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di silvia93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1st CHAPTER ***
Capitolo 2: *** 2nd CHAPTER ***
Capitolo 3: *** 3rd CHAPTER ***
Capitolo 4: *** 4th CHAPTER ***
Capitolo 5: *** 5th CHAPTER ***
Capitolo 6: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** 1st CHAPTER ***


Kurt arrivò alla redazione di Vogue.com in orario, ma senza i suoi soliti cinque minuti di anticipo.
La settimana prima era stata piuttosto frenetica per lui. Le lezioni alla Nyada, Rachel e le sue litigate con Brody, l’attesa per gli esiti degli esami clinici di suo padre e, giusto per completare il quadro, un paio di messaggi di Blaine che gli raccontava della preparazione delle Nuove Direzioni per l’ormai sempre più imminente cerimonia dei Diplomi.
Quindi quel lunedì mattina era stato ben felice di posticipare un po’ la sveglia.
Andando alla sua postazione notò subito il gruppetto di colleghi che parlottava di fronte alla macchinetta del caffè.
-Che succede?- chiese il ragazzo avvicinandosi.
-Il nuovo terribile capo è già arrivato e pare che ci siano dei problemi- gli rispose un’altra stagista..Kate? Kathy?
Kurt si sentì un po’ in colpa per non conoscere neanche il suo nome, ma non ebbe neanche il tempo di pensarci.
-Quindi sarebbe meglio tornare al lavoro, no?- intervenne infatti Tracy, una delle segretarie storiche della redazione.
Kurt annuì e ritornò alla sua scrivania seguito da tutti gli altri.
Si diede mentalmente dello stupido per essersi completamente dimenticato che era quel lunedì.
Isabelle Wright aveva avuto una bella promozione e ora sedeva in uno splendido ufficio, sempre di Vogue, ma senza “.com” e quel lunedì avrebbero conosciuto la sua sostituta, una certa Ms Hale.
A Kurt era dispiaciuto molto non poter più lavorare con lei, visto il rapporto che avevano  costruito in quei mesi, ma ora poteva vantarsi di conoscere una delle menti che lavorava per il vero Vogue, quella rivista patinata per cui smaniava ogni mese.
Più che altro il ragazzo temeva di perdere il contratto part-time che la precedente dirigente aveva approvato apposta per lui permettendogli di frequentare la Nyada senza dover rinunciare a quell’esperienza nel mondo della moda.
-Farò il possibile perché rimanga tutto così com’è- gli aveva assicurato la Wright prima di andarsene.
“E se invece quella nuova mi licenziasse?” pensò Kurt “Dovrei trovarmi qualcos’altro da fare..perchè non esiste che rimanga a casa con quei due pazzi!! Magari potrei provare in qualche bar. No no..magari mi capita come al Lima Bean..oh no..che schifo”
-Kurt!- una voce femminile lo riportò nel mondo reale.
-Cosa?- il biondo alzò gli occhi dall’articolo che stava fingendo di leggere e si trovò di fronte Tracy che lo guardava storto.
-Ho detto che Ms Hale vuole vederti nel suo ufficio-
Kurt si avviò con passo incerto verso l’ufficio che era stato di Isabelle ringraziando il cielo di aver indossato uno dei suoi outfits migliori.
“Beh..sarai un disoccupato elegantissimo” lo prese in giro una vocina dentro di lui.
Durante il breve tragitto ripassò tutto quello che si sapeva sulla nuova arrivata.
Una  giovanissima manager che vantava collaborazioni prestigiose con Gucci, Dior e CK.
C’era anche qualcuno che diceva fosse imparentata alla lontana con il grande Ralph Lauren e che questo le avesse aperto diverse porte, ma aveva lasciato la redazione di Vanity Fair per un incarico più tranquillo a Vogue.com.
E questo era strano. Almeno per quanto pensava Kurt.
Arrivato di fronte alla porta scura il ragazzo bussò discretamente.
-Avanti- rispose una voce dall’interno.
Non appena mise piede nell’ufficio Kurt si accorse quanto quella stanza fosse cambiata.
La scrivania era completamente sgombra, ad eccezione del computer portatile, ed era stata spostata di fronte all’enorme vetrata in modo che il sole la illuminasse completamente. Tutti i faldoni dei modelli su cui stava lavorando Isabelle erano sistemati ordinatamente sull’angolo opposto e al loro posto era apparso un divanetto di pelle nero davanti al quale era posizionato un elegante tavolino in vetro..sulla parete di destra era stato sistemato un piccolo mobile su cui era appoggiato un’enorme mazzo di fiori colorati.
Perfino le pareti sembravano completamente diverse, libere da tutti i quadri e le foto che le riempivano fino alla settimana prima.
“Proprio tutto com’era” constatò amaramente Kurt.
-Pensi sia stato un po’ eccesivo?- gli chiese la nuova manager notando lo sguardo che lo stagista aveva fatto vagare per tutto l’ufficio.
-No..io..cioè..assolutamente..- Kurt si ritrovò a balbettare conscio di avere appena fatto una pessima prima impressione.
-Tranquillo..giuro che non mordo..- lo prese in giro la donna -..siediti dai- aggiunse indicando una delle sedie davanti alla scrivania.
Kurt si accomodò e si prese un attimo  per osservare il suo nuovo capo.
Era una bella ragazza, sicuramente sotto i trenta, con i capelli scuri, leggermente ondulati, aveva i lineamenti delicati e gli occhi troppo dolci per essere una specie di giovane Miranda Priestly come avevano ipotizzato poco prima i suoi colleghi.
-Tu sei Kurt, giusto?- iniziò Ms Hale continuando senza dargli il tempo di dire alcunché -Isabelle mi ha parlato di te..era molto contenta del tuo lavoro qui. Tanto da concederti un contratto part-time. Posso chiederti per quale motivo questa scelta?-
Kurt si mosse sulla sedia, era nervoso e si sentiva un po’ sotto esame, ma quando rispose la sua voce risuonò abbastanza sicura.
-Ho iniziato a frequentare la Nyada e quindi..- cominciò a spiegare, ma fu subito interrotto dall’entusiasmo della manager.
-La Nyada?? Wow..è fantastico!!-
Lo stagista sorrise, segretamente compiaciuto della reazione.
-Oh..scusa..ti ho interrotto..continua pure- Ms Hale si ricompose e gli fece cenno di riprendere.
-Dicevo..la Nyada è sempre stata il mio primo obbiettivo, però mi dispiacerebbe lasciare il mondo della moda perché anche questo mi appassiona molto- Kurt rimase in silenzio, attento a qualsiasi reazione della ragazza davanti a lui.
-Ottimo..perchè avrò bisogno di qualcuno che sappia quale fosse la linea che Isabelle intendeva seguire e che mi aiuti ad ambientarmi- la ragazza gli dedicò un sorriso radioso porgendogli la mano.
-Oh..grazie. Grazie mille Ms  Hale- disse Kurt stringendole la mano.
-Comunque puoi chiamarmi Angela-
-Angela..ok- Kurt sorrise sentendosi molto più rilassato.
-Allora..direi che potremmo iniziare con controllare gli articoli per la prossima settimana..- Angela appoggiò una pila di fogli sula tavolo -..ti faccio spazio così possiamo lavorare insieme- disse liberando la scrivania e aggirandola per sedersi accanto allo stagista.

Per un po’ lavorarono in silenzio limitandosi a brevi commenti su come si potessero migliorare gli scritti.
Ad un certo punto però Angela si alzò per prendere un bicchiere d’acqua e iniziò a canticchiare a bassa voce una melodia che per Kurt risultò inconfondibile.

You think I'm pretty
Without any makeup on
You think I'm funny
When I tell the punch line wrong
I know you get me
So I let my walls come down
Doowwn


E subito mille ricordi lo invasero facendogli sentire una fitta al cuore.

Scusami. Posso farti una domanda? Sono nuovo qui.
Mi chiamo Blaine.
Kurt.


