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Sono passati due mesi da allora… Da quando Laura è stata
dimessa dall’ospedale. Da quando Antonio ha confessato di provare un sentimento
particolare per lei. Da quando tutto è stranamente tornato alla normalità.
Laura non sa di essere tanto importante per lui. E non lo sapeva nemmeno
Antonio, a dire il vero, finché non ha temuto di perderla. Ma adesso qualcosa
dentro di loro è cambiato… Siamo arrivati al fatidico giorno. E’ tutto pronto, il
ricevimento… i fiori… e l’immancabile abito bianco…
La chiesa è gremita, mancano solo loro… i protagonisti della
fantastica storia d’amore che sono tutti pronti a celebrare… gli sposi!
1° Puntata…
Mattina – Chiesa Città della Pieve
Sonia: Ma quando
arrivano Laura e Antonio??? Sono in un ritardo pazzesco!!!
Marco: Ma dai,
non ti preoccupare che adesso arrivano…
Sonia: Speriamo!
Mattina – Caserma Città della Pieve
Antonio camminava per il corridoio impaziente, come se
stesse attendendo qualcosa che tardava ad arrivare. Era splendido in quella
nuova divisa… molto simile alla solita, ma senza gradi. Non in servizio, non
sotto copertura. Semplicemente Antonio. Antonio in giacca e cravatta. Antonio
in un ruolo che non aveva mai dovuto recitare. Antonio che fremeva all’idea di
dover essere così vicino a quell’altare. Antonio incavolato nero perché
“qualcuno” era in forte ritardo. Antonio che camminava per il corridoio
impaziente. Poi… un rumore di tacchi, veloce ma sincronizzato, distinto ma
piacevole. Antonio si avviò verso le scale per ricevere la persona che stava
aspettando da più di mezz’ora ormai. La vide. Un’allucinazione. Poteva una donna
essere tanto eterea? No, doveva essere senz’altro una dea. E Antonio doveva per
forza stare sognando.
Laura scese in fretta le scale, sapendo che per quanto
potesse essere veloce, nulla le avrebbe impedito di incorrere nelle ire di
Antonio che la aspettava da troppo tempo al piano di sotto. L’ultima rampa, poi
finalmente sarebbe stata ben visibile ai suoi occhi.
Giunse il momento della verità. E i loro sguardi si incrociarono. Laura aveva già pianificato tutto. Al
prossimo scalino, Antonio l’avrebbe guardata dritto negli occhi e l’avrebbe
rimproverata per aver fatto tardi. Scese quel maledetto scalino, ma Antonio la
fissò senza aprire bocca. “Poco male”, pensò. “Mi rimprovererà al prossimo
scalino”. Ma anche stavolta Antonio non mosse un dito. Laura pensò che, per questa
volta, prevenire sarebbe stato meglio che curare.
Laura: Scusa…
scusa… Mi merito tutti i rimproveri del mondo! Solo, fai presto perché già
siamo in ritardo.
Pronunciate queste parole, Laura rimase ad aspettare una
risposta. Anzi, era sicura di stare per ricevere una delle sue solite
frecciatine ed era pronta a rispondere con la sua solita spontaneità, ma non vedendo
Antonio reagire, cominciò a preoccuparsi. Lo guardò bene in viso. Alla faccia
del fascino della divisa. Laura lo vedeva tutti i giorni in servizio, ma mai
gli era sembrato affascinante come in quel momento. Sarebbe stato l’uomo
perfetto se non fosse stato per quella faccia da ebete!
Le scuse di Laura destarono Antonio e gli fecero capire che
la dea che lo aveva rapito, altri non era che la sua Laura. Dio, quanto era
bella in quel vestito nero. Quanto sembrava lontana quella divisa che nascondeva,
gelosa, tutta la sua femminilità. E quanto era vicina lei adesso. Stava parlando,
ma Antonio non la sentiva, tanto era inebriato dal suo dolce profumo. Ma sapeva
che doveva svegliarsi. Che Laura era solo una collega.
Antonio: Come? Ah
si, il matrimonio! Sbrighiamoci…
Detto questo, cominciò ad incamminarsi verso l’automobile,
lasciando Laura piuttosto allibita.
Laura: Come?
Neanche un rimprovero???
Antonio: Se ti
uccidessi, resteremmo senza testimone!
…rispose senza fermarsi, né voltarsi.
“Questo è l’Antonio che conosco!”,
pensò tra sé Laura, prima di raggiungerlo in auto. Non sapendo che, in realtà,
quella di Antonio non era una semplice fretta, ma una fuga dai suoi pensieri
proibiti.
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Ecco a voi la prima puntata della mia fan-fiction... Mi scuso se i capitoli saranno brevi, ma la mia storia era nata per essere pubblicata sul forum di "Carabinieri" e solo dopo mi è venuta l'idea di postarla anche qui per far conoscere a tutti questa splendida coppia che mi ha tanto appassionata...
Spero che siate clementi nelle recensioni, è la mia prima fan-fic e quindi sono ancora alle prime armi.
Con affetto...
Anny
Entrati in auto, Antonio ingranò subito la marcia, tentando
di recuperare il tempo perso utilizzando i cavalli della vettura. Laura,
invece, abbassò lo specchietto e cominciò a guardarsi e riguardarsi. Non faceva
che giocherellare con un ciuffo ribelle e continuava a sbuffare
ininterrottamente. Antonio, per quanto volesse concentrarsi sulla guida, veniva
distratto dai lamenti di Laura e, quando perse la pazienza, disse…
Antonio: Qual è
il problema?
Laura: Come?
Antonio: Sono due
ore che ti guardi allo specchio! Cosa c’è che non va?
Laura: C’è che è
la prima volta in vita mia che faccio da testimone e la giornata è iniziata
malissimo! Il parrucchiere ha annullato l’appuntamento all’ultimo momento e
così con i capelli mi sono dovuta arrangiare da sola. E’ per questo che ho
fatto tardi…
Antonio la guardò e si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
Laura: Ecco,
bravo… Ridi della mia sfortuna!
E riprese a cercare di sistemarsi i capelli.
Antonio: Ma no
che non rido di te! E poi, dai, non farne una tragedia!
Laura: La fai
facile tu… Al matrimonio saranno tutte bellissime e io, invece, sarò il solito
brutto anatroccolo! Mi viene da piangere…
Antonio: Beh, se
proprio lo vuoi sapere…
Laura: Cosa?
Antonio: Secondo
me stai bene… anzi, benissimo…
Dette quelle parole, Antonio cercò il modo di distogliere
l’attenzione di Laura da quel pensiero che non era riuscito a tenersi dentro e
prese una curva a gran velocità. Laura, presa alla sprovvista, andò a sbattere
con la spalla contro la portiera e non riuscì a trattenere un gemito di dolore.
Antonio: Oh,
scusa! Fatta male?
Laura: Ecco… lo
vedi? Non me ne va bene una, oggi!
Disse Laura, cominciando a massaggiarsi la spalla dolorante,
mentre Antonio non riusciva a perdonarsi una tale leggerezza. Pensò a come
avrebbe potuto sistemare la situazione. Poi, arrivò l’idea brillante. Accostò e
frenò, sotto gli occhi di una Laura molto confusa.
Laura: Che fai?
Antonio prese dalla tasca dei pantaloni il portafoglio, poi
guardò Laura, le sorrise maliziosamente ed estrasse un ciondolo a forma di
stella.
Laura guardava l’amico con estrema curiosità, poi si vide
porgere il ciondolo e, presolo in mano, disse…
Laura: E’
bellissimo! Ma cos’è?
Antonio: E’ un
ciondolo… l’ho trovato al mio primo incarico al Comando di Tarquinia e da
allora lo tengo sempre con me. E’ un po’ un portafortuna, diciamo…
Laura ascoltò la storia realmente affascinata, continuando a
scrutare il ciondolo angolo per angolo e intanto che lo faceva, le si dipinse
un sorriso sul volto. Antonio si incantò a guardarla, poi fece un bel respiro e
disse…
Antonio: Allora…
visto che oggi sei tanto sfortunata e a me non va di vederti col muso lungo per
tutta la giornata, puoi tenerlo. Te lo presto, ma solo per oggi!
Laura guardò Antonio… Il pessimismo si era volatilizzato dal
suo volto e al suo posto c’era un sorriso sgargiante.
Laura: Grazie,
Antonio… sei un tesoro!
…e gli diede un bacio sulla guancia. Poi, si apprestò a
tentare di infilare il ciondolo nel braccialetto che aveva al polso, intanto
che Antonio, portatosi una mano alla guancia, si destava dai suoi sogni e
rimetteva in moto l’auto.
Laura: Scusa,
scusa… non sai quante me ne sono capitate oggi.
Antonio:
L’importante è aver fatto in tempo.
Marco: Aspetta a
parlare, sta arrivando l’auto della sposa.
Antonio: Forza
Laura, dovremmo già essere dentro!
E, presa Laura per un braccio, la tirò verso l’altare,
mentre lei ancora chiacchierava con Sonia.
Gabriele:
Antonio! Laura! Meno male che siete arrivati!
Lo sposo corse incontro ai suoi amici e li abbracciò così
forte che quasi si sentirono soffocare. Laura si scostò dolcemente da lui
sorridendo e dicendo…
Laura: Ehi,
piano!
Gabriele:
Scusate, ma non sapete quanto sono nervoso. Poi vi ci mettete pure voi
arrivando in ritardo!
Antonio: Ma
adesso siamo qui, quindi rilassati. L’auto della sposa è già qui fuori!
Gabriele: Oddio!
Mi sento svenire!
Laura e Antonio risposero a quell’esclamazione con una
semplice risata ed andarono a mettersi tutti ai propri posti.
La cerimonia fu splendida. Sì, lo so che nel prologo avevo
parlato di un abito bianco, ma Mira era incinta ed il suo pancione dovette
accontentarsi di un intenso color avorio. Dopo la celebrazione, tutte le
ragazze erano pronte fuori la Chiesa per il lancio del bouquet.
Mattina – Sagrestia Chiesa CdP
Gioia: Laura!
Laura: Ciao
Gioia! Ma stai benissimo…
Gioia: Grazie,
anche tu.
Laura: Guarda,
non ne parliamo.
Gioia: Perché
dici così? Stai bene per davvero… Oh, guarda, lì ci sono Caterina e Sonia.
Laura: Caterina!
Sonia! Venite qui…
Caterina: Ciao
Laura, ciao Gioia. Allora tutte pronte per il fatidico momento?
Laura: Quale
momento?
