Wishes

di Crysty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Un Annuncio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Scoprire una nuova vita ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Frustrazione ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: 'Felicità' coniugale ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Dolce Resa ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Un Annuncio ***


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WISHES
scritta da Crysty, tradotta da Erika, Giuditta e Alessia Heartilly
Capitolo 1: Un annuncio

Tre anni dopo la "fine"
Era il tramonto a Fisherman's Horizon, nel luogo dove il tramonto doveva essere il più bello del mondo. I colori si confondevano l'un altro e diventavano l'arazzo più prezioso e vibrante che si fosse mai visto.

L'unico occupante di un bar assai pulito non sembrava apprezzare la vista, mentre guardava fuori dalle finestre che occupavano l'intera parete.

Era tardi. Perché ancora non era tornata? La notte era pericolosa. Le isole più vicine al Paradiso e all'Inferno erano pericolose. E quella combinazione era praticamente letale, se non si era ben equipaggiati. Naturalmente, c'erano stati tutti, una volta, per notti di fila, ad allenarsi e allenarsi. Ma lei ora era sola, e stare là era difficilmente necessario come in passato. Tirò fuori il comunicatore dalla tasca e digitò il suo numero.

"Cosa c'è?" Il saluto fu brusco, sbrigativo.

"Trepe, cosa stai facendo ancora fuori?"

Un grugnito esasperato. "Mi concentro," rispose acida e chiuse la comunicazione.

"È ancora fuori?"

Squall si girò verso Zell, che era in piedi vicino all'entrata, ombreggiata da una palma. "Sì."

"Ma sono le isole più vicino al Paradiso e all'Inferno," disse Zell, imprecando a bassa voce. "Sono passati tre anni. Perché non può semplicemente..."

Squall sospirò. "È stato facile per noi andare avanti. Abbiamo persone da cui tornare a casa, cose da preparare. Per Quistis..."

"Non c'è nessuno. E niente, ma questo è perché si rifiuta di cercare altre cose," sospirò Zell. "Non penso che sia il suo destino stare da sola."

"Quando Seifer è tornato due anni fa, ho pensato che forse..."

Zell guardò l'amico attonito. "Seifer? Sul serio? Seifer Almasy?"

"Proprio lui."

"Cioè, è vero che è migliore di un tempo. Diavolo, sono persino diventato suo amico. Ma è rozzo, arrogante-"

"Che è proprio quello di cui Quistis ha bisogno. Ha bisogno di essere lei quella debole, Zell." Rinoa si unì agli uomini a tavola, con una morbida stretta di mano come saluto per Squall. Stava per continuare quando il comunicatore di Squall suonò.

"Trepe?" rispose.

"Ora puoi dirmi perché diavolo hai dovuto interrompere una battaglia con un Archeosaurus per parlarmi?" L'irritazione era evidente, e lui rabbrividì, tanto da essere felice di stare lontano da lei in quel momento.

"È tardi."

"Non sapevo di avere il coprifuoco, Istruttore Leonhart," rispose lei sarcastica.

"Non si tratta di coprifuoco, né di regole. Solo di preoccupazione. Capito?"

Dall'altra parte della linea, Quistis sospirò, rassegnata. "Ok, sto venendo. Dove sei ora?"

"FH. Fai attenzione."

"Sì... come vuoi."

"Sta venendo," riferì Squall ai due, che lo avevano osservato con interesse durante la conversazione.

"Ha preso per sé, togliendola a noi, la missione più difficile e pericolosa che potesse esserci. Perché? Come hai potuto anche solo permetterglielo?" chiese Zell, esasperato.

Rinoa rifletté. "L'ha sempre capito quando le abbiamo affidato missioni di basso livello, e ce lo ha anche detto. Ci abbiamo provato... e poi... beh... Quistis ci vuole bene, anche se non lo dà a vedere. Vuole proteggerci. E quindi, ha deciso di combattere al posto nostro... perché pensa che ha meno da perdere se..."

Squall si schiarì la gola. "Penso che sia parte del perché. Ma penso che ci sia una motivazione anche egoistica: penso che voglia rendersi conto di essere viva, anche se si tratta di provare paura."

Non sapevano come diavolo ce l'aveva fatta, ma lei li stupì tutti quanti mostrandosi un'ora dopo cavalcando un cucciolo di Archeosaurus, che aveva sellato con la sua stessa frusta.

Scese dall'animale con leggerezza, come se non avesse passato le dodici ore precedenti a destreggiarsi nel combattimento con alcune delle più pericolose bestie sulla faccia del pianeta. Il cucciolo di Archeosaurus la guardò per un attimo, e poi corse via.

"Cosa diavolo era quello? Avresti potuto farti uccidere!" esclamò Rinoa.

"...Chissenefrega."

"Si sta trasformando in te," disse Zell a Squall con una triste nota di divertimento.

"È bello vedere che ho una famiglia da cui tornare," disse Quistis, per metà sincera, e per l'altra sarcastica. Se fosse stata una persona più espansiva li avrebbe abbracciati. Ma non lo era. "Sono stanca. Vado a letto."

"È come un riccio," commentò Rinoa dopo che Quistis se ne fu andata.

"È anche molto, molto più forte di quanto lo sia mai stata prima. Avete visto come teneva il cucciolo di Archeosaurus?" esclamò Zell meravigliato.

È come un riccio. Squall ripeté le parole fra sé e sé mentre si preparava ad allenarsi. Era effettivamente più forte. Con tutti gli allenamenti e tutte le missioni che aveva svolto, ora come ora, Quistis Trepe poteva batterlo senza problemi.

Si sta trasformando in te. Le parole di Zell gli tornarono alla mente, accusatorie. Non si era interessato abbastanza. Era semplice. Se lui, o chiunque altro, le avesse mostrato che non era sola in quegli attimi cruciali dopo Artemisia, ora sarebbe stata probabilmente una persona molto più aperta. Ma tutti erano così impegnati nei cambiamenti che erano avvenuti nella loro vita che non c'era tempo, non c'era la forza di pensare agli altri.

Sì... come vuoi. Il fatto che lei usasse quella frase lo addolorava. Si ricordò di quando la usava per prenderlo in giro, prevedendo l'uso di quella frase da parte sua. Squall si allacciò per bene gli stivali, e controllò il gunblade ancora una volta. Poi guardò dall'altra parte del campo di allenamento, e vide il suo partner entrare e togliersi il soprabito.

Quando Seifer Almasy si era presentato al Garden di Balamb due anni prima, e aveva chiesto di essere riammesso, Cid si era consultato con Squall, preoccupato, sperando che al ragazzo andasse bene l'idea. Squall aveva sorpreso tutti quando si era offerto di supervisionare personalmente l'allenamento di Seifer; pensava di diventare insegnante sin da quando si era dimesso da Comandante. E dopo Artemisia, aveva guadagnato il punto di vista e la pazienza necessaria verso le persone in generale che gli faceva desiderare di dare una possibilità a Seifer.

"Niente sfide," aveva detto sia a Cid che a Seifer.

Chi poteva biasimare Cid se voleva assicurarsi che Squall fosse sincero? Squall aveva persino apprezzato la presenza di Cid all'inizio, perché calmava entrambi gli irritabili esperti di gunblade. Alla fine, e con sorprendente semplicità, i due erano riusciti a costruire una sorta di amicizia, e Cid aveva deciso che aveva cose più importanti e interessanti da fare che guardare quei due andare d'accordo, anche se di per sé era una vista incredibile.

Seifer era diventato SeeD sei mesi dopo l'inizio del suo allenamento. La notte dei festeggiamenti, si era circondato dei suoi amici, quei nuovi amici che si era dolorosamente guadagnato, proprio quelli che avevano perdonato i suoi precedenti errori.

Tutti tranne Quistis, notò Squall. No, Quistis era completamente ignara dell'esistenza dell'istruttore Almasy nel Garden di Balamb. Era stata completamente ignara di qualsiasi cosa succedesse nel Garden in generale. Si chiese se almeno sapesse che il suo matrimonio con Rinoa avrebbe avuto luogo di lì a poche settimane.

Seifer si avvicinò a Squall. "Hey, pronto alla sconfitta?"

"Nei tuoi sogni." Squall rivolse a Seifer un ghigno divertito.

La loro battaglia era elegante, uno spettacolo eccellente allo sguardo. Molti studenti amavano osservare i due istruttori di gunblade mentre si allenavano e ora affollavano i contorni della palestra. Squall faceva movimenti leggeri, puliti, e il suo arsenale di mosse gli permetteva di sferrare attacchi micidiali. Seifer da parte sue possedeva un creativo gioco di gambe e il fatto che fosse ambidestro dava vita a colorite mosse di geniale inventiva. Erano alla pari e, cosa riconosciuta da entrambi, non più rivali.

La porta della palestra fu aperta di colpo, e entrambi i combattenti si fermarono sorpresi. Gli studenti guardarono la persona che aveva interrotto la lotta con stupore; nessuna osava mai interrompere l'allenamento dei due istruttori! Una Quistis Trepe visibilmente infuriata marciò nella palestra. Gli occhi degli studenti quasi uscirono dalle loro orbite alla vista dell'unica eroina che non era mai al Garden. Quistis Trepe!

"Chi cazzo pensi di essere?" Spinse di lato Seifer e andò dritta verso Squall.

Non era armata, perciò Squall abbassò la sua arma immediatamente. "Quistis..."

"Non osare, sai!" Gli diede un pugno allo stomaco.

Era una mossa inaspettata, veloce e forte, e Squall si piegò in due per il dolore. Seifer gettò l'arma a terra e fece per aiutarlo ma Squall gli lanciò un'occhiata che gli diceva di stare indietro.

Così ecco com'era Quistis Trepe ora. Seifer rimase a fissare gli stivali militari, i pantaloni scuri, adatti per nascondersi, che le cadevano bassi sulla vita, e un top che rivelava le braccia tonificate e abbronzate. I capelli erano tenuti strettamente all'indietro ed erano raccolti in uno chignon. Aveva un aspetto severo, pareva priva di anima ed era incredibilmente bella.

Seifer si era sempre chiesto negli ultimi due anni come fosse diventata la sua ex istruttrice. In un certo senso, era rimasto deluso nel sapere che non aveva ripreso il suo vecchio posto. Era tornato a Balamb proprio per continuare a studiare sotto la sua guida. Per quanto si fosse lamentato, alla fine Quistis era davvero la migliore insegnante che avrebbe mai potuto volere.

Aveva scoperto presto che era diventata una leggenda: bella, intelligente e fredda. Una SeeD di livello A, e sempre fuori dal Garden in missione. Dicevano che non tornava mai; chiamava solo per fare rapporto e ottenere nuovi incarichi. Aveva sentito qualcosa dei suoi viaggi dagli altri, e la folle esagerazione della sua forza, ma persino Irvine aveva ammesso che probabilmente ora era in grado di battere Squall.

E poteva crederci, soprattutto adesso, quando lo aveva ridotto a un ammasso ai suoi pedi. Temeva che avrebbe cominciato a dargli calci da un momento all'altro.

Cid arrivò di corsa.

"Ma di che parli?" chiese Squall con il fiato corto.

"Lo sai bene," sibilò lei.

"Ho solo detto a Cid che pensavo dovessi prenderti una vacanza."

"Già, a vita," ringhiò lei.

"Non è stato Squall a dire a Cid di limitarti. Sono stata io." Edea si fece avanti.

Gli occhi di Quistis si spalancarono, "Oh." Tese la mano a Squall, e lo aiutò ad alzarsi, mentre lo curava con la magia. "Scusa," disse a disagio.

Seifer si chiese se l'avesse detto così a disagio perché in imbarazzo o perché non fosse abituata a scusarsi. Le parole erano state pronunciate in un tono brusco, e aveva perso quell'educazione ed eleganza nell'espressione che aveva avuto da insegnante.

Poi si voltò verso Edea, confusa. "Perché?"

"Lo spettacolo è finito," disse Squall bruscamente agli studenti. "Fuori."

"Ci incontriamo nella sala conferenze fra dieci minuti. Squall, chiama gli altri," disse Cid.

"Seifer, voglio che ci sia anche tu," aggiunse Edea.

Fu allora che Quistis si rese conto che la persona che era rimasta in piedi accanto a Squall per tutto quel tempo era nient'altro che Seifer Almasy. Che diavolo ci faceva lì?

Non l'aveva riconosciuto, concentrata com'era prima solo sul farla pagare a Squall. I capelli di Seifer erano più lunghi ora, come quelli di Squall, tenuti indietro da una bandana, e bagnati dal sudore causato dall'allenamento. Ma non erano stati i capelli a sconvolgerla. Era l'intera... aura che emanava, il che spiegava perché non l'aveva riconosciuto in un primo momento. Era rilassato. Lo fissò nei brillanti occhi verdi per un millisecondo e capì che aveva perso tutto il disprezzo e l'odio che aveva avuto dentro, per chiunque, e ora era in pace.

Ne era invidiosa. Si girò e uscì a grandi passi dalla palestra.

Seifer la guardò andarsene. Gli occhi di lei assumevano striature dorate quando si arrabbiava. E non erano blu, come i suoi ammiratori avevano affermato. Erano viola, e tumultuosi, una fusione di umori, come il tramonto di Fisherman's Horizon.

Era in ritardo, ma se lo aspettava. Dopo tutto, era arrabbiata come una bestia e l'ultima cosa che voleva in quel momento era probabilmente obbedire agli ordini. Squall guardò Edea preoccupato. "È sicura di sapere quello che fa?"

"Non preoccuparti. Andrà tutto bene."

Lo disse con lo stesso tono che aveva usato quando era un bambino piccolo, quando le sue parole sembravano semplicemente... rilassarlo. E perciò sospirò pesantemente, e credette, anche se solo per un secondo, che Quistis Trepe non avrebbe per davvero preso a calci qualcuno quando sarebbe arrivata lì.

Selphie chiese, "come sta?"

"È ferita," disse Squall piano.

"Avrei dovuto starle accanto," disse Zell.

"Tutti avremmo dovuto," sospirò Irvine.

La porta si aprì e tutti quanti persero lo sguardo di compassione che avevano avuto fino a poco prima. Quistis li avrebbe odiati se avesse saputo che avevano pietà di lei.

Entrò con lunghi passi cadenzati. "Salve a tutti." Stava cercando di sembrare serena. Dopo tutto, voleva bene a quelle persone. Non se n'era mai dimenticata. Ma quella situazione la stava facendo diventare matta. "Mi dispiace di non aver potuto ancora avere un momento per stare con voi. Sono arrivata ieri sera tardi, e questa mattina sono stata occupata con un certo incontro," disse in tono di accusa, guardando Cid.

"Lo sappiamo," disse Edea. "Ma abbiamo cose importanti di cui discutere. Prendi il posto vuoto accanto a Seifer." Edea aveva messo strategicamente a sedere tutti quanti, lasciando Seifer alla sinistra di Quistis, e Squall alla sua destra, mentre lei e Cid le stavano di fronte.

Quistis si sedette sospettosa, fissando con disprezzo l'uomo con il soprabito accanto a lei, prima di focalizzare la sua attenzione su Edea, che ora stava osservando Cid con estrema serietà. Squall osservò l'esame a cui stava sottoponendo i presenti con interesse, mentre Seifer giocherellava con un filo scucito della manica.

"Volevamo che foste tutti presenti perché abbiamo qualcosa di importante da dire a Quistis, e pensiamo che sia meglio che abbia il vostro supporto," disse Edea.

Quistis rimase in silenzio.

Edea si girò verso di lei. "Come sai, dopo la tua ultima missione, ti abbiamo chiesto di tornare al Garden, due giorni fa. Te l'avremmo detto ieri, nel giorno del tuo compleanno, ma sei sparita per giocare coi mostri."

Il suo compleanno. Se n'era dimenticata. Evviva. Sono sopravvissuta per un altro anno, si congratulò da sola con sarcasmo. Non aveva mai detto agli altri la data del suo compleanno. Era un dettaglio poco importante, come il numero di scarpe che portava oppure il suo colore preferito. Perciò si sentì in colpa quando gli occupanti della stanza spostarono tutti il peso sulle sedie, a disagio. "Sentite, non ve l'avevo detto, perciò non mi aspettavo che lo sapeste. Diavolo, me n'ero dimenticata pure io."

"Beh, ma il fatto che loro non sapessero la data del tuo compleanno non è la ragione per cui ti abbiamo chiamata qui,"disse Cid. "Dal momento che ora hai ventun anni, sei una persona adulta. Non sei più sotto la custodia del Garden.

Quistis non aveva mai pensato a questo. L'avrebbero buttata fuori? Si trattava di questo? Ma era uno dei migliori SeeD!

"Ora, prima che tu dica altro sulla mia decisione di toglierti il tuo grado, Edea ed io volevamo farti sapere anche qualcos'altro," spiegò Cid.

Edea iniziò a parlare dolcemente. "Quistis, ora che hai ventun anni, sei anche entrata in possesso del tuo cognome e della tua fortuna, che fino ad ora è rimasta segretamente in nostro possesso per buone ragioni. Ora potrai conoscere il tuo passato, Quistis."

Quistis sembrava stupita. "Non sapevo che sapeste da dove venivo... non pensavo nemmeno che..."

"Ci sei stata affidata tempo fa, per proteggerti."

"Proteggermi?"

"Tuo padre, Killian Trabia, era un uomo molto importante e ricco, nonché uno dei miei migliori amici," disse Cid.

"Killian Trabia? È stato lui a fondere il Garden di Trabia," ricordò Selphie.

"Sì, quando Edea ebbe l'idea della SeeD, volevamo cominciare subito, ma ci mancavano i fondi per farlo. Killian e sua moglie June erano d'accordo con il nostro progetto, però, e fondarono il primo Garden, quello di Trabia, dove ho fatto per la prima volta da Preside," continuò Cid.

Edea proseguì. "Killian era anche il presidente di Galbadia. Lui e sua moglie governavano il paese nella pace più completa. Avevano una figlia, Quistis Trabia, una bellissima bambina, con i capelli di sua madre e gli occhi di suo padre."

"Ma Trabia è stato anche vittima di un colpo di stato quindici anni fa," disse Squall laconicamente.

"Sì, è stata opera del suo migliore amico, Vinzer Deling. Cercando di salvare sua figlia, June Trabia mi affidò Quistis, e mi chiese di tenerla al sicuro. Killian e June furono uccisi in un'esplosione all'interno del palazzo presidenziale alcuni giorni dopo. Fu detto che anche la bambina era morta nell'incidente, ma il suo corpo non fu mai trovato, così come i documenti che certificavano il possesso della sua ricchezza e delle sue terre, che fino ad oggi stanno aspettando di essere reclamati," concluse Edea.

La stanza rimase in silenzio.

Cid riprese, "tuo padre e tua madre erano brave persone, Quistis. Ti amavano molto, e ci hanno chiesto specificamente di tenerti nascosta la tua identità fino ai ventun anni, quando pensavano che il mondo sarebbe stato più sicuro e Vinzer Deling molto probabilmente senza più potere, che ora come ora è una condizione che si è avverata."

"Cosa c'è di così importante riguardo a Deling?" chiese Squall.

"A quel tempo, era importante per Deling trovare dei fondi. La sua campagna militare gli stava costando molto, e aveva bisogno di soldi e in fretta. Perciò premeva per una promessa che sua moglie ormai morta aveva fatto a June: far sposare Quistis con suo figlio," rispose Cid.

"Una bella dote..." rifletté Irvine.

Quistis era scioccata. Aveva una famiglia, e l'aveva persa di nuovo altrettanto velocemente. Persa per colpa di un unico uomo pazzo e malato.

"Possiamo saperne di più sulla promessa che si fecero le due madri?" chiese Rinoa.

"Era più un loro desiderio. Kayla era bella e buona, e una delle migliori amiche di June sin dai tempi della scuola. Il figlio di Deling e Quistis erano nati lo stesso giorno. Le loro madri dicevano sempre che era come se il destino avesse deciso che dovessero stare insieme. E speravano che un giorno i figli avrebbero imparato ad amarsi e si sarebbero sposati," rispose Edea.

"Che è successo al figlio?" chiese ancora Rinoa.

"Nonostante Kayla fosse bella, amorevole e gentile, suo marito non lo era affatto. L'aveva sposato perché costretta dalla famiglia, e, come si conveniva, aveva dato alla luce un erede. Dopodiché fu praticamente messa da parte, e morì di malattia." Edea si fermò. "Suo figlio l'adorava, e fu devastato dalla perdita. Vedete, suo padre non lo amava affatto, e solo..."

"Posso immaginare cosa voglia dire avere un padre come Vinzer Deling." Selphie rabbrividì. "Per forza suo figlio è scappato via."

"È scappato solo qualche giorno dopo la morte di sua madre. Aveva otto anni," disse Edea. "E non è ricomparso da allora."

Il silenzio era quasi assordante e la sorpresa permeava le menti di tutti gli occupanti della stanza. Dieci minuti prima, Quistis era Quistis, ma ora aveva un passato, e un'eredità che avrebbe condizionato il suo futuro.

Quistis fu la prima a rompere il silenzio. "Questo però non spiega perché non sono più una SeeD."

"Le ragioni per cui ti ho voluto licenziare non dipendono dalla tua eredità, e sono le stesse di Squall. Sono preoccupata. Lo siamo tutti. Hai bisogno di calmarti e rilassarti," disse Edea, con tono di preoccupazione.

"Perciò volete che vada in giro per il mondo a spendere i miei soldi? Non credo proprio."

"In verità ci sarebbe per te la possibilità di andare da qualche altra parte," disse Cid cautamente. "Il Garden di Trabia ha ottenuto due anni fa i fondi per la ricostruzione, ed è stato finalmente restaurato del tutto. Sarà aperto presto agli studenti. Il mio amico, Guy Vincent, il preside del Garden di Trabia, vorrebbe dimettersi prima del cambio; è ormai in là con gli anni e sente che sarebbe una perdita di tempo per lui imparare nuove cose, dal momento che comunque si ritirerebbe di qui a poco. Mi ha chiesto di raccomandare qualche buon SeeD per prendersi a carico il nuovo Garden di Trabia..."

