Gocce di Memoria

di Anny_miyu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. I ***
Capitolo 2: *** Cap. II ***
Capitolo 3: *** Cap. III ***
Capitolo 4: *** Cap. IV ***
Capitolo 5: *** Cap. V ***
Capitolo 6: *** Cap. VI ***
Capitolo 7: *** Cap. VII ***
Capitolo 8: *** Cap. VIII ***
Capitolo 9: *** Cap. IX ***
Capitolo 10: *** Cap. X ***
Capitolo 11: *** Cap. XI ***
Capitolo 12: *** Cap. XII ***
Capitolo 13: *** Cap. XIII ***
Capitolo 14: *** Cap. XIV ***
Capitolo 15: *** Cap. XV ***
Capitolo 16: *** Cap. XVI ***
Capitolo 17: *** Cap. XVII ***
Capitolo 18: *** Cap. XVIII ***
Capitolo 19: *** Cap. XIX ***
Capitolo 20: *** Cap. XX ***
Capitolo 21: *** Cap. XXI ***
Capitolo 22: *** Cap. XXII ***
Capitolo 23: *** Cap. XXIII ***
Capitolo 24: *** Cap. XXIV ***
Capitolo 25: *** Epilogo... ***



Capitolo 1
*** Cap. I ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

By Anny

1° Capitolo

Mattina – Casa Baldi-Flestero

Era una mattina come tante in casa Baldi-Flestero. La luce entrava soffusa dalla finestra aperta e si gettava direttamente per terra, come inorridita dallo spettacolo che le si proponeva innanzi. Tazze, cucchiaini e macchie di caffè sparsi ovunque sul tavolo della cucina, il letto ancora sfatto e i vestiti del giorno prima ancora appoggiati sulla sedia nella camera da letto. Laura occupava il bagno da circa un quarto d’ora, Antonio la aspettava paziente appoggiato allo stipite della porta, bussando di tanto in tanto per non farle prendere la cattiva abitudine di farlo aspettare troppo. Da quando si erano trasferiti, tutto funzionava così. I buoni propositi di Laura si erano rivelati fondati poiché la ragazza ogni mattina si prendeva la briga di svegliarsi presto per preparare la colazione di Antonio per poi svegliarlo e correre dritta in bagno. Quando Antonio aveva terminato il suo caffè rigorosamente amaro, cominciava la veglia fuori del bagno in attesa che la sua amata fosse finalmente pronta. Ed ecco che, finalmente, la porta si apriva e Antonio non faceva nemmeno in tempo a pronunciare un’esclamazione di soddisfazione che già le labbra di Laura erano tanto dolcemente quanto frettolosamente poggiate alle sue… Quella era la richiesta di perdono che ogni giorno Laura faceva ad Antonio… Una richiesta accompagnata dal solito “Scusa, lo so… è tardi!” e da due occhioni da cerbiatta imploranti clemenza. Solo a quel punto, Antonio cominciava a preoccuparsi. La vedeva correre avanti e indietro nella speranza di riuscire a riassettare la casa in tempo e non poteva non pensare ad una cosa. Era in trappola! Sia lui che Laura sapevano benissimo che bastavano quei dolci occhioni nocciola per intenerire il ragazzo e farsi perdonare qualsiasi cosa e Antonio temeva che questo portasse Laura a credere di avere qualsiasi potere sulla sua persona. In effetti era vero… Se Laura voleva qualcosa, bastava poco per ottenerla. Se Laura faceva uno sbaglio, il broncio di Antonio non durava più di mezza giornata. Ma se Laura si fosse mai permessa di tradirlo, lì non ci sarebbe stato occhio dolce che tenesse! Antonio l’amava troppo per poterla vedere tra le braccia di un altro e sarebbe impazzito qualora avesse saputo che il suo amore non era ricambiato in egual modo.

Antonio entrò in bagno, ma prima di richiudere la porta alle sue spalle lanciò un’altra occhiata a Laura. Dio, quanto era fortunato ad avere quella dolce visione sotto il suo stesso tetto, nel suo stesso letto… Quanto era stato fortunato ad averla finalmente sua. Si appoggiò alla porta e si sfiorò la bocca con le dita, ricordando quelle labbra di seta che poco prima si erano posate proprio lì.

No, non aveva nulla di cui preoccuparsi… Incredibile, ma vero. Lui amava Laura e Laura amava lui e il loro amore sarebbe durato per sempre…

Pochi minuti dopo, Antonio uscì dal bagno già perfetto nella sua divisa.

Antonio: Come mai tu non sei in divisa?

Laura: Io attacco tra un’ora!

Antonio: E allora perché vai così di fretta?

Laura: Perché tra un po’ passa Sonia a prendermi. Dobbiamo andare a comprare il regalo per Antonio.

Antonio: E’ incredibile… Sembra ieri che è nato, invece il figlio di Gabriele già compie un anno!

Laura si avvicinò e gli sistemò il nodo della cravatta, non senza provocare un sorriso di Antonio, il quale ripensò al fatto che era stato proprio lui ad insegnarglielo e la sua allieva aveva imparato così bene da superare il maestro.

Laura: Infatti… ed è per questo che tu farai di tutto per farti cambiare il turno ed esserci stasera per il suo compleanno. Non puoi mancare proprio tu che sei il padrino!

Antonio: Farò il possibile, ma se non riuscirò a raggiungervi in tempo dì a Gabriele che passo domani a fare gli auguri a Mira e al piccolo.

Laura: Comandi!

Gli sorrise e poi lo tirò per il colletto della divisa… I due si scambiarono il primo vero bacio della giornata. Quello che avrebbero ricordato durante i momenti di lavoro più infelici. Quello che durante il ritorno a casa avrebbe causato una maggiore pressione del piede sull’acceleratore. Quello che si sarebbero scambiati ancora mille volte prima di darsi la buona notte.

Ad interrompere il magico momento, ci pensò un clacson in lontananza…

Laura: Ah, questa dev’essere Sonia. Scappo! Ciao, amore!

Antonio: Buona giornata!

Laura chiuse la porta alle sue spalle. Antonio era rimasto solo in casa e prima di andare al lavoro si dedicò al suo solito giro di ronda. Il letto era ancora un po’ sgualcito, i vestiti tutto sommato erano nei cassetti giusti e le macchie di caffè potevano essere scrostate meglio.

Antonio pensò che Laura non era esattamente la casalinga perfetta, ma forse lui l’amava anche per questo!

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Capitolo 2
*** Cap. II ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 

2° Capitolo

 

Mattina – In giro per CdP

Sonia: Guarda questa!!!

Laura: Dio, ma è carinissima!!!

(*) Sonia e Laura passavano da un negozio all’altro sempre più entusiaste… Lo shopping fa sempre un certo effetto sulle donne, ma quella mattina c’era una sensazione particolare in Laura. Era intenerita da ogni cosa che vedeva e il solo pensiero che quegli accessori in miniatura potessero essere calzati da degli esserini minuscoli la emozionava incredibilmente. Lei ed Antonio adoravano il piccolo dei coniugi Vici e andavano a trovarlo ogni volta che potevano. All’inizio Antonio era stato un po’ restio a prendere in braccio il suo omonimo, ma dopo la prima volta… era fatta! Era nato un nuovo amore! Entrambi non riuscivano più a staccarsi da lui, per la gioia di Mira che poteva allontanarsi tranquillamente sapendo di lasciare il suo bambino in ottime mani. Era per questo che adesso Laura cercava il regalo perfetto per quel bimbo che le riempiva la vita… anche se solo part-time!

Sonia: Laura? Ti sei incantata?

Laura: No, Sonia… Mi sono innamorata!

Sonia: Si, queste scarpine sono veramente splendide!

Laura: Ma hai visto come sono piccole? Ci entrano si e no due dita…

Sonia guardò un po’ l’amica… Era innata in lei la capacità di capire i sentimenti degli altri, nessuno in tutta la caserma era più perspicace in fatto di cuore e affini. Si fece un po’ più seria, conservando però sul suo volto quel sorriso dolce e comprensivo di cui solo lei era capace…

Sonia: Sei veramente affezionata ad Antonio, vero?

Quanto le voleva bene! Laura sapeva che se l’amica perfetta esisteva non poteva essere altri che Sonia. Era sempre così disponibile ed attenta ad ogni dettaglio… Oltretutto sapeva di poterle confidare qualsiasi cosa… neanche una sillaba sarebbe uscita dalla sua bocca. Con lei poteva parlare di tutto, dagli argomenti più futili a quelli seri. E in quel momento aveva voglia di scherzare…

Laura: Di quale dei due parli?

Rispose Laura, facendo la finta tonta

Sonia: Che ami Antonio si vede lontano un miglio! Non c’è mica bisogno di chiedertelo…

Laura: Ma si, avevo capito… E’ ovvio che voglio bene al piccolo… è così… così… piccolo!

La risposta di Laura non era stata certamente esauriente, ma le ragazze si limitarono a ridere dell’inopia del vocabolario di Laura.

 

 

Mattina – In giro per Perugia

Antonio: Tutto bene?

Marika: Si…..

Antonio: Non si direbbe…

Marika: Grazie del pensiero, ma sto bene… davvero, non preoccuparti!

Antonio: Ok, allora quando avrai voglia di parlarne sai dove trovarmi.

Era cambiato. Era cambiato tantissimo da quando aveva conosciuto Laura. Prima in ogni collega vedeva solo un collega, invece ora vedeva del potenziale in ogni persona che incontrava. Anche Marika, con la quale si trovava spesso di pattuglia, gli sembrava tutto sommato una brava ragazza nonostante non facesse che guardarsi allo specchio e sistemarsi i capelli. Di solito non faceva che interrompere il giro di ronda per dare un’occhiata alle vetrine e da ogni pattuglia rientrava sempre in caserma con trucchi, smalti ed accessori nuovi. Se Antonio riusciva a sopportare tutto ciò era solo perché sapeva che se la sua collega si comportava così era perché era molto innamorata del suo ragazzo ed era convinta che solo con la bellezza eterna sarebbe riuscita a tenerlo accanto a sé per sempre. Gli veniva da ridere solo a pensarci. A Laura non sarebbero mai servite queste cose. Antonio la amava così com’era e uno smalto in più o in meno non avrebbe certo fatto differenza…

Marika: Va bene…

Rispose malinconicamente la ragazza, guardando fuori dal finestrino e sperando che anche la causa del suo malumore si stesse chiedendo come si sentiva adesso che lui non c’era più.

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Capitolo 3
*** Cap. III ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 

3° Capitolo

 

Sera – Casa Vici

(*) Laura era seduta accanto alla culla di Antonio. Lo guardava dormire angelicamente e aveva un’immensa voglia di entrare in quel minuscolo lettino con lui e stringerlo forte, come se fosse suo. Perché un po’ lo sentiva suo. E in effetti, essendo la fidanzata del padrino, diventava automaticamente la madrina, no? Quindi era un po’ anche suo figlio… no?

Mira: Sapevo di trovarti qui!

Laura: Mira! Sai… tu eri occupata e ho pensato di metterlo io a letto.

Mira: Hai fatto bene, non sai come sono stanca! Adesso sembra un angioletto, ma di giorno è un vero tormento questo cattivone!

Replicò Mira sedendosi accanto a Laura e lanciando un’occhiata amorevole alla sua creatura.

Laura: Ah, non ci credo! Con me è sempre buonissimo…

Mira: I bambini sono sempre splendidi, ma viverli ventiquattr’ore su ventiquattro è molto diverso che giocarci un po’ ogni tanto. Piange, prendilo in braccio, dagli da mangiare, cambiagli il pannolino…

Laura: Hai ragione, Mira. Io non so niente di come si crescono i bambini e.. a dire la verità il pensiero di un figlio mio mi entusiasma e mi spaventa allo stesso tempo!

Mira: Ma tu non devi preoccuparti, Laura… Sono sicura che tu e Antonio sarete braviss

Laura: A proposito… Antonio!!! La festa è finita e lui non è venuto…

Poi, rivolgendosi al bambino…

Laura: Hai visto piccolino che padrino cattivo che hai? …Come dici? Devo andare a rimproverarlo? Ok, vado subito!

Laura si alzò di scatto dalla sedia, seguita subito da Mira che non era riuscita a trattenere un sorriso. Forse Laura e il piccolo Antonio andavano meravigliosamente d’accordo perché erano entrambi dei bambini!

Laura: A parte gli scherzi, io vado… Quasi quasi lo raggiungo in caserma e gliela faccio davvero una bella ramanzina! Mi ero raccomandata tanto!

Mira: Non preoccuparti, può passare tranquillamente domani nel pomeriggio e magari restate anche a cena. Gabriele ne sarà sicuramente contento!

Laura: Ok, grazie Mira. Ciao!

E Laura scappò via, non senza lanciare un’altra occhiata all’angioletto che vagava tranquillo nel mondo dei sogni.

 

Sera – In giro per Perugia

Antonio: Cavolo, è tardissimo! Laura mi ucciderà…

Marco: Ah, sì! Caterina me l’ha detto… oggi c’è la festa del figlio di Gabriele, giusto?

Antonio: Esattamente… e io che sono il padrino non c’ero! Ormai la festa sarà finita da un pezzo…

Marco: Dai, siamo arrivati. Prova lo stesso a fare una corsa… ci penso io a parcheggiare la volante e scrivere il rapporto!

Antonio: Grazie, Marco! Sei un amico…

Marco: A buon rendere!