Sonia: Ma come?
Non dirmi che ti sei messa qui davanti solo per buttare il riso?
Laura: Certo! Per
cosa se no?
Gioia: Ma per il
lancio del bouquet!
Laura: E, ditemi,
cosa me ne faccio di un bouquet se non ho un uomo da sposare?
Caterina: Ma non
è così che si ragiona! Tu pensa a prendere il bouquet, poi al resto ci penserà
il destino.
Gioia: Guardate…
ecco gli sposi!
Alla vista dei due innamorati, si innalzò un coro di voci e
un velo di riso. Flash dalle macchine fotografiche, risate di gioia, urla di
entusiasmo. Poi, Mira si girò ed urlò…
Mira: Siete
pronte?
Prese il bouquet con due mani, caricò verso il basso e poi lo
regalò al vento. A chi lo avrebbe portato?
Il tempo sembrò andare al rallentatore… Il bouquet disegnava
forme astratte nell’etere e tutti ammiravano quell’artistico spettacolo. Ogni
naso era rivolto verso il cielo, tranne uno. Laura ripensò al ciondolo, guardò
il suo bracciale e poi chiuse gli occhi. Rivolse la testa verso il cielo e
quando li riaprì si ritrovò il bouquet in mano. Un boato di entusiasmo misto a
delusione si levò al cielo così come il bouquet era sceso verso la terra.
Gioia: Brava
Laura!
Caterina: E meno
male che non lo volevi!
Tutte si ammassarono addosso a lei, cominciarono a
complimentarsi, ad abbracciarla, ma Laura pensava ad una sola cosa.
Laura: “Allora il
ciondolo funziona davvero!”, pensò mentre sul viso di Antonio, che aveva assistito
alla scena da lontano, si dipingeva un sorriso imbarazzato.
Antonio: Che cosa
stupida! Come se Laura si potesse davvero sposare entro l’anno… E con chi, poi?
Giacomo: Eh,
Antonio! Non credere… A volte le tradizioni si dimostrano più vere di quel che
sembra… E poi Laura è una bellissima ragazza, scommetto che troverà presto
l’uomo giusto per lei.
Antonio non rispose, ma riprese a guardare Laura da lontano.
Ancora più pensieroso.
E così, questa piena giornata volse al termine. Passato
anche il taglio della torta, non restava che dedicarsi alle ultime danze prima
di tornare ognuno alla propria dimora.
Laura era al suo tavolo vuoto. Avevano trascorso un pranzo
in totale allegria fra colleghi, ma adesso erano tutti impegnati sulla pista da
ballo. Marco e Caterina si godevano le ultime ore insieme prima che lui
tornasse a Perugia; Giacomo e Gioia, ormai, erano spariti da tempo in terrazza,
forse ad ammirare lo splendido panorama; Sonia e Maurizio erano andati via già da
un po’. Persino il comandante Morri era nel pieno di una favola d’amore.
Gabriele aveva invitato al matrimonio anche Barbara pur non sperando nella sua presenza,
ma si era dovuto ricredere perché l’ex vice-comandante si era presentato nel
bel mezzo della cerimonia a fare una sorpresa al suo Bruno, che non poteva
aspettare momento migliore per dichiarare, finalmente, i propri sentimenti.
Insomma… era tutto perfetto. A parte la desolante visione di una ragazza così
bella che, mentre tutti si divertivano, perdeva il tempo con le dita che
tamburellavano sul tavolo.
Poteva Antonio essere così crudele da lasciarla lì da sola?
Alla vista della collega in difficoltà, congedò frettolosamente le persone con
le quali stava parlando e si diresse elegantemente verso quel tavolo. Non
sapeva ancora cosa avrebbe fatto, non sapeva cosa avrebbe detto, sentiva solo
che Laura lo attirava come una calamita fa col ferro, come una sirena fa con i
marinai. E la cosa lo spaventava.
Le dita di Laura tamburellavano sulla tovaglia al ritmo
della musica. Si voltò a guardare gli sposi. Quella dolce coppia le ricordava
tremendamente i suoi genitori. L’amore più forte che aveva mai visto. Dio, come
le mancava la sua famiglia. Non era stato per niente semplice staccarsi da loro
e l’accoglienza di Antonio non le aveva certo facilitato le cose. Antonio…
quante cose erano cambiate dal loro primo incontro. C’era stato odio, aiuto
reciproco, preoccupazione, amicizia, intesa… ed ora quel gesto. Se quel lontano
primo giorno di servizio le avessero detto che Antonio le avrebbe fatto un
regalo del genere, non ci avrebbe creduto affatto! Eppure era successo e Laura
non riusciva a non pensarci. Da dove nasceva tanta gentilezza? E poi, quel
complimento, quel tentativo di tirarle su il morale… Lo aveva sentito
distintamente prima di quel colpo alla spalla. Quello era di certo un nuovo Antonio
e non sapeva perché, ma c’era qualcosa in lui che la intrigava. Guardò il
ciondolo. Antonio… Antonio… Perché non riusciva a pensare ad altro? Antonio…
Antonio… Antonio…
Antonio: Ciao…
Laura fu bruscamente riportata alla realtà dal saluto di
Antonio. Incredibile il ritrovarsi davanti così all’improvviso l’oggetto dei
propri pensieri.
Laura: Ciao…
Antonio si schiarì la voce.
Antonio:
Mademoiselle, volete concedermi l’onore di questo ballo?
Laura fu presa totalmente alla sprovvista da questo invito,
ma non riusciva a trovare dentro di sè un motivo per cui rifiutare. In fondo,
era solo un ballo…
Antonio le fece un inchino e le porse la mano. Lei ci poggiò
delicatamente sopra la sua e disse…
Laura: Con
piacere!
Insieme, occhi negli occhi, mano nella mano, si avvicinarono
alla pista da ballo. La musica sfumò, per dare inizio ai primi accordi di “Destiny” di Jim Brickman. Nessuno di
loro era un ballerino, ma i loro corpi si muovevano in simbiosi, cullati dalle
note di quella dolcissima canzone. Laura teneva lo sguardo basso, Antonio le
accarezzava i capelli con gli occhi. Poi, danzando danzando, i loro sguardi si
incrociarono perdendosi l’uno negli occhi dell’altra. Quel momento sembrò
durare un’eternità finchè…
Laura: Ah! Mi hai
pestato un piede!
Antonio: Scusami!
Laura: Non ti
preoccupare, non fa niente…
I due scoppiarono in una fragorosa risata.
Antonio: Forse è
il caso di fermarsi.
Laura: Si… è ora
di andare.
I due si avvicinarono al proprio tavolo e, mentre Antonio
cominciava a salutare, Laura guardò nuovamente il ciondolo. Si perse in mille
pensieri, poi prese una decisione. Lanciò un’occhiata maliziosa ad Antonio, il
quale era tutto preso dai suoi saluti e non se ne accorse affatto, e si sfilò
velocemente il ciondolo dal bracciale per nasconderlo, poi, furtivamente nella
borsa. Si ricompose e si diresse verso Antonio.
Laura: Andiamo a
salutare gli sposi?
Antonio annuì ed insieme si apprestarono a ricevere le loro bomboniere.
In auto regnava il silenzio… Antonio si chiedeva in cuor suo
come mai Laura non pronunciasse una parola, ma non aveva il coraggio di girarsi
verso di lei per paura di incrociare il suo intenso sguardo. Solo quando
giunsero in caserma, Antonio si voltò verso Laura e si accorse che stava
dormendo. Restò qualche secondo a guardarla, ad ammirare quell’angelo
dormiente, poi scese dall’auto, fece il giro, aprì la portiera e le tolse la
cintura di sicurezza: aveva intenzione di prenderla in braccio per portarla in
camera sua, ma si rese conto di non avere le chiavi e comunque non aveva
nessuna voglia di farsi vedere troppo premuroso nei suoi confronti. Bordi era
sicuramente sveglio ad aspettare il ritorno dei suoi colleghi. Mentre decideva
sul da farsi, i suoi occhi si posarono sul braccialetto di Laura e si
meravigliò non poco quando vide che il suo ciondolo non c’era più. Che Laura
l’avesse perso? Eppure gli era sembrato che le piacesse, quindi ci sarebbe
stata sicuramente attenta. Decise di svegliarla per chiederle spiegazioni…
Antonio: Laura…
Pronunciò quel nome con una dolcezza infinita. Laura dormiva
ancora, ma riconobbe inconsciamente la sua voce e lo chiamò nel sonno.
Laura: Antonio…
Antonio sorrise nel sentire sussurrare il suo nome con tanta
tenerezza.
Antonio: Forza,
Laura. Svegliati… siamo arrivati!
Laura aprì gli occhi, sorrise ad Antonio e si portò le mani
sulla bocca per coprire un irriverente sbadiglio.
Laura: Sono
stanchissima! Non vedo l’ora di andare a letto… ho un mal di testa!
Disse toccandosi, poi, le tempie.
Antonio: Ti
credo, con tutto lo champagne che hai bevuto!
Antonio si spostò per aiutare Laura a scendere dall’auto,
poi bloccò la sua camminata con un braccio, fermandola a pochi centimetri dal
suo viso.
Antonio: Non
dimenticare che hai qualcosa che mi appartiene!
Laura: Ah si, il
ciondolo!
Laura fece per prenderlo dal suo braccialetto e si finse
sorpresa quando non lo vide appeso ad esso.
Laura: Non è
possibile! Era qui… forse l’ho perso in macchina!
Rientrò in auto e cominciò a cercarlo.
Laura: Non si
vede niente…
Antonio: Dai, non
ti preoccupare, lo cercherò io domani.
Laura: Antonio,
scusami. Non so come ho fatto a perderlo!
Antonio: Non fa
nulla. Solo che adesso te lo sogni che ti presto ancora qualcosa!
Laura: Lo vedi?
Sei arrabbiato con me… Ma non l’ho fatto apposta, scusami… dai!
Antonio: Va bene,
va bene. Ma ora va’ a letto… sei stanca.
Laura:Ok!
Laura si diresse verso l’entrata con la coda fra le gambe,
poi si voltò a guardarlo un’ultima volta.
Laura:
Buonanotte!
Antonio:
Buonanotte…
…e detto questo, rientrò in macchina sperando di trovare il
suo prezioso ciondolo.
Notte – Caserma CdP (Stanza di Laura)
Perché l’aveva fatto? Mentire spudoratamente e rubare non
erano certo atti consoni ad una carabiniera
integerrima come lei. Eppure lo aveva fatto. Aveva sentito il bisogno di
impossessarsi di quel ciondolo. Era assuefatta dallo speciale influsso che
quella stella esercitava su di lei.
