Draco Malfoy e i Doni della Vita. di SomeOctoberAgo (/viewuser.php?uid=249097)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una bambola di cera ***
Capitolo 2: *** Family First ***
Capitolo 3: *** Alone without himself ***
Capitolo 4: *** Il segreto di Bellatrix Black ***
Capitolo 5: *** Wingardium Leviosa ***
Capitolo 6: *** La misteriosa Cattedrale di Naddoddur ***
Capitolo 7: *** Acque profonde ***
Capitolo 8: *** Non ti lascio ***
Capitolo 9: *** Mamma Bellatrix ***
Capitolo 1 *** Una bambola di cera ***
Una bambola di cera
Solo nel fango ci incontravamo
ma soprattutto mi rimprovero
per la
completa depravazione etica a cui ti permisi di trascinarmi.
Oscar
Wilde
Erano passati tre
anni dalla battaglia finale ad Hogwarts, tre anni da quando Harry
Potter aveva sbaragliato il Signore Oscuro. Ciò che tutti
avevano pensato guardando il lampo verde ritorcersi contro Lord
Voldemort era che sarebbe cambiato tutto. Non ci sarebbero
più stati Mangiamorte ad Hogwarts e Dissennatori a
Hogsmeade, il Ministero della Magia sarebbe tornato il luogo di ordine
e giustizia che era sempre stato. Non ci sarebbero più state
vittime innocenti di una guerra folle. Sarebbe cambiato tutto.
I pronostici ovvi sugli effetti della scomparsa definitiva di Voldemort
si realizzarono, ma ciò che a tutti pareva impossibile
avvenne: la vita tornò quella di sempre, per tutti.
Per tutti tranne che per i Malfoy.
Furono gli unici tra quelli che portavano il Marchio Nero che non
vennero rinchiusi ad Azkaban, ma subirono diversi processi alla corte
del Wizengamot. La loro salvezza da Azkaban fu il pentimento mostrato
da Narcissa, quando mentì sulla morte di Harry e quando
abbandonò la battaglia insieme a Lucius e Draco. Non vennero
incarcerati, ma il disonore macchiò il nome dei Malfoy con
un'impronta ancora più forte di quella che portavano
impressa sull'avambraccio sinistro. Lucius perse il lavoro e ogni
influenza, Narcissa trovò un impiego presso Madama McClan
mentre verso Draco furono tutti più comprensivi. Draco,
grazie anche a quanto emerso dinnanzi al Wizengamot, era visto come una
vittima della sua famiglia. Cresciuto tra i Mangiamorte, non aveva modo
di sfuggire a quel destino. Specialmente negli ultimi due anni in cui
il giovanissimo Draco si era trovato senza protezione dalla follia
omicida di Bellatrix Lestrange prima e Voldemort stesso dopo. Quanto
emerso da quel processo gli permise di condurre una vita normale nella
comunità magica.
La Fortuna aveva abbandonato il maniero dei Malfoy, ma qualcos'altro li
aveva visitati: la pace dell'anima. Avevano perso tutto, eppure stavano
bene. Lucius e Narcissa avevano accettato di essere delle
nullità, avevano avuto anni per accettarlo: da quel lontano
1996, quando avevano fallito nel furto della Profezia al Ministero. La
decadenza era stata progressiva e la miseria venne assaporata
a piccoli sorsi. Ciò a cui non erano abituati e che diede
loro sollievo fu il pensiero che Draco non era più in
pericolo per colpa loro, che non avrebbero più incontrato la
disperata richiesta d'aiuto negli occhi del figlio senza poterla
accogliere, che non erano più nel mezzo di una battaglia che
non sentivano loro. Erano piccoli, insignificanti, disprezzati ma
liberi. Provavano un senso di colpa nei confronti di Draco,
perché sapevano di aver segnato la sua vita, se solo fossero
stati dei genitori migliori l'avrebbero risparmiato da quella vita.
Anche Draco sapeva che se fosse nato in un'altra famiglia le
cose sarebbero state più facili, ma non riusciva a odiare i
suoi genitori che l'avevano sempre amato e avevano fatto di tutto per
lui. Avevano fatto le scelte sbagliate e le conseguenze erano ricadute
anche su di lui. I figli pagano sempre per le colpe dei genitori, non
era un'esclusiva di Draco e lo sapeva bene.
Lucius non aveva un futuro come il giovane Draco e non aveva l'opinione
pubblica in suo favore, non aveva nulla per cui lottare. Non usciva mai
dalla sua villa, se non per lunghe passeggiate nel boschetto, ammirando
le bellezze botaniche che aveva voluto per sé. Passava molto
tempo seduto sotto le fronde dei suoi alberi, con lo sguardo perso tra
i luccichii colorati che il sole dolce faceva fare alle delicate
fontane d'acqua evocate con la magia. Aveva sbagliato tutto con il suo
ridicolo disprezzo verso il resto del mondo. Che cosa credeva di fare?
Inseguire dei deliranti sogni di dominio è patetico se hai
più di quindici anni e lui con la sua ottusa ostinazione
aveva condannato Narcissa e Draco. Li aveva esposti a
crudeltà e disonore. L'unica cosa buona che avesse mai
fatto, pensava, era stata sposare Narcissa. Era una donna delicata
all'apparenza, ma era in realtà molto forte. Quante volte,
in quell'anno terribile in cui il Signore Oscuro aveva fatto della sua
magione il proprio quartier generale, Lucius aveva desiderato la morte?
E Narcissa l'aveva sempre capito solo guardandolo. Quante volte quella
meravigliosa donna, seppure esausta e sconfortata quanto lui, aveva
evocato un Patronum perché infondesse speranza in lui?
Ricordava ancora quei momenti: il suo vasto soggiorno immerso nel buio,
malamente illuminato dal caminetto che emanava una luce amara. Un cigno
argenteo appariva al seguito di un dolce sussurro femminile e
rischiarava tutto. Poi quel cigno appoggiava il capo contro la schiena
di Lucius e lo attraversava, facendogli avvertire le emozioni positive
di cui era composto. Sentiva ricordi felici, gioia, speranza, coraggio
e forza. Narcissa era una donna straordinaria. Non solo gli aveva
salvato la vita, ma gli aveva pure insegnato un significato tutto nuovo
da dare ad essa. Il significato della vita non è nel sangue
pulito, è nella coscienza pulita. Lucius non provava solo
amore per quella donna, provava anche una gratitudine immensa.
Tuttavia qualcosa continuava a tormentare Draco Malfoy. Aveva perdonato
i suoi genitori per quegli anni che aveva vissuto anche a causa loro,
ma c'era una persona che non credeva sarebbe mai riuscito a perdonare
per avergli rovinato la vita: se stesso. Si era lasciato plasmare come
una bambolina di cera. Non aveva mai avuto il coraggio di essere se
stesso. Chissà cos'avrebbe detto suo padre se avesse saputo
che per tutti gli anni a Hogwarts il suo cuore aveva battuto per una
mezzosangue. Qualsiasi cosa facesse, anche se compiaceva assai il
padre, lasciava disgustato Draco: non era ciò che voleva. E
ora si trovava con una vita che non era la sua. A volte si sentiva
invisibile, un fantasma. Tutto ciò che aveva sempre fatto
parte di lui, ciò che lui fingeva fossero le sue
convinzioni, erano state bandite per sempre dal mondo magico e non
aveva più un ruolo da recitare. Non era neppure riuscito a
scagionarsi da solo, non aveva dimostrato a se stesso il suo valore
nemmeno salvandosi: era stata, di nuovo, sua madre. Lei aveva avuto il
coraggio di voltare le spalle a Voldemort prima che cadesse, lei aveva
detto al Wizengamot "è solo un ragazzo!". Le era grato
perché lo aveva salvato dalla morte e da Azkaban, ma gli
bruciava come il fuoco il fatto che tutta la comunità
sapesse che Draco Malfoy non era una persona ma una bambolina di cera
plasmata dai genitori.
Voleva costruire qualcosa che fosse solo proprio, qualcosa per cui non
avrebbe dovuto ringraziare suo padre o sua madre. Voleva realizzare
qualcosa che facesse di lui Draco Malfoy e non Il figlio di Lucius
Malfoy o Il bambino di Narcissa Malfoy. Questo fu il motivo principale
che spinse Draco ad andare a vivere da solo, in una casa normale,
vicino al San Mungo dove aveva intenzione di lavorare come Guaritore.
Si sarebbe riscattato, si sarebbe perdonato.
Erano passati tre anni. Era una tiepida domenica di maggio e Narcissa
Malfoy stava per servire il pranzo. Fu in quel momento che il Marchio
Nero bruciò e divenne nero come la notte.
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Note dell'autrice:
-Bene, questo è il primo capitolo di questa fanfiction. Ho
dovuto dedicarlo interamente all'introspezione perché Draco
sarà uno dei personaggi principali, ma non è il
Draco di zia Row, è un Draco cresciuto e maturato. Un po'
rivisto. Mi è sempre dispiaciuto che non venisse mai
approfondito a sufficienza, spero di riuscire a dargli
l'intensità che merita.
-Il titolo è riferito, ovviamente, a ciò che
Draco (e la società) pensa di se stesso. È il suo
punto di partenza per qualcosa di più viscerale.
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Capitolo 2 *** Family First ***
Family first
Solo attorno ad una donna che
ama
può formarsi una famiglia.
Friedrich von
Schlegel
Harry Potter era seduto,
impotente. Non poteva fare alcunché per modificare il corso
delle vicende che accadevano proprio
sotto i suoi occhi. L'aria era tesa e tirata e negli occhi di quelle
persone si leggeva il famelico desiderio di omicidio. Le due signore
Weasley si fronteggiavano minacciose, in attesa che Harry emettesse il
verdetto: quale delle due creme era migliore per la torta? La crema
alle Violette Rabbiose di Molly Weasley o la crema Chantilly con Mini
Esplosivi al Cioccolato di Fleur Weasley? Harry aveva cercato di
spiegare alle due donne che entrambe le creme erano ottime, ma non era
bastato. Avrebbe tanto gradito l'aiuto di Bill o di chiunque altro, ma
erano tutti impegnati nei preparativi per la cena di fidanzamento di
George. Hermione e Ginny erano ai piani di sopra alle prese con gli
addobbi, Arthur preparava il tendone con l'aiuto di Bill e Charlie,
mentre a Ron, Percy e George toccava la disinfestazione del giardino.
Si udì uno schianto al piano di sopra, seguito dalle urla
soffocate di Ginny:
"Hermione! Credo... la tenda... sta cercando di strangolarmi"
"Cosa? Che le hai fatto?"
"Io? Ha cominciato lei cercando di strangolarmi!"
Harry trattenne una risata e approfittò del momento per
cercare di svignarsela
"Signora Weasley, forse è il caso che vada a salvare Ginny
dalle tende assassine"
"No, Jinnì sa cavarsela da sola, devi dare un judisio sule
nostre creme!" lo bloccò Fleur con la stessa aria omicida
con cui guardava la signora Weasley.
Harry, sconfortato, stava per risedersi quando un grosso ed elegante
gufo nero becchettò con aria nobile al vetro della finestra.
"Somilia a Épice, il gufo di mia cujina Jacqueline" osservò Fleur incuriosita
e andò ad aprire, per poi aggiungere pochi istanti dopo "mi
sono sbaliata, è per te Arrì" e gli porse un
sottile rotolo di pergamena candida, arrotolato e stretto da un sottile
nastro nero.
Harry non riconobbe la scrittura, ma fu ben lieto di avere una scusa
per allontanarsi dalle grinfie delle due cuoche infervorate.
Nell'estremo tentativo di ritardare al massimo il ritorno alla disputa,
sciolse con quanta più lentezza possibile il nastro.
L'operazione di rallentamento venne facilitata dal fatto che il nastro
sembrava essere stato annodato con un incantesimo di massima
protezione. Dopo svariati tentativi di parolacce sussurrate, Harry
usò la magia e potè aprire il pezzo di pergamena.
Il messaggio era breve e conciso:
Potter, domani alle 15.30 al Paiolo Magico, ho informazioni di massima
importanza. Siamo tutti in pericolo.
Malfoy
Harry
fissò
il pezzo di carta. Malfoy? Non lo vedeva da due anni, da quando avevano
frequentato l'ultimo anno ad Hogwarts per prendere i M.A.G.O. ed era
stato un anno desolante per Malfoy. Non era più popolare
come prima, il suo unico amico era Blaise Zabini ed erano pochi gli
altri Serpeverde che gli parlavano. Ron aveva avuto per tutto l'anno la
tentazione di dargli il tormento ridicolizzandolo in pubblico, ed era
stato molto faticoso per Harry e Hermione impedirglielo. Se tra Ron ed
Hermione era finita era anche perché Ron aveva mostrato in
tutti quei mesi un lato sgradevole che aveva sconvolto Hermione. Vedeva
Ron con gli atteggiamenti meschini che aveva avuto in passato Draco, lo
vedeva girare tronfio per i corridoi, vantarsi delle sue azioni. Era
diventato viscido. Harry faticava ad ammetterlo, ma vedere Ron che
umiliava Draco non lo divertiva, gli si stringeva il cuore e la voce di
James Potter gli tuonava nel cervello: chi vuole vedermi togliere le
mutande a Mocciosus?
Le angherie nei confronti di Malfoy terminarono
definitivamente a marzo. Era l'ora di Cura delle Creature Magiche,
Hagrid li aveva divisi in coppie per creare con l'erba infestante
Umorina un habitat sufficientemente velenoso per una particolare specie
di coleottero letale e fuori controllo. Ron era in coppia con Seamus e
avevano deciso di divertirsi a spese di Malfoy lanciandogli contro una
pioggia di Umorina che avrebbe attirato su di lui la collera di quei
coleotteri. Nessuno si era accorto di nulla, tranne Hermione. Malfoy
era seduto di spalle, non vide l'incantesimo di Ron. Quando si
voltò, spaventato dalla reazione di Zabini, vide davanti a
sé un muro di Umorina e sentiva il ronzio dei coleotteri
affamati, ma vide anche uno scudo che lo stava proteggendo
dall'incantesimo di Ron. Hermione davanti a tutti i Grifondoro e
Serpeverde replicò l'incantesimo che aveva scagliato contro
Ron due anni prima: con un gesto della bacchetta costrinse i fili di
Umorina ad assumere la forma di canarini e poi li scagliò
contro il ragazzo. Ron si ritrovò a scappare, tra le risate
generali, da uno stormo di canarini velenosi e di coleotteri famelici.
Per scampare all'attacco si gettò nel Lago Nero, nel quale
fu costretto a rimanere fin quando Hagrid minacciò Hermione
di togliere punti a Grifondoro. Ci volle quasi un'ora.
Harry era piuttosto sconcertato. Non capiva in quale pericolo potessero
trovarsi, non capiva perché Malfoy ne parlasse con lui e non
con qualcuno al Ministero. Non sapeva se fidarsi, anche se nell'ultimo
anno a Hogwarts Malfoy era sembrato molto diverso.
Decise che si sarebbe consultato con Hermione non appena possibile.
Quella sera George avrebbe finalmente rivelato l'identità
della sua misteriosa fidanzata, presentandola al resto della famiglia.
Insisteva col dire che fosse una ragazza che tutti conoscevano
abbastanza bene, ma non voleva dire nient'altro, nonostante tutti i
tentativi che Ginny e Ron avevano fatto di estorcergli il nome.
"Smettila, Ginny, il nome della mia ragazza lo esclamerai tu quando la
vedrai"
"Che ne dici se esclamassi una fattura Orcovolante?"
"Non costringermi a difendermi, piccola"
"Ginny, George sta facendo il misterioso per nulla. Lo sappiamo tutti
che è Angelina Johnson. Ha detto che è qualcuno
che tutti noi conosciamo fin dal primo anno a Hogwarts, è
lei"
"Già" rise George sorpassando Ron "oppure potrebbe essere
Hermione"
"Ehi! Cosa vuoi dire?"
*
Narcissa Malfoy guardava Lucius
mangiare. Aveva un'aria tesa ed era bianco come il gesso, negli occhi
c'era di nuovo quella scintilla di terrore che aveva avuto in passato.
Che cosa aveva in mente? Non gli avrebbe permesso di mandare tutto
all'aria, non dopo tutto quello che era successo, non dopo
ciò che aveva conquistato.
