Set Fire To The Rain di samy_97_ (/viewuser.php?uid=43613)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando capisci che non è bene minacciare le persone con i coltelli da cucina. ***
Capitolo 2: *** Quando capisci che i vecchi e brutti non sono sempre vecchi e brutti. ***
Capitolo 3: *** Quando capisci che alla sfiga non c’è mai fine! ***
Capitolo 4: *** Quando capisci che le fruste e i capelli non stanno bene insieme. ***
Capitolo 5: *** Quando capisci che tuo fratello è senza alcuna speranza. ***
Capitolo 6: *** Quando capisci che la tua salvezza dipende da una perla. Il che, è piuttosto preoccupante. ***
Capitolo 7: *** Quando capisci che tutto è cambiato… ma non in meglio! ***
Capitolo 8: *** Quando capisci che tutto prima o poi ti si ritorce contro. ***
Capitolo 9: *** Quando capisci di dover ringraziare quel santo che ha inventato le punizioni con il Principe dei Chiwawa Hitleriani. ***
Capitolo 10: *** Quando capisci che tuo padre non è adatto a fare la Mew Mew. ***
Capitolo 11: *** Quando capisci che ti sei fregata con le tue stesse mani. ***
Capitolo 12: *** Quando capisci che, dopotutto, ogni cosa può sempre peggiorare. ***
Capitolo 13: *** Quando capisci che i sonni non sono rivelatori. Che poi, chi è che ha detto questa stronzata? ***
Capitolo 14: *** Quando capisci che Aladdin e il Ghiacciolo per antonomasia non possono convivere. ***
Capitolo 15: *** Quando capisci che tuo fratello avrebbe bisogno di una museruola. ***
Capitolo 16: *** Quando capisci che Twilight non è famoso -né apprezzato- fra i demoni. ***
Capitolo 17: *** Quando capisci che Inuyasha non è così stupido come sembra. Forse. ***
Capitolo 18: *** Quando capisci che hai l’Alzheimer giovanile. ***
Capitolo 19: *** Quando capisci che la sfiga si metterebbe le lenti a contatto pur di trovarti. ***
Capitolo 20: *** Quando capisci che gli evidenziatori ambulanti sono un pericolo per la comunità. ***
Capitolo 21: *** Quando capisci che devi considerare tutti i pro e i contro degli accordi. ***
Capitolo 22: *** Quando capisci che Kagura è pericolosa come la peste apocalittica. ***
Capitolo 23: *** Quando capisci che la telepatia, purtroppo, esiste. ***
Capitolo 24: *** Quando capisci che, a quanto pare, la sfiga non trova più le lenti a contatto. O forse si? ***
Capitolo 25: *** Quando capisci che verrai bocciata in matematica. ***
Capitolo 26: *** Quando capisci che lo shopping non fa per te. ***
Capitolo 27: *** Quando capisci che... “You and me together, nothing is better!” ***
Capitolo 1 *** Quando capisci che non è bene minacciare le persone con i coltelli da cucina. ***
Set
Fire To The Rain
1.
Quando capisci che non è bene minacciare le persone con i
coltelli da cucina.
E'
iniziato tutto una domenica di ottobre, lo stesso giorno in cui, alta
in cielo, c'era la luna piena.
E,
nel mio personalissimo gergo, Luna Piena è uguale a Niente
Poteri Demoniaci.
Aspettate
un attimo! Forse è meglio che mi presenti: mi chiamo Ayame
Taisho e sono una mezzo demone diciottenne. Vivo in una kawaiissima
villa,
insieme alla mia famiglia adottiva a Tokyo, in Giappone, nel Mondo.
Inu
Taisho, mio padre adottivo, è un demone maggiore molto
affascinante, con i capelli color della luna e sorriso ammaliante. E’
proprietario di una catena di hotel che mamma Izayoi, famosa
arredatrice (umana), arreda
con
particolare buongusto.
Inu
ha due figli: Inuyasha, un mezzo demone cane, e Sesshomaru un demone
completo che purtroppo non ho mai avuto l’occasione di
conoscere.
Il
mio fratellone mezzo demone ha quattrocento anni portati anche troppo
bene: intellettualmente ne dimostra circa cinque o sei, invece
fisicamente è un gran pezzo di gnocco.
Mai
come nostro padre, comunque.
Questo
è l’unico giorno al mese in cui io, come tutti i mezzo
demoni al mondo –anche se siamo veramente pochi- perdo tutti i
poteri demoniaci e resto una semplice e inutile umana.
Non
che avere i capelli castani e gli occhi color del cioccolato come
quelli di mia madre naturale mi dispiaccia, ma quando perdo i poteri
mi sento molto vulnerabile e, nel remoto caso, in cui Kyosuke mi
attaccasse non sarei capace di difendermi.
Anzi…nel
caso Kyosuke decidesse di farmi il culo io non potrei farlo a lui.
Parentesi:
Kyosuke è un demone lupo, sconfitto molti anni orsono da Inu,
che, come tutti gli sconfitti che si rispettino, vuole la sua
vendetta.
E,
ironia della sorte, la sua vendetta sono io, perciò si diverte
come un matto attaccarmi e –ma questo non lo sa nessuno- cerca
continuamente di rubarmi un bacio. E' il suo morboso e malato
desiderio.
Detto
tra noi, è successo una sola volta e si è preso tanti
di quelle botte che se le sarebbe ricordate per il resto della vita e
ci avrebbe ripensato pure all’Inferno. Chiusa parentesi.
Comunque,
l’unica cosa soprannaturale
che ho
anche quando sono totalmente umana è l’immancabile
inclinazione a cadere, inciampare e finire con il muso a terra. E
quando non hai la robustezza da mezzo demone è particolarmente
doloroso.
Sto
proprio cercando di arrivare incolume in cucina per un bicchiere
d’acqua. Sfortunatamente tutto il resto della famiglia è
andata al centro commerciale, mentre io preferisco non uscire in
questi giorni. E’ sempre meglio per un mezzo demone tenere
nascosto l’unico giorno al mese in cui rimane totalmente
indifeso.
Prendo
un bicchiere dalla credenza e lo metto sotto il rubinetto quando, tra
lo scroscio dell’acqua, mi sembra di sentire la porta
all’entrata aprirsi.
Sono
tornati presto… chiudo
l’acqua e aspetto di sentire il solito coro di saluti.
Invece
nessun suono arriva alle mie orecchie, se non dei passi felpati che
si avvicinavano alla cucina. Ok, inizio a preoccuparmi.
Se
fossi nelle mie normali condizioni sarei schizzata fuori dalla porta
e, magari, sarei saltata addosso a chiunque si fosse infiltrato in
casa mia, ma essendo umana afferro di riflesso un coltello e lo punto
verso la porta.
Quasi
quasi mi aspetto che a sbucare dalla porta sia Kyosuke, visto che era
da parecchio che non si fa vedere –ringraziamo Kamisama per
ciò!-, ma colui che varca la porta non gli assomiglia per
nulla. Il mio cuore inizia a battere furiosamente, ed è una
cosa che odio visto che è perfettamente udibile da orecchie
demoniche.
Per
un attimo sono tentata di dire “Inu, cosa hai fatto ai capelli
e alla faccia?” visto che il ragazzo gli assomiglia parecchio.
Mi correggo: sono due gocce d’acqua.
E
che gocce d'acqua: stessi capelli color argento, stessi occhi d’ambra
e perfino le stesse voglie sulle guance, solo che quelle del mio
padre adottivo sono blu, mentre quelle del ragazzo davanti a me sono
rosa-violette e -ora che lo guardo bene- ha una mezzaluna stampata in
fronte.
E
poi Inu non ha uno sguardo così gelido. Questo tipo tra poco
mi azzanna, altro che!
E’,
comunque, da stupro immediato.
Non
smetto di brandire il coltello, tanto per sicurezza, e, quando il
tipo si avvicina ulteriormente, lo porto più velocemente che
posso davanti a me e lo tengo con entrambe le mani: meglio evitare
che mi cada in un piede.
Il
ragazzo-demone non sembra avere fretta e tanto meno paura o timore e
si avvicina lentamente, scrutandomi con sguardo indagatore.
-Chi
sei?- chiedo prendendo coraggio. Dopotutto, anche se senza poteri,
sono una mezzo demone.
Lui
non mi risponde subito, ma continua ad avvicinarsi a me, lento ed
elegante. Quando è un po’ più vicino -maledetta
vista scadente!- noto che è assolutamente rilassato, neanche
gli stessi chiedendo se desidera un the.
La
sua figura è alta e slanciata e il suo volto è talmente
bello da farlo apparire un Angelo, come quelli che si vedono nei
libri di religione occidentale.
-Potrei
farti la stessa domanda.- sussurra e la sua voce pare, alle mie
deboli orecchie umane, la più suadente e carezzevole del
mondo. Affila gli occhi di una delicatissima forma a mandorla non
troppo pronunciata.
Mantiene
sempre la stessa espressione, di beneamata neutralità. Che
abbia qualche malattia che riduce la mimica facciale?
Si
ferma quando è a pochi millimetri dalla punta del coltello,
come per farmi intendere che il fatto che glielo puntassi addosso non
gli faceva ne caldo ne freddo. Ad un tratto mi arriva una zaffata del
suo profumo: non riesco a capire esattamente che odore sia, ma lo
trovo estremamente piacevole.
-A
dire il vero…- tento di spiegare, e lui stringe ancora di più
gli occhi, riducendoli a una fessura e continua a guardarmi da testa
a piedi, la fronte leggermente aggrottata come se lo schifasse la
sola vista del mio corpo.
Potrei
prenderlo anche come un affronto personale, caro il mio Angelo.
Per
fortuna sento la porta aprirsi nuovamente e odo i passi della mia
famiglia dirigersi in cucina, forse con l’intenzione di
salutarmi, parlando a gran voce.
Il
primo ad entrare nella stanza è proprio Inu Taisho che si gela
alla vista del ragazzo che era davanti a me. Egli non cambia
espressione alla vista del padrone di casa.
Io
abbasso il coltello più tranquilla, tanto ora l’avrebbe
sistemato lui, vero?
Silenzio…
Vero???
Inu
non sembra volersi muovere e il demone lo degna solamente della
rotazione totale del corpo, dopo di che c'è solo un intenso
scambio di sguardi.
-Ehi,
sento odore di demone!- Inuyasha irrompe in cucina seguito a poca
distanza da Izayoi e, entrambi, spalancano i loro occhioni.
Alla
fine, dopo secondi intensi in cui sono l’unica che non stava
scrutando qualcun altro, Inuyasha si decide a parlare e, di
conseguenza, ad illuminarmi.
-Sesshomaru!-
dice con rabbia, rivolto al demone davanti a loro.
Eh?
Un
attimo, Sesshomaru non è il nome dell’altro figlio di
Inu? Questo ghiacciolo sarebbe il primogenito di Inu Taisho?
Spalanco
la bocca dalla sorpresa e, come per confermare la conclusione a cui
ero appena arrivata, l’Angelo occidentale si decide a salutare:
-Padre, Inuyasha… Izayoi-
Fu
più o meno in quel momento che mi resi conto di aver appena
minacciato mio fratello adottivo con un coltello da cucina.
A
quanto pare, però, oltre ad essere umana sono anche invisibile
oggi e scompaio di fronte –anzi dietro- all’immensa
magnificenza di Sesshomaru, tanto che Izayoi si accorge di me solo
dopo svariati minuti passati in sua contemplazione.
Non
che, dalla mia parte, mi dispiaccia tanto guardargli il didietro
visto che, fasciato in quei pantaloni, è veramente un bel
sederino, ma preferisco che le persone sappiano che ci sono pure io,
tutto qui.
-Oddio,
tesoro!- esclama ad un tratto Izayoi e distoglie tutti gli altri da
quello scambio di sguardi. Anche l’Angelo occidentale gira di
poco la testa per fissarmi.
E
adesso per quale motivo mi stanno fissando tutti preoccupati?
-Cosa
ci fai tu con quel coltello in mano?- mi chiede –Lo sai che ti
puoi far male!-
Ma
certo, la mia immancabile imbranataggine potrebbe anche decidere di
farmi cadere di mano il coltello e nel giro di pochi secondi potrei
anche trovarmi una ferita da pronto soccorso. –Izayoi, lo so
che sono incapace a fare qualsivoglia attività, ma non certo
fino a questo punto!- borbotto colpita nell'orgoglio lasciando però
che Izayoi mi prenda di mano l’arma contundente e la riponga
nel cassetto.
-No,
certo che no cara.- mi dice accondiscendente, poi sembra ripensarci
–Ma cosa ci facevi con un coltello in mano?-
Adesso
anche Inuyasha e padre mi fissano curiosi. Dannato giorno di Luna
Piena!
-Ehm…
beh…- su su Aya-chan, sai mettere tre parole in riga? –Io,
uhm, stavo bevendo e l’ho sentito entrare, così ho preso
delle precauzioni.-
-In
pratica- Inuyasha,
tieni chiusa quella boccaccia! –Pensavi
fosse un ladro e hai pensato di poterti difendere con un coltello?-
Piego
la testa da un lato e incrocio le braccia sotto il seno.
-E
con questo?- sbotto irritata. Inuyasha non si prende nemmeno la briga
di rispondermi e scoppia a ridere di gusto.
Era
così ridicolo secondo lui? Se avessi avuto i miei poteri
demoniaci di sicuro gli avrei mostrato le zanne, ma com’è
che si dice?, Rimedi
estremi, estremi rimedi.
Dannato
cagnolino, la pianti di aggravare ancora di più la figura da
chiodi che ho appena fatto?
Inu
si passa una mano sul viso e, finalmente, accorre in mio soccorso
–Inuyasha, smettila di ridere di tua sorella.-
Si,
Inuyasha, smettila di ridere di tua sorella, dannazione!
-Credevo
che la ragazzina che avevate adottato fosse una mezzo demone- dice
Sesshomaru, tornando a fissarmi.
Aspetta,
è una mia impressione o il fratellino è un tantinello
disgustato?
-Infatti
è una mezzo demone.-
Lui
non si prende la briga di rispondere e mi lancia un’ultima
occhiataccia prima di rigirarsi verso suo padre, senza degnare di uno
sguardo Inuyasha.
-Bene,
figlio, andiamo in salotto. Sono proprio curioso di sapere dove sei
stato in questi ultimi anni.- dice Inu tentando di alleggerire
l'atmosfera pesante che si poteva tagliare con delle forbici. Anzi,
con delle cesoie, quelle
belle grosse.
Sesshomaru
non si scompone e si limita a sorpassare il padre e svoltare a
destra, diretto al salotto.
Quando
i due demoni scompaiono, mi giro verso Izayoi un po’ sorpresa.
-Cioè…
non ha salutato e ha sibilato si e no due parole messe in croce…-
Izayoi
si appoggia con la schiena al lavabo e sospira affranta.
-Sesshomaru
non ha mai avuto un bel rapporto con gli altri, in particolare con
gli umani o i mezzo demoni.-
Inuyasha
sbuffa risentito correggendo la madre –La verità è
che disprezza tutti, indifferentemente
che siano umani o mezzo demoni.-
Abbasso
la testa.
-Ma
com’è possibile?- dico pensando a voce alta. –Non
può essere così cattivo come dite voi.-
Mio
fratello mi squadra sospettoso –E perché mai?-
-Beh,
semplicemente perché è parente tuo e di Inu. E voi
siete così buoni…-
Inuyasha
e Izayoi si sorridono, poi il mio fratellone viene verso di me e mi
circonda le spalle con un braccio.
-Chi
lo dice che sono buono, micia?- ironizza mentre con una mano mi
scompiglia i capelli.
-Quante
volte ti ho detto che odio quel soprannome, Fuffy?-
Inuyasha
scoppia a ridere e, poco dopo, ci uniamo anche Izayoi ed io.
Angolino
dell'autrice: Buongiorno
a tutti, bella gente! Allora, avrei un sacco di cose da dire, per cui
inizio subito. Questa fic, come avrete capito, è ambientata in
un ipotetico futuro in cui Inu Taisho non è morto e si è
fatto una nuova famiglia, con la reincarnazione della sua dolce
Izayoi e con il figlio minore Inuyasha. A questa bella combricola si
è aggiunta Ayame, una piccola e sbadata mezzodemone.
Teoricamente la ragazzina raffigurata nella foto a inizio capitolo è
proprio lei; ovviamente il disegno non l'ho fatto io, ma l'ho trovato
girovagando per il web.
La
fic è sopratutto comica (o almeno così la vorrei far
sembrare), ma non mancheranno romanticismi e colpi di scena (si,
perché le scene romantiche proprio non posso saltarle!).
I
titoli dei capitoli (che come vedrete in seguito iniziano tutti con
“Quando capisci che...”) si riferiscono al percorso di
Ayame, che nel corso della storia imparerà diversi valori. Non
vi dico quali, altrimenti vi rovino la sorpresa ;)
Ringrazio
Lirin Lawliet che con la sua meravigliosa fic “Smells Like Teen
Spirit” mi ha dato l'ispirazione e Anto_P che, con “Blue”,
mi da la forza di andare avanti e scrivere sempre meglio.
Grazie
ragazze!
Spero
di non aver fatto errori (non esitate a segnalarmeli) e di non aver
reso i personaggi OOC; nel caso prendetelo come licenza poetica ;)
Infine,
spero che a tutti voi il primo capitolo di questa pazza storia sia
piaciuto e che la seguirete e recensirete!
Un
abbraccio,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 2 *** Quando capisci che i vecchi e brutti non sono sempre vecchi e brutti. ***
Set
Fire To The Rain
2.
Quando capisci che i vecchi e brutti non sono sempre vecchi e brutti.
Driiin…
Driiiiiiiiin… DRIIIIIIIIN!!!
-Dannata
sveglia!- ringhio dandole una manata e facendola finire addosso al
muro. Il tutto è seguito da uno CRASH
della
sveglia che va in mille pezzi.
Dannazione,
mi toccherà comprarne un’altra.
Sbadiglio
alzandomi e, pigramente, mi dirigo verso il bagno. Bagno personale
visto che la casa è talmente grande che, oltre alla stanza da
letto, possiedo una cabina armadio gigantesca, un bagno gigantesco e
vicino ai miei alloggi
–neanche
fossi la figlia di Re Sole- c’è anche una biblioteca.
A
dire il vero confina anche con le stanze di Inuyasha, ma la sfrutto
solo io visto che per Inuyasha i libri sono utili solo per aizzare il
fuoco nel camino.
Prima
di scendere a colazione indosso la classica divisa della scuola
giapponese, cioè il fuku
alla marinara.
Quando
sono pronta mi guardo allo specchio e, non che fosse una novità,
trovo pietosa la mia immagine: chi l’aveva detto che i demoni
sono tutti belli e affascinanti? No perché, se me lo ritrovo
tra le mani gli infilo due dita in gola e gli faccio vomitare tutte
le stronzate che ha sparato.
Stamattina,
poi, sono anche peggio del solito. Certo durante la notte ho
riacquistato i miei capelli neri e gli occhi color del carbone, ma
dopotutto non sono tutto quello splendore con quella maledetta divisa
scolastica che ha la maglia che arrivava a mala pena all’ombelico
–ergo, se alzi le braccia sei fregata- e quella dannatissima
gonna a quadri che è lunga come quella di Sailor Moon.
Ma
dico io, per questi giapponesi è tutto ok se si vede il culo,
ma guai se non porti le calze!
Mi
verrebbe da graffiare lo specchio, ma poi dovrei ricomprare anche
quello. O forse lo devo ricomprare comunque visto che riflette i
sacchi della spazzatura anziché le persone.
Decido
di scendere prima che mi venga qualche strano tic all’occhio e,
alla velocità della luce, mi fiondo in cucina pronta a
mangiare le leccornie che Izayoi prepara per colazione.
-Buon
giorno a tutti!- non finisco neanche di parlare che sento un
delizioso profumino provenire dal forno.
-Mamma
sta preparando un dolce.- dice Inuyasha seduto al tavolo.
-Mmmm-
sussurro ispirando ancora quel delizioso profumo.
Ma…
dov’è Izayoi?
-Ma…
si brucerà se Izayoi non sta attenta. Dov’è?-
visto che in cucina non c’era traccia della mia madre adottiva
vado a sbirciare in salotto, aspettandomi di trovarla spaparanzata
sul divano, ma scorgo solo l’elegante figura di Sesshomaru
seduto a gambe accavallate, mentre legge un libro. Ora che sono
ritornata in possesso dei miei poteri demoniaci riesco a sentire
molto meglio il suo odore. Penso si avvicini a quello che si sente
nelle giornate d’inverno, in montagna, quando fa molto freddo.
-Non
vieni a fare colazione con noi?- dico avvicinandomi un po’ e
aspettando la sua risposta. Affermativa, ovviamente, visto che adesso
fa parte anche lui della famiglia.
Aspetto
qualche secondo ma nessuna risposta giunge alle mie orecchie; mi
avvicino fino a che non mi ritrovo davanti a lui. Sta tranquillamente
leggendo quel suo maledettissimo libro senza degnarmi di uno sguardo.
Ho
capito che per lui sono uno scarto della società e un
esperimento transgenico riuscito male, ma un po’ di educazione
gli potrebbe solo giovare.
Incrocio
le braccia e gli ripeto con calma la domanda: magari non ha sentito.
-Ti
ho chiesto: non vieni a fare colazione con noi?-
Sesshomaru
non da segno di avermi sentita e gira tranquillamente una pagina
snobbandomi alla grande. A quel punto iniziano a girarmi le scatole,
così gli prendo il libro di mano e lo chiudo con un tonfo.
Non
faccio neanche in tempo a rendermi conto di cosa ho avuto veramente
la faccia tosta di fare (!) che il mio fratellone si alza e, molto
elegantemente, mi solleva da terra prendendomi per il collo.
Ooooh,
ma che fratellone premuroso che ho! E’ talmente delicato che
quasi non li sento gli artigli che mi penetrano la pelle. Davvero
dolce.
Faccio
un piccolo appunto: mia madre era una sacerdotessa e da lei ho
ereditato la capacità di controllare il mio potere demoniaco e
mi ha insegnato a dosarlo, per farlo affluire nella quantità
desiderata nel mio corpo.
E’
anche per questo che ho deciso di eliminare quelle deliziose orecchi
feline e le ho fatte diventare normali orecchie umane.
Dunque,
mentre il mio fratellastro mi tiene per il collo, libero parte del
mio potere demoniaco e, come conseguenza, fanno la loro improvvisa
comparsa le mie orecchie da pantera.
Sesshomaru
probabilmente è rimasto un po’ sorpreso visto che ha
spalancato di poco gli occhi, per poi ritornare impassibile.
Dovrei
pensare positivo sul fatto di quella malattia che influisce la mimica
facciale. O forse è solamente molto ma molto capace.
-Non
osare mai più mancarmi di rispetto, capito mezzo demone?-
parla lentamente, come se stesse parlando con una ritardata mentale e
questo mi fa imbestialire ancora di più.
Lo
guardo con sfida e so come devono sembrare i miei occhi in questo
momento: neri come l’onice pura e ardenti come fiamme.
Dopotutto da mio padre ho ereditato anche la capacità di
controllare il fuoco.
Sesshomaru
indurisce lo sguardo e stringe ancora di più la presa sul mio
collo, forse aspettandosi che annuisca spaventata o che lo supplichi
di perdonarmi.
Beh,
non succederà nulla di tutto questo.
Gli
metto le mani sul polso e inizio a stringere a mia volta per
costringerlo a mollarmi a terra e quando capisco che non lo farà
mai, utilizzo il potere del fuoco e lo concentro sulle mani.
Dopo
un po’ iniziamo entrambi a sentire un terribile odore di carne
bruciata. Solo allora Sesshomaru lascia la presa, ma non smette di
guardarmi minaccioso.
Chi
vuole cane arrosto???
Penso
che non si azzardi a farmi altro solo perché Inu e Izayoi sono
appena scesi e ci aspettano per colazione.
-Se
pensi di farmi paura- gli dico –solo perché sei un
demone completo ti sbagli di grosso. Non pensare che sarò la
tua servetta o che mi farò sottomettere: non mi sono mai fatta
comandare da nessuno e non ho intenzione di cominciare ora.-
Scuoto
la testa e faccio sparire le orecchie, poi mi avvio in cucina,
lasciandolo a leggere il suo stupido libro.
Quando
entro i volti di Inuyasha e Inu si girano verso di me e, mentre
Inuyasha mi guarda orgoglioso (per cosa poi?), Inu ha uno sguardo di
rimprovero.
-Mi
ha presa per il collo.- sussurro –Non ho intenzione di farmi
mettere i piedi in testa da lui.-
Inu
sorride, consapevole di quel lato del mio carattere, ma mi riprende
comunque.
-Devi
avere pazienza, cara.-
Io
annuisco. Prima di andare a scuola mi sarei scusata.
A
metà della colazione alzo lo sguardo e vedo Sesshomaru
dirigersi verso la porta d’ingresso.
-Figliolo,
vai a lavoro?- gli chiede Inu distogliendo per un attimo l’attenzione
dalla sua terza
fetta
di torta.
Sesshomaru
si limita ad annuire e a continuare per la sua strada.
Mi
alzo di scatto, e gli corro dietro. Mi devo scusare, no?
-Sesshomaru,
aspetta!- gli urlo e arrivo vicino a lui mentre si infila un
giubbetto leggero e si sistema la cravatta. Dove starà
andando?
Non
sono cazzi tuoi, Ayame.
Aspè…
adesso ho pure la doppia personalità che mi rispondo da
sola???
No:
io sono la parte razionale e intelligente!
-Volevo
scusarmi per le bruciature.- gli dico, aspettandomi almeno una
parola, anche “Va bene” o “Si”.
Invece
mi guarda dall’alto in basso e poi esce senza proferire
verbo. Figuriamoci
nomi, aggettivi e quant’altro.
Rimango
a bocca aperta e ritorno in cucina ancora stupita.
-Insomma,
Ayame, perché diavolo gli hai chiesto scusa?-
Io
scuoto la testa, in fondo un po’ lo capivo –Magari si
deve ancora ambientare. Ti ricordi quanto antipatica ero il primo
periodo che sono stata qui?-
-Avevi
undici anni!- dice. Io scuoto di nuovo la testa.
-Non
c’entra.- e la conversazione finisce là.
Aiuto
Izayoi a spreparare e poi prendo la cartella, avviandomi a scuola
insieme ad Inuyasha.
Abbiamo
appuntamento con Kagome a metà strada. Per un po’
rimaniamo zitti e io ne approfitto per pensare che Inuyasha sembra
nutrire molto rancore verso suo fratello, ma dopotutto è anche
l’opposto visto che da quando abitano sotto lo stesso tetto non
si sono mai rivolti la parola.
-Inuyasha,
perché provi rancore per tuo fratello?- gli chiedo dopo
qualche minuto di silenzio.
Voglio
ricostruire il puzzle della sua vita, anche per sapere con chi ho
realmente a che fare.
Lui
alza la testa al cielo e si perde nei ricordi –Come sai bene è
nato prima lui di me ed è un demone completo. Penso che, anche
se sembra impossibile, abbia sofferto molto quando papà ha
lasciato sua madre per la mia e lo abbia odiato quando ha dato alla
luce un figlio con lei. Capisci…mi odiava perché sono
il frutto di una presunta debolezza di nostro padre.-
-Ed
ora?-
-Adesso
non più, tanto che ha anche acconsentito a tornare ad abitare
con noi, ma di sicuro non ci adora.- dice e poi porta le braccia
dietro la testa, girandosi verso la mia parte e sorridendo allegro.
-Comunque
i geni migliori di papà li ho presi io, non lui!-
Ecco,
lo sapevo che non può fare un discorso totalmente serio!
Ma
non resisto dallo scoppiare a ridere.
Sento
da distante il profumo di Kagome e, stranamente, anche quello di
Sango e Miroku. Questi ultimi due sono fidanzati, mentre Kagome è
segretamente infatuata di mio fratello, ma lui tonto com’era
non ha capito i segnali che lei continua ostinatamente a inviargli.
-Ma…
Inuyasha?- gli chiedo prima di raggiungere i nostri amici –Lui
non poteva andare ad abitare con sua madre?-
Inuyasha
scuote la testa.
-Sua
madre è ancora peggio di lui. Cioè, come carattere e
aspetto si somigliano molto, ma lei non ha mai provato affetto per
lui, quindi appena raggiunta la maturità l’ha lasciato a
sé stesso. L’ho vista una sola volta nella mia vita e mi
basterà per sempre. Ehi, Kagome!-
E
poi lo biasimavano se era diventato gelido come un ghiacciolo?
-Comunque,
Ayame, questo non giustifica tutto ciò che ha fatto.-
Ecco,
come non detto.
-Ehi,
Inuyasha, Ayame!-
-Ciao
Kagome! Come va?- le chiedo mentre ci incamminiamo verso la scuola
superiore Musashi.
-Tutto
ok, grazie. Voi?-
Io
guardo Inuyasha. –Beh, ieri pomeriggio Sesshomaru è
tornato a casa. Anzi è venuto ad abitarci.- dice lui guardando
davanti a sé.
-Sesshomaru?
Intendi il tuo fratellastro?- gli chiede Miroku e Inuyasha annuisce.
-E…?-
chiede Sango affiancando il fidanzato.
-E
ci detesta. Ed è anche un gran maleducato a dirla tutta. E poi
è così… così…-
-…
freddo?- mi suggerisce Inuyasha.
-Freddo?
Ma se è gelido come i venti del nord le mattine di dicembre?-
ironizzo alzando gli occhi al cielo.
-Ragazzi,
mi sa che siamo in ritardo!-
Guardiamo
tutti Kagome che ha appena parlato e poi iniziamo a correre verso la
scuola.
Io
e Inuyasha arriviamo davanti alla porta della 2H appena dopo la
professoressa Kaede, l’insegnante di lingua giapponese.
E’
una vecchietta molto simpatica, la sua unica particolarità è
che le manca l’occhio destro.
Da
qui la mia convinzione che la scuola faccia veramente male alla
salute. Comunque…
Kaede
inizia a recitarci quasi a memoria una sfilza di regole grammaticali,
frasi complesse e espressioni algebriche… no, quelle no.
Comunque,
quell’ora mi era parsa interminabile ma, grazie a Santa
Luminosa, anche quella volse al termine
-Da
notare volse
al termine!
Perché?
Mi
sento importante a dire cose complicate!
No
comment…-
Quando
la campanella suona chiudo con un tonfo il libro e mi alzo
dirigendomi da Inuyasha che chiacchiera, stranamente, con Shiori, una
nostra compagna anche lei demone.
Vado
vicino a Shiori-tutta-tette e cerco di capire di cosa stanno
parlando.
-Insomma,
neanche la preside Kagura può essere così maligna da
cambiarci il professore di storia giapponese a metà anno!-
dice Inuyasha.
-Speriamo
almeno sia carino. Altrimenti sai che noia?-
Ovviamente
a Shiori-tutta-tette importa poco dell’argomento “studio
storia”. Preferisce concentrarsi sulla matematica: i numeri le
sono utili per contare quanti ragazzi riesce a portarsi a letto.
-Nuovo
professore?- dico starnutendo quando Shiori-tutta-tette mi passa
accanto e lascia una scia di profumo terribile per il mio povero
naso.
-E
quando ce lo dovremmo avere questo professore?-
Io
guardo l’orario appeso al muro e sospiro. –Ora.-
Inuyasha
sbuffa annoiato. –Sarà un’idiota senza cervello.
Magari pure brutto e antipatico.-
-E
vecchio con un principio di demenza- aggiungo io, ridacchiando.
-Sarebbe
una grande sfortuna.- dice una voce dalla porta.
Solo
in quel momento noto che nella classe è tornato il silenzio e
che alcuni simpaticissimi pinguini iniziano a zampettare allegramente
di fianco a noi. O forse è tutto dettato dall’atmosfera
gelida che si è creata in un istante.
Guardo
prima i miei compagni di classe e poi, molto lentamente, mi giro
verso la porta.
Colui
che vedo mi fa schizzare gli occhi fuori dalle orbite fino a Uranio.
Altro
che vecchio e brutto: in nostro nuovo professore non è altro
che Il Vento Del Nord! Sesshomaru Taisho!
-TU!-
sbotta infuriato Inuyasha –Cioè… TU!-
Nooo,
che perle di saggezza! Resterà sicuramente impressionato.
-Vedo
che il tuo vocabolario non è aumentato negli anni.- dice
sedendosi comodamente sulla cattedra.
Io,
intanto, prendo in considerazione di iniziare a costruire un pupazzo
di neve, tanto per ammazzare il tempo.
-Per
chi non mi conoscesse, sono Taisho-sensei- e a quel punto tutti si
girano verso di noi. Devono aver capito che è –purtroppo-
imparentato con noi. –E sarò il vostro insegnante di
storia giapponese fino a quando non prenderete il diploma.-
Oddeo,
così tanto? E io che speravo di cavarmela con un paio di
lezioni!
-A
proposito… Taisho?... Tutti e due. Fuori.- dice mentre tira
fuori dei fogli dalla sua beneamata borsa.
Inuyasha
si dirige verso la porta con passo veloce e io lo seguo un po’
più titubante, poi mi chiudo la porta alle spalle.
Merda,
merda, merda. E merda, giusto per sicurezza.
-Inuyasha?-
gli chiedo quando siamo seduti in corridoio. –Ti ricordi tutte
quelle cose che ho detto stamattina sul fatto che lo comprendevo e
tutte le altre cazzate? Si? Beh, dimenticatele!-
-Cioè,
vi siete fatti buttare fuori dal nuovo professore?-
Guardo
Sango corrucciata –Sango, stai zitta, va!-
Kagome
si avvicina ad Inuyasha e gli mette una mano sul braccio per
consolarlo. Quanto sono kawaii
quei due???
Anche
Miroku poco dopo mi avvicina a me e con uno sguardo rammaricato
allunga una mano sul mio sedere. Mi giro e gli stampo una cinquina
sulla guancia destra e Sango fa lo stesso sulla sinistra.
-Amooore!-
piagnucola lui –La stavo solo consolando!-
-Col
cavolo!- dice Sango tirandogli le orecchie.
No,
loro non sono mica tanto kawaii…
Scuoto
la testa rassegnata.
–Ehi,
ragazzi, io faccio una piccola deviazione.- dico salutandoli con la
mano. –Ci vediamo a casa, Inuyasha.-
Kagome
e Sango si avvicinano per darmi un bacino mentre Miroku sorride
massaggiandosi le guance.
Io
ridacchio e mi avvio verso la fioreria più vicina.
Spingo
la porta e una campanella tintinna per segnalare la mia presenza.
Una
donna sulla cinquantina sbuca dal retro bottega e mi sorride
gentilmente. –Il solito, cara?-, mi chiede affabile. Io
annuisco e lei inizia a prepararmi un piccolo e delicato mazzolino di
gardenie bianche e lo lega con un nastrino nero.
Le
gardenie sono simbolo di gioia e felicità, e di solito porto
sempre quelle ai miei genitori, per augurar loro di essere felici
anche se non sono più in questa terra.
Pago
e ringrazio la fioraia e inizio a camminare verso il cimitero.
Avevo
fatto seppellire i miei genitori in questa parte della città
così li avrei avuti un po’ più vicini, infatti li
vado a trovare quasi ogni giorno.
Oltrepasso
file e file di tombe fino a che non arrivo a quella più bella.
E’ di colore grigio, abbastanza grande e con varie rientranze,
così da poter appoggiare i fiori.
Prima
di farlo, però, cambio l’acqua e butto via quelli
vecchi; poi riaccendo un piccolo bastoncino di incenso che rilascia
un piacevole profumo.
Mia
madre adorava l’incenso.
Mi
siedo davanti alla tomba e mi faccio sfuggire una lacrima.
-Ciao
mamma, ciao papà.-
Angolino
dell'autrice: Salve
a tutti, gente! Beh, beh, che dire? Innanzitutto spero che questo
capitolo vi sia piaciuto tanto quanto il precedente! In ogni caso, vi
devo assolutamente ringraziare per le magnifiche recensioni: non
avrei mai pensato di riceverne così tante già al primo
capitolo!
Dunque,
parliamo un po' del capitolo: Ayame ha il primo e vero incontro con
Sesshomaru. Come vi è sembrato? E' stato troppo OOC? Ho
pensato che non può essere tutto rose e fiori, specialmente
all'inizio. Ovviamente i rapporti tra di loro si scioglieranno, visto
che sono fratelli, ma dato il carattere irascibile e testardo di
Ayame e quello leggermente antipatico di Sesshomaru non sarà
facile.
A
proposito: come noterete in questa mia storia Shiori non è una
mezzo-demone, bensì un demone completo e il suo carattere è
molto diverso da quello nell'anime. Non chiedetemi il perché
di questa scelta: semplicemente vedo benissimo quel personaggio in
questo ruolo. =)
Troverete
le risposte alle vostre magnifiche e stupende recensioni al massimo
entro domani!
Oh,
e vi invito a passare a leggere “Blue” di Anto_P e
“Smells Like Teen Spirit” di Lirin Lawliet.
Non
mi sembra di dover dire nient'altro se non: GRAZIE! A chi,
ovviamente, ha recensito e a chi ha messo questa storia tra le
preferite, le seguite o le “da ricordare”! Grazie
infinite!
Un
abbraccio,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 3 *** Quando capisci che alla sfiga non c’è mai fine! ***
Set
Fire To The Rain
3.
Quando capisci che alla sfiga non c’è mai fine!
I
miei genitori erano morti otto anni prima durante un viaggio a cui io
non avevo voluto assolutamente partecipare e avevo preferito andare a
stare una settimana da un’amica.
Quattro
giorni dopo la partenza mi è stata data la notizia della loro
morte: erano stati sorpresi da un incendio e mio padre, per salvare
mamma, era stato sepolto con lei nelle macerie.
Potete
immaginare il mio shock: una mezzo demone, odiata da quasi tutti e
pure orfana.
Per
fortuna la mia famiglia conosceva bene Inu Taisho e lui, con la
moglie, si presero la briga di portarmi con loro.
Ricordo
bene che, quando me lo dissero, non usarono parole come “adottare”
o simili, ma Inu mi chiese semplicemente se avevo voglia di andare a
stare un pochino con loro.
Quella
volta annuii e andai a casa con loro, appena una settimana dopo il
funerale.
Penso
sia inutile dire che senza la famiglia Taisho ora non sarei qui, e
non solo fisicamente.
-Ciao
mamma, ciao papà.- dico sedendomi davanti alla tomba.
-Spero
stiate bene lì dove siete ora. Adesso è autunno e le
giornate si fanno sempre più corte e fredde. Mi dispiace
perché i fiori e gli alberi stanno ingiallendo e per un po’
non ci saranno più farfalle e uccellini. E poi sono triste
anche perché non ci diete voi, ovviamente.
Comunque
ieri è tornato l’altro figlio di Inu, Sesshomaru. Oh,
non avete idea di quanto sia diverso da loro! E’ così
freddo e insensibile che se lo conosceste dubitereste che faccia
parte di questa famiglia. In più è il mio professore di
storia giapponese e appena è entrato in classe ha mandato me e
Inuyasha fuori.
Certo…
è vero che l’abbiamo un pochino insultato, ma non
sapevamo che fosse lui il nostro professore!
Mi
ha pure preso per il collo, così gli ho abbrustolito un
braccio…
Ma
vi assicuro che ha iniziato lui a non rispondermi e allora…
beh lo sapete come sono fatta, no?
Comunque
poi gli ho chiesto scusa. A dire il vero più perché me
lo aveva chiesto Inu che perché volessi realmente farlo.
Beh…-
guardo l’orologio –E’ davvero tardi e per me è
ora di tornare a casa. Ciao mamma, ciao papà, a presto.-
Esco
dal cimitero e penso che, purtroppo, tutti i colori dell’estate
stanno scemando.
Mi
piace anche l’autunno e perfino l’inverno, ma la mia
stagione preferita è la primavera: tutti i boccioli e le
foglioline nuove sugli alberi donavano un colore allegro al mondo.
Per
quello l’inverno non mi dispiaceva. Senza l’inverno non
ci sarebbe stata nemmeno la primavera.
Però
quella mancanza di colori non mi andava proprio giù!
Mentre
faccio la strada inversa passo nuovamente davanti alla fioreria e mi
viene un’idea.
Venti
minuti dopo sono davanti alla porta di casa con uno splendido mazzo
di fiori in mano.
Entro
correndo e cerco Inuyasha.
-Inuyasha,
Inuyasha, guarda!- grido trovandolo sul tavolo in cucina intento a
studiare. Strano! –Non sono bellissimi? Non ne ho presi tanti
perché non avevo tanti soldi con me, ma sono belli, vero?- gli
dico sventolandogli davanti al naso i fiori.
Lui
starnutisce e mi guarda di traverso.
-Non
ti piacciono?- gli chiedo delusa.
Lui
scuote la testa. –Invece di pensare a cose ridicole come i
fiori ti conviene metterti a studiare.-
Io
lo guardo offesa, per poi fare il broncio.
-Antipatico!-
dico mettendo il mazzolino in un vaso –E comunque non c’è
niente da studiare per domani!-
-Oh
si, invece! Il professor
Taisho-
dice scimmiottandolo –Ci ha dato più di cinquanta pagine
di storia da studiare. Per domani.-
Io
lo guardo stralunata –Ma va! Sei esagerato come sempre.-
-Domani
interrogo su tutto il periodo di Edo.-
Io
mi giro sentendo la voce di Sesshomaru provenire dalla porta.
Beh,
è stato anche gentile ad informarmi.
…
Tutto
il Periodo di Edo? Ma saranno almeno 200 anni di storia!
Gentile
un cazzo!
-CHE
COSAAAAAAAA?!?-
Sesshomaru
non risponde e, con la sua solita flemma, si avvicina ai fornelli e
si versa una tazza di caffè freddo iniziando a sorseggiarlo
lentamente e guardandomi di traverso per l’urlo appena
lanciato.
-Tutto
il periodo Edo?- ripeto.
Inuyasha
annuisce e fulmina con lo sguardo il fratello. E’ chiaro come
il sole che vorrebbe saltargli addosso e iniziare a picchiarlo, ma
ovviamente non può per molte ragioni che non sto qui ad
elencare perché devo assolutamente andare a studiare.
Il
caro fratellone, d’altro canto, arriccia le labbra in un
sorriso di scherno… Sorriso, ma che parolona. Diciamo che si
capisce che è un sorriso
solo
perché ha cambiato di un paio di millimetri la sua espressione
facciale.
Prima
di salire di corsa in camera mia prendo il vaso di fiori con
l’intenzione di portarlo con me, ma poi vedo le nuvolette di
nervoso che salgono dalla testa di Inuyasha e glieli poggio sul
tavolo.
-Sono
per te. Spero ti facciano tornare di buon umore, Inuyasha.- gli dico
sorridendo.
Lui
ricambia distrattamente e allora gli tiro un orecchio. A quel punto
cerca di acchiapparmi, ma sono già lontana.
Tiè!
Ecco cosa succede a non dar retta ad Ayame Taisho: subirai la mia
vendetta. Muahahahah!
-Buono
studio.- gli dico da brava sorellina salutandolo con una mano.
Ovviamente
non cago Sesshomaru neanche di striscio. Dannato lui e la sua idea
malata di fare il professore.
Apro
la porta della camera e spalanco la finestra per far entrare un po’
d’aria fresca poi apro il libro.
Vado
alla prima pagina del periodo Edo e batto le mani.
-Bene
iniziamo. Dunque il periodo Edo inizia nell’anno 1603 e termina
nel 1868…-
Si,
ce la posso fare! Ti farò vedere i kappa verdi, mio caro
Angelo-Ghiacciolo!
*
* *
Uhm,
ci siete? Si? Perché se ci siete… scappate!
Io
quel bastardo lo ammazzo!
Lo
soffoco con i suoi stra-dannati libri di storia! Gli faccio ingoiare
carta stampata finche non rimpiangerà di non aver ucciso prima
chi l’ha inventata, la stampa.
Stupido
Principe dei Demoni, stupido stupidissimo Sesshomaru!
Me
l’ha fatta l’interrogazione! Porca paletta se me l’ha
fatta! Solo che quel dannatissimo mi ha interrogata sul periodo di
Azuchi-Momoyama, ovvero quello prima del periodo Edo!
E
ho preso quattro, ho preso! Porco Homer Simpson!
-Ayame???-
mi chiede titubante Sango mentre ci accompagna a casa.
-Stammi
lontana perché ho proprio bisogno di picchiare qualcuno. Ma
cos’ha quello lì? Un tarlo malato nel cervello? O forse
è proprio bastardo dentro!-
Gli
altri mi lasciano sfogare fino a che non finisco tutti gli epiteti
conosciuti e non, quindi mi lasciano sbollire per benino.
Saluto
Kagome, Sango e Miroku che prendono la direzione opposta alla nostra
e ci avviamo anche noi verso casa.
Quattro!
La mia media è calata a picco!
Cioè,
anche Inuyasha è stato interrogato ma lui la media ce l’aveva
già bassa e poi è abituato alle bastardate del
fratello.
Insomma,
io sapevo che era stronzo, ma farmi studiare apposta
50
pagine per poi interrogarmi su qualcos’altro è davvero
troppo!
In
più stanotte ho dormito poco e quando non ho le mie otto ore
di sonno divento nervosa. Punto.
Arrivo
a casa e sbatto la porta, con tutta l’intenzione di prendere un
cacciavite e andare a bucare le ruote della Mercedes metallizzata
nuova di zecca di Sesshomaru.
Un
attimo! Lo posso fare anche con gli artigli!
Mi
giro per ritornare sui miei passi quando Inuyasha mi mette una mano
sulla spalla.
-Non
mi fermare! Se non faccio a pezzi la macchina faccio a pezzi lui!-
-Non
è quello… è che, uhm, Sesshomaru è,
ecco…- cerca di trovare le parole esatte.
-Cosa?
Uno stronzo? Penso ne sia già consapevole.-
-No,
è sulle scale.-
Mi
giro lentamente e vedo, appunto, Sesshomaru fermo ai piedi delle
scale che mi ringhia contro.
Mi
trattengo dal farlo anch’io. Insomma, sono una persona
ben educata, io!
Il
mio professore si avvicina lentamente e si porta davanti a me.
-Non
osare mai più a parlare di me in quel modo, immonda
mezzosangue.-
Immonda
mezzosangue? A me?
-L’unica
cosa immonda che c’è qui dentro sei tu!- gli sibilo.
Sta
volta mi uccide! Lo vedo da come stringe i pugni! Oh, ma gli farò
vedere tutte le costellazioni possibili ed immaginabili! Sono pronta
Sesshomaru, e tu?
…DRIIIIN!
Maledetto
campanello!
Essendo
la più vicina alla porta distolgo di malavoglia lo sguardo e
apro.
L’essere
che mi trovo davanti ha la straordinaria capacità di farmi
girare le palle ancora di più.
-Kyosuke.-
-Ciao
dolcezza. Mi è sembrato di sentire i tuoi toni soavi da
lontano, quindi sono passato per un salutino.-
…
Cioè,
va bene. C’è Sesshomaru e c’è Kyosuke.
Ma
se ci sono Sesshomaru e Kyosuke tutti e due in una volta i miei nervi
non possono tenere il ritmo.
-CHE
CAZZO VUOI?!?-
Gli
urlo e, inavvertitamente, lo spedisco lontano un paio di metri.
Poi
tento di chiudergli la porta in faccia, ma lui si alza e la blocca
con un piede.
Alla
sfiga non c’è mai fine.
-Non
mi inviti ad entrare?- mi chiede mellifluo, con uno sguardo da pesce
lesso: probabilmente pensa che sia sexy.
-Fossi
matta!- dico provando a chiudere la porta, ma di nuovo lui la blocca.
-Kyosuke,
dannato! Esci da qui!-
Inuyasha
al mio soccorso, kya!
-Uhuh,
ciao Inuyasha! Tutto bene, si?-
Vedo
che Inuyasha non intende rispondergli e lo guarda con gli artigli
sguainati.
Poi
il demone-lupo sposta lo sguardo a Sesshomaru e il suo sguardo si fa
un po’ confuso.
-E
tu chi sei?- chiede.
-Potrei
farti la stessa domanda.- risponde mio fratello guardandolo glaciale
e pronto a saltargli addosso al primo passo falso.
Aspetta,
aspetta… questa cosa mi sa tanto di deja-vù!
Guardo
in alternanza i due che si stanno scannando con lo sguardo senza
sapere l’identità dell’altro e mi viene quasi da
ridere.
Cioè,
se decidessero di farsi fuori a vicenda per me sarebbe più che
ok.
-Beh,-
dice Kyosuke –Se non sbaglio sei Sesshomaru, giusto?-
Lui
annuisce una sola volta, dopotutto perfino mettere in moto i suoi
muscoli per qualcosa che non fosse ringhiare e/o combattere era
impensabile per lui.
Kyosuke
non sembra esserne irritato e si rigira verso di me.
Cosa
vuole adesso???
-Quindi
era lui che insultavi mentre stavi tornando a casa, vero?-
…
Dannato
lupastro! Stattene zitto, palla di pelo troppo cresciuta!
Gli
chiudo la porta in faccia senza dire una parola e lo sento ridere
dall’altra parte e allontanarsi.
Adesso
se mi giro Sesshomaru mi ammazza di brutto, altro che!
Non
faccio neanche in tempo a ruotare il busto di 180 gradi che
Sesshomaru mi pianta i suoi artigli su una spalla.
Lo
guardo per un attimo aspettandomi che faccia altro, tipo prendermi e
buttarmi fuori di casa a calci in culo o mettermi in forno per poi
mangiarmi.
Quando
vedo che se ne sta impalato gli prendo il polso e lo tolgo lentamente
dalla mia spalla.
-D’accordo,
serve altro?- gli chiedo quando vedo che non muove un muscolo e mi
fissa aspettando una qualche strana reazione che, però, tarda
ad arrivare.
Intanto
mi giro e guardo la ferita: sono solamente cinque buchi che si stanno
già richiudendo. Sbuffo solo un pochino quando noto che ho i
buchi pure sulla maglietta.
Beh,
chiederò a Izayoi di aggiustarla.
Alzo
la testa e guardo un po’ stupita Inuyasha e Sesshomaru che
continuano a fissarmi.
-Ebbene?-
dico spostando la testa incontrando prima lo sguardo di uno poi
dell’altro.
Sesshomaru
non risponde e si gira solamente, andandosene imperterrito.
Così
mi volto verso Inuyasha domandandogli con lo sguardo di spiegarmi ciò
che, come era palese, ignoravo e che aveva lasciato di stucco il caro
e gelido Fuffy.
-Di
solito gli artigli di Sesshomaru rilasciano un veleno letale. E’
strano che tu non ne abbia sentito l’effetto.-
Ed
è per questo che ho avuto l’onore
di
vedere il Grande Principe Dei Demoni cambiare così
efficacemente espressione facciale? E’ per questo che il grande
Sesshomaru ha dovuto mettere in moto più muscoli del suo
solito?
-Bah,
probabilmente l’ho purificato.- dico dopo averci pensato un
attimo –Non riesco ad usare molto bene i poteri spirituali e
probabilmente si sono manifestati da soli.-
Scuoto
le spalle e mi avvio verso la mia camera per lavarmi e cambiarmi.
Io
non capisco perché tutti e due hanno avuto questa reazione
spropositata… cioè, sembra abbiano visto un pinguino
nel Sahara!
Due
ore dopo mi trovo sul divano con un bel Nintendo DS in mano.
Mi
acciambello e lo accendo.
-Bene,
a noi due, Mario!- sussurro iniziando a saltare sopra a funghetti
malefici e ad altri esserini di dubbia provenienza.
Ma
cosa sono? Porcini ghignanti???
Dopo
pochi minuti Inuyasha mi raggiunge.
-Ehi
sorella, che fai?- mi chiede sedendosi a fianco a me.
-Uccido
i porcini!- gli rispondo cercando di schivarne uno volante. Mio
fratello si sporge verso di me e guarda per un po’ lo schermo,
per poi sbuffare ed accendere la tv.
Fa
un po’ zapping sui canali finché, con un altro sbuffo,
si ferma in un canale in cui fanno 24 ore su 24 soap opera smielose
dove lei e lui si amano alla follia, ma poi l’altra fa il filo
a lui e lui ci casca, lei si offende e si mette con l’amico, ma
lei molla l’amico perché si rende conto di non amarlo
abbastanza e lui lascia l’altra perché gli ha fatto le
corna.
Tutte
più o meno così, insomma.
-Ti
odio!-
-No,
amore mio, posso spiegare! E’ tutto un equivoco, io ti amo!-
-Vattene!
Le tue erano tutte menzogne! Vattene!-
-E
trottolino amoroso e dù dù dà dà dà.-
Inuyasha
sghignazza sotto i baffi e cambia canale, grazie a tutti i Kami.
Quelle cose mi fanno vomitare anche il pancreas.
Io
ritorno al mio gioco, finché non sento dei passi silenziosi e
ben conosciuti che si avvicinano.
Alzo
la testa e noto che Sesshomaru è appena oltre la soglia e ci
guarda con fare accusatorio. Scusaci tanto se ci siamo seduti sul
divano di casa nostra e scusaci ancora di più se siamo
costretti a respirare il tuo stesso ossigeno!
Quando
lo vedo che si siede (ovviamente nel posto più lontano
possibile da noi) penso che, alla fine, se gli fa così
ribrezzo stare vicino a dei mezzo demoni potrebbe anche cambiare
stanza.
Ad
un tratto sento provenire dal Nintendo un suono sordo, come di due
piatti che sbattono e abbasso incuriosita lo sguardo.
Il
mio omino giace morto con i porcini maledetti tutti sopra di lui.
Mi
ci vuole un po’ per capacitarmi di cosa è appena
successo.
NO!
Quale sciagura! Sono morta. Devo iniziare tutto daccapo!
A
quel punto chiudo con un tonfo il Nintendo e lo guardo con astio,
come se fosse colpa sua se mi ha fatto perdere e non della mia
idiozia che mi ha fatta distrarre senza mettere in pausa.
Lo
appoggio sopra il tavolino in equilibrio precario e inizio a
guardarmi intorno per cercare qualcosa da fare e, inavvertitamente,
lo sguardo mi cade su Sesshomaru.
Il
Gelido Vento del Nord è placido placido mentre legge il suo
libro. Ogni tanto gira una pagina molto sciallamente
e torna
a leggere.
Tutto
sommato è bello. Molto bello.
Proprio
nell’esatto momento in cui quel pensiero ha deciso di
attraversare la mia mente Sesshomaru alza lo sguardo.
I
suoi occhi ambra si fondono con i miei onice e restiamo incantati per
un attimo.
-Ragazzi
siamo a casaaaaaa!- sento la porta aprirsi e poi le urla di Inu
raggiungono le mie orecchie. Distolgo imbarazzata gli occhi da quelli
del mio fratellastro e li poso sulla porta.
Pochi
secondi dopo vedo entrare un’Izayoi saltellante che sventola in
mano un cartoncino colorato, seguita da Inu che ci viene a salutare.
-Ciao
ragazzi. Avete passato una bella giornata?- ci chiede passando lo
sguardo da Inuyasha a me e poi a Sesshomaru.
Io
e Inuyasha mugugniamo e Sesshomaru si limita a rispondere –Si.-
Izayoi,
che non vede l’ora di dire la sua, non fa caso alle nostre
risposte e alza in alto il cartoncino, che ho capito essere una foto,
mostrandolo come se avesse vinto il Nobel per la Scienza.
-Guardate
cos’ho trovato mettendo a posto i miei documenti in ufficio!-
ci dice passando davanti a Sesshomaru e dirigendosi verso di noi.
Mi
mette a un centimetro dalla faccia la foto e, quando la metto a
fuoco, resto di stucco.
La
foto mostra una bambina di circa sette anni, con i capelli neri e gli
occhi color del scuri che sorride contenta all’obiettivo.
Sono
io!
-E
questa mocciosa chi è?- chiede Inuyasha stranito. Lo guardo,
convinta che stesse scherzando, ma quando vedo che è serio non
posso fare a meno di fare il broncio.
-Come
chi è?- chiede Izayoi –E’ Ayame, ovviamente!-
Lui
mi fissa, come se non potesse credere ai suoi occhi e alterna lo
sguardo dalla foto a me e poi viceversa.
-In
effetti, c’è somiglianza…-
Sbuffo
risentita –Certo che si!-
A
quel punto Sesshomaru si alza, molla in libro sul divano ed esce
dalla stanza velocemente, come se volesse scappare.
Lo
guardo stralunata e poi sento Inuyasha dire: -Forse è meglio
che la mettiate via. E per via intendo via-via.-
Io
annuisco, cercando di capirne il motivo, ma poi prendo la foto e mi
alzo per portarla in camera mia. Mentre salgo le scale sento la porta
della stanza di Sesshomaru sbattere.
Non
riesco ancora a capacitarmi della reazione di Sesshomaru davanti a
una semplice foto.
-Grazie
Ayame, abbiamo finito.- mi dice Izayoi.
-Sicura
che non c’è da lavare altro?- le chiedo guardandomi
intorno alla vana ricerca di qualche altra stoviglia sporca.
Izayoi
scuote la testa e mi dice che posso andare, così le do un
bacio e mi avvio verso la mia camera.
Inavvertitamente,
quando passo davanti al salotto, mi cade lo sguardo sulla poltrona
che qualche ora prima Sesshomaru aveva occupato con la sua elegante
persona e noto che non aveva ancora recuperato il libro che stava
leggendo.
Mi
avvicino e lo prendo in mano, intenzionata a portarglielo in camera.
Dopotutto
è sempre mio fratello, no?
Anche
se è freddo, antipatico, non mi considera e ha cercato di
uccidermi già due volte non significa che non avremmo potuto
avere un bel rapporto in futuro… no?
Ok,
ok, lasciamo perdere che è meglio.
Prendo
comunque il libro e decido di portarglielo: non può
azzannarmi, almeno che non decida che gli ho insudiciato il libro. E
la probabilità che ciò avvenga rasenta il 99,9%.
Busso
alla porta della sua camera sperando che apra o che almeno mi dia il
permesso di entrare, ma ovviamente dalla stanza proviene solo il
silenzio.
Allora
decido di aprire lo stesso: non posso mica lasciargli il libro
davanti alla porta come se fossi il postino!
Appena
spalanco la porta e sbircio all’interno della stanza mi si
gelano le ossa: Sesshomaru mi fissa come una iena guarda il suo
spuntino di mezzogiorno. Non voglio essere il suo spuntino di
mezzogiorno!
-Io
ti ho…!- mi blocco quando vedo cosa porta addosso. Anzi, cosa
non
porta
addosso, visto che ha solo uno striminzito asciugamano legato in
vita.
Si
deve essere appena fatto la doccia visto che ha i capelli color della
luna bagnati e goccioline che gli scivolano per il corpo. E che
corpo, oserei dire!
-Cosa
vuoi?- mi chiede tagliente, guardandomi come se mi volesse incenerire
con lo sguardo. E se fosse capace l’avrebbe già fatto,
ne sono sicura.
-Io…
beh, io sono venuta per… per…ehm…-
Accidenti
a me, ma perché devo balbettare solo perché il mio
fratellastro è davanti a me quasi come mamma l’ha fatto?
Vabbè che è dannatamente bello ed è così
sexy che…
-Allora?-
sbotta lui, iniziando a ringhiare.
-Io
sono venuta per… per darti… ehm…-
Cos’è
che dovevo dargli???
-Si
chiama libro.- dice avvicinandosi e prendendomelo di forza dalla
mano.
-Ora
puoi andare.-
Mi
da le spalle e appoggia il libro sul comodino poi, quando vede che
sono impalata sull’uscio, mi guarda con la coda dell’occhio.
-E
allora?-
Io
resto impalata a guardare la sua schiena, le sue gambe e le sue
braccia muscolose, esito di centinaia di anni di combattimenti.
Certo
che i maschi della famiglia Taisho non scherzano mica in fatto di bei
corpicini.
Ad
un tratto Sesshomaru inizia ad avvicinarsi e io sento le guance
andare letteralmente a fuoco. Tra poco morirò di
autocombustione se continuo così.
Il
mio –bellissimo- fratellastro mi mette una mano sulla spalla e
stringe leggermente.
-Sessh…-
Non
faccio nemmeno in tempo a finire il suo nome che mi da una spinta e
finisco col fondoschiena a terra nel corridoio. Infine Sesshomaru mi
chiude la porta in faccia e gira la chiave.
In
tutto questo tempo non penso di aver cambiato mai espressione: sempre
stupita, ero!
Prima
per Sesshomaru (sbavo ancora al solo ricordo!) e poi per la posizione
alquanto ridicola che ho in questo momento.
Quando
riprendo possesso di me stessa, cioè dopo qualche minuto, mi
rendo conto che mi ha sbattuta fuori dalla sua camera proprio come si
manda fuori il cane quando rompe.
Certo,
io lo stavo fissando e probabilmente avevo anche sbavato, però
che comportamento rozzo!
Mi
alzo in piedi e decido che sono assolutamente offesa.
-Prego,
eh!- gli urlo e poi me ne vado ancora rossa in volto.
-Ehi,
Ayame, che succede?- mi chiede Inuyasha aprendo la porta della sua
stanza e mettendo la testa fuori.
-Niente!
Assolutamente niente!-
Cioè,
quel giorno me ne era successa una più del demonio.
Avevo
preso quattro per colpa di Sesshomaru,
avevo incontrato Kyosuke per colpa di Sesshomaru,
avevo fatto una figura da popoci davanti a Sesshomaru
e ero
stata sbattuta fuori dalla stanza da Sesshomaru.
Per
non parlare della sua spropositata reazione davanti alla mia foto di
quando ero piccola.
Quell’uomo
era stato capace di rovinarmi una giornata intera! Nessuno mi aveva
mai rovinato una giornata intera!
Ma
da domani devo cercare di non litigarci. Dopotutto, come mi piace
precisare, è mio fratello e dovrò conviverci per secoli
ancora, quindi tanto vale fare qualche sforzo in più e
ingoiare i quintali di orgoglio che si oppongono.
Si!
Farò così!
Angolino
dell'autrice: Salve
a tutti! Mi scuso per il ritardo: ho avuto la settimana piena e in
più davanti a me se ne apre una da animatrice! Per cui dico
subito che le risposte alle vostre recensioni le troverete al massimo
in un paio di giorni.
Ringrazio
comunque tutti quelli che hanno recensito (i vostri commenti mi
riempiono il cuore di felicità), coloro che hanno aggiunto
questa storia ai preferiti, seguiti e “da ricordare”, e
anche chi ha solamente letto.
Comunque
parliamo del capitolo: si è capito un poco il passato
disastroso di Ayame. La sua vita, ovviamente, non può essere
tutta rose e fiori, altrimenti non sarebbe realistico!
Secondo:
Sesshomaru. Beh, ho inquadrato anche meglio il suo carattere. Povera
Ayame, l'ha proprio fatta dannare! Ad ogni modo, mi sono divertita
tantissimo a scrivere questo capitolo ;) In particolar modo quando
entra in scena Kyosuke. Vi avverto: non prendetelo sotto piede, come
ha fatto Ayame; più avanti le darà abbastanza
grattacapi. Non dico altro!
Terzo:
la foto. Scommetto che molti di voi sanno il motivo della reazione di
Sesshomaru, al contrario della nostra protagonista che, poveretta,
non ci capisce una cippa lippa.
Beh,
che altro dire? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Ovviamente
l'immagine a inizio capitolo (come tutte le altre che posterò)
non sono mie, ma le ho trovate girovagando per internet.
Infine,
come al solito vi segnalo due fanfic: “Blue” di Anto_P e
“Smells Like Teen Spirit” di Lirin Lawliet.
Mando
a tutti un abbraccio e GRAZIE di tutto!
°°Samirina°°
|
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Capitolo 4 *** Quando capisci che le fruste e i capelli non stanno bene insieme. ***
Set
Fire To The Rain
4.
Quando capisci che le fruste e i capelli non stanno bene insieme.
E’
proprio vero che la sera i propositi sembrano un niente mentre il
mattino dopo sembrano insormontabili.
Però
mi sono fatta una promessa, quindi devo mantenerla.
Annuisco
al nulla mentre scendo le scale, già vestita e pronta per
andare a scuola diretta a colazione.
Passo
davanti al salotto e vedo che, come tutte le mattine, Sesshomaru è
seduto sul divano a leggere un libro. Decido di iniziare a sfruttare
il proposito e mi avvicino a lui.
Come
poso chiedergli se vuole venire a colazione con noi?
“Vieni…?”
No, sembra un ordine.
“Hai
intenzione…?” No,
direbbe subito di no.
“Saresti
così gentile…” No,
sembra che lo stia pregando.
Opterei
per una richiesta…
-Sesshomaru,
ti andrebbe di venire a fare colazione con noi?-
Lui
alza gli occhi dal libro.
-No.-
Molto
lapidario...
Alzo
le spalle e me ne vado. Dopotutto non posso sperare di farla franca
già la prima volta.
Mi
siedo al tavolo e aspetto che Izayoi mi offra una fetta della torta
nuova appena sfornata.
Mmmm,
crostata ripiena di marmellata alla fragola. L’adoravo! Dura
fuori e morbida dentro, un contrasto splendido.
Un
po’ come Sesshomaru…
-Uno
yen per i tuoi pensieri.- mi dice Inu fissandomi.
Io
scuoto le spalle e addento la fetta di torta, poi, come dal nulla, mi
viene un’idea.
Cioè,
chiamarla idea è troppo: diciamo un’ideuzza, anzi
un’ideina.
Mi
alzo e prendo un vassoio, poi ci appoggio una fettina di torta su un
piatto e un bicchiere di succo alla pera.
-Cosha
shtai fashendo?- mi chiede Inuyasha con la bocca piena.
-Qualcosa
di utile alla comunità.- gli rispondo prima di dirigermi in
salotto con il vassoio.
Vado
davanti a Sesshomaru e aspetto che alzi lo sguardo dal libro.
Quando
lo fa gioisco mentalmente: è sempre un passo avanti.
-Visto
che non vieni di là con noi ho pensato di portarti la
colazioni qui!- dico sorridendogli.
Lui
sgrana gli occhi e fissa per un attimo me e poi la colazione.
-Il
cibo umano non è di mio gradimento.- dice dopo qualche secondo
tornando impassibile.
Il
mio sorriso si spegne e lo guardo tornare a leggere.
-Beh,
nel caso cambiassi idea ti appoggio il vassoio sul tavolino.- dico e
poi me ne vado a mani vuote.
Salgo
le scale e prendo lo zaino di Inuyasha e il mio e vedo, con mio sommo
orrore, che siamo in ritardo. Tremendamente in ritardo.
Il
mio caro professore di storia può anche permettersi di partire
più tardi, visto che lui possiede una Mercedes che è
anche capace di scavalcare
le
altre vetture con la sola forza dell’accelerazione.
Noi,
invece, dobbiamo arrivare fino all’edificio scolastico con la
sola forza delle nostre gambe e il sudore della nostra fronte.
…Ok,
forse sto esagerando!
-Inuyasha!-
-Si?-
Prendo
un po’ di slancio e gli lancio la cartella.
Fu
così che gli arrivarono circa cinque chili di libri in faccia.
Proprio
in quel momento Inu scende le scale, pronto pronto per andare al
lavoro.
Proprio
in quel momento Sesshomaru decide che è ora anche per lui di
prepararsi.
Proprio
in quel momento Izayoi esce dalla cucina.
Ci
ritroviamo tutti e cinque in corridoio e ci guardiamo l’un
l’altro; poi il nostro sguardo cade, quasi contemporaneamente,
su Inu.
-Ehm…
papà?- disse Inuyasha mentre suo padre saltella per tutto il
corridoio cercando di infilarsi le scarpe e la giacca insieme.
-Tesoro…-
inizia Izayoi, non sapendo come andare avanti.
Sesshomaru
alza un sopracciglio. E’… come dire? Disgustato?
Schifato? Disguschifato?
Inu,
dall’alto della sua potenza demoniaca ci degna con
un’intelligentissima espressione stupefatta. –Che c’è?-
Io
alzo un dito e lo punto contro il mio padre adottivo.
-Hai
ancora la maglia del pigiama.- che, senza tanti giri di parole, era
blu a pois rosa. Quasi quasi avrei preferito quella con gli orsetti.
Lui
si piazza una mano in fronte e si esibisce in un ridicolo –Per
dindirindina!-
e poi scappa in camera a cambiarsi.
Io
e Inuyasha ci fissiamo sconcertati: alla faccia del Grande
Generale Cane!
Scuoto
le spalle e ci avviamo fuori di casa.
Prima
di varcare il cancello do un’occhiata all’albero di
giuggiole che torreggia allegro e pieno di frutti –acerbi- nel
nostro giardino.
-Inuyasha!-
dico con una rinnovata allegria. –Guarda, c’è una
giuggiola matura!- gli dico indicando un frutto quasi del tutto
marrone in uno dei rami più alti dell’albero.
Sento
Inuyasha sbuffare spazientito e mi sembra quasi di vedere Sesshomaru
alzare gli occhi al cielo poco dietro di noi.
-Dai,
muoviti a prenderla che siamo in ritardo!-
Io
annuisco e piego leggermente le gambe e mi do una spinta, finendo
leggera nell’aria.
Prendo
con calma la giuggiola e la mostro felice ad Inuyasha restando
sospesa per aria, poi inizio a mangiarla sputando il nocciolo a
mangiamento
finito.
-Eddai,
scendi!- mi urla Inuyasha seccato.
-Sei
solo invidioso perché non sai volare!- lo sfotto sentendo la
macchina di Sesshomaru partire in quarta. Questo mi fa ricordare che
siamo assolutamente in ritardo, quindi scendo e, insieme ad Inuyasha,
iniziamo a correre verso scuola.
*
* *
Sono
due dannatissime settimane che gli porto la colazione e due
dannatissime che la ritrovo intatta. Ok che Il
cibo umano non è di suo gradimento,
Signor Sesshomaru, ma la sua regale boccuccia potrebbe anche degnarsi
di assaggiarne una puntina! Almeno avrei un po’ di
soddisfazione.
Scuoto
la testa e gli poso il solito vassoio sul solito tavolino. Sesshomaru
segue i miei movimenti finchè non esco dal salotto, poi come
tutte le mattine ritorna al suo libro.
-Non
capisco perché ti ostini tanto.-
-Guarda,
Inuyasha, non ne ho la più pallida idea.- dico prima di dare
un bacio a Izayoi e uno ad Inu.
-Noi
andiamo, ciao!-
Urla
Inuyasha prima di chiudere dietro di noi la porta di casa.
-Però…-
dico dopo qualche minuto di cammino –Certo che potremmo
chiedere a Sesshomaru di accompagnarci in macchina, qualche volta.-
Inuyasha
si volta e mi guarda con gli occhi sgranati come se avessi detto che
volevo crocifiggere il Dalai Lama.
-Beh,
non ho mica detto che voglio farmi il bagno nell’acido
muriatico, eh!-
Lui
scuote la testa e alza gli occhi al cielo, per poi aumentare il
passo.
Quando
arriviamo all’incrocio principale della via troviamo, come ogni
mattina, Kagome che ci aspetta.
-Kagome!-
la salutiamo io e mio fratello.
Quando
Inuyasha le sorride calorosamente, Kagome arrossisce a abbassa il
viso, nascondendolo tra i capelli. Certo che anche mio fratello ha la
perspicacia di uno gnu: si vede lontano un miglio che piace a Kagome,
come si vede lontano un miglio che lei piace a lui.
Ma
come ho detto appena mezzo secondo fa, se le persone hanno la
perspicacia di uno gnu c’è poco da fare, bisogna solo
aspettare che si sveglino.
Batto
una mano sulla spalla a Kagome.
-Dai,
Kagome-chan! Sento che questa sarà una bellissima giornata!-
-Chissà
perché io sento tutto il contrario…- sussurra Inuyasha
mentre superiamo il cancello della scuola e ci mescoliamo alla
marmaglia di studenti.
Alla
prima ora abbiamo il principe dei ghiaccioli.
Come
sempre appena il Nobile Sesshomaru mette piede in classe i pinguini
iniziano a zampettare allegri e spensierati in giro per la classe e,
appena le sue Nobili Natiche poggiano sulla sedia, ho la vaga
sensazione di un soffio di aria gelida sul collo.
La
classe è in un silenzio totale anche quando il professore
prende dei fogli e li distribuisce alla classe. Fatalità
quando passa davanti a Shiori-tutta-tette lei, come tutto il resto
della fauna femminile –e una parte di quella maschile- della
scuola si gira a fissargli il sedere.
Beh,
non posso fare a meno di pensare di essere stata quantomeno
fortunata: due settimane prima l’unica parte coperta era
proprio il sedere. E si, anche quella subito davanti.
Comunque
io, da persona ben educata che sono, mi limito a fissare la scheda.
Subito
mi salta all’occhio la sfilza di nomi che la scheda riporta.
Dinastia
Joseon, Dinastia Yamato, Aiko Y., Hitachi Y…
E
oddio, anche Sarifuma
Kefò, Tayato Sumisura –che
doveva essere di sicuro un sarto- Takeo
Takanarma (?)
e Sotuto
Manontanto.
No,
cioè, Sotuto
Manontanto???
Ma che razza di nomi!
-Vi
do una settimana.- dice Sesshomaru, distogliendoci dalla
“contemplazione” della lista –Scegliete un nome
della lista e fatemi una ricerca di almeno venti pagine. Non una in
meno.- io mi volto lentamente verso Inuyasha e lo guardo mentre fissa
la scheda probabilmente chiedendosi da dove accidenti escono quei
nomi sconosciuti.
Anche
io me l’ero chiesto, ma dopotutto se dovevamo fare un
personaggio a scelta era tutto più facilitato, no?
-Taisho…-
chiama ad un tratto il professore.
Io
alzo gli occhi e vedo che sta guardando proprio me. Cosa accidenti
vuole ancora?
-Tu
farai la relazione su Ashikaga Takauji, sempre se desideri recuperare
il quattro.- dice, non aspettando risposta.
-E
io?- fa Inuyasha, aspettando che gli siano date istruzioni anche a
lui.
Il
professor Taisho alza gli occhi e lo fissa gelido per qualche
istante. –Per te è lo stesso. Sono certo che non
riuscirai a recuperare in ogni caso.- dice e poi inizia a sfogliare
il libro di testo.
Io
guardo Inuyasha che è rimasto un po’ sorpreso, mentre
gli altri compagnucci di classe ridacchiano alla
pseudo-battuta-malsana di Sesshomaru.
-Andate
a pagina 394.- ci ordina il professore e noi non possiamo fare altro
che obbedirgli.
Quando
suona la campanella di fine giornata sono stremata: non ho fatto
altro che prendere appunti e la relazione di venti pagine non ha
fatto altro che ronzarmi in testa.
-Anche
a voi Taisho ha dato una relazione di venti pagine?- ci chiede Miroku
avvicinandosi insieme a Sango.
Inuyasha
annuisce. –Mi chiedo ancora se quello di insegnare sia una cosa
seria o se sia solo un hobby. Che poi non capisco cosa ci fa a scuola
se odia gli umani, stare in mezzo alla gente e parlare.-
Io
e Kagome ci guardiamo e scuotiamo la testa all’unisono.
Mi
piace il rapporto che ho con quella ragazza: è molto spontaneo
e ci capiamo in un lampo. Sorrido per quel piccolo pensiero.
-Andiamo
al caffè questo pomeriggio?- ci chiede Sango e tutti noi
annuiamo allegri. Quel pomeriggio con gli amici mi ci voleva proprio.
Ad
un tratto sento qualcuno che mi picchietta una spalla. Mi giro e vedo
che Kagome indica con un dito un ragazzo che muove le braccia nella
nostra direzione.
-Cavolo,
è Bankotsu!- sussurro sgomenta –Non credevo fosse già
tornato!-
-Beh,
vai da lui.- dice ovvia Kagome.
Io
mi giro e mi avvio verso di lui, passando davanti al parcheggio dove
uno scocciato Sesshomaru cerca di salire in auto sempre fermato dalla
preside Kagura che, a quanto pare, ha un paio di ragioni per
trattenerlo nel parcheggio ormai semi-deserto.
E
non oso pensare a quali
esattamente.
Arrivo
di fronte a Bankotsu e, prima di poter dire qualcosa, lui mi
coinvolge in un abbraccio stritolatore che mi fa quasi mancare il
respiro.
