The Rebound

di horangeJuicee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Masochist ***
Capitolo 3: *** He don't know anything. ***
Capitolo 4: *** Because I'm in love with you. ***
Capitolo 5: *** Opportunity. ***
Capitolo 6: *** A launch together. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Prologo.




-Ho sentito della notizia. Stai bene?- gli chiesi sedendomi di fronte a lui.
-Si sto bene. E comunque era una decisione di comune d’accordo.- mi rispose abbozzando un sorriso. -E poi abbiamo deciso di rimanere amici.-
-Capisco.- gli risposi semplicemente. -Non la dimenticherai così facilmente. Insomma dopo tutto quello che avete passato insieme non… non riuscirai ad essere solo il suo amico.-
-Lo so, ma forse questo separamento ci farà del bene e chissà un giorno forse ritorneremo insieme.-
-Se a te sta bene, così.- -
Si a me sta bene così. Scusami , ma se non ti dispiace vorrei stare un po’ da solo.-
-Ok. Ma sei hai bisogno di qualcosa sono qui.-
-Grazie.-
-Ciao.- detto questo esco dalla stanza  e mi avvio verso la porta d’ingresso.
Non lo mai visto così giù di morale. Ha sempre avuto un sorriso stampato sulla faccia, invece adesso era cupo.
Diceva di stare bene e che c’è la farà a superare questa cosa ma non ne sono tanto sicura. Era il mio migliore amico e sapevo quando stava bene o no.
Era una parte di me e se soffriva, lo facevo anch’io. E mi fa male vederlo così e non poter fare nulla, vorrei abbracciarlo e farlo sentire bene, dirgli che io ci sono, che sarò sempre al suo fianco, vorrei fargli capire che non riuscirà solo suo amico perché non puoi esserlo se è quella persona è quello che ami.
Come lo so? Beh, è la stessa cosa che provo per lui.
Ah, scusatemi, non mi sono ancora presentata mi chiamo Nadine Jane Boyce, Nad per gli amici, sono alta e sono bionda, ho gli occhi azzurri come il cielo dopo la tempesta o come lo descriveva Andy, uno dei miei migliori amici, e sono fottutamente e perdutamente innamorata del mio migliore amico, Liam James Payne.
Si oramai io lo sono da quando avevamo 14 anni all’inizio pensavo che fosse solo una cotta adolescenziale e che mi sarebbe passata ma non fu così. Ogni attimo che passavo con lui non faceva altro che aumentare i miei sentimenti finché non divenne amore. Un amore sì, ma a senso unico, perché lui non mi ha mai ricambiata. Forse in parte perché non glielo mai detto a causa della mia codardia o per la paura di perderlo ma non lo so, l’unica cosa certa e che non si è mai comportato più di un amico o fratello. Sopportavo ogni inizio e fine delle sue storie, e soffrivo in silenzio fingendo sempre un sorriso. Lo sempre aiutato a conquistare le sue donne soltanto per vederlo felice, e quando lui lo era lo ero anch’io.
A me bastava questo, vederlo felice e sorridere stare accanto a lui, mi basta sapere che almeno come amica mi vuole del bene.  






 

TheReboundWriter:
Ciaoooooooooooooooooo!
Salve a tutti, sono di nuovo io che vi rompo le scatole con
le mie storie assurde.
Comunque sono di nuovo qui a scrivere un'altra storia
quando non ho ancora finito gli altri due! Ma che vi devo dire???
Mi piace così tanto scrivere. Va beh, come avete visto questa volta
tocca al nostro Daddy Direction a fare da protagonista insieme alla dolcissima
e bellissima Taylor Swift. Ho scritto questa storia dopo aver saputo della rottura
di Liam e Danielle, o come lo chiama una mia amica Liamelle, che mi fa pensare
alle ciambelle e caramelle. Un po' mi dispiace erano una coppia bellissima, ma basta che
lui non soffrà tanto.
Vaboh, allora vi lascio, alla prossima. RECENSITE! Per farmi sapere che cosa ne pensate,
ma di solito non cagate mai le mie cagate(?).
Goten Nacht!

-El xxx 

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Capitolo 2
*** Masochist ***


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Masochist

 



Quando si è innamorati,
si comincia sempre con l’ingannare se stessi
e si finisce sempre con l’ingannare gli altri.
Questo è ciò che il mondo chiama una ‘storia d’amore’

{Oscar Wilde}





Nadine

È passata almeno sei mesi è lui non è cambiato molto.
Sorride davanti alle telecamere e esci per far vedere che sta bene e che è forte abbastanza da riuscire a superare la loro rottura. Ma non è così, lui soffre e anche tanto, cerca di nascondere i suoi veri sentimenti, sotto ad un sorriso falso.
Non lo ha ancora superato e non vuole  darlo a nessuno.
Ogni sera i suoi cuscini sono bagnati di lacrime di sofferenze.
-Lee, ti stai facendo del male da solo, lo sai?-
dico all’ improvviso mentre sono seduta sul divano, del loro, del suo appartamento a fare nulla.
-Come scusa?- chiese lui confuso.
-Ti stai facendo del male da solo.- ripeto un'altra volta.
-E perché mai?-
-Perché? Perché stai soffrendo e non lo vuoi dire a nessuno, vuoi sempre tenerti dentro le cose e non ti sfoggi mai, neanche con me che sono la tua migliore amica. Lee, io ti conosco fin troppo bene. So che non hai superato la vostra… la vostra rottura. So che provi a chiamarla e poi spegni subito senza neanche farlo squillare. So che piangi ancora tutte le notte e bagni il cuscino. Tu sei come un libro aperto per me, non puoi nascondere niente.- dico d’un fiato.
Mi guarda per un attimo e scoppia a piangere abbracciandomi.
-Mi dispiace. Mi dispiace, se ti ho nascosto tutto, se ti ho mentito e soprattutto di essere stato uno stupido per aver pensato che non mi avresti capito mai.- si scusò.
-Shhh, non preoccuparti di quello. Ora pensa soltanto a sfogarti e tirar tutto fuori, così ti sentirai meglio.- gli accarezzavo la schiena come facevo sempre quando aveva bisogno di me.
-Il punto è che la amo ancora, la amo nonostante tutto. Mi manca, terribilmente. Mi manca il suo profumo, la sua pelle delicata e morbida, i suoi capelli, i suoi ricci, la sua voce… Mi manca lei. Non riesco ad andare avanti senza Danielle. Era ed è tuttora la mia vita.-
Queste parole erano dolce ma allo stesso tempo mi facevano male, dolce perché erano sincere e naturali e perché è sempre bello sapere che manchi a qualcuno, mi fa male perché non erano rivolte a me.
Queste parole mi distrussero il cuore in tanti piccoli pezzettini.
-Si risolverà tutto, prima o poi.- l’unica frase che riesco a formulare per la fitta che mi trovavo nello stomaco.
Danielle era stata una pazza a lasciare Liam, il ragazzo più dolce e premuroso sulla faccia della terra.
Se fossi stata al suo posto non l’avrei mai fatto, non potrei mai lasciarlo, non sapeva che cosa aveva perso. Era la ragazza più fortunata ma l’aveva fatto scappare.
-Scusami, ti sto bagnando la maglietta.- rise asciugandosi le lacrime.
La sua risata cristallina, era una delle cose che amavo più di lui.
-Non fa niente, tanto non è un granché.- sorrisi e ricambiò.
-Dai, andiamo. Ti compro una maglietta.-
-Ma va, sto bene così e poi si lava.-
-Ma cosa dici?-
-Come cosa dico? Che c’è di male nel lavare una maglietta?- Sogghignò.
-Ma non è per quello, è che lo hai lavato tante volte che si è consumato.-
-Beh, scusa, ma io mi affeziono alle cose e non vorrei sprecarli.- gli feci la linguaccia.
-Dai, non fare tante proteste, Nad, e vieni con me.-
-E va bene, ma solo una maglietta.-
-Si, cara.-
Uscimmo dall’appartamento e salimmo nella macchina dritto al centro commerciale.
Arrivammo lì e Lee mi trascinò dentro ad un negozio. Era molto femminile e elegante, non era il mio tipo.
Diciamo che sono una ragazza che non segue molto la moda, anzi non la seguo per niente. Infatti la commessa di quel negozio mi guardava male come se avesse visto un cosa molto orripilante.
Mi guardai dai piedi fino alla testa in uno specchio posto in un angolo, e non ci trovai niente del male in me, vedevo una ragazza che aveva dei pantaloni a zampa d’elefante e una comoda maglietta extra-large e che indossava degli occhiali più grandi della sua faccia, insomma non avevo nulla di strano almeno per me.
Non mi ero neanche accorta che Liam non era più accanto a me, e che stava parlando con la commessa di una cosa che non so, lo seppe soltanto quando lui ritorno da me con una scatola.
-Tieni.- disse semplicemente.
-Che cos’è?-
-Apri e lo vedrai.-
-Umh, e da quando fai il misterioso?- Rise.
-Dai aprilo.-
-E va bene.- Lo aprii c’era un vestito elegante a color pastello.
-Lee, ma che cavolo? Avevo detto solo una maglietta.-
-Infatti. Questo vestito è per Danielle, volevo solo fartelo vedere per sapere un opinione femminile, sai com’è sono un maschio e non me ne intendo molto di queste cose.-
O cacchio. Avevo appena fatto la figura di merda più grande del secolo, ero pronta a scommettere che ero rossissima in viso. Caspita, ma come potevo pensare che quel vestito era per me, non era nel mio stile e Liam non me lo avrebbe comprato decisamente. Era per Danielle, ma perché glielo aveva comprato? -Ah.- riesco a rispondere mantenendo comunque lo sguardo basso sia per l’imbarazzo che provavo sia perché la mia faccia in quel momento dal rosso che era, adesso è viola come la prugna.
-Dopo la nostra conversazione ho capito che se voglio che tutto si risolvesse devo fare qualcosa così ho deciso che voglio regalargliela e dirle che non posso sopravvivere senza di lei. Tu mi aiuterai, vero? Lo hai sempre fatto.-
In effetti, se loro si erano messi insieme era anche merito mio. Lo avevo aiutato ad averla.