La famiglia prima di tutto.
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Note dell'autrice:
-Ebbene sì, ho scoppiato qualche coppia. Il
perché è andata male tra Ron ed Hermione
verrà approfondito più avanti, mentre per George
ho dato il via libera alla mia fantasia
-In questo capitolo ho evidenziato il lato di Ron che si lascia
prendere dalla vanità e dalla prepotenza, ma non
sarà sempre così. Però, insomma,
così come Draco non è fatto solo dei suoi errori,
Ron non è solo un concentrato di pregi
-Il titolo ricalca fedelmente l'ultima frase del testo, però
si riferisce anche allo spaccato quotidiano alla Tana. Non ho ancora
dato voce alla signora Weasley, ma anche lei come Narcissa,
è disposta a tutto pur di proteggere la propria famiglia,
che ha già subito troppi lutti e dispiaceri
Sentitevi liberi di commentare e di segnalarmi se ci fossero altri
problemi con il font. Come alcuni avranno notato, il primo capitolo era
quasi illeggibile. Non era stato intenzionale, ho avuto alcuni disguidi
tecnici, mi scuso sentitamente.
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Capitolo 3 *** Alone without himself ***
Alone without himself
Nascondi ciò che sono
e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie
intenzioni
William Shakespeare
Un crac secco e i
signori Malfoy si voltarono di scatto
"Draco!"
"L'hai sentito anche tu, è così?"
"Che cosa può essere?
"Non... non sono sicuro"
"Non può essere tornato Lui.
Aveva quei dannati Horcrux e Potter li ha distrutti, non può
tornare"
"Non tramite gli Horcrux, ma forse aveva qualcos'altro a legarlo alla
vita"
"Draco, di cosa parli? Che cosa sai?"
"Non sono sicuro. Devo andare al Ministero"
Narcissa Malfoy fino a quel momento aveva piluccato silenziosamente il
suo stufato, ma a quelle ultime due battute aveva scoccato un'occhiata
minacciosa a Lucius e poi si era rivolta a Draco
"No. Niente Ministero"
"Perché non ne parli prima con noi, Draco?" aveva sussurrato
Lucius
"Non ne parlerà con nessuno, Lucius" stabilì
perentoria la signora Malfoy. I due uomini la guardarono,
interrogativi. Lei spinse via il piatto e disse con la voce incrinata
dall'isteria "Qualsiasi cosa sia, nessuno farà nulla. Non mi
importa che cosa lo lega alla vita, non può fare nulla da
solo e nessuno di voi lo aiuterà"
"Mamma, non ho intenzione di aiutarlo" disse lentamente Draco e Lucius
posò lo sguardo su di lui
"Non andrai al Ministero: se la notizia si spargesse qualcuno potrebbe
fare qualcosa. Non tornerà. Non voglio rischiare di
perdervi, non dopo tutto quello che abbiamo passato. Draco, devi
promettermi che non ne parlerai con anima viva" i suoi occhi sgranati
erano pieni di lacrime, il labbro inferiore le tremava ma cercava di
mantenere un'aria dignitosa.
"Non posso. È troppo importante" a quelle parole la signora
Malfoy chiuse gli occhi e abbassò la testa, singhiozzando e
Draco deglutì.
Sei Draco Malfoy, sei
Draco Malfoy, sei Draco Malfoy. Non sei IlfigliodiNarcissa Malfoy. Non
crede in te adesso perché ha paura, ma crederà in
te dopo che avrai fatto qualcosa. Solo perché lei non crede
in me adesso, non significa che ciò che voglio fare sia un
capriccio. Siamo in pericolo e io me ne sono accorto. Lo so. Crederete
in me più tardi.
"Mamma, non
posso prometterti che rimarrò con le mani in mano nella
speranza che non succeda nulla. Non sono io, non fa parte di me. So che
sta per accadere qualcosa e so che posso evitarlo ma ho bisogno di
aiuto. Mamma, questa è una mia battaglia, è
qualcosa in cui credo. Non sono il ragazzino che avete trascinato nella
guerra di Lui e Potter, sono un uomo che ha scelto la propria
battaglia. Ti prometto che vincerò, ti renderò
orgogliosa e non perderai nessuno."
Quel breve discorso fu come un fiume in piena nella bocca di Malfoy.
Delle rapide che, inesorabilmente, sbattevano fuori il bisogno di Draco
di conoscere se stesso, il bisogno di essere accettato, quella speranza
quasi infantile di compiacere sua madre.
Narcissa battè le palpebre lentamente e sulle sue labbra
chiare si dipinse un sorriso storto e tremolante.
"Non il Ministero, Draco. Mettiti in contatto con Harry Potter. Di
qualunque cosa si tratti, se non sa darti informazioni Potter, non
potrà farlo nessuno. Non lo dirà a nessuno.
Promettimi questo"
Draco serrò le labbra con disapprovazione, scavando due
fossette amare sulle sue guance pallide. Di nuovo Harry Potter.
Tuttavia sua madre aveva ragione: in quell'affare infernale, Potter era
l'unico di cui ci si potesse fidare. Era l'occasione.
"D'accordo."
Un crac
riscosse Lucius dai propri pensieri e si voltò di scatto per
guardare nella direzione in cui, fino a pochi istanti prima, c'era
stato suo figlio. Dannazione.
*
Come Harry
aveva previsto, le reazioni di Ron e Hermione al biglietto di Malfoy
furono di scetticismo da parte dell'uno e allarmata
curiosità da parte dell'altra.
"Non fidarti, Harry"
"Ronald, non cominciare, non avrebbe mandato quella lettera senza
motivo"
"Miseriaccia, Hermione, è Malfoy! Sarà uno dei
suoi trucchi per..."
"Per...? Andiamo, perché dovrebbe inventarsi una cosa come
questa? Sii ragionevole, Ronald"
" Sii ragionevole, Ronald.
Ma stai scherzando? Sta scherzando, vero Harry?"
Harry sentì la mancanza degli sguardi omicidi di Fleur e
della signora Weasley, ma fortunatamente, prima che fosse costretto a
fare qualcosa di diverso da una neutra scrollata di spalle, Ron
tornò a rivolgersi a Hermione
"Sono ragionevolissimo e ti dico che c'è sotto qualcosa. Se
fossimo in pericolo, cosa dovrebbe saperne Malfoy in più di
Harry?"
"Non essere presuntuoso, l'essere un Malfoy non gli preclude la
possibilità di conoscere cose che noi non sappiamo"
A quell'affermazione seguì una manciata di secondi di
silenzio tombale, Ron aveva digrignato i denti pensando a qualcosa di
pungente da dire. Alla fine sbottò
"Secondo me Malfoy si sta inventando tutto. Vuole solo attirarti al
Paiolo Magico, come minimo ha intenzione di affatturarti"
"Sì, sicuramente lo troveremo appostato in un angolo pronto
a far vomitare lumache a Harry" sibilò piccata Hermione
Ron la guardò come se gli avesse dato uno schiaffo, le
orecchie gli si imporporarono e boccheggiò con voce strozzata
"Ti aveva chiamata mezzosangue!
Volevo solo difenderti! E comunque chiedilo a Katie Bell se non
è da Malfoy affatturare le persone nascosto in qualche
angolo di locale. Attenta a quando ti inviterà da Madama
Piediburro per chiederti di sposarlo, potrebbe lanciarti un'Imperius
giusto per andare sul sicuro"
"Farnetichi, Ronald. Se hai troppa paura che Malfoy ti trasfiguri in
una donnola, resta qua. Harry ed io andremo a sentire che cosa ha da
dire. Vero, Harry?" concluse Hermione altezzosa.
Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto a due Avada
Kedavra di Lord Voldemort e, cosa ancor più straordinaria,
ai battibecchi di Ronald Bilius Weasley e Hermione Jean Granger.
Proprio nel momento in cui Hermione passò la palla a Harry,
George si era materializzato con la sua misteriosa ragazza. La voce del
ragazzo risuonò dal piano di sotto
"Chi vuole conoscere la mia fidanzata?"
"Miseriaccia!" esclamò Ron. Lanciò un'intensa
occhiata a Hermione prima di precipitarsi al piano di sotto.
*
Erano passati
anni dall'ultima volta che il trio aveva visto Draco Malfoy. Non appena
la figura del ragazzo varcò la porta del Paiolo Magico, i
tre si voltarono a guardarlo. Gli occhi azzurri di Ron si posarono su
di lui e videro la solita andatura insolente, il solito fastidioso
Malfoy. Quelli verdi di Harry videro un ragazzo più alto,
con un'aria ferma ma con una nota di sofferenza negli occhi; come un
giovane leone debilitato da una vecchia ferita ma nobile e fiero, un
Malfoy cambiato. Quelli castani di Hermione videro un ragazzo
più alto, con le spalle più larghe e i capelli
più lunghi e non impomatati, la barba di un paio di giorni,
delle leggere occhiaie a enfatizzare degli occhi magnetici. Il suo
cuore perse un colpo. Non era Malfoy, quello. Indossava dei pantaloni
neri, una camicia bianca e una disordinata ma irrestibile cravatta
color smeraldo. Draco avanzava lentamente e Hermione non riusciva a
staccargli gli occhi di dosso. Per fortuna sentiva che non sarebbe
stata in grado di spiccicare parola, perché versava in uno
stato confusionale tale che la frase più sensata che
riusciva a formulare nella sua testa era: "Scusa, posso mangiarti la
camicia?"
Draco si sedette al tavolo davanti a Harry, alla sinistra di Hermione e
alla destra di Ron.
"Potter. Weasley. Granger" salutò teso Draco
"Malfoy" risposero all'unisono Harry e Ron. Hermione
pronunciò solo "Ci... Dralfoy" ma nessuno la
sentì, coperta dalle voci dei due ragazzi e dall'allegro
chiacchiericcio del Paiolo Magico.
"Grazie per essere venuto. E anche voi due" esordì Draco,
mandando in visibilio Hermione. Ha
ringraziato Harry per essersi presentato... e ha ringraziato anche noi.
Non è quel Draco Malfoy che conoscevo!
"Il messaggio era piuttosto chiaro, cos'è
successo?" rispose Harry, combattendo per non far trapelare la sorpresa
suscitata dalla buona creanza mostrata da Malfoy
"Il Marchio Nero. Ieri è tornato a farsi sentire"
"Balle!" ringhiò Ron agghiacciato
Malfoy posò lentamente lo sguardo su di lui. E che ti aspettavi da Lenticchia
Weasley?
Con lenti gesti teatrali, Malfoy adagiò
l'avambraccio sul tavolo e sbottonò il polsino della
camicia. Le sue dita sottili ma forti, sollevarono agili il tessuto,
scoprendo la pelle. Quella pelle chiara, morbida, desiderabile.
Ma guardalo come si
atteggia. Si sente così fiero per quel maledetto Marchio
Nero.
Il cuore di Draco batteva con violenza, sentiva il sangue
scorrere vorticoso e freddo nelle sue vene. Cercava disperatamente di
mantenere un'aria calma, ma voleva fuggire dallo sguardo di quei tre.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non dover mostrare quella ferita
nera sul suo braccio. Tutto pur di non mostrare ai loro candidi occhi
quella bruttura nella sua anima. Quel teschio e quel serpente erano
ciò che faceva di lui il vecchio Malfoy, il debole ragazzino
che Draco detestava.
Agli occhi di Harry, Ron e Hermione apparve nero come la notte e vivido
come appena impresso, il Marchio Nero. Il cuore di Harry smise per un
momento di battere.
"Nascondilo" sibilò Ron, paralizzato dall'orrore "ma
com'è possibile? Non può essere tornato, Harry se
ne sarebbe accorto, l'avrebbe percepito! Harry, ti ha fatto male la
cicatrice ultimamente? Hai fatto qualche sogno? Hai parlato serpent..."
il fiume di parole di Ron rifletteva la confusione di Harry. Pensieri e
considerazioni vorticavano vertiginosamente nella testa dei due. Draco
tentennava, non era più sicuro che parlarne con Potter
avrebbe portato qualche risultato: aveva mostrato il dato certo del
Marchio Nero e la loro reazione era stata negativa. Chissà
come avrebbero reagito se avesse raccontato loro le folli cose che
sapeva. Le speranze di Draco stavano precipitando quando Hermione
riuscì a prendere parola e con un filo di voce disse:
"Se Voldemort ha trovato un modo per tornare, Harry non può
percepirlo perché non è più un suo
Horcrux. Per quanto può saperne, Voldemort potrebbe essere
seduto accanto a noi in questo momento. E quel Marchio così
vivido è la prova inequivocabile e incontestabile che
c'è qualcos'altro che lega Voldemort alla vita. Qualcosa che
nemmeno Silente immaginava" Hermione rabbrividì. Ron aveva
stretto nervosamente la bacchetta e occhieggiava con aria timorosa il
vuoto attorno a loro, come se si aspettasse di vedere Voldemort sbucare
da sotto un mantello dell'invisibilità.
"C'è qualcosa, in effetti" cominciò esitante
Draco "ma è Magia Antica, non fatico a credere che Silente
non abbia potuto immaginare che Voldemort la conoscesse"
"Magia Antica" ripetè lentamente Hermione prendendo poco a
poco conoscenza di ciò di cui stava parlando.
Alzò lo sguardo spaventato sui tre ragazzi e disse "Harry,
gli incantesimi di Magia Antica sono come quello che fece tua madre
dando la vita per te, proteggendoti. E quello con cui Codaliscia ha
riportato in vita Voldemort al quarto anno. Sono incantesimi che hanno
a che fare con il sangue, con qualcosa di più viscerale
persino della magia delle bacchette. È ancora peggio degli
Horcrux, Harry. Gli Horcrux sono pezzi di magia oscura, ma moderna e la
magia moderna è facile da disfare. Ma la Magia Antica..."
rabbrividì nuovamente.
Harry prese un respiro e lentamente disse
"Malfoy, cosa sai?"
Draco cominciò a parlare.
_________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Duunque spero di non avervi annoiati con questo capitolo. Il titolo
è la strofa di una canzone (Amaranth dei Nightwish) e fa
riferimento sia a Draco che a Harry. Verrà approfondito nel
corso della storia, ma anche Harry è stanco di essere
identificato come Il Prescelto Potter. Sia Draco che Harry non vogliono
essere altro che loro stessi, niente di più e niente di
meno. Immagino che vent'anni passati essendo la marionetta dei tuoi
genitori o l'eroe di un mondo, li abbiano un po' segnati. Credo che ci
siano poche cose peggiori del dover indossare perennemente una maschera
che non ti sei scelto
-La parte del battibecco di Ron e Hermione fa riferimento agli
avvenimenti del sesto anno, quando Draco nel tentativo di far arrivare
a Silente la collana maledetta di Magie Sinister ha messo sotto
Imperius Katie Bell, che si è poi presa la maledizione della
collana. Ciò che dice poi Ron riguardo a Draco che chiede la
mano di Hermione è dovuto solo alla gelosia che Ron prova
nei confronti di Hermione
-Per la fidanzata di George, odiatemi pure, dovrete aspettare. Non l'ho
scelta a caso e alla spiegazione di George vorrei dedicare un capitolo
a sé, ma per ora devo far progredire la storia.
-Nel prossimo capitolo vi giurissimo (neologismi, neologismi ovunque)
che spiegherò cosa si nasconde dietro il Marchio Nero. Ve lo
giuro con il Voto Infrangibile, su le bacchette!
Come al solito vi ringrazio per l'attenzione e fatemi sapere cosa ne
pensate.
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Capitolo 4 *** Il segreto di Bellatrix Black ***
Il segreto di Bellatrix Black
Maledetta la notte che tra
piaceri effimeri
ho concepito la mia espiazione!
Charles Baudelaire
Tom si avvicinò al
tavolo dei quattro ragazzi con un vassoio di Burrobirre. Le
servì allegramente con quel suo sorriso sdentato.
"Ehilà, ragazzi! Vi riunite per una rimpatriata di Hogwarts?
Quattro Burrobirre e quattro amici, come ai bei vecchi tempi in Sala
Comune, eh?"
"Sì, ci manca proprio il nostro caro Serpedoro. O
Grifonverde. Non mi ricordo in che casa eravamo, e voi?"
replicò Ron, acido, una volta che Tom si fu allontanato
"Seriamente, quell'uomo comincia a perdere colpi" aggiunse difendendosi
dall'occhiataccia di Hermione e dalle espressioni vacue di Harry e
Draco "Niente, lasciate perdere. Accio
Burrobirra" concluse con tono depresso, appoggiando il
mento alla mano.