"Preside?" chiese Quistis. "Senza offesa, Cid, ma penso di essere un po' troppo qualificata per starmene tutto il giorno seduta a sgridare gli studenti e ad ammonirli sul loro comportamento."

"Un preside fa ben più di questo," replicò Cid. "Puoi anche confiscare gli hot-dog sai," scherzò.

Quistis sorrise a malapena. Preside? "Sarebbe un onore, ma non sono sicura di poter accettare."

"Cosa ti rimane qui, Quistis?" le chiese Edea. "Non sei più una SeeD. Sei in pensione da noi, e non rivedremo la nostra decisione. Per come la vedo io, tutto quello che puoi fare qui ora è al massimo unirti al comitato della biblioteca..."

"Non mi unirò a quel fottuto comitato!" gridò con uno scatto di rabbia. "Senza offesa," aggiunse di malavoglia in direzione di Zell, riferendosi alla sua fidanzata.

"Nessun problema," rispose lui con uno sbuffo.

"Esattamente. Perciò cosa ti rimane?" incalzò Edea.

"Il mio fottuto denaro."

"E scommetto qualsiasi cosa che potrai stare al massimo due giorni prima di annoiarti," disse Rinoa. "Sei stata in ogni angolo del globo, Quistis. In che cosa spenderai i tuoi soldi?"

Quistis odiava essere sconfitta con la ragione. "Entrerò in un esercito. Sono sicura che l'esercito di Esthar o Galbadia non avranno problemi a prendermi."

"Non esserne troppo sicura. Laguna conosce gente influente..." ribatté Squall rigido e con fare risoluto.

Ogni sua scappatoia era bloccata, e Quistis sprofondò nel silenzio.

"Potrebbe sposare me," bofonchiò Seifer. Gli girava la testa. Era successo tutto così velocemente che aveva paura di perdersi...

Tutta la stanza si voltò verso il solo occupante che non aveva detto una sola parola sin da quando era arrivato. Si era limitato a rimanere seduto sulla sua sedia, rimanendo a fissare il legno lucido del tavolo, che rifletteva le luci del soffitto.

"Cosa?" chiese Quistis.

Incuriosito, Squall prese a riflettere sull'amico. Non aveva idea di cose diavolo gli fosse preso per proporre una simile idea, ma gli piaceva molto quell'idea. Nonostante ciò rimase in silenzio, dal momento che Quistis sembrava pronta a staccare la testa a morsi a chiunque si fosse azzardato a considerare anche solo una seconda volta quella nozione.

"Ti infili in questo posto, diventi tutto buono coi miei amici e ora ti aspetti che ti sposi, quando l'ultima volta che ti ho visto ero quasi incosciente?" chiese Quistis.

Lui fece una smorfia a quel ricordo. Sì, l'aveva quasi uccisa in quella battaglia. Rabbrividì, guardandosi le mani.

"Perché diavolo dovrei volerti sposare?" aggiunse Quistis con rabbia.

"Perché tua madre avrebbe voluto così," disse con franchezza, come fiero della sua uscita, alzando gli occhi verso quelli di lei. "Scusatemi, ma ora devo fare una lezione in classe," disse a tutti, con una frustrazione malamente celata.

La sua uscita fu assordante. Quistis cercò di riflettere sull'ultima frase, ma finì con il dire miseramente, "è un insegnante, adesso?"

Rinoa fu la prima a dirlo ad alta voce. "Seifer è il figlio di Deling," disse meravigliata.

"Kayla Almasy," bisbigliò Selphie. "Ha usato il cognome di sua madre. Non ho mai fatto il collegamento."

"Devo andare fuori a camminare," disse Quistis.

Edea prese la mano di Cid fra le sue, sperando che tutto si risolvesse per il meglio.

"Lo sapeva, vero?" chiese Squall ad Edea.

"Me ne resi conto quando si presentò alla mia porta tredici anni fa, chiedendomi un riparo dalla tempesta. Me ne resi conto quando vidi che non parlava con nessuno, e quando vidi che Quistis, solo Quistis, riuscì a convincerlo a farsi un bagno e a riposare un po'."

Era incazzata. Seriamente incassata. Più tardi, quel pomeriggio, le parole stavano girando in tondo, ancora e ancora, fino a quando divennero confuse, e tutto quello che voleva fare era sfogarsi di tutto. Diede un pugno alla borsa da pugilato con voglia di vendicarsi.

All'improvviso le veniva data un'enorme fortuna, e la gente si aspettava che diventasse il preside di una fottuta scuola e che sposasse un'idiota che per poco non l'ammazzava tre anni prima?

"Vaffanculo a tutto!" Picchiò ancora più forte.

"Non è proprio da signora, signorina Trabia. Forse dovrebbe considerare l'idea di prendere di nuovo lezioni."

Diede una calcio alla borsa quando sentì il suo nuovo nome, e guardò con un ringhio il nuovo arrivato. "Va' via, Almasy. Non voglio parlarti. Specialmente dopo la sceneggiata che hai appena fatto."

"Non sono venuto fino a qui per parlare." Si appoggiò sullo stipite della porta della palestra, poi entrò, togliendosi il cappotto, e avvicinandosi ai pesi. Ne prese due, e cominciò a sollevarli.

"Che diavolo stai facendo?"

"Faccio pesi, che altro?"

"Non mentre ci sono io. Sono venuta qui per stare da sola. Per pensare."

"Beh, di solito non mettiamo i nomi sulla porta e dichiariamo che la sala pesi è nostra," rispose lui.

Se era possibile picchiare ancora più forte il sacco, lei lo fece. "Dannazione!" Sottolineò la parola con altro colpo al sacco.

Cominciò a picchiare senza sosta finché non sentì una mano sulla spalla. Si girò e diede d'istinto un pugno, ma la sua mano fu fermata, e racchiusa in quelle più grandi di lui, che dopo aver fermato il colpo gliela strinsero dolcemente.

Perché diavolo le sue mani dovevano essere così fottutamente piccole? Si sentiva ridicola, una ragazzina che cercava di colpire un adulto, e perciò ritrasse la mano, rompendo subito il contatto.

"Ti farai male alle mani, così."

"Non mi interessa. Non importa. Non sono più una SeeD, e sono ricca, perciò non avrò più bisogno delle mani per fare qualcosa, comunque.. E nemmeno a te dovrebbe importare." Si odiò sentendo le lacrime che le bagnavano gli occhi, minacciando di cadere.

Sentì le sue braccia che la circondavano, e si irrigidì di colpo, spostandosi in un momento. "Lasciami in pace, Almasy."

Seifer si limitò ad osservarla. I suoi occhi era così... devastati. Non riusciva a dimenticarli. Quegli occhi ipnotizzanti. Quegli stessi occhi che lo avevano trattenuto dall'infliggerle il colpo finale tre anni prima, e lo avevano fatto lasciare la spada, disgustato di se stesso.

Vide lo sguardo negli occhi di lui. Era inquietante. Si scrollò di dosso le sue mani e si allontanò. Non capiva come avesse fatto, ma ora si sentiva molto più calma. Fece un grosso respiro. "Quando hai ottenuto la licenza d'insegnamento?" chiese, aprendo gli occhi, che ora erano più chiari, notò lui.

"Un anno fa, sei mesi dopo che sono diventato SeeD, sotto l'allenamento di Squall."

"Squall ha fatto questo? Per te?"

Seifer annuì.

"Io non l'avrei fatto."

"Peccato. Io avrei voluto studiare ancora con te," disse lui onestamente.

"Già Come sono fortunata. Risparmiatela per qualcun altro, Almasy. Non so nemmeno perché mi hai fatto quella domanda, ma la risposta è no, e sarà sempre no. Divertiti a sollevar pesi." Lo spostò di lato e uscì dalla porta.

Squall entrò un attimo dopo. "Hai avuto fortuna?"

Seifer rimase seduto, con lo sguardo fisso nel vuoto, pensieroso.

La domanda trovò risposta nel suo silenzio.

Squall si sedette accanto a lui. "Perché l'hai fatto, Seifer?"

"La Madre mi voleva lì per quello."

"Non dovevi."

"No, infatti."

"Non l'hai più vista prima di oggi..." notò Squall. "Volevo che tu la vedessi. Prima però dovevo trovare il momento giusto per dirle di te, ma era sempre fuori..."

"Sì."

"Se l'avesse saputo forse non si sarebbe comportata..."

"Da stronza?"

"Aggressivamente era la parola che stavo cercando," disse Squall rimproverandolo. "Cavolo, Seifer, le chiedi di sposarti e quattro ore dopo la chiami stronza?"

"Un matrimonio fatto in paradiso, o in diplomazia, comunque... " disse Seifer sarcasticamente.

"Ti conosco meglio di così. Ti è sempre piaciuto fare il cavaliere. La cosa più nobile. Sposarsi per qualunque motivo che non sia l'amore non è nobile."

"Rin?"

Squall aggrottò la fronte. "Merda, sì. Mi dispiace."

Seifer perdonò la temporanea modalità-Rinoa in cui era andato il suo amico. Dopo tutto, se fosse mai stato innamorato, probabilmente anche lui sarebbe morto dalla voglia di parlare della sua donna. "Comunque, penso che farebbe così anche se avesse saputo prima di me. Adesso le è tutto venuto addosso, ed è solo frustrata per tutto. Io le sto dando uno sfogo."

Squall lo guardò accigliato. "Vuoi dire che le hai chiesto di sposarti per farla arrabbiare con te?"

Seifer scrollò le spalle. "Sono sempre stato bravo a toccare la gente nel vivo."

"Dannazione, Seifer, e se accetta?"

"La conosci, pensi che accetterà?" Seifer si girò verso Squall.

Squall non sapeva dire qual'era la risposta che si aspettava da lui Seifer, perciò scrollò le spalle. "Non si sa mai con Quistis. Ultimamente è diventata imprevedibile."

"Ti dico io cosa succederà. Per una settimana circa terrà il broncio, e dopo aver capito che le cose non cambieranno, andrà al Garden di Trabia e lo guiderà come si deve."

"E tu?"

"Darà la colpa di tutto a me, e io rimarrò qui, a istruire gli studenti, facendo le solite cose."

"Insegnante Almasy, è pregato di recarsi dal Preside."

Seifer sospirò. "Non voglio parlare né con Cid né con Edea ora."

Squall lo sapeva. Si sarebbero solo arrabbiati. "Dirò loro che sei uscito."

"Grazie."

"Di niente. E Seifer?"

"Sì?"

"Non preoccuparti, non pensò che accetterà."

"Sì."

*****
Nota della traduttrice: salve a tutti. Questa storia era ferma da tantissimo tempo (ultimo aggiornamento nel 2006), e avendo trovato l'originale ho pensato che potesse essere una buona idea terminare la traduzione, considerato che è breve. La traduzione a questo punto è stata terminata, e penso di fare un aggiornamento ogni 10-15 giorni, per dare il tempo a tutti di conoscere la storia e di tornare a leggerla. Colgo l'occasione per fare presente che ho cercato se possibile di rintracciare la persona che se ne occupava (Giuditta), ma non c'era nessun link per contattarla e ho dovuto rivolgermi all'amministrazione. In caso la traduttrice stia leggendo, sono disposta a inserire il link al suo nome, mi basta solo saperlo^^
I primi due capitoli erano già stati tradotti, il primo da Erika e l'altro da Giuditta. In occasione dell'aggiornamento, i capitoli sono stati rivisti e ripubblicati da me. Le recensioni ricevute finora e quelle inviate d'ora in poi verranno tradotte a fine storia e inviate all'autrice originale. Grazie a tutti e alla prossima! - Alessia Heartilly

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Scoprire una nuova vita ***


WISHES
scritta da Crysty, tradotta da Erika, Giuditta e Alessia Heartilly
Capitolo 2: Scoprire una nuova vita

Seifer si sbagliava. Una settimana dopo l'incontro con Cid ed Edea, Quistis era ancora lì. Cid le aveva dato tempo fino al giorno dopo il matrimonio di Squall e Rinoa per decidere dove volesse andare lasciando Balamb. Fino ad allora era confinata nell'area del Garden.

Aveva tentato una corrispondenza con Esthar e Galbadia. Entrambe le scappatoie erano, come aveva detto Squall, bloccate. Nessun esercito la voleva. Ma avevano moltissimi posti liberi in altre aree.

Non sono una scribacchina!

Galbadia in particolare era in una situazione speciale; dopo la morte di Vinzer Deling, il paese era in anarchia. Timber si era ribellata ed era diventata un paese indipendente. Diverse fazioni avevano cercato di prendere potere, ma i SeeD tenevano il paese in uno stato di ordine piuttosto approssimativo. Il Governo di Galbadia, con l'assistenza dei SeeD, stava tentando di raccogliere i pezzi per tenere elezioni democratiche. Seifer Almasy era il SeeD in carica di instaurare cambiamenti a Galbadia e mantenere la pace. Aveva preso il suo nome completo, legalmente, il giorno dopo la riunione.

L'annuncio colse la nazione galbadiana di sorpresa. Mentre alcune persone ne ricordavano il padre, il giovane Deling aveva già guadagnato il favore di molta della popolazione nazionale, ed entro una settimana dalla sua dichiarazione, il suo nome era stato accettato, e il nome Deling aveva iniziato una nuova pagina. Entrambe le fazioni in fase di formazione speravano che scegliesse di concorrere per il Senato quando sarebbe stato tempo di elezioni. Seifer Almasy Deling, reclamizzavano, era il nome del futuro.

Quel nome la faceva infuriare.

Lui era popolare nel campus. Non aveva mai posto attenzione ai pettegolezzi, ma alcune cose erano ovvie. Il gruppo dei Fan di Trepe si era sciolto a causa della sua indifferenza verso il Garden e mancanza di contatti con il corpo degli studenti. Tuttavia, un gruppo di Almasiani si stava formando, e Seifer era uno degli istruttori più amati, sia dagli studenti sia dallo staff.

Il giovane diplomatico... pensava lei con asprezza.

Seifer non si era ostinato nel socializzare con lei, ed era come se lei si desse pena per evitarlo. Dunque la lasciò da sola. Lui riconosceva quando non era desiderato.

C'erano alcune cose che non si potevano evitare, tuttavia. Come i preparativi di nozze. In un'improvvisa esplosione di ispirazione, e dopo averne discusso un po' con Selphie, Rinoa aveva deciso che Quistis doveva essere la sua damigella d'onore.

Quistis era incredibilmente incazzata, poiché sapeva che si trattava di un piano: Seifer era il testimone dello sposo.

Seifer accettò il gesto con gratitudine ed in buona fede, perché sapeva che i suoi amici avevano le migliori intenzioni. Uno scherzo di tanto in tanto sul matrimonio la rendeva consistentemente furiosa con lui, e non con gli altri, e dopo un po' le aveva fatto credere che forse era stato lui ad aver indotto le altre due a mettere insieme lei e lui in quel matrimonio.

Adesso lei stava in piedi, furiosa, su uno sgargiante sgabello decorato, in una disgustosa stanza rosa al centro di Balamb, mentre le donne si affaccendavano attorno a lei e Rinoa e Selphie tubavano alla nausea.

Voleva davvero bene ad entrambe, ma dannazione, a volte...

"Oh, è perfetto per i tuoi occhi. Seifer aveva ragione!" si rallegrò Rinoa. "Stavo per scegliere un azzurro chiaro in armonia con i suoi occhi," diceva a Selphie, "ma Seifer mi ha detto che i suoi occhi erano violetto. E sai che c'è? Aveva ragione!" disse trionfante.

Gli occhi di Selphie la fissarono ammirati. "Sei splendida, Quistis."

Quistis rimase immobile e guardò il suo riflesso nello specchio. Il vestito le aderiva addosso quasi scomodamente e la scollatura la lusingava, ma era un po' profonda. I capelli erano ancora tirati indietro ed il viso senza trucco, ma non poteva fare a meno di sentire che Quistis Trabia la stava guardando.

Lady Quistis Lauryn Trabia era nata per gli abiti importanti e cose simili. Era una gentildonna: elegante, graziosa e bella. Lady Trabia era nata per affascinare.

Quistis Trepe era stata cresciuta per combattere. Era una guerriera: fredda, dominante e astuta. Non vi era niente di affascinante nel suo comportamento. Ad un certo punto negli ultimi tre anni aveva perso la capacità di essere educata in società.

Quistis Trabia non era il suo destino.

"Signore, porto buone nuove." Un uomo entrò tenendo tra le braccia diversi bouquet di rose.

La spaziosa e comoda stanza sembrò immediatamente più piccola e soffocante. Quistis si mise sulla difensiva.

"Seifer!" Rinoa si alzò dalla sedia, prese le rose dalle sue braccia e lo baciò sulla guancia. "Che c'è?"

"Ho pensato che avreste voluto vedere alcuni fiori... sono arrivati circa un'ora fa. I vostri uomini sono nel padiglione e devo ammettere che è uno spettacolo vedere quei tre giocare con i fiori."

"Noi abbiamo quasi finito; solo Quistis sta provando. Vi raggiungiamo fra un momento."

Seifer allora si concesse di guardarla. Era senza parole, come se tutti i suoi pensieri fossero rimasti bloccati in gola. L'abito avvolgeva la sua forma in maniera così incantevole ed il colore le si adattava perfettamente. Osò lanciarle uno sguardo al viso attraverso lo specchio e trovò con sua piacevole sorpresa che lei stava già guardandolo gelidamente. Le fece l'occhiolino e scorse immediatamente un cipiglio sul suo viso. Si voltò verso Rinoa. "È fantastica."

"Avevi ragione. Il colore era assolutamente perfetto."

"Non dirlo a Squall. Potrebbe pensare che sto diventando tenero."

"No, naturalmente, non dirò niente," sorrise Rinoa che aveva già detto a Squall, nel giro di un'ora, del suggerimento di Seifer.

"Comunque, a dire il vero mi sono fermato per lasciare queste al servizio di catering. Squall è troppo distratto per essere avaro adesso, cosi sto facendo il mio dovere..." Seifer sorrise.

Selphie e Rinoa sogghignarono. "Ci vediamo dopo."

"A più tardi, signore... e Quistis," disse a Quistis, incrociando ancora una volta i suoi occhi nello specchio.

Lei odiava il modo in cui usò il suo nome.

Partì il giorno prima del matrimonio. Non salutò nemmeno.

La mattina presto della sua brusca partenza, Seifer stava facendo delle flessioni quando Selphie irruppe nella sala pesi con un chiaro segno di preoccupazione sul viso.

"Selphie, cosa c'è che non va?"

"Seif, si tratta di Quistis. Nessuno riesce a trovarla e la sua stanza è vuota. Una delle navicelle è sparita."

"...Quindi deduco che è partita."

Selphie si lasciò cadere sulla panca. "...L'ufficio di Cid è stato forzato. Non è stato rubato niente, ma la lettera di raccomandazioni di Cid per il suo ruolo di Preside a Trabia manca."

"Sembrerebbe che sia andata là allora."

"...Sì. Non ha salutato..."

Seifer continuò i suoi esercizi in silenzio mentre Selphie guardava il suo profilo per un attimo, in contemplazione. Alla fine, si alzò, si riassettò la gonna e se ne andò.

"Lo sai, Seif?" disse voltandosi prima di uscire.

"Sì?" Non smise i suoi esercizi.

"Vorrei che avesse detto sì."

Seifer grugnì un assenso continuando il suo lavoro.

Sei mesi dopo

"Ma tu lo hai appena mandato sulla Lagunarock! Ti ho detto che aveva bisogno di riparazioni. Sarà fortunato se riuscirà con la missione; non passerà nemmeno Trabia." Zell scosse il capo.

"Questo è quello su cui conto."

Zell guardò Squall sorpreso. "Non ti facevo un ruffiano," disse alla fine.

"Sono un amico. Un dannato buon amico."

Seifer prese Shu e completò la missione, e guardò i suoi studenti impressionare quella dubbiosa esaminatrice. Stupita, lei sapeva che li avrebbe promossi tutti, ma quella era una novità.

Seifer, soddisfatto, sedette nella cabina di pilotaggio. "Cosa?"

Shu sedette rigida e lo esaminò per un secondo. "Sai, non so cosa mi aspettavo, ma non era questo."

"...Sono passati tre anni e mezzo. Le persone cambiano."

"Avevo evitato di valutare il tuo insegnamento per un po', perché Cid me lo aveva chiesto e perché io lo volevo. Ma tu non sei poi così male, come insegnante o come persona. Spero che tu la trovi," rifletté Shu.

"Chi?" chiese Seifer.

"Quistis."

Silenzio.

"C'è stato un gran parlare sei mesi fa di te e lei... non sapevo se la... proposta significava davvero qualcosa per te..." disse Shu dolcemente.

"Beh, una proposta di matrimonio è una gran cosa."

Shu lo guardò attentamente. "Non so davvero. Mi confondi un sacco, Deling."

Seifer gettò il capo all'indietro e rise. Gli Almasiani (non avevano cambiato nome) stavano aumentando, e non ci si stupiva per questo. Lui stava diventando sempre più degno di ammirazione per qualsiasi compito intraprendeva e portava a termine.

Seifer accettava le loro attenzioni con gentilezza e tatto. Era bello che la gente lo ammirasse. Lavoravano più duramente per lui, e a lui piaceva. Faceva attenzione a non giocare con i sentimenti, tuttavia, e ciò lo rendeva anche migliore. Flirtava con tutte le donne e rimaneva fuori dalle loro grinfie, era un intrigante che aveva affascinato molte insegnanti.

