Figli di leggende

di KlaaCalce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Antonio Salvatore ***
Capitolo 2: *** Kate Mikaelson ***
Capitolo 3: *** Salve classe ***
Capitolo 4: *** Dai, parliamo ***



Capitolo 1
*** Antonio Salvatore ***



 
Pov. Antonio

Firenze. Mia madre e mio padre avevano deciso che la nostra nuova vita si sarebbe svolta in Italia. Precisamente Firenze. Ma stavolta senza zio Stefan e zia Elena, che avevano preferito Londra. Solo io Toni, mamma Bonnie e papà Damon! Mio padre voleva tornare in Italia già da qualche tempo, per farla conoscere a me e alla mamma, ma ha aspettato che io compiessi la maggiore età e che smettessi di crescere. Ah, io sono un ibrido tra vampiro e strega. Compio incantesimi di base, non sono potente quanto la mia mamma, e da circa un anno ho anche i poteri di un vampiro.
-Toni scendi! Aiutaci con gli scatoloni!- Mamma mi urla dal piano inferiore. Siamo in pieno trasloco, ora abitiamo in una villetta, era una proprietà di zio Stefan e papà.
-Eccomi- In un attimo ero davanti all’auto, facendo prendere un colpo a mia madre, che non era ancora abituata alla mia velocità. Nella stessa velocità mi ritrovai tra le braccia tre scatoloni, a quanto pare non si era abituata alla mia velocità, ma alla mia forza sicuramente.  –Torna per il prossimo carico e non sparire- Disse mio padre, che stava abbracciando mamma. - Ma devo farlo solo io il lavoro sporco, qui? Forza piccioncini!- Dissi entrando in casa. Mi risposero con una sonora risata.

***

Finito di mettere tutto in ordine, mi ritrovai con mamma a mettere apposto tutti i suoi libri di magia nella libreria, mentre papà era andato a fare la ‘spesa’.
-Allora?! Non sei emozionato di iniziare una nuova scuola, in Italia?- Disse la mia mamma guardandomi con i suoi occhioni spalancati che esprimevano troppe emozioni per essere decifrate.
-Si, molto…- Risposi in modo distaccato. Il fatto è che ero un po’ preoccupato, e speravo che lei non se ne accorgesse. –Cosa ti turba, Toni?- Ecco, appunto, quando mai lei non si accorgeva di qualcosa! – Sono solo preoccupato- Lei mi guardò come per dire ‘e il motivo quale sarebbe?’ –Della mia sete, so che sono bravo a gestirla, ma sono terrorizzato lo stesso… Secondo te ci saranno dei vampiri, streghe o lupi?- Era una domanda che mi facevo dal giorno dell’iscrizione. - Tesoro, sono ovunque, ma non sempre ce ne accorgiamo. Beh, sai, se hai spirito di osservazione, li riconoscerai dai loro strani atteggiamenti, e comunque non aver paura della sete, sei bravissimo a mantenere il controllo- Disse cercando di mettere un libro nel ripiano più alto della libreria, ma senza alcun successo.  Le sorrisi e la alzai per i fianchi. – Sarà un po’ difficile, ti ricordo che è un liceo Artistico, e papà dice che gli artisti sono strani!- Me lo ripeteva sempre, da quando gli avevo parlato della scuola!
-Gli artisti sono tutti strani e complicati, sono difficili da capire, proprio come Klaus*- Parli del diavolo, e spuntano le corna. Papà era appena entrato con una busta piena di sacche di sangue e un’altra busta piena di cibo normale (io mi nutro di entrambe). –Oh, ma la smetti?! Non sono strani! Hanno solo un altro modo di pensare, di vedere le cose! –Dissi per l’ennesima volta! – Proprio come te!- Disse mamma sorridendomi. –Mamma, io non sono un’artista. - Stavo per ripetere il mio discorso per l’ennesima volta ma papà mi blocco con uno sguardo, era stanco di sentire quel discorso. Lo capisco, io ero stanco di ripeterlo, odio ripetere le cose.