"Allora, Malfoy" iniziò Harry esitante "che cosa sai dirci?"
"Proverò a spiegartelo, ma è complicato. Inoltre
so solo che è successo, non saprei dirti come funziona...
è anche per scoprire questo che mi sono rivolto a te" poi il
suo sguardo cadde inevitabilmente su Hermione "...a voi." e si sorprese
dell'intensità con cui quei due occhi castani lo
osservavano, non scettici, non aggressivi, ma interessati e avidi di
sapere. Sentì qualcosa di caldo dentro di sé, una
bolla di coraggio, forse.
"Bellatrix Lestrange era mia zia materna, questo lo sapete. Ero... ero
il suo nipote preferito e..." lo sguardo di Draco per un attimo
s'illuminò di dolcezza. Era una cosa talmente nuova da parte
di Malfoy, che Harry ne rimase sorpreso mentre Hermione si perse
completamente in quel grigio, nelle fossette generate dal sorriso
spontaneo di quel dolce ricordo. In quel momento Draco sembrava un
bambino, cullava con lo sguardo dei dolci ricordi. Hermione
desiderò accarezzargli le guance e i capelli.
Ron tuttavia non notò quell'attimo di tenerezza e interruppe
il discorso di Malfoy apostrofando la memoria di Bellatrix dicendo che
era completamente pazza. La dolcezza di Malfoy scomparve in un istante,
i suoi occhi grigi tornarono d'acciaio e Hermione desiderò
picchiare Ron per essere così inopportuno.
"Weasley, il fatto che tua madre abbia ucciso mia zia potrebbe
scatenare una faida. Chiudi il becco o devo maledirti?" il tono di
Malfoy aveva perso ogni morbidezza, era tornato freddo e colmo
di disprezzo come era a scuola. Tuttavia fu sufficiente per ammutolire
Ron, che si limitò a grugnire ogni tanto con aria truce,
avvinghiato alla sua Burrobirra.
"Dicevo, avevo un buon rapporto con Bellatrix, mi confidava parecchie
cose. Mi ha rivelato un segreto e mi aveva proibito di far pervenire
quest'informazione a Silente, avevamo stretto il Voto Infrangibile per
questo. Ora, sia Bellatrix che Silente sono morti, perciò
credo di poter parlare del suo segreto in tutta
tranquillità" aveva un tono sicuro, ma cercò
l'assenso di Hermione. Di sicuro ne sapeva più di lui su
come funziona un Voto Infrangibile. Hermione capì che Draco
cercava la sua conferma e rimase stupita.
Malfoy? La mia conferma? No, non è più quello di
una volta. Non sono più solo la mezzosangue, allora?
Sorrise e annuì velocemente.
Il mio piccolo castoro
zannuto. Perché è così bella quando
sorride?
"Quando Voldemort ha... cercato di ucciderti la prima volta, Potter,
Bellatrix era incinta"
"Cosa? Non sapevo che avesse un figlio"
"Era un segreto fino a pochi secondi fa, Potter"
"Oh... giusto. Dunque?"
"E comunque non è un figlio, è una figlia. E non
è una Lestrange, è... be', il padre è
Voldemort"
"Ridicolo. Quei due pazzi non potevano provare amore, figuriamoci avere
figli!" sbottò Ron, soffocandosi con la Burrobirra.
"Che tu ci creda o no, Lenticchia, mia zia era innamorata di Voldemort
quanto tu lo sei della tua inutile boccaccia. Fatemi finire" aggiunse
in risposta agli sguardi carichi di dubbi di Harry e Hermione.
"La figlia di Bellatrix e Voldemort non è frutto del loro
amore. Bellatrix era veramente innamorata di lui, ma non credo che lui
provasse sentimenti"
"Non poteva amare. La madre di Voldemort, Merope Gaunt, aveva usato un
filtro d'amore per convincere Riddle a sposarla. Chi viene
concepito sotto l'effetto di un filtro, non potrà mai
conoscere l'amore di alcun tipo: non solo Voldemort non amava Bellatrix, ma non
avrebbe amato neppure sua madre e ovviamente non ha amato sua
figlia" confermò Hermione, stupendo i tre ragazzi.
Come fa la Granger a sapere sempre tutto? E perché quei
riccioli sono ipnotici più di qualsiasi altra cosa... ma
si ricompose in fretta, sperando che nessuno avesse notato quell'attimo
di debolezza.
"Ecco. Dicevo, Voldemort non vedeva quella bambina come sua figlia, la
vedeva come un incantesimo di Magia Antica. Me l'ha spiegato Bellatrix,
è simile al modo in cui è tornato... un
incantesimo che usava la magia insita nel sangue, nella carne e nelle
ossa"
"Osso del padre donato
senza consenso, carne del servo sacrificata con consenso, sangue del
nemico prelevato con la forza" recitò sottovoce
Harry, ricordandosi quella sera. La morte di Cedric Diggory e i suoi
occhi spalancati, il cimitero Riddle, Codaliscia che gettava nel
pentolone quell'essere e la speranza di Harry che l'essere annegasse in
quella maledetta pozione. Voldemort che usciva dal calderone, di nuovo
potente.
"Sì, quello, Potter. Era un incantesimo di Magia Antica e
quella bambina è un incantesimo affine. In lei
c'è la carne di Bellatrix sacrificata con consenso e parte
anche del DNA di Voldemort"
"E l'osso del padre e il sangue del nemico?"
"Non lo so, Potter. Ti ho già detto che non so bene come
funziona, so solo quello che mi ha raccontato Bellatrix" rispose Draco
spazientito.
"Non è detto che necessiti dell'osso del padre e del sangue
del nemico, dopotutto è un altro incantesimo"
osservò Hermione e aggiunse, persa nei propri pensieri "che
cosa disumana mettere al mondo una creatura con lo scopo di usarla per
rinascere, nel caso in cui gli Horcrux fossero stati distrutti"
"Hermione ha ragione" disse Harry cercando di ignorare il sangue che
gli pulsava ferocemente nelle tempie e il peso nello stomaco che gli
faceva tremare le gambe "quindi Voldemort potrebbe essere
già tornato"
"No, se fosse tornato il Marchio sarebbe diverso. Quando è
morto, il Marchio si è come spento, era grigio e immobile,
come un disegno a matita su un pezzo di carta. Ora si è
riacceso, ma non interagisce con me, ha solo percepito le vibrazioni
del suo creatore rinforzarsi"
"Era successa la stessa cosa al Ballo del Ceppo. Ho sentito Karkaroff
dire a Piton che il Marchio stava tornando quello di prima, ma
Voldemort non era ancora tornato" lo interruppe Harry, lieto di sentire
che poteva ancora evitare il ritorno di Voldemort
"Esatto. Se tornasse, il Marchio interagirebbe con me, mi indicherebbe
dove materializzarmi"
"Quindi non è ancora tornato" esalò Ron
"Già"
"Cosa dobbiamo fare?" chiese Harry a Draco
"Per prima cosa dobbiamo scoprire tutto su questo tipo di incantesimo e
quando capiremo come bloccarlo, andremo dalla figlia di Bellatrix"
rispose Hermione, anticipando Draco "Malfoy, sai dov'è
adesso questa ragazza?"
"Si chiama Alhena e so che è stata mandata a studiare a
Durmstrang, per tenerla lontana da Silente. Non so altro"
"Se volevano che Silente non sapesse nulla di lei, sicuramente non le
hanno dato come cognome Riddle" osservò Harry
"Non lo so"
"Bene. Mi occuperò di scoprire qualcosa su questo tipo di
magia e quando ne saprò di più, Draco, andremo da
Alhena" concluse Hermione.
"Cosa? Andrete? Non se ne parla. Non vai con Malfoy in giro per
l'Europa in cerca della figlia di Voldemort" sbottò Ron "ci
andremo io o Harry"
"Voi siete impegnati con Kingsley" gli ricordò con tono
annoiato Hermione
"Puoi prendere il mio posto. Sei più brava di me con gli
incantesimi, gli sarai più utile tu di me"
"Kinglsey ha chiesto di te, non di me. Non sei ancora un Auror e
già vuoi trascurare il lavoro?" poi guardò Harry
e aggiunse "Proprio perché sono più brava di voi
con gli incantesimi è meglio che sia io ad andare. Harry,
prima era la tua guerra perché eri un suo Horcrux, ma in
questo caso il tuo intervento non sarebbe più decisivo del
mio. Inoltre è da escludere che Ronald possa collaborare con
Malfoy"
Draco deglutì. L'idea di collaborare da solo con Hermione
Granger lo sconvolgeva. Loro due da soli?
"Hermione ha ragione" disse per la seconda volta Harry, rivolto questa
volta a Ron, il quale ringhiò e lanciò
un'occhiataccia a Hermione e Draco.
"Bene, è deciso. Ve ne occuperete voi due. Mettetevi in
contatto se avete bisogno di aiuto" disse Harry.
"Grazie per aver chiesto il mio parere" sbuffò Draco,
sarcastico
"Oh... a te va bene?" chiese Hermione, ansiosa. Che sciocca. Sono solo la
mezzosangue, non vorrà mai lavorare con me
"Sì, è perfetto".
*
Harry era in sella alla sua cara
Firebolt e sfrecciava tra le nuvole, pensando. Il grosso peso che gli
era scivolato nello stomaco alle parole di Malfoy, ora si faceva
sentire ancora più intensamente. Poteva tornare, non era
tutto finito. E lui, Harry era disarmato, non aveva più le
armi che Voldemort stesso gli aveva fornito. Non era più il
Prescelto, non poteva...
Non sono più
il Prescelto. Quel capitolo è chiuso e toccava a me
chiuderlo, ma questo è diverso. Forse c'è un
altro prescelto, forse è proprio quella Alhena a dover
sconfiggere Voldemort. Se ci sarà una guerra io
parteciperò, ma questa volta non posso fare nulla per
anticipare le sue mosse. Non sono il Prescelto, sono solo Harry.
Solo Harry. L'ultima volta che ho detto questa frase è stato
il giorno del mio undicesimo compleanno, ad Hagrid. E da quel momento
non sono mai stato solo Harry. Sono stato la celebrità di
Hogwarts, il più giovane cercatore da un secolo, il presunto
erede di Serpeverde, la vittima di Sirius Black, il secondo campione di
Hogwarts, il bugiardo ComPlotter, l'uomo di Silente, il Prescelto. E
questo perché in effetti non sono mai stato solo Harry,
c'era anche un pezzo dell'anima di Voldemort in me. Ma se non l'avessi
avuta, se fosse stato Neville il Prescelto, io sarei stato solo Harry.
Ora è tutto finito per me, sono solo Harry ed è
ciò che voglio essere. Non voglio più essere
giudicato per ciò che ho dovuto fare, voglio essere
giudicato per ciò che sono e io sono Harry Potter.
C'è stato un tempo in cui sono stato il Prescelto, ma non
sono solo quello ed è ora che io possa vivere come semplice
Harry.
Strinse il manico di scopa, assaporando il pensiero di
riconquistare il gusto di una vita semplice, in cui il mondo non si
aspetta nulla da te. La libertà di essere non un eroe, ma un
uomo. Il suo nome reso così famoso dalle tragiche vicende
della sua vita, era stato ripetuto talmente tante volte che aveva perso
il suo significato. Ora, finalmente, l'avrebbe riacquistato.
_________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Lo so, l'idea che Voldemort possa figliare è decisamente
bizzarra. Ma dopotutto non è una vera e propria figlia,
è solo una sorta di "riserva" nel caso in cui gli Horcrux
fossero andati distrutti. Come ha osservato Hermione, è un
gesto di crudeltà tipico di Voldemort.
-Sesto libro: Bellatrix è con Narcissa e Piton a Spinner's
End e dice che Narcissa dovrebbe essere orgogliosa di offrire Draco a
Voldemort e che se lei, Bellatrix, avesse figli, sarebbe più
che lieta di offrirli al suo signore. In effetti Bellatrix ha detto di
non avere figli, ma io giustifico questa mia invenzione dicendovi che
siccome Bellatrix non si fidava di Piton (e questo è vero)
ha evitato di dire davanti a lui che aveva già offerto una
figlia a Voldemort.
-La bambina l'ho chiamata Alhena per due motivi: come Bellatrix
è il nome di una stella (della costellazione dei gemelli)
visibile a occhio nudo e, soprattutto, è il nome della mia
nipotina.
-Per quanto riguarda il fatto che Bellatrix fosse innamorata di
Voldemort e il fatto che quest'ultimo non potesse amare
perché concepito sotto l'effetto di un filtro d'amore,
questa non è la mia fantasia, sono due rivelazioni della
Rowling.
-La Magia Antica non l'ho proprio inventata. Il termine non
è mai apparso nel mondo potteriano, però quando
Silente spiega a Harry del sacrificio di Lily, la definisce una magia
antica e potente che Voldemort non conosceva. Ecco, Voldemort non aveva
messo in conto l'amore, ma il sangue lo conosce eccome. Ho diviso la
Magia Antica da quella "moderna" basandomi un po' sull'istinto: la
Magia Antica è quella che potremmo comparare con quella
pagana, questi sacrifici di carne, sangue, ossa e l'influsso di
sentimenti potenti. Mentre quella "moderna" è quella delle
formule in latino.
-Il termine ComPlotter non l'ho coniato io, l'ho visto scritto tutto in
maiuscolo nelle testate della Gazzetta del Profeta nel quinto film. Per
chi non capisse: è un gioco di parole tra Potter e
"complotter". Ricordate che Caramell credeva che Harry fosse in
combutta con Silente per fare del Preside il nuovo Ministro della Magia?
Spero che abbiate gradito e che non abbiate ritenuto questo capitolo
troppo pazzo. Fatemi sapere cosa ne pensate! Ah colgo anche
l'occasione per ringraziare tutti voi che finora mi avete recensita e
messa tra i preferiti, sono davvero lusingata, farò del mio
meglio per non deludervi!
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Capitolo 5 *** Wingardium Leviosa ***
Wingardium Leviosa
Piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestmenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
[Gabriele D'Annunzio]
Se a Draco Malfoy
avessero detto che un giorno si sarebbe accomodato sul sofà
color crema di Hermione Granger, non ci avrebbe creduto. Eppure in quel
momento era lì, a disagio per tutta
quell'intimità improvvisa. Sperava di non sembrare una
stupida gallina appollaiata, sperava di non apparirle ridicolo. Ma lei
non lo guardava, leggeva informazioni da un enorme libro polveroso,
cercando di decidere da dove cominciare la loro ricerca.
"Certo, c'è sempre il reparto proibito della biblioteca di
Hogwarts" disse a un certo punto
"Ho idea che quello sia il tuo punto di partenza per qualsiasi cosa"
replicò con un leggero ghigno Draco. Hermione
aggrottò le sopracciglia.
"Io..." alzò lo sguardo. La stava deridendo? Alzò
lo sguardo e incontrò quello di Malfoy che la studiava,
attento. A quanto pareva voleva testare la sua reazione. Non era un
insulto. Hermione si rilassò e sorrise "...sì,
è vero, lo ammetto".
Ci sono andato vicino.
Devo smetterla di fare l'idiota. Perché è
così bella quando sorride?
"Una volta mio padre mi ha parlato della Cattedrale di
Naddoddur, in Islanda. Ne hai mai sentito parlare?"
"No, cos'è?"
"Si tratta di una delle più complete biblioteche di magia in
Europa. Ha l'aspetto di una cattedrale, anche se ammetto di non avere
idea di cosa sia una cattedrale. Ed è stata costruita dal
mago Naddoddur, il primo mago che sbarcò in Islanda. La
reputò un luogo sicuro in cui custodire tutto il sapere
magico. Ora, le leggende su Naddoddur e sulla fondazione della
Cattedrale sono molte, quel che è certo è che se
non troveremo lì delle informazioni utili, non le troveremo
da nessun'altra parte al mondo".
Hermione si morse il labbro, pensierosa. La Cattedrale di Naddoddur.
Strano che non ne avesse mai sentito parlare.
"D'accordo, allora andiamo lì. Dobbiamo prepararci per il
clima islandese, però"
Draco annuì.