Shu poteva credere che tre anni e mezzo potessero cambiare una persona. Seifer Almasy Deling era un uomo mirabile ormai. Ed i suoi sentimenti, qualunque essi fossero, per Quistis sembravano essere... assoluti, considerando che egli non mostrava nessun serio interesse per altre donne. Peccato, pensò mentre guardava ancora una volta il suo profilo.

Ma in fondo, Trepe, o Trabia o comunque si facesse chiamare adesso, meritava un po' di felicità.

Come ci si aspettava, la Lagunarock si ruppe alle sedici e ventitré, quando erano sulla via di ritorno per Balamb. Seifer riuscì ad atterrare senza problemi e guardò Shu seduta al posto di copilota. Sospirò. "Bene, possiamo sottoporre ancora ai quiz i nostri candidati," le disse in maniera ottimista, slacciandosi la cintura di sicurezza.

"Tutti fuori dal veicolo," disse nel sistema di altoparlanti.

Tutti si radunarono fuori e Seifer guardò i candidati. "Adesso che si fa?"

Fu una dolce voce femminile a parlare. "Troviamo il Garden più vicino e facciamo rapporto, professore."

"Bene, e sarebbe il Garden di Trabia. C'è una foresta di chocobo lì vicino, circa tre chilometri ad est. Ho cinque erbe ghisal e se vi sedete in due per animale, nove di voi e Shu possono farcela fino a Trabia sul chocobo entro..." Controllò le coordinate sul localizzatore. "...due ore. Io mi incamminerò a piedi. Shu, fai rapporto alla Preside quando arrivate e dille della nostra situazione e chiedile di mandare un mezzo di trasporto per me."

Shu annuì e Seifer le porse le erbe ghisal, una mappa ed un localizzatore. "Cerca di sbrigarti. Abbiamo circa due ore prima del tramonto, a quanto pare, e io ho paura del buio," scherzò.

Ciò allentò un po' la tensione, e gli studenti e Shu partirono con determinazione e alacrità.

Seifer li guardò allontanarsi. Avrebbe dovuto saperlo. Prese il suo comunicatore.

"Leonhart..." La comunicazione fu accettata.

"Mi stavo chiedendo perché tu mi abbia lasciato prenderla senza nessuna preoccupazione. Squall, davvero, non avresti dovuto."

"Lascia che sia io a deciderlo. Stammi bene, Seif. Non scalfire la mia piccola."

"La tua piccola è rovinata e sporca. E non la riavrai integra," disse Seifer.

Squall rise.

"...Grazie."

Dall'altra parte della linea, Squall rimase il silenzio per la sorpresa, e prima che potesse dire qualcosa Seifer chiuse la comunicazione. Poi rise, e ritornò alle delizie del suo lavoro quotidiano.

Seifer si incamminò.

Quistis.

L'aveva reso così frustrato nelle ultime tre settimane che era stata a Balamb. Era stato molto, molto più facile fare pace con Squall e gli altri. Erano stati molto più... stabili. Ma la turbolenta Quistis era l'unica che non era andata avanti con la sua vita. Ogni sguardo di sdegno, disgusto e rigetto lacerava qualcosa che era molto fragile dentro di lui, e che soltanto adesso stava realizzando cosa fosse: la sua capacità di voler bene.

No, non la amava. Ma le voleva bene. Molto, perché sembrava averne bisogno più di tutti e lui sapeva cosa ciò significasse.

Il suo localizzatore diceva che si trovava a tre ore e mezza di cammino da Trabia, supponendo che non trovasse mostri. Dato che l'ultima volta che aveva davvero avuto un GF in junction era stata prima di Artemisia, non usava la junction nemmeno ora. Diablos e Incontri Zero rimanevano a Balamb. Sarebbe stato un lungo viaggio e doveva rimanere al caldo. Sperava di arrivarci prima di sera; Trabia era fredda senza sole e lui non era adeguatamente vestito per quel clima.

Si aspettava che lei facesse con calma a mandargli rinforzi, però.

Non lo deluse. Due ore più tardi il suo comunicatore suonò. "Deling..." disse.

"Insegnante."

"Preside," rispose lui. "Che bello risentirti," disse in modo sarcastico. Non era di buon umore. Le battaglie erano state abbondanti nel pomeriggio, e combattere nell'oscurità non era nei suoi programmi. Sapeva che lei provava risentimento per lui, ma non meritava di essere torturato con le battaglie e il freddo.

"Abbiamo bisogno delle tue coordinate. Sta per arrivare un mezzo."

"A345.54 e M9200.3."

"Ti raggiungerà a breve. Fai rapporto al mio ufficio quando arrivi."

"Non vedo l'ora," replicò in tono pungente.

La comunicazione si chiuse con un duro click.

Perché le aveva permesso di dargli sui nervi? Il sarcasmo era un'abitudine del passato, e sebbene lo usasse con gli altri adesso, era a malapena così amaro.

Ma gli altri non l'avevano lasciato a badare a se stesso in una terra desolata.

Sembrava la stessa di quando era partita. Peccato, sarebbe stato meglio se lei avesse amato un po' la sua attuale posizione. Ma sembrava più un'aspra esule da Balamb piuttosto che l'illustre Preside di Trabia.

Fedele alla parola di Quistis, un veicolo lo raggiunse un'ora e quindici minuti più tardi, Seifer entrò nel Garden di Trabia e fu scortato all'ufficio del Preside.

"Sarà subito da te."

Seifer annuì. "I miei studenti?"

"Si stanno riposando e preparando ai festeggiamenti di questa sera."

"Festeggiamenti?"

"Il primo diploma nella nuova Trabia. Anche tu, Insegnante, sei stato invitato a partecipare."

"Grazie."

Momentaneamente, fu lasciato solo in ufficio e colse l'opportunità di ispezionarlo. L'ufficio era organizzato e pulito. Era anche particolarmente freddo e scarsamente decorato. Testi di guerra, storia e strategia erano allineati sugli scaffali. Non c'erano fotografie. Una finestra offriva una vista dell'intero Garden, e poteva vedere i preparativi in corso nel cortile per la celebrazione della sera.

La sua scrivania era disgustosamente pulita. Prese un biglietto da visita. Si faceva chiamare ancora Quistis Trepe. Afferrò fra le dita il sigillo d'oro del Garden di Trabia e tracciò le lettere in grassetto. Si mise in tasca il biglietto e ne prese un altro. Squall avrebbe potuto volerlo vedere.

"Insegnante Deling, confido che il viaggio di ritorno sia stato pacifico?"

Seifer si voltò verso la donna appena entrata, vestita con l'uniforme SeeD di Trabia nera e bordaeux. Aveva fatto un passo in avanti nel vestire rispetto alla sua prima uniforme da combattimento, ma lo sguardo era troppo freddo e calcolatore. Lei non incrociò i suoi occhi e fece un gesto a ignorare il saluto militare che lui le rivolse. "Scialba oltre ogni parola, Preside Trabia," replicò lui calore.

Il calore della sua voce causò il tremore delle mani di lei per una minima apprensione, e la pronuncia di quel nome la mise a disagio. "Shu ha spiegato la situazione. Ho contattato il Preside Cid e l'ho informato del tuo problema."

"Grazie."

"Un SeeD ti raggiungerà al cancello di fronte e ti porterà con la tua squadra e un meccanico alla tua nave Lagunarock domani mattina alle otto. Il meccanico dovrebbe riuscire ad aggiustare il veicolo, e dovreste arrivare a Balamb entro sera."

"Grazie."

"Bene, se è tutto, sei congedato. Buona sera, Insegnante Deling," disse voltandosi verso la finestra.

Seifer la guardò e rifletté. "Dirò loro che li saluti con affetto," disse con piena soddisfazione di sé.

Vide la sua schiena irrigidirsi prima di voltarsi ed uscire.

Sapeva che lei probabilmente non voleva che lui partecipasse, e per questo motivo decise che era assolutamente necessario.

Si era incuriosito riguardo la nuova struttura di Trabia ed aveva fatto una passeggiata immediatamente dopo il colloquio con Quistis. Era stato un modo per rilassarsi ed entrare nella nuova palestra, nelle classi estremamente raffinate e tecnologicamente avanzate, nella fredda e incisiva biblioteca ed nel Centro Addestramento così ordinatamente organizzato. La struttura era stupefacente. Insegnare lì doveva essere un sogno.

Ma lui aveva altri interessi quella sera: cogliere i pettegolezzi sulla Preside nei corridoi.

Non ci fu molto tempo per raccoglierne, dato che tutti erano anche presi dalla preparazione del ballo SeeD di quella sera. Lei era ammirata e rispettata, ma manteneva le distanze da tutti. Gli insegnanti notarono che lei intendeva gestire una sua classe nel semestre successivo, particolarmente rigoroso nell'addestramento. Gli studenti erano eccitati ed intimiditi.

Così ritornava a insegnare. Era perfetto.

Secondo altre fonti, lei aveva un buon rapporto con lo staff, ma non socializzava mai. Non era considerata un tipo orgoglioso, ma impegnata.

Impegnata in cosa?

Seifer entrò nella sala da ballo di Trabia e vi trovò i suoi studenti. Subito li salutò ed essi furono felici di vedere il loro insegnante sano e salvo. Seifer si mosse attraverso la folla, si concesse di flirtare un po', e vide Shu in mezzo ad un piccolo gruppo di giovani donne molto carine; riconobbe alcune come insegnanti con cui aveva parlato prima, e si autoinvitò a conversare con fascino e semplicità con loro.

Fu così che Quistis lo vide quando entrò. Vivace. Affascinante. Si accigliò, ma poi lo ignorò mentre avanzava attraverso la folla, congratulandosi con la sua prima classe di studenti diplomati.

Ancora in uniforme, pensò lui. Mentre gli insegnanti erano in abbigliamento più comodo, Quistis era austera e professionale. Nonostante gli studenti apprezzassero i suoi auguri, poté notare che non erano particolarmente amichevoli con lei.

"Scusatemi, signore," disse allontanandosi dal gruppo.

Shu osservò con divertito piacere mentre lui si muoveva attraverso la folla. "Così è questa la storia della Preside..." rifletté un'insegnante.

"Ci si aspetta che lei faccia fare la marionetta al migliore..."

"Ma non sembra che lei tiri molto le corde..."

Lei aveva terminato il suo giro e stava per andarsene quando sentì battere sulla sua spalla. Prima ancora di voltarsi sapeva che era lui. Si voltò rigidamente.

"Non hai ballato," notò Seifer.

Non aveva avuto altra scelta se non quella di indossare l'uniforme SeeD, poiché era quello che indossava al suo arrivo. Ma si era ripulito un po' e sapeva che lei era sorpresa del suo ordine.

"Sono Preside. Non devo."

"Balla con me." Le prese la mano. Lei ritirò istintivamente la mano, ma la presa di lui rimase ferma. Nessuno l'aveva toccata, al di là delle semplici strette di mano, dall'ultima volta che lui l'aveva toccata nella sala pesi. Il tocco era sconvolgente come lo era stato in passato.

"Sta' attento a quello che fai, insegnante. Mi alleno ancora," lo canzonò lei.

Ci avrebbe scommesso. Si chiese se lei era più al sicuro adesso di prima; essere Preside significava che non doveva fare rapporto a nessuno, se scappava all'Isola più Vicino al Paradiso o all'Inferno. Ovviamente il suo lavoro non la impegnava abbastanza. "Un ballo." Le strinse la mano dolcemente.

"No." Questa volta strattonò la mano con più forza, e si voltò.

"Mi sposi?" le chiese speranzoso mentre lei fuggiva via.

"No."

Nonostante non avesse avuto nessuna gratificazione nel vederla sorridere sarcasticamente, come aveva desiderato (aveva sorriso così poco nell'anno appena passato, lo poteva proprio dire), sarebbe stato contento di sapere che lei rise davvero quella notte, nell'oscurità, guardando i festeggiamenti, e forse lui stesso, dalla sicurezza della finestra del suo ufficio.

Era amara, ma vi era anche una nota di divertimento che lei non sentiva da tempo.

Il giorno dopo, alle diciotto e trenta la Lagunarock atterrò sulla pista del Garden di Balamb.

Squall, Edea, e Cid accolsero l'aeronave. Gli studenti fecero il saluto e furono congedati. Shu sorrise a Cid e preparò un resoconto per dopo.

Ed ecco Seifer, che uscì dalla Lagunarock per ultimo. Abbracciò Edea e strinse le mani a Squall e Cid.

"Successo?" chiese Cid.

"La tua missione, sì. Quella di Squall no."

Squall gettò indietro il capo e rise. "Penso che quest'uomo meriti una birra."

"Più di una. Paghi tu, a proposito."

"Seifer, voglio vederti domani mattina presto. Qualsiasi ora andrà bene. Shu rivelerà stasera i risultati dell'esame SeeD dei tuoi studenti, ma c'è qualcos'altro di cui vorrei discutere domattina."

"Vedrò comunque più tardi come sono andati i miei studenti, ma domani mattina va bene."

Squall e Seifer si allontanarono mentre Edea si avvicinava a Cid. "Come pensi sia andata?"

"La mia missione o quella di Squall? Immagino che entrambe abbiano avuto successo a loro modo."

"Non mi è sembrato molto ottimista su Quistis..."

"Questo perché non ha letto l'offerta che il Garden di Trabia ha fatto questo pomeriggio per il nostro giovane insegnante Deling. Sembra che vogliano alcuni SeeD esperti di gunblade, e sono rimasti impressionati da quello che hanno visto dagli studenti di Seifer ieri."

Gli occhi di Edea si spalancarono. "Mossa azzardata."

"Strategica, semmai. Vuole esperti di gunblade. È folle tenerli tutti a Balamb. Se vuoi vederla dal punto di vista romantico, sì. Ma io fatico a pensare che lei l'abbia fatto per un sentimento romantico."

Furono tutti promossi. Seifer sorrise pigramente. Eccellente. Sapeva di aver conquistato Shu ormai. Quindi qual era la prossima sfida? Seifer aveva disegnato attentamente i suoi piani a Balamb negli ultimi due anni e mezzo, conquistandosi a poco a poco il rispetto dei suoi compagni. Ma adesso, finalmente, ce l'aveva fatta.

Cosa doveva sfidarlo adesso?

Alle otto della mattina seguente si presentò all'ufficio di Cid, fischiettando una canzoncina allegra da pescatore. I corridoi pullulavano di conversazioni sull'imminente serata di celebrazioni per i diplomi.

"Buongiorno, insegnante Deling."

"Buongiorno, Preside."

"Noto che sei contento del successo dei tuoi studenti."

Lui scrollò le spalle, disinvolto. "Sapevo che sarebbero stati promossi tutti. Li ho addestrati duramente, e non si sono lamentati, e hanno ubbidito. L'hanno meritato."

"Ti fa onore credere nei tuoi studenti."

"Se lo sono guadagnato."

"Come insegnante, il tuo progresso è stato enorme. Hai iniziato con un ruolo davvero particolare, quando ci hai sorpreso tutti dimostrandoti già abbastanza esperto nell'insegnamento. Non mi aspettavo che migliorassi, ma lo hai fatto, e i tuoi insegnamenti sono diventarti motivo di orgoglio a Balamb."

"Grazie."

"Altri hanno notato il tuo valore.. " disse Cid, facendo il collegamento. "Mi è arrivato questo ieri pomeriggio." Allungò il documento a Seifer.

Seifer riconobbe l'intestazione di Trabia in alto nella lettera, dall'apparenza ufficiale.

"Leggila ad alta voce, insegnante."

"Caro Preside Cid. È giunto alla nostra attenzione che uno dei vostri insegnanti, Seifer Almasy Deling, ha fatto un lavoro eccezionale nell'ambito dell'insegnamento SeeD nella tecnica del gunblade. Dopo il successo di Trabia per il conseguimento dei diplomi della sua prima classe SeeD proprio ieri, Trabia vorrebbe estendere i suoi confini di studio e continuare a migliorare la sua qualità d'insegnamento. Cogliamo questa opportunità per informare Lei e l'insegnante Deling che il posto di Capo Insegnante è disponibile in questo momento, e vorremmo che egli si proponesse..." A Seifer mancò la voce e guardò Cid con occhi luccicanti ed eccitati.

"Capo Insegnante, eh? Devono davvero volerti," disse Cid modestamente.

"Non avrei mai pensato..." mormorò. Scorse velocemente la parte finale della lettera. Cordialmente, Quistis Trepe.

Il viso divenne roseo e gli occhi scintillarono. Aveva finalmente guadagnato il suo rispetto?

"Capo Insegnante?" ripeté tra sé e sé Seifer.

"Nessuna garanzia. Come si evince dalla lettera è semplicemente una proposta per un'eventuale domanda di assunzione, ma anche se non dovessi ottenere il posto, penso che Trabia vorrebbe assumere un esperto di gunblade. Non posso farci andare Squall, dato che si è assunto alcuni dei miei compiti..."

"Stai cercando di rovinare la mia parata?" chiese Seifer sogghignando. "Devo dirlo agli altri." Allungò la mano attraverso la scrivania per scuotere vigorosamente quella di Cid.

Cid sorrise mentre l'esuberante uomo si precipitava fuori dalla stanza.

"Pensi davvero che ci sia competizione per quel posto di Capo Insegnante?" chiese Edea, entrando nell'ufficio dal loro appartamento.

"Ci sono una o due persone eccellenti tra i ranghi del Garden di Galbadia, ma penso che si possa dire che Seifer otterrà quel posto."

Edea sorrise. "Non penserai che lei davvero..."

"Lei probabilmente ha avuto voce in capitolo, ma penso che sia stata una scelta dello staff femminile. Potrei aver... messo un po' alle strette Shu sulle operazioni del nostro insegnante durante la sua permanenza a Trabia."

"Ma lui pensa che sia stata lei."

"Sì, direi di sì," replicò Cid.

"Non roviniamogli tutto."

"Sembra divertente, tesoro."

"Accetterai?" chiese Selphie eccitata, mentre Seifer la faceva girare fra le sue braccia.

"Decisamente mi proporrò, come minimo."

Selphie strillò di gioia quando lui la inclinò eccezionalmente in basso. "Sei così felice!"

"Non capita tutti i giorni che mi si offra un posto da Capo Insegnante da qualche parte..." disse Seifer scherzoso.

"Sei sicuro che non sia perché una certa persona ti ha chiesto di essere il suo Capo Insegnante?" lo stuzzicò lei.

Seifer rise. "Forse."

"Wow... parla del diavolo."

"Cerco di non farlo... porta sfortuna..." disse lui.

"No, Seif, guarda."

Seifer guardò l'ingresso, che Selphie indicava con il dito. Quistis Trepe, naturalmente in uniforme SeeD, stava sulla soglia, fiancheggiata da entrambi i lati dai SeeD di Trabia.

Cid in quel momento la stava salutando, e Seifer si voltò di nuovo verso Selphie.

"Forse dovremmo smettere," disse Selphie, notando una leggera tensione della sua mascella, ed il debole scintillio dei suoi occhi. Era confuso.

"No, finiamo questo ballo."

I SeeD di Trabia che erano arrivati con lei si mescolarono alla folla, e lei stava ora parlando con Squall, che la prese affettuosamente fra le braccia. Seifer la osservò con un pizzico di dolore, ma ridacchiò quasi quando la vide irrigidirsi fra le braccia di Squall. Decisamente non una persona aperta.

Si avvicinò finalmente ai due.

"Seif! Guarda chi è venuta a trovarti!" disse Squall insinuante.

Quistis spostò il peso, imbarazzata, ma il rifiuto avrebbe solo attirato attenzione.

"Senti, Squall, puoi lasciarci un minuto?" chiese Seifer.

"Se pensi che ci voglia così tanto." Sorrise, fece l'occhiolino a Seifer, e se ne andò.

Seifer guardò Quistis Trepe, il cui sguardo rimase fisso appena sopra la sua spalla destra. "Preside," disse con un piccolo inchino.

"Insegnante," rispose lei, annuendo.

"Ti piacerebbe ballare?"

"Sono venuta qui per chiarire una questione che ha creato confusione."

Seifer si accigliò. "Andiamo fuori sul balcone allora e parliamone." Le porse la mano gentilmente, ma lei non la prese. Così lui si voltò e si incamminò, consapevole del rumore dei tacchi di lei dietro di lui.

"C'è qualcosa che non va, Preside?" Si voltò verso di lei, sul balcone.

"Non volevo mandare un'altra comunicazione scritta, perché avrebbe complicato le cose, così ho deciso di affrontare io stessa il problema. So che ieri ti è stata inviata una lettera per espresso, che ti offriva il posto di Capo Insegnante al Garden di Trabia."

"È così."

"L'offerta in effetti è reale, ma volevo chiarire una cosa. Non ho proposto io di offrirti il posto: è stato lo staff."

In quel momento incontrò gli occhi di lei, nascondendo la sua delusione.

"Volevo che tu lo sapessi prima che ti facessi delle... illusioni. L'offerta che ti è stata fatta non è in nessun modo personale."

Lui la prese con leggerezza. Prenderla seriamente avrebbe reso la delusione troppo dolorosa. "Sei venuta fin da Trabia per dirmi che non eri interessata a me in maniera romantica."

Lei esitò. "Sono stata invitata ai festeggiamenti. Era solo una questione che occorreva chiarire e ne ho avuto la possibilità..."

"Come se il sapere che tu o il tuo staff mi ha offerto il posto facesse differenza..." disse sorridendo, facendosi più vicino a lei, dolcemente

Lei indietreggiò e replicò freddamente. "Non sono sicura se la faccia, ed è per questo che volevo chiarire la faccenda."

"Non sei venuta qui perché eri interessata alle mie emozioni, allora..." chiese in tono basso e provocante.

"No, naturalmente." Lei indietreggiò ancora ritrovandosi bloccata contro il muro.

Lui abbassò il capo verso il suo orecchio, mentre lei spostava di nuovo il peso, a disagio. "Bene." Le sue labbra le sfiorarono il lobo dell'orecchio.

Immediatamente, venne respinto con forza e Quistis lo guardò sdegnata.