La mattina dopo la sveglia suonò presto, dovevo prepararmi per la scuola. Lavato, profumato e vestito, scesi in cucina per prepararmi la colazione, ma mamma mi aveva anticipato.- Cosa ci fai già sveglia?- Le chiesi a bassa voce.- Secondo te io lasciavo andare il mio bambino a scuola senza avergli preparato la colazione e senza avergli dato un bacio?!- Disse prima di avermi fatto piegare per scoccarmi un bacio sulla guancia- Mamma, lo sai che non sono più un bambino?! E poi dimostriamo la stessa età! Comunque, dov’è papà?- Notai la sua assenza dopo poco tempo- Non lo so, quando mi sono svegliata non c’era!- Disse mamma versandomi la spremuta.                                                                                                                                                     Stavo per andarmene, quando entra un Damon tutto sorridente, che mi lancia un mazzo di chiavi e un casco.- Muoviti, o farai tardi!- Disse dandomi una pacca sulla spalla. Corsi fuori, e ad aspettarmi trovai una moto nera opaca. Sorrisi soddisfatto.


Arrivai sotto scuola dieci minuti prima del previsto, c’erano molti ragazzi e nessuno di loro passava inosservato. Nemmeno io passai inosservato, mi accorsi, infatti, che tutti mi fissavano, quando scesi dalla moto, mi stampai in faccia un’espressione impassibile, ma che avvolte cedeva un minimo sorriso alle persone che mi fissavano, infondo ero un’esibizionista come mio padre. Mi recai in segreteria, e trovai delle signore concentratissime sui loro computer, quando finalmente una di loro si accorse di me e mi chiese sorridendomi in modo molto accogliente – E tu chi saresti bel giovanotto?- -Salve, sono Antonio Salvatore, sono nuovo.- Dissi sorridendo. La donna digitò qualcosa sul computer, sorrise e mi guardò- Allora tesoro, tu sei nella 3B, che è l’indirizzo di Arti figurative, non dovresti avere problemi con il programma, poiché la scuola è iniziata da poco più di un mese. Ma se avessi problemi, devi solo chiedere un tutor. Allora, in questo istituto a ogni ora si cambia classe, la scuola si suddivide in tre piani, può sembrare difficile, ma col tempo ti abituerai, la tua classe ora dovrebbe essere nelle 8a, cioè l’aula di pittura.- Disse tutto d’un fiato, poi mi porse un foglio- E questa è una piantina della scuola- Poi m’indicò la classe e la strada. Mi salutò con un sorrisone e un cordiale ‘buona fortuna’. Uscì dalla segreteria e mi diressi verso l’8a. Per i corridoi molti ragazzi mi osservavano, mi sentivo i loro sguardi addosso, sentivo i loro pensieri ‘E questo chi è?’ ‘Wow, belle scarpe’ ‘Deve essere uno studente nuovo’ ‘Filosofia m’interroga di sicuro’… Ecco la classe! Entrai, c’erano pochi ragazzi, e il professore non era ancora arrivato. L’aula era enorme, più lunga che larga, e i banchi erano enormi, erano disposti uno affianco all’altro, formando due file frontali, lasciando un corridoio tra le file che portava alla cattedra e alla lavagna a gesso, i muri erano pieni di disegni, e dipinti fatti dagli alunni. Mi sedetti non molto lontano dalla porta d’uscita, in caso non sarei riuscito a controllare la sete, sarei potuto scappare senza farmi notare. Difronte a me c’erano due ragazzi che mettevano a confronto due gruppi musicali, i Blur e i The Smith. Più vicino la cattedra c’erano delle ragazze che parlavano a bassa voce di alcuni ragazzi, ma io le sentivo benissimo. Per evitare di ascoltare i loro discorsi mi concentra i sui disegni che mi circondavano, erano stupendi, mi persi in un astratto, stavo per avvicinarmi quando entrò una ragazza.