 



-Nad.-
Urlò un Liam pimpante mentre entrava nella mia stanza senza permesso.
-Ma che? Lo so che sei il mio migliore amico ma cacchio potresti bussare una volta nella tua vita, guarda che non nuoce mica.-
Dissi alzandomi dalla posizione comodissima che avevo preso nel letto un attimo prima che piombassi questo ben di Dio nella mia camera.
-Ma smettila, va.-
Sorrisi. -Comunque, che sei venuto a fare qua?- 
-Ah, giusto.- rispose buttandosi tranquillamente  sul letto.
-Mi devi aiutare a conquistare Danielle.- continuò.
CRACK. Questo era il mio cuore che si sta spezzando in mille pezzettini.
Ma ormai ci ero abituata, ogni volta che gli piaceva una ragazza o voleva conquistarla ero sempre lì ad aiutarlo e mettermi in ridicolo tutto per vederlo felice.
Ma tutto quello mi costava una fatica, mi faceva soffrire, facevo del male a me stessa, si, ero diventata una masochista.
-Ah, e come?-
-Beh, avevo optato di andare sulla London Eye e poi portarla in un posto riservato e chiederla di essere la mia ragazza.-
Era un idea fantastica, era così dolce, romantico, e tutto quanto una ragazza sogni in un appuntamento. Ma purtroppo non era organizzata per me.
-E in tutto questo che c’entro?- gli chiesi.
-Ecco vedi, Nad, ho bisogno di te per chiederla di fidanzarsi con me.-
-Quindi mi vuoi li come sopporto morale?-
-No, cioè si anche, ma ho bisogno che ti travesta da un orso di peluche grande e tenere un cartello dove c’è scritto “Vuoi essere la mia ragazza?”- dissi d’un fiato.
Rimasi perplessa per un po’ per poi chiedergli -Come scusa?-
-Oh, andiamo Nad. Lo hai capito benissimo.-
-No.- risposi decisa.
Era proprio fuori discussione che io mi metta un costume da orso gigante. Ho capito che nelle sue storie passate mi sono ressa ridicola ma non fino a questo punto.
-E dai Nadine. Lo so che è una cosa troppo grande da chiedere ma non ho nessuno a cui chiederlo. I ragazzi non sono qui perché sono tutti andati a casa proprio. Andy è a Wolverhampton. Ho provato ad ingaggiare un'altra persona ma questa si è ammalato e l’appuntamento è stasera. Quindi, per favore aiutami sei la mia unica speranza per conquistare la donna che amo. Ti prego. Ti supplico.- si mise inginocchio.
Ero in imbarazzo e si vedeva dal rossore del mio viso. Non sapevo cosa dire, oppure si.
-E va bene.- gli dissi mentre lo aiutavo ad alzarsi -Ti aiuterò.-
-Davvero? Si, evvai! Ma quanto posso amarti.- mi baciò la guancia e uscì dalla camera tutto saltellante.
Ok, sono adesso sono viola come quella bambina del film ‘La fabbrica del cioccolato’.
Mi stavo ancora toccando la guancia ed ero ancora scossa a quel ‘Ma quanto posso amarti’, anche se intendeva come amica ma per me è importante lo stesso perché è meglio averlo così che non averlo affatto,  spuntò di nuovo la sua testa dalla porta.
-Nad, grazie. Non sai che favore mi stai dando. Un giorno riuscirò a restituirtelo.-
Sorrisi e non ne potei fare a meno di ricambiarlo. Farei di tutto pur di farlo felici, anche se questo comporta la mia infelicità.







 

-Si.- ed ecco che faccio di nuovo l’ipocrita, procurando del male a me stessa da sola.
-Lo sapevo che potevo contare su di te.- mi abbracciò.
Alcune lacrime volevano uscire dai miei occhi ma non potevo farli vedere.
-Ehi, ma stai piangendo?- mi chiese staccandosi.
-No, ma va. È che questa storia di Danielle e te mi fa commuovere.- mentii, ormai ero brava a farlo lo facevo ogni giorno a lui e a me stessa.
-Grazie, davvero, grazie. Dai andiamo a comprare la tua maglietta.-
Annuii e uscimmo da quel negozio.




 

Liam

Ecco ci siamo.Ho tutto pronto, manca solo la persona diretta.
È stato organizzato tutto magnificamente, ma c’era da aspettarselo in fondo, Nad ha sempre fatto tutto alla perfezione.
Mi controllo meglio la cravatta, spero solo che accetti, ma sono quasi sicuro che Nad riuscirà ad convincerla a venire.
Me lo sento ritorneremmo insieme, e saremmo più forte che mai.
Sento il rumore del motore della macchina, questo vuol dire che sono arrivati. Faccio un bel respiro e mi avvio alla porta per aprirla.
Ed eccola qui.    

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TheRebound Writer: 
Bella gente, come va?
Soo, non posso soffermarmi molto adesso, perchè 
ho da fare a come avere i biglietti per il concerto, anche se non sto 
capendo nulla. 
Ma siccome sono molto buona ho preso un po' di tempo per pubblicarvelo
questo capitolo, quindi spero sia di vostro gradimento.
Invece a voi com'è andato avete i biglietti? 
Comunque ora mi dileguo, Sciaooooooo, bedde. 
E recensite per favore. :3

-El xxx

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Capitolo 3
*** He don't know anything. ***


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He don't know anything.



L'amore è bipolare.
Può essere bella , può essere dolorosa.
Non si è mai certo.

{-cit.}











Liam.