-Non
pensavo fossi già tornato.- gli dico sorridendo.
Lui
si imbarazza appena e si passa una mano sulla nuca, accarezzandosi
appena i lunghi capelli neri, in quel momento raccolti in una treccia
che di ordinato aveva ben poco.
-Beh,
mio padre ha accorciato il viaggio!-
Io
annuisco e per una attimo non so più cosa dire. –Ti
andrebbe di uscire con noi, oggi?- gli chiedo.
Lui
scuote leggermente la testa. –Mi spiace ma devo aiutare mia
madre e mio fratello a svuotare le valigie e a dare un aspetto
migliore alla casa.-
Io
annuisco solamente.
-Però
la prossima volta accetto!- mi dice, dopo di che si sporge e mi da un
bacino sulla guancia. Io gli sorrido e lo saluto con la mano mentre
se ne va.
-Ma
ti piace!- dice malizioso Miroku mentre ci avviamo a casa.
-Assolutamente
no!- dico alzando un sopracciglio e rimanendo seria mentre mi
piacerebbe alla grande ridergli in faccia.
Bankotsu
è bello, simpatico e mi piace stare con lui, tanto quanto mi
piace stare con Miroku. Quindi no, non mi piace per niente.
Miroku,
a quanto pare non è tanto convinto, ma ci pensa Sango a farlo
stare zitto, prendendolo per un orecchio e trascinandolo verso casa.
-Ci
vediamo dopo, allora?- ci urla Kagome da lontano.
-A
dopo!- le urla di rimando Inuyasha e ce ne torniamo a casa con gli
strepiti piagnucolosi di Miroku nelle orecchie.
-Siamo
a casa!- dico entrando.
Per
tutta risposta sento delle imprecazioni provenire dalla cucina.
Mi
avvicino e vedo Inu che cerca di srotolarsi la frusta dai capelli
imprecando contro tutti i Kami mai esistiti.
-Oh,
buon giorno…- gli dico osservandolo mentre aziona l’aggeggio
e arrotola ancora di più la fluente chioma come se fosse panna
montata.
All’ennesima
imprecazione scoppio a ridere e mi avvicino spegnendo “l’aggeggio
infernale”.
-Pensare
che ho combattuto contro centinaia di demoni e mi faccio sconfiggere
da una trusta!-
borbotta.
-Frusta,
è una frusta!- gli dico continuando a ridere.
A
quel punto Inuyasha e il suo Regal Fratello spuntano dal corridoio e
vengono a vedere cosa succede. Come da copione Inuyasha scoppia a
ridere e Sesshomaru solleva un sopracciglio.
-Ehilà,
figli!- sorride sornione Inu mentre alza la frusta ancora
imprigionata nei suoi capelli.
Inuyasha,
ancora scosso dalle risate, sposta una sedia dal tavolo e ci si butta
sopra di peso, tanto che mi chiedo per quale arcano motivo sia ancora
integra.
Scuoto
la testa e prendo la frusta dalle mani di Inu, iniziando a sfilargli
i capelli arrotolati stretti.
Noto
con piacere che Sesshomaru non ha ceduto alle avances di Kagura. Non
perché sono gelosa di Sesshomaru, scherziamo, ma Kagura è
una delle rare donne che mi piacerebbe tanto vedere bruciare su un
rogo.
-Ahia,
ahia!- inizia a borbottare Inu e per ripicca gli tiro una ciocca di
capelli.
Ci
metto circa dieci minuti, ma alla fine la frusta è
praticamente libera, se non per qualche capello che rimane
incastrato.
-Ehi,
mai pensato di tagliarti i capelli? O per lo meno lascia fare a
Izayoi!- gli dico iniziando a lavare la frusta.
Il
mio padre adottivo mi guarda con la stessa identica espressione che
aveva usato il figlio minore quella stessa mattina.
-Ma
perché oggi mi guardate tutti come se avessi detto che voglio
fare il bagno nell’acido muriatico?- sbotto e metto la frusta
in lavastoviglie perché non ho assolutamente più voglia
di togliere quei dannati capelli lunghi come l’autostrada
Milano-Napoli.
-Io
salgo- dico –Spiegatelo voi a Izayoi!- scappo ridacchiando e
facendo una linguaccia a Inuyasha che cerca di prendermi per un
braccio.
Mi
metto a fare i compiti, che sono veramente tanti, e il tempo passa in
fretta.
Mi
alzo dalla sedia della scrivania verso le quattro (miracolo!!!) e mi
preparo per uscire. Dopotutto avevo proprio bisogno di un po’
di svago dopo quei primi giorni di convivenza forzata con Sesshomaru.
Sebbene
il Principe dei Ghiaccioli non facesse niente, riusciva lo stesso a
consumarmi tutta l’energia. Come, non lo so.
-Ehi,
Inuyasha, sei pronto?- chiedo a mio fratello. Lui si infila una felpa
col cappuccio rossa ed esce dalla sua stanza.
-Si.-
annuisce e si avvia giù per le scale.
Io
lo seguo già pregustando il pomeriggio di sole e supero mio
fratello saltellando felice.
-Ciao
Inu, ciao Izayoi e ciao Sesshomaru!- dico affacciandomi al salotto
dove il Principe dei Ghiaccioli leggeva, come al solito, un libro
seduto sul divano.
Ma
non ha altro da fare? Quel libro è infinito?
Scuoto
le spalle e faccio per andarmene quando vengo bloccata dalla lenta e
bassa voce di Sesshomaru.
-La
ricerca.- mi dice solamente. Io mi volto e vedo che non mi sta
guardando, allora annuisco convinta e sorrido.
-Pensavo
di passare in biblioteca a prendere i libri prima di tornare a casa!-
Lui
non mi risponde, né da segno di avermi sentita, così
sospiro e me ne vado.
Appena
spalanco la porta il sole autunnale mi inonda la faccia e sorrido al
cielo: quello sarebbe stato un pomeriggio coi fiocchi.
Angolino
dell'autrice: Buongiorno,
o buona sera, dipende ;) Allora, come vi è sembrato questo
capitolo? Devo dire che non mi soddisfa pienamente. A voi l'ardua
sentenza!
Dunque...
non c'è moltissimo da dire: Ayame porta la colazione a
Sesshomaru tutte le mattine. Vi dice nulla questa cosa? Beh, al
nostro bel Principe dei Demoni: si.
Sesshomaru
da alle sue classi una ricerca: questo fatto sarà di
importanza rilevante nel prossimo o forse nei prossimi due capitoli.
Cosa
ne pensate di Inu? E Inuyasha e Kagome? Non vi preoccupate, si
evolverà anche la loro storia =)
Beh,
come al solito vi segnalo: “Blue” di Anto_P e “Smells
Like Teen Spirit” di Lirin Lawliet. Correte a leggerle ;)
L'immagine
ad inizio capitolo l'ho trovata per il web, ma l'ho modificata io.
Queste immagini sono il mio tormento xD
Infine,
ringrazio chi ha recensito (lettori silenziosi, ditemi cosa ne
pensate!) e chi ha aggiunto questa storia ad una delle sue liste,
anche se è solo agli inizi.
GRAZIE!
°°Samirina°°
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Capitolo 5 *** Quando capisci che tuo fratello è senza alcuna speranza. ***
Set
Fire To The Rain
5.
Quando capisci che tuo fratello è senza alcuna speranza.
Un
pomeriggio coi fiocchi! PFUI!
All’inizio
si, non ci piove, ma mi chiedo come Inuyasha abbia la straordinaria
capacità di rovinare tutto in mezzo secondo netto.
Insomma,
all’inizio del pomeriggio ci siamo trovati, abbiamo mangiato un
gelato e abbiamo chiacchierato. E’ stato fantastico!
Ma
poi Miroku e Sango sono dovuti andare via e siamo rimasti solo in
tre.
Ovviamente
ad Inuyasha è venuta una fame ingestibile e l’ho dovuto
accompagnare al bar a prendersi un panino con salame e mortadella
insieme!
Insomma,
si è preso un panino con in mezzo salame e mortadella! E l’ha
pure mangiato!
…Vabbè,
sorvoliamo sulle abitudini alimentari di Inuyasha.
Insomma,
quando siamo tornati al parco dove abbiamo lasciato Kagome, abbiamo
trovato Koga il demone lupo che le stava facendo una corte serrata.
Ovviamente
Inuyasha è andato su tutte le furie e si è messo a
spintonare Koga, che ha reagito, che ha picchiato Inuyasha, che ha
picchiato Koga (che uccise il gatto che si mangiò il topo che
mio padre al mercato comprò…)e si sono messi a darsele
di santa ragione.
Kagome
si è incazzata, li ha mandati al diavolo e se ne è
andata.
Tutto
questo in breve, tralasciando i vari “Dannato”,
“Bastardo” e i vari epiteti che si sono detti quei due.
Alla
fine ho mollato un calcio a Koga, uno ad Inuyasha e ho preso
quest’ultimo per le orecchie e l’ho trascinato prima in
biblioteca e poi a casa.
-Ma
porca miseria!- sussurro arrabbiata chiudendo la porta in faccia a
Inuyasha.
Lui
la riapre e continua con la sua lista di insulti rivolti al demone
lupo.
-Dannato
bastardo!-
-La
pianti?- sbotto lanciando la borsa con i libri sul tavolo della
cucina –Ho capito cosa pensi di lui, potresti darti una
calmata?-
-Ci
stava provando con Kagome!-
Alzo
gli occhi al cielo incrociando le braccia. –Certo che si. Nel
caso tu non te ne sia accorto, Kagome è carina, dolce, gentile
e solare.- decido di non continuare per non far calare a picco la mia
autostima che di fatto, è molto poca. -E’ ovvio che ci
provi con lei.-
-Non
deve osare mettere le mani su Kagome!- continua lui come se non mi
avesse sentita.
-Ma
sei matto?- mi metto ad urlare io. –Cosa cavolo spari? Kagome
non è mica tua. Non è di tua proprietà. Non
state nemmeno insieme, quindi non puoi pretendere di avere qualche
diritto su di lei.- inizio a gesticolare come sempre, quando sono
nervosa.
Inuyasha,
grazie a tutti i Kami per avermi risparmiato i timpani, si zittisce.
Stringe
i pugni e sposta lo sguardo a terra, mordendosi il labbro, poi dopo
aver sussurrato un “dannazione” si gira e se ne va.
Supera
Sesshomaru, gira l’angolo e sparisce nel piano superiore.
Il
Demone Maggiore lo segue con lo sguardo e poi si gira a fissarmi. Io
alzo beatamente gli occhi al cielo e mi giro, con tutta l’intenzione
di preparare un caffè.
Poi
ci penso e mi rendo conto che se bevo anche solo un millilitro di
caffeina è probabile che salirò e strozzerò
Inuyasha.
Quindi
è meglio di no.
-Vuoi
un caffè?- chiedo a Sesshomaru che è ancora fermo sullo
stipite della porta a fissare non so che cosa.
Lui
annuisce una sola volta e si siede.
Preparo
il caffè e prendo una tazzina, poi ci verso il liquido scuro e
gliela metto davanti. Dopo di che mi siedo di fronte a lui e lo fisso
mentre si porta la tazzina alle labbra –per inciso- senza prima
sterilizzarla.
E
tutto ciò è molto molto molto positivo.
Lo
guardo bere un po’ del liquido caldo e non posso fare a meno di
mettermi a fissare le sue labbra che si posano sul bordo della
tazzina. Cavolo è sexy perfino quando beveva un fottuto caffè.
Dio…
ho pensato sexy???
E’
ufficiale litigare con Inuyasha mi fa male… aspetta…
perché ho litigato con Inuyasha?
Non
me lo ricordo più…
-C’è
qualche problema?- mi chiede Sesshomaru, distogliendomi
dall’interessante osservazione.
Mi
riprendo abbastanza in fretta e sposto lo sguardo dalle labbra di
Sesshomaru agli occhi ambra di Sesshomaru.
-No,
cioè si, cioè più o meno… E’ che
Inuyasha…-
-Non
mi importa dei vostri problemi.- mi interrompe lui prendendo un altro
sorso di caffè –Ma risolveteli: detesto sentire urlare.-
Si
alza e se ne va nell’altra stanza.
Ma
se fino a un secondo prima mi aveva chiesto se c’erano
problemi…?
Scuoto
la testa e alzo le spalle. Comunque ha ragione: devo andare a parlare
con Inuyasha.
Dopotutto
devo essere una brava sorella e devo aiutarlo, non stargli contro.
Annuisco
al nulla e salgo le scale, diretta nella stanza di Inuyasha. Oddio,
stanza per modo di dire: io la definisco più la grotta di un
Australopiteco o al massimo di un Homo Habilis.
Busso
e poi entro senza aspettare il permesso.
Vedo
mio fratello disteso sul letto con le braccia incrociate dietro alla
testa che fissa il soffitto, trovandolo, con molta probabilità,
molto interessante.
-Una
volta lo era.- dice all’improvviso, mentre mi avvicino a lui.
Non
aggiunge altro, ma io sto zitta, anche se non ho capito un’emerita
mazza.
Lo
guardo interrogativa e restiamo zitti per alcuni secondi, poi lui si
gira verso di me e mi guarda negli occhi.
-Una
volta Kagome era mia.- mi dice con un immensa tristezza negli occhi.
-Cosa?-
gli chiedo strabuzzando gli occhi. Kagome ha la mia età, come
era possibile che fossero stati insieme?
-Non
in questa vita.- mi spiega –Ma tanto tempo fa.-
Alza
le spalle e continua a guardare il soffitto, assente.
-Di
a papà e mamma che non scendo a cena stasera.-
-Sei
sicuro?-
-Si-
Io
annuisco e gli poso un bacio su una guancia. –Mi dispiace,
Inuyasha.- dico prima di chiudermi la porta della sua camera alle
spalle.
Scendo
le scale pensierosa, cercando di riflettere sulla frase di Inuyasha.
Cosa
voleva dire “Non in questa vita ma tanto tempo fa?”.
Insomma,
Inuyasha ha quattrocento anni suonati e, che io sapessi, non è
mai morto, quindi per “altra vita” non poteva certo
intendere la sua.
-Sesshomaru,
Inuyasha non è mai morto, vero?- gli chiedo sedendomi accanto
a lui sul divano.
Non
dico neanche cosa sta facendo, visto che è talmente palese che
potrei giocarci la mia vita.
-No,
purtroppo.- dice non staccando gli occhi dal libro. Quasi mi sembra
di sentire un sospiro di dispiacere.
Questo
si
che si chiama amore fraterno!
Ma
quindi cosa accidenti intendeva quando parlava di altra vita?
Bene,
di sicuro stare nella stessa stanza con il Principe Ghiacciolo non
favorisce la mia concentrazione, per cui prendo bagagli e bagaglietti
e esco in giardino.
Mi
guardo un poco attorno e decido di sedermi sotto un albero poco
distante dall’entrata per vedere quando sarebbero tornati
Izayoi e Inu.
Allora,
i punti sono tre:
1.
Inuyasha è morto
2.
Kagome è morta
3.
Inuyasha stava scherzando
La
prima opzione direi di no: il Chiwawa Hitleriano ha detto che
Inuyasha è sempre sfuggito ai suoi tentativi di omicidio (o
almeno il senso era quello) e mio fratello non stava scherzando poco
prima quando aveva blaterato quella cosa sulla “vita passata”,
quindi per esclusione l’opzione giusta era la due, ovvero
“Kagome è morta e poi è resuscitata”.
La
accendiamo? Si? No? Bene la accendiamo. E la risposta giusta è
laaaaaa… ok non lo so.
Ma
lo scoprirò, fosse l’ultima cosa che faccio!
Li
devo pur aiutare in qualche benedetto modo, no?
Oh,
vi prego Buddha, Dio, Confucio, Dalai Lama, Babbo Natale e Coniglio
di Pasqua: mandatemela buona!
Alzo
gli occhi e vedo la macchina di Inu e Izayoi entrare nel vialetto,
poi svoltare a destra e scomparire nel retro della casa, dove si
trova il garage.
Dopo
qualche minuto Inu gira l’angolo e si dirige verso di me. Io
rimango seduta e lo guardo avvicinarsi con il suo passo felino.
Inu
è proprio un bell’uomo, non mi stancherò mai di
dirlo.
E
poi, assomiglia in modo terribile a Sesshomaru, anche più di
quanto assomiglia ad Inuyasha.
Hanno
lo stesso sguardo fiero,
noto mentre Inu si inginocchia davanti a me e mi fissa sorridendo un
pochino.
E
hanno anche le stesse labbra… chissà come sarebbe avere
Sesshomaru a questa distanza…
A
quel pensiero sento le guance andare letteralmente a fuoco e lo
sguardo del mio padre adottivo farsi preoccupato.
-Tesoro,
c’è qualcosa che non va? Non ti senti bene?-
Ayame
Taisho, ti ordino di smettere di sovrapporre il volto di Sesshomaru a
quello di Inu!
-N-no,
sto bene!- gli dico tentando di tenere a freno la voce.
Ecco
dove finisce tutto il tuo sangue demoniaco…
Dove?
In
Culonia!
-Bene,
allora entriamo?- mi chiede sorridendomi affettuosamente e porgendomi
la mano.
La
devo smettere di pensare a Sesshomaru, magari prima della prossima
reincarnazione!
….
Un
attimo! Mi è… com’è che si dice quando
succede quella cosa nella testa?
Quella
cosa che fa “plic”…?
Ah
si! Mi si è accesa la lampadina!
Reincarnazione,
questa è la risposta! Kagome si è reincarnata!
-Inu,-
mi decido a chiedergli quando ormai siamo dentro casa –tu credi
alla reincarnazione?-
Lui
mi guarda per qualche attimo e poi annuisce. –Certo.-
Io
rimango allibita.
-Solo
“certo”? Cioè, nessuna di quelle storie sulla
credenza, sulla religione eccetera?- gli chiedo seguendolo su per le
scale in camera.
-No,
io ne sono certo.-
Aggrotto
le sopracciglia. –Come mai?-
-Beh,-
mi dice lui fermandosi in mezzo al corridoio –prendi Izayoi.
Lei è la reincarnazione della madre di Inuyasha. Sono uguali
identiche.-
Io
strabuzzo gli occhi.
-Ma
lei non ricorda niente?- gli chiedo.
Lui
scuote la testa. –No, ma si è innamorata anche in questa
vita di me. E io amo lei, s’intende. Non per quel che è
stata, ma per quel che è ora.- sorride e poi gira i tacchi
dirigendosi in camera.
-A
proposito, io e Izayoi questa sera usciamo a cena. Ve la caverete da
soli?-
-Certo!-
gli dico io donandogli un sorriso grande come Piazza del Popolo.
Mi
metto a ragionare sulla frase detta da Inu.
Lui
non ama Izayoi perché è la donna che aveva perso
quattrocento anni prima, ma si è innamorato di lei per la sua
personalità e per il suo carattere che ha acquistato vivendo
in questo tempo… giusto?
Cioè,
signori Taisho, capisco che le vostre regali signorie hanno centinaia
di anni alle spalle e che quindi conoscete dei paroloni che io
nemmeno mi posso immaginare, ma non potreste essere un po’ più
chiari quando parlate? E’ molto difficile capire cosa spiega
Sesshomaru quando usa termini difficili. Caspiterina, siamo nel
ventunesimo secolo, aggiornatevi!
-Inu,
Izayoi,- dico a voce alta dal corridoio –Io vado a farmi la
doccia, voi divertitevi stasera!-
Senza
rispondermi Izayoi esce, bella come una star del cinema, e mi posa un
bacio sulla guancia, seguita da Inu in giacca e cravatta.
Sono
tutti e due magnifici e ho come la sensazione che sta sera non
torneranno tanto presto.
Ridacchio
a quel pensiero e entro in camera mia, prendo lo stereo e lo collego
all’IPod, lo metto in bagno e mi spoglio, entrando in doccia.
“Yeah, yeah,
yeah, oh yeah!
Baby dance with me,
And feel the waves,
Feel the waves…
Baby come with me,
Fall into place,
Fall in place…
You will want,
Wa-wa-wa want
speaking,
Is no time,
And my se-se-se-sexy
bikinis will drop.
Tic-tac-toe go play me
nonstop
Tonight I will make
you mine.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Yeah, yeah, yeah, oh
yeah
You will want,
Wa-wa-wa want
speaking,
Is no time,
And my se-se-se-sexy
bikinis will drop.
Tic-tac-toe go play me
nonstop,
Tonight I will make
you mine.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high,
I I I want you to try-y-y,
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high
(hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high
(hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),
Get back A.S.A.P.
Boy you make me high
(hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),
Yeah, yeah, yeah, oh
yeah.
Boy you make me high
(hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),
Get back A.S.A.P.”
(Yeah, yeah, yeah, oh
yeah!
Baby
balla con me,
e
senti le onde,
senti
le onde…
baby
vieni con me,
cadi
dentro questo posto,
sprofonda
nel posto…
tu
mi vorrai,
Vu-vu-vu
vuoi parlare,
Non
è tempo,
Ed
i miei se-se-se-sexy bikini lascerò cadere.
Tic-tac-toe
suonami senza fermarti
Stasera
voglio farti mio.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Yeah,
yeah, yeah, oh yeah
tu
mi vorrai,
Vu-vu-vu
vuoi parlare,
Non
è tempo,
Ed
i miei se-se-se-sexy bikini lascerò cadere.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.
Ragazzo
mi rendi felice (hi-hi-hi-hi),
To
(to-to-to-to),torniamo A.S.A.P.
Ragazzo
mi rendi felice (hi-hi-hi-hi),
To
(to-to-to-to),torniamo A.S.A.P.
Ragazzo
mi rendi felice (hi-hi-hi-hi),
Yeah,
yeah, yeah, oh yeah
Ragazzo
mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,
Torniamo
A.S.A.P.)
Mi
metto a cantare a squarciagola, sfogandomi e facendo uscire tutto il
nervosismo da dentro. Mi sento libera quando canto, libera proprio
come una farfalla che vola nel cielo.
Mi
sembra quasi di sentire i vetri della mia camera vibrare e minacciare
di rompersi sotto il suono della mia voce, ma non ci metterei la mano
sul fuoco.
Quando
chiudo il getto dell’acqua e la musica sento uno strano
silenzio in casa, ma dopotutto Inuyasha probabilmente dorme, Inu e
Izayoi sono usciti e Sesshomaru è silenzioso.
Quindi
non c’è da meravigliarsi se non si senta una mosca
volare.
Mi
asciugo e decido che, visto che sono le otto passate, ho fame, quindi
mi infilo una maglietta da uomo, una di quelle che uso per dormire, e
scendo per prepararmi un toast.
Una
magra cena, in effetti, ma non ho voglia di far bollire l’acqua
o cuocere una bistecca quindi opto per qualcosa di semplice e veloce.
Entro
in cucina e la trovo deserta come in effetti mi aspettavo, tranne per
un piccolo particolare: un’agenda di pelle nera, posata sul
tavolo.
Di
chi può essere?
Mi
avvicino e decido di vedere a chi appartiene.
Angolino
dell'autrice:
Ragazze:
grazie! Mi avete lasciato un sacco di recensioni in questo capitolo:
sono commossa! Non me ne sarei mai aspettata così tante,
figuriamoci al quarto capitolo!
Grazie,
grazie, grazie!
Sono
così felice! Mi avete
decisamente migliorato la settimana! Mille volte grazie! :D
Bene,
ora che mi sono sfogata, posso iniziare con le note. Dunque, spero
che in questo capitolo le cose si siano fatte un po' più
chiare: tutto ciò che è successo nel manga e nell'anime
è successo anche in questa storia. Inuyasha e Kagome sono
stati insieme nell'Epoca Sengoku e lui ha rincontrato lei nel
ventunesimo secolo. Ovviamente Kagome non ricorda.
Probabilmente
una delle poche differenze con l'opera originale è che Kagura
è ancora in vita: ma potevo non metterla? Mi piace un sacco
far ingelosire Ayame U.U Anche se temo che un giorno di questi mi
aspetti fuori casa xD
In
questo capitolo Sesshomaru non compare molto, infatti i personaggi
principali sono Inuyasha, Ayame e, indirettamente, Kagome.
Devo
ammettere che è stato molto difficile scriverlo: parlare di
Inuyasha mi risulta molto più difficile che parlare di
Sesshomaru. Per quanto poco, quest'ultimo, apparentemente ha un
carattere lineare, mentre Inuyasha è molto più
difficile da prevedere.
Beh,
spero che questo capitolo piaccia come quello precedente =)
Vi
ringrazio ancora per le recensioni (troverete la risposta al massimo
domani) e chi ha inserito questa storia in una delle liste.
Ah,
un'ultima cosa: probabilmente il prossimo capitolo sarà tra
due settimane: la settimana prossima vado in vacanza e questa sarò
un po' impegnata con i vari preparativi!
Un
abbraccio a tutte =)
°°Samirina°°
|
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Capitolo 6 *** Quando capisci che la tua salvezza dipende da una perla. Il che, è piuttosto preoccupante. ***
Set
Fire To The Rain
6.
Quando capisci che la tua salvezza dipende da una perla. Il che, è
piuttosto preoccupante.
Apro
l’agenda sulla prima pagina e cerco un nome che possa dirmi a
chi appartiene, ma anziché una pagina con i dati personali, ne
trovo una del tutto strana e insolita.
Anzi,
trovo una
cosa
del tutto strana e insolita: un fiore essiccato spicca nel bianco
della pagina in tutta la sua antica bellezza.
E'
un semplice fiore rosso che, di sicuro, aveva passato giorni
migliori: gli mancano due, tre petali e quelli rimanenti sono
diventati scuri, opachi e rinsecchiti.
E'
contenuto in una busta, così che non si rovini, ma un altro
particolare attira la mia attenzione. A fianco al fiore secco c’è
un nome, scritto con una grafia sottile e precisa, molto bella.
-Rin…-
leggo. Mai sentito un fiore di nome “Rin”…
Sto
per girare pagina, per cercare almeno un nome, quando un ringhio
dietro di me mi fa sobbalzare e l’agenda mi cade di mano.
Mi
inchino a prenderla e nel mentre mi giro verso la porta, il luogo di
provenienza del ringhio.
Quasi
mi immagino chi sia: dopotutto la mia sfiga ha colpito ancora.
E
infatti Sesshomaru si erige in tutta la sua stazza e la sua regalità,
il suo viso stravolto da una smorfia di rabbia. E’ la prima
volta che assume un’espressione non apatica e lì per lì
non capisco per quale ragione.
Solo
quando sussurra (anzi, ringhia!) –Cosa diavolo stai facendo con
la mia agenda?- mi rendo conto che, forse, sono seriamente nei guai.
-Io,
beh, volevo solo sapere di chi era e quindi…- mi blocco quando
vedo che inizia a venirmi incontro infuriato, i capelli argentati che
oscillano sotto i suoi flessuosi movimenti e gli occhi color ambra
colmi di ira.
Mi
strappa l’agenda di mano e la apre sulla prima pagina,
controllando probabilmente che il fiore non si sia rovinato.
Cavolo,
tutta sta storia per un fiore? Se vuole gliene secco un altro…
Lo
fisso cercando di capire per quale motivo è così irato
e noto che stringe possessivamente l’agenda. Che abbia qualche
appuntamento segreto scritto all’interno?
-Non
ti azzardare mai più a toccare le cose che non ti
appartengono- ergo, che appartengono a lui.
-E
ora vattene! Non voglio più vedere la tua faccia.-
Sgrano
gli occhi, come può aver detto una cosa simile?
Cioè,
passi il fatto che mi ha ringhiato contro, che mi guarda dall’alto
in basso come se fossi un pupazzo di creta uscito male, ma che mi
dica di sparire è troppo!
Razza
di damerino, ma chi ti credi di essere? Il principe Alberto?
Ma
adesso ti faccio vedere io cosa penso del tuo caratteraccio, cretino!
Non sei altro che un Bastoncino Findus Surgelato*! E surgelato pure
male!
…
No,
no, FERME! Dove andate, gambe? Fermatevi, Il Chiwawa Hitleriano è
dall’altra parte!
No,
giratevi, non in camera mia, accidenti!
Ammettilo,
doppia personalità “intelligente”, qui c’è
il tuo zampino!
In
effetti… no! Hai fatto tutto da sola, mia cara!
Cioè,
in pratica ho lasciato che Sesshomaru mi ordinasse di sparire dalla
faccia della Terra senza oppormi?
Ma
come siamo argute!
…
Sono
caduta veramente in basso!
Ma
è possibile che con lui non riesco a essere me stessa? Cioè,
con lui sono me stessa e non chi vorrei essere. Ma sono troppo
me
stessa, dannazione!
Bah…
Meglio
andare a dormire ora, sto schiattando dal sonno.
Dunque,
penso sia il caso di rivedere la lista delle mie priorità e,
visto che sarà una cosa lunga, tanto vale mettersi distesi
comodi e pensarci con la testa sul cuscino.
Numero
uno: ovviamente,
sopravvivere. Il che è parte integrante della
Numero
due:
ovvero, fare pace con Sesshomaru.
Numero
tre:
far tornare best
friends forerver
Inuyasha e Kagome e, magari, anche farli accoppiare.
Numero
quattro:
recuperare il voto in storia ergo fare la ricerca di 20 pagine su un
tizio chiamato Ashikaga Takauji che probabilmente non conoscevano
neppure i suoi genitori, conseguenza delle poche (anzi nulle)
informazioni che si sapevano sul suo conto.
Insomma,
alla fine sono messa da Dio, no?
…
Oh,
ti prego Coniglio Pasquale, portami un paio delle tue uova piene di
culo!
*
* *
Alla
domanda di Izayoi su come è andata la giornata le ho detto che
è meglio stendere un velo pietoso sulle cinque ore appena
trascorse, altrimenti mi sarei depressa ancora di più e sarei
arrivata a guardare soap opera per tutto il pomeriggio.
Dopo
di che ho preso e mi sono chiusa in camera mia, senza mangiare e in
compagnia dei polverosi libri vecchi che avevo preso dalla biblioteca
e che mi servivano per portare a termine il punto Numero
quattro.
Gli
altri li avevo buttati, nel corso della giornata, nel dimenticatoio,
a parte il Numero
uno che
magari potevo tenermelo stretto ancora un po’ visto che
Sesshomaru aveva deciso che ignorarmi, non guardarmi in faccia, non
toccarmi e cercare di non stare più di due nanosecondi in mia
presenza avrebbe fatto bene al suo spirito ferito. Si nota l’ironia?
Inuyasha
e Kagome, invece, hanno fatto gli arrabbiati per tutto il giorno.
Kagome
si è addirittura messa a sbraitargli addosso a ricreazione.
Ma
è chiaro che io non posso risolvere i problemi di due asini
con dei cosciotti di prosciutto negli occhi: insomma, sarò
anche una mezzo demone ma non faccio miracoli.
Certo
che, in quanto a miracoli lassù devono averli finiti: me ne
servirebbero proprio un paio, anche perché in questi
dannatissimi libri del cakkio non c’è un’informazione
su Ashikaga Takauji che sia una, se non che è preceduto da
Pinco Pallino Boaretto e seguito da Mario e Luigi!
Nemmeno
se scrivo una parola per riga riesco a riempire venti pagine.
…
Ok,
ok, non è questo il problema, lo ammetto!
Il
problema è che mi sento tanto, tanto, tanto in colpa per
Sesshomaru! E il punto è che non ho neanche capito cosa lo ha
fatto arrabbiare!
Io
ho anche provato a chiederglielo ma lui mi ha ripetuto che non mi
voleva più vedere e mi ha lanciato un’occhiataccia made
in Chiwawa-Hitleriano e allora ci ho rinunciato.
E
pensare che stava andando tutto così bene, abbiamo perfino
bevuto il caffè assieme! Cioè, non che bere il caffè
insieme sia sinonimo di amicizia, ma almeno riuscivamo a convivere
pacificamente, per la gioia di Inu.
Adesso,
invece, visto che la mia stupidità e il suo odio rasentano
l’apice delle probabilità umane mai sperimentate sono in
merda. Totale merda, giusto per essere precisi.
Vabbè,
Ayame, concentriamoci sulla ricerca.
Considerando
che internet è severamente proibito, come accidenti farai a
fare venti pagine di ricerca?
Mi
alzo dalla scrivania frustrata, e inizio a guardarmi intorno, come se
l’ispirazione potesse saltare fuori dai muri azzurri.
Ad
un tratto lo sguardo mi cade sul portagioie e, in quel momento, mi
viene l’illuminazione: ricordo che, qualche anno fa, Inu mi ha
regalato una cosa veramente speciale.
Si
tratta di una semplice perla blu, ma ha un potere straordinario:
quello di far viaggiare il possessore indietro nel tempo.
In
pratica tu prendi questa perlina di un mezzo centimetro, la stringi
fino a spaccarti le dita e pensi intensamente al posto in cui vuoi
andare; dalla grandezza della perla dipendono le ore che trascorri
nel passato
Prendo
in mano la perla e penso che l’avrei dovuta usare per tornare
indietro dai miei genitori. Ma per quale ragione vederli per quatto
ore e poi essere obbligata a ritornare nel presente?
Per
questa ragione è ancora intatta.
Però
dovrò pure farci qualcosa con quella perla, no?
E
perché non usarla per andare nell’epoca di Nanboku-chō,
cercare Ashikaga Takauji, magari chiedere un’udienza e farmi
raccontare la sua storia in modo così dettagliato da riuscire
a riempire le mie agognate venti pagine?
E
perché sto pensando ponendomi da sola delle domande?
Dunque
è così che farò! Mi metterò d’accordo
con Inuyasha e domani pomeriggio, appena tornata da scuola, mi darò
da fare per quella relazione di Ashikaga Takauji!
*
* *
-Insomma,
Inuyasha, avete capito?-
Guardo
i miei amici. Miroku guarda Sango, Sango guarda Kagome, Kagome guarda
Inuyasha e Inuyasha guarda me. No, mi sa che non hanno capito proprio
un cakkio.
-Insomma,
non è mica difficile da capire! Dovete semplicemente coprirmi
per quattro ore, questo pomeriggio!-
-Ma
perché?-
-Perché
di si, Miroku, e no, non ho appuntamenti segreti prima che me lo
chieda. Ho solo bisogno di… andare in un posto per la mia
ricerca. E’ di vitale importanza!- dico dopo una pausa. –Per
favore!-
-Dove
devi andare?- chiede Sango, con un sopracciglio inarcato.
Io
sospiro. -Nel passato. Voglio andare nel tempo di Ashikaga Takauji e
chiedere un'udienza o qualcosa del genere.- sussurro a denti stretti.
Tutta
colpa tua, Sesshomaru Taisho!!! Razza di Chiwawa Hitleriano, cubetto
di ghiaccio andato a male! Un giorno me le pagherai! Tutte!
Muahahahahahahahahah!
….
Ok, meglio che lasciamo
stare...
-Allora?- chiedo
nuovamente, implorandoli.
I
quattro si guardano di nuovo e poi annuiscono titubanti.
-Cosa
dobbiamo fare?- mi chiede Sango, portandosi al mio fianco.
-Non
lo so. Speravo aveste una buona idea a dire il vero. Io ho bisogno di
quattro ore in assoluta tranquillità, e nessuno, in particolar
modo Inu e Sesshomaru, devono sapere che sto facendo qualcosa di
strano.-
Kagome
si gira e mi guarda un po’ dubbiosa.
-Ma
sei sicura che non sia pericoloso?-
Io
scuoto la testa –No, e poi sono una mezzo demone per qualcosa,
no?-
-Beh,
se la metti così… facciamo che questo pomeriggio lo
passiamo insieme a… in biblioteca…-
-Grande,
così giustificherò la presenza della mia ricerca!-
Sango-chan, sei un genio!
-…
e poi ci rimaniamo fino a… uhm le sette?-
Io
annuisco convinta e mi appunto mentalmente che dovrò partire
subito, appena arrivo a casa se voglio essere di ritorno per le
sette.
-Quindi-
conclude Sango sorridendo –Se vogliamo che la recita funzioni
dobbiamo stare in biblioteca fino alle sette! E così ne
approfittiamo per portarci avanti con lo studio!-
Inuyasha
e Miroku si bloccano di botto, mentre Kagome annuisce convinta e
continua a camminare, seguita da me e Sango.
Io
scoppio a ridere e aumento il passo avviandomi verso casa.
-Bene,
allora io vado- dico salutandoli con la mano –Mi raccomando non
studiate troppo e grazie ancora per l’aiuto!-
Mi
lascio alle spalle i mugugni infelici e le preghiere di Miroku e
Inuyasha che sono terrorizzati all’idea di passare ore ed ore
in biblioteca in compagnia di quelle due pazze sclerotiche.
In
effetti anche io avrei preferito farmi un bagno nell’acido
muriatico.
Apro
il cancello di casa ed entro.
Passo
in cucina e mi metto una tavoletta di cioccolato in tasca, poi prendo
un foglietto e scrivo un appunto per i miei genitori e lo attacco al
frigo con una calamita con la forma di meringa. Comprata da Inu, tra
l'altro.
Decido
di muovermi, almeno finché non c’è nessuno in
casa, così non dovrò dare spiegazioni inutili e poco
proficue al fine della mia ricerca.
Salgo
in camera e prendo in mano una borsa abbastanza grande, dentro ci
infilo un paio di blocchetti e cinque o sei penne, nel caso
decidessero di scaricarsi proprio nel clou, un paio di matite, un
temperino che sicuramente non mi sarebbe servito, il cellulare e
l’IPod.
Dopo
di che prendo in mano la perla blu e inizio a pensare intensamente
alla mia meta: il periodo Nanboku-chō, nell’epoca di
Ashikaga Takauji.
Tutto
intorno a me si fa strano, l’aria sembra appesantirsi e sento
lo spazio e il tempo che si deformano.
Ok,
non so se capiate in che senso lo spazio e il tempo che si deformano
e non so nemmeno se sia il modo giusto di dirlo, ma se foste qui
capireste cosa intendo.
Insomma,
sento che sto cambiando epoca, ma d’improvviso un pensiero
entra prepotentemente nella mia mente: Chissà come era
Sesshomaru nell’età della supremazia dei demoni…
*
Grazie a Didichan, per questo xD
Angolino
dell'autrice: Salve
a tutti!
Intanto,
come al solito, un immenso GRAZIE
per tutte le recensioni! Sono sempre più stupita di quanto
possa piacere questa storiella!
Perdonate
il ritardo, ma come ben sapete sono stata in montagna =) Non so il
piano vacanziero dei miei genitori per le prossime settimane, ma in
ogni caso il capitolo 7 non dovrebbe arrivare tanto tardi.
Comunque,
questo capitolo: quasi tutte avevate indovinato di chi era l'agenda.
Però non ciò che c'era dentro. Eheheh, sono ancora
capace di stupirvi, qualche volta ;)
La
reazione di Sesshomaru è esagerata per voi? Ha fatto bene o ha
fatto male? Non dimentichiamoci che parliamo del Principe dei Demoni
(o Principe dei Chiwawa Hitleriani, come le piace chiamarlo la nostra
Ayame), un demone che odia ogni singolo essere vivente che respira la
sua stessa aria.
Ricordo
che Ayame non sa ancora dell'esistenza della piccola Rin, quindi
purtroppo non ha tatto in questa faccenda.
In
quanto alla perla: è assolutamente inventata. Ovviamente è
un oggetto demoniaco, che solo un demone o un mezzo demone può
utilizzare e sono molto rare. Inu Taisho, essendo un grande demone,
ne ha regalata una ad Ayame. Ma stiamo parlando di Inu, non di un
demone qualunque.
Questo
capitolo è un po' di passaggio, ma il prossimo, a mio avviso,
è molto importante. E personalmente lo adoro.
A
proposito, giusto perché lo sappiate: la canzone nello scorso
capitolo si chiama Get Back ed è di Alexandra Stan, quella che
ha cantato Mr. Sexobeat, giusto per capirci!
Come
ultima cosa, ringrazio chi ha inserito questa storia tra le liste,
nuovamente chi ha recensito e invito i lettori silenziosi a lasciare
un commentino.
Mando
a tutte un abbraccio e un grazie dal profondo del mio cuore. Buone
vacanze!!!
°°Samirina°°
|
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Capitolo 7 *** Quando capisci che tutto è cambiato… ma non in meglio! ***
Set
Fire To The Rain
7.
Quando capisci che tutto è cambiato… ma non in meglio!
Quando
apro gli occhi mi ritrovo in un bosco di betulle, talmente fitto che
quasi non vedo la luce del sole.
Mi
guardo un po’ intorno e non vedo altro che alberi. Alberi
grandi, di qualche centinaio d’anni, con grandi foglie verdi e
lunghi rami che, nella penombra, assomigliano a delle lunghe e
affilate dita.
Mi
alzo da terra, decisa ad andare verso un villaggio per chiedere del
palazzo di Ashikaga Takauji e vedere se, effettivamente, la perla
aveva funzionato o se ero capitata in Culonia 2 La Vendetta.
Inizio
ad alzarmi in aria e supero i rami più alti: davanti a me si
estendono metri e metri di bosco che dall’alto assomiglia ad
una gigantesca macchia verde.
Inizio
ad andare in una direzione a caso, aguzzando lo sguardo sperando di
scorgere un qualche villaggio dove chiedere informazioni.
Dopo
qualche minuto mi arriva alle narici un odore terribile di lupo che
proviene da qualche parte sotto di me, subito seguito da un urlo
penetrante che squarcia la quiete del bosco.
Sobbalzo
e seguo il mio fiuto che –sempre se non ci sono inconvenienti-
mi porterà alla fonte del grido.
Bah,
pure l’eroina mi tocca fare oggi…
Vedo
che, come avevo immaginato, i lupacchiotti se la sono presa con un
umano: una bambina, ad essere precisi, che si era arrampicata sopra
un albero per sfuggire ai denti affilati degli animali.
Superwoman
alla riscossa!
No,
aspetta, non era Superman? Vabbè, è lo stesso…
Calo
vicino alla bambina e la prendo in braccio, tornando a librarmi in
cielo subito dopo.
-Tutto
bene, piccola?- le chiedo fermandomi a mezz’aria.
Lei
si asciuga le lacrime con le manine e mi guarda negli occhi
–Si,
grazie.- dice regalandomi un sorriso a trentadue denti. A me viene un
colpo quando vedo il suo viso: questa bambina è identica
spiaccicata a me!
Cioè,
non ha i tratti demoniaci come i capelli neripiùnerodelnero o
gli occhi piùprofondidell’oceano, ma comunque siamo
identiche e per poco non la lascio cadere nel vuoto.
-Grazie
per avermi salvata da quei lupi. Io sono Rin, tu come ti chiami?-
Ma
che bambina dolce come un mashmellow.
–Prego,
Rin-chan. Io sono Ayame! Lo sai che hai lo stesso nome di un fiore?-
La
piccola Rin sorride felice e si stringe di più a me.
-In
che villaggio abiti?- le chiedo intenzionata a riportarla a casa e
poi ritornare alla mia ricerca. Insomma, d’accordo che sono la
salvatrice di bambine, ma ho qualcosa di molto più importante
da fare.
La
piccola Rin, per tutta risposta, inizia a tormentarsi il kimono
bianco e arancione (almeno l’epoca l’avevo azzeccata) e
imbroncia la boccuccia.
-Io
non vivo in nessun villaggio, io viaggio con due demoni.- dice
scuotendo la testa e facendo dondolare il buffo codino che teneva a
destra. Ma cos’era, un cane?
-Oh,
allora devono essere due demoni molto gentili.- e molto strani, pure.
Rin
annuisce. –Mi puoi riportare da Jaken?-
Io
annuisco e mi faccio indicare la strada, chiedendomi chi possono
essere quei due demoni che tenevano con loro una piccola bambina
umana.
Voliamo
per qualche minuto e Rin non fa altro che ridere e indicarmi le varie
farfalle o le nuvole in cielo. Io rido con lei, non riuscendo a fare
altro e, fino a che non arriviamo a destinazione, giochiamo a
riconoscere le forme delle nuvole.
Poco
dopo arriviamo sopra una radura incastrata tra il verde della
vegetazione e Rin mi dice che possiamo scendere. Già da
lontano posso vedere un omino verde, minuscolo, che agita le braccia
nella nostra direzione e una specie di demone-cavallo a due teste che
bruca pacifico l’erba.
Quando
poso Rin a terra la vedo correre dal demone verde –cos’è,
una rana antropomorfa?- che urla e strepita con una voce talmente
gracchiante che è quasi un insulto per le mie povere orecchie.
-Il
padrone non è ancora tornato, Rin, come hai osato
allontanarti? E soprattutto farti riaccompagnare a casa da una mezzo
demone!-
Bah,
casa è una parola grossa… e sbaglio o ha detto mezzo
demone con tono parzialmente disgustato?
Perché
lui è un demone, scusate?
Rin,
che fino a quel momento si stava guardando i piedini nudi, si gira
verso di me.
-Aya-chan,
sei una mezzo demone?- chiede spalancando gli occhioni color
cioccolato fusoconunpizzicodicacao.
Io
annuisco e mi inginocchio vicino a quello che ho capito chiamarsi
Jaken.
-Scusi,
signor Jaken, io starei cercando il palazzo di Ashikaga Takauji. Mi
potrebbe indicare la strada? E’ molto importante.-
Il
nanerottolo mi fissa con le braccia incrociate e mi squadra dall’alto
in basso; ho tutta l’intenzione di picchiarlo quando le sue
parole mi fermano di botto. –Mi sa che sei in ritardo di
un’epoca intera.-
-Perché,
in che epoca siamo?-
-Nell’Epoca
Sengoku, ovviamente.-
SDOOONG!
No,
non può essere! Tutto ciò è falso, mi oppongo
vostro onore!
Mi
porto le mani sulla testa e assumo un’aria particolarmente
afflitta.
Io-non-ci-posso-credere!
Non posso avere così tanta sfiga!!!
“Chissà
come era Sesshomaru nell’età della supremazia dei
demoni…”
O
forse si!
-No,
no, no! Ma si può essere più cretini? E adesso come
accidenti faccio? Quello mi uccide se non gli porto la ricerca su
Ashikaga Takauji, anzi mi boccia a prescindere!
Sigh,
tanto vale che mi costituisca e che mi faccia mangiare…-
Mi
siedo ai piedi dell’unico albero solitario che c’è
in quella radura e per poco non mi metto a piangere.
Non
è possibile, non ho altre perle e su Ashikaga Takauji non c’è
un emerito cakkio in nessun libro. E io devo riempire venti –e
dico e ripeto venti- pagine.
Rin
si avvicina a me e mi accarezza un braccio.
-Sono
sicura che Jaken ti dirà tutto quello che sa sull'uomo che
cerchi.-
Io
lo guardo con gli occhi che brillano, ma lui smente in fretta la
bambina.
-Non
se ne parla nemmeno, non starò un minuto di più con una
mezzo demone e certamente non ho intenzione di spiegare alcunché!
Se lo sapesse il padrone.-
Io
mi butto ai suoi piedi, congiungendo le mani in segno di preghiera.
-La
prego signor Jaken! La prego, mi salverebbe la vita! A casa mia c'è
un demone molto cattivo e se non gli porto una ricerca su quel tipo
non ho neanche idea di cosa mi farà! La prego, lei è la
mia unica speranza!-
Il
nanetto ci sta a pensare un po' poi alza gli occhi al cielo.
-Spera
di ricordarti tutto...-
Tiro
fuori penna e libretto degli appunti e mi preparo.
-Mi
appunterò tutto!- sussurro sorridendogli e sedendomi davanti a
lui.
Due
ore e mezzo dopo ero ancora a prendere appunti.
Non
ci crederete ma quel rospo sa più di quello che sembra ad una
prima impressione.
Vabbè
dai, ho la ricerca e tra qualche ora me ne tornerò a casa.
Cosa può succedere di peggio?
Ad
un tratto Jaken smette di parlare io fermo la penna a mezz'aria: ho
sentito un odore che ha un qualcosa di famigliare.
-Oh,
è arrivato il padrone!- strilla il rospo tutto allegro e
inizia a saltellare intorno alla radura, mentre Rin si apre in un
sorriso da svenimento.
Io
mi guardo un poco intorno, cercando di capire per quale ragione
sentissi uno stato di inquietudine salirmi per la spina dorsale.
Mi
giro e guardo oltre gli alberi, nello stesso punto dove Jaken sta
dirigendo la sua corsetta dondolante, e ciò che vedo mi fa
raggelare.
No,
no, no, oh NO!
Rin
lancia un gridolino e fa un salto per aria -Signor Sesshomaru!-
Oh,
Kami, ma perché PENSO! Perché, perché, perché?
-Signor
Sesshomaru, signor Sesshomaru, venga, vorrei presentarle Ayame! Lei
mi ha salvata dai lupi!-
Sesshomaru,
volta la sua regale testa verso Jaken e poi esce completamente dagli
alberi.
Devo
piantarmi le unghie sulle cosce per non scoppiare a ridere per il
modo in cui è vestito: il kimono è per la maggior parte
bianco, con un favo rosso ed una corona di fiori sul colletto e sulle
maniche. Ha un Sashinuki Hakama allacciato alle caviglie che produce
il famoso effetto "pallone". Le sue calzature consistono in
bassi stivali a punta che gli arrivano all'altezza delle caviglie.
Porta i capelli sciolti al vento e ha una protezione appuntita posta
sulla sua spalla sinistra, attaccata alla parte superiore della sua
corazza.
E'
palese la differenza tra questi abiti d'epoca e quelli che porta
nella mia, tuttavia riescono a conferirgli la stessa maestosità
e imponenza che lo caratterizzano. Probabilmente è la classica
persona che starebbe bene anche con un sacco delle spazzatura in
plastica.
Sesshomaru
non da segno di avermi riconosciuta, grazie a Dio, ma si avvicina
ugualmente e mi fissa negli occhi.
-Quindi
tu hai salvato Rin?-
Io
annuisco. -Comunque avevo intenzione di togliere il disturbo. Prego e
ciao.- dico bloccando sul nascere le proteste della bambina.
Dio,
mi sento un mostro. E non ho capito niente, tra parentesi.
Non
credevo di essere una persona così insensibile! Come ho fatto
a non capire che Rin era una bambina e non un fiore?
Povero
Sesshomaru, deve aver sofferto molto per la sua morte, per quello se
l'è presa tanto con me quando gli ho rovinato il ricordo di
lei.
Stupida
Ayame, sei stupida e insensibile. Dovrai passare
all'auto-flagellamento.
Mi
metto a raccattare in fretta la mia roba, ancora sorpresa che
Sesshomaru non stesse facendo nessun commento aspro sul mio essere
mezzo demone (cosa assolutamente strana, per non dire impensabile)
quando parla.
-Sei
solo una mezzo demone.- dice schifato.
Come
non detto!
Appoggio
la mia borsa di nuovo a terra e mi giro verso il demone. Chissà
come mai, ma ha sempre la straordinaria capacità di farmi
andare fuori dai gangheri.
-Senti
un po’ tu, razza di…-
Il
mio monologo viene interrotto da un ululato e da un urletto di Rin
che corre e si rifugia vicino a noi.
Qualche
secondo dopo sento un penetrante odore di lupo e vedo una figura
saltare dal bosco, fare la tripla capriola carpiata in aria e
atterrare in una impeccabile posa da culatt… ehm da “persona
dell’altra sponda”.
-Ma
ciao Honey!- dice il lupastro esibendosi in un sorriso a 36 zanne.
–Come stai?-
Io
alzo gli occhi al cielo e mi dimentico momentaneamente di rispondere
indietro a Sesshomaru. Ma cosa ho fatto di male per ritrovarmelo
anche nel passato?
…
Un
attimo… ma lui non dovrebbe sapere chi sono visto che siamo
nel passato, giusto?
-Cosa
vuoi?- gli chiedo senza giri di parole e sperando di sbrigarmela in
fretta. Dopotutto non voglio mica che il principe dei Bastoncini
Findus decida di uccidermi, giusto?
-Ma
quello che voglio sempre, dolcezza. E, si, se ti stai chiedendo come
faccio a conoscerti anche in quest’epoca la risposta è…-
e qui fa una pausa di suspense -…che la mia memoria trascende
il tempo!-
…
-Ehm…
e allora?-
Chi
mai gli aveva chiesto niente?
Kyosuke
fa una faccia un po’ sorpresa ma –purtroppo- non si perde
d’animo.
-Hai
proprio sfortuna, vero Ayame?- mi chiede ridendo.
Ma
non mi dire!
Lo
guardo assottigliando lo sguardo, certa che avrebbe detto qualcosa
che avrebbe fatto cadere la mia (non)perfetta copertura.
Lui
fa un paio di salti e si posiziona davanti a me prendendomi il mento
tra le dita ignorando alla grande Sesshomaru il Principe dei
Bastoncini Findus Surgelati. Gli mollo un ceffone sulla mano e mi
allontano di qualche passo, cercando di scostarmi da Rin che, nel
frattempo, si è andata a nascondere dietro a Sesshomaru.
-L’hai
capito, non è vero?- mi sussurra Kyosuke –Lo sai chi è
lei, no? Dovresti averlo capito dalla somiglianza…-
Spalanco
gli occhi, non capendo di che parla.
-Dovresti
averlo capito… chi è Rin!-
Io
lo guardo e, improvvisamente, tutto assume un significato diverso.
Tutti
i comportamenti di Sesshomaru, tutte le sue cattiverie, tutto, prende
un significato nuovo.
Possibile…
possibile che io sia la reincarnazione di Rin? La reincarnazione di
quella piccoletta che più di cinquecento anni prima della mia
nascita era tanto affezionata a Sesshomaru?
All’improvviso
mi torna in mente il giorno in cui ha visto la mia foto quand’ero
piccola o quando mi ha scoperta rovistare tra le sue cose.
Tutto
questo è perché gli ricordo la piccola Rin. Mi tratta
male perché sono una sofferenza continua per lui, perché
ogni volta che gli sto vicino gli ricordo la bambina, gli ricordo la
sofferenza.
Perché,
ne sono sicura, anche lui ha provato dolore quando lei se ne è
andata.
Sposto
lo sguardo alla bambina che ci guarda curiosa e stringe le manine al
kimono di Sesshomaru e impallidisco. Ad un tratto tutto inizia a
girare e sento di aver un’irrefrenabile voglia di scoppiare a
piangere.
Kyosuke
mi prende il mento e inizia ad avvicinare il suo volto al mio; io non
faccio niente, lo guardo soltanto senza capire veramente che cosa
vuole fare, senza reagire in alcuno modo.
Poi,
sento le labbra di Kyosuke che si poggiano sulle mie e la sua lingua
e mi accarezza le labbra…
Oddio,
ma che schifo!!!
Alzo
il braccio e gli mollo un ceffone in piena faccia, tanto forte che
probabilmente lo schiocco si è sentito fino alla mia epoca.
Beh, di sicuro l’ha sentito lui.
-Caspita,
non pensavo di averti scioccata così tanto!-
-Non
osare mai più brutto schifoso che non sei altro!-
Kyosuke
ridacchia e con una mano blocca il pugno che tento di rifilargli.
Mi
passo l’altra mano sulla bocca e lo guardo in cagnesco.
-Sparisci,
evapora, ebolli, eclissati, fai un po’ quello che ti pare,
basta che sparisci dalla mia vista!- gli sussurro poco prima di
mollargli un calcio che lui, prontamente, evita.
Guardo
Sesshomaru e noto che mi sta fissando con un misto di curiosità
e… beh e freddezza, ma questo si sapeva già, no?
Sorrido
ironica e piego le gambe, prendo lo slancio e mi butto addosso a
Kyosuke.
-Sai?
Ho sempre detestato i lupi!-
Avrò
preso anche questo tratto da Rin?
Inizio
a tempestarlo di pugni e di calci, ma lui li para tutti, come c’era
da aspettarsi.
Allora
mi concentro e aumento il mio potere demoniaco fino a farmi comparire
le orecchie. Dopodiché unisco le punte delle dita fino a
creare un cerchio e concentro la mia energia.
-Fuoco!-
sussurro e creo una sfera di fuoco che si scaglia contro il mio
avversario. Lui, ovviamente, la evita ma io con un gesto della mano
la blocco e la faccio tornare indietro.
Esulto
quando riesco a colpirlo alle spalle.
-Sei
migliorata, dolcezza.-
Sorrido
ironica –Si, lo so grazie.-
Kyosuke
ridacchia divertito e mi fa un cenno di saluto con la mano.
-Ci
vedremo presto.-
Non
faccio seguire la sua ritirata ad un fiume di parolacce solo perché
Rin deve rimanere piccola e innocente ancora qualche anno.
Ma
giuro che se solo prova a ripresentarsi... beh nello stesso posto
dove mi trovo io, faremo un bel barbecue al lupo.
Mi
rilasso un poco e scuoto la testa facendo sparire le orecchie,
dopodiché mi rigiro verso il gruppo di demoni e non e li
guardo, aspettando una qualche possibile reazione.
Sesshomaru
mi fissa gelido e si va a sedere ai piedi dell'albero, Jaken va di
fianco al suo padrone mentre Rin mi fissa curiosa portandosi un
ditino sulle labbra.
-Aya-chan...
cos'è questa musica?-
Affino
l'udito e, come volevasi dimostrare, sento una musichetta e la mia
chiappa destra che inizia a vibrare.
Prendo
il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e vedo che
l'intelligentone che mi sta telefonando è Inuyasha.
-Pronto?-
esclamo in un tono del tipo se-ti-prendo-ti-trituro.
-Dannazione,
tra quanto torni???-
-E
ciao anche a te…- sussurro allontanandomi dal gruppetto che mi
guarda curioso. Cioè, non che Sesshomaru sappia fare
un’espressione
curiosa,
diciamo che lui mi sta solo guardando.
-Eddai,
Ayame, sono ore che studio, NON NE POSSO PIU’!-
-Tesoro,
immagino che per il tuo cervellino studiare per più di dieci
minuti di fila sia alquanto traumatizzante, ma ricordati che manca
ancora un’ora prima che rimetta piede a casa.-
Dall’altra
parte dell’apparecchio (mi chiedo come faccia a funzionare)
Inuyasha ringhia frustrato e, dopo un sospiro, domanda: -Ma almeno
tutta questa baggianata che abbiamo messo in piedi è servita a
qualcosa?-
-Uhm,
si, si, ho tutte le informazioni che mi servono…-
-Ma?-
mi chiede diffidente. –Con te c’è sempre un “ma”-
Ridacchio
forzatamente e appoggio una mano sulla corteccia dell’albero
che avevo raggiunto camminando.
-Uhm,
diciamo che ho sbagliato di un po’…- sussurro.
Ad
un tratto a Rin-chan viene l’assurda idea che voglia scappare
quindi si mette a correre e a gridare.
-Aya-chan,
Aya-chan, dove vai?-
Cerco
di farle segno di stare in silenzio, prima che il mio intelligente
–si fa per dire- fratellone capisca di chi è quella
vocetta squillante.
-Te
ne vuoi andare, Aya-chan?- le faccio segno di no con la testa e metto
l’indice davanti alla bocca, nel gesto universalmente tradotto
con “taci!”
-Ayame…-
riporto l’attenzione al cellulare e quasi mi sembra di vedere
la vena sulla fronte di Inuyasha iniziare a pulsare.
-Razza
di pazza, sei finita nell’Epoca Sengoku, vero?-
-Non
l’ho fatto apposta!- sbotto. Dopotutto non è mica colpa
mia se penso a Sesshomaru pure quando vado al bagno!
Ok,
forse è meglio che questo non lo sappia mai.
-Torna
subito a casa!- mi urla lacerandomi il timpano.
-Non
posso!- urlo a mia volta –Devo aspettare ancora un’ora,
capito?, sessanta minuti, tremilaseicento secondi. Conta fino a
tremilaseicentouno e vedrai che sono da te!-
-Se
papà lo sapesse…-
-Ma
lui non lo deve sapere e nemmeno… l’altro.-
Sento
silenzio per qualche secondo. –Parli di mio fratello?-
-Beh
di sicuro non del mio. Ringraziando il cielo.-
-Beh,
teoricamente…-
-Ma
stattene zitto, Inuyasha!-
….
Oh,
merdaccia.
-Beh,
sappi che non ti aiuterò più del dovuto!-
-Non
lo fai mai…-
Sussurro
prima di chiudergli il telefono in faccia.
Così
impara quel… quel… troglodita!
-Aya-chan?
Conosci Inuyasha?- mi chiede Rin tirandomi per la maglia.
Io
le sorrido –Ho un fratello che si chiama Inuyasha, ma non credo
sia quello di cui parli tu.-
Ti
prego, ti prego, fai che tra i demoni Inuyasha sia un nome comune!
-Oh…-
dice lei delusa –Forse no!-
Io
le sorrido e guardo l'orologio. Ancora cinquanta minuti... come li
avrei utilizzati?
Prendo
Rin-chan per mano e la conduco vicino a Jaken e a Sesshomaru, che ci
controlla con sguardo indagatore.
Ad
un primo impatto sembra che in quest’epoca il glaciale
Sesshomaru sia molto meno… glaciale.
Sembra
più... rilassato, tranquillo, non ha continuamente quell'aria
tesa e irascibile che lo caratterizza tanto nel mio tempo. Chissà
perchè, magari potrei chiederglielo...
No,
no, meglio di no! Non voglio diventare una polpettina di carne. Tanto
ci penserà il mio Sesshomaru ad uccidermi con le sue mani
quando tornerò.
Mi
siedo vicino a Rin e le passo il mio IPod, mettendole una cuffietta
sull’orecchio, mentre l’altra la metto a me.
Faccio
partire la musica e immediatamente Rin inizia a ridere e a muovere le
braccia al ritmo della musica.
Sorrido
e penso che è proprio strano stare così vicina a
Sesshomaru (insomma, mi è a meno di due metri!) senza essere
riempita di insulti, occhiatacce e/o essere mandata fuori dalla
classe. I pinguini ci sono, in ogni caso!
Insomma,
il tempo passa in fretta e ad un tratto inizio a sentire quella
sensazione che ho sentito alla partenza: lo spazio e il tempo si
deformano, ma prima di sparire del tutto faccio in tempo a dire a Rin
di mettersi vicino a Sesshomaru e scatto loro una foto con il mio
cellulare.
Angolino
dell'autrice: Salve
gente! Chiedo scusa per il ritardo, ma sono stata male. L'influenza
ha colpito ancora -.-”
In
ogni caso, faccio questo aggiornamento lampo Perché domani
parto nuovamente per la montagna.
Ringrazio,
come sempre, le magnifiche persone che hanno recensito -non so quando
avrò tempo di rispondervi, ma cercherò di fare in
fretta!- e quelle che hanno aggiunto questa storia nelle loro liste.
Dunque,
parliamo, come al solito, del capitolo: qui, finalmente, si capiscono
un bel po' di cose. Ditemi: chi di voi si aspettava che Ayame fosse
realmente la reincarnazione di Rin? Beh, lei no, sicuramente.
Spero
di aver reso bene sia Rin che Jaken -quella ranocchia mi piace da
morire xD- .
In
ogni caso, Ayame non si smentisce mai. Ricordatelo, tutti voi U.U xD
E,
un'altra cosa importante: compare Kyosuke. Tenetelo d'occhio, mi
raccomando ;)
L'immagine
a inizio pagina l'ho fatta io, e ne sono orgogliosa U.U Giusto perché
lo sappiate xD
Un
bacio e grazie ancora a tutti voi **
°°Samirina°°
|
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Capitolo 8 *** Quando capisci che tutto prima o poi ti si ritorce contro. ***
Set
Fire To The Rain
8.
Quando capisci che tutto prima o poi ti si ritorce contro.
La
prima cosa che sento quando metto piede nella mia camera è Inu
che chiede ad Inuyasha dove “accidenti” sono e lui che
risponde titubante che non lo sa.
Allora
faccio un salto fuori dalla finestra, faccio il giro del giardino ed
entro dal cancello principale, dando l’impressione di essere
stata fuori per tutto il pomeriggio. E in effetti è vero.
-Buona
sera!- dico allegra entrando in casa e togliendomi le scarpe.
-Dove
eri?- chiede Izayoi senza salutarmi.
-Oh,
sono passata per il cimitero, tornando. Però la fioraia era
già chiusa e non ho potuto prendere i fiori.- dico sorridendo.
Non
avevo mai raccontato una bugia ad Izayoi, tranne quando dovevo
coprire Inuyasha e, considerando che succedeva molto spesso, avevo
imparato a mentire abbastanza bene.
Izayoi
si distende in un sorriso e mi invita a sedermi a tavola perché
la cena è pronta.
-Sesshomaru?-
chiedo cercando di evitare le domande sul pomeriggio in biblioteca a
cui non avrei saputo rispondere.
-Beh,
ha detto che rimaneva a scuola fino a tardi.- mi risponde Inu. –A
proposito, mi sono sempre dimenticato di dirti una cosa riguardo
quella perla che ti ho regalato un paio di anni fa.-
A
quelle parole per poco non mi soffoco con il riso e riesco
miracolosamente a tirare una boccata d’aria senza disastrosi
risultati.
Che
tempismo!
-Vedi,-
dice lui senza accorgersi di nulla –ho scoperto che, se per
caso dovessi parlare con persone nel passato, quando tornerai nel
presente esse “recupererebbero” il ricordo dell’incontro.
In altre parole potresti cambiare il passato. Per cui nel caso un
giorno dovessi usarla ti prego di fare attenzione.-
Sbianco
all’improvviso e guardo Inuyasha di sbieco, cercando di non
farmi vedere e lui ricambia con gli occhi spalancati.
-Sono
fottuta.- gli mimo con le labbra e lui annuisce esageratamente.
Ad
un certo punto sentiamo la porta sbattere e dei passi frettolosi
dirigersi verso di noi.
Mi
correggo: adesso sono fottuta!
Mi
alzo di scatto. –Beh, sono sfinita, buona notte a tutti!- dico
e scappo su per le scale e poi dentro la mia camera.
Faccio
in tempo a sentire Inu che saluta Sesshomaru e quest’ultimo che
ringhia frustrato prima i chiudermi a doppia mandata al bagno e
iniziare a riempire la vasca d’acqua e, infine, infilarmici
dentro.
Cavolo,
è proprio tutta un’altra cosa ragionare nell’acqua
calda, con i vapori che ti annebbiano la mente e le palpebre che si
chiu… NO!
Sveglia,
sveglia, sveglia Ayame!
Ma
accidenti a Inu, non poteva ricordarsela prima quella cosa sulla
perla? Adesso Sesshomaru sa che oggi sono andata nel passato e la
prima cosa che farà sarà… beh penso si sappia
già. No? Beh, uccidermi, ovviamente, o comunque torturarmi
fino a farmi patire le pene dell’inferno tutte in una volta.
A
meno che non trovi un modo per farmi perdonare…
Stranamente
mi viene un’idea che reputo abbastanza buona ed esco di fretta
dalla vasca, con l’unico risultato di scivolare sulla ceramica
bagnata e di sbattere la testa, non so dopo quali capriole, sulla
porta.
-Ahi,
ahi, ahi…- sibilo mettendomi un asciugamano intorno al corpo e
tastandomi la testa. –Accidenti, ma devo farmi sempre male?-
Sbuffo
ed esco dal bagno fiondandomi nella scrivania e cercando di non
sbattere mignolini del piede nei maledetti angoli dei mobili.
Anche
perché, considerando la mia sfiga cronica, ho la sensazione
che i mobili si dotino di vita propria e si spostino nell’esatto
istante in cui ci passo vicino a piedi nudi. Ma, in ogni caso, questo
è un altro discorso.
Dicevo,
mi siedo sulla scrivania e collego il cellulare al computer cercando
la foto che avevo scattato quel pomeriggio. Quando la trovo la copio
sul computer e cerco di migliorarla con Photoshop.
Desidero
regalarla a Sesshomaru, magari incorniciata, così oltre al
fiore avrà qualche ricordo materiale di lei.
Si,
mi sembra proprio una bella idea!
Peccato
che prima del prossimo secolo non riuscirò ad avvicinarmi a
lui neanche di un millimetro! Non oso immaginare quanto arrabbiato
sia in questo momento.
Però,
effettivamente... non sento nessuno rumore provenire dalla cucina se
non il chiacchiericco dei miei parenti.
Che
il Chiwawa Hitleriano abbia deciso di rintanarsi nella sua cuccia?
-Bah...-
sussurro e alzo le spalle.
Almeno
fino a domattina non è problema mio.
-Ayame.-
Ehm...
dicevo... ora SI che è un problema mio!
Accidenti,
mi sembrava troppo bello per essere vero!
Mi
giro lentamente, dimenticandomi momentaneamente di essere coperta
solamente da uno striminzito asciugamano che mi copre si e no dal
seno a metà delle cosce.
Quando
mi rendo conto di tutto ciò divento del colore dei pomodori
maturi, ma ho ancora un po' di intelligenza per portare indietro una
mano alla ceca e spegnere velocemente il computer prima che il mio
adorato fratellino capisca ciò che voglio fare.
Mi
guarda dall'alto in basso e inizia ad avvicinarsi lentamente.
Io
sento le guance andarmi a fuoco e, più lui di avvicina più
il mio cuore aumenta i suoi battiti: sto proprio finendo male!
Sesshomaru
si ferma solamente quando i nostri nasi si sfiorano e mi prende il
mento tra le dita come poco prima aveva fatto Kyosuke.
-Non
farlo mai più.- mi ordina senza distogliere gli occhi dai miei
neanche per un secondo.
Annuisco,
incapace di parlare, anzi incapace anche di pensare.
Cavolo,
Sesshomaru è un dio in terra e ora quel dio in terra mi è
a un soffio e per soffio intendo proprio s-o-f-f-i-o.
Dio,
quanto mi piacerebbe baciarlo, sentire le sue labbra sulle mie, le
sue braccia stringermi…
Non
faccio in tempo neanche e finire il pensiero che il demone si
allontana ed esce dalla mia camera, senza dire altro.
Mi
porto una mano al cuore e lo ascolto battere furioso, sembra quasi
che mi voglia uscire dal petto.
Oh,
ce l’ho avuto così vicino…
Santa
patata, ma cosa mi sta succedendo? Che mi stia iniziando a piacere
mio fratello?
Scuoto
la testa e mi inizio a cambiare lentamente, cercando di fare
chiarezza nella mia mente: con il mio viaggio nel tempo ho scoperto
un altro lato di Sesshomaru, più dolce, più umano. E
devo dire che mi ha colpita: insomma, non è da tutti i demoni
prendersi cura di una piccola bambina umana e amarla così
tanto anche dopo 500 anni.
Forse,
alla fine è più simile a Inu di quanto voglia
ammettere…
*
* *
-Insomma,
VUOI CORRERE?-
Entro
in classe con una scivolata mezzo secondo prima che suoni la
campanella.
Io
e Inuyasha ci avviamo verso i nostri banchi con il fiatone e a
ragione direi: questa mattina, tanto per cambiare, la sveglia non ha
suonato e quindi ci siamo fatti il tragitto casa-scuola in tre minuti
netti.
Si,
lo so che è la mia sveglia che non ha suonato, ma dopotutto
non è mica colpa mia se ieri sera mi sono scordata di
accenderla!
Insomma,
tutta colpa di Sesshomaru!
Ieri
sera sono stata un’ora sveglia a pensarlo e a pensare al bacio
mancato. Cioè, magari lui a baciarmi non c’aveva manco
l’idea, ma, cavolo, la possibilità di era presentata
nitida-nitida nella mia mente.
Se
penso a quanto mi sarebbe piaciuto mi viene quasi da piangere! E se
penso che non dovrei fare certi pensieri su mio fratello maggiore
piango veramente.
Scuoto
la testa e mi siedo sul banco ancora con il fiatone.
-Seduti-
sibila Sesshomaru, allegro (?) come al solito entrando in classe.
Quando
lo vedo il mio cuore sussulta e inizia la sua corsa forsennata. Mi
sembra così strano aver provato qualcosa che non sia questo
per
lui.
Ok,
cerco di spiegarmi: all’inizio lo detestavo con tutto il mio
cuore, mentre ora sono terribilmente attratta da lui in un modo quasi
ridicolo. Insomma, ci conosciamo da quasi due settimane eppure in
così poco tempo i miei sentimenti sono palesemente cambiati e
anche i suoi.
Ma
se fosse solo perché gli ricordo Rin? Non per quello che sono
ora ma per quello che sono stata?
Questa
opzione mi fa intristire in un modo assurdo.
-…
tre
giorni! Cosa
ho detto Taisho?-
Alzo
lo sguardo e incontro gli occhi ambra dell’oggetto del mio
tormento.
Il
mio cervello emette un eeeeeehm
di
protesta che a quanto pare Sesshomaru nota. Che il bel demone sappia
leggere anche nel pensiero?
-Se
hai qualcosa di più importante a cui pensare, ti prego di
metterci tutti al corrente.- dice continuando a fissarmi con gli
occhi socchiusi, tipico di quando è irritato per qualcosa.
Ma
come siamo simpatici! Massi, io e te potremmo andare a fare
spettacoli alla Tv tipo Ale e Franz...
Boccheggio
per qualche secondo e abbasso lo sguardo scuotendo la testa.
Sento
Shiori ridacchiare soddisfatta, ma il mio adorato professore non fa
niente per zittirla. Ma brutta oca schifosa, se ti prendo ti spenno!
Meglio
che me ne vada, altrimenti rischio veramente di scoppiare e di
strozzarla con le mie stesse mani.
-Posso…
potrei uscire?- sussurro ricatturando la sua attenzione.
Sesshomaru
sembra pensarci un po’ indeciso tra il “si, così
sparisci dalla mia vista” e il “no, sennò ti farei
un piacere troppo grande”.
Alla
fine opta per il si, così mi alzo in fretta dalla sedia e mi
precipito alla porta decisa a non entrare più fino alla fine
dell’ora.
Mi
chiudo la porta alle spalle e tiro un grande sospiro di sollievo.
Beh,
ormai tanto vale ammetterlo a me stessa: mi sto innamorando di
Sesshomaru, altro che attrazione e attrazione. E sapere che mi
considera meno di zero mi ferisce parecchio, ma dopotutto non posso
pretendere in due settimane di prendere il posto di Rin nel suo
cuore.
-Aaaaah,
pensa ad altro!- mi dico iniziando ad incamminarmi per il corridoio.
Ho
tanta voglia di stare a scuola quanta ne ho di fare del bungee
jumping senza elastico, ma alla fine non penso di avere molta scelta.
Giro
per i corridoi senza una meta e, ad un tratto, scorgo Kagome che si
dirige verso il bagno delle ragazze.
-Ehi,
Kacchan!- la saluto, avvicinandomi.
Kagome
si gira verso di me e mi rivolge un sorrisino stentato.
-Scoppiamo
di gioia oggi, vero?-
Lei
sospira affranta e si appoggia al lavandino, io la imito subito.
-Prima
tu?- le chiedo.
Lei
sospira e annuisce –E’ per Inuyasha- spiega –E’
così immaturo e temo che non ricambierà mai i miei
sentimenti per lui.-
-Ti
posso garantire che tiene molto a te, in quanto al fatto che è
un immaturo ti do assolutamente ragione: su di lui 500 anni sono
sprecati!-
Kagome
ridacchia, ma poi si intristisce nuovamente –Ho paura che si
sia arrabbiato seriamente per Koga!-
-Non
è colpa tua, Kagome, lui è convinto che tutto debba
andare come vuole lui, ma le persone non sono tutte uguali. Penso che
debba capire i tuoi bisogni, Kagome, e non paragonarli ad… beh
a quelli degli altri…-
Stavo
quasi dicendo a quelli della Kagome del passato, ma penso che la mia
amica non sarebbe felice nel sentire ciò: si deprimerebbe
ancora di più e si convincerebbe di essere un rimpiazzo.
E
allora saremmo obbligati a sorbirci l’ostilità e la
depressione che, in questi casi, la circondano come un’ombra.
Brr,
mi vengono i brividi solo al pensiero!
-Bah,
passo il testimone…- sussurra.
-Allora,
diciamo che mi piace una persona. Ogni volta che lo penso o lo vedo
lo stomaco mi si attorciglia, la testa inizia a girare e il cuore
battere forte.-
-Ma?-
-Ma…
ma lui non mi considera ovviamente. Mi sa che questa cosa non porterà
da nessuna parte.-
-E
tu ti arrendi così? Senza lottare?- Kagome mi sorride e mi
prende per le spalle –Non è da te, Aya-chan.-
Le
sorrido, riconoscente: ha ragione, farò di tutto per fargli
cambiare idea. Sono o no Ayame Taisho?