Era un senso di claustrofobia per lei; disse al battito del suo cuore di rallentare il ritmo. Si voltò, chiuse gli occhi, senza interessarsi alla sua presenza.

Quando aprì gli occhi di nuovo, lui se ne era andato e quando lei entrò nella sala da ballo e lo vide ancora, stava flirtando con una delle SeeD che lei aveva portato con sé a Balamb. Mise il broncio. Bene, la questione era conclusa.

*****
Nota della traduttrice: i primi due capitoli erano già stati tradotti, uno da Erika e uno da Giuditta. In occasione dell'aggiornamento, i capitoli sono stati rivisti e ripubblicati da me. Le recensioni ricevute finora e quelle inviate d'ora in poi verranno tradotte a fine storia e inviate all'autrice originale. Grazie a tutti e alla prossima! - Alessia Heartilly

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Frustrazione ***


WISHES
scritta da Crysty, tradotta da Erika, Giuditta e Alessia Heartilly
Capitolo 3: Frustrazione

Tre mesi dopo
Il Capo Insegnante Seifer Almasy Deling si presentò alla sua nuova classe di trenta studenti di Trabia.

Quistis guardò il suo annuncio, vide l'espressione di assoluto incanto sul viso delle studentesse, e si chiese se avesse fatto la scelta giusta nel lasciarlo entrare nella sua accademia.

Era di gran lunga la persona più qualificata per quel lavoro. Questo lo sapeva. Lo guardò attentamente; sì, aveva fatto la miglior scelta possibile. E lui si sarebbe comportato bene, proprio come aveva fatto a Balamb.

Questo era ciò che la preoccupava.

L'idea di... Seifer Almasy Deling che si comportava... a quel modo... nel suo Garden le faceva rivoltare lo stomaco. Ma il Preside Cid le aveva detto che anche se Seifer si comportava con più disinvoltura della maggior parte degli insegnanti, i suoi risultati erano assolutamente di qualità. E le era stato detto anche che, anche se flirtava con molte donne, non era mai davvero uscito con nessuna.

Lei non si chiese mai perché. Mai.

Quando la lezione terminò per il pranzo, gli studenti si misero ordinatamente in fila per uscire dall'aula. Alcune delle studentesse più coraggiose gli augurò buon appetito, e dissero che speravano di vederlo alla mensa. Lui sorrise pigramente.

Poi andò alla scrivania dove ora stava seduta Quistis; fissava nel vuoto, sprofondata nei suoi pensieri. "Stai cercando di adulare l'insegnante?" la stuzzicò.

Lei sbatté le palpebre e spostò gli occhi su di lui.

"La lezione è finita. Se stati sognando ad occhi aperti, credo di non aver fatto un gran buon lavoro."

"No, sei andato bene." Lei si alzò, tirando fuori la sua agenda digitale. "Avevo solo un po' di pensieri."

"Riguardavano me?" le chiese lui con un sorriso malizioso.

"Ah, ti piacerebbe saperlo, eh?" Le parole le erano sfuggite prima che lei potesse pensare, e il sorriso era sul suo volto prima che se ne accorgesse. Erano parole sarcastiche, ma entrambi riconobbero il tono di compassione e scherzo, gestito con un po' d'imbarazzo dopo la mancanza d'uso.

Lui sorrise con calore. "Beh, che fai adesso?"

Lei cambiò argomento con disinvoltura. "Una classe di gunblade composta al sessantacinque per cento da femmine. Attento a come ti comporti, professore. Non accetto gli amoreggiamenti dello staff."

"Io voglio solo amoreggiare con un'altra persona," rispose lui con un tono più basso e più intimo.

"Risparmiatelo."

"Lo faccio, per te."

Lei mise il broncio e se ne andò.

*~*~*~*~*

Lui aveva chiesto di assistere a una sua lezione, educatamente. Anche se Quistis sapeva di non poter rifiutare senza sembrare maleducata, ci aveva provato. Era stato lì che lui aveva tirato in ballo il rango: la sua visita ora era una valutazione.

"Valutazione dell'insegnante un cazzo!" borbottò lei sottovoce, abbottonandosi l'uniforme. Controllandosi allo specchio, si assicurò di avere i capelli perfettamente tirati all'indietro, e che l'uniforme fosse a posto.

Entrò nella mensa per fare una colazione veloce (e con un'imprecazione sotto voce quando lo vide a chiacchierare con un gruppo di due insegnanti, quattro studenti e due SeeD, tutte femmine).

Andò poi nel suo ufficio per controllare la posta, solo per infuriarsi nel vedere che lui le aveva mandato un promemoria ufficiale della sua valutazione.

Per le nove era arrabbiata e schiumante mentre entrava in aula. Non era nulla che i suoi studenti avessero mai visto: la Preside Trepe non era mai arrabbiata.

Doveva calmarsi! Si sedette alla sua scrivania, chiuse gli occhi e si disse che sarebbe stata calma. Quando li aprì, riuscì a reprimere il broncio che sentì salirle al viso quando lui entrò nella stanza

e andò a sedersi in fondo. Gli studenti stavano tutti sussurrando.

"Iniziamo."

Si costrinse a rilassarsi e si perse nella storia di Shiva.

Era sempre stata impressionante a vederla, rifletté lui. Calma, equilibrata e molto sicura di sé. Sì, avrebbe adorato continuare a fare lezione con lei. Ora considerava i vantaggi dell'uniforme SeeD, era stretta. Le abbracciava le curve del torso come una secondo pelle, accarezzava la curva del fianco così meravigliosamente.

Sapeva che lei preferiva i pantaloni, e che aveva inviato una richiesta al Quartier Generale SeeD per cambiare la divisa... ma fino a quel momento, un Preside aveva dei doveri, e rispettare le regole era tra questi. A lui piaceva questo dovere. Gli permetteva di godersi il fatto che le gonne arrivassero a metà coscia, e rivelassero quelle lunghe e bellissime gambe toniche... accentuate dagli stivali con il tacco alto.

Lei sentiva i suoi occhi percorrerle la pelle. Non interruppe la lezione, ma non guardò nell'angolo in cui stava seduto lui per il resto del tempo. Quando terminò si schiarì la gola. "Se è tutto, possiamo iniziare l'esame sulla storia di Galbadia tra cinque minuti. Potete usare quella piccola paura per fare due chiacchiere o prepararvi."

Si sedette alla sua scrivania, apprezzando infine il santuario di qualcosa che gli bloccasse la vista. Incontrò i suoi occhi, gli lanciò un'occhiataccia gelida e preparò le domande per l'esame orale.

Non lasciò la scrivania fino a quando lui uscì dall'aula, con un compiaciuto, "ottima lezione, professoressa. Ma penso che tu stia un po' troppo dietro la scrivania."

*~*~*~*~*

Tre mesi dopo
"Seifer Deling, su raccomandazione del Presidente, ti abbiamo eletto Ambasciatore di Galbadia. Il tuo compito, se accetterai, è negoziare un trattato di pace tra la nostra nazione e le altre nazioni del mondo. Si parla seriamente di tenere degli incontri da un po'; pensiamo che Galbadia sia infine nella situazione in cui possa gestire in modo maturo i problemi che ci hanno lasciati i predecessori."

Seifer Deling era in piedi nel mezzo della stanza elegantemente ammobiliata. Sui due lati della stanza c'erano trentacinque scrivanie di legno per lato, tutte occupate dalla Camera e dal Senato di Galbadia.

Lui fece un inchino, sorpreso. Quando era stato chiamato negli uffici della Capitale, quel giorno, gli era stato detto che la sua presenza era della massima importanza. Non aveva immaginato che gli sarebbe stata offerta la responsabilità della pace mondiale.

Assorbì la notizia lentamente, con incredulità. Qualcosa nel suo profondo fremette. Il mondo avrebbe voluto che l'uomo che aveva quasi distrutto il pianeta cercasse la pace mondiale?

Sapeva che il suo duro lavoro e la sua dedizione negli ultimi anni gli avevano fatto guadagnare molto terreno con la popolazione mondiale. Ma anche se spesso ci si lasciava il passato alle spalle, ci doveva essere un certo... ricordo. La sua preoccupazione era evidente nella sua espressione.

"C'è qualche problema, signor Deling?" chiese il Vice Presidente.

Seifer si schiarì la gola, e rispose nella maniera più disinvolta possibile. "Ho solo paura della credibilità che Galbadia riceverà; la sua storia con le nomine degli Ambasciatori di pace non è stata esattamente esemplare, e avete appena scelto l'uomo che ha quasi distrutto il mondo quattro anni fa."

Il Vice Presidente rifletté sulle parole di Seifer. "Signor Deling, la tua preoccupazione mostra che sei un brav'uomo. Galbadia stessa ha avuto una storia lunga e dura nelle negoziazioni di pace. Il mondo non ha dimenticato e o Galbadia, ma sia tu che la nazione siete maturati e cambiati. Sentiamo che tutti siano pronti, signor Deling. Non c'è una persona migliore per questo lavoro. Siamo tutti d'accordo."

Seifer deglutì. "Dovrò consultarmi con la Preside a riguardo dei miei compiti a Trabia. Ho bisogno di tempo."

"Il mondo aspetta, signor Deling. Hai fino alla settimana prossima per decidere."

Seifer fece un inchino.

*~*~*~*~*

Seifer si tolse la cravatta dal collo, e si asciugò la fronte.

"Lo sapevo! Lo sapevo!" Una ragazza bruna con un abito azzurro chiaro gli si fiondò tra le braccia. "Rinoa..."

Il Senatore per la Repubblica(1) di Balamb sorrise a sua volta. "Sapevo che avresti avuto il lavoro, lo sapevo!"

Squall si unì ai due. "Congratulazioni, Seifer. Hai tanta strada da fare, ma sono sicuro che tu possa farcela."

"Hey, hey. Non ho ancora accettato."

"Signor Deling?"

"Signora Presidente," disse Seifer inchinandosi.

Grabriela de Witt sorrise. La De Witt era speciale; dopo aver vinto le elezioni con uno scarto del dieci per cento, aveva sorpreso la nazione stabilendo assemblee generale delle due branche legislative ogni due settimane.

"Sono euforica: il Senato e la Camera hanno scelto di approvare la mia nomina," disse, in parte a Rinoa.

"Quando ho presentato un candidato simile, ci sono state poche obiezioni."

Seifer alzò gli occhi al cielo, preoccupato e in silenzio, prima di chiedere, "ma il fatto che ho cercato di uccidere della gente, persino te," disse rivolto a Rinoa, "vi è completamente sfuggito di mente?" chiese.

"Non dubitare dei doni offerti dalla Vita. Sei nato per la nobiltà. Dicevi sempre di voler essere un Cavaliere. Ecco la tua occasione!" disse Rinoa con entusiasmo. "Seifer, abbiamo continuato tutti con la nostra vita. Hai continuato anche tu. Puoi mostrarlo al mondo."

"Se devo sentire altre parole sul cogliere l'attimo e la possibilità di cambiare le vite delle persone per sempre, urlerò." Seifer alzò di nuovo gli occhi al cielo.

Grabriela rise. "Seifer, ti ho scelto perché sei affascinante, determinato, e un rompiscatole nelle negoziazioni. Se c'è qualcuno che sa assicurarsi con diligenza che tutti abbiano esattamente la loro parte, quel qualcuno sei tu."

Quel ragionamento lo rassicurò un po' di più. "Tu vuoi che lo faccia io solo perché non vuoi che le altre nazioni ci schiaccino con gli accordi," rispose sorridendo.

Gabriela sorrise amaramente. "Beh, Galbadia ha commesso un certo numero di crimini nel passato. Ci sono alcune nazioni, di cui sono sicura tu sia già a conoscenza, con cui sarà molto difficile negoziare. Una delle ragioni per cui abbiamo bloccato le negoziazioni è semplicemente che non avevano il denaro per i risarcimenti, tanto per cominciare..."

Seifer lo sapeva, ovviamente. Ecco perché era stato eletto Ambasciatore. "Dollet sarà difficile. Forse accetterò l'incarico solo per questa sfida."

"Seifer adora le sfide," disse maliziosamente Rinoa.

Gabriela guardò suo marito, che si era avvicinato a lei. "Zone, perché ci hai messo così tanto? Mal di pancia?"

"No, qualcuno aveva problemi con il codice. Ho dovuto occuparmene prima di chiudere la giornata..."

Gabriela baciò suo marito e scrollò le spalle. "Io vado. Il signor De Witt e io abbiamo una cena a cui partecipare," disse sorridendo con affetto.

"Squall e io dobbiamo tornare al Garden. Cid voleva vederci stasera per qualcosa," disse Rinoa, e se ne andarono.

"Esame SeeD domani," disse Seifer. "E una classe ora al settantacinque per cento femminile che sente la mia mancanza."

Gabriela rise, e rifletté sull'affascinante giovane uomo. "Seifer, penso che sia ora che ti sposi."

Seifer scrollò le spalle, minimizzando il suo commento con un sorriso. "Probabilmente."

"Posso suggerirti qualche posto da cui cominciare..." sorrise lei, iniziando a considerare le possibilità.

"Nah. Ho già la mia sposa in mente."

*~*~*~*~*

C'era un gruppo di dieci ragazze che andava a correre con lui tutte le mattine. Lui non le aveva invitate; loro si erano semplicemente unite a lui. Proprio come si univano a lui a pranzo, in mensa, come si univano a lui nella sala pesi quando si addestrava.

Adesso lei lo guardava dalla sua finestra. Era appena tornato da un viaggio di una giornata a Deling City, ed era ancora vestito formalmente. Si rese conto di non averlo mai visto in un completo.

Era affascinante. Distinto. Non aveva l'informalità del suo solito soprabito e della maglia nera, e non aveva la rigidità della sua uniforme SeeD.

Lui era nato per indossare un completo da uomo. Sembrava anche più avvicinabile, affascinante nel suo abito color carbone, con il soprabito che gli penzolava pigramente dal braccio.

E il corpo studentesco femminile lo sapeva.

Era arrivato con mazzo di rose color lavanda. Le ragazze stavano tutte tubando tra loro.

Lei sapeva per chi erano i fiori.

Non aveva mai capito quella sua strana devozione per lei. Sospettò che lui la usasse come copertura. Non credeva nemmeno per un momento che lui avesse mai davvero sentito una qualsiasi sorta di affetto per lei.

Seifer disse qualcosa, in quel momento, che fece ridere tutte le ragazze, e alzò lo sguardo sulla finestra in cui si trovava lei. Lei fece un balzo indietro. Era troppo lontano per vedere all'interno, e il bagliore del sole nel tardo pomeriggio contro la finestra la proteggeva. Fece un profondo respiro, buttò fuori l'aria.

Lui adesso stava lasciando le studentesse, e si incamminava verso l'edificio amministrativo del Garden.

Si sistemò alla scrivania per controllare la sua agenda. La mattina dopo, presto, sarebbe andata con Seifer e i suoi studenti per il loro esame. Solitamente, il Capo Insegnante accompagnava gli studenti e i loro insegnanti per una valutazione senza pregiudizi, ma non sarebbe stato questo il caso. Quistis aveva considerato l'idea di chiederlo a un altro insegnante, ma Seifer le aveva chiesto di persona se poteva valutarlo lei. Era la sua prima classe, quindi doveva ammettere di essere curiosa come Preside.

Più tardi, quel pomeriggio, lui avrebbe dovuto fare il suo dovere di Capo Insegnante, e valutare gli studenti di Quistis.

Una giornata con Seifer-

Mise il broncio. Come aveva permesso che succedesse?

"Stai attenta. Se continui a farlo, potrebbe piacermi più dei tuoi sorrisi."

"Trito e ritrito," rispose lei. "Pensavo di aver detto a Gretle che non volevo essere disturbato."

"Io difficilmente disturbo," rispose lui gettando il soprabito sulla sedia davanti alla sua scrivania.

Elegante. Diplomatico. Pericolosamente... sexy. Lei non era stupida, sapeva che lui era molto sexy. Senza dubbio lui era stato pettinato alla perfezione, prima, ma il viaggio nell'hovercraft senza copertura gli aveva scompigliato i capelli, il che lo rendeva più... notevole del solito. I suoi occhi verdi e profondi luccicavano, adesso, mentre le offriva le rose. "Una vecchia signora mi ha attaccato in strada. Implorava che prendessi questi fiori. 'Dalli alla tua signora'. Ovviamente ho detto che non potevo prenderli. 'Alla mia signora non piacciono i fiori', ma ha insistito..."

Lei sapeva che era una bugia, ma il pensiero che lui avesse fatto così tanto per prenderle qualcosa era troppo disturbante per rifletterci. Prese i fiori, a disagio, assicurandosi che non si toccassero accidentalmente le mani. "...Grazie," disse mettendoli sulla scrivania.

Lui si accomodò sulla sedia e la esaminò.

Lei lo guardò. "Cosa?"

"Ti togli mai quella cosa?"

"Quando me ne metto una più pulita," rispose. "Perché non mi dici cosa vuoi e basta?"

Lui sollevò un sopracciglio.

"Oltre a quello."

Sorrise divertito. "Sono venuto a confermare l'esame di domani, e ho una proposta."

"L'esame è domani. E la risposta è no: lo è sempre stata e lo sarà sempre."

"Nonostante le tue supposizioni, la mia proposta è diversa, anche se ti ringrazio per aver chiarito la cosa. Mi stavo chiedendo se ti piacerebbe che i tuoi studenti venissero esaminati contestualmente all'esame dei miei. Si è appena presentata una missione più importante."

Quistis rifletté. "Va bene, professore. Ho preso nota. Notificherò immediatamente il cambiamento ai miei studenti."

"Quanti della tua classe faranno l'esame?"

"Cinque."

"Ne ho cinque anch'io. Penso che dovrebbe andare bene per la missione di cui ha parlato Squall oggi. Esthar ha richiesto l'assistenza dei SeeD nel recuperare la Lunatic Pandora da un gruppo di dirottatori ribelli che l'hanno presa con la forza cinque ore fa."

"Servono solo dieci SeeD?"

"Ho ottenuto una collaborazione sperimentale dagli altri Garden. Manderanno ciascuno cinque studenti per l'esame."

Lei annuì. "Fatto."

"Eccellente. Informo Squall e il Garden di Galbadia. Dovrebbero mandarli direttamente alla Lunatic Pandora."

"Va bene. Dove ci si incontra?"

"Ci incontriamo alla Lunatic Pandora alle sei. Partiremo domani mattina alle cinque e quindici."

"Va bene. Grazie, professore," disse lei con un gesto mirato a congedarlo.

Seifer si alzò per andarsene. "Oh, e Quistis?"

Lei reagì sentendo il suo nome. Nessuno, lì, la chiamava con il suo nome di battesimo. "Sì?"

"Il bagliore del sole protegge la tua sorveglianza solo di mattina," disse facendole l'occhiolino. "Mi sei mancata anche tu."

*~*~*~*~*

Alle quattordici, la missione era stata completata, e Quistis camminava esausta nei corridoi del Garden di Trabia verso la sua stanza.

Invece di vivere nella lussuosa suite per il Preside, Quistis aveva scelto la semplicità, e aveva preso una stanza modesta nel dormitorio singolo per gli studenti.

Doveva lodarlo per il suo insegnamento. I suoi studenti erano tutto quello che lei aveva sperato che fossero. Erano stati tutti promossi, ma la notizia sarebbe stata data più tardi. Quelle valutazioni ci sarebbero state dopo una doccia calda e un pisolino.

Alle ventitré si sveglio, e si imbronciò guardando l'orologio. Si mise l'uniforme, prese il blocco note pieno dei suoi scarabocchi professionali e andò in ufficio per battere a macchina le sue valutazioni. Mentre entrava nel dipartimento amministrativo, comunque, scoprì che una delle porte era aperta e che la luce era accesa. Quello del Capo Insegnante. Ci passò accanto, guardando all'interno.

Trovò il Capo Insegnante addormentato al computer, con le braccia piegate sotto la testa a fargli da cuscino.

Non si era nemmeno tolto l'uniforme; immaginava che avesse iniziato a lavorare non appena era tornato, ma che alla fine avesse perso concentrazione ed energia.

Seifer lavorava duro. Questo lei lo ammetteva. La sua vita come galbadiano gli richiedeva del tempo, e lei non era morbida nelle sue pretese sul suo ruolo di Capo Insegnante. Lui non si era mai lamentato, aveva solo gestito pazientemente il lavoro che lei gli aveva assegnato.

In realtà, non l'aveva mai visto non al lavoro. In quel momento, guardando il suo corpo accasciato sulla scrivania... non si era mai sentita in colpa prima, ma...

non gli aveva riconosciuto molte cose, ma le meritava. Seifer Almasy Deling era un insegnante dannatamente bravo, era una persona dannatamente bella.

Lo guardò per un momento, considerando l'idea di svegliarlo o di lasciarlo dormire.

Si schiarì la gola. "Professore?"

Silenzio.

Lo ripeté, più forte. "Professore?"

Lui aveva il sonno pesante, e probabilmente era estremamente stanco.

Gli posò una mano esitante sulla spalla. "Professore..."

Lui le afferrò bruscamente il polso, preparandosi alla battaglia. Quando la vide, la presa si allentò immediatamente e sorrise pigramente. "Mmmm... ma ciao." Aveva la voce roca per il sonno.

Fece tremare qualcosa, in lei; si disse che era senso di colpa. La colpa era meglio di qualsiasi altra cosa avesse in mente in quel momento. Tentò senza successo di ritrarre la mano dalla sua presa.

"MI dispiace," si scusò, accarezzandole la mano.

Le sue mani erano sorprendentemente morbide. "Io avrei fatto lo stesso," ammise lei rigidamente. Non aveva voluto essere così fredda; le era semplicemente uscita così.

Silenzio.

Lei continuò. "Ti sei addormentato alla scrivania. Ti farà male il collo."

"Grazie."