Ed eccola qui. Sta scendendo dalla macchina, bellissima come sempre, e sta indossando il vestito che le ho comprato.
Lo sapevo che Nad me lo avrebbe portata qui, posso sempre contare su di lei ed è per questo che è la mia migliore amica, lei è la migliore di tutti. 
Ok. È a pochi passi da me, sta camminando sul tappeto rosso con la sua eleganza nata.
Questa volta me lo sento, torneremmo di nuovo insieme più forte che mai.
 -Ciao.- le dico sorridendo.
-Ciao.- mi rispose accennando un mezzo sorriso.
Nell’aria si percepiva una tensione così alta che lo si poteva spezzare muovendo anche solo il mignolo. 
-Beh, vogliamo dirigerci verso il nostro tavolo o fissarci a vicenda per tutta la notte? Sai perché io potrei farlo, potrei ammirare la tua bellezza per tutta la notte e per sempre.- tentai di spezzare quel filo di disagio.
-Va bene.- disse lei impassibile.
Forse la sto annoiando, forse dovrei arrivare subito al sodo, forse dovrei affrettarmi o forse dovrei smetterla di dire forse. Ci accomodammo nel tavolo ma quella tensione c’era ancora, eccome. 
-Ok, senti Liam…- cominciò a parlare Danielle ma la interruppi.
-No. Per favore fa parlare prima me perché ho tante cose da dirti, ti voglio dire le cose che ho tenuto dentro di me per queste 6 mesi senza di te, vorrei dirti le cose che penso in questo momento, vorrei che tu mi ascoltassi ora, vorrei rivelarti i sentimenti che ho provato a reprimere.- smisi un attimo come per chiederle di poter continuare e la sua risposta non tardo inclinando di lato un po’ la testa. 
-Vai.-
-In questi ultimi mesi ho provato ad andare avanti senza di te senza il tuo profumo che invade tutta la casa, senza i tuoi capelli da accarezzare, senza la tua pelle morbida e tante altre cose che potrei elencarti all’infinito. Ma alla fine non c’è l’ho fatta, ho capito che io senza di te non sono nessuno, che tu sei come ossigeno per me e che sei la cosa più essenziale nella mia vita. Tutte le notti piangevo appoggiato nel tuo cuscino, cosa insolita per un ragazzo vero? Ho provato anche a chiamarti ma riattaccavo subito per la paura di sentire la tua voce e non farne a meno. Ho provato a vederti nell’altre ragazze ma poi mi sono reso conto che è la cosa più stupida che potessi fare perché tu sei unica. Ho provato a calmare la sofferenza che provavo riempendomi di lavoro e andando alle feste ma niente da fare. Ho provato a dimenticarti in tutti i modi possibili in questo mondo ma proprio non c’è l’ha faccio perché ho capito che tu sei la donna della mia vita. La donna con cui voglio svegliarmi la mattina presto e riempirla di baci, la donna con cui fare figli, la donna con cui passare tutta la mia vita. Io ti amo Danielle, più di qualunque altra cosa.- fini il mio discorso sperando che l'abbia colpita nel cuore perché d'altronde è solo la pura e dolce verità.
La guardai dritto negli occhi era sorpresa ma le brillava uno stano luccichio negli occhi, una luccichio che non portava a una buona cosa, o almeno era quello che mi diceva l'istinto. 
-Dimmi qualcosa, ti prego.- la supplicai.
-Io... Liam... Io non so cosa dire.- esordì dopo un po' di tempo -Io non so cosa fare, non so come dirtelo.-
-Prova. Prova come ho provato io.-
-Io vedi... Anche per questi ultimi sei mesi sono stati serviti a qualcosa, sono stati serviti anche a me per pensare e... il risultato non è uguale al tuo.- Sentii un qualcosa spezzarsi dentro di me. Avevo una fitta al cuore mentre alcune lacrime minacciavano di scendere lungo le mie guance.
-Che cosa vuoi dire con questo?- le chiesi distrutto.
 -Voglio dire che ho capito che non sono pronta ad impegnarmi sul serio, che ho ancora una vita davanti a me, che sono ancora giovane e che ho ancora tanta voglia di divertirmi, di andare in giro per il mondo e conoscere altra gente, di tutto questo e altro che come vedi sono contrarie alle tue. Liam io ti ho amato con tutta me stessa anche fino a perderla, ma ora è arrivato il momento di ritrovarla. E pian piano lo sto ritrovando con Jeff.- disse l’ultima frase come un soffio quasi per paura di ferirmi ed era vero mi aveva ferito alla grande.
Jeff? E ora chi è questo? Le lacrime amare ormai mi solcavano il viso e avevo il respiro irregolare. Non c’è la facevo più.
-Jeff?- riuscii a dire con un filo di voce.
-Si. Lo conosciuto due settimane dalla nostra rottura, me lo ha fatto conoscere mia sorella un giorno mentre eravamo in un parco, erano vecchi compagni e rimasto a parlare un po’ con noi e poi da lì cominciava a visitarci sempre. E in quei momenti ero molto vulnerabile e lui… lui sapeva farmi ridere, sapeva consolarmi e soprattutto mi sentivo bene con lui finché non caddi tra le sue braccia.-
Chiusi gli occhi sperando che fosse un incubo e presi un respiro profondo, poi gli riaprii e mi resi conto che era la realtà, che Danielle ormai non era più mia che in questi ultimi sei mesi sono stato un vigliacco e che ho perso tutte le chance di poter stare di nuovo con lei.
-Mi dispiace Liam.- si scusò con gli occhi lucidi.
-Anche a me… anche a me.-
-Ora è meglio che me vada.- si alzò e si diresse verso la macchina.
Io rimasi lì paralizzato, confuso e distrutto. Ho perso tutto, ho perso la ragione per vivere, l’amore della mia vita, il mio ossigeno, ho perso Danielle. Piansi all’infinito finché non ne rimase neanche una goccia da far scendere.
Ero a pezzi.
Sentì il rumore del motore partire ed è lì che lo persa definitivamente.
-Lee. Mi dispiace.- sentii due mani avvolgermi in un caloroso abbraccio.
Nadine. Mi accarezzava la schiena con delicatezza e dolcezza.
In un certo senso mi faceva stare meglio ma non da far colmare tutto il dolore che portavo. Quella ragazza era d’oro e non avevo mai capito perché non abbia mai avuto un fidanzato, chiunque sarebbe fortunato ad averla così come quel Jeff con Danielle. E a quel pensiero cedetti di nuovo alle lacrime che mi bagnavano il viso.
-Shhh. Sfogati pure, sfogati finché non riesci più, sfogati finché non ti sentirai bene con te stesso.- mi sussurrò Nad.
-Lo persa. Lo persa perché sono un  vigliacco, lo persa perché sono uno stupido, lo persa per sempre Nad.-





Nadine



Mi faceva male vederlo così, mi faceva male pensare che non potevo fare nulla per farlo sentire meglio, mi faceva male perché lo so che in parte era colpa mia. 

Lo sapevo che sarebbe andata così, non avevo neanche dovuto convincere tanto Danielle per farla venire qua, lei aveva subito detto di si.  








~Din don~ 

-Arrivo.- sentii dire dall’altro capo della porta.
Ma la voce che ho sentito non era quello che mi aspettavo non era di Danielle anzi era di un uomo e infatti…
-Ciao. Chi sei?- un ragazzo sui 27 anni senza maglietta e con indosso solo un paio di boxer mi parve davanti.
-Salve. C’è Danielle?- chiedo incerta, forse avevo sbagliato casa o si sono trasferiti.
-Si, chi la cerca?- oh, quindi non avevo sbagliato la casa Danielle abita veramente qui, ma chi è questo ragazzo forse sarà il ragazzo della sorella.
-Nadine. Può dirle che la sto cercando e che le devo parlare urgentemente.- gli sorrido ingenua.
-Si, certo. Intanto entra pure e accomodati.- gentile il ragazzo.
Entrai e mi misi comoda sul divano situato sul soggiorno.
Dopo un po’   ritornò il ragazzo ma questa volta con una maglietta e dei pantaloni.
-Sta arrivando, vuoi qualcosa da bere o che ne so da mangiare?- chiese premuroso.
-No, grazie. Sto bene così.-
-Ok.- e si diresse verso quella che dovrebbe essere la cucina.
Dalle scale intravidi delle gambe femminili, oddio che gambe, le mie sembrano cosce di prosciutto.
-Nad.- mi saluta Danielle splendente quasi come se avesse superato la cosa con Liam.-Mio dio, da quanto tempo che non ti vedo.- mi abbraccia.
-Già saranno 6 mesi.-
-Beh, allora che cosa ti porta qui.-
-Oh, uhm… giusto. Sono qui per chiederti una cosa. Uhm… però non so come dirtelo.-
-Nad. Ei sono io. Puoi dirlo.-
-Ok, vedi… ecco… Vorrei chiederti un favore. Vorrei che tu ti vedessi con Liam domani sera, con indosso questo vestito.- le dissi tutto d’un fiato porgendola la scatola.
Lo prese e lo aprii.
-È un vestito bellissimo, ma io non so…-
-Ti prego. Voi due avete bisogno di parlare e di chiarire. Lui sta ancora male e crede ancora in un vostro ritorno.-
-Sai che cosa ti dico, ci andrò. Hai ragione dobbiamo far chiarezza. Lo devo fare per lui cosicché può andare avanti come ho fatto io con Jeff.-
-Hai ragione. No aspetta, cosa? Chi è Jeff?- le chiedo un po’ sorpresa.
-Ecco, vedi, Nad. Jeff è il ragazzo che mi ha aiutato a ritrovare me stessa, il ragazzo che mi ha fatto dimenticare Liam nei giorni di sofferenza, il ragazzo…-
Wow, certo che ha fatto in fretta a dimenticarsi di Liam.
-Che è in cucina.- la interrompo.
-Già. Il ragazzo che è in cucina.- mi dice con un mezzo sorriso.
-Beh, sembra fantastico.- sorrido a mia volta.
-Già. Lo è.-
-Allora io vado, e buona fortuna per domani sera qualunque cosa succederà.-
-Grazie, ma Nad…-
-Si?- -Quale l’indirizzo?- chiede un po’ incerta.
-Oh, già giusto. Scusa. È stato un momento di cretinità. Ecco.- le porse un biglietto dove c’era scritto il luogo.
-Grazie.- Mi accompagna fino alla soglia della porta.
-Mi raccomando, sii delicata con lui. Ti prego.-
-Credimi, l’ultima cosa che voglio è essere brusca con lui.- 








 

-Mi dispiace. Mi dispiace, così tanto, Lee.-
-E per cosa? Non è colpa tua.-
-Invece si, io lo sapevo che sarebbe andata a finire così ma non ho fatto nulla per evitarlo.-
-Come sarebbe che sai che poteva finire così?- mi guardò negli occhi, lo sa che non potrei mentirgli facendo così. Si alzò dalla sedia e cominciò ad indietreggiare. -Tu sapevi che stava con un altro e non me lo hai detto. Tu sapevi tutto sin dall’inizio e non hai spiccato parola.-
-Lee, io… io… non so… ecco…- cominciavo a balbettare non sapevo cosa dire -mi dispiace. Ma dovevo era per il tuo bene. Era meglio se lo venissi a sapere da lei e non da me.- esordisco appena riprendo il controllo di me stessa.
-Per il mio bene? Ho fatto la figura dello stupido, Nad. Mi sono aperto del tutto con lei e mi ha rifiutato capisci questo? Ma no, certo che no. D’altronde tu non hai mai avuto un fidanzato e non sei mai stata innamorata, quindi non capisci niente di amore o per il mio bene. Perché non sei mai stata rifiutata. E non mi meraviglio che tu non abbia un fidanzato perché non ti si può neanche definire una donna o una ragazza. Ti comporti da maschio.- mi sputa quelle parole urlandomi contro.
Rimango paralizzata, non riesco a reagire.
Davvero ha detto quelle cose? Lui il mio migliore amico. Il ragazzo più dolce, romantico, delicato e premuroso della pianeta. Il ragazzo con cui sono innamorata. Non può essere. Magari se fosse stato detto da un'altra persona non mi farebbe nessun effetto ma no, era stato Liam a dirmeli e questo mi aveva spezzato il cuore ulteriormente.
Avevo una fitta al cuore, questa volta il dolore se ne era impossessato del tutto.
-Tu non sai niente di quello che provo io.- dico infine con le lacrime che mi solcavano il viso e con il cuore distrutto. Me ne andai da lì. Mi faceva male vederlo, ero una masochista ma lo ero fino ad un certo punto.
Come si permette a parlarmi in quel modo, lui non sa niente di niente di quello che io provo.
Non sa che sono stata innamorata, che sono innamorata, non sa che sono stata rifiutata e che continuo ad essere rifiutata.  
Continuai a camminare fino alla macchina, ci salii sopra e guidai fino a casa mia.
Entrai nel mio appartamento e mi diressi vero la camera da letto. Mi buttai a peso morto sul letto e ricominciai a piangere come ho sempre fatto, ma questa volta con più sofferenza e dolore.
Ma perché proprio del mio migliore amico mi dovevo innamorare?

