I'm still yours

di moonlight97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Endless love ***
Capitolo 2: *** Here's to us ***
Capitolo 3: *** Alone ***



Capitolo 1
*** Endless love ***





 

 

I'm still yours
 

Inghilterra 1492.
Katherine vagava spaesata per gli ampi corridoi del palazzo di Klaus. Tutto era stranamente deserto.

Possibile che non ci fosse proprio nessuno? Curiosava per le varie stanze, dando occhiate fugaci qua e là. Ad un tratto sentì un rumore di passi non molto distante da lei, e si avviò in quella direzione. Si arrestò poco prima di una porta e gettò un'occhiata all'interno della stanza: scorse un giovane, di circa venti anni, che si specchiava compiaciuto.
-A quanto pare ci hanno lasciati qua da soli Lady...-
La ragazza si appoggiò alla parete, quasi volesse scomparire all'istante. Le mancava il respiro. Nel giro di pochi secondi Katherine si ritrovò davanti il bel volto del ragazzo che la osservava attento.
-Come se non avesse mai visto una ragazza!- pensò.
-Non credo di aver mai avuto il piacere di conoscervi. Io sono Kol, Kol Mikaelson: il fratellino di Klaus... L'avrete di certo conosciuto: non si fa mai sfuggire una ragazza di rara bellezza come voi.
-I-Io mi chiamo Katerina. Piacere di conoscervi Milord.-
-Quindi, Lady Katerina, dal momento che dovremo passare la giornata insieme, cosa desiderate fare?- domandò con un sorriso malizioso stampato sul volto.



I due passeggiavano nell'enorme giardino che circondava il palazzo: Kol appariva tranquillo e spensierato e si gustava beato quella fresca aria primaverile, mentre Katherine mostrava segni d'imbarazzo alquanto visibili, arrossiva ogni volta che vedeva i suoi occhi posati su di lei e non poteva evitare di ricambiare quel sorriso così calmo. Ad un certo punto il ragazzo si arrestò, si chinò a terra e raccolse un fiore.
-Tenete. Non che eguagli la vostra bellezza ma...- disse ponendo dolcemente il piccolo fiore blu fra i fluenti riccioli di lei- quantomeno vi rispecchia.-
-Siete bravo- esclamò Katherine facendosi coraggio- scommetto che ogni fanciulla di questa contea è ai vostri piedi!-
Il ragazzo rimase lievemente stupito da quell'affermazione così, si potrebbe dire, audace per una donna di quel tempo e scoppiò in una fragorosa risata.



Sedevano ora sotto un grande albero frondoso che faceva ombra tutt'intorno. Kol era appoggiato al tronco, tenendo le braccia sopra il capo mentre Katherine stava in piedi osservando la meravigliosa campagna inglese rischiarata dal sole. La ragazza camminava intorno all'albero guardando il cielo assorta nei suoi pensieri quando improvvisamente scivolò, cadendo letteralmente fra le braccia del bel cavaliere.
-Vi siete fatta male? Dev'essere stata una radice sporgente...-
La ragazza scosse la testa in silenzio guardando persa negli occhi di lui.
-Oh... Avete dell'erba fra i capelli lasciate che ve la tolga.- disse soavemente scostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Fatto...-
Adesso erano vicini, molto vicini.
Kol avvicinò dolcemente a sé la ragazza finché non ebbe portato le sue labbra vicine alle proprie e vi impresse un bacio delicato, ma carico di passione. I due si scambiavano baci, baci e ancora baci senza esserne mai sazi. Katherine poggiò poi il capo sulla spalla del ragazzo e i due stettero là, abbracciati, beandosi della loro felicità, finché il sole non calò all'orizzonte.


Rientrarono a palazzo e, una volta là, si recarono ognuno nelle proprie stanze in attesa che gli altri ritornassero e che fosse servita la cena. Finalmente Klaus, Elijah e il loro seguito tornarono a palazzo e diedero l'ordine di imbandire un sontuoso banchetto: anche quel giorno avrebbero avuto ospiti.
-Allora, fratellino, spero abbiate trascorso una piacevole giornata in compagnia della nostra Katerina.- disse Klaus mentre si serviva del vino. Il fratello rispose con uno dei suoi sorrisi maliziosi senza dire una parola.

