It smells like summer

di Nami88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arriva una lettera ! Il mal di testa di Zoro ***
Capitolo 2: *** Approdo a Niji Nest ! Il mare arcobaleno ***
Capitolo 3: *** Colpo di scena ! Un generale per la principessa ***
Capitolo 4: *** Al chiaro di Luna ! La fuga di Nami ***
Capitolo 5: *** Una notte sottoterra ! Via alla caccia al tesoro ***
Capitolo 6: *** Domande ! E ancora domande ***
Capitolo 7: *** Tra sogno e realtà ! Una luce nel buio ***
Capitolo 8: *** Il tramonto ! Emozioni sotto terra ***
Capitolo 9: *** Non ti lascerò morire ! Finalmente fuori ***
Capitolo 10: *** Un sospiro di sollievo ! Racconto di una (dis)avventura ***
Capitolo 11: *** Una cravatta per lo spadaccino ! Finché morte non li separi ***
Capitolo 12: *** Profumo d'estate ! O profumo di ? ***



Capitolo 1
*** Arriva una lettera ! Il mal di testa di Zoro ***


Ciao a tutti! Dopo un bel po' di tempo (come al solito) sono tornata con questa fanfic che avevo iniziato ben due anni fa in occasione del concorso estivo riguardante proprio l'estate ma che poi non ho mai avuto tempo di finire. Ebbene, dopo mesi e mesi e mesi, l'ispirazione ha bussato alla porta per finire questa storia che in realtà era quasi finita... mi mancava pochissimo ma poi sono successe un sacco di cose e la abbandonai.

Ora eccola per voi: ritroviamo Nami e Zoro di nuovo in navigazione con la ciurma poco tempo dopo essersi riuniti.


Dedicata al mio amore, che condivide questa mia passione per Nami e Zoro e che ha la pazienza di leggerle. E dedicato all'estate, che probabilmente da quest'anno diventerà la mia stagione preferita... o forse lo è già.


Buona lettura!






title


“Ecco. 45 gradi a sud-est…una bella linea dritta. Così. Questo pennino è davvero fantastico. È costato qualche soldo ma ne è decisamente valsa la pena!...e ora, 30 gradi verso nord”.

« Namiiiiiiiiii! Ehi Namiiiiiii! »
Rubber irruppe nella stanza sbattendo la porta.
« Rubber – ringhiò Nami sommessamente – che cosa vuoi? Non vedi che sto lavorando?! E per l’ennesima volta, ti sembra il modo di entrare?! Non ti hanno insegnato a bussare sull’Isola delle Donne?! »
« Mmmm – ci pensò su – là non hanno le porte… Almeno stavolta ho usato la porta! Eh eh eh! »
Nami sospirò sconsolata.
« Allora, dimmi. Che c’è? » posò il pennino e si voltò verso Rubber, che sorridente sventolava una busta bianca con la mano destra.
« Vuoi darmela o pensi di tenerla in mano ancora per molto?! »
« Oh sì, scusa! Ecco, tieni » disse porgendogliela e sistemandosi il cappello.
Nami l’afferrò e la guardò diverse volte fronte e retro; la sua attenzione venne catturata dal sigillo che chiudeva la busta. Vi era raffigurato un cobra che, chiuso a cerchio, era circondato da alcuni raggi solari stilizzati. Il sole. Quel simbolo le ricordava qualcosa. Aprì dunque il secondo cassetto della scrivania e ne estrasse il tagliacarte.
« Rubber – ringhiò di nuovo – costa stai facendo? » sentendosi il fiato sul collo. Rubber infatti le si era posato sulle spalle come un avvoltoio.
« Voglio sapere che c’è scritto e chi te le manda » confermò il capitano.
Nami sorrise istericamente. « Scusami tanto – disse afferrandolo per il colletto della maglia – ma posso avere la mai privacy?! Fuori di quiii! » lanciandolo fuori dalla porta per chiudersela subito dietro, a chiave.
Rubber si rialzò e con la testa dolorante per aver sbattuto contro la parete del corridoio raggiunse i compagni in cucina, con il broncio.
« Ahi ahi ahi, che botta »
« Rubber! » gridò Chopper scandalizzato. « Cos’hai fatto in testa?! Hai un bernoccolo gigantesco! Fammi vedere! ». Rubber si sedette e cominciò a farsi curare da Chopper.
« Nami ha ricevuto una lettera e gliel’ho portata! Ahia! »
« Sta fermo! »
« Capisco » disse Sanji. « E scommetto che ti sei voluto fare gli affaracci suoi e ti ha sbattuto fuori. »
« Precisamente » confermò Rubber adirato.
« E cosa ti aspettavi Cappello di Paglia? Sei il solito impiccione » disse Franky.
« Una lettera… Che sia di uno dei suoi spasimanti? » ipotizzò Usop catturando l’attenzione del cuoco.
« Spasimanti??? Quali spasimanti?! » gridò Sanji trasfigurato.
« …Fatti gli affari tuoi, cuoco da strapazzo. »
« Come dici scusa??! Chi ti ha interpellato, testa di muschio?! E poi sono affari miei! »
« No, non lo sono. »
« Vuoi forse dire che sono tuoi??! »
« Assolutamente no, brutto rincitrullito che non sei altro. Critichi Rubber perché si fa gli affari di Nami ma tu non sei da meno, sei un bel fanfarone. »
« Prova a ripeterlo verza! »
« Non ci penso due volte! » Zoro appoggiò subito la mano sulla spada.
« Siamo alle solite » osservò Usop.
« Sei stato tu a stuzzicarlo però… » osservò Robin divertita.
« Nah, ha fatto tutto da solo. »

« Ragazziiiiiiiiiiiii! » Nami irruppe con una forza mostruosa in cucina. « Ottime notizie!!! Presto! Riunione di famiglia! Andate a chiamare Brook! »
« Vado subito capo! » confermò Franky uscendo. « Ehi Mucchio d’Ossa!! Dove ti sei cacciato?! »
« Non ero io quello che non doveva sbattere le porte?! Eh, Nami?! »
« Scusami ma le mie orecchie non sentono! »
« Figuriamoci »  s’imbronciò Rubber.
« Presto presto presto! »
« Arriviamo dolcezzaaa!!! »
Anche Brook entrò, canticchiando e facendo roteare elegantemente il bastone, prendendo posto al tavolo, insieme a Franky e agli altri. Nami restava in piedi a dare l’annuncio.
« Riguarda la lettera?! Cosa c’è scritto?! »
« Calma Rubber, ora arrivo al punto. Stamattina – cominciò la navigatrice – ho ricevuto questa lettera--- »
« Sì, lo sappiamo. Va avanti » la interruppe Usop, mimando con le mani.
« S-Stavo dicendo che Ho ricevuto questa lettera – sventolandola – e sapete cosa dice? »
Nessuno rispose, attendevano che Nami lo dicesse loro e non volevano toglierle il privilegio della suspense. O sarebbero stati guai.
« Bene, visto che non lo sapete… »
“E come potremmo saperlo?” pensò Zoro sollevando gli occhi al cielo.
« …ve lo dico io: Bibi ci invita a passare qualche giorno di meritata vacanza sull’isola di Niji Nest, nella sua tenuta estiva! ».
La ciurma attese qualche istante per poi esplodere di gioia.
« Evvivaaaaa si va in vacanza! » Usop e Chopper si misero a ballare insieme a Rubber. « Evviva evviva evviva evviva! »
« Sìììììì! Tripudio di felicità! Una nuova occasione per ammirare Nami e Robin in costume! »
« Maniaco. »
« Yohohohoho! Potrò lavorare sulla mia abbronzatura! »
« Ma Brook – osservò Rubber cadendoci come un allocco – tu non hai la pelle! »
« Lo so! Yohohohohoho! Scherzo da scheletro! »
« Eh eh eh eh! » Rubber lo abbracciò e lo trascinò nelle danze.
« Supeeeer! Mi ci voleva proprio un po’ di vacanza! »
« Sono d’accordo con Franky » osservò Robin. « Navighiamo sempre ma in effetti non ci riposiamo mai davvero! Quando l’ha spedita? »
« Quando l’ha spedita dici? » Nami la riaprì e osservò la data. « Fammi un po’ vedere… A febbraio. »
« Caspita! Quanto tempo! Forse prevedeva che il News-Ku ci avrebbe messo molto tempo a trovarci… »
« Rubber… mi stupisci. Sarà andata così » confermò Nami.
« Finalmente potrò conoscere la famosa principessa Bibi! Yohohohoho! »
« Giù le mani da lei Brook! Ha capito??! »
« Che bello! Falò sulla spiaggia… grigliate al chiaro di luna… non vedo l’ora! » sospirò Chopper.
« Ehi Nami! » la chiamò Usop.
« Sì? Che c’è? »
« Quanto siamo distanti? »
« Non lo so. Ma Bibi mi ha fatto trovare anche un Logpose nella busta quindi non c’è problema. Comunque - osservando una cartina geografica recentemente appesa alla parete della sala da pranzo – direi non più di una settimana, probabilmente meno se ci sbrighiamo e se abbiamo il vento favorevole! »
« Suppppeeeer! Yeah yeah yeah! »
« Sì sì, anche noi siamo contenti ma ora calmati Rubber! Scusate un secondo – disse Nami guardandosi attorno – dov’è finito Zoro?! Non era qui quando sono entrata?! »
« Già, è vero. Che strano. Riesce ad andarsene senza farsi sentire. Che fenomeno! »
« Forse è andato ad allenarsi. Sono le undici e mezzo di sera… »
« No Chopper – disse Sanji guardando fuori dalla finestra – sul ponte non c’è. »
« Mmm… che non stia bene? »
« Figuriamoci! È solo il solito pigrone. Ma ora ci penso io a svegliarlo. Come si permette di andarsene mentre sto parlando?! »
« Non fargli troppo male! Yohohohoho! ».

Nami uscì e si diresse di gran carriera verso il dormitorio dei ragazzi.
TOC TOC TOC.
« Zoro? » lo chiamò a bassa voce da fuori la porta, trattenendo un certo nervosismo.
Nessuna risposta.
Digrignò i denti.
!!!! TOC TOC TOC !!!!
Ancora niente.
Allora poggiò l’orecchio alla porta ma non si sentiva nulla. Eppure doveva essere lì, per forza.
“Che non stia bene davvero?”si domandò.
Sapeva bene che a Zoro non piaceva essere disturbato mentre dormiva, tuttavia… se avesse avuto bisogno di qualcosa? Restò ad aspettare vinta dalla sua indecisione, con la maniglia fra le mani. Finalmente poi si decise e la girò per entrare.
« Zoro – bisbigliò con un filo di voce – sto entrando, s-se non vuoi dillo subito. » imbarazzata.
Ma nessuna risposta.
Allora continuò ad aprire la porta, così piano che non la fece nemmeno cigolare come spesso capitava quando la si apriva. L’aprì di pochissimo, quel poco che bastava per farla passare, per poi richiuderla subito con la stessa accortezza. Fatto ciò, vi si appoggiò di schiena e sospirò silenziosamente. Ora poteva respirare, sempre con molta attenzione.
“È buio pesto” pensò fra sé e sé.
Non aveva mai visto un buio così buio. Non un solo microscopico raggio di luce filtrava, nemmeno dal corridoio passando sotto la porta.
Ascoltando con attenzione si sentiva un respiro.
“Allora è qui”.
Sì e stava dormendo. Il respiro era pesante e a tratti gutturale. Stava dormendo, di gusto.
Che fare ora? Nami sapeva che il letto di Zoro era il secondo in basso sulla destra, tra i letti a castello. Cominciò ad avanzare portando le braccia avanti e andando a tentoni. Fece quattro passi, accompagnati dal suono del tacco sul pavimento in legno e ogni passo sembrava  risuonare come un’esplosione così che le faceva fare una smorfia ogni volta; finalmente trovò il primo letto sulla destra. Lo sentì con il piede. Quello di Rubber e Franky. Perfetto.
“Ancora due passi poi giro a destra e ci sono”.

Arrivata si scoprì di nuovo indecisa: “Che sia giusto svegliarlo? Potrebbe arrabbiarsi, conoscendolo”  fece una smorfia.
“Però è tardi per avere questo tipo di indecisione, ormai sono qui!”
“Tuttavia… se a quest’ora non si allena forse davvero non sta bene… Non è da lui. Sarebbe meglio controllare in ogni caso”.
Si avvicinò al bordo del letto, ed era il letto giusto perché il respiro di Zoro era chiaro e forte. Tese la mano ma si bloccò. “P-Perché diavolo sono così agitata?! D-devo solo allungare una mano, anzi no, un dito, verso di lui e svegliarlo”.
Fece un bel respiro e deglutì. Iniziò la corsa lenta del suo braccio per andare a scuotere Zoro, sperando di tastare il punto più giusto, quando improvvisamente, ancora prima che potesse rendersene conto e ancora prima di poter reagire, si trovò scaraventata contro la parete con una mano pesantemente pressata sul volto e una lama fredda che le sfiorava il collo.
Nami era sotto shock. Il suo respiro divenne ansimante accompagnato dal rimbombo del suo cuore. La lama poi venne posata; Zoro accese la luce dalla lampada ad olio sul proprio comodino e mollò la presa. Nami scivolò a terra a ridosso della parete, ancora tremante.
« Nami, sei tu » disse indifferente.
«  MA SEI IMPAZZITO?! » gridò, ancora cercando di trovare fiato.
« Pensavo fossi un ladro o un furfante che voleva cogliermi nel sonno » disse sedendosi sul letto e rinfoderando la spada. « Ma che ore sono? »
« TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI COMPORTARSI?! PORTARE UNA LAMA ALLA GOLA ALLA PRIMA PERSONA CHE ENTRA IN CAMERA TUA?! »
« Ti ho già detto che non l’ho fatto apposta. Se poi tu avessi bussato o ti fossi annunciata non ti sarei saltato addosso, stupida che non sei altro. »
« PER TUA INFORMAZIONE, L’HO FATTO! E TU NON HAI RISPOSTO! »
« Stavo dormendo. Potevi accendere la luce. »
« TEMEVO DI DISTURBARTI E LO STUPIDO SEI TU! MA GUARDA TU, UNO SI PREOCCUPA E QUESTO È IL RINGRAZIAMENTO! » disse dirigendosi verso la porta infuriata.
« Ormai mi hai disturbato, quindi cosa vuoi? »
Nami si voltò arrabbiata ed incredula. « Volevo solo chiederti se stai bene, visto che solitamente a quest’ora ti alleni e te ne sei andato all’improvviso dalla cucina, ancora prima che potessi fare il mio annuncio. Volevo dirti che Bibi ci ha invitati a passare qualche giorno di vacanza nella sua tenuta a Niji Nest, la lettera era sua. »
« Ah, d’accordo. Comunque sia, in effetti, non mi sento bene – massaggiandosi le tempie – ho mal di testa. »
« Beh, arrangiati » aprendo la porta. « La prossima volta ci penserai due volte prima di saltarmi alla gola! Scriteriato! » gridò sbattendola e camminando pesantemente lungo il corridoio.
« Guarda che io non ho chiesto il tuo aiuto… » disse Zoro quando Nami era già uscita. « Che caratteraccio… »

…più tardi…
« Nami, dove vai a quest’ora? Sono le due passate. »
« Robin, e tu che ci fai sveglia? »
« Sai che ho il sonno leggero. Sarà un’ora che ti rigiri nel letto. »
« Oh, scusami. »
« Non preoccuparti. Quindi? Dove vai di bello? » con aria furbesca.
« A…… A prendere un sorso d’acqua » improvvisò. « Torno subito. »

In realtà, Nami non sarebbe andata in cucina. Andò invece in infermeria e cominciò a frugare tra le ampolle e le boccette che Chopper teneva ordinatamente sui suoi scaffali.
“Ma dove sono?...... Queste no, nemmeno queste…… Queste nemmeno… Ma dove saranno?! Ah! Eccole finalmente! Ce ne sono ancora due!”. Aprì la boccetta e le rovesciò su di un foglietto di carta quadrato, accartocciandolo accuratamente fino a farlo diventare piccolissimo. Uscì dallo studio del dottore e si diresse verso la camera dei ragazzi.
“Ma perché lo sto facendo?! Quel cavernicolo non si merita niente… Però… I-Io sono superiore!”.
Come aveva fatto poche ore prima, schiuse la porta facendo entrare una striscia di luce azzurra proveniente dal corridoio.

                « Oh Nami tesoro. Non puoi chiedermi di scegliere tra te e la dolce Robin… »
                « Carnecarnecarne… caaarnecarnecarne… »
                « Attenti a voi filibustieri da strapazzo, io sono il grande capitano Usop! »
                « Yohohohoho! No signorina, la prego, più in basso… »

“Oddio che schifo! Non voglio ascoltare!”
“Parlano tutti nel sonno… che sciocchi. Sono tutti dei bambini troppo cresciuti… a parte Sanji e Brook – rivolgendo loro uno sguardo sconsolato – loro… beh… lasciamo stare. Zoro però non c’è…”

Nami strabuzzò gli occhi e guardò meglio attraverso la penombra, cercando di scoverne la figura. No, non c’era davvero, il letto era vuoto e in ordine, e se ne meravigliò. Sbuffò e andò verso l’unico luogo in cui poteva trovarsi lo spadaccino: il ponte. Infatti, ancora prima di uscire, poteva sentirlo allenarsi.
“Il solito sconsiderato… ha mal di testa e si allena”.
Lo raggiunse.
« Ti sembra una cosa intelligente allenarti se non ti senti bene? »
« E a te diverte interrompermi di continuo? »
« No, affatto. Ti ho solo portato queste » disse lanciandogli il cartoccio bianco.
Zoro le afferrò al volo. « Che roba è? »
« Qualcosa che ti aiuterà. Una stasera e una domattina. Non chiedermi perché lo faccio » disse Nami rientrando.
Zoro infatti non lo fece e non ringraziò. Sicuro che se ne fosse andata, aprì il cartoccio e vi trovò due pilloline rosse; ne ingoiò una e richiuse l’altra nella carta, infilandola in tasca.

La mattina seguente, a colazione, Chopper chiese a Zoro se fosse tutto a posto non essendosi fatto vivo tutta la sera precedente. Lo spadaccino confermò di stare bene e, dopo una colazione abbondante e nutriente accompagnata dai soliti battibecchi, la ciurma preparò la Sunny per raggiungere Niji Nest.
La settimana trascorse velocemente e finalmente il piccolo paradiso tropicale compariva all’orizzonte.