 

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TheRebound Writer:


Heilà bella gente! Come va la vita?
Lo so è da tanto che non metto un capitolo,
ma capitemi. Ero molto impegnata e non avevo ispirazione.
Comunque parlando del capitolo... che cosa ne pensate?
Insomma non vi sembra una bella merda? Cioè è pieno di
cose triste e sinceramente ho pianto mentre lo scrivevo.
Si, sono una cogliona che piange mentre scrive la sua stessa
Fanfic. Mongola, vero? Non so nemmeno dove ho preso
tutta questa depressione.
Va beh, me ne vado prima che vi contagio della mia
cupolità(?) [ma esiste, va beh caso mai no, sono una che
inventa parole a caso, quindi...]
E per favore RECENSITE! Anche solo una lettera o
un semplice 'Ciao' per sapere se qualcuno caga le mie cagate(?).
Sciaoooooooooooooooooooo, bedde. (^3^)
-El xx

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Capitolo 4
*** Because I'm in love with you. ***


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Because I'm in love with you.


 

La ricerca della verità e della conoscenza  è una
delle più alte attività  umane,anche
se spesso ne menano più vanto
quelli che meno vi partecipano.

{Albert Einstein}







Nadine





-Mi dispiace Nad. Mi dispiace perché sono stato uno stupido. Mi dispiace perché non mi sono accorto prima di quello che provavo per te. Ti amo, Nadine Jane Boyce.-
-Oh, Liam non sai da quanto tempo aspettavo che tu mi dicesti queste parole e finalmente… Ti amo anch’io, Liam James Payne.- E ci baciammo, con foga, con passione, con tutte le nostre forze, con tutto noi stessi, con tutto l’amor…

~Drin Drin…~
La sveglia. Ho sognato di nuovo quel sogno, ormai e da 5 anni qui che sogno sempre quella scena, aspettando il momento in cui si avverasse sul serio.
Mi alzo controvoglia dal letto e mi dirigo al piano di sotto. È ormai passato tre settimane dall’ultimo incontro spiacevole con Liam, e da quella sera non avevo ancora ricevuto nessuna notizia su di lui.
Di solito le nostre litigate “serie” non duravano neanche più di due giorni ed ero sempre io ad abbassarmi di livello chiedendogli scusa anche se io, ero quella dalla parte giusta, ma questa volta era diverso non sarei andata da lui a chiedergli scusa.
Avevo finito di fare la parte dell’ipocrita, della masochista, avevo finito di soffrire.
Ero esausta, stanca, stanca di essere la migliore amica, la sua migliore amica.  Se vuole fare la pace, che sia lui a venire da me.
Mi verso il latte nel caffè, prima di chiamare Iris, la mia unica sorella.
Mi siedo sulla sedia, sorseggiando il mio caffè latte, e aspettando che quella ragazza si degnasse di rispondere.
-Pronto. Ehi sorellona, come stai?- alzo gli occhi al cielo, sapendo che lei sa che cosa avrei risposto.
-Come vuoi che stia? Male, come sempre.- Sbuffò scocciata.
-Uff, Nad ma quanto sei cocciuta. Ancora con questa storia. Ma vai avanti, di te a lui non importa niente più che come una sorella o migliore amica.-
-Si, sono cocciuta. Si, ancora con questa storia. E no, non riesco ad andare avanti. Scusami se io lo amo, scusa se mi importa di lui, e scusa se non riesco a fare solo la parte della sua migliore amica.- dico rischiando di esplodere.
-Senti, esci un po’ da quella casa. Respira aria nuova, che ti farà bene. Quindi vestiti, che ti aspetto da Starbucks tra mezz’ora. Va bene.- riattaccò.
Sospirai.
Forse aveva ragione, forse dovrei respirare aria nuova, forse dovrei andare avanti.
Mi alzo e salgo di sopra.
Aprii le ante dell’armadio e optai per un maglione alla nonna blu, una tutta e un paio di zeppe. Raccolsi i miei capelli biondi in un chignon accurato e mi misi gli occhiali.
Camminai nel vialetto e salii sulla mia macchina. Arrivai lì in 10 minuti e puntuale.
Vidi in lontananza Iris con i suoi capelli mogani e mossi.
Noi non eravamo sorelle di sangue, eravamo sorellastre, ma ci volevamo bene.
-Iris.- la chiamai.
Si girò verso di me, e ondulò la mano.-Nad, dai vieni.-
Cominciai ad avanzare, fino ad arrivare al suo tavolo.
-Ehi, ma che te sei messa?- chiese guardandomi un po’ schifata.
-Dei vestiti…- rispondo sarcastica.
-E quelle sarebbero vestiti?- domandò di rimando. Iris al contrario di me, era alla moda, si vestiva bene e non usciva mai fuori di casa senza trucco.
-Si, per me sono vestiti. Vestiti decenti.- rispondo tagliando corto.
-Non mi meraviglio perché Liam ti abbia detto che ti comporti come un maschio.- disse quelle parole con nonchalance.
Le mandai occhiate truce, sapeva quanto mi faceva male ricordare quella scena, quelle parole o qualunque cosa che ricollega quella notte. -Oh, Nad mi dispiace. Non volevo. Io…oddio, scusami.- si scusò preoccupata. Lo vedevo che era sincera e che non voleva davvero dire quelle cose.
-Scuse accettate.- sorrise.
-Bene. Non parliamo più di quella cosa. Come stai?- la guardai storta.
-Mi prendi in giro? Me lo hai chiesto stamattina.-
-Oh, già. Beh, non so di che cosa parlare. Non posso parlare di moda con te perché non ti interessa, neanche delle mie storie perché sei depressa, non so cosa fare con te.-
-Beh, per esempio potresti parlami di come stanno i nostri genitori visto che li hai visitati ieri.-
-Uhm, se la cavano come sempre. E anzi sono più sdolcinati che mai. Dovresti sentire le smancerie che si dicono, ti giuro che diventerai bulimica.- Risi a quelle parole.
-Che stupida che sei.-
-E perché?- mi chiede fingendosi offesa.
-Lascia stare va.-
-Sei strana, lo sai?- detto questo ordinammo.
Parlammo del più e del meno, e alla fine mi ha parlato comunque di moda e delle sue relazioni. Stavamo chiacchierando tranquillamente, quando lo vidi.
Lo vidi sedersi con una brunetta, in fondo alla sala, in situazioni intimi. Si stavano baciando, anzi si stavano mangiando a vicenda.
Non riuscivo a togliere lo sguardo da loro, anche se lo volevo tanto, e come se i miei occhi si fossero immobilizzati.
Avevo una fitta nel cuore, le lacrime mi stavano per solcare il viso.
E ancora una volta il dolore e la sofferenza si impossessarono di me. Ma non avevo detto basta? Allora perché sto ancora soffrendo? Perché fa così male?
Si staccarono ma i miei occhi non fecero lo stesso, e infatti incontrarono i suoi. Azzurro nel marrone, chiaro nel scuro.
Vidi il dolore, la tristezza e il pentimento nei suoi occhi, deglutii.
I miei occhi, anche se all’interno mostravano emozioni indefinibili, erano impassibili.
Ero brava a questo, ero brava a non far trasparire le mie emozioni, ero brava a nascondere le cose dalle persone.
Fece per alzarsi e dirigersi nel nostro tavolo.
-Nad. Possiamo parlare.- Alzai lo sguardo, che fino a quel momento era indirizzato verso ad un punto indefinito.
-E di cosa?- chiesi fredda ma stavo per esplodere.
-Nad. Andiamo sono io che dovrei avercela con te. E non tu. Ti perdono.- sorrisi amara.
-Mi perdoni?- mi avvicinai al suo viso -Non sono io quello che ha detto delle parole crudeli.- detto questo uscii da quel negozio.
Non sapevo da dove avevo presa tutta quella confidenza, tutta quella forza per fare quello che ho fatto. So solo che avevo un groppo alla gola come se quello che ho fatto non fosse abbastanza da far smettere la sofferenza e il dolore di impossessarsi di me.
-Nad.- sentii chiamarmi da dietro. -Fermati. Porca puzzola! E da un ora che ti sto rincorrendo.- mi voltai.
-Iris.- l’avevo dimenticata, l’avevo lasciata lì. Che stupida, ero troppo presa dalla situazione che è successo che non mi ero ricordata di lei.
-Oh, finalmente. Minchia, sei peggio di Alex Schwazer. Dovresti andare alle olimpiadi e fare la gara di marcia.- disse con la voce affannata -Comunque sei stata una grande prima, eh?- mi stuzzica appena ha preso fiato.
-Già, una grande.- taglio corto.
-E dai, ora cosa c’è?-
-Niente. Forse è meglio che torni a casa.-
-Guarda che a me non mi freghi, signorina. Ma ti capisco e hai bisogno di stare sola, anche se lo hai già fatto per troppo tempo.- disse comprensiva.
Mi limito a sorridere e ad abbracciarla, poi mi dirigo verso la mia macchina e partire per casa.
Altro che mi ha fatto bene questa nuova boccata d’aria, mi ha fatto solo star peggio a causa di quell’incontro.
Arrivo e apro la serratura della porta, dopodiché mi buttai a peso morto sul divano.
-AH!- urlai per sfogarmi. Ero davvero esausta e stanca.
 





