Leave out all the rest

di ButterflySeven
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Finalmente dopo secoli e secoli, ho trovato l'ispirazione per una short fic. L'idea è nata un pò per caso, ispirata dalla canzone dei linkin park "leave out all the rest" (che da il titolo alla fic, anche se scoprirete dopo come viene integrata nella storia).
La mia fase creativa non segue un senso logico, va semplicemente "dove mi porta il cuore" ed in questo caso è volato nell'isola di Izu. Sarà una ff di non troppi capitoli (forse 5,o più o meno, ma ho la trama generale, poi scrivendo ho sempre nuove idee ed allungo il brodo). Ovviamente sarà incentrata su Izu, quindi partirà e si concluderà all'interno dell'isola, giusto perchè ho sempre bisogno di darmi un minimo di margine o divago...
Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate!


Leave out all the rest


Capitolo 1

Dopo aver percorso il piccolo vialetto, Maya poggiò le valigie con affanno nella pedata dell’ultimo scalone.
Si concesse un ultimo respiro, poi, con mano tremante, suonò con delicatezza al campanello.
Lo sguardo si perse osservando le minuzie della trama del legno, che in quel momento le parvero persino interessanti. Il cuore batteva forte in petto, ma la ragione cercava delle distrazioni, tentando inutilmente di diminuirne la corsa frenetica.
Suonò una seconda volta e dopo quelle che parvero ore, la porta scattò di lato e potè entrare nell’enorme villa.
Era ad Izu, l’isola di cui le aveva parlato il signor Hayami ed in quel pallido mattino di un fine settimana, avrebbe finalmente incontrato il suo ammiratore. O meglio, finalmente il suo ammiratore (che lei conosceva fin troppo bene) si sarebbe deciso a smascherare la propria identità.
Era da tanto che aspettava quel momento, forse anche troppi anni, o troppi sospiri del cuore. E’ difficile decodificare il tempo del cuore e lei sapeva bene che il suo aveva aspettato con fin troppa pazienza un segnale “dall’alto”.
- Buongiorno!- disse sorridente ed un po’ impacciata nel trascinare le valigie all’interno della villa. Rimase un po’ sorpresa dal comportamento del suo ammiratore: il signor Hayami era un uomo gentile e galante, non credeva possibile l’avesse lasciata con tutte quelle valigie, lì da sola.
Si voltò solo dopo qualche minuto, con il cuore che batteva più forte che mai. Bastava poco: avrebbe sollevato il capo ed i sui occhi si sarebbero specchiati in due pozzi verdi come i fondali del mare.
Ma non incontrò gli splendidi occhi del signor Hayami.
- Buongiorno anche a lei, signorina Kitajima-
Il sorriso si spense in un attimo. Spalancò gli occhi incredula e boccheggiò in attesa che la voce le tornasse.
- Signorina Takamiya, non credevo di incontrarla qui…- rispose Maya arretrando di qualche passo. Si guardò attorno, cercando con lo sguardo le spalle forti e possenti dell’uomo che amava. Ma l’aria era intrisa dell’odore pungente di quella donna, che adesso la fissava con sguardo accecato d’odio.
-Cerchi qualcuno? Stai aspettando “lui”?- chiese affrettando il passo.
- No… Io… Io…- Maya non seppe cosa fare, ma l’istinto le suggerì di scappare. Si voltò di scatto, inciampando su una delle valigie e cadendo in avanti –ahi!- ebbe il tempo di sussurrare, si alzò nuovamente, ma la porta si chiuse con un tonfo. Shiori era arrivata prima di lei e l’aveva intrappolata in quella magnifica gabbia d’oro.
- Mi dispiace deluderti, ma lui non c’è- le disse sprezzante – inoltre, non sono più la signorina Takamiya, ma la signora Hayami. Abituati all’idea, ragazzina, da oggi per te sarò la moglie di Masumi Hayami, la moglie del tuo ammiratore…-
Maya rimase pietrificata e le lacrime caddero come stelle dai suoi pozzi di cielo, indomabili, irrefrenabili… Vide il magnifico anello di fidanzamento nella mano della donna, che le porgeva con orgoglio, adesso fermato da una piccola striscia d’oro: l’anello di nozze.
Era finita, era davvero finita… Non avrebbe avuto senso continuare a lottare.
Aveva perso.
L’aveva perso, per sempre…
E mentre le lacrime continuavano a scavarle il viso, una voce angelica continuava a chiamarla dall’alto…
- Maya… Maya… Maya…-

- Maya… Signorina Kitajima, si svegli!-
Maya sentì una leggera pressione sulle spalle, stropicciò gli occhi e sbadigliò forte, finchè si decise ad aprire le palpebre.
-Si è svegliata! La chiamavo da un pezzo!-
- Dove, dove siamo?- chiese la giovane ad Hijiri, mettendosi a sedere sul sedile anteriore della macchina dell’uomo.
- Abbiamo lasciato il porto di Izu circa 15 minuti fa, ma non avrà retto il sonno e si è addormentata. Mi dispiace doverla svegliare, ma siamo arrivati…-
- Si, grazie…-
Maya uscì dalla macchina, ad occhio e croce dovevano essere le 5 del mattino. Il suo ammiratore le aveva prenotato l’ultima corsa della nave del venerdì notte, in modo da poterlo raggiungere subito dopo le prove del venerdì. Era contenta di quella scelta, non avrebbe resistito un giorno di più lontana da lui, senza contare che in quell’ora tarda viaggiava pochissima gente ed una volta al porto di Izu, non l’avrebbero notata sotto quel cielo ancora buio.
Doveva essere al settimo cielo, eppure il sogno appena fatto le infuse un certo terrore… E se davvero dietro quella porta massiccia avrebbe trovato la signorina Shiori e non lui? E se l’avesse chiamata lì solo per metterla a conoscenza della verità, ma allo stesso tempo avvertirla che non avrebbe potuto occuparsi mai più di lei perché quasi sposato?
Sospirò forte osservando Hijiri scaricare le valigie dal bagagliaio e poggiarle all’ingresso del vialetto che conduceva sin dentro la magnifica villa.
Non doveva essere così negativa. I sogni non sono altro che il frutto dell’inconscio, scaturiscono da paure che si insidiano nelle vie più remote dell’anima. Erano solo paure e lei le avrebbe affrontate.
-Adesso devo andare, signorina Kitajima, il mio compito si conclude qui…- le disse Hijiri dopo averle sistemato le valigie davanti all’immenso portone, che s’intravedeva appena in quella buia notte di luna nuova, grazie a piccole lanterne che segnavano il percorso del vialetto.
- La ringrazio, è stato molto gentile…- si salutarono un’ultima volta, poi Maya sparì nell’ombra della notte ed Hijiri potè solo osservarla da lontano, con nel cuore un mattone che pressava sempre più verso l’interno, fino a fargli mancare il respiro.
Si accese una sigaretta con mano tremante e sperò che il suo dolore fosse compensato con la felicità del suo capo…

Le ginocchia sembravano fatte di burro per quanto il suo passo era incerto, si sentì mancare dall’emozione, ma con non poche fatiche, arrivò di fronte il grande portone in legno. Rimembrò ancora una volta il sogno, ma si convince ad aver fiducia. Infondo nel sogno il sole era già sorto, in quel momento invece era il buio a fare da padrone.
Alzò la mano quel tanto che bastava per suonare al campanello ed aspettò pazientemente che qualcuno le aprisse.
La porta scattò di lato dopo qualche minuto, da dentro fuoriuscì un’oscurità ancora più fitta, avvertì dietro di lei le luci del vialetto spegnersi una dopo l’altra ed ebbe paura che quella fosse realmente una trappola della signorina Shiori.
Fece un passo indietro spaventata, quando un’ombra sbucò da dietro la porta e l’afferrò per un polso.
-Non avere paura, sono io…- il cuore di Maya ebbe un sussulto, quella voce…- sono il tuo ammiratore- le disse infine.
E lei non ebbe dubbi: quella era la voce del signor Hayami, la voce del suo ammiratore e dell’uomo che amava.
E come un déjà vu, non si trattenne e semplicemente alzò le braccia al cielo, prese la rincorsa e si aggrappò alle spalle forti e sicure dell’uomo. Pianse forte, pianse come da tanto tempo non faceva: non erano lacrime di dolore, erano lacrime di pura e semplice gioia.
-Grazie…- gli disse soltanto, lasciandosi cullare dal suo profumo che sapeva di muschio.
Masumi rimase esterrefatto per qualche secondo, ma quando si ridestò portò un braccio ad afferrarle la vita sottile, mentre l’altra mano si perse ad accarezzare i lunghi e setosi capelli.
Era un momento magico per lui: poterla accogliere nel suo rifugio, nell’unico luogo in cui poteva spogliarsi della figura del giovane dandy ed essere liberamente se stesso; poterla accarezzare ed abbracciarla dopo quel periodo che avrebbe definito un vero inferno… Era magnifico poterla avere nuovamente tra le sue braccia.
Ma l’insicurezza non era diminuita, tutt’altro.
- Aspettami qui, porto le tue cose dentro- le disse allentando la presa dalla vita e poggiandola a terra. Afferrò le valigie con qualche difficoltà dato il buio totale, vide l’ombra di Maya oltrepassare il confine della porta e tastare la parete in cerca di qualcosa.
- No!- le disse trascinandola nuovamente all’esterno, lontana dalla parete interna della casa – non cercare l’interruttore della luce, ho bisogno di parlarti prima di svelarti il mio volto -
Maya sorrise divertita. Il suo ammiratore non aveva ancora acquistato quella sicurezza che aveva tanto sperato. Ma decise di assecondare le sue scelte.
-Come volete- disse trattenendo le risate – ma non pensate che potrei riconoscervi dalla voce?- non riuscì a bloccarsi dal dire.
Nell’oscurità della notte, non potè vedere il rossore che imporporò le guance del signor Hayami.
- Avete ragione, probabilmente potreste riconoscermi dalla voce, ma desidero ugualmente spiegarle alcune cose prima di rivelarmi del tutto -
-Se questo vi rassicura, per me non ci sono problemi…-
Ed era vero, perché poterlo abbracciare ed osservare l’ombra del suo corpo, sentire il suo respiro così vicino al suo, era ciò in cui aveva sperato nei lunghi giorni in cui rimasero distanti. E vederlo così docile dopo il loro ultimo incontro, dove l’aveva trattata ancora una volta come una semplice “ragazzina”, sputandole parole sconcertanti che le avevano riempito l’anima di ferite probabilmente non rimarginabili, non credeva fosse quasi possibile. Ma la Tsukikage sensei l’aveva portata a riflettere a lungo su quell’atteggiamento così ambiguo e si disse che doveva esserci una buona motivazione dietro al suo comportamento.
La forte stretta sulla sua vita, era la prova che anche lui aveva sofferto e che le promesse che si erano scambiati sulla nave erano ancora valide. E poi, averla invitata lì, non era forse un segnale di forte fiducia da parte sua?
Immersa nei suoi pensieri, non si accorse che il signor Hayami aveva già portato le valigie nell’ingresso, che aveva chiuso il portone e che adesso la fissava tra l’oscurità.
- Ho finito- le disse sospirando –che ne dice di una passeggiata?-
Maya lo guardò perplessa.
- Una passeggiata? Con questo buio?-
- Cosa c’è? Non ha fiducia nel suo ammiratore?-
-NO! E’ che…-
- Non si preoccupi, conosco questo luogo meglio di qualunque altro, non è la prima volta che mi oriento nel buio…-
La prese per mano e la guidò nel buio. In realtà le ombre erano ben visibili e non fece così tanta fatica a scansare gli alberi o i massi. Iniziarono a scendere per delle scale e potè avvertire gradino dopo gradino il forte odore della salsedine mischiarsi al buon profumo di muschio emanato dal signor Hayami. Quell’odore le sembrò estremamente afrodisiaco.
-Da ragazzino per sbaglio ho dimenticato le chiavi della porta dentro casa e sono stato costretto a passare la notte all’aperto, è stato magnifico! Avevo la volta stellata a farmi compagnia ed una luna splendente a cullarmi. Il suono del mare mi ha aiutato ad addormentarmi ed all’alba mi sono quasi dispiaciuto che la notte fosse volata così in fretta. Ma lo spettacolo che si presentò ai miei occhi, era quasi migliore della volta stellata sopra la mia testa…-
Dopo l’ennesimo gradino, Maya sentì sotto i piedi qualcosa di soffice e potè distinguere una piccola baia scavata tra le rocce. Le onde del mare procuravano davvero quel suono simile ad una ninna nanna di cui le aveva appena parlato il signor Hayami. Chiuse gli occhi per istinto, arrestò il passo, spalancò il braccio libero e si lasciò cullare dal vento fresco e dall’odore del mare.
- E’ fantastico…- disse con un filo di voce – non ho mai provato una cosa simile… E’ buio, ma non ho paura e mi sembra di poter vedere nitidamente il percorso delle onde che si infrangono sulla riva-
-Sono contento ti piaccia, il mare mi rasserena, per questo ho deciso di portarti qui…-
Le lasciò la mano per qualche minuto e Maya lo vide aprire un telo e poggiarlo sulla sabbia (o qualcosa simile ad una stoffa, non lo capì bene dato il fitto buio) –sediamoci…- le disse porgendole una mano aiutandola a sedersi.
Rimasero in silenzio per un tempo indefinito. C’era imbarazzo, ma allo stesso tempo quel silenzio era rassicurante. Maya si sentiva al sicuro accanto a lui e volle godersi la sua compagnia fino in fondo. Il vento iniziava a pungere sulla pelle, così si avvicinò al corpo dell’uomo con movimenti discreti, cercando un calore che col passare dei minuti divenne una vera e propria necessità.
Masumi sorrise osservandola aggrapparsi al suo braccio con forza sempre crescente. Era magnifico averla così docile e tutta per se.
Con una mano calò la zip del maglioncino, Maya arretrò nuovamente sentendo quel rumore improvviso, lo vide sfilarsi il maglione ed aiutarla ad infilarlo tra le braccia sottili. Ci entravano tre Maya lì dentro, ma finalmente il freddo si attutì e sapere di indossare qualcosa di suo, le procurò in ogni caso un forte calore.
-Va meglio?- le chiese.
-Si… Grazie…- ma nonostante il calore, tornò in ogni caso ad aggrapparsi al suo braccio. E davanti a quel gesto tanto esplicito, lui non potè far altro che alzare un braccio e circondarle le spalle con una presa ben salda.
- Tra poco sarà l’alba- iniziò a dirle osservando il lieve biancore che si apriva sopra la linea orizzontale disegnata dal mare – E’ tempo che inizi a spiegarti qualcosa. Probabilmente hai già intuito chi possa essere, ma è giusto che tu sappia cosa mi spinge a starti accanto ancor prima di vedere il mio volto- Maya annuì, stringendo maggiormente la presa sul braccio – Il tuo modo di recitare mi ha colpito sin dagli albori, lo sai… La tua grinta, il tuo saper interpretare ed immedesimarti nei personaggi in modo così spontaneo, i tuoi gesti semplici ma ricchi di significato, il tuo modo di recitare mi ha fatto innamorare della magnifica attrice che sei, tanto da spingermi a sostenerti con passione sempre crescente. Ma non potevo e non volevo rivelarti la mia identità, ho preferito per anni seguirti ed incoraggiarti nell’ombra, perché è più facile accettare un volto sconosciuto, che uno conosciuto e che si odia con tutta l’anima. E mentre il mio vero volto ti aiutava ad andare avanti con un atteggiamento di disprezzo, l’ammiratore mostrava dolcezza, pazienza ed infinita fiducia nelle tue capacità- il cuore di Maya pompava con un ritmo frenetico e quello di Masumi compiva gli stessi movimenti, allo stesso ritmo – parecchie volte ho riflettuto se rivelarti o no la mia identità, ma sono sempre stato una persona debole, all’interno. Tutti credono che sia un uomo maturo, forte, dal cuore di ghiaccio e senza sentimenti. Non è così, o meglio, prima di conoscerti ero così, ma il tuo calore e la tua voglia di vita hanno sciolto il ghiacciaio che mi avvolgeva, facendo emergere l’uomo debole ed insicuro che sono. Ma non ho mai potuto rinunciare davvero a te, non ho mai potuto rinunciare ad essere il tuo ammiratore segreto, perché so di essere amato nella mia figura d’ombra e questo mi bastava per essere felice. Mi bastava saperti di aiuto per indossare ogni volta una maschera migliore della precedente, sino a farti diventare la Maya di adesso: la candidata al ruolo di Dea Scarlatta. Ed io so che puoi farcela, ho fiducia in te ed anche se tu non ne avrai più nel tuo ammiratore una volta svelata la sua identità, voglio che tu sappia che in ogni caso lui ti sarà sempre accanto, che tu lo accetti oppure no. Voglio che questo ti sia ben chiaro. Prometti di aver fiducia nell’ammiratore anche quando ne conoscerai il suo vero volto?- chiese stingendola forte. Tremava dalla paura di avere un rifiuto anche su quello, perché la verità era che Masumi voleva poterle essere vicino in qualche modo, a prescindere dalla sua vera identità.
-Come potrei voltare le spalle al mio papà gambalunga?- rispose lei, stringendosi nelle spalle – se ho avuto un’istruzione lo devo a lui; se ho avuto fiducia in me stessa anche nelle occasioni peggiori, lo devo a lui… Il saperlo non più vicino mi spezza il cuore, non potrei mai dispiacermi vedendomi porgere una singola rosa viola, non potrei mai rattristirmi ad un suo dono, o leggendo le sue parole di incoraggiamento. Desidero che qualunque cosa accada dopo l’alba, l’ammiratore non mi abbandoni mai, perché è l’unica persona che ho sempre avuto accanto sin dall’inizio del mio percorso nel teatro, gli devo tutto, non tradirei mai la sua fiducia-
-Parli in terza persona, ma mi hai accanto-
-L’ammiratore è sempre stata una figura indistinta ed anche se ti ho accanto, credo che non possa fare a meno di definirla una figura dai contorni poco nitidi, perché anche dalle tue parole posso scorgere un contorno indefinito. Sia per me che per te, l’ammiratore è stato un contatto irreale, ma allo stesso tempo concreto, qualcuno che c’è ma agisce nell’ombra, che non vuole far sapere chi sia in realtà. Per questo è come se parlassi alla tua ombra, non all’uomo che mi abbraccia. Perché quello che provo per la persona che mi sta abbracciando ed il sentimento irreale che provo per l’ammiratore, sono due cose diverse…-
Il cuore di Masumi si arrestò. Non riuscì ad interpretare il significato retorico di quelle parole e quando i raggi del suole illuminarono i volti di entrambi, spalancò le palpebre incerto sulla sua reazione.
Maya si voltò. Sentì gli occhi pizzicare dalla gioia di potersi specchiare nei suoi occhi brillanti e spalancati dalla sorpresa delle sue parole. Risucchiò ogni dettaglio del suo volto come se fosse l’ultima volta che potesse vederlo da così vicino, poi il suo sguardo si soffermò sulle labbra morbide e l’istinto di saggiarle con le proprie fu fortissimo. Non seppe come riuscì a trattenersi, forse solo perché era consapevole che prima di questo doveva dirgli qualcosa, o sentiva sarebbe svenuto dal nervosismo che traspariva dal tremore di quel corpo statuario.
- Buongiorno signor Hayami, mio caro ammiratore…- ma non potè trattenersi dall’immergere il volto nell’incavo del suo collo.
Finalmente il momento tanto atteso, era arrivato per entrambi.
I tratti indistinti dell’ammiratore, divennero all’improvviso nitidi. I veli che ne offuscavano l’identità caddero uno dopo l’altro, lasciando che i loro corpi, si afferrassero conoscendosi per la prima volta senza inutili finzioni.
Lasciando fuori tutto il resto.

