Come può uno scoglio arginare il mare di SenzaFiato (/viewuser.php?uid=54382)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sabato 25 Agosto ***
Capitolo 2: *** Sabato 1 Settembre Parte prima ***
Capitolo 3: *** Sabato 1 Settembre Parte seconda ***
Capitolo 1 *** Sabato 25 Agosto ***
Come può uno scoglio
arginare il mare
Sabato
25 Agosto
Una settimana alla
partenza
«Se
tu potessi scegliere, quale dei
quattro elementi saresti?»
Era una calda notte estiva; una leggere
brezza marina scompigliava i capelli di due ragazzi, seduti su un telo,
vicino
al bagnasciuga.
Era una calda notte estiva, una di quelle
passate a confidare i propri segreti, a scoprirsi reciprocamente.
Era una calda notte estiva, una di quelle
interminabili, in cui il tempo sembra dilatarsi e poi annullarsi, per
lasciare
spazio a parole, risate, sospiri.
«Credo l’acqua.» rispose il ragazzo,
spostando il ciuffo biondo da un lato.
«L’acqua?» Gli chiese sorpresa.
«Più che l’acqua…»
continuò lui, alzando
lo sguardo davanti a sé. « il mare.»
Lei si sistemò meglio, pronta a seguire il
suo discorso. Come sempre.
«Il mare ha il potere di essere tutto ciò
che vuole essere, conservando sempre la sua
unicità.» Iniziò lui.
«A volte è calmo e accogliente, porto
sicuro per ogni anima in pena; altre, forte e burrascoso, capace di
distruggere
senza pietà; sempre musa ispiratrice, di musicisti e
poeti.»
Sì fermò un secondo e osservò la
compagna
accanto a lui.
Era ferma, le gambe incrociate e una mano
a sostenere la testa. Lo guardava, con i suoi grandi occhi castani,
cercando di
carpire ogni informazione, anche la più nascosta; lo
ascoltava pazientemente,
cercando di cogliere ogni sfumatura della sua voce, per scoprire cosa
si celava
dietro le sue parole, per… scoprirlo.
Lui, inconsapevolmente, sorrise, pervaso
da una tenerezza inspiegabile, che provava solo quando le stava
accanto. Era un
riflesso involontario, quel
sorriso, una risposta della sua anima
all’affetto che
lei gli dimostrava, in ogni modo- ascoltandolo,
confortandolo, sopportandolo- e
che lui, raramente, riusciva a ricambiare.
«E altre volte ancora … è romantico,
come
il più gentile dei cavalieri, come il compagno
più fedele e l’uomo più
innamorato.»
La ragazza portò lo sguardo verso il
protagonista del discorso- il mare - e
meditò un po’ sulle parole appena
ascoltate.
Poi lui, come sempre, smorzò l’atmosfera
che si era creata, la bolla che, ogni volta, li isolava dal mondo.
«Sai,» disse ridendo leggermente
«… ti
assomiglia molto.»
«Come mai?» gli chiese incuriosita, non
capendo il motivo della sua ilarità.
Lui la guardò con il sorriso sulle labbra
e poi disse. «Perché è lunatico,
esattamente come te!»
Lei gonfiò le guance, com’era solita fare,
quand’era offesa, e lo spinse giocosamente, facendo cadere
entrambi sulla
sabbia.
Rimasero così, distesi uno accanto
all’altra a guardare le stelle, in una delle solite calde notti estive.
*************
La
raccolta si
è classificata quarta al contest Drabble & Flashfic Contest
di khika liz.
Il titolo della raccolta- come
può uno scoglio arginare il mare- è
ovviamente
ripreso dalla canzone di Lucio Battisti, “Io vorrei…
non vorrei… ma se vuoi”. Fa
riferimento al sentimento dei due protagonisti, l’amore, che,
come il mare,
riesce a combattere la distanza [lo
scoglio].
I prompt utilizzati nel corso della raccolta- alba, mare, corda, labbra-
sono
segnalati nelle storie dal corsivo. In questa prima flash-flic
è utilizzato il
prompt mare.
Per tutte le domande, i dubbi, le curiosità, sono a vostra
disposizione!