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Capitolo 2
*** Approdo a Niji Nest ! Il mare arcobaleno ***


« Bibi adorata stiamo arrivandooo! »
« Sanji piantala di gridare, tanto non ti può sentire! »
« Usop che vuoi capirne tu di amore?! Sono certo che se urlo con tutta la forza dell’amore che ho nel cuore, Bibi mi sentirà! »
« Sì, come no… citrullo. »
« Sono proprio matti » sorrise Nami osservandoli dall’alto della vedetta. « Robin, ti senti bene? È da ieri sera che sei strana… »
« Come dici? »
« Ecco, lo vedi? »
« Ma no, non è niente. Tranquilla… » Robin ricambiò con un sorriso. Nami inarcò un sopracciglio e per una volta si prese la soddisfazione di studiarla, poi lasciò cadere il discorso. Se non le andava di parlarne, non era giusto insistere.
Verso le quattro del pomeriggio si trovarono a poco meno di un centinaio di metri da Niji Nest, e potevano già scorgere sulla spiaggia una figura snella dai lunghi capelli azzurro lucente che saltellava e si sbracciava senza fermarsi un attimo. Conoscevano quella determinazione: era Bibi.
La Sunny gettò l’ancora a qualche centinaio di metri dalla battigia e Nami, più impaziente di tutti, persino più di Sanji, ordinò a Zoro e Franky di far uscire la Mini Merry 2 e di scortare la ciurma a riva.
« Bibi!!! Amica mia!!! » si sbracciò Nami dalla Mini Merry.
« Namiiii!! Nami!!! »
Ancora prima di attraccare, Nami si gettò in acqua trepidante. Anche Bibi non riuscì ad aspettare e le corse incontro, contraccambiando poi il suo abbraccio come quello di una sorella.
« Oh Bibi! Che gioia rivederti! »
« Anche per me Nami! Anche per me… » Bibi non riuscì a trattenere le lacrime. Non era cambiata.
« Ehi principessa! Ci siamo anche noi! »
« Sanji! Ragazzi!!! »
Bibi si staccò da Nami sorridendole e tenendole le mani per un attimo, la gioia che provava era immensa e l’affetto che le legava non era mai diminuito negli anni.
Andò ad accoglierli. Tra un convenevole e l’altro, tutta la ciurma approdò sulla spiaggia.
« Ciaooooo Bibiiii! »
« Rubber! Non sei cambiato di una virgola! Chopper, Sanji, Usop e Zoro! Che bellezza, ci siete tutti e siete in ottima forma! »
« E non ci sono solo loro » aggiunse Nami. « Ci sono anche gli ultimi arrivati. Beh, non proprio ultimi. Ormai sono passati un po’ anni » sorrise.
« È vero. Come sono maleducata! Tu devi essere Brook. »
« Buonasera signorina… ehm, principessa » inchinandosi e prendendole la mano. « Posso…darle un bacio? »
Bibi restò perplessa, fino a che Nami non intervenne tirando un calcio in testa allo scheletro maleducato. Bibi sorrise divertita.
« Ah ah! Non c’è problema Nami, davvero! » cercando di nascondere l’imbarazzo.
« Io invece sono Franky! Yeah! »
« Oh sì, Franky! Però… Sei un po’ diverso dal manifesto della tua taglia… »
« È vero » confermò lui. « Ora sono SUPER!!! »
« Bibi – Nami ne richiamò l’attenzione -  c’è anche… »
Calò il silenzio.
« …Nico Robin » concluse Bibi scura in volto.
“Che gaff tremenda – pensò Nami – e che silenzio imbarazzante”.
Nico Robin contraccambiò lo sguardo e la ciurma era sulle spine, in attesa che la principessa parlasse per prima.
« Ciao Nico Robin e benvenuta sulla mia isola » sorrise Bibi inchinandosi.
“Meno male” sospirò Nami e la ciurma con lei.
Robin sorrise dolcemente e ringraziò.
« Ti ringrazio, principessa »
« Chiamami Bibi, ti prego ».

Superati i convenevoli, Bibi li scortò alla villa e dopo aver offerto loro una bella doccia rigenerante li invitò a bere qualcosa in giardino.
La villa era enorme e irrompeva nella giungla tropicale con il suo marmo bianco splendente e luminoso, ma l’isola era minuscola quindi la villa si trovava a qualche centinaio di metri dal mare.
« Allora ragazzi, è quasi il tramonto. Il momento più atteso su quest’isola. »
« E perché mai? » chiese Chopper incuriosito.
« Perché – spiegò Robin levandole le parole di bocca – Niji Nest, come d’altronde dice il nome stesso, è l’unica isola in cui il sole al tramonto crea una particolare rifrazione della luce tra cielo e mare, dando vita ad uno spettacolo suggestivo e unico nel suo genere. Dico bene principessa? Volevo dire…Bibi. »
« È esatto, Nico Robin » confermò servendo del the freddo ad Sanji.
« Bibi, nella tua lettera accennavi ad una sorpresa »
« È vero Usop, non me ne sono dimenticata. Ora però non mi è possibile mostrarla. Credo dovrete aspettare dopo cena per vederla. »
« VederLA? Ma allora è una tua amica! » esclamò Sanji già sognante.
«  “LA” si riferiva alla sorpresa, non ad una persona. »
« Chi ha chiesto il tuo parere testa di muschio?! E poi da quando sei così saccente?! »
« Sì fa presto con te… » bofonchiò Zoro.
« A proposito di cena! » li interruppe Bibi tra le risate. « Sanji, perdonami se te lo chiedo, in fondo sei un ospite, ma ti dispiacerebbe occupartene tu? Mi piacerebbe organizzare una grigliata sulla spiaggia e tu sei il cuoco migliore del mondo… »
« Ma certo adoratissima principessa! Per te questo e altro, tutto tutto tutto quello che vuoi! »
« Ci sarà anche della carne?! »
« Ah ah! Ma certo Rubber! Tantissima! Ne ho quanta ne volete… non mi sono dimenticata che ne vai matto. »
« Yuppiiiiiii!!!! »
« Se volete avviarvi alla spiaggia io vi raggiungerò a breve, ho alcune cose da sistemare! »
« Sei qui da sola Bibi? »
« Sì, volevo dire no… cioè, fa parte della sorpresa. Ma non posso dirvi niente » sorrise arrossendo.
« Come vuoi. Ci vediamo alla spiaggia allora » disse Nami.

In spiaggia…
« È tutta qui la legna che siete riusciti a recuperare voi due scansafatiche? »
« Che vuoi cuoco? Se non sei soddisfatto, fallo tu! » disse Franky.
« Yohohohohoho! Sono d’accordo! »
« Va bene va bene, non mi va di sentire le vostre scuse. Appoggiatela lì vicino al falò e non lasciatelo spegnere ».
Nel frattempo Nami, Robin e Usop si occupavano di montare le tende.
« Vi dispiace spiegarmi perché se c’è una villa enorme con letti comodi noi dobbiamo dormire qui fuori, per terra? Con caldo e zanzare?!? » tuonò Usop, intento a litigare con la propria tenda.
« Ma come? Mi sembra piuttosto ovvio. Guardati intorno zuccone: cielo, stelle, mare, aria fresca e pura… c’è qualcosa di meglio? »
Usop grugnì e decise di prendersela con la tenda piuttosto che con Nami, tanto sarebbe stata una partita persa in partenza.
« Rubber e Zoro, si può sapere perché voi due siete gli unici intenti a far nulla?! »
« Smettila di lamentarti Usop… »
« È vero, Zoro ha ragione » disse Rubber. « Per una volta che non ci si mette Nami a rompere le scatole… »
« Ti ho sentito sai?! »
« Eheheheh! »
« Piuttosto! Rubber sta arrivando Bibi, vai a darle una mano! »
« Agli ordini Nami! »
« A lei obbedisci però! » sbottò Usop.
Rubber, senza scomodarsi di un millimetro, allungò le braccia verso la passeggiata che portava alla villa e le tolse il piatto enorme e stracolmo di mano.
« Bibi cara se ce l’avessi detto ti avremmo aiutata » disse Sanji, una volta che Bibi li aveva raggiunti.
« Figurati, non c’è nessun problema! Vedo che siete organizzati perfettamente! » sorrise, osservando il falò in pietra e le quattro tende montate in fila attorno ad esso. « Immaginavo avreste preferito dormire in spiaggia. Non siete cambiati per niente » accomodandosi per prima attorno al fuoco che iniziava a scoppiettare.
« È ora, vero Bibi? » chiese Robin senza che gli altri capissero a cosa si riferiva.
Bibi guardò l’orizzonte.
« Sì, è ora. Il tempo vola quando ci si diverte. Ancora pochi minuti ragazzi e assisterete ad uno spettacolo che vi lascerà senza fiato ».
Sotto invito della principessa, la ciurma si sedette sui tronchi procurati da Franky come panchine, e attese.
Il cielo da azzurro iridescente iniziò a tingersi di rosso fuoco.
Il mare diventava blu scuro in contrasto.
Il sole, i cui contorni erano perfettamente visibili e tracciati come una grande palla gialla e rotonda, iniziò a calare a vista d’occhio.
Il vento si alzò da est, da dove tramontava il sole.
Restavano solo il crepitio del fuoco e del grasso della carne che colava sulle braci, sfrigolando ed emanando un profumo delizioso.
Chissà che cosa stava per accadere di tanto strepitoso, si chiedevano tutti col fiato sospeso.
« Ecco, ci siamo! » esclamò Bibi eccitata.
Nel momento esatto in cui il sole toccò l’acqua, questa cominciò a risplendere. Prima debolmente e poi sempre più forte fino a diventare un’illimitata distesa arcobaleno che sfumava nel blu più profondo dell’oceano man mano che ci si allontanava dalla scogliera e dalla riva.
« Sono…… senza parole! » esclamò Nami alzandosi in piedi, come se così facendo potesse ammirarlo meglio.
« È… è… »
« Voglio tuffar mici!!! »
« Anche io!!! » correndo verso il mare.
« Dove andate babbei?! Non sapete nuotare! »
« È vero Usop, grazie! »
« Ragazzi… è meravigliosamente… meraviglioso » sospirò Sanji a cui cadde la sigaretta tra la sabbia, e nemmeno si scomodò a cercarla.
Lo spettacolo durò fino a che il sole non si spense nelle acque, allora il mare tornò blu e il cielo si riempì di stelle. Fino a quel momento, l’acqua aveva brillato d’arcobaleno. Tutti e sette i colori erano perfettamente riconoscibili: rosso, arancione, giallo, verde, blu, viola e indaco.
« Questa – disse Bibi terminato lo spettacolo - era una parte della sorpresa. Per me è un’emozione ogni volta, anche se ormai ho perso il conto di quante volte l’ho visto. In verità, non mi ci abituo mai » ancora emozionata.
« Ma cos’è successo? »
« Te lo spiego subito Rubber. A meno che… Nico Robin vuoi favorire? »
« No, figurati. Continua pure! »
« D’accordo, in questo caso! Praticamente, sotto l’acqua si nasconde una scogliera di rocce cristalline. Anche il fondale è cosparso delle stesse rocce. Quando la luce del sole raggiunge una particolare curvatura al tramonto, i cristalli rifraggono la luce, quelli della scogliera a quelli del fondale, uno all’altro, e questo è ciò che ne emerge. Uno spettacolo unico… »
« La natura è straordinaria… » sospirò Nami.
« Puoi dirlo forte, Super Straordinaria! »

« Sanji è pronto? »
« Sì Rubber, ma mangerai solo dopo avermi aiutato a portare i piatti. »
« OOOOOOOKAY! »

Dopo quel meraviglioso spettacolo e una cena da re, la sera infine calò anche sulla loro prima giornata di vacanza. Il cielo si riempì di milioni di stelle che pareva si bagnassero in mare, così piatto e limpido da rifletterle una per una.
« Franky per te ho portato della Cola e per te Brook tanto buon latte fresco. Guardate nel porta vivande. »
« Yeah! »
« Yohohohooh! Sei così gentile anche se non ci conosci! »
« È naturale, gli amici di Nami sono amici miei » disse sorridendo, anche a Robin con la coda dell’occhio.
“Per fortuna – pensò Nami sentendo quelle parole – Bibi è una vera principessa e Robin è straordinaria come sempre. Devo ammettere che non ci avevo pensato i giorni scorsi. Ora capisco perché Robin fosse così tesa prima di arrivare. Che sciocca, non le ho nemmeno chiesto come si sente. Rimedierò più tardi!”.
« Ehmehm » Zoro si schiarì la voce catturando l’attenzione dei compagni.
« Ah ma allora sei fra noi » lo schernì Sanji accendendo una sigaretta direttamente dal fuoco acceso.
« Bibi, principessa – quasi volesse correggersi – vorrei ringraziarti a nome di tutta la ciurma per la tua accoglienza e ospitalità in questo paradiso. Te ne siamo grati. »
Rimasero tutti molto sorpresi.
« Ti-ti ringrazio Zoro – inchinandosi cortesemente, anche lei piuttosto sorpresa – ma il piacere è davvero tutto mio. Non è necessario che mi ringraziate in maniera così formale! »
« Senti un po’ bellimbusto, chi ti ha dato il permesso di ringraziarla a nome di tutti?! »
« Che cosa vuoi cuoco dei miei stivali?! Sei il solito seccatore. »
« Seccatore io?? »
« Lasciami in pace! Rubber ho forse fatto qualcosa di sbagliato? Se è così, ti prego, dimmelo. »
« Eh eh eh eh! Ma no, figuriamoci! Va tutto bene Sanji, lo avrei fatto io! »
Sanji si imbronciò. Era un continuo di piccole sfide tra quei due, con arbitri sempre diversi e occasionali (Rubber oggi, ma domani chissà…). Quella l’aveva vinta Zoro e Sanji non poté fare altro che sedersi e zittirsi.

« Ehi Bibi… »
« Sì, Nami? »
« Qual è la vera ragione per la quale ci hai invitati? » chiese furbescamente sorseggiando dal suo boccale.
« Ci-ci deve essere una ragione particolare per aver invitato dei cari amici sulla mia isola? » chiese cercando di dissimulare imbarazzo.
« Mmm… certo che no – ammise Nami maliziosa – ma il fatto che tu arrossisca ti tradisce, amica mia. Dico bene Robin? »
« Dici bene Nami! »
« E se lo dice Robin… »
« Ehm… va bene, d’accordo. Tanto ve lo avrei detto fra poco, quindi… mi avete scoperta » disse facendo spallucce. « Arriviamo alla seconda sorpresa. Una sorpresa che con tempismo perfetto sta arrivando proprio ora dalla villa ». Bibi si alzò in piedi e si girò verso casa. La ciurma posò lo sguardo oltre la principessa, dove da lontano una luce gialla avanzava oscillante in direzione della spiaggia.

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Capitolo 3
*** Colpo di scena ! Un generale per la principessa ***


Bibi si alzò in piedi e si girò verso casa. La ciurma posò lo sguardo oltre la principessa, dove da lontano una luce gialla avanzava oscillante in direzione della spiaggia.
« Cos’è? » chiese Usop incerto, affinando lo sguardo.
In principio si vedeva solo la luce fluttuante di una lanterna, ma avvicinandosi alla spiaggia iniziava a scorgersi una sagoma. Quella del portatore della lanterna.
« Sembrerebbe una persona » disse Rubber.
« Però, che spirito di osservazione capitano » sospirò Franky.
I dubbi sull’identità della sagoma indistinta si sprecavano.
« Ma è un uomo! » stabilì Chopper deciso.
Bibi corse incontro alla figura, andando ad accoglierla calorosamente per poi accompagnarla dalla combriccola ed effettivamente si rivelò un uomo.
All’occhio attento di alcuni, specialmente a quello di Sanji o forse al suo radar, non sfuggì il braccio di Bibi avvinghiato a quello del ragazzo.
« Bibi adorata, che significa? » chiese Sanji già tremante per la risposta. Tuttavia il resto della ciurma era impaziente di sapere e moriva dalla curiosità, nonostante l’evidenza fosse… come dire… evidente.
« Ragazzi, lui è il generale Dahkir Fadi. Il più giovane generale supremo mai esistito tra le truppe di Alabasta ed è… beh, lui è il mio fidanzato » sorrise imbarazzata ma visibilmente lieta.
La ciurma osservò pietrificata quell’aitante giovanotto dai capelli neri e occhi verdi.
« Fi-fidanzato? » borbottò Nami.
« Esatto » confermò lui cingendo la vita di Bibi. « Molto piacere di conoscervi » prodigandosi nel più maestoso e cordiale sorriso mai visto.
« Dhakir, lei è Nami. »
« La “famosissima” Nami, oserei dire. »
« Lei invece è Nico Robin. »
« Molto piacere. »
« Loro sono Rubber, il capitano. Zoro lo spadaccino. Sanji il cuoco. Usop il cecchino. Il dottor Chopper. Brook il musicista e Franky il carpentiere. »
« È un onore per me conoscervi – inchinandosi – mi sembra di conoscere tutti voi da una vita per quanto Bibi mi ha parlato delle vostre imprese, senza contare che la vostra fama da sempre vi precede… in tutto il mondo ».
« Il piacere è tutto nostro amico! Qua la mano! » stringendogliela bruscamente.
« Rubber  un po’ di educazione, per la miseria! » lo ammonì Usop.
Per il resto della serata Bibi spiegò che Làmpar serviva nell’esercito di suo padre da molto tempo nonostante la giovane età.
Dopo la sconfitta di Crocodile e il ripristino dell’acqua in tutto il Paese, Alabasta aveva esteso la propria economia anche ai regni vicini. Dhakir, era figlio del re di uno di quei regni. A conti fatti, era quindi un principi. Dovendo sancire una sorta di alleanza, re Cobra propose all’altro sovrano di accogliere il principe tra le proprie truppe, poiché la sua abilità con le scimitarre e le frecce da sempre risuonavano tra le sabbie del deserto. Considerati i rapporti di cordiale convivenza che da sempre intercorrevano tra loro, il sovrano acconsentì.
Già da diversi anni ormai, Dhakir serviva nell’esercito di Cobra. Come aveva detto Bibi, era il più giovane generale supremo mai insignito e parlando delle sue battaglie con regni nemici, nessuno ricordava una sola sconfitta.
Dato il bell’aspetto del giovane, era impossibile che l’attenzione della principessa non fosse catturata. Infatti, poco tempo dopo il suo arrivo entrambi cominciarono a provare reciproco interesse. Mai ostacolato da re Cobra, il quale, per la verità, non aveva mai nemmeno spinto Bibi per trovarsi un marito per assicurare al regno alleanze o accordi di vario genere. La notizia che si sparse a palazzo lo lasciò piacevolmente colpito, fino a quando le dicerie non raggiunsero tutta Alabasta e il regno del ragazzo, al che i due giovani (diversi anni dopo) decisero di rendere la relazione ufficiale con somma gioia di genitori, servi, compagni d’armi e popolo.

« Dhakir Fadi… sbaglio o significa “Colui che ridorda spesso Dio redentore”? » chiese Robin.
Dhakir sorrise, staccando un pezzo di pane.
« Un nome importante » osservò Nami.
« Già » sorrise lui di nuovo.
« …”Dio redentore”… » bofonchiò Sanji.
« È una lingua molto antica. Come la conosci, Nico Robin, se posso chiedertelo »
« Mi piace leggere » sorrise di rimpetto.
« Non essere modesta » la incoraggiò Bibi. « Nico Robin è un’archeologa, non c’è da stupirsi che conosca il significato del tuo nome. »
« Si dicono sia un nome benaugurante » continuò la mora.
« Si dice sia così, e finora – osservando Bibi e stringendole la mano fra le proprie – pare sia così »

Seguirono alcuni minuti di silenzio.
La ciurma non era abituata a quell’atmosfera così dolce e mielosa. Poi…

« Avanti Dhakir, chiedi loro quello che hai chiesto a me. Solo loro ti possono rispondere »
Gli occhi dei pirati si posizionarono sul generale.
« Dunque… quello che non sapete è che vi abbiamo invitati qui perché ci sposiamo, alla fine di questa settimana, prima della vostra partenza. »
Silenzio.
Dhakir sorrise e continuò: « La cerimonia si terrà venerdì sera, al tramonto, immaginate bene il motivo. È già tutto organizzato. Solo pochi amici intimi, ossia voi, e di famiglia. Dato che siete i più cari amici che la mia adorata Bibi possiede, avevamo pensato di chiedere a Nami e Robin se facevano da testimoni per lei – gli occhi di Nami si illuminarono – e… vorrei chiedere a Rubber e Zoro se fossero d’accordo nell’essere i miei »
Di nuovo silenzio.
A Zoro si rizzarono i capelli.