Lei si diresse all'uscita. "Va' a riposarti un po', professore. Quelle valutazioni devono essere pronte entro le dieci di domani mattina."

Uscì velocemente dall'ufficio.

Lui sorrise.

*~*~*~*~*

Penso che sia ora che ti sposi.

Seifer rifletté su quelle parole mentre Quistis Trepe entrava nel salone da ballo, ancora una volta con l'uniforme SeeD, esattamente un'ora dopo l'inizio della festa.

Con il suo incarico da Ambasciatore non aveva tempo per uscire con le donne, e tutte le frottole incluse nel corteggiamento.

Quistis non era stata molto lontana dal bersaglio quando aveva valutato come la considerasse lui. Lui la usava come uno scudo. Non aveva il tempo per una relazione, né aveva davvero interesse ad averne una. Non che lo odiasse... anzi, lei gli piaceva, in un modo un po' strano. Era interessante, ma era l'ultima persona che avrebbe considerata degna del tempo che richiedeva un investimento "finché morte non ci separi".

Sposato.

Rifletté. Nonostante tutte le argomentazioni razionali, l'idea in qualche modo lo affascinava. Non poteva spiegare perché, né sapeva dare una parvenza di logica al corso dei suoi pensieri pericolosi.

Seifer sorrise, però, e si allontanò dal muro con una spinta. Voleva ballare.

I suoi piedi non si stancavano mai?

Lei era imbronciata, nel buio del balcone. Voleva andarsene da un'ora. Ma non poteva farlo fino a quando non si fosse congratulata con lui. Era solo corretto, viste le difficoltà che gli aveva messo davanti.

Ma in quel lui stava sorridendo, un sorriso enorme da idiota, come un fottuto pagliaccio. Cosa diavolo stava facendo?

Lui aveva flirtato in passato, ma era sempre stato il tipo di ragazzo da giù le mani.

Ed eccolo lì, a ballare ogni canzone sia con insegnanti che con studentesse, facendole volteggiare e ridere e avere un'espressione di felicità sul viso disgustosa in maniera delirante. E permettendo loro di toccarlo, con carezze dolci, dita che picchiavano maliziose sulla spalla, sussurri pericolosamente vicini all'orecchio...

Non si comportava così in passato!

E se non intendeva uscire con nessuna di loro, perché le stava canzonando?

"Non lo sopporto..." borbottò sottovoce, camminando avanti e indietro. "Gli insegnanti SeeD non si comportano così, né nel mio Garden né altrove."

Si voltò di nuovo verso la finestra per guardarlo ancora, e imprecò quando si accorse che era scomparso.

"Dannazione!"

"Cerchi qualcuno?"

Lei sobbalzò, voltandosi lentamente per trovarlo appoggiato allo stipite.

Lo fissò duramente. "Vattene," mugugnò.

"Stavi giusto cercando me..." rispose lui uscendo sul balcone.

Lei chiuse gli occhi, concentrata. "Volevo congratularmi con me. Hai insegnato bene ai tuoi studenti."

"Grazie. Potrei dire la stessa cosa di te."

Lei annuì e si voltò per andarsene. Seifer si sentì invaso dal sollievo.

Non si era mai sentito così... teso vicino a lei.

Poi lei girò sui tacchi, e prima ancora di pensare sbottò, "spero che il comportamento di stasera fosse solo un'eccezione."

"Gelosa?" chiese lui sollevando un sopracciglio.

"Sei sempre stato al limite, ma stasera l'hai superato. Un insegnante non dovrebbe comportarsi come te con gli studenti," iniziò, disapprovandolo.

"Un insegnante di solito non si interessa ai suoi studenti. Io sì," rispose lui pigramente.

"Ti stai rendendo ridicolo, e rendi questo Garden un circo. Devi smettere con i tuoi... modi leggeri da celibe."

"Modi leggeri da celibe? Com'è adorabilmente antiquato. E che cosa farai? Sai che poi non vado fino in fondo." Fece un enorme sorriso. "Ti sto aspettando."

"Quindi adesso è colpa mia, perché non esco con te?" chiese lei, prendendolo sul serio.

Il lampo nei suoi occhi era pericoloso, ma non poteva mai dire no a una sfida o a un pericolo. "Se è vero... ti ho chiesto di sposarmi fin dall'inizio. Se mi avessi sposato forse non sarebbe successo nulla di tutto questo. Ma fino a quando non muovi il tuo bel culetto verso l'altare per me, beh... a un uomo piace l'attenzione."

Lei grugnì. "BENE!"

"Bene cosa?" chiese lui, con il cuore che batteva all'impazzata. Gli eventi avevano preso una piega orrenda.

Lei gli prese la mano, strattonò l'anello che lui indossava da quando aveva undici anni (che lei gli aveva dato prima che lui andasse al Garden... ma nessuno dei due lo ricordava) e se lo mise alla mano sinistra, glielo sventolò davanti alla faccia, si voltò e uscì.

Lui la guardò mentre lei uscì dal salone da ballo pochi secondi dopo una conversazione insignificante come una persona insignificante. O aveva appena avuto uno scoppio di Fujinismo, o... era fidanzato.

Era fidanzato. Merda, in cosa era andato a cacciarsi adesso?

Che cosa diavolo aveva in mente lei?

*~*~*~*~*

Quando si svegliò la mattina dopo, Quistis ricordò con perfetta chiarezza il momento in cui gli aveva tolto l'anello dal dito. Si controllò il dito per vedere se era stato solo un incubo.

Quando vide l'anello che le faceva l'occhiolino dalla mano sinistra, imprecò.

Non avrebbe ritirato la parola data, però. Era stata lei a cacciarsi in questo guaio.

Lo odiava. Lo odiava, e odiava la situazione, ma non avrebbe ammesso di sbagliarsi o di essere stupida.

Non era nemmeno ubriaca; forse, se fosse stata ubriaca avrebbe avuto una scusa.

Ma era perfettamente sobria!

"Cazzo." Lui l'aveva spinta a farlo, lo sapeva.

E ora era intrappolata-

Dannazione, Deling, che cosa vuoi da me?

*~*~*~*~*

Il matrimonio fu una cosa da poco che ebbe luogo a Deling City nel soggiorno della Residenza Deling, dove Seifer stava di tanto in tanto quando doveva passare la notte in città. Seifer aveva fatto preparare i documenti da un suo amico avvocato. Rinoa e Selphie avevano chiesto una cerimonia, quindi Seifer aveva ottenuto che il Magistrato degli Affari Familiari organizzasse una cerimonia civile.

Con le lamentele di Rinoa e Selphie, però, Quistis rimase irremovibile nel suo rifiuto di indossare un abito da sposa. Anzi, quando si fece vedere quindici minuti più tardi (un segno della sua riluttanza di sicuro, notò sarcasticamente Seifer) aveva la sua uniforme SeeD, il che deluse le signore, sorprese gli uomini, ma divertì Seifer.

Si scambiarono un'occhiata, e Seifer seppe che lei stava perdendo in fretta la pazienza. "Perché non vi sedete?"

Avevano invitato solo gli amici di Balamb, Cid ed Edea, e ovviamente Gabriela e suo marito. Quistis non voleva che ci fosse nessun altro presente, ma Seifer sapeva che Rinoa e Selphie lo avrebbero ucciso se fossero state escluse.

Gli ospiti si sedettero, come aveva chiesto Seifer, e lui prese il braccio della sposa e la portò davanti al Magistrato.

"Carissimi. Siamo-"

"Possiamo tagliare corto?" disse impazientemente Quistis. "Abbiamo di meglio da fare."

Il Magistrato guardò Seifer, che scrollò le spalle con un sorriso d'intesa.

Lei alzò gli occhi al cielo.

"Vuoi tu, Quistis Lauryn Trabia, prendere quest'uomo come tuo marito?"

Il nome le diede sui nervi. La risposta fu borbottata con decisione e seccamente. "Sì."

"Vuoi tu, Seifer Almasy Deling, prendere questa donna come tua moglie?"

"Sì." La sua espressione era imperscrutabile per la folla.

"Avete gli anelli?"

Seifer si mise la mano in tasca e ne estrasse due fedi nuziali di platino.

Lei prese l'anello che lui le diede.

"Ripeti dopo di me. Con questo anello io ti sposo."

"Con questo anello io ti sposo," disse lei in fretta, mettendogli l'anello al dito.

"Guardami," disse lui piano ma con decisione. Lei alzò lo sguardo, per la prima volta da quando era entrata, e incontrò i suoi occhi. Erano pieni di odio, disgusto, confusione, dolore? "Con questo anello, io ti sposo," disse lui guardandola negli occhi, senza permettersi di esprimere nulla.

"Volete scambiarvi i voti?" chiese il Magistrato.

Lei ruppe il contatto visivo con impazienza e disse, "no."

Guardò Seifer. Lui sorrise a mo' di scusa. "Penso che sia tutto."

"Vi dichiaro ora marito e moglie. Puoi baciare la sposa."

Lui la sentì borbottare piano, con fare minaccioso. "Puoi non significa che lo farai." Lui sospirò, le prese la mano e la baciò dolcemente per salvare le apparenze.

"Il romanticismo di questa cerimonia mi ha commosso fino alle lacrime," disse Zell in maniera sarcastica.

"Perché si sono sposati, poi?" disse Selphie esasperata.

Squall esaminò la coppia: Quistis stava cercando una via di fuga; Seifer la guardò, le lasciò la mano e si voltò per ringraziare il suo amico magistrato per avere celebrato la cerimonia.

Squall vide come a entrambi non poteva interessare di meno se erano vicini o distanti dieci miliardi di chilometri.

Ma vide che avevano i piedi solo minimamente rivolti l'uno verso l'altra.

*****
Nota della traduttrice: i primi due capitoli erano già stati tradotti, uno da Erika e uno da Giuditta. In occasione dell'aggiornamento, quei capitoli sono stati rivisti e ripubblicati da me. Le recensioni ricevute finora e quelle inviate d'ora in poi verranno tradotte a fine storia e inviate all'autrice originale. Grazie a tutti e alla prossima! - Alessia Heartilly

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: 'Felicità' coniugale ***


WISHES
scritta da Crysty, tradotta da Erika, Giuditta e Alessia Heartilly
Capitolo 4: "Felicità" Coniugale

Non ci fu alcuna luna di miele. Dopo il matrimonio, Seifer tenne una cena alla Residenza Deling per gli ospiti. Quistis presenziò seppur con riluttanza. Non ci furono brindisi, né scherzi da matrimonio. Seifer aveva chiesto a tutti di evitare di rendere troppo importante quella cena. Era semplicemente una riunione tra amici... e Quistis, scherzò tra sé e sé.

Quistis conversò rigidamente con gli altri. Non era abituata alle conversazioni personali, prima per la sua posizione, sempre più alta, e poi per la mancanza di amici; guardò quindi le interazioni con compassione di se stessa e amaro rimpianto.

Aveva amici però, notò Seifer, quando vide la preoccupazione negli occhi di Rinoa e Squall, i tentativi disperati di chiacchierare di Selphie e Irvine... le domande educate persino da parte di Gabriela.

Seifer guardò sua moglie giocherellare lentamente tra le domande e il cibo, con abbastanza risentimento in entrambe le cose. Si sorprese quando decise di non ascoltare i suoi commensali, ma solo guardare sua moglie.

Lei alzò lo sguardo su di lui. L'occhiata che gli rivolse gli fece stringere il cuore per l'apprensione. Che cosa ti fa pensare di meritarmi? chiedeva.

Ovviamente lui ricambiava con un sorrisetto compiaciuto e malizioso che indicava quanto si sentisse assolutamente degno della Grandiosa Quistis Trepe, e lei doveva ancora scoprire tutti i suoi successi. Ma dentro la frustrazione e il senso di colpa erano una combinazione che gli rendeva più difficoltoso pensare.

Lei ora gli rivolse un broncio, e Seifer seppe che provava ancora più risentimento per lui.

Distolse lo sguardo, sorrise a Zone e rispose con fare assente alla domanda di cui aveva sentito solo la parte finale.

Passarono la prima notte di notte nelle rispettive stanze. Quistis la trascorse camminando avanti e indietro, guardando ogni tanto la porta, piena di paura, e considerando l'orrore di ciò che aveva fatto. Seifer nella sua stanza si addormentò in fretta, dopo una lunga settimana di negoziazioni con rappresentanti, studenti e sua moglie.

Si spostarono nell'appartamento della Preside il giorno dopo. Seifer le aveva già detto che aveva in mente di vivere insieme, e normalmente a Quistis non fregava proprio un cazzo dei suoi ultimatum. Ma i pettegolezzi in giro per il Garden di Trabia avevano già dipinto Seifer come un martire del bene di Trabia per averla sposata, e lei era decise a mantenere una qualche parvenza di buon viso a cattivo gioco e distruggere tutta questa compassione per Seifer.

Ma se lui avesse mai provato a toccarla, che Hyne lo aiutasse: il suo Save the Queen era pronto.

Lei si trasferì la mattina presto, e aveva già del tutto sistemato le sue cose nella stanza degli ospiti quando Seifer entrò nell'appartamento con le prime scatole.

"Buongiorno, Quistis. Sei mattiniera," disse semplice, notando la mancanza di personalità che aveva aggiunto alla stanza. Niente fotografie. Niente libri. Nemmeno un romanzo d'amore sdolcinato gettato sul divano, e o una federa ricamata a uncinetto.

Buongiorno, Seifer." Il modo in cui enfatizzò il suo nome gli mostrò che lo stava usando con riluttanza.

Lui la superò per portare le sue cose nella camera matrimoniale, e ne uscì qualche secondo dopo. "Quistis, vuoi l'armadio più grande o quello più piccolo?"

Lei incontrò i suoi occhi amichevoli con pazienza morbida. "Non voglio nessuno dei due. Mi sono messa nella stanza degli ospiti."

"Non ti piace la camera matrimoniale, eh? Beh allora immagino che prenderò la mia roba..."

"Lascia che ti chiarisca una cosa. Non voglio la camera matrimoniale, e se tu vuoi sposarti nella camera degli ospiti, non voglio la camera degli ospiti. Non voglio dormire con te, Seifer."

Seifer fece un respiro profondo e si voltò per nascondere la sua frustrazione. Quando tornò a guardarla, aveva un sorriso seducente sul volto. "Non sai che cosa ti perdi..."

"Ti assicuro che in casi come questo l'ignoranza è davvero la felicità," gli rispose lei sorridendo sarcastica.

A quella battuta lui rise. "Beh, almeno mettiti nella camera matrimoniale. Io starò nella camera degli ospiti."

"Ho già messo le mie cose nella stanza degli ospiti. Mi piace quella stanza."

Seifer aprì la bocca per discutere, ma aveva riconosciuto già da tempo quell'espressione sul viso di Quistis. Quella che gli diceva che non sarebbe stata convinta a cambiare decisione. "...Chissenefrega." Lui si voltò e uscì. "Devo prendere altra roba dalla mia stanza."

Gli ci volle tutta la forza di volontà per non sbattere la porta dietro di sé per la frustrazione.

*~*~*~*~*

"Vieni a casa stasera?"

Lei alzò gli occhi sorpresa dai suoi rapporti. "Scusa?"

Seifer era contro lo stipite della porta del suo ufficio. "Vieni a casa stasera?"

"Ehm..." disse stupidamente lei.

Era stanca; lui riusciva a capirlo. "Non sei veloce a sbottare, eh?"

Lei si strofinò le tempie, e lui entrò nella stanza, mettendosi dietro alla sua sedia per massaggiarle le spalle. All'inizio lei rimase rigida.

"Se non ti rilassi, ti farò più male che bene. Fidati di me."

"Preferirei di no..." rispose Quistis ironicamente.

"Se non ti fidi di tuo marito, allora di chi puoi fidarti?" chiese lui piano, con umorismo nella voce.

Lei lottò per tenersi per sé il gemito di sollievo e di rilassamento. Lui era bravo con le mani. Quelle mani morbide.

Lui vide il rapimento che lottava per mostrarsi nel suo atteggiamento. Aveva gli occhi chiusi, le guance insolitamente rosa, e lui sorrise. Aveva una moglie bellissima.

Lui non era egoista. Quistis non capiva perché, e spesso la cosa la rendeva apprensiva a riguardo dei piccoli gesti.

Ma francamente era stanca. Aprì gli occhi. "Ora."

"Mh?" disse lui, lasciandosi ricadere le mani lungo i fianchi.

"Vengo a casa..." Si alzò dalla sedia, assicurandosi di non permettere ai suoi vestiti di strofinarsi contro quelli di Seifer. "Adesso, a dire il vero."

Lui andò alla porta. "Grandioso."

Lei lo seguì fuori dall'ufficio vuoto e verso il loro appartamento. Fu compiaciuta quando il suo naso venne salutato dal profumo aromatico e piacevole di cibo.

Lui la fece sedere, e si mise a sua volta davanti a lei.

"...Grazie," disse lei infine.

Non lo capiva, non voleva farlo.

Sapeva di non odiarlo.

Come poteva odiare qualcuno che stava ovviamente facendo di tutto per assicurarsi di farle sapere che ci teneva a lei?

Cucinava ogni sera per lei. Se lei non tornava a casa (ci aveva provato qualche volta, solo per evitare quella gentilezza nauseante che era ancora ben lontana dal razionalizzare) lui si faceva vedere al lavoro, con la cena pronta per lei. Poi rimaneva per cinque minuti, vedeva che mangiava, e se ne andava.

Non le chiedeva altro. Solo la cena.

Il cambiamento nella sua vita era stato semplicemente così... improvviso, però. Era stato tutto... messo insieme in questo pacchetto piccolo e fitto così velocemente, e lei era rimasta senza parole o pensieri.

La ribellione era inutile, perché lui non era un marito crudele. Aizzare un litigio era solo infantile e stupido, quindi Quistis non cercava cose sciocche per cui arrabbiarsi con lui. Ma sperava che... saltasse fuori qualche specie di dettaglio. Qualcosa che le desse una scusa per continuare a non fidarsi, e a non farselo piacere. Non c'era nulla di peggio di un'avversione irragionevole.

Ma non c'erano dettagli spiacevoli. Lui non le aveva nemmeno chiesto di dirgli com'era stata la sua giornata. Solo la cena.

Una pacifica vita matrimoniale con Seifer?

E quindi, visto che non poteva odiarlo, decise di non fare nulla. Per nulla.

*~*~*~*~*

Erano sposati da un mese.

Lui era pronto a partire all'alba. Scivolò silenziosamente nella sua stanza e le scosse dolcemente la spalla.

Quistis si girò nel sonno.

"Buongiorno. Niente lezioni oggi, quindi andrò a Deling, e penso che tornerò a casa molto tardi... quindi non aspettarmi sveglia."

"Non aveva intenzione di farlo..." rispose lei dopo uno sbadiglio, tirandosi su a sedere. Aveva i capelli raccolti in una treccia, e indossava una maglietta e pantaloncini sportivi.

Seifer sorrise con calore. "A dopo, bellezza."

E se ne andò.

Quistis ascoltò il ritmo dei suoi passi e rumore basso della porta che si chiudeva, e fissò la porta della camera da dove lui era uscito.

Guardò l'orologio, e uscì dal letto. Aveva del lavoro da fare prima delle lezioni.

Lui le aveva detto del suo incarico come Ambasciatore che aveva a Galbadia, comunicandoglielo più come un impiegato farebbe al datore di lavoro, qualche settimana prima. Lei si era preoccupata per il tempo che avrebbe passato lontano dai suoi studenti, ma non aveva dato voce a queste considerazioni, dato che temeva che lui l'avrebbe considerata come una preoccupazione per il tempo che avrebbero passato lontani.

Inoltre, sapeva che lui avrebbe continuato a svolgere i suoi doveri a Trabia. Seifer era più che capace di valutare ciò che era in grado di fare. Se c'era qualcosa che ammirava in Seifer era questo.

Aveva detto che avrebbe fatto tardi, e lei si chiese se significava... a casa per cena.

Si torse le mani a disagio, in piedi in mezzo alla cucina. Erano passati anni dall'ultima volta che aveva davvero cucinato. Perché cucinare quando c'era una mensa lì vicino?

Ma da... Seifer, si era resa conto della differenza tra cucinare e mangiare il cibo della mensa; uno dei due era decisamente più buono.

Quindi lui andava bene per lei; fu sorpresa di ammetterlo. "Lui va bene per me," disse ad alta voce. Le parole sembravano ancora imbarazzanti, ma le accettò. Poi le spinse forte nel profondo della propria mente.

Ora, com'è che si cucinavano gli spaghetti?

*~*~*~*~*

Lui tornò a casa dopo la mezzanotte, stanco e affamato. Anche se era stato a una cena formale, a malapena aveva avuto il tempo di mangiare, dato che aveva parlato per tutto il pasto con due delegati diversi e molto sgradevoli.

Fu sorpreso di vedere accesa la luce del soggiorno, e il cuore gli balzò in gola quando vide che c'era un piatto di spaghetti sul tavolo. Ha cucinato...

Beh, era una buona cosa. Non era sicuro che lei fosse realmente stata in una cucina, dopo aver seguito la Madre da bambina.

Prese il piatto e lo portò al microonde per scaldarlo, e mentre aspettava scivolò in camera per controllare come stava.

Lei non c'era.

Finalmente la vide, coricata di fianco sulla poltrona in pelle del soggiorno, gli occhiali che le scivolavano giù dal naso, un rapporto in grembo, la testa contro lo schienale e le gambe allungate sul bracciolo.

Si avvicinò per guardarla in viso, ma si spaventò quando sentì il microonde. Si voltò e si lanciò sull'apparecchio.

Tornò da lei, ma si sentì brontolare lo stomaco. Ok, ok... La guardò ancora una volta, e poi si voltò a mangiare il pasto che sua moglie gli aveva preparato.

Dopo aver finito tornò dalla moglie addormentata, e rifletté se era il caso di svegliarla.