Continua…

Al prossimo capitolo! Non penso di ritardare con gli aggiornamenti, perchè è un periodo in cui sono un pò più libera (mi sento felice come una bambina di 5 anni per essere tornata a scrivere, è una sensazione stupenda!)
Lasciate un commento, mi piace sapere cosa ne pensate, kiss!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ecco il secondo capitolo, buona lettura ^^

Capitolo 2

I raggi del sole filtravano tra le fessure del maglioncino in lana e Maya iniziò a sentire un immenso caldo.
Ma occorrono delle precisazioni sulla natura di questo improvviso calore, che infondo partiva più da luoghi interni del corpo, piuttosto che dai primi, pallidi raggi di quella tenue alba.
Il signor Hayami aveva preso ad accarezzarle la schiena con una mano, mentre l’altra continuava a lisciare lunghe ciocche castane. Iniziava a sospettare che il signor Hayami avesse un debole per i suoi lunghi capelli, non era la prima volta che si soffermava più del dovuto ad annusarli ed accarezzarli tra le dita. Ma era un istinto che conosceva bene, perché lei stessa sentiva la necessità di aggrapparsi ai lati della camicia ed immergere il viso nel petto caldo e confortevole.
Non avevano più parlato, stettero semplicemente a quel modo, abbracciati e cullati dai raggi del sole e dal suono del mare.
La tranquillità che respirarono in quegli istanti, era un sentimento che avevano lasciato in un’alba come quella, in luoghi infondo non lontani dall’isola di Izu, in un miraggio che si era concretizzato su di una nave dei sogni.
Era incredibile il ritrovarsi nuovamente in compagnia del mare e del sole, con i loro corpi a cercarsi bisognosi, vogliosi di potersi sfiorare in libertà, senza paure o incertezze.
Erano solo loro due ed i reciproci sentimenti, i reciproci cuori che battevano all’impazzata, lo stesso fiato che ormai era del tutto spezzato a causa delle forti emozioni provate.
E solo un pianto leggero poteva essere la prova tangibile che tutto ciò non era un sogno, ma una splendida realtà.
Maya serrò con forza maggiore la presa delle mani sulla camicia del signor Hayami, mentre le lacrime continuavano ad inumidire la stoffa, causando macchie trasparenti su buona parte della superficie a contatto con le guancie di Maya.
Si sentì una stupida, aveva pianto fin troppe volte quella sera. Sotto molti aspetti era ancora la “ragazzina” di un tempo, sperava solo che il signor Hayami non trovasse ridicolo quel suo atteggiamento ancora infantile. Sapeva bene di dover crescere ancora molto, ma i suoi sentimenti erano sinceri e sperava bastassero a farla apparire un po’ più adulta.
Gli uccelli iniziarono a cinguettare ed a quel punto entrambi sciolsero l’abbraccio. Si guardarono negli occhi, ma l’imbarazzo fece distogliere lo sguardo, portandolo sul magnifico spettacolo che la natura stava offrendo loro.
I colori dell’alba erano di un magnifico pastello: il giallo si mischiava al violetto, all’azzurro ed al blu del cielo, mentre il mare assumeva un aspetto ancora più tenue e cristallino e gli spruzzi delle onde che sbattevano sugli scogli e sulla costa, brillavano di un intenso color oro.
-E’ persino più bello dell’alba che abbiamo visto sulla nave. Gli spruzzi dell’acqua hanno un colore stupendo e la sabbia sembra fatta d’oro- disse Maya, rompendo il silenzio con la sua solita spontaneità. E Masumi le fu grato, ancora una volta.
-Ha ragione… L’alba vista sulla spiaggia, non è paragonabile a quella che abbiamo visto in mare aperto. Sono entrambi meravigliosi, ma trovo che il sole che si specchia sulla natura nel suo totale, sia uno spettacolo molto più suggestivo-
-Capisco perché il mare la rilassa tanto, signor Hayami, anch’io in questo momento mi sento in pace col mondo e con me stessa. Mi sembra di poter affrontare qualsiasi cosa in questo momento-
-Per questo non si è avventata contro di me?- chiese lui con una nota ironica.
-Ahahahah, ma cosa dice, signor Hayami? Guardi che sono ancora in tempo, non è certo il mare ad inibirmi in questo modo…- si voltò e fece una linguaccia, il signor Hayami continuò a ridere di gusto, sorriso che morì pian piano, trasformandosi in uno sguardo serio e penetrante.
-Se il mare non le impedisce di scagliarsi contro di me, allora cos’è che la trattiene? Ho immaginato a lungo una sua possibile reazione e se devo essere sincero, rammento le infinite volte in cui si è esibita nel “lancio degli ortaggi” e mi ha quasi trasfigurato il viso- Maya rise piano – capisco che in questo contesto non vi sono ortaggi a disposizione e capisco che la sua indole pacifista le impedisca di picchiarmi con i massi, ma credevo si sarebbe precipitata nei fondali marini alla ricerca di un pesce sostanzioso con cui bastonarmi…-
- Signor Hayami, non è carino da parte sua insinuare cose simili… Sembra quasi mi stia prendendo per una teppista qualunque…-
-Ahahahah, ma lei non è “una teppista”, ma “la teppista”. Non può negarlo -
- Ma come si permette? Parla così solo perché ha sempre interpretato il ruolo del perfetto dandy: sempre composto e rigorosamente con un girasole all’occhiello – a quella provocazione Masumi non resistette, le afferrò il volto con una mano sino a portarlo a pochi centimetri dal proprio.
- E’ qui che si sbaglia, io non porto girasoli all’occhiello, preferisco le rose viola-
Il volto di Maya andò in fiamme. Non avrebbe dovuto dire una cosa simile, inoltre avere il suo volto così vicino non aiutava la sua temperatura corporea ad abbassarsi.
-Fa… Fa caldo!- disse alzandosi ed interrompendo il contatto ravvicinato.
Masumi la imitò e sorrise di fronte alla sua reazione.
-Le va una passeggiata?- chiese lui per la seconda volta nel giro di poche ore.
- Oh, si!- Maya si tolse le scarpe e si avvicinò alla riva – sarà fredda?- chiese rivolta a nessuno in particolare. Avvicinò le punte delle dita dei piedi nella parte dove le onde si scontravano con la sabbia – Brrr!!!-
-E’ fredda?- chiese Masumi a pochi metri di distanza.
-Non molto…- strinse gli occhi ed affondò entrambi i pieni nella sabbia mobile. Un’onda si allungò proprio in quel momento, coprendola sino alle caviglie. Trattenne per un attimo il respiro.
-Dalla sua espressione direi che l’acqua è gelida-
- Non mi prenda in giro, ho sempre amato immergere i piedi tra le onde del mare-
-Anche questo la rilassa?- chiese avvicinandosi.
-Si, anche questo mi rilassa…-
Masumi rimase incantato dall’ennesimo rossore del suo volto. Preso dalla foga del momento, felice che stesse accettando la sua rivelazione in maniera così docile, si tolse a sua volta le scarpe, arrotolò i pantaloni fino a metà ginocchio ed immerse i piedi poco distante dal punto dove si trovava lei.
- Allora anche lei è coraggioso…- gli disse avvicinandosi e provocando parecchi schizzi d’acqua a causa dello sfregamento dei piedi tra le onde.
-Ma cosa crede? Un dandy che si rispetti non teme nulla-
- Ahahahah, è il solito antipatico!- e fece una linguaccia.
Masumi non poteva certo dargliela vinta a quella ragazzina un po’ cresciuta. Sbattè i piedi facendo pressione sulle onde, che alzarono parecchi schizzi d’acqua, sino a bagnare la giovane donzella per buona parte del corpo.
Maya fece in tempo a chiudere gli occhi, prima che il potente getto d’acqua le bagnasse il viso.
-Mi ha bagnata!- disse osservando la gonna ed il maglione pieni di chiazze trasparenti – se è la guerra che vuole, la guerra avrà!- s’inginocchiò velocemente e con i palmi delle mani ben tesi, smosse l’acqua sino a produrre un innalzamento che bagnasse a sufficienza l’uomo.
Masumi ebbe appena il tempo di spostarsi, ma si bagnò ugualmente la schiena.
Da quel momento fu un continuo schizzarsi a vicenda. Capirono che era arrivato il momento di fermarsi, quando entrambi ebbero i vestiti completamente inzuppati d’acqua.
-Etciù!- starnutì Maya. A quel punto Masumi le porse una mano e la fece uscire dall’acqua, corse verso il telo dove si erano seduti prima e coprì il corpo della giovane.
- Che freddo!- disse stringendosi il più possibile all’interno del tessuto. Masumi le frizionò i capelli e prese a massaggiare la schiena e le braccia, facendola asciugare un po’.
-Speriamo non le venga un malore, non me lo perdonerei mai…-
-Non si preoccupi, ho resistito a cose peggiori…-
-Si, ricordo ancora tutte le volte che l’ho beccata sotto la pioggia a meditare-
-Non meditavo! Avevo sempre un buon motivo…- sbruffò, facendo ridere Masumi per l’ennesima volta.
Maya adorava vederlo così. Le sarebbe piaciuto vivere per sempre in quell’isola, insieme a lui… Passare lunghe giornate a passeggiare sulla riva e ridere di cuore ai loro infiniti battibecchi.
Sì, avrebbe amato una vita così…
-Che le succede? E’ diventata seria all’improvviso…-
Masumi calò di poco il viso, tornando a fissarla negli occhi, poi si avvicinò piano… Sempre più… Sempre più…
Il cuore di Maya smise di battere per un secondo. Strinse gli occhi in attesa che le loro labbra si congiungessero, ma il tocco soffice che sentì, non coincideva con le proprie labbra.
-No, direi che non ha ancora la febbre…- disse il signor Hayami, spostando le labbra dalla fronte della giovane – torniamo a casa?-
-Ecco, io…- le guancie le si imporporarono, prese un respiro e continuò – mi piacerebbe passeggiare ancora un po’ sulla spiaggia… Se… Se non le dispiace…- abbassò il capo imbarazzata.
-No, mi fa piacere… A patto che stia lontana dall’acqua, è come i bambini, alcune volte…-
-Grazie, signor Hayami, è sempre un piacere ricevere tutti questi complimenti da parte sua-

Camminarono per un po’ mentre il sole si innalzava pian piano nel cielo.
I vestiti di Masumi erano ancora inzuppati d’acqua e Maya potè approfittarne per osservare le linee del petto che s’intravedevano dalla camicia che era diventata come una seconda pelle. I capelli splendevano sotto la luce di quel sole accecante e gli occhi sembravano ancora più liquidi. Era bellissimo, non c’era altro da dire.
Maya apprezzò molto il suo deviare sulla questione dell’ammiratore. Nei fatti era come se tra loro non fosse successo nulla di nuovo, ma lei sentiva che aveva bisogno di dirgli qualcosa, non era giusto lasciarlo in balia di mille domande. Doveva essere sincera con lui, soprattutto perché con lei lo era stato fino in fondo.
-Signor Hayami- iniziò incerta –lei è stato molto sincero con me, ha deciso di rivelare la sua identità di ammiratore nonostante in passato le abbia detto molte cattiverie…- Masumi ascoltava con attenzione ogni sillaba da lei pronunciata –intanto volevo dirle che io non la odio più. L’ho detto in passato, ma voglio che le sia ben chiaro: io non la odio- Masumi arrestò il passo e si voltò incredulo.
-Maya, ma…-
-No, mi faccia finire… Io l’ho ascoltata senza interrompere, lo faccia anche lei, per favore…- Masumi annuì e lei potè continuare – le cose che ha detto lei sono esatte: è più facile accettare un ammiratore dal volto sconosciuto che uno conosciuto ed odiato. Con questo non sto dicendo che non sia contenta della vera identità dell’ammiratore, tutt’altro… Ma è anche vero che qualche anno fa non sarei riuscita a spiegarmi molte cose che oggi, invece, mi sono ben chiare. Io sono cresciuta, signor Hayami ed anche se ho delle movenze un po’ goffe e se il mio modo di fare rassomiglia a quello di una ragazzina, i miei sentimenti sono mutati del tutto nel corso degli anni-
Si fermarono ad osservare una coppia di uccelli che litigavano per un pezzo di pesce. Maya sorrise trovando parecchie similitudini tra quella scena ed il suo rapporto con il signor Hayami.
-Per molto tempo ho creduto che il suo atteggiamento, signor Hayami, fosse dettato da disprezzo nei miei riguardi. La sua presenza mi innervosiva, era sempre capace di trovare una scusa per farmi arrabbiare… La morte della mamma è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso-
- Maya, io…- ma Maya lo bloccò. Afferrò una mano dell’uomo e la baciò delicatamente.
-Per favore, mi ascolti senza interrompere, non la sto accusando, ormai è una ferita rimarginata, è inutile discutere su fatti passati…- Masumi la fissò sconvolto, strinse a sua volta la mano di lei e la invitò a camminare mano nella mano.
- Col tempo la sua figura è diventata quasi indispensabile per me, ma ero io la prima a non accorgermi di questo cambiamento… Mi trovavo spesso dentro una cabina, con la cornetta in una mano, pronta a comporre il suo numero di ufficio, rinunciando poi per mancanza di coraggio. Ma non sapevo da cosa era dovuto questo mio atteggiamento… Ero confusa tra i sentimenti che provavo per l’ammiratore, quelli che provavo per Sakurakoji e quelli che provavo per lei… Ma come potevo distinguere la differenza tra gratitudine, affetto ed amore? Ero immatura ed inesperta, non posso certo dire che la mia relazione con Satomi sia stato vero amore, era più la storia tra due adolescenti, quindi non avevo nessun parametro di giudizio. Ma intanto continuavo a recitare ed ho avuto il ruolo di ragazza lupo. Credo che quello è stato il periodo in cui mi sono trovata più in crisi, ammetto che sono rimasta molto stupita dalla sua presenza alla prima. Ero delusa che il mio ammiratore non fosse venuto, ma mi sono impegnata a fondo per farle apprezzare la mia Jane… Poi è arrivata la bella sorpresa del premio e ricordo come se fosse ieri il suo magnifico mazzo di rose viola con il bigliettino in allegato…- Masumi sorrise al ricordo di quegli eventi – ma vede, signor Hayami, lei quella stessa sera si è svelato ai miei occhi- Masumi arrestò il passo non capendo cosa intendesse. Maya strinse più forte la sua mano e si posizionò di fronte a lui, faccia a faccia, occhi negli occhi – quella sera nel bigliettino menzionò il fazzoletto blu utilizzato da Jane, ma quel fazzoletto lo abbiamo utilizzato solo la sera della prima, poiché dopo che lei se ne andò, il fazzoletto accidentalmente si bruciò e per gli spettacoli successivi utilizzammo un fazzoletto rosso. C’era un solo spettatore alla prima di Jane la ragazza lupo…- Masumi portò la mano libera davanti la bocca. Era sconvolto, sconcertato… Non sapeva dirlo nemmeno lui – quella persona era lei, signor Hayami…-
Maya continuava a fissarlo sorridendo serena, ma lui non sapeva cosa fare, o cosa dire. Rimase fermo senza far nulla, in balia dei pensieri che vorticavano incontrollati nella mente.
-Tu sai chi sono da… Da tutto questo tempo?- disse infine.
-Si, signor Hayami, so la verità da tutto questo tempo. All’inizio non è stato facile accettarlo, proprio perché ho sempre creduto di provare solo del rancore nei suoi riguardi. Ma le cose erano cambiate senza che me ne accorgessi, a partire dal giorno in cui mi portò al planetario-
-Ti è bastato leggere quel bigliettino per esserne convinta?-
-No, ho cercato delle prove e le ho trovate. A quel punto dovevo solo capire la mia reazione, ma non mi è stato difficile come pensavo in un primo momento. Alla fine sono riuscita a capire la differenza tra i sentimenti che mi legano a lei, signor Hayami, all’ammiratore ed a Sakurakoji…-
-Ti… Ti sono chiari?- Maya sorrise maggiormente.
- Si! E ne sono così felice!-
- Maya…- Masumi era sempre più confuso e sconcertato. Le orecchie continuavano a fischiare forte e la mente era come annebbiata. Cosa voleva dire tutto ciò? Non osò chiederlo, almeno per ora.
Ad interrompere i suoi pensieri fu uno strano rumore. Si svegliò dallo stato di trance e fissò la giovane ragazza.
-Scusi, è il mio stomaco… Non ho ancora fatto colazione…- le guance divennero rossissime e Masumi ancora una volta non potè far altro che ridere di cuore.
-Ahahahhah, con lei non ci si annoia mai, signorina Kitajima!-
- Mi chiedo come faccia ad interrompere momenti seri con queste continue affermazioni poco felici…- sbruffò.
-Ma il mio era un complimento… Se nota bene, ho smesso di chiamarla ragazzina da un pezzo…-
Maya sorrise. Lo adorava.
- Allora?! Adesso crede sia il momento di tornare in villa? Non so lei, ma la salsedine inizia a pizzicare sui vestiti, inoltre abbiamo uno stomaco da sfamare…- disse indicandole la pancia.
-Si, andiamo!-
E si incamminarono per le vie che portavano a casa.
Maya si sentiva sollevata di aver rivelato così tanto di se al signor Hayami, un grosso peso si era dissolto magicamente dal torace. Finalmente si sentiva leggera. E poco importava se non aveva dichiarato apertamente i propri sentimenti, di tempo da passare insieme ne avevano ancora molto e si ripromise che prima di tornare a casa, avrebbero chiarito ogni cosa.
Perché lei lo amava tanto, amava da impazzire quell’uomo che era capace di farla ridere e che le regalava momenti magici come quelli appena trascorsi…
Stinse più forte la mano del signor Hayami e pregò intensamente che le cose tra loro potessero andare sempre meglio, con chissà, magari qualche dolce sorpresa…

Continua… 

NOTE:
in questo periodo ho riflettuto a fondo sulla figura del "dandy". Ho studiato per l'università il confronto tra il bohème francese ed il dandy inglese. Ovviamente più leggevo del dandy e più pensavo a Masumi... Credo che poche materie ho studiato con tanta passione ♥
Seconda cosa, non linciatemi se ancora non accade nulla, ho deciso di essere fedele ai personaggi originali e queste sono le conseguenze... Spero di cuore di aver reso i loro battibecchi il più reali possibili. Adoro questo aspetto del loro rapporto.

Al prossimo capitolo ♥

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

L’acqua tiepida gli accarezzava il viso con dolcezza, chiuse gli occhi per assaporare meglio quella sensazione di beatitudine e respirò a fondo.
Masumi era confuso e solitamente riflettere sotto la doccia lo aiutava a schiarirsi le idee ed a far luce sui propri dubbi.
Nel giro di poche ore, infiniti stati d’animo si erano addentrati in lui ed in quel momento non seppe dire quale tra questi potesse prendere il sopravvento.
Di una cosa era certo: non era mai stato tanto felice. Nemmeno quando capì che il fazzoletto che aveva trovato nel suo ufficio apparteneva a Maya; nemmeno quando la strinse forte su quel ponte della nave; nemmeno quando lei tornò indietro supplicandolo di aspettare che crescesse, nella stazione navale…
Adesso si spiegava molti suoi comportamenti: lei sapeva la sua identità da moltissimo tempo e nonostante questo, aveva accettato la verità con gioia… Che cosa voleva dire? Aveva parlato della differenza dei sentimenti che provava per l’ammiratore, per Sakurakoji e per lui, ma quale poteva essere questa differenza? Provava gratitudine per l’ammiratore, per Sakurakoji o per lui? Per chi provava semplice affetto e di chi era innamorata?
La testa andò in palla per l’ennesima volta. Insaponò il corpo con energia, cercando di scacciare via tutti quei tormenti.
Doveva far luce su quella storia, doveva capire se aveva anche una sola possibilità con lei.
La testa gli suggeriva che i messaggi che la ragazza stava mandando fossero ben chiari, soprattutto quella volta alla stazione marittima, l’aveva abbracciato di sua iniziativa e sempre da lei era partita la richiesta di aspettare che crescesse. L’aveva cercato per sapere se le loro promesse fossero ancora valide nel marciapiede dello stabile della Daito, ma lui quella volta l’aveva rifiutata con disprezzo…
Cosa doveva fare? Se aveva scelto di rivelarsi, era stato solo dopo la proposta di Hijiri di tenersi Maya per se, ma lui non poteva permetterlo…
Infondo non poteva sposare una donna che non amava ed aveva deciso di scappare di casa per vivere la propria vita. Ma intanto, prima di decidere cosa fare con Shiori, aveva bisogno di capire fino in fondo se con Maya il semaforo era finalmente diventato verde.
Sciacquò il corpo un’ultima volta, chiuse i rubinetti ed uscì dalla doccia. Prese un asciugamano bianco e lo avvolse alla vita, mentre con un altro iniziò a tamponare i biondi capelli.
In fin dei conti la giornata era iniziata nel migliore dei modi, poteva ben sperare per le restanti ore.
Stava ancora asciugando il corpo, quando sentì un forte rumore dal piano di sotto, seguito da un vigoroso urlo. Si precipitò al piano inferiore, saltando alcuni gradini della scala.
-Maya!- gridò arrivando in cucina. Trovò la ragazza sommersa dalle pentole, con una sedia rovesciata poco distante da lei e gli sportelli sopra il cucinino ancora aperti.
- Signor Hayami, non è niente…- lo rassicurò cercando di riemergere dalla massa di acciaio - Volevo preparare la colazione, ma non riuscivo a prendere le pentole, così ho preso una sedia, ma accidentalmente sono caduta all’indietro e…- il fiato le morì in gola, quando finalmente posò lo sguardo sul signor Hayami, che la aveva aiutata a togliere un po’ di pentole da sopra il corpo.
-Maya, tutto bene?- chiese lui osservandola boccheggiare.
- Mi… Mi scusi, signor Hayami, ma…- spostò lo sguardo su un altro punto, rossissima in viso. Solo a quel punto Masumi si ricordò di indossare un piccolo straccetto a coprire le parti intime ed il resto del corpo interamente a bella vista. Si imbarazzò moltissimo anche lui e trovò nella fuga l’unica soluzione.
- Signorina Kitajima, mi perdoni, ho sentito quel tonfo e sono corso a vedere… Mi scusi…- e salì le scale con foga, inciampando in qualche punto.
Quando arrivò in camera sua, chiuse la porta a chiave ed imprecò per la propria goffaggine.
Ma era un uomo o cosa? Far simili figuracce non era da lui…

