It smells like summer di Nami88 (/viewuser.php?uid=109169)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arriva una lettera ! Il mal di testa di Zoro ***
Capitolo 2: *** Approdo a Niji Nest ! Il mare arcobaleno ***
Capitolo 3: *** Colpo di scena ! Un generale per la principessa ***
Capitolo 4: *** Al chiaro di Luna ! La fuga di Nami ***
Capitolo 5: *** Una notte sottoterra ! Via alla caccia al tesoro ***
Capitolo 6: *** Domande ! E ancora domande ***
Capitolo 7: *** Tra sogno e realtà ! Una luce nel buio ***
Capitolo 8: *** Il tramonto ! Emozioni sotto terra ***
Capitolo 9: *** Non ti lascerò morire ! Finalmente fuori ***
Capitolo 10: *** Un sospiro di sollievo ! Racconto di una (dis)avventura ***
Capitolo 11: *** Una cravatta per lo spadaccino ! Finché morte non li separi ***
Capitolo 12: *** Profumo d'estate ! O profumo di ? ***
Capitolo 1 *** Arriva una lettera ! Il mal di testa di Zoro ***
Ciao a tutti! Dopo un bel po'
di tempo (come al solito) sono tornata con questa fanfic che avevo
iniziato ben due anni fa in occasione del concorso estivo riguardante
proprio l'estate ma che poi non ho mai avuto tempo di finire. Ebbene,
dopo mesi e mesi e mesi, l'ispirazione ha bussato alla porta per finire
questa storia che in realtà era quasi finita... mi mancava
pochissimo ma poi sono successe un sacco di cose e la abbandonai.
Ora eccola per voi:
ritroviamo Nami e Zoro di nuovo in navigazione con la ciurma poco tempo
dopo essersi riuniti.
Dedicata al mio
amore, che condivide questa mia passione per Nami e Zoro e che ha la
pazienza di leggerle. E dedicato all'estate, che probabilmente da
quest'anno diventerà la mia stagione preferita... o forse lo
è già.
Buona lettura!
“Ecco.
45 gradi a sud-est…una bella linea dritta. Così.
Questo pennino è davvero fantastico. È costato
qualche soldo ma ne è decisamente valsa la pena!...e ora, 30
gradi verso nord”.
«
Namiiiiiiiiii! Ehi Namiiiiiii! »
Rubber
irruppe nella stanza sbattendo la porta.
«
Rubber – ringhiò Nami sommessamente –
che cosa vuoi? Non vedi che sto lavorando?! E per l’ennesima
volta, ti sembra il modo di entrare?! Non ti hanno insegnato a bussare
sull’Isola delle Donne?! »
«
Mmmm – ci pensò su – là non
hanno le porte… Almeno stavolta ho usato la porta! Eh eh eh!
»
Nami
sospirò sconsolata.
«
Allora, dimmi. Che c’è? »
posò il pennino e si voltò verso Rubber, che
sorridente sventolava una busta bianca con la mano destra.
«
Vuoi darmela o pensi di tenerla in mano ancora per molto?! »
«
Oh sì, scusa! Ecco, tieni » disse porgendogliela e
sistemandosi il cappello.
Nami
l’afferrò e la guardò diverse volte
fronte e retro; la sua attenzione venne catturata dal sigillo che
chiudeva la busta. Vi era raffigurato un cobra che, chiuso a cerchio,
era circondato da alcuni raggi solari stilizzati. Il sole. Quel simbolo
le ricordava qualcosa. Aprì dunque il secondo cassetto della
scrivania e ne estrasse il tagliacarte.
«
Rubber – ringhiò di nuovo – costa stai
facendo? » sentendosi il fiato sul collo. Rubber infatti le
si era posato sulle spalle come un avvoltoio.
«
Voglio sapere che c’è scritto e chi te le manda
» confermò il capitano.
Nami
sorrise istericamente. « Scusami tanto – disse
afferrandolo per il colletto della maglia – ma posso avere la
mai privacy?! Fuori di quiii! » lanciandolo fuori dalla porta
per chiudersela subito dietro, a chiave.
Rubber
si rialzò e con la testa dolorante per aver sbattuto contro
la parete del corridoio raggiunse i compagni in cucina, con il broncio.
«
Ahi ahi ahi, che botta »
«
Rubber! » gridò Chopper scandalizzato. «
Cos’hai fatto in testa?! Hai un bernoccolo gigantesco! Fammi
vedere! ». Rubber si sedette e cominciò a farsi
curare da Chopper.
«
Nami ha ricevuto una lettera e gliel’ho portata! Ahia!
»
«
Sta fermo! »
«
Capisco » disse Sanji. « E scommetto che ti sei
voluto fare gli affaracci suoi e ti ha sbattuto fuori. »
«
Precisamente » confermò Rubber adirato.
«
E cosa ti aspettavi Cappello di Paglia? Sei il solito impiccione
» disse Franky.
«
Una lettera… Che sia di uno dei suoi spasimanti? »
ipotizzò Usop catturando l’attenzione del cuoco.
«
Spasimanti??? Quali spasimanti?! » gridò Sanji
trasfigurato.
«
…Fatti gli affari tuoi, cuoco da strapazzo. »
«
Come dici scusa??! Chi ti ha interpellato, testa di muschio?! E poi
sono affari miei! »
«
No, non lo sono. »
«
Vuoi forse dire che sono tuoi??! »
«
Assolutamente no, brutto rincitrullito che non sei altro. Critichi
Rubber perché si fa gli affari di Nami ma tu non sei da
meno, sei un bel fanfarone. »
«
Prova a ripeterlo verza! »
«
Non ci penso due volte! » Zoro appoggiò subito la
mano sulla spada.
«
Siamo alle solite » osservò Usop.
«
Sei stato tu a stuzzicarlo però… »
osservò Robin divertita.
«
Nah, ha fatto tutto da solo. »
«
Ragazziiiiiiiiiiiii! » Nami irruppe con una forza mostruosa
in cucina. « Ottime notizie!!! Presto! Riunione di famiglia!
Andate a chiamare Brook! »
«
Vado subito capo! » confermò Franky uscendo.
« Ehi Mucchio d’Ossa!! Dove ti sei cacciato?!
»
«
Non ero io quello che non doveva sbattere le porte?! Eh, Nami?!
»
«
Scusami ma le mie orecchie non sentono! »
«
Figuriamoci » s’imbronciò
Rubber.
«
Presto presto presto! »
«
Arriviamo dolcezzaaa!!! »
Anche
Brook entrò, canticchiando e facendo roteare elegantemente
il bastone, prendendo posto al tavolo, insieme a Franky e agli altri.
Nami restava in piedi a dare l’annuncio.
«
Riguarda la lettera?! Cosa c’è scritto?!
»
«
Calma Rubber, ora arrivo al punto. Stamattina –
cominciò la navigatrice – ho ricevuto questa
lettera--- »
«
Sì, lo sappiamo. Va avanti » la interruppe Usop,
mimando con le mani.
«
S-Stavo dicendo che Ho ricevuto questa lettera –
sventolandola – e sapete cosa dice? »
Nessuno
rispose, attendevano che Nami lo dicesse loro e non volevano toglierle
il privilegio della suspense. O sarebbero stati guai.
«
Bene, visto che non lo sapete… »
“E
come potremmo saperlo?” pensò Zoro
sollevando gli occhi al cielo.
«
…ve lo dico io: Bibi ci invita a passare qualche giorno di
meritata vacanza sull’isola di Niji Nest, nella sua tenuta
estiva! ».
La
ciurma attese qualche istante per poi esplodere di gioia.
«
Evvivaaaaa si va in vacanza! » Usop e Chopper si misero a
ballare insieme a Rubber. « Evviva evviva evviva evviva!
»
«
Sìììììì!
Tripudio di felicità! Una nuova occasione per ammirare Nami
e Robin in costume! »
«
Maniaco. »
«
Yohohohoho! Potrò lavorare sulla mia abbronzatura!
»
«
Ma Brook – osservò Rubber cadendoci come un
allocco – tu non hai la pelle! »
«
Lo so! Yohohohohoho! Scherzo da scheletro! »
«
Eh eh eh eh! » Rubber lo abbracciò e lo
trascinò nelle danze.
«
Supeeeer! Mi ci voleva proprio un po’ di vacanza! »
«
Sono d’accordo con Franky » osservò
Robin. « Navighiamo sempre ma in effetti non ci riposiamo mai
davvero! Quando l’ha spedita? »
«
Quando l’ha spedita dici? » Nami la
riaprì e osservò la data. « Fammi un
po’ vedere… A febbraio. »
«
Caspita! Quanto tempo! Forse prevedeva che il News-Ku ci avrebbe messo
molto tempo a trovarci… »
«
Rubber… mi stupisci. Sarà andata così
» confermò Nami.
«
Finalmente potrò conoscere la famosa principessa Bibi!
Yohohohoho! »
«
Giù le mani da lei Brook! Ha capito??! »
«
Che bello! Falò sulla spiaggia… grigliate al
chiaro di luna… non vedo l’ora! »
sospirò Chopper.
«
Ehi Nami! » la chiamò Usop.
«
Sì? Che c’è? »
«
Quanto siamo distanti? »
«
Non lo so. Ma Bibi mi ha fatto trovare anche un Logpose nella busta
quindi non c’è problema. Comunque - osservando una
cartina geografica recentemente appesa alla parete della sala da pranzo
– direi non più di una settimana, probabilmente
meno se ci sbrighiamo e se abbiamo il vento favorevole! »
«
Suppppeeeer! Yeah yeah yeah! »
«
Sì sì, anche noi siamo contenti ma ora calmati
Rubber! Scusate un secondo – disse Nami guardandosi attorno
– dov’è finito Zoro?! Non era qui quando
sono entrata?! »
«
Già, è vero. Che strano. Riesce ad andarsene
senza farsi sentire. Che fenomeno! »
«
Forse è andato ad allenarsi. Sono le undici e mezzo di
sera… »
«
No Chopper – disse Sanji guardando fuori dalla finestra
– sul ponte non c’è. »
«
Mmm… che non stia bene? »
«
Figuriamoci! È solo il solito pigrone. Ma ora ci penso io a
svegliarlo. Come si permette di andarsene mentre sto parlando?!
»
«
Non fargli troppo male! Yohohohoho! ».
Nami
uscì e si diresse di gran carriera verso il dormitorio dei
ragazzi.
TOC
TOC TOC.
«
Zoro? » lo chiamò a bassa voce da fuori la porta,
trattenendo un certo nervosismo.
Nessuna
risposta.
Digrignò
i denti.
!!!!
TOC TOC TOC !!!!
Ancora
niente.
Allora
poggiò l’orecchio alla porta ma non si sentiva
nulla. Eppure doveva essere lì, per forza.
“Che
non stia bene davvero?”si domandò.
Sapeva
bene che a Zoro non piaceva essere disturbato mentre dormiva,
tuttavia… se avesse avuto bisogno di qualcosa?
Restò ad aspettare vinta dalla sua indecisione, con la
maniglia fra le mani. Finalmente poi si decise e la girò per
entrare.
«
Zoro – bisbigliò con un filo di voce –
sto entrando, s-se non vuoi dillo subito. » imbarazzata.
Ma
nessuna risposta.
Allora
continuò ad aprire la porta, così piano che non
la fece nemmeno cigolare come spesso capitava quando la si apriva.
L’aprì di pochissimo, quel poco che bastava per
farla passare, per poi richiuderla subito con la stessa accortezza.
Fatto ciò, vi si appoggiò di schiena e
sospirò silenziosamente. Ora poteva respirare, sempre con
molta attenzione.
“È
buio pesto” pensò fra
sé e sé.
Non
aveva mai visto un buio così buio. Non un solo microscopico
raggio di luce filtrava, nemmeno dal corridoio passando sotto la porta.
Ascoltando
con attenzione si sentiva un respiro.
“Allora
è qui”.
Sì
e stava dormendo. Il respiro era pesante e a tratti gutturale. Stava
dormendo, di gusto.
Che
fare ora? Nami sapeva che il letto di Zoro era il secondo in basso
sulla destra, tra i letti a castello. Cominciò ad avanzare
portando le braccia avanti e andando a tentoni. Fece quattro passi,
accompagnati dal suono del tacco sul pavimento in legno e ogni passo
sembrava risuonare come un’esplosione
così che le faceva fare una smorfia ogni volta; finalmente
trovò il primo letto sulla destra. Lo sentì con
il piede. Quello di Rubber e Franky. Perfetto.
“Ancora
due passi poi giro a destra e ci sono”.
Arrivata
si scoprì di nuovo indecisa: “Che
sia giusto svegliarlo? Potrebbe arrabbiarsi,
conoscendolo” fece una smorfia.
“Però
è tardi per avere questo tipo di indecisione, ormai sono
qui!”
“Tuttavia…
se a quest’ora non si allena forse davvero non sta
bene… Non è da lui. Sarebbe meglio controllare in
ogni caso”.
Si
avvicinò al bordo del letto, ed era il letto giusto
perché il respiro di Zoro era chiaro e forte. Tese la mano
ma si bloccò. “P-Perché
diavolo sono così agitata?! D-devo solo allungare una mano,
anzi no, un dito, verso di lui e svegliarlo”.
Fece
un bel respiro e deglutì. Iniziò la corsa lenta
del suo braccio per andare a scuotere Zoro, sperando di tastare il
punto più giusto, quando improvvisamente, ancora prima che
potesse rendersene conto e ancora prima di poter reagire, si
trovò scaraventata contro la parete con una mano
pesantemente pressata sul volto e una lama fredda che le sfiorava il
collo.
Nami
era sotto shock. Il suo respiro divenne ansimante accompagnato dal
rimbombo del suo cuore. La lama poi venne posata; Zoro accese la luce
dalla lampada ad olio sul proprio comodino e mollò la presa.
Nami scivolò a terra a ridosso della parete, ancora tremante.
«
Nami, sei tu » disse indifferente.
«
MA SEI IMPAZZITO?! » gridò, ancora cercando di
trovare fiato.
«
Pensavo fossi un ladro o un furfante che voleva cogliermi nel sonno
» disse sedendosi sul letto e rinfoderando la spada.
« Ma che ore sono? »
«
TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI COMPORTARSI?! PORTARE UNA LAMA ALLA GOLA
ALLA PRIMA PERSONA CHE ENTRA IN CAMERA TUA?! »
«
Ti ho già detto che non l’ho fatto apposta. Se poi
tu avessi bussato o ti fossi annunciata non ti sarei saltato addosso,
stupida che non sei altro. »
«
PER TUA INFORMAZIONE, L’HO FATTO! E TU NON HAI RISPOSTO!
»
«
Stavo dormendo. Potevi accendere la luce. »
«
TEMEVO DI DISTURBARTI E LO STUPIDO SEI TU! MA GUARDA TU, UNO SI
PREOCCUPA E QUESTO È IL RINGRAZIAMENTO! » disse
dirigendosi verso la porta infuriata.
«
Ormai mi hai disturbato, quindi cosa vuoi? »
Nami
si voltò arrabbiata ed incredula. « Volevo solo
chiederti se stai bene, visto che solitamente a quest’ora ti
alleni e te ne sei andato all’improvviso dalla cucina, ancora
prima che potessi fare il mio annuncio. Volevo dirti che Bibi ci ha
invitati a passare qualche giorno di vacanza nella sua tenuta a Niji
Nest, la lettera era sua. »
«
Ah, d’accordo. Comunque sia, in effetti, non mi sento bene
– massaggiandosi le tempie – ho mal di testa.
»
«
Beh, arrangiati » aprendo la porta. « La prossima
volta ci penserai due volte prima di saltarmi alla gola! Scriteriato!
» gridò sbattendola e camminando pesantemente
lungo il corridoio.
«
Guarda che io non ho chiesto il tuo aiuto… » disse
Zoro quando Nami era già uscita. « Che
caratteraccio… »
…più
tardi…
«
Nami, dove vai a quest’ora? Sono le due passate. »
«
Robin, e tu che ci fai sveglia? »
«
Sai che ho il sonno leggero. Sarà un’ora che ti
rigiri nel letto. »
«
Oh, scusami. »
«
Non preoccuparti. Quindi? Dove vai di bello? » con aria
furbesca.
«
A…… A prendere un sorso d’acqua
» improvvisò. « Torno subito. »
In
realtà, Nami non sarebbe andata in cucina. Andò
invece in infermeria e cominciò a frugare tra le ampolle e
le boccette che Chopper teneva ordinatamente sui suoi scaffali.
“Ma
dove sono?...... Queste no, nemmeno queste……
Queste nemmeno… Ma dove saranno?! Ah! Eccole finalmente! Ce
ne sono ancora due!”. Aprì la
boccetta e le rovesciò su di un foglietto di carta quadrato,
accartocciandolo accuratamente fino a farlo diventare piccolissimo.
Uscì dallo studio del dottore e si diresse verso la camera
dei ragazzi.
“Ma
perché lo sto facendo?! Quel cavernicolo non si merita
niente… Però… I-Io sono
superiore!”.
Come
aveva fatto poche ore prima, schiuse la porta facendo entrare una
striscia di luce azzurra proveniente dal corridoio.
« Oh Nami tesoro. Non puoi
chiedermi di scegliere tra te e la dolce Robin… »
« Carnecarnecarne…
caaarnecarnecarne… »
« Attenti a voi filibustieri
da strapazzo, io sono il grande capitano Usop! »
« Yohohohoho! No signorina, la
prego, più in basso… »
“Oddio
che schifo! Non voglio ascoltare!”
“Parlano
tutti nel sonno… che sciocchi. Sono tutti dei bambini troppo
cresciuti… a parte Sanji e Brook – rivolgendo
loro uno sguardo sconsolato – loro…
beh… lasciamo stare. Zoro però non
c’è…”
Nami
strabuzzò gli occhi e guardò meglio attraverso la
penombra, cercando di scoverne la figura. No, non c’era
davvero, il letto era vuoto e in ordine, e se ne meravigliò.
Sbuffò e andò verso l’unico luogo in
cui poteva trovarsi lo spadaccino: il ponte. Infatti, ancora prima di
uscire, poteva sentirlo allenarsi.
“Il
solito sconsiderato… ha mal di testa e si allena”.
Lo
raggiunse.
«
Ti sembra una cosa intelligente allenarti se non ti senti bene?
»
«
E a te diverte interrompermi di continuo? »
«
No, affatto. Ti ho solo portato queste » disse lanciandogli
il cartoccio bianco.
Zoro
le afferrò al volo. « Che roba è?
»
«
Qualcosa che ti aiuterà. Una stasera e una domattina. Non
chiedermi perché lo faccio » disse Nami rientrando.
Zoro
infatti non lo fece e non ringraziò. Sicuro che se ne fosse
andata, aprì il cartoccio e vi trovò due
pilloline rosse; ne ingoiò una e richiuse l’altra
nella carta, infilandola in tasca.
La
mattina seguente, a colazione, Chopper chiese a Zoro se fosse tutto a
posto non essendosi fatto vivo tutta la sera precedente. Lo spadaccino
confermò di stare bene e, dopo una colazione abbondante e
nutriente accompagnata dai soliti battibecchi, la ciurma
preparò la Sunny per raggiungere Niji Nest.
La
settimana trascorse velocemente e finalmente il piccolo paradiso
tropicale compariva all’orizzonte.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Approdo a Niji Nest ! Il mare arcobaleno ***
«
Bibi adorata stiamo arrivandooo! »
« Sanji piantala di gridare, tanto non ti può
sentire! »
« Usop che vuoi capirne tu di amore?! Sono certo che se urlo
con tutta la forza dell’amore che ho nel cuore, Bibi mi
sentirà! »
« Sì, come no… citrullo. »
« Sono proprio matti » sorrise Nami osservandoli
dall’alto della vedetta. « Robin, ti senti bene?
È da ieri sera che sei strana… »
« Come dici? »
« Ecco, lo vedi? »
« Ma no, non è niente. Tranquilla…
» Robin ricambiò con un sorriso. Nami
inarcò un sopracciglio e per una volta si prese la
soddisfazione di studiarla, poi lasciò cadere il discorso.
Se non le andava di parlarne, non era giusto insistere.
Verso le quattro del pomeriggio si trovarono a poco meno di un
centinaio di metri da Niji Nest, e potevano già scorgere
sulla spiaggia una figura snella dai lunghi capelli azzurro lucente che
saltellava e si sbracciava senza fermarsi un attimo. Conoscevano quella
determinazione: era Bibi.
La Sunny gettò l’ancora a qualche centinaio di
metri dalla battigia e Nami, più impaziente di tutti,
persino più di Sanji, ordinò a Zoro e Franky di
far uscire la Mini Merry 2 e di scortare la ciurma a riva.