Per favore smetti di fingere che non c’è nulla che non va
Sono stato con altro


Può una canzone incarnare allo stesso tempo il ricordo migliore e quello peggiore?
Certo, erano passati mesi e lui e Blaine cercavano di mantenere una sorta di rapporto amichevole, ma era una ferita ancora aperta e quella canzone..beh..non era il massimo per cercare di guarire.
-Non ti piace Katy Perry?- la voce di Angela interruppe il flusso di ricordi.
La manager infatti aveva subito notato un cambiamento nel più giovane.
-Si..cioè no..è solo che io..- cercò di spiegarsi  il ragazzo.
-Scusami..- lo bloccò la manager -..tu cerchi di lavorare mentre io canto..-
-No va bene..io adoro la musica..ma..- ribatté Kurt abbassando lo sguardo.
-Ok..niente Katy..che ne dici di..Pink?- propose la ragazza nel tentativo di rimediare al clima improvvisamente gelido nella stanza.
L’occhiata che le rivolse il più giovane però la convinse a cambiare completamente argomento.
-Isabelle mi ha detto che vieni da Lima, Ohio..anch’io sono di quelle parti..-
Finalmente Kurt sembrò riprendersi, fino alla precisazione successiva.
-..sono cresciuta a Westerville. Ci sei mai stato?-
“Quasi quasi era meglio se mi licenziava” si disse il soprano reprimendo un sospiro di frustrazione.
-Si..per un periodo ho frequentato la Dalton Academy- rispose a denti stretti.
-Sul serio? Io la Crawford,  ma il mio primo ragazzo andava alla Dalton. Adoravo quel blazer. Il mondo è davvero piccolo-
-Eh già- sibilò Kurt tornando a guardare i fogli sparsi nella speranza di porre fine a quella conversazione.
Angela capì subito il disagio del suo nuovo assistente e anche di aver superato il limite.
-Mi dispiace..- mormorò sconsolata sprofondando sul divanetto -..non volevo essere così..indiscreta. Se vuoi andare finisco io qui-
-No..- Kurt si girò verso la ragazza -..è solo che ci sono alcune cose di cui non mi va di parlare-
-Brutti ricordi?- chiese Angela dolcemente.
Lo stagista annuì.
-Continuiamo?- chiese poi Kurt deciso a non piangersi addosso.
-Nah..- gli rispose Angela infilandosi il cappotto -..mi è venuta fame. Vieni dai. Ti offro il pranzo-
La ragazza uscì dalla porta lasciando Kurt a fissare un punto indefinito del pavimento.


Perché sei così turbato?
Perché fino a ieri nessuno mi aveva mai dato un bacio.
Dai. Ti offro il pranzo.


-Allora? Vieni?- la manager si riaffacciò dalla porta del suo ufficio.
-Arrivo- Kurt si alzò in fretta e l’affiancò mentre si dirigevano verso l’uscita.  


 





Piccole Note:
Ciao a chiunque sia arrivato fin qui.
Questa storia è nata un po’ per caso dopo l’ennesimo pomeriggio passato a sclerare in attesa della puntata di San Valentino.
Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori che potreste trovare, perché la storia non è stata betata..ma lo sappiamo..le cose migliori sono quelle imperfette ;)
E dopo questa perla posso anche ritirarmi.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Silvia

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Capitolo 2
*** 2nd CHAPTER ***


-E si è tranquillamente seduto su una delle mie sedie vintage- sospirò Kurt accomodandosi sul divanetto accanto ad Angela.
-Completamente nudo?- chiese di nuovo la ragazza.
-Completamente nudo- le assicurò lo stagista indispettito.
-Avrei voluto vederlo- commentò lei.
-Io lo avrei evitato-
-Oh..andiamo..- la ragazza gli diede un colpetto sulla spalla -..io scommetto che un’occhiatina l’hai data-
-Cos-io? Ma stai scherzando?- Kurt arrossì lievemente.
-Io l’avrei fatto- ammise candidamente la mora con un’alzata di spalle.
Era di nuovo lunedì e Kurt era di nuovo nell’ufficio del Capo, ma questa volta niente nervosismi o ricordi spiacevoli. Solo le solite chiacchiere e le solite bozze da correggere.
Dopo il primo pranzo insieme infatti i due ragazzi avevano legato molto, scoprendo di avere molte cose in comune a parte l’Ohio e così avevano iniziato a frequentarsi anche fuori dall’ufficio, tanto che Angela era diventata “Angie” e aveva già avuto modo di farsi spaventare dalle manie di protagonismo di Rachel e apprezzare il bell’aspetto di Brody.
Molto presto riemerse, da parte di Angie, l’entusiasmo per la Nyada mostrato durante il loro primo incontro. La ragazza infatti si faceva raccontare da Kurt degli insegnamenti e delle sue aspirazioni. E con lei il cantante si apriva in modo inaspettato, parlandole delle difficoltà con le lezioni di danza, dell’aria di competitività che permeava ogni sala in cui metteva piede.
Ad accomunarli c’era anche la passione per i musical, tanto che erano già andati a vedere un paio spettacoli ed Angie non aveva protestato quando Kurt le aveva chiesto di evitare West Side Story in favore di Wicked e aveva scelto Rent al posto di Grease.
Non c’era voluto molto infatti alla giovane manager per capire che il suo nuovo amico era appena uscito da una relazione e che ci soffriva ancora.
Era capitato spesso infatti che, durante le loro conversazioni e in particolare quando lei gli chiedeva della sua vita prima di New York, il più giovane le rivolgesse delle occhiate sofferenti che la convincevano a cambiare argomento.
-Ok..- iniziò Angie dando un’occhiata all’orologio -..il tuo turno è finito e io devo andare in un posto. Vuoi un passaggio a casa?-
-Perché no- accettò Kurt seguendola fuori dall’ufficio.
 
-Non ero mai salito in una limousine- disse Kurt estasiato non appena l’autista chiuse la portiera.
-Questa non è limousine, Kurt..- lo corresse Angie sistemandosi il cappotto -..è solo una macchina con autista-
-Fammi sognare, ok? Ora sono una di quelle star di Broadway che sta andando alla prima del suo spettacolo-
-Come desidera Mr Hummel..però io sarò la sua accompagnatrice- lo assecondò la ragazza.
-Va bene..ma solo perché sei piuttosto carina..un po’ palliduccia, ma carina-
Kurt si spostò verso il finestrino per osservare le vetrine che scorrevano veloci ai margini della strada.
Angie invece rimase in silenzio godendosi il viaggio.
-Non dirmi che ti sei offesa- volle sapere Kurt dopo un po’.
-Cosa?- Angie si voltò di scatto -No no..sono abituata alla tua gentilezza ormai. Stavo solo..pensando-
-Stai bene, tesoro?- chiese Kurt preoccupato.
La caratteristica che il ragazzo apprezzava di più della sua nuova amica era la sua leggerezza, il fatto che non prendesse mai niente sul serio.
Mentre era con lei poteva essere una persona diversa..il classico ragazzo di provincia che si è trasferito a New York e che si entusiasma per ogni nuova prospettiva che la City gli offre.
Broadway, la 5th Avenue, anche il classico chiosco degli hot-dog a Central Park. Vivere queste cose con Angie era diverso che con Rachel. Era entusiasmante, gli dava un senso di libertà che non aveva mai provato.
Perché Rachel era la sua migliore amica, la sua coinquilina, la sua confidente, ma rappresentava anche la sua vecchia vita, il Glee, il WMHS..Blaine.
Angie invece era New York..l’eccitazione della novità, la gioia delle nuove esperienze.
Per questo non le aveva ancora raccontato di Blaine, della rottura, della sofferenza che ancora lo colpiva quando pensava a lui.
-Sto benissimo- gli assicurò l’amica.
Kurt la guardò un po’ scettico.
Poi lei si guardò intorno per capire in che punto della città erano stati bloccati dall’ennesimo ingorgo.
-Siamo a due isolati da casa tua, ti vai di camminare un po’?- propose Angie.
-Va bene. Così magari ci fermiamo da Starbucks- disse Kurt sperando che davanti ad un caffè l’amica gli raccontasse di più.
Angie lo seguì fuori dalla macchina dicendo all’autista che dopo avrebbe preso un taxi.
 
Neanche a dirlo lo Starbucks era sempre affollato, perciò i due ragazzi si misero in fila cominciando a commentare gli outfits dei vari clienti.
-Allora..- cominciò Kurt quando c’erano ormai poche persone prima di loro -..dove vai di bello dopo?-
-Vado a trovare un vecchio amico- rispose distrattamente Angie mentre osservava con particolare attenzione un manifesto appeso al bancone.
-Uno spasimante?- si entusiasmò subito Kurt.
-Decisamente no- tagliò corto la mora -Dai tocca a noi-
-Un doppio espresso per me, un mocaccino grande con latte scremato per lui- snocciolò la manager alla cassiera.
 