Laura era sdraiata sul suo letto, lo sguardo rivolto al
soffitto, l’oggetto del reato in mano. Aveva un terribile mal di testa e un
gran sonno, ma non riusciva a smettere di pensare a quella giornata fuori del
normale. Quante emozioni una dopo l’altra. La gioia per Gabriele, il nervosismo
per il parrucchiere ed infine, non meno importante, la sorpresa per Antonio.
Non le era mai capitato di sentirsi così e non riusciva a darsi pace.
Antonio si era comportato con lei in maniera diversa dal
solito. Dopo il suo incidente, aveva già notato in lui una cura particolare nei
suoi confronti, ma quel giorno era stato addirittura più premuroso del solito.
Guardò l’orologio. Le due. Tentò di scacciare quei pensieri,
ma quando chiuse gli occhi per addormentarsi, le apparve nella mente il volto
sorridente di Antonio. Si alzò di scatto e si mise a sedere sul letto. Le
scale, il ciondolo, il bouquet, quel ballo, quella canzone. No, non poteva
essere. Non poteva innamorarsi di Antonio. Anzi, non doveva...
Laura era nel cortile parlando al cellulare con la madre…
Mamma: Laura!
Finalmente ti fai sentire! Capisco che hai tanto lavoro, ma qui siamo tutti
preoccupati per te…
Laura: Oh, mamma,
non sai quanto mi mancate. Fosse per me vi telefonerei ad ogni ora, ma lo sai
che qui il lavoro è tanto.
Mamma: Laura, mi
raccomando, riguardati. Ma non pensi a quanto è pericolosa la carriera che hai
scelto? Lo sai, ti ho sempre dato totale libertà sulla tua vita ma dopo quell’attentato non sono più tanto entusiasta…
Intanto, senza che Laura se ne accorgesse, arrivò Antonio
alle sue spalle per comunicarle un nuovo incarico, ma non voleva interrompere
la sua telefonata, così se ne stette in silenzio appoggiato alla porta a
guardarla.
Laura: Mamma,
sono passati due mesi… Basta con questa storia! Quando ho scelto di fare il
carabiniere sapevo a quali rischi andavo incontro e lo sapevi anche tu, quindi
mi sembra tardi per lamentarsi! E comunque non devi preoccuparti, so badare a
me stessa…
Mamma: Laura, non
fare così. E’ normale che una madre sia preoccupata se sa che sua figliaaffronta pericoli ogni giorno. Hai fatto la
tua scelta e io non dico nulla, ma sappi che se potessi verrei a prenderti oggi
stesso…
Antonio continuava a guardare la sua collega, ma quando vide
che la sua espressione all’improvviso s’incupì, cominciò a preoccuparsi. Che
lei e sua madre stessero discutendo?
Laura: Va bene,
mamma… Senti, adesso devo andare. Sono in servizio. Salutami tutti. Ciao.
E chiuse la chiamata senza attendere risposta. Era visibilmente
delusa dal discorso della madre. Erano sempre state d’accordo su tutto, mai una
discussione, ed ora non capiva che per lei quel mestiere era davvero un sogno
realizzato. Sapeva di dover tornare al lavoro, ma era ancora un po’ sconvolta e
decise di sedersi un attimo lì fuori per riprendere la calma. Ad Antonio sembrò
il momento giusto per uscire allo scoperto.
Antonio:
Problemi?
Laura sobbalzò. Non lo aveva sentito arrivare. Che avesse
sentito tutta la conversazione?
Laura: Da quanto
tempo sei qui?
Antonio:
Abbastanza per capire che c’è qualche problema.
Laura: Ho
semplicemente discusso con mia madre.
Antonio: C’era da
aspettarselo.
Laura: Perché
dici così?
Antonio: Nessuna
famiglia è perfetta, anche quella che lo sembra di più.
Laura: Sbaglio o c’è
un po’ di acidità nelle tue parole?
Antonio: Sto solo
dicendo che all’inizio i tuoi mi erano sembrati i genitori perfetti, ma alla
fine si sono rivelati per quello che sono.
Laura: E cioè?
Antonio: Dai,
Laura. Hai avuto una commozione cerebrale e non sono neanche venuti a trovarti!
Laura rimase sconvolta da quelle parole. Non sapeva perché,
ma l’avevano ferita interiormente. Forse perché anche lei si era chiesta la
stessa cosa, ma non riusciva ad ammettere che le persone che tanto amava si
fossero comportate in maniera così superficiale.
Laura: Avevano…
avevano da fare! Altrimenti sarebbero venuti…
Gli occhi di Laura divennero improvvisamente lucidi, ma in
quel momento il suo stato d’animo cambiò da ferito a furioso. Si alzò ed
esclamò…
Laura: E comunque
non ti permetto di parlare così di loro. Tu non li conosci!
Si voltò e si incamminò verso l’interno della caserma…
Antonio si alzò, rimproverandosi per essere stato così
brusco.
Antonio: Laura…
Laura!
Ma la ragazza non si fermò, né si voltò. Era troppo nervosa
perfino per un chiarimento.
Antonio si stava dirigendo verso la sua stanza, ma
continuava a pensare alla discussione con Laura di quella mattina. Come aveva
potuto essere così brusco? Odiava qualsiasi cosa potesse ferirla, ma intanto
questa volta era stato proprio lui la causa del suo dolore e non riusciva a
perdonarselo. Da quando Laura era arrivata, qualcosa in lui era cambiato. Non
era lo stesso. Finalmente era meno chiuso e più sciolto e sapeva che questo
cambiamento lo doveva solo a lei. Solo una sfumatura del suo carattere non era
riuscita a mutare. Antonio non riusciva ancora a comprendere il concetto di
famiglia unita, felice ed idilliaca. La sua infanzia era stata così tormentata
che in realtà, dentro di lui, viveva ancora un bambino che non chiedeva altro
che un po’ d’affetto ed era invidioso della gioia altrui. Ecco a cosa era
dovuto quel battibecco della mattina. Quel bambino interiore aveva preso il
sopravvento sulla razionalità di Antonio, era così forte da superare perfino
l’amore che egli sentiva di provare per Laura, ma che non riusciva ad ammettere
perché lei rappresentava quanto di più irraggiungibile ci fosse al mondo per
lui.
Mentre pensava queste cose, passò davanti al soggiorno della
caserma e qualcosa attirò la sua attenzione. Gli era sembrato di sentire uno
strano rumore. Forse si era solo sbagliato. Riprese a camminare e questa volta
riconobbe distintamente dei singhiozzi sommessi. E sapeva anche chi era ad
emetterli.
Aprì di scatto la porta e, senza neanche guardarsi intorno,
corse verso di Laura, la quale era accucciata, in lacrime, sul divano.
Le prese le spalle, la guardò negli occhi e le disse…
Antonio: Laura…
tutto bene? Perché piangi?
Laura non rispose, ma avvicinò una mano al viso per
asciugarsi le lacrime.
Antonio: Se è per
quello che ho detto stamattina, ti prego scusami. Sono stato uno stupido. Non
avevo nessun diritto di dire quelle cose e a dire la verità non le penso
nemmeno…
Laura avvicinò un dito alla bocca di Antonio per farlo
smettere di parlare. Poi, con la stessa mano indicò un punto impreciso di
fronte al divano. Antonio la guardò confuso, poi si volse nella direzione
puntata dal dito. Non potete immaginare la sua sorpresa nel vedere cosa Laura
stava indicando.
Si rigirò verso Laura e le regalò un sorriso. Adesso era
molto più tranquillo…
Antonio: E’ per
questo che piangi?
Laura stava guardando in televisione il film “La piccola principessa” con LieselMatthews…
Laura: Il padre
non la riconosce e lei è disperata! E’ la scena più commovente di tutto il
film…
Antonio:
Personalmente, credo di non averlo mai visto! E comunque, per quanto riguarda
le cose che ti ho detto stamattina, scusami… davvero.
Laura: No,
scusami tu. Non avrei dovuto prendermela così tanto. In fondo so che con il tuo
passato è difficile accettare una cosa del genere…
Antonio: E tu che
ne sai del mio passato?
Laura: Ti ho
sentito quando lo hai rivelato a Gabriele… Scusa, non stavo origliando. Passavo
lì per caso…
Antonio: Non
preoccuparti…
Laura: Comunque,
credo che ti farebbe bene vedere questo film. Capiresti molte cose…
Antonio: Allora
facciamo così… Prima di tutto, tu la smetti di piangere, poi ci guardiamo
insieme la fine e dopo mi racconti tutto quello che mi sono perso. Che ne dici?
Laura:Ok!
Antonio si sedette sul divano vicino a lei ed insieme
finirono di guardare il film…
Morri: Va bene. Senti, quando li vedi dici
loro che possono prendersi il pomeriggio di riposo. Stanotte si apposteranno
sotto copertura fuori casa del dott. Alessi. Voglio
sapere se riceve qualche visita sospetta…
Sonia: Comandi!
Mattina – Soggiorno Caserma CdP
Laura: Antonio?
Antonio!
Antonio non aveva alcuna voglia di svegliarsi, ma la voce
che lo chiamava era troppo insistente per poter essere ignorata. Aprì gli
occhi.
Laura:
Finalmente! Ci siamo addormentati sul divano! Sbrigati, alzati… che se ci
trovano così chissà cosa pensano!
Antonio: Hai
ragione… Hai fatto bene a chiamarmi, di certo non voglio rischiare il
trasferimento per un film. Si sta bene a Città della Pieve…
Antonio mentiva. Per lei sarebbe stato disposto a tutto.
Laura: Però
ammetti che è stato davvero un grande film… è in assoluto il mio preferito!
Antonio: Si, non
era male…
Disse Antonio con aria di sufficienza. In realtà quel poco
che aveva visto gli era piaciuto, nonostante non fosse esattamente il suo genere,
ma di certo non voleva dare questa soddisfazione alla sua “collega”.
Laura: Ti pareva
che per una volta fossi entusiasta di qualcosa… Forza! Vai in camera tua…
…e lo spinse scherzosamente verso la porta.
Antonio: Va bene,
va bene… E ricorda, noi non ci siamo mai visti!
Laura:Ok!
Uscirono entrambi dal soggiorno e le loro strade si
divisero. L’uno da una parte, l’altra dall’altra, convinti di averla scampata.
Ma non sapevano che qualcuno aveva già goduto della vista di quei due
innamorati addormentati sul divano…
Mattina – Caserma CdP
Morri: Sonia, hai già riferito l’incarico a
Baldi e Flestero?