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Capitolo 4
*** Cap. IV ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 

4° Capitolo

 

Sera – In auto per Perugia

Notti come quella si vedevano raramente a Perugia. La luna piena sovrastava imponente la città, come un carabiniere in perenne servizio. Chissà quante ne aveva viste, quel satellite silenzioso! Gli amanti la guardavano, la contemplavano, ne tessevano le lodi… eppure la luna era sempre misteriosa. Prima mostra una faccia, poi un’altra… Non è mai la stessa e fugge con l’arrivo del sole. Come se non volesse mai far venire alla luce tutti i segreti di cui è a conoscenza e di cui l’oscurità della notte è complice. Laura guidava nella poca luce che la luna riusciva a donare quella sera. Non aveva paura… per niente. Si dice che la meta non è importante, che è il viaggio quello che conta… ma qualche volta è vero anche il contrario. A Laura non importava quanto ci avrebbe messo: l’importante era arrivare a destinazione. E la sua destinazione, la meta della sua vita, era come sempre lui: Antonio…

 

Sera – Caserma Perugia

Volenteroso come allora, non lo era mai stato. I buoni propositi per essere presente al compleanno del suo figlioccio c’erano tutti, era stata la disponibilità altrui a mancare. Non era riuscito a trovare nessuno disposto a sostituirlo. E adesso gli toccava correre in fretta e furia in ufficio, recuperare le sue cose e dirigersi ancora in divisa a casa Vici, sperando di essere in tempo. Ma… come si dice, le sfortune non vengono mai da sole. Anzi, arrivano proprio a braccetto… e qualche volta sono talmente tante che meritano lo sconto comitiva! Antonio stava ancora correndo per il corridoio della caserma, quando qualcuno lo travolse…

Antonio: Oh, scus

Marika: Ciao!

Antonio: Si, ciao… scusa vado un po’ di fretta…

Marika si fiondò nuovamente sul collega, ridendo e cingendogli il collo con le braccia…

Marika: No, dai… resta qui! Che c’è, prima fai tanto l’amico poi quando uno ha bisogno di te scappi? Eh? Eh?

Antonio: Ma… ma sei ubriaca?!?

Marika: Ops! Si nota tanto?

La scena era alquanto comica… Mentre la collega continuava a ridere sguaiatamente e senza ragione, Antonio ripercorse mentalmente la sua lista delle cose da fare…

1. Scollarsi Marika di dosso

2. Recuperare le sue cose dalla scrivania dell’ufficio

3. Evitare che Marika svegliasse tutta la caserma, facendosi così scoprire ubriaca dal comandante

4. Mettersi subito in moto per arrivare in tempo a Città della Pieve

Poi, un flash… Gli tornò in mente lo sguardo triste e vuoto della collega quella mattina… Rinnovò la lista…

5. Scoprire cosa aveva ridotto Marika in quello stato.

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Capitolo 5
*** Cap. V ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 

5° Capitolo

 

Sera – Cortile Caserma Perugia

Quante volte aveva già ripetuto a se stesso di essere cambiato dopo aver conosciuto Laura? Tante, forse troppe… Se si fosse trovato in una situazione del genere qualche anno prima, se ne sarebbe fregato altamente della sua collega. Invece adesso aveva dato un veloce sguardo all’orologio e, resosi conto che era matematicamente impossibile fare in tempo per la festa, si era preso la briga di accompagnarla (anzi… trascinarla) fuori a prendere un po’ d’aria, sperando che nessuno avesse ancora visto in che stato si trovava la ragazza…

Antonio: Allora… mi vuoi spiegare che ti è successo?

Marika: Ma niente… un’uscita con le amiche, qualche bel frescone, un paio di cocktail… no, aspetta… forse erano più di un paio… boh, non me lo ricordo… Aspè, chiamo la mia amica che glielo chiedo…

Antonio: Frena, frena

Rispose, affrettandosi a prendere il cellulare di Marika e a rifugiarlo il più lontano possibile dalla sua proprietaria, tentando di evitare che la collega compisse gesti irrazionali…

Antonio: In che senso “qualche bel frescone”? Ma tu non eri fidanzata?

Il viso di Marika si incupì improvvisamente…

Marika: Hai detto bene, ero… Mi ha lasciata!

Tre parole e Antonio capì tutto… Il perché della malinconia di quella mattina e anche il motivo di quell’improvvisa uscita fra ragazze genere “sesso, droga e rock’n’roll”…

Antonio: Ora capisco…

Marika: Ma non ti preoccupare!!! Sto ben…

Marika tentò di sorvolare sull’argomento e così, per smorzare la tensione e scherzare un po’ preparò il braccio per dare una bella pacca sulla spalla di Antonio… Ma non aveva fatto i calcoli con gli effetti dell’alcool che la rendevano molto meno lucida di quanto credesse. Quando stava per colpirlo, vedendoci doppio, scelse a caso la sagoma di Antonio da mirare… Risposta sbagliata! L’inerzia con la quale si era preparata era talmente forte da causare in lei una perdita di equilibrio e così Marika cadde dal muretto sul quale era seduta. Antonio la prese al volo e si trovarono a pochi centimetri l’uno dall’altra.

Marika: Sai, non ci avevo mai fatto caso

Antonio: A cosa?

Marika: Ai tuoi occhi…

Antonio: No, Marik

Non potè terminare la frase che già Marika gli aveva serrato le labbra con le sue. La ragazza portò le braccia intorno al collo di Antonio e lo strinse a sé come se, essendo ubriaca, non sentisse abbastanza il sapore di quel bacio. Antonio prese prontamente i polsi di Marika e li tirò forte per cercare di liberarsi dalla sua presa. Non fece in tempo a fare una maggiore pressione che si ritrovarono entrambi a girarsi, sorpresi, verso la strada. Un’automobile aveva sgommato a tutta velocità nella direzione opposta a quella della caserma e solo lo stridente suono degli pneumatici pressati sull’asfalto aveva convinto la ragazza a lasciare la presa dal collo del ragazzo.

Marika: Ma guarda questo pazzo!

Fu l’esclamazione di Marika, resa completamente disinibita dall’alcool e quindi incurante di quello che c’era stato un attimo prima con Antonio. Il suo collega, invece, era abbastanza lucido da ricordare tutto e da notare che l’automobile in lontananza era incredibilmente somigliante alla sua. Però, non era stato abbastanza scaltro da notare la targa… E pensare che quella minima disattenzione gli avrebbe cambiato radicalmente la vita.

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Capitolo 6
*** Cap. VI ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 

6° Capitolo

 

Notte – Casa Baldi-Flestero

Nella sventura era stato fortunato. Continuava a ripeterselo Antonio mentre girava la chiave nella serratura. Grazie all’arrivo di Marco era riuscito a liberarsi da Marika senza altri discorsi inconcludenti ed azioni irragionevoli e pericolose. Meno male che quella sera era di pattuglia con lui e non con qualche altro collega più rigido ed intransigente… Sarebbe stato sfortunato, ad esempio, se li avesse sorpresi un tipo come Brunelli. Quel brigadiere gli ricordava incredibilmente l’inflessibile Mura …e Mura gli ricordava per associazione di idee Città della Pieve. Gli mancava molto quella città, ma quando pensava al motivo per cui aveva dovuto lasciarla, non poteva che essere fiero della decisione presa. A proposito… con tutto il trambusto successo, aveva dimenticato di avvertire Laura del suo ritardo. Forse aveva fatto bene, magari stava già dormendo… Chiusa la porta alle sue spalle, poggiò le chiavi sul mobile all’ingresso e si diresse subito verso la camera da letto per vedere se Laura era ancora sveglia. Aprì la porta, ma la luce era spenta. Attraversando il corridoio, aveva già notato che nel bagno non c’era nessuno e, pensandoci bene, non si sarebbe affatto meravigliato se l’avesse trovata addormentata sul divano con la TV accesa, crollata nel tentativo di aspettarlo alzata. Camminando verso la cucina, già pregustava la vista della sua dolce metà dormiente e cominciò a pensare se fosse il caso di svegliarla oppure di portarla dritta dritta nel letto. Non aveva nessuna voglia di dormire e così decise di stuzzicarla un po’, magari facendola spaventare… Si, le avrebbe fatto uno scherzo innocente! Tanto quando si arrabbiava era ancora più bella… Si nascose dietro al divano e partì il conto alla rovescia…(*)

3…

2…

1…

Buh!

Antonio fece capolino dal divano ma… la TV era spenta e Laura non era neanche lì. Il cuore di Antonio sembrò fermarsi per un attimo. Uno strano presentimento stava prendendo il sopravvento sulla sua razionalità. Dov’era Laura? Cosa diavolo le era successo? Pronunciò il suo nome, lo disse forte e lo urlò a squarciagola, ma nessuno sembrava voler rispondere al suo disperato appello. Fece di nuovo il giro della casa, ma non la vide da nessuna parte. Quando la paura sembrava aver raggiunto il culmine, una lampadina si accese nella testa di Antonio.

Tirò un sospiro di sollievo. Che stupido era stato a preoccuparsi tanto! Probabilmente Mira e Gabriele, preoccupati per l’ora (e forse anche per la guida di Laura), le avevano proposto di restare a dormire da loro. Ma sì, doveva essere andata per forza così! Ad ogni modo, per esserne certo gli conveniva telefonarla. Si diresse verso il telefono facendo il giro del tavolo quando qualcosa di luccicante attirò la sua attenzione. Il suo ciondolo. Il ciondolo che Laura portava da quando si erano messi insieme e che non toglieva per nessuna ragione al mondo. Il loro ciondolo… muto testimone del loro amore. Che diavolo ci faceva lì? Antonio lo prese in mano e si accorse che sotto c’era un foglietto…

Ragazzi, che serata! Antonio era davvero fortunato! Con tutte quelle emozioni contrastanti, era un miracolo se non gli era ancora venuto un infarto. Prima il cuore si fermava, poi andava a mille, tornava stabile e… di nuovo cessava di battere. Sul foglietto si riconoscevano senza problemi la grafia di Laura e qualche piccola macchiolina circolare…

Addio…

Antonio si chiese cosa volesse dire quell’addio… Non capiva… Proseguì con la lettura del foglietto…

P.S.: Ti lascio il ciondolo… A me non serve più… Puoi darlo a Marika, però!

Se non altro, adesso sappiamo cosa fossero quelle macchie sul foglio… Lacrime… lacrime amare.

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Capitolo 7
*** Cap. VII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 

7° Capitolo

 

Mattina – Casa Flestero (Siena)

Chi ha mai visto un’alba sa che essa va contemplata in totale silenzio, magari con una leggera brezza marina che accarezza il viso e una sensazione di pace interiore che placa l’animo. Troppo spesso, però, l’alba è sola… Forse sa essere ancora più incantevole della luna, ma sono in pochi i temerari che sfidano l’impavida sonnolenza mattutina solo per poterla ammirare. Se anche quella mattina qualcuno avesse voluto farlo, sarebbe di certo mancata l’atmosfera perché in tutta la città riecheggiavano delle urla disperate. No, nessun castello gotico nelle vicinanze e neanche sette sataniche troppo mattiniere. La risposta era proprio fuori la porta di una semplice casetta con i fiori di lillà piantati nel giardino…

Antonio: Aprite!

Era già da un quarto d’ora che Antonio bussava senza risposta contro la porta di casa Flestero e ad ogni secondo che passava i suoi colpi si facevano sempre più violenti…

Antonio: Aprite, vi prego! Lo so che è qui… devo parlarle! Laura!!! Aprite o sveglio tutto il vicinato!

Le urla di Antonio cominciarono a placarsi solo quando si sentì la chiave girare nella serratura… ma la persona che venne ad aprire non era quella che il cuore di Antonio sperava.

Padre di Laura: Antonio…

Antonio: Signore, chiedo scusa per tutto il trambusto che ho provocato ma io devo vederla subito!

Padre: Antonio… è inutile!

Antonio: Perché? Lei deve lasciarmi entrare…

Padre: Antonio, vai via… Non vuole parlarti!

(*) Il padre di Laura era ancora lì davanti a lui, ma ad Antonio sembrò come se gli avessero sbattuto una porta in faccia. Aveva voglia di entrare nel suo stesso corpo e controllare che il suo cuore ci fosse ancora e che non fosse stato strappato via senza che nemmeno se ne accorgesse…

Annuì, finse un sorriso, si voltò e cominciò a scendere lentamente i gradini del pianerottolo di casa Flestero, senza aspettare che l’ormai ex-suocero chiudesse la porta.

Terminati i gradini, aveva inizio una piccola stradina che lo avrebbe portato all’esterno del cortile. Il cervello aveva già mandato il comando alle gambe, ma i piedi non si muovevano. Cosa significava quella strada davanti a lui? Che avrebbe dovuto cominciare una nuova vita, buttandosi alle spalle Laura e tutti i ricordi a lei legati? Non ce l’avrebbe fatta, lo sapeva già, ma forse era il caso di provarci… Perché, nonostante tutto, il suo cuore non era stato strappato via e lui era ancora vivo… E la vita deve andare avanti…

Antonio attraversò con passo deciso il cortile, incurante di quell’unica lacrima che gli rigava il volto… Life will go on

 

 

Mattina – Casa Flestero (Siena)

(*) Aveva sentito tutto… Ogni singolo rumore era ancora impresso nella sua mente… dal primo colpo contro la porta fino ai passi del padre che tornava a letto. Appoggiata al muro, si lasciò cadere per terra e il suo sguardo fece il giro della stanza… era come se dentro di sé mancasse qualcosa e la stesse cercando invano all’esterno. Lo sguardo si posò sulla finestra che dava sul cortile. Cos’era quella voce, quell’impulso interiore che le diceva di correre, affacciarsi, urlare il suo nome a squarciagola e riprendere la sua favola d’amore da dove era stata bruscamente interrotta? Lo sapeva, era la voce del cuore. Quella stessa voce a cui l’orgoglio non permetteva di dare ascolto. E poi, come poteva parlare il cuore se era ormai andato in frantumi non troppe ore prima?