Ridacchio
e do il cinque a Kagome, a cui è tornato il sorriso.
-Oggi
pomeriggio mi devi accompagnare in un posto.- dico accompagnandola in
classe.
Lei
annuisce. -Dove?-
-In
argenteria. Devo comprare un portafoto.-
Lei
annuisce e mi manda un bacio prima di sparire nella sua classe.
Io
aspetto che la campanella suoni e intanto passeggio per i corridoi
senza una meta precisa.
-Ehi,
Ayame.-
Mi
giro e vedo Bankotsu che cammina verso di me.
Beh,
vedo che i corridoi sono molto popolati a quest’ora!
-Bravo,
sei appena tornato e già ti fai sbattere fuori?- gli dico
alzando un sopracciglio ironica.
Lui
si passa una mano tra i capelli –E’ una dote innata.-
dice e tutti e due scoppiamo a ridere.
Passiamo
l'ora insieme, fino a che non suona la campanella, parlando del più
e del meno.
-Come
va a casa?- gli chiedo ad un certo punto mentre ci dirigiamo in
cortile.
-Tutto
ok, grazie, ci siamo riambientati in fretta al ritmo frenetico di
Tokyo.-
-Pensa
che io abito qui da anni e non mi sono ancora abituata.- dico
ironica, facendolo ridere.
Ad
un tratto vedo Inuyasha venirmi incontro.
-Ma
cosa ti è preso, accidenti?- inizia ad urlarmi contro
palesemente arrabbiato.
-Uffa,
Inuyasha, possibile che tu non faccia altro che criticarmi? Insomma,
non avevo voglia di sorbirmi le sue cattiverie, sono uscita per
questo!-
Ok,
se fossi stata Pinocchio il mio naso si sarebbe allungato fino
all’inverosimile. E’ anche vero che se fossi Pinocchio
adesso sarei dentro una cassetta della Disney.
Inuyasha
assume una faccia sorpresa, ma non dice altro visto che Sesshomaru ci
passa a pochi metri e ci lancia un occhiata di fuoco made in Chiwawa
Hitleriano.
Sospiro
e scuoto le spalle, insofferente, chiedendomi per quale arcano
motivo, quell’altezzoso barboncino ringhiante dovesse, per
l’appunto, ringhiare
ogni
volta che ci vede.
Ogni
volta che mi
vede. Sono
quasi onorata.
Scuoto
la testa e penso a cosa potrò comprare quel pomeriggio.
Alle
quattro puntuale, Kagome si fa trovare a casa mia.
-Aspettami
lì fuori.- le urlo e saluto Inuyasha dall’entrata.
-Dove
vai?- mi chiede sospettoso guardandomi dall’alto in basso.
-Esco
con Kagome.- gli dico guardando a mia volta dall’alto in basso.
–Ed è meglio che non ti faccia vedere da lei perché
vestito così hai il sex appeal di un termosifone…-
Lui
arrossisce di rabbia e se ne va con un “umpf” che, sono
sicura, gli provenga esattamente dal centro dell’orgoglio. Che
è smisurato, tra parentesi.
-Ehi.-
mi saluta la mia migliore amica con il suo solito sorriso che,
puntualmente, mi fa sciogliere. Riesco a capire molto bene cosa ci
trova mio fratello in lei.
-Miroku
e Sango?- le chiedo mentre ci dirigiamo in centro dove sono
concentrati i negozi. Dove Kagome e Sango-chan mi portano molto
spesso anche
se contro la mia volontà.
-Saranno
da qualche parte a…- Kagome arrossisce d’imbarazzo –Fare
quello che fanno di solito, insomma.-
Io
annuisco divertita e ridacchio, pensando a quanto Kagome fosse
pudica. Insomma, in confronto a me che mi sono immaginata almeno
dieci volte nell’ultima ora come sarebbe fare “flik-flok”
con Sesshomaru, lei è proprio una santa.
E
ovviamente visto che ci ho pensato, ecco che parte il film mentale.
Sesshomaru
che mi accarezza la guancia, per poi posare il polpastrello sulle mie
labbra. Poi sostituisce a quel polpastrello le sue e mi bacia con
passione…
-Aya-chan,
mi stai ascoltando?-
Oh,
beh, tanto mi sono già abbassata a fare pensieri poco casti
sul mio professore di storia giapponese, per cui peggio di così
non può andare.
-Ehm
no… stavi dicendo?-
Kagome
alza scherzosamente gli occhi al cielo e mi rifila uno scherzoso
pugnetto sulla spalla che, ovviamente, non mi provoca neanche un
minuscolo dolore.
-Dicevo,
anzi ti chiedevo, se hai qualche idea sul portafoto.-
Scuoto
la testa. –No… pensavo a qualcosa di molto semplice,
così da mettere in risalto la foto…- dico più a
me stessa che a lei. Non voglio che la sua attenzione, o quella di
chiunque altro, sia attirata dal portafoto che è solo un
involucro, bensì dalla foto, la più perfetta che avessi
mai fatto.
Si,
lo so che “più perfetta” non si dice, ma cercate
di capire lo stato del mio ultimo neurone, grazie.
Scorgiamo
da lontano l’insegna del negozio in cui siamo dirette e
acceleriamo il passo.
Entriamo
spingendo la porta in vetro e una campanella tintinna annunciando la
nostra presenza. Qualche secondo dopo dal retrobottega esce un
ragazzino, probabilmente poco più piccolo di noi, tutto
lentigginoso e con i capelli legati in una codina alta.
-Kohaku!-
esclama Kagome, e ci metto un attimo a riconoscere il fratellino
della nostra amica Sango.
Ha
due anni in meno di noi, ma è un tornado di energia e
simpatia.
Gli
sorrido e lui ci saluta dolcemente, chiedendoci cosa può fare
per noi.
-Mi
piacerebbe vedere un portafoto.- gli spiego mentre Kagome inizia a
curiosare in giro.
Lui
annuisce e inizia a tirare fuori una quantità inimmaginabile
di portafoto: ovali, quadrati, rettangolari, con disegni, senza
disegni, grossi, fini, colorati, grigi, bianchi, neri, -STOP!- gli
dico ad un tratto. –Penso che sceglierò fra questi,
grazie! Non voglio vedere tutto il negozio!-
Lui
arrossisce e annuisce imbarazzato, piegando la testa in segno di
scuse.
Inizio
a squadrare tutti i portafoto, cercando quello che fa a caso mio e
intanto cerco di fare conversazione.
-Allora,
da quanto è che lavori qui?-
-Non
molto in effetti… cercavo qualcosa da fare ed eccomi qui.-
Sorrido.
–Beh, non mi sembra tanto male, no?-
-Si,
beh… c’è talmente tanto lucido che ne uscirò
accecato!-
Al
che scoppio veramente a ridere.
Ad
un tratto il mio occhio cade su un altro portafoto, esposto in
vetrina, completamente in vetro e un po’ convesso. Glielo
indico e lui me lo tira fuori.
Non
costa neanche molto…
Mi
giro verso Kagome e la chiamo, distogliendola dall’ammirazione
di una vetrinetta.
-Trovato
qualcosa?- le chiedo quando mi raggiunge.
Lei
annuisce mostrandomi un cagnolino in miniatura fatto in Swarovski.
-Voglio
regalarlo ad Inuyasha.- mi dice a trentadue denti e io annuisco,
trovando che sia proprio una buona idea.
Mentre
mostro il portafoto a Kagome il campanello trilla e, automaticamente,
mi giro verso la porta per vedere chi è entrato.
Rimango
letteralmente scioccata quando vedo che sulla soglia c’è
Sesshomaru. Lui ci squadra e mi fissa infastidito, probabilmente
chiedendosi per quale motivo gli fossi di nuovo tra i piedi.
Scommetto
che se adesso provassi a parlargli mi scannerebbe come quando ci
siamo conosciuti. Mi dispiace tantissimo che il rapporto che si era
creato tra di noi si sia distrutto in così poco tempo. Anche
se, pensandoci bene, è colpa mia se l’ho fatto
arrabbiare facendo quel viaggio nel passato.
Scuoto
le spalle e lo saluto con un cenno del capo, tornando a rivolgere la
mia attenzione al portafoto che Kohaku sta incartando.
Glielo
indico con il dito -Hai presente quella plastica con tutte le bolle?
Ecco, facci un paio di giri per favore, so già che dal
tragitto fino a casa cadrà almeno cinque volte!-
Kohaku
annuisce divertito e fa come gli ho chiesto, girando il portafoto
almeno tre volte nella plastica.
Devo
ammetterlo: scoppiare quelle bolle mi fa impazzire!
-Grazie
mille!- dice Kagome con un piccolo inchino mentre Kohaku ci consegna
i pacchetti.
Guardo
Sesshomaru che è rimasto a fissarci per tutto il tempo; in
effetti avevo sentito una sensazione agghiacciante di lame che mi
perforavano la schiena... il mio adorato professore deve essere
parecchio furioso con me.
Pensare
che ci eravamo legati... e dire di essere in qualche modo “legata”
a Sesshomaru Taisho è un onore di cui si possono vantare in
pochi.
Mah,
che pensieri... quasi quasi adesso mi fermo e mi metto a battere la
testa sul muro, tanto per schiarirmi le idee.
-Allora...-
mi ero quasi dimenticata che Kagome era con me nella via verso casa
-Com'è avere il Taisho-sensei come fratello?-
-Beh,
che dire,- inizio gesticolando teatralmente -E' sempre stato il mio
sogno inespresso avere un fratello gelido come le vette dell'Himalaya
che, oltre che fratello, è anche il mio professore di storia
giapponese...-
Kagome
ridacchia.
-Insomma,
lo è sempre stato, ma ovviamente non te l'ho mai detto perché
mai avrei pensato che tale immenso desiderio si sarebbe potuto
avverare.- concludo ironica.
Kagome,
a quel punto, scoppia a ridere.
Grazie
a dio che sono riuscita a farla ridere... mio fratello ha certi
brutti effetti su di lei...
-Dai,
sii seria!-
-Beh,
Sesshomaru è semplicemente di
più!-
dico ghignando, ma poi torno seria. -Penso che ci sia di più
in lui... anzi, ne sono sicura. C'è di più del demone
freddo e insensibile che vuole sembrare.-
-E'
per lui il portafoto vero?-
Io
annuisco imbarazzata e Kagome spalanca gli occhi, colta da una
rivelazione.
-Ma
allora è lui che...- riesco quasi a sentire l’eco del ti
piace che
si perde nei meandri della città.
-Shhh!-
dico fin troppo forte.
Kagome
si zittisce subito e io mi guardo in giro circospetta, dopodiché
annuisco.
-E'
una cosa tanto brutta?-
La
mia amica ci pensa un attimo, poi si gira verso di me sorridendo
radiosa. -Per niente! E' solo un po' strano. Oltre a me lo sa qualcun
altro?-
Scuoto
forte la testa. -Non dirlo a nessuno, specialmente ad Inuyasha, ti
prego! Quello mi scuoia viva e poi da il mio cadavere in pasto ai
corvi!-
Kagome
mi sorride. -Tranquilla, sarò muta come una tomba!-
-Grazie,
Kacchan!-
Angolino
dell'autrice: Salve
a tutti! Perdono per il ritardo, ma tra ultimi compiti e vacanze
varie, mi ritrovo un po' in ritardo. Spero che, quando inizierà
la scuola, riuscirò ad aggiornare con più frequenza. In
ogni caso, come sempre, vi ringrazio di cuore per le magnifiche
recensioni! Troverete le risposte entro un paio di giorni ;)
Ringrazio
tantissimo anche chi ha inserito questa storia in una delle liste e
anche chi solamente legge -vi invito a lasciare una recensioncina,
per dirmi cosa ne pensate ;) -
Bene,
direi che possiamo passare al capitolo: dunque, molte di voi mi hanno
chiesto se Sesshomaru si sarebbe ricordato di aver visto Ayame nel
passato e la risposta è: si. Ovviamente se si cambia il
passato, ci sono ripercussioni anche nel presente: è un dato
di fatto xD Insomma, sennò sarebbe troppo semplice, no?
Tra
l'altro, in questo capitolo, si vede un po' il rapporto di reciproca
fiducia che c'è tra Kagome e Ayame: si vogliono bene, non c'è
nulla da fare.
Uhm
e poi... sisi, lo so che lo stavate aspettando un po' tutti: ad Ayame
inizia a piacere Sesshomaru! Ma attenzione: “piacere” non
significa “amare”. Ma... il bel demone? Secondo voi che
cosa ne pensa? Si, è molto arrabbiato con Ayame per aver
invaso la sua privacy e aver scoperto un lato di lui che voleva
tenere nascosto... a voi le conclusioni!
Oh,
e penso sia il caso di aggiungere un'altra parte a questa super-nota:
la spiegazione dell'immagine iniziale. Dunque, penso che quelle dei
capitoli precedenti siano abbastanza chiari -in caso contrario,
chiedete- e suppongo che anche questa lo sia. In ogni caso, ho
inserito questa immagine come tributo alla piccola Rin e a
Sesshomaru, perché il suo affetto per Rin è uno dei
-tanti- temi di questo capitolo.
Bene,
spero che via abbia soddisfatto ;)
Un
abbraccio e alla prossima =)
°°Samirina°°
|
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Capitolo 9 *** Quando capisci di dover ringraziare quel santo che ha inventato le punizioni con il Principe dei Chiwawa Hitleriani. ***
Set
Fire To The Rain
9.
Quando capisci di dover ringraziare quel santo che ha inventato le
punizioni con il Principe dei Chiwawa Hitleriani
Non
avevo mai capito, fino a quel momento, la difficoltà di quello
che stavo facendo. Cioè, di solito la gente normale non fa
questi disastri, ma si sa, la classe non è acqua.
E
infatti stavo rinscatolando il portafoto con molta classe,
se così possiamo definirla.
Insomma,
avevo stampato la foto, l’avevo inserita nella cornice e poi si
era posto l’enorme problema: come avrei dovuto consegnargliela?
Avevo
quindi optato per rimetterla nella scatola. Non l’avessi mai
fatto!
Non
capivo se era la cornice a non voler rientrare nella custodia o era
la custodia che si era improvvisamente rimpicciolita.
Ad
un tratto do uno spintone e, finalmente, la scatola si richiude.
Mi
asciugo il sudore dalla fronte e guardo contenta il mio operato:
sembrava quasi che non l'avessi mai tolta!
Brava,
brava, Aya-chan! Ottimo lavoro!
Sospiro
e penso a come dargliela: insomma, mica potevo andare lì e
dire “Ehi, Sesshomaru, questo è per te, spero mi
perdonerai, tante belle cose!”
Cioè,
sarebbe stato proprio da stupidi, no?
Il
giorno dopo, appena finito di cenare, decido che è venuto il
momento di consegnare il regalo a Sesshomaru. Avevo rimandato tutto
il giorno, ma non potevo mica farlo all’infinito, no?
Salgo
le scale e mi avvicino alla stanza del mio fratellone che, come al
solito, non aveva voluto cenare con noi.
Busso
e questa volta decido di aspettare che mi inviti ad entrare.
…
-Sesshomaru,
vostra altezza, posso entrare?-
Ok,
che uscita terribile, potevo anche risparmiarmela, adesso no che non
mi farà en…
-Cosa
vuoi?-
Come
non detto!
-Io
volevo, beh…- Sesshomaru inarca un sopracciglio, chiaro
segnale che sta per chiudermi la porta in faccia –Io ho pensato
che ti avrebbe fatto piacere averla.- dico porgendogli la scatola che
lui guarda insospettito.
-Tranquillo,
non ci ho messo dentro bombe.- dico cercando di alleggerire la
situazione. Chissà perché, chissà se ho ingerito
allucinogeni a cena, ma mi sembra di vedere l’ombra di un
sorriso a stento trattenuto nel viso angelico di Sesshomaru.
Mi
sento prendere la scatola di mano e la porta mi viene sbattuta in
faccia.
Sicuramente
sono stati gli allucinogeni.
Beh,
almeno ha accettato il regalo. E comunque non ho decisamente tempo di
perdermi in questi pensieri futili: la ricerca va consegnata
dopodomani e devo ancora finire di ricopiarla.
Mi
siedo alla scrivania pensando.
Si,
lo so che probabilmente vi starete sbellicando dalle risate, ma anche
io sono capace di pensare,
anche se non si direbbe.
Inizio
a battere a computer la ricerca dal punto in cui mi ero interrotta il
giorno prima.
Dopo
qualche ora sento bussare alla porta. Mi blocco e invito chiunque sia
ad entrare.
Inu
fa la sua entrata e mi sorride. –Sei ancora in piedi, tesoro?-
Io
annuisco stancamente. –Sto finendo la ricerca per Sesshomaru.-
Lui
si siede sul letto e mi fa cenno di mettermi accanto a lui.
-Sei
stata molto brava in queste settimane, Ayame.- dice abbracciandomi
forte. Mi sento così al sicuro tra le sue braccia che so che
potrei restarci per sempre.
-Brava
a mettermi nei casini?- sussurro tra me e me, ma a Inu non sfugge
nulla.
Ride.
–No, brava perché hai saputo trattare Sesshomaru bene
come non ho fatto neanche io. Gli hai fatto capire che c’è
qualcuno che tiene a lui, e questo l’ha colpito credimi.-
Ambè,
se io gli ho fatto capire che tengo a lui, non riesco ad immaginari
quali inspiegabili forme di affetto deve avere ricevuto durante la
sua infanzia.
Sua
mamma gli aveva fatto fare bungee jumping senza elastico il suo primo
giorno di vita? O gli aveva fatto costruire un igloo in giardino e lo
aveva fatto vivere lì anche in inverno? Ecco il perché
del suo carattere gelido…
…
Ok,
ho assolutamente bisogno di una lunga dormita.
-Non...
non l’ho fatto con questo scopo, l’ho fatto perché
lo sentivo…- sussurro sentendo il cuore battere veloce e Inu
mi stringe di più. Mi sento così tanto amata in questo
momento, che quasi mi viene da piangere.
-Ti
lascio ai tuoi affari, e porta pazienza con quel testone di
Sesshomaru!- dice facendomi l’occhiolino.
Ridacchio
e lo guardo uscire.
Non
ho avuto il coraggio di dirgli del viaggio, ma dopotutto penso lo
sappia già.
Lui
sa sempre tutto.
Finisco
in fretta di battere a computer la ricerca e, mentalmente, ringrazio
il rospo verde che ha accettato di raccontarmi tutta sta roba.
Faccio,
finalmente, partire la fotocopiatrice e vado a mettermi in pigiama.
Non
ce la facevo più! Maledette pagine!
Penso
di aver perso almeno tre ore di sonno. E io quando non dormo sono
nervosa. Molto nervosa!
Ti
prego, fai che vada bene, ti prego fai che vada bene,
prego nel tragitto banco-cattedra del professore.
Sesshomaru
mi prende dalle mani i fogli non degnandomi neanche di mezza occhiata
e da uno sguardo veloce alle pagine.
-Al
posto.- sibila gelido, muovendo a mala pena le labbra.
Torno
al posto e, solo allora, mi azzardo a tirare un sospiro di sollievo.
Molto molto piano, però, perché potrebbe anche essere
che le delicate orecchie del Professore-Ghiacciolo lo captino e, per
caso, trovi qualche imperfezione nel mio compito che lo porterà
a mettermi l’ennesimo quattro.
La
lezione passa molto lenta, ma io mi sto già pregustando la
ricreazione: Kagome aveva deciso di dare il regalo ad Inuyasha e,
quando me l’aveva detto quella mattina, avevo fatto fatica a
non mettermi a saltellare dalla felicità.
Desidero
un sacco vederli insieme, anche perché Inuyasha si merita una
persona dolce e gentile come Kagome.
-Ehi,
Kacchan!- le dico raggiungendola in cortile. –Allora?-
Lei
non mi risponde e vedo che è intenta a guardare la scatolina,
stringendola tra le mani come se non sapesse se dargliela oppure
tenersela.
-E
se non gli piace?- mi chiede con voce tremante.
Oddio,
è proprio da Kagome prendere una decisione e poi tirarsi
indietro all’ultimo.
-Vedrai
che gli piacerà. Anche se gli regalassi una foglia lui
l’apprezzerebbe.-
-Dovevo
regalargli una foglia?- mi chiede girandosi di scatto spaventata e
spalancando gli occhioni color del cioccolato.
No,
testa di medusa, NO!
-No,
Kacchan, dico solo che qualunque cosa gli regalassi, a lui piacerebbe
perché gliel’hai regalata tu. Mi spiego?-
La
vedo scuotere la testa.
Ovviamente
no…
Ad
un tratto mi giro e vedo
Shiori-guardiamo-il-culo-del-professor-Taisho avvicinarsi a passo
spedito.
-E
adesso che cosa vuole?- sussurro piano, sperando che non stia venendo
verso di noi.
Per
non so quale Kami, Shiori si blocca proprio davanti a noi, e ci
guarda dall’alto in basso, concentrata. Probabilmente si chiede
per quale motivo è venuta fino a lì, da due stupide
plebee: poverina, il suo cervello è talmente piccolo che non
se lo ricorda.
-Oh,
cos’è?- chiede prendendo di mano a Kagome la scatolina.
-No,
ridammela…- dice lei tentando di afferrarla, ma Shiori se la
porta all’orecchio e inizia a scuoterla.
-E’
delicata, stupida!- sibilo io, già pronta a balzargli addosso.
Non le avrei lasciato rovinare l’oggetto che avrebbe fatto far
pace Kagome e mio fratello.
-Davvero?
Oooops!- dice santarellina, mentre lascia scivolare la scatola a
terra.
Sento
distintamente il rumore del cristallo che va in frantumi e,
probabilmente, anche Kagome perché trattiene il fiato e si
porta le mani alla bocca.
-Razza
di idiota!- urlo io mentre raccolgo la scatolina con tutta
l’intenzione di saltarle addosso e staccarle i capelli uno per
uno.
A
quanto pare, però, non avevo fatto i conti con il classico
orgoglio di demone, perché la stronzetta non si lascia mica
offendere e mi prende il polso, con tutta l’intenzione di farmi
paura.
-Come
ti permetti, mezzo demone?-
-Come
ti permetti tu di far piangere la mia amica, piuttosto!- sibilo io.
Sento
una rabbia enorme montarmi dentro, ma era una rabbia fredda che porta
con sé un’energia diversa dal solito: l’energia
spirituale.
Mi
libero dalla sua stretta e la prendo per una spalla.
Quel
semplice contatto la fa urlare e indietreggiare, mentre dalla sua
spalla si alza un penetrante odore di carne bruciata.
Oddio,
l’ho purificata!
-Cosa
succede qui?-
Sento
la voce glaciale di Sesshomaru che ha la facoltà di calmarmi
all’istante.
Mi
volto verso di lui e noto che intorno a noi si è radunata una
folla di curiosi, probabilmente attirati dal fumo.
Ma
farvi i cazzi vostri mai, eh?
Che cavolo vogliono? Una seduta spirituale anche loro? Perché
se vogliono li accontento subito.
-Ho
detto: cosa succede qui?- ci richiede perentorio Sesshomaru.
Shiori,
ripresasi dall’iniziale stato di shock, non perde occasione per
fare la vittima. –Ayame mi ha bruciata!- piagnucola guardando
Sesshomaru come se fosse veramente lei la vittima.
-No,
lei non…- tenta di dire Kagome, ma viene immediatamente
zittita da Sesshomaru.
-Seguitemi.-
Quella
parola, così semplice, mi fa capire che non devo temerlo e,
stupidamente, penso che lui mi proteggerà sempre.
Cinque
minuti dopo siamo entrambe davanti alla cattedra di Sesshomaru,
mentre Shiori da la sua fantasiosa
versione
della storia.
Io
aggrotto le sopracciglia ad ogni parola, mordendomi la lingua per
evitare di intervenire. Sesshomaru era stato chiaro: prima
lei, poi io.
-...e
quindi mi ha preso la spalla e mi ha bruciata!-
Sesshomaru,
il mio adoratissimo professore, non dice niente e di volta verso di
me.
-Ha
rotto una cosa a Kagome e l'ho insultata. Poi lei ha insultato me e
io l'ho presa per la spalla. Non pensavo di poterla purificare: se
l'avessi saputo sarei stata più attenta.- mi
sarei limitata ad incenerirla, avrei
tanto voluto aggiungere, ma era meglio non peggiorare la mia
situazione.
Il
professor
Taisho ci
fissa, come a voler capire con la forza della mente chi deve punire.
Shiori è abbastanza tranquilla: è sicura che punirà
me, visto che io sono una mezzo demone mentre lei è un demone
completo.
-Shiori,
tu mi porterai una relazione di cinque pagine entro questa settimana.
Potrai scegliere chi vuoi. Tu, Ayame... sei in punizione per la
prossima settimana: passerai un'ora con me a scuola dopo le lezioni.-
Non
so se essere sollevata perché non ha punito solo me o se
essere disperata perché per il prossimi sette giorni dovrò
rimanere un'ora in più a scuola con la sola compagnia del
Principe dei Barboncini Rabbiosi.
-E'
tutto. Shiori, puoi andare.- sibila gelido e mi ritrovo a pensare che
più che un invito sembra una minaccia.
-Bene,
allora poss...-
-No.-
...o
andarmene anche io... no, eh?
Mi
siedo su una sedia e aspetto paziente che Sesshomaru inizi a parlare.
-Farai
un ripasso di tutto il programma, da cima a fondo.- dice dopo qualche
secondo e io spalanco gli occhi.
-Tu...
tutto il programma?- chiedo titubante.
-Si.-
dice lui, criptico, senza lasciarmi una via d’uscita.
-Ah…-
sussurro, non riuscendo a trattenere la delusione. Ma, infondo, cosa
mi aspettavo? Che l’avesse fatto per… per… per
passare un po’ di tempo con me?
Subito,
a quel pensiero, sento una morsa dolorosa allo stomaco che mi fa
trattenere il fiato per qualche secondo.
Alzo
gli occhi sul mio fratellastro e lo guardo, ma è come se non
lo vedessi.
-Inizieremo
dopodomani.-
Mi
alzo e annuisco, credendo che, alla fine, più di qualche
parola non riuscirò mai a scambiarla con lui. Mi piacerebbe
così tanto, però, che lui si aprisse con, me ma,
d'altronde, chi sono io per lui? Nessuno, appunto.
Torno
in classe e mi siedo al mio posto, rendendomi conto che riesco a
rovinarmi una bella giornata d’autunno in quattro e
quattr’otto.
-Ehi,
Ayame, ci sono le giuggiole, ne vuoi?- mi chiede Izayoi quella
mattina.
Io
guardo i frutti succosi e ne afferro un paio, portandoli alla bocca e
sorridendo. Io adoro
le
giuggiole, anzi le amo con tutto il mio cuore.
Come
ogni mattina prendo il vassoio della colazione e lo porto a
Sesshomaru che è seduto sul divano a leggere.
Lui
alza semplicemente gli occhi su di me, per poi ritornare ai suoi
affari.
Classica
routine. Per fortuna oggi, oltre ad essere il giorno della prima
lezione pomeridiana con Sesshomaru è anche sabato, ergo domani
vacanza
assoluta.
Penso
già a come passerò la giornata insieme a Inu, Izayoi ed
Inuyasha. E Sesshomaru, ovviamente, ma lui non partecipava mai molto
alle nostre attività familiari.
Esco
di casa e guardo il cielo.
-Che
fortuna: siamo a novembre e c’è ancora il sole!-
Inuyasha
sbuffa e mi passa a fianco con le braccia incrociate dietro la testa.
–Ma tu riesci ad essere felice per tutto? Muoviti che questo
pomeriggio hai addirittura ore in più!-
-Ma
uffa, possibile che tu sia sempre capace di rovinarmi la giornata?-
Lui
ridacchia e se ne va, lasciandomi indietro.
-Aspettami,
antipatico!- urlo, ma la ma voce viene coperta dal rombo della
macchina di Sesshomaru che parte verso la scuola.
Se
qualche volta ci desse un passaggio…
Inuyasha
non mi aspetta e inizia a correre felice come non lo era da tempo. E
ci credo: grazie a me (come mi piace precisare) non solo ha fatto
pace con Kagome, ma si sono pure dichiarati.
E’
successo mentre io e Shiori stavamo discutendo con Sesshomaru: il mio
intelligentissimo fratellone è andato a consolare Kagome,
mettendole un braccio intorno alla spalle. Lei ha abbassato la testa
e gli ha mostrato il regalino distrutto, confessandogli che era per
lui.
Allora
mio fratello, guardandola intensamente, le ha detto che non gli
importava del regalo e che il regalo che gli faceva continuamente era
restare al suo fianco, poi l’ha baciata.
Ora,
non so dove avesse letto quel discorso o se, da dietro, Miroku glielo
avesse suggerito. Non avrei mai e poi mai immaginato che Inuyasha che
di per sé è una persona abbastanza rozza, poco
intuitiva e ha il sentimentalismo di un gabinetto, sarebbe mai
riuscito a tirare fuori quel poco di romanticismo che gli avrebbe
fatto conquistare Kagome.
Ovviamente
io so tutta la scena perché Kagome si è premurata di
raccontarmela almeno cento volte. Sta di fatto che è da due
mattine che i due si presentano a scuola a manina, per la gioia di
Sango e Miroku che già pregustano le uscite a quattro.
-Inuyasha!-
esclama Kagome non appena ci vede. Mio fratello si avvicina e i due
si scambiano un bacio che mi fa arrossire, cosa che Miroku non evita
di far notare a tutte le persone che ci passano a fianco.
Lo
prenderei a calci all’istante, se potessi.
Entriamo
a scuola e superiamo a fatica quella lunga e noiosa giornata: due ore
di letteratura con Kaede (e, credetemi, sarebbe più
emozionante restare a guardare l’acqua che liscia un sasso),
un’ora di storia giapponese (come se non bastasse l’ora
in più pomeridiana), un’ora di educazione fisica (ancora
pallavolo!)
e infine una terribile e asfissiante ora di matematica. Allora, non
che la matematica non mi piacesse, sia chiaro. Quella sfilza di
numeri e frazioni hanno un linguaggio loro che, a volte, mi diverto a
cercare di comprendere. Sta di fatto che, fatalità, non si sa
per quale caso straordinario, la nostra insegnante è Kikyo,
una donna talmente impassibile che mette in soggezione la gente solo
standole a due metri di distanza.
Credo
sia molto adatta alla matematica. Se la guardo nel contesto della
guerra me la immagino come un’astuta e calcolatrice stratega.
Si,
insomma, quando suona la campanella non faccio altro che sentirmi più
triste di prima: fuori c’è il sole e l’aria
frizzantina riempie i polmoni e io devo starmene ancora in quella
scuola grigia tra quattro mura.
Sospiro
e esco insieme agli altri, ma mi fermo in portineria, aspettando che
Sesshomaru si faccia vedere per iniziare la lezione.
Ritarda
ben mezz’ora durante la quale vengo richiamata da almeno tre
bidelli, due professori e perfino la preside che, non so per quale
motivo, se ne va con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Insomma,
nel giro di trenta minuti mezza scuola sa che sono in punizione con
Sesshomaru, e l’altra metà probabilmente lo saprà
domani perché Shiori andrà a smaronarlo in giro.
Magnifico…
-Seguimi.-
Ancora
quella parola, ancora quelle sensazioni che sembrano quasi assopite
dentro di me.
Lo
seguo in un’aula vuota e lì mi fa sedere davanti a lui,
ordinandomi di tirare fuori il libro. Me lo fa aprire proprio
all’inizio, al Paleolitico e dice che inizieremo proprio da lì.
-E
come facciamo? Abbiamo solo una settimana…-
-Se
preferisci ne facciamo due.- mi dice gelido, squadrandomi con le
sopracciglia alzate.
-No,
no, grazie!-
Inizio
a ripetere tutto, sotto il suo sguardo attento e lui mi corregge
sulla forma dell’esposizione e sui contenuti se sono errati.
Nel tempo di un’ora mi ritrovo ad aver studiato ben tre
periodi, forse non molto lunghi, ma sempre tre Ere.
Mi
stupisco di quanto sia riuscita a parlare e a studiare in un’ora.
A casa studio altrettanto incessantemente, ma a volte non trovo le
parole o, lo ammetto, mi distraggo a guardare fuori dalla finestra.
Invece
parlare a Sesshomaru mi sembra talmente facile e spontaneo che quasi
non ho sentito il tempo che passava e la mia mente sarebbe capace di
studiare ancora ore.
Ad
un tratto lui interrompe i miei pensieri.
-Ti
sei resa conto delle cose che hanno un’importanza che magari
gli altri non riescono a comprendere?- mi chiede non guardandomi e
mettendo il libro dentro alla valigetta.
Annuisco.
–Si, e mi dispiace tanto per il fiore. Se l’avessi
saputo…- stavo per dire che non l’avrei fatto, ma so che
sarebbe successo lo stesso: la curiosità mi divora ogni volta
e non riesco a trattenerla.
Sesshomaru
alza la testa e mi guarda scettico, come intercettando i miei
pensieri.
-Però,-
dico guardandolo –penso anche che non si possa smettere di
vivere perché si è persa la persona più
importante della propria vita. E non mentirmi, Sesshomaru, tu amavi
Rin. Nella radura ho visto come la guardavi: come se fosse la cosa
più importante, come se avessi paura che un alito di vento te
la portasse via.-
Forse
non è il caso di sbattere in faccia al Principe dei Demoni
tutti i suoi sentimenti, ma a quel punto non riesco più a
fermarmi e, dopotutto, il mio interlocutore non mi ha ancora
interrotto, quindi lo prendo come un invito ad andare avanti.
-Penso
sia giusto che si ricordino costantemente le persone che ci hanno
amati e che abbiamo amato, ma non bisogna dimenticarsi di vivere, di
apprezzare quelle piccole cose che rendono bella l’esistenza.
Non si può dimenticare che ci sono persone intorno a noi che
vorrebbero vederci felici e in pace con noi stessi. Non si può
rimanere attaccati ad una persona che non c’è più
per il resto della vita, perché non si riescono più a
apprezzare quelle vive che ci stanno accanto giorno per giorno. Il
tempo è sempre troppo poco per vivere, e… e io non
posso pretendere che tu decida di ascoltare i miei consigli se sono
io la prima a non farlo. Scusami.- dico scappando via.
E’
vero quello che gli ho detto: so che amava quella bambina più
di ogni altra cosa e che ne ha custodito il ricordo gelosamente per
tutti questi anni, ma quando era morta si era chiuso in sé
stesso senza permettere agli altri di infrangere la sua corazza fatta
di ghiaccio e tristezza.
Mi
rincuora il fatto che non mi abbia interrotta con una delle sue
gelide uscite, ma io voglio a tutti i costi quel Sesshomaru che avevo
visto nel mio viaggio nel tempo, quello sereno che infondeva
un’immensa sicurezza a coloro che gli stavano intorno. Non
perché disprezzassi quello che era diventato negli anni, anzi,
ma l’avevo visto tremendamente in pace con sé stesso e,
vedendo che era felice, mi sentivo felice anche io.
Quindi
voglio che sia felice, e per essere felice deve smettere di soffrire
per Rin.
Quando
arrivo alla mia meta mi piego su me stessa e cerco di riprendere un
po’ di fiato: dopotutto mi sono fatta mezza città di
corsa e, sicuramente, non ho potuto mettermi a saltare sui tetti
(cosa molto entusiasmante in mancanza di alberi).
Cammino
per il cimitero, percorrendo una strada che ormai so a memoria e
arrivo davanti alla tomba dei miei genitori.
-Ciao
mamma, ciao papà.- sussurro cambiando i fiori. –Io…
proprio non so da dove cominciare.- faccio una pausa, per cercare le
parole. –Penso che non verrò più qui per molto
tempo. Ho capito che in tutti questi anni non sono veramente andata
avanti con la mia vita, restando sempre incatenata al vostro ricordo.
Ho solo fatto finta di aver superato la vostra perdita, ma non sono
mai riuscita a capire che le altre persone potevano essere importanti
tanto quanto voi, e riuscivo ad essere totalmente in pace con me
stessa solo quando sentivo che mi eravate accanto. Ecco perché
vengo qui spesso. Ma, alla fine… qui ci sono solo i vostri
corpi, che non oso pensare a come siano ridotti in questo momento.
So, sento,
che il vostro spirito viaggia sempre accanto a me, nelle cose che mi
circondano e nei momenti che vivo. Mi spiace non averlo capito prima.
So
che probabilmente sembrerà strano, ma è stato proprio
Sesshomaru a farmelo capire. Io e lui, dopotutto, sotto questo punto
di vista siamo molto simili.-
Faccio
un sospiro e sento il cuore che inizia a battere forte, lo stomaco
che si stringe e le mani che sudano.
-
E io vorrei… vorrei tanto che… che fosse felice.-
sussurro, rendendomi improvvisamente conto che è diventata la
mia priorità.
Mi
alzo e spengo l’incenso che probabilmente aveva riacceso il
custode. Mi sento bene, in pace con me stessa, come se delle porte si
fossero improvvisamente aperte. Vedo il futuro spalancarsi davanti ai
miei occhi.
Mentre
esco dal cimitero, una leggera brezza si alza e io guardo il cielo,
beandomi dello spettacolo del tramonto, immaginando le anime dei miei
genitori che mi volteggiano a fianco, soddisfatti della loro figlia.
Angolino
dell'autrice: Salve
a tutti! Dunque, prima che mi dimentichi, devo fare un annuncio:
visto che queste vacanze -purtroppo- sono finite, ho deciso che
aggiornerò una volta a settimana. Pensavo il sabato, a dire il
vero, ma se per caso avete qualche altra preferenza, non c'è
che da chiedere.
Come
al solito, ringrazio chi ha inserito questa storia in una delle liste
e, in particolare, chi ha recensito. Ho notato che le recensioni sono
un po' calate, ma suppongo che sia a causa delle vacanze: spero di
risentirvi tutti al più presto!
Direi
che possiamo passare al capitolo.
Si,
il portafoto serviva esattamente per quella
foto,
che Sesshomaru ha accettato. Avete indovinato, come sempre U.U ;)
In
questo capitolo, ho cercato di mettere in evidenza il lato di
sacerdotessa di Ayame. Non sono sicura che un mezzo-demone possa
avere anche poteri spirituali, però dopotutto nel manga non mi
sembra sia specificato, per cui...
In
ogni caso: lei non ne ha controllo.
A
dire il vero, ho già pensato ad un sequel. Non ho ancora
iniziato a scriverlo e non sono nemmeno sicura che lo farò:
dipende come va questa storia: a voi la scelta! In ogni caso, in
questo ipotetico sequel saranno messi in evidenza molti aspetti che
ho tralasciato in questa fic, come il rapporto Kagome-Inuyasha, il
carattere di Kagome e i poteri di Ayame. Non svelo altro, altrimenti
potrei anche spoilerare questa fic, e non mi pare il caso xD
Però
voi ditemi cosa ne pensate, eh? =)
Tornando
al capitolo: ne sono piuttosto soddisfatta, sopratutto per l'ultima
parte. E' un punto focale del racconto. Vi ricordate che, all'inizio,
avevo detto che questa storia sarebbe stata un po' il “percorso”
di Ayame? Ecco, in questo capitolo ha fatto un grande passo avanti
nella sua vita.
Beh,
non mi pare ci sia altro.
Ora,
la
foto a inizio capitolo:
teoricamente, Ayame ha i capelli e gli occhi neri, non marroni.
Purtroppo hanno chiuso picknik e non ho idea di come fare a
modificare le foto. Però quella è Ayame, sisi. L'ho
scelta per la spada che tiene in mano Sesshomaru: lui tiene Ayame
nelle sue mani, e lei non può fare altro che accettare questa
cosa. Tuttavia, anche lei ha una certa influenza su di lui,
simboleggiata dalla mano che, nelle foto, tiene sul mento a
Sesshomaru.
Dunque,
credo sia davvero tutto. Spero recensirete!
Un
abbraccio,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 10 *** Quando capisci che tuo padre non è adatto a fare la Mew Mew. ***
Set
Fire To The Rain
10.
Quando capisci che tuo padre non è adatto a fare la Mew Mew.
Quel
pomeriggio torno a casa più allegra del solito.
-Ehi,
Ayame, pensavo tornassi a casa con Sesshomaru.- mi dice Inuyasha.
–Fuori fa già buio.-
-Sono
passata al cimitero e poi mi sono goduta il tramonto.- gli rispondo
sorridendogli.
Lui
non può fare che sorridermi di rimando e mi segue in cucina.
-Sembri…
felice.- noto che tentenna, ma lo posso capire: quando torno dal
cimitero di solito non è che sono il ritratto della gioia
assoluta.
-Eh
già!- dico mentre metto i fiori freschi su un vaso. –Belli,
vero?- gli dico indicandoli.
Lui
annuisce e mi continua a guardare.
-Ok,
Inuyasha Taisho, ti conosco abbastanza da sapere che c’è
qualcosa che vuoi chiedermi. Sputa il rospo!-
-Ok,
ok. Volevo sapere come era andata la lezione con Sesshomaru…-
Sono
stupita da questa richiesta, di solito ad Inuyasha queste cose non
interessano minimamente anzi meno ha a che fare con fratello meglio
sta.
-Magnificamente.
Sesshomaru mi ha… particolarmente ispirata, diciamo.- dico
sorridendo. Sesshomaru mi ha aiutata molto, anche se probabilmente
lui non lo sa.
-Anche
lui sembrava particolarmente ispirato quando è tornato a
casa.- mi risponde con tono indagatore e leggermente corrucciato.
Lo
guardo incrociare le braccia e sospiro. –Cosa ti ha detto?-
-Cosa
mi avrebbe dovuto dire?-
Apro
la bocca per parlare, ma poi la richiudo subito. –Stai cercando
di fregarmi, Inuyasha.- dico contrariata.
Lui
sghignazza. –Hai ragione, sta di fatto che quando è
tornato a casa, beh… mi ha salutato.-
Spalanco
gli occhi. –Ha fatto cosa?-
-Mi
ha salutato. “Ciao fratello”, ha detto! E di sua
spontanea volontà!-
Lo
seguo in salotto e continuo a guardarlo ad occhi spalancati mentre
lui si siede sul divano e accende la tv.
-Sono
rimasto in stato di shock per almeno dieci minuti.-
Si
rialza e mi viene vicino, prendendomi per le spalle.
-Non
so cosa tu gli abbia fatto, ma continua perché è
spettacolare!-
Aspetto
che Inuyasha si risieda sul divano tutto pimpante e salgo in camera
mia.
Apro
il libro di biologia, consapevole che dovrei studiare, ma non riesco
a smettere di pensare alle parole di Inuyasha: “Non
so cosa tu gli abbia fatto, ma continua perché è
spettacolare!”
Cosa
gli avevo fatto? Niente! Non gli avevo fatto proprio niente, gli
avevo esposto solo quello che pensavo, ma quante probabilità
c’erano che un demone orgoglioso come Sesshomaru ascoltasse i
miei consigli? Meno di zero, appunto.
Che
fosse accaduto il miracolo?
Se
così fosse significava che lassù, i miracoli, non li
hanno ancora finiti! Ma che magnifica notizia!
Sospiro
e mi porto una mano al cuore, sentendolo battere forsennato, come
poco prima al cimitero se non di più.
Cosa
mi sta succedendo?
Scuoto
la testa e apro la finestra, lasciando che l’aria gelida ma
piacevole mi schiarisca i pensieri, poi porto la mia attenzione al
libro di biologia.
-Ayame,
è pronta la cena!- mi chiama Izayoi e mi distoglie dal mio
studio.
Sospiro,
segretamente sollevata, e scendo le scale già sentendo
l’odorino del riso e degli Onigiri che tanto adoro. Proprio non
so come faccia Sesshomaru ad odiare il cibo umano.
Ed
ecco nuovamente le mani sudate, lo stomaco sottosopra e il cervello
in pappa… inizia a succedere troppo spesso per i miei gusti. E
non mi spiego nemmeno il perché!
Mi
siedo a tavola e mi rendo conto solo in questo momento di quanta fame
ho. A quanto pare lo studio e la pace interiore consumano molte
energie… beh sullo studio non c’era dubbio, altrimenti
perché avrei sempre una fame da bufala?
No,
non occorre che rispondiate: si chiamano domande
retoriche,
queste!
-Tesoro,
tieni la ciotola col riso.-
Annuisco
ad Izayoi e tendo la mano, contemporaneamente Inu mi passa un piatto
con gli Onigiri da mettere in tavola.
-Grazie
mamma, grazie papà.- dico prendendo i cibi dalle loro mani e
appoggiandoli davanti a me.
Immediatamente
tutto si blocca: Izayoi smette di riempire le ciotole e mi fissa come
una trota fuor d’acqua, Inu rimane con la mano a mezz’aria
e spalanca la bocca talmente tanto che riesco a vedere pure le
tonsille e dalla mia destra percepisco assoluto silenzio segno
inconfutabile che Inuyasha ha smesso di masticare come un maiale.
Mi
guardano tutti e tre stravolti, come se avessero appena assistito
all’ascesa al cielo della Vergine Maria.
Se
non avessero parlato entro tre secondi netti avrei veramente detto
qualche stronzata che avrebbe seriamente rovinato l’atmosfera.
Improvvisamente
Izayoi lascia cadere la ciotola e mi salta praticamente addosso,
tirandomi in piedi e stritolandomi in un abbraccio spacca mandibola.
-Non
riesco a respirare, mi stai stritolando!-
Mi
lascia quando ormai sento l’ultimo grammo di ossigeno uscire
dai polmoni. Inizio a respirare, sentendomi il viso rosso e caldo.
-Ma
si può sapere cosa…?- chiedo rimanendo in piedi.
-Ci
hai chiamati mamma e papà…- dice Izayoi con le lacrime
agli occhi e le mani sulla bocca, pronta a reprimere un singhiozzo se
si fosse presentato.
Arrossisco
leggermente e abbasso lo sguardo imbarazzata, evitando di guardare i
miei famigliari negli occhi.
-Non
me ne ero neanche accorta a dire il vero.-
Izayoi,
mamma, mi abbraccia di nuovo, grazie a Dio con più
delicatezza.
-E’
bello che tu finalmente stia meglio, tesoro.- dice Inu sorridendo
dolcemente.
Allora
non ero stata solo io a rendermi conto che non avevo seriamente
superato tutto, anche se a prima vista poteva sembrare così!
E’
vero, in questo momento mi sento davvero parte di quella famiglia,
come mai prima d’ora.
Mentre
la mamma (che bello dirlo!) mi scioglie dall’abbraccio, sento
una presenza dietro di me. Mi volto e vedo Sesshomaru che, in tutto
il suo regale splendore si accomoda nella sedia a fianco alla mia e
ci guarda non emettendo alcun suono.
D’altro
canto, noi lo guardiamo stupiti e tutti ci chiediamo la stessa cosa:
per
quale ragione Sesshomaru Taisho, Principe dei Demoni, Re delle
freddure e insegnante di storia Giapponese a tempo pieno, si sta
sedendo a tavola con noi, quando ha fatto espressamente intendere che
non si sarebbe mai abbassato a tanto?
Sono
quasi tentata di gridare Dov’è
Sesshomaru, che ne hai fatto del mio adorato fratello super bello? Ma
sono troppo impegnata ad asciugarmi le mani sudate sui pantaloni e a
cercare di calmare il cuore. Kamisama, sembro posseduta!
Certo
che pregare i Kami qui non serve proprio a niente, tanto vale che mi
converta al Buddhismo o al Cristianesimo! O al Johnny Deppismo.
Mi
siedo e inizio a mangiare in silenzio notando che mamma a volte mi
lancia qualche occhiatina felice e Inuyasha non fa altro che guardare
me e Sesshomaru alternativamente. A quanto pare solo il Grande
Generale Cane ha messo da parte tutti questi piccoli “miracoli
familiari”, visto che si sta ingozzando peggio di Inuyasha.
Veramente, non so che buget mensile spenderemo in cibo. Probabilmente
se mangiassimo solo la metà potremmo diventare pluri
miliardari in pochi anni. Vabbè che, alla fine, non mi posso
lamentare visto che probabilmente i miei figli saranno coperti
economicamente fino alla pensione… e devo ricordare che i
mezzo demoni vivono centinaia di anni?
-Ayame,
mi stai ascoltando?-
-Uh?
Scusa Inuyasha, ero tra le nuvole. Dicevi?-
-Mi
chiedevo…- cos’era quel tono? –se avessi caldo, a
dire il vero. Perché io ho tanto
caldo!-
Lo
fisso. Ok… e allora? Cioè, io effettivamente sto bene…
No,
forse no, considerando che ho le mani bagnate dal sudore e, ora che
me lo fa notare ho dei fiotti di calore enormi.
Mi
alzo e metto le mani sotto l’acqua ghiacciata e spalanco gli
occhi quando noto che l’acqua evapora
sotto
il calore della mia pelle.
Qui
c’è qualcosa che non va…
Inuyasha
si alza e mi viene vicino. –Scotti.-
-Ma
no! Tu dici? Come sei arguto! Vuoi un abbraccio?- gli dico.
Mi
stanno seriamente girando le palle. Com’è sta storia che
adesso mi vanno in palla i poteri demoniaci e quelli spirituali? Ho
una specie di crisi adolescenziale per demoni?
-Io
esco.- dico togliendo le mani dal rubinetto prima che la stanza si
riempia di nebbia.
-Il
giubino!- mi urla Izayoi dalla cucina, probabilmente preoccupata che
possa prendere freddo.
-Si,
mamma!- le urlo prima di uscire dalla porta con in giubino in
questione sopra le spalle.
Sbuffo
sonoramente. Era una serata perfetta: io avevo chiamato Inu e Izayoi
per la prima volta papà e mamma, e loro erano felici, Inuyasha
non aveva più il muso per il litigio con Kagome e Sesshomaru
era venuto a cenare
con
noi. Beh, cenare era un parola grossa visto che si era solamente
seduto a tavola ma, insomma, era un grande passo avanti!
No
che ho i fiotti di calore.
Ma
che accidenti mi sta succedendo?
Cammino
per la città e, devo dire, che il freddo mi da un bel po’
di sollievo: tempo cinque minuti e sto già molto meglio.
Decido
di allungare la passeggiata, dopotutto mi piace da morire camminare,
anche se preferirei farlo in un prato fiorito con erba verde e
soffice e non in una città piena di grattacieli e cemento.
Beh, devo accontentarmi.
Mi
fermo in un parco e mi siedo in una panchina. Non capisco perché
mi stia tutto sfuggendo di mano. Sta di fatto che devo cercare di
calmarmi, e cosa c’è di meglio che la meditazione?
No,
non c’entra niente con tutti gli “Om”, “Em”,
o “Um”: quelle cose sono totalmente inutili, almeno per
noi demoni.
La
nostra meditazione consiste nel raggiungere l’armonia interiore
e la pace dei sensi, riuscendo a controllare il nostro vortice
demoniaco che non è altro che il potere racchiuso nel nostro
animo.
Chiudo
gli occhi e mi lascio andare. Mi concentro per vedere all’interno
della mia anima e quello che scorgo con gli occhi della mente non mi
piace per nulla: la mia anima è agitata come un mare in
tempesta e non riesco a scorgere il mio vortice demoniaco.
Faccio
respiri profondi e riesco a rilassarmi quel poco che mi serve per
poter scorgere una specie di tromba d’aria: il mio potere
demoniaco. A fianco c’è una specie di sfera ramificata
color rosa brillante, che non è altro che la mia energia
spirituale.
Guardo
con attenzione e vedo che in un punto le ramificazioni rosa si
mescolano con il turbine di vento. No
no, cosa brutta. Moooolto male!
Decido
di agire su quel punto e inizio a sgrovigliare i nodi; sono molto
stretti e faccio una fatica immane a rimanere rilassata, ma alla
fine, grazie a Kamisama, ce la faccio.
Poi
inizio a lavorare sul turbine demoniaco, cercando di ritrarlo e
tenerlo sotto controllo smussandone i contorni e diminuendone la
potenza. Piano pano e con calma riesco a ridurlo a due terzi del suo
iniziale volume, ma sento che non riesco ad andare oltre. Eppure non
capisco: sono libera adesso, libera dalle catene che mi tenevano
legata al passato e ai ricordi. Quale sentimento o preoccupazione può
creare così tanto scompiglio nel mio animo?
Decido
di non pensarci e inizio ad accarezzare la sfera rosa, facendo si che
riassorba le ramificazioni. L’energia spirituale è molto
più facile da “lavorare” di quella demoniaca:
innanzitutto è meno distruttiva e quindi più facile da
controllare e poi per la maggior parte delle volte è sopita e
si risveglia solo quando ho bisogno d’aiuto. Insomma, è
molto più facile conviverci!
Sempre
se non si tiene conto che sono uno scherzo della natura, un ibrido,
un miscuglio tra il bianco e il nero, il sole e la luna, il cielo e
la terra, io e Sesshomaru.
Quando
mi sento abbastanza calma decido di tornare a casa, per non far
preoccupare troppo i miei.
Giro
le chiavi nella toppa ed entro. Sento delle voci provenire dal
salotto e mi dirigo lì, trovando Inu, Izayoi, Inuyasha e
Kagome, che non so quando fosse arrivata, seduti sul tappeto che
urlavano ininterrottamente “Merda!” passandosi le carte
da gioco.
Spalanco
gli occhi e mi giro verso Sesshomaru e lo vedo seduto sul divano che
legge il suo solito libro.
Se
scopro quando è il suo compleanno almeno so che regali fargli.
Mi
rigiro verso il resto della mia famiglia. –Sto via un’ora
e voi diventate tutti pazzi?- chiedo sarcastica mettendo le mani sui
fianchi.
-Sesshomaru
la pensa nello stesso modo, temo.- dice Inu prima di sbottare un
“Merda!” e alzarsi ridendo e sfottendo gli altri per la
vincita.
-Sono
il Generale Cane, volevate che non vincessi una stupida partita a
carte? Pfui, non c’è niente e nessuno che mi possa
battere!-
Chissà
perché, ma mi ricorda tanto i cartoni animati con le paladine
della giustizia, per esempio Tokyo Mew Mew: “Angeli
protettori della Terra custodi, nya!”
Si,
anche se non me lo vedrei proprio con un vestitino rosa a pallone e
un cuore peloso in mano. In effetti questa visione ha un che di
raccapricciante.
Alzo
le spalle e mi vado a sedere a fianco di Sesshomaru. Immediatamente
sento il senso di angoscia stringermi il petto e le mani sudare, ma
non ci faccio caso perché, cazzarola, ho appena fatto un’ora
di meditazione.
-Tesoro
di papà, sei felice che abbia vinto?- mi chiede Inu
sorridendomi raggiante.
-Felice
come un vampiro con un paletto conficcato nel cuore.- dico ironica e
Kagome, Inuyasha e Izayoi scoppiano a ridere.
E,
ma forse è solo una mia sensazione, anche il Gelido Vento del
Nord emette un suono non ben identificato che mi fa voltare di
scatto.
I
nostri occhi si incrociano e posso dire per certo che il mare mosso
si è trasformato in uno tsunami in piena regola. Quasi
quasi lo chiamo Katrina!
Distolgo
lo sguardo e riinizio a rilassarmi, cercando di non pensare alle
sensazioni tumultuose che, in realtà, mi si agitano dentro.
-Cosa
ci fai qui, Kagome?- le chiedo mentre la guardo mettersi in pigiama.
-Beh,
Inuyasha mi ha invitata a dormire qui e ha detto che non ti dovevo
dire niente per farti una sorpresa.-
-Hai
capito i piccioncini…- sussurro maliziosa facendo arrossire la
mia amica di botto.
-Non…
non per quello che pensi! Dormirò in camera con te come al
solito!-
-Va
bene, Kacchan, tranquillizzati e soprattutto non urlare: devo
ricordarti che siamo in una casa di demoni?-
Lei,
se possibile arrossisce ancor di più e si fa piccola piccola,
come se volesse confondersi con il parquet.
Mi
butto a letto e le faccio cenno di stendersi a fianco a me. Lei mi
prende in parola e, prendendo la rincorsa, si butta sul mio letto. Ci
manca poco che si metta ad urlare –Banzaiiiiiiii.- e saremmo
stati proprio a cavallo.
Ci
abbracciamo, proprio come quando eravamo più piccole.
-Sai,
sono proprio felice in questi giorni.-
-E
ci mancherebbe anche altro!- sbotto –Se Inuyasha non ti tratta
come una principessa alla prima occasione gli taglio i gioielli di
famiglia e li grattugio nella pastasciutta! Oppure… oppure
potrei darlo in pasto al fratello di Bankotsu!-
Kagome
scoppia a ridere. –Oddio, quello gay?-
-Esattamente.
Sono sicura che un bocconcino come mio fratello non se lo lascia mica
scappare, a costo di fargli la corte per tutta la vita!-
-Santo
cielo, sei proprio malvagia, Ayame Taisho!- dice ancora scossa dalle
risate. –Me lo immagino: seguito da Jakotsu fino alla fine dei
suoi giorni!-
-Mah,
ripensandoci opto per la grattugia: non augurerei una simile tortura
neanche al mio peggior nemico.-
-Neanche
a Kyosuke?- mi chiede spalancando gli occhi.
-Oh
si, a lui si.- rispondo malvagia. Mi piace vedere la mia amica
ridere, mi piace davvero tantissimo.
-Dove
sei andata stasera?- mi chiede dopo che le risa si sono calmate.
-Oh,
beh, sai penso di aver un po’ perso il controllo di me.-
-Dei
poteri demoniaci?-
Annuisco.
–E anche di quelli spirituali. Ti ricordi l’altro giorno
con Shiori? Ecco, la stavo purificando alla grande. E stasera mi si è
alzata la temperatura di tipo dieci gradi. Non capisco perché…
anche se è da qualche giorno che, ogni tanto, sento lo stomaco
attorcigliarsi, le mani sudare e il cuore batte fortissimo; per non
parlare della testa: sembra sempre così leggera, che mi sembra
di essermi intontita all’improvviso.-
Kagome
resta in silenzio per un po’.
-Non
so proprio cosa mi stia succedendo.- le dico prima di addormentarmi.
Angolino
dell'autrice: Buon
Sabato a tutti! Beh, innanzi tutto: come è andato il rientro a
scuola? Il mio è stato traumatizzante... Esigo le vacanze T_T
Beh,
beh, bando alle ciance e passiamo a qualcosa di più
importante: ringrazio, come al solito, tutti voi per le magnifiche
recensioni e per aver messo questa storia in una delle vostre liste.
Passando
al capitolo: non mi sembra ci sia molto da dire, anche perché
è un capitolo un po' di passaggio. In ogni caso, qui avete
potuto vedere un'Ayame un po' più matura, in particolar modo
verso la sua famiglia.
E
si, anche Sesshomaru che scende a cena. Che le parole di Ayame
abbiano sortito l'effetto sperato?
Non
mi pare di avere altro di particolarmente importante da dire.
Ora,
l'immagine: il
capitolo è un tributo ad Ayame, quindi quella nella foto è
lei. Me la sono sempre immaginata amante della natura e degli
animali, quindi secondo me quest'immagine rende benissimo.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto, che recensirete in tanti e,
specialmente, vi auguro una buona scuola!
Un
abbraccio,
°°Samirina°°
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Capitolo 11 *** Quando capisci che ti sei fregata con le tue stesse mani. ***
Set
Fire To The Rain
11.
Quando capisci che ti sei fregata con le tue stesse mani.
-Ehi,
Aya-chan!-
Di
chi è questa voce che osa svegliarmi?
-Daaaaai,
sono già le nove e abbiamo tante cose da fare!-
Chi
cavolo è il cretino che si
permette di
svegliare me medesima con queste urla assordanti alle nove
di domenica mattina?
-Ayame,
Inuyasha ci aspetta!-
…
KACCHAAAAAAAAAAAAAAAN!
-Cosa
c’è?- mi chiede Kagome leggermente spaventata.
Ops,
non mi sono resa conto di aver urlato veramente. Povera Kacchan, è
ovvio che si sia spaventata: appena
svegliata la mia voce deve assomiglia a un gesso che striscia nella
lavagna.
Ma
questi, ovviamente, sono dettagli.
Tossisco
un po’. –Scusa.-
-Fa
niente.- dice lei sorridendo. –Però ti alzi adesso?-
Ho
la voglia di alzarmi di un orso in letargo.
-Si,
Kacchan, si.- dico e faccio uno sforzo, tirandomi a sedere. Mi guardo
un po’ intorno da brava rimbecillita, come ogni domenica
mattina.
Durante
la settimana potevo sopportare di svegliarmi anche all’alba,
cosa che, effettivamente, mi piaceva molto ma toccatemi la domenica
mattina e vi ritroverete Jakotsu alle calcagna per il prossimo
millennio. Io vi ho avvertiti.
Mi
preparo e mi lavo con una calma asfissiante tanto che quando esco
dalla mia stanza trovo Kagome che mi aspetta battendo il piede a
terra.
-Allegria!
Forza, forza, andiamo a mangiare!-
Ci
dirigiamo verso la cucina, io che non faccio altro che sbadigliare e
Kagome che non fa altro che sorridere ai muri.
-Uhm,
Aya-chan… mi sa che ti sei messa la maglietta storta.-
Oh
porca vacca…
-Magnifico-
sibilo. –Aspetta un attimo che me la tolgo e la giro.-
Mi
fermo davanti alla porta –aperta- del salotto e mi sfilo la
maglietta dalla testa, rimanendo in reggiseno, incurante del fatto
che Sesshomaru –che sta beatamente leggendo un libro- ha alzato
gli occhi per osservarmi.
Divento
di tutte le tonalità del rosso, e mi muovo a mettermi la
maglia dritta. Probabilmente Kagome non se ne è accorta perché
inizia a parlarmi come se niente fosse.
-Sai,
ho pensato a quello che mi hai detto ieri sera, e sono arrivata ad
una conclusione.-
-Davvero?-
dico interessata, mentre il mio cervello si concentra su quello e non
su un modo per a) portare al più presto Kagome lontano da lì
e b) cancellare la memoria degli ultimi due minuti a Sesshomaru.
-Si!
E’ così ovvio e non so come ho fatto a non pensarci
prima! Ayame, questi sono chiari sintomi: tu sei innamorata!-
…
…
…
-Che
cosa hai detto?-
-Ho
detto che sei in-na-mo-ra-ta.-
…
…
…
…
-CHE
COSA SONO IO???-
urlo, ormai in preda al panico.
Innamorata?
Io? E di chi??? Oddio… Sono
innamorata di mio fratello!
Non
posso essere innamorata di mio
fratello!
Cioè è una cosa oscena, una cosa orribile, fuori dalla
società, fuori… un attimo… Sesshomaru non è
veramente
mio
fratello.
E’
solo mio fratello adottivo, e, tra parentesi, conviviamo insieme a
meno di un mese, quindi non è poi così terribile come
cosa… giusto?
Se
non contiamo, ovviamente, che non ricambierà mai il mio amore,
visto che è freddo, associale, e gelido come l’inverno…
-Oh
cavolo…-
E
se dovesse scoprirlo? Mio Dio, non mi parlerà più, non
avremo mai più un minimo contatto e probabilmente se ne andrà
odiandomi per il resto della vita. Che, per inciso, sarà molto
ma molto lunga.
Sempre
se, ovviamente, prima di andarsene non mi uccide per aver osato una
simile oscenità.
-Aya-chan,
sei sicura di stare bene?-
La
guardo con occhi spiritati –Non proprio. Stavo pensando alle
conseguenze di quello che mi hai appena detto.-
-Beh,
non può averlo capito no? Non lo avevi capito neppure tu…
e poi diciamocelo, sarà pure un genio, la persona più
intelligente che abbiamo mai conosciuto, ma è pur sempre un
uomo e gli uomini, che mondo è mondo, di queste cose non
ci capiscono un emerito cazzo.-
Effettivamente…
bastava che nascondessi il reato
molto
bene e non l’avrebbe mai capito. Sesshomaru non può
essere così intelligente, no?
Tiro
un micro sospiro di sollievo e, inconsciamente, mi giro verso il
divano e incontro due occhi d’ambra. Mi congelo sul posto e
Kagome con me quando vede cosa –chi- sto fissando.
Sono
fottuta. FOTTUTA! E per chi non l’avesse capito FOT-TU-TA!
-Taisho-sensei,
la prego di non fare caso a quello che abbiamo appena detto!- dice
Kagome e mi trascina via prima che faccia qualche cazzata.
-Ouf,
per un pelo eh Ayame?... Ayame?-
Niente
da fare, sono ancora congelata.
-Ayame?
Ehi!- inizia Kagome prendendomi per le spalle e scuotendomi come una
lattina di coca-cola.
-Kagome?
Che succede?- le chiede preoccupato Inuyasha entrando in cucina e
guardandoci con un sopracciglio alzato.
-I
mezzo demoni possono entrare in stato di shock?- chiede Kagome
guardandomi con le mani sui fianchi; povera ragazza, le sto proprio
mandando il cervello in pappa.
-Non
credo…- dice Inuyasha grattandosi la testa, -cosa è
successo?-
Kacchan
scuote la testa esasperata. –Niente. Le ho solo fatto capire
che è innamorata. Ma non mi sembra una tragedia, alla fin
fine…-
-Zittaaaaaaaaaaaaaa!-
le urlo tappandole la bocca troppo tardi. –Kagome!!!-
Lei
mi rivolge un sorriso dispiaciuto. –Beh, almeno ti sei
risvegliata da quello stato catatonico.-
Mi
sbatto una mano sulla fronte, troppo disperata anche per dirle
parole.
Come
poteva essere successo? Come avevo potuto farmi fregare
in
questo modo? Innamorarmi di Sesshomaru! Di
Sesshomaru,
non so se ho reso l’idea!
Mi
siedo su una sedia e scorgo Inuyasha guardarci con la faccia di uno
che non ci capisce niente. Posso aspettarmi il contrario, povero
caro?
-Quindi
in pratica, ogni volta che penso a lui
mi
agito talmente tanto che per il controllo?- chiedo retorica. –Ma
che mezzo demone esemplare che sono!- sbuffo nevrotica.
Inuyasha
punta il suo ditino demoniaco prima verso di me e poi verso la sua
ragazza, soffermandosi su quest’ultima.
-C’è
qualcosa che mi dovete dire?-
Guardo
minacciosa Kagome, facendole intendere che l’avrei strozzata se
avesse detto anche solo un parola, in particolar modo con Sesshomaru
in salotto.
Santo
Johnny Depp, in quale guaio mi sono cacciata?
-E’
un segreto! Ayame non vuole che lo sappia nessuno.-
-Neanche
il tuo super adorato fratellino?- mi chiede facendo la faccia da
cucciolotto.
-Soprattutto
il mio
super adorato fratellino.- dico irremovibile e con una sopracciglia
alta. Sant’Ubaldo Baldassini, che testa di cavolfiore mi
ritrovavo per fratello?
Prevedo
che sarà una settimana molto, molto, molto lunga.
Un
fiume che scorre. Acqua calma e animo rilassato. Acqua ferma, posso
vedere i miei poteri sul fondo. Il vortice demoniaco si è
ingrandito, ma per fortuna l’energia spirituale si è
ramificata solo di poco.
Inizio
ad accarezzare il vortice, smussandone le punte e gli angoli,
concentrando l’energia in una parte minima di spazio e ora…
-Ayame!-
Ouch!
-Ba…Bankotsu!-
dico cercando di trattenere il bastardo
che sta
per uscire dalle mie labbra.
-Ho
interrotto qualcosa?- mi chiede sedendosi accanto a me in una
panchina in entrata. Sto aspettando Sesshomaru per la terza lezione
di storia, ma non sono per niente entusiasta di vederlo.
A
parte il fatto che ho appena scoperto di amarlo, ogni volta che sono
in sua presenza perdo il controllo di me e le emozioni mi
sopraffacciano. E, voi capirete, passare un ora da sola con lui in
un’aula di scuola non è proprio il massimo della
tranquillità.
E
dopo l’esperienza estremamente
disastrosa di
ieri (sono andata a casa che tremavo come il mio cellulare quando lo
metto in vibrazione) ho deciso di intensificare la meditazione,
facendola in ogni momento libero. E a Sesshomaru piace farsi
attendere.
-Oh,
no, non ti preoccupare.- gli dico sorridendo.
-Bene.-
lo guardo mentre si passa una mano tra i capelli e non posso fare a
meno di trovarlo estremamente affascinante. –Sai, ieri mio
fratello è tornato. Jakotsu, intendo.-
Toh,
parli del diavolo e spuntano le corna!
-Come
se l’è passata in America?- chiedo io.
-Oh,
bene, ma dice che gli mancavano i ragazzi giapponesi.- mi risponde
scoppiando a ridere.
-Proprio
tipico di lui!- dico ridacchiando. Avevo conosciuto Jakotsu un paio
di anni prima della sua partenza: diciamo che ogni volta che stavo
con lui mi facevano male gli addominali dal tanto ridere.
Era
terribilmente ambiguo e adorava parlare con le ragazze di smalti,
acconciature e ombretti: infatti si pasticciava il viso peggio delle
matrioske.
-E
tu come te la passi?-
-E’
tutto straordinariamente quotidiano.- gli rispondo sorridendo e
pensando che non sono affari suoi i miei problemi.
E
poi cosa avrei potuto dirgli? Eh,
sai Bankotsu, sono innamorata del professor Taisho, nonché mio
fratello, nonché un demone cane, probabilmente uno dei più
potenti al mondo. E poi ho giusto un paio di problemini a controllare
il mio intero essere quando sono in sua presenza, e rischio di
scoppiare da un momento all’altro. Per cui ti converrebbe
allontanarti, a meno che tu non voglia morire, dico. In definitiva
potrebbe andar peggio, no? Per esempio potrebbe piovere!
Scuoto
la testa e sorrido, tutta quest’ironia in questo momento non fa
per me.
Alzo
gli occhi e vedo che, dal fondo del corridoio stanno arrivando la
preside Kagura e Sesshomaru. Probabilmente lei lo sta accompagnando
alla macchina e si è dimenticata che deve trattenersi oltre
l’orario scolastico.
Beh,
insomma, si vede lontano un miglio che lui non la fila di striscio,
anzi sembra che la eviti come le mosche evitano la carta moschicida.
Non
che sia gelosa, eh, Sesshomaru è grande e vaccinato per me può
fare quello che gli...
Ok,
sono gelosa da far schifo!
Lei
può stargli vicino senza essere azzannata e senza destare
sospetti, mentre io dovevo mandare una lettera con la marca da bollo
solo per salutarlo la mattina.
-Beh,
vedo che le lezioni pomeridiane ti aspettano. Ti chiamo stasera,
allora.-
No,
aspetta… Cos’è
che fai tu?
Non
mi lascia nemmeno il tempo per rispondere e se ne va, pochi millesimi
di secondi prima che Sesshomaru si avvicini e me e mi lanci
un’occhiata gelida come una tormenta di neve.
-Muoviti!-
sibila tra i denti, e io mi affretto a trotterellargli dietro per non
farlo arrabbiare ancora di più.
Raggiungiamo
la classe in assoluto silenzio, e intanto mi gongolo nella
soddisfazione di aver visto la preside abbandonata all’entrata
della sua scuola.
Odio
quella donna tanto quanto il demonio odia l’acqua santa.
Mi
siedo sulla solita sedia e apro il libro.
-Dove
siamo arrivati?- mi chiede Sesshomaru alzando per un momento gli
occhi su di me.
Acqua
calma e animo rilassato, acqua calma e animo rilassato…
-Al
periodo Kamakura, Sesshomaru.- dico sovrappensiero, mentre cerco di
calmare l’uragano che mi agita l’anima.
-Non
ti permetto di avere tutta questa confidenza con me! Per te sono solo
e soltanto il professor Taisho!- dice con rabbia repressa,
aggrottando le sopracciglia in un’espressione molto
infastidita.
Annuisco
scusandomi immediatamente e promettendogli che non succederà
più.
-Ti
conviene. Sbrigati, apri la pagina che non sono di certo qui per
perdere tempo con te.-
Annuisco
e faccio come dice, domandandomi il perché del suo
comportamento.
Sembra
che più che un “non sono certo qui per perdere tempo con
te”, sia “vorrei essere tutto fuorché qui con una
come te, per cui sbrighiamoci che non ti sopporto più”.
Abbasso
la testa, iniziando a ripetere il contenuto del paragrafo e
costringendomi a non incontrare i suoi occhi color del miele per
tutto il resto dell’ora.
Orribile.
La lezione più orribile della mia vita.
Penso
che la mia giornata non possa essere più brutta di così,
proprio non possa.
Oh,
ma che scema: certo che può! Fuori piove e io non ho
l’ombrello.
Ottimo!
Mi toccherà farmi tutta la strada a piedi fino a casa.
Prendo
un sospiro e vado sotto la pioggia, lasciando che mi bagni i capelli
e i vestiti e lasciandomi alle spalle la scuola e Sesshomaru.
Mi
ha ferita con il suo comportamento. Mi sono sentita così
esclusa dalla sua vita, peggio di quando ci siamo conosciuti, peggio
di tutte le situazioni che si sono create da quando sua altezza ha
deciso di vivere con noi.
Scoppio
a piangere sotto la pioggia, incurante delle auto che mi passano a
fianco inzuppandomi, incurante delle persone a cui vado addosso
mentre cerco di veder qualcosa oltre il mare di ombrelli intorno a
me, ma estremamente consapevole del dolore al petto che mi toglie
quasi il fiato.
Non
mi sono mai arresa nella mia vita, e mi sono sempre convinta che, se
una cosa si desidera veramente, bisogna combattere per ottenerla. Ma
quel pomeriggio, dopo tutti gli sforzi che ho fatto per cercare di
conquistare la sua fiducia, mi sono sentita così respinta che
sarei stata meglio se mi avesse rifilato una sberla in pieno viso.
Arrivo
a casa che non so se è più fradicio il prato o se sono
più fradicia io.
Salgo
in fretta in camera mia, mi faccio una doccia e mi cambio, sentendomi
molto meglio calda e asciutta. Scendo in cucina e mi guardo intorno,
cercando una forma di vita che non siano gli acari della polvere
sotto il tavolo.
-Mamma?
Papà? Inuyasha?- chiamo guardandomi intorno.
Ad
un tratto sento una presenza dietro di me e mi giro lentamente,
trovandomi faccia a faccia con Kyosuke.
-Sono
usciti tutti.- dice angelico. –Devi essere proprio distrutta se
non hai sentito la mia presenza quando sei entrata!-
-Stai
zitto, Kyosuke, e vattene. Oggi non è giornata.- sibilo
laconica, cercando di sbolognarmelo al più presto. Ho tutto
fuorché le palle di litigare con lui.
-Perché,
tesorino? Posso consolarti io, se vuoi.- dice avvicinandosi a me –Non
lo vuoi un altro bacio come quello nel Sengoku?-
Scuoto
la testa schifata. –No, è stata l’esperienza più
brutta di tutta la mia vita.-
-Mmm,
farò finta di crederti…- mi dice accarezzandomi lo
zigomo. Io, per tutta risposta, gli mollo un ceffone e lo spingo,
sperando che capisca che se ne deve andare, altrimenti subirà
tutta la furia del mio cuore spezzato.
-Ecco
perché mi piaci tanto, Aya-chan. Lo sai che sei proprio
carina?-
-Si,
tutto quello che non sei tu, deficiente!- sibilo risentita. Voglio
che se ne vada immediatamente.
Con
una mossa fulminea, Kyosuke, mi prende per le spalle, sbattendomi
addosso al muro bloccandomi tra esso e il suo corpo.
-Mollami,
stronzo!- mi metto ad urlare. –Non ho nessuna intenzione di
fare quello che ti sta passando per la mente.-
Non
sono lucida, non sono calma e non riesco a pensare, a reagire.
-No?
Ne sei proprio sicu…- non finisce nemmeno la frase che mi
viene staccato di dosso e buttato sopra al tavolo che scricchiola
pericolosamente.
Guardo
Sesshomaru che lo sovrasta e lo prende per il collo, tenendolo
sollevato da terra. Non mi ero nemmeno accorta che fosse ritornato da
scuola.
E’
così bello in questo momento: i capelli argentati gli ricadono
delicatamente su una spalla e i suoi occhi hanno un aspetto
terrificante ed sono di un colore che passa dall’oro al rosso
sangue.
-Pensi
di potermi sconfiggere così, Sesshomaru?-
Sesshomaru
non dice niente e si limita a stringere la presa, così Kyosuke
porta entrambe le mani al suo polso e pianta gli artigli.
