Close Your Eyes My Angel

di Maotelus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto sembra così reale ***
Capitolo 2: *** Incontro...? ***
Capitolo 3: *** Triste verità ***



Capitolo 1
*** Tutto sembra così reale ***


Tutto sembra così reale...

 

 

Riku é un normale ragazzo che conduce una vita tranquilla, single, viveva da solo in un piccolo appartamentino in centro città. Quel giorno pioveva a dirotto, lui era dovuto uscire per andare a fare la spesa e stava aspettando l'autobus per tornare a casa sotto la pioggia.

 

“Odio la pioggia...”

 

Sentenziò poi sospirando stanco, stava guardando il cielo grigio quando qualcosa di azzurro gli occupò la visuale. Era un ombrello.

 

“Beh se non ti piace la pioggia forse dovresti evitare di fartela cadere addosso...”

 

L'albino si voltò per guardare chi fosse il proprietario di quell'ombrello azzurro cielo che gli aveva dato riparo, e quasi perse un battito. Era un ragazzo biondo, dagli occhi incredibilmente azzurri, molto profondi e intensi più del mare stesso, era...un angelo.

 

“Grazie per avermi riparato dalla pioggia, come ti chiami?”

 

Chiese curioso l'albino, voleva conoscere il nome del suo salvatore.

 

“Roxas, Roxas Hikari...e tu?”

 

Aveva un sorriso così luminoso e dolce che il sole sarebbe sbucato fuori da quelle nuvole grigio piombo solo per vederlo.

 

“Riku...Kurosaki...”

 

Riusciva a parlare a stento? Quel ragazzo era davvero bello, chissà se lo avrebbe rivisto, nel frattempo l'autobus dell'albino era arrivato alla fermata...e lui non lo prese. Il biondo lo guardò interrogativo, poi rise.

 

“Scommetto che era il tuo autobus vero?”

“Si...ma aspetterò la prossima, odio quando c'è troppa gente.”

 

Bugiardo Riku, non sei salito su quell'autobus solo perchè volevi rimanere ancora un po' con il biondo. Dopo qualche minuto di silenzio fu lui stesso a chiedergli...

 

“Se ti va possiamo rivederci.”

“Sarebbe...perfetto! Così ti offro qualcosa per ringraziarti...”

 

Il biondo rise serenamente.

 

“Ma-? Ma no dai non importa!”

“E invece si, dai...solo un caffé magari...o una cioccolata calda se ti va...con questo freddo...”

 

Nel sentirgli pronunciare la parola “cioccolata” gli occhi gli si illuminarono.

 

“Ok! La cioccolata va bene!” rispose contento sempre con quel dolce sorriso spensierato e felice, Riku stavolta non potè fare a meno di arrossire leggermente, sorridendogli di rimando.

 

“Bene, allora...ci vediamo qui...domani?”

“Si! Ah...il mio autobus...”

 

Diede l'ombrello all'albino.

 

“Ma...”

“Me lo restituisci domani!”

 

Rispose salendo sull'autobus, e Riku lo seguì con gli occhi fino a quando non lo vide comparire tra il traffico cittadino. Non poteva fare a meno di sorridere guardando quell'ombrello azzurro.

 

“Mi hai lasciato un piccolo pezzo di cielo...angioletto...”

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Capitolo 2
*** Incontro...? ***


Incontro...?

 

 

 

 

 

Il giorno dopo Riku si presentò in anticipo all'appuntamento alla fermata dell'autobus dove aveva incontrato Roxas e lui era già li! E pensare che Riku voleva farsi trovare li per non farlo aspettare. Lo raggiunse.

 

“Ehi ciao! E' da molto che aspetti?”

“Ciao Riku! No tranquillo, sono appena arrivato.” sorrise tranquillo, e l'albino gli porse il suo ombrello azzurro che il ragazzo gli aveva prestato ieri.

“Questo è tuo!”

 

Roxas rise, aveva una risata veramente bella, che scaldava il cuore al solo sentirla. Riku arrossì ridendo anche lui , mentre Roxas metteva nello zaino che portava con se l'ombrello.