"Puoi andare a casa a preparare le tue cose e materializzarti di nuovo
qui quando sarai pronto. E da qui partiremo. Se ti va" propose Hermione
"Va bene" rispose Draco "a dopo". Va
bene a dopo. Quanto sei originale, Draco. Com'è che davanti
a Pansy Parkinson o alle oche Greengrass riesci a fare il brillante,
mentre quando sei davanti a Hermione Granger riesci a fare solo lo
stronzo o l'imbranato? Sei un idiota.
Una volta materializzatosi nel proprio appartamento, Draco
confermò ciò che si era detto pochi istanti
prima. Sì,
Draco, sei un idiota. Come ci si prepara al gelo islandese?
*
In realtà nemmeno
Hermione sapeva con esattezza cosa portare, perciò, proprio
come fece Draco, riempì uno zainetto con tutti gli indumenti
più caldi che avesse. Applicò ogni incantesimo in
modo che lo zainetto risultasse minuscolo e leggero. In quel momento un
gufo tutto arruffato picchiettò educatamente alla finestra.
"Quiz!" esclamò sorpresa Hermione accogliendo il gufo di
Luna Lovegood. Quiz saltellò allegramente sul tavolo e
gonfiò il petto per mostrare con orgoglio il pacchetto che
aveva portato con sé. Hermione gli accarezzò con
un dito la testolina, aprendo la lettera allegata al pacco.
Carissima Hermione,
di recente il mio Radmico mi ha fatto avere dei segnali riguardo te.
Non l'ho ancora perfezionato quindi non ho avuto delle visioni chiare
di quello che potrebbe servirti, però credo di aver colto
l'essenza del messaggio e ho inventato qualcosa che fa per te. Fammi
sapere come funzionano, se vanno bene ho promesso a George di
permettergli di venderli da Tiri Vispi Weasley.
Ps: credo che Quiz gradirebbe un succo di zucca.
Con affetto,
Luna.
Hermione sorrise. Sempre la solita Luna. Non aveva
terminato gli studi ad Hogwarts e aveva cominciato a darsi alle
invenzioni, entrando in società con George Weasley. Non
aveva idea di cosa fosse il Radmico, ma aveva dei ricordi di Luna che
blaterava qualcosa al riguardo di un radar che la informava dei bisogni
futuri dei suoi amici. Offrì al gufetto un bicchiere di
succo di zucca e si dedicò a ciò che le era stato
inviato.
C'era un oggetto cilindrico nero con venature rosse che sembrava il
Deluminatore di Silente e poi un... un...
Luna, ma che diavolo
è?
Sembrava uno di quegli antistress gommosi babbani, di
quelli a forma di animaletto. Hermione aveva in mano una sorta di
lumaca rosa confetto. Dubbiosa, Hermione strizzò l'oggetto
e, con un leggero singhiozzo la lumaca produsse una grossa bolla rosa.
Purtroppo Hermione non aveva badato a dove aveva puntato la lumaca e la
bolla inglobò la sua bacchetta magica e cominciò
a salire verso l'alto.
"No!"
Si scagliò contro la bolla, aspettandosi di bucarla con la
mano e afferrare al volo la bacchetta. Invece non solo la bolla non
scoppiò, ma Hermione vi si ritrovò aggrappata e
questa continuava a salire verso il soffitto. Con uno strillo, Hermione
si avvinghiò con le gambe alla bolla e strinse
più forte con le mani, cercando di non cadere.
*
A Draco pareva leggermente da
maniaco materializzarsi direttamente a casa di Hermione, ma nella
situazione in cui si trovavano non c'era tempo per il lusso di sembrare
delle persone normali.
Questa frase gli venne confermata quando, materializzatosi, si
trovò davanti uno spettacolo quanto meno bizzarro: Hermione
fluttuava verso il soffitto e oltre, avvinghiata ad un'enorme bolla
rosa che teneva in ostaggio la sua bacchetta.
L'occhio sinistro ebbe un leggero tic prima di scoppiare a ridere.
"Non ti si può lasciare sola un momento, Granger"
latrò tra le risate
"Sei davvero spiritoso, Mal..." ma in quel momento la bolla
scoppiò.
Fu un attimo, un'azione che venne da dentro.
Wingardium leviosa
La bacchetta rovinò a terra e Hermione
aspettava per se stessa la medesima cosa e fu per questo che si
sorprese a levitare. Posò lo sguardo su Malfoy e lo
trovò con la bacchetta alzata e lo sguardo attento,
impegnato nell'utilizzare l'incatesimo per deporla a terra senza farle
male.
I riccioli di Hermione fluttuavano, dolcemente accarezzati dalla luce
che filtrava dalla finestra. Passavano dal castano, al biondo al
ramato. Una dolce foresta in cui perdersi. Le sue guance erano
arrossate, spavento e sorpresa erano ancora leggibili nei suoi occhi
dalle pupille dilatate. La bocca semiaperta, quei denti che gli
piacevano tanto...
La scollatura di Hermione. Nella posizione in cui era in quel momento,
dalla scollatura si intravedevano due dolci collinette in cui Draco per
un momento sognò di perdersi.
Draco, sei un idiota. Si
sarà accorta di qualcosa?
Mentre Draco si prendeva a calci mentali, Hermione
raccolse velocemente la bacchetta, imbarazzata per la figuraccia che
aveva appena fatto. Però faticava a reprimere un sorriso:
Malfoy l'aveva aiutata, si era dimostrato gentile. Molti anni prima lo
stesso incantesimo aveva sancito l'inizio di un'amicizia. Era forse una
premonizione?
*
"Di', Granger, cos'era di preciso
quella roba? All'inizio avevo pensato che fosse il modo in cui passi i
momenti da sola, ma..." e ricominciò a ridacchiare come una
iena. Una iena bionda e sexy.
"Quanto sei scemo, Malfoy!" sorrise Hermione "In effetti è
un regalo che mi ha mandato Luna. Luna Lovegood. L'ha inventato lei. E
mi ha mandato anche questo, ma ho paura di provarlo, vista la bella
esperienza con le bolle"
"Simpatica la Lovegood" mormorò Malfoy, interessandosi
all'oggetto che Hermione gli porgeva.
"Permetti?" le chiese indicando il dono di Luna. Hermione
annuì e lo osservò studiare l'oggetto.
Pochi minuti dopo Draco sentenziò:
"Buone notizie, Granger. Questo non è un tentativo di farti
toccare il cielo con un dito, è un congegno che percepisce
le condizioni dell'ambiente esterno e le modifica a piacimento. Ottimo
per l'Islanda, potrai usarlo per ottenere un clima da spiaggia. Vuoi
portare qualche bikini?"
Hermione non notò il tono speranzoso che Draco non era
riuscito a controllare chiedendole dei bikini, stava pensando a
qualcos'altro. Non
è un tentativo di farmi toccare il cielo con un dito.
Qualcosa mi dice che lo farò ugualmente... sei una sciocca,
Hermione Granger. Non farti troppe illusioni, non stai andando in
viaggio di nozze con Malfoy. Perché sei così
presa? Il mondo è di nuovo in pericolo e tu pensi a sbavare
su Malfoy? Sei ridicola. Non hai più quattordici anni, non
sei al Ballo del Ceppo. Riprenditi.
Prima di smaterializzarsi, lanciò un'ultima
occhiata a Malfoy. E, con sua grande sorpresa, l'ultima cosa che vide
furono un paio di occhi grigi che la guardavano di rimando.
*
Le informazioni geografiche
erano accurate e riuscirono a materializzarsi precisamente davanti alla
Cattedrale. Era proprio su una delle scogliere islandesi. L'aria era
pungente ma veniva messa in secondo piano dal fatto di trovarsi su una
scogliera con un paesaggio così bello. Il cielo era
azzurrissimo, c'era una lunga nuvola bianchissima spianata dai venti
che la scacciavano. La roccia era grigia e coperta di muschio brillante
verso nord. La scogliera era altissima e il mare freddo vi si
infrangeva selvaggio e armonioso. Era rilassante.
"Granger, che cavolo
è quella roba?" fece Draco, inquietato, indicando la
Cattedrale.
"Quella è una tipica cattedrale gotica" rispose Hermione "ti
spiego dopo. Ora entriamo"
Purtroppo non fu così semplice, perché
all'entrata presenziavano due gargoyle. Somigliavano a quelli che
proteggevano l'ingresso allo studio di Silente, ma decisamente
più arcigni ed enigmatici.
"Fermi." dissero all'unisono con voce cavernosa "Identificatevi."
"Siamo due persone che devono consultare dei libri" replicò
acido Malfoy, ma i gargoyle non li lasciarono passare.
"Io sono Hermione Granger, Auror per il Ministero della Magia
britannico. Lui è Draco Malfoy, Guaritore al San Mungo"
"Dici il vero, mezzosangue. Ma percepiamo qualcosa di più
oscuro del tuo sangue sporco e giace nella sua carne" dissero
minacciosi i gargoyle
"Porto il Marchio Nero" ringhiò a denti stretti Malfoy.
"Questo ti rende indegno di accedere alla Cattedrale di Naddoddur. A
meno che le tue intenzioni non sia nobili. Cosa spinge una mezzosangue
e un marchiato a voler accedere congiunti alla Cattedrale di Naddoddur?"
"Non è un marchiato,
è Draco Malfoy. Non ha nulla a che vedere con quello"
protestò Hermione, ignorando lo sguardo stupito di Malfoy su
di lei.
"Sappiamo chi è. Il sapere contenuto in ogni libro della
Cattedrale di Naddoddur è in noi, sappiamo la storia e
conosciamo i discorsi sulla sua persona presentati alla corte del
Wizengamot. Solo le vostre intenzioni potrebbero permettervi di
accedere."
Hermione sospirò. Draco si chiese se i due gargoyle
sarebbero sopravvissuti a un bombarda
maxima.
"Abbiamo ragione di credere che Lord Voldemort possa tornare tramite un
potente incantesimo di Magia Antica eseguito molti anni fa. Lo vogliamo
fermare, ma abbiamo bisogno di informazioni e siamo sicuri che qui le
troveremmo"
"Le informazioni che cercate sono custodite qui"
"Quindi? Possiamo entrare?"
I gargoyle continuavano a sbarrare l'ingresso.
"Delibereremo. Attendete laggiù fino alla nostra decisione".
"Ma..."
I gargoyle rimasero immobili e non diedero più segni di
vita, l'ingresso era ancora sbarrato.
Hermione e Draco si allontanarono in attesa della decisione.
*
Il congegno di Luna si
rivelò decisamente utile, perché permise ai due
di liberarsi dell'ingombro di sciarpe e spessi cappotti e sdraiarsi per
terra. La magia dell'oggetto aveva reso la roccia tiepida e
accogliente. I due ragazzi si rilassarono guardando il cielo.
"Allora, cos'è una cattedrale?"
"Si tratta di una costruzione babbana, è un luogo di culto.
Credono che quella sia la casa del loro dio"
"Perché è piena di gargoyle?"
"I gargoyle servono a tenere lontano il demonio. Lui non può
entrare"
"Capisco. Non sono un esperto di queste cose. Ricordo le lezioni sulle
religioni babbane con la signorina Burbage, mi sembra un controsenso
mettere dei gargoyle per tenere lontano il male. Sai, c'è
una costellazione la cui storia è simile a questa, la
costellazione del Gobbo".
Hermione sospirò. La voce di Malfoy era rilassante e si
accordava benissimo con il rumore del mare che si infrangeva contro la
scogliera. Sembrava che quel rumore fosse stato creato apposta per
danzare intorno alle parole di Draco. E il cielo, il cielo era
perfetto. Dapprima rimase color carta da zucchero mentre le nuvole
divennero di ogni sfumatura di rosso, in seguito il cielo divenne
progressivamente più scuro e l'orizzonte era di un vivido
rosa e rosso. Sembrava che il cielo stesse sanguinando. Era uno
spettacolo meraviglioso.
Ad ogni costellazione che compariva, Draco ne raccontava a Hermione la
storia. Per prima, quella del Gobbo.
"La storia narra che ci fosse un uomo gobbo e deforme che viveva in un
campanile, al sicuro dalla gente malvagia che lo derideva per la sua
bruttezza. Un giorno capitò che una zingara si
rifugiò nella chiesa del suo campanile e
s'imbattè nel gobbo. Il gobbo rimase colpito dalla bellezza
della zingara e dalla dolcezza con cui ella lo trattava: non aveva
paura di lui e non lo trattava come un mostro, ma come una persona. Il
gobbo s'innamorò follemente della zingara e
l'aiutò a fuggire dal suo persecutore, un folle e crudele
ministro della Giustizia che, ossessionato dalla zingara, aveva deciso
di ucciderla se lei non avesse acconsentito a sposarlo. Il gobbo era
forte e fece di tutto per salvare la zingara, ma era buono di cuore e
il crudele ministro approfittò delle sue debolezze e lo
uccise. I gargoyle che proteggevano la chiesa, non potevano scacciare
il ministro finché era dentro la chiesa, ma durante il
combattimento contro il gobbo, il ministro scivolò da un
balcone e si aggrappò a uno dei gargoyle. Non era
più all'interno della chiesa e il gargoyle assolse al suo
compito di impedire ai demoni di entrare: ringhiando contro il mostro
che gli si teneva aggrappato, si staccò dalla balconatura e
si lasciò precipitare nel vuoto, uccidendo il ministro.
La costellazione serve a ricordare il coraggio del gobbo e l'eterna
questione: perché un uomo odia e un mostro ama? Chi
è più brutto tra chi è brutto dentro e
chi è brutto a vedere?"
La situazione era grave, il pericolo incombeva ma in quel momento il
mare li cullava, il cielo li deliziava e la magia li proteggeva. Il
profumo di Draco, simile all'acqua di Colonia, riempiva le narici di
Hermione. Lei non lo sapeva, ma i suoi ricci che profumavano dello
shampoo fruttato che usava, solleticavano la pelle di Draco,
causandogli una scossa di brividi interiori. Nessuno dei due riusciva a
crederci. Iniziò a cadere una dolce pioggia che s'infrangeva
contro la cupola invisibile che circondava i due.
"Draco" sospirò Hermione prima di addormentarsi
"è bello essere qui con te".
_________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Da dove cominciare, vorrei dire che questo capitolo è stato
difficile da scrivere per questioni personali. Ho avuto un po' di
problemi a casa ed è quasi impossibile scrivere con due
persone che urlano con tutto il fiato che hanno in corpo. Quindi se
questo capitolo suona sconnesso o qualsiasi altra cosa, perdonatemi,
è che non riuscivo a sentire la voce nella mia testa, quella
che formula le frasi e racconta le storie. Spero che sia comunque
decente.
-Per quanto riguarda la citazione, è tratta da una poesia di
D'Annunzio, all'inizio volevo mettere una strofa differente, ma non
potevo non mettere questa che parla di illusioni e si rivolge a
Ermione. Spero l'apprezziate come l'ho apprezzata io.
-Luna che diventa inventrice mi sembrava la cosa più
naturale. Ho cercato di tenere presente la sua intelligenza
(è una Corvonero, dopotutto), le sue origini (ricordiamo che
sua madre è morta durante un esperimento con un incantesimo)
e ho cercato di coniugare la sua indole naturale con il mondo al di
fuori della scuola, un mondo in cui deve guadagnarsi da vivere. E mi
è piaciuta quest'idea di affiliarla ai Tiri Vispi Weasley.
-La lumaca che spara bolle non è farina del mio sacco,
è una citazione dal gioco Battle for Slugterra, un gioco
davvero carino a cui gioco spesso con la mia nipotina Alhena. In
principio avevo in mente una scena in cui Hermione usa questo aggeggio,
ma forse la toglierò. Vedrò. Nel caso in cui non
dovessi scrivere più nulla su questo aggeggio, be'... fate
come se il Radmico di Luna avesse fatto un buco nell'acqua.
-Ho scelto di proposito l'incantesimo wingardium leviosa perché
è stato importante per Hermione. L'ha portata a stringere
amicizia con Ron e Harry e, soprattutto, è l'incantesimo che
ha usato Ron per metterle l'anello al dito (Rowling dixit). Questa cosa
è avvenuta anche nella mia storia, se ne parlerà
più avanti.
