Earth

di Atlantislux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caloroso benvenuto ***
Capitolo 2: *** Intollerabile verità ***
Capitolo 3: *** Segreti non detti ***
Capitolo 4: *** Incantevole trappola ***
Capitolo 5: *** Oltraggioso rifiuto ***
Capitolo 6: *** Graziosa perdita ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Caloroso benvenuto ***


Disclaimer: i personaggi di Mai Hime e Mai Otome appartengono alla Sunrise. Nessuna violazione del copyright è intesa.
Betareading by Jean Genie.
Questo Au prende spunto da situazioni descritte nell'OAV Mai Otome Zwei.


Earth

Caloroso benvenuto


“Generale, abbiamo Natsuki Kruger.”

“Ben fatto, Capitano. Usate la forza solo se strettamente necessario.”


Natsuki alzò un braccio per proteggersi gli occhi. Cercò di aprirli ma un attacco di nausea la costrinse a piegarsi dolorosamente su se stessa. Flash di luce bianca le danzarono davanti agli occhi, e la donna dai capelli blu dovette chiuderli di nuovo, in un vano tentativo di bloccare le vertigini.

“Chi siete?” biascicò, rivolta ad una sagoma che aveva intravisto davanti a lei.

“Più tardi, ora dobbiamo portarti fuori di qui.”

Le forti mani di qualcuno alzarono Natsuki da terra, e non la lasciarono andare fino a quando le sue gambe tremanti non furono in grado di sostenerla.

“Andiamocene. Ora.”

La voce, femminile, come Natsuki aveva notato, aveva un tono di urgenza adesso.

Si sforzò di aprire gli occhi.

Era buio, ma non così tanto da non poter percepire qualcosa davanti a lei, due persone, una leggermente più alta dell'altra. Il posto dove si trovava sembrava invece un'enorme sala, o caverna, dalle cui ombre emergevano le figure indistinte di larghi pilastri istoriati, anche se era troppo buio per poter distinguere quelle decorazioni.

Mentre la trascinavano via Natsuki ebbe il tempo di gettare uno sguardo al pavimento. Era in pietra e coperto, in apparenza, dalle stesse iscrizioni che ornavano i pilastri.

'Dove sono?' si chiese, mentre una gelida sensazione di panico le stringeva lo stomaco.

L'ultima cosa che ricordava erano i sotterranei del Garderobe. Insieme a Yohko stava perlustrando il danno fatto dalla creatura che aveva trasformato Miss Maria in una statua di marmo quando, all'improvviso, una luce l'aveva colpita.

'Ho perso i sensi e... dove sono ora? Di certo questo non è più il Garderobe.'

Anche se inciampando di continuo Natsuki stava cercando di mantenere il passo con i due che la stavano ancora sorreggendo.

Dalla fioca luce che cominciava a spargersi nel tunnel sembrava che stessero per raggiungere un'uscita.

Natsuki ora poteva distinguere chiaramente la donna di fronte a lei. Aveva i capelli rossi, portati corti, e il suo abbigliamento consisteva in uniforme nera completata da un giubbotto antiproiettile. Il calcio di una pistola automatica spuntava dalla fondina agganciata alla sua cintura, mentre un'altra arma era tenuta stretta nel pugno della donna.

Una smorfia deformò il viso di Natsuki.

'La guerra con Artai è finita mesi fa. Perché è armata così pesantemente?'

E nemmeno riusciva a riconoscere il modello delle armi, o l'uniforme che la donna vestiva. La cosa buona, tuttavia, era che si stava sentendo meglio ad ogni passo che faceva.

Quando il tunnel improvvisamente finì Natuski decise di passare all'azione. Colpì con tutta la sua forza il fianco della soldatessa alla sua destra. Un grugnito soffocato sfuggì alla donna, mentre collassava in ginocchio in un turbinio di lunghi capelli carminio.

Natsuki approfittò del momento per sbilanciare anche quello alla sua sinistra, per lanciarsi poi contro la comandante. Ma non poté completare quello che aveva in mente.

La Direttrice del Garderobe si bloccò, sentendo qualcosa di freddo premere contro la sua nuca.

“Io non lo farei” la gelida voce della soldatessa che teneva l'arma la colpì, spedendole un brivido lungo la schiena perché, anche se suonava più matura rispetto a quella che Natsuki era abituata a sentire, lei aveva riconosciuto quella voce.

“Faresti meglio a crederle, Natsuki Kruger.”

Natsuki alzò il viso verso la comandante.

Quest'ultima si girò verso di lei, togliendosi una visiera nera probabilmente adatta per la visione notturna.

La Direttrice del Garderobe non poté non trattenere il fiato.

“Juliet Nao Zhang” sibilò. “Cosa sta succedendo?”

La persona di fronte a lei non era però chiaramente la stessa Nao che Natsuki conosceva. La sua solita espressione ironica era svanita, rimpiazzata da uno sguardo gelido e tagliente, e sembrava più grande, approssimativamente intorno ai venticinque anni di età.

Natsuki lanciò uno sguardo ai due soldati ai suoi lati. Erano in piedi ora, le mani pronte sulle rispettive pistole.

Ci mise un momento a riconoscere la donna dal capelli carminio.

'Midori, la leader degli Aswald. Cosa stai facendo anche tu qui? E vestita in questo modo?'

L'altro era un uomo che lei non conosceva, dai capelli neri e dai lineamenti aggraziati, con lo stesso sguardo duro delle sue compagne negli occhi verdi. Il nome sulla targhetta diceva “Kanzaki”.

Natsuki prese un respiro profondo prima di girarsi a guardare l'ultimo soldato del quartetto.

La donna stava ancora tenendo la mitraglietta al livello degli occhi di Natsuki, e i lisci capelli verdastri dicevano tutto di lei.

'Non devi neppure toglierti il visore, ti ho riconosciuto lo stesso.'

“Tomoe Marguerite” Natsuki disse, senza minimamente cercare di nascondere il suo disgusto.

L'altra non reagì al suo tono e nemmeno abbassò la mitraglietta, che rimase ben puntata alla testa della Direttrice. Solo il più pallido dei sorrisi apparve sulle sue labbra.

“Ora, se ha finito di osservarci, dobbiamo andarcene. Questo posto è territorio nemico, e non è più sicuro.”

Natsuki fronteggiò Nao. “Cosa vuoi dire?” ringhiò. “Prima ditemi dove sono.”

Fissò attentamente il viso di Nao. “E chi siete voi.”

Un sorriso triste reclamò le labbra della donna.

“Sono il Capitano Nao Zhang, Repubblica Occidentale. Dal tuo sguardo posso intuire che tu probabilmente conosci qualcuno con il nostro stesso aspetto sul tuo mondo natale, ma mi duole disilluderti. Noi non siamo le stesse persone, e questa non è più la realtà che tu conoscevi. Benvenuta su Earth, un mondo sconvolto da un guerra fratricida.”

Natsuki sentì distintamente il suo cuore perdere un battito di fronte all’enormità della rivelazione. Ebbe solo un istante di incredulità, ma un breve sguardo dietro le spalle di Nao non fece altro che confermare le parole del Capitano. Non esistevano su Earl panorami da incubo come quello.

Erano su uno sperone di roccia alto sopra una piana punteggiata dai crateri di antiche esplosioni. Le nere rovine di una città giacevano all'orizzonte, debolmente illuminate dalla luce grigia e opaca. Il cielo sopra di loro era reso pesante da basse nubi temporalesche.

'Sono certa che pioverà cenere' Natsuki non poté fare a meno di pensare, mentre un brivido la scuoteva. 'Non so come e perché sono finita qui, quello che è certo è che non mi piacciono questo posto e questa gente.'

In quell'istante il suono di un'esplosione riverberò attorno a loro.

Istintivamente Natsuki fletté le gambe, pronta a combattere, ma l'uomo chiamato Kanzaki le afferrò un braccio.

“Non c'è tempo. Corri” le ordinò.

L'intero gruppo scattò verso il bordo dello sperone mentre intorno a loro cominciavano a volare le pallottole.

Nonostante il suo allenamento Natsuki era quasi scioccata da quello che stava succedendo. Come potevano anche solo pensare di sfuggire a quell'ordalia era qualcosa che non riusciva ad immaginare.

'Ecco il problema di essere stata allevata come un soldato in un mondo pacifico' la sua mente pratica pensò.

Quelli intorno a lei, invece, non sembravano della sua stessa opinione. I loro sguardi seri erano chiari indicatori che riconoscevano quanto critica la situazione fosse ma, apparentemente, non sembravano pronti a soccombere al panico.

'Questo non è il risultato di un addestramento, ma di una vita passata a combattere. Mi chiedo da quanto tempo stia andando avanti questa guerra.'

Natsuki alzò la testa, e di fronte a lei vide solo il vuoto. Avevano raggiunto il bordo dello strapiombo.

I suoi muscoli decisero in sincrono di bloccare quella pazza corsa, ma Kanzaki non la lasciò andare.

“Non fermarti, pazza. Chiudi gli occhi e salta” Nao le urlò.

La Direttrice ebbe appena il tempo di obbedire. Non aveva in ogni caso nessuna altra scelta.

Serrò gli occhi e balzò, incrociando mentalmente le dita.

Inaspettatamente i suoi piedi atterrarono su una superficie metallica, che oscillò sotto il suo peso. Impreparata cadde sulle ginocchia, soffocando un urlo.

Quando aprì gli occhi vide intorno a lei le pareti di un qualche tipo di veicolo. Forti braccia le circondarono la vita, mentre il ronzio di potenti turbine raggiungeva il suo picco.

La macchina si spostò velocemente su ed in avanti, e dagli stretti finestrini Natsuki poté vedere che stavano sorvolando la pianura.

“Sei sul nostro elicottero. Era in occultamento dentro un campo di stasi, quindi perfettamente invisibile ad occhio nudo” Tomoe le urlò per superare il frastuono dei motori, allungandole un paio di cuffie che Natsuki fu svelta ad indossare, prima di rivolgere la sua attenzione a Nao.

“Mi devi una spiegazione” le intimò, cercando di riguadagnare la sua proverbiale compostezza.

'Elicotteri, campi di stasi. La loro tecnologia sembra essersi evoluta in un modo simile anche se leggermente diverso dal nostro.'

Nao agitò una mano, apparentemente impegnata a digitare qualcosa su un sottile apparecchio nero e senza fili.

“Più tardi. Non appena arriveremo alla base il nostro capo sarà più che felice di darti tutti i dettagli su quello che sta succedendo. È per ordine suo che tu sei qui.”

“Mi avete trascinata via dal mio mondo per gettarmi in questo inferno. Il minimo che tu possa fare è dirmi almeno il nome del responsabile di tutto ciò.”

Nao obbedì, facendo spalancare a Natsuki gli occhi per la sorpresa.

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Il Generale Shizuru Viola chiuse la comunicazione, aggrottando leggermente le eleganti sopracciglia.

Silenziosamente si accarezzò il colletto del nero soprabito a tre quarti che indossava sopra la divisa, sfiorando le insegne del suo grado. Poi si sedette dietro la scrivania, intrecciando le dita sotto il mento.

“Preoccupata? Non è troppo tardi, ora?” le disse una voce morbida, in un leggero accento sarcastico.

Shizuru rivolse una fredda occhiata all'uomo seduto di fronte a lei, vestito nel suo stesso identico modo.

“Era l'unica cosa che potessi fare. Sai perfettamente che, una volta che la notizia della morte della Presidentessa avrà raggiunto le masse, l'ordine si disintegrerà rapidamente e la guerra sarà persa.”

Il suo interlocutore le sorrise, mentre si passava una mano negli scarmigliati capelli color bianco ghiaccio.

“Ti posso ricordare quali saranno le conseguenze, se le suddette masse sapranno quello che hai ordinato di fare? La tua decisione è qualcosa che va contro le fondamenta stesse del nostro mondo, Generale Shizuru Viola.”

Lei gli ritornò il sorriso. Niente nell'apparenza della donna poteva suggerire l'ira che le stava ribollendo dentro.

“E io ti posso ricordare che la nostra Presidentessa è morta perché l'Intelligence non ha saputo fare il proprio lavoro? Magari dovrei fare pressioni perché venga nominato un altro Direttore, Colonnello Nagi De Artai.”

Lui scosse la testa.

“Scacco matto. Ti garantisco che la segretezza dell'operazione sarà preservata a qualunque costo.”

I caldi occhi cremisi di lei affondarono in quelli scarlatti dell'uomo.

“Il futuro della Repubblica Occidentale dipende da questo, non solo le nostre singole vite, lo capisci, Nagi?”

“Certo. Noi esistiamo solo per servire il nostro paese, non è quello che ci hanno insegnato il giorno stesso che ci arruolammo?”

“Esattamente” Shizuru rispose, fissando pensosamente il tridente rosso ricamato sulla manica del soprabito di Nagi. Il simbolo di una nazione che lei aveva giurato di proteggere.

Dopo che lui se fu andato Shizuru stette per innumerevoli minuti in silenzio, le sue mani occupate a ridurre in infinitesimali frammenti un documento.

'Non mi posso fidare di Nagi, ma non posso fare altrimenti. È vero che sono andata contro le regole di questo mondo per difendere la Repubblica Occidentale, ma le distruggerei completamente per avere indietro quello che io ho amato di più nella mia vita.'

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Capitolo 2
*** Intollerabile verità ***


Intollerabile verità


'Avranno anche una tecnologia molto avanzata, ma di certo hanno problemi con l'impianto di riscaldamento. In questo posto si gela.'

Natsuki soppresse un brivido, alzando la testa verso il soffitto dell'hangar.

Era gigantesco e ospitava decine di aerei, elicotteri e altri veicoli militari. Quasi tutti erano verniciati di nero, con un stilizzato tridente rosso dipinto sui musi o sui fianchi.

Lo stesso simbolo decorava le bandiere nere che erano appese dappertutto, dal soffitto alle passerelle. Natsuki occhieggiò sospettosamente i drappi. C'era qualcosa di sbagliato in loro che non riusciva ad identificare.

'Rosso e nero. Una combinazione potente ma ossessiva. E non credo che sia il simbolo di questo reggimento, ma addirittura il vessillo della nazione.'

Si guardò attorno. Compagnie di soldati correvano avanti ed indietro in unità che sembravano molto disciplinate.

'Impressionante, ma trasudano fanatismo. Esattamente come le mie guardie del corpo.'

Le avevano fatto indossare una lunga cappa che la nascondeva completamente agli occhi degli estranei e, quando aveva chiesto una spiegazione, Nao aveva semplicemente scosso le spalle e ripetuto che solo il capo poteva rispondere a quelle domande.

'Il capo. Il Generale Shizuru Viola, il Comandante delle loro forza armate.'

Il gruppo si mosse e Natsuki li seguì.

Un'inevitabile ondata di malinconia e lacrime che lei non avrebbe mai lasciato vedere le chiuse la gola.

'Non siamo mai state così lontane. Addirittura distanti universi. Non ho neppure avuto il tempo di salutarti, anche se tu comunque non avresti potuto sentirmi.'

Yohko, il medico del Garderobe, le aveva spiegato chiaramente le condizioni di Shizuru. Anche se il corpo dell'Elegante Ametista era pietrificato, la guerriera era tecnicamente ancora viva, anche se difficilmente avrebbe potuto percepire quello che succedeva intorno a lei.

