abbassare il tono della voce.

Peter li raggiunse guardandoli in modo strano.

« Ma di chi parli!? Chi è questo lui? » domandò lei senza capire nulla

« Come puoi mentire fino a questo punto, eh!? » si posò una mano sulla fronte facendo un bel respiro.

Dopo un po' riprese a parlare.

« Ti sei...ti sei fidanzata. » mormorò a denti stretti facendola sobbalzare.

Anche Peter trasalì e ritornò nel salotto ascoltando da lì dentro.

« C-cosa!? » urlò « Non...non è vero! »

« Ah no!? E allora perché quello dice di sì!? »

« Quello chi!? »

« Non so come si chiama... » farfugliò mettendosi a braccia conserte

« E tu ti fidi più di uno sconosciuto che di me!? » chiese rimanendo sbigottita.

Ryan bisbigliò qualcosa di incomprensibile per poi tornare a guardarla torvo.

« Mi deludi, non pensavo credessi alle sciocchezze che si inventano! » esclamò offendendosi, lui aprì la bocca per dire qualcosa ma preferì evitare.

Alex si voltò dall'altra parte, solo dopo un po' gli rivolse la parola.

« Com'era? »

« Beh...i suoi capelli erano stranamente bianchi, abbastanza corti e mossi. »

Lei trasalì.

« C-cosa? » balbettò guardandolo

« Gli occhi mi sembra siano cerulei o qualcosa del genere... » continuò la sua descrizione il ragazzo, facendole spalancare gli occhi.

Si portò una mano al petto, sentiva il cuore batterle a mille.

_« Già...sono così simili... » il ragazzo aveva dei capelli bianchi corti e mossi, anche lui aveva le orecchie a punta allungate e i suoi abiti erano piuttosto insoliti.

« Si può sapere chi siete voi due!? » domandò Alex senza essere troppo gentile.

La strana ragazza si mise in piedi poggiando la mano al petto.

« Il mio nome è Ninfabella. » si presentò con enfasi, alla bruna scappò un sorriso.

« Io mi sono presentato prima, sono Neal. » disse quello accanto rimanendo seduto su una sedia verde che sembrava realmente composta da rampicanti._

« Che c'è, lo conosci per caso? » le chiese curioso il bruno inclinando la testa.

Ma allora...non era un sogno!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ok, sì lo so cosa pensate “Anche lui vuole Alex?” e io rispondo “No, anche se l'idea mi era passata per la mente e non so se in futuro lo sarà, adesso...no.”

Mi scuso tanto per la confusione che ho fatto tra Prima del litigio di Mark e Dopo, solo che la prima parte era importante.

Vi starete chiedendo (mi faccio troppi problemi su cosa vi chiedete o meno forse...) “Quindi Peter è fuori gioco già da ora?” Beh, anche se l'ho lasciato bene intendere non è così...In ogni caso parteciperà molto alla storia...altrimenti non potrebbe essere una FanFiction su Peter Pan, giusto?

Grazie per le recensioni che mi avete lasciato e grazie a chi ha messo la storia tra le seguite/preferite. Siete l'unico motivo per cui continuo la mia FanFiction, già. ^^

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Capitolo 5
*** Spiegazioni ***


Quella sera Alex decise che avrebbe nuovamente fatto funzionare il carillon, così si chiuse nella sua camera e senza indossare il pigiama si mise sotto le coperte.

Rimase seduta e afferrò lo scrigno posato prima sul comodino accanto, girò la chiave nella toppa in senso orario e di nuovo quella canzoncina.

Quando terminò si voltò verso la finestra, eppure nessuna forte luce.

Tentò nuovamente a far funzionare il carillon che si era appena chiuso ma non riusciva a far muovere la chiave. Cercò di metterci tutta la forza che aveva, alla fine decise di smettere prima di romperlo.

Scosse la testa, probabilmente era stata solo una coincidenza e quello era davvero solo uno strano sogno...

In quello stesso istante una forte luce la fece sobbalzare e fece per voltarsi verso la finestra ma le vennero messe le mani davanti agli occhi.

Capì che la luce era scomparsa perché vedeva tutto più scuro, ma quelle mani...

Nessuno dei due diceva una parola, lei era troppo spaventata anche solo per emettere fiato.

« Sapevo che mi avresti chiamato. » disse con voce soddisfatta, forse anche contenta.

La riconobbe subito...era di quel Neal.

Ritirò a se le mani sedendosi di fronte a lei sul letto.

Sì era proprio lui, anche se il buio non le faceva capire perfettamente il colore degli occhi e dei capelli, l'aveva comunque riconosciuto.

Solo che indossava dei vestiti normali, ovvero una lunga maglietta a righe e i jeans sbiaditi.

« Perché hai...detto quella cosa? » gli chiese imbarazzata. Lui inclinò la testa stranito.

« Quale cosa? »

« Hai detto che io ero la...la tua fidanzata. » mormorò arrossendo

« C-cosa!? » chiese stupito « Non ho mai detto nulla del genere! »

« E allora chi è stato!? Ero sicura che fossi tu...la descrizione è perfetta! »

Il ragazzo era perplesso, sembrava davvero non ricordarsi nulla eppure Alex era convinta che fosse lui.

Ad un certo punto spalancò gli occhi e fece un bel sospiro.

« Non credevo ci sarebbe arrivato così presto...è più furbo di quanto mi aspettassi. » disse mantenendo lo sguardo basso

« Di chi parli? » chiese lei curiosa ricevendo finalmente un'occhiata.

« Vedi, oltre a noi elfi “buoni”, » mimò le virgolette « esistono anche quelli oscuri che hanno ormai preso il sopravvento su di noi. Proprio mentre scappavo da loro, una mia vecchia conoscenza ha usato un incantesimo che permette di trasformarsi nella persona che colpisce quando vuole. » raccontò, adesso la ragazza aveva le idee chiare « C'è però una cosa consolante in tutto questo. »

« Quale? »

« Dal momento che non è riuscito a concludere l'incantesimo, può trasformarsi in me solo per un breve periodo di tempo. » rispose lasciando trasparire soddisfazione nella sua voce.

« Meglio così, no? »

« Già...però la cosa è strana. »

« Cioè? » era forse una delle poche volte in cui faceva mille domande.

« Perché non ti ha preso subito? Insomma, avrebbe dovuto rapirti se ha intenzione di fare ciò che penso... »

« In realtà, » esordì lei sorridendo « non l'ho incontrato di persona, ci hanno parlato due persone che conosco. »

« Hm? » la guardò incuriosito « Sarebbero? »

« Ryan e Mark...con quest'ultimo ha fatto a botte. »

« Cosa!? » l'elfo balzò in piedi « Ed è ancora vivo!? » domandò sconvolto

« Sì...perché non dovrebbe? »

« Un elfo oscuro alla prima occasione uccide gli esseri umani... » la sua espressione divenne perplessa « Magari non l'ha ammazzato perché pensa che gli serve...ma a cosa? » ormai parlava da solo, nemmeno la guardava.