« Bibi!!! Amica mia!!! » si sbracciò
Nami dalla Mini Merry.
« Namiiii!! Nami!!! »
Ancora prima di attraccare, Nami si gettò in acqua
trepidante. Anche Bibi non riuscì ad aspettare e le corse
incontro, contraccambiando poi il suo abbraccio come quello di una
sorella.
« Oh Bibi! Che gioia rivederti! »
« Anche per me Nami! Anche per me… »
Bibi non riuscì a trattenere le lacrime. Non era cambiata.
« Ehi principessa! Ci siamo anche noi! »
« Sanji! Ragazzi!!! »
Bibi si staccò da Nami sorridendole e tenendole le mani per
un attimo, la gioia che provava era immensa e l’affetto che
le legava non era mai diminuito negli anni.
Andò ad accoglierli. Tra un convenevole e l’altro,
tutta la ciurma approdò sulla spiaggia.
« Ciaooooo Bibiiii! »
« Rubber! Non sei cambiato di una virgola! Chopper, Sanji,
Usop e Zoro! Che bellezza, ci siete tutti e siete in ottima forma!
»
« E non ci sono solo loro » aggiunse Nami.
« Ci sono anche gli ultimi arrivati. Beh, non proprio ultimi.
Ormai sono passati un po’ anni » sorrise.
« È vero. Come sono maleducata! Tu devi essere
Brook. »
« Buonasera signorina… ehm, principessa
» inchinandosi e prendendole la mano. «
Posso…darle un bacio? »
Bibi restò perplessa, fino a che Nami non intervenne tirando
un calcio in testa allo scheletro maleducato. Bibi sorrise divertita.
« Ah ah! Non c’è problema Nami, davvero!
» cercando di nascondere l’imbarazzo.
« Io invece sono Franky! Yeah! »
« Oh sì, Franky! Però… Sei
un po’ diverso dal manifesto della tua taglia…
»
« È vero » confermò lui.
« Ora sono SUPER!!! »
« Bibi – Nami ne richiamò
l’attenzione - c’è
anche… »
Calò il silenzio.
« …Nico Robin » concluse Bibi scura in
volto.
“Che gaff
tremenda – pensò Nami – e che silenzio
imbarazzante”.
Nico Robin contraccambiò lo sguardo e la ciurma era sulle
spine, in attesa che la principessa parlasse per prima.
« Ciao Nico Robin e benvenuta sulla mia isola »
sorrise Bibi inchinandosi.
“Meno
male” sospirò Nami e la ciurma con
lei.
Robin sorrise dolcemente e ringraziò.
« Ti ringrazio, principessa »
« Chiamami Bibi, ti prego ».
Superati i convenevoli, Bibi li scortò alla villa e dopo
aver offerto loro una bella doccia rigenerante li invitò a
bere qualcosa in giardino.
La villa era enorme e irrompeva nella giungla tropicale con il suo
marmo bianco splendente e luminoso, ma l’isola era minuscola
quindi la villa si trovava a qualche centinaio di metri dal mare.
« Allora ragazzi, è quasi il tramonto. Il momento
più atteso su quest’isola. »
« E perché mai? » chiese Chopper
incuriosito.
« Perché – spiegò Robin
levandole le parole di bocca – Niji Nest, come
d’altronde dice il nome stesso, è
l’unica isola in cui il sole al tramonto crea una particolare
rifrazione della luce tra cielo e mare, dando vita ad uno spettacolo
suggestivo e unico nel suo genere. Dico bene principessa? Volevo
dire…Bibi. »
« È esatto, Nico Robin »
confermò servendo del the freddo ad Sanji.
« Bibi, nella tua lettera accennavi ad una sorpresa
»
« È vero Usop, non me ne sono dimenticata. Ora
però non mi è possibile mostrarla. Credo dovrete
aspettare dopo cena per vederla. »
« VederLA? Ma allora è una tua amica! »
esclamò Sanji già sognante.
« “LA” si riferiva alla
sorpresa, non ad una persona. »
« Chi ha chiesto il tuo parere testa di muschio?! E poi da
quando sei così saccente?! »
« Sì fa presto con te… »
bofonchiò Zoro.
« A proposito di cena! » li interruppe Bibi tra le
risate. « Sanji, perdonami se te lo chiedo, in fondo sei un
ospite, ma ti dispiacerebbe occupartene tu? Mi piacerebbe organizzare
una grigliata sulla spiaggia e tu sei il cuoco migliore del
mondo… »
« Ma certo adoratissima principessa! Per te questo e altro,
tutto tutto tutto quello che vuoi! »
« Ci sarà anche della carne?! »
« Ah ah! Ma certo Rubber! Tantissima! Ne ho quanta ne
volete… non mi sono dimenticata che ne vai matto. »
« Yuppiiiiiii!!!! »
« Se volete avviarvi alla spiaggia io vi
raggiungerò a breve, ho alcune cose da sistemare! »
« Sei qui da sola Bibi? »
« Sì, volevo dire no… cioè,
fa parte della sorpresa. Ma non posso dirvi niente » sorrise
arrossendo.
« Come vuoi. Ci vediamo alla spiaggia allora »
disse Nami.
In spiaggia…
« È tutta qui la legna che siete riusciti a
recuperare voi due scansafatiche? »
« Che vuoi cuoco? Se non sei soddisfatto, fallo tu!
» disse Franky.
« Yohohohohoho! Sono d’accordo! »
« Va bene va bene, non mi va di sentire le vostre scuse.
Appoggiatela lì vicino al falò e non lasciatelo
spegnere ».
Nel frattempo Nami, Robin e Usop si occupavano di montare le tende.
« Vi dispiace spiegarmi perché se
c’è una villa enorme con letti comodi noi dobbiamo
dormire qui fuori, per terra? Con caldo e zanzare?!? »
tuonò Usop, intento a litigare con la propria tenda.
« Ma come? Mi sembra piuttosto ovvio. Guardati intorno
zuccone: cielo, stelle, mare, aria fresca e pura…
c’è qualcosa di meglio? »
Usop grugnì e decise di prendersela con la tenda piuttosto
che con Nami, tanto sarebbe stata una partita persa in partenza.
« Rubber e Zoro, si può sapere perché
voi due siete gli unici intenti a far nulla?! »
« Smettila di lamentarti Usop… »
« È vero, Zoro ha ragione » disse
Rubber. « Per una volta che non ci si mette Nami a rompere le
scatole… »
« Ti ho sentito sai?! »
« Eheheheh! »
« Piuttosto! Rubber sta arrivando Bibi, vai a darle una mano!
»
« Agli ordini Nami! »
« A lei obbedisci però! »
sbottò Usop.
Rubber, senza scomodarsi di un millimetro, allungò le
braccia verso la passeggiata che portava alla villa e le tolse il
piatto enorme e stracolmo di mano.
« Bibi cara se ce l’avessi detto ti avremmo aiutata
» disse Sanji, una volta che Bibi li aveva raggiunti.
« Figurati, non c’è nessun problema!
Vedo che siete organizzati perfettamente! » sorrise,
osservando il falò in pietra e le quattro tende montate in
fila attorno ad esso. « Immaginavo avreste preferito dormire
in spiaggia. Non siete cambiati per niente » accomodandosi
per prima attorno al fuoco che iniziava a scoppiettare.
« È ora, vero Bibi? » chiese Robin senza
che gli altri capissero a cosa si riferiva.
Bibi guardò l’orizzonte.
« Sì, è ora. Il tempo vola quando ci si
diverte. Ancora pochi minuti ragazzi e assisterete ad uno spettacolo
che vi lascerà senza fiato ».
Sotto invito della principessa, la ciurma si sedette sui tronchi
procurati da Franky come panchine, e attese.
Il cielo da azzurro iridescente iniziò a tingersi di rosso
fuoco.
Il mare diventava blu scuro in contrasto.
Il sole, i cui contorni erano perfettamente visibili e tracciati come
una grande palla gialla e rotonda, iniziò a calare a vista
d’occhio.
Il vento si alzò da est, da dove tramontava il sole.
Restavano solo il crepitio del fuoco e del grasso della carne che
colava sulle braci, sfrigolando ed emanando un profumo delizioso.
Chissà che cosa stava per accadere di tanto strepitoso, si
chiedevano tutti col fiato sospeso.
« Ecco, ci siamo! » esclamò Bibi
eccitata.
Nel momento esatto in cui il sole toccò l’acqua,
questa cominciò a risplendere. Prima debolmente e poi sempre
più forte fino a diventare un’illimitata distesa
arcobaleno che sfumava nel blu più profondo
dell’oceano man mano che ci si allontanava dalla scogliera e
dalla riva.
« Sono…… senza parole! »
esclamò Nami alzandosi in piedi, come se così
facendo potesse ammirarlo meglio.
« È… è…
»
« Voglio tuffar mici!!! »
« Anche io!!! » correndo verso il mare.
« Dove andate babbei?! Non sapete nuotare! »
« È vero Usop, grazie! »
« Ragazzi… è
meravigliosamente… meraviglioso »
sospirò Sanji a cui cadde la sigaretta tra la sabbia, e
nemmeno si scomodò a cercarla.
Lo spettacolo durò fino a che il sole non si spense nelle
acque, allora il mare tornò blu e il cielo si
riempì di stelle. Fino a quel momento, l’acqua
aveva brillato d’arcobaleno. Tutti e sette i colori erano
perfettamente riconoscibili: rosso, arancione, giallo, verde, blu,
viola e indaco.
« Questa – disse Bibi terminato lo spettacolo - era
una parte della sorpresa. Per me è un’emozione
ogni volta, anche se ormai ho perso il conto di quante volte
l’ho visto. In verità, non mi ci abituo mai
» ancora emozionata.
« Ma cos’è successo? »
« Te lo spiego subito Rubber. A meno che… Nico
Robin vuoi favorire? »
« No, figurati. Continua pure! »
« D’accordo, in questo caso! Praticamente, sotto
l’acqua si nasconde una scogliera di rocce cristalline. Anche
il fondale è cosparso delle stesse rocce. Quando la luce del
sole raggiunge una particolare curvatura al tramonto, i cristalli
rifraggono la luce, quelli della scogliera a quelli del fondale, uno
all’altro, e questo è ciò che ne
emerge. Uno spettacolo unico… »
« La natura è straordinaria…
» sospirò Nami.
« Puoi dirlo forte, Super Straordinaria! »
« Sanji è pronto? »
« Sì Rubber, ma mangerai solo dopo avermi aiutato
a portare i piatti. »
« OOOOOOOKAY! »
Dopo quel meraviglioso spettacolo e una cena da re, la sera infine
calò anche sulla loro prima giornata di vacanza. Il cielo si
riempì di milioni di stelle che pareva si bagnassero in
mare, così piatto e limpido da rifletterle una per una.
« Franky per te ho portato della Cola e per te Brook tanto
buon latte fresco. Guardate nel porta vivande. »
« Yeah! »
« Yohohohooh! Sei così gentile anche se non ci
conosci! »
« È naturale, gli amici di Nami sono amici miei
» disse sorridendo, anche a Robin con la coda
dell’occhio.
“Per fortuna –
pensò Nami sentendo quelle parole – Bibi è una vera
principessa e Robin è straordinaria come sempre. Devo
ammettere che non ci avevo pensato i giorni scorsi. Ora capisco
perché Robin fosse così tesa prima di arrivare.
Che sciocca, non le ho nemmeno chiesto come si sente.
Rimedierò più tardi!”.
« Ehmehm » Zoro si schiarì la voce
catturando l’attenzione dei compagni.
« Ah ma allora sei fra noi » lo schernì
Sanji accendendo una sigaretta direttamente dal fuoco acceso.
« Bibi, principessa – quasi volesse correggersi
– vorrei ringraziarti a nome di tutta la ciurma per la tua
accoglienza e ospitalità in questo paradiso. Te ne siamo
grati. »
Rimasero tutti molto sorpresi.
« Ti-ti ringrazio Zoro – inchinandosi cortesemente,
anche lei piuttosto sorpresa – ma il piacere è
davvero tutto mio. Non è necessario che mi ringraziate in
maniera così formale! »
« Senti un po’ bellimbusto, chi ti ha dato il
permesso di ringraziarla a nome di tutti?! »
« Che cosa vuoi cuoco dei miei stivali?! Sei il solito
seccatore. »
« Seccatore io?? »
« Lasciami in pace! Rubber ho forse fatto qualcosa di
sbagliato? Se è così, ti prego, dimmelo.
»
« Eh eh eh eh! Ma no, figuriamoci! Va tutto bene Sanji, lo
avrei fatto io! »
Sanji si imbronciò. Era un continuo di piccole sfide tra
quei due, con arbitri sempre diversi e occasionali (Rubber oggi, ma
domani chissà…). Quella l’aveva vinta
Zoro e Sanji non poté fare altro che sedersi e zittirsi.
« Ehi Bibi… »
« Sì, Nami? »
« Qual è la vera ragione per la quale ci hai
invitati? » chiese furbescamente sorseggiando dal suo boccale.
« Ci-ci deve essere una ragione particolare per aver invitato
dei cari amici sulla mia isola? » chiese cercando di
dissimulare imbarazzo.
« Mmm… certo che no – ammise Nami
maliziosa – ma il fatto che tu arrossisca ti tradisce, amica
mia. Dico bene Robin? »
« Dici bene Nami! »
« E se lo dice Robin… »
« Ehm… va bene, d’accordo. Tanto ve lo
avrei detto fra poco, quindi… mi avete scoperta »
disse facendo spallucce. « Arriviamo alla seconda sorpresa.
Una sorpresa che con tempismo perfetto sta arrivando proprio ora dalla
villa ». Bibi si alzò in piedi e si
girò verso casa. La ciurma posò lo sguardo oltre
la principessa, dove da lontano una luce gialla avanzava oscillante in
direzione della spiaggia.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Colpo di scena ! Un generale per la principessa ***
Bibi
si alzò in piedi e si girò verso casa. La ciurma
posò lo sguardo oltre la principessa, dove da lontano una
luce gialla avanzava oscillante in direzione della spiaggia.
«
Cos’è? » chiese Usop incerto, affinando
lo sguardo.
In principio si
vedeva solo la luce fluttuante di una lanterna, ma avvicinandosi alla
spiaggia iniziava a scorgersi una sagoma. Quella del portatore della
lanterna.
«
Sembrerebbe una persona » disse Rubber.
«
Però, che spirito di osservazione capitano »
sospirò Franky.
I dubbi
sull’identità della sagoma indistinta si
sprecavano.
« Ma
è un uomo! » stabilì Chopper deciso.
Bibi corse
incontro alla figura, andando ad accoglierla calorosamente per poi
accompagnarla dalla combriccola ed effettivamente si rivelò
un uomo.
All’occhio
attento di alcuni, specialmente a quello di Sanji o forse al suo radar,
non sfuggì il braccio di Bibi avvinghiato a quello del
ragazzo.
« Bibi
adorata, che significa? » chiese Sanji già
tremante per la risposta. Tuttavia il resto della ciurma era impaziente
di sapere e moriva dalla curiosità, nonostante
l’evidenza fosse… come dire… evidente.
«
Ragazzi, lui è il generale Dahkir Fadi. Il più
giovane generale supremo mai esistito tra le truppe di Alabasta ed
è… beh, lui è il mio fidanzato
» sorrise imbarazzata ma visibilmente lieta.
La ciurma
osservò pietrificata quell’aitante giovanotto dai
capelli neri e occhi verdi.
«
Fi-fidanzato? » borbottò Nami.
«
Esatto » confermò lui cingendo la vita di Bibi.
« Molto piacere di conoscervi » prodigandosi nel
più maestoso e cordiale sorriso mai visto.
«
Dhakir, lei è Nami. »
« La
“famosissima” Nami, oserei dire. »
« Lei
invece è Nico Robin. »
« Molto
piacere. »
« Loro
sono Rubber, il capitano. Zoro lo spadaccino. Sanji il cuoco. Usop il
cecchino. Il dottor Chopper. Brook il musicista e Franky il
carpentiere. »
«
È un onore per me conoscervi – inchinandosi
– mi sembra di conoscere tutti voi da una vita per quanto
Bibi mi ha parlato delle vostre imprese, senza contare che la vostra
fama da sempre vi precede… in tutto il mondo ».
« Il
piacere è tutto nostro amico! Qua la mano! »
stringendogliela bruscamente.
«
Rubber un po’ di educazione, per la miseria!
» lo ammonì Usop.
Per il resto
della serata Bibi spiegò che Làmpar serviva
nell’esercito di suo padre da molto tempo nonostante la
giovane età.
Dopo la sconfitta
di Crocodile e il ripristino dell’acqua in tutto il Paese,
Alabasta aveva esteso la propria economia anche ai regni vicini.
Dhakir, era figlio del re di uno di quei regni. A conti fatti, era
quindi un principi. Dovendo sancire una sorta di alleanza, re Cobra
propose all’altro sovrano di accogliere il principe tra le
proprie truppe, poiché la sua abilità con le
scimitarre e le frecce da sempre risuonavano tra le sabbie del deserto.
Considerati i rapporti di cordiale convivenza che da sempre
intercorrevano tra loro, il sovrano acconsentì.
Già da
diversi anni ormai, Dhakir serviva nell’esercito di Cobra.
Come aveva detto Bibi, era il più giovane generale supremo
mai insignito e parlando delle sue battaglie con regni nemici, nessuno
ricordava una sola sconfitta.
Dato il
bell’aspetto del giovane, era impossibile che
l’attenzione della principessa non fosse catturata. Infatti,
poco tempo dopo il suo arrivo entrambi cominciarono a provare reciproco
interesse. Mai ostacolato da re Cobra, il quale, per la
verità, non aveva mai nemmeno spinto Bibi per trovarsi un
marito per assicurare al regno alleanze o accordi di vario genere. La
notizia che si sparse a palazzo lo lasciò piacevolmente
colpito, fino a quando le dicerie non raggiunsero tutta Alabasta e il
regno del ragazzo, al che i due giovani (diversi anni dopo) decisero di
rendere la relazione ufficiale con somma gioia di genitori, servi,
compagni d’armi e popolo.
«
Dhakir Fadi… sbaglio o significa “Colui che
ridorda spesso Dio redentore”? » chiese Robin.
Dhakir sorrise,
staccando un pezzo di pane.
« Un
nome importante » osservò Nami.
«
Già » sorrise lui di nuovo.
«
…”Dio redentore”… »
bofonchiò Sanji.
«
È una lingua molto antica. Come la conosci, Nico Robin, se
posso chiedertelo »
« Mi
piace leggere » sorrise di rimpetto.
« Non
essere modesta » la incoraggiò Bibi. «
Nico Robin è un’archeologa, non
c’è da stupirsi che conosca il significato del tuo
nome. »
« Si
dicono sia un nome benaugurante » continuò la mora.
« Si
dice sia così, e finora – osservando Bibi e
stringendole la mano fra le proprie – pare sia
così »
Seguirono alcuni
minuti di silenzio.
La ciurma non era
abituata a quell’atmosfera così dolce e mielosa.
Poi…
«
Avanti Dhakir, chiedi loro quello che hai chiesto a me. Solo loro ti
possono rispondere »
Gli occhi dei
pirati si posizionarono sul generale.
«
Dunque… quello che non sapete è che vi abbiamo
invitati qui perché ci sposiamo, alla fine di questa
settimana, prima della vostra partenza. »
Silenzio.
Dhakir sorrise e
continuò: « La cerimonia si terrà
venerdì sera, al tramonto, immaginate bene il motivo.
È già tutto organizzato. Solo pochi amici intimi,
ossia voi, e di famiglia. Dato che siete i più cari amici
che la mia adorata Bibi possiede, avevamo pensato di chiedere a Nami e
Robin se facevano da testimoni per lei – gli occhi di Nami si
illuminarono – e… vorrei chiedere a Rubber e Zoro
se fossero d’accordo nell’essere i miei »
Di nuovo silenzio.
A Zoro si
rizzarono i capelli.
« Con
piacere amico! Saremo onorati! Eh eh eh! »
«
Sì, onorati » confermò Zoro apatico.
«
C’è forse qualcosa che non va? » chiese
Dhakir preoccupato ed imbarazzato per la reazione di Zoro.
« No,
non devi preoccuparti – intervenne Nami afferrandolo per il
collo della tunica – Zoro fa sempre
così… per lui tutto ciò che
è romantico è una perdita di tempo, roba da
femminucce. »
«
Questo non è affatto vero! » disse Zoro.