-La Cattedrale di Naddoddur è una mia invenzione, totale e
di sana pianta. Mentre pensavo a dove collocare la biblioteca, su Focus
stavano facendo un documentario sull'Islanda e mi è sembrato
un buon posto dove nascondere qualcosa di magico ai babbani. Ho cercato
altre informazioni su Wikipedia e ho letto che il primo ad essere
sbarcato in Islanda era questo Naddoddur, un mio amico mi stava facendo
un discorso sui gargoyle di Notre Dame et voilà: la
Cattedrale di Naddoddur.
-Il discorso sull'incoerenza dei gargoyle a proteggere una chiesa mi
è stato fatto e mi ha colpita molto, al punto da indurmi a
voler riguardare il bellissimo cartone Il Gobbo di Notre Dame, da cui
ho preso anche la storia della costellazione del Gobbo, che ho rivisto
in modo da poterla riassumere e riportare un po' ai pregiudizi che si
hanno su Draco, sul fatto che tutti lo considerino un mostro. Tutti,
tranne Hermione.
-Sempre la storia della costellazione del Gobbo è una
citazione nella citazione: per la storia mi sono ispirata a Il Gobbo di
Notre Dame, ma la scena di Draco che legge le costellazioni per
Hermione l'ho presa da Shrek.
Spero di non avervi annoiato troppo. Fatemi sapere!
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Capitolo 6 *** La misteriosa Cattedrale di Naddoddur ***
La
misteriosa Cattedrale di Naddoddur
I'm
addicted to way I feel
when I think of you:
there's too much green to feel blue
[Fall Out
Boy]
Hermione si tirò su
di scatto a seguito di un confuso e agitato sogno in cui dei gargoyle
psicolabili la inseguivano lanciandole contro dei serpenti verdi che la
avvolgevano mozzandole il fiato. Rimase ansante per qualche istante,
poi si rese conto dello spettacolo che aveva davanti. Stava per
albeggiare: il blu del cielo andava assumendo tinte sempre
più chiare e all'orizzonte un delicato verde con rade
striature rosa anticipava il capolino del sole. Il mare luccicava
pigramente.
Hermione sorrise e allungò le gambe, stiracchiandosi. Nel
farlo, mosse la mano e sfiorò Draco che dormiva ancora,
sdraiato su un fianco. Hermione ritrasse la mano rapidamente e
arrossì.
Sta' calma,
fortunatamente dorme e non si è accorto di nulla.
Aveva un'aria così pacifica e innocua.
Respirava profondamente e silenziosamente. Probabilmente non stava
sognando, non aveva espressione. Le labbra erano appena dischiuse e la
linea sottile delle sopracciglia era distesa. Il ciuffo era curvato,
piegato alla gravità, disordinato e sexy. Hermione si
godette quei lunghi minuti di contemplazione, gustando come una
pietanza prelibata il senso di potere derivante dal fatto che Malfoy
dormiva e lei avrebbe potuto osservare la sua bellezza senza che quegli
occhi grigi la facessero arrossire. D'un tratto s'irrigidì
di colpo e pensò
Okay, Malfoy
è stupendo anche mentre dorme. Ma in che condizioni sono io?
Si conosceva, sapeva che occhietti porcini e che capelli
improponibili si ritrovasse al mattino. Doveva correre ai ripari prima
che Malfoy si svegliasse. Afferrò rapidamente la bacchetta e
pensò a quale incantesimo l'avrebbe potuta rendere decente,
quando si ricordò del regalo di compleanno che le aveva
fatto Fleur. Ritornò con la mente a qualche mese prima.
"Grazie, Fleur, è davvero molto bello" aveva ringraziato
Hermione, tenendo in mano la capsula fucsia.
"Sì. Ma cos'è?" aveva aggiunto Ginny.
"Un nuovo prodotto direttamonte dalla Franscia, è una
boutique d'emerjenza portatile. Se sei orenda e devi randerti
presantabile in pochi minuti, questo è sciò che
fa per te"
Ginny, alle spalle di Fleur, aveva fatto finta di vomitare, ma Hermione
aveva sorriso aveva conservato il regalo.
Ora le tornava utile e per fortuna il giorno precedente si era
ricordata di portarlo con sé.
Eseguì un incantesimo di Appello non verbale, in modo da non
rischiare di svegliare Draco, afferò la capsula e la
attivò scagliandola per terra. Non fece alcun rumore, ma
comparve una vistosa tenda fucsia, molto pacchiana. Hermione,
accigliata, pensò che somigliava spaventosamente ai
baracchini delle indovine alle fiere. Entrò nella tenda e
una voce femminile la accolse.
"Selezionare il programma di restauro"
"Quale programma? Ehi! Come sarebbe restau..."
"Appuntamento galante. Appuntamento di lavoro. Incontro casuale.
Concerto. Altro"
"Ehm... appuntamento galante?"
Non appena l'ebbe detto, si ritrovò sotto assedio: in pochi
minuti venne lavata e profumata, le venne indossato un abito color
avorio e le venne applicato un trucco vistoso in tinta con il vestito,
i capelli le vennero raccolti e fermati con una coroncina.
"Sì, ma sono in Islanda" commentò sarcastica
Hermione, guardandosi le spalle nude. Non appena l'ebbe detto, le venne
scaraventato, non senza una certa eleganza, uno scialle.
"No, non è questo che intendo. Non stiamo uscendo a cena,
vorrei solo essere presenta..."
Nuovamente, non le venne data la possibilità di finire la
frase perché la tenda l'aggredì struccandola e
spogliandola. In pochi frenetici minuti, si ritrovò con i
capelli lisci, una leggerissima maglietta lunga e degli shorts.
"Grazie, ma sono ancora in Islanda. Come poco fa."
Non l'avesse mai detto. I capelli erano tornati ricci, ma tutto
ciò che indossava era grigio e peloso. Gli stivaletti
avevano dei pon pon e i capello delle orecchiette.
Prima che potesse protestare per essere stata trasformata in una
lepre, udì dei rumori provenienti da fuori e la
voce di Malfoy.
"Granger?"
Merda.
Rapidamente si lanciò fuori dalla tenda, rossa
come un peperone impazzito. Malfoy sembrava completamente stordito dal
sonno, era seduto per terra, le mani appoggiate davanti a
sé, leggermente ingobbito. Il ciuffo gli cadeva davanti agli
occhi gonfi e assonnati. Era bellissimo.
"Che stai combinando?"
"Nulla! Mi vestivo!" squittì con voce stridula Hermione.
Draco scosse la testa mentre Hermione rapidamente faceva sparire la
tenda e cacciava con mala grazia la capsula nello zainetto.
Malfoy si alzò, si sgranchì con gemiti di
soddisfazione, poi estrasse degli asciugamano azzurri dal suo zaino e
cominciò a spogliarsi. Dapprima sbottonò
lentamente la camicia, mostrando gradualmente un fisico esile ma
scolpito. Perfino quel cupo segno nero sul braccio contribuiva a
renderlo più sexy. Poi fu la volta dei pantaloni.
Hermione, respira.
Può esplodermi la testa se arrosisco troppo?
Stai guardando, Granger? Lenticchia ce l'ha questo fisico?
Una volta rimasto in aderenti boxer neri, Draco si
stiracchiò nuovamente, mostrando i muscoli.
"M-M-Maaa-alfoy? Cosa st-stai fa-a-acendo?" balbettò
Hermione, che in quel momento non ricordava bene per quale motivo
fossero in Islanda. Ammettendo che si ricordasse che erano in Islanda.
"Quando mi sveglio mi piace fare una doccia fredda, è
tonificante. Ora che sono in Islanda sarebbe un vero peccato non
approfittare di questo mare" spiegò cercando di celare un
certo compiacimento. Poi corse verso l'orlo della scogliera.
Bene, Draco. Stai per
buttarti mezzo nudo da una scogliera islandese per fare colpo sulla
Granger. Puoi segnarlo nella top ten delle cose idiote che hai fatto,
se non ti fracassi la testa precipitando. E se non muori per
l'ipotermia, ovvio.
Hermione battè le palpebre, stordita. Era
sveglia da nemmeno un'ora ed erano già successe troppe cose.
E pensare che si era presa tanta briga per rendersi bella e Draco
l'aveva vista vestita da lepre con un pomodoro al posto della faccia.
Guardandolo riemergere, pensò
Ho solo due speranze:
che fosse troppo intontito dal sonno e non ricordi il momento in cui
sono sbucata fuori dalla tenda o, nel caso in cui se lo ricordasse
benissimo, che in una ragazza gli piaccia proprio l'aspetto paonazzo e
idiota che avevo io.
Hermione non si era mai dilettata con la Legilimanzia, ma
se l'avesse praticata su Draco avrebbe scoperto che non pensava ad
altro che alla bellezza della ragazza. Aveva impressa nella mente
l'immagine di Hermione stagliata contro l'alba. Era un panorama
bellissimo e anche il cielo non era male. Forse per l'effetto del sonno
quel rosa dell'alba si rifletteva nei riccioli di Hermione e il suo
rossore era fantastico, stimolava ogni istinto predatorio di Draco.
Adorava vederla arrossire e faticava a contenere l'impulso di
avvinghiarla tra le sue spire e baciarla con passione, vincere ogni sua
resistenza, possederla.
*
Stavano consumando una colazione
a base di mezza tavoletta di cioccolata a testa accompagnata da del
succo di zucca ghiacciato, quando i gargoyle li chiamarono.
"La mezzosangue e il marchiato si facciano avanti, i gargoyle della
Cattedrale di Naddoddur hanno deliberato".
I due avevano raccolto rapidamente le loro cose e si erano avvicinati.
"Draco, vuoi che attivi il congegno di Luna per riscaldarti?" chiese
dubbiosa Hermione guardando Draco. Una volta riemerso dall'acqua, si
era materializzato accanto agli asciugamano e si era asciugato con
quelli e con la magia. Poi aveva indossato una camicia verde e argento
e dei pantaloni neri. Era coperto da un cappotto nero, ma le sue labbra
erano ancora violacee e Hermione si preoccupò. Draco,
piacevolmente sorpreso sia dalla premura della ragazza che dall'essere
stato chiamato per nome, le mostrò un bel sorriso e fece
cenno di no con la testa. C'era più calore dentro di lui in
quel momento che in tutti vulcani della Terra messi insieme. Entrambi
arrossirono leggermente. Ancora una volta Draco si contenne per non
afferrare per i polsi Hermione e baciarla.
Arrivati davanti ai gargoyle, notarono che non erano più
mostruosi e arcigni come erano apparsi il giorno precedente. Erano, per
così dire, normali.
"Abbiamo deliberato. Le vostre intenzioni sono più pure del
sangue del marchiato e più pulite della coscienza della
mezzosangue. Potete entrare."
I due si scambiarono un'occhiata e un sorriso e si aspettarono che i
gargoyle si spostassero e mostrassero la porta che nascondevano alle
loro spalle. Ma i gargoyle li guardavano severi e non si spostavano. Le
loro fauci si facevano sempre più grandi. Con un lampo di
orrore Hermione e Draco capirono: non c'erano porte dietro i gargoyle,
l'ingresso era attraverso loro! Si guardarono nuovamente, orripilati.
Draco le rivolse uno sguardo interrogativo e lei annuì.
Te la senti?
Sì.
Fecero un passo avanti e i gargoyle li ingoiarono interi.
Fu un secondo, un salto nel vuoto al termine del quale si ritrovarono
dentro la cattedrale. Era vastissima ed era piena di scaffali di libri.
Un paradiso per Hermione..
"Draco! Sono tantissimi! Quanti sono?"
"Sono tutti i libri che sono stati scritti dall'inizio del nostro mondo
a oggi" mormorò Draco, suo malgrado impressionato.
Tuttavia non erano soli in quella cattedrale, una figura stava a
qualche metro da loro e li fissava, avanzando verso di loro. Entrambi
rimasero a bocca aperta.
"Professor Silente!" esclamò Hermione.
*
Il
professor Silente scrutò Hermione da sopra gli occhiali a
mezzalunga, con quel suo sguardo luminoso.
"Mia cara, non siamo Albus Silente" disse poi con dolcezza "siamo una
delle manifestazioni dello Spirito della Cattedrale di Naddoddur.
Venite".
I ragazzi lo seguirono senza fare domande ed egli riprese a parlare,
guidandoli attraverso scaffali e scaffali di libri
"La Cattedrale di Naddoddur non è una semplice biblioteca,
è il luogo in cui tutto il sapere magico viene custodito. Lo
spirito della conoscenza, del sapere, è protetto da questa
struttura creata appositamente. E come tale, ha anch'essa uno spirito.
I gargoyle che avete incontrato sono una delle manifestazioni. Lasciano
entrare solo e soltanto chi merita di accedere a questo sapere. Sarebbe
una vera catastrofe se certe informazioni cadessero nelle mani
sbagliate. Ma ora che siete all'interno, dovete sentirvi a vostro agio.
Siete in un luogo sacro di cultura e conoscenza, dovete essere guidati
dalla persona in cui riponete la massima fiducia, una persona che -
avete la certezza - dice sempre il vero. Non ci stupisce dunque
ciò che tu vedi in noi, signorina Granger" poi si
voltò verso Draco e gli fece l'occhiolino.
"Voi state cercando dei libri che vi svelino dei segreti molto oscuri.
Ben presto li avrete, ma dobbiamo avvisarvi: una volta che avrete tutte
le informazioni di cui necessitate, quando dovrete andarvene,
incontrete una difficoltà. Dovrete trovare da soli l'uscita,
i gargoyle non potranno aiutarvi, loro non possono far uscire le
persone dalla Cattedrale. L'uscita è una manifestazione
dello Spirito, quella della crescita e la crescita implica sofferenza.
Uscendo vi assumerete le responsabilità di ciò
che avete saputo. Buona fortuna" concluse estraendo alcuni volumi da
uno scaffale, porgendoli a Draco e Hermione.
*
Erano passate
alcune ore, ore trascorse a leggere con attenzione quei libri che lo
Spirito aveva dato loro. Erano antichissimi e spiegavano cose della
Magia Antica che né Draco né Hermione avrebbero
immaginato nei loro sogni più folli. Tuttavia
avevano scoperto di cosa si trattava l'incantesimo che legava alla vita
Voldemort tramite Alhena. Era una cosa crudele, raccapricciante. E
c'era un'unica cosa da fare.
Hermione strinse le labbra. Ce l'avrebbero fatta.
"Draco" disse improvvisamente
"Sì?"
"Io vedo Silente se guardo lo Spirito della Cattedrale. Tu chi vedi?"
Draco rimase in silenzio per un secondo, fissandola negli occhi.
"Vedo te".
________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-La citazione per il capitolo è tratta da una canzone dei
Fall Out Boy, non l'ho tradotta perché in italiano non rende
bene. Significa: "sono dipendente dal modo in cui mi sento quando penso
a te: c'è troppo verde per sentirmi triste". Si riferisce
ovviamente ai sentimenti tra Draco e Hermione, il verde è il
colore di Draco, il colore di Serpeverde. In inglese è
più carina che in italiano perché c'è
anche il contrasto cromatico green-blue che in italiano non
può esserci.
-La parte assurda dei due che cercano di fare colpo l'uno sull'altra
è stata divertente da scrivere e da immaginare, spero che la
gradiate. La cosa della capsula è un riferimento alle
capsule di Bulma in Dragonball, mentre una frase che pensa Hermione
è una citazione di Louise Rennison.
-In principio mi ero figurata che i gargoyle impedissero l'accesso a
una porta. Solo alla fine del capitolo, mentre scrivevo il discorso di
"Silente" ho immaginato questa scena bellissima con i gargoyle che
ingoiano Hermione e Draco. L'ho trovata davvero suggestiva.
-In realtà contavo di mettere già in questo
capitolo la spiegazione dell'incantesimo, però veniva fuori
una cosa troppo lunga quindi ho dovuto spezzare, anche se mi
è dispiaciuto. Mi sembra che così il capitolo sia
"inutile" o incompleto, non lo so, ditemelo voi. Ma d'altra parte
cancellare i momenti tra Draco e Hermione è un peccato,
anche perché servono, loro due si stanno innamorando
progressivamente, non posso togliere nulla perché quando la
storia finirà, non voglio che diciate "si sono innamorati
perché hanno condiviso queste poche grandi cose", voglio che
diciate "si sono innamorati perché hanno condiviso un sacco
di piccole cose". Credo che siano quelle che formano le coppie. E credo
che la coppia Ron-Hermione sia scoppiata proprio perché
avevano affrontato troppo
insieme. Giuro che affronterò l'argomento nel prossimo
capitolo o in quello dopo! Ci sono un sacco di rivelazioni da fare!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!
