WHY HAVEN'T I TOLD YOU

di SakiJune
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the goddess of fruit ***
Capitolo 2: *** A night full of memories ***
Capitolo 3: *** his last words: a puzzle ***
Capitolo 4: *** he's going to tell us himself ***
Capitolo 5: *** tale-telling threads ***



Capitolo 1
*** the goddess of fruit ***


-------ATTENZIONE! SPOILER DI DEATHLY HALLOWS!---------

Why haven't I told you


Oh, tesoro, ho detto ad ogni stellina
quanto penso che sei dolce,
ma perché non l'ho detto a te?
L'ho detto alle onde del fiume,
spalancando il mio cuore,
ma perché non l'ho detto a te?

I've told every little star, words & music by Jerome Kern & Oscar Hammerstein II

"E già a governare il popolo del Palatino era Proca.
Sotto il suo regno visse Pomona,
che pari non ebbe nessuna a coltivare giardini,
nessuna più appassionata delle piante da frutto:
da qui viene il suo nome. E non sono boschi o fiumi a piacerle,
quanto la campagna e i rami carichi di frutti maturi.

Questo è l'amor suo, il suo impegno, e di amplessi non ha brama.
Chi l'amava più di tutti era Vertumno.
Un giorno
penetrò nelle sue piantagioni
e ammirandone i frutti, esclamò: «Quanto sei brava, Pomona!».

C'era di fronte un olmo avvolto da un rigoglio d'uva luccicante.

Elogiato l'olmo insieme alla vite che l'accompagnava, disse:
«Però se questo tronco se ne stesse lì celibe, senza tralci,
non avrebbe nulla di attraente se non le proprie fronde.
E anche la vite, che si abbandona abbracciata all'olmo,

se non gli fosse unita, per terra giacerebbe afflosciata."

Rid. e adatt. da Ovidio, Metamorfosi, cap. XIV





Era stata una simpatica signora grassottella e con le guance rosse. Aveva avuto piuttosto l'aspetto di una donna di campagna, più che una maga. Semplice, paziente, sorridente: e degna di rappresentare la Casa di Hufflepuff.
L'anziana donna che attraversava l'ingresso era ora fragile e pallida, con i capelli candidi.
Ma l'antico affetto che le aveva legate per tanti anni permise a Rolanda Hooch di riconoscerla e di andarle incontro a braccia aperte.
- Pomona! Che gioia! Sapevo che eri tornata in Inghilterra ma... oh, cara, quanto tempo...
Era ad Hogwarts. Dopo vent'anni, aveva raccolto il coraggio di tornare... dove aveva insegnato, pianto, riso, combattuto... dove aveva visto morire così tanti innocenti...
- Ti faccio preparare un té. E una stanza, perché ti fermi qui, non è vero? Oh, avremo tante cose da raccontarci! - disse vivacemente la vicepreside. - Andiamo nel mio ufficio!
Un ragazzo dell'ultimo anno (aveva in mano un libro di pozioni molto avanzate: si stava senza dubbio preparando per i N.E.W.T.) si avvicinò, salutando.
- Oh, James. Hai bisogno di me?
- Ehm, sì, professoressa: ho dovuto togliere dei punti alla mia Casa... mio cugino Fred ha davvero esagerato, stavolta!
- Che dire - fece soddisfatta la Hooch. - Che dire, ragazzo, bisogna essere imparziali. Quel Fred Weasley! Al primo anno e già si fa notare... mi sembra di rivedere suo padre e suo zio quando... oh, che sbadata! Pomona, lui è James, il figlio maggiore di Harry Potter, nonché prefetto di Gryffindor e cercatore di Quidditch della sua squadra. Peccato che sia il suo ultimo anno qui!
- Un giovane Potter? Ce ne sono altri? - sorrise la signora Sprout, con tenerezza.
- Sì, certo... siamo in quattro. Tre, qui a Hogwarts.
- Pomona Sprout, piacere. Insegnavo Erbologia, quando tuo padre frequentava questa scuola.
James le strinse la mano. Voleva chiederle se conosceva il professor Longbottom, ma poi frenò la lingua. Certo che lo conosceva, lui e suo padre erano compagni di Casa. E poi a che serviva parlarne? Ormai se n'era andato da tanto tempo, era inutile rattristare quella signora tanto gentile.
Tornò nella sala comune di Gryffindor, dove Fred lo accolse con uno sguardo torvo.
Zio Percy gliel'aveva pur detto, di non farsi prendere troppo la mano con il potere. "Più si va in alto, più si rischia di perdere il contatto con la realtà, con la propria umanità... e anche con gli amici".
- Mi dispiace, sai, ma hai fatto perdere le piume a tutti quei gufi, lassù... impara almeno il contro-incantesimo, prima di fare uno scherzo simile! Stavano morendo di freddo!
- Lo so, scusami, James.
- Mhm. Tanto domani ne combini un'altra.