Un cappuccino medio, un mocaccino grande con latte scremato per lui.
Sai come prendo il caffè
Ma certo
 
-Allora? Kurt?-
Kurt alzò gli occhi da terra incontrando quelli scuri di Angie.
-Ti ho chiesto se vuoi qualcos’altro- gli fece presente l’amica.
-No..va bene così- il cantante fece per prendere il portafogli.
-Lascia stare..- lo fermò l’altra allungando una banconota all’inserviente -..prendi un tavolo piuttosto-
Una volta seduti al tavolino Angie sembrava tornata quella di sempre.
In quel momento stava ciarlando di un paio di scarpe che aveva intravisto in una vetrina del centro che voleva assolutamente andare a prendere.
-Secondo un’amica che ho conosciuto a Vanity Fair saranno la nuova tendenza dell’estate e..
-Non capisco perché- la interruppe Kurt riportando alla mente un vecchio dubbio che gli ronzava in testa da quando aveva conosciuto Angie.
-Perché stanno benissimo con la mia borsa di Prada- rispose la ragazza con tono ovvio.
-Non capisco perché tu abbia lasciato Vanity Fair per un impiego molto meno importante- chiarì il biondo.
Seguì un attimo di silenzio in cui Kurt si pentì della sua impulsività e si preparò a ricevere un esplicito invito a farsi gli affari tuoi.
Invece Angie si limitò a sorridere dolcemente prima di rispondergli.
-Per lo stesso motivo per cui tu non mi hai ancora parlato del tuo ex-
Kurt aprì la bocca per ribattere, ma la ragazza fu più veloce.
-Non è un rimprovero, Kurt, è una constatazione. Tu vuoi evitare io ti faccia domande scomode e io voglio essere libera di godermi la vita senza grandi responsabilità-
La dirigente prese un sorso prima di ricominciare.
-Non sei il primo che mi chiede il motivo della mia scelta..anzi molti mi hanno criticato perché avrei avuto l’occasione di arrivare davvero in alto..ma a me piace semplicemente la moda..non mi interessa da che parte di New York si trova la rivista per cui scrivo o quante persone lavorano per me-
Kurt la guardò ammirato.
-Dovresti essere fiera di te stessa-
-Io lo sono..vorrei che lo fosse qualcun altro- rispose Angie a voce più bassa.
Il soprano la guardò interrogativamente.
Evidentemente la parte mondana di Angie era solo la punta dell’iceberg di quella che era la sua personalità.
-Diciamo che mio padre non era entusiasta della mia carriera nella moda..- inizio la giovane abbassando lo sguardo -..e lo è stato ancora meno quando ha saputo del mio nuovo incarico..-
Kurt strinse la mano che la ragazza aveva appoggiato sul tavolo, grato che si fosse aperta così con lui.
Poi si sentì lievemente in colpa, perché Angie era sempre sincera con lui..non aveva avuto nessuna difficoltà nel rispondere alla sua domanda.
In effetti..cosa sarebbe potuto cambiare fra loro se si fosse concesso di parlarle di Blaine?
-Blaine..- iniziò il ragazzo attirando l’attenzione di Angie -..il mio ex si chiama Blaine..-
-Non è necessario Kurt- lo fermò l’amica.
-No, non lo è..ma io voglio parlarne. Con te-
-Non ora, però..- Angie si alzò -..sono già in ritardo-
-Ok..ci vediamo domattina?- si informò Kurt aprendole la porta.
-Non credo di riuscire a passare in redazione domani. Ti chiamo per un caffè dopo le tue lezioni-
Angie gli scoccò un bacio veloce e si affrettò verso un taxi fermo a ciglio strada.
-Grazie per il caffè- le urlò Kurt agitando la mano in saluto.
-Non c’è di che, Kurt- rispose lei prima di rivolgersi all’autista.
-North General Hospital, per favore-
 
Angie non chiamò il giorno dopo, e mandò un messaggio per cancellare l’uscita.
Rachel si era fermata fino a tardi alla Nyada, impegnata nel suo ennesimo tentativo di dimostrare le sue capacità alla professoressa July e Brody ovviamente era rimasto con lei.
Kurt si aggirava pigramente per il suo appartamento scorrendo la rubrica del suo cellulare intenzionato a chiamare qualcuno per chiacchierare un po’.
All’improvviso si rese conto che l’unica persona che voleva sentire era anche l’unica che non avrebbe mai trovato la forza di chiamare.
 

 
 
 
 
Piccole Note:
Eccoci con un nuovo capitolo.
Cosa che passa assolutamente in secondo piano perché..avremo la nostra Klaine MakeOut Scene!!!!!!!!!!!!!
Concedetemi un piccolo sclero…ora torniamo seri.
In questo cap. scopriamo qualcosa in più su Angie , mentre Kurt prosegue nel suo viale dei ricordi, complice qualche situazione o frase particolare.
Cosa succederà ora che ha deciso di raccontare ad Angie di Blaine?
Fatemi sapere che ne pensate.
 

Silvia
 

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Capitolo 3
*** 3rd CHAPTER ***


Quando Kurt uscì dalla Nyada il venerdì pomeriggio vide subito Angie che sventolava una mano nella sua direzione.
-Ehi..com’è andata?- si informò la ragazza.
-Tutto bene, mamma- la prese in giro Kurt abbracciandola.
-Stai dicendo che sono vecchia?- Angie si scostò dall’abbraccio.
-Beh..più vecchia di me sicuro-
-Ah..se la metti così..sei in punizione signorino..- decretò la ragazza mettendosi le mani sui fianchi -..niente Vogue questo mese per te-
-Scherzavo..porti benissimo i tuoi venti..due anni- tubò Kurt abbassando volutamente l’età dell’amica.
-Se se..andiamo dai- Angie lo prese a braccetto e si incamminarono verso casa della manager.
Arrivati a casa della ragazza i due ordinarono qualcosa da mangiare e nell’attesa Kurt raccontò all’amica del provino che voleva sostenere per uno spettacolo del corso di canto.
-Stavo pensando ad una canzone di Les Miserables..magari una di Whitney- il soprano stava ragionando ad alta voce.
-“I Have Nothing”..- propose Angie entusiasta.
 
Ma te lo prometto..non mi perderai.
Ti amo così tanto.
Ti amo anch’io
 
-..adoro quella canzone. Sarebbe perfetta per te e poi..-
Ma lasciò perdere ogni apprezzamento percependo la difficoltà dell’amico.
-O potresti cantare la sigla dei cereali- disse per alleggerire la tensione dovuto sicuramente a qualche ricordo spiacevole legato al famoso Blaine.
Kurt, infatti,  le aveva raccontato del suo ex.
Si era presentato due sere prima a casa sua con una confezione di gelato e aveva parlato per ore.
Aveva parlato tanto, alternando pianti a risate inaspettate, spiegandole anche perchè non lo avesse fatto prima e alla fine lei lo aveva abbracciato promettendogli che non sarebbe cambiato niente fra di loro.
Per questo Angie preferì rimanere in silenzio e aspettare una qualsiasi risposta dell’amico.
-Dici quella dei cereali alle fibre integrali?- chiese Kurt lasciandosi sfuggire un sorriso.
-Si..è orecchiabile- confermò lei.
-Ci penserò-
Fortunatamente in quel momento il campanello li avvisò che la loro cena era arrivata. 
 