Mi
aspetto che, da un momento all’altro, Sesshomaru lo faccia
volare dall’altra parte della casa, ma il demone lupo è
stranamente tranquillo, come se sapesse di avere il coltello dalla
parte del manico.
-Sesshomaru?-
chiedo preoccupata quando vedo che allenta la presa fino a mollarlo.
Kyosuke ride e guarda il suo nemico mentre inizia pericolosamente a
barcollare.
-Ma
cosa…?- chiedo ancora immobilizzata, senza muovere un muscolo.
-Gli
ho iniettato un veleno che sicuramente metterà in difficoltà
anche il grande Principe dei Demoni. Sarà un miracolo se
sopravvivrà. Come si dice? “Mors
tua vita mea”-
-NO!-
urlo, e gli corro incontro, cercando in qualche modo di aiutarlo.
-Sta
indietro!-mi sibila, ma vedo che ha gli occhi vacui e che fa fatica a
mantenere l’equilibrio.
Kyosuke
ride, mentre io sono sempre più terrorizzata: non è
possibile che un demone maggiore come Sesshomaru si senta in
difficoltà per un semplice veleno.
-Allora,
Ayame, niente più scocciature, non è vero?- mi sussurra
prendendomi il mento.
-Tu
sei una scocciatura!- gli urlo arrabbiata e terribilmente preoccupata
per Sesshomaru che inizia a barcollare, ma cerca in ogni modo di
stare concentrato sul nemico.
-Perché
non vuoi capirlo, mio tesoro, che tu sei mia?-
-Vattene!-
dico stringendo i pugni e sentendo chiaro e tondo l’energia
dentro di me sfogarsi. Tutto il rancore, il nervoso e l’agitazione
di quei giorni si manifestano in una grande onda d’urto che
colpisce il demone lupo all’improvviso e scagliandolo addosso
al muro, lasciandolo interdetto per qualche secondo.
Ne
approfitto per andare da Sesshomaru e lo prendo per il braccio.
Appena lo tocco lo sento caldo, tanto caldo che, potrei scommetterci,
ha la febbre.
-Sesshomaru…-
dico preoccupata, cercando di fargli capire che si deve sedere,
altrimenti peggiora solamente la sua situazione.
-Non
ho bisogno del tuo aiuto!- mi risponde con voce bassa e sofferente,
sebbene tenti di nasconderlo. Scuoto la testa, rendendomi conto che
il suo orgoglio è più smisurato di quello che pensavo.
Intanto
Kyosuke si alza e ci guarda soddisfatto. Il suo sorriso sparisce non
appena sentiamo entrambi, in contemporanea, mio padre entrare dalla
porta e dirigersi a passi veloci verso di noi.
Il
Generale Cane e il demone lupo fanno in tempo a fissarsi solo per
qualche secondo, prima che quest’ultimo –non senza un
sorriso sornione- sfondi la finestra e se ne vada, senza aver il
coraggio di affrontare mio padre.
Inu
guarda astioso, come non l’ho mai visto, la finestra infranta
che ha lasciato a terra una miriade di cocci di vetro, poi sposta lo
sguardo verso di noi.
Mi
guarda palesemente spaventato per la mia sorte, ma poi sposta lo
sguardo dietro di me e spalanca ancora di più gli occhi.
Gli
sguardi di padre e figlio si incontrano per un attimo, poi Sesshomaru
sviene e si accascia addosso a me, privo di conoscenza.
Lo
prendo saldamente per le spalle, accompagnando la sua scivolata verso
terra.
Inu
non si muove e rimane a fissare la scena, mentre io appoggio la testa
di Sesshomaru sulle mie gambe e gli poggio una mano sulla fronte
sentendola bollente.
Il
veleno deve fare effetto molto in fretta se nel giro di dieci minuti
uno dei più potenti demoni del mondo è stato messo al
tappeto senza sforzi.
Guardo
papà, sperando in un aiuto e quando vedo che è
incantato e che non muove un muscolo mi vengono le lacrime agli
occhi.
Per
fortuna mamma decide di entrare proprio in questo momento –santa
Izayoi!-
e quando vede la scena terribile che si presenta nella sua cucina
caccia un urletto e mi corre incontro.
-Oddio,
Sesshomaru, cosa… cosa…?-
Scuoto
la testa. –Aiutalo, mamma.- la imploro, sperando che mi dica
almeno cosa dovevo fare.
Lei
annuisce e si alza, andando davanti a suo marito e iniziando a
scuoterlo lentamente. –Tesoro? Tesoro? Ti prego, Sesshomaru ha
bisogno di te.- papà la guarda e sembra riprendere conoscenza.
–Tuo figlio ha bisogno di te.- dice mia madre e Inu si sveglia
del tutto.
Viene
verso di noi e lo prende in braccio, annunciando che lo porta nella
sua camera.
-Cosa
devo fare?- chiedo a mamma alzandomi.
Lei
ci pensa un attimo. -Prendi del ghiaccio e una bacinella di acqua,
dobbiamo fargli scendere la febbre.-
Angolino
dell'autrice: Buona
Domenica a tutti! Mi spiace di aver ritardato, ma ieri sono stata via
tutto il giorno: spero che per voi faccia lo stesso.
Come al solito, vi ringrazio per le meravigliose recensioni: cavolo,
abbiamo quasi superato i sessanta! Vi sono davvero molto grata!!!
Troverete
le rispose entro un paio di giorni, anche perché, purtroppo,
nella mia scuola sono già partiti con le interrogazioni -.-”
Comunque:
come vi è sembrato il capitolo? E' pieno di rivelazioni e devo
dire che è assolutamente uno dei miei preferiti. Mi sono
divertita da morire a scriverlo ;)
Beh,
si, alla fine la nostra Aya-chan capisce di essere perdutamente
innamorata di Sesshomaru, anche se lui non la tratta poi tutto sto
gran che. Spero che abbiate capito il motivo per il quale è
stato antipatico con lei, durante la punizione!
Ecco,
vi avevo detto di tenere sotto controllo Kyosuke? Ha combinato la
sua.
In
questo capitolo, oltre a tutto il resto, ho cercato di mettere un po'
in evidenza, anche se sarà più accentuato nei prossimi
capitoli, i sentimenti che Inu ha nei confronti del figlio maggiore:
mi piacciono da morire questi due, insieme.
Beh,
non mi sembra che ci sia altro da dire: se avete domande, basta
chiedere ;)
Ora,
l'immagine: volevo
simboleggiare un po' l'amore che Ayame si è trovata a provare
per Sesshomaru, anche se quest'immagine, a dire il vero, non rende
molto l'idea del “senso unico” che ha questo sentimento,
per ora. Beh, è bellissima, in ogni caso ;)
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto e che recensirete in tanti **
Un
bacio,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 12 *** Quando capisci che, dopotutto, ogni cosa può sempre peggiorare. ***
Set
Fire To The Rain
12.
Quando capisci che, dopotutto, ogni cosa può sempre peggiorare
Se
non fossi disperata al massimo, questa situazione potrebbe anche
sembrarmi divertente.
Insomma,
sono qui da una mattinata intera e non c'è nessun
miglioramento, anzi va sempre peggio. E si, vi assicuro che è
possibile!
Ok,
forse dovrei chiarire il “qui”: è la camera, anzi
il letto, di Sesshomaru.
Ieri
sera quando papà ha portato Sesshomaru nella sua stanza, io e
Izayoi abbiamo provato in tutti i modi a fargli scendere la febbre:
con impacchi di acqua fredda, con le medicine e abbiamo perfino
provato con del ghiaccio che si è sciolto nella sua fronte in
meno di un minuto, così abbiamo dovuto raccogliere l'acqua
prima che Sesshomaru annegasse.
Ad
ogni modo, dopo le prime due ore relativamente stabili, il paziente
ha iniziato a delirare. Cioè, non che effettivamente parlasse
-mi sarebbe risultato strano visto che non parla nemmeno quando è
in salute-, più che altro aveva iniziato ad agitarsi sul letto
e a ringhiare, come se nei suoi sogni stesse combattendo contro un
avversario impossibile da sconfiggere.
Infine,
non per voto unanime, ho deciso che sarei rimasta io a sorvegliarlo
finché non fosse stato meglio. Non sopporto l'idea di essere
la causa della sua immensa sofferenza e voglio cercare di fare quello
che posso per farlo guarire, anche se significa saltare scuola e
rimanere in questa camera per tutto il tempo.
Non
che mi dispiaccia saltare la scuola, sia chiaro.
Ad
ogni modo, se non fossi disperata, ripeto, questa situazione potrebbe
anche sembrarmi divertente.
Perchè?
Beh, ho fatto la notte in bianco per stare accanto al Principe dei
Fluffy Flufflosi che si dimenava come se gli stessero mordendo la
coda.
Insomma,
non è divertente?
Ok,
forse oltre al sonno ho perso pure la testa, visto che sto parlando
mentalmente e qualcuno di non ben identificato.
Scuoto
la testa e cerco di concentrarmi sul libro di geografia che ho in
mano, cercando di imparare a memoria i nomi degli Stati dell'America
e delle loro capitali.
Impresa
impossibile: vedo Sesshomaru disteso dall'altra parte del letto che
inizia ad agitarsi colto dai brividi della febbre.
Mi
alzo in fretta e vado a recuperargli un'altra coperta dalla mia
camera, sperando che il freddo gli passi, e inizio ad asciugargli la
fronte imperlata di sudore con un panno bagnato.
Proprio
non so che cosa fare. Tenerlo al caldo o lasciarlo scoperto così
che la febbre si sfoghi?
Lo
guardo con il cuore che duole. Il suo bel viso è corrugato in
un'espressione di dolore, gli occhi serrati e il respiro affannoso
che, ogni secondo che passa, diventa sempre più difficoltoso
-lo vedo da come ansima con la bocca semichiusa-.
Inizio
distrattamente ad accarezzargli la fronte, desiderando di procuragli
un po' di sollievo.
Se
solo fossi stata meno stupida e mi fossi tolta da sola dai casini,
adesso lui non sarebbe su un letto a contorcersi dal dolore.
Stupida
che non sono altro, stupida, stupida, stupida!
Stringo
le labbra cercando di trattenere le lacrime che premono per uscire.
E’ troppo doloroso vedere l’uomo che amo soffrire in
questo modo.
Ridacchio
mentalmente pensando che, se fossi cresciuta nella sua epoca di
sicuro non mi sarei spaventata per una cosa così da poco; ma
io non ero così forte, non ero capace di affrontare tutta
quella situazione da sola, senza un aiuto, un supporto morale.
Lo
guardo nuovamente e vedo che stringe forte le lenzuola.
Cosa
farebbe se fosse al mio posto? Quasi me lo immagino a rinfacciarmi la
debolezza dei sentimenti umani che noi mezzo demoni siamo soliti a
sentire.
Di
sicuro lui non sarebbe rimasto qui a disperarsi come me, ma avrebbe
fatto qualcosa di concreto per risolvere la situazione nel migliore
dei modi, senza arrendersi.
Sorrido
leggermente e gli metto inzuppo il panno sull’acqua fredda
rimettendoglielo sulla fronte, poi prendo il libro di geografia e
concentrandomi sullo studio, un po’ più fiduciosa.
Quando
sento mia madre rientrare da lavoro si devono essere fatte le due.
Chiudo il libro –con cui non ho concluso un’emerita cippa
lippa- e mi siedo meglio sul letto di Sesshomaru, ascoltando i passi
di Izayoi salire per le scale e dirigersi in camera.
Prima
di entrare bussa leggermente.
-Come
sta?- mi chiede preoccupata. Sorrido pensando a come Izayoi riesca ad
affezionarsi ad ogni cosa che respira in meno di un secondo.
-Insomma…
ho la sensazione che peggiori sempre di più. Ha continuamente
i brividi e non so proprio cosa fare.-
Lei
si avvicina e gli posa una mano sulla fronte. –E’ caldo,
ma se è come dici probabilmente la malattia non è
ancora arrivata all’apice. Bisogna portare un po’ di
pazienza, vedrai che tra qualche giorno inizierà a stare
meglio.-
Le
sorrido leggermente, volendo tanto credere a quello che mi ha detto.
Sciacquo
il panno nell’acqua fredda cambiata da poco e glielo rimetto
sulla fronte, vedendo che si rilassa impercettibilmente.
Io
e Izayoi restiamo sedute sul letto per qualche minuto senza dire
nulla, finché non sentiamo la porta sbattere e Inuyasha
salutare a gran voce.
-Vado
giù, Ayame.- dice mamma lasciandomi un bacino sulla fronte e
andando a salutare mio fratello. Poco dopo anche lui fa capolino
nella stanza lanciandosi occhiate preoccupate a destra e a sinistra,
forse temendo che Sesshomaru spunti da un momento all’altro
alle sue spalle perfettamente in salute.
-Ehi,
sorellina.-
-Ciao
Inu-chan. Come è andata la scuola?-
-Pallosa
come al solito. Ad ogni modo Kagome mi ha detto di consegnarti questi
appunti.- dice passandomi alcuni fogli che metto immediatamente nel
comodino sopra il libro di geografia senza degnarli di un’occhiata.
Inuyasha
guarda Sesshomaru, volendo sembrare assolutamente disinteressato, ma
noto infondo ai suoi occhi la preoccupazione di vedere il fratello
così conciato.
-Sta
peggio di stamattina,- gli dico intuendo cosa volesse sapere. –la
febbre si è alzata. Ho paura che… Kyosuke ha detto che
sarà un miracolo se sopravvivrà.-
Non
dico più niente perché la voce mi si blocca in gola, e
abbasso la testa per non far vedere ad Inuyasha la disperazione che
mi coglie.
-Ma
figurati, Ayame!- dice con tono arrabbiato –Ho cercato così
tante volte di ucciderlo che ho perso il conto. E il fatto che sia
ancora qui dimostra quanto abbia la pellaccia dura. Mi hai sentito,
dannato?- grida rivolgendosi a lui. –Se muori lo interpreterò
come un affronto personale! Non posso essere più debole di un
maledetto veleno!-
Mi
metto quasi a ridere nel vedere la scenata di Inuyasha. Un modo
alternativo
per
dimostrare che sotto sotto tiene a Sesshomaru.
Sorrido
e abbraccio Inuyasha che, per una volta, non commenta e poi lo lascio
scendere per il pranzo visto che sento distintamente
la sua
pancia brontolare.
Ridacchio
e prendo i fogli che mi aveva portato mio fratello, iniziando a
leggerli e a cercare di studiarli.
Kagome
ha una scrittura molto piccola e fluida, e a volte devo concentrarmi
per capire cosa scrive, anche considerando che devo fermarmi ogni
cinque minuti per controllare come sta Sesshomaru e vedere se ha
bisogno di qualcosa.
Mi
faccio uno piccolo schema mentale: oggi ha scuola i miei compagni
hanno avuto un’ora buca (a causa dell’assenza di
Sesshomaru), una di matematica, una di economia domestica e due di
letteratura.
Per
letteratura me la cavo in poco, l’importante è studiare
bene gli appunti di matematica e, soprattutto, riuscire a risolvere
le espressioni.
Gli
ultimi due fogli sono diversi. Molto più curati e lisci degli
altri che ha scritto Kagome a lezione e noto che la scrittura è
molto più ordinata: sicuramente sono gli appunti supplementari
che avevo chiesto a Sango di prendermi per biologia. Avevo notato di
essere un po’ indietro col programma e visto che nella classe
della mia amica stavano facendo un piccolo ripasso dell’argomento,
le avevo chiesto di aiutarmi. Grazie ai Kami lei aveva accettato
volentieri.
Sospiro
e riprendo quel maledetto libro di geografia ripetendo come un mantra
il capitolo da studiare.
Dopo
più di due ore lo chiudo, ritenendomi soddisfatta del mio
operato. Mi giro verso Sesshomaru e gli appoggio una mano sulla
fronte, sentendo che gli è salita ancora la febbre. Se tutto
va bene sarà a 42-43 e passa… per fortuna che è
un demone, altrimenti a quest’ora sarebbe morto da un pezzo.
Rabbrividisco
leggermente pensando a cosa sarebbe successo se Kyosuke avesse
avvelenato me. A quest’ora non sarei sicuramente qui per
raccontarlo.
Scuoto
leggermente la testa e scendo in cucina con l’intenzione di
prendere del ghiaccio per raffreddare l’acqua nella bacinella.
-Come
sta?- mi chiede Izayoi dal divano della sala. Le vado vicino e le do
un bacio sulla guancia.
-La
febbre le è salita ancora. Pensavo di mettergli dei panni
bagnati anche sui polsi, magari riesco a tenere un po’ a bada
la temperatura.-
Lei
annuisce. –Cerca di non coprirlo molto anche se ha freddo,
altrimenti la febbre non scende più. E devi dargli da bere.-
Annuisco
e la ringrazio per i consigli e ritorno dal demone.
Mi
chiudo la porta alle spalle e mi volto verso Sesshomaru. Ansima e
stringe le coperte talmente forte che vedo le nocche bianche.
Mi
siedo sul letto e gli accarezzo leggermente la fronte sudata, poi gli
rimetto il fazzoletto bagnato e gli faccio scivolare qualche goccia
di acqua tra le labbra screpolate.
Vedo
che deglutisce, così ripeto l’azione per qualche volta,
fino a che non prende a tossire e il viso non gli diventa rosso per
lo sforzo.
Cazzo…
Lo
prendo di peso per le spalle e lo abbraccio, iniziando a battergli la
schiena e a massaggiargliela fino a che la tosse non si placa,
lasciandolo solamente scosso dai brividi.
Lo
tengo abbracciato ancora un po’, accarezzandogli i capelli
color della luna che gli ricadono stranamente composti sulla schiena.
Come fa ad averli sempre così in ordine? I miei anche con un
alito di vento si riempiono di nodi e sono talmente nodosi
che la sera mi ci vuole almeno mezz’ora per farli tornare ad
uno stato dignitoso.
Mi
devo far insegnare il suo trucco!
Lo
riappoggio sui morbidi cuscini, stando attenta a non fargli sbattere
la testa.
Non
devo farlo mai più bere da disteso, altrimenti la prossima
volta si soffoca per davvero e poi bye-bye Sesshomaru!
Inizio
a passargli dell’acqua fredda sul viso e sulle braccia, e lo
copro solo con una coperta, anche se mi stringe il cuore vederlo
rabbrividire.
Mi
siedo nuovamente accanto a lui e prendo i libri di scuola, cercando
di far passare le ore.
Verso
sera sento bussare alla porta e vedo Inu entrare. Mi rivolge un
sorrisino forzato e poi posa gli occhi sul figlio.
Non
dice niente e si avvicina sedendosi accanto a me. Vedo che lo guarda
con occhi pieni di tristezza e penso che, magari, vuole stare qualche
minuto solo con lui.
-Papà,
vorrei andare a farmi una doccia… staresti tu un pochino qui
con lui?- gli chiedo sfiorandogli la mano. Lui annuisce e io esco
dalla stanza entrando nella mia.
Prendo
un pigiama pulito e un asciugamano e vado sotto il getto dell’acqua
calda. Mi rendo conto di essere tesa solo quando inizio rilassarmi
gradualmente grazie all’acqua che mi accarezza la pelle.
E
come potrebbe essere altrimenti? So che detto così può
sembrare ridicolo, ma Sesshomaru sta morendo,
o per lo meno ci è molto vicino e non riesco a sopportarlo e,
ancora di più, non riesco a sopportare di non riuscire a fare
nulla per alleviare la sua sofferenza.
Mi
sfrego il sapone sulla pelle, poi esco dalla doccia e mi avvolgo
l’asciugamano intorno al corpo.
Raccolgo
i capelli umidi con una coda e mi infilo il pigiama, poi mi avvio
nella camera di Sesshomaru, non senza aver preso un libro e qualche
quaderno di scuola.
Quando
entro vedo che Inu è nella stessa identica posizione di poco
prima, con l’unica differenza che con una mano accarezza
dolcemente la guancia di Sesshomaru.
Sicuramente
se fosse stato sveglio gli avrebbe ringhiato contro, ma visto che era
incosciente mio padre ne ha voluto approfittare.
Chissà
se, nel passato, era mai successa una cosa del genere tra di loro, se
Inu si fosse mai lasciato andare a sentimentalismi con il suo
primogenito.
Quando
mi sente toglie la mano, colto in fragrante, e io mi avvicino
lentamente cercando di non disturbare oltre l’atmosfera che si
è creata tra di loro.
-Ho
sbagliato tutto con lui.- dice mio padre ad un certo punto. –L’ho
educato come mio padre aveva educato me a suo tempo, ma non mi sono
mai reso conto che non era questo quello di cui aveva bisogno. Era
affetto quello che cercava, e ne io ne sua madre gliel’abbiamo
dato, lasciandolo a sé stesso. Ha imparato tutto da solo, ma
nel modo sbagliato.- fa una pausa, poi riprende a parlare. –Nemmeno
con Inuyasha ci sono riuscito pienamente, ma lui mi assomiglia di più
e, alla fine, siamo riusciti ad andare d’accordo e a formare
una famiglia, ma lui…-
Non
termina la frase e mi accorgo che ha gli occhi lucidi. Lo abbraccio
commossa, cercando le parole per dirgli che lui non è stato un
cattivo genitore, anzi aveva insegnato tanto a tutti noi ed ero
sicura che anche Sesshomaru lo pensi.
Gli
sposto i capelli –così simili ai suoi- raccolti dalla
spalla e ci appoggio la testa, cercando di confortarlo.
-Sono
sicura che ti vuole bene, papà.-
Lui
annuisce, stando zitto e rimaniamo in quella posizione per un po’,
fino a che mamma non lo chiama per la cena.
-Beh,
scendo Ayame. Vuoi qualcosa?-
Io
scuoto la testa e lo guardo uscire e chiudersi la porta alle spalle.
-Di
nuovo soli, eh Sesshomaru?- sussurro al nulla e mi soffermo a
guardarlo attentamente.
E’
bello, anche tutto sudato. La forma del viso è quasi femminea,
e gli occhi sono così lunghi e affusolati che sembrano
disegnati, ma nell’insieme da un senso di protezione che non
avevo mai provato in tutta la mia vita.
E'
come se sentissi che se fossi morta, lui sarebbe riuscito a
riportarmi in vita, salvandomi e tenendomi con lui per l’eternità.
E
lo vorrei tanto, così tanto che fa quasi male.
Scuoto
la testa e mi alieno da qualsiasi cosa che non sia Sesshomaru e il
letto su cui mi trovo, e resto a guardarlo dormire agitato per quelle
che mi sembrano ore.
Ad
un certo punto mi alzo e vado alla finestra, guardando il cielo
stellato, in cui la luna fa la sua bella figura. Una luna quasi piena
che rischiara di poco il mondo.
Un
attimo… quasi piena?
-Eccheppalle!-
sbotto a voce piuttosto alta, rendendomi conto che la mattina dopo mi
sarei ritrovata umana.
Quando
si dice la coincidenza…
Uno
sbadiglio mi coglie impreparata, così torno a sedermi sul
letto e prendo il cellulare con tutta l’intenzione di
spegnerlo, ma vedo che c’è un messaggio.
Curiosa
schiaccio la bustina e vedo che è di Kacchan.
-Ehi,
tutto ok? Inuyasha mi ha detto quello che è successo. Mi
dispiace tanto, Aya-chan :( Almeno adesso lo avrai tutto per te XD
K.-
Ridacchio
e le rispondo.
-Ciao,
Kacchan, insomma si va avanti :( Grazie infinite per gli appunti di
oggi, dopo mando un sms anche a Sango. Sisi, è lo stesso un
bel vedere XD Sogni d’oro :) A.-
Invio
e scrivo velocemente un messaggio anche a Sango. La ringrazierò
come si deve appena la vedo. Spengo il cellulare e lo appoggio sul
comodino, indecisa se accendere la tv, leggere un libro o andare in
internet.
Alla
fine, dopo essermi assicurata che Sesshomaru sia a posto, mi stendo
sotto le coperte e prendo sonno.
Non
so a che ora mi sveglio, ma appena apro gli occhi mi rendo conto che
c’è qualcosa che non va.
Oltre
alla familiare sensazione che provo quando sono umana –la
mancanza di udito e di vista- sento anche il letto traballare sotto
di me e, ancora mezza insonnolita, mi rendo conto un po’ in
ritardo che è Sesshomaru la causa di tutto ciò.
Accendo
frettolosa l’abat-jour sul comodino e, dopo un’iniziale
abbagliamento, mi accorgo che il demone vicino a me si sta
contorcendo dal dolore… al petto?
Mi
avvicino e noto che sta respirando affannato, cercando di prendere
alcune boccate d’aria che sembrano non bastargli mai.
Che
stia avendo una specie di crisi respiratoria? In questo caso dovrei
fargli espandere i polmoni, se sta disteso non è il massimo.
Lo
prendo per la spalle e lo sollevo delicatamente, poi mi metto dietro
di lui e gli faccio appoggiare la schiena a me.
Sesshomaru
è tutto raggomitolato su sé stesso, così devo
fare un po’ di forza per fargli aprire le spalle così
che i polmoni si espandano.
Gli
massaggio il torace per qualche minuto, fino a che non sento il suo
respiro tornare abbastanza normale e il cuore calmarsi leggermente,
poi gli sento la febbre.
Ha
la febbre ancora parecchio alta…
Sospiro
e gli appoggio la testa sulla mia spalla, lasciando la lampadina
accesa e coprendoci entrambi: è meglio che per stanotte stia
seduto, così nel caso avesse un’altra crisi sarei molto
più tranquilla.
Poggio
la testa sulla sua e mi addormento, cullata dal suo respiro sulla
pelle e dal suo dolce peso su di me.
Riprendo
possesso dei miei deboli sensi all’improvviso, per un
fastidioso brivido che mi percorre tutta.
Mugugno
qualcosa, ancora in dormiveglia e mi decido ad aprire gli occhi solo
per capire la causa di quel freddo improvviso.
Immediatamente
vedo e sento
che c’è
qualcosa che non va: ieri sera mi sono addormentata con Sesshomaru,
ma in questo momento, lui, non è nel mio campo visivo.
Quando
la mia mente si rende conto di ciò, mi sveglio del tutto e
inizio a guardarmi intorno. Per poco non caccio un urlo quando lo
vedo seduto –o per meglio dire, appoggiato alla testiera del
letto- che mi fissa stralunato, facendo fatica a tenere gli occhi
dorati aperti.
Ci
guardiamo per qualche secondo, lui con la bocca leggermente aperta,
che ansima per lo sforzo ed io che cerco ancora di riprendere
possesso dei miei pochi neuroni, svegliandoli dal letargo e
costringendoli a riprendere le loro normali –si fa per dire-
attività quotidiane.
-Sesshomaru,
che cosa…?- gli chiedo vedendolo in quello stato pietoso.
Lui
continua a guardarmi stralunato, come se non credesse ai suoi occhi.
–Rin…-
sussurra –Rin…-
E
in quel momento mi sento veramente sola.
Angolino
dell'autrice: Buon
Sabato a tutti! Eccomi qui con un altro capitolo ^^
Grazie
mille per le recensioni, cari lettori! Siete fantastici!
Mamma,
che felicitudine! ^^
Beh,
insomma... credo che il capitolo si spieghi da solo (anche perché
sono un filino di fretta xD), comunque vediamo una Ayame cotta come
un pero U.U
Che
dite? Vi piace o no? ;)
A
dire la verità, io di questo capitolo amo più di tutto
il resto la fine: insomma, alla fine Sesshomaru è ancora così
legato a Rin che la vede anche in Ayame. Credo che l'ultima frase
basti a farvi capire come si sente la ragazza.
Beh,
spero che vi sia piaciuto, insomma.
L'immagine,
si riferisce, più che altro, a Sesshomaru che si “affida”
ad Ayame, per così dire. In ogni caso, mi piace da morire,
anche perché l'ho modificata io U.U
Spero
recensirete in tanti ^^
Un
bacio,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 13 *** Quando capisci che i sonni non sono rivelatori. Che poi, chi è che ha detto questa stronzata? ***
Set
Fire To The Rain
13.
Quando capisci che i sonni non sono rivelatori. Che poi, chi è
che ha detto questa stronzata?
-Rin…-
sussurra –Rin..-
Dopo
quelle parole qualcosa, non so esattamente cosa,
ma sono abbastanza propensa a pensare che si tratti del mio cuore, si
spezza.
Trattengo
il respiro per qualche secondo, fino a che Sesshomaru non alza una
mano e, con molta delicatezza, mi accarezza una guancia.
-Rin…-
sussurra di nuovo e la sua bocca si piega in una smorfia di assoluta
sofferenza.
–Non
andartene di nuovo, Rin…- mi dice prima di prendermi per un
braccio e attirarmi a sé, abbracciandomi.
Sta
delirando.
Mi rendo improvvisamente conto che probabilmente è così,
e mi lascio abbracciare senza oppormi in alcun modo.
-Sesshomaru
io non…- vorrei dirgli che non sono Rin, ma probabilmente
quando si sveglierà non ricorderà niente, quindi perché
farlo soffrire ulteriormente? -…non me ne andrò, te lo
prometto.-
Lui
sospira più tranquillo e mi stringe un po’ più
forte, come tranquillizzato da quella mia affermazione. Da mio canto,
sento in cuore che batte sempre più forte, a causa di
quell’abbraccio caldo, ma estremamente dolce.
-Adesso
dormi, starai meglio.-
Sesshomaru
non risponde e si stende sul materasso, girandosi su un fianco e si
addormenta dopo pochi minuti.
Solo
allora lascio andare le lacrime che fino ad allora avevano cercato
prepotentemente di uscire. Kamisama,
come sono piagnucolona.
Gli
accarezzo dolcemente la guancia, conscia che quando –e se-
starà meglio non potrò mai più godermi quei
piccoli istanti di dolcezza con lui.
Mi
alzo dal letto cercando di frenare le lacrime che scorrono copiose
sul mio viso e vado alla finestra: fuori piove a dirotto e il cielo è
coperto da spessi nuvoloni grigi che mettono tristezza. Sembra che il
cielo pianga con me il mio dolore; ora che ricordo, anche il giorno
del funerale dei miei genitori pioveva…
Inizio
a cantare una canzone malinconica, sperando scioccamente che questa
mia ninna-nanna lo faccia sentire un po’ meglio.
“I let it fall,
my heart,
And as it fell you
rose to claim it.
It was dark and I was
over,
Until you kissed my
lips and you saved me.
My hands, they were
strong,
but my knees were far
too weak,
To stand in your arms
without falling to your feet,
But there’s a
side to you that I never knew, never knew.
All the things you'd
say, they where never true, never true,
And the games you'd
play, you would always win, always win.
But I set fire to the
rain,
Watched it pour as I
touched your face,
well it burnt while I
cried,
Cause I heard it
screaming out your name, your name!
When I lay with you
I could stay there,
Close my eyes,
feel you here forever,
You and me together,
nothing is better!
Cause there’s a
side to you that I never knew, never knew,
All the things you'd
say they where never true, never true,
And the games you'd
play, you would always win, always win.
But I set fire to the
rain,
Watched it pour as I
touched your face,
well it burnt while I
cried,
Cause I heard it
screaming out your name, your name!
I set fire to the rain
and I threw us into
the flames
well it felt something
died
Cause I knew that was
the last time, the last time!
Sometimes I wake up by
the door,
that heart you caught
must be waiting for ya.
Even now when we're
already over
I can’t help
myself from looking for ya
I set fire to the
rain,
Watched it pour as I
touched your face,
well it burnt when I
cried,
Cause I heard it
screaming out your name, your name
I set fire to the
rain,
and I threw us into
the flames
Cause I knew that that
was the last time, the last time!”
(Ho
lasciato che il mio cuore si innamorasse
E
mentre si stava innamorando, tu l’hai reclamato
Era
buio e mi sentivo sfinita
Finché
non mi hai baciato sulle labbra e mi hai salvato.
Le
mie mani erano forti,
ma
le mie ginocchia erano decisamente troppo deboli
Per
stare tra le tue braccia senza cadere ai tuoi piedi
Ma
c’è un lato di te che non avevo compreso
Tutte
le cose che dicevi non erano mai vere
E
i giochi che hai fatto, li hai sempre vinti
Ma
io ho dato fuoco alla pioggia
L'ho
osservata cadere mentre ti toccavo il viso
Beh
bruciava mentre piangevo
Perché
l’ho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!
Quando
sono con te potrei stare lì,
Chiudere
gli occhi, percepire che sarai qui per sempre
Io
e te insieme, non c'è niente di meglio!
Perché
c’è un lato di te che non avevo compreso
Tutte
le cose che dicevi non erano mai vere
E
i giochi che hai fatto, li hai sempre vinti.
Ma
io ho dato fuoco alla pioggia
L'ho
osservata cadere mentre ti toccavo il viso
Beh
bruciava mentre piangevo
Perché
l’ho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!
ho
dato fuoco alla pioggia
e
ho gettato me e te nelle fiamme
E
sembrava che qualcosa fosse morto
Perché
sapevo che era l’ultima volta, l’ultima volta!
A
volte mi sveglio vicino alla porta,
quel
cuore che hai rapito deve aspettare te
anche
adesso che è già finita tra noi
non
riesco a far capire a me stessa che non devo cercarti
ho
dato fuoco alla pioggia
L'ho
osservata cadere mentre ti toccavo il viso
Beh
bruciava mentre piangevo
Perché
l’ho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!
ho
dato fuoco alla pioggia
e
ho gettato me e te nelle fiamme
Perché
sapevo che era l’ultima volta, l’ultima volta!)
Accompagno
le ultime note con un singhiozzo e, forse presa dalla disperazione,
forse perché da umana il mio cervello è più
limitato del solito, avvicino lentamente il mio viso al suo e poggio
le mie labbra sulle sue.
Immediatamente
il profumo delle tempeste di neve mi fa girare la testa e mi sento
scendere in gola il freddo dei cristalli.
Mi
rialzo un po’ ansimante e con il cuore che batte forte,
toccandomi le labbra stupita: davvero ho avuto il coraggio di fare
una cosa del genere?
*
* *
Passò
una settimana, la più lunga della mia vita.
Sesshomaru
continuava a stare male, ad avere crisi respiratorie e non si era mai
più svegliato dopo il giorno della Luna Piena.
Io
non ero più tornata a scuola e avevo passato tutte le mie
giornate a inzuppare fazzoletti di stoffa nell’acqua fredda.
Odierò
per sempre i fazzoletti da inzuppare nell’acqua fredda!
Accidenti di fazzoletti… ok, sto divagando! Insomma, non
c’erano stati miglioramenti a parte, forse, la febbre un
pochino più bassa. Non ne ero certa visto che i termometri
normali misurano fino a 42°, ma lo avevo notato dal fatto che
ringhiava e delirava meno delle prime notti.
-NO
Sango! Non ho intenzione di fare corsi supplementari di spagnolo…
no, non ne vedo l’utilità!- le mie riflessioni sono
interrotte da Sango, che sta continuando a insistere da una buona
mezz’ora sul fatto che vuole che facciamo un corso di spagnolo
insieme. Ma a me che serve lo spagnolo?
Il cinese, magari, o l’inglese… che me ne frega dello
spagnolo?
-Eddai,
Aya-chan! Sarà divertente!-
-No,
Sango! Ho ben altro da fare che studiare materie in più!-
-Uffa!
Almeno Kagome aveva la scusa che doveva stare con Inu-chan… tu
non hai il fidanzato.-
Evito
di rispondere alzando bonariamente gli occhi al cielo. Parlare con
Sango è una manna dal cielo: con la sua voce pacata riesce a
distrarmi totalmente da quello che ho intorno. E in questo momento me
lo posso permettere visto che Sesshomaru, a fianco a me, è
particolarmente tranquillo.
-Ad
ogni modo, Bankotsu mi ha di nuovo chiesto come stai. Non lo reggo
più quel ragazzo! Vuoi degnarlo di una telefonata o vuoi che
ci uccida i neuroni?- mi
chiede ironica.
-Si,
si,- dico ridacchiando –lo chiamo immediatamente. Ciao
Sango-chan!-
Chiudo
la telefonata e cerco nella rubrica il numero di Bankotsu.
Dopo
tre squilli ricevo risposta.
-Ayame!
Come stai?-
-Ciao
anche a te!- dico ironica –Insomma, ho ancora l’influenza.
Tu?-
-Bene,
grazie. Ma un demone può prendere l’influenza?-
mi chiede confuso.
-Se
sei particolarmente sfigato come me, si! E io ne sono la prova
vivente. Ad ogni modo scusa se non mi sono fatta sentire prima: ho
avuto un po’ di tregua solo negli ultimi due giorni.-
Sto
mentendo alla grande ovviamente, ma quella dell’influenza era
la scusa che avevamo rifilato a tutti e tutti ci avevano creduto.
Ovviamente, come si fa a dubitare della parola di Inu Taisho?
-Non
c’è problema. Mi devo scusare io se sono stato un po’
asfissiante.-
Nuoooo,
te ne sei reso conto, tesoro?
-Tranquillo!-
-Bene,
ti lascio allora. Magari vengo a fare un giro uno di questi giorni.-
Coooooosa?
Ma stiamo scherzando? Tu prendi troppo iniziative, caro mio!
-NO!-
rispondo troppo in fretta –Cioè, ti attaccherei la
malattia e se sono stata messa a KO io che ho le difese immunitarie
forti come dei lottatori di sumo, tu sicuramente muori nel giro di
due giorni.-
-…
E’ davvero così grave?-
-No.
Ma è veramente meglio se non vieni.-
-D’accordo.-
dice con una nota di delusione –Allora
ci vediamo appena torni a scuola. A presto, Ayame.-
-Ciao.-
E
grazie all’Onnipotente anche questa è fatta.
Mi
metto più comoda e prendo il libro dal comodino e inizio a
leggerlo. Ho scoperto una passione per la lettura in questi giorni di
solitudine.
Ad
un tratto sento un rumore strano, come quello di un rubinetto
intasato.
Aguzzo
l’udito e sento di nuovo questo rantolo, che ha un che di
fastidioso e irritante. Alzo gli occhi dalle pagine scritte e mi
guardo un po’ in giro, posando prima gli occhi sulla porta del
bagno e poi sul ragazzo a fianco a me.
Spalanco
gli occhi quando vedo Sesshomaru con gli occhi aperti, con la testa
girata verso di me, che mi chiama cercando di alzare la voce il più
possibile.
Non
mi aspettavo che il rubinetto intasato fosse la voce melodiosa di
Sesshomaru, così sussulto e, dato che mi ero seduta al limite
del letto, scivolo e sbatto il fondoschiena per terra.
-Ahia!-
sbotto, alzandomi e cercando di non inciampare sui miei stessi piedi.
Pure
dal letto dovevo cadere…
Mio
fratello sospira e poi apre leggermente la bocca –Ayame.-
sussurra dolorante –Acqua.-
Mi
guardo intorno cercando un bicchiere e lo noto sulla scrivania, così
lo prendo e vado in bagno facendo scorrere un po’ di acqua
fredda e riempiendolo fino all’orlo.
Torno
da Sesshomaru e, prima di farlo bere, lo sollevo e gli faccio
appoggiare la testa nell’incavo del mio gomito, poi gli accosto
il bicchiere alle labbra semi-chiuse e lo inclino un po’,
evitando di lavarlo completamente.
Poco
alla volta il liquido finisce e Sesshomaru sospira soddisfatto,
chiudendo gli occhi e abbandonandosi del tutto su di me.
Sorrido
soddisfatta della fiducia che prova verso di me, tanto da lasciasi
andare anche quando sta male, tanto da fidarsi di me anche quando è
in ballo la sua salute. Rimango immobile, guardandolo, senza avere il
coraggio di muovere un muscolo per paura di rompere quel fragile
equilibrio che si era creato.
-Ayame…-
sussurra Sesshomaru ad un certo punto con voce roca.
-Dimmi,
ti serve qualcosa?-
-Ho…
ho freddo. E caldo.-
Sorrido
intenerita. –D’accordo, altezza. Vediamo cosa possiamo
fare, ok?-
Non
aspetto la sua risposta e lo appoggio sul cuscino, coprendolo fino
alla vita, poi prendo la bacinella con l’acqua fredda e, si
avete indovinato, il santissimo fazzoletto e lo immergo.
-Posso…
posso aprirti la camicia?- gli chiedo con le mani ferme ai primi
bottoni, senza aver il coraggio di andare avanti.
Lui
annuisce, senza aprire gli occhi, così gliela apro circa fino
a metà, poi inizio a passargli il fazzoletto sul collo e sul
torace, alternando uno all’altro.
Lo
vedo rabbrividire di tanto in tanto, ma noto che si rilassa molto e
tiro un sospiro di sollievo quando vedo che il suo respiro ritorna
regolare. Rimango per qualche altro minuto a rinfrescarlo e poi
appoggio il fazzoletto sul bordo della bacinella e mi riavvicino a
Sesshomaru perché, insomma, mica posso lasciarlo a torso nudo
pronto pronto per chiunque voglia dare una sbirciatina.
Sono
sicura che se Kagura ne avesse l’occasione si tramuterebbe in
una mosca per vedere questa scena, ci metterei i capelli sul fuoco!
Inizio
a chiudere i piccoli bottoni, ma mi fermo a metà iniziando a
guardare con la bava alla bocca il fisico statuario del mio
fratellone.
Sembra
scolpito dalle mani magiche di Michelangelo, ma è mille volte
più bello di una semplice e comune statua di marmo.
Immagino
come sarebbe passare una mano su quel torace scolpito, sentire i
muscoli contrarsi e il suo respiro aumentare…
Arrossisco
e mi affretto a chiudergli la camicia e a coprirlo con la coperta:
ogni volta che lo vedo mi sento una pervertita della peggior specie.
Un po’ come Miroku, per intenderci.
Mi
siedo a fianco a lui, nello stesso posto che occupo da giorni e
giorni, e mi porto le gambe al petto, abbracciandole e appoggiando la
testa sopra le ginocchia.
Finalmente
sta meglio. Dopo una settimana di incubi notturni, di sonno agitato e
di febbre alta, finalmente inizia a stare un po’ meglio.
Sorrido
vedendolo riposare tranquillo, cercando di non pensare a niente e
crogiolandomi nella felicità di vedere Sesshomaru vivo.
Angolino
dell'autrice: Buona
Domenica! Mi scuso per il giorno di ritardo ma, lo ammetto, il tempo
che dovevo usare per pubblicare il capitolo l'ho sprecato dormendo.
Beh, quando il divano chiama, solitamente io rispondo U.U Spero mi
perdonerete xD
Intanto,
come al solito, grazie mille per le vostre bellissime recensioni!
Siete tutti dolcissimi e mi migliorate decisamente le giornate U.U
Amo questa storia e sono felicissima nel sapere che riesco a
trasmettere un po' del mio amore anche a voi!
Beh,
passiamo subito al capitolo: eh si, Sesshomaru non si è
accorto che Ayame non è Rin e lei, sicuramente, non è
andata a mettere i puntini sulle i. Per chi se lo stesse chiedendo,
il demone le ha confuse a causa dell'odore: Ayame, essendo umana, non
ha quella fragranza tipica dei mezzodemoni ed essendo la
reincarnazione di Rin, i loro odori si assomigliano molto.
Oltre
alla parte iniziale, tutto il resto del capitolo è un po' di
passaggio. Chi di voi è contento che Sesshomaru stia guarendo,
alzi la mano xD
Oh,
la canzone è, appunto, Set Fire To The Rain di Adele e è
un po' la sigla di questa fic. Ora avete capito perché!
Quella
nell'immagine iniziale
è Ayame da umana: volevo mostrarvela, in qualche modo, e quale
occasione migliore di questa?
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto e vi invito a recensire: si, anche
voi lettori silenziosi ;)
Un
bacione e a sabato prossimo!
°°Samirina°°
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Capitolo 14 *** Quando capisci che Aladdin e il Ghiacciolo per antonomasia non possono convivere. ***
Set
Fire To The Rain
14.
Quando capisci che Aladdin e il Ghiacciolo per antonomasia non
possono convivere.
TOC
TOC
-Si?-
-Ayame,
io e la mamma andiamo.-
Alzo
lo sguardo dal libro che sto leggendo e sorrido al demone che fa
capolino dalla porta.
-Va
bene, buona giornata, papà.-
Lui
annuisce e entra avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla fronte.
-Si
è più svegliato da ieri?- mi chiede posando lo sguardo
sul figlio maggiore.
Scuoto
la testa. –No, ma ha passato una notte decisamente tranquilla.
Praticamente niente incubi e non ha avuto crisi respiratorie.-
-Direi
che sta migliorando. Merito della migliore crocerossina del mondo.-
mi dice facendomi l’occhiolino, mentre io alzo scherzosamente
gli occhi al cielo.
Lo
guardo interamente e noto che è vestito elegante. Anche nella
penombra della stanza noto una cosa un po’ strana, anzi
decisamente buffa.
… Diciamo
pure ridicola.
-Ehm,
papà… devi andare ad una conferenza importante?-
Lui
mi guarda con la faccia da fesso e annuisce.
-Beh,
per quanto gli umani non abbiano una vista tanto sviluppata…
non credo che passi inosservato che ti sei messo la giacca nera e i
pantaloni blu, sai?-
Mio
padre spalanca gli occhi e si schiaffa una mano sulla fronte.
-Oh
cavolo! Grazie Ayame!- dice uscendo di corsa dalla camera e
fiondandosi in camera sua.
-Izayoi!
Dove sono i miei pantaloni neri?-
La
mamma sale le scale e si ferma davanti alla porta della camera di
Sesshomaru.
-Davanti
ai tuoi occhi, caro! E si considererebbe un demone maggiore?- dice
rivolta a me.
-Ti
ho sentita!- urla papà e Izayoi alza gli occhi al cielo e
scuote la testa divertita.
-Izayoi?...-
si sente dopo qualche secondo.
-Arrivo,
arrivo!-
Io
scoppio a ridere, coprendomi la bocca con la mano per non svegliare
Sesshomaru.
Mi
erano mancate da morire quelle dolci scene di vita famigliare, anche
se in quei giorni ero troppo addolorata per riderci su.
-Che
succede?- mi chiede Inuyasha entrando in camera e appoggiandosi sullo
stipite della porta.
-Il
Grande
Generale non
trova i suoi pantaloni neri.- dico ridacchiando. Inuyasha, non
stupito dalla situazione, fa un mezzo sorriso.
-Dove
devi andare vestito così, fratellone?- gli chiedo
avvicinandomi e sorridendogli maliziosa.
Lui
osserva i primi due bottoni slacciati della divisa e rialza lo
sguardo su di me, sorridendo malizioso a sua volta.
-Devo
pur tenermela la mia donna in qualche modo, no?-
-Vedi
di non farmela morire per collasso.-
-Sono
davvero così affascinante?-
-Proprio
come Brad Pitt in Troy o Orlando Bloom in Pirati dei Caraibi. Vedi un
po’ tu!-
Inuyasha
fa un viso soddisfatto e si guarda le unghie con finta modestia.
-Ci
andrò piano allora.- mi dice prima di avvicinarsi e darmi un
bacio sulla guancia.
Scende
insieme a mamma e papà e pochi minuti dopo sento la porta
chiudersi e la macchina partire.
Mi
siedo di peso sul letto, facendolo abbassare di colpo e prendo gli
altri appunti che Sango mi ha fatto recapitare da Inuyasha e inizio a
leggere e a ripetere le ultime lezioni di biologia durante le quali
ero stata assente.
LA
FOTOSINTESI CLOROFILLIANA, dice
il titolo.
Magnifico.
Molto molto meglio della riproduzione umana, comunque. Come se, a 18
anni, non sapessimo che i bambini non li porta la cicogna.
Mah,
mi sto distraendo!
Dunque…
“La
fotosintesi clorofilliana (dal greco φώτο-
[foto-], "luce", e σύνθεσις
[synthesis], "costruzione, assemblaggio") è un
processo chimico grazie al quale le piante verdi producono sostanze
organiche – principalmente carboidrati – a partire
dall'anidride carbonica atmosferica e dall’acqua metabolica, in
presenza di luce solare. La serie di reazioni chimiche che
costituiscono la fotosintesi rientra tra i processi anabolici (di
sintesi) dei carboidrati ed è del tutto opposta ai processi
inversi di catabolismo (ossidazione).
Durante
la fotosintesi, con la mediazione della clorofilla, la luce solare
permette di convertire sei molecole di CO2 e sei molecole d'acqua in
una molecola di glucosio (C6H12O6), zucchero fondamentale per la vita
della pianta. Come sottoprodotto della reazione si producono sei
molecole di ossigeno, che la pianta libera nell'atmosfera attraverso
gli stomi.
La
fotosintesi clorofilliana è il processo di produzione primaria
di composti organici da sostanze inorganiche nettamente dominante
sulla Terra e, probabilmente, rappresenta la prima forma di processo
anabolico sviluppato dagli organismi viventi. Inoltre la fotosintesi
è l'unico processo biologicamente importante in grado di
raccogliere l'energia solare, da cui, fondamentalmente, dipende la
vita sulla Terra.
La
quantità di energia solare catturata dalla fotosintesi è
immensa, dell'ordine dei 100 terawatt, che è circa sei volte
quanto consuma attualmente la civiltà umana. Oltre che
dell'energia, la fotosintesi è anche la fonte di carbonio dei
composti organici degli organismi viventi. La fotosintesi trasforma
circa 115 · 109 chilogrammi di carbonio atmosferico in
biomassa ogni anno.”
Ok…
terache?
Chi
mai li aveva sentiti i terawatt?
Secondo me li avevano inventati solo per scriverli nei libri di
scienze sul paragrafo della Fotosintesi Clorofilliana!
…
…
…
D’accordo,
mi serve seriamente un po’ di aria fresca.
Guardo
Sesshomaru e lo vedo abbastanza tranquillo, così mi limito a
rinfrescargli un po’ la fronte.
Solo
dieci minuti, poi ritorno…
Lo
guardo un’ultima volta e poi esco dalla stanza, dirigendomi
verso la mia e prendendo l’IPod e cercando una canzone allegra
e iniziando ad aprire tutte le finestre che trovo sulla mia strada,
lasciando entrare una fresca e frizzante aria autunnale e un po’
di sole.
“Largo a sua
maestà!
Largo
al grande Alí!
Voi,
proprio voi, via da quel bazar!
Ehi
tu, proprio tu, c'é una grande star!
Se
il fato vorrà il suo sguardo v'incontrerà!
Campane
suonate, tamburi rullate,
guardate
é proprio là!
Grande
Alí, principe Alí, Alí Ababua!
Faccia
in giù, sempre più in giù, con umiltà!
Se
il posto non perderai, in prima fila sarai!
É
uno spettacolo che mai più tornerà!
Grande
Alí, eccolo lì, Alí Ababua!
Muscoloso,
meraviglioso, vale per tre!
Ci
piace a sua signoria!
É
mitico alla follia!
É
un'altra categoria!
É
il grande Alí!
Sono
d'oro i suoi mille cammelli!
(E
vediamo i cammelli che entrano in campo)
E
i pavoni color viola e blu!
(Praticamente
favolosi e d'alta moda)
Le
sue bestie son veri gioielli!
Che
cos'é?
Uno
zoo?
Beee
io lo so,
è
un serraglio di sangue blu!
GRANDE
ALI'
sempre
oltremodo affascinante
CHE
PEDIGREE
sempre
ammodo, sempre seducente
ALI'
ABABUA
Quel
physique, RADICAL CHIC,
E'
PROPRIO FIC!
TOGLIETE
IL VELO PERCHE'
io
lo amo in modo travolgente
SAPETE
CHE E' DEMODE'
il
mio cuore è proprio incandescente
SARA'
UNA GRANDE SOIREE
guardate
che sguardo impertinente
COL
PRINCIPE ALI'
Le
sue scimmie son cento e son bianche!
Che
belle scimmie! Che belle scimmie!
Puoi
vederle anche senza pagar!
Le
sue schiave non sono mai stanche!
Sì
lo amano!
Si
prodigano con lealtà tutte ai piedi del loro principe Alì
Grande
Alí...
Grande
Alí.. Bello così c'é solo Ababua!
Lui
lo sa che la sua sposa é già qui!
Per
questo viene tra voi!
Più
bello di tutti i play-boy!
Con
gli elefanti e poi lama fantastici,
orsi
e leoni e tromboni!
I
suoi fachiri poi i cuochi e fornai tutti cantano in cor
Alí!
Alí! Alí!”
“Nemmeno
coi 40 suoi ladron
Alí
Babà é ricco quanto te!
Il
cielo ti aiuta tu sai perché!
La
mia magia ha un certo "nonsoche"!
Adesso
la tua forza é mitica
e
quando vuoi la puoi adoperar!
Saran
finiti tutti i tuoi guai
se
questa lampada vorrai sfregar!
Ed
io dirò: "Bonjour monsieur,
che
cosa scrivo sul carnét?"
Chiedi
pure tutto ciò che vuoi
a
un amico amico come me!
Eh
eh eh!
La
vita é un ristorante,
é
come un gran buffet !
Perché
tutto ciò che chiedi avrai,
grazie
a un amico come me!
Oh
son felice di servirti,
sei
il boss, il re, la star!
E
dolci d'ogni tipo assaggerai,
gradisci
ancora un po' di baklavá?
Si
vive in serie A, dimentica la B!
Comanderai
la servitù
per
dormire fino a mezzodí!
WHAHAHA!
OH MA! WHAHAHA! NO NO! WHAHAHA! NANANAA!
Un
amico come ...(SWISSH)!
La
mia leggiadria é la fantasia!
É
stregoneria! Questa é magia!
Stai
a guardare... UHUUUUUU
...son
qui per te!
Ma
se dico: "ABRACADABRA via di qua!" Loro spariranno tutte e
tre!
Attento
agli occhi che ti schizzan via,
per
le sorprese che io ti farò!
Sono
una polizza di garanzia
e
tutte le fatiche per te mi accollerò!
Non
vedo l'ora di aiutarti sai!
Tu
chiedi pure tutto ciò che vuoi!
Una
lista lunga quanto la vorrai
di
desideri tuoi esaudirò!
Oh
Mister Aladdin
questo
mondo é qui per te!
E
capirai che solo io
sono
il grande amico tuo,
vero
amico tuo!
Non
c'é altro...
amico...
come...
MEEEEEEE!
Un
amico grande come me!”
Mi
metto a cantare a squarciagola, prima l’una e poi l’altra
canzone, ballando per casa e, ad un certo punto, prendendo una scopa
e iniziando a roteare con quella.
Scoppio
a ridere come un scema pensando che, si, ci voleva proprio dopo una
settimana di buio e oscurità. Appoggio la scopa e mi guardo un
po’ intorno sorridendo e immaginandomi la fioca luce di
novembre diventare quella estiva calda e accecante.
Uff,
ho una voglia infinita dell’estate! Altro che l’inverno e
il vento talmente freddo che ti congela pure il pancreas. Cioè,
non che proprio ghiacci il pancreas, è solo un modo di dire…
SI!
Lo so che avevate già capito prima, ma meglio evitare che
andiate a raccontare in giro che Ayame dice cose del genere, giusto
per salvaguardare quel poco di orgoglio che mi è rimasto.
Non
che sia molto, in effetti…
Scuoto
la testa e sento un brivido, così richiudo tutte le finestre
mettendo l’IPod in tasca e iniziando a canticchiare qualche
canzone a caso.
Mi
guardo un po’ intorno e mi convinco che sia tutto in ordine,
così salgo le scale e mi dirigo verso la camera di Sesshomaru
con il sorriso sulle labbra.
Appena
giro l’angolo, però il sorriso schiatta alla grande:
Sesshomaru è seduto con la schiena appoggiata alla testiera
del letto e mi guarda palesemente contrariato.
Io
rimango ferma sulla porta senza sapere esattamente cosa dire. In quel
momento sento chiaramente la mia energia demoniaca scoppiare e
sfuggire dal mio controllo.
-Uh,
ehm… ti ho svegliato?-
-Si.-
soffia lui tra le labbra assottigliando gli occhi.
Magnifico,
il Principe dei Chiwawa Hitleriani è tornato in tutto il suo
splendore.
-Scuuuusa.-
gli dico sfoderando il mio sorriso migliore. –Vuoi qualcosa? Un
po’ d’acqua?- zucchero?
Acqua e zucchero? Acqua, zucchero e acido solforico?
-Si.-
Ma…
ma… Wow! Chi se lo sarebbe mai immaginato? Cioè…
wow! Che discorso, che discorso! Signor Johnny Depp, sono commossa!
… Il
mio ultimo neurone è commosso, perché sta partecipando
al funerale del penultimo
che
Sesshomaru ha gentilmente e affettuosamente ucciso con la sua gelida
uscita.
Ad
ogni modo vamos a prendere questo sacrosanto bicchiere di acqua.
E
grazie tante Ayame per esserti presa cura di me in questi terribili e
infiniti giorni, tu, o raggio di sole, che mi sei stata a fianco come
nessun’altra prima d’ora (se non si conta la mia antica
spazzola che contribuisce a lisciare i miei capelli d’argento a
ogni alba) e che mi hai curato con quelle splendide mani e con tutta
la tua maestria…
Grazie…
al cazzo!
-Ecco
l’acqua.- dico porgendogli il bicchiere. Non lo devo aiutare di
nuovo vero?
Il
Gelido Vento del Nord mi prende il bicchiere di mano e si arrangia,
quindi deduco che no, non lo devo aiutare.
Mi
siedo sul letto, in attesa che Sesshomaru mi guardi in tralice e che
mi sussurri un gelido –cosa ci fai nel mio letto?-
Domanda
che, ovviamente, non avrebbe ricevuto risposta visto che avrei dovuto
ammettere di aver dormito tutto il tempo con lui. Anzi, direi proprio
a pochi millimetri di distanza dal suo corpo scolpito e
surriscaldato.
Ci
tengo a precisare che, considerando che non sono per nulla
schizzinosa, tale cosa non mi ha fatto schifo. Per niente.
Dunque,
visto che ho questi cinque minuti di pausa in cui Sesshomaru sta
analizzando con occhi critico ogni acaro di polvere (me compresa)
presente nella stanza, ne approfitto per fare il punto della
situazione.
Mettetevi
comodi che inizio ad illustrarvi la situazione assai delicata in cui
mi trovo:
1.Sua
Altezza Reale il Principe dei Demoni è stato avvelenato una
settimana fa per colpa della sottoscritta e secondo la prima legge di
Keplero che dice che il Sole occupa uno dei due fuochi dell'ellisse
che descrive la Terra e il caratteraccio di Sesshomaru sommato alla
situazione imbarazzante in cui si trova e moltiplicato per la mia
sfiga cosmica, possiamo dedurre che sia leggermente incazzoso
con me.
2.Per
la suddetta settimana ho invaso il suo spazio vitale (anche se è
praticamente impossibile non farlo, visto che è grande almeno
il doppio di Tokyo) con la mia assidua e asfissiante presenza,
dormendo addirittura sotto le sue stesse coperte. Poco importa se
fosse perché volevo prendermi cura di lui.
3.Ho
interrotto il suo Regale sonno cantando a squarciagola una canzone
tanto volgare come quella del genio di Aladdin.
Conclusione?...
-AYAME!-
-Eh?
Si?-
-Mi
stai ascoltando?-
-Uh,
ehm… mi devo essere persa qualcosa.- gli rispondo spostando lo
sguardo dal suo volto al copriletto. Uh, ma guarda che fantasia
carina, questo copriletto!
-Ti
ho chiesto per quanto tempo ho dormito.-
Lo
guardo sorpresa e vedo che mi sta fissando negli occhi, serio.
-Oh.
Beh, nove giorni esattamente.- dico prendendomi un ciuffo di capelli
e mettendoli dietro l’orecchio.
Sesshomaru
spalanca gli occhi e socchiude le labbra, sorpreso.
Sospiro
leggermente e sto per dirgli che dovrebbe rimettersi a dormire, ma
proprio in quel momento suona il telefono di casa. Entrambi ci
voltiamo verso il cordless che c’è nel comodino e mi
allungo per prenderlo.
Appena
vedo il numero trattengo il fiato: è il numero della scuola.
-Chi
è?-
-Se
tutto va bene è la professoressa Kikyo che mi dice che ho
preso l’insufficienza nell’ultimo compito, altrimenti…-
lascio la frase in sospeso e unisco le mani in preghiera.
Ti
prego Bhudda, fai che non sia la preside Kagura! Se mi accontenti
faccio il voto di castità per i prossimi cinquant’anni!
-Cosa
stai facendo?- mi chiede il mio adorato fratellone soffiando tra i
denti.
-Prego
di aver preso quattro in matematica.- sussurro prima di rispondere.
-Pronto?
Casa Taisho.-
-Sento
che stai meglio.-
dice una voce femminile dall’altra parte.
Lancio
un’occhiataccia al soffitto, lasciando intendere al signor
Bhudda che avremmo fatto i conti più tardi.
-Si,
grazie preside. Le serve qualcosa?- così
poi mi lascia in pace?
-Due
cose, in effetti. Primo, volevo che mi dicessi quando hai intenzione
di tornare a scuola.-
Io
guardo Sesshomaru che mi fissa senza espressione. –Mi sto
rimettendo abbastanza in fretta… ma devo vedere quando starò
meglio.-
-Bene.-
chissà perché ho l’impressione che non gliene
fregasse niente –Poi
vorrei sapere tra quanto tornerà Sesshomaru.-
Brutta
strega, da quando gli dai del tu?
-N-non
lo so, penso qualche giorno.-
-Strano
perché tuo fratello ha detto che è già a casa.-
Oh
cazzo! Pensa, pensa, pensa!
-Si,
è già a casa, ma tornerà a scuola tra qualche
giorno.-
Ma
vai Ayame, ma chi sei! Un genio, un genio, un genio!
-Allora
potrei parlargli?-
-E’
sotto la doccia!- dico allontanandomi da Sesshomaru per evitare che
mi prendesse il cordless di mano. Non ho intenzione di lasciare
Kagura tubare al telefono con lui!
-Non
sento il rumore dell’acqua.-
essei
sorda!
-Vuole
che vada a controllare?- dico con un ghigno.
-No!
Non serve. Digli che può restare a casa per un’altra
settimana perché abbiamo convocato la supplente.-
-La
supplente?-
-Si.
Ha iniziato oggi e insegnerà per una settimana. Arrivederci.-
e mi
sbatte il telefono in faccia.
-Ma
anche no…- sussurro alla cornetta che fa tutututu.
Poggio
la cornetta sul comodino e guardo il mio meraviglioso fratello che è
nella stessa posizione di poco fa. Riesco quasi a sentire il rumore
delle sue rotelle che girano.
-Sesshomaru?-
gli dico dolcemente, attirando la sua attenzione. –Tutto bene?-
Lui
annuisce e si ristende sul cuscino, con tutta l’intenzione di
tornare a dormire senza degnarmi di un’occhiata.
Ok,
Ayame, devi chiederglielo! Non hai scelta, sei costretta…
-Sesshomaru?-
Lui
non mi degna neanche di aprire gli occhi, figuriamoci di rispondermi,
ma io lo prendo lo stesso come un invito ad andare avanti.
-Dovrei…
sentire se hai la febbre.-
-Muoviti.-
sibila, desideroso di tornare alla sua pace interiore che io, da
brava mentecatta, avevo brutalmente interrotto.
-Non
fare scatti, ok?- gli sussurro prima di avvicinarmi e, dopo avergli
sollevato la frangia, posargli le labbra sulla fronte.
Lo
sento irrigidirsi e trattenere il respiro, mentre rimango qualche
secondo in quella posizione, beandomi del suo profumo che mi sta
facendo perdere la testa.
Ci
vuole un autocontrollo immenso per impedirmi di fare la stessa cosa
della notte di luna piena. Appena realizzo che quel bacio c’è
stato veramente e che non è stata solo un’immagine
partorita dalla mia mente malata e indubbiamente psicopatica,
arrossisco di botto e mi rialzo.
-E’
ancora abbastanza alta. Buonanotte.- borbotto, tanto che mi chiedo se
Sesshomaru abbia capito qualcosa di quello che ho detto e esco dalla
camera prendendo al volo il libro di scienze.
Scendo
dalle scale talmente velocemente che più di una volta rischio
di inciampare (e grazie ai super-sensi dei demoni!) e alla fine
inciampo veramente cadendo con la faccia sul bracciolo del divano.
Mi
tiro su, con non so quale forza derivata da non so quale divinità,
e mi siedo composta sul divano, iniziando la mia immancabile yoga
(no, non lo yogurt, anche se ne mangerei uno volentieri).
Ne
sono convinta… se qualcuno dovesse scoprirlo mi toccherebbe
fare harakiri!
Angolino
dell'autrice: Buona
domenica a tutti! Dunque, prima che mi dimentichi: credo sia meglio,
per un po' spostare il giorno di pubblicazione da “sabato”
a “sicuramente un giorno nel week end”: come avrete
notato, il sabato non ci sono mai T_T Però la spiegazione è
semplice: con queste ultime giornate di sole, chi me la fa fare di
stare chiusa in casa? Nessuno, appunto U.U
Allora,
passando al capitolo: vi è piaciuto? Eh? A me si U.U Ed è
raro che un mio capitolo mi piaccia così tanto. Ne sono
soddisfatta, ecco. Credo sia uno dei miei preferiti ^^
Le
due canzoni, ovviamente sono quelle di Aladdin, che mi piacciono da
impazzire xD Insomma, chi è che non si fa travolgere dal ritmo
del Genio Blu?
Beh,
credo che, alla fine, il capitolo parli da sé: Sesshomaru sta
meglio e Aya-chan sprizza gioia da tutti i pori xD E ditemi: Inuyasha
è o no un figo? U.U xD
In
quanto all'immagine
iniziale:
non so esattamente perché l'ho messa, so solo che mi piace da
morire. Prendetela come un'Ayame che tiene in “scacco”
Sesshomaru, dato che lui è bloccato a letto. Ma la domanda è:
per quanto ancora? Eheh, io lo so, ma non velo dico xD
Infine:
grazie per le recensioni (mi fanno sempre piacere) e voi, lettori
silenziosi o che vi fate sentire una volta ogni tanto: ditemi che
cosa ne pensate! I vostri consigli o le parti che vi sono piaciute di
più mi fanno capire le parti in cui devo migliorare!
Grazie
a tutti quelli che hanno aggiunto la storia ad una delle liste e...
al prossimo week end xD
Un
bacione,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 15 *** Quando capisci che tuo fratello avrebbe bisogno di una museruola. ***
Set
Fire To The Rain
15.
Quando capisci che tuo fratello avrebbe bisogno di una museruola.
E,
alla fine, è sempre la solita tiritera: Il
fiume scorre e l'acqua è agitata, così faccio qualche
respiro profondo e, finalmente, riesco a vedere sul fondo i miei
poteri. Ovviamente il mio vortice demoniaco è grande come il
Central Park a New York, e sta quasi risucchiano il potere
spirituale. Passo le mani intorno al vortice e ne smusso gli angoli,
rimpicciolendolo gradualmente.
Non
so per quante ore resto a fare meditazione, ma devono essere
parecchie perché ad un certo punto sento la chiave girare
nella toppa.
-Buon
giorno, ragazzi!- dice mio padre alzando la voce dall’ingresso.
Io
apro gli occhi e incontro quelli color miele di mio padre.
-Inuyasha
è fuori con Kagome.- dico sorridendogli dalla mia postazione
rilassata sul divano
-Facevi
meditazione?- mi chiede mio padre sedendosi a fianco a me.
-Si-
rispondo arricciando il naso –Non riesco proprio a
controllarmi…-
Inu
mi fa una carezza di incoraggiamento e io gli sorrido di rimando,
mentre mi viene un’idea.
-Mamma,
stai facendo il the?-
-Si
amore, vuoi una tazza?-
-Dopo
magari. Ho una sorpresa per voi, aspettate qui qualche minuto.-
Salgo
le scale a apro lentamente la porta della camera di Sesshomaru e mi
avvicino alla finestra aprendola un po’ per far passare la
luce.
-Sesshomaru?
Sesshomaru… svegliati!- gli sussurro scuotendolo piano per una
spalla.
Lui
stringe gli occhi e poi li apre, sbattendoli per mettermi a fuoco.
-Ayame…
cosa c’è?-
-Scusa
se ti ho svegliato. Pensavo che a mamma e papà avrebbe fatto
piacere vederti sveglio.-
Sesshomaru
si punta sui gomiti e si tira lentamente a sedere guardandomi un poco
confuso.
-Sempre
se vuoi.- aggiungo mettendogli una mano sul braccio.
-Si.
Falli pure venire.-
Gli
sorrido a trentadue denti e mi alzo uscendo di corsa dalla camera.
-Mamma,
papà, avete finito di bere il the?- chiedo già
pregustando il momento. Aaaah, mi sento un folletto malvagiamente
intelligente quando mi vengono queste idee.
…
Probabilmente
la frase sopra ha una grammatica di dubbia provenienza, ma
comprendetemi, sono in una fase abbastanza critica.
Dicevo…
prendo mamma e papà per un braccio e li porto velocemente
davanti alla camera di Sesshomaru.
I
miei genitori restano interdetti per qualche attimo e poi Izayoi, con
un urletto, si tuffa su Sesshomaru e ci manca poco che non lo faccia
fuori con uno dei suoi abbracci-tenaglie.
-Oh,
sono così contenta che tu stia meglio Sesshomaru, così
contenta!-
Guardo
Sesshomaru che si lascia spupazzare senza muovere un muscolo, ma noto
bene il suo viso ampiamente sorpreso: a quanto pare non si aspettava
una reazione così... esagerata da nostra madre.
-Mamma...
mamma lo strozzi!- dico divertita, trattenendo a stento le risa.
Lei
si stacca, abbassando la testa e scusandosi, poi si gira verso Inu e
gli riserva un sorriso dolcissimo.
-Caro,
è proprio bello che sia guarito, vero?-
-Si.-
…
…
…
Io
e Izayoi ci guardiamo e poi sposto lo sguardo verso Sesshomaru. Mi
sorprende tanto vedere nei suoi occhi tristezza, che però
cerca di nascondere con la sua classica espressione gelida.
-Quello
che voleva dire,- mi intrometto io, sotto lo sguardo imbarazzato di
mio padre –è che è davvero molto, molto felice di
vedere che stai meglio. Vero?-
Inu
inizia ad annuire mentre io lo guardo con sguardo omicida e con
l’occhio che inizia ad avere un tic nervoso. –Vero.-
A
quel punto non posso evitare di schiaffarmi una mano sulla fronte con
espressione afflitta. Possibile che mio padre sia così in
imbarazzo davanti a suo
figlio?
-Quindi,
caro, perché non glielo dici tu?- dice Izayoi in un ultimo,
disperato tentativo di rendere quelle lunghe ore in cui Inu si era
lamentato della sua relazione con Sesshomaru per lo meno un po’
proficue.
Inu
guarda prima me poi sua moglie e infine Sesshomaru, distogliendo in
fretta lo sguardo.
-Mi…
mi fa piacere che tu sia vivo.- dice imbarazzato, al che sia io che
Izayoi ci guardiamo afflitte.
-Non
ho parole! Alla faccia del Grande Generale Cane, eh?- dico a Izayoi
mentre usciamo dalla camera, arrendendoci all’evidenza. –Ma
anche quando ti ha fatto la proposta di matrimonio era così?-
-Assolutamente.
Ad un tratto ho avuto paura che mi svenisse tra le braccia. Devono
essere stati i cinque minuti più imbarazzanti dei suoi 1000
anni.-
-Oh,
mai più imbarazzanti di questi.- rispondo indicando col dito
la porta della camera aperta, consapevole che eravamo ancora
perfettamente udibili.
-Che
cosa deprimente!- dice mia madre versandomi una tazza di the.
-Decisamente!
Lasciamoli un po’ lì, magari capita il miracolo.-
Io
e mamma ci guardiamo per qualche secondo. –Naaaaaaaaa!- diciamo
poi in coro, prima di scoppiare a ridere come due pazze.
E’
proprio così che ci trova Inuyasha quando torna.
-Ma
che succede? Avete un attacco di isteria acuta?-
-No,
Inuyasha. E’ che ci è appena arrivato il ciclo e questo
è uno degli effetti collaterali. Vuoi unirti a noi?- chiedo
ironica sollevando un sopracciglio.
Inuyasha
arrossisce di botto e inizia a scuotere le mani davanti a sé.
–No, no, grazie.- dice prima di scappare al piano di sopra.
*
* *
Non
mi sono mai accorta di quanto sono innamorata della mia dolce e
confortevole camera prima di questo momento.
-Aaaaah,
casa dolce casa.- sussurro prima di buttarmi di schiena sul letto.
Spalanco le braccia e mi godo della morbidezza del mio materasso, su
cui non dormivo da un bel pezzo.
C'è
qualcosa che manca, però, ed è il profumo di
Sesshomaru. In queste settimane mi sono così abituata a
sentirmelo sempre addosso che adesso mi manca parecchio.
Mi
ci riabituerò.
Chiudo
un poco gli occhi, ma poi li spalanco subito: scema, scema, scema!
Come posso essermi dimenticata una cosa del genere???
Faccio
un salto in piedi e mi fiondo fuori dalla camera, alla ricerca
disperata di mio fratello. Si, quello sano, nel caso ve lo stiate
chiedendo.
Scendo
dalle scale (resistendo alla tentazione di lasciarmi scivolare dal
corrimano) e sbircio in cucina, ma essa è decisamente vuota.
Sento
delle voci provenire dal salotto, così immagino che Inuyasha
sia insieme a mamma e papà, ma mi sbaglio anche questa volta.
Allora,
c'è sicuramente da dire che, come avrete capito, la mia
famiglia non ha nulla che si potrebbe definire normale: nessuna
macchina famigliare, nessuna donna di casa casalinga e nessun marito
impiegato in una piccola azienda. Non ci sono gli allegri marmocchi
che corrono per casa o che devastano il giardino. E non c'è
nemmeno un cane, o meglio, nessun cane inteso come simpatico amico a
quattro zampe e scodinzolante chiamato comunemente Fido o Tobi.
Insomma,
nessuna famiglia della serie “Mulino Bianco” (anche se,
effettivamente, devo ancora conoscerla questa famiglia in stile
Mulino Bianco).
Nessun
componente di questa famiglia ha trascorso la propria felice e
problematica
infanzia
in questa casa.
E
allora perchè, mi chiedo, Inu e Izayoi stanno guardando la
cassetta del Re
Leone?
-Ehm,
scusate se interrompo il ricongiungimento di Simba con il suo zoo, ma
per caso avete visto Inuyasha? E' quel tipo un po' strano, con delle
carinissime orecchie bianche sulla testa che gironzola sempre per
casa senza fare mai un minimo di fatica, sempre se non si conta lo
zapping con il telecomando, ovviamente. E' vostro figlio.- spiego,
per paura che Simba e Nala li abbiano rintontiti.
Izayoi
fa una risatina e mi risponde girando leggermente la testa, senza
staccare gli occhi dal televisore.
-Penso
sia andato a farsi la doccia, mia cara.-
Alzo
gli occhi al cielo e lascio i miei genitori al loro cartone animato
–Kamisama!-
e mi dirigo verso la camera di mio fratello.
-Ehi,
Inu-chan? Posso entrare?-
-Si,
si.-
Entro
e mi guardo intorno. La tana di Inuyasha si potrebbe riconoscere
anche fra milioni: stanza più disordinata di così non
esiste né in questo universo, né in altri.
E
per fortuna, altrimenti esisterebbero anche molti Inuyasha. Ve li
immaginate? Un branco di Inuyasha che gira per i mondi. Brrrr!
Arrivo
alla sua scrivania evitando le torri di cd, quelle di dvd e le
tonnellate di vestiti sparsi sul pavimento.
-Ehi,
dov'è la sedia?- gli chiedo guardandomi intorno e cercando di
trovarla in tutto quel casino. Mio fratello mi indica una pila di
vestiti sotto la quale, probabilmente, c'è la sedia.
E
io che pensavo fosse una riproduzione del monte Fuji in miniatura!
Rinuncio
all'idea di sedermi e mi affianco a lui.
-Allora,
com'è la nuova professoressa di Storia?- gli chiedo
sinceramente curiosa.
-La
professoressa Nakayama è simpaticissima!- dice rianimandosi
immediatamente -Abbiamo riso tutta la lezione e ci ha dato pochissime
pagine da studiare per casa. Tutta un'altra storia, in confronto a
Sesshomaru!-
Guardo
Inuyasha con un sopracciglio alzato.