Alex si alzò mettendosi dietro di lui, gli toccò la spalla come per farlo girare, cosa che lui fece.

« Dimmi. »

« Cosa vuoi da me. » chiese con uno sguardo innocente, l'albino arrossì e si passò una mano sulla nuca.

« Detto così fai sembrare che voglia chissà cosa... » mormorò a testa bassa, sulle labbra però aveva un sorriso imbarazzato.

La bruna rise per poi riprendere a parlare.

« Dico sul serio, devi dirmi qualcosa? » domandò ancora facendosi seria

« Beh, tu sei l'unica che può aiutarmi. » disse sicuro

« Hm? »

« Vedi, tua nonna, oltre ad avere il carillon che ci collegava, possedeva tre anelli. Questi anelli servono per poter usare il Pendolo del Tempo, ognuno ha la propria funzione e solo grazie a loro si può arrivare nel castello dove risiede il Pendolo... » spiegò allargando le braccia

« Sì...gli anelli li ha lasciati a tre miei amici. » rispose lei, ancora non aveva capito perché a loro. Lui sorrise.

« Ma perché vuoi usare questo Pendolo del Tempo? » chiese curiosa

« Per salvare l'intero pianeta tornando indietro nel tempo. »

« Eh? »

« Se impediamo che le fate ci abbandonino, il nostro re non verrà ucciso. Quindi gli elfi oscuri non prenderanno il sopravvento su di noi, di conseguenza non moriremo e perciò gli esseri umani non verranno sterminati. Quindi gli elfi oscuri rimarranno al loro posto senza fare troppo male a nessuno. »

« C-cosa? »

Alex non poteva crederci, davvero erano in pericolo? Insomma, le era capitato già di rischiare la vita, ma addirittura sentire che la Terra poteva andare persa...Beh la cosa l'aveva sconvolta.

« M-ma...perché vuoi...perché vuoi il mio aiuto? » domandò balbettando

« Solo gli esseri umani possono usare il Pendolo del Tempo. » rispose abbassando lo sguardo « Sappi che non sarà facile, qualcuno potrebbe farsi del male...potrebbe addirittura morire. Gli elfi oscuri cercheranno di ostacolarci, è un'impresa difficile, ci vuole coraggio. » l'avvertì, solo dopo un po' tornò a guardarla.

Trasalì.

Lei tremava, i suoi occhi erano del tutto spalancati e la bocca socchiusa.

« Alex! Io so che tu puoi farcela, devi solo farti coraggio! » esclamò prendendole le spalle « Tu sei la nipote di Kate, hai ereditato tutto da lei! L'intelligenza, la fantasia, il coraggio...la bellezza... » disse l'ultimo aggettivo sorridendo, stava sicuramente pensando a sua nonna.

Anche Alex sorrise per poi ricomporsi.

« Va bene! Io ti aiuterò, non potrei mai continuare a vivere con la consapevolezza che per colpa mia presto tutto finirebbe...perché io so che ce la posso fare! » gli strizzò l'occhio e l'elfo urlò entusiasta.

« Yu-huu! » fece abbracciandola.

Le bloccò le braccia e la alzò di poco in aria. Quando le fece posare di nuovo i piedi a terra arrossì imbarazzato, quindi si passò una mano sulla nuca.

« S-scusa, è l'euforia! » si giustificò facendola ridere

« No niente, però non urlare o ci sentiranno... » si raccomandò

« Sì, scusa. » bisbigliò.

Si guardarono per qualche istante, poi sbottarono nuovamente a ridere.

Qualcuno bussò alla porta.

Alex sobbalzò e sussurrò a Neal di nascondersi sotto al letto.

Andò ad aprire e si ritrovò davanti Peter e Mark.

« Si può sapere che stai combinando!? » le chiese il biondo arrabbiato, quello accanto si stropicciava ancora gli occhi.

« Ehm...niente! » rispose massaggiandosi la testa « Assolutamente niente! »

Il ragazzo storse le labbra.

« Non è vero, chi c'è qua dentro? » domandò spingendola per entrare nella sua stanza

« Ehi! » fece mentre anche Peter entrava.

« Quella risata...la conosco, anche se era più buona io la riconosco! Dov'è quello!? » la prese per la scollatura del pigiama, Alex si accigliò e lo respinse.

« Come ti permetti!? Sei un maleducato! Entrare così nella mia camera per poi urlarmi che sono in compagnia di qualcuno! Ma non ti vergogni!? » lo rimproverò, lui se ne fregò altamente.

« Io dovrei vergognarmi, eh!? Ci hai illuso tutti! Ti sei messa con un bastardo di prima categoria! » urlò facendola andare su tutte le furie.

« Numero uno, non è un bastardo! E numero due, non è il mio fidanzato! Non era nemmeno lui quando ha detto quelle cose! E poi qui non c'è nessuno! » gridò esasperata, il ragazzo guardò sotto al letto.

Neal lo salutò con la mano.

« Ecco dov'è! Vieni fuori idiota! » esclamò prendendolo per la maglietta e tirandolo verso di sé.

« Ehi ma come ti permetti! » lo apostrofò l'elfo liberandosi dalla presa, e mettendosi in piedi si scrollò eventuale polvere di dosso.

« Tu! Che ci fai qui!? Non stavate mica per farlo voi due eh?! »

Entrambi avvamparono e si guardarono sbigottiti.

« Allora è così! » urlò prendendo nuovamente Neal per la maglietta.

« Ehi ehi calma, non è per questo che sono qui! » cercò di fermarlo ma lui non voleva sentire ragioni.

Chissà perché Alex era lievemente soddisfatta, qualcosa la compiaceva ma non voleva che qualcuno se ne accorgesse.

« Peter, cerca di farlo ragionare...lui non mi vuole nemmeno parlare! » chiese aiuto al rossiccio che la guardò torvo.

« Quindi stai con lui adesso... » mormorò abbassando lo sguardo

« No! Non sto con lui! Se solo voi due mi ascoltaste io potrei »

Mark lasciò l'elfo per prendere Alex, il suo sguardo era furibondo e probabilmente l'avrebbe schiaffeggiata.

Infatti, alzò la mano ma prima di poterla fare arrivare a destinazione qualcuno lo fermò.

« Non fare lo scemo, dovremmo prima ascoltarli. »

Era la voce di Peter, Alex trasalì.

Proprio lui l'aveva fermato? Forse il più impulsivo!

Mark lo guardò per poi lasciare la ragazza, una volta che si fu calmato decise di ascoltare Neal che, sedutosi sul letto, raccontò ogni minimo dettaglio a tutti quanti.