La sera dell’audizione finale Angie riuscì a liberarsi da una cena di lavoro e accompagnò Kurt all’Accademia.
-Rachel verrà?- chiese distrattamente Angie mentre lei e Kurt salivano la scalinata della Nyada.
-Nè Rachel né il vero soggetto della tua domanda- le rispose Kurt girandosi per lanciarle uno sguardo di ammonimento.
-Era Rachel il soggetto della mia domanda- si impuntò la mora rallentando un po’ la sua andatura.
-Certo..nessun interessamento per Brody..o meglio per il suo fondoschiena-
Angie gli fece la linguaccia.
-Vai avanti ci vediamo su- gli disse poi la manager appoggiandosi al corrimano.
-Stai bene?- Kurt si avvicinò sollecito vedendo l’amica cercare di nascondere un’espressione di sofferenza.
-Benissimo- gli assicurò Angie con un sospiro.
-Solo che queste scarpe mi stanno uccidendo- spiegò mostrando delle decolté dal tacco vertiginoso.
-Ti avevo detto che sarebbero state scomode- la rimproverò Kurt offrendole il braccio.
-Ma sono delle Manolo- protestò Angie accettando il sostegno.
- Carrie Bradshaw sarebbe fiera di te-
Arrivati all’auditorium Kurt indicò all’amica i posti destinati agli spettatori e poi il palco su cui si sarebbe esibito lui.
-E’ normale essere nervosi- lo punzecchiò Angie vedendolo fremere.
-Non sono nervoso- rispose il soprano con voce così stridula che sorprese perfino se stesso.
La ragazza lo abbracciò forte.
-E non hai motivo per esserlo. Perché sta sera li distruggerai tutti su quel palco- gli sussurrò prima di rompere l’abbraccio e dirigersi verso una delle poltroncine rosse.
 
Penso che tu sia adorabile e che gli unici che moriranno sta sera saranno quelle in platea perché io e te distruggeremo tutti
 
 
-Stavi piangendo..ti ho vista- insistette Kurt.
Lui e Angie stavano uscendo dall’auditorium. Il soprano era molto soddisfatto della sua esibizione, ma ancora di più nell’aver visto una tale reazione da parte dell’amica.
-Ma che dici?- si schernì la mora -Mi stavo sistemando l’eyeliner-
-Certo certo..se ci credi tu gioia- Kurt le batte un paio di colpi sulla spalla.
-Ehi Kurt..-
Erano quasi all’uscita quando una voce maschile li fece voltare
-Adam..-
-Ciao..- fece Adam arrivando davanti alla coppia -..volevo farti i miei complimenti. La tua esibizione è stata.. direi..commovente-
Angie squadrò il nuovo arrivato mentre Kurt riceveva i suoi elogi e ricambiava per l’esibizione dell’altro.
-Comunque lei è la mia amica Angie. Angie lui è Adam..frequenta l’ultimo anno- il più giovane fece le presentazioni.
I due si strinsero la mano sfoderando sorrisi di circostanza.
-Ora devo andare. Ci vediamo domani, Kurt..magari ci prendiamo quel caffè-
Adam se ne andò regalando un sorriso al ragazzo e un cenno alla mora.
 
-Carino, vero?- commentò Kurt una volta saliti su un taxi
-Se ti piacciono i damerini inglesi- rispose Angie storcendo il naso.
Il cantante si girò verso l’amica, sorpreso da quell’improvvisa acidità.
-Mi sono perso qualcosa?- le chiese in attesa di spiegazioni.
-Scusami non volevo essere così diretta..- si scusò la ragazza -..non sono il tipo che si fa influenzare dalle prime impressioni..però..boh..a pelle non mi piace- cercò di spiegarsi.
-Quindi io ti sono stato subito simpatico?- chiese Kurt dimenticandosi momentaneamente di Adam.
-Oh no!- esclamò Angie -La prima volta che sei entrato in ufficio sembrava volessi uccidermi solo perché avevo spostato qualche mobile-
-E allora perché mi hai invitato a pranzo?-
-La verità?- Angie gli mise un braccio intorno alle spalle attirandolo a sé -Sembravi un cucciolo smarrito-
-Questo si che è edificante- mormorò il ragazzo appoggiandosi all’amica.
-Ehi..- protestò lei -..te l’ho detto che io non mi fermo alle prime impressioni o ai pregiudizi. Non sono così ignorante-
 
Il pregiudizio è solo ignoranza, Kurt.
 
Kurt scosse la testa come ad eliminare fisicamente il ricordo.
-Penso che domani andrò a prendere un caffè con Adam- buttò lì poco prima di arrivare a casa.
-Fai bene..- lo incoraggiò Angie -..sarò felice di sentire che mi sono sbagliata-
 
Il cellulare di Kurt trillò molto presto la mattina dopo.
Il ragazzo si affrettò a leggere il messaggio aprendosi poi in una smorfia scontenta.
Da Angie:
Mi dispiace ma non posso venire oggi. Però domani sera considerati sequestrato perché voglio tutti i dettagli su Adam XOXO A.
Da Kurt:
Ci sto. Ma non firmarti A. E’ inquietante. XOXO K.
 
La sera dopo Kurt e Angie cenarono nel loro ristorante preferito e poi passeggiarono fino a casa della ragazza. Parlarono di Adam, dei nuovi modelli della nuova collezione Autunno-Inverno e poi finirono per discutere di quello che avevano in programma di fare quel fine settimana.
-Adam mi ha chiesto di andare a vedere il concerto del suo gruppo..perchè non vieni anche tu?- propose il cantante.
-Veramente pensavo di andare al Pleasure. Perché non vieni tu con me?- rilanciò la manager.
Kurt la guardò dubbioso.
-Dai..- lo provocò l’amica -..andare a sentire Adam’s Apple? O passare la serata tra bei ragazzi e cocktail deliziosi..-
-Sei perfida- si lamentò il più giovane mettendo il broncio.
-Stavo scherzando, Kurt..- lo tranquillizzò Angie -..se mai dovessi andare al Pleasure non ti porterei con me..distrarresti tutti i bei ragazzi-
-Era una specie di complimento?- chiese Kurt lusingato.
-Non montarti la testa, carino. E ringraziami perché verrò con te a sentire Mr Bean che stona sul palco-
-Per essere una che non si ferma alle apparenze sei davvero stronza-
-Oh questo è niente, tesoro- gli assicurò Angie con una sonora risata.
Nonostante, durante la settimana Angie avesse avuto modo di incontrare più volte Adam e una volta, su suggerimento di Kurt, lo avesse invitato a bere un caffè, la manager  non riuscì a rivedere la sua opinione sul ragazzo inglese.
 
Il venerdì sera successivo Angie passò a prendere Kurt.
Quando Brody le aprì la porta Angie venne catapultata in una delle frequenti liti stile Hummel-Berry  
-Sto solo dicendo che potresti anche pensare di accettare l’invito..- stava dicendo il suo amico all’indirizzo di Rachel.
-Non ci penso minimamente. E non dovresti farlo neanche tu- rispose la cantante incrociando le braccia al petto.
-Attenta Rach, perché così rimarrai da sola. Tu e il tuo immenso ego- Kurt diede le spalle alla coinquilina e uscì dall’appartamento sbattendo la porta.
-Non ti invidio per niente- disse Angie a Brody prima di inseguire il suo amico.
-Posso sapere che è successo?- chiese la manager una volta riacciuffato Kurt.
-I nostri compagni del Glee si diplomano fra un paio di settimane, ma Miss SonoTroppoTalentuosaPerVoi non vuole tornare a Lima- il soprano stava camminando avanti e indietro, estremamente nervoso.
-E tu vuoi tornarci?- domandò dolcemente la manager.
-Io..io non lo so- ammise Kurt fermandosi di fronte all’amica.
-Secondo me dovresti andarci..- Angie gli appoggiò le mani sulle spalle -..sono i tuoi amici..non importa quello che è successo..restano sempre i tuoi amici-
 
E non sopporto di non parlarti anche se sono ancora arrabbiato con te. Perché resti comunque il mio migliore amico.
Anche tu lo sei.
 
Kurt si gettò tra le braccia di Angie che automaticamente lo strinsero.
-Dai..andiamo a farci rovinare la serata dal tuo damerino..- scherzò la mora avviandosi verso il taxi
-Ah..ti avviso che ho dei pomodori in borsa..e non esiterò a tirarli- aggiunse sorridendo.