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Capitolo 7 *** Acque profonde ***
Acque
profonde
Noi cammineremo insieme, la mano
nella mano,
anche nel regno delle ombre.
[Thomas Mann]
Seduti
a un tavolo, Hermione e Draco consultavano da ore diversi volumi di
Magia Antica e Magia Oscura. Seduta difronte a Draco, Hermione prendeva
appunti su un pezzo di pergamena e teneva davanti a sé una
scatoletta rotonda di latta contenente pezzi di liquirizia babbana.
Nessuno dei due conosceva i pensieri dell'altro, ma entrambi erano
soddisfatti da quella collaborazione. Hermione era abituata a Ron che
non capiva un'acca e Harry che capiva ma non era d'aiuto nelle
ricerche. Draco era abituato all'ottusità di Tiger e Goyle.
Certo, Zabini era decisamente a un altro livello, ma non avevano mai
avuto occasione di confabulare e progettare qualcosa insieme. Se solo
avesse legato con lui prima.
Collaborare con Hermione era bellissimo, arrivava dove lui non arrivava
e lui illuminava lei su altre cose. Si aiutavano reciprocamente,
costruivano insieme qualcosa. Era un sentimento piacevole, specialmente
per Draco che aveva sempre ammirato segretamente l'acutezza di Hermione
e aveva invidiato Potter per avere un'amica così brillante.
Ma lo Sfregiato ovviamente preferiva quell'incapace di Lenticchia.
Ricordò la rabbia che aveva provato al terzo anno, quando
l'imbecille aveva ricevuto in regalo la Firebolt da Black e Hermione
aveva avvisato la McGranitt. L'avevano esclusa come una terribile
traditrice, quando invece era stata l'unica abbastanza sveglia da
capire che la scopa era un regalo di Black e si era preoccupata per il
suo amico.
Gli sfuggì un sospiro, ricordando il terzo anno ad Hogwarts.
Che sciocco era stato. Provocare un ippogrifo solo perché
Hermione aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo che Potter aveva
avuto a che fare con l'animale. E poi, l'ippogrifo era stato condannato
a morte. Sospirò di nuovo, ricordando le lunghe ore passate
in biblioteca nascosto da qualche scaffale o libro, osservando Hermione
che si faceva in quattro per riuscire a seguire tutti i suoi corsi e
anche la causa di Fierobecco. Era s traordinaria.
E quella sera, la sera dell'esecuzione di Fierobecco. Sapeva che se
quel maledetto pollo fosse stato giustiziato, Hermione l'avrebbe odiato
per sempre. Aveva deciso di salvarlo, aveva fatto un piano folle e
aveva trascinato con sé Tiger e Goyle, ma sapeva che non
avrebbe funzionato, eppure doveva provare. Sospirò
nuovamente. Avevano incontrato Hermione e i due idioti. Questo non se
lo aspettava, non credeva che i due idioti avrebbero mai permesso a
Hermione di assistere a un simile spettacolo. Non se la meritavano, non
sapevano neppure proteggerla. Non che la ragazza necessitasse di un
qualche tipo di protezione: non aveva fatto in tempo di rimettere la
maschera dell'odioso Malfoy, che Hermione l'aveva colpito con forza al
viso. Era così forte e inarrivabile. L'aveva salvato da
un'impresa folle, non sarebbe mai riuscito a far fuggire l'ippogrifo e
lo sapeva: non ci sarebbe stato Hagrid a salvarlo dalla collera
bestiale dell'animale e anche se ciò fosse accaduto, sarebbe
comunque stato colto sul fatto da suo padre, dal Ministro della Magia,
da Silente, da McNair... sarebbe apparso un debole, avrebbe sfigurato.
Ed Hermione lo aveva salvato.
"Non hai trovato nulla?"
"Uh?"
"Hai sospirato un po' di volte. Sei stanco? Vuoi che ti conceda una
pausa?" chiese gentilmente scherzosa Hermione.
Solo se la pausa che mi
concedi ci prevede senza vestiti.
"No, no. Pensavo. Questa storia è completamente
folle. Lui era folle, che crudeltà" rispose velocemente
Draco.
Hermione annuì e continuò ad aggiungere
informazioni alla lettera che stava scrivendo a Potter. La cosa lo
infastidiva, non capiva perché dovesse per forza impicciarsi
anche lo Sfregiato. Dopotutto non c'entrava più nulla con
questa faccenda e non poteva contribuire in alcun modo.
Scosse la testa con disapprovazione.
Notò comunque che ogni tanto la Granger lo guardava di
sottecchi e sorrideva. Sapeva che stava pensando all'ammissione di poco
prima, quando le aveva confidato di vedere lei nello Spirito della
Cattedrale. Da un lato la cosa lo imbarazzava, ma dall'altro gli faceva
piacere essere la ragione del suo sorriso.
E soprattutto, gioiva nel sapere che sorrideva all'idea di essere in
qualche modo importante per lui.
*
Avevano finito le ricerche da un
paio di minuti, avevano ricapitolato la situazione ed erano rimasti a
fissarsi negli occhi.
Mi sento un'idiota a
fissarlo senza dire nulla.
Mi sento un idiota a fissarla senza dire nulla.
Si sentivano due idioti a fissarsi senza dire nulla.
"Quindi... cosa si fa?" balbettò Hermione
"Ah. Eh..."
Ih. Oh. Uh. Impariamo le
vocali con Draco Malfoy. Sei un idiota, perché ti riduci
allo stadio cerebrale di un bambino di cinque anni quando parli con
lei?!
"Credo che dovremmo andare da Alhena e... fare... quello
che dice il libro"
"Giusto, giusto. Ma... dove si trova Alhena?"
Hermione aveva sollevato un giusto quesito. Non aveva idea di dove
vivesse sua cugina, sapeva solo che aveva frequentato Durmstrang.
Durmstrang, giusto, potevano incominciare da lì!
"Granger, ascolta. Alhena ha frequentato Durmstrang, dobbiamo andare
lì e scoprire qualcosa su di lei. Dubito che il preside
parlerà così spontaneamente, ci serve una scusa
credibile"
"Magari potremmo chiedere a Harry di farci ottenere un permesso dal
Ministro"
"No, niente Ministero. E soprattutto a Durmstrang non devono circolare
voci sul possibile ritorno di Voldemort. Nessuno deve sapere nulla"
disse con tono fermo Draco. Poi si alzò e iniziò
a passeggiare pensieroso. All'improvviso si fermò e si
voltò a guardare Hermione, che trasalì. Si
diresse con passo spedito verso di lei, quasi travolse una sedia, e
appoggiò una mano sul tavolo allungandosi verso di lei.
Sentì il suo profumo leggero che per un secondo gli
annebbiò la mente.
I loro visi erano a pochissimi centimetri di distanza, il cuore di
Hermione batteva all'impazzata per l'intimità improvvisa e
repentina che Draco si era preso. Cosa stava per fare?
"Hermione" cominciò con un sussurro dolce. Erano
così vicini che parlando le loro labbra quasi si sfioravano
"S-sì?"
"Io sono suo cugino"
"S-sì"
"Se sei d'accordo possiamo presentarci a Durmstrang chiedendo di Alhena
con la scusa di volerla invitare al nostro matrimonio"
"Nostrimonio?" balbettò Hermione stravolta
Draco sorrise, pur sentendosi un po' a disagio. Era diventata fucsia.
"Non possiamo dire al preside di Durmstrang che cerchiamo Alhena
perché se per caso trova i Sigilli della Carne e quello del
Tempo, farà rivivere Voldemort. Ma possiamo darle a bere che
suo cugino la vuole al suo matrimonio. Dopotutto ci sono un sacco di
incantesimi per verificare se due maghi hanno lo stesso sangue, non
sarà difficile provarlo".
Ci fu un secondo di silenzio.
"Lo so che è folle e che fino a ieri la sola idea di passare
tanto tempo in mia compagnia ti disgustava, ma..."
"Non mi disgustava" mormorò Hermione con un filo di voce.
Draco la guardò sorpreso. Sentiva che stava per sorridere
come un beota, ma non c'era tempo.
"Te la senti di mentire? Di dire che tu... ed io..."
"Sì, va bene"
"Allora usciamo da qua e andiamo a sposarci".
*
Non c'era così buio
quando erano arrivati. Prima la Cattedrale era inondata da una luce
chiara e pastellata, era un luogo sereno e pacifico. Ora che cercavano
l'uscita, era tutto buio e terribilmente oscuro e un'aria fredda
entrava da chissà dove. Hermione aveva la pelle d'oca. Non
sembrava che stesse calando gradualmente l'oscurità, erano
piuttosto loro che si calavano nelle tenebre. Quando furono a un passo
dal buio completo, udirono una voce. Hermione trasalì.
"La
felicità la si può trovare anche negli attimi
più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la
luce".
Draco si irrigidì. Hermione sorrise.
"Era una frase di Silente, questa! L'ha detta al terzo anno, quando
parlava dei Dissenna..." poi il suo sguardo calò su Draco
"...è stato lo Spirito della Cattedrale a parlare. Tu hai
sentito qualcos'altro". Draco annuì. Hermione
guardò quel buio e deglutì.
"Non mi piace più
questo posto, è agghiacciante".
Draco la guardò in tralice e pensò che anche lui
ne era inquietanto, ma che l'avrebbe protetta da qualunque cosa. Era la
sua occasione. Strinse la bacchetta nella mano e disse con tono calmo
"Lumos".
Ma quel buio era strano. La luce della bacchetta di Draco veniva
manipolata... era come se quel buio fosse vivo e avesse delle mani che
toccavano la luce e la spostassero in luoghi in cui teoricamente non
poteva illuminare. Ed era così che non illuminava il pezzo
di pavimento diritto davanti a sé, ma un altro molto
più avanti o di lato.
"Ma che...?" borbottò Draco.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata.
"Lumos maxima" pigolò Hermione.
La luce sembrava essere stata ridotta in lunghi frammenti che
illuminavano squarci casuali di zona. Era un buio molo strano. Inoltre,
scoprirono che anche se entrambi puntavano la bacchetta nel medesimo
punto, le due bacchette avrebbero illuminato in modo differente il
cammino.
"Non mi piace. Non mi piace per niente" ripetè Hermione con
voce strozzata.
Draco si morse un labbro. Non sapeva come illuminare quel posto, ma
sapeva come illuminare Hermione.
"Prima, mentre guardavamo il buio tu hai sentito Silente. Io ho sentito
te. Guardavo il buio e pensavo non
aver paura del buio e ad un certo punto ho sentito la tua
voce. Hai detto la
paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa.
Lo dicesti quel giorno al Ghirigoro a mio padre, dovevamo cominciare il
secondo anno ad Hogwarts.
Vedi, Hermione, tu sei sempre stata il mio punto fermo. Non siamo mai
stati amici, ma eri la persona più intelligente che
conoscessi e sapevo che avrei potuto avere un legame con te, se non
fosse stato per il mio stupido orgoglio. Ma tu eri con Potter e Weasley
e non sapevo proprio come fare per essere anche io amico tuo. Ma
Hermione, tu mi hai salvato un sacco di volte. Sei stata eccezionale,
da sempre, e mi hai tolto subito la convinzione che i nati babbani
fossero inferiori. E se vuoi saperlo quella volta al terzo anno, quando
dovevano giustiziare l'ippogrifo, io ero lì per cercare di
farlo scappare ma era un piano che sarebbe fallito miseramente e forse
sarei anche finito nei guai e tu mi hai salvato. Ma non mi hai salvato
solo in quell'occasione, mi hai salvato anche quel giorno nella Stanza
delle Necessità, quando l'Ardemonio stava per ucciderci
tutti. Sì, è stato Potter a voler tornare
indietro a salvarci, ma so che l'avresti fatto anche tu e comunque sei
stata tu a produrre un incantesimo d'acqua abbastanza potente da aprire
un varco in quel fuoco infernale. E poi mi hai salvato quel giorno
durante Cura delle Creature Magiche, mi hai salvato da Weasley. Sai,
non me lo aspettavo. Sono sempre stato uno stronzo odioso con te ma era
perché... mi piacevi, Hermione. Era una cosa bruciante, non
riuscivo a controllarlo e non sapevo come fare per farmi notare da te.
Sono un idiota, lo so. Durante il Ballo del Ceppo, poi, non so come ho
fatto a non dare fuoco al vestitino di Weasley per catturare la tua
attenzione. Speravo che avrei fatto colpo, mi ero agghindato come non
mai. E invece tu eri meravigliosa e non avevi occhi che per Krum. Poi
ho visto che sei corsa via piangendo per colpa di Weasley e la voglia
di dargli fuoco è cresciuta. Lo so che sono stato il primo a
ferirti, ma ho sempre odiato vederti con quelli che non ti meritavano.
Quando la Skeeter diffuse la voce che ti eri messa con Potter, sono
quasi morto dentro. Aveva tutto quello che volevo, anche te. E quando
si è detto che stavi con Weasley, sono morto di nuovo. Poi,
tutto si è rivelato falso e mi sono sentito un po' meglio,
egoisticamente. Sì, egoisticamente perché so che
per quanto io possa fare lo spavaldo non sono coraggioso o buono come
quei due e nemmeno famoso come Krum, so che non sono il meglio che puoi
avere, ma so che io saprei come trattarti, a differenza di quelli
là. Io so quanto sei straordinaria e quanto ti devo. Sei
sempre stata così forte. E anche se ti ho sempre
maltrattata, sappi che ho sempre desiderato averti dalla mia parte,
almeno per una volta".
Ci fu un lungo silenzio.
"Hermione?"
Tutto era così buio che per un momento Draco credette di
essere solo. Ma subito dopo sentì un singhiozzo sommesso.
"Oh, Draco..."
E poi le sue braccia attorno al collo. Lo stava stringendo a
sé.
"Ero dalla tua parte. Per quanto mi fosse difficile essere amichevole
con te, ho sempre saputo che non eri quello che dimostravi di essere.
Ed ero completamente dalla tua parte durante l'ultimo anno ad Hogwarts.
E sono dalla tua parte adesso."
I loro visi erano vicini e i loro sguardi allacciati. Il buio era
diventato come fumo e li avvolgeva.
Bacialo, Hermione.
Può rimanere nel buio, se vuoi...
"Hermione, il buio ci sta... muoviamoci!" urlò
Draco, notando che un filo di fumo buio stava inghiottendo un ricciolo
della ragazza. Stava inghiottendo anche i frammenti di luce delle
bacchette.
Istintivamente la prese per mano e cominciò a correre.
"Expecto patronum! Lumos maxima!" urlò con tutto il fiato
che aveva in corpo. Hermione fece lo stesso.
Una lontra e un ghepardo cominciarono a correre nel buio.
I due ragazzi, mano nella mano, li inseguirono. Corsero a precipizio
finché non si trovarono in una zona strana. Non c'era nulla,
era tutto buio e vuoto, fatta eccezione per un cerchio di pietra
grigia. Al suo interno c'era qualcosa che emanava una leggera foschia
azzurra luminosa, che rendeva inoffensivo il buio.
"Cos'è?" chiese Draco.
Hermione osservò le pietre grigie. C'era inciso qualcosa.
"Tiefe Brunnen muss man graben, wenn man klares Wasser will. Tiefe
Wasser sind nicht still." lesse lentamente Hermione
"Che significa?"
"Si devono scavare pozzi profondi se si vuole l'acqua limpida. Le acque
profonde non sono tranquille." tradusse Hermione pensierosa "Non sono
rune, è tedesco." sorrise poi allo sguardo perplesso di
Draco "Lo studiavo alla mia scuola babbana!"
"Bene, ma cosa significa?"
"Che questo è un pozzo. Un pozzo profondo e quell'acqua non
è tranquilla"
"A me sembra tutto il contrario" osservò Draco, guardando
dubbioso quel piatto blu scuro.
"Credo sia questa l'uscita" disse Hermione
"Sai cosa? Credo sia una metafora"
"Che vuoi dire?"