-Carino
il modo in cui parli di tuo fratello che ha rischiato di morire!- gli
dico palesemente ironica.
-Oh,
non farla tanto lunga, Aya-chan. Dopotutto è vivo no? Ma
questo non vuol dire che sia un bravo professore.-
-Io
lo trovo bravo, invece. Tu sei prevenuto. E comunque hai la
delicatezza di tuo padre, Inuyasha.- gli rispondo girando i tacchi e
uscendo dalla camera.
Inuyasha,
non felice, mi segue. -Lo stai difendendo?-
-Sto
dicendo come la penso! Te l'ho già detto, sei prevenuto nei
suoi confronti!-
-Lo
stai difendendo.- afferma.
Sbuffo
e mi dirigo verso la mia camera, con tutta l'intenzione di entrarci e
di non uscirci per il resto della serata, ma mio fratello mi blocca.
-Dove
stai andando?-
-Su
Marte!-
-No
intendevo... pensavo che dormissi ancora con Sesshomaru.-
Guardo
mio fratello con aria omicida e sento chiaramente le mani che prudono
per l'immenso desiderio che ho di picchiarlo a sangue.
Quando
si rende conto della gaffe -considerando la vicinanza tra la camera
di Sesshomaru e il punto in qui ci troviamo- spalanca gli occhi e in
quattro secondi netti è chiuso in camera sua.
-Apri
questa cazzutissima porta, scemo di un fratello!- urlo mentre prendo
a pugni la suddetta porta.
-Fossi
matto!-
-Giuro
che la scardino!!! Apri Inuyasha, ho una voglia pazzesca di prenderti
a pugni e di cambiarti i connotati!-
Con
un calcio riesco ad aprire la porta e subito mi tuffo addosso a
Inuyasha che non fa in tempo a spostarsi e gli piombo sopra,
iniziando a prenderlo a pugni.
-Razza
di scemo! Quando imparerai a tenere la tua boccaccia chiusa? Il
giorno del mai?-
-Eddai,
non è poi così grave!-
-Ah
no? Ti faccio vedere io quanto è grave!- dico rifilandogli un
pugno nel naso.
Mio
fratello mi da uno spintone e riesce ad uscire dalla camera, mente io
mi alzo velocemente e gli corro dietro: non ho mica intenzione di
farmelo scappare!
Lo
raggiungo a metà delle scale e il resto dei gradini li
facciamo rotolando l'uno sull'altra.
-Ragazzi,
insomma! Ancora!- ci dice Inu quando ci vede darcele di santa
ragione. -Sembrate dei bambini!-
-Tsk!
Ti ricordi come ti ho ridotta la prima volta, vero sorellina?-
mi dice Inuyasha sbattendomi sul pavimento e mettendosi a cavalcioni
su di me.
-Ti
ricordi come ti ho ridotto io la penultima, vero fratellone?-
rispondo io ribaltando le posizioni e tirandogli una ciocca di
capelli.
-Vi
ricordate come vi ho ridotti io
quando
avete rotto il parquet?- ci urla Izayoi, ormai prossima alla crisi
isterica (probabilmente avevano interrotto il film mentre Timon e
Pumba facevano la Hola).
Io
e Inuyasha ci guardiamo e poi rifissiamo nostra madre, dopo di ché
scattiamo in piedi e ci mettiamo rigidi.
-Sissignora.-
diciamo in coro mettendoci nella classica posa da soldato.
-Bene,
ora fate la pace come due bravi bambini e tornate nelle vostre
camere!-
Io
e Inuyasha ci guardiamo e ci scambiamo un sorriso tirato e iniziamo a
salire le scale. Appena svoltato l'angolo iniziamo a riempirci di
insulti.
-Cretino!-
-Stupida!-
-Razza
di idiota!-
-Mocciosa!-
-Ah,
mocciosa io? Senza di me a quest'ora avresti Koga sulla coscienza e
Kagome non ti guarderebbe più in faccia!-
-Senza
di me Kyosuke a quest'ora di avrebbe fatta già fuori. O
peggio: ti avrebbe costretta a sposarlo!-
A
quella visione raccapricciante rabbrividisco per un secondo.
-Ma
chi ti credi di essere, razza di egocentrico?-
-In
questa casa c'è un solo egocentrico e sicuramente non sono
io!-
-Ah,
e chi sarebbe? Il cane?- dico isterica.
-Esattamente!-
…
-Ma
Inuyasha... noi non abbiamo un cane...- dico un tantino perplessa.
-Ed
è qui che ti sbagli.- dica soddisfatto indicando un punto
dietro di me.
Mi
giro a rallentatore e vedo -orrore degli orrori- Sesshomaru che ci
guarda palesemente irritato. Molto irritato.
-Ah...-
sussurro -Abbiamo un chiwawa...-
Sesshomaru
mi fulmina con lo sguardo. -Smettetela con questo baccano. Mi
infastidite.-
Io
annuisco, sentendomi un po' colpevole di averlo svegliato.
-Ma...
Oh! Riesci a camminare!- gli dico meravigliata e felice.
-Certo.-
dice ovvio, voltandoci le spalle e sparendo nella sua camera, così
vicina alla mia.
Io
lo inseguo e chiudo la porta dietro di me, lasciando Inuyasha solo
nel corridoio.
-Cosa
ci fai qui?- mi chiede tagliente. Questo tono mi ferisce, ma cerco di
non darlo a vedere.
-Scusa
se ti abbiamo svegliato... prima di andare a letto volevo vedere
com'è la temperatura.-
-Sto
bene.- dice secco.
-Ti
prego, lasciami solo sentire come stai...- lo imploro.
-Va
bene.- dice con un sospiro. Io gli sorrido e gli passo il termometro.
Aspetto
per i cinque minuti necessari e poi me lo faccio ripassare.
-40
e 7- sussurro, mentre il panico riprende possesso di me. -Si è
alzata.-
Guardo
Sesshomaru e cerco di prendere una decisione. Se è sveglio e
cosciente vuol dire che la guarigione è in atto, ma perchè,
allora, la febbre si è alzata di nuovo?
-Distenditi.-
gli ordino e lui mi ascolta senza obiettare.
Vado
a prendere la solita bacinella di acqua fredda e gli bagno la fronte,
sperando con tutto il cuore che quello basti a fargli passare la
febbre.
-Come
ti senti?-
-Sto
bene.-
-Seriamente,
Sesshomaru! Devi dirmi esattamente cosa ti senti, altrimenti non sono
in grado di capire di cosa hai bisogno per guarire!- dico con la voce
impregnata del panico che mi aveva colta appena Kyosuke l'aveva
avvelenato.
-Ho...
mal di testa.- dice lui dopo qualche secondo -E mi gira. Mi sento
tanto… debole, e ho sonno.-
Sospiro
e gli appoggio il fazzoletto bagnato sulla fronte, capendo di non
potere fare altro se non aspettare che la malattia guarisca da sola.
Mi
alzo dal letto per tornare in camera. Sono terrorizzata all'idea di
lasciarlo da solo, ma so anche che non gradirebbe affatto la mia
presenza nel suo letto, specialmente in quelle condizioni.
Mi
dirigo verso la porta,rassegnandomi all'idea di una notte in bianco,
concentrata ad ascoltare se il suo respiro rimane regolare.
-Ayame...-
mi sento chiamare proprio mentre ho la mano sulla maniglia della
porta.
Mi
giro. Lo sguardo di Sesshomaru è rivolto dall'altra parte e
non incontra il mio.
-Posso…
posso restare qui con te, stanotte?- gli chiedo, titubante.
Lui
finalmente si gira e i miei occhi incontrano i profondi pozzi d'ambra
che sono i suoi. -Si.- sussurra.
Mi
avvicino a lui e mi siedo sul letto, iniziando a rinfrescargli la
fronte con acqua fredda e, nel mentre, sorrido intenerita nel vedere
come si rilassa sotto il mio tocco.
-Domani
tornerai a scuola?- mi chiede in un sussurro.
-No.
Tornerò dopodomani e solo se starai un po’ meglio,
altrimenti mi faccio qualche altro giorno di vacanza.-
-Perché
sei rimasta qui con me?- mi chiede dopo qualche minuto, mentre sta
per sprofondare nell’oblio del sonno.
-Perché…-
Perché
ti amo! Perché ti amo così tanto, Sesshomaru!
-Perché
è colpa mia se Kyosuke ti ha ridotto così.- dico, senza
il coraggio di rivelargli quello che provo realmente.
Non
potrò farlo mai. Dovrò vivere con questo sentimento che
mi cresce dentro giorno per giorno, senza mai poter far avverare il
mio desiderio.
Ma
guarda te se mi dovevo innamorare proprio del mio fratellastro!
Sesshomaru
non mi dice altro e si addormenta praticamente subito, così mi
butto anche i vicino a lui dopo aver messo la sveglia per le nove di
domani mattina.
Sogni
d’oro… amore mio.
Angolino
dell'autrice: Buon
giorno a tutti! Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto la febbre
U.U purtroppo mi è passata e domani devo ritornare a scuola
T_T In ogni caso: grazie mille per le recensioni! So che la scuola
sta impegnando un po' tutti, tuttavia ho lo stesso una richiesta da
fare a chi non recensisce sempre e sopratutto a chi ha smesso di
recensire: sono solo undici parole! Vi occupano cinque minuti del
vostro tempo e anche meno se siete veloci! Mi farete davvero felice!
Comunque,
passando al capitolo: che ve ne pare? Sesshomaru sta decisamente
meglio, dato che ha iniziato a tornare freddo e gelido come al
solito. E vi è piaciuto l'ultima scena con Ayame? Spero di non
aver reso Sesshomaru troppo OOC, ditemi voi!
In
quanto all'immagine:
questa non ha una spiegazione, proprio no. Mi piaceva. Punto. Spero
che sia lo stesso per voi ;) Oh, e ricordo che tutte le immagini che
metto a inizio capitolo sono prese dal web e, al massimo, io le
modifico!
Detto
questo, vi saluto e alla prossima!
Un
bacione,
°°Samirina°°
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Capitolo 16 *** Quando capisci che Twilight non è famoso -né apprezzato- fra i demoni. ***
Set
Fire To The Rain
16.
Quando capisci che Twilight non è famoso -né
apprezzato- fra i demoni.
Il
giorno dopo mi sveglio pochi minuti prima del suono della sveglia,
così la spengo per evitare di svegliare Sesshomaru prima del
dovuto.
Vado
in bagno piano, cercando di fare meno rumore possibile e mi vesto con
una semplice e comoda tuta, poi scendo e faccio colazione. Ovviamente
Inuyasha, mamma e papà sono già usciti da un pezzo e
questa mattina non li ho nemmeno salutati.
Inuyasha
è andato a scuola, insieme a Kagome, Sango e Miroku. Un po’
mi manca andare a scuola con loro, perché dopotutto mi diverto
insieme ai miei migliori amici.
Scuoto
la testa e penso che, alla fine, la scuola non è poi così
importante: anche se perdo uno o due anni ne ho altri centinaia per
recuperare, quindi sicuramente non è questo il mio problema.
Preferisco
mille volte restare con Sesshomaru nel momento del bisogno.
Mi
alzo e metto la tazza nel lavandino, poi risalgo in camera mia e
prendo tutto il necessario per portarmi avanti con i compiti per i
prossimi giorni.
Poggio
la pila di quaderni e libri sulla scrivania di Sesshomaru e afferro
una penna, pronta per iniziare anche quel giorno.
-Bene,
direi che possiamo iniziare con matematica.- sussurro a me stessa,
determinata, aprendo il libro. Guardo gli esercizi che, ai miei
occhi, sembrano un insieme di numeri e lettere senza senso.
No,
direi che non facciamo matematica, oggi.
Apro
il libro di antologia e vedo che c’è da fare un testo.
Niente male: con i testi me la cavo abbastanza, non dovrebbe essere
troppo difficile.
“-Se
non sei soddisfatto di ciò che hai non stai vivendo
abbastanza. La vita non l’apprezzi abbastanza fino a quando non
sbatti di fronte al dolore, fino a quando non comprendi che ne hai
solo una da vivere. Perché lasciarsela sfuggire, vivere col
rimpianto di come poteva essere, andare sempre e solo alla ricerca?
Fermiamoci ogni tanto, godendo di ciò che si ha. Basta leggere
un libro, ascoltare la musica, e quasi ogni dolore và via.-
Commenta
questa frase con i tuoi pensieri personali e le tue esperienze.”
Aggrotto
leggermente la fronte. Cosa bisognava scrivere? O meglio, cosa avrei
voluto scrivere?
Io
sono soddisfatta della mia vita? Certo. Ho una famiglia che mi vuole
bene e degli amici fantastici.
Vorrei
cambiare qualcosa del mio passato? Certo. In primis la morte dei miei
genitori e poi la malattia di Sesshomaru.
Però,
se questi fatti negativi non fossero accaduti, io non sarei quella
che sono in questo momento.
Mi
spiego. Ragionando per assurdo e ammettendo che i miei genitori non
fossero morti, a quest'ora io vivrei dall'altra parte del Giappone e
non conoscerei ne Inuyasha ne... ne Sesshomaru.
Solo
il pensiero che lui
non
faccia parte della mia vita mi fa stringere lo stomaco in una morsa
dolorosa. Come posso pensare di svegliarmi la mattina e di non
ritrovarmi nella mia bella villa a Tokyo, con la torta di Izayoi per
colazione e il bacio di Inu ogni mattina?
Come
posso pensare di andare a scuola senza Kagome, Inuyasha, Sango e
Miroku e di avere un professore di Storia Giapponese che non sia
Sesshomaru?
Tante
volte, nella mia vita, mi sono chiesta come potesse essere stata la
mia vita se i miei genitori non fossero morti, desiderandola e
piangendola. Ma ora mi chiedo come potrei mai essere me stessa senza
tutto ciò che mi è capitato, cose brutte comprese.
Avrei
mai capito il valore della vita, senza la morte dei miei genitori?
Avrei
capito l'immenso sentimento chiamato amore, senza Sesshomaru?
So
la risposta: no.
Forse
me ne sarei resa conto, ma mai in modo così profondo e
radicato in me.
E,
ora, so cosa scrivere.
Ci
metto un paio d’ore a scrivere il tema, ma alla fine sono
parecchio soddisfatta di me. Spero lo sia anche la professoressa,
ovviamente.
Mi
rendo conto solo adesso di quante cose ho imparato grazie a
Sesshomaru, di come solo la sua presenza e le poche parole che ci
siamo scambiati mi abbiano fatto capire cose che, altrimenti, non
avrei mai compreso o accettato.
Forse
era destino che incontrassi Sesshomaru nella mia vita, ma sono state
anche le mie scelte ad avermi portata su questa via e davanti alle
scelte che essa comporta.
Non
esiste Destino tanto forte da spezzare la scelta del nostro cammino.
Sorrido
lievemente e mi giro a guardare Sesshomaru. Sussulto quando vedo che
è sveglio e che mi fissa.
-Santa
Margherita di Savoia!-
sibilo portandomi una mano al petto. –Da quanto sei sveglio?-
Sesshomaru
alza un sopracciglio. –Da mezz’ora, più o meno.-
-Perché
non mi hai avvertita?- chiedo spalancando gli occhi.
-Eri
così concentrata…- sussurra socchiudendo gli occhi e
guardandomi intensamente.
Arrossisco
leggermente sotto quello sguardo e mi sveltisco a cambiare argomento,
evitando di diventare color Pomodoro San Marziano.
-Beh,
comunque ho finito. Cosa facciamo?- dico sorridendo e lasciandomi
cadere sul letto provocando uno scossone a Sesshomaru che mi guarda
un tantino scocciato.
-Cosa
facciamo?- ripete, allibito, come se non credesse che mi stessi
rivolgendo proprio a lui.
Che
esagerato, mica mi sono messa a cantare Noi
vogliamo Sesshomaru porno star, Sesshomaru porno star, Sesshomaru
porno star!
Cioè,
non che lo vogliamo, ma non mi sono mica espressa ad alta voce!
-Si!
Potremmo giocare a carte, a Monopoli, vedere un film, raccontarci i
nostri segreti…- inizio a dire contando le attività
sulla punta delle dita.
Alzo
gli occhi e vedo che mi fissa decisamente contrariato. Ci guardiamo
per qualche secondo fissi negli occhi.
-Stiamo
giocando a chi ride per primo?-
-Non
dire sciocchezze…- dice distogliendo lo sguardo.
Io
sbuffo, facendomi venire in mente qualcosa da fare.
-Ok,
allora facciamo uno scambio.- gli dico illuminandomi.
Sesshomaru
si rigira verso di me, emettendo un sospiro rassegnato. –Sentiamo.-
-Allora,
adesso tu ti trasferisci in camera mia e io metto a posto la stanza:
cambio le lenzuola e faccio passare un po’ di aria. In cambio
tu mi spieghi il programma di storia che stanno facendo in questi
giorni in classe con la supplente, così non mi ritrovo
indietro e quando torniamo a scuola non mi dai l’insufficienza.-
Lo
lascio pensare per qualche minuto alla mia proposta e alla fine
accetta con un cenno del capo.
Fuck
yeah!
… Ok,
lo so che è un po’ fuori luogo, ma avevo tanta voglia di
dirlo!
Sesshomaru
si alza dal letto, lanciandomi un’occhiataccia ammonitiva del
tipo: Osi
aiutare me? Il grande Sesshomaru? Siediti e rimpiangi il tuo errore
per il resto della vita!
Lo
accompagno nella mia stanza e faccio un sopralluogo veloce per vedere
se c’è qualcosa fuori posto. Ad un tratto noto il blocco
per gli appunti che la sera precedente avevo lasciato sul letto.
Niente di male, se non fosse stato per le centinaia di “S”
contornate da cuoricini di varie dimensioni.
Mi
butto sul letto di peso, mettendo la mano sotto la schiena e strappo
il bigliettino, nascondendolo nel pugno.
-Cosa
stai facendo?- chiede Sesshomaru, nuovamente allibito nel giro di
dieci minuti.
-Io,
ehm… stavo vedendo se il letto è morbido.-
Lui
alza un sopracciglio, probabilmente chiedendosi se sono realmente
stupida o se fingo di esserlo. E la risposta, nel caso ve lo stiate
chiedendo, è la seconda. Chiusa parentesi.
Mi
alzo e lo lascio solo con un sorrisino tirato, dirigendomi nuovamente
nella sua camera.
Spalanco
la finestra e lascio entrare un po’ d’aria. Il cielo è
grigio e spessi nuvoloni coprono il pallido sole; sospiro dicendomi
che quello è solo l’inizio e che ci vuole ancora molto
prima dell’arrivo della primavera: devo portare pazienza!
Porto
la mano fuori dalla finestra e faccio bruciare lentamente il pezzo di
carta che avevo strappato dal blocchetto. Meglio eliminare in modo
definitivo le prove del delitto!
Cambio
le lenzuola e ne metto di azzurre, al posto di quelle bianche che
finiscono dritte dritte nel cesto della biancheria sporca.
Alla
fine, dopo circa dieci minuti, mi guardo intorno per vedere se c’è
qualcos’altro che devo fare. Lo sguardo mi cade casualmente
sulle mensole sopra la scrivania: non le avevo mai osservate
attentamente, ma in quel momento noto che, molto in fondo e un po’
nascosta, c’è la foto incorniciata che gli avevo
regalato appena tornata dal viaggio nel tempo.
Spalanco
gli occhi un po’ stupita: pensavo l’avesse buttata o
chiusa in un cassetto, invece la piccola Rin sorride in tutto il suo
splendore proprio sulla mensola più alta della sua camera.
Sorrido
leggermente, sempre con il cuore che batte a trecento all’ora,
e ritorno da Sesshomaru.
-Ho
finito!- dico spalancando la porta.
Sesshomaru
mugugna qualcosa e chiude il libro che stava sfogliando prima del mio
ritorno: Twilight.
-Che
sciocchezze.- dice posandolo sul comodino e guardandomi con un
sopracciglio alzato.
Benedettissimo
sopracciglio! Ti verrà un crampo al muscolo, prima o poi!
-A
me piace.- rispondo piccata facendo spallucce.
-E’
una bella storia d’amore. I protagonisti sono totalmente
diversi eppure riescono a stare insieme, anche dopo mille
difficoltà.-
Sesshomaru
non risponde e mi rivolge uno sguardo che non riesco ad identificare,
così alzo le spalle e gli sorrido.
-Torniamo
in camera tua?- gli chiedo, cercando di immaginare cosa desiderasse
in quel momento.
Al
contrario di come immaginavo, Sesshomaru scuote la testa e la mia
attenzione si sofferma sui suoi capelli che gli scivolano leggeri
sulle spalle.
Ho
voglia di toccarli,
penso incondizionatamente, già pregustando i fili di seta tra
le mie dita. Per quanto l’abbia già fatto mentre era
ammalato, sarebbe tutt’altra cosa mentre lui è sveglio,
ma so che non me lo permetterebbe mai.
Mi
siedo sul letto davanti a Sesshomaru, che è seduto con la
schiena appoggiata alla testiera, e gli metto in grembo il libro di
storia.
-Mi
sembra strano che tu ti voglia applicare così tanto sullo
studio, Taisho.- mi dice serio, ma noto una punta di divertimento
nella sua voce.
-Beh,
sa professore, mi sono resa conto che una settimana e mezza senza
Storia Giapponese non è stata una settimana degna di essere
vissuta.- gli dico sorridendogli a trentadue denti e guardandolo con
un’espressione divertita.
-Dunque
provvediamo a renderti più piacevole almeno questa.-
-Oh,
non vedo l’ora!-
L’ora
seguente la passo insieme a Sesshomaru che mi spiega moltissime
pagine di storia. Alla fine sono talmente sovraccarica di
informazioni che temo lo scoppio del mio cervello.
-Ok.-
dico ad un certo punto –Mi sono persa tra le Epoche! Possiamo
continuare domani?-
Devo
avere una faccia terribilmente confusa perché Sesshomaru
distende le labbra in un microscopicissimo sorriso, che sorriso non
si può definire alla fine. Direi piuttosto una smorfietta
minuscola, minuscola, ecco. Ad ogni modo mi stupisce lo stesso!
Sto
per prendergli il libro dalle mani, quando lo vedo piegarsi su se
stesso con una smorfia di sofferenza impressa sul volto, mentre con
una mano si preme il torace.
Inizia
a respirare forte e si accartoccia sempre più su sé
stesso, tremando dal dolore.
Mi
precipito su di lui, provando a raddrizzarlo, ma incontro la sua
resistenza che è molto maggiore di quando stava male.
-Sesshomaru,
Sesshomaru, lo so che fa male, ma devi cercare di alzarti. Così
stai solo peggio!- dico, mentre continuo a tirarlo cercando di fargli
prendere aria.
Mi
posiziono dietro di lui e inizio a tirarlo verso di me,
sussurrandogli all’orecchio e massaggiandogli un po’ la
schiena e un po’ il torace.
Dopo
qualche minuto riesco finalmente a farlo appoggiare totalmente su di
me, e poco a poco il dolore al torace gli passa.
Rimaniamo
in quella posizione entrambi, lui ansimante per lo sforzo e io
preoccupata delle sue condizioni. Dopo qualche altro minuto mi
azzardo a chiedergli come sta, anche se mi dispiace spezzare il
silenzio e l’atmosfera che si è creata.
Cerco
un attimo le parole giuste, proprio per non mandare tutto in Culonia.
-Etchù!-
…
Ecco,
forse non era proprio questa la mia idea!
-Ehm,
volevo dire: come stai?-
-Scoppio
di salute.- mi risponde lui atono, non riuscendo a trattenere un
sospiro. –E immagino che non sia la prima volta che mi succede,
visto il modo in cui hai padroneggiato
la situazione.-
Quanto
gli costa saper di dover dipendere da qualcuno?
-Beh,
proprio padroneggiato la situazione no… diciamo che mi sono
arrangiata come ho potuto… OK! Lo ammetto! Sono stata brava,
lo so!- dico con finta modestia, iniziando a guardarmi soddisfatta le
unghie.
Sesshomaru
non risponde, ma sono convinta al 110% che abbia alzato gli occhi al
cielo. Stai diventando prevedibile, caro il mio Vento del Nord!
-Comunque
no, non è la prima volta. Ma di solito non è mai
successo mentre eri sveglio, hai sempre dormito come un opossum. No,
era un
ghiro, mi sa.-
Lui
non risponde e si alza, cercando di fare il più piano
possibile: ho come la sensazione che abbia ancora male.
Sono
quasi tentata di urlargli: Nuo!
Torna giù!,
ma mi mordo la lingua e mi convinco che è meglio se sto
zitta.
-Ho
sonno.- mi dice poi, guardandomi negli occhi.
-Si,
hai ragione. Resta pure qui e riposati. Buona notte.- sussurro,
chiudendo la porta dietro di me e scendendo in cucina.
Chissà
perché ho la netta sensazione che volesse mandarmi via…
Sento
di aver leggermente fame, così guardo l’ora.
-Cavolo,
è già mezzogiorno e mezzo. Tra poco Inuyasha dovrebbe
tornare a casa, mentre mamma e papà oggi rientreranno un po’
dopo…- ricapitolo ad alta voce.
Decido
di preparare la tavola e, già che ci sono, mi faccio un toast,
giusto per non rimanere con la pancia vuota. Rimango per qualche
secondo ad osservare il toast, prima di addentarlo nervosa: cosa
avevo fatto per meritarmi quel tono di voce dal Re dei Barboncini
Incazzosi?
Capisco,
magari, che lui è l’unico al mondo che non ha bisogno di
aiuto, ma ci vuole tanto ad ammettere che non può farcela da
solo? Ha paura che mettiamo in dubbio la sua forza?
Cavolo,
anche i nostri fedeli acari della polvere capiscono che Sesshomaru è
uno degli esseri più forti del pianeta, che potrebbe
distruggere una città con la stessa velocità con cui io
apro una scatoletta di tonno. Ma anche lui avrebbe bisogno di contare
su qualcuno, qualche volta.
Per
la disperazione lascio cadere la testa sul tavolo, ma purtroppo non
mi rendo conto della reale forza con cui lo faccio, così sento
uno spaventoso “crick” e vedo una crepa che si dirama per
almeno dieci centimetri sul legno.
Oh
cakkio… quante possibilità ho di incolpare Inuyasha e
passarla liscia?
Faccio
un rapido calcolo sulle dita e me ne rendo conto: meno di zero.
Potrei
provare a spacciarla per arte moderna. Speriamo solo che ad Izayoi
piaccia, altrimenti sono fregata: chissà per quale gene
sfigato, ma questo è il suo tavolo preferito. O meglio era.
Perché adesso non è più.
Nascondo
il corpo del delitto con la tovaglia, sperando con tutto il cuore che
Izayoi non se ne accorga... almeno fino a che non sprepara. Per quel
momento mi sarò già nascosta in Uzbekistan.
Piano
geniale!
-Ehi,
sorellina! Perché guardi il soffitto con quella faccia
malvagia?-
Alzo
gli occhi e vedo che Inuyasha se ne sta fermo davanti a me con lo
zaino di scuola ancora in spalla. Ero talmente presa dal mio piano
che non mi sono nemmeno accorta che è ritornato.
-Inuyasha,
ho bisogno del tuo parere.- dico risoluta.
-Dimmi.-
Alzo
la tovaglia e gli mostro la crepa. –Dici che mamma mi ammazza
subito o mi fa fare prima testamento?-
Inuyasha
spalanca gli occhi e successivamente li alza al cielo.
-Dico
che ti conviene scappare subito su Venere. Anzi su Plutone che è
più lontano. E si, inizia subito a fare testamento.-
Emetto
un rantolo spaventato, ricordando l’ultima volta che avevamo
rotto un mobile di Izayoi: le conseguenze furono così gravi e
devastanti che ancora oggi tutti coloro che vi hanno assistito
evitano di farne parola. In particolar modo io e Inuyasha.
Soprattutto
io e
Inuyasha.
Chiudo
gli occhi e domando a mio fratello come è andata a scuola.
-Tutto
bene. Miroku si è preso un’altra strigliata da Sango
perché continuava a guardare la nuova studentessa della 2A.-
mi dice ridacchiando e io immagino che vedrò Miroku con la
cinquina della sua ragazza stampata a fuoco sulla guancia.
-E
con Sesshomaru?- aggiunge, guardandomi pensieroso.
Alzo
le spalle e non ricambio il suo sguardo, per non fargli capire quanto
mi aveva ferita il suo pluricentenario fratello.
-Non
so se sia più simpatico da sveglio o da addormentato.-
-Ti
ha trattata male, eh?- mi chiede sedendosi davanti a me.
-Sei
intuitivo come Jessica Fletcher, Inuyasha. Comunque si. Immagino che
il suo orgoglio sia scattato nell’esatto momento in cui l’ho
aiutato con la crisi respiratoria.- non avevo problemi ad ammettere
queste cose ad Inuyasha. Per quanto fosse immaturo e profondo come
una pozzanghera durante la siccità, è sempre stato il
mio migliore amico e mi ha sempre capita come nessun altro.
-Beh,
e non potevi lasciarlo lì?-
Lo
guardo alzando un sopracciglio. –Come no.- ribatto –Lo
guardo soffocare dopo una settimana e mezza d’inferno.-
Lui
alza le spalle. –Ci vuole ben altro per soffocare Sesshomaru.
Anche se io opterei per una
pallina da ping-pong ben ficcata in gola. Ad
ogni modo proprio non so come tu faccia a sopportarlo.-
-Me
lo chiedo anch’io, anche perché, diciamocelo, non brillo
proprio in fatto di pazienza. Ma cosa vuoi: sarà il destino
mio e di tutte le mie reincarnazioni future. Sempre se Sua Altezza
non schiatta prima, ovviamente.- dico amareggiata.
-Se
vuoi ti aiuto!- mi dice Inuyasha tirandosi su la manica della divisa
e mostrandomi il muscolo.
Io
ridacchio e scuoto la testa. –E’ triste, però.
Cioè… papà ha detto che si è innamorato
di mamma per come lei è in questa vita, tu ami Kagome perché
è sé stessa, eppure mi sembra in continuazione che
Sesshomaru non veda veramente
me, ma
solo un riflesso di Rin.-
Inuyasha
mi guarda qualche secondo, senza sapere cosa ribattere, poi tira un
pugno al tavolo urlando.
-Insomma,
chi cavolo è quel… quel… mastino cresciuto nella
Germania Nazista per trattare così mia sorella?-
Sorpasso
l’epiteto che gli ha dato, e non gli chiedo se per caso mi ha
letto nella mente, perché sono troppo occupata a guardare il
tavolo che cade a terra spaccato in due parti –strano a dirsi-
perfettamente simmetriche.
Inuyasha
resta immobile, con la mano ancora chiusa a pugno mentre guarda i
resti di quello che fu
stato il
tavolo preferito di nostra madre e che adesso non è altro che
un ammasso di legna da ardere.
-Eheh…
oooops!- sibila mentre io mi schiaffo una mano sulla fronte.
-Prepariamo
la navicella spaziale, Inuyasha! Oltre che da Izayoi, ora dovremmo
anche scappare dal fratellone
che sarà allegro come
un mastino cresciuto nella Germania Nazista.-
In
questi pochi giorni mi sono resa conto che è meglio non
svegliare Sesshomaru: egli ha ucciso per molto meno!
-Perché?-
-Perché
negli ultimi giorni l'abbiamo svegliato almeno tre volte e penso di
avergli provocato un trauma: hai presente la canzone del genio di
Aladdin?-
Inuyasha
annuisce, lasciando perdere per qualche secondo il tavolo.
-Ecco,
devo averla erroneamente cantata ad alta voce, svegliandolo.-
Inuyasha
resta immobile per qualche secondo poi scoppia a ridere come un
pazzo.
-Devi
averlo veramente scioccato tanto! Per lo meno hai una bella voce.- mi
dice sorridendo e mostrandomi scherzosamente i canini affilati.
Rido
anche io, di rimando, dimenticando per un secondo il problema -anzi i
problemi- che avremmo dovuto riaffrontare di lì a poco.
Sfortunatamente
ci pensa il nostro simpatico fratellastro ad apparire silenziosamente
in cucina e, successivamente, a sbottare un sonoro: -Cosa avete
combinato?-
Io
e Inuyasha ci blocchiamo, con il riso ancora sulle labbra, e ci
giriamo a fissare la figura di Sesshomaru che, non so per quale
ragione, sembra avere intorno a sé un'aura di malvagità
pazzesca.
Proprio
in quel momento sentiamo la porta di casa aprirsi e Izayoi salutarci
a gran voce, ignara di ciò che vedrà appena entrerà
in cucina.
Io
e Inuyasha guardiamo la porta della cucina e ho la sensazione che
nemmeno Sesshomaru abbia l’ardire di respirare.
Sentiamo,
come in un film horror, i passi tichettanti di Izayoi avvicinarsi
alla cucina e, quando si affaccia, il suo viso passa da
un’espressione felice a una sorpresa e infine arrabbiata.
Lentamente
passa lo sguardo dal tavolo –dall’ex tavolo- a noi e, a
quel punto, chiudo gli occhi.
…
…
-INUYASHA,
AYAME, SESSHOMARU!
Angolino
dell'autrice: Ciao
a tutti e buon week end! Dunque dunque: sono felicissima! E sapete
perché? Abbiamo superato le 100 recensioniiiii ** Voi non
avete neanche idea di quanto immensa sia la mia gioia!
Grazie,
grazie, grazie all'infinito!!!
Comunque,
prima che mi dimentichi: la prossima settimana, purtroppo,
l'aggiornamento salta, dato che a causa del ponte vado a Roma ** Per
cui, l'aggiornamento verrà spostato al week end successivo.
Sono emozionatissimissima!
Bene,
passiamo al capitolo: Ayame e Sesshomaru, piano piano, stanno legando
sempre più. E il nostro caro principino prima o poi capirà
di aver bisogno di Aya-chan U.U Spero vi sia piaciuta la scena
finale: io mi sono divertita da morire a scriverla ;)
Beh,
a dire il vero spero vi sia piaciuto tutto il capitolo xD E spero
recensirete in molti, dato che ci sono due settimane di tempo =)
Penso
sia tutto!
Un
bacione,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 17 *** Quando capisci che Inuyasha non è così stupido come sembra. Forse. ***
Set
Fire To The Rain
17.
Quando capisci che Inuyasha non è così stupido come
sembra. Forse.
-...
e ha urlato “Inuyasha, Ayame, Sesshomaru” come se
avessimo fatto esplodere la cucina. Che poi, sinceramente, non ho
ancora capito cosa c’entri Sesshomaru con questa storia, ma
Izayoi era tanto convinta e nessuno di noi tre aveva cuore di dirle
il contrario.- spiego a Kagome quella stessa sera.
-Ma
le avete detto che è stato un incidente?- mi
chiede lei dall'altra parte del telefono.
-Ovviamente,
ma le ha risposto che le sembrava ovvio e che se così non
fosse stato ci avrebbe già spediti tutti e tre in Antartide
con il primo volo.-
Kagome
scoppia a ridere. -Scommetto
che vi ha puniti!-
-A
dire il vero no, ma penso sia stato per le ultime pietose settimane
che abbiamo passato. Forse non se la sentiva di rovinarci anche i
prossimi dieci anni.- dico ironica. -Comunque ha asserito che le
sembra che stiamo tutti bene, anche troppo
bene, e quindi domani tornerò a scuola.-
-Finalmente!
Ti sei persa un sacco di cose!-
-Tipo
le fusa tra te e Inuyasha? Perché quelle le ho già
sentite ieri e l'altro ieri mentre eravate al telefono.-
-N-non
intendevo quello!-
risponde Kagome, e sono assolutamente certa che la mia amica sia
arrossita come un peperone.
-Ah
no?!?-
-NO!
Intendevo il programma di storia, per esempio, quello che ci ha
spiegato la signorina Nakayama!-
-Ah
per quello tranquilla: ho ricattato Sesshomaru perché me lo
spiegasse!- dico mentre infilo i libri per il giorno dopo nella
cartella.
-E
come l'avresti ricattato, scusa?-
mi chiede Kagome, mettendo in evidenza il “ricattato”.
Resto
per qualche secondo in silenzio, con un quaderno sollevato in aria e
quando capisco dove vuole andare a parare le rispondo con un
-Sapessi...- alquanto malizioso.
-...-
Silenzio...
-Kacchan?
Kacchan? Scherzo, per Arnold Schwarzenegger, scherzo!-
Dall'altra
parte della cornetta proviene un sospiro e Kagome prende a
ridacchiare nervosa.
-Kamisama,
Kacchan, vuoi che sia così
malvagia
da far si che Kagura si trasformi in una Preside-Emo-Depressa?- le
chiedo ironica.
-Perchè
non lo è già, scusa?-
Non
le rispondo e tutte e due scoppiamo a ridere.
-Ma
secondo te è sposata? O almeno è mai stata fidanzata?-
mi
chiede Kagome, calmate le risate.
-Fammi
la domanda di riserva, Kacchan!-
-Quanto
fa 58943909032 diviso 87397874 sommato agli anni di Gesù
Cristo divisi per 3?-
…
-Diciamo
che non penso, considerando il suo carattere irascibile.- dico atona,
rispondendo alla prima domanda.
-Aaah,
nessuno sa mai cosa rispondere quando faccio questa domanda!-
-Ma
non mi dire...- borbotto ironica.
Sto
per distendermi a letto per chiacchierare in pace con Kagome, quando
la porta della mia camera si apre e entra Sesshomaru.
Rimango
interdetta per un attimo, e mi dimentico di rispondere a Kagome.
-Mi
serve il telefono.- mi dice tendendo la mano.
Io
lo guardo sorpresa e poi nascondo il cordless dietro la schiena.
-Quale telefono?- chiedo facendo un sorriso a trentadue denti.
Sesshomaru
mi guarda con un sopracciglio alzato e io ne approfitto per arretrare
fino alla scrivania e nascondere il telefono dentro un cassetto.
-Quello
che hai dietro la schiena.-
-Non
ho proprio niente dietro la schiena.- gli rispondo mostrandogli i
palmi delle mani, vuoti.
Sesshomaru
alza gli occhi al cielo e si avvicina a me, poi mi abbraccia e mi
appoggia i palmi delle mani dietro la schiena.
Rimango
con gli occhi spalancati per qualche secondo, mentre il cuore inizia
a battermi a mille. Almeno fino a che non mi rendo conto del cassetto
che si apre e di mio fratello che tira fuori il telefono ancora
acceso.
Me
lo mostra con il sopracciglio alzato.
-Oh,
ma guarda un po'... che sorpresa, eh?- dico sfoderando la mia
migliore espressione angelica.
Sesshomaru
affila gli occhi e mi gira le spalle per andarsene, probabilmente
sfinito da tanta idiozia.
-Aspetta!
Chi devi chiamare?-
-Kagura.-
mi risponde lui atono, voltandosi leggermente.
-E
perché devi chiamare Kagura?- gli domando prendendolo per la
camicia, con la voce che mi sale di un’ottava.
-Non
sono affari tuoi.- dice con un sospiro, ma non mi sembra che sia
arrabbiato o irritato, almeno non questa volta.
-Ma…-
Sesshomaru
si volta e, forse rendendosi conto che non l’avrei mollato, mi
risponde. –Devo domandarle quando dovrò tornare a
scuola.-
-Ma…
ma tra una settimana!- gli urlo dietro, mentre lo vedo uscire dalla
mia stanza una volta liberatosi dalla mia stretta.
Uff,
così non posso stare più al telefono con Kagome. Un
attimo… KAGOME!
-Sesshomaru!
C’è un piccolo problema!- urlo correndogli dietro e
fermando con una mano la porta della sua stanza che si sta per
chiudere.
-Che
c’è ancora?-
-Dammi
un secondo.- gli dico prendendogli dalle mani il cordless.
-Ehi,
Kacchan! Ci sei ancora?-
-Si…-
-Ci
vediamo domani allora!-
-Buona
notte…-
Chiudo
il telefono e lo passo a Sesshomaru che mi guarda con gli occhi
assassini: non posso evitare di pensare che ha degli occhi splendidi,
anche quando cercano di fulminarti e/o trafiggerti.
Trafiggere
o non trafiggere, Sesshomaru mi chiude la porta in faccia.
Ma
come siamo di buon’umore…
Sto
per andarmene quando sento il rumore dei tasti del telefono e mi
viene in mente un’idea geniale, degna di Einstein.
Ritorno
lentamente sui miei passi, mi accuccio davanti la porta della cuccia
di
Sesshomaru e appoggio l’orecchio al legno.
Mi
aspetto di sentire, chessò, la sua voce o il tututu
del telefono, invece dopo alcuni passi c’è il silenzio
assoluto. Cavoli, mi sembra di essere al Grande Fratello mentre
stanno per eliminare un concorrente, tanta è la tensione; che
poi, mi chiedo, per quanto ridicolo sia il programma, me li volete
fare morire tutti, questi poveri concorrenti? Che bisogno c’è
di aspettare dieci minuti per dire ‘sto cazzutissimo nome?
Uno
dopo un po’ sbotta anche “E che cazzo, volete dire chi
esce dalla casa si
o no?”
e gli viene una crisi isterica nel vedere le percentuali dei voti che
scorrono in fondo al televisore.
Pensandoci
bene… chi è il cretino che vota?
Cioè, capiamoci, anche io voterei se ci fosse l’opzione
“Eliminare
direttamente il programma”.
Insomma,
ve lo immaginate?
-Se
volete eliminare Elisa premete 1; se volete eliminare Enrico premete
2; se volete eliminare il programma premete 3.-
Sono
sicura che con una sola votazione Alessia Marcuzzi guadagnerebbe
tanti di quei soldi che perfino i nipoti sarebbero esonerati dalle
tasse.
Ad
ogni modo, tutto questo, è servito per descrivere lo stato di
ansia che mi pervade in questo momento, davanti la camera di
Sesshomaru, intenta ad ascoltare una conversazione che, però,
non arriva.
Che
la stanza sia insonorizzata così bene?
Ad
un tratto non sento più il sostegno del legno (ho fatto la
rima ^^) e cado in avanti. O meglio: rischio di cadere in avanti
visto che due occhi gelidi come il Polo Nord riescono a congelarmi
sul posto.
Guardo
Sesshomaru con la bocca spalancata.
-Cosa
stai facendo?- mi chiede con voce tagliente, ma –potete pure
non crederci, perché alla fine non ci credo nemmeno io-
leggermente divertita.
-Ehm…
io… cercavo di capire la differenza tra il legno del parquet e
quello della tua porta.-
Momento,
momento, momento… cos’è che ho detto?
-Sai
qual è la differenza
tra me
e te, Ayame?-
-Che
io sono quaggiù e tu sei lassù?- rispondo, cercando di
non svenire di botto nel sentire il mio
nome
uscire dalle sue
labbra.
-No.
Che io mi faccio gli affari miei e tu ti fai gli affari tuoi e miei.
Vedi di farti solo i tuoi.-
Poi
mi richiude la porta in faccia.
…
…
...
Sesshomaru
ha fatto una battuta? Sesshomaru? Battuta? Oh.Mio.Dio!
-MAMMAAAAAAAAAA!
SESSHOMARU HA ANCORA L’INFLUENZA!-
*
* * *
-Sei
terribile,
Ayame!- dice Sango ridendo, mentre ci avviamo a scuola.
-Senti
un po’, secondo me ce l’aveva davvero l’influenza!-
-Effettivamente,
pensare al professor Taisho che fa una battuta è come pensare
a Miroku fedele: impossibile!- dice Kagome, facendo scoppiare a
ridere Inuyasha, al quale era teneramente abbracciata.
Miroku
sorride imbarazzato e si porta un braccio dietro la testa, ma ritorna
subito serio quando sente l’occhiataccia di Sango percorrerlo
tutto, dalla testa ai piedi.
-Dai,
Sanguccia, Kagome scherzava ovviamente! Io non penso ad altre che a
te!-
-Come
no!- dice Sango alzando gli occhi al cielo, ma alla fine so che ne è
convinta: Miroku sprizza amore da tutti i pori.
Arriviamo
ridendo e scherzando a scuola e anche, stranamente, in orario.
Superiamo
il cancello e mi guardo intorno: mi è mancata quella
sensazione di routine che mi pervade ogni volta che supero i cancelli
della scuola Musashi.
Sono
curiosissima di incontrare la professoressa Nakayama e appurare se è
davvero così brava e simpatica come dicono Inuyasha e Kagome.
Sono
talmente persa nei miei pensieri che non vedo nemmeno Bankotsu che si
avvicina a noi, se non quando si rivolge direttamente a me.
-Ayame!
Che piacere rivederti! Come stai?- mi chiede sorridendomi a trentatré
denti.
-Bene
grazie!-
-Posso
abbracciarti senza rischiare il contagio?-
Annuisco
e nel giro di un secondo mi ritrovo tra le sue braccia calde.
Beh,
dopotutto non sarebbe così male, in mancanza di Sesshomaru.
Mi
sciolgo dall'abbraccio da orso di Bankotsu e lui se ne va, dicendo
che deve andare in classe a ripassare biologia per la verifica.
-Almeno
qualcuno che si impegna...- commenta Sango ironica, guardando Miroku
con un sopracciglio alzato.
Quest'ultimo,
però, è troppo impegnato a fare i cuoricini con le dita
per dar retta alla frecciatina della sua fidanzata.
-Tra
rose e fior, nasce l'amor...-
Mi
avvicino a Miroku e gli tiro un pugno in testa -Scendi dalle nuvole,
Baka!-
Lo
avrei picchiato ancora se Inuyasha non mi avesse presa per le spalle
e non mi avesse portata di peso in classe.
Dannato
depravato! La prossima volta che mi vieni sotto mano ti strappo gli
attributi!
Cinque
lunghe e infinite ore dopo, tiro un sospiro di sollievo.
-Finalmente
è finita questa giornata!- sbotto mentre mi avvio a casa -Non
ne posso più!-
Inuyasha
ridacchia e mette un braccio sulle spalle a Kagome che mi guarda di
sottecchi con gli occhi che brillano. E' in paradiso ogni volta che
Inuyasha la guarda.
Sorrido
leggermente e mi volto verso Miroku e Sango che stanno bisbigliando
qualcosa sotto voce, tenendosi per mano.
Beati
loro che possono urlare a tutto il mondo ciò che provano l'uno
per l'alta, mentre io devo stare attenta addirittura a come lo
guardo. Insomma, devo stare attenta a non sbavare in continuazione,
s'intende!
-Ehi,
avete voglia di venire a fare merenda a casa nostra?- chiedo ai miei
amici, prima di dividerci.
Sango
e Miroku si fissano a vicenda, mentre Kagome mi guarda indecisa.
-Ma
Ayame,- mi dice mio fratello -c'è Sesshomaru a casa!-
Io
alzo un sopracciglio e incrocio le braccia -E allora?-
Inuyasha,
Miroku, Sango e Kagome si guardano titubanti. -Noi verremmo, ma
beh...-
-Eddaiiiiii!
Mica vi mangia! Lui si fa i cakki suoi e noi i nostri!
Perpiacereperpiacereperpiacere!- dico facendo gli occhi da cucciolo:
sicuramente con quest'arma super
micidiale non
sapranno dire di no!
-D'accordo!
Insomma, non è mica un mostro!- dice Kagome sorridendo
radiosa.
Le
sorrido di rimando e guardo anche gli altri, che annuiscono a loro
volta.
-Bene,
a oggi pomeriggio, allora!-
Ci
salutiamo e ognuno va per la propria strada.
-Sai
che li hai condotti a morte certa?-
Ridacchio
e guardo Inuyasha storto.
-Dai,
Inucchan! Cosa vuoi che sia! Non è mica detto che stia con
noi!-
Inuyasha
sembra pensare a ciò che gli dico e annuisce: insomma, volete
proprio che il Re dei Barboncini Rabbiosi decida proprio
oggi di
stare proprio
in cucina?
-Sesshomaruuuuuu!-
-Non
gridare.-
-Eddai!
Devono venire Kagome, Sango e Miroku tra dieci minuti! Devi proprio
stare
qui?-
-Voi
non state in cucina, di solito?-mi chiede, deciso a non alzarsi dal
divano.
-Si,
ma tu da qui ci senti!-
-Perché,
avete qualcosa da nascondermi?- mi chiede, per nulla interessato.
Alzo
gli occhi al cielo e sbuffo impercettibilmente. -No,
ma un po' di privacy non farebbe male.-
-Prima
pensa tu a rispettare la privacy degli altri, poi vienimi a fare la
paternale.-
H3,
colpita e affondata!
-Dai,
Sesshomaru! Sei stato chiuso in camera per quasi due settimane, che
differenza ti fa un'ora in più?-
-Nessuna.
Ma proprio perché sono stato chiuso in camera per così
lungo tempo, è bene che ci esca, non credi?-
Razza
di antipatico!
Sesshomaru
mi fissa con un sorrisetto soddisfatto e non accenna a cedere alle
mie suppliche.
Me
ne torno in cucina con il morale sotto i piedi: speriamo solo che i
miei amici non si accorgano che Sesshomaru è in salotto,
altrimenti scappano come le zanzare scappano dall'Off Active.
-Allora?-
mi chiede Inuyasha appena entro in cucina.
-Tuo
fratello non ha intenzione di alzare il suo Ragal Sedere dal divano
neanche se scoppiasse la Terza Guerra Mondiale.- dico con un sospiro.
Mio
fratello va ad aprire, mentre io rimango in cucina, metto l'acqua per
il the a bollire e preparo i piatti con i biscotti.
-Ciao,
Kacchan!-dico a Kagome appena entra in cucina e, come al solito, mi
salta addosso coinvolgendomi in un abbraccio stritolatore.
Saluto
anche gli altri e, nel giro di cinque minuti, siamo tutti e cinque a
ingozzarci di biscotti al cioccolato.
-Inuyasha!
Conteniti!- sussurro ad un certo punto a mio fratello, che cerca di
rubare gli ultimi biscotti dal piatto di Miroku.
-Allora,
Ayame, come ti è sembrata la signorina Nakayama?- mi chiede
proprio Miroku -che era straordinariamente riuscito ad acciuffare
l'ultimo biscotto, con grande scontento di Inuyasha-.
Ci
penso un attimo.
Mi
aveva accolta con un sorriso a trentadue denti, si era presentata e
aveva iniziato a parlare come una furia, riempiendomi di domande e di
spiegazioni inutili (insomma, lo sapevo
che lei era la professoressa Nakayama e che sostituiva il professor
Taisho nell'ora di storia giapponese!).
Però,
stranamente, aveva qualcosa che non mi convinceva.
-Beh,
insomma... non è che non sia simpatica, ma ho notato che non
riesce a... beh a...-
-A
cogliere il significato di ciò che spiega.- interviene Sango,
aiutandomi a concludere la frase. -L'ho notato anche io. Sotto questo
punto di vista il professor Taisho è molto, ma molto più
bravo.-
Annuisco
convinta, riconoscendo nelle parole di Sango anche ciò che
penso io.
Dalla
loro parte, Inuyasha, Kagome e Miroku ci guardano come se fossimo
delle aliene con tanto di pelle verde e di orecchie a punta.
-State
scherzando... vero?- ci chiede Inuyasha con la bocca spalancate e le
orecchie basse.
Io
e Sango ci guardiamo e scuotiamo la testa all'unisono.
-Io
vi ritengo strane!- sbotta ad un tratto Inuyasha alzando le mani.
In
effetti è
strano che
anche Sango consideri bravo quella sottospecie di ghiacciolo al
cianuro, ma mi fa piacere avere un'alleata in questa battaglia
decisamente
impari.
Ad
un tratto sento dei passi che, dal salotto, si dirigono nella nostra
direzione e, a quanto sembra, li sente anche Inuyasha visto che
spalanca gli occhi e rotea la testa.
-Ma
non avevi detto...?- mi sussurra scocciato.
-E
che ne so io! Non sono mica Edward
Cullen!-
-Nel
senso che non luccichi?-
-Nel
senso che non leggo nel pensiero, Baka! E, no, non luccico per tua
informazione!- ribatto tagliente, alzando a mia volta gli occhi al
cielo.
Ma
quanto può essere... scemo
Inuyasha, a volte?
I
nostri amici ascoltano il nostro scambio di battute senza capirci
un'emerita mazza. Almeno fino a che Sesshomaru non entra in cucina,
allora tutti si pietrificano sul posto, tranne Inuyasha che dà,
molto poco elegantemente, una testata al tavolo.
Sesshomaru
ci guarda, dall'alto della sua eleganza, e decide che può
tranquillamente non darci retta.
Solo
Sango ha coraggio di borbottare un timido -Salve, professor Taisho.-
Sesshomaru
si gira verso di lei e la fissa per qualche secondo. Mi chiedo quanto
si diverta a mettere in soggezione la gente.
Parecchio
a quanto pare.
Alla
fine stacca gli occhi dalla mia amica e sussurra un “Ciao”
appena percettibile. Sango abbassa lo sguardo e arrossisce.
-Sesshomaru,
vuoi un caffè?- gli chiedo, alzandomi in piedi.
-Si,
grazie.-
Annuisco
e metto la moka da caffè a scaldare sul fuoco.
Per
qualche minuto un silenzio tombale riempie la cucina, e sono quasi
tentata di mettermi a ballare sul tavolo per rompere quel silenzio
opprimente, ma penso che alla fine è meglio se non mi rendo
ulteriormente ridicola. Specialmente agli occhi di Sesshomaru.
Ad
un tratto Kagome rompe il silenzio: -Sapete, i miei genitori hanno
deciso di comprare un animale domestico: abbiamo scelto un gatto.-
-Perché
non un cane? Non è l'animale domestico per eccellenza?- chiede
Miroku sorseggiando il suo the.
-A
dire il vero, mio fratello Sota voleva tanto un cane, ma non possiamo
e sopratutto non vogliamo tenerlo. Insomma, i gatti sono molto più
indipendenti di un cane e noi non stiamo a casa tutto il giorno. Poi
sono molto più puliti e autosufficienti.-
Io
annuisco.
-Per
non parlare dell'intelligenza!- dico convinta, e Kagome annuisce
energicamente.
-E
poi hanno un musetto adorabile!- dice ancora, non accorgendosi della
faccia da cane
bastonato di
Inuyasha.
Mi
giro verso Sesshomaru e noto con una punta di divertimento che anche
lui è leggermente contrariato.
-Adorabilissimi.
Chi non vorrebbe un gatto?-
Kagome
annuisce con gli occhi a cuore, mentre Sango e Miroku scoppiano a
ridere, accorgendosi della gaffe della nostra amica.
Rido
anche io mentre verso il caffè nella tazza e lo passo a
Sesshomaru, cercando di non versarglielo completamente addosso.
Kacchan
alza lo sguardo e incontra quello di Inuyasha. Poi sposta gli occhi
sulle sue orecchie pelose e spalanca gli occhi.
-Oh…Inuyasha
scusa!-
dice congiungendo le mani.
Io
scoppio a ridere a mia volta, tanto che mi devo attaccare al mobile
se non voglio piegarmi in due dalle risate.
Inuyasha
incrocia le braccia e gira la testa da un lato, mormorando un –Tsk!-
parecchio irritato.
La
mia amica si alza e si avvicina alla sua sedia iniziando a scusarsi
talmente tante volte che alla fine Inuyasha è costretto a
perdonarla per sfinimento.
Ah,
l’amore…
DRIIIIIIIIIIN!
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
No,
cazzutissima sveglia, non mi sei per nulla mancata.
Sbadiglio
e mi alzo da letto, dando una manata alla malaugurata sveglia che si
spegne di botto. Vado in bagno e mi guardo allo specchio.
Kamisama,
che faccia da culo…
Scuoto
la testa: la mattina sono seriamente impresentabile.
Mi
lavo il viso e i denti e indosso la mia bellissima ed elegantissima
(?) divisa scolastica bianca e nera, poi scendo a colazione.
Come
quasi ogni mattina sento l’odorino della torta appena cucinata
che aleggia per la cucina e trovo Izayoi intenta a preparare la
tavola.
-Ciao
mamma!- le dico dandole un bacio sulla guancia e prendendole di mano
i piatti.
-Ciao
tesoro. Saresti così gentile da andare a chiamare gli altri?-
Annuisco
e salgo le scale, passando davanti alla camera di papà e
Inuyasha e bussando chiamandoli a gran voce.
E
poi dovremmo essere noi donne a metterci secoli per prepararci la
mattina!
Mi
fermo davanti la camera di Sesshomaru e accosto l’orecchio,
sentendo silenzio assoluto dall’altra parte. Decido di
svegliarlo: dopotutto non può mica fare i funghi a letto tutto
il giorno, no?
Apro
silenziosamente la porta e scruto nella semi-oscurità la
figura di mio fratello rannicchiata sotto le coperte.
Sorrido
malandrina e, prendendo la rincorsa, salto nel suo letto, provocando
uno scossone a tutto il mobile.
-Buongiorno!-
gli urlo praticamente nelle orecchie. Sesshomaru scatta a sedere e si
guarda in giro per qualche secondo, per poi posare lo sguardo su di
me e iniziare a guardarmi con aria omicida.
-Come
stai?-
-Stavo
meglio prima.-
Ridacchio.
–Dopo ti porto la colazione, va bene?-
Sesshomaru
annuisce e io esco dalla stanza.
Mi
piace da morire rompergli le scatole, ora che non mi considera più
uno scarto della società. Anzi, devo dire che si comporta
anche abbastanza amichevolmente.
Quando
non desidera porre immediatamente fine alla mia vita, ovviamente, il
che accede almeno l’80% delle volte.
Scendo
in cucina e, insieme ai miei familiari, faccio colazione.
-Papà,
oggi a che ora tornate?- chiede Inuyasha tra un boccone e l’altro
di dolce al cioccolato.
-Aspetto
vostra madre e poi torniamo a casa insieme. Saremo a casa per…
le quattro?-
Mamma
annuisce. –Devo finire un lavoro importante.-
-D’accordo.-
dice mio fratello –Allora io esco con Kagome.-
Mamma
sorride divertita, probabilmente chiedendosi anche lei per quale
motivo aveva voluto sapere a che ora tornavano se aveva già in
programma di uscire con Kagome.
Segreti
Inuyasheschi, immagino.
Prendo
un vassoio e ci metto sopra un bicchiere di succo di frutta e una
fetta della torta al cioccolato di mamma dicendomi che, dopotutto,
era inutile cercare di ragionare come Inuyasha: solo lui sapeva che
cosa gli passava per la testa. E
per fortuna.
-Inuyasha,
aspettami pure fuori: io vado a portare la colazione a Sesshomaru e
poi arrivo.-
Non
do a Inuyasha nemmeno il tempo di rispondere e mi fiondo al piano
superiore (per quanto ci si possa fiondare
da qualche parte con un vassoio colmo in mano) irrompendo nella
camera di Sesshomaru.
Il
mio Angelo Occidentale apre gli occhi e mi guarda intensamente.
Non
so cosa leggo esattamente in quegli occhi, ma per qualche secondo
rimango ferma sulla porta, interdetta.
Mi
decido ad entrare e gli poso il vassoio sul comodino, salutandolo, ma
non aspettandomi una sua risposta o una sua parola: la routine era
sempre stata quella.
Contrariamente
da come immaginavo, Sesshomaru mi chiama proprio mentre sto per
uscire dalla stanza.
-Avvicinati.-
mi sussurra lentamente e io non posso fare altro che obbedire,
chiedendomi cosa lo porta ad aprire la Sua Regal Bocca, facendo
prendere inutilmente aria alle Regali Corde Vocali.
Mi
metto a fianco a lui domandandogli che cosa gli serve.
Sesshomaru
non risponde e mi fissa qualche secondo prima di prendermi per un
polso e tirarmi verso di sé.
Io,
che sicuramente non mi sarei mai aspettata un gesto del genere, non
oppongo resistenza e nel giro di mezzo secondo mi ritrovo addosso a
Sesshomaru, con le mai appoggiate sul suo petto.
Non
faccio nemmeno in tempo a domandarmi perché
lo
abbia fatto, che posa le sua labbra sulle mie.
Rimango
interdetta. Insomma
Sesshomaru che sta baciando me! ME! IO! Ma vi rendete conto?
E
questo bacio è assolutamente meglio di quello che gli ho dato
io, nella notte di Luna Piena, dopo che si è svegliato
credendomi Rin.
E...
se mi stesse baciando solo perché gli ricordo Rin?
Può
essere che abbia sviluppato un affetto profondo per me solo perché
gli ricordo lei?
Sicuramente
è così, si comporta in questo modo solo per provare la
sensazione di averla di nuovo al suo fianco, forse sta solo cercando
di immaginare che ci sia lei al mio posto.
A
questo pensiero sento il mio cuore spezzarsi e, sebbene voglia
restare in questa posizione tutta la vita, faccio forza sulle braccia
e mi stacco da lui.
Abbasso
la testa, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi, poi mi
giro e scappo via.
Angolino
dell'autrice: Eeeeeeh
tadan! Vi ho fatti aspettare due settimane, ma questo è un
capitolo bello tosto! Ditemi, chi di voi si aspettava che il primo
passo lo avrebbe fatto Sesshomaru?
Devo
ammettere che la scena del bacio è stata un po' difficile da
scrivere, ma mi è piaciuto un sacchissimo!!! Beh, ditemi le
vostre opinioni: cosa vi aspettate nei prossimi capitoli? Spero che
non pensiate che ora sarà tutto rose e fiori, vero? Insomma,
stiamo parlando sempre di Sesshomaru, dopotutto.
A
proposito, vi devo ringraziare per le recensioni e le opinioni che mi
avete lasciato: sono splendide, come sempre e troverete la vostra
risposta nel giro di un paio di giorni -spero ^^-
Beh,
come ultima cosa, l'immagine
a inizio capitolo:come
sempre, io l'ho solo modificata, quella originale l'ho trovata
girovagando per il web. Mi è piaciuta parecchio e ho voluto
inserirla in questo capitolo proprio perché mi ricorda un
contrasto: la ragazza è Ayame, ma lo sfondo e gli abiti sono
chiaramente quelli del Sengoku, il che è un riferimento a Rin.
Bene,
spero che, tutto sommato, il capitolo vi sia piaciuto! Alla settimana
prossima ;)
°°Samirina°°
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Capitolo 18 *** Quando capisci che hai l’Alzheimer giovanile. ***
Set
Fire To The Rain
18.
Quando capisci che hai l’Alzheimer giovanile.
Dal
giorno del bacio passa una settimana intera.
Quando
sono tornata a casa, quel giorno, avevo deciso di chiedere il motivo
del suo gesto a Sesshomaru. Volevo sapere se veramente, mentre mi
baciava, sognava di aver Rin vicino a lui, oppure se ricambiava il
profondo sentimento che mi lega a lui.
Mi
ero detta che, dopotutto, invece di rimanere con il dubbio atroce di
quello che sarebbe potuto succedere, sarebbe stato meglio domandare.
Non
ne ho mai avuto l’occasione.
Appena
l’ho incontrato in cucina si è premurato di dirmi che
ciò che era successo la mattina era stato un errore che non si
sarebbe ripetuto mai più.
Un
errore…
Forse
lo era veramente. Un errore che Sesshomaru non avrebbe mai voluto
commettere e che non commetterà più.
Ma
io si. Io l’avrei voluto così tanto…
Ma
dopotutto cosa sono io per lui? Una sorella acquisita, una mezzo
demone capitata tra capo e collo e, sfortunatamente, terribilmente
simile a Rin.
Anche
se la differenza tra me e Rin è fondamentale: Rin è il
suo tutto, io sono solo il suo qualcosa.
Se mi va bene.
Però
io sono viva, Rin è morta.
Ad
ogni modo questo non sembra proprio importargli.
Comunque,
cinque giorni dopo il bacio, Sesshomaru è tornato a insegnare
e i pinguini hanno messo pianta stabile in classe nostra: dopo la
malattia sembra essere ancora più scorbutico e freddo di
prima.
Le
lezioni allegre e spensierate della professoressa Nakayama sono solo
un lontano ricordo e, il professor Taisho, dopo aver asserito che
eravamo indietro col programma, si è premurato di riempirci di
pagine da studiare.
Fortunatamente
mi ha abbonato gli ultimi giorni di punizione.
E,
giusto per mettere la ciliegina sulla torta, ci ha consegnato le
relazioni. Grazie a tutti i Kami mi ha dato 8. Ma immagino sia solo
perché le informazioni me le ha date il suo amico rospo.
Ad
ogni modo, sto letteralmente da schifo.
Non
solo ho rifiutato il mio Angelo Occidentale di cui sono letteralmente
innamorata, ma lui si è anche allontanato da me, come se in
queste ultime settimane non avessimo condiviso nulla.
Ho
la sensazione che, ad ogni difficoltà che si contrappone tra
di noi, egli si ritiri e si richiuda nuovamente in sé stesso
ed è difficilissimo instaurare nuovamente un rapporto.
Ma
non so se questa volta ho voglia di rifare nuovamente tutto daccapo.
Sono sempre io quella che si deve impegnare per ottenere un risultato
e lui è sempre lì passivo, senza fare nulla.
Aspettare
Sesshomaru è come aspettare la pioggia in un periodo di
siccità.
Sospiro
e appoggio la testa sulla mano.
-Cosa
c’è, Ayame?- mi chiede Kagome.
-Nulla
Kacchan, nulla.-
-A
me non sembra. Sono giorni che sei sempre triste e affranta.- mi dice
a sua volta Sango, dal posto che occupa vicino a Miroku.
Io
alzo le spalle e porto alle labbra la cioccolata calda che abbiamo
ordinato tutti al cameriere. Non ho voglia di parlare, non ho voglia
di pensare, non ho voglia di fare nulla.
Kagome
porta una mano sulla mia e mi guarda dolcemente, ma io non ho voglia
di rispondere al suo sorriso. Avrei solo bisogno di addormentarmi e
stare in stato d’incoscienza per sempre, senza più
sofferenza, senza più dolore.
-Ehilà,
cameriera!-
Alzo
lo sguardo verso Miroku che ha chiamato una cameriera tutta boccoli e
tette.
-Mi
dica, signore.-
-Avremmo
voglia di un dessert, cosa ci consigli?-
La
cameriera inizia ad elencare tutti i dolci, ma Miroku è
decisamente concentrato su tutt’altro e Sango-chan se ne è
decisamente accorta: posso sentire la sua rabbia crescere ogni
secondo di più.
Alla
fine Miroku si decide per un tiramisù e, appena la cameriera
si gira, la sua mano si fionda verso il suo sedere. Non arriva mai a
destinazione, perché Sango lo prende per un orecchio e tira
senza complimenti verso il basso, così la mano di Miroku si
ferma a mezz’aria.
Inuyasha
scoppia a ridere e anche a me scappa un sorrisino a quella scena così
divertente.
-Sempre
il solito, eh Miroku?- dice mio fratello cercando di calmare Sango
che stava per staccare l’orecchio al fidanzato.
Guardo
quella scena con una certa malinconia, immaginando Sesshomaru al mio
fianco.
Sento
il cuore che si spezza nel rendermi conto che mai e poi mai potrà
essere così, che mai e poi mai il mio sogno potrà
avverarsi.
Perché
Sesshomaru è il mio sogno.
Mi
alzo dalla sedia, non riuscendo a sopportare quel dolore che mi ha
colta all’improvviso.
-Dove
vai, Ayame?- mio chiede Sango distogliendo per un attimo lo sguardo
da Miroku.
-Via…
io… devo… fare una cosa importante…- dico in
preda alla confusione, poi prendo la giacca e la sciarpa ed esco
frettolosamente dal bar.
Non
ce la faccio a stare in mezzo all’amore quando so che il mio
non sarà mai ricambiato.
Kamisama,
da quando sono diventata così malinconica? Qual è stato
il momento preciso in cui tutto intorno a me ha perso i suoi colori e
si è dipinto di un terribile e opaco grigio? Da quando tutte
le cose belle si sono dimostrate così prive di alcuna
attrattiva?
Mi
perdo tra i miei pensieri e non mi accorgo di Kagome che mi cammina a
fianco fino a che non cattura la mia attenzione.
-Ayame…
sembri così triste.- asserisce.
-No,
la verità è che sono felice dentro: fuori non si vede.-
ribatto io ironica. Non so se sia una buona idea raccontarle la
verità.
Kagome
sospira, ma a quanto pare non si arrende: mi prende per mano e mi
porta fino ad una panchina del parchetto più vicino e mi ci fa
sedere con la forza.
Incrocio
le braccia, decisa a non parlare, e inizio a guardare i bambini che
salgono sullo scivolo o si dondolano sull’altalena.
-Aya-chan…
è ovvio che è successo qualcosa con Sesshomaru.-
Scuoto
la testa, non volendo rievocare quel momento, bello e brutto allo
stesso tempo.
-Ti
ha trattata male, Ayame?-
Scuoto
più forte la testa e mi copro le orecchie con la mano,
sentendo le lacrime scendere copiose.
Kagome
mi abbraccia e allora scoppio in un pianto disperato, che in quella
settimana non mi ero mai concessa.
Kagome
mi culla tra le sue braccia alcuni minuti, mentre io rischio
seriamente di soffocare nel mare di lacrime che sto versando per
quello stupido Demone Maggiore.
-Mi
ha baciata…- sussurro ancora tra le lacrime, sentendo
l’impellente bisogno di confessare tutto alla mia migliore
amica. Kagome trattiene bruscamente il respiro e io continuo.
-Ma
io l’ho interrotto e sono scappata. Avevo paura che l’avesse
fatto perché gli ricordo Rin… ma quando sono tornata da
scuola mi ha detto che è stato un errore che non si sarebbe
ripetuto mai più.-
Kagome
aspetta che i miei singhiozzi si plachino e poi parla: -Ayame, anche
nel caso in cui lui provasse qualcosa per te… è ovvio
che abbia detto così, prima che tu potessi chiedergli
qualsiasi cosa. Ti rendi conto cosa succederebbe se tu andassi a
raccontare questa cosa a qualcuno?- aggiunge quando nota la mia
espressione sorpresa.
Io
trattengo il fiato.
-Non
ci avevi pensato, eh?- scuoto la testa, incapace di dire nulla.
–Intanto c’è da precisare che tu sei ancora
minorenne e, in secondo luogo, sei la sua alunna. La nostra società
non permette relazioni tra adulti –in particolar modo tra
demoni centenari- e minorenni. E poi immagino che il suo orgoglio
abbia ricevuto una bella batosta.- conclude ridacchiando.
Cretina!
Cretina Ayame, tanto tanto tanto cretina!
-Cosa
pensi che dovrei fare adesso? Non si fa più nemmeno
avvicinare! Scappa!-
-Aspetta
il momento opportuno.- mi dice lei, facendomi l’occhiolino.
*
* *
Aspetta
il momento opportuno.
-E
quando cavolo sarà questo momento opportuno?!?- sbotto
battendo una mano sul tavolo.
I
miei parenti –si, anche Sesshomaru nel caso ve lo stiate
chiedendo- alzano la testa e mi guardano palesemente stupiti.
-Cara,
sicura di sentirti bene? Sei venuta a casa con una faccia stasera…-
dice mamma guardandomi preoccupata.
Dal
mio canto, arrossisco come un pomodoro. –E’ tutto ok.
Pensavo a voce alta.-
-Tu
pensi?!?- dice Inuyasha, non riuscendo ad evitare la solita
frecciatina.
Sto
per rispondergli a tono, quando squilla il telefono.
Sesshomaru
si alza e va a rispondere, chiamandomi poco dopo.
Mi
alzo, chiedendomi chi possa essere a quest’ora, e prendo il
cordless dalle mani del mio fratellastro che mi fulmina con lo
sguardo.
Devo
averglielo ferito parecchio, l’orgoglio…
-Pronto?-
-Ehi,
Ayame!-
-Ban…
Bankotsu?- chiedo sorpresa dalla voce che sento al di là della
cornetta.
Cosa
vorrà ancora?
-No,
Peter Pan!-
Ridacchio
divertita. –E i bambini sperduti?-
-A
casa loro!-
Restiamo
in silenzio per qualche secondo, poi mi azzardo a fare la domanda che
più mi spaventa: -Come posso aiutarti?-
-Ho
chiamato per sapere a che ora ci dobbiamo trovare domani pomeriggio.-
Rimango
un attimo interdetta. Chi è che si doveva trovare domani
pomeriggio?
-Eh?-
-Ma
si, mi hai detto oggi che accettavi di uscire con me.-
Sento
il fischio di Inuyasha provenire dalla cucina, ma non ci faccio molto
caso: in ogni caso ci penserò dopo a picchiarlo. La domanda
più importante è: quand’è che gli avrei
detto che accetto di uscire con lui?
-Ma
se oggi non ci siamo nemmeno visti!-
Silenzio
dall’altra parte.
-E’
un modo carino per dirmi che hai cambiato idea?-
-No!
Cioè si, cioè… io davvero non ricordo di averti
nemmeno parlato oggi.-
-Beh,
allora ti rifaccio l’offerta: vuoi uscire con me domani?-
Determinato
il ragazzo...
-A
dire la verità io domani pomeriggio dovrei studiare per…
per…-
Mi
guardo un po’ intorno per farmi venire una buona idea e lo
sguardo mi cade su Sesshomaru.
-Per
l'interrogazione di storia giapponese! Sessh... ehm il professore ha
detto che interrogherà sicuramente e non posso farmi trovare
impreparata.-
Si,
yes, yeah! Sei un genio, Ayame!
-Oh,
sarà per la prossima volta, allora.-
risponde Bankotsu un po' deluso.
Sono
tentata a rispondergli con un “come no” molto ironico, ma
preferisco salutarlo educatamente. Dopotutto lui non c'entra con i
miei problemi personali. Non
ancora per lo meno.
Appoggio
il cordless sul tavolino in entrata e ritorno in cucina.
-Perché
hai rifiutato?- mi chiede sottovoce Inuyasha, senza lasciarmi il
tempo di appoggiare il fondo schiena alla sedia.
Io
alzo un sopracciglio. -Non ci voglio uscire con lui!-
Mio
fratello fa una faccia sorpresa.
-Pensavo
ti piacesse.-
-Pensavi
male, come sempre, Inucchan.-
-Eppure
oggi l'hai accettato il suo invito.-
-Ti
assicuro che non mi ricordo nemmeno di averlo visto, oggi.- rispondo
sempre sussurrando. -Pensavo si fosse inventato tutto.-
-No...
Ma dove ce l'hai la testa in questi giorni?- dice incrociando le
braccia.
Alzo
le spalle e finisco di masticare. -Non ne ho idea.-
Possibile
che mi fossi dimenticata addirittura di una cosa di questo genere?
Sesshomaru
è dannoso... oltre a farmi disperare mi provoca pure
l'Alzheimer giovanile.
Circa
un quarto d'ora dopo sono seduta sul divano con le braccia incrociate
a guardare il nulla.
O
meglio, a pensare. Perché, si, signore e signori io
so pensare!
E in questo periodo mi riesce anche piuttosto bene.
Il
centro dei miei pensieri è, ovviamente, il Signor Demone
Maggiore Sesshomaru Taisho.
Dunque,
Kagome ha detto che devo aspettare il momento opportuno, quindi
sicuramente non posso fiondarmi nella sua stanza a chiedergli perdono
in ginocchio per la cagata stratosferica che ho fatto.
Bisogna
aspettare, anche se è una delle cose più difficili che
abbia mai fatto. E se Kagome si sbagliasse? E se lui pensasse
veramente solo a Rin?
-AYAME!-
Sobbalzo
e mi giro di scatto, trovandomi a cinque centimetri dal viso di un
Inuyasha piuttosto nervoso.
-E'
da dieci minuti che provo a chiamarti!-
-Scusa,
Inucchan. Ero persa nei miei pensieri.- dico poggiando i palmi delle
mani uno sopra l'altro e facendo la mia migliore espressione da
cucciolo indifeso.
-E
piantala di chiamarmi Inucchan!-
Gli
faccio la linguaccia e lo invito a sedersi a fianco a me.
So
che dovrò sorbirmi il terzo grado di Inuyasha, ma alla fine è
anche giusto così: è mio fratello e deve far parte
della mia vita anche
se non saprà mai chi è la causa del mio malumore.
-Ma
dimmi, Aya-chan.- dice mettendomi un braccio attorno alle spalle.
Questo
non prevede niente di buono...
-A
cos'è che pensavi? O meglio:a chi?-
Lo
sapevo io!