-E voi, Milady?- disse voltandosi verso Katherine- Spero che mio fratello non abbia abusato della vostra pazienza.-
-È stato senz'altro un piacere fare la sua conoscenza.- disse Katherine ridendo.

La serata trascorse tranquillamente e gli ospiti se ne andarono ormai a notte fonda; tuttavia Katherine era troppo distratta dalle attenzione dei fratelli maggiori per accorgersi che ogni tanto la fronte del più piccolo di loro si corrugava, mostrando un lieve turbamento.


Finito il banchetto, Katherine andò nella sua stanza, si lasciò cadere sul letto e ripensò felice a quel magico bacio all'ombra dell'albero e si addormentò così, rilassata e con un enorme sorriso dipinto in volto. Nel frattempo Kol camminava verso la stanza di Klaus: doveva sapere quello che i suoi fratelli avevano intenzione di fare, non poteva semplicemente lasciare che Katherine morisse. Si arrestò poco prima della porta. Perché gli importava così tanto di lei? Dopotutto lei era solo una semplice umana, la sua vita non avrebbe dovuto significare niente per lui eppure... Il ricordo della giornata trascorsa con lei riaffiorò vivido nella sua memoria e gli strinse il cuore: i vampiri sentono ogni emozione amplificata e se lui non fosse stato un non-morto probabilmente il suo cuore gli sarebbe scoppiato nel petto. Mentre stava là impalato, udì delle grida provenire dalla stanza: si avvicinò alla porta senza fare il minimo rumore e ascoltò ogni cosa. Temeva di sentire quelle parole e le sue paure si erano avverate; Klaus era senza cuore ma non era sempre stato così... suo fratello.
Doveva fare qualcosa immediatamente. In una manciata di secondi raggiunse la camera di Katherine e bussò.
-Sono io- disse ansante per la foga.

La ragazza ebbe un sobbalzo: non si aspettava certo una visita nel cuore della notte.
-Entrate- disse tremante.

-Ascoltate...-disse Kol afferrando con forza le mani della ragazza- non ho molto tempo e avrei molte cose da dirvi ma per il momento voi...- si interruppe bruscamente. -Voi dovete fidarvi di me: io vi...- si bloccò di nuovo. Avrebbe voluto dire “vi amo e vi proteggerò a qualsiasi costo” ma non ce la fece.

-Chiedete di Trevor, lui vi spiegherà tutto quanto.- concluse.
E come era arrivato sparì.
Katherine rimase per tutto il tempo in piedi ferma e sconvolta; sentiva la paura che c'era nelle parole di Kol e non riusciva nemmeno lontanamente a immaginare ciò che le sarebbe successo dopo.



Adesso sapeva tutto.

Vampiri, esistevano veramente.

Tutte quelle leggende erano reali e lei stessa ne era parte.

Maledizione... Sacrificio... Come poteva essere possibile?

E Kol... Il suo Kol era uno di loro, un mostro assetato di sangue umano.
Avrebbe voluto sbagliarsi, lottava contro se stessa per reprimere quella scioccante verità in un angolo remoto del suo animo, ma inutilmente. Con le lacrime agli occhi iniziò a correre per raggiungere il portone d'ingresso il prima possibile... prima che Klaus la catturasse.

Finalmente, dopo attimi di terrore, arrivò nell'enorme atrio e, prestando attenzione a non fare il minimo rumore, spalancò il portone, avvertendo subito su di sé la lieve brezza primaverile.

-Katerina!-.