« È la cosa più ridicola che abbia mai sentito, vuoi farmi credere che sei un elfo!? » il suo tono era nuovamente irritato, Alex si portò una mano sulla fronte, era troppo difficile convincerlo.

« No, è vero Trilly mi parlava di loro qualche volta. » s'intromise Peter

« Cosa!? Tu conosci Trilly? » l'elfo balzò in piedi

« Io sono Peter Pan, certo che la conosco! »

Neal sobbalzò, i suoi occhi sembrarono illuminarsi.

« Non ci posso credere! Sei Peter Pan!? Davvero?! »

« Certo! » la sua espressione era soddisfatta, finalmente qualcuno che riconosceva la sua fama!

« Ma...che ci fai qui? » domandò ancora l'albino, probabilmente confuso.

A quel punto i tre gli raccontarono ogni cosa alternandosi le parti, in questo modo anche Neal adesso sapeva tutto di loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Non uccidetemi, lo so sono mortalmente in ritardo! È che in queste settimane sono stata male, poi una volta guarita ho fatto un milione di cose, senza contare il GDR con la mia amica, e dovevo terminare un mio video ^^”

Comunque, se avete domande io sono qui per rispondere...non dirò più alcuno Spoiler tranne se si tratterà di una cosa importante!

Recensite e perdonatemi!

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Capitolo 6
*** Ci credi? ***


Capitolo 6

 

Da quella sera Neal veniva spesso a casa Watson come presunto amico di Mark, anche se si notava lontano un miglio che non l'avesse di buon occhio.

L'elfo li informava di tutto, di cosa avrebbero dovuto portare e di cosa sarebbe potuto accadere...ma Alex non si lasciava spaventare, voleva portare a termine quella “missione” senza timore.

Un pomeriggio abbastanza burrascoso finalmente si fece vivo Ryan che, quando Alex gli aprì la porta, aveva sul volto un'espressione a dir poco piena di disprezzo.

« Non ce l'avrai ancora con me! » esclamò lei esasperata, il ragazzo si limitò a guardare altrove per poi entrare spingendola « Capisco che sei arrabbiato, ma un po' di educazione non ti farebbe male! » urlò chiudendo la porta.

In quel momento erano soli in casa, i suoi zii e i suoi cugini erano ad un compleanno, e Peter e Mark in giro chissà dove.

« C'è qualcuno in casa? » lei si indicò con ovvietà, quindi Ryan roteò gli occhi « A parte te, naturalmente. » disse ricevendo una risposta negativa.

Sulle sue labbra si formò un sorriso malizioso, nel frattempo si stava levando la giacca nera.

« Quindi siamo soli... » costatò, anche se non c'era bisogno che lo dicesse per farglielo capire.

Alex guardò istintivamente l'orologio, erano le otto del pomeriggio e tutti erano usciti da poco...se aveva capito bene, nessuno sarebbe tornato prima delle dieci, forse Peter alle nove. Poi, spostò lo sguardo sulla finestra torturata dalla pioggia feroce che batteva sui vetri.

Si avvicinò ad essa coprendola dalle tende, era strano che prima fossero tirate.

« Che ci fai qui. » gli domandò seccata tuffandosi letteralmente sul divano, lui si sedette al suo fianco poggiando la testa sullo schienale e guardando il tetto.

« Volevo chiarire con te. » rispose per poi guardarla.

Anche lei lo fissava, poggiò il gomito accanto a dove lui aveva la testa e tenne la sua con la mano.

« Beh, per me è tutto chiaro...se solo tu mi ascoltassi anche tu capiresti. » disse senza abbassare lo sguardo.

Quando stava con lui sentiva che poteva essere forte, o meglio, che doveva.

« Allora racconta, io sono qui per ascoltarti. »

Alex gli spiegò ogni cosa, a partire dal suo strano sogno fino a quella sera; quando Ryan capì che Mark le aveva fatto una scenata di gelosia si era lasciato scappare un sorriso.

Sorprendentemente, non sembrò avere un'espressione che intendeva dire “Tu sei pazza, come puoi solo pensare che io creda ad una cosa del genere?” anzi, sembrava calarle la testa su ogni cosa che aveva detto.

« Tu...tu mi credi? » gli chiese sbigottita, lui annuì tranquillo.

« Perché non dovrei? Mi hai raccontato un mucchio di scemenze per caso? » rispose alla sua domanda ponendogliene un'altra, lei sorrise.

« Sapevo che c'era qualcosa sotto...beh io ti ho detto la verità, pensa quello che vuoi. » guardò in avanti piuttosto seccata, si era illusa.

Sospirò per poi chiudere gli occhi qualche istante, ma se ne pentì subito.

Ryan la spinse per farla distendere e si mise sopra di lei tenendosi in alto con le mani che tenevano i suoi polsi.

Sgranò le iridi grigie trovandosi davanti quelle nere di lui, in un attimo le sue gote s'infuocarono.

« R-Ryan! »

« Sai, ho sempre pensato che tutto sommato non sei mai stata la brava ragazza che mostravi di essere...e poi ho confermato la mia teoria. » sorrise beffardo « Insomma, vuoi tenerci tutti e tre avendoci a tua disposizione...cosa stai aspettando? Sono ormai due anni che perdiamo tempo con te...Pan è cresciuto, Mark è diventato geloso...ed io mi sono innamorato. »

Alex sussultò, Cosa!?

« Cosa!? »

Lui si avvicinò maggiormente al suo volto facendo in modo che le loro labbra si sfiorassero.

« Tutti e tre, ci siamo rovinati per colpa tua...e l'unica parola che sai dire è “Cosa”...Perdonami, ma non riesco proprio a capirti. » mormorò.

La ragazza aveva quasi paura di rispondergli, le loro labbra erano così vicine che se avesse aperto bocca si sarebbero toccate.

Con le guance rosse guardò altrove, cercando però di riavere la sua mano destra bloccata da lui. Voleva spingerlo via per avere una possibilità di rispondere, ma non riusciva proprio a liberarsi.

Poi, Ryan la baciò.

Era la prima volta che la baciava, non era mai successo prima ed Alex non aveva mai ricevuto un bacio così...feroce, ecco. Le teneva ancora i due polsi, ma con più forza, come se volesse quasi farle del male.

Eppure Alex aveva solo in mente un aggettivo da affibbiargli in quel momento: impacciato.

Non aveva preso sul serio la situazione, era come se lui ancora non l'avesse nemmeno sfiorata nonostante il cuore le battesse forte.

Quando la lasciò, le accarezzò i capelli sorridendole soddisfatto.

Finalmente c'era riuscito.

E pensare che lui non aveva mai avuto problemi a dare un bacio ad una ragazza, eppure con lei era diverso. Non era una delle tante con la quale poteva divertirsi e poi via...ma era Alex, la ragazza di cui si era innamorato.