-A
nessuno!- dico distogliendo lo sguardo e diventando rossissima.
Inuyasha
sorride malizioso e mi risponde con un “Si,e io sono la regina
di Inghilterra”.
-Beh,-
sussurro -Come età e capelli ci siamo...-
Mi
guadagno un'occhiataccia da Inuyasha, ma la sua battutaccia viene
interrotta da Sesshomaru che entra in sala e ci guarda con le
sopracciglia aggrottate.
-Dove
l'avete messo il telefono?-
-Devi
chiamare di nuovo Kagura?- gli chiedo con una punta di fastidio nella
voce.
Sesshomaru
mi fulmina con lo sguardo.
-Non
è affar tuo. Dov'è?- chiede riferendosi al telefono che
io sto spingendo tra i cuscini del divano.
-Non
ne ho idea! Sarà a casa sua a guardarsi la tv. O fuori col
fidanzato, sempre se ce l'ha.-
-Il
telefono.- precisa lui.
-Boh.-
gli rispondo io guardandolo angelica, facendogli ben intendere che se
non chiama Kagura stiamo tutti meglio, me per prima.
Sesshomaru
aggrotta le sopracciglia. -Userò quello in camera mia.-
Azz...
Mi
giro e mi imbroncio.
Vedo
con la coda dell'occhio che Inuyasha è rimasto immobile, nella
stessa identica posizione di qualche minuto prima.
Chissà
a cosa sta pensando...
-Per
tutti i Kami...- esclama ad un certo punto.
Io
mi giro a guardarlo e noto che ha gli occhi e la bocca spalancati
–quasi quasi mi aspetto di vedere la bavetta alla bocca- e mi
sta guardando come se fossi una foca che tiene una palla in
equilibrio sul naso.
-Inuyasha?-
-Non
ci posso credere…-
-Inuyasha?
Vuoi dirmi che cavolo ti prende o devo indovinare io?- lo riprendo
innervosita.
-Tu…
tu e… tu e Sess…-
Non
riesce a finire la frase perché lo soffoco con il cuscino e
glielo tengo premuto sulla faccia fino a che non smette di blaterare.
-Hai
finito, razza di checca isterica?-
Lui
annuisce e io gli tolgo il cuscino dal viso, facendogli prendere una
boccata d’aria.
Mi
metto un dito davanti al naso, intimandogli di stare zitto, e gli
faccio strada fino alla mia camera, dentro la quale ci chiudiamo.
-Ayame.
Dimmi che ho capito male.- dice Inuyasha, terribilmente serio.
-Hai
capito male!- dico immediatamente e Inuyasha sembra rilassarsi. –Lui
non c’entra nulla. Sono io.-
Inuyasha
spalanca gli occhi scioccato e io abbasso la testa, sommersa da quel
suo sguardo inquisitore.
-Ayame…
ma…-
-Mi
spiace Inuyasha, proprio non ho potuto farne a meno. Ti prego di non
essere in collera con me… e ti
supplico
Inuyasha: non devi dirlo a nessuno!-
Mio
fratello stringe i pugni a mi guarda deluso. –Proprio lui…
con tutti quelli che… Non
lo accetto, Ayame!-
A
quel punto quasi scoppio a piangere, quindi purché ciò
non accada mi metto ad urlare.
-Perché
pensi che io accetti
questa
cosa, eh Inuyasha? Pensi di capire come mi sento, come soffro ogni
giorno? Tu non puoi sapere quanto sto male perché so che non
sarò mai ricambiata, quindi non ti permetto di prenderla come
una cosa personale! Non quando non ce ne sarà motivo: le cose
resteranno per sempre così, a meno che non peggioreranno e,
credimi, peggioreranno.
Non
ti ho chiesto di accettarlo, ma tieni per te le tue opinioni.-
sbraito, uscendo dalla camera.
Cavolo!
Non è giusto che si arrabbi con me solo perché mi sono
innamorata della persona che odia di più sulla faccia della
terra!
Non
controllo io i miei sentimenti, altrimenti mi sarei già
innamorata di Bankotsu e tanti saluti.
-Ayame,
santo cielo, dove stai andando?- mi chiede Izayoi, spuntando dalla
cucina con un piatto bagnato in mano.
-Esco.-
-Fuori
piove! Ti prenderai un accidente!- mi dice tutta preoccupata,
attirando lo sguardo di papà dal divano.
-Non
mi farò niente. Metterò il cappuccio.- dico prendendo
la giacca a vento e uscendo alla fredda pioggia invernale.
Sento
le proteste di Izayoi, ma non le do retta, esco dal cancello e lascio
che la pioggia mi bagni il viso, mescolandosi alle mie lacrime.
Angolino
dell'autrice: Buona
domenica a tutti, carissimi! Intanto, devo ringraziarvi: abbiamo
superato abbondantemente le 100 recensioni ** Sono
strasupermegafelicissimissima!!!! E ovviamente è tutto merito
vostro: grazie infinite!
Aaaallora,
intanto: spero che il capitolo vi sia piaciuto. Delusi dalla reazione
di Sesshomaru? Speravate che si chiarissero? Eheh, ce ne vuole di
strada ancora ^^
Comunque,
sono un po' di fretta oggi, quindi vi spiego subito l'immagine:
i due si danno le spalle e io l'ho inteso come un allontanamento
(basta guardare che faccia ha Maru xD).
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio, come sempre!
Un
bacione,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 19 *** Quando capisci che la sfiga si metterebbe le lenti a contatto pur di trovarti. ***
Set
Fire To The Rain
19.
Quando capisci che la sfiga si metterebbe le lenti a contatto pur di
trovarti.
Rientro
in casa circa un'ora dopo, bagnata dalla testa ai piedi.
Sgattaiolo
al piano superiore cercando di fare il meno rumore possibile: non ho
voglia che Izayoi si accorga che sono tornata, altrimenti
attaccherebbe una solfa infinita, che è sicuramente meglio
rimandare a domani mattina.
Passo
davanti alla camera di Sesshomaru e la sento silenziosa, segno che
sta dormendo.
Al
contrario, dalla camera di Inuyasha provengono delle urla che posso
sentire solo grazie al mio udito demoniaco: Kagome sta chiaramente
urlando qualcosa ad Inuyasha dal telefono.
-Ma
Kagome...-
-Kagome
un corno! E' tua sorella, dovresti appoggiarla!-
Beh,
almeno Kacchan è dalla mia parte...
Alzo
le spalle e passo oltre, entro nella stanza adibita a biblioteca che
confina con la mia camera, decidendo di leggere qualcosa visto che
non ho sonno.
Apro
la porta, convinta di poter rintanarmi lì dopo essermi fatta
la doccia per stare in santa pace, invece vedo una luce fioca
provenire da dietro uno scaffale.
Aggrotto
le sopracciglia e sbircio dietro lo scaffale. Per poco non mi viene
un colpo: Sesshomaru è seduto elegantemente su una poltrona e
sta sfogliando l’ennesimo libro grande come un armadio.
Rimango
per qualche secondo a guardarlo, chiedendomi se sia proprio quello il
momento
opportuno di
cui ha parlato Kagome.
Decido
che, no, non è quello. Così prendo un libro a caso
dalla scansia e entro in camera mia, fiondandomi immediatamente sotto
la doccia.
-E
tu vorresti spacciarti per mezzo demone, Ayame?- mi dico mentre mi
asciugo i capelli. -Codarda come sei?-
Scuoto
la testa affranta e mi butto a peso morto sul letto. Sono sfinita,
completamente.
Mi
accoccolo sotto le coperte e apro il libro che avevo preso qualche
minuto prima: Jane Eyre.
Sicuramente
è un libro di mamma, perché io non ho mai letto
classici di questo genere.
Mi
abbandono all'odore inebriante delle pagine stampate ed entro
nell'Inghilterra del 1820, dimenticandomi per qualche momento dei
miei problemi.
***
Sto
correndo, lo sento. Le mie gambe si muovono velocemente, per scappare
il più lontano possibile.
Sento
un dolore all'occhio, ma ho troppa paura per preoccuparmene. Il mio
cuore batte forte e non ho più aria nei polmoni.
Mi
costringo a correre più veloce, girandomi per una frazione di
secondo per vedere quanto lontano sia il mio inseguitore affamato.
I
lupi, cinque o sei non riesco a contarli, corrono con la lingua fuori
e mi stanno per raggiungere.
Mi
rigiro, con le lacrime che scorrono copiose dai miei occhi e continuo
a correre.
Non
voglio morire! Non voglio morire!
Penso
a quel bel demone dai capelli bianchi come la neve e lo imploro di
aiutarmi, come io avevo aiutato lui.
Ad
un tratto inciampo e, allora, so che per me è finita: non
rivedrò mai più quel demone.
Mi
giro e vedo i lupi balzarmi addosso. Apro la bocca per urlare, ma
nessun suono esce dalle mie labbra.
***
Mi
sveglio di soprassalto, terrorizzata, e inizio a dimenarmi cercando
di srotolarmi dalle coperte che mi sembrano ancora le zampe dei lupi
che mi tengono imprigionata nella loro morsa ferrea.
Ad
un tratto cado dal letto e sbatto, con ben poca delicatezza, il
deretano a terra.
Continuo
a scalciare le coperte finché non mi libero, poi appoggio la
schiena al comodino e mi passo una mano sul viso, rendendomi conto di
stare ancora piangendo.
Che
incubo terribile. Mai mi era capitata una cosa del genere, un sogno
così vivido e ricco di particolari. Sto ancora tremando dal
terrore.
Mi
alzo lentamente e mi attacco al comodino fino a che non mi rendo
conto di aver recuperato la stabilità, poi poso lo sguardo
sull'ora: le cinque e mezzo del mattino. Sicuramente non riuscirò
più ad addormentarmi.
Sospiro
e chiudo il libro ancora abbandonato sul letto, poi mi siedo cercando
di riprendere possesso di me.
Ho
seriamente bisogno di uscire da questa camera.
E
così faccio: spengo l’abat-jour e mi chiudo la porta
alle spalle, cercando di fare il meno rumore possibile per non
svegliare i miei familiari: l’avete mai sentita Izayoi, quando
si sveglia presto? No? Beh, siete fortunati. In quanto a malignità
assomiglia a Ursula della Sirenetta.
Faccio
un sorrisetto e apro la finestra della cucina, facendo entrare l’aria
fredda che mi fa rabbrividire. Poso i gomiti sul davanzale e guardo
il cielo buio e senza stelle.
Quel
buio mi fa ritornare in mente il sogno, e tutte le immagini mi
ritornano prepotentemente in mente, facendo aumentare nuovamente i
battiti del mio cuore, ma più cerco di pensare ai particolari
più sembrano sfuggirmi dalla mente.
Ci
rinuncio, segretamente soddisfatta: meno ricordo di questo sogno,
meglio sto. Anche perché non ne capisco il senso.
Immancabilmente,
i miei pensieri corrono a Sesshomaru. Mi è mancato da morire
in queste settimane, ma non ho mai avuto il coraggio di andargli
vicino e parlargli, spiegarmi. Anche perché quando ci provo se
ne va o mi congela con una delle sue uscite.
Eppure
ho così tanta voglia di sentire ancora il suo sguardo su di
me, le sue mani che mi sfiorano e, soprattutto, le sue labbra sulle
mie. A quel pensiero arrossisco e mi crogiolo nel ricordo, uno dei
più belli della mia vita.
Rimango
a pensare per un tempo che mi sembra infinito e me ne rendo conto
solo quando sento dei passi scendere le scale e, poco dopo, un’Izayoi
sonnolenta fa il suo ingresso in cucina.
-Ciao
mamma.-
-Ciao
tesoro, cosa ci fai già in piedi?- mi chiede venendomi vicino
e posandomi un bacio sulla guancia.
-Ho
fatto un incubo stanotte, mi sono svegliata alle cinque e mezza e non
sono più riuscita a dormire.- le dico ricambiando al bacio.
-Tutto
bene?-
-Si,
non ti preoccupare. Ti aiuto a preparare la colazione.-
Restiamo
in silenzio per qualche minuto, durante il quale si sente solo il
tintinnio delle stoviglie riecheggiare per la cucina.
-Ayame,
cosa è successo ieri sera?- mi chiede ad un certo punto
Izayoi, distogliendomi dalla contemplazione delle tazze da caffè.
Sospiro.
–Ho litigato con Inuyasha, avevo bisogno di un po’
d’aria. Adesso sto meglio.- dico veloce e coincisa, senza
voglia di dire altro.
Izayoi
sembra capirlo perché non mi chiede altro, né del
sogno, né della litigata con mio fratello e si fa solamente
aiutare a preparare la colazione.
Le
sono molto grata per questo, anche perché sono sicura che Inu
sappia già tutto e, di conseguenza, anche lei. Sante madri del
XXI secolo. Ma non avete altro da fare?!?!
Ad
ogni modo all’ora prestabilita, Inu e figli (si, anche
Sesshomaru!) scendono a colazione, anche se quest’ultimo,
considerando che è obbligato a sedersi vicino a me, per
rimediare a ciò sposta la sedia al limite del tavolo,
accertandosi che le nostre aure non si sfiorino nemmeno.
Ovviamente
questo non fa altro che deprimermi di più e passo tutta la
colazione a uccidere con la forchetta la fetta di torta margherita
che ho sul piatto.
Inuyasha,
ad un certo punto, si degna di rivolgersi a me.
-Oh,
ma la vuoi piantare?- sbotta infastidito.
Ok,
forse era meglio se stava zitto.
Mollo
la forchetta sul tavolo e, prima di rispondergli male davanti a
tutti, mi alzo e me ne vado. Mio fratello, che non sopporta essere
snobbato, mi segue scocciato.
-Ma
che accidenti vuoi, Inuyasha? Litigare ancora?- gli dico ad un tratto
girandomi verso di lui.
-La
devi piantare!-
-Santo
Dalai Lama! Qual è il tuo problema?- inizio a gridare. –Mi
vuoi lasciare in pace, si o no?-
-Tu,
Ayame, non ti rendi conto di quello che stai facendo!-
-Tu,
Inuyasha, non ti rendi conto che a me di quello che a te va bene
oppure no, non me ne frega un cavolo.- dico prendendo la
cartella e uscendo dalla porta.
-Tutti,
ma lui no!-
-Santo
cielo! Io lo amo
e non smetterò solo perché a te non va bene!-
-Stai
sbagliando!-
-E
LASCIAMI SBAGLIARE!- gli urlo in faccia, tanto forte che temo che
abbiano sentito pure i vicini.
Inuyasha
si zittisce e mi guarda sconvolto, dopo di ché porta lo
sguardo dietro alle mie spalle e assume un'espressione a dir poco
terrorizzata.
Mi
giro lentamente, e incontro gli occhi infuocati di Kagome.
Ora,
so perfettamente che quello sguardo non è per me, ma mi fa
tremare ugualmente le gambe e mai e poi mai desidererei essere al
posto di Inuyasha.
-Inuyasha!
Sei un... un... Ma perché qualche volta non te ne stai un po'
A CUCCIA?- dice Kacchan incazzata nera, sotto gli sguardi basiti di
Sango e Miroku, che probabilmente non stanno capendo un cippa lippa
di quello che sta succedendo.
Dopo
le parole di Kagome, Inuyasha chiude automaticamente gli occhi, come
se si aspettasse qualche strana catastrofe naturale. Tipo un
meteorite o uno tsunami. Il
che non mi dispiacerebbe, in questo momento, specialmente perché
Sesshomaru sta uscendo adesso dalla porta.
A
quella vista lo scruto e poi abbasso lo sguardo, incapace di
sostenere i suoi occhi d’ambra.
Egli
ci passa davanti, ignorandoci totalmente, mentre tutti noi restiamo
in silenzio, guardando la sua maestosa ed elegante figura entrare in
auto e partire diretto a scuola.
Cerco
di non mostrare la mia sofferenza e mi avvio anche io, seguita subito
da Kagome, Sango e Miroku, mentre Inuyasha rimane indietro e ci segue
solo qualche secondo dopo sbuffando.
-Ragazzi…
ci siamo persi qualcosa…- dice Miroku indicando sé
stesso e Sango, la quale sospira pesantemente e tira un pugno sulla
spalla al fidanzato, sussurrandogli un –Insensibile!- che tutti
riusciamo a sentire.
Lancio
uno sguardo di riconoscenza a Sango e ignoro completamente Inuyasha
che non fa altro che guardarmi arrabbiato, guadagnandosi continue
occhiatacce da Kagome.
La
mattinata passa lentamente, sono distratta in continuazione e i miei
pensieri sono divisi tra Sesshomaru e la litigata con Inuyasha, che
spero risolvere al più presto. Ma tutto dipende da lui: doveva
capire ciò che provo.
L’ora
di Storia Giapponese arriva inaspettata e dolorosa. Appena Sesshomaru
entra in classe il mio cuore inizia a battere più velocemente
e lo stomaco mi si stringe in una morsa dolorosa.
La
sua bellezza è qualcosa che mi destabilizza ogni volta: la sua
pelle morbida e vellutata, dalle tonalità pallide come i
capelli; mi piacerebbe da morire accarezzare quei fili d’argento,
sentirli sotto le mie mani.
Persa
tra i miei pensieri, noto poco dopo che Sesshomaru è seguito
da Kagome, Sango e qualche altro loro compagno.
-Buongiorno
professor Taisho.- diciamo tutti in coro.
-Oggi
loro- dice indicando Kacchan e gli altri. –Passeranno quest’ora
con noi. Trovatevi un posto.-
Kagome
non esita e si fionda al mio fianco, mentre Sango si siede su un
banco libero poco dietro di noi. Sorrido alla mia amica e sposto un
po’ il libro, permettendole di vedere.
Sesshomaru
si siede alla cattedra e tira fuori il suo libro, aprendo una pagina.
-Pagine
232. Gli Haiku- inizia attaccando con la spiegazione –furono
creati in Giappone nel XVII secolo, più o meno durante il
Periodo Edo, ma derivano dal tanka, componimento poetico di 17
sillabe. La lunghezza dei versi dipende dal contenuto dell'Haiku,
purché sia sempre di 17 sillabe.
L'Haiku
è una poesia dai toni semplici, senza alcun titolo, che
elimina fronzoli lessicali e congiunzioni, traendo la sua forza dalle
suggestioni della natura e delle stagioni: per via dell'estrema
brevità la composizione richiede una grande sintesi di
pensiero e d'immagine. Soggetto dell'Haiku sono scene rapide ed
intense che rappresentano appunto, in genere, la natura e le emozioni
che esse lasciano nell'animo del poeta. L'ultimo verso è,
tradizionalmente, il cosiddetto riferimento stagionale (kigo), cioè
un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui
viene composta o al quale è dedicata.-
Rimaniamo
tutti in silenzio a quella spiegazione e l’unico rumore, oltre
alla voce del sensei, è quello di alcune penne che prendono
appunti.
Sesshomaru
ci spiega le vite di alcuni autori, poi ci fa leggere alcuni Haiku.
Mi piacciono molto, e anche Kagome sembra gradire, visto che mangia
con gli occhi tutti i versi.
-Ayame.
Leggi tu i prossimi tre.- dice prendendomi in contropiede.
Mi
schiarisco la voce e inizio a leggere gli Haiku, con una pausa tra
l’uno e l’altro.
-“Senza
di te la distanza mi nega una rosa,
neanche
il ricordo regala luce all’attesa,
solo
le tue labbra sono l’unico mio desiderio”-
dico con voce chiara e sicura, mettendo ciò che sento in ciò
che leggo, come se stessi dedicando la poesia al mio
Sesshomaru.
-“Mi
manchi tu infinitamente
e
la mia ansia in un sepolcrale autunno
è
un’alta marea incontrollabile”-
Mi
manchi Sesshomaru, come fai a non capirlo? Come fai a non vedere le
migliaia di emozioni che mi colgono ogni volta che ti vedo, ogni
volta che mi stai a fianco?
-“Amami,
amami come sei ,
lascia
che sia il tuo sguardo di rosa
ad
accarezzare i miei sentimenti…”-
Ora
mi rendo conto della reale forma di queste poesie: brevi e coincise,
eppure capaci di trasmettere sentimenti veri e profondi, in tutta la
loro completezza.
-Basta
così.- mi dice Sesshomaru, interrompendo la mia lettura, con
un tono che a me sembra più basso del solito.
Kagome
mi guarda rapita.
-Che
c’è Kacchan?- le sussurro.
-Sei
stata bravissima. Hai letto quei versi con un trasporto tale che
anche Inuyasha è rimasto sorpreso.-
Mi
volto verso di lui e lo vedo fintamente concentrato sul libro, poi
alzo gli occhi e incontro quelli d’ambra di Sesshomaru. Il mio
cuore salta qualche battito e abbasso subito lo sguardo, arrossendo.
Che
abbia capito ciò che si agita nel mio cuore?
Ad
ogni modo, durante le ore scolastiche non ho più occasione di
incontrare Sesshomaru, nemmeno per i corridoi, fino all’ultima
ora.
Entra
in classe durante l’ora di Arte, interrompendo un lungo
monologo sul Discobolo, insieme alla preside Kagura.
Appena
la vedo, i miei istinti omicidi, assopiti, riemergono e penso a I
1000 e 1
modi per uccidere Kagura,
scritto da Ayame Taisho, prossimamente in tutte le librerie.
-Bene
ragazzi, come ho detto alle altre due classi, il professor Taisho ed
io abbiamo organizzato una gita in montagna la prossima settimana,
esattamente fra otto giorni. Partiremo la mattina presto, dormiremo
in una baita e torneremo a casa nel pomeriggio del giorno dopo.-
Un
grido di giubilo si alza dai miei compagni, prepotentemente
interrotto da un “Basta!” di Kagura.
-Dicevo,
con voi verranno la 2A e la 3C, e noi due saremmo i vostri
accompagnatori. Vi preghiamo, anzi vi obblighiamo, di comportarvi
bene, altrimenti la gita verrà annullata! Riceverete la
comunicazione ufficiale tra qualche giorno.- dice, semplice, veloce,
coincisa ed odiosa come al solito.
Sesshomaru
ci spiega qualche altro particolare e ci raccomanda, nuovamente, di
comportarci bene.
Da
mio canto, io sono contentissima: la gita la faremo anche con Kagome,
Sango, Miroku e Bankotsu. Ci sarà da divertirsi!
Senza
contare che ci sarà Sesshomaru e dovremmo passare per forza 24
ore insieme: magari troverò anche il momento
opportuno per
dirgli ciò che provo, o almeno per farglielo capire, visto che
ci sarà sempre Kagura in mezzo alle palle.
Quella
donna mi irrita solo a pensarla! E già la odiavo prima,
figuriamoci adesso quando la vedo sempre attaccata a Sesshomaru, come
una seconda pelle. Per
non parlare quando cerca di sedurlo.
Mi
vengono i brividi solo a pensarci: sembra il pesce rosso dei miei
vicini quando fa gli occhi dolci per ricevere un po’ di cibo.
Effettivamente,
non so quanto i
pesci rossi possano fare gli occhi dolci.
Mah, passiamo oltre.
Ovviamente,
la prima cosa che faccio quando vado a casa è cerchiare sul
calendario il giorno della partenza.
-CHE
COSAAAA?- urlo, quando vedo il quadratino con il giorno: sfiga vuole
che, proprio quel giorno, ci sarà la Luna Piena.
-Merda,
merda, merda…-
continuo a dire mentre scendo le scale, diretta a pranzo.
Chissà
come mai la fortuna è cieca, ma con me la sfiga ci vede
benissimo.
-Cosa
c’è, Ayame?- mi chiede mio padre non appena mi vede
scendere con il passo di un elefante in un pavimento di parquet.
-C’è
che il primo giorno della gita corrisponderà a quello di
Plenilunio!- gli dico con voce strozzata.
-Oh…
ma ci sarà anche il giorno dopo, no?- mi chiede papà,
preoccupato.
-Non
è questo il problema: andremo in montagna e il primo giorno
faremo un’escursione. Tu capisci questo cosa vuol dire?- gli
chiedo isterica, sperando che capisca la gravità della
situazione. –Morirò!-
Mio
padre alza un sopracciglio alla vista delle mi braccia spalancate
teatralmente e scuote la testa sorridendo.
-Ci
saranno i tuoi fratelli. Spero che in due riusciranno a tenerti in
piedi per mezza giornata.- dice ridacchiando e affiancandomi nella
strada per la cucina.
Sospiro
amareggiata e mi siedo al mio posto, mentre mamma ci serve il pranzo.
-Sesshomaru?-
chiede papà con la bocca piena.
-E’
a scuola.- dico io ricevendo un’occhiataccia da Inuyasha.
–Me
l’ha detto mentre uscivamo.- dico piccata. –C’eri
anche tu, ma probabilmente eri troppo occupato a sbaciucchiarti con
Kagome.-
Inuyasha
arrossisce, mentre Izayoi e Inu si lanciano un’occhiata mezza
maliziosa e mezza preoccupata, per l’evidente stato di tensione
tra me ed Inuyasha.
Sto
zitta per il resto del pranzo, immaginando tutte le varie disgrazie
che sicuramente mi capiteranno durante la gita: cadrò in
almeno due burroni e cadrò con la faccia sulla neve ogni due
passi. Per non parlare di tutti quegli alberi! Tremo
al solo pensiero!
-Bene,
vado a fare i compiti!- dico, ancora con la bocca mezza piena,
alzandomi di scatto e fiondandomi in camera, sotto gli sguardi basiti
dei miei familiari.
La
verità è che non ho voglia di stare vicino ad Inuyasha:
per quanto voglia fare pace, ce l’ho parecchio con lui.
E
come potrebbe essere il contrario? Mi ha ferita tremendamente con il
suo comportamento, mettendo l’odio per suo fratello al di sopra
dei miei sentimenti.
Scuoto
la testa e apro il libro di matematica, iniziando a fare gli
esercizi, da me tanto odiati.
Un
paio di ore dopo chiudo il libro, completamente sfinita e prendo il
telefono, componendo il numero di Kagome.
-Ehi,
Kacchan.-
-Ciao,
Ayame. Come stai?-
-Insomma!
Ho appena finito matematica. Non so come, ma ha il potere di
prosciugare tutte le mie energie.-
Kagome
resta in silenzio per qualche secondo.
–Non intendevo in quel senso.-
-Ah…-
-Allora,
come stai?-
-Sinceramente?
Di merda, Kacchan.- dico con un sospiro, provando uno sfarfallio allo
stomaco quando sento la voce di Sesshomaru, appena rientrato, che
saluta i miei familiari.
-Lo
sapevo io! E’ tutta colpa di Inuyasha! MI SENTI, INUYASHA? SEI
UNO SCEMOOOOOO!-
-Kagome,
per le mutande di Merlino, mi hai assassinato un timpano!-
-Scusa,
Aya-chan… ma mi ha sentito secondo te?-
-Non
ne dubito…- dico ironica.
-Io
ho provato a parlargli, ma ha la testa più dura di un
cocomero!-
Alzo
le spalle al nulla, e sospiro. –Non ci puoi fare niente
Kacchan, ma non litigate per me. Non ce n’è bisogno. Lo
so che Inuyasha ha ragione, ha perfettamente ragione…- lascio
in sospeso la frase, non sapendo più come continuare.
-Ayame,
testa di rapa! Non devi ascoltare quello che dice quello scemo! Voi
due siete fatti l’uno per l’altra e non te lo dico solo
per consolarti. E’ così, ed è proprio per questo
motivo che Inuyasha si è arrabbiato così tanto:
dopotutto se lui non ricambiasse il problema non si porrebbe, no?-
Rimango
interdetta. Kagome sta davvero dicendo che Sesshomaru ricambia i miei
sentimenti? Sogno o son desta?
-Kacchan,
cosa stai dicendo?- dico in un sussurro.
Kagome,
dall’altra parte della cornetta ridacchia. –Quello
che ho detto, Aya-chan. E credimi, questa gita sarà
rivelatrice: me lo sento!-
Angolino
dell'autrice: Buona
domenica a tutti! Come va la scuola? Personalmente, non vedo l'ora
che arrivino le vacanze di Natale .-.
Beh,
passiamo alle cose importanti: ma grazie infinite per tutte le vostre
magnifiche recensioni ** Mi migliorano decisamente la giornata! E
ovviamente grazie a chi ha aggiunto la storia in una delle proprie
liste ;)
Dunque,
il capitolo: spero vi sia piaciuto come quello della settimana
scorsa. Diciamo che in questo capitolo Sesshomaru fa solo da
comparsa, ma è importante per capire i sentimenti di Ayame e
di Inuyasha. No, lui non è per nulla felice della situazione.
Premetto che la spiegazione degli Haiku l'ho presa direttamente da
Wikipedia, dato che non sapevo nemmeno che esistessero prima di fare
qualche ricerca, e anche quei tre che ho riportato li ho trovati in
giro per il web.
Che
ne pensate di Kagome? Il suo ruolo è molto importante nella
vita di Ayame e, dopotutto, è anche l'opposto ;)
L'immagine:
a dire il vero non c'entra nulla con il capitolo, prendetela come uno
dei tanti pensieri che Ayame fa prima di andare a nanna xD
Beh,
è tutto: un bacione e alla prossima settimana ;)
°°Samirina°°
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Capitolo 20 *** Quando capisci che gli evidenziatori ambulanti sono un pericolo per la comunità. ***
Set
Fire To The Rain
20.
Quando capisci che gli evidenziatori ambulanti sono un pericolo per
la comunità.
DRIIIIIIN!
DRIIIIIIIIIIIN!
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
Chi
è che rompe? Io voglio dormire!
-Ayame,
svegliati! E' il giorno della gita!-
Voglio
decisamente
dormire!
-Dai,
Ayame, lo so che sei sveglia!- mi urla Kagome in un orecchio.
Un
attimo... cosa ci fa Kagome a casa mia?
-Dai,
Aya-chan! Io mi sono già lavata!-
Ah,
giusto: oggi si va in gita e ieri sera Kacchan si è fermata a
dormire a casa nostra.
-Mi
alzo, mi alzo...- sbadiglio, cercando di mettere a fuoco quello che
mi sta intorno.
Sbuffo,
come ogni volta, per la fastidiosa mancanza di colori e odori.
-Come
fate voi umani a sopportare colori così sbiaditi ogni giorno?-
chiedo leggermente scorbutica in direzione di Kagome.
Lei
mi fa la linguaccia e mi spinge in bagno, lanciandomi i vestiti
dietro.
Mi
lavo i denti e il viso lentamente, poi tolgo il pigiama e metto i
vestiti pesanti: essendo umana sento molto il freddo e andare in
montagna con la neve non aiuta per nulla.
Perché non ho deciso di rimanere a casa?
-Aww,
Aya-chan, come sei carina!- mi dice la mia amica con gli occhi a
cuoricino.
-Kagome,
esci dalla modalità Fluffluosa.- le dico atona, giù
pregustando le terribili scivolate che mi aspetteranno non appena
varcherò la porta della mia camera. Perché si, anche le
scale sono un problema!
Mi
attacco al corrimano con tutte le mie forze e mi sforzo di mettere un
piede davanti all’altro e centrare i gradini: oltre al mio
scarso equilibrio, ci si mette pure il sonno che mi fa sbadigliare
ogni secondo. Kagome è dietro di me che non sa se tenermi per
un braccio oppure togliersi dai piedi.
Comunque,
arrivo a metà scale ancora viva e senza escoriazioni.
Purtroppo per il mio povero cuore, mi passa vicino Sesshomaru.
Si
ferma solo per un secondo e mi guarda alzando un sopracciglio, poi ci
da le spalle e continua la sua discesa.
Kamisama,
perfino quando scende le scale è bellissimo!
A
quel punto inciampo sui miei stessi piedi, come c'era da aspettarsi.
Effettivamente, sono sorpresa di essere riuscita ad arrivare viva
fino a questo punto.
Mi
sento cadere in avanti e chiudo gli occhi, cercando qualcosa a cui
aggrapparmi che, ovviamente, non trovo.
Aspetto
l’impatto molto doloroso con gli spigoli dei gradini, ma il mio
corpo viene sollevato in aria e vengo portata in posizione
orizzontale.
Mi
azzardo ad aprire gli occhi solo quando la testa smette di girare
alla velocità della luce e, inaspettatamente, incontro due
occhi d’ambra contornati da un viso dai lineamenti perfetti.
Ayame,
ci ricordiamo come si fa a respirare? Inspiro, Espiro, Inspiro,
Espiro…
Il
demone mi guarda attentamente con gli occhi un po’ socchiusi,
come se mi stesse studiando, e io non posso fare a meno di arrossire
sotto quello sguardo indagatore.
Subito
mi do della stupida: a così poca distanza lui può
sentire il mio cuore che batte a mille e può vedere le mie
guance infiammate come pomodori.
Dopo
qualche secondo mi lascia scendere e se ne va senza dire un’altra
parola, lasciandomi con lo stomaco stretto e il cuore che batte a
trecento all’ora.
-Aya-chan,
tutto ok?- mi chiede Kagome facendo gli scalini due a due (quanto
la invidio!)
e poggiandomi la mano sulla spalla.
Io
annuisco, incapace di parlare.
Kagome
ride della mia espressione e mi tira verso la cucina, salutando i
miei genitori e Inuyasha che sono già seduti a ingozzarsi.
-Buongiorno.
Pronte per la partenza?- ci chiede Izayoi, dolce come al solito.
Kagome
annuisce entusiasta, mentre io mi accascio sulla sedia, ogni secondo
più depressa.
-Non
sarà così male, Ayame…- mi dice Kagome, per
tirarmi su il morale.
Scoppio
a ridere, isterica. –Ripetimelo durante l’escursione tra
la neve.-
-Sono
certo che Bankotsu sarà più che felice di portarti in
braccio per tutta la strada.- dice Inuyasha, improvvisamente.
Non
rispondo alla sua frecciatina, limitandomi ad ascoltare Kagome
esclamare un –Inuyasha!- e lanciargli un’occhiataccia.
Mio
fratello alza le spalle.
Io
sospiro e mi passo una mano tra i capelli –castani- strizzando
gli occhi dal nervoso.
-Siete
sicuri di aver preso tutto?- ci chiede Izayoi.
-Si,
mamma.- rispondo io e mi metto il borsone in spalla.
-Inuyasha?
Pigiama, spazzolino, si?-
Izayoi
è decisamente più agitata di noi per questa gita.
-Si,
mamma. Ho tutto.-
-Sessh…-
Izayoi si gira verso Sesshomaru, pronta a fare anche a lui una lista
delle probabili cose dimenticate, ma si blocca alla vista del suo
sopracciglio alzato e della sua espressione contrariata.
Io
e Kagome ci guardiamo e ridacchiamo di nascosto.
-Arrivederci!-
saluta Kagome, uscendo dalla porta, mentre io ed Inuyasha la
seguiamo.
Izayoi
e Inu ci salutano dalla porta, mentre noi tre ci stiamo per avviare a
scuola a piedi, con le nostre borse sulle spalle.
-Salite.-
dice una voce gelida dietro di noi.
Tutti
e tre ci congeliamo letteralmente sul posto, e ci guardiamo prima di
girarci simultaneamente verso Sesshomaru, il quale ci fissa dal
finestrino della sua auto.
D’accordo…
dov’è la fregatura?
-Allora?
Se non vi muovete vi lascio qui.- dice alzando un sopracciglio e
facendo rombare la sua auto.
Inuyasha
è immobile, mentre io mi apro in un sorriso a trentadue denti
e prendo Kagome per un polso trascinandola verso la macchina.
Sesshomaru
ci apre il bagagliaio e, una a una, impiliamo le valigie a fianco
alla sua.
Inuyasha
guarda suo fratello come se gli fossero improvvisamente spuntate due
teste e quattro occhi e si accomoda, ancora sorpreso, nel sedile
posteriore della macchina.
Kagome,
ovviamente, prende posto vicino a lui e io rimango in piedi davanti
alla porta, con un’espressione da cretina.
Allora,
diciamocelo: questa situazione sta realmente iniziando a stancarmi.
D’accordo
che Kagome vuole che io sia felice e desidera prendere il posto del
putto alato col culo per aria, alias Cupido, ma Sesshomaru, grande
demone centenario acuto come una tigre, potrebbe anche capire ciò
che lei sta cercando di fare, o no?
Alzo
le spalle e mi siedo di fianco a Sesshomaru, nel bel sedile in pelle.
Rabbrividisco al contatto con la stoffa fredda e il demone maggiore
sembra accorgersene, infatti accende il riscaldamento al massimo e in
poco tempo nell’abitacolo si diffonde un calduccio
rassicurante.
Bravo
cagnolone!
Sesshomaru
guarda attentamente la strada, stringendo delicatamente il volante
con una mano sola e mi incanto a guardare il suo profilo, così
perfetto e armonioso.
Questo
ragazzo, sebbene probabilmente non ne sia a conoscenza (oppure ne è
a conoscenza ed è così sadico da approfittarsene senza
riserve), ha un’ascendente su di me che quasi mi spaventa: gli
basta un’occhiata e io perdo presa sul mio corpo, oltre che sui
miei due poteri e sul mio cervello. In pratica: mi
frega non appena i suoi regali polmoni si espandono innescando una
complessa catena, che ora non sto qui a spiegare, che permette alle
sue due sottili labbra di separarsi e di far scivolare fuori il
fiato.
Ok,
ok, basta pensieri smielosi. Piuttosto godiamoci le nostre ultime ore
di vita.
Dunque…
-Posso
accendere la radio, Sesshomaru?-
Il
diretto interessato non risponde, per cui, molto liberamente, prendo
il suo silenzio come un’affermazione.
Inizio
a cambiare stazione, finché non arrivo ad una dove stanno
trasmettendo una canzone che reputo carina: Non
ho mai smesso di
Laura Pausini.
“Hai
visto il giorno della mia partenza
Nel
mio ritorno c'è la tua poesia
Stare
lontani è stata una esperienza, comunque sia
Non
ho mai smesso di amare te
Non
ho mai tolto un pensiero a te
Non
ho mai smesso”
-Fa
schifo!- sbotta Inuyasha, al secondo verso della canzone.
-Sempre
simpatico come delle sardine sott’olio…- sussurro acida,
prima di chiudere definitivamente la radio, visto che sicuramente,
con l’umore che si ritrova, non gli andrà bene nessuna
canzone.
Guardo
dallo specchietto retrovisore e vedo che Kagome scrive qualcosa sul
suo cellulare e poi lo mostra al fidanzato.
-Stronzate.-
dice lui.
Kagome
scrive qualcos’altro.
-Tsk!
Voglio proprio vedere come finirà questa storia. Bene per lei,
no sicuramente. Verrà il giorno in cui gli dirò “Te
l’avevo detto!” e a quel punto…-
-Non
parlare come se non ci fossi!- sbotto mettendomi in ginocchio sul
sedile e guardandolo negli occhi.
Lui
ghigna, in modo alquanto inquietante e non mi risponde.
Kami,
datemi la pazienza, perché domani a quest’ora starò
pestando Inuyasha come uno zerbino.
Vedo
con la coda dell’occhio che Sesshomaru ci scruta, diffidente,
senza capire nulla di ciò che ci stiamo dicendo.
Pochi
minuti dopo arriviamo a scuola e vedo due pullman che aspettano solo
noi davanti al parcheggio.
Sesshomaru
parcheggia la sua lucente auto con una mossa felina, poi ci fa
scendere tutti e ci passa le nostre borse, dirigendosi poi verso la
preside Kagura.
Sango
e Miroku ci vengono incontro.
-Non
ditemelo: gli avete fatto mangiare una zolletta di zucchero,
stamane!-
Io
scoppio a ridere. –No Miroku, probabilmente il Natale che si
avvicina lo ha fatto diventare più buono.-
Miroku
mi fa l’occhiolino e mette un braccio intorno ai fianchi di
Sango, iniziando a palparle il sedere. Pochi secondi dopo si sente lo
schiocco di uno schiaffo.
Inuyasha
e Kagome alzano gli occhi al cielo, mentre Sango guarda il fidanzato
con rabbia, pronta a dargli un’altra sberla.
Io
mi inizio a guardare intorno, avendo la bruttissima sensazione di non
avere tutto sotto controllo: non sento i rumori, tutto alle mie
orecchie è ovattato, e mi sembra continuamente di non riuscire
a vedere chiaramente i colori e le forme.
Sono
fottutamente sorda e cieca. E
pensare che oggi i miei sensi amplificati mi sarebbero serviti più
del solito.
Ad
un tratto, vicino alla strada, noto una figurina colorata che agita
le braccia nella nostra direzione. Aguzzo lo sguardo, cercando di
capire chi fosse, ma ovviamente non vedo niente.
-Ehi,
Inuyasha?- gli chiedo, ingoiando a fiotti l’orgoglio –Chi
è quel tipo che agita le braccia?-
Inuyasha
si gira verso il punto che gli indico e spalanca i suoi occhioni.
–Oh, dannazione! E’ Jakotsu! Scusatemi.- dice
allontanandosi da noi, e andando a rifugiarsi dietro uno dei pullman.
Che
demone virile e coraggioso…
Mi
avvicino alla figurina e, passo dopo passo, riesco a riconoscere
Jakotsu e inorridisco alla vista dei suoi abiti: pantaloni verde
mela, talmente stretti che giurerei di riuscire a vedere il sangue
pulsare sotto la pelle, maglioncino aderente viola shocking e
occhiali da sole.
-Gioia!
Da quanto tempo!- dice il diretto interessato coinvolgendomi in un
abbraccio stritolatore.
-Jako!
Come te la sei passata in America?- chiedo, non appena riesco a
respirare.
-Una
meraviglia! Ma l’aria di Tokyo mi mancava. Uhuh, quella chioma
argentata deve appartenere a tuo fratello Inuyasha! Certo che non me
lo ricordavo così ben palestrato!- dice spalancando gli occhi
in un’espressione di assoluto apprezzamento.
Seguo
il suo sguardo e scoppio a ridere. –No, Jako-kun, quello è
Sesshomaru, il fratellastro di Inuyasha. E il mio.- aggiungo,
asciugandomi le lacrime.
-Wow.
Me lo presenti?-
-Frena
i tuoi bollenti spiriti, Jakotsu.-
Jako
si intristisce. –Dici che è già occupato? Beh,
vorrei ben dire, con un culo del genere…-
A
quel punto Sesshomaru si gira nella nostra direzione e, anche se non
riesco a vederlo bene in faccia, sono sicura che ci abbia lanciato
un’occhiata infuocata.
Sospiro
e cerco di cambiare discorso, per salvaguardare la nostra vita.
-Come
mai sei qui?-
-Oh,
ho accompagnato quella testa calda di mio fratello. Anche se mi è
sparito di vista.- risponde, iniziando a guardarsi intorno, come se
si fosse dimenticato di Bankotsu.
Io
annuisco.
-Allora,
me lo presenti tuo fratello?-
Scherziamo
vero? Già mi immagino l’incontro tra Jakotsu (Jakotsu,
intendiamoci!)
e Sesshomaru: il primo che ci prova spudoratamente, lanciandogli
occhiate languide e sparando apprezzamenti a tutto spiano, il secondo
che aggrotta la sopracciglia, chiedendosi che razza di essere abbia
avuto il coraggio di presentarsi al suo cospetto e magari pensando
quanto inutili e ridicoli siano gli umani.
Anzi,
sicuramente appena vedrà questa sottospecie di travestito che
assomiglia ad un evidenziatore non ci penserà due volte e
tirerà fuori i suoi artigli velenosi, eliminandolo
all’istante.
Probabilmente
andrà proprio così.
-Se
il suo bel faccino è l’ultima cosa che vuoi vedere prima
di raggiungere Bin Laden, allora posso anche accontentarti.- dico
alzando le spalle.
Jakotsu
scoppia in una risata.
-Ammettilo
che ti piace!- esulta, spiazzandomi con un sorriso da 350 watt.
…
…
…
…
Che
cosa?
Come
avrà fatto a capirlo?
Non
può essere così evidente! Sto facendo tutto il
possibile per nasconderlo ad occhi esterni!
-Di
chi… di chi stai parlando?-
-Come
di chi sto parlando? Di Bankotsu, naturalmente!-
A
quell’affermazione, per poco non mi sciolgo ai suoi piedi dalla
contentezza. Come ho potuto pensare che uno come Jakotsu abbia così
tanto intuito da scoprire il mio più grande segreto?
-Allora???-
-No,
Jako-kun, no. E non capisco perché continuiate a dirlo tutti.-
-E’
così palese!-
Palese
un corno! Se fosse davvero così
palese,
Sesshomaru l’avrebbe capito e non mi fulminerebbe con lo
sguardo ogni volta che ci parlo.
-No,
è palese che nessuno qui ha capito un accidente!- sbotto,
attirando gli sguardi di un paio di gruppetti vicino a noi.
Arrossisco
e abbasso lo sguardo, cercando di tenere un basso profilo.
-Ehi,
fratello, la stai già torturando?-
Oh,
KAMISAMA!
-No,
no. Le stavo solo facendo qualche domandina innocente.-
Bankotsu
alza un sopracciglio, incredulo. E ha ragione!
-Penso
che i miei amici mi stiano cercando.- dico, per sfuggire a quella
situazione imbarazzante.
Jakotsu
mi saluta con una mano, augurandomi buon viaggio.
-Ehi,
gioia: carino il nuovo colore di capelli!- mi urla da lontano.
A
quel punto non so se tornare indietro e picchiarlo o scavarmi la
fossa.
Non
c'è che dire: Jakotsu quando ci si mette è simpatico
come un ausiliario della sosta!
Siamo
in viaggio da un paio d’ore. E’ orribile stare rinchiusi
in questo catorcio, stretta tra il finestrino e Kagome, senza potermi
nemmeno sgranchire le gambe.
Ma
sapete qual è la cosa più terribile?
Mi
scappa la pipì!
Ok,
lo so che non è il caso di preoccuparsi tanto per una cosa del
genere, non dopo tutti gli altri problemi che mi assillano al momento
(Bankotsu dietro di me, Inuyasha davanti e Sesshomaru a pochi sedili
di distanza, seduto con Kagura!)
ma proprio non posso farne a meno!
La
mia vescica implora pietà!
-Ayame,
stai bene?- mi chiede Kagome, poggiandomi preoccupata una mano sulla
spalla. –Soffri di mal d’auto?-
Guardo
la mia amica malissimo. –Zitta, Kacchan, ci mancherebbe solo
questa. No devo andare al bagno, a dire il vero.-
-Oh,
tra qualche chilometro, prima di iniziare a salire in montagna, ci
fermeremo in un AutoGrill.-
Sospiro,
già pregustando il bagno che mi attenderà a braccia
aperte, anzi a tavoletta alzata.
Ok,
lo so che non faceva ridere, ma voi avete mai provato a fare battute
con la vescica piena? Beh, io non ci riesco!
-Grazie
al cielo.- sussurro, prima di rimettermi le cuffiette dell’IPod
e perdermi tra le note.
-Bagno,
bagno, bagno!- esclamo non appena scendiamo dall’autobus, nel
parcheggio dell’AutoGrill.
-D’accordo,
andiamo, ma smettila di saltellare, mi metti agitazione!- esclama
Kagome, smettendo di cercare con lo sguardo Miroku e Sango che erano
saliti sull’altro autobus.
-Grazie,
Kacchan!- esclamo prendendola per il polso e trascinandola verso il
bagno.
Seguiamo
i cartelli e, finalmente, arriviamo al tanto agognato bagno.
Spalanco
la porta e mi fiondo sul primo gabinetto libero.
-Ah,
finalmente!- dico estasiata, risalendo le scale che ci avrebbero
portate al parcheggio dove ci aspettavano gli autobus.
Kagome
ridacchia.
-Kacchan?-
la chiamo. –Per quanto io apprezzi quello che stai facendo per
me… non litigate tu e Inuyasha, per favore.-
-Te
l’ho già detto: io sto dalla parte di chi sta facendo la
cosa giusta, Inuyasha o non Inuyasha.-
Scuoto
la testa. –Inuyasha vuole la mia felicità, Kagome, ma lo
sta dimostrando nel modo sbagliato. La mia felicità è
lui
e a mio fratello questo non va bene perché gli ha fatto cose
terribili. Ma è cambiato.- sospiro osservandolo da lontano,
mentre da indicazioni a un gruppo di ragazzi.
-E
come potrebbe essere altrimenti?- mi dice di rimando Kagome,
sorridendo. –Inuyasha capirà.-
Io
annuisco e le sorrido.
-Forza,
salite tutti quanti, altrimenti non arriviamo più!- ordina
Kagura. –Stessi posti di prima e non fate confusione.-
A
quel punto io e Kagome scoppiamo a ridere, sovrastando il
chiacchiericcio dei nostri compagni.
Kagura
ci lancia un’occhiataccia, ma non ci dice nulla, troppo
occupata a mantenere l’ordine.
-Allora
ragazzi.- esclama Bankotsu rimanendo in piedi, mentre noi altri ci
accomodiamo sui sedili. –Adesso ci sarà la parte più
divertente del viaggio: il Karaoke!-
Il
ragazzo ci guarda tutti con gli occhi che brillano, mentre un altro
tipo mostra a tutti i microfoni collegati all’autoradio del
pullman.
Io
guardo la mia amica e mi faccio piccola piccola nel sedile.
-Se
qualcuno ti dovesse domandare: tu non mi conosci!-
Kagome
ridacchia, ma annuisce, ben sapendo quanto mi vergogni a cantare in
pubblico.
Bankotsu
fa partire la musica e la voce di una ragazza inizia a cantare il
testo di una canzone che non conosco. Poco dopo tutti i miei compagni
si mettono a cantare con lei, inclusa Kagome.
-Ehi
Ayame. Ti va di cantare qualcosa?-
Mi
giro a rallentatore, spaventata dal possessore di quella voce, e mi
trovo ad un palmo dal viso di Bankotsu. Faccio un salto sul sedile e
arrossisco tremendamente, domandandomi per quale arcana ragione quel
tipo debba sempre mettermi in imbarazzo e farsi vedere interessato a
me nei momenti meno opportuni. Ovvero quando c’è
Sesshomaru nei dintorni.
-Ehm…
veramente… io non so cantare.-
Bankotsu
alza un sopracciglio. –Perché ti sembra che la tipa che
sta cantando adesso lo sappia fare?-
Ascolto
più attentamente e, sebbene non abbia più il mio udito
da demone, posso sentire delle note più acute che sicuramente
non fanno parte della canzone.
Sposto
gli occhi su Kagura e Sesshomaru e per poco non scoppio a ridere: la
preside si preme i palmi delle mani sulle orecchie, mentre
Sesshomaru, apparentemente rilassato, ha gli occhi chiusi e i pugni
serrati, segno che non ne può più.
-Allora?-
-Non
se ne parla Bankotsu. Non davanti a tutti!-
-D’accordo.-
Eh?
Si è arreso così, con facilità? Wow!
-Però
prima della fine della gita, quando saremo soli, mi canterai una
canzone a mia scelta.-
Azz…
c’è la fregatura!
-Affare
fatto.- sempre
se riusciremo a stare soli,
ovviamente! Cosa che non accadrà!
-Però,
pensa quanto si può comporre con sette note!- dice una ragazza
poco distante alla sua compagna, che annuisce convinta.
E
pensa con ventun lettere quanto si può rompere i coglioni. E
che la acca è muta!
Sospiro
e mi metto composta sul sedile e guardo fuori dal finestrino: stiamo
già salendo, e fra poco scenderemo sulla neve fredda e
scivolosa.
Santo
Nicolas Cage, salvami tuuuu!
Però,
devo ammettere che da qui il panorama è proprio bello: si
riescono a vedere le piccole case e i grattacieli di Tokyo.
Oh,
oh… cos’è questo giramento di testa?
Ommioddio,
sto per svenire!
-Kagome?-
dico con voce debole. –Credo di aver appena scoperto di
soffrire di vertigini!-
Ora
ne sono proprio certa… quando la sfiga mi cerca, riesce a
trovarmi con estrema facilità!
Angolino
dell'autrice: Ciao
a tuttissimi! Scusate per il ritardo, ma la scuola mi sta
letteralmente uccidendo. E mancano 16 giorni per le vacanze di Natale
T_T Non credo che sopravviverò! Comunque, come sempre vi
ringrazio per le vostre bellissime recensioni! Troverete le risposte
al più presto ;)
Allora,
che ne pensate del capitolo? Eravate un po' tutti curiosi di sapere
cosa sarebbe successo durante la gita, e questo è solo
l'inizio! Beh, non posso fare a meno di mettere l'accento, almeno per
un po', su Jakotsu, uno dei miei personaggi preferiti. Ammettetelo:
quanto divertente è? XD
In
quanto ad Ayame, è confusa: vorrebbe stare con Sesshomaru ed è
gelosa, ma allo stesso tempo ne ha timore, perché non riesce a
prevedere la sua reazione.
L'immagine:
sono Ayame e Sesshomaru. Carina, vero? Come al solito, io l'ho solo
modificata ;)
Spero
che vi siate divertiti e che questo capitolo, perché no, vi
abbia alleggerito un po' la giornata di studio.
Un
bacione,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 21 *** Quando capisci che devi considerare tutti i pro e i contro degli accordi. ***
Set
Fire To The Rain
21.
Quando capisci che devi considerare tutti i pro e i contro degli
accordi.
Non
appena scendo dall’autobus sento l’aria gelida di
montagna investirmi e non posso fare a meno di rabbrividire.
Dannata
Luna Piena! Accidenti, accidenti, accidenti!
Sesshomaru
ci dice di avviarci verso la baita, che ci avrebbe ospitati fino alla
fine della nostra gita.
Tutti
ci guardiamo intorno, cercando con lo sguardo questa fantomatica
baita, ma non vediamo altro che alberi, sentieri tortuosi e tanta,
tanta, tanta neve bianca.
-Mi
scusi, Taisho-Sensei… io non la vedo proprio, questa baita.-
dice una ragazza della classe di Bankotsu.
-Certo
che non la vedi. E’ dietro quelle montagne, in una vallata.
Sono almeno tre ore di cammino.-
Dopo
aver pacificamente sganciato la bomba, Sesshomaru si volta e va a
frugare nel gavone dell’autobus alla ricerca del suo bagaglio,
mentre noi ci zittiamo di botto.
-Tre
ore…- dice Kagome, scioccata.
-In
mezzo alla neve e al ghiaccio, su e giù per i pendii…-
entrambe ci guardiamo negli occhi con le bocche spalancate dallo
stupore.
Non
appena i nostri compagni metabolizzano la notizia, si levano dei
sussurri di scontento che Kagura zittisce immediatamente con la sua
occhiataccia.
-Tre
ore di cammino…- ci sussurra Sango, non appena il nostro
gruppo si riunisce.
Io
non oso dire nulla, terrorizzata di interrompere quel fragile
equilibrio che sono riuscita a creare tra il mio corpo e il mio
cervello e che mi impedisce di farmi prendere dal panico.
Inuyasha
recupera anche il mio bagaglio e me lo infila sulle spalle,
guardandomi con aria tesa e preoccupata.
-Muoviamoci,
voglio arrivare alla baita prima di domani mattina.- dice Kagura,
iniziandosi ad avviare verso il sentiero più vicino,
ovviamente quello che ai miei occhi è il più
ghiacciato, il più scivoloso e il più ripido.
-Forza
Ayame, dai, vieni…- dice Sango, tirandomi per un polso, visto
che non ho intenzione di seguire il gruppo.
-Sto
io con lei, voi andate avanti.-
Guardo
Inuyasha con gli occhi spalancati: dovrebbe essere arrabbiato, come
mai ha deciso tutto ad un tratto di stare solo con me? Ha intenzione
di trattarmi ancora male?
Gli
altri fanno come ha detto Inuyasha, così mio fratello ed io
restiamo indietro di qualche metro.
Inuyasha
mi tende la mano e io la afferro, titubante, facendomi tirare in
avanti. Devo stare costantemente attenta: la neve è scivolosa
anche con gli scarponcini e rischio di cadere in continuazione.
-Mi
dispiace.- sbotta ad un certo punto Inuyasha.
Faccio
in tempo a girare la testa verso di lui, sorpresa, che inciampo (che
novità!) e cado sulla neve.
Mio
fratello scoppia a ridere e si ferma a fianco a me, tenendosi la
pancia. –C’è poco da ridere!- sussurro mentre mi
alzo in piedi e riprendo a camminare, instabile.
-Aspetta!-
Inuyasha mi affianca, smettendo di ridere, e continuiamo a camminare
per qualche altro minuto, inoltrandoci nel bosco.
Mi
concentro sul rumore lieve della neve che scricchiola sotto i nostri
scarponi, sospirando. Mi dispiace avere l’opportunità di
essere finalmente in mezzo alla natura e di non poterne godere
appieno per colpa della mia immensa imbranataggine.
-Stavi
dicendo, prima?-
Inuyasha
sospira. –Ho sbagliato. Devo… non devo… dovrei…-
inizia a balbettare portandosi una mano dietro la nuca, imbarazzato.
Alzo
un sopracciglio, ma me ne sto zitta e lo lascio continuare.
-Avrei
dovuto appoggiarti. Sono tuo fratello, no? E poi, effettivamente, non
è poi così male. Ma tu non digli che te l’ho
detto!-
Scoppio
a ridere e salto al collo del mio fratellone, felice del fatto che
abbiamo fatto pace. Inuyasha mi abbraccia a sua volta e poi mi prende
per mano, così mi affido a lui, riuscendo a non cadere per
parecchi metri.
Raggiungiamo
gli altri e Kagome nota subito la serenità nei nostri volti,
così con un urletto salta in braccio al suo fidanzato e gli
stampa un bacio sulle labbra.
Mi
giro imbarazzata e cerco di pensare a qualcosa che non siano i
continui schiocchi che provengono da Kagome e Inuyasha e, di
riflesso, quelli di Sango e Miroku.
Ma
non hanno null’altro da fare?!?!
-Ayame!-
cerco con lo sguardo il possessore della voce, e vedo Bankotsu
sbucare dal gruppo di ragazzi davanti a noi.
-Bankotsu!-
esclamo, sorridendo.
Il
ragazzo guarda le due coppiette che si sbaciucchiano come se il mondo
dovesse finire in questo istante e mi guarda con pietà.
-Ti
porto via, vuoi?-
Annuisco
speranzosa. –Si, ti supplico! E’ uno strazio sentire
tutti questi schiocchi sulle orecchie. Tuttavia… mi sa che
dovrai prenderti la responsabilità di farmi arrivare viva alla
baita.-
-D’accordo!
Sarò la tua Body Guard! Dunque, mia protetta- inizia,
guardandosi intorno con aria da 007 –Facciamo quel sentiero: mi
sembra molto meno ghiacciato e la neve non è ancora stata
calpestata.-
-Non
voglio affogare nella neve!- gemo, terrorizzata alla sola idea.
Bankotsu
scoppia a ridere e mi prende per mano.
Sospiro
affranta: mi sono già pentita di aver accettato la proposta.
Ora Bankotsu si sentirà libero di prendersi troppe libertà
e questo non va bene, no no!
Marciamo
per qualche tempo senza parlare, e io devo togliermi almeno tre dei
cinque strati di maglioni che mi sono infilata stamane: chi l’avrebbe
mai detto che avrei avuto caldo a camminare sulla neve?
Effettivamente
la teoria Bankotsu si è rivelata giusta: abbiamo superato
molti dei nostri compagni e siamo quasi arrivati alla cima del
gruppo, dove ci sono Sesshomaru e Kagura.
E
soprattutto… NON SONO ANCORA CADUTA! Yeeeeeeeeee! =D
-Aya-chan…-
sussurra ad un tratto Bankotsu, scuotendomi dai miei pensieri
–Dunque… direi che ora siamo soli: devi rispettare il
patto!-
A
quelle parole sussulto, distolgo lo sguardo da terra e prendo una
radice dritta nel piede, che mi fa inevitabilmente cadere.
Le
ultime parole famose…
-Cazzarola!-
sbotto, massaggiandomi il didietro, la parte che ha risentito più
di tutte della caduta.
-Male?-
mi chiede il mio compagno di avventura
(o
disavventura, che a dir si voglia),
tendendomi una mano preoccupato.
-Beh,
bene no di sicuro…- sussurro, riprendendo a camminare.
-Memories,
dei Within Temptation.- dice ad un certo punto –La conosci?-
Sono
tentata di dirgli di no, ma mi ritrovo ad annuire, per paura di
ricevere una proposta ancora più terribile.
-Allora
canta!-
In
quel momento mi viene in mente il cartone Disney “La Sirenetta”
(che i miei genitori avevano guardato ultimamente), nel punto in cui
Ursula chiede ad Ariel di cantare e poi le ruba la voce.
Un
attimo… Bankotsu
non può rubarmi la voce, vero?
-Ayame?-
Io
annuisco e ricreo la dolce melodia della canzone nella mia mente, poi
inizio a cantare.
“In this world
you tried
not leaving me alone
behind
There's no other way
I prayed to the gods
let him stay
The memories ease the
pain inside,
now I know why
All of my memories
keep you near
In silent moments
imagine you'd be here
All of my memories
keep you near
Your silent whispers,
silent tears
Made me promise I'd
try
to find my way back in
this life
I hope there is a way
to give me a sign
you're ok
Reminds me again it's
worth it all
so I can go home
All of my memories
keep you near
In silent moments
imagine you'd be here
All of my memories
keep you near
Your silent whispers,
silent tears
Together in all these
memories
I see your smile all
the time
All the memories I
hold dear
Darling, you know I'll
love you
'til the end of time
All of my memories
keep you near
In silent moments
imagine you'd be here
All of my memories
keep you near
Your silent whispers,
silent tears
All of my memories...”
-In
questo mondo hai provato
A
non lasciarmi indietro da sola.
Non
c’è nessun’altra strada
Ho
pregato gli dei di farlo restare.
I
ricordi alleviano il dolore che ho dentro,
ora
so perché.
Tutti
i miei ricordi ti tengono vicino
Nei
momenti silenziosi immagino che tu sia qui.
Tutti
i miei ricordi ti tengono vicino
I
tuoi sospiri silenziosi, lacrime silenziose.
Mi
hai fatto promettere che avrei provato
A
trovare la mia via del ritorno in questa vita.
Io
spero che ci sia un modo
Di
darmi un segno che stai bene.
Ricordami
ancora che è tutto sbagliato
Così
posso andare a casa.
Tutti
i miei ricordi ti tengono vicino
Nei
momenti silenziosi immagino che tu sia qui.
Tutti
i miei ricordi ti tengono vicino
I
tuoi sospiri silenziosi, lacrime silenziose.
Insieme
in tutti questi ricordi
Vedo
il tuo sorriso
Tutti
i ricordi che possiedo, caro
Tesoro,
lo sai che ti amerò
Fino
alla fine dei giorni
Tutti
i miei ricordi ti tengono vicino
Nei
momenti silenziosi immagino che tu sia qui.
Tutti
i miei ricordi ti tengono vicino
I
tuoi sospiri silenziosi, lacrime silenziose.
Tutti
i miei ricordi...-
Mi
volto verso Bankotsu e attendo la sua reazione, che tarda ad
arrivare.
Penso
ad un rapido ed efficiente modo per attirare la sua attenzione, ma il
fato viene in mio soccorso: inciampo.
-Aaaaahia!-
esclamo, sentendo un dolore acuto alla caviglia.
-Ayame!
Ti sei fatta male?- dice Bankotsu piegandosi a fianco a me.
-No,
ho urlato per schiarirmi le corde vocali!- lo aggredisco.
-Penso
di essermelo meritato! Ad ogni modo canti benissimo, mi hai stupito!-
Lo
fulmino con lo sguardo. –Aiutami ad alzarmi, piuttosto.-
Bankotsu
mi tende una mano, ma appena mi metto in piedi sono costretta a
accucciarmi: la caviglia destra mi fa malissimo e non riesco a
reggermi in piedi.
-Ti
sei slogata la caviglia, Aya-chan…-
Nuooo,
che intuito!...
-A
quanto pare hai fallito il tuo incarico da Body Guard. Non credere
che ti pagherò!-
Bankotsu
ridacchia alla mia battuta e si inginocchia. –Forza, sali sulle
mie spalle.- dice tranquillo.
Eheh…
COSA?
-Seriously?!?!-
-Mh,
mh.-
Sospiro
e mi accoccolo sulla sua schiena, mentre egli si rialza e procede
nella neve.
Come
fa a stare in equilibrio, proprio non lo so. So solo che vorrei
tanto, ma tanto, avercelo io, il suo equilibrio. Lo chiederò
la prossima volta che soffierò le candeline.
Ad
ogni modo viaggiare sulla schiena di Bankotsu è scomodo oltre
ogni dire: ricevo continui scossoni e, quando perde leggermente
l’equilibrio, ho la sensazione di cadere all’indietro.
Sicuramente
stare in groppa a Sesshomaru sarebbe tutt’altra cosa. Chiudo
gli occhi e mi immagino che al posto di Bankotsu ci sia Sesshomaru: i
suoi capelli argentei mi solleticano il viso e le sue mani mi tengono
per le gambe...
Okok
Ayame! Niente sconcerie in pubblico! Riprendi il controllo di te, per
l’amor di Dio!
Riapro
gli occhi e, quasi casualmente, poso lo sguardo sul gruppo poco
distante da noi. Con mio sommo orrore, vedo che siamo all’altezza
di Kagura e Sesshomaru: entrambi, se solo girassero un po’ la
testa, ci potrebbero vedere. Per Kagura non mi preoccupo, è
talmente concentrata su Sesshomaru che non si accorgerebbe nemmeno di
una valanga, così guardo il mio fratellastro: le sta dando
retta e ad un tratto le dice qualcosa che la fa scoppiare a ridere.
Stringo
più forte la presa sulle spalle di Bankotsu, presa
dall’irritazione: come si permette quella lì di flirtare
con il mio
demone?
-Tutto
bene, Ayame?-
Io
cinguetto un –Si, Bankotsu. Una meraviglia.- talmente forte e
talmente falsamente che spero che Sesshomaru se ne accorga.
-La
caviglia?-
Scocco
un’occhiata a Sesshomaru e vedo che sta ancora parlando con
Kagura. Bene. Vuoi la guerra, Fluffy? E guerra avrai!
-Oh,
mi fa ancora male, ma per fortuna ci sei tu che mi porti in braccio
per tutto il viaggio. Non saprei come fare, altrimenti!- esclamo
alzando sempre di più la voce. A quel punto, finalmente,
Sesshomaru gira leggermente lo sguardo, posandolo su di noi.
Non
mi sfugge l’occhiataccia che ci riserva, così appoggio
il mento sulla sua spalla.
Ok,
forse lo so che è infantile, oltre che tremendamente inutile,
cercare di far ingelosire Sesshomaru con Bankotsu, ma odio con tutte
le mie forze vederlo vicino a Kagura. Odio quando parla con lei, odio
quando camminano fianco a fianco, odio quando lei gli fa gli occhi
dolci, odio anche quando respirano la stessa aria!
E
sia chiaro: non sono gelosa! Vorrei semplicemente che Kagura venisse
seppellita adesso, in questo momento, da una valanga, talmente in
profondità che nemmeno un branco di San Bernardo sarebbe
capace di ritrovarla!
Dopo
altri dieci minuti di cammino ci fermiamo in una radura, (Grazie
Kami!) visto che siamo arrivati a metà del viaggio.
Bankotsu
mi fa scendere e si sgranchisce un po’ la schiena.
-Scusa
Bankotsu. Non devo essere proprio un peso piuma! Se solo non avessi
perso i miei poteri demoniaci…-
Il
ragazzo ridacchia. –Non ti preoccupare. Non è certo
questa fatica che mi spaventa!-
Ridacchio
imbarazzata, ma mi giro subito sentendo le grida di Inuyasha e Kagome
che ci chiamano.
-Ehi,
siete spariti per un’ora e mezza!- dice Kagome sedendosi a
fianco a me nella neve.
Massi,
Kacchan, rincara la dose. Ricordami ancora la mia imbranataggine fino
alla fine dei secoli, amen.
-Abbiamo
preso un sentiero meno accidentato, ma sono stata capace lo stesso di
cadere.- sussurro imbarazzata. –Mi sono slogata una caviglia.
Bankotsu mi ha dovuto portare in braccio per l’ultima
mezz’ora.-
Stanno
tutti zitti, tranne Kagome, che inizia a farmi domande a raffica
riguardanti la mia salute.
-Sto
bene, Kacchan. Domani mattina sarò guarita, non ti
preoccupare.-
Kagome
annuisce, ma non smette nemmeno per un secondo di guardarmi con
preoccupazione. Assomiglia molto a Izayoi, in questo momento.
Vorrei
dirle di Sesshomaru, ma suppongo che mi dovrò trattenere fino
all’arrivo alla baita.
Cazzaroletta!
-Però,
Ayame… così non stai tenendo un piede in due scarpe?-
dice Inuyasha, facendo una battuta che riusciamo a capire solo io e
Kagome, la quale si premura di far sentire a tutti i nostri compagni
il suo disaccordo.
-INUYASHA!!!-
-E’
vero!-
-Ma
stai zitto!-
Sospiro
frustrata e scuoto la testa, salutando con un sorriso Bankotsu che va
verso i suoi amici.
Non
so se sono contenta che mi lasci sola, oppure se preferisco stare con
lui piuttosto che con Inuyasha che non fa altro che lanciare
frecciatine a destra e a manca.
-Andiamo
a vedere il panorama, ragazzi?- suggerisce Miroku, cercando di
calmare le acque.
Io
annuisco e mi alzo in piedi, gemendo per il dolore alla caviglia che
questo movimento ha causato.
-Sei
sicura di farcela?-
Inuyasha!
Al posto del cervello hai l'osso, come le seppie? Sono arzilla più
o meno come una nonnina con il deambulatore!
Scuoto
la testa in direzione di Inuyasha e lui mi prende in braccio.
Insieme
a Miroku, Sango e Kagome superiamo alcuni alberi e, davanti a noi, si
apre un panorama mozzafiato: il terreno orizzontale si interrompe
bruscamente e si apre un burrone altissimo, una specie di incontro
tra più pendii che formano una valle non molto grande, bianca
di neve.
Il
bianco paesaggio mi fa spalancare gli occhi dalla meraviglia, e non
posso fare a meno di sorridere radiosa.
-Ne
è valsa la pena, eh ragazzi?- sussurra Sango, teneramente
abbracciata a Miroku.
Noi
tutti annuiamo, mentre io mi stringo di più a Inuyasha,
stampandogli un bacio sulla guancia e facendolo borbottare
imbarazzato.
Mangiamo
un panino a testa e poi Kagura ci richiama e ci intima di continuare
il cammino.
Questa
volta è Inuyasha a prendermi in braccio e devo dire che è
molto più sicuro viaggiare sulle sue spalle che non su quelle
di Bankotsu. Senza togliergli nulla, ovviamente.
Ad
un tratto mi lascio scappare uno sbadiglio e realizzo che sono
veramente stanca. Dopotutto la notte scorsa non ho dormito un gran
ché a causa dell’ansia, quindi perché non
utilizzare Inuyasha come letto provvisorio?
Appoggio
la testa alla sua spalla e chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dal
passo cadenzato del mio fratellone.
Destra,
sinistra, destra, sinistra, destra…
***
Attorno
a me vedo tutto buio. Riesco solamente a distinguere il sentiero di
terra battuta sulla quale sto correndo a perdifiato.
Tutto
il mio corpo è teso per la corsa e io lo sprono a correre
sempre più velocemente.
Sento
il rumore delle zampe dei miei inseguitori e il loro respiro
affannato sulla pelle, come se mi fossero appena dietro, mentre so
che non è così, almeno non al momento.
Mi
giro per accertarmene e con orrore vedo che i lupi, cinque mi sembra,
sono sempre più vicini.
Mi
rigiro e inizio a piangere, cercando di correre più veloce.
Imploro
il demone bianco di aiutarmi, si salvarmi la vita, di non andarsene
lasciandomi sola.
Poi
inciampo.
Faccio
in tempo a girarmi e a cercare di gridare, che i lupi mi balano
addosso e i loro denti si conficcano nella mia carne.
***
-Ayame?
Ayame?-
Sento
qualcuno chiamarmi e riesco a riemergere dall'oscurità.
-Tutto
bene, sorellina?- mi chiede Inuyasha non appena gli rispondo
debolmente -Hai iniziato a borbottare qualcosa sottovoce e tremavi
tutta.-
Stringo
più forte le spalle di Inuyasha e cerco di ricacciare indietro
le immagini del sogno che prepotentemente si affacciano ai miei
ricordi.
-Ho
fatto un incubo. E' tutto ok. Posso scendere? Ho voglia di
sgranchirmi un po' le gambe.-
Inuyasha
mi fa scendere riluttante e io inizio a marciare sulla neve, vicino
ai miei compagni.
Ogni
volta che appoggio il piede a terra vedo la Costellazione di Orione
chiara e nitida davanti ai miei occhi, ma non importa: ho bisogno di
schiarirmi un po' la mente.
E'
la seconda volta che faccio questo sogno, ora me ne rendo conto.
Sono
sempre inseguita dai lupi e, alla fine, inciampo e loro riescono a
prendermi. Tuttavia, c'è un particolare, un particolare
secondario che non riesco a mettere a fuoco... qualcosa di importante
che mi dimentico sempre...
Continuo
a pensarci per tutto il resto dell’escursione, isolandomi dalle
allegre chiacchiere dei miei amici che, dopo qualche tentativo, non
mi parlano più.
Probabilmente
credono sia concentrata al fine di non inciampare. Beh, molto
realistico, in ogni caso.
-Guardate,
ecco la baita!- esclama Kagome ad un certo punto, indicandoci un
puntino lontano che si distingue appena nel bianco.
Un
sorriso compare inaspettato sul mio volto, per cinque validi motivi:
1)
Per quanto il freddo della neve mi anestetizzi la caviglia, ho un
male terribile e, ormai, penso di essere diventata un’ottima
astronoma.
2)
Non vedo l’ora di andare sotto la doccia: a causa delle cadute
ho neve e aghi di pino anche… beh, avete sicuramente capito
dove.
3)
Sono curiosissima di vedere la reazione di Kagura quando saprà
che non potrà dormire in camera con Sesshomaru.
4)
Ho una voglia matta di dire a Kagome di quello che è successo
con Bankotsu, mentre eravamo soli. Cioè, di quello che è
successo con Sesshomaru, a causa (o per merito) di Bankotsu.
5)
Sono STANCA MORTA!
6)
… Ah, no avevo detto cinque! Scusate!
Insomma,
alla fine arriviamo a questa baita che, più che una baita,
assomiglia a una catapecchia. Non oso immaginare quanti spifferi ci
saranno dentro. Grazie ai Kami che mi sono portata i maglioni
pesanti!
Prima
di entrare ci togliamo gli scarponi e li mettiamo ordinatamente sul
lato destro della baita, poi entriamo tutti insieme.
L’interno,
devo ammetterlo, è molto più carino di quanto avessi
immaginato: è tutto in stile rustico, di quel colore tipico
delle case di montagna che a me piacciono tanto.
Penso
sia una piccola baita a gestione familiare (che tanto piccola non
deve essere, visto che ospiterà poco meno di sessanta studenti
urlanti e in preda agli ormoni) e all’interno c’è
un delizioso profumo di pancake appena sfornati.
Il
mio stomaco brontola in risposta, suscitando una risata ad Inuyasha,
il quale si zittisce solamente quando gli pesto il piede con tutta la
mia forza.
Pochi
minuti dopo Kagura entra in quella che dovrebbe essere la hall con
una vecchietta, probabilmente la padrona, che mi fa sussultare non
appena la vedo: è piccola e rugosa, proprio il genere di
vecchiette che vedrei bene nel ruolo di strega.
No,
quello è di Kagura.
-Ragazzi,
questa è la padrona. Come è ovvio che sia, dovete
portare rispetto e non rovinare la baita. Sceglietevi le stanze.
Avete il pomeriggio libero. Fate quello che volete, basta che non ci
rimanete tra i piedi.-
Dopo
aver ascoltato il discorso illuminante di Kagura, ci affrettiamo a
scegliere le stanze. Ovviamente io , Kagome e Sango ci prendiamo
quella da tre.
Lungi
da noi l’idea di rischiare di stare in stanza con una come
Shiori.
Saliamo
le scale e apriamo la porta della stanza numero 18. L’unica
cosa negativa di questa stanza è che è nel piano di
quelle dei maschi.
Beh,
almeno io e Sesshomaru saremo più vicini. Spiritualmente, ma
comunque più vicini.