Sono forte, posso portarla in braccio. Si chinò a sollevarla tra le braccia; sapeva che era leggera, ma non così leggera.

Lei non si mosse nel sonno, né aprì gli occhi. Continuò semplicemente a dormire mentre lui la portava nella sua stanza e la metteva sul letto, le rimboccava le coperte e le toglieva gli occhiali. Seifer guardò ancora una volta il suo viso e uscì dalla stanza.

Tornò nella sua stanza, si fece una doccia e si cambiò per la notte. Mentre stava coricato a letto, però, fissando il soffitto, spostò il peso, a disagio. Stanco e frustrato, uscì dal letto, si mise una maglietta e andò nella stanza di Quistis. Si coricò sul letto accanto a lei, abbastanza distante da non fare toccare i loro corpi, si voltò verso di lei e la guardò dormire.

Quistis Trepe non era capace di amare o provare affetto. Aveva perso quella capacità nella battaglia per trovare se stessa dopo la sconfitta di Artemisia. Senza qualcuno che tenesse a lei, e di cui occuparsi, le sue capacità si erano atrofizzate, e l'avevano svuotata di compassione e sentimenti.

Lui desiderava che ci fosse stato qualcuno a quel tempo... qualcuno e basta. A darle un sorriso, a tenere il cuore in esercizio così che lei potesse riuscire ad usarlo dopo.

Così che lei non fosse sola.

Oh, non credette mai neppure una volta che lei non fosse più sola. Sapeva di averla sposata, ma Quistis era sempre sola, rifletté guardandola cambiare posizione nel letto. Che ci fosse o meno un documento che dicesse il contrario.

Le voltò le spalle e chiuse gli occhi.

E si addormentò.

*~*~*~*~*

Quando Quistis si svegliò la mattina dopo, trovò Seifer che dormiva sull'altro lato del letto, ma non gridò, non diede calci né discusse. Né si preoccupò di farsi domande sui modi di suo marito. Non le interessava. Si limitò a uscire in silenzio dal letto, andò in cucina e accese la macchina per il caffè. Mentre prendeva una tazza, notò che il piatto in cui aveva messo gli spaghetti la sera prima era stato lavato e messo nello scolapiatti. Poi andò in bagno e si lavò la faccia.

Avrebbe dovuto essere arrabbiata con lui per aver dormito là senza averne il permesso, ma davvero non le interessava. In qualche modo, sapeva che lui aveva troppa integrità per toccarla mentre dormiva. Gettando un ultimo sguardo indifferente a suo marito che dormiva, tornò in cucina e si vuotò una tazza di caffè.

Finché rimane nel suo lato del letto, concluse bevendo il primo sorso di caffè, e guardò l'articolo sulla prima pagine del giornale.

"L'Ambasciatore annuncia i preparativi per la Conferenza Internazionale di Pace da tenersi tra un anno"

*~*~*~*~*

Tre mesi dopo
Ora dormivano insieme nella stanza di Quistis.

Non si toccavano. Quistis non guardava nemmeno dalla sua parte.

Seifer la guardava spesso, prima di voltarsi e addormentarsi.

Quando dormiva, lei non era pacifica. I suoi lineamenti non erano rilassati, ma nemmeno tesi. Sembrava che lei stesse semplicemente... pensando con gli occhi chiusi. Ma lui sapeva che era ben riposata, perché durante la giornata non dava segni di essere affaticata.

Lui aveva altri incontri a cui partecipare, e dovette passare altre serate fuori. A lei andava bene. Gli lasciava una parte della cena e andava a letto.

Non litigava con lui. Era... rassegnata. Quel fuoco morente aveva esalato l'ultimo respiro quando aveva accettato di sposarlo. Non aveva disprezzo, né considerazione. Viveva semplicemente con lui, conversava quando era necessario.

Essere in sua compagnia per lui era insieme piacevole e frustrante. Molti altri mariti probabilmente avrebbero smesso di interessarsene, a quel punto; lei era un po' scialba. Ma il suo cuore si sentiva semplicemente... pieno quando era vicino a lei. Si sentiva in pace. Desiderava solo poterla... ripagare.

A volte pensava di vedere un luccichio di vita in quegli occhi.

Il fatto che cucinasse ancora per lui significava per lui più di qualsiasi cosa. Si chiedeva se lei lo facesse per abitudine o perché si sentiva in debito, però, invece che per preoccupazione.

Che diavolo stava facendo, a pensare così tanto a lei, a cercare di capirla? Interessarsi a lei era una cosa, ma tenere a lei così profondamente... innamorarsi di lei era tutto meno che desiderabile. Non gli interessava cosa dicevano i poeti: l'amore non ricambiato era peggio che non avere affatto un amore. Soprattutto quando bisognava organizzare la pace mondiale.

Le negoziazioni stavano andando più piano di quanto avesse voluto. Dollet faceva la difficile. Per via del tempo richiesto dalla negoziazioni di pace, passava tutto il tempo che voleva nella sua classe. Di certo non c'era il tempo di unirsi a Squall o a chiunque per una qualche battuta felice. Anche gli altri erano occupati, quindi difficilmente avevano il tempo di correre a Trabia.

Seifer vedeva i pezzi della sua vita cadere poco a poco, e incolpava di tutto direttamente Quistis. L'ossessione che aveva nel trovare un sentimento in sua moglie stava mettendo alla prova i suoi nervi. Se lei avesse anche solo saputo di essere psicanalizzata ogni volta che si incontravano, l'avrebbe preso a calci nel culo.

La situazione si stava intensificando, e lui non si stava godendo la corsa. L'altezza era troppo pericolosa. Davvero troppo pericolosa.

*~*~*~*~*

"Periodo sabbatico?"

"Sì, vorrei prendermi un anno sabbatico. È ovvio che, con il mio lavoro di Ambasciatore di Pace di Galbadia, a malapena ho tempo per i miei studenti," rispose lui.

Quistis alzò lo sguardo dai documenti formali al suo Capo Insegnante. "Capisco."

"Uhm... viaggerò molto... ho cercato di tornare ogni sera per fare il mio lavoro da insegnante la mattina... ma adesso, beh, le cose si fanno più intense. Tra la conferenza di pace tra nove mesi e quasi trenta nazioni da soddisfare, ho il mio bel daffare..."

"Vuoi dire che dovrai passare del tempo fuori da Trabia per lunghi periodi."

"Ah... sì."

Lei guardò disinvolta il documento. "Mi dispiace sentirlo, insegnante Deling. Spero che una volta che avrai finito con quei doveri tornerai qui. Sarebbe un peccato per Trabia perderti."

Lui represse l'istinto di chiedere quale Trabia? Aveva perso interesse nello stuzzicarla quando lei aveva smesso di rispondere. Seifer annuì. Lei era tutta educazione. Disgustosa, sgradita educazione. Avrebbe mai gridato o urlato? Implorato? Si alzò. "Se mi scusi, Preside Trepe, ho del lavoro di cui occuparmi entro sera."

"Verrà assegnato un sostituto alla tua classe a partire dal prossimo semestre. Spero che tu possa finire il semestre con i tuoi studenti."

"Non vorrei nient'altro."

Lei annuì, facendogli cenno di andare, e senza guardarla di nuovo lui uscì.

*~*~*~*~*

Il ballo di promozione SeeD fu uno dei più tristi a cui aveva mai partecipato. Le almasiane avevano tutte decisamente il cuore spezzato.

Quistis alzò gli occhi al cielo, e continuò a congratularsi con i promossi.

Seifer era da qualche parte tra la folla, che parlava con i suoi studenti. Lo vide, e incontrando i suoi occhi si avvicinò a lui.

"Preside," lo salutò lei.

"Professore." Mantenevano il tono formale quando lavoravano. Molti si erano chiesti se uno dei due si sarebbe dimesso oppure no, quando si erano sposati, ma era stato evidente molto presto che si comportavano in maniera estremamente professionale in ufficio. Gli studenti non sapevano affatto che era esattamente la stessa cosa fuori dall'ufficio.

Seifer la esaminò.

Lei spostò il peso, a disagio. "Seifer." La sua voce era dolce, adesso. "Mi dispiace davvero che tu debba passare molto tempo lontano dal Garden, ma so che i tuoi altri compiti sono davvero importanti, e ti auguro buona fortuna per i tuoi tentativi."

"Grazie."

Lei si voltò per andarsene, ma lui le afferrò il braccio prima che ci riuscisse. Lei guardò prima la mano e poi lui. Era da un po' che non la toccava.

Si schiarì la voce. "Prima di chiudere la serata, Preside, un valzer?"

Lei esitò.

"Dai, Preside. Solo un gesto carino per salutare il tuo Capo Insegnante. Da' a tuo marito qualcosa da cui tornare," la stuzzicò.

Era da un po' che non la prendeva in giro. Il sorriso affascinante che accompagnava il gesto era anche più raro.

Non disse di sì, ma non disse nemmeno di no. Quindi lui la guidò tra la folla danzante.

*~*~*~*~*

Lui la guardò dormire particolarmente a lungo quella notte.

La treccia che lei si faceva di solito per dormire era molto allentata. Capelli ribelli le incorniciavano il viso liscio ed elegante. Aveva gli occhi chiusi, con le lunghe ciglia che accarezzavano le palpebre. Respirava piano.

Una mezza dozzina di volte, avvicinò la mano al suo viso.

Una mezza dozzina di volte, ritirò la mano.

Il suo respiro si fece difficoltoso quando il bisogno di toccarla la sopraffece.

Il ballo era stata l'idea peggiore che aveva mai avuto.

Il tocco della mano di Quistis nella sua, il suo corpo che dondolava contro di lui... aveva sempre immaginato che Quistis non sapesse come ballare; non l'aveva mai vista ballare prima - peccato che lui, né lei, non ricordasse che avevano imparato a ballare insieme all'orfanotrofio. Ma lei era stata così precisa nei gesti che era come se avesse ballato per tutta la vita.

Dopo il ballo, lo aveva educatamente ringraziato per il valzer e si era diretta al loro appartamento.

Lui era rimasto lontano il più possibile.

E alla fine, dopo che l'ultimo appartenente al comitato del festival era andato a dormire, aveva deciso di tornare a casa.

Gli tremavano le dita, adesso. Ogni cellula che aveva sfiorato quella di Quistis formicolava, oscillava nel ritmo del battito del suo cuore. Il suo cuore non riusciva ad avere lo stesso ritmo lento, pigro e riposante di lei; era esattamente veloce il doppio.

Si gettò fuori dal letto e si alzò, guardando la donna pacificamente addormentata che rimaneva indisturbata. Vedi come dorme sempre pacifica senza di te, Deling.

Prima di sposarla, era rimasto sporadicamente nella residenza Deling, senza mai doversi preoccupare. Ma una volta che l'aveva avuta... all'inizio era tornato per poter cucinare, occuparsi di lei. Una volta scoperta la pace del suo letto, era tornato per poter riposare. Si sentiva in pace con lei, senza alcuna ragione.

Non importava in ogni caso a Quistis. L'adorabile Quistis senz'anima.

Come aveva mai fatto a trovare qualcosa di cui innamorarsi? Oh sì, sapeva che era amore. Solo l'amore sarebbe riuscito a fotterlo così tanto. Dannazione, sei la donna più affascinante del mondo. Non sei la più bella. Non so nemmeno perché provo queste cose per te. Non fai niente, eppure mi fai tutto.

Tu SEI tutto per m. Guardò il suo corpo addormentato.

Arrabbiato. Si sentì arrabbiato.

La rabbia era un sentimento a cui ora non era abituato. La frustrazione la conosceva bene. Ma la violenza dentro di lui bruciò come aveva fatto durante il regno di Artemisia sulla sua mente. E non aveva alcun desiderio di sfogarlo su niente e su nessuno. A che sarebbe servito? Era rabbia per se stesso, per essersi permesso di essere stupido.

Innamorarsi di Quistis Trepe. Che gli passava per la mente?

Si fiondò nella sua stanza, prese una valigia e la riempì di abiti e documenti. Doveva andarsene. Subito.

Mentre andava alla porta d'ingresso, però, si voltò a guardare la porta aperta della stanza di Quistis. Imprecò, tornò sulla soglia e la guardò un'altra volta.

Lei se ne stava lì stesa pacifica, inconsapevole della sua angoscia, inconsapevole del suo dolore.

Andò al suo fianco e osò accarezzarle la guancia... era fredda, e liscia, come aveva sempre immaginato. Sognato.

Si voltò risolutamente, e uscì dalla camera da letto, prese le sue cose e uscì dalla porta. Questa volta non si guardò affatto indietro, nemmeno quando fu molto, molto lontano, e al sicuro dal Garden.

Quistis aprì gli occhi quando sentì il rumore della porta d'ingresso che si chiudeva. Si alzò a sedere.

Come cazzo sarebbe riuscita a dormire adesso?

Guardò l'orologio. Che cosa stava facendo Seifer, ad andarsene alle quattro di mattina?

E lei cosa stava facendo ancora sveglia alle quattro di mattina?

Oh, conosceva la risposta. Odiava la risposta. Era perché voleva dire che dipendeva da Seifer.

Non aveva mai dormito bene da sola. L'aveva sempre fatta sentire così fottutamente sola. La notte era un momento orribile per stare da sola... i pensieri si rincorrevano nella mente pigra, e non le permettevano di dormire.

Quando lui aveva iniziato a dormire con lei, aveva scoperto che nel tentativo di evitare la conversazione del letto il suo sonno "finto" era diventato un sonno vero.

Ma presto si era accorta che lui non aveva bisogno di conversazione o nulla. La guardava soltanto. E quando concentrava gli occhi su di lei, si sentiva in pace. Si era permessa di abbassare la guarda e di lasciare che il sonno la conquistasse.

Nelle notti senza sonno in passato, quando lui arrivava più tardi, aveva cercato di chiudere gli occhi, di immaginare la sua presenza così da sentirsi in pace. Ma non era... la stessa cosa.

Era come se lei avesse bisogno di sentire il suo peso sul suo lato del letto. Come se il suo corpo avesse una qualche specie di sesto senso solo per lui.

Aveva bisogno di Seifer per riposare bene la notte. E lui se ne era appena andato a viaggiare nell'alba.

Beh, si fotta! Camminò su e giù nella stanza. Non mi interessa quanto sono stata decisa sul mantenermi fredda con lui, non mi interessa se è immaturo o se è infantile, ma quando torna lo prenderò a sberle per non aver dormito con me!

Si fermò. L'idea era ridicola. Quistis che prendeva a botte qualcuno perché non aveva dormito con lei?

Silenzio.

La risata arrivò senza preavviso, ma quando arrivò, si sorprese a provarne piacere, e in quello che faceva per il suo cuore, il suo stomaco, il suo corpo.

Silenzio.

Le piaceva così tanto che rise ancora di più.

Era sorprendentemente forte. Aveva pensato che non avendola usata la sua capacità di ridere alla fine sarebbe svanita, o almeno indebolita.

Ma stava ridendo, come faceva una volta, prima di Artemisia, quando stuzzicava Squall e Seifer, quando ridacchiava fino a tarda notte con Shu come compagna di stanza al Garden, quando era studentessa.

Si coricò di nuovo sul letto, solo sentendo l'emozione e la gioia che tornavano nei suoi occhi. Era così intenso che le faceva venire voglia di piangere.

E poi divenne un casino, sul letto, piangendo e ridendo allo stesso tempo, il corpo allargato sul letto, il viso bagnato di lacrime, il petto dolente per le risate. Un casino disordinato, tremante, fremente... gesti a cui il suo corpo era così poco abituato.

*~*~*~*~*

Un mese dopo
La nuova Quistis Trabia Deling si stava lentamente abituando al proprio nome - che aveva ufficialmente cambiato - e alle sue capacità emotive. Aprì lentamente gli occhi, e vide la scuola che la circondava, e le persone, ancora una volta. Vide la passione negli occhi di uno studente SeeD, vide la bellezza delle mani di un GF. Vide l'infinito cielo, e tutto ciò che conteneva su questa terra.

Si tenne la gioia interna per sé, senza volerla ancora condividere con Squall o con gli altri. Era una notizia che voleva dare per primo a Seifer.

Seifer, suo marito, la cui riluttanza a dormire con lei l'aveva fatta sentire... ancora umana. Il pensiero era triste ed esilarante allo stesso tempo. E frustrante.

In realtà si chiedeva... come sarebbe stato toccarlo. A volte, di notte, il bisogno di averlo lì a guardarla dormire diventava così intenso che si metteva sul suo lato del letto, cercava di deliziarsi tra i cuscini, di sentire il suo profumo... di immaginare le sue braccia intorno a lei. L'ultima cosa era la più difficile, dato che era successa solo una volta, si lamentò, molto, molto tempo prima.

Dalle carte riusciva a capire che era impegnato. Molto impegnato.

Una settimana a Esthar, a organizzare il luogo per i trattati di pace e quello futuro per la Gilda Internazionale. Un'altra settimana a Dollet, a cercare di ottenere che il loro Ambasciatore lo ascoltasse. Una visita a Timber per negoziare i risarcimenti. E di nuovo a Dollet.

Era comprensibile che non tornasse a casa.

Ma perché non chiamava?

Immaginava che avrebbe potuto chiamare lei, ma... l'idea la metteva a disagio. Quistis non aveva mai chiesto niente nella sua vita. Non si era mai allungata a prendere le cose; il rifiuto, immaginava, era troppo doloroso.

Per proteggere quel cuore che cresceva e provava sentimenti, doveva proteggerlo dal pensiero di contattare Seifer, o di vederlo. Era l'unico modo... per adesso.

*~*~*~*~*

Sei mesi dopo
Lui si era trovato una sistemazione temporanea alla Residenza Deling. Continuava a mantenere le negoziazioni aperte tutto il giorno. Se una nazione stava andando a dormire, ce n'era un'altra, dall'altro lato del globo, che si stava giusto alzando.

Pensava spesso a casa, ma non telefonava mai.

Pensava spesso a lei, e quindi lavorava di più.

Non poteva proprio gestire il fatto di non avere il suo amore. Essere così vicino al paradiso... immaginava di poter ritornare, intensificare ancora di più l'incantesimo, ma senza dubbio lei avrebbe usato quei bellissimi ed inespressivi occhi violetto.

Come se nulla di ciò che lui sentiva le importasse. Immaginava che se le avesse mai detto dei suoi sentimenti, la sorpresa e l'imbarazzo, e forse persino l'orrore nella sua espressione sarebbe stato abbastanza da ucciderlo del tutto. Stava già morendo dentro così... non vederla non rendeva le cose facili come aveva sperato.

Lei era semplicemente così... bella. Intossicante. Quando chiudeva gli occhi, metteva insieme immagini di lei... metteva insieme il suo carattere.

Ogni volta la vedeva chiaramente.

"Signor Deling, il Segretario di Stato di Esthar vorrebbe parlarle."

Seifer si voltò, aggiustandosi la cravatta. "Va bene. Fallo entrare."

*~*~*~*~*

A volte, si chiedeva perché lui avesse scelto di stabilire il suo ufficio centrale a Deling. Dopo tutto, le negoziazioni da e verso Trabia non erano più difficili.

Di certo, viaggiando per il mondo ogni settimana, poteva trovare giusto qualche ora per fermarsi, salutarla, portarla fuori a cena? O almeno telefonare?

Si tirò su a sedere nel letto, ancora incapace di dormire. Era stata inquieta sin dalla notte in cui lui era partito. L'insonnia si impossessava di lei. Pensieri terribili la seguivano nel sonno, in cui nessun sogno, nessun incubo le davano alcun sollievo dal continuo tumulto dei pensieri.

Era passato troppo tempo.

Perché lui continuava a stare lontano?

Uscì dal letto e preparò il bollitore. Mentre si preparava una tazza di cioccolata calda, tornò a guardare il giornale sulla sua scrivania.

Lui non era nemmeno tornato per il diploma. Nemmeno per vedere i suoi ex studenti. Lei era stata così arrabbiata, ma in qualche modo tranquillizzata, quando aveva scoperto che Seifer aveva mandato ad ognuno dei suoi studenti un biglietti di congratulazioni personali, esprimendo il suo rimpianto per non aver potuto partecipare alla festa, essendo bloccato dalle negoziazioni a Timber.

Guardò il profilo dell'uomo stanco che stava stringendo la mano al Presidente di Esthar. Perché non tornava a casa?

Non le piaceva riflettere sulla risposta. Perché da qualche parte nel profondo temeva che lui si fosse infine stancato di lei.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Dolce Resa ***


WISHES
scritta da Crysty, tradotta da Erika, Giuditta e Alessia Heartilly
Capitolo 5: Dolce resa

Tre mesi dopo
Le conferenze di pace si erano concluse una settimana prima, e lui ancora non era a casa.

Scocciata, Quistis camminava su e giù per il suo ufficio, guardando il minaccioso giornale del mattino con paura. Non l'aveva ancora aperto, ma ora aspettava praticamente ogni giorno che ci fosse un qualche annuncio di un'elezione di Deling a senatore o rappresentante a Galbadia... e del fatto che lui avesse accettato.

E se avesse accettato? Dove sarebbe stata lei allora?

La preoccupazione le torceva lo stomaco.

Si guardò allo specchio che aveva appeso solo poche settimane prima, esaminò il suo viso stanco, gli occhi tristi. I capelli erano raccolti come al solito, ma sembravano più trascurati.

"Sembri così sola..." disse alla sua immagine.

Tesoro, tu SEI sola...

Sola. Prima le era sempre piaciuto il suono di quella parola. Aveva un sapore d'indipendenza e libertà. Pace.

Ma quando la propria pace dipendeva da un'altra persona, e quella persona non voleva... beh, era un tipo diverso di solitudine.

Il tipo di solitudine che faceva male.

Si chiese se lui valeva davvero tutta l'angoscia che lei gli aveva dato. La maggior parte delle volte concludeva che non era così, ma la razionalità non aveva alcuna influenza sul funzionamento del suo cuore.