- Davvero non sai nulla di questa storia?
La Sprout sorseggiò il suo té è rispose:
- Te l'ho detto, non ho mai voluto leggere i giornali. Come dire: mi volevo disintossicare. In un paese lontano, dove si parlava un'altra lingua; mi sentivo un'altra persona, ed ero certa di riuscire a dimenticare. Ma tornare è stato più forte di me. Ho capito che voglio passare i miei ultimi anni qui, in Inghilterra, dove in fondo non ho solo brutti ricordi... ma cosa dicevi, cara, su quel processo?
Madame Hooch cominciò a raccontare.
- Nessuno è finito in prigione, sia chiaro: il Ministro è sempre molto riconoscente nei loro confronti... e come non dovrebbe?
- E Neville? Cosa ne è stato del mio ragazzo? - Non sentì nemmeno quelle parole uscirle dalle labbra, tanto era stata spontanea quella domanda.
- Oh, Pomona, so quanto gli eri affezionata. Avevi fatto di lui un insegnante davvero capace. Ecco, lui... è stato cacciato dal Paese.
- Esiliato! Per aver fatto del bene! Oh, allora le cose non sono affatto cambiate!
- Del bene, andiamo... - Madame Hooch aveva ripreso il suo ruolo. - E' un reato gravissimo resuscitare chicchessia. Il Wizengamot ha solo applicato le leggi. - Ma poi ammise: - Non che mi sia dispiaciuto, allora, oh no. Lo sai che avevo una cotta per il professor Lupin, e sapere che è vivo mi fa sentire meglio.
Il té si andava raffreddando, ed entrambe non osavano più aprir bocca.
"Forse è meglio andare a Hogsmeade a prenotare una stanza. Perché devo restare qui? Non sono tornata solo per rivedere Neville, perché, l'ultima volta che ci eravamo scritti, dieci anni fa, aveva appena preso la cattedra? E se non è solo questo, perché sono venuta?"

D'improvviso una ragazza dai capelli rossi spalancò la porta e attraversò la stanza.
- Professoressa Hooch! Corra, presto! E' terribile! Il Preside è...



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Io adoro i personaggi di contorno, specialmente quelli con un carattere sincero e cristallino... Ho scritto la maggior parte della storia di notte, con le lacrime agli occhi e il batticuore. Non sto scherzando. Del risultato mi importa relativamente, ma doveva essere scritta, tutto qui.
Riguardo al fatto che un prefetto possa togliere dei punti, so già che qualcuno protesterà... però sono sicura di aver letto da qualche parte che ne ha il diritto.
Ah... scusate la lunga citazione iniziale, ma mi affascinava!
a presto (spero)
SakiJune

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Capitolo 2
*** A night full of memories ***


-----ATTENZIONE SPOILER DI DEATHLY HALLOWS!-----



So che questa Rose Weasley vi potrà sembrare strana, ma io ricordo di essere stata sempre affettuosa nei confronti dei miei insegnanti e mi preoccupavo per loro se avevano dei problemi o non stavano bene. Avevo scritto una scena molto più drammatica nell'aula di Incantesimi ma poi avreste potuto fraintendere...^^
a presto
SakiJune








La risposta è troppo vicina perché possa vederla.
Da te voglio qualcosa che non abbia forma,
Non mi servono più le cose che si rompono.
Il domani arriverà, col suo volto sconosciuto,
dovrò affrontare gli stessi dolori...
Se è questo che mi aspetta
Voglio sparire lontano
Anche se è da egoista.