« Anzi, sono onorato di essere il testimone di un…
evento così significativo e importante. Specialmente accanto
ad un generale del tuo calibro. »
«
Meglio così allora. Mi ero preoccupato! »
« Ma
Bibi, ci saremo solo noi alla cerimonia? »
«
Sì Nami, solo pochi intimi. »
« Il Re
Cobra è d’accordo? »
«
Certamente. Non c’era alcun tipo di problema
poiché sabato rientreremo ad Alabasta e lì i
festeggiamenti dureranno due giorni. Saremo solo raggiunti da Higaraam
e da sua moglie per la cerimonia. »
« Che
meraviglia, chissà quanta carne e quanto buon cibo!!!
» esclamò Rubber sognante.
« Sanji
» lo chiamò Bibi.
« Dimmi
tutto adorata » ancora con lo sguardo triste.
« Mi
faresti un grandissimo onore se volessi prenderti cura del banchetto
nuziale… » lo pregò cordialmente,
immaginando il motivo della sua malinconia.
Sanji ci
pensò su e infine accettò lieto.
« E chi
vi sposerà? » chiese Chopper.
« Il
sacerdote ci raggiungerà venerdì insieme ad
Higaraam. »
«
Sarà così romantico che mi viene da piangere al
solo pensiero! » sospirò Franky.
« In
effetti, era il nostro scopo » confermò Dhakir
divertito da quegli strani individui. « Volevamo una
cerimonia elegante e raffinata ma senza sfarzi. Il dono più
grande ce lo fa la natura, in questo senso. »
«
Principessa – la chiamò Brook – visto
che abbiamo una settimana per stare qui, come impiegheremo le nostre
giornate? »
« Oh!
Hai ragione! Stavo quasi per dimenticarmene! Abbiamo organizzato una
caccia al tesoro per trovare le nostre fedi nuziali…
impiegheremo i giorni che ci restano fino a venerdì per
cercarle! Che ne dite? »
« Dico
che è un’idea supeeeerrr!!! Mi avevano detto che
eri in gamba ragazzina! »
«
È proprio un’idea simpatica! »
« Le
fedi sono state nascoste da Higaraam prima del nostro arrivo, quindi
parteciperemo anche noi al gioco. Faremo quattro squadre da due
elementi e una da tre »
« E
cosa si vince? »
«
Beh…… direi niente. Solo il divertimento per
averci provato, Usop. »
«
Mmm… va bene ci sto! »
Passarono il poco
tempo restante, scandito dall’ardore della legna, a parlare
di cosa era successo in quegli anni. Della morte di Ace, per la quale
Bibi si era profondamente disperata. Della faccenda di Marineford, di
quanto tutti erano dispiaciuti nel regno. Della decisione di Rubber di
dividere la ciurma per due anni per fortificarla.
Parlarono delle
singole avventure trascorse in quel periodo di tempo. Ma parlarono
anche di come andavano le cose nel regno di Alabasta: molto bene a
sentire Bibi. La pioggia cadeva regolare e le oasi erano ritornate
verdeggianti.
« Sai
Bibi – esordì Rubber – ero convinto che
ti saresti sposata con Koza ».
Ci furono alcuni
secondi di silenzio imbarazzanti, seguiti da un grido di Nami
accompagnato da un cazzotto.
« MA
CHE RAZZA DI DOMANDE FAI ZUCCHONE?! »
« Come
vedi Bibi, Rubber non è per niente cambiato! »
sentenziò Usop.
«
Sì, lo vedo! Ma non c’è nessun
problema! Tra me e Koza non c’è mai stato
nulla… anzi, lui si è sposato con una bravissima
ragazza e da poco hanno avuto un bambino, un maschio. »
« E chi
l’avrebbe mai detto… Ero proprio certo che prima o
poi vi sareste fidanzati » riconfermò Rubber
confuso.
«
ANCORA INSISTI CON QUESTA STORIA?! » gridò la
ciurma in coro.
«
Spiacente di averti deluso » rise di gusto Bibi.
Presto la legna
ammucchiata nel falò si trasformò in una montagna
di braci ardenti, alcune delle quali iniziavano ad assumere una
colorazione grigiastra.
«
Questo significa che è ora di andare a dormire »
osservò Sanji stiracchiandosi e gettando il mozzicone di
sigaretta tra le fiamme.
«
È vero – confermò Bibi alzandosi in
piedi – anche noi rientriamo. Non voglio insistere, avete
detto che dormirete all’aperto e per me non si sono problemi.
Se volete entrare in casa, o se vi serve qualcosa, non esitate.
È come se fosse casa vostra. La strada la sapete e la porta
è sempre aperta. Tanto qui ci siamo solo noi! »
«
Allora buonanotte Bibi » l’abbracciò
Nami.
«
Buonanotte a voi e a domani mattina! Alzatevi con calma. Siete in
vacanza questa settimana e dovete riposare! »
«
Buonanotte a tutti » li salutò Dhakir.
«
Buonanotte! » li salutarono i pirati.
« E chi
se l’aspettava » commentò Chopper quando
furono abbastanza lontani.
«
Già, tutto mi aspettavo tranne che si sposasse…
»
« Non
dirlo a me Usop… »
« Ma
smettila Sanji. Ti basterà vedere una bella ragazza per
cambiare umore… »
«
…è vero! Attenderò con impazienza
domani per vedere Nami e Robin in costume! »
«
…vedi, ti ci vuole così poco…
»
«
Babbeo » commentò Zoro sottovoce.
«
Coraggio ragazzi, andiamo a dormire! Non riesco più a tenere
gli occhi aperti………… anche
se io essendo uno scheletro gli occhi non li ho! Yohohohoho! »
«
Mucchio d’Ossa avresti potuto allenare il tuo umorismo in
questi due anni! »
«
Yohohohoho! » Franky e Brook entrarono in tenda.
« Io
non ci dormo con Rubber! »
« Usop
smettila di lamentarti ed entra in quella maledetta tenda! Cosa dovrei
dire io che sono in tenda con quell’invasato di Zoro?! Ho
sempre paura che mi uccida nel sonno. E si può sapere
perché finisco sempre in tenda con lui?! »
« E
perché allora io finisco sempre con Rubber?! »
«
Abbiamo fatto ad estrazione » rispose Nami.
«
Finitela di dire stupidaggini » grugnì lo
spadaccino al cuoco.
« Ma tu
non capisci! Rubber parla nel sonno e fa strani rumori! »
«
È vero! Lo sappiamo tutti! » piagnucolò
Chopper (che era capitato con Usop e Rubber).
«
Perché invece di fare baccano non fate dormire Rubber nella
mia tenda e voi tre dormite assieme? » chiese Zoro sdrenato
da quella confusione. Lui voleva solo andare a dormire.
« Per
la prima volta hai avuto una buona idea testa di verza. »
« Per
me è uguale, io posso dormire con chiunque! »
« Per
forza Rubber, tu dormi con un ghiro e non ti rendi conto della
confusione che fai!! È davvero impossibile dormire con te!
»
Sanji e Usop
spostarono tutta la roba di Rubber nella tenda di Zoro.
« Ecco
ora è tutto sistemato! Buonanotte a tutti! »
salutò Usop entrando nella propria, seguito da Chopper.
« Zoro,
non vieni a letto? » chiese Rubber vedendo che lo spadaccino
ancora restava seduto sulla sabbia appoggiato ad uno dei tronchi.
« No,
preferisco restare di guardia. »
« Ma
siamo in vacanza… » osservò Sanji
sdegnato.
« I
guai sono sempre dietro l’angolo » rispose Zoro
apatico e mezzo addormentato.
« Ma
Zoro, ci siamo solo noi sull’isola… »
« Non
si sa mai… »
«
Pretendi che i guai ci trovino anche qui? Su un’isola
sperduta e per giunta disabitata? »
« Non
si sa mai… » ripeté Zoro.
« Fa
come vuoi testa di rapa. Lo dico sempre che sei un invasato. Buonanotte
» e anche Sanji rientrò, dopo aver finito di
sistemare le proprie cose.
« Zoro
sei sicuro? » domandò insistente Rubber che non
sembrava aver capito.
« Vai
pure a dormire Rubber. Sai bene che non hai motivo di preoccuparti per
me. Buonanotte »
«
Allora buonanotte! »
…finalmente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Al chiaro di Luna ! La fuga di Nami ***
Nella
tenda delle ragazze…
« Robin, ti devo le mie scuse. »
« Per cosa Nami? »
« Per non aver capito cosa ti tormentava giorni addietro.
»
« Oh… non c’è nessun problema
» sorrise l’archeologa. « Davvero
nessuno. Sai, devo ammettere che ero in tensione. Non sapevo come Bibi
avrebbe preso la mia presenza. Ovviamente lo sapeva già da
tempo che faccio parte di questa ciurma e ci ha invitati comunque,
quindi da un lato pensavo che non le importava avermi qui.
Dall’altro però ero preoccupata… non so
dirti perché, ma visti i nostri trascorsi credo fosse
normale essere un po’ in ansia. Non ti pare? »
« Avevi tutte le ragioni » confermò Nami
voltandosi a pancia in su.
« Mi sono molto sorpresa della sua gentilezza e
cordialità. »
« Sì. Bibi è fatta
così… » sorrise Nami.
« Cosa ne pensi di questo posto? »
« Che è speciale… trovo bellissima la
scelta di sposarsi qui. È così
romantico… qui si respira un’atmosfera frizzante e
allo stesso tempo di pace assoluta. Fino ad ora non eravamo mai
approdati su un’isola deserta… sarà una
bellissima settimana: ci divertiremo e ci riposeremo. I guai non ci
troveranno. Ne sono certa! »
« Mi fa piacere che tu sia così di buon umore.
Anche io trovo molto bella l’idea di sposarsi qui…
»
« Buonanotte Robin. »
« Buonanotte Nami. »
Poche ore più tardi, Nami si svegliò attirata dal
sibilo del vento che, seppur non forte, imperversava fuori dalla tenda.
Si alzò stordita nel suo sacco a pelo e guardò
alla sua destra dove Robin dormiva serena, girata sul fianco opposto.
Guardò poi attorno a sé, dove i suoi dubbi
trovarono conferma osservando la tenda che si agitava con forza
modesta. Era il caso di andare a controllare.
Uscì piano dal suo giaciglio e aprì la tenda
senza far rumore.
Fuori era buio pesto. Non c’era nemmeno la luna in cielo. Era
sereno e il mare calmo, ma il vento si levava forte da est.
“Strano… questo vento è fresco e umido,
sicuramente porterà precipitazioni. Speriamo che cambi
direzione o ci rovineremo la vacanza”.
Il fuoco era spento ormai; era rimasta solo la cenere trasportata a
tratti dal vento e una esile colonna di fumo che era perennemente
piegata dalla corrente.
“Zoro...?” così in ombra e al buio non
l’aveva notato. Era un tutt’uno con la sabbia.
Quasi l’avesse sentita chiamarlo con il pensiero, Zoro si
svegliò. Ancora insonnolito e addormentato, si
guardò intorno confuso dove scorse poi la figura di Nami,
immobile che lo fissava. Strabuzzò gli occhi e li
strofinò, come un bimbo piccolo, per poi sbadigliare.
« Zoro? Che ci fai qui? » avvicinandosi.
« Nami, sei tu? »
« Ma certo che sono io stupidone. Non senti che freddo che
fa? »
« No – ancora sbadigliando e stiracchiandosi
– non mi ero accorto di nulla. »
Nami sospirò: “È
irrecuperabile”.
« Allora, che ci fai qui fuori? » gli
chiese. Si sedette accanto a lui, sulla sabbia: il grosso
tronco alle loro spalle li riparava dal vento ed emanava una piacevole
sensazione di calore, tipica del legno.
« Ero di guardia. »
« Ma se dormivi come un ghiro… »
« Come vedi sono sempre all’erta, ti ho sentita
subito. »
« Vero. »
« Tu che fai qui? »
« Ho sentito il vento e mi sono preoccupata. Sono uscita a
controllare. Ma è Rubber che fa tutta questa confusione?!
» chiese sconvolta, sentendo un russare sovrumano provenire
dalla prima tenda a destra.
« Sì. Teoricamente dovrei essere in tenda con lui.
Il cuoco, Chopper e Usop non lo volevano… immagina il
motivo. L’ho accolto io, tanto sapevo che avrei passato la
notte fuori. »
« Come non capirti » aggiunse Nami portando le
gambe al petto. Lo capiva bene, era impossibile per chiunque
addormentarsi in certe condizioni. Nami immaginò se stessa,
al posto di Zoro, prenderlo a mazzate in testa finché non
avrebbe dormito silenziosamente per aver perso i sensi. «
Toglimi una curiosità, che bisogno c’è
di fare la guardia se ci siamo solo noi sull’isola?
» stessa domanda che gli avevano posto gli altri; domanda
più che logica.
« Meglio non abbassarla mai. »
« Non è che era una scusa per restare da solo?
» dandogli piccole gomitate.
Zoro non rispose.
Fissavano entrambi ciò che restava del fuoco spento; resti
grigi e neri, o tratti blu come ogni cosa lì intorno. Nami
si alzò e si diresse verso la propria tenda.
« E adesso dove vai? » le chiese Zoro.
« Torno subito. »
Rovistò appena accanto all’entrata e
tornò con una coperta.
« Io non ho freddo. »
« Sì che ce l’hai. »
« No. »
« Ho detto di sì, tieni » buttandogliela
sulla testa.
« Le tue solite maniere » grugnì
togliendosi la coperta dalla faccia, per sistemarla alla meno peggio
intorno a sé. « E tu? » chiese lui.
« Non è abbastanza grande per tutti e due
» osservò.
« Sì che lo è, babbeo. È la
più grande che abbiamo. Lasciami fare. » Nami
riprese posto e si coprì fino al collo tirando la coperta di
modo che entrambi potessero essere coperti ma senza essere troppo
vicini. « Visto? Ecco fatto. »
« Ma veramente entrano gli spifferi da dietro e tu sei
più coperta di me. Perché non mi
meraviglia…? »
« Non eri quello che non aveva freddo? » chiese
stizzita.
Zoro grugnì, allora Nami si avvicinò anche se
controvoglia: « Ecco, adesso dovrebbe andare bene. »
Zoro si sistemò e asserì silenzioso.
Restarono in sacro silenzio per un po’. C’erano una
quiete e una pace assolute. Cercando di eliminare Rubber dalle
orecchie, ciò che restava erano lo sciabordio delle onde, il
sibilo leggero del vento, il respiro di Zoro, e un profumo che Nami non
riusciva ad identificare.
Nami allora sospirò elettrizzata.
« E adesso che ti prende? » chiese lui non capendo
cosa le passasse per la testa.
« Sai cosa preferisco delle isole estive del Grande Blu? O
più in generale dell’estate? »
« No… cosa? » chiese Zoro
disinteressato, tanto per farla contenta.
« Che la sera, per quanto faccia caldo, soffia sempre una
brezza fresca che fa venire la pelle d’oca e allora prendi
una coperta e ti metti in giardino o sul ponte o in spiaggia, in questo
caso, e guardi il cielo al calduccio e ti senti protetto… da
tutto… e… ti senti a casa… »
« Mmm, sarà. »
« Quanto sei insensibile! Ma guardati intorno –
Nami appoggiò la testa contro il tronco, guardando il cielo
– è una serata meravigliosa. Non senti questo
profumo? ».
Zoro alzò gli occhi al cielo apatico, poi annusò
l’aria sniffando come un cane da caccia.
« No, non sento niente » senza comprendere tutte
quelle smancerie, come se Nami gli avesse appena detto una
banalità del tipo: “Guarda
c’è un gabbiano che vola”.
Nami s’imbronciò: « Parlare con te
è davvero irritante… »
Questo non la fece arrendere però.
« Allora… Bibi si sposa… »
Zoro le rivolse la coda dell’occhio. « Quindi?
»
« Q-Quindi… buon per lei. Ma posso sapere il
perché di quella tua reazione? »
« Quale reazione? »
Nami ringhiò ma si contenne: « Non mi sei sembrato
entusiasta della richiesta che ti hanno fatto… Non
è che sei geloso? »
« E di cosa scusa? »
“Stai calma Nami, calma!”
« Di Bibi, naturalmente. »
« Non dire sciocchezze » senza scomporsi.
« Allora perché? »
« Non son il tipo da matrimonio, figuriamoci presenziare come
testimone »
« Quindi sei contro il matrimonio? »
« Mmmm – ci ragionò – non
esattamente. Non ho nulla da ridire su chi prende quella strada.
Tuttavia, non credo sia la mia strada. Non mi ci vedo sposato. In
fondo, se due persone si amano, possono stare insieme lo stesso, una
vita intera, anche senza sposarsi. Il matrimonio non rende la cosa
più vera di quanto già non sia. È solo
l’ennesima occasione per fare mostra di sé
»
« Quanto sei cinico…… Pensi di non
sposarti mani allora? »
« Finché faccio questa vita lo trovo del tutto
improbabile. E al momento, non ho intenzione di smettere, per
cui… »
« Ma se trovassi la ragazza giusta, ti sposeresti? »
« E come potrei mai trovare una ragazza in questo mondo?
»
« E scusa perché io che cosa sarei?!? »
Zoro la osservò. Nami arrossì: «
V-Voglio dire… NON MI RIFERIVO A ME STUPIDO! »
Zoro sorrise. « Lo spero bene, perché non ti
sposerei mai neanche fossi l’ultima donna sulla terra.
»
« La cosa è del tutto reciproca! »
rispose impettita.
« Tu invece? Voi donne pensate di continuo a queste
cose… »
« “Voi donne pensate di continuo a queste
cose”?! Ah! Come se avessimo in testa solo quello! »
« Non mi ha risposto. »
« Figuriamoci! Sposarmi non rientra nella lista di cose da
fare e ho diverse ragioni per ritenere la cosa inutile! »
disse orgogliosa. « Primo: è impossibile trovare
un uomo alla mia altezza. Secondo: sono uno spirito libero. Terzo:
sposarsi vuol dire prendere un impegno per la vita, figuriamoci se ho
voglia di fare balia ad un incapace… cucinare, stirare,
pulire… nah! A meno che non sia esageratamente
ricco… in quel caso forse potrei anche dire di
sì! »
Zoro la guardò stranito: « Sei decisamente
opportunista Nami… »
Improvvisamente la rossa si voltò di scatto verso la foresta
tropicale che costeggiava la spiaggia e che inghiottiva la villa di
Bibi e Dhakir.
« Che c’è? » chiese Zoro.
« Non l’hai visto? » chiese lei allarmata.
« Visto cosa? »
« Una luce che si muoveva tra i cespugli. »
« No, non ho visto niente » rispose Zoro
indifferente. « Lo avrai immaginato » richiudendo
gli occhi.
Ma Nami era certa, o almeno convinta, di aver visto qualcosa muoversi.
Si alzò e si allontanò di corsa.
Zoro se ne accorse che era già piuttosto distante e si
alzò repentino: « Torna subito qui Nami, fermati!
Torna qui, non ti allontanare! »
Nami però sembrava non sentire.
« Ma perché devo sempre correrle dietro?!
… Almeno aspettami! ».
Zoro fortunatamente la raggiunse prima che si addentrasse nella foresta
o di notte al buio non sarebbe mai riuscito a trovarla.
◊◊◊◊
La mattina seguente, Nico Robin si alzò per ultima. Uscita
dalla tenda ebbe una sorpresa.
« Buongiorno adorata e bellissima Nico Robin! »
« Buongiorno Sanji e buongiorno anche a voi ragazzi.
»
« Robin di’ a Nami di alzarsi, quella poltrona sta
dormendo tanto oggi. »
« Non è qui? Io pensavo fosse qui…
» disse Robin sorpresa.
« Che vuoi dire? »
« Che nella tenda non c’è…
»
« Come non c’è? » chiese Sanji.
« Anghe Zodo banga add’abbeddo…
» osservò Rubber ingoiando gli avanzi della sera
precedente.
« Sei davvero disgustoso…. Comunque, per lui non
mi preoccuperei. Sarà andato ad allenarsi da qualche
parte… » sbuffò Usop giocherellando con
un bastone e le braci rimaste nel falò.
« Quindi Zoro non sta dormendo? »
« No Robin, ieri sera ha voluto restare fuori…
Quell’invasato. »
« Strano… Molto strano… »
« Ehiiiii ragazziiiiii!!! »
« È Bibi! »
« Siamo qui principessaaaaaaa!!!! »
« Sanji potresti darti un contegno?! Il suo fidanzato
è di fianco a lei! Mi sento imbarazzato io per te!
» lo sgridò Usop.