 

Piccole Note:
Eccomi qui di nuovo..spero di finire questa storia..perchè se prima mi preoccupavo dello hiatus ora temo che mi prenderà un colpo durante "I Do"
Spero che tutti sti spoiler non ci illudano o è la volta buona che prendo un aereo per L.A. e non per godermi il panorama.
Ma torniamo alla storia..Angie e Kurt sono sempre più uniti, il che porta Kurt a raccontarle di Blaine. Ma ecco che entra in gioco Adam..il tizio non sta molto simpatico alla nostra Angie (vi giuro c'ho provato..ma non riuscivo proprio a scrivere niente di carino su di lui). E proseguono anche i ricordi di Kurt..vedremo come andrà avanti.
Se per caso dovessi collassare davanti al pc giovedì notte ringrazio tutti quelli che hanno recensito, messo la storia fra le seguite o anche solo letto in silenzio.
Silvia

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Capitolo 4
*** 4th CHAPTER ***


-Grazie a tutti per essere qui sta sera- cominciò Adam prendendo possesso del microfono al centro del palco.
Il pubblico era costituito principalmente dagli studenti della Nyada visto che il locale era in quella zona.
Kurt e Angie erano seduti ad un tavolino più o meno in centro alla sala e stavano sorseggiando i loro cocktail.
-Sai..- iniziò la ragazza giochicchiando con l’ombrellino del suo drink -..siamo ancora in tempo per tornare a casa a goderci Randy e Mariah che discutono-
-Shh..sta per iniziare- la richiamò Kurt
-Anche America Idol..- insistette Angie -..e  Ryan Seacrest è molto più carino-
-Sei insopportabile!- le disse Kurt concentrando poi tutta la sua attenzione sul ragazzo che aveva iniziato a cantare.
-Anch’io ti voglio bene, Kurtie- tubò Angie appoggiandosi a lui.
 
-Sul serio Kurt..ripetimi perché credi che tra voi possa funzionare- sospirò Angie sedendosi su una panchina.
Finito il concerto lei e Kurt avevano deciso di concedersi una passeggiata invece del solito taxi.
-E’ molto carino..- iniziò il cantante.
-Anche un cucciolo di foca è carino..ma non ci andrei a letto- si oppose la giovane sedendosi su una panchina.
-E’ dolce- continuò Kurt.
-Ho una scatola di cioccolatini ancora chiusa a casa..lunedì te la porto- Angie era decisa ad approfondire cosa provava realmente il suo amico, perché se Adam fosse stato davvero importante per lui era decisa a non interferire.
-Il suo accento è molto sexy- riprovò Kurt un po’ infastidito
-E’ inglese, gioia..anche il Principe Carlo è sexy quando parla-
Kurt aveva capito il gioco della sua amica e per quanto cercasse di mostrarsi seccato quel botta e risposta gli stava dimostrando che forse Adam era solamente un interesse passeggero. Un modo per dimostrare a se stesso che aveva superato il passato ed era pronto per una nuova relazione.
Ma nonostante questo era deciso nel non dare ad Angie la soddisfazione di sbatterglielo in faccia.
-Io sono dei Gemelli. Lui è Leone. Siamo perfettamente compatibili- buttò lì cercando di avere la meglio.
-Uhm..mi hai convinto..- sghignazzò Angie -..ora mi dirai che il vostro amore è inciso nella volta celeste e voi siete due stelle che brillano insieme-
 
Mi mancherai così tanto. Sei propria una stella.
E tu sei la mia. Lo sarai sempre.
 
-Esattamente. Io e Blaine siamo destinati a stare insieme- replicò Kurt convinto.
-Blaine?- l’amica lo fissava ad occhi sgranati.
-Adam..ho detto Adam-
Kurt si maledì. Maledì la sua mente perché continuava a riproporgli quei particolari momenti. Maledì il suo cuore perché era direttamente da lì che arrivavano quei ricordi.
-Tesoro..forse è il caso..- Angie gli pose una mano sul braccio.
Perché la ragazza poteva continuare a punzecchiare l’amico su Adam e poteva tirar fuori sigle di assurde pubblicità per distrarlo da qualsiasi strana associazione. Ma decisamente non poteva soprassedere a questo.
-No. Lasciamo perdere, ok? Lasciamo perdere Adam, questa discussione e tutto il resto- rispose il più giovane deciso.
-Ok..- lo assecondò la ragazza -..è ancora presto. Perché non raggiungiamo i miei amici al Blue Moon?-
-No. Voglio andare a casa-
 
 
Artie da un party al Bel Grissino. Ti va di accompagnarmi?
No. Voglio andare a casa tua.
 
-Oh, dannazione!- imprecò Kurt con gli occhi lucidi.
-Ci vediamo lunedì- disse prima di abbandonare Angie su quella panchina.
La ragazza lo guardò allontanarsi, incerta se seguirlo o lasciargli il suo spazio.
Quando decise di alzarsi dalla panchina per raggiungere l’amico un forte capogiro la costrinse a rivedere la sua decisione.
Prese il cellulare e compose un numero che ormai conosceva a memoria.
-Paul? Ho sbagliato ad annullare il nostro appuntamento di questo pomeriggio-
-Speravo in una tua chiamata..- rispose il suo interlocutore -..ti aspetto domani alle 5-
-Grazie-
 
Il lunedì mattina Angie arrivò in redazione sfoggiando un paio di occhiali da sole che le coprivano metà viso e si chiuse subito nel suo ufficio, saltando la sua solita chiacchierata con Tracy.
Kurt non fece in tempo a mettere piede in redazione che proprio l’anziana segretaria lo spinse letteralmente fino alla porta della dirigente mettendogli in mano un paio di ciambelle.
-Deve essere successo qualcosa. Vai a vedere come sta..- lo esortò la donna, visibilmente preoccupata -..e fammi sapere se ha bisogno di qualcosa-
Lo stagista la guardò allontanarsi e poi bussò alla porta.
-Avanti- disse Angie dall’interno.
-Oh, sei tu Kurt- constatò ributtandosi sul divano dal quale si stava alzando.
-Qualcuno ha fatto le ore piccole ieri sera,eh?- la rimproverò bonariamente il più giovane notando il volto pallido e le più che evidenti occhiaie dell’amica.
-Non ho dormito bene- borbottò Angie cercando di arrivare alla sua borsa che giaceva abbandonata sul tavolino.
Kurt si sedette davanti alla scrivania, sperando con tutto il cuore che l’amica non volesse parlare di quello che era successo sabato sera.
Angie recuperò dalla borsa un astuccio colorato che conteneva specchio e correttore e si mise seduta.
-Davvero tesoro..sembra ti sia passato sopra un tir- Kurt rincarò la dose.
Angie sospirò pesantemente e riappoggiò la spugnetta intrisa di correttore quando si accorse dell’evidente tremore delle sue mani.
-Perché invece di rompere non mi dai una mano?- fece rivolta allo stagista -Con questo specchietto non vedo niente- si giustificò facendogli spazio sul divano.
-Dai qua..- Kurt iniziò a tamponare la pelle dell’amica.
-Allora..che hai combinato ieri sera per creare il mix perfetto tra pallore e occhiaie?- volle sapere il cantante.
-Kurt..se davvero vuoi parlare perchè non lo fai di quello che è successo sabato?-
“Come darsi la zappa sui piedi da solo” pensò il ragazzo fra sé.
-Senti Angie..io..- iniziò titubante.
-No..senti tu, Kurt..- lo interruppe la dirigente allontanandosi -..io adesso me ne vado a casa perchè chiaramente qui non potrei fare altro che starmene sdraiata su questo divano, mentre tu ti prendi altro tempo per pensare al tuo Re dei Lapsus o fai quel cavolo che ti pare, ma sta sera ti presenti a casa mia. Capito?-
-Capito- disse Kurt automaticamente e poi guardò la sua amica lasciare l’ufficio.
 
 
Arrivato al palazzo in cui abitava Angie, Kurt prese un respiro profondo e spinse il portone.
Salutò il portiere ed entrò nell’ ascensore.
Aveva pensato tutto il giorno ad una scusa plausibile per annullare quella visita, ma sapeva perfettamente che l’amica avrebbe trovato comunque il modo per affrontare l’argomento.
-Vieni..ho appena messo a bollire l’acqua per il the- lo accolse Angie, che stava visibilmente meglio.
I due si sedettero al tavolo in cucina rimanendo in silenzio.
-Allora?- chiese ad un certo punto Angie.
-Allora cosa?- rilanciò il cantante -Sei tu che hai richiesto la mia presenza qui sta sera-
-Benissimo..inizio io..mi scuso per questa mattina..non volevo essere così..dispotica-
-Non c’è problema- le assicurò Kurt sorridendo.
La ragazza si alzò e scomparve in soggiorno per ricomparire pochi secondi dopo stringendo tra le mani una busta bianca.
-Ottimo. Ora..questi sono per noi..- annunciò allegra allungando la busta all’amico.
-Andiamo a vedere Evita?- ipotizzò Kurt.
Ma tutto il suo entusiasmo scemò non appena estrasse due biglietti per Lima.
-E questi?- chiese cominciando ad innervosirsi.
- Tra due settimane io e te torneremo a casa-
 
Sono stato uno stupido a tornare. Rachel ha ragione. Questa non è più casa mia.
 