trad. e adatt. da "Kuroi Namida", M. Takeuchi/H. Nagase






- Rosie! Cosa succede?
- Si è sentito male, la signora Brown non riesce a farlo riprendere... ci aveva lasciato scrivere il tema in classe, per risparmiare tempo: è andato alla finestra e... è crollato a terra...
Corsero giù per le scale fino al terzo piano.
- Gliel'avevo detto, di non continuare ad insegnare - bofonchiava Madame. - Alla sua età era una pazzia, tutte quelle responsabilità! Che cosa ha voluto dimostrare?
Scorpius Malfoy le attendeva sulla soglia dell'aula di Incantesimi.
- Professoressa Hooch, la signora Brown dice che...
Non c'era stata un'esplosione, no, nessuno studente inesperto aveva maneggiato la bacchetta in modo imprudente, questa volta. L'infermiera, Lavender Brown, strinse le spalle in un gesto di sconforto.
- Io credo che semplicemente stia morendo.
- No! - iniziò a dire Rosie, rifugiandosi tra le braccia di Scorpius. Vista la situazione, nessuno trovò da dire sulla loro intimità. - Non è vero... lui non deve lasciarci!
Gli altri studenti bisbigliavano, un po' spaventati.
Battendo le mani, la vicepreside chiese attenzione. - Ora voi andrete nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure. Il professor Thomas non tarderà.
Essi obbedirono. Il giovane Malfoy dovette quasi trascinare fuori Rosie, che continuava a ripetere che non era possibile...

"E' naturale: era la sua preferita, come lo era stata sua madre. Ma ora io... sarò la nuova Preside di Hogwarts? No, non lo voglio. Lascerò il posto a qualcun altro, ecco!"
- Portiamolo nella torre, nella sua stanza - decretò. - Manderò un gufo al Ministro.

Tornò nel suo ufficio. - Pomona? Scusa se ti ho lasciata sola, ma si è trattato di un'emergenza.
- Nulla di grave, spero!
- Purtroppo sì - gemette Rolanda. Quando non era davanti agli studenti, la sua fragilità usciva allo scoperto. - Il nostro Preside sta venendo a mancare.
L'amica espresse il suo rammarico, e decise di ritirarsi nella stanza che era stata preparata per lei. Non voleva essere di disturbo in quel momento, e si sentiva piuttosto stanca.

I suoi bagagli erano in bell'ordine accanto al letto: le valigie, la gabbietta con il gatto, Turnip, e la sua piantina da compagnia. Lei stessa aveva scoperto quella specie rara e le aveva dato il nome. Non il suo, però. "Wiffli Sucktili" non era né latino, né greco, né la trascrizione di antiche rune. Era proprio uno strano scioglilingua che aveva divertito i giornalisti e l'intero mondo della ricerca naturalistica.
La mise sul davanzale e l'accarezzò: le sue foglie presero a frusciare dalla contentezza.
- Sei contenta, piccolina, di essere a Hogwarts? - mormorò. - E tu, Turnip? Ti piace qui? - continuò, liberando il gatto, che cominciò a fare le fusa.
"Oh, Neville..." pensò prima di addormentarsi. "Avrei voluto ritrovarti". Ma i sogni di quel pomeriggio la condussero ben oltre il ricordo dei suoi ex-studenti.

Ricordava lo sguardo e la voce di un uomo, di un suo collega che aveva preso l'abitudine di andarla a trovare mentre era affaccendata con le piante.

- Come mi piacciono le sue serre, professoressa Sprout! Sono incantevoli!
- Grazie, grazie. Lei è troppo gentile.
- Non solo: lei è la persona più incantevole che abbia mai conosciuto. Se fossi un poco più giovane, io...
- Oh, che sciocchezze! Lei scherza, vero? Ma guarda qui, sembra che io non insegni nulla... Seamus Finnigan non ha ancora imparato a rinvasare come si deve"

Lui scherzava, vero? Lei non era mai stata bella... e lui non poteva dire sul serio!
Un altro ricordo.

- E' vero che la Camera dei Segreti è stata aperta un'altra volta? E' possibile?
- Io no, non voglio crederci. Ma mia cara, lei sta tremando!