Bibi li raggiunse correndo, seguita dal suo sposo.
« Buongiorno a tutti! »
« Buongiorno a voi! » li salutarono.
« Bibi hai per caso visto Nami? »
« No Nico Robin, perché? Non è qui?
»
« No, purtroppo non c’è e non sappiamo
dove sia. »
« Non c’è nemmeno Zoro »
aggiunse Franky alzando una mano.
« È molto strano » disse Dahkir.
« Magari hanno iniziato la caccia al tesoro senza di noi
» ipotizzò Chopper.
« Mi pare strano – rifletté Bibi
– non hanno nemmeno la mappa » disse mostrando loro
i rotoli di pergamene. « D’altro canto…
in casa c’eravamo solo noi quindi… »
« Come si permette quello zuccone di prendere Nami e
andarsene in giro senza aspettarci?! Le coppie dovevamo deciderle tutti
insieme! »
« Probabilmente ha voluto accaparrarsi la persona con il
miglior senso dell’orientamento… »
osservò Usop.
« Non lo sopporto! »
« Calma Sanji, vedrai che li troveremo! Quest’isola
non è poi così grande » sorrise Bibi.
« Allora, veniamo a noi. Se siete pronti e se vi siete
rifocillati inizierei con la caccia al tesoro. Questa –
distribuendo dei fogli – è la mappa
dell’isola. Come vedete non è estesa, per cui non
dovremmo avere troppe difficoltà. La croce indica il punto
in cui Higaraam ha nascosto le fedi. Su ogni mappa è segnato
un percorso diverso tanto per rendere la cosa più
divertente. »
« Scusa Bibi adorata ma non abbiamo un indizio da poter
seguire? »
« Oh certo, è sul retro della mappa »
« ”Vai dove la luce non arriva, vai dove ti porta
il cuore ed è li che troverai ciò che fa brillare
gli occhi e l’anima tua” ??? Chiarissimo!
» sbuffò Usop.
« Beh, in effetti non lo è, ma credo che Higaraam
ci voglia complicare la vita. »
« Bibi, perdonami, non c’è una leggenda
che regna su quest’isola? » chiese Robin.
« In effetti c’è… »
« Cosa ci nascondi Bibi?! »
« Usop niente di strano, davvero. Solo… si dice ci
sia uno spiritello che sorveglia l’isola. Io comunque non ho
mai visto nulla… »
« Oh perfetto! Ci mancavano solo gli spiritelli!!! »
« Si tratta di una leggenda, niente di
più… »
« Non mi fido di voi due signorine, mi state nascondendo
qualcosa! »
« Piuttosto – Dahkir approfittò per
cambiare discorso – avete già deciso le squadre?
»
« No, ma lo facciamo subito! Io sto con Brook! »
gridò Usop.
« Io voglio stare con la dolcissima Robin! »
« Sì, nessun problema » sorrise
l’archeologa a Sanji.
« Quindi io e Franky siamo insieme, giusto? »
« Perché quel tono deluso dottore?! »
« No, niente! Figurati! Non è per te…
»
« Vedrai dottore, arriveremo primi!!!! »
« Se lo dici tu… »
« Rubber viene con te e Robin, d’accordo Sanji?
» asserì Usop.
« C-Cosa?! Perché?! »
« Perché noi vogliamo rimanere numero pari!
» sogghignarono Usop e Brook ai i rispettivi compagni.
« C-Che razza di rispos--- »
« Va bene, tutti pronti?! Che la caccia al tesoro abbia
inizio!!!! »
◊◊◊◊
Ma facciamo un passo indietro alla sera precedente….
« Nami vuoi aspettarmi?! »
Nami continuava a correre senza meta nella foresta completamente al
buio, cercando quel lumino che solo lei aveva visto.
« Ti vuoi fermare maledizione?! »
« Oh no, l’ho perso… »
sbuffò Nami tra sé e sé fermandosi di
colpo e guardandosi attorno smarrita. Zoro riuscì
così a raggiungerla e l’afferrò con
forza e arrabbiato per un braccio.
« Nami!! Maledizione! »
Nami si voltò come in trans. « Scusami
è solo che ho visto una cosa e allora--- »
« L’avevo capito che hai visto qualcosa!
» ansimò Zoro, affaticato dalla corsa alla cieca.
« Accidentaccio e ora come facciamo a tornare indietro?!
» chiese osservando l’oscurità tutto
intorno a loro. Per non parlare della fitta vegetazione.
« Ah… ehm… tornare indietro? Dunque
– Nami cominciò a ipotizzare –
vediamo… »
« Ho capito, non lo sai… Perfetto! »
sbuffò Zoro. « E adesso che si fa?! »
« È molto semplice, troviamo un posto in cui
passare la notte. »
« È facile in mezzo alla giungla e per giunta al
buio! »
« Vedrai che ci riusciremo. Ora seguimi! »
« Per andare dove, me lo dici?! »
« A cercare un riparo, mi pare ovvio. »
Nami apriva la fila e Zoro dietro di lei la chiudeva bofonchiando
improperi.
« Sai Zoro, sei peggio di Usop quando ti ci metti. Non fai
altro che lamentarti. »
« Io peggio di Usop?! Credo proprio che tu abbia preso un
abbaglio! E poi mi sembra la situazione adatta per lamentarsi!
»
« Non fare il bambino » lo zittì Nami
indifferente.
Più tardi…
« Cito testualmente: “Ma guarda in che razza di
situazione dovevo cacciarmi!”, “Le donne non
portano mai niente di buono”, “Ma perché
ti ho seguita?! Avrei dovuto lasciarti andare via da sola ma no no no,
devo sempre venirti
dietro!”………questo non
è lamentarsi? » ironizzò Nami facendosi
strada tra le fronde, facendole rimbalzare in faccia a Zoro.
« Inoltre, perché non ti impegni un po’
a tagliare queste maledette erbacce con la tua spada invece di perdere
tempo a
blateraaaREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!
»
Improvvisamente Nami scomparve davanti agli occhi di Zoro.
« N-Nami?! » Zoro fece un salto indietro.
Mano sulla spada.
“Ma dov’è finita?!”
Si sentì poi un tonfo sordo e Nami ringhiare come
un’ossessa. La voce era riecheggiante e sembrava provenire da
sottoterra.
« N-Nami?! D-dove sei?! »
« SONO QUIIIII! » ringhiò Nami
imbestialita.
« Q-Qui dove? »
« QUI SOTTO BABBEO!!! SONO CADUTA IN UN BUCO!!! »
« V-Va tutto bene? » azzardò Zoro, senza
però sapere dove rivolgere la propria attenzione.
« NO! NON VA AFFATTO BENE! È BUIO E NON SI VEDE
NIENTE! E MI FA MALE UNA SPALLA! TIRAMI FUORI DI QUI! »
« Va bene, ci penso io! Non preoccuparti! »
“Una liana, mi serve una liana”.
Cominciò a guardarsi intorno, andando a tentoni contro gli
alberi.
« ZORO TI VUOI MUOVERE?!? »
Zoro cercava a caso intorno a sé, e trovò un
albero che gli sembrava abbastanza robusto. Cercò una liana
che pendesse da qualche parte. Ne strattonò un paio, che si
staccarono troppo facilmente, ricoprendolo di muschio e licheni (e
chissà quali altre cose). No, non andavano bene. Ne
trovò poi una che invece rimase bella salda ai rami e che
sembrava essere abbastanza lunga, anche se non aveva la minima idea di
quanto fosse profondo il buco in cui era caduta Nami.
« ZOROOOO!!! » insistente e sempre più
furiosa.
« Sto arrivando! Ti vuoi calmare?! »
Per prima cosa si mise in ginocchio a terra e cercò il buco,
per evitare di caderci dentro a sua volta.
“Trovato” sentendo che ne stava tastando
il bordo con le mani. Si legò la liana alla vita e
cominciò a calarsi piano.
« Eccomi Nami, sto arrivando »
l’avvisò.
“Certo che è bello largo questo buco”
pensò mentre scendeva.
« Ehm ehm » tossì ad un certo punto.
« “EHM EHM” CHE COSA?! COSA?! CHE
C’È?! » gridò Nami dal basso.
« C-C’è un problema »
balbettò Zoro. « Ho finito la liana e sono ancora
abbastanza in alto…… credo, almeno. »
« TU CHE COOOSAAA?! »
« Calmati, non riesco a pensare se gridi così!
Torno a su a cercarne un’altra… »
« PENSARE?! DA QUANTO TU PENSI?!? SEI IL SOLITO IMBRANATO!
»
« SE C’È UN’IMBRANATA QUI,
QUELLA SEI TU! TI SEMBRA NORMALE ADDENTRARTI IN UNA FORESTA IN PIENA
NOTTE, DA SOLA, E PRETENDERE CHE QUALCUNO VENGA POI A SALVARTI SE TI
CACCI NEI GUAI?! NON SI VEDE NIENTE! COSA DOVREI FARE?! »
dicendo questo Zoro cominciò comunque la sua scalata verso
la superficie per recuperare un’altra liana.
« NESSUNO TI HA CHIESTO DI VENIRMI DIETRO! »
« SE NON TI FOSSI VENUTO DIETRO COME PENSI CHE AVRESTI FATTO
AD USCIRE?! »
« ANCORA NON SONO USCITA INFATTI!!! »
« ALMENO IN DUE HAI DOPPIE PROBABILITÀ! »
« AH CERTO… COME NO! »
« INGRATA! »
« MA COME TI PERMETTI?! NON SEI ALTRO CHE UN BRUTTO---
»
« TACI! » ruggì Zoro, la cui attenzione
era stata attirata da alcuni scricchiolii poco rassicuranti.
« C-CHE C’È ADESSO?! »
balbettò Nami in piena crisi nevrotica.
« Vuoi stare zitta?! Fammi sentire! »
I rumori diventavano sempre più chiari e non sembravano
lontani.
« Oh no. »
« Che cosa?! »
Zoro allungò lentamente un braccio poco più in
alto, sopra alla propria testa, e le sue paure trovarono conferma.
« La… la liana si sta… si sta
spezzandOOOOOOOOO!!!! »
In un secondo Zoro raggiunse Nami sottoterra.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Una notte sottoterra ! Via alla caccia al tesoro ***
«
Ahi… la mia testa. Devo averla sbattuta forte…
per fortuna sono atterrato sul morbido… »
«
L-LEVATI DI DOSSO! S-STO SOFFOCANDO! SEI SOPRA DI ME! »
Zoro si ritrasse
in fretta, imbarazzato, mentre Nami lo spingeva via con tutta la sua
forza.
Il poverino non
aveva ancora avuto modo di realizzare cosa fosse “il
morbido” sul quale era caduto. Quando lo intuì,
indietreggiò di alcuni metri; a debita distanza di
sicurezza. Sentiva Nami ringhiare a bassa voce. Poteva immaginarla
paonazza in volto, con la vena della tempia sinistra pulsare.
« NON
SOLO SEI CADUTO GIÙ ANCHE TU –quasi ridendo (la
cosa in effetti aveva del tragicomico)- MA MI SEI ANCHE CADUTO ADDOSSO!
»
«
È possibile che devi sempre gridare?! Guarda che ti sento
benissimo! E poi secondo te l’avrei fatto apposta a caderti
sopra?! »
« No,
ma almeno avresti potuto fare più attenzione! »
« Da
quando in qua uno decide se cadere con attenzione?! »
« E
poi, perché sei dovuto scendere anche tu?! Con il tuo peso
l’hai fatta rompere! Se me l’avessi passata sarei
risalita da sola! Sono più leggera di te, stupido!
»
«
Beh…… Io…….. Come facevo a
sapere che si sarebbe spezzata?! Pensavo che avessi bisogno di una
mano! Hai detto che ti fa male la spalla! »
«
Allora avresti potuto cercare delle liane più resistenti!
Adesso mi dici come facciamo ad uscire?! »
« Se
sei così brava, perché non eviti di cadere nel
buca la prossima volta?! »
«
Secondo te l’ho fatto apposta?! » Nami si morse la
lingua e capì che non era certo colpa di Zoro se erano
finiti lì sotto. Sospirò nervosa, senza sapere
che altro aggiungere. Zoro la guardò (anche se non si vedeva
niente) come se fosse una causa persa, ma sorrise.
Touchée:
1-0.
« E
adesso che si fa? » chiese sconsolata, per rompere il
ghiaccio dopo la sfuriata e la pessima vergognosa gaff. Nami ammirava
la capacità di Zoro di lasciarsi scivolare addosso qualunque
cosa. Anche il più grande sgarbo. La cosa la irritava ancora
di più perché metteva ancora più in
luce quanto lei fosse dalla parte del torto ma, allo stesso tempo, non
poteva che ammirarlo e invidiarlo per il suo sangue freddo.
«
Aspettiamo che venga giorno; non possiamo fare altrimenti. Non possiamo
certo metterci a cercare un’uscita ora, non si vede niente.
È buio pesto… Inoltre, è possibile che
sia la tana di qualche bestia, e nemmeno piccola… a
giudicare da quanto è grande il buco in cui siamo caduti.
»
«
B-Bestia? » chiese preoccupata.
«
Sì, possibile. »
Sentì
Zoro muoversi di pochi passi e sedersi. Nami deglutì. Il
solo pensiero di una bestia la faceva sudare freddo.
«
M-M-M-Ma come facciamo allora? »
« In
che senso? »
« Se
c’è una bestia… »
« Se ci
svegliamo nel cuore della notte perché ci attacca,
combattiamo. Semplice. »
«
A-Ah… S-Sì, che sciocca »
ironizzò.
«
Paura? »
« N-No,
io? Ma figurati… »
Zoro non rispose.
«
D-Dove sei ora? Non vedo niente » disse Nami.
« Sono
appoggiato alla parete esattamente di fronte a te. Fai cinque passi
avanti, poi inginocchiati e procedi a carponi, lentamente. »
« Come
lo sai? »
« Tu
fallo e basta… »
Nami
obbedì e a tastoni riuscì a trovare la parete
contro cui era appoggiato Zoro. Sì sedette e vi
appoggiò la testa, sospirando.
« Ti fa
male? » chiese lui.
« Un
po’… non troppo. »
«
Domattina daremo un’occhiata, sperando arrivi un
po’ di luce qui sotto. »
«
Grazie. »
« Ora
dobbiamo dormire. Penseremo domani a come uscire da qui »
consigliò lo spadaccino.
« Gli
altri si preoccuperanno non trovandoci domattina… »
« Non
possiamo farci niente. »
«
Sicuramente inizieranno la caccia la tesoro prima di noi. »
« Non
è un grosso problema, tanto saremmo stati in squadra insieme
comunque. Erano squadre da due e una da tre. »
« Chi
te lo dice che saremmo stati insieme? »
«
Ehm… insomma… nel senso che… il mio
senso dell’orientamento non è migliorato in questi
due anni per cui senza una buona guida… »
« Ah
d’accordo, quindi sarei una “buona
guida”. Interessante… »
«
C-Comunque – continuò lo spadaccino imbarazzato,
schiarendosi la voce – possiamo fare la caccia al tesoro in
ogni caso, se proprio ci tieni… sempre che riusciamo ad
uscire da qui. »
« Prima
pensiamo ad uscire. »
« Prima
facciamoci una bella dormita… - precisò -
buonanotte. »
« Come
fai ad addormentarti in una situazione come questa?! Chissà
in che razza di posto siamo finiti… senti
com’è duro il terreno. »
«
Buonanotte Nami » insistette Zoro perentorio.
◊◊◊◊
Torniamo al
presente, con la ciurma è partita per la caccia al tesoro
con le seguenti squadre: Dhakir e Bibi, Franky e Chopper, Brook e Usop,
Sanji, Rubber e Robin.
♦♦♦Sanji, Rubber, Nico Robin...
Dopo ore che
camminavano e che Robin conduceva la fila senza aver spiccicato
parola…
« Si
può sapere perché sei dovuto capitare proprio in
squadra con noi?! Volevo essere solo con la dolcissima
Robiiin… »
«
Guarda che non l’ho deciso io, è che gli altri
volevano restare pari. Non ricordi? »
« Che
fai mi prendi in giro?! Certo che me lo ricordo citrullo che non sei
altro! »
« E
allora perché mi chiedi come ho fatto a finire in squadra
con te se lo sai…? »
Sanji
ringhiò.
« Sanji
a volte davvero non ti capisco ».
« Sei
tu che non capisci che era una stupidissima scusa!!! ».
Robin sorrise.
«
Lasciamo perdere » sbuffò Sanji. «
Piuttosto, sono preoccupato per Nami… »
«
Naaahhh, non devi! C’è Zoro con lei! »
« Chi
ti dice che siano insieme?! Eh?! Rispondi! » si
scaldò Sanji.
«
Perché – cominciò Rubber con aria
saccente – mi sembra ovvio che lo siano. Mancano tutti e due.
»
«
Questa non è una risposta! Non devono per forza essere
assieme! »
«
Calmati Sanji, Nami è in ottime mani » sorrise
Robin continuando a camminare.
« Anche
tu Robin?! Siete tutti contro di me! » sospirò.
« È proprio per questo che mi preoccupo!
» arrendendosi alla probabilissima ipotesi che fosse insieme
per davvero.
« E poi
– continuò Rubber rigirando il dito nella piaga
– non capisco perché ti dia così
fastidio… voglio dire, Zoro ha conosciuto Nami molto prima
di te. Mi sembra normale che abbia tutto il diritto di averla per
primo. È una sorta di diritto di anzianità
» nemmeno si rendeva conto di quale tasto era andato a
sfiorare!
« Ma
che razza di discorsi stai facendo?! Diritto di anzianità?!
Non ti permettere mai più di parlare di Nami in quel modo!
»
« E dai
calmati, stavo solo scherzando! Quanto sei permaloso! Però
è vero che Zoro è arrivato prima. »
« Non
è affatto divertente Rubber! »
«
Eheheheh! »
Robin sorrise di
nuovo.
«
Scusate se vi interrompo ragazzi – disse poi - ma credo che
siamo in un vicolo cieco » constatò osservando la
muraglia in pietra che gli si parava davanti.
♦♦♦Bibi e Dhakir...
« Mi
piacerebbe sapere dove ha nascosto le fedi Higaraam… ormai
sono diverse ore che camminiamo. La mappa non è chiarissima
» asciugandosi il sudore dalla fronte.
« Sei
stanca Bibi? »
« Ma
no, figurati » sorrise la principessa.
« Senti
un po’, che mi dici di Nami e Zoro? »
« In
che senso? » chiese Bibi continuando a camminare e
nascondendo un sorriso malizioso.
« Non
fare finta di non capire… »
« Ok
ok, ho capito… beh, cosa posso dirti? È
così tanto tempo che non sto con loro, non lo so. Magari non
è più così… »
«
”Così”, come? Sii
più chiara » insistette il generale altrettanto
maliziosamente.
« Tu
cosa diresti? »
« Per
quel poco che ho visto – disse Dhakir aiutando Bibi a
scavalcare una radice gigantesca – quei due sono fatti
l’uno per l’altra. »
«
È la sensazione che abbiamo un po’ tutti.
»
« E
allora cosa li frena? »
« Sai,
non è facile… in fondo loro sono come una
famiglia ed entrambi sono molto orgogliosi. Non credo nemmeno che
sappiano realmente quanto tengono l’una all’altro e
viceversa… »
« Io li
vedrei proprio bene insieme. »
«
Sì, non sei l’unico. Nami è una cara
amica e Zoro è un bravo ragazzo, sarei molto contenta se
diventassero una coppia… »
Bibi
esitò e osservò la cartina. « Qui non
si può più proseguire…
c’è un muro » osservando probabilmente
la stessa muraglia che avevano incontrato Robin e gli altri.
« Non ero a conoscenza di queste cinta » con aria
interrogativa.
♦♦♦Brook e Usop…
«
Yohohohoho! Ah un ragno!!! Che schifoooo!!! »
« La
vuoi smettere di gridare come una donnetta?! »
« Non
posso farci niente, i ragni mi fanno proprio ribrezzo! Mi fanno venire
la pelle d’oca!......... Anche se io essendo uno scheletro,
la pelle non ce l’ho! Yohohohoho! »
« Vuoi
darci un taglio?! Questa battuta l’hai già fatta
milioni di volte! Sei davvero noioso Brook! Uffa! ».
Camminavano
nell’intricata giungla, in cui caldo e umidità
erano insopportabili.
«
Aaaaaaahhhh!!! » gridò Brook saltando sulle spalle
di Usop.