"Questa Cattedrale non è il tempio della conoscenza per modo
di dire. Lo è veramente. Per entrare, per accedere alla
conoscenza, devi essere inghiottito dai gargoyle che spaventano chi non
è degno di accedere. Per avere una buona cultura bisogna
faticare e la fatica spaventa chi non è disposto a
combattere per la conoscenza. Una volta che sei nel mondo della
cultura, ti senti a tuo agio e ti fidi delle parole di saggezza e
conforto dei grandi autori, sono come una guida per te. Ma quando hai
finito di studiare e devi mettere in pratica ciò che hai
imparato, allora brancoli nel buio perché il mondo non
è chiaro come un libro. Hai con te solo il lume della tua
ragione che illumina quel che può, ecco perché i
nostri incantesimi illuminavano in modo diverso e mai completamente. E
il saggio che si trova in un mondo pieno d'ignoranza, si ritrova
aggredito dal buio" disse Draco. A quelle parole, l'acqua del pozzo
iniziò ad agitarsi.
"Hai ragione. E questo cosa simboleggia?"
"E questo... questo è il salto nel vuoto. Il coraggio di non
essere sciocchi, il coraggio di vivere con l'intelligenza in un mondo
stupido. Non ha importanza quante cose conosci se non hai il coraggio
di vivere".
Draco era infervorato ed Hermione lo guardava colpita. Le piaceva
questo Draco. Gli strinse più forte la mano.
"Sei pronto?"
"Sì."
E saltarono.
*
Si trovarono fradici in mezzo
all'acqua, poco lontano dalla scogliera. La Cattedrale di Naddoddur
svettava e sembrava che stesse sorridendo ai due ragazzi. Si tenevano
ancora per mano, nel mare gelido. Con prontezza, Hermione
attivò il congegno di Luna e l'acqua diventò
piacevolmente calda. Draco, per buona misura, fece su entrambi un
incantesimo testa-bolla. Rimasero per un secondo mano nella mano a
galleggiare nell'acqua.
"Draco?"
"Sì?"
"Per tutti questi anni tu mi hai sempre stimolata a dare il meglio. Eri
una delle ragioni per cui mi svegliavo ogni mattina e decidevo di
essere migliore del giorno precedente, volevo dimostrarti che ti
sbagliavi. Sei stato uno dei miei veri motivi di crescita interiore.
Non siamo mai stati amici, è vero, ma in un certo senso sei
sempre stato meglio di un amico. Ed è anche grazie a te se
oggi sono quella che sono".
Ci fu un attimo di silenzio.
"Può rimanere nell'acqua, se vuoi" le disse all'improvviso
Draco.
"Cosa?"
L'acqua, la scogliera, la Cattedrale, il mondo intero. Tutto smise di
esistere quando Draco la baciò.
_______________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Ghgh non immaginate la faccia di culo che mi è venuta in
questo momento perché si baciano.
-Okay, allora, non vi ho ancora spiegato cos'è
quest'incantesimo di Magia Antica, giuro che lo spiego nel prossimo
capitolo, in questo mi è venuto di stringere il legame tra
Draco e Hermione. Volevo farlo più graduale, ma era tutto
così perfetto!
-Ho fatto un po' di riferimenti alle cose successe nei libri/film
passati immaginando il tutto dal punto di vista di Draco, ho voluto un
po' riscattarlo dal ruolaccio antipatico che gli hanno sempre
appioppato.
-Il Patronus di Draco l'ho inventato io perché quando hanno
chiesto alla Rowling quale sarebbe il suo Patronus, lei ha risposto che
Draco non sarebbe in grado di produrne uno almeno fino alla fine del
sesto anno, visto che non è un incantesimo nel programma di
Hogwarts. Ho messo il ghepardo perché è un felino
forte, elegante, un po' stronzetto ma non per questo poco interessante.
Proprio come Draco.
-Non sapete l'ansia che m'è salita nello scrivere la parte
del buio. Sarà che ultimamente m'è tornata la
fissa dell'horror e sono più impressionabile e mi faccio
paura da sola... sarebbe proprio da me.
-Se avete colto la citazione del pozzo, vi amo. Si tratta di una
canzone dei Rammstein, Rosenrot.
-La parte in cui Draco fa il figo parlando del significato della
Cattedrale di Naddoddur... be', volevo metterla io nelle note,
però ho pensato che Draco ve l'avrebbe spiegata meglio.
Spero vi sia piaciuta, è un mio pensiero fisso.
Bon, credo di non aver tralasciato nulla. Fatemi sapere cosa ne
pensate, mi raccomando!
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Capitolo 8 *** Non ti lascio ***
Non ti lascio
Tutto nella mia tragedia
è stato orribile, mediocre, repellente, senza stile.
Il nostro stesso abito ci rende grotteschi.
Noi siamo i pagliacci del dolore.
Siamo i clown dal cuore spezzato.
Oscar
Wilde
Draco Malfoy
non aveva mai avuto un'idea più stupida. Teso come una corda
di cuore di drago, calcolava il momento migliore per scattare
all'attacco. Chissà come stava Hermione. Che razza di idiota
era stato a esporla a un pericolo così grande, avrebbe
dovuto prevederlo. Lo scimmione e la ragazza parlottavano nervosamente
tra di loro, Draco non capiva cosa si dicevano ma probabilmente
Hermione li avrebbe capiti. Lei aveva sempre un asso nella
manica.
Cercando di non farsi notare dai due, Draco si voltò
lentamente verso Hermione. I lacci che lo legavano gli rendevano quasi
impossibile qualsiasi movimento, ma doveva fare uno sforzo. La pelle si
irritava progressivamente sotto lo sfregamento con i lacci, una vena
che non si era mai vista sul pallido collo del ragazzo
iniziò a pulsare.
Draco riuscì a voltarsi verso Hermione e il suo cuore per un
attimo smise di battere. Seduta scompostamente sulla sedia a cui era
legata, la testa ciondoloni sul petto, i capelli scarmigliati che le
coprivano il viso pallido, un rivolo di sangue secco sulla guancia
graffiata. Sembrava così indifesa. Ed era tutta colpa sua,
di Draco.
"Lui!" abbaiò la ragazza allo scimmione, indicando
Draco.
"Stupeficium".
L'ultima cosa che vide Draco furono due occhi verdi, furibondi.
*
Ron Weasley
sedeva cupo, ricurvo e svogliato sulla sua ciotola d'insalata di
fagioli, patate e mais. Harry teneva tra le mani una lettera da parte
di Hermione.
"Sbrigati ad aprirla, Harry. Sicuramente è una richiesta
d'aiuto, probabilmente Malfoy l'ha portata al Malfoy Manor e con sua
madre sta cercando di purificarle il sangue"
"Ma di che stai parlando?"
Ron infilzò di malumore una patata e la puntò
contro Harry, acidamente.
"Lo sai come la penso su questa storia. Harry, seriamente"
"Cosa?" chiese Harry spazientito.
"C'è qualcosa sotto" mugugnò Ron attaccando del
mais "secondo me è tutta una scusa per fare qualcosa a
Hermione".
Harry non rispose e aprì la lettera, ignorando i borbottii
acidi di Ron.
Caro Harry, caro Ron
la situazione è più seria di quanto pensassi.
Draco ed io siamo stati alla biblioteca più completa del
mondo magico, la Cattedrale di Naddoddur. Abbiamo consultato per ore i
libri di Magia Antica e posso assicurarvi che fanno venire la pelle
d'oca. Quando tutto questo schifo sarà finito vi
racconterò, è stata un'esperienza davvero
affascinante. Le informazioni di Draco erano esatte, Voldemort si
è aggrappato alla vita con un'ultima crudele magia. Si
tratta di un incantesimo a metà tra gli Horcrux e la Pozione
della Rinascita con cui tornò alla fine del Torneo
Tremaghi.
Si tratta di concepire un essere
umano usando come incubatrice una serva, ma non è un
concepimento normale, è necessario un raccapricciante rito.
Ad ogni modo, al termine di questo rito, il bambino diventa il Veicolo.
Fatto ciò, bisogna legare il sangue del Veicolo a due
Horcrux appositamente creati dai due maghi e a una Giratempo Corrotta.
La Giratempo Corrotta è una giratempo danneggiata che
stravolge ogni legge temporale. Quando il Veicolo verrà
messo a contatto con i due Horcrux e la Giratempo Corrotta,
l'incantesimo ha luogo e il Veicolo smette di esistere, dal suo corpo
rinascono i due maghi.
Secondo le
nostre ricerche, il fatto che il Marchio Nero si stia rinforzando
significa che Alhena ha trovato un Horcrux e l'anima di Voldemort o di
Bellatrix sta reagendo al Veicolo.
Dobbiamo
rintracciare Alhena, abbiamo un piano per avvicinarla pacificamente, ma
ci serve sapere dove si trova Durmstrang per parlare con il Preside. Ci
serve il vostro aiuto, fate presto.
Con affetto,
Hermione.
*
Harry,
grazie ai contatti al Ministero, non aveva avuto alcun problema a
rispondere prontamente alla richiesta di Hermione, informandola sulla
locazione esatta di Durmstrang. Il giorno seguente i due ragazzi vi si
erano recati. Ignorando l'ambiente freddo e tetro, avevano bussato alla
porta del Preside.
Avevano ricevuto risposta in una lingua incomprensibile per Draco, ma
Hermione gli sorrise timidamente e annuì. Entrarono e si
trovarono in una stanza di pietra grigia, illuminata e riscaldata da un
enorme camino. Il pavimento era interamente ricoperto da un morbido
drappo color porpora e le pareti erano nascoste da mensole cariche di
oggetti inquietanti ed enormi libri antichi. Hermione guardava
incuriosita i volumi, Draco fissava gli oggetti e nessuno dei due si
era accorto della minuscola strega seduta all'enorme scrivania, su una
gigantesca poltrona rossa.
"Ehm ehm" tossicchiò la donna. Hermione trasalì,
pensando di trovarsi davanti la Umbridge. I ragazzi si voltarono
automaticamente e posarono lo sguardo sulla Preside. Era davvero bassa,
quasi scompariva dietro la scrivania. Aveva i capelli lunghi fino alle
spalle e la frangetta, tutto color ferro. Il viso era coperto di rughe
e aveva la bocca larga, gli occhi grandi scuri e luccicanti. Aveva
qualcosa che ricordava Silente, ma aveva un'aria decisamente meno
benevola.
Hermione cominciò subito a parlare in quella lingua che
Draco non conosceva e dopo poco la donna la interruppe chiedendo:
"Siete inglesi, è così?" senza nascondere una
punta di disgusto.
"Sì, Signora" rispose pazientemente Hermione
"Bene. Io parlo anche inglese. Cosa volete dalla Preside di Durmstrang?"
"Innanzitutto la ringraziamo per la sua disponibilità a
riceverci e..."
"Ho chiesto: cosa volete?" la interruppe freddamente la donna.
Il sorriso gentile di Hermione scomparve dal suo viso, ma
riuscì subito a farlo rispuntare. Draco si chiese dove
trovasse la pazienza di non Schiantare quella vecchia nana cafona.
"Siamo venuti qui perché abbiamo bisogno di rintracciare una
ragazza che ha frequentato questa scuola. Abbiamo una buona
motivazione" si affrettò ad aggiungere prima che la donna
potesse interromperla di nuovo, ma questo non accadde. La fissava con
aria imperscrutabile, immobile come una statua.
Hermione, a disagio, proseguì:
"La ragazza che stiamo cercando è imparentata con..."
"Con me" terminò la frase Draco. La donna, che fino ad
allora non aveva degnato di uno sguardo il ragazzo, puntò lo
sguardo su di lui, senza più considerare Hermione.
"Non vi siete presentati" osservò con gelida lentezza la
donna.
"Sono Draco Malfoy e lei..."
"Hermione Jean Granger. So chi siete. Non siete famosi solo nel Regno
Unito" concluse la donna senza l'ombra di un sorriso.
Draco serrò la mascella ponderando l'ipotesi di Schiantare
la vecchia, cancellarle la memoria dell'aggressione e riprendere la
conversazione.
"Dunque? Chi è questa ragazza imparentata con il signor
Malfoy?"
"Ecco..." incominciò Hermione, che aveva notato l'aria
omicida di Draco "non sappiamo bene chi sia, sappiamo che si chiama
Alhena e dovrebbe essere nata tra il 1981 e il 1982. La prego,
è molto importante"
"E perché al signor Malfoy interessa conoscere solo ora
questa sua cugina?"
chiese, ponendo una sgradevole enfasi sulla parola.
"Perché ho chiesto alla signorina Granger di sposarmi. E lei
ha accettato. Sono venuto a sapere dell'esistenza di mia cugina Alhena
e voglio conoscerla, voglio che sia presente al mio matrimonio. La
trova una cosa così divertente?" ringhiò con
forza notando il leggero sorriso beffardo apparso sul volto della
Preside.
Lei rispose con un semplice sguardo sarcastico, sfoderò una
bacchetta corta e spessa e con un colpo secco fece uscire un grosso
libro da uno scaffale e lo fece atterrare rumorosamente sulla
scrivania. Hermione si avvicinò, interessata.
"La troviamo lì?" chiese Draco. La Preside non rispose, si
limitò a sostenere lo sguardo del ragazzo, con i suoi occhi
luccicanti.
Per una buona trentina di minuti sfogliarono le numerose pagine,
cercando nei visi delle ragazze dei tratti conosciuti. Finirono anche
per dimenticarsi della presenza della Preside, che li fissava
studiandoli attentamente.
"Granger, guarda. Forse è lei" disse a un certo punto Draco
indicando una certa Alena Peev
"Uh... dici?" rispose Hermione guardando distrattamente la foto di una
ragazza bionda che poteva essere una Malfoy.
"No, aspetta, Draco" esclamò Hermione "l'ho
trovata".
La punta del suo dito toccò la pagina indicando Alhena
Black. Era una ragazza bellissima, somigliava a Bellatrix ma non aveva
la sua aria crudele e fanatica, né le sue palpebre pesanti.
Se Hermione e Draco avessero visto i ricordi che aveva visto Harry
Potter, avrebbero riconosciuto in quella ragazza anche i tratti Riddle.
Non c'erano dubbi, se anche avesse avuto un altro cognome, la bellezza
dei Black trasudava da ogni poro di Alhena.
I due si guardarono.
"Alhena Black. Una strega davvero dotata. Siete fortunati, io non
divulgo i dati dei miei studenti, ma Alhena Black organizza eventi
pubblici. Tra due settimane la troverete impegnata in questo evento"
disse compiaciuta la Preside, facendo planare tra le mani di Hermione
un depliant.
*
Alhena era
l'organizzatrice di un concerto delle Loshi Khora, un gruppo piuttosto
famoso.
"Non possiamo aspettare due settimane, potrebbe trovare l'Horcrux
mancante o la Giratempo Corrotta. Non sappiamo quali misure ha preso
Voldemort" aveva detto Draco.
"No, infatti. Ci presenteremo alle prove, stasera" poi l'aveva guardato
negli occhi e aveva aggiunto "se sei d'accordo".
Non l'aveva mai vista così intraprendente e determinata.
Anche del bacio non si era più fatta parola e sembrava che
non fosse mai successo nulla, anche se ogni ostilità si era
sciolta e anche ogni imbarazzo e ansia. Certo, capitava che ci fossero
dei momenti di insostenibile tensione sessuale tra loro, quando si
trovavano troppo vicini o quando si sfioravano involontariamente.
"Sì, va bene" aveva risposto Draco, distrattamente, cercando
di non fissarle dentro la scollatura. E così avevano fatto,
si erano presentati alle prove.
Se solo avessero saputo prima cosa sarebbe successo, non l'avrebbero
mai fatto. Draco non avrebbe mai esposto Hermione a un pericolo
così grande.
Che sciocco era stato, come aveva potuto non calcolare ogni rischio? Ed
era tutto così ovvio.
_______________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Sì, finalmente ho aggiornato. Problemi personali e
indecisioni varie hanno reso questo capitolo piuttosto difficile da
scrivere, ma ce l'ho fatta
-Non credo di avere altro da aggiungere, è un capitolo molto
spiegoso di
suo
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito finora e ringrazio tutte le
persone che mi hanno mandato numerosi messaggi, sia qui su EFP che
sulla mia pagina su Facebook (chi fosse interessato la trova qui),
siete adorabili. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!
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Capitolo 9 *** Mamma Bellatrix ***
Mamma
Bellatrix
Now
I see her in my daughter,
the same unending energy,
that quick mind,
that hand, open and extended to the world.