E ancora, quando i tempi difficili erano giunti:

- Non resisto, no!
- Anch'io non sopporto quella burocrate e i suoi metodi. Non so cosa abbia in mente il Ministero. Ho paura che quegli schifosi stiano...
- Lei intende...
- Ho ragione di temere. Non sono un purosangue, ricorda?
- Ma nemmeno io, se è per questo...
- Oh, ma per me è dura. Molto. Sa cosa mi disse un giorno Lucius Malfoy? Che avrei fatto meglio a smettere di insegnare, e andare a lavorare alla Gringott's, con... i miei simili.
- Ma è spaventoso! Lei è la persona più intelligente e umana che sia rimasta a Hogwarts ora che Dumbledore... è dovuto andarsene...
- E io ho così stima di lei, che la prego di essere mia alleata per superare questo brutto periodo. Coraggio, professoressa Sprout! I nostri studenti hanno ancora noi, dobbiamo restare in piedi per il loro bene!

E poi... le tenebre... le teorie folli dei Carrow, l'ombra del Male sul castello... mesi di terrore, e infine quel grido che lui aveva lanciato contro Snape:
"Non ucciderai più nessuno, in questa scuola!"
Insieme avevano combattuto, insieme avevano fatto del loro meglio. E Harry Potter aveva trionfato! Erano liberi, tutto era tornato normale.
Ma non nella sua mente. Ogni angolo, ogni corridoio, ogni aula le ricordava episodi orribili, figure minacciose sembravano dover apparire ovunque. Si sentiva impazzire. Era necessario cambiare aria, iniziare una vita nuova, lontana da quell'angoscia...
E anche lontana da lui, purtroppo - quando sarebbe bastato così poco per dirgli -

- Signora, presto, deve alzarsi!
Era già buio. Quanto aveva dormito? E come era entrato nella sua camera quel ragazzino?
- Dobbiamo far presto, mi segua...
- Che cos'è, un'evacuazione? Io sono vecchia, sai, non posso correre. E sono in camicia da notte!
- Non ha importanza. Venga, su!
La fece entrare nel caminetto, scandì:
- Stanza del Preside Flitwick! - e lanciò a terra la polvere.
POFF!

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Capitolo 3
*** his last words: a puzzle ***


***WARNING, ACHTUNG, ATTENZIONE!
SPOILER DEL SETTIMO LIBRO!***










"Perché sei al mio fianco?

Come potrei esserti d'aiuto ora?
Lasciami la possibilità e ti mostrerò
come nulla sia cambiato.
Nel profondo del mio cuore sono nascoste
cose che vorrei dirti,
sentimenti che non ti confesso
per il timore che scivolerai via.
Devi amarmi."

(You must love me, Tim Rice/A.L.Webber)



No... non poteva avere sentito quelle parole. Non poteva essere lui!
"Perché, chi ti aspettavi che fosse? Hai forse mai conosciuto, dopo Dumbledore, un uomo così puro di cuore e degno di ricoprire quella posizione?"

Rolanda si fece avanti non appena li vide apparire.
- Pomona, cara, mi è sembrato così strano quando ha ripreso conoscenza... e ha pronunciato il tuo nome!
La signora Sprout si guardò intorno. La camera era piena di persone: tutto il corpo insegnanti e gli studenti degli ultimi due anni vegliavano l'agonia del loro amato Preside.
E lei, ignara di chi fosse, era semplicemente andata a letto... rischiando di perdere l'ultima occasione di conoscere e confessare le reciproche verità...
- E' qui, Filius, è tornata. Guarda!

Lui voltò piano la testa, cercandola con gli occhi ormai appannati dalla morte.
- Perché... sei fuggita? Il Male era stato sconfitto, e potevamo vivere e insegnare in pace, qui a Hogwarts.
Lei non poteva far altro che piangere, piangere...
- Oh no, cara, non serve. Dovevi solo credermi, allora!