« Con piacere amico! Saremo onorati! Eh eh eh! »
« Sì, onorati » confermò Zoro apatico.
« C’è forse qualcosa che non va? » chiese Dhakir preoccupato ed imbarazzato per la reazione di Zoro.
« No, non devi preoccuparti – intervenne Nami afferrandolo per il collo della tunica – Zoro fa sempre così… per lui tutto ciò che è romantico è una perdita di tempo, roba da femminucce. »
« Questo non è affatto vero! » disse Zoro. « Anzi, sono onorato di essere il testimone di un… evento così significativo e importante. Specialmente accanto ad un generale del tuo calibro. »
« Meglio così allora. Mi ero preoccupato! »
« Ma Bibi, ci saremo solo noi alla cerimonia? »
« Sì Nami, solo pochi intimi. »
« Il Re Cobra è d’accordo? »
« Certamente. Non c’era alcun tipo di problema poiché sabato rientreremo ad Alabasta e lì i festeggiamenti dureranno due giorni. Saremo solo raggiunti da Higaraam e da sua moglie per la cerimonia. »
« Che meraviglia, chissà quanta carne e quanto buon cibo!!! » esclamò Rubber sognante.
« Sanji » lo chiamò Bibi.
« Dimmi tutto adorata » ancora con lo sguardo triste.
« Mi faresti un grandissimo onore se volessi prenderti cura del banchetto nuziale… » lo pregò cordialmente, immaginando il motivo della sua malinconia.
Sanji ci pensò su e infine accettò lieto.
« E chi vi sposerà? » chiese Chopper.
« Il sacerdote ci raggiungerà venerdì insieme ad Higaraam. »
« Sarà così romantico che mi viene da piangere al solo pensiero! » sospirò Franky.
« In effetti, era il nostro scopo » confermò Dhakir divertito da quegli strani individui. « Volevamo una cerimonia elegante e raffinata ma senza sfarzi. Il dono più grande ce lo fa la natura, in questo senso. »
« Principessa – la chiamò Brook – visto che abbiamo una settimana per stare qui, come impiegheremo le nostre giornate? »
« Oh! Hai ragione! Stavo quasi per dimenticarmene! Abbiamo organizzato una caccia al tesoro per trovare le nostre fedi nuziali… impiegheremo i giorni che ci restano fino a venerdì per cercarle! Che ne dite? »
« Dico che è un’idea supeeeerrr!!! Mi avevano detto che eri in gamba ragazzina! »
« È proprio un’idea simpatica! »
« Le fedi sono state nascoste da Higaraam prima del nostro arrivo, quindi parteciperemo anche noi al gioco. Faremo quattro squadre da due elementi e una da tre »
« E cosa si vince? »
« Beh…… direi niente. Solo il divertimento per averci provato, Usop. »
« Mmm… va bene ci sto! »
Passarono il poco tempo restante, scandito dall’ardore della legna, a parlare di cosa era successo in quegli anni. Della morte di Ace, per la quale Bibi si era profondamente disperata. Della faccenda di Marineford, di quanto tutti erano dispiaciuti nel regno. Della decisione di Rubber di dividere la ciurma per due anni per fortificarla.
Parlarono delle singole avventure trascorse in quel periodo di tempo. Ma parlarono anche di come andavano le cose nel regno di Alabasta: molto bene a sentire Bibi. La pioggia cadeva regolare e le oasi erano ritornate verdeggianti.
« Sai Bibi – esordì Rubber – ero convinto che ti saresti sposata con Koza ».
Ci furono alcuni secondi di silenzio imbarazzanti, seguiti da un grido di Nami accompagnato da un cazzotto.
« MA CHE RAZZA DI DOMANDE FAI ZUCCHONE?! »
« Come vedi Bibi, Rubber non è per niente cambiato! » sentenziò Usop.
« Sì, lo vedo! Ma non c’è nessun problema! Tra me e Koza non c’è mai stato nulla… anzi, lui si è sposato con una bravissima ragazza e da poco hanno avuto un bambino, un maschio. »
« E chi l’avrebbe mai detto… Ero proprio certo che prima o poi vi sareste fidanzati » riconfermò Rubber confuso.
« ANCORA INSISTI CON QUESTA STORIA?! » gridò la ciurma in coro.
« Spiacente di averti deluso » rise di gusto Bibi.

Presto la legna ammucchiata nel falò si trasformò in una montagna di braci ardenti, alcune delle quali iniziavano ad assumere una colorazione grigiastra.
« Questo significa che è ora di andare a dormire » osservò Sanji stiracchiandosi e gettando il mozzicone di sigaretta tra le fiamme.
« È vero – confermò Bibi alzandosi in piedi – anche noi rientriamo. Non voglio insistere, avete detto che dormirete all’aperto e per me non si sono problemi. Se volete entrare in casa, o se vi serve qualcosa, non esitate. È come se fosse casa vostra. La strada la sapete e la porta è sempre aperta. Tanto qui ci siamo solo noi! »
« Allora buonanotte Bibi » l’abbracciò Nami.
« Buonanotte a voi e a domani mattina! Alzatevi con calma. Siete in vacanza questa settimana e dovete riposare! »
« Buonanotte a tutti » li salutò Dhakir.
« Buonanotte! » li salutarono i pirati.

« E chi se l’aspettava » commentò Chopper quando furono abbastanza lontani.
« Già, tutto mi aspettavo tranne che si sposasse… »
« Non dirlo a me Usop… »
« Ma smettila Sanji. Ti basterà vedere una bella ragazza per cambiare umore… »
« …è vero! Attenderò con impazienza domani per vedere Nami e Robin in costume! »
« …vedi, ti ci vuole così poco… »
« Babbeo » commentò Zoro sottovoce.
« Coraggio ragazzi, andiamo a dormire! Non riesco più a tenere gli occhi aperti………… anche se io essendo uno scheletro gli occhi non li ho! Yohohohoho! »
« Mucchio d’Ossa avresti potuto allenare il tuo umorismo in questi due anni! »
« Yohohohoho! » Franky e Brook entrarono in tenda.

« Io non ci dormo con Rubber! »
« Usop smettila di lamentarti ed entra in quella maledetta tenda! Cosa dovrei dire io che sono in tenda con quell’invasato di Zoro?! Ho sempre paura che mi uccida nel sonno. E si può sapere perché finisco sempre in tenda con lui?! »
« E perché allora io finisco sempre con Rubber?! »
« Abbiamo fatto ad estrazione » rispose Nami.
« Finitela di dire stupidaggini » grugnì lo spadaccino al cuoco.
« Ma tu non capisci! Rubber parla nel sonno e fa strani rumori! »
« È vero! Lo sappiamo tutti! » piagnucolò Chopper (che era capitato con Usop e Rubber).
« Perché invece di fare baccano non fate dormire Rubber nella mia tenda e voi tre dormite assieme? » chiese Zoro sdrenato da quella confusione. Lui voleva solo andare a dormire.
« Per la prima volta hai avuto una buona idea testa di verza. »
« Per me è uguale, io posso dormire con chiunque! »
« Per forza Rubber, tu dormi con un ghiro e non ti rendi conto della confusione che fai!! È davvero impossibile dormire con te! »
Sanji e Usop spostarono tutta la roba di Rubber nella tenda di Zoro.
« Ecco ora è tutto sistemato! Buonanotte a tutti! » salutò Usop entrando nella propria, seguito da Chopper.
« Zoro, non vieni a letto? » chiese Rubber vedendo che lo spadaccino ancora restava seduto sulla sabbia appoggiato ad uno dei tronchi.
« No, preferisco restare di guardia. »
« Ma siamo in vacanza… » osservò Sanji sdegnato.
« I guai sono sempre dietro l’angolo » rispose Zoro apatico e mezzo addormentato.
« Ma Zoro, ci siamo solo noi sull’isola… »
« Non si sa mai… »
« Pretendi che i guai ci trovino anche qui? Su un’isola sperduta e per giunta disabitata? »
« Non si sa mai… » ripeté Zoro.
« Fa come vuoi testa di rapa. Lo dico sempre che sei un invasato. Buonanotte » e anche Sanji rientrò, dopo aver finito di sistemare le proprie cose.
« Zoro sei sicuro? » domandò insistente Rubber che non sembrava aver capito.
« Vai pure a dormire Rubber. Sai bene che non hai motivo di preoccuparti per me. Buonanotte »
« Allora buonanotte! »
…finalmente.

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Capitolo 4
*** Al chiaro di Luna ! La fuga di Nami ***


Nella tenda delle ragazze…
« Robin, ti devo le mie scuse. »
« Per cosa Nami? »
« Per non aver capito cosa ti tormentava giorni addietro. »
« Oh… non c’è nessun problema » sorrise l’archeologa. « Davvero nessuno. Sai, devo ammettere che ero in tensione. Non sapevo come Bibi avrebbe preso la mia presenza. Ovviamente lo sapeva già da tempo che faccio parte di questa ciurma e ci ha invitati comunque, quindi da un lato pensavo che non le importava avermi qui. Dall’altro però ero preoccupata… non so dirti perché, ma visti i nostri trascorsi credo fosse normale essere un po’ in ansia. Non ti pare? »
« Avevi tutte le ragioni » confermò Nami voltandosi a pancia in su.
« Mi sono molto sorpresa della sua gentilezza e cordialità. »
« Sì. Bibi è fatta così… » sorrise Nami.
« Cosa ne pensi di questo posto? »
« Che è speciale… trovo bellissima la scelta di sposarsi qui. È così romantico… qui si respira un’atmosfera frizzante e allo stesso tempo di pace assoluta. Fino ad ora non eravamo mai approdati su un’isola deserta… sarà una bellissima settimana: ci divertiremo e ci riposeremo. I guai non ci troveranno. Ne sono certa! »
« Mi fa piacere che tu sia così di buon umore. Anche io trovo molto bella l’idea di sposarsi qui… »
« Buonanotte Robin. »
« Buonanotte Nami. »

Poche ore più tardi, Nami si svegliò attirata dal sibilo del vento che, seppur non forte, imperversava fuori dalla tenda.
Si alzò stordita nel suo sacco a pelo e guardò alla sua destra dove Robin dormiva serena, girata sul fianco opposto. Guardò poi attorno a sé, dove i suoi dubbi trovarono conferma osservando la tenda che si agitava con forza modesta. Era il caso di andare a controllare.
Uscì piano dal suo giaciglio e aprì la tenda senza far rumore.
Fuori era buio pesto. Non c’era nemmeno la luna in cielo. Era sereno e il mare calmo, ma il vento si levava forte da est.
“Strano… questo vento è fresco e umido, sicuramente porterà precipitazioni. Speriamo che cambi direzione o ci rovineremo la vacanza”.
Il fuoco era spento ormai; era rimasta solo la cenere trasportata a tratti dal vento e una esile colonna di fumo che era perennemente piegata dalla corrente.
“Zoro...?” così in ombra e al buio non l’aveva notato. Era un tutt’uno con la sabbia.
Quasi l’avesse sentita chiamarlo con il pensiero, Zoro si svegliò. Ancora insonnolito e addormentato, si guardò intorno confuso dove scorse poi la figura di Nami, immobile che lo fissava. Strabuzzò gli occhi e li strofinò, come un bimbo piccolo, per poi sbadigliare.
« Zoro? Che ci fai qui? » avvicinandosi.
« Nami, sei tu? »
« Ma certo che sono io stupidone. Non senti che freddo che fa? »
« No – ancora sbadigliando e stiracchiandosi – non mi ero accorto di nulla. »
Nami sospirò: “È irrecuperabile”.
« Allora, che ci fai qui fuori? » gli chiese.  Si sedette accanto a lui, sulla sabbia: il grosso tronco alle loro spalle li riparava dal vento ed emanava una piacevole sensazione di calore, tipica del legno.
« Ero di guardia. »
« Ma se dormivi come un ghiro… »
« Come vedi sono sempre all’erta, ti ho sentita subito. »
« Vero. »
« Tu che fai qui? »
« Ho sentito il vento e mi sono preoccupata. Sono uscita a controllare. Ma è Rubber che fa tutta questa confusione?! » chiese sconvolta, sentendo un russare sovrumano provenire dalla prima tenda a destra.
« Sì. Teoricamente dovrei essere in tenda con lui. Il cuoco, Chopper e Usop non lo volevano… immagina il motivo. L’ho accolto io, tanto sapevo che avrei passato la notte fuori. »
« Come non capirti » aggiunse Nami portando le gambe al petto. Lo capiva bene, era impossibile per chiunque addormentarsi in certe condizioni. Nami immaginò se stessa, al posto di Zoro, prenderlo a mazzate in testa finché non avrebbe dormito silenziosamente per aver perso i sensi. « Toglimi una curiosità, che bisogno c’è di fare la guardia se ci siamo solo noi sull’isola? » stessa domanda che gli avevano posto gli altri; domanda più che logica.
« Meglio non abbassarla mai. »
« Non è che era una scusa per restare da solo? » dandogli piccole gomitate.
Zoro non rispose.
Fissavano entrambi ciò che restava del fuoco spento; resti grigi e neri, o tratti blu come ogni cosa lì intorno. Nami si alzò e si diresse verso la propria tenda.
« E adesso dove vai? » le chiese Zoro.
« Torno subito. »
Rovistò appena accanto all’entrata e tornò con una coperta.
« Io non ho freddo. »
« Sì che ce l’hai. »
« No. »
« Ho detto di sì, tieni » buttandogliela sulla testa.
« Le tue solite maniere » grugnì togliendosi la coperta dalla faccia, per sistemarla alla meno peggio intorno a sé. « E tu? » chiese lui. « Non è abbastanza grande per tutti e due » osservò.
« Sì che lo è, babbeo. È la più grande che abbiamo. Lasciami fare. » Nami riprese posto e si coprì fino al collo tirando la coperta di modo che entrambi potessero essere coperti ma senza essere troppo vicini. « Visto? Ecco fatto. »
« Ma veramente entrano gli spifferi da dietro e tu sei più coperta di me. Perché non mi meraviglia…? »
« Non eri quello che non aveva freddo? » chiese stizzita.
Zoro grugnì, allora Nami si avvicinò anche se controvoglia: « Ecco, adesso dovrebbe andare bene. »
Zoro si sistemò e asserì silenzioso.
Restarono in sacro silenzio per un po’. C’erano una quiete e una pace assolute. Cercando di eliminare Rubber dalle orecchie, ciò che restava erano lo sciabordio delle onde, il sibilo leggero del vento, il respiro di Zoro, e un profumo che Nami non riusciva ad identificare.
Nami allora sospirò elettrizzata.
« E adesso che ti prende? » chiese lui non capendo cosa le passasse per la testa.
« Sai cosa preferisco delle isole estive del Grande Blu? O più in generale dell’estate? »
« No… cosa? » chiese Zoro disinteressato, tanto per farla contenta.
« Che la sera, per quanto faccia caldo, soffia sempre una brezza fresca che fa venire la pelle d’oca e allora prendi una coperta e ti metti in giardino o sul ponte o in spiaggia, in questo caso, e guardi il cielo al calduccio e ti senti protetto… da tutto… e… ti senti a casa… »
« Mmm, sarà. »
« Quanto sei insensibile! Ma guardati intorno – Nami appoggiò la testa contro il tronco, guardando il cielo – è una serata meravigliosa. Non senti questo profumo? ».
Zoro alzò gli occhi al cielo apatico, poi annusò l’aria sniffando come un cane da caccia.
« No, non sento niente » senza comprendere tutte quelle smancerie, come se Nami gli avesse appena detto una banalità del tipo: “Guarda c’è un gabbiano che vola”.
Nami s’imbronciò: « Parlare con te è davvero irritante… »
Questo non la fece arrendere però.
« Allora… Bibi si sposa… »
Zoro le rivolse la coda dell’occhio. « Quindi? »
« Q-Quindi… buon per lei. Ma posso sapere il perché di quella tua reazione? »
« Quale reazione? »
Nami ringhiò ma si contenne: « Non mi sei sembrato entusiasta della richiesta che ti hanno fatto… Non è che sei geloso? »
« E di cosa scusa? »
“Stai calma Nami, calma!”
« Di Bibi, naturalmente. »
« Non dire sciocchezze » senza scomporsi.
« Allora perché? »
« Non son il tipo da matrimonio, figuriamoci presenziare come testimone »
« Quindi sei contro il matrimonio? »
« Mmmm – ci ragionò – non esattamente. Non ho nulla da ridire su chi prende quella strada. Tuttavia, non credo sia la mia strada. Non mi ci vedo sposato. In fondo, se due persone si amano, possono stare insieme lo stesso, una vita intera, anche senza sposarsi. Il matrimonio non rende la cosa più vera di quanto già non sia. È solo l’ennesima occasione per fare mostra di sé »
« Quanto sei cinico…… Pensi di non sposarti mani allora? »
« Finché faccio questa vita lo trovo del tutto improbabile. E al momento, non ho intenzione di smettere, per cui… »
« Ma se trovassi la ragazza giusta, ti sposeresti? »
« E come potrei mai trovare una ragazza in questo mondo? »
« E scusa perché io che cosa sarei?!? »
Zoro la osservò. Nami arrossì: « V-Voglio dire… NON MI RIFERIVO A ME STUPIDO! »
Zoro sorrise. « Lo spero bene, perché non ti sposerei mai neanche fossi l’ultima donna sulla terra. »
« La cosa è del tutto reciproca! » rispose impettita.
« Tu invece? Voi donne pensate di continuo a queste cose… »
« “Voi donne pensate di continuo a queste cose”?! Ah! Come se avessimo in testa solo quello! »
« Non mi ha risposto. »
« Figuriamoci! Sposarmi non rientra nella lista di cose da fare e ho diverse ragioni per ritenere la cosa inutile! » disse orgogliosa. « Primo: è impossibile trovare un uomo alla mia altezza. Secondo: sono uno spirito libero. Terzo: sposarsi vuol dire prendere un impegno per la vita, figuriamoci se ho voglia di fare balia ad un incapace… cucinare, stirare, pulire… nah! A meno che non sia esageratamente ricco… in quel caso forse potrei anche dire di sì! »
Zoro la guardò stranito: « Sei decisamente opportunista Nami… »
Improvvisamente la rossa si voltò di scatto verso la foresta tropicale che costeggiava la spiaggia e che inghiottiva la villa di Bibi e Dhakir.
« Che c’è? » chiese Zoro.
« Non l’hai visto? » chiese lei allarmata.
« Visto cosa? »
« Una luce che si muoveva tra i cespugli. »
« No, non ho visto niente » rispose Zoro indifferente. « Lo avrai immaginato » richiudendo gli occhi.
Ma Nami era certa, o almeno convinta, di aver visto qualcosa muoversi. Si alzò e si allontanò di corsa.
Zoro se ne accorse che era già piuttosto distante e si alzò repentino: « Torna subito qui Nami, fermati! Torna qui, non ti allontanare! »
Nami però sembrava non sentire.
« Ma perché devo sempre correrle dietro?! … Almeno aspettami! ».
Zoro fortunatamente la raggiunse prima che si addentrasse nella foresta o di notte al buio non sarebbe mai riuscito a trovarla.