« E
adesso che c’è?! »
« Ho-ho
visto una cosa…. dietro a quei cespugli. »
« Falla
finita! Sono io il fifone di turno non tu! Ti sei rammollito un bel
po’ in questi due anni… Ma perché non
ho scelto Franky come compagno?! »
«
Potrei anche offendermi! Yohohohoho! »
« Sai
che preoccupazione… » sbuffò Usop.
A quel punto
osservò la cartina e guardò davanti a
sé. Poi osservò la cartina e poi di nuovo
guardò davanti a sé, e di nuovo la cartina
girandola al contrario.
« Da
che parte andiamo? » chiese Brook.
«
Da… Da che parte dici? »
«
Sì, da che parte? »
Usop non rispose
ma deglutì sonoramente.
«
C’è un problema… L-La cartina,
la… ehm… la tenevo al contrario…
ahahahahah! »
……
un attimo di silenzio riconciliatore e un uccello che gracchiava
lontano nella foresta ……
«
Yohohohohoho!! Yohohohohoho! »
« Non
ridere! » strillò Usop gettandogliela addosso.
« Non è divertente brutto babbeo! »
« Se
c’è un babbeo qui, sei tu caro! Yohohohoho! E
adesso dobbiamo tornare indietro! »
« Lo so
anch’io, grazie per l’informazione! »
Usop si gettò a terra, con la schiena contro un albero
muschiato. « Sono esausto, fa un caldo pazzesco…
non si respira………… E Brook,
ti prego, niente battute sui polmoni. Risparmiami »
sbuffò anticipandolo. « Muoio di sete. »
«
Chissà i nostri amici come se la cavano…
»
« E che
ne so. Dalla cartina – disse osservandola ancora a terra e
tutta stropicciata – non sembra lontano da qui il posto
segnato da Higaraam… »
« Sei
peggio di Zoro! Yohohohoho! »
« Ehi,
io non ti ho offeso! A proposito, chissà che fine hanno
fatto quei due… » disse estraendo dalla sua
inseparabile tracolla una borraccia piena d’acqua, per
bagnarsi il viso.
« Beh,
è piuttosto… come dire… ovvio?
» canticchiò Brook facendo un gesto con la mano
che dalla tempia svolazzò nell’aria con eleganza.
« Che
intendi? » chiese Usop sospettoso.
«
Intendo dire:
« Ehi Nami, vieni qui!
»
« No Zoro, lasciami stare!
»
« Ho detto vieni qui, donna!
Ora vieni con me! »
« Aiuto aiuto!!! »
« Ora ce ne andiamo e restiamo
un po’ da soli! Yohohohoho! »
« MA
CHE DIAVOLO STAI FARNETICANDO?!? » gridò Usop
sconvolto. « Primo, Zoro non ride così! Secondo,
Nami non è un fanciulla indifesa! Terzo, Zoro non
è così intraprendente! Non voglio nemmeno
sentirle certe cose! Maniacooo!!! »
«
Yohohohoho! »
♦♦♦Franky e Chopper…
«
Franky, secondo te stiamo seguendo la strada giusta? »
«
Sì, vedrai che vinceremo noi! Che c’è
dottore? Perché sei preoccupato? È da stamattina
che sei strano.»
«
È solo che… mi sembra strano che Nami e Zoro se
ne siano andati senza dire nulla… »
« Ti
capisco. Avranno voluto restare un po’ da soli! Yeah!
» mettendosi in posa.
Chopper lo
guardò interrogativo. « In che senso? »
« Oh,
sei ancora così ingenuo! »
« Non
sono ingenuo! Lo so benissimo cosa c’è tra Nami e
Zoro… » borbottò Chopper sotto i baffi,
diventando tutto rosso.
« Ah
sì? E che cosa c’è? » chiese
Franky con aria disinteressata.
«
Insomma, loro due… - iniziò imbarazzato
– si… si vogliono molto bene, però non
era mai successo che sparissero senza dire niente. Stanotte mi sono
svegliato perché ho sentito urlare in lontananza ma credevo
di averlo sognato, invece ora comincio a credere che fosse
Nami… E se fosse successo qualcosa? Non sento nemmeno il
loro odore! Vuol dire che non sono qui! C’è
qualcosa che non va! »
«
Tranquillo amico mio, c’è Zoro con lei. »
«
È vero. Non fate altro che ripeterlo » ammise
Chopper.
« E per
quanto riguarda l’odore… Avrai il naso tappato!
»
« Non
ho il naso tappato! » protesto Chopper indispettito.
« Senti
un po’ – cambiando argomento – non stiamo
nemmeno guardando la cartina, significa che stiamo camminando alla
cieca. Dammi la mappa, meglio se la tengo io. »
Franky
frugò nello zaino che Chopper portava in groppa.
« Che
cosa?! » osservandola. « Ma siamo super fuori
strada!!! Accidenti! »
Così i
membri della ciurma avevano iniziato il loro percorso. Chi andava a
destra… Chi andava a manca…
Sarebbero
riusciti a trovare le fedi? Ma soprattutto, sarebbero riusciti a
trovare i due dispersi?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Domande ! E ancora domande ***
Torniamo
ancora una volta da Zoro e Nami che, quella stessa mattina, si
svegliano nel luogo in cui erano caduti.
Nami
aprì gli occhi lentamente, c’era una strana luce.
Non fastidiosa ma strana. Li strabuzzò un paio di volte e si
ricordò di quanto era accaduto la sera precedente. Subito
sentì il ronfare sommesso di qualcuno accanto a lei e, di
nuovo, si ricordò che quel qualcuno era Zoro. Zoro che
dormiva beatamente con la bocca aperta, contro la parete.
Lo
guardò torva: “Ma
come fa…?!”
Poi
però si lasciò catturare dal luogo che li
accoglieva e si alzò in piedi, osservando attorno a
sé ammaliata ma con aria indagatrice.
Il rumore dei
suoi passi echeggiava ovunque, per quello presto Zoro si
svegliò, sbadigliando sonoramente e strofinandosi gli occhi.
« Ma
bene, ben svegliato! » ironizzò Nami
già sul piede di guerra.
Zoro si
concentrò e mise a fuoco. « Ah, sei tu…
» sbadigliando di nuovo e stiracchiandosi.
« E chi
altri dovrebbe essere scusa?! Non ti ricordi che siamo caduti qui sotto
stanotte?! »
Zoro si
guardò intorno esattamente come aveva fatto Nami poco prima
e si alzò in piedi aiutandosi con le spade. Fece un
po’ di stretching mattutino.
« Che
posto è questo? » domandò una volta
finito.
« Che
domande fai… Secondo te come faccio a saperlo? »
Si diresse verso
il tunnel che li aveva condotti lì sotto, mentre Nami
continuava ad accarezzare le pareti pensosa.
« Si
può sapere cos’è tutto questo baccano?!
» gridò, sentendo che Zoro tentava ripetutamente
di fare qualcosa con le spade. Qualcosa di terribilmente fastidioso.
« Sto
cercando di usare le spade per risalire, sciocca! Come pensi che
usciremo da qui se non ci proviamo nemmeno! Da qui siamo entrati e da
qui dobbiamo uscire! ».
Il tunnel,
osservò Zoro, era molto lungo. La notte scorsa, nel cadere e
non vedendo nulla, non se n’era reso conto. Era tanto lungo
che non si vedeva l’uscita in superficie, oltretutto sembrava
districarsi in curve e pieghe. « È un bel guaio
– constatò arrendendosi all’evidenza
– non riesco a fendere questa roccia… »
rinfoderando le spade e andando da Nami.
«
È normale che le tue spade non riescano a penetrarla
» rispose lei pensosa. « Sai che roba è
questa? Questa roccia azzurra e levigata che ricopre completamente
questo posto è agalmatolite. »
«
Agalmatolite? » poggiando una mano contro una parete. Come
Nami, poté sentire la levigatezza e il liscio perfetto, come
se stesse toccando dell’acqua.
«
Esatto, agalmatolite. E noi abbiamo l’onore di vederla nella
sua forma grezza. Una cosa concessa ai pochi, prevalentemente minatori,
che lavorano nelle cave per il governo. Ci sono solo una manciata
giacimenti nell’intero mondo e nessuno che non sia
autorizzato sa dove si trovano, o può accedervi. »
«
Dunque è questa che produce questo bagliore
azzurrognolo… »
«
Presumo di sì. »
Restarono in
silenzio contemplando la roccia, dopodiché Nami torno alla
carica.
«
Tornando a noi, vorresti farmi intendere che non
c’è modo di uscire da qui da lì sopra?!
»
«
Sì, è proprio quello che ho detto. Purtroppo le
spade non la tagliano, per cui non possiamo arrampicarci. »
« E
quindi cosa facciamo ora?! Ci staranno cercando tutti ed è
solo colpa tua! »
« Colpa
mia?! Ricominci?! Ma se sei stata tu ad allontanarti nel cuore della
notte svampita che non sei altro! »
«
Svampita io?! E tu cosa sei allora?! Ti perdi anche seguendo la tua
ombra! E poi se tu non mi avessi seguita non saremmo caduti qui!
»
« E chi
te lo dice questo?! Io penso piuttosto che dovresti ringraziarmi
perché se non ti avessi seguita saresti caduta qui
giù da
sola
e ci saresti morta! Almeno se ci sono io, forse, riusciremo ad uscire!
Per seguire cosa poi?! Non si sa! Una luce in mezzo alla foresta! Roba
da matti! »
Si abbaiarono
contro ancora per un po’ finché l’eco
assordante delle loro grida non li stancò e ripresero fiato.
Sembrava che fossero dieci persone a parlare, tutte assieme.
«
Ebbene?! »
« Cosa?
»
« Cosa
pensi di fare?! Te ne starai lì seduto tutto il giorno a
sistemarti le spade o pensi di trovare una soluzione?! »
« Come
sarebbe a dire? Devo trovarla io?! »
«
Certamente, sei tu che mi hai fatto finire qui! »
«
Insisti?! AHHHHH e va bene – sbuffò Zoro
– fammi vedere. Sei la donna più impossibile che
conosca. »
« Ah!
Perché quante ne conosci scus--- »
« Shh!
Lo senti? » chiese Zoro.
Nami
ascoltò. « Cosa? »
«
Questo suono. »
Nami si
concentrò di più.
Era il suono di
gocce d’acqua che gocciolavano dentro ad una pozza,
probabilmente, in maniera costante e incalzante.
«
Significa che… »
« Che
forse c’è una falda aperta o un lago sotterraneo
che possono condurci fuori. »
« Che
gioia! »
«
Aspetta ad esultare. Non siamo ancora usciti. E ora in marcia.
»
«
M-Marcia? »
«
Sì, marcia… cosa pensi? Che ti porto in spalla?
Avanti. »
«
M-Ma… »
Zoro si
voltò e la fissò interrogativo, chiedendosi che
altro volesse.
Nami fece
altrettanto.
« La
tua spalla » constatò dirigendosi verso di lei.
« Me ne stavo dimenticando. »
Senza chiedere il
permesso le afferrò il braccio.
« Ehi!
Cosa pensi di fare?! » ritraendolo.
« Fammi
vedere. »
« N-No,
non è necessario! Non mi fa più…
male… » troppo tardi. Zoro ormai l’aveva
afferrato e lo studiava con attenzione.
Molto
delicatamente gli fece fare dei piccoli movimenti.
« No
»
«
Così? »
« No
» scocciata.
«
Così invece? »
«
N-Sì! »
«
Niente di grave. Un’insignificante slogatura. È
più il livido a farti male che la slogatura, fidati.
»
Nami
cercò di osservare meglio quell’alone bluastro che
le ricopriva tutta la spalla, fino a scendere
sull’avambraccio. « Non mi fa male se non lo
muovo… »
«
Meglio così. Avanti andiamo… »
Fecero alcuni
passi, poi Zoro si fermò nuovamente e ancora si
voltò verso Nami, che restava alcuni passi indietro.
« Ce la
fai o ti porto io? »
Nami rimase
interdetta.
«
Io… Io – ci pensò su – ce la
faccio » sorrise determinata. « Andiamo! »
Zoro sorrise e
tornarono a camminare.
Seguirono la
galleria sotterranea senza spiccicare parola. Un silenzio pesante,
tagliente ed imbarazzante come sempre dopo le loro litigate, faceva
loro compagnia; in circostanze normali ci sarebbero stati fattori
esterni a distrarli. Ora invece erano obbligati a restare insieme. Soli
con il proprio imbarazzo. Nami per lo meno camminava due o tre passi
indietro. Non era costretta a stargli accanto.
Dopo diverse ore,
quella galleria sembrava non finire mai, Nami si lasciò
cadere a terra esausta nell’esatto punto in cui si trovava.
«
Perché ti fermi? Che c’è? »
« Sono
stanca. Ho fame. Ho sete. Questa luce mi dà fastidio agli
occhi. Qui dentro fa un caldo pazzesco… Non si respira. Ma
soprattutto sono stanca, devo riposare » sbuffò
allargandosi il colletto della maglietta.
«
È vero. Fa caldo… non l’avevo notato
» rispose serenamente Zoro.
«
Meglio tardi che mai! » levandosi la maglia e restando con la
parte superiore del costume. Zoro si girò dalla parte
opposta, per concederle un po’ di privacy. Privacy o morte
per folgorazione. Non era una scelta difficile in fondo.
«
Possiamo fermarci un po’? » chiese la navigatrice.
« Per
me non c’è problema »
acconsentì lui, sedendosi contro una parete della grotta e
sistemando le spade accanto a lui. « Eri tu quella con i
nervi a fior di pelle e che voleva uscire a tutti i costi. »
«
Sì sì, mi ricordo… Ora però
fermiamoci un po’ » si trascinò alla
parete opposta, e si sdraiò. Troppo stanca per discutere.
Provò
a sollevare il braccio per appoggiarlo su un ginocchio piegato, a
sostegno, ma non ci riuscì; le uscì un mugugno di
dolore, Zoro alzò lo sguardo, e lo ridistese lungo il fianco.
Di nuovo
restarono in silenzio.
Zoro non sembrava
preoccupato o infastidito dalla situazione. Teneva gli occhi chiusi e
la testa rivolta verso l’alto. Un braccio era appoggiato ad
un ginocchio piegato, mentre l’altro cadeva in grembo. E
l’altra gamba era lassa e allungata a terra. Totalmente
rilassato. Poteva essere lì, come sul ponte della Sunny, o
sotto un albero all’ombra, o qualunque altra parte. Lui non
aveva problemi.
Il silenzio era
rotto solo dal ritmico e ormai snervante gocciolio che stavano
seguendo, fattosi molto più vicino da quando avevano
iniziato a camminare. Si stavano avvicinando.
« Hai
notato che non ci sono bestie? » chiese lei accennando un
risolino, per smorzare la tensione.
« Certo
che non ci sono, stupida. Se ci fossero state te ne saresti accorta
dopo un minuto che eri qui sotto » rispose senza scomporsi.
Nami non seppe
come rispondere e tacque, concedendogli solo un’occhiataccia
di fuoco. “Mi ha presa in giro!”
La conversazione,
se così poteva definirsi, si chiuse lì e per
qualche tempo nessuno dei due parlò più. Nami
invece era tesa. Ginocchia al petto e sguardo indagatore, mezzo
nascosto dalle ginocchia, rivolto a Zoro.
Improvvisamente
lo spadaccino aprì un occhio, l’unico rimasto per
la verità;… Nami sobbalzò. Era un
po’ inquietante, più del solito, con un occhio
solo…
« Che
c’è? Perché mi fissi? »
sentendosi osservato, per l’appunto.
« Ehm
io… ecco…… »
« Non
tartagliare… Parla. »
« No,
non è niente d’importante. »
« Ci
sono abituato » abbozzando un ghigno.
Nami lo
fulminò ma parlò: « Davvero non mi
sposeresti neanche se fossi l’ultima donna sulla terra?
»
Zoro
alzò la testa e la fissò.
«
Insomma, voglio dire – correggendosi in fretta –
sono davvero una persona così detestabile? »
« Da
quanto ti importa quello che gli altri pensano di te? »
Nami non rispose.
Effettivamente non le era mai importato molto ma ci pensò
ugualmente.
«
Forse… mi importa di quello che pensi tu…
» nascondendosi dietro le sue ginocchia.
« Forse
ti sposerei se fossi l’ultima donna sulla faccia della
terra… »
Nami
sembrò illuminarsi.
«
…per disperazione » aggiunse Zoro sogghignando.
Nami
diventò paonazza e s’impettì. Poi si
rilassò; non aveva la forza fisica e nemmeno mentale per
intraprendere una litigata.
«
Volevo chiederti anche come va la testa? Ti fa ancora male? »
Zoro
sembrò non comprendere la domanda poi si ricordò
che alcune sere prima ne aveva sofferto e che Nami gli aveva portato le
pillole di Chopper.
« Va
meglio. »
Di nuovo silenzio.
«
Mi… mi stavo chiedendo anche… è la
ferita all’occhio? È quella che ti causa il mal di
testa, non è così? »
Zoro
esitò. Sarebbe stato come rivelare un oscuro punto debole,
ma soprattutto come ammettere di averne uno. Ma alla fine cedette.
« Credo
di sì. Mi succede di rado, per fortuna. »
«
Chopper cosa ne pensa? »
«
Chopper non lo sa. »
«
Perché no? »
«
Perché non mi va che lo sappia »
« Ma
è il dottore…! »
«
Nami… non insistere. Poi ti domandi perché non ti
sposerei neanche da qui alla fine del mondo… »
…….Forse
stava un tantino esagerando …. (???)
Di nuovo
incassò il colpo e per un po’ non disse nulla. Non
troppo a lungo comunque.
« Posso
chiederti come te la sei procurata? Ancora non ce ne hai
parlato… »
Lo spadaccino
sospirò. Sospiro di libera interpretazione. « Non
ti offendere ma preferirei di no. »
Nami rimase
sorpresa, certo non offesa, forse delusa ma non obbiettò.
«
Va… Va bene… »
Pausa
per il week-end ragazze! Grazie a tutte e ci si rivede
lunedì! baciii =^^=
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Tra sogno e realtà ! Una luce nel buio ***
Più tardi,
Nami finalmente sembrò sentirsi meglio e decise di
rialzarsi. Zoro la seguì senza discutere e per niente
affaticato.
«
Il gocciolare si fa più vicino. Buon segno. »
«
Non è il solo rumore però »
osservò Nami.
Restarono
in ascolto. C’era uno scrosciare ritmico e fragoroso.
«
È il mare! »
«
Il mare? Ma che dici? Sottoterra? »
«
Ma sì! Ne sono sicura! »
Zoro
alzò un sopracciglio.
Nami
si mise a correre.
«
Ecco che ricomincia! Nami aspettami! »
Arrivarono
finalmente dove il fragore era più forte. Si guardarono
attorno; non sapevano nemmeno loro cosa si aspettavano di trovare,
certo è che rimasero delusi perché del mare non
c’era traccia.
«
Eppure io lo sento chiaramente… » disse pensierosa.
«
E c’è un altro problema »
osservò Zoro.
«
Che cosa? »
«
Se non l’hai notato, siamo in un vicolo cieco. »
Nami
rimase senza parole. Era davvero un vicolo cieco. La galleria terminava
lì.
«
Però guarda, c’è una pozza…
»
«
E CHI SE NE IMPORTA DELLA POZZA?! » urlò Nami come
una pazza.
«
Nami – Zoro ne richiamò l’attenzione
– alza la testa verso il soffitto della grotta. »
«
CHE COSA C’È?! NON HO TEMPO ADESSO PER I TUOI
GIOCHETTI! DEVO TROVARE UNA SOLUZIONE! »
«
Nami » insistette.
«
CHE VUOI?! »
«
Alza la testa! Accidentaccio! » prendendole la mascella e
alzandole il mento verso l’alto.
Nami
era pronta ad aggredirlo ma rimase piacevolmente sorpresa.
«
Ma… ma… ma quello… »
«
Sì, quello è il mare »
confermò Zoro soddisfatto.
«
Q-Questo significa che noi siamo sotto… NO! Dentro alla
scogliera che circonda l’isola! » e aveva ragione,
perché il fragore che sentiva era proprio quello del mare
che si infrangeva sugli scogli sopra le loro teste e alzando lo sguardo
verso l’alto era evidente che fosse così
perché la roccia azzurra era pressoché
trasparente, e schiuma e onde si vedevano chiare e distinte infrangersi
su di essa.
Zoro
si diresse dunque verso la pozza d’acqua, accanto alla parete
chiusa e ne saggiò l’acqua.
«
Come immaginavo, è salata » disse scrollando la
mano e asciugandola sui pantaloni.
«
Salata? Significa che c’è un collegamento con il
mare aperto se l’acqua filtra fino a creare un lago!