Era vero! L'amava! L'aveva sempre aspettata. Giorno dopo giorno, dalla finestra di quell'aula aveva atteso di rivederla.
- Io... Filius, io... - balbettò lei.
- Ero sicuro che saresti tornata. E quando ho scoperto quell'anagramma... oh, non era così difficile, eppure... ci ho messo dieci anni.
Dieci anni? La scoperta della "sua" pianta era stata resa pubblica in quel periodo. Possibile?
- Oggi, mentre i ragazzi scrivevano, mi sono affacciato a guardare fuori, e ti pensavo... è stato allora che ho capito. Anche tu mi...
- Sì! E' così! - La voce le si spezzò, mentre gli stringeva convulsamente le mani... e si gettò sul suo petto, dove il cuore aveva smesso di battere, mentre le lacrime continuavano a scorrerle sul viso...
- Filius, aspetta! Non te l'ho detto ancora! - Era inutile, se ne rendeva conto, ma non poteva farci nulla, voleva che tutti sentissero, che sapessero quanto l'aveva amato!
E lo gridò, e quelle parole rimbombarono nella stanza, mentre Dean Thomas guardava il pavimento e Rosie si mordeva le labbra, stretta tra Scorpius e Albus.

- Dean?
- Sì, Madame Hooch.
- Ti prego, occupati tu di quello che... bisogna fare. E quando arriverà Shacklebolt, digli che io resto al mio posto. Mi piacerebbe che fossi tu a dirigere Hogwarts d'ora in poi. Se il Ministro è d'accordo, sarebbe la soluzione ideale.
"Sarei il più giovane Preside di questa scuola da quando è stata fondata. Ma perché? Ne sarei capace?" rifletté il professor Thomas.
Rolanda si tolse il mantello di lana e coprì le spalle della signora Sprout, che continuava a singhiozzare inginocchiata accanto al letto.


Nel dormitorio di Gryffindor le ore passavano lente, scandite dai respiri regolari degli studenti e dallo sbattere ritmico di una finestrella lasciata aperta. Rosie fissava il buio e si rigirava ogni tanto tra le coperte, in attesa di un sonno che non giungeva. Era passato quasi un mese dal funerale.
Senza fare rumore, scese nella Sala Comune e si mise a studiare.
- Per Merlino, cosa ci fai ancora alzata? - la fece sobbalzare una voce fin troppo familiare.
James Potter era entrato senza che se ne accorgesse.
- E tu, se è per questo? - rispose lei.
- Si dà il caso che io sia un prefetto e che stia tornando da un'ispezione nelle cucine. Il tuo ragazzo si va a strafogare con i suoi amici Slytherin senza il minimo rispetto delle regole.
- Hai tolto dei punti alla sua casa? - s'informò Rosie, divertita.
- No, per questa volta no. Ma ho sequestrato la refurtiva!
Aprì un sacchetto che teneva sotto il mantello. Era pieno di frittelle.
- Vuoi favorire, cuginetta?
Zio Percy aveva ragione. Mai credersi superiore per la propria posizione, a discapito degli altri. Ma a favore di se stessi, qualche volta...

- James? Ti ricordi le ultime parole del Preside Flitwick?
Ecco. Proprio quando sembrava essersi ripresa, attaccava di nuovo l'argomento.
- Quali in particolare? La storia dell'anagramma che ha risolto dopo dieci anni?
Lei annuì, con la bocca piena. - A coscia sci riferiva, scecondo te?
James capì due cose: che, se non risolvevano quel mistero, Rosie non si sarebbe data pace, e poi che era l'ultima occasione per lui di concedersi una piccola avventura.
- C'è un'unico modo per saperlo. Andiamo!



Ritornano gli investigatori Potter e Weasley! Dopo aver smascherato le riunioni segrete al settimo piano (vedere "Why get back alone?"), ora faranno un'incursione... beh, dove non è difficile intuirlo! Comunque come vedete la piccola non ha perso l'appetito, nonostante i dispiaceri!
SakiJune

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Capitolo 4
*** he's going to tell us himself ***


SPOILER DI DEATHLY HALLOWS, ATTENZIONE!!!