Liam 
 




Sta mattina era il peggio di tutti. Insomma non mi bastava aver incontrato Danielle con il suo nuovo ragazzo al supermercato.






-Ei, Liam. Che ne dici prendo questo per Perrie?- mi domanda Zayn per l’ennesima volta.
-Non lo so, ok? Insomma per me sono tutti uguali e poi non sono una femmina per sapere queste cose.- rispondo infastidito.
-Calmino, eh. Volevo solo un parere. Se solo ci fosse Nadine.- Sbuffo.
-Ma non c’è. Questo il punto.-
-Lee, ma perché non gli chiedi scusa. In fondo sappiamo tutti che l’ha fatto solo per il tuo bene.-
-Ma che cosa ne può sapere lei per il mio bene?- rispondo scocciato.
-Tutto Liam, tutto.- risponde con nonchalance.
-Senti, prendi quello e andiamocene.- taglio corto.
Mossa sbagliata.
Vedo Danielle alla cassa con un ragazzo sui 27 anni, dovrebbe essere quel Jeff.
Ma andiamo, quel ragazzo sembra un fattone, insomma cosa ci trova in lui che non ho io.
-Ei, ma quella è Danielle.- esclama il moro, prima di agitare la mano.
-Eh, abbassa questo braccio.- gli dico tirando con forza giù il suo braccio.
-Ahia!- si lamentò. -Ma ti è saltato il cervello? Ei, ma è con un ragazzo.-
-Appunto per questo.-
-Oh, ho capito è quel Jeff vero-
-Si è quel Jeff.- pronuncio il suo nome con tono schifato.
-Dai andiamo alla cassa per pagare.-
-NO! Oh, ma mi prendi in giro. Hai visto anche tu che c’è Danielle con il suo ragazzo o no?-
-Si e con questo?- Gli do una pacca sul collo.
-Ahia! Ma questa violenza.- Una smorfia di dolore comparve sulla sua faccia.
-Con questo voglio dire che non mi va di parlare e vederli fare smancerie davanti a me.-
-E dai Liam, prima o poi arriverà quel momento non credi? È meglio prevenire che curare.- detto questo mi trascinò verso la cassa. Tentai di nascondermi dietro a una rivista ma fu nullo.
-Ei, Zayn.- la richiamò Danielle.
-Ei, come stai?- risponde quest’ultimo, giuro che lo riempirai di botte.
-Bene e tu? Come va con Perrie? E ciao Liam.- mi saluta infine, ma io non proferisco parola spreando che pensasse non fosse io.
-Guarda che so che sei tu.- come non detto.
Abbasso lentamente la rivista e la rivedo con tutto il suo splendore.
Nonostante tutto non riesco a tenere rancore per lei, insomma come puoi dimenticarti di una ragazza così affascinante, elegante, sofisticante, semplicemente non puoi.
-Ciao.- le rispondo freddo.
-Ti prego, non essere così con me. Mi fa male.-
-Beh, avresti potuto pensarci prima di rifiutarmi.-
-Lee, ti ho detto che mi dispia…-
-Tutto bene, amore?- lo interrompe il fattone, volevo dire Jeff.
-Si. Tutto bene.- lo rassicura Danielle.
-Ok, beh, ho finito di pagare. Andiamo?-
-Si. Certo.- annui Danielle per poi voltarsi dalla nostra direzione. -È stato un piacere rivedervi.-
Si incamminò verso l’uscita con il suo nuovo ragazzo.
-Brutto colpo, fratello.- Zayn mi diede delle pacche lente sulla spalla.







 

Ho dovuto anche subirmi l’odio di Nadine. Insomma dopo la chiacchierata con Zayn ho capito che avevo torto e appena la rivedevo le avrei chiesto scusa. E infatti lo fatto, ma lei non lo ha accettato, forse questa volta lo fatta veramente grossa.
Le sue parole mi rimbombavano la mente ormai per tutto il giorno. -Non sono io quello che ha detto delle parole crudeli.-  
Neanche la scopata che ho avuto dalla brunetta che ho conosciuto da stamattina mi ha distratto.
Per fortuna stiamo andando in discoteca, così almeno spero di distrarmi.
-Liam, sei pronto?- mi chiede Andy dall’altra stanza.
-Si. Mi sto solo sistemando la camicia e arrivo.- misi la camicia a quadri e lo lasciai sbottonato con sotto la canottiera.
Scesi e mi diressi verso la macchina.
-Bella. Oggi faremmo festa.- urlò Andy. Ridacchiai e misi in moto.
Arrivammo al Funky Buddha ed era strapiena. Vedevo solo gente ubriaca che si strusciava ovunque. Così decisi anch’io che mi abbandonerò all’alcool. Dopo un ora ero ubriaco marcio, riuscivo a malapena a reggermi in piedi.
-Ei, Lee c’è la fai a stare in piedi?- mi chiede uno che non riesco a riconoscere.
-Si, tutto bene. Va tutto alla grande. Sto benissimo.-
-E invece no.- esordisce una voce femminile. Anche se ero ubriaco marcio riuscivo a riconoscere quella voce.
La voce che mi era stata vicino nei mesi di sofferenza, quella con cui ho passato i ricordi più belli, quella che ho ferito.
-Sei ubriaco marcio. Andiamo a casa.- mi prende le spalle e lo avvolge nell’incavo del suo collo.
Non volevo andarmene, volevo ancora divertirmi. Cercai di dimenarmi ma non ci riuscii siccome ero sbronzo.
Appena varcata la soglia dell’uscita però riuscii a divincolarmi.
-Non voglio ancora andare. Voglio ancora divertirmi.-
-Lee, ma ti senti? Sei sbronzo fradicio. Riesci a malapena a reggerti in piedi. Quindi non fare il bambino e andiamo.- si avvicinò di nuovo per trascinarmi.
-No!- indietreggiai -Io non sto facendo il bambino, ti sto solo dicendo che non voglio ancora andare. E poi che cosa ci fai qui? Non eri arrabbiata con me? Allora perché sei qui?- gli chiedo infastidito da come mi ha definito.
-Lo sai, me lo chiedo anch’io. Che cosa caspita ci faccio qui? Io ero, io sono arrabbiata con te, ma sono qui a fare la figura dell’ipocrita di nuovo. Sai io sono stanca, sono esausta, sono davvero esausta. Non c’è la faccio più, le persone si stancano prima o poi, Liam. E io sono davvero stanca.- sputa quelle parole con le lacrime negli occhi.
-Allora perché non te ne vai? Perché non vai via come tutte le persone che voglio del bene fanno? Perché? PERCHÉ?- gli urlo contro.
-Perché sono INNAMORATA di te.- mi urla di rimando, rimango sorpreso -Sai avrei voluto andarmene, ma non riuscivo. Non riuscivo a lasciarti da solo, non riuscivo a dimenticarti. Ero diventata una masochista, ti aiutavo a conquistare le ragazze che volevi solo per vederti felice e non mi importava della mia. Le parole che mi hai sputato tre settimane fa, non era vero niente perché se c’è qualcuno qui che viene rifiutata continuamente sono io. Per tutti questi anni ho privato a reprimere questo stupido sentimento senza mai confessartelo perché avevo paura che ti perdessi come amico. Ma sai cosa dopo questa notte ho capito che di me a te non importa niente neanche come amica. Ho provato a svegliare me stessa, ogni mattina mi schiaffeggiavo la faccia e continuavo a dire a me stessa “Smettila Nad, Liam non proverà mai le cose che provi tu, sei solo un illusa, un ipocrita, una masochista.” Ogni santo giorno mi ripetevo queste cose. Ma adesso basta, non soffrirò più per te non verserò neanche una goccia di lacrima per te. Non farò più nulla per te.- le lacrime le bagnavano il viso, il suo candido viso, e i suoi occhi, i suoi meravigliosi occhi erano arrosati.
Non so se era colpa dell’alcool o dalle parole dette da lei o perché in fondo lo volevo anch’io, la baciai. La baciai con tutto me stesso, con tutto l’amore che potevo provare, con tutta la foga che avevo e con tutta la passione che possedevo.
Le sue labbra rosee e morbide erano mie.