Maya al piano di sotto non osava ancora spostare lo sguardo dalla pianta che stava fissando intensamente.
“Respira”, si disse, “respira… Tu non hai visto niente… Niente… Non ho visto niente? NON HO VISTO NIENTE? Sto per morire, muoio, adesso ne sono certa… Sto per morire…”
Respirò parecchie volte, poi si calmò pian piano. Infondo non era la prima volta che vedeva un uomo semi nudo… Aveva visto molti sceneggiati e partecipato in altrettanti dove gli uomini si liberarono delle ingombranti vesti per dar vita ad una lotta all’ultimo sangue…
Ma quello era diverso! Aveva visto il signor Hayami a quel modo!
Il sangue le salì al cervello, facendo uscire un po’ di fumo dalle orecchie, come fosse una pentola a pressione.
Una cosa però poteva dirla (almeno a se stessa), le sue fantasie non rispecchiavano nemmeno minimamente la realtà… Se prima poteva appena intravedere le sue fattezze dalla camicia bagnata, adesso aveva un’immagine nitida su cui fantasticare notte dopo notte. Si sarebbe fatta bastare quella visione angelica, dato che lui era un uomo ormai quasi sposato.
A quel pensiero un fulmine la colpì.
Si rabbuiò e divenne all’improvviso infinitamente triste.
Si alzò da terra sconsolata ed iniziò a riporre le pentole nello stipetto.
Il signor Hayami si stava per sposare… Era giusto rimanere da sola con lui in una casa tanto grande? Era giusto preparargli la colazione e fare lunghe passeggiate per la spiaggia insieme, da soli?
Lei non era tra quel tipo di ragazze che rubano i fidanzati alle altre, ma lei amava il signor Hayami più di se stessa… Era una forse una cattiva ragazza? Era una donna egoista perché pensava all’uomo di un’altra? Ma come poteva lei competere con la signorina Shiori, così elegante e raffinata?!? Lei a confronto era una piccola Dumbo, ogni istante sempre più goffa ed impacciata.
Preparò il riso con un briciolo di vitalità.
Improvvisamente si sentì in colpa…
Chissà cosa pensava il signor Hayami di quel suo comportamento. L’aveva stretto forte, quella mattina ed avevano passeggiato a lungo mano nella mano, quasi fossero… Tornò ad imbarazzarsi per i suoi stessi pensieri.
Ma cosa doveva fare? Doveva lasciarsi andare o allontanarlo?
Ma perché era così piccola quando lui era ancora senza fidanzata? Perché dovette accorgersi dei suoi sentimenti quando lui era già impegnato con un’altra?
Signor Hayami, la prego, se anche lei prova quello che provo io, sarebbe disposto a rinunciare ad una bella donna come la signorina Shiori per una come me?
Non poteva chiederglielo. Avrebbe aspettato lo svolgersi degli eventi e poi avrebbe deciso.
Quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe esposta per lui. Se anche stavolta lui si sarebbe rifiutato, allora si sarebbe rassegnata per sempre. Si sarebbe rassegnata a vivere una vita a metà, una vita senza amore…

La tavola era già imbandita quando Masumi entrò in cucina. Si sentiva profondamente in imbarazzo e deviò per parecchio tempo lo sguardo di Maya.
-Scusi per prima, signor Hayami… Non volevo farla preoccupare- lo anticipò lei.
- Sono io che devo scusarmi, ecco… Non volevo presentarmi in una tenuta simile davanti a te… A proposito, ti sei fatta male?-
Maya alzò gli occhi incrinando le labbra. Era bello quando le dava del tu, la faceva sentire in qualche modo più vicina.
- No, sto bene per fortuna! E comunque non si preoccupi per l’incidente, non è stata colpa sua… Adesso mangiamo?-
-Ma certo! C’è uno stomaco che brontola ancora, qui tra noi…-
- Non dica così, ammetta che anche lei ha fame…-
Si sedettero uno di fronte all’altro ed iniziarono a riempire i piatti.
- Mah, vediamo un po’ cosa ha preparato di buono…- addentò un pò di tutto ed alla fine si pronunciò – davvero niente male! Non credevo fosse capace di cucinare…-
- Non crederà mica che viva sul serio allo stato bravo!-
- In effetti pensavo che per interpretare Akoya dovesse nutrirsi solo di cibi biologici…-
-Mettiamola così: cerco di mangiare sano…-
Continuarono a mangiare in silenzio. Maya si sentì di nuovo bene, ma i cattivi pensieri continuavano ad assillarla.
-Signor Hayami…- iniziò poggiando le bacchette accanto al piatto ormai vuoto.
-Si?...-
- Crede… Crede che io sia una cattiva ragazza?- Masumi la guardò stranito.
- Cosa intende per “cattiva ragazza”?-
- Ecco, non so…- le si imporporarono le guance, ma continuò – ecco, se provassi dei sentimenti molto intensi per una persona già impegnata, potrei essere considerata una cattiva ragazza?-
Masumi per poco non affogò.
Masumi era uno stupido, ma quella era da considerarsi una mezza dichiarazione.
-Provi un sentimento molto forte per una persona già impegnata? Parli dell’amore?-
-Si, intendo l’amore vero, quello che si prova poche volte nella vita. Io credo di aver trovato la mia anima gemella, ma…-
-La tua anima gemella è già impegnata-
-Si…- concluse lei sconsolata, giocherellando con il tovagliolo solo per avere una scusa per non guardarlo negli occhi.
- Sai, Maya, non credo che provare amore per qualcuno sia qualcosa di cui vergognarsi. Provare amore è già di per se un sentimento che rende vivi… Quindi credo che no, non sei una cattiva ragazza. Non è errato provare amore, se non hai fatto nulla di male non vedo come possa preoccuparti. Hai parlato alla persona che ami dei tuoi sentimenti?- il cuore prese a battere. A breve sarebbero trapelate informazioni interessanti.
- Lui non sa cosa provo. Gli ho accennato qualcosa, ma non voglio metterlo nei guai a causa del mio egoismo. So che la sua fidanzata è una donna più bella, più elegante e raffinata di me. Al suo confronto sembro quasi una bambina… Non posso paragonarmi a lei…- concluse dispiaciuta.
- Maya, l’amore non si misura con la bellezza o l’eleganza. Può darsi che anche l’uomo di cui mi parli ricambi i tuoi sentimenti, ma che per motivi a te sconosciuti ha taciuto il suo amore per anni, aspettando un tuo segnale…- Maya alzò gli occhi, brillando dall’emozione – può darsi che quest’uomo abbia cercato in tutti i modi di capire se davvero avesse avuto anche sola una possibilità con te, ma che al tuo ennesimo rifiuto ha preferito lasciarti libera per sempre e sposarsi con una donna che non ama solo per altri scopi-
- Ma l’amore non dovrebbe avere altri scopi!-
- E’ vero, ma il mondo è crudele, Maya e non sempre si può fare ciò che si vuole veramente…-
- Mi sta dicendo che dovrei rinunciare all’uomo che amo perché lui deve sposarsi per altri scopi che non siano l’amore?-
- No… Dico solo che dovreste parlarne insieme e capire cosa potete fare per essere finalmente felici…-
Maya strinse forte le bacchette con cui aveva mangiato sino ad un attimo prima.
-Signor Hayami, lei è felice?-
Si fissarono negli occhi, poi Masumi le afferrò la mano con cui teneva le bacchette e la strinse forte.
-Si, adesso sono felice…- e le regalò il sorriso più vero e sincero di tutta la sua vita.
Se quella era una sorta di dichiarazione d’amore, allora entrambi avevano la conferma che infondo potevano concedersi ancora una possibilità. Non era ancora tutto perduto.

Bussò alla porta della sua camera con dolcezza, ma non osò entrare finchè non avesse ottenuto risposta. Una cattiva figura poteva bastare per quel giorno.
-E’ pronta?- chiese captando ogni minimo rumore che venisse dall’interno.
La porta si aprì poco dopo, mostrandogli una Maya iper-sorridente e vestita in modo molto grazioso.
-Allora? Che ne dice? Ho una tenuta da motociclista?-
Indossava dei jeans scuri, una magliettina bianca ed un giubbotto di pelle nera (che le aveva comprato lui, dato che aveva più o meno organizzato le cose da fare per quella giornata).
-Direi che come sempre si è calata divinamente nel personaggio…-
- Guardi che non sto recitando, voglio essere davvero una degna motociclista…- sbruffò teneramente e Masumi rise come un matto.
-Almeno l’impegno c’è… Ma le manca ancora una cosa- mise la mano in tasca ed estrasse un foulard viola. Si avvicinò alla giovane donna e la sovrastò con il proprio corpo.
Maya trattenne il fiato quando percepì una mano calda scostarle i lunghi capelli, facendo passare attorno al collo il piccolo foulard. Poi lui si abbassò di poco e le allacciò elegantemente il tessuto.
Si guardarono di sottecchi, facendo in modo che l’altro non si accorgesse di essere osservato.
-Adesso si che è una vera motociclista! Inoltre siamo anche sicuri non le venga un malanno-
-Grazie…- rispose imbarazzata. Si scostò per andarsi a specchiare. Accarezzò il fazzoletto viola e sorrise. Le aveva regalato un fazzoletto… Era così gentile!
-Possiamo andare?- chiese lui ossevandola appoggiato al cornicione della porta. Ed a Maya mancò il fiato. Era troppo imbarazzata per mettersi ad osservarlo, ma non potè fare a meno di pensare che fosse bellissimo…
Decisamente erano rare le volte in cui aveva visto l’uomo in tenuta informale, pensare di poterlo vedere vestito a quel modo, era pura utopia! Indossava un paio di jeans non troppo scuri, una camicia azzurra ed un giubbotto in pelle, che metteva in risalto la linea possente delle spalle.
-Allora?- le ripetè vedendo che era rimasta ferma a quel punto.
-Si, andiamo…-
Appena gli fu accanto, Masumi non resistette e le afferrò una mano.
Scesero le scale, sino ad arrivare al garage, dove Masumi teneva una bellissima moto nera.
Maya era già salita su quel genere di moto in compagnia di Sakurakoji. Non credeva che il signor Hayami fosse un tipo da moto, ma quella mattina le aveva spiegato che in quell’isola era libero di essere se stesso e le rivelò una forte passione per le moto.
Le sistemò il casco sopra la testa, allacciandolo con cura sotto il mento. Sistemò anche il suo e le fece cenno di spostarsi per poter uscire dal garage.
Un boato ruggì quando mise in moto, vederlo così sicuro mentre accostava fuori il vialetto per permetterle di salire, le fece tremare le ginocchia.
-Avanti, faccia un bel salto…- le disse prendendola in giro.
-Guardi che non è la prima volta che salgo su una moto…- precisò lei per non essere derisa ancora una volta, ma naturalmente evitò di specificare in quali circostanze aveva utilizzato quel mezzo, le sembrava decisamente inappropriato e fuori luogo.
Le porse una mano per aiutarla a sistemarsi nel sellino e lei ce la fece con qualche fatica, dettate non tanto dal fatto che fosse poco esperta, quanto all’emozione del momento.
- Si tenga stretta, non vorrei ritrovarla stesa al suolo…- le disse afferrandole entrambe le mani ed allacciandole attorno la propria vita.
La moto ruggì di nuovo e finalmente partirono.
L’aria pungente le accarezzava i vestiti, ma il calore del corpo di Masumi, le impedì di sentire freddo. Viaggiare a quel modo assieme a lui, era una sensazione bellissima. Vedeva scorrere attorno a loro quel magnifico paesaggio, fatto di una vegetazione molto fitta che si alternava al chiarore del mare.
Tutto ciò non era nemmeno paragonabile a quella volta in cui era uscita con Sakurakoji. Le emozioni che stava provando, erano qualcosa di indescrivibile, mentre quella volta non aveva provato nulla di particolare accostandosi al corpo di Sakurakoji per evitare di cadere.
Il cuore le batteva fortissimo, strinse più forte le braccia tra la vita del signor Hayami, tanto che ebbe paura di starlo stritolando, ma non udì lamentele da parte sua, così si prese di coraggio ed appoggiò il capo sulla sua schiena.
Era perfetto.
Non poteva sperare in niente di più romantico.
Il sole la riscaldava ed il vento la faceva tornare ad una temperatura ideale, il cuore batteva e le mani le tremavano. Il signor Hayami guidava sicuro ed ogni tanto le spiegava varie cose del luogo, come i nomi delle baie, o il tipo di piante che crescevano sull’isola.
Qualche volta si fermarono per osservare il panorama ed allora Masumi la prendeva per mano, o la teneva stretta per le spalle e le indicava i punti dove da ragazzino osservava il mare, o di notte le stelle.
In quel momento si sentì parte integrante della sua vita, non era un’estranea, stava condividendo tutte quelle esperienze di vita come se anche lei ne facesse parte… Le venne quasi da piangere dall’emozione, ma non lo fece, poiché il tremore delle ginocchia era già sufficiente per far percepire la propria emozione.
A pranzo, il signor Hayami la portò in un piccolo ristorante con vista sul mare, niente di formale; alla fine scoprì che i proprietari erano due signori anziani che in passato si presero cura di Masumi, quando si recava da solo a quel luogo.
Mangiarono pesce a volontà e Maya ne rimase entusiasta. Si chiese se anche Akoya era solita cucinare dei pesci per Ichiren e decise in ogni caso, che anche lei avrebbe imparato a cucinare il pesce in quel modo divino, così avrebbe fatto felice il “suo” di Ichiren…
Nel momento del dolce, quando ormai lo stomaco era pieno fino quasi a scoppiare, vide il signor Hayami alzarsi dal posto e dirigersi in cucina.
-Mi aspetti qui, arrivo tra un attimo…- le aveva detto sorridente.
Maya ne approfittò per osservare le sfumature del mare e sorrise di gioia.
Poteva esistere tanta felicità? Il cuore avrebbe retto a tutte quelle emozioni? O sarebbe esploso? Sperò seriamente di no, dato che l’attimo dopo ebbe un serio motivo per dubitare della sopravvivenza del proprio cuore…
Il signor Hayami tornò al tavolo con un piccolo mazzo di rose viola in una mano ed una piccola torta nell’altra.
-Per lei…- le disse porgendole il mazzo, che afferrò in trance – la ringrazio per essere venuta e per avermi risparmiato la vita. Il suo mancato attentato, significa moltissimo per me…- nonostante l’emozione entrambi risero con gusto.
Maya annusò il buon profumo dei fiori, poi osservò la torta e vide che era decorata di tantissime rose viola.
Come poteva non amare quell’uomo? Era impossibile…
Poggiò il mazzo sul tavolo e si alzò, mentre lui sistemò la torta al centro del tavolino.
-Grazie infinite, signor Hayami…- le disse lei sporgendosi in avanti e depositando un bacio leggero sulla guancia. Poi afferrò le mani adesso libere dell’uomo e sorrise radiosa –grazie veramente di tutto, non sono mai stata così felice in vita mia…-
Ed una luce accecante lì colpì, ma non era la luce procurata dai raggi solari. Quella luce, partiva dai loro cuori e si espandeva in raggi concentrici per tutto il loro corpo, sino ad arrivare al cuore dell’altro.

Continua…

NOTE:
Ok, vogliamo parlare di Masumi versione motociclista? Secondo me starebbe benissimo *Q*
Inoltre adoro quel pezzo nel manga dove si vede Masumi sotto la doccia e subito dopo con un misero straccetto attorno la vita ed un altro a tamponare i capelli.
Che volete? Con simili scene da cui prendere spunto, mi si apre tutto un mondo...

Al prossimo capitolo e grazie a tutte le persone che stanno leggendo!
Lasciate un commento, se vi va, kissssss