Sonia: Certo,
comandante.
Morri: Ah, va bene… non fa niente.
...rispose con un’espressione visibilmente delusa.
Sonia: C’è
qualche problema?
Bruno si affrettò a sorriderle.
Morri: No, no… nessun problema.
Intanto, arrivò Barbara.
Barbara: Bruno!
Morri: Barbara! Che ci fai qui?
I due si scambiarono un tenero e casto bacio sulle labbra,
sotto lo sguardo divertito di Sonia.
Barbara: Ho
portato i cornetti!
Sonia: Io allora
vado, eh!
Barbara: Non lo
vuoi un cornetto?
Sonia: No,
grazie. Ho molto lavoro da sbrigare. Ci vediamo…
Salutò Barbara e si allontanò, così Morri
e la sua bella si avviarono verso l’ufficio del comandante.
Barbara: Che c’è?
Ti vedo pensieroso…
Bruno sospirò…
Morri: Da quando non sei più tu il mio vice,
non so a chi confidare tutti i miei crucci…
Barbara: Non sono
il tuo vice, ma posso rimanere la tua confidente! Allora… qual è il problema?
Morri: Sono preoccupato per due dei miei
sottoposti…
Esclamò Laura chiudendo di botto il libro che stava
leggendo.
Antonio: Che
libro è?
Laura: “Orgoglio e pregiudizio” di JaneAusten.
Antonio: E di che
parla?
Laura: Di due
giovani. Lui è un tipo freddo ed orgoglioso, lei ha dei pregiudizi nei suoi
confronti. Ma alla fine si innamorano l’uno dell’altra.
Antonio: Odio e
amore, insomma…
Laura: Esatto!
I loro sguardi si incrociarono, poi imbarazzati si voltarono
dall’altra parte, come se avessero realizzato solo in quel momento quanto
quella storia fosse simile alla loro.
Antonio riprese a scrutare all’orizzonte qualche possibile
movimento in casa. Laura guardava fuori dal finestrino. Ripensò alla sera
prima. Antonio si era dimostrato molto dolce nel restare con lei ed era
riuscito a farsi perdonare qualsiasi colpa riguardante quella mattina. Il suo
scetticismo verso l’ideale di famiglia la intrigava ancora di più e faceva
nascere in lei la voglia di dimostrarglielo praticamente vivendo tutta la vita
con lui. Per un attimo, provò ad immaginarsi sposata e con dei bambini. Il suo
viso si tinse di rosso. Ma che stava pensando?
Antonio sapeva di essere in servizio. Sapeva che non doveva
togliere gli occhi di dosso a quella casa per nessun motivo. Laura aveva già
fatto la sua parte e adesso si godeva i suoi 5 minuti di riposo. Ma Antonio non
ce la faceva a non guardarla. Si girò un attimo verso di lei e gli tornò in
mente quando la vide addormentata in auto qualche sera prima. Era stato un
momento davvero magico per lui che era sempre stato costretto a guardarla di
nascosto. Quando dormiva, invece, poteva contemplarla quanto voleva senza
correre il rischio di essere scoperto. Perché sapeva che il suo era un amore
impossibile. Un amore non previsto dal regolamento. E, probabilmente, anche un
amore a senso unico.
Laura distolse la mente dai suoi pensieri d’amore e i suoi
occhi furono attirati da qualcosa. In casa si era accesa una luce. Guardò
meglio. La porta si stava aprendo…
Laura: Antonio!
La porta!
Antonio, tutto preso dalla contemplazione del profilo di
Laura, non si era accorto di nulla ed ora era stato preso alla sprovvista. Non
aveva idea di cosa fare…
Antonio: Forza,
nasconditi!
Ormai la porta era quasi totalmente aperta. Se non si
fossero nascosti in fretta, sarebbero stati sicuramente scoperti. Ma cosa
potevano fare per non dare nell’occhio?
Nei film si fa sempre così. I due carabinieri, per non
bruciarsi la copertura, fingono di essere due innamorati che si godono la
passione del loro amore giovanile scambiandosi baci e carezze. Ma Laura e
Antonio non furono così banali.
Antonio, per non farsi vedere, aveva spinto in fretta la
leva alla sinistra del sedile di Laura e poi le si era sdraiato sopra. Adesso i
loro visi erano molto vicini.
Antonio: Scusa…
Era l’unico modo!
Laura: Figurati…
Disse Laura visibilmente imbarazzata, tentando di non
incrociare lo sguardo del “collega”.
Antonio sollevò un po’ la testa per vedere cosa stesse
succedendo fuori. Il dott. Alessi era semplicemente
uscito a buttare la spazzatura. Antonio aspettò che il dottore rientrasse in
casa, poi si rigirò verso Laura. Stava per rialzarsi quando qualcosa catturò la
sua attenzione.
Antonio: E
questo?
Nella fretta, la spallina destra della maglia di Laura si
era un po’ abbassata, lasciando scoperto un piccolo livido. Antonio lo
riconobbe.
Antonio: Sono
stato io quando ho preso male quella curva, vero?
Laura si aggiustò la spallina, ancora più imbarazzata di
prima.
Laura: Non
preoccuparti, non è niente. Non mi fa neanche più male.
Antonio si alzò e risistemò con delicatezza il sedile di
Laura. Poi guardò, pensoso, fuori dal finestrino. Laura la riconobbe: quella
era la tipica espressione di Antonio quando è nervoso, quando qualcosa non gli
sta bene.
Laura: Dai, non fare
così. Ti dico che non è niente. E poi così compensiamo tutte le volte che la
macchina la porto male io!
Per quanto si stesse sforzando, Antonio non riuscì a
trattenere un sorriso. Solo Laura era capace di una cosa simile…
Morri: Di solito non mi intrometto nella
vita privata dei miei sottoposti, ma sia Antonio che Laura sono degli ottimi
elementi e non possiamo proprio permetterci di perderli.
Barbara: Hai
ragione. Vedrai che non lavorando più fianco a fianco il problema si risolverà
da solo!
Morri: Secondo te allontanarli l’uno
dall’altra basterà?
Barbara: Si… se
la loro è solo una banale infatuazione!
Morri: E’ proprio questo che mi preoccupa…
Il comandante era seriamente preoccupato per la situazione.
Vedere Antonio e Laura addormentati sul divano, in una posa così tenera,
l’altra mattina, gli aveva fatto realizzare come stavano veramente le cose.
Nelle situazioni d’amore che lo riguardavano era sempre un pò
imbranato, ma quando si trattava di scovare le cotte altrui, aveva un gran
fiuto. E sapeva che se non avesse fatto qualcosa per evitarlo, Antonio e Laura
si sarebbero presto innamorati. Ma a causa di tutti questi amori, la caserma
stava via via svuotandosi e lui era comunque il
comandante: per quanto gli piangesse il cuore nel farlo, doveva compiere il suo
dovere. Forse Barbara aveva ragione. Forse sarebbe davvero bastato diminuire
loro gli incarichi da svolgere assieme per evitare il peggio. E poi, magari, si
stava semplicemente sbagliando. Forse quei due non erano altro che buoni amici.
O almeno, questo era quello che il comandante sperava…
Intanto, Laura e Antonio stavano rientrando proprio in quel
momento dal loro incarico notturno. Laura dal fondo del corridoio intravide il
comandante parlare con la Fulci e così, pronta a fare
rapporto sulla nottata, affrettò il passo.
Laura:Comandan…
Laura non riuscì a terminare la frase. Come al solito, Tina
aveva passato troppa cera sui pavimenti, rendendoli, così, estremamente scivolosi.
Laura stava per cadere, ma Antonio, che stava camminando proprio dietro di lei,
riuscì a sorreggerla evitando che la ragazza toccasse il suolo. La aiutò a
rimettersi in piedi, poi le chiese dolcemente…
Antonio: Fatta
male?
Laura: No. Tutto
a posto. Grazie…
e restarono a guardarsi e a sorridersi per attimi
interminabili.
Tutta la scenetta si era svolta sotto gli occhi attenti del
comandante Morri e di Barbara, i quali si erano poi
scambiati uno sguardo complice.
A rompere la magica atmosfera tra i due ci pensò Bruno che,
incamminatosi insieme a Barbara verso di loro e raggiuntili,
disse…
Morri: Baldi! Flestero!
Forza, non perdiamo tempo… Cosa avete da dirmi riguardo l’appostamento di
stanotte?
Antonio: Nulla di
sospetto, comandante! Il dottore non ha ricevuto alcuna visita… tutto molto
tranquillo.
Morri: Bene. Potete andare a riposarvi.
Antonio: Comandi!
Laura: Comandi!
Morri: No, Laura, tu aspetta un attimo…
Continuò il comandante, dopo aver cercato conferma negli
occhi della compagna…
Morri: Nel pomeriggio andrai con Contini ad
interrogare la moglie del dott. Alessi.
Laura: Credevo di
dovermi occupare di quelle pratiche in archivio…
Morri: No, preferisco che tu vada con
Giacomo. Non si discute. Adesso, puoi andare a riposarti…
Laura: Comandi!
Antonio era rimasto a seguire la scena da lontano. C’era
anche lui quando il comandante aveva chiesto a Laura di occuparsi dell’archivio
perché aveva un urgente bisogno di alcune pratiche ed ora, tutto ad un tratto,
aveva cambiato idea in maniera così repentina. Sentiva che doveva esserci
qualcosa sotto. Laura si diresse nella sua camera non meno confusa, lui invece
rimase nei paraggi e sentì il comandante chiedere a Bordi di occuparsi
dell’archivio. Se aveva ancora bisogno di quelle pratiche, perché aveva dato a
Laura un incarico che non era poi così fondamentale? Antonio andò nella sua
camera con una gran confusione in testa, ma deciso a fare chiarezza in tutta la
vicenda.
Erano due le cose che Antonio, in quel pomeriggio libero
sfruttato per fare un po’ di footing, non riusciva a spiegarsi. Correva e
pensava.