-Ehilà
ragazze!- ci chiama Miroku, avviandosi con Inuyasha e altri compagni
alle loro stanze.
-Ehi,
ragazzi. Avete la stanza accanto alla nostra?- chiede Sango, dopo
aver dato un bacio a fior di labbra al fidanzato.
Lui
scuote la testa. –No, nella stanza vicino alla vostra c’è
il professor Taisho.- dice tranquillo.
…
…
…
-Stai
scherzando?- chiedo, terrorizzata.
-No.-
dice una fredda voce dietro di me.
Mi
volto e vedo la figura di Sesshomaru avanzare placida ed elegante
verso di noi.
-Qualche
problema?- aggiunge, rivolgendosi a me.
Io
mi affretto a scuotere la testa, e lui ci supera ed entra nella sua
stanza senza dire più una parola.
Angolino
dell'autrice: Salve
a tutti e buona domenica! Innanzitutto, ringrazio tutti quelli che
hanno recensito lo scorso capitolo. Vi adoro!!!
Chi
di voi è stato a casa sabato? ** Io sono stata talmente bene
che, quasi quasi, domani ripeto l'esperienza xD
Beh,
passiamo alle cose importanti: cosa ne pensate del capitolo? Bankotsu
si sta facendo più castelli in aria del dovuto, non è
vero? E, secondo voi, Ayame riuscirà a trovare il suo momento
opportuno prima della prossima glaciazione?
Sicuramente
Kagura farà di tutto per metterle i bastoni tra le ruote,
potete starne certi U.U
A
proposito: la canzone è, appunto, Memories. Vi consiglio di
ascoltarla, perché è veramente dolcissimissima **
E,
un'altra cosa: qualcuno di voi ha capito la vera natura dei sogni
ricorrenti di Ayame? Dai, dai, sono sicura che con un po' di impegno
ci arrivate tutti!
Come
ultima cosa, l'immagine:
beh, credo sia l'ennesima che mi piaceva da morire e che, in qualche
modo, dovevo inserire da qualche parte! Come al solito, io l'ho solo
modificata ^^
Un
bacione e spero recensirete in tanti!
°°Samirina°°
|
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Capitolo 22 *** Quando capisci che Kagura è pericolosa come la peste apocalittica. ***
Set
Fire To The Rain
22.
Quando capisci che Kagura è pericolosa come la peste
apocalittica.
Dopo
quell’ennesima e terribile figura di merda con Sesshomaru,
dentro di me nasce l’enorme desiderio di salire sul punto più
alto della baita e provare a volare senza i miei poteri demoniaci.
Kagome
mi trascina dentro la nostra stanza prima che svenga sul corridoio o
che, peggio, scoppi a piangere istericamente davanti a tutti.
-Kacchan…-
sussurro. –Com’è possibile che riesca sempre a
combinare casini???- chiedo alla mia amica con un fil di voce.
-Su,
su, Aya-chan.- dice Kagome, mentre mette negli armadi le poche cose
che ci siamo portate via. –Cosa vuoi che ci sia di così
grave?-
Io
sospiro e le passo anche i vestiti di Sango, dopodiché
racconto ciò che è successo quella stessa mattina con
Bankotsu.
-Ok,
lasciatelo dire, testa di cocomero: a volte sei tale e quale a tuo
fratello! Non capite niente!- sbotta Kagome, mentre ci avviamo alla
hall dell’albergo.
-Non
l’ho fatto apposta, Kacchan. Ero arrabbiata!-
-Eri
gelosa!-
precisa Kagome con una smorfia.
Io
abbasso la testa, triste. Kagome ha ragione: non ho capito niente.
Non ho capito che anziché far ingelosire Sesshomaru dovrei
dimostrargli quanto tengo a lui, dovrei essere io a espormi, visto
che il primo è stato lui.
Lui
mi ha baciata e io l’ho rifiutato! Ma, Kamisama, perché
mi hai fatta nascere così cretina?
Scema
Ayame, scema!
-Aya-chan?-
mi richiama Kagome.
-Scusa
Kacchan. Pensavo a quanto sono cretina.-
Kagome
scuote la testa e mi mette la mano sulla spalla.
-Non
darti la colpa, Ayame. Nessuno sa come comportarsi in questi casi.-
Io
scuoto la testa. –No, hai ragione tu. Devo trovare il momento
opportuno e devo scusarmi. E anche al più presto.-
Fa
troppo male questa situazione.
Kacchan
mi sorride e mi prende per mano, avviandosi verso una stanza che
funge da salotto, dove molti dei nostri compagni si sono radunati
dopo aver messo a posto le loro stanze.
Adocchiamo
poco distante Inuyasha, Miroku e Sango.
-Ehi,
Sango-chan!- dice Kagome. –Abbiamo messo in ordine anche i tuoi
bagagli!-
-Grazie
ragazze, siete dei tesori.- ci sorride Sango, dalla sua postazione in
braccio a Miroku.
Mi
accoccolo a terra, vicino alla poltrona su cui sono seduti Miroku e
Sango e inizio a massaggiarmi distrattamente la caviglia.
Per
qualche minuto i miei amici ed io parliamo del più e del meno,
fino a che qualcuno non decide di proporre una battaglia a palle di
neve.
Ovviamente
Inuyasha e Miroku saltano subito in piedi e si uniscono al gruppetto,
mentre Sango li segue poco dopo: le sfide risvegliano il suo spirito
combattivo.
Io
parteciperei volentieri, ma, d’altro canto, conciata così
non durerei a lungo e sarei subito eliminata, quindi io e Kagome ci
limitiamo ad uscire e ad osservare gli altri che giocano.
Ad
un certo punto ci azzardiamo a camminare un po’ in mezzo alla
neve, senza avvicinarci di molto al campo di battaglia, e ci
rifugiamo sotto un pino.
-Allora,
le cose tra te ed Inuyasha vanno alla grande, eh?- chiedo a Kagome.
Massi,
facciamoci un po’ i cavoli suoi!
Lei
arrossisce e nasconde il viso tra i capelli. –Già! E’
così dolce con me…-
Io
le sorrido, felice. So quando Inuyasha ami Kagome e, visto che lei è
la reincarnazione della donna che ha amato molti secoli prima, sono
propensa a pensare che non se la farà scappare tanto
facilmente.
Ad
un certo punto, il diretto interessato si accorge di noi e con una
mira da maestro, bisogna ammetterlo, mi lancia una palla di neve
dritta in faccia.
Rimango
per un attimo interdetta, con il viso ghiacciato e la neve che scende
fin sotto il giubbotto.
Razza
di… di mentecatto!
Mi
alzo furiosa, faccio anche io una palla di neve, molto
grande,
e gliela lancio addosso.
Chissà
per quale sfortunata combinazione di astri, Sesshomaru passa proprio
in quel momento dietro ad Inuyasha, quest’ultimo si abbassa e…
in quattro e quattr’otto il Principe dei Chiwawa Hitleriani si
ritrova con la mia palla di neve spiaccicata in faccia.
Inuyasha
scoppia a ridere, mentre io sbianco violentemente.
Come
è possibile che capitino tutte a me?!?!
Sesshomaru
si gira a rallentatore verso di me e, con molta grazia, si toglie la
neve dal viso. A quel punto non so se sto per morire d’infarto
davanti a tutta la sua bellezza o se sto per morire per mano sua.
Al
contrario di ogni mia prospettiva (ovvero che la furia di Sesshomaru
si concentri solamente sulla sottoscritta), egli con una mossa
fulminea si china a terra e prende un'abbondante quantità di
neve tra le braccia: Inuyasha non fa nemmeno in tempo a dire “A”,
che si ritrova sommerso di neve bianca dalla testa ai piedi.
A
quel punto sono io che scoppio a ridere talmente forte che sento male
alla pancia.
Inuyasha
mi guarda malissimo e io mi affretto a nascondermi dietro a Kagome.
Non
vogliamo mica polpette di Ayame, alla fine della gita.
Inuyasha
ci raggiunge correndo e cerca di prendermi.
-Piccola
peste, tutta colpa tua!- dice scherzosamente, mentre mi rincorre
intorno a Kagome.
-Ehi-
dice ad un tratto quest’ultima, cercando di salvarmi dalla
furia distruttrice di Inuyasha –Non mi va mica bene che tu
rincorra altre ragazze!-
Mio
fratello si ferma di botto, prende Kagome per le braccia e la stringe
a sé, poi la bacia. Vedo Kacchan che si scioglie tra le sue
braccia e ricambia con amore il bacio, tuffando le mani tra i suoi
capelli.
Rimango
a osservali per qualche secondo, incantata, poi sento un familiare
dolore all’altezza del cuore, così li lascio soli e vado
vicino alla baita.
Mi
rannicchio su una panchina che è malamente appoggiata ad un
parete e guardo i miei amici tirarsi le palle di neve e insultarsi
gratuitamente.
Ma
come sono pucciosi…
Santo
cielo, ma in che epoca sono finita? Io volevo vivere nelle foreste,
volevo essere un’Amazzone!
Beh…
magari proprio un’Amazzone no… magari una Ninfa…
-Oddio,
ma cosa sto pensando?- sussurro a me stessa, scioccata.
-Me
lo chiedo spesso anche io.-
Per
poco non caccio un urlo. Mi giro e vedo che, in piedi al mio fianco,
c’è Sesshomaru.
-Mai
più.- sussurro portandomi una mano al cuore. –Ti prego,
non farlo mai più!-
Sesshomaru
guarda davanti a sé, ma sono quasi certa che le sue labbra si
siano incurvate in un piccolo sorriso.
A
quel gesto sento un calore pervadermi tutta e sono improvvisamente
felice: insomma, Sesshomaru ha sorriso! E, cosa non meno importante,
è qui con me e mi sta parlando anche se l'ho trattato
malissimo.
Che
sia questo il momento
opportuno di
cui ha parlato Kagome?
E
anche se non lo fosse... che cosa ho da perdere?
Tanto
vale tentare, toglierci ogni dubbio e metterci l'animo in pace. Un
attimo... perché sto parlando al plurale? Ehi,
tutti voi: Sesshomaru è MIO!
-Sesshomaru?-
lo chiamo, timida.
Il
mio Angelo Occidentale volta leggermente la testa e mi guarda con un
sopracciglio leggermente alzato.
-Io
volevo chied...-
-Sesshomaru!-
Chi
è quel dannato che mi ha interrotto? Ah, certo... Kagura!
Brutta
strega! Malefica, Voldemort e Jafar messi insieme ti fanno un baffo!
Sant'Ubaldo
Baldassini, ti prego, manda una folgore dal cielo e colpiscila dritta
in testa! Oppure dalla direttamente a me, la folgore: io so
esattamente
dove
mettergliela!
-Sesshomaru!-
chiama di nuovo la Strega, facendo finta di non essersi accorta di
me.
Momento,
momento... come
si permette di chiamarlo per nome???
-Sesshomaru,
volevo andare a fare una passeggiata, mi accompagni?- gli chiede,
sorridendo. –E tu non sei a giocare con gli altri?- mi chiede
non appena mi vede.
-A
quanto pare no!- rispondo, scorbutica.
Kagura
affila lo sguardo e mi guarda malissimo, a causa del mio tono di
voce.
Beh,
cos’altro si aspetta? Ha appena rovinato il momento opportuno
che avevo faticato tanto a trovare per una stupida passeggiata!
Sesshomaru,
d’altro canto, non le da retta e Kagura è costretta a
ripetergli nuovamente la domanda.
-No,
non ho voglia.- le risponde Sesshomaru e io, mentalmente, inizio a
ballare la conga.
-Allora
starò io qui con te.-
No!
NO! Cazzarola, ma tornatene nella tua tana, e lasciaci in
paceeeeeeeeeeeeeee!
La
odio, la odio, la odio!!!
Restiamo
tutti in silenzio per qualche minuto: io a pensare a come prendere
Sesshomaru per un braccio e portarlo via da lì, Kagura a
fissarlo e il diretto interessato a guardare il nulla.
-Tu
non hai proprio nessun altro posto dove andare?- mi chiede Kagura ad
un certo punto.
Io
alzo lentamente lo sguardo e la fisso, Sesshomaru fa altrettanto, ma
giurerei di averlo visto lanciarle un’occhiataccia.
-Si
sta così bene qui, non è d’accordo?- le rispondo
angelica. Sono sicura che in questo momento non desidera altro che
uccidermi molto lentamente e dolorosamente.
E
voi non immaginate quanto è ricambiata.
-No,
non è possibile! Come fa quella donna ad essere sempre in
mezzo?- esclama Kagome, non appena le racconto l’accaduto.
In
questo momento siamo nella nostra camera: ci stiamo cambiando per
andare a cena. E siamo tremendamente
in
ritardo, tra parentesi.
-Non
lo so Kacchan, accidenti a lei!!!- ringhio, estremamente frustrata.
–So solo che la detesto con tutto il mio essere, umano e
demoniaco!-
Sento
Kagome sospirare, poi si chiude in bagno. Intanto io mi spoglio e
resto in biancheria intima, cercando qualcosa da mettere.
Opto
per un paio di jeans e un maglione viola molto pesante e li poso sul
letto.
-Aya-chan?
Mi potresti passare i pantaloni neri, per piacere? Sono nel secondo
cassetto.-
Inizio
a rovistare tra i suoi vestiti. –Kacchan, non trovo nessun paio
di pantaloni neri!-
Kagome
sospira ed esce dal bagno, anche lei in intimo, e mi mostra i
pantaloni neri che avevo proprio davanti agli occhi.
-Eheh…
trovati!- esclamo, mettendomi una mano dietro la nuca, imbarazzata.
Ad
un certo punto sento delle voci provenire da fuori la nostra stanza,
ma non me ne preoccupo, almeno fino a che la porta non si apre e
Bankotsu e Inuyasha entrano senza permesso.
Il
sorriso muore sui loro visi e iniziano a squadrarci dall’alto
in basso. In quanto a me e Kagome arrossiamo come dei semafori e
iniziamo a gridare, fino a che i due non chiudono la porta.
Io
e la mia amica ci guardiamo, ancora rossissime, e ci sbrighiamo a
vestirci. Nel frattempo mi preparo mentalmente tutti gli insulti
possibili ed immaginabili che ho intenzione di rivolgere a quei due
idioti.
Quando
siamo pronte, spalanchiamo la porta.
-Ma
non si usa bussare, razza di trogloditi?- grido in faccia a due
imbarazzatissimi ragazzi.
-Scusate…
pensavamo foste pronte: Sango e Miroku sono già scesi…-
-Non
mi importa quello che pensavate, io…- mi zittisco perché,
proprio in quel momento, dalla stanza a fianco alla nostra esce
Sesshomaru.
-Comunque,
carino il reggiseno con i cagnolini, Ayame.- dice Bankotsu,
guardandomi maliziosamente, senza accorgersi di nulla.
Arrossisco
ancora di più e gli lancio un’occhiataccia terribile.
Quando
riavrò i miei poteri demoniaci, vede cosa gli succede!
Sesshomaru
chiude a chiave la porta della sua stanza e si avvicina a noi,
perfettamente calmo e a suo agio, con la solita espressione fredda.
-Muovetevi,
tra poco servono la cena.- ci sussurra, non appena ci passa a fianco.
-Si,
Taisho-Sensei.- dice Bankotsu, altrettanto calmo, mentre io rischio
seriamente di morire per autocombustione.
Che
fine deplorevole...
Guardo
Kagome e Inuyasha e sto per intimar loro di muoverci, ma li vedo
entrambi imbarazzati a morte, tanto che non si guardano nemmeno in
faccia.
Bankotsu
scoppia a ridere. -Non ditemi che non vi siete mai in biancheria
intima!- dice, alludendo forse al fatto che stanno insieme da un bel
po', ormai.
-MACCHEPENSIIIII!-
grida Kagome, arrossendo ancora di più e nascondendo il viso
dietro le mani.
Mio
fratello gli lancia un'occhiataccia degna di Sesshomaru e gli intima
di farsi una valanga di cavoli suoi.
Io
sospiro e alzo gli occhi al cielo, poi mi avvio in sala da pranzo,
lasciando gli altri indietro.
Bankotsu
mi affianca quasi subito.
-Ma
tuo fratello non ha veramente mai visto una donna nuda? Sembra
scioccato!-
-Non
mi interessano gli affari privati di Inuyasha, santo cielo! Non mi
sono mai documentata, in merito!-
Figuriamoci
se vado a chiedere ad Inuyasha certe cose! Mi vergogno solo all'idea!
Bleah…
-D’accordo…
- sussurra, facendo cadere il discorso.
Mi
giro a guardarlo, sorpresa da questa sua resa spontanea e senza
condizioni.
E’
davvero bello, Bankotsu. Molto bello. Ma non può essere messo
a confronto con Sesshomaru: lui è semplicemente splendido.
Sento
inspiegabilmente voglia di vederlo, e al più presto. Aumento
il passo e poco dopo, tutti e quattro, entriamo in sala.
Rimango
bloccata davanti a ciò che mi si presenta davanti: c’è
gente sopra alle sedie, gente che si rincorre e addirittura gente che
si tira dietro le posate.
Caspiterina,
sembra la Terza Guerra Mondiale!
Le
uniche due persone sedute sono ovviamente i due professori, e
fatalità sono seduti vicini.
Stringo
la mascella e ruoto gli occhi al cielo, scocciata dall’ennesimo
tentativo di Kagura di rimorchiare il mio
Sesshomaru.
Mio…
lo sto chiamando così un po’ troppo spesso…
speriamo non mi sfugga anche in pubblico!
-Andiamo
a sederci lì.- dice Kagome indicando dei posti non molto
lontani dai due, così mi avvio di buon passo: chissà
che non riesca a rovinare a Kagura anche questo momento.
Mi
siedo e mi rendo conto che riesco a sentire abbastanza bene ciò
che dicono: che mi stiano ritornando i poteri demoniaci?
-…io
questi mocciosi non li sopporto proprio più…- sta
dicendo Kagura. –INSOMMA! VOLETE FARE UN PO’ DI
SILENZIO?-
Di
conseguenza al suo grido tutte le posate tornano a posto e i nostri
compagni si siedono tranquilli e sereni al loro posto.
C’è
solo una ragione per questa improvvisa calma: Kagura fa paura! Molta
paura!
-Certo
che possiede una persuasione disarmante…- commenta
distrattamente Inuyasha mentre giocherella con la forchetta.
Io
ridacchio e spalanco gli occhi alla vista delle immense portate che
stanno portando in sala.
La
vecchietta di questa mattina è ferma sull’uscio della
porta e coordina con voce gracchiante i vari figli, nipoti e
pronipoti.
-Forza,
forza, muovetevi, i nostri ospiti non possono aspettare per secoli!
Asuka, con quei piatti! Non fare tremare quelle mani, nipote
degenere! Aaaah, ai miei tempi i giovinastri correvano dalla mattina
alla sera, senza oziare! Mah, gioventù bruciata!-
Io
e Inuyasha ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere, nel sentire
le parole della donna che, per inciso, non sta muovendo un dito.
-Ayame…
cosa…?- mi chiede Bankotsu, a voce un po' troppo alta, dalla
posizione davanti a me, guardandomi con gli occhi spalancati.
Aggrotto
le sopracciglia, ma qualche secondo dopo capisco di cosa sta
parlando: il giorno di Luna Piena è finalmente finito.
All’esclamazione
di Bankotsu tutti si voltano di me, e vedono i miei occhi e i miei
capelli cambiare colore, mentre io sento il potere demoniaco
ritornare.
Mi
guardo un attimo in giro, passando i miei occhi nuovamente neri su
tutti i tavoli circostanti.
-Beh?
Che avete da guardare?- sbotto, infastidita. –Lo spettacolo è
finito!-
Gli
sguardi di alcuni dei miei compagni restano puntati su di me per
qualche altro secondo, poi tornano tutti ai loro affari.
Che
razza di impiccioni…
-E’
stato magnifico!- esclama Bankotsu, adorante, neanche avesse visto
l’ascesa al cielo della Vergine Maria.
-Eheh…
non esagerare…-
-Ti
assicuro che è stato stupendo, mai vista una cosa del genere!-
Santo
cielo, mi ero dimenticata di quanto Bankotsu potesse essere
insistente, a volte…
-Si,
è stato stupendo!- scimmiotta Inuyasha, ghignando.
Gli
lancio un’occhiataccia ed evito di rispondere a Bankotsu,
sperando che se ne dimentichi e che la smetta di adularmi in questo
modo imbarazzante.
Mangiamo
cinque (e dico CINQUE!) deliziose portate, poi ci disperdiamo tutti
quanti: c’è chi va in camera, chi rimane in sala da
pranzo, mentre Inuyasha, Kagome, Sango, Miroku ed io ci riuniamo
vicino ad un grande caminetto, acceso per l’occasione, che si
trova in salotto.
Mi
siedo davanti alle fiamme, beandomi del piacevole tepore, visto che
avevo sofferto il freddo per tutto il giorno.
-Allora,
cosa facciamo?- chiede Sango a voce alta.
-Io
avrei un’idea…- sussurra malizioso Miroku, beccandosi
immediatamente uno schiaffo dalla sua ragazza.
Tutti
scoppiamo a ridere, almeno fino a che non vediamo entrare nella
stanza Shiori con le sue amichette del cuore.
-Kagome!
Giochiamo a Kagome Kagome!- sibila la vipera, sghignazzando.
Mi
alzo, già pronta a cantarle l’Ave Maria in Turco-Cinese
(che, per inciso, non esiste), che Kacchan salta in piedi e annuisce.
-Si,
si, è da un secolo che non ci gioco! Io sto al centro!-
esclama, contenta.
Noi
la guardiamo stranita e perfino Shiori è sorpresa dal fatto
che non abbiamo fatto storie.
Ci
prendiamo tutti per mano, chi più impacciato chi meno, e
iniziamo a girare intorno a Kagome, cantando.
“In
delle rovine in cui non si riesce a vedere il sole,
c’è
un corridoio deserto
nel
fondo del quale si trova una stanza
in
cui ci sono dei bambini che il mondo ha dimenticato.
-Eccoti!
Stavamo aspettando che tu venissi da tanto tempo!
Sono
felice! Siamo tutti felici!
Ora
vieni a giocare con noi!-
Kagome,
Kagome,
non
cercare di scappare!
Kagome,
Kagome,
a
cosa ti piace giocare?
Nel
pomeriggio o all’alba
puoi
unirti a noi!
Kagome,
Kagome,
chi
è l’uomo dietro di te?”
Alla
fine del verso, sono proprio io che mi fermo dietro alla mia amica.
Non
può indovinare al primo colpo! Siamo almeno in dieci, non può
indovinare.
-Dietro
di me c’è… Ayame!-
Sussulto,
sorpresa.
-Ho
ragione?- chiede Kacchan, aprendo gli occhi e voltandosi. I nostri
occhi si incontrano e lei sorride, soddisfatta.
-Ma
come hai fatto?- chiede Miroku, sorpreso.
-Indovino
sempre. Quando ero piccola ci giocavo spesso, non ho mai sbagliato
una volta.- dice sorridendo e mettendosi al mi posto.
Io
mi siedo a terra, mettendo le mai davanti agli occhi. Anche io ci
giocavo spesso, da piccola.
“In
un orfanotrofio nel profondo della foresta
Si
studia una scienza proibita
Col
cervello dei bambini
si
cerca il segreto dell’immortalità.
I
bambini dell'orfanotrofio giocano con i professori
cantando
una canzone questi li circondano formando una gabbia.
Kagome,
Kagome,
alcuni
perdono a questo gioco.
Kagome,
Kagome,
non
puoi scappare da qui!
All’alba
e al pomeriggio
c’è
una decapitazione.
Kagome,
Kagome,
chi
è l’uomo dietro di te?”
Mi
concentro e cerco di capire chi c’è dietro di me.
Ascolto i rumori e annuso gli odori. Ad un tratto un’immagine
mi balena in mente: Miroku. E’ Miroku dietro di me, ne sono
sicura.
Però…
dalla porta è appena entrato qualcun altro.
Un
intenso odore di neve e giornate invernali mi invade.
Sesshomaru…
-Dietro
di me c’è… Sesshomaru!- esclamo. Mi alzo e mi
giro.
Ho
ragione: Sesshomaru mi sta fissando dalla porta e io gli sorrido,
felice di aver indovinato.
Shiori
sbuffa. –Mi sono stufata. Questo gioco è noioso.
Ragazze, andiamo nelle nostre camere.-
Tutte
le sue amiche la seguono e noi la guardiamo uscire a testa alta dalla
porta.
-Stupida…-
sussurra nevrotico mio fratello Inuyasha.
-Ehi,
Sesshomaru, giochi con noi?- chiedo, sperando che acconsenta.
Maru
alza un sopracciglio, guardandomi sorpreso. –Non ci pensare
nemmeno.-
-Dai!
E’ divertente.-
-E’
ridicolo.-
Tutta
questa situazione è ridicola, a pensarci bene…
-Non
è vero… e poi è per passare il tempo.-
Lui
non mi risponde più e si va a sedere sulla stessa poltrona su
cui erano seduti Miroku e Sango quel pomeriggio, iniziando a leggere
il suo immancabile libro.
Dannatissimo
libro!
Mi
imbroncio, sospirando e incrociando le braccia.
Che
nervoso… odio quella sensazione di non riuscire a scavalcare
il muro che erige in continuazione tra di lui e il mondo esterno.
Miroku
sussurra qualcosa all’orecchio di Sango e poco dopo se ne
vanno, dandoci la buona notte.
Guardo
Inuyasha, interrogativa.
-La
nostra stanza e off limits per le prossime due ore.- dice alzando gli
occhi al cielo.
Wow…
quei due si danno proprio da fare…
-E
noi?- chiedo, sperando che i miei amici abbiano qualche buona idea.
Kagome
si guarda un attimo intorno e sembra colta da un’improvvisa
rivelazione.
-Aaaaaaw!-
sbadiglia, molto falsamente. –Sto morendo di sonno. Inuyasha,
accompagnami a letto!- dice, prendendo mio fratello per un braccio e
trascinandolo al secondo piano.
Prima
di uscire dalla stanza mi fa l’occhiolino.
Aggrotto
le sopracciglia, chiedendomi a cosa fosse dovuta quella reazione, poi
mi guardo anche io intorno.
Con
una stretta allo stomaco noto che io e Sesshomaru siamo rimasti soli
nel salotto.
Bene,
Ayame. Questo è il momento opportuno. Sbrigati e fai quello
che devi fare. Non essere codarda, questa volta!
Mi
avvicino a Sesshomaru e mi limito a guardarlo per qualche secondo.
-Sesshomaru?-
lo chiamo a voce bassa, ma sono sicura che mi abbia sentito piuttosto
bene.
Alza
quasi immediatamente lo sguardo e per un attimo mi perdo nei suoi
magnifici e profondi occhi color miele: sono mille volte più
belli di quelli di Inuyasha, e hanno la capacità di farmi
battere forte il cuore. Il quale, tra parentesi, in questo momento
sembra volermi uscire dalla cassa toracica.
Ora
o mai più!
-Io…
volevo scusarmi.- inizio, torturandomi le mani e posando lo sguardo a
terra. –Cioè… per quello che è successo…
mentre stavi male…-
Non
voglio dirlo espressamente, non penso ce la farei. Speriamo solo che
capisca.
-Non
volevo avere quella reazione, anzi. E’ solo che… che ho
avuto paura.- termino, guardandolo finalmente negli occhi.
Il
suo volto è inespressivo, come al solito. Perché? Non
potrebbe almeno farmi capire cosa ne pensa?
Cerco
di trovare le parole giuste, sebbene il coraggio e la grinta che
riempivano il mio animo non appena avevo iniziato si stanno
dissolvendo.
-Credevo
pensassi a Rin, data la mia somiglianza con lei. Avevo paura che
fosse stato il dolore per la sua perdita ad averti spinto a fare quel
gesto. Non so se sia per questo, però io non… non sarei
voluta andare via.- termino sussurrando e puntando lo sguardo
nuovamente a terra.
Per
tutti i Kami, ho le guance in fiamme! Devo essere color
rosso-pastello-acceso!
A
quel punto, proprio in quel momento, entra in salotto Kagura.
Dannata
donna… quanto ti odioooo!
-Sessh…
cosa ci fai qui?- chiede rivolgendosi a me, con una faccia scioccata.
Kagura-sama…
non vede? Sto ballando la lap dance!
-Nulla,
nulla.- dico, cercando di non farle notare l’estremo rossore
sulle mie guance. –Stavo proprio andando nella mia stanza.
Buona notte.-
Mi
giro e me ne vado, cercando di apparire calma e serena, sebbene senta
la mia anima in preda alla confusione e al tormento più
assoluto.
Salgo
lentamente le scale e mi azzardo a sospirare solo quando non sono più
a portata del loro orecchio demoniaco.
Penso
di aver bisogno di un lunghissimo sonno.
Apro
la porta della mia stanza e la richiudo alle mie spalle, poi ho la
decenza di alzare lo sguardo.
Inuyasha
e Kagome mi fissano, entrambi rossissimi, e solo in quel momento mi
rendo conto come sono conciati: Inuyasha è a torso nudo ed è
praticamente disteso sopra la mia amica, che ha le mani strette sulle
sue spalle.
-Ommioddio!
Scusate!- grido, aprendo la porta del bagno e chiudendomi dentro.
Che
ennesima, terribile figura di merda! Beh, tanto ormai, una più
o una meno non fa differenza…
Sospiro
e scuoto la testa, poi tiro giù la tavoletta del gabinetto e
mi siedo sopra, iniziando a fare un po’ di meditazione.
La
mia anima, ovviamente, è agitata come non mai e ci metto molto
tempo per arrivare ad uno stato mentale decente per riuscire a vedere
la mia energia spirituale e il mio vortice demoniaco.
Come
mi aspettavo le due energie sono legate tra di loro da stretti nodi
che cerco subito di sciogliere.
Santo
cielo, tutta colpa di quel Principino Demoniaco!
Adesso
starò tutto il tempo in ansia, fino a che non capirò
qual è la verità: lui tiene veramente a me, oppure
avevo ragione io sin dall’inizio nel credere che pensasse
ancora a Rin?
Tuttavia
questa volta devo aspettare una sua mossa, anche una minima. Non
posso pretendere che accada tutto velocemente, come l’ultima
volta. Conoscendolo, Sesshomaru farà un passetto alla volta,
per sondare il terreno. E io, in quei momenti, sarò lì
ad aspettarlo.
Angolino
dell'autrice: Ma
ciao a tutti e buona domenica! Allora, prima di tutto volevo
annunciarvi una cosa: per quest'anno ho completamente finito i
compiti e le interrogazione e mi sento libera come una colomba.
Giorno di gaudio!
Tutto
qui: volevo rendervi partecipi della mia immensa felicità U.U
Allora,
cosa ne pensate di questo capitolo pieno di avvenimenti? Credo che
molti di voi vogliano picchiare a morte Kagura, dopo aver rovinato ad
Ayame il tanto ricercato momento
opportuno per
ben due volte.
Si,
nemmeno a me sta tanto simpatica.
In
quanto ad Inuyasha e Kagome... allora, quanto carucci sono? Ho voluto
dare un po' di spazio a queste scene dato che nell'anime si baciano
all'ultima puntata.
La
canzone che c'è in corsivo -e che volevo mettere ad ogni
costo- è “Kagome Kagome”, anche se è un po'
diversa da quella dell'anime. Il fatto che Kacchan riesca a capire
sempre chi c'è dietro di lei è un chiaro riferimento
alla “Kagome passata”, come ho appunto voluto precisare
all'inizio.
Passiamo
all'immagine:
se, con un po' di fantasia, riuscite a fare finta che le cose bianche
che scendono da cielo siano fiocchi di neve, avrete Sesshomaru e
Ayame che si abbracciano teneramente in un campo innevato. Adoro
anche questa immagine, senza ombra di dubbio!
Infine,
ringrazio tantissimo chi ha recensito. Cavolo, siete sempre di più!
In particolar modo ringrazio chi ha inserito la storia in una delle
proprie liste e invito i lettori silenziosi e chi non recensisce più
da tanto tempo a darmi una sua opinione sulla storia. Detto questo,
vi saluto e ci sentiamo domenica prossima, il primo giorno in cui
saremo ufficialmente in vacanza.
Un
bacione,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 23 *** Quando capisci che la telepatia, purtroppo, esiste. ***
Set
Fire To The Rain
23. Quando capisci che la telepatia,
purtroppo, esiste.
La mattina dopo mi sveglio
abbastanza di buon umore, anche se un po’ su di giri. Infatti
apro gli occhi e vedo che Kagome e Sango stanno ancora dormendo alla
grande.
Ieri sera Sango è rientrata
parecchio tardi e non appena è arrivata Inuyasha se ne è
andato. Preciso immediatamente che non ho la più pallida
idea di ciò che hanno fatto mio fratello e Kagome ieri
sera mentre io ero in bagno, visto che, per l’appunto, ero in
bagno.
Guardo l’orologio e vedo che
sono solamente le 7 e la colazione, per tutti, è alle 8, così
mi accoccolo nuovamente sotto le coperte.
La mia mente va, ovviamente, a
Sesshomaru che probabilmente sta dormendo nella stanza a fianco. Ad
un certo punto mi ritorna in mente che ieri sera ho lasciato
Sesshomaru da solo con Kagura. Chissà cosa hanno fatto…
Chissà cos'ha cercato di
fare lei!
A quel pensiero mi vengono i
brividi, così mi alzo immediatamente dal letto e mi chiudo in
bagno, fiondandomi sotto la doccia.
Spero tanto che Kagura non gli
abbia messo le mani addosso! E se l’avesse fatto, Sesshomaru
che reazione avrebbe avuto? Kagura è una donna di infinita
bellezza e grazia…
-Aaaaaaaaah!- grido frustrata,
cercando di cacciare dalla mia mente quelle orribili immagini.
Non posso farmi prendere dal
panico anche per questo: non ho bisogno di altre
preoccupazioni, io!
-Ayame? E’ successo
qualcosa? Ti abbiamo sentita urlare!- la voce di Sango mi arriva
chiara alle orecchie.
Cerco di uscire dalla doccia e per
poco non mi uccido nel tentativo: ho dimenticato di mettere un
tappeto a fianco alla doccia e, di conseguenza, scivolo.
-E’ tutto ok!- grido,
cercando a tentoni qualcosa su cui aggrapparmi. Trovo un asciugamano
e mi aggrappo. Sfortunatamente l’asciugamano è in bilico
su quei cosi di metallo, quindi oltre a tirare giù
l’asciugamano tiro giù l’utensile, che cade a
terra facendo un fracasso terribile.
-Ayame!-
-Sto bene…- sussurro,
abbandonandomi sul pavimento.
Sono mezza morta di prima mattina…
non oso immaginare cos’altro succederà prima di sera!
-Ahahah!-
-C’è poco da ridere,
Inuyasha! Pensavamo si fosse uccisa!-
-Non farla tanto lunga, Sango.
Sappiamo tutti che Ayame ha la delicatezza di un elefante in un
negozio di porcellane.-
-Ce l’hai ancora con me per
ieri sera?- sbotto, punta sul vivo.
Inuyasha si imbroncia e volta lo
sguardo da un’altra parte.
-Cos’è successo ieri
sera?-
-Dopo che voi due siete andati via
sono stata un po’ in sala con Sesshomaru e Inuyasha e Kagome
sono andati nella nostra stanza.- spiego, decisa a sputtanare
quell’antipatico di mio fratello. –Quando sono entrata
erano mezzi nudi.-
Miroku e Sango assumono
un’espressione maliziosa, mentre Kagome si imbarazza.
-Non eravamo mezzi nudi!- strilla.
–Io ero del tutto vestita!-
-Tu, magari... il mio fratellone:
no!-
Miroku mi guarda con l'aria di uno
che la sa lunga: -Chissà cosa sarebbe successo se non li
avessi interrotti, Ayame...-
-Insomma! La volete piantare di
parlare degli affari nostri? Una dose in endovena di cavoli vostri
mai, eh?- urla Inuyasha, al limite dell'imbarazzo.
Kagome, sono sicura, tra pochi
minuti mi sviene in braccio, quindi inizio a farle aria con la mano,
scostandole la sedia per evitare che cada a terra.
-Kacchan, tutto ok? Vado a
prenderti un paio di biscotti al cioccolato?- dico indicando il
carrello della colazione, dietro cui si trova uno dei tanti parenti
della vecchina nullafacente.
Kagome scuote la testa. -Non
voglio i biscotti...-
Sento improvvisamente un intenso
profumo di neve e vedo con la coda dell'occhio Sesshomaru entrare e
andarsi a sedere sul tavolo più distante dal carrello con il
cibo.
-Sai cosa vorrei io?- chiedo
sovrappensiero, non rendendomi conto di quello che dico. –Vorrei
tanto il mio Se…-
Mi blocco, evitando di completare
il nome. Lo sapevo che prima o poi mi sarei fregata con le mie
stesse mani!
-Se…?- mi chiede Miroku,
sollevando un sopracciglio.
-Se… semaforo!- esclamo.
Solo dopo mi rendo conto di avere detto una cavolata stratosferica,
ma ormai non posso più tornare indietro.
-Vorresti il tuo semaforo?- mi
chiede Miroku, sconcertato.
-Ehm, si… sai che utile
avere un semaforo? Vado a prendere la colazione.- dico, defilandomi.
Che baggianata ho detto…
beh, in ogni caso l’importante è esserne convinti: il
resto viene da sé.
Cerco di stare in fila il più
possibile, cercando di far passare l’imbarazzo. Ci manca solo
che l’udito demoniaco del Principino abbia sentito.
-Ayame?-
Per poco non caccio un urlo nel
ritrovarmi Inuyasha a un centimetro dall’orecchio.
-La prossima volta evita di
arrivare come un fantasma, grazie!-
Inucchan sbuffa. –Il giorno
di Luna Piena ti ha rincoglionita?-
-Ci penso da sola a darmi della
cretina cinquanta volte al giorno, non mi servi anche tu, grazie!-
Inuyasha mi sorride ironico.
–Semaforo, eh?-
-Piantala, idiota!- sibilo
dandogli un pugnetto sulla spalla e riempiendo un piatto di biscotti
a caso.
-Non vuoi il latte, micino?- mi
sussurra Inuyasha, probabilmente in vena di scherzi.
-Sei nervoso perché non
trovi più l’osso di gomma?- sibilo prima di voltargli le
spalle e tornare al tavolo degli altri.
Inuyasha scoppia a ridere.
Brutto idiota…
Alla fine della colazione Kagura
ci fa riunire tutti nel salotto.
-Questa mattina andremo a
pattinare. Poco distante da qui c’è un laghetto, che
d’inverno è adibito a pista di pattinaggio. Tra dieci
minuti vi voglio tutti qui.-
…
Ma cos’è, una
persecuzione? Proprio a pattinare sul ghiaccio, dovevamo
andare?
Io lo sapevo che sarebbe stata una
giornata orribile! I Kami mi vogliono punire!
Inuyasha, conscio dei miei
pensieri, ridacchia e inizia a farmi Pat-Pat sulla spalla. La mia
faccia è più o meno questa ---------> -.-“
-Inuyasha? Sai dove te lo metto il
tuo pat-pat?-
Mio fratello inizia a ridere come
un mentecatto e si avvia nella sua stanza, seguito da un Miroku
altrettanto divertito.
-Io quei due li appendo al
soffitto per le orecchie, se non la smettono!-
Sango alza gli occhi al cielo.
–Che ci vuoi fare, Ayame? I maschi hanno una sensibilità
grande come una capocchia di spillo…-
Io annuisco gravemente.
Ad ogni modo, dieci minuti dopo
partiamo tutti insieme alla volta della pista di pattinaggio.
Oggi mi sono vestita molto più
leggera di ieri, infatti da mezzo demone non sento molto il freddo e
troppi strati sarebbero stati ingombranti.
Sesshomaru e Kagura sono in cima
alla fila e, come al solito, la preside cerca di stare vicino al mio
demone il più possibile.
Ma se hai freddo, non potevi
vestirti di più?
Non camminiamo molto e,
fortunatamente, riesco a godermi molto di più la natura.
Sorrido sentendo il leggero
scricchiolio della neve, il profumo del bosco e ammirando lo
spettacolo degli alberi coperti da fiocchi bianchi; pensandoci bene,
questo odore è molto simile a quello di Sesshomaru.
Mi riempio i polmoni di quella
dolce fragranza, e mi viene in mente il bacio che mi ha dato: anche
in quel momento il profumo di neve mi circondava da tutti i lati.
Oh, come sarebbe bello riprovare
la sensazione delle sue labbra sulle mie, delle sue braccia che mi
stringono, dei nostri respiri che si mescolano…
-Ayame? Respira, stai andando in
iperventilazione.- mi sussurra Inuyasha ad un orecchio, non
trattenendo un sorrisino sarcastico.
Io sbuffo, arrabbiata con me
stessa per essere stata colta il flagrante, e aumento il passo.
Poco dopo arriviamo a quello che
dovrebbe essere la pista di pattinaggio, ma che in realtà
non è altro che un laghetto ghiacciato. Noto che, poco
distante, c’è una specie di catapecchia dove si
affittano i pattini.
I miei amici si fiondano verso la
casupola, cercando di arrivare per primi e trovare il loro numero di
pattini; nel giro di cinque minuti la pista si riempie di ragazzi
urlanti, che si spintonano e cercano di stare in equilibrio.
-Ehi, Ayame, non vieni?- mi grida
Bankotsu da bordo pista.
Io mi avvicino lentamente, con le
braccia incrociate. –No, Bankotsu.-
-E perché?-
Alzo un sopracciglio. Mi sta
prendendo per i fondelli?
-Non riesco a stare in equilibrio
nemmeno sulle mie gambe, vuoi che ci riesca con quei cosi?-
Bankotsu annuisce gravemente,
probabilmente ricordandosi della scarpinata che ieri è stato
costretto a farsi con la sottoscritta in spalla.
-E’ un peccato però…-
Lo interrompo prima che gli possa
venire in mente di farmi compagnia. –Non credere. Divertiti!-
concludo, salutandolo con una mano e allontanandomi.
Santo cielo, Bankotsu si è
proprio montato la testa. Dannazione a me! Ma perché non
penso, qualche volta?
Kagome, Inuyasha, Miroku e Sango
si stanno divertendo come dei bambini, per non parlare di tutti gli
altri: penso che, questa volta, i nostri professori ci abbiano
azzeccato di brutto.
Rimango un po’ vicino alla
pista, da sola, salutando Kacchan e Sango con la mano quando passano
vicino al punto dove mi trovo io.
Le mie amiche si sono mostrate
dispiaciute per il mio rifiuto, ma sanno che non devono insistere.
A meno che non mi vogliano
portare all’ospedale con l’osso del collo spezzato,
s’intende.
Ad ogni modo mi basta stare qui,
guardare le persone a cui voglio bene divertirsi e, perché no,
lanciare qualche occhiatina a… un attimo… dov’è
Sesshomaru?
Che sia andato in un posticino
appartato con Kagura? E se stessero...?
No, no, non può essere! Non
dopo che gli ho praticamente confessato il mio amore!
-Ayame.-
-Aaaaaaaaaaaah!-
-Non urlare.- dice una fredda voce
dietro di me.
-S… S… esshoma…ru…-
sussurro, con il cuore a mille –Non… non ti avevo
sentito arrivare!-
-L’avevo notato.- mi gela il
demone, alzando l’elegante sopracciglio.
Mi incanto un attimo a guardare i
suoi affusolati occhi ambrati e mi sembra di perdermi dentro. Sento
il cuore che mi batte all’impazzata, ma non me ne vergogno,
questa volta.
Voglio che senta e che veda,
voglio che capisca, voglio fargli capire.
Sesshomaru, con mio sommo
dispiacere, interrompe il nostro contatto visivo e punta gli occhi
verso la pista di pattinaggio.
-Non pattini?- mi chiede.
Io lo guardo come se fosse un
alieno. -Stai scherzando, spero. Inciampo anche da ferma, figuriamoci
a stare il equilibrio su due lame... Sul ghiaccio, per giunta!-
Dopo aver sbottato suddette
parole, mi rendo conto di aver fatto un’altra figura di merda
–si, detto proprio papale papale.-
Santo cielo ma quante figuracce
sto collezionando con Sesshomaru in questi giorni? Centinaia,
migliaia, centinaia di migliaia.
Povera me, mi dovrò
vergognare per anni…
-Ti insegno io.-
E, detto e ripetuto, i demoni
vivono cent… Cosa? COSA?
Ha… ha detto che mi
insegna? Lui? A pattinare?
Spalanco gli occhi e mi
impietrisco.
-Veramente?- sussurro con un fil
di voce, tanto che mi chiedo se l’udito sopraffino di
Sesshomaru mi abbia sentito.
-Si.- dice lui, avviandosi verso
la casupola.
Lo seguo e lui mi porge un paio di
pattini, poi ne prende uno anche per sé.
Tre minuti dopo siamo nella pista
di pattinaggio sotto gli sguardi increduli e divertiti dei miei
compagni.
Cerco di aggrapparmi con tutte le
mie forze al corrimano in legno che delimita la pista, con tutta
l'intenzione di non staccarmi più da lì.
-Se stai attaccata al bordo non
imparerai a pattinare nemmeno tra cent'anni.- soffia tra i denti il
mio fratellone, che è perfettamente in equilibrio su quegli
aborti di pattini.
Lo guardo sofferente e allungo le
braccia, cercando di stare in equilibrio sulle lame fine come un
foglio di carta da lucido. Mi stupisco che non si rompano sotto il
mio peso.
-Allora?-
Cerco di non alzare gli occhi al
cielo per la poca pazienza del mio Sensei e piuttosto mi faccio
coraggio, prima di staccare prudentemente le mani dal sostegno in
legno.
Spalanco le braccia per ritrovare
quel minimo equilibrio che mi è venuto a mancare non appena ho
lasciato l’appoggio e inizio a muovere le gambe, sperando di
andare avanti grazie a qualche miracolo miracoloso.
-Così non ti muoverai di un
centimetro.-
Ottimo! Grazie, Sesshomaru-sensei,
di essere qui con me a dirmi cosa sto sbagliando. Potrebbe anche
dirmi la cosa giusta da fare, adesso?
-Devi spingere il pattino verso
l'esterno, per far scivolare l'altro in linea retta.-
Mi stai leggendo nel pensiero,
razza di cagnolino fluffluoso?
Tengo i miei pensieri per me e
faccio come mi dice. Anzi, provo a fare come mi dice, perché
appena do la fantomatica spinta verso l'esterno cado a terra come un
pera.
-Ahi, ahi, ahi... spinta verso
l'esterno, eh?- chiedo retorica a Sesshomaru.
Lui mi guarda con una sopracciglia
alzata. -Sii più delicata.-
-Non avevi specificato!- gli
rispondo facendo il broncio, che gli fa alzare gli occhi al cielo. A
quel punto non riesco a trattenere un sorriso.
Avrei una voglia pazzesca di
saltargli addosso e abbracciarlo, ma purtroppo non siamo in una
fiction…
E tutto ciò è reso
ancora più traumatico dal fatto che non riesco ad alzarmi in
piedi! Questo cakkio di ghiaccio è talmente scivoloso che
rende vano ogni mio tentativo!
Sospiro affranta e prendo
seriamente in considerazione di uscire dalla pista a gattoni, quando
un’affusolata e pallida mano aperta entra nella mia visuale. La
afferro senza esitazioni e in un attimo mi ritrovo in piedi.
Mi aggrappo al suo braccio,
evitando per un soffio di trovarmi nuovamente spiaccicata sul
ghiaccio e riesco a ritrovare un minimo di stabilità.
Faccio per un attimo caso alle
persone intorno a noi che ci fissano, chi divertito, chi sorpreso,
chi tremendamente invidioso (come Kagura! Tiè, razza di
strega!) e mi chiedo per quale motivo Sesshomaru non se ne preoccupi.
Solo quando egli mi stringe più
forte le mani e il mio cuore fa qualche decina di capriole carpiate,
mi rendo conto che agli occhi degli altri siamo solo fratello e
sorella.
Ok, ok, l’ho capito
solamente perché Miroku ha detto a Sango che siamo due
fratellini carini, ma comunque la conclusione è sempre quella.
Ad ogni modo ci godo da morire per
l’espressione che ha in questo esatto momento Kagura: un
curioso misto tra Voldemort e Crudelia DeMon. Che ai suoi occhi
assomigli ad un cucciolo di dalmata a forma di Harry Potter?
-Forza, prova adesso.- mi riprende
Sesshomaru distogliendomi dai miei pensieri.
Stringo le sue mani e inizio a
procedere titubante sul ghiaccio.
Dopo qualche metro mi rendo conto
che è più facile di quello che credevo: basta capire la
dinamica del movimento e il gioco è fatto.
Quando mi rendo conto che
pattinare è diventata una cosa abbastanza naturale, concentro
la mia attenzione sul demone davanti a me.
La bellezza dei suoi occhi
affilati e dorati mi strega nuovamente e per qualche secondo non
riesco a fare altro che perdermi in quelle pozze dorate. Poi porto la
mia attenzione alla sensazione delle sue mani fredde sulle mie che,
tuttavia, mi paiono tiepide.
Mmmh, forse mi sarei dovuta
vestire di più. Con la fortuna che ho, domani sarò a
casa con la broncopolmopleure. Ok, forse non so se questa malattia
esista veramente, ma passiamo oltre.
Riporto la mia attenzione su
Sesshomaru e noto che mi guarda interrogativo. Lo guardo
interrogativa a mia volta.
-Mi stai ascoltando?- dice dopo
qualche secondo.
-Ehm no... dicevi?-
Vedo Sesshomaru alzare gli occhi
al cielo. Eh, caro Fluffy, penso tu ormai abbia capito che la mia
capacità di attenzione rasenta il sotto zero, specialmente in
questi casi.
-Ti ho detto che penso sia
arrivato il momento di lasciarti.-
…
-Lasciarmi?- sussurro,
inorridita. Perché mi vuole lasciare? Ho fatto qualcosa di
male? E cosa più importante... quand'è che noi due
siamo stati insieme?
A quanto pare il mio super arguto
fratellone, che deve aver capito la mia attuale incompetenza mentale,
precisa la sua affermazione.
-Lasciarti le mani.-
Per poco non mi sciolgo dal
sollievo, prima di rendermi conto del reale significato di
della frase appena pronunciata.
Tuttavia, non faccio nemmeno in
tempo a dire “A” che Sua Altezza mi lascia le mani e io
parto in avanti alla velocità della luce. Al contrario delle
mie aspettative, però, riesco a rimanere in equilibrio e ad
andare avanti in linea retta.
Mi giro verso Sesshomaru per
comunicargli la mia vittoria e, appena volto la testa... inciampo.
Angolino
dell'autrice:
Salve a tutti, ragazzi! Sono superfelicissima di essere in
vacanza, sisi ** Non vedevo l'ora che arrivasse il Natale e che,
sopratutto, le scuole chiudessero!
Dunque:
vi è piaciuto il capitolo??? Sesshomaru ha reagito come vi
aspettavate oppure no? E' molto confuso per la confessione di Ayame
e, anche se non lo da a vedere, non sa come comportarsi. Quindi opta
per una via di mezzo, giusto per sondare il terreno.
E
Ayame ha, più o meno, imparato a pattinare: mi sembra un buon
risultato per lei, anche se il finale è piuttosto prevedibile:
inciampa.
L'immagine
è molto semplice: volevo
dare l'idea che, in un certo senso, Sesshomaru stesse provando a
proteggere Ayame, tenendola stretta a sé. So che i vestiti
dell'Epoca Sengoku non c'entrano tanto, ma basta che usiate un po' di
immaginazione!
Poi,
che altro dire? Vi ringrazio, come al solito, delle vostre magnifiche
recensioni che mi fanno sempre gioire! Grazie infinite!
E
per ultima cosa, ma non meno importante, vi auguro un felicissimo
Natale insieme alla vostra famiglia e a tutti coloro a cui volete
bene!
Quanto
bella è questa foto? =D
Un
bacione e ancora buone Feste a tutti!
°°Samirina°°
|
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Capitolo 24 *** Quando capisci che, a quanto pare, la sfiga non trova più le lenti a contatto. O forse si? ***
Set
Fire To The Rain
24.
Quando capisci che, a quanto pare, la sfiga non trova più le
lenti a contatto. O forse si?
-Aaaaaah!-
-Sango-chan,
ti imploro: non gridare! Mi uccidi i timpani!-
-Non
è mica colpa mia! Guarda quanto piove!- mi risponde la mia
compagna dal sedile vicino al mio. -Faremo un incidente!-
-Ottimismo
portami via...- sussurro ironica, spostando lo sguardo fuori dal
finestrino.
-Effettivamente,-
dice Miroku spuntando dai sedili dietro di noi. -queste gocce
sembrano palline da ping pong.-
-Palline
da ping pong? Ma se sono grosse come le corazze dei Cartaginesi?!?-
ribatte Sango, che per poco non ha una crisi di panico.
La
mia amica detesta con tutto il suo essere viaggiare con qualsiasi
condizione atmosferica che non sia il sole, specialmente se si
stratta di macchine o autobus in cui lei è dentro. Dice che le
sembra molto più sicuro viaggiare sulle sue gambe.
-Dai,
amoruccio, vedrai che arriveremo a Tokyo sani e salvi.-
-E
al massimo ti salvo io!- le dico, facendole l'occhiolino e
mostrandole i muscoli.
Sango
si fa scappare una risatina e si rilassa sul sedile.
Pericolo
scampato! Posso finalmente accendere l'IPod e rilassarmi con un po'
di musica.
Questa
mattina, dopo un paio d’ore, siamo passati alla casupola e
abbiamo preso i nostri bagagli. Abbiamo salutato la vecchina (che,
stranamente,
era in cucina a comandare i vari nipoti a ‘mo di Hitler) e ci
siamo dovuti rifare tutto il percorso in mezzo al bosco per arrivare
al pullman.
Inuyasha
ed io eravamo tranquilli, ma ho dovuto portare un paio di volte
Kagome in spalla perché non ce la faceva più.
Beh,
non possiamo dire che non ce la siamo sudata in tutti i sensi, questa
gita. Voglio vedere se i professori avranno qualcosa di cui
lamentarsi, questa volta.
E,
beh, probabilmente non ci crederete mai ma… NON SONO CADUTA
NEMMENO UNA VOLTAAAAAAA!!!
E,
cosa altrettanto importante, non ho fato altre figuracce con
Sesshomaru. Beh, mettiamo i puntini sulle “i”: dopo aver
pattinato con lui non abbiamo più avuto l’occasione né
di parlare, né di avere qualsiasi altro tipo di contatto.
Però
almeno, in questo modo, ho evitato di rendermi ulteriormente
ridicola.
Al
ritorno ho cercato in tutti i modi di evitare Bankotsu, così
sono finita nell’autobus con Miroku e Sango e ho lasciato i due
piccioncini a coccolarsi in santa pace.
Purtroppo
mi sono dovuta subire le pippe mentali di Sango-chan.
“But
I set fire to the rain,
Watched it pour as I
touched your face,
well it burnt while I
cried,
Cause I heard it
screaming out your name, your name!
When I lay with you
I could stay there,
Close my eyes,
feel you here forever,
You and me together,
nothing is better!”
Ascolto
questa canzone più e più volte: la adoro. Mi ricorda
Sesshomaru, mi ricorda il bacio che gli ho dato mentre era
incosciente e mentre mi prendevo cura di lui.
Queste
parole mi scaldano il cuore e, ogni volta che le ascolto, mi
ricordano le emozioni che ho provato quel giorno. E ogni secondo
Sesshomaru mi manca sempre di più.
-Ehi,
Ayame, che c’è?- mi chiede Sango ad un tratto.
Mi
giro e guardo la mia amica che mi fissa preoccupata. –Nulla,
Sango, perché?-
-Sei
diventata rossa d’improvviso…-
-No,
no, no, stavo pensando a beh… ecco…-
Sango
scoppia a ridere. –Tranquilla, Aya-chan, non voglio saperlo a
tutti i costi. Basta che non mi muori di combustione spontanea!-
Sorrido
dolcemente alla mia amica, pensando a che tesoro di ragazza è
Sango.
-Io
voglio saperlo, inveceeeeeeee!-
Tutto
il contrario del suo ragazzo!
-Miroku!-
-Scusa,
Sangucciaaaaa!-
-Ragazzi,
muovetevi!- urla Kagura, per incentivarci ad uscire velocemente dagli
autobus.
-Ha
ragione: insomma, non siamo mica qui a smacchiare i leopardi!- dico
io a voce alta, tanto che mi sente addirittura Bankotsu che è
a qualche metro da noi.
Kagura
mi lancia un’occhiataccia e dice qualcosa a Sesshomaru che,
sfortunatamente, non riesco a sentire.
Brutta
strega! Ma se vuoi la guerra, guerra avrai.
-Ehi,
Sesshomaru!-
grido avvicinandomi un po’, giusto per non farmi sentire da
metà scuola. –Li in fondo ci sono mamma e papà!-
Sesshomaru
segue con lo sguardo il mio dito e annuisce una sola volta con la
testa.
-Andiamo
insieme
a
salutarli?- gli chiedo, sempre avvicinandomi e guardando Kagura con
la coda dell'occhio. Mia cara professoressa, non
la mando a quel paese perché mi dispiacerebbe per la gente del
posto.
Sesshomaru
mi guarda per qualche secondo poi, senza mezza parola, si incammina
verso le due figure che si stanno sbracciando per essere notate.
Io
esulto internamente perché, per
una volta, Sesshomaru mi ha dato ascolto e ha causato un profondo
malcontento in Kagura. Tiè!
-Ragazzi,
vi siete divertiti?- ci chiede Izayoi abbracciando prima me e poi
Sesshomaru che, stranamente, non fa obiezioni.
-Si
mamma.- le rispondo con un sorrisone, poi do un bacio a papà
che mi stringe a sua volta.
-Inuyasha?-
chiede Inu, guardandosi intorno.
Io
faccio spallucce. -Non ne ho idea... oh no!- esclamo vedendo il
diretto interessato affiancato da un evidenziatore ambulante -e
ancora mi chiedo se non abbia solo quel genere di vestiti,
nell’armadio-.
-Ehm...
scusate un attimo, devo andare a fare una cosa!- dico guardando
mamma, papà e Sesshomaru.
Mi
dirigo verso il gruppetto di corsa e salto addosso a Jakotsu.
-Jakoooooo!
Da quantoooooo!- il ragazzo si sbilancia e, se non fosse per
Bankotsu, sarebbe caduto a terra sotto il mio peso massimo.
-G-gioia,
a cosa devo tutta questo entusiasmo?-
-Ma
nuuuuulla, Jako! Perché non andiamo a fare una passeggiata???-
Jakotsu
guarda prima me e poi Inuyasha con una faccia da cucciolo, poi si
apre in un sorrisone.
-Perchè
non vai con Bankotsu? Inuyasha si era appena proposto di
accompagnarmi alla macchina.- dice, con un tono dolce come il
caramello. Mi stanno venendo le carie!
Mio
fratello mi guarda spalancando gli occhi, cercando un aiuto che,
tuttavia, non arriva.
Pensa,
pensa, pensa Ayame!!
-Allora
noi andiamo.- esclama Jakotsu prendendo Inuyasha per un braccio e
portandolo via.
Ma
com’è possibile che mi freghino sempre?
Guardo
Bankotsu e noto che mi fissa, così sposto lo sguardo
sull’asfalto.
-Allora,
Ayame…-
No,
no, no,…
-Ti
va di uscire con me, uno di questi giorni?-
Ho
detto NO, vostro onore! Opponetevi, vi supplico!
-A
dire il vero Bankotsu… in questi giorni avrei parecchio da
fare…-
Ossignore,
fai che Sesshomaru non stia ascoltando! Farò tutto quello che
vuoi per i prossimi cinquant’anni!
Bankotsu
scoppia a ridere, come se avessi detto qualcosa di estremamente
divertente. Alzo gli occhi dall’asfalto e li punto sui suoi,
contrariata.
-Ebbene?-
-Penso,
ormai, di aver capito voi donne.- dice Bankotsu, con un’aria da
saccentone che mi andare su tutte le furie.
-Allora
forza, tira fuori quella teoria dall’inferno del neurone e
illuminami con la tua saggezza.-
Bankotsu
ghigna. –Voi donne rifiutate noi uomini per testare il nostro
interessamento, quindi permettimi di farti una seconda richiesta:
vuoi uscire con me?-
Lo
guardo con gli occhi fuori dalle orbite. Vi prego, Kami, ditemi che
questo ornitorinco privo di quel poco di cervello che credevo avesse
scherza.
Aspetto
qualche secondo per permettere a Bankotsu di scoppiare a ridere, dire
che stava scherzando e ammettendo che in questo periodo un’uscita
proprio non si può fare, ma il mio interlocutore sta zitto.
-Ascolta,
onde evitare altri fraintendimenti: a me piace un’altra
persona.- gli dico, cercando di restare calma e adottando la solita
tecnica delle acque calme e rilassanti.
Bankotsu,
però, non sembra crederci. –Ayame, Ayame,- dice, dando
sfoggio a tutta la sua vanità. –i segnali che mi hai
dato in questi giorni sono stati abbastanza chiari…-
Un
attimo… quali
segnali???
-…
è ovvio che ti piaccio, e probabilmente questa è
un’altra tattica femminile. Immagino che questa “altra
persona” mi assomigli molto.-
-A
dire il vero no.- sbotto acida. –Lui
è
molto più bello. Anzi, a dire il vero non sembrate nemmeno
della stessa specie!-
Poi
mi giro e me ne vado.
Certo
che Bankotsu sa proprio come conquistarla una ragazza. Fa il carino e
poi… Puf! Ecco che compare il suo vero Io! E
che Io del cacchio!
-Inuyasha,
muovi il culo. Mamma e papà ci aspettano alla macchina.- dico
incazzata nera, prendendo Inuyasha per un orecchio soffice e
tirandolo verso il parcheggio della scuola.
Jakotsu,
povera anima, ci guarda andare via con gli occhi fuori dalle orbite.
-Ahi,
ahi, ahi... Ayame, dannazione, mi fai male! Ma cosa cavolo ti
prende?-
-Non
sono affari tuoi!- esclamo nervosa.
Oh,
i miei poveri nervi! Prima o poi esploderanno!
-Inuyasha
caro, ti sei divertito?- chiede Izayoi, non appena mio fratello
prende posto nel sedile posteriore dell'auto.
-Si,
mamma!- risponde, guardandomi storto.
Per
tutto il tragitto verso casa e per le ore successive non facciamo
altro che discutere sul viaggio e i nostri genitori hanno voluto
sapere tutto: del tempo, di com'era fatta la casa e di quante cadute
sono riuscita a collezionare in questi ultimi due giorni.
Adoooooro
questo lo interessamento nei miei confronti...
Ad
ogni modo, dopo cena chiamo Kagome e le racconto di Bankotsu.
-Kagome,
giuro, l'avrei pestato seduta stante! “Immagino che questa
altra persona mi somigli molto”- ripeto le parole di Bankotsu,
facendogli il verso.
Kagome
ride. -E cosa gli hai risposto?-
-Che
il ragazzo che mi piace è molto più bello di lui e che
non sembrano nemmeno della stessa specie!-
Rimaniamo
zitte per qualche secondo poi entrambe, simultaneamente, scoppiamo a
ridere.
-Ahahah,
Ayame, sei proprio una sagoma!- dice Kagome tra le risa.
-Grazie
Kacchan!-
Parliamo
qualche altro minuto, poi saluto la mia amica e medito di andare a
letto.
Non
si direbbe, ma ho proprio voglia di farmi una bella dormita nel mio
confortevole lettino.
Scendo
le scale e saluto mamma e papà, dando loro la buona notte, e
faccio un cenno ad Inuyasha che è stravaccato sul divano
davanti alla tv.
Vorrei
andare a salutare anche Sesshomaru, ma non so se sia esattamente la
mossa migliore da fare, così lascio perdere.
Tanto
lo rivedrò domani mattina, no?
A
meno che stanotte non ci sia la fine del mondo... Ayame, ma che
pensieri fai?
Mi
cambio e mi stendo sotto le coperte, poi apro il libro che ho sul
comodino e inizio a leggere.
Tuttavia
i miei occhi scorrono sulle parole senza capirle davvero e sono
costretta a leggere più e più volte la stessa riga per
ricavarne una parvenza di significato.
Alla
seconda pagina sbuffo e alla terza sto per chiudere il libro, quando
sento bussare alla porta.
Alzo
confusa la testa e sento nuovamente qualcuno che bussa.
-Avanti.-
dico a bassa voce.
La
porta si apre lentamente ed entra lui.
Lui,
con i
suoi lunghi capelli argentati.
Lui,
con i suoi occhi color dell'oro fuso.
Lui,
con la sua camminata flessuosa ed aggraziata.
Si,
insomma avete capito: Lui!
Sesshomaru!
Chiude
la porta e si avvicina lentamente al mio letto, mentre io cerco di
ordinarmi mentalmente uno, di respirare e due, di smettere di pare
certi
pensieri
riguardanti il suo bel pigiamino blu.
Potete
immaginare di che pensieri si tratti.
-S-Sesshomaru,
cosa ci fai qui?- sussurro, come se avessi paura che parlando troppo
forte lui se ne vada.
Lui
non mi risponde, ma si siede sul letto e inizia a fissarmi.
Annego
nei suoi occhi e decido che è meglio stare in silenzio, onde
evitare balbettamenti inutili e molto poco proficui.
Il
cuore mi batte fortissimo dentro la cassa toracica e dire che sembra
volermi uscire dal petto è un eufemismo in piena regola.
Vorrei
allungare una mano per carezzare la pelle liscia del suo viso, ma i
miei muscoli sembrano irrigiditi sotto lo scorrere violento del
sangue: riesco quasi a vederlo, all’interno del mio corpo, come
un mare in tempesta alimentato da quella pompa che è il mio
cuore agitato.
Come
in un sogno, il suo volto si avvicina al mio e io chiudo gli occhi di
riflesso. Poi sento le sue labbra sulle mie.
E
in quel momento il mondo esplode. Mille lucine colorate compaiono
davanti ai miei occhi, tanto che sono costretta a serrarli.
Tutto
il mio corpo, sconquassato dai battiti violenti del mio cuore, si
protende verso il ragazzo che mi sta davanti, cercando un contatto
che non riesce a raggiungere perché Sesshomaru mi tiene
saldamente per le spalle.
Quando
si stacca dalle mie labbra rimango immobile, cercando di trattenere
dentro di me la magnifica sensazione che il suo
sapore
mi procura.
Dopo
qualche secondo apro lentamente gli occhi e vedo che il viso del mio
demone è poco distante dal mio e che i suoi occhi mi squadrano
per vedere la mia reazione.
Vorrei
saltargli addosso e baciarlo ancora, ma mi limito a fargli il sorriso
più raggiante di cui sono capace: a quel gesto vedo che si
rilassa impercettibilmente e la presa sulle mie spalle si scioglie.
Sesshomaru
appoggia la fronte sulla mia e, ad un soffio dalle mie labbra,
sussurra: - Senza
di te la distanza mi nega una rosa, neanche il ricordo regala luce
all’attesa, solo le tue labbra sono l’unico mio
desiderio.-
Il
mio cuore fa una capriola e lui azzera nuovamente la distanza tra di
noi, mentre le sue mani mi circondano dolcemente i fianchi.
Questa
volta il bacio è più passionale e le sue labbra si
muovono sulle mie ad un ritmo che poco dopo riesco a seguire anche
io.
Porto
le mani sulle spalle e una la faccio finire tra i suoi capelli,
toccandoli come desideravo fare tante settimane fa. Li stringo, prima
piano e poi un po’ più forte fino a tirarli; a quel
punto una sua mano sale lungo il mio braccio e raggiunge la mia
guancia bollente, posandosi delicatamente lì.
Dopo
un tempo che mi pare infinito, eppure estremamente breve, Sesshomaru
si stacca.
-S-Sesshomaru…-
soffio con voce roca, non appena recupero un po’ di fiato.
Il
demone mi guarda, in attesa di ciò che sto per dirgli. E
credetemi: sono molte le cose che vorrei dirgli, tuttavia opto per
quella che al momento mi preme di più.
-Sesshomaru.
Io… io…- ti
amo, ti amo, ti amo, ti amo, -…grazie.-
Cazzarola
Ayame, è proprio così difficile dire due minuscole
parole?
Sesshomaru
–risulta anche a me difficile crederlo- mi sorride e mi
accarezza la guancia con un dito; sembra quasi che abbia capito ciò
che voglio dirgli in realtà.
A
quel punto non resisto e allungo il collo baciandolo nuovamente.
Ci
baciamo per minuti e minuti e minuti, senza mai essere sazi l’uno
dell’altra. E mi sembra così bello, così
impossibile che ho terrore di risvegliarmi domani mattina e scoprire
che si è trattato tutto di un sogno.
-Maru?-
sussurro ad un certo punto. –Resti a dormire con me, stanotte?-
Lui
alza un sopracciglio stupito non tanto dalla richiesta, quanto dal
soprannome che gli ho affibbiato, ma non obbietta e mi trascina sotto
le coperte insieme a lui.
Così,
cullata dal respiro regolare del mio demone, cado serena tra le
braccia di Morfeo.
DRIIIIIIIIIIN!
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
-Dannata
sveglia!- esclamo, prendendola dal comodino e facendole fare un volo
addosso al muro.
Ancora
con gli occhi chiusi sento il CRASH
della
sveglia che va in frantumi. Se continuo così dovrò
spendere un capitale per comprare sveglie.
Ad
ogni modo adesso posso continuare a dormire tranquilla, penso
e mi giro a pancia in giù prendendo il cuscino e stringendolo
a me.
Eppure…
eppure c’è qualcosa… come un pizzicorio al
cervello che mi prega di ricordare qualcosa di molto importante.
Alzo
le spalle e mi giro dall’altra parte, ma vado a sbattere contro
qualcosa di solido.
Aggrotto
immaginariamente le sopracciglia e passo pigra una mano su quella
cosa, per cercare di capire quale oggetto alieno si sia stabilito nel
mio letto.
Inizialmente,
a causa del tessuto morbido che sento sotto le dita, penso sia un
pupazzo, ma poi sento quella cosa sollevarsi e poi una voce. –Ayame!-
A
quel punto caccio un urlo e cado dal letto.
Spalanco
solo in quel momento gli occhi e mi ritrovo con il cuscino che mi
preme sul viso e la testa appoggiata malamente al pavimento.
-Cosa...?
Ma cosa...?- borbotto, cercando di rialzarmi. L'unico risultato è
una testata sullo spigolo del comodino.
Alla
fine mi ristendo sul pavimento, aspettando che il dolore alla testa
si plachi e insultando, nel frattempo, tutti i Kami di cui mi vengono
in mente i nomi.
Nel
bel mezzo di un lungo monologo contro Inari, il Kami del riso che,
tra parentesi, ieri sera mi è andato di traverso rischiando di
soffocarmi (Il riso, non Inari!), sento il cuscino alzarsi da solo.
Spalanco
gli occhi e vedo che davanti a me, in piedi, c'è Sesshomaru
che mi guarda con un sopracciglio alzato.
Probabilmente
si sta interrogando su quanta idiozia può essere racchiusa in
una sola persona.
-Sesshomaru!
Qual buon vento?- chiedo sorridendo a trentadue denti, ignara del
motivo per cui il mio fratellone super bello si trovasse lì,
in camera mia, a quell'ora del mattino.
-Sono
qui da ieri sera.- mi risponde atono. Secondo me, alla fine della
frase ci vuole aggiungere anche un bel “Baka”, ma è
troppo educato per farlo.
-Per
tutte le volpi di Inari! Mi ero completamente dimenticata!-
Sesshomaru
sospira e io mi affretto ad alzarmi.
-Scuuuuuuuusa,
Maru! Lo sai che la sveglia mi rincitrullisce!- dico indicando i
pezzi superstiti della sveglia.
-E
non solo quella.- dice incrociando le braccia al petto.
Io
gonfio le guance e faccio il broncio. Sto per ribattere, quando mamma
ci chiama.
-Sesshomaru,
Ayame, è pronta la colazione!-
-C-colazione?-
sussurro, guardando l'orario sul mio cellulare. -Oh no, siamo
terribilmente in ritardo! E non ci siamo nemmeno vest... Sesshomaru?
Com'è che tu sei già vestito e io no?-
-Io
mi sono svegliato due ore fa.- dice guardandomi fissa, con un'ombra
di divertimento nello sguardo.
Non
ci penso due volte e mi fiondo in bagno, cercando di diventare Speedy
Gonzales. Ad un tratto, però, mi viene un'idea.
-Ehi,
Maru? Sei ancora lì?-
-Si.-
-Mi
accompagneresti a scuola in macchina, per favore?-
Dall'altra
parte della porta sento il silenzio per qualche secondo, poi un
sospiro.
-Va
bene. Basta che tu non mi faccia arrivare in ritardo.-
-Graaaaaaazie!-
esclamo felice.
-E
non urlare.- mi riprende lui, prima di aprire la porta e uscire.
-Grazie.-
sussurro, prima che lui se ne vada del tutto.
Beh,
visto che Sesshomaru mi accompagnerà a scuola ho ancora un bel
po’ di tempo…
-Ayame,
la colazione!-
… Come
non detto!
Faccio
colazione insieme ai miei familiari e seguo, con un sorrisetto
sarcastico, Inuyasha uscire dalla porta, diretto a scuola a
piedi.
Lancio
un’occhiata divertita a Sesshomaru, il quale alza semplicemente
gli occhi al cielo.
Quando
salgo in camera per prendere i libri decido di truccarmi un pochino:
un po’ di matita e uno strato leggero di ombretto. Non molto,
altrimenti sembro un panda e sicuramente ciò non servirebbe a
sedurre Sesshomaru.
Prendo
lo zaino e mi fiondo giù per le scale, facendone due a due
senza inciampare. Una bella conquista per me!
Saluto
i miei genitori e poi mi dirigo verso la macchina super-tecnologica
di Sesshomaru.
-Ciao!-
dico non appena mi accomodo sul sedile in pelle.
Lui
non mi risponde e si limita a mettere in moto la macchina e a partire
in quarta.
Per
i primi minuti di viaggio non parliamo, come al solito. Eppure mi
sembra strano: dopotutto ieri sera ci siamo baciati! Deve essere
cambiato qualcosa fra di noi, per forza.
Non
può essere ritornato il Gelido Freddo del Nord –incazzato,
per di più- che ho conosciuto mesi fa!
Mi
giro a guardarlo e lo vedo concentrato sulla strada; non mi guarda
nemmeno con la coda dell’occhio.
Santa
Maria Maddalena, mandami l’illuminazione! Fammi capire per
quale motivo il Principe dei Chiwawa Hitleriani è ancora così
indifferente nei miei confronti!
…
Santa
Maria Maddalena? Almeno tu!
…
Sigh,
che immensa depressione…
Sospiro
e mi giro verso il finestrino, guardando distrattamente le persone
che camminano sul marciapiede di fianco a noi. Cerco tra i passanti
volti a me familiari, come per esempio quelli di Inuyasha o Kagome,
ma non vedo nessuno.
Che
siano rimasti indietro?
Sospiro
e mi rivolto verso Sesshomaru, pensando a qualcosa di intelligente da
dirgli.
-Allora…
sei felice di ritornare a scuola?-
Il
mio demone non si prende nemmeno la briga di rispondermi: si volta e
mi lancia semplicemente un’occhiataccia, che mi fa capire
quanto sia poco incline a fare conversazione.
Per
il resto del viaggio non dico nemmeno una parolina-ina-ina, nemmeno
quando –non si sa come- sbatto il ginocchio nello spigolo del
porta-oggetti che si trova sulla portiera dell’auto. E, in quel
caso, la parolina
che avrei voluto dire
sarebbe stata contro la famosa Inari di questa mattina.
Sesshomaru
parcheggia con un’unica, elegante manovra e spegne l’auto.
Per un nano-secondo spero che mi dica qualcosa, giusto per darmi una
spiegazione per l’assurda freddezza di questa mattina.
Tuttavia
l’unica cosa che mi dice prima di scendere –con le
movenze di un Felino Regale- è: “Muoviti, altrimenti ti
chiudo dentro.”
Che
si sia arrabbiato per questa mattina?
Accidenti
alla mia rincoglionitezza acuta!