È fantastico! »
«
Ora però, ti dispiace se mi riposo io? »
Nami
osservò che era sudato. « Ti senti bene? La testa
di nuovo? »
«
Sì » fu sincero Zoro, arrancando verso la parete
più vicina.
Nami,
come durante la pausa precedente, si sdraiò alla parte
opposta e restò in silenzio. Sapeva che Zoro trovava
particolarmente fastidiosa la sua voce squillante, ma sorprendentemente
fu lui a romperlo. « Vuoi ancora sapere
cos’è successo al mio occhio? »
Nami
restò sorpresa e il cuore cominciò a batterle
forte. Ovvio che voleva saperlo ma non si aspettava che lui parlasse
per primo.
«
C-Certo che voglio, voglio dire… se ti va, naturalmente.
»
Lo
spadaccino sospirò e si portò un braccio sulla
fronte.
Passò
ore a raccontare e Nami ascoltava attenta ed interessata.
«
…E questa è la mia storia » concluse.
«
Oh… non credevo che… insomma… mi
dispiace Zoro » disse sinceramente mossa dalla tristezza.
«
Non voglio la compassione di nessuno, tantomeno la tua. Ci convivo da
diverso tempo e ormai dovrei essermi abituato; peccato per questo
dannato mal di testa che me lo ricorda ogni volta… al peggio
non ci si abitua mai, sai come si dice ».
Nami
non sapeva cosa rispondere. Si sentiva terribilmente triste per lui.
Allora in quei due anni aveva sofferto davvero, e lei non
c’era quando aveva più bisogno.
«
Cosa ti prende ora? »
Nami
sollevò lo sguardo: « Niente…
» mentì.
Temeva
che parlando si potesse lasciar sfuggire qualche parola buona che Zoro
avrebbe frainteso, magari arrabbiandosi. Tuttavia, Zoro non si
aspettava una risposta. Nami allora si lasciò coccolare dal
suono ovattato delle onde e gli occhi si chiusero troppo stanchi.
◊◊◊◊
Nami
aprì gli occhi, ma era tutto nero.
“Dove
sono?”
Non
era nella galleria.
Sentiva
in lontananza il gocciolare ritmico che accompagnava il suo viaggio con
Zoro ma non c’era una strada da seguire. Era come se si
trovasse dentro ad un buco nero. C’era solo
oscurità, ovunque.
Si
alzò in piedi e si guardò attorno. Fu divorata da
una pesante sensazione di vuoto, tanto che si sentì
schiacciare. Non c’era niente lì. Era
intrappolata. Non c’era un uscita.
Improvvisamente,
davanti ai suoi occhi apparve una lucetta dorata che danzava come una
foglia al vento. Sembrava emettesse un dolce ma soffocato
tintinnìo, come il più dolce tasto di uno
xilofono.
“È la luce
che ho visto ieri sera. Non l'avevo immaginato allora”
si disse sicura.
Allungò
una mano per toccarla, ma questa si scostò veloce
come impaurita. Nami ritrasse la mano e la osservò ancora.
Ad un certo punto, la lucina non tanto diversa da una lucciola si
trasformò in una fiammella più forte e luminosa e
cominciò ad allontanarsi ondeggianto nel vuoto. Nami non la
seguiva però. Non si fidava. Allorché la lucina
si fermò e cominciò a danzare di nuovo. Nami ebbe
la sensazione che le stesse proprio dicendo di seguirla, e
così fece. La sensazione si rivelò giusta
perché dopo un paio di passi anche la lucina riprese ad
avanzare.
C’era
più luce rispetto a prima, ma non era cambiato niente: non
c’erano pareti in quel posto. Nami avanzava quasi alla cieca,
con la paura di mettre un piede nel vuoto da un momento all'altro.
“Ma
dove sono? E dov’è Zoro?” continuava a domandarsi.
Le
venne un brivido che la fece stringere nelle braccia.
Il
gocciolare era incessante e riecheggiante. Il rumore dei suoi passi la
seguiva incalzante come se altre quattro o cinque persone la stessero
seguendo.
Ad
un certo punto la fiammella si fermò nuovamente, e Nami con
lei. Nella penombra di quella fioca luce, apparve una sagoma poco
distante, che le dava le spalle. Nami strinse gli occhi per
identificarla e il cuore di Nami si alleggerì. “Zoro!”.
Non era sola.
Gli
corse incontro sollevata, ma, quando lo sfiorò, Zoro
svanì in una nuvola di fumo. Nami rimase interdetta e il
panico di nuovo la colse. Ecco allora che la fiammella si
spostò verso la sua sinistra e si fermò
galleggiando nell’aria, in alto. Nami la osservò
con attenzione e notò un flebile riflesso sotto di essa.
“Acqua”pensò
avvicinandosi.
Sì,
acqua. C’era dell’acqua lì.
S’inginocchiò e guardò meglio.
C’era una pozza nera e buia. La lucina tremolante che la
sovrastava le permetteva di scorgere il proprio riflesso seppur molto
debole.
La
lucina poi si abbassò, quasi all’altezza del suo
viso. Nami ritentò un contatto ma prima che potesse toccarla
questa si tuffò nella pozza, senza produrre alcun suono o
schizzo, e fu buio di nuovo. Nami cominciò ad agitarsi. Le
si stringeva il petto. Cominciò a sudare freddo, quando il
suo sguardo venne catturato dall’acqua, dove un puntino
dorato cercava disperatamente di essere notato. Nami si sporse per
osservare meglio. Sentiva di poter allungare una mano e coglierlo. Non
sembrava tanto lontano. Mise una mano nell'acqua ma improvvisamente si
sentì mancare la terra sotto i piedi e un mare
d’acqua la travolse con forza, facendola svegliare di colpo.
Era
sudata e affannata.
Si
guardò intorno spaesata e impaurita.
«
Brutto sogno? » chiese una voce vicina.
“Sogno?
Era un sogno… Zoro”
«
Credo di sì »
Tornata
alla realtà trovò Zoro inginocchiato sulla riva
della pozza sotterranea che si bagnava le braccia e il viso.
«
Che stai facendo? » ancora frastornata.
«
Mi sono appena svegliato. Mi do una rinfrescata » disse
continuando a bagnarsi.
Nami
si alzò, appoggiandosi alla parete. Era intontita. La
sensazione di schiacciamento lasciata da quel sogno non voleva
abbandonarla.
L’aria
era stantia e satura di umidità.
«
Ti senti bene? » chiese lui.
«
Credo di sì »
Zoro
non sembrava convinto ma lasciò cadere il discorso.
«
Allora – chiese poi – hai trovato una soluzione
mentre dormivi? »
Ci
pensò su e le venne un’illuminazione.
«
Sì » rispose. Zoro si sorprese. La sua era
più una domanda mista tra retorica e sarcastica.
«
Ho pensato che sarebbe il caso – continuò Nami -
di andare a controllare se in fondo a questa pozza
c’è una galleria che si collega con il mare
aperto. »
«
Benissimo. Prego, puoi andare. L’acqua è
caldissima » disse continuando a bagnarsi la fronte.
«
Mmm – sorrise Nami alle sue spalle – io invece ho
pensato… che ci andrai tu! » spingendolo in acqua
con un piede.
Zoro
riemerse annaspando e sputando un litro d’acqua.
«
Ma cosa ti salta in mente?! Sei impazzita?! »
«
Non avevi detto di avere caldo? » facendo una linguaccia.
«
Sì ma mi ero già sistemato! Accidenti a te!
»
Nami
se la rideva dalla sponda e s’inginocchiò verso
l’acqua (esattamente come aveva fatto nel sogno), ignara del
pericolo che correva così facendo. « Ora puoi
andare a controllare, grazie! » sorrise salutandolo.
«
Sai che c’è? » disse Zoro avvicinandosi.
« Se io ci vado, tu vieni con me! » e prima che
Nami potesse difendersi, l’afferrò per un braccio
(quello buono) e la trascinò in acqua con sé.
Nami riemerse su tutte le furie tossendo a più non posso e
cercando disperatamente la riva come un gatto finito in piscina.
«
Zoooroooo!!! » ringhiò.
«
Attenta, non irrigidirti o coli a picco! »
«
Fai anche il simpatico?! »
Sguazzò
verso la sponda: « Brutto babbeo! Non posso nuotare con un
braccio solo! »
«
E dai, smettila di piagnucolare di continuo » sorrise
cominciando a spruzzarle tonnellate di acqua addosso senza alcun
ritegno.
Iniziarono
una guerra di gavettoni in cui, ovviamente, era in vantaggio lo
spadaccino che se la rideva di gusto mentre Nami annaspava sotto al
peso delle onde che Zoro le lanciava.
Nel
frattempo i compagni erano tornati all’accampamento, di
rientro da una battuta di caccia al tesoro non andata a buon fine.
«
Ehi ragazziiiiii! » Rubber corse incontro al resto della
truppa, già posizionata intorno al fuoco.
«
Allora avete trovato qualcosa? » chiese Robin prendendo posto
e posando lo zaino sulla sabbia.
«
No, purtroppo no – sorrise Bibi – e
l’isola non è tanto grande. Chissà dove
Higaraam ha nascosto le fedi… il problema
è che domani ci dobbiamo sposare e senza non sarà
possibile… »
«
E ditemi, Nami è tornata? » chiese Sanji ansioso.
«
No – rispose Chopper – non ancora. »
«
Purtroppo nemmeno Zoro » concluse Usop.
«
Chissà magari le hanno loro le fedi e si vogliono sposare in
segreto! »
«
Cosa ti salta in mente? Come fanno a sposarsi da soli? »
chiese Usop sconvolto dalla stupidità di
quell’idea.
«
E io che ne so… Non sono mica un prete! Ehehehe! »
«
Non dire mai più una cosa del genere! Non si scherza su
certi argomenti! »
«
Calmati Sanji! »
«
Come faccio a stare calmo?! È quasi il tramonto e Nami non
è qui!!! » accendendo tremante una sigaretta.
«
Non capisco perché ti preoccupi tanto per lei »
osservò Franky. « In fondo non mi sembra che lei
si curi di te allo stesso modo, voglio dire… non ha il tuo
stesso interesse nei tuoi confronti »
«
Zitto! Tu che ne sai!? »
«
Io spero solo che stiano bene » sospirò Bibi.
« Delle fedi non m’importa poi molto in fin dei
conti. Possiamo sempre trovarne altre. »
Dhakir
Fadi le cinse le spalle con un braccio. « Vedrai che
è così. »
«
Me lo auguro di tutto cuore » disse Bibi osservando il
tramonto meraviglioso che, però, per una volta non
riuscì ad emozionarla.
Il
sole intanto iniziava la sua discesa nel mare.
Ciao
ragazze! Scusate il ritardo =_='' pietà e perdono... Ho
avuto mille cose da fare.
Vi
chiedo scusa anche per non aver risposto alle ultime 3 recensioni ma il
motivo è sempre quello: tempo che scarseggia.
Bene,
ci avviciniamo al capito più bello :3 ma mi piace farvi
attendere ancora un pochetto.
Buona
lettura, e come sempre un GRAZIE smisurato ^_^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Il tramonto ! Emozioni sotto terra ***
«
Zoro adesso basta! » annaspò Nami di nuovo
affondata da un’onda gigantesca. « Ho detto basta!
»
«
Quanto sei rompiscatole, per un po’ d’acqua! Ti ho
anche concesso di restare aggrappata alla sponda. Non farla tanto
lunga! »
« Un
po’ d’acqua?! » gridò Nami
senza fiato. « Ma se per quanta ne ho bevuta per poco la
finisco! Come quella volta che all’Isola Meccanica Rubber
voleva bersi il lago ed è diventato un pallone! »
cercò di trattenere le risate al pensiero, ma poi non ce la
fece più e insieme esplosero in una sonora risata.
« E va
bene… » sospirò Zoro.
« Io però mi stavo divertendo » sorrise
continuando a galleggiare al centro della pozza.
« Di
solito ci si dovrebbe divertire in due »
« Non
ti stavi divertendo? »
«
Beh… I-Io… »
« Ti
senti meglio? Nell’acqua. Prima mentre dormivi ho notato che
sudavi molto »
«
Sì » confermò Nami. « Mi
sento meglio. Ho solo… fatto un brutto sogno.
L’acqua è alla temperatura giusta. Mi ci voleva
una rinfrescata. Tu ti senti meglio? »
«
Sì ».
Improvvisamente
l’azzurro opalescente della grotta si tinse di rosso.
« Che
succede? » chiese Nami guardando verso il soffitto roccioso
semitrasparente.
«
Sembra che sia il tramonto »
« Che
cosa?! Di già?! Che guaio! Avremmo già dovuto
tornare! E invece siamo qui a perdere tempo come due babbei, per colpa
tua! Come sempre… »
«
Ancora con questa storia?! »
«
Invece di tirarmi acqua potevi andare a controllare se
c’è un’uscita! »
« Io
non prendo ordini da te! »
« Ah
questa è buo--- » prima che Nami potesse finire la
frase però, di nuovo si bloccò: il sole era a
metà strada per le tenebre e si accingeva ad accarezzare gli
scogli che stavano sopra le loro teste. Quegli stessi scogli
cristallini che creavano l’arcobaleno marino.
Nami e Zoro si
trovarono presto immersi in un mondo di colori luccicanti che
avvolgevano pienamente la grotta nella parte esattamente sottostante
alla scogliera, rifrangendo lungo tutta la galleria grazie
all’effetto specchio.
Si guardarono
reciprocamente, come se quello spettacolo avesse messo fine ad ogni
capacità e possibilità di esprimersi.
Senza nemmeno
rendersene conto, si trovarono vicini. Non troppo vicini, solo quel
tanto che bastava per rendere la cosa inspiegabile ed imbarazzante, e
pericolosa.
Nami si trovava
con le spalle al muro. Zoro si era avvicinato per qualche recondita
ragione, come una mosca attratta dal miele. Ed era lì,
davanti a lei. Così vicino.
« Certo
che… visto da qui… è
proprio… bello » balbettò Nami.
« Spettacolo » si corresse in fretta. «
Bello-spettacolo. »
Zoro
deglutì vistosamente ma nessuno dei due, nonostante un
evidente imbarazzo, si scostò. Continuarono a scrutarsi
fisso negli occhi senza dire un parola.
Nami poi
tirò fuori una mano dall’acqua e
l’allungò verso il viso di Zoro.
« C-Che
stai facendo? » Zoro si ritrasse preoccupato e disorientato.
«
Niente, non… non voglio fare niente. Sta’ fermo.
»
Diffidente,
spostò il collo indietro, allontanando ancora il viso.
« Ho
detto che non voglio farti niente! Fidati una buona volta! »
Zoro allora
cercò di ricomporsi, impettito, teso e rigido come un pezzo
di legno.
Chiuse gli occhi
come se una bomba avesse dovuto scoppiargli in faccia e
sobbalzò quando la mano di Nami lo sfiorò,
toccandolo, e fermandosi proprio lì. Sulla cicatrice.
La sua mano era
calda, e morbida. La sensazione sulla cicatrice gli fece venire un
brivido lungo la schiena. Era piacevole ma allo stesso tempo
terrificante. Si ritrasse impercettibilmente, forse per istinto, ma non
si spostò e Nami dal canto suo non ritrasse la mano.
Restò con gli occhi chiusi e inspirò
profondamente. Nami la passò col pollice, gli occhi velati
di infinita tristezza, mentre il respiro di Zoro si
appesantì.
Il cuore di Nami,
ma anche quello di Zoro, battevano fortissimo tanto che quasi potevano
sentirsi. Gli occhi si stringevano a scrutare quella ferita, come a
volerla studiare nei minimi dettagli, per andare oltre a quello che si
vedeva. Cos’era per lui quella ferita?
Zoro poi li
riaprì (-ovvio
che ne aprì uno solo, ma ogni volta doverlo scrivere
è una rottura, abbiate pazienza-), ma Nami non
scostò la mano. Si fissarono ancora e ancora, sotto la luce
arcobaleno di quel tramonto.
Zoro allora
tirò fuori una mano dall’acqua e
afferrò delicatamente il polso di Nami, del braccio che la
teneva salda alla sponda della pozza.
« N-N
»
« Piano
» disse lui rassicurandola. « Ti tengo io
» non che lui non fosse imbarazzato, ma allo stesso tempo era
come se il corpo avesse una volontà propria
Nami si
agitò ma era troppo terrorizzata per muoversi.
Zoro le prese il
braccio a quel punto e se lo portò dietro al proprio collo.
Tirò Nami verso di sé, sorreggendola come meglio
poteva, cingendole la vita con un braccio mentre con l’altro
fu lui ad aggrapparsi alla sponda per sorreggere entrambi.
Nami respirava
veloce. S’irrigidì. Una parte di lei diceva: “Cosa
stai facendo?! Spostati! Levati! Staccati!” ma come sotto ipnosi, di
nuovo non ci riusciva. Il cervello le diceva una cosa ma il cuore, o
qualunque cosa fosse, ne diceva un’altra e sembrava essere
più forte.
Erano
pericolosamente vicini. La cicatrice frastagliata era fin troppo
dettagliata ora.
Non aveva mai
sentito quella sensazione di calore. Quella sensazione di sicurezza e
di protezione che, si rese conto, lui le aveva sempre offerto.
Nami
deglutì e azzardò: « Ti fa male?
» ancora con il dito che poggiava delicatamente
sull’occhio. Glielo aveva già chiesto ma
sentì dentro di lei la necessità di porre di
nuovo quella domanda.
«
Sì » rispose Zoro. Nulla di diverso dalla prima
risposta che le aveva dato, ma aggiunse: « Non puoi sapere
quanto » sospirando con rassegnazione. Il ruggito di un leone
ferito in battaglia. Chiuse gli occhi ancora e inclinò la
testa, riempiendo la mano di Nami, sentendone il calore e assaporandolo
tutto. Nami non sapeva che fare, era così agitata ma non si
mosse. Il cuore batteva a ritmo di marcia. Il respiro correva quanto un
treno.
Doveva essergli
mancato molto, il calore di casa.
Nessuno dei due
sembrava volersi separare da quel momento.
Il livello di
guardia era in allarme rosso. In un'altra situazione, in diverse
circostanze, gli avrebbe preso la testa che già stava nel
suo palmo destro e gliel’avrebbe sbattuta contro il muro o
per terra a suon di ceffoni. Ma ora no.
Persino per lei
che spesso era cinica e gelida come il ghiaccio, persino per lui che
mai si lasciava conquistare o vincere dalle emozioni, quel momento era
magico.
L’arcobaleno
ancora splendeva nella grotta e nell’acqua in cui si
trovavano.
«
Rubber morirà d’invidia quando saprà
che abbiamo fatto il bagno nel mare arcobaleno » sorrise Nami.
« Lo
credo anch’io » sorrise lo spadaccino.
Si fissavano, e
sorridevano.
Stavano bene. Per
la prima volta, stavano bene insieme.
Ed ecco, i loro
volti a pochi, pochissimi centimetri l’uno
dall’altra ma poi…
Ehmehm
xD
Bene!
Di nuovo le mie scuse per aver pubblicato solo 2 capitoli questa
settimana o 3 -neanche mi ricordo-
Domani
o domenica cercherò di trovare il tempo di aggiornare.
Lasciarvi sul filo del rasoio mi sembra crudele, farò del
mio meglio xD
Se
non dovessi riuscire, buon week a tutti! baciii
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Non ti lascerò morire ! Finalmente fuori ***
« Un momento!
» esclamò Nami scostandosi.
«
Che c’è? » chiese Zoro staccandosi
imbarazzato, quasi risvegliandosi da un’ipnosi.
«
Il sole sta calando! L’arcobaleno inizia a sparire!
» esclamò Nami osservando
l’intensità dei colori svanire.
«
Un buon motivo per darsi una mossa finché rimane un
po’ di luce! »
Senza
nemmeno darle il tempo di prendere fiato, Zoro s’immerse
trascinandola con sé.
Nami
si dibatteva contrariata, aveva bisogno d’aria, ma Zoro non
sentiva ragione e più forte e veloce che riusciva continuava
la sua corsa verso la superficie, seguendo una pallida e flebile luce
che (forse) indicava la strada per l’uscita.
La
pozza era profonda e più si immergevano più
diventava buia.
A
Nami ricordò il suo sogno e il panico la catturò.
Per via dell’agitazione, Nami cominciava a diventare pesante
e rigida, mentre nuotava alla meno peggio, con un braccio fuori uso e
una mano davanti alla bocca per non far uscire la poca aria che le
restava.