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TheRebound Writer:



Wella, fellas! Amatemi ho aggiornato due
capitoli in un giorno. Cioè, quale miracolo divino mi
abbia colpito per farlo. Boh, sarà perchè la mia 
depressione è ancora qui. Va beh, dai parliamo del 
capitolo. AHHHHHHHHH! Ok Nad, si è dichiarata e ora?
Dai poi si sono baciati, vorrei essere io Nad. >.<
Va beh, poi si vedrà nel prossimo capitolo. Ora 
mi dileguo, che devo ancora studiare Economia, ma a voi che cosa vi importa 
scometto che non avete un tre in quella materia, sempre se c'è l'avete.
E un MASSIVE THANK YOU! a quelli che hanno recensito il 
capitolo precedente. Grazie anche a chi la legge, la segue, la ricorda e la messa tra
i preferiti. GRAZIE MILLE. E come sempre RECENSITE. (^3^)

Ciaoooooooooo, beddeeeeeeee! :*
-El xx

 

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Capitolo 5
*** Opportunity. ***


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Opportunity.

Un bacio legittimo non vale
mai un bacio rubato. 

{Guy de Maupassant}.


 

 

 









Nadine

Senza volerlo avevo confessato a Liam quello che provavo. Ero esplosa davanti a lui, mi ero esposta più del dovuto.









-Pronto, Nad.- Andy. Che diavolo voleva a quest’ora?
-Spero che tu abbia un motivo più che valido per avermi chiamata alle 2 di mattina.- rispondo irritata.
-Liam. Ha bisogno di te. È ubriaco fradicio.- Mi svegliai di colpo a quelle parole.
-E perché mai dovrei aiutarlo? Non ne ho intenzione.-
-Oh, andiamo Nadine. Vuoi davvero far ragionare il tuo orgoglio, la parte più irrazionale di te? Nad, è il tuo migliore amico. Qualunque cosa ti abbia detto sai che non lo pensa davvero, era addolorato, dovevi intenderlo.-
perché quando la gente è ubriaca dice la verità che non vorresti sentire.
-Dove siete?- taglio corto.
-Al Funky Buddha Club.-
-Arrivo.- gli riattaccai in faccia.
Misi il cappotto anche se ero soltanto in pigiama e mi avviai verso la meta.
Arrivai lì in quindici minuti e mi avviai verso l’entrata ma fui bloccata dal buttafuori.
-Scusi, signorina dove diavolo pensa di entrare.- mi chiese con quel vocione da far paura.
-Senta il mio amico è lì dentro ed è ubriaco marcio e se non mi fa entrare morirà di overdose e questo club sarà costretto a chiudersi visto che è di Liam James Payne che sto parlando.- esagero.
L’uomo aveva l’aria di uno che stava per scoppiare dal ridere.
-Amico, falla entrare. È con noi.- esordì Lou e Zayn dal nulla.
Il buttafuori si limita a fare spallucce e a spostarsi da un lato per farmi passare. Avanzai.
-Ma come ti sei conciata?- mi chiese Tomlinson -Nad, lo sapevi che il Funky è una discoteca vero? E non un locale dove fare il pigiama party.- ridacchiò insieme a Zayn che era alla mia destra.
-Haha.- risi in modo sarcastico -No! È già tanto che sono venuta a prenderlo ed aver interrotto la mia dormita. Perciò portatemi da lui e facciamola finita.-  taglio corto irritata.
-Ma come c’è l’hai ancora con lui?-
-Se non sbaglio ti ha già chiesto scusa sta mattina?- si intromise Zayn.
-Si, me l’ho chiesto ma non ho accettato.-
-Nadine perché stai facendo l’orgogliosa? Questo non era da te.- Già, non era da me.
Ma penso che se mi allontano da lui se faccio la fredda e lo ignoro, penso che non soffrirò più, penso che potrei trovarmi un ragazzo che mi ami e ricambiare, trovare un amore corrisposto. Ecco perché non voglio accettare le sue scuse ritornerei ad essere masochista.
-Sentite o portate da lui o me lo cerco da sola. Perché l’unica cosa che voglio fare adesso e ritornare a casa.-
-E va bene seguimi.- mi fa il castano.
Entrammo e vengo travolta dalla ubriachezza della gente e dalla loro puzza di sudore.
Appena entrata la gente mi guardava strana.
Che c’è non avevano mai visto una ragazza in pigiama perché sono troppo abituati a vedere solo gente nuda?
Beh, certo il mio pigiama non era di certo una dei migliori, è con lo stampino dei conigli, ma di certo non mi interessava cosa si dicevano. Facemmo spazio tra la gente per passare.
È incredibile, quel posto era pienissimo.
-Eccolo là.- affermò il moro dopo un po’.
Spostai lo sguardo dove aveva indicato e lo vidi.
Era proprio come me lo avevano descritto, ubriaco morto e si strusciava con una biondina. Tipico.
Ci avvicinammo e c’erano Andy, Harry e Niall.
-Ei, Lee c’è la fai a stare in piedi?- gli chiede quest’ultimo.
-Si, tutto bene. Va tutto alla grande. Sto benissimo.- risponde brillo.
-E invece no.- mi intromisi -Sei ubriaco fradicio. Andiamo a casa.-
lo prendo per le spalle e lo avvolgo nell’incavo della mia spalla.







 

E da lì in poi siamo arrivati a questo.
Io, lui, le nostre labbra, incollate come se non volessero staccarsi, come dei pezzi di puzzle che si completano.
Il bacio che stavo aspettando da una vita,  il bacio su cui ho fantasticato da sempre era il bacio che stavo ricevendo ora.
Ed è meglio di quello che mi aspettavo. Ma lo so che una volta staccatoci lui non si ricorderà niente, che ci saranno tanti conseguenze, che potrei perderlo ma forse è meglio così, forse è meglio se consideri questo bacio come un addio fatto bene.
E quando ci stacchiamo mi mordicchiai il labbro inferiore mentre lui guardava imbarazzato le punte delle sue scarpe.
-Forse è meglio andare.- dissi.
Alzò la testa per poi riabbassarlo e annuire. Camminammo verso la macchina e partimmo.
Per tutto il tragitto nessuno fiatò, si percepiva una tale tensione da far paura.
-Allora, ciao.- mi salutò imbarazzato con un mezzo sorriso appena arrivammo davanti a casa sua.
-Ciao.- lo saluto tale. Scese e arrivata a metà strada si voltò e mi sorrise dolcemente per poi proseguire di nuovo.
E ora? Che caspita significava quello? Misi in moto e mi avviai anch’io a casa.
Rientrai dentro casa, ero scossa da tutto quello che è successo che avevo bisogno di parlare con qualcuno. Così chiamai Iris.
-Nadine Jane Boyce! Ma ti è saltato il cervello? Come caspita ti viene in mente di chiamarmi a quest’ora e di disturbare la mia dormita di bellezza? Ma non lo sai che a quest’ora la gente dorm….- impreca lei ma non la fece finire.
-Ho baciato Liam.- Sentii un rumore assordante, come se qualcuno fosse caduto.
-Iris, stai bene?-
-AHH!- urlò dall’altro capo. -Oh mio dio! Devi assolutamente raccontarmi tutto, dettagli per dettagli. Insomma dove vi siete baciati e perché? E poi lui cosa ha fatto? Ha risposto il bacio?- disse tutto d’un fiato.
-Iris, calmati. Prendi fiato, mio dio. E comunque è stato lui a baciarmi per prima.-
-Cosa? Vuoi dire che è stato lui a prendere le iniziative?-
-Si.-
-AHH!- un altro urlo.
-Devi raccontarmelo segno per segno, Nad o ti fucilo.- mi minacciò.
-Cosa ti devo raccontare? Se non che mi sento più confusa del solito. Insomma ci stacchiamo dall’una al altro, e lui fa l’imbarazzato poi quando arriviamo a casa sua mi saluta e mi sorride. Io non so che cosa fare.-
-Wow, tu si che racconti filo per filo.-
-Iris.- la richiamo.
-Ok, scusa. E che volevo sapere la storia dall’inizio fino alla fine.-
-E va bene. Ma te lo racconterò quando ci vedremmo domani.-
-Va bene. Ma almeno dimmi dove è stata? Per favore.- mi supplica lei.
-Ok, uhm… È stato fuori dal locale del Funky Buddha Club.-
-Che? Sei stata in una discoteca e non mi hai chiamata.- si finse offesa.
-Iris, per piacere, puoi stare seria almeno per un minuto?-
-Ok, ok… Allora che cosa pensi di fare? Insomma non puoi evitarlo di nuovo, dovrete parlare prima o poi.-
-Lo so. Lo so.-
-Beh, sorellona. Pensaci per bene. Intanto io me ne torno a dormire e ricordati che domani voglio la versione completa della storia. Notte.-
-Notte, sorellina.- riattaccò.
Me ne rimasi zitta e tranquillamente sdraiata sul letto a pensare, mi toccai le labbra, quale sarà il motivo di quel gesto all’improvviso.
 