Era un vero peccato, l'unica persona per il quale provava amore, aveva altri due spasimanti...e anche loro erano una concorrenza forte.

Lui vedeva Peter e Mark come se fossero merce, o aziende. Loro erano la “concorrenza”, appunto, e si facevano valere abbastanza.

« Ryan... » pronunciò il suo nome quando lui era a debita distanza, il ragazzo la guardò distrattamente solo per qualche istante, era ancora rimasto immobile a fissare quelle labbra che tanto gli piacevano.

« Ricordati che non ho scelto io che voi dovevate venire con me...siete stati voi stessi ad insistere, volevate che io scegliessi...ma non ho mai approvato questa cosa. » lo guardava negli occhi seriamente, il ragazzo tramutò la sua espressione in stranita, non era mai stata così distaccata.

« Insomma, è una cosa disgustosa...come se fosse un reality show o che so io...”Chi volete eliminare? Mark, Peter o Ryan?”...Solo a pensarci mi vengono i brividi. » abbassò lo sguardo, non era capace di fissare intensamente Ryan per tutto quel tempo. Lui era mille volte più “potente” degli altri, su di lei...le metteva soggezione, e a volte aveva anche avuto paura. In fondo, lui era freddo, capace di vivisezionarti un animale davanti senza avere il minimo ribrezzo.

In quel momento la porta dell'ingresso si aprì, la ragazza si voltò verso l'arco che divideva le due stanze.

« Sono a casa! » era la voce di Peter, probabilmente aveva urlato perché pensava che fosse in camera sua.

Quando passò davanti al salone, rimase lì come congelato all'improvviso, e voltando lentamente la testa verso di loro sgranò gli occhi.

Ryan sorrise compiaciuto, nella sua espressione si poteva leggere benissimo del divertimento.

Alex strinse i denti, non lo sopportava quando si comportava in quel modo!

« Alex... » mormorò il rossiccio guardandola « Che sta succedendo? » chiese con un filo di voce.

« N-non è colpa mia! L-lui mi ha...mi ha afferrato i polsi e mi ha tenuta ferma! » gridò lei.

Si sentiva infinitamente in colpa, non poteva sopportare di vedere Peter in quello stato!

Il ragazzo trasformò la sua espressione rendendola furiosa, a pugni stretti si avviò verso i due mentre Ryan lo seguiva con lo sguardo senza preoccuparsi troppo.

Quindi Peter lo spinse via dandogli uno schiaffo.

Il bruno si ritrovò seduto in ginocchio sul divano con la gota che gli pulsava dal dolore, non si sarebbe mai aspettato una reazione simile.

« Prova a toccarla un'altra volta...ed io ti butto fuori da qui a calci. » disse in un bisbiglio.

Era una delle poche volte in cui Alex aveva visto Peter arrabbiato in quel modo, e non credeva che si trattava di una cosa positiva.

Si alzò e prese le spalle del ragazzo, che fulminò Ryan con lo sguardo.

« Peter...va tutto bene...adesso lui se ne sta andando...vero Ryan? » guardò il diretto interessato come se volesse cacciarlo via, lui sbuffò e guardò altrove.

« Possibile che sei così menefreghista!? »

Il rossiccio aveva spinto via Alex facendola quasi cadere.

« Non capisci! Sei proprio stupida! E mi chiedo come ho fatto io a pensare che somigliassi a Wendy delle volte...! »

La ragazza fece per dire qualcosa, poi abbassò lo sguardo massaggiandosi la spalla.

« I-io... »

« Tu niente! » la interruppe sentendo le lacrime salirgli agli occhi « Avrei potuto rimanere all'Isola che Non C'è invece che venire qui e crescere! L'ho sempre saputo che l'amore è un sentimento negativo...ma sia tu che lei...sia tu che lei... » cercava di non piangere per non perdere l'orgoglio ormai.

Ma lei non capiva, non poteva capire cosa provava Peter!

Non sapeva realmente cos'aveva passato, credeva che era sempre stato bello vivere senza dei genitori?

Pensava fosse stato facile all'inizio, non ascoltare più la ninna nanna della mamma?

Trilly era stata l'unica che l'aveva aiutato, era convinto che non l'avrebbe mai abbandonato, qualsiasi cosa sarebbe successa!

E invece neanche lei c'era più.

Forse era colpa sua, l'aveva ignorata davanti a Wendy ed Alex...dopo era tornata, ma adesso doveva essere stufa di lui.

Probabilmente era proprio lui quello sbagliato.

In quel momento non avrebbe chiesto altro che volare via, ma non aveva più i bei pensieri di un ragazzino...senza la polvere magica non era più capace di niente.

Crescere era sempre stata una fregatura, lui lo sapeva.

All'improvviso il rumore di vetri che andavano in frantumi attirò l'attenzione di tutti, Alex si voltò verso le finestre costatando che da esse proveniva del fumo nero.

« Cosa sta succedendo!? » Ryan balzò in piedi guardandosi attorno, la ragazza guardò Peter che ricambiava già il suo sguardo « Ne sapete qualcosa!? »

« Deve essere lui... » mormorò il rossiccio

« Quello di cui ha parlato Neal... »

« Neal?! » Ryan non sapeva di chi stessero parlando, ma quando Alex gli rispose con “L'elfo!” non poté fare a meno che mettersi una mano sul volto.

« Forza, scappiamo! » esclamò prendendole la mano, lei si liberò subito dalla presa e la guardò in cerca di spiegazioni.

« Dobbiamo prendere gli anelli! Se ci fosse Mark sarebbe tutto più facile di sicuro! »

Ryan strinse i pugni ed estrasse dalla tasca l'anello con la pietra nera, la ragazza sorrise.

« L'hai portato! »

« In realtà lo tengo sempre con me. » farfugliò tenendolo in mano, lei rafforzò il sorriso e gli strizzò l'occhio.

« Vado al piano di sopra, devo prendere lo scrigno! » urlò correndo verso le scale, i due fecero qualche passo avanti cercando di fermarla, ma una bolla violacea cadde a terra esplodendo come se evaporasse.

« Peter! Ryan! » li chiamò lei fermandosi sulle scale, loro avevano cominciato a tossire.

« Vai! » urlò Peter.

Alex strinse i pugni e subito dopo corse lungo le scale entrando nella sua camera, chiuse la porta e sbarrò le tende, doveva cercare di non farsi vedere.

Cominciò a cercare ovunque non trovando lo scrigno, dove l'aveva messo!?

La finestra si ruppe ed una bolla viola esplose nella stanza lasciando trasparire del fumo scuro.

La ragazza cercò di non inalarlo alzando la scollatura della maglietta fino al naso, alla fine trovò il carillon sotto il cuscino, e mettendosi la giacca lo nascose lì.

Quel fumo però aveva ormai invaso la stanza, e quando Alex corse ad abbassare la maniglia tossendo qualcuno le avvolse una mano attorno allo stomaco.