Laura si fece forza, si alzò e si diresse verso il suo letto. L’indomani sarebbe stata una giornata allucinante… avrebbe dovuto chiarire la situazione con la sua famiglia, che era stata disposta a comprendere senza chiedere nulla… e avrebbe dovuto dare inizio ad un nuovo giorno… un giorno nuovo della sua vita… un giorno nuovo della sua nuova vita…

 

Niente… ci aveva provato in tutti i modi ma non riusciva proprio a prendere sonno. Chiudeva gli occhi e riviveva l’orrenda scena che le aveva fatto girare in fretta l’auto e dirigersi verso casa. Li riapriva e ancor più tremendamente si ritrovava in un mondo senza Antonio. Perché si sentiva così? Non doveva essere felice del fatto che aveva smascherato quel bastardo che la tradiva mentre lei sognava ad occhi aperti un matrimonio da favola? Doveva essere orgogliosa della scelta che aveva preso. Lo aveva lasciato, aveva dato un  taglio al passato ed era libera di vivere un radioso futuro. Doveva essere semplicemente arrabbiata con lui, doveva odiarlo… Ma in realtà, purtroppo, la verità era che ella lo amava ancora. Che il suo cuore non si era fermato per via dell’orgoglio, ma perché si era sentita tradita dall’unico uomo che in vita sua aveva veramente amato. Che adesso sentiva un dolore inspiegabile dentro di sé, un dolore così forte che avrebbe preferito morire in quel preciso istante. Antonio era tutto per lei… era la ragione di vita… e se aveva dato la sua vita a qualcuno che alla prima occasione era pronto a donarsi ad un’altra, allora non aveva capito proprio niente… tanto valeva morire. Ma era davvero il caso di rovinarsi per una persona del genere? Ecco, eccola che arrivava. La nausea…. Forse il disgusto per quella situazione… Laura corse in bagno e pregò che il dolore finisse nello scarico insieme a tutto quello che aveva mangiato.

 

 

 

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Capitolo 8
*** Cap. VIII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 





5 anni dopo…

 

 

 

8° Capitolo

 

Mattina – Hotel Excelsior (Piombino)

Sonia: Siamo arrivati… è questo!

Caterina: Certo che Laura non poteva scegliere posto migliore per sposarsi!

Marco: A dire il vero, io mi sto ancora chiedendo come le sia venuto in mente di invitarci tutti…

Caterina: Marco, ma che dici? E’ stato un gesto carinissimo…

Marco: Ma certo, anche io lo apprezzo… ma sai a cosa mi riferisco!

Caterina: In effetti, dopo il modo brusco con cui ci siamo lasciati ricevere l’invito ha sorpreso molto anche me…

Sonia: Ragazzi, capisco il vostro stupore… anche Laura era molto indecisa, ma io durante tutti questi anni le ho sempre parlato di voi e visto che le mancavate moltissimo le ho suggerito di invitare anche voi!

Marco: Hai fatto bene… mi spiace solo per Antonio!

Sonia: Non potevamo mica lasciarlo da solo in caserma… e poi, sono passati cinque anni, vedrai che ci avranno messo entrambi una pietra sopra!

Caterina: Speriamo! Piuttosto… dove l’hai lasciata la tua dolce metà?

Sonia: Mi sembrava strano che non me l’avessi ancora chiesto! Comunque Carlo ha detto che ci avrebbe raggiunti domani… non gli hanno concesso la giornata di permesso per oggi!

Marco: E tu ti fidi a lasciare uno come Prosperi da solo una giornata intera?

Sonia: A dire il vero no…  ma sono sicura che dovrà lavorare tutto il tempo quindi sono un po’ più tranquilla!

Caterina: Ah, ecco che arrivano papà e tutti gli altri…

Sembrava una vera processione… Ancora due automobili, una dopo l’altra, si fermarono nel parcheggio dell’hotel.

Bruno: Un albergo di lusso a quattro stelle! Si tratta bene la ragazza…

Sonia: Ve l’ho detto, lo sposo è un gioielliere!

Bruno: Ah, ecco…

Barbara: Io preferisco comunque le piccole chiesette di campagna e il matrimonio con pochi intimi!

Disse, guardando complice il marito e ricordando la loro cerimonia di nozze…

Intanto, dall’altra auto scesero Gabriele, Antonio che teneva per mano il piccolo Antonio e Mira che portava in braccio la piccola Lisa.

Marco: Toglimi una curiosità, Sonia… C’è qualcos’altro che devi dirci che noi non sappiamo?

Sonia: Beh… ce l’hai due ore di tempo?

Marco: Spiritosa!

Mira: Dai, Marco… è normale che lei sappia molte più cose di noi! E’ l’unica che è rimasta in contatto con Laura in questi anni… Io e Caterina l’abbiamo sentita giusto un paio di volte per telefono…

Sonia: Su, forza… non perdiamoci in chiacchiere. Siamo tutti, no?

Gabriele: Allora… Comandante e consorte ci sono, Giacomo e Gioia ci raggiungono direttamente domenica, Carlo domani, Marco e Caterina che ormai con quel pancione conta per due ci sono, Antonio non parla ma c’è, noi quattro eccoci qua, tu ci sei…

Sonia: Ok, ok… ho capito! Ci siamo proprio tutti… Allora non ci resta che entrare!

Bruno: Ti seguiamo…

Sonia si diresse verso l’entrata dell’hotel, seguita a ruota da tutto il gregge… Solo una persona era rimasta immobile, a fissare l’imponente costruzione davanti a lui. Quello era il luogo dove “lei” si sarebbe sposata. Non osava nemmeno pronunciare il suo nome. Avrebbe pagato chiunque per farsi dire chi lo aveva convinto ad accettare l’invito rivolto genericamente a tutta la caserma di Città della Pieve dei bei tempi andati… Ma cosa diavolo ci faceva lì?

Gabriele si fermò un attimo e si girò indietro a guardare quello che negli anni era rimasto sempre un fedele amico, un fratello acquisito… Chiamò il figlio e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio, poi il bambino corse verso quella persona che gli piaceva chiamare affettuosamente “zio”.

Antonio fu risvegliato dal suo stato di catalessi da Antonio Jr. Gli sorrise, lo prese in braccio e raggiunse Gabriele e gli altri… Ma nella sua mente continuava a domandarsi… Cosa diavolo ci faccio qui?

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Capitolo 9
*** Cap. IX ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

9° Capitolo

 

Mattina – Hotel Excelsior (Piombino)

Gabriele: Sonia, adesso che siamo arrivati vuoi dirci finalmente qual è questa sorpresa di cui ci parlavi?

Sonia, distrattamente, alzò la mano nella direzione di Gabriele per zittirlo, poi la portò sulla fronte per ripararsi dal sole e riuscire a vedere più chiaramente qualcosa in lontananza… Le porte dell’albergo si erano appena aperte ed avevano lasciato libero il passaggio ad una splendida bimba dai lunghi capelli castani e con dei meravigliosi smeraldi al posto degli occhi. Era la visione della fanciullezza. Saltellava e rideva con quel suo splendido vestitino rosa mentre giocherellava con una microscopica borsetta che la faceva sentire grande. Probabilmente stava scappando da qualcosa o stava semplicemente giocando a nascondino perché sembrava affaccendata a cercare un posto nascosto e misterioso dove rifugiarsi. Setacciò con lo sguardo tutto il cortile esterno, finchè il suo sguardo non si posò su una figura che lentamente le si stava avvicinando…

Sonia: Eccola la tua sorpresa…

Chiara: Zia Sonia!!!

Sonia: Chiara!

Le due corsero l’una verso l’altra e si unirono in un amorevole abbraccio. Non riuscivano a staccarsi l’una dall’altra… probabilmente era da molto che non si vedevano. Tutta la comitiva, intanto, rimasta più indietro, osservava la scena attonita chiedendosi chi fosse quella bambina così affezionata alla loro collega. Si scambiavano sguardi interrogativi l’uno con l’altro, ma nessuno era a conoscenza dell’identità di quel piccolo angioletto. Neanche quando sentirono una voce familiare in lontananza, riuscirono a decifrare l’arcano mistero.

Laura: Chiara! Chiara, ma dove ti sei nascosta?

(*) Ancora una volta le porte automatiche dell’ingresso si aprirono ma se prima avevano rivelato la presenza di una bambina di si e no cinque anni, questa volta palesarono qualcosa di ben diverso. Una splendida donna, elegante, raffinata ed aggraziata camminava lentamente e sicura di sé, cercando qua e là qualcosa che aveva smarrito. Ci misero un po’ per riconoscerla… non era davvero più la stessa. Tacchi alti, vestito stretto, lunghi capelli neri e magnetici occhi nocciola… Come poteva, proprio Antonio non riconoscerla? Certo, non era facile… Era come vedere una farfalla librare leggera nell’aria e tentare di immaginarla quando era ancora un bruco. No, quella non era più la dolce e piccola mascotte della caserma. Adesso Laura era diventata una donna!

Laura: Ah, ecco dov’eri! Con zia Sonia!

Laura raggiunse l’amica e si unì al tenero abbraccio. Quando se ne staccò, guardò un po’ nervosa l’amica la quale regalandole uno dei suoi sorrisi pacati la rincuorò e la incoraggiò a voltarsi senza paura verso gli altri, i quali erano ancora rimasti a bocca aperta dalla sua trasformazione…

Caterina: Laura! Ma sei diventata bellissima…

A smorzare la tensione, ci pensò per prima Caterina, sinceramente felice di poter riabbracciare l’amica di un tempo.

Laura: Caterina! Anche tu… poi, con questo pancione!

Piano piano, tutti si avvicinarono a Laura per salutarla e farle i primi auguri per il lieto evento. Mancava poco e sarebbe toccato anche ad Antonio, quando…

Stefano: Buongiorno a tutti! Voi dovete essere gli ex-colleghi di Laura…

Erano tutti rimasti talmente incantati dalla vista di Laura da non essersi nemmeno accorti che dietro di lei c’era un uomo e che adesso si stava rivolgendo a loro, tendendo educatamente la mano alla persona che gli sembrava la più anziana fra tutte…

Bruno: Esattamente! Comandante Bruno Morri, piacere!

Laura: Ah, lui è Stefano Conticini… il mio futuro marito!

Stefano: Il piacere è tutto mio! Ma entrate… sarete stanchi del viaggio! Per i convenevoli avremo tutto il week-end… Seguitemi, vi mostro le vostre stanze!

E tutta la comitiva si apprestò ad entrare nell’hotel ed attraversare, così, quelle porte che per quel giorno avevano già riservato abbastanza sorprese… Ma a proposito di sorprese, Gabriele ne approfittò per avvicinarsi ancora una volta a Sonia…

Gabriele: Senti, Sonia… Ma chi è quella bambina che è venuta a salutarti e che ora è mano nella mano con Laura? E perché ti chiama “zia Sonia”?

Sonia: Ma come, Gabriele… Non ci sei ancora arrivato?

Gabriele scosse la testa… Quello era proprio un no…

Sonia: Ma che domande… E’ la figlia di Laura! …No?

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Capitolo 10
*** Cap. X ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

10° Capitolo

 

Mattina – Hotel Excelsior (Piombino)

Gabriele: Cioè… Ma ti rendi conto? Laura… mamma! Non riesco a crederci… E tu?

Antonio: Mi abituerò all’idea…

Gabriele: Dai, Antonio. Un po’ di entusiasmo!

Antonio: Entusiasmo per cosa?

Gabriele: Non lo so… per Laura! Per il fatto che si sposa! Dico, ma l’hai vista com’è diventata?

Antonio: Eccome se l’ho vista…

Disse con aria un po’ sconsolata, buttandosi poi a peso morto sul letto della camera di Gabriele e Mira, continuando a guardare imperterrito il soffitto anche quando l’amico si sedette accanto a lui sul letto e gli rivolse una domanda che voleva porgli da tempo.

Gabriele: Antonio, dimmi la verità. Ma tu la ami ancora?

Antonio sospirò…

Antonio: Come si fa ad amare una persona che non vedi da cinque anni? E’ passato troppo tempo… Al massimo posso amare il suo ricordo, quel suo modo buffo di annodarmi la cravatta, i suoi ritardi, le sue battute, i suoi sorrisi… Ma adesso è diverso. Sono cambiate troppe cose!

Gabriele: Pensi che sia diversa dalla Laura che conoscevamo?

Antonio: Assolutamente… ma guardati intorno! Siamo in un hotel di lusso, con stanze prepagate per ognuno di noi, un matrimonio che sembra quello della Regina d’Inghilterra. Andiamo, alla vecchia Laura non sarebbe mai venuto in mente nulla di tutto questo!

Gabriele: Hai ragione… Comunque c’è ancora una cosa che non mi spiego...

Antonio: Cosa?

Gabriele: Se hanno una bambina già così grande, perché si sono decisi a sposarsi solo ora?

Antonio: Non lo so… e non voglio saperlo!

Antonio si alzò dal letto.

Antonio: Io vado a fare due passi, ci vediamo tra mezz’ora nella hall, ok?

Gabriele: A dopo!

 

Mattina – Hotel Excelsior (Piombino)

“Ascensore!”

Laura era nell’ascensore con Chiara, quando sentì la voce di qualcuno che chiamava l’ascensore. Non ci pensò neanche due volte ed infilò una mano tra le porte che ormai si stavano già chiudendo per permettere a quella persona di entrare. Si voltò verso la figlia sussurrandole simpaticamente di non seguire mai il suo esempio e poi si voltò nuovamente per ricevere la persona che affannatamene stava per entrare.

Antonio: Graz…

(*) Le parole gli morirono in gola quando si accorse che la dolce persona che si era preoccupata di tenere le porte aperte per lui era Laura. Se la trovò proprio di faccia e non riuscì a non pensare all’ultima volta che aveva ammirato il suo viso da così vicino… Quanto tempo era passato. Sembrava ieri e sembravano dieci anni…

Antonio: Ciao!

Laura: Ciao…

Se avesse saputo di stare aprendo le porte proprio per lui, forse lo avrebbe lasciato chiuso fuori. Ma cosa stava pensando? Si stava comportando come una bambina! Prima lo invitava alla cerimonia e poi cercava di evitarlo. No, erano passati cinque anni ed era proprio il caso di metterci una pietra sopra… Il passato è passato, no?