Liam



Entrai a casa barcollando. Mi faceva male la testa, così decisi di fare una doccia fredda per svegliarmi un po’.
Presi dei ricambi e mi diressi verso il bagno. Aprii il box da doccia e il rubinetto, mi misi sotto la cascata d’acqua fredda e cominciai ad insaponarmi. Ripensai a quello che successo prima.
Non sapevo perché l’avevo fatto, insomma mi sono buttato su di lei e lo baciata, e tutto questo dopo che lei si era dichiarata.
Era innamorata di me per non so quanto tempo e io? Che cosa avevo fatto in questo arco di tempo? Niente, non mi ero accorto del suo amore. Chissà come si sentiva quando stavo con le altre ragazze che tra l’altro mi aveva aiutata lei a conquistarle.
Che stupido che sono stato. E in più le avevo detto quelle cose orribile tre settimane fa, sono una persona orribile.
Ma non si può dire che quel bacio non sia piaciuto, aveva delle labbra morbide e deliziosi, anche se ero ubriaco e avevo il sapore dell’alcool sulla bocca il sapore alla fragola delle sue labbra prevalsero. Sorrisi a quel pensiero.
Ma che cosa mi stava succedendo? Insomma io sono innamorato di Danielle, anche se mi aveva lasciato, e poi adesso mi è piaciuto il bacio con la mia migliore amica.
Ma forse è meglio che è successo tutto ciò, forse questo era il destino che mi dava una spinta per ricominciare e forse dovrei farlo accanto a Nadine. Si, ne sono convinto, ricomincerò e lo farò con Nad, le avrei dato una possibilità e avrei dato a me stesso l’opportunità di riprovare ad amare un'altra.      

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TheRebound Corner:





Wella gente, non starò molto con
voi perchè ho l'interrogazione domani, quindi volevo solo informarvi che,
Yeah, ho aggiornato anche se dovevo farlo sabato.
Va beh, riguardo al capitolo?
Che ve ne pare?
Insomma yo, (mi sento molto nigga!) Liam finalmente, 
quello stupido coccoloso, si è dato una mossa è darà
una possibilità alla nostra
Nad. Yuppi. Ma nei prossimi capitoli,
per il nostro
Daddy non sarà tutto rose e fiori, tocca un po'
a Nadine farlo
soffrire.
Comunque ora voy, sennò vi anticipo troppo visto
che non sto mai zitta. E
RECENSITE! Por Favor.
Mi fa sempre piacere e non mordo, mica.
Ciaoooooooo, bedde.
(^3^)

-El xx

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Capitolo 6
*** A launch together. ***


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A launch together.

 

Chi cerca di possedere un fiore, vede la sua bellezza appassire,
ma chi lo ammira in un campo, lo porterà sempre con sé.
Perché il fiore si fonderà con il pomeriggio, con il tramonto,
con l'odore di terra bagnata e con le nuvole all'orizzonte.

Paulo Coelho, Brida, 1990






Liam





Mi svegliai con un mal di testa assurda, appena aprivo gli occhi tutto girava intorno a me. Cacchio, forse avevo esagerato troppo ieri sera. -Allora fustacchione, come ti senti?- chiese Niall spuntando dalla soglia della porta.
-Male.- taglio corto per il mal di testa. Ahia, che qualcuno faccia piovere aspirina a volontà.
-Questa volta hai veramente esagerato con l’alcool, insomma dopo neanche un ora eri già ubriaco marcio. Per fortuna che c’era Nadine pronta ad aiutarti.- Sorrisi.
È vero Nad era sempre lì pronta ad aiutarmi. Anche se avevo un mal di testa assordante, e la maggior parte della gente non si ricorderebbe neanche cosa hanno fatto, ricordavo di aver la baciata, ricordavo le sue parole, i suoi sentimenti mai confessati.
Mi toccai le labbra alludendo al sapore alla fragola delle labbra di Nad.
-Già.- mi alzai barcollante e mi diressi verso l’armadio.
-Che cosa vuoi fare?-  oh, già dimenticavo c’era ancora il biondino appoggiato allo stipite della porta.
-Voglio andare da Nad.-
-C’è la fai?-
-Si, è solo un mal di testa. Passerà.-
-Vuoi che ti accompagni? Guiderò soltanto.-
-Ok, ma sai dov’è adesso?-
-Se non sbaglio è già andata a lavoro.-
-Perfetto andiamo lì allora.-
-Ma non la disturberemmo?-
-No, e caso mai lo faremmo, parleremmo con il suo capo. Tanto lavora alla rivista Elle e se non sbaglio è da tanto che vogliono farci un’intervista. Perciò suppongo che…-
-Va bene ho capito. Vado a cambiarmi.- mi interruppe.
-Ok, beh allora lo farò anch’io.-
Mi sciacquai un po’ con l’acqua fredda la faccia e mi spazzolai i denti visto che avevo ancora l’alito che puzzava di alcool, e poi mi vestii. Scesi e aspettai Niall che non tardò ad arrivare.
-Ehi, prima di dirigerci lì, possiamo andare da un fioraio?- gli chiesi mentre camminavamo nel vialetto.
-Penso di si.- mi rispose salendo nel posto del guidatore.
-Perfetto.- sorrisi. Questo giorno prevedo che mi farà molto male la mascella a forza di sorridere.


-Prendo quello, e anche quel altro…- indicai dei papaveri e tulipani, i preferiti di Nadine.
-Signore, sono già nel bouquet ed è già al completo, non può più aggiungerli.- disse il fioraio spazientito.
-E va bene, lo prepari pure. Ma faccia che sia meraviglioso.-
-Si, signore.- sbuffò per l’ennesima volta.
Niall rideva divertito. -Ma faccia che sia meraviglioso.- mi imitò facendo una voce irritante. -Senti, Lee, non ti dispiacerebbe prenderti una sbriga di raccontarmi anche una piccola parte di che cosa sta succedendo a te.-
-A me niente.-
-Ah, no. Tu non me lo racconti giusto. Andiamo, so che qualcosa è successo tra di voi, se no non avresti mai comprato un bouquet meraviglioso per lei.-
-Ah, no. Questo lo dice tu. Io a Nadine ho sempre regalato cose bellissime.-
-Si? Allora fammi un esempio.- incrociò le braccia in attesa di una risposta.
-Beh, per esempio quando avevamo 12 anni le ho regalato un bellissimo e tenero topo di fogna, e le è piaciuto così tanto che rimase a bocca aperta e svenne. Beh, oh dio, adesso che ci ripenso forse non le era piaciuto così tanto.-
-E tu chiami quello un bellissimo regalo?- sogghignò.
-Lasciamo perdere va. E poi perché dovrebbe essere successo per forza qualcosa tra di noi per farle un regalo o darle un meraviglioso bouquet? Non può essere semplicemente che mi va di farlo?-
-E va bene, non insisterò più visto che stai diventando peggio di una donna di mezza età in menopausa.- detto questo il fioraio ritornò in sala con un bellissimo bouquet tra le mani. Si, a Nadine sarebbe piaciuto tanto, ne sono più che sicuro.

Il biondino guidò fino al edificio dove lavorava Nad vicino a Oxford Street a North Row, 64. Ok, ci siamo.
Sto sudando sette camicie manco fossi un ragazzino alle prime armi. Ma sì, che sarà mai, in fondo lei è la mia migliore amica, lei mi conosce bene e viceversa, quindi quale il perché di tutta questa preoccupazione.
-Allora, sei pronto per dare questi fiori a Nad?- mi chiede Niall facendomi ritornare nella realtà.
-Si, è solo un bouquet di fiori. Che sarà mai?- mento, perché in realtà non era solo andato a darle i fiori ma anche per parlare di quello che è successo.
-Ok, allora ti aspetto qui.-
-Va bene.- Entro nel edificio e nell’ascensore poi premo il pulsante per il terzo piano dove lavora lei, e quando arrivo al reception chiedo di Nadine.
-Nadine? Uhm, si. È nel suo box, vuole che la chiami.- mi risponde gentilmente la receptionist.
-No, grazie andrò io da lei. Sa vorrei farle una sorpresa.-
-Lo avevo intuito. Beh, il suo box è la penultima a destra vicino al reparto vestiti e buona fortuna.-
-Grazie mille.- la ringraziai e mi avviai verso la box che mi aveva indicato.