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

-Signor Hayami, manca ancora molto?-
Chiese scalando l’ennesimo masso.
-Siamo quasi arrivati, ma mi creda, la fatica verrà ampiamente ripagata- la aiutò a scalare quel piccolo tratto di roccia e dopo pochi minuti, finalmente arrivarono in cima.
Erano sul punto più alto dell’isola di Izu, che era situato perfettamente ad ovest.
Da quel punto si vedeva la conformazione rocciosa dell’isola, insieme ad alcune baie; l’acqua si increspava nei punti dove sporgevano le rocce e gli ultimi raggi del sole creavano delle magnifiche sfumature sul blu del mare.
-Uhau! E’ fantastico!- disse Maya trattenendo il fiato dallo stupore di quello spettacolo suggestivo.
Avevano passeggiato per tutto il pomeriggio, sia con la moto che a piedi. Ma alla fine il signor Hayami aveva insistito per portarla in quel punto sperduto, perché a detta sua “aveva una sorpresa” ed ora capiva bene a cosa si riferiva.
Se l’alba era apparsa incantevole per i suoi toni pastello e l’oro della sabbia, il tramonto aveva dei tratti quasi sanguigni, dalle sfumature forti e decise. Il tramonto trasmetteva una forte energia su tutto il corpo ed il sole assumeva realmente i tratti di una palla infuocata.
-Le piace?- chiese lui prendendola per mano, cercando insieme una seduta più o meno comoda tra le rocce.
- Vedere l’alba ed il tramonto in due modi così diversi, ma entrambi affascinanti, è qualcosa di incredibile. Ho visto tanti tramonti (sicuramente molti di più delle albe), ma mai nessuno ha assunto tutti questi colori-
- E’ per questo che l’ho portata qui, mi sembrava l’ideale confrontare i colori dell’alba con quelli del tramonto, dai due punti opposti dell’isola- si sedettero su di una roccia meno sporgente -Vengo spesso qui a riflettere, il tramonto mi da la forza di andare avanti…-
- Quest’isola è il suo pensatoio, per caso?-
- Ahahahahah, si, possiamo dire che è un gigante “pensatoio”. Ho trovato in questo posto il luogo ideale per raccogliere le energie, come se fossero le cime dell’Himalaya…-
Si persero entrambi ad osservare quei mille colori ed assaporare quella strana quiete.
- E’ tutto così diverso…- riflettè Maya ad alta voce -Non c’è il traffico della città e la natura è incontaminata. Percepisco l’energia di ogni cosa ed in questo luogo, mi è molto più semplice capire la rabbia della Dea Scarlatta di fronte allo scempio dell’uomo-
- Esatto. Per questo mi piace venire qui: è un posto quasi irreale, così distante dal caos della città. E le stelle sono infinite, di notte…-
-Come quella volta sulla nave-
- Esatto…-
Rimasero ad osservare la palla di fuoco che veniva risucchiata dalla linea orizzontale disegnata dal mare e pian piano il blu notte schiacciava il rosso e l’arancio, creando un magnifico contrasto cromatico, insieme al verde del mare.
La roccia su cui erano seduti, era ancora calda dato il forte sole che aveva picchiato su quella superficie per tutto il giorno. Una leggera frescura iniziò a calare insieme all’arrivo della sera ed a quel punto, Maya e Masumi si alzarono per tornare a casa.
-L’ho fatta stancare?- chiese Masumi aiutando la giovane Maya a non cadere tra i massi. La discesa era molto più pericolosa della salita, era facile inciampare e rotolare tra i massi.
-No, affaaaaaatooo!!- nemmeno il tempo di pensarlo, che Maya inciampò su di un masso ed era scivolata in giù. Masumi la tirò per il braccio, sollevandola di peso quando era ormai a pochi centimetri da terra. Trascinò il corpo indietro, finchè per lo sbilanciamento corporeo, si ritrovò la ragazza tra le proprie braccia.
-Tutto bene?- chiese preoccupato sollevandole il viso e fissandola negli occhi, senza però interrompere quello strano abbraccio.
Il viso di Maya assunse le stesse sfumature di rosso del tramonto. Si chiese per quale assurdo motivo dovesse apparire perennemente imbranata di fronte al signor Hayami, ma aveva rinunciato ormai da diverso tempo, a trovare una risposta.
- Sto bene… Mi scusi tanto, la faccio sempre preoccupare…- disse immergendo il capo nel petto sicuro dell’uomo, che tremò per quell’improvviso contatto. Sperò vivamente che la ragazza non percepisse il ritmo impazzito del proprio cuore.
-Non si preoccupi, ormai persino le rocce sono a conoscenza della sua propensione ai guai… Ricordo quella volta che la trovai aggrappata come una scimmia su di un albero, nella valle dei susini. Le andò bene solo perché riuscii ad afferrarla al volo. O quella volta che era quasi finita in una rissa a causa delle fan del suo ex fidanzato, come si chiamava? Oh già, “Satomi”…- e calcò a fondo il nome del ragazzo. Ricordava benissimo la rabbia che aveva provato sia quando aveva salvato la “sua” ragazzina da quelle arpie travestite da fan e rammentava benissimo il proprio cuore andare in frantumi quando aveva scoperto che Maya aveva una relazione con quel tipo. Al solo pensiero, provò l’istinto di stringerla a se con possesso.
- Uffa, non si arrabbi, signor Hayami… Non sono io che vado in cerca di guai, sono i guai che trovano me!*-
Nonostante i cattivi ricordi riaffiorati all’improvviso, Masumi non potè far altro che ridere con lei. Era felice di saperla tra le sue braccia e non più tra quelle di quel ragazzino.
-Maya…- iniziò non sapendo nemmeno lui il perché – ti capita ancora di pensare a Satomi?- lei lo fissò non capendo. Che fosse geloso? No, il signor Hayami non poteva essere davvero geloso di Satomi.
-Perché dovrei pensarlo? E’ stato il mio primo ragazzo, ma è stato tanti anni fa! Ero appena un’adolescente… Come le ho detto ieri, non credo fosse vero amore. Quello che provavo in compagnia di Satomi, non è nemmeno paragonabile a quello che provo con…- si morse la lingua.
- Con?...- la incitò il signor Hayami. Ma lei non poteva concludere la frase, o avrebbe capito tutto!
- Niente! Dimentichi quello che ho detto…- si affrettò a dire scostandosi dalla stretta del signor Hayami e riprendendo a camminare.
-Ehi!- la bloccò lui afferrandola per un polso – non vuole proprio dirmi a chi si riferiva?-
Maya lo fissò in trance. Forse quella era la volta buona per rivelargli i suoi sentimenti, ma aveva paura di ricevere un rifiuto… Non voleva rovinare quella magnifica giornata, non voleva tornare alla villa con la consapevolezza che fosse l’ultima volta, poiché lui doveva sposarsi di lì a poco.
Stava per sposarsi…
Il pensiero la infuocò. Perché doveva sposarsi, perché?
Senza che se ne accorgesse, alcune lacrime caddero lungo il viso. Continuava a fissare il signor Hayami in silenzio, consapevole che probabilmente quelli sarebbero stati gli ultimi momenti che avrebbero trascorso insieme.
-Maya…- sussurrò lui alzandole il viso ed asciugando con le dita quelle piccole lacrime –che le succede? Ho detto qualcosa che l’ha ferita? Non importa che concluda la frase, non volevo metterla in difficoltà-
Maya continuava a fissarlo e quel fuoco che aveva dentro, ribollì sempre più ed alla fine, semplicemente scoppiò.
-Signor Hayami!- si slanciò in avanti e lo stinse forte come quella volta alla stazione marittima. Affogò il viso nel petto e si aggrappò con forza al giubbotto di pelle.
-Maya…- ripetè lui sconvolto. Che cosa le stava accadendo? Le accarezzò i capelli per rassicurarla, baciò la nuca per infondere calore e la stinse ancora più forte –Maya, cosa le succede?-
-Signor Hayami… Signor Hayami…- continuava a chiamarlo disperata. Alzò il capo e lo fissò intensamente. Era così bello… E non sarebbe mai stato suo. Lui apparteneva ad una donna migliore di lei…
Singhiozzò più forte e presa dalla disperazione, afferrò il colletto con entrambe le mani, costringendolo ad abbassarsi, chiuse gli occhi e lo baciò.
Masumi sbarrò gli occhi esterrefatto, non ebbe nemmeno il tempo di assaporare quel momento, o rispondere al bacio, poiché lei si ritirò qualche istante dopo, continuando a piangere contro la propria spalla.
-Non si sposi… Non si sposi, la prego!- gli sussurrava con il respiro rotto dal pianto.
Masumi non sapeva cosa fare, era completamente stordito da quel suo comportamento così strano.
La cosa più sensata che riuscì a fare, fu continuare ad abbracciarla ed accarezzare la schiena per infonderle sicurezza.
-Va tutto bene, stai tranquilla…- le ripeteva in continuazione.
Ci vollero parecchi minuti prima che lei si calmasse e quando lo fece, si staccò debolmente da lui, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Era sconvolta da ciò che aveva fatto.
L’aveva baciato…
Ripresero a scendere con un silenzio irreale. Masumi continuava a tenerla per mano per non farla cadere, ma la sua presa era debole e lo sguardo perso nel vuoto. Iniziava a preoccuparsi seriamente.
Quando furono arrivati alla moto, la situazione non era cambiata, ma lui odiava vederla a quel modo. Era spenta, non era la sua Maya.
-Mi guardi!- le disse con risoluzione afferrandole il volto, ma lei spostò velocemente lo sguardo, senza però scansare il suo tocco – Ho detto di guardarmi!- ripetè lui con maggior decisione. Ed a quel tono lei non potè far altro che ubbidire.
-Non ho intensione di vederla in questo stato ancora per molto. Per qualche motivo l’ho ferita e sappi che mi dispiace, non era mia intensione. Qualsiasi cosa le stia passando per la testa, non è necessario che me lo dica, ma non deve sentirsi in colpa per quello che è successo – ovviamente si riferì al bacio e Maya provò l’istinto di voltare nuovamente il capo – No! Non voltarti!- la anticipò lui – ho bisogno che mi giuri che non ti sentirai in colpa per poco prima-
-Ma io…-
- Per favore… - la supplicò.
Gli occhi del signor Hayami brillavano quasi più delle stelle, che timide iniziavano ad intravedersi dal manto blu sopra di loro.
-Mi scusi per prima, prometto che non accadrà mai più- rispose rassegnata.
-Non era questo che volevo sentirti dire. Mi interessa che tu non ti senta più in colpa. Me lo prometti?-
- Non so se potrò perdonarmi…- rispose con sincerità.
- Ah, con lei non riesco mai ad averla vinta…- concluse alla fine, mettendo in evidenza la pura realtà – allora che ne dice di fare un piccolo patto?-
- Che tipo di patto?-
- Non si fida di me?-
-Signor Hayami, non si accettano proposte prima ancora di averle messe per iscritto…-
- Ahahahah, ha ragione… Questi sono aspetti di cui dovrei curarmi io, ma apprezzo la sua schiettezza. Bene, le propongo di interpretare per l’intera notte la giovane Rossella O’Hara-
Maya lo guardò accigliata.
-Perché questa scelta?-
-Perché il motto di Rossella O’Hara era: “ci penserò domani, dopotutto, domani è un altro giorno”- nonostante fosse giù di morale, di fronte a quella proposta non potè far altro che ridere -Accantoni i cattivi pensieri e si goda la serata. Guardi: il sole è ormai scomparso e le stelle iniziano a farsi spazio nel buio della notte. Abbiamo il tempo di una doccia ed una cena veloce, stasera le farò lezione di astronomia…-
-Sarà il mio insegnante?- chiese lei ammirata, accantonando per un attimo gli infiniti rebus della sua mente.
-Ma certo! E stia pure tranquilla che sono il migliore…-
-Questo lo vedremo, non mi fido di lei…- rispose facendo una linguaccia.
Risero ancora un po’ insieme, poi, quando la luce fu ormai fioca, si decisero a tornare indietro con la moto.

La cena fu un pasto leggero, misero insieme un po’ di riso e delle verdure locali, un buon frutto e via, si accinsero a guardare le stelle dal terrazzo.
Maya era stanchissima, era stata una giornata lunga e ricca di emozioni, era felice e dispiaciuta allo stesso tempo, ma soprattutto, aveva paura di aver fatto una cattiva impressione al signor Hayami.
Se adesso si sentiva meno in colpa, fu grazie alle continue attenzioni di lui, che la metteva il più possibile a proprio agio in quella casa tanto grande, inoltre la sua proposta era alquanto allettante… In effetti avrebbe fatto bene a pensarci il giorno dopo, aveva “bisogno” di vivere a pieno quel tempo che le restava da trascorrere insieme a lui, non aveva intensione di sprecare nemmeno un secondo di più.
Fu così che Masumi la invitò a sdraiarsi sulla sdraio accanto la sua, le unì e stese una coperta per coprire i corpi di entrambi.
-Quella lassù è la costellazione di Cassiopea- le disse indicando un particolare punto nel cielo –la vede? Sembra una doppia vu…-
Maya si concentrò per trovare quella figura. Scrutò attentamente quella porzione di cielo e finalmente la individuò.
-Eccola!- esclamò entusiasta indicando quel punto –l’ho trovata!-
-Ma che brava allieva! C’è anche da dire che ha come insegnante il numero uno al mondo…- la prese in giro.
- Non si monti la testa, signor Hayami, ha un’allieva con ovvie capacità naturali… Ahahahahah-
La verità era che Maya iniziava a prenderci gusto a vedere il signor Hayami sotto quelle nuove vesti. Chi avrebbe mai avuto delle difficoltà con un simile professore?
Qualsiasi cosa le dicesse, aveva sempre la sua più totale attenzione. Ogni frase, sembrava infliggerle l’effetto di una pozione magica, che la stordiva e rapiva allo stesso tempo. Era come in trance, ma stranamente riusciva ad assimilare tutto ciò che diceva.
Lo scenario, inoltre, pompava notevolmente l’effetto “magico” di quella lezione molto speciale: le stelle erano dei punti di varie dimensioni, alcuni più brillanti, altri un po’ meno, ma non per questo meno affascinanti. Contare tutte le stelle, era quasi impossibile, erano infinite!
E lei amava le stelle, perché le stelle erano state la prima cosa di cui il signor Hayami le aveva parlato al loro appuntamento. Quella volta, aveva aperto un pezzo del suo cuore a lei e si pentì all’infinito, per non essersi accorta in tempo di cosa ciò significava per entrambi.
Il suo cuore, già quella volta si era espresso, ma lei era troppo sorda per poterlo sentire.
-Guardi lì…- le disse Masumi, interrompendo ancora una volta la valanga infinita dei propri pensieri.
-Dove?- chiese fissando prima lui, per poi proiettare lo sguardo dalla punta del dito sino al cielo.
-Lassù, quella è la costellazione del cigno-
-Uh, la famosa costellazione del cigno!- si impegnò, stavolta con scarsi risultati –uffa, non riesco a vederla- si lamentò sbruffando.
-Ha un grande corpo e due “ali laterali”…- Maya continuò ad osservare il cielo con scarso successo.
-Mi dispiace, ma stavolta non riesco proprio a trovarla…- si rassegnò infine.
Masumi osservò intenerito il piccolo broncio che si formò su quelle labbra graziose, che aveva saggiato per pochi istanti qualche ora prima.
Desiderava ripetere quel gesto ancora una volta, magari approfondendo il contatto, ma lei si era pentita di quel gesto spontaneo, aveva paura l’avrebbe respinto, se ci avesse riprovato.
Così lasciò perdere.
Alzò il busto e si sedette, si avvicinò piano al corpo di Maya ed afferrandola per un braccio, la invitò ad imitare il suo gesto. Le cinse la vita con un braccio, mentre l’altro andò ad afferrare la mano. Portò il corpo parallelo al suo ed alzando le mani di entrambi, le indicò un punto nel cielo.
-E’ quella, la costellazione del cigno. Adesso la vede?- chiese soffiando piano sull’orecchio.
Maya tremò per quel contatto, ma si sforzò di distrarsi osservando il cielo. Chiuse un occhio per mettere a fuoco, selezionò una ad una le stelle, finchè non individuò la costellazione.
-E’ bellissima…- disse semplicemente – questa era difficile da trovare…-
- Le toglierò un punto dalla valutazione finale…-
-Avanti, non sia cattivo, le ho trovate tutte quante, fino ad ora…-
Maya abbassò entrambe le loro mani, ma non lasciò la presa, si voltò di poco e sorrise al signor Hayami, che continuava ad abbracciarla stretta.
Lo sentì poggiare il mento sulla propria spalla ed il cuore mancò diversi battiti.
Masumi stesso si stupì di quel gesto, ma acquisì un po’ di coraggio grazie ai piccoli gesti che la ragazza gli aveva regalato durante tutto il giorno.
Maya continuò ad osservare le stelle, beandosi di quel contatto.
Ad un tratto si illuminò.
-Signor Hayami…- disse catturando la sua attenzione – anch’io conosco una costellazione. E’ quella che mi rasserena e che mi protegge...-
- Qual è?- chiese lui, spostandole qualche ciocca di capelli.
-E’ il grande carro, è proprio lassù!- disse orgogliosa imitando il gesto compiuto da lui qualche istante prima, sollevando le loro mani ed indicando con un dito un punto preciso nel cielo –ha la forma di un rettangolo con una coda. E’ facile da individuare nella notte ed io la prego sempre, affinchè mi stia accanto nei momenti difficili…-
-E’ molto bella… E come ha già detto, è molto semplice da individuare. Le stelle in qualche modo ci osservano e ci proteggono. Conoscono i nostri segreti, i nostri pensieri ed in qualche modo ci aiutano a rendere i nostri desideri reali e concreti-
Maya abbassò nuovamente le mani e le portò attorno la vita, per riscaldare entrambi dal freddo pungente della sera.
-E lei cosa desidera, signor Hayami?-
-Beh, sono stato fortunato… Le stelle mi hanno portato ciò che desidero… Ed è qui, tra le mie braccia…-
Maya si voltò di scatto. No… Aveva udito male, non poteva essere… Non poteva essere vero…
-Cosa…- inghiottì, cercando di trovare le parole adatte – cosa intende dire, signor Hayami?-
-La facevo più sveglia, signorina Kitajima- per un attimo lei pensò seriamente di rispondergli male, ma si ricordò della domanda appena fatta e decise di lasciar perdere – non ha capito male: ciò che desidero è qui con me, tra le mie braccia-
Masumi la fece voltare ancora di più, sino a trovarsi occhi negli occhi, in quello strano abbraccio che non avevano mai sciolto.
-E’ lei che desidero, Maya… E la desidero più di ogni altra cosa…- le disse infine, aprendo le porte del proprio cuore.
Maya era esterrefatta. Il signor Hayami, desiderava lei? Proprio “lei”? La ragazzina un po’ cresciuta, perennemente con la testa tra le nuvole, imbranata come nessun altro, capace di combinare un pasticcio dopo l’altro, un po’ bassina e con un fisico decisamente nella norma… Veramente, desiderava proprio lei? Con una bella fidanzata, desiderava “lei”?
-Mi prende in giro?- chiese infine per non avere alcun dubbio. Masumi rise di fronte alla sua reazione.
-Ahahaahah, perché dovrei?-
-Non so, solitamente si fa beffa di me…-
-Non sono mai stato così serio in vita mia. Quello che ho detto, è la pura verità-
-Signor Hayami…- sussurrò lei stupita ed incantata – allora… Allora è tutto vero?-
- Si… E’ tutto vero…- sussurrò lui.
All’improvviso Maya alzò una mano, andando ad accarezzare la chioma oro del signor Hayami e lui di riflesso la avvicinò a se.
I respiri erano corti, i fiati si univano nonostante quella breve distanza che li inebriò.
Sentirono che era inutile rimanere così, ancora separati, quindi di riflesso avvicinarono i propri volti, fissando ognuno le labbra dell’altro, increduli di ciò che stava per accadere.
Le torce di fuoco che circondavano il perimetro del terrazzo, creavano sui loro volti dei giochi di luce ed ombra, rendendo l’atmosfera quasi vibrante.
Il rosa delle labbra, sembrava quasi rosso per via delle fiamme, che ondeggiavano leggere al ritmo del vento.
Mai le labbra apparsero così invitanti agli occhi dell’altro.
Il cuore batteva impazzito, pompava il sangue sino al cervello, che a breve sarebbe scoppiato per quanto pulsava.
-Maya…- sussurrò Masumi un’ultima volta, quando ormai vedeva sfocato per la troppa vicinanza con la giovane ed allo stesso tempo, potè mettere a fuoco gli infiniti dettagli di quel volto che credeva di conoscere a memoria, ma che mai, fino a quel momento, gli era apparso tanto pieno di nuove scoperte.
La presa sulla chioma del signor Hayami si rafforzò, quando ormai la distanza che separava le loro labbra, era meno di qualche centimetro. Alzò anche l’altro braccio ed intrecciò le mani dietro al collo dell’uomo, che in risposta le strinse forte la vita e la invitò a stingersi maggiormente a se.
Schiusero le labbra quasi nello stesso momento ed il contatto che ebbero dopo, fu come toccare lo zucchero filato: soffice, morbido, dolcissimo.
Stettero a quel modo per un po’, sfiorandosi con dolcezza, per meglio imprimere nel cuore quel momento tanto sognato.
Era bellissimo.
Maya stava per svenire dall’emozione, ma in risposta si sollevò di poco e calcò maggiormente le proprie labbra su quelle del signor Hayami.
Si strinsero come mai avevano fatto e piano iniziarono ad intrecciare le lingue con movimenti lenti e sensuali, senza fretta, assaporando, ancora una volta, quel sogno divenuto realtà, magari anche grazie all’aiuto delle costellazioni, che in un modo o nell’altro, li avevano sempre uniti.
Rimasero ad assaporarsi per un tempo indefinito, sdraiandosi sul lettino per poter approfondire il contatto.
Accarezzarono i loro volti quasi increduli, cercando di capire se fossero svegli entrambi.
Ma era tutto vero.
E lo scoprirono, quando l’attimo dopo un suono fastidioso echeggiò nell’aria.
Era una melodia leggera, ma dal suono quasi alterato.
Masumi si staccò piano e la fissò intensamente.
-E’ il mio telefono delle emergenze…- le disse quasi a scusarsi.
-Cosa aspetta? Vada a rispondere…- incitò Maya.
-Uff…- Masumi le sfiorò un’ultima volta le labbra ed andò a rispondere al telefono, che aveva riposto sul tavolino poco distanti da loro.
- Hijiri…- rispose con poco entusiasmo –cosa c’è?
Mi scusi, la disturbo? - Masumi osservò Maya ed imprecò il tempismo dell’amico.
- Diciamo di si… Ma non importa. Cosa c’è?-
Suo padre è andato a trovare i Takamiya ed è furioso. La signorina Shiori è quasi irriconoscibile, sembra che non abbia gradito la sua improvvisa scomparsa -
-Sanno qualcosa su dove mi trovo?-
-No, credo che nessuno sospetti niente. Ho cercato di depistarli mandando false segnalazioni sui punti in cui è stato avvistato, spero solo che la strategia funzioni finchè non tornerà qui. Signor Hayami, credo che debba affrontare i Takamiya, deve essere chiaro sulle proprie scelte, o rischia si scateni il caos -
-Si, quando tornerò la prima cosa che farò sarà parlare con i Takamiya. Di mio padre non m’importa, ma devo allontanarmi da Shiori una volta per tutte. Non posso sposarmi con lei…- ed osservò Maya, che si era rinchiusa a guscio sotto la coperta – ti ringrazio dell’avvertimento, Hijiri… Farò attenzione e tu continua ad osservarli. Chiamami se ci sono novità-
- Lo farò. E scusi per il disturbo. Mi saluti la signorina Kitajima - e chiuse il telefono.
Masumi sospirò. Doveva sempre avere qualcosa su cui riflettere. Odiò la sua posizione sociale.
-Tutto bene, signor Hayami?- chiese Maya titubante.
Masumi si passò una mano sul volto e tornò a sedersi.
-I soliti problemi, ma nulla di importante…-
Maya lo fissò a lungo, non era stupida ed aveva sentito la conversazione. Il signor Hayami rischiava tutto per colpa sua.
- Io non voglio metterla nei guai…- disse infine.
-Ma cosa dici? Tu non mi metti nei guai…-
- Invece si! E’ colpa mia…- si strinse nella coperta ed abbassò il capo.
- Non dica sciocchezze… Non è colpa sua se mi sono innamorato di lei…-
Maya aveva voglia di piangere di fronte alla sua confessione, ma non potè far altro che interrompere le distanze e sfiorargli le labbra con le proprie.
-E’ meglio che vada a letto, è stata una lunga giornata… - si alzò piano e lo salutò con una mano – buonanotte, signor Hayami e grazie di tutto…-
-Buonanotte, Maya…- rispose lui sorridendole con dolcezza.
Maya percorse il terrazzo con innaturale calma, ma quando chiuse la porta, corse verso la propria stanza, chiuse la porta e si lasciò cadere sul letto morbido.
Perché doveva essere sempre così? Perché, per una volta, non poteva semplicemente godersi la sospirata felicità? Perché qualcuno doveva sempre intromettersi tra loro ed infrangere i loro sogni?
Era così felice, sopra quel terrazzo, saggiando le labbra del signor Hayami, che erano morbide e saporite.
Si addormentò con un pensiero fisso a tormentarla: cosa ne sarà del mio domani?