Ad
un certo punto, con dispetto staccò la mano da quella di
Zoro. I polmoni cominciavano a bruciare. L’aria stava
finendo. Zoro si voltò e tornò da lei. La prese
per le spalle intimandola a calmarsi, mentre Nami cercava di mimare la
propria fatica.
“Non
ce la faccio più!”
“Devi
resistere! Stiamo solo perdendo tempo!”
“Non
ho più aria!”
“Fidati
di me ti trascinerò fuori di qui ma presto!”
“Non
ci riesco!”
Mentre
discutevano silenziosamente come due delfini, l’attenzione di
Nami venne catturata da un luccichio lontano. Smise di discutere con
Zoro e repentina si avviò verso il fondo nero della pozza.
Zoro l’afferrò per un braccio e Nami si
voltò di scatto, guardandolo come a dire: “Che
c’è?!”
“Dove
stai andando?!”
“Ho
visto qualcosa luccicare sul fondo!” rispose lei gesticolando.
“Non
è il momento di pensare ai soldi!”
“Chi
ha detto che sono soldi?! Credo siano le fedi!” facendo il
gesto di infilarsi l’anello al dito.
“È
impossibile! Non possono trovarsi qui sotto e ora andiamo, non voglio
morire annegato!”
“Tu
vai io arrivo!”
“No,
vieni con me!” strattonandola ancora.
“Lasciami
andare
– tirando a propria volta - Hai
paura di perderti?!”
Zoro
la osservò strabuzzando gli occhi e lasciò che
Nami andasse a recuperare gli oggetti luccicanti: “Altro
che gatta ladra, gazza ladra ecco cosa sei!”. La informò
che non l’avrebbe aspettata e ricominciò a nuotare
verso l’uscita; poi, forse frenato dal senso di colpa, si
voltò verso Nami e vedendola sparire nel buio,
tornò da lei: “Accidentaccio
a me”.
Una
volta che la raggiunse, l’afferrò per
l’ennesima volta, Nami non ebbe il tempo di voltarsi: Zoro la
trascinò a sé e con lo sguardo le disse: “Non
ti lascerò morire” e senza che potesse
reagire la baciò.
Beh…
ora sta a voi decidere cosa fosse quello. Se un bacio o un semplice
atto di generosità, passandole buona parte
dell’aria che aveva ancora in corpo.
Comunque,
si separarono. Nami sembrava contrariata e offesa ma con nuova aria in
fiato riprese più veloce la sua corsa verso
l’ignoto mentre Zoro l’avrebbe aspettata
lì.
Nuotava
e nuotava verso quella lucina sempre più dorata, che aveva
cominciato a pulsare più Nami si avvicinava.
Allungò un braccio come se potesse raggiungerla, esattamente
come nel sogno ma no. Non ancora. Ecco che l’aria
ricominciava a mancare. Di nuovo al sentore dei polmoni che bruciavano,
Nami strinse i denti e chiuse gli occhi, e con un nuovo e
più vigoroso colpo dei piedi si diede una spinta che
finalmente le fece raggiungere il fondo. In qualche modo, quando li
riaprì, sentì qualcosa stretto nel suo pugno: le
fedi.
Restò
a fissarle pulsare nella sua mano finché non sentendosi
mancare tornò più veloce che riusciva da Zoro.
Raggiunto, gli mostrò le fedi. Zoro la prese per il polso e
nuotò verso l’esterno seguendo
l’ennesima galleria che sfociava in mare aperto, mentre le
fedi tra le mani di Nami brillavano potenti illuminando la strada.
Entrambi
erano a corto di aria. L’uscita ancora sembrava lontana
quando finalmente, quasi prima di oltrepassare quel millesimo di
secondo che li separava dalla morte videro la superficie e, con i
polmoni in fiamme, con quel minimo di aria che gli restava in corpo,
diedero la spinta finale che li portò a cielo aperto.
Respirarono a pieni polmoni e ansimando e annaspando, cercando un
appiglio. Faceva male. Faceva troppo male.
Zoro
agonizzò cercando alla cieca lo scoglio più
vicino a cui aggrapparsi. Prese Nami per la vita e
l’aiutò a nuotare verso la scogliera. Erano
entrambi molto affaticati.
«
Piano – le suggerì - respira piano »
cercando a sua volta di ritrovare la lucidità. La testa
girava.
Nami
annuì e cercò di riprendere un respiro regolare.
Il
mare era calmo. Piccole e dolci onde accarezzavano gli scogli
infrangendosi prima contro di loro. Il tramonto aveva perso la sua
magia e il cielo iniziava ad imbrunire.
«
Stai bene? » le chiese.
«
Sì… Sto bene . Hai visto – mostrando le
fedi sorridente e soddisfatta – ci sono riuscita! Ahah!
»
«
Nami… »
«
Uh? »
«
N-No… niente! Guarda – disse Zoro, quando i
polmoni non bruciavano più così tanto –
là c’è la spiaggia. Andiamo forza.
»
Zoro
cercò la forza di sollevarsi sugli scogli e aiutò
Nami a seguirlo.
La
spiaggia era distante qualche centinaio di metri. Non molti in linea
d’aria, ma in mare non sempre è facile muoversi
tra la marea, le onde e il fondale; fortunatamente lì il
fondale era costituito dalla barriera corallina. Sicuramente non era
facile districarsi tra coralli e rocce appuntite. Era sufficiente
inciampare, o mettere un male un piede per trovarsi con un taglio
doloroso. La sabbia però sarebbe stata peggio, creando
l’effetto sabbie mobili. Nel cammino verso la riva, alle
volte ci si poteva appoggiare agli scogli emersi per farsi forza e si
poteva camminare per brevi tratti anche senza nuotare, nonstante con la
poca forza rimasta e gli abiti zuppi d’acqua anche
l’onda più piccola li contrastava come un
cavallone e ogni passo pesava una tonnellata.
«
Sono… esausta » sospirò Nami a peso
morto.
«
Avanti – disse Zoro sorreggendola prima che cadesse in
ginocchio – ci siamo quasi, non lasciarti andare ora
».
Ben
presto, Nami si accorse che Zoro la teneva per mano camminando un paio
di passi avanti a lei. Si sentì profondamente in imbarazzo.
Con gentilezza, senza che se ne accorgesse per non offenderlo (anche se
non era certa che se ne fosse reso conto), quando furono abbastanza
vicini alla spiaggia, ma non così tanto perché
gli altri potessero vederlo, lasciò la presa. Zoro non disse
nulla. Nami lo osservò arrancare nell’acqua e
dietro di lui continuava la corsa a ostacoli verso la salvezza.
Ecco
xD
Il
contatto è avvenuto.
Ma
non è la fine ;)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Un sospiro di sollievo ! Racconto di una (dis)avventura ***
Sulla spiaggia…
«
Il sole è calato – osservò Sanji
– e Nami ancora non è qui » accedendo
una sigaretta con le mani tremanti.
«
Forse è meglio se andiamo a cercarli… »
«
Sì, Usop ha ragione »
confermò Rubber. « Se non sono ancora tornati
significa che è successo qualcosa. »
«
Rubber… » lo chiamò Chopper annusando
l’aria.
«
Coraggio, mettiamoci in marcia » disse il capitano alzandosi
e sistemando il cappello.
«
Aspettate. »
«
Che c’è Chopper? »
«
Sento… qualcosa » disse incerto, muovendo il naso
blu.
«
Qualcosa? »
«
Sì… mi sembra… »
«
Non sentite delle voci? » chiese Dahkir guardandosi attorno.
La
ciurma ascoltò attentamente.
« Mi sembrava che i polmoni mi andassero a fuoco!
»
«
A chi lo dici! »
«
Stavamo per annegare tutti e due per colpa tua! Se non fossi tornata
indietro! »
«
Che importanza ha?! In fondo siamo vivi, no?! E poi nessuno ti ha
chiesto ti tornare indietro, anzi ti avevo ordinato di tornare in
superficie perché ci avrei pensato da sola! Ma per qualche
strano motivo mi finisci sempre dietro! »
«
Già -sbuffò lui- non dirlo a me…
»
«
Sono loro! » esultò Bibi scattando in piedi.
Guardarono
verso il mare, dove pochi metri più in là due
figure arrancavano barcollanti e goggiolanti verso la spiaggia.
I
compagni corsero loro incontro.
«
Ci avresti pensato da sola?! Non farmi ridere! C’è
sempre bisogno di qualcuno che ti tenga d’occhio! »
«
Nami! Zoro!!!! »
Alzarono
lo sguardo: « Sono Rubber e gli altri! »
Erano
ormai a riva.
«
Nami amoreeeee!!!! Sono così felice che tu stia beneeee!!
»
Sanji
si precipitò in acqua ad aiutare la sua musa.
Zoro
fece una smorfia, che nessuno notò, e fu accolto dagli altri
compagni e aiutato a tornare a riva allo stesso modo. Raggiunta la
spiaggia si gettò a terra accanto al fuoco acceso, ancora
ansimante per la fatica.
«
Zoro ma si può sapere dove vi eravate cacciati?! »
«
Siete impazziti ad andarvene senza dire nulla?! Ci avete fatto stare in
pensiero! »
«
Eravamo tutti preoccupatissimi! »
«
Basta ragazzi, lasciatelo respirare. Per le domande ci sarà
tempo » disse Chopper avvicinandosi con dei vestiti asciutti,
recuperati in fretta dalle rispettive tende.
Robin
e Bibi accompagnarono Nami in casa, avendo già recuperato un
asciugamano asciutto e caldo ed alcuni vestiti di riserva.
«
Chopper, vieni anche tu? » chiese Robin.
«
Sì, arrivo. Vorrei visitare Zoro. »
«
No Chopper – ansimò lo spadaccino mettendosi a
sedere – vai da Nami prima… »
«
Ma tu… »
«
Non discutere… Ha una spalla messa non troppo bene.
»
«
D’accordo, vado subito allora! »
Ritrovati
Nami e Zoro e sistemate le ultime faccende, finalmente la ciurma si
poteva godere una cena in pace. Per la seconda volta in quella
settimana di nuovo si ritrovarono radunati davanti al fuoco. Nami e
Zoro ancora infreddoliti, raggomitolati in calde coperte.
Nami
con un braccio fasciato e appeso al collo.
«
Bibi, non siamo riusciti a trovare gli anelli… »
sbuffò Chopper estraendo la mappa e osservandola.
«
Non preoccuparti, non fa niente. Era solo un gioco, ne faremo forgiare
degli altri. »
«
A proposito di anelli! » Nami si alzò in piedi e
cominciò a rovistare frenetica nelle tasche dei pantaloncini.
«
Non dirmi che… » gli occhi di Bibi già
luccicavano e la mano strinse quella di Dhakir Fadi.
«
Eccoli qui! » sorrise Nami.
«
Oh Nami! È fantastico! Sei riuscita a trovarli! »
«
Ma è ovvio! Avevi forse dei dubbi?! Ah ah ah! »
«
Oh e grazie anche a te Zoro! »
«
No, io non ho fatto niente » imbronciandosi e arrossendo.
«
Confermo, lui non ha fatto niente! Ma in fondo l’importante
è sapere che gli anelli sono qui! »
«
Non sappiamo davvero come sdebitarci… » sorrise
Dhakir.
«
Beh, io lo so come… »
«
Nami quello sguardo non promette niente di buono! »
strillò Usop.
«
La solita tirchia… » commentò Zoro.
«
Stavo solo scherzando » disse Nami rimettendosi a sedere.
«
Dove li avete trovati? » chiese Rubber.
«
Già, dove? »
«
Beh, questa è una storia interessante… Ieri sera
sono uscita dalla tenda perché ero stata svegliata da un
forte vento e volevo controllare che fosse tutto a posto. Una volta
fuori ho visto che Zoro si era addormentato davanti al fuoco spento e
faceva piuttosto freddo, così sono rientrata a prendere una
coperta e sono rimasta a fare due chiacchiere con lui, tanto ormai ero
già sveglia poi però… »
«
…però ad un certo punto questa sciocca si alza e
comincia a correre verso la foresta al buio totale. Le ho chiesto di
fermarsi ma non sentiva ragione, per cui le sono andato dietro. Siamo
entrati nella foresta e non si vedeva un bel niente. Poi ci siamo messi
a discutere e mentre discutevamo Nami fa un passo avanti e non
c’è più. »
«
Esatto. Per colpa di Zoro sono caduta in un tunnel sotterraneo, una
specie di grotta. Poi quel babbeo ci è caduto dentro e
»
«
Babbeo?! Ci sono caduto dentro per provare a salvarti! »
«
Dettagli, dettagli. Comunque, ci è caduto dentro e abbiamo
passato lì tutta la notte » glissò Nami.
«
Ma mi ascolti?! Non è stata colpa mia! »
«
Hai passato…… tutta la
notte…… con la mia Namiiiiii?! »
«
Yohohohoho! Io lo sapevo, ve l’avevo detto! »
«
Detto che cosa?........ Ma no brutti babbei! Cosa andate a pensare?!
» diventando paonazzo.
Insomma…
non che avessero del tutto sbagliato…
«
Alla fine non indovinereste mai cos’ho scoperto »
continuò Nami indifferente.
«
Cosa abbiamo scoperto »
puntualizzò lo spadaccino.
«
Ho scoperto che la grotta era fatta interamente di agalmatolite!
»
«
Sì ma come siete usciti? » chiese Chopper.
«
È molto semplice: sentivamo gocciolare dell’acqua
e abbiamo pensato che sicuramente potesse provenire da fuori in qualche
modo, quindi abbiamo seguito il suono camminando lungo la galleria
tutto il giorno. Non sapete che fatica e che caldo, sembrava non finire
mai. Finalmente siamo giunti alla fine dove invece di una via di uscita
verso l’alto abbiamo trovato una sorta di lago sotterraneo,
in cui cadevano gocce che filtravano dalla superficie, ma di una via
d’uscita neanche l’ombra. Abbiamo concluso che
fosse collegato al mare, anche perché l’acqua
della pozza era salata quindi… beh…. ci siamo
tuffati e abbiamo nuotato lungo il passaggio ed eccoci qui. Sul fondo
del tunnel poi ho visto qualcosa luccicare. Sono stata attirata da una
luce pulsante che sembrava proprio quella che mi aveva attirato nella
foresta. Sono andata e ci ho trovato gli anelli… »
«
E per poco non ci rimettevamo la pelle! » tuonò
Zoro.
«
Inoltre – continuò Nami - abbiamo scoperto che
durante il tramonto i raggi solari rifrangono sì sulla
scogliera ma la scogliera è costituita interamente di
agalamatolite, per questo si crea l’effetto arcobaleno. Fa
come il cristallo! E noi ci eravamo sotto! Il soffitto della grotta ad
un certo punto entrava nel mare, o meglio, si trovava proprio sotto al
mare, come una sorta di barriera corallina. Probabilmente senza nemmeno
saperlo abbiamo camminato sotto alla spiaggia tutto il tempo. E voi
eravate proprio sopra di noi! A proposito Rubber, quando abbiamo visto
il tramonto arcobaleno eravamo dentro l’acqua del lago per
cui… »
«
Avete fatto il bagno nell’arcobalenooooo?! »
«
Esatto! » sorrise Nami soddisfatta e orgogliosa, facendo
l’occhiolino e il segno della vittoria, suscitando
l’invidia di Rubber.
«
Non è giustoooooo! »
«
Lo vuoi sapere cosa non è giusto?! Che questo scimmione
abbia passato due giorni con Nami, da soli sotto terra, e che abbiano
addirittura fatto il bagno al tramonto, nell’arcobaleno,
insiemeeeee! »
«
Dieci a zero per Zoro » asserì Franky.
«
Oh sì – asserì Usop –
assolutamente. Questa volta sono dieci punti tondi tondi. »
«
Zero per Zoro….!!! Yohohohoho!!! »
«
Piantatela immediatamente idioti o vi faccio a fettine! »
«
È una storia molto interessante, ma quello che mi chiedo
è come avrà fatto Higaraam a finire là
sotto… »
«
Non lo so Bibi, forse ci è finito per sbaglio come
noi… » fece spallucce Nami.
«
Però non è giusto, dalla sua mappa non avremmo
mai potuto trovare gli anelli » sbuffò Chopper.
« Non era indicato che si trovavano sotto il livello del
mare! »
«
Higaraam è un po’ sbadato… »
sorrise Bibi. « Almeno siete arrivati in tempo per la
cerimonia! Così domani potremo sposarci! »
«
Certo Bibi, non ci saremmo mai perdonati di non averti potuto
permettere di sposarti! »
Scusate
il ritardo =_=
Sono
stata molto impegnata ;___;
Comunque,
ormai siamo in dirittura d'arrivo!
Al
prossimo capitolo!!! ^^/
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Una cravatta per lo spadaccino ! Finché morte non li separi ***
Il
giorno seguente, di prima mattina, arrivò un vascello enorme
di colore dorato che splendeva alla luce del sole e contrastava col blu
intenso del mare. Le vele color canapa portavano il simbolo di
Alabasta. Dettagli azzurri, blu e verdi la decoravano nei particolari.
C’erano a bordo una cinquantina di persone che dal loro
arrivo non fecero altro che scaricare cose dalla nave. Alcune di quelle
persone, chiaramente la servitù di palazzo, aiutarono ad
allestire un baldacchino in riva al mare. Era tutto bianco con i piedi
che sembravano dei tronchi intrecciati. Attorno ad essi fiori colorati
di ogni sorta ed edera si arrampicavano su per il tetto fino a ricadere
intorno e dietro come una tenda.
Tutt’intorno
erano state posizionate delle candele piantate nella sabbia, in maniera
casuale, che col calare del sole avrebbero creato una romantica
atmosfera. che che portava il
Davanti al
baldacchino, un po’ a destra e un po’ a sinistra,
c’erano poche sedie atte a far accomodare la ciurma e il
personale di corte rimasto per servire in tavola e allestire la
cerimonia.
I pirati si
ritrovarono sulla spiaggia. Le ragazze nel loro guardaroba non facevano
mai mancare qualche bel vestito per occasioni speciali. Nami indossava
un abito bordeaux lungo e liscio, monospalla e una fascia nera che
stringeva in vita, che ne accompagnava le forme in maniera morbida e
non volgare. Quello di Robin era grigio perlato, lungo fino
al ginocchio con un abbondante scollo a cuore.
Zoro e Rubber, in
quanto testimoni, erano vestiti quanto più eleganti
possibili. Rubber aveva i soliti bermuda. Sanji aveva tentato invano di
fargli indossare un paio di pantaloni ma si era rivelata una lotta
contro i mulini a vento. Si era messo a strillare come un bambino che
non voleva indossare la camicia. Alla fine, pestando i piedi per la
rabbia, Sanji era uscito dalla camera sbattendo la porta e borbottando
improperi a destra e manca.
Prima di scendere
dalla Sunny lustrati e tirati a nuovo, Nami si ritrovò
l’ultima come al solito. Corse fuori dalla sua camera, lungo
il corridoio, passando davanti alla camera dei ragazzi. Poi di
fermò di colpo e tornò indietro. Aveva catturato
qualcosa con la coda dell’occhio. La loro camera era aperta,
e si soffermò a guardare divertita Zoro che tentava di
annodare la cravatta. Nami era ferma sullo stipite della porta, Zoro
concentrato com’era non l’aveva notata nonostante
la sua sagoma nera, alla luce aranciata della sera che veniva da fuori,
fosse piuttosto evidente. Quando se ne accorse per poco non si
strozzò. Nami rise sonoramente e Zoro diventò
paonazzo, grugnendo qualcosa di indefinito. Senza voltarsi, la vide
avanzare ondeggiante dallo specchio e rimase immobile, rassegnato
all’idea che stava per arrivare una lezione di stile.
«
Posso? » chiese ridendo.
Zoro si
limitò a ringhiare e a puntare lo sguardo in un angolo
indefinito del soffitto, mentre Nami cercava di sistemargli la cravatta.
« Non
credevo ne avessi una »
«
Infatti non è mia… »
«
Sanji? »
«
…Sì »
« Mi
sorprende che non te l’abbia data bianca, saresti sembrato un
cameriere »
« Ho un
minimo di gusto anch’io. Voleva darmela bianca, ma ho
insistito per la grigia »
Silenzio.
Nami
così vicina sotto di lui, che maneggiava con la cravatta.
Zoro rigido e
impettito che respirava col contagocce per non lasciarsi andare.
« Ecco
fatto » sorrise voltandolo verso lo specchio e mettendosi
dietro le sue spalle per non occuparne lo spazio.
Zoro fece una
smorfia.
Nami si mise a
ridere di gusto e Zoro sprofondò nell’imbarazzo.