Prima questione: lo strano atteggiamento del comandante. Non
era ancora venuto a capo di tutta la faccenda. Non si spiegava per quale
ragione Morri dovesse aver bisogno di Laura fuori
dalla caserma. Prima di tutto, l’interrogatorio era già stato effettuato il
giorno prima, di conseguenza se anche ci fossero state delle novità, Contini
sarebbe stato in grado di acquisirle con qualsiasi suo collega, indipendentemente
dal grado. Inoltre, è risaputo in tutta la caserma che Laura è molto portata
per l’ordine e che per questo è perfetta per i lavori di archiviazione: non per
niente, se ne era sempre occupata lei e questa era la ragione per cui, in un
primo momento, lo stesso comandante si era rivolto a lei per il suo bisogno. Ma
ora doveva essere successo qualcosa che gli aveva fatto cambiare idea e Antonio
sentiva che doveva anche essere qualcosa di molto importante…
Seconda questione: il suo rapporto con Laura. Ogni volta che
chiudeva gli occhi, gli compariva dinnanzi il suo viso. Quella stessa mattina
non era riuscito a recuperare il sonno della notte precedente perché nei suoi
sogni c’era una presenza costante che, prepotente, si ostinava a non lasciarlo
in pace. Lei, la sua angelica e diabolica Laura. Colei che era capace di
ucciderlo con un sorriso. Cavolo,non
gli era mai capitato di sentirsi così. Quel sentimento che custodiva
gelosamente dentro il suo cuore non era infatuazione, non era intesa, né
complicità, non era amicizia… non era neanche amore. Era semplicemente,
infinitamente di più. Un amore maturato a poco a poco, nato per caso, quasi
come uno scherzo del destino. Antonio, che non aveva mai amato, doveva provare
cosa fosse il Paradiso grazie ad una donna che non poteva amare. Che non doveva
amare. Sapeva perfettamente di non essere ricambiato e questa consapevolezza
gli rendeva la gioia dell’amore vero un’atroce agonia. Ma tanto, anche se il
suo amore non fosse stato a senso unico, sarebbe stato comunque ostacolato
dalle rigide regole dell’Arma. Essere un carabiniere era il suo sogno di
bambino. Il suo primo incarico fu il traguardo agognato da tutta una vita. Chi
mai avrebbe potuto predire che tutti i suoi sogni di gloria professionale
avrebbero corso il rischio di essere distrutti da un sentimento tanto bello
quanto forte come l’amore? Eppure Antonio non ci vedeva nulla di male. L’unica
cosa che contava in quel momento per lui era solo lei. La sua Laura. Il resto
non aveva importanza. Gli sarebbe bastata una sola parola della sua amata per
mollare tutto, lavoro, sogni ed ambizioni… Avrebbe lasciato tutto quello per
cui aveva lottato nella vita solo per vivere una splendida favola d’amore con
lei. Dio, quanto era cambiato da quando l’aveva conosciuta! Il sole era entrato
nelle notti buie della sua vita e non accennava ad andar via. Mai avrebbe
pensato di poter provare un sentimento simile… ma Laura era una dea ed era
capace di questo ed altro.
Antonio correva, il sorriso sul suo volto, i muscoli in
tensione, il sudore che percorreva il suo corpo e gli accarezzava la pelle. Gli
occhi accecati dalla luminosità dei raggi del sole. Ma non troppo da non notare
la vetrina di una libreria. Antonio lo sentiva… il destino doveva essere
totalmente favorevole al suo amore, anche se non poteva nulla per renderlo
reale. Antonio entrò in quella libreria e prese al volo quel libro… “Orgoglio e Pregiudizio”… Chissà se
quella storia era davvero tanto simile alla loro. Ma probabilmente no, perché i
protagonisti di quel romanzo erano stati premiati con un bel lieto fine.
Antonio, al contrario, ormai non ci sperava più.
Commessa:
Buonasera. Posso esserle d’aiuto?
Antonio: No,
grazie. Stavo solo dando un’occhiata.
Posò il libro.
Antonio:
Buonasera.
Antonio uscì dalla libreria. Chi ha detto che un carabiniere
tutto d’un pezzo non possa avere il cuore devastato tanto quanto un’adolescente
che sa di non poter tornare mai più tre metri sopra il cielo? Chi ha detto che
un apparente misogino non possa amare? E chi ha detto che Antonio non possa
trovare il coraggio di farlo?
La sera erano tutti in cucina, compresa la Fulci, pronti per la cena. Antonio era molto silenzioso.
Per nessuno questa sembrò una novità, ma Laura sapeva che c’era qualcosa di
strano nel suo atteggiamento. Antonio era diverso dal solito. Quando finalmente
la cena fu pronta, tutti cominciarono a sedersi al tavolo secondo quelli che
erano i soliti posti, ma quando Laura si diresse verso la sedia posta fra
Antonio e Sonia, Barbara si fiondò letteralmente a
quel posto.
Barbara:Ooops! Scusa, Laura, è il tuo posto?
Laura: Di solito
sì, ma non ti preoccupare… stai pure comoda! Mi metterò dall’altra parte.
Laura tentò di risponderle nella maniera più cordiale
possibile, per quanto fosse rimasta stranita da quel comportamento. La Fulci era un ottimo carabiniere, ma in quanto a recitazione
lasciava un po’ a desiderare e non era stata neanche molto disinvolta nel balzo
utilizzato per “rubarle” il posto. Come mai tutto questo desiderio di sedersi
proprio lì? Di certo Laura non pensò che Barbara, d’accordo con il suo
comandante, volesse allontanarla il più possibile da Antonio. L’unica
motivazione plausibile che le venne in mente fu che, forse, aveva qualche
confidenza particolare da fare a Sonia. Ma se Laura non aveva dato peso a
questo piccolo episodio, nella mente di Antonio si accavallano montagne di
dubbi…
Terminata la cena, restavano più piatti del solito da lavare
e così si decise di scegliere a sorte a chi spettasse l’arduo compito.
Organizzarono un mini-torneo di scacchi e, sapendo che Bordi avrebbe
sicuramente perso e volendolo graziare dal momento che era sempre lui a fare i
piatti, decisero di far lavare i piatti a chi avrebbe perso il turno finale.
Mossa dopo mossa, scacco dopo scacco, si giunse alla sfida finale: Giacomo
contro Laura. La ragazza era davvero un mostro, aveva battuto senza difficoltà
tutti i suoi avversari ma il brigadiere era un osso duro, infatti alla fine
vinse lui.
Laura: Uffa… ho
perso! Ma la prossima volta voglio la rivincita, eh?
Giacomo: Si, ma
dovrai allenarti per battermi, signorina!
Laura: Vedrai,
vedrai… Ride bene chi ride ultimo!
Sonia: Dai,
forza… andiamo a lavare i piatti! Ti aiuto!
Laura: Grazie…
sei davvero un angelo!
Laura si girò verso Antonio trovandolo totalmente immerso
nei suoi pensieri ed estraniato dal resto del mondo…
Laura: E tu non
mi aiuti?
Antonio si destò dal suo sogno ad occhi aperti…
Antonio: Come?
Ah, no… Scusa Laura, ma ora ho da fare.
Si alzò ed uscì in fretta dalla cucina, senza salutare nessuno,
senza dare spiegazioni e soprattutto molto convinto. Come i piatti da lavare
erano immersi nell’acqua mista a detersivo, così la mente di Laura era
totalmente naufraga in un mare di pensieri. Passò tutta la serata ad immaginare
cosa Antonio avesse tanta fretta di fare…
Sera – Archivio Caserma CdP
Antonio premette in maniera decisa quel tasto della tastiera
che sarebbe poi stato visualizzato sullo schermo come un punto. Aveva finito. Cliccò su “Stampa” e si diresse verso la stampante. Intanto
che aspettava che l’inchiostro si imprimesse sulla carta, Antonio continuava ad
autoconvincersi riguardo il contenuto di quell’importante documento. Di solito, in quel genere di
situazioni, c’era una sola cosa da fare… Scegliere. Ma nel suo caso, non c’era
nulla da fare. Il destino aveva scelto per lui. Avrebbe voluto poter avere le
stesse possibilità di Marco. Egli era innamorato di una ragazza e doveva
scegliere se continuare normalmente col suo lavoro rinunciando all’amore,
oppure vivere quel sentimento sacrificando la carriera. Ma per quanto
difficile, Antonio non avrebbe avuto paura di fare quell’importante
scelta. Purtroppo per lui, però, le cose erano diverse. Egli amava una ragazza,
ma non era ricambiato e non gli restava che farsene una ragione. Ma vederla ogni
giorno era una tortura se non poteva averla ed oltretutto la sua presenza gli
impediva di concentrarsi sul lavoro. Allora perché sacrificare l’amore per la
carriera quando poi non riusciva a svolgere neanche i casi più semplici a causa
di quel chiodo fisso? Antonio non riusciva a perdonarsi la distrazione della
sera prima. E se il dott. Alessi li avesse scoperti?
Cosa avrebbe detto al comandante? “Perdonatemi, ma Laura è troppo bella e non
riesco a resisterle?”. Diavolo, quello era il suo lavoro, non poteva andare
avanti così. Non poteva e non voleva.
Prese il foglio e lo infilò in una busta che chiuse con cura
e decisione. Come si fa a mettere il francobollo al proprio destino senza un
lieve tremito di mani?
Qualcuno bussò alla porta dell’ufficio del comandante…
Morri: Avanti!
La porta si aprì, rivelando la presenza di Antonio.
Antonio:
Comandante, dovrei parlarle con una certa urgenza…
Morri: Certo, Baldi, dimmi…
Antonio allungò una mano verso il comandante, porgendogli
una busta…
Antonio: E’ la
mia richiesta di trasferimento…
Pomeriggio – Poligono di tiro CdP
Si, aveva fatto la cosa giusta… Antonio continuava a
ripeterselo, sperando di autoconvincersi… Non avrebbe
potuto fare altrimenti… Prima o poi Laura si sarebbe trovata un fidanzato degno
di lei e lui sarebbe rimasto a guardare. Prima se ne sarebbe andato, prima
l’avrebbe dimenticata. Come si dice… lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Oltretutto non riusciva a svolgere bene i suoi doveri di carabiniere con lei
intorno… Era sempre distratto e perdeva facilmente la concentrazione. Il
trasferimento era la scelta migliore per tutti. Eppure, per quanto giusta
fosse, prendere quella decisione gli aveva messo addosso una strana ansia, che
aveva deciso di sfogare al poligono di tiro. Era da un bel po’ che non ci
andava, più o meno da quan…
I suoi pensieri furono interrotti da una distrazione
esterna. Qualcuno gli era finito addosso.
Laura: Oh, mi
scusi… non l’avevo vista…
Disse Laura mentre si rialzava, aiutata da Antonio.
Antonio: Ma
allora è un vizio!