Continua…

*citazione Harry Potter, che in fatto di guai, se la gioca a pari merito con Maya

Grazie a chi legge, questo capitolo è stato molto particolare, spero vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cosa ne pensate, al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

La luce dei primi raggi solari, iniziava a filtrare tra le tende bianche e le fessure della serranda un po’ abbassata.
Masumi si rigirò tra le lenzuola fresche, cercando di riprendere sonno.
Per qualche assurdo motivo, non riusciva ad addormentarsi.
In realtà vi erano delle motivazioni ben serie dietro la propria inquietudine, ma sperò che almeno la notte lo aiutasse a trovare conforto, non di continuare a rimuginare sui fatti appena accaduti.
Di una cosa era contento: finalmente era riuscito a dichiararsi a Maya, senza però venire respinto.
Si trovò a rimembrare la scena con il cuore palpitante dall’emozione, come fosse un ragazzino alla prima cotta. Poi ci ragionò ed in effetti Maya era sempre stato il suo unico, grande amore…
Sospirò, ricordandosi la parte “spinosa” degli ultimi eventi, quale la triste telefonata di Hijiri.
Aveva rassicurato Maya, ma la verità era che temeva realmente scoprissero qualcosa.
Ma pensarci era inutile, non poteva sapere cosa sarebbe accaduto, inoltre si fidava ciecamente di Hijiri e sapeva che le sue strategie erano sempre vincenti.
Osservò l’orario e decise di alzarsi. Le 8 del mattino non era poi un orario tanto tremendo per fare colazione.
Sciacquò velocemente il corpo, mise un pantalone ed una camicia e scese al piano di sotto dosando al minimo i rumori. Maya doveva essere molto stanca dopo il viaggio affrontato e la giornata decisamente ricca di emozioni per entrambi, non voleva rischiare di svegliarla bruscamente.
Sbadigliò entrando in cucina, prese varie cose dagli stipetti e mise su qualcosa con cui sfamarsi.
Era ancora seduto al tavolo, quando suonarono alla porta.
Si accigliò.
Chi mai poteva essere alle 8 del mattino? Certo non la posta…
Che fosse Hijiri? Ma erano rimasti d’accordo che si sarebbero sentiti telefonicamente, in caso di novità.
Si alzò con poca voglia, percorse quel breve tratto e si fermò di fronte al portone.
Mise la mano sulla maniglia e la girò. Aprì la porta titubate e quando vide chi vi fosse dietro, rimase pietrificato sul posto.
-Disturbo?- fece lei sorridendo radiosa. Masumi non seppe cosa rispondere, guardò per istinto la lunga scala che si apriva dietro di lui, che portava al piano di sopra, dove erano situate le camere da letto e dove dormiva la sua dolce Maya.
-Shiori…- soffiò tremante, sperò con tutto il cuore che Maya non si fosse svegliata. Doveva cacciare la donna prima che si sarebbe accorta della presenza della giovane. Ricordò con un brivido quando diede fuoco alla stanza, con sopra la foto di Maya.
-Stavi dormendo?- chiese entrando e sbattendo la porta dietro di se.
-No, io… Stavo facendo colazione- rispose cercando di ricomporsi. Poteva farla accomodare in cucina, così anche se Maya fosse scesa dalle scale, avrebbe avuto il tempo di accorgersi che ci fosse la donna, lì con loro – vuoi una tazza di tè?-
-Perché no? La accetto volentieri…-
E si spostarono entrambi in cucina, ma Masumi la vide fissare la scala, come se anche lei si aspettasse che da un momento all’altro vi scendesse qualcuno.
Masumi le versò il tè in una tazza non troppo grande ed avvicinò alcuni biscotti.
-Ecco!...- disse particolarmente teso, cosa che ovviamente la donna notò.
-Perché così agitato, Masumi? Qualcosa non va? –
- No, ma… Come mai sei qui? Credevo fossi sotto osservazione…-
-Oh, mi sono rimessa del tutto. Il nonno mi ha detto che sei ancora disposto a sposarmi, ma per qualche motivo sei scappato di casa. Sapevo di trovarti qui, questo è il tuo rifugio…-
Masumi strinse i pugni, a quanto pareva lo conosceva bene, dopotutto.
-Non dovevi disturbarti a venire fin qui… Sarei tornato, prima o poi-
- Oh, certo… Ma dimmi, sei solo? Non hai portato nessuno con te?- Masumi si irrigidì nuovamente.
-Chi dovrei portare? Sono solo…-
Shiori rise.
-Non occorre fingere con me. So che non sei solo. L’aria è intrisa di profumo di donna. Del profumo di “lei”-
-Non… Non capisco a cosa ti riferisca…-
Shiori aprì la borsetta che teneva sulle gambe e ne uscì un oggetto.
- Non ti facevo così stupido, Masumi…-
Masumi fissò la pistola che aveva puntato contro il petto, completamente sconvolto.
-Shiori, finiscila ti prego. Non risolveremo i nostri problemi in questo modo-
- Davvero? Io credo di si… L’ho capito, sai? Tu sei innamorato di lei… Per questo mi hai abbandonata, per questo avevi deciso di non sposarmi più… Ma io non sono un oggetto, esigo rispetto da parte tua. E se non potrò averti, preferisco vederti morto-
-Shiori, stai ancora male, hai bisogno di curarti…-
-Sei tu che hai bisogno di curarti!- ruggì facendo tremare la presa sulla pistola – abbandonare una donna bella, intelligente e ricca come me, per un’attrice da quattro soldi!-
- Non osare…-
- Invece oso! Ne ho tutto il diritto! Mi hai umiliata, mi hai usata! Non ero altro che una copertura, per te!-
-Shiori, io non volevo…- ma lei lo interruppe, avvicinando maggiormente la pistola.
-NO! Non dire niente, hai già fatto abbastanza. Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ero venuta qui con lo scopo di riportarti indietro, di poter coronare il nostro sogno d’amore… Ma a quanto pare la tua morte è l’unico modo per dimenticarti… E poi ucciderò anche lei-
Masumi sbattè le mani sul tavolo, si alzò dalla sedia, facendola cadere all’indietro.
- Non sai cosa stai facendo! Tu non sei un’assassina! Puoi uccidere me, infondo lo merito, ti ho ferita, ti ho illusa, ma “lei” non c’entra niente, non metterla in mezzo…-
- Sono io a decidere cosa fare! Non sei nelle condizioni di dettare le regole…-
Masumi cercò di portarsi dall’altro lato, Shiori indietreggiò e continuò a tremare.
- Non costringermi a premere il grilletto…-
- Shiori, ascolta, possiamo sistemare tutto…-
-Sei disposto a sposarmi?-
- Vuoi una bugia o la verità?-
-Voglio che tu mi dica di si!-
-Mi dispiace, ma non posso dirtelo, non posso mentirti ancora…-
Shiori iniziò a singhiozzare, mentre la pistola tremava tra le dita.
-Perché? Cosa c’è che non va in me? Infondo posso cambiare…-
Masumi si rattristì, ma non poteva continuare a fingere con lei. Ci aveva provato già una volta ad essere sincero, ma lei si era auto lesionata e spaventato, aveva deciso di aiutarla, fino ad accettare di sposarla. Ma adesso era diverso, non avrebbe potuto fingere dopo la gioia di sapere i sentimenti verso Maya completamente ricambiati.
-Mi dispiace, Shiori, non posso darti la felicità che meriti… Non posso darti l’amore che meriti…-
-Perché ami lei?-
Masumi evitò di rispondere, non poteva spingersi oltre, ma lei evidentemente capì cosa si celasse dietro quel lungo silenzio.
- La tua mancata risposta è come un si, mi dispiace, mi dispiace veramente…-
Masumi la vide stringere la pistola con più forza così, con un movimento rapido, cercò di disarcionarla, ma lei non mollò la presa ed accidentalmente partì un colpo.
BUM!
Un suono secco, che fece tremare le finestre e spaventare i passerotti che stavano riposando sugli alberi.
Masumi boccheggiò, portandosi una mano sul petto, dove la camicia si tinse di rosso scarlatto.
Vide Shiori far cadere la pistola per terra e spalancare gli occhi dallo stupore.
Masumi si appigliò disperatamente al tavolo, ma cadde a terra con un tonfo che riecheggiò nella testa come fosse un suono assordante.
Shiori teneva lo sguardo fisso su di lui, completamente sconvolta e lui non potè far altro che aggrapparsi la maglia nel punto dove la pallottola era conficcata e stringere i denti.
Quando stai per morire, quali sono le immagini più giuste da selezionare come ultimi ricordi?
Ricordava il viso dolce di Maya, così semplice ed ingenuo al loro primo incontro; ricordò la sua Beth, che l’aveva fatto innamorare di quel suo modo di fare teatro… Ricordava tante cose, come il suo abbraccio con l’ammiratore, completamente bendata, quando non sapeva che dietro quell’ombra si celasse proprio lui… Ricordava la volta in cui aveva sfiorato le sue soffici labbra, per curarla dalla febbre, o quella volta alla valle dei susini, quando si beò di quel tocco mentre lei dormiva pacificamente. Ricordò il loro abbraccio sul ponte della nave e quello alla stazione marittima. Infine ricordò ieri, quando finalmente si erano saggiati con consapevolezza, quando in un modo particolare si erano entrambi dichiarati…
Boccheggiò ancora, non sapeva quanto fosse passato dal suo accasciamento, seppe solo che ad un tratto sentì qualcosa di caldo aggrapparsi al suo corpo e gocce d’acqua bagnargli il viso.
Cercò di alzare lo sguardo, per quanto ancora fosse cosciente e vide la cosa peggiore della sua vita.
Maya stava piangendo ed urlava qualcosa, ma non riusciva a sentirla, la sua voce era un eco lontano. Lo stringeva forte e gli sfiorava le labbra. Avrebbe voluto alzare un braccio ed accarezzare il suo volto, per dirle che stava bene e che sarebbe passato tutto, come sempre.
Ma la coscienza lo abbandonava attimo dopo attimo, finchè potè osservare un’ultima volta i suoi splendidi occhi.
Poi tutto divenne buio.

Aprì gli occhi e scattò a sedersi.
La fronte grondava di sudore, gli occhi erano inzuppati di lacrime soppresse, la maglia del pigiama stringeva al collo fino a non farlo respirare.
Prese i lembi del pigiama e li sollevò con inquietudine, sino a tastare il petto nudo, pieno di sudore, ma privo di pallottole.
Era stato solo un incubo…
Portò le mani al capo e vi si immerse. Strinse forte alcune ciocche di capelli.
Aveva avuto paura.

*Ho sognato di esser disperso, e tu eri così spaventata,
Ma nessuno ascolterebbe, perché a nessun altro è importato
Dopo il mio sognare, mi sono svegliato con questa paura
Cosa lascerò quando avrò fatto qui?

Sembrava ancora di vedere il volto di Maya distrutto dal dolore ed il suo non poter far nulla, l’aveva fatto sentire, per la prima volta in vita sua, semplicemente impotente.
Stette a quel modo ancora per un po’, completamente sconvolto.
Si alzò dal letto ancora tremante, andò in bagno ed aprì il rubinetto dell’acqua fredda del lavandino per immergervi il capo.
Doveva svegliarsi del tutto e focalizzare la finzione dalla realtà.
Le sue paure erano più insidiose del previsto, non avrebbe mai immaginato di sognare Shiori a quel modo. Il terrore di essere scoperti (soprattutto da lei), aveva bruciato ogni singolo pensiero positivo, nel suo subconscio. Ed il mondo dei sogni non aspetta che questi momenti per metterci di fronte alle più atroci paure dell’animo.
Andò in camera a vestirsi, con i capelli ancora bagnati, ma scelse delle tonalità completamente opposte da quelle che indossava nel sogno. Sperava di poter dimenticare in fretta i dettagli di quel sogno agghiacciante…
Prima di recarsi in cucina (anche se erano ancora le 6 del mattino), passò dalla stanza di Maya ed aprì piano la porta.
Aveva bisogno di rassicurarsi per poter affrontare al meglio quella giornata e quando la vide dormire beatamente, sorrise, felice che nulla aveva infranto il loro sogno divenuto realtà.
Entrò lasciando fuori le ciabatte, si avvicinò al letto e le accarezzò i capelli con dolcezza.
Era bellissima anche mentre dormiva.
Stette ad osservarla per qualche minuto, poi si chinò e depositò un piccolo bacio sulle labbra.
La sentì sospirare ed il naso le si arricciò.
Sorrise di nuovo, poi uscì e chiuse la porta dietro di se.
Sospirò finalmente più tranquillo, ma quando arrivò in cucina ebbe una forte nausea e preferì rimandare a dopo la colazione.
Il sole era appena sorto e decise di fare una passeggiata, in attesa che Maya si svegliasse.
Ma non poteva andarsene senza dirle niente, l’avrebbe fatta spaventare ed il sogno appena fatto, era già sufficiente per mostrargli una Maya sofferente.
Prese una penna ed un pezzo di carta e scrisse un biglietto veloce, che lasciò sopra il tavolo della cucina, poi prese le chiavi di casa ed uscì.
La brezza mattutina gli accarezzò il viso.
Respirò a pieni polmoni, cercando di accogliere quel nuovo giorno nel modo giusto.

Maya sentì qualcosa sfiorarle le labbra, ma ebbe paura fosse soltanto un sogno, perché quando aprì gli occhi, si trovò da sola nella splendida stanza che il signor Hayami le aveva riservato.
Era stata una strana nottata, aveva pianto molto, perchè troppo preoccupata per il signor Hayami.
Lui l’aveva rassicurata, la sera prima, ma lei aveva la sensazione che dietro quelle parole ci fosse molto di più… Inoltre non avrebbe permesso che la sua posizione fosse messa in discussione a causa sua.
Non era giusto che il signor Hayami rischiasse il posto di lavoro per causa sua, non era giusto che una famiglia come i Takamiya pensasse delle cattiverie sul suo conto.
Non voleva essere un peso, per lui, ma allo stesso tempo non potè che essere felice per quel bacio che le aveva regalato, di fronte ad infinità di stelle.
Maya pensò che l’amore fosse un’arma a doppio taglio: ci si sentiva benissimo quando la si impugnava con fermezza, ma era capace di ferire a morte… Ed il suo amore per il signor Hayami era sempre stato un’arma a doppio taglio: un sentimento forte e travolgente, che la rendeva felice come solo il recitare era capace di fare, ma sapeva che il loro amore era quasi proibito, pieno di insidie e di difficoltà.
Stette a riflettere per parecchio tempo, poi guardò l’orario e vide che erano le 7 del mattino.
Il sonno l’aveva abbandonata da tempo, così decise di alzarsi, fece una breve doccia, si vestì e scese al piano di sotto.
La casa era stranamente in silenzio. Per un attimo ebbe paura che il signor Hayami fosse andato via e si rattristì.
Appena entrò in cucina, un piccolo biglietto catturò la sua attenzione. Erano poche righe e sembrava scritto di tutta fretta.

Mi sono svegliato presto e non volevo disturbarti.
Sono in spiaggia a “meditare”,
raggiungimi se vuoi.

Ben svegliata…


Si aspettò di trovare una rosa viola, ma evidentemente era uscito troppo di fretta per ricordarsene.
Fece colazione in cerca di energie, poi si recò nuovamente al piano di sopra, con l’intento di riordinare la stanza.
Non voleva disturbarlo così presto, forse aveva bisogno di riflettere un po’ da solo, era giusto lasciarlo in pace per un’oretta. E poi l’avrebbe raggiunto in spiaggia.
La sua stanza era grande e spaziosa, vi era persino una grande parete attrezzata, ricca di libri e cd musicali. Si avvicinò e decise di ascoltare qualcosa per rilassarsi un po’.
L’attenzione ricadde su un cd che era esposto frontalmente. La copertina raffigurava una sorta di uomo/mostro con due grandi occhi rossi deformati ed il resto del corpo che si sfracellava in piccoli pezzi bianchi e che lasciava intravedere la carne rossa subito sotto lo strato cutaneo.
Una piccola scritta in alto, indicava il nome del disco “living things” ed il gruppo musicale “linkin park”.
Incuriosita lo aprì ed inserì il cd nel lettore.
Partì subito la prima traccia e lei iniziò ad ascoltarlo prima con indifferenza, venendo poi catturata sempre più dal significato che quelle parole assumevano per lei.


**No / Puoi dire a tutti adesso (che)
Non faccio marcia indietro / non abbandono
Non mi piego e non mi inchino
Non dò di spalle / non so come si fa
Non mi importa dove siano i nemici
Non posso essere fermato / tutto ciò che so / è fare del mio meglio
Non dimenticherò come sono arrivato così lontano
Per ogni volta che dicevo...
In queste promesse infrante / giù nel profondo
Ogni parola si perde nell'eco
***Ora nei miei resti
Ci sono le promesse che non sono mai arrivate
Libera questo silenzio
Come un esercito
Che cade
Uno dopo l’altro
****Il ciclo si ripeteva
Mentre le esplosioni tuonavano nel cielo
Tutto ciò di cui avevo bisogno
Era l'unica cosa che non riuscivo a trovare
E tu eri lì al punto di svolta
In attesa di farmi sapere
Lo stiamo rinforzando
Per distruggerlo nuovamente
*****L'aria tra di noi
sta diventando più sottile ora
Adesso verso l'inverno
Agrodolce
Ed attraverso quell'orizzonte, questo sole sta tramontando
******Portami a casa in un sogno accecante
Attraverso i segreti che ho visto
Lava via la sofferenza dalla mia pelle
E mostrami come essere di nuovo completo
Perchè sono soltanto una crepa
In questo castello di vetro
A malapena qualcosa che tu possa vedere


Poi una serie di campanellini riempiono l’aria di malinconia, la stessa malinconia che riempiva il cuore di Maya fino quasi a scoppiare.

*******Non versare lacrime per strade inesplorate
Non versare lacrime per sentieri abbandonati
Perchè oltre ogni curva
C'è un percorso senza alternative
È il peggior tipo di dolore che io conosca


Ed un coro angelico accompagnava l’intera traccia, come fosse un conforto di fronte a quelle strade inesplorate. Spense lo stereo anche se mancavano alcune tracce alla fine del cd e riflettè a fondo.
“Non versare lacrime per strade inesplorate”. Era la verità. Non poteva permettersi di avere del rancore per le scelte della propria vita. Se non voleva provare del rancore, doveva avere il coraggio di affrontare un percorso azzardato e ricco di insidie, ma non avrebbe permesso a se stessa di piangere per la debolezza di non aver affrontato le proprie scelte.
Lei aveva baciato il signor Hayami.
Lei era convinta di amare il signor Hayami.
Lei non avrebbe mai voluto lasciare il signor Hayami.
Avrebbe combattuto, avrebbe sputato sangue, se necessario, ma non avrebbe mai permesso di provare rancore per quella strada inesplorata. Perché quando si sceglie un percorso, si può solo decidere di affrontarlo con tenacia, senza voltarsi indietro e senza provare rancore.
Avrebbe continuato la propria vita, fiera delle proprie scelte.
Doveva dire al signor Hayami quello che provava per lui, doveva dirgli che l’amava e che non le importavano le conseguenze del loro amore. Se anche lui le avrebbe risposto che l’amava, allora non si sarebbe scoraggiata, era pronta ad affrontare il mondo intero, pur di essere finalmente felice con il signor Hayami.
Pianse un po’, perché non aveva mai avuto tutta quella consapevolezza, lei era una donna piena d’incertezze, ma non voleva perdere il signor Hayami, lei lo amava così tanto!