La ragazza sentì il sangue gelarsi nelle vene e rimase immobile: era stata scoperta.
Un brivido le corse lungo la schiena al solo pensiero di quello che le sarebbe potuto accadere.
No, non poteva arrendersi così: lei era una Petrova e doveva lottare per se stessa e...
Il volto del più piccolo dei fratelli Mikaelson si impresse nitidamente nella sua mente: si ricordò di quel pomeriggio trascorso insieme e di quei sorrisi ricambiati con timidezza. Allora si fece coraggio e, prendendo un grosso respiro, uscì, lasciandosi quel castello alle spalle per sempre.



Kol la attendeva impaziente in una piccola capanna nel bosco.
Dovrebbe già essere qui, pensò. E se Klaus avesse già scoperto tutto?
No, non poteva crederci. Non voleva crederci.

Camminava su e giù per la stanza, mordendosi il labbro inferiore e lanciando di tanto in tanto occhiate verso la finestra alla sua sinistra. Ad un tratto udì un rumore di passi che si avvicinavano.
Si voltò di scatto, corse verso la porta e l'aprì con mano tremante.

Katherine cadde, esausta per la corsa, fra le forti braccia del vampiro.

-Io... - disse con un sospiro di sollievo -sono... non puoi...-

-Klaus- lo interruppe respirando affannosamente -sa tutto.-

L'espressione contenta del ragazzo si contrasse in una smorfia di dolore. Inarcò le sopracciglia, rimase in silenzio per qualche istante, poi si fece coraggio e disse:

-Devi fuggire.-

A quelle parole Katherine impallidì e tentò di replicare ma Kol le pose un dito sulle labbra e glielo impedì.

-Non lontano da qui si trova un'altra capanna. Ti aiuterà: è un'amica di Trevor, Rose.-

Gli occhi di Katherine si riempirono di lacrime: avrebbe voluto dire qualcosa ma sentiva che un nodo le stringeva la gola e che, se fosse scoppiata a piangere, avrebbe spezzato ancor di più il cuore dell'amato.

-Andiamo, tesoro, non sarai mica spaventata da qualche metro di corsa?- disse sorridendo amaramente. Aveva cercato di essere sarcastico anche in quel momento per dare forza a entrambi ma non era affatto possibile. Anche Katherine abbozzò un sorriso mentre sentiva il volto fra le sue mane e le dita che le sfioravano le guance per asciugarle una lacrima che scorreva timida. I loro occhi si fissarono pieni d'amore; ad un tratto Kol fu scosso da un brivido.

-È qui! Dannazione... Ci serve più tempo. Vai! Corri!- disse allontanandola da sé.

Katherine si voltò e mosse qualche passo verso la porta sul retro. Si arrestò.

-No, ti prego- la supplicò -non voglio che ti succeda qualcosa. Non potrei più vivere.-

La ragazza gli gettò le braccia al collo e lo baciò.

Fu un bacio appassionato, che per loro sembrò fermare il tempo.
Fu un bacio d'addio.
Custodendo gelosamente nel suo cuore l'immagine del volto di Kol, la ragazza corse via in lacrime, sapendo che probabilmente non l'avrebbe mai più rivisto. Il vampiro intanto si apprestava a fronteggiare il temibile fratello.

-Kol, fratellino, non commettere stupidaggini!-

Kol strinse i pugni.
In un baleno si ritrovò Klaus davanti pieno di rabbia.
-Dimmi dov'è la doppelganger.-
-Mai.- rispose in tono sprezzante.

Klaus scaraventò il fratello contro la parete e gridò ancora più forza e rabbia:
-Dimmelo!-

Kol gli balzò addosso e lo colpì con un pugno in piena faccia.

-Scelta sbagliata, fratellino.-
Klaus era chiaramente il più forte fra i due e anche Kol lo sapeva perfettamente, ma doveva resistere. Doveva resistere quel tanto da far raggiungere a Katherine la salvezza.

I due fratelli si fronteggiarono per alcuni minuti ma alla fine Klaus ebbe la meglio e riuscì ad immobilizzare l'avversario.

La amo” furono le ultime parole di Kol, prima che Klaus afferrasse il pugnale intinto di cenere di quercia bianca che teneva nascosto e lo trafiggesse al cuore.
-I sentimenti saranno la tua rovina.- disse mentre si allontanava dal corpo del fratello che giaceva steso a terra.