 

“Grazie! Almeno ti è servito per arrivare a casa asciutto eh?”

“Eh si, mi hai salvato, non ci tenevo per niente a fare la doccia!”

 

E così, insieme si incamminarono verso un piccolo bar.

 

“Vedrai, qui fanno la migliore cioccolata calda della città.”

“Wow!!” prese Riku per mano trascinandolo dentro il bar. “Scusa ma perdo la testa quando si parla di cioccolata!!” ridacchiò leggermente imbarazzato. L'argenteo sorrise.

 

“Dai non fa niente, due tazze di cioccolata calda per favore.” chiese gentile al barista che non tardò nel servirgli le tazze fumanti di cioccolata al tavolo. Nel modo di bere, Roxas si era sporcato le labbra, sembrava che avesse i baffi. Riku ridacchiò divertito.

 

“Ehi Mister Mustacchio fai attenzione!” scoppiò a ridere divertito guardando il biondo guardarsi i baffi di cioccolata.

 

“Ehi!! Non è divertente!” e invece iniziò a ridere anche lui. “Ok, si è divertente ma adesso li tolgo!”

Si affrettò a pulirsi il viso con un tovagliolo. “Comunque hai ragione, questa cioccolata è davvero buona!”

 

“Visto? Così ogni volta che passerai da queste parti per bere la cioccolata penserai a me...”

 

Il biondo arrossì timidamente distogliendo lo sguardo e sorridendo.

 

“Se vuoi...possiamo uscire insieme qualche altra volta Riku...”

“Oh...b-beh...” arrossì come un pomodoro, quello splendido ragazzo lo aveva invitato ad uscire! “S-si per me va bene...magari andiamo in un altro posto...”

 

Avevano iniziato a vedersi abitualmente, ed erano diventati ottimi amici, e forse qualcosa di più. Un giorno la pioggia li sorprese per strada ed erano andati a casa dell'albino.

 

“Ho ragione io ad odiare la pioggia vedi? Aaah guarda che roba! Ho tutti i capelli gonfi!”

“Sembri un leone...” ridacchiò divertito il biondo mentre si asciugava i capelli con un asciugamano.

“Ah si? E tu con i capelli lisci sembri un...uuhm...” ok non sapeva cosa dire, era impossibile trovare per il biondo un aggettivo per descriverlo diverso da “angelo”, perchè era realmente la parola più adatta per descriverlo. Gentile, premuroso, divertente, e poi sorrideva sempre, ed era questa la cosa che piaceva di più a Riku, il magnifico sorriso del suo adorato angelo. Ad interrompere quel silenzio imbarazzante ci pensò Roxas lanciando il suo asciugamano addosso a Riku, riportandolo alla realtà.

 

“Combatti! Non abbiamo niente da fare...”

“Vuoi la guerra? Ok preparati ad essere steso da una raffica di cuscini!!”

 

Passavano così il tempo, a parlare, ridere e scherzare e a prendersi a cuscinate. Anche se Riku avrebbe tanto voluto cancellare quello strano alone di tristezza che celavano gli occhi del biondo. Qualche mese dopo, durante la solita battaglia di cuscini, Roxas finì addosso a Riku. Silenzio...nessuno dei due osava muoversi o parlare, entrambi iniziarono ad avvicinarsi fino al far sfiorare finalmente le loro labbra in un casto bacio, ed è così che ebbe inizio la loro storia. Ma si sa, l'amore non è bello se non è litigarello, difatti i due litigavano spesso, ma facevano pace subito. Quella volta stavano litigando al bar dove erano ormai soliti andare a bere la cioccolata calda.

 

“Ah quindi sono io che non ti presto abbastanza attenzione?!”

“Stai sempre per i fatti tuoi!!”

“Non è vero!”

“Ah no?! E dimmi allora per cosa stiamo litigando?!”

“Roxas per favore...”

“Dimmi per quale assurdo motivo stiamo litigando!!”

 

Quello era stato proprio uno dei loro peggiori litigi, fino al punto che Riku si alzò dal tavolo.

 

“E adesso dove vai?!”