Nadine





-La vuoi smettere di girare con la sedia o no?- chiedo esasperata a Iris che continua a girare con la sedia girevole su cui dovrei esserci seduta io a lavorare.
-Ma è così divertente.- mi risponde con nonchalance. Mi limito a grattare la nuca per l’esasperazione, non crescerà mai.
-Non capisco ancora il motivo perché tu lavori in una rivista di moda, quando tu di moda non sai una ceppa.- continua poi.
In effetti era così, io non sapevo una beata ceppa, come dice Iris, sulla moda anzi se qualcuno doveva parlare di stile io ero la persona meno adatta con i miei vestiti da zitella.
-È solo un lavoro temporaneo finché non farò esperienza e non sarò un esperta per lavorare a New York Times.- Era quello il mio vero obbiettivo. Lavorare per New York Times, sin da bambina.
-Vedi, è questo che mi irrita di te. Non sai cosa darei o milioni di ragazze per lavorare qui, e tu invece lo stai dando per scontato, solo perché vuoi avere delle referenze quando presenterai il tuo curriculum al New York Times.-
-Non è vero, e anche per fare esperienza e non lo sto dando per scontato.- Mi guardò male.
-Va beh, cambiamo argomento che se no io mi riscaldo qua e potrei cucinare i Popcorn toccandola solo con il mignolo. Allora?- non respirò neanche a furia di dire quella frase.
-Allora cosa?- alzo il sopracciglio confusa.
Mi truce con un’occhiata e disse: -Come ‘allora cosa’? Vuoi raccontarmi di cosa è successo ieri sera o no?-
-Ma non te lo avevo già raccontato?-
-Si, cioè no, perché sei stata vaga.-
-In che senso vaga?-
-Nel senso che mi hai solo raccontato pezzetti della storia e non tutta, e lo sai che se non so tutto il racconto non ci capirò una mazza.- Sospiro stanca. -Ma cosa c’è da capire? Lui era ubriaco, io ero vulnerabile a tal punto che gli ho confessato i miei sentimenti e, non so per quale miracolo divino sia successo, ci siamo baciati.-
-Si ma poi?-
-Ma poi cosa?-
-Dopo aver ti baciato che è successo?-
-Niente, c’è stato un momento di imbarazzo poi lo riaccompagnato a casa e poi si ferma a mezza strada si volta e sorride, e io mi ritrovo confusa più che mai.- ruoto gli occhi all’indietro alludendo al ricordo del suo sorriso, e mi mordo il labbro inferiore.
-Ma quindi?- mi chiede Iris con la faccia da innocente, fin troppo innocente.
-Oh, mio dio! Sei proprio impossibile, eh?- impreco sbuffando.
-Che c’è?- gesticolò con le mani come se non sapesse a che cosa mi stavo riferendo.
-Lascia stare, va.- Stavo ancora discutendo con Iris sulla sua ritarda mentalità di capire le cose quando sento una voce famigliare, fin troppo famigliare. Dovrei smetterla di dire ‘fin troppo’.
Mi volto per assicurarmi che sia veramente lui, e i miei sospetti furono confermati. Ma cosa ci faceva qui?
Mi abbasso subito sotto il tavolo del mio box. -Nad, stai bene? Che cosa vuoi fare là sotto?-
-C’è Liam.- sussurrai il suo nome.
-Eh?- mi chiede non capendo l’ultima parola.
-Liam, è qui.- sussurrai un'altra volta.
-Cosa?-
-Liam è qui. Porca paletta.- quasi urlai.
-Ah…- finalmente capì, poi spalancò gli occhi -Cosa? Dove? Quando? Chi? Dove?-
-È nel primo box, a sinistra.-
-Oh, ok, lo vedo. Ma che cosa ci fa qui?-
-È quello che vorrei sapere anch’io.-
-Ok, allora beh, ascoltiamo cosa dice.- E così facemmo, origliammo cosa stava dicendo.
-Scusi, dove il box di Nadine?- chiese a qualcuno.
-Oh, che carino! È venuto per te Nad.- disse Iris intenerita.
-Oh, cazzo! E ora? Non sono ancora psicologicamente pronta a parlare con lui.- dico andando in panico.
-Ok, innanzitutto ritrova la tua finezza, e poi che sarà mai parlare con lui. Sarebbe così terribile?-
-Peggio. Potrei cominciare a balbettare o svenire o qualcos’altro, sono sicura che appena lo avrò davanti farò una figura di merda colossale.-
-Uh, che esagerazione.- la fa facile lei, siccome non era mai stata in questa situazione.
-Mi devi coprire.-
-Cosa? In che sen…- non la fece finire che sgattaiolai verso il reparto vestiti come un bambino attirato da qualcosa. Mi alzai e mi misi dietro il muro.
-Iris.- la chiamò il ragazzo.
-Ei, Liam. Che ci fai qui?- le chiese facendo la finta tonta. Pff, che attrice.
-Stavo cercando Nadine.- risponde quest’ultimo.
-Nadine?- ripeté la ragazza.
-Si, tua sorella. A proposito dove?-
-Uh, ma guarda che fiori meravigliosi.- cercò di cambiare discorso Iris.
Wow, quel bouquet era davvero meraviglioso e c’erano i miei fiori preferiti, ma di sicuro non erano per me.
-Davvero? Pensi che siano meravigliosi.- chiede Liam compiaciuto.
-Ma certo che si. Per chi sono?-
-Uhm, non te lo posso dire.-
-Oh, ok.- Iris era in difficoltà, per quanto era spacciata e con un carattere forte non riusciva a mentire più di cinque secondi.
-Ti prego, ti prego. Resisti Iris, inventati qualcosa.- pregai.
-E tu che ci fai qui?- le domandò il ragazzo.
-Uhm, ah…- si guardò intorno e prese una penna -Nadine aveva lasciato questa a casa mia, ed è la sua penna preferita, e non può lavorare senza. Quindi ho fatto la parte della sorella buona e gliela ho portata.- sorrise insicura dopo aver detto la sua patetica scusa.
Ma tra tutte le cose che avevo nella scrivania proprio la penna doveva prendere per usare come il motivo della sua presenza nell’edificio dove lavoro. Infatti Liam non sembrava convinto.
-Oh, ok… allora dove?-
-Chi?- Iris corrugò le sopracciglia.
-Nadine.- risponde ovvio il castano -Chi se no?-
-Oh, uhm… non lo so.- Iris muoveva con uno strano movimento la testa -Chiedi in giro. Io devo andare sennò faccio tardi alle lezioni.- continuava a fare quel movimento. Aspetta, un attimo… quella brutta co… Stava indicando a Liam dove mi trovavo.
-Allora, io vado.- e si dileguò come una furia non prima di voltarsi verso di me.
Le mimai con la bocca un ‘Me la pagherai cara’, con il quale rispose mimando ‘Ti voglio bene, ti chiamo stasera.’
La fulminai con lo sguardo. Ritornai con lo sguardo da Liam e vidi che si stava avvicinando così mi infilai nell’attaccapanni dove c’erano i cappotti giganti sperando che non mi trovassi. Ma ahimè, la fortuna non girava dalla mia parte. Spostò i cappotti con una spinta di lato.
-Ciao.- lo saluto imbarazzato.
-Ciao.- mi rispose sorridendo e che sorriso. -Sai stavo controllando i cappotti- tentai di cavarmela con una scusa patetica -Se…se tenevano caldo. Sai com’è, qui a Londra fa un freddo della madonna, e si, stavo controllando se era tutto apposto.- mi mordicchiai il labbro inferiore abbassando lo sguardo in segno di imbarazzo.
-Ah, si? E come sono?- Alzai lo sguardo.
-Funzionano alla meraviglia, infatti sto avvampando.- Oh, no. Ditemi che non è vero, non l’ho appena detto, giusto? -Volevo dire sto avvampando perché i cappotti tengono caldo e per questo che la usiamo di inverno perché tengono caldo, a proposito ho già detto che tengono caldo?- farnetico non sapendo che cosa stavo dicendo.
-Adoro quando farnetichi in questo modo. Sei molto carina.- Ok, fermati il nastro e riavvolgete tutto.
Ha davvero appena detto che sono molto carina? Mi sa che prima di venire qui si è fumato un crack.
-Come scusa?- chiedo diventando rossa. -Ho detto che sei molto carina quando farnetichi e lo adoro.-
Mi guardo intorno imbarazzata assicurandomi che non ci sia una modella dietro di me.
-Belli i fiori.- cerco di deviare il discorso.
-Oh, si, giusto. Tieni sono per te.- me lo allunga sorridendo e dandomi un bacio sulla guancia sinistra.
-Per…per me?- balbetto mentre sono ancora scossa dal bacio sulla guancia.
-Si. Ti piacciono?- e sorrise ancora. Non capisci che quella linea curva sulla tua faccia non aiuta.
-Si, sono meravigliosi.- sorrisi anch’io ancora imbarazzata.
-Era questo l’effetto che volevo.-
-Grazie.-
-Senti, hai un po’ di tempo libero?- mi chiedo insicuro.
-Uhm… si. Dovrei avere un po’ di tempo dopo per pranzare.-
-Oh, perfetto. Allora possiamo pranzare insieme dopo.- È una domanda un’affermazione?
-Ok, beh allora ci vediamo all’una e un quarto nel solito posto.-
-No, facciamo che passo a prenderti e andiamo al solito posto.-
-È per caso un ordine?- alzai il sopracciglio.
-Diciamo di si.- mi baciò di nuovo ma questa volta vicino all’angolo della bocca.
-Ciao, ci vediamo dopo.- mi sussurrò nell’orecchio con voce roca e sensuale.
-C…ci…ciao- balbettai.
Poi si incamminò trionfante verso l’uscita e io? Io ero rimasta impalata lì ad osservarlo mentre se ne andava via.
Che cosa ha nella mente quel ragazzo?


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TheRebound Corner:





Salve a tutti, e dopo un anno e un mese 
sono ritornata di nuovo a rompervi le palle.
Avevo scritto già tempo questo capitolo ma non sono riuscita a 
pubblicarlo presto ma in compenso sono andata un po' avanti con 
dei capitoli e quindi potrei aggiornare altri capitoli al 
più presto. 
Come sempre vi chiedo di
RECENSIRE per sapere
cosa ne pensate. Non vi chiedo molto anche un piccolo 
recensino per sapere se ne vale la pena continuare.

E scusate per gli eventuali errori grammaticali.

Grazie.
-El xx

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