Qui viene svelata metà dell'enigma, per Rosie e James.
Chi legge invece ha già tutti gli pezzi del puzzle.
Ci ho messo un poco di umorismo, in questo chap... spero non guasti.
Vedo che leggete, ma recensioni niente? Grazie lo stesso, comunque.
SakiJune





"Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta"
(F. De André)



Rosie non capiva cos'avesse in mente James, di preciso. Ma era sicura che sarebbero finiti nei pasticci.
- No, dai, è meglio di no. Chiederò ad Albus di aiutarmi. Lui non rischia i N.E.W.T. come te.
- Lui non sa quello che so io... e se ci becca la Hooch o qualche altro, dirò che ti sto accompagnando in infermeria perché hai mal di pancia. Credono sempre a un prefetto, sai!
Le diede la mano.
- Coraggio, vieni.

Dai dipinti alle pareti si commentò il loro passaggio alzando a volte un po' troppo la voce, e Rosie temette che prima o poi qualcuno sentisse. Effettivamente, una fluttuante figura più che nota sbarrò loro la strada, quando erano già vicini alla loro destinazione.
- Posso conoscere le vostre intenzioni, miei giovani amici di Gryffindor? Per quale perigliosa missione siete partiti? Se avete nobili scopi, vi affiancherò, ma se siete traditori, sono qui per ostacolarvi!
- Oh, sei solo tu, Nick...
Rosie diede una gomitata al cugino. - Lo perdoni, sir Nicholas, dopo sette anni non ha ancora imparato le buone maniere. Io credo che possiate aiutarci.
- Lo credo anch'io, signorina Weasley. Ho sentito quello che vi siete detti nella sala. La vostra non è solo curiosità, vero?
La ragazza scosse la testa. - Non lo so. Forse sarebbe meglio lasciare il passato dove sta.
- Kirstie - bisbigliò il fantasma, e sparì.

- Che cos'ha detto?
James si illuminò. - Ma certo, la parola d'ordine per il gargoyle. E' il nome di sua figlia. Quella che ci ha aiutato con... Teddy.
- Quindi il tuo piano è salire nella torre? E la cosa che tu sai e Albus non sa, quale sarebbe?
- Che glielo possiamo chiedere direttamente. A Flitwick.


"Io non parlo con chi, nonostante la luna abbia compiuto il suo giro nel cielo, continua a versare lacrime sul mio ricordo. Nella mia vita ho desiderato soltanto sorrisi intorno a me. Non ho stima per chi non va avanti."
Erano davanti al ritratto. Dalle altre cornici, Dumbledore li guardava commosso, mentre Phineas Nigellus Black alzava gli occhi verso il soffitto come per dire: "I soliti Gryffindor".
James se ne uscì con una faccia tosta incredibile:
- Io non piango, vede signore? Le chiedo solo cosa ha voluto dire...
"Ora non dirà più nulla" pensò Rosie, vergognandosi. "Non dirà più nulla perché sono una persona debole e una ficcanaso, e non meritavo il suo affetto".
"Wiffli Sucktili"
- Che cosa? Questo è l'anagramma che non è riuscito a capire per dieci anni? E qual'è la soluzione?
La mano dipinta indicò il bordo inferiore della cornice. Vi era una targhetta d'ottone con inciso il suo nome.
Le lettere si mossero, sovrapponendosi e mischiandosi, fino a formare quello strano scioglilingua. Poi tornarono al loro posto.
"Dieci anni per capire che mi aveva dedicato il suo piccolo grande trionfo..."
"Suvvia, Filius, che gusto c'è per loro se gli racconti tutto?" si era intromesso Dumbledore. "Lasciali investigare un pochino"
Flitwick scivolò via dal quadro per passare in quello del suo collega, ed entrambi scomparvero.
James avrebbe voluto strozzarli, tutti e due. Con la faccia sdegnata, istintivamente si volse verso il ritratto a fianco, che raffigurava un uomo dai capelli neri e la pelle giallognola.
- Snape... ma certo! Rosie, ti ricordi quando mio padre ci raccontava della Battaglia di Hogwarts? Quando scoprì che Severus Snape l'aveva sempre protetto come un figlio?
Lei annuì.
- Papà aveva visto i suoi ricordi nel Pensieve. E' un aggeggio che serve per depositare le cose che abbiamo in testa, quando sono troppo... affollate. E credimi, la testa di Flitwick doveva essere molto affollata, se consideri che...
- Ma James! Ammesso che lo troviamo, e ne dubito perché non sappiamo come sia fatto, il Preside Thomas l'avrà svuotato e ci avrà messo gli affari suoi, ormai!
Rosie era così impegnata a mostrarsi pessimista che aveva dimenticato di parlare sottovoce.
Panico!
Passi!
La porta si aprì...