Delle corde molto strette le tapparono la bocca ed il senso di sonnolenza la pervase.

Mentre le sue palpebre si chiudevano una risata cattiva s'insinuava nelle sue orecchie, era davvero...così familiare...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eeeeeh sono viva!

Che dire, dopo tutto questo tempo finalmente aggiorno perché mi è cresciuta l'ispirazione, spero tanto che non se ne vada via come fa spesso, in ogni caso vi assicuro che mi metterò d'impegno!
Dato che l'inizio del capitolo è stato scritto circa tre mesi fa (se non di più) e la fine soltanto oggi, noterete qualche cambiamento nello stile di scrittura, ma nei prossimi capitoli non dovreste notarlo (spero).

Grazie a chi leggerà e a chi recensirà! Cosa molto importante per me dato che ho sempre bisogno di sapere cosa ne pensate!

Sono pronta a rispondere alle vostre domane (cercando di non fare troppi spoiler)

A presto, Matt_Kun (vecchia Sony22)

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Capitolo 7
*** Casa Hook ***


Capitolo 7

 

Alex aprì lentamente le palpebre sbattendole più volte, tutto era fin troppo offuscato, così si stropicciò gli occhi mettendosi seduta.

Si guardò attorno, era sola chiusa in una stanza bellissima.

Sembrava una camera da letto ottocentesca, i colori governanti erano infatti il bordeaux e l'oro, dato che c'erano molti oggetti di quel materiale.

Dov'era finita?

Che stesse sognando di essere una principessa?

In tutta la sua vita non le era mai capitata una cosa del genere e doveva accadere proprio ora?

Qualcosa le saltò sulle gambe, gli rivolse lo sguardo e si accorse di un gatto siamese molto magro e dal pelo lucido.

« Come sei bello... » sussurrò guardando i suoi occhi azzurri, l'animale la guardò mettendosi poi comodo con le zampe anteriori incrociate.

« Grazie. »

Una voce maschile calda provenne dalla sua bocca, la ragazza strabuzzò gli occhi.

« Cosa...che!? Tu parli?! » chiese stupita, lui roteò gli occhi.

« Sei semplicemente tu che riesci a capirmi. » rispose.

« ...Sì sto sognando. »

Gettò la testa sul cuscino, era rosso e morbido come se fosse riempito da piume d'oca.

« Con tutte le cose che hai visto ti stupisci se riesci a parlare con un gatto? Mi sembra piuttosto curioso non credi? » le domandò stiracchiandosi, lei gli lanciò appena un'occhiata.

« Mi spieghi allora dove mi trovo? »

« Questa è casa Hook*. »

« Casa...Hook? » chiese perplessa, il gatto annuì « E tu chi saresti? »

« Mi chiamo Brian. »

« Brian...se togli la B sembra Ryan... » costatò lei sorridendo, l'animale si fece un giro attorno al letto.

« Come il ragazzo che ti ha ospitato. »

« EH!? »

Quella era...la casa di Ryan?

« Ryan vive qui, era la vecchia casa di campagna dei suoi genitori, e poi l'hanno affidata completamente a lui. » spiegò mettendosi sulle gambe di Alex, che le tirò indietro per balzare in piedi.

Brian la seguì con lo sguardo andare verso la porta.

Cercò di abbassare la maniglia ma non riuscì ad aprirla.

« Perché è chiusa a chiave!? » interrogò il gatto continuando a scuotere l'oggetto dorato, lui saltò giù dal letto e venne verso di lei.

« Non volevano che quell'elfo ti trovasse, quindi ti hanno rinchiusa qui. »

« Di chi parli? »

« Ryan ed altri ragazzi. »

Alex sospirò e guardò il suo compagno di stanza.

« Tu da dove sei entrato? » gli chiese, lui indicò le tubature dei riscaldamenti, le quali entrata era appena più in alto del letto a baldacchino.

Sbuffò e tornò a sedersi sul letto, cos'avrebbe fatto lì da sola?

« Credo che debba mettere questi. » Brian attirò la sua attenzione saltando sopra a dei vestiti, la ragazza li prese per controllarli.

« Mh, d'accordo. »

Si mise in piedi ed abbassò le maniche della camicia da notte color carne, il gatto rimase lì a fissarla.

« Com'è che io riesco a capirti? » gli domandò lei mentre si svestiva.

« Una storia piuttosto lunga. » si limitò a dire osservandola vestirsi, quando la ragazza terminò si voltò verso di lui accorgendosi di una spazzola sopra al comodino.

La usò per pettinarsi i capelli e si voltò verso il lungo specchio ovale che stava in un angolo della stanza. La cornice dorata era elaborata ed impolverata, il vetro aveva qualche graffio.

I capelli neri che le arrivavano ormai fino a metà schiena, dato che non li tagliava da molto tempo, erano ben sistemati sopra al vestito in lana rossa che copriva il lupetto grigio ed i lunghi calzettoni contenuti negli stivali.

« Certo che ti sta bene, eh? »

Brian si avvicinò ai suoi stivali neri e la guardò nello specchio, prima che lei potesse rispondere si sentirono dei rumori provenire dalla porta.

Entrambi si voltarono verso di essa, il gatto sapeva già che avrebbe visto.

Quando si aprì, un ragazzo dai capelli corvini la fissò con gli occhi azzurri, Alex sorrise e gli andò in contro.

« E così questa è casa tua Ryan? » domandò guardandosi attorno, il gatto la seguiva.

« Già, di certo non sono le possibilità economiche che mi mancano... » disse facendole un sorriso malizioso, lei roteò gli occhi.

« Piuttosto...cos'è successo? »

L'espressione divertita di Ryan ritornò seria e le prese la mano cominciando a trascinarla con sé.

« Posso camminare da sola! » esclamò lei cercando di liberarsi, ma il ragazzo la ignorò.

« Ti racconto di là con Peter e Mark, sono in pensiero per te. »

« ...Mark? »

Chissà per quale motivo era rimasta sorpresa nel sentire pronunciare il suo nome.

« Sì, ah quasi dimenticavo quel Neal... »

Proprio non lo poteva sopportare e nemmeno si conoscevano!

Bah, a volte non lo capiva proprio.

Dal divertito passava al serio, dal triste al felice...era davvero particolare.

Si lasciò scappare un sorriso proprio quando arrivarono davanti ad un grande salone con vari divani dalla stoffa soffice e bordeaux.

Su due di essi erano seduti Peter, Mark e Neal, che come la videro entrare abbozzarono un sorriso.

Peter balzò in piedi e le venne in contro.

« Stai bene vero!? » le domandò preoccupato, lei gli sorrise.

« Sì sto bene! Tu invece? Ricordo che sia tu che Ryan- »

« Stiamo bene, non è di noi che devi preoccuparti. » la interruppe Ryan mettendosi a braccia conserte.