Si rimise davanti a lui e decise che non era il caso.
« Direi
che non è per niente il tuo genere » disse
slacciandola e ridendo.
« Non
è divertente »
«
Sì invece! »
Snodò
la cravatta e cominciò a sistemargli il colletto.
« Prima
di tutto, non sei un pinguino. Slaccia un bottone. Lasciare intravedere
un po’ di collo non è volgare ».
« N-Non
trovi faccia un po’ caldo? »
Nami
alzò lo sguardo.
« No,
no mi pare »
Zoro
deglutì vistosamente. A quel punto Nami, dopo aver slacciato
il bottone, gli sistemò il colletto alzandolo. Per poi
sistemare le pieghe della camicia sulle spalle.
« Ecco
fatto! » soddisfatta. « Ho finito! »
guardando Zoro e sorridendo.
Zoro
però la fissava con espressione indecifrabile. Sembrava
stesse per esplodere e che allo stesso tempo di stesse trattenendo.
Allora Nami, sentendosi troppo osservata, indietreggiò
appena e salutandolo uscì dalla stanza.
«
Nami… »
«
Sì? » riaffacciandosi
«
N-Niente »
Lei fece
spallucce e lo intimò a sbrigarsi.
Una volta
scomparsa si voltò verso allo specchio e sospirò.
Alla fine,
Higaraam e sua moglie non erano riusciti a partecipare. I preparativi
per l’incombente ricevimento di corte erano soffocanti,
specialmente perché due regni sarebbero stati presenti a
palazzo, e Higaraam e signora gestivano tutto nei minimi dettagli.
Al calare del
sole ognuno era al proprio posto, pronto per la cerimonia, aspettando
che gli sposi giungessero dalla villa. Il sacerdote attendeva sotto il
gazebo; alle volte sfogliando i suoi testi, altre volte incrociando le
mani in grembo e guardandosi attorno. Nami e Robin attendevano in piedi
a destra del baldacchino.
« Zoro
non ha occhi solo che per te stasera » sorrise Robin
maliziosa sottovoce.
Nami
sobbalzò e naturalmente per istinto si girò verso
Zoro, che colto sul fatto, distolse veloce lo sguardo irrigidendosi.
« Cosa
stai dicendo?! » rispose all’amica.
Zoro e Rubber
alla sinistra. Gli altri erano seduti sempre a sinistra: Brook cercava
di consolare Franky già in lacrime, mentre Usop non faceva
che ripetere che era una scena davvero imbarazzante considerato quanto
era grosso.
La
servitù era seduta a destra. Cameriere e camerieri con
fazzoletti pronti alla mano.
Ed ecco che
quando il sole cominciò a calare, finalmente i due sposi a
braccetto uscirono dalla villa e s’incamminarono lentamente
verso la spiaggia.
Bibi era
raggiante nel suo bellissimo e regale vestito color avorio. I capelli
ondulati e azzurri come il mare scivolavano morbidi oltre la vita,
decorati in qua e là da perle e fiori luccicanti.
Dhakir era in
divisa da generale. Pantaloni bianchi con stivali neri. Sopra una
tunica a collo alto e rigido, di colore verde scuro, con dettagli oro e
argento. In vita una fascia rossa lo stringeva e portava la propria
scimitarra in un ricco fodero di cuoio marrone intarsiato.
Diverse piccole
medaglie adornavano il petto a sinistra, sul suore.
Entrambi,
portavano in testa la propria corona. Quella di Bibi un elegante e
leggero diadema con zaffiri e rubini. Quella di Dhakir una modesta e
lineare corona d’oro, sobria, senza fronzoli o merletti.
Alla vista del
guerriero, Zoro si ricompose e assunse un aria da vero samurai. La
situazione lo imbarazzava. Non era mai stato ad un matrimonio,
figuriamoci in veste di testimone, ma cercava di estraniarsi da
quell’idea… pensandosi più come un
cerimoniere di una cerimonia militare.
Arrivati
all’altare, tra sguardi emozionati dei presenti, e lacrime
difficilmente trattenute e sorrisi, i due giovani si misero uno di
fronte all’altra e si strinsero le mani aspettando il momento
in cui il sole avrebbe baciato le acque per dare inizio alla cerimonia
vera e propria.
Finalmente, il
mare cominciò a tingersi d’arcobaleno e al momento
più opportuno, dopo una breve ma intensa cerimonia, prima
che la magia si spense li dichiarò marito e moglie. In
salute e in malattia, in ricchezza e povertà. «
L’uomo non divida ciò che gli dei hanno unito » concluse il sacerdote.
Seguì
poi un’abbuffata senza precedenti.
Il povero
sacerdote si ritrovò seduto fra Rubber, Franky e Usop.
Inizialmente spaesato e imbarazzato dalla spontaneità dei
ragazzi, non si sa come finì per ubriacarsi ed avere la
pancia piena fino a scoppiare. Per la verità, erano tutti
ubriachi (=.=)’’
Sì
senti anche: « Signor prete vuole unirsi alla nostra ciurma?!
»
«
Ahahahah! Certo come no!!! » rispose il sacerdote baldanzoso.
« A che
cosa ci serve un prete Rubber?! E lei non era tenuto a rispondere!!!
» ringhiò Usop.
« Ma
come… per quando si sposeranno Nami e Zoro »
rispose deluso.
Intervenne Sanji
e cominciò un battibecco infinito con Rubber, come al
solito. Poi Zoro s’intromise, per una volta dalla parte di
Sanji (anche se le motivazioni erano un po’ diverse) ma
l’importante era dirne quattro al capitano.
Fecero baldoria
tutta la notte, senza mai fermarsi.
Andarono a
dormire solo quando il sole sorse di nuovo.
Di
nuovo perdono perdono perdono!!!
Il
prossimo sarà l'ultimo capitolo, abbiamo la spiegazione di
Higaraam che ci attende e il gran finale ^.^
a
presto!!! =^^=
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Profumo d'estate ! O profumo di ? ***
Il giorno successivo
Bibi, Nami e Robin furono le prime a svegliarsi
all’alba. Si erano tutti addormentati verso le tre del
mattino… in quel momento erano le sei e stava albeggiando
quindi non avevano dormito molto. Si erano svegliate perché
un raggio di sole dalla luce ancora bianca era penetrata negli occhi di
Nami che poi mugugnando aveva svegliato Bibi e Robin. I gabbiani
avevano iniziato il loro viavai mattutino tra la costa e il cielo
aperto.
Si
erano tutti addormentati sulla spiaggia, non in casa e non nelle
rispettive tende. Aprendo gli occhi avevano trovato Rubber seduto sulla
sua sedia con il collo appoggiato allo schienale se non che forse era
scivolato troppo indietro e la testa ciondolava a terra
all’indietro toccando la sabbia. Le braccia erano lasse ai
fianchi e la bocca aperta ronfante. Nami rabbrividì. Non era
la prima e la più bella immagine che una persona doveva
vedere al mattino appena sveglia; decisamente no. Zoro e Sanji erano
seduti e appoggiati con la testa sulla tavola: Zoro con la testa
appoggiata di lato, anche per lui bocca aperta, e Sanji con le braccia
incrociate e la testa affossata in mezzo. Chopper dormiva sulla sabbia
nella sua forma animale con Usop seduto e appoggiato a lui, mentre
Franky e Brook erano appoggiati di schiena uno all’altro,
anche loro seduti a terra. Il sacerdote doveva essere entrato in casa
insieme alla servitù. Gli avevano fatto prendere una
sbronza… Nami scosse la testa e poi si alzò.
Dhakir era vicino a Bibi, su una sedia e dormiva composto a braccia
conserte. Quando Bibi si svegliò gli diede un bacio sulla
fronte, lui non si mosse e sorrise. Nami sorrise a sua volta ma
sentì un’ondata di malinconia travolgerla. Le loro
fedi luccicavano alla luce fresca dell’alba.
Rientrarono
in casa per farsi una bella doccia e bere tanto, tantissimo
caffè. Decisero di non svegliare i ragazzi perché
più tardi avrebbero dovuto preparare tutto per tornare alla
Sunny ed era meglio che si riposassero quanto più possibile.
Tornate alla spiaggia, un paio d’ore dopo, Nami
cominciò a svegliarli tutti uno ad uno con l’aiuto
di Robin. Anche loro si svegliarono, chi più chi meno
lentamente, e rientrarono per sistemarsi in previsione del lavoro. Le
facce erano distrutte, tipiche di una nottata da leoni.
Entro
sera l’accampamento era smontato. Tutti stanchi, erano pronti
a ripartire.
La
coppia di novelli sposi salutò i ragazzi uno ad uno, e a
coppie, grazie alla Mini Merry 2 cominciarono poco alla volta a tornare
alla nave.
Nami
fu l’ultima volontariamente. L’abbraccio
più caloroso a Bibi spettava a lei
Franky,
il comandate ufficiale della piccola Merry, aspettava a qualche metro
dalla riva.
Il
sole e il cielo cominciarono ad assumere un colore rosato, sempre
più intenso.
«
Bibi… » prendendole le mani e sorridendo.
«
Nami… » la tirò a sé e
l’abbracciò forte.
Nami
non riuscì a trattenere le lacrime.
«
Non piangere amica mia. Non è da te » sorrise Bibi
con gli occhi lucidi.
«
Lo so… ma chissà quando ci rivedremo…
»
«
Ti capisco… Vedrai, ci saranno altre occasioni. »
«
Non molte temo. »
Restarono
abbracciate ancora per un po’.
«
Grazie di tutto. Davvero. »
«
No Nami, grazie a voi per essere venuti. Non potevate farci un regalo
più bello. È stato tutto perfetto, come lo
desideravamo, e per merito vostro lo definirei speciale. Ah!
Dimenticavo di farti leggere questa. L’ho ricevuta da
Higaraam… »
Consegnò
a Nami un foglio piegato in quattro.
Carissima Bibi,
sono molto
spiacente dell’accaduto riguardante le fedi. Vedi, io non
volevo dirti che le avevo perdute e ho inventato la scusa della caccia
al tesoro per far sì che voi ragazzi le trovaste.
Non ricordo
come è potuto succedere. Ricordo solo che una sera ero
fuori, in veranda, con le fedi in mano pensando a quanto siete
cresciuta e a quanto sarebbe stata triste la vita a palazzo una volta
che vi sarete trasferita, quando improvvisamente le fedi si sono come
illuminate. Prima che me ne rendessi conto mi sono ritrovato a correre
loro dietro in mezzo alla foresta. Svolazzavano come due lucciole
impazzite.
Nel buio sono
scivolato giù per un lungo tunnel e mi sono ritrovato
sottoterra.
Ogni speranza
era perduta. Avevo perso le fedi e non sapevo come tornare in
superficie, quando quella notte stessa ecco ricomparire la stessa luce.
Non so come, erano le fedi. Avevano una loro vita. Sembrava volessero
che le seguissi e così ho fatto. Sono giunto in fondo la
galleria dopo una notte e un giorno interi di cammino e, quando
finalmente pensavo che ne sarei uscito, mi sono trovato in un vicolo
cieco. Le fedi brillavano sopra una pozza di acqua salata. Capii quindi
che dovevo usare quel collegamento col mare per uscire. Mi sentii
sollevato. Lì sotto era caldo, e avevo fame e sete, e non
sapevo più se stavo sognando o se ero lucido e tutto quello
stava accadendo davvero.
Feci per
allungare una mano ed afferrare gli anelli che restavano galleggianti
nell’aria ma non feci in tempo perché, non so come
o cosa fosse, velocemente una fiammella uscì e le fedi
smisero di brillare. Restarono sospese ancora una manciata di secondi,
il tempo che impiegò la fiammella dorata per emettere una
sorta di tintinnio e poi sparire come una fiaccola spenta dal vento.
Appena sparita, le fedi smisero di galleggiare e caddero in acqua.
Pensai di fare in tempo ad afferrarle ma mi sbagliavo, così
caddi in acqua. Nuotai più veloce che potevo per afferrarle
ma cadevano giù, giù e ancora più
giù. Feci il possibile ma ad un certo punto
cominciò a mancarmi il fiato e dovetti cercare una via
d’uscita. Resomi conto che mi trovavo nell’ennesimo
tunnel lo seguii e finalmente tornai in superficie.
Mi dispiace di
non avertene parlato subito ed apertamente ma credevo non mi avreste
creduto. Ho deciso di farlo solo dopo che mi hai raccontato la storia
di Nami e dello spadaccino. Allora non avevo sognato.
Mi sono
informato e ho scoperto che c’è una leggenda o una
storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato vigili su
quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire le coppie
destinate a stare insieme. Tu e il principe siete giù uniti,
e se è vero che un destino esiste, tutta questa caccia al
tesoro e queste peripezie non erano per voi. Erano per qualcuno che
sarebbe arrivato per voi.
Ti porgo i
miei saluti cara Bibi, ci vediamo presto qui a palazzo. Tutti vi
aspettano con ansia.
Higaraam.
«
Perché mi guardi così? » chiese Nami
diffidente sollevando gli occhi dalla lettera.
«
Lo spiritello… le fedi… »
«
Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi?
»
«
Nami, appare solo a chi è destinato. »
«
PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre
ammesso che uno “spiritello” esista, poteva
succedere a chiunque altro… è successo a me e a
Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo
“spiritello” era in vena di scherzi… ma
non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e
Usop! »
«
Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro
arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo…
»
«
Ma cosa stai dicendo… »
«
Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da
soli. »
Lo
sguardo di Nami si rivolse velocemente alla Sunny.
«
No Bibi, io- »
«
Nami » la interruppe. « Non avere paura dei tuoi
sentimenti. Lascia stare la leggenda. Credi solo a quello che ti dice
il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi credere. Niente mi farebbe
più felice del sapere che anche tu lo sei. »
Nami
non disse nulla.
«
Ora vai, ti stanno aspettando e ormai è il tramonto
» stringendola di nuovo.
«
S-Sì… d’accordo. »
Nami
salutò entrambi, mentre Franky cercava di avvicinarsi quanto
più possibile alla riva senza incagliare la capretta.
Era
giunto il momento di ripartire.
Ogni
volta c’era sempre qualcuno da salutare e ogni volta era
sempre difficile. Sì, era un arrivederci, ma assomigliava di
più ad un addio per quanto tempo sarebbe passato prima che
si potessero rivedere di nuovo. La Sunny gongolava sulle onde mentre si
allontanava e le spiagge tropicali erano sempre più
distanti. Il sole tramontava nel mare arcobaleno per l’ultima
volta. I ragazzi erano dentro a dormire, ormai lo avevano visto
così tante volte che non gliene importava più
tanto. Nami invece decise di restare fuori, immersa nei suoi pensieri.
In giardino, seduta sull’erba.
Quella
dannata spalla le dava qualche noia e le parole di Bibi risuonavano in
testa:
“Mi
sono informato e ho scoperto che c’è una leggenda
o una storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato
vigili su quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire
le coppie destinate a stare insieme. Tu e il principe siete
giù uniti, e se è vero che un destino esiste,
tutta questa caccia al tesoro e queste peripezie non erano per voi.
Erano per qualcuno che sarebbe arrivato per voi.”
«
Perché mi guardi così? »
«
Lo spiritello… le fedi… »
«
Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi?
»
«
Nami, appare solo a chi è destinato. »
«
PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre
ammesso che uno “spiritello” esista, poteva
succedere a chiunque altro… è successo a me e a
Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo
“spiritello” era in vena di scherzi… ma
non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e
Usop! »
«
Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro
arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo…
»
«
Ma cosa stai dicendo… »
«
Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da
soli. »
«
No Bibi, io- »
«
Nami non avere paura dei tuoi sentimenti. Lascia stare la leggenda.
Credi solo a quello che ti dice il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi
credere. Niente mi farebbe più felice del sapere che anche
tu lo sei. »
Nami
scosse la testa, quell’idea doveva uscire da lì
dentro.
Poi
le tornò in mente quel momento con Zoro, dentro
l’acqua. Di nuovo scosse la testa, imbarazzata e infastidita.
Ringhiò
ma non servì a niente. Allora sospirò sconsolata
e gettò indietro la testa osservando le nuvole giallognole
che correvano su un cielo arancione e rosa.
“Non
sono pronta” pensò con
amarezza. “Io…
vorrei, credo. Ma ho paura. Non sono pronta”.
Respirò
a pieni polmoni quella meravigliosa brezza calda e gentile, ma allo
stesso tempo fresca e frizzante. Nell’aria c’era un
profumo inebriante, e sorrise. Le scaldò il cuore.
Quando
risollevò la testa, davanti a lei, lontano a prua vide Zoro
appoggiato al parapetto, sporto verso il mare. Si stupì.
Decise
di raggiungerlo, dopo alcuni momenti di indecisione.
Lo
affiancò e si sporse, come stava facendo lui, a guardare
l’acqua tagliata dalla chiglia. Zoro non si voltò.
Continuò a fissare l’arcobaleno marino che svaniva
man mano che si allontanavano dalle coste dell’isola.
«
Ti fa male? » chiese, osservando poi l’orizzonte,
dritto davanti a lui.
«
Bene non fa. »
«
Ti passerà presto. »
«
Lo spero. Ad ogni modo ho sopportato di peggio. »
Stranamente,
non c’era bisogno di molte parole quando erano assieme.
Paradossalmente, sembrava che con tutto quel silenzio si stessero in
realtà dicendo milioni di cose.
Non
era necessario parlare, specialmente perché quando lo
facevano per qualche recondita ragione finivano per discutere. Meglio
allora stare in silenzio, con il quale potevano esprimersi altrettanto
bene.
Zoro
poi si voltò a guardarla e Nami, con sguardo
interrogativo, contraccambiò. Si stava rendendo conto che a
volte sapeva essere terribilmente stupido ma, altre volte, con un solo
sguardo poteva essere terribilmente profondo. Le piaceva. Le piacevano
entrambe le cose.
Zoro
si rivolse di nuovo verso l’orizzonte accennando un sorriso
sghembo. Da lì arrivava la corrente marina che li avvolgeva
come fossero sopra il pennone della nave. Chiuse gli occhi e
inspirò.
«
Lo senti? Caldo e dolce » chiese Zoro a Nami.
Per
attimo Nami non capì, ma presto realizzò a cosa
si riferiva e sorrise a sua volta. Lo sentiva anche lei.
«
Sì. Ma non è più… fresco e
inebriante. Lo sai cos’è… vero?
»
«
Profumo d’estate » sorrise, voltandosi verso di lei.
Nami
s’illuminò: « Sì, profumo
d’estate. »
Se
lo ricordava.
«
Beh, io torno dentro » disse Zoro allontanandosi.
Nami
restò lì, ferma immobile mentre lui con le
braccia conserte dietro la testa si allontanava.
«
Ah Nami » si voltò. « La sai una cosa?
»
«
Che cosa? »
«
Forse ti sposerei… un giorno » sorridendo.
Non
stava scherzando. Nami conosceva quello sguardo.
Non
seppe che rispondere, ma Zoro non si aspettava risposte e riprese il
suo cammino per andare sottocoperta.
Improvvisamente
i passi pesanti e frettolosi di Nami, scanditi dai tacchi sul legno, lo
fecero voltare e quando si voltò se la ritrovò
lì, davanti a lui. Ansimante e con sguardo serio quanto
determinato.
«
Cosa- »
Non
fece in tempo a domandarle cosa volesse. Nami gli saltò al
collo e lo baciò.
Profumo
d’estate………. O profumo di
Zoro? O profumo di Nami? Non aveva molta importanza. Era il profumo di
ciò che più di ogni altra cosa riempiva il loro
cuore.
E
poi, con un unico tuffo, il sole si spense nel mare blu e il cielo si
tinse di nero e di stelle nascondendo quell’attimo di follia.
Fine.
Bene,
carissimi e carissime.
Questo
era l'ultimo capitolo. Spero vi sia piaciuta questa fanfic profumosa xD
Spero
abbiate colto il vero senso del profumo d'estate ;)
Mi
spiace di averci messo così tanto nel mettere l'ultimo
capitolo.
Attualmente
sto lavorando ad un'altra fanfic ma come al solito chissà
quando riuscirò a finirla e pubblicarla
(~°.°)~
Posso
solo dirvi che sarà molto alternativa e originale, per
questo mi ci voglio impegnare a fondo ancora di più di
quanto non faccia di solito. Deve lasciarvi davvero a bocca aperta.
Nel
frattempo vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni (davvero
tantissime e non me l'aspettavo assolutamente) e per l'affetto che
continuate a dimostrare a me e alle mie storia anche dopo tanti
mesi/anni!
un
bacio e a presto!!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1585803
|