-Portatelo via.-
Nel bosco intanto Katherine correva disperata quando improvvisamente sentì una fitta in pieno petto. Vacillò, si accostò al tronco di un albero e si lasciò cadere in terra: l'inevitabile era successo, lo sapeva.
Scoppiò a piangere. Restò là immobile nel suo dolore per qualche minuto, poi si fece forza, si asciugò le lacrime e si alzò in piedi.

Kol aveva dato la sua stessa vita per lei e non doveva in alcun modo vanificare quel sacrificio. Strinse i pugni, rivolse uno sguardo deciso verso il cielo e cominciò a correre.



And still I dream he'll come to me
That we will live the years together
But there are dreams that cannot be 

 

SPAZIO AUTORE!
Salve gente! 
Mi sembrano passati anni dall'ultima volta in cui ho pubblicato!
Ed in effetti è così... (che battuta triste!)
Allora, è da Natale che medito questa fanfiction e finalmente 
sono riuscito a pubblicare! #Proud
Sì, Kol (Oh KOOOL perché?! T-T) e Katherine! 
Per me sono perfetti insieme e così la mia mente 
contorta ha prodotto questa cosa, che... spero vi piaccia
o almeno non vi spinga a gettarvi di sotto dal Wickery Bridge LOL
E sì, dovevo infilare una citazione da LesMis perché ADORO quel musical! (*piange*)
Bene, vi ho annoiato abbastanza!
Buona lettura, darlings!
{moonlight97

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Capitolo 2
*** Here's to us ***


 

 

Here's to us



Mystic Falls 2012.

La famiglia Mikaelson si era da poco riunita che ognuno aveva già preso le proprie direzioni e Kol, il minore dei fratelli, era stato costretto a rimanere in casa da solo.

-Fratellino, rimani a casa e vedi di non uccidere nessuno mentre sono fuori.-
Non riteneva saggio far infuriare Niklaus, d'altronde lo conosceva fin troppo bene e sapeva che non ci avrebbe messo molto a rinchiuderlo nuovamente in una bara. Perciò se ne stava comodamente sdraiato sul divano a leggere un libro preso a caso dalla libreria. Ad un tratto, mentre era assorto nella lettura, sentì un rumore: un fruscio. Posò il libro sul tavolo senza fare rumore e si mise in ascolto; apparentemente la casa sembrava tranquilla, ma sentiva di non essere solo. Sorrise divertito. Era ovvio, come aveva fatto a non pensarci prima?

-Non ti si addice nasconderti nell'ombra!- esclamò con una punta di ironia.

-Strano- rispose la voce misteriosa uscendo allo scoperto -è quello che ho fatto per più di 500 anni.-

-Katherine! Audace da parte tua...- disse Kol alzandosi in piedi.

-Quando un po' troppe persone cominciano a volerti morta, devi preoccuparti di come...-
-Dai, dillo che ti sono mancato!- la interruppe Kol roteando gli occhi e scoppiando a ridere di gusto.

Katherine abbozzò un sorriso malizioso e cominciò a camminare lentamente per la stanza, giocherellando con una ciocca di capelli. I due si osservavano in silenzio, lanciandosi occhiate intense e quasi di sfida.

-Allora, riesci ancora a far cadere tutte le ragazze ai tuoi piedi?- sussurrò Katherine all'orecchio del vampiro, che rimase immobile come pietrificato.

-Sono un po' arrugginito ma- Kol si voltò e, trovandosi a un palmo dal volto della ragazza, le afferrò le mani con una stretta al contempo vigorosa ma dolce -penso di sì... potrei provare con te.-

I due si fissarono intensamente per qualche istante poi scoppiarono a ridere. Sì, nessuno dei due aveva trovato altro modo di esprimersi se non ridendo.
-Sembra passata una vita dall'ultima volta!- esclamò Katherine con gli occhi illuminati di un'insolita gioia.
-Tecnicamente anche più di una...- puntualizzò Kol con una punta di ironia, lasciando la presa dal braccio di lei. Katherine girò le spalle nascondendo agli occhi del ragazzo un furbo sorriso; fece dunque qualche passo verso la porta ma si bloccò, quando sentì le mani del più piccolo degli Originali posarsi sui suoi fianchi. Kol la strinse forte a sé e la vampira ebbe un sussulto.
-Non mi lascerai mai andare, vero?- chiese Katherine col respiro rotto dall'emozione.