◊◊◊◊

La mattina seguente, Nico Robin si alzò per ultima. Uscita dalla tenda ebbe una sorpresa.
« Buongiorno adorata e bellissima Nico Robin! »
« Buongiorno Sanji e buongiorno anche a voi ragazzi. »
« Robin di’ a Nami di alzarsi, quella poltrona sta dormendo tanto oggi. »
« Non è qui? Io pensavo fosse qui… » disse Robin sorpresa.
« Che vuoi dire? »
« Che nella tenda non c’è… »
« Come non c’è? » chiese Sanji.
« Anghe Zodo banga add’abbeddo… » osservò Rubber ingoiando gli avanzi della sera precedente.
« Sei davvero disgustoso…. Comunque, per lui non mi preoccuperei. Sarà andato ad allenarsi da qualche parte… » sbuffò Usop giocherellando con un bastone e le braci rimaste nel falò.
« Quindi Zoro non sta dormendo? »
« No Robin, ieri sera ha voluto restare fuori… Quell’invasato. »
« Strano… Molto strano… »

« Ehiiiii ragazziiiiii!!! »
« È Bibi! »
« Siamo qui principessaaaaaaa!!!! »
« Sanji potresti darti un contegno?! Il suo fidanzato è di fianco a lei! Mi sento imbarazzato io per te! » lo sgridò Usop.
Bibi li raggiunse correndo, seguita dal suo sposo.
« Buongiorno a tutti! »
« Buongiorno a voi! » li salutarono.
« Bibi hai per caso visto Nami? »
« No Nico Robin, perché? Non è qui? »
« No, purtroppo non c’è e non sappiamo dove sia. »
« Non c’è nemmeno Zoro » aggiunse Franky alzando una mano.
« È molto strano » disse Dahkir.
« Magari hanno iniziato la caccia al tesoro senza di noi » ipotizzò Chopper.
« Mi pare strano – rifletté Bibi – non hanno nemmeno la mappa » disse mostrando loro i rotoli di pergamene. « D’altro canto… in casa c’eravamo solo noi quindi… »
« Come si permette quello zuccone di prendere Nami e andarsene in giro senza aspettarci?! Le coppie dovevamo deciderle tutti insieme! »
« Probabilmente ha voluto accaparrarsi la persona con il miglior senso dell’orientamento… » osservò Usop.
« Non lo sopporto! »
« Calma Sanji, vedrai che li troveremo! Quest’isola non è poi così grande » sorrise Bibi. « Allora, veniamo a noi. Se siete pronti e se vi siete rifocillati inizierei con la caccia al tesoro. Questa – distribuendo dei fogli – è la mappa dell’isola. Come vedete non è estesa, per cui non dovremmo avere troppe difficoltà. La croce indica il punto in cui Higaraam ha nascosto le fedi. Su ogni mappa è segnato un percorso diverso tanto per rendere la cosa più divertente. »
« Scusa Bibi adorata ma non abbiamo un indizio da poter seguire? »
« Oh certo, è sul retro della mappa »
« ”Vai dove la luce non arriva, vai dove ti porta il cuore ed è li che troverai ciò che fa brillare gli occhi e l’anima tua” ??? Chiarissimo! » sbuffò Usop.
« Beh, in effetti non lo è, ma credo che Higaraam ci voglia complicare la vita. »
« Bibi, perdonami, non c’è una leggenda che regna su quest’isola? » chiese Robin.
« In effetti c’è… »
« Cosa ci nascondi Bibi?! »
« Usop niente di strano, davvero. Solo… si dice ci sia uno spiritello che sorveglia l’isola. Io comunque non ho mai visto nulla… »
« Oh perfetto! Ci mancavano solo gli spiritelli!!! »
« Si tratta di una leggenda, niente di più… »
« Non mi fido di voi due signorine, mi state nascondendo qualcosa! »
« Piuttosto – Dahkir approfittò per cambiare discorso – avete già deciso le squadre? »
« No, ma lo facciamo subito! Io sto con Brook! » gridò Usop.
« Io voglio stare con la dolcissima Robin! »
« Sì, nessun problema » sorrise l’archeologa a Sanji.
« Quindi io e Franky siamo insieme, giusto? »
« Perché quel tono deluso dottore?! »
« No, niente! Figurati! Non è per te… »
« Vedrai dottore, arriveremo primi!!!! »
« Se lo dici tu… »
« Rubber viene con te e Robin, d’accordo Sanji? » asserì Usop.
« C-Cosa?! Perché?! »
« Perché noi vogliamo rimanere numero pari! » sogghignarono Usop e Brook ai i rispettivi compagni.
« C-Che razza di rispos--- »
« Va bene, tutti pronti?! Che la caccia al tesoro abbia inizio!!!! »

◊◊◊◊

Ma facciamo un passo indietro alla sera precedente….
« Nami vuoi aspettarmi?! »
Nami continuava a correre senza meta nella foresta completamente al buio, cercando quel lumino che solo lei aveva visto.
« Ti vuoi fermare maledizione?! »
« Oh no, l’ho perso… » sbuffò Nami tra sé e sé fermandosi di colpo e guardandosi attorno smarrita. Zoro riuscì così a raggiungerla e l’afferrò con forza e arrabbiato per un braccio.
« Nami!! Maledizione! »
Nami si voltò come in trans. « Scusami è solo che ho visto una cosa e allora--- »
« L’avevo capito che hai visto qualcosa! » ansimò Zoro, affaticato dalla corsa alla cieca. « Accidentaccio e ora come facciamo a tornare indietro?! » chiese osservando l’oscurità tutto intorno a loro. Per non parlare della fitta vegetazione.
« Ah… ehm… tornare indietro? Dunque – Nami cominciò a ipotizzare – vediamo… »
« Ho capito, non lo sai… Perfetto! » sbuffò Zoro. « E adesso che si fa?! »
« È molto semplice, troviamo un posto in cui passare la notte. »
« È facile in mezzo alla giungla e per giunta al buio! »
« Vedrai che ci riusciremo. Ora seguimi! »
« Per andare dove, me lo dici?! »
« A cercare un riparo, mi pare ovvio. »

Nami apriva la fila e Zoro dietro di lei la chiudeva bofonchiando improperi.
« Sai Zoro, sei peggio di Usop quando ti ci metti. Non fai altro che lamentarti. »
« Io peggio di Usop?! Credo proprio che tu abbia preso un abbaglio! E poi mi sembra la situazione adatta per lamentarsi! »
« Non fare il bambino » lo zittì Nami indifferente.

Più tardi…
« Cito testualmente: “Ma guarda in che razza di situazione dovevo cacciarmi!”, “Le donne non portano mai niente di buono”, “Ma perché ti ho seguita?! Avrei dovuto lasciarti andare via da sola ma no no no, devo sempre venirti dietro!”………questo non è lamentarsi? » ironizzò Nami facendosi strada tra le fronde, facendole rimbalzare in faccia a Zoro. « Inoltre, perché non ti impegni un po’ a tagliare queste maledette erbacce con la tua spada invece di perdere tempo a blateraaaREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!! »
Improvvisamente Nami scomparve davanti agli occhi di Zoro.
« N-Nami?! »  Zoro fece un salto indietro. Mano sulla spada.
“Ma dov’è finita?!”
Si sentì poi un tonfo sordo e Nami ringhiare come un’ossessa. La voce era riecheggiante e sembrava provenire da sottoterra.
« N-Nami?! D-dove sei?! »
« SONO QUIIIII! » ringhiò Nami imbestialita.
« Q-Qui dove? »
« QUI SOTTO BABBEO!!! SONO CADUTA IN UN BUCO!!! »
« V-Va tutto bene? » azzardò Zoro, senza però sapere dove rivolgere la propria attenzione.
« NO! NON VA AFFATTO BENE! È BUIO E NON SI VEDE NIENTE! E MI FA MALE UNA SPALLA! TIRAMI FUORI DI QUI! »
« Va bene, ci penso io! Non preoccuparti! »
“Una liana, mi serve una liana”.
Cominciò a guardarsi intorno, andando a tentoni contro gli alberi.
« ZORO TI VUOI MUOVERE?!? »
Zoro cercava a caso intorno a sé, e trovò un albero che gli sembrava abbastanza robusto. Cercò una liana che pendesse da qualche parte. Ne strattonò un paio, che si staccarono troppo facilmente, ricoprendolo di muschio e licheni (e chissà quali altre cose). No, non andavano bene. Ne trovò poi una che invece rimase bella salda ai rami e che sembrava essere abbastanza lunga, anche se non aveva la minima idea di quanto fosse profondo il buco in cui era caduta Nami.
« ZOROOOO!!! » insistente e sempre più furiosa.
« Sto arrivando! Ti vuoi calmare?! »
Per prima cosa si mise in ginocchio a terra e cercò il buco, per evitare di caderci dentro a sua volta. “Trovato”  sentendo che ne stava tastando il bordo con le mani. Si legò la liana alla vita e cominciò a calarsi piano.
« Eccomi Nami, sto arrivando » l’avvisò.
“Certo che è bello largo questo buco” pensò mentre scendeva.
« Ehm ehm » tossì ad un certo punto.
« “EHM EHM” CHE COSA?! COSA?! CHE C’È?! » gridò Nami dal basso.
« C-C’è un problema » balbettò Zoro. « Ho finito la liana e sono ancora abbastanza in alto…… credo, almeno. »
« TU CHE COOOSAAA?! »
« Calmati, non riesco a pensare se gridi così! Torno a su a cercarne un’altra… »
« PENSARE?! DA QUANTO TU PENSI?!? SEI IL SOLITO IMBRANATO! »
« SE C’È UN’IMBRANATA QUI, QUELLA SEI TU! TI SEMBRA NORMALE ADDENTRARTI IN UNA FORESTA IN PIENA NOTTE, DA SOLA, E PRETENDERE CHE QUALCUNO VENGA POI A SALVARTI SE TI CACCI NEI GUAI?! NON SI VEDE NIENTE! COSA DOVREI FARE?! » dicendo questo Zoro cominciò comunque la sua scalata verso la superficie per recuperare un’altra liana.
« NESSUNO TI HA CHIESTO DI VENIRMI DIETRO! »
« SE NON TI FOSSI VENUTO DIETRO COME PENSI CHE AVRESTI FATTO AD USCIRE?! »
« ANCORA NON SONO USCITA INFATTI!!! »
« ALMENO IN DUE HAI DOPPIE PROBABILITÀ! »
« AH CERTO… COME NO! »
« INGRATA! »
« MA COME TI PERMETTI?! NON SEI ALTRO CHE UN BRUTTO--- »
« TACI! » ruggì Zoro, la cui attenzione era stata attirata da alcuni scricchiolii poco rassicuranti.
« C-CHE C’È ADESSO?! » balbettò Nami in piena crisi nevrotica.
« Vuoi stare zitta?! Fammi sentire! »
I rumori diventavano sempre più chiari e non sembravano lontani.
« Oh no. »
« Che cosa?! »
Zoro allungò lentamente un braccio poco più in alto, sopra alla propria testa, e le sue paure trovarono conferma.
« La… la liana si sta… si sta spezzandOOOOOOOOO!!!! »
In un secondo Zoro raggiunse Nami sottoterra.

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Capitolo 5
*** Una notte sottoterra ! Via alla caccia al tesoro ***


« Ahi… la mia testa. Devo averla sbattuta forte… per fortuna sono atterrato sul morbido… »
« L-LEVATI DI DOSSO! S-STO SOFFOCANDO! SEI SOPRA DI ME! »
Zoro si ritrasse in fretta, imbarazzato, mentre Nami lo spingeva via con tutta la sua forza.
Il poverino non aveva ancora avuto modo di realizzare cosa fosse “il morbido” sul quale era caduto. Quando lo intuì, indietreggiò di alcuni metri; a debita distanza di sicurezza. Sentiva Nami ringhiare a bassa voce. Poteva immaginarla paonazza in volto, con la vena della tempia sinistra pulsare.
« NON SOLO SEI CADUTO GIÙ ANCHE TU –quasi ridendo (la cosa in effetti aveva del tragicomico)- MA MI SEI ANCHE CADUTO ADDOSSO! »
« È possibile che devi sempre gridare?! Guarda che ti sento benissimo! E poi secondo te l’avrei fatto apposta a caderti sopra?! »
« No, ma almeno avresti potuto fare più attenzione! »
« Da quando in qua uno decide se cadere con attenzione?! »
« E poi, perché sei dovuto scendere anche tu?! Con il tuo peso l’hai fatta rompere! Se me l’avessi passata sarei risalita da sola! Sono più leggera di te, stupido! »
« Beh…… Io…….. Come facevo a sapere che si sarebbe spezzata?! Pensavo che avessi bisogno di una mano! Hai detto che ti fa male la spalla! »
« Allora avresti potuto cercare delle liane più resistenti! Adesso mi dici come facciamo ad uscire?! »
« Se sei così brava, perché non eviti di cadere nel buca la prossima volta?! »
« Secondo te l’ho fatto apposta?! » Nami si morse la lingua e capì che non era certo colpa di Zoro se erano finiti lì sotto. Sospirò nervosa, senza sapere che altro aggiungere. Zoro la guardò (anche se non si vedeva niente) come se fosse una causa persa, ma sorrise.
Touchée: 1-0.

« E adesso che si fa? » chiese sconsolata, per rompere il ghiaccio dopo la sfuriata e la pessima vergognosa gaff. Nami ammirava la capacità di Zoro di lasciarsi scivolare addosso qualunque cosa. Anche il più grande sgarbo. La cosa la irritava ancora di più perché metteva ancora più in luce quanto lei fosse dalla parte del torto ma, allo stesso tempo, non poteva che ammirarlo e invidiarlo per il suo sangue freddo.
« Aspettiamo che venga giorno; non possiamo fare altrimenti. Non possiamo certo metterci a cercare un’uscita ora, non si vede niente. È buio pesto… Inoltre, è possibile che sia la tana di qualche bestia, e nemmeno piccola… a giudicare da quanto è grande il buco in cui siamo caduti. »
« B-Bestia? » chiese preoccupata.
« Sì, possibile. »
Sentì Zoro muoversi di pochi passi e sedersi. Nami deglutì. Il solo pensiero di una bestia la faceva sudare freddo.
« M-M-M-Ma come facciamo allora? »
« In che senso? »
« Se c’è una bestia… »
« Se ci svegliamo nel cuore della notte perché ci attacca, combattiamo. Semplice. »
« A-Ah… S-Sì, che sciocca » ironizzò.
« Paura? »
« N-No, io? Ma figurati… »
Zoro non rispose.

« D-Dove sei ora? Non vedo niente » disse Nami.
« Sono appoggiato alla parete esattamente di fronte a te. Fai cinque passi avanti, poi inginocchiati e procedi a carponi, lentamente. »
« Come lo sai? »
« Tu fallo e basta… »
Nami obbedì e a tastoni riuscì a trovare la parete contro cui era appoggiato Zoro.  Sì sedette e vi appoggiò la testa, sospirando.
« Ti fa male? » chiese lui.
« Un po’… non troppo. »
« Domattina daremo un’occhiata, sperando arrivi un po’ di luce qui sotto. »
« Grazie. »
« Ora dobbiamo dormire. Penseremo domani a come uscire da qui » consigliò lo spadaccino.
« Gli altri si preoccuperanno non trovandoci domattina… »
« Non possiamo farci niente. »
« Sicuramente inizieranno la caccia la tesoro prima di noi. »
« Non è un grosso problema, tanto saremmo stati in squadra insieme comunque. Erano squadre da due e una da tre. »
« Chi te lo dice che saremmo stati insieme? »
« Ehm… insomma… nel senso che… il mio senso dell’orientamento non è migliorato in questi due anni per cui senza una buona guida… »
« Ah d’accordo, quindi sarei una “buona guida”. Interessante… »
« C-Comunque – continuò lo spadaccino imbarazzato, schiarendosi la voce – possiamo fare la caccia al tesoro in ogni caso, se proprio ci tieni… sempre che riusciamo ad uscire da qui. »
« Prima pensiamo ad uscire. »
« Prima facciamoci una bella dormita… - precisò - buonanotte. »
« Come fai ad addormentarti in una situazione come questa?! Chissà in che razza di posto siamo finiti… senti com’è duro il terreno. »
« Buonanotte Nami » insistette Zoro perentorio.

◊◊◊◊

Torniamo al presente, con la ciurma è partita per la caccia al tesoro con le seguenti squadre: Dhakir e Bibi, Franky e Chopper, Brook e Usop, Sanji, Rubber e Robin.

 ♦♦♦Sanji, Rubber, Nico Robin...
Dopo ore che camminavano e che Robin conduceva la fila senza aver spiccicato parola…
« Si può sapere perché sei dovuto capitare proprio in squadra con noi?! Volevo essere solo con la dolcissima Robiiin… »
« Guarda che non l’ho deciso io, è che gli altri volevano restare pari. Non ricordi? »
« Che fai mi prendi in giro?! Certo che me lo ricordo citrullo che non sei altro! »
« E allora perché mi chiedi come ho fatto a finire in squadra con te se lo sai…? »
Sanji ringhiò.
« Sanji a volte davvero non ti capisco ».
« Sei tu che non capisci che era una stupidissima scusa!!! ».
Robin sorrise.
« Lasciamo perdere » sbuffò Sanji. « Piuttosto, sono preoccupato per Nami… »
« Naaahhh, non devi! C’è Zoro con lei! »
« Chi ti dice che siano insieme?! Eh?! Rispondi! » si scaldò Sanji.
« Perché – cominciò Rubber con aria saccente – mi sembra ovvio che lo siano. Mancano tutti e due. »
« Questa non è una risposta! Non devono per forza essere assieme! »
« Calmati Sanji, Nami è in ottime mani » sorrise Robin continuando a camminare.
« Anche tu Robin?! Siete tutti contro di me! » sospirò. « È proprio per questo che mi preoccupo! » arrendendosi alla probabilissima ipotesi che fosse insieme per davvero.
« E poi – continuò Rubber rigirando il dito nella piaga – non capisco perché ti dia così fastidio… voglio dire, Zoro ha conosciuto Nami molto prima di te. Mi sembra normale che abbia tutto il diritto di averla per primo. È una sorta di diritto di anzianità » nemmeno si rendeva conto di quale tasto era andato a sfiorare!
« Ma che razza di discorsi stai facendo?! Diritto di anzianità?! Non ti permettere mai più di parlare di Nami in quel modo! »
« E dai calmati, stavo solo scherzando! Quanto sei permaloso! Però è vero che Zoro è arrivato prima. »
« Non è affatto divertente Rubber! »
« Eheheheh! »
Robin sorrise di nuovo.
« Scusate se vi interrompo ragazzi – disse poi - ma credo che siamo in un vicolo cieco » constatò osservando la muraglia in pietra che gli si parava davanti.

 ♦♦♦Bibi e Dhakir...
« Mi piacerebbe sapere dove ha nascosto le fedi Higaraam… ormai sono diverse ore che camminiamo. La mappa non è chiarissima » asciugandosi il sudore dalla fronte.
« Sei stanca Bibi? »
« Ma no, figurati » sorrise la principessa.
« Senti un po’, che mi dici di Nami e Zoro? »
« In che senso? » chiese Bibi continuando a camminare e nascondendo un sorriso malizioso.
« Non fare finta di non capire… »
« Ok ok, ho capito… beh, cosa posso dirti? È così tanto tempo che non sto con loro, non lo so. Magari non è più così… »
« ”Così”,  come? Sii più chiara » insistette il generale altrettanto maliziosamente.
« Tu cosa diresti? »
« Per quel poco che ho visto – disse Dhakir aiutando Bibi a scavalcare una radice gigantesca – quei due sono fatti l’uno per l’altra. »
« È la sensazione che abbiamo un po’ tutti. »
« E allora cosa li frena? »
« Sai, non è facile… in fondo loro sono come una famiglia ed entrambi sono molto orgogliosi. Non credo nemmeno che sappiano realmente quanto tengono l’una all’altro e viceversa… »
« Io li vedrei proprio bene insieme. »
« Sì, non sei l’unico. Nami è una cara amica e Zoro è un bravo ragazzo, sarei molto contenta se diventassero una coppia… »

Bibi esitò e osservò la cartina. « Qui non si può più proseguire… c’è un muro » osservando probabilmente la stessa muraglia che avevano incontrato Robin e gli altri. « Non ero a conoscenza di queste cinta » con aria interrogativa.