Il suo cuore. Poteva essere possibile che lui ci fosse così vicino, quando non aveva davvero mai fatto altro che cucinare la cena? Solo all'inizio, si ricordò. Verso la fine, quando era impegnato con le negoziazioni, beh, i doveri verso la società erano al primo posto... e una moglie che non lo apprezzava era scesa al secondo.

Se era possibile, lei poteva anche... sospettare di essere innamorata di lui.

Innamorata di Seifer? Era anche più improbabile che essere sposata con lui. Ma quando accade un evento impossibile, beh, di solito c'è qualcosa nell'aria, e la cosa impossibile successiva sembra allungarsi così più vicina alla realtà, a bagnarsi della luce della verità...

Quistis si riscosse da quelle riflessioni pericolose. Finché non lo considerava mai, sapeva che non sarebbe mai stato vero. Lei era una donna di parola. Quando diceva che qualcosa era in un certo modo, era così.

Non aveva mai detto di non poter mai amare Seifer Deling, però.

E non osava dirlo adesso.

Lui stava semplicemente nel mezzo, sempre più bello, affascinante ed elusivo.

Lei si mangiava le sue immagini nei giornali e nei telegiornali, desiderava solo poterlo vedere di persona. Si sentiva sola. Le mancava la sua compagnia a cena... i tentativi mancati di scherzare che lui faceva ogni tanto... le mancava il giovane uomo civettuolo e socievole che si era gettato tra le braccia della Preside, chiedendole di sposarlo ad ogni conversazione.

Che le mancasse non era davvero una sorpresa. Immaginava che la coerenza portasse affetto... e vederlo era un segno del... presente. In quel momento... era bloccata nel...

Passato.

Il suo passato davvero molto solitario. Quei tre lunghi anni dopo Artemisia. Sola.

La stessa parola che aveva dato inizio ai suoi pensieri.

Non voleva più essere sola.

*~*~*~*~*

"Senatrice Leonhart," rispose lei.

Quistis deglutì. "Rinoa?" disse, provando il nome sulla lingua. Era passato così tanto tempo da quando l'aveva detto.

"Quistis! Oh, come stai? Quando Seifer ha iniziato tutta questa faccenda della pace volevo chiamarti per chiederti di uscire... sono sicura che tu ti senta un po' sola lì senza nessuno..." iniziò Rinoa.

Quistis rise. Questo era il motivo per cui Squall la amava, e per cui lavorava in politica. Sapeva capire tutto al volo. "Beh, l'ho fatto prima io."

Rinoa si rallegrò tra sé e sé quando sentì un tono di cordialità e calore nella sua amica, e sorrise contro la cornetta. "Quindi pensavo, forse questo fine settimana? Porterò la Lagunarock e Selphie, e andremo a farci un giro..."

Quistis rise. "Io chiamo, e sei comunque tu a invitarmi fuori. Va bene."

Rinoa sorrise. "Grandioso."

Quistis stava per riattaccare, ma venne interrotta. "Quistis?"

"Sì?" rispose lei.

"Indossi ancora quello che usavi una volta?"

"No, solo la mia uniforme SeeD."

"Porta la carta di credito. Andiamo a fare spese."

Quistis si accigliò mentre Rinoa rideva e interrompeva la telefonata, tornando al lavoro con più alacrità del solito.

*~*~*~*~*

Quistis si agitò, a disagio nel suo vecchio abito rosa-arancio che indossava una volta. Voleva usare il suo equipaggiamento da battaglia, ma sapeva che era troppo casual. Ma l'abito era ridicolo. Si chiese perché le fosse mai piaciuto quel colore. È così... effeminato.

Sei una donna, Quistis.

Rabbrividì a quel pensiero.

Una donna... quand'era l'ultima volta che si era sentita una donna? Con Seifer lontano, le possibilità di provare quella sensazione erano peggio di quelle che gli asini volassero o che l'inferno si congelasse.

La Lagunarock atterrò senza problemi davanti al Garden di Trabia, e Quistis osservò il portellone che si apriva. Rinoa scese correndo, e si gettò tra le braccia di Quistis...

Quistis, imbarazzata, mise le braccia intorno a Rinoa e ricambiò l'abbraccio.

Contatto umano. Che cosa meravigliosa e strana. Quistis non si era mai accorta di quanto fosse belo toccare una persona... le persone si muovevano nelle sfere della loro vita senza conferma tattile che altre persone sapevano della loro esistenza... lei lo aveva fatto per anni...

Permise a Rinoa di prenderla a braccetto e di portarla alla cabina di pilotaggio, dove Selphie si alzò per abbracciarla a sua volta. "Non sai quanto sono stata felice quando Rinoa mi ha detto che saresti venuta con noi questo fine settimana!"

Quistis sorrise. Il gesto era ancora un po' arrugginito e leggermente imbarazzante, ma stava migliorando.

"Quindi... ehm... dove andiamo?"

Rinoa sorrise misteriosamente. "Ci imbucheremo in una festa..."

Quistis rise. "State scherzando."

"No invece!" sorrise Selphie.

"È una di quelle festicciole di Zell, o è tipo un picnic al mare?" disse Quistis.

"È una festa piuttosto grande."

Quistis spostò il peso, a disagio. "Sapete, ragazze... non posso andare vestita così!"

"Ecco perché si fa shopping..." rispose Selphie. "Senti, non comincerà fino alle otto o alle nove, ed è solo mezzogiorno. Andremo a pranzo a Winhill e parleremo con la sarta che c'è là. È davvero brava in queste cose, ed è molto veloce."

Selphie mise in moto la Lagunarock, e Quistis si accigliò. "Non penso che sia una buona idea. Voglio dire, sapete da quanto tempo non sto con voi e volete buttarmi in una vera situazione sociale? Non rimango per molto nemmeno alle feste del Garden..."

"È una festa in maschera... quindi non devi preoccuparti. Puoi nasconderti se vuoi, ma sarà divertente!" disse Selphie.

Quistis guardò Rinoa.

Rinoa sorrise. "Eddai, Quistis. Ti abbiamo aspettato tanto. E lo stesso tutti gli altri. Non è ora che mostri a tutti quanto apprezzi la loro pazienza?"

Quistis si imbronciò e guardò fuori dal finestrino. "...Chissenefrega... ma se mi fate vestire di rosa, giuro che guiderò io stessa la Lagunarock fino a Trabia."

*~*~*~*~*

Arrivarono al Palazzo Presidenziale di Esthar prima di scendere dal loro trasporto. Rinoa e Selphie la affiancarono da entrambi i lati, prendendola a braccetto entrambe.

Selphie aveva un abito rosso fuoco, Rinoa blu reale, e Quistis color oro.

Il raso dorato le faceva sembrare la pelle di marmo bianco, accentuava i punti dorati nei suoi occhi violetto, e sottolineava le ciocche più chiare dei capelli. Una tiara di diamanti e delle forcine le legavano i capelli in modo affascinante. Orecchini di diamanti le luccicavano ai lobi. Quand'era l'ultima volta che aveva indossato degli orecchini?

Afferrò le mani delle sue amiche e cercò di tornare indietro. "Non sono sicura che sia un gran bella idea."

"Nasconditi semplicemente con la maschera se ti senti a disagio."

"E se mi mette a disagio la maschera?" chiese, fissando con durezza la mascherina piena di piume e lustrini che le avrebbe nascosto tutto tranne le labbra e il mento, se avesse deciso di indossarla. Se la mise, legando il fiocco di seta dorata stretto dietro la testa, sperando che non cadesse.

Entrarono nel Palazzo, e Quistis notò quanto la residenza fosse notevolmente immutata dalla sua ultima visita di così tanti anni prima. Seguirono la folla in una sala da ballo di marmo verde e nero, illuminata da un candelabro che, si diceva, era fatto di diamanti veri.

Quistis si sentì trascinata dalle sue amiche e quindi camminò più in fretta, prestando comunque attenzione ai suoi scomodi sandali nuovi. Rinoa ovviamente venne riconosciuta con facilità, e quindi venne salutata. Scambiò qualche commento di cortesia qua e là, e Selphie inventava scuse appropriate per continuare a muoversi. Sembrava che lo avessero già fatto.

A Quistis girava la testa nel labirinto di maschere, e si chiese dove esattamente la stessero portando le sue compagne. Forse era una fortuna per Rinoa e Selphie, perché se Quistis l'avesse saputo, scarpe scomode o meno, sarebbe uscita di lì e avrebbe guidato la Lagunarock a velocità folle.

"Rinoa!"

Quistis incontrò gli occhi di Selphie e stava per alzare gli occhi al cielo per l'inizio di un altro banale scambio di commenti su qualcosa di politico di cui non aveva nessuna idea, ma notò il luccichio di malizia negli occhi di Selphie.

"Rinoa! Selphie!"

La seconda volta che udì la voce la identificò senza errore. Lo sguardo felice e colpevole negli occhi di Selphie lo confermò, e si rifiutò di voltarsi ad affrontare la persona che stava ora salutando la sua ormai ex amica.

"Seif!" Rinoa lo abbracciò per salutarlo. Selphie lo abbracciò a sua volta.

"Pensavo che non veniste perché Squall stasera era impegnato con l'esame SeeD," disse lui.

"Beh, ho cambiato idea... è successo qualcosa..." Rinoa indicò la donna bionda in piedi accanto a lei, che guardava ovunque tranne che lui.

Seifer fu colto di sorpresa, ma non disse nulla. "Ehm..." Seifer si avvicinò a Rinoa. "Rinoa, non so cosa stai cercando di fare, ma..."

"Seif, posso spiegare..." disse Rinoa.

Seifer non si preoccupò delle spiegazioni, e guardò la giovane donna. "Eh, mi scusi, signorina...?"

Quistis si voltò esitante verso di lui, sperando che le ombre della maschera le nascondessero abbastanza bene gli occhi. Oh, era affascinante. Si mangiò con gli occhi suo marito, in carne ed ossa. Aveva in mano un domino nero che le stava allungando. "Lauryn va bene..." disse lei a voce più bassa, offrendogli la mano destra, nascondendosi dietro la schiena quella con l'anello.

Perfetto, rifletté lui. "Che coincidenza. Il secondo nome di mia moglie," disse con enfasi. Il modo in cui questa Lauryn lo stava guardando... era sicuro che lei fosse assolutamente bellissima sotto la maschera, ma a lui non importava.

Rinoa guardò delusa Quistis, e poi Selphie. Selphie scrollò le spalle. Lascia che faccia come vuole.

Quistis sorrise ironicamente, e cercò di nascondere il divertimento per il suo ovvio tentativo di respingerla. Era da un po' che non giocava. Aveva mai giocato? Si chiese se era brava a farlo. Valeva la pena fare un tentativo. E lui era un debito con lei. Parecchio. "Lei è qui?" Fece un passo avanti.

Rinoa sbarrò gli occhi, poi fece l'occhiolino a Selphie che le rivolse un enorme sorriso.

"Uhm... no."

"E perché la signora Deling vorrebbe mai stare lontana da te?" chiese con un sorriso furbo.

Da qualche parte nelle ombre della maschera, lui vide il luccichio di divertimento nei suoi occhi. Lui si accigliò. "È occupata."

"Glielo hai mai chiesto?"

Silenzio. "Non è quello il punto."

"Io penso che sia esattamente quello il punto," annunciò, usando le labbra piene e la lingua per lanciargli una magia di seduzione.

Non funzionò. Seifer la guardò con rigido divertimento. "Se mi scusate, Rinoa, Selphie... signorina Lauryn," disse freddamente.

Si voltò si allontanò velocemente.

Quistis guardò suo marito sparire tra la folla, e si voltò verso le sue amiche. "Potreste spiegarvi?"

*~*~*~*~*

Più tardi, quella sera, si sentì osservata. Si voltò per vedere che era lui a guardarla. Sollevò il suo bicchiere di champagne come per un brindisi a lui, e accettò di ballare con il primo uomo che glielo chiese.

Aveva spostato la fede nuziale, togliendola da sopra i guanti da ballo e infilandola sotto, perché restasse coperta.

Con la protezione della maschera, poteva guardare suo marito quanto voleva, tracciare quel profilo, baciargli il corpo con gli occhi. Lui poteva averla scoperta qualche volta, quindi lei gli aveva semplicemente sorriso, e lo aveva visto accigliarsi.

Lui rifiutava assolutamente di ballare con tutte le signore nella stanza. Gliene era stata presentata più di una, alcune persino più audaci di lei. Ma lui aveva semplicemente scosso la testa e aveva mandato via le donne.

Selphie si unì a lei sul balcone, dove Quistis guardava Seifer senza farsi scoprire da lui.

"Fa sempre così?" rifletté ad alta voce Quistis.

"La maggior parte delle volte. Balla solo con Rinoa e me, e a volte la ragazza di Zell. Non gli piace ballare con nessun'altra."

Quello era strano. Ballava con tutte a Trabia.

"Dove abita adesso, ora che la conferenza di pace è finita?"

"Sta sistemando le cose a Deling, e quindi rimane alla Residenza."

"Ah..."

"Sai, non parla mai di te... nel bene e nel male. Gli chiediamo come stai, e lui dice che dovremmo chiederlo direttamente a te..."

"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore..." rispose Quistis.

"Io non penso, e capisco che non lo pensi neanche tu," rispose Selphie. Alla fine, affrontò quello a cui aveva pensato tutta la sera. "Perché non gli hai semplicemente detto che eri tu?"

"Non sono pronta," rispose Quistis.

"Sembravi più che pronta quando parlavi con lui."

"Perché ero un'altra persona. Non ero io. Era qualcuno che voleva solo dargli quel che merita..."

"Penso che tu abbia colpito un nervo scoperto... ma sta soffrendo, Quistis."

Quistis guardò gli occhi tristi di Seifer che osservavano le coppie danzanti. "Posso capirlo."

Rinoa ora stava ballando con Laguna, parlando del più e del meno.

Selphie picchiettò la spalla di Quistis, e fece un gesto verso l'ingresso, dove un imbarazzato Squall in frac entrava nel salone.

Quistis non poté evitare di sorridere. Il premuroso e romantico bastardo... ehm... marito... si corresse infelice.

Squall si fece strada verso la coppia che ballava. Laguna lo vide per primo quando era a metà stanza, ma non lo diede a vedere.

Quando Squall arrivò da loro, picchiettò dolcemente sulla spalla di Rinoa. Lei si voltò stanca, ma quando incontrò i suoi occhi il suo viso si illuminò improvvisamente e si gettò contro di lui. Laguna diede una pacca sulla schiena a Squall, e lasciò la coppia alla loro felice riunione.

Quistis tornò a guardare Seifer, e vide la sua espressione desolata, la mascella rigida per la frustrazione. Poteva essere che lui si sentisse come lei? Frustrato nell'essere solo?

Non aveva mai pensato che lui potesse sentirsi solo. Aveva sempre con sé qualunque tipo di compagnia. Stava sempre parlando con qualcuno, facendo ridere qualcuno.

Ma lì nell'angolo, immusonito come una volta aveva visto immusonito Squall, Seifer Deling sembrava un solitario.

"Scusatemi, ma credo che ci sia un'adorabile giovane donna che non vedo da molto tempo qui fuori..."

Le ragazze si girarono verso la porta. Laguna si avvicinò a Quistis. "Lady Deling. Benvenuta nella mia umile dimora."

Lei fece la riverenza. "Presidente Loire. Sono molto felice di incontrarti di nuovo."

"Non quanto me. Mi scuso per la mia presentazione, ma mia nuora se l'è lasciato sfuggire. Ti assicuro che la tua identità è sconosciuta alla maggior parte dei partecipanti."

Quistis sorrise. "Grazie."

"Ora, posso chiedere alla figlia di uno degli uomini più ammirevoli che ho mai conosciuto se balla con me?"

*~*~*~*~*

Lei non avrebbe dovuto turbarlo, ma invece lo faceva. Seifer guardò la bellissima signorina Lauryn mentre veniva scortata sulla pista da ballo al braccio del Presidente di Esthar. Era evidentemente una conoscente stretta del Presidente.

Non aveva mai sentito parlare di una signorina Lauryn... mai. Era in qualche modo una parente di Quistis? Avevano i capelli dello stesso colore... anche se non era sicuro degli occhi. La forma delle labbra... non ne era sicuro, perché lei era tutta sorrisi.

Lui preferiva la taciturna e fredda. Come sua moglie.

Pensava a lei ora più che mai. Sapeva che avrebbe almeno dovuto invitarla a queste cose... ma sapeva sempre la risposta, e il dolore nel riceverla davvero era troppo... acuto.

Squall e Rinoa si unirono a lui, come Selphie. "Come stai stasera, Seif?"

Seifer sorrise a Squall. "Con il cuore spezzato come sempre..."

"Hai deciso di non goderti i sorrisi della giovane signorina Lauryn, eh?" disse Squall.

Seifer si imbronciò ancora di più. "Non ne ho mai sentito parlare. Dove l'hai trovata?" chiese a Rinoa.

"Si potrebbe dire che lei ha trovato me," rispose lei.

"Non mi piace."

"Che cosa c'è che non piace?" Selphie alzò gli occhi al cielo. "Sei solo scocciato perché è fantastica e tu sei sposato."

"Non è il mio tipo."

"Allora qual è il tuo tipo, se posso chiederlo?" chiese una nuova voce dalla folla.

Nel corso della conversazione, il loro argomento aveva finito il ballo con Laguna, e si era avvicinata al gruppo.

Seifer spostò gli occhi arrabbiati su quelli di lei. "Il mio tipo di donna è forte, cocciuta e assolutamente maleducata. Non è un ornamento che luccica e brilla, ma è una delle più belle donne al mondo."

"Le persone che parlano di bellezza interiore mentono solo a se stesse..." rispose disinvolta Quistis.

"E le persone che degradano gli altri sono gelose," sbottò lui, guardando i suoi amici mentre parlava. "Senti, so che il mio matrimonio non è perfetto, ma farò a modo mio."

"E il modo tuo include lasciarla a casa mentre te ne vai in giro per il mondo conversando con misteriose donne mascherate?" domandò Quistis.

"Per tua informazione, signorina, non ti ho avvicinata in nessun modo stasera."

E quella era la cosa più incomprensibile. "Che cosa c'è di così speciale in lei, comunque?" chiese lei frustrata. "È una stronza, una sgradevole regina di ghiaccio che non sta bene con nessuno..."

"...E io la amo!"

Lo guardò negli occhi, adesso.

Lui vide che, nella profondità dei buchi scuri della maschera, la donna era sorpresa.

Lui rise amaramente, guardando le espressioni scioccate sui visi dei suoi amici. "Non pensavate che fosse possibile amarla, eh? Non so come tu conosca mia moglie, signorina, ma la prossima volta renderò vere le mie affermazioni. Buona serata, signorina Lauryn. Ragazzi, sono esausto. Torno in albergo," disse.

Lei guardò Seifer allontanarsi e si voltò verso Rinoa e Selphie. "Lo sapevate?" chiese furiosa.

"...No..." disse Rinoa. Selphie scosse la testa a sua volta.

Quistis si voltò verso Squall. Squall deglutì. "Non ne ho mai avuto la certezza... ma avevo i miei sospetti."

Quistis si tolse la maschera, coprendosi la fronte con la mano guantata. "Ho mal di testa. Rinoa, Selphie, vorrei andare a casa."

*~*~*~*~*

Lui mi ama?

Fissò il proprio viso pallido allo specchio, i capelli tirati indietro, il pigiama addosso.

Lui ama ME.

Si chiese che uomo malato e contorto fosse Seifer Almasy Deling, a lasciarsi manipolare nel diventare il Cavaliere della Strega, e ora a innamorarsi di lei.

Perché il fato sarebbe stato così crudele da farlo innamorare di una tale stronza senza cuore?

Sapere di volere che lui tornasse a casa, sapere di essere la ragione per cui lui evitava di farlo... oh, lei aveva già concluso di essere la ragione per cui lui non voleva tornare. Non era una questione di noia come aveva sospettato... era un cuore spezzato.

Lo comprese. Davvero. Se i mesi passati non le avevano insegnato come provare sentimenti, cosa le avevano insegnato?

Era sicura che probabilmente lui sarebbe andato a pezzi nel vederla di nuovo.

Perché lei non provava niente per lui.

Non poteva provare niente per nessuno. Stava solo imparando come sentire le emozioni. Era egoista, e maleducata, e tutto quello che aveva detto lui, e che aveva detto lei.

E comunque lui aveva detto di amarla. Da qualche parte dentro di lei Seifer aveva trovato qualcosa di cui innamorarsi.

Il sentimento la gratificò, la assolse della... della frigidità che spesso sentiva di dover mantenere. Da qualche parte in quel casino lui aveva trovato qualcosa. Qualcosa in lei era da amare.

Non era più sola, perché un'altra persona aveva preso quel posto di solitudine accanto a lei. Erano due anime solitarie... insieme.

Seifer meritava di essere amato, rifletté. C'erano molte qualità che andavano apprezzate e curate. La sua persistenza affascinante. Il suo desiderio di vedere lei felice. Non aveva mai dimenticato questo. Le umiliazioni costanti a cui si sottoponeva per farla sentire meglio riguardo alla sua infelicità.

Si credeva indegno del suo amore, come lei gli aveva sempre detto?

Non aveva mai pensato che lui arrivasse a quel punto, ma d'altra parte non l'aveva mai immaginato con il cuore spezzato per lei.

Se fosse stata una qualunque altra donna, avrebbe potuto avere una possibilità. Almeno sarebbe stato più felice.

Qualcuno di adorabile e affascinante, come lui. Sarebbe stata bellissima e affascinante al suo braccio, e sarebbero stati famosi come la bellissima coppia glamour, i Deling. Lei avrebbe avuto un sorriso amichevole, caldo e usato spesso. Avrebbe avuto una risata bellissima, che avrebbe usato per ridere dei suoi scherzi stupidi. Sarebbe stata intelligente e avvincente, così che lui sarebbe riuscito a fare conversazioni su conversazioni con lei.