Fino ad allora la ragazza non aveva ancora visto in faccia
la persona con la quale si stava scusando, intenta com’era a risistemarsi, ma
quella voce familiare la portò a guardarla dritto negli occhi… Riconoscendo il
collega non potè non sorridere ripensando a quanto
quello scontro le ricordasse il loro primo incontro…
Antonio: Fai così
con tutti i ragazzi per vedere se riesci ad accalappiarne qualcuno?
Laura: A quanto
pare con te non ha funzionato!
Disse, scherzando, Laura… senza sapere quanto in realtà
fosse nell’errore. Antonio si limitò a sorridere. Se avesse aperto bocca,
probabilmente avrebbe svelato quello che stava pensando ed era meglio che Laura
non sapesse certe cose…
Antonio: Allora,
scherzi a parte, che ci fai qui?
Laura: Potrei
farti la stessa domanda!
Antonio: Beh, ci
vengo quando voglio sfogarmi per qualcosa…
Laura: Quindi
adesso hai qualcosa per cui vuoi sfogarti!
Antonio sorrise. L’impertinenza era una di quelle qualità di
Laura che lo affascinavano particolarmente. Era sempre così maledettamente
perspicace… era difficile trattenersi davanti a lei.
Antonio: Non
cambiare discorso, devi ancora dirmi che ci fai tu qui!
Intanto, parlando parlando,
cominciarono ad incamminarsi verso le pistole messe a loro disposizione per
mirare…
Antonio: Questo è
sicuramente l’ultimo posto dove mi aspettavo di incontrarti!
Laura: Ho
cominciato a venire qui dopo il tuo incidente. La paura di essere stata io a
spararti mi aveva messo forti dubbi in testa riguardo le mie capacità di
carabiniere e così ho pensato di venire qui ad esercitarmi un po’. E’ stato un
bene perché la mia mira è migliorata tantissimo…
Antonio: Dici?
Laura: Ci puoi
scommettere!
Antonio: Staremo
a vedere!
E tra i due cominciò una sfida all’ultimo proiettile.
Sera – Caserma CdP
Morri: Non indovinerai mai chi è venuto nel
mio ufficio a chiedere il trasferimento…
Barbara:
Trasferimento?
Morri: Proprio così! Antonio è venuto da me
proprio questa mattina…
Barbara:
Incredibile! E noi che stavamo facendo di tutto per evitare proprio questa
eventualità…
Morri: Eh, già! Ma per fare una cosa del
genere deve avere i suoi buoni motivi e chi sono io per negarglielo?
Sera – Poligono di tiro CdP
Laura: Oddio! Ma
è tardissimo!!!
Antonio guardò l’orologio, poi lanciò uno sguardo
insospettito a Laura…
Antonio:
Tardissimo… non esageriamo! Sono appena le 21.00!
Laura: Beh, calcolando
che io sono qui dalle 18.00!
Antonio: Le 18.00?
Ma se io sono arrivato alle 19.00!
Laura: E io ero
qui già da un’ora! E per di più sono pure a piedi…
Antonio: Se è
solo questo il problema, ti dò un passaggio io… sono
venuto in auto!
Laura: No,
grazie… Preferisco fare una passeggiata. Allora ci vediamo in caserma!
Laura si diresse verso l’uscita…
Antonio: Ciao!
Non avrebbe voluto farlo, ma proprio non riusciva a
trattenersi dal dirlo
Antonio:… e stai
attenta!
Laura si voltò e gli sorrise. Era preoccupato per lei e la
cosa le suscitava tenerezza. Dio, quanto era dolce. Ma a lei piaceva troppo
stuzzicarlo e così riprese la sua camminata verso la porta senza degnarlo di
una risposta. Non aveva nulla di cui preoccuparsi. Era perfettamente in grado
di badare a se stessa.
Laura era talmente assorta nei suoi pensieri da non essersi
ancora resa conto di aver girato la città per più di un’ora. Ultimamente aveva
trovato tutti i modi per sfuggire a quella tentazione, ma adesso era
inevitabile. Doveva fare chiarezza sui suoi sentimenti per Antonio. Non poteva
più negarlo: lui le piaceva. Ma il problema era un altro. Prima di tutto, era
ricambiata? Non sapeva proprio dirlo. Da qualche mese Antonio era diventato
estremamente gentile con tutti, in particolar modo con lei, ma questo non
significava nulla. Atroce dubbio. E se Antonio avesse conosciuto qualche
ragazza e si fosse innamorato a tal punto da addolcirsi? L’amore era
sicuramente l’unica spiegazione valida per un cambiamento così repentino nel
suo modo di essere. Incredibile… ancora non sapeva se lui era fidanzato o meno
e già era gelosa. Cavolo, allora la sua non era solo un’infatuazione! Era
proprio innamorata! Ma come aveva fatto? Sapeva benissimo che non ci si può
innamorare di un collega! E’ un amore impossibile! Se lo avesse dichiarato,
sarebbe stata radiata dall’Arma… Se lo avesse taciuto, sarebbe morta di dolore.
Due prospettive tutt’altro che allettanti.
Passò di lì in auto proprio Antonio che si era trattenuto
ancora un po’ al poligono. Nel vedere Laura da sola in mezzo alla strada, uno
strano sentimento lo pervase. Pensò…
Antonio: Ma che
diavolo ci fa in giro a quest’ora? Non lo sa che è
pericoloso?
Gli mancavano solo cinque minuti di auto per arrivare in
caserma, ma sapeva che non ce l’avrebbe fatta ad addormentarsi senza sapere
dove fosse Laura… Decise di seguirla. In fondo, cosa avrebbe fatto di male? Era
solo il suo lavoro. Era un carabiniere ed era suo dovere sorvegliare ogni
singolo cittadino… Laura compresa.
Laura camminava totalmente assorta e non si rese conto di
un’ombra che si stava muovendo alle sue spalle. Svoltò l’angolo, uscendo
involontariamente dalla visuale di Antonio, e prima che potesse accorgersene,
già qualcuno le aveva preso con forza il braccio e l’aveva spinta contro il
muro. Era totalmente paralizzata dalla paura, tentò di urlare ma dalla sua
bocca non usciva che un filo di voce. Il suo aggressore le prese con forza il
collo. A quel contatto, tornò nella mente di Laura una voce in lontananza, come
un ricordo…
Antonio: Vai su…
schiacci, afferri e proietti…
Un dejà-vù. Laura sapeva
perfettamente come comportarsi e seguì alla perfezione le indicazioni datele da
Antonio nelle loro lezioni di autodifesa.
Intanto, Antonio, al quale sembrava di aver sentito la voce
di Laura, si era affrettato a scendere dall’auto e a correrle incontro. Quando
arrivò, la trovò con le lacrime agli occhi, intenta ad immobilizzare un uomo.
Antonio: Laura!
Laura non disse una parola, si limitò a guardarlo con occhi
pieni di timore. Lui le corse incontro e bloccò i polsi dell’uomo con le
manette che, per fortuna, portava sempre con sé.
Antonio: Ma cosa
è successo?
Laura: Mi ha
aggredita…
Antonio prese con forza l’uomo e lo trascinò in auto…
Notte – Caserma CdP
Dopo tutte le spiegazioni di circostanza, Laura si era
chiusa nella sua stanza. Antonio, dal canto suo, durante l’interrogatorio non
aveva aperto bocca. Sapeva che sarebbe stato capace di uccidere con le sue mani
l’aggressore, tanta era la rabbia verso quell’uomo
che aveva fatto del male alla sua Laura. Ma adesso, sbollito il nervosismo, era
pronto a parlare con lei. Si diresse verso la sua camera e bussò con decisione.
Nessuno aprì la porta.
Antonio: Laura? Mi
senti? Sono Antonio…
Antonio sentì la chiave girare nella serratura, la maniglia
si abbassò e la porta si aprì, svelando Laura già in pigiama.
Antonio: Oh,
scusami… Stavi dormendo?
Laura: No, non
preoccuparti. Non riesco a chiudere occhio… troppe emozioni tutte insieme!
Laura fece cenno ad Antonio di entrare. Era la seconda volta
che metteva piede in quella stanza. La prima ed unica volta che l’aveva vista
era stata quando l’aveva riaccompagnata dall’ospedale qualche mese prima.
Antonio: Come
stai?
Laura: Bene… e lo
devo solo a te.
Antonio: A me?
Laura: Sì… se
sono riuscita ad immobilizzare quell’uomo è stato
solo grazie alle tecniche di difesa che mi hai insegnato.
Antonio: Te
l’avevo detto che eri diventata brava.
Laura: Si, ma
avrei preferito comunque non dover avere l’occasione per dimostrartelo.
I due sorrisero, poi Antonio si fece improvvisamente serio.
Antonio: Hai
avuto paura?
Laura inizialmente si limitò ad annuire, poi decise che
quella domanda meritava una risposta sincera.
Laura: Lo so… non
avrei dovuto. In fondo sono un carabiniere, non devo aver paura!
Antonio mise un dito sulla bocca di Laura.
Antonio:Shh! Laura, anche i carabinieri sono uomini ed hanno
sentimenti come tutti. Se non conoscessero la paura, non sarebbero nemmeno
capaci di trovare il coraggio per proteggere se stessi e gli altri. E’ la paura
che ci rende forti.
Laura aveva capito fino in fondo il senso di quelle parole e
ne era talmente commossa da non sapere cosa rispondere. Si lanciò su di lui e
lo abbracciò. E rimasero così per un tempo infinito… In quel momento non
importava a nessuno dei due quale fosse in realtà il sentimento che lo legava
all’altro. Un semplice abbraccio, a volte, esprime molto più di mille parole.
La conversazione della sera prima aveva molto giovato a
Laura. Quella mattina era di nuovo felice e spensierata come se nulla fosse
successo. Al suo risveglio, Antonio la trovò in cortile intenta a giocare a
calcio con Gabriele, entrambi liberi quella mattinata. Antonio invece era in
servizio, ma quel giorno sembrava esserci una calma piatta, così si mise in
cortile a lavare la gazzella. Era una gioia per le sue orecchie sentire le urla
di Laura per ogni gol che infliggeva all’impacciato collega.
Laura: Ho vinto!
Gabriele: No… non
è possibile! Come faccio ad insegnare ad Antonio a giocare a calcio se non lo
so fare neanche io!
Laura: Ma Antonio
sa giocare già!
Antonio: Laura,
non sta parlando di me, ma del piccolo…
Laura: Ah già…
Scusate, ma io faccio una gran confusione!
Antonio: Se ti
confondi già ora, figurati quando nascerà…
E i due si misero a ridere, prendendo in giro la collega.
Laura: E’ inutile
che ridi tanto tu… Ti ricordo che hai appena fatto
una gran figuraccia! Ti ho letteralmente stracciato!