Antonio Salvatore 
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Capitolo 2
*** Kate Mikaelson ***


-Oh, ma dai! Per piacere!- Lo stavo pregando da un’ora!–Non ci pensare nemmeno! Non andrai a quella festa! E poi, domani hai scuola!- -Ma fai sul serio?! Ho 136 anni, e tu non mi fai andare a una festa perché domani avrò la scuola?!- Io proprio non riesco a capire, è una festa! Ci vado sempre alle feste, avvolte ci andiamo insieme! Perché non vuole che io vada a questa festa? – Perché non vieni con me?! Invece di stare in casa a dipingere, come tuo solito?- Gli dissi, sedendomi sulle sue gambe e facendogli gli occhi dolci. –Cosa che dovresti fare anche tu! Non dovevi consegnare un compito?- Disse poggiandomi un dito sul naso.                                                                                                                –L’ho consegnato venerdì! DAIIIIIIIIIIII!- Non ho mai dovuto pregarlo in questo modo… Anzi non ho quasi mai dovuto pregarlo per qualcosa, solo quando era arrabbiato con me! –Non sarai ancora arrabbiato per il richiamo della preside?!- Gli chiesi guardandolo negli occhi. Lui non mi rispose, mi fece solo alzare dalle sue gambe per prendersi un bicchiere di Black Magic. Era ancora arrabbiato. –Klaus, fai sul serio? Sei arrabbiato per il richiamo di una cocainomane?!- -Non cambia niente, che lei sia o non sia una cocainomane! E’ comunque la tua preside, non puoi chiederle ‘Ehi, chi è il tuo fornitore?’ E fargli anche l’occhiolino!- Disse con calma.–Avrei dovuto soggiogarla, lo sapevo!- Dissi lasciandomi cadere sul divano–Vai a letto, è tardi!- Disse mentre andava in terrazza.–Ok, ma solo se la smetti con questa storia, mettiamoci una pietra sopra.- Lo raggiunsi sulla terrazza.–Va bene, piccola. Ora vai, e buonanotte!- Disse dandomi un bacio in fronte.–Notte Klaus-
***
Ero in ritardo, come mio solito. Stavo passando per la cucina, ed eccolo lì, Klaus ai fornelli. –Non fai colazione?- Mi chiese concentrato sulla padella. –No, sono in ritardo!- Dissi cercando i miei occhiali da sole. –Come al solito! Gli occhiali sono sul camino.-  Disse sorridendomi. Andai in salotto, e infatti gli occhiali erano sul camino. –Bevi qualcosa a scuola!- Mi urlò dalla cucina. –Certo, mangerò qualcosa al bar sotto scuola.- Risposi. –Ho detto bevi, hai bisogno di sangue!- Mi disse, mentre beveva un caffè, poggiato allo stipite della porta. Aveva ragione non mi nutrivo di sangue da troppo tempo, infatti mi sentivo fiacca, il cibo normale non saziava completamente le esigenze del mio corpo.  Ci avrei pensato a scuola. Mordi e dimentica. Ero in ritardo, dovevo muovermi. Fortunatamente avevo la macchina, secondo lo stato avevo 18 anni, ma dovevo partire dal terzo anno, per apprendere meglio, e per studiare meglio la lingua. Conoscevo l’italiano meglio degli italiani. E’ una lingua che Klaus ha sempre adorato, quindi ha voluto che io la imparassi sin da bambina. Quando ero ancora piccola e umana, venivamo spesso in Italia. Ma solo per qualche mese, per delle vacanze diciamo. Quando lui non era impegnato a fare il cattivo. Non mi ha mai messo in mezzo ai suoi affari, diceva che non ero cose di cui dovevo preoccuparmi. E infatti non me ne sono mai preoccupata. Se so che ha ucciso milioni di persone? Certo. Ma siamo vampiri, è normale. Nessuno conosce il suo lato dolce, protettivo, oserei dire paterno, perché è quello che era per me, un padre… Io non lo chiamavo mai papà, solo una volta l’ho chiamato in quel modo. Quando mi ha trasformato.