" Vuoi un
po' di dolce di patate? Mamma mi ha guardata come se fossi pazza,
quando gliel'ho offerto la prima volta, ma poi se n'è
innamorata e ogni volta che poteva, ne mangiava a quintali".
Faceva un po' strano sentir parlare di Bellatrix Lestrange come una
mamma che si abbuffa di dolci. Del resto era anche incredibile essere
seduti a un tavolo, ospiti prigionieri, con una ragazza identica a
Bellatrix che parlava del più e del meno e rideva
allegramente.
Draco ancora non riusciva a capacitarsi di come accidenti fosse
riuscita Hermione a cambiare radicalmente la situazione. L'ultima cosa
che ricordava, era Hans che lo Schiantava per averlo visto cosciente, e
ora lo scimmione distribuiva piatti carichi di dessert, lanciando
occhiate colpevoli al segno violaceo sul viso di Hermione.
Una fitta di rabbia sbocciò come un fiore incandescente nel
ventre di Draco, ripensando al modo in cui la sua mezzosangue
era stata ferita. Serrò la mano sulla sua coscia, affondando
le nocche nella sua stessa carne. Respirò profondamente e
bevve un sorso di succo di zucca ghiacciato, cercando di fare chiarezza
in quel turbinio di ricordi e sogni che era la sua mente.
Che cos'è
successo? Ricorda. Ricorda.
Ricordava
abbastanza bene l'arrivo alle prove per la serata organizzata da sua
cugina. C'erano tendoni attorno ai quali diversi maghi si
affaccendavano sistemando bancarelle e sedie. Un gruppo di anziani
berciavano suggerimenti a quelli che stavano montando un grosso palco
con un'ampia pedana da ballo. Delle lanterne di carta bianca
sfrecciavano allegramente in mezzo agli ospiti, inseguendosi come
bambini e illuminando allegramente la serata.
Di Alhena non c'era traccia, ma Draco iniziava a sentirsi irrequieto e
una tristemente familiare sensazione si stava facendo strada in
profondità nella sua carne. Il Marchio si stava scurendo e
muovendo sotto la sua pelle, assumendo espressioni minacciose. Alhena
doveva essere vicina.
"Draco, stai bene?" chiese Hermione, fissandolo con gli occhi
spalancati. Spaventata.
"Sì. Sto bene. Deve essere nei paraggi"
"Senti qualcosa?"
Draco riflettè
"Non io, il Marchio. Percepisce la sua
presenza e ..." s'interruppe di botto, una fitta alla
tempia lo aveva ammutolito. Il terreno si stava facendo instabile, o
era solo una sua impressione? Ebbe l'impressione di essersi tuffato in
acque più profonde di quanto si fosse aspettato: era senza
fiato, le orecchie si erano tappate e un lieve fischio era l'unico
suono nitido sopra molti suoni ovattati, non c'era nulla di stabile
sotto o attorno a lui.
"Draco!"
Hermione l'aveva abbracciato prima che le gambe potessero cedergli, lo
stava sorreggendo. Non davano nemmeno nell'occhio, sembravano una
coppia normale.
"Hermione"
"Stai bene?"
"Ora sì... sì. Deve essere vicina, la sua
presenza fa reagire il Marchio e mi offusca la mente".
Inspirò a fondo. Il corpo caldo, sudato, morbido e stabile
di Hermione l'aveva trainato fuori da quell'incubo. Rimase stretto a
lei per qualche istante, godendosi la realtà che tornava
lucida e i fianchi della ragazza sotto le sue mani. Mosse lentamente le
dita, accarezzandola. Lei arrossì.
"Stai bene quindi" sussurrò senza guardarlo negli occhi. Lui
non rispose, la guardava con dolcezza, intenerito dall'imbarazzo
compiaciuto con cui la ragazza abbassava lo sguardo ed evitava di
guardarlo negli occhi.
"Senti... è meglio muoversi" pigolò Hermione.
Malfoy sospirò e staccò lo sguardo dalla ragazza,
guardando oltre la sua spalla, ignorando l'istinto di piegarsi e
baciarle il collo. Ciò che vide oltre Hermione non gli
piacque per nulla. Si sentì un idiota.
Mentre loro si godevano il loro momento di dolcezza, qualcosa di strano
era successo.
L'eterogenea folla allegra si era unita in un'unica azione, tutti
guardavano con apprensione e curiosità un capannello di
persone che si era formato vicino al palco, poco distante da Draco ed
Hermione.
Una ragazza si staccò da quel capannello. Era alta, dai
lunghi capelli mossi color mogano, con occhi verdi che brillavano di
acutezza e malizia. Era bellissima, ma non aveva un'aria amichevole.
Portò la bacchetta alla gola e parlò, con voce
argentina e ferma. Disse qualcosa che fece sussultare Hermione, poi si
allontanò e la folla, parlottando ancora concitata e
incuriosita, riprese i preparativi per la serata.
"Che è successo? Cos'ha detto?"
"Ha detto che Alhena, come in tanti hanno visto, ha avuto uno
svenimento, ma è tutto sotto controllo e ora la portano
nell'infermeria là dietro" e indicò con un cenno
del capo un tendone su cui aleggiava un'enorme croce di luce azzurra
"per farla rifocillare. Invita a non interrompere i lavori. Draco,
credo che anche lei percepisca la tua vicinanza"
"Perché dovrebbe? Non sono nessuno. Lei è
l'essenza di lui,
è ovvio che il mio Marchio reagisca, ma non ha senso che
anche lei abbia le stesse reazioni avvicinandosi a me"
"Non lo so, Draco. Ho una brutta sensazione. Che facciamo?"
"Andiamo. In un modo o nell'altro ce la caveremo. Non abbiamo tempo,
non ha senso aver fatto tutto quello che abbiamo fatto per ignorare
tutto e andarcene ora che l'abbiamo trovata"
"Hai ragione, però..."
Hermione si mordicchiava nervosamente le labbra, riflettendo. Draco non
poteva più farci nulla. Le mise una mano dietro la schiena,
affondandola nei suoi capelli castani, stringendola a sé. La
guardò negli occhi per un istante, in quegli occhi castani,
spalancati, sorpresi, meravigliosi. La baciò.
"Andrà tutto bene, Hermione".
Lei annuì e sorrise, confusa.
Si presero per mano e si avvicinarono al luogo in cui avevano portato
Alhena. Hermione stringeva forte la mano di Draco e quel contatto era
l'unica cosa che gli impedisse di affondare di nuovo in quella
sensazione di annegamento, via via che si avvicinava alla figlia di
Voldemort e Bellatrix.
Ma qualcosa andò storto. Una volta arrivati al tendone, si
accorsero che non c'era nessuno. La brutta sensazione di Hermione si
acuì.
"Draco, andiamocene via subito" sussurrò allarmata "ho una
brutta sensazione, credo sia una trappola". Draco non rispose, era
impallidito e non sembrava averla sentita.
"Draco...?"
Sentì dei movimenti di qualcuno che si avvicinava di corsa a
loro, ma non vide nulla.
"Chi c'è? Protego!" strillò Hermione, ma
scagliò l'incantesimo di protezione nella direzione
sbagliata. I nemici invisibili erano alle sue spalle. Non li vide
quando due voci, una femminile e una maschile, urlarono all'unisono
"STUPEFICIUM!" e "INCARCERAMUS!".
Poi non vide più nulla.
*
Due figure apparvero dal nulla,
annullando l'incantesimo di Disillusione. Una era la ragazza dagli
occhi verdi e i capelli color mogano, l'altro era un ragazzo alto e
dalle spalle larghe, con capelli corti rosso rame e occhi verdi.
"Li abbiamo presi, ci
sono caduti come delle pere mature da un albero" disse lei, rivolta al
nulla alle spalle del ragazzo.
"Che idioti, credevano
che non li avremmo notati?" disse con superbia un'altra voce,
appartenente a una ragazzina che apparve in quel momento.
"Chissà che
cosa vogliono. Bel lavoro, Hans. Brava anche tu Mila" fece una ragazza
bionda che apparve accanto al ragazzo. Mila scosse le spalle.
"Come sta Alhena?"
chiese con un grugnito Hans.
"Sta bene, si
è solo graffiata quando è svenuta" rispose la
ragazzina.
"Già" le
fece eco la ragazza bionda "Martina ha avuto una grande protenzza di
riflessi, l'ha afferrata per la schiena. Non è riuscita ad
evitare che cadesse" aggiunse divertita "ma almeno è
riuscita ad evitare che battesse la testa".
Hans sorrise alla
ragazzina, che rispose con un'espressione di orgoglio e disse alla
bionda:
"Almeno io ho fatto
qualcosa, Stella"
"Finitela. Portiamoli
a casa e vediamo cosa dice Alhena" ringhiò Hans, ponendo
fine alla discussione. Mila e Stella presero Hermione, Hans si
caricò in spalla Draco e Martina prese le bacchette dei due
e si smaterializzarono.
*
Hermione si svegliò.
Era legata ad una sedia ed era stata disarmata. Draco era ancora
svenuto.
Oh
no. Era davvero una trappola.
"La
strega si è svegliata" disse Martina, dando una gomitata a
Stella "chiama Alhena!". Le due ragazze erano sedute a un tavolino
davanti ai due.
Stella
guardò Hermione e si alzò, uscendo dalla
stanza.
"Chi siete?"
"Siamo amici! Lui
è cugino di Alhena, dobbiamo sposarci e volevamo..."
"Bugiarda!"
tuonò Martina, agitando la bacchetta. Il taglio sulla
guancia di Hermione si riaprì e lei tacque.
"Perché
appena lui" e indicò Draco "si avvicina, Alhena sta male?
Cosa volete? Come la conoscete? Di' la verità!"
ma l'interrogatorio
della ragazzina venne interrotto dall'apparizione di un drago
argentato. Hermione sgranò gli occhi. Il drago non era delle
dimensioni di uno vero, per fortuna. La ragazza ricordava ancora
l'ansia durante il torneo Tremaghi e anche, e soprattutto, la fuga
dalla Gringott. Era molto più piccolo di un drago vero e non
sembrava minaccioso, era bello come tutti i Patronus. Il drago
parlò, con un'elegante voce femminile.
"Chi siete?" il suo
tono era autoritario ma pacato.
Hermione prese un
respiro profondo. Sta'
calma. Andrà tutto bene, Hermione.
"Mi
chiamo Hermione Granger. Sono fidanzata con lui. Lui è Draco
Malfoy, figlio di Lucius e Narcissa. Narcissa Black, la sorella di
Bellatrix. Siete cugini! Siamo qui solo perché Draco ha
saputo di avere una cugina e ha voluto conoscerla. Non abbiamo nessuna
cattiva intenzione!".
Il drago splendeva ma
rimase in silenzio. Dopo qualche istante scomparve.
Si sentì un
tramestio e la porta della stanza si spalancò. Alhena era
sulla soglia, bellissima e pallida, affaticata.
"Cugini?"
"Sì"
Le due ragazze si
fissarono negli occhi. Poi Alhena sorrise.
"Ma è
meraviglioso!" si avvicinò a Draco e lo fece rinvenire. Li
liberò immediatamente e quando Draco la guardò
negli occhi, lo abbracciò. Entrambi assunsero un'espressione
sofferente.
"Mamma mi ha fatto
vedere le foto di Narcissa. In alcune c'era anche tuo padre e in una
c'eri tu da bambino. Sì, sei proprio tu! Draco!"
"Sono felice di averti
trovata" sussurrò Draco, senza fiato.
"Medicateli subito e
scusatevi. Soprattutto tu, Martina. Vergognati! Sono tremendamente
costernata! Sapete, è un periodo che non sto molto bene e
questa sera siete apparsi voi due, ogni volta che guardavo Draco mi
sentivo peggio e quando si avvicina a me, mi gira la testa. Ma insomma,
penso solo di avere una qualche influenza. Draco. Draco, mio cugino
Draco, è tutta la vita che sogno di conoscere la mia
famiglia. Mamma diceva che sei molto intelligente, un ottimo ragazzo.
Sono così felice che tu sia qui, non riesco a crederci!
Venite, mangiamo, ci faremo perdonare per questo vergognoso
trattamento. Hans è molto apprensivo, sapete. Oh, Hans
è il mio fidanzato, ci sposiamo l'anno prossimo" aggiunse
indicando il ragazzone.
Era successo tutto
molto rapidamente, sembravano tutti confusi tranne Alhena.
In un batter d'occhio
si erano trovati seduti al tavolo, mangiando del dolce di patate. Dopo
il pasto, durante il quale Alhena aveva raccontato della sua vita, li
aveva invitati a fare il giro della sua enorme magione.
"Me l'ha lasciata
mamma" spiegò
"Sì,
è in perfetto stile Black" sorrise timidamente Hermione
"Cosa sai dello stile
Black?" chiese incuriosita Alhena
"Non molto, ma ho
visitato la casa degli zii di tua madre"
"Quali?"
"Ehm... Walburga e
Orion Black"
Alhena strinse le
labbra
"I genitori di Regulus"
"Sì, loro"
"Mamma ha detto che
Regulus è morto da molto tempo, perché eri a casa
sua?"
Draco
guardò Hermione.
"Ero ospite del
fratello di Regulus".
Alhena la
guardò intensamente per qualche istante. Non
parlò, ma sapeva che Sirius Black era legato alle persone
che avevano ucciso sua madre.
Draco ed Hermione si
chiesero fino a che punto Alhena conoscesse le sue origini. Sapeva di
essere figlia di Voldemort?
"Le guerre non sono
mai una bella cosa" mormorò Alhena, continuando a fissare
Hermione
"No, infatti"
"Mamma è
morta in quella guerra"
"Anche Sirius"
ribattè Hermione, accalorandosi. Mamma
è morta in quella guerra? Oh, cara! Mi dispiace!
Andrò a riferire a Molly che avrebbe dovuto permette a
quella pazza di tua madre di assassinare Ginny e chissà
quanta altra gente, per non lasciarti orfana!
"Già.
Mi dispiace" disse lentamente Alhena. Una lacrima le rigò il
bellissimo volto e abbracciò Hermione.
"Lo so che cosa un
inglese potrebbe aspettarsi da me. Ma io non sono mia madre. Amo troppo
la vita per poter pensare di morire per uccidere qualcuno. Sono felice
di averti conosciuta, Hermione. Sono felice" disse, abbracciando anche
Draco "di aver trovato un pezzo della mia famiglia. Hans e gli altri
sono stati buoni con me, ma non è come avere una famiglia".
Al di sopra delle
spalle di Alhena, Draco ed Hermione si guardarono, atterriti. Alhena li
strinse ancora più forte e fu in quel momento che i due
ragazzi lo videro, appeso a una lunga catenella nera.
Hermione lo conosceva
molto bene, visto che un suo sosia le aveva inciso la parola
"mezzosangue" nella carne. Draco aveva assistito a quella scena e
comunque conosceva molto bene la collezione di pugnali di sua zia
Bellatrix.
Alhena portava al
collo un piccolo pugnale di Bellatrix.
Aveva trovato
l'horcrux di sua madre.
"Che carino, Alhena"
aveva detto Hermione con la stessa voce tremante di quando, fingendosi
un'impiegata del Ministero, aveva notato il medaglione di Serpeverde al
collo di Dolores Umbridge.
"Cosa, questo?
Sì, è molto bello. L'ho trovato non molti giorni
fa, frugando tra i cimeli di famiglia. Credo fosse di mamma"
"Sì,
è sicuramente suo. Tua madre amava i pugnali"
mormorò Draco, fissandolo. Il Marchio bruciava come fuoco.
Alhena gli sorrise.
"Siete miei ospiti,
vero? Stanotte dormite da me. Ho una stanza fantastica per voi due! Ve
la mostro, venite"
Hermione e Draco si
scambiarono un'occhiata.
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Note dell'autrice:
-Ebbene sì,
a quasi un anno di distanza, ho finalmente aggiornato. Gaudete!
-Ero indecisa se
proseguire la storia spiegandovi cos'è successo a Hermione e
Draco o se fare uno zoom su Lucius e Narcissa, che avranno il loro
ruolo in questa storia, alla fine ho optato per chiarire la situazione
-Non so, spero che il
capitolo sia di vostro gradimento, recensitemi per farmi sapere cosa ne
pensate!
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