“Vado a casa...quando ti calmi ne parliamo...” andò via da li lasciando il ragazzo da solo al bar. Qualche minuto dopo, mentre il ragazzo camminava verso la fermata dell'autobus, Roxas gli scrisse un sms.

 

Senti mi dispiace, ti prego torna indietro e parliamone con calma...

 

Fu a quel punto che l'albino iniziò a correre, c'era parecchia strada dalla fermata del bus al bar, doveva fare in fretta, perchè era terrorizzato all'idea di non trovarlo più li. Fortunatamente il biondo era ancora li, parlando tranquillamente fecero subito pace...poi improvvisamente...

 

“Aaah...la...mia testa...” Riku si mise una mano sulla testa chiudendo gli occhi e quando li riaprì...

 

Roxas era sparito.

 

“Ma che...cosa...?” chiamò il cameriere. “Mi scusi...c'era un ragazzo biondo qui prima...per caso è entrato dentro al bar? Lo ha visto?”

Il cameriere lo guardò confuso.

“Signore è sicuro di stare bene? Guardi che lei è venuto qui da solo...ero qui quando è arrivato”

A quel punto Riku iniziò ad essere un po' confuso.

“Ma...sta dicendo sul serio? Ero in compagnia di un ragazzo ed abbiamo ordinato due...cioccolate...” rimase scioccato quando vide che sul tavolo davanti a lui c'era una sola tazza di cioccolata.

“Che significa...?”

“Signore è sicuro di sentirsi bene?”

Riku si alzò dal tavolo correndo alla fermata. Niente lui non c'era.

“Roxas...che significa...?”

Non riusciva a capire...dove era finito? Fino a qualche secondo fa il biondo era seduto davanti a lui al tavolo del bar e come se fosse stato un fantasma...era svanito nel nulla in un lasso di tempo brevissimo. Provò a chiamarlo al cellulare ma sulla sua rubrica mancava il numero del ragazzo.

“Ok, questo è sicuramente uno scherzo...”

Andò a casa, non capiva...come mai era andato via...più che andato via era sparito e nessuno lo aveva visto. Il cameriere aveva affermato assieme ad altre persone che l'albino era da solo al bar.

“Va bene Riku calma...o quelli si sono organizzati per bene per farti uno scherzo o...non so cosa pensare...”

Finì con l'addormentarsi con il cellulare vicino a lui, non ci stava capendo più niente. Una persona non può svanire nel nulla così. Eppure Riku si tormentava, pensava...a come tutto questo potesse essere possibile. Non riusciva a trovare una spiegazione.

Nella sua mente c'era solo confusione.

Il giorno dopo il cellulare di Riku squillò, lui si svegliò di soprassalto e non appena lesse il nome di Roxas rispose subito.

“Pronto?? Ma...Roxas! Come mai ieri sei andato via??”

“Riku io non sono andato via, ci siamo salutati e mi hai accompagnato alla fermata...non ricordi?”

No, non ricordava assolutamente di averlo fatto, e più ci pensava e più la testa iniziava a fargli male.

“No...possiamo vederci oggi? Sempre al solito posto?”

“Si certo! Ci vediamo dopo!”

Chiuse la chiamata. Adesso aveva due versioni di quello che era accaduto ieri, una più assurda dell'altra.

La prima era che lui era andato al bar da solo.

La seconda era che aveva visto Roxas, avevano passato il pomeriggio insieme e dopo lo aveva accompagnato alla fermata del bus.

Alla prima versione non ci credeva neanche un po'. Lui aveva visto Roxas! Lo aveva preso per mano, lo aveva baciato...ed era certo che non era andato al bar da solo quel giorno. Però non ricordava assolutamente nulla di aver accompagnato il biondo dopo. Tutto questo iniziava a farlo confondere, ma era sicuro della sua versione.

Lui lo aveva visto.

Si incontrarono quello stesso pomeriggio direttamente al bar.

“Ehi ciao...ma...che hai? Sembra che tu non stia bene Riku...”

“Tranquillo sto bene, mi fa solo un po' male la testa...ma sto bene.”