-Kate, sta a te scegliere ora… Sei grande ormai.- Mi disse mentre stavamo dipingendo, era diventato come un rituale serale, prima di andare a letto, passavamo delle ore a dipingere . –In che senso scegliere?- Chiesi, fermando la mano che teneva il pennello .-Vuoi andare per la tua strada, senza di me, senza nemmeno il mio ricordo, o rimanere con me? Questo comporta il diventare immortale, lo sai vero?- Mi chiese senza guardarmi, continuando con il suo lavoro. Come avrei fatto senza di lui, era colui che mi aveva cresciuto, colui che mi aveva trovata in fasce dietro un cassone dell’immondizia e che al posto di uccidermi, cosa che avrebbe potuto fare tranquillamente, mi ha preso tra le sue braccia e mi ha dato la possibilità di vivere . Era teso, aveva paura della mia risposta. –Non potrei mai vivere senza il mio papà .-Alla parola “papà”, Klaus ebbe un sussulto, non lo avevo mai chiamato così. Fu la prima volta. Non mi rispose, aveva un’espressione impassibile, credevo che fosse arrabbiato, ma questa mia teoria crollò dopo un attimo, perché mi sorrise, un sorriso sincero, un sorriso di quelli rari, e poi mi abbracciò, mi abbracciò forte.
Mi ripresi dai miei pensieri solo quando mi resi conto di essere arrivata davanti scuola. Parcheggiai al solito posto, e corsi nell’edificio. Prima ora, Lunedì, pittura, 8a, secondo piano. La professoressa non era ancora arrivata, non sentivo la sua voce gracchiante. C’era solo il vociare di Ludovico e Lorenzo che discutevano di musica, come il loro solito, e la voce di Lucrezia e Ramona, c’era anche qualcun altro, qualcuno che non conoscevo, forse è il ragazzo nuovo che doveva arrivare dall’America. Erano le 8.00, avevo fatto prima del previsto, avevo il tempo di fare colazione. Chi sarebbe stato il fortunato? Mi guardai in torno, tutti ragazzini del biennio. Ne scelsi una a caso. Miriana, 15 anni, niente fumo né alcool. Perfetto, del sangue puro, proprio quello che mi ci voleva. Mi avvicinai a lei con calma, quando lei si accorse di me mi sorrise in modo impacciato. –Verrai in bagno con me, senza fare storie né domande- La soggiogai. Mi segui nel bagno come previsto. –Non urlare, non sentirai dolore. Dopo non ricorderai nulla.- Bevvi dalle sue vene, il suo sangue era dolciastro e puro. Adoravo assaporare, non inghiottire senza sapere cosa stavo gustando. Era un B positivo. Distaccai da lei prima che perdesse i sensi, leccai la ferita, per far chiudere i due piccoli fori che le avevo procurato. Mi avvicinai allo specchio e mi ripassai il rossetto. Uscimmo insieme dal bagno. Ciao Miriana, è stato un piacere. Era ora di andare in classe. Eccolo, il nuovo arrivato.