E lui sarebbe rimasto senza un grammo di passione. No, immaginava che a lui servisse un po' più di lotta. Un'oca senza spina dorsale gli avrebbe sempre permesso di fare a modo suo, e non si poteva mai permettere che quell'ego orribile che aveva si allargasse troppo.

E se fosse stata troppo accattivante, ovviamente, sarebbe stato un marito geloso, e avrebbe odiato che lei parlasse con altri. Lui era semplicemente fatto così. Bastardo egoista.

O questo, o peggio: poteva trasformarlo in un monaco noioso e senza vita che obbediva sempre... argh...

No, lui aveva bisogno di una donna che non fosse perfetta, non fosse dolce, non fosse ammirevole. Aveva bisogno di una donna che non fosse affascinante. Aveva bisogno di qualcosa di ruvido, che lo tenesse con i piedi per terra, che fosse egoista e cocciuta quando lui.

Qualcuno come lei.

Lui aveva bisogno di lei.

E quando provò a dire quelle parole ad alta voce... le piacque.

"Ha bisogno di me. Sono l'unica che lo capisce... perché ho vissuto con lui, ho interagito con lui... perché io... io..." Si guardò negli occhi allo specchio. "Oh cazzo, penso di essere innamorata di lui."

Le rivelazioni spesso non sono accompagnate da folli scoppi di imprecazioni, ma questa lo fu.

Ma quando terminò, lei era serena. Che lei lo amasse non era davvero un problema, dato che lui la amava.

E ringraziava Hyne di questo. La amava.

Lui la amava.

Quistis non era un tipo sdolcinato, quindi non passò molto tempo a sognare rapita ad occhi aperti su suo marito.

Ma pensò molto a lui.

*~*~*~*~*

Arrivò un invito per lei per la festa di Gabriela che celebrasse la nomina di Seifer a Segretario di Stato del suo governo. Quindi la signorina Lauryn lo aveva colpito.

Non aveva ancora accettato l'incarico, lo sapeva dai giornali, ma la posizione sarebbe stata un buon colpo politico per lui. Era ancora così giovane e c'erano ancora così tante cose per lui nel mondo politico.

Sapeva che lui non si aspettava che lei ci andasse. L'invito non era nemmeno particolarmente personale; non c'era nessun messaggio ultra-sentimentale nella sua calligrafia forte sul retro. Era indirizzato alla Preside Quistis Trabia, come se non l'avesse nemmeno considerata come sua moglie.

Beh, gliel'avrebbe fatta vedere lei.

Quistis Deling era la donna dei paradossi, e avrebbe mostrato a suo marito che lei non sarebbe mai stata prevedibile.

"Rinoa?"

"Quistis? Senti, so che devi essere abbastanza arrabbiata con Selphie e me..."

"Lascia perdere tutto. Andiamo a fare shopping venerdì pomeriggio. Verrò io a Balamb. Preparatevi per partire alle sei."

"Quistis?"

Troppo tardi. La linea era già stata interrotta.

*~*~*~*~*

Andò con Rinoa e Selphie, proprio come l'ultima volta, ma scelse lei il vestito. Un abito color lavanda della sfumatura dei suoi occhi, il colore che Seifer preferiva vederle addosso. Aveva i capelli raccolti, con un nastro di raso che passava tra le ciocche.

Aveva le ametista della famiglia Trabia al polso, al collo e alle orecchie.

Era truccata leggermente anche se non era riuscita a farlo da sola, non avendolo mai fatto nella sua vita, ma aveva ottenuto che Rinoa e Selphie la aiutassero.

Entrò nel foyer della Residenza Presidenziale a Deling City, e allungò il suo mantello di raso bianco a uno dei servitori. Fece un respiro profondo, chiuse gli occhi color lavanda e li aprì, per vedere la stanza in una luce più chiara e più fredda. "Rinoa?" Guardò la sua amica.

Rinoa sorrise. "Dai."

Squall offrì il braccio alle sue signore, ed entrambe accettarono.

"Sono l'invidia di ogni uomo qui dentro..." disse con ammirazione alle donne che aveva al suo fianco.

Rinoa sorrise, e Quistis borbottò, "sarà meglio. Ho speso un sacco di guil per questo vestito..."

"Ecco la nostra Quistis..." sussurrò Rinoa all'orecchio di Squall. Ma Rinoa percepiva il nervosismo della sua amica... per l'ambiente... e per i suoi sentimenti.

Oh, Rinoa sentiva la differenza tra Quistis e Quistis innamorata. Lei lo sapeva. Squall ammirava così tanto sua moglie... sentiva l'amore per lei afferrarlo e basta... quella bellissima capacità di osservazione che aveva...

Quistis non stava prestando attenzione alla coppia trasognata. Aveva appena visto la Presidente Gabriela de Witt, Zone e suo marito che chiacchieravano con altri. Seifer le dava la schiena. Il cuore le afferrò i nervi, e la sensazione era dolorosa in maniera irritante.

Squall distolse lo sguardo adorante da sua moglie, spostandolo sulla sua amica e scoprendola a guardare suo marito. "Niente maschera stavolta, Quistis."

"No, eh. Dai, voglio vedere mio marito." Impercettibilmente, fece un profondo respiro.

Squall sorrise con calore. "Beh, Lady Deling. Andiamo."

Si fecero strada tra la folla. Squall e Rinoa vennero fermati a chiacchierare, e quando le fu chiesto come si chiamava, Quistis rispose che era Lady Trabia Deling.

La voce circolò in fretta nella stanza, ma rifiutò di penetrare nella bolla di discorsi politici in cui era immerso il Presidente, suo marito e uno dei suoi migliori amici.

Squall si schiarì la gola, unendosi al gruppo. "Signora Presidente... le mie mogli..." scherzò con affetto.

"Squall, è un piacere vederti. Rinoa... come sempre..." disse Gabriela, e poi si voltò verso Quistis. "Uhm..."

"Non un'altra Lady Leonhart. Di Seifer. Lady Quistis Trabia Deling, al tuo servizio," rispose lei annuendo.

La schiena di Seifer si irrigidì, ma lui non si voltò. Quistis mise il broncio, impaziente.

Gabriela esclamò, "Quistis! Mi dispiace di non averti riconosciuta. È passato un po' di tempo, e non ti avevo vista..."

"Non mi avevi vista in abito da sera, ad essere sinceri. È un'occasione speciale. Ho pensato di scialacquare un po'," rispose sorridendo.

Di certo non ne valeva la pena, se lui nemmeno la guardava. Fissò il suo profilo ancora una volta, sfidandolo a guardarla.

"Tesoro," disse allungando la mano.

Lui si voltò a guardare il punto che era esattamente sei centimetri sopra la sua spalla sinistra. "Mio cuore..." la salutò, baciandole la mano.

Probabilmente era confuso. Lei cercò di farsi capire. Dopo tutto, lui la amava. Lei lo aveva disprezzato, lui era andato via, e lei doveva fare ammenda. E sapeva che lui voleva fare pace... giusto?

Dannazione, ma di sicuro era una faccenda idiota.

"Non sapevo che saresti venuta. Seif non me l'ha detto!" stava dicendo intanto Gabriela.

Quistis rinunciò a stabilire un contatto visivo con suo marito, e si voltò verso la Presidente di Galbadia. "Non ne era sicuro. Non lo sapevo nemmeno io, avevo degli affari di cui occuparmi. E ovviamente, volevo sorprenderlo. Di solito non ho tempo per partecipare a queste cose... ma lui me l'ha chiesto specialmente, e come ho detto, è un'occasione speciale." E io sono speciale. E sarà meglio che lui lo veda. Se intende trasferirsi qui... Non poteva pensare queste cose.

"Se non ti dà fastidio, ci sono alcune altre signore che sono assolutamente affascinate da tua moglie. Vorrei presentarla," stava dicendo Rinoa a Seifer, che conversava con Zone.

"Certo," rispose lui, senza alcuna inflessione particolare nella voce.

"Spero che parleremo più tardi, stasera," disse Quistis a Seifer.

"Sarò piuttosto impegnato. Ci sono alcune conversazioni importanti da fare qui..."

"A casa, allora..." disse decisa. Stavolta lo guardò negli occhi, sostenne lo sguardo. Lei sorprese lui e se stessa prendendogli la mano, stringendola leggermente, sentendo vacillare la sua autostima e sicurezza quando disse: "aspetterò sveglia."

Gli lasciò andare velocemente la mano e si voltò verso Rinoa. "Va bene..."

*~*~*~*~*

Lui tornò a casa tardi, all'una del mattino, e si chiuse nello studio.

Quistis camminò su e giù nella loro camera da letto, dove aveva portato alcune cose. Perché lui non era ancora salito?

Il cuore le batteva in testa, e stava arrivando un mal di testa; rifletté e rifletté sul perché lui la evitasse, quando gli aveva esplicitamente detto che lo avrebbe aspettato. Era ovvio che non gli avrebbe staccato la testa a morsi o cose così. Lo aveva reso ovvio, no?

Alla fine sospirò di esasperazione. Mai fidarsi di un uomo per fare il lavoro di una donna.

Scese in cucina e mise a bollire l'acqua per il tè, e preparò le cose, abituandosi alla cucina. Dall'odore seppe che Seifer cucinava lì dentro. Lui usava sempre troppo aglio.

Quando il bollitore fischiò, vuotò l'acqua nella teiera, e mentre lasciava il tè in infusione, cercò nei mobiletti una tazza da tè e un piattino. Discusse, si angosciò e litigò mentalmente con se stessa, e alla fine vinse il suo cuore tremante e aggiunse un'altra tazza e piattino per sé. Avrebbe solo preso un tè, e fatto un gesto dolce e da moglie per ricordargli che l'aveva bidonata, ma...

Si ripeté le parole in testa mentre aggiungeva alcuni biscotti al vassoio. Le ripeté ancora e ancora. Diamine, cosa doveva fare? Non aveva mai... detto a nessuno di amarlo, prima...

Si controllò allo specchio. Era meravigliosa, lo sapeva. Lui lo sapeva, giusto?

Patetico. Andiamo. Prese il vassoio e salì in biblioteca.

*~*~*~*~*

Non era che lui non volesse vederla, o non la pensasse. Aveva molto da fare.

Che cosa significava "casa", comunque? Si aspettava che lui si trascinasse fino a Trabia?

Rimase nel suo santuario più a lungo del necessario, ovviamente, e fece moltissime telefonate superflue per completare altri affari. Quando sentire bussare alla porta alle due, si rese conto che probabilmente era Griftly con una tazza di caffè. Andò alla porta e la aprì dicendo, "dovresti andare a letto."

"Dovresti farlo anche tu."

La voce lo sorprese, e aprì la porta per vedere sua moglie nell'abito che aveva indossato quella sera, con i capelli sciolti che le sfioravano le spalle.

Non l'aveva mai vista con i capelli sciolti.

Dannazione.

Deglutì, si voltò, si sedette e tornò immediatamente ai suoi documenti, nascondendo il viso che arrossiva velocemente dietro una cartellina.

Lei mise un vassoio con tue tazze e una teiera sulla sua scrivania, e versò una tazza di tè a entrambi. Lui sentì il profumo del suo aroma preferito, e fu sorpreso di vedere che lei sapesse che lui prendeva il tè con un cucchiaino di zucchero e un po' di latte. Gli allungò la tazza con un'espressione dolce ma tipicamente Quistis alla "non succederà di nuovo, quindi farai meglio ad apprezzarlo". Sorbì il suo tè... chiudendo gli occhi, godendosi il sapore... il sapore che era troppo robusto per essere un sogno.

Se fosse stato un sogno... sarebbe riuscito a guardarla... ma dato che era realtà... non sapeva cosa cazzo stesse succedendo, e cosa sarebbe successo di conseguenza.

Lei notò la sua postura forzatamente rilassata. Sapeva che ora dipendeva tutto da lei. Lei si schiarì la gola. "Amici carini."

"Sei piaciuta a tutti. Hai fatto una certa impressione su di loro."

"Ho fatto impressione su di te?"

La sorpresa lo spinse a posare la tazza. La domanda aleggiò nell'aria; lei era impaziente. Ancora non la guardava, DANNAZIONE! Perché era così fottutamente codardo? Lei lo aveva sconfitto a quel punto?

"...Non ti aspettavo."

"Lo so. Ma non ti dispiaceva. L'ho capito dall'episodio Lauryn."

Lui stava per fare domande, ma era intelligente; prima di aver anche solo aperto la bocca per chiedere, aveva già la risposta in mente. "Perché non hai detto niente quella sera?" La mortificazione di aver... borbottato... quei sentimenti a lei...

Dire a una perfetta sconosciuta che amava sua moglie era molto, molto più semplice che dirlo a lei. Una sconosciuta non poteva reagire come pensava che avrebbe reagito lei, o come temeva che non avrebbe fatto. Lei aveva tutto il suo futuro nelle mani. Un giro al cuore da questa o da quella parte, e le sue carriere politiche ed educative sarebbero state decise.

Non era abituato all'impetuosità, ma non era stato in grado di decidere prima. Eccelleva in entrambe e gli piacevano entrambe... e sapeva che avrebbe dovuto scegliere. E sapeva che lei era parte della decisione. Ma non aveva mai immaginato che sarebbe stata lei a decidere tutto.

"Ero... insicura di me, allora," disse lei, sinceramente.

"E che differenza fa una settimana?" rifletté lui con schiettezza.

Silenzio. Lui quasi alzò gli occhi a guardarla, allora. Lei era appoggiata alla sua scrivania, il fianco destro contro il bordo. Spostò lentamente gli occhi dalle pieghe del vestito al suo corpo snello... e alla tazza di tè che teneva in mano. Fu allora che notò che le tremavano le mani. È nervosa! pensò meravigliato. Quistis nervosa. Era affascinato dall'oscillazione delle sue mani pallide e lisce. Era bellissimo e commovente. La vista più meravigliosa che lui avesse visto nella sua vita... mai.

Lei si schiarì la gola. "La differenza è che non sapevo di amarti una settimana fa."

Le parole furono dette con molta calma, come se stesse parlando di uno studente, o del tempo. Per la sorpresa, Seifer non centrò la bocca con la tazza, e si vuotò un po' di tè sulla camicia, e si raddrizzò a sedere, posando la tazza. Quistis posò a sua volta la sua, e prese un tovagliolo per strofinare la macchia, ma lui le prese il polso. Il tovagliolo fu dimenticato e cadde a terra. Lui mosse le mani per prendere quella di lei, e adesso la guardò negli occhi. Fu sorpreso di trovare così tanta passione, così tanta emozione, e qualcosa nel suo cuore si gonfiò così tanto che non sentì altro che il proprio cuore, e il battito era dolorosamente rumoroso, e gli pulsava nelle orecchie. Le sensazioni tornarono al suo corpo quando sentì che Quistis a sua volta gli stringeva le mani.

Vide quell'espressione meravigliata di stupore sul viso di Seifer... e si sentì libera. Delirante, giovane, felicemente libera. Il tipo che rincorreva lucciole, beveva soda alla ciliegia, e ballava nelle sale da ballo vuote tra gli arcobaleni rifratti da un candelabro colpito dal sole.

Gettò la cautela al vento e rise, spaventandolo. La sorpresa era un'espressione che gli stava bene sul viso. Lo rendeva abbastanza adorabile, a dire il vero. "Non pensavi che questo sarebbe mai successo, eh?" disse. "Beh, probabilmente non sai nemmeno cosa succederà adesso."

Sicura di sé, gli scivolò in grembo, gli mise le braccia al collo e lo sentì stringerla velocemente e con forza. Sospirò di felicità a quel gesto, e stava per baciarlo quando lui le mise un dito sulle labbra. "Voglio solo chiarire una cosa," disse Seifer, con quell'espressione familiare di compiacenza.

Lei lo guardò attraverso le sue lunghe ciglia. Aveva gli occhi scuriti dalla felicità... e dal desiderio. Aspettò con pazienza.

Lui sorrise il suo sorriso pigro, condiscendente, arrogante. "Potrai aver fatto tutto questo, e devo dirti brava... ma ricordatelo: l'ho detto prima io."

Lei rise, e lui arrivò per primo in un'altra cosa, mentre le catturava le labbra nel primo bacio che si fossero mai scambiati.

*~*~*~*~*

"Svegliati, bell'addormentato..."

Le parole erano sorridenti e stuzzicanti, sussurrategli vicino all'orecchio, di proposito, per sfiorargli il lobo con le labbra piene. Seifer sorrise e rotolò nel sonno e si allungò...

A incontrare l'aria.

"La colazione non è buona fredda..." lo avvisò.

Lui aprì un occhio, e vide sua moglie in piedi accanto al letto, incorniciata dal sole che filtrava dalla finestra. Indossava la sua camicia della sera prima, chiusa solo da qualche bottone... e poteva vedere che sotto non indossava niente. Aveva i capelli raccolti a casaccio, disordinati. E lui adorava quella situazione.

"Mmmm..." sospirò.

"Buongiorno."

"Mmmm..."

"Io, ehm... ho dato il giorno libero a Griftly, ieri... quindi ho immaginato di dover preparare la colazione..." Indicò il vassoio sul comodino.

"Mmm..." Lui si raddrizzò a sedere nel letto, lasciando che il lenzuolo gli cadesse in grembo, rivelando il suo bellissimo petto. Lei si meravigliò dei movimenti dei suoi muscoli mentre si stiracchiava e sbadigliava, i bellissimi capelli oro pallido dritti in piedi da qualunque parte - e lei sapeva di avere una parte di colpa per quel pasticcio - e l'espressione pigra e adorabile nei suoi occhi.

"Allora..."

"Mmm...?"

"Sai, ho sentito che molti uomini di solito hanno più cose da dire la mattina," rifletté Quistis pensierosa, mentre si sedeva sul letto.

"Mmm..." disse lui... esaminandola.

Prima che lei se ne rendesse conto, era intrappolata sotto al suo corpo, e lui le stava togliendo la camicia da sopra la testa, e le scioglieva i capelli. I polsi erano bloccati dalla sua stretta, da entrambi i lati del viso, e lui le stava baciando le braccia. "Seifer... il cibo!"

"Abbiamo un microonde..." disse prima di baciarle la spalla e strofinarle il naso contro il collo.

Per un momento lei pensò di protestare, ma era semplicemente così bello. Nascose il viso in quell'angolo, il suo angolo preferito, dove il collo incontrava la spalla, e inalò quell'odore che lo marchiava nella sua mente e nel suo cuore. "Mmmm..." mugolò.

"Esattamente," disse lui catturandole la bocca con la propria.

*~*~*~*~*

"Non intendi accettare l'incarico?"

Le ultime vestigia del tramonto erano l'unica luce della stanza. La coppia era rannicchiata sul letto in cui avevano passato l'intera giornata, a rimediare a un anno circa di angoscia. Lui era seduto contro la testata, e lei era stesa accoccolata contro di lui, con la testa contro la sua pancia. Ora conversavano pigramente e lentamente, lui che tracciava dolci disegni senza senso sulla sua schiena, lei che seguiva i contorni del suo petto meraviglioso.

"Mi serve una pausa dalla politica..." Seifer le accarezzò i capelli, stringendola di più a sé. La felicità gli donava così tanto. Il suo sorriso compiaciuto le smuoveva il cuore.

"Ma lo fai così bene..." borbottò lei contro la sua pelle. Poteva a malapena discutere, però. Era deliziata.

"Galbadia è così... buona adesso. Penso che aiuterò comunque un po', come facevo prima. Ma mi piace l'eccitazione. Se c'è qualcosa di interessante su cui Gabby ha bisogno d'aiuto in futuro, come no. Ma fino ad allora... beh, ho eccitazione più che sufficiente con la mia vita a Trabia, adesso, con quei cambiamenti nel curriculum, finalmente, per cui non avevo tempo prima, e ovviamente avendo a che fare con la Preside e tutto." Le sorrise.

"Sarà meglio che tu ci creda. Mi aspetto molto da te, professore Deling. Ti assicuro, solo perché non devi più avere a che fare con Dollet non significa che non dovrai gestire una stronza..." lo stuzzicò lei.

"Ah... ma con te, beh... ho più... influenza..." Sorrise pigramente, affondando tra i cuscini, attirando a sé il suo corpo pronto e impaziente.

Lei finse indifferenza. "Influenzami il culo!"

"Speravo che dicessi così," sorrise disinvolto.

Lei rise forte in maniera quasi oltraggiosa, e anche se probabilmente era più forte di quanto desse a vedere, una dolce resa era un modo affascinante, per non dire più veloce, di ottenere quello che voleva. "La pagherai..." lo minacciò prima di abbandonare ogni lotta, con la sua minaccia ricoperta dai baci di Seifer.

"Ti amo," disse semplicemente lui, sciogliendola completamente.

"Ti amo anch'io," fu tutto ciò che riuscì a rispondere, prima di essere interrotta dal suo amore e marito con un bacio.

*~* FINE *~*

*****
Nota della traduttrice: ed eccoci alla fine di questa storia. Ci tengo a ribadire che i primi due capitoli sono stati tradotti da Erika e Giuditta, e rivisti poi da me per correggere errorini di ortografia e cose simili. Gli ultimi tre capitoli sono stati invece tradotti e ricontrollati da me, ma se mi fosse sfuggito qualche errore fatemelo pure sapere che provvederò a correggere.
Come per tutti gli autori che traduco, le recensioni ricevute saranno tradotte e inviate all'autrice. Siccome come gruppo di traduttori abbiamo aperto un account su ff.net, Fan Translation, le recensioni tradotte saranno pubblicate con questo account. Eventuali risposte dell'autrice saranno tradotte & pubblicate qui come risposta alla recensione. Direi che è tutto^^ Grazie della lettura e della pazienza! - Alessia Heartilly

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