“Meno male...” disse il biondo prendendo posto davanti a lui al tavolo. Riku lo guardò.

“Sai ieri mi è successa una cosa stranissima, volevo chiamarti e sul cellulare non avevo il tuo numero...strano eh?”

“Beh...abbastanza direi...” ridacchiò “...se dopo 3 mesi che stiamo insieme non hai ancora il mio numero...ma dai è assurdo!”

Finirono con il riderci su, Riku gli raccontò tutto nei minimi dettagli, o almeno, quelli che ricordava.

“Davvero non ricordo di averti riaccompagnato...”
“Forse sei semplicemente un po' stressato...mh?” gli accarezzò il viso. “Sta tranquillo...non vado da nessuna parte...”

Non appena finì di dire quella frase, la testa di Riku iniziò a fare male ancora.

“No...di nuovo no...Roxas....Roxas...”

“Riku!!” lo abbracciò “Che ti succede?! Stai male?!”

“La testa...fa malissimo...”

“Tu resta qui! Vado a prenderti un bicchiere d'acqua...”

“No...No Roxas non-!”

Non ebbe il tempo di finire la frase...il dolore alla testa aumentò e lui svenne. Qualche minuto dopo venne svegliato dai camerieri del bar.

“Ah menomale ha ripreso conoscenza! Signore...si sente bene?”

“Che...cosa è successo...?”

“Era seduto tranquillamente al suo tavolo e poi improvvisamente è svenuto battendo la testa sul tavolo.”

“A-aspettate! C'era un ragazzo con me...” si guardò in giro.

“Signore...era da solo...”

No...di nuovo no...non poteva essere successo ancora...Roxas era sparito ancora. Aveva il cellulare scarico, non poteva chiamarlo. Venne riaccompagnato a casa, e l'albino si buttò confuso sul divano.

“E' successo ancora....ogni volta che inizia a farmi male la testa...lui scompare...nessuno lo vede...è come...se non esistesse....no è impossibile! Io...so che lui era con me...”

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Capitolo 3
*** Triste verità ***


Triste verità

 

 

 

Tutto sembrava così reale...

ma adesso...tutto ciò in cui credevo sta via via cadendo in pezzi...

si sgretola...

diventando polvere...

polvere trasportata dal vento che non lascia alcuna traccia...

Come lui...

 

 

“Cosa sta succedendo...?” Riku pensava e ripensava a tutte le cose assurde che gli erano successe da quando aveva incontrato Roxas, quel bellissimo ragazzo che con la grazia di un angelo gli aveva rubato il cuore facendolo innamorare ogni giorno di più. Ma non riusciva a trovare una probabile connessione agli strani eventi...e alla sua vita. Era stata stravolta da quando lo aveva conosciuto ed aveva iniziato a frequentarlo, voleva conoscerlo, sapere tutto di lui, proteggerlo...Ma il biondo continuava a svanire, poco per volta anche dalla sua mente per quanto era confuso.

“Non può essere...un fantasma...no...io l'ho toccato...ne sono più che certo!” nervosamente si mise a sedere sul letto portandosi la testa fra le mani e stringendo la presa sui suoi capelli. Doveva rivederlo e capire come faceva a sparire, ormai si era convinto che doveva trovare uno straccio di soluzione logica a tutto quello che stava accadendo, così prese il cellulare.

 

Ehi Roxas, possiamo vederci?”

 

Il biondo non tardò a rispondere. “Ma certo Riku! Ci vediamo direttamente al solito bar alla stessa ora delle altre volte, ti aspetto!”

 

Direttamente li? Strano, di solito ci andavano insieme, ma decise di assecondarlo per quella volta, attendendo in ansia il mattino seguente. L'argenteo non aveva chiuso occhio in preda al nervosismo e a tutte quelle domande che gli ronzavano in testa come api. Voleva delle risposte concrete, doveva accertarsi di non farsi venire quel dannato mal di testa, finendo poi con il prendere due aspirine prima di uscire. Era una bella giornata, il sole alto nel cielo e caldo, anche se le previsioni per il pomeriggio avevano annunciato pioggia, non ci badò per il momento. Si affrettò nel raggiungere il bar e Roxas era li.