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Ecco a voi il secondo capitolo... Ciao, Claudia :)

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Capitolo 3
*** Salve classe ***


Aveva un profumo sofisticato, era elegante e naturale, era indipendente. Mi passò di fronte, senza degnarmi di uno sguardo, nemmeno con la coda dell’occhio. Ero spiazzato. Fa il giro dei banchi e si siede al fianco di Ludovico, che le sorride distrattamente perché troppo preso dalla conversazione col compagno. Ogni suo movimento era delicato ma deciso, prendere i pennelli dalla borsa, scostarsi i capelli, anche grattarsi il naso.
Nell’arco di qualche minuto la classe si era riempita, e anche i posti al mio fianco, che erano occupati da Saul, un ragazzo alto, con occhi verdi e lentiggini, capelli corti e scuri, e da Bianca una ragazza bionda dagli occhi azzurri.  Questi appena seduti, hanno iniziato a tempestarmi di domande del tipo ‘Come ti chiami?’ ‘Di dove sei?’ ‘Fumi? ’ ‘Da dove vieni?’ ‘Quando torni nel tuo paese?’ ‘Sinistra o Destra?’ ‘Ti piace il pollo?’ e tante altre domande simpatiche, che sono state interrotte dall’arrivo dell’insegnate, una donna sulla cinquantina, sembrava simpatica, è arrivata col fiatone. –Ragazzi scusate il ritardo!- Disse cercando di respirare. –Come al solito- Bisbigliò Saul.
-Forza, facciamo l’appello.- Disse la professoressa. Non seguì molto l’appello, aspettavo il suo nome, attendevo che lei dicesse ‘Presente’, e lo disse, quando la professoressa pronunciò il nome ‘Kate Mikealson’. Kate Mikealson. Dove lo avevo già sentito questo cognome? Bah. –Ah, abbiamo anche il nuovo arrivato, Antonio Salvatore, prego si presenti alla classe- Disse cercandomi con lo sguardo. Poi m’invitò ad alzarmi, con un cenno di mano, per farmi vedere da tutta la classe. Alzai la mano in segno di saluto. –Salve, sono Antonio Salvatore, e vengo dalla Virginia.- Dissi cercando di sorridere. Oddio, mi sembrava di essere a un incontro per alcolisti anonimi. –Allora ragazzi, la prossima tecnica che sperimenteremo sarà la pittura a olio, quindi per la prossima lezione dovete comprare i colori a olio, le tele. Per il momento, se avete qualche disegno o dipinto da finire, v’invito a terminarli.- Disse guardando un po’ tutti. Poi si girò verso di me, e con lei tutta la classe. –Salvatore, lei per il momento può fare un disegno a sua scelta, giusto per farmi vedere la sua mano-.
Tutti si alzarono e si diressero verso una grande cassettiera di ferro, e ne estrassero delle tele incomplete. Erano tutti molto bravi, chi più, chi meno. Diressi il mio sguardo verso la tela della rossa, era brava, molto brava. Sembrava facesse quello da tutta la vita. -Ti serve qualcosa? Matite, gomme, colori?- Mi chiese Bianca. –No grazie, ho tutto.- Le risposi sorridendo. Cacciai il materiale dalla borsa e mi misi all’opera. Optai per un ritratto, questo caso il soggetto lo conoscevo a memoria, era mia madre, molto spesso era il soggetto dei miei ritratti.