 ♦♦♦Brook e Usop…
« Yohohohoho! Ah un ragno!!! Che schifoooo!!! »
« La vuoi smettere di gridare come una donnetta?! »
« Non posso farci niente, i ragni mi fanno proprio ribrezzo! Mi fanno venire la pelle d’oca!......... Anche se io essendo uno scheletro, la pelle non ce l’ho! Yohohohoho! »
« Vuoi darci un taglio?! Questa battuta l’hai già fatta milioni di volte! Sei davvero noioso Brook! Uffa! ».
Camminavano nell’intricata giungla, in cui caldo e umidità erano insopportabili.
« Aaaaaaahhhh!!! » gridò Brook saltando sulle spalle di Usop.
« E adesso che c’è?! »
« Ho-ho visto una cosa…. dietro a quei cespugli. »
« Falla finita! Sono io il fifone di turno non tu! Ti sei rammollito un bel po’ in questi due anni… Ma perché non ho scelto Franky come compagno?! »
« Potrei anche offendermi! Yohohohoho! »
« Sai che preoccupazione… » sbuffò Usop.
A quel punto osservò la cartina e guardò davanti a sé. Poi osservò la cartina e poi di nuovo guardò davanti a sé, e di nuovo la cartina girandola al contrario.
« Da che parte andiamo? » chiese Brook.
« Da… Da che parte dici? »
« Sì, da che parte? »
Usop non rispose ma deglutì sonoramente.
« C’è un problema… L-La cartina, la… ehm… la tenevo al contrario… ahahahahah! »
…… un attimo di silenzio riconciliatore e un uccello che gracchiava lontano nella foresta ……
« Yohohohohoho!! Yohohohohoho! »
« Non ridere! » strillò Usop gettandogliela addosso. « Non è divertente brutto babbeo! »
« Se c’è un babbeo qui, sei tu caro! Yohohohoho! E adesso dobbiamo tornare indietro! »
« Lo so anch’io, grazie per l’informazione! » Usop si gettò a terra, con la schiena contro un albero muschiato. « Sono esausto, fa un caldo pazzesco… non si respira………… E Brook, ti prego, niente battute sui polmoni. Risparmiami » sbuffò anticipandolo. « Muoio di sete. »
« Chissà i nostri amici come se la cavano… »
« E che ne so. Dalla cartina – disse osservandola ancora a terra e tutta stropicciata – non sembra lontano da qui il posto segnato da Higaraam… »
« Sei peggio di Zoro! Yohohohoho! »
« Ehi, io non ti ho offeso! A proposito, chissà che fine hanno fatto quei due… » disse estraendo dalla sua inseparabile tracolla una borraccia piena d’acqua, per bagnarsi il viso.
« Beh, è piuttosto… come dire… ovvio? » canticchiò Brook facendo un gesto con la mano che dalla tempia svolazzò nell’aria con eleganza.
« Che intendi? » chiese Usop sospettoso.
« Intendo dire:
    
        « Ehi Nami, vieni qui! »
        « No Zoro, lasciami stare! »
        « Ho detto vieni qui, donna! Ora vieni con me! »
        « Aiuto aiuto!!! »
        « Ora ce ne andiamo e restiamo un po’ da soli! Yohohohoho! »

« MA CHE DIAVOLO STAI FARNETICANDO?!? » gridò Usop sconvolto. « Primo, Zoro non ride così! Secondo, Nami non è un fanciulla indifesa! Terzo, Zoro non è così intraprendente! Non voglio nemmeno sentirle certe cose! Maniacooo!!! »
« Yohohohoho! »

 ♦♦♦Franky e Chopper…
« Franky, secondo te stiamo seguendo la strada giusta? »
« Sì, vedrai che vinceremo noi! Che c’è dottore? Perché sei preoccupato? È da stamattina che sei strano.»
« È solo che… mi sembra strano che Nami e Zoro se ne siano andati senza dire nulla… »
« Ti capisco. Avranno voluto restare un po’ da soli! Yeah! » mettendosi in posa.
Chopper lo guardò interrogativo. « In che senso? »
« Oh, sei ancora così ingenuo! »
« Non sono ingenuo! Lo so benissimo cosa c’è tra Nami e Zoro… » borbottò Chopper sotto i baffi, diventando tutto rosso.
« Ah sì? E che cosa c’è? » chiese Franky con aria disinteressata.
« Insomma, loro due… - iniziò imbarazzato – si… si vogliono molto bene, però non era mai successo che sparissero senza dire niente. Stanotte mi sono svegliato perché ho sentito urlare in lontananza ma credevo di averlo sognato, invece ora comincio a credere che fosse Nami… E se fosse successo qualcosa? Non sento nemmeno il loro odore! Vuol dire che non sono qui! C’è qualcosa che non va! »
« Tranquillo amico mio, c’è Zoro con lei. »
« È vero. Non fate altro che ripeterlo » ammise Chopper.
« E per quanto riguarda l’odore… Avrai il naso tappato! »
« Non ho il naso tappato! » protesto Chopper indispettito.
« Senti un po’ – cambiando argomento – non stiamo nemmeno guardando la cartina, significa che stiamo camminando alla cieca. Dammi la mappa, meglio se la tengo io. »
Franky frugò nello zaino che Chopper portava in groppa.
« Che cosa?! » osservandola. « Ma siamo super fuori strada!!! Accidenti! »

Così i membri della ciurma avevano iniziato il loro percorso. Chi andava a destra… Chi andava a manca…
Sarebbero riusciti a trovare le fedi? Ma soprattutto, sarebbero riusciti a trovare i due dispersi?

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Capitolo 6
*** Domande ! E ancora domande ***


Torniamo ancora una volta da Zoro e Nami che, quella stessa mattina, si svegliano nel luogo in cui erano caduti.

Nami aprì gli occhi lentamente, c’era una strana luce. Non fastidiosa ma strana. Li strabuzzò un paio di volte e si ricordò di quanto era accaduto la sera precedente. Subito sentì il ronfare sommesso di qualcuno accanto a lei e, di nuovo, si ricordò che quel qualcuno era Zoro. Zoro che dormiva beatamente con la bocca aperta, contro la parete.
Lo guardò torva: “Ma come fa…?!”
Poi però si lasciò catturare dal luogo che li accoglieva e si alzò in piedi, osservando attorno a sé ammaliata ma con aria indagatrice.
Il rumore dei suoi passi echeggiava ovunque, per quello presto Zoro si svegliò, sbadigliando sonoramente e strofinandosi gli occhi.
« Ma bene, ben svegliato! » ironizzò Nami già sul piede di guerra.
Zoro si concentrò e mise a fuoco. « Ah, sei tu… » sbadigliando di nuovo e stiracchiandosi.
« E chi altri dovrebbe essere scusa?! Non ti ricordi che siamo caduti qui sotto stanotte?! »
Zoro si guardò intorno esattamente come aveva fatto Nami poco prima e si alzò in piedi aiutandosi con le spade. Fece un po’ di stretching mattutino.
« Che posto è questo? » domandò una volta finito.
« Che domande fai… Secondo te come faccio a saperlo? »
Si diresse verso il tunnel che li aveva condotti lì sotto, mentre Nami continuava ad accarezzare le pareti pensosa.
« Si può sapere cos’è tutto questo baccano?! » gridò, sentendo che Zoro tentava ripetutamente di fare qualcosa con le spade. Qualcosa di terribilmente fastidioso.
« Sto cercando di usare le spade per risalire, sciocca! Come pensi che usciremo da qui se non ci proviamo nemmeno! Da qui siamo entrati e da qui dobbiamo uscire! ».
Il tunnel, osservò Zoro, era molto lungo. La notte scorsa, nel cadere e non vedendo nulla, non se n’era reso conto. Era tanto lungo che non si vedeva l’uscita in superficie, oltretutto sembrava districarsi in curve e pieghe. « È un bel guaio – constatò arrendendosi all’evidenza – non riesco a fendere questa roccia… » rinfoderando le spade e andando da Nami.
« È normale che le tue spade non riescano a penetrarla » rispose lei pensosa. « Sai che roba è questa? Questa roccia azzurra e levigata che ricopre completamente questo posto è agalmatolite. »
« Agalmatolite? » poggiando una mano contro una parete. Come Nami, poté sentire la levigatezza e il liscio perfetto, come se stesse toccando dell’acqua.
« Esatto, agalmatolite. E noi abbiamo l’onore di vederla nella sua forma grezza. Una cosa concessa ai pochi, prevalentemente minatori, che lavorano nelle cave per il governo. Ci sono solo una manciata giacimenti nell’intero mondo e nessuno che non sia autorizzato sa dove si trovano, o può accedervi. »
« Dunque è questa che produce questo bagliore azzurrognolo… »
« Presumo di sì. »
Restarono in silenzio contemplando la roccia, dopodiché Nami torno alla carica.
« Tornando a noi, vorresti farmi intendere che non c’è modo di uscire da qui da lì sopra?! »
« Sì, è proprio quello che ho detto. Purtroppo le spade non la tagliano, per cui non possiamo arrampicarci. »
« E quindi cosa facciamo ora?! Ci staranno cercando tutti ed è solo colpa tua! »
« Colpa mia?! Ricominci?! Ma se sei stata tu ad allontanarti nel cuore della notte svampita che non sei altro! »
« Svampita io?! E tu cosa sei allora?! Ti perdi anche seguendo la tua ombra! E poi se tu non mi avessi seguita non saremmo caduti qui! »
« E chi te lo dice questo?! Io penso piuttosto che dovresti ringraziarmi perché se non ti avessi seguita saresti caduta qui giù da sola e ci saresti morta! Almeno se ci sono io, forse, riusciremo ad uscire! Per seguire cosa poi?! Non si sa! Una luce in mezzo alla foresta! Roba da matti! »
Si abbaiarono contro ancora per un po’ finché l’eco assordante delle loro grida non li stancò e ripresero fiato. Sembrava che fossero dieci persone a parlare, tutte assieme.
« Ebbene?! »
« Cosa? »
« Cosa pensi di fare?! Te ne starai lì seduto tutto il giorno a sistemarti le spade o pensi di trovare una soluzione?! »
« Come sarebbe a dire? Devo trovarla io?! »
« Certamente, sei tu che mi hai fatto finire qui! »
« Insisti?! AHHHHH e va bene – sbuffò Zoro – fammi vedere. Sei la donna più impossibile che conosca. »
« Ah! Perché quante ne conosci scus--- »
« Shh! Lo senti? » chiese Zoro.
Nami ascoltò. « Cosa? »
« Questo suono. »
Nami si concentrò di più.
Era il suono di gocce d’acqua che gocciolavano dentro ad una pozza, probabilmente, in maniera costante e incalzante.
« Significa che… »
« Che forse c’è una falda aperta o un lago sotterraneo che possono condurci fuori. »
« Che gioia! »
« Aspetta ad esultare. Non siamo ancora usciti. E ora in marcia. »
« M-Marcia? »
« Sì, marcia… cosa pensi? Che ti porto in spalla? Avanti. »
« M-Ma… »
Zoro si voltò e la fissò interrogativo, chiedendosi che altro volesse.
Nami fece altrettanto.
« La tua spalla » constatò dirigendosi verso di lei. « Me ne stavo dimenticando. »
Senza chiedere il permesso le afferrò il braccio.
« Ehi! Cosa pensi di fare?! » ritraendolo.
« Fammi vedere. »
« N-No, non è necessario! Non mi fa più… male… » troppo tardi. Zoro ormai l’aveva afferrato e lo studiava con attenzione.
Molto delicatamente gli fece fare dei piccoli movimenti.
« No »
« Così? »
« No » scocciata.
« Così invece? »
« N-Sì! »
« Niente di grave. Un’insignificante slogatura. È più il livido a farti male che la slogatura, fidati. »
Nami cercò di osservare meglio quell’alone bluastro che le ricopriva tutta la spalla, fino a scendere sull’avambraccio. « Non mi fa male se non lo muovo… »
« Meglio così. Avanti andiamo… »
Fecero alcuni passi, poi Zoro si fermò nuovamente e ancora si voltò verso Nami, che restava alcuni passi indietro.
« Ce la fai o ti porto io? »
Nami rimase interdetta.
« Io… Io – ci pensò su – ce la faccio » sorrise determinata. « Andiamo! »
Zoro sorrise e tornarono a camminare.

Seguirono la galleria sotterranea senza spiccicare parola. Un silenzio pesante, tagliente ed imbarazzante come sempre dopo le loro litigate, faceva loro compagnia; in circostanze normali ci sarebbero stati fattori esterni a distrarli. Ora invece erano obbligati a restare insieme. Soli con il proprio imbarazzo. Nami per lo meno camminava due o tre passi indietro. Non era costretta a stargli accanto.

Dopo diverse ore, quella galleria sembrava non finire mai, Nami si lasciò cadere a terra esausta nell’esatto punto in cui si trovava.
« Perché ti fermi? Che c’è? »
« Sono stanca. Ho fame. Ho sete. Questa luce mi dà fastidio agli occhi. Qui dentro fa un caldo pazzesco… Non si respira. Ma soprattutto sono stanca, devo riposare » sbuffò allargandosi il colletto della maglietta.
« È vero. Fa caldo… non l’avevo notato » rispose serenamente Zoro.
« Meglio tardi che mai! » levandosi la maglia e restando con la parte superiore del costume. Zoro si girò dalla parte opposta, per concederle un po’ di privacy. Privacy o morte per folgorazione. Non era una scelta difficile in fondo.
« Possiamo fermarci un po’? » chiese la navigatrice.
« Per me non c’è problema » acconsentì lui, sedendosi contro una parete della grotta e sistemando le spade accanto a lui. « Eri tu quella con i nervi a fior di pelle e che voleva uscire a tutti i costi. »
« Sì sì, mi ricordo… Ora però fermiamoci un po’ » si trascinò alla parete opposta, e si sdraiò. Troppo stanca per discutere.
Provò a sollevare il braccio per appoggiarlo su un ginocchio piegato, a sostegno, ma non ci riuscì; le uscì un mugugno di dolore, Zoro alzò lo sguardo, e lo ridistese lungo il fianco.
Di nuovo restarono in silenzio.

Zoro non sembrava preoccupato o infastidito dalla situazione. Teneva gli occhi chiusi e la testa rivolta verso l’alto. Un braccio era appoggiato ad un ginocchio piegato, mentre l’altro cadeva in grembo. E l’altra gamba era lassa e allungata a terra. Totalmente rilassato. Poteva essere lì, come sul ponte della Sunny, o sotto un albero all’ombra, o qualunque altra parte. Lui non aveva problemi.
Il silenzio era rotto solo dal ritmico e ormai snervante gocciolio che stavano seguendo, fattosi molto più vicino da quando avevano iniziato a camminare. Si stavano avvicinando.
« Hai notato che non ci sono bestie? » chiese lei accennando un risolino, per smorzare la tensione.
« Certo che non ci sono, stupida. Se ci fossero state te ne saresti accorta dopo un minuto che eri qui sotto » rispose senza scomporsi.
Nami non seppe come rispondere e tacque, concedendogli solo un’occhiataccia di fuoco. “Mi ha presa in giro!”
La conversazione, se così poteva definirsi, si chiuse lì e per qualche tempo nessuno dei due parlò più. Nami invece era tesa. Ginocchia al petto e sguardo indagatore, mezzo nascosto dalle ginocchia, rivolto a Zoro.

Improvvisamente lo spadaccino aprì un occhio, l’unico rimasto per la verità;… Nami sobbalzò. Era un po’ inquietante, più del solito, con un occhio solo…
« Che c’è? Perché mi fissi? » sentendosi osservato, per l’appunto.
« Ehm io… ecco…… »
« Non tartagliare… Parla. »
« No, non è niente d’importante. »
« Ci sono abituato » abbozzando un ghigno.
Nami lo fulminò ma parlò: « Davvero non mi sposeresti neanche se fossi l’ultima donna sulla terra? »
Zoro alzò la testa e la fissò.
« Insomma, voglio dire – correggendosi in fretta – sono davvero una persona così detestabile? »
« Da quanto ti importa quello che gli altri pensano di te? »
Nami non rispose. Effettivamente non le era mai importato molto ma ci pensò ugualmente.
« Forse… mi importa di quello che pensi tu… » nascondendosi dietro le sue ginocchia.
« Forse ti sposerei se fossi l’ultima donna sulla faccia della terra… »
Nami sembrò illuminarsi.
« …per disperazione » aggiunse Zoro sogghignando.
Nami diventò paonazza e s’impettì. Poi si rilassò; non aveva la forza fisica e nemmeno mentale per intraprendere una litigata.
« Volevo chiederti anche come va la testa? Ti fa ancora male? »
Zoro sembrò non comprendere la domanda poi si ricordò che alcune sere prima ne aveva sofferto e che Nami gli aveva portato le pillole di Chopper.
« Va meglio. »
Di nuovo silenzio.
« Mi… mi stavo chiedendo anche… è la ferita all’occhio? È quella che ti causa il mal di testa, non è così? »
Zoro esitò. Sarebbe stato come rivelare un oscuro punto debole, ma soprattutto come ammettere di averne uno. Ma alla fine cedette.
« Credo di sì. Mi succede di rado, per fortuna. »
« Chopper cosa ne pensa? »
« Chopper non lo sa. »
« Perché no? »
« Perché non mi va che lo sappia »
« Ma è il dottore…! »
« Nami… non insistere. Poi ti domandi perché non ti sposerei neanche da qui alla fine del mondo… »
…….Forse stava un tantino esagerando …. (???)
Di nuovo incassò il colpo e per un po’ non disse nulla. Non troppo a lungo comunque.
« Posso chiederti come te la sei procurata? Ancora non ce ne hai parlato… »
Lo spadaccino sospirò. Sospiro di libera interpretazione. « Non ti offendere ma preferirei di no. »
Nami rimase sorpresa, certo non offesa, forse delusa ma non obbiettò.
« Va… Va bene… »



Pausa per il week-end ragazze! Grazie a tutte e ci si rivede lunedì! baciii =^^=

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Capitolo 7
*** Tra sogno e realtà ! Una luce nel buio ***


Più tardi, Nami finalmente sembrò sentirsi meglio e decise di rialzarsi. Zoro la seguì senza discutere e per niente affaticato.
« Il gocciolare si fa più vicino. Buon segno. »
« Non è il solo rumore però » osservò Nami.
Restarono in ascolto. C’era uno scrosciare ritmico e fragoroso.
« È il mare! »
« Il mare? Ma che dici? Sottoterra? »
« Ma sì! Ne sono sicura! »
Zoro alzò un sopracciglio.
Nami si mise a correre.
« Ecco che ricomincia! Nami aspettami! »
Arrivarono finalmente dove il fragore era più forte. Si guardarono attorno; non sapevano nemmeno loro cosa si aspettavano di trovare, certo è che rimasero delusi perché del mare non c’era traccia.
« Eppure io lo sento chiaramente… » disse pensierosa.
« E c’è un altro problema » osservò Zoro.
« Che cosa? »
« Se non l’hai notato, siamo in un vicolo cieco. »
Nami rimase senza parole. Era davvero un vicolo cieco. La galleria terminava lì.
« Però guarda, c’è una pozza… »
« E CHI SE NE IMPORTA DELLA POZZA?! » urlò Nami come una pazza.
« Nami – Zoro ne richiamò l’attenzione – alza la testa verso il soffitto della grotta. »
« CHE COSA C’È?! NON HO TEMPO ADESSO PER I TUOI GIOCHETTI! DEVO TROVARE UNA SOLUZIONE! »
« Nami » insistette.
« CHE VUOI?! »
« Alza la testa! Accidentaccio! » prendendole la mascella e alzandole il mento verso l’alto.
Nami era pronta ad aggredirlo ma rimase piacevolmente sorpresa.
« Ma… ma… ma quello… »
« Sì, quello è il mare » confermò Zoro soddisfatto.
« Q-Questo significa che noi siamo sotto… NO! Dentro alla scogliera che circonda l’isola! » e aveva ragione, perché il fragore che sentiva era proprio quello del mare che si infrangeva sugli scogli sopra le loro teste e alzando lo sguardo verso l’alto era evidente che fosse così perché la roccia azzurra era pressoché trasparente, e schiuma e onde si vedevano chiare e distinte infrangersi su di essa.
Zoro si diresse dunque verso la pozza d’acqua, accanto alla parete chiusa e ne saggiò l’acqua.
« Come immaginavo, è salata » disse scrollando la mano e asciugandola sui pantaloni.
« Salata? Significa che c’è un collegamento con il mare aperto se l’acqua filtra fino a creare un lago! È fantastico! »
« Ora però, ti dispiace se mi riposo io? »
Nami osservò che era sudato. « Ti senti bene? La testa di nuovo? »
« Sì » fu sincero Zoro, arrancando verso la parete più vicina.
Nami, come durante la pausa precedente, si sdraiò alla parte opposta e restò in silenzio. Sapeva che Zoro trovava particolarmente fastidiosa la sua voce squillante, ma sorprendentemente fu lui a romperlo. « Vuoi ancora sapere cos’è successo al mio occhio? »
Nami restò sorpresa e il cuore cominciò a batterle forte. Ovvio che voleva saperlo ma non si aspettava che lui parlasse per primo.
« C-Certo che voglio, voglio dire… se ti va, naturalmente. »
Lo spadaccino sospirò e si portò un braccio sulla fronte.
Passò ore a raccontare e Nami ascoltava attenta ed interessata.
« …E questa è la mia storia » concluse.
« Oh… non credevo che… insomma… mi dispiace Zoro » disse sinceramente mossa dalla tristezza.
« Non voglio la compassione di nessuno, tantomeno la tua. Ci convivo da diverso tempo e ormai dovrei essermi abituato; peccato per questo dannato mal di testa che me lo ricorda ogni volta… al peggio non ci si abitua mai, sai come si dice ».
Nami non sapeva cosa rispondere. Si sentiva terribilmente triste per lui. Allora in quei due anni aveva sofferto davvero, e lei non c’era quando aveva più bisogno.
« Cosa ti prende ora? »
Nami sollevò lo sguardo: « Niente… » mentì.
Temeva che parlando si potesse lasciar sfuggire qualche parola buona che Zoro avrebbe frainteso, magari arrabbiandosi. Tuttavia, Zoro non si aspettava una risposta. Nami allora si lasciò coccolare dal suono ovattato delle onde e gli occhi si chiusero troppo stanchi.