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Capitolo 5
*** tale-telling threads ***


CONTIENE SERISSIMI SPOILER DI DEATHLY HALLOWS!




Siamo arrivati alla fine. O meglio, con questo capitolo termina lo spin-off e la storia si ricollega a quella di "Why get back alone"... che proseguirà ancora per parecchio, penso.
(non è una minaccia)
Questo è stato il capitolo più difficile da mettere giù, e vedrete perché. Avrei voluto descrivere anche la scena nell'aula di Incantesimi (quando lui si sente male) dal punto di vista di Flitwick, ma siccome non potrà depositare quei ricordi, essi non ci sono nel Pensieve...
Le parole di Minerva sono simili a quelle che pronuncia nel sesto libro: compare così brevemente che mi sono sentita in dovere di mantenerla IC!
Infine, un avvertimento a tutti i lettori che vengono dal Veneto: il diminuitivo del nome della Sprout non ha nessun doppio senso! Se si può dire 'Mione, si può dire anche 'Mona.
A Petronilla: molti particolari sono un po' nebulosi per chi non ha letto la ff precedente, lo so... la nascita del 4^ figlio di Harry, il ritorno di Tonks e Lupin eccetera sono spiegati lì. Il gesto di James può sembrare inspiegabile, ma ho voluto creare un parallelo con Percy al Ministero, accecato dal potere... che si è poi ravveduto.
Grazie mille per avermi recensito!

SakiJune







"Ricordi tra le pagine della mia mente,
Ricordi che con il tempo, come il vino, diventano più dolci.
Un tranquillo pensiero fluttua verso il basso
e si adagia soffice a terra
come le foglie dorate in autunno..."

Memories, words & music by B. Strange - S. Davis






Erano di fronte al Preside Thomas, in vestaglia e pantofole.
Nonostante li avesse trovati in piena notte nel suo ufficio, non sembrava molto arrabbiato.
Però avevano paura lo stesso. Rosie temeva che per James ci sarebbero state ripercussioni agli esami, e James era preoccupato perché non erano riusciti a scoprire la verità fino in fondo.
- Mi piacerebbe sapere cosa cercate, e soprattutto chi vi ha dato la parola d'ordine per salire - disse alla fine il Preside, con aria noncurante.
James spiegò che era stato Nick. Non sapeva se confessarlo sarebbe stato controproducente... ma lo fece.
- Oh, allora cambia tutto. Sir Nicholas tradirebbe mai la mia fiducia: a meno che non ne valga davvero la pena. Che cosa cercavate, allora?
- Il... il Pensieve... - balbettò Rosie, incredula. Quando insegnava Difesa contro le Arti Oscure, era una persona molto severa. Ma adesso scopriva il suo lato gentile.
- Oh. - Dean ricordò le lacrime di Rosie, il suo smisurato affetto per Flitwick. Come Hermione, in fondo. Indicò un bacile di pietra, decorato finemente. - Quello. Non lo uso, sapete: non ho problemi di nessun genere con la memoria. E non l'ho ancora svuotato... - continuò con una strizzatina d'occhio. - Io torno a dormire... chiudete la porta, quando avete finito.
Stiracchiandosi, uscì dalla stanza.

- E' da sette anni che me lo chiedo... - disse lentamente James. - Siamo dei raccomandati, per caso?
- Ovvio, i nostri genitori sono stati degli eroi. Se non fosse stato per loro, You-know-who sarebbe ancora vivo e questa sarebbe una scuola di Deatheaters.
- Brr... però Hugo e Fred non hanno molti privilegi.
- La riconoscenza ha i suoi limiti. Hai presente quello che ha combinato Fred su in Owlery?
Rosie sfiorò la sostanza di cui era colmo il recipiente. Non accadde nulla. Infilò la mano dentro... e vide.