Scese le scale di corsa, abbandonando la stanza al proprio disordine, aprì il portone e per poco non dimenticò di chiuderlo per l’emozione della propria risolutezza.
Non era mai stata così decisa in vita sua.
Continuò a piangere, mentre raggiungeva con corpo tremante la piccola baia scavata tra le rocce.
Corse e corse, come da tanto non faceva. Si tolse le scarpe quando poggiò i piedi sulla sabbia, che brillava come ricordava, sotto l’influsso dei raggi solari.
Spostò lo sguardo su tutta la lunghezza della spiaggia, finchè non lo vide seduto davanti al mare, immerso nei suoi pensieri ed infinitamente bello, come sempre.
Si ritrovò a correre a perdifiato, tanto che lui voltò il capo cercando di capire cosa fosse quel rumore improvviso.
Maya non gli lasciò il tempo di potersi alzare, poiché si tuffò tra le sue braccia, stringendolo con forza.
- Maya…- sussurrò lui, con il corpo interamente sovrastato dalla più giovane, che gli stringeva il capo contro il proprio petto.
-Signor Hayami, non mi lasci!- chiese disperata.
Masumi la strinse a se e si beò del suo profumo che le era mancato così tanto.
-Stai tranquilla, non ti lascerò…-
- Non ha capito, signor Hayami, io non voglio che mi lasci mai più… Io… Io la amo tanto, signor Hayami…-
Masumi per poco non pianse di fronte a quella dichiarazione così diretta.
-Maya…-
-La amo tanto…- continuò a ripetere tra i singhiozzo.
Masumi si intenerì non poco. Era così vera e spontanea… Era la seconda volta, nel giro di due giorni, che presa dalla foga le rivelava i suoi sentimenti in modo così puro.
E lui non potè far altro che seguirla.
-Anch’io la amo tanto, ragazzina…-
Scostò di poco il corpo della giovane da se, afferrò i capelli morbidissimi e la invitò dolcemente ad unire le proprie labbra.
Era un bacio umido e salato, per via delle lacrime di entrambi che si mischiavano.
Masumi era un uomo tutto d’un pezzo, ma quell’isola era capace di risvegliare il lato più sensibile del suo animo.
Ma la verità era, che a risvegliare i suoi sentimenti più puri, era quel corpo all’apparenza fragile che stava stringendo con forza e possesso ed a procurargli quell’incredibile batticuore, erano le labbra soffici di lei, che lo accarezzavano con amore, passione ed un pizzico di malizia che non credeva possibile scorgere proprio in lei.
Le lingue si intrecciavano, giocavano, si rincorrevano, senza cercare un vero e proprio dominio, ma completandosi a vicenda, specchiando così la vera essenza del loro rapporto, fatto di continui contrasti ed infinite incomprensioni, ma ciò che contava veramente, era che l’uno rattoppava i difetti e le imperfezioni dell’altro, rendendoli realmente due parti che si compensavano e completavano a vicenda.
Era quello il vero potere magico di cui erano fornite le “vere” anime gemelle.

Continua…


*un assaggio di Leave out all the rest, ma nel prossimo capitolo (al massimo tra 2), verrà ampliato il discorso
** citazione Lost in the echo
*** citazione In my remains
**** citazione Burn it down
***** citazione I'll be gone
****** citazione Castle of glass
******* citazione Roads Untraveled

Bene, sono pronta a ricevere pomodori, uova, o qualunque altra cosa in faccia. Me lo merito. Sono stata MOLTO cattiva in questo capitolo, ma l'idea dell'intera ff è partita proprio nell'immaginarmi questo sogno di Masumi dove ci rimaneva secco. Il testo della canzone ha fatto molto, perchè inizia parlando di un brutto sogno e dallo svegliarsi chiedendosi "cosa lascerò quando avrò finito qui?" e la mia mente è volata! XD
Ma su, l'importante è che era un sogno! Alzi la mano chi non ha sognato, almeno una volta, di morire in sogno... Io un sacco di volte e nei modi più disparati.
Per gli altri testi che ho inserito, era una cosa che mi frullava in testa da un pò, creare una sorta di unico testo mixando i testi dei linkin park, spero sia venuta fuori una cosa carina e che rispecchi i pensieri di Maya.

Per chi volesse ascoltarla, inserisco Roads Untraveled, che può essere considerata la colonna sonora di questo capitolo.
http://www.youtube.com/watch?v=nHUASY9Ifgg

Al prossimo capitolo! E grazie ancora a tutti quelli che stanno leggeno!
Lasciate una recensione, mi fa sempre felice sapere cosa ne pensate (in questo caso anche per tirarmi uova in testa! XD)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

-Signor Hayami? Le va di fare un picnic in spiaggia, per pranzo?- chiese Maya, mentre lei e Masumi passeggiavano tra le vie del centro.
L’isola di Izu era piena di negozietti molto carini e quel magnifico sole, era ideale per passeggiare tranquillamente.
-E’ una buona idea! Questo significa che anche lei, ogni tanto, riesce a formulare delle richieste soddisfacenti…-
Maya si fermò pestando i piedi.
-Signor Hayami- iniziò decisa –anche se i nostri rapporti sono divenuti confidenziali, questo non le da il diritto di continuare a prendersi gioco di me…-
Masumi si fermò e la osservò serio, ma i propositi di rimanere tale durarono ben poco, poiché iniziò a ridere.
- Ahahahahah, questo lo crede lei, cara signorina Kitajima… Le ricordo che non abbiamo stipulato alcun tipo di contratto scritto, questo mi autorizza a comportarmi in maniera del tutto spontanea, nei suoi riguardi…-
Maya continuò a sbruffare poco convinta.
- Con questo cosa intende dire, che devo aspettarmi di peggio?-
Masumi si guardò un attimo attorno. Erano nel cuore del passeggio, dove una fitta trama di alberi costeggiava la zona pedonale.
Quella mattina non era troppo affollata, soprattutto perchè era ancora piuttosto presto.
Masumi le afferrò la vita e prese a camminare facendola indietreggiare, finchè il busto non toccò l’albero.
- Per esempio…- iniziò accarezzandole alcune ciocche di capelli – se la baciassi in questo preciso momento, lei si arrabbierebbe?- chiese provocatorio, fissandole ad intermittenza prima gli occhi e poi le labbra.
Maya inghiottì a vuoto. Alzò le braccia e cercò di farlo indietreggiare.
-Signor Hayami, non siamo soli…- ricordò guardandosi intorno con timore.
- E allora? A me non importa di essere visto… A lei importa?-
Masumi continuò ad avvicinarsi e la pressione delle mani sul petto dell’uomo, si affievolì pian piano.
-Io non voglio metterla nei guai…- disse Maya ad ormai un soffio dalle sue labbra.
- Ah, non voglio continuare a sentire questa storia…-
Si fermò a quella distanza inebriante.
Si fissarono, dicendosi con gli occhi molto più di ciò che le labbra avevano pronunciato.
Masumi sapeva bene che era azzardato rimanere così vicino alla ragazza, ma aveva bisogno di baciarla ad un intervallo di massimo 10 minuti. Passato quel tempo, sentiva le labbra pizzicare e bruciare, poiché sentiva la mancanza della sua gemella.
-Solo uno…- si ritrovò a pregarla. E lui non era solito pregare la gente. Ma con la persona amata al fianco, poteva concedersi quel leggero cambiamento.
Maya si morse il labbro inferiore, ancora indecisa sul da farsi. Masumi vide in quel gesto innocente, una forte sensualità. Trovava bellissimo questo suo comportamento sempre spontaneo. Non si rendeva conto di quanto quei gesti casuali, lo facessero letteralmente impazzire.
Così non ci pensò due volte ed interrompendo ogni dubbio di lei, schiuse le labbra e con un movimento secco, finalmente riunì quei lembi di carne.
E le mani di Maya si chiusero a pugno, afferrando la giacca del signor Hayami, non più per cacciarlo via, ma per avvicinarlo maggiormente a se.
Approfondirono il contatto per qualche secondo, ma il fischio di un bimbo che passava lì vicino, interruppe bruscamente il loro bacio.
-Queste cose si fanno a casa!- disse facendo la linguaccia e proseguendo a camminare.
Masumi divenne bordeaux, Maya si scostò ed iniziò a camminare nella direzione opposta a quella presa dal bambino, tenendo una mano davanti al viso in segno di vergogna.
Masumi la raggiunse poco dopo.
-L’avevo detto che queste cose non vanno fatte per strada…- lo rimproverò lei.
-Ma era solo un bacio innocente!- si giustificò lui.
-Signor Hayami, se lei a sei anni avesse visto due persone baciarsi a quel modo, vicino ad un albero, cosa avrebbe pensato?-
Masumi ci riflettè, ma non le diede soddisfazione.
-Infondo negli sceneggiati televisivi si vede ben peggio!-
- Non cambi discorso…- lo fulminò lei.
-E va bene! Magari, forse, in un remoto angolo del mio cervello, mi sarei leggermente scandalizzato-
-Ecco! Allora a volte anche lei sa formulare delle risposte adeguate…- disse prendendo a riferimento le parole che poco prima si era vista rivolta dall’uomo.
- Non la facevo una persona vendicativa…- rispose captando il messaggio retorico che le aveva lanciato.
-Oh, ma io non sono vendicativa! Mi difendo solamente…-
Masumi la strinse per le spalle sorridendo. Era adorabile e quel sorriso che aveva disegnato tra le labbra, era ancora più adorabile. Come poteva accusarlo per il semplice motivo di provare l’istinto di baciarla?
Cercò di non pensarci e si distrassero entrambi ad osservare i negozi. Entrarono in alcuni e Maya comprò alcune cartoline dell’isola e qualche souvenir, poi tornarono a passeggiare.
- Maya, stasera vorrei invitarla a cena-
La ragazza si voltò, osservandolo attentamente.
- Vuole portarmi a cena? Ma, ecco… Io…-
-Preferisce di no?- chiese Masumi vedendola in difficoltà.
-No, ma… Io… Veramente non ho portato un vestito adatto ad una situazione del genere… Cioè, ho portato il vestito che mi aveva regalato il mio ammiratore, ma non so se…-
Masumi la fissò sorpreso, era colpito dal gesto, ma ricordava di averle regalato quel vestito parecchi anni addietro.
- Sa una cosa? Credo che l’ammiratore sia ben lieto di rinnovarle il guardaroba…-
Maya si fermò e lo afferrò per un braccio.
-No! La ringrazio tanto, signor Hayami, ma si è già premurato di acquistarmi un bel vestito sulla nave, non ne desidero altri…-
- Oh, un vestito in più nell’armadio non fa male a nessuno… E poi avrebbe potuto portare quello, dato che già sapeva “chi” avrebbe trovato nella villa-
Le guancia di Maya si imporporarono.
-Credevo ci fosse troppo freddo, per portare un vestito dalla stoffa così leggera…-
Masumi le sorrise, poi adocchiò un negozietto dove comprava spesso, la prese per mano e la condusse all’ingresso.
- Entriamo qui, conosco i proprietari ed hanno buon gusto-
-Ma, signor Hayami…-
-Niente “ma”, si fa come dico io…- aprì la porta e le fece cenno di entrare – prima le signore…-
Maya si sentì in imbarazzo. Alcune cose non sarebbero mai cambiate, tra loro, come il suo sentirsi perennemente una stupida davanti a lui.
Ma subito dopo si ricredette. Il negozio era intimo ed i proprietari erano una madre ed il figlio, davvero molto simpatici.
Masumi spiegò in fretta il tipo di abbigliamento che serviva loro e la donna si dissolse, affrettandosi a cercare diverse cose, mentre il figlio chiacchierava del più e del meno con Masumi.
Subito dopo Maya si ritrovò in camerino con mille capi selezionati dalla donna, che le disse di indossare solo quelli che sentiva più vicini al proprio stile.
Ne indossò davvero tanti, ma nessuno la convinceva, si sentiva ridicola, così minuta in dei vestiti così sontuosi… Ma all’ennesimo vestito, si illuminò. Chiamò la donna e le fece vedere come le stava.
-Sei stupenda! Ho io ciò che ti serve per definire il look…- la vide sparire, per poi tornare con un paio di collante color carne, delle eleganti scarpe con un piccolo tacco ed una giacca –indossa tutto e puoi farti vedere dal signor Hayami, vedrai che così vestita lo conquisterai…- e le fece l’occhiolino.
Maya si imbarazzò, ma chiuse velocemente le tende ed indossò le parti restanti. Quando si vide allo specchio, non riuscì a credere che fosse proprio lei…
Uscì dal camerino e si avvicinò al punto dove la aspettava il signor Hayami, che appena la vide, rimase semplicemente incantato…
-Maya… Sei bellissima…- le disse con sincerità.
La sua figura era messa in risalto da vestitino viola con scollo a cuore e privo di spalline, con un cinturino dell’ennesimo colore ad assottigliare la vita e la gonna svasata che arrivava fin sopra il ginocchio, mentre ai piedi indossava un paio di scarpe nere, in tinta con la giacca.
Era semplice, ma graziosa. Proprio nello stile di Maya.
-Le piace davvero, signor Hayami?- chiese facendo una piccola giravolta.
-Si…- rispose debolmente ancora sotto shock.
-Bene, sono contenta di esservi stati d’aiuto!- disse la signora abbracciando la giovane Maya.
Pagarono il conto ed uscirono subito dopo.
Masumi credè sul serio che quella sera non sarebbe riuscito a trattenere i suoi primordiali istinti di uomo…

Il picnic in spiaggia fu un momento per potersi rilassare e dedicarsi del tempo, per meglio assaporare la loro ritrovata unione.
A Masumi sembrava ancora un sogno tutto quello che stava vivendo, ma soprattutto fu felice che l’incubo avuto quella notte, si fosse rivelato, appunto, solo un incubo… Perché nonostante la felicità, non potè far altro che torturarsi al pensiero di essere scoperto ed infondo, quella mattina, si era a lungo esposto.
Fu felice, dunque, di trovarsi in spiaggia, lontano da occhi ed orecchie indiscrete, dove potè sfiorare ogni volta che desiderava le labbra dell’amata, senza l’angoscia che qualcuno potesse vederli.
Risero e scherzarono come due ragazzini al primo appuntamento. Evitarono di schizzarsi con l’acqua per la seconda volta in due giorni, dopotutto la loro salute era ben cara ad entrambi! Non potevano certo disfare quei momenti di pace con una stupida febbre!
Tornati a casa, il sole era quasi tramontato. Erano stanchi, ma felici come non mai…
Masumi posò il cestino del pranzo sul tavolo e si voltò ad abbracciare Maya.
-Ti sei divertita?- chiese baciandole la nuca e lei si tuffò nel suo petto, stingendolo forte.
-Si, mi sono divertita moltissimo…-
Masumi la strinse forte al petto e lei per un attimo soffocò, per quella stretta tanto forte.
Maya alzò il volto lentamente, sino ad incontrare gli occhi lucenti del signor Hayami.
Nella casa echeggiava uno splendido silenzio e loro assaporarono a pieno i dettagli degli ultimi raggi di sole, specchiarsi sul volto dell’altro.
Erano parecchie ore che non stavano ad un contatto ravvicinato dentro le pareti della villa. Ma in effetti anche la sera precedente si trovavano in qualche modo all’aperto.
Quello era il primo, vero contatto al sicuro da chiunque, con solo loro due, in quelle mura calde e confortevoli.
Si avvicinarono con estrema lentezza, gustando quel momento e dosando al minimo i movimenti bruschi. Masumi la attirò a se, le sfiorò il collo con le dita e lei rabbrividì, le inclinò di poco il volto, chiuse gli occhi ed unì le loro labbra.
Rimasero a sfiorarsi per parecchio tempo, poi Maya si fece intraprendente ed approfondì il contatto. Si alzò sulle punte dei piedi, per tentare di arrivare all’altezza del signor Hayami, che in risposta la sollevò da terra afferrandola di peso.
Si persero entrambi.
Ed il fuoco dal cuore si espanse a macchia d’olio su tutto il corpo, che di conseguenza divenne incandescente.
Masumi iniziò a sfiorarle le curve della schiena, stando attento a non farla cadere. Sentiva la maglia scivolare tra le dita, percepì ogni singolo osso della colonna vertebrale e quando scese più in basso, riuscì a sfiorare un lembo di pelle. Inconsciamente le sollevò di poco la maglia, la mano si insinuò sotto di essa e riprese gli stessi movimenti fatti prima, ma all’inverso. Sentiva il suo corpo tremare a causa di quelle dolci attenzioni, ma quando continuò a salire, tornò a tastare un piccolo pezzo di tessuto e quando capì di cosa si trattasse, per un attimo credè di non riuscire più a trattenersi.
Si staccò da lei, la depositò piano a terra e la guardò.
Lesse tra i suoi occhi la stessa insana follia che riempiva il suo animo e quando la vide sollevare le mani, afferrargli i lembi della camicia e tirarli su, gli sembrò di morire.
Fu un attimo.
Masumi tornò ad impossessarsi delle sue labbra con forte passione e lei ricambiò con altrettanto bisogno. Una mano di Maya si addentrò timida all’interno della camicia e prese ad accarezzargli il fianco con mano tremante dall’emozione. Masumi la imitò e con la mano libera le scompigliò la chioma scura.
Si staccò per riprendere fiato e la osservò: gli occhi erano liquidi per il troppo piacere; le labbra gonfie erano ancora dischiuse, pronte a ricevere nuove attenzioni; i capelli avevano un aspetto informe, che nel complesso ampliava l’aspetto un po’ selvaggio che aveva assunto. La maglia era ormai stropicciata, tornò a far salire la mano, nel punto dove qualche attimo prima aveva trovato l’ostacolo di un ulteriore pezzo di stoffa. La osservò come a chiederle il permesso e lei in risposta portò entrambe le mani proprio sotto al collo ed iniziò a sbottonargli la camicia con lentezza.
Masumi non pensava potesse essere così… Credeva fosse molto più insicura ed impacciata, lui era già stato in situazioni simili, prima che capisse di essere così tanto innamorato di lei. Il mondo dello spettacolo, si sa, è un ambiente intriso del rosso del peccato e lui ne aveva saggiato una fetta, ma con la solita discrezione.
Ma quello che stava provando adesso, era diverso…
Tastò per qualche secondo il pezzo di stoffa, cercando di capire quale fosse il metodo di sgancio. E poi vi riuscì.
Lei gemette piano, continuava a sfiorarlo con delicatezza, senza mai apparire volgare. Era lei, non si smentiva mai…
Masumi riprese il suo percorso alla scoperta delle forme dell’altra, che nel mentre tornò a cercare le sue labbra, unendole in un bacio che era più simile ad un lamento prolungato, che ad un bacio vero e proprio.
Stavano per esplodere dalla troppa passione, Masumi era quasi arrivato a sfiorarle i seni ed a Maya mancava l’ultimo bottone da liberare…
Ma per la seconda volta, in due giorni, una melodia fastidiosa li interruppe.
Maya si staccò e sospirò a fondo sul suo petto, Masumi tolse le mani da sotto la maglia e la strinse di nuovo a se.
-Scusa…- le disse semplicemente. E non seppe se fosse riferito all’essere stati interrotti, o al non esser riuscito a trattenersi dallo sfiorarle il corpo in quel modo tanto ardito.
- E’ meglio che risponda…- le ricordò lei, giudiziosa.
- Uff…- continuò a sospirare lui, spostandole qualche ciocca di capelli con il soffio di quel lamento.
Maya si staccò di malavoglia, gli sfiorò le labbra e cercò di ricomporsi.
- Vado a lavarmi, ci vediamo dopo…- disse fissandolo un’ultima volta. Le guance divennero di una magnifica sfumatura di rosso ed a Masumi parve più radiosa che mai, con quell’aspetto scompigliato e dannatamente seducente.
Si voltò per non tornare ad afferrarle il corpo e farla sua su quello stesso tavolo, prese il telefono e rispose.
-Pronto?- vide Maya salutarlo con la mano e sparire dietro l’uscio della porta.
- Signor Hayami, la disturbo?-
- Hijiri… Perché mai dovresti disturbarmi? Infondo sono solo in una grande villa con la donna che amo…-
- Mi perdoni, ma volevo rassicurarla. Conoscendo il suo carattere, ero certo fosse immerso in una forte crisi per ciò che le ho detto ieri…-
- Mi conosci bene, Hijiri… E dimmi, ci sono novità?-
- Solo buone notizie: si stanno dirigendo ovunque tranne che a Izu. Pensi che la stanno cercando persino in Italia! Ho fatto credere ci fossero delle testimonianze per un volo per Roma…-
- La tua fantasia è da encomio!-
- La ringrazio… Mi scusi ancora se l’ho disturbata, non era mia intensione-
-Sai, Hijiri, io conosco quel detto che dice “non c’è due senza tre”, fai in modo di essere l’eccezione che conferma la regola…-
-Lo farò, buona serata-
Masumi staccò e continuò a sospirare.
Aveva bisogno di una doccia fredda.