-Mai.- le sussurrò all'orecchio avvicinandovi il capo.

Kol scostò dal collo i fluenti riccioli color nocciola della ragazza, lo sfiorò delicatamente con un dito, facendo correre un brivido lungo la schiena di Katherine che se ne stava pietrificata: troppo tempo era passato dall'ultima volta in cui aveva sentito quella presa. Fatto ciò, mentre con le braccia l'abbracciava sempre più forte, l'Originale impresse un forte bacio sul collo di lei. Gli sembrò come di sfiorare con le labbra i morbidi e delicati petali di una rosa. Sì, Katherine per lui era come un fiore, un fiore bloccato per sempre nella dolce età della primavera. La vampira riuscì quasi a percepire i pensieri dell'altro ed ebbe compassione del loro amore così infelice e sfortunato: una lacrima immaginaria rigò il volto di entrambi. Quello però non era il momento di essere commiserevoli: dovevano godersi pienamente quegli attimi che potevano condividere insieme e questo Katherine lo sapeva perfettamente. Si voltò, gettò le braccia al collo del ragazzo che la fissava perplesso per quella reazione così improvvisa e lo baciò, come se volesse dire “Eccomi. Sono tua di nuovo. Con velocità vampiresca, Kol l'afferrò, la prese in collo e la portò fino alla camera da letto mentre la vampira continuava a imprimergli continui baci sulle labbra e sul collo.

Una volta là, Kol sfilò con forza la maglia della ragazza, che intanto strappava i bottoni della sua camicia con frenesia. Il vampiro poi, spingendola dolcemente con una mano, la fece cadere sul letto ed gli si dipinse sul volto un'espressione gagliarda e soddisfatta. Katherine lo osservò in tutta quella teatralità che l'aveva sempre caratterizzato, e iniziò a ridere con una strana luce negli occhi. A quel punto Kol si gettò sul letto di fianco a lei e la strinse in un forte abbraccio pieno di amore e passione.
-Non male per essere rimasto chiuso in una bara per più di un secolo- disse Katherine ansimando mentre Kol la baciava ripetutamente.

-Modestamente la classe non è acqua.- rispose il vampiro sorridendo compiaciuto.

Non appena ebbero terminato, Katherine scostò Kol da sé e poggiò il suo braccio lungo il petto di lui, che intanto le accarezzava dolcemente il capo. In quel momento entrambi si sentivano in pace e ogni cosa di loro emanava amore e insieme si beavano di quell'infinito attimo di felicità.

{Moonlight97
Eccomi... Sì bene, ciao a tutti! Come va? LOL
Allora, prima di tutto spero che il capitolo vi piaccia: 
ci tengo tantissimo a questa storia ^^
Per quanto riguarda la scena finale... beh... ecco...
è la prima volta che scrivo una scena del genere.
(e probabilmente ho anche commesso un crimine contro la Natura facendolo ma ok)
Si accettano critiche, suggerimenti, qualsiasi cosa! Ditemi se sono andato OOC, se 
sono stato troppo "soft" o il contrario (dubito LOL)
Detto questo io vi lascio alla lettura,
dovrebbe anche esserci un'immagine da qualche parte 
fatta dalla mia cara Damie, che per inciso non mi fa taggare.
Sì, si vede quanto sia tecnologico eh? 
A preesto!

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Capitolo 3
*** Alone ***


 

Alone


Casa Gilbert.