-No. Non esiste. Io..NO- Kurt spostò la sedia di colpo e si allontanò dal tavolo, dai biglietti, da casa.
Angie lo seguì nell’altra stanza.
-Ascolta, Kurt..-
-No no no..- la bloccò subito lui -..tu mi avevi promesso che non sarebbe cambiato niente..che non..che non mi avresti messo in difficoltà con questa storia-
-Non voglio metterti in difficoltà, Kurt- gli assicurò la mora cercando di tranquillizzarlo.
-Si invece..è stato un semplice errore, ok? Non costruiamoci sopra un trattato di psicologia-
-Ti conosco, tesoro..non era un “semplice errore”-
-No..tu non sai niente di me. TU NON MI CONOSCI- sbottò Kurt alzando la voce.
-TI CONOSCO, INVECE, STUPIDO RAGAZZINO!- replicò Angie fregandosene di modulare il tono.
-Ti sei nascosto dietro la tua nuova vita qui a New York, cercando di fare il superiore, riempiendoti di stronzate come “rimaniamo amici, dai”, hai provato a tenere sepolto tutto il dolore che provi come hai sempre fatto prima!! Ma la verità è che non puoi semplicemente scappare dai tuoi sentimenti. Non importa quanto questo Blaine ti abbia fatto soffrire..la verità è che tu continuerai ad amarlo, a volere lui. Non importa quanti ragazzi avrai, quanto lontano andrai..lui, i ricordi che avete costruito, i momenti che avete vissuto insieme ti seguiranno sempre. Quindi ora puoi rimanere qui a New York e continuare a sopravvivere. Oppure puoi tornare in Ohio con me a riprenderti quello che è tuo!-
Kurt sentiva le lacrime rigargli le guance, ma era del tutto bloccato e fissava Angie a bocca aperta.
-So cosa stai provando, Kurt..hai paura che se gli permetterai di rientrare nella tua vita lui finirà per farti soffrire ancora. E io non voglio prenderti in giro dicendoti che questo non succederà. Ma ti posso garantire invece che se non verrai con me, se non verrai da lui, te ne pentirai per il resto della tua vita-
-Tu sarai con me?- riuscì a chiedere Kurt fra i singhiozzi.
-Fino a quando avrai bisogno di me, Kurt..te lo prometto- gli assicurò Angie stringendolo.
 
-Mio padre sarà felicissimo di incontrarti- considerò Kurt mentre sorseggiava il the ormai ghiacciato con espressione schifata.
-Non vedo l’ora di conoscerlo..Dio questo the è uno schifo-
Angie si alzò e rovesciò le due tazze nel lavello.
Dopo un numero imprecisato di lacrime da entrambe le parti e reciproche scuse per il volume di voce usato i due amici avevano iniziato ad organizzare il viaggio.
Stavano discutendo della sistemazione perché Angie insisteva per andare a dormire in albergo, mentre Kurt insisteva sul fatto che l’avrebbe ospitata più che volentieri quando suonò l’interfono.
-Ms Hale?- per l’appartamento si diffuse la voce del portiere -E’ arrivato il dottor Stewart-
-Fallo salire, grazie Drew- rispose Angie.
-Io vado- annunciò Kurt prendendo il cappotto.
Una volta aperta la porta si trovò di fronte ad un uomo in avanti con gli anni, con i capelli bianchi e dal sorriso gentile.
Angie incontrò lo sguardo del suo ospite e capì subito che la sua espressione era solo di cortesia e che in realtà portava cattive notizie.
La ragazza ringraziò il cielo che Kurt fosse troppo preso dalla loro piccola vacanza per notarlo.
-Ci vediamo domani, Angie- la salutò il soprano -E grazie-
-Non c’è di che, Kurt-
Richiusa la porta, la giovane vi si appoggiò liberando un sospiro rassegnato.
-Dimmi la verità, Paul- pregò rivolgendosi all’uomo che rimaneva in piedi di fronte a lei.
-Mi dispiace, Angela. Ma le ultime analisi non sono per niente buone-
-Lui lo sa?- chiese l’uomo indicando la porta, riferendosi a Kurt.
-No e voglio che rimanga tutto così-


Piccole Note:
Allooora..sopravissuti tutti alla 4x14???
Io devo ancora riprendermi del tutto!!! Ma niente spoiler, commenti o scleri che è meglio!!
Ok..solo uno perchè, dopo tutto non è niente che già non sapessimo...KLAINE IS ENDGAME!!!!!
Passiamo al capitolo...che dire??? Angie finalmente interviene in maniera concreta spingendo letteralmente Kurt verso il nostro amato Blaine..che finalmente comparirà nel prossimo capitolo.
Precisazioni..nella prima parte ci sono dei riferimenti al programma americano American Idol (Randy e Mariah
sono i nomi dei due giudici e Ryan Seacrest è il presentatore) poi..il primo ricordo di Kurt è una scena Klaine tagliata dal ep 4x01 (perchè lasciare due battute e un abbraccio avrebbe rovinato tutto, no?!?!!)
Ok..basta così.
Ringrazio chiunque abbia messo la storia fra le seguite, recesisca o si limiti a passare di qua!!
Alla prossima
Silvia

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Capitolo 5
*** 5th CHAPTER ***


-Mi sbagliavo, sai?-
Kurt e Angie stavano passeggiando per i corridoi deserti del WMHS.
-Su cosa?- chiese curiosa la ragazza.
-Questa sarà sempre casa mia-
-Sono felice di sentirtelo dire- Angie lo strinse a sé continuando a camminare.
Entrati in palestra raggiunsero Burt e Carole che avevano tenuto loro due posti in fondo.
Finita la cerimonia Kurt trascinò la sua nuova amica da tutti i neo diplomati del Glee per presentarglieli.
Ma il momento che Angie aspettava di più arrivò quando furono raggiunti da un moretto niente male con quintali di gel in testa.
Senza nessuna precisazione la manager capì di essere di fronte al famosissimo Blaine e comprese in pieno la difficoltà che il suo amico aveva nel dimenticare quegl’occhi meravigliosi.
-Kurt..- lo chiamò il nuovo arrivato in un tono così estasiato che Angie si sentì improvvisamente di troppo.
-Blaine..- ricambiò il soprano altrettanto coinvolto.
-Angie- sbottò la mora per evitare di venir soffocata dalla tensione che aleggiava fra i due.
-Giusto..- fece Kurt riscuotendosi -..Blaine lei è Angie una mia cara amica. Angie lui è Blaine..è..- si bloccò un attimo in cerca di una definizione che calzasse.
-Tranquillo Kurtie..ho capito- gli sussurrò lei facendolo arrossire.
-Bene..ci vediamo in giro- sbottò Kurt trascinandosi dietro Angie.
-Ma dico, sei scemo?- gli sibilò quella una volta riuscita a fermarlo.
-Non ce la faccio, ok?! Non posso andare da lui e dirgli -Mi manchi. Ti amo. Andiamo a casa mia- -
Kurt si portò le mani a coprire il viso.
-Magari non così diretto..una cena prima sarebbe meglio- considerò Angie tra il serio e il faceto.
-Non sei d’aiuto, davvero- si lamentò il cantante.
-Siamo appena arrivati, Kurt..datti qualche ora..magari la prossima volta non scappare subito..invitalo per un caffè- suggerì la ragazza.
-Giusto..un caffè. Semplice e amichevole-
-Bene..ora io dovrei andare a trovare delle vecchie compagne di scuola. Posso lasciarti da solo?-
-Si, mamma..puoi andare- Kurt abbracciò l’amica -Io invece andrò a casa-
 
La mattina dopo erano rimasti a casa perché Kurt aspettava la visita di Tina, mentre il pomeriggio venne dedicato a Westerville.
-Capisco perfettamente cosa intendevi ieri- cominciò la manager mentre passeggiavano per il centro della città.
-Che non posso saltare addosso a  Blaine come niente fosse?- chiese Kurt completamente distratto.
-Beh anche..ma,Dio quel ragazzo è fantastico- rispose lei beccandosi un’occhiataccia.
-Ma intendevo il fatto che nonostante tutto quel liceo rimane casa tua. Io ho vissuto in molte città, sai?
Ma questa qui..beh questa è l’unica che sento davvero casa. Vorrei tornarci un giorno- concluse con un tono malinconico.
-Siamo sentimentali eh?- tentò di prenderla in giro il più giovane.
-Ah..che vuoi saperne tu, Mr Andiamo a casa mia?- rilanciò la mora.
-Ehi..- mormorò Kurt piccato -..c’era un -Mi Manchi. Ti Amo- prima-
-Forse, ma il vero senso della frase è l’ultima parte- rise Angie tornando alla macchina.
 