“Eccoti qui!” sorrise allegramente il biondo. Riku si sedette accanto a lui prendendolo per le spalle facendolo sobbalzare leggermente. “E-ehi Riku...tutto bene...?”

“Si...cioé no...ecco...Roxas devo dirti una cosa...”

“Dimmi...” lo ascoltava accarezzandogli il viso vedendolo nervoso, sperava di tranquillizzarlo.

“Ricordi ieri quando mi faceva male la testa? Beh...sono svenuto e quando mi sono svegliato tu non eri più accanto a me e nessuno ti aveva visto...”

Roxas continuò ad ascoltarlo senza replicare oltre, e più Riku gli chiedeva risposte, più lui diventava taciturno.

“Allora? Potresti spiegarmi che succede?”

“....”

“Roxas ti prego...”

Aveva definitivamente smesso di parlare, ad interrompere quel silenzio ci pensò lo scrosciare delicato della pioggia che picchettava sul tetto in plastica del piccolo gazebo del bar. Solo silenzi...mentre Riku agognava risposte, più confuso che mai.

“Ti prego parlami...che cosa sta succedendo?”

Il biondo si alzò dal suo posto lasciandolo andare e scappando via sotto la pioggia, con grande stupore e dispiacere di Riku.

“Aspetta!!”

Lo rincorse, fino a quando non lo perse di vista tra tutta quella gente che affollava la strada. Non capiva quel suo severo silenzio...la sua fuga...era come se gli stesse nascondendo qualcosa che non voleva rivelargli a tutti i costi.

“Eh no...stavolta non finisce così!” sbiancò non appena se lo vide passare accanto, nella direzione opposta alla sua, forse stava tornando al bar, effettivamente lì aveva dimenticato lo zaino. Senza pensarci due volte gli andò dietro, chiamando il suo nome, implorandolo di fermarsi, ma lui stava zitto, sempre zitto, e correva via, scomparendo come un fantasma silvestre tra la folla. Quello non poteva essere tutto un sogno, lui era sveglio ed era convinto che tutto quello fosse reale, ed avrebbe lottato per provare di avere ragione, così continuò a correre per la sua strada in direzione del bar, anche se aveva perso di vista il suo angelo biondo. Fortunatamente avvicinandosi al bar lo vide entrare.

“Roxas!!”

Correva a perdifiato in quella strada tra la gente. Voleva solo rivederlo...doveva accertarsi che lui fosse ancora li! Tornò nel bar dove lo aveva visto entrare qualche secondo prima...e non lo trovò. Stavolta non era svenuto ma Roxas era svanito ancora una volta.

“E' impossibile...” Riku si lasciò cadere ginocchioni a terra sul marciapiede della strada.

“PERCHE' ?!”

Urlò al cielo alzando la testa, non ci stava capendo più niente. E mentre la pioggia aveva iniziato a bagnarlo, mischiandosi con le sue lacrime, l'albino iniziò a rassegnarsi.

 

“Forse sono pazzo...e se...lui non esistesse...?”

 

Chiuse gli occhi, lo spazio attorno a lui inziò a deformarsi poco alla volta, e sentiva una voce chiamare il suo nome.

 

“...ku?....Ri....”

 

La voce continuava a chiamarlo insistentemente.

 

“Riku...? Riku!”

 

La voce che sentiva era la voce di un uomo. Il ragazzo aprì gli occhi guardando un tetto grigiastro che non era quello della sua stanza. Era disteso su un lettino e vicino a lui c'era un uomo moro, con un accenno di barba, indossava un camice bianco e teneva una cartella in mano.

 

“Oh Riku...lo hai fatto di nuovo...” disse poi sistemandosi i capelli con una mano.

 

“Dove mi trovo...? Roxas!!” scattò a sedere sul lettino guardandosi attorno. Nel sentirgli pronunciare quel nome l'uomo sospirò sconfitto, portandosi una mano sul viso abbastanza stanco.

 

 

“Dov'è Roxas?! Dove mi trovo?!”

“Riku calmati...sei in ospedale...come sempre...”