31 Gennaio 2013.

-Nascondino? Bene!-
Kol era furioso. Compose in fretta il numero di Klaus: non poteva credere che l'avesse ingannato di nuovo. Non aveva forse detto che avrebbe riunito la famiglia? Come poteva adesso tradire il suo stesso fratello? Che stupido era stato a pensare di potersi fidare di qualcuno! Avrebbe dovuto averlo capito ormai da tempo, no? Mentre pensava questo, parlava col fratello: parole piene di rabbia, amarezza e dolore gli uscivano dalla bocca, diceva cose che probabilmente nemmeno pensava veramente. Subito dopo aver concluso la chiamata con quella minaccia, gli sorse un dubbio: davvero suo fratello non sapeva niente? No, probabilmente Klaus l'avrebbe veramente rinchiuso di nuovo in una bara, o peggio. Si sentiva rifiutato dalle persone che amava, dalle stesse persone che cercava a modo suo di proteggere.
-Mio fratello...- pensò -lui mi odia.-
Non sapeva che di lì a poco proprio suo fratello maggiore avrebbe assistito impotente alla sua morte e che non lo odiava anzi probabilmente avrebbe dato la sua stessa vita per la sua.
In quel momento vide Elena in cima alle scale: non ebbe il tempo di reagire che sentì una freccia conficcarsi nella sua gamba.
-Colpo a tradimento...- sussurrò -la ragazza è più in gamba di quanto sembri. Sarà divertente.-
Il resto fu un susseguirsi di azioni dettate dall'istinto. Kol ormai non riusciva più a ragionare lucidamente finché non si ritrovò di fronte a Elena trafitta e inerme. Perché non l'aveva uccisa? Dopotutto era quello che aveva giurato a Klaus...
-Questa ragazza...- pensò -Ah! Dannati sentimenti umani! Proprio adesso vengono a tormentarmi? Se solo non fosse così simile a lei... Va bene- disse fra sé e sé -per questa volta la lascerò in vita.-
-E adesso pensiamo a quel braccio!- disse ritornando attento al suo scopo principale.
In men che non si dica fu nella cucina della casa con Jeremy legato al tavolo. Se glielo avessero detto qualche mese prima non avrebbe potuto crederci. Tagliare le braccia di un suo 'amico' per evitare di resuscitare il più antico essere immortale, che avrebbe probabilmente portato l'Apocalisse? Sì, tutto questo suonava strano anche per lui.
-Ma quale braccio sarà? Il destro o il sinistro? Li taglierò entrambi per sicurezza- disse -ma non preoccuparti dopo ti guarirò con del sangue.-
In quel momento sopraggiunse Elena. Kol non fece in tempo rendersi conto della situazione che sentì la lama ferirgli il collo. Provò un dolore lancinante e si trovò improvvisamente immobilizzato e incapace di muoversi. Ormai era veramente finita. Sapeva che quelli sarebbero stati gli ultimi istanti della sua vita. Rivolse un ultimo pensiero a tutte le persone che aveva amato: ai suoi fratelli e a Katherine, l'amore della sua vita, l'unica donna ad averlo fatto sentire di nuovo umano, l'unica che aveva saputo rapire il suo cuore. In quel momento forse era nascosta da qualche parte in attesa di una sua notizia che, purtroppo, non sarebbe mai arrivata. Fece un breve bilancio della sua millenaria esistenza e pensò che dopotutto poteva definirsi soddisfatto. La verbena gli bruciava la pelle. Cosa avrebbero fatto poi i suoi fratelli? L'avrebbero vendicato? Sentì il paletto di quercia bianca trafiggergli il petto e arrivare fino al cuore. Lanciò uno straziante grido di dolore. Le fiamme gli avvolgevano ormai tutto il corpo. In quel momento di sofferenza prese posto nella sua mente l'unica immagine che potesse dargli in qualche modo sollievo. Adesso il dolore sembrava essere magicamente scomparso. Tale il potere dell'amore? Era giunto il momento di arrendersi. Kol, ormai esanime, si lasciò andare e si accasciò lentamente sul pavimento, tenendo salda nel cuore l'immagine che costantemente da cinquecentoventuno anni gli ricordava i suoi sentimenti umani, che qualcuno lo amava e che lui era capace di amare.