Dopo tre giorni la situazione fra Kurt e Blaine non si era ancora risolta, anzi non accennava a cambiare
di una virgola, visto che uno dei due protagonisti passava le sue giornate a fissare lo schermo del cellulare scrivendo, cancellando e riscrivendo messaggi che puntualmente non venivano inviati.
-Sei un caso disperato- lo insultò Angie a metà mattinata.
La ragazza era in piedi appoggiata allo stipite della porta e lo guardava con cipiglio severo.
-Dove vai?- si limito a chiedere Kurt notando che l’amica era vestita e truccata, pronta per uscire.
-Faccio un giro al centro commerciale, ma prima do uno strappo a Finn in officina da tuo padre. Vuoi venire?-
-No..-
-Kurt..quel messaggio non si invierà magicamente da solo. Approfittane finchè sei da solo a casa..potrete parlare senza che nessuno si metta ad origliare alla porta- lo incoraggiò la ragazza.
-Ora gli scrivo- decise il soprano afferrando il cellulare. Lo fissò per un paio di secondi, poi lo riappoggiò sul tavolo -Magari più tardi..non mi viene niente di carino-
-L’altro giorno avevi la frase perfetta- ironizzò Angie per poi dargli le spalle e raggiungere Finn in giardino.
 
Una volta in macchina Finn chiese alla manager di fare una deviazione fino al liceo perché doveva  parlare con il preside per un eventuale impiego definitivo.
 Arrivati all’ingresso dell’istituto anche Angie smontò dalla macchina.
-Kurt non ha avuto tempo di farmi vedere il trofeo delle Nazionali, ma mi ha detto che è esposto in aula canto..posso vederlo?- chiese a Finn che la guardava incuriosito.
-Certo..è l’ultima aula a destra del secondo corridoio. Io però devo andare in presidenza. Ci metto poco-
-Ok..e tranquillo che non mi perdo- gli assicurò lei con un sorriso.
Quando si separarono Angie andò nella direzione indicatale.
Entrata in aula si fermò a guardare il piano e gli altri strumenti che occupavano la stanza.
Accarezzò i tasti bianchi e neri rimpiangendo di aver messo fine alle sue lezione di piano quand’era piccola.
Poi si avvicinò alla vetrinetta che conteneva il trofeo e, più in basso, una foto delle Nuove Direzioni al completo.
Un rumore la fece voltare di scatto.
-Dannazione- imprecò una figura abbastanza familiare.
Angie riconobbe perfettamente Blaine che le dava le spalle raccogliendo da terra un mucchio di fogli che evidentemente aveva fatto cadere.
-Tutto ok?- chiese dopo essersi concessa un attimo per ammirare il lato B del ragazzo.
-Oh mio Dio- Blaine si portò una mano al petto sentendo una voce dietro di lui.
-Scusami..- iniziò la mora sorridendo -..non volevo spaventarti-
-No, no..tranquilla. Apetta..tu sei Angie, giusto?-
-Wow..mi sorprende che ti ricordi..la nostra presentazione è stata un po’..affrettata- considerò la più grande chinandosi ad aiutare Blaine.
-Già..si beh..le cose sono un po’ complicate- rispose il cantante.
-Complicate..si..- Angie si sedette su una delle sedie abbandonate lì per nascondere il capogiro che la colpì quando si rialzò.
-Posso chiederti..- iniziò Blaine titubante.
-No, Kurt non è qui con me- lo precedette Angie.
-No..beh..era solo per sapere- tentò di spiegarsi l’altro.
-Certo. Tu che ci fai qui?- chiese la ragazza.
-Avevo lasciato degli spartiti a cui tengo particolarmente. Sono venuto per riprenderli- spiegò Blaine.
-Perché non mi accompagni verso la Presidenza? Finn mi aspetta lì- propose Angie sperando che le gambe la reggessero.
-Volentieri- accettò Blaine.
Dopo la svolta nell’ennesimo corridoio Angie dovette arrendersi all’evidenza che forse la sua brillante idea di parlare con l’altra metà della coppia le si stava rivoltando contro visto il prolungato silenzio del ragazzo e il sempre maggiore mal di testa.
Ad un certo punto, complice un improvviso annebbiamento della vista, si appoggiò alla fila di armadietti attirando l’attenzione del ragazzo.
-Va tutto bene?- le chiese, infatti lui.
-No, non va bene!- sbottò Angie scuotendo la testa per scacciare il senso di nausea.
-Senti..- riprese più dolcemente la ragazza cercando di prendere due piccioni con una fava -..sarò completamente onesta con te, ok?- si offrì cogliendo l’occasione di aprire gli occhi al bel moretto e riposarsi un po’.
Il ragazzo annuì avvicinandosi.
-Kurt in questo preciso istante sta cercando il coraggio di ricominciare..di lasciarsi andare di nuovo. Ma siamo sinceri..tu l’hai ferito davvero molto, Blaine. E non credo riuscirà a dimenticarlo mai-
-Lo so. Credimi, lo so..- rispose il ragazzo con gli occhi lucidi -..e neanche io sono riuscito a perdonarmi-
-Lasciami finire..- lo rimproverò Angie -..Kurt è tornato qui perché prova ancora qualcosa per te. E io non so cosa succederà fra di voi, però sono sicura che quello lui prova e quello che leggo nei tuoi occhi ora sia amore. Ma so anche che lui non avrà mai il coraggio di fare il primo passo perché teme che facendolo tu lo darai sempre per scontato, che avrai la certezza di poter fare ogni cosa perché tanto lui sarà pronto a perdonarti-
-Ho scoperto cosa si prova a vivere senza di lui..non potrei mai darlo per scontato- intervenne di nuovo Blaine.
-E allora fallo tu il primo passo. Vai da lui e digli queste cose. Digli come ti sei sentito senza di lui e di come ti sei sentito quando lo hai rivisto il giorno del Diploma- lo spronò Angie indicandogli la porta alla fine del corridoio.
Blaine non se lo fece ripetere due volte ed inforcò la porta.
-Grazie, Angie- risuonò nella scuola deserta.
-Non c’è di che, Blaine- sussurrò lei lasciandosi scivolare lungo le ante metalliche fino a sedersi per terra.
 
Kurt scese di corsa le scale pronto a riempire di parole chiunque  stesse maltrattando il suo campanello.
Ma ogni lamentela gli si bloccò in gola quando, aperta la porta, si trovò di fronte la ragione del suo ritorno a Lima.
-Blaine..- esalò quasi senza fiato -..che ci fai qui?-
-Ho appena parlato con un angelo- rispose Blaine con un sorriso enorme.
-Un angelo? Sei sicuro di stare bene?- Kurt non sapeva se essere più agitato per la visita di Blaine o preoccupato per la sua sanità mentale, ma nel dubbio gli fece cenno di entrare.
-Mai stato meglio..- gli assicurò il più giovane.
Una volta in soggiorno Blaine cercò le parole giuste per seguire il consiglio di Angie.
 -Kurt..io..devo dirti qualcosa..ok..Kurt..io..voglio..io ti amo, Kurt e lo so che ci vorrà del tempo, ma..io aspetterò..insomma quello che sto cercando di dirti..io sto cercando..-
-Mi hai trovato- lo interruppe Kurt abbracciandolo.
 
Oh, eccoti. E’ tutta la vita che ti cerco.
 
-Mi hai trovato- ripete il soprano congiungendo le loro labbra.