Erano le 9 di sera, quando Masumi si accostò alla porta della camera di Maya e vi bussò.
-Avanti…- rispose dall’interno. Masumi aprì la porta e la osservò con attenzione. Era così stupenda in quell’abitino viola.
- Buonasera…- le disse lui, catturando la sua attenzione.
Maya ricambiò con gioia lo sguardo penetrante che le aveva lanciato: era bellissimo in un completo gessato, camicia bianca e rosa viola all’occhiello.
-Per lei…- le disse porgendole uno splendido mazzo di rose viola.
Le accolse tra le braccia e respirò lo splendido profumo che emanavano.
-Grazie, sono bellissime…-
Masumi si avvicinò e depositò un piccolo bacio tra le labbra, ma non approfondì, poiché ebbe paura dei propri istinti.
Nell’aria echeggiava una musica leggera, per via del volume basso.
-Cosa ascolta?-
Maya si imbarazzò, forse non doveva prendersi la libertà di curiosare tra quei cd.
-Sto ascoltando i Linkin Park, una copertina mi ha incuriosita, stamattina ed ho iniziato ad ascoltare anche gli altri. Posso, vero?- chiese speranzosa.
-Ma certo che puoi, anzi…- Masumi si avvicinò allo stereo e dalla musica capì stesse ascoltando l’album “a thousand suns”, il suo preferito.
Voleva farle ascoltare Iridescent, ma poi le immagini di lei che lo trovava morto, nel sogno, gli suggerì di inserire il terzo album “minutes to midnight”.
Ci volle un attimo per trovarlo tra gli scaffali, tolse il cd dallo stereo ed inserì quello che teneva in mano. Portò alla seconda traccia, alzò il volume ed una musica dolce investì la stanza.
-Vuole ballare con me?- chiese porgendo una mano alla giovane.
- Perché no? Ma si ricordi che non sono capace…- rispose poggiando i fiori sulla scrivania. Si sistemò il vestito, afferrò la mano del signor Hayami e posizionò l’altra sul fianco.
- Ascolti bene le parole e lasci fuori tutto il resto-
*Ho sognato di esser disperso, e tu eri così spaventata,
Ma nessuno ascolterebbe, perché a nessun altro è importato
Dopo il mio sognare, mi sono svegliato con questa paura
Cosa lascerò quando avrò fatto qui?

Lo guardò confusa e lui in risposta la strinse ancora più forte.
Così se me lo chiedi, voglio che tu sappia che
Quando sarà il mio momento, dimentica le cose sbagliate che ho fatto

Ondeggiavano sul posto e Masumi le ripetè quelle parole.
-Qualunque cosa succeda, qualunque cosa mi accada, dimentica il male che ti ho fatto…-
Aiutami a lasciar dietro qualche motivo per mancare [alle persone, NdT]
Non avercela con me, e quando ti sentirai vuota
Lasciami nella tua memoria, lascia fuori tutto il resto

-Ricordati questo momento, ricorda questi magnifici giorni trascorsi insieme e lascia fuori tutto il resto, ma se mai dovesse accadermi qualcosa, ti prego, mantienimi tra i tuoi ricordi…-
Maya tremò, sembrava che stesse per morire da un momento all'altro.
Non aver paura
Ho preso le mie batoste, ho condiviso quel che ho fatto
Sono forte sulla superficie, non fino in fondo
Non sono mai stato perfetto, ma nemmeno tu

-Io sono un uomo debole, non sono così forte come potrebbe sembrare. Ho sofferto tanto, credendo che l’amore per te, fosse un amore a senso unico. Credevo che a dividerci ci sarebbe stato un eterno semaforo rosso. E tu ti sei innamorata d’altri ed io rimanevo inerme, a guardarti da lontano.-
Così se me lo chiedi, voglio che tu sappia che:
Quando sarà il mio momento, dimentica le cose sbagliate che ho fatto
Aiutami a lasciar dietro qualche motivo per mancare [alle persone, NdT]
Non avercela con me, e quando ti sentirai vuota
Lasciami nella tua memoria, lascia fuori tutto il resto

- Ricordati i miei baci, ricordati le mie carezze, lascia fuori il male che ti ho fatto, lascia fuori le cattiverie che ti ho detto. Dimenticati ciò che ero e portami nel cuore pensando a quanto ti amo, a quanta felicità sto assaporando, insieme a te, adesso. Qualunque cosa mi accada, vai avanti, non lasciarti abbattere, lotta per ciò che credi, lotta per la dea scarlatta e lotta per ciò che ami… Ma ti prego, tienimi sempre tra i tuoi ricordi…-
Non avercela con me, e quando ti sentirai vuota
Lasciami nella tua memoria, lascia fuori tutto il resto

-Lascia fuori tutto il resto…- ripetè lui.
La musica continuò, Maya piangeva spaventata da quello strano discorso ed emozionata per l’intensità di quel momento.
E quando la musica terminò, Masumi le asciugò le lacrime e le spiegò ogni cosa.
- Questa canzone è la realtà, ho fatto un incubo, stanotte…-
- Che genere di incubo?- chiese rammentando il suo, della mattina precedente.
- Uno di quelli che speri di non voler mai fare, ma che infondo sono inevitabili. Perché quando la paura si insinua nella mente, non c’è modo di cacciarla se non affrontare il problema ed è per questo che avevo bisogno di dirti quelle parole… Ho sognato di morire, di morire tra le tue braccia…-
Maya trattenne il fiato spaventata, lo afferrò per la giacca e lo strinse forte.
- Avevo bisogno di dirti queste cose, non perché stia per morire, ma perché avevo bisogno di affrontare le mie paure ed una buona parte erano il lasciarti da sola, senza che potessi dirti nulla, prima della mia morte. Così, se mai dovesse accadermi qualcosa, adesso sai cosa mi aspetto da te…-
Maya annuì, tranquillizzandosi un po’.
- Anch’io ho fatto un brutto sogno, nel viaggio tra il porto e la villa…-
- E cosa hai sognato?-
- Forse è meglio non dirlo…-
- Non ti voglio forzare, ma se ti va, puoi raccontarmelo…-
Maya trattenne il fiato ed alla fine parlò.
-Ho sognato che alla villa, ad aspettarmi ci fosse la signorina Shiori. Mi ha mostrato l’anello di nozze ed io non ho potuto fare niente… Avevo perso per sempre la mia anima gemella…-
Masumi la strinse forte, rabbrividendo alla similitudine dei loro sogni, almeno per i protagonisti…
- Maya, non devi aver paura, quando torneremo a casa, affronterò i Takamiya ed annullerò il matrimonio. E’ te che amo…-
Maya alzò lo sguardo, si alzò in punta di pieni, socchiuse gli occhi ed unì le loro labbra.
- Grazie…- sussurrò tra un bacio e l’altro, poi Masumi la prese per mano, spense il lettore cd e la condusse fuori dalla stanza.
- Che ne dici di goderci la cena? Direi che possiamo accantonare i sogni tristi…-
- Si- rispose lei sorridendo –lasciamo fuori tutto il resto-
Chiusero la porta e continuarono a camminare lungo il corridoio.

Continua…

*testo tradotto "Leave out all the rest"

@_@ è stata una fatica scriverlo, più che altro perchè ero stanca...
Come vedete qui si spiega finalmente il perchè del titolo dell ff, in qualche modo gli incubi di Maya e Masumi sono allacciati, soprattutto per il significato generico dei sogni che facciamo ogni notte.
Qui finalmente avvengono i primi contatti corporali, spero di non esser stata volgare...

Vi lascio al video ufficiale di Leave out all the rest (davvero molto bello!)
http://youtu.be/LBTXNPZPfbE

Credo che il prossimo sia l'ultimo, ma non ci metto la mano sul fuoco...
Bacini per tutti e grazie ♥

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Masumi continuò a trascinare la giovane per il corridoio.
Maya era emozionata e felice, strinse la mano del signor Hayami e sorrise.
Si avvicinarono alle scale, ma invece che scendere, imboccarono il lato che portava al terrazzo.
-Signor Hayami, perché stiamo salendo in terrazzo?-
- Lo vedrai…-
E quando finalmente aprì la porta, Maya rimase stupita ed affascinata.
Il perimetro della balconata, era arricchito dalle torce a fiamma, come la sera precedente, ma al posto delle sdraio, al centro della terrazza vi era un tavolo rotondo apparecchiato per due, con a lato un altro piccolo tavolino, pieno di vassoi con ogni sorta di pietanza.
Al centro del tavolo maggiore, vi era un vaso in murano con magnifiche rose viola, poi si avvicinò e notò che persino i piatti avevano per decori delle rose viola stilizzate.
Si voltò verso il signor Hayami, senza però riuscire a comporre una frase con senso compiuto.
-Signor Hayami, ma… Tutto questo, è… E’ tutto così… Incredibile!- riuscì a dire infine.
-Ti ringrazio, i signori del ristorante dove ti ho portato ieri, sono stati così gentili da inviarmi due camerieri per preparare tutto-
Maya si strinse a lui, allacciò le mani dietro al collo e gli sfiorò le labbra in segno di ringraziamento.
-E’ stato molto gentile, da parte sua, preparare tutto questo per me…-
-L’ammiratore desiderava da tantissimo tempo cenare con lei e portare una rosa viola all’occhiello, così come desiderava poterle porgere un mazzo di fiori di persona e non tramite terzi…-
-Adesso l’ha fatto… Ed anch’io ne sono felice…-
Tornò a sfiorargli le labbra, poi Masumi spostò la sedia della donna e la invitò a sedersi.
Quando anche lui prese posto di fronte a lei, per qualche secondo rimasero a contemplarsi senza dirsi nulla. Era la prima volta che cenavano da soli sotto un cielo stellato.
-Come mai ha deciso di portarmi qui?- chiese Maya.
-Ho pensato che non fosse appropriato portarla in giro, conosco molte persone dell’isola ed andare a cena in un ristorante, avrebbe significato farla attendere al tavolo mentre io ero intento a salutare tutti… E poi un cielo stellato è molto più romantico, non trova?-
Maya strinse le mani sulla gonna, era così dolce che la faceva imbarazzare.
-Se ti stai chiedendo il perché ho insistito per farti comprare il vestito che indossi, la motivazione è molto semplice: non avrei mai rinunciato ad una cena di primo appuntamento. Infondo siamo pur sempre “fuori casa”…-
Maya rise piano, era sempre molto stravagante nelle sue motivazioni.
-Quindi questo è un… Appuntamento?- chiese titubante. Masumi si avvicinò con il busto e le fece cenno di afferrare la propria mano. Maya eseguì incantata, portando una mano dalla gonna alla base del tavolo, dove le dita andarono ad intrecciare quelle affusolate dell’uomo.
-Maya, credi davvero che dopo ciò che ci siamo detti, non ci meritassimo un appuntamento? Un dandy che si rispetti segue in maniera scrupolosa le tradizioni, non sono certo il tipo di uomo che si impegna con una donna senza prima offrirle un appuntamento galante…-
Maya rise ancora un po’, ma a modo suo era stato molto dolce.
-Devo sequestrarle il manuale del dandy, a me basta avere l’uomo che amo…- si imbarazzò dopo queste parole, non era abituata a dire quelle cose ad alta voce, specie al signor Hayami, ma lei era una donna i cui sentimenti erano ricambiati, quindi doveva provare seriamente a mutare i suoi comportamenti, per sembrare un po’ più decisa e meno impacciata.
Il signor Hayami comprese bene il significato di quelle parole e stinse più forte che potè la sua mano.
-Apprezzo molto quello che stai facendo per me, Maya… Sei stata sempre molto paziente e non credevo possibile saresti riuscita a tacere le scoperte sul mio conto, per tutto questo tempo. Sei la persona che più stimo a questo mondo, perché sei sempre te stessa e riservi ad ognuno un pezzo del tuo cuore. Mi sento fortunato ad averti con me, questa sera… Mi piacerebbe iniziare da adesso un percorso da costruire insieme. Io sono il tuo ammiratore, è vero, ma sono innanzi tutto Masumi Hayami, l’uomo che ti ama alla follia…-
-Signor Hayami…- sussurrò debolmente.
Masumi sorrise e continuò a parlare.
-Ti devo molto, dico davvero… Non provavo un po’ di serenità da quella notte sull’Astoria. Quella volta ti dissi che mi sarebbe piaciuto portarti qui ad Izu e tu accettasti la mia proposta. Come vedi ce l’abbiamo fatta, siamo soli, in questa casa, sotto questo cielo stellato, che spesso ci ha unito… E sono felice più che mai-
-Sono le parole più belle che mi abbia mai detto… Non so cosa dire…- rispose sincera ed emozionata.
Masumi sciolse l’intreccio delle loro mani ed afferrò la bottiglia di vino bianco.
-Direi che brindare sia una buona risposta-
Stappò la bottiglia (e Maya lo pregò di fare attenzione con il tappo ed in risposta lui rise, aprendola con eleganza, ma evitando di far volare il tappo in direzione delle loro teste) e ne versò un po’ in entrambi i bicchieri.
-A cosa brindiamo?- chiese lui, alzando il calice verso l’alto – ci sarebbero tante cose su cui brindare… Potremmo fare più di un bindisi…-
-Ma non bevo mai molto, signor Hayami. Non sono abituata e non vorrei ubriacarmi…- rispose tingendosi di rosso.
-Ahahahah, mi sta forse dando dell’ubriacone?-
-Uffa, con lei non si può mai fare un discorso serio…- rispose imbronciata.
-Ahahahah, è lei che ha delle tendenze comiche…-
-Non ci trovo nulla da ridere…- ribattè facendo una linguaccia, in segno di offesa. A quello Masumi rise, se possibile, ancora più forte, tanto che si tenne di nascosto la pancia con una mano e qualche lacrima uscì dagli occhi.
-Ha finito?- chiese Maya ormai al limite della sopportazione.
-Si, ho finito…- rispose asciugandosi l’ultima lacrima. Poi, osservandola in volto, si illuminò. Si sporse in avanti, sfoggiando il suo sguardo più seducente e riprese a parlare – e se invece la facessi ubriacare di proposito per potermi approfittare di lei?- Maya divenne quasi viola, tra l’imbarazzo e l’arrabbiatura.
-Non credo che si spingerebbe a tanto…- Masumi poggiò il capo su di una mano, osservandola a quella distanza, che si assottigliava sempre più.
-Cosa glielo fa credere? Perché sono un perfetto dandy?-
-No, non mi fido di lei, signor Hayami, ma so per certo che il mio ammiratore non farebbe mai una cosa simile…-
-Ahahahaha, io e il suo ammiratore siamo come il giorno e la notte, due entità costrette a convivere su questa terra…-
- E poi, non ci sarebbe bisogno di avermi ubriaca…-
A quello Masumi la fissò sconvolto. A che gioco stava giocando? Davvero le stava dicendo che sarebbe stata disponibile anche da sobria?
-E’ meglio berci sopra…- si rispose Masumi ad alta voce.
Alzò il calice e Maya lo imitò, sorvolando sulla questione.
-Alle stelle, che ci proteggono nonostante tutto… Le piace questo brindisi?-
-Si, moltissimo!- rispose entusiasta – allora, alle stelle!-
Avvicinarono i calici e poi bevvero un sorso (in realtà Maya inumidì appena le labbra).
E la cena proseguì leggera, tra parecchie risate e qualche discorso più serio.
Masumi ne approfittò per essere aggiornato sulle prove della Dea Scarlatta e delle condizioni di Sakurakoji, più che altro perché sarebbe dipeso molto dalla loro affinità sul palco per permettere a Maya di ottenere il ruolo di Dea Scarlatta.
-Sa, signor Hayami, dopo il nostro incontro davanti l’ufficio della daito, ho avuto molte difficoltà ad avvicinarmi ad Akoya, ero distrutta dentro ed avevo molti dubbi sulle anime gemelle…- Masumi la ascoltò con attenzione – quando penso ad Ishin, io ho sempre una persona in mente…- per un attimo Masumi credè che stesse parlando di Sakurakoji – ed è lei, signor Hayami- Masumi spalancò gli occhi, davvero Maya, la SUA Maya, quando pensava ad Ishin, lo associava al suo volto? Ma Maya non fece caso allo stupore di Masumi e continuò – dopo aver saputo quelle cose da lei, che ero stata solo uno svago divertente sulla Astoria, dopo aver distrutto le nostre promesse, la mia Akoya si è allontanata. Perché come potevo essere Akoya, se la mia anima gemella mi aveva voltato le spalle? Come potevo abbracciare l’amore, se il mio cuore era in frantumi? Ed anche se Sakurakoji è un bravo attore ed un buon amico, è sempre stato grazie all’amore per lei che sono riuscita a capire i sentimenti provati da Akoya…- qualche lacrima scese leggera, rigandole le soffici guance – ero disperata, ma ho parlato con la Tsukikage sensei, che mi ha fatto capire che se la mia anima gemella mi aveva voltato le spalle, doveva esserci sicuramente un buon motivo e che se io stavo soffrendo, allora anche la mia anima gemella stava provando le mie stesse emozioni. Per questo avevo bisogno di venire qui, dovevo sapere se la mia anima gemella stesse soffrendo quanto me e per quale motivo mi avesse allontanata…-
-Maya…- Masumi si passò una mano sul volto, doveva toglierle quel peso – spesso nei tuoi confronti ho avuto un atteggiamento distaccato, molto sprezzante, ma ogni volta che ti rivolgevo parole cattive, un coltello mi trafiggeva il petto. E l’altro giorno è stata una di quelle volte… Vedi, Maya, le condizioni di salute di Shiori si sono molto aggravate dal nostro incontro sull’Astoria, avevo il dovere di starle vicino, anche se ormai ero deciso ad annullare il mio matrimonio. Ma la sua famiglia ha insistito per farci sposare ed in un certo modo, mi ero convinto che per il bene di Shiori, fosse giusto sacrificarmi… Un giorno, però, una persona mi ha messo con le spalle al muro ed ho capito che non potevo rinunciare a ciò che più tengo a questo mondo, solo per il volere di altri. Ero disposto a qualunque cosa per non lasciare il campo libero ad altri, perché sono un uomo egoista e adesso più che mai, ti voglio solo per me, Maya- Masumi afferrò nuovamente la mano di lei, che la stinse tremante – quindi, se oggi sei qui, è perché ho preso la mia decisione. Sono io a decidere della mia vita e non posso più permettermi di fingere con te, perché è come hai detto tu: le anime gemelle soffrono in egual modo e adesso che so cosa provi tu, non permetterò di vederti soffrire ancora a causa mia-
-Signor Hayami…-
-Ti amo, Maya…-
E lei non potè trattenersi oltre.
Scostò la sedia con un movimento brusco, corse per quel piccolo tratto e si tuffò sul corpo del signor Hayami, che di riflesso la fece sedere sulle proprie gambe.
-La amo tanto, signor Hayami. Mi dispiace per la signorina Shiori, so che sarebbe giusto stare con lei… Ma io la amo, signor Hayami, non riesco a starle lontano, non ci riesco…-
-E tu non devi starmi lontano, mai più, hai capito?-
Masumi le accarezzò i capelli, poi cercò le labbra e le unì con dolcezza.
Avevano parlato tanto, quella sera, forse anche troppo.
Stettero a sfiorarsi per un po’, finchè la brezza notturna iniziò a far tremare la giovane di freddo.
-Forse è meglio se portiamo tutto giù- disse Masumi baciandola un’ultima volta, prima di iniziare a sparecchiare.
Portare i piatti dal terrazzo al pian terreno non era propriamente una passeggiata, ma Masumi aveva pensato fosse giusto mandar via i due giovani camerieri, per godere di una totale intimità.
In ogni caso, ne approfittarono per pizzicarsi a vicenda, specie sui metodi utilizzati per scendere i piatti.
-Lei lavorava in un ristorante, dovrebbe saper portare una fila di piatti in una mano…-
-Be… Diciamo che ero spesso distratta…- Maya non voleva certo essere l’oggetto di nuove ilarità per via della sua goffaggine nel portare i piatti ai tavoli, quando lavorava ancora al ristorante. Ai tempi vi erano gli sceneggiati in tv a distrarla, adesso era la presenza del signor Hayami a metterla in soggezione, per questo alla fine preferì portare meno piatti, ma essere sicura di farli arrivare tutti interi. Doveva fare bella figura!
-Ma che brava!- le disse vedendola arrivare con le ultime cose – è riuscita a portar tutto senza far cadere nulla!-
-Sempre questo tono sorpreso…- rispose divertita.
Sciacquarono i piatti ed azionarono la lavastoviglie.
-E’ comodissima!- commentò Maya vedendo la macchina in funzione – non si fa nessuna fatica!-
-Si, ma non credo le sia utile per interpretare Akoya… A quei tempi non esisteva ancora la lavastoviglie-
- Vorrà dire che la utilizzerò in futuro-
Masumi si appoggiò con la schiena al frigo e fissò la giovane.
-Piaciuta la cena?-
-Si, mi è piaciuta molto…- rispose raggiante.
-Bene… E adesso, cosa vorrebbe fare?-
Maya lo fissò per un po’. Cosa voleva fare, adesso? Vedere un film sul divano? Beh, non sarebbe stata una cattiva idea… O forse avrebbe preferito fare altro?
Maya era una ragazza giovane, non aveva avuto quel tipo di esperienze e se pensava a cosa era accaduto qualche ora prima, in quella stessa cucina, la gola si inaridiva.
-Vorrei un po’ d’acqua…- chiese smarrita.
Masumi la accontentò, prese un bicchiere dallo stipetto in alto, poi aprì il frigo ed uscì la bottiglia.
-Ecco- le disse porgendole il bicchiere.
Maya iniziò a bere, ma proprio in quel momento Masumi si accorse di aver fatto cadere accidentalmente la bustina della maionese e si calò a riprenderla, mossa azzardata dato che Maya si affogò e per l’impulso improvviso fece cadere metà acqua sulla giacca nera e sul vestito.
-Maya! Tutto bene?-
-Mi… Uch uch, mi sono affogata…- le mancò il respiro ed iniziò a boccheggiare e lacrimare.
-Guarda in alto ed apri la bocca- suggerì soffiandole sul viso, gesto che complicò la situazione dato che Maya si era affogata per un motivo ben preciso. Quando si riprese, toccò il petto diverse volte, cercando di far tornare il cuore ad un ritmo regolare.
-Ah, ho bagnato il vestito…- disse dispiaciuta. Masumi prese qualche tovagliolo ancora sul tavolo ed iniziò a strofinarlo sul tessuto nero, cercando di portar via un po’ d’acqua.
-Forse è meglio toglierlo…- disse premuroso, ma quando sbottonò la giacca e fece per toglierla, l’aria si fece improvvisamente più calda.
Masumi la fissò per un attimo indeciso su cosa fare, rendendosi conto solo in quel momento di quanto quei gesti fossero azzardati. Poi si ricordò di ciò che avevano convissuto in quella cucina, solo qualche ora prima. E ciò che era stato interrotto, improvvisamente si riaccese in loro, travolgendoli con la stessa forza di un uragano.
Alzò gli occhi su di lei, ma lei era persa nelle sue stesse fantasie, poiché gli occhi semi chiusi, raccontavano di due pupille ormai perse nel vuoto; serrava il labbro inferiore come aveva fatto la mattina, evidentemente indecisa su cosa fare e come comportarsi; una mano teneva stretta un lembo della gonna viola ed anche quello era un gesto che faceva spesso quando era indecisa. Così non ci pensò due volte e la baciò.
La sfiorò soltanto, dandosi il tempo di sfilarle la giacca e farla cadere a terra con un tonfo. Le mani di lei andarono a sfiorare una la rosa che teneva all’occhiello, l’altra il petto caldo, divenuto incandescente sotto il suo tocco. Sbottonò la giacca dell’uomo con facilità, ma prima tolse la rosa e la poggiò sul tavolo. Aprì piano gli occhi e li posò su quelli del signor Hayami, che brillavano solo per lei. Sciolse il nodo della cravatta con mani tremanti e riprese a compiere i gesti del pomeriggio nello sbottonare la candida camicia.
-Signor Hayami…- sussurrò ormai in balia delle emozioni. Lui la afferrò per la vita e la sollevò di peso.
-Non chiamarmi signor Hayami, chiamami Masumi…- le disse un attimo prima di riunire le loro labbra con brama. Intrecciarono le lingue con un bisogno quasi soffocante, si accarezzarono di nuovo e Maya continuava a sussurrare “Masumi” sulle labbra dell’uomo, che ormai in balia del piacere, la sollevò per le gambe ed iniziò a salire le scale, senza mai staccare le labbra da lei.
Arrivò davanti la porta della sua stanza senza quasi rendersene conto, aprì con fatica e chiuse con un calcio. Continuarono a baciarsi per altri interminabili secondi, inebriati dall’oscurità che si era venuta a creare.
Maya scese dalle braccia del signor Hayami, ma riprese a baciarlo più sicura che mai. Il buio la faceva sentire meno impacciata e finalmente più donna. Sfilò la camicia dell’uomo e finalmente potè tastarlo senza ulteriori ingombri. Ed era bellissimo. Ed era suo. Lui aveva scelto proprio lei.
-Maya…- sussurrò lui con l’ultimo barlume di lucidità – sei proprio sicura? Non c’è fretta…-
Maya accarezzò il suo petto ancora per un po’, poi si slanciò in avanti e lo abbracciò.
-Non sono mai stata così sicura in vita mia… La desidero, anzi, ti desidero da tanto tempo, Masumi…- ed anche se la stanza era immersa nel buio, Masumi potè vedere il magico luccichio dei suoi occhi. Ed allora non ebbe più dibbi.
*E se piovesse?
Non ci interessava
Ha detto che presto, un giorno,
Il sole avrebbe brillato
E aveva ragione
Il mio amore
My valentine

Maya accarezzò la schiena di Masumi con movimenti lenti e lui la imitò, andando ad afferrare il gancio del vestito e facendolo scendere giù con lentezza, finchè non arrivò a sfiorarle la vita. Una mano si intrufolò lì dentro e la accarezzò con dolcezza. Ma il vestito, che non aveva spalline, iniziò a scendere secondo la propria volontà, finchè Maya si ritrovò quasi a petto nudo.
Il primo istinto fu quello di coprirsi, nessun uomo la aveva mai vista così, o meglio, lui l’aveva già vista a petto nudo, quando le aveva strappato la camicia di dosso per osservare il petto pieno di canne, ma era diverso! Quella era una situazione molto più intima… Ma aveva aspettato quel momento per troppo tempo per perdersi nella vergogna e ringraziò ancora una volta il buio della stanza, poiché riuscì a sollevare le braccia e continuare a tastare il corpo del signor Hayami, anzi, di Masumi, senza alcun indugio.
E presero ad indietreggiare, mentre lasciavano un indumento come traccia del loro passaggio.
Quando toccarono il letto, erano ormai quasi nudi, Masumi la attirò a se e la fece sdraiare sotto di lui. La accarezzò ancora e ancora e ancora, senza essere mai sazio di quel piccolo e grazioso corpo di donna.
Quando furono ormai nudi, si osservarono nel buio e trovarono nell’altro, solo la perfezione. Non era una perfezione estetica, era una perfezione molto più sottile e difficile da comprendere per chi ama solo per metà.
Vedersi nudi, non significava, per entrambi, poter unire i propri corpi in modo volgare, o scorgere le abbondanze nel corpo dell’altro. Erano liberi di vedersi senza alcun ostacolo a dividerli, senza inutili indumenti a coprirli per pudore, erano liberi di scorgere nell’altro tutto il proprio amore. Erano carne su carne, due corpi che come le anime, si intrecciavano alla perfezione.
Quel momento l’avevano atteso entrambi pazientemente, non il momento di fare sesso, quello non racchiudeva l’essenza della felicità. La loro attesa, era data dalla voglia di potersi contemplare senza più riserve, consapevoli che all’intreccio dei corpi, sarebbe equivalso quello delle anime.
Era un essere ricompensati da quelle notti insonni, da quelle albe prive di sapore.
Mentre i giorni e le notti passavano
Mi sono detto che ero in attesa in un segno
Poi lei è apparsa
Un amore così dolce,
My valentine

E poi era apparsa, l’aveva tanto attesa in quell’isola, sperando che il suo smascherarsi non l’avrebbe allontanata. Come poteva immaginare, un uomo infondo pessimista come Masumi, che il suo più grande amore lo ricambiasse? Era imprevedibile! E lei l’aveva sorpreso. Come sempre.
Fu con questi pensieri, sussurrandosi parole d’amore, che Masumi la penetrò piano, fermandosi non appena la sentì irrigidirsi. Si chinò e la baciò per tutto il viso, baciandole ogni singola lacrima che stesse fuoriuscendo.
-Ti sto facendo male?- chiese accarezzandole il viso.
- Un po’…- rispose tra i gemiti di lamento.
- Vuoi che smetta?- chiese premuroso.
- No! No… Lo desidero da tanto tempo…- ammise piangendo ancora un po’, stavolta sentendosi una stupida.
-Avremo altre occasioni, non voglio farti male ed odio vederti piangere…-
-No, dico sul serio… Fammi abituare ancora un po’… Posso farcela…-
Masumi la distrasse sussurrandole all’orecchio delle parole dolci, a tratti le raccontò delle emozioni che provò quando capì di essersi innamorato di una ragazzina così giovane.
-Ho pensato di essere un folle…- le confessò, mentre si addentrava in lei con cautela.
- Anch’io ho pensato di essere una folle, ad amare un uomo come te, così bello, circondato da donne altrettanto belle… Non pensavo potessi amarmi davvero, Masumi…-
Masumi ebbe un brivido a sentir pronunciare il proprio nome subito dopo quella frase. Si sforzò più che potè per far piano e quando finalmente la sentì abituarsi, iniziarono a danzare sotto lo stesso ritmo, il ritmo seguito dal cuore e dettato dall’amore delle anime gemelle.
Si sussurravano infiniti ti amo ed il dolore di Maya, pian piano venne sostituito dalla gioia e dall’emozione, perché erano finalmente una cosa sola, erano quel tutt’uno che aveva tanto sperato potessero essere.
Era così bello avere il corpo sudato di Masumi su di se, sentirlo sospirare contro la spalla, sentire sotto i polpastrelli il volto rigido, a causa della forza trattenuta.
Maya si sciolse, era dolce e premuroso anche in quello: si tratteneva pur di non farle del male.
E lei pianse e pianse. Ogni lacrima esprimeva l’amore immenso che provava per lui e ad ogni gemito, esprimeva il lamento dell’anima, che finalmente si liberava di ogni singola frustrazione.
Erano una cosa sola. Ed entrambi, con l’unione dei corpi e delle anime, si scambiarono tacite promesse.
L’amerò per la vita
E non sprecherò mai un giorno
Senza dimenticare la ragione
Mi fa credere
Di poter volare

Ed in quella sinfonia d’amore, raggiunsero l’apice del piacere, distrutti nel fisico, ma ricchi di nuove ed indimenticabili esperienze.
Maya si sentiva stravolta. Le faceva male un po’ tutto, ma andava bene così.
-Stai bene?- le chiese Masumi premuroso.
-Si, adesso si…- rispose accarezzando i fili d’oro, che s’intravedevano appena nel buio della notte.
Maya si avvicinò titubante al corpo dell’uomo, abbracciò la vita con un braccio e poggiò il capo sul petto,che si alzava ed abbassava ad un ritmo irregolare.
-Non credevo saremmo mai arrivati a questo momento. Non ci speravo più- le confidò Masumi.
-Ti capisco. Ho immaginato tante volte questo momento, ma adesso che l’ho vissuto, sento che è tutto diverso da come lo immaginavo…-
-Sei rimasta delusa?- chiese riprendendo ad accarezzarle i capelli con la mano.
- Ahahahahaha, ma no! Voi uomini avete sempre questa ansia da prestazione…-
Masumi si irrigidì.
-Chi ti dice queste cose?-
-Sono leggende metropolitane, dovresti saperlo… Non ho mai avuto modo di capire se fosse vero o no, ma dalla tua reazione direi di si…-
- Ho solo fatto una domanda…- ci tenne a precisare.
- Mi è piaciuto. E tanto- rispose infine – ma nella mia mente, non pensavo di poter provare tutte queste emozioni insieme. Non mi sono mai sentita così… Così…-
-Completa?- suggerì lui.
-Esatto! Completa è il termine giusto. Mi sento finalmente completa. E’ qualcosa di più di semplice appagamento, o soddisfazione… E’ un sentimento forte ed intenso che mi inebria il cuore. Adesso credo di capire cosa prova Akoya per il suo Ishin, conosco questo nuovo aspetto dell’amore, che prima mi era del tutto oscuro. E lo devo a te, Masumi, mio amato ammiratore…-
Maya si alzò di poco e sfiorò le labbra del suo uomo.
-Sono lieto di esserti stato utile-
- Sia come ammiratore, che come Masumi Hayami, mi sei sempre stato utile. Ce la metterò tutta per fare del mio meglio ed interpretare al meglio la tua Akoya. Te lo prometto, mio Ishin-
-Bene, allora mi prenoterò un posto in prima fila, non voglio perdermi lo spettacolo…-
-Grazie… Allora buona notte, Masumi. Stringimi forte, ti prego. Ho paura che possa svegliarmi di notte, con la paura che fosse solo un sogno. Perché è tutto vero, giusto?-
-Si, Maya, è tutto vero…-
Maya rise e si accoccolò meglio sul petto dell’uomo.
Masumi alzò le lenzuola e coprì entrambi, poi abbracciò forte la giovane e le baciò la nuca.
- Non mi lasciare mai, per favore…- chiese con l’ultimo respiro. E Masumi sorrise.
E così faccio
Senza preoccupazioni
So che un giorno il sole brillerà
E lei sarà qui
Questo mio amore
My valentine

Avrebbe affrontato il mondo intero, ma dopo la notte appena trascorsa, non avrebbe permesso a nessuno di rubargli la sua donna!

Svegliarsi la mattina ancora abbracciati, fu una sensazione bellissima.
Si bearono di quella vicinanza per parecchio tempo, ma entrambi sapevano che non potevano attardarsi.
Hijiri sarebbe venuta a prenderli tra poche ore, per portarli nuovamente alla solita routine.
-Buongiorno…- disse Masumi, osservando la scena tenera di Maya che si svegliava dal sonno.
-Buongiorno…- rispose sbadigliando.
Erano ancora nudi e Maya si imbarazzò notando il petto dell’uomo privo di qualsiasi indumento.
Era bello come un Dio quella mattina: gli occhi sembravano ancora più verdi; i capelli sembravano di un oro quasi irreale ed il sorriso che aveva stampato in viso, coronava alla perfezione il suo stato d’animo.
Era tutto vero, non era stato un sogno. E scoprirlo, fu per entrambi una splendida soddisfazione.
-A breve arriva Hijiri…- le ricordò Masumi, accarezzandola un po’.
- Lo so… Non voglio lasciarti…-
- Non ti lascerò, stai tranquilla…-
-Sicuro?-
-Mai stato così deciso…-
Si fissarono per un po’. Entrambi trovarono nell’altro una visione quasi divina. La sera prima la stanza era invasa dall’oscurità, ma sotto le prime luci del sole, fu magnifico scoprire ciò che la luna aveva celato.
E la passione sfogata nelle buie ore notturne, si riaccese con l’avvento di quella luce paradisiaca che avvolse il loro amore.
Assaporarsi per la seconda volta, diede ad entrambi una maggiore consapevolezza. Non si sarebbero più lasciati, perché le anime gemelle, una volta ritrovate, non si separeranno mai più. Per l’eternità.

Masumi le porse un mazzo di rose viola e la baciò dolcemente, mentre lei continuava a singhiozzare ininterrottamente. Dovevano salutarsi dentro casa, perché una volta arrivati al porto, le loro strade si sarebbero separate. Avrebbero viaggiato sulla stessa nave, ma non potevano scambiarsi effusioni in pubblico. Quella era stata una decisione sofferta, ma presa con saggezza, perché entrambi sapevano che prima di esporsi al mondo, dovevano risolvere questioni più urgenti.
Masumi avrebbe dovuto affrontare i Takamiya, ma aveva già un piano: avrebbe aiutato Shiori, a patto che il matrimonio non si sarebbe più tenuto. Avrebbe preparato un documento scritto, come testimonianza della parola presa. Del padre non gli importava molto. Era un uomo egoista, che aveva vissuto in funzione di un amore che esisteva solo nelle sue fantasie. Aveva distrutto la vita della mamma e lui non avrebbe più permesso di distruggergli la propria.
Maya avrebbe affrontato il suo percorso verso il ruolo di Dea Scarlatta, arricchendo la sua Akoya delle emozioni vissute in quei giorni. Ce l’avrebbe messa tutta, anche per il suo Ishin.
Doveva mettere le cose in chiaro con Sakurakoji, non voleva farlo soffrire ancora, erano amici e lei teneva molto al loro rapporto.
-Mandami delle rose, quando puoi e saprò che mi stai pensando…- disse Maya, sciogliendo di poco la presa sulle spalle dell’uomo.
-Certo che lo farò… E tu, cosa mi manderai?-
-Se non è un problema, mi piacerebbe poterti chiamare, qualche volta…-
-Puoi farlo quando vuoi, la mia segretaria è sempre ben lieta di passarmi le tue chiamate…-
-Aahahahahaha-
Masumi la strinse forte e la baciò.
-Ti amo, Maya. Non dimenticarlo mai-
-Ti amo anch’io. Adesso so che non ci lasceremo più. Affronteremo le difficoltà insieme. Devi avere solo un po’ di pazienza ed aspettare che le cose che ci dividono, si perdano nel nostro percorso. Non m’importa quanto dovremo aspettare, mi basta saperti accanto. Lasciamo fuori tutto il resto. Teniamoci solo i nostri sentimenti ed il nostro amore…-
E se piovesse?
Non ci interessava
Ha detto che presto, un giorno,
Il sole avrebbe brillato
E aveva ragione
Il mio amore
My valentine


Chiudersi la porta alle spalle, fu per entrambi una enorme fatica.
Sarà difficile tornare alla vita di tutti i giorni, dopo gli eventi accaduti lì dentro. Ma questo non era che l’inizio.
-Dobbiamo proprio andare…- le ricordò Masumi, osservandola tentennare davanti all’uscio della porta.
-Dammi un bacio, ti prego…-
E Masumi la prese per mano, la baciò con dolcezza e con quel tranello, la aiutò a mettere un piede fuori casa. E passo dopo passo, furono finalmente fuori.
-Sei pronta?- chiese Masumi, staccandosi da lei.
-Si…-
Masumi portò le mani di entrambi sulla maniglia e tirarono forte.
Ruotarono la chiave per quattro volte e si accertarono che fosse ben sigillata.
Si fissarono un po’, speranzosi e timorosi allo stesso tempo.
E quella porta chiusa, significava tante cose.
Avevano chiuso la porta alle incertezze, alle insicurezze ed al terrore di vivere separati.
Avrebbero vissuto gli istanti a seguire, consapevoli che potevano contare l’uno sull’altra.
Avevano chiuso la porta a quel passato burrascoso che li aveva contraddistinti.
Avevano chiuso per sempre le porte dell’oscurità ad avevano aperto il sentiero del cammino dell’amore.
E fissando il mare che scorreva veloce dai finestrini dell’auto, mentre le loro mani erano unite, Maya e Masumi ebbero la certezza che quella villa, avesse avuto un duplice volto nella loro storia.
Era stata una vera e propria chiave di volta, che aveva segnato la fine di un percorso e l’inizio di uno nuovo, da percorrere non più separatamente, ma insieme.
Avrebbero pensato solo a loro due, tutto il resto l’avrebbero accantonato.
Avrebbero giocato le partite a seguire, in funzione di un futuro da costruire insieme.
-Non siamo andati a salutare la spiaggia…- disse Maya, interrompendo le chiacchiere tra Masumi ed Hijiri.
- E’ tutto calcolato, così avrai un buon motivo per tornare…- rispose facendo l’occhiolino.
Ed Hijiri non potè che essere felice per il suo capo e la sua ragazzina.
Spesso le favole sulle storie d’amore esistono veramente, magari non sempre gli eventi accadono come li si immaginano ed il principe azzurro non è che un punto di vista, come la principessa, dopotutto.
Hijiri incrinò le labbra. Quella, infondo, non era la sua storia, ma sperò vivamente, di trovare la sua, da qualche parte, smarrita in qualche isola del mondo.
- Ahahahah, sei sempre la solita, Maya…- sentì dire a Masumi, mentre tratteneva le lacrime dal troppo ridere.
- Uffa!! Almeno adesso potresti smetterla di prendermi in giro…- rispose lei indispettita. Ma l’attimo dopo Masumi la sorprese e le sfiorò le labbra con le proprie. Allora Maya si sciolse ed afferrandogli il braccio, sorrise di gioia.
Si, quella era decisamente una splendida storia d’amore…

FINE

*testo tradotto "My valentine" di Paul McCartney

Ebbene si, siamo arrivati alla fine.
Mi sono divertita molto a scriverla e credo di averci messo tutto ciò che il mio cuore spera che accada tra loro.
In quest'ultimo capitolo, i personaggi si sono sciolti del tutto, ma è giusto così, non potevo mantenere quelle piccole distanze che li separavano, come il riuscire a parlarsi in prima persona, o da parte di Maya, chiamare Masumi solo "Masumi" e non "signor Hayami". Sono piccole cose, che in realtà significano tanto. L'essenziale è che mantengano inalterato il loro spirito e spero di essermi avvicinata il più possibile alla loro essenza, perchè era questo uno degli scopi di questa storia (a livello mio, come scrittrice).
Spero vi siate divertiti ♥ fatemi sapere cosa ne pensate, lo apprezzerei moltissimo!

Vi lascio a questa magnifica canzone di Paul McCartney, che lo ammetto, mi ha attratta per la presenza nel video dei miei due attori preferiti: Johnny Depp e Natalie Portman
http://youtu.be/f4dzzv81X9w

Grazie a tutti, ma veramente di tutto cuore! Non pensavo questa storia potesse essere seguita da così tante persone e non so cosa dire se non... Grazie! XD (molto originale, lo so)
Un bacione ed alla prossima!!!

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