“Che significa come sempre?! Io ero fuori!”

“No Riku...tu sei ricoverato qui da mesi ormai...”

“Che...cosa sta...dicendo...? Aah...” gemette di dolore “...la testa...mi scoppia....Roxas...”

 

L'uomo sospirò tristemente.

 

“Il tuo è un caso difficile...”

“Mi spiega...per favore cosa sta succedendo...? Perché sono ricoverato in ospedale? E Roxas...?”

“Riku...Roxas è morto...”

 

Il giovane spalancò gli occhi scioccato.

 

“C-che ha detto...? M-ma è impossibile!! Io l'ho visto! Uscivo con lui! Io...”

“Riku...ascoltami per favore...Roxas era il tuo ragazzo...è morto a seguito di un incidente, e tu sei ricoverato qui perché non hai mai accettato la sua morte, e la tua mente si è bloccata al periodo in cui voi uscivate insieme per lo shock, soffri di vuoti di memoria molto confusi ed io sono qui per aiutarti...”

“Roxas...é....morto...? Non credo...ad una singola parola di quello che dice!! Io sto benissimo!! E Roxas è vivo!!”

 

Il medico sospirò stanco.

 

“Perché devi farmelo fare ogni volta?”

 

Dall'ospedale c'erano si e no 20 minuti di strada per raggiungere il cimitero dove si trovava il ragazzo. Solo quando il medico lo portò davanti la tomba del biondo, forse Riku iniziava a ricordare. Lesse quel nome...quella data un infinità di volte, e nella sua mente iniziarono a raffiorare dei ricordi che non pensava di avere, anche riguardo all'incidente del biondo.

 

“Roxas Hikari...20 Gennaio 1994...29 Febbraio 2013...”

 

Si lasciò cadere per terra davanti la sua tomba in preda ad un pianto disperato, adesso ricordava tutto. Un dolore lancinante gli trafisse il cuore, come se una lancia acuminata lo avesse appena trapassato risucchiandogli via ogni energia, il suo viso si spense, le lacrime iniziarono a scendere veloci percorrendo il viso dell'albino dai suoi occhi smeraldini al mento, per poi infrangersi su quella fredda pietra che era diventata custode del corpo del ragazzo che aveva amato con tutto se stesso. Ogni volta che vedeva quella scena straziante, il medico gli poggiava una mano sulla spalla per confortarlo, aveva perso il conto di quante volte lo aveva visto piangere così disperatamente, ed era ancora più terribile doverlo portare ogni volta li per cercare di fargli riprendere il controllo della sua mente, per cercare di aiutarlo ad andare avanti e a superare il trauma che lo aveva segnato a vita. Riku era ricoverato in quell'ospedale forse da troppo tempo. Dopo un po' il ragazzo sembrò calmarsi, asciugandosi le lacrime con la manica della giacca che gli aveva dato il suo medico.

 

“Allora...è tutto vero...”

“Si Riku...e prima lo accetterai, prima potrai tornare alla tua vita...su...torniamo in ospedale...”

 

Si ripeteva ogni volta, Riku aveva un vuoto di memoria, e il suo medico era costretto a portarlo alla tomba del suo ragazzo per cercare di fare qualche passo avanti. Quel giorno però, fece qualcosa che mai aveva fatto altre volte: tornò indietro, alla lapide del suo amato inginocchiandosi.

 

I miss you...

baby close your eyes...

let's meet in...

in our dreams tonight...”

 

 

La mia unica consolazione...è che eri reale...adesso riposa in pace angelo mio...

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice

 

Iniziamo con i ringraziamenti:

Grazie a chi ha letto questa storia, se l'avete inserita tra le vostre preferite o no e mi scuso profondamente se scrivo così poco >__< beh la mia unica pecca è che per scrivere questa storia ci ho iniziato con una bozza del finale ^^'' strano eh? I miei tipici attacchi di ispirazione improvvisi. Non riesco a scrivere molto, ma spero comunque che la storia vi sia piaciuta comunque e cercherò di scrivere di più in futuro o3o beh con questo vi lascio.

A presto!

 

Peaceful Milotic

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