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Era da un po’ che questa storia mi girava per la testa, si
tratta della mia prima song fic, nella quale ho
cercato di rappresentare tutte le parti della musica attraverso I gesti dei
personaggi: ogni parola, ogni azione, corrisponde a un
punto preciso della canzone “portante” del capitolo.
In poche parole cercherò di “raccontare” la canzone con le parole
Non so se riuscirò a trasmettere ciò che voglio, anche
perché descrivere una canzone a parole non è affatto facile.
Cercherò tuttavia di fare del mio meglio, anche se molti
capitoli, per esigenze narrative, non verranno
“accompagnati” da una canzone.
La vicenda è ambientata in un lontano futuro, non meglio
specificato, una specie di medioevo spaziale, che mostra calma, tranquillità e
ordine, ma che in realtà è basato sulla legge del più forte, e, quando il
giovane Verten lo scopre, a suo discapito, la sua
vita cambierà per sempre.
Acciaioseta: fibra
incredibilmente leggera e resistente ricavata dalla seta di ragno: usata per giubbotti
e corazzamentianti-laser
Achrep: sezione
di una città interamente riservata agli A.C.F.I.
Agenzia di Difesa della Federazione (A.D.F.):
esercito della federazione
Androide: robot
indistinguibile da un umano, perlomeno dall’esterno, possiede I.A. e detiene diritti come un normale cittadino. Molti
aneroidi sono A.C.F.I.
Antimateria: le armi ad antimateria sono devastanti in quanto fanno collassare le
molecole, che vengono così distrutte
Automa: il più semplice robot, esegue gli ordini alla lettera
B34: il discendente del napalm
Carbon-acciaio: lega
incredibilmente resistente ai colpi e al calore: utilizzata per i motori delle astronavi
Cellule Criogenetiche e punti di sutura Criogenetici: è un innesto genetico: queste
cellule sintetiche, vengono immesse nel sistema
circolatorio. Alle basse temperature (meno di 0 gradi) queste cellule entrano
in funzione, riparando velocemente qualsiasi danno ai tessuti. Se qualcuno con
delle cellule criogeneticheviene
ferito, il procedimento per attivare le cellule è questo: si richiude la ferita
(se possibile) con normali punti di sutura, dopodiché si iberna il ferito per
cinque minuti, o anche meno, durante i quali le cellule riparano il danno.
Consiglio Disciplinare (C.D.): autorità giudiziaria
della federazione interplanetaria
Droide: robot
di forma vagamente umanoide, possiede I.A.
(intelligenza artificiale). Spesso usati come fanteria
nell’esercito. Tutti i droidi sono considerati O.N.S.A.
di classe “C”
Drone: robot
lavoratore, di forma vagamente umanoide, non possiede I.A.
ma un chip che lo rende capace di decisioni autonome, ma solo all’interno del
suo ambito di lavoro
E-345vd: il più potente ordigno nucleare mai inventato
EndLands: terre
periferiche della federazione, praticamente delle Outlands
Federazione interplanetaria (F.I.): la federazione interplanetaria controlla
tutta la galassia del nord (conosciuta un tempo come Via Lattea) è comandata
dal colonnello Moloch, uno Yuanita
e comprende numerosi sistemi, fra cui: Yuan, Terra, Mer, Uroth, Berel,
Elysium, Heleger e Xeromans, la capitale è nel sistema Betarood,
sull’omonimo pianeta.
Fert: unità monetaria della federazione, il numero di fert posseduti è memorizzato nella propria scheda sociale,
che funziona anche come carta di credito. Se dovessimo fare un paragone
con delle monete attuali, dieci fert equivarrebbero a un euro.
Friggizanzare:
termine dispregiativo per indicare le armi al laser
Gamel: A.C.F.I. o L.A.S. addetti alla
politica interna della federazione
Gaudiel: A.C.F.I. o L.A.S. addetti alla
politica estera della federazione
Gravibus: autobus antigravitazionale: unico mezzo di trasporto
nelle grandi città: le gravimobili sono vietate in
centro: inquinano troppo e creano troppo traffico.
Gravimobile: automobile
antigravitazionale
Innesti robotici: parti del
corpo robotiche che si aggiungono a un corpo organico,
sono vietate dalla federazione, concesse solo a chi perde la parte del corpo
originale, in quel caso, la parte robotica deve avere le stesse potenzialità
della parte del corpo recisa.
Innesti genetici: modifiche al d.n.a.,nanomacchine, e ibridi di
razze. Sono del tutto vietati dalla federazione. L’unico innesto genetico
consentito (e solo a soldati e gladiatori) sono le cellule criogenetiche.
Laser: le armi al laser sono famose per la loro
precisione sulle lunghe distanze
Macchina Umanoide da Combattimento(MUC): Mech
MadTown: quartieri malfamati delle città, covo di criminali,
spacciatori, prostitute e altri fuorilegge. Se
cercate qualcosa di “poco legale” o semplicemente servizi senza che nessuno
faccia domande “scomode”, questo è il posto giusto.
Magnates: A.C.F.I. o L.A.S. addetti
all’organizzazione dell’intrattenimento, come giochi gladiatorici,
spettacoli teatrali, musicali oolografici,
feste nazionali, sport ecc…
Muro fotonico: unica
protezione contro le armi ad antimateria, ma consuma
moltissima energia.
Olovisore: il
più diretto discendente del televisore: proietta immagini tridimensionali
Omega Murders: corpo speciale
dell’A.D.F.: l’elite dell’esercito
Outlander(s):
abitanti delle Outlands
Outlands: terre
al di fuori del controllo della federazione
Poltenor: A.C.F.I. o L.A.S. addetti alla sicurezza,
spesso giudici del C.D.
Raggruppamento sociale: è la classe sociale alla quale
appartiene ciascuna persona, le classi sono le seguenti:
O.N.S.A.
(operai non specializzati acquistabili): schiavi e principale forza-lavoro
della federazione, divisi a loro volta in tre classi: “A”, “B”, o “C” per ogni
ONSA che commetta un crimine vige la pena di morte mediante cremazione.
Gli O.N.S.A. di classe “C” non
hanno diritto di possedere alcunché, non hanno diritti
civili e politici, il padrone di un O.N.S.A. di
classe “C” ha diritto di vita o di morte su quest’ultimo,
se un padrone di un ONSA di classe “C” uccide quest’ultimo,
non incorre in nessuna sanzione, se lo uccide qualcun altro senza
l’autorizzazione del padrone, deve pagare il valore dell’ONSA al padrone. Sono
ammesse le torture, se effettuate dal padrone o da un
delegato.
Gli O.N.S.A. di classe “B” non
hanno diritto di possedere alcunché, non hanno diritti
civili e politici, il padrone di u ONSA di classe “B” ha diritto parziale di
vita o di morte su quest’ultimo, se un padrone di un
ONSA di classe “B” desidera uccidere quest’ultimo,
dovrà presentare richiesta al consiglio disciplinare e fornire un valido motivo
per l’uccisione dell’ONSA, se procederà senza autorizzazione, incorrerà in una
sanzione pari al valore dell’ONSA. Se qualcun altro
uccide l’ONSA senza previa autorizzazione del padrone e del consiglio
disciplinare, dovrà pagare al padrone il doppio del valore dell’ONSA. Le
torture non sono ammesse.
Gli O.N.S.A. di classe “A” hanno
il diritto di possedere oggetti per un ammontare totale di 1.000 Fert, oggetti che comunque possono
essere confiscati dal padrone, previa autorizzazione del consiglio
disciplinare, non hanno diritti civili e politici, il padrone di un ONSA di
classe “A” non ha diritto di vita o di morte, anche se in caso di
insubordinazione può avvertire il consiglio disciplinare affinché intervenga.
Chiunque (padrone compreso) uccida un ONSA di classe “A” incorre in una
sanzione pari a il quadruplo del valore dell’ONSA. Non
sono ammesse torture
L.A.N.S.
(libero abitante non specializzato): cittadino senza titolo di
specializzazione, diviso in tre classi: “A”, “B”, o “C”
unL.A.N.S.
di classe C ha diritto di possedere qualsiasi oggetto desideri, ma non può
possedere O.N.S.A. possiede diritti civili ma non
politici. Uccidere un LANS di classe “C” comporta un periodo di reclusione in
un centro di prigionia ri-educativo che varia, in
base al saggruppamento sociale, da
i 2 a i 10 anni terrestri
unL.A.N.S.
di classe “B” ha diritto di possedere qualsiasi oggetto desideri e un massimo
di due ONSA, possiede diritti civili ma non politici. Uccidere un LANS di
classe “B” comporta un periodo di reclusione in un centro di prigionia ri-educativo che varia,in base al
raggruppamento sociale, da i 7 a i 30 anni terrestri
unL.A.N.S.
di classe “A” ha diritto di possedere qualsiasi oggetto desideri e quanti ONSA
desideri, possiede diritti civili, ma non politici. Uccidere un LANS di classe
“A” comporta un periodo di reclusione in un centro di prigionia ri-educativo che varia, in base al raggruppamento sociale, da i 25 anni terrestri all’ergastolo.
L.A.S.
(libero abitante specializzato): un LAS ha gli stessi diritti di un LANS, ma
possiede diritti politici all’interno degli organi amministrativi competenti al
suo campo di specializzazione.
A.C.F.I.
(alto cittadino della federazione interplanetaria): possiede diritti civili e
politici, può possedere tutti i beni e gli ANSA che desidera, uccidere un ACFI
comporta una pena che varia fra l’ergastolo e la pena di morte.
Ritenor:A.C.F.I. o L.A.S. addetti
all’organizzazione dell’A.D.F.
Scheda sociale: scheda magnetica con
all’interno tutti i dati dell’individuo che la possiede, dalla residenza
al raggruppamento sociale.
Scientiter: A.C.F.I. o L.A.S. addetti alla
ricerca e al progresso scientifico
Synth-Crystal: droga
sintetica poco costosa e facilmente reperibile, causa immediata dipendenza.
Synth-Dope:
migliora riflessi e prestazioni fisiche, ma dopo qualche anno crea problemi neurologici
Synthenoid: droidi
da combattimento
Teletrasmettitoreolografico(t.o.): il
più diretto discente del telefono, proietta immagini tridimensionali
Teletrasmettitoreolografico portatile(t.o.p.) più
o meno un cellulare: funziona come il t.o., ma è tascabile
Umbratilis: servizi
segreti della federazione
Useres: addetti
alle scommesse sui gladiatori
Vampires: incrocio
fra terrestri e xeromatensi, le uniche due razze
“compatibili” dell’universo
Veicolo spaziale ad alta velocità(VSAV): comprende astronavi mercantili, di trasporto civile interspaziale, di
trasporto merci e ONSA. I più veloci raggiungono i 300.000vl
Veicolo spaziale per il trasporto personale(vstp): l’equivalente dell’automobile, raggiunge
una velocità massima di 500vl
Vetracciaio:
lega metallica trasparente, ma molto costosa
Vigilantor: corpo
di polizia della federazione
VL (velocità della luce): unità di misura della velocità
spaziale: una nave che và a 103vl significa che và a
una velocità pari a centotre volte la velocità della luce
VertenTirji, diciassette anni, ascoltava il battito del
proprio cuore. Con gli occhi chiusi.
L’unico altro rumore al
quale consentiva di entrare nella scatola nera della sua mente
era quello dell’elicottero delle riprese, la fuori, nell’arena.
Aprì gli occhi.
La voce del commentatore.
Il commentatore aveva
cominciato a parlare, non si capiva molto, troppi rumori di
fondo.
La folla.
Ad ogni battito del suo
cuore la vedeva, la immaginava.
Sugli spalti, ululante,
assetata di sangue.
La voce del commentatore
aveva un andamento crescente, si alzava fino quasi a
urlare.
Ancora
Ancora
E
ancora.
La voce del commentatore
urlò il suo nome. La serranda di carbon-acciaio
rinforzato davanti a lui si aprì come le fauci di un ferrumalg
di Mer.
Il boato della folla lo
investì.
Si guardò attorno,
guardando la gente affamata di morte che schiamazzava ovunque, l’elicottero
delle riprese, che volava basso, sollevando molta più polvere di quella che
avrebbe dovuto.
Poi, con molta, molta
calma, cominciò ad avanzare.
Camminava lentamente,
trascinando elegantemente la sua spada, che strusciava sul terreno polveroso,
come per far capire che, volendo, non ne aveva
bisogno.
Come per far capire che
era del tutto imbattibile.
Arrivò al centro
dell’enorme arena ovale, altò la spada e la appoggiò
su una spalla, piantando saldamente i piedi a terra.
In quello stesso istante,
dieci cancelli si aprirono e uscirono i suoi sfidanti.
Li guardò uno per uno,
scrutandoli, valutando le possibilità che avevano di batterlo.
Concluse
che non ne avevano.
Un urothiano
alla sua sinistra, grosso almeno il doppio di lui,
cominciò una corsa sfrenata verso il terrestre al centro dell’arena, ululando e
agitando forsennatamente la sua alabarda.
Mossa stupida e azzardata.
Verten si voltò per affrontarlo,
era veloce, ma sembrava muoversi al rallentatore rispetto a Verten:
quando combatteva per lui era così: vedeva la scena come al rallentatore.
Schivò con facilità il
colpo dell’enorme alieno e colpì con la sua lama.
Un colpo rapido, preciso,
dritto dietro la nuca.
Meno uno.
Attese che gli altri si facessero avanti, guardandoli con quei suoi freddi occhi
color argento
Si avventarono su di lui
tutti assieme, schivò il colpo della lancia di un berelita
e lo finì con un colpo in gola.
Meno due
Abbassò un po’ troppo la
guardia: l’ascia dell’elysiano alla sua destra gli
strappò un pezzo di vestito.
Ma
al secondo colpo si fece trovare pronto: si avvicinò all’avversario e bloccò la
sua ascia prendendola per il manico con la mano sinistra.
Gli strappò l’arma di mano
e la conficcò nella fronte dell’altro uruthiano che
stava provando ad attaccarlo da dietro, con la spada nella sua destra, intanto,
finiva l’elysiano
Meno quattro.
Colpo dal basso
Meno cinque
Finta a destra e affondo
Meno sei
Doppio passo, calcio alla
sabbia per disorientare e colpo verticale
Meno sette
Salto, calcio in faccia e
giravolta in acrobazia
Meno otto e meno nove
Ne rimaneva uno.
Lo
studia: uno yuanita: sembra forte.
La sua lingua da rettile
saetta dentro e fuori dalla bocca senza labbra.
La sua affilatissima spada
riflette la luce del pallido sole di Rijal
Si fissano per una decina di interminabili secondi.
Poi, contemporaneamente
balzano in avanti, uno contro l’altro.
In quell’attimo
il tempo sembra fermarsi, sospeso dai gridi di rabbia dei due gladiatori.
Di nuovo il cuore.
Solo il battito del cuore.
E
le loro grida.
Per pochissimi,
interminabili attimi.
Poi l’impatto.
Lama contro lama.
Poi finta
a sinistra, colpo verticale.
Parato
Contrattacco: giravolta e
affondo
Verten
schiva
Mezza capriola a destra e
colpo alle gambe
Solo tessuto
Lo yuanita:
colpo verticale; guardia alta del tutto assente
Verten
para
Sfrutta il buco sulla
guardia del nemico, colpo orizzontale
Verten
si alzò dal suo letto e si diresse verso il piccolo frigo. Lo aprì e si prese
una bottiglia di Sivked del ’34. non
era un gran liquore, ma la gradazione alcolica era sufficientemente alta da
spedire all’altro mondo la metà delle sue cellule celebrali e di mandare le
restanti in vacanza.
Si avvicinò al tavolo
della sua minuscola abitazione e si sedette.
Dopo aver preso un grosso
bicchiere non troppo pulito da un cassetto, lo riempì molto di più di quanto il
buonsenso avrebbe suggerito.
Accese l’olovisore.
Il colonnello Moloch stava tenendo il solito discorso su i doveri degli O.N.C.A.
Facile per lui, dall’alto
del suo palazzo di vetraccaio.
Bevve un sorso dal
bicchiere.
No one knows what is
like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue eyes
O.N.S.A.
Operai Non Specializzati
Acquistabili
La società si è evoluta:
un tempo li chiamavano “schiavi”
Bevve un altro sorso.
And no one knows what
is like
To be hated
To be faded
To telling only lies
La mente gli tornò
involontariamente a qualche giorno prima: un ragazzo gli si era avvicinato per
un autografo, e un Vigilantor lo aveva allontanato,
dicendo che era pericoloso
Altro sorso
But my dreams they
aren’t as empty
As my conscious seems
to be
La fama è nulla senza la
libertà
Altro sorso ancora
I have hours, only lonley
My love is vengeance
Alcuni altri O.N.S.A. (non gladiatori, ovviamente) lo ritenevano un
privilegiato.
Ma
cosa ne potevano sapere loro?
Cosa ne potevano sapere di
cosa significasse entrare nell’arena, e rendersi conto di avere un’aspettativa di vita che varia dai quindici secondi ai tre
minuti e mezzo?
Il bicchiere è finito, lo riempì nuovamente.
That’sneverfree
Lui poteva avere tutto:
alcolici, un’abitazione privata, volendo, anche donne, e addirittura un’olovisore. Il suo nome era su tutti i giornali, e gli Useres pagavano una sua vittoria 1 a 1.12, mentre la sua
sconfitta era quotata 1 a 143.
Ma
non era libero.
Un sorso
No one knows what is
like
To feel this feelings
Like I do
And I blame you
Ma
non avrebbe dovuto sopportare tutto questo ancora per molto.
Ormai da un anno era stato
promosso aO.N.S.A. di
classe “A”
Aveva vinto
settecentoottantatre scontri: altri duecentotredici e avrebbe potuto richiedere
lo status di “L.A.N.S.” di classe “C”
Libero Abitante Non
Qualificato
Altro sorso.
No one bites back as
hard
On their anger
None of my pain woe
Can show through
Ormai era gladiatore da
due anni.
Prima scaricava casse in
uno spazioporto.
Poi il suo Magnates ,GuredSirMeleger, un uruthiano grasso di origine aristocratica, lo aveva
“notato”, comprato, e spedito nell’arena.
Nell’inferno.
Sorso.
But my dreams they
aren’t as empty
As my conscious seems
to be
Doveva essere carne da macello per un gladiatore più forte, un helegita piuttosto affermato, ma lo aveva sconfitto, anche
se ci aveva guadagnato un bel taglio sulla calotta cranica.
Si passò una mano sulla
scura testa rasata a zero.
Il segno dei punti di
sutura criogenetici era ancora piuttosto evidente.
Sorso.
I have hours, only lonley
My love is vengeance
Fare carriera era stato
anche troppo facile.
Non gli piaceva
uccidere, la morte gli aveva sempre fatto paura.
Ma
era sempre stato dannatamente bravo a farlo.
Fin dal primo momento in
cui aveva preso un’arma in mano.
Sorso.
That’sneverfree
Forse però era un bene.
Era grazie a questa sua
capacità innata se era ancora in vita.
Era grazie al fatto che
sapesse dare la morte meglio di chiunque altro, se la vita era ancora in lui.
Paradossale.
Sorso.
No one knows what is
like
To be mistreated
To be defeated
Behind blue eyes
Ma
un po’ tutto in lui era paradossale, a cominciare dal suo aspetto.
Era uno dei pochissimi
terrestri di colore.
Alto
Robusto.
E
con gli occhi color argento.
Grandi, penetranti occhi
color argento.
Probabilmente aveva
antenati xeromatensi.
Bicchiere vuoto, lo riempì
di nuovo.
No one knows how to
say
That they’re sorry
And don’t worry
I’m not telling lies
Ma tanto lui sarebbe
sempre rimasto, nella mente di tutti, il solito violento
gladiatore, capace solo di combattere.
Eccomi con un altro
capitolo! Volevo innanzitutto ringraziare Kylie e
Noesis2 che a quanto pare sono le uniche persone che
seguono questa storia… meglio così! Almeno non dovrò cercare di accontentare le
richieste di ventimila lettori…
Comunque
volevo annunciare che ho inserito un paio di parole nel dizionario, che mi ero
scordato di immettere (intelligente come al solito! N.D.Tutti).
Questo capitolo non è
bello come gli altri, perlomeno secondo me, (la scelta della canzone è stata
poco azzeccata, ma non ho trovato di meglio) spero ugualmente che vi piaccia.
BLOOD TEARS ON A
SILVER BLADE
Capitolo 3
Tema portante:
ARTISTA: Linkin Park
TITOLO: from the inside
sei
mesi dopo
Verten
uscì dall’arena.
Cazzo,
questa volta c’era andato vicino, accidenti a lui e a
quando accettava le scommesse stupide.
Aveva scommesso con un Heleghita che avrebbe sconfitto la sua “banda” di
gladiatori senza usare armi.
Ce l’aveva
fatta ovviamente.
Ma quando si era visto
passare l’accetta di quell’uruthiano
a un centimetro scarso dalla gola aveva avuto paura.
Molta paura.
D’improvviso si ritrovò
davanti GuredSirMeleger
Diavolo, se odiava quell’Uruthiano
Quell’ipocrita,
viscido, traditore.
Un serpente.
I don’t know who to
trust
No surprise
Di certo
uno di cui non potevi fidarti
Anche se più che una
serpe, sembrava un grosso maiale
Il naso appiattito e la
pelle color latte striata di marrone, segni tipici
degli uruthiani, non facevano che aumentare questa
impressione.
Probabilmente quel grasso
maiale sapeva cosa Verten pensava di lui, ma non se
ne preoccupava, gli ACFI si sentono sempre un gradino sopra
tutti gli altri, troppo in alto perché i giudizi degli altri potessero
toccarli.
Everyone feels so far
away from me
Cosa voleva da lui ora quell’essere spregevole?
-carissimo Verten!- esordì, con un tono amichevole palesemente falso
heavy thoughts sift through dust
and the lies
-caro amico, abbiamo un
problema!- da quando lo trattava da pari a pari? La cosa è piuttosto strana
-quale-
tagliò corto l’ONSA, non sapeva perchè, ma il suo
istinto non gli prometteva nulla di buono.
-vedi, gli Useres cominciano a lamentarsi, le scommesse li stanno
mandando in rovina…-
-gli Useres?
E perché? Non sono strapieni di soldi grazie a quelle
stupide scommesse?-
trying not to break
but I’m so tired of this deceit
every time I try to make myself
get back up on my feet
- lo erano- cominciò Gured –ma quando un gladiator
evince sempre, è naturale che tutti scommettano su di
lui…-
-dove
vuoi andare a parare, Gured…-
-…e questo comporta delle
perdite di… denaro-
all I ever think about is this
all the tiring time between and how
trying to put my trust in you
just take so much out of me
-cosa vuoi
dire, Gured- chiese esitante il diciassettenne
-sei
fuori, Verten, devi ritirarti-
-cosa hai
detto?
-ho detto che non puoi più
combattere, i risultati dei tuoi scontri sono troppo scontati-
-CHE CAZZO HAI DETTO???-
I take everything from
the inside
And throw it all away
-quello che hai sentito,
sei un ottimo combattente, ma hai chiuso!-
-non è possibile…- gli
occhi argentei del terrestre erano talmente spalancati per lo stupore che gli facevano quasi male
-non ti preoccupare ti
troverò un altro lavoro, magari ti rispedisco a scaricare casse in quello spazioporto- affermò con noncuranza l’ACFI
-dammi un altro mese, poi
me ne vado, senza lasciare traccia-
-no, oggi è stato il tuo
ultimo scontro-
-NO! MI RIFIUTO!-
‘cause
I swear, for the last time
I won’t trust myself
whit you
-cosa stai
dicendo?- Gured ora sembrava furente
-CHE
CONTINUO A COMBATTERE, CAZZO- il ragazzo urlava con un impeto quasi disumano
-MI MANCANO TRENTOTTO
FOTTUTISSIMI SCONTRI PER AVERE LA MIA LIBERTA’, NON MI
TIRO INDIETRO ORA!!-
-MODERA IL TONO, SCHIAVO!!! TU FARAI QUELLO CHE DICO IO!- ora, anche l’uruthiano aveva perso il controllo
tensionis building
inside
steadily
-IO NON FACCIO PIU’ UN CAZZO DI QUELLO CHE DICI TU!!!-
everyone feels so far away from me
-AH SI? VEDREMO COSA NE
PENSERA’ IL CONSIGLIO DISCIPLINARE!!!-
heavy thoughts forcing their way
out of me
-PER ME TE LO PUOI ANCHE
FICCARE IN CULO IL CONSIGLIO DISCIPLINARE!!-
trying not to break
but I’m so tired of this deceit
every time I try to make myself
get back up on my feet
-TI RICORDO CHE SEI UN
ONCA, E PER QUANTO TU SIA FAMOSO, FINIRAI IN UN FORNO CREMATORIO PER QUESTO TUO
ATTEGGIAMENTO!!-
all I ever think about is this
all the tiring time between and how
trying to put my trust in you
just take so much out of me
-sta zitto…- sussurrò Verten a voce quasi impercettibile, con la testa bassa
-NON SEI NESSUNO, SOLO UNO
STUPIDISSIMO SCHIAVO, E SCHIAVO RIMARRAI, ALMENO
FINCHE NON FINIRAI IN SALA CREMAZIONE!!-
-STA ZITTOOOOO!!- urlando,
Verten, prese una spada dalla rastrelliera delle armi
alla propria destra.
I take everything from
the inside
And throw it all away
Dopo qualche brevissimo
secondo, la lama era striata del nero sangue uruthiano.
‘cause
I swear, for the last time
I won’t trust myself
whit you
-ommerda-
I won’t trust myself
whit you
Guardò la spada
I won’t waste myself
on you
Guardòilcadavere a terra
Waste myself on you
Solo allora si rese conto
di aver appena ucciso un ACFI
Questo capitolo non sarà una song fic: non ho trovato nessuna canzone
che ci si addicesse, ma d’altronde, è troppo narrativo p
Questo capitolo non sarà una song fic: non ho trovato nessuna canzone che ci si
addicesse, ma d’altronde, è troppo narrativo per essere “accompagnato” da una
canzone; ma d’altronde vi avevo avvertito no? Non tutti i capitoli saranno
delle Songfic.
Ah! Aggiunte
un paio di parole nel dizionario.
BLOOD TEARS ON A
SILVER BLADE
Capitolo 4
O
cazzo.
Aveva ucciso un ACFI.
Aveva fatto il più grande
errore che un uomo possa commettere.
Rimase una
decina di secondi fermo sul posto, impietrito dalla paura.
Non aveva la minima idea
di cosa fare, se i Vigilantor lo avessero preso, non sarebbe durato dieci
minuti: lo avrebbero infilato in un forno crematorio, riducendolo a un biscotto.
Doveva decidere cosa fare,
e in fretta anche. Per prima cosa pulì la spada sulla tunica bianca del
cadavere, e la riappoggiò con cura nella rastrelliera.
Poi gli
venne un’idea: cominciò a frugare fra I vestiti dell’uruthiano, fino a quando
trovò la tessera sociale: avrebbe raggiunto la MadTown, e con quella tessera si
sarebbe pagato un viaggio fino alle outlands, tanto Gured era pieno di soldi, e
a lui ormai non servivano.
Si diresse verso l’uscita
dello stadio, cercando di non dare nell’occhio, si era
allontanato già di un paio di isolati, quando un Vigilantor lo fermò
-ehi tu!-
cercò
di far finta di non aver sentito
-ehi! Stò parlando con te,
capoccia pelata!-
ora
non poteva più ignorarlo, si voltò con aria innocente
-dice a me, agente?-
-certo che parlo con te!
Vieni qui!-
Verten ubbidì,
l’adrenalina stava salendogli alle stelle
-sei Verten Tirji?-
cercò
di dire un “si”, ma le parole gli morirono in gola, riuscì solo a fare un
debole cenno affermativo con la testa; mentire era inutile, I suoi occhi
argentati erano fin troppo riconoscibili.
-davvero? Il Flagello Nero
in persona? Non ci credo… mi fai un autografo?
Verten tirò un sospiro di
sollievo non indifferente, e rispose –ma certamente!-
Il Vigilantor gli porse il suo palmare, il gladiatore appoggiò il pollice
sulla sezione riservata alle impronte digitali. Il piccolo computer memorizzò e
diede il messaggio di conferma
-wow! Grazie, non vedo
l’ora di vedere il tuo prossimo combattimento; ti seguo fin dagli esordi sai?-
-davvero? Mi fa piacere,
ora, se non ti dispiace, devo andare, il mio padrone mi ha affidato un compito,
e sono piuttosto di fretta…-
-ok, non ti preoccupare, a
presto, amico-
-a presto!-
uno
scocciatore in meno.
Girò l’angolo, quando
sentì un acuto grido di donna.
Probabilmente avevano
trovato il cadavere. Accelerò il passo.
Due isolati più in là trovò una fermata di gravibus, in quell’istante ne stava
arrivando uno diretto alla MadTown, lo aspettò e ci salì di corsa.
Passò la
tessera sociale della sua vittima sul riconoscitore magnetico, sul piccolo
schermo comparve la scritta:
Gured Sir Meleger
Razza: URUTHIANO
RESIDENTE A: Rijal, città 453, residenza 347.298
RAGGRUPPAMENTO SOCIALE:
A.C.F.I.
PROFESSIONE:
MAGNATES DI LIVELLO 2
COSTO CORSA: 3.5 fert
CREDITO TOTALE ATTUALE: 94.243.453,45
fert
Era ricco, il grasso maiale.
Il gravibus sfrecciava
veloce e silenzioso per le strade della città. Dopo poco, gli scintillanti
edifici in vetraccaio e titanio lasciarono il posto a case più piccole, in
carbon-acciaio e neocemento rafforzato, fino a giungere a vecchissimi edifici in
cemento armato.
Era arrivato alla MadTown.
Scese a
una fermata a caso: era in una piccola piazza, si guardò attorno: un uomo
incappucciato era alla sua destra, stava evidentemente aspettando qualcuno.
Probabilmente uno
spacciatore di synth-crystal, o qualche altra porcheria del genere.
Un gruppetto di uomini era dietro di lui, parlava a bassa voce. Notò che
erano armati.
Vecchie armi a proiettili:
non certo moderne, ma se non indossi una corazza di accaioseta
sono pericolose quanto un laser.
Finalmente
vide qualcuno che forse poteva essergli utile: uno yuanita: indossava una tuta
da meccanico, chiaro segno che lavorava su un VSAV.
Verten si avvicinò
all’uomo.
-hey scusa mi servirebbe
un’informazione!-
sentì
la fredda canna di un fucile laser puntato sulla sua pancia.
Lo yuanita gli intimò di
tenere le mani in vista e lo spinse verso un vicolo. Gli altri presenti non videro nulla, o meglio, fecero finta di non vedere.
Verten pensò che forse poteva disarmarlo, ma non era riuscito a vedere bene dove
teneva il fucile, preferì aspettare.
Il presunto meccanico lo
portò in un vicolo isolato, e lo fece girare, guardandolo in faccia, poi
cominciò a parlargli:
-sei un vigilantor vero?
Perché solo uno stupido sbirro verrebbe nella MadTown
disarmato!-
Verten
studiò lo yuanita: la canna del fucile spuntava dalla manica destra della tuta:
doveva essere una di quelle armi portatili monomunizione: una volta che hai
sparato sono scariche.
Lo yuanita lo stava
guardando in faccia, lasciando la guardia del tutto scoperta.
Il terrestre cercò di
sfruttare questa situazione: tirò un calcio sul polso del suo avversario,
sperando di disarmarlo; non ci riuscì, lo yuanita sparò, ma nettamente in
ritardo, il colpo passò abbondantemente sopra la spalla di Verten.
Il gladiatore si avventò
sull’alieno, sicuro che ormai avesse finito i colpi, ma questo sparò ancora per
due volte: il primo colpo mancò il terreste di qualche
millimetro, il secondo lo colpì di striscio su una spalla.
Che diavolo di arma aveva sotto quella manica?
Finalmente Verten riuscì a inchiodare il suo avversario al suolo, fermandogli con la
mano il pericoloso braccio destro.
-avevo chiesto
un’informazione, non tre colpi di friggizanzare-
-hey!hey! calmo, amico! Sai com’è, qui non possiamo fidarci di
nessuno…m…ma se vuoi posso esserti d’aiuto…forse…- lo yuanita si era fatto
improvvisamente amichevole
Verten frugò
fra i vestiti dell’uomo, tenendo sempre saldamente ferma la mano destra
del meccanico, fino a trovare una pistola a proiettili carica, a sei colpi.
La prese e la puntò alla
testa dell’uomo:
-alzati, e tieni le mani
bene in vista, soprattutto quella!- gli intimò,
indicando la destra.
Lo yuanita fece quanto gli
era stato ordinato.
-Scarica l’arma, o
qualsiasi cosa tu abbia la sotto-
l’uomo
alzò la manica della tuta: un ingombrante macchinario gli spuntava da sotto
l’avambraccio, fondendosi con la pelle, e terminando con una minacciosa canna
di fucile: innesti robotici.
Premette lentamente un
bottone e la canna di fucile si ritirò all’interno del macchinario. Premette un
altro pulsante e un caricatore di armi laser si staccò
dall’innesto, cadendo a terra
-così va bene?- sibilò il
rettile
-certamente, ora dimmi,
dove posso trovare una nave che porti alle Outlands?-
-ce l’hai i soldi per
pagare? Qui i viaggi costano molto…-
Verten gli mostrò la
tessera di Gured –ho quasi cento milioni di fert!-
-ti sei messo nei guai con
gli ACFI? Posso permettermi di dirti che non è stata una grande idea?-
-non mi sembri nella
condizione di fare del sarcasmo-
-facciamo così… se metti
giù quel cannone, io potrei avere una
nave, e potrei avere in programma per
le EndLands, come potrei essere in
grado di clonare quella tua tessera prima che i vigilantor la disattivino-
-niente scherzi?-
-niente scherzi.-
-passami quel caricatore,
tanto per sicurezza-
lo
yuanita si abbassò e raccolse il caricatore che aveva buttato in precedenza, e
lo lanciò a Verten.
Il terrestre lo prese al
volo, poi, finalmente, abbassò la pistola
-bene, vedo che se
vogliamo possiamo andare d’accordo…- disse il
meccanico tirando un sospiro di sollievo.
-io sono Mallix Reg-
aggiunse poi, porgendo la mano a Verten
neanche per questo capitolo ho trovato la “colonna sonora”, e me ne
scuso con tutti i lettori, ne approfitto per ringraziare C
neanche per questo capitolo ho trovato la “colonna sonora”,
e me ne scuso con tutti i lettori, ne approfitto per ringraziare Caillean,
Joanne, Noesis2 e Kylie per le recensioni
BLOOD TEARS ON A SILVER BLADE
Capitolo 5
-io sono Mallix Reg- aggiunse poi, porgendo la mano a Verten
lui non la prese; non voleva avere sorprese da altri innesti
o altre diavolerie del genere
-Verten Tirji-
Passò qualche secondo di silenzio, nei quali Mallix teneva
insistentemente la mano in avanti, aspettando che l’altro la stringesse.
Poi lo yuanita abbassò il braccio.
-vedo che hai imparato in fretta la prima lezione; “fidarsi
è bene, non fidarsi è meglio”, sei sveglio, ragazzo- disse, portando le mani
dietro la nuca.
-posso darti un consiglio, yuanita? Faresti meglio a
lasciare il coltello che stavi cercando di prendere da dietro la schiena- erano
due anni e mezzo che faceva il gladiatore; di gente con armi nascoste nei posti
più impensabili ne aveva conosciuta fin troppa; ci aveva anche rimediato un
paio di prese d’aria in pancia.
Lo yuanita fece una faccia che sembrava piuttosto
infastidita e lasciò cadere il lungo coltello da lancio che era fino a quel
momento riuscito a nascondere al terrestre
-non ti si può proprio nascondere niente…-
-già… ora portami al tuo V.S.A.V., se davvero ne possiedi
uno, e niente scherzi-
-va bene…Verten, giusto?-
-esatto, ora cammina-
Mallix cominciò a
camminare fra i vicoli della MadTown, fino a raggiungere un grande spiazzo, ai
confini della città, un grande ma malandato hangar era l’unica costruzione di
rilievo che si innalzava vicino allo spiazzo, una grande serranda in
carbon-acciaio chiudeva l’entrata del grande edificio.
-è lì dentro- annunciò
serafico lo yuanita, indicando il grande hangar
-io vado ad aprire, tu
aspettami qui- aggiunse, del tutto tranquillo
-hey, dove credi di
scappare!- fidarsi di quell’essere era l’ultima cosa che Verten avrebbe fatto
il rettile lo guardò con
aria innocente.
-io? Vado solo fino a li-
e indicò un riconoscitore magnetico al lato dell’hangar –ad aprire, tranquillo
non scappo-
Il gladiatore alzò la
pistola e la appoggiò alla tempia dell’uomo.
-esatto, farai meglio a
rigare dritto!-
lo yuanita non disse
niente, si diresse semplicemente verso il riconoscitore, ci appoggiò la propria
tessera sociale, un altoparlante disse “accesso consentito”
la serranda si aprì.
In effetti la nave c’era,
ma non c’era solo quella.
Verten si ritrovò davanti
due bereliti e una vamires che gli puntavano addosso dei fucili al laser.
-faresti meglio a buttare
quella pistola, terrestre- sentenziò rabbiosa la vampires. Verten avrebbe anche
potuto considerarla una bella ragazza, se in quel momento non gli avesse
puntato contro un friggizanzare carico.
Lui non potè fare altro
che obbedire.
Mallix si voltò verso di
lui, sembrava aver riacquistato tutta la sua sicurezza
-cosa ti avevo detto,
terrestre? “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”-
-tu…come hai fatto!- gli
ringhiò contro Verten
lo yuanita si picchiettò
un dito su una tempia
-nanocomunicazioni
neurali… credevi che i miei innesti si fermassero a uno stupidissimo fucile
laser? In poche parole, con questo aggeggetto, saldamente fissato nella mia
calotta cranica, posso inviare brevi messaggi olografici, registrati
direttamente dall’occhio, al mio computer…-
-dove ci sono io, pronto a
riceverli- aggiunse uno dei due bereliti
-ma oggi mi sento buono,
diciamo che ti posso perdonare, e fornire un passaggio fino alle outlands,
per…mmmnnn…venti milioni di fert
-VENTI MILIONI DI FERT?!?
POSSO COMPRARMICI UN V.S.A.V. PER QUELLA SOMMA!!-
-si, ma non puoi
disarmarci tre uomini; decidi: non eri te quello con “quasi cento milioni di
Fert”?-
Verten tirò un sospiro
- e va bene, accetto-
-saggia decisione…
abbassate le armi!- disse rivolto a i suoi uomini, poi entrò nell’hangar e
prese uno fra i numerosi macchinari accatastati nell’edificio.
-vieni terrestre, vieni-
lo invitò
Verten, sospettoso, si
avvicinò
-passami la scheda sociale
di quell’ACFI-
-cosa vuoi fare?- chiese
-passo i fert su un’altra
scheda, usando questo disturbatore- appoggiò una mao sul macchinari che aveva
preso- così gli apparecchi dei vigilantor non potranno più rintracciare i
soldi, ne tantomeno la scheda-
-intelligente… tieni-
Verten gli passò la scheda.
Mallix prese il
macchinario e lo collegò a un computer. Premette qualche tasto sulla tastiera
olografica, poi inserì la scheda nello strano apparecchio.
-ora dovrai aspettare un
po’, terrestre, vai da Sefer, ti darà qualcosa per cambiarti, così sei troppo
riconoscibile- gli disse indicando i suoi larghi abiti bianchi
-Sefer?-
-ah! Non ti ho ancora
presentato la truppa… ragazzi, venite qui un minuto- disse, rivolto a i suoi
uomini, quelli si avvicinarono.
-questo è Namibi Yter-
indicò uno dei due bereliti: era magro, molto magro, e non era nemmeno alto, la
cresta rossa (tipica dei bereliti) che attraversava la testa, era piena di
pircieng, indossava una giacca di pelle marrone piuttosto malandata muoveva in
continuazione le sue due paia di occhi. Fece un inchino teatrale ed esagerato.
-è un autentico genio del
computer, l’apparecchio che sta clonando la tua scheda è di sua invenzione,
così come tutti i virus che usiamo contro i droni di controllo che ogni tanto
vengono qui e cercano di trovare le prove del nostro contrabbando… lui invece è
Xantos, fratello di Namibi-
indicò l’altro berelita:
era alto e grosso, contrariamente all’altro, aveva una mascella enorme, e
indossava una tuta da lavoro molto simile a quella di Mallix, grugnì per far
capire che era lui.
-meccanico, se questa
piccola- e indicò la propria nave –raggiunge i 250.000vl è solo grazie a lui!-
Verten dubitava seriamente
che quello scassone potesse superare anche solo i 50vl, ma preferì non parlare.
-…e infine, Sefer Walsh-
indicò la vampires: era veramente una bella ragazza: giovane, più o meno quanto
Verten, alta, capelli blu scuri, lisci, lunghi fino a metà schiena e occhi
dorati… piuttosto inusuali per un umano, ma per un vampires erano quasi comuni,
indossava una semplice maglietta bianca e dei pantaloni jeans, che reggevano un
cinturone con un paio di calibro nove, rigorosamente cariche.
-addetta agli armamenti…
non ti fare strane idee con lei, il nostro ex medico ci ha provato durate una
visita… da quel giorno abbiamo cominciato a dividere i guadagni per quattro
invece che per cinque…-
Venne interrotto da un
“beeep” prolungato proveniente dal computer; si avvicinò all’apparecchio.
niente colonna sonora nemmeno per questo capitolo… mi sta svanendo
l’ispirazione… comunque nel prossimo ci sarà quasi sicurame
niente
colonna sonora nemmeno per questo capitolo… mi sta svanendo l’ispirazione…
comunque nel prossimo ci sarà quasi sicuramente… ho già trovato un paio di
possibili canzoni… ma non vi anticipo nulla.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito finora e che (spero) lo faranno
anche in futuro, ovvero: Joanne, Cailleas,
Kylie (certo che mi puoi chiamare fratellino…
sorellina! A proposito, ti è arrivata la mia E-mail?
L’ho scritta ma non mi ricordo se alla fine l’ho spedita) e Noesis2, e
consiglio a tutti di leggere la sua storia “Outlaw
Blues”, perché, a mio modesto parere, è un capolavoro (tu hai fatto pubblicità
a me… e io ricambio il favore… a proposito, le nanocomunicazioni
non le ho riprese da “Cyberpunk 2020”, di gdr gioco solo a “dungeons and dragons”, ma da due videogiochi: Metal GearSolid e RedFaction II)
Ringrazio anche chi legge
ma non recensisce (se c’è)… anche se mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate
BLOOD TEARS ON A
SILVER BLADE
Capitolo 6
-Oh! Cazzo!-
disse Mallix, piuttosto contrariato –Namibi! Vieni qui, siamo nella merda fino al collo!-
-Qual è il problema,
boss?- chiese il berelita, avvicinandosi al computer
-Hanno bloccato la scheda
durante il trasferimento dati: ora stanno cercando di rintracciarla, fra dieci
minuti qui sarà pieno di vigilantor!-
-Cazzo…
lascia a me, boss, proverò a fare qualcosa- disse,
nervoso, si guardava attorno anche più del solito.
Mallix
si alzò dalla sedia, lasciando il posto al berelita,
che si sedette e cominciò a muovere forsennatamente le dita sulla tastiera olografica.
Lo yuanita
si diresse invece verso una stanza, arrivato alla porta si voltò verso il terrestre
-Verten,
vieni!-
Lui non se lo fece
ripetere due volte, si diresse immediatamente verso l’uomo, che entrò nella
stanza.
Il gladiatore fece lo stesso, una volta dentro, non fece nemmeno in tempo
nemmeno a gardarsi attorno, sentì del tessuto colpire
la sua faccia.
-Mettiti quelli, così sei
troppo riconoscibile!-
solo
allora Verten si rese conto che quello che gli aveva
colpito la faccia erano dei vestiti: una giacca di jeans con le maniche
tagliate e un paio di pantaloni in pelle nera. Entrambi piuttosto malridotti.
-Erano di un uruthiano che non mi ha voluto pagare il viaggio… spero che a quel ferrumalg sia
piaciuto il pranzo… dicono che gli uruthiani sono
indigesti- le minacce di Mallix erano sempre molto
velate –Ma dov’è… dovè…- aggiunse poi, rovistando fra
un mucchio di cianfrusaglie.
-Eccola!- annunciò
trionfante, reggendo un piccolo cofanetto di carbon-acciaio
-Cos’è?-
chiese sospettoso Verten, mentre si sfilava le
candide e larghe vesti da gladiatore (ormai aveva imparato anche a combattere
senza sporcarle di sangue…) e si infilava i vestiti
che gli aveva fornito lo yuanita
-Una scatola, quello che
importa è quello che c’è dentro- la aprì, c’erano una
ventina di piccole fiale, con dentro degli strani liquidi, ogni fiala era
contrassegnata da una piccola etichetta.
Lo yuanitacominciò a tirar fuori fiale a caso, ogni volta le rimetteva
dentro, con un vago “no”.
Finalmente sembrò trovare la fiala giusta, la passò a Verten.
-Bevi!-
-Cos’è?-
chiese il terrestre, sempre più sospettoso
-Colorante dermico,
schiarirà la tua pelle e i tuoi occhi, non per molto, giusto un paio di giorni!-
-Mi posso fidare? Non è
che è un veleno, così poi mi consegni in tutta tranquillità ai vigilantor?-
-E
io perderei venti milioni di fert per consegnare un
insulso gladiatore alla giustizia? Anche se ci fosse
una taglia sulla tua testa, e di sicuro c’è, di certo non sarebbe superiore
alla cifra che mi hai…ehm…offerto-
Verten
lo squadrò: sembrava sincero.
-E
va bene- prese la fiala –alla salute!- la bevve tutta di un fiato.
I due
minuti che seguirono quel sorso furono i più brutti della sua vita: passarono i
primi dieci secondi, nei quali non successe nulla, poi cominciò il bruciore:
sentiva bruciare ogni singola parte del proprio corpo, dalla fronte alla punta
dei piedi.
Soprattutto gli occhi.
Cadde carponi, urlando dal
dolore. Sentì la voce di Mallix che urlava qualcosa.
-Ma che cazzosta succedendo?!!?- urlò lo yuanita, totalmente spaesato
-cos’hai
ragazzo?- chiese, anche se si rendeva conto che Verten
non era materialmente in grado di rispondere.
Verten
sentiva sempre più dolore, e gli si stava cominciando ad appannare la vista,
l’ultima cosa che vide era Mallix, che rigirava e
controllava la fiala.
-Eppure è quella giusta!-
continuava a ripetere
Poi tutto divenne buio.
-Hey,
ragazzo, sei ancora vivo?- la voce dello yuanita fu la prima cosa che sentì, ancora prima di aprire
gli occhi.
-forse è morto…- disse
un’altra voce, probabilmente Xantos
-magari, così avremmo un
problema di meno… terrestri del cazzo!- aggiunse una
voce femminile, sicuramente Sefer
-shhh!
Si sta svegliando!-
Verten
aprì lentamente gli occhi
-che razza di merda mi hai rifilato, yuanita?- fu la prima cosa che riuscì a dire.
Quell’idiota di mio fratello ha cambiato il voltaggio del
computer quando questo era ancora acceso, fondendo tutto.
Per un paio d’ore non sapevo che fare, poi mi è venuto in
mente il mio vecchio computer: windows 95, pentium 1,96mb di RAM… un vecchio scassone, in poche parole.
L’ho rispolverato e ho provato a vedere se:
1: andava su internet e… MISTERO!!! È più veloce di quello
nuovo, anche se hanno lo stesso modem…
2: se riuscivo a mettere i testi in HTML, e anche questo mi
è riuscito, dopo innumerevoli tentativi.
Quindi, se avete questo nuovo capitolo, è solo grazie a
questo vecchio scassone…
C’è solo un piccolo problema… insieme al computer, ho
ovviamente perso tutti i file mp3 che c’erano dentro, compreso sing for
absolution, che doveva essere la colonna sonora di questo capitolo.
Sono solito ascoltare bene le canzoni prima di inserirle in
una song fic, per questo non ho potuto, ma almeno ci ho provato…
p.s. un ennesimo grazie a tutti coloro che leggono e
recensiscono.
p.p.s. riguardo alla domanda di Noesis2 fatta nella
recensione al secondo capitolo (sono puntuale con le risposte eh?) sorella, per
mettere una storia fra i preferiti devi:
1:avere un account nel sito (mi pare ovvio, no?)
2: nel momento in cui vuoi inserire la storia fra i
preferiti, devi essere registrata al tuo account
3: devi aprire un capitolo qualsiasi della storia in
questione
4: sotto la finestra che permette la scelta rapida dei
capitoli dovrebbe esserci la scritta “aggiungi a preferiti”
5: se tutto è andato bene dovrebbe comparire la pagina del
tuo account, aperta sulla sezione “fanfic preferite” con la “new entry”
BLOOD TEARS ON A SILVER BLADE
Capitolo 7
Tema portante:
AUTORE: muse
CANZONE:
sing for absolution
-Che razza di merda mi hai dato, yuanita?- fu la prima cosa
che riuscì a dire.
Si guardò attorno: era sdraiato su un letto, in una piccola
stanza.
La stanza era piuttosto vuota: un armadio, un tavolo e una
sedia, tutti di uno sterile e anonimo metallo.
I due bereliti erano chini su di lui, in attesa che si
svegliasse, Mallix, invece, era ai piedi del letto, aveva sempre lo stesso
cofanetto in mano, e rigirava la fialetta, come cercando una spiegazione in
quel trasparente vetro.
Sefer, invece era in un angolo, e lucidava con aria assente
la canna di un fucile laser.
All’improvviso il segnalatore acustico collegato al
rivelatore segnalò la presenza di un visitatore.
-Merda… i vigilantor sono già qui…- disse Mallix, poi,
vedendo la faccia perplessa e spaventata di Verten, si affrettò ad aggiungere
-Vitani è riuscito a depistarli, fornendogli coordinate sbagliate, ma stanno
perquisendo tutte le case qua attorno. Ma non ti preoccupare, ragazzo, li mando
via, tu avrai la tua libertà, e io i miei venti milioni di fert!-
Stava per uscire dalla stanza, quando si girò verso i
presenti nella piccola sala.
-Namibi, vieni con me, Xantos, tu vai a chiamare un medico,
il nostro cliente non stà molto bene, Sefer, tu rimani qua a sorvegliarlo- date
queste direttive, uscì dalla stanza, seguito da Xantos e Namibi.
Libertà
Non ci aveva pensato.
Ora era libero.
Non aveva più nessuno che gli dicesse cosa fare.
Ma era braccato.
Lips are
turning blue
A kiss
that can’t renew
No, non era libero, era solo una preda.
Una preda in una spietata caccia all’uomo.
I only
dream of you
My
beautiful
Non doveva farsi sentire.
Doveva muoversi fra le ombre.
Tiptoe
to your room
A
starlight in the gloom
E questo non era libertà
Era costretto lo stesso a fare delle cose.
Nonostante non glie lo dicesse nessuno
I only
dream of you
And you
never knew
Avrebbe sempre sognato la libertà, ma non l’avrebbe
raggiunta.
Mai.
Sing for
absolution
I will
be singing
And falling from your grace
Poteva sperare solo nel perdono.
Nell’impossibile perdono.
E sapeva perfettamente che era inutile
There’s
nothing left to hide
In no
one to confide
Però, forse qualcosa di positivo c’era.
Non doveva più nascondere nulla a nessuno, poteva dire tutto
in faccia alla gente.
Ma non c’era nessuno, con cui sfogare la sua rabbia.
The
truth burn deep inside
And will
never die.
Nessuno, a cui raccontare la sua rabbia.
La verità della sua rabbia
Doveva tenersela dentro
Lasciarla bruciare.
Per sempre.
Sing for
absolution
I will
be singing
And
falling from your grace
Aspettando l’impossibile perdono.
Our wrongs
Remain unrectified
And our souls
Won't be exhumed
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che leggono e recensiscono, in
particolare, Caillean, Joanne, Kylie (sorellina, per e
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che
leggono e recensiscono, in particolare, Caillean, Joanne, Kylie (sorellina, per
entrare in chat devi prima entrare nel forum, poi li c’è un link) e Noesis2
(sono lieto di annunciarti che con queste ultime recensioni hai raggiunto la
vetta della classifica!!! Medaglia d’oro, oltretutto in periodo di olimpiadi…)
BLOOD TEARS ON A SILVER BLADE
Capitolo 8
Verten era sdraiato sul letto, gli faceva male la testa in maniera assurda.
A pensarci bene gli faceva male un po’ tutto. Tentò di alzarsi e di mettersi
seduto.
Non ci riuscì
Era troppo debole, quell’intruglio dello yuanita gli aveva tolto tutte le
forze. Alzò un braccio e se lo guardò.
Rosa pallido.
Poteva dire quello che voleva, riguardo a quella stramaledetta fiala, ma
non poteva negare che avesse funzionato, aveva la pelle pallida quasi quanto un
vampires.
A proposito di vampires.
-Me la sono vista brutta, eh?- disse alla ragazza, tentando di attaccare
conversazione.
Lei gli lanciò un’occhiataccia, del tipo “come ti permetti di rivolgermi la
parola”
-Già, non puoi capire quanto mi sia dispiaciuto che tu non ci sia rimasto
secco, terrestre!-
Pronunciò “terrestre” come un insulto.
Acida, la piccola.
Verten capì che non era aria, forse era di malumore, così rinunciò di
parlare con Sefer.
Allora si voltò, cercando di studiare la stanza. Non che ci fosse molto da
studiare, una sedia, un tavolo e un armadio.
-cosa c’e nell’armadio?- tentò di riaprire la conversazione con la Vampires
Lei non disse nulla, si limitò a tirargli un’occhiataccia con quelle
penetranti iridi dorate.
-ok, ok, non parlo- aggiunse stancamente Verten.
Ma non si trattenne a lungo.
-quanto ci metterà ad arrivare il medico?- disse sperando di avere più
fortuna, questa volta.
Lo sguardo infastidito si trasformò in un’espressione d’odio. Di puro odio.
Si avvicinò al suo letto, lo prese per il colletto della camicia e lo tirò
su, fino a portarlo a pochi centimetri dalla sua faccia. Poi sfoderò una delle
sue pistole e la puntò dritta in fronte a Verten.
Il ragazzo non oppose resistenza, o meglio, debole com’era, non ci riuscì.
-senti, terrestre, non provare mai più a parlare con me, non OSARE mai più
rivolgermi la parola, e ricorda che, se dipendesse da me, tu saresti un
cadavere a marcire in qualche vicolo della MadTown!-
Ma che diavolo le aveva fatto lui? Non pensava di meritare una morte così
orribile.
-non ne dubito, Sefer, ma ora lascia il nostro cliente!- la voce di Mallix risuonò
all’improvviso nella stanza.
La Vampires si girò verso il suo capo, poi si rivolse di nuovo verso il
terrestre.
E tolse la sicura dalla pistola.
“beh, compimenti, vedo che ti fai rispettare” pensò Verten, ma si guardò
bene dal dirlo, di certo non voleva disfarsi del suo ultimo difensore.
Mallix si strinse il polso destro, la solita canna di fucile uscì da sopra
la sua mano, con un debole ronzio, distese il braccio, puntandolo sulla
ragazza.
-LASCIA-QUEL-TERRESTRE- tuonò lo yuanita.
Sefer parve esitare qualche secondo, il suo sguardo saettava dal terrestre
allo yuanita in continuazione, carico d’odio.
Poi, di colpo, abbassò l’arma e uscì a grandi passi dalla stanza.
-VIENI ALLE DIECI NELLA MIA STANZA, VAMPIRES, DOBBIAMO SCAMBIARE QUATTRO
PAROLINE, NOI DUE, NON TOLLERERO’ PIU’ UNA COSA SIMILE!!!- gli urlò dietro
Mallix, visibilmente incollerito.
-stupida ragazzina!- commentò lo yuanita, quando la ragazza fu lontana.
-stai bene, ragazzo? I tuoi soldi mi servono!-
-si…credo di si…- ansimò il ragazzo, ancora stordito dalla salda presa
della ragazza.
-bene, anche i vigilantor sono sistemati-
-sistemati? In che senso?- chiese perplesso il ragazzo, se con “sistemati”
intendeva “uccisi” allora doveva stare attento anche lui: un uomo in grado di
far fuori un’intera pattuglia di vigilantor era sicuramente pericoloso.
-come in che senso? Credi che li abbia uccisi? Che razza di idee,
ragazzo...-
In effetti era un’idea del tutto incoerente, nessuno era così pazzo da far
fuori sette vigilantor e sperare di vivere più di una settimana.
-…semplicemente non possono perquisire una residenza di un ACFI senza uno
speciale permesso!-
Mancherò per una settimana, quindi, se volete chiedermi qualcosa dovrete
farlo entro stasera.
Ringrazio Noesis (mi dispiace, ma non mi è mai riuscito di fare capitoli
più lunghi di così… al massimo 4000 parole, non credo che ci riuscirò) e
Caillean per i commenti e tutti gli altri per aver letto (anche se,
commentando, mi fareste un favore).
BLOOD
TEARS ON A SILVER BLADE
Capitolo 9
-Sei un’ACFI?- chiese Verten, piuttosto stupito
-Mmm…si, perché?- rispose il rettile, come se fosse la cosa più naturale
del mondo.
A quella risposta, il terrestre rimase spiazzato
-Mah… niente…- riuscì solo a rispondere
La porta si aprì nuovamente, e ,torreggiante sull’entrata, comparve Xantos.
-Mallix, ho trovato il medico!- annunciò, entrando con calma nella stanza
Dietro di lui, camminando a fatica su due gambe di metallo, che emettevano
un debole ronzio, veniva un droide, con una valigetta di metallo in mano.
Era un modello vecchio, e nemmeno molto ben tenuto, una delle due gambe era
intera, l’altra invece terminava poco prima di quello che nell’anatomia umana,
poteva essere definito ginocchio.
Il resto della gamba era formato da una semplice sbarra di carbon-acciaio.
Ricordava vagamente un vecchio pirata delle vecchie leggende, uno di quelli
con le gambe di legno.
Quant’era ridicolo: innesti di legno! Chi mai penserebbe a innesti di
legno…solo nelle leggende…
Il robot avanzò fino a Mallix, e fece un debole inchino.
-Suppongo che tu sia il… medico…- affermò lo yuanita dubitante, squadrando
il droide da testa a piedi.
-Esattamente, sono X367BST, e posso definirmi…sufficientemente competente
nell’ambito della medicina e dell’anatomia umana-
-E’ un buon robot, è un modello vecchio, ma Carter mi ha detto che è il
migliore esperto di umani, qui attorno-
-Carter ha sempre avuto un buon occhio, per i droidi…-
-Il mio padrone Carter, come penso che tu sappia, è il maggior importatore
di robot nella zona- aggiunse il droide, c’era una sfumatura di malinconia
nella sua voce.
-va bene, dai un’occhiata a questo umano, gli ho dato una miscela
dermocangiante e è cascato a terra come una pera cotta- concluse sbrigativo
Mallix.
X367BTS assentì.
-ah, è un cliente importante, fai attenzione.
Assentì di nuovo
Il droide si avvicinò al letto del ragazzo e estrasse dalla sua valigia
numerosi arnesi.
Chiese se potesse fare estrazioni di sangue, ebbe risposta affermativa.
Così prese una piccola siringa automatica e estrasse pochi millilitri di
sangue da una vena sul braccio di Verten.
Prelevò la piccola fiala dall’iniettore e la osservò con cura.
Probabilmente aveva un microscopio impiantato negli occhi.
-Interessante…- commentò, fra sé il droide
Poi prese una mano del ragazzo e guardò anche quella.
-Strano…- aggiunse, perplesso –Fammi vedere gli occhi, ragazzo!-
Verten aprì gli occhi più che potè, poi, quando il robot ebbe finito di osservarli,
li richiuse.
-Ragazzo, hai mai subito interventi genetici?- chiese
-No…-
-Hai innesti genetici?-
-cellule criogenetiche-
-Nient’altro?-
-no-
-Hai antenati che ne hanno subiti?-
-Beh… questo non lo so…-
-Antenati alieni? Xeromatensi, magari?-
-Non conosco i miei antenati- tagliò corto Verten.
-Bene- concluse il droide
Il robot si alzò a fatica e si diresse verso Mallix
-Si tratta di una reazione allergica, dovuta a qualche modifica nel codice
genetico dell’individuo- sentenziò
-Hai degli innesti genetici, ragazzo? Non me l’avevi detto!-
-Non si tratta di innesti- aggiunse il droide –probabilmente qualche
antenato alieno, Xeromatense, probabilmente- concluse –in effetti non mi era
mai capitata una cosa del genere-
Mallix sembrava pensieroso
-…Mmmnnn… ti occupi solo di umani?- chiese, con una strana espressione.
-No, sono specializzato in medicina riguardante tutte le razze
ufficialmente riconosciute dalla federazione- rispose, piatto
Lo yuanita si voltò verso Xantos e Namibi, che era entrato in quel momento
-Che dite, un medico ci può servire?- chiese, come se nulla fosse
-Mah… non saprei…- disse Xantos, totalmente spiazzato
-Forse si…- ammise invece Namibi
-Ottimo, allora è deciso, Namibi, vai da Carter, chiedigli se è disposto a
venderci questo droide, nel caso…- gli lanciò la propria tessera sociale
–…compralo!-
-Volo, boss- e uscì dalla stanza
Lo yuanita si rivolse poi al droide
-allora, benvenuto nella squadra,… come hai detto che ti chiami?-
-X367BTS- rispose il droide, Verten, dal tono di voce del robot, avrebbe
giurato che, se avesse avuto una mascella, avrebbe sorriso.
-troppo complicato… ti chiamerò Bob, va bene?- concluse Mallix
-S..si- disse esitante il medico
-allora è ufficiale, Bob, sei nella squadra! Sempre che il tuo padrone ti
venda…-
-non lo metto in dubbio, signore, mi avrebbe sicuramente rottamato a breve,
sono un modello troppo vecchio- il robot era al settimo cielo