A
presto
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Capitolo 2 *** Sabato 1 Settembre Parte prima ***
Sabato
1 Settembre
6:23
3 ore e 7 minuti alla
partenza
«Sai,
ieri ho visto un film…»
«Quando mai » le disse ironicamente,
alzando gli occhi al cielo.
La ragazza continuò, ignorando le sue
rimostranze. «… e la protagonista, grande amante
degli animali e della natura
in genere, parlava di un uccello canoro che pensa di morire ogni volta
che tramonta
il sole; e poi, la mattina, quando si sveglia, è
così sconvolto di essere vivo
che si mette a cantare.»
«Quindi, ogni giorno vive.»
«Pensando che sia il suo ultimo giorno.»
Terminò per lui.
Lei, che fino a quel momento, stava giocando
con la sabbia, abbandonò gli ultimi granelli rimasti nella
mano e puntò lo
sguardo nel suo.
La luce diffusa, che rischiarava
debolmente la spiaggia, rendeva i suoi occhi ipnotici e il ragazzo ne
rimase
affascinato.
Da sempre pensava che fossero belli, ma
sottovalutati e poco valorizzati. Come lei, d’altronde.
Aveva un viso semplice, lunghi capelli
castani, e un corpo formoso, ma ben proporzionato.
Anche se insisteva a
definirsi grassa.
Ma lui da tempo era andato oltre la
semplice apparenza. E aveva visto.
Si riscosse dai suoi pensieri e spostò lo
sguardo verso l’orizzonte. Era quasi l’alba.
«Non è così male, tutto sommato.
»
Continuò lei
«In che senso?»
«Pensaci bene: ti svegli e, sapendo che
quella sarà l’ultima colazione, l’ultima
lezione a scuola, l’ultima corsa in
autobus, l’ultima volta che abbracci la tua migliore amica,
l’ultima volta» si
fermò un secondo, per riprendere fiato.
«… che fai l’amore con il tuo
ragazzo»,
continuò abbassando lievemente la voce « renderai
ogni momento unico e indimenticabile,
e lo vivrai con molto più trasporto e sentimento.»
Quasi sfinita da quel monologo, si
abbandonò sul telo dietro di lei e chiuse gli occhi.
«Ma noi non siamo uccelli canori.»
Aggiunse con un filo di voce.
Lui si sdraiò accanto a lei e la guardò.
«Forse è meglio così.»
«Perché?»
Gli chiese.
«Perché io preferisco vivere consapevole
che domani sarà un altro giorno e potrò rimediare
ai miei errori.»
Lei aprì gli occhi e se lo ritrovò vicino.
Molto vicino.
«Ne sei convinto?» Gli sussurrò.
Guardò il cielo davanti a sé.
Sull’orizzonte apparve un leggero chiarore, segno che la
notte stava lasciando
il posto a un nuovo giorno.
«Sì.
Per questo adoro tanto il tuo nome. »
Continuò, tenendo gli occhi fissi
davanti a sé e mordendosi la lingua. Per questo adoro tanto te.
Si massaggiò le tempie, cedendo alla
stanchezza, mentre lei lo guardava interrogativa.
«Tu» sospirò. « mi ricordi
che, dopo la
notte, arriva sempre un nuovo giorno, un nuovo inizio, un cambio di
direzione.
»
La guardò dritto negli occhi, cercando di
trasmetterle quello che da anni si portava dentro.
«Tu sei la melodiosa canzone che canto
ogni mattina, felice che una nuova opportunità mi
è stata data. Tu sei Alba, la
mia alba.»
E la baciò.
************************
Nella
storia si parla di
un uccello canoro. Quel
pezzo, che ho leggermente modificato, è tratto da un film, L’amore che resta.
( E poi
c'è questo uccello canoro che pensa di morire ogni volta che
cala
il sole. E la mattina quando si sveglia è così
sconvolto di essere vivo che si
mette a cantare la sua melodiosa canzone.)
Nel
finale il protagonista maschile dice “Tu sei Alba, la mia
alba”. La
frase è da intendersi così: lei è
Alba, di nome, ma soprattutto di fatto,
perché rappresenta il nuovo inizio, la nuova
opportunità, per l’appunto
l’alba.
A
presto!