Si spostò un po’ e lasciò entrare nell’ascensore l’ex-collega che, lo sapeva, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, causandole un forte imbarazzo. Scendere fino al piano terra con tutta quella tensione in quell’ascensore che ad entrambi sembrava decisamente troppo piccolo sarebbe stata dura… Antonio decise di andare subito al fulcro della questione…

Antonio: Grazie per aver invitato anche me

Le disse, senza però riuscire a guardarla negli occhi, ma tenendo fisso lo sguardo sui quei numeri che segnavano il conto alla rovescia per la fine dell’imbarazzo di entrambi…

A Laura tremavano le gambe al pensiero di iniziare quella discussione, ma riuscì a simulare quanta più calma possibile…

Laura: Ma figurati! Sono passati tanti di quegli anni… Era il caso di metterci una pietra sopra, no?

Antonio: …Ehm, si… Certo!

Solo a quel punto, Antonio si accorse della presenza della bambina. Si abbassò e le si avvicinò

Antonio: E questa bella signorina come si chiama?

Chiara: Chiara…

Rispose timidamente la bimba…

Antonio: Che bel nome! E da quale regno vieni?

Chiara: Regno?

Antonio: Ma certo! Con quel bel vestito non puoi che essere una principessa, no?

Lentamente sul viso di Chiara comparve un sorriso da fare invidia alla persona più felice del mondo… Da quel momento, nessuno si preoccupò più di controllare quanti piani mancassero alla loro meta. Antonio continuava a scherzare con Chiara che rideva divertita. E Laura osservava intenerita la scena…

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Capitolo 11
*** Cap. XI ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

11° Capitolo

 

Mattina – In giro per Piombino

Laura camminava per Siena mano nella mano con Chiara che saltellava tutta contenta leccando il suo gelato al cioccolato…

Chiara: Mamma?

Laura: Si, tesoro…

Chiara: Chi era il signore dell’ascensore?

Laura: Il signore dell’ascensore? Ah, Antonio… beh, è un vecchio amico della mamma.

Chiara: E fa il carabiniere anche lui, mamma?

Laura: Si…

Chiara: E ce l’ha la pistola?

Laura: Si, ce l’ha… Ma quante volte ti ho detto che devi farti passare questo amore per le armi?!? Chiara, sono pericolose!

Chiara: Si, lo so… Ma io da grande voglio diventare come te!

Laura si girò verso la figlia e le sorrise… Un clacson la fece girare verso la strada e vide un’automobile che accostava ed il conducente che abbassava velocemente il finestrino… Probabilmente avevano bisogno di indicazioni, pensò…

Uomo: Mi scusi, per l’autostrada?

Indovinato!

Laura: Si, allora… Vada sempre dritto. Ad un certo punto vede un semaforo e…

Ma sì che lo sapeva come si arrivava all’autostrada! L’aveva presa un sacco di volte… E allora perché non riusciva a parlare? Cosa la distraeva? Lo sguardo di Laura si era posato un attimo sulla figura femminile alla destra del conducente e adesso non riusciva più a toglierle gli occhi di dosso. Era come una calamita. Quel volto aveva qualcosa di familiare, ma non riusciva ad identificarlo a causa degli occhiali da sole che la donna portava…

Donna: Laura?

Laura riuscì solo a sussurrare un “sì”…

Donna: Laura, sono io…

La donna si tolse velocemente gli occhiali da sole e Laura si sentì svenire…

Donna: Sono Marika, della caserma di Perugia… Ti ricordi?

(*) Eccome se si ricordava! La donna che le aveva distrutto la vita. L’ultima volta che l’aveva vista era intenta a baciare il suo fidanzato ed ora si apprestava a scendere velocemente dall’automobile ancora accesa per venirle incontro. Calma, Laura… Rilassati… Calma…

Marika: Laura, io devo assolutamente spiegarti. So cos’è successo tra te e Antonio ma…

Laura: Marika, non preoccuparti… E’ passato un sacco di tempo… Davvero, non c’è nessun bisogno…

Marika: Ma io voglio spiegarti!

Laura: A quale scopo? Dopodomani mi sposo…

Marika: Davvero? Oh, sapevo che tu e Antonio avreste sicuramente chiarito. Insomma, siete fatti per stare insieme!

Laura: No, hai capito male… Io mi sposo, ma non con Antonio…

Marika: Oh, scusami… In tal caso, voglio spiegarti! Ti prego, devo farlo… Tu devi sapere!

Laura: Ma ormai non c’è più niente da sapere…

Marika: Si, invece. Non è giusto che per colpa mia tu abbia sofferto tanto. Voglio rimediare facendoti conoscere almeno la verità… Quello che hai visto è stata solo colpa mia! Sono io che ho baciato Antonio perché ero sotto l’effetto dell’alcool e lui si è subito staccato ed ha messo le cose in chiaro. E’ stato più che leale… devi credermi! Scusami, io dovevo togliermi questo peso…

Laura: Non preoccuparti… E’ tutto chiaro, grazie…

Marika: Beh, io ora vado… Ciao… ah, e auguri!

Laura guardò l’auto allontanarsi e riuscì ad intravedere dentro di essa due bambini che giocavano tra di loro e Marika che provava a tenerli a bada. Non aveva nemmeno finito di darle le indicazioni che voleva…

Chiara: Mamma, chi era quella signora?

Laura: …Nessuno!

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Capitolo 12
*** Cap. XII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

12° Capitolo

 

Pranzo – Ristorante Hotel Excelsior (Piombino)

Sonia: Laura? Laura mi senti?

Laura si svegliò dalla catalessi. Quando ci era arrivata al ristorante dell’albergo? E come? Era talmente sovrappensiero che non si ricordava nemmeno per quale motivo era seduta al tavolo con i suoi colleghi di Città della Pieve…

Laura: Come?

Sonia: Se, va … Sei proprio su un altro pianeta!

Laura: Scusami… è che con tutti i preparativi per la cerimonia, ultimamente non ci sono proprio con la testa!

Bugia! Non erano certo i preparativi il problema. Cosa avrebbe dato per poter tornare indietro e decidere di starsene chiusa nella sua camera quella mattina. Non per forza tutta la giornata, solo quel poco che bastava per evitare lo spiacevole incontro con Marika… Sarebbe stato meglio non sapere…

Sonia: Hai ragione. Probabilmente è anche il caldo. C’è un sole che spacca le pietre!

Chiara: Meglio così!

Antonio: Chiara, perché dici che è meglio così? Il sole è bello, ma troppo fa male…

Chiara: A me basta che non piove…

Antonio: E perché ti preoccupi che piova? Siamo in piena estate…

Chiara: Perchè mamma odia la pioggia! Ogni volta che piove diventa sempre triste…

(*) Antonio guardò Laura e i loro sguardi si incrociarono. L’uno vide negli occhi dell’altro la stessa scena. Due giovani figure che, incuranti della pioggia incessante sui loro corpi, correvano l’uno verso l’altro per il coronamento del loro amore.

Antonio: Ah… La mamma odia la pioggia?

Disse rivolto a Chiara, ma continuando a guardare fisso negli occhi Laura, la quale tentava di sfuggire ai suoi occhi penetranti e scrutatori…

Chiara: Sì!

Laura, imbarazzata, tentò di salvare la situazione rimproverando la figlia…

Laura: Chiara, basta con le sciocchezze. Continua a mangiare…

Si sentiva messa a nudo… Tutti in quel tavolo, al di sopra dei sei anni, sapevano per quale motivo Laura doveva odiare tanto la pioggia… Per fortuna, l’oggetto della discussione mutò non appena arrivò il futuro sposo…

Stefano: Ciao, amore!

Arrivò al tavolo e stampò al volo un bacio sulla guancia della compagna.

Stefano: Buon appetito a tutti!

La tavolata rispose chi con un semplice sorriso, chi con un cordiale “ciao”, tanto per entrare in confidenza…

Laura: Amore, non ti fermi a mangiare con noi?

Stefano: No, ho mangiato un tramezzino in ufficio. Sono solo passato a prendere dei documenti, devo tornare di nuovo…

Laura: Ma ce la fai per oggi pomeriggio, vero?

Stefano: Ecco… ero passato anche per dirti questo. Mi dispiace, ma davvero non posso…

Laura: Stefano! Avevi promesso a Chiara che l’avresti portata al parco giochi!

Stefano: Laura, lo sai che mi è capitato un vero affare! La porterò un’altra volta…

Laura: Ma ci teneva… glielo avevi promesso!

Stefano: Portacela tu, allora…

Si abbassò e le diede un altro bacio sulla guancia.

Stefano: Sei ancora più bella quando sei nervosa! Io scappo… Arrivederci a tutti!

Si era sbagliata. Credeva che l’arrivo di Stefano l’avrebbe tolta dall’imbarazzo, invece adesso non aveva il coraggio di guardare in faccia nessuno.

Antonio: Senti, Laura… Io devo portare Antonio Jr. al luna park più tardi. Se vuoi, posso portare con me anche Chiara… Sempre che ti fidi di lasciarla venire sola con me…

Laura: Fidarmi io? Ma certo… perché non dovrei?

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Capitolo 13
*** Cap. XIII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

13° Capitolo

 

Pomeriggio – Hotel Excelsior (Piombino)

Antonio: E meno male che ti fidavi!

Laura: Senti, non è che non mi fidi…

Antonio: Vorresti farmi credere che ti è venuta un’improvvisa voglia di farti un giro sulla carrozza di Cenerentola del parco giochi?

Laura: Spiritoso! E’ solo che… tu non la conosci bene. Non sai neanche a cosa è allergica e a cosa no! E se poi le fai mangiare qualcosa che non le fa bene?

Antonio: Ok, allora dimmi a cosa è allergica.

Laura: Beh… per ora a niente, ma se dovesse sviluppare un’allergia improvvisa?

Antonio: Un’allergia improvvisa?

Laura: Si… non guardarmi così, potrebbe capitare! E allora io dovrei essere con lei, capisci?

Antonio: Laura, ammettilo…

Laura: Cosa?

Antonio: Non ti fidi!

Laura sospirò… Finalmente si fermò dopo aver parlato a raffica per un quarto d’ora buono… E adesso non ce la faceva più ad inventare scuse…

Laura: E va bene… è solo che non l’ho mai lasciata andare da sola con qualcuno che non fossi io, Stefano o i nonni…

Antonio: Non preoccuparti, per me non è un problema se vieni anche tu… Ma metti delle scarpe basse…

Laura: E perché?

Antonio: Magari riesco a spacciarti per una bambina e pago il biglietto ridotto!

Laura: Che scemo!

Antonio: Ci vediamo tra dieci minuti nella hall… Vado a prendere Antonio!

Laura: E io Chiara…

 

Pomeriggio – Hall (Hotel Excelsior)

(*) Da dietro la gamba di Laura faceva capolino una testolina scura che ogni tanto si affacciava per guardare quel bambino che, come in uno specchio, faceva l’esatto opposto di ogni sua mossa. Laura e Antonio, uno di fronte all’altra, speravano che i loro due piccoli alter-ego facessero in fretta a rompere il ghiaccio per poter partire alla volta del parco giochi.

Antonio: Dai, Antonio… Valla a salutare!

Antonio Jr, però, era stranamente imbarazzato all’idea di dover conoscere per forza quella bambina e di doverci passare l’intero pomeriggio insieme… Si sistemò meglio dietro la gamba di Antonio.

Laura: Dai, tesoro… Non ti mangia mica? E’ un bambino come te…

Ma niente…

Antonio: Forza, fai vedere che ormai sei un ometto!

E lo spinse velocemente verso la bambina, seguito da Laura che fece lo stesso con la figlia.

Ora i bambini erano faccia a faccia

Antonio Jr: Ciao!

Chiara: Ciao…

Antonio Jr: Come ti chiami?

Chiara: Chiara…

Antonio Jr: Io mi chiamo Antonio…

Chiara: Come lui?

Trovò  il coraggio di chiedere, riferendosi ad Antonio…

Antonio Jr: Sì! Ci sei mai andata sulle montagne russe?

Chiara scosse la testa, quasi vergognandosi di non aver ancora provato quell’esperienza…

Antonio Jr: Io sì! Sali sopra fino a toccare il cielo e poi all’improvviso cadi giù…

Chiara era realmente affascinata da quella descrizione… ne era incuriosita.

Chiara: E non hai paura?

Antonio Jr: Paura? Macchè… io sono grande!

Chiara: Anche io sono grande!

Antonio Jr: Allora puoi venire anche tu sulle montagne russe!

Chiara tirò il vestito della mamma per attirare la sua attenzione e facendole quegli stessi occhi dolci e falsamente innocenti che Laura usava a suo tempo per convincere chiunque, le chiese…

Chiara: Mamma, ci posso andare? Dai…

Laura guardò complice Antonio, felice del fatto che i due erano riusciti a rompere il ghiaccio…

Laura: Vedremo!