◊◊◊◊

Nami aprì gli occhi, ma era tutto nero.
“Dove sono?”
Non era nella galleria.
Sentiva in lontananza il gocciolare ritmico che accompagnava il suo viaggio con Zoro ma non c’era una strada da seguire. Era come se si trovasse dentro ad un buco nero. C’era solo oscurità, ovunque.
Si alzò in piedi e si guardò attorno. Fu divorata da una pesante sensazione di vuoto, tanto che si sentì schiacciare. Non c’era niente lì. Era intrappolata. Non c’era un uscita.
Improvvisamente, davanti ai suoi occhi apparve una lucetta dorata che danzava come una foglia al vento. Sembrava emettesse un dolce ma soffocato tintinnìo, come il più dolce tasto di uno xilofono.
“È la luce che ho visto ieri sera. Non l'avevo immaginato allora” si disse sicura.
Allungò una mano per toccarla, ma questa si scostò veloce come impaurita. Nami ritrasse la mano e la osservò ancora. Ad un certo punto, la lucina non tanto diversa da una lucciola si trasformò in una fiammella più forte e luminosa e cominciò ad allontanarsi ondeggianto nel vuoto. Nami non la seguiva però. Non si fidava. Allorché la lucina si fermò e cominciò a danzare di nuovo. Nami ebbe la sensazione che le stesse proprio dicendo di seguirla, e così fece. La sensazione si rivelò giusta perché dopo un paio di passi anche la lucina riprese ad avanzare.
C’era più luce rispetto a prima, ma non era cambiato niente: non c’erano pareti in quel posto. Nami avanzava quasi alla cieca, con la paura di mettre un piede nel vuoto da un momento all'altro.
“Ma dove sono? E dov’è Zoro?” continuava a domandarsi.
Le venne un brivido che la fece stringere nelle braccia.
Il gocciolare era incessante e riecheggiante. Il rumore dei suoi passi la seguiva incalzante come se altre quattro o cinque persone la stessero seguendo.
Ad un certo punto la fiammella si fermò nuovamente, e Nami con lei. Nella penombra di quella fioca luce, apparve una sagoma poco distante, che le dava le spalle. Nami strinse gli occhi per identificarla e il cuore di Nami si alleggerì. “Zoro!”. Non era sola.
Gli corse incontro sollevata, ma, quando lo sfiorò, Zoro svanì in una nuvola di fumo. Nami rimase interdetta e il panico di nuovo la colse. Ecco allora che la fiammella si spostò verso la sua sinistra e si fermò galleggiando nell’aria, in alto. Nami la osservò con attenzione e notò un flebile riflesso sotto di essa.
“Acqua”pensò avvicinandosi.
Sì, acqua. C’era dell’acqua lì. S’inginocchiò e guardò meglio. C’era una pozza nera e buia. La lucina tremolante che la sovrastava le permetteva di scorgere il proprio riflesso seppur molto debole.
La lucina poi si abbassò, quasi all’altezza del suo viso. Nami ritentò un contatto ma prima che potesse toccarla questa si tuffò nella pozza, senza produrre alcun suono o schizzo, e fu buio di nuovo. Nami cominciò ad agitarsi. Le si stringeva il petto. Cominciò a sudare freddo, quando il suo sguardo venne catturato dall’acqua, dove un puntino dorato cercava disperatamente di essere notato. Nami si sporse per osservare meglio. Sentiva di poter allungare una mano e coglierlo. Non sembrava tanto lontano. Mise una mano nell'acqua ma improvvisamente si sentì mancare la terra sotto i piedi e un mare d’acqua la travolse con forza, facendola svegliare di colpo.
Era sudata e affannata.
Si guardò intorno spaesata e impaurita.
« Brutto sogno? » chiese una voce vicina.
“Sogno? Era un sogno… Zoro”
« Credo di sì »
Tornata alla realtà trovò Zoro inginocchiato sulla riva della pozza sotterranea che si bagnava le braccia e il viso.
« Che stai facendo? » ancora frastornata.
« Mi sono appena svegliato. Mi do una rinfrescata » disse continuando a bagnarsi.
Nami si alzò, appoggiandosi alla parete. Era intontita. La sensazione di schiacciamento lasciata da quel sogno non voleva abbandonarla.
L’aria era stantia e satura di umidità.
« Ti senti bene? » chiese lui.
« Credo di sì »
Zoro non sembrava convinto ma lasciò cadere il discorso.

« Allora – chiese poi – hai trovato una soluzione mentre dormivi? »
Ci pensò su e le venne un’illuminazione.
« Sì » rispose. Zoro si sorprese. La sua era più una domanda mista tra retorica e sarcastica.
« Ho pensato che sarebbe il caso – continuò Nami - di andare a controllare se in fondo a questa pozza c’è una galleria che si collega con il mare aperto. »
« Benissimo. Prego, puoi andare. L’acqua è caldissima » disse continuando a bagnarsi la fronte.
« Mmm – sorrise Nami alle sue spalle – io invece ho pensato… che ci andrai tu! » spingendolo in acqua con un piede.
Zoro riemerse annaspando e sputando un litro d’acqua.
« Ma cosa ti salta in mente?! Sei impazzita?! »
« Non avevi detto di avere caldo? » facendo una linguaccia.
« Sì ma mi ero già sistemato! Accidenti a te! »
Nami se la rideva dalla sponda e s’inginocchiò verso l’acqua (esattamente come aveva fatto nel sogno), ignara del pericolo che correva così facendo. « Ora puoi andare a controllare, grazie! »  sorrise salutandolo.
« Sai che c’è? » disse Zoro avvicinandosi. « Se io ci vado, tu vieni con me! » e prima che Nami potesse difendersi, l’afferrò per un braccio (quello buono) e la trascinò in acqua con sé. Nami riemerse su tutte le furie tossendo a più non posso e cercando disperatamente la riva come un gatto finito in piscina.
« Zoooroooo!!! » ringhiò.
« Attenta, non irrigidirti o coli a picco! »
« Fai anche il simpatico?! »
Sguazzò verso la sponda: « Brutto babbeo! Non posso nuotare con un braccio solo! »
« E dai, smettila di piagnucolare di continuo » sorrise cominciando a spruzzarle tonnellate di acqua addosso senza alcun ritegno.
Iniziarono una guerra di gavettoni in cui, ovviamente, era in vantaggio lo spadaccino che se la rideva di gusto mentre Nami annaspava sotto al peso delle onde che Zoro le lanciava.

Nel frattempo i compagni erano tornati all’accampamento, di rientro da una battuta di caccia al tesoro non andata a buon fine.
« Ehi ragazziiiiii! » Rubber corse incontro al resto della truppa, già posizionata intorno al fuoco.
« Allora avete trovato qualcosa? » chiese Robin prendendo posto e posando lo zaino sulla sabbia.
« No, purtroppo no – sorrise Bibi – e l’isola non è tanto grande. Chissà dove Higaraam ha nascosto le fedi… il  problema è che domani ci dobbiamo sposare e senza non sarà possibile… »
« E ditemi, Nami è tornata? » chiese Sanji ansioso.
« No – rispose Chopper – non ancora. »
« Purtroppo nemmeno Zoro » concluse Usop.
« Chissà magari le hanno loro le fedi e si vogliono sposare in segreto! »
« Cosa ti salta in mente? Come fanno a sposarsi da soli? » chiese Usop sconvolto dalla stupidità di quell’idea.
« E io che ne so… Non sono mica un prete! Ehehehe! »
« Non dire mai più una cosa del genere! Non si scherza su certi argomenti! »
« Calmati Sanji! »
« Come faccio a stare calmo?! È quasi il tramonto e Nami non è qui!!! » accendendo tremante una sigaretta.
« Non capisco perché ti preoccupi tanto per lei » osservò Franky. « In fondo non mi sembra che lei si curi di te allo stesso modo, voglio dire… non ha il tuo stesso interesse nei tuoi confronti »
« Zitto! Tu che ne sai!? »
« Io spero solo che stiano bene » sospirò Bibi. « Delle fedi non m’importa poi molto in fin dei conti. Possiamo sempre trovarne altre. »
Dhakir Fadi le cinse le spalle con un braccio. « Vedrai che è così. »
« Me lo auguro di tutto cuore » disse Bibi osservando il tramonto meraviglioso che, però, per una volta non riuscì ad emozionarla.

Il sole intanto iniziava la sua discesa nel mare.





Ciao ragazze! Scusate il ritardo =_='' pietà e perdono... Ho avuto mille cose da fare.
Vi chiedo scusa anche per non aver risposto alle ultime 3 recensioni ma il motivo è sempre quello: tempo che scarseggia.
Bene, ci avviciniamo al capito più bello :3 ma mi piace farvi attendere ancora un pochetto.
Buona lettura, e come sempre un GRAZIE smisurato ^_^

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Capitolo 8
*** Il tramonto ! Emozioni sotto terra ***


« Zoro adesso basta! » annaspò Nami di nuovo affondata da un’onda gigantesca. « Ho detto basta! »
« Quanto sei rompiscatole, per un po’ d’acqua! Ti ho anche concesso di restare aggrappata alla sponda. Non farla tanto lunga! »
« Un po’ d’acqua?! » gridò Nami senza fiato. « Ma se per quanta ne ho bevuta per poco la finisco! Come quella volta che all’Isola Meccanica Rubber voleva bersi il lago ed è diventato un pallone! » cercò di trattenere le risate al pensiero, ma poi non ce la fece più e insieme esplosero in una sonora risata.
« E va bene… »  sospirò Zoro. « Io però mi stavo divertendo » sorrise continuando a galleggiare al centro della pozza.
« Di solito ci si dovrebbe divertire in due »
« Non ti stavi divertendo? »
« Beh… I-Io… »
« Ti senti meglio? Nell’acqua. Prima mentre dormivi ho notato che sudavi molto »
« Sì » confermò Nami. « Mi sento meglio. Ho solo… fatto un brutto sogno. L’acqua è alla temperatura giusta. Mi ci voleva una rinfrescata. Tu ti senti meglio? »
« Sì ».
Improvvisamente l’azzurro opalescente della grotta si tinse di rosso.
« Che succede? » chiese Nami guardando verso il soffitto roccioso semitrasparente.
« Sembra che sia il tramonto »
« Che cosa?! Di già?! Che guaio! Avremmo già dovuto tornare! E invece siamo qui a perdere tempo come due babbei, per colpa tua! Come sempre… »
« Ancora con questa storia?! »
« Invece di tirarmi acqua potevi andare a controllare se c’è un’uscita! »
« Io non prendo ordini da te! »
« Ah questa è buo--- » prima che Nami potesse finire la frase però, di nuovo si bloccò: il sole era a metà strada per le tenebre e si accingeva ad accarezzare gli scogli che stavano sopra le loro teste. Quegli stessi scogli cristallini che creavano l’arcobaleno marino.
Nami e Zoro si trovarono presto immersi in un mondo di colori luccicanti che avvolgevano pienamente la grotta nella parte esattamente sottostante alla scogliera, rifrangendo lungo tutta la galleria grazie all’effetto specchio.
Si guardarono reciprocamente, come se quello spettacolo avesse messo fine ad ogni capacità e possibilità di esprimersi.
Senza nemmeno rendersene conto, si trovarono vicini. Non troppo vicini, solo quel tanto che bastava per rendere la cosa inspiegabile ed imbarazzante, e pericolosa.
Nami si trovava con le spalle al muro. Zoro si era avvicinato per qualche recondita ragione, come una mosca attratta dal miele. Ed era lì, davanti a lei. Così vicino.
« Certo che… visto da qui… è proprio… bello » balbettò Nami. « Spettacolo » si corresse in fretta. « Bello-spettacolo. »
Zoro deglutì vistosamente ma nessuno dei due, nonostante un evidente imbarazzo, si scostò. Continuarono a scrutarsi fisso negli occhi senza dire un parola.
Nami poi tirò fuori una mano dall’acqua e l’allungò verso il viso di Zoro.
« C-Che stai facendo? » Zoro si ritrasse preoccupato e disorientato.
« Niente, non… non voglio fare niente. Sta’ fermo. »
Diffidente, spostò il collo indietro, allontanando ancora il viso.
« Ho detto che non voglio farti niente! Fidati una buona volta! »
Zoro allora cercò di ricomporsi, impettito, teso e rigido come un pezzo di legno.
Chiuse gli occhi come se una bomba avesse dovuto scoppiargli in faccia e sobbalzò quando la mano di Nami lo sfiorò, toccandolo, e fermandosi proprio lì. Sulla cicatrice.
La sua mano era calda, e morbida. La sensazione sulla cicatrice gli fece venire un brivido lungo la schiena. Era piacevole ma allo stesso tempo terrificante. Si ritrasse impercettibilmente, forse per istinto, ma non si spostò e Nami dal canto suo non ritrasse la mano. Restò con gli occhi chiusi e inspirò profondamente. Nami la passò col pollice, gli occhi velati di infinita tristezza, mentre il respiro di Zoro si appesantì.
Il cuore di Nami, ma anche quello di Zoro, battevano fortissimo tanto che quasi potevano sentirsi. Gli occhi si stringevano a scrutare quella ferita, come a volerla studiare nei minimi dettagli, per andare oltre a quello che si vedeva. Cos’era per lui quella ferita?
Zoro poi li riaprì (-ovvio che ne aprì uno solo, ma ogni volta doverlo scrivere è una rottura, abbiate pazienza-), ma Nami non scostò la mano. Si fissarono ancora e ancora, sotto la luce arcobaleno di quel tramonto.
Zoro allora tirò fuori una mano dall’acqua e afferrò delicatamente il polso di Nami, del braccio che la teneva salda alla sponda della pozza.
« N-N »
« Piano » disse lui rassicurandola. « Ti tengo io » non che lui non fosse imbarazzato, ma allo stesso tempo era come se il corpo avesse una volontà propria
Nami si agitò ma era troppo terrorizzata per muoversi.
Zoro le prese il braccio a quel punto e se lo portò dietro al proprio collo. Tirò Nami verso di sé, sorreggendola come meglio poteva, cingendole la vita con un braccio mentre con l’altro fu lui ad aggrapparsi alla sponda per sorreggere entrambi.
Nami respirava veloce. S’irrigidì. Una parte di lei diceva: “Cosa stai facendo?! Spostati! Levati! Staccati!” ma come sotto ipnosi, di nuovo non ci riusciva. Il cervello le diceva una cosa ma il cuore, o qualunque cosa fosse, ne diceva un’altra e sembrava essere più forte.
Erano pericolosamente vicini. La cicatrice frastagliata era fin troppo dettagliata ora.
Non aveva mai sentito quella sensazione di calore. Quella sensazione di sicurezza e di protezione che, si rese conto, lui le aveva sempre offerto.
Nami deglutì e azzardò: « Ti fa male? » ancora con il dito che poggiava delicatamente sull’occhio. Glielo aveva già chiesto ma sentì dentro di lei la necessità di porre di nuovo quella domanda.
« Sì » rispose Zoro. Nulla di diverso dalla prima risposta che le aveva dato, ma aggiunse: « Non puoi sapere quanto » sospirando con rassegnazione. Il ruggito di un leone ferito in battaglia. Chiuse gli occhi ancora e inclinò la testa, riempiendo la mano di Nami, sentendone il calore e assaporandolo tutto. Nami non sapeva che fare, era così agitata ma non si mosse. Il cuore batteva a ritmo di marcia. Il respiro correva quanto un treno.
Doveva essergli mancato molto, il calore di casa.
Nessuno dei due sembrava volersi separare da quel momento.