Scene di un'infanzia tormentata, tra fratelli e cugini tutti perfettamente umani, tutti rigorosamente squib. Risatine, insulti, dispetti di ogni tipo.
Il primo giorno di scuola. La sensazione prima sconosciuta di appartenere ad un luogo, ad un mondo; la sete di conoscenza... le lunghe ore di studio, piccoli e grandi trionfi.
Il colloquio di lavoro con il Preside Dippet...

"No, più avanti... i fili si aggrovigliano... non riesco a trovare quello che cerco"
Ecco!

Le loro conversazioni. Parole innocenti, frasi di cortesia.
Un corteggiamento d'altri tempi, paziente e delicato.
Lei arrossiva. Lui sperava.
Non ne venivano mai a capo.

Gli incantesimi per proteggere Hogwarts. La battaglia: la sconfitta di un Deatheater dal lungo viso appuntito e il suo desiderio di uno sguardo d'ammirazione da parte dell'unica donna che avesse mai amato.

Filch portava dei bagagli fuori dal portone e li caricava su una carrozza.
- Non è necessario che se ne vada!
- Mi dica un motivo per restare, professor Flitwick, uno soltanto!
E lui non capiva che la sua era una preghiera...
- I nostri studenti, professoressa Sprout. - Lei non rispose e si allontanò.
La carrozza partì, trainata dai thestrals. Non li aveva mai visti prima della battaglia.
- 'Mona... - sussurrò, mentre una lacrima gli bagnava il viso.
La McGonagall lo guardava con disapprovazione.
- Sono terribilmente delusa di lei... C'è bisogno di amore nel mondo. Ha sprecato l'occasione della sua vita, se ne rende conto?

Le immagini successive erano più recenti.
La Hooch era tutta eccitata e gli sventolava un giornale sotto il naso, su cui c'era un articolo che parlava della scoperta della Wiffli Sucktili, una pianta rarissima originaria dell'America Latina, da parte di Pomona Sprout. Nella foto la donna appariva tremendamente invecchiata e un poco a disagio.
Nell'intervista le veniva chiesto cosa significasse quel nome, ma lei aveva risposto che non stava a loro scoprirlo.

L'ultimo ricordo. L'ultimo che aveva avuto il tempo di depositare, almeno.
Flitwick sedeva lì nel suo ufficio, con in mano quel ritaglio spiegazzato e ingiallito. L'aveva riposto in un cassetto, sospirando. Qui il filo si interrompeva.

- James... lui l'ha aspettata per tutto questo tempo.
- L'avevo capito.
- Quel pomeriggio... quando è andato alla finestra, ha cominciato a ripensare a lei, e ha capito il suo messaggio. Ma era passato troppo tempo: e disperava di rivederla mai più...
- La Hooch non l'aveva avvisato che sarebbe arrivata, di questo sono sicuro. Non lo sapeva neanche lei.
Le mise una mano sulla spalla. - Beh, il mistero è risolto. Possiamo andare a dormire?
Rosie fece cenno di sì. Era davvero stanca. Diede un'ultimo sguardo alla cornice vuota sulla parete, poi andò verso la porta.
- Andiamo pure, Jam-
"Addio, signorina Weasley"
Si voltò di scatto. Il ritratto di Flitwick era tornato al suo posto.
"Non si azzardi a piangere mai più. Lei ha un amore felice. Non lo lasci mai fuggire via"


Il Preside Thomas non accennò mai, con nessuno, alla piccola incursione nella sua torre.
James superò con discreto successo i N.E.W.T. e l'anno dopo si diplomarono anche Rosie, Albus e Scorpius. Quest'ultimo aveva vinto le resistenze del padre (la cui reazione non era stata, all'inizio, molto diversa da quella di Hermione) e si preparava a presentare ufficialmente la fidanzata a Malfoy Manor.

Pomona Sprout si stabilì a Hogsmeade, e nessuno si stupì che il giardino della sua casetta fosse il più grazioso del villaggio. Visitava spesso le serre di Hogwarts, almeno finché le forze glielo consentirono. Visse comunque abbastanza a lungo da posare gli occhi sul visino spaurito di Selena Longbottom. E quando, piena di speranza, le chiese dove fosse suo padre, la bambina le fece il dono di una bugia pietosa...
Ma questa è un'altra storia, naturalmente.

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