Detto questo, Laura era riuscita a placare le risate di
Gabriele.
Laura: Forza,
facciamo una foto per commemorare l’evento!
Antonio:
Guardala… adesso è tutta pimpante perché ha vinto, ma quando perde chi la
sente!
Laura: Io non
perdo mai…
…scherzò Laura. E dopo aver lanciato una simpatica
linguaccia al collega, proseguì…
Laura: Piuttosto,
vieni qui e scattaci questa foto!
Antonio: “Scusate,
credo che sia scarica la scheda!”
Disse Antonio, dirigendosi rassegnato verso la macchina
fotografica e facendosi il verso da solo. Scattò la foto e Laura si riprese la
macchina fotografica, dicendo…
Laura: Vai lì,
così ne scatto una a voi due.
I due ragazzi si misero in posa e dopo il flash, Gabriele si
fece dare la macchinetta da Laura per scattarne una agli altri due. Laura e
Antonio si misero in posa ed aspettarono il flash.
Terminato il “book fotografico”, Antonio terminò di lavare
l’automobile. Ad un certo punto, però, gli sembrò di sentire uno strano rumore.
Si guardò intorno e vide il cellulare di Laura vibrare.
Antonio: Laura!
Ti stanno chiamando!
Laura saltellò verso il suo cellulare e, dopo aver letto sul
display il numero della sorella, rispose in fretta.
Laura: Ciao
Stefania! … Che c’è? Mi devo preoccupare? … Cosa? Ma quando è successo? …
Oddio! Adesso dov’è? … Ti raggiungo più in fretta che posso!
Antonio aveva seguito tutta la scena senza capire nulla.
L’unica cosa che sapeva era che il sorriso sul volto di Laura era sparito
all’improvviso e che il fatto che Laura li avesse lasciati senza neanche una
spiegazione per correre via così velocemente non significava nulla di buono.
Mattina – (Stanza di Laura) Caserma CdP
Antonio corse di sopra e trovò la porta della camera di
Laura splancata. Dentro, la ragazza era in lacrime e
si affettava a prepararsi un piccolo bagaglio.
Antonio: Laura!
Che succede?
Laura correva avanti e indietro per la stanza… Era
totalmente sotto shock.
Laura: Mia
sorella… ha fatto un incidente con il motorino… è all’ospedale… io… io devo
andare da lei!!!
Antonio la bloccò per un polso, poi la tirò a sé. Adesso
Laura aveva la testa completamente protetta nel petto di Antonio, che intanto
le aveva dato un bacio sui capelli e la stava cullando nel tentativo di
calmarla. Lacrime amare gli avevano completamente imbevuto la divisa.
Antonio: Andrà
tutto bene… vedrai, andrà tutto bene…
Arrivata. L’unica cosa di cui era sicura: che era finalmente
arrivata. Ma quando era partita? Quasi non se lo ricordava, tanto era scossa in
quel momento. Qualcuno l’aveva presa tra le sue braccia, l’aveva fatta sfogare,
l’aveva consolata, si era occupato delle faccende burocratiche in sua vece,
l’aveva messa su quel treno e l’aveva rincuorata. Si, grazie a lui sarebbe
davvero andato tutto bene. Se lei aveva un angelo custode simile, poteva averlo
anche sua sorella. Già, sua sorella. Ecco il motivo per cui era lì. Doveva
correre in ospedale da Arianna per vedere come stava.
Pomeriggio – Ospedale Siena
Arrivò alla segreteria e chiese in quale stanza fosse
ricoverata Arianna Flestero. Poi corse disperata da
lei. Fuori della porta trovò sua madre in lacrime e sua sorella che le teneva
la mano.
Mamma: Laura!
Laura: Sono
venuta prima che ho potuto! Come sta?
Stefania: Non
sappiamo nulla… I dottori non sono ancora usciti.
Laura: E papà?
Stefania: E’
andato alla macchinetta a prendere qualcosa per la mamma…
Proprio in quel momento, il padre fu di ritorno…
Papà: Laura!
Laura: Papà!!!
Laura lasciò cadere il suo bagaglio e corse incontro al
padre, il quale la strinse in un caloroso abbraccio. In quel momento uscirono i
dottori per dare ai parenti le dovute notizie sulle condizioni della ragazza.
Due minuti dopo, il cellulare di Laura trillò. Un nuovo messaggio. “Ciao… Come
stai? Sei arrivata? Fammi sapere quando hai notizie di tua sorella, in caserma
siamo tutti molto preoccupati… Antonio”. Laura si affrettò a rispondere.
Pomeriggio – Caserma CdP
Antonio camminava avanti e indietro per l’archivio.
Tina: E’ la
sorella minore di Laura, vero?
Bordi: Sì…
Tina: E… e che
s’è fatta?
Bordi
(sottovoce): Ha fatto un incidente col motorino…
Tina (ad alta
voce): Uh, Gesù…
Bordi: Tina! E
basta! Siamo già tutti abbastanza nervosi… un po’ di rispetto!
…disse facendo cenno a Tina di abbassare la voce ed
indicandole in particolare Antonio. Da quel momento, il silenzio regnò sovrano
in quella stanza finchè non si sentì un trillo di
cellulare. Antonio lo estrasse con fretta ed ansia dalla tasca, pregando che
quel messaggio fosse portatore di buone notizie. Lo lesse e quando alzò la
testa dal cellulare incontrò lo sguardo interrogativo di tutti gli altri…
Antonio: E’
arrivata! Dice che i medici hanno paura che Arianna possa perdere la
sensibilità delle gambe, quindi resterà in osservazione ancora a tempo
indeterminato.
Antonio, in quel breve resoconto del messaggio, omise quella
che nel suo cuore sembrava in realtà la parte più importante. “Grazie perché ci
sei sempre per me… Laura”.
Laura sentì dei passi… Si voltò verso la porta e si trovò davanti
Antonio, affannato e sudato. Si alzò in piedi e vide che lui apriva la bocca
per dire qualcosa…
Antonio: Non ce
la faccio più a tenermelo per me… Laura, io ti amo!
Laura sorrise, aprì la bocca per parlare ma per quanto si
sforzasse la voce non usciva… Voleva confessargli il suo amore, ma non aveva la
voce per farlo e così Antonio, convinto di non essere ricambiato, si girò e
andò via. Laura provò a chiamarlo, ma niente. Tentò di muoversi, ma era come
paralizzata… perché? Perché? Perché?
Laura aprì di scatto gli occhi. Un sogno! Era stato solo un
sogno. Anzi, un incubo. Ma come avrebbe potuto essere vero? Era quasi una
settimana che Laura era a Siena e dopo quel messaggio loro due non si erano più
sentiti. Adesso ne aveva la certezza. Lei, per Antonio, era solo una buona
amica. Se era stato così gentile con lei, probabilmente era perché la vedeva
come una sorella. Niente di più.
Papà: Buongiorno!
Laura:Shh… fai piano, Arianna sta ancora dormendo.
Papà: Laura… vuoi
andare un po’ a riposarti? Sei qui da ieri mattina… hai pure voluto fare la
nottata. Dai, ti dò io il cambio, tanto oggi
pomeriggio la dimetteranno.
Laura: No, voglio
restare finchè non si sveglia… Tanto il mio treno
parte dopo pranzo e posso stare ancora tutta la mattinata con voi.
Papà: Va bene, fai
come vuoi…
Le disse, baciandole la testa. Quel gesto le fece tornare in
mente il bacio affettuoso datole da Antonio la mattina che aveva saputo
dell’incidente di Arianna. Il fatto che il gesto del padre e quello di Antonio
si assomigliassero tanto avvalorava la sua tesi: per Antonio era come una
sorella.
Papà: Ah, Laura…
Ho fatto sviluppare quel rullino che mi avevi dato!
Disse il padre, porgendole la busta con foto e negativi.
Laura: Ah,
grazie…
Laura aprì la busta e guardò una foto dopo l’altra. Erano
pochi giorni che non vedeva i suoi colleghi, ma già le mancavano immensamente
ed i giorni felici con loro sembravano incredibilmente lontani.
Laura: Ah, queste
sono le ultime che ho scattato prima di partire…
Pensò Laura vedendo le foto scattate quella tragica mattina.
Guardando la sua foto con Gabriele le vennero in mente le battute di Antonio
sul bambino di Mira e cominciò a chiedersi come stesse procedendo la
gravidanza. E com’erano buffi i suoi due colleghi in quella posa statica. Intanto,
una foto cadde per terra. Laura si abbassò per prenderla. Era l’ultima foto del
rullino. Quella in cui c’erano lei e Antonio. Una strana sensazione invase il
suo cuore quando la vide. In quella foto, lei sorrideva allegramente
all’obiettivo, ma Antonio no. Antonio guardava lei e
quello non era certo uno sguardo fraterno. Ne era sicura. Perché allora la
guardava così? Quanto sperava che fosse per la ragione che pensava lei. Ma
ormai era decisa… doveva scoprirlo. In fondo era stato lui a dire che la paura
rende forti. Nonostante fosse terrorizzata all’idea di ricevere un rifiuto, lei
gli avrebbe comunque svelato i suoi sentimenti. Al diavolo le regole. I
sentimenti non si comandano con i regolamenti!
Laura si alzò di scatto e salutò il padre.
Papà: Laura… ma
dove vai? Non avevi detto che saresti rimasta finchè…
Laura: Si, lo so,
ma devo fare una cosa importantissima! Ti prego dalle tantissimi baci da parte
mia quando si sveglia… Ciao!
E corse verso casa…
Mattina – Casa di Laura Siena
Mai era stata tanto sicura di voler fare una cosa. Laura
stava preparando in fretta il suo bagaglio quando lo notò. Il ciondolo che
aveva rubato ad Antonio. Non lo aveva più preso dopo il matrimonio di Gabriele,
forse per la vergogna di essersi appropriata così meschinamente di una cosa non
sua. Ma adesso sapeva perfettamente come rimediare al suo errore. Salutò
velocemente la sua famiglia e si diresse dal gioielliere più vicino.
Pomeriggio – Caserma CdP
Laura correva per il corridoio principale della caserma alla
ricerca di Antonio, ma si scontrò con Sonia.
Sonia: Laura! Sei
già tornata! Allora? Come sta tua sorella?