Piccole Note:
Eccoci..siamo arrivati al'ultimo capitolo. Ovviamente ci sarà un epilogo, ma poi questa mia piccola avventura sarà finita.
Quindi lascio tutti i ringraziamenti e le varie altre cose per la prossima volta.
Fatemi sapere che ne pensate.
Silvia

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Capitolo 6
*** Epilogue ***


Un anno dopo, New York

Angie sorrise allegra mentre un leggero venticello la faceva rabbrividire.
Per la prima volta dopo due settimane si stava concedendo il lusso di essere felice. Stava volutamente ignorando il mal di testa martellante e la spossatezza, tipica delle ore immediatamente successive alla seduta di chemio.
Da un po’ di tempo i fastidi si erano accentuati anche perché il dottor Stewart aveva deciso di aumentare le dosi, ma la ragazza era decisa ad ignorare tutto per quel giorno.
Niente glielo avrebbe rovinato.
Non appena il semaforo scattò Angie si affrettò ad attraversare la carreggiata.
Arrivata a Central Park si sedette contro un albero e aspettò.
Non più di dieci minuti più tardi li vide arrivare.
Kurt e Blaine camminavano tranquillamente per il parco, tenendosi la mano e sorridendosi dolcemente.
-Ciao, Angie- salutarono in coro sedendosi davanti a quella che da un anno a quella parte definivano il loro “angelo custode”.
-E’ bello rivedervi, ragazzi. Blaine sei ancora più bello. Kurt, sei più bianco di quando sei partito-
La coppietta felice, infatti, era appena tornata da una vacanza di due settimane negli Hamptons, ospiti nella villa della dirigente.
 -Indossi delle ballerine?- chiese Kurt soffermandosi  sul look della sua amica -Devo preoccuparmi?-
-Ehi..io non sono stata in vacanza due settimane..dovrò pur riuscire a camminare decentemente su e giù per l’ufficio- replicò Angie tentando di usare un tono di rimprovero.
-E sei dimagrita ancora..- rilanciò il soprano -..ancora un po’ e mi scompari-
-Sentivo troppo la tua mancanza per mangiare- scherzò lei.
-Dai raccontatemi com’è andata- cercò poi di cambiare argomento.
I due ragazzi si lanciarono in un resoconto elettrizzato.
Kurt le parlò degli splendidi tramonti che avevano visto e delle mise dei loro vicini.
Blaine invece raccontò delle corse sulla spiaggia e dei mille sport acquatici che aveva provato.
La ragazza li ascoltò attentamente godendosi il loro stesso entusiasmo, la loro sintonia e beandosi di ogni sguardo che si scambiavano.
 
Era già scuro quando Angie propose di spostarsi a casa sua.
La manager si buttò sulla poltrona cercando di tenere gli occhi aperti, mentre Kurt chiacchierava di un nuovo spettacolo a Broadway e Blaine commentava le canzoni.
Si sentiva davvero stanca, ma quella era ancora la sua giornata perciò fece tutto quello che poté per resistere.
Più volte Angie aveva notato l’orgoglio nello sguardo di Kurt mentre Blaine parlava dei vari corsi che aveva iniziato a frequentare alla Nyada e come le loro mani fossero perennemente intrecciate mentre stavano seduti sul divano di fronte a lei.
E si ritrovò a sorridere, istintivamente, quando le parlarono dell’appartamento che avevano preso insieme per godersi la loro intimità e per lasciare a Rachel più spazio per il suo ego.
-Quindi è deciso. Lunedì andiamo a vederlo- decretò Kurt mentre gli altri due annuivano.
-E’ ora di cena..- fece notare Blaine -..forse Kurt potrebbe cucinarci qualcosina-
Angie sentì un senso di nausea solo al pensiero di mangiare qualcosa.
-Sentite..- disse cercando di risultare allegra -..ho un tavolo prenotato al Golden Arrow..perchè non chiudete la giornata in bellezza?-
-E tu?- volle sapere Kurt.
-Io ho un appuntamento con The Vampire Diaries..- rispose la mora indicando la tv -..non posso assolutamente perdermelo!-
-Se è così..ci sacrificheremo volentieri- cedette il soprano alzandosi dal divano.
-Buona serata, Angie- la salutò Blaine scoccandole un bacio sulla guancia. -E grazie-
-Si, grazie Angie- si accodò Kurt ripetendo lo stesso gesto del fidanzato.
-Non c’è di che, ragazzi-
Angie sentì la porta che veniva chiusa e sospirò pesantemente abbandonandosi sulla poltrona.
Ripensò a quel pomeriggio e soprattutto ai “suoi” ragazzi.
Le erano mancati molto, perché giocavano un ruolo davvero speciale nella sua vita. Entrambi.
Ma ascoltandoli si era resa anche conto che nonostante fosse passato solo un anno Blaine era cresciuto, non era  più il ragazzino sperduto che aveva commesso un errore. Perchè ora Blaine aveva Kurt, e di sicuro non se lo sarebbe fatto scappare. E allo stesso tempo Kurt, il suo Kurt, non era più il ragazzino spaventato che aveva incontrato a Vogue. Kurt ora aveva Blaine. Non aveva più bisogno di lei.
Aveva combattuto tutto il giorno per divertirsi con loro, ma ora era davvero, davvero stanca e forse poteva concedersi di chiudere gli occhi solo un pochino.
Magari solo per po’.
 
 
Otto anni dopo, Westerville.
 
-Blaine? Angie? Siamo in ritardo, sbrigatevi- disse Kurt appoggiando la mano sulla maniglia della porta.
Subito fu raggiunto dal marito che gli sorrise dolcemente.
Tra le braccia di Blaine, una bambina di circa due anni si agitò allungando le braccia verso il biondo.
Kurt si sporse verso la figlia che gli serrò le braccia al collo.
-Sempre in cerca di coccole..- finse di lamentarsi il soprano -..il mio piccolo angelo-
L’altro uomo passò una mano fra i capelli ricci della bimba e poi si sporse per baciare il marito.
-Andiamo?- aggiunse poi aprendo la porta.
-Allora, Angie..adesso andiamo a trovare i nonni..sei felice?- fece Kurt verso la piccola.
La bambina si limitò ad aggrapparsi ancora più forte.
Burt e Carole si fecero trovare nella hall dell’albergo come da accordi, ma strapparono ai due uomini la promessa che si sarebbero fermati a cena a Lima quando sarebbero andati a recuperare la figlia.
Salutata la famiglia Kurt e Blaine si diressero verso il motivo per cui tornavo in Ohio in quel particolare giorno da otto anni.
 
-Ancora non capisco perché non me l’abbia mai detto- sussurrò Kurt dopo aver posato i fiori davanti alla tomba dell’amica.
-Me lo sono chiesto spesso anch’io- rivelò Blaine mettendogli un braccio sulle spalle.
Il più grande guardò il marito, sicuro che stesse per aggiungere qualcosa.
-Ma poi, quando mi hai raccontato che tu non gli hai parlato subito di me per poterti godere uno sprazzo di libertà, ho realizzato che forse è questo il motivo per cui non l’ha fatto..- considerò Blaine -..stare con te, con noi, era un modo per dimenticare la sua malattia e godersi il suo sprazzo di libertà-
-Penso che tu abbia ragione..- disse Kurt con gli occhi lucidi -..ma sento lo stesso che non ho fatto abbastanza per lei-
-Le hai dato quello di cui aveva bisogno, Kurt- lo rassicurò il moro -L’hai riportata a casa- aggiunse indicando il cimitero di Westerville.
-Lei ha fatto lo stesso con me- mormorò l’uomo stringendosi al marito.
-Siamo fortunati - iniziò Blaine asciugandosi una lacrima -Abbiamo due angeli nella nostra vita-
-Hai ragione- sorrise il più grande fra le lacrime -Ora torniamo a casa-
Kurt e Blaine lanciarono un ultimo sguardo alla lapide ed entrambi ringraziarono un ultima la loro vecchia amica. Ed entrambi immaginarono la sua voce allegra e cristallina che rispondeva semplicemente
-Di niente, ragazzi-

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Piccole Note:
E siamo arrivati alla fine.
Forse non è l'epilogo che ci si aspettava, ma la storia era nata così e così è rimasta.
Ringrazio chiunque abbia recessito, messo la storia fra le seguite o letto in silenzio!!
Grazie per aver condiviso con me questa piccola avventura!!
Silvia

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