Alex sentì qualcosa strofinarsi sulle sue gambe, abbassò lo sguardo e trovò Brian.

« Lui chi è? » chiese prendendolo in braccio, Neal si schiarì la voce.

« Brian è un elfo. » rispose ridacchiando.

La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di lasciarlo ed urlare “Cosa!” che della polvere le offuscò la vista, e quando ritornò tutto normale si ritrovò in braccio ad un ragazzo dai capelli biondi lunghi fin sopra le spalle che gli cadevano sbarazzini sul viso.

Gli occhi azzurri erano accentuati dal sorriso divertito, quell'espressione beffarda e la situazione la fecero arrossire fino alla punta del naso.

« Fammi scendere! » urlò dimenandosi per farsi lasciare, lui la lasciò in piedi delicatamente.

« Tu...emerito idiota! » lo insultò puntandogli il dito sul petto « Mi sono cambiata davanti a te credendo che fossi un gatto! »

Mark balzò in piedi e Ryan si voltò di scatto verso i due.

« COSA!? » gridarono all'uniscono mentre lei continuava a dare pugni sul petto a quell'elfo, che ormai stava morendo dal ridere.

« Ti rendi conto della gravità della situazione!? » le domandò il biondo venendole in contro, lei si fermò tenendo lo sguardo basso.

Forse avrebbe dovuto evitare di dirlo davanti a tutti...

« Non è stata colpa mia! Uffa! » chiuse gli occhi stringendo le palpebre, i due rivolsero lo sguardo furioso al ragazzo.

« Che posso farci io! Ero là dentro... » ridacchiò divertito, Mark strinse i pugni.

« Brutto pervertito io ti- »

« Bada a come parli carino, non voglio ricorrere alla mia magia inutilmente. » lo ammonì Brian puntandogli il dito contro, la sua bocca fu bendata da qualcosa di resistente che sembrava tanto essere una liana.

« Ma se non fai altro che vantarti dei tuoi poteri! » s'intromise Neal inarcando un sopracciglio, l'altro pronunciò le labbra.

« Dettagli... » mormorò sorridendo, poi guardò Ryan che ricambiò il suo sguardo per qualche istante distogliendolo lentamente solo dopo un po'.

« Comunque...parlando di cose serie, alla fine io e Peter siamo stati salvati da Neal, che è entrato in casa gettando per terra delle bolle verdi. »

« Ci ha fatto mangiare una strana foglia verde e ci siamo sentiti meglio...anche se era un po' amara ma va beh. » continuò Peter sedendosi.

« Con me c'era Brian, lui spezzava le radici nere che continuavano a dar noie ai due, subito dopo è entrato Mark. » disse Neal, Alex guardò il diretto interessato che seguiva il discorso dell'elfo « Siamo saliti in camera tua, lui ti aveva già preso. »

« Lui...? »

« Hai presente l'elfo oscuro che ha usato un incantesimo che può fargli assumere la mia forma? »

« Sì... »

« Ecco lui. »

Alex era perplessa, aveva ancora un po' di confusione in testa, ricordava che dopo essere salita in camera sua non trovava il carillon, del fumo le aveva provocato sonnolenza e...

 

Flash Back

 

Quel fumo aveva ormai invaso la stanza, e quando Alex corse ad abbassare la maniglia tossendo qualcuno le avvolse una mano attorno allo stomaco.

Delle corde molto strette le tapparono la bocca ed il senso di sonnolenza la pervase.

Mentre le sue palpebre si chiudevano una risata cattiva s'insinuava nelle sue orecchie, era davvero...così familiare...

 

Fine Flash Back

 

Quella persona che l'aveva presa era l'elfo oscuro di cui le aveva parlato?

Allora perché quella risata le ricordava qualcosa? Come se l'avesse già conosciuto...

« Neal, io ho mai visto questo elfo oscuro? » chiese al ragazzo puntando lo sguardo nel vuoto, lui rimase sorpreso da quella domanda.

Guardò altrove per poi sospirare.

« Era una notte come tante altre, eri in auto con i tuoi genitori per tornare alla casa di città...pioveva forte, lampi e tuoni sembravano accompagnare il loro umore...stavano infatti litigando pesantemente. »

Alex sussultò, ricordava quella notte...ogni immagine era rimasta impressa nella sua mente...O forse non proprio tutte.

« Ad un certo punto la macchina si sollevò, le radici nere la schiacciarono fino a che non la scaraventarono sulla montagna. »

La ragazza cominciò a ricordare ogni cosa proprio come lui la raccontava, le immagini le scorrevano nella testa velocemente.

« I tuoi genitori morirono con l'impatto, ma tu no, potevi vivere ancora...ma lui era lì, è lui la causa della perdita dei tuoi genitori. Voleva solo puntare a te, che avevi ereditato le stesse capacità di tua nonna. Succhiarti via tutta l'energia vitale sarebbe stato facile, ma lui voleva divertirsi... » si fermò come se volesse evitare di raccontare altro, solo dopo un po' riprese con uno sguardo pieno di amarezza « Io, Ninfabella e Brian ti salvammo. »

Alex si mise a terra in ginocchio premendosi le tempie, i tre ragazzi corsero verso di lei per consolarla.

« Come... » stringendo le palpebre e scuotendo la testa sentì il bisogno di sapere qualcosa di più « Come si chiama... »

Neal strinse i pugni e si morse la lingua, se glielo avrebbe detto si sarebbe ricordata ogni cosa.

Però...forse era giusto così.

« Matthew. »

Alex sgranò gli occhi e ricordò ogni cosa del suo passato.

 

 

 

 

 

 

*Hook sarebbe Uncino (dato che Ryan è il pro-pro-pro nipote di Capitan Uncino) ma dato che sembrava strano dire “Casa Uncino” ho preferito “Casa Hook”

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi qua! Puntuale questa volta e pronta a rispondere alle vostre domande! In questo capitolo non succede niente di avventuroso, sì lo so, ma presto vedremo i ricordi di Alex e conosceremo un altro personaggio di cui ho già fatto riferimento molte volte...spero soltanto di farlo entrare realmente in scena il prima possibile!
Che ne pensate di Brian?
E del capitolo in generale?
Mi farebbe piacere saperlo!
A presto, Matt_Kun

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Capitolo 8
*** Fidarsi: giusto o sbagliato? ***


Capitolo 8

 

« Mamma! Mamma! » la bambina cominciò a chiamarla senza avere nessuna risposta, non la sentiva dato che parlava seduta sulla panchina con un'amica.

« E questa bambola ha il morbillo, le cade la testa, si macchia di verde » invece il bambino di fronte a lei stava massacrando la sua povera barbie.

« Sei cattivo! » gli urlò seduta sull'erba « Aiuto! La mia Wendy! » le lacrime cominciarono a solcare le gote della bruna, che cercava di reprimerle stropicciandosi gli occhi.