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Capitolo 3 *** Sabato 1 Settembre Parte seconda ***
Sabato
1 Settembre
Mezz’ora
alla partenza
«Il
binario due è da questa parte.» Lui le
avvolse la mano e la guidò verso il sottopassaggio.
Mentre scendevano le scale, le gettò uno
sguardo. Si guardava intorno, spaesata, giocando con una ciocca
castana,
sfuggita alla coda che teneva legati i suoi lunghi capelli. E si
mordicchiava
le labbra.
Dopo il bacio, non aveva fatto altro; ora la
pelle in quel punto aveva assunto un colorito rosso acceso.
Sulla banchina c’era un grande caos. Uomini
in giacca e cravatta, che smanettavano con i loro i-phone di ultima
generazione,
famiglie numerose, alle prese con bambini iper-attivi e valigie
pesanti,
giovani innamorati, costretti a salutarsi per la fine delle vacanze.
Pur avendo ancora le mani unite e stando
l’uno accanto all’altra, non si erano mai sentiti
più lontani.
Alba teneva gli occhi fissi sulla linea
gialla davanti a sé, che li separava dai binari; lui non
sapeva cosa dire, o
meglio, aveva chiaro il discorso nella mente - così come
erano chiari i
sentimenti che provava- ma non riusciva a tradurlo in parole.
Improvvisamente la ragazza abbandonò la
ciocca di capelli, che stava rigirandosi tra le dita, da qualche
minuto, e
piantò gli occhi nei suoi.
«Perché?»
«Perché cosa?» Le chiese confuso.
«Perché adesso, quando stai per partire,
quando stai per abbandonare la Calabria, quando stai per lasciare la
tua
famiglia, i tuoi amici, me, decidi
di
baciarmi!» Disse tutto d’un fiato.
Si asciugò una lacrima traditrice, che era
sfuggita al suo controllo, e continuò, senza staccare gli
occhi dai suoi.
«Perché proprio ora?»
«Io…
pensavo fosse arrivato il momento di rivelarti quello che
provo, il
momento per.»
«Distruggermi?» Mormorò lei.
«Catanzaro dista più di seicento km da
Roma. Credi che sopporteremo la distanza? Credi davvero che riusciremo
ad
andare avanti, noi che… non siamo nemmeno una
coppia.» Continuò abbassando lo
sguardo.
«Alba, guardami.»
Lei lo ignorò, continuando a guardare per
terra.
«Alba…» Si avvicinò
pericolosamente al suo
viso, alle sue labbra, che i denti
stavano torturando da ore, e quasi le soffiò
nell’orecchio. «…guardami.»
E lei finalmente lo ascoltò. Aveva le
guance rigate dalle lacrime e gli occhi rossi, ma manteneva un
atteggiamento
fiero. Era la sua leonessa: lo era da sempre, e sempre lo sarebbe
stata.
«Siamo come due particelle che, originate
in un punto dello spazio-tempo, restano legate da un inizio, che le
renderà non
separabili per l’intero arco della loro esistenza,
indipendentemente dalla
distanza che le divide.» Le sussurrò, cancellando
con il pollice la scia salata
sullo zigomo destro.
«Non riesci ad abbandonare i panni di
Fisico nemmeno per un secondo, eh?» Gli disse, tirando su col
naso.
Lui rise leggermente e poi continuò. «Alba,
noi non ci perderemo mai, perché siamo legati
indissolubilmente. È come se ci
fosse una corda, una corda
invisibile,
che ci tiene uniti, al di là dei km che ci
separano.»
Per confermare quanto detto, l’avvolse tra
le sue braccia, stringendola forte.
Poi sciolse di poco l'abbraccio e con un
sorriso malizioso mormorò. «E adesso smettila di
torturarti le labbra e
baciami.»
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Da
Olivia,
ovvero la lista dei sogni possibili è citata
letteralmente questa frase: “Siamo
come due particelle che, originate in
un punto dello spazio-tempo, restano legate da un inizio, che le
renderà non
separabili per l’intero arco della loro esistenza,
indipendentemente dalla
distanza che le divide”.
La
raccolta di flashfic si conclude qui. Come sempre invito i lettori a
commentare, negativamente e positivamente. Mi farebbe davvero piacere
sapere cosa ne pensate.
A
presto
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