Il livello di guardia era in allarme rosso. In un'altra situazione, in diverse circostanze, gli avrebbe preso la testa che già stava nel suo palmo destro e gliel’avrebbe sbattuta contro il muro o per terra a suon di ceffoni. Ma ora no.
Persino per lei che spesso era cinica e gelida come il ghiaccio, persino per lui che mai si lasciava conquistare o vincere dalle emozioni, quel momento era magico.
L’arcobaleno ancora splendeva nella grotta e nell’acqua in cui si trovavano.
« Rubber morirà d’invidia quando saprà che abbiamo fatto il bagno nel mare arcobaleno » sorrise Nami.
« Lo credo anch’io » sorrise lo spadaccino.
Si fissavano, e sorridevano.
Stavano bene. Per la prima volta, stavano bene insieme.
Ed ecco, i loro volti a pochi, pochissimi centimetri l’uno dall’altra ma poi…




Ehmehm xD
Bene! Di nuovo le mie scuse per aver pubblicato solo 2 capitoli questa settimana o 3 -neanche mi ricordo-
Domani o domenica cercherò di trovare il tempo di aggiornare. Lasciarvi sul filo del rasoio mi sembra crudele, farò del mio meglio xD
Se non dovessi riuscire, buon week a tutti! baciii

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Capitolo 9
*** Non ti lascerò morire ! Finalmente fuori ***


« Un momento! » esclamò Nami scostandosi.
« Che c’è? » chiese Zoro staccandosi imbarazzato, quasi risvegliandosi da un’ipnosi.
« Il sole sta calando! L’arcobaleno inizia a sparire! » esclamò Nami osservando l’intensità dei colori svanire.
« Un buon motivo per darsi una mossa finché rimane un po’ di luce! »
Senza nemmeno darle il tempo di prendere fiato, Zoro s’immerse trascinandola con sé.
Nami si dibatteva contrariata, aveva bisogno d’aria, ma Zoro non sentiva ragione e più forte e veloce che riusciva continuava la sua corsa verso la superficie, seguendo una pallida e flebile luce che (forse) indicava la strada per l’uscita.
La pozza era profonda e più si immergevano più diventava buia.
A Nami ricordò il suo sogno e il panico la catturò. Per via dell’agitazione, Nami cominciava a diventare pesante e rigida, mentre nuotava alla meno peggio, con un braccio fuori uso e una mano davanti alla bocca per non far uscire la poca aria che le restava.
Ad un certo punto, con dispetto staccò la mano da quella di Zoro. I polmoni cominciavano a bruciare. L’aria stava finendo. Zoro si voltò e tornò da lei. La prese per le spalle intimandola a calmarsi, mentre Nami cercava di mimare la propria fatica.
“Non ce la faccio più!”
“Devi resistere! Stiamo solo perdendo tempo!”
“Non ho più aria!”
“Fidati di me ti trascinerò fuori di qui ma presto!”
“Non ci riesco!”
Mentre discutevano silenziosamente come due delfini, l’attenzione di Nami venne catturata da un luccichio lontano. Smise di discutere con Zoro e repentina si avviò verso il fondo nero della pozza. Zoro l’afferrò per un braccio e Nami si voltò di scatto, guardandolo come a dire: “Che c’è?!”
“Dove stai andando?!”
 “Ho visto qualcosa luccicare sul fondo!” rispose lei gesticolando.
“Non è il momento di pensare ai soldi!”
“Chi ha detto che sono soldi?! Credo siano le fedi!” facendo il gesto di infilarsi l’anello al dito.
“È impossibile! Non possono trovarsi qui sotto e ora andiamo, non voglio morire annegato!”
“Tu vai io arrivo!”
“No, vieni con me!” strattonandola ancora.
“Lasciami andare – tirando a propria volta - Hai paura di perderti?!”
Zoro la osservò strabuzzando gli occhi e lasciò che Nami andasse a recuperare gli oggetti luccicanti: “Altro che gatta ladra, gazza ladra ecco cosa sei!”. La informò che non l’avrebbe aspettata e ricominciò a nuotare verso l’uscita; poi, forse frenato dal senso di colpa, si voltò verso Nami e vedendola sparire nel buio, tornò da lei: “Accidentaccio a me”.
Una volta che la raggiunse, l’afferrò per l’ennesima volta, Nami non ebbe il tempo di voltarsi: Zoro la trascinò a sé e con lo sguardo le disse: “Non ti lascerò morire” e senza che potesse reagire la baciò.
Beh… ora sta a voi decidere cosa fosse quello. Se un bacio o un semplice atto di generosità, passandole buona parte dell’aria che aveva ancora in corpo.
Comunque, si separarono. Nami sembrava contrariata e offesa ma con nuova aria in fiato riprese più veloce la sua corsa verso l’ignoto mentre Zoro l’avrebbe aspettata lì.
Nuotava e nuotava verso quella lucina sempre più dorata, che aveva cominciato a pulsare più Nami si avvicinava. Allungò un braccio come se potesse raggiungerla, esattamente come nel sogno ma no. Non ancora. Ecco che l’aria ricominciava a mancare. Di nuovo al sentore dei polmoni che bruciavano, Nami strinse i denti e chiuse gli occhi, e con un nuovo e più vigoroso colpo dei piedi si diede una spinta che finalmente le fece raggiungere il fondo. In qualche modo, quando li riaprì, sentì qualcosa stretto nel suo pugno: le fedi.
Restò a fissarle pulsare nella sua mano finché non sentendosi mancare tornò più veloce che riusciva da Zoro. Raggiunto, gli mostrò le fedi. Zoro la prese per il polso e nuotò verso l’esterno seguendo l’ennesima galleria che sfociava in mare aperto, mentre le fedi tra le mani di Nami brillavano potenti illuminando la strada.
Entrambi erano a corto di aria. L’uscita ancora sembrava lontana quando finalmente, quasi prima di oltrepassare quel millesimo di secondo che li separava dalla morte videro la superficie e, con i polmoni in fiamme, con quel minimo di aria che gli restava in corpo, diedero la spinta finale che li portò a cielo aperto. Respirarono a pieni polmoni e ansimando e annaspando, cercando un appiglio. Faceva male. Faceva troppo male.
Zoro agonizzò cercando alla cieca lo scoglio più vicino a cui aggrapparsi. Prese Nami per la vita e l’aiutò a nuotare verso la scogliera. Erano entrambi molto affaticati.
« Piano – le suggerì - respira piano » cercando a sua volta di ritrovare la lucidità. La testa girava.
Nami annuì e cercò di riprendere un respiro regolare.
Il mare era calmo. Piccole e dolci onde accarezzavano gli scogli infrangendosi prima contro di loro. Il tramonto aveva perso la sua magia e il cielo iniziava ad imbrunire.
« Stai bene? » le chiese.
« Sì… Sto bene . Hai visto – mostrando le fedi sorridente e soddisfatta – ci sono riuscita! Ahah! »
« Nami… »
« Uh? »
« N-No… niente! Guarda – disse Zoro, quando i polmoni non bruciavano più così tanto – là c’è la spiaggia. Andiamo forza. »
Zoro cercò la forza di sollevarsi sugli scogli e aiutò Nami a seguirlo.
La spiaggia era distante qualche centinaio di metri. Non molti in linea d’aria, ma in mare non sempre è facile muoversi tra la marea, le onde e il fondale; fortunatamente lì il fondale era costituito dalla barriera corallina. Sicuramente non era facile districarsi tra coralli e rocce appuntite. Era sufficiente inciampare, o mettere un male un piede per trovarsi con un taglio doloroso. La sabbia però sarebbe stata peggio, creando l’effetto sabbie mobili. Nel cammino verso la riva, alle volte ci si poteva appoggiare agli scogli emersi per farsi forza e si poteva camminare per brevi tratti anche senza nuotare, nonstante con la poca forza rimasta e gli abiti zuppi d’acqua anche l’onda più piccola li contrastava come un cavallone e ogni passo pesava una tonnellata.
« Sono… esausta » sospirò Nami a peso morto.
« Avanti – disse Zoro sorreggendola prima che cadesse in ginocchio – ci siamo quasi, non lasciarti andare ora ».
Ben presto, Nami si accorse che Zoro la teneva per mano camminando un paio di passi avanti a lei. Si sentì profondamente in imbarazzo. Con gentilezza, senza che se ne accorgesse per non offenderlo (anche se non era certa che se ne fosse reso conto), quando furono abbastanza vicini alla spiaggia, ma non così tanto perché gli altri potessero vederlo, lasciò la presa. Zoro non disse nulla. Nami lo osservò arrancare nell’acqua e dietro di lui continuava la corsa a ostacoli verso la salvezza.




Ecco xD
Il contatto è avvenuto.
Ma non è la fine ;)

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Capitolo 10
*** Un sospiro di sollievo ! Racconto di una (dis)avventura ***


Sulla spiaggia…
« Il sole è calato – osservò Sanji – e Nami ancora non è qui » accedendo una sigaretta con le mani tremanti.
« Forse è meglio se andiamo a cercarli… »
« Sì, Usop ha ragione  » confermò Rubber. « Se non sono ancora tornati significa che è successo qualcosa. »
« Rubber… » lo chiamò Chopper annusando l’aria.
« Coraggio, mettiamoci in marcia » disse il capitano alzandosi e sistemando il cappello.
« Aspettate. »
« Che c’è Chopper? »
« Sento… qualcosa » disse incerto, muovendo il naso blu.
« Qualcosa? »
« Sì… mi sembra… »
« Non sentite delle voci? » chiese Dahkir guardandosi attorno.
La ciurma ascoltò attentamente.

    « Mi sembrava che i polmoni mi andassero a fuoco! »
« A chi lo dici! »
« Stavamo per annegare tutti e due per colpa tua! Se non fossi tornata indietro! »
« Che importanza ha?! In fondo siamo vivi, no?! E poi nessuno ti ha chiesto ti tornare indietro, anzi ti avevo ordinato di tornare in superficie perché ci avrei pensato da sola! Ma per qualche strano motivo mi finisci sempre dietro! »
« Già -sbuffò lui- non dirlo a me… »

« Sono loro! » esultò Bibi scattando in piedi.
Guardarono verso il mare, dove pochi metri più in là due figure arrancavano barcollanti e goggiolanti verso la spiaggia.
I compagni corsero loro incontro.
    
« Ci avresti pensato da sola?! Non farmi ridere! C’è sempre bisogno di qualcuno che ti tenga d’occhio! »

« Nami! Zoro!!!! »

Alzarono lo sguardo: « Sono Rubber e gli altri! »
Erano ormai a riva.

« Nami amoreeeee!!!! Sono così felice che tu stia beneeee!! »
Sanji si precipitò in acqua ad aiutare la sua musa.
Zoro fece una smorfia, che nessuno notò, e fu accolto dagli altri compagni e aiutato a tornare a riva allo stesso modo. Raggiunta la spiaggia si gettò a terra accanto al fuoco acceso, ancora ansimante per la fatica.
« Zoro ma si può sapere dove vi eravate cacciati?! »
« Siete impazziti ad andarvene senza dire nulla?! Ci avete fatto stare in pensiero! »
« Eravamo tutti preoccupatissimi! »
« Basta ragazzi, lasciatelo respirare. Per le domande ci sarà tempo » disse Chopper avvicinandosi con dei vestiti asciutti, recuperati in fretta dalle rispettive tende.
Robin e Bibi accompagnarono Nami in casa, avendo già recuperato un asciugamano asciutto e caldo ed alcuni vestiti di riserva.
« Chopper, vieni anche tu? » chiese Robin.
« Sì, arrivo. Vorrei visitare Zoro. »
« No Chopper – ansimò lo spadaccino mettendosi a sedere – vai da Nami prima… »
« Ma tu… »
« Non discutere… Ha una spalla messa non troppo bene. »
« D’accordo, vado subito allora! »

Ritrovati Nami e Zoro e sistemate le ultime faccende, finalmente la ciurma si poteva godere una cena in pace. Per la seconda volta in quella settimana di nuovo si ritrovarono radunati davanti al fuoco. Nami e Zoro ancora infreddoliti, raggomitolati in calde coperte.
Nami con un braccio fasciato e appeso al collo.
« Bibi, non siamo riusciti a trovare gli anelli… » sbuffò Chopper estraendo la mappa e osservandola.
« Non preoccuparti, non fa niente. Era solo un gioco, ne faremo forgiare degli altri. »
« A proposito di anelli! » Nami si alzò in piedi e cominciò a rovistare frenetica nelle tasche dei pantaloncini.
« Non dirmi che… » gli occhi di Bibi già luccicavano e la mano strinse quella di Dhakir Fadi.
« Eccoli qui! » sorrise Nami.
« Oh Nami! È fantastico! Sei riuscita a trovarli! »
« Ma è ovvio! Avevi forse dei dubbi?! Ah ah ah! »
« Oh e grazie anche a te Zoro! »
« No, io non ho fatto niente » imbronciandosi e arrossendo.
« Confermo, lui non ha fatto niente! Ma in fondo l’importante è sapere che gli anelli sono qui! »
« Non sappiamo davvero come sdebitarci… » sorrise Dhakir.
« Beh, io lo so come… »
« Nami quello sguardo non promette niente di buono! » strillò Usop.
« La solita tirchia… » commentò Zoro.
« Stavo solo scherzando » disse Nami rimettendosi a sedere.
« Dove li avete trovati? » chiese Rubber.
« Già, dove? »
« Beh, questa è una storia interessante… Ieri sera sono uscita dalla tenda perché ero stata svegliata da un forte vento e volevo controllare che fosse tutto a posto. Una volta fuori ho visto che Zoro si era addormentato davanti al fuoco spento e faceva piuttosto freddo, così sono rientrata a prendere una coperta e sono rimasta a fare due chiacchiere con lui, tanto ormai ero già sveglia poi però… »
« …però ad un certo punto questa sciocca si alza e comincia a correre verso la foresta al buio totale. Le ho chiesto di fermarsi ma non sentiva ragione, per cui le sono andato dietro. Siamo entrati nella foresta e non si vedeva un bel niente. Poi ci siamo messi a discutere e mentre discutevamo Nami fa un passo avanti e non c’è più. »
« Esatto. Per colpa di Zoro sono caduta in un tunnel sotterraneo, una specie di grotta. Poi quel babbeo ci è caduto dentro e »
« Babbeo?! Ci sono caduto dentro per provare a salvarti! »
« Dettagli, dettagli. Comunque, ci è caduto dentro e abbiamo passato lì tutta la notte » glissò Nami.
« Ma mi ascolti?! Non è stata colpa mia! »
« Hai passato…… tutta la notte…… con la mia Namiiiiii?! »
« Yohohohoho! Io lo sapevo, ve l’avevo detto! »
« Detto che cosa?........ Ma no brutti babbei! Cosa andate a pensare?! » diventando paonazzo.
Insomma… non che avessero del tutto sbagliato…
« Alla fine non indovinereste mai cos’ho scoperto » continuò Nami indifferente.
« Cosa abbiamo scoperto » puntualizzò lo spadaccino.
« Ho scoperto che la grotta era fatta interamente di agalmatolite! »
« Sì ma come siete usciti? » chiese Chopper.
« È molto semplice: sentivamo gocciolare dell’acqua e abbiamo pensato che sicuramente potesse provenire da fuori in qualche modo, quindi abbiamo seguito il suono camminando lungo la galleria tutto il giorno. Non sapete che fatica e che caldo, sembrava non finire mai. Finalmente siamo giunti alla fine dove invece di una via di uscita verso l’alto abbiamo trovato una sorta di lago sotterraneo, in cui cadevano gocce che filtravano dalla superficie, ma di una via d’uscita neanche l’ombra. Abbiamo concluso che fosse collegato al mare, anche perché l’acqua della pozza era salata quindi… beh…. ci siamo tuffati e abbiamo nuotato lungo il passaggio ed eccoci qui. Sul fondo del tunnel poi ho visto qualcosa luccicare. Sono stata attirata da una luce pulsante che sembrava proprio quella che mi aveva attirato nella foresta. Sono andata e ci ho trovato gli anelli… »
« E per poco non ci rimettevamo la pelle! » tuonò Zoro.
« Inoltre – continuò Nami - abbiamo scoperto che durante il tramonto i raggi solari rifrangono sì sulla scogliera ma la scogliera è costituita interamente di agalamatolite, per questo si crea l’effetto arcobaleno. Fa come il cristallo! E noi ci eravamo sotto! Il soffitto della grotta ad un certo punto entrava nel mare, o meglio, si trovava proprio sotto al mare, come una sorta di barriera corallina. Probabilmente senza nemmeno saperlo abbiamo camminato sotto alla spiaggia tutto il tempo. E voi eravate proprio sopra di noi! A proposito Rubber, quando abbiamo visto il tramonto arcobaleno eravamo dentro l’acqua del lago per cui… »
« Avete fatto il bagno nell’arcobalenooooo?! »
« Esatto! » sorrise Nami soddisfatta e orgogliosa, facendo l’occhiolino e il segno della vittoria, suscitando l’invidia di Rubber.
« Non è giustoooooo! »
« Lo vuoi sapere cosa non è giusto?! Che questo scimmione abbia passato due giorni con Nami, da soli sotto terra, e che abbiano addirittura fatto il bagno al tramonto, nell’arcobaleno, insiemeeeee! »
« Dieci a zero per Zoro » asserì Franky.
« Oh sì – asserì Usop – assolutamente. Questa volta sono dieci punti tondi tondi. »
« Zero per Zoro….!!! Yohohohoho!!! »
« Piantatela immediatamente idioti o vi faccio a fettine! »

« È una storia molto interessante, ma quello che mi chiedo è come avrà fatto Higaraam a finire là sotto… »
« Non lo so Bibi, forse ci è finito per sbaglio come noi… » fece spallucce Nami.
« Però non è giusto, dalla sua mappa non avremmo mai potuto trovare gli anelli » sbuffò Chopper. « Non era indicato che si trovavano sotto il livello del mare! »
« Higaraam è un po’ sbadato… » sorrise Bibi. « Almeno siete arrivati in tempo per la cerimonia! Così domani potremo sposarci! »
« Certo Bibi, non ci saremmo mai perdonati di non averti potuto permettere di sposarti! »





Scusate il ritardo =_=
Sono stata molto impegnata ;___;
Comunque, ormai siamo in dirittura d'arrivo!
Al prossimo capitolo!!! ^^/

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Capitolo 11
*** Una cravatta per lo spadaccino ! Finché morte non li separi ***


Il giorno seguente, di prima mattina, arrivò un vascello enorme di colore dorato che splendeva alla luce del sole e contrastava col blu intenso del mare. Le vele color canapa portavano il simbolo di Alabasta. Dettagli azzurri, blu e verdi la decoravano nei particolari. C’erano a bordo una cinquantina di persone che dal loro arrivo non fecero altro che scaricare cose dalla nave. Alcune di quelle persone, chiaramente la servitù di palazzo, aiutarono ad allestire un baldacchino in riva al mare. Era tutto bianco con i piedi che sembravano dei tronchi intrecciati. Attorno ad essi fiori colorati di ogni sorta ed edera si arrampicavano su per il tetto fino a ricadere intorno e dietro come una tenda.
Tutt’intorno erano state posizionate delle candele piantate nella sabbia, in maniera casuale, che col calare del sole avrebbero creato una romantica atmosfera.  che   che portava il
Davanti al baldacchino, un po’ a destra e un po’ a sinistra, c’erano poche sedie atte a far accomodare la ciurma e il personale di corte rimasto per servire in tavola e allestire la cerimonia.

I pirati si ritrovarono sulla spiaggia. Le ragazze nel loro guardaroba non facevano mai mancare qualche bel vestito per occasioni speciali. Nami indossava un abito bordeaux lungo e liscio, monospalla e una fascia nera che stringeva in vita, che ne accompagnava le forme in maniera morbida e non volgare.  Quello di Robin era grigio perlato, lungo fino al ginocchio con un abbondante scollo a cuore.
Zoro e Rubber, in quanto testimoni, erano vestiti quanto più eleganti possibili. Rubber aveva i soliti bermuda. Sanji aveva tentato invano di fargli indossare un paio di pantaloni ma si era rivelata una lotta contro i mulini a vento. Si era messo a strillare come un bambino che non voleva indossare la camicia. Alla fine, pestando i piedi per la rabbia, Sanji era uscito dalla camera sbattendo la porta e borbottando improperi a destra e manca.
Prima di scendere dalla Sunny lustrati e tirati a nuovo, Nami si ritrovò l’ultima come al solito. Corse fuori dalla sua camera, lungo il corridoio, passando davanti alla camera dei ragazzi. Poi di fermò di colpo e tornò indietro. Aveva catturato qualcosa con la coda dell’occhio. La loro camera era aperta, e si soffermò a guardare divertita Zoro che tentava di annodare la cravatta. Nami era ferma sullo stipite della porta, Zoro concentrato com’era non l’aveva notata nonostante la sua sagoma nera, alla luce aranciata della sera che veniva da fuori, fosse piuttosto evidente. Quando se ne accorse per poco non si strozzò. Nami rise sonoramente e Zoro diventò paonazzo, grugnendo qualcosa di indefinito. Senza voltarsi, la vide avanzare ondeggiante dallo specchio e rimase immobile, rassegnato all’idea che stava per arrivare una lezione di stile.
« Posso? » chiese ridendo.
Zoro si limitò a ringhiare e a puntare lo sguardo in un angolo indefinito del soffitto, mentre Nami cercava di sistemargli la cravatta.
« Non credevo ne avessi una »
« Infatti non è mia… »
« Sanji? »
« …Sì »
« Mi sorprende che non te l’abbia data bianca, saresti sembrato un cameriere »
« Ho un minimo di gusto anch’io. Voleva darmela bianca, ma ho insistito per la grigia »
Silenzio.
Nami così vicina sotto di lui, che maneggiava con la cravatta.
Zoro rigido e impettito che respirava col contagocce per non lasciarsi andare.
« Ecco fatto » sorrise voltandolo verso lo specchio e mettendosi dietro le sue spalle per non occuparne lo spazio.
Zoro fece una smorfia.
Nami si mise a ridere di gusto e Zoro sprofondò nell’imbarazzo. Si rimise davanti a lui e decise che non era il caso.
« Direi che non è per niente il tuo genere » disse slacciandola e ridendo.
« Non è divertente »
« Sì invece! »
Snodò la cravatta e cominciò a sistemargli il colletto.
« Prima di tutto, non sei un pinguino. Slaccia un bottone. Lasciare intravedere un po’ di collo non è volgare ».
« N-Non trovi faccia un po’ caldo? »
Nami alzò lo sguardo.
« No, no mi pare »
Zoro deglutì vistosamente. A quel punto Nami, dopo aver slacciato il bottone, gli sistemò il colletto alzandolo. Per poi sistemare le pieghe della camicia sulle spalle.
« Ecco fatto! » soddisfatta. « Ho finito! » guardando Zoro e sorridendo.
Zoro però la fissava con espressione indecifrabile. Sembrava stesse per esplodere e che allo stesso tempo di stesse trattenendo. Allora Nami, sentendosi troppo osservata, indietreggiò appena e salutandolo uscì dalla stanza.
« Nami… »
« Sì? » riaffacciandosi
« N-Niente »
Lei fece spallucce e lo intimò a sbrigarsi.
Una volta scomparsa si voltò verso allo specchio e sospirò.