« Hahaha quanto sei scema! È solo una bambola! »

La barbie che il bambino teneva fra le mani gli fu tolta bruscamente ed alzò gli occhi, un altro bambino lo stava fulminando con lo sguardo.

« Lasciala in pace! » disse cacciandolo via, i due si fecero una linguaccia a turno e subito dopo si sedette di fronte alla bimba.

« Non piangere, le principesse non piangono. » cercò di consolarla asciugandole le lacrime, lei tirò su col naso.

« Grazie ma...io non sono una principessa, io sono la prima Bimba Sperduta! » esclamò sorridendo, lui ricambiò subito.

« Finalmente ti ho trovata! Io sono Peter Pan! » estrasse dalla tasca una finta spada di legno e lei sgranò gli occhi grigi.

« Che bello! Portami con te sull'Isola che non c'è! » la bambina balzò in piedi cominciando a saltare entusiasta.

« D'accordo, ma prima dimmi il tuo vero nome. »

« Alexandra Jessica Dawson, ma puoi chiamarmi Alex! » si presentò facendo un lieve inchino, lui le prese la mano.

« Allora seguimi! Seconda stella a destra e poi dritto fino al cammino! »

I due bambini cominciarono a correre felici per le giostre, saltarono sulle pietre, scivolarono sugli scivoli, dondolarono sui cavallucci e volarono con le altalene.

Alex non si era mai divertita così tanto con un altro bambino o bambina.

Il suo sorriso rispecchiava la felicità assoluta.

***

« Peter? » lo chiamò la bambina in uno dei tanti pomeriggi nei quali giocavano insieme.

« Dimmi. »

« Non mi hai mai detto il tuo vero nome. »

« Oh, hai ragione! » il bambino si strofinò i capelli rossi e sbarazzini con le mani sporche di fango, quindi le porse la mano mettendosi in piedi « Io sono Matthew, ma tu chiamami Mat! »

« Mat...che bel nome! » commentò lei sorridendogli.

« Sì lo so, anche Alex lo è! »

« Sai, hai tutti i capelli sporchi! » costatò ancora la bimba ridendo, lui se li stropicciò cercando di pulirseli « Ma così peggiorano! Hahaha »

« Allora aiutami tu! Scansafatiche che non sei altro, insomma un po' di rispetto per il grande Peter Pan! » urlò fiero, lei gli fece la linguaccia.

« Tu sei soltanto Matthew! »

Il bambino abbassò lo sguardo triste, gli occhi verdi erano delusi.

« C'è qualcosa che non va? » gli chiese Alex avvicinandosi a lui, che rivolse la testa dall'altra parte.

« Lo sapevo...se ti dicevo il mio nome tu non mi volevi più bene come prima... » ammise.

« Cosa!? Ma non è vero! » lo abbracciò stringendolo forte, lui ricambiò subito l'abbraccio « Io ti vorrò sempre bene, sei il mio migliore amico Mat! »

« Anche tu lo sei Alex... »

 

 

Alex si mise subito in piedi tenendo il capo basso, i capelli le coprivano gli occhi grigi.

« Scusate, ho bisogno di stare da sola. » mormorò facendo per uscire da quel salone, Peter andò verso di lei.

« Stai bene? » le chiese preoccupato, lei continuò ad avanzare.

« Sì, per favore Ryan accompagnami nella mia camera. »

« Questa è casa mia ma comunque... » mormorò il bruno facendo come lei gli aveva detto, Mark li raggiunse.

« Alex mi sembri strana, sicura che- »

« Ho detto che sto bene. » lo interruppe bruscamente alzando lievemente la voce, il capo rimase basso.

Mark inarcò un sopracciglio rientrando poi nel salone, Neal teneva lo sguardo rivolto a terra.

« Tu sai cos'ha. » insinuò il biondo, l'albino lo guardò sospirando.

« Storia lunga, è comprensibile che faccia così...la persona di cui più si fidava da bambina ha...ha ucciso i suoi genitori. E quel che lei non ricorda è davvero tanto. »

« Cosa!? » Mark sgranò gli occhi « Davvero lei... »

Sospirò, qualsiasi cosa avesse detto non sarebbe servita a nulla.

Nel frattempo Ryan aveva già accompagnato Alex nella camera che le aveva dato, lei fece subito per chiudere la porta ma il ragazzo la fermò.

« C'è qualcosa che non va, vero? » domandò facendosi subito serio, la ragazza continuò a guardare il pavimento.

« Ho detto che sto bene, perché continuate a chiedermelo? Come se v'importasse realmente qualcosa. » rispose seria, il suo tono di voce anche se basso emanava tanto disprezzo.

« Certo Alex, a differenza di altri noi ci interessiamo davvero a te, possibile che non lo capisci? A volte mi sembri proprio una bambina. »

« Una bambina stupida ed indifesa, beh effettivamente anche adesso lo sono. Cavolo quanto sono stupida...mi fido sempre delle persone quando non dovrei. »

Ryan l'abbracciò stringendola forte, era la prima volta che le dimostrava un affetto pulito e reale.

Alex sgranò gli occhi cercando di non piangere, rimase impassibile per non farsi ingannare...anche lui c'era sempre stato per lei.

E invece alla fine le aveva rovinato la vita.

« Ryan lasciami stare! » lo spinse via entrando subito nella camera e chiudendogli la porta in faccia, si gettò sul letto stringendo il cuscino e reprimendo le lacrime.

« Non devo più fidarmi di nessuno! Non farò più la figura della scema! »

Scosse la testa mordendosi le labbra, ricordava benissimo tutti i momenti passati con quello che credeva essere il suo migliore amico...lui era l'unico che sembrava comprenderla in quegli anni.

 

 

Quel giorno pioveva a dirotto, il cielo era grigio e la gente passava tra le lapidi reprimendo le lacrime con fazzoletti di seta.

Era vestita interamente di nero come molta altra gente, lo sguardo era rivolto sull'erba umida e scura per evitare di fissare quei nomi scritti sulle due pietre vicine.

Sapeva di essere rimasta in coma, si era risvegliata dopo un mese a quanto pareva ed i suoi genitori erano morti in quell'incidente che l'aveva risparmiata.

Sulla pancia aveva una cicatrice che ogni tanto le bruciava, proprio in quel momento sentì una scossa e se la toccò stringendo i denti.

Qualcuno l'abbracciò da dietro posando il mento sulla sua spalla, lei trasalì.

« Alex, sono felice di vederti in piedi finalmente. »

Era stata Mat la prima persona a vedere al suo risveglio, dalla prima volta che si erano incontrati lui c'era sempre stato.

« Mi dispiace tantissimo...ti starò sempre accanto è una promessa. » le dette un bacio sulla guancia e lei si voltò di scatto verso di lui stringendogli la giacca nera.