Katherine entrò furtiva in casa Gilbert.
-Kol- pensò -Non può che essere stato lui a sfondare la porta in quel modo. È sempre stato un esibizionista.- sorrise amaramente.
Si arrestò improvvisamente sulla soglia.
-Klaus? Perché è qui?- si chiese.
L'originale si voltò lentamente verso di lei: piangeva. Piangeva in silenzio, lasciava che le lacrime scendessero una dopo l'altra e gli bagnassero il volto. Dai suoi occhi verdi non traspariva altro che il dolore e la rabbia. Sì, la rabbia di aver assistito impotente alla morte del fratello. Osservandolo Katherine capì che stava ancora rivivendo quella scena e non disse niente. Non era quello il momento delle parole, lei lo sapeva bene. Gli lasciò intendere con uno sguardo che anche stava soffrendo e attraversò il soggiorno. Passò accanto a Klaus, tenendo gli occhi fissi davanti a sé, o meglio, davanti al cadavere dell'uomo che aveva amato per cinquecentoventuno anni, dell'uomo che aveva amato più di qualsiasi altro, più di Stefan e Damon. Si fermò e osservò, distrutta nell'animo, i lineamenti sfigurati del suo volto. Perché proprio a lui? Non lo meritava. Capì subito che tutto era stato premeditato. I suoi pensieri andarono subito ad Elena, la doppelganger, talmente ossessionata dal non diventare come lei, che era diventata persino peggiore. La scacciò via dai suoi pensieri: non meritava di essere al centro dell'attenzione anche in quel momento. Si inginocchiò. Si passò una mano fra i capelli e prese il piccolo fiore blu che vi teneva. Lo stringeva fra le mani: guardò prima i suoi petali dal colore sgargiante poi alzò gli occhi sul volto di Kol. Dolore e amore erano sul volto della vampira. Delicatamente pose il fiore fra le mani di Kol e le sfiorò per l'ultima volta. Sfiorò quelle mani che l'avevano abbracciata, che l'avevano protetta, che l'avevano amata. Klaus aveva osservato i suoi gesti per tutto il tempo. C'era qualcuno oltre a lui che soffriva, qualcuno che poteva capirlo. Non appena Katherine si fu alzata, lanciò subito un lungo ed intenso sguardo a Klaus che sembrava voler dire: “Non sei solo, io ti capisco. Pagheranno per quello che hanno fatto.” Si diresse verso l'uscita. Passò nuovamente accanto all'originale; già gli dava le spalle quando sentì la sua mano sulla sua spalla. Si voltò e le parve che volesse dire “Grazie.” Allora capì che non bastava nemmeno per lui tentare di essere forte, tentare di reprimere il dolore. Si avvicinò lentamente e lo abbracciò. Non avrebbe mai pensato di trovarsi in questa situazione, o almeno non con Klaus. Ebbene sì, entrambi, due dei vampiri più forti, avevano bisogno di abbracciarsi. Si distaccarono l'uno da l'altra lentamente, poi Katherine riprese a camminare. Di nuovo si arrestò sulla soglia. Forse la felicità non era destinata a lei, pensò. Ripensò un'ultima volta al pomeriggio di quella primavera del 1492, al profumo dei fiori e al loro amore. Sarebbe sempre stata sua.

-Addio!- 

_Moonlight97_
Salve a tutti!
Eccomi qua con l'ultimo -finalmente!- capitolo! YEAH! (?)
Voi non immaginate nemmeno lontantamente quanto mi sia depresso 
per scrivere queste poche righe. Rivivere costantemente la morte del mio
personaggio preferito è... T-T
Niente spero vi piaccia e che non vi induca al suicidio.
Così eviterò di ritrovarmi un'orda di lettori appena riportati in vita da Silas 
sotto casa mia con tanto di torce e forconi.... Ok sto delirando in questo momento
quindi a presto -e fu così che sparii per mesi- e buona lettura! :3

 

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