Alla fine, Higaraam e sua moglie non erano riusciti a partecipare. I preparativi per l’incombente ricevimento di corte erano soffocanti, specialmente perché due regni sarebbero stati presenti a palazzo, e Higaraam e signora gestivano tutto nei minimi dettagli.

Al calare del sole ognuno era al proprio posto, pronto per la cerimonia, aspettando che gli sposi giungessero dalla villa. Il sacerdote attendeva sotto il gazebo; alle volte sfogliando i suoi testi, altre volte incrociando le mani in grembo e guardandosi attorno. Nami e Robin attendevano in piedi a destra del baldacchino.
« Zoro non ha occhi solo che per te stasera » sorrise Robin maliziosa sottovoce.
Nami sobbalzò e naturalmente per istinto si girò verso Zoro, che colto sul fatto, distolse veloce lo sguardo irrigidendosi.
« Cosa stai dicendo?! » rispose all’amica.
Zoro e Rubber alla sinistra. Gli altri erano seduti sempre a sinistra: Brook cercava di consolare Franky già in lacrime, mentre Usop non faceva che ripetere che era una scena davvero imbarazzante considerato quanto era grosso.
La servitù era seduta a destra. Cameriere e camerieri con fazzoletti pronti alla mano.

Ed ecco che quando il sole cominciò a calare, finalmente i due sposi a braccetto uscirono dalla villa e s’incamminarono lentamente verso la spiaggia.
Bibi era raggiante nel suo bellissimo e regale vestito color avorio. I capelli ondulati e azzurri come il mare scivolavano morbidi oltre la vita, decorati in qua e là da perle e fiori luccicanti.
Dhakir era in divisa da generale. Pantaloni bianchi con stivali neri. Sopra una tunica a collo alto e rigido, di colore verde scuro, con dettagli oro e argento. In vita una fascia rossa lo stringeva e portava la propria scimitarra in un ricco fodero di cuoio marrone intarsiato.
Diverse piccole medaglie adornavano il petto a sinistra, sul suore.
Entrambi, portavano in testa la propria corona. Quella di Bibi un elegante e leggero diadema con zaffiri e rubini. Quella di Dhakir una modesta e lineare corona d’oro, sobria, senza fronzoli o merletti.
Alla vista del guerriero, Zoro si ricompose e assunse un aria da vero samurai. La situazione lo imbarazzava. Non era mai stato ad un matrimonio, figuriamoci in veste di testimone, ma cercava di estraniarsi da quell’idea… pensandosi più come un cerimoniere di una cerimonia militare.
Arrivati all’altare, tra sguardi emozionati dei presenti, e lacrime difficilmente trattenute e sorrisi, i due giovani si misero uno di fronte all’altra e si strinsero le mani aspettando il momento in cui il sole avrebbe baciato le acque per dare inizio alla cerimonia vera e propria.
Finalmente, il mare cominciò a tingersi d’arcobaleno e al momento più opportuno, dopo una breve ma intensa cerimonia, prima che la magia si spense li dichiarò marito e moglie. In salute e in malattia, in ricchezza e povertà. « L’uomo non divida ciò che gli dei hanno unito
» concluse il sacerdote.
Seguì poi un’abbuffata senza precedenti.

Il povero sacerdote si ritrovò seduto fra Rubber, Franky e Usop. Inizialmente spaesato e imbarazzato dalla spontaneità dei ragazzi, non si sa come finì per ubriacarsi ed avere la pancia piena fino a scoppiare. Per la verità, erano tutti ubriachi (=.=)’’
Sì senti anche: « Signor prete vuole unirsi alla nostra ciurma?! »
« Ahahahah! Certo come no!!! » rispose il sacerdote baldanzoso.
« A che cosa ci serve un prete Rubber?! E lei non era tenuto a rispondere!!! » ringhiò Usop.
« Ma come… per quando si sposeranno Nami e Zoro » rispose deluso.
Intervenne Sanji e cominciò un battibecco infinito con Rubber, come al solito. Poi Zoro s’intromise, per una volta dalla parte di Sanji (anche se le motivazioni erano un po’ diverse) ma l’importante era dirne quattro al capitano.
Fecero baldoria tutta la notte, senza mai fermarsi.
Andarono a dormire solo quando il sole sorse di nuovo.




Di nuovo perdono perdono perdono!!!
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, abbiamo la spiegazione di Higaraam che ci attende e il gran finale ^.^
a presto!!! =^^=

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Capitolo 12
*** Profumo d'estate ! O profumo di ? ***


Il giorno successivo Bibi, Nami e Robin furono le prime  a svegliarsi all’alba. Si erano tutti addormentati verso le tre del mattino… in quel momento erano le sei e stava albeggiando quindi non avevano dormito molto. Si erano svegliate perché un raggio di sole dalla luce ancora bianca era penetrata negli occhi di Nami che poi mugugnando aveva svegliato Bibi e Robin. I gabbiani avevano iniziato il loro viavai mattutino tra la costa e il cielo aperto.
Si erano tutti addormentati sulla spiaggia, non in casa e non nelle rispettive tende. Aprendo gli occhi avevano trovato Rubber seduto sulla sua sedia con il collo appoggiato allo schienale se non che forse era scivolato troppo indietro e la testa ciondolava a terra all’indietro toccando la sabbia. Le braccia erano lasse ai fianchi e la bocca aperta ronfante. Nami rabbrividì. Non era la prima e la più bella immagine che una persona doveva vedere al mattino appena sveglia; decisamente no. Zoro e Sanji erano seduti e appoggiati con la testa sulla tavola: Zoro con la testa appoggiata di lato, anche per lui bocca aperta, e Sanji con le braccia incrociate e la testa affossata in mezzo. Chopper dormiva sulla sabbia nella sua forma animale con Usop seduto e appoggiato a lui, mentre Franky e Brook erano appoggiati di schiena uno all’altro, anche loro seduti a terra. Il sacerdote doveva essere entrato in casa insieme alla servitù. Gli avevano fatto prendere una sbronza… Nami scosse la testa e poi si alzò. Dhakir era vicino a Bibi, su una sedia e dormiva composto a braccia conserte. Quando Bibi si svegliò gli diede un bacio sulla fronte, lui non si mosse e sorrise. Nami sorrise a sua volta ma sentì un’ondata di malinconia travolgerla. Le loro fedi luccicavano alla luce fresca dell’alba.
Rientrarono in casa per farsi una bella doccia e bere tanto, tantissimo caffè. Decisero di non svegliare i ragazzi perché più tardi avrebbero dovuto preparare tutto per tornare alla Sunny ed era meglio che si riposassero quanto più possibile. Tornate alla spiaggia, un paio d’ore dopo, Nami cominciò a svegliarli tutti uno ad uno con l’aiuto di Robin. Anche loro si svegliarono, chi più chi meno lentamente, e rientrarono per sistemarsi in previsione del lavoro. Le facce erano distrutte, tipiche di una nottata da leoni.

Entro sera l’accampamento era smontato. Tutti stanchi, erano pronti a ripartire.
La coppia di novelli sposi salutò i ragazzi uno ad uno, e a coppie, grazie alla Mini Merry 2 cominciarono poco alla volta a tornare alla nave.
Nami fu l’ultima volontariamente. L’abbraccio più caloroso a Bibi spettava a lei
Franky, il comandate ufficiale della piccola Merry, aspettava a qualche metro dalla riva.

Il sole e il cielo cominciarono ad assumere un colore rosato, sempre più intenso.
« Bibi… » prendendole le mani e sorridendo.
« Nami… » la tirò a sé e l’abbracciò forte.
Nami non riuscì a trattenere le lacrime.
« Non piangere amica mia. Non è da te » sorrise Bibi con gli occhi lucidi.
« Lo so… ma chissà quando ci rivedremo… »
« Ti capisco… Vedrai, ci saranno altre occasioni. »
« Non molte temo. »
Restarono abbracciate ancora per un po’.
« Grazie di tutto. Davvero. »
« No Nami, grazie a voi per essere venuti. Non potevate farci un regalo più bello. È stato tutto perfetto, come lo desideravamo, e per merito vostro lo definirei speciale. Ah! Dimenticavo di farti leggere questa. L’ho ricevuta da Higaraam… »
Consegnò a Nami un foglio piegato in quattro.

Carissima Bibi,
sono molto spiacente dell’accaduto riguardante le fedi. Vedi, io non volevo dirti che le avevo perdute e ho inventato la scusa della caccia al tesoro per far sì che voi ragazzi le trovaste.
Non ricordo come è potuto succedere. Ricordo solo che una sera ero fuori, in veranda, con le fedi in mano pensando a quanto siete cresciuta e a quanto sarebbe stata triste la vita a palazzo una volta che vi sarete trasferita, quando improvvisamente le fedi si sono come illuminate. Prima che me ne rendessi conto mi sono ritrovato a correre loro dietro in mezzo alla foresta. Svolazzavano come due lucciole impazzite.
Nel buio sono scivolato giù per un lungo tunnel e mi sono ritrovato sottoterra.
Ogni speranza era perduta. Avevo perso le fedi e non sapevo come tornare in superficie, quando quella notte stessa ecco ricomparire la stessa luce. Non so come, erano le fedi. Avevano una loro vita. Sembrava volessero che le seguissi e così ho fatto. Sono giunto in fondo la galleria dopo una notte e un giorno interi di cammino e, quando finalmente pensavo che ne sarei uscito, mi sono trovato in un vicolo cieco. Le fedi brillavano sopra una pozza di acqua salata. Capii quindi che dovevo usare quel collegamento col mare per uscire. Mi sentii sollevato. Lì sotto era caldo, e avevo fame e sete, e non sapevo più se stavo sognando o se ero lucido e tutto quello stava accadendo davvero.
Feci per allungare una mano ed afferrare gli anelli che restavano galleggianti nell’aria ma non feci in tempo perché, non so come o cosa fosse, velocemente una fiammella uscì e le fedi smisero di brillare. Restarono sospese ancora una manciata di secondi, il tempo che impiegò la fiammella dorata per emettere una sorta di tintinnio e poi sparire come una fiaccola spenta dal vento. Appena sparita, le fedi smisero di galleggiare e caddero in acqua. Pensai di fare in tempo ad afferrarle ma mi sbagliavo, così caddi in acqua. Nuotai più veloce che potevo per afferrarle ma cadevano giù, giù e ancora più giù. Feci il possibile ma ad un certo punto cominciò a mancarmi il fiato e dovetti cercare una via d’uscita. Resomi conto che mi trovavo nell’ennesimo tunnel lo seguii e finalmente tornai in superficie.
Mi dispiace di non avertene parlato subito ed apertamente ma credevo non mi avreste creduto. Ho deciso di farlo solo dopo che mi hai raccontato la storia di Nami e dello spadaccino. Allora non avevo sognato.
Mi sono informato e ho scoperto che c’è una leggenda o una storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato vigili su quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire le coppie destinate a stare insieme. Tu e il principe siete giù uniti, e se è vero che un destino esiste, tutta questa caccia al tesoro e queste peripezie non erano per voi. Erano per qualcuno che sarebbe arrivato per voi.

Ti porgo i miei saluti cara Bibi, ci vediamo presto qui a palazzo. Tutti vi aspettano con ansia.

Higaraam.

« Perché mi guardi così? » chiese Nami diffidente sollevando gli occhi dalla lettera.
« Lo spiritello… le fedi… »
« Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi? »
« Nami, appare solo a chi è destinato. »
« PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre ammesso che uno “spiritello” esista, poteva succedere a chiunque altro… è successo a me e a Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo “spiritello” era in vena di scherzi… ma non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e Usop! »
« Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo… »
« Ma cosa stai dicendo… »
« Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da soli. »
Lo sguardo di Nami si rivolse velocemente alla Sunny.
« No Bibi, io- »
« Nami » la interruppe. « Non avere paura dei tuoi sentimenti. Lascia stare la leggenda. Credi solo a quello che ti dice il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi credere. Niente mi farebbe più felice del sapere che anche tu lo sei. »
Nami non disse nulla.
« Ora vai, ti stanno aspettando e ormai è il tramonto » stringendola di nuovo.
« S-Sì… d’accordo. »
Nami salutò entrambi, mentre Franky cercava di avvicinarsi quanto più possibile alla riva senza incagliare la capretta.

Era giunto il momento di ripartire.
Ogni volta c’era sempre qualcuno da salutare e ogni volta era sempre difficile. Sì, era un arrivederci, ma assomigliava di più ad un addio per quanto tempo sarebbe passato prima che si potessero rivedere di nuovo. La Sunny gongolava sulle onde mentre si allontanava e le spiagge tropicali erano sempre più distanti. Il sole tramontava nel mare arcobaleno per l’ultima volta. I ragazzi erano dentro a dormire, ormai lo avevano visto così tante volte che non gliene importava più tanto. Nami invece decise di restare fuori, immersa nei suoi pensieri. In giardino, seduta sull’erba.
Quella dannata spalla le dava qualche noia e le parole di Bibi risuonavano in testa:


“Mi sono informato e ho scoperto che c’è una leggenda o una storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato vigili su quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire le coppie destinate a stare insieme. Tu e il principe siete giù uniti, e se è vero che un destino esiste, tutta questa caccia al tesoro e queste peripezie non erano per voi. Erano per qualcuno che sarebbe arrivato per voi.”

« Perché mi guardi così? »
« Lo spiritello… le fedi… »
« Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi? »
« Nami, appare solo a chi è destinato. »
« PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre ammesso che uno “spiritello” esista, poteva succedere a chiunque altro… è successo a me e a Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo “spiritello” era in vena di scherzi… ma non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e Usop! »
« Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo… »
« Ma cosa stai dicendo… »
« Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da soli. »
« No Bibi, io- »
« Nami non avere paura dei tuoi sentimenti. Lascia stare la leggenda. Credi solo a quello che ti dice il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi credere. Niente mi farebbe più felice del sapere che anche tu lo sei. »

Nami scosse la testa, quell’idea doveva uscire da lì dentro.
Poi le tornò in mente quel momento con Zoro, dentro l’acqua. Di nuovo scosse la testa, imbarazzata e infastidita.
Ringhiò ma non servì a niente. Allora sospirò sconsolata e gettò indietro la testa osservando le nuvole giallognole che correvano su un cielo arancione e rosa.
“Non sono pronta” pensò con amarezza. “Io… vorrei, credo. Ma ho paura. Non sono pronta”.
Respirò a pieni polmoni quella meravigliosa brezza calda e gentile, ma allo stesso tempo fresca e frizzante. Nell’aria c’era un profumo inebriante, e sorrise. Le scaldò il cuore.
Quando risollevò la testa, davanti a lei, lontano a prua vide Zoro appoggiato al parapetto, sporto verso il mare. Si stupì.
Decise di raggiungerlo, dopo alcuni momenti di indecisione.

Lo affiancò e si sporse, come stava facendo lui, a guardare l’acqua tagliata dalla chiglia. Zoro non si voltò. Continuò a fissare l’arcobaleno marino che svaniva man mano che si allontanavano dalle coste dell’isola.
« Ti fa male? » chiese, osservando poi l’orizzonte, dritto davanti a lui.
« Bene non fa. »
« Ti passerà presto. »
« Lo spero. Ad ogni modo ho sopportato di peggio. »
Stranamente, non c’era bisogno di molte parole quando erano assieme. Paradossalmente, sembrava che con tutto quel silenzio si stessero in realtà dicendo milioni di cose.
Non era necessario parlare, specialmente perché quando lo facevano per qualche recondita ragione finivano per discutere. Meglio allora stare in silenzio, con il quale potevano esprimersi altrettanto bene.
Zoro poi si voltò a guardarla  e Nami, con sguardo interrogativo, contraccambiò. Si stava rendendo conto che a volte sapeva essere terribilmente stupido ma, altre volte, con un solo sguardo poteva essere terribilmente profondo. Le piaceva. Le piacevano entrambe le cose.
Zoro si rivolse di nuovo verso l’orizzonte accennando un sorriso sghembo. Da lì arrivava la corrente marina che li avvolgeva come fossero sopra il pennone della nave. Chiuse gli occhi e inspirò.
« Lo senti? Caldo e dolce » chiese Zoro a Nami.
Per attimo Nami non capì, ma presto realizzò a cosa si riferiva e sorrise a sua volta. Lo sentiva anche lei.
« Sì. Ma non è più… fresco e inebriante. Lo sai cos’è… vero? »
« Profumo d’estate » sorrise, voltandosi verso di lei.
Nami s’illuminò: « Sì, profumo d’estate. »
Se lo ricordava.

« Beh, io torno dentro » disse Zoro allontanandosi.
Nami restò lì, ferma immobile mentre lui con le braccia conserte dietro la testa si allontanava.
« Ah Nami » si voltò. « La sai una cosa? »
« Che cosa? »
« Forse ti sposerei… un giorno » sorridendo.
Non stava scherzando. Nami conosceva quello sguardo.
Non seppe che rispondere, ma Zoro non si aspettava risposte e riprese il suo cammino per andare sottocoperta.
Improvvisamente i passi pesanti e frettolosi di Nami, scanditi dai tacchi sul legno, lo fecero voltare e quando si voltò se la ritrovò lì, davanti a lui. Ansimante e con sguardo serio quanto determinato.
« Cosa- »
Non fece in tempo a domandarle cosa volesse. Nami gli saltò al collo e lo baciò.


Profumo d’estate………. O profumo di Zoro? O profumo di Nami? Non aveva molta importanza. Era il profumo di ciò che più di ogni altra cosa riempiva il loro cuore.








E poi, con un unico tuffo, il sole si spense nel mare blu e il cielo si tinse di nero e di stelle nascondendo quell’attimo di follia.

Fine.







Bene, carissimi e carissime.
Questo era l'ultimo capitolo. Spero vi sia piaciuta questa fanfic profumosa xD
Spero abbiate colto il vero senso del profumo d'estate ;)
Mi spiace di averci messo così tanto nel mettere l'ultimo capitolo.
Attualmente sto lavorando ad un'altra fanfic ma come al solito chissà quando riuscirò a finirla e pubblicarla (~°.°)~
Posso solo dirvi che sarà molto alternativa e originale, per questo mi ci voglio impegnare a fondo ancora di più di quanto non faccia di solito. Deve lasciarvi davvero a bocca aperta.
Nel frattempo vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni (davvero tantissime e non me l'aspettavo assolutamente) e per l'affetto che continuate a dimostrare a me e alle mie storia anche dopo tanti mesi/anni!
un bacio e a presto!!

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