Le due ore di lezione passarono molto velocemente, riuscì a finire il disegno giusto in tempo. Durante queste due ore raramente ho alzato la testa dal foglio, ma in quelle poche volte ho potuto notare lo sguardo di Kate su di me, che non appena alzavo lo sguardo, lei distoglieva il suo per tornare al suo lavoro. Quando dipingeva, sembrava concentratissima, come se niente e nessuno potesse distrarla dal suo lavoro. Ora avevamo chimica, una materia che avevo sempre odiato ma che mi era facile grazie ai miei ‘poteri’. Non guardai il numero e il piano della classe, sul foglio che mi diede la segretaria, mi aggregai semplicemente alla mia classe. Kate era dietro di me, sentivo il suo profumo. Mi raggiuse e senza nemmeno guardarmi mi disse. –Sei bravo, presti molta attenzione ai particolari e hai un ottimo senso di armonia.-  Poi aumentò il passo e la persi di vista. Quella ragazza era strana, misteriosa… M’incuriosiva molto. –Lei è Kate, e proprio come te, è la ragazza nuova. E’ arrivata all’inizio dell’anno, viene dalla Spagna, credo, non ha mai parlato molto di se, so di certo che vive col padre in una villa enorme! E’ strana, molto strana, ha fatto amicizia solo con Ludovico, Lorenzo, Chiara, Bianca, Saul, Simona e Francesco.- Come se io sapessi chi sono tutti.- Comunque io sono Paola- Mi disse tendendomi la mano, che strinsi con delicatezza, avevo paura di farle male.- Io sono Antonio, ma puoi chiamarmi Toni- Risposi accennando un sorriso. Eravamo davanti alla 34, al terzo piano. Diedi una rapida occhiata in giro e mi resi conto che in quel piano le aule partivano dalla 30 alla 40. Perfetto, non è tanto difficile quanto sembrava. Entrai in classe e mi sedetti vicino a Ludovico. –Ciao, sono Ludovico, scusa se non mi sono presentato prima ma…- Non ascoltai la fine della frase, perché ero intento a cercare con lo sguardo Kate, che non si vedeva in classe. Nemmeno il tempo di tornare alla ‘presentazione’ di Ludovico, che la ragazza entra nell’aula e si siede vicino a Ludovico, ma dandoci le spalle e iniziando una conversazione con una ragazza al suo fianco.- Amico, ci sei?- Ludovico mi passò una mano davanti agli occhi. –Si, scusa. Ero preso da un pensiero. Comunque io sono Toni.- Lui mi porse il pugno, io un po’ indeciso sul da farsi, lo guardai perplesso.- Guarda, è facile- Disse prendendo la mia mano e dopo averla chiusa a pugno, la fece toccare contro la sua mano. –Ahh, l’ho visto fare da alcuni ragazzi, ma da noi ci salutiamo con una semplice pacca sulla spalla- Dissi passandomi una mano tra i capelli. Entrò un uomo alto e magrolino, che ci informò dell’assenza del professore di chimica. Tutti esultavano, tranne Kate, che era rimasta impassibile.
Tutti girovagavano per la classe, chi girovagava per la scuola, chi cantava, chi disegnava, chi ripeteva, e poi c’era chi semplicemente chiacchierava, come me, Ludovico, Saul, Chiara e Francesco. E stupendo come queste persone, anche senza conoscermi, mi trattavano come un amico. Eravamo nel bel mezzo di una conversazione sui più bei film d’epoca, quando un odore mi fece scattare. Sangue. Mi girai verso la ‘fonte’, e mi accorsi che la ragazza che stava parlando con Kate si era procurata un piccolo taglietto sul dito con un foglio. Una gocciolina di sangue, minuscola, aveva svegliato la mia sete. Saltai in piedi. Tutti mi guardavano in modo strano. Kate puntò i suoi occhi nei miei. Scappai. Non so dove, ma scappai. Sangue. Avevo smesso di correre. Avevo sete. Un bagno. Entrai. Un ragazzo dall’aspetto rachitico. Era spaventato ed io avevo sete. –Non emettere un fiato, non ricorderai niente dopo-. Sangue. Dissetante. Ero sazio e lui era vivo. Me ne andai. Dovevo tornare in classe, ma c’era un problema… Dov’è la mia classe?

Salve, eccovi il terzo capitolo... :)

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Capitolo 4
*** Dai, parliamo ***


Leggevo la sete nei suoi occhi, ma forse era solo una mia impressione, sta il fatto che erano tutti preoccupati per la sua fuga improvvisa, così mi precipitai fuori dalla classe, per seguirlo. Seguii il suo odore, era entrato nel bagno dei maschi. Entrai, senza curarmi di chi avevo intorno, volevo soltanto sapere cosa era successo. Stavo per chiamarlo, quando lo vidi attaccato al collo di un ragazzetto. Era un vampiro. Era impossibile, me ne sarei accorta, avrei sentito il suo potere. Uscì dal bagno senza farmi sentire, con una mano poggiata sulla fronte e mi diressi verso la classe. Com’era possibile? Ho un’eternità di allenamento, pratica, potere, e chi più ne ha più ne metta, alle spalle, e non mi sono accorta che il nuovo arrivato era un vampiro qualsiasi. Ero persa nei miei pensieri quando mi sentì chiamare proprio da lui, qual ragazzo che mi aveva dato da pensare. –Kate, scusa!- Mi raggiunse – Potresti indicarmi la nostra aula, non ricordo quale sia!- Lo guardai in faccia e mi accorsi della gocciolina di sangue fresco che aveva sul mento. –Dopo aver mangiato, ci si pulisce sempre il muso, ragazzino!- Dissi passandogli il pollice sul mento, eliminando quella piccola traccia di sangue, e poi posandomelo in bocca. Il ragazzo mi guardava allibito, non sapeva cosa fare e nemmeno cosa dire, allora mi girai ed entrai in classe, che era a pochi metri da noi. Dopo qualche secondo entro anche lui, aveva lo sguardo perso, ma poi fece qualcosa che mi sorprese, sorrise. Perché sorrideva? Avevo appena scoperto che lui era un vampiro e lui sorrideva. Quel ragazzo è strano. Tornò a parlare con gli altri, che gli chiesero cosa era successo, lui disse solo che aveva avuto un conato di vomito, e gli altri, ingenui, gli crebbero.