Però
non era arrabbiato quando ha accettato di accompagnarmi a scuola…
Devo
essermi persa qualcosa nel lasso di tempo vestimento-salita in
macchina…
Mi
affetto a seguire Sesshomaru che mi sta lasciando allegramente
indietro quando, svoltato l’angolo che porta al cortile, ci
fermiamo entrambi di botto.
Una
grande massa di studenti è riunita attorno a qualcosa che ne
io ne Sesshomaru riusciamo a vedere. Faccio un paio di passi avanti
quando sento dei sussurri che mi fanno accapponare la pelle: “Ecco
Ayame…”, “E’ arrivata!”, “Eccola
lì, eccola lì!” e
l’ultimo, il più terribile di tutti “Bankotsu,
è arrivata Ayame!”
A
quel punto mi volto e incontro gli occhi dorati di Sesshomaru: se non
lo conoscessi bene direi che non gliene frega nulla, data
l’inespressività del suo volto, ma posso scorgere in
fondo ai suoi occhi un briciolo di curiosità.
Ad
un certo punto la folla si separa –neanche fosse arrivato Mosè
in persona- e spunta lui, il mio incubo: Bankotsu!
Aiuto…
non la vedo bene!
Un
attimo… cos’è quella cosa che ha in mano? Un…
un microfono?
Non
faccio nemmeno in tempo a pensarlo che egli –dopo aver detto
molto teatralmente “Per te, Ayame”- inizia a cantare.
“Ricorderò
e comunque e so che non vorrai..
Ti
chiamerò perché tanto non risponderai..
Come
fa ridere adesso pensarti come a un gioco..
E
capendo che ti ho perso..
Ti
scatto un' altra foto..
Perché
piccola potresti andartene dalle mie mani..
Ed
i giorni da prima lontani saranno anni..
E
ti scorderai di me..
Quando
piove i profili e le case ricordano te..
E
sarà bellissimo..
Perché
gioia e dolore han lo stesso sapore con te..
Io
vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse..
E
tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse..
E
voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare..
E
voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire..”
No,
no, NO, Grande Demone Celeste, ti prego NOOOOOOOOO!
Fai
terminare questo strazio! Ti imploro! Non mangerò più
cioccolata per il resto della mia vita, non picchierò più
Inuyasha, non farò più pensieri sconci su Sesshomaru,
ma ti prego basta!
Non
ho il coraggio di girarmi a guardare Sesshomaru e ho come la
sensazione che non riuscirei a farlo nemmeno se lo volessi: son
paralizzata dall’orrore!
E
in più ci si mettono anche i bisbigli dei miei compagni, che
non fanno altro che ridacchiare e indicarmi con le ditina altamente
accusatrici.
“E
riconobbi il tuo sguardo in quello di un passante..
Ma
pure avendoti qui ti sentirei distante..
Cosa
può significare sentirsi piccolo
Quando
sei il più grande sogno il più grande incubo..
Siamo
figli di mondi diversi una sola memoria..
Che
cancella e disegna distratta la stessa storia..
E
ti scorderai di me...
Quando
piove i profili e le case ricordano te..
E
sarà bellissimo..
Perché
gioia e dolore han lo stesso sapore con te..
Io
vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse..
E
tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse..
E
voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare..
E
voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire..
Non
basta più il ricordo ora voglio il tuo ritorno!!!!
Nananana
nanana.. nananana..
E
sarà bellissimo..
Perché
gioia e dolore han lo stesso sapore lo stesso sapore con te..
Io
vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse..
E
tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse..
E
voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare..
E
voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire..”
Non
appena la canzone finisce un silenzio assordante riempie il cortile e
perfino i compagni si zittiscono, tutti pronti per cogliere la mia
reazione.
Dalla
mia parte, sto pregando perché qualche sadica divinità,
non importa di quale culto o religione, sia così
crudele da
colpirmi con un fulmine in questo esatto istante.
Ovviamente
non succede nulla di tutto ciò e,
per qualche interminabile secondo di sconfinato terrore, continuo a
fissare il sorriso soddisfatto di Bankotsu.
Quando
riprendo possesso del senso del tatto, mi accorgo di essere arretrata
fino a far scontrare la mia schiena con il torace di Sesshomaru che,
Grazie
Kamisama!,
non si è mosso da lì.
Bankotsu
mi fissa, pieno di aspettative, ma io non riesco nemmeno a chiudere
la bocca, figuriamoci mettere in funzione le corde vocali per
parlare.
L’unica
cosa di cui sono sicura, in questo momento, è il torace
muscoloso di Sesshomaru su cui sono appoggiata: è l’unico
punto fermo nel mare di orrore che è in questo momento la mia
mente.
-Su,
su, muovetevi ragazzi. Lo spettacolo è finito!- urla una voce,
che mi sembra quella di Miroku, e la folla inizia a disperdersi.
Con
un lampo di consapevolezza –tutta la mia mente è
occupata a urlare “no” in tutte le lingue del mondo- mi
rendo conto che anche Sesshomaru si stacca da me e se ne va dopo aver
sussurrato un indispettito “Tsk”.
-Ayame,
stai bene?- mi chiede Kagome, avvicinandosi e sfiorandomi leggermente
la spalla con una mano. Forse ha paura che scoppi in una crisi
isterica.
-No
che non sta bene! Ma lo vedete che faccia ha?- ribatte Inuyasha,
spalancando teatralmente le braccia.
-Sicuramente
migliore di quella che avresti tu in una situazione del genere!-
ribatto acida, lanciando un’occhiata di fuoco a mio fratello,
che a sua volta mette il broncio.
Sango
fa un sorrisetto ironico, contenta che mi sia minimamente
ripresa
dallo shock, mentre Miroku scoppia a ridere.
-C'è
ben poco da ridere.- lo riprende Kagome, lanciandomi l'ennesima
occhiata preoccupata.
Proprio
in quel momento suona la campanella, così ci precipitiamo per
i corridoi, diretti alle nostre classi.
-Poi
ne parliamo.- mi minacciano Kagome e Sango, mentre Miroku scappa
nella direzione opposta alla nostra. Io annuisco, non sapendo se
prendere la frase come un avvertimento o una minaccia.
Probabilmente
la seconda.
Angolino
dell'autrice: Scusate,
scusate, scusate per il terribile ritardo! Purtroppo il mio computer
è andato partito per la tangente e mi è appena
arrivato. Ho scritto col portatile, ma lì non avevo l’HTML
e scaricare Open Office o qualsiasi altra cosa significava diventare
imbecilli: è talmente lento che a volte faccio fatica pure ad
aprire Word.
In
ogni caso mi scuso tantissimo e, sebbene sia in ritardo, vi auguro un
Buon Anno, una Buona Befana (io ho ricevuto un sacco di dolcetti **)
e un buon rientro a scuola.
Allora,
dopo questa premessa vi chiedo: come vi è sembrato il
capitolo? Per me è stato un po’ difficile scriverlo, a
dire il vero e mi ero un po’ bloccata sulla scena tra
Sesshomaru e Ayame (vi è piaciuta? **), dato che non sapendo
come avrebbe reagito Sesshomaru in una situazione del genere, non
sapevo se l’avevo fatto OOC o no. In ogni caso, ho pensato che
a Sesshomaru piace avere tutto sotto controllo, per questo è
stato lui ad andare da Ayame e non viceversa. Spero di non avere
sforato del tutto!!!
La
canzone è “Ti scatterò una foto” di Tiziano
Ferro e l’ho vista decisamente ottima per una scena come questa
xD
E
di Bankotsu, che ne pensate? Io ero costantemente imboressata xD
Come
sempre, vi ringrazio tantissimo per le meravigliose recensioni e
anche di aver inserito la mia storia in una delle vostre liste!!!
L'immagine:
Allora, direi che è di facile comprensione: Ayame e Sesshomaru
finalmente insieme!!!
Credo
di avere detto tutto.
Invoco
di nuovo il vostro perdono per il ritardo e vi mando un bacione!
°°Samirina°°
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Capitolo 25 *** Quando capisci che verrai bocciata in matematica. ***
Set
Fire To The Rain
25.
Quando capisci che verrai bocciata in matematica.
Le
lezioni sono lente e pure i miei compagni quando passano vicino al
mio banco: sono tutti intenti a guardarmi e ridacchiare.
Per
un paio di volte ho la tentazione di alzarmi in piedi e prendere a
pugni Shiori e con lei le sue ochette, in particolar modo quando, al
cambio dell'ora, mi sussurra all'orecchio: -Che prodotto usi per
attirare questo genere di ragazzi, Ayame?-
-La
benzina.- le rispondo. -Quella che adesso vorrei usare con te.-
E
a quel punto se ne va offesa, alzando il suo nasino demoniaco verso
l'alto e lasciandomi in pace per il resto delle ore scolastiche.
-Muoviamoci,
muoviamoci, muoviamoci!- esclamo, non appena adocchio i miei amici.
-Dobbiamo uscire da questo edificio prima che lui
mi
veda!-
-Lui
chi?-
mi chiede Inuyasha, tonto come al solito.
-Voldemort
in persona!- ribatto, continuando a guardarmi intorno al modo di
James Bond.
-Dubito
che ti troverà, in mezzo a tutta questa gente.- dice pacata
Sango, come se stessimo facendo una normale e innocua passeggiata.
Stiamo
scappando, altroché!
-Dici?-
sussurro alla mia amica, senza smettere di lanciare occhiatine tutto
intorno a me.
-S...
OH!-
Quell'”oh”
mi preoccupa...
-Ayame!-
Ma
porca...
Adocchio
un cassonetto della spazzatura in un angolo e mi fiondo dietro,
facendo segno ai miei amici di starsene zitti e di proseguire per la
loro strada.
Mi
rannicchio e chiudo chi occhi, sperando che Bankotsu non capisca dove
sono, altrimenti sarei davvero capace di commettere un omicidio.
-Che
stai facendo?- mi riprende, ad un tratto, una voce tagliente che
conosco bene.
Alzo
lo sguardo e vedo la magnifica figura di Sesshomaru vestita di
bianco. Ovviamente ha il suo immancabile sopracciglio alzato.
-Shhhhhh!-
sussurro, muovendo una mano. -Mi sto nascondendo. Da Bankotsu.-
Sesshomaru
guarda in un punto alle mie spalle e poi riporta lo sguardo su di me.
-Sta
parlando con Inuyasha.-
-Oh
no! Fai finta di far qualcosa, non ti deve vedere parlare con me. Non
mi deve trovare, ne oggi ne mai!-
Il
mio demone mi guarda qualche altro attimo, poi si volta e inizia a
camminare verso il parcheggio. Io lo guardo sorpresa, poi scatto in
piedi e inizio a corrergli dietro.
Dopotutto,
anche se Bankotsu mi dovesse vedere, non penso si azzarderebbe a
interrompermi mentre parlo con un professore.
E
per oggi l'ho scampata.
-Mi
dai un passaggio?- gli chiedo non appena arriviamo alla sua macchina,
parcheggiata nello stesso posto di questa mattina.
-Sali.-
risponde lui, senza perdersi in inutili verbi, sostantivi e frasi
complesse.
Beh,
almeno lui conosce la tecnica del risparmio. Proprio come quella che
fanno le casalinghe: nei giorni di “prendi due, paghi uno”
riempiono il carrello di prodotti che bastano per tutto l'anno
successivo, in attesa del prossimo saldo.
Ad
ogni modo non credo che a Sesshomaru-sono-il-Principe-dei-Demoni
interessino le casalinghe e gli sconti.
Saliamo
in macchina in silenzio e il mio demone parte sgommando per il
cortile della scuola, sorpassando gruppi di alunni in divisa
invernale che si stringono tremanti le sciarpe attorno al collo.
Io
sono quasi tentata di aprire il finestrino per lasciare entrare un
po’ di aria fredda nell’abitacolo, ma temo che Sesshomaru
mi salti al collo, per cui mi accontento di aprirmi il cappotto.
-Grazie.-
sussurro, non appena la scuola diventa un puntino negli specchietti
retrovisori. –Mi hai salvato la vita, Sesshomaru.-
Lui
lancia semplicemente un’occhiatina in mia direzione, per poi
continuare a fissare la strada.
Ma
cosa devo fare per causargli una minima reazione? Ballare la
lap-dance sul tavolo della cucina? Iniziare a recitare le poesie al
contrario?
Santa…
no, ho capito che pregare gli dei non serve più a nulla ormai.
Faccio spallucce al nulla e mi accoccolo meglio sul sedile, godendomi
il resto del viaggio.
Non
c’è che dire: Sesshomaru guida come un Dio. Vabbé,
forse è meglio che precisi: non guida solo come un Dio, è
anche tremendamente bello, intelligente e bacia in una maniera che mi
fa girare la testa.
Sfortunatamente
ha un caratteraccio. Un terribile caratteraccio, giusto per essere
precisi.
Entriamo
nel cortile e Sesshomaru parcheggia la macchina e scende.
Io
lo seguo, titubante, all’interno della casa e lo guardo
togliersi il cappotto e appenderlo all’entrata.
Si
gira all’improvviso verso di me e si avvicina lentamente, con
uno sguardo indecifrabile. Io sono prossima all’autocombustione.
Poi
alza una mano e, semplicemente, mi toglie una foglia che mi era
rimasta impigliata tra i capelli.
Rimango
imbambolata e lo guardo voltarmi le spalle e andare via, senza dirmi
mezza parola.
Chiudo
gli occhi e sospiro, decisamente delusa. Mi spoglio e salgo nella mia
camera, senza passare per la cucina.
Speravo
che Sesshomaru dimostrasse un cambiamento nei miei confronti, eppure
così non è stato. Certo, mi ha scarrozzata con la sua
macchina, ma a parte questo non ha dimostrato nessun segno di ciò
che è successo tra noi ieri sera.
Che
abbia avuto qualche ripensamento? Dopo tutto quello che abbiamo
passato…
-Ayame!?-
Quando
è entrato?
-Che
c’è, Inuyasha? Ero alle prese con le mie elucubrazioni
mentali. Mi hai interrotta!- dico scendendo le scale.
-Aya-chan!
Non ti abbiamo più vista, a scuola: ero preoccupata!- esclama
Kagome, uscendo dal salotto, diretta verso di me.
Alla
vista della mia migliore amica, il mio animo si placa un poco.
Forse
potrei chiedere consiglio a lei…
-Sono
scappata Kacchan. Non volevo certo che Bankotsu facesse un bis del
concerto di questa mattina.- le rispondo, forse un po’ più
acida e nervosa del dovuto.
Lei
sembra accorgersene. –Qualcosa non va?-
Arriccio
per un attimo il naso e poi annuisco.
-Ti
scoccia venire un attimo in camera mia?- chiedo.
Kagome
scuote la testa e mi sorride, iniziando a salire le scale.
-Quanto
a te, botolo
ringhioso,
osa origliare e ti strappo le orecchie.- minaccio Inuyasha prima di
sparire al piano superiore.
Mio
fratello, ormai abituato ai miei sbalzi d’umore, annuisce mesto
e si rifugia in salotto.
-Ebbravo
Inucchan.- sussurro, seguendo la mia amica in camera.
Kagome
si siede sul letto e io mi accomodo sul tappeto di fronte a lei.
-Dunque,
dimmi tutto!-
Io
prendo un profondo respiro e inizio a raccontarle dall’inizio
alla fine gli avvenimenti della sera prima e di questa mattina.
Speriamo
che mi sia d’aiuto…
Mezz’ora
dopo da casa Taisho si leva un urlo:
-SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!-
-Kagome!
I miei timpani!- dico, tappandomi le orecchie sensibili al grido
perforante della mia amica.
-E
tu pensi ai timpani in un momento del genere?!? Ayame è
fantastico, magnifico!- continua a dire percorrendo a grandi passi la
mia stanza.
-Te
l’avevo detto che la gita in montagna sarebbe stata
rivelatrice! Te l’avevo detto! Sei stata così brava
Ayame, così brava e coraggiosa! E’ ovvio, ovvio,
che è pazzo di te! E chi non lo è? Kamisama, finalmente
ce l’hai fatta! E’ magnifico, Aya-chan! Aya-chan?- dice
ad un tratto, avvicinandosi a me. –Tutto ok?-
-Sono
solo un po’ intontita dal tuo monologo. Dammi cinque secondi…-
-Ma
che cinque secondi e cinque secondi! Dovresti fare i tripli salti di
gioia!- mi riprende, sempre sorridendo a trentadue denti.
-Li
farei, anche, se non fosse che è tutta oggi che mi ignora…-
ribatto, incassando la testa tra le spalle. A quanto pare a Kagome
era sfuggito un punto focale del mio racconto.
-Ma
certo che si! Si comporta come fa di solito. Immagina se cambiasse
comportamento davanti alla professoressa Kagura!-
…
In
effetti la visione ha un che di raccapricciante…
-Quindi…
per te è questa la spiegazione?- chiedo, titubante.
-Si,
Aya-chan!- mi risponde convinta, dopo avermi preso le mani.
Io
le sorrido. -Grazie Kacchan!-
-Di
nulla! Ora torniamo da Inuyasha?-
Annuisco,
saltando mentalmente di gioia repressa: per la prossima ora mi
toccherà vederli fare le fusa come due volpini.
Io
proprio non capisco a cosa serva tutta questa letteratura. Insomma,
d’accordo che l’Iliade è un’opera mondiale e
d’accordo che non è nemmeno la cosa più brutta
del mondo, ma a cosa serve leggere passi e passi dell’opera e
rispondere alle domande a piè pagina?
Dopo
cena mi piacerebbe anche starmene davanti alla tv invece che chiusa
in camera.
D’accordo
,d’accordo lo
so che questo pomeriggio avrei potuto anche fare qualcosa, invece di
chiacchierare con Kagome e Inuyasha, però questi professori
potrebbero anche fare a meno di riempirci di compiti come dei
tacchini il giorno del Ringraziamento.
Forse
è meglio se mi concentri.
Dunque…
Come fa
Paride ad uccidere Achille?
Beh,
ovviamente colpendolo nel suo punto debole, ovvero il tallone…
Ma
scusate:
se Achille sapeva che il suo punto debole era il tallone, per quale
ragione lo ha tenuto scoperto? Sarebbe stato molto più
intelligente coprirlo, magari con strati di bronzo e ferro…
A
quell’epoca si utilizzava il ferro?
Chiudo
di scatto il libro. Ho capito che per stasera i compiti sono finiti:
copierò domani mattina a scuola da qualche compagno che ha
avuto la pazienza di fare tutti questi esercizi.
Prendo
la matita e me la metto in equilibrio sul naso.
Chissà
se stasera Sesshomaru verrà… mi piacerebbe tanto, però…
Scuoto
la testa: santo cielo, sono stata quasi sempre una persona convinta
di ciò che vuole e di ciò che è, e per uno
sciocco demone mi ritrovo a farmi tutte queste pippe mentali?
Sveglia
Ayame, è ora di prendere in mano la situazione! Sailor Ayame
in azione!
…
Ok,
saltiamo questa imbarazzante scena e passiamo a quella dopo, ovvero:
io che mi alzo, che esco dalla porta e che mi posiziono davanti a
quella di Maru.
Dunque…
adesso?
Beh,
Ayame, diciamo che quando sei davanti ad una porta devi bussare ed
entrare, no?
E
se me lo ritrovo mezzo nudo?
Ho
detto bussare e
poi entrare.
Busso
alla porta e pochi secondi dopo sento la voce di Sesshomaru dire
“avanti”. Apro la porta mentre mi preparo
psicologicamente a vederlo in mutande, e tiro un sospiro di sollievo
quando vedo che è perfettamente vestito e chino sulla sua
scrivania.
Grazie
Kamisama. Non sarei resistita ad una diversa apparizione.
-Ciao.-
sussurro, restando impalata sull’uscio.
Lui
posa la penna rossa e si volta verso di me, iniziando a squadrarmi
come al solito.
-Ciao.-
dice. –Puoi avvicinarti: ho già mangiato, stasera.-
Arrossisco
di botto e muovo qualche passo verso di lui. Mamma mia, non mi sono
mai sentita più stupida di questo momento.
Sesshomaru
sta continuando a squadrarmi e questo sicuramente non aiuta.
-Cosa
stai facendo?- gli chiedo dando una sbirciata ai fogli posati
ordinatamente sulla sua scrivania.
-Correggo
dei compiti.- mi risponde.
-Oh.-
guardo il primo foglio, pieno di segni rossi. -C'è qualcuno
che è capace di fare più errori di me, allora!-
-Purtroppo
si.-
Lo
guardo e vedo che un microscopico sorriso compare sulle sue labbra. A
quel punto ridacchio anche io, felice che Kagome avesse ragione.
In
questo momento ho una voglia pazzesca di baciarlo, per cui... lo
faccio.
Insomma,
sono o non sono Ayame Taisho?
Abbasso
la testa e poso le mie labbra sulle sue.
Lui
risponde al bacio –al che faccio un salto di gioia mentale- e
mi prende per i fianchi, stringendo leggermente e costringendomi a
sedermi sulle sue ginocchia.
Kamisama,
quanto lo amo!
Porto
le mie braccia attorno il suo collo e stringo con tutta la forza che
ho, senza nessuna paura di fargli del male. Dopotutto è un
demone, no?
Mi
stacco dalle sue labbra solamente quando mi sento sollevare da terra
e depositare sul letto. Poi, Sesshomaru si stende sopra di me e
poggia i gomiti a lato della mia testa: io lo guardo come un assetato
guarda l’ultimo bicchiere d’acqua presente sulla faccia
della terra o come Lady Gaga guarda una batteria nuova di zecca.
Poso
lo sguardo sulle sue labbra, rosse come una ciliegia e deglutisco.
Davvero sono stata io ad averle baciate per tutto questo tempo? Come
è possibile che Sesshomaru, Sesshomaru,
abbia scelto di baciare me e non una demone avvenente come Kagura?
-Non
sei Rin.- mi dice ad un tratto.
Io
lo guardo un po’ stralunata, indecisa se prendere quella frase
come una domanda o un’affermazione.
-Che
vuoi dire?-
-Le
assomigli. Molto. Tuttavia siete così diverse… Tu
assomigli più a un’aquila predatrice, mentre lei era più
un pettirosso da proteggere.-
Rimango
allibita da quelle parole, uscite proprio dalla bocca di Sesshomaru.
Era la cosa più simile ad un complimento che mi avesse mai
fatto.
-Visto
che siamo in vena…- dico titubante, mentre lui lascia la sua
posizione e si limita a stendersi a fianco a me. -Perché
stamattina mi hai ignorata?-
Lui
passa un dito sulle mie labbra, anch’esse rosse e gonfie. –Non
vogliamo mica che la gente inizi a farsi idee strane.-
-Per
esempio che passiamo la notte insieme…- dico, ipnotizzata dal
suo tocco.
-E
che le passiamo a baciarci.- conclude lui.
A
quella parola –baciarci- il mio cuore fa una capriola e lo
stomaco mi si stringe. Ovviamente la mia energia demoniaca sfugge al
mio controllo e in un attimo la temperatura del mio corpo sale.
Sesshomaru
stacca la sua mano da me.
-Controllati.-
mi sussurra.
-Scusa.-
dico, facendo rimpicciolire lentamente il mio vortice demoniaco.
Il
mio demone scuote la testa e sospira, poi mi attira a sé e mi
abbraccia. Io stringo la maglietta del suo pigiama e appoggio la
testa sul suo petto.
-Buona
notte.- gli dico, strusciando la guancia sulla morbida stoffa.
-Anche
a te.-
Oh,
lo sarà sicuramente.
Cammino
a cinque centimetri dal suolo e poco ci manca che mi metta a spargere
petali di rosa intorno a me augurando “peace and love” a
tutti. Inuyasha mi guarda con il sopracciglio alzato, ma non ci
faccio caso: insomma, dopotutto sono solo la persona più
felice nella faccia della terra.
-Stanotte
hai ricevuto l’illuminazione dal Buddha, sorellina?- mi chiede
Inuyasha, fissandomi con la forchetta a mezz’aria.
-Mmmm,
molto meglio Inuyasha, molto meglio.- ribatto sorridente.
Lui
alza le spalle e riporta l’attenzione sulla sua colazione.
-Tesoro,
potresti…?- inizia Izayoi, ma io la interrompo sorridente.
-Eccomi,
mamma.- dico, prendendogli le due tazze colme di latte dalle mani.
-Ayame,
inizi seriamente a preoccuparmi.- dice Inuyasha, riportando
l'attenzione su di me.
Io
gli sorrido. –Ho avuto un’idea per evitare Bankotsu,
questa mattina.- butto lì.
-Ovvero?-
-Ovvero
farò finta di essere presa da un’incontenibile voglia di
musica.- dico, mostrandogli l’IPod –E non lo sentirò.-
Inuyasha
mi guarda scettico, ma non ribatte.
-Buon
giorno!- esclama nostro padre entrando in cucina, seguito da
Sesshomaru che si limita a fare un cenno con la mano.
Io
non posso fare a meno di rivolgergli un sorriso a trentadue denti. Il
Principe si premura di lanciarmi un'occhiata di fuoco, così da
far ammutolire qualunque altro mio tentativo di rivolgergli qualche
attenzione.
Faccio
colazione lentamente -stranamente siamo in anticipo- e mi sorprendo
non poco quando Inuyasha si alza da tavola e corre al piano superiore
a prendere carta e penna.
-Cosa
fai, Inuyasha?- chiede nostra madre, guardando stralunata il figlio.
-Oggi
c'è la verifica di matematica... mi voglio allenare.-
Io
sbianco e lascio cadere il cucchiaino dentro la tazza.
Verifica?
Matematica?
-Stai
scherzando, spero!- sussurro, con la voce roca.
Inuyasha
non alza nemmeno lo sguardo dal foglio e fa no con la testa.
Meraviglioso…
Quante
possibilità ho di non andare a scuola oggi?
-Ehi,
ragazzi, come è andata la verifica di matematica?- ci chiede
Sango, una volta finite le lezioni.
Mio
fratello esclama un “bene” talmente convinto che mi
verrebbe voglia di strappargli la lingua seduta stante.
-E
a te, Ayame?-
-Mmmm.-
-Quel
“Mmmm” di che genere era?- chiese Kagome, non riuscendo a
comprendere la mia risposta.
-Beh,
ci sono diversi tipi di “Mmmm”.- inizia Miroku ironico.
-Quello corto, “Mh-mh” significa si, il “Mmmm”
lungo equivale ad un no…-
A
quel punto smetto di ascoltarlo.
Inizio
a guardare il cielo e lo trovo carico di neve.
Beh,
alla fine che cosa vuoi che sia un votaccio in matematica e un
corteggiatore insistente?
C'è
gente che sta di peggio. Prendiamo Miroku: la sua idiozia lo segue
come un'ombra!
Io
ho il cervello a posto -anche se c'è gente che direbbe tutto
il contrario-, tantissimi amici, una famiglia che mi vuole e bene e
poi... beh, poi c'è Sesshomaru!
In
definitiva non c'è nessuno più felice di me!
Mi
riconnetto con la realtà: Sango sta prendendo in giro il suo
ragazzo per le stupidaggini appena dette, mentre Inuyasha e Kagome
sono abbracciati teneramente e ridono.
Mi
unisco alle loro risate, tuttavia esse si spengono non appena Sango
ci comunica il programma del pomeriggio: Shopping sfrenato in vista
del Natale.
-Ehm...
a dire il vero ho un impegno molto importante. Improrogabile. Per
cui, beh, io andrei...- provo titubante, sperando che abbiano così
buon animo da farmi andare a casa.
-Non
ci provare, Ayame Taisho!-esclama
Kagome, dando prova del suo carattere determinato che, raramente, sa
tirare fuori.
Io,
d'altro canto, alzo le mani in segno di resa: quando lei e Sango
decidono di andare per negozi non c'è nulla che possa far
cambiare loro idea.
Angolino
dell'autrice:
Buona
domenica a tutti! Spero che la vostra settimana sia stata migliore
della mia U.U
Beh,
beh, beh… domandona: qualcuno di voi è appassionato del
telefilm Once Upon A Time? Nel caso non lo abbiate mai visto, vi
consiglio di farlo al più presto **
Si,
lo so che questo non è il fandom adatto per parlare di
telefilm, ma tutto può capitare U.U
Passiamo
alle cose importanti: grazie mille per le recensioni! Grazie, grazie,
grazie!!! Non poterò mai ringraziarvi abbastanza!
Prima
di dimenticarmi, in ogni caso, annuncio che mancano solamente due
capitoli. Ergo, tra due settimane ci dovremmo salutare. A dire il
vero, ho in mente un sequel, ma devo dire che questo non è un
periodo molto allegro per me e, essendo questa una fic comica,
verrebbe fuori malissimo. Semmai, vedrò quest’estate
cosa riuscirò a fare.
Comunque:
come vi sembra questo capitolo??? Questi ultimi ho cercato di farli
più dolci, per ovvi motivi, ma non so come siano venuti, in
realtà. L’ironia, per me, è un campo conosciuto,
mentre il “romanticismo” un po’ meno, quindi
giudicate voi.
L’immagine,
penso sia chiarissima xD Quanto dolciosi sonooo??? **
Vi
ringrazio ancora per le recensioni e per dimostrare di apprezzare
questa storia!
Un
bacione,
°°Samirina°°
|
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Capitolo 26 *** Quando capisci che lo shopping non fa per te. ***
Set
Fire To The Rain
26.
Quando capisci che lo shopping non fa per te.
-Vado
a dormire…- sussurro, prima di alzarmi da tavola e dirigermi a
passo lento e strascicato su per le scale.
Sento
Inuyasha sospirare amareggiato, mentre papà e mamma
ridacchiano, ma non me ne curo: dopo lo shopping con Sango e Kagome
sono sempre stanca.
Non
tanto fisicamente bensì mentalmente. Anzi, mentalmente sono
proprio finita.
Quelle
due sono una forza della natura: riescono a trascinarmi per i negozi
per ore e ore di fila. E il punto è che si divertono!
Mi
metto il pigiama e mi butto di peso sul letto, chiudendo gli occhi
per far riposare il mio povero neurone che, ormai, sta tentando il
suicidio da diverse ore.
Santo
Kami, mi sento come se mi fosse passato sopra un trattore e sono
incapace di fare qualsivoglia pensiero sensato.
Beh,
vorrei vedere voi! Sono sicura che non sapreste sopravvivere ad un
pomeriggio come questo: inizialmente mi hanno trascinata in qualche
libreria e in un negozio di vestiti e da quel momento ho pensato che,
dopotutto, non sarebbe stato un pomeriggio così orribile.
Mi
sono ricreduta quando siamo entrati in quattro negozi di intimo –nei
quali Miroku restava a fissare le lingerie con la bava alla bocca-,
due di videogiochi, due centri commerciali e –mi vergogno a
dirlo.- in un sexy shop.
Come
se il sexy shop di per sé non bastasse, dentro a quel
maledetto negozio ci abbiamo trovato pure Jakotsu! Jakotsu che faceva
acquisti in un sexy shop per non so quale strana attività.
Jakotsu
che, non appena è entrato Inuyasha, gli è andato
incontro e ha iniziato a trascinarlo in giro per il negozio,
illustrandogli l’uso di non so quale osceno gingillo.
Quello,
in ogni caso, è stato l’unico negozio in cui Sango e
Kagome non mi hanno portata in giro per gli scaffali come due
disperate.
L’unica
cosa positiva di questo pomeriggio è stato che ho trovato i
regali da fare ai miei amici: a Sango, ovviamente, ho preso il libro
più grande che ho trovato, per Miroku ho preso una morbida
sciarpa di lana, per mamma e papà un cappello, per Kagome una
collana e per Inuyasha una felpa.
L’unico
regalo che non ho trovato, sfortunatamente, è stato quello per
Sesshomaru, ma mi farò venire un’idea prima della fine
della settimana.
Mi
metto il pigiama e mi stendo a letto.
Mi
spiace, Sesshomaru, ma per stasera dovremmo rinunciare alle nostre
coccole: muoio di sonno!
Non
faccio nemmeno in tempo a chiedermi che ore sono, che prendo sonno.
***
Apro
lentamente gli occhi, chiedendomi per quale motivo lo possa fare
ancora.
Non
mi rendo immediatamente conto che sono viva, ma non appena incontro
lo sguardo ambra del Demone Bianco sorrido: lui mi ha salvata,
proprio come gli avevo chiesto. Mi ha salvata proprio come ho fatto
io con lui.
Il
Demone Bianco si alza lentamente, mi appoggia a terra e mi volta le
spalle.
Io
mi alzo in piedi e ignoro le urla gracchianti dell'esserino a fianco
a me: so che lui mi sta invitando a seguirlo, so che posso andare con
lui.
***
Una
settimana esatta dopo, sono impegnata a cercare in tutti i modi di
impedire a Kagome di far diventare la mia casa una discoteca
luccicante.
-Kacchan,
basta luci!- urlo, correndo dietro ad una Kagome con in mano la
decima scatola di lucine natalizie.
Insomma,
capisco che la nostra casa è grande, ma abbiamo usato dieci, e
dico dieci!, scatole solo per il piano inferiore! E bisogna anche
dire che la cucina non è stata addobbata!
Kagome,
come è ovvio che sia, non mi da ascolto e inizia ad attaccare
luci sugli stipiti delle porte.
Kamisama,
e come faremo per il giardino?
Scuoto
la testa, esasperata, e lascio Kagome-Folletto-Di-Babbo-Natale a fare
ciò che più le piace e vado a vedere come sono messi
Miroku, Sango e mio fratello.
-Ehi,
Inuyas... Santo Kami, che fate?-
Guardo
con gli occhi strabuzzati la scena: Inuyasha e Miroku tengono in
precario equilibrio una scala e Sango -la quale sta per avere una
crisi isterica- è esattamente sul penultimo piolo alla ricerca
della giusta posizione per mettere la stella sulla punta dell'albero
di Natale.
-Insomma,
voi due dementi! Tenete ferma quella dannata scala, se non volete che
cada! Miroku, accidenti, smettila!-
Inuyasha
e Miroku, in risposta, scoppiano a ridere e fanno barcollare
pericolosamente la scala.
Sango
strilla e io mi tappo le orecchie sensibili: Kami, di questo passo mi
assorderà!
Quando
la scala si stabilizza, scanso i due uomini mandandoli ad aiutare
Kagome con le luci esterne e inizio a tenere in equilibrio la scala,
fino a che Sango non scende.
-Uff.
L'anno prossimo lo fai tu! Accidenti!-
-Scusa,
Sango-chan, ma io avevo da fare con Kagome e l'unico che sa volare in
questa casa, oltre a me, è Sesshomaru...-
Vedo
Sango scuotere animatamente la testa: deve essere terribilmente
strano per lei pensare a Sesshomaru che aiuta con le decorazione.
Oltre ad essere terribilmente
divertente.
Usciamo
a vedere come sono messi i nostri amici e, non appena vediamo il loro
operato, rimaniamo a bocca aperta: tra i rami dei numerosi alberi del
nostro giardino sono state fissate delle lucine colorate, che fanno
sembrare gli alberi portatori di una singolare chioma multicolore.
Il
giardino è illuminato a giorno, sebbene il pallido sole
invernale sia già tramontato da un pezzo.
Kagome
ci corre incontro e ci mette in mano altre luci indicandoci gli
alberi che dobbiamo addobbare e noi la assecondiamo: è
divertente prepararsi al Natale insieme a lei e a Sango e Miroku.
Potrebbe
essere meglio se
Sesshomaru fosse qui, ma dubito fortemente che sia una cosa che può
accadere. Per lo meno non in questo millennio. E forse nemmeno nel
prossimo.
-Oddio,
ragazzi! E’ bellissimo!- esulta mamma, non appena lei e papà
tornano a casa.
Kagome
le corre incontro. –E aspetti di vedere l’interno,
signora!-
-Oh,
mia cara, quante volte ti ho detto di chiamarmi Izayoi?- la corregge
bonariamente lei, facendosi portare a braccetto dentro casa.
Beh,
è il minimo. Dopotutto tra qualche anno quelle due
diventeranno parenti.
Per
un attimo penso a come potrebbe essere il matrimonio di Kagome ed
Inuyasha, e sono sicura che mi compaiono i cuoricini al posto degli
occhi. E subito dopo il mal di denti.
-Ciao
papà!- gli dico, facendomi baciare una guancia. –Hai
idea di dove sia andato Sesshomaru, per caso? E’ da stamattina
a scuola che non lo vedo.-
Inu
scuote la testa. –Non ne ho idea, tesoro. Avrei pensato che
almeno a te l’avesse detto.-
Io
scuoto la testa e alzo le spalle.
Riguardo
me e Sesshomaru, tra noi e la nostra famiglia, c’è un
tacito accordo: Inu ed Izayoi hanno capito ciò che entrambi
proviamo l’uno per l’altra e fanno finta di niente; in
cambio, noi in loro presenza facciamo come se nulla fosse cambiato e
ci limitiamo a stare veramente insieme la sera o quando siamo soli.
Tra
noi e Inuyasha, invece, non c’è nessun accordo: ogni
volta che ne ha l’occasione ridacchia in nostra presenza,
causando a Maru una rabbia incontrollabile che, solitamente, sfocia
con qualche minaccia o con voti brutti a scuola. E se li merita
tutti, tra parentesi.
Pochi
minuti dopo salutiamo Miroku e Sango che tornano a casa.
-Ehi
Kagome, il venerdì sera mamma e papà escono a cena.
Vuoi che andiamo a prendere una pizza?-
-Si,
certo! Andiamo nella pizzeria che hanno aperto da poco? Hanno detto
che la fanno buona.-
Io
annuisco e poco dopo siamo entrambe per strada.
-Cosa
hai deciso di regalare a Sesshomaru?- mi sussurra Kagome non appena
ci allontaniamo da casa mia.
-Non
ne ho idea, Kacchan. Vorrei regalargli qualcosa di originale,
qualcosa che possa portare sempre con sé.- scuoto la testa.
–Dopodomani è Natale e io non ho ancora il regalo per
l’uomo che amo.-
Kagome
inizia a farmi pat-pat su una spalla.
Kamisama,
io l’ho detto che mio fratello la rovina!
Sospiro
amareggiata e continuo a camminare.
Ad
un certo punto, nel bel mezzo di una conversazione sulla quantità
di luci di Natale che effettivamente
la mia
casa avrebbe potuto supportare, passiamo davanti ad una cartoleria.
Lancio
un’occhiata distratta alla vetrina e mi blocco immediatamente.
-Ehi,
Ayame, che c’è?-
-Vai
avanti, Kagome. Per me una margherita. Io arrivo subito.-
Lei
alza le spalle e fa come dico, mentre io entro nel negozio,
miracolosamente ancora aperto.
-Salve.-
Un
uomo si gira e mi squadra da dietro il bancone. Rimango allibita: il
suo viso è, come dire, simile a quello dei pirati in tv. Una
cicatrice gli solca la guancia destra e due baffetti lo fanno
assomigliare a Jack Sparrow.
Ma
la cosa più raccapricciante è quando, su un volto del
genere, compare un sorriso.
-Salve,
mia cara. Come posso aiutarla?-
Boccheggio
per qualche secondo, indecisa se scoppiare a ridere o arretrare
intimidita.
-Ho
visto… quella penna stilografica in vetrina…-
L’uomo
annuisce e me la recupera.
Da
vicino è ancora più bella: è bianca, tranne la
punta che è di un lucidissimo nero. Sul tappo sono disegnati
in grigio degli arabeschi, che contribuiscono a rendere la penna
ancora più bella.
Un
regalo perfetto: Sesshomaru potrà portarla sempre con sé
e sicuramente non sarà compromettente.
-Quanto
costa?-
-Ehi,
Ayame, hai una faccia…-
-Lasciamo
perdere Kagome… Ho comprato il regalo a Maru…-
-E
sei così depressa?-
-Si,
dannazione! Costava l’ira dei Kami! Il mio portafoglio si è
alleggerito in una maniera pazzesca!-
Kagome
scoppia a ridere e per poco non fa cadere le tre pizze in equilibrio
precario sulla sua mano.
-Però
sono soddisfatta. Insomma, ho trovato il regalo ideale!-
Kagome
ride più forte.
-Sei
lunatica, Aya-chan.-
-Sarà
il Natale, Kagome, sarà il Natale…- sussurro aprendo la
porta di casa.
Sono
sicura che questo Natale sarà il migliore della mia vita.
Dopotutto questo Natale ci sarà Sesshomaru.
Il
mio Sesshomaru, mi
dico, andando ad appoggiare il pacchetto incartato con della carta
argentata sotto l’enorme pino di plastica che quel pomeriggio
avevamo faticato tanto a montare.
Torno
in cucina e vedo che le pizze sono già in tavola, fumanti,
pronte per essere mangiate.
-Ehi,
voi. Si, dico a voi due, piccioncini! Non fate le fusa davanti alle
pizze, per favore! Fate venire il diabete pure al pomodoro.- dico,
addentando un trancio di pizza.
Kagome
si limita a ridacchiare e a mangiare la sua pizza, mentre Inuyasha la
prende un po' troppo sul serio.
-Tsk.
Noi facciamo venire il diabete! Chissà cosa fate tu e il caro
Sesshomaru lontano dagli occhi altrui!-
Alzo
la testa e lo fulmino con lo sguardo. Cosa ne vuole sapere lui
di
quello che facciamo noi?
-Sono
sicuro che non fate altro che dirvi le paroline dolci. Anche se non
me lo immagino Sesshomaru dire paroline dolci, ma probabilmente c'è
una prima volta per tutto.-
Un
attimo... da quando Inuyasha Taisho è diventato così
loquace? Solitamente si limita a ringhiare o arrabbiarsi, non è
mai stato tipo da frecciatine.
Mah,
probabilmente anche questo fatto strano è dovuto all'arrivo
del Natale...
Decido
di limitarmi a stare zitta e lasciarlo parlare. Tanto prima o poi si
stancherà, no?
Sfortunatamente,
i miei piani vengono mandati all'aria: a metà di uno
sproloquio di Inuyasha su cosa mi dice Maru quando siamo soli, sento
la porta di casa aprirsi e il profumo di neve mi avvolge. Sesshomaru.
E non solo: con lui c'è un'altra persona, che non riesco a
riconoscere.
-Inuyasha.
Taci.-
Lui,
ovviamente, non mi da ascolto. -... Oh Ayame, quanto ti amo, per
fortuna che sei arrivata tu a scaldare la mia gelida esistenza...-
A
quel punto gli tiro dietro un coltello che gli passa a mezzo
centimetro dall'orecchio canino.
-Masseiscema?-
-Mai
quanto te.- sibilo.
-Inizia
a scappare, Ayame Taisho, perché se ti prendo sono cavoli
amari!-
Io
non me lo faccio ripetere due volte, contenta di avergli fatto
dimenticare di me e Maru e inizio a correre su per le scale.
-Non
mi prendi, non mi prendi!- cantileno, mentre lui, con due balzi mi è
davanti.
-Dicevi?-
sussurra con un ghigno venendomi incontro.
Non
appena balza verso di me, io mi alzo in aria, con l'unico risultato
di farlo cadere al piano di sotto.
-Dannata!-
urla, mentre io scoppio a ridere.
Guardo
giù e lo vedo a terra proprio davanti a Sesshomaru, il quale,
ci scommetterei la vita, lo sta guardando con il sopracciglio alzato.
Quando
il mio demone alza il viso verso di me, mi limito a salutarlo con un
sorriso e mi appresto a scendere dal soffitto.
Mi
blocco a mezz'aria quando sento una voce, gracchiante, che rimprovera
Inuyasha.
-Inuyasha!
Sempre il solito stupido! Quando la smetterai di intralciare Padron
Sesshomaru? Chiedigli per lo meno scusa!-
-Zitto,
rospaccio del malaugurio!- risponde il mio fratellino ad una figura
che non vedo.
Però,
ad onor del vero, questa voce mi sembra di averla già
sentita... -Jaken!- esclamo alla vista dell'omino verde che sta
gridando dietro ad Inucchan.
La
ran... ehm, il demone si gira verso di me e mi guarda con gli occhi
spalancati.
-T-tu?-
-Eheh,
salve.- sussurro, senza sapere cosa dire.
-Voi
due… vi conoscete?- chiede Inuyasha, dalla sua posizione
orizzontale.
-Noi,
ehm… lui mi ha aiutato con la ricerca…- dico, fissando
il pavimento. -A proposito, grazie ancora. Ho preso otto! Del tutto
meritato, tra parentesi. Vero?- chiedo, rivolta verso Sesshomaru.
Lui
rotea gli occhi e non mi risponde, come previsto.
Riporto
lo sguardo su Jaken e vedo che i suoi occhi sono spalancati.
Ci
fissiamo per qualche secondo, senza sapere cosa dire -anche se
probabilmente il rospetto sta facendo 2+2- finché il
Principino Demoniaco non si dirige in cucina e Jaken lo segue con un
-Aspettatemi, padrone!-
Beh,
vedo che la sua devozione non è diminuita nei secoli.
Io
e Inuyasha ci fissiamo per qualche secondo, entrambi troppo sorpresi
per parlare.
-Oh.
Per. Kamisama.- sentiamo dire a Kagome.
Ci
dirigiamo in cucina e vediamo la suddetta Kagome alle prese con uno
studio approfondito della ran... ehm... del demone.
Nel
frattempo, come è giusto che sia, Jaken strilla e Sesshomaru
se ne sta pacificamente appoggiato al muro e fissa la scenetta
comica.
-I-Inuyasha,
che è questo?-
-Un
demone, Kagome, un demone. Anche se non si direbbe.-
-Come
ti permetti, tu, Inuyasha! Io accompagno Padron Sesshomaru da secoli,
sono sempre stato il suo più umile servitore!-
-Appunto:
servitore.-
Kagome
guarda me e poi Sesshomaru, senza capirci un’emerita cippa
lippa.
Io
alzo le spalle. –Lascia perdere, Kagome. Anche io la prima
volta avevo più o meno quella faccia lì… poi ci
si abitua.-
Jaken,
a quel punto, distoglie la sua attenzione da Inuyasha e guarda
Kagome, come se si fosse appena accorto della sua esistenza.
-Com’è
che vi siete reincarnati tutti in quest’epoca?- chiede
gracchiando ad una Kagome esterrefatta.
-Zitto,
stupido!- esclama Inuyasha, pestando il demone con tutta la sua
forza. –Non dire idiozie!-
Kagome
esce con un intelligentissimo “Eh?” e Inuyasha mi prende
le spalle, posizionandomi davanti alla fidanzata.
-Parlava
di lei!-
-Ma…
ma ha detto “tutti”…- nota Kagome, guardandoci
dubbiosa.
Possibile
che quel cretino di Inuyasha non le abbia ancora detto della Kagome
del passato?
-Eh,
eh… la vecchiaia avanza anche per i demoni!-
Possibile…
-Cosa
hai capito, Inuyasha? Io inten…-
-Zitto!-
urla di nuovo mio fratello, facendo finire il povero rospetto
nuovamente sotto la suola delle sue scarpe.
Molto
probabile…
Vado
vicino a Sesshomaru e sospiro.
-Inuyasha
è un idiota, quando ci si mette.- dico, non parlando a nessuno
in particolare.
-Me
ne sono convinto secoli fa.- mi risponde il mio demone.
Ridacchio
e guardo Sesshomaru. Kamisama, com’è bello…
Ho
così tanta voglia di baciarlo in questo momento che quasi mi
arrischierei di farlo davanti a tutti. Quasi, perché so quanto
Sesshomaru sarebbe arrabbiato -per non dire furioso- se facessi una
cosa del genere.
Mamma
mia, a quel punto si che potrei dirmi morta e non ci sono “Ti
amo” che tengano… Brr…
Ok,
portiamo i pensieri su un’altra rotta.
-Bene
ragazzi, per quanto… uh… mi faccia piacere vedervi così
affiatati- e a questo punto Inuyasha mi lancia un’occhiataccia
terribile -noi stavamo mangiando e… Jaken, ti andrebbe una
fetta di pizza?-
L’esserino
verde distoglie la sua attenzione da mio fratello e la punta ai
cartoni profumati -e ormai freddi- posti sopra al tavolo.
Immediatamente
Inuyasha si getta sopra la sua pizza, esclamando che lui non avrebbe
mai -MAI!-
diviso la sua pizza con quell’essere, al che mi sono sentita in
dovere, per lo meno nei confronti di Maru, di dividere la mia a metà
a dare a Jaken la parte più grande.
Alla
fine della cena sono rimasta con un’enorme voglia di pizza.
-Salve
famiglia, siamo a casa. Ah, ma che bella atmosfera Natalizia! Ragazzi
avete fatto davvero, ma davvero, un bel lavoro, non è vero mia
dolce Izayoi?-
Sento
mia madre cinguettare un “si, mio caro” con un tono
smieloso che farebbe venire le carie anche a Moccia. Non appena Jaken
sente la voce del padre del suo Padrone -Kami, che giri!- scatta in
piedi e inizia immediatamente di lodare ogni angolo della casa. Cosa
che inizia a risultarmi asfissiante: insomma, la nostra casa è
parecchio grande!
Anche
se credo che Jaken non sapesse che l’ha arredata Izayoi,
altrimenti sono sicura che non si sarebbe sprecato più di
tanto. In ogni caso è meglio che resti nell'ignoranza.
Faccio
spallucce e mi volto verso Sesshomaru. E’ seduto sul divano,
fermo e zitto come una statua di gesso, tuttavia vedo dalle sue
spalle tese e dalla fronte aggrottata che è tutto fuorché
rilassato.
Non
faccio caso a Jaken che inizia a parlare con Inu e Izayoi e mi
acciambello sul divano, vicina più possibile a Sesshomaru.
-Ehi,
Aya-chan?-
-Dimmi,
Kagome.-
-Cosa
intendeva Jaken con quella frase, prima?-
-Quale
frase?- chiedo, facendo la finta tonta.
-Quella
sulle reincarnazioni… Non credo si stesse riferendo solo a te
e Taisho-sensei…- mi sussurra, insicura.
Io
faccio spallucce, evitando di risponderle.
-Ehi,
papà, come è andata la cena?- esclamo, alzandomi dalla
mia posizione e avvicinandomi a mio padre che mi da un bacio sulla
guancia.
-Bene,
mia cara, bene.-
-Mi
fa piacere!-
Speriamo
che Kagome dimentichi in fretta questa storia, o che Inuyasha
-nell’alto della sua idiozia- si decida di raccontarle la
verità. Non credo che Kagome sia il tipo da prendersela per
una cosa del genere… E io non posso passare la vita a eludere
le sue domande, Santa Maddalena!
Beh,
posso sempre passare alle maniere forti…
-Ehi,
Inucchan, puoi venire un attimo con me in cucina?- gli chiedo,
lasciando Kagome parlare con la mamma e Jaken blaterare qualcosa sui
vecchi tempi con Inu.
-Dimmi
sorellina.- mi dice lui, appoggiandosi sul bordo del tavolo e
incrociando le braccia.
Io
mi chiudo lentamente la porta alle spalle e poi mi dirigo verso di
lui a passi lenti e minacciosi.
-Inuyasha.
Sei. Un. Cretino.- sussurro, quando arrivo a pochi centimetri dal suo
viso. -Non hai ancora detto a Kagome del tuo passato, vero?-
Inuyasha
scuote la testa, lentamente.
-Ma
che ti dice il cervello, caspita?!? Non puoi tenerle un segreto di
questo genere! Una coppia non dovrebbe averne, di segreti,
figuriamoci di questa importanza!- esclamo, spalancando le braccia.
Mio
fratello abbassa la testa e si imbroncia.
-Devi
dirglielo, Inucchan. Lei ha il diritto di saperlo e, sono sicura, che
le farebbe piacere venire a conoscenza degli avvenimenti del tuo
passato. Lei ti ama, Inuyasha, ma tu devi dimostrale che si può
fidare di te.-
Aspetto
una reazione da mio fratello che, però, non arriva.
Ah,
scemo di un fratello!
-Valla
ad accompagnare a casa, Inucchan. Almeno quello.- dico, prima di
uscire dalla cucina.
Non
sto ad ascoltare se mio fratello mi risponde oppure mi manda
direttamente al diavolo -dubito che sia molto incline a prendere
ordini da una che ha qualche centinaio di anni in meno di lui.- e
annuncio a tutti coloro che sono riuniti nell’enorme salone
addobbato di casa mia, che me ne vado a letto.
Non
trovo per nulla giusto che Inuyasha tenga Kagome allo scuro di questa
faccenda, ma dopotutto, sono affari loro: non è giusto che io
mi impicci più del dovuto.
Scuoto
la testa.
Inuyasha,
non smetterò mai di dirlo, è proprio uno scemo.
Angolino
dell'autrice: Ehiii
=) Buona domenica a tuttiii!
Allora,
tutto bene? Io non vedo l’ora che arrivino le vacanze di
carnevale… un suicidio, un vero suicidio sta scuola .-. Spero
vivamente che a voi vada meglio xD
Allora:
intanto, ringrazio per le recensioni e ringrazio chi ha inserito
questa fic in una delle liste! Vi adoro tutti, uno a uno **
Spero
che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Devo dire che ho fatto un
po’ fatica a scriverlo, forse perché ho un rifiuto per
la fine della fic xD
In
ogni caso, in questi ultimi due capitoli ho voluto dare un po’
di tregua a ‘sti poveretti, così li ho fatti parecchio
fluffluosi, specialmente il prossimo U.U
Sesshomaru
e Ayame mi stanno costruendo una statua per questo, comunque xD
Insomma:
datemi le vostre opinioni su questo capitolo, eh xD
Come
ultima cosa, l’immagine
è dedicata a Inucchan e Kagome, perché semplicemente io
li adoro U.U
Un
bacione e a domenica prossima **
°°Samirina°°
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Capitolo 27 *** Quando capisci che... “You and me together, nothing is better!” ***
Set
Fire To The Rain
27.
Quando capisci che... “You
and me together, nothing is better!”
Mi
accoccolo letteralmente
addosso a
Sesshomaru e sospiro.
-Certo
che tuo fratello non ci capisce proprio una mazza.- dico
semplicemente.
Lui
si attorciglia una ciocca dei miei capelli al dito. -E' anche tuo
fratello.-
-Si,
infatti!- dico io, alzando la testa -E me lo sono sorbito io, gli
ultimi anni, con tutti le sue pippe mentali con Kagome. Ma anche con
l'altra Kagome era così?-
-Non
ne ho idea.- dice, prima di baciarmi.
Santo
cielo, questo demone mi manda in brodo di giuggiole ogni volta.
-Ehi.
E' un modo carino per dirmi di tenere la bocca chiusa?-
Sesshomaru
fa un mezzo sorriso e mi bacia nuovamente. Quindi, deduco che la
risposta sia si.
Kamisama,
a volte mi dimentico che Sesshomaru sa
sorridere.
E' scioccante quando lo fa, credetemi!
-Maru,
insomma! Io cerco di parlare seriamente e tu mi zittisci!-
Lui
alza gli occhi al cielo. -Non mi interessa parlare dei problemi
amorosi di Inuyasha.- sospira.
-Vuoi
che parliamo dei nostri?- gli sussurrò maliziosa, iniziando a
passare le dita tra i suoi capelli argentei.
Sesshomaru
alza un sopracciglio. -Di quali problemi stai parlando?-
Io
non gli rispondo e rido di cuore, poi mi avvicino alle sue labbra,
insaziabile.
Passerei
ore e ore abbracciata a Sesshomaru, perché con lui mi sento al
sicuro, mi sento a casa.
Mi
accoccolo sul suo petto e, cullata dalle sue carezze ritmiche sulla
schiena, mi abbandono al sonno.
La
mattina dopo, appena mi sveglio, faccio un salto giù dal letto
e mi posiziono davanti al calendario, fissando la data scritta sul
fondo bianco.
-E'
il 24 Dicembre, Maru! Che bello!!!- esclamo, saltando nuovamente
sopra al letto e sorridendo al mio... ragazzo?
Lui
inarca un sopracciglio, perfettamente sveglio -cavoli, io la mattina
sembro Frankestain col pigiama!- e sbuffa leggermente. -Cosa ci trovi
di tanto speciale, nel Natale?-
Lo
guardo come se avesse detto un'eresia.
-Come,
cosa c'è di bello nel Natale? Il Natale è... un giorno
con cui stare con la propria famiglia, scambiarsi i regali, fare il
pranzo. E' un giorno magico.-
-Si
sta tutti i giorni con la propria famiglia.-
-Si,
ma a Natale... beh, assume un significato diverso. A Natale ci si
ferma a pensare e si apprezza di più tutto quello che si ha
intorno: per le strade ci sono le luci colorate che illuminano la
notte, dalle finestre si intravedono gli alberi decorati e... è
un po' difficile da spiegare. E' un giorno significativo.-
Sesshomaru
annuisce.
Mi
rattrista parecchio che non sappia il significato del Natale. Beh,
dopotutto quando Rin era viva, la festa non esisteva ancora.
-Vedrai
che domani capirai cosa intendo.- gli dico, sorridendo e alzandomi
dal letto. Mi avvio alla porta della sua camera, intenzionata ad
andare nella mia a lavarmi e vestirmi.
Spalanco
la porta e vedo un esserino verde che si fionda dentro urlando.
Tuttavia, basta un’occhiataccia di Maru a zittirlo.
-Mi
scusi, Padron Sesshomaru.- dice, facendo un piccolo inchino. In
quell’attimo, si accorge di me -che sono ancora sulla soglia
della porta, indecisa se ridere o no- e mi guarda con gli occhi
spalancati.
-Tu.-
mi dice, indicandomi con il dito. -Cosa ci facevi nella camera di
Padron Sesshomaru?-
Io
mi blocco e guardo alternativamente Sesshomaru e Jaken, indecisa su
cosa rispondergli. Insomma, mica potevo semplicemente dirgli che
abbiamo passato la notte insieme. Che poi, c’è da dire,
dipende anche come avrebbe inteso la risposta.
Alzo
le mani verso l'alto. -Sono sicura che Sesshomaru saprà essere
molto più esauriente di me. Io vado a farmi la doccia, ciao,
ciao!- dico, prima di fiondarmi in camera mia e chiudermi dentro.
Fiuuuuu,
ci è mancato un pelo!
Faccio
spallucce. Beh, alla fine non sarebbe stato nulla di così
grave, no?
… Ehm,
non vi sento...
No?
D'accordo,
ho capito, lasciamo perdere.
Alzo
gli occhi al cielo e mi avvio verso la mia bella, bellissima,
stupenda doccia.
Insomma,
c'è da dire che dopo essersi improfumati e scaldati per benino
sotto il getto dell'acqua calda, si sta proprio da Kami.
Ridacchio
e scendo a colazione.
Visto
che è la Vigilia, i miei genitori sono usciti e Inuyasha,
probabilmente, è ancora a letto. Aspetto Sesshomaru qualche
minuto, per vedere se scende a fare colazione con me, ma quando vedo
che non arriva decido di mangiare.
Non
posso mica morire di fame, no?
…
Ok,
ci rinuncio subito. Siete proprio una delusione, oggi, ma vi perdono
perché domani è Natale!
Spalmo
su una fetta biscottata una dose abbondante di Nutella e la mangio
con gusto. Aaaah, che mondo sarebbe senza Nutella?
Sono
alla metà della terza fetta, che sento mamma e papà
rientrare.
-Ayame,
ben svegliata.- mi sussurra mamma, prima di venirmi a dare un bacio
sulla guancia. -Preparati: tra un po’ dobbiamo andare a fare
compere!- mi dice, iniziando a smanettare con carta e penna.
E’
una piccola tradizione Natalizia: il giorno della Vigilia, mamma ed
io, ci alziamo presto e, da brave donne di casa, andiamo a fare una
mega-spesa per il giorno dopo.
Solitamente,
andiamo in un centro commerciale poco fuori Tokyo che, come potete
immaginare, è stra pieno; così ci armiamo di una
pazienza infinita e ci avventuriamo tra code oblunghe per frutta e
verdura e casalinghe impazzite che cercano di accaparrarsi i pezzi
migliori di carne.
Alla
fine, passiamo nel reparto abbigliamento -e lì si, che
perdiamo ore e ore!- e scegliamo che cosa metterci il giorno di
Natale.
Quest’anno,
tra l’altro, dobbiamo anche prendere un vestito per la festa
che si terrà in centro questa sera. Inuyasha ed io abbiamo
deciso di trovarci con i nostri amici, giusto per passare una parte
la Vigilia insieme, anche perché Sango e Kagome sarebbero
partite per le vacanze proprio il giorno dopo Natale.
Scuoto
la testa, felice, e mi fiondo in camera mia. Cerco di darmi un
contegno -insomma, non posso mica andare per i centri commerciali
vestita come una pazza e con i capelli per aria- e poi metto tutto
l’occorrente in una borsa.
E’
fantastico che, qualunque cosa ci metta dentro, nella mia borsa ci
stia qualsiasi cosa. Beh, ovviamente parlo di cose che stanno
normalmente in una borsa.
Certo
è che se provo a metterci dentro un attaccapanni, non ci sta.
A meno che la borsa in questione non sia quella di Mary Poppins.
-Aaaah,
ma che pensieri faccio…- sussurro, prima di uscire dalla
stanza.
-Ehi,
Maru.- lo saluto, vedendolo uscire dalla sua stanza. -Io e la mamma
andiamo al centro commerciale.-
-E
ci vai vestita così?- asserisce, guardandomi dall’alto
in basso, contrariato.
Faccio
un veloce check-up di ciò che ho indossato: dei jeans
invernali aderenti e un maglioncino aderente azzurro…
Uhm,
penso che sia la parte aderente
che non
gli va molto a genio.
-E’
un modo carino per dirmi che sono vestita bene?-
Sesshomaru
rotea gli occhi e mi da le spalle, diretto al piano inferiore.
-Ehi!
E un bacino non me lo dai?- esclamo, correndogli dietro. Insomma,
capisco tutto, ma non ci vedremo per una giornata intera: io ho
bisogno
almeno
del bacino dell’arrivederci!
Sesshomaru
si blocca e si volta verso di me. -No.-
Io
mi imbroncio. -Uffa.- dico, incrociando le braccia sotto il petto.
Lui
scende le scale senza dirmi altro.
Ridacchio,
pensando a quanto testardo e orgoglioso sia il mio demone. Chissà
se riuscirà mai ad aprirsi veramente con me…
*
* *
-Mamma,
dici che ce la facciamo per stasera? Lo sai che Inucchan e io abbiamo
da fare!-
Mia
madre ridacchia e scuote la testa, ma continua imperterrita a
rigirarsi tra le mani dei grossi pezzi di carne rossa. A me, a dirla
tutta, tenere in mano quelle cose fa parecchio schifo.
-Ayame,
prendi questa. Vado a prendere gli affettati.-
Prendo
dalle mani di Izayoi il pezzo di carne e lo mollo schifata dentro il
carrello.
-Bleah.-
sussurrò, pulendomi le mani sui pantaloni.
Che
schifo, schifissimo!
Spingo
il carrello tra le corsie, cercando di arrivare viva al banco degli
affettati e preparandomi psicologicamente ad aspettare almeno venti
minuti. Sto per girare l’angolo quando vedo che mia madre sta
parlando con un uomo alto, muscoloso e attraente.
Lascio
il carrello in balia di sé stesso e mi avvicino lentamente,
cercando di non farmi notare.
-Ma
davvero? La trovo così fuori posto in un supermercato del
genere… sicuramente solitamente sono i suoi subordinati che
fanno la spesa per lei…-
Ci
sta provando con mia madre?
Digrigno
i denti e, in un attimo, mi faccio comparire le orecchie, poi mi
avvicino ai due, con un sorriso che può benissimo essere
scambiato per quello dello Stregatto.
-Ehi,
mamma!- esclamò alzando un braccio.
Mia
madre si gira e mi sorride dolce come al solito, mentre il tipo mi
guarda spalancando gli occhi, che si soffermano sulle mie orecchie
nere.
-Salve.-
dico, rivolgendomi a lui e mettendo bene in mostra i miei denti
appuntiti.
Lui
balbetta un “ciao” e, con una scusa, si defila in mezzo
secondo netto. Wow, che record!
Sogghigno
e faccio scomparire orecchie e denti appuntiti: mi fa piacere che
questi uomini abbiano un minimo di buonsenso, ogni tanto.
-Mamma,
quello, quello, quello!- grido, indicando un kimono bianco e azzurro.
-Tesoro,
sei sicura di non avere freddo?-
Mi
avvicino e ci passo le dita sopra. -Mamma, è invernale…-
-Allora
provalo!- esclama, mettendomelo tra le mani con foga. -Aspetta,
prendi anche questo obi viola: trovo che sia un amore.-
Annuisco
ed entro nel camerino.
Quando
esco, per poco ad Izayoi non viene un infarto. Si porta le mani sulle
guancie e si mette a volteggiarmi attorno, guardandomi da ogni
angolazione possibile.
-Amore,
sei splendida! Sesshomaru rimarrà incantato!-
Io
arrossisco di botto. -Mamma, che c’entra Sesshomaru, adesso?-
Lei
non mi risponde e continua a farmi complimenti, incurante del mio
viso rossissimo che fa un contrasto pazzesco con la stoffa del
kimono.
Per
quanto mi piaccia indossare questo kimono, apprezzo moltissimo quando
mamma mi permette di andare a cambiarmi.
Prima
di andare a pagare, cerchiamo un vestito anche per lei che non visto
qui a descrivere perché non vorrei che Inu fosse anche capace
di leggere nel pensiero e deve essere una sorpresa.
In
ogni caso, non abbiamo più avuto pseudo-scocciatori-rompiballe
fino alla fine del nostro giro nel centro commerciale.
Eheh,
Ayame Taisho colpisce ancora!!!
*
* *
-Inuyasha,
dove caspita hai messo il mio cellulare?-
-E
io che cavolo ne so?-
-Si
da il caso che te l’abbia dato a te per mandare un messaggio a
Kacchan, dato che TU hai finito i soldi.-
Inuyasha,
dall’altra parte della porta, rimane in silenzio per qualche
secondo, poi sbuffa sonoramente, spalancando la porta della mia
stanza e aprendo la bocca per dirmi qualcosa. Poi la richiude e mi
fissa.
-Dov’è
Ayame?- chiede, con gli occhi fuori dalle orbite.
Io
mi guardo intorno e poi mi indico. -Qui…-
-No,
no, no.- dice mio fratello, scuotendo il dito davanti al mio naso.
-Tu sei troppo carina per essere mia sorella Ayame.-
A
quel punto, prendo l’orecchietta pelosa di Inuyasha e lo
trascino fuori dalla mia stanza, chiudendogli la porta in faccia.
Mi
giro verso lo specchio e mi guardo attentamente. Devo ammettere che
il kimono mi sta bene e il bianco risalta con i miei capelli neri e
sciolti. Mi sono anche truccata un pochettino -ombretto, mascara e
lucidalabbra- ma credo che sia più il kimono ad essere bello
piuttosto che colei che lo porta. Ovvero io, per chi non lo avesse
capito.
Faccio
spallucce ed esco dalla mia camera, prendendo la borsa dove avrei
messo il cellulare. Sempre se Inuyasha si fosse ricordato dove lo
aveva cacciato.
Scendo
le scale, seguendo il chiacchiericcio dei miei parenti e sbircio giù
dalle scale. Fortunatamente, nessuno mi sta aspettando in stile
principessa, così scendo velocemente le scale prima che mamma
decida di farmi qualche foto inappropriata.
-Allora,
parenti, andiamo? Kacchan ci starà sicuramente aspettando a
casa sua.-
Tutti
i miei parenti si girano verso di me e, santo cielo, mi guardano con
gli occhi spalancati, anche mia madre e Inuyasha.
Arrossisco
e guardo con la coda dell’occhio Sesshomaru. Ha un’espressione
strana, che mi fa venire decisamente i brividi sulla schiena.
Unisco
le mani e guardo Inuyasha, sperando di distogliere l’attenzione
dalla sottoscritta.
-Inucchan,
il mio telefono.- dico, mettendogli la mano aperta sotto il naso. Lui
rotea gli occhi e me lo sbatte sulla mano.
Usciamo
dalla villa e, con piacere, noto che Sesshomaru mi cammina a fianco e
-addirittura!- si siede di fianco a me durante il tragitto in
macchina. Wow, quasi non mi sembra vero!
Passiamo
a prendere Kagome -decisamente splendida anche lei, con il suo kimono
rosa pesca- e Inuyasha inizia subito a sussurrarle cose dolci
all’orecchio che, tutti noi, ci sforziamo di non ascoltare.
Sono
davvero carini quei due. Davvero carini. Se qualche volta Maru mi
sussurrasse paroline dolci all’orecchio, mi farebbe davvero
piacere.
Capito,
Sesshomaru? Cerca di captare i miei pensieri con quella mente da
demone millenario che ti ritrovi…!
Qualche
minuto dopo arriviamo a destinazione. La festa è splendida: ci
sono un sacco di stand con le cose più impensabili, come
centinaia di caramelle gommose, pesciolini rossi da pescare, collane
e braccialetti di ogni tipo e tantissime altre cose, che mi attirano
da morire.
Credo
che più di una volta i miei amici abbiano dovuto trascinarmi
via dagli stand di dolciumi. Eh, beh, sono golosa, che ci volete
fare?
Dopo
un paio di ore -devo ammettere che mi stavo stancando parecchio a
camminare avanti e indietro- vedo Maru che guarda uno spettacolo di
mangiafuoco. Mi avvicino silenziosamente -anche se sono certa al
cento per cento che mi abbia sentito lo stesso- e mi giro a osservare
il fuoco che rotea nel cielo. L’uomo è bravissimo, per
essere solo un umano: riesce a far roteare i bastoni infuocati con
estrema precisione e li afferra senza bruciarsi.
-Ayame.-
mi chiama Sesshomaru, ad un certo punto.
Io
mi giro verso di lui e gli sorrido. -Dimmi.-
-Seguimi.-
mi sussurra, prima di dare le spalle allo spettacolo e avviarsi verso
un grumo
non ben identificato di
alberi lì vicino.
-Maru?-
domando quando, ormai, siamo lontani dalla folla. Lui volta
leggermente la testa e io capisco che posso porgergli la mia domanda.
-Dicevi
spesso a Rin “seguimi”?-
Sesshomaru
si ferma e si gira verso di me. -Come lo sai?-
Io
mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Forse non
avrei dovuto fargli questa domanda.
-Beh,
ogni volta che lo dici sento una sensazione strana, che non mi so
spiegare. Ho pensato…- non termino la frase, non sapendo più
che dire.
Lo
vedo chiudere gli occhi, e mi si stringe il cuore. Sto per chiedergli
scusa, quando lui mi precede.
-Voglio
mostrarti una cosa.-
Io
richiudo la bocca e lo guardo interrogativa, poi spalanco gli occhi
quando sento la sua forza demoniaca aumentare e vibrare nell’aria.
-Non
ti spaventare.- mi dice con voce roca, ghignando alla vista della mia
faccia sorpresa.
Faccio
in tempo a sbattere un paio di volte le palpebre che, al posto del
demone con i capelli argento, compare un grosso demone cane bianco,
con due voglie rosse sul muso e una mezzaluna blu in mezzo alla
fronte.
Rimango
allibita per parecchi secondi, respirando a mala pena, fino a che il
grosso cane non muove un passo verso di me. Io arretro
involontariamente, forse a causa del brivido che mi percorre la
schiena alla sua vista: dopotutto sono sempre in parte felino.
Sesshomaru
si ferma e mi osserva con quegli occhi che hanno la capacità
di farmi arrossire anche se sono così diversi dal solito;
faccio un sospiro profondo e abbozzo un sorriso, poi mi riavvicino a
lui e, titubante, allungo una mano e gli accarezzo il muso.
Ridacchio
quando Sesshomaru si siede sulle zampe e si avvicina di più a
me, così continuo ad accarezzarlo.
-Che
bel cagnolone che sei, Maru! A Kagome piaceresti un sacco!- esclamo,
ricevendo un basso ringhio per risposta. Rido e continuo a passare la
mia mano sul suo morbido pelo.
-Sei
stato carino, sai? Mi fa tanto piacere che… che mi ritenga
così importante.- sussurro, sorridendo intenerita.
Lui
si alza e si posiziona con il dorso di fianco a me. Ci metto qualche
secondo a capire che vuole che gli monti in groppa.
-Stai
scherzando?- chiedo, sgomenta. Lui mi fa un cenno spazientito, e a
quel punto ne approfitto prima che cambi idea.
Mi
accoccolo sulla sua schiena e mi attacco al pelo del suo collo,
stringendo per bene la presa quando il grosso cane si alza da terra e
si libra nel cielo.
-Wow…-
sussurrò godendomi la sensazione dell’aria tra i capelli
e del corpo caldo di Maru vicino a me. -E’ bellissimo!- gli
comunico, ridendo e accarezzandogli la testa.
Sesshomaru
si alza di quota fino a superare le nuvole nel cielo e io trattengo
il respiro: non mi ero mai sognata di volare così in alto da
sola.
Passo
le mani attraverso le nuvole soffici e ridacchio, notando che
sembrano schiuma. Dopo qualche minuto ci abbassiamo e riconosco,
finalmente, il paesaggio sotto di noi: Sesshomaru si sta dirigendo
verso la nostra casa.
Si
ferma sul tetto e io scendo dalla sua groppa tutta infreddolita,
anche se la sensazione non mi da molto fastidio; guardo il grosso
cane bianco che viene avvolto da una luce bianca e che ritorna il
demone che tanto amo.
Gli
sorrido e lo seguo nella sua camera, entrando, alternativamente,
dalla finestra.
-Grazie,
Maru.- sussurro, felice. E’ stato bellissimo, da parte sua, che
mi abbia mostrato la sua vera forma, che abbia voluto condividere una
cosa del genere con me.
Lui
mi fissa qualche secondo con il suo sguardo ambra e io, come al
solito, mi sciolgo sul posto.
-Prego.-
dice, prima di darmi le spalle e prendere dal comodino un pacchettino
che, prima, non avevo notato. Me lo porge e io lo prendo sorpresa.
Sciolgo
il fiocchetto e apro la scatolina, scoprendo un piccolo ciondolo a
forma di mezza luna.
Spalanco
gli occhi e guardo Sesshomaru che, per tutta risposta, mi dice -Buon
Natale-, prima di prendermi dalle mani il ciondolo e allacciarmelo
attorno al collo.
Lo
sfioro con una mano e sorrido.
-E’
splendido. E’ come se ti avessi sempre accanto, anche quando
non ci sei.- dico, sedendomi sul suo letto e tendendogli la mano.
Sesshomaru
la afferra e si siede a fianco a me, mentre io mi accoccolo a lui.
-Grazie.-
mi sussurra tra i capelli.
-Di
cosa?-
-Di
essere qui con me.-
Sento
il cuore che mi batte fortissimo e la felicità che mi riempie
a ondate. Allora è questo che si prova a stare con la persona
che si ama.
Alzo
la testa e lo bacio, stringendolo il più possibile a me.
Siamo
solo io e lui. E non c’è nient’altro che, in
questo momento, possa desiderare.
Angolino
dell'autrice:
Ciao
a tutti! Cavolo,
non mi sembra vero che questo sia l’ultimo capitolo.
Insomma,
non sono molto brava con gli “arrivederci”, non trovo mai
le parole giuste.
Voglio
ringraziarvi tutti, uno a uno. Non mi metto a citarvi tutti perché
sarebbe una cosa infinita (la mia pigrizia… xD ) ma sappiate
che mi ricordo di ognuno di voi, perché mi avete emozionata
con le vostre recensioni, mi avete fatta divertite, mi avete fatta
sentire apprezzata. Mi avete dato cose diverse eppure tutte
ugualmente importanti. Spero che potremmo tenerci in contatto anche
se non più attraverso questa storia.
Per
questo non posso fare altro che dirvi: Grazie, dal profondo del
cuore. Grazie di esserci sempre, grazie di avermi dato la forza di
continuare e di scrivere, grazie di tutto.
Ok,
prima che mi dimentichi: l’ho ripetuto mille volte, ma lo
scrivo anche qui, visto che è l’ultimo capitolo. Dunque:
ho in mente un sequel, ma purtroppo questo non è periodo per
fic comiche, quindi rimando tutto a quest’estate, sperando in
bene. Nel caso dovessi pubblicare, metterò un avviso qui, così
se avete la storia in una delle vostre liste lo saprete
automaticamente.
Spero
che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto e che sia una degna
conclusione della storia. Sinceramente sono un po’ titubante,
quindi aspetto i vostri commenti e… mi direte =)
Vi
ringrazio ancora tanto, tanto e tanto!
°°Samirina°°
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