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Capitolo 14
*** Cap. XIV ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

14° Capitolo

 

Sera – Terrazzo (Hotel Excelsior)

(*) Tirava un leggero venticello quella sera. Poteva sentirlo accarezzarle lievemente la pelle, come una morbida carezza. Era la stessa sensazione che aveva sentito quel pomeriggio sulle giostre con Antonio. Il vento che le scompigliava i capelli, le urla delle povere vittime della casa dei fantasmi, le risate di Chiara ed Antonio, l’odore di zucchero filato e il sole negli occhi le tornarono in mente tutti insieme come in un guazzabuglio di sensazioni miste. Ma in mezzo a tutti questi flashback, l’unica immagine che sarebbe sempre rimasta nitida nella sua mente, quella che avrebbe potuto ricordare anche dopo un millennio sarebbe stata il suo luminoso sorriso. Quello che fa venire i brividi, quello che ti invoglia a sorridere con lui, quello che ti ricorda perennemente che la vita è bella… e quello che ti fa scordare tutto il resto. Si, perché Antonio aveva anche questo potere. Il suo magnetico fascino l’aveva portata quella sera su quel terrazzo a guardare dall’alto tutto ciò che lei stessa aveva creato. Era lei l’onnipotente che aveva dato vita a tutto ciò che era in grado di vedere da lassù. Aveva scelto quali fiori dovessero esserci in quel giardino che avrebbe ospitato la sua cerimonia di nozze. Aveva scelto il colore di ogni singolo addobbo. Aveva persino deciso quali camere assegnare ai suoi benvoluti ospiti. Aveva organizzato quel matrimonio come Dio aveva creato il mondo. Ed ora se ne stava lassù ad ammirare il suo capolavoro. Fino al giorno prima si era sentita fiera di se stessa, ma Antonio aveva il potere di far dimenticare tutto. Adesso guardava in basso in quel laghetto che, invece di mostrare le sue limpide acque, le ricordava costantemente l’immagine di Antonio. E di quel suo magnetico sorriso. Era come se volesse darle una sola risposta per ogni domanda che nella sua vita si era mai posta… Chi era stato il primo uomo ad amarla veramente? Antonio. Chi era stato il primo uomo che aveva veramente amato? Antonio. E chi il primo uomo a ferirla? Sempre Antonio. Non riusciva a crederci. In tutti quegli anni si era convinta di averlo dimenticato. Ma evidentemente non era così. Pensava di aver risanato la ferita solo perché non lo aveva più visto. Ma nell’attimo in cui i loro sguardi si erano di nuovo incrociati, il sentimento era sbocciato di nuovo, più bello di prima. E più disperato.

Perché, Laura? Perché sei quassù, ad un giorno dal tuo matrimonio, a pensare ad un’altra persona? Solo perché lo hai visto così tenero e dolce con la tua bambina? Solo perché lo hai visto così tenero e dolce con te? Cosa sono tutti questi dubbi? Perché vuoi buttare al vento cinque lunghi anni di momenti indimenticabili? E per cosa, poi? Per un sorriso che già una volta ti ha spezzato il cuore, lacerato l’anima… Sei proprio ingenua

Laura parlava con se stessa, confidandosi quello che neanche un’amica del cuore poteva sapere. Aveva dubbi. Era giusto sposarsi? Perché, se non ne era sicura, avrebbe fatto meglio a pensarci prima che fosse troppo tardi. Forse Antonio non era l’uomo da sposare, ma magari era stato mandato dal cielo proprio per evitare quel matrimonio…

Dio, ma che pensieri stava facendo? Era proprio una bambina! Peggio di Chiara… Non si rendeva conto che dei dubbi prima del matrimonio sono assolutamente normali? Non sapeva che ogni futura sposa si era posta quelle stesse domande? Che sono praticamente di rigore tanto quanto l’abito bianco e il bouquet?

No, non aveva nulla di cui preoccuparsi… Poteva anche urlarlo a gran voce… “Questo matrimonio s’ha da fare!”

 

 

Sera – Camera di Antonio (Hotel Excelsior)

(*) 5 anni. Antonio avrebbe voluto schiaffeggiarsi da solo. 5 lunghi anni e non era stato capace di dimenticarla. Com’era possibile? Eppure ne era stato sicuro fino a quella sera. Fino a quel maledetto momento di quella maledetta cena in cui quel maledettissimo uomo aveva stampato quell’ancor più maledetto bacio sulle sue candide labbra. Solo in quel momento Antonio aveva finalmente realizzato di aver ormai perso Laura… per sempre! E’incredibile come un semplice momento, un semplice attimo sia in grado di farti capire il senso di una vita intera. E ancora più incredibile è il magico potere che ha di cambiartela la vita. Di segnarla per sempre. Come quello stupido bacio di Marika. Se non fosse mai accaduto, adesso non si ritroverebbe depresso, sdraiato sul suo letto senza un briciolo di vitalità, pregando di poter essere un giorno l’unico ad amarla… senza nessuno che tenti costantemente di portargliela via.

Aveva sbagliato a giudicarla male con Gabriele. Aveva commesso lo stesso errore del loro primo incontro. Giudicare prima di provare. Quel pomeriggio con lei era stato illuminante. Nei suoi occhi aveva rivisto la dolce ragazza di cui si era innamorato e quello stesso entusiasmo che lo aveva fatto diventare l’uomo che era. Probabilmente il suo modo di fare pacato e controllato di quella mattina era dovuto alla veloce maturazione della ragazza. Non doveva dimenticarsi, infatti, che Laura aveva una bambina di cinque anni e che sicuramente non era stato facile crescerla quando lei stessa era ancora così giovane. E gli effetti collaterali si vedevano. Adesso che poteva, Laura aveva ripreso a comportarsi da bambina. Lei e Chiara non sembravano madre e figlia ma due amichette che litigano per avere la bambola più bella. Ed era la cosa più tenera che Antonio potesse immaginare. Perché, in fondo, lui sapeva… se n’era accorto… Sì, Chiara aveva davvero una brava mamma. Ma purtroppo, aveva anche un papà e quel papà non era lui, quindi era meglio mettersi il cuore in pace! Desiderare la donna d’altri è peccato, ma in quel momento gli sembrava il peccato più dolce del mondo. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter essere lui l’uomo che in giacca e cravatta l’avrebbe portata all’altare. Ma si sarebbe dovuto accontentare di ammirarla seduto fra i banchi. Come tutti gli altri invitati. No, lui non era l’uno fra i tanti e non riusciva a capacitarsene. Forse sarebbe stato meglio uscire a prendere una boccata d’aria fresca…

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Capitolo 15
*** Cap. XV ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

15° Capitolo

 

Sera – Terrazzo (Hotel Excelsior)

Il vento la attraversava come la più sensuale delle carezze. Poi sentì qualcosa avvolgerle sofficemente il corpo. Girò il capo sulla sua spalla e vide una mano e una giacca. Alzò lo sguardo e fu fulminata da una visione accecante. Quel sorriso… Antonio le stava posando timidamente la sua giacca sulle spalle, forse pensando che i brividi che la percorrevano fossero causati dal freddo… e non da una normalissima ansia da matrimonio.

Laura: Grazie…

E Antonio preferì rispondere a quel sussurro con un semplice sorriso… Si appoggiò a quel sottile muretto, unica barriera tra lui ed un baratro che sapeva tanto di morte quanto di infinito. I suoi occhi si persero in quel vasto panorama che rendeva la notte più magica di quanto già non fosse.

Antonio: E’ bellissimo…

Laura: Già…

Antonio: Anche se, a dire il vero, non credevo che ti piacessero le cerimonie sfarzose…

Laura: Era un desiderio di Stefano. Voleva il meglio e io l’ho assecondato. Ma se fosse dipeso da me, mi sarei accontentata di io, lui, una chiesetta e Chiara che porta le fedi…

Laura si girò, dando le spalle al giardino sotto di lei e voltandosi a guardare le stelle…

Laura: Un’inguaribile romantica, no?

Antonio guardò a lungo il suo profilo, illuminato dalla candida luce della luna… E dovette ricredersi. Laura non era per niente cambiata. Era sempre la stessa Laura di cui era innamorato cinque anni prima. La stessa di sempre…

Antonio: Come sempre…

(*) Dalla sala ristorante all’ultimo piano dell’edificio, si levò una voce soave con  una dolce melodia a fare da sottofondo. Sembrava fatta apposta per loro… Antonio pensò che forse il destino, dopo tante beffe e tanti soprusi, era ancora dalla sua parte… Quegli anni lontano dal grande amore gli avevano fatto capire che le cose nella vita vanno prese al volo, che lo stato d’animo peggiore è la paura di essersi lasciato sfuggire “il momento”… quello giusto, quello in cui ti giochi il tutto per tutto, quello in cui senti che devi fare solo una cosa… vivere, essere… E quindi colse senza paura l’occasione…

Si spostò e le si piazzò davanti, cogliendola alla sprovvista…

Antonio: Balliamo.

Laura: Come?

Antonio: Balliamo…

Laura scosse il capo come se non volesse sentire ragioni, stava per voltarsi nuovamente verso il panorama, ma Antonio le bloccò un braccio e la fece girare di nuovo verso di lui…

Antonio: Un ballo tra vecchi amici… che male fa?

Laura era… era… era stanca! Non ce la faceva più a combattere con se stessa, con quella parte di lei che aveva atteso un momento del genere da anni. Lui era lì, che chiedeva solo due minuti di piacere, senza tradimenti, senza compromessi… Solo un ballo… che male può fare?

Lasciata cadere per terra la giacca, lo guardò negli occhi e senza parlare cominciò lentamente ad avvicinarsi a lui. Oscillando in perfetta simbiosi con la musica, Antonio portò le mani sui suoi fianchi e la tirò dolcemente a sé. Laura avvolse la sua schiena con il braccio e poggiò la mano sulla sua spalla, poggiandosi poi la testa sopra. I due continuavano ad oscillare insieme e Laura chiuse gli occhi. Si lasciò andare e tornò indietro nel tempo… Una visione in bianco e nero nella sua mente… Il loro oscillare… una culla… la piccola Chiara. Quel ballo le ricordava terribilmente quel dolce movimento che faceva la culla della sua piccola creatura. Si sentiva esattamente come allora… semplicemente felice di gioia pura.

Antonio e Laura erano ormai in un mondo a parte. La memoria del loro passato stava prendendo forma intorno a loro come nella più temibile delle magie… Il mistero fa paura… Non si sa che effetti possa avere. Tornare indietro nel tempo può essere pericoloso perché la vita deve seguire il suo corso. E Laura lo sapeva… Aprì di scatto gli occhi, scacciando dalla mente l’immagine del loro primo ballo al matrimonio di Gabriele e rendendosi conto che ormai nulla avrebbe più potuto frenare quelle gocce che percorrevano il viso alla ricerca della felicità eterna. Si asciugò in fretta le lacrime e si scostò bruscamente dal suo compagno di danza…

Laura: Scusa, devo andare…

E scappò via. Lasciando Antonio totalmente disorientato. Seguirla? E perché? Non ne aveva motivo. Lo sanno tutti che se una principessa vuole essere rincorsa, lascia da qualche parte la sua scarpetta.

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Capitolo 16
*** Cap. XVI ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

16° Capitolo

 

Mattina – Hotel Excelsior (Piombino)

Laura: Dici?

Sonia: Ma si! Sei troppo stressata… guardati! Sei pallida, hai le occhiaie e ti vedo pure un po’ deperita!

Laura: Grazie Sonia, è proprio quello che ogni donna vorrebbe sentirsi dire il giorno prima del suo matrimonio!

Sonia: Ma dai, non preoccuparti! Basterà una giornata di riposo e tornerai come nuova!

Laura: Riposo? Ma se in questi giorni non sto facendo praticamente nulla!

Sonia: Secondo me hai bisogno di cambiare aria… fatti una passeggiata, anzi… perché non te ne vai un po’ al mare?

Laura: Al mare? Vuoi che mi abbrustolisca proprio oggi?!?

Sonia: Ma non vai mica a prendere il sole… è giusto per farti rilassare un po’, così porti anche un po’ in giro Chiara…

Camminando camminando, le due amiche erano giunte nel parcheggio dell’albergo…

Sonia: Toh, ma guarda che coincidenza! Tutti i maschietti stavano proprio andando alla spiaggia! E guarda, Chiara è già pronta!

Strano… molto strano… Laura cominciò a capire che dietro quella improvvisa voglia di benessere di Sonia doveva esserci qualcos’altro…

Laura: Eh, si… che coincidenza!

Sonia: Forza, andate… andate

Disse spingendo la collega verso l’automobile guidata da Carlo, che intanto era arrivato a Siena.

Carlo: Poi mi spiegate com’è che non sono manco arrivato e già me ne mandate!

Sonia: Vai, vai!

Chiara: Mamma, ma dove andiamo?

Disse la bambina strofinandosi gli occhi, ancora assonnata.

Laura: Non lo so, Chiara… Non lo so

(*) Rispose prendendo in braccio la piccola ed entrando in auto con Carlo, Bruno e Marco.

Laura: Ok, che vogliate “sequestrare” me è un conto, ma buttare mia figlia giù dal letto è troppo!

Marco: Non guardare me, ha organizzato tutto Sonia… Io non so niente!

Rispose il giovane che era seduto nei sedili posteriori con le uniche due donne della comitiva.

Bruno: Beh, Laura… Mi sa che l’unica cosa che puoi fare è... goderti il viaggio!

Aggiunse il comandante sporgendosi dal sedile anteriore con sorrido beffardo.

 

Nell’auto proprio dietro di loro, li seguivano a ruota Gabriele ed Antonio.

Gabriele: Sono state carine le ragazze a voler organizzare una piccola festa per Laura, visto che all’addio al nubilato non c’erano…

Dal sedile a fianco, nessuna risposta se non un mugugno indecifrabile, ultimo superstite di una lingua antica non ancora scoperta.

Gabriele: Allora, che cos’hai?

Antonio: In che senso?

Gabriele: Beh, non dici una parola! Sembri tornato il vecchio e rude Antonio!

Antonio: Semplicemente non ho nulla da dire…

Gabriele: Allora speriamo che l’aria di mare ti restituisca il dono della parola.

Passarono due minuti di silenzio. Anzi, quello non era davvero un silenzio perché, stando bene attenti, si potevano sentire le menti dei due ragazzi che, come meccanismi consumati dal tempo, facevano un po’ di rumore man mano che si azionavano. E, mentre Gabriele stava forse pensando alla sua casa, ai suoi figli, alla splendida moglie, non  era difficile immaginare quale personaggio fosse in quel momento l’oggetto dei pensieri di Antonio.

Antonio: Che poi io a questo matrimonio non ci volevo neanche venire!

Esclamò improvvisamente il carabiniere, interrompendo i pensieri del collega.

Gabriele: Questo lo so

Antonio: Fammi un favore, spiegami perché tu e Mira avete insistito tanto affinché io venissi… perché io davvero non me lo spiego!

Gabriele: Perché… perché dovevi sapere!

Antonio: Dovevo sapere? …E cosa?

Gabriele: Perché da cinque anni a questa parte non hai più avuto relazioni sentimentali stabili. Dovevi sapere perché da cinque anni a questa parte hai perso quella solarità che passo dopo passo eri riuscito a conquistare… Antonio, tu dovevi sapere se l’amavi ancora o no!

Antonio si voltò verso il finestrino. Lo divertivano quelle immagini che giocavano a rincorrersi davanti a lui. Avrebbe voluto evadere da quella realtà che troppo spesso lo soffocava e godersi soltanto la libertà ed il piacere semplice di una corsa in quei vasti prati della sua fantasia. Fuggire da tutto… da tutti… da lei… e da se stesso. Non essere un burattino nelle mani dei suoi stessi sentimenti. Ecco cosa voleva.

Antonio: Sai che ti dico? Che forse avrei preferito non saperlo…

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Capitolo 17
*** Cap. XVII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

17° Capitolo

 

Mattina – Lungomare (Piombino)

(*) Appena arrivati, tutti furono inebriati dal profumo di salsedine. Tutti… tranne uno. Antonio si era messo in disparte, per conto suo lontano dalla folla. Proprio come sei anni prima. Quando era ancora al comando di Tarquinia. Quando Laura era solo un nome fra i tanti. E quando la prospettiva di una qualunque Marika portatrice di guai era incredibilmente lontana. Si allontanò dagli altri e cominciò a contare i minuti, i secondi, gli attimi che lo separavano dal rientro in albergo. Non vedeva l’ora che quella stupida cerimonia finisse per poter tornare alla sua vita di sempre. Era monotona, un po’ desolata… sì, questo doveva ammetterlo, ma era una vita fatta su misura per lui. Tutto calcolato, tutto pianificato, ogni cosa a suo posto con l’ordine che regnava sovrano. Non era il massimo del divertimento, ma a lui stava più che bene così. Era la sua vita e non l’avrebbe cambiata con nessun altro… se non con se stesso. Sì, perché sapeva che nella vita di un maniaco dell’ordine come lui mancavano il letto sgualcito, i vestiti buttati alla rinfusa e le macchie di caffè sul tavolo. Mancava la gioia delle piccole cose e l’adrenalina dell’imprevisto. La perfezione stanca, ma con Laura non ci si annoia mai. Purtroppo, doveva ammetterlo, la vita è strana… ed imprevedibile. Quando cerchi di ottenere quello che sogni, il guaio è che non sai se avrai successo, ma se non ci provi non avrai la minima possibilità. Però se ci provi e non ottieni quello a cui aspiravi, finisci col desiderare di non averlo mai sognato. Ecco qual era il vero problema dell’essere orgogliosi come lui. Non riuscire a resistere alla pressione. Al primo ostacolo, alla prima brutta figura ci si ferma per evitarne un’altra… E’ vero anche, però, che a volte, quando non hai nessuna aspettativa, ti capita qualcosa che va oltre quello che avresti mai potuto sperare. Ma, forse, Antonio, a quel capitolo del manuale della vita, non c’era ancora arrivato.

 

Mattina – Lungomare (Piombino)

Era felice. Tutto sommato era felice. Non le importava se il suo cuore si sentiva confuso… la sua felicità dipendeva da quella di Chiara e se sua figlia stava bene, allora stava bene anche lei. Era contenta del fatto che avesse preso così bene tutte quelle novità. Il matrimonio, quell’estate un po’ particolare, tutta quella gente nuova intorno. Eppure Chiara l’aveva presa benissimo, molto meglio di quanto immaginasse. Tutto sommato, aveva fatto un buon lavoro con lei. Nonostante la giovane età e grazie soprattutto al prezioso aiuto dei suoi genitori e anche di Stefano era riuscita ad educarla al meglio. Poteva esserne fiera. Era una vera gioia vederla, adesso, giocare a rincorrersi sul molo con Antonio Jr. e vederla sorridere. Il giorno prima non avrebbe mai immaginato che avrebbero potuto fare amicizia così in fretta!

Distolse lo sguardo dalla figlia per un momento e si fermò ad osservare il panorama. Chiara aveva gusto. Le aveva chiesto di allontanarsi dal resto del gruppo per andarsene un po’ a giocare con il suo nuovo amico su quel molo che aveva visto dall’auto. Avevano camminato un po’, ma alla fine erano riusciti a raggiungerlo e adesso si stavano godendo quel posto magico. Sì, Sonia aveva avuto proprio una bella idea… Laura chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dai sensi.

Il vento sulla pelle…

L’odore di salsedine…

L’infrangersi delle onde…

L’aria marina era più che rilassante. Avrebbe potuto addormentarsi lì, attendere che l’arrivo delle stelle rischiarasse l’oscura notte e che il canto dei grilli la cullasse durante il viaggio verso il mondo dei sogni. Ma non era più una bambina. Non poteva più alienarsi dal mondo da un momento all’altro. Aveva affetti troppo grandi a cui pensare… Riaprì  gli occhi e cercò con lo sguardo i due bambini. Eccoli lì. Antonio Jr sembrava stare contando i suoi stessi passi, mentre invece Chiara era proprio sulla punta del molo. Eppure le aveva detto di non avvicinarsi troppo all’acqua. Meno male che se ne era accorta in tempo. Laura si avviò verso la figlia, pronta anche a sgridarla qualora ce ne fosse stato bisogno. Poi, qualcosa attirò la sua attenzione. Un grido dalla parte opposta a quella di Chiara. Si voltò d’istinto e vide una donna, forse una madre visto che aveva in braccio un neonato, che urlava e una carrozzina che prendeva velocità scendendo lungo il molo. Chiara era proprio nella sua traiettoria. Il cuore di Laura sembrò fermarsi. Senza pensarci due volte corse verso la figlia e fece in tempo a spingerla lontano prima che la carrozzina la travolgesse. Ma nell’urto la testa di Laura andò a sbattere contro un attracco per le barche, così perse i sensi e l’equilibrio, cadendo in acqua.

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Capitolo 18
*** Cap. XVIII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

18° Capitolo

 

Mattina – Lungomare (Piombino)

Non si era reso conto di quanto si fosse allontanato dal resto del gruppo. Era totalmente sovrappensiero. E così, quando una signora in preda al panico cominciò a strattonarlo, decise di svegliarsi dal suo stato di catalessi per capire cosa diavolo stesse succedendo.

Signora: La aiuti! E’ caduta una donna in mare!

Antonio: Cosa?

Signora: Si sbrighi, presto!!!

Antonio si voltò verso il molo e tutto quello che vide fu un passeggino ribaltato per terra e due bambini che guardavano il mare. Il sole lo accecava, ma era riuscito a notare qualcosa di familiare in quelle due figure. Si avvicinò lentamente a loro e ad ogni passo aveva sempre più paura di avere ragione…

Chiara, sentendo dei passi, si voltò di scatto e gli corse incontro…

Chiara: Mamma è caduta! Aiutala! Salva la mia mamma!!!

E cominciò un pianto disperato. Antonio non perse tempo, corse verso la fine del molo togliendosi nel frattempo la maglietta…

Antonio: Antonio, stai attento a Chiara. Andrà tutto bene, non preoccupatevi!

(*) E si tuffò. Il mare era splendido. Avrebbe voluto essersi tuffato per piacere e non certo per una situazione tragica come quella. Ne studiò ogni minimo angolo, ogni singola particella… ma niente! Laura, dove sei? Laura, non mi lasciare! I polmoni cominciarono a svuotarsi e l’aria cominciò a mancare. Avrebbe potuto rimanere lì sotto anche tutta la vita, non sarebbe uscito se prima non avesse trovato Laura. Ma non era il caso di essere impulsivo. Se non avesse recuperato l’aria, non sarebbe mai stato in grado di salvarla. E così uscì di nuovo fuori, ma senza perdere neanche un attimo. Prese una bella boccata d’aria e si rituffò. Unico ricordo: l’immagine sbiadita di due bambini e una signora sconosciuta con un neonato in braccio che fissavano tutti il mare. Antonio decise di andare più a fondo che poteva. Non gli importava se i vestiti cominciavano a farsi sempre più pesanti, se le gambe erano stanche e gli occhi gli bruciavano. Avrebbe potuto morire lì sotto, non gli sarebbe importato. L’importante era solo Laura… Laura salva… Laura viva… Laura! Eccola! Doveva aver perso i sensi, perché la vedeva lasciarsi andare sempre più giù ad occhi chiusi. La recuperò in fretta e la riportò in superficie. Le forze cominciavano a mancargli, ma riuscì a portare Laura fin sopra il molo.

Chissà se si ricordava ancora gli esercizi di respirazione che aveva imparato. Cominciò a pressare sulla cassa toracica della donna e a contare allo stesso tempo. Poi le tappò il naso e le sue labbra erano di nuovo sulle sue. Stessa magia di cinque anni prima. Stessa forma, stessa composta bellezza. Erano cinque anni che quei passeggeri distratti non si incontravano sullo stesso treno. E quel bacio ricordò loro che le rotaie da seguire erano sempre le stesse. Bastava non sbagliare binario. L’aria di Antonio divenne aria di Laura. Era il suo Pigmalione, colui che con un gesto le avrebbe potuto donare la vita e togliergliela con la stessa facilità. Laura dipendeva da lui. La sua vita era nelle sue mani. E Antonio non si sarebbe mai fatto sfuggire quell’occasione perché Laura meritava di viverne dieci, cento, mille di vite. Perché era bella. Perché era dolce. Perché era buona. Perché era mamma. Perché era stata la prima a credere veramente in lui. Perché aveva sofferto. Perché aveva sorriso. Perché era Laura.

E perché, finalmente, si stava risvegliando…  ed il suo primo pensiero era stata lei…

Laura: Chiara… Dov’è Chiara?

Chiara: Mamma!

E la bambina le si fiondò addosso. Erano insieme, mamma e figlia. O forse no, non erano insieme. Perché per essere insieme bisogna essere in due, invece loro era una cosa sola.

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Capitolo 19
*** Cap. XIX ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

19° Capitolo

 

Pomeriggio – Cortile (Hotel Excelsior)

Antonio scrutava l’orizzonte. Flashbacks di quel momento gli tornavano alla mente senza preavviso, sconvolgendogli l’anima e provocandogli un turbinio di emozioni. Avrebbe potuto perderla. Di nuovo. E stavolta per sempre. Non poteva non pensarci. In cinque anni non era riuscito a dimenticarla, nonostante lei fosse lontana. Come avrebbe potuto dimenticarla nel resto della sua vita sapendo che la sua anima gli sarebbe sempre stata accanto?

Stefano: Antonio!

Antonio si voltò e vide quell’uomo tanto invidiato avvicinarsi a lui…

Stefano: Antonio! Non so davvero come ringraziarti! Se non fosse stato per te…

Antonio: Non pensarci neanche! L’importante è che tutto sia andato per il meglio.

Stefano: Hai ragione!

Tra i due ci furono alcuni minuti di silenzio. Stefano non riusciva ad andare via. Avrebbe voluto potergli dimostrare la sua gratitudine in qualche modo. Antonio sperava che non andasse via. Cercava nel suo cuore il coraggio per fargli delle domande. Aveva finalmente la possibilità di capire perché l’aveva persa. Cosa aveva quell’uomo di tanto speciale da meritare il suo amore più di lui.

Antonio: Scusa, Stefano, se magari sono invadente ma… ecco, mi stavo chiedendo… come mai tu e Laura ci avete messo tanto prima di sposarvi? Va bene pensarci un po’, ma cinque anni sono tanti… Perché aspettare tanto?

Stefano: La tua domanda è più che legittima. Io e Laura stiamo insieme da tre anni, ma ci siamo decisi solo ora per due motivi. Da una parte, il mio lavoro. Dall’altra, Chiara. Laura voleva essere sicura di non causare un trauma alla piccola inserendomi troppo bruscamente nella loro vita.

Antonio aveva ascoltato allibito. Ma la sua attenzione si era fermata su un particolare…

Antonio: Tre anni?

Stefano: Sì.

Antonio: Ma Sonia mi aveva detto che vi conoscevate da cinque anni…

Stefano: Sì, l’ho conosciuta al battesimo di Chiara. Ma ci siamo messi insieme solo due anni dopo. Eravamo solo amici…

Antonio: Frena, frena. Io… io pensavo che tu fossi il padre di Chiara!

Stefano: Hai mai chiesto a Chiara come si chiama?

Antonio sorrise a quella domanda apparentemente stupida. Non ne capiva l’attinenza.

Antonio: Certo!

Stefano: E cosa ti ha risposto?

Antonio: Chiara!

Stefano: Antonio, si chiama Chiara Flestero… Non ha il mio cognome!

(*) Antonio: Non è possibile…

Stefano: E’ vero, io l’ho vista crescere. Ma non sono suo padre. Laura non mi ha mai detto chi fosse il padre e io non gliel’ho mai chiesto. Ci sono certi segreti che vanno rispettati. Credo che gli unici a saperlo siano i suoi genitori e le sue sorelle. Nemmeno Chiara lo conosce…

Antonio si lasciò cadere seduto sulla panchina. Non poteva crederci. Non poteva crederci davvero. Laura non solo aveva avuto una bambina da giovanissima, ma per di più senza un uomo al suo fianco. Un dubbio atroce lo assalì. Salutò frettolosamente Stefano e corse veloce verso una meta sconosciuta.

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Capitolo 20
*** Cap. XX ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

20° Capitolo

 

Pomeriggio – Camera di Laura (Hotel Excelsior)

Mira: Come va?

Disse la donna, poggiando una tazza di caffè sul tavolo, davanti all’amica.

Laura: Non riesco a non pensarci… Ho sempre in testa l’immagine di quella carrozzina che corre verso Chiara. Mira, mi dispiace tantissimo… Avevate organizzato questa bella festicciola e io ho rovinato tutto…

Mira: Non dirlo neanche per scherzo. Volevamo farci perdonare la nostra assenza alla tua festa di addio al nubilato e così te ne abbiamo organizzato una piccola piccola. Ma non devi preoccuparti…. Tu, piuttosto, come ti senti?

Laura guardò Chiara che dormiva serena nel lettone. Poi, però, non riuscì più a vederla. Un velo di lacrime aveva appannato la sua vista. Chiuse gli occhi e una lacrima precipitò verso il vuoto. Li riaprì e guardò Mira.

Laura: Tu sei una madre. Sai cosa si prova quando si teme di perdere un figlio. In quel momento non mi interessava nemmeno la mia stessa vita. Dovevo proteggere lei.

Mira: Certo che capisco…

Laura: E pensare che all’inizio non la volevo nemmeno.

Mira: Raccontami… (*)

Laura: Quando ho scoperto di essere incinta, ero giovane… ed ero sola. Non avevo un uomo al mio fianco e temevo di non essere all’altezza di crescere un figlio. Avevo l’appoggio dei miei genitori, è vero… Loro sono stati più che comprensivi. Mi hanno lasciato scegliere da sola, promettendomi che in ogni caso loro sarebbero sempre stati al mio fianco. E così, decisi di abortire. Davvero non potevo. Non ero capace di controllare me stessa, figuriamoci se sapevo occuparmi di un neonato. Era bello venire da te a giocare un po’ con Antonio Jr, ma averne uno tutto mio era diverso. Comportava troppe responsabilità. E così presi la mia decisione.

Mira: E poi? Cosa ti ha fatto cambiare idea?

Le lacrime continuavano a scendere, ma sul viso di Laura si dipinse un sorriso.

Laura: Ero in un negozio di abbigliamento a fare shopping con mia sorella Arianna. Lei era entrata in un camerino per provarsi degli abitini e io la stavo aspettando fuori. Ero immersa nei miei pensieri quando qualcosa attirò la mia attenzione. Da uno stender pieno zeppo di abiti vidi sbucare un piedino. Tra tutte quelle stampelle, si era fatto strada il visetto di una bambina che con un ditino davanti alla bocca e un sorriso gigantesco stampato in faccia mi faceva segno di non dire a nessuno dove si trovava. Io le sorrisi, portai due dita all’angolo sinistro della bocca, poi a quello destro. Avevo chiuso la zip della bocca. Mi accorsi che una signora stava girando in lungo e in largo per il negozio, poi si era fermata davanti a quel piedino che sbucava in mezzo ai vestiti. Mi aveva guardata con l’aria a metà tra il divertito e il rassegnato.

Signora: Signorina, mi scusi… Per caso ha visto una bambina molto carina e tanto monella?

Mi chiese ridendo e fingendo di non aver notato il piedino della bimba. Io rimasi complice della mia nuova amica e le dissi che non avevo visto nessuno, facendo l’occhiolino alla bimba che, nascosta tra i vestiti, aveva assistito alla scena convinta di essere al sicuro. La madre mi sorrise… e allora capii. Capii che anche io volevo quell’aria divertita e allo stesso tempo disperata. Capii che non potevo permettermi di distruggere quel dono che il Signore mi aveva inviato. Capii che quella creatura che portavo in grembo mi avrebbe riempito la vita. E così decisi di chiamarla Chiara, come quella bimba che mi aveva illuminata.

Mira si era quasi commossa nel sentire quel racconto. Quando parlava di sua figlia, Laura aveva una luce magica negli occhi che era capace di trasmettere ogni minima sensazione, ogni emozione che stesse provando in quel momento. Si ritrovarono entrambe a guardare Chiara… Chissà se quella bambina sapeva quanto affetto era riservato solo a lei. Chissà se sapeva quanto era fortunata! Non aveva un padre, ma aveva una madre che l’amava per due.

Mira si alzò, annunciando che si era fatto tardi e doveva proprio andare. Guardò verso la porta…

Mira: Oh, scusa Laura. Quando sono entrata devo averla lasciata aperta!

Laura: Non preoccuparti, non è un problema. Ti accompagno.

Si diressero entrambe verso la porta e quando furono sull’uscio si accorsero della presenza di qualcuno. Si affacciarono fuori e si trovarono Antonio di faccia.

Laura: Antonio! Che ci fai qui?

Chiese, sperando che non avesse sentito tutta la sua conversazione.

Antonio: Devo parlarti!

Mira: Beh, io vado… ciao!

Laura fece cenno ad Antonio di entrare…

Laura: Vieni, entra…

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Capitolo 21
*** Cap. XXI ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

 

21° Capitolo

 

Sera – Camera di Laura (Hotel Excelsior)

Vide Chiara dormire serenamente…

Antonio: Come sta?

Chiese, indicando la bambina...

Laura: Bene… si è solo presa un bello spavento!

Antonio esitò…

Antonio: E tu?

Laura: Anche…

Antonio: Come va la testa?

Laura si portò una mano poco più su della nuca e disse sorridendo…

Laura: Bene… tutto sommato, poteva andare peggio…

Antonio: Non pensarci…

Laura: Invece devo… perché se non fosse stato per te…

Antonio si fece più serio. Si era accorto di essersi lasciato andare troppo…

Antonio: Non sono qui per i ringraziamenti. Devo chiederti qualcosa di importante.

Laura si sentì colpevole. Aveva una strana sensazione. Paura? Senso di colpa? Non lo sapeva, voleva solo fuggire da quella discussione che non prometteva nulla di buono. Dovette, però farsi coraggio…

Laura: Dimmi…

Disse sedendosi e facendogli segno di fare lo stesso. Antonio scosse la testa, preferiva restare in piedi.

Antonio: Chi è il padre di Chiara?

Laura si voltò dall’altra parte per evitare il suo sguardo penetrante. Restò in silenzio…

Antonio: Io devo saperlo… Perché se il padre non è Stefano, i casi sono solo due…

Laura continuava a non guardarlo…

Antonio: O è qualcuno che deve averti fatto soffrire, e in quel caso io…

Strinse i pugni…

Antonio: Io gli spaccherei volentieri la faccia! Oppure…

Laura lo interruppe…

Laura: Non c’è bisogno che tu vada avanti. E’ così…

Antonio si sentì a metà tra il sollevato e il deluso. Aveva avuto la risposta che voleva, ma non sapeva se quella fosse la migliore… Si era convinto che la realtà fosse un’altra… Che la realtà riguardasse anche lui…

Laura: E… e se proprio hai voglia di spaccargli la faccia, se vuoi, te lo presento!

Laura trovò il coraggio di affrontare lo sguardo di Antonio. Ma i suoi occhi erano pieni di lacrime e carichi di odio. Antonio non si spiegava il perché…

Antonio: Non capisco…

Laura: Guarda… il padre di Chiara è proprio dietro di te in questo momento.

Antonio si voltò molto lentamente. Il cuore andava a mille. Era curiosità o paura? Antonio continuò a girarsi, sempre il più lentamente possibile. Si meravigliò non poco quando, girandosi, si trovò davanti ad uno specchio che rifletteva la sua immagine.

Antonio si voltò di nuovo verso Laura…

Antonio: Avrei dovuto immaginarlo subito. Chiara ha cinque anni… esattamente cinque anni…

Laura scoppiò in un pianto disperato.

Antonio: Perché?

Antonio si avvicinò a Laura e la prese per le spalle, cominciò a scuoterla in attesa di una risposta.

Antonio: Ho una figlia! Sono padre da cinque anni e tu non me lo dici? Perché? Perché non me l’hai detto, Laura? Perché?

Laura: PERCHE’ ERO ARRABBIATA…

(*) Antonio lasciò la presa e si allontanò un po’ da lei…

Antonio: Se tu mi avessi lasciato spiegare, ti avrei detto che quel bacio…

Laura: Non ero arrabbiata per il bacio!

Antonio era shockato.

Laura: Ero arrabbiata perché tu ti sei arreso senza lottare. Non mi hai cercata, non hai fatto niente per dimostrarmi che a me ci tenevi. Ti sei arreso.

Antonio: Io mi sarei arreso?

Laura: SI!!!

Laura urlò forte e quelle due lettere uscirono dalla sua bocca come il più disperato dei suoni. Chiara si svegliò…

Chiara: Mamma, perché piangi?

Chiese stropicciandosi gli occhi ancora assonnati…

Laura: Non è successo niente, Chiara… Torna a dormire!

Disse, asciugandosi le lacrime.

Laura: Di Chiara ne parleremo poi. Io domani mi devo sposare, che tu lo voglia o no.

Antonio: Allora ti faccio i miei migliori auguri adesso, perché domani non ci sarò. Me ne vado!

E lanciandole uno sguardo indignato, le passò di fianco e si diresse verso la porta. Ancora una volta, doveva allontanarsi da lei. E convincersi che la vita, nonostante tutto, va avanti. Life will go on.



Sera – Camera di Laura (Hotel Excelsior)

Laura: Stefano! Meno male che sei qui… è stata una giornataccia!

Stefano: Non farlo mai più!

Il sorriso sul volto di Laura si volatilizzò. A quanto pare i problemi non erano ancora finiti.

Laura: A cosa ti riferisci?

Stefano: Ti dice niente una terrazza, la musica, due che ballano e io che passo per il cornuto della situazione?

Laura: Era solo un ballo… non significava niente…

Stefano: Ma ti rendi conto di che figura mi fai fare con tutti i miei conoscenti???

Laura: E chi se ne frega dei tuoi conoscenti!

Fatto! Un rumore… un dolore… un rossore… Laura si portò una mano sulla guancia per capire se quello schiaffo era stato vero o solo morale. No, il dolore era vero e non certo immaginario. Le aveva dato uno schiaffo. Lui che non aveva mai alzato un dito su di lei. Che era sempre stato calmo e comprensivo. Non riusciva a crederci…

Stefano: Laura… scusami, non so che mi è preso… scusa, davvero…

Laura: No, non preoccuparti. Me lo meritavo… Hai ragione tu… ma non devi preoccuparti. Antonio domani non ci sarà. Non hai nulla di cui preoccuparti. Ora scusami, ma vado a dormire. Buonanotte…

Laura si alzò sulle punte stampò sulla guancia di uno Stefano incredulo un casto bacio. Si infilò nel letto e aspettò che Stefano fosse sull’uscio prima di chiedergli di spegnere gentilmente la luce. Era stato il giorno più brutto della sua vita. Ma domani sarebbe andata meglio.

Guardò Chiara, le sistemò meglio le coperte e poi si addormentò accanto a lei.

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Capitolo 22
*** Cap. XXII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

22° Capitolo

 

Mattina – Terrazza  (Hotel Excelsior)

Era tutto perfetto. Ogni decorazione era al suo posto. Ogni oggetto era dove doveva essere. L’aspetto generale era di un’assoluta perfezione. Laura dall’alto della sua postazione poteva controllare tutto. Cosa poteva volere di più? Doveva sentirsi la donna più felice del mondo. Invece aveva una strana inquietudine. Stava tentando di convincersi che fosse solo preoccupazione per quelle nuvolette che si stavano avvicinando e per il silenzio insolito di Chiara. Ma non doveva preoccuparsi. Tutto sarebbe andato per il meglio.

Sonia: Laura! Che ci fai qui? Ti ho cercata dappertutto!

Laura: Volevo controllare che fosse tutto a posto…

Sonia le si avvicinò, la prese da dietro per le spalle e le stampò un affettuoso bacio sulla guancia, poi le disse, rassicurante…

Sonia: E’ tutto perfetto!

Laura: Lo so…

Le rispose con un sorriso forzato, che Sonia non si spiegava…

Laura: Forza, andiamo… Gli invitati non aspettano in eterno!

Sonia: Sì!

Stavano allontanandosi quando sentirono un clacson piuttosto rumoroso. Laura corse speranzosa verso il muretto. Non sapeva neanche lei, perché… in fondo non aspettava nessuna visita in particolare. Sonia la raggiunse e riconobbe per prima chi era la persona che faceva tanto rumore per nulla…

Sonia: Ma è Carlo!!!

Laura sorrise all’amica…

Laura: da lui… Mi aiuteranno le mie sorelle a prepararmi!

Le due ragazze si abbracciarono  e poi si diressero insieme verso le scale che avrebbero dovuto condurle entrambe dalle loro anime gemelle.

 

 

 

Mattina - Cortile  (Hotel Excelsior)

(*) Arpe? Violini? Quali magici strumenti la stavano accompagnando verso la sua nuova vita? Stava compiendo i passi più importanti della sua vita, nell’abito più bello della sua vita, nel giorno più indimenticabile della sua vita. Il cortile dell’hotel era un incanto, ma nessuno se ne era accorto perché tutti gli occhi erano puntati su di lei. Era bella in divisa e splendida in abito da sposa. Chi mai avrebbe potuto negarlo? E un po’ lo sapeva anche lei… lo leggeva negli occhi di quell’uomo che la stava aspettando dall’altro capo del tappeto rosso che stava percorrendo. Lo vedeva dall’ammirazione con la quale Chiara stava portando il suo velo. Sì, era proprio tutto perfetto.

Una lacrima… Una lacrima? E adesso perché stava piangendo? Era tutto splendido, era felice, serena… cos’era quella goccia sul suo viso? Si guardò il vestito e lo vide pieno di macchioline. Un brusio incredibile tra la folla di invitati, poi un rumore di sedie, di gente che scappa urlando. Laura alzò la testa verso il cielo e vide che le nuvole erano avverse al suo matrimonio.

Stava piovendo… Non poteva crederci, lei odiava la pioggia!!! Stava piovendo proprio nel giorno del suo matrimonio. Era rimasta da sola sotto la pioggia, erano scappati tutti ma lei non riusciva a muoversi da lì. Era pietrificata dal dolore. Anche Chiara era scappata via, probabilmente accompagnata dalla nonna. E persino Stefano con il prete…

Stefano: Laura! Che fai lì? Vieni via…

Stefano le corse incontro, le mise la giacca sulle spalle e trascinò una Laura ancora incredula verso il primo posto coperto che trovò.

Stefano: Che facciamo?

Chiese con aria sconsolata…

Laura: Credo che ci conviene andare nella Sala Primavera dell’hotel… è l’unica abbastanza grande da ospitare tutti e…

Stefano: No, Laura… non mi riferivo a quello!

Laura: E a cosa?

Stefano: Laura… tu vuoi sposarmi?

Laura non era proprio in vena di giochetti simili. Il suo cuore le stava giocando già troppi scherzi.

Laura: Si, si, si! Ma certo che sì…

Stefano: Laura, io voglio solo il tuo bene. Perciò ho solo una domanda da farti. Se saprai rispondere, ti prenderò sottobraccio e ti accompagnerò all’altare giurandoti amore eterno.

Laura non parlò…

Stefano: Con chi eri quando hai vissuto il momento più felice della tua vita? Quando chiudi gli occhi, chi è la prima persona che ti viene in mente? Chi hai nel tuo cuore, Laura… chi ami? Io non voglio sposarti se devo essere solo una ripicca. Non voglio essere solo un padre per tua figlia. Non voglio vederti infelice per il resto della tua vita. Tu devi essere sincera con te stessa!

Laura cominciò a piangere disperatamente… Lo guardò dritto negli occhi con l’aria stanca di chi non ce la fa più a combattere con se stessa.

Laura: Non posso…

Stefano le si avvicinò e le mise una mano sulla guancia…

Stefano: Puoi, invece… Per una volta non pensare a qual è la cosa più giusta. Fai solo quello che ti dice il cuore… Cosa ti dice il cuore, Laura?

Laura prese con due mani la mano di Stefano e ci affondò il viso dentro. Quella carezza divenne un addio…

Laura: Mi dispiace…

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Capitolo 23
*** Cap. XXIII ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

23° Capitolo

 

Mattina – Parcheggio (Hotel Excelsior)

Antonio stava caricando le sue valigie sull’auto di Gabriele. Sicuramente a Romanò non sarebbe dispiaciuto andarli a prendere nel pomeriggio, magari avrebbe anche guadagnato un pezzo di torta e qualche confetto. In maniera quasi meccanica chiuse il bagagliaio e restò per un attimo immobile. Sentiva una musica in lontananza, così chiuse gli occhi e provò ad immaginarsela. Bella nel suo abito non troppo bianco. Magari con i capelli alzati, così il nero sotto al velo avrebbe risaltato il nocciola dei suoi occhi… Bella… Bella più di qualsiasi modella, bella più di Miss Italia. Bella. Bella e dannata. Perché era matura e bambina allo stesso tempo. Ma come aveva potuto fargli questo? Come aveva potuto tenergli nascosta una cosa tanto grande? Era padre… da cinque anni e senza saperlo. E se non fosse andato a quel maledetto matrimonio non lo avrebbe neanche mai saputo, probabilmente. Rabbia, odio, rancore… Qual era il sentimento più giusto da provare in quel momento? Non lo sapeva perché il suo cuore era troppo confuso. Adesso aveva solo voglia di fuggire lontano, verso una libertà effimera che sarebbe terminata quando avrebbe fatto chiarezza riguardo ai suoi sentimenti.

Era ancora lì, immobile, a pensare quando sentì delle strane gocce in testa. Guardò il cielo e sorprese le nuvole a piangere. Forse era il caso di partire prima che il tempo peggiorasse. Stava per fare il giro dell’auto, per poi mettersi alla guida quando si sentì chiamare…

Chiara: Antonio!

(*) Antonio si voltò di scatto e vide la bambina corrergli incontro, schivando la pioggia che cadeva fitta. Flashback… E’ Laura che sta venendo verso di lui? Che corre solo per poterlo abbracciare? E’ davvero lei? O è la creatura che insieme hanno generato? Solo allora si rendeva conto di quanto quella bimba somigliasse a loro due. Solo allora provò l’orgoglio di essere padre. E solo allora potè godere di quella gioia. Adesso che sapeva, la guardava con occhi diversi…

Si tolse la giacca e le corse incontro, mettendogliela addosso per coprirla dal freddo e cominciando a scaldarla con le mani…

Antonio: Chiara, ma che ci fai qui?

Chiara: Ti devo dire una cosa!

Antonio: Vieni…

Antonio la prese in braccio e la portò sotto un gazebo lì vicino. Avrebbero aspettato lì che spiovesse un po’…

Antonio: Allora… cosa devi dirmi?

Chiara: Stefano ha picchiato mamma!

Antonio: Che cosa?

Chiara: Loro pensavano che io dormissi, ma li ho visti… La mamma non ha detto nulla ma io so che si è fatta male…

Antonio si portò una mano alla fronte. Non sapeva davvero cosa fare. I litigi coniugali erano affar suo? Diavolo, sì! Lui l’aveva amata per sei lunghi anni e non avrebbe permesso a nessuno di alzare neanche un dito su di lei…

Antonio: Chiara, dov’è la mamma adesso?

Chiara: Non lo so, si stava per sposare ma poi è venuto a piovere!

Questo cambiava le cose. Se nonostante il litigio Laura aveva comunque deciso di sposarsi, un motivo doveva esserci. E chi era lui per interferire?

Antonio: Non posso riportarti dentro con questo diluvio. Aspetteremo che spiova…

Chiara: Antonio?

Antonio: Dimmi…

Chiara: Io non voglio Stefano come papà…

Antonio le si avvicinò e la abbracciò. Si era sempre chiesto come doveva essersi sentita Laura a crescere una figlia senza un uomo accanto, ma non aveva mai pensato ai sentimenti di Chiara. Una bambina di cinque anni senza un padre e con una madre troppo ferita per potergli dire chi fosse. Una bambina senza cognome. Ma vitale, allegra e solare. Una bambina che aveva visto tanti uomini farle da papà, ma nessuno gli aveva concesso il suo DNA.

Chiara: Antonio, io voglio te come papà!

Adesso sapeva cosa doveva fare… Se non poteva avere Laura, si sarebbe battuto per avere un’altra donna nella sua vita. Solo… in miniatura.

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Capitolo 24
*** Cap. XXIV ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny

24° Capitolo

 

Mattina – Parcheggio (Hotel Excelsior)

Laura: Chiara! Chiara, dove sei???

Lo sguardo di Laura si fermò quando riconobbe le due figure che si muovevano lente all’interno di quel maestoso gazebo. Era zuppa. Più si riempiva d’acqua, più l’abito panna si faceva pesante rendendo i suoi movimenti goffi e sforzati. Eppure Antonio pensò che anche così era bellissima.

Antonio: Perchè piangi?

Laura: Come fai a sapere che sto piangendo?

Antonio: Chi ti ama davvero riconosce le tue lacrime anche sotto la pioggia.

Laura abbassò lo sguardo. Rimasero così, distanti, per qualche secondo. Antonio al riparo e Laura vittima di quella maledizione del cielo.

Antonio: Perché odi la pioggia, Laura?

Laura: Perché queste…

Laura alzò il palmo della mano e lasciò che ci si formasse all’interno un piccolo laghetto di pioggia…

Laura: Queste sono le nostre gocce di memoria! Ogni volta che piove io… sì, ha ragione Chiara. Quando piove sono triste… Sono triste perché ogni volta che piove io penso a te e a quel giorno maledetto.

Chiara, sentendosi chiamata in causa, si alzò dalla panchina sulla quale era stata messa a sedere da Antonio e gli si avvicinò. Quella scena le sembrava bella… Ma strana, tanto strana! Non poteva capire di cosa parlasse la sua mamma. Ma Antonio sì, Antonio capiva benissimo…

Laura: La verità è che… quando penso al momento più felice della mia vita, penso a te. Quando chiudo gli occhi, penso a te. Quando rido, quando piango, quando gioco con Chiara penso a te… Perché amo lei quanto amo te. Perché vorrei che potesse finalmente sapere quanto è simile a suo padre e… e perché è te che vorrei incontrare sull’altare. Non Stefano, né nessun altro…

(*) Non riusciva a crederci… Lei era lì, fradicia davanti a lui e non implorava che un bacio, una carezza, una qualsiasi tenerezza. E lui esitava. Alla ricerca delle parole giuste…

Laura: Ti prego, dì qualcosa! Dì che puoi perdonarmi, ma non amarmi. Dì che puoi amarmi, ma non perdonarmi. Ma ti prego, dì qualcosa.

Antonio sorrise…

Antonio: Posso perdonarti…

Laura tirò un sospiro di sollievo… Era già qualcosa…

Antonio: …e posso amarti…

Sul viso di Laura comparì un sorriso…

Antonio: Ma soprattutto voglio sposarti!

Ok, non era mai stato bravo con i giri di parole. Ma con i gesti sì. Le corse incontro ed esattamente come sei anni prima erano di nuovo soli… due cuori e qualche nuvola di troppo. Si staccarono da quel bacio passionale e maturo, ricordandosi improvvisamente di stare dimenticando qualcosa. Si girarono entrambi verso il gazebo e Laura protese il braccio invitandola ad unirsi a loro. Chiara corse felice tra le braccia della madre, Antonio la avvolse dolcemente e le sussurrò in un orecchio…

Antonio: Ti voglio bene…

Chiara: Anch’io…

E Laura suggellò quel patto d’amore eterno con un abbraccio difficile da spiegare a parole. Momenti come questi non possono essere descritti. Per chi li legge sembrerebbe sempre troppo e per chi li ha vissuti sempre troppo poco. Ma se proprio lo volete sapere, chiedetelo a loro… A quei tre cuori e alle loro infinte gocce di memoria.

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Capitolo 25
*** Epilogo... ***


Gocce di Memoria

Gocce di Memoria

 

Ci sono storie che nascono e che non hanno mai fine…

Ci sono storie che nascono e sono destinate a non essere…

E poi ci sono Antonio e Laura…

 

By Anny





10 anni dopo…

 

 

Epilogo…

 

Sera – Casa Vici

Chiara: Adesso devo proprio andare… Fra un po’ arriverà mio padre.

Disse la ragazza, infilandosi le scarpe…

Antonio Jr: Perché non resti a dormire qui?

Chiara: Non mi sembra il caso…

Antonio Jr: Non ti sembra il caso? Ma lo abbiamo sempre fatto…

Chiara: Ma adesso è diverso…

Antonio Jr: E perché, scusa?

Chiara: Abbiamo quindici anni, non possiamo continuare a dormire insieme come quando eravamo bambini!

Antonio Jr: Hai guardato troppe puntate di Dawson’s Creek!

Disse lanciandole un cuscino contro…

Chiara: Ma che c’entra?

Rispose la ragazza ridendo, prima che un clacson da fuori li interrompesse. Rilanciò all’amico il cuscino che era riuscita ad afferrare al volo…

Chiara: Ecco, è arrivato mio padre! Ci vediamo…

E fece per andarsene…

Antonio Jr: Chiara…

Chiara: Si?

Antonio Jr: Domani studiamo insieme?

Chiara sorrise…

Chiara: Ok!

 

 

Sera – Esterno Casa Vici

Antonio Jr si affacciò dalla finestra e lanciò un ultimo saluto all’amica, che si stava dirigendo nell’automobile dove i suoi genitori la stavano aspettando…

Laura: Guarda come sono carini!!!

Antonio: Chi?

Laura: Ma Chiara e Antonio, no?

Antonio: Pensi che tra quei due ci sia del tenero?

Laura: Non lo penso… ne sono sicura! Una madre certe cose le sa!

Disse lanciando un’occhiata complice al marito…

Chiara: Ciao mamma! Ciao papà!

Chiara entrò in auto e si sporse verso i sedili anteriori per schioccare due sonori baci sulle guance dei suoi genitori.

Antonio: Novità?

Chiara: Nulla di interessante… E Gabri dov’è?

Laura: Dai nonni, adesso lo andiamo a prendere…

Chiara: Ah, ok!

Antonio girò le chiavi nella serratura, frizione, marcia inserita… premette piano l’acceleratore e l’auto cominciò ad allontanarsi da casa Vici. Chiara estrasse un quadernino dallo zainetto, lo aprì alla prima pagina bianca che trovò e cominciò a scrivere…

 

(*) “Caro diario… In un mondo di blog, forum e siti, mi affido ancora a te per le mie confidenze. E’ da un bel po’ che non ti scrivo ma oggi ho sentito il desiderio di farlo. Non ho nulla di particolare da raccontarti… tutto procede semplicemente per il meglio. La mamma continua a bruciare le lasagne ogni tanto ma ti sorprenderesti nel vedere quanto è migliorata in cucina. Il mio fratellino Gabriele si fa ogni giorno più insopportabile, ma tutto sommato gli voglio un bene immenso. Papà è stato promosso a Comandante della caserma di Perugia e mamma è invidiosa perché lei è ancora un semplice brigadiere! Ma nonostante ciò le si legge negli occhi quanto sia da un lato orgogliosa per i successi lavorativi di papà e dall’altro preoccupata perché spera che questo non comporti una sua maggiore assenza in famiglia. Per me, invece, non sarebbe un problema perché avrei più possibilità di andarlo a trovare in caserma e vedere ancora quel figo di Luca. Però devo ricordarmi di non portare più Antonio con me… l’ultima volta era stranamente insopportabile! Che sia geloso? No, non credo… in fondo ci conosciamo da una vita!

Insomma, caro diario… Tutto va come dovrebbe andare e io non vedo l’ora di finire la scuola per poter cominciare il corso per entrare nell’Arma. Ma ci pensi? “Carabiniere Chiara Baldi!”…è il sogno di una vita! Poi oggi ho visto in TV la pubblicità per una nuova fiction… ci sta pure Manuela Arcuri e si chiama… indovina un po’… “Carabinieri”… che fantasia!

Ma dai… ma ti pare che io che sono nata in mezzo ai carabinieri ho bisogno di guardare una fiction simile per sapere cosa succede in una caserma??? Va beh, però quasi quasi un’occhiata veloce ce la butto…

 

 

Fine

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