La giornata scolastica si era conclusa. Al suono della campanella uscì dalla classe prima del solito, di solito esco con molta calma, odio il montone di persone che si crea alla porta. Volevo parlare con Toni. Ero curiosa. Lo aspettai all’uscita della scuola, poggiata al muro. Lo sentì arrivare, credo che anche lui abbia sentito la mia presenza, perché si fermò davanti a me, e senza nemmeno guardarmi in faccia, mi chiese –Dov’è che andiamo a ‘parlare’?- riuscivo a vedere il suo sorriso, aveva un bel sorriso. –Seguimi-.

Pov Toni

Eravamo nel giardino dietro la scuola, non era molto grande, l’unico posto per sedersi erano delle panchine e dei muretti. Ci sedemmo su un muretto. Kate mi fissava, come cercasse qualcosa nei miei occhi. –Sei un vampiro, allora. - Disse prima di estrarre un pacchetto di sigarette dalla borsa. - Sì, sono un vampiro e immagino lo sia anche tu!- Quando accese la sigaretta, non potei evitare di fare un’espressione disgustata, odiavo il fumo, copriva tutti gli odori che mi circondavano. –Esatto… Ti da fastidio?- Riferendosi alla sigaretta. - Sì, un po’!- Aspirò un altro tiro di sigaretta. –Come mai in Italia?- Cacciò fuori il fumo. - Stare sempre nello stesso posto, annoia- -Quanti anni hai?- Disse buttando in terra la sigaretta a metà -Quasi 19- Quando sei stato trasformato?-A diciotto anni. Tu?- Ho preferito omettere che sono un ibrido, infondo io non la conosco. Lei sorrise –Non lo sai che è mal educazione chiedere l’età a una ragazza? Quindi tu sei un cucciolo?! Ma come fai a nascondere il tuo potere? Ci vogliono anni e anni di esperienza!- Ora che le dicevo?! Sentì vibrare il mio telefono, risposi subito. –Ma dove sei?- Era mia mamma. –Ora parto da scuola, arrivo subito!- Attaccai e riposi il cellulare in tasca. –Scusa, devo andare!- Mi stava fissando – Perché mi fissi? Sono sporco?- Dissi spazientito, non mi dava fastidio essere fissato, ma lei mi metteva in soggezione. –No, scusa, stavo pensando- Saltò giù dal muretto – Ti serve un passaggio fino a casa?- E continuare questa conversazione? No, grazie. - No, sono venuto in moto, ma grazie lo stesso. - Dissi sorridendole. Ci dirigemmo verso il parcheggio della scuola, occupato solo dalla mia moto e da una macchina nera. Dedussi che era la sua. Erano posti ai due lati opposti del parcheggio. Stavo per entrare in macchina, quando sentì la sua presenza dietro di me. – Non mi hai risposto- Cazzo.-Quando?- Non mi girai.- Non fare finta di non saperlo. Allora? Come fai?- Mi passai una mano tra i capelli, mi girai.- Non è una cosa che ti è data sapere se dobbiamo essere amici.- Lei storse il labbro. Si voltò e si diresse verso la sua macchina. A metà strada si fermò, si girò e disse – Non ho mai detto che saremmo diventati amici, Antonino Salvatore!- Entrò in macchina con una velocità vampiresca e sparì da qual parcheggio con altrettanta velocità. Ero rimasto da solo, con il casco in mano. M’infilai il casco, salì sulla moto e prima di partire dissi – Vedremo Kate Mikealson-.
 
Buona sera :) Eccovi il quarto capitolo... Racensite,un bacio, Claudia.

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