Affondò il volto sul tessuto che si inumidì subito per colpa delle lacrime, e pensare che aveva promesso a se stessa di non piangere più davanti a lui.

« Mi manderanno dai miei zii che abitano a Londra...non posso più rimanere qui, non ci vedremo mai più! Mat...io non capisco! Perché tutti mi stanno abbandonando...perché!? »

Le lacrime non riuscivano a fermarsi, lui le accarezzò i capelli singhiozzando.

Anche lui stava...piangendo?

La strinse forte a sé, ed Alex ricambiò.

« Ti sbagli...tu stai abbandonando me...ancora...ma io ti voglio bene e tu...te ne vai così? »

« Non l'ho scelto io! Non piangere Mat ti prego! » si allontanò poco da lui e gli asciugò le lacrime con le dita « Mi dispiace! Ma ti giuro che un giorno ci rivedremo, è una promessa! »

Matthew mise un sorriso strano, gli occhi verdi erano coperti dai capelli rossi come il fuoco.

« E staremo sempre insieme, non è così? »

La sua voce era acuta, quasi le metteva paura.

« S-sì...certo! »

Alex non sapeva cosa voleva farle capire con “sempre”, sperava solo che non si fosse fatto strane idee.

« Quindi è una promessa, quando ci rincontreremo verrai con me: le promesse vanno mantenute. »

I suoi occhi divennero neri come la pece, del fumo li circondava e si sentiva come in trappola.

« Mat...Mat che sta succedendo!? »

 

 

« Le promesse vanno mantenute Alex. »

Si mise seduta di scatto e voltandosi dall'altra parte vide in piedi un ragazzo dai capelli rossi come il fuoco, gli occhi di un nero molto profondo ed indossava una maglietta dello stesso colore degli occhi con sopra una giacca nera, i jeans scuri cadevano sulle scarpe.

Alex sgranò gli occhi, attorno all'erba sulla quale era seduta del fumo nero invadeva l'intero luogo.

Il cielo era cupo, pioveva violentemente ed il ragazzo le porse la mano tenendo con l'altra un ombrello nero.

« Ci siamo rincontrati...staremo insieme per sempre. » si avvicinò tenendo sempre la mano tesa verso di lei, il sorriso era dolce, e gli occhi erano diventati verdi.

La ragazza curvò le labbra all'insù mentre sentiva le lacrime solcarle le guance.

« Mat...sei tu... »

« Sì, certo che sono io! Ti aspetto da tanto tempo! Vieni qui, abbracciami! »

Anche lui pianse, il sorriso sembrava essere sincero e felice dopo tanto tempo...come poteva ignorare l'aiuto del suo migliore amico?

Si alzò e sfiorò appena le sue dita, quando una voce ruppe l'atmosfera che l'avvolgeva.

Si trovava nella stanza dove si era svegliata quella mattina, il ragazzo davanti a lei guardò verso la porta dalla quale provenivano urla e spintoni.

« ALEX! ALEX NON FARE NIENTE! NON TOCCARLO! »

La voce di Neal le stava dicendo qualcosa, ma lei non riusciva bene a capire cosa.

« Alex! Fa come dice lui ti prego sta ferma! » anche Peter parlava, ma l'unica cosa che riusciva a capire era il suo nome.

« Alex lasciali perdere...vogliono dividerci! Io sono il tuo unico vero amico, non ti ho mai abbandonato, ti ho cercata ovunque! » la voce di Mat era quasi supplicante, le lacrime erano vere...poteva percepire il suo dolore...

« Mat...io mi fidavo di te...ma tu li hai uccisi... »

« Ti sbagli! » urlò lui gettando a terra l'ombrello nero « Io non li ho uccisi...ho semplicemente assistito alla scena. Non ho potuto fermarli...Alex davvero non ricordi? »

Le sue labbra si muovevano in un tic, come se trattenessero a stento un sorriso.

Alex sentì un forte dolore alla testa e se la premette sedendosi poi sul letto, in quel momento la porta si scaraventò contro il muro.

« ALEX! »

Mark corse verso di lei, una liana nera fece per colpirlo ma una verde lo prese facendolo indietreggiare.

« Non ti lascerà passare, ha trovato uno spiraglio nel suo cuore e sta entrando nella sua testa modificando i ricordi a suo piacimento...gli elfi oscuri sono come i demoni, ma il loro intento non è solo mangiare e saziarsi...provano a distruggere gli esseri umani lentamente per divertimento, perché sono creature della Terra che loro odiano. » spiegò Neal, l'altro elfo si voltò verso di lui con gli occhi completamente neri, neanche la parte bianca si poteva vedere.

« Gli esseri umani...sono proprio divertenti quando vogliono. » disse sbottando a ridere in modo cattivo, come se non gli importasse realmente nulla della ragazza che si dondolava sul letto scuotendo la testa.

« SEI UN MOSTRO, UN LURIDO VERME! TI SEI DIVERTITO A PRENDERLA IN GIRO IN QUESTO MODO! CHE ESSERE SPREGEVOLE E- »

Mark fu scaraventato contro la porta rotta sbattuta al muro, altre liane nere gli avvolsero mani e piedi stringendogli anche al collo.

« Non osare dirmi niente su quello che ho fatto, non mi pento di niente! »

Per un attimo i suoi occhi diventarono verdi, in quel momento Neal e Brian lo afferrarono con le loro liane naturali riuscendo ad immobilizzarlo del tutto.

« Alex! Vieni qua! »

« Alex no! Vogliono nasconderti la verità! »

La ragazza sollevò appena la testa e guardò Peter con le lacrime agli occhi, lui corse verso di lei ma si fermò quando sentì un urlo.

« Hahahahaha cosa c'è Mark, perché stai diventando viola? » l'elfo oscuro si divertiva a ridere del ragazzo che sentiva ormai la pelle sul punto di lacerarsi.

« Peter... » Alex lo chiamò stropicciandosi gli occhi, il ragazzo allungò una mano verso di lei ma ancora un urlo lo bloccò.

Strinse i denti, non sapeva che fare! Un altro passo e Mark sarebbe morto...

Ma se rimaneva lì fermo chissà che piega avrebbe preso la situazione.

Rimase immobile finché Alex non si ricompose.

« Matthew, fermati. »

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ecco qua il mio piccolo spazio; come al solito spero di avervi incuriosito anche se forse penserete “Sì ma quand'è che partono per questo viaggio? Vuoi ancora tirarla per le lunghe!?” e rispondo: “Se ogni capitolo durasse quanto quello di un libro stampato allora sarebbero sì già partiti, ma nessuno mi seguirebbe”.

Vi ringrazio per le recensioni e a chi continua a seguirmi, vi chiedo di recensire anche questo capitolo e spero che sia in ogni caso di vostro gradimento ^^

Matt_Kun

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