Terzo vagone. Ancora dieci minuti ed il treno sarebbe
partito, allontanandolo per sempre da tutte le emozioni che quella città gli
aveva regalato… Gli tornarono in mente in una sola volta tutti i ricordi delle
sensazioni e dei sentimenti provati a Città della Pieve. Non era ancora il caso
di dirle già addio… sarebbe tornato ancora in quel paese che lo aveva adottato
come nessuno aveva saputo fare, ma sarebbe stato tutto diverso. Ogniqualvolta
sarebbe tornato, sarebbe stato sempre e soltanto un ospite… La sua casa adesso
era un’altra ed era inutile lamentarsi perché era stato proprio lui a prendere
quella decisione. Antonio estrasse dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare.
Andò a riguardare un sms in memoria…“Grazie perché ci
sei sempre per me… Laura”.
Antonio: Quando
tornerai, non ci sarò più… Perdonami!
Sussurrò, quasi convinto che lei potesse sentire le sue
parole. Gli era stato dato ancora del tempo prima di trasferirsi nella nuova
caserma, ma Antonio aveva preferito partire prima che Laura fosse di ritorno da
Siena. Se l’avesse vista, non avrebbe più trovato il coraggio di partire.
Laura: Antonio!
Antonio!
Ecco… adesso addirittura gli sembrava di sentire la sua
voce.
Laura: Antonio!!!
Un momento… ma quella non era una sensazione. Era veramente
la voce di Laura che lo chiamava! Si sporse un po’ dal finestrino… Eccola!
Correva da un finestrino all’altro cercando proprio lui. Lo chiamava
disperatamente e nessuno le rispondeva. Restò a guardarla impotente. Non poteva
farsi vedere. Sicuramente lei voleva salutarlo prima che partisse, ma lui non
ce l’avrebbe mai fatta a dirle addio. Staccarsi da lei era l’agonia peggiore
che il destino potesse riservargli.
Laura si fermò. Aveva bussato a tutti i finestrini e nessuno
si era affacciato. Ma dov’era Antonio? Se era su quel treno, perché non le
rispondeva? E se non era su quel treno, dov’era? Non voleva pensare di essere
arrivata troppo tardi. Di non essere riuscita neppure a salutarlo. Una lacrima
le rigò il volto… Laura prese dalla borsa il ciondolo a stella rubato ad
Antonio e, continuando a piangere, lo portò alle labbra per posarci sopra un
delicato bacio. Poi, disperata, lo scaraventò per terra e corse via.
Antonio, dalla sua postazione, aveva assistito a tutta la
scena. Perché Laura piangeva se era venuta solo a salutarlo? Perché doveva
stare così male se lui per lei era solo un amico? E cosa aveva gettato per
terra, andando via? Non gli interessava minimamente di perdere il treno. Scese
e andò a raccogliere quell’oggetto luccicante. Il suo
ciondolo. Allora Laura l’aveva ritrovato! Lo guardò meglio e notò che Laura non
solo lo aveva ritrovato, ma gli aveva addirittura apportato una piccola
modifica. E quella incisione sul retro del ciondolo gli fece trovare il
coraggio di prendere la decisione più importante della sua vita.
Laura era al parco, seduta per terra a piangere. Aveva
girato per non so quanto tempo la città, ma alla fine, un po’ per il cuore
devastato, un po’ per gli occhi gonfi, aveva deciso di fermarsi. Il cielo
sembrava triste quanto lei. Quasi per solidarietà nei suoi confronti, grandi
nubi nere avevano coperto quell’azzurro troppo
gioioso per una situazione simile. E intanto Laura piangeva. Piangeva perché
aveva finalmente provato cosa significa amare veramente ed era stata
miseramente rifiutata. Ne era più che mai convinta: ad Antonio non importava
nulla di lei, altrimenti avrebbe aspettato il suo ritorno per partire. Laura teneva
la testa sulle ginocchia e il suo sguardo si posò su di una goccia d’acqua
finita sul terreno. Quella parte non era nella traiettoria delle sue lacrime.
Alzò la testa al cielo e vide che le nuvole, per farle compagnia, avevano
cominciato a piangere con lei. Laura si alzò e corse verso la caserma,
ringraziando e maledicendo al tempo stesso quelle nubi troppo comprensive…
Pomeriggio – Caserma CdP
Laura arrivò in fretta in caserma e riuscì a non bagnarsi
troppo.
Bordi: Forza,
ragazzi. Aiutatemi a chiudere tutte le finestre,altrimenti ci allaghiamo!
Giacomo: Io vado
a chiudere quelle al piano di sopra!
Laura: Vi aiuto…
vado a chiudere la porta del cortile.
Laura arrivò davanti alla porta e si mise a guardare il
cielo. Era da tanto che non pioveva così. Si girò di spalle all’entrata e tentò
di sbloccare quella porta sempre incastrata… Si stava sforzando maledettamente,
era davvero pesante…
Antonio: Secondo
me questo libro non l’hai letto bene!
Laura, udendo la voce familiare di Antonio, si voltò di
scatto e rimase sorpresa nel vederlo affannato e fradicio. Era immobile sotto
la pioggia, la guardava e sorrideva con quel suo sorriso da pubblicità del dentrificio. Lei gli ricambiò quello sguardo, ma non si
mosse da sotto il portico. Voleva sapere cosa intendeva con quella frase…
Antonio riprese a parlare, alzando la mano sinistra nella
quale teneva il libro di JaneAusten
che aveva visto in quella libreria giorni addietro e che si era deciso a
comprare dopo la partenza di Laura.
Antonio: I
protagonisti non si arrendono così facilmente come hai fatto tu!
Laura: Ah, no?
Antonio: No… Alla
fine, nonostante tutti gli ostacoli dei loro cuori, trovano il coraggio di
ammettere i propri sentimenti per l’altro…
Laura: E vivono
felici e contenti per sempre?
Antonio annuì…
Laura: E cosa
provano l’uno per l’altra?
Antonio: Ovvio…
amore!
Laura: E questo
cosa c’entra con noi?
Antonio: Ah, non
so tu ma io…
Antonio lasciò cadere per terra la sua valigia ed il libro
ormai completamente bagnato, poi tese le sue braccia verso Laura, come a
volerla invitare ad avvicinarsi a lui.
Antonio: Io ti
amo più di ogni altra cosa al mondo!
Laura non gli diede neanche il tempo di terminare la frase e
gli corse incontro. Poi i due si scambiarono un lungo bacio. Un bacio
liberatore, passionale e disperato. Un bacio voluto da tempo e finalmente
avuto. Antonio cinse la vita di Laura senza staccare le sue labbra dalle sue e,
prendendola in braccio, la fece girare, pieno di entusiasmo e voglia di urlare
al mondo il suo amore. Ora che erano insieme, nulla aveva più importanza.
Niente poteva distrarli dal loro amore. Né il libro fradicio per terra, né il
regolamento dell’Arma, né la pioggia incessante sui loro corpi. E soprattutto,
ora che erano insieme, i loro cuori non avevano più ostacoli…
Laura camminava per il corridoio impaziente, come se stesse
attendendo qualcosa che tardava ad arrivare. Era splendida nell’elegante
vestito che era riuscita a comprarsi mettendo da parte a poco a poco ogni
risparmio che poteva. Laura che fremeva per quel momento che aveva atteso da
lungo tempo. Laura incavolata nera perché “qualcuno” era in forte ritardo.
Laura che camminava per il corridoio impaziente. Poi… qualcuno bussò al portone
della caserma. Laura corse, aprì la porta e senza neanche guardarlo in faccia,
si gettò tra le braccia di Antonio. Quando sei innamorata, la vista è solo uno
dei cinque sensi. Non hai bisogno di vedere l’uomo che ami… sai già che è lui
prima ancora che arrivi.
Antonio: Ciao,
amore. Scusa il ritardo!
Laura: Perdonato!
Allora, dove mi porti?
Antonio: Mi sa
che per questa volta Gemma si dovrà accontentare dei suoi soliti clienti,
perché l’occasione merita qualcosa di veramente speciale…
Laura: Quale
occasione?
Antonio: Se te lo
dico, che sorpresa è?
Risero e poi si avviarono verso l’auto di Antonio. Laura,
durante tutto il tragitto, continuò a chiedersi cosa stesse per succedere di
tanto importante. Da quando finalmente si erano dichiarati, erano riusciti a
crearsi una routine che non interferisse con i bisogni dell’uno e dell’altra.
Avevano lo stesso giorno libero per potersi godere delle gite insieme durante
la settimana e nei week-end lui tornava a Città della Pieve per stare con lei
nel Bed & Breakfast di Gemma. Cosa poteva avere
di tanto speciale quel sabato sera?
Antonio e Laura arrivarono al ristorante di lusso che
Antonio aveva scelto per la serata. Laura, però, era troppo impaziente per
permettere ad Antonio di seguire tutto il suo piano…
Laura: Dai, ti
prego! Dimmi qual è questa sorpresa di cui mi hai tanto parlato…
Antonio: E va
bene… Ho comprato un appartamento!
Laura: Davvero? E
perché? Non ti trovi bene in caserma con i tuoi colleghi?
Antonio: Non è
che non mi trovo bene in caserma… è che non mi trovo bene lontano da te!
Laura: Ma scusa…
dove l’hai preso questo appartamento?
Antonio: E’
proprio a metà strada tra Città della Pieve e Perugia.
Laura aveva finalmente capito cosa Antonio voleva chiederle,
ma non volle perdersi la soddisfazione di sentirglielo dire…
Antonio: Ci
verresti a vivere con me?
Laura si limitò a regalargli un sorriso un po’ sorpreso… Era
passato molto tempo dalle loro litigate feroci, ma non aveva ancora perso il
piacere di stuzzicarlo.
Antonio: Lo so,
dovremo fare dei sacrifici entrambi. Svegliarsi presto la mattina, altrimenti
non ce la facciamo ad arrivare al lavoro, risparmiare un po’ per sostenere
tutte le spese…
Laura lo zittì.
Laura:Shh…! Lo sai che bastano amore e fiducia per mandare avanti
una casa?
Antonio capì che quello era decisamente un sì!
Antonio: Fammi
indovinare… Una perla di saggezza di tua madre, vero?
Laura: Esatto!
Antonio: Adoro
quella donna!
E baciò passionalmente Laura. Anzi, e finalmente poteva
dirlo, la sua Laura.
FINE
E per tutti quei curiosoni che
ancora fremono per sapere cosa Laura avesse fatto incidere sul retro del
ciondolo… Beh, placate la fantasia! Bastano due sole parole per esprimere un
sentimento grande come l’universo, potente quanto Dio, bello come Massimiliano Varrese e dolce quanto Francesca Chillemi…
Semplicemente “Ti Amo”.