'E proprio quando avevi più bisogno di me ho dovuto lasciarti. La Shizuru di questo mondo farà meglio a spiegarmi perché mi ha voluto qui. E rimandarmi a casa immediatamente.'

Natsuki si guardò attorno, con un’ombra di inquietudine sul volto.

Telecamere di sorveglianza stavano seguendo ovunque il gruppo, mentre lei si sentiva sempre più oppressa dall'atmosfera della base. Camminavano da chissà quanto lungo corridoi dove, quasi ad ogni angolo, erano sistemati schermi piatti che mostravano scene di battaglie e, incredibilmente, esecuzioni pubbliche.

La sua bocca si torse in una smorfia di disgusto.

'Ci deve essere qualcosa di sbagliato in questa gente se hanno bisogno di mostrare il proprio potere in questo modo.'

Finalmente si fermarono davanti ad una porta sorvegliata da due guardie armate.

“Siamo arrivati a destinazione. Lo so che non mi crederai, Direttrice, ma spero veramente che tutte le tue domande possano avere una risposta” Nao le disse, sorridendo in un modo che ricordò vagamente a Natsuki la Nao di Earl.

Le sorrise di rimando.

'Abbiamo lo stesso aspetto e gli stessi nomi, non possiamo essere poi così differenti. Mi chiedo quando incontrerò la me stessa di questo universo.'

La porta si aprì davanti a lei, e Natsuki avanzò rigidamente, preoccupata per quello che poteva celarsi dall'altra parte.

Il suo sguardo percorse la sala e si trovò istintivamente a deglutire. Si era aspettata qualcosa del genere, ma si sentiva comunque leggermente sorpresa.

La stanza era ampia ed austera. L'onnipresente bandiera nera riposava in un angolo, mentre uno dei muri era coperto da un gigantesco display.

Una grande tavola rotonda occupava il centro della sala, e cinque persone erano sedute attorno ad essa. Natsuki si avvicinò e, all'unisono, si alzarono.

Il suo sguardo fu attratto implacabilmente dall'alta donna al centro del gruppo.

“Benvenuta alla Base Garderobe, Direttrice. Come forse già saprai sono il Generale Shizuru Viola.”

I pugni di Natsuki si strinsero, cercando di acquietare un attacco di nervosismo.

'È esattamente come lei. Parla nello stesso modo, con lo stesso accento. Anche i loro sorrisi sono identici.'

Questa Shizuru, addirittura, sembrava ancora più imponente nella divisa nera delle armate di Earth, ma non meno attraente.

'Questi vestiti ti stanno bene.'

Il sorriso del Generale si intensificò, come se Shizuru avesse colto il pensiero di Natsuki.

“Sono felice che tu sia qui. Mi dispiace per i modi rudi ma la tua presenza su Earth è della massima importanza per il futuro di questo pianeta.”

“Grazie, Generale. Ma vorresti essere così gentile da rivelarmi perché sono così importante per voi?” Natsuki chiese, rifiutando di essere ipnotizzata dal sorriso di Shizuru. Anche se il suo tono di voce non era stato fermo come avrebbe voluto.

“Assolutamente. Ma ti ora prego di accomodarti, mentre ti presento il mio Stato Maggiore. Alla mia destra hai Haruka Armitage, il Comandante in Capo dell'Esercito, poi Sergay Wang, incaricato del'Aviazione, Mashiro De Windbloom, a lei fa capo la Marina, ed infine Nagi De Artai, il Direttore dell'Intelligence. Tutti loro hanno il grado di Colonnello.”

Le mani di Natsuki le si strinsero in grembo.

'Mashiro e Nagi sembrano avere dieci anni in più, ma Haruka e Sergay sono copie carbone delle loro controparti su Earl.'

Il leggero ghigno apparso sul volto di Nagi distolse la sua attenzione dalla bionda Haruka.

'Sorridi esattamente come l'Arciduca. Fa piacere vedere che certe cose non cambiano mai' pensò sarcastica.

“Sembri scioccata, Direttrice. Non hai apprezzato il nostro comitato di benvenuto?” lui le chiese.

Natsuki si irrigidì. “Veramente mi hanno quasi fatto ammazzare.”

“Mi dispiace. Scoprirai che probabilmente le persone qui non sono educate come i cittadini di Windbloom, ma ti assicuro che abbiamo qualche aspetto positivo” Nagi replicò, caustico nonostante le sue parole.

'Sei sempre il solito infantile bastardo.'

La Direttrice si sforzò di sorridere. “Parli come se conoscessi bene il mio mondo.”

Il ghigno di lui si allargò. “Ho sentito... cose interessanti.”

'Non pensare di giocare con me in questo modo, Nagi.'

“Come il fatto che l’Arciduca De Artai sia finito in prigione dopo il suo bislacco tentativo di conquistare il mondo?”

Nagi scosse le spalle. “Un evento sfortunato, ma non è sorprendente che abbia fatto un errore bensì è stupefacente che non ne abbia mai fatti fino a quel momento. Dopotutto quanti anni aveva? Quindici, giusto? E, nonostante questo, rispetto a tutti voi era un genio politico.”

Improvvisamente Natsuki sentì la sua compostezza evaporare.

“Sei cresciuto dall'ultima volta che ti ho visto” puntualizzò. “Ma non sei di certo meno arrogante.”

“Colonello De Artai.” La voce di Shizuru, gentile ma implacabile, calò tra di loro. “Avrai tempo in abbondanza per chiacchierare con la Direttrice riguardo alla situazione politica del suo mondo, ma adesso sono certa che Natsuki sia ansiosa di sapere dov'è, e perché si trovi qui.”

Natsuki ringraziò silenziosamente Shizuru. 'Ancora un minuto e l'avrei schiaffeggiato.'

Fissò il Generale. “Proprio quello che vorrei sapere, ma soprattutto mi preme conoscere quando mi rimanderete a casa.”

“Sicuramente” le rispose Shizuru, in quel tono calmo e quasi distaccato che lei conosceva benissimo.

La Direttrice si impose di focalizzare la sua attenzione su Shizuru.

La donna toccò il piano del tavolo e il display prese vita, mostrando l'immagine di un mondo dove i bordi dei continenti e degli oceani erano esattamente come quelli che Natsuki conosceva.

“Earth è la copia del tuo pianeta e, come hai visto, noi siamo le controparti delle persone che abitano il tuo mondo. Ti trovi in quello che viene chiamato un universo alternativo.”

Natsuki si rilassò contro lo schienale della sua poltroncina.

'I nostri antichi scienziati avevano teorizzato l'esistenza di simili realtà parallele, ma ho sempre pensato che fossero solo ipotesi.'

“Ma d'altra parte la nostra linea temporale sembra differente dalla vostra” Natsuki notò. “Trovo la vostra tecnologia più avanzata, soprattutto nel campo degli armamenti. E dove sono le vostre Otome?”

Shizuru annuì. “Minori differenze tra Earl e Earth sono sempre esistite, ma abbiamo approfonditamente studiato il vostro mondo scoprendo che trecento anni fa un evento di importanza capitale accadde qui. Esso cambiò il nostro futuro in modo irrevocabile, rendendolo dissimile dal vostro.”

“Quale?”

“Fumi Himeno fu uccisa durante la guerra dei Dodici Regni, prima di poter creare il sistema delle Otome. Che, quindi, non vide mai la luce. Ecco perché non troverai nessuna Otome qui.”

La rivelazione affondò dentro di lei, e Natsuki sentì la pelle accapponarsi in risposta. “Ma... come finì allora la guerra? Fumi fu la donna che pose fine a quel massacro.”

La risata derisoria di Haruka la scosse. “Non finì mai, ovviamente. I Dodici Regni si divisero in due grandi coalizioni che stanno combattendo ancora oggi.

Gli occhi di Natsuki corsero a Shizuru, cercando il suo appoggio. 'Una guerra che dura da trecento anni? Questo è completamente folle.'

Ma Shizuru poté solo confermare le parole di Haruka.

“Windbloom, Aries, Artai, Annam, Cardair e Florince con il tempo si unirono in quella che chiamiamo la Repubblica Occidentale, un super stato con comuni istituzioni militari e un unico scopo: proteggere i nostri cittadini e sconfiggere la Coalizione Est.”

“Ma come può la vostra economia sostenere questo perpetuo stato di guerra? E la popolazione? Non è stanca di tutto ciò?” Natsuki chiese.

“Perché?” fu la volta di Sergay Wang di risponderle. “La nostra economia è pienamente funzionale alla nostra macchina militare. E la distinzione tra cittadini e soldati non ha ragione di esistere. Al contrario, per essere cittadino devi essere un soldato. Tutti noi siamo entrati nelle forze armate a quattordici anni, è la legge. Ed è lo stesso per i nostri nemici.”

Natsuki spalancò gli occhi. “Ma dove sono i vostri organi civili e politici? Noi abbiamo parlamenti, pubbliche amministrazioni, tribunali civili...”

Haruka la bloccò. “Ad eccezione della Presidentessa furono sciolti molto tempo fa, e rimpiazzati dai loro equivalenti militari. Era inutile avere duplicati.”

La Direttrice dovette resistere alla tentazione di scuotere la testa. 'Inutile? Dove sono finita?'

E, improvvisamente, fu conscia di un fatto non detto. Si morse le labbra, fissando i volti delle cinque persone sedute accanto a lei.

“Quindi, se veramente non avete nessuna istituzione civile, voi dovreste anche essere...”

Shizuru finì la frase per lei.

“È un dato di fatto che lo Stato Maggiore è anche l'organo a cui spettano tutte le decisioni strategiche, sia militari, sia quelle che tu chiami civili.”

Natsuki sbatté le palpebre, al colmo della sorpresa. 'E non ti sembra assurdo? Il tuo paese è una repubblica solo nel nome, ma in realtà è una dittatura militare.'

Prese un profondo respiro.

“Ma Haruka ha menzionato una Presidentessa. Perché non è qui con noi?”

Shizuru scosse gentilmente la testa, mentre il suo sorriso scompariva.

“La nostra amata Presidentessa, Natsuki Kruger, fu uccisa una settimana fa da una terrorista riuscita a penetrare attraverso il nostro cordone di sicurezza. Ecco perché abbiamo bisogno di te.”

Natsuki sentì il sangue abbandonarle il viso. Le sue mani afferrarono i braccioli della sedia, in un disperato tentativo di fermare il tremito che la scuoteva. Aprì la bocca, senza riuscire a proferire verbo poi, uno sguardo al volto di Shizuru le suggerì quello che doveva dire. 'Non mi sbaglio. Tu sei devastata.'

“Mi dispiace” le mormorò.

'L'hai persa, e anch'io ho quasi perso la mia Shizuru. Noi siamo simili...'

Se non fosse stato per il tavolo posto tra di loro Natsuki le avrebbe stretto la mano.

“Scusate se interrompo questo momento così struggente, ma non sarebbe meglio andare al punto?”

L'irriverente domanda fece girare selvaggiamente la testa di Natsuki verso Nagi, ma l'acida risposta che si era preparata le morì sulle labbra quando sentì la voce di Shizuru.

“Nagi ha ragione. Dobbiamo ancora dirti perché sei qui, e abbiamo poco tempo.”

Il silenzio cadde tra di loro, mentre Shizuru sembra recuperare la propria compostezza.

“La Presidentessa domani avrebbe dovuto tenere un discorso davanti al nostro popolo. È un appuntamento annuale, nel quale lei presentava un rapporto sullo stato della Repubblica e della guerra. Ma domani sarebbe stato diverso da tutti gli anni precedenti, perché la Presidentessa avrebbe dovuto annunciare un massiccio attacco contro i nostri nemici, e chiedere il supporto della popolazione.”

“Non può farlo qualcun'altro?”

“No. È un suo compito specifico. E la Presidentessa non è eletta, ma scelta alla nascita e rimane in carica fino alla sua morte. Possono essere candidate solo bambine, e per tutta la sua vita lei è come una dea vivente per noi. È il pilastro della nostra nazione, e rappresenta la nostra forza e il nostro onore, puoi quindi immaginare che tipo di disastro sarebbe se il popolo venisse a sapere della sua morte. E non solo. Sono anni che prepariamo questa operazione, ma senza il sostegno morale della Presidentessa tutto si risolverebbe in un fallimento. E sarebbe un peccato, perché questo attacco potrebbe con tutta probabilità mettere la parola fine alla guerra.”

“Se era così importante perché non avete scelto una sosia per sostituirla in momenti come questo?” Natsuki chiese.

“Impossibile. Prima di ogni apparizione pubblica la Presidentessa è sottoposta a un esame del DNA per stabilire che sia effettivamente quella vera. E usare un clone era fuori questione; sono tutti incredibilmente instabili.”

Chiedendosi cosa fosse un clone Natsuki scoccò un'occhiata a Shizuru.

“E così mi avete scelta come sostituta.”

“Sì. La nostra tecnologia ci ha permesso di ricercare, attraverso porte dimensionali come quella che tu hai attraversato, una donna che potesse prendere il suo posto. Ma in tutte le migliaia di universi setacciati, solo due persone sono risultate adatte.”

“Solo?”

Shizuru sorrise.

“Alcune erano troppo giovani e altre troppo vecchie, e altre neppure completamente umane. Oltretutto, uno dei requisiti per essere il pilastro è la verginità, e non puoi nemmeno immaginare quanto questo elemento sia raro in natura.”

Natsuki abbassò di scatto la testa per nascondere il rossore.

“Perfetto. E chi era invece l'altra donna?” bofonchiò.

“Una ragazza di un mondo chiamato Terra. Ha poteri straordinari e una volontà d'acciaio, ma è anche piuttosto testarda, e troppo giovane per noi.”

“E se rifiutassi?” esplose Natsuki, mentre un lampo di sfida le illuminava lo sguardo.

“Non puoi. Non quando siamo la tua unica speranza di ritornare a casa” le ululò Haruka, calando il pugno sul piano del tavolo.

“Colonnello Armitage” la richiamò Shizuru.

Natsuki non poté far altro che sogghignare davanti allo scambio tra i due ufficiali.

'Con i collaboratori che ti ritrovi passerai la giornata a pacificare le liti tra loro. Non ti invidio di certo, Generale Viola.'

Si guardò attorno mentre Shizuru era ancora impegnata a placare Haruka.

'Mashiro sembra l'unica persona tranquilla in questo gruppo di fanatici guerrafondai.'

La ragazza dai capelli lavanda, che Natsuki conosceva, era diventata in quel mondo una donna molto bella, dai lineamenti perfettamente cesellati e dallo sguardo sicuro di sé e amichevole. Conscia degli occhi di Natsuki su di sé, Mashiro le sorrise.

“Non ti preoccupare, Direttrice, la tua presenza qui è richiesta solo per due giorni.”

“Solo? Come mai?”

“Dopo il discorso e l'inizio dell'attacco non ci sarà più bisogno di te, e sarai libera di tornare a casa.”

Natsuki annuì lentamente.

'Sembra sincera. E Haruka ha ragione. Senza il loro aiuto non ho speranze di rivedere Earl.'

La sua attenzione ritornò su Shizuru.

“Suppongo che mi dovrò preparare per domani.”

Il Generale le indicò una scatola piatta posata di fronte a lei.

“Quello è un computer portatile. Dentro troverai il testo del discorso. La mia segretaria ti assisterà, ma quello che dovrai fare sarà solo impararlo. Sono a tua disposizione se hai bisogno di maggiori informazioni, e sarebbe un piacere averti a cena.”

Shizuru le regalò un altro dei suoi caldi sorrisi, e Natsuki dovette trattenersi dal non arrossire come una ragazzina.

'Sei una donna molto affascinante, Shizuru di Earth' pensò. 'Quasi quanto la mia Shizuru.'

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Il Generale Viola salutò Natsuki e la osservò mentre se ne andava, ma quando finalmente rivolse il suo sguardo penetrante sui Colonnelli la temperatura nella stanza sembrò precipitare. “Non so quali siano i vostri piani. E non mi importa. Ma vi do la mia parola che se qualcosa dovesse accadere a Natsuki mi riserverò l'onore di piazzare una pallottola nelle vostre inutili teste” disse soavemente.

Poi, senza nemmeno preoccuparsi di guardarli un'ultima volta, si alzò e se ne andò, lasciando solo un pesante silenzio dietro di lei.

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Capitolo 3
*** Segreti non detti ***


Segreti non detti



L'appartamento che le avevano assegnato era ampio e arredato in un stile minimalista fatto di superfici spoglie e arredamento essenziale. Se fuori il colore dominante era il nero, dentro solo testa di moro, beige, o altre tinte tenui regnavano.

Natsuki si guardò attorno, segretamente compiaciuta. 'Per un momento ho temuto che tutte le loro stanze fossero tristi come quella dove abbiamo tenuto la riunione.'

“Spero che ti piaccia” disse una voce dietro di lei.

Natsuki si girò a guardare la segretaria di Shizuru, una ragazza gioviale che aveva lo stesso volto e l'attitudine mite di Akane Soir.

“È perfetto. Non mi aspettavo di trovare un appartamento così lussuoso dentro una base militare. È anche meglio di quello di casa mia.”

“Gli altri non sono così grandi, ma questo apparteneva alla Presidentessa.”

Pensosamente la Direttrice si sfregò un sopracciglio, mentre la sua attenzione tornava alle pareti della stanza. Certo, era elegante, ma l'intero ambiente emanava una deprimente sensazione di gelo e solitudine.

'Non era facile vivere come una Dea, non è vero, Natsuki di Earth?'

Combattendo il momento di tristezza fissò Akane. “Quindi, suppongo che dovrò stare qui per salvare le apparenze.”

“Esattamente. Pochi di quelli assegnati a questo settore conoscono il piano del Generale, e gli altri si insospettirebbero se ti spostassimo. Ma, ti prego, sentiti libera di usare tutto quello che trovi in giro. I vestiti e il resto degli effetti personali della Presidentessa sono stati completamente sostituiti. E se hai bisogno di qualcos'altro me lo devi solo comunicare, sono qui per assisterti in tutto.”

Natsuki distolse lo sguardo, sentendosi stranamente imbarazzata. Poi, le sovvenne un pensiero.

“Sono grata a te e a Shizuru per il vostro aiuto, ma la Presidentessa non aveva un segretaria personale? Non vorrei disturbarti più del dovuto.”

Akane abbassò il capo, la voce ridotta ad un flebile mormorio. “Sì, il Tenente Erstin Ho. Una ragazza che io conoscevo molto bene perché era solo di pochi anni più giovane di me.”

“Era?”

“Erstin fu uccisa dalla stessa bomba che tolse la vita alla Presidentessa.”

Le labbra di Natsuki si tesero. 'Anche qui. Ho sperato di trovarti viva, Erstin.'

“Capisco. E siete riusciti a catturare il terrorista?”

Con sua sorpresa Natsuki vide Akane impallidire.

“Fu Erstin stessa a portare la bomba.”

L'orrore pietrificò Natsuki. “Una traditrice?”

“Così scoprirono i nostri leader.”

Gli occhi di Akane si riempirono di furia a malapena controllata.

“E pensare che stava solo recitando una parte, quando noi la credevano un'amica...”

Il tono della ragazza era così carico d'odio da sorprendere Natsuki. 'La Akane di Earl non avrebbe mai parlato in questo modo. Dopotutto non siamo proprio uguali.'

Annuì gravemente. “Sono veramente dispiaciuta per la perdita che avete subito, e spero che la mia presenza qui possa esservi utile.”

Un sorriso riaffiorò sul volto di Akane. La ragazza si passò una mano sugli occhi. “Ne sono certa. Ora ti lascio a studiare il discorso. Hai il numero del mio telefono cellulare se dovessi aver bisogno di me. In ogni caso sarò di ritorno tra un paio d'ore per aiutarti a cambiarti d'abito.”

Natsuki arrossì. “Posso farlo da sola...”

“Meglio se ti aiuto. Il Generale ha scelto un vestito abbastanza complicato.

“Non pensavo che fosse una cena formale. E preferirei astenermi dal vestirmi in modo elegante; dopotutto non sono in vacanza” Natsuki replicò rigidamente.

“Il Generale Viola non ha esteso a nessuno l'invito, quindi immagino che sarete sole. Ma quel vestito è il suo personale regalo per te. Ti prego di accettarlo. Raramente si mostra affezionata a qualcuno, ma io sono la sua assistente da molti anni, e so che ti è molto grata.”

Parole a lungo negate volarono prima che Natsuki potesse fermarle. “È certo che non mi sono state offerte molte altre scelte. Sono bloccata qui, e l'unico modo per vedere di nuovo i miei amici risiede nella buona volontà dei tuoi capi.”

Akane gentilmente sorrise, scuotendo la testa.

“Ne siamo tutti consapevoli. Ed è anche per questo che il Generale si sente così in debito verso di te. Ti prego di non deluderla rifiutando il suo regalo; il Generale Viola era entusiasta quando lo vide. Disse che era fatto per te.”

Natsuki si girò di scatto, così che Akane non potesse vedere il suo volto tinto di un fiero colore scarlatto.

“L'ultima cosa che voglio è dispiacerle, mi ricorda così tanto la mia migliore amica su Earl. Ci vediamo tra due ore, allora” mormorò.

'Ma adesso mi chiedo in cosa tu sia diversa dalla mia Shizuru, Generale Viola.'

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Natsuki si guardò allo specchio, riconoscendo a malapena la donna riflessa.

“Pensi che sia veramente necessario?” chiese, adocchiando sospettosamente le scarpe dai tacchi a stiletto, sui quali stava cercando di trovare una quasi impossibile stabilità.

Akane annuì vigorosamente, con un sorriso che quasi si allargava da un orecchio all'altro.

“Certo che sì! Senza tacchi il vestito perderebbe tutto il suo allure.”

'Lo perderebbe comunque se inciampassi giù da una delle vostre strette passerelle' Natsuki pensò silenziosamente, non volendo sciupare l'entusiasmo e l'affetto della ragazza.

“Ti piace il Generale Viola, non è vero?” chiese, desiderando sapere di più sulla donna che l'aveva voluta così fortemente su Earth.

“Certo. È fantastica. È sempre stata un passo avanti a tutti quelli della sua età, sia all'Accademia che sul campo di battaglia. È un così luminoso esempio di coraggio e lealtà per tutti noi.”

Natsuki sorrise, osservando Akane acconciarle sapientemente i capelli nero blu. “Di certo spicca tra gli altri alti ufficiali.”

Akane annuì. “Non è un mistero l'odio che i Colonnelli provano nei suoi confronti. Perché lei è quella a cui spetta di deliberare definitivamente su ogni questione, e non è insolito che vada contro la loro volontà.”

“E la Presidentessa? Era sempre al suo fianco?”

Istintivamente Natsuki trattenne il respiro, come se avesse paura della risposta.

“Assolutamente, erano più vicine di due sorelle, e la Presidentessa ha sempre supportato le decisioni di Shizu... del Generale Viola.”

“Quindi suppongo che anche la Presidentessa fosse odiata” Natsuki chiese, corrugando le sopracciglia.

“Era inevitabile, e il prezzo da pagare per la loro amicizia. I fieri litigi tra lei e il Colonnello Armitage erano leggendari. Io sono una buona amica della sua luogotenente, il Maggiore Yukino Chrysant, che una volta mi disse che Haruka aveva addirittura tirato una sedia contro la Presidentessa.”

“E fu severamente punita?” Natsuki chiese, genuinamente impressionata. 'Haruka è sempre la stessa dappertutto...'

“Certo. La Presidentessa la spedì a seguire un corso di galateo. Ma, onestamente parlando, non è che la cosa le sia servita molto.”

L'immagine di Haruka che imparava come si contribuisce ad una conversazione, senza minacciare di picchiare qualcuno, divertì Natsuki così tanto da farla scoppiare a ridere deliziata. Un gesto che sorprese la segretaria.

'Probabilmente sono stata per troppo tempo in una scuola piena di ragazzine, sempre pronte a scherzare a farsi l'una all'altra stupidi scherzi. Qui è forse la prima volta che lei sente questo suono gioioso. La Base Garderobe è funerea, e queste uniformi nere che tutti loro indossano non contribuiscono di certo a rendere meno pesante l'atmosfera.'

Natsuki scoccò un'occhiata allo specchio.

La seta del vestito riluceva di riflessi blu cobalto, e la gonna era lunga ma con un taglio asimmetrico che lasciava un'apertura sul davanti. Natsuki fece correre una mano lungo la scollatura a v, che enfatizzava le sue spalle ampie.

Il colore del vestito si armonizzava perfettamente con quello del suo incarnato, esaltato da un trucco in tutti i toni del blu.

“Sei bellissima” sentì Akane bisbigliare.

La segretaria di Shizuru la stava fissando con gli occhi spalancati, improvvisamente pallida.

Notando l'ombra del dubbio negli occhi di Natsuki la ragazza scosse la testa. “Scusami, è che l'abbiamo appena persa. E tu sei così simile a lei. No, tu sei lei. Tutto questo è... incredibile.”

“Non ti preoccupare, è strano anche per me. Non posso ancora credere di essere veramente in un altro universo...” Natsuki deglutì, mentre il suo cuore mancava un battito. 'E che la mia Shizuru qui sta benissimo.'

Poi fece un passo indietro, raddrizzando la schiena.

“Meglio che andiamo ora. Non voglio fare tardi.”

'È proprio come se fosse il nostro primo appuntamento.'

Il tragitto fu breve questa volta, dato che i due appartamenti erano distanti solo pochi piani.

Akane fu insolitamente silenziosa durante il percorso, come se l'aver realizzato che la sua Presidentessa era veramente risorta dal regno dei morti l'avesse scioccata.

Fu solo quando raggiunsero le stanze di Shizuru che un sorriso emerse sul suo volto.

“Il giorno stesso che la Presidentessa morì, Shizuru riunì tutti noi più stretti collaboratori e ci espose il suo piano. Disse che aveva già informato i Colonnelli, e che erano d'accordo ma...” il sorriso di Akane svanì. “Le voci che girano, dicono che loro avrebbero preferito che tu fossi rimasta morta.”

Natsuki annuì. Aveva previsto che le cose non fossero così semplici come sembravano.

“Lo so. Quel Nagi... conosco bene la sua controparte su Earl, e ho imparato a non credere a niente di quello che dice.”

La segretaria, sorprendentemente, le afferrò il polso. “E non solo lui. Ha una forte influenza sul Colonnello Wang, ma anche Mashiro ha avuto nel passato screzi con Shizuru e con la Presidentessa. Quindi, non fidarti di nessuno.”

Natsuki le strinse la mano. “Non ti preoccupare. Io ho fiducia solo in me stessa.”

'E nella mia Shizuru.'

“Bene. Sai... io... noi non vogliamo perderti ancora, Presidentessa.”

La devozione negli occhi di Akane la sorprese, e Natsuki non poté fare altro che annuire.

'Questo posto assomiglia sempre di più ad un covo di serpenti. Meglio che mi guardi le spalle.'

Poi fissò la porta, respirando profondamente. 'Shizuru di Earth, mi dovrai spiegare molte cose su questo posto che tu chiami casa.'

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Akane aveva avuto ragione. L'appartamento del Generale Viola era piccolo se confrontato al suo, ma d'altra parte appariva riccamente arredato, con una magnifica esposizione di quadri alle pareti.

'È così differente da quello della Presidentessa.'

“Ti piacciono, Natsuki?”

La delicata voce di Shizuru la sorprese.

“Hai uno splendido gusto per quanto riguarda l'arte, Generale” Natsuki le disse, girandosi verso di lei e lasciando che un caldo sorriso le illuminasse il volto.

Shizuru Viola aveva sostituito la sua uniforme con un semplice vestito che non era elegante la metà di quello di Natsuki; e tuttavia la stoffa color oro cupo esaltava la pelle chiara del Generale e i suoi capelli castani.

Natsuki si fece un appunto mentale di suggerire alla sua Shizuru di vestire di più in quel tono.

“Quel capo ti sta bene, Natsuki, e spero di aver azzeccato il colore giusto” il Generale le disse.

Lei annuì, arrossendo leggermente. “È perfetto. Adoro il blu in tutte le sue declinazioni.”

Il sorriso di Shizuru si allargò. “Ne sono felice. Ma vieni, adesso. Devi essere affamata.”

Natsuki la seguì in una seconda stanza dove, su una tavola, erano già stati preparati piatti dall'aspetto allettante.

Shizuru le spostò una sedia invitandola ad accomodarsi. “Questa è una selezione dei nostri migliori cibi e vini. Siamo in una base militare quindi non posso garantire che la qualità sia la stessa dei ristoranti di Windbloom, ma ho personalmente supervisionato la loro preparazione.”

“Sono sicura che sarà tutto delizioso e...” Natsuki lanciò a Shizuru uno sguardo affezionato. “Ti prego di non essere così formale con me, non siamo forse amiche qui?”

“Questo è certo” dichiarò Shizuru, versandole un bicchiere di vino bianco. Poi alzò il proprio calice. “Un brindisi alla nostra amicizia attraverso gli universi?”

Natsuki acconsentì con piacere anche se, in un angolo della sua mente, il pensiero della sua Shizuru sempre aleggiava. 'Io ho ancora speranza di vederla. Ma per te la perdita deve essere intollerabile. Domani verrà anche troppo presto ma se, per qualche ora, posso alleviare il tuo dolore, lo farò con gioia.'

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La cena fu perfetta, e il Generale Viola dimostrò di essere una donna intelligente e sofisticata, tanto quanto Natsuki si era aspettata.

Le raccontò di Earth, di come la guerra non avesse impedito al loro mondo di essere prospero e tecnologicamente avanzato, e di come le persone fossero abbastanza soddisfatte dei loro capi, nonostante la loro società fosse così diversa di quella di Earl.

Comodamente reclinata su un divano, con una tazza di tè in mano, Natsuki scosse la testa.

“Scusa se te lo dico ma questo mi sembra incredibile.”

Shizuru scosse le spalle. “È un errore comune pensare che una dittatura debba affamare i propri cittadini. Al contrario, nel corso della nostra storia, questa è sempre stata la forma di governo più stabile.”

“Non ne dubito, anche se di solito c'è sempre un gruppo che paga il prezzo di detta stabilità”.

Natsuki prese un sorso di tè, occhieggiando Shizuru da sopra il bordo della tazza.

“Stai parlando di quelle esecuzioni che mostriamo alla base? Ma loro sono solo traditori, meritano di morire. Perché sai, le fondamenta di questa Repubblica poggiano sulla devozione che il popolo ci tributa.”

Per la prima volta Natsuki colse un accento più duro nelle parole di Shizuru, ed era qualcosa che lei non si era aspettata. L'allusione alla lealtà, tuttavia, le suggerì qualcos'altro di completamente differente da chiedere.

“Shizuru, e per quanto riguarda la fedeltà del tuo Stato Maggiore? Da quello che ho visto durante l'incontro di oggi non sembrano molto pronti a collaborare con te, o tra loro.”

Il Generale fece una pausa per riempirsi la tazza.

“Non sono niente altro che un gruppo di bambini litigiosi. Ma la catena di comando mi rende impossibile mettere in discussione la loro presenza nello Stato Maggiore. Esercito, Aviazione, Marina e Intelligence sono quattro corpi separati ed indipendenti, che individualmente scelgono i propri capi.”

“E tu non hai nessun controllo su di loro?”

“No, ma la stessa cosa vale per loro. Il Comandante in Capo è nominato direttamente dalla Presidentessa, e risponde solo a lei. Tuttavia... non è completamente vero che non ho proprio nessun potere sui Colonnelli.”

“Che vuoi dire?” Natsuki chiese, sporgendosi in avanti.

“Segreti, scheletri nell'armadio. Quasi tutti noi abbiamo un vergognoso segreto nel nostro passato che vogliamo che rimanga tale, e i Colonnelli non fanno eccezione.”

“Dimmi!”

Shizuru la scrutò attraverso le palpebre semichiuse, sorridendo malignamente. “I legami romantici tra ufficiali della stessa unità militare sono duramente puniti, e ancora di più se i due coinvolti sono di alto grado. Devi sapere che il Colonnello Armitage è innamorata del suo luogotenente, il Maggiore Yukino Chrysant.”

Natsuki dovette sopprimere una risatina. 'L'impetuosa Haruka e la quieta Yukino, non posso dire che non me l'aspettassi.'

“Ma che coppia bilanciata” scherzò. “E che mi dici invece di Mashiro? Sembra una donna così posata.”

“Il suo curriculum militare è certamente esemplare, anche se sporcato da un bizzarro incidente. Due anni fa una ragazza del suo staff disertò per la Coalizione Est, rubando il progetto di una nuova portaerei, lo Zaffiro del Cielo Blu. Ho le prove che Mashiro era coinvolta, e probabilmente un'indagine approfondita avrebbe potuto scoprire tutto. Ma immediatamente dopo quell'affaire Mashiro fu promossa ai massimi gradi e la sua segretaria, il Sergente Mia Clochette, fu arrestata. Una strana coincidenza, non trovi?”

“Quale era il nome del disertore?”

“Il Capitano Arika Yumemiya.”

Natsuki rabbrividì. “Che successe a Mia?”

“Fu portata davanti alla Corte Marziale e giudicata colpevole di alto tradimento. La sentenza di condanna a morte fu eseguita da un plotone d'esecuzione.”

“Come sai tutto questo?” chiese Natsuki, distogliendo lo sguardo e chiedendosi quali altri terribili segreti le sarebbero stati rivelati.

“Il Direttore dell'Intelligence è piuttosto solerte nel rivelare quello che può distruggere i suoi nemici. E virtualmente non c'è nulla che lui non sappia sulle nostre vite.”

“Non posso credere che Nagi non nasconda nulla.”

“Oh, non vero, solo non è qualcosa che io possa usare” Shizuru replicò, scuotendo sconsolatamente la testa.

A quelle parole Natsuki si bloccò con la tazza a mezz'aria, fissando trasfigurata Shizuru.

Il Generale la guardò a sua volta.

“È l'amante della moglie di Sergay Wang, Nina” mormorò.

La Direttrice fu lieta di non avere bevuto, perché avrebbe sputato il sorso. Era incerta se lo shock fosse dovuto alla notizia dell'oscena tresca o all'idea di Sergay sposato a qualcuno che, su Earl, aveva allevato come sua figlia.

“Ma... Sergay non lo sa?”

Le labbra di Shizuru si torsero in una smorfia. “Nagi è anche il suo di amante.”

Natsuki cominciò a ridacchiare.

“Il Colonnello Wang non solo è a conoscenza della cosa, ma è stato anche quello che li ha fatti conoscere” terminò Shizuru.

La risata si tramutò in uno stupefatto silenzio mentre un potente sentimento di disgusto chiudeva la gola di Natsuki.

“È perché mai Sergay avrebbe fatto una cosa del genere?” chiese.

“È sempre stato molto legato a Nagi, sin da quando quest'ultimo era solo un sottoufficiale sotto il suo comando. Non è un mistero per nessuno che Sergay sia sempre stato impressionato dalla determinazione di Nagi e abbia effettivamente facilitato la sua carriera. Ma non avrei mai pensato che Sergay fosse fisicamente attratto da lui o che, in nome di una malriposta devozione, potesse dividere sua moglie con quel serpente dai capelli bianchi. Sospetto che tutto sia solo frutto dell’incomprensibile abilità di Nagi di influenzare la gente attorno a lui. Tuttavia, in nessun caso potrei usare questa cosa contro di lui, visto che tecnicamente non sono colleghi e quindi non possono essere puniti. E l'adulterio qui non è un crimine. Ironicamente, l'unico che potrebbe essere danneggiato da questa cosa è Sergay stesso.”

“Come mai?”

“Si è costruito una reputazione di uomo molto retto e severo, e di soldato onorevole. Se si venisse a sapere che è implicato in questa sordida storia, e che ha praticamente buttato sua moglie nelle braccia di uno degli uomini più odiati su Earth le conseguenze sarebbero devastanti per la sua carriera.”

“Nagi è sempre il bastardo criminale che conoscevo.”

Il Generale sospirò. “Il mondo sarebbe un posto migliore se usasse la sua impressionante intelligenza per aiutare il genere umano, invece di complottare egoisticamente.”

“Sono d'accordo.”

Natsuki fece una pausa, fissando Shizuru. “E, per quanto riguarda te, invece?” le chiese.

Alla richiesta il Generale Viola sorrise misteriosamente, mentre afferrava il proprio telefono cellulare. Accarezzò l'oggetto prima di darlo a Natsuki.

Sullo schermo era visualizzato un messaggio di testo. Era una lunga lettera che professava il profondo amore della persona che l'aveva scritta per il destinatario. Ma non era firmata.

Natsuki guardò Shizuru. La donna si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in un gesto che ricordò alla Direttrice così tanto la sua Shizuru che un gomitolo di disperazione le si formò nello stomaco. Poi, il Generale abbassò gli occhi, che fino a quel momento erano apparsi fiduciosi e allegri.

“Questo era il nostro segreto” mormorò. “E quel messaggio elettronico è tutto ciò che rimane di esso. Perché amare la Presidentessa è un crimine punito con la morte, anche se l'amante è un'altra donna. Non ho foto di noi, perché sarebbe stato troppo pericoloso, né lettere. Solo parole. E quelle, ora, sono perse nel tempo.”

Shizuru continuò. “Tu mi ricordi così tanto la mia Natsuki. Anche nei gesti più piccoli, nel modo in cui inclini la testa, o getti i capelli dietro la spalla.”

Il dolore nelle sue parole era così palpabile che gli occhi di Natsuki si riempirono di lacrime. Parzialmente conscia di quello che stava facendo prese la mano di Shizuru. Era incredibilmente fredda, e lei la chiuse tra le sue, sperando di scaldarla.

“Hai freddo, Shizuru?”

La vide deglutire, annuendo.

Un secondo più tardi Natsuki chiuse la distanza tra loro. Accarezzò la schiena dell'altra donna, sentendo le sue forti braccia attorno alla vita.

“Per me è lo stesso, Shizuru” le confessò. “Tutte le volte che ti guardo, io vedo la mia amica.”

Natsuki le toccò i capelli lucenti. “Tu sei come lei, fino al più insignificante dettaglio.”

Shizuru la strinse più forte, e le sue labbra si posarono sulla tempia di Natsuki. Poi discesero lungo la linea del mento, mentre le mani di Shizuru le accarezzavano la schiena nuda.

Natsuki non protestò quando le labbra dell'altra donna toccarono le sue, all'inizio incerte, poi sempre più appassionate. La Direttrice avvertì le sue sensazioni scivolare velocemente fuori controllo, mentre emozioni troppo a lungo negate prendevano il sopravvento incontrando il desiderio di Shizuru.

'Anche il tuo sapore è lo stesso.'

Il Generale sorrise contro le sue labbra. “No, io non sono come la tua Shizuru. Io sono lei. Non riesci a sentirlo?”

Un campanello d'allarme cominciò a suonare all'impazzata nella mente di Natsuki. 'Sentirlo? La mia Shizuru... tu non sei lei.'

Combatté per riconquistare il controllo poi, con tutta la dolcezza che riuscì a racimolare, Natsuki ruppe il contatto. “Mi dispiace, ma non posso accettare il tuo amore.”

Alla sue parole nulla si irradiò dagli occhi amaranto di Shizuru eccettuata una calma innaturale.

“Perché?” il Generale sospirò. “Mi vuoi tanto quanto io ho bisogno di te. Sono sola, e lo sei anche tu. Tutte e due abbiamo perso la cosa che ci era più cara.”

Colpì una delle tazze, che si disintegrò al suolo. “La nostra felicità è stata distrutta esattamente come quella tazza. Ma possiamo ricostruirla insieme.”

Natsuki dovette resistere alla tentazione di prendere Shizuru di nuovo fra le sue braccia. Perché le sue parole erano quelle di una donna ferita, ma il suo tono era ancora dolce e raffinato, e stava spezzando il cuore a Natsuki.

'Ma io non l'ho persa. E fino a quando ci sarà la minima speranza di rivederla, io non mi darò per vinta. E stai ingannando te stessa se pensi che io sia , o che diverrò mai, la tua Natsuki.'

“Oltretutto...” Shizuru continuò. “I tuoi talenti erano sprecati su Earl.”

La Direttrice spalancò gli occhi. “Cosa vuoi dire?”

Shizuru si sporse in avanti, mentre una scintilla di un'emozione diversa da quella di prima le illuminava lo sguardo.

“Anche tu sei un soldato, esattamente come me, ma sei anche un brillante politico, con una mente sveglia e l'abilità di scegliere sempre la cosa migliore per la sua gente.”

Natsuki scosse la testa. “Capisco quello che mi stai offrendo. Ma non posso restare.”

'Le tue parole mi lusingano, Generale, ma dall'altra parte c'è qualcuno che mi sta aspettando.'

“Non sarebbe per sempre, Natsuki” le sussurrò Shizuru. “Posso capire il tuo desiderio di tornare a casa, e posso accettare che tu non sia pronta ad amarmi. Ma, ti prego, considera che io sono sola ora. E anche se sono la loro leader, le forze armate non sono sotto il mio diretto comando. Te esclusa, sono l'unica persona che rappresenta l'unità di questa nazione, e i Colonnelli hanno bisogno di me perché sanno che io sono quella che il popolo seguirà. Ma tu te ne andrai presto, e il giorno in cui questa guerra finirà, la mia condanna a morte sarà firmata.”

Natsuki aggrottò le sopracciglia, leggermente disorientata dal rapido cambiamento di umore di Shizuru.

“Da quello che ho visto e sentito qui non si può negare che tu sia in una difficile posizione.”

“Di più. Io sono solo un ostacolo per loro. E sono quasi certa che una volta che mi avranno rimossa, combatteranno fino alla morte per ottenere il potere assoluto. Sarà un bagno di sangue, anche peggiore di questa guerra senza fine.”

“Ma io cosa posso fare per te?”

“Rimani. Fino alla fine della guerra. Tutto è pronto, e il primo attacco decapiterà i loro centri di comando, rendendo impossibile una ritorsione. Tutto finirà in settimane, se non giorni. E quando la situazione sarà stabilizzata e sicura sarai libera di tornare a casa. Nel momento e nel punto stesso in cui ti abbiamo prelevata. I tuoi amici non si accorgeranno nemmeno che te ne eri andata.”

Natsuki prese un respiro profondo, tormentando una ciocca di capelli.

“E poi? Tu sarai comunque sola” chiese, ma Shizuru sorrise. Ed era un ghigno di pura malizia.

“Incolperò i Colonnelli per la tua sparizione, rivelando nel frattempo il loro passato oscuro. Neppure i loro più stretti seguaci oseranno proteggerli.”

Il piano della donna era così diabolico che Natsuki non poté far altro che fissarla senza parole.

“Bene... credo di aver capito quello che intendi. Sicuramente è una strategia brillante” disse debolmente.

Il sorriso del Generale era il più dolce che lei avesse mai visto. Serenamente, Shizuru si portò la tazza alle labbra.

“Grazie Natsuki. Apprezzo le tue parole. È stato difficile arrivare così in alto e non lascerò che un gruppo di vampiri assetati di potere rubi quello che è mio di diritto.”

La Direttrice si alzò, realizzando che stava leggermente tremando. Shizuru la seguì.

“Meglio che tu ritorni nella tua stanza, ora. Chiamerò la mia assistente.”

“Grazie. E... penserò alla tua proposta.”

“Domani, dopo il discorso, avremo tempo per parlarne più approfonditamente.”

Natsuki annuì, sentendosi sempre più debole mentre lo stress della lunga giornata le stava rovinando addosso.

'Non posso lasciarti sola. Ma non posso neppure abbandonare la mia Shizuru. Cosa... cosa farò?'

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Questa volta fu il turno di Natsuki di seguire silenziosamente Akane. Sulla porta del suo appartamento la salutò velocemente, desiderando di rimanere sola.

Ma, una volta dentro, notò che il portatile era aperto e acceso, quando lei ricordava chiaramente di averlo spento prima di andarsene.

Natsuki si avvicinò con cautela.

Al centro del desktop c'era una cartella con un curioso nome, “Segui il coniglio bianco”.

'Questa non c'era prima...'

Il suo dito era già sul comando per aprirla quando sentì una voce cantilenante dietro di lei.

“La curiosità uccise il gatto.”

Veloce come un cobra lanciato all'attacco Natsuki si girò per affrontare il proprietario della voce.

“Nagi” sibilò.

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Capitolo 4
*** Incantevole trappola ***


Un grazie di cuore a Solitaire, Windter e Stich77 per avere riletto questa storia anche in italiano, e per stare qui a sorbirsela anche sapendo già la fine ^_^ Perché, in effetti, del contenuto ho modificato ben poco se non alcuni dettagli, come il titolo che da "Terra" è diventato "Earth" per evitare confusioni.
Natsuki, Natsuki... come scrive Solitaire, arriva da un mondo nel quale le guerre sono scomparse e la risoluzione dei conflitti avviene attraverso scontri a singolar tenzone tra i rispettivi campioni. E io mi sono chiesta "e se finisse, sola, in un mondo nel quale queste regole sono totalmente sovvertite, come se la caverebbe?".
Dopo le rivelazioni dell'affascinante Generale Viola eccola intanto alle prese, in questo capitolo, con il cinico Nagi.


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Incantevole trappola



“Che stai facendo qui? E come sei entrato?” ruggì Natsuki.

Nagi le sorrise, comodamente seduto in poltrona, con il gomito poggiato sul bracciolo, la testa posata sulla mano, e gli occhi fissi sulla Direttrice.

“Non ti aspettavo così presto. È sorprendente che Shizuru non abbia voluto che tu rimanessi. Le hai detto qualcosa di spiacevole?” le chiese sornione.

A quelle parole l'espressione di Natsuki si fece corrucciata, e le sfuggì una risposta caustica.

“E tu invece? Nina era impegnata con suo marito stanotte?”

Lui si raddrizzò, sembrando eccitato. “Natsuki! È un piacere vedere che finalmente mostri un po' di spina dorsale.”

“Mentre tu non perdi mai il brutto vizio di apparire non invitato e non benvenuto. Esci immediatamente dalla mia stanza” gli urlò, indicando la porta.

“Sei così cattiva con me, Direttrice, e pensare che io sono qui solo per salvarti.”

L'uomo dai capelli bianchi assunse un'espressione falsamente offesa, mentre incrociava le mani dietro la testa e si rilassava di nuovo.

“Non ti ascolterò. Nemmeno una parola. Tu non sei niente altro che uno spudorato bugiardo.”

'I tuoi complotti hanno quasi distrutto la mia vita una volta. Non lascerò che tu mi faccia ancora del male.'

Natsuki chiuse i pugni, le cui nocche erano bianche dalla tensione.

Il suo interlocutore alzò le spalle allegramente. “Forse lo ero, ma non stanotte. Sono veramente qui per aiutarti, Natsuki Kruger.”

Lei girò sui tacchi, rifiutando di perdere la calma.

“Direttrice, purtroppo stavolta non posso giocare con te. Quindi non ascoltarmi, se non vuoi, ma io te lo dirò lo stesso.”

La voce maligna di Nagi si arrampicò come un serpente tentatore lungo la sua spina dorsale. “Come fai a non accorgerti che Shizuru ti sta manovrando come una marionetta?”

Natsuki chiuse il portatile con un sonoro schiocco. “Perché dovrei credere a questa ovvia menzogna, Nagi?”

“Come perché? Ammetto che gli esseri umani sono meravigliosi giocattoli con cui trastullarsi ma, sai, solo un vero burattinaio ne può riconoscere un altro e devo ammettere che in questi giorni l'abilità di Shizuru sta rivaleggiando con la mia. Sono impressionato, anche se... generalmente io non mischio il dovere con il piacere.”

Le gelide parole colpirono Natsuki come uno schiaffo. Le sue labbra si torsero dal disgusto, mentre la sua attenzione tornava sul Colonnello.

“Non osare pronunciare un'altra volta il suo nome.”

Il falso sorriso di Nagi, ora, riusciva a malapena a nascondere un sogghigno perfido. “Povera Natsuki, non capisci quello che sta succedendo? E tu pensi di essere un fine politico? Svegliati, questo non è più il tuo mondo dai colori pastello” le disse amabilmente.

“Tutto quello che so è che tu odi Shizuru, e non mi sorprenderebbe se fossi stato tu ad organizzare l'omicidio della Presidentessa.”

Il sorriso di Nagi non vacillò. “E anche se fosse? Non si può fare una frittata senza rompere qualche uovo.”

“Sei disgustoso...” ringhiò Natsuki, sopprimendo la fortissima voglia di gettargli qualcosa contro.

“Perché? Se i tuoi amici fossero in pericolo tu non faresti di tutto per proteggerli? Non venire qui a darmi lezioni di etica, Direttrice di una scuola dove giovani vergini vengono allevate per essere sacrificate sull'altare dell'armonia del vostro mondo.”

“Vorresti farmi credere di avere uno scopo superiore? E non intendo discutere con te della bontà di un sistema che ha salvato Earl più di una volta” sibilò lei, trattenendo una risposta più dura.

“Bene, perché anch'io non sono qui per quello. Ma adesso dimmi, Shizuru vuole che tu resti?”

“Certo. E sapere che la cosa ti dispiacerebbe è una ragione sufficiente per dirle di sì.”

Nagi la guardò con attenzione, incrociando le gambe. “Incredibile. Tu credi veramente a tutto quello che ti racconta. Non vedi che il Generale Viola ti ha scelta per questo? Perché sapeva quello che provavi per la tua amica, l'Incantevole Ametista, e che non le avresti mai risposto di no.”

Era probabilmente la prima volta, su Earth o su Earl, che Natsuki sentiva un tono così serio nelle parole di Nagi. Sorpresa, rilassò le spalle troppo tese, mentre il mal di testa che la stava torturando da quando aveva lasciato l'appartamento di Shizuru stava diventando straziante.

“Cosa vuoi, Nagi?” mormorò stancamente.

“Sono qui solo per avvertirti. Devi tornare sul tuo mondo entro due giorni, perché la tecnologia che abbiamo usato per prelevarti non è perfezionata, e la finestra temporale si sta chiudendo. Se cercassi di attraversare il portale più tardi, la possibilità di ritornare al tempo e luogo desiderato si ridurrebbe.”

Natsuki fece un passo indietro, rabbrividendo nonostante il calore della stanza.

“Non ti credo.”

Lui scosse di nuovo le spalle. “Credi che mi importi? Ti sto solo dando le informazioni che Shizuru si è convenientemente 'dimenticata' di menzionarti.”

“Perfetto. Adesso vattene, sono molto stanca.”

“Natsuki, Natsuki” Nagi ripeté, di nuovo allegro. “Quello era solo un piccolo, insignificante dettaglio. La cosa veramente importante è che domani tu ti astenga dal terminare quel discorso dichiarando guerra alla Coalizione Est.”

Le ci volle un momento per comprendere le parole dell'uomo.

“Cosa?” chiese, totalmente presa in contropiede.

“Lo so che è strano detto da me. Ma noi non abbiamo bisogno di quell'attacco, e quello che il Generale Viola pensa è solo un'illusione. Il conflitto distruggerà la Coalizione Est ma anche noi stessi.”

“Interessante” replicò lei, sarcastica. “Questo pomeriggio però mi sembravi supportare abbastanza questa idea.”

“Non posso combatterla direttamente; in fin dei conti è sempre il capo. Ma nonostante questo abbiamo tentato in ogni modo di fermarla. Senza successo. Tu sei la nostra ultima possibilità.”

“Sei troppo sincero, Nagi. Non ti riconosco più.”

“Con le persone testarde come te a volte la sincerità è l'unica carta che posso giocare. Siete così noiosi” Nagi dichiarò, alzando gli occhi al soffitto. “In ogni modo, vuoi una ragione per tutto questo? Te la darò.”

La fissò, e Natsuki scoprì che le era impossibile distogliere lo sguardo.

“Abbiamo stabilito che i loro sistemi di difesa non possono disarmare il nostro attacco iniziale, che ha così il novantacinque per cento di possibilità di successo. I loro centri di comando saranno distrutti, ma poi? Le perdite saranno basse, ma metà del nostro mondo sarà lasciato senza una guida e l'anarchia regnerà suprema. Noi non abbiamo le risorse per colmare il loro vuoto di potere, e quindi non ci possiamo permettere un risultato del genere. Siamo una nazione prospera, sicura, e solo nominalmente in guerra. Ma a meno che tu non conti qualche schermaglia ai nostri confini nessuna pallottola è volata negli ultimi cinquant'anni.”

“Però, voi ancora considerate l'altra parte i vostri nemici” Natsuki insistette. “E le strutture del vostro governo sono quelle di un paese in mobilitazione permanente. Se un trattato di pace fosse firmato, non ci sarebbe più bisogno dei militari per governare questa nazione. Voi perdereste il vostro potere.”

Nagi rise. Uno snervante suono troppo acuto che Natsuki aveva sempre trovato esasperante. “Dettagli. Sei una donna intelligente; pensi veramente che siano le mere forme di governo quello che interessa di più i cittadini? Errore. È il benessere e la sicurezza. E questo è un paese di tre miliardi di individui felici perché a differenza di Earl la tecnologia è alla portata di tutti, e ne possono godere i frutti al riparo del nostro scudo spaziale. In più, i nostri predecessori gli hanno dato uno scopo nella vita e un bersaglio per le loro frustrazioni.”
“È solo la tua opinione. Ma per gli esseri umani nati in un altro universo, quello che stai dicendo è follia.”

Il Colonnello sogghignò come se stesse per raccontarle la sua migliore barzelletta. “Io la chiamerei saggezza. Se trecento anni di stabilità sono stati costruiti sulla dottrina della distruzione reciproca assicurata, chi siamo noi per sbilanciare questo perfetto sistema?”

Natsuki si morse le labbra, mentre la spiegazione di Nagi si inseriva dolorosamente nei punti lasciati oscuri da Shizuru.

'Ma che sto facendo? Sto ascoltando l'uomo che ha quasi distrutto il mio mondo. Anche se non posso negare che alcune delle cose che dice abbiano un senso. Potrei davvero avere giudicato la Shizuru di Earth troppo presto?’'

Il Colonnello sembrò leggere l'esitazione sul suo volto. Si alzò dalla poltrona, apparendo estremamente calmo. “E poi,” aggiunse dolcemente. “Tu non vuoi che una bomba termonucleare esploda sulla testa della tua cara amica Mai Tohika, non è vero?”

Natsuki sentì il suo cuore sprofondare. Un dolore acuto, insopportabile, le corse giù per la gola, mentre sentiva distintamente il sangue che le abbandonava il volto, lasciandola mortalmente pallida.

Una pura espressione di sorpresa apparve nello sguardo di Nagi, che fece qualche passo verso di lei. “Non dirmi che sei stata così catturata dall'allure di Shizuru da scordarti di chiedere chi sono i nostri nemici. La Coalizione Est è guidata da Zipang, e Mai Tokiha è la Regina di quel paese.”

Natsuki cercò di indietreggiare ma le sue gambe erano così deboli che dovette appoggiarsi al bordo del tavolo per non crollare a terra.

'No, glielo domandai, ma la vidi esitare e non insistei.'

“Direttrice, sono scioccato. Cosa ti ha fatto quella? Ma puoi trovare tutte le informazioni che ti servono nel portatile. Te le devo mostrare personalmente?”

“Non osare avvicinarti di più” sibilò Natsuki.

Con il suoi capelli avorio e il suo aspetto androgino Nagi era bizzarramente attraente, ma lei l'aveva sempre trovato assolutamente repellente. E la situazione non era migliore su Earth dove, per aggravare la situazione, lui era un adulto e più alto di lei.

La Direttrice respirò profondamente, rifiutando di lasciarsi intimidire dalla sua presenza.

'Non mi puoi manovrare come ti piace tanto fare. Non sono una ragazzina super emotiva innamorata di suo padre.'

“Ti ringrazio per le tue premure ma ne ho abbastanza dei tuoi consigli politici. Ora te ne puoi andare” gli ordinò.

“Un'ultima cosa. Scommetto che ti stai chiedendo perché hanno mandato me invece di Mashiro, pur sapendo quanto tu mi detestassi” Nagi fece una pausa, ed una scintilla di sadismo gli accese lo sguardo. “È perché sapevano che non l'avresti presa sul serio se ti avesse detto che, in caso tu decidessi di rimanere, qualcuno è pronto a tornare su Earl al tuo posto, armato di una bomba pronta ad esplodere.”

Il Colonnello inclinò la testa da un lato, sorridendo cordialmente. “La tua amata Shizuru e la capitale di Windbloom sarebbero ridotti in cenere. Cosa ne pensi, Natsuki, sei pronta a passare con il Generale Viola il resto della tua vita?”

Gli occhi di Natsuki si spalancarono dal terrore. “Non te lo lascerò fare. Ti farò arrestare e i tuoi assassini non faranno nulla senza il mio consenso.”

Un'espressione malandrina apparve sul volto di Nagi. “C'è una cosa che ho imparato dalla caduta del Granduca De Artai. È che i soldati possono essere disposti a combattere per soldi, gerarchia o paura, ma è solo l'amore e la fede che li rende inarrestabili macchine per uccidere. Tu sei la Presidentessa, e la tua parola qui è legge, ma ricordati che questo non fermerà quelli pronti a morire per una causa che ritengono giusta, per il loro bene e per quello delle persone che amano.”

Agitò una mano. “Buonanotte, Presidentessa.”


Natsuki guardò la porta chiudersi dietro di lui, e solo in quel momento si permise di collassare a terra.

Le sue mani afferrarono la stoffa del vestito che aveva indossato con così tanto piacere solo poche ore prima, desiderando strapparlo.

“Cos'ho fatto?” si chiese. Poi chiuse gli occhi, cominciando freneticamente a pensare ad un modo per sfuggire a quella trappola.

'Non posso lasciare che facciano del male alla mia Shizuru ed ai miei amici. E nemmeno posso abbandonare il Generale Viola al suo destino. Ha chiesto il mio aiuto e, anche se mi ha ingannata, non posso lasciarla morire.'

Rialzandosi sulle gambe tremanti riaprì il portatile.

'A questo punto c'è solo una cosa che posso fare.'

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Capitolo 5
*** Oltraggioso rifiuto ***


Note: rispondendo a Solitaire. No, Natsuki fino al capitolo precedente non stava ragionando. Ma ho immaginato che questa donna, prelevata dal suo mondo nel bel mezzo di una crisi dove aveva quasi perso la sua amata, e letteralmente scaraventata in un altro universo, avrebbe fatto quello che ci si può aspettare dal 90% del genere umano: si sarebbe fidata degli amici e avrebbe diffidato di quelli che già una volta le avevano fatto del male. Shizuru, da geniale stratega, lo sapeva e contava su questo. Dopotutto, lei era certa che mai nessuno si sarebbe potuto fidare di Nagi De Artai. E non aveva forse ragione? ;-)
Vedremo in questo capitolo esattamente in che misura il Generale Viola si è sbagliata o ha invece avuto ragione.
Devo confessare che il terzetto Nagi/Nina/Sergay, che ha sconvolto più di un lettore, è la mia abbinata preferita, anche se tremendamente fetish, in Mai Otome. ;-)


________________________

Oltraggioso rifiuto


Bianco.

Akane le stava dicendo che solo alla Presidentessa era consentito vestire di quel colore quindi, anche se era abbigliata nello stesso modo dei Colonnelli, con una semplice uniforme accompagnata da un soprabito di pelle a tre quarti, tutti i suoi abiti erano bianchi immacolati invece di essere nero mezzanotte. Non che a Natsuki importasse.

Persa nei propri pensieri si allacciò meccanicamente il soprabito, straziata tra sentimenti di ira, slealtà e rimorso.

'Sapevo che c'era qualcosa di strano. Che qui era tutto diverso. Ma per un infinitesimale momento ho desiderato che tu fossi la mia Shizuru. E su quel singolo istante ho costruito la mia illusione, ingoiando tutte le tue bugie. Sperando di poter aiutarti, esattamente come avrei aiutato la mia Shizuru.'

Si corresse, mordendosi le labbra. 'No, esattamente come mi sarebbe piaciuto aiutarla.'

“Dobbiamo andare” Akane le disse e, annuendo, Natsuki la seguì fuori dall'appartamento dove le sue guardie del corpo stavano aspettando.

Guardandosi attorno riconobbe Nao e Midori, mentre Tomoe non era nel gruppo. Le ragazze si posizionarono ai due lati, con i mitra pronti a fare fuoco.

Si avviarono, e il silenzio dei suoi accompagnatori diede a Natsuki tempo di raggruppare i suoi pensieri. Si strofinò gli occhi, arrossati e gonfi per la lunga notte passata a leggere i documenti nella cartella misteriosa.

'Le prove erano tutte là. E la verità è palesemente attorno a me. Questo posto è un incubo, che la Presidentessa con l'aiuto di Shizuru ha contribuito a preservare. Non so perché abbiano poi deciso di distruggere l'ordine costituito, ma di sicuro io non posso permetterlo. È vero che questa orribile dittatura cadrebbe con i suoi nemici, ma d'altra parte il prezzo da pagare in vite umane sarebbe troppo alto per un risultato comunque incerto.'

Alzò la testa, mentre la sua camminata diventava più sicura.

'Generale Viola, avevi bisogno di me per la tua guerra santa, ma non te lo posso lasciare fare. Non quando anche tu pagheresti sicuramente con la vita questo sbaglio. Perché, per quanto odi ammetterlo, Nagi ha ragione. L'attacco sarebbe un disastro, e tu diventeresti il loro capro espiatorio. E io non voglio macchiarmi le mani del tuo sangue.'

Avvicinandosi alla sala conferenze Natsuki notò come il numero delle pattuglie andava aumentando. I soldati apparivano seri e professionali ed erano tutti pesantemente armati, molto più delle sue guardie.

“A chi è affidata la sicurezza?” chiese ad Akane.

“Al Colonnello Armitage.”

Akane si girò verso di lei, abbassando la voce. “Il giorno che la Presidentessa fu uccisa la sicurezza era stretta come oggi, ma lei non aveva una scorta armata perché nessuno poteva aspettarsi che il traditore fosse uno di noi.”

Natsuki scosse la testa. “Non avrebbero comunque potuto fare molto se non morire con lei.”

'Mi chiedo chi sia coinvolto in questa cospirazione. Nagi di sicuro, ma chi altro? Akane mi disse che i Colonnelli odiavano sia la Presidentessa che Shizuru, quindi nessuno di loro può essere escluso. Oltretutto, in quei documenti era chiaramente scritto che per i comandanti delle unità da battaglia sarebbe stato contrario a tutte le regole della prudenza muovere in questo modo contro la Coalizione Est. In definitiva, il Generale Viola e la Presidentessa erano sole in questa decisione, anche se la popolazione credeva in loro ed era pronta a seguire i loro ordini.'

All'improvviso fu conscia dello sguardo di Akane su di lei.

“Ti prego, promettimi che avremo la nostra vendetta” la ragazza quietamente le disse. “Negli anni i nostri nemici hanno ucciso così tanti nostri parenti ed amici, ma la Presidentessa continuava a dirci che era un prezzo equo da pagare per proteggere la nostra madrepatria. E poi anche lei è dovuta cadere. Io non posso accettarlo. Noi non possiamo lasciare questo crimine impunito. L'hanno uccisa, e adesso tutti loro devono pagare.”

“Akane, ma anche il tuo popolo soffrirà” Natsuki replicò.

Uno sguardo melanconico apparve negli occhi della segretaria di Shizuru. “Pensi che non lo sappia? Mio marito Kazuya è un ufficiale a bordo della nostra nave ammiraglia. Quando l'attacco sarà lanciato quel gruppo da battaglia sarà uno dei bersagli principali di un possibile contrattacco. Ma a noi non importa, perché sarebbe l'ultimo sacrificio.”

Natsuki distolse lo sguardo, profondamente turbata.

'Ma non in questo modo, Akane. Quello che ti posso promettere è che farò di tutto per fermare questa follia collettiva.'

In quel momento intravide la figura elegante di Shizuru tra un gruppo di ufficiali. I loro sguardi si incrociarono, e la donna abbandonò i compagni per venire verso di lei.

'La colpa non è tua. Hai fatto solo quello che reputavi necessario per il tuo paese. Spero che un giorno tu possa perdonarmi per quello che sto per fare.'

Osservò Shizuru avvicinarsi, e notò con sconforto il suo sorriso spegnersi ad ogni passo.

'Devo avere scritto in faccia che c'è qualcosa di sbagliato.'

Con un cenno Shizuru congedò Akane e le guardie, poi fissò la Direttrice.

“Sei stanca” le disse.

Il suo tono era così affettuoso che quasi commosse Natsuki.

Ma la Direttrice non poteva dimenticare. “Perché?” chiese semplicemente a Shizuru.

Lei impallidì, e quella fu l'unico segno che aveva capito ciò che stava succedendo. Ciononostante, come Natsuki si era aspettata, nessun sentimento di ira o dolore emerse negli occhi amaranto del Generale Viola.

Sempre molto composta, Shizuru si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

“Ho sottovalutato i Colonnelli. Credevo che ti potessero fare del male, o minacciarti. Non avrei mai immaginato che la loro vergognosa tattica sarebbe stata quella di raccontarti bugie.”

“Shizuru... quella era la verità.”

“Verità? Che parola ingannevole. La verità è quella a cui tu scegli di credere. E tu hai deciso di ascoltare le loro parole invece delle mie.”

Natsuki si irrigidì. “Perché non mi hai detto di Mai? E di Mikoto. E Yukariko. E Dio sa quanti altri che conosco che sono dall'altra parte.”

“E quindi? Anche se su Earl sono tuoi amici qui queste persone sono nostri nemici giurati.”

“Avresti dovuto dirmelo comunque, dal momento che mi hai fortemente voluta qui per nuclearizzare metà del tuo mondo e proprio questa gente.”

Shizuru fece una pausa prima di rispondere. “Quindi, tu reputi la loro vita più degna della mia?”

Natsuki scosse vigorosamente la testa, quasi rabbiosamente. “Non l'ho mai detto. Solo non voglio che tu compia un errore di questa portata, non te lo posso permettere. Ci tengo a te, e non desidero che tu sia coinvolta in questo disastro.”

Il sorriso di Shizuru era triste, ed i suoi occhi due vacui laghi granata. “Non puoi salvare tutti, Direttrice.”

In quel momento Akane si avvicinò per passare un palmare a Shizuru. Lei lanciò un veloce sguardo allo schermo.

“È tempo che tu ti prepari, la connessione satellitare comincerà tra dieci minuti.”

Natsuki annuì, sentendosi congedata, ma mentre stava passando accanto a Shizuru quest'ultima, gentile ma ferma, le prese il polso.

“Ti prego di riconsiderare la tua decisione, è il futuro del mio mondo che è in gioco, adesso.”

Natsuki sostenne il suo sguardo. “Lo so, non mi trascinasti qui per questa ragione?”

“Non solo.”

E con quelle ultime parole Shizuru la liberò, scomparendo tra la folla.

Natsuki fu lasciata sola, una macchia bianca in una moltitudine di uniformi nero pece.

'Lo so, ma qualcun'altro mi sta aspettando a casa, Generale Viola. Io lo so, tu lo sai. Niente potrà mai cambiarlo.'

-------------------------

Il corridoio che portava alla sala conferenze le sembrava soffocante. Natsuki si fermò appoggiandosi al muro, sotto lo sguardo incuriosito di Akane.

“Tutto bene?” le chiese.

Natsuki annuì senza rispondere. Poi alzò la testa, notando un trio di persone che camminavano verso di lei. Fece cenno ad Akane di allontanarsi, poi si raddrizzò. Il suo sguardo sfiorò Sergay Wang, poi Nagi, fino a fermarsi su una giovane donna che aveva in qualche modo temuto di incontrare. Gli occhi ambrati di lei si inabissarono in quelli di Natsuki, e la Direttrice non poté fare a meno di rabbrividire sotto lo sguardo imperturbabile di Nina Wang.

'Mi fai paura, Nina, e ho pietà di te. Dietro quell'aspetto quieto e sprezzante tu nascondi una volontà d'acciaio e una lealtà incrollabile verso le persone che ami. Ma questo ti rende cieca, ed è tremendo pensare che per loro tu sia pronta a sacrificare ogni cosa e chiunque, inclusa te stessa.'

“Hai passato bene la notte, Presidentessa?” Sergay le chiese.

Natsuki lo guardò, notando che l'uomo appariva angosciato.

“Speriamo tutti che tu abbia trovato interessanti i documenti che sono stati portati alla tua attenzione” l'uomo aggiunse.

'Ho già preso la mia decisione, ma sono stanca dei vostri giochetti.'

Natsuki si gettò i capelli dietro la spalla. “Stai camminando sull'orlo di un baratro, Sergay Wang.”

Fissò lui e Nagi. “Colonnelli, non importa quello che farò oggi, voi rimanete comunque i soli sospettati per l'assassinio della Presidentessa. Eravate gli unici ad avere i mezzi per organizzare un attacco terroristico di quella portata, e io dovrei immediatamente emettere un ordine di detenzione.”

Lo sguardo lampeggiante di fredda ira, Nina fece un passo avanti. “Con quali prove, Presidentessa? E per quale crimine? Sai che solo tu e Shizuru ne paghereste il prezzo? Se tu denunciassi lo Stato Maggiore il popolo saprebbe immediatamente che tu non sei la vera Presidentessa. E fu il Generale Viola che personalmente diede l'ordine di portarti qui da Earl; ti informo che usare i portali dimensionali è un crimine punito con la morte, e non pensare nemmeno per un istante che dopo tutto questo tu sia lasciata libera di tornare a casa.

Natsuki si irrigidì, mentre la verità di quello che Nina stava dicendo affondava dentro di lei. Ma la donna dai capelli neri non aveva ancora finito.

Nina scosse la testa. “Erstin era la mia migliore amica. Era dolce e carina con tutti, e così coraggiosa da morire per quello in cui credeva. Nonostante questo la gente la chiama terrorista. Non lascerò che il suo sacrificio sia vano, e tu hai la mia parola che nel momento in cui ci tradirai la tua cara Shizuru di Earl sarà ridotta a niente altro che un'ombra su un muro. Lo stesso succederà se il piano del Generale Viola prevarrà. Noi non possiamo permetterle di ottenere la tecnologia delle Otome.”

La minaccia rovinò su Natsuki mentre le ultime parole di Nina le risuonavano nella mente. La Direttrice strinse i denti, poi, il suo sguardo cadde su Nagi che, in netto contrasto con l’intimidatorio discorso di Nina, stava sghignazzando come se si stesse immensamente godendo lo spettacolo. A quella vista i pugni di Natsuki si contrassero.

Lo vide guardare Nina. “Non ti preoccupare” le disse. “Sono sicuro che la Direttrice sa quello che deve fare.”

Nina gli sorrise con un'espressione così fanaticamente devota che a Natsuki venne un conato di vomito.

'Nagi. Tu mi dicesti che l'amore era una delle armi definitive. È per questa ragione che hai sedotto Nina? Perché fosse il tuo asso nella manica? Sarà questa povera ragazza a portare la bomba a Windbloom se io non seguirò il tuo piano? Capisco perché Sergay sia così dimesso. Tu sei ancora più perverso dell'Arciduca, Colonnello De Artai.'

Natsuki drizzò le spalle.

“Per una volta sono d'accordo con te, Nagi. Stati certi che la mia decisione è presa. Ed è l'unica che mi potessi permettere. Ma ricordatevi che non lo faccio per salvare voi, ma qualcun'altro che mi sta ben più a cuore.”

Con quello Natsuki marciò via, senza guardarsi indietro.

'Mi dispiace per te, Nina. Ma è anche colpa tua se vuoi essere la sua bambola suicida. Non capisci che quello ti sta solo usando?'

Un sorriso triste le reclamò le labbra. 'Ma alla fine chi sono io per giudicarti? Tu vuoi solo proteggere la persona a te più cara, e io sono pronta a fare esattamente lo stesso per la mia.'

------------------------

La sala era piena, un mare di volti che la fissavano in fervente attesa.

'Tutti i più alti ufficiali sono qui o in teleconferenza. E tutti stanno aspettando l'ordine per cominciare l'attacco.'

Lo Stato Maggiore era in prima fila, con Shizuru seduta esattamente di fronte a lei. La sua espressione serena non poteva essere più differente dallo sguardo torvo di Haruka. Anche Mashiro sedeva cupa accanto a lei, le sue dita occupate a torcersi una ciocca di capelli ametista.

'Il Colonnello Armitage, la donna che più si è opposta alla guerra. E che ha avuto il fegato di lanciare un pezzo di mobilio contro la Presidentessa durante uno dei meeting preparatori. E Mashiro. Arika era la tua migliore amica; tu non vuoi la sua morte, non è vero?'

Gli occhi di Natsuki percorsero l'auditorio, riconoscendo persone qua e là. Poi si aggrappò al bordo del leggio, combattendo un'ondata di nausea.

'Ancora poche ore e sarà tutto finito. Questa è l'unica cosa importante per me.'

La Direttrice cominciò il discorso, la sua voce chiara e potente attraversò gli altoparlanti. Ignorò i mormorii nella folla, gli occasionali applausi, il fatto che da qualche parte i missili fossero pronti a volare; ignorò lo sguardo di Shizuru, così intenso che sembrava crocifiggerla, l'appassionata attesa chiara nella postura di Akane, il cipiglio sul volto di Sergay, le occhiate oblique di Nina, e gli occhi di Nagi che non mostravano altro che puro e semplice sarcasmo.

Natsuki recitò quello che qualcun'altro aveva scritto per l'occasione e che era stato più facile del previsto imparare. Ma troppo presto raggiunse la parte più difficile. Non poté esimersi dal guardare Shizuru. La vide chiudere gli occhi.

'Mi dispiace, ma è la mia Shizuru che io devo proteggere.'

Prese un profondo respiro, fissando le telecamere.
“Con l'Autorità che mi è stata concessa dalla Legislazione e dal Trattato Costituente della Repubblica Occidentale, io dichiaro che l'attacco preventivo contro la Coalizione Est è illegale. Di conseguenza comando a tutte le unità navali, e alle divisioni aeree e terrestri, di cessare immediatamente lo stato di allerta. I comandi hanno l'autorizzazione dello Stato Maggiore di ritornare a DEFCON 4*.”

Le sue parole gelarono la platea.

I volti che l'avevano scrutata così ansiosamente ora sembravano perplessi. Si guardarono l'un l'altro, per poi volgere gli occhi verso il Generale Viola.

Con suo sommo orrore, Natsuki la vide sorridere. La Direttrice si sentì perduta.

'Cosa credevo di fare? Lei è il Comandante in Capo, e se dirà una parola loro la seguiranno.'

Cercò Nina con lo sguardo. La giovane donna era seduta in prima fila, nel posto più vicino alla porta. Era leggermente piegata in avanti, come se fosse pronta ad alzarsi, ed il suo viso era una maschera di cupa determinazione. Stava fissando Nagi, la cui aria sicura, per una volta, sembrava essere evaporata.

Lentamente, Natsuki vide il Colonnello girarsi verso la sua amante.

'Ti prego, non farmi questo' Natsuki urlò silenziosamente.

I suoi sensi si focalizzarono su Nina, pronta a gettarsi giù dal palco per intercettarla.

'Sono sicura che mi fermeranno ancora prima di poter alzare un dito su di lei. O mi uccideranno, adesso che non hanno più bisogno di me. Ma non mi importa. La vita senza la mia Shizuru non è degna di essere vissuta.'

Improvvisamente uno strano suono ruppe il silenzio. Natsuki si voltò di scatto verso la fonte.

Era talmente concentrata su Nina che non si era accorta che Haruka era in piedi. E stava applaudendo.

Un momento più tardi Mashiro e Sergay si unirono a lei.

Le gambe le tremarono quando l'intera platea esplose in un'ovazione.

'Ce l'ho fatta.'

Sorrise, il più graziosamente possibile, lanciando una veloce occhiata a Nina. Il loro occhi si incontrarono, e Natsuki fu sorpresa nel vedere la stoica espressione della ragazza finalmente rotta. Nina annuì, sorridendo attraverso le lacrime che le rigavano le guance.

Così grande fu il sollievo di Natsuki, ed era così presa dall'emozione, che le ci volle qualche minuto per accorgersi che Shizuru non era più nella sala.



* DEFCON: (Da Wikipedia) DefCon è un acronimo statunitense che letteralmente significa stato di difesa (Defense Condition) e indica lo stato di pace o la dichiarazione di guerra o lo stato di guerra degli Stati Uniti nei confronti di un’altra Nazione.... Viene usato per coordinare l’azione di tutte le forze militari americane nella difesa o nell’attacco durante un conflitto armato. Lo stato di allarme comprende cinque gradi... A seconda dello stato in cui si trova questo allarme, ogni militare sa già quello che deve fare.

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Capitolo 6
*** Graziosa perdita ***


Graziosa perdita



Freneticamente Natsuki si guardò attorno, ma di Shizuru non c’era nessuna traccia.

Il suo sguardo incontrò quello di Haruka, e il Colonnello sembrò leggerle nel pensiero. Natsuki vide le sue labbra torcersi in un ghigno, poi la donna bionda si girò sui tacchi e frettolosamente marciò verso l’uscita, con una tempestosa espressione negli occhi.

Natsuki non ebbe altra scelta che seguirla. Si lanciò fuori dalla sala, dove scorse Haruka che si allontanava nel corridoio, a capo di un piccolo gruppo di soldati. Con poche falcate Natsuki fu al suo fianco.

“Dobbiamo raggiungerla” Haruka sibilò, senza girarsi.

“Lo so, ma come? Potrebbe essere dappertutto.”

Haruka le diede un’occhiata di sbieco.

“Si sta dirigendo nei suoi appartamenti.”

“Come lo sai?”

“A cosa credi che servano tutte le telecamere di sorveglianza? Chie, è confermato?” il Colonnello chiese rigidamente ad una donna alta dai corti capelli corvini.

Ci volle un istante a Natsuki per riconoscere nella severa soldatessa l’ironica studentessa del Garderobe, Chie Allard.

Chie si portò una mano all’auricolare che le decorava l’orecchio destro. Poi annuì.

“Il Generale Viola è nella sua stanza in questo momento.”

Una risatina cattiva sfuggì dalle labbra di Haruka. “Bene. Stavolta sarà lei a trovarsi dalla parte sbagliata di una pistola.”

Chiedendosi cosa significassero quelle parole Natsuki la fissò. “Non permetterò nessuna violenza contro Shizuru, tienilo a mente.”

“Non ti preoccupare. Non ho intenzione di ridurre la tua amichetta ad un ammasso di carne violacea, la voglio solo spaventare un po’.”

“Non se posso impedirlo” fu l’aspra risposta di Natsuki.

“Quante storie. Voi di Earl siete veramente troppo noiosi” Haruka le replicò facendo spallucce.

Malgrado la tensione del momento un lieve sorriso emerse sul volto di Natsuki.

Vorrei che conoscessi il nostro Brigadiere Generale. Decisamente tu e lei siete sulla stessa lunghezza d’onda.’

“Colonnello Armitage, c’è qualcuno davanti all’alloggio del Generale” disse Chie.

A quelle parole l’attenzione della Direttrice si focalizzò sul fondo del corridoio, da dove proveniva un distante eco di urla e singhiozzi.

“Andiamo.”

Con il cuore che le martellava nel petto, Natsuki cominciò a correre.

Una scena pietosa la attendeva davanti all’ingresso.

Akane era inginocchiata là, e disperatamente martellava la porta con i pugni chiusi. Piangeva, invocando il nome di Shizuru. Tomoe era in piedi dietro di lei.

Natsuki vide l’espressione di Haruka farsi disgustata. “Alzati, perdente. Shizuru Viola è finita.”

Prima che Natsuki potesse aggiungere qualcosa Tomoe si girò di scatto, puntando una pistola contro Haruka. Un istante dopo due proiettili colpirono il Colonnello in pieno petto.

Haruka non si scompose minimamente. Caricò la donna dai capelli verdi, calciando la pistola fuori dal suo controllo. La sorpresa di Tomoe fu tale che non riuscì minimamente a reagire neppure ad un secondo colpo di Haruka, che la scaraventò contro la porta. Un rivoltante schiocco si udì mentre il corpo della ragazza colpiva Akane. Entrambe crollarono al suolo.

Chie fu lesta ad inginocchiarsi vicino a loro, controllando velocemente che non avessero altre armi.

“Akane è solo svenuta, ma il Sergente Margherite ha urgentemente bisogno di un medico” disse tesa.

“Invia una chiamata, ma vediamo di non perdere altro tempo” ordinò Haruka, girandosi poi verso Natsuki. Il Colonnello stava sogghignando apertamente.

“Cos’è quella faccia Direttrice? La nonna non ti ha mai detto che non si esce senza giubbotto antiproiettile?”

L’occhiata di selvaggia disapprovazione che Natsuki le lanciò servì solo a trasformare quel ghigno in un’aperta risata. Poi Haruka rivolse la sua attenzione ad una sottile tessera plastificata che aveva estratto dalla tasca. La inserì in una fessura nello stipite, osservando la porta che silenziosamente si apriva.

Nella stanza regnava la penombra. Su un tavolino una piccola lampada a forma di globo spandeva una luce fioca che dissipava solo leggermente le tenebre. Quasi in soggezione Natsuki indugiò sulla soglia, con il resto del gruppo. Davanti a lei, seduta su un divano, intravide la figura di Shizuru. La donna sembrava intenta a leggere qualcosa sul display del suo cellulare.

“Shizuru!” la chiamò Natsuki, facendo un passo avanti, ma istantaneamente sentì la forte stretta di Haruka attorno al suo avambraccio.

“Fermati” le intimò il Colonnello.

Esasperata e preoccupata, la Direttrice scattò furibonda. “Che dici?”

“Non vedi che ha una granata in mano?”

Fu come se qualcuno le avesse rovesciato dell’acqua gelida addosso. Boccheggiando Natsuki guardò Shizuru, e solo allora notò il cilindro grigio che la donna stava stringendo.

“Lasciaci sole” sibilò ad Haruka, con tutta la fermezza che in quel momento riuscì a raccogliere.

Ne ebbe di rimando solo lo sguardo indignato del Colonnello. “Sei pazza. Shizuru è pericolosa, e quell’arma è abbastanza potente da far saltare in aria l’intero alloggio. Vi ucciderà entrambe” Haruka le disse, abbassando la voce.

Le mani di Natsuki si chiusero sul davanti dell’uniforme di Haruka, tirandola a sé. “Non mi venire a dire che la cosa non ti farebbe piacere. Isola l’intera area. Hai la mia parola che morire in questo posto maledetto è l’ultima cosa che voglio.”

Davanti all’esitazione di Haruka parole che non aveva mai pensato di pronunciare le vennero naturali. “È un ordine” le ingiunse.

Davanti alla sua fermezza Haruka non poté far altro che capitolare, mentre una bizzarra espressione di rispetto le affiorava nello sguardo. Il Colonnello annuì.

“Fa come vuoi, ma vedi di non farti ammazzare.”

Poi, facendo un cenno a Chie, Haruka e il suo gruppo lasciarono sola Natsuki.

----------------------

Cautamente Natsuki si mosse verso il divano, incerta sulle parole da pronunciare, ma si bloccò quando gli occhi di Shizuru si posarono su di lei.

Qualcosa di indecifrabile passò nel suo sguardo, e un profondo silenzio calò tra di loro, fino a quando il Generale Viola non lo ruppe con la sua voce morbida e gentile.

“Natsuki, quanti anni pensi che io abbia?”

Sorpresa dalla domanda Natsuki scosse la testa. “Non puoi essere molto più grande di me.”

Shizuru le sorrise. “Sai, sono dieci anni più vecchia della mia controparte sul tuo pianeta, ed è lo stesso per tutti quelli che hai incontrato qui. Questo perché i nostri piani temporali non sono sincronizzati. Ma la ragione per la quale te lo sto dicendo è perché voglio che tu capisca da quanti anni io e Natsuki, la mia Natsuki, siamo state amiche. Ed amanti.”

Il Generale fissò la lampada. “Quando la vidi per la prima volta eravamo entrambe poco più che bambine. Io ero ancora una cadetta, ma lei era già Presidentessa, scelta qualche anno prima quando la nostra precedente reggente era morta. Ero certa che fosse spaventata, chi non lo sarebbe stata? Dopotutto il suo fato sarebbe stato quello di dedicare tutta la sua vita alla Repubblica, sempre e tristemente sola. Ma i suoi occhi mostravano una rabbia ed una volontà inflessibile, quasi come se volesse ribellarsi a quelle catene.

“Pur consapevole del mio peccato, mi innamorai di lei all’istante. E in quel momento giurai che le sarei stata accanto e che l’avrei aiutata a liberarsi da quella gabbia, a qualunque costo. Tutta la mia vita è stata dedicata a questo fine; tutto ciò che ho fatto, è stato per lei. Lentamente Natsuki imparò ad aprirmi il suo cuore ed ad amarmi, ma sempre in segreto. Era pericoloso, ma cominciai a pensare che se la guerra un giorno fosse finita, non avremmo più avuto bisogno dell’anacronistica figura della Presidentessa per rappresentare l’unità della nostra nazione. Saremmo state libere.

“Cominciammo a disporre progetti sempre più ambiziosi, che i comandi militari non accettarono con molto entusiasmo, ma non ci importava, perché sapevamo che il popolo ci avrebbe seguito. Poi, tragicamente, un anno fa due membri dello Stato Maggiore diedero le dimissioni, e Mashiro e Nagi presero il loro posto.”

Shizuru fece una pausa, e Natsuki la vide stringere con più forza la granata. Quando il Generale riprese, la sua voce era così fredda che sembrò gelare l’aria attorno a lei.

“Haruka si opponeva già alla guerra. Sosteneva che fosse una pazzia, che un’eventuale ritorsione della Coalizione Est ci avrebbe annientati entrambi. Era sola, tuttavia, perché Sergay non è mai stato abbastanza risoluto da mettersi contro di noi. Ma Mashiro e Nagi erano invece giovani ed ambiziosi e la bilancia del potere si inclinò in loro favore. Presto io e Natsuki scoprimmo di avere solo pochi comandanti dalla nostra parte, ma non ci importava, ce li saremmo fatti bastare. Sapevo che l'ostacolo più grande per i Colonnelli era costituito dalla Presidentessa ma, anche se avrei dovuto prevedere la loro mossa, mai avrei pensato che fossero così disperati da ucciderla.”

Natsuki la fissò incredula. Aprì la bocca, trovando estremamente difficile riuscire a parlare. Provò a chiudere i pugni, ma scoprì che le sue dita erano insensibili ed inutili.

“Mi stai dicendo che davvero eri pronta a distruggere metà del tuo mondo solo per poter stare con la tua Natsuki?” alla fine riuscì a chiedere brutalmente.

Shizuru le sorrise. “Solo? Lei era il mio sogno. Avrei fatto qualunque cosa per renderla felice e sicura. Tu non avresti fatto lo stesso? E la tua Shizuru per te? Ma questo era il passato. Tu invece eri il mio futuro. Avrei fatto di Earth un paradiso per te, dove saresti stata adorata come una Dea.”

Natsuki scosse tristemente il capo. “Un paradiso costruito sulle ceneri di milioni di morti? Io non l'avrei mai accettato.”

Anche se riluttante, la Direttrice fece un passo indietro.

'È completamente pazza. La morte della sua amante deve averle sconvolto la mente.'

“Tu sei un politico. Natsuki. Credevo che avresti capito.”

“Che il fine giustifica i mezzi? No, Shizuru, questo è qualcosa che Nagi potrebbe dire, ma a cui io mi oppongo con tutte le mie forze. Perché oltretutto non si tratta di difendere ciò che ami, ma di sacrificare vite in nome della tua felicità personale.” Natsuki fissò l'altra donna. “E poi, anch'io ho qualcuno che amo. E che, come tu hai detto, proteggerò ad ogni costo.”

L'onnipresente sorriso di Shizuru Viola si spense, cancellato come neve in una giornata troppo calda.

“È la tua decisione definitiva, Natsuki?”

“Sì, lei ha bisogno di me, ti prego di capire.”

Solo il silenzio accolse le sue parole. Natsuki strinse le labbra in una linea sottile. “Lasciami tornare a casa, Shizuru, e accetta la sconfitta.”

“Piuttosto la morte, Natsuki.”

Gli occhi di Shizuru la lasciarono e si posarono sognanti sul cellulare.

Sotto lo sguardo deciso di Natsuki il Generale si alzò dal divano e si avvicinò a lei, fermandosi solo ad un passo. Poi si fece scivolare la granata in tasca, alzando una mano per accarezzarle il volto.

Natsuki non si ritrasse.

“Scusa se ti ho mentito, e se ti ho trascinata qui. Ma eri così simile a lei e, anche se non ho mai creduto nei miracoli, nel momento in cui ti vidi sentii come se mi fosse stata offerta una seconda possibilità. Sapevo che i miei sentimenti erano egoistici, ma l'amavo troppo per non provare…”

Il Generale passò il cellulare a Natsuki.

“Vattene. Ma promettimi che le racconterai la mia storia. Lei… non deve fare il mio stesso errore.”

Un strano brivido di precognizione scosse Natsuki mentre si allungava ad afferrare il polso di Shizuru. “Non posso accettare. Tu verrai con me.”

“Perché? Non c’è nulla in serbo per me oltre quella porta. Solo un processo farsa e probabilmente una condanna a morte dopo giorni di torture. I Colonnelli non aspettano altro. Mi vuoi davvero lasciare nelle loro mani?”

Shizuru distolse lo sguardo. “Lascia che me ne vada ora, senza soffrire. Io… voglio rivedere la mia Natsuki.”

Si girò di scatto, e la Direttrice del Garderobe dovette resistere alla tentazione di abbracciarla. Sapeva che non avrebbe dato nessun conforto ad entrambe e che poi sarebbe stato impossibile dividersi.

Lacrime le appannarono la vista e sentì la voce strozzarsi in gola.

“Addio, Shizuru” mormorò.

Poi, uscì lentamente dall’appartamento. Girò l’angolo, e solo in quel momento udì dietro di sé il rimbombo soffocato di un'esplosione. Le luci sfarfallarono mentre da qualche parte un allarme cominciò a urlare.

Si appoggiò al muro, nascondendo il volto tra le mani e combattendo la commozione.

Non piangerò per te, Shizuru. Perché le lacrime lavano via il dolore e i rimorsi. Io invece ti voglio ricordare per sempre, perché tu mi hai voluta qui, e io non ti ho potuta salvare. Quello che è successo, è anche colpa mia.’

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Secondi più tardi il suono di pesanti stivali militari risuonò nel corridoio. Alzò la testa, ingoiando il suo dolore, e non fu sorpresa di vedere che i soldati erano estremamente calmi. Non erano neppure arrivati correndo. Solo Haruka tradiva una certa tensione, mentre Mashiro, accanto a lei, esibiva solo il suo solito, distaccato contegno.

“Dov’è il Generale Viola?” le chiese Haruka, bruscamente.

Ignorandola, Natsuki si rivolse direttamente a Mashiro. “È morta.”

Per un momento vide un lampo di colpa negli occhi verdi del Colonnello, immediatamente sostituito da uno sguardo calcolatore.

“È un peccato, e un’incalcolabile perdita per la nostra nazione. Tu devi essere stanca, però. Le mie guardie ti accompagneranno nel tuo appartamento. Dacci il tempo di organizzare un trasporto sicuro al portale dimensionale e al più presto potrai tornare a casa.”

L’irritazione cominciò a salire dentro Natsuki.

“Colonnello De Windbloom, la tua noncuranza è scandalosa” esplose. “Non pensare che non mi sia accorta che questo è esattamente quello che tu e i tuoi colleghi volevate. Per quanto ho potuto capire, questo non è niente altro che un ben organizzato colpo di stato. Sono state le vostre abominevoli tattiche a costringere Shizuru a seguire quella strada, e la sua morte non vi renderà certo tristi.”

Trovò amaramente difficile pronunciare le ultime parole. “Dovreste farvi i complimenti, Colonnelli.”

Mashiro non sembrò minimamente scalfita dalla sua rabbia. La squadrò freddamente. “Cosa significa questa accusa, Direttrice? Prima di dispiacerti per lei, pensa a tutte le vite che abbiamo salvato. Ti assicuro che la morte del Generale non era stata pianificata né desiderata, anche se non posso negare che, date le circostanze, Shizuru Viola abbia fatto la cosa giusta.”

Improvvisamente la mano di Haruka si strinse attorno alla spalla di Natsuki. “Ti prego di essere ragionevole. Shizuru conosceva le regole del gioco e, nonostante questo, ha puntato alla massima posta mettendo tutto a repentaglio. Quando ha perso, ha preferito morire invece di dimettersi. Sarebbe caduta in disgrazia, disonorata e mandata in esilio, o peggio, ma lei ha invece deciso di morire come un vero guerriero, in un ultimo lampo di gloria. Noi non ci siamo mai sopportate, ma in questo momento sono fiera di lei."

Confusa dalla retorica di Haruka, Natsuki sorrise lievemente. “È questo che mi spaventa di più del vostro mondo. Alcuni di voi hanno un sorprendente codice d’onore, altri invece sono incredibilmente cinici.”

Mashiro le allungò una cappa scura. “Cinici? Noi la chiamiamo real politik, Direttrice, e non si ottiene la promozione ai gradi più alti se non si sa praticarla. Adesso indossa questo. Faremo trapelare che sei morta nell’esplosione, così non dovremo giustificare la tua improvvisa sparizione. Ma è essenziale che tu rimanga nascosta.”

Con quelle parole venne a Natsuki la cruda consapevolezza che era inutile discutere ancora con loro, perché il gioco era finito. Annuì, sentendosi sconfitta.

Questo non è il mio mondo, Shizuru è morta ma la guerra è stata evitata. È tempo per me di lasciare Earth.’

Ma, inaspettatamente, una delle guardie fece un passo avanti, cadendo in ginocchio.

Era giovane, poco più che adolescente, con un viso che quasi si perdeva sotto l’elmetto. “Presidentessa,” le chiese. “Quali sono i tuoi ordini?”

All’unisono, anche tutti gli altri suoi compagni, eccetto Chie, si inginocchiarono. Haruka e Mashiro li guardarono completamente sconvolte.

E, prima che potessero dire qualcosa, Natsuki colse l’opportunità che il fato le aveva così gentilmente concesso.

Ovvio. Il loro condizionamento a eseguire gli ordini della Presidentessa è probabilmente più forte del fatto che conoscano la mia vera identità, specialmente ora che hanno perso il loro comandante in capo.’

“Mashiro De Windbloom, sei promossa seduta stante al grado di Generale.”

Mashiro la fissò, gli occhi spalancati dalla sorpresa, ma Natsuki non aveva ancora finito.

“Ti darò un messaggio da trasmettere alla Regina Mai Tokiha. E questo è il mio primo e ultimo ordine per te: metti fine a questa guerra.”

Un pallido ghigno emerse sulle labbra della donna dai capelli ametista, mentre guardava Natsuki con quello che sembrava irritato rispetto. “So che non ci crederai, ma sappi che sono d’accordo con te.”

“Anche se sai che perderai il tuo status? Questa dittatura non resisterà alla fine della guerra e dello stato di emergenza. Presto il vostro popolo comincerà a chiedere la fine della legge marziale e la nascita di istituzioni più democratiche.”

Mashiro fece spallucce, lanciandole uno sguardo astuto. “Chissà. Ci vorranno anni per arrivare ad una pace vera, e nessuno sa cosa succederà nel frattempo.”

A quello Natsuki poté solo rispondere scuotendo la testa. “Per questo stanotte lavoreremo insieme, io, te e gli altri Colonnelli. Per garantire una pacifica transizione di poteri.” Memore di quello che Shizuru le aveva raccontato sulle animosità all’interno dello Stato Maggiore la Direttrice si rivolse ad Haruka. “Mi aspetto che l’esercito sia garante della stabilità del sistema. Credo che neanche tu voglia che uno degli altri corpi acquisti troppo potere.”

Haruka si erse in tutta la sua considerevole altezza, incenerendo Mashiro con un’occhiata assassina. “Lo puoi ben dire, Presidentessa.”

Soddisfatta, Natsuki notò che era la prima volta che uno di loro la chiamava con quel titolo invece che con “Direttrice”.

Poi, un pensiero grave le sovvenne. “Shizuru e la Presidentessa erano grandi amiche, avrebbero voluto essere sepolte insieme.”

Haruka annuì. “Certo. Siamo a conoscenza delle loro ultime volontà. Ti assicuro che non saranno divise.” Abbassò lievemente la testa, e nel suo tono Natsuki poté percepire una velata pena. “Mai più.”

Le dita di Natsuki si strinsero intorno al telefono sepolto in una delle tasche. Le lacrime minacciarono di nuovo di scendere ma lei le ricacciò indietro. Mormorò solo un quieto ‘grazie’, incapace di aggiungere altro, prima di lasciare che i soldati la portassero via.

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


Epilogo



“Ancora non capisco perché Mashiro abbia insistito così tanto perché tu mi accompagnassi.”

“Probabilmente sperava che il nostro elicottero fosse abbattuto.”

Natsuki si voltò irata verso Nagi. “Spero tu stia scherzando. La notte scorsa la Coalizione Est ha acconsentito a firmare una tregua.”

Lui scosse le spalle, visibilmente compiaciuto. “Lo so, c'ero anch'io quando hai parlato con quella Mai Tokiha. Però è sempre divertente stuzzicarti.”

“Sei infantile. E mi stai trattando con troppa familiarità. Dopotutto ci conosciamo solo da due giorni” Natsuki gli rispose, soffocando un'imprecazione.

'Tra le tante cose che il mio mondo ha di meglio del tuo, è che là volendo potrei ancora sculacciarti.'

Cercando di non fare caso alla presenza di Nagi preferì rivolgere lo sguardo all'enorme cava dove l'avevano riportata.

L'antro non era più buio, ma avvolto nella luce emessa da alte lampade allo xeno. Finalmente Natsuki poteva vedere i pilastri, dodici, che circondavano una piattaforma coperta di strani simboli. Il materiale di cui erano fatti era decisamente particolare, a prima vista le era sembrata malachite, ma più si avvicinava più la pietra appariva differente.

E ha strani bagliori al suo interno, come se vi si agitasse qualcosa di vivo.'

Rabbrividì, senza sapere perché. Era certa di avere già visto qualcosa del genere, ma non riusciva a ricordare dove. Guardò la sua scorta, ma nessuno sembrava condividere le sue sensazioni.

Puntò il dito verso la struttura. “Cos'è?” chiese a nessuno in particolare.

Fu Nina a risponderle. “Nessuno lo sa, anche se ci sono altri posti come questo, sparsi un po' su tutta Earth. Adesso che la guerra è finita, forse avremo il tempo e le risorse per studiarli meglio.”

Natsuki sorrise. Nina le sembrava felice ora, come se un grande peso fosse stato tolto dalle sue spalle.

“Spero che la gente di questo pianeta abbia da ora in avanti speranza in un futuro di pace e cooperazione” le augurò sinceramente Natsuki.

L'altra sembrò per un attimo incerta, come se sorpresa da tanto calore. Alla fine annuì. “Anch'io... e ti auguro buon viaggio, Natsuki di Earl.”

La Direttrice prese un profondo respiro, poi si incamminò lentamente verso il centro della piattaforma. Aveva aspettato così tanto quel momento e ora si sentiva tesa e nervosa e, sorprendentemente, anche leggermente triste.

'Me ne sto andando per sempre, e non ho neppure avuto tempo di assistere al loro funerale. Spero che Haruka si ricordi di deporre un fiore sulla tomba, come le ho chiesto.'

Si morse il labbro inferiore, girandosi a dare un ultimo sguardo alla sua scorta.

“Nagi, credo... di doverti ringraziare” ammise riluttante. “So che l'hai fatto solo per salvare te stesso, ma se non mi avessi parlato l'altra notte avrei fatto il più grosso sbaglio della mia vita.”

Lui sorrise. “Non avrei mai pensato di sentirti dire una cosa del genere, Direttrice.”

“Dovrei farti conoscere la tua controparte su Earl. É fastidioso come te ma almeno tu hai un'oncia di buon senso in testa.”

Il sorriso dell'albino si intensificò. “Non essere così crudele con lui. È ancora un bambino dopotutto. Continuate a dimenticarvi che ha solo quindici anni.” Poi mise un braccio attorno alle spalle di Nina, stringendola a sé. La ragazza arrossì visibilmente. “Ma stai certa che Nagi De Artai ha imparato la lezione nel modo più duro, e non farà mai più lo stesso sbaglio.”

“Cosa?” urlò Natsuki, sorpresa dalle parole di Nagi e dall'aria di esultante raggiro apparsa sul suo volto da ragazzino. Ma non ebbe tempo di dire nulla, perché in quel momento un lampo di luce bianca la accecò, mentre il passaggio si apriva per portarla via da Earth.

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Un istante più tardi Natsuki si trovò accartocciata al suolo. Infastidita dal contatto del marmo gelido contro la sua guancia cercò di alzare la testa, premendosi una mano contro la bocca per combattere la nausea.

“Direttrice!” le urlò qualcuno.

Riconoscendo la voce, Natsuki sorrise, malgrado le vertigini. ‘Non mi hanno mentito, sono a casa.’

“Yohko, cos’è successo?” chiese lentamente.

Il medico del Garderobe l’aiutò ad alzarsi, lanciandole una strana occhiata.

“Onestamente non ne ho idea. Stavamo parlando quando c’è stata una potentissima esplosione di luce e, per un nanosecondo, potrei giurare che tu ti sia come smaterializzata nel bagliore.”

“Quand’è successo?”

“Solo pochi istanti fa. Come ti senti?”

Natsuki si leccò le labbra, considerando per un momento l’opportunità di dire la verità, ma subito dopo decidendo che era meglio soprassedere.

Non ora. Non abbiamo tempo di studiare questo fenomeno.’

“Sto bene, questo potrebbe fare parte della stessa catena di eventi che stanno imperversando per Earl” mentì, sentendosi vagamente colpevole. Poi scosse la testa per schiarirsi la mente mentre la sensazione di stordimento recedeva gradualmente.

“Mi porteresti al laboratorio, Yohko? Meglio accertarsi che tutto vada bene, laggiù.”

“Meglio passare prima dall’infermeria.”

“No” Natsuki quasi gridò. “Le nostre Otome sono più importanti.”

Poi, appoggiandosi leggermente a Yohko, marciò risolutamente verso il laboratorio.

Poté rilassarsi solo quando fu certa che la forma cristallizzata di Shizuru era ancora intatta, lì dove l’aveva lasciata. Collassò su una sedia, sostenendosi il capo con una mano, mentre i suoi occhi guardarono con distacco il palmo dell’altra, marchiato dalle lunette lasciate dalle sue stesse unghie. Si costrinse a chiudere gli occhi.

È finita.’

Proprio in quel momento il telefono posato sul tavolo vicino a lei squillò, sorprendendola. Meccanicamente sollevò la cornetta, mormorando il suo nome.

Quello che dall’altra parte le dissero le fece raddrizzare la schiena, e torcere le labbra in una cruda smorfia.

Strinse gli occhi, prendendosi qualche secondo di tempo prima di rispondere.

“Richiedete truppe di terra da Aries e Windbloom per setacciare i dintorni, e fatemi rapporto tra un’ora” ordinò prima di riagganciare, anche se il suo stesso tono le suonò incerto.

Una gelida sensazione di déjà-vu cominciò a farsi strada in lei, mentre i pezzi del puzzle prendevano finalmente posto.

“Che succede?” le chiese Yohko accigliata.

Natsuki la guardò ugualmente cupa. “Era il direttore della prigione di Desperate. Nagi è scomparso dalla sua cella.”

Distolse immediatamente lo sguardo dal medico per fissarlo su Shizuru. Non poteva sopportare lo shock apparso sul volto della sempre controllata Yohko.

“Tutto ha senso adesso” sussurrò.

Quell’ultima frecciata che mi ha lanciato, il fatto che conoscesse perfettamente Earl, il sistema delle Otome e soprattutto quale fosse la situazione qui al momento. Un po’ troppo approfondito per quel tipo di ricerche che mi dissero di avere compiuto. Oltretutto, Shizuru sosteneva che i piani temporali tra Earth e Earl erano sfalsati di dieci anni e, giustamente, Nagi ha circa quindici anni qui mentre ne dimostrava più o meno venticinque dall’altra parte.’

Si passò una mano tra i capelli. ‘È perché l’Arciduca De Artai e il Colonnello De Artai sono la stessa persona. Semplice e chiaro come il sole.’

“Stai pensando di mandare là uno dei Pilastri?”

L’attenzione di Natsuki ritornò su Yohko. “No, non possiamo permetterci di disperdere le nostre migliori guerriere in questo momento. Abbiamo troppi problemi da affrontare.”

“Ma Nagi è di sicuro uno di loro. O lo diventerà presto.”

Alzandosi Natsuki scosse la testa, sospirando.

“Non credo, sai. Io… penso invece che abbia imparato la lezione. Sono certa che si troverà una ragazza e ci lascerà finalmente in pace” disse in tono talmente definitivo che Yohko non insistette ulteriormente.

Perfetto. Vattene a giocare da un’altra parte, Nagi. Sicuramente Earth è un pianeta che ti si addice di più.’

La Direttrice si sentì rasserenata, quasi felice. In pochi passi fu davanti a Shizuru.

Qualunque cosa avesse colpito l’Ametista della Bellezza, aveva fissato i suoi lineamenti in un’espressione di eterna sorpresa.

Natsuki alzò una mano per accarezzarle la guancia gelida.

Anche una cosa così semplice a loro era negata. Non lo darò mai più per scontato.’

Tirò qualcosa fuori dalla tasca, la prova che aveva davvero viaggiato in un altro universo. Sentendosi sopraffare dall’emozione chiese dolcemente a Yohko di lasciarla sola. Il medico andandosene le mormorò qualcosa che lei non sentì. In quel momento niente avrebbe potuto distrarla.

Aprì il cellulare.

“Ho qualcosa da leggerti. Ascoltami, mia Shizuru.”

Natsuki la guardò e, per un momento, la luce sul volto dell’amata sembrò imitare il suo distintivo sorriso serafico.

Natsuki